1 4 MA at ) di. e î, APRI È. : 2° RE, S NP VU uri e Me N Di a Leo id ‘ LR > fa»36 \nrl di- PP 931.40 ; A N È ua ZASO NI: IO) 2) P \RS xs Sul. U FOR THE PEOPLE FOR EDVCATION FOR SCIENCE LIBRARY OF THE AMERICAN MUSEUM 0 F NATURAL HISTORY y Goo NL ca AD CA) DE a a x NANO. LORO CHE PAGANO L'ABBONAMENTO ENTRO I PRIMI TRE MESI DELL'ANNO, E TUTTI COLORO CHE SI ABBO imequie saldano l abbonamento al Giornale i più per AMARI le, con sole L ritologico ed al Bollettino del Naturalista, oppure alla Rivista ed al Bollettino del Naturalista ; e con sole lire otto saldano l abbonamento per to direttumente all’ Agenzia del giorna dici. I nuovi abbonati ricevono sempre tutti î fascicoli arretrati dell'annata. “Gli abbonati esteri dell’ Unione postale pagheranno L. 1,00 di più, e quegli degli altri Stati L. 2,00 d 3 È È e» “ L n = -S DD (SÌ < E < (i (©) È SSÈ N--R=) S QQ SI TRRCNEES ISEE SZ & Pia ES< D patita US le maggiori spese postali. . Vi 0 DR 11 Sd DI pe 7 d4 ) e) # (A | 1) ; pa E MUSEI i ' Conto corrente con la posta |’ N.162 ANNO XXIII «0 & L/Gibna LIGRARTO Feovraio 1903 -= si LA ITALLAM: DI SU Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L, Per gli Stati dell'unione postale L. 4,50. — Altri Stati L. 5,00 4, 00 già diretta dal Cav. SIGISMONDO BROGI ‘ARRIG@ONI degli Oppr conte prof, Errore — BADANELLI prof. dott. Dante — BarGELLINI prof. MARIANO BeLLINI dott. RAarraELLo — BertELLI dott. Dante — BeTTI GrusePPE — Bezzi dott. prof. Mario — Br- sognI prof. d." CarLo — BorLzon Prof. Dott. Pro — Bonomi Prof. Agostino — Borpr Prof. Dott. Lurer BomBicci-Porta Comm. Prof. Lurer — BruwneLLI Gustavo — BRUSINA Prof, SPIRIDIONE — CACCIAMALI Prof. G Barrista — CanaBrò LomBaRDO Prof. ANTONINO — CARUANA-GATTO Avv. ALFREDO — CASTELLI dott. Grovanni — CERMENATI Prof. Mario — CLERICI Ing. Enrico — Corr Chimico farm. ELIA — Damiani Dott. Prof. Gracom — De Angenis D' Ossat Dott. Prof. GroaccHino — De Bonis AnToNIO — De BLasio Dott. AseLE — DepoLi Guipo —DeL PRETE dl" Rarmonpo — De STEFANO d." GIUSEPPE — De STEFANI PeREZ Prof. Troposro — FABANI Sac. prof. CArLo — Faina TepALDI Luii — FENIZIA prof. CARLO — Fiori Prof. Anprea — GaLLi- VALERIO dott. prof. Bruno — GracHeTTI cav, G. CESARE — GriLto prof. NiccoLò — ImpARrAaTI dott. prof. EpoARDO — LargaroLLi dott. prof. VittoRIo — LEVI Morenos dott. Davip — Livini cav. prof. dott. Antonio — Lonao prof. dott. AnpreA — Lopez prof. dott. Corrapo — Losacono Posero prof. MicheLe — Lorenzini ALessanpro — Lupi Dott, E. — Luzi march. dott. G. F. — Mascarini Prof. Aressanpro — MeLI Prof. Romoro — MarTEI Giov. ETTORE — Morici MicaeLe NevianI Dott. Prof. Antonio — PaRrATORE dott. prof. EmanuELE — PAuLUCCI March. MARIANNA — PELACANI Prof. Dott. Lucrano — PeTtRonI Dott. Veter. PasquaLe — RoNcHETTI dott. VittoRrIo — Sancasciani Cav. Dott. Gruserpe — Scarzia Dott. Giuseppe — SIGNORINI Prof. GrusepPE — SiLvestRI Filippo — SpinoLa March. Gracomo — STtossic® Prof. MicHELE — TERRENzI Dott. Giuseppe — Tassi Cav. Dott. FLaminio — TeLLini Dott. Prof. AcHILLE — TincoLini Dott. Veter. Tiro — TrreLLI Avv. ApeLcHI — Zoppa Prof. GrusEPPE. —»———@—@t@té@’c@@Py scsi Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti sì ricevono in Siena all’ Agenzia in Via B. Peruzzi 28, eda tutti gli utfici postaliitaliani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L’ abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Ti = x Fascicoli per saggio sì spediscono gratis. ‘Fascicoliseparati costano cent.30 perogni 16 pag.di testo. Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano è manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro: scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. l per 12 numeri e L.6il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. : Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei moltivantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollellino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc. ; fare offerte e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc, T.e inserzioni relative ai cambi non possono: oltrepas- sare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non si ha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però né viene accordata la ristampa, pagando un piccolo com- penso. Dalle inserzioni gratuite sona per regola esclusi gli | avendo identica direzione ed un'unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- scritti che contengono avv: di acquisto 0 di vendita, o che possono servire di reelame commerciale Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati chelanno già pagato l’ab. bonamento in torso. Nessuna pubblicazione viene fatta sa non è espressamente richiesta dall’ abbonato. 1 amministrazione s'incarica di rappresentare gliab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non, far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso da combinarsì. | SA Dn La direzione può, in casieccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioniin proposito. l manoscritti non pub- blicati possono essere ritiratidagli autori aproprie spese Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fascicolo, ne sarà loro, possibilmente, inviata un'altra copia gratis. purchè la richiedano entro l° annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento, Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- «turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L ], per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano I.. l'ogni2 centim. di spazio occu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. ; A Si annunziano le pubblicazioni ricevute e si fa speciale menzione di quelle delle quali cì pervengono due esemplari Tutti è pagamenti devono essere anticipati, Chi desid.ra risposta unisca i francobolli necessari, 0 scriva in car- tolina con risposta pagata. n a sa LIS I) (N S _ Prezzi d’ abbonamento tampato nel margine lungo di questa pagina ATI) LABORATORIO 200LOGICO-TOOTONICO-TASSIDDRMICA E MUSEO DI STORIA NATURALE gia diretti dal Cav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali. Cataloghi gratis Prezzi correnti gratis Fornitore di molti Musei e Gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità ecs. Occhi artificiali, umani, per animali, figure ece. a prezzi mitissimi Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di storia naturale di ogni genere. 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BROGI - SIENA Avvertenza necessaria Ricordiamo agli abbonati che a cominciare dal 2.° trimestre termina l' epoca della riduzione dei prezzi di abbonamento (Vedere in margine della |. pagina copertina). ANNO XXIII —- 1905 IVISTA: ITALIANA DI SCIENZE NATURAL Premiata alle Esposizioni di Palermo, Milano e Chicago già diretta dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO — Via Baldassarre Peruzzi 28 — SIENA Collaboratori principali della RIVISTA e del suo supplemento BOLLETTINO DEI NATURALISTA ARRIGonI degli Opp1 conte prof. Errore — BADANELLI prof. dott. Dante — BarGELLINI prof. MARIANO Bel.LINI dott. RarraeLLo — BertELLI dott. Danre — Berti Gruseppe — Bezzi dott. prof. Marro — Br- sogniI prof. d." CarLo — BoLzon Prof. Dott. Pro — Bonomi Prof. Agostino — Borpi Prof. Dott. LuisI Bom8icci-PortA Comm. Prof. Lurar — BruneLLI Gustavo — BrusINA Prof. SPIRIDIONE — CACCIAMALI Prof. G. Battista — CALABRÒ LomBaRDO Prof. Antonino — CaruANA-GATTO Avv. ALFREDO — CASTELLI dott. Giovanni — CERMENATI Prof. Mario — CLERICI Ing. Enrico — Cori Chimieo farm. ELIA — Damiani Dott. Prof. Gracom — DE AneeLIs D' Ossat Dott. Prof. GroaccHino — De Bonis AnTONIO — Dr BLasio Dott. AseLe — DepoLi Guino —Det PrETE d.° Rarmonpo — DE STEFANO d." GIUSEPPE — Dx SrEFANI PEREZ Prof. Troposio — FABANI Sac. prof. CAarLo — FaiLLa TepALDI LuIrGI — FENIZIA prof. CarLo — Fiori Prof. AnpreA — GALLI-VALERIO dott. prof. Bruno — GrAcHETTI cav. G. CESARE — GrinLo prof. Niccorò — Imparati dott. prof. EpoARDO — LargaroLLI dott. prof. VittoRIo — LEVI Morenos dott. Davip — Livini cav. prof. dott. Antonio — Longo prof. dott. ANDREA — Lopez prof. dott. Corrapo — Losacono PoJero prof. MicneLe — LorenzINI ALEssanpro — LuPIDott. E. — Luzi march. dott. G. F. — Mascarini Prof. ALessanpRo — MELI Prof. Romoro — MATTEI Giov. ETTORE — Morici MicneLE NevianI Dott. Prof. Antonio — ParATORE dott. prof. EMANUELE — PAULUCCI March. MARIANNA — PELACANI Prof. Dott. Luciano — PerRonI Dott. Veter. PAsquaLE — RONCHETTI dott. VittorIo — SancascianI Cav. Dott. Gruserpe — ScaRziA Dott. Giuseppe — SIGNORINI Prof. Giuseppe — SiLvestRI Filippo — SpinoLa March. Gracomo — SrossicH Prof. MicHELE — TERRENZI Dott. Giuseppe — Tassi Cav. Dott. FLAMINIO — TeLLinI Dott. Prof. AcHILLE — TincoLini Dott. Veter. Trro — TrrELLI Avv. ApeLcHI — ZoppA Prof. GrusEPPE. N. B. Questo periodico è corredato da un supplemento mensile dal titolo : BOLLETTINO DEL NATURALISTA collettore, allevatore, coltivatore, ac- climatatore, che si occupa della parte più pratica e popolare delle scienze fisiche naturali, com- presa la caccia, pesca, agricoltura, orticoltura, giardinaggio; allevamento acclimatazione e malattia degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli animali, piante ed altri oggetti di storia naturale: museologia, alpinismo, esplorazioni, escursioni. Ha apposita rubrica per gl’ insegnamenti, pratici registra le nuove invenzioni e scoperte, i concorsi, impieghi vacanti e notizie svariatissime. Pubblica gratuitamente le richieste e offerte dî cambi, e le domande e le comunicazioni degli abbonati. L’ abbonamento complessivo Rivista e Bollettino. (24 fasciccli) costa L. 5 all’ anno, quelle al solo Bollettino (12 fascicoli) L: 3 all’ anno. SARTAANDAR Agenzia del giornale - Via Baldassarre Peruzzi, 28 Il RIVISTA ITALIANA SCIENZE DI NATURALI TUTTO L’OCCORRENTE PER RACCOGLIERE, PREPARARE B CONSERVARE GLI OGGETTI DI STORIA NATURALE SI TROVA È PRESSO IL LABORATORIO Z00LOGICO-ZO0TOMICO TASSIDERMICO e MUSEO DI STORIA NATURALE gia diretti dal Cav. S. BROGI naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali — Fornitore di molti Musei e gabinetti scolastici, Compra — Vendita — Preparazione — Cambi Si imbalsamano animali di ogni genere e si insegna a chiunque desideri imparare De SIENA — VIA B. 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Prospetti di cristallografia coi simboli stereomorfici delle forme cristaltine. Pag. 68, 113, 114. Gargiulo dott. Antonio, Contributo all’ Tabbga del Tessuto di Sostegno nelle Glan- dole (Ricerche) Pag. 99, 117, 148. Imparati dott. Edoardo. Per 1’ insegnamento delle Scienze naturali nelle Scuole se- condarie Pag. 113. Lucifero Armando. Mammalia Calabra. Elenco dei mammiferi calabresi (cont.) Pag. 13, 37, 81, 115, 143. Paratore dott. Emanuele. Analisi istologica delle droghe medicinali (cont.) Pag. 26. Perlini Renato. Elenco dei Lepidotteri proprii soltanto all" Italia. Pag. 129. Raggi Luigi. Contributo alla flora littoranea Romagnola. Pag. 106. Redazione. Cenno necrologico del prof. Bombicci. Pag. 37. Vitale agron. Francesco. Osservazioni su alcune specie di Rincofori messinesi (cont. e fine). Pag. 1. C \ « Febbraio, Chiacchierata bientomologica. Pag. 29. ‘ ‘ « Le somiglianze protettive nei Curculionidi Pag. 85. IV RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI RIVISTA BIBLIOGRAFICA RECENSIONI ED ANNUNZI N. B. Si avverte che in ognuna delle pagine citate, vi possono essere annunziati diversi la- vori relativi ad un medesimo dei vari titoli, nei quali è suddivisa la Bibliografia. Agricoltura Pag. 20, 49, 72, 75, 76, 110, 124. 126, 150, 151, 152. Animali inferiori diversi. Pag. 19, 73. Botanica. Pag. 20, 21, 48, 50, 73, 74, 109, 123, 125, 126, 151, 152. Celenterati. Pag. 72. Crostacei. Pag. 71. Echinodermi. Pag. 75. Fisica. Pag. 123, 124. i Geologia. Pag. 21, 48, 49, 74, 76, 126, 153. Insetti. Pag. 49, 74, 75, 76, 109, 125, 126, 153. Mammiferi. Pag. 153. Mineralogia. Pag. 127. Molluschi. Pag. 48, 49. Paleontologia. Pag. 50. Pesci e Pesca. Pag. 48, 110, 123, 125, 152. Varietà. Pag. 20, 21, 48, 49, 72, 73, 74, 75, 76, 122, 126. Vermi. Pag. 72, 75. Zoologia generale. Pag. 19, 20, 21, 45, 46, 47, 125. Zootecnica. Pag. 72, 73. Annunzi di pubblicazioni si trovano pure nelle copertine dei fascicoli. Bibliografia italiana di Scienze naturali CATALOGO dei lavori relativi alle Scienze naturali pubblicati in Italia, o al- l'estero da italiani, o che'si riferiscono a cose italiane, durante gli anni 1901- 902 ; distinti con numero progressivo, divisi per materie e disposti per autore in ordine alfabetico. Zoologia - Paleozoologia - Allevamento degli animali. Pubblicazioni del 1901 (con- tinuazione e fine). Dal n. 54 al n. 143. Pag. 23, 24,.50, ol. Pubblicazioni del 1902. Dal n. l al n. 144, Pag. 78, 79, 80, 110, 154, 155, 156. Botanica - Palelofitologia - Agricoltura. Pubblicazioni del 1901 (continuazione e fine). Dal n. 17 al n. 108. Pag. 22, 51, 52, 53, 54 — Pubblicazioni del 1902. Dal n. 1 al n. 81. Pag: 111, 112, 127, 128, 154. Geologia - Mineralogia - Cristallografia. Pubblicazioni del 1901. (cont. e fre). Dal n. 86 al n. 135. Pag. 55, 56, 77, 78. Pubblicazioni del 1902. Dal n. 1 al n. 21. Pag. lll. Soggetti vari e d’indole generale. Pubblicazioni del 1901 (continuazione e fine). Dal n. 25 al n. 73. Pag. 54, 55. Ù N. B. La pubblicazione di questo catalogo per quanto riguarda il 1902 è tuttora in corso di stampa e continuerà perciò anche nell’anno 1904. Appena terminato di registrare le pubblicazioni del 1902, sarà incominciato il catalogo di quelle del 1903. d: fat Anno XXIII N. 1 e 2 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI — Gennaio-Febbraio 1903 ; SOMMARIO Vitale Agron. Francesco. Osservazioni. su alcune specie di ncofori Messinesi. (cont. e fine). Pag. l. Cannaviello dott. Enrico. Osservazioni sulle Phalaenae, dell’ Italia meridionale (cont.) Pag. 5. Cozzi sac. dott. Carlo. Noterelle botaniche. Pag. ll. Lucifero Armando. Mammalia Calabra. Elenco dei mammiferi calabresi (Cap. IT.) (cont.). Pag. 13. Rivista bibliografica. Pag. 19. — Bibliografia italiana di scienze naturali. Pag. 21. VITALE Agr. FRANCESCO OSSERVAZIONI SU ALCUNE SPECIE DI RINCOFORI MESSINESI (continuazione e fine) =——_—_—_—_—->=oC=4e____& Data la sicurezza della stazione in cui abbiamo trovato quegl’ insetti, il venturo anno, e così in seguito, non lascieremo nulla intentato per procurarci ‘quanto più ‘individui ci sarà possibile, e procedere ad ulteriori esami compa- ‘rativi; per vedere fino a qual punto i su,notati caratteri, possano subire delle variazioni. Mettiamo fin da ora a disposizione di tutti coloro che volessero studiare la detta specie, gli esemplari! che. possediamo, al. pari di tutte le altre ‘specie di Curculionidi, siciliani, notati in tutte le nostre pubblicazioni. 7 Styphlus corcyreus Reitter. n. sp. (1). È. questa un’ altra bellissima ed elegante specie, da noi rinvenuta lo scorso ‘anno in. due soli esemplari, una jg ed un. altro Y. Il primo fu catturato in quel di S.Agata, verso la riviera del Faro, il 20 Maggio battendo le erbe ai fianchi della via Comunale; l’altro esemplare fu. preso il 26 Maggio, di fronte all’ ul- tima casa del Villaggio Scala, sopra una piantina di Cistus.crispus Lin. che cresceva, isolata su la. scarpa di controriva della via, e quasi a livello della strada. Le due stazioni erano anche a circa 40 o 50 m. sul livello del mare, ed in fra i/4 Km. dalla riva; ciò indica essere tale specie ‘eminentemente ma- rittima. Pare che il valentissimo entomologo tedesco, descrittore della specie, abbia avuto sotto mano esemplari provementi dall’ arcipelago greco, e special- mente dall'isola di Corcira (Corfù). Ciò ‘confermerebbe il carattere: eminente- mente meridionale dell'insetto. A titolo di aiuto, agli entomologi, diamo i caratteri specifici di tale graziosissimo insetto, tolti dagli esemplari che posse- diamo. i Lung. 1 mill; larg. 4%. 5/, Corpo globoso, rossastro, molto.coperto di setole. Testa larga, punteggiata (1) Reitter. E. Adexius corcyreus Reitt. in Deutsche entomologische Zeitschrift 1884. pag. 20. 2 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ini - grossolanamente, con setole corte, ruvide incurvate; globosa. Occhi piccoli, neri, rotondi, depressi. Rostro largo, lungo due volte e mezzo la testa, ricurvo, ru- gosamente punteggiato, setoloso: apice annerito, scrobi latero-inferiori, retti larghi, interi dal terzo anteriore del rostro agli occhi. Antenne inserite all'inizio degli acrobi, sub-terminali, tenui, a scapo lungo quanto gli scrobi; clava. al- lungata, sub-ellittica. Protorace globosc, sub-conico, con lobi oculari, legger- mente sinuato indietro; punteggiato grossolanamente, cosparso di setole lunghe e curve; solco mediano leggiero, intero, largo; più largo che lungo. Scutello piccolissimo, indistinto. Elitre tondeggianti; con omeri poco sporgenti ed arro- tondati; fortemente punteggiate su le strie le quali sono larghe il doppio delle interstrie; queste costulate, provviste di. setole curve in doppia serie, le più lunghe volte. indietro; sutura depressa in avanti, elevata più indietro; la mas- sima lunghezza delle elitre nel mezzo, troncata verticalmente indietro e restrin- gentesi subitamente ai lati; parte posteriore stretta e rotonda. Piedi forti, allungati, concolori, punteggiati e setolosi come l’ addome ed il torace. Come si potrà scorgere dalla diagnosi fatta, questi insetti da noi posseduti differiscono pochissimo dalla diagnosi data dal Reitter e: che quì riproduciamo. « 8. Corpo assai corto e tozzo. Le elitre quasi sferiche, le interstrie alterne <« punteggiate, con. serie di setole lunghe e diritte. Disco senza alcun disegno « nero. Tomentosità scura, ferruginea, e rosso-ferruginea, lanosa, morbida. ». Pronoto transversale, sferico, liscio superiormente. Sutura posteriore delle elitre elevata come le altre 3. costole. Zampe robustissime. Tibie quasi diritte al di dentro, e al di fuori, presso la base e l'apice sottili; arrotondate in mezzo, allargate, con peli fitti e lunghi. La differenza quindi consiste principalmente nella incurvatura delle setole elitrali, che si osserva nei nostri esemplari, mentre il Reitter le dice lunghe e diritte. Ciò a dir vero non costituisce molta differenza e può dipendere dalla lunghezza delle setole od anco dalla loro tenuità. Messina, 7 Marzo 1902. Geom. VitALE FRANCESCO TAVOLA SINOTTICA DELLE SPECIE SICILIANE DEL GENERE BRACHYGERUS OLIV. Elitre di scultura ineguale, rugose o tubercolate, con 0 senza costole. Occhi più o meno lunghi, spesso più lunghi, che larghi. a) Sopracciglio (rebord-oculaire) visto di profilo dilatato alla sommità, oltrepassante in alto, molto, la curva superiore della testa (vertex). V. Fig. LA. o 1. undatus Fab. Fig. 1.8 Me RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 3 b) Sopracciglio visto di profilo, sub-parallelo o, dilatato solo anteriormente; non ol. trepassante; o solo appena la curva superiore della, testa V. Fig. 2.2 . Ù . TI. % Fig. 22 Tibie cilindriche, unite, a punteggiatura indistinta V. Fig. 3.8. 2. Chevrolati Fab. I Pig.(93 Ì Tibie quasi cilindriche, o carenate dal lato ‘esterno, nettamente punteg- piate o?striate; IV. Pio, 4al enosii stoico of ea sie n 7 ga Fig. 48 Punteggiatura della faccia esterna delle cosce regolare e serrata (1); tibie non grinzose, protorace con lobi nel mezzo del suo bordo, ante- A riormente e lateralmente ai lobi, sinuato . à 6 c ° 5 5 III, Punteggiatura della faccia esterna delle cosce molto distante, irrego- dal lare; tibie generalmente più o meno grinzose, protorace troncato al \ centro del bordo anteriore, eccezionalmente un po’ lobato o . 0 VI. Margini suturali, fiancheggiati da la base in poi da piccole placche, o tu- € bercoli od espansioni oblique, alterne ed opposte 5 é dà IV. : Margini suturali stretti o quasi, in forma di costole, o leggermente rile- È vati, e quasi paralleli verso la base e spesso al di lù -/./... VW (1) Non sempre nel Br. barbarus Lin. 4 RIVISTA ITALIANA DÌ SCIENZ® NATURALI Solco mediano del protorace, guarnito d’una linea saliente, occupante al- I meno 13 della lunghezza. V. Fig. 5.8 Occhi quasi allungati ..3. cinereus Ol. IV. \ Solco mediano senza linea mediana saliente, o se pure cortissima ed indi- i stinta. V. Fig. 6.2 Occhi ovali o quasi rotondi . . : 4. algirus Fab. Solco mediano del protorace con linea isolata, intera, saliente; epipleure con strie reticolate, linea mediana saliente. Corpo rivestito da squame Vv bianche convesse e strisce di squame testacee concave 5 albidentatus Gyll. È: Solco mediano senza linea saliente e nel caso, breve e confusa, ed allora posta su una, depressione rugosa. Epipleure senza linea mediana sa- liente, coperte di tubercoli confusi e disordinati . 5 6 barbarus Lin. | Margine anteriore del protorace senza. lobo oculare saliente; occhi sco- | perti V. Fig. 7.2 HI peso (IO OTO O) SL I O Limneî: VI. Fig. 7.8 Margine anteriore del protorace formante ai lati un lobo oculare sub-an- \ goloso, che copre una porzione degli occhi nel riposo V. Fig. 8:8, 8 foveicollis Gyll. Fig. 8.2 TAVOLA DELLE VARIETA i { Corpo regolare da 5 a 7 mm. rostro escluso. . SEO . undatus Fab. { Corpo grossissimo da 7 a 14 mm. r. escluso . i 9 È v. mauritanicus OI. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 5 8 ( Risalti delle elitre meno salienti . 5 } : È ' cinereus Ol, ‘| Risalti poco salienti, intervalli con una falsa costola Tengiludirale v, lutosus Gyll. Fall Fronte senza carena . 7 È c . o È È e c algirus Fab. { Fronte con fine carena ben distinta... _. . , . v, cirrosus Gyll, Corpo alquanto grosso; spazio interoculare marcato da due impressioni 7 | profonde parallele. Tibie anteriori sinuate all’ esterno ... . junix Licht. Corpo alquanto piccolo; spazio interoculare conimpressioni alquanto leg- | giere convergenti indietro. Tibie anteriori diritte . o v. aegyptiacus O). I Forma alquanto allungata, grossezza oltre i 6 mm. Elitre con tubercoli \ quasi eguali arrotondati ; . . c 5 foveicollis Gyll. ; Forma globosa, grossezza al di sotto dei 6 mm. rostro escluso, Elitre con | tubercoli di due dimensioni, acuminati. . . D È v. pygmacus Vitale Dott. ENRICO CANNAVIELLO Osservazioni sulle PHALAENAE, dell’ Italia meridionale (continuazione) Acidalia cineraria, Fab: Questa specie è messa nel genere Mniophila, da.0. G. Costa nella sua Fauna ; spetta invece al genere Acidalia (1). Godart, istituisce per questa specie e per altre ancora un genere distinto: Dosithea, Gd : nel quale ripete i caratteri generici, che assegna alle specie racchiuse nel genere Acidalia, aggiungendovi come distintivo, la presenza di una fascia, costituita da macchie confluenti, verso 1° estremità delle ali. Dai moderni entomologi questo genere è stato eliminato, e le specie, in numero di 1%, che il. Godart aveva raggruppate, sono state, nella gran parte, incorpo- rate nel genere Acidalia, Tr: Non molto diffusa, in luglio, nei luoghi selvosi ed umidi. Credo, che abbia una sola generazione. La larva sull’ Arbutus Uvaursi L, Athamantha macedonica, in Agosto. » » aversata, Linn. Molto rara nei luoghi umidi ca quia in giugno ed in settembre (II.* generaz.). Negli Abruzzi e nelle Calabrie, più abbondante. (1) Riporto letteralmente i caratteri che il Costa, O. G. assegna al genere: Mniophila, Bd: Alae tectiformes, breves, augustiores, discolores ; anticae cinereae atomis li- neisque duabus signatae. Corpus. minus debile. Palpi brevissimi. Lingua vix ulla; antennae maris pectinatae. Larve abbreviatae, depressae, tubercolis, mininis praeditae, lichenes murorum, lignique putrescentis pascentes. Genere Acidalia Tr: Antenne raramente pettinate nel gf, corte; semplici nella È; palpi cortissimi, col terzo articolo non distinto; tromba lunga; torace stretto, squamoso; bordo terminale delle ali intero e semplice; ali ornate da linee e fasce parallele, dritte o sinuose a seconda le specie, in numero variabile da tre a cinque, sopra un fondo unicolore, pallido. Larve sottili, care- nate, giammai depresse, alluagate, più grosse negli zooniti dell'addome; vivono nascoste sotto le piante basse. c 6 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI e I LEELL +1—1_, LO... In due esemplari, raccolti a _S. Severo ed a Cittanova, la tinta di fondo è più oscura, e le fasce più larghe e meno distinte. A me sembra, che questi esemplari, debbano riferirsi ad una forma intermedia fra il tipo e la var: lividata, Linn : Acidalia, var. margine punctata, Gòz : Molto rara nelle praterie elevate e lungo i mar- gini dei boschi ; si incontra nelle ore del giorno; attaccata alle mura esposte ad oriente ; in luglio. In un esemplare, raccolto ad Ortona, la linea extrabasilare è pun: tiforme. Questa specie corrisponde alla /daea mutata, di Treitschke (pag. 275, n. 1i tom. VI) ed alla Acidalia mutataria, di Godart, (pag. 102, pl. CLXXVIII, fig. 4, tom. VIII). GATA «var: confinaria, H-S. Un solo esemplare, raccolto nel mese di luglio, su! M. Somma a più di 800 m. s. m. è di colorito più pallido del tipo. Gullo Rhodostrophia Hb: 1822. (Pellonia, Dup + Eusarca, Auct :) Le specie che seguono in questo genere sono dal Costa. 0. G. considerate spettanti al genere Aspilates, Trets ; debbono, invece, essere collocate nel genere Rhodostrophia, Hb : Me vibicaria, Linn : Comune, in luglio-agosto, nei luoghi erbosi e sulle col- line aride e secche. La larva appartenente a questa specie à una facies speciale : essa è cilindrica, poco allungata, con gli zooniti IV, V, VI più grossi degli altri; capo piccolo tondeggiante, infossato sotto il primo segmento ; tinta fondamentale terriccia, con delle fascie giallastre, delle quali una dorsale che accompagna |’ intera lunghezza del corpo, e limitata da una linea nera, interrotta in ciascuno spazio intersegmentale, quattro laterali sui primi tre segmenti, e due uguali sugli ultimi tre; il IV segmento ed il V, sono ornati ciascheduno da due tratti neri piazzati obliquamente, e separati dalla ‘linea gialla dorsale. Il capo, il ventre e le zampe sono biancastri. Larva in settembre sulle leguminose dei prati. Spesso ho raccolto la larva sullo Sparlium scoparium D. €; nei terreni vesuviani. In qualche esemplare delle Calubrie le dimensioni sono minori, il margine esterno delle ali del secondo paio è più arrotondito, e le fasce si presentano parallele; lineari ed equidistanti fra loro. O. G. Costa ha considerato questa specie, fra quelle. del senere Acidalia, Tr :, a torto. opto ‘ var: calabraria Zell: Comune in tutti i luoghi erbosi ed aridi delle provincie meridionali dell’ Italia. Nelle Puglie, nella regione bassa degli Abruzzi, nei terreni vesuviani si presenta abbondantissima, in due RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ni generazioni, giugno ed agosto-settembre. Vola di giorno nascondendosi nei cespugli e fra le erbe. La 4 è più grande, e presenta le fasce più larghe e di colorito più vivace. Caratteri generici del genere Aspilates Trets: Antenne pettinate nel J/, semplici nella ©; palpi sorpassanti in lunghezza il capo, ad arti- coli distinti, col terzo nudo ed aguzzo; tromba lunga; torace stretto, allungato, squamoso; ali deboli; ali del primo paio tagliate diagonalmente da una o due fasce che partono dall’ angolo su- periore; bordo terminale delle ali, semplice ed intero, zampe assai lunghe, Larva allungata, liscia, senza tubercoli, con due punte suli’ undecimo segmento; pupa in un leggiero tessuto serico, alla superficie del terreno. Caratteri del genere Rhodostrophia, Hb. Antenne nel te4 guernite di lamelle lunghe e fini, nella © setacee; palpi ottusi, ad articoli non distinti, non sorpassanti giammai il capo; tromba di lunghezza mediocre; ali larghe, intiere ornato da due fasce o linee trasversali rosse o rossiccio-pallide; addome lungo, quadrangolare nel J', terminato in punta nella ©: vibie posteriori nel d'; armate di tre speroni. Larva filiforme, allungata, a colori incerti, con testa globosa, senza spine o tubercoli di sorta. Pupa in bozzoli costruiti con terriccio ammassato assieme a pagliuzze ; non mai costruito con tessuto sericeo. E' l'asserzione del Godart (tom. VIVI pag. 130) che le pupe si crisalizzino in bozzoli sericî, è falsa. L' A. ha considerato, certo,.la proprietà nella crisalizzazione delle specie apparte- nenti al genere Aspila!es Trets. La larva non dissimile dalla precedente in luglio ed in settembre sullo Spartium scoparium, D. C. Spartium junceum, L; Trifolium pratense, L; lo considero questa varietà una forma modificata e perpetuata della Pellonia Vibicaria, benchè il Costa, 0. G. ed altri entomologi la con- siderino una specie ben stabilita e distinta. Si differisce dalla specie pre- cedente, per la tinta fondamentale delle ali più ocracea, le fasce trasver- sali più larghe e più decise, l’ angolo anale nelle ali del secondo paio poco pronunziato, punto discoidale alare non bene deciso, spesso nullo. La Phalena rubrociliata, Gz : (Eur : Beytr : tom : III n. 92) e la Ph: cruentata, Sc: (Ent. Carn. pag. 228, n. 562) non debbano riferirsi alla Pellonia Calabraria di Zeller, come hanno asserito Grentzeberg, Peters, ed altri entomologi, bensì alla Vibicarìa, Trets. CCI «var: sicanaria, Zell. Forma assai più accentuata della Pellonia var: Calabraria, Zell. con la quale vive assieme. ab: Tabidaria, Z. Is. 1847, pag. 506; Stett. e Z. 1852, 180. Staud. Hor. VII, 156. « al. puncto medio magno purpureo ». Un solo esemplare raccolto in oltobre 1899 a Noyasiri. (Calabria). Boarmiinae Metrocampa, Latr. 1825. ‘ «.. margaritata, Linn. Specie poco comune nella Terra di Lavoro, diffusa maggiormente nelle selve delle Calabrie. In maggio ed in agosto (Il. ge- neraz.). Larva sul. Quercus robur, L; Fagus sylvatica, L; Quercus cerris, L, Ss RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI La è più grossa del d', e di colorito più pallido. Il tenero colore verde fondamentale alare diventa, dopo la morte dell'immagine, grigio-perlaceo. Ho osservato che gli esemplari della 1. generazione misurano fra gli apici delle ali distese 40-42 mm. ; quelli della II. 33-36 mm. Metrocampa honoraria, Schiff. Frequente nei terreni cespugliosi ed aridi, in giugno ed in settembre (II. Generaz.). Vola anche di giorno, quando il cielo è co- perto dalle nubi. Larva in agosto sul Quercus Cerris, L. Populus nigra, L: Carpi nus betulus L. Per il colorito di fondo alare, questa specie varia molto; in alcuni esemplari la tinta. fondamentale è giallo-rossiccio-bruna, assai marcata ed uniforme con le macchie puntiformi brune assai scarse e disperdentesi nella tinta di fondo ; poco distante anche le aureole bianche limitanti le due fasce brune trasversali nelle ali del primo paio e l’unica del secondo. In altri esemplari, la tinta di fondo è giallo-rossastra, assai pallida, e le macchie puntiformi brune sono scarse ; in altri ancora, la tinta fondamen- tale non presenta nessuna traccia di colore rossastro; nè debbano conside- rarsi questi esemplari seiupati in seguito allo aver svolazzato gran tempo, giacchè in un esemplare, venuto fuori da una pupa raccolta a /MNovasiri, io ho osservato la tinta assai pallida del fondo alare, le macchie puntiformi, e. le fasce trasversali nelle ali del 1. e 2. paio assai poco distinte. Godart, (tom. VII, pag. 129), assicura che le sono più grandi, hanno più pallida Ja tinta di fondo, e le fasce trasversali sono bordate più scarsamente di bianco. lo non ho osservato negli esemplari studiati altra differenza fra i due sessi che le dimensioni, prescotandosi il 9 costantemente più piccolo della ,P. Lo stesso illustre Entomologo (a pag. 130) cita un esemplare pos- seduto. dal. dr: Rambur, nel quale la tinta di fondo è uniformemente caffé-latte, senza alcuna presenza di macchie puntiformi brune. Selenia, Hb 1822: Le specie racchiuse in questo genere, sono dal Costa, 0. G. conside- rate nel genere Ennomos (1) Dup., spettano invece al genere Se/enia di Hiibner. (1) Genere Ernomos, Dup. Antenne pettinate nel JT, e semplici nella ©; palpi ricurvi, ad articoli distinti, più lunghi del capo; tromba sottile, brevissima; torace largo, robusto; pubescente; ali dentellate, larghe, resistenti; larve allungate, somiglianti assai per la forma ed il colore a dei ramoscelli, guernite come sono di tubercoli eccentrici e sparsi; capo appiattito verticalmente, non sorpassante il primo segmento; la loro trasformazione ha luogo în un leggiero tessuto, sericeo tra le foglie. « « Selenia, Hb: Antenne nel gf pettinate fino in cima, filiformi nella ©; palpi più lunghi del capo, larghi, pubescenti, con l’ultimo articolo aguzzo; non ricurvi, tromba sottile di lunghezza mediocre; ali slargate, ampie, dentate, a denti ineguali dei quali havvene alcuni assai RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 9 Selenia bilunaria, Esp. Comune nei terreni cespugliosi in. maggio ed in luglio (Il generaz.). Larva sul Prunus spinosa, L; Quercus robur, L; Amygdalus communis, L. Alcuni esemplari hanno il colorito giallo-rossastro di fondo più vivo, i punti più distinti e le linee brune cellulari più vicine e più numerose. Un esemplare raccolto a Bosco-Reale presenta la tinta di fondo assai pallida e meno sporgenti le dentature. ea tetralunaria, Esp; specie rarissima, raccolta in un solo esemplare da me sul M. Coppola, in luglio. O. G. Costa confonde ie due specie: giacchè dà la Bilunaria, come rara ed accidentale, mentre che questa è comune in tutte le località dell’ Italia meridionale, e diffusa la Tetralunaria, che, in realtà, è molto rara. La Tetralunaria, corrisponde alla Ennomos illustraria, Tr; (Schmett: von Europ. tom. IV, pag. 68). mul ig lunaria, Fabr. Specie non comune in giugno ed in settembre (II generaz.) nei terreni aridi e secchi. Larva sul Acthusa cynapium, L; Archangelica officinalis, Hoffm : e nei terreni vesuviani anche sullo Spartium scoparium, L: Genista juncea, D. C. Questa specie varia assai per le dimensioni e pel colorito di fondo, che si presenta giallo-ocra-pallidissimo più o meno disseminato di macchie puntiformi rossiccio-brune, ovvero giallo-fulvo, vivissimo, nella quale tinta i punti bruni restano la maggior parte indistinti. In qualche esemplare la tinta fondamentale delle ali, è di un gra- zioso color roseo. Si è confuso da molti chiari entomologi e per mollo tempo, questa specie con la Tetralunaria Dup. alla quale si avvicina moltissimo. La Tetralunaria, per ‘altro, se ne differisce per la presenza, in ciascun’ala, fra la fascia trasversale mediana ed il bordo terminale, di una macchia tondeggiante ‘bruno-rossiccia della quale non àvvi traccia alcuna nella lunaria ; per dippiù la linea esterna che limita nelle ali del primo paio, la fascia trasversale, nella Lunaria' si presenta diritta, sinuosa nell’ altra specie ; in ultimo, la Tetralunaria, presenta quattro macchie lunuliformi, perlacee sulla pagina inferiore delle quattro ali, mentre la Zunaria non ne presenta che due. La Lunaria, presentasi, eziandio, nelle dimensioni minori, di colo- rito più carico e nei disegni più netta e decisa. più sporgenti verso il bordo terminale, angolose, con disegni e colori più vivaci nella pagina inferiore che nella superiore ;. addome nel g'.in punta, grosso e rigonfio nella $; larve robuste, j rigonfie negli zooniti addominali, con il I, II, III paio di zampe portate sopra mammelloni che Ci gradatamente aumentano in grandezza dal I al III; capo lenticolare, piccolo. Pupa lucente, interrata. RIVISTA {TALIANA DI SCIENZE NATURALI Ho osservato, che la larva della Tetralunaria ha il colorito sene- rale meno giallastro, il capo più grosso e globoso ed i tubercoli dorsali non presentano la porzione: basilare giallastra. « gen. aest. (et ab. Delunaria) Hb. 34. Gn. I, 154. « Plerun que minor, dilutior ;’vix separanda ». Un esemplare raccolto sul M. Partenio, in luglio 1888. Ennomos, Tr. 1823 (Eugonia, Hb. nom. praec.). « erosaria, Fabr. 0. G. Costa, enumera questa specie fra quelle che si rac- colgono nella provincia di Lecce. Da me raccolta mai; nè enumerata da A. Costa nelle sue preziose ricerche. Questa specie, corrisponde alla Phalena cerassaria, di Fabricius Ent. syst. III, pag. 125) alla Geometra tiliaria di Esper. (Schmett. in Abbild. tom. V, tab. X, fig. 3-7) ed alla Geometra quercinaria di Hùbner (Europàisch. Schmett. Genmetnae, tab. V, fig. 24). Ematurga, Ld: 1853. atomaria, Linn. Comune in Maggio ed in Agosto (II generaz.) nei luoghi boschivi e cespugliosi. La differisce dal A oltre che per le antenne e per l'addome, per Ja tinta fondamentale alare; bianco sudicia, giallastra nella regione basilare, Questa specie varia molto per le dimensioni : ho raccolto esemplari molto piccoli somigliantissimi al tipo; in qualche esemplare, nelle ali del primo paio, la fasciolina che àvvi tra la prima e la seconda linea, basi- lare, e che. abbraccia la macchia costale allungata, gialliccia, non è ben distinta, ma si presenta estremamente confusa, e la terza fasciolina pa- rallela al margine esterno si unisce con la fascia marginale dello stesso ; nelle ali del. secondo paio le fascioline fulviecie sono meno sinuose ed hanno contorno più indeciso. La larva ha forma cilindrica, allungata, di. colorito. fondamentale bruno-giallastra, con una fascia dorsale longitudinale più oscura; ogni se- gmento da ciascun lato è accompagnato da una piccola macchia a forma triangolare del. medesimo colore della fascia; limitata in basso da una soltile stria gialliccio-chiara, sulla quale le stimmate spiccano sensibilmente. Il (capo è piccolo, tondeggiante, bruno-giallastro ; le zampe delle prime tre paia sono brune, le rimanenti giallo-verdastro-brune. In giugno e settembre sull’ Artemisia \arborescens, L. Scabiosa atropurpurea, L.Questa specie corrisponde alla PRalena pennata, di Scopoli (Ent. carn. pag. 228, n. 569) alla Phalena isoscelata; dello stesso autore (Ibidem pag. 225, n. 558, foem.) alla Rayure jaune Picotée di Geaffroy, S-H (Hist. des insect. tom. II, pag. 133; n. 50). «var. (et ab.) Orientaria, Stgr. Cat. ed. |, p. 74. Atomaria var. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ll HS. 322-3. /berarius (Bupalus) Kol. Mel. Ent. p. 106 « Major al: of ochraceo-flavis, extus brunneo-fasciatis ». Rarissimamente accompagna il tipo. Crocallis, Tr. 1826. aa elinguaria, Dup. Specie poco comune nella. Terra di Lavoro ; diffusa negli Abruzzi e nelle Calabrie, nei luoghi boschivi e cespugliosi. Larva in maggio-giugno sugli alberi da frutta ; io ho raccolto questa larva anche sul Prunus sylvestris D. C. Prunus spinosa, L. Lonicera caprifoliun, L., ed anche nello Spartium scoparium, L., nei terreni vesuviani. In molti esemplari la fascia mediana nelle ali del primo paio è ros- siccio-bruna ; la , ha l'angolo apicale più aguzzo. aUOnta « ab. caeca, Mihi. col tipo, ma più rara; manca il punto cellulare nelle quattro ali, poco distinta è la serie dei punti neri marginali. ab. (et var.) Trapezaria, B. Gen. pag. 184, HS, 411, Ill, pag. 44, Gn. I, 169. « Pallidior, al. ant.fascia med. latiore, punct. margi- nalibus nullis ». Un esemplare raccolto in maggio 1897 sui Camaldoli di Torre del Greco. Eurymene, Dup. 1844. es « dolobraria, Hb. Specie comune nelle Calabrie e negli Abruzzi, in mag. gio ed in agosto (II. .generaz.); svolazza nei luoghi boschivi ed umidi molto elevati. È Scarseggia nelle Puglie ed in Terra di Lavoro. (continua) __ _—_——_——— Sac CARLO COZZI Noterelle botaniche NAONERTONN—T —— Da un ricordo di Palestina. - Fra i ricordi che conservo tutt’ ora dell’ ultimo pellegri- naggio in Terra Santa, al quale sgraziatamente non ho avuto, per varie ragioni, il bene di parte- cipare, uno mi è gradito assai per doppio titolo. Si tratta infatti di un erbariolo che venne colà acquistato ed a me spedito in dono da persona gentile. Orbene è a questo oggetto che intendo dedicare alcune righe perchè servano d' illustrazione al medesimo. Esso è di forma rettangolare e risulta di 12 foglietti con copertina in legno lucidato. In fronte porta il nome di Gerusalemme nelle due lingue ebraica e latina. Evidentemente l’autore, o meglio gli autorì di oggetti simili, non devono avere inteso neppure lontanamente di redigere un erbario nel vero senso della parola, destinato ad uno scopo gnalsiasi scientifico. La cosa è troppo liquida. Però non sarà inutile, almeno io credo, osservare a titolo di curiosità il modo nel quale in Oriente (seppure non compilati in Occidente e poi mandati in Palestina per la vendita) si compiono delle ingenue mistificazioni sotto il colore dello Sport, e sì canzona così la grande maggioranza che è naturalmente incapace di rilevare l° errore. 12 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Ecco, a mo’ d’ esempio, come i 12 fogli sono distribuiti, Il primo reca in calce le parole: fiorî dî Terra Santa e vi trovo invece due fiori di Adonis annuus L, di un bel color rosso-minio, due petali di Pelargonium che vanno senza dubbio riferiti al P. sonale e qualche spighetta specificamente indeterminabile di una Poa. 11 secondo foglio, sottoscritto pure in calce: fior di Getsemani mostra dei frammenti degli stessì vegetali osservati nel primo foglio, eccezion falta per la Poa, nonchè una foglia bianco- lucente in tali condizioni da non permettere diagnosi di sorta. Il terzo dà quest' altra indicazione: fiorî del Monte Oliveto, eppure altro non presenta che un solo esemplare, d'altronde stupendo, dell’ adonide già visto. Si arriva così al quarto foglio, ove due graziose inflorescenze di una specie di Artemisia, a capolini piccolissimi, furono accollate a rappresentare la fisonomia botanica della valle di Giosafat. E così di seguito col medesimo sistema, sì giunge al quinto che ripete gli esemplari dei primi tre fogli gabellandoli per fiori di Siloe. Una aliquale importanza, per quanto relativa, mi' pare debbasi attribuire ad una specie di Ranunculus a fiori dorati che vedo nel sesto foglio. Ed infatti, la parte a dicitura: è fiorî del Monte Sion, la. quale, come le precedenti, non offre alcuna garanzia di verità in rapporto all’ habitat di essa pianta, è un esemplare che non cessa d’ interessarmi. Peccato che manchi di alcuni caratteri che sarebbero davvero indispensabili per la determinazione ! Sul settimo foglio non vi troviamo alcunchè di nuovo. Sono sempre le stesse forme replicate, per quanto sieno cambiate le indicazioni. Anzi negli: ultimi foglietti si nota questo fatto: che il senso estetico degli spacciatori ha saputo far trovar un metodo abbastanza curioso di disposizione, che riesce però a tradire la vera intenzione di indurre in errore. Ed invero sull'ottavo foglio si hanno, ad esempio, appiccicate alle foglie del già menzionato Adonis annuus null’ altro che i flosculi del nostro Fiordaliso (Centaurea cyanus), mentre spicca alla base un fiore vistosetto della medesima ranuncolacea, unita a taluni frammenti malconci del già citato Ranunculus. Parimenti la stessa operazione è replicata nel foglio seguente, nonostante le parole; fior dî Gerico. In un altro scorgo foglie dell’adonide con al piede ‘alcuni individui di un bel musco sericeo, che posso fin d'ora riferire al genere Monothecium. E questi sono i fiori di S. Giovanni. Da ultimo, come fiori di Nazaret, vi osservo il musco della tabella precedente, le foglie ed un fiore dell’adonide ricordato, un petalo di Pelargonium zonale ed una spiga di Poa. In questo modo è composto l’erbariolino ch'io mi ebbi dalla Palestina e che conserverò tanto volentieri in omaggio alla cortesia dell’ offerente. Evidentemente torna affatto inutile ripetere che, dato. e non concesso, che le medesime specìe fossero state propriamente raccolte nei diversi luoghi chiaramente indicati, ciò potrebbe anche ottenere una interpetrazione in questo senso che in Palestina, come del resto anche altrove, ve- getano piante che delle altre ‘si mostrano meno sensibili alle influenze d’ ambiente e quindi egualmente comuni tanto al piano come sui monti, tanto al sud come al nord. Rose e Giardini. - È una mia idea, la quale già vagheggio da vari annì, quella che ora esprimo alla benevolenza dei lettori di codesto pregiato e benemerito periodico. Più volte fui in procinto di parlarne; ma sempre in attesa di nuove conferme, aspettai; tanto più che, vedendo susseguirsi in breve volger di tempo due altre proposte (1) con esito più o meno felice, parevami d’ esser indiscreto. L’ opportunità è giunta ed eccomi. È un fatto ammesso da tutti quanti si occupano di botanica sistematica, che fra i generi di piante più difficili ed intricati a raggrupparsi ed a determinarsi, il genere osa è quello che ‘ sì presenta irto di maggiori difficoltà. Tanto che i chiarissimi autori della Flora analitica d° Italia accolsero ben volentieri la spontanea e valente collaborazione del Prof. F. Crepin il quale dedican- dosì da 40 anni e più quasi esclusivamente a questo particolare ramo di studio offriva certo Ja mi- gliore garanzia per trattarne con quella competenza che gli è riconosciuta da tutto il mondo scientifico. (1) Bollett, del Naturalista, 1893, p. 5 - 6; e 1902, p. 13 - 14. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 13 In che consistano propriamente queste difficoltà che deve incontrare e vincere ogni botanico che si da allo studio delle rose non è quì nè il caso di dire nè di discutere; e nemmanco sarà, eredo, l’ applicazione del metode anatomico adottata ultimamente dal botanico francese Parmentier anche per il genere Rosa, quella che le diminuirà e tanto meno poi le distruggerà totalmente. Una cosa però dobbiamo rilevare, ragionando in questo modo: se tali e tante sono le incer- tezze e i dubbi che accompagnano lo studioso nella classificazione delle rose selvatiche, il quale pur conta su caratteri specifici e relativamente costanti, chi non vede che gli ostacoli diventano pressochè insormontabili quando gli esemplari da studiarsi sì riducono a varietà, razze, variazioni, ibridi, meticci ecc. ecc.? Davvero che darebbe prova di superlativa abilità chi, senza essere specialista del genere oppure rosierista di professione, sapesse orizzontarsi di mezzo ad una folla di Monsieurs, di Ma- dames, Mademoiselles colle quali fa le sue conoscenze per le prime volte e che si distinguono sovente fra loro per dei caratteri, che sfuggono talora anche a chi è ben addentro nella materia. Questo per dire che dopo avere, per conto mio e purtroppo con poca fortuna, tentato di rag- gruppare le rose meno comuni che si coltivano nei giardini di questa cittadina, fra cui ricordo quello dei signori Rovere, Sanchioli, Taccani, Lanzi ecc. e specialmente in quello della Sforzesca (1), presso Vigevano, dovetti alfine smettere dalla mia malaugurata impresa perchè collo scarso sussidio di Cataloghi delle collezioni rodologiche e dei pochi libri che avevo potuto procurarmi sull’ argo- mento, m'accorsi che non avrei cavato un ragno dal buco. Or dunque non sarebbe il caso di colmare una lacuna nella bibliografia scientifica italiana? Non! sarebbe buona anzi ottima cosa che anche nel nostro « bel. paese » esistessero opere speciali di. rodologia ornamentale corredate di figure, chiavi analitiche, in modo cioè da render facile e piana anche questa via? ; Io. non so come verrà, intesa questa mia proposta che certamente riesce ad interessare più jlgiardinaggio che non la scienza pura. Dal canto mio però non penserò mai a dissuadermi che opere compilate in questo senso sieno altro, anzi il migliore dei mezzi atti a diffondere in mezzo al popolo l’amore per le Scienze Naturali in genere e per la botanica in specie. Abbiategrasso, 15 Dicembre 1902. (1) L’illustre prof. P. A. Saccarlo nel suo lavoro La botanica in Italia - Materiali per la ‘storia di questa ‘scienza ecc. pubbl. nelle Memorie del R. Ist. Veneto di Scienze ecc. vol. XXV e XXVI accennando ai giardini privati più importanti, ha dimenticato di ricordare questo che appartiene ai Marchesi Saporiti e che offre interesse anche al botanico. Esso consta di 100 pertiche di terreno e sotto la direzione saggia del giardiniere-capo Signor Paolo Bestetti, ottima persona, vi è ‘coltivata per ornamento una scelta rappresentanza della flora tropicale. MAMMALIA CALABRA no ELENCO DEI MAMMIFERI CALABRESI COMPILATO da ARMANDO LUCIFERO (continuazione) Potre inotare molti altri casì d’ipertricosi in persone di ogni temperamento e di ogni classe, dal sanguigno al bilioso, dal povero al ricco; ma mi fermerò soltanto brevemente su di un giovine amico mio, che per le sue forme tozze e per la statura molto al di sotto dell’ ordinaria, parrebbe dovesse appartenere 14 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI a quegli esseri incompleti, a cui natura più che madre fu matrigna. Invece; egli, che non giunge all'altezza di un metro e cinquantadue centimetri, ha fattezze proporzionatissime, e se v' ha qualche sbilancio nell’ assieme delle sue membra, bisogna discovrirlo nella robustezza del torace e nella quadratura delle spalle, che, forse non corrispondono alla brevità degli arti superiori, terminati da una mano muscolosa ed ossuta, ma piccolissima; ed agli ‘arti inferiori. corti. oltre- modo e con piedi straordinariamente minuscoli. Eppure questo corpo, per di- mensioni fanciullesco, più che virile, è invaso per ogni dove da un pelo bruno, ruvido, folto e lungo, che gli darebbe la sembianza d'un Orango o d'un Gorilla, se non venisse a combatterla l’ avvenenza del viso, in piena armonia col non comune intelletto e con la, non deficiente coltura. Di temperamento nervoso, egli è facile all’ira, ma ugualmente facile a rientrare nella calma; cancellando dal suo naturale colorito olivastro, il pallore delle passioni violente e, quasi direi, turbinose. Ora vo' farmi una domanda : L’ipertricosi, sia in Calabria, sia altrove, può ritenersi come un carattere etnico proveniente da un ritorno atavistico ? To credo che sì, e ne dirò le. ragioni in termini brevissimi. Ammesso recisamente in Zoologia che quando in una specie manifestansi ad intervalli, in individui iso= lati, e nei discendenti di cotesti individui, dei fenomeni fisici che non apportano alcun disturbo nel meccanismo fisiologico, questi fenomeni ripetuti debbono avere una causa primitiva donde provengano; e non è rara la congiuntura che tali cause siano state scoperte ed. indiscutibilmente. accertate. Potrei apportare esempii in proposito; ma sembrami superfluo, atteso che facilmente possonsi leggere in altri autori, e sarebbe, quindi, se lo facessi, una. vana ripetizione. Concluderò, invece, così: Se negli animali di qualunque specie tutto ciò che abbiam detto più sopra è un fatto provato in evidenza; nell’ uomo, che in ogni funzione organica e sensitiva non differisce punto da quelli, deve avvenire as- solutamente il medesimo ; onde bisogna ritenere con certezza l’ipertricosi come un fenomeno atavico, il quale comprova senza dubbio esser l’ uomo disceso da un progenitore coverto di peli. Siffatta conseguenza che scaturisce. spontanea da un ragionamento senza preconcetti e senza sottintesi, non mì trascina, però, nel campo degli. evoluzionisti; sino al punto. di legarmi al ;carro della teoria darwiniana, dalla quale, per altre ragioni scientifiche, mi divide un abisso. In Calabria la vera microcefalia è rarissima; e chiamo vera quella che non è il risultato di malattie organiche, per cui lo sviluppo cranico abortisce, ed il cervello manca dello spazio necessario, per raggiungere la sua naturale dimensione; ed è povero in massimo grado di quella materia grigia, su cui sì fonda sovratutto la sua attività funzionale. In qualche Comune delle nostre montagne si ha talvolta l'anomalia d’ un individuo ben formato in ogni parte delle membra, ma che ha sul collo appiccicata una testa, la cui piccolezza me- raviglia addirittura, e le cui funzioni cerebrali manifestansi strane e deficienti. Un fenomeno simile, per come ho detto, sebbene rarissimo, non potrebbe, a mio di RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 15 credere, riferirsi ad altra cagione che non fosse l’ atrofizzazione dei condotti nutritivi della scatola ossea del cervello, la quale non riceve da questo nessuna spinta, o stimolo alcuno pel suo accrescimento, dovuto alla psichica attività che è affatto negativa; onde dovrebbe ritenersi in modo assoluto un derivato di cause patologiche, quantunque difficili o impossibili a costatarne nella disamina clinica. Nelle malattie cerebrali non sempre I’ anatomico trova alterati gli or- sani del pensiero; mentre anche il profano può invece costatarne il disordine o il disturbo nelle loro funzionalità. In quanto, poi, alle ragioni per cui questo fenomeno manifestasi con minore rarità fra Je popolazioni montanare, io ritengo debbano! rintracciarsi nel precoce sviluppo fisico, spesso a detrimento di quello intellettivo rimasto sonnacchioso ed inerte in un ambiente rozzo ed ignorante, che, per difetto di esercizio, rende il cervello quasi un organo rudimentale. È, quindi; lo sviluppo fisico precoce che dà imperfette le funzioni fisiologiche, quello che paralizza ogni psichica attività. Di casì veramente mostruosi la Calabria non abbonda; e chiamo questi soltanto tali, quando si allontanino del tutto dall'ordine naturale delle leggi morfologiche riferentesi al genere uomo, siano esse conseguenze d’un Ente re- golatore, siano esse il prodotto dello spontaneo e dinamico coordinamento della materia. Se l'umano embrione non segue l’ordinario e regolare processo del suo sviluppo, per cause che tenteremo dopo d’ investigare, ma disordinatamente lo compie; gli effetti di simile disordine non possono lasciare indifferente chic- chesia, e tanto più l’ osservatore illuminato, il quale, costatandoli, deve ritenerli come strani, come anomali, come mostruosi, a seconda che diano minore o mag- giore adito ai ‘suoi studii ‘comparativi. Fra gli animali, specie fra le razze ovine, di coteste mostruosità ne avvengono di sovente; negli uomini, invece, esse sono più rare. Ciò scarta, a mio avviso, completamente l’invalsa credenza che l'immaginazione e la fantasia ne siano spesso le fautrici, perchè, in tesi affermativa, bisognerebbe ammettere una psicologia molto elevata nella pecora, che è forse la bestia meno intelligente fra i mammiferi. Mi limiterò quì sotto a notare qualcuna di siffatte umane mostruosità, e comincerò da' un caso spiccatissimo, del quale non potrò discorrere che delle forme esterne soltanto, poichè non mi fu dato di farvi su uno scrupoloso studio anatomico, per come il soggetto meritava. Nel' 1888 una ‘donna del ‘volgo nel villaggio Papanice, che fa parte del comune di Cotrone, seravavasi ai nove mesi di due esseri mostruosi così con- formati: Essi eran perfetti nelle membra sino all’ ombelico, donde innestavansi fra loro in tal guisa da fondere i due addomi in un solo dalla parte del pube. Gli arti inferiori costretti a divaricare, per la congiunzione completa delle due colonne ‘vertebrali nella regione sacrale, apparivano spostati dalla naturale postura, e trascinati su i due lati sinistro e destro del feto, portando con essi l'apparato sessuale su i fianchi. Però, sul sinistro, le coscie e le sambe, sebbene mal conformate e'denutrite, erano al completo; mentre sul destro i 16 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI due arti congiungevansi insieme, e formavano un moncone alla cui estremità era attaccato il piede di forma accorciata e difettosa, che lo faceva rassomi- gliare ad una mano storpia e rattratta. L’ apparato sessuale, dal lato sinistro, era perfetto e molto pronunziato, ed apparteneva ad un maschio; l’ altro, invece, ch’ era posto al centro della base di quel moncone, aveva uno sviluppo rudi- mentale, e consisteva in un bernoccolo carnoso di circa quattro centimetri di lunghezza e di un centimetro appena di diametro, senza alcun foro e non se- guito dai testicoli e dallo scroto. Nelle parti posteriori, fra due natiche lievemente accennate, rinvenivasi un solo orifizio. Questo strano concepimento nulla ap- portò di letale alla madre, che partorì felicemente, ed ebbe vivo il pigopago per due giorni, durante i quali ogni funzione fisiologica, espletossi naturale e senza difficoltà. Dal già detto di leggieri si comprende che siffatto mostro fu il prodotto d'un parto doppio, che, per cagioni a noi ignote subì deformazioni rilevanti, e qualcuna sorprendente oltremodo, per gli effetti da essa derivati. La donna che lo aveva partorito apparteneva ad. una famiglia di contadini molto laboriosa, della quale anche il sesso muliebre non disdegnava il lavoro dei campi. Questa donna, in avanzata gravidanza, aveva coadiuvato il marito nella sarchiatura del frumento, e, durante il ricolto oleario, si era sobbarcata all’ incomoda e grave fatica di rammassare le olive. Di perfetta conformazione fisica, proveniente da genitori sani e robusti, nessuna cagione di benchè minimo sospetto di rachitismo o di mali acquisiti, potea far presagire un parto irregolare o mostruoso. In conclusione, mentre era tutto proporzionato e completo,nei due corpicini. sino alla regione ombellicale; dalla fusione dei due ombelichi in un solo, dei due ad- domi in un solo; con un solo retto per espellere le materie fecali e con una sola uretra per la foruscita delle urine, ogni ordine fisico, veniva sconvolto, ed i neonati assumevano la forma della vera e reale mostruosità. Nel 1870 una, giovine contadina di Terranova, Provincia di Cosenza, tro- vandosi incinta di otto mesi, seguì suo malgrado il marito fino a Cotrone, ed insieme con lui disimpegnò un grave e pesante lavoro di sterramento in aperta campagna, per la durata di quindici giorni consecutivi.. A lavoro compiuto, ella, che si era affaticata più del marito per trarne il misero guadagno di poche lire, sentissi estenuata di forze ed avvilita; onde, prima di compiere i nove mesi di gestazione, sgravossi laboriosamente d’ un bambino, la cui conformazione aveva tutti i caratteri della mostruosità. Prescindendo dalla forma schiacciata nei lati ed allungata in avanti ed all'indietro della testa, forma, tipica ;di vera. sca- focefalia, e d’un prognatismo pronunziatissimo, che. gli dava (la ,sembianza scimiesca ;. era orribile a costatarsi l’ aderenza completa degli arti inferiori all'addome ed al petto, spostando l’ apparato sessuale e l’ano in avanti, e_co- stringendo la testa a rimanere fra i due piedi. Le braccia e .le mani ben con- formate passavano al di sopra delle gambe, le quali avevano ambedue solchi profondi verso il polpaccio, prodotti dalla pressione esercitata dalle braccia RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 17 stesse nell’utero materno. Il morticino nacque vivo, ma tosto morì, forse per mancanza di assistenza, a cagione del terrore e della ripugnanza che incuteva fino ai proprii genitori. Io potetti esaminarlo dopo morto, perchè me ne giunse la nuova il giorno consecutivo alla sua nascita, e perchè i due conjugi spigo- lavano in quel momento nelle stoppie attigue ad una mia proprietà prediale ; non mi fu dato, però, di conservarlo nell’alcool, per come sarebbe stato mio desiderio, opponendosi il pregiudizio vulgare che tali mostri debbano sottrarsi alla vista di tutti, e, se si può, debba nascondersi fino la notizia della loro nascita. Nel 1868 una giovine donna cotronese, di condizione tessitrice, partorì un bambino che aveva anch'esso caratteri mostruosi. Il piccolo corpo era pieno di piaghe, le braccia erano distese lateralmente in posizione orizzontale, e le gambe accavallate l’una sull’ altra, venivano ravvolte da una membrana car- nea qua e là sanguinante, che le impediva di distaccarsi; aveva lunghi capelli ed inanellati cadenti sulle spalle, ed una lanuggine a guisa di barba nelle guancie e sul mento. Considerato con l'occhio della scienza, riconoscevasi in esso un embrione non ancora pienamente sviluppato; tanto più che il parto era avvenuto nel quinto mese della gestazione; ma allo sguardo profano ri- ‘cordava in effetti le sembianze d'un Cristo in croce, e per tale fu ritenuto dal popolino. (1) Sebbene, per come mi sono espresso più sopra, non sia facile 1’ additare le cagioni che obbligano l’ incosciente natura a siffatte aberrazioni, pur non di meno, a solo scopo di tentare una soluzione possibile, circa le cause speciali che producono queste conseguenze più nella classe dei contadini ed in certe categorie di operai, che nelle altre classi in Calabria, mi vi fermerò per un istante ad investigarle brevemente. È fuor di dubbio che simili mostruosi concepimenti abbiano origine dal modo come sviluppasi l’ embrione nell’utero materno, il quale fa duopo sia, nel momento della fecondazione, oltre che in perfetto stato fisiologico, in condizioni tali di tempo, di luogo e di postura da non alterare in veruna guisa il graduale e progressivo accrescimento del feto. Quando accidenti impreveduti ed impreve- dibili affacciansi a disturbare l’ ordinario sviluppo di esso, ne vengon di con- seguenza le deformazioni fisiche, apportanti disquilibrio nelle funzioni fisiologiche, per cui, quasi sempre, non è possibile la vita. Ora, nella classe dei contadini, le donne, oltre di trovarsi spesso in cattive condizioni dî salute, per le località poco salubri ove abitano e per difetto di sana ed abbondante nutrizione, sono obbligate dal bisogno quotidiano della famiglia, a sobbarcarsi a fatiche gra- vosissime, sia di forza, sia di posizione disagevole, che le estenuano, le inde- boliscono e le tolgono durante tutto il giorno l’ atteggiamento eretto. che è naturale prerogativa dell’uomo soltanto. Il trasportare oggetti spesso più pe- (1) Vedi Nota 6.% alla fine del Capitolo. 18 RIVISTA Il'ALIANA DI SCIENZE NATURALI santi delle persone medesime che li sopportano, e lo stare per lunghissime ore accoccolate o bocconi per diserbare il frumento, o raccogliere e digranare il formentone, deve apportare di quando in quando disordine nel retto e na- turale funzionamento dell’ utero, e quindi influire sull’ embrione, il quale, o sviluppasi debole e fiacco, o si deforma gradatamente a causa dei procurati e disarmonici convellimenti uterini. È in quest’ultima congettura che il feto acquista forme mostruose, e nasce, o prematuro con l'aborto, o nei limiti fi- siologici, ma in condizioni sfavorevoli alla vita; onde, o l' ha perduta, o viene a perderla poco dopo. Io non troverò, come-il Lombroso e come il Niceforo, che il costume dianzi osservato d’ una gran parte delle donne calabresi e meridionali, sia una prova della poca civiltà loro, che non le fa presupporre le conseguenze di certi lavori, inadatti e dannosi a certe condizioni fisiologiche. Le cause già espresse, da cui possa derivare mostruosa o difettosa la prole, non sono esaurientemente bastevoli per farmi seguace delle idee di quegli scrittori, il primo dei quali competentissimo, non fu all'altezza del suo nome quando scrisse sulla Calabria (1). Le nostre popola- zioni povere debbono, anche loro malgrado, adattarsi all’ ambiente ed al mezzo, da cui ricavano vita e sussistenza, sicchè ogni educazione, qualunque essa sia, non potrebbe modificare ciò che proviene dalla necessità quotidiana. Ora, ammesso che la Calabria non offra ai suoi figli altro mezzo di sussistenza oltre dei la- vori agricoli, è giocoforza che eglino vi si assoggettino, tentando nel miglior modo possibile di trarne il maggior vantaggio possibile. Nè il pensiero che alcuni lavori siano troppo gravosi per le donne che si trovino in condizioni speciali di maternità, può vincere la volontà che viene obbligata dall' imperioso bisogno della fame; onde, non alla barbarie un, tale atto è da riferirsi, ma bensì alla mancanza di mezzo per operare altrimenti. Diasi a questa gente la facoltà di scegliere il proprio lavoro, o, meglio, si faccia che il lavoro sia di- verso e molteplice, affinchè possa adattarsi alle differenti condizioni fisiche ed intellettive dei lavoratori, e bentosto si vedrà che ognuno prenderà il suo posto, non essendo, il discernimento un monopolio del settentrione, per come, si ha il vezzo di predicare da qualche tempo ai quattro venti, a palese discapito del tollerantissimo mezzogiorno. Il far risalire, poi, la colpa della deficienza del lavoro alle classi più ele- vate, che dovrebbero essere le dirigenti, è anche per me un marchiano errore, il quale proviene da eensiderazioni superficiali e teoretiche, non ricercanti la vera cagione di conseguenze così deleterie. Le. provincie meridionali d’Italia, e con esse le tre. Calabrie, vivevano sotto un regime assoluto di molti secoli, la cui tirannica, estrinsecazione non toglieva le pacifiche e laboriose popolazioni dalla tranquillità delle loro faccende e dei loro negozii. L’annessione di queste provincie alle altre d'Italia, le trasse (1) Vedi Nota 7 in fine del Capitolo. De LA ni RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 19 -—- — d'un salto in mezzo ad un nuovo ambiente, che operò su di loro del pari a quegli sposi entusiasti del nuovo stato, i quali impromettonsi un avvenire di rose, senza intravedervi nè vepri nè spine. Gli entusiasmi patriottici nascosero per lunga pezza nei loro bagliori, il futuro non certo lieto che preparavasi; e fecero dimenticare alla memoria dei nuovi occupati, la frase terribile, per quanto vera, di Brenno: « Guai ai vinti! » che io cambierò più a proposito in quella di « Guai ai conquistati! » E come popoli conquistati fummo ritenuti noi altri del Mezzodì, dal Governo della nuova Italia, il quale ci contrastò in ogni ge- nerosa, iniziativa, affogandoci nei balzelli che in pochi anni distrussero la massa dei capitali accumulati con tanti nostri sudori e con tanti nostri sacrifizii, sot- traendola a noi per servire al benessere di chi, povero o nudo, a giustificare l’inqualificabile spoliazione, appropriossi il superbo e tracotante nome di nostro liberatore! Nell’immane naufragio in cui tutto andò perduto economicamente, furon tavole di salvezza l’aratro e la zappa e poche zolle. di terra, donde ancora può trarsi, una penosa sussistenza, e che noi chiameremo la speranza del vaso di Pandora pel popolo calabrese, in questi giorni di decadimento economico e morale. Ora, se gli avanzi del passato sono così isteriliti e quasi distrutti, e la subentrante miseria del presente è in così progressivo rigoglìo, tanto che nulla è possibile d' operare, pure avendone la buona intenzione; non capisco come si abbia il coraggio di esigere dalle classi dirigenti lavoro di diversa natura, proporzionato alle diverse condizioni fisiche e fisiologiche del lavoratore, quando son desse le più travagliate e le più esauste nel presente, e le più pensierose e le più sfiduciate dell'avvenire. Mi si perdonino queste digressioni, che, del resto, van connesse al soggetto che trattiamo; e passiamo, quindi, a considerare con uguale brevità gli effetti patologici dell'ambiente e del mezzo sull'uomo calabrese. (continua) RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili Autori, od Editori. L’Amministrazione s'incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali é segnato il costo, ed anche le altre se possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda, cent. 30 per la francatura, della corrispondenza. Per gli abbonati e le opere dell’estero, aumentano le spese postali. Desiderando risposta scrivere in cartolina doppia. SILVESTRI dott. ALFREDO. Lageninae del Mar Tirreno. (Roma, 1902. Dalle Mem. d. Pontificia Accad. Romana. dei Nuovi Lincei, Vol. XIX Estr. di pag. 44 in 4, con 74 fix.) Ben poco essendo stato detto sui Rizopodi reticolari del Mar Tirreno e nulla di rela- tivo alle, Lageninae, 1° Egregio A. reputa di far cosa non affatto inutile portando a conoscenza degli studiosi i risultati delle sue osservazioni relative ad alcuni rappresentanti della nominata in- teressante famiglia, provenienti dal detto Mare, i quali deve alla cortesia del Chiarissimo Prof. Comm. A. Issel e dell’Illmo. Sig. Comandante L. Cattolica, ai quali l'A. porge i sensi della più viva e sincera riconoscenza. GCAMERANO prof. LORENZO. Ricerche somatometriche in Zoologia. (Torino, 20 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1902. Dal Boll. dei Musei di Zool. e Anat. Comp. Vol. XVII, n. 43ì. Estr. di pag. 18 in 4). Il 31 Ottobre 1902 ebbe luogo in Roma il IIIl Convegno Nazionale dell’ Unione Zoologica Italiana. L'A. fu invitato dal Comitato ordinatore del suddetto Convegno a tenere una conferenza in- torno alla biometrica o somatometrica. L'argomento, quantunque per se stesso sia molto complesso, fu scientificamente svolto e letto con la solita sua propria maestria dall’Illustre A. il quale afferma. esservi per lo studio. soma- tometrico e quantitativo statistico dei viventi due sorta di dati numerici: 1.° i. dati. numerici che esprimono le misure assolute delle varie parti: 2.° i dati numerici che esprimono il valore del loro rapporto colle altre parti dell’ organismo. La prima serie di dati concede lo studio delle variazioni assolute degli organi, la seconda ci da mezzo di studiare il variare dei rapporti rispettivi delle parti di un organismo durante il suo periodo vitale. Le due serie di dati non si escludono, poichè ciascuna serve per lo studio di una delie faccie del problema generale del variare dei viventi. Sia l’ una che l'altra serie di dati de- vono essere sottoposti al calcolo delle probabilità per poterne trarre qualche frutto in ordine alle questioni che ci occupano. FABANI sac. dott. CARLO. La Valtellina ei suoi Pascoli Alpini. (Sondrio, 1902. Tip. Corriere «della Valtellina Pag. 146 in 16). Riportiamo i capitoli nei quali è diviso il presente la- voro: « Trasformazione dei metodi di coltura. - Necessità dell'imboscamento. - Opposizione. - Stato culturale dei pascoli. - Pulitura della cotica. - Prato segatizio. - Irrigazione ed abbeveratoi d - Concimi chimici, - Strade. - Fabbricati stallone. - Altri fabbricati. - Affitto dell’ Alpe. - Afta epizootica. - La capra. » FABANI sac. dott. CARLO. L'abilità dei mondi. (Rowa, 1902. Federico Pustet. Pag. 116 in 8). L' Egregio A. ha diviso la sua memoria in ll capitoli che trattano: Questioni del giorno - L'abitabilità dei Mondi e la tradizione. -- Opinioni dell’ antichità. - Progressi dell’ ottica. - Co- munanza dei primi elementi. - La vita sulla terra. - Escursione nel nostro sistema planetario. - È necessario supporre forme d'organismi differenti dalle terrestri. - Possibilità che molti mondi siano abitati. - Quegli esseri saranno intelligenti? - L' abitabilità dei Mondi e la Fede. - BARSALI E. e BARSANTI L. Contributo alla Flora delle Isole del Golfo di Spezia. (Pisa, 1902. Dai Processi verbali d. Soc. Toscana di Sc. Naturali. Ad. 6 luglio. Estr. di pag. 20 in 8). In occasione di una gita che gli Aut.i fecero a Spezia nel Marzo 1902 visitarono a scopo di raccogliere piante, le isole Palmaria, Tino e Tinetto situate all’ imboccatura del ridente golfo. Nulla sappiamo della loro vegetazione se si eccettui il Bertoloni che nella sua Flora Italica ricorda alcune poche specie ivi raccolte. Gli Aut."i venuti in possesso di certo materiale, han creduto interessante darne pubblica rela- zione, nella speranza che altri studiosi proseguendo nelle ricerche, vengano, in seguito, a completare la florula anche di quel luogo. Questo elenco è compilato sia per l'ordine che per la divisione delle famiglie, conforme la interessante Flora Italiana del Prof. Arcangeli. Gli Aut."i sentono infine il dovere di ringraziare il Prof. Arcangeli per l’aiuto elargito loro nella determinazione di alcune specie dubbie, nonchè il march. Bottini per la valida opera da lui prestata nella determinazione dei Muschi. BARSALI. dott. E. Sulla struttura, del frutto dell’ Ardutus vnedo L. (Pisa, 1902. Tip. Suce, Fr.lli Nistri. Pag. 13 in 8). Pochi sono coloro che sin quì si sono occupati dello studio del frutto dell’ ArDutus unedo L. L’A., venuto in possesso di alcuni frutti maturi e conservati in alcool, in questa memoria ne riferisce le osservazioni che Egli stesso ha potuto fare. FENIZIA prof. CARLO. Su di un Mostro Triplo risultante di una notomelia e di un’ eteradelfia combinate con un autosita. (Acireale, 1901-902. Dalle Memorie della Classe di Scienze d. R, Accad. degli Zelanti. 3.2 serie Vol. I. Estr. di pag. 7 in 8). Tra le collezioni con- servate nel Gabinetto di Storia Naturale del R. Istituto Tecnico di Modica fu rinvenuto, dal prof, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 21 RR RN IRA AE OCSE RR IR ATI Se, titolare e cultore esimio di teratologia, un piccolo di Sus domesticus che prosenta una rara com- binazione di più mostruosità. L’esemplare in parola è stato ascritto ai mostri tripli, le cui produ- zioni sono pochissimo comuni. Nel dare la descrizione particoloreggiata di questo mostruoso e interessante animale, l'A. presenta nel pregiato lavoro alcuni schermi grafici, i quali permettono in certo modo di formoliz- sare l'aspetto esterno anomalo. E ciò è stata una felice idea dell’ A., che verrà certo accolta dai teratologi, perchè facilita grandemente le descrizioni ed aggiunge chiarezza coll’ illustrare in parti- colar modo la disposizione topografica del parassita o dei parassiti rispetto all’ autosita, cosa assai importante. i PETRAROJA dott. LUDOVICO di VINCENZO. Metamorfosi del Modello carti- lagineo primitivo delle ossa. (Napoli, 1902. Stab. Tip. Cav. Gennaro Salvati, Pag. 4 in 8). L'A. fa noto il risultato da lui ottenuto, in seguito. ad alcune accurate osservazioni fatte sopra ossa in via di sviluppo tagliate in sezioni consecutive; ne presenta poi altre fatte intorno alle ossa dove il modello cartilagineo si continua con le maglie della rete. congiuntiva contenuta dal canal midollare e dalle areole del tessuto spugnoso in via di formazione. Conclude che il modello cartilagineo primitivo delle ossa è destinato. 1) a conferire la forma alle ossa, 2) a far loro raggiungere le dimensioni che esse serbano nello scheletro cui apparten- gono, 3) a trasformarsi nella rete di tessuto congiuntivo che per tutta la vita sostiene gli elementi della midolla ed i vasi che in mille guise irrigano il canale midollare e le areole del tessuto spugnoso, 4) a concorrere con una porzione dei suoì elementi alla formazione della midolla. BOTTI ULDERIGO. Osservazione del fenomeno dei Mistpoeffers in Italia. (Roma, 1902. Dal Boll. d. Soc. Geologica Italiana. Vol. XXI, Fasc. III. Estr. di pag. 4 in 8). Sappiamo come da qnalche tempo sifisi introdotta anche in Italia la discussione del fenomeno misterioso dei Mistpoeffers sollevata per primo dal prof. Ernest Van den Broeck Segretario della Società belga di Geologia, Paleontologia e d’ Idrologia. L'Illustre A., nel portare alla medesima il suo contributo manifesta un'osservazione del fe- nomeno stesso che Egli ebbe occasione di fare prima di ogni altra in Italia nei due ultimi giorni dell’ Ottobre 1896. A tale oggetto riproduce la corrispondenza che scambiò in proposito col prelo- dato Van den Broeck. BOTTI comm. ULDERIGO. Pubblicazioni scientifiche, (Reggio Calabria, 1902. Tip. Adamo D'Andrea. Pag. 5 in 8). Sono ivi elencati 29 dei più pregiati lavori pubblicati dall’ Illustre A. dal 1868 al 1902. Die Fleechten (Lichenes) von Tirol Vorarlberg und Liechtenstein mit dem Bildnisse Dr. F. ARNALDS und einer Vorte, bearbeibet von Prof. D. U. W. v. Dalla Torre und Ludovig Grafer von Sarnthein in Inzsbruck. Inssbruck Verl, d. Wagner scher Univ. Buchh, 1902. pag. 693 in 8.0 È questo il volume quarto della Flora d. Gef. Grof. Tirol des Londes Vorarlberg und d. First. Liechtenstein elaborato dai suddetti signori. e_————_—__—_——C-_=< BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- diamo sia l’ unico che si stampi fra noi, ed è forse perciò che gli studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde premure a che procurassimo di renderlo il più possibile com- pleto. Per la qual cosa preghiamo gli autori italiani e quelli esteri che scrivono in pubblicazioni italiane o di cose italiane, relative alle scienze naturali, a favorirci possibilmente una copia dei loro scritti, o fornirci anche solamente i dettagli sufficienti per poterne dare un simile annunzio ai seguenti. I gentili autori che ci faranno questo favore, avranno un qualche compenso nel far così conoscere il titolo dei loro scritti nei centri scientifici di tutto il mon.lo, poichè questa Rivista 22 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI non solo è diffusa per i molti abbonati che ha, ma viene anche inviata in cambio ad oltre 200 pubblicazioni dei principali sodalizi scientifici italiani ed esteri. Pubblicazioni del 1901 (continuazione) Botanica, Paleofitologia - Agricoltura 17. Cecconi G. Intorno alla sporulazione della Monocystis agilis Stein. (Firenze, Bull. d. Soc. Bot. Ital. Fasc. 4, pag. 132-135). 18. De Toni G. B. Sopra una nuova specie di Cyeloderma raccolto dal dott. Filippi al piede di una Latania borbonica, coltivata nell’ Orto bo- tanico di Camerino (Proc. verb.) (Ibidem, Fase. 2- 3 pag. 60-66). 19. Giovannozzi U. I movimenti igroseopici delle piante. (Firenze, Nuovo. Giorn. Bot. ital. Fase. 2, pag. 207-237). 20. Goiran A. Le Apocynoceae ed Ascelpia- dacece dell’ Agro veronese. Nuove stazioni vero- nesi di Diospyros Lotus L. - Di una varietà di Pé- stacia Terebinthus nuova per la flora veronese. (Firenze, Bull. d. Soc. Bot. Ital. Fase. 2-3 pag. 83-85). 21. Goiran A. Sulla presenza di Cerastium tomentosum L. nella collina veronese. (Ibidem, Fasc. 4, pag. 158-159). 22. Levier E. Sfagni italiani determinati dal sig. C. Warnstorf. (Firenze, Nuovo. Giorn. Bot. ital. Fase. 1, pag. 75-86). 23. Levier E. Nuove località dello Sphagnum fimbriatum Wils. in Italia e nell'Imalaia (Ibidem, Fasc. 2, pag. 187-188). 24. Lorenzi dott. A. Note preliminari sulla flora dei laghi elevati nelle Alpi Orientali (cont. ‘e fine). (Udine, In Alto Fasc. 3, pag. 26-30). 25. Macchiati L. Note sulla biologia dei Phornvidium uncinatum (Ag.) Gomont ed autun- nale (Ag.) Gomont. (Firenze, Bull. d. Soc. Bot. Ital. Fasc. l, pag. 13-20). 26. Mainardi A. Osservazioni biologiche sui Rosolacci. (Firenze, Nuovo Giorn. Bot. ital. Fasc. 1, pag. 49-63). 27. Massalongo C. Sopra un interessante caso di viviparità nelle Apatiche. (Firenze, Bull. d. Soc, Bot. Ital. Fasc. 5, pag. 169-172). 28. Micheletti L. Erigeron Karwinskianus var. mucronatus (D. C.) per errore di orticultori passato in commercio sotto il nome di Vittadinia triloba D. C., che è invece un'altra pianta, (Fi- renze, Nuovo Giorn. Bot. ital. Fase. 2, pag. 189-206). 29. Micheletti L. Intorno alle specie italiane del genere Lolum e più specialmente sul L. temulentum L. perenne L. e L. italicum A. Br. (Firenze, Bull. d. Soc. Bot. Ital. Fasc. 2-3 pag. 92-103). 30. Migliorato E. Fasciazioni caulinarì di Laurus nobilis L. (Ibidem, pag. 34-37). 31. Montaldini C. Nuova stazione in Italia della Thecaphora capsularum (Fr.). Desm. paras- sita nei fiori di Convolvulus arvensis L. (Ibidem, Fasc. 1, pag. 12-13). 32. Mottareale G. Un caso d'isteranzia nel pomodoro (Lycopersicum esculentum Mill.) con qualche considerazione sulle Amentiflore, (Ibidem, Fasc. 4, pag. 160-165). 33. Paulucci M. M. Notizie sulla Genzsta Andreana. (Ibidem, Fasc. 5, e seg.). 34. Passerini N. Sullo sviluppo di calore di alcune piante e sulla temperatura che assumono gli organi vegetali durante la insolazione. (Firenze, Nuovo Giorn. Bot. ital. Fasc. 1, pag. 64-74). 35. Pons G. Saggio di una rivista critica delle specie italiane del genere Ranunculus L. (cont.). (Ibidem, pag. 5-27). 36. Pucci A. Presentazione di foglie e fiori essiccati con un metodo ritrattato dal prof. Pa- pasogli (Proc. verb.). (Firenze, Bull. d. Soc. Bot. Ital. Fasc. 1, pag. 20). 37. Sommier S. A proposito del trasporto delle collezioni botaniche dal Museo della Spe- cola a S. Marco. (Proc. verb.). (Ibidem, Fase. 4, pag. 118-119). 38. Sommier S. Presentazione di un opuscolo del prof. Flahault intitolato: « Projet de nomen- clature phytogéoagraphique » (Ibidem, e seg.). 89. Trotter A. Manipolo di miceti del Friuli. (Ibidem, Fasc. 2-3, pag. 29-34). 40. Trotter A. Per la conoscenza della ceci- doflora esotica. (Ibidem, pag. 66-73). 41. Trotter A. Sullo stato ecidiosporico della Puccinit. umbilici Guep. (Ibidem, Fase. 4, pag. 143-144). 42. Trotter A. Intorno ad alcune galle della Svizzera, (Ibidem, Fasc. 5, pag. 165-168). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 23 Zoologia, Paleozoologia Allevamento degli Animali 54. Altobello dott. G. Avifauna del Molise. (Siena, Avic. Anno V, n. 47-48, pag. 190-171). 50. Angelini dott. G. Descrizione di una nuova specie di « Paroaria » (Fringillide embe- rizino). (Siena, Ibidem, n. 45-46, pag. 142-143). 56. Arrighi Griffoli conte G. Noteed appun- ti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori. (Parte II). (Siena, Ibidem. n. 39-40 e seg.) 57. Arrigoni degli Oddi prof. E. Bird. no- tes from Brembana Valley. (London, « The Zoo- logist » n. 715, pp. 16). 08. Bassani F. Su alcuni avanzi di pesci del pliocene toscano. (Firenze, Monit. Zool: ital., An. 12, n. 7. pag. 189-191). 59. Bellini R. Alcune osservazioni sulla di- stribuzione ipsometrica dei Molluschi terrestri nell'Isola di Capri. (Firenze, Ibidem pag. 180- 182). 61. Bellini R. Contribuzione alla conoscenza della Fauna dei Molluschi marini nell’ isola di Capri. (Napoli, Boll. d. Soc. di Nat. Vol. XV. Estr. di pag. 121 in-8). 62: Bettoni G. Conferenza di Piscicoltura te- nutasi ad Anfo il 14 Aprile. (Venezia, Supplem. alla rivista « Neptunia » fasc. n. 17. Estr, di pag. 26 in-8). 63. Bezzi M. Materiali per la conoscenza della fauna Eritrea raccolti dal dott. P. Magret- ti. Ditteri. (Firenze, Bull. d. Soc. Entomol. ital.. Anno 33, Trim. l, pag. 5-25). 64 Bonomi dott. A. Il quinto Congresso zoologico internazionale di Berlino e l’ escursio- ne dei Congressisti sul Mar del Nord. (Rovereto, Dagli atti dell’ I. R. Accad. di Sc., Lett, ed ar- ti d. Agiati. S.. II, Vol. VII, Fase. IM-IV, Estr. di pag. 14 in-8). 65. Bonomi P. Dalla Sardegna. Appunti di escursioni. (Siena, Avic. Anno V, n. 41-42 e seg.) 66. Brian dott. A. Unione zoologica ita- liana. II. Assemblea ordinaria e Convegno zoolo- gico nazionale tenutosi in Napoli. . 10-13 Aprile 1900. (Siena, Riv, ital. di sc. nat. Anno XXI, n. 5-6 e seg.) 67. Brian dott. A. Caso di anomalia verifi- catosi su di una Brachiella del Tonno. (Genova, Tip. Ciminago. Pag? 3 in-10). 68. Bureau dott. L. Sur les plumages de la Mouette de Sabine(Xema Sabinei). (Paris, «Ornig» T. XI, n. 2, pag. 285-306). 69 Cannaviello prof. E. Contributo ad una monografia sul genere Macroglossa Ochs. (Siena, Riv. ital. di sc. nat. Anno XXI, N 1-2, pag. 10- 17). 70. Cannaviello dott. E. Sui Lepidotteri del genere Thais, Fabr. (Siena, Ibidem. n. 3-4, pag. 28-39). 7]. Cannaviello dott. E. Le Tineinae delle provincie meridionali d’Italia. (Siena, Ibidem, n. 11-12 e seg.) 72. Cannaviello dott. E. Sur les Noctue de la region de Vesuve. (Narbonne, Miscellanea Entomologica. Vol. IX, Estr. di pag. 9 in-8). 73. Catture di specie rare od avventizie (Siena, Avic. Anno V, n. 37-38 e seg.) 74. Corti A. Le galle della Valtellina. Pri- mo contributo alla conoscenza della Cecidiologia Valtellinese. (Milano, Atti d. Soc. Ital di sc. nat. Vol. XL. Estr. di pag. 118 in-8). 75. Damiani prof. G. Nuove catture del Larus Audowuini. Payr, all Isola d’ Elba. (Siena, Avic. Anno V, n. 37-38, pag. 1-3). 76. Damiani dott. prof. G. La collezione ornitologica italiana del Conte E. Arrigoni degli Oddi in Caoddo (Monselice presso Padova) (Siena, Ibidem, n. 45-46 pag. 121-131). 77. Damiani prof. G. Lavarus imperialis Raf. (Siena, Boll. d. nat., Anno XXI, n. J2, pag. 140-141.) 78. Damiani G. Note ornitologiche dell' Tsola d' Elba. (1899-1900). (Roma, Boll. Soc. Zool. Ital. Fasc. I e II S. II, Vol. II, An. X. Pag. 45-57). 79. De Boni A. Note ornitologiche per la provincia di Belluno. Catture avvenute nell’ an- no 1900. (Siena, Avic. Anno V, n. 37-38, pag. 27). 80. Della Valle A. Di alcune particolarità osservate nelle Ascidie del Golfo di Napoli. (Fi- renze, Monit. Zool. ital, An. 12, n. 7, pag. 186- 188). 81. Depoli G. Importanza dei rettili per la caratteristica della Fauna Fiumana. (Siena, Riv. ital. di sc. nat. Anno XXI, n. 1-2 pag. 17-19). 82. Depoli G. Supplemento alla Flora Fiu- mana di Anna Maria Smith. (Siena, Ibidem. n. 3- 6 e seg) 24 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 83. De Stefani E. Ulteriori osservazioni sulla nidificazione dello Spex paludosus (Firenze, Monit. Zool. ital., Anno 12, n. 8, pag. 222-223). 84. Emery C. Spicilegio mirmecologico. (Fi- renze, Bull. d. Soc. Entomol. ital, pag. 97-63, con fig.) 85. Ghidini A. L' Attacus cynthia nel Ticino. (Siena, Boll. d. nat. Anno XXI, n. 7, pag. 85-86). 86. Ghigi dott. A. Criteri e materiali per la fauna Emiliana, ed in particolar modo del Bolognese. (Siena, Ibidem n. l e seg.) 87. Ghigi. A. Intorno al genere Tragopan. (Firenze, Monit. Zool. ital., Anno 12, n. 7, pag. 203-204). 88. Griffini dott. A. Pesci ed Anfibi la cui prole è affidata alle cure dei maschi. (Bologna, Boll. d. Mat. e di Sc. Fis. e nat. Anno II, n. '7- 8-11 Estr. di pag. ll in-8). 89. Guarnieri V. Un nuovo crostaceo caver- nicolo. (Siena, Boll. d. nat. Anno XXI, n.2, pag. 21-22). 90 Largaiolli dott. V. Idracne del Benaco. Terzo contributo allo studio delle Idracne italiane. (Trento, Dalla Riv. di Studi scientifici. Tridentum. Fase. l. Estr. di pag. 5 in-8, con 2 tav.) 91. Largaiolli V. Fauna Trentina. Tavola murale dei Pesci. (Trento, Ed. Soc. Tip. Tren- tina (Montata L. 2,50, non montata L. 2). 92. Largaiolli V. Le Diatomee del Trentino (Trento, dalla Rivista Tridentum. Fasc. VII, Estr. di pag. 3 in-8). 93. Lucifero A. Avifauna calabra. (Siena, Avic. Anno V, n. 37-38, cont. e continua). 94. Lucifero A. Mammalia Calabra. Elenco dei Mammiferi Calabresi. (Siena, Riv. ital. di sc. nat. Anno XXI, n. 5-6 e seg.) 95. Magnelli R. Costumi degli uccelli. (Siena, Avie. Anno. V, n. 43-44, pag. 98-102). 96. Mainardi dott. A. Il nuovo laboratorio Antropometrico Fiorentino. (Siena, Riv. ital. di Sc, nat. Anno XXI, n. 9-10, pag. 121-123). 97. Mantero G. Descrizione di alcune specie nuove di Imenotteri scavatori provenienti dal Rio Santa Cruz in Patagonia. (Firenze, Bull. d. Soc. entom. ital. Anno XXXIII, Trim. II[-IV. Estr. di pag. 7 in-8). E. BOZZINI, Gerente responsabile 98. Mariani G. Sulla fauna di Serra. (Siena, Boll. d. nat. Anno XXI. n. 1 pag. 8-10). 99. Martorelli prof. G. Notizie ornitologiche. L'emberiza luteola e la Merula Naumanni in Italia. (Siena, Avic. Anno V, n. 45-46; pag. 131- 133). 100. Martorelli G. Due nuovi casi d’ibridi- smo negli uccelli. (Milano, Atti. di Soc. ital. di Se. nat. e d. Museo civ. di St. nat. Vol. 40, Fas. 2-3, pag. 129-151). 101 Massalongo dott. C. Di un Elmintoce- cidio scoperto sopra la: Koeleria cristata Pers. (Siena, Boll. d. nat. Anno XXI, n. 8, pag. 89-90). 102. Neviani A. Materiali per una bibliografia italiana degli studi sui Briozoi viventi e fossili dal 1800 al 1900. (Siena, Ibidem. n. l' ‘cont. e continua). 103. Ninni E. Sul passaggio primaverile an- ticipato (1901) di alcune specie di uccelli della provincia di Treviso e Venezia. (Siena, Avic. Anno. V, n. 41-42, pag. 57-59): 104. Ninni E. Sul passaggio straodinario del Merops apiaster (L.) nella provincia di Treviso. (Siena, Ibidem n. 43-44, pag. 94-98). 105. Ninni E. Sulle catture di alcuni Cetacei nel mare Adriatico ed in particolar modo: sul Delphinus Tursio (Fabr).(Venezia, Neptunia. Fase. 8. Estr. di pag. 9 in-8). 106. Ninni E. Sulle comparse del Zuvarus impertalis. Raf. nel mare di Venezia. (Venezia, Ibidem. fase. 20. Estr. di pag. 7. in-8). 107. Pacini prof. M. C. Tra i cigni. (Siena, ‘Avic. Anno V, n. 37-38, pag. 23-26). 108. Paratore dott. E. Sul polimorfismo del Bacillus radicola Bey. (Genova, Malpighia. Estr. di pag. 3 in-8). 109. Parona €. e Stossich M. « 0esopha= gostomum tuberculasum » n. sp. parassita dei Dasypus. (Genova, Boll. dei Musei di Zoologia e Anat. comp. d. R. Univ. n. 110. Pagi 3. in-8). 110. Parona dott. C. Altro caso di Pseudo- parassitismo di Gordio nell’ uomo. (Milano; Ed. Vallardi dott. Francesco. Pag. 8 in-8). l1l. Redazione Cacce e passaggi di uccelli. (Siena, Avic. An. V, n. 37-38 e seg.) (continua) = Siena, Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri Ri 3 Annate arretrate quasi gratis Agli abbonati, agli istituti ed alle biblioteche, si cedono le annate arretrate della Rivista italiana di Scienze naturali, unitamente al Bollettino del naturalista, collettore, alleva- tore, coltivatore, per sole L. 2,50 per annata, 5 annate per L. 10 e la 2,8 serie completa, com- posta di 18 annate, dal 1885 a tutto il 1902, per sole L. 25, 00. Le dette annate arretrate si cedono pure in cambio di pubblicazioni od oggetti di Storia naturale. A tutti coloro che ci procureranno 3 nuovi abbonati inviandocene l’ importo, man- deremo in dono; come segno di gratitudine, il giornale gratis per un’intera annata, oppure daremo in dono 2 annate arretrate a sua scelta, : Le sei annate dell’” Aywicula,, si cedono ciascuna per L. 3,50, tutte e sei per L. 18,00, ed avvertiamo che fino a tutto il 1896 gli studi e le notizie sugli uccelli, loro caccia ecc. venivano pubblicati nei fascicoli della Rivista e del Bollettino, per cui per quanto riguarda gli uccelli, l’ Avicula è come una continuazione ai detti periodici. 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Crescenzio — Albani Giuseppe — Arrigoni degli Oddi conte prof. Ettore — Bar- gagli march. Piero — Botto Guido — Boutarel dott. B.rd — Caffi sac. prof. Enrico — Caiani Gino -- Calderini prof. Pietro — Cavagnaro Tito — Cipolla Francesco — Fabani sac. Carlo — Ferragni Odoardo — Ferraris dott. prof. T'eodoro — Garbari dott. G. — Iannizzotto dott. Matteo — Mancini Cesare — Magni dott. Antonio — Martini dott. prof. Gio. Battista — Mella conte Carlo — Mez- zana prof. Niccolò — Museo Civico, Rovereto — Ninni nob. E. — Perlini chimico Renato — Pri- —matesta Arturo — R. Istituto Tecnico.Carlo Matteucci, Forlì — Rezzonico dott. cav. Giulio — Ron- | chetti dott. Vittorio — Rosati prof. Pietro — Sua Maestà il .Re Vittorio Emanuele III. È "I de Mu NB. - Con la suesposta nota sono pubblicati i nomi di coloro il cui abbona- mento ci è giunto entro la 1.* quindicina di Gennaio. Lepre 0 ——_ T _ — L'abbonamento non disdetto entro il Dicembre si riiene come. rinnovato Agli Associati alla RIVISTA ITALIANA DI SC. NAT., al BOLLETTINO DEL NATURALISTA ed all'AVICULA, che hanno pagato l'abbonamento pro' 1908, si ce- dono a prezzi ridotti, franche di porto e consegna GARANTITA al loro domicilio in Italia, le seguenti pubblicazioni : N. B, Gli abbonati esteri pagheranno in più le maggiori spese postali. Gli uccelli nidiacei-Allevamento - Edu- cazione - Malattie - Cure di Ronna E. Pag. 58 in-8 L. 1,50 per L. 1,00. Dopo la peste di Napoli. Studio anatomo- biologico del dott. Omero Ricci. Pag. 18 in-8. Prezzo L. 1.50 per L. 1,00. Glossario entomologico, corredato del re- gistro Latino-Italiano delle voci citate, redatto da Luigi Failla Vedaldi. Pag. 186, formato 8.° grande (con ll tavole) L. 5 per L. 3,50. | Avifauna Calabra. Elenco delle specie di uccelli sedentarie e di passaggio in Calabria, di Lucifero ‘Armando Vol. di pag. 79 in-8. L. 4,00. per L. 2,50. La Valtellina ed i Naturalisti. Memo- ria divisa in 6 capitoli: 1. Generalità - 2. Zoo- logia - 3. Botanica - 4. Geologia - 5 Minera- logia e litologia - 6. Idrologia-e meteorologia. Appendici, per il dott. M. Cermenati. Vol. di 287 pag. in-8. (Prezzo L. 3 per I. 2,50). î I Pesci del Trentino e nozioni elementari intorno all'organismo, allo sviluppo ed alla fun- zione della vita del pesce, del dott. . V. Larga- iolli in 2 vol. con fig. L. 6,50 per L. 5,90. Carta murale dei Pesci del Trentino com- pilata dal dott. V. Largaiolli. (Montata L. 2,50 per L. 2,00; non montata L. 2,00 per L. 1,50). Le funzioni della vita, Preliminari. La Riproduzione, del prof. E. Paratore. Pag. 25, formato in 8.° grande, (L. 2,00 per L. 1,00.) La Geologia agricola e le rocce della provincia di Roma e di Perugia per il dott. G. De Angelis d’ Ossat (1.2 Parte), Pag. 27 in-8. (L. 1,50 per L. 1,00). Quadri cristallografici per le scuole se- condarie del prof. E. Paratore. 12 pag. 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Prezzo L. 2,00 per L. 1,50. La cultura dell’ Olivo e la estrazione del- l’olio di Passerini Napoleone. Pag. 132 in-8 con figure. Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. ; Metodo per preparare Tavole murali per la Scuola del dott. Poli profi Aser. Pag. 8 in-8 L. 0,50 per L. 0,30. i Manuale del trattamento del Cavallo del march. Carlo Costa, Pag. 280 in-8, Prezzo L. 3,00 per L. 2,00. 1 RI © Elementi di Agraria ad uso delle Scuole di | Agricoltura del prof. Napoleone Passerini. Pag. 272 in-8 con figure, L. 2,50 per L. 2,00. Elementi di Tassinomia vegetale ed animale del dott. Luigi Bordi. Pag. 100 in-8. ‘Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. i Elementi di Zoologia-agraria del dott. Eugenio Bettoni. Pag. 352 in-8. Prezzo L. 3 per L. 2,50. i Falconeria moderna. Guida pratica per addestrare alla cacciale principali specie di Fal- conidi per 4. U. Filastori. 22. Ediz. Pag. 136 in-8 con figure. L. 1,25 per L. 1,00. ; CS — Conto corrente con la posta Anno XXIII - Siena - Marzo-Aprile 1903 - N.364 - RIVISTA ITALIANA DI SCIRMIE: NATU: Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L. 4, 00 } Per gli Stati dell'unione postale L. 4,50. — Altri Stati L. 5, 00 già diretta dal Cav. SIGISMONDO BROGI Arrigoni degli OppI conte prof. Errore — BADANELLI prof. dott. Dante — BarGELLINI prof. MARIANO BELLINI dott. RarraELLo — BertELLI dott. Dante — BeTTI GiusePPE — Bezzi dott. prof. MARIO — Bi- soGnI prof. d." CarLo — Borzon Prof. Dott. Pro — Bonomi Prof. Agostino — Borpr Prof. Dott. Lurer Bomsicci-Porta Comm. Prof. Lurar — BrunELLI Gustavo — BrusInA Prof. SPIRIDIONE — CACCIAMALI — Prof.G BarrIstAa — Canazrò Lomsarpo Prof. Antonino — CaruAnNA-GaTTO Avv. ALFREDO — CASTELLI dott. Grovanni — CerMmenaATI Prof. Mario — CLERICI Ing Enrico — Corr Chimico farm. ELia — . Damiani Dott. Prof. Gracom — De AngeLIis D'Ossat Dott. Prof. GroAccHIno — De Bonis .AnTOoNIO — De BLAsio Dott. Arce — Depori Guipo — DeL PrETE d” Rarmonnpo — De STEFANO d.° GIUSEPPE — De SrEFANI Perez Prof. Troposrto — Fasani Sac. prof, CArLo — Fara TepaLDI Lursi — FENIZIA prof. CarLo — Fiori Prof. Anprea — GaLLi- VALERIO dott. prof. Bruno — GracnETTI cav. G. CESARE — Gritto prof. NiccoLò — ImPARATI dott. prof, EpoaRDo — LargaroLLI dott. prof. VittoRIo — LEVI . Morenos dott. Davip — Livini cav. prof. dott. Antonio — Longo prof. dott. Anprea — Lopez prof. dott. Corrano — Losacono Posero prof. Michere — LorenzINI ALESSANDRO — Lupi Dott. E. — Luzi march. dott. G. F. — Mascarini Prof. Aressanpro — MeLI Prof. Romoro — MatTEI Grov. ETTORE — Morici MicHeLe NevianI Dott. Prof. Antonio — ParaToRE dott. prof. EmanuELE — PauLUCCI March. MARIANNA — PELACANI Prof. Dott. Luciano — PerRonI Dott. Veter. PasquaLE — RONCHETTI dott. VittorIo — SancasciAanI Cav. Dott. Giuseppe — ScarziA Dott. Giuseppe — SIGNORINI Prof. Giuseppe — SinvestRri FiLippro — SpinoLAa March. Gracomo — StTossicH Prof. MIcHELE — TeRRENZI Dott. Giuseppe — Tassi Cav. Dott: FLAMinio — TeLuini Dott. Prof. AcHILLE — TincoLini Dott. Veter. Tiro — TirELLI Avv. ApELcHI — Zoppa Prof. GIUSEPPE. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- ‘sposizioni: ; Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina, i : Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in di È Via B. Peruzzi 28,6 da tutti gli utfici postaliitaliani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. . IL’ abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. 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Nessuna pubblicazione viene fatta ge non è espressamente richiesta dall’ abbonato. 1’ amministrazione s’incarica di rappresentare gliab. bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso da combinarsi. QUER SIVE La direzione può, in casieccezionali, ritiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioni in proposito. l manoscritti non pub. blicati possono essere ritiratidagli autori propriespese Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche fascicolo, ne sarà loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis purchè la richiedano entro l° annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamenta, Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L ]. per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano I.. l ogni 2 centim. di spazio occu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. 4 i Si annunziano le pubblicazioni ricevute e sifa speciale menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplari Tulti è pagamenti»devono essere anticipati, Chi desidera nuit r——***— ecessari, o scriva in car- penso. Dalle inserzioni g, OFFERTE DI OCCASIONE . ISTRICI. (Istrix cristata). [mbalsamati e con base da L, 25 a 40 secondo la grandezza. In DS e con il cranio e le ossa delle gambe, ben rifiniti, L. 30. Cranzi ben puliti e imbiancati da L. 8 a 10. OGGETTI PREISTORICI: Frecce di pietra dura, (selci, diaspri ecc.) da L.0,50a L,3 l'una. Coltelli, raschiatoi, punteruoli, ecc. in selce e in diaspro da L. 0,20 a L. 3. ; Nuclei e schegge proveniénti da stazioni preistoriche nelle quali si lavoravano le Frecce e gli altri arnesi. Un assortimento L. 2,00. Asce in pietra da L. 1 a L. 10. © Porta asce ìn corno di cervo da L, 2 a L. 6. Raschiatoi, punteruoli ece. in osso da L. 0,20 a L. 2. Frammenti di vasi lacustri da L. 0,50 a L. 2. Un bell’ assortimento composto di 2 frecce, 2 asce, 1 Porta asce, 10 fra coltelli, raschiatoi, punteruoli ecc. in pietra e in osso, l parte di vaso, 10 schegge L. 20 franchi di porto. Per chi fa raccolta di Minerali i Nummus diabuli o Monete del Diavolo i MARGASSITA - SPERKISE, in forma discoidale che imita le monete antiche e corrose N Recentemente ne è stata scoperta un’altra a cammelli. Di queste curiose forme minerali se ne cedono 10 esemplari franchi di porto per 50 centesimi e 100 esemplari pure franchi per L. 3,25. HAUERITE, Minerale molto raro, esaurito. Sono disponibili cristalli ottaedrici per-. fetti, di varie grandezze, a prezzi diversi. A AMBRE con inclusi insetti ed altri artropodi provenienti dall’Oligotene dì Heonigber,, Gli esemplari sono ben trasparenti pulimentati e lustrati da ogni parte in modo che si pos sano studiare e determinare le specie di artropodi che vì si trovano. Prezzo da L. 2 a 4 per campione. Ambre di Sicilia in piccoli e grossi nuclei nei quali non è raro rinvenire animali inclusi, Si cedono ì nuclei tanto greggi che lustrati, a prezzi diversi secondo la grossezza. - Bertrandite. Raro e prezioso silicato idrato di glucine, da L. 10 a L. 50. Gli esemplari sono in cristalli incolori, trasparenti, lamellari, lucentissimi, madreperlacei, ecc. Apatite (con colorazione accid., rosee, verdi, violette, gialliccie, azzurre, ecc., nelle sue va- rietà), L. © a 10. Staurotide. Germinazione a croce e prismatica : L. 5 ciascuna forma. Omfacite. Bellissima roccia da L. 5 a L. 10. Glaucofane ortorombica L. 2 a 10. — Motmorillonite da L. 2 a L. 5. Rivolgersi al Gabinetto di Storia naturale: Ditta S. BROGI - SIENA dA Ai collezionisti d’ Insetti Cassette di noce con cristallo del diametro di em. 44 X 33 X 6, a chiusura ermetica, aventi il fondo di torba o agave, con scannellature per introdurvi insetti, privativa della Casa Brogi; sì spediscono al prezzo di L: 5,50 cadauna. 12 di esse s1 cedono per L. 60 franche di porto e imballaggio. , ‘ Grande assortimento di oggetti per raccogliere e preparare insetti. — Spilli di diverse grossezze. : Chiunque desidera conoscere î prezzi domandare il Catalogo 53, relativo agli arnesi e stru- menti, che verrà spedito gratis. PL ® 7 urti Anno XXIII. N. 3 e 4 ‘RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Marzo-Aprile 1903 SOMMARIO Brian dott. Alessandro. La presenza del Chlorotocus gracilipes A. M. Edw. nel Mare Ligustico. Pag. 25. Paratore dott. Emanuele. Analisi istologica delle droghe medicinali. (cont.) Pag. 26. Vitale geom. Francesco. Febbraio — Chiacchierata bio-entomologica. Pag. 29. Brunelli Gustavo. Il letargo dei mammiferi e il sonno dei Fakiri. Pag. 33. Lucifero Armando. Mammalia Calabra. Elenco dei mammiferi calabresi (Cap. II.) (cont.). Pag. 37, Rivista bibliografica. Pag. 46. — Bibliografia italiana di scienze naturali. Pag. 50. Dott. ALESSANDRO BRIAN La presenza del CHLOROTOCUS GRACILIPES A. M, Edw. NEL MARE LIGUSTICO TERA Fra i crostacei che in questi ultimi anni sono stati raccolti per il Museo di Zoologia della R. Università di Genova. dal Preparatore Sig. B. Borgioli, ho, riscontrato; la presenza di parecchi gamberelli, raccolti a grande profondità nel nostro mare ligustico, che per la forma loro singolarissima, mi si.rivelarono subito.degni di qualche interesse. Difatti, aven- doli studiati, ho potuto riconoscere che questi si riferiscono al genere e alla specie cono- sciuta col nome di Ch/orotocus gracilipes A. M. Edw., forma che fino ad oggi non è stata ricordata nella fauna delle coste d’ Italia. Questo genere ed unica specie fu raccolta per la prima volta presso i lidi del Marocco, nel 1881, a bordo della nave francese Travailleur, la quale, come è noto, compiè in quell’anno importanti raccolte zoologiche in vari punti del Mediterraneo; fu studiata e descritta da A. Milne Edwards, che di essa pubblicò una semplice diagnosi. Tali esemplari di Ch/orotocus da me esaminati quì a Genova sono in numero di nove: sette di essi furono catturati in novembre dell’ anno: 1900 e due nel mese di febbraio scorso. Il nostro. Preparatore li scoperse nei cestini, in mezzo a pesci, esposti per la vendita, nel nostro mercato; e provenivano da, pesche eseguite in alto. mare sulle paranzelle; con. reti a strascico, che i pescatori spingevano senza dubbio alle più grandi profondità. Il Prof. H. Coutière di Parigi, che esaminò due dei surriferiti miei esemplari, manda- tigli per il controllo, mi scrisse pochi giorni or sono, confermandomi esatta la determina- zione che ne avevo fatta. Egli ebbe agio di consultare l’ ampia descrizione manoscritta e le figure ancora inedite eseguite da Milne Edwards per il gen. Ch/orotocus, forma nota fi- nora soltanto per una breve diagnosi, la quale è riportata dal Carus nel suo Prodr. Paun. Medit. 1885 a p. 1129 :, sicchè la sua conferma ebbe per me grande valore. Egli scriven- domi, mi annunziò come sarà sua cura di pubblicare quanto prima la descrizione completa di questo genere, e in pari tempo rendere nota l'illustrazione dei materiali raccolti dal Travailleur e dal Talisman, per quanto riguarda altri macruri, i quali restano ancora a studiarsi, e che egli in collaborazione col Prof. Bouvier sta ora esaminando. Dopo questa promessa a me rimane il compito assai limitato di registrare soltanto la nuova località di detta forma, la quale. come ripeto, raccolta per la prima volta alla, profondità \di 322, m. in vicinanza delle coste del. Marocco, non era stata più riscontrata altrove, , Di (tutti gli esemplari da me esaminati, uno solo, uno dei due catturati nel febbraio 26 ‘ RÌVISTA ITALIANA DÌ SCIENZE NATURALI 0 o LICIA scorso, si presentava in condizioni di conservazione favorevolissime per essere bene studiato e descritto, anche avuto riguardo alla colorazione esteriore. nei Tale esemplare, di sesso femminile, misurava la lunghezza di centimetri 5:4/, e presen- tava un effetto graziosissimo di colori, che continuò a mantenersi per qualche ora, ancora dopo essere stato 1’ individuo introdotto nella formalina. Aveva il tegumento tutto cosparso di un pigmento rosso, in tal modo da far apparire il corpo come tinto in roseo pallido: sol- tanto le appendici toraciche e il cefalotorace, sul lato dorsale, presentavano qualche parte più intensamente colorata in rosso-carminio : mentre la massa delle uova agglomerate sul lato ventrale dell’ addome contrastavano splendidamente per un bel colore azzurro pallido. Se ancora poco noto è il detto. genere. morfologicamente parlando, meno ancora lo è dal punto di vista della sistematica. Tuttavia 1’ Ortmann ritiene che il gen. Chlorotocus A. M-E. debba essere compreso nella famiglia Pandalidae Bate (v. p. 1129 die Klassen u. Ordn. d. gliederth. (Crust.) ecc. Bd. V. Abtheil. II. Leipzig 1901) e cita questo crostaceo ponendolo accanto ad altri, abitatori tutti. di grandi profondità marine, come i gen. Hetero- carpus A. M-E., Plesionika Bate, Nothocaris Bate, Pandalopsis Bate e Dorodotes Bate, forme abissali, le quali, fino ad oggi, non hanno ricevuto un posto ben determinato nella sistematica, poichè non furono ancora del tutto studiate comparativamente fra ‘loro e cogli altri Pandalidi affini; esse perciò attendono ancora una’ revisione. î Genova, Marzo 1903. Dott. EMANUELE PARATORE ANALISI ISTOLOGICA DELLE DROGHE MEDICINALI (continuazione) ____c_'__ 0g O_—_—_—_____ D' ordinario i pezzi da esaminare sono molto duri, e allora s' immergano in una soluzione al 3° d’idrato sodico 0 potassico, finchè raggiungano la voluta consistenza; se poi sono o son diventati troppo molli, s' induriscano in alcool. Le sezioni si faranno a mano libera, includendo il pezzo nel midollo di sam- buco, diviso longitudinalmente per metà. Il rasoio sia ben affilato, e si abbia cura di umettarne con alcool la superficie superiore della lama. Si mettano le migliori sezioni in una vaschetta di vetro contenente acqua distillata ; alcune si potranno poi portare nella sudetta soluzione alcalina, per rammollirle di più e rischiararle, altre nei liquidi coloranti, come la fuxina o la floroglucina e l’ acido cloridrico, od altri di :cui parleremo in seguito. I tessuti delle: droghe. secche sono quasi sempre colorati in bruno, in guisa da mascherare la colorazione dei reattivi; bisogna quindi scolorarli, e ciò si fa immergendo le sezioni nel liquido di Labarraque. Non bisogna mai dimenticare, di lavare con acqua abbondante le sezioni trattate con acidi, con alcali; con sali e con sostanze coloranti. Per osservarle; si mettano fra il vetro porta oggetti e il vetrino copri 0g= getti, riempiendone lo spazio con acqua, con glicerina, o con glicerina e acido ace- MTA, RIVISTA ITALIANA DI ‘SCIENZE NATURALI 27 tico. Volendo fare. preparati permanenti, s'includano le sezioni in glicerina, e s'incollino i margini del copri oggetti con bitume di Giudea o con soluzione alcoolica di ceralacca. Seguendo la Farmacopea ufficiale, io mi propongo di dare |’ esatta descri- zione istologica delle droghe, notando specialmente i caratteri essenziali, dia- gnostici. Tale esame sarà fatto' per le droghe più ‘usate, e che con altro metodo non potrebbero riconoscersi. Ove per esempio, l’ esame chimico sarà più facile e più preciso, o indispensabile per la conoscenza del titolo delle sostanze attive, lo reputo inutile l’analisi istologica. Per conseguenza saranrio poche le piante da esaminarsi. Ma di queste è necessario che' il farmacista faccia l' analisi microscopica, per garanzia sua e del pubblico, sebbene esistano case commerciali molto accreditate. E spero che questo mio lavoro possa servire di guida, poichè l’ analisi, limitata alle piante che non potrebbero in altro modo sicuramente diagnosticarsi, sarà fatta non degli organi allo stato fresco ma delle droghe come trovansi in farmacia. cai Queste ragioni varranno a giustificare la pubblicazione di questo studio, dopo il volume citato di Hèrail e Bonnet, che io consiglio ai farmacisti, perchè possano avere anche il sussidio delle splendide illustrazioni che lo adornano (CO) Digitale (foglie) . Digitalis purpurea L., -sérofulariacea; La lamina presenta la struttura bilaterale. Fra le. epidermidi vedesi uno strato di clorenchima a, palizzata nella pagina superiore, e nel'resto clorenchima spugnoso. Presso i fasci fibrovascolari le: cellule perdono a poco a poco i eloro-' plasti, e, diventano un parenchima ialino; il quale: forma ]a guaina ‘deir fasci, € riempie la, sporgenza che le nervature determinano sulla. pagina ‘inferiore; ‘ Sono caratteristiche le seguenti formazioni epidermiche ; lunghi peli Vineari pluricellulari; formati-di: 3-0 4 cellule sovrapposte, l’ultima:delle quali termina a. punta ; e piccoli. pelò glandulari, formati di una ‘0 di due cellule ‘appaiate, sorrette dalla cellula epidermica, che Spesso si prolunga in un breve” peduncolo; -i Tali formazioni si; vedono benissimo nél picciuolo *, anzi sono molto più ap- pariscenti i peli glandulari, portati da un peduncolo un ‘po’ più lun&o, Nulla di rilevante nella struttura del: pieciuolo : un fascio mediano a semicerchio, con pé=: ricielo-ed- endoderma ben differenziato, «e due fasci laterali, collegati da paren- chima ialino; il clorenchima vedesi verso la superficie e nei prolungamenti del lembo che accompagnano i margini del picciuolo. Però io consiglio di fare la‘sezione del picciuolo, perchè è più facile e pre- senta ben evidenti i peli protettivi e glandulari. » — Sena (foglie). i T © Mescolanza ‘delle ‘foglie di Cassia acutifolia Delile; è Cassia angiistifolia ( (I) Le droghe segnate con * non sono descritte nell'opera di Hérail e Bonnet, 28 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Wahl, cesalpiniee. Le. foglioline sono facilmente riconoscibili pei ‘caratteri mor- fologici esterni; però non'è inutile assicurarsene con, una. facile sezione miero- scopica. Vedesi (nella cassia angustifolia). la struttura isolaterale: Le due epidermidi hanno una spessa cuticula;e peli unicellulari acuti; sotto di esse, nelle due pagine, uno strato di clorenchima a palizzata;; nella regione mediana clorenchima spugnoso; e le sezioni dei .fasci:.qua ;e là cellule. con macle di ossalato calcico. I fasci sono circondati da una guaina, di endoderma a grosse cellule; sotto di essa vedonsi fibre sclerenchimatiche, disposte ad arco attorno al libro e aggruppate in un fascetto sopra il legno. Nella regione del nervo mediano le fibre sclerenchimatiche formano una; guaina quasi continua attorno al fascio, permane lo strato clorenchimatico;su- periore, ma nella pagina inferiore sporgente vedesi abbondante, parenchima ialino, che passa gradatamente in un arco pluristratificato di collenchima. ad- dossato all’ epidermide. Coca (foglie) s Erythroxylon Coca Lam., eritroxilee. L'infuso di queste foglie, raramente prescritto in terapia, è largamente adoperato per la preparazione di sciroppi e liquori. Sebbene queste foglie sieno ben conservate e si riconoscano facilmente, credo utile descriverne la struttura, la quale varrà sempre meglio a convincere, che l'esame istologico è un potente ausilio pel riconoscimento delle droghe. È opportuno anzitutto rilevare, che la nervatura mediana sporge in ambo le pagine, formando una cresta ottusa nella pagina inferiore ed una acuta nella superiore. Il fascio, disposto a semicerchio con la superficie convessa verso “la pagina inferiore, è circondato da una guaina fibrosa. Il mesofillo è costituito di parenchima ialino, con raro clorenchima. i Ai lati del nervo mediano, la lamina presenta una struttura bilaterale ; nella pagina superiore due strati di clorenchima a palizzata, e sotto ad essî clorenchima spugnoso. La sezione del picciuolo *, quasi sferica, presenta una introflessione dell’ epi- dermide ai lati della cresta superiore, alquanto depressa. In mezzo a parenchima ialino, contenente qua e là macle cristalline, vedesi il fascio semicircolare: Caratteristici nella lamina il rilievo della pagina superiore, sopra la ner- vatura mediana, e i due strati di palizzata. | laborandi (foglie) Pilocarpus pennatifolius Lemaire, rutacea. La struttura della lamina è bilaterale, con uno strato di clorenchima a palizzata nella pagina superiore. Le due epidermidi hanno una spessa cuticula e grosse cellule. Il nervo carenale presenta solamente lo strato di palizzata ; il x grosso, fascio, circondato da una guaina di fascetti fibrosi, è immerso in un RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 29 parenchima ialino. Caratteristiche nella lamina le lacune glandulari lisigene, sparse qua e là nel clorenchima. Nel picciuolo * vedesi sotto l’ epidermide un parenchima corticale, esterna- mente a cloroplasti e poi ialino; segue la guaina fibrosa in fascetti addossati agli archi di libro, sotto a questi le cellule cambiali, indi uno spesso anello di legno appena interrotto da tenui raggi midollari, e infine il midollo. Sotto l’ epidermide vedonsi le lacune glandulari, (continua) IAAAANIIAIAN A VITALE Geom. FRANCESCO FEBBRAIO Chiacchierata bio=zentomologica a Frivaru 0. 0.0. curtu e amaru, dice un proverbio siciliano, ed ha ragione. . . ... Brico sb aniisgno elia. che freddo !........ Pioviggina che è un guaio. L'aria è impregnata di vapore acqueo siffattamente che si respira a mala pena. La neve vien giù sotto forma di pioggerella fine ed insistente, neb- ‘biosa e noiosa. È però una provvidenza .. ..... per l’ agricoltore ! È la ricchezza sotto forma ........ di sciagura! : Eppure con una temperatura che si avvicina a zero gradi, con una umidità che pe- netra fino al midollo delle ossa, vi sono degli esseri che se la godono a divorare le candide corolle, le succulenti. gemme. Ecco li un bel mandorlo in fiore, ....... l’ aurora della primavera ! Sta per schiudere precocemente all’ amore i suoi gentili petali, candidi come la neve che li avvolge, forti come il turbine che li sferza! E alla neve, al turbine, agli elementi in lotta, quel prezioso fiorellino contrasta un po’ di calore, un po’ di luce, un po’ di vita, e vittorioso si feconda, per volgere di generazioni, sì da sfidare impavido la temperatura più bassa, l’aquilone più impetuoso, ....... inneggiando all’ amore !..... al futuro!!! Ma la vittoria contro gli elementi cosmici, non lo preserva dall’ insetto ..., da questa terribile potenza disprezzata, da questo vilipeso gnomo. Guardate al piede di quell’albero!...... Tutte quelle gemme cadute e non ancora schiuse, sono tante vittime sgozzate dalle forti mandibole di un bacherozzolo giallastro o ranciato, viscido ed ignudo, cui il freddo e 1’ umido, il vento o la pioggia, il sole o la neve, non avranno la potenza di distruggere! E quel vermiciattolo che non preoccupa per la sua. piccolezza... ..... spaventa per i suoi danni! Victor Ugo lo direbbe il piccolo Napo- leone dei tivanni entomati. Il suo 2 Dicembre è nel Gennaio, le sue vittime sono le gemme florali del Mandorlo dolce (Amygdalus communis Lin), il suo Sedan, dovrebbe trovarlo nel focolare in cui l'agricoltore trasportandovi tutte le gemme infestate, impedirebbe la ripro- duzione di quel despota. E della vita malvagia di questo Troppmann fra i Coleotteri, vogl’io essere il suo bio- grafo. ] Anzitutto il suo stato sociale, 30 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI È desso un Coleottero, appartenente a'la numerosa famiglia ‘dei Curcnlionidi, al ge- nere Anthonomus, il quale accoglie nel suo seno, moltissimi insetti che danneggiano le gemme florali. di svariate Rosacee. Il Reiche, che lo descrisse pel primo, invaghito dai disegni eleganti delle elitre, lo disse ornatus, mentre, se ne avesse conosciuto i costumi; lo avrebbe detto amygdalofobus 0 per lo meno amygdali. La biologia di tale insetto, completamente ignorata fino a pochi anni or sono, dagli entomologi e dagli agricoltori, è stata da noi pazientemente studiata per ben 8 lunghi anni, ed ancor più diligentemente, un periodo importantissimo’ della vita, precisamente quel pe- riodo che intercede fra la sua apparizione (Marzo-Aprile) e la sua nocevolezza al mandorlo (Dicembre-Gennaio) Ma ........... procediamo con ordine. Da la prima quindicina di Dicembre, fino a la prima quindicina di Gennaio, battendo i Mandorli dolci (Amygdalus communis Lin.) nonchè spogli d’ ogni vegetazione, si raccolgono molti esemplari di Anthonomus ornatus Reiche, soli od accoppiati, intenti i primi (che sono in grandissima parte delle femmine) a deporre nell’ ovario d’ ogni gemma florale, pronta a vegetare, un solo uovo. Dopo 10 o 15 giorni da quella deposizione, secondo la temperatura, e più che altro, secondo lo sviluppo vegetativo dell’ albero, quell’ uovo si schiude, per dar vita ad una pic- colissima larva, di color bianco sudicio, che comincia a divorare la parte interna dell’ ovario che la custodisce, atrofizzando lo sviluppo degli stami, del pistillo e perfino dei petali, ed acquistando a poco a poco, un colorito roseo o ranciato e lo sviluppo in lunghezza, (Zarva distesa) di 7 millimetri. A. questo punto quel vermiciattolo ha cura, di tagliare, rosicchian- dolo, il cordone che lega;la, gemma, già quasi vizza, al ramo, sicchè quella ad ‘un leggiero alitar di zefiro, o ad un piccolo tremolio cade a terra, . .. i Quivi la Zarvetta (che rimane ‘avvolta! nell’;ovario ermeticamente chiuso) sta fino a la metà; di febbraio, rivelandosi per certi saltellamenti o sbalzi, che fa subire al suo asilo, in virtù d’ un irrequieto movimento a scatti, che essa larva compie per cambiare posizione od anco per distrigarsi da la prima membrana larvale sotto cui è rinchiusa. la futura ninfa. Ta trasformazione della larva in ninfa, comincia da, noi, dai primi di Febbraio, e si pro- trae fino ai primì di Marzo, e ciò in dipendenza della temperatura ambiente, giacchè, come si sa, i vari periodi! biologici degl’ insetti, han bisogno per compiersi, d'una data quantità di calore. Appena la ninfa appare, la futura immagine è bella e visibile. La ninfa dell’ Ant. ornatus ‘Reiche, vien fuori dal suo sudario larvale, per una fenditura longitudinale che apresi su la testa. La tunica, poi, si raccoglie all’ estremità dell’ ultimo segmento addomi- nale, in virtù di movimenti contrattili, spasmodici, compiuti da tutto 1’ addome, vertical- mente: all’ asse della; ninfa. Anco la parte cefalica, e la toracica, specialmente il protorace, con movimenti di districamento e di naturale allargamento, contribuiscono a la svestizione della larva. Questa, da principio, mostrasi colorita in bianco-jalino, nelle elitre, nel rostro, nelle zampe ed in arancio sul rimanente del corpo. La colorazione delle varie parti, comincia dal 7° giorno in cui è apparsa la larva. I primi organi, che cominciano ad acquistare un colorito più cupo sono gli occhi, av: vertendo ciò, come quando si osserva una macchiolina d’ olio, su d’ un foglio di carta bianca. Seguono dopo uno 0 due giorni, a colorirsi gli organi boccali, e poscia il rostro, verso il 10° giorno; ad esso tengono dietro immediatamente le elitre e le zampe. Fra il 12° ed il 13° giorno si coloriscono la testa e le epimere mesotoraciche, mentre si accentua la. tomen- tosità delle zampe e si mostrano i disegni su le elitre. Da quell’ epoca l’ immagine è com- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 31 pletamente colorata, e non resta che l’ annerimento dei varii tegumenti, che si verifica con grande rapidità, cominciando dal protorace all’ estremità delle cosce, comprese le spine. ‘Per completare il periodo di ninfosi l’ Ant. ornatus Reiche, ha bisogno da 17 a 30 giorni, con una oscillazione, fra la quantità di gradi di calore assorbita molto sensibile, circa (150, giacchè i gradi totalmente necessarii a completare quel periodo, sono compresi fra 350 e 500. Avvenuta in tal guisa la metamorfosi, l’ immagine rimane ferma nella sua celletta un paio di giorni, fino a che tutte le sue parti si sieno ben consolidate; asciugate, e poscia con le mandibole, attacca con energia le pareti della gemma avvizzita, onde aprirsi un varco, una breccia. Il punto scelto dell’ insetto per forare la celletta che gli fa cuna e nu- trice, è il più debole di tutta quella casetta vegetale che lo. circonda, la parte mediana della gemma, là ove i petali si inseriscono, ai sepali. Il foro che. pratica il prigioniero è circolare, del diametro un po’ inferiore a la grossezza dell’'insetto istesso. Per uscire dalla sua dimora, divenuta oramai tetro carcere, 1’ Ant. mette fuori la testa ela parte anteriore del torace, col suo paio di zampine, e con'queste appoggiate fortemente contro la parete esterna del suo asilo, fa forza per spingere, con le zampe posteriori, indietro l’ asilo) stesso, e portare il corpo fuori dell’inutile involucro. D’ un tratto balza fuori, e si mette tosto ‘a ‘camminare frettolosamente, come se fosse pratico di quei luoghi, o come se ?1 nuovo ambiente, l’ avesse altra volta ospitato. E dove andrà ora quell’ insetto ? Quali parenti andrà a trovare ? Quali compagui cer- cherà per passarvi le giornate ? Nessuna preoccupazione, cari lettori, ........ egli la sa più lunga di noialtri uomini e sapienti; homo sapiens ! i Andrà anzitutto a sollazzarsi un po’ qua un po’ là, per i cespugli, per i prati; forse in cerca di qualche cibo a lui gradito, per rifocillarsi della lunga quaresima in cui passò il suo stadio di nénfosi e poi!?...... viva l’allegria!!....+.. farà un po’ lo sbarazzino, senza darsi pensiero del: domani! La natura, questa opulenta nutrice degli esseri tutti, questa madre incosciente, ma pur sempre premurosa e provvida, lo alimenterà, lo alloggerà, lo nasconderà fino; al giorno in cui divenuto atto a la perpetuità della specie, tornerà sul mandorlo per affidare la sua prole ai figlioli di quella preziosa. pianta. E qui è la lotta!!....... qui è la terribile battaglia!!! Mors tua vita mea, grida trionfante 1’ animale, al fiorellino non ancora preparato a la tenzone, e lo ferisce al cuore col suo; acuto oviscapto, e vi depone il germe ..... ..« da vita... +... la sua specie! Ma...:. bando alle divagazioni achilliniane! . ..... discorriamo un po” pedestramente €. ++ «+ Scientificamente, ) Come e dove passa il lungo periodo di tempo (8:0 9 mesi), che intercede fra la. com- parsa a lo stato d’ immagine e la: deposizione delle. uova; 1° Ant. ornatus ? Lasciamo li tutte le ipotesi che si possono fare nella ignoranza della:sua vita fitologica, della sua moltiplicazione e riproduzione annuale, ecc. ecc. Noi le abbiamo, tutte e poi tutte considerate e man mano le abbiamo scartate tutte, giacchè 1’ Ant. è monofago a lo stato larvale, e di unica riproduzione annuale: si moltiplica soltanto nell’ ovario del fiore dell’ Amygdalus communis Lin. ecc. Resta allora soltanto la ricerca scientifica da farsi, per la soluzione di quel punto 32 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI oscuro di biologia entomologica, la ‘quale ricerca si concentra nella semplicissima: domanda su esposta. ; i Tale domanda, per quanto semplicissima, altrettanto!....... indiscreta, ce l’ abbiamo rivolta molte e molte fiate, nei primi anni in cui ci siamo dati a lo studio di tale insetto. E da, pazienti sperimentatori, da collezionisti appassionati, da ricercatori noiosi ed infati- cabili dei misteri naturali, abbiamo per ben 3 anni cercato nelle gemme di tutti gli alberi che, fioriscono nella primavera o nell’ està, sperando di gridare anco noi |} Eureka. Ma... invano % La nostra ignoranza presuntuosa era vinta da la intelligente previsgenza dell’ in- setto ...... e noi...... che ci credevamo i legittimi rappresentanti. dell’ homo sapiens ! Quanta albagia!! e quanta presunzione !!! Ma ...... 1’ esperienza, l’ unica guida sicura pel cammino della verità, ci condusse a la soluzione del quesito. Batti e ribatti, fruga e rifruga, cerca e ricerca, nell’ Agosto del 1897 abbiamo trovato sotto la corteccia screpolata di alcuni vecchi mandorli, dal lato di tramontana, alcuni individui di quella elegante bestiolina, intorpiditi e come se fossero in istato di spossatezza. K allora..... un lampo di luce penetrò nella camera oscura delle nostre cognizioni bio- entomologiche. L’ insetto, che compie le sue più attive fasi vitali nel periodo più algido dell’anno, non ‘può sopportare con facilità gli eccessivi ‘calori ‘estivi, massime poi che nessuna gemma florale può concedergli il voluto, necessario alimento. Da ciò quindi la stasi vitale in quel l’insetto, da ciò l’ estivamento, tal quale come succede per molte piante, le quali. riman- gono in letargo nei mesi canicolari, per ridestarsi a la vita, al sopraggiungere dei freddi autunnali, e per svariati animali, massime per quelli dei paesi tropicali. Ecco l’ enigma svelato, con un altro lato messo in luce del problema complesso della biologia entomologica, estivamento delle specie di attività invernale, da fare bellamente ri- scontro con 7 ibernamento delle specie di attività estiva. Tutto ciò è logico perchè tutto conseguente. Ed eccoci, negli anni venturi, a la ricerca di quell’ insetto nelle stazioni d’ estivamento, e la conferma della intuizione, diremmo così ........ deduttiva, con la scoperta costante di molti individui di Anthonomus ornatus Rieiche, nascosti sotto le cortecce vecchie scre- polate del Mandorlo. E con gli Anthonomus, molti altri insetti abbiamo raccolto in quello stato di letargia, di spossamento, nelle ritirate estive, fra cui qualche altro: Curculionide, di cui diremo quanto prima. E molte considerazioni ci vennero spontanee a la mente!..... anco gl’ insetti hanno forse î loro gusti di oziosi sardanapali, che vanno a passare sulle stazioni svizzere i mesi afosi, cullandosi nel dolce .......... far nulla? Oh i grassi borghesi della società ento- mologica!! Guai ‘se il proletario si ribellasse! Ma la scienza che investiga ha ben diritto di poggiare sui fatti le sue teorie! Noi ne avanziamo una. « GV insetti, le piante, gli esseri tutti, accasciati dai calori eccessivi ed intorpiditi’ dad « rigori invernali, non avendo ancor provveduto alla riproduzione della specie, cadono in « torpore (spossamento, letargo) fino al ritorno di temperatura più confacente, per compiere « l’ atto supremo della fecondazione. » E da tale deduzione un’ altra sorge spontanea. voti RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 33 « Gli esseri che cadono in torpore nei mesi estivi, aumentano col procedere verso 1 equa- « tore; quelli che cadono in torpore nei mesì invernali, aumentano col portarsi verso è poli. » Agli entomologi la conferma o la contrariazione a tale teoria, mediante esperienze. Noi contimueremo a studiare. Messina, 1-2-903 BRUNELLI GUSTAVO Il letargo dei mammiferi e il sonno dei Fakiri NOAONESIOD I Si DI ORO BI LISe a slo ooo paratissimus in aliam ire sentuntiam, si in tenebris erranti manum benevole obtulerint, I. ANT. ScoPori (Fundamenta ‘botanica)] Il fine della presente memoria è quello di dimostrare come la dottrina fisiogenetica del letargo, da me esposta in precedente scritto (1), getti luce sopra il fenomeno del sonno dei Fakiri, che già il Braid paragonò all’ ibernazione. Le conclusioni alle quali io giunsi riguardo al letargo sono riassunte nell’ asserto che l' animale letargico non cerca il nascondiglio perchè cade in letargo, ma cade in letargo per |’ abitudine remota di cercare i nascondigli. Tenendo conto dei fatti. di organizzazione e dei dati biologici enunciai la ipotesi che i mammiferi letargici siano in origine animali collezionisti (2) e che all’ istinto della provvista invernale per le condizioni fisiologiche della vita nel nascondiglio sia subentrato il letargo; questa ipotesi costituisce un primo tentativo di una dottrina fisiogenetica del: letargo secondo; i principi della teoria dell’ evoluzione. Stabilito il significato dell’ immobilità e della monotonia della sensazione nell’ as- sopimento letargico, dal fenomeno singolare del letargo fui condotto a più generali considerazioni per. quanto riguarda il significato del sonno nell’ economia animale. La biologia generale è la scienza; dei rapporti tra |’ essere e il circostante cercati fino all'estremo limite della necessità; essa perciò si fa forte dello stesso principio della ricerca delle minime cause, che ha dato forma alla teoria dell’ evoluzione. Può il biologo appagarsi del sonno studiato entro |’ angustia della cassa cranica? Si attribuisce il sonno ad anemia con Durham, con Bernard, con Dujardin-Beaumetz, oppure a iperemia con de Halle, con Cabanis, con Gluber, con Lenglet. Si guarda al- l'esito della sostanza, si stabilisce un paragone tra la fatica ed il sonno, si. dice il prodotto di sostanze ossidabili, deruba ossigeno al sangue e il sangue depauperato non ha più alimento per l’ attività cerebrale. Però le esperienze di Yung. contraddicono Preyer. Ma che vale? Ancora ci si illude di risolvere il problema, si ricorre ‘alle. pto- maine e alle leucomaine, ancora si crede di aver molto provato notando con Sergueyef l'iperemia alla superficie del cervello e spiegando |’ anemia interna di Durham. Rimane ad accennare alla dottrina istologica di Mathias Duval:(3); questa eredeva; 34 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI di risolvere il sonno ne’ rapporti delle cellale. nervose, essa cadde come ogni specu- lazione che si ferma alle prime apparenze là dove porta un legame. che è solo nell’idea preconcetta. i - i Fin d’ora mi è piaciuto accennare con maggiore determinazione la ‘meta dei miei studi preliminari sul letargo. È secondo questo orientamento che ora muovo a una in- terpretazione del sonno dei Fakiri, è secondo questo medesimo orientamento che seguito io spero di potere svolgere una dottrina biologica del sonno. Sulla possibilità da parte dell’ uomo di una sorta di ibernazione, erasi già favoleg- giato, così tra le favole debbono essere poste narrazioni come quella del Guaguin nella descrizione della Moscovia (4). Togliendo quanto vi ha di fantastico nelle narrazioni fatte intorno ai Fakiri del: l’ India, come dice il Verworn (5), resta il fatto che certi uomini hanno il potere di porsi volontariamente in uno stato particolare, nel quale con un esame più o meno superficiale non si può scorgere alcun segno di vita, ed in seguito hanno il potere di ridestarsi alle condizioni normali. Da parte le idee che scientificamente non possono; esser discusse, i lentativi enun; ciati per spiegare il fenomeno possono in breve riassumersi. Preyer: (6) riferisce. un tale stato di catalessi a una cessazione, del metabolismo come si ha neì Rotiferi; questi, come tutti sanno, al; pari di alcuni Protozoi e Nematodi e al pari dei Tardigradi presentano fenomeni di reviviscenza o anabiosi, secondo, la de. nominazione di Preyer. Braid invece si riferisce al letargo degli animali ibernanti e chiama, la catalessi dei Yogini « la ibernazione umana ». i i Riguardo all’ opinione di Preyer si può notare che le condizioni fisiologiche di un Rotifero, di un’ Anguillula o di un Tardigrado sono così diverse da quelle di un Mam- mifero che se ci poniamo, come d’ altra parte ‘è necessario, dal punto di vista dal sistema nervoso, Li sua opinione non'ha alcun valore. Similmente è attenersi alla superficialità del fenomeno paragonare l' ibernazione , dei mammiferi all’ arresto della vegetazione in inverno, come ha fatto Laloy (7). In quanto all’ idea di Braid si mostra più soddisfacente! sebbene la catalessi umana non abbia il significato dell’ ibernazione nei mammiferi ; per i fatti. biologici da, me valutati, pure si possono trovare gli stessi fattori immediati dell’ assopimento. Il Braid del resto non ne fa il minimo cenno e il suo paragone appar generato più da un intuito che da un convincimento. Infatti si sa che tutte le dottrine innanzi proposte per spiegare il: letàrgo prescindono dal ricercare nel tempo e nell’ ambiente le sue cause determinanti, oppure sono del tutto insufficienti come la vecchia idea teleo: logica che gli animali si assopiscano perchè manca d’ inverno il nutrimento. Le ‘idee di. Garbe (8) giustificano questa mia osservazione perchè egli ponendosi dal punto di vista della critica osserva a proposito delle opinioni enunciate : che. e) è del vero ‘nell’ una e ineil’ altra, che le condizioni possono essere considerate simili.ma; non identiche. La ibernazione degli animali non è volontaria, mentre quella dei Fakiri è RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 95 volontaria, la ibernazione degli animali è dovuta specialmente al freddo e prolungando le. buone condizioni atmosferiche può annullarsi, quì invece la temperatura non è in giuoco, lo stato dell’ uomo prima e dopo del seppellimento parla per un fatto di meta- bolismo ritardato ma non arrestato, come succede del resto anche negli animali iber- nanti ». Riguardo all’ essere. volontaria la catalessi dei Fakiri non sembrerà strano quando si pensi che Ja volontà non'agisce se non in quanto essi si procurano lo stimolo di una sensazione prolungata, che però è quello stesso che io ho posto in evidenza essere a base dell’ assopimento letargico. Sia pure che il Fakiro si provochi uno stato. di estasi, vale quanto ora. abbiamo detto, perchè nell’ estasi, come dice Maury (9), l’ essere si segrega dal. mondo esterno e si lascia in balia della contemplazione, o con espressione più adatta al nostro concetto l’ estasi, come’ dice Gratiolet (10); è |’ impero dell’ idea fissa. ma in quanto agli stimoli simili a quelli già accennati per il letargo. Riguardo all’ azione del freddo che Garbe pone come stimolo differente per il le- targo, per le stesse idee esposte intorno alla fisiogenia di questo fenomeno chiarendo l’ osservazione già enunciata fin da Mangili (11), che durante il freddo un animale. le- targico può esser desto, io ho creduto di poter affermare che il freddo non agisce se non in quanto movendo l' animale alla ricerca del suo nascondiglio richiama le stesse condizioni di luogo e di tempo nelle quali la tendenza letargica si è svolta e si è de- terminata, richiama per ciò tutte quelle azioni nervose che si ripetono incosciente- mente. Qualcuno potrebbe ancora riferirsi ai fenomeni della nutrizione, ma quì mi piace ricordare che in uno degli ultimi lavori (12) sta scritto: che la pinguedine non solo non è determinante del sonno invernale, ma neppure ha azione notevole nella produ- zione del medesimo. Tutti i lavori sperimentali tendon ormai a. questa conclusione abbassando |’ importanza della così detta ghiandola ibernante, i I fenomeni fisiologici, per i quali gli animali ci si mostrano per un tempo più o meno lungo coi caratteri della vita latente o della morte apparente, si possono così distin- guere : Per segregazione dell’ ambiente esterno mediante l’ essiccamento o una modificazione dei tegumenti: (Protozoi, Rotiferi, Nematodi, Tardigradi.) [ Determinate da un'azione nervosa Per le condizioni fisiolo- | ereditaria: in relazione colla vita nei na- giche dell’ immobilità e della ) scondigli (letargo dei Mammiferi). monotonia della sensazione. Vita latente Determinate da un”azione nervosa cosciente (sonno dei Fakiri) ‘ Sotto l’azione di uno stimolo: insolito. o ,noto.come avverso unialanparente Lo, (istinto di difesa comune a molti organismi). Secondo il mio punto di vista merita di esser considerato anche questo istinto 36 RIVISTA/ ITALIANA DI SCIENZE NATURALI della morte apparente in quanto! questa facoltà istintiva di‘sfuggire un peritolo coll” im- mobilità nasce ‘certamente da una condizione di esperienza comune a tutti gli ‘animali. Un tale argomento merita di essere singolarmente trattato, Per ora posso dire riassumendo : che gli stessi stimoli immediati agiscono nell’ as- sopimento letargico e nel sonno dei Fakiri, che essi hanno ‘uno stesso significato nel senso che ‘sono quegli stimoli stessi che nella lotta per l’ esistenza hanno determinato il sonno quotidiano. © 0 Ponendomi dal punto di vista della evoluzione io ‘sostengo che il sonno è un fe- nomeno di adattamento che si è svolto nella Iotta per |’ esistenza. Da'una parte l’ immobilità è a base di questo fenomeno ed essa si manifesta ap- punto nella sua origine come ‘un mezzo di difesa durante la notte, e in una proviené dall’ impossibilità o dall’ inopportunità della ricerca del nutrimento, dall’ altra Ja' mono- tonia della sensazione che proviene dall’ ambiente limitato e che per ciò è legata al I’ immobilità stessa. È questo insieme di fatti che tento ricondurre sotto la istessa luce dei fenomeni della evoluzione ‘che mi fa sperare che questo mio tentativo di una dottrina’ fisiogene- tica del sonno trovi particolarmente tra i biologi campo alla ‘discussione. Roma, Gennaio 1903 ( NOTE (1) G. BruneLti — Intorno! alla fisiogenia ‘del letargo nei Mammiferi (Riv. Ital. di Sona Naturali Anno X.XII, N. 3-4: 1902) Î (2) Le marmotte presentano evidenti istinti di collezionismo, sulla Sn dì tal istinto; vedi Fato. Faune des Vertébrés de la Suisse, T. I, (3) M. DuvaL — Hypothéses sur la physiologie des centres nerveux; théorie histologique du sommeil. Soc. de biologie 2 et 7 fevrier 1885; vedi pure bh. Pupin: Le neurone et les hypotheses histologiques du sommeil. Thése. Faculté de medicine Paris 1893 ete. Delle modificazioni dei neu- roni cerebrali nell’ ibernazione dei mammiferi ba trattato il Querton. (4) Populos quosdam in Lucomonia regione Russiae habitantes quotannis vigesima septima No- vembris die, ut solent hirundines et ranae, sic et ipsos prae frigoris byemalis magnitudine mori, postea redeunte vere vigesima quarta aprilis die denuo riviviscere, — Quis.i allude all’ opinione allora in voga di Olao Magno secondo il quale le rondini ibernerebbero (Olaus Magnus-Histoire des pays septentrionaux' 1561) (0) Verwon:— Fisiologia generale (6) PreveR,— Naturwissenschaflicbe Thatsachen und Probleme, Berlin, 1880. Su questo fenomeno sì è molto discusso da Leeuwenhoek in poi, sono celebri le osservazioni del nostro Spallanzani (Osservazioni ed esperienze intorno ad alcuni prodigiosi animali\che è in balia dell'osservatore il farli tornare da morte.a vita - in Opuscoli di fisica animale e vegetabile. Modena 1776 presso la Soc. tipografica.) (7)Laror — L' evolution de' la vie Reinwald 1902; vedi pure Biologisches Centrablatte T. XX 1900. (8) R. GarBE — Osservazioni sulla « trance ». dei Fakiri The, Monist. Luglio 1900. Di. peso lavoro sì trova un riassunto nella Rivista. di scienze biologiche Anno II. N 9-10 - 1900. RIVISTA 1TALIANA:DI} SCIENZE !NATURALI 97 Indicazioni bibliografiche sul sonno dei Fakiri fino al 1887 si léegono in Luciani (Fisiologia del digiuno) cui furono comunicate dal prof. Puini, e che quì riporto integralmente: M. GrEGOR (History of the Sikks); Dr. I. M. Honigberger, Thristy fire yews in 'the Fast; 12 HO S.'Oledtt. nel Theosophist, agosto :1887, riferisce il ‘racconto d’ un testimone oculare (un indiano insegnante in un collegio; di Lahore) riguardante un Fakiro rimasto! sepolto sei settimane; nel 1837 Joseph Ennemoser,. The, history of Magie, London 1854, vol. Il pag. 436 conferma: lo stesso fatto ; Dr. Cullere, Magnetisme et Hypnotisme, Paris, 1887, pag. 37 accenna di sfuggita a fatti si- milj Dr Hack Tuke Le corps et l’ esprit, trad. de l’angl. Paris 1886 pag. 64 e 300 ritiene il fatto come provato perchè osservato, come egli dice, in maniera autentica da ufficiali e da medici inglesi. = Anche Braid riferisce le narrazioni‘ di Corman oculari’ I. Braid - Der Hypnotismus, Ausgewalte Schri ften' Berlin 1882. (.(1:(9)/Maury — Annales medico psychologiques T.. 1 p. 211. (10) GraTIOLET: —:Anatomie comparge du systéme nerveux dans ses rapports avec l’ intelligence Paris 1857 p. 520 e, seg. (11) ManGILI — Osservazioni per servire alla storia naturale de' mammiferi soggetti a letargo Milano 1807. (12) BerbtrA — Dell'influenza dell'accumulo dell* adipe sulla determinazione e sul decorso del. sonno invernale nei mammiferi ibernanti. Monitore Zoologico Italiano: An. XIII Ni 91902. (11:(13) Col nome di. morte apparente, perchè il termine sembra più adatto, credo sia opportuno designare il solo istinto di difesa di molti. animali, e non i DIGRORICnI della ‘vita latente secondo la proposta i Verworu. n r MAMMALIA CALABRA Too ‘ELENCO DEI MAMMIFERI CALABRESI ; COMPILATO piro da ARMANDO LUCIFERO. (continuazione) «Ho accennato più sopra qualcuna delle malattie predominanti fra i conta- dini;.che, si espongono durante tutte le stagioni, ed in ispecie nel, verno, alle intemperie, senza nemmanco tentare di schermirsene ‘o. di ripararsene. Ma non sono fle :polmoniti ;e;le bronchiti.soltanto quelle. che. bisogna, quì registrare;; oltre di queste malattie ve n° ha delle ‘altre. meno gravi, ma, più persistenti, che predominano del pari, e che indebolendo a poco:a poco l’ organismo, pro- ducono prima la malsania, ;e_ poscia, se; mon sì, vincono, anche la morte. Ad. esse, si aggiungono la differenza ;termometrica; fra. il monte ed il piano; la dif- ferenza dei mezzi di sussistenza ; ‘la differenza dei mestieri; 0 delle professioni che, si. esercitano ; insomma, la diversità funzionale di! ogni classe; ed avremo da queste cause, così disparate, effetti disparatissimi. I, quali, se, non avessero influenza alcuna sull’ organismo, ora favorevole, ora contraria, (bisognerebbe, ritenere indipendenti della: vita, e, delle cagioni chei.la producono ela, manten= gono; onde si verrebbe alla, conclusione che \ella non potrebbe; venir| meno; Ise 38 RIVISTA ITALIANA DI! SCIENZE NATURALI non quando cessasse di funzionare per uguale e graduale consumo dei suoi organi, vale a dire per vecchiaia o per decrepitezza. Però, non avviene in tal guisa : ogni cagione di permanenza della vita ha qualche cosa che nuoce alla vita stessa; ed ogni lavoro ed ogni fatica, a cui si dedichi un organismo; se può giovare a certi organi, deve necessariamente nuocere.a certi altri; ond' è che per questo le malattie negli uomini crescono sempre. di numerica intensità, moltò più che non sia negli altri viventi che con quelli abitano la Terra. Le differenze termometriche e barometriche sono precipue cagioni delle alterazioni fisiologiche predominanti. I nostri comuni litoranei soggetti ad una temperatura molto elevata e ad un’aria pesante ed umidiccia, che facilita lo sviluppo di spore e di microrganismi dannosi all’ economia animale, debbono necessariamente avere popolazioni che soggiacciono a gravi disordini fisiolo-. gici, donde le Perniciose, le Periodiche, le Intermittenti, le Terzane ‘e tutte quelle innumerevoli forme di malsania prodotte dalla malaria. A siffatte ca- gioni arrogi il cattivo nutrimento a, base. di: farinacei e ‘la. viziata. potabilità delle acque, attinte da stratificazioni calcaree, argillose, gessose' o saline; op- pure da pozzi destinati a raccogliere le acque piovane invernali, tantomeno bevibili, perchè inquinate in quei piccoli serbatoi da continui, se pur lievi, pro- cessi di putrefazioni organiche, cui invano tenterebbesi di evitare ; cause queste del predominio di enteriche infermità, le quali spesso degenerano in Tifoidee o in Ileo-tifo. Aran ca a Un grande correttivo, però, alla temperatura ed all’ aria è, per certi centri di popolazione, la. vicinanza del. mare; e quanto più ella. sia, tanto maggior- mente ne risente in bene la pubblica salute. Pel nutrimento, invece, e per la potabilità delle acque, due grandi ostacoli si presentano, che contrastano ogni mezzo per ripararvi: il primo riguarda le condizioni economiche peculiari che non danno la potenza di sostituire ai farinacei cibi più confacenti e più sani; il secondo riguarda le condizioni finanziarie generali dei comuni, già esau- sti per spese inconsulte ed ingiustificate, condizioni che tolgono ad essi ogni mezzo pecuniario per provvedere ad uno dei più essenziali bisogni della pubblica igiene. Le ‘classi ‘agiate a siffatti ostacoli ‘avrebbero in: parte il‘ modo di rimediare, giovando agli altri e a sè medesime e non trincerandosi dietro al tanto vieto, quanto insensato proverbio : « ‘Così faceva mio padre! ». Se tutti gli abitanti delle nostre montagne potessero trarre la sussistenza’ dal sito ove nacquero, nè l’aria, nè l'acqua, eccellenti colà sott’ogni rispetto, sarebbero per essi due fattori di malsania. Ma ‘il nostro montanaro non’ vive’ che pochissimi mesi dell’anno nel luogo natìo; perchè dedicato sovratutto alla custodia degli armenti, li segue dall’ autunno alla primavera: inoltrata nei pa- scoli di. pianura, i quali, rappresentano la parte più insalubre del territorio calabrese. È lì che egli assorbe nel sangue i germi deleterii della cattiv’aria, e, nel risalire su i monti, essi sviluppansi di sovente in proporzioni gigantesche e letali. Il contadino, poi, che ‘sostenta la vita col salario giornaliero, adescato: RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 39 dall’alta'mercede, concessa sul litorale al tempo della mietitura del frumento, abbandona il suo paesello e discende volonteroso in quei campi così malsani; e; praticando un lavoro estenuante all’ estremo, sotto la sferza d'un torrido Sole, vi ritorna dopo un mese o poco più, affranto ed allibito, felice se può riuscirgli di riportarne soltanto, insieme col ricavo dei propri sudori, qualche febbre malarica, che non abbia un esito mortale. Questa cruda necessità della vita è cagione potentissima della debole consistenza fisica che spesso rinviensi nei montanari calabresi, mentre quella parte di loro, che resta a vivere ove nacque, e non è obbligata ad allontanarsene, conserva la costituzione forte e vigorosa, frutto dell’ambiente sanissimo che la circonda. | ‘E robusta e vigorosa, talvolta eccessivamente, è la donna in quelle alpe- stri regioni, la quale non lascia mai il proprio casolare e non segue, quindi, il marito nelle sue peregrinazioni; ella vive per molti mesi sola e quasi ab- bandonata, e, quando spera di vederlo tornare forte e rubicondo com’ era partito, spesso ha il dolore terribile di raccoglierne appena l’ultimo respiro ! Ma se è robusta e vigorosa, ciò non toglie ‘che anch’ essa ha le ‘sue malattie predominanti, conseguenza di quel medesimo ambiente purissimo, ma eminen- temente umido in ogni stagione, e alquanto freddo nell'autunno, nell’ inverno ed in gran parte della primavera. Oltre dei disordini uterini, di cùi non ultima cagione è la poca igiene del corpo, i dissesti cardiaci, prodotti da asme ricor- renti, hanno una preponderanza su di lei, talvolta, a ver dire, spaventevole nel numero. Le asme, comunque sieno e da qualunque causa provengano agiscono sempre quai deprimenti sui nervi del cuore, il quale a grado a grado s’ inde- bolisce, apportando disordini circolatorii, le cui manifestazioni secondarie hanno per fine inesorabile la morte. Nelle: regioni litoranee, invece, la donna raramente è colpita da cardiache infermità; e sebbene abbia comune con la montanara i disturbi cronici ute- rini, pur non di meno è più soggetta nel periodo puerperale alle febbri infet- tive di questo nome, forse perchè, fatta astrazione dei paesi marittimi, oltre della poca igiene individuale ed obbiettiva, il clima umido e caldo aiuta lo svi- luppo e la moltiplicazione di ogni germe inquinatore. Ed è per Questa favorevole disposizione nello sviluppo di tali germi patogeni che le Periodiche, le Polmo- niti e Ie Enteriti sono frequenti anche per loro, METE è vero, meno sparse che negli uomini. Qualcuno ha registrato fra le malattie endemiche ‘della’ Calabria le con- vulsioni, sia cagionate da sovraeccitazione nervosa, sia da; isterismo. Io non credo. che siffatto male abbia predominio nelle nostre regioni più che altrove; non capisco, quindi, da quali dati si possa ricavare una tale assertiva, ammenochè non provenga dalle famose statistiche compilate a solo scopo di contentare e di soddisfare il desiderio di chi le chiede. Nei bambini, è indubitato, spesso si manifesta 1’ eclampsia, specie nei primi due anni di età; ma non mi sembra questo un caso particolare per la Calabria, mentre ‘che una simile manifestazione 40 RIVISTA. ITALIANA DI\SCIENZE NATURALI © < patologica è'comune ai bambini del mondo intero, come conseguenza, dei di- sturbi gastroenterici, a cui facilmente sogliono andar soggetti. Da pochi lustri a questa parte gli studii profondi sull’ igiene, messi in pra- tica dallo Stato per mezzo dei suoi funzionari, e dai Municipii per. mezzo dei loro amministratori, hanno apportato in molti punti della Calabria, un, enorme progresso nelle condizioni della nettezza pubblica e privata, onde parecchie in- fermità, ch’ erano l’effetto doloroso e fatale del permanente sudiciume sono diminuite d’intensità 0 per intero svanite. Così è avvenuto per la scabbia, altra volta comunissima : i suoi parassiti, attese le adottate condizioni igieniche. sud- dette, non trovan' ora il modo. di espandersi, anzi può asserirsi siano quasi: di- strutti, segnatamente nei centri di popolazione marittima; e se tuttavia, nel- l'interno della Calabria vi s’ incontri ancora qualche caso, ha pure, per. la causa medesima, minor: forza. di propagazione. Ugualmente è avvenuto pel gozzo, tanto comune nel principio del secolo passato. fra le donne, in ispecie, dei nostri paeselli montani ; ed ora diminuito di molto se non sparito interamente. Caccuri, Cerenzia nel Catanzarese;.S. Gio- vanni in Fiore, nel Cosentino; Bivonci, Camini nel Reggiano, e molti altri che non annovero per amore di brevità, erano in triste fama per l’abituale ingros- samento delle glandole tiroidi; ed ora, invece, per le migliorate condizioni del- l'aria e dell’ acqua, questa malattia non si addimostra in quei siti ed altrove con la stessa frequenza d’' una. volta. Eppure, quanto ci sarebbe ancora da fare, per ridurre cotesti piccoli centri di popolazione all’ altezza dell’ igiene presente! Quanta malaria non sparirebbe dalla fantasia dei nostri clinici, se si badasse, con più coscienza e con più buon volere, alle condizioni igieniche generali degli abitanti e delle loro abitazioni!, lasciando, da parte gli arzigogoli su i pungiglioni d'un moscerino o d’un anofele ! Prima di finire questo Capitolo, credo indispensabile soffermarmi un po’ più lungamente su due gravi manifestazioni patologiche, che da qualche tempo hanno preso il sopravvento in tutto il mondo, e per riflesso anche nella nostra Calabria, preoccupando la scienza che ne constata i deleterii. progressi, senza potervi apporre un riparo. Esse sono la Sifilide e, la Follia. Dalla, Relazione presentata al Consiglio Superiore della Sanità Pubblica, circa, la Profilassi della Sifilide e delle. malattie veneree nel 1898 per tutta Italia, si rileva che, mentre la prostituzione è minore nelle Calabrie, la per- centuale dei, malati vi è maggiore. Le cause di tale apparente contradizione, se visi rifletta un istante, sono facili a conoscersi. Ed in prima bisogna ritener come causa precipua della propagazione della Sifilide, la stessa limitata e ri- stretta prostituzione: assottigliando il numero di quelle sciagurate, cui spesso la fame, più che la voluttà, condanna al turpe mercimonio di sè medesime, al- largasi di conseguenza il numero di coloro che ne profittano, onde. basta una sola che sia affetta dal terribile. male, perchè lo propaghi e lo generalizzi. Oltre di ciò, le grandi. difficoltà per curare privatamente simili malattie nelle di RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 41 nostre Provincie, fanno sì che quasi tutti gl’ infermi appariscano nelle statistiche ufficiali, accrescendone, quindi, in guisa strabocchevole la percentuale. I grandi centri di popolazioni e le loro adiacenze, ove la prostituzione si esercita su più vasta scala e sotto molteplici sembianze, offrono maggiori mezzi per occultarla sia nella sua essenza, sia negli effetti deleterii che da lei provengono; per lo che queste statistiche sono fallaci di sovente, o almeno incomplete per defi- cenza di dati sicuri. Il certissimo è, e non bastano le statistiche per negarlo, che nelle Calabrie la prostituzione è poco sparsa; e se questo deve esser prova di arresto di ci- viltà, per come paradossicamente sostiensi da alcuni scrittori contemporanei, io converrò pienamente col Trombetta che è meglio esser barbari così, che ci- vili a modo loro. Ma quantunque sia in minime proporzioni, l’ambiente sociale di siffatta civiltà che per le Alpi latine s’intromette e ci soggioga fino al Li- libeo, ha cominciato anche fra noi ad espandersi ed a fruttificare, sicchè la Sifi- lide, chiamata a buon dritto mal francese, si è resa oltremodo comune in que- sti ultimi tempi e con le ultime leggi sul meretricio, che che dicano e senten- ziino i sostenitori della nuova scuola. libera, falcidiando vittime in ogni classe di persone, con tutta la sequela delle sue tanto infinite quanto spaventevoli manifestazioni. Ed è questa lenta, costante ed inesorabile avvelenatrice del sangue, una delle più fiere cagioni della decadenza fisica delle nostre popola- zioni, Je. quali, però, (ammesso pure per un'innata o ereditaria semplicità che rasenti la barbarie), ancora mantengonsi più morigerate e più sane, perchè meno corrotte e meno infette delle nobili consorelle del settentrione d’ Italia. Forse i miei apprezzamenti non parranno e non sono in armonia con quelli compresi nella Relazione testè citata; ma non bisogna maravigliarsene, purchè si voglia riflettere che il relatore si è fermato soltanto sulle statistiche ufficiali, le quali considerano semplicemente una parte degl’ infermi sifilitici, e ‘proprio quella. risultante dalle sale e dai dispensarii celtici, mentre io ho tentato di generalizzare come meglio ho potuto, per trovarmi nel vero reale ed. effettivo. Molte sono le cagioni che predispongono alla follia, e se volessi enume- rarle tutte, dovrei compilare uno speciale trattato, che non è certo nello scopo di questo lavoro. Accennerò,; quindi, alle precipue, generalizzando prima, e par- ticolarizzando poi per ciò che riguarda la Calabria. I lavori di statistica pubblicati finora su d'un soggetto così importante, provano esaurientemente il progresso spaventevole di questa manifestazione patologica, che non è difficile si palesi in altri animali, ma che fu finora stu- diata nell'uomo unicamente. Le malattie cerebrali sono quasi sempre conse- guenza dell’ esuberante attività funzionale del cervello che non la resiste; ed esse, ora si estrinsecano, e nel più dei casi, con la follia, ora con la fatuità o col cretinismo. E parlo di quel cretinismo che non è iniziale e che non è il prodotto di cause patogeniche, per cui sin dall’ adolescenza si appalesa; ma che invece-è il segno patognomonico della eccessiva funzionalità cerebrale che stanca ed esaurisce. 42 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI La società moderna avendo trasformato dalle fondamenta la vita umana nelle sue esigenze, nei suoi bisogni, nelle sue combinazioni, nelle sue cupidigie, nelle sue soddisfazioni e nei suoi dispiaceri, ha reso. l’ uomo pensoso e me- ditabondo dall’ infanzia medesima; onde quella spensieratezza giovanile, quel brio dei ventanni d'una voltà posson dirsi del tutto affogati nella precoce preoccupazione psichica del presente e dell’ avvenire. Questo continuo anelare ciò che è sempre al di là di quello che si raggiunge; quest’ aspirazione inces= sante ed indomita di qualcosa d’indefinito, d’indeterminato che l'intelletto desidera, ma non sa immaginare in modo concreto, è, a parer mio, la vera incognita del nostro mondo. interiore, alla ricerca della quale spezzasi di so- vente l’ equilibrio funzionale cefalico di taluni individui, per lo che le mono- manie, le fissazioni, le aberrazioni e talvolta anche i misfatti. A tale categoria di folli si deve l'aumento costante dei ricoverati nei. Manicomii del Regno, e forse pure ai colpiti di paralisi progressiva, che 99 volte su 100 è triste con- seguenza dell’ infezione sifilitica. Vi sono altresì molti pazzi che non appartengono nè ai primi, nè ai se condi, ma formano invece la schiera di coloro che per fatti speciali, sventure domestiche, delusioni sofferte, emozioni profonde, gioie insperate, dolori intensi, transitoriamente si disquilibrano nelle funzionalità cerebrali, smarrendo in parte la ragione e riacquistandola talvolta, per l'influsso più morale che terapeutico, nei Manicomii medesimi. Questi sovratutto sono i pazzi comuni di cuî ora. forse il numero è in decrescenza, e sarebbero quelli che il Venturi chiama. pazzi acuti, e che contrappone alle categorie dei frenastenici e dei paranoici. Se la follia è veramente una manifestazione psicopatica della civiltà, per come sostengono taluni scrittori; in Italia, ove studi esatti di statistica su tale morbo non si sono ancora avuti, eccetto di quelli parziali del Verga, del Tamburini e delle Direzioni di Statistica e di Sanità, e dell’ ultimo, che è un riassunto di essi, fornitomi cortesemente, a mezzo di mio fratello Alfonso, dall’ illustre commendator Bodio, e che comprende 82 istituti di ricoverati, in rapporto numerico tra il 1889 e il 1899 ; in Italia, ripeto, è in grande aumento, onde bisogna felicitarsene in onore e gloria della civiltà trionfatrice! Il pro- spetto che segue ne è una prova luminosa, ed io lo riporto, perchè non voglio esentare da codesta dolce soddisfazione chi mi Jegge: Compartimenti N.° dei pazzi ricoverati în 82 Manicomi Compartimenti N.° dei pazzi ricoverati in 82. Manicomi confederati al 1. Gennaio confederati al 1. Gennaio 1889 13899 1889 1899 Piemonte 2.384 3.954 Riporto n.° 16.133 21.231 Liguria 1.347 1.565 Marche 1.119 1.258 Lombardia 3.867 4.829 Umbria 479 921 Veneto 2.943 4.317 Lazio 1.074 1.612 Emilia 3.029 3.098 Napoletano 2.468 3.671 Toscana 2.563 3.568 Sicilia 1.008... 2.467 Sardegna 143 292 Da. riport. n.° 16.133 21.281 Totale n.° 22.424 31:452 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 43 Oltre di ciò al 1. Gennaio 1899 erano ricoverati nei Manicomi d'Italia 107 pazzi perogni100.000 abitanti, ossia 116 ogni 100.000 maschi e 99 ogni 100.000 femmine. Però, io, che sono ancora agl’inizii di siffatti studii, e debbo quindi, giudi- care sulla falsariga dei grandi maestri, talvolta, col rispetto ad essi dovuto, non so trattenermi dall’ esprimere il parer mio, sia pur da considerarsi anti- scientifico e non degno di alcuna importanza. A me non sembra che l' incre- mento della pazzia nei nostri giorni, possa riferirsi a maggiore civiltà, ed intendo con questa frase il progresso complesssivo di tutte le estrinsecazioni materiali e morali dell’inumana società nelle diverse forme e nature; anzi, se dessa nella sua perfetta armonia tra il mondo esterno ed il mondo interiore, avesse un’ influenza diretta sullo spirito umano, la follia dovrebbe decrescere, e come quella avanzasse nelle sue conquiste, dovrebbe interamente sparire. Rimaner potrebbe soltanto la pazzia acuta, che sarebbe il prodotto di cause accidentali ed indipendenti da ogni predominio di progresso psichico-sociale. Invece io attribuirei questo innegabile aumento che non accenna a sostare, al disordine col quale la nuova civiltà si estrinseca e si effettua, per il che l'organismo sociale si appassiona a raggiungere di un salto ciò che non puossi se non per graduale ed ordinato processo. Come nel salire una scala fa d’uopo si cominci dal primo gradino per arrivare dall’uno all’ altro sino al più elevato, così ogni conoscenza, ogni dottrina non può acquisirsi dall’ umano intelletto, se non principiando dalle sue nozioni elementari, che rappresenterebbero i pri- mi gradini della scala; per attingere poscia i grandi problemi, che raffigure- rebbero gli ultimi e più elevati. Quando quest’ ordinato funzionamento psichico non avviene, e vuolsi, come ho già detto, d'un salto raggiungere la meta, a molti mancano le forze, e precipitano esauriti e stremati nella voragine delle psicopatie nevrasteniche e frenesiache, che conducono difilato inesorabilmente al Manicomio. Concludendo, quindi, io ritengo che non è punto la civiltà in sè medesima, che è fonte di equilibrato progresso, la cagione dell'aumento dell’umana pazzia; ma bensì il modo come quella si fa penetrare nella società, la quale è travolta in un ambiente nuovo di botto, ed a cui, senza scosse sopravvanzanti le sue forze intellettive, adattar potrebbesi, quando vi fosse guidata ordinatamente, pacatamente e gradatamente. Venendo ora a discorrere in particolare della Calabria, mi fermerò sulle ri- sultanze fornitemi dal Direttore del Manicomio di Girifalco in Provincia di Catanzaro, il Venturi, altra volta da me citato, ed uno dei più insigni psichiatri che abbia in questo momento l’Italia. Egli, pregato, mi ha gentilmente fatto tenere due quadri statistici, riguardanti l'uno il movimento dei malati dal 1. Gennaio 1889 al 31 Decembre 1898, e l’ altro la classifica delle ‘ malattie mentali dei ricoverati durante lo stesso decennio. Tai quadri sono estratti-da un pregevole lavoro ancora inedito, ma che uscirà per le stampe fra poco, com- pilato dall’assistente di quel Manicomio egregio Dottor Pellegrini Romano (1). (1) Vedi nota 8.2 in fine .Icl Cupiiolo. . 44 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI e —_T_ NN Movimento dei Malati dal 1° Gennaio 1889 al 31 Dicembre 1898 nel Manicomio di Girifalco ici o _—1____ÉÉmrt@@r@@qoc@@’“ cc Presenti al 1-° Gennaio | Entrati durante l’anno | Usciti durante l'anno Rn | Morti durante l'anno | Percen- Anno î sul numero TTT tale Ù. D. | Totale u. | p. | Totale | wu. | p. | Totale I u. ! p. | Totale | morti 1889 82 38. | 120|35|14 49 | 18| 6 24 48,97 | 8| 3 11| 6,5 1890 91 43 | 134 | 48 | 22 70 | 22. 11 39 47,14 | 1L1| 5 16.| 7,8 1891 | 106 49 | 155 | 45 | 20 65 | 39 | 17 56 86,15| 3| 5 8 | 3,6 1892 | 109 47 | 156 | 43 | 19 62|27| 6 33 53,22 | 10 | 11 ZI | 9,6 1893 | 115 49 | 164 | 50 | 14 64|35| 7 42 65,62 8| 3 1994 | 122 53 | 175 | 55 | 12 60 | 41 | 11 52 Q,61L1|11L1| 2 1895 | 125 52 | 170| 60|21 81|42| 11 53 65,43 | 101.| 4 15 | 5,8 1896 | 132 58 | 190| 60 | 28 88 | 52 | 19 1 80,63| 7| 6 1897 | 133 61 | 194| 4523 68 | 41 | 14 55 80; 88 | 10.| 1 1898 | 127 69 | 196 | 67 | 32 99 | 35 | 18 53 53,53 | 13.| 5 Totale e < « |508 |205 | 713 (852 120 | 472 65,92 | 92 | 45 | 137 | 5,80 Ctassifica delle malattie mentali dei ricoverati dal 1.° Gennaio 1889 al 3f Dicembre 1898 nel Manicomio di Girifalco _—_w_——————_——_—__—_————— ttt —— —- _ td “—€@é6@7y@tà ;fi Rimasti Classifica al 31 Di- delle cembre 1889 | 1890 | 1891 | 1892 | 1893 | 1894 | 1895 | 1896 | 1897 | 1898 malattie mentali 1988 U. D. U. D. U. D. | U. D. U. D UT. D U. D U. D. U. Di U. D U. D 2. | Idiozie Lite perire ost Loi 2 AZ ve LA TZIE È | Imbeciliiti 6 ali dla A 10 8 800 (ose n = (1 (cp) (Jo) XJ HW (©) (on! w D DD Delirii cronici ‘20 109 4|8 5 11 5|7 6 1249 _Pazzie involutive I DD sr (00) rS (ohi (cp) _ (I -d Demenze 95 4 |5 46 45 6|% 57% 4|% Paralisi progressiva dia 207 ORA a 9 edo, Aeon RA O E Autotossiche a- © | Cute 818: |15/2 |l6//8.|.5104)|/8(2,) 64:96 10, 5/].7.1:9..|9 By10;[% © |Eterotossichea- 4 cutee croniche 3 «| 2 «|4 «|3. Sta IAN Can) A 3] IO ite de Pazzie epilet- “2 tiche il 217 2/18 3/1 3 |10 2,11 1|9 2]8 226 3 82 14 3 = | Pazzie isteri- SS | riche sist dI 1083 BE 90. SIE VOTIDRHI 981010, GIMSADIO TORI Pazzie criminali 6 1|1 «|1 e«|1 e a ii aa eri lai tai Se tai Oa se a I | il I RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 45 Da essi quadri si desume la costante progressione dei ricoverati, ed il pre- dominio delle pazzie involutive ed epilettiche, che, a mio avviso, sono le forme dovute alle cagioni su esposte. Questo aumento, però, in rapporto alla popo- lazione calabrese è sempre minimo, paragonandolo alle altre regioni d’ Italia; e mentre nel Settentrione si va dall’ il,9 (Piemonte) al 19,5 (Toscana), nel Mezzogiorno, comprese le isole, si. va dal 4,77 (Calabria Ultra 2.4) al 6,85 (Sicilia) per ogni 10,000 abitanti. Tale differenza in meno così marcata, che vien vinta soltanto dalla Sardegna (4,14) a quegli scrittori che, in tutto ciò che ri- guarda le provincie meridionali, non vedono che ignoranza e barbarie, parrà una prova luminosa del loro asserto; ma a noi, sereni e spassionati nel giu- dicare, altre cagioni si affacciano nella mente, le quali verremo in brevi pa- role esponendo. Quel disordine psichico accennato poc'anzi, che è prodotto deleterio del me- todo falsato di educazione nei paesi che diconsi liberi, e che trascina gl’ intelletti dal loro graduale ed ordinato funzionamento e dalla loro limitata capacità, in un livello ove non potrebbero arrivare, e dove, arrivando, debbono fatalmente fallire a se stessi, o sovvertirsi in una forma aberrata e mostruosa; quel di- sordine psichico, ripeto, è uno dei primi fattori di certe follie dei tempi nostri, che non possono, per ora almeno, attecchire in Calabria, di cui la popolazione, pur istruita malamente o del tutto ignorante, conserva un’aggiustatezza di pen- siero nelle sue esigenze sociali, e non crede che in quelle economiche più vi- vamente sentite si debba ricorrere. allo.sprezzo ed agli odii irragionevoli, verso le indispensabili ed invano combattute gradazioni della ricchezza, che. sono conseguenze necessarie delle diverse gradazioni intellettive. x Uno dei secondi fattori è l’ esaurimento fisico, a cui è esposto. (continua) RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili Autori, od Editori. L’Amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali é segnato il costo, ed anche le altre se possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda, cent. 30 per la francatura della corrispondenza. Per gli abbonati e le opere dell’ estero, aumentano le spese postali. Desiderando risposta scrivere in cartolina doppia. CAMERANO prof. LORENZO. Osservazioni intorno ad alcuni crani di « Tha- lassarctos maritimus (Linn.) ». (Milano, 1903. Ed. U. Hoepli. Pag. 15 in 4. con 2 fig.) Gli orsi polari che vennero e vengono uccisi nelle varie regioni della sua ampia area di di- istribuzione geografica, da lungo tempo sono senza discussione ritenuti. appartenere ad una sola 46 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI specie, il Thalassaretos maritimus, (Linn.) Desm. Contrariamente a quanto è avvenuto per 1? Ursus arctos Linn, non si son descritte sottospecie o varietà distinte per l’ orso polare. Quest'ultima specie, come è noto, presenta una notevole uniformità nel suo abito, mentre lo stesso caso non avviene per l’ Ursus arctos e per altro specie dello stesso genere. La stessa cosa non si può dire per la forma e lo sviluppo del cranio che si presenta invece assai variabile nell’ orso polare. ) Ora l’Illustre A. ha creduto interessante studiare colla maggior cura questa variabilità anche nel- l'orso polare, non solo in ordine alle questioni generali della variabilità ; ma, anche per poter conchiudere con sicurezza o ad un’unica specie o a più forme modificatesi in modo analogo nella loro facies esterna per un fenomeno di convergenza facilmente spiegabile. Ha quindi iniziato lo studio della variabilità del cranio dell’ orso polare valendosi dei crani donati da S. A. R. il Duca degli Abruzzi al R. Museo di Zoologia e di Anatomia Comparata di Torino, cranî provenienti da individui ‘uccisi nell'isola Principe Rodolfo. I cranî sono: 1.0 @ di una femmina uccisa a Capo Fligely; 2.° & » un neonato ucciso colla femmina stessa; SL VID » » » » 4." d >» un maschio ucciso alla Baia di Teplitz. Ha studiato contemporaneamente i cranî seguenti, già posseduti dal Museo di Torino: e di una femmina delle isole Spitzberghe ; f » » » DI g di un maschio proveniente probabilmente dalla Groenlandia. Il metodo seguito dall’ Illustre A. è quello da lui proposto per lo studio qnantitativo degli organismi coll’uso del coefficiente somatico (Vedi Atti R. Accad. d. Scienze di Torino, Vol. XXXV, 19 00). CAMERANO prof. LORENZO. Di alcuni resti di « Pusa foetida Faber. » tro- vati a Capo Fligely. (Ibidem, Pag. 7 in 4.) I materiali che fino ad ora si. posseggono per studiare la modalità di questa lotta nelle regioni polari sono scarsissimi; molto opportunamente perciò la spedizione della « Stella Polare » ha dato opera a raccogliere con cura tutti i resti ossei trovati qua e la sull’ isola del Principe Rodolfo, località nella ‘quale non erano prima state compiute cacce per opera dell’ uomo. I materiali raccolti sono i seguenti: Le 1.° Sette ossa temporali isolate, a Capo Fligely nel Giugno 1900. Cinque di parte sinistra e due di parte destra. 20 Una metà di mandibola inferiore di foca a Capo Sàulen nel Giugno 1900. 30 Un’ unghia di tricheco a Capo Auck nel Giugno 1900. 4.° Un eranio al quale manca in parte la regione facciale superiore e la mandibola a Capo Germania nel Luglio 1900. 5.0 Due, mandibole inferiori complete di foca e due metà di altre due mandibole di foche ed un osso temporale pure di foca sulla spiaggia della Baia di Teplitz. Un cranio quasi completo, vertebre cervicali di individui diversi ed ossa delle estremità pure di foca vennero anche trovati sull’ isola di Eaton. Per quanto l’ Illustre A. possa giudicare questi restì di foca, fatta eccezione pel cranio del- l'isola di Eaton che pare appartenga all’ Erignathus barbatus Fabr. sono da attribuirsi alla Pusa foetida Fabr. (eguale alla Phoca ispida Schreb.) che è una delle specie, insieme coll’ Erignatus barbatus, più frequenti ‘nelle estreme regioni polari. I resti di foca trovati. sulla spiaggia della Baia di Teplitz, come si spiegano facilmente; essi sono probabilmente i resti di foche state divorate dagli orsi, numerosi in quelle regioni, Il cranio incompleto trovato a. Capo Germania, in una regione alta. sul livello del mare un RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI | 47 ‘centinaio di metri circa (la stessa regione nella quale venne trovato il metatarseo di renna di cui è detto dall’ Illustre A. nel lavoro precedente) potrebbe forse essere il residuo di un pasto di orso che avrebbe trascinato colà il capo di una foca cacciata a livello del mare, o potrebbe esservi stato trasportato nello stesso modo in cui lo fu probabilmente il metatarseo di renna ora menzionato. I sette temporali di foca stati trovati a Capo Fligely e che hanno dato luogo a varie conside- razioni l’ Illustre A. si intrattiene più ampiamente a, descriverli, pur ammettendo alcune ipotesi che Spiega in fine della pregiata memoria. CAMERANO prof. LORENZO Osservazioni intorno ad una femmina di « Delphi- napterus leucas Pall. » e ad un suo feto. (Ibidem, pag. 16 in-4, con 3 fig.) Nell’ Agosto 1900 la spedizione artica della « Stella Polare » condotta da S. A. R. Luigi di Sa- voia. Duca degli Abruzzi si impadronì nelle vicinanze dell'Isola di Eaton di un individuo ,f di Delphinapterus leucas Pall. L’ illustre A si limita a dare le misure delle varie parti di questo es. che trovasi imbalsamato. al Museo di Torino al quale fu ceduto. Mancando ancora i mate- riali per uno studio compararativo dei crani, l’ Illustre A. crede utile di iniziarlo col. dare i dati quantitativi del cranio avuto a sua disposizione con la speranza che altri che posseggono crani della specie voglia continuarlo. Alle misure assolute ha fatto seguire le misure in 360i, somatici cal- colate cioè col metodo del coefficiente somatico. Ha preso come lunghezza base il diametro trasversale minimo del frontale per le ragioni già svolte a proposito dello studio quantitativo dei crani d'orso polare e di tricheco. Ha misurato con cura le due parti destra e sinistra del cranio per mettere in evidenza, con dati quantitativi l’importanza della deviazione assimetrica di alcune parti a sinistra e l' asimmetria no- tata in altre. CAMERANO prof. LORENZO. Di alcuni resti di Renna trovati nell’ Isola. del Principe Rodolfo. (Ibidem, pag. 24 in-4, con 18 fig.) La spedizione artica condotta da S. A. R. Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi sulla « Stella Polare » trovò nell’ Isola del. Principe Rodolfo i seguenti resti di renna: I. un corno intiero; 2. una porzione di un secondo corno; 3. un osso metatarseo destro. Intorno ai menzionati resti di renne l' Illustre A formula le principali domande seguenti : l. appartengono essì a. renne che hanno vissuto nell'Isola del Principe Rodolfo? 2. appartengono essi a renne .che hanno vissuto in altre località e che i ghiacci galleggianti ” hanno trasportato sull’ isola del Principe Rodolfo? Prima di rispondere alle. suddette 2 domande. l’Illustre A. passa a considerare i resti stessi dal punto; di vista puramente zoologico per vedere se è possibile determinare a quale forma di ren- na appartengono. CAMERANO prof. LORENZO. Osservazioni intorno ad alcuni crani di « Odo- baenus Obesus (Illig), Allen» (Ibidem, pag. 9 in-4). L' Illustre A. inizia quì lo studio dei caratteri differenziali dei crani delle 2 specie di Odonto- baenus oggi conosciute e della loro variabilità col cranio che la spedizione polare di S. A. R. il Duca degli Abruzzi ha con savio intendimento, conservato. Aggiunge lo, studio fatto. collo stesso. proce- dimento di 2 altri crani di O. rosmarus e di uno di O. odesus posseduti dal Museo di Torino. CAMERANO prof. LORENZO. Osservazioni intorno al « Gadus saida Lepechin » della Baia di Teplitz. (Ibidem, pag. 12 in-4) La spedizione della « Stella Polare » condotta dal prelo- dato duca degli Abruzzi trovò nell’ Agosto 1899 frequente, nella baia di Teplitz, il Gadus saida Lepe- chin. Diciotto es. di questa specie vennero conservati e l'illustre A. ne fa oggetto di molte osservazioni. Non da quì la descrizione completa della specie essendo ciò fatto dal Collett e da altri. Ha creduto utile tuttavia di dare le misure delle varie parti dei. medesimi per modo che esse possono =. 48 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI servire di materiale di confronto e di materiale per lo ‘studio della variabilità dei (caratteri asse» gnati alla specie in discorso dalle diagnosi dei varî Autori. Nello specchietto unito alla memoria sono indicate le misure anzitutto assolute ed esprosse în millimetri, poi le stesse misure sono espresse in 360.2! somatici, assumendo come lunghezza base la distanza fra l'apice della mandibola e l'apertura anale (1). CACCIAMALI prof. G. B. Discorso d’inaugurazione del Museo Bresciano di Storia Naturale. (Brescia, 1903. Tip. Ed. F. Apollonio pag. 19 in-8). Alla presenza di Eccelsa Autorità del Governo Nazionale l’ Illustre A.in nome della cittadina Accademia e della Società Giuseppe Ragazzoni, inaugura il materiale geologico che trovasi distri buito in due sale del Museo di Storia Naturale Bresciano. La memoria pubblicata in tale circostanza, contiene un resoconto ed un' Appendice sulla Bi- ‘bliografia Geologica Bresciana dal 1893 al 1902; NINNI EMILIO. « La Trata de Mar » (Venezia, 1903. Dalla Neptunia N. 1. Estr. di pag. 8 in 8.9). L'A. descrive come esercitasi il sistema di pesca lungo il litorale del mare Adriatico, dando alcuni cenni sulle barche (La Trata de mar), sulla rete e modo di impiegarla, sul come ne va ripartito il guadagno; ed alla fine aggiunge wn elenco delle principali specie. di pesci che pre- dansi nei mesì permessi a tale rete. BARGAGLI P. Adolfo Targioni-Tozzetti. cord: (Firenze, 1902. Dal Bull. d. Soc. Entom. Ital. Anno. XXXIV. Trim. lII. Estr. di pag. 37 in' 8.9). Questo lavoro è un affettuoso omaggio alla cara memoria del compianto A. Targioni-Tozzetti, Presidente della Società Entomolo- gica Italiana, morto il 17 settembre 1902. BELLINI R. Ancora sulla Geologia dell’isola di Capri. (Roma, 1902. Dal. Boll. Soc. Geologica Ital., Vol. XXI, Fase. III, Estr. di pag. 6 in-8). Questa comunicazione fa seguito a quanto fece noto sullo stesso argomento l’ Egregio A. nel Boll. Soc. Geol. Ital. anno XXI, Fasc. I, 1902. COZZI sac. C. Spigolature Botaniche nelle Brughiere:del Ticino. (Milano, 1902. D agli Atti d. Soc. Ital. di Sc. nat. Vol. XLI. Estr. di pag. 12 in-8). La presente nota che fa seguito alle altre pubblicate dall’ Egregio A. negli Atti della Soc. Ital. di Sc. nat., mira a completare la fisonomia floristica delle Brughiere del Ticino. È dessa !della più grande importanza sopratutto agli studiosi che potranno valersene nel seguire, e fissare i li- miti di diffusione di talune specie vegetali che l’ A. ricorda. KOBELT dr. W. Diagnoses Heliceorum novorum in Ital. collectorum. (Napoli, 1903. Aunuariod. Museo zool. d, R. Univ. Vol. I, N. 5 Est. di pag. 5 in-8). Da la descrizione e la località di' nuove Helix raccolte in Italia. Esse sono: l. Helix (Pomazia) amandole n. (2 es. donati dall’ottima Marchesa M. Paulucci) 2. Herus (surrentinus var.) vallicola n., 3. Iberus (surrentinus var.) picentinus n, 4. Iberus (surrentinus var.) corvinus n., 9. Iberus (surrentinus var.) irpinus'n., 6. Iberus (sur rentinus var.) alticola n., 7. Iberus gauri n., 8. Ibeurus potentiae ‘n., (tale specie donata dalla egregia Marchesa Paulucci), 9. Zberus dasilicatae n. (specie donata dalla. prelodata distinta 'Mar- chesa Paulucci), 10. Iberus ww4Mei n. PAGLIA dott. EMILIO. Contributo allo studio della famiglia delle Valeriana- cee (Napoli, 1900. Reale Tip. Pansini. Pag. 48 in 8.° con 2 tav.) Questo lavoro è frutto di ‘accurate osservazioni ‘originali fatte dal Chiaro A. sulla biologia, la discendenza e l° evoluzione di essa famiglia. (1). L. CAMERANO.- Lo studio quantitativo degli organismi e il coefficiente ‘somatico. Atti! d.R, Accad, d. Scienze di Torino, Vol XXV, 1900. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 49 FUNARO prof. A. Di un nuovo processo per la estrazione dell’ Olio di oliva. (Modena, 1902. Antica Tip. Soliani. Pag. 8 in 8.0). È una nota in cui è descritto un nuovo metodo per ricavare dall’ oliva olii mangiabili. Questo nuovo. metodo consiste nel procedere ‘all'estrazione dell’ olio con mezzi chimici invece di quelli meccanici. BERLESE ANTONIO. Rassegna - Nuove Relazioni intorno ai lavori della R. Stazione d’ Entomologia ‘Agraria di Firenze, per cura, della Direzione. Serie prima, N. 4,.1902. (Portici, 1903. Dalla Riv. di Patol. veg. Vol. X, Estr. di pag. 13 in 8"). L'A. da alcuni giudizi sul contenuto del succitato, libro. MANTERO GIACOMO. Enumerazione delle Mutille raccolte nell’ alto Paraguay da Guido! Boggiani. (Firenze, 1902. Dal Bull, d. Soc. Eutom. Ital. Auno XXXIV Estr. di pag. 6 in 8°). Fra le raccolte zoologiche conservate nel Museo Civico di St. Nat. di Genova, donategli dal compianto Boggiani, nipote del naturalista Gené, trovansi delle Mutille che vengono; indicate per la prima volta come viventi nel Paraguay. L' A. ha creduto non privo d'interesse darne un elenco con' la descrizione succinta. DEL GUERCIO prof. G. e MEZZANA prof. N. La serie maschile delle forme «nella nuova Cocciniglia cerifera degli agrumi. (Ceroplastes Sinensis Del Guercio). (Firenze, 1903: Tip. M. Ricci Pag. 12, con una;tavola.) Sono note e osservazioni fatte dagli egregi Autori intorno ai caratteri delle forme) maschili della nuova Cocciniglia cerifera degli agrumi. DE STEFANO GIUSEPPE. Un nuovo Chelonide della famiglia, Trionychidae a p- partenente all’ Eocene francese. (Roma, 1902. Dal Bollettino della Società Geologica Italia- na Vol. XXI Fasc. II. Estr. di pag. 9 in 8 con l tav.) L'A. descrive un nuovo tipo generico con- servato fra le collezioni paleontologiche del Museo dell’ Università di Sorbona. Il fossile in que- stione consiste in una corazza dorsale, di forma allungata e subovale, non troncata;posteriormente, poco rigonfia, ed alquanto deformata alla regione postero-laterale sinistra per compressione latero- verticale subita da essa. DE STEFANO dott. GIUSEPPE. Sui Cheloniani fossili conservati alla scuola superiore delle Miniere di Parigi. (Reggio Calabria, 1902. Stab. Tip. di F. Morello. Pag. 13 in 4, con :l tav.) Il Museo paleontologico di Parigi di cui è direttore 1’ Illustre professore H.Dou- villè, possiede già molto materiale inedito di Chelonidi fossili con qualche nuovo tipo specifico di diverse famiglie fra i RAynchochelonidi. L' A., per gentile permissione del suddetto Direttore, ha avuto agio di studiare il materiale e si è indotto a pubblicare, per la illustrazione dei fossili in parola, una serie di note separate. Intanto in questa sua prima si occupa di un importante Chelonio dell’ Africa settentrionale (Tunisia). DE STEFANO dott. G. Osservations critiques sur quelques théories, de Sy- smologie et la determination de l’ Axe d’un tremblement de terre. (Paris, 1902. « Le Naturaliste » I Aprile. Pag. 98-100). L'A. nella compilazione del suo; lavoro ha voluto considerare sopratutto le teorie che si riferiscono ai‘centri sismici, perchè i sismologhi danno la più grande importanza a questi ultimi, Egli ha esaminato in particolare quella di Von Seebach, perchè è ci- tata nei trattati autorevoli. di Geologia, come quelli di De Lapparent di Issel e di altri, e che vin pratica essa è impiegata da ‘alcuni sismologhi. DE STEFANO GIUSEPPE. Probabile sollevamento attuale della costa Ionica Calabrese ? (Roma, 1902 Presso la Società Geografica Italiana pag. 23 in-8). Dopo avere constatato l’ immersione attuale littoranea dello Stretto e la emersione sulla costa tirrena e jonica della Calabria ‘occidentale, 1" A. cerca brevemente di dare, secondo il suo modo di vedere, le' più plausibili spiegazioni. PASSERINI prof. NAPOLEONE: Sopra la ricchezza in azoto dei semi di lupino usati ‘come concime. (Modena, 1902. Dal Periodivo « Le Stazioni sperimentali agrarie italiane » fasc, X-XII Estr. ‘di pag. 12 in-8). 50 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI È a tutti noto come i semi di lupino (Lvpinus albus L.) sieno comunemente usati quale con- cime per il frumento in varie località della Toscana, e come in Lombardia spesso vengano appli- catì nelle risaie. L'effetto di questa concimazione vegetale è davvero notevole, e in alcuni casi, specie nei ter- reni sciolti, la sua efficacia, a parità del quantitativo di elementi fertilizzanti, supera quella dei concimi chimici. Se in alcuni terreni la superiorità dei lupini e dei concimi azotati-organici è indiscutibilmente dimostrata, è certo che in molti altri si può coi concimi chimici ottenere il medesimo effetto. L' Illustre A. ha quindi ritenuto opportuno determinare chiaramente il valore dei lupini, partendo dalla loro ricchezza in azoto. De STEFANO dott. GIUSEPPE. Stylemys Bottii n. f. (Bologna, 1902. Dalla Riv. ital. di Paleont. Fasc. II e III. Estr. di pag. 4 in-8, con ù tav.) L'A. descrive una nuova forma di chelonio che fa parte della interessante collezione: di ret- tili fossili conservati nel Museo di Paleontologia della Scuola delle miniere di Parigi. FERRARIS dott. TEODORO. Materiali per una Flora micologica del Piemon- te. Miceti della Valle d’ Aosta. (Genova, 1903. Malpighia Vol XVI Estr. di pag. 41 in-8 con 2 tav.) La maggior parte di materiale raccolto nel settembre 1900, nella quale epoca 1” Egregio A. intraprese una piccola spedizione micologica in Valle di Aosta, ha servito come primo contributo nella formazione di questa flora micologica nella quale figurano ben 162 specie, molte delle quali rare o interessanti per la flora italiana e non poche specie e varietà nuove per la scienza. BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI AZNOAPRINOO-____ Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- diamo sia l' unico che si stampi fra noi, ed è forse perciò che gli studiosi e’ specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde premure a che. procurassimo di renderlo il più possibile com- pleto. Per la qual cosa preghiamo gli autori italiani e quelli esteri che scrivono in pubblicazioni italiane o di cose italiane, relative alle scienze naturali, a. favorirci possibilmente una .copia dei loro scritti, o fornirci anche solamente i dettagli sufficienti per poterne dare un simile annunzio ai seguenti. I gentili autori che ci faranno questo favore, avranno un qualche compenso nel far così conoscere il titolo dei loro scritti nei centri scientifici di tutto il mondo, poichè questa Rivista non solo è diffusa per i molti abbonati che ha, ma viene anche inviata in cambio ad altre 200 pubblicazioni dei principali sodalizzi scientifici italiani ed esteri, Pubblicazioni del 1901 (Cinixys Belliana Gray) del Sudan orientale. (Mi- nio lano; Atti d. Soc. ital. di Sc. nat. e d. Museo civ. di St. nat. Vol. 40, Fasc. 2-3, pag. 111-114, con fig.) 115. Stossich M. Il Monostomum mutabile, Zeder e le sue forme affini. (Trieste, Boll. d. Soc. adriatica disc. nat. Vol. 21, Estr. di pag. 40 in-8 Zoologia, Paleozoologia Allevamento degli Animali con 9 tav.). 112. Ronna E. Gli uccelli nidiacei. Allevamen- 116 ia prof. E. L'anno ornito- to,-Educazione-Malattie-Cure (Siena, Avic. Ann. | logico al piede delle Alpi. Scene all’ aperto e fiori V; 39-40 e seg.) di lettura. (Siena, Avie. Anno V, n. 43-44. cont. 113. Ronna E. La « Testudo graeca » Lin. | e continua): ; : (Siena, Boll. d. nat. Anno XXI, n. 9, pag. 105- 117. Vallon G. Note ornitologiche per la.pro- 109). vincia del Friuli durante l'anno 1900. (Siena, 114. Sordelli F. Anomalia in una testuggine ! Ibidem, pag. 27-29). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI o)! 118. Vallon G. L'emigrazione in generale ad Helgoland. (Siena, Ibidem n. 37-38 cont. e cont.) 119. Vallon G. Note ornitologiche per la provincia del Friulì durante l’ anno 1901, (Siena, Ibidem n. 41-42, pag. 78-82). 120. Vallon G. Nota intorno alla nuova spe- cie di Civetta scoperta nella provincia del Friuli. (Udine, Dagli Atti dell’ Acc. S. IMI, Vol. VIIL Estr. di pag. 19 in-8). 121.Zodda dott. G. Contributo allo studio degli uccelli Siciliani. (Siena, Ibidem, n. 47-48 e seg.) 122. Bellardi L. I molluschi dei terreni ter- ziari del Piemonte e della Liguria descritto dal Dott. Federico Sacco. (Parte XXIX). (Torino, Ed. C. Clausen C. pag. 216, con 29 tav.) 123. Bellini A. Divagazioni Encheliologiche. Intorno alle migrazioni terrestri delle Anguille. (Venezia, Neptunia Suppl. al n. 13 di Vol. 16). 124 Berlese A. Uccelli entomofagi e insetti parassiti delle forme nocive. (Padova, Boll. di Entom. veg. An. 8, pp. 86-88). 125 Brusina S. Sulle alche e in ispecie sull’ Alca torda della Dalmazia e della Croazia e sulle pretese invasioni del Phalacrocorax. (Roma, Boll. Soc. zool. ital. Vol. 2, Fasc. 3-6, pp. 213-225). 126 Cognetti L. Res italicae, III. Gli Oligo- cheti della Sardegna. (Torino, Boll. Musei Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. Vol. 16, n. 404, pp. 26, con tav.) 127 Camerano L. Lo studio quantitativo degli organismi e gli indici di mancanza, di cor- relazione e di asimmetria. (Torino, Ibidem, n. 406, pag. 5.) 128 Camerano prof. L. Gordii raccolti dalla spedizione « Skeat » nella Penisola Malese 1899- 1900. (Torino, Ibidem, n. 408, pag. 2). 129 D' Agostino A. P. Prima nota dei ragni dell’ Avellinese (Avellino, pp. 4). 130 Emery C. Dopo vent'anni; ancora una volta dell'indirizzo moderno delle scienze natu- rali e particolarmente della zoologia in Italia. Prelezione. (Bologna, Tip. edit. N. Zanichelli, pp. 31). 131 Facciolà L. Contrattilità muscolare nei pesci. (Venezia, Neptunia Vol. 16, n. 4, pp. 33- 34). 132 Loreta G. La zoologia nella Bibbia se- condo la volgata. (Torino, Tip. Salesiana, pp. 580, con fig.) 133. Losito C. Su una nuova specie del gen. Diaptomus Westvvood. (Roma, Boll. Soc. zool. ital. Vol. 2, Fasc. 3-6, pp. 150-164). 134. Losito C. Note di tecnica per lo studio degli Entomostraci. (Roma, Ibidem, pp. 165-171). 135. Maglio (©. Gli storioni delle acque pa- vesi. (Milano, Rendic. Ist. lomb. Sc. e Lett. Vol. 34, Fasc. 18, pp. 1143-1148). 186. Parona C. e Stossich M. 0esophago- stomnum tuberculatum n. sp. parassita pei Dasy- pus. (Genova, Boll. Musei Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. n. 110, pp. 3, con fig.) 137 Porta A. La Viviana pacta (Mgn.) Rond. parassita dello Zabrus tenebrioides Goeze (Gib- bus f.) (Modena, Atti Soc, Nat. e Matem. Vol. 2; pp. 39-40). 138. Renault A. Per la legge unica sulla caccia: lettera a S.E. il Ministro di agricoltura, industria e commercio. (Pisa, Tip. Simoncini pp. 10). 139. Rossi G. Sulla locomozione dei Miria- podi. (Genova, Atti Soc. ligustica sc. nat. Vol. 12. Estr. di pag. 17). 140. Rostagno F. Classificazione descrittiva dei Lepidotteri italiani. (cont.) (Roma, Boll. Soc. Zool. ital., Vol. 2, Fase. 3-5 pp. 97-122). 141. Sacco prof. F. I Molluschi dei terreni terziari del Piemonte e della Liguria. (Torino, Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R, Univ. n. 209, pag. 9). 142. Salvadori T. Due nuove specie di Uc- celli dell’isola di S. Thomè e dell’isola del Principe raccolte dal Sig. Leonardo Fea. (Torino, Ibidem, n. 414. pag. 2). 143. Tuttolomondo A. Fauna ittiologica del Compartimento marittimo di Catania. (Girgenti, Stamp. Montes, pp. 164). Botanica, Paleofitologia - Agricoltura (continuazione) 43. Arcangeli G. Glì effetti dell'Inverno 1900-1901 sulle piante dell’ Orto botanico di Pi- sa. (Firenze, Bull. d. Soc. Bot. Ital. Fasc. 6, pag. 211-214). 44. Arcangeli G. Di alcune Epatiche rac- colte presso Livorno. (Proc. verb.) (Firenze, Ibi- dem, pag. 214-215). 52 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 45. Baccarini P. Lavori eseguiti nel R. Orto Botanico. Appunti sulla vegetazione di alcune parti della Sicilia orientale. (Firenze, Nuovo Giornale Bot. Ital. Fasc. 3 e seg.) 46. Bargagli Petrucci G. Cavità stomati- fere del genere Ficus. (Firenze, Ibidem, pag. 492-498, con 4 fig.) 47. Bargagli Petrucci G. Le specie di P7- sonia della regione dei Monsoni. (Firenze, Ibidem, pag. 623-625). 48. Baroni E. Notizie sopra un caso di fa- sciazione nel Poterium Sanguisorba (Proc. verb.) (Firenze, Bull. d. Soc. Bot. ital. Fasc. 7, pag. 287-288). 49. Baroni E. et Christ, H. Filices plan- taeque Filicibus affines in Shen-si, septentrio- nali, provincia Imperii Sinensis, a. Rev., Patre Iosepho Giraldi collectae. Manipulus quintus. (Firenze, Ibidem pag. 288 292). 50. Baroni E. et Christ H. Felices Setcio- nenses a Rev. Patre U. Scallau collectae in Se- tsciuoen, provincia Imperii Sinensis, in monte Uo-misan prope Tcen-to-sen, anno 1899. (Firen- ze, Ibidem pag. 293-298). 5l. Baroni E. Cenno necrologico del Padre | Giuseppe Giraldi. (Firenze, Ibidem pag. 311-313). 52. Beccari O. Trasloco delle collezioni bo- taniche del Museo di Firenze. Lettera aperta al presidente della Soc. bot. italiana. (Firenze, Ibi- dem pag. 202-210). |. 53. Beguinot A. Intorno a Plantago crassi- folia Forskal ed a P. Weldenti Rehb. nella flora italiana (Firenze, Ibidem pag. 252-261). 54. Beguinot A. Contribuzione alla flora di Procida e di Vivara. (Firenze, Ibidem. fasc. 9, 386-399). 50. Beissner L. Coniferes de Chine, recoltés par le Rev. pèra Ioseph Giraldi dans le Shen-si septentrional et méridional. (Firenze, Ibidem. Fase. 8, pag. 357-361). 56. Bolzon P. e De-Bonis A. Conlributo alla flora veneta. (Firenze, Ibidem. Ad. 10 Marzo Estr. di pag. ll in-8). 57. Bottini A. Appello ai biologi. (Proc. verb.) (Firenze, Ibidem. Fasc. 9, pag. 385-386). 08. Casali G. Terza contribuzione alla cono- scenza della flora micologica Avellinese (Firenze, Ibidem. Fasc. 7, pag. 335-342). 09. Casali C. Primo; elenco delle Alghe. della Valle di Avellino. (Siena, Riv. ital, di sc. nat. Anno XXI, n. 3-4, pag. 49-50). 60. Cavara F. La vegetazione della/Sardegna meridionale (Firenze, Nuovo Giorn. bot. Ital. Fase. 3, pag. 363-415). 61. Chalon dott. I. Notes de Botanique expe- rimentale (Namur, Ed. Ad. Wesmael.- Charlier pag. 339 in-8 con fig.) 62. Ciofalo dott. S. La festa degli alberi (Palermo, Tip. Fili. Vena. pag: 16/in-8). 63. Colozza A. Nuova contribuzione all’ ana- tomia delle Alstroemeriee (Firenze, Nuovo, Giorn. Bot. Ital. Fasc 3. pag. 477-491). 64. De Franciscis F. Sulla presenza del- l'Ustilago violacea Pers. nei fiori di Melandrium pratense Roehl. (Firenze, Bull. d, Soc. Bot. ital. fasc. 6, pag. 261-266). 65. Delpino F. Sugli Artropodi fillobii e sulle complicazioni dei loro rapporti biologici. (Firenze, Ibidem. Fase. 7, pag. 313-320). 66. Delpino F. Per una rettificazione. (Firen- ze, Ibidem pag. 320-321). 67. De Stefani Perez T. Contribuzione, al- l’ entomolocecidiologia della Flora Sicula (Firen- ze, Nuovo Giornale Bot. Ital. Fasc. 3 e seg.) 68. Farneti R. e Montemartini L. Bota- nica. Libro di Testo ad uso delle Scuole secon- darie del regno d' Italia. (Milano, Ed. .U. Hoepli pag. 301 ,in-8,.con 569 incisioni). , 69. Forti A. L'impiego dell’ aldeide formica per impedire: la fluidificazione nei preparati alla gelatina glicerinata. (Firenze, Bull. d. Soc. bot. ital., Fasc. 6. pag. 224-226). 70. Gargiulo dott. prof. A. Contributo al- lo studio delle foglie. macchiate. (Siena, Riv. ital. di sc. nat. Anno XXI, n. 7-8 e seg.) 71. Goiran A. Notizie floristiche del Vero- nese (Proc. verb.) (Firenze, Bull. d. Soc, Bot. Ital. Fasc. 6. pag. 210-211). 72. Goiran A. Una prima mezza centuria di piante (specie, varietà, forme) osservate sul Ve- ronese (Firenze, Ibidem Fasc. 7 pag. 269-277). 73. Goiran A. Una seconda, mezza centuria di piante (Specie, varietà, forme) osservate sul Veronese (Firenze, Ibidem pag. 349-355). 74. Goiran A. Una prima e una seconda centuria di piante, (specie, varietà, forme) osser- vate sul Veronese. (Firenze, Ibidem. Ad, 7 giu- gno d. Riunione generale in Siena e del 13 Ot- RIVISTA ITALIANA DI tobre della Sede di Firenze. Estr. di pag. 18, in-8). 79. Largaiolli dott. V. Le Diatomee. del Trentino. (Trento, « Tridentum » Fasc. IX. Estr. di pag. 6 in-8). 76. Lorenzi A. Note preliminari sulla flora dei laghi elevati delle Alpi orientali (Udine, dal Giornale: In alto. Cronaca d. Soc. Alpina Friu- lana Estr. di pag. 20 in-8). 71. Macchiati L. A proposito di un Afide descritto come nuovo. sul Nerzum Oleander L. (Firenze, Bull. d. Soc. Bot. ital. Fasc. 7, pag. 321-322). 78. Macchiati L. L’ assimilazione contempo- ranea del Carbonio, dell’ idrogeno, e dell’ ossigeno è una speciale fermentazione promossa dall’ at- tività vitale di una diastasi, segregata dalle cel- lule contenenti pigmenti clorofillici. (Firenze, Ibidem. pag. 323-335.) 79. Mattei G. Fioritura della Edgevvorthia chrysantha. (Firenze, Ibidem. Fasc. 7, pag. 350- 356). 80. Martelli U. I pomi gelati (Proc. verb.) (Firenze, Ibidem. Fasc. 9, pag. 399-400). 81 Micheletti L. Flora di Calabria. Ottava contribuzione (Fanerogame. Parte della V.-cen- turia. (Firenze, Ibidem. Fasc. 7, pag. 277-287). 82. Micheletti L. Flora cala bra. Ottava con- tribuzione (Fanerogame. Complemento della V. centuria e parte della VI). (Firenze, Ibidem, pag. 342-349). 83. Montaldini D. C. La Spergularia sege- talis' Fenzl ed altre specie interessanti, trovate al Trasimeno (Firenze, Ibidem. Fasc. 6, e seg.) 84. Mottareale G. Su d'un esemplare tera- tologico di Papaver Rhocas L. (Firenze, Ibi- dem, pag. 175-187). ‘ ; 85. Nicotra L. Per una storia letteraria della Flora italiana. (Firenze, Ibidem, pag. 226-228). 86. Nicotra L. Gli Echinops italiani (Firen- z0, Ibidem pag. 228-237). 87. Ninni E. Note di Agricoltura per com- battere la Mosca olearia. (Verona, Prem. Stab. Tip. N. Paderno. pag. 7 in-8). 88. Pampaloni L. ll Nostoc punctforme nei suoi rapporti coi tubercoli radicali delle Cicadee. (Firenze, Nuovo Giorn. bot. ital. Fase. 4; pag. 626-632). 89. Paratore dott. E Ricerche su la sirut- tura e le alterazioni del nucléo nei tubercoli ra- SCIENZE NATURALI dicali delle Leguminose. (Genova, Malpighia Estr. di pag. 10 in-8) 90. Paratore dott. E. Considerazioni intorno alle idee del Van Tieghen su la struttura delle piante. (Siena, Boll. d. nat. Anno XXI, n. l, pag. 1-4). 91. Pasquale F. Seconda aggiunta alla bi- bliografia della flora vascolare delle provincie meridionali d’ Italia (Firenze, Boll. d. Soc. Bot. Ital. Fasc. 6, pag. 238-244). 92. Passerini N. Sui tubercoli radicali della Medicago sativa L. (Firenze, Ibidem. Fasc. 8, pag. 365-370 con 3 fig.) 93. Piccioli I. Sulla maturazione biennale del Cerro. (Firenze, Ibidem. Fase. 6, pag. 218- 224). 94. Ponzo A. Aggiunte-aîla Flora trapanese | (Firenze, Ibidem. Fasc. 8, pag. 370-381). 95. Preda dott. A. Effetti del libeccio su alcune piante legnose che crescono lungo la costa livornese. (Firenze, Ibidem. pag. 381-384, con 3 fig.) 96. Redazione. Congresso botanico italiano a Siena. (Siena, Boll. d. nat. Anno XXI, n. 7. pag. 89). d 97. Saccardo P. A. e Beguinot A. Gia- como Petìver e l' invenzione delle Plantae exsic- catae (Firenze, Bull. d. Soc. Bot. Ital. Fasc. 6, pag. 244-251), 98. Sommier S; Cenni sulla flora di Piauo- sa (Firenze, Ibidem. Fasc. 7, pag. 298-307). 99. Sommier S. Cenno necrologico del socio Barone Ricasoli-Firidolfi (Proc. verb.) (Firenze, Ibidem pag. 310-311). 100. Tassi F. Bullettino del Laboratorio, ed Orto bot. d. R. Univ. di Siena. (Siena, Anno IV, pag. 25 in-8 con I tav.). 101. Trotter A. Studi cecidologici II. Le ra- gioni biologiche, della Cecidogenesi. (Firenze, Nuovo Giorn. bot. ital. Fase. 4, pag. 5097-0975). 102 Ugolini dott U. Terzo elenco di piante nuove 0 rare pel Bresciano (Brescia, Dai Com- mentari dell’ Ateneo. Estr. di pag. 8 in-8). 103. Ugolini dott. U. Quarto elenco di piante nuove o rare pel Bresciano. (Brescia, Estr. di pag. 15 in-8). 104. Ugolini dott..U. Esplorazioni Botaniche in Valsabbia. (Brescia, Dai Commentari dell'A- teneo. Estr. di pag. 59 in-8). 105. Ugolini dott. U. Appendice alla flora 54 RIVISTA ITALIANA DI degli anfiteatri morenicì (Brescia, Ibidem. Estr. di pag. 7, in-8). (06. Vaccari L. Flora cacunimale della Val- le d’ Aosta (Firenze, Nuovo Giorn. Bot. Ital. Fase. 3; pag. 416-439). I 107 Zodda dott. G. Osservazioni critiche e geograficho sulla flora vascolare del Peloro. (Siena, Riv. ital. di sc. nat. n. 1-2, cont. e fine.) 108: Zodda dott. L. Gli effetti dell’ Inverno 1900-901 sulle piante dell’ Orto Botanico di Mes- sina. (Siena, Boll. d. nat. Anno XXI. n. 11, pag. 121-129) Soggetti varî d’indole generale e di tecnica (continuazione) 25. Ardu Onnis dott. E. Officine litiche in Sardegna. Nota-di -Paletnologia. (Cagliari, Dal giornale « La piccola Rivista » Anno I, n. 12, Estr. di pag. 8, in-8). 26. Baccelli prof. G. XI Congresso Nazio- nale di Medicina interna. (Roma, Tip: Nazionale di G. Bertero e C. pag. 34 in-8). 27 Barsali E. La Fauna e la Flora nella Gerusalemme liberata. (Siena, Boll. d. nat. An. XXI, n. 10, pag. 113-116). 28. Bellati M. e Finazzi L. Sul calore che sì produce bagnando le polveri. Nota. (Ve- nezia, Atti d. R. Ist. Veneto: di sec. lett. ed arti T. LXI, par. II. (S. VIII, T. IV), pag. 503-524). 29. Berlese prof. A. Misura delle reticelle che permettono il. passaggio ai parassiti della Cochylis e non alla farfalla. (Portici, prem. Stab. Tip. Vesuviano pag. 2 in-8). 30. Berlese A. Metodo di lotta razionale contro la Cochylis ambiguella ed altri insetti. (Partici, Ibidem pag. 4 in-8, con 2 fig.) 31. Bisleri F. La lotta. contro la malaria (Milano, Premiato Stab. Tip. Lit. A Roncati, pag. 4.in-8). 32. Bombicci prof. L. Alcune obbiezioni circa î supposti cristalli liquidi ed i pretesi cri- stalli viventi. (Bologna, Dalla Serie V, T. IX, d. Mem. d. R. Accad. d. Scienze dell’Ist. Estr. di pag. 16 in-4). 33. Bombicci prof. L. Di alcune recenti idee sulla formazione della grandine e della pretesa potenza dei -vorticelli. degli spari grandinifughi. (Bologna, Ibidem, Estr. di pag: 44 in-4,con l tav.) SCIENZE NATURALI 34. Bonomi prof. A. L' utilità dei boschi. (Rovereto, Stab. Tip. Grigoletti pag. 8 in-16). 35. Cacciamali prof. G. B. Per l'inaugu- razione del ricordo monumentale a Giuseppe Ra- gazzoni. (Brescia, Boll. d. Soc. Geol ital. Vol. XX. Fasc. IV. Estr. di pag. 4 in-8). 36.. Camerano L. Ricerche intorno alle ren- ne delle isole Spitzperghe (Torino, Dalle Memo- rie d. R. Accad. d. Sc. S. II, LI, Estr. di pag. 240, con 4 tav.) 37. Camerano prof. L. Flaminio Baudi di Selve. Cenni biografici e bibliografici (Torino, Boll. d. Musei di Zoologia ed Anat. comp. d. R. Univ. n. 396, pp. 6). 38. Carabelli dott. C. La sifilide guarisce. (Milano,Boll.Chimico Scientificod. Poliambulanza Estr. di pag. 10 in-4). 39. De Blasio prof. A. L'uomo preistorico in terra di Bari (Epoca neolitica) (Siena, Riv. ital. di Sc. Nat. Anno XXI, n. 7-8, pag. 89-97, con 2 fig.) 40. De Blasio A. L'uomo preistorico in ter- ra di Bari. (Napoli, Dalla Riv. Mensile di Psi- chiatria Forense, Antrop. Criminale e Sc. af- fini. Anno IV, n. 3-4. Estr. di pag. 13 in-8). 41. De Blasio A. Un ladro mattoide ri- formatore (Napoli, lbidem, Estr. di pag. 8 in-8). 42. De Blasio A. Cranio piramoide in una epilettica. (Ibidem, Estr. di pag. 8 in-8). 43. De Blasio A. Scuola di applicazione pei ladri di destrezza Napoletani. (Napoli, Ibidem, n. 6. Estr. di pag. 18 in-8). 44. De Blasio A. Delitto e forma geometri- ca della faccia fra i delinquenti napoletani. Na- poli, Ibidem, n. 10-11. Estr. di pag. 18.in-8, con 9 fig.) 45. Fairfield Osborn E. Dai Greci a. Dar- winn. Disegno storico dello sviluppo dell'idea dell'evoluzione. (Torino, Ed. F.lli Bocca pag. 261 in=8). 46. Fenizia C. Storia della evoluzione. (Mi- lano, Ed. Ulrico Hoepli. pag. 339 in-8). 47. Funaro prof. A. Sulla composizione chi- mica dei calcoli biliari. (Firenze, Dall' Orosi gior. di Chimica e Farmacia. n. ll, Estr. di pag. 4, in-8). 48. Galli-Valerio dott. B. La malaria nel- la poesia di A. Aleardi. (Siena, Riv. ital, di Sc. nat. Anno XXI, n. 1-2 pag. 8-10). 49. Galli-Valerio dott. B. I Musei di Lon- LE i ‘vita. (Siena, Riv. ital. di Sc. nat. Anno XXI, n. :1-2.e seg.) RIVISTA ITALIANA DI dra dal punto di vista dell'insegnamento, (Siena, Ibidem, n. 5-6 pag. 76-78). 50. Galli-Valerio dott. B. La peste delle Api e la sua cura colla formalina. (Siena, Ibidem n. 9-10, pag. 113-115). 51. Giard A. Pour l' histoire de la Merego- nie. (Paris, Comptes rendus des séance de la Bio- logie, Estr. di pag. 3 in-8). 52. Griffini dott. A. Come ammettiamo l’evo- luzione degli organismi. (Foggia, Tip. Domenico Pascarelli pag. 27 in-8). 53. Imparati E. Sulla efficacia degli Spari grandìnifughi. (Piacenza, dall’ Italia agricola n. 19. Estr. di pag. 6 in-8). 54. Merlini prof. A. La colonizzazione in- terna: (Pistoia, Tip. Niccolai pag. 48 in-4). 55. Neviani A. La vita nei cristalli. (Siena, Riv. ital. di Sc. nat. Anno XXI, n. 5-6, pag. 62- 64). ‘96. Ninni E. La pesca « a fagia » Relazione sopra alcuni esperimenti eseguiti con un nuovo fanale ad acetilene. (Venezia, Boll. d. Soc. Re- ‘gionale Veneta per la pesca e 1” Aquicoltura S. II. n. 7-8 Estr. di pag. 13 in-8, con 3 fig.) 57. Paratore prof. E. Le funzioni della 58. Parona dott. GC. Proposta di un metodo pratico per combattere la Mosca olearia. (Genova, Stab. Tip. Unione Genovese, pag. 16 in-8). 59. Passerini prof. N. e D’ Achiardi prof. G. Sopra ‘la pioggia melmosa (pioggia di sangue) caduta in Firenze la sera del 10 Marzo. (Firenze, Dagli Atti d. R. Accad. dei Georgofili Vol. XIV, Disp. II. Estr. di pag. 19 in-8). 60. Pavesi prof. P. Un antico piscicultore italiano dimenticato. (Como, dall’Aquicoltura Lom- barda.Fasc. 6, Estr. di pag. 7 in-8). 61. Pavesi prof. P. L° Abbate Spallanzani ‘a Pavia. Cenni storici. (Milano, Tip. Bernardoni di C. Rebeschini e C. pag. 68 in-8). 62. Raffaelli G. C. Le nubi temporalesche. Forma, posizione e movimento delle nubi nelle diverse fasì dei temporali. (Genova, dagli Atti d. Soc. Ligustica di sc. nat. e geogr. Anno XII, Vol. XII. Estr. di pag. 22 in-8). 63. Redazione. Onoranze al prof. comm. Bombicci (Siena, Boll. d. nat. anno XXI, n. 5-6 pag. 57). 64. Redazione. Le idee dell’ On. Nasi, Mi- SCIENZE NATURALI 55 nistro della Pubblica Istruzione. (Siena. Riv. ital. di sc. nat. Anno XXI, n. 3-4, pag. 25-27). 65. Ricchieri G. Piccolo annuario Geografi- co e Statistico. (Bergamo, Ist. Ital. di Arti gra- fiche.) (Prezzo L. 1,50). 66. Ricci dott. O. Sulle modificazioni della retina allo scuro ed alla luce. (Siena, Riv. ital. di scienze nat. Anno XXI, n. 5-6 e seg.) 67. Ricci dott. O. Ricerche sulle metamor- fosi dei Murenoidi. (Modena, Ed. G. T. Vincenzi e Nipoti. pag. 35 in-8). 68. Scavia dott. M. L'analisi chimica quale controllo dei gas d’ illuminazione, (Torino, Dalla « Riv. tecn. d. R. Museo industriale italiano » Anno ], Fasc. 2. Estr. di pag. 23 in-8). 69. Torossi dott. G. B. Il Gabinetto di St. naturale dell’ Istituto Tecnico A. Fusinieri. (Vi- cenza, Stab. Tip. L. Fabus & C. pag. 26 in-8). 70. Veneziani dott. A. Psicologia sperimen- tale Scienze naturali. (Siena, Riv. ital. di Sc. nat. Anno XXI, n. }l-12, pag. 141-143). 1. Veneziani A. Contributo allo studio del cambio dei capelli nell'uomo. (Milano, Giorn. Ital. d, Malattie Veneree e della pelle. Fasc. V, Estr. di pag. 31 in-8). 72. Verson E. Sull'armatura delle zampe spurie nella larva del filugello. (Venezia, Atti d. R. Ist. Veneto di Sc. Lett. ed Arti. T. LX. Estr. di pag. 20 in-8). 73. Viterbi A. Sopra una classe di moti vor ticosi permanenti. (Venezia, Ibidem, T. LXI, P. I, (S. VIII, T. IV), pag. 449-464). Geologia e Mineralogia (continuazione) 86. Arcidiacono S. Il terremoto di Nico- losi dell’1l1 maggio 1901 e le sue repliche. (Ca- tania, Boll. Acc. Gioenia di Sc. nat. Fasc. LXX, pag. 2-15). $7. Bellini R. La grotta dello zolfo nei Campi, Flegrei. (Roma, Boll. Soc. Fasc. lII. pag. 470-475). 88. Billows E. Zeoliti, Prehnite, Rodonite altri minerali dell’ Agordino superiore. (Padova, Riv. di min. e crist. ital. Vol: XXVII, Fase. V e VI, pag. 49-90). 89. Cacciamali G. B. Osservazioni geologiche sulla regione tra Villa Cogozzo ed Urago Mella 56 (Brescia) (IRoma, Boll. Soc. Geol. ital. Vol. XX, fase. IIL pag. 351-367, con ‘carta geologica). 90. Gapeder G. Appunti geologici sui din- torni di Potenza. (Roma, Ibidem. fase. III pag. 478-487). 91. Clerici E. Resoconto sommario delle escur- sioni fatte nei dintorni di Brescia nel settem- bre 1901. (Roma, Ibidem, fase. IV. pag. 179-186) 92. Colomba L. Sopra una jadeitite di Cassine (Acqui) (Padova, Riv. di min. e crist. ital. fasc. I, II, III, pag. 18-27). 93: Danielli G. Appunti geologici sulla parte meridionale del Capo di Leuca. (Roma, Boll. Soc. Geol. ital, fasc. 1V. pag. 616-690, con 3 tav. e 1 carta). 94 De Angelis D’ ossat G. Escursione geo- logica alla Miniera Màrganai (Iglesias) (Torino, Rassegna min. n. 16; pag. 241-242). - 95. De Angelis D’ Ossat G. e Millose- vich F. La miniera di antimonio a Montauto di Maremma e suoîì dintorni. (Torino, Ibidem, n. 13, pp. 193-196). 96. De Lorenzo G. Un paragone tra il Ve- suvio ‘e il Vulture. (Napoli, Rend. Ace. Sc. fis. e mat. Vol. VII, fasc. VIII a ll. pag. 315- 320). 97. De Stefano G. Osservazioni sul sopra- cretaceo della Sicilia nord-orientale (Bologna, Riv. ital. di paleontologia. An. VII, fasc. II, pag. 00-61). 98 De Stefano G. Alcuni pesci pliocenici di Calanna in Calabria. (Roma, Boll: Soc. Geol. ital. Vol. XX, Fasc. 4, pag. 552-562, con tav.) 99 Gentile G. Suw.alcune nummuliti dell’Italia meridionale. (Napoli, Atti d., R. Acc. Sc. fis. e mat. Vol. XI, n. 5, Estr. di pag. 14 in 4. con tav.) 100 Mercalli G. Escursioni al Vesuvio. (Na- poli, L'appennino meridionale. Anno JII, n. 1). 101 Mercalli G. Notizie vesuviane. Luglio- Dicembre 1900. (Modena. Boll. Soc. Sismologica ital. Vol. VII, n. 3 pag. 97-113). 102 Nelli B. Il Langhiano di Rocca di Mezzo ‘(Roma, Boll. Soc. Geol. ital. Vol. XX. Fase. 3, pag. 346-350). 103 Nicolis E. Successione stratigrafica della porzione orientale dell'anfiteatro morenico del Garda. (Roma, Ibidem, Fasc. 4. pag. 134-136). Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 104 Prever P. Cenni preliminari, sulle num- mulitidi dei dintorni di Potenza. (Roma, Ibidem, Fasc. 3, pag. 488-505). 105 Ricciò A. Cratere centrale dell’ Etna, (Modena, Boll. Soc. sismologica ital. Vol. VII, n. 3, pag. 124-136, con 4 tav). 106 Sacco F. I molluschi dei terreni terziarii. del Piemonte e della Liguria. Parte XXIX. (To- rino, pag. 160 in-4, con 29 tav.) 107. Sacco F. Considerazioni geologiche so- pra alcune ricerche di acqua potabile per la cit tà di Cuneo. (Cuneo, pag. 12 in-4). 108 Sacco F. Considerazioni geo-idrologiche sulle trivellazioni della Venaria Reale. (Torino, pag. 8 in-4) 109. Sacco F. La frana di Mondovì (Torino, Annali R. Accad. di Agr. Vol. XLIV, Estr. di pag. 4 in-8). 110. Sacco F. Sul valore stratigrafico delle grandi lucine; dell’ Appennino. (Roma, Boll. Soc. Geol, ital., Vol XX, Fasc. 4, pag. 563-574). 1ll. Scalia S. Sopra una nuova località fos- silifera del Post-pliocene sub-etneo (Catania, Atti dell” Acc. Gioenia dì Sc. nat. S. 4, Vol XIV, pag. 10. in-4). i 112. Silvestri A. Sulla struttura dì. certe polimorfine dei dintorni di Caltagirone. (Catania, Boll..Acc. Gioenia di Sc: nat. Fase. LXIX, pag. 14-18). 113. Squinabol S. La flore de Novale, Etude de paleontologie végétale. (Fribourg, Mémoires de la Soc. Friburgeoise des Sc. nat; Serie de Géol. et Gèogr. ; 2° annèe, Fasc. 1, pag.-1-97, con 5 tavole). i 114, Squinabol S. Su alcune filliti eoceni- che ‘del Vicentino. (Bologna, Rivista ital. di pa- leontologia. Anno VII, pag. 68-72, con tavola). 115 Tacconi E. Sulla composizione minera- logica delle alluvioni costituenti il sottosuolo di Pavia e dintorni. (Milano, Rend. R. Istituto lom- bardo. S. II, Vol. XXXIV, Fasc. XVI, pag. 873- 881). . 116. Toldo G. Sezioni geologiche riguardanti la coltre alluvionale padana. (Roma, Boll. Soc. Geol. ‘ital., Vol. XX. Fase. 4, pag. 579-515, con 1 tavola). (continua) E. BOZZINI, gerente responsabile E uscita la 14. dispensa del CATALOGO DEI COLROTTERI D'ITALIA Dott. Stefano Bertolini con la collaborazione di distinti entomologi. Se ne pubblica non meno di una dispensa di 8 pagine al mese, in formato tascabile (12 Y 18 circa) al prezzo di centesimi 10 la dispensa per l’Italia e cent. 15 per l'estero. Il catalogo è redatto giusta il più moderno sistema, coll’ aggiunta delle nuove specie note fino ad oggi. E utilissimo per regolare le collezioni secondo i più recenti sistemi ed al tempo stesso come ottimo intermediario nelle relazioni di cambio. Fa conoscere il sorprendente numero di specie che vanta la fauna italiana. È tuttora aperto l'abbonamento: Alle prime 10 dispense al prezzo di L. l' per l’Italia e L. 1,50 per l'estero. Alla intera opera L. 2 per l’Italia e L. 3 per l’ estero. Inviare il danaro alla Direzione di questo periodico. i N. B. Facendone richiesta con cartolina doppia, ossia con Cartolina con risposta pagata, se . ne invia. una dispensa gratis per saggio. AVVERTENZA . Dopo la pubblicazione della prima dispensa di questo catalogo, una fortu- nata combinazione incoraggiò l’ egregio autore ad aggiungere ad ogni sin-. gola specie le indicazioni delle località da esse abitate. L’illustre entomologo barone dott, Lucas v. Hyden accettò, con squisita cor- tesia, di coadiuvare il dott. Bertolini in quest'opera, e di renderla più interes- sante fornendo dati preziosi sulla diffusione dei coleotteri in Italia. A nome nostro, dell’ egregio autore e di tutti gli abbonati, ringraziamo cor- dialmente il distintissimo Sig. Barone dell’efficace suo aiuto. i L'EDITORE Colla prossima dispensa il catalogo sarà finito. A questo farà seguito l’ elenco delle specie tro- vate in Italia duraute la pubblicazione del medesimo, od omesse per svista; nonchè l’ errata-corrige. Coloro che vorranno contribuire gentilmente a rendere vieppiù completo il detto elenco, sono pregati a favorire le loro note alla Redazione della Rivista o all’ autore (Madrano nel Trentino); ciò al più presto onde non ritardare di soverchio il compimento del libro. Si anticipano i più vivi ringraziamenti. Sommario del N. 8 del” BOLLETTINO DEL NATURALISTA ,, COMUNICAZIONI. — Redazione. Per gli articoli da pubblicarsi. — Ai nostri associati. — In- torno alla cattura della Fhoca vitulina Pag. 25. Morgana Mario. Contribuzione allo studio della fauna di Montecassino Pag. 26. Neviani dott. prof. Antonio. Materiali per una bibliografia degli studi sui Briozoi viventi e fossili dal 1800 al 1900. (coat.) Pag. 31. Perlini R. Contributo alla Fauna dei Lepidotteri d’Italia (cont. e fine) Pag. 35. Notiziario. Pag. 37. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi Pag. 38. — Richieste e offerte (gratis agli abbonati) Pag. 39. LABORATORIO SOOLOGICO- TONO -TASSIRNICO MUSEO DI STORIA NATURALE Cataloghi gratis già diretti:dal Cav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Prezzi correnti SA Fornitore di molti Musei e Gabinettr italiani, ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità ecs. 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( 54 — Catalogo con note e prezzo degli animali di tutti gli ordini, scheletri ed altre preparazioni zootomiche, Piante, Minerali, Fossili, Modelli, ece. ecc., nonchè delle Collezioni già formate per l’ insegnamento. 54bis Mammiferi imbalsamati ed in pelle, scheletri e cranii. E «—_’‘« 55 — Occhi artificiali di ogni genere in vetro e smalto, per animali, uomini, sta- tue, bambole, ecc. « « 56 — Coleotteri europei. « « 57 — Uccelli imbalsamati ed in pelle. 3 Hanno pagato l' Abbonamento a tutto il 19038 (5. Nota) Bartoli Aleandri Giuseppe Maria — Bonalda rag. Carlo — Boschenstein Faesi — Brian dott. Alessandro — De Gresti ing. F. — Falda prof. dott. Leopoldo — Funaro prof. Angelo — Gaffurì prof. Cesare — Jannaccì cav. prof. dott. Francesco — Leo S. Olschki — Marcialis prof. Efisio — Martorelli prof. Giacinto — Meli prof. Romolo — Marciai dott. Giuseppe — Morgana prof. Mario — Moris march. Giuseppe — Miihl Forstrath M. — Paglia prof. dott. Emilio — Par- = vis tenente Giulio Cesare — R. Orto Botanico, Ferrara — Rossi dott. Fulvio — Salbitano Fede- rico — Sturniolo Giuseppe-— Tirelli avv. Adelchi — Traverso ing. Gio. Battista — sa prof. Giuseppe. N B. - Con la suesposta nota sono DRbDECa i nomi di coloro il cui abbona- mento ci è giunto entro Marzo. Conto corrente con la pos . ANNO XXIII na N56 6 2 RIVISTA ITALLANA DI SONAR VATDR Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L. 4, 00 Per gli Stati dell'unione postale L. 4,50. — Altri Stati L. 5, 00 - Siena - Maggio- Giugno 1903 È già diretta dal Cav. SIGISMONDO BROGI ARRIGONI degli Oppr conte prof. Errore — BADANELLI prof. dott. Dinre — BARGELLINI prof. MARIANO BELLINI dott. RAFFAELLO — BeRTELLI dott. Danre — Berti GrusePPE — Bezzi dott. prof. MarIo — Bi- soenI prof. d.° Caro — Borzon Prof. Dott. Pro — Bonomr Prof. Agosrino — Borpi Prof. Dott. Lurer Bomsicci-PorTA Comm. Prof. Lurer — BrunELLI Gustavo — BRUSINA Prof. SPIRIDIONE — CACCIAMALI Prof. G BarTIStA — Caragrò LomgaRDO Prof. ANTONINO — CARUANA-GATTO Avv. ALFREDO — CASTELLI dott. Giovanni — CERMENATI Prof. MARIO — CLERICI Ing. EnrIco — Corr Chimico farm. ELia — Damiani Dott. Prof. Gracom — Dr AngeLIS D' Ossat Dott. Prof. GioaccHINo — DE Bonis ANTONIO — De BLasro Dott. AseLe — DepoLi Guino —Der PrETE d 7 Rarmonpo — DE STEFANO d. GIUSEPPE — De STEFANI PeREZ Prof. Troposio — FABANI Sac. prof. CarLo — Faina TEDALDI LUIGI — FENIZIA prof. CarLo — Fiori Prof. Anprea — GaLLI-VALERIO dott. prof. Bruno — GixcneTTI cav. G. CESARE — GriLLo prof. Niccoò — ImParatI dott. prof. EpoARDO — LARGAIOLLI dott, prof. VitroRIO — LEVI Morenos dott. Davip — Livini cav. prof. dott. Antonio — Longo prof. dott. Anprea — Lopez prof. dott. Corrapo — Losacono Posero prof. MicHELE — LorenzINI ALessanpro — Lupi Dott. E, — Luzs march. dott. G. F, — Mascarini Prof. Aressanpro — Mett Prof. Romoro — MATTEI Giov. ETTORE — Morici MicaeLe NevianI Dott. Prof. Anronio — PaRATORE dott. prof. EmanuELE — PauLUCCI March. MARIANNA — PeLACANI Prof. Dott. Lucrano — Perroni Dott. Veter. PasquaLe — RoNcHETTI dott. Virrorio — Sancasciani Cav. Dott. Grusappe — ScarziA Dott. Giuseppe — SIGNORINI Prof. Giuseppe — SiLvestRi lrippo — SpinoLa March. Gracomo — STOSSICH Prof. MicHeLE — : TerrENzI Dott. Giuserpe — Tassi Cav. Dott. FLaminio — TELLINI Dott. Prof. ACHILLE — Tincorini Dott. Veter. Tiro — TrreuLi Avv. ApELcHI — Zoppa Prof. GiuskPPE. —_—____—_————________________—______——_—__——________rrr——Tr——r———————T—TTP—m_m_mrr. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: f ‘Ciascuno dei 3 periodici sì pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. ; Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in ViaB. Peruzzi28,e da tutti gli uttici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L’ abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoliseparati costano cent.30 perogni 16 pag.ditesto, Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano i manoscrilti. 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La medesima inserzione non si ha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però ne Viene accordata la ristamp agando un piecolo com- penso, Dalle inserzioni gratu n perregola es siali scrittì che contengono avvsse di acquisto 0 di venduta, o che possono servire di rec/ame commerciale Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati chelianno già pagatol’ab- bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta FE non è espressamente richiesta dall’ abbonato. L? amministrazione s'incarica di rappresentare gliab- bonati, che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso da combinarsi. La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioniin proposito. ] manoscritti non pub- blicati possono essere ritiratidagli autori a proprie spese . Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche fascicolo, ne sarà loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis. purchè la richiedano entro l' annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento, Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L ], per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano I. logni2 centim. di spazio oecu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Aglj abbonati si fanno speciali facilitazioni. - Si annunziano le pubblicazioni ricevute e si fa speciale menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplari Tutti i pagamenti dela esser ticipati. Chi desidera posta unisca i fì i 3 1,0 scriva in car- peo a Cw - MIGRAZIONI E FAUNE pel Sac. Prof. CESARE GAFFURI dott. in Scienze Naturali NEI L'argomento preso a trattare ha due scopi, di cui uno diretto e principale, l'altro indiretto e secondario. Il primo descrive le Migrazioni degli animali, presa la parola migrare nel signifi- cato più ampio, cioè nel senso che equivalga a qualunque spostamento che è avvenuto, e sì va tuttora effettuando, nella dimora delle varie specie di animali. Il secondo mette in rilievo l’in- fluenza, o meglio l’azione che le migrazioni esercitano sulle Faune dei diversi paesi. Sono divise le Migrazioni in temporanee e permanenti. Nelle Migrazioni temporanee, dopo brevi cenni sulle poche forme sedentarie del regno animale, è discorso degli animali che fanno viaggi irregolari, spinti da cause affatto fortuite; ed in seguito di quelli assai più numerosi, i quali, per cause che si ripetono ad intervalli determinati e fissi, compiono migrazioni regolari e pertodiche. Trattando delle Migrazioni permanenti, sonvi premessi alcuni capitoli di Zoologia geografica intorno alla tendenza che gli animali hanno a diffondersi nello spazio, intorno agli agenti che favoriscono ed agli ostacoli che contrastano la loro diffusione. Troviamo poi distinte le Migrazioni permanenti in attive e passive: le prime determinate solo dal bisogno che gli animali sentono di allargare la loro cerchia di diffusione; le seconde compiute per opera di agenti estranei alle specie migranti. Tra queste seconde, è parlato separatamente di quelle che avvennero senza l'intervento dell’ uomo, e di quelle che in tutto od in parte sono dovute alla di lui influenza. ; i Aggiungiamo che l' Egregio A. nel passare in rassegna tutti i gruppi degli animali emigranti dà, nel pregiato lavoro, una speciale e particolareggiata narrazione delle migrazioni temporanee e permanenti degli uccelli. L’opera di pag. 255 in-8 vendesi presso l’ Agenzia di questo periodico al prezzo di L. 2,50. NEL LABORATORIO TASSIDERMICO DITTA -S. BROGI - SIBNA Si imbalsamano, animali di ogni genere con sistemi speciali per garantirne la conservazione e si naturalizzano, da poter servire per ornamento nelle sale, teste in tutti quegli atteggiamenti che si desiderano. N. B. Chi desidera fare imbalsamare animali, è pregato farne l’invio vivi o freschi appena morti. Ora che la stagione è calda e se gli animali sono piuttosto grandi, sarà bene togliere loro i visceri ed involgere gli animali in panno bagnato con acqua e acido fenico, oppure porvi altre so- stanze di odore antisettico per tener lontane le mosche, le tarme, ece. ‘(Avvertire sempre quando si adoprano sostanze venefiche). Per evitare le spese di dazio sarà bene aspergere negli animali un po’ di Naftalina od altro onde gli agenti daziari comprendano che trattasi di roba non atta al vitto umano. Per l'invio se gli animali sono piccoli, il mezzo più economico e sollecito, è di mandarli per posta in piccole scatole, o involti in un pezzo di cartone, come campioni senza valore, racco- mandati. Fino al peso di 350 grammi la spesa non è che dai 12 ai 24 centesimi. Per le spedizioni in pacchi postali o per ferrovia, dichiarare Animali da studio, oppure indi- care il nome dell’ animale aggiungendo la parola morto. Ai nostri Abbonati - Facciamo nuova preghiera a tutti quei Sigg. Abbonati, che ancora non hanno versato l'importo dell’ abbonamento, di porsi sollecitamente in regola con questa Amministrazione. dv Anno XXIIL N 5.66 © RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI —Maggio-Gingno 1903 SOMMARIO Redazione. Cenno necrologico del prof. Bombicci Pag. 57. De Blasio A. Cranio macrocefalo e cranio plagiocefalo Pag. 58. Cannaviello dott. Enrico. Osservazioni sulle Phalaenae dell’ Italia meridionale (cont.) Pag. 63. De Stefano dott. Giuseppe. Sul genere Nicoria Gray. Pag. 66. Fenizia prof. Carlo. Prospetti di Cristallografia coi simboli stereomorfici delle forme cristalline. Pag. 68., Rivista, bibliografica. Pag. 71. — Bibliografia italiana di scienze naturali. Pag. 77. Un! gravissimo lutto ha colpito di recente la scienza, con la perdita del “©... prof. Luigi Bombicci Nato da nobil famiglia a Siena 1’ 11 Luglio 1833, furono depositate le sue "venerate spoglie il 17 Maggio 1903 a Bologna, nel di cui Ateneo instituì il Ga- ‘ binetto «di Mineralogia, che è giudicato uno dei primi d’ Europa possedendo 44425 esemplari di minerali a catalogo, distribuiti in 42 collezioni speciali, per diver- si indirizzi di studio. Il dire degnamente di lui ‘è difficile compito; troppo noto è il suo nome ovunque si estendono gli studi prediletti delle Scienze naturali. Cultore veramente zelante di Mineralogia, pratici e considerevoli migliora- «nenti {ha apportato per il progresso della medesima e, delle scienze ad essa consorelle, con le sue' 226 pubblicazioni dal 1858 al 1900, meritamente tenute in gran pregio. Quantunque settuagenario, il prof. Bombicci, conservava con la magnanimità ‘e d'altezza del suo animo, una lucentezza di mente eccezionalmente rara. Par- ‘itecipava sempre, alle Riunioni ed ai Congressi; in. quello « Dante Alighieri » avuto luogo a Siena l’anno scorso nel Settembre era uno dei Delegati. “Aveva il Bombicci varî titoli accademici ed onorifici, apparteneva a corpi .- scientifici e a moltissimi Istituti ed. Accademie italiane e. straniere: era com- ‘esmendatore della Corona d'’ Italia, ufficiale di S. Maurizio e Lazzaro e fu più volte insignito di medaglie e diplomi, di benemerenza. Nel ricevere dalla desolata Vedova, che pubblicamente ringraziamo, il ri- -i tratto in cartolina annunziante la perdita del sapiente naturalista, gloria d’ Italia, .. forte rammarico sentimmo per un’altra preziosa vita che si è spenta; e ponemmo, [sin segno d’ammirazione, il caro ricordo accanto a quello del. compianto Cav. (US. Brogi, col quale l'illustre professore era in intimi rapporti d'amicizia. ‘Continuare ‘ora alacremente lo studio, già molto appianato, delle naturali discipline sarà, per la gioventù studiosa, il mezzo più acconcio per rendere ‘degno omaggio alla cara e imperitura memoria del srande maestro. REDAZIONE el Le 58 RIVISTA ITALIANA DÌ SCIENZE NATURALI A. DE BLASIO Oranio macrocefalo e eranio plagiocefalo i I due cranî che illustro appartengono all’ Istituto Antropologico della R. Uni- versità di Napoli e consistono in un macrocefalo ed in un plagiocefalo. Cranio macecrocefalo Stando alle ricerche del Petit, la macrocefalia da idrocefalia consiste nella raccolta esagerata di acqua nei soli ventricoli; mentre il Delpech è di parere a che il liquido può trovarsi non solo nell’ interno dei ventricoli, ma eziandio fra il cranio e la dura madre, fra questa e l’ aracnoide, nella cavità di que- st’ ultima e sotto la pia madre. Il Bouchut fa notare che il liquido versatosi nell’ aracnoide non è che un rappresentante di un’ antica emorragia meningo-aracnoidea, la quale in certi casi si circonda di un essudato che più tardi si converte in neo-membrana fi- brosa e cistica, nella quale il sangue, in parte riassorbito, è costituito da un se- creto sieroso più o meno abbondante (Nélaton). In 55 autopsie il Cassinet trovò la sierosità così disposta : In 35 casi esisteva nei soli ventricoli ; In 5 casi esisteva nei ventricoli e nell’ aracnoide ed in 2 di questi il predo- minio del liquido era nei ventricoli; negli altri 3 nell’ aracnoide. In 16 casì esisteva nella sola cavità aracnoidea ; In 5 il cervello mancava del tutto. Il liquido negli idrocefali, in media, oscilla dai 60 a' 150 erammi; in certi casi però è copiosissimo : infatti Duverney in un caso ne trovò 26 ettogrammi, Hildano 66, Cascio-Cortese 99 ed il Bednar 10 litri! In quanto all’età bisogna far notare che, se detto processo morboso co- mincia nell’ utero, il feto muore nel travaglio del parto o poco dopo la na- scita; vi sono però degli esempî in cui cominciò a 5 mesi (Alison), a 6 mesi (Neudòrfer), a 3 anni (Henoch), a 4 anni (Howship). Nel nostro caso si mostrò a due anni e mezzo. Come causa di tal processo morboso si è ammessa la sifilide e quest’ opi- nione è stata sostenuta da Thom, Haas, Osiander, Rayer, De Meriec, Gros e Lan- ceraut. Altri invece ne dànno la colpa alla tubercolosi, alla vecchiezza ed ubriachezza del padre, alle violenze esterne, alla compressione addominale fatta dai busti, agli spaventi subiti dalla madre durante la gravidanza ed al matrimonio fra i consanguinei. In mezzo a tanti strampalati pareri messi fuori per spiegare la causa del- l’idrocefalia, noi, anzichè accettare questo o quell’ altro, preferiamo aspettare che osservazioni più numerose e più fondate ci forniscano indicazioni più concludenti. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 59 Il resto scheletrico di cui fo cenno (}îg. 1°) si appartenne ad una certa Menica, che, quando cessò di vivere, contava la bella età di 72 anni. Longevità questa eccezionalissima se si considera che i casi studiati da Golis, Arcewill, Gall e Dupont toccarono successivamente 27, 45, 57 e 70 anni. Quelli che ancora ricordano quell’ essere patologico vanno d'accordo nel dire che la Menica portava la testa inchinata sul petto, in modo che la re- gione mentoniera mostravasi, pel continuo attrito, usurata e che era incapace di eseguire i movimenti complessi e coordinati. Fig. 12 Cranio MACROCEFALO (norma laterale) Chi guarda questo cranio dalla norma facciale nota che la regione alveo- lare dei mascellari superiori è assorbita in massima parte e che solo a destra si notano due avanzi di cavità alveolari, scavate obliquamente nella spessezza dell’ osso, il che mena ‘a dire che l'impianto dei denti non era nel senso ver- ticale. i L’uscita in fuori di queste appendici della digestione, la sporgenza dei globi oculari e la piccolezza della faccia, che pareva sottostare ad una specie di grosso cappuccio, erano tutte cose che davano alla fisonomia della Menica un aspetto singolare e caratteristico. L'apertura nasale, per la forma, ci ricorda quella infantile. Le orbite sono basse ed impiantate obliquamente: le loro volte sono pia- neggianti, il che è dovuto, secondo Prescott e Hewitt, alla dilatazione del corno anteriore. Rudimentali sono rimaste le ossa malari. La glabella è enormemente sviluppata e sopra di essa ancora scorgonsi gli avanzi della metopica.. Guardato di sopra, assume tale regione la forma di La sagittale e la coronale non sono fuse. Bene accentuate sono le bozze parietali. un’ ellissi. PICENI 60 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Di lato, mostrasi il cranio molto convesso, al che non si rende estranea la grande ala dello sfenoide. Della curva fronto-parietale non esiste nessuno accenno. La squama del temporale sinistro si articola al frontale mediante un wor- miano. i È La coronale laterale è conformata a raggi. Esili sono i ponti zigomaticiò La norma occipitale, che è disposta a calcagno, lascia scorgere nella lamb+ doidea 16 ossa soprannumerarie differenti fra loro per forma. e grandezza.» Vi si nota anche il preinterparietale. Le impronte, che davano attacco ai muscoli della nuca, sono sviluppate. La base è leggermente infossata. Il forame occipitale è di forma romboidale. I processi mastodei sono rudimentali. Fra il forame lacero-anteriore e quello posteriore non v’ è distacco di sorta. Questo cranio, rispetto al volume, è molto leggiero, poichè pesa appena 900 grammi. In molti luoghi è trasparente: trasparenza però che non eguaglia quella notata dal Bright e dallo Scheider. In certi altri punti la spessezza è considerevole e ciò è dovuto, secondo Breschet ed Andral, all’aggiunzione di sostanza spongiosa, essendo usurata quella compatta. La capacità craniale di questo resto umano misura 3500 c. c. Il Topi- nard, che misurò quattro teschi macrocefali da idrocefalia, notò che la cuba- tura. di essi oscillava da 8115 a 3880 centimetri cubici. > La, circonferenza orizzontale, che. raggiunge nel. nostro caso. 667 mill. e ;che nei.neonati non supera 330 e negli adulti 550. (media), in, altri. macro- cefali toccò 575 (Irioen), 850 (Hildano), 900 (Mauro) e metri 1,40 (Orsi e Frank). Le principali misure che ho ricavato da questa scatola encefalica sono: Arco naso-occipitale 4 ; 4 i È Bitagà 520. mm. Cane an ritto CEOINANO 5 dll piso CORI Renania 700 rolf al «..' p. parietale . . ‘ 3 } 5 190... « Aa «. p. occipitale . ; ; ; Ù 160... «. « bi-auriculare . . . 5 3 ò ) ; 4259. > Diametro antero-posteriore . ; 3 3 s , 240... « < «. bi-parietale : ; : ; ; È $ 170 .« «. bi-zigomatico . . ; ; : à o 122 « « naso-alveolare. Sica e o > 3 i . 70... « « basi-nasale . . ; 2 ; ; 2 E ; 107. « « basi-alveolare 3 : 3 5 , : - 90...« «: bi-mastoideo . - ; ; . ; 5 È 120... _« « bi-stefanico .. 3 7 , 0 : ; ; 148. «, « frontale minimo . , ; È : È n 115. « « basi-bregmatico . : i ; i ; i 157 « È È RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 61 Naso altezza . ì : ; 5 È ; ; A 55 mm. ‘« larghezza : 7 Ò ‘ , ) 5 } 30. « Orbite altezza . i ; 3 f : { ; ; 360% « larghezza . ò i ) £ £ 7 : 40. « Palato lunghezza . . ; ; ; ? È ; 7 45. « «. larghezza ; ; ; b } 5 I ! 940 &« Foro occipitale lunghezza I i . ] È ; 46. « « « larghezza : È ; ° È ; SILA Indice Cefalico . 7 : ; : ) ; ; È 70,00 « « Verticale . . ; I È È J N ; 65,05 ‘« «. Nasale . ; È i ; ) È ; 2 DADA « Orbitale . 2 , È È i; È { ) 90,00. « « \Alveolare > È | ! i I 3 i; 84,01 « Cranio plagiocefalo Il cranio plagiocefalo, che attira la nostra attenzione, proviene dalle cata- combe di S. Gennaro extra moenia, dove fu inumato nei primi secoli del- l'Era cristiana. Dai caratteri sessuali si deduce che si spettò ad un uomo di . circa 60 anni. Fig. 2* Cranio PLAGIOCEFALO (norma frontale) Guardato di prospetto (fig. 23) mostrasi plagioprosopo con predominio a destra. Le orbite sono triangolari ed il loro impianto è obliquo. Le ossa nasali sono bene sviluppate. Marcata mostrasi l’ insenatura fronto- nasale. La porzione alveolare dei mascellari superiori è in massima parte assorbita. Le arcate sopraccigliari sono sviluppate solo nella metà interna. La regione frontale sinistra è depressa; sporgente è quella del lato opposto. La calvaria è a forma di ellissi, e sembra aver subìto un movimento di torsione. 62 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Tutte le suture di questa regione sono fuse; però dagli accenni che re- stano della coronale si deduce che essa non decorreva normalmente; ma da sinistra a destra e dall’ avanti in dietro. Guardato di lato, a sinistra è detta ragione pianeggiante, a destra invece è convessa. ) Tale convessità non è però uniforme; perchè essa incomincia dietro una linea che s'innalza verticalmente dal foro uditivo, poi va aumentando sempre di più fino a dare alla regione temporo-occipito-mastoidea di quel. lato un aspetto di un grosso tumore. La norma occipitale mostrasi, per la depressione ed il rilievo, inversa della frontale. Per legge d’ equilibrio si nota che le impronte, che davano attacco al grande complesso, allo splenio ed al piccolo obliquo, sono più marcate a si- nistra. fig. 3.2 Cranio PLAGIOCEFALO (norma basilare) Il forame occipitale ci ricorda la figura di una pera a grossa estremità in dietro, Dalla norma basilare (/îg. 3.2) sì deduce che il condile destro è più alto del si- nistro; questo invece è più largo. Le fossette condiloidee posteriori sono prive dei forami omonimi. Manca il forame lacero-posteriore sinistro ed in sua vece vi è un infun- dibolo a fondo cieco. La causa di detta anomalia la trovo nella precoce saldatura della metà della coronale sinistra, della parte posteriore della sagittale e della metà dell’oc- cipito-parietale sinistra. Il cervello, non potendo quindi espandersi nè in sopra nè a sinistra, fu co- stretto farsi maggiore spazio nella regione latero-inferiore destra dove le suture non erano fuse. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Da questo cranio ho ricavato le seguenti misure. Circonferenza orizzontale . 520 Curva naso alveolare 375 « bi-auriculare . d { ò 325 Diametro antero-posteriore . i 5 ; SI I86, « bi-laterale 3 195 « frontale minimo È È ; È i 22900103 « frontale massimo .. È È 5 , SAL DIZIO « naso-basilare 105 « basi-alveolare . 102 « bi-zigomatico 116 « bi-mastoideo 105 « basi-bregmatico 140 Naso altezza D4 « larghezza . 29 Orbite altezza . 32 43 « larghezza . Capacità cubica Peso { Indice cefalico 72,58 « alveolare 971 « nasale 463 « orbitale 744 mm. « « 1340 cent. cub. 700 grammi Istituto antropologico della R. Università di Napoli — Maggio 1903. rr << Dott. ENRICO CANNAVIELLO Osservazioni sulle PHALAENAE, dell’ Italia meridionale (continuazione) Fas SA ==SRSSARTG A Larva in Giugno ed in Settembre, sul Quercus robur, L; Tilia europea L; ha forma cilindroide, allungata, maggiormente assottigliata alle estremità, con il capo grosso globoso ; colorito generale bruno, con un tenero riflesso violaceo uniforme ; inferiormente, più chiaro, interrotto da macchie brune, e punti bianchi sparsi disordinatamente : sui segmenti II, VIII, àvvi, due turbercoli, gemmiformi, assai distinti, il primo dei quali vien preceduto da una sottile fascia rossiccio bruna, 1° altro, ornato da due macchie nere, limitate da un’ aureola grigio-biancastra. Le zampe sono giallo-verdastre. In alcuni esemplari, il capo è rosso-bruno, sulla quale tinta spiccano due macchie puntiformi bianche, 64 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Opisthograptis, Hb: 1822 (Rumia, Dup :). n a luteolata, Linn: Comune nei luoghi umidi e boschivi in giugno-luglio. O. G. Costa, assicura che gli esemplari delle. provincie meridionali d’ Italia, presentano verso il bordo costale delle ali del primo paio cinque macchie rosso-rugginose ; in tutti gli esemplari da me raccolti nelle varie località dell’ Italia meridionale, il numero delle macchie. rugginose era costantemente di tre. La larva, in agosto e quando la stagione è molto calda anche prima, sul Hieracium Pilosella, L; Polygonum Bistorta, L; Teucrium Scoro- domia, L; è cilindrica, assottigliantesi gradatamente dal VI segmento al capo che è piccolo e tondeggiante; sul VI segmento àvvi un tubercolo bifido assai sporgente che conferisce alla larva un aspelto assai originale. Il co- lorito generale è verde-pomo, verde-bluastro inferiormente, il capo ed il tubercolo bifido sono rosso-bruni, spazii intersegmentali giallo-canerino, le zampe, in numero di 14, sono giallo-verdastre. Questa specie, corrisponde alla Geumetra crataegata, IHibner (op. cit. tab VI, fig. 32, foem.), alla Phaléne de l’ alisier, di Devillers (Entom. Linn. tom. II, pag. 339, N. 519), alla Citronnelle rouillée, Geoffroy, (Istoir., des Insect. tom. II, pag. 139, n. 59). Epione, Dup. 1884. advenaria, Hib. Questa specie vien citata da O. G. Costa tra quelle ap- partenenti al genere Ennomos Dup. I lepidotteri appartenenti, invece, al genere Epione, God. se ne discostano per presentare la tromba lunga, il torace non soverchiamente pubescente e assai più stretto, le quattro - ali terminate da lunga fascia, ed il bordo sinuoso delle ali del secondo paio assai spiccato e più distintamente dentato. Nello stato di larva, quelle appartenenti al gen. Ennomos del Du- ponchel, si presentano allungate, per la facies generale somiglianti a dei rametti, con il corpo guarnito qua e là di tubercoli sporgenti, grossi, dall’ aspetto gemmiformi, ed il capo grosso, appiattito verticalmente, diviso superiormente. Si trasformano in leggiero tessuto sericeo, filato tra le foglie. Le larve appartenenti al gen. Epione del Godart, hanno corpo cilin- droide, assottigliantesi gradatamente dal VI segmento al capo, che è pic- colo, quadrangolare. La superficie del corpo si presenta ricoperta di peli corti e radi, non mai numerosi, nè presentano giammai tubercoli sporgenti. Si metamo:fizzano dentro a bozzoli costruiti con materiali diversi, nei quali predomina il terriccio ed i detriti vegetali. Questa specie non è rara nei terreni elevati ed asciutti in maggio, ed in agosto (II. generazione). Larva in giugno-luglio sul. Vaccinium myrtillus, L; Genziana acaulis, L ;. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 65 ‘x = Semiothisa, Hb: 1822 (Macaria, Curt. 1823). ua notata, Fabr. Comune in maggio e giugno nei luoghi boschivi, ombrosi ed umidi. Larva in luglio-agosto, sul Prunus spinosa, L; Populus alba, L ;. In alcuni esemplari, ho osservato, che le due fascie terminali nelle ali del secondo paio, sono fuse in una sola, e che il punto nero centrale, manca. «Questa specie corrisponde alla Geometra notataria, di Hibner, (op. cit. tab. II, fig. 53, mas. tab. 316, foem.) ed alla Ennomos notataria io: di Tredischke, (Schmett. von Europ. tom. IV pg. 10 fig. 4). it... aestimaria, Hb: specie più rara, nei terreni paludosi in maggio ed in settembre (Il. generaz.). Larva. sul Tamarix gallica, L: Eucalyptus globulus, Labill, Treischke, dà a questa specie per patria, la: Russia: Meridionale. Negli esemplari che si raccolgono nelle Calabrie la tinta fondamen- tale si presenta grigiastro-bruna, uniforme, con le fasce ed i disegni assai più marcati. d «Syriacaria, Stgr. Cat. ed. II. p. 160. Venerata, Chr. Mém. Rom. IILJ PILA fa « flavescenti grisea, minus variegata, vel fere unicolor ». Rarissima. Un esemplare, alquanto sciupato, raccolto in settembre 1889 presso le rovine della Basilica (Pystum) dal signor Fichera. Biston, Leah : 1815 (Apocheima, Hb : 1822). CIEIONITI hirtaria, Linn: Poco comune nei terreni aridi e dui non elevati. Assai diffusa nelle Puglie. Larva sulla Suponaria officinalis, L; Delphinium Staphysagria L ; Il d' differisce dalla ©, oltre per la forma dell’ addome e delle antenne, per: il riflesso iridescente; assai vivo che si. osserva; specialmente negli esemplari raccolti di fresco, per le ali del secondo paio più traspa> renti, e per tre fascioline brune, ridotte a dei punti appena. Questa specie, corrisponde alla geometra congeneraria, di Hiibner (op. cit. tab. XXXIII, fig. 174 mas.). Hemerophila, Stph: 1829. ‘ « abruptaria, Hb: Specie poco diffusa nei luoghi boschivi ed umidi in maggio ed in agosto (II generaz.). Negli esemplari della regione Vesuviana; il colore alare di fondo è assai più rossastro, ed il punto nero cellulare nelle quattro ali è poco distinto. Questa specie, che corrisponde alla Petrificata di Hibner (op. cit. tab. LII, fig. 267 mas.); è stata considerata dal Yreischke, (Schmett. Europ. tom. V pag. 65, n. 46) fra le specie del genere Acidalia, e dal Duponchel (Hist. Lèpid. Fr. tom. VII pag. 375, n. 693) in quelle. del genere Boarmia. S 66 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Boarmia, Tr. 1823. « « selenaria, Hub. Diffusa sulle colline delle nostre provincie meridionali. Svolazza nelle macchie e nelle siepi in maggio ed in settembre (II. appar.). La larva si raccoglie in luglio ed in ottobre sul Medicago arborea, L; Euphorbia Lathyris, L; Euphorbia Cyparissias, L ; î Questa specie varia considerevolmente nelle dimensioni; si raccol- gono, ed in special modo nella seconda apparizione degli individui esage- rati in grandezza; mentre che in quelli della prima si raccolgono esem- plari poco maggiori della metà del tipo. Gli esemplari delle Calabrie e degli Abruzzi, presentano dimensioni minori del tipo medio, hanno colorito generale più pallido, e meno di- stinte le macchie e le linee brune alari. Questa specie è dal Fabricius, riportata sotto i nomi di Phalena Tureuria (Syst. entom. pag. 624, n. 22) e di Phalena Phurcaria (Ent. Syst. III, pag. 141, a 4). P «var: (et ab.) Dianaria, Hb; 483, Gn. I, 254; Selenaria, HS. 374-6 ; Consimilaria, Mill. Icon. III, pag. 260, t. 130, f. 7-9 Psoraliaria, Mill. Cat. raiss. Suppl. II, pag. 30 « Obscurior al. griscis ». Spesso col tipo nelle Calabrie, nei luoghi montuosi, e negli Abruzzi. (continua) Sul genere NICORIA Gray NOTA del Dott. GIUSEPPE DE STEFANO Il gen. Nicoria Gray (1) comprende nella attualità un certo numero di specie di chelonidi, proprie delle Indie orientali e dell’ America centrale e meridionale. Esse sono (2) : Nicoria spengleri Gm. (Sumatra, Borneo, Cina); « trijuga Schw. (India, Malabar) ; « « var. thermalis Boul. (Ceylan) ; @ « var. edeniana Boul. (Burma); « punciularia Daud. (Guiana inglese, Guiana tedesca, Trinità, Venenzuela, sud America) ; (1) Per la diagnosi del genere, oltre che il noto lavoro del Gray, Catalogue of Shield Reptiles in the Collectiones of the British Museum etc., Part. I, Testudinata, 1855, pag. 17, è bene anche consultare l'opera del Boulenger G. A., Catalogue of the Chelonians, Rhynchocephalyans and Crocodiles in the British Museum (Natural History). London, 1889. (2) Boulenger, Catul, of the Chelon. Rhynch, etc., pag. 118-127. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 67 Nicoria punctularia var. pulcherrima Boul. (Messico) ; “ “ var. melanosternum Boul. (Colombia) ; @ a var. areolata Boul. (Guatemala); ‘ n var. incisa Boul. (Messico); “ gabbii Cope (Costa Rica); a annulata Gray (Republica dell’ Equatore) ; « rubida Cope (Messico). Ma nessun autore ha parJato fino al giorno d’ oggi di Nicorzie fossili nei terreni ce- nozoici, ed in particolar modo di quelli europei, fatta eccezione per il solo Lydekker, il quale giustamente fa rientrare nel gruppo generico avanti nominato la Chaibassia tri- carinata Theobald (= Geoemyda tricarinata Blyth, Chaibassia Theobaldi Anderson) del pliocene dei monti Siwalik in India (1). In effetti però, se noi consideriamo i caratteri principali del gen. /icoria Gray, e li paragoniamo con quelli che si riscontrano in alcune forme di chelonidi fossili del terziario europeo, dagli autori descritte col nome generico di Emys Dum. e Bibr., tro- veremo che dette forme non possono essere effettivamente escluse dal genere in esame, quando esso si consideri ben definito, e per le specie fossili dell’ ordine Chelonia si seguano i criterî espressi dal Boulenger (2) sugli animali viventi, ciò che secondo le mie idee (3) è giusto fare, in quanto che meno estesi e più limitati sono i caratteri dei generi della famiglia Emididae, tanto meglio si può studiare con precisione questo esteso gruppo naturale di tartarughe, e tanto più si possono rintracciare le affinità di parentela fra le forme fossili e quelle viventi. Ciò posto, io ritengo che il gen. Nzcoria Gray, rimonti ai più antichi tempi mio- cenici, almeno fino a nuove scoperte ; e nel miocene appunto è rappresentato dall’ Emys Michelottii Peters (4) e dall’ Emys lignitarum Portis (5), la prima del miocene infe- riore piemontese, e la seconda appartenente alla molassa inferiore di Losanna. Passando ai chelonidi pliocenici italiani illustrati dal prof. Portis (6), noi troviamo ancora all’ epoca pliocenica un rappresentante del tipo generico Micoria, giacchè io ritengo che, l’ Emys brevicostata Portis (7), del pliocene del Piemonte, sia anch’ essa una Nicoria, a prescindere dagli altri caratteri, principalmente per il modo di attacco fra le piastre vertebrali e quelle costali, giacchè ogni pezzo osseo vertebrale articola (1) Lydekker, Catalogue of the fossi Reptilia and Amphibia în the British Museum (Natural History) Part. III. Order Chelonia, 1889, pag. 99. (2) Boulenger, Cata/. of the Chelon. Rhynchoceph. and Croc. etc. (3) De Stefano G., Cheloniani fossili cenozoici Boll. d, Soc. Geol. Ital. Vol. XXI, 1902, pag. 267. (4) Peters K. F., Beitrige sur Kenntniss der Schildkròtenreste aus den oesterreichischen Tertiiir-ablagerungen. I. Th. Denkschrf. d. Mathem. Natwiss. Klasse der K. Akad. d. Wiss. zu Wien. Bd. IX, 4.9, 1855, pag. 21, mit. 6 Tafeln. (©) Portis A., Les Cheloniens de la mollasse vaudois conservea dans le musee geologigue de Lausanne. Mém de la Soc. pal. suisse, Vol. IX, 1882, pag. 21, PL. V-VI. (6) Portis A., Nuovi cheloni fossili del Piemonte. Mem. della R. Accademia delle Scienze di Torino. Serie II, Tomo XXXV, 1884. (7) Portis A., Loc. cit.} pag. 369-374, Tav, I, fig, 1-2, 68 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI: col paio costale corrispondente e con quello susseguente della serie ; e perchè ancora nelle piastre costali il diametro transversale è più sviluppato di quello longitudinale (1). Se si fa un confronto fra le forme fossili e quelle viventi del gen. Nicoria, ed in particolar modo, fra il tipo specifico del pliocene dell’ India ‘e l’ attuale Nicoria trijuga Schw., si osserva che, come nella maggior parte dei generi della famiglia Emydidae, anche in quello considerato, non si hanno notevoli modificazioni per ciò che» riguarda l’ esoscheletro, Nel tipo specifico fossile dei monti Liwalik in India, il carapace, di forma ovale allungata, è anche tricarinato come nella vivente Nicoria trijuga, e come in. questa specie, le scaglie vertebrali sono tanto lunghe che larghe od un po’ più larghe che lunghe. Inoltre, esse sono molto più strette delle costali, e la lunghezza del ponte pia- stronale eccede un. po’ la lunghezza del lobo posteriore di quest’ ultimo, che è leg- germente incavato. I fatti dianzi esposti conducono a concludere che il tipo generico Nicoria, fino ad. ora, dagli autori, ritenuto dell’ attualità, e dal Lydekker riconosciuto fra i fossili di Siwalik, rimonta. per lo. meno fino ai tempi miocenici, e come si verifica per la maggior parte dei generi della famiglia Emydidae;, anch’ esso ebbe dei rappresentanti nel terziario dell’ attuale continente europeo. i (1) Anche il Déperet C. (Les animaua pliocenes du Roussillon, 1890, pag. 163) ha richiamato l'attenzione sul modo di articolazione delle piastre vertebrali con quelle costali, nel. carapace del- l'Emys brevicostata Portis del Pliocene piemontese; deducendone:che per ciò detta specie; potrebbe essere considerata come una Nicorza. Per 1’ Emys lignitarum Portis e l' Emys. Michelo:ti Peters, lo stesso autore è in dubbio se bisogna ascriverle nel genere in studio. i CARLO FENIZIA Professore di Storia Naturale nel R. Istituto tecnico di Modica PROSPETTI DI CRISTALLOGRAFTA COT SIMBOLI STEREOMORFICI DELLE FORME CRISTALLINE AVVERTENZE I prospetti, che ‘seguono; furono da me redatti con lo scopo. precipuo di rendere più agevole lo studio della Cristallografia. In essi si trovano riunite sinte- ticamente, e nella maniera che ho creduto più opportuna, tutte le particolarità inerenti alle. forme dei sistemi cristallografici. Io credo che principalmente nelle scuole secondarie potranno riuscire utili, poichè, oltre all’ essere la Cristallografia materia irta di difficoltà per colui che muove verso dì essa i primi passi, so- venti volte i libri di testo o sono molto prolissi e costringono a un doppio. la- RIVISTA. ITALIANA) DI \SCITNZE NATURALI 69 voro; 0 dicono troppo poco e non permettono che uno studio men che elemen- tare delle forme cristalline, di cui tutti conoseono l’importanza in Mineralogia. La mia esperienza d’ insegnante, già da lungo tempo esercitata nella’ car- riera privata, oltre due anni d'insegnamento ufficiale, mi permette poter co- noscere, in certo modo, quali diffiicoltà provino i giovani nel ricordare il nu- mero e le varie specie degli elementi di un cristallo. Ed è appunto ciò che mi ha condotto alla parte originale di questo lavoro, che altrimenti potrebbe sem- brare una meschina ed arida compilazione. Infatti io ho voluto dare delle formule che numericamente rappresentassero la forma esterna del solido geometrico, cioè il cristallo. La quale forma esterna è data appunto dal complesso delle facce, degli spigoli e degli angoli, per la qual cosa interessa moltissimo tener presente la quantità di essi. A queste for- mole ho dato il nome di stereomorfiche, perchè permettenti di ricordare proprio queste cose che più si dimenticano, specie da coloro che incominciano lo studio di questa bellissima parte della Cristallografia. Tali formole permettono inoltre riconoscere quante diverse specie di elementi entrano a formare il critallo. Esse sono assai semplici, si fondano su segni, che facilmente si ricordano. Permettono inoltre completare in certo modo la notazione cristallografica, in modo che tutte e due costituiscono una formola completa della forma cristallina, mercè la quale Si potrà avere una rappresentazione ideologica esatta di un cristallo. i Ho creduto non inutile renderle di pubblica ragione, perchè forse, oltre al- .l’esser giovevoli agli studiosi, potranno interessare anche i cultori della Cri- stallografia. I simboli adottati per queste formole sono ricavati dal numero 12, che è quello delle facce del rombododecaedro, assunto come quantità fissa, e che è detto numero formolizzante. La quantità, che vi si aggiunge o sottrae, per avere il simbolo esprimente il numero delle facce.o altro elemento, è il 2, detto numero formolizzatore, il quale viene moltiplicato. per 2, per 3, per 4 e così ‘via. Mi spiego con un esempio. Vogliasi indicare il numero di facce del Tetrae- dro. Allora si avrà 12 — (2x4) ovvero 8. Intanto si sopprime il 12 come quan- tità fissa e nota, ed è perciò soppresso anche il 2, egualmente cognito e fisso. Dunque rimane il segno — e il numero 4, moltiplicatore del 2. Il 4 si scriverà a destra ed in alto del segno —, cioè —‘. Ed ecco che il simbolo del numero delle facce del tetraedro sarà —. : È In ogni formola, quindi, i numeri scritti in alto .e a destra dei segni — e de rappresentano il moltiplicatore di 2, e il prodotto ottenuto dovrà sottrarsi o sommarsi al 12. È un processo semplicissimo. Se noi troveremo in una for- mola questi simboli. i i + a il + corrisponde al numero 16, il —' al numero 6. Pel 12 è, adottato lo 0, e pei numeri 24, 36, 48, che corrispondono a 12 x?2, 12X%3, 12x4, i simboli sono 0*, 0°, 0‘, che appunto si traducono 12x2, 12x3, TIA 70 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Come sì vede, è cosa assai semplice, di cui l’ applicazione può farsi anche da un principiante. Ed intanto è cosa assai utile 1’ adozione di tali formole, sulla, quale mon insisto, perchè mi si potrebbe tacciare d' immodestia. Ecco ora il prospetto di tutti i simboli, di cui è più comune l”uso Numero simbolizzato Espressione numerica Simbolo 2 cioè 12 — (2X5), ovvero —5 4 «IR. (2X4),, « A! (0) «IR — (2x3), « 3 8 «12 — (2x2), « ? 12 12 (0) 16 <« 124 (QX2), « —+? 18 «124 @X3), « +8 24 «12x32; « 0? 36 «12X3, « (0, 48 «12x44; « 04 Tali sono i simboli che occorrono solitamente per indicare il numero degli elementi di un cristallo. Occorrendo indicare il 14, basta il segno +, che sot- tintende il formolizzante (12) ed il formolizzatore (2). Molte forme cristalline contengono più specie di facce, angoli o spigoli. Ed appunto queste formole permettono di scorgerlo a colpo d'occhio, poichè nella formola vanno simbolizzati separatamente le diverse specie d’ elementi. Trat- tandosi, ad es., d'una forma con 3 specie di spigoli e 3 di angoli, si esprimerà così: F, 0‘, S. [0*0*0°], A. [-°?—0], e. poichè ogni formola si deve scrivere, mettendo prima il simbolo delle facce, poi quello degli spigoli ed ultimo quello degli angoli, si esprimerà così: 0* [0°0*0"] [—*—® 0]. Tale formola indica l' esacisottaedro. Nell’ uso comune, invece delle parentesi quadre, più fastidiose a farsi con la penna, si potrà far uso di una semplice lineetta verticale. Ricordo che queste formole possono adoperarsi solo per indicare forme chiuse o composte. Quelle delle forme emiedriche sono del tutto rinchiuse in parentesi curve. i Nei quadri le facce sono indicate con un piccolo quadrato ([7]), gli spigoli con la lettera L, gli angoli con la lettera Y. Questi segni indicano una faccia, una sezione di spigolo ed un angolo triedro visto di sopra ; così abituano l’ occhio a maggiormente ricordare l’ ordine di successione degli elementi nelle formole. Ogni forma porta a fianco la formola stereomorfica, la quale nelle finche N seguenti è smembrata, ed ogni membro è esplicato numericamente e caratte- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 71 risticamente. Tutto ciò, insieme agli altri caratteri e particolarità inerenti ‘ai cristalli contribuisce a render completi il più che possibile i prospetti. Ho scelto la notazione cristallografica di Rose, che è pure usata in qualche trattato elementare. Io credo, dietro esperienza fatta, ch' essa è ritenuta dai gio- vani assai più facilmente di tutte le altre, data la semplicità dei simboli che la costituiscono — In ogni modo, l’ insegnante o lo studioso può sostituire quella notazione, che meglio gli piacerà, a questa adottata. Lo studioso troverà i sei (') sistemi cristallini ordinati nei 3 gruppi, e si tro- vano riportate le caratteristiche tanto degli uni quanto degli altri, Nel licenziarmi dal lettore, chiudo col dire che mi lusingo d'aver reso un servigio ai miei egregi colleghi e agli studiosi, e sarò compensato se vor- ranno solo prender in considerazione la mia idea. (3) Nei quadri ho omesso il sistema romboedrico, intendendolo riunito all’esagonale. Le ragioni che mi hanno indotto a questa fusione sono le medesime che l’ egregio prof. G. Tuccimei adduce a pag. 38 dei suoi Elementi di Mineralogia per uso degli Istituti tecnici ece.. Roma, Soc. D. Aligh. 1893. Modica, Febbraio-Giugno 1903. (continua) Mm____ _ ». Anno IV, N° 4 Estr. di pag. 7 in 89). La memoria è divisa in 3 capitoli : Nei primi due l'A palesa alcune osservazioni intorno alle enunciate anomalie e nel terzo bandisce un sistema d’ allattamento artificiale conforme 1’ esempio da lui riportato. i TIRABOSCHI dott. CARLO. Gli animali propagatori della Peste bubonica. Le pulci parassite dei Ratti e dei Sorcì. HystrichopsyWla tripectinata nova sp. (Ascoli Piceno, 1903. Tip. Litog. L. Cardi. Pag. 12 in 8.9, con l tavola). Con questa sua prima nota preventiva 1° A. dà la descrizione di una nuova specie di pulce, da lui raccolta sopra un Mus musculus L. (comune topolino delle case), catturato in Roma, TIRABOSCHI dott. CARLO. Gli animali propagatori della Peste bubonica. Carat- terì distintivi del Mus decumanus Pall. e Mus rattus L. Diffusione del Mus rattus in Italia. (Ascoli Piceno, Ibidem. Pag. 5 in 8.9). È una 3:* nota nella quale 1’ A. nel ricordare il già detto da varî zoologi, aggiunge quelle osservazioni a cui pervenne mediante le sue proprie ricerche. ‘ TIRABOSCHI dott. CARLO. La Chique des ociseaux (Sarcopsylla Gallinacea Westw. osservata in Europa. (Paris, 1903. Archives de Parasitologie, Vol, VII, n, |. Estr. di pag. 9 in 8.9) Dopo aver fatto un riassunto storìco dimostrante l'importanza della scoperta della ,Sarcop- syla gallinazea Westw. sopra dei ratti e in Italia, 1’ A. fa seguire le descrizioni di Taschenberg, Wagner e R. Blanchard aggiungendovi qua e là le variazioni rimarcate nei suoi esemplari, parago- nali con quelli ricevuti da Baker. Porge così una descrizione completa ed esatta del parassita. BARSALI E. Conspectus Hymenomycetum agri Pisani. (Firenze, 1903. Bull. della Soc. bot. ital. Aq. dell’ll Gennaio. Estr. di pag. 12 in>8:0). Numerosi valenti studiosi di botanica 4 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI — = in ogm tempo hanno esplorato il territorio pisano. Fra questi si distinguono il Savi, Beccari e Arcangeli, ma nessuno ha trattato dei funghi, ad eccezione del Berlese e del Peglion i quali de- scrissero i micro-miceti della Toscana. L'A. in questo stesso territorio pisano avendo raccolto al- cune specie di macro-microscopici miceti di questi nel suo lavoro accenna brevemente ai Imeno- miceti. Egli ringrazia pubblicamente l'illustre prof. I. Arcangeli per i consigli prodigatigli e per aver messo a sua disposizione l’ erbario dell’ Orto botanico del quale si servì in modo speciale. BARSALI E. Contributo alla Epaticologia del Pisano. (Firenze, 1903. Dal Nuovo Giornale bot. ital. Vol. X, N.0 1. Estr. di pag: 24 in 8.9). Dopo la comparsa della Flora pisana del Savi, trascorse molto tempo senza che si avesse un elenco delle Epatiche che crescono nel territorio Pisano. Distinti raccoglitori e cultori della bota- nica fra i quali il Beccari, Corinaldi, Tassi, Arcangeli e Bottini raccolsero in quella. regione esemplari che depositarono nell’ Erbario dell’ Orto botanico di Pisa; nessuno. però di essì diede una pubblicazione in proposito. Solo il Rossetti in questi ultimi anni, riunendo tutto quello che era stato fatto dai sullodati raccoglitori e aggiuntovi il copioso materiale risultato dalle sue ricerche, pubblicò 1’ Epaticologia della Toscana Nord-Ovest. L'A. dedicatosi allo stesso studio sin dall’ anno scorso e continuando le ricerche in buona parte del presente, ha dato alla luce questo contributo. Ivi premesso brevi considerazioni geografiche di quella regione fa seguire un elenco delle Epatiche per la determinazione delle quali si è giovato delle miglicri opere sì italiane che straniere, alcune delle quali di proprietà del prof. Arcangeli. Quanto all’ ordine 1° A. ha seguito quello del prof Massalongo nel suo Repertorio dell* Epatico- logia italica. MONTI GIUSEPPE e GIOVANNI. Studi scientifici sulle origini, affinità e. tra- sformazioni degli esseri. (Torino, 1903, Ed F.1! Bocca. Pag. 149 in 16). Si inizia la memoria con una prefazione (parole di Giuseppe Monti) nella quale, vien portato a grande altezza il genio di Wolfango Goethe, filosofo profondo e celebre conoscitore di botanica, di anatomia comparata, di geologia, di mineralogia, d' ottica e di chimica che arricchì di importan- tissime scoperte. Segue a questa la traduzione degli scritti di Morfologia animale nei quali risulta le, grandi idee di Goethe sugli esseri organizzati. E davvero da reputarsi opportuno che l’Italia conosca le opere del grande scienziato come filosofo della natura, e che i moderni eruditi si onorino di citare brani di esse affermando esplici» tamente che le geniali sue istituzioni aprono la.traccia agli studi odierni. VITALE geom. FRANCESCO. Specie e varietà nuove di Curculionidi Siciliani, (Camerino, 1903. Dalla Riv. Coleotterologica italiana. Anno J, n. 3. Estr. di pag. 4 in 8.°,. Il, pre- sente lavoro che fa seguito all’ altro già pubblicato nella simpatica Rivista Coleotterologica italiana contiene descritte 4 varietà nuove che sono: Brachycerus algirus var. attenuatus (Parecchi indi- vidui ben differenti e somiglianti fra loro se ne incontrano al Campo Inglese). Microlarinus Pelo- ritanus (3 esemplari catturati dall' A. sul muro di sostegno a la spianata di S. Salvatore dei Greci, sulla spiaggia del Peloro). Acalles RolMleti var. cynarae (Questa ben distinta varietà raccogliesi comune a Licata e 1° Egregio A. ne ebbe parecchi esemplari dal prof. Re). Anthonomus. onnatus var. messanensis varietà distintissima dalla specie tipo per la colorazione generale, la fascia trasver= sale delle elitre e le macchie suturali, si raccoglie assieme alla forma tipica nel Marzo, al piede dei mandorli. ZODDA dott. G. Una visita al cratere di Vulcano nell’ aprile 1902. (Acireale; 1902. Dagli Atti e Rendic. dell’ Accad. Dafnica. Vol. IX. Estr. di pag. 8 in 8.0, con 3 fig). Il 12 Aprile dell'annata scorsa l' Egregio A. si recò alle isole Eolie per una escursione botanica. La mancanza assoluta di qualsiasi vegetazione distrasse l'A. un po’ da quello studio e alla vista, del cratere di Vulcano posò la sua attenzione verso quella imponente voragine che si diede ad esaminare con riguardo. Consapevole della grande mutabilità di forma dei crateri attivi e dell’ importanza, che ha per la geologia dinamica in genere e per la vulcanologia in specie, la conoscenza dei varî modi di esplicazione dell’ attività vulcanica, l’ A. volle prender nota di tutto ciò che potè osservare ed. in RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 75 questa breve memoria espone quello che vide, nella speranza di far opra non dol tutto inutile alla scienza, 7 VERSON E. Relazioni sull’ attività della R. Stazione bacologica nell'anno 1902. (Padova, 1903. Pag. ll in 8.9). Nella seduta del Consiglio direttivo del 17 Gennaio u. s. l’ Egregio A, lesse quella relazione per dimostrare l'incremento che ebbe nell’anno 1902 la Stazione bacologica di Padova. TURATI conte comm. EMILIO. Contribuzioni alla fauna dei Lepidot teri italiani (Note critiche, biologiche e morfologiche) (Milano, 1903. Dagli Atti della Soc, Ital. di Sc. hat, vol, XLII, estr. di pag. 30, con 3 tav.) L' Egregio A. incomincia queste sue note col far conoscere un fatto oltremodo interessante dal lato biologico e morfologico, che riguarda una Philosamia Cyntia Drury, specie di Saturnide eso- tica ormai trapiantata e spontanea anche in alcune provincie dell’Italia settentrionale. Segnala la comparsa in Italia di una magnifica Plusia aurifera assolutamente tropicale. Registra la cattura fatta a Milano dall’Ing. rag. C. Binaghi di una magnifica serie di 12 ST della Spilosoma tutti degradanti dal bianco slavato a] bruno fosco, e propone, secondo il caso presentatosi, che venga dato il nome di Rustica Hb. alla specie e vengano considerate come aber- razioni la forma melanica del 4 Mendica ©., cla forma isabellina che chiama 42, Binaghi Mibi. Infine riporta per la prima volta la Lyc@ena Escheri Hab. ab. Subapennina Mihi. Questa forma secondaria della f Escher: Hb., non ancora descritta, rappresenta anche nella Escheri un dimorfismo che l'A. suppone affatto meridionale, come nelle precedenti specie accennate. ARIOLA dott. V. Contributo per una Monografia dei Didymozoon. I Didymozoon parassiti del Tonno. (Paris, 1902. Archives de Parasitologie, Vol. VII, N. l. Estr. di pag. 10 in-8, con fig.) 3 ‘Dal Taschenberg, che nel 1879 istituiva il genere Didymozoon al Richiardi, che recantemente ne ìîndicava una nuova forma nel Micropteryo Dumerili Cuvier, nessun passo era stato fatto nella biologia, nella costituzione e nella sistematica di questo gruppo di parassiti, in confronto delle progredite conoscenze conseguite negli altri Trematodi. La necessità di una monografia completa, che tenga conto dei caratteri delle nuove specie descritte, ha fatto nascere vivo il desiderio nel- l'A. di raccogliere abbondante materiale per prepararla, promettendo farci noti in seguito i risultati delle sue ricerche intorno a questo gruppo di parassiti, poco studiato per quanto assai interessante. Pertanto l'A stralcia dai suoi appunti la presente nota, che si riferisce ai Didymozoon del Tonno, determinato a ciò dalla pubblicazione della specie del Richiardi, che all’A. pare debba riferirsi a forma conosciuta, e dal fatto che nella denominazione Didymozoon Thynni Teschenberg, istituita sul Monostomum bipartitum Wed), sono state confuse almeno tre forme (Wagener), che vanno distinte tra loro, non solo per caratteri specifici ma anche generici. MIRABELLA FISICHELLA dott. GIUSEPPE. Allevamento, alimentazione ed igiene del bestiame. (Catania, 1903. Dall’Agricoltore Calabro-Siculo. Estr. di pag. 15 in 8.) Con utili e importanti regole è trattato dell'allevamento, dell’ alimentazione e dell'igiene del bestiame che sono i capi saldi di tutta l'economia rurale. ARIOLA dott. V. La natura della Partenogenesi nell’ Ardacia pustolosa. Ricerche compiute alla Stazione zoologica di Napoli. (Genova, 1902. Dagli Atti d. Soc. Ligustica di Sc. nat. e geografiche, anno XII, Fasc. 3.0 Estr. di pag. 12 in-8 con IX tav.) I risultati negativi dall’ Egregio A. constatati negli esperimenti di partenogenesi artificiale sulle uova non fecondate di Dentalium entalis L., di cui riferì in altra sua nota precedente, ‘in contraddizione con quelli tanto brillanti, pubblicati nelle varie memorie dal LoeB per alcuni Echino- dermi e Anellidi, lo indussero a studiare la fecondazione chimica sulle uova vergini. di qualcuno degli animali adoperati dal LoER, intraprendendo ora le sue ricerche sull’ Arbacia pustulosa Gray. Con cure più diligenti, adottate per impedire qualsiasi possibile sorgente di errore, insieme a materiale abbondantissimo di Studio e a condizioni assai favorevoli di esperimento, 1° A. è giunto a provare la insostenibilità delle nuove teorie formulate dal Log, 76 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ____——————r—_—_—_-—èò—«—m;»kÈpQ@*Èìhhh)»îgjquamg—aZ<—{q«<{Q Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- diamo sia l’ unico che si stampi fra' noi, ed è forse perciò che gli studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde premure a che' procurassimo di renderlo il più possibile com- pleto. Per la. qualcosa preghiamo: gli autori italiani e quelli esteri che scrivono in pubblicazioni italiane o di cose italiane, relative, alle scienze naturali, a favorirci possibilmente una ‘copìa dei loro scritti, o fornirci anche solamente i dettagli sufficienti per poterne dare un simile annunzio ai seguenti. I gentili autori che ci faranno, questo favore, avranno un qualche compenso nel. far così conoscere il titolo dei loro scritti nei centri scientifici di tutto il mono, poichè questa Rivista non solo è diffusa per i molti abbonati che ha, ma viene anche inviata in cambio ad altre 200 pubblicazioni dei principali sodalizzi scientifici italiani ed esteri; Pubblicazioni del 1901 Geologia e Mineralogia (continuazione) 117. Tommasi A. Contribuzione alla paleon- tologia della valle del Dezzo: (Milano, Memorie R. Istituto lombardo Vol. XIV, Fasc. IV, pag. 49- 66, con. 2 tavole). 118. Trabucco G. Fossili; stratigrafia ed età .della Creta superiore del. bacino di Firenze. (Ro- ma; Boll. Soc. Geol. ital. Vol. XX, Fase. 2, pag. 271-294, con tav). 119. Trentanove. G. ll miocene medio di Popogna e Cofaggio nei Monti Livornesi. (Roma, Ibidem, Fase. IV. pag. 507-550, con 2: tavole). 120. Zambonini F.-Su alcuni minerali della Rocca Rossa e Monte Pian Real (Val di. Susa) (Roma, Rend. R. Acc. dei Lincei, S. 1V, Vol. X, Fasc, Il. ; pag. 42-50). 121. Airaghi C.. Echinidi terziari deli Pie- monte e della Liguria. (Pisa, Paleontògraphia italica; vol. V.II, pag. (149-218. com 9 tav.) 122. Arcangeli .G. Contribuzione allo Stu- dio dei vegetali permo=carboniferi della Sardegna, - (Pisa, ibidem, pag. 091-120, con; tav.) 123. Brian A. Sulle marmitte d' origine gla- ciale dell’ Appennino Parmense. (Genova, (Atti Soc. Ligustica di Se. nat. e geogr., vol. XII, n. 2, pag, 154-168, con) 4 tav.) 124. Cancani A. Sul periodo sismico inizia- tosi il 24 aprile 1901 nel territorio di Palombara Sabina. (Modena, Boll. Soc. sismologica ital., vol. VII, n. 5, pag. 169-193). 125. Dal Lago D. Sui fossili estramarini di nuove località nella Val d' Agno. (Bologna, Riv. ital. di paleontologia, anno VII, fasc. IV, pag. 111-116). 126. Dal Piaz G. Di alcuni resti. di Cyrto- delphis sulcatus dell’arenaria miocenica di Bel- luno. (Pisa, Palaentographia italica, vol. VII, pag. 287-292, con tav.) 127. De Stefani C. Flore carbonifere e per- miane della Toscana. (Firenze, Pubbl. d. R. Ist. di studi sup, e di-perfez. Sezione di Sc. fis. e mat. pag: 212 in-4, con l4 tav.) 128. Fucini A. Cefalopodi liassici del. Monte di Cetona. Parte I. (Pisa, Palaeontographia italica, vol. VII, pag. 1-90; ;con 14 tav.) 129. Mariani E. Note Geologiche sul Gruppo delle Grigne. (Milano, Rend. R. Ist. lombardo, S. II, vol. XXXIV, fase. XX, pag. 1259-1271). 130. Ricci A. L'Elephas primigenius Blum. nel.post-pliocene ‘della Toscana, (Pisa, Palaeon - tographia italica, vol, VIL, pag. 121-148,.con 3 tav.) 78 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 131. Rimatori C. Dati analitici su alcuni campioni di manganese di Sardegna. (Roma, Rend. R. Ace. dei Lincei, s. V, vol. X, fase. 10, 2 sem., pag. 226-232). 132. Rovereto G. Briozoi, anellidi e spugne perforanti del neocene ligure. (Pisa, Palaeonto- graphia italica, vol. VII, pag. 219-234, con tav.) 133. Rovereto G. Studio geologico di alcune ferrovie progettate attraverso l’ Appennino ligure. (Genova, Dagli Atti d. Soc. Ligustica di Sc. nat. e geogr., vol. XII, n. 2, pag. 134-145.) 134. Verri A. Un capitolo della Geografia fisica dell’ Umbria. (Milano, Dagli Atti del IV Congresso Geografico italiano, pag. 24 in-8, con 3 tav.) 135. Lotti B. Sul giacimento di pirite di Ga- vorrano in Toscana. (Torino, Rassegna mine- raria, vol. XV, n. 18, pag. 273-274.) Pubblicazioni del 1902 Zoologia, Paleozoologia Allevamento degli Animali 1. Arrigoni degli Oddi prof. E. Atlante ornitologico. Uccelli europei. (Milano, Edit. U. Hoepli, pag. 566, con 50 tavole colorate. (Prezzo L. 36, rilegato L. 45). 2. Bather F. A. Che cosa è un echiderma ? Con note di Achille Russo. (Torino, Edit G. B. Paravia, pag. 37). 3. Bellini R. Contribuzione alla conoscenza della Fauna dei, molluschi marini. dell'isola di Capri. (Napoli, (Boll. Soc. Naturalisti, Anno 15, vol. 15 pp. 859-121). 4. Bellini R. I molluschi del lago Fusaro e del Mar Morto nei Campi Flegrei (Napoli, ibi- dem serie I, vol. XVI, pag. 20-27, con 8 fig) 5. Berlese A. La Grillotalpa ed il modo se- guito per combatterla a Nola. (Padova, Boll. di Entom. agraria, ann. 9, n. d, e seg.) 6. Berlese A. La questione della mosca olearia. (Padova, ibidem, n. 7. e seg.) 7. Berlese A. Contro la Cochyls. (Padova, ibidem, pp. 82-86, con fig.) 8. Berlese A. L' accoppiamento della mosca domestica. (Firenze, Riv. di Patologia veget vol. fase. 2, © p. 345-357, con fig.) 9. Beretta A. La moltiplicazione cellulare , nel midollo delle ossa del Riccio durante l’ iber- nazione. (Firenze, Monit. zool. ital. an. XIII, n. 8. pag. 212-215). 10. Beretta A. Dell' influenza dell'accumulo dell’adipe sulla determinazione e sul decorso del sonno invernale nei mammiferi ibernanti. (Fi renze, ibidem, n. 9, pp. 224-242.) E ll. Borelli dott. A. Di una nuova specie di scorpione nella Colonia Eritrea. Babycurus zam- bonellii nov. sp. (Torino, Boll. deì Musei di zool. ed Anat. comp. d. R. Univ., n. 422, pag. 35). 12. Bortolotti C. Sviluppo e propagazione delle Opalinine parassite del lombrico. (Firenze, Monit. zool. ital., an. 19, n. 8, pp. 195-204). 13. Brian A. Note su alcuni Crostacei paras- siti dei pesci del Mediterraneo. (Genova, Boll. dei Musei di Zool. a Anat. comp. d. R. Univ. n. !15, pag. 16, con l tav.) 14. Buccolini T. Su alcuni insetti nocivi al | tabacco. (Padova, Boll, di Entom. agraria an..9, pp. 56-59). 15. Buffa P. Coccidei parassiti della vite. (Padova, Ibidem, an. 8, n. Il, e seg.) 16. CalamaniE. Contro la tignola della vite (Padeva, ibidem, pp. 113-118). 17. Camerano prof. L. Nuova specie di Chordodes Havvkzeri n. sp. (Torino, Boll. dei i Musei di zool. ed Anat. comp. d. R. Univ., n. 416, pag. 3). 18. Camerano prof. L. Studio quantitativo statistico degli organismi. Tabelle pel. calcolo degli‘indici di variazione, di frequenza, di iso- lamento, di mancanza e di asimmetria. (Torino, ibidem, n. 417, pag. 44). 19. Camerano prof. L. Descrizione di una nuova specie di Chordodes del Congo. Chordodes Gariazzi nov. sp (Torino, ibidem, n. 426, pag. 2). 20. Camerano prof. L. Ricerchesomatome- triche in Zoologia. (Torino, ibidem, n. 431, pag. 18). nodi 21. Capeder G. Contribuzione , allo! studio degli Entomostraci Ostracodi dei terreni mioce- nici del Piemonte. (Torino, Atti Acc.se. vol. 37, disp. 1, pp. 5-18). 22. Cecconi G. Contribuzioni alla cecidolo- gia italica. II. parte. (Modena; Le, Stazioni spe- rimentali agrarie italiane, vol. 35, pp. 609-641). 23. Cecconi G. Contribuzione alla (Cecidolo- gia Toscana. (cont.) (Avellino, Marcellia, Riv. in- ternaz. di Cecidiologia, vol. I. fase. 4, e seg.) RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 24. Ceeconi G. La Tortrix pinicolana ZII. in Italia. (Firenze, Bull. Soc. entomol. ital., an. 33, trim. 3-4, pp. 162-168). 25. Corti E. Di un nuovo Nematode parassita in larva di Chironomus. (Milano, Rendic. Istit. lomb. se. e lett. vol. 35, fase. 2-3, pp. 105-113). 6. De Stefani Perez T. Due nuovi Coleot- terocecidii di Sicilia. (Avellino; Marcellia, Riv. internaz, di Cecidologia. vol. I, fase. 1-2, pag. 66-67). 27. De Stefani Perez T. Nuovi insetti gal- ligeni e cecidii vecchi e nuovi. (Avellino, ibi- dem, fasc, 4, pag. 109-115). 28. De Stefani Perez T. L’'Asterolecanium variolosum Ratzb. (Avellino, ibidem, Fase. 5, pag. 161-164). 29. Emery C. La zoologia secondo il nuovo regolamento delle Facoltà di Scienze. (Roma, Atti Accad. Lincei vol. 11, fasc. 12, pp. 503-504). 30. Fabiani R. Di un nuovo Crostaceo isopo- do. (Caecosphaeroma bericum nov. sp.).delle grotte dei, Colli Berici nel Vicentino. (Firenze, Bull. Soc. entomol. ital. an. 33, trim. 3-4, pp. 169- 176). 31. Ficalbi E. Doratopsis vermicularis larva di Chiroteuthis Veranyi. (Firenze, Monit. zool. ital., an. 13, n. 2, pp. 37-39). 32. Gestro R. Frammenti entomologici. (Fi- renze, Bull. d, Soc. Entomol. ital anno XXXIV, trim. I, e II pag. 33-49). 33. Gestro R. Materiali per lo studio delle Hispidae. XVII. Cenni sulle Hisgidae di Ceylan, (Firenze, ibidem, pp. 50-60). 34. Ghigi A. Note biologiche e faunistiche, (Firenze, 1bidem an. 33, trim, 3-4, pp. 183-196). 35. Giannelli L. Ricerche istologiche sul pancreas degli uccelli. (Firenze, Monit. zool. italiano, an. XIII, n. 7, pag. 171-183, con 3 tav.) 36 Leardi-Airaghi Z. Aracnidi di Mahò e Kandy. (Milano, Atti Soc. ital. Sc. nat. e Museo civ. St. nat. vol. 40, fasc. 4, pp. 349-373). 37. Leardi-Airaghi Z. Ragni di Manila. (Arcipelago delle Filippine)(Milano, ibidem vol. 41, fasc. 2, pp, 117-127), 38. Levi G. Sullo, sviluppo del pronefros degli anfibi. (Firenze, Sperimentale (Arch. Biol. norm. e patol.) an. 56, Fasc. 4, pp. 586-588). 39. Mainardi A. Rhisotrogus Grassi nuovo coleottero italia no. (Firenze, Bull. Soc. entomol. ital., anno 34, trim. 1-2. pp. 105-111). 79 40 Mantero G. Descrizione di alcune specie nuove di imenotteri scavatori. provenienti dal Rio Santa Cruz in Patagonia. (Firenze, ibidem, an. 33, Trim. 3-4, pp. 197-203). 41. Marchesini prof. R. Sulle metamorfosi degli Eritrociti. (Roma, Boll. d. Soc. Zool. ital. anno XI, vol. III. fasc. I, Il e III, pag. 1-30, con fig.) 42. Martorelli G. Nota ornitologica. Ulterio- ri osservazioni sull’ Athene Chiaradiae Giglioli. {Milano, Atti Soc. ital. se. nat. e Museo civ. st. nat. vol. 40, fasc. 4, pp. 325-338). 43. Marucci dott. V. Ricerche sperimen- tali sui maschi polimorfi di alcune forme di Acari « Cryptostigmata » (Roma, Boll. d. Soc. Zool. italiana anno XI, vol. III, fase. I, Il e III, pag. 68-78, con 2 tav.) 44, Massalongo C. Di un nuovo genere di Ditteri galligeni. (Avellino, Marcellia Riv. inter- naz. di Cecidologia, vol I, fasc. I-II, pag. 54-59, con 16 fig.) 45. Mazzarelli G. Note biologiche sugli Opistobranchi del Golfo di Napoli, Parte I: Tecti- branchi, (Milano, Atti Soc. ital. Sc. nat. e Museo civ. st. nat. vol 40, fasc. 4, pp. 291-314). 46. Monticelli F. S. A proposito di una nuova specie del genere Epibdella. (Napoli; Boll. Soc, Naturalisti, an, 15 n. 1, vol. 15, pp 137- 145, con fig.) 47. Monticelli F. S. e Lo Bianco S. An- cora sullo sviluppo dei Peneidi del Golfo. (Napoli, ibidem, pag. 159.) 48. Ninni E. Note ornitologiche per la Pro- vincia di Venezia (Accipitres) (Milano, Atti Soc, ital. sc. nat. e Museo civ, st. nat. vol. 40, fasc. 4 pp. 315-324.) 49. Orlandi S. Sopra un caso di ermafrodi- tismo nel Mugi chelo Cuv. (Genova, Boll. Musei zool. e Anat. comp. Univ., n. 112, pp. 4). 50. Orlandi S. Contribuzione allo studio del- la struttura e dello sviluppo della Glandula uro- pigetica degli uccelli. (Genova, ibidem, n. 114, pag. ll). ol. Parona prof. C. Catalogo di Elminti raccolti in Vertebrati dell’ Isola d'Elba. (2.8 nota), (Genova, Boll. dei Musei di zool. e Anat. comp. d. R. Univ., N. 113, pag. 20). 52. Perrone E. Sui costumi delle zanzare del genere Anopheles in relazione con le boni= fiche idrauliche. Memoria II. (Roma, Annali Igiene sperim. vol, 12, fasc. 2, pp. 161-194). 9 80 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 53. Pierantoni U. Due nuovi generi di oli- gocheti marini rinvenuti nel Golfo. (Napoli, Boll. d. soc. di naturalisti serie I, vol. XVI, pag. 113- 117, con 3 fig.) € 54. Porta A. La metamorfosi dello Zabrus tenebrioides Goeze ((gibbus F.) .(Firenze, Bull. Soc. entomologica ital., anno 33; trim. ‘3-4; pp. 177-182). so. Porta A. Le differenze sessuali secor- darie quantitative nel Caradus auratus Li (Fi- renze, ibidem, an. 34, trim. 1-2; pp. 61-104). 56. Ribaga C.1 principali insetti dell'ordine dei Fisapodi dannosi alle piante coltivate (Padova, Boll. di Entom. agraria ‘an. 9; n. 8 e seg). 67. Romanin Jacur G. Osservazioni sopra alle zanzare) e ad alcune condizioni locali della città di Padova e dei suoi immediati dintorni in rapporto. alla Malaria. (Roma, Atti d. Soc. per gli. studi della malaria. vol. 3, pag. 206-278, con l tav.) 58. Rosa D. Il cloragogo tipico degli Oligo- cheti. (Torino, Ed. Clnusen pag: 26; con tav.) 59. Rosmini dott. O. Passalidi. (Torino, Boll. dei Musei (di; zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. .n. 428, pag. 10). 60. Rossi G. Sull'apparecchio digerente del- l'Uzlus communis. (Firenze, Bull, d. Soe. Ento- mologica ital. amno, XXXIV, trim. I e.JII, pag. 1- 9, con l tav.) 61 Rostagno comm. F.- Classificazione descrittiva dei Lepidotterì italiani. (Roma; Boll. d. Soc. Zool. italiana anno XI; vol. II,fase: II e. IlI, pag. 108-128). 62. Salvadori T. Nuova specie :del genere Ammomanes. (Torino; Boll. dei Musei di Zool., ed Anat. comp. d. R. Univ., n. 425 pag. 2). 63. Segre dott. R. Ricerche intorno alla variazione della. Tinca vulgaris: (Torino, Bolli dei Musei, di Zool. ‘ed Anat. comp. d. R. Univ «vol. XVII, n. 429, pag. 42). 64. Senna A. Le esplorazioni abissali nel Mediterraneo del 'R. Piros:afo Washington nel 1881. (Firenze, Bull. d. Soc. Entom. italiana an. XXXIV, trim. I e II, pag. 10-32 con 2 tav.) 65. Silvestri F. Materiali per lo studio dei Tisanuri. (Firenze; Bull. Soc. entomol. ital. an. 33, trim. ‘3-4 pp. 204-249.) 66. Silvestri F. Coccidei parassiti della vite. (Padova, Boll. di Entom agraria, an. 9, n. 4 e seg.) 67. Silvestri F. Sopra un acaro raditicolo che produce una speciale malattia nelle viti. (Coe- pophagus echinopus) (Padova, ibidem, pp. 49-56, con fig.) 68. Silvestri F. Note preliminari sui Ter- mitidi e Termitofili sud-americani. Frammenti biografici. (Torino. Boll. d. Musei di Zool. ed Anat: comp. d.'R. Univ. n. 419; pag. 30). 69. Silvestri F. Diplopodi. (Torino, ibidem, vol. XVII n. 432, pp. 25). 70. Sordelli F. Materiali per la conosce nza della fauna Eritrea raccolti dal dott. Paolo Ma- gretti: Mammiferi. (Milano, Atti ‘Soc. ital: sc. nat. e Museo civ. st. nat. vol. 41, fasc. 1, pp. 49- 99 con '3 tav é fig. nel testo). 71. Stossich ‘prof. ‘M. Sopra alcuni nema- todi della collezione elmintologica del prof. dott. Corrado Parona. (Genova, Boll. d. Museì di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. n. 116 pag. 16, con 3 tav.) 72. Testi F. Ricerche sugli ‘anofeli durante la campagna antimalarica nella Maremma Gros- setana. (Roma, Giorn. med. Esercito, an. 50, n. 4, pp. 337-360). 73. Trotter A. Di una ‘nuova specie di Pi- nipide galligeno ‘e della: sua galla gia nota a Teofrasto. (Roma, Atti Accad, Lincei, an. 299, Sì 5. vol: Il, fas. 6, 1. sem , ‘pp. 254-257). (continua) DIFFIDA Il Gabinetto di Storia naturale, Iditta Se Brogi, Siena, è rappresentato da Bozzini Enrico fu Giuseppe e ne è Preparatore Pputti Cesare:,, E, BOZZINI, Gerente responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzerì, dei hi sui e I E uscita la 15.3 dispensa del CATALOGO DEI COLEOTTERI D'ITALIA Dott. Stefano Bertolini con la collaborazione di distinti entomologi. : Se ne pubblica non meno di una'dispensa di 8 pagine al ‘mese, in formato tascabile (12 X 18 circa) al prezzo dì centesimi 10 la dispensa per l’Italia e cent. 15 per l'estero. Il catalogo è redatto giusta il più moderno sistema, coll’ aggiunta delle nuove specie note fino ad oggi. È utilissimo per regolare le collezioni secondo i più recenti sistemi ed al tempo stesso come ottimo intermediario nelle relazioni di cambio. Fa conoscere il sorprendente numero dì specie che vanta la fauna italiana. È tuttora aperto l’ abbonamento: Alle prime 10 dispense al prezzo di L. l per l’Italia e L. 1,50 per l'estero. Alla intera opera ] L. 2 per l’Italia e L. 3 per l'estero, Inviare il danaro alla Direzione di questo periodico. N. B. Facendone richiesta con cartolina doppia, ossia con Cartolina con risposta pagata, se ne invia una dispensa gratis per saggio. © Hanno pagato l’ Abbonamento a tutto il 1908 (6. Nota) Battistella Giacomo — Dalla Torre dott. prof. KW. v. — De Boni Augusto — Fenizia prof. Carlo — Gargiulo prof. Antonio — Lancellotti Francesco — Luigioni Paolo — Mantovani prof. Pio — Museo zoologico, &. Università, Roma — Patrizi Montoro march. Filippo — Regalia prof. Et- tore — R. Scuola Normale femminile, Grosseto — R. Istituto Tecnico, Bergamo — R. Liceo Carlo Alberto, Novara — Ricci Bartoloni — Rossetti dott. Corrado — Saccardo prof. P. A. — Silvestri dott. Alfredo — Venanzi prof. ing. Giuseppe — Whitaker cav. Giuseppe. NB. - Con la suesposta nota sono pubblicati i nomi di coloro il cui abbona- mento ci è giunto entro Maggio. Giornale della R, Commissione di Agricoltura e Pastorizia per la Sicilia, Periodico mensile, si pubblica a Palermo. — Direzione ed Amministrazione, Via Schiavuzzo (Stabile proprio). Abbonamento annuo per l’Italia L. 5, estero L. 8. = IL CORRIERE AGRICOLO COMMERCIALE — Staffetta delle Campagne — or Il più diffuso ed il più pratico dei giornali del regno. 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MARIANO BELLINI dott. RArraELLo — BertELLI dott. Dante — Berti GrusePPE — Bezzi dott. prof. Marro — Bi- sogni prof. d." Carro — BoLzon Prof. Dott. Pro — Bonomi Prof. Agostino — BorpI Prof. Dott. Lurer Bombicci-Porta Comm. Prof. Lurer — BrunELLI Gusravo — BrusIna Prof. SPIRIDIONE — CACCIAMALI Prof.G BartIstA — CaLaBrò Lomsarpo Prof. Antonino — CaruaNA-GATTO Avv. ALFREDO — CASTELLI dott. Giovanni — CerMENATI Prof. MARIO — CLERICI Ing. EnrIco — Cori Chimico farm. ELIA — Damiani Dott. Prof. Gracom — Dr AnaeLIS D'Ossat Dott. Prof. Groaccnino — De Bonis ANTONIO —.De BLasio Dott. AgELE — DepoLi Guino —DeL PRETE d” Rarmonpo — DE STEFANO d. GIUSEPPE — De SreFANI Perez Prof. Troposto — FABANI Sace. prof. CArLo — Farra TEDALDI — LuIGIFENIZIA prof. CARLO — FrorI Prof. Anprea — GaLLi- VALERIO dott. prof. Bruno — GIACHETTI cav. G. CESARE — GritLo prof. NicooLò — ImParatI dott. prof. EpoARDO — LARGAIOLLI dott. prof. VitToRIO — LEVI Morenos dott. Davip — Livini cav. prof. dott. ANTONIO — Longo prof. dott. Anprea — Lopez prof. dott. Corrapo — Losacono Posero prof. MicteLe — Lorenzini ALessanpRO — LupiDott, E, — Luzi march. dott. G. F. — MascarinI Prof. Aressanpro — MELI Prof. RomoLo — MaTtTEI Grov. ETTORE — Morici MicaeLe NeviAnI Dott. Prof. Antonio — ParatoRE dott. prof. EmANURLE — PaAuULUGCI March. MariANNA — PrLacanI Prof. Dott. Luciano — PrrRonI Dott. Veter. PisquaLe — RONCHETTI dott. Vittorio — Sancasciani Cav. Dott. Giuseppe — ScarziA Dott. GrusePPE — SIGNORINI Prof. GiusePPE — SiLvestrRi Filippo — SpinoLa March. Gracomo — Stossica Prof. MicHELE — TERRENZI Dott. Giuseppe — Tassi Cav. Dott. FLAMINIO — TeLtini Dott Prof. AcHILLE — Tincorini Dott. Veter. Tiro — TirELLI Avv: ApeLcHI — Zoppa Prof. GIUSEPPE. _—————__———tccCtrth-=-=t-ttT.__= È f sposizioni: ® Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all'Agenzia in Via B. Peruzzi 28, eda tutti gli uffici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal prinerpio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoliseparati costano cent.30 perogni 16 pag.di testo, | Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano i manoscritti. 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Dalle inserzioni gr Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. _ Itre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitolo gico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, coltivatore ed acclimatatore, sono regolati dalle medesime seguenti di- scritti che contengono avuzs:d acquisto 0 di vendita, o che possono servire di reéclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati chehanno già pagato l’ab. bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta ge non è espressamente richiesta dall’ abbonato. SUI L' amministrazione s’incarica di rappresentare gliab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all'amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso da combinarsi. La direzione può,in casi eccezionali, ritiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioniin proposito. l manoscritti non pub- blicati possono essere ritiratidagli autori «proprie spese Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche fascicolo, ne sarà loro, possibilmente, inviata un’altra ;copia gratis. purchè la richiedano entro l'annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento, [nserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L nl per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano IL. logni2 centim. di spazio occu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. Si annunziano le pubblicazioni ricevute e si fa speciale _menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplari ti Somana essere anticipati. 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Il secondo mette in rilievo \' in- fluenza, o meglio l’azione che le migrazioni esercitano sulle Faune dei diversi paesi. - 5 Sono divise le Migrazioni in temporanee e permanenti. ; : Nelle Migrazioni temporanee, dopo brevi cenni sulle poche forme sedentarie del regno animale, è discorso degli animali che fanno viaggi rregolari, spinti da cause affatto fortuite; ed in seguito di quelli assai più numerosi, i quali, per cause che sì ripetono ad intervalli determinati e fissi compiono migrazioni regolari e perzodiche. Trattando delle Migrazioni permanenti, sonvi premessi alcuni capitoli di Zoologia geografica intorno alla tendenza che gli animali hanno a diffondersi nello spazio, intorno agli agenti che favoriscono ed agli ostacoli che contrastano la loro diffusione Troviamo poi distinte le Migrazioni permanenti in attive e passive: le prime determinate solo dal bisogno che gli animali sentono di allargare la loro cerchia di diffusione; le seconde compiute per opera di agenti estranei alle specie migranti. Tra queste seconde, è parlato separatamente di quelle , che avvennero senza l'intervento dell'uomo, e di quelle che in tutto od in parte sono dovute alla — lui influenza. Aggiungiamo che l' Egregio A. nel passare in rassegna tutti ‘i gruppi degli animali emigranti dà, nel pregiato lavoro, una speciale e particolareggiata narrazione delle migrazioni temporanee e permanenti degli uccelli. L'opera di pag. 55 in-8 vendesi presso l’Agenzia di questo periodico al prezzo di L. 2,50.! RIVISTA COLEOTTEROLOGICA ITALIANA. (Organo mensile per la sistematica generale dei Coleotteri) Abbonamento a partire dal 1.° gennaio, Italia L. 5 - Estero L. 6. Dirigersi al prof. Porta, Università, Camerino (Macerata). do Anno XXIII N.7 e 8 *' RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Luglio-Agosto 1903 SOMMARIO Lucifero Armando. Mammalia Calabra. Elenco dei mammiferi calabresi (Cap. IT e III) (cont.) Pag. 81, Vitale agr. Francesco. Le somiglianze protettive nei Curculionidi (Nota 1.2) Mimetismo. Pag. 85. Cannaviello dott. Enrico. Osservazioni sulle Phalaenae dell Italia, meridionale (cont.) Pag. 91. Gargiulo dott. Antonio. Contributo all’ Istologia del tessuto di sostegno nelle Glandole (Ricer- che) Pag. 99. Raggi Luigi. Contributo alla Fauna littoranea Romagnola Pag. 106. Rivista bibliografica. Pag. 109. — Bibliografia italiana di Scienze naturali. Pag. 110. Fenizia prof. Carlo. - Prospetti di Cristallografia coi simboli stereomorfici delle forme cristal- line. Pag. 113 e 114. MAMMALIA CALABRA ELENCO DEI MAMMIFERI CALABRESI COMPILATO da ARMANDO LUCIFERO (continuazione) Uno dei secondi fattori è l' esaurimento fisico, a cui è esposto l’ uomo del Nord in confronto a quello del Sud. Le popolazioni accentrate nelle grandi città hanno maggiori congiunture ad esporsi alle. molteplici tentazioni del vizio più che non lo siano quelle dei piccoli centri e delle campagne. La lotta per ‘l'esistenza può per quest’ ultime essere più ardua e più penosa, ma le pas- sioni cieche e sfrenate, che per le altre diventano un bisogno quotidiano, non ‘possono .fruttificare, perchè manca la materia prima, cioè il seme per germo- gliarvi. La vita stentata, quindi, del meridionale dà di sovente organismi deboli e fiacchi, ma non esauriti fisicamente in tal guisa da smarrire la ragione.e da essere ricoverati in Manicomio, per come avviene con frequenza al settentrio- nale, che alla falsata educazione aggiunge il fardello odioso dell’ alcoolismo e dell’ intemperanza. Uno dei terzi fattori, importantissimo ed evidente, è al certo il sentimento pro- fondo, che persiste ancora in quasi tutte le famiglie agiate calabresi, di non ‘ volersi separare dagli sventurati loro appartenenti colpiti da malattie mentali, onde si rassegnano piuttosto ad un continuo. terribile e pericoloso disagio nella propria casa, pur di non vederli rinchiusi in un Manicomio, ove ritengono non possano raccogliere quelle amorose assistenze, che provengono soltanto e sono il frutto di vincoli indissolubili di sangue. pi Infine la deficienza degli stabilimenti e degli ospizii addetti a tale uso, la quale impedisce a molti di profittarne, è uno dei quarti ed ultimo fattore del Capo rap- | porto numerico dei ricoverati; onde, concludendo, 207 a mancanza di civiltà, mà a maggiore equilibrio psichico; ma a maggiore forza fisica; ma a ma ggiore squisitezza di sentimento di famiglia; ma a minor numero di ospedali peculiari per siffatta malattia, la si deve esclusivamente una così mite percentuale. 82 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI NOTE (1) Il Niceforo, in un suo recente lavoro, parla di ritardo nella mestruazione presso lè popo- lazioni del Sud d'Italia, mentre a noi, per dati di fatto innegabili, constatati di persona, risulta perfettamente il contrario. Anzi è a questa precocità, che riscontrasi del pari nei popoli barbari africani, che noi riferiamo la decadenza dello sviluppo fisico nelle razze meridionali. Gli anglo- sassoni, che non appartengono certo ad una razza degenerata, sono sempre i più lenti a raggiun- gere questo: sviluppo, (FERRERO); ed hanno più frequentemente che ogni altro popolo europeo dei casi d’ albinismo, ritenuti dal Niceforo anche come una prova di decadenza della razza meridio- nale! Asserisca pure quel che meglio le piaccia l'inchiesta della Società Italiana di Antropolo- gia registrata dal Raseri, ma ci permetta di dire esplicitamente che: è indubitato nelle regioni cala- bresi la rarità dei casi d’albinismo. E se la statistica di detta inchiesta porge risultati contrarii, bisogua ben convenire che essa non sia esatta, perchè forse compilata sulle famose statistiche uffi- ciali, cui, abbiamo già detto, sono spesso tanto lontane dal vero. (2) Anche il Sergi nel suo libro: Antropologia e Scienze Antropologiche, si dichiara dì questo parere; e prima di lui, molti antropologi di vaglia seguirono un tal metodo, direi quasi costretti dalla stessa natura dell’ argomento. (3) E tornare a ripetersi il fatto che nelle statistiche, anche se condotte con la competenza @ coscienza con cui le conduce il comm. Bodio, si può facilmente vedere tutto quello che si vuole. ViLrari — La Riforma della Beneficenza. (4) Dai registri di leva della Calabria non risulta punto una statura, comune a molte 0 a pa- recchi, da un metro e 25 ad 1,45, per come asserisce il Sergi nel suo libro Specie e Varietà Uma- ne. Una statura così ridotta è assolutamente eccezionale, e si trova sovrattutto, se pur si trova, isolata in individui, che per infermità o per deflcienza di nutrizione, non raggiunsero quello svi- luppo fisico confacente ad un vero stato fisiologico. Non è, quindi, il caso di tenere alcun conto di siffatte anomalie, tanto più che la razza pigmea, che si vorrebbe con tali espedienti ritrovare in Italia, è appena ammessa per l' Africa, ad onta delle descrizioni particolareggiate del Scheveinfurt, dello Smith, dello Schlichter e di qualcun’ altro. (5) La teoria delle razze bisogna a mio avviso ritenere che abbia fatto il suo tempo, perchè non mi pare possibile l’immaginare un tipo umano di questa o quella razza, quando le razze da migliaia e migliaia.di secoli si sono incrociate e fuse costantemente ed incessantemente. « È solo in seguito alla più singolare confusione fra i fenomeni morfologici e psicologici, che si è potuto edifi- care, ai nostri giorni, quella colossale aberrazione che si chiama la teoria delle razze ». Così il Novicow nel suo libro « La Missione dell'Italia », tradotto dal Tassoni e stampato a Milano il 1902. (6) Di queste mostruosità da me accennate, la più importante, la più anomala e la meno fre- quente, è al certo la prima, In un breve lavoro pubblicato sulla Nuova Antologia nel 1891, riguar- dante le Anomalie della specie umana e firmato Mutis, si asserisce che le mostruosità così dette multiple sono oltremodo rare, e rarissime quelle che, dopo nate, sopravvissero per qualche tempo allo studio della scienza ed alla curiosità ed alla meraviglia del mondo intero. Il più antico mostro di siffatto genere ricordato dalla storia con fondamento di verità, sebbene forse anch'esso con esagerazione, è il buffone di Giacomo 2.° di Scozia, che aveva due petti, due teste e due paia di braccia sopra un corpo solo sino all'altezza del ventre; ed il più recente e più conosciuto quello delle sorelle boe- me Rosa e Iosefa Blazek « che erano unite nella regione sacra, dando origine ad un bacino molto ampio, a doppio scheletro interno, da cui partivano le quattro membra inferiori ». Il mostro da noi descritto è tanto più importante in quanto che di sesso maschile, perchè in ge- nerale tali anomalie avvengono nell’ altro sesso, in cui sono anche più facili i gemelli. Da una statistica possibilmente esatta risulterebbe che i pigopagi sono meno rari nell’ Europa Centrale, e specialmente in Ungheria, in Austria, in Galizia, e nella Germania meridionale, che in Francia ed in Italia; come avviene eziandio per i parti doppii, i quali, mentre in Ungheria corrispondono al 13 per mille, in Italia ed in Francia arrivano a stento sino a 10. RI VISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 83 (7) Al libro del Lombroso rispose vittorioramente l’ egregio amico mio Dottor Cesare Trom- betta da Strongoli, con un lavoro intitolato « La Calabria e Cesare Lombroso » cui, all eleganza ed alla spigliatezza del dire, aggiunge acre e giusta ironia contro chi vuol giudicarci senza conoscerci ap- pieno. Ai turibolai del Nord e del Sud (!) lasciamo il compito di portare in trionfo il misero libro del Lombroso, e di coprire con cenere quello del Trombetta, al quale ogni buono ed onesto suo con- terraneo deve tributar lodi incessanti e gratitudine immensa, per aver messo in chiaro la verità senza restrizioni di sorta. (8) Il Venturi, mente oltremodo robusta e geniale, fu rapito alla famiglia ed alla scienza an- cor giovine, nell'autunno del 1900. Il lavoro del Pellegrini venne pubblicato nel 1901, quando il mio era già scritto, ma ancora inedito. CAPITOLO TERZO Accenni su i caratteri psicologici dell’ Uomo Calabrese Abbiamo detto nel Capitolo precedente che studiando i caratteri zoologici dell’uomo, sia indispensabile il discorrere della sua parte intellettiva, la cui estrinsecazione più o meno perfetta dipende sempre dal maggiore o minore svi- luppo degli organi che le sono di mezzo per estrinsecarsi; onde, dalla completa armonia fra l'una e gli altri, o per meglio dire, dal completo equilibrio tra l'organismo e la psiche, può ottenersi ciò che naturalmente è possibile di per- fetto nell'uomo. Ad ottenere questo equilibrio fa duopo che ogni singolo organo del corpo umano, dal trattamento che riceve sin dalla sua prima formazione, attinga quello sviluppo necessario, perchè possa servire di veicolo ad ogni ma- nifestazione psichica. Come le varie parti d’ una macchina qualsiasi, affinchè riescano a funzionare senza intoppo alcuno, e rispondano allo scopo per cui vennero costruite, debbono esser fatte con precisione e con esattezza; così le membra umane, per corri- spondere al loro fine, debbono ugualmente raggiungere quella precisione e quel- l'esattezza, dalle quali può scaturire la funzionalità psichica nella sua massima perfezione. Se si ottenga questo equilibrio, come si ottenga, e quali mezzi adusansi per ottenerlo, sarà l’ oggetto del ‘presente capitolo ; e, poichè a seconda delle cause è giocoforza studiare gli effetti, io sono obbligato a dividere in due grandi classi ile popolazioni calabresi, l'una composta dei possidenti e l’altra.dei proletarii. Discorrendo in prima dei possidenti, dividerò anch’ essi in due categorie : nell’una comprenderò coloro che vivono di rendite ricavate sopratutto dalla proprietà fondiaria e dal prodotto di questa accumulato in capitali; e nell’ altra, più numerosa ancora della precedente, comprenderò coloro che dalle industrie, dai commerci, dai negozi e dalle professioni trae la propria agiatezza ed i mezzi per educarsi e per istruirsi. La prima di queste categorie che, per le ricchezze di cui dispone, dovrebbe trovarsi all’ apice di ogni progresso civile individuale e sociale, è disgraziata- mente in Calabria, come altrove in Italia, ad un livello intellettivo, che ben ‘84 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE; NATURALI potrebbe raggiungere maggiore altezza, se le finalità della vita non si restrin- gessero in lei nell’ammucchiar dovizie soltanto, senza saperne raccogliere‘i vantaggi e senza comprendere i doveri che da queste emanano e provengono. Appartata e solitaria, direi quasi fuori da ogni umano consorzio, e ristretta sem- plicemente nel piccolo e difettoso ambiente familiare, essa si riduce nell’impo-, tenza fisico-psichica di formarsi un concetto chiaro ed esplicito delle contingenze sociali e dei suoi obblighi verso la società umana, gran complesso organico-intel- lettivo, di cui dovrebb’ essere parte necessaria ed integrante. Non è possibile che il cervello, questo muscolo tanto delicato e' sensibile, sotto 1’ impulso della volontà comprensiva, e tanto fiacco ed inerte quando non venga in guisa alcuna stimolato da quella, riesca da sè solo a nutrire ed a sviluppare le sue cellule, mentre non ha nulla da conservare e da coordinare, e giace quasi e rimane in uno stato veramente rudimentale. Difatti, se il perfezionamento d’ un organo si deve, al continuo e graduale esercizio di esso, ottenuto sovente .nel periodo di diverse generazioni ; l’ atrofia, invece, è l’ effetto dell’ inerzia. in cui si lascia languire così nel modo come nel tempo. Questo allevamento incosciente e direi quasi da bruto, assuefà il cervello a funzionare per le sole cose sensibili, che sono di esclusivo bisogno della vita materiale ;. onde, mentre. gli altri organi ricevono un proporzionato sviluppo, egli si asserva a quelli come mezzo per aiutarli a perfezionarsi. Di tale falsa ed errata educazione è conseguenza funesta un’ assoluta ignoranza di se stessi È di ogni concetto della vita umana che non. sia sensitività; sicchè nulla può sperare la convivenza sociale da chi non la comprende, non la pensa, non la concepisce; e non sa nè considerare, nè distinguere, nè valutare l’ utile ed il bene generale dal disutile e dal male, consumando le attive funzionalità della “vita in un procacciato ma fatale intorpidimento di tutto ciò che dipenda dalla parte più eletta di quelle, cioè dallo spirito. Senza desiderii, senza. ambizioni, senza speranza di trionfi intellettuali e morali, gl’ individui di questa categoria nascono, crescono e spariscono non lasciando alcun vestigio di sè, fortunati. sol- «tanto se l'oblio può avvolgerli nel suo largo mantello, o se POSSONO esser ricorda- ti nel mondo come la setta dei cattivi di Dante, Che visser senza infamia e senza lodo. L'altra categoria, invece, con tutte le sue colpe ed i suoi errori provenienti ‘dallo stato sociale che occupa e dallo svolgimento della sua attività, da un pezzo ha conquistato la supremazia intellettiva nella Calabria ; e, forse; ‘con ra- gione, perchè è Ja sola che ha compreso il progresso dei tempi, sapendosi adat- tare al nuovo ambiente ed immedesimandovisi con onore e senza disagio. Il risorgimento della patria italiana, se vero risorgimento vi fu in questa baraonda settaria che ci sfrutta e ci consuma da più che otto lustri, il solo vantaggio che concesse effettivamente si compendia nella democratizzazione degli studii, sia nelle scienze, sia nelle lettere, rendendo accessibile a ‘tutti ‘ciò. che ‘per secoli era stato monopolio di pochi, sfornendolo ‘di quello apparato imma- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 85 ginario di difficoltà, che non si volle nè si desiderò mai da nissuno, ma che la mente umana ritenne vero per pigrizia o per malafede. D' una tale pervialità in ogni scibile, la categoria di cui parlo seppe trarre splendido profitto: ed assue- fatta com’ era ad una febbrile attività psichica e materiale in quanto concerne la sua sfera di azione nei commerci e nei negozii, non tralasciò di doventar attiva in questo nuovo agone, onde in breve tempo, educandosi e più istruendosi, vi attinse, per giustizia, la supremazia. Certamente il cervello, sottoposto ad un esercizio con- tinuo ed incessante di piccole e grandi speculazioni commerciali, industriali ed economiche, acquista, come il metallo ai colpi ripetuti del martello, una stra- ordinaria duttilità alle diverse impressioni che riceve; e di conseguenza la prerogativa d’ una facile comprensione, direi quasi intuizione, che tanto più si estrinseca nello studio dei diversi rami dello scibile. A siffatta categoria, quindi, appartiene pressochè tutta la scienza e la letteratura in Calabria; e se talvolta il potere non corrisponde appieno al volere, non è da incolparsi chi vuole con tenacia, ma non può per difetto di molti coefficienti, che dovrebbero unirsi al volere per potere. Noi, però, ad onta di tali disquilibrii inevitabili nel rovello intellettivo di qualunque natura, ed assai più nella funzionalità dell’ assimilazione del pensiero altrui registrato nei libri, e trasmesso per via della concezione e della memoria nel proprio cervello; ad onta di questo, ripeto, tributiamo os- sequio profondo ed ammirazione senza confine a cotesti operai dell’ intelletto, i quali, pur non avendo facile il lavoro, raggiungono faticosamente la meta prefissa, tenendo così elevato in discreta misura il nome della Calabria scien- tifica e letteraria. (continua) rt VITALE Agr. FRANCESCO Le somiglianze protettive nei Curculionidi LE ti IIS Nora l.* MIMETISMO Fra i tanti mezzi che gli insetti adoperano per sfuggire ai loro nemici; e che per legge di selezione ereditaria si perfezionano cosiffattamente da far presumere d’ una previggenza (atto @ priori), mentre in realtà non sono che necessaria conseguenza (atto a posteriori), senza alcun dubbio, evvi quello dei colori protettivi, e che scientifica- mente si disse mimetismo. Tale fatto sorprendente, era stato, ancor pria del Lamark e del Darwin, da pa- recchi, entomologi notato, esaltando la infinita sapienza, per le svariatissime risorse che da perfino all’ umile insetto e ...... così via. A dir vero in mancanza di meglio quella scappatoia aveva il pregio di lasciare insoluti i problemi dal lato scientifico, ma 86 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI la scienza ba man mano sfrondato tante e tante corone intrecciate con rose e fiori teo- logici, per intrecciarli con modesti fiorellini di campo . ..... sperimentale. E chiudiamo la parentesi. I lettori ricordano certamente, le rassomiglianze della Cassida viridis, Linn, col colorito delle foglie su cui vive ; delle Catocale, delle Acroniche, delle Vanesse, citate dal Lacordaire ; quelle delle Lepthalis e delle Ithomie citate da Bates ; il più perfetto mimetismo del Zachuns pini, coi ramoscelli di larice su cui vive, citato dal Canestrini; la più cromatica somiglianza delle Gonepterye Rhamni, delle Venilla maculoaria, ecc. citate dal Plateanx ecc. ecc. per non insistere anco noi su idee cotanto note, e re- stringiamo il nostro dire alle osservazioni fatte, in gran parte anco personalmente, sul mimetismo degli insetti Coleotteri appartenenti a la famiglia di Curculionidi. Cominciamo dall’ osservare, che la rassomiglianza protettiva, rispetto a la colora- zione, altro non fa che mettere |’ animale in piena armonia colla colorazione, sia di tinta, che di tonalità, deli’ ambiente o della località su cui è obbligato quello a vivere nell’ interesse della sua propagazione, della sua perpetuità. Così essendo, ed essendo altresì noto che la maggior parte delle specie appartenenti a quella vastissima famiglia passano i loro primi stadii biologici (larva e ninfa) per lo più lontano dall' azione diretta della luce solare, sotterra o nell’ interno dei vegetali, ne viene di conseguenza che in quei casi inutile o quasi riescirebbe la protezione mimetica, mentre di grande ausilio nella lotta per l' esistenza, si rende per lo stadio d’ imagine, cioè per quello stadio, che vivendo all'aria libera e sotto lo sguardo di tutti i nemici che ne insidiano l’esistenza, la protezione cromatica serve quale arma potentissima per combattere, di- remo così incruentemente, la grande battaglia dell’ esistenza, col vantaggio di quegli esseri che meglio protetti, più facilmente sfuggono ai loro nemici, e maggiormente si riproducono, sempre più accentuando il loro mezzo di difesa. E ciò si verifica in natura. Mentre molti e molti Curculionidi, allo stadio di imagine godono della immensa protezione cromatica, pochissime larve e poche ninfe presentano dei vantaggi di mi- metismo, e queste larve e queste ninfe riguardano esclusivamente quelle forme speci fiche che vivono all’ aria aperta sotto quegli stadi biologici. In effetti i pochi e rari casi che si noverano, riguardano larve e ninfe degl’ Hyperini e del genere Cionus, e precisamente di quelle specie, le di cui larve e ninfe, nutren- dosi delle parti aeree e vivendo all’ esterno, adattano il loro colorito di larva o di ninfa a quello delle parti del vegetale su cui vivono. Invece le imagini dei Curculio- nidi vivendo quasi tutte in pien’ aria, offrono numerosissimi esempii di adattamento cromatico 0 di mimelismo come esporremo in seguito, essendo per esse imagini ne- cessario il fatto di sfuggire con rassomiglianze di forme, di colori, ecc. ai varii nemici che l’ insidiano. Noi cominceremo da le larve mimetiche. Pal Le larve che offrono esempio splendido di mimetismo, sia per gli studii da noi fatti sui vari autori, sia per osservazioni dirette, a noi risultano iu numero di 6, e cioè: 4 appartenenti alla Tribù degl’ Hyperini e 2 appartenenti al genere Gronus. AAA RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 87 - Tribù Hyperini - Sub-Genere Phytonomus Sch. 1.° Phyt. meles Fabr. 1792, Eot. Syst. I, Il, pag. 466. Il Laboulbène, che descrisse minutamente le metamorfosi di questa specie, dice che le sue larve vivono sul rifolium pratense Lin. e sono . ..... « di color verde o « giallastro con due linee longitudinali brune sul dorso » ('). Si comprende come per l’effetto di tale colorazione, le larve su dette possano sfuggire alle insidie dei loro ne- mici, come in effetti succede il più delle volte, e tanto più il loro mimetismo rag. giungere il desiato effetto, quanto più la propagazione avviene per mezzo di quelle larve, che maggiormente protette da la somiglianza cromatica, meglio riescono a sot- trarsi ai loro nemici. 2.° Phyt. suspiciosus Herbst. 1795, Kàf. VI; pag. 765. Audouin () e Kaltenbach hanno studiato con accurate e minuziose osservazioni le gemme florali dei 7rifolium, Medicago, Lotus uliginosus Schti., Lathyrus pratensis Linn. Il Kaltenbach nel descrivere quelle larve dice, che « sono verdi, simile al colore delle foglie su cui vivono » (*). 3.° Phyt. variabilis Herbst, Kaf., VI p. 263. Le larve di questa comunissima specie, sono state studiate da parecchi entomo- logi: Audouin, Perris, ecc. ed anco da noi. Esse larve sono state (trovate su varie leguminose, come Trifolium agrarium v. campestris Schreb. Medicago sativa Lin., Astragalus bayonnensis Loys., e sempre di un colorito verde gaio, molto simigliante a le tinte leggiadre delle foglioline delle succitate piante. Noi che ì' abbiamo in gran quantità raccolte sul Trifolium incarnatum v. Molinerli Balb. suberraneum Lin. fragiferum Lin., etc., abbiamo usato dello espediente di battere sopra un pannilino bianco le piantine di 7’rifolium e raccogliere le eleganti /arvelte che vi cadean den- tro, essendoci riuscito molto difficile, il raccoglierle direttamente su le piante. 4.° Phyt. nigrirostris Fab., 1775. Sys. Ent., pag. 132. Moltissimi entomologi hanno seguito le metamorfosi di questo bellissimo insetto su varie piante, basta citare fra gli autori, Redt mbacher, Hofmann, Mathieu, Kaltenbach, Perris, Giraud, Capiomont, e per le piante il 7 ifolium pratense Lin., l° Ononiîs spinosa Lin, il Buphthalmus salicifolium Lin. ecc. Noi l'abbiamo raccolto comunissimo in Maggio su l’ Hedysarum corionarum Lin., di cui le larve e le imagini mangiano le succulenti foglioline. Le larve, piccole e cilindriche sono di color verde-erba alquanto lucenti, provviste di tre striscie più scure sul dorso ed ai lati. Si riscontrano di solito sotto le foglie basse e prostrate, e ne rosicchiano i margini di quelle. Essendo difficile il trovarle direltamente, in virtù del colore protettivo, adoperiamo l’ espediente citato per il Phyt. variabilis onde racco- glierle. (4) LABOULBENE A. - Descrip. des Larves des Coleopteres. Ann. Soc. Ent. Fran. 1862. pag. 569. (2) Aupovin Ann. Soc. Ent. Fran. 1859 pag. 107. (8) KaLTtENBACH - Die deutschen Phytophagen aus der Klasse der Insecten Verhandll. nat. Ver, preve. Rbheiml 1869, pag. 75. — Op. cit. avanti, pag. 129. 88 RIVISTA ITALIANA Dì SCIENZE NATURALI Genere Cionus Clairo. Le fasi biologiche dei Cionus si compiono all'aperto su le parti esterne dei ve- getali, e sono state descritte. da varii entomologi.. Reaumur, De Geer, Latreille, Lacordaire, Perris, Kaltenbach, Bouchè, Peragallo, ecc. 5.° Cionus alauda Hrbst, Fiessly. Archiv. V. pag. 74. Il Peragallo ha trovato le larve di questa curiosa specie su la Scrophularia lucida. Lin., mentre il Germar |’ ha osservato sopra una Buddleyia, e così il Girard ; invece il Rouget dice che le larve di tale specie vivono su diverse Serophularie, la nodosa l’acquatica, la canina. Nessuno però ne descrive dettagliatamente le larve. Noi che abbiamo, seguito tutte le fasi biologiche di tale elegante specie, su la Sero- phularia lucida Lin. possiamo dare le seguenti notizie. Le larve di tale insetto, le quali si nutrono dall’ Aprile al Giugno delle tenere fo- glioline lineari, o dei teneri germogli cilindrici della Serofularia, sono di color carmi nio cupo, lucide per vischiosità e somiglianti ai fiorellini di quella pianta. Esse larve oltre al mimetismo di cui godono, ripugnano anco ad essere toccate, per il fatto che la loro vischiosità li fa rassomiglare a degli escrementi freschi di necelletti, o a cacarel- li di bruchi di lepidotteri, ed inzaccherano le mani e le dita facilmente. Chi ha osser- vato tali larve, può’ soltanto farsi un’ idea della perfetta somiglianza per colore e per forma a delle dejezioni fresche, ed il ribrezzo provato nel toccarle, li mette facilmente al riparo di insidie e danni: Quanta scaltrezza in tanta poca materia... + .. animata ! 6.° Cionus fraxini Degeer, 1775, Mem., V, pag. 212. Le metamorfosi di questa specie furono pria studiate dal De Geer sul Fraxinus excelsior, e poi minutamente dal Peregallo su l° Olea europaea v. sativa Lin. Tale iu- setto a lo stato di /arva divora la pagina inferiore delle foglie dell’ Ulivo. «1 vermi « ciattoli d’ un giallo pronunziato si attaccano a la parte biancastra del disotto delle e foglie che rosiechiano a chiazze irregolari, senza raggiungere lo stato verde e bril- « lante » (!). Auco per tale specie, il mimetismo delle larve ed il posto danneggiato è così perfetto, da richiedere pazienza e conoscenza in chi, volendone studiare ed osservare la biologia, ne ricerca le Zarve e le ninfe. i * * * Le ninfe dei Curculionidi, che per effetto di mimefismo vengono protette contro i loro nemici, osservate fin oggi dai varii autori, in cui abbiamo pazientemente spigolato, sono pochine, almeno per quanto ci è stato possibile ricercare. Noi non ne abbiamo visto aleuna che ci desse diritto a deseriverla, da poichè quelle del Phytonomus va- riabilis Herbst, o del nigrirostris Fabri. avvolte in un bozzoletto giallastro chiaro, o quelle del Cionus alauda Herbs. chiuse in un follicolo tenue perlaceo e trasparente, sono protette non dal colore, ma da la forma loro, o dalla sostanza tenace, spessa, (1) PerEGALLO A. L’olivier, son histoire, sa culture, ses ennemis etc. Nice 1882. pag. 53. (*) Il BepeL invece indica il Payhull come il primo descrittore della specie, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 89 cornea, che l' avvolge. Sono d'altronde poche le ninfe che offrono la protezione ero- matica, in quanto che pochissime sono le ninfe che vivono all’ aperto, preferendo molte delle larve ipogee, nascondersi sotterra od anco in locali ritirati, lungi dall’ azio- ne diretta del sole (sotto le corteccie screpolate degli alberi, o framezzo ai detriti ve- getali, al piede delle piante, ecc.) per compiere la loro ninfosi. i Genere Hypera Germar 7.° Hypera oxalidis Herbst. Col., VI, p. 247. Le metamorfosi di tale insetto sono state accuratamente seguite dal Kaltenbach e dal Frauenfeld, però quest’ ultimo dà più precisi particolari. Secondo tale autore, |'/yp. oxalidis Herb. vive sopra una Salvia e le ninfe che ivi si riscontrano, stanno racchiuse in bozzoletti tessuti a maglie larghe, e colorate in bianco-sudicio, tale quale tomento- sità della pianta su citata. Sub- Genere DIA Schònherr 8.° Phytonomus arundis Fabr. 1801, S. El., Il, pag. 521.01 Questa elegante specie, vive a spese v varie. piante, come han potuto constatarlo i vari autori che |’ hanno studiata. La disse propria dell’ Arundo Fabricus, mentre che Panzer, Gyllenhal, Kaltenbach, la trovarono su la Phragmites (Arundo) communis. Secondo Rosenhauer invece quelle larve vivono sul Sium angustifolium Linn., mentre il Gadeau de Kerville, ne segui la biologia sul Sium /atifolium Linn. e così pure il Jacquelin Duval ed il Boie. Fi- nalmente, il Bargagli dice che il Bracciforti l° ha osservato su l° Arundo Phragmites ?! Dai particolari minuziosi che dà il Boie, su la vita di quell’ insetto, e su i varii stadii biologici di esso, stralciamo la parte che ci riguarda, cioè là ove parla della ninfa. Egli dice « la ninfa si tesse un bozzoletto a maglie larghe, di colorito verde « scuro » (*), vale a dire simile al colorito delle foglie su cui rimane attaccato. Mediante tale mezzo di difesa, sfugge facilmente ai suoi nemici. 9.° Phytonomus pullux Fabr. 1801. Syst. Eleut., Il pag. 457. Il Polygonum aviculare Lin., il Cucubalus behen. Lin. 1° Apium nodiflorium., Lin., il Chritmum maritimum Lin., la Mentha, i Nasturtium., ecc. sono le ‘piante citate da tutti gli scrittori che hanno osservato tale insetto. Il Boie dice di avere rac- colto le ninfe di esso sul Cucubalus behen Lin. « chiuse entro un bozzoletto di color « giallo paglia, senza maglia e somigliante per la consistenza a quello di una Zygae «na » (?). 10.° Phytonomus rumicis Lin., S. N. ed X, pag. 379. Gli autori che han seguito lo sviluppo di tale elegante specie sono molti. Da Fa- bricus, a Zetterstedt, da Gyllenhal a De Geer, da Mathieu a Schmidt, a Kaltenbach, a Perris, a Goureau, Boie, Régimbart, Osborne, ecc. si corre per una lunga filza di osservatori scrupolosi, esatti, dottissimi. : Però il Regimbart descrive i bozzoletti entro cui trovasi la ninfa di tale specie (1) Bore, Entomologische Beitrige. Stett. Ent. Zeit. 1850. T. IX. pag. 354. (2) Bore, op. citata, pag. 353. 90 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI e di color giallo a maglie larghe poligone, della grossezza di un pisello » (') mentre altri e specialmente lo Schmidt ne osservò le ninfe « entro un bozzoletto fatto a guisa di reticella, mediante un tessuto verde » (°) simile al colorito delle foglie su cui era vissuta la larva. Noi riteniamo che tale differenza di colorazione, abbia potuto dipen- dere dalle foglie che hanno alimentato le larve, tanto più che tale insetto si nutre di svariatissime piante appartenenti a generi disparati: Chenophodium, Rumex, Polygo- num, Carex, . + . . Equisetum. Genere Coniatus Schonher 11.° Coniatus suavis Sch. var. chrysochlorus Luc. 1848. Ann. Soc. Ent. de France p. 18.0 Il Perris, il dottissimo biologo, pubblicò le osservazioni fatte su questa specie, in contraddizione a quelle del Durieu de Mesonneuve, negli Annali della Società entomo- logica di Francia fin dal 1850. Più tardi, nel 1856, lo stesso Perris, negli Annali della Società Linneniana di Lione, pubblicò altre interessanti notizie su le metamorfosi di quell’ insetto, da cui ne emerge « che la larva del Coniatus chrysochlorus Luc. fila « il suo bozzolo come quello dei Phytonomus, ed essa, come le larve di quel genere « ha, nella base dorsale dell’ ultimo segmento, un organo exsertile, da dove cola un umore « vischioso che ricopre il suo corpo, la tiene attaccata a le foglie, e serve altresì a « formare il tessuto del bozzoletto somigliante in tutto al bozzoletto dei PAylonomus, « ma di color rossastro » (f). Or quando si saprà che tale insetto, vive sul Tamarix anglica Webb. i cui ra- moscelli sono di color rossastro, e che la Zarva « tesse il suo bozzolo sui ramoscelli e od in mezzo al fogliame dei Tamarix, di forma sferica reticolare, in cui essa si tra- « sforma » (*), si potrà comprendere la grande rassomiglianza cromatica, fra il. colore del bozzoletto e quello dei ramoscelli su cui vien filato, ed avere un’idea della im- mensa utilità che il mimetismo reca al detto Conîaitus, di fronte ai nemici che lo in- sidiano, e rispetto agli altri suoi congeneri che tale mezzo protettivo non posseggono. 12.° Coniatus laetus Mill., 1886. Verh. d. Zoolog. botan. Gesell. p. 819. Poche osservazioni sono state fatte su tale elegante insetto, ma sufficienti a darci la biologia completa di esso. Herber, Frauenfeld, Kaltenbach, sono stati quelli che ne hanno seguito le metamorfosi. Il Frauenfeld, che come gli altri lo raccolse sui Tamarix ne descrive le ninfe in tal modo: « Il bozzoletto della ninfa, tessuto a larghe maglie « i cui vuoti sono riempiti da una materia trasparente, è della grossezza di una veccia « e di color giallo-bruno » (9). I ramoscelli della Tamarix africana Lin, son di color brano, o meglio caffè chiaro, a differenza di quelli della 7. gallica Webb. che sono rossastri, quindi la colorazione giallo-bruna è bene scelta da tale specie, mentre la spe- cie precedente, come abbiamo già visto, fila ìl suo bozzolo con tessuto rossastro. (4) ReGimgarT M. Metamorphoses du Phytonomus rumicis, Feuil. d. I. N. 1875. pag. 100. (2) Scamipt W. Aphoriminen aus dem Tagebuche, Stet. Ent. Zeit. 1840, p. 131. (*) PerRIS Ep. Nouvelles escursions dans les grandes Landes. Lion 1857. pag. 136-40 (4) PERRIS, Op. cit. pag. 137. i (9) FRAUENFELD - Zoologische Miscell..... 1873. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 91 Dott. ENRICO CANNAVIELLO Osservazioni sullo PHALABNAE, dell’ Italia meridionale (continuazione) Boarmia, consortaria, Fabr : Frequente nei luoghi cespugliosi e nei boschetti cedui delle provincie meridionali. Ha due apparizioni; in maggio, e, quando la stagione lo permetta, anche in aprile ed in agosto. Larva in giugno ed in settembre sul Prunus spinosa, L; Lonicera Caprifolium, L; e sullo Spartium scoparium, L ;.- Da molti entomologi questa specie vien confusa con la Z'oboraria, di Fabricius, alla quale, per la facies generale, si avvicina assai. Da osservazioni attente e minute risulta, che la macchia discoidale delle quattro ali nella Consortaria è semilunare ed è bianca bordata di nero, mentre che nella Roboraria, si presenta interamente nera ; le di- mensioni, per dippiù, nella Consortaria sono minori, ed il disegno alare è poco distinto, tranne la fascia ondulata presso il bordo terminale, fascia che nella Roboraria e poco nettamente distinta mentre che il disegno alare è più spiccato e meglio marcato. Nella Consortaria, infine, mancano le due macchie nere, che nella Roboraria, si osservano, in prossimità del bordo terminale delle ali del primo paio. a « rhomboidaria, Treits: Questa specie si avvicina alla Roboraria, e da molti entomologi è stata considerata una varietà di questa. Le dimensioni sono minori, la tinta fondamentale è bruno-fuliginosa, le fascie e le macchie sono continue e più distinte. Il Treitschke, dapprima, considerò questa forma una varietà 4 della Roboraria, seguendo il Lang, il Borkhausen e lo stesso MHibner ; fu più tardi (1830-35), che ne costituì una specie distinta. Vive assieme alla Consortaria, nei luoghi boschivi ed ombrosi, in maggio ed in agosto (II. generaz.) : dovunque, poco abbondante. Nelle Calabrie, tutti gli esemplari ànno, costantemente dimensioni minori, cd a me sembra potersi questi esemplari ascrivere ad una var. minor. Larva sul Populus alba, L: Corylus Avellana, L: Spartium jun- ceum, L: in giugno ed in settembre. O. G. Costa (op. cit. pag. 67) dà una descrizione della larva di questa specie, poco esatta ed incompleta. Nella larva della romboidaria, il corpo si presenta cilindrico, svelto, ingrossato nelle due estremità ; il capo è globoso, piccolo, tagliato all’ in- nanzi obliquamente, e diviso esattamente nella regione frontale ; poco pu- bescente e di colore bruno-olivastro, uniforme, con due macchie laterali 92 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI‘ brune. La tinta generale del corpo ‘è grigio-brunastra, giammai verdiaa, interrotta da una larga fascia dorsale, costituita da macchie giallastro-brune, in forma di losanga, e sulle quali, dal IV al VII segmento, spicca una linea nera, limitata da due piccoli tratti giallo-chiari. Queste macchie ànno sui segmenti toracici, una tinta più bruna ; sul primo segmento, immedia- tamente dopo il capo, àvvi.due sporgenze verrucose, sul quinto emergono due tubercoli laterali; bruno-neri; una sfumatura bruna si scorge sulle stimme, che, sono assai. poco, distinte. gesta regione ventrale è più chiara, le zampe sono grigio-brunastre, ec- | cetto le due anteriori che hanno una tinta nera più carica. L’asserzione del Costa, 0. G. che l’immagine venga fuori dalla «pupa dopo il 18,° giorno non è esatta; vi impiega 30-35 giorni. Questa specie corrisponde alla Genunaria Brahm,; Ins. Kal. Il, 1. 255 (1791) ed alla Psoraliata, Mill. Nat. Sicil. IV, 278. a s Repaudata, Lion: Specie rara nelle Puglie ed in Terra di Lavoro; comune nella Calabria e negli Abruzzi. Vive in maggio ed in agosto (II generaz.) nei terreni montuosi umidi e boschivi. Larva, in giugno ed in.scttembre nel Prunus spinosa, L; Fagus castanca, Li Nell’ adulto il colorito di. fondo può variare dal biancastro al ros- siccio. ab : (et var.) Destrigaria, Hw. pag. 276, Gn. 1, 239. Muraria, Curt. B. E. Ill. 118, ab: « Al. obscurioribus obsoletius signatis, nonnusquam __ fere unicolorib. obscure griseis ». AG Molto rara; in compagnia del tipo. negli Abruzzi e nelle Calabrie. “Non mai raccolta nelle Puglie. s.. petrificaria, Hb: Questa specie vien considerata dal Hibner, dal Lang, da 0. G. Costa e da altri entomologi nel sènere Boarmia, dal Treitschke nel genere Acidalia : spetta invece, per. i caratteri, generici distintivi, al , genere Phasiane Treits. Benchè O. G. Costa assicuri, che si trovi « appo noi in giugno- luglio ed agosto » questa specie non è indigena delle provincie meridionali. L'A. certo è incorso in errore nella determinazione degli esemplari stu- diati (1). (1) Caratteri distintivi dei generi : a) Boarmia, Tr: Antenne del J/, fortemente pettinate ; filiformi nella E; palpi, più lunghi del capo, pubescenti, ad articoli distinti, e col terzo tronco; tromba lunga; torace stretto, squa- moso; bordo terminale delle ali, semplice ed intero; colore fondamentale delle quattro ali grigia- stro, nebuloso, con disegni comuni e interrotto da due linee tortuose ; frangia delle ali assai ricca; addome: sottile, liscio pubescente sui latì, terminato in punta conica: nella ©. Larva ramiforme allungata, cilindrica, guernita di tubercoli gemmiformi, spesso laterali, col capo piatto anterior- mente e per intero nascosto sotto il primo segmento. Pupa, contenuta in un leggiero bozzolo, sotto il terreno. RIVISTA, ITALJANA)DI SCIENZE; NATURALI, ;) Li Ss DSi «.. « Japygiaria, Costa. L'A. dà di questa specie, la. seguente nola diagnostica : Boarmiaalis omnibus griseo-ochraceis, fasciis duabus ‘repandis angu- leh ii stis, punctoque medio nigris. (Cost, O. G., Op. cit. pag. 70). . L'unico esemplare a cui si riferisce la specie e che, viene illustrato i dall A..a tab. IX, fig..5,.d, raccolto dal Sig.. Giuseppe Costa, in pro- di vincia di, Lecce, corrisponde esattamente agli esemplari della Geometra petrificata, di Miibner (op. cit; tab. LII, fig. 267, mos.) e della Boarmia petrificaria,; del Godart, (op. cit. ‘tab. CLXI, fig. (8), ma in dimensioni alquanto minori e con la regione basilare delle jali del secondo paio più strong Miuna: Ora le dimensioni e la ino gradazione di colorito generale, o. parziale, massimamente se si: tien conto delle diverse località nelle quali : (Sono stati: raccolti gli esemplari. illustrati, non.sono ragioni valide nè esatte ‘per poter costituire con criterio scientifico; una ‘specie distinta, ben cono- scendo In quali modi la diversità del ,clima, le.differenti altezze, il regime . allo stato di larva possono’ influire, nello stato. di immagine. E per dippiù un solo esemplare raccolto; nello spazio di diverse .de- cine, di anni non; conservato nè ;perpeluato allo stato naturale, mi danno ragioni da credere, che la specie nou:esista affatto; e :che, indubbiamente, ;) ;f “ esemplare: costituente la vanugiania del IpfoBta, riposi sopra di un falsa Sta | Interpetrazione. Cu gloe, Tr: 1827. »_».. furvata, Fab: Specie rara : in luglio nei luoghi RR e aridi, molto : elevati, ia siipRaccolioa ‘frequentemente, n A. Costa adi iii (Calabrie). ni | Questa ‘specie. corrisponde alla Geometra denticulata, di Devillers (Ent; Linn.;-tom: Il ‘pag. 1336; n. 512; tab. VI, fig. A.) ì se .*,pullata, Hb. Poco comune ; .in Inglicazesto nelle; RIAperie aride e secche dei luoghi montuosi. pei fon i «i Larva nel Zhymus serpylium,L. Spartium ‘scoparium, L. Melissa nepeta, L. Negli esemplari della. regione Vesuviana, la. tinta fondamentale è giallastra, colorito che, fa distinguere, poco ; la, fascia; mediana a contorno dentellato, delle quattro ali. i ‘ 5) ‘Acidalia; Try c) Phasiane, God: Antenne del dI ciliate, semplici nella j©;-palpi. sorpassanti di poco il capo, col terzo articolo distinto ed in punta; tromba di mediocre lunghezza; torace stretto, ‘squamoso ; ali del primo paio, ornate sempre di'un punto mero, centrale, fra due linee, trasversali ‘ diritte, leggermente divergenti all’ estremità superiore ; ali del secondo paio con tinta fondamentale assai pallida, ed incerta. , Larva, allungata, a superficie es non mai ornata di tubercoli, col ‘capo iano Pupa, in un tessuto sericeo, fitto, filato tra le foglie. 94 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Questa specie corrisponde alla Geometra dilucidaria, di Esper (Schmett. Abbild. Natur. tom. V, tab. XLIX, fig. 3). DO myrtillata, Thubg. Specie rara, raccolta nei luoghi boschivi ed incolti del Matese, del Terminio e del Majella, in agosto. Questa specie, varia molto per le dimensioni, generalmente gli csem- plari che si raccolgono ad un’ altezza maggiore sono più piccoli, ma, nella facies generale, fedelissimi al tipo. Nel Hiibner (op. cit.) le illustrazioni corrispondenti ai pumeri 344 e 360 e dall'A. considerate come Geometra Canaria, e Limosaria, debbono ritenersi non specie distinte ma forme alquanto modificate del lipo Obfuscaria. Da O. G. Costa, questa specie è rinchiusa nel genere E/ophos, di Roisduval. v. (et. ab.) Obfuscaria Hb. 142, Isp. 49-4. (. . ata) Tr. VIA 164, VI, 2 301. Mill. Icon. Tab. 2. fig. 4-6 Operaria, Curt. B. E. II, t. 150 « al cinereis ». Un esemplare raccolto nell’ ottobre 1900 nel M. Partenio. » n» respersaria, Hb. L’ esemplare che illustra il Costa 0. G. (op. cit. tab. XI, fig. 3) corrisponde assai poco al tipo descritto e figurato dal Hibner (op. cit. tab. LXXIX, fig. 406). Nell' illustrazione del Costa, l° esemplare presenta una tinta fondamentale nelle ali del primo paio, soverchiamente rossiccia, tinta anche esagerata in prossimità del margine esterno delle ali del secondo paio ; il disegno generale ed il contorno delle fascie nelle ali del primo e del secondo paio, acquistano una precisione, una esattezza ed una distintività che non corrispondono al vero, né alla figura dell’ W/ibuer, nella quale il tipo è fedelmente riprodotto. L° insieme dell’ illustrazione del Costa dà alla specie una facies assai diversa da quella con la quale l’ im- magine si presenta, ed a prima vista si ritiene una varietà assai esagerata del tipo, anche perchè le dimensioni nell’ esemplare del Costa sono sen- sibilmente minori. Godart, piazza questa specie nel genere Fidonia ; la specie non ‘ presenta di questo genere alcun carattere (1). Rara, nei terreni montuosi, in agosto. (1) Caratteri dei generi: Gen. Fidonia, L. Antenne pettinate nel d. semplici nella È: palpi corti, pubescenti ricca- mente; tromba poco lunga; torace stretto, squamoso; ali disseminate di atomi o di punti più o meno grossi, formanti per la loro riunione, delle fascie più o meno distinte; bordo terminale delle ali semplice ed intero; la Zarva ha corpo cilindrico, allungato, ‘col capo piccolo e rotondo - Pupa, nuda, alla superficie del terreno. Gen. Gnophos, Tr. Antenne semplici nei due sessi : palpi corti, ottusi; tromba lunga; torace ‘quadrangolare appiattito, poco pubescente ; frangia delle ali ricca e festonata; ali del primo paio ornate da due linee trasversali, dentellate ; ali del secondo paio, traversate da una sola linea ben distinta; una macchia orbiculare centrale in ciascun ala; addome allungato, sottile. Larva, glabra, allungata, cilindrica, con due tubercoli carnosi sull’undecimo segmento, ricurvi posteriormente. Pupa, nuda, leggermente infussata nel terreno. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI © 95 Larva in settembre sul //yssopus officinalis, L. Teucrium Chamae- drys, L. mucidata, Tr. Specie assai rara, in luglio, nelle siepi e nei cespugli degli altipiani. A. Costa, raccolse questa specie in luglio 1848, sui Camaldoli di Torre del Greco. Un solo esemplare raccolto da me, anche in luglio, sul M. Somma. asperaria, Hb. Molto rara, nelle medesime località, in agosto. Questa specie, corrisponde alla Aspilates Collata, di Teitschke. Larva sulla Clematis. glaucinaria, Bd. Specie anche rara, in maggio ed in agosto (Il.* generaz.) nei terreni boschivi e selvosi. Larva sul Daphne haureola, L. Linaria speciosa, Ten. Melissa cordifolia, Pers. In un esemplare raccolto sul M. Coppola, (Castellammare-Stabia) osservo, che il colorito di fondo nelle ali è più pallido; nelle ali del primo paio la macchia quadrangolare discoidale, è assorbita, quasi per intero, dalla fascia sinuosa bruno-nera; la serie delle macchie allungate nella re- gione basilare è continua, e le macchie sono distintamente fuse fra di loro: nelle ali del secondo paio, la linea dentata, marginale, bruna, non è con- linua nè precisa ; le dimensioni sono minori. lo considero questo esemplare, non una varietà, ma un prodotto d' incrocio fecondo fra le due specie: Mucidaria e Glaucinaria, delle quali presenta caratteri comuni. . Anthometra, Bd: 1840. »p » plumularia, Ramb. Specie rara, raccolta da me, in luglio, a Francolisi (Caserta). Bupalus, Leach. 1819. » piniarius, Tr. Rara, raccolta da me sul M. Somma, in agosto. Vola di giorno; ho osservato, che, nel riposto, il g' tiene le ali perpendicolari al piano d’ appoggio ; la 4 più grande, presenta lo stesso disegno del g7, ma superiormente ed inferiormente la tinta fondamentale alare è bruno-rossiecia, con le fascie e le macchie arancione, eccetto quelle della pagina inferiore delle ali del secondo paio, che sono bianche. Il capo, le antenne e l’ addome sono rossiccio-bruni, con numerosi atomi giallastri. Larva sul Pinus abies, L. Quercus brutia, Tn. Quercus ilex, L. Dal Godart, questa specie è riportata fra quelle del genere Fidonia; La Geometra tiliaria, di Linnaeus (Fn: Suec. ed. I° n.° 1234) corrisponde alla Piniarius. Selidosema, Hb. 1822. » » ambustaria, Bd. Poco comune, in giugno-luglio, nelle praterie aride e secche. Nelle Calabrie scarseggia. . 96. RIVISTA. ITALIANA DI SCIENZE NATURALI , Larva, in Agosto, sulla Melissa nepeta, è. Plantago major, L. In molti esemplari la tinta alare fondamentale è -fulva, e le tre linee nere, trasversali, delle ali del primo paio, sono meglio marcate, sinuose, e più regolarmente parallele fra di loro, la macchia nera, che nel tipo è puntiforme, in questi esemplari ha una spiccata ©rma triangolare; nelle ali del secondo paio il punto nero mediano presenta la medesima forma della macchia delle ali del primo paio ; verso il margine esterno havvi una macchia bruna allungata che si congiunge con la fasciolina esterna. Godurt (Hist. Lepid. Fr. tom. VII, pl. CCX, fig. 3) illustra questa specie, sotto il nome di PRidonia Duponcheliaria. Di do ericetaria, Vill. var. Pallidaria, Stgr. « al; cinereo-albidis, signaturis obsoletis vel subnullis. » -Rara, rimpiazza il tipo, nell’ estate nelle praterie aride e nei terreni calcarei. =» semicanaria, Trey. Specie anche rara, in agosto, nei luoghi aridi e secchi, Gli esemplari da me raccolti non corrispondono fedelmente al tipo illustrato da 0. G. Costa (op. cit. tal. VI, fig. 5) per le. dimensioni e per la tinta generale delle ali. Phasiane, Dup. 1844. prize artesiaria, Fabr. Specie rara nelle praterie aride ed incolte, in giugno ed in settembre. Le immagini della seconda generazione, hanno il colorito fondamen- ‘tale più bruno, i disegui e le fascie più marcati e -precisi.. Da 0. G. Costa, non esattamente, è piazzata questa specie nel genere Eubolia. ‘ Caratteri ‘del genere: Phasiane, Dp. Eubolia, Gol. Antenne pettinate nel g/, semplici nella ©: palpi lunghi, sorpassanti il capo, ad articoli distinti e col terzo aguzzo; tromba assai lunga; alì deboli, con il bordo terminale sem- plice ed intero ‘ornate di frangia mediocre; ali ‘del primo paio aventi nel mezzo una fascia .tra- sversale, costituila da più linee parallele, leggermente ondulate. Larva, assottigliatesi verso la porzione anteriore, a segmenti distintissimi, col capo piccolo ed arrotondito, nascosto sotto il primo segmento; Pupa, in ‘un tessuto sericeo, frammisto a terriccio ammassato insieme. Un esemplare raccolto a Torre dei Passeri, (Abruzzi), manca della prima delle tre fascie trasversali nelle ali del primo paio, quella più vi- cina alla regione basilare ; nelle ali del secondo paio, la linea parallela al margine esterno è interrotta e poco distinta. Larva sul Sorchus oleraceus, L. Silybum Marianum, L. Ruta gra- veolens, L. ‘Aspilates, Tr. 1825. i Su RE O citraris, Tr. Scarsa nei terreni aridi e secchi e nelle Jocatità calde delle provincie meridionali, da giugno ad agosto. I i Larva, sull’ Achillea millefolium, L. Matricaria Partenium, L. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI D7 Questa specie, da molti entomologi, è stata confusa con la Gilvaria Fab. O. G. Costa, include questa specie con quelle del genere Acidalia Tr. spetta, invece, al genere Aspilates, di Trestschke. (Vedi caratteri ge- nerici dei gen. Acidalia ed Aspilates). Scodiona, Bd. 1840. conspersaria, Hb. Questa specie svolazza in luglio-agosto, nei terreni aridi e secchi, e nelle praterie basse ; ho osservato, che nelle annate aride e calde, questa specie è abbondantissima. La larva, in settembre, sul Zotws edulis, L. Anthemis Cotula, L. Ha forma allungata, cilindrica, di colorito fondamentale bianco ver- dastro, interrotto da sei fascie, ondulate, longitudinali, brune, delle quali tre per ogni lato : il capo è piccolo e rotondo di colore giallo-bruno, con due linee nere laterali; sull’undecimo segmento, vi ha un tubercolo spiniferme, di mediocre lunghezza, bianco-giallastro-bruno ; anche di co- lorito bruno sono le prime tre paia di zampe, bianche le altre. Negli esemplari delle provincie meridionali d’Italia la tinta di fondo è grigio-pallida, con le macchie puntiformi brune, poco numerose ; poco di- stinto è il punto nero mediano nelle ali del primo paio e del secondo; anche le due macchie grigie del bordo interno nelle medesime ali sono poco distinte. O. G. Costa (op. cit. pag. 41) descrive una varietà di questa specie, e ne dà la illustrazione a tab. VIII, fig. 4, g1. « Abbiamo di questa specie una varietà che differisce dal tipo in « ciò; ch'essendo ancora più piccola dei maschi, à le ali più pel- a lucide; le superiori ànno la sola fascia esterna; clie si termina « in nubecula presso il lobo posteriore, ed il punto centrale; la « frangia è angusta, tutta bianca nelle superiori come nelle inferiori o le quali, nel resto, non offrono alcuna differenza . ......... » La Cleogene conspersaria, Hb. corrisponde alla Geometra cunicu- laria, di Esper (op. cit. tom. V, tab. XLIII, fig. 5-6) Larentinae Lythria, Hb. 1822. D purpuraria, Linn. Specie rara in luglio-agosto, nei terreni aridi e secchi; vola di giorno. Larva sul Polygonum aviculare, L. Spartium scoparium, L. Gli esemplari della regione Vesuviana hanno le fascie porporine più larghe e più marcate, delle quali la seconda si biforca al bordo. Ame sembra, che questi esemplari debbano considerarsi appartenente alla var. Cruentaria, Bork. Godart, (op. cit. tom. VII, pag. 125) pone questa specie tra quelle del genere Aspilates, Tr; 0. G. Costa, (op. cit. pag. 48) segue l'esempio 98 . RIVISTA ITALIANA DI SCI ENZE NATURALI del Godart ; è necessario ricordare, che le specie appartenenti al genere Lythria, presentano le antenne piumose e corte nel 57, moniliformi nella £; le ali corti, matte e vellutate; l’ addome allungato ed in punta nei due sessi, e le zampe corte. Le larve sono allungate, rigide, a capo glo- boso e grosso ; vivono sulle piante basse. Cleogene, Bd. 1840. »» lutearia, Fab. Specie alpina, di comparsa non rara, nelle selve e nei luoghi montuosi delle Calabrie e degli Abruzzi. In luglio-agosto. Larva sul Polygonum bistorta, L. Inula helenium, L. Gentiana acaulis, L. Questa specie corrisponde alla Geometra tinctaria, di Hiibner (op. cit. tab. XXIII, fig. 121, g.) Ortholitha, Hb. 1822. alpe moeniata, Hb. Rara nei luoghi boschivi ed umidi molto elevati, in maggio ed in agosto (Il* generaz.) In Terra di Lavoro e nelle Puglie non è stata raccolta mai. Un esemplare raccolto a Novasiri, presenta il colorito fondamentale delle ali rosso-pallido, e la fascia trasversale delle ali del primo paio, a contorno più diffuso e di tinta più pallida. Fabricius, descrive (op. cit. III, pag. 187) sotto il nome di Phalena fimbriata, la Ortholitha moeniata.. DIO plumbaria, Esp. Specie rara nelle località in vicinanza del mare, in maggio ed in settembre (il° generazione). Larva sul Sorchus asper, L; Ferula communis, D. (. Minoa, Tr. 1823. =» » murinata, Hb; Specie rara nei terreni aridi e montuosi ; più diffusa nelle Calabrie. Larva sul Zewcrium flavum, L. Asarum erupaeum, L. Questa specie varia molto per il colorito fondamentale delle ali che varia dal grigio-topo, al grigio-ardesia, ed al giallastro-bruno. La Murinata, corrisponde alla Minoa europaeum del Costa 0. G. (op. cit. pag. 10, pl. V, fig. 7). Anatis, Dup. 1844. » 0» plagiata, Tr. Comune, nei luoghi boschivi ed umidi, in giugno ed in set- tembre (II.* generaz.) Larva sulla Clematis vitalba, L. Ajuga reptans, L. Campanula rapunculus, L. La descrizione della larva è data con molta precisione dal Godart (op. cit. tom. VII, pag. 353). Questa specie, varia molto per le dimensioni, per la tinta di fondo delle ali, che varia dal cenerino-bruno al grigio-giallastro, e per la facilità RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 99 con la quale si. modificano le fascie alari; in qualche individuo. le due ultime fascie nelle ali del primo paio, di ordinario parallele e di ugual lun ghezza, si assottigliano e si avvicinano assai in prossimità del bordo interno; nelle ali del secondo paio, induca spesso la linea nel margine. (continua) IAAIIIIIIIDIIISSSIISISINISSDIASSISTIA Contributo all’ Istologia del Tessuto di Sostegno nelle Glandole Ricerche del Dott. ANTONIO GARGIULO e Cia Gli apparati glandolari meritano bene di formare obbietto di speciali ed accurate osservazioni per i prodotti che da essi derivano : non soltanto per quelli che si versano, come è noto, in cavità limitate da mucose o alla superficie della cute; ma altresì per i prodotti interni i quali si verserebbero direttamente nel sangue. Di quì l'argomento relativo alle glandole, già per se complesso, è addi- venuto vieppiù complicato ai giorni nostri; dappoichè i prodotti interni che si verserebbero nel sangue, possono essere elaborati dall’ enchima glandolare o preparati dal loro tessuto interstiziale. Tra gli elaborati dell’ enchima glandolare' bisogna ricordare la produzione glicogenica del fegato e quella conquista tutta recente della presunta sostanza antitossica che segregano le tiroidi coll’ epitelio delle relative vescicole; tra gli elaborati poi, forniti direttamente dallo stroma, possiamo menzionare gli elementi del sangue; ed altri prodotti di natura in- determinata, i quali si suppongono per una serie di ricerche avviate in questi ultimi tempi sugli organi glandolari. Di quì nasce un notevole compito in ordine allo studio delle glandole, con- sistente nel determinare non solo la costituzione del loro enchima, ma altresì nel precisare in modo speciale il loro tessuto interstiziale. In vista di ciò ‘io mi son proposto di studiare lo stroma glandolare in ordine a costituzione e disposizione con l'intento di determinare quanto mai siero le glandole che contribuiscono col loro stroma alla produzione di elaborati Secci e propria- mente dei globuli del sangue. Però anche precisato in tali limiti, lo studio sulle glandole è ben lungo e complesso, per la ragione che la loro costituzione varia molto, talora in ani mali dello stesso gruppo zoologico, sicchè s’ intende la necessità di uno studio comparativo. Per la estensione e complessività di uno studio siffatto, pel materiale di cui è uopo provvedersi, non mì è possibile per ora una trattazione, come io vorrei, completa; epperò mi limito a raccogliere in questa dissertazione i ri- sultati ottenuti in una prima serie di ricerche. Circa il materiale di tali indagini per ora mi sono limitato alle glandole salivari, al fegato ed ai reni, ed ho scelto precisamente: 1.° Le glandole sa- 100 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI livari, ad incominciare dall’ uomo, quindi nei ruminanti, nei roditori ed in qualche altro mammifero. 2.° Il fegato dei batraci e dei pesci, scegliendone tra parecchie famiglie. 3.° I reni degli stessi animali (4). Con tale metodo comparativo e sul materiale accennato ho avviato le mie ricerche all'intento di determinare la quantità e la qualità di tessuto inter- stiziale, l’importanza maggiore o minore di questo stroma per l’ elaborazione dei corpuscoli del sangue. Letteratura Fin dal tempo in cui il Loewenthal (*) faceva osservare che la glandola sottomascellare del topo, della cavia, del riccio non era un organo di uniforme costituzione, ma consisteva .di parti fra loro di struttura diversa, molti ricer- catori si sono sino ad ora occupati a farne oggetto di speciali. ricerche non solo dal lato istologico, ma anche da quello fisiologico. Senonchè tali indagini, oltrechè limitate a pochi animali, presentano molti punti che abbisognano di revisione e di sviluppo, come giustamente osserva il Mayer ("). Così il Klein (‘) in un suo lavoro sulle glandole salivari e sul pan- creas fa una semplice descrizione sia della sostanza di sostegno, come dei prodotti speciali in essa riscontrati, limitandosi però solo a cinque animali: uomo, scimmia, cane, cavia, coniglio. Riguardo poi all’ esistenza del tessuto adenoideo, esso, oltrechè in organi spe- cialmente conosgeiuti come tali, (milza, timo, glandole linfatiche etc.) è stato rinvenuto anche in organi con funzione glandolare specifica nei più svariati animali. Nelle tiroidi infatti, secondo le ricerche ultime, si sono riscontrati cu- muli adenoidei, non solo nell'uomo, cane e gatto (Lupò (*), ) ma anche in al- altri vertebrati (Montandon (°) ). E tale reperto può dirsi quasi costante, pe- rocchè è stato trovato non solo negli organi normali, come è detto preceden- temente, ma altresì in glandole tiroidi le quali presentano accentuate altera- zioni anatomo-patologiche e nelle quali potè rinvenirsi la esistenza di carat- teristici noduli linfatici (Capobianco (°) ). Per le glandole salivari parimenti non mancano osservazioni autorevoli, le (4) All’ illustre Prof. Giovanni Paladino direttore del gabinetto d’Istologia e fisiologia gene- rale della R. Università di Napoli rendo le più sentite grazie per avermi gentilmente fornito tutto il materiale necessario pei miei studii, (3) N. Loewenthal. — Zur Kenntnis der Glandula submaxìllaris einiger Saiigetiere — An. Anzeiger Band IX 1894 p. 223. (°) Sigmund Mayer — Adenologische Mitteilungen. An Auzeiger -- Band X 1895, p. 177. (i) Elein — Istological notes — Quarterl Iour of micros. Science vol. XXI (new ser. 1881, p. 113). (5) Lupo — Contribuzione all’ istologia della tiroide — Tiroidectomia — Progresso Medico 1888, Napoli. (8) Montandon — Coutributo all' istologia della glandola tiroide nei vertebrati, 1895: Napoli. (* Capobianco — Di un reperto rarissimo o della presenza di fibre muscolari striaie nella glandola tiroide — Bollettino dei naturalisti in Napoli — Toruata del 6 aprile 1893. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 101 quali danno come assicurato il reperto di elementi linfoidi, distribuiti in diversa guisa nel tessuto interstiziale con prevalenza maggiore o minore e disposizione varia a seconda dei siti e delle specie. Fra tutti bisogna menzionare Klein, il quale può dirsi aver iniziato questa nuova specie di ricerche. Oltre di questo ricorderò 1’ Heule (') il quale parlando delle glandole salivari dell’uomo, dice che parecchi fasci di connettivo passano dalle pareti lobulari nei lobuli tra gli alveoli e che numerosi corpuscoli linfatici si trovano ivi riuniti. L' Heidenhein (?) anche parla di tessuto inter ed intralobulare delle glandole salivari, ove trova alcune volte poche, altre volte numerose cellule che sono o corpuscoli linfa- tici o grandi cellule granulari, chiamate cellule plasmatiche di Waldeyer. Il Bool (*) trova negli interstizi alveolari, specie delle glandole stimolate, nume- rosi corpuscoli linfatici. Il Laudwschy (*) conferma le osservazioni di Hei- denheim e di Bool sulla presenza dei corpuscoli linfatici negli alveoli. L° Her- mann menziona che nel tessuto congiuntivo interacinoso si trovano alcune volte scarsamente, altre volte più abbondantemente, per es. nella sottolinguale del cane, delle figure cellulari che sono alcune corpuscoli adenoidi, altre cellule plasmatiche di Waldajer. Per quanto poi spetta al fegato, posso esporre solo quelle poche notizie che alcuni hanno dato sugli animali superiori. E quì notiamo il Fleisch (5) ed il Kupsser (°) i quali si limitano a studiare il tessuto connettivo nell’ interno ‘dei lobuli, in quanto a forma e disposizione intorno ai vasi e fra le cellule dei lobuli, aggiungendo di avere, oltre a ciò, rinvenute forme di natura inte- ressante, ma che provvisoriamente non potevano annoverarsi che nel gruppo connettivo. Oltre di questi si potrebbe aggiungere il Ponfick (") il quale vaga- ‘mente accenna di aver trovato, in parte vicino alle diramazioni della vena aorta, in parte sopra le ramificazioni dei capillari, delle cellule di forma ro- tonda, ovale o irregolare, le quali egli dice, di possedere qualità degne di men- zione. Il Brass (*) dà una precisa descrizione del fegato della salamandra sia per ciò che riguarda la parte parenchimale, sia della sostanza di sostegno, ma non fa menzione di corpuscoli linfatici. Infine il Rathke (°) in un suo lavoro spe- (1) Heule — Anat. des. Menscheu 2 Band, p. 65. (?) Hermann's — Handbuch d. Physiologie. Band, 15. p. 27. (*) Boo! — Die Bindesubstanz d. Drusen—Arch. f. mikr. Anat.—Bde. V, p. 334, 356. (4) Laudwschy—Zur fein Anat. und Physiol. der Speicheldrisen—Arch. f. mikr, Anat. Bd, 19, p: 317. (3) E. Fleisch — Orbeiten der Physiologischen Anstalt zur Leipzig 1875, f. 1-4 der zu Ab- handhing gehòrigen Tasel. (9) Kupsser — Arch. f. mikr. Anat. XII. 5, 356, 1876. (7) Ponfick — Arch. f. mikr. pathol. Anat. XLVIII, 5, 1, 1869. (8) Arnald Brass — Kurzes Lehrburch per normalen histologie des Menschen und Typischer Thierformen—Leipzig 1888, p. 342. (°) H Rathke — Zur Anat. der Fischer, iieber die Leber, die Milze, und die Harnverkzeng= Arch, f. Anat. und. Phys: 1837. 102 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ciale sopra i pesci descrive la forma e la sede diversa del fegato nelle varie specie e solo di volo accenna alla struttura microscopica e anche più fugace- mente al connettivo. Sicchè nel tessuto di sostegno del parenchima del fegato nei batraci e nei pesci si può dire che si hanno nozioni scarse ed oscure. In ultimo per ciò che riguarda il connettivo interstiziale dei reni dei ba- traci e dei pesci citerò il Beér (') in primo luogo, poi l’ Hermann (*) ed il Ludwig (*). Anche il Leydig (‘) però, prima degli altri, parlò di connettivo esistente tra i lobuli renali. Bisogna ricordare infine il Meyer (°) ed il Sanfelice (°) i quali soli, a quanto pare, fanno cenno di elementi nello stroma renale. Il primo infatti, parlando del rene della rana, dice di aver trovato parecchi cor- puscoli linfoidi in vicinanza dei canali uriniferi, |’ altro accenna, non però di proposito, ad elementi trovati in grande abbondanza nei reni dei pesci teleo- stei, egualmente come nelle glandole genitali dei plagiostomi. Ritornerò su tale proposito quando farò la esposizione delle osservazioni da me fatte. Metodi di ricerca e tecnica Stante la diversità di organi e la notevole varietà di materiale, che ho avuto, mi è uopo premettere alcune avvertenze d'indole generale, perchè mi sia poi facile la ulteriore descrizione. 1.° Per lo stesso. organo e parte di organo ho adoperato i più differenti processi sia d’ indurimento, come di colorazione; .ciò allo scopo di avere un controllo possibilmente sicuro sulla interpretrazione e sul significato da asse- gnarsi ai varii elementi, Non debbo negare però, che in singoli casi, mi sono costantemente tenuto a quei metodi che meglio mi sono parsi rispondere allo scopo dello esame dei varii organi. 2.° Peri grossi organi, glandole salivari del bue e del cavallo ; fegato e rene di morena etc. mi sono limitato a qualche parte soltanto di essi, non essendo di facile attuazione un esame minuto di organi di tanto volume. s.° Degli organi da me esaminati e, specialmente del fegato di alcuni pesci teleostei, ho praticato tagli microscopici seriali in tutti i sensi; perocchè dato il genere delle mie, ricerche, tale metodo poteva riuscirmi di non lieve. mo- mento, come, in effetti, ebbero a confermare i miei risultati. 4.° Debbo infine far rilevare che il materiale di osservazione è stato sempre freschissimo. Ciò era richiesto dalla delicatezza delle osservazioni da fare, e non (!) Beèr — Die Bindesubstanz der Menschl Nieren — Berlin 1859, p. 3. (*) Hermann —Handbuch der Physiologie — Leypzig 1880 p. 298. (3) Ludwig — Stricker®s Gewebelehre 1871. s. 505. (4) Franz Leydig — Traité d' Histologio de 1’ homme et des animaux — Paris 1886. (5) Fritz Meyer — Beitrag zur Anat. des Urogenitalsystem des Selachier und Anfibien. Sitzung- sbericte der Naturforscheden Gesellschatt zur Leipzig. April 1875. (5) Sanfelice — Genesi dei corpuscoli rossi del sangue nel midollo dell’ ossa dei vertebrati, Tor- nata del 14 Luglio 1899. Società dei Naturalisti. Napoli RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 103 poche volte ho dovuto tornare sui miei passi, quando mi è parso che i pezzi non fossero di recente asportati. Ed ecco ora l’ esposizione dei metodi di tecnica da me adoperati. Fissazione — Per fissare i pezzi ho usato del liquido di Flemming, a pre- ferenza per i piccoli pezzi, es: glandole salivari del topo. Assai meglio mi ha risposto il sublimato corrosivo in soluzione al 2 °/, il quale, se alquanto meno rapido del primo, è stato sempre più opportuno per le imbibizioni che se- guivano. Mi sono però in ogni caso tenuto alle avvertenze di non trascurare la immersione in alcool iodato. Oltre gli accennati indurimenti rapidi, non ho trascurato quelli graduali. Per moltissimi pezzi ho usato il liquido Miiller e le soluzioni cromiche, avendo cura di rinnovarlo ad ogni apparente intorbida- mento, e per i pezzi relativamente grossi ho creduto bene praticare delle in- cisioni, perchè il liquido potesse agire nelle più intime parti degli stessi. Iltempo del- l’indurimento è stato informato alle norme ordinarie per l’ indurimento in tali liquidi. Preferibile agli altri mi è parsa la formalina in soluzione al 3 °/, il cui uso è stato in questi ultimi tempi preconizzato sia per la limpidezza dei pre- parati, come anche perchè non ha l’ inconveniente che possa riuscire nociva una immersione eccessiva. Disidratazione. — Per la disidratazione devo solo accennare che ho seguito il solito processo dell’immersione nell’ alcool a concentrazione progressiva e quindi del cloroformio e xilolo. Colorazione. — Di liquidi coloranti ho usato la tionina, il carminio bora- cico, il picrocarminato d’ ammonio, il miscuglio di blù di metile ed eosina, e, come colorazione quasi costante, il miscuglio dì ematossilina e scarlatto della formola del Prof. Paladino. Risultati anche buoni ho avuto col metodo della doppia colorazione del picrocarminato d’ ammonio e del miscuglio di ematos- silina ed eosina. Quest’ ultimo metodo però, usato anche dal Klein, per quanto abbia un'azione rapida, ha l’ inconveniente di lasciare scaricare l’ eosina molto facilmente nel passaggio degli alcool. Preparati però molto nitidi ed istruttivi ho ottenuto col metodo che da un certo tempo è in uso in questo laboratorio, del miscuglio già accennato di ema- tossilina e scarlatto. Esso presenta il vantaggio, per la natura delle mie ricer- che, di differenziare gli elementi linfoidi dai corpuscoli rossi del sangue; giac- chè mentre i primi si colorano di un rosso carminio con nucleo più o meno violetto, imbewuto dalla ematossilina, i secondi pigliano una tinta rosso-rameica caratteristica. PARTE DESCRITTIVA Glandole salivari dei mammiferi UOMO (Homo sapiens) — Nel connettivo che è tra gli acini glandolari della parotide e che circonda e riveste i vasi, ispessendone le pareti, qua e là, senza poter assegnare un sito di predilezione maggiore, si trovano alcuni cumuli di 104 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI elementi che già, a piccolo ingrandimento, si veggono spiccare nel fondo della sostanza connettiva intermedia, di colorito roseo uniforme. Questi elementi ap- paiono di colore violetto-bruno fortemente intinti all’ ematossilina. La loro na- tura è indubbiamente linfatica, come si può facilmente constatare da una lunga serie di tagli. Quì fa d' uopo notare che il rapporto di questi elementi lin- fatici non è proporzionale alla ricchezza ed allo spessore del connettivo, sicchè accade talora di trovare evidenti e ricchi cumuli linfatici in mezzo ad uno scarso e raro tessuto connettivo. Nella glandola sottomascellare dello stesso uomo, trattata col miscuglio di ematossilina e scarlatto, come la parotide, e sezionata in tagli seriali, non ho potuto riscontrare cumuli linfatici, nè nel connettivo perivascolare, nè in quello che cementa i singoli acini tra loro, nè infine nel connettivo intralobulare. Ho notato soltanto scarsi elementi linfoidi sparsi qua e là nel connettivo ; ma senza potervi scorgere una prevalenza che fosse degna di essere notata; e ciò ad onta che il connettivo fosse molto più spesso ed abbondante che non nel caso della parotide. Contrariamente a quanto si nota nella sottomascellare, la sottolinguale lascia rilevare evidenti cumuli di elementi linfoidi, i quali sono annidati negli ili glandolari più che altrove e, seguendo la ramificazione connettivale, si ad- dentrano fino in mezzo ai singoli acini. Ivi però, come è naturale, diventano sempre più scarsi e non si lasciano ben distinguere colla colorazione uniforme del carminio boracico. Questo ne mette in evidenza i.corpuscoli nucleari, che si possono notare a forte ingrandimento. RICCIO (Erinaceus europaeus) — Nella glandola sottomascellare di questo animale colpisce la forma compatta ed eguale dell’ enchima, intersecato da lunghe e fine trabecole connettivali che al picrocarminato. d' ammonio si colorano. di ‘un bel rosso vivo; esse a «piccolo ingrandimento si veggono formate da lun- ghe e strette maglie, in mezzo alle quali si annidano gli elementi glandolari il cui protoplasma piglia un colore giallo, mentre i nuclei si colorano di roseo. I fasci connettivali ove sono spessi ed ove sottili, questi ultimi rappresentano le ramificazioni deì primi e stabiliscono dei rapporti di continuità. Qua e là s'incontrano nei tagli sezioni di vasi intorno ai quali il connettivo forma un’ avventizia più o meno larga. Dippiù, mentre i rami più grossi si presen- tano di forma lassa, i rami sottili sono formati di fibre connettivali tra loro stivate. In generale nel connettivo di questa glandola non mi è stato dato tro- vare manifesti elementi adenoidi. GATTO (Velis domestica) — La forma glandolare della parotide e della sottomascellare è mucinosa, fatta di lobuli angolari più o meno staccati gli uni dagli altri, in mezzo ai quali si vede un connettivo assai scarso, costituito da poche e sottili fibrille che corrono isolate fra gli spazi lasciati dai lobuli. Per ciò che riguarda gli elementi linfoidi essi sono molto scarsi ed uni- formemente distribuiti nel connettivo, Visti a più forte ingrandimento, alcuni RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 105 presentano i caratteri quasi delle cellule plasmiche di Waldejer, con un grosso nucleo sranulare uniforme, altri si riconoscono quali elementi adenoidei rela- tivamente molto grandi. Essi lasciano scorgere un nucleo quasi sempre elissoi- dale, altre volte uniforme e rotondo con un protoplasma irregolare che al miscuglio piglia una tinta rosea. Per quanto abbia osservato, il loro numero è relativamente minore a quello delle cellule plasmiche. SURMULOTTO (Mus decummanus) — Osservando la parotide di questo ro- ditore noi c'incontriamo in una forma glandolare complessa per ciò che ri- guarda l’enchima; formazione che non può non colpire l’ osservatore per la ragione che di forme complesse si è parlato dagli osservatori solo in riguardo alla glandola sottomascellare di questo o di quell’ animale, a quanto mi sap- pia. Ho osservato infatti due forme glandolari di cui una molto si avvicina a quella dell’ uomo ed è di natura mucinosa ed è quella ove mi sono incontrato in rilevanti cumuli adenoidei. Tale somiglianza esiste anche in riguardo al connettivo ed alla distribuzione degli elementi adenoidei, solo bisogna notare che in questa del surmolotto le masse adenoidee, oltre che maggiori che in quella umana, si trovano quasi sempre in una più ricca quantità di connettivo ed a preferenza in quello perivascolare. Tali elementi visti a forte ingrandi- mento, si presentano di due forme : alcuni più piccoli quasi sempre senza pro- toplasma o molto scarso con un nucleo rotondo molto colorato all’ ematossilina, altri più grandi con un nucleo granulare che si colora debolmente ed è circon- dato da una zona di protoplasma. Nella sottomascellare ho trovato due formazioni glandolari e solo in quella di natura mucinosa ho rinvenuto elementi sia inter che intralobulari. Per quanto alla distribuzione della trama connettivale poi, oltre le grandi masse perife- riche che s'incontrano di tanto in tanto, se ne trova anche quantità relativa- mente grande fra i lobuli e dentro i medesimi. TOPO (Mus musculus) — Ho esaminato la sottomascellare, la quale, essendo di piccole dimensioni, permette una osservazione completa. La sua costituzione anche è mista, fatta di due forme glandolari, di cui una è mucinosa, quale l'abbiamo osservata nel surmolotto, e si trova come inclusa in un’ altra che è di natura sierosa. Per ciò che riguarda il connettivo, esso è scarsissimo dappertutto. Quello pe- riglandolare in alcuni punti si assottiglia, in altri s’ ispessisce ed addiviene più largo specialmente dove si terminano i due lobi laterali di cui è compo- sta la glandola. Oltre di tale connettivo periglandolare non è possibile vedere che scarsi e sottili rami tra i lobuli e solo in alcuni punti i fili connettivali sì addensano in copia maggiore. Verso gli estremi dei due lobi ed infuori si notano due noduli linfatici i quali sono compresi nel connettivo periglandolare, che vi forma intorno una guaina comune ad essi ed al parenchima. Si può inoltre notare che una non scarsa quantità di elementi adenoidei, allontanandosi dalla comune massa lin- 106 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI fatica, penetra fra i lobuli. La natura ‘di tali elementi è indubbiamente defini- ta a più forti ingrandimenti ed alcuni sono più grandi, altri, invece più pic- coli, quasi sempre rotondi con un nucleo granulare sprovvisto di protoplasma, almeno per quanto è possibile rilevare con lenti a secco. Fra tali elementi ‘e sparse ovunque, benchè in lieve quantità, sì trovano cellule plasmiche quasi sempre elissoidali con un nucleo granulare e tre o più nucleoli, bene appari- scenti a forte ingrandimento. (continua) nr__—_—_— 6 LUIGI RAGGI CONTRIBUTO ALLA FLORA LITTORANEA ROMAGNOLA RN) PIRTM'OTE TENCO DELLE PIANTE RACCOLTE LUNGO IL LITTORALE ADRIATICO fra RIMINI e CERVIA La Romagna è bagnata dal mare Adriatico per un tratto lungo 75 chilometri circa che dalle bocche del Reno Primaro va fino a Fiorenzuola di Focara. Noto da N E a S O, quali punti principali della spiaggia : le bocche del Reno Pri. maro, Porto Corsini, la foce dei fiumi Uniti, le bocche del Bevano, la foce ‘del Savio, Cervia, Cesenatico, le Due Bocche, Bellaria, Viserba, Rimini, Riccione, Cattolica e Fiorenzuola di Focara. Il tratto da me esplorato à una lunghezza di circa 28 chilometri ed è appunto quel territorio della Romagna, fra Cervia e Rimini chiuso fra il mare e la ferrovia lit- torale (linea Ravenna Rimini). L'intera zona littoranea romagnola occupa, secondo il Rosetti (*), circa 9090 et- tari di un terreno ribelle alla cultura erbacea e solo capace in parte di quella arborea, di un terreno sabbioso e privo del tutto di una vegetazione rigogliosa. “La Romagna non à ancora la sua flora. Possiede invece florule e contribuzioni illastranti solamente sezioni di essa, autori delle quali sono il Ginanni (*), il Cico- © gnani (*), il Caldesi (‘), e il Del Testa (°), i soli che abbiano studiato botanicamente . la regione. (1) Ing. E. RosETTI - La Romagna, Geografia e Storia. Milano, Hoepli, 1894, p. 7 e seguenti. (2) Conte FRANCESCO GINANNI - Storia civile e naturale delle pinete ravennati. Roma, 1774. (3) EuGENIO CrconaniI - Flora medica della Provincia di Forl. Forlì 1876. (£) Lupovico CALDESI - F/orae faventinae tentamen - in Nuovo Giornale botanico italiano, 18979, 1880. (9) ALsERTOo DeL Testa - Contribuzione alla Flora dei dintorni di Cesena - in Atti della Società toscana di Scienze Naturali, 1890, 1891, 1892. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 107 Li Nessuno però di questi botanici ànno fatto delle erborizzazioni, per quanto io ne so, lungo il littorale romagnolo : perciò non ò creduto del tutto inutile presentare, a contribuzione della flora della nostra bella regione, questo mio primo elenco delle piante raccolte lungo il littorale Rimini-Cervia. Dicotiledoni Crocifere Cakile maritima Scop. — Bellaria, Cesenatico. Raphanus Raphanistrum L. — Cesenatico. Bunias Erucago L. — Rimini. Cistinee Helianthemum Fumana Mill. — Bellaria, Viserba. Helianthemum polifolium DC. — Cesenatico, Bellaria : meno comune del pre- cedente. Resedacee Reseda alba L. — Cesenatico. Silenee Gypsophila saxifraga L. Cesenatico. Silene sericea AIl. — Cesenatico, Bellaria. Silene conica L. — Bellaria : con la precedente. Zigofillacee Tribulus terrestris L. — sul litorale da Rimini a Cervia : più comune fra Cervia e Cesenatico. Papiglionacee Ononis Natrix L. — Cesenatico. Lotus tenuis W. K. — Bellaria : presso Ja foce del fiume Rubicone. Medicago marina L. — fra Bellaria e Cesenatico. Trifolium nigrescens Viv. — Cesenatico, Bellaria. Trifolium tomentosum L. — Cesenatico. Tamariscinee Tamarix gallica L. — comune in vari punti del littorale fra Rimini e Cervia: copiosissimo presso la foce del Rubicone a Bellaria. Ombrellifere Echinophora spinosa L. — Bellaria, Cesenatico, Cervia ; comune. Eringium maritimum L. — Cervia, Bellaria. Crithmum maritimum L. — Bellaria, Rimini. Robbiacee Asperula cynanchica L. — Cervia, Bellaria. Dipsacee Scabiosa maritima L, — Bellaria. Cephalaria leucantha Schrad. — Cesenatico, Bellaria. Sinanteree Filago arvensis L. — Cesenatico. 108 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Inula crithmoides L. — Cervia. Matricaria Chamomilla L. — in vari punti fra Rimini-Cervia. Scolymus hispanicus L. — Cesenatico. Aster Tripolium L. — Viserba. Ambrosiacee Ambrosia maritima L. — Bellaria, Cesenatico Genzianee Erythraca spicata Pers. — fra Rimini e Bellaria, Cesenatico. Papaveracee Glaucium luteum Scop. — Cesenatico. Scrofulariacee Verbascum Blattaria L. — nella località detta Ze Due Bocche fra Bellaria Cesenalico. linaria litoralis L. — comune ovunque in tutto il littorale esplorato. Gratiola officinalis L. — Cesenatico, Cervia. Plantaginee Plantago arenaria W. et K. — comune ovunque fra Rimini e, Cervia. Plantago Cynops L. — Cervia, Cesenatico. Plantago Coronopus L. — Rimini, Bellaria. ‘ Chenopodiacee Obione portulacoides Moq. — Cervia. Kochia arenaria Roth. — frequente a Cesenatico e a Bellaria. Beta maritima L. — Cesenatico, Viserba, Bellaria. Salicornia fruticosa L. — Bellaria. Salsola Kali L. — da Rimini a Cervia : comune. Salsola Soda L. — Rimini. Suaeda maritima Dumrt. — fra Cervia e Rimini: frequente. Labbiate Teucrium Polium L. — Cesenatico. Poligonacee Polygonum maritimum L. — Bellaria. Euforbiacee Euphorbia Peplis L. — Bellaria, Cesenatico, Viserba : comune. Euphorbia Lathyris L. — Bellaria. Euphorbia Paralias L. — Cesenatico. Monocotiledoni Graminacee Tragus racemosus Hall. — Cesenatico. Cynodon dactylon Pers. — Cesenatico e Bellaria. Phragmites communis Trin. — Rimini. Ammophila arundinacea Host. — Bellaria, fra Rimini e Viserba. Polypogon maritimus W. — Cervia, Cesenatico. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 109 Lagurus ovatus L. — Viserba. Agropyrum litorale Dumrt. — Cervia, Cesenatico. Giuncacee luncus maritimus Lam. — Cesenatico, Cervia. Amarillidacee Pancratium maritimum L. — Viserba. Ciperacee Carex riparia Curt. — Cervia. Cesena, Dicembre 1902 n_____—_—_T———-_yT-- RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili Autori, od Editori. L’Amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è segnato il costo, ed anche le altre se possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda, cent. 30 per la francatura della corrispondenza. Per gli abbonati e .le opere dell’ estero, aumentano le spese postali. Desiderando risposta scrivere in cartolina doppia. GRIFFINI dott. ACHILLE. Sulla variazione di caratteri sessuali secondari negli Scarabeidi. (Acireale, 1902. Dalle Mem. d. classe di Scienze d. R. Accad. degli Zelanti. 3.2 serie, Vol. 1. Estr. di pag. 23 in-8, con l tav.) Tutti gli Zoologi sanno che nei Coleotteri si os- servano spesso caratteri sessuali vistosissimi, come ebbe a dimostrare in proposito l’ Illustre Prof. L. Camerano nella sua memoria: La scelta sessuale e è caratteri sessuali secondari nei Coleot- teri, Torino, 1880. Ed. Loescher. L’Esregio A. tiene quì parola sulla variazione di caratteri sessuali secondari negli Scarabeidi. Indica un metodo che poi deve essere seguito per studiare le variazioni delle appendici orna- mentali dei maschi in rapporto colle variazioni di mole delle parti fondamentali del corpo. Riguardo alle misure, per dare i migliori risultati, suggerisce adoprare quelle indicate nel me- todo proposto e usato dal prof: Camerano (1). L’ Egregio A. si propone in un prossimo lavoro di applicare il metodo da lui delineato nello studio delle variazioni di appendici ornamentali o di carattere sessuale secondario nei maschi di qualche specie di Scarabeide. Lo studio così fatto sarà certo molto interessante e potrà mettere in chiaro, almeno in parte e pei casi osservati, l’ andamento di un fenomeno così rimarchevole. LARGAIOLLI VITTORIO. Idracne del Trentino, Quarto Contributo allo studio delle Idracne italiane. (Trento, 1903. Dalla Rivista Tridentum. Fasc. III, Estr. di pag. 5 in-8). Le specie nuove segnate con asterisco sono 9, di cui 5 spettano alla fauna del Trentino e 4 a quella italiana. Nel modificare il precedente catalogo l’Egr. A. riassume in questo le cognizioni attuali della, fauna idracnologica trentina. Per brevità ha sostituito alla lunga sinonimia il numero della pagina e della tavola dell'opera del Piersig. (1) Lo studio quantitativo degli organismi ed il coefficiente somatico. Atti R. Accad. delle Scienze di Torino, Vol. XX.XV, 1900. Ricerche intorno alla variazione del Bubo vulgaris. Memor d. R. Accad. d. Scienze di Torino, Sez. 2. vol. L, 1900. 110 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI NINNI EMILIO. Sulla Scorpaena ustulata, Lowe nel Mare Adriatico. (Milano, 1903. Dagli Atti d. Soc. Ital. di Scienze nat., Vol. XLII. Estr. di pag. 4 in-8). L’' Esregìio A. pre- senta alcune osservazioni sui caratteri specifici della S. ustulZata, che è ritenuta da alcuni come una semplice varietà locale, e viene a dimostrare com’essa invece sia una buona specie intermedia fra la S. porcus e la S. scrofa. © PROVENZA dott. GUIDO. Stalle o Bovini. Stalle speciali e loro annessi. (Pa- lermo, 1903. Dal Giornale d. R. Commissione di Agricoltura e Pastorizia per 'la Sicilia. Fasc. 5-6 Estr. di pag. ll in-8). Trovansi interessanti nozioni preliminari che indicano il modo come sod- disfare ai requisiti necessari per avere dei ricoveri razionali per i bovini. Il lavoro è diviso in 3 capitoli: !.0 Stalla — Generalità — Luogo adatto alla fabbricazione di essa — Capacità — Forma — Finestre — Porte — Costruzione interna — Ventilatori. 2.° Stalle speciali per buoi da lavoro, per giovani bovini, per buoi da ingrasso, per vacche da latte, per vi- telli separati dalle madri. 3.9 Abbeveratoio — Fienile — Letamaio — Infermeria. Senza dubbio sono suggerimenti utili per prevenire ed evitare le grandi conseguenze che su- biscono i proprietari, allorquando si sviluppano malattie infettive nelle stalle dei bovini. PROVENZA dott. GUIDO. Miglioramento del Bestiame col mezzo delle misu- razioni. (Palermo, Ibidem. Fasc. 5. Estr. di pag. 9 ‘in-8.) L'A. dà contezza sul merito del sistema, adottato dal dott. Lydtin, che consiste in un bastone speciale e graduato che, serve a mi- surare più specialmente le dimensioni principali dei tori e delle vacche ammessi alla riproduzio- ne. Il metodo di misurazione del dott. Lydtin, ha per principio che i bovini, a qualunque funzione economica sieno adibiti, hanno per fine ultimo di fornire l'alimento carneo all’ uomo Dopo un’ esatta descrizione del surricordato bastone, mostra con un esempio le proporzioni determinate per dichiarare che un bovino ha una buona conformazione. Sincera lode all’ Egregio A. che per il primo ha indicato questo metodo Lydtin di pratica utilità. BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ———_—————osacc0e==ca< Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- diamo sia l’ unico che si stampi fra noi, ed è forse perciò che gli studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde premure a che procurassimo di renderlo il più possibile com- pleto. Per la qual cosa preghiamo gli autori italiani e quelli esteri che scrivono in pubblicazioni italiane o di cose italiane, relative alle scienze naturali, a favorirci. possibilmente una copia dei loro scritti, o fornirci anche solamente i dettagli sufficienti per poterne dare un simile annunzio ai seguenti. I gentili autori che ci faranno questo favore, avranno un qualche compenso nel far così conoscere il titolo dei loro scritti nei centri scientifici di tutto il mondo, poichè questa Rivista non solo è diffusa per i molti abbonati che ha, ma viene anche inviata in cambio ad altre 200 pubblicazioni dei principali sodalizzi scientifici italiani ed esteri. Pubblicazioni del 1902 79. Trotter A. Elenco di Galle raccolte in (continuazione) Ispagna. (Avellino, ibidem, fasc. 4, pag. 122-125). 76. Trotter A. Descrizione dell’ Acaro che deforma le foglie di alcune Oxalis. (Avellino, ibidem, pag. 126-127). #7. Trotter A. Cecidologia o Cecidiologia? Zoologia, Paleozoologia Allevamento degli Animali 74. Trotter A. Progresso ed importanza degli studi cecidologici. (Avellino, Marcellia, Riv internaz. di Cecidologia vol. I, fasc. I-II. pag. 5-12). (Avellino, ibidem, fasc. V, pag. 170-172). 78. Trotter A. Di due Anguillule galligene e delle loro galle. (Avellino, ibidem, pag. 173- 174) RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 111 Geologia e Mineralogia 1. Baldacci L. e Stella A. Sulle condi- zioni geognostiche del territorio di Salò (prov. di Brescia) rispetto al terremoto del 30 ottobre 1901. (Roma, Boll. d. R. Comitato Geologico d'Ita- lia, vol. III fase. 1, pag. 4-25, con 3 tav.) 2. Capeder G. Contribuzione allo studio degli Entomostraci Ostracodi dei terreni mioceni- _ ci del Piemonte. (Torino, Atti R. Acc. d. Sc. Vol. XXXVII, disp. 1., pag. 5-18, con tav.) 3. Checchia G. Intorno al lavoro del dott. C. Airaghi sull'echinofauna terziaria del Pie- monte e della Liguria. (Bologna, Riv. ital. di paleontologia, anno VIII, fasc. 1, pag. 16-19). 4. Dal Lago D. La trasgressione nel ter- ziario antico, il piano Priaboniano e le pubblica- zioni del dott. Paul Oppenheim. (Venezia, Atti R. Ist. veneto, S. 8, tav. 4, disp. 3; pag. 273-279). 5. Dal Piaz G. Sulla geologia del gruppo montuoso di Camporotondo. (Venezia, ibidem, pag. 193-201). 6. De Stefano G. I molluschi degli strati di Gallina (Reggio-Cal.) e la loro età. (Bolo- gna, Riv. ital. di paleontologia anno VIII, fasc. Ipagnt 27092)! 7. Flores E. L' Ursus spelaeus Blum. del Buco del Piombo sopra Erba (Prov. di Como). (Bologna, Ibidem, pag. 26-27). 8. Longhi P. Contribuzione alla conoscen- za della Fauna del calcare cretaceo di Calloneghe presso il Lago di Santa Croce nelle Alpi venete. Nota 1. (Bologna, ibidem, pag. 28-26, con tav.) 9. Manasse E. Rocce trachitiche del cra- tere di Fondo Riccio nei Campi Flegrei. I. Ialo- trachite nera od augite ed egirina. (Roma, Ren- d. R. Accad. dei Lincei serie 5. vol. XI, fase. 2, 1. sem., pag. $o-90). 10. Manasse E. Rocce trachitiche del era- tere di Fondo Riccio nei Campi Flegrei, II. Ialo- trachite rossa e grigio-cinerea ad augite ed egi- rina e tufo giallo. (Roma, ibidem, fasc.:3., |. sem., pag. 125-130). ll. Manasse E. Rocce trachitiche del cra- tere di Fondo Riccio nei Campi Flegrei. III. In- clusi nel tufo e nelle scorie, (Roma, Ibidem, fasc. ©, 1. sem., pag. 208-212). 12. Nicolis E. Intorno al supposto Miocene medio tipico nelle vicinanze immediate di Vero- na. (Bologna, Riv. ital. di paleontologia, anno VITI. fasc. 1, pag. 19-22). 13. Omboni G. Appendice alla nota sui denti di Lophiodon del Bolca. (Venezia, Atti R. Ist, veneto S. 8, tav. 4, disp. 3, pag. 189-192). 14. Pantanelli D. L' appennino settentrio- nale dalla Trebbia al Reno. (Milano, Dagli Atti del IV Congresso Geografico italiano, pag. 20 in 8). 15. Sabatini V. Osservazioni sulla profon- dità dei focolari vulcanici. (Roma, Boll. d. R. Comitato Geologico d° Italia, vol III, fase. l., pag. 26-45, con fig.) 16. Scalia S. Sul pliocene e il post-pliocene di Cannizzaro. (Catania, Boll. Ace. Gioenia di sc. nat. fasc. LXII, pag. 2-6). 17. Squînabol S. Alcune osservazioni sul pozzo artesiano di Villafranca Padovana. (Padova, Dagli Atti e Mem. d. R. Ace. di Sc. lett. ed arti Vol. XVIII, disp. 1, pag. 37-47). 18. Squinabol S. Resti di coccodrillo fossile a Cornedo nel Vicentino. (Venezia, Atti KR. Ist. veneto, S. 8, T. 4, Disp. 3, pag. 183-187, con tav.) )9. Taramelli T. Alcune osservazioni stra- tigrafiche nei dintorni di Varzo. (Milano, Rend. R. Ist. lombardo. S. SI, Vol. XXXV, Fase. I-II, pag. 114-123). . 20. Zambonini F. Sul glaucofane di Cate- grous (valle di Gressoney). (Roma, ibidem, fase. ©, 1. sem., pag. 204-208). 21. Zambonini F. Wavellite di Manziana Provincia di Roma. (Roma, Rend. R. Acc. dei Lincei. S. 5, vol. XI, fase. 3, 1 sem, pag. 123- 125). Botanica, Paleofitologia - Agricoltura 1. Albo G. Sui principî alcaloidici dei semi del Tabacco. (Firenze, Bull. d. Soc. Bot ital., N. 9, pag. 161-168). 2. Arcangeli A. Sulla ricerca mierochi- mica del fosforo nei tessuti vegetali. (Pisa, Atti di: Soc. tose. di Sc. hat. Memorie Vol. XVIII). 3. Arcangeli G. Sulla Drosera rotundifo- lia L. (Firenze, Bull. d. Soc. Bot. ital. N.° 3-6, pag. 89-88). — 4. Arcangeli G. Sopra una pianta dì Pte- rocarya caucasica vissuta nel R. Orto botanico di Pisa. (Pisa, Processi verbali, Vol. XIII). 5. Arcangeli G. Di un dono fatto all' Isti- tuto botanico di Pisa dal conte Carlo Costa-Ri- ghini di Pistoia. (Proc. verbali). (Firenze, Bull. d. Soc. Bot. ital. N.° 5-6, pag. 85). 112 RIVISTA ITALIA NA DI SCIENZE NATURALI 6. Baccarini P. Lettera al Presidente della Società botanica italiana in risposta al voto emes- so per la riapertura del Museo botanico (Proc. verbali). (Firenze, Ibidem. N.° 9, pag. 153-154). 7. Baroni E. Dracunculus vulgaris di Si- cilia. (Proc. verb.) (Firenze, Ibidem, N.° 7-8, pag. 127). i 8. Baroni E. A proposito di un Elenco bi- bliografico della micologia italiana del dott. G. B. Traverso (Proc. verbali) (Firenze, Ibidem), 9. Baroni E. A proposito della scoperta della Kochia saxicola a Strombolicchio (Proc. verb.) (Firenze, Ibidem). 10. Barsali E. Prime Muscinee del Livor- nese (Firenze, Ibidem N. 2-3, pag. 33-36). ll. Barsanti L. Le cause dello zigomorfi- smo florale. (Pisa, Atti d. Sc. tosc. di Sc nat. Memorie Vol. XVIII). 12. Beguinot A. L' Arcipelago Ponziano e la sua flora. (Roma, Boll. d. Soc geogr. ital. Fase. II e IV). 13. Beguinot A. Intorno ad alcuni concetti sulla distribuzione geografica delle piante conte- nute nell’ opera « Phytognomonica » di G.B. Porta. (Firenze, Boll. d. Soc. Bot. Ital. N.° 7-8 e seg.) 14. Beguinot A. Ricerche intorno a Deg:- talis lutea L. e D. micrantha Roth. nella Flora italiana. (Firenze, Ibidem. N.0 9, pag. 190-203). 15. Beisner L. Coniféres de Chine, récoltés par feu le Rev. P. Ios. Giraldi dans le Shen-si septen- trional et meridional. (Firenze, ibidem, N.° 5-6, pag. 90-92). 16. Bolzon P. Contribuzione alla flora ve- neta. Nota nona. (Firenze, Ibidem. N.° 1, pag. 25-28). 17. Bottini A. Sulla flora briologica del- l’ Arcipelago toscano. (Firenze, Ibidem, N.° 9, pag. 175-136). 18. Briosi G. Del miglior modo di ordinare le cattedre ambulanti di Agricoltura. (Milano, Atti dell’ Ist. Bot. dell’ Univ. di Pavia. S. II.?, vol. VII). 19. Briosi G. e Farneti R, Intorno all’ av- vizzimento deì germogli dei gelsi. Nota prelimi- nare. (Milano, Ibidem). 20. Briosi G. Intorno alla malattia desi- gnata col nome di Roncet sviluppatasi in Sici- lia sulle viti americane. (Milano, Ibidem). 21. Buscalioni L. Ricerche di botanica ap- plicata. Sulle modificazioni provocate dai pro- cessi di mercerizzazione nei filati di cotone. (Milano, Ibidem, con 2 tav.) 22. Buscalioni L. e Pollacci G. L' ap- plicazione delle pellicole di collodio allo studio di alcunì processi fisiologici nelle piante ed in particolar modo alla traspirazione. (Milano, Ibi- dem, con l tav.) 23. Buscalioni L. e Pollacci G. Ulte- riori ricerche sull’ applicazione delle pellicole di collodio allo studio di alcuni processi fisiolo- gici delle piante ed in particolar modo della traspirazione vegetale. (Milano, Ibidem, con 2 tav.) 24. Buscalioni L. Sull'anatomia del Ci- lindro centrale nelle radici delle Monocotile- doni. In memoria di Giuseppe Gibelli. (Genova, Malpighia Anno XV, Fase. VIIL-IX). 25. Cavara F. Breve contribuzione alla conoscenza del nucleolo. (Firenze, Bull. d. Soc. Bot. ital. N.° 5-6 pag. 108-112, con fig.) 26. Cavara F. Di rari della Sicilia orientale (Firenze, Ibidem, N.° 9, pag. 186-190). 27. Cacconi G. Quinta contribuzione alla conoscenza delle Galle della Foresta di Vallom- brosa. (Genova, Malpighia. Anno XV, Fasc VILIX). 28. Christ H. Quelques remarques sur la vegetation de la Riviera di Levante. (Firenze, Bull. d. Soc. Bot. ital. N.° 2-3, pag. 38-44) 29. Christ H. Encore quelques notices sur la vézétation de la Riviera di Levante. (Firenze, Ibidem, N.° 4, e seg.) 30. Corti A. Le galle della Valtellina (Se- condo contributo alla conoscenza della Cecidio- logia Valtellinese.(Milano, Atti d. Soc, ital. di Sc. nat. e d. Museo civ. di st. nat. Vol. XLI). (continua) alcuni miceti nuovi 0 ERRATA CORRIGE Nel breve cenno necrologico del compianto prof. Luigi Bombicci, pubblicato nel)' antecedente fasc. 5-6, pag. 57, incorremmo in una inesattezza che rettifichiamo : « Le ceneri del suddetto riposano a Parma non a Bologna, nella tomba della famiglia Porta, ora divenuta proprietà dei Bombicci-Porta ». Siena, Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri REDAZIONE E. BOZZINI, Gerente responsabile 3 assi eguali perpendicolari l'uno all'altro (a, a, @). In tutte le forme del sistema le facce incontrano gli assi a distanze eguali o a distanze che hanno un rapporto semplice - 9, piani di simmetria con la Formula Ill + 6. CITA) VA DI SCIENZE NATURALI GARLO FENIZIA ‘Professore il Storia Natarala nel It. Tatituto teenico di Afoilca PROSPERRI DI CRISTALLOGRARIA COI SIMBOLI STEREOMORFICI DELLE FORME CRISTALLINE (continuazione) I GRUPPO ISOME’TRICO (Parametri di una sola misura e perpendicolari, - Isotropia nelle attitudini fisiche, - Struttura eguale in ogni direzione, - Simmetria centrale sferoedrica) UNICO SISTEMA DI QUESTO, GRUPPO;: SISTEMA MONOMETRICO (Dana) (Regolare Rose; Tesserale, Neumann; Ottaedro regolare Hauy; Cubico, Dufrenoy). FORME OLOEDRICHE del Sist. Monometrico Denominazione x ESPLICAZIONE DEL SIMBOLO Notazione Punto Simbolo cristallografica 1 Derivazioni dello forme della d'incontro | pLessomaniino = secondo, - {ed altre osservazioni Forma cristallina degli assi } LI L Y Rose Ì Ì | | | | | I I. Cubo == = | 0 a, c0A, ca; || Centro delle Si può derivare dall'ottae- 8 quadrati 12; angolo diedro | Q. triedri Forma invarin= || 1908 opposte | dro, troncandone) i 6 angoli: Facce, pinncoi di 90”. Qieata (R SIIT) pi Forma fondamentale, se | condo alcuni autori. 2: Ottaedro; lai _ | 0 | 2,2, a Angoli opposti || Si può derivare dal cubo, || _ È 8 triangoli equi- | 12; angolo diedro | 8 tetraedri rego- È troncandone gli 8 angoli. | lateri - Faccadi | (‘di 109°, 28% | lori. (Enea Daria Forma fondamentale, se- piramide. “o | uo) condo altri autori. Si può as= | sumere l'una l'altra, me- | glio questa però. SERombodurietaca O) o | RE a, a, coa, | Augolitetrnedri || Si può derivaro dal cubo dro 12 rombi 24; angolo diedro | 6 tetraedri rego- | (Forma invaria- o dall'ottaedro, troncandove Facce di prisma | ‘di 1200 | tari, 8) triedri; bile) i 12 spigoli ed estendendone In lutto 1-4 lo ficce;oitenute sino/al loro incontro. 4. Tetracisesadro | 0*[00*][—?—] o 00? | a, ma, coa, | Aogolitelrsadri||| Si può derivare dall’ottae= o cubo piramiduto. 24 trinogoli iso- | 12.Junghi, 24 bra- | 8. essedri simme- |(Forma variabile ro, spuntandone gli sogoli (ORIO GIO per nai | stando Leo ma ) solidi con 4-facce. inclinata sembra un cubo, al Facce di prisma | regolari. In tut- | Rule \facce meli ottacdre scor] quale sia aggiunta fo LE. | culo, smussandano i 12/spi- una piramide, qua- guli. drata perogni faccia). | È A n ; n 5. Mriacisottae- | 0![00*][—*—?] 0° | 00% Ì a, a, ma, || Angoliottaedri Si può derivare dall''ottae- dro o ottaedro pi- 24 triangoli iso- | 12luoghi,24 bre- | 6 ottaedri simme- |(Forma variabile) (| | Uro, smussandone gli spigoli, ramidato. (Detto co- sceli ottusnugoli. | vi. /n tutto 86: | trici, 8 triedri | 0 dall cubo, spuntsndone gli; Si perché sembra ut) Facco di piramida regolari. Zn tut- angoli solidi con 3) faccetto ottaedro, al quale sin to 11 inclinate sugli spigoli, ed nggiunta una pira- | estendendo le nuove facce fino, mide trinogolare per | al loro incontro. ogni faccia). | | | 8. Icositetraedro |0*[0*0*][—"—'0] ot 0 | ==0 a, ma, na, | Angolitetraedri | Si può derivare dall'ottae- o Trapezoedro. 24 trapezoidi sim- | 24 lunghi, 24 Lre- | 8 tetraedri rego- |iFormavariabile)|| - regolari dro spuotandone gli angoli metrici. | vi. /ntutto 48. | Jari, 8 triedri | sulidi con 4 fucce inclinate Facco di piramide | | regolari, 14 te- I sugli spigoli, e dal cubo con | trnedri simmne- Ja spuotatura degli angoli so= | fi Sb eto | |l{tîdi; sostituendo; nd 'ognuno;8 Î | 26 | facce inclinate, | LR MEIER 5 7. Esacisottaedro | 0*[0'0'01][-#+=0] DL Î PEOSEN) a, ma, na, || Aogoli ottaedri Si può derivare dall'ottae- otetracontottaedro. (Sembra un/otluearo nl quale sia aggiun- fa una piramide esa- gona per ogni fac GIA). 1. Tetraedro 2. Pentagonvilo- decadro 0 emitetra- cisessedro. 3, Emitrincisot- tacdro 0 trapezodo= decaedro o emiottae- dro piramidato. i. Emicositotrae- dro o tetraedro pi- ramidato; 5. Emiesaci: taedro oemitetracon- tottuedro, 5. Dincisdodecae- dro o emitetracontot= tuedro trapezoidale, 48. triangoli sca- | Jen acutangoli. Facce di. piramide Bresaedri, 6 ottae- | (Formavariabile) dri, 12'tetraedri | | Intutto 26s1- | sserrion. FORME EMIEDRICHE del Sist. Monometrico 25 i il; ay ay a, | Punto mediano ‘Angolo diedro | 4 triedri regolari. degli. spigoli È (Forma invaria— 70”, bilered/n facce | PROsti: inclinate). (0[-=05][—?0)) O) ot ‘0 Onan [cum EIO 12: pentagoni 6 paralloli a 2a | Bitriedri regolaci, cons degli spigoli simmetrici | 2ar3nssi;24 con- | 12: triedri irrego- |(Forma variabile | paralleli. vorgenti. /n tut- | lari. In tutto 20. CI Mela): P' | to 30. i È (0[00][-8-+4)), 0 == a, a, ma, | Angolitetraedri 12. trapezoidi 6 tetraedri sim- n] simmetrici metrici, (Coma ilo | A triedri regolari |A coni angoli pin- | ©linate). ni ottusi; ALUrie dri regolari con angoli piani a- cuti, /n tutto 14. (0[*0] (4) o - |a a ma, ma, | Punto mediano 12 triangoli isosceli | 4 triedri regolari 3 | degli spigoli {tusungoli 4 esnedri sìmme- |(Formavariabile || "lunghi oppo- SRO trici,.n (utto)8, || ed n fucca in- | ati i b " | clinate). 5 ‘0*[000] (31 o' 000, = !], a, ma, Angoli tetraedri (0007 24 trinogoli scaloni || 12 lunghi Gotchzione da Ep En RE | 240 icutangoli medi; dri con gli spi- | (Forma variabile 2brevi. In ut | goli luoghi e | 94 ® facce in- to 36. medi; d'essedri | clinate); com gli spigoli | lunghi e brevi. In tutto 14. 0*[00'0][+30 o 0070 21) 4; a, ma, Aogolî tetraedri (MUSTO) 24 trapezoidi 12 lunghi, Gtetraedri simme- da FO tai ometti irregolari 24 meli, trici; 18 triedri | (Forma variabile ed'a facce pa- ‘a brevi È È I2.brevi. /n tut regolari, 12 te- | fallele). to 48 traedei irrego- lari.In tutto 26. | spuntandone gli nogoli solidi. dro, spuntandone gli, angoli solidi con.81 facce, o dall cubo con 6 facce. Sî può dorivara dall" ottae- | dro, ‘sviluppandone. alterna tamente 4 facce. Si può derivare dal tetraci- sesnedro aviluppandone è fac= ca opposto în’ ogni piramida prose alternatamento nelle 8 piramidì,. Si può derivare dal tri cisottsedro, sviluppando meti prose alternatamente, delle 8 piramidi triangolari, che lo formano. Si può dorivaro dall'icosi- tetraedro, sviluppando alter- natamento d gruppi di 8 fac ce ognuno. Si può derivare dall'esa- cisottiedro, sviluppando al- teruntamente 4 gruppi di, 6 facce ognuno, 0 meglio d dello 8, piramidi esngone. Sî può derivara, dall'asa- cisottuedro, aviluppandone 3 facce, prese alternatamente in ognuna Jollo 8 piramidiesis gone; RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI (Parametri di due misure, una per l' asse principale, l'altra per i secondari - Attitudini fisiche manifestantesi circolarmente intorno allo stesso (Quadratottaedro, /tose; Tetragonale, Neumann; Ottaedro a base quadrata, Mau; Prisma retto a base quadrata, Dufrenoy). Nelle forme della medesima specie di minerale, gli assi simili sono eguali o hanno nn rapporto semplice — Denominazione della forma cristallina II GRUPPO DIMETRICO Struttura eguale concentricamente intorno ad un asse principale. Simmetria assile, elissoidale rivolutiva) I. SISTEMA DEL SEGONDO GRUPPO SISTEMA DIMETRICO (Dana) 3 assi perpendicolari fra loro, due eguali il terzo disuguale [principale] (a, 2, 0). Le forme piramidate contengono una specie di facce, quelle prismatiche due. Simbolo stereomorfico, © piani di simmetria con la Formula I 4- 2 + 2. FORML OLOEDRICHI del Sist. Dimetrico ESPLICAZIONE DI L I Prisma qua- drato (retto 0 inver- so): (Forma composta) 2, Prismu ottago- no (Forma composta) 3. Ottaedro a base quadrata o quadra tottaedro(retto o in- verso). (Forma semplice) 4. Diottaedro. (Forma semplice) 1. Tetraedro sim- metrico. (Forma semplice) [er Pappa 2984) pap) (#F84:9) 2. Scalenoedro te- tragono. (Forma semplice) CRY) se Î 2 quadrati 0 4 | 2 | 8 triedri, formati rettangoli, 2/facce | m di 2 spigoli e- di pioncoide e 4 | dro: 90°. | guali @ uno di- di prisma. In tutto 12. suguale. In tutto 6. | | | | Si SO 2ottangoli sim- metrici ed 8 ret- | diedro di 90% 4 taogoli, 2 facce di | ottusi maggiori e pinacoide e 8 di | 4 ottusî minori. prisma. In tutto In tutto 10, a 4 orizzontali 8 culminanti. In tutto 12. 8 triangoli iso- sceli acutangol facce di piramide! nei I6.triangoli(aca- | B'orizzontali più loni acutangoli , | brevi, 8 culminan- facce di piramido; | ti di medin luu- | ghezza; 8 culmi- naoti lunghi. | In tutto 24. È | 168/con angolo | 8 triedri, foruiati di due spigoli con angolo die- dro di de uno ottuso maggiori 8 triedri, formo- ti di duo spigoli | comesopraeuno ottuso minore. In tutto 16. 2 tetrasdiri rego Jarî; 4 tetrae- | dr simmetrici. In tutto 6. aio | Bottaedri regolari, rispondenti agli nugoli terminali del quadratot- taedro; 4 più ol- | tusitetraedri in- termedii agli al- tri 4 tetraedri | simmetrici, ri- | spondenti ni d | nogoli del qua- | dratottaedro. | In tutto 10. | Î | FORME EMIEDRICHE del Sist, 4 pata 4 triaogoli sceli acutangoli: -| 2 terminali 4 laterali diver- sì dai primi. In tutto 6. 2 IL 8 trinngoli sca- Joni acutangoli, Aculminantiot- culminanti i Alaterali. In tutto 12, 4 triedri. irrego- lari. 6 tetraedri. Notazione cristallografica secondo Rose Punto d'incontro degli assi Derivazioni delle forme ed altre osservazioni Dn CSS 1, cob, cob, (Not. delle 2 pi- nacondi). wa, b, ob, (Not. del prisma || retto). ca, b, b, (Not. del prisma inverso). a, b, mb, (Per le 2 pina- coidi, vedi so pra). a, b, b, (Not. del dratott. retto: a bb (Not. del qua- drat. inverso). a, b, mb, Dimetrico a,b, b, (Deriv. del qua- dratott. retto). Ya, cob, bi (Deriv. dal qua- dratott. inver- $0): !/1a,b, mb, qua- | Î | Nel P. retto il || punto mediano delle facca op- | poste; nel P. || inversoilipun- to mediano de- li spigoli late- || rali. Nelle || macoidi il cen- tro delle facce, || Punto mediuno | degli spigoliol- tro della facce nelle 2. pion- Ì | | do Nel Q. retto ingoli opposti; nel Q inverso gli, angoli re- golari. (termi- nali) e il puoto mediano degli spigoli orizzon- tali Angoli ottaedri | enpgolitetra | 0 più oitusi. | Punto mediano || degli spigolila- | torali e termi- | nali, in4/j9,b, li. Puuto ne- diano delle per- | pendicolari ab- | bassatedal ver- | tico dei trian- goli sulle basi, to ifja, ob, bi Duo angoli te- | traedrì rispon- donti i Zotta dri terminali del diottaedro, @ il punto me- diano dei 4 spi | golì latorai tusi maggiori o | minori. Il cen- | dri simmetricì | Il prisma inyerso, si, ot ticno disponendo 4 piuni lan- | genti ni 4 spigoli laterali del | P. retto. Questi piani deb- | || bono essere normali nllo dia- | | gonali tirate da uno spigolo | sul P. retto. s| | Sì può derivaro dal diot- | taedro, troncandone gli sp goli laterali. Forma fondamentale del. sistema. c | Il quadratottaedro inver si ottiene disponendo 8 pia | tangenti agli otto spigoli cu mionoti del quadratottaedro, etto. “A Si può derivaro, dall qua. dratottaedro smussandone g] spigoli culminanti. G || Si può derivare, dal qua- dratottaedro retto o inverso) estendendono 4’ facce. pri alternatamente. Si può derivaro dal! diot- È taedro per lo sviluppo alterno | di 4 coppio dì facce, La dti L'INTERMEDIATRE DES BOMBYCULTRURS & ENTOMOLOGISTES Abonnement 3f, 50; 4f., 50 Etranger. Cette Revue est trés interessant sourtout au entomologistes. — N. de essai sur demande au Directeur: Doct. A. HUGUES a Chomérac (Ardéche). 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BROGI - SIENA Si imbalsamano animali di ogni genere con sistemi speciali per garantirne la conservazione e si naturalizzano, da poter servire per ornamento nelle sale, teste în tutti quegli atteggiamenti che si desiderano. N. B. Chi desidera fare imbalsamare animali, è pregato farne l’invio vivi o freschi appena morti. Ora che la stagione è calda e se gli animali sono piuttosto grandi, sarà bene togliere loro i visceri ed involgere ‘gli animali in panno bagnato con acqua e acido fenico, oppure porvi altre so- stanze di odore antisettico per tener lontane le mosche, le tarme, ecc. (Avvertire sempre quando sì adoprano sostanze venefiche). 3 Per evitare le spese di dazio sarà bene aspergere negli animali un po’ di Naftalina od altro onde gli agenti daziari comprendano che trattasi di roba non atta al vitto umano. 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Inviare il danaro alla Direzione di questo periodico. zi Res SERIRINTE Sa Ni ‘B. Facendone- richiesta ‘con cartolina’ doppia, ossià con Cartolina con risposta pagata, so ne hivia una dispensa gratis per saggio, ; 3 tali Conto corrente con la Posta ANNO XXIII - Siena - Settembre- Ottobre 19083 - N. 9 e 10 (RIVISTA ITALCAMA DI SCIRME NATTRAL Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero Li 4, 00 Per gli Stati dell'unione postale L. 4,50. — Altri Stati L. 5,00 i} .) già diretta dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO. — Via Baldassare Peruzzi 28 — SIENA i Collaboratori principali della RIVISTA e del suo supplemento BOLLETTINO DEL NATURALISTA ARRIGONI degli Oppi conte prof. Errore — BADANELLI prof. dott. Dante — BARGELLINI prof. fc BeLLINI dott. RAFFAELLO — BeRTELLI dott. Dante — Berti GrusePPE — Bezzi dott. prof. MAarIo — Br- soenI prof. d.” CarLo — BoLzon Prof. Dott. Pro — Bonomi Prof. Agostino — Borpi Prof. Dott. Luigi Bom8icci-PortA Comm. Prof. Lurer — BruneLLI Gustavo — BrusInA Prof. SPIRIDIONE — CACCIAMALI Prof.G Battista — CaLaBrò LomBarpo Prof. Antonino — CaruANA-GATTO Avv. ALFREDO — CASTELLI dott. Grovanni — CERMENATI Prof. Mario — CLERICI Ing. Enrico — Cori Chimico farm. ELia — Damiani Dott. Prof. Gracom — De AngeLIS D' Ossat Dott. Prof. GroaccHINo — DE Bonis AnToNIO — Dx BLasio Dott. AseLe — DepoLi Guipo —Der PrETE d. Rarmonpo — DE STEFANO d. GIUSEPPE — De SteFANI PeREZ Prof. Teoposio — FaBANI Sac. prof. CARLo — FaiLLa TepALDI LurGI — FENIZIA prof. Caro — Fiori Prof. Anprea — Gatti-VaLerIO dott. prof. Bruno — GracHETTI cav. G.. CESARE — Grirco prof. Niccorò — ImParatI dott. prof. EpoARDo — LargaAroLLI dott. prof. VittoRIo — LEVI Morenos dott. Davin — Livini cav. prof. dott. Antonio — Longo prof. dott. AnprEA — Lopez prof. dott. Corrapo — Losacono Posero prof. MicneLe — LoreENzINI ALEssAnpRo — LuPIDott. E. — Luzi march. dott. G. F. — MAScARINE — Morici MicneLE NeviANI Dott, È March. MarIANNA — PELACANI‘ Prof. dott. Vitrorio — Sancasciani Ca Giuseppe — SiLvestri Filippo — SpinoLa March. GrAco «Dott. LucrANo rof. ALessanpro — Met Prof. Romo,ro — MATTEI Giov. ETTORE Prof. Antonio — ParaToRE dott. prof. EMANUELE — PaAuLUCCI —*Perroni Dott. Veter. Pasquare — RoncHETTI ; ARZIA Dott. Gruseppe — SIGNORINI Prof. so — SrtossicH Prof. MicHELE — TeRRENZI Dott. Giuserpe — Tassi Cav. Dott. R'Laminio — TELLINI Dott. Prof. AcHiLLe — TincoLini Dott. Veter. Tiro — TireLLi Avv. ApeLcHI — ZoppA Prof. GiusEPPE. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all'Agenzia in Via B, Peruzzi 28,e da tutti gli utfici postali italiani ed esteri, ‘in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. i I. abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato 3 Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoli separati costano cent.30 perognil6pag.ditesto, Agli Autori di memorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano î manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro. scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. 1 per I2 numeri e L. 6 il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- ‘ zione fra loro, ed approfittare dei moltivantaggi che ar- pe reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite ne) Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc. ; fare offerte e ri- ° cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine,.prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. easenzioni relative ai cambi non perioho oltrepas- desim sia penso. inserzioni grat scritti che contengono avvz3: dl acquisto 0 di vendita, o che possono servire di reclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati chelianno già pagato l’ab- bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se non è espressamente richiesta dall’ abbonato, L? amministrazione s'incarica di rappresentare gliab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscers il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corrì- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso da combinarsì. La direzione può, in casieccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria; senza bisogno di dare giustificazioniin proposito. | manoscritti non pub. , blicati possono essere ritiratidagli autoriaproprie spese — Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche fascicolo. nè sarà loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis purchè la richiedano entro |’ annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento, [Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L 1]. per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano I.. l ogni 2 centim. di spazio occu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. z Sì annunziano le pubblicazioni ricevute e si fa speciale* menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplari Tutti i pagamenti devono essere anticipati. Chi desidera risposta unisca i francobolli necessari, o scriva in car- tolina con risposta pagata. - Collezioni per l' insegnamento della storia naturale secondo ì programni governativi. Catalogo N. 59 (continuazione e fine) VERMI (Vermes) Alciopa Cellepora Gordius Planaria Taenia Amphicteis Cerebratulus Hermione Retepora -Terebella Amphiporus Chaetopterus Hirudo Rotipher Thysanozoon Anguillula Drepanophorus Lumbriconereis Sagitta_ Trichina Arenicola Diplozoon Lumbricus Salmacna Tristomum Ascaris Eunice Myriozoum Serpula Tubifex Aulostomum Eupolia Nemertes Sipunculus Tubipora Bonellia Eschara Nephihys Spirographis Tubolipera Branchellion Fabricia Nereis Spirorbis Tyrrhena Bugula Filaria Ophelia Siphonostoma Vanadis Capitella Geophilus Fhascolosoma Spio Zoobotryon Tuttì conservati in liquidi. Prezzo lire 0,50 a lire 5. Da Collezione di 10 vermi diversi lire 25 ECHINODERMI (Echinodermata) Crinoidea: Comatola, Antedon (L) lire La 3. Asteroidea: Amphiura, Asterias, Astrovecten, Chaetaster, Echinaster, Luidia, Ophidiaster, Ophiomyxa, Ophiotrìx, Palmipes. Da lire 0,50 a 10 (L) lire 1 a 10. Echinoidea: Arbacia, Brissus, Dorocidaris, Echinocardium, Echinocyamus, Echinus, Schi- zaster, Spatangus, Strongylocentrotus da lire 0,50. a 10 (I) lire 1 a 10. Holothurioidea: Cucumaria, Holothuria, Phyllophorus, Synapta (L) lire l a 5. es Collezione di 10 echinodermi lîre 25. CELENTERATI (Coelenterata) Abyla (Lì) lire 1 a 3. - Dendrophyllia (I) lire 1 a 10. - Pelagia (LL) lire 1 a 7. Actinia (L) lire 1 a 3. - Dihyes (L) lire 1a 3. . = Pennaria (L) lire 1 a 5. Aeginopsìis (L) lire La 2. - Fopgia lire l a 10. - Pennatula (LL) lire 2 a 10. Alcyonium lire l a 3. - Gorsonia lire 0,50 a 25. - Rhopalonema lire 1 a 3. Anthea (I) lire 2 a 6. - Hydra lire la 3. - Rhizophysa lire ) a 5. Asteroides lire l a fi. - Liriope lire l a 3. - Rhizostoma (L) lire 5 a 15. Caryophyllia lire 0,25 a 15. - Madrepora lire 0,25 a 50. - Salpa (L) lire 1 a 3. Cerianthus (L) lire l a 5. - Medusa lire 2 a 10. - Velella (L) lire 1 a 3. Corallium (L) lire 0,50 a 25. - Obelia (L) lire 1 a 2. Teg- Collezione di 10 specie. di celenterati lire 25. PROTOZO] (Protozoa) Conservati in Jiquidi da lire 0,20 a 10. Collezione di N. 5 specie lire 8. BRACHIOPODI (Brachiopoda) Conservati in liquidi da lire 1 a 3. Collezione di N. 3 specie lire o. BRIOZOI (Briozoa) Conservati in liquidi da lire 0.50 a 2. Collezione di N. 5 specie lire 10. TUNICATI (Tunicata) Conservati in liquidi da lire 0,50 a 5. Collezione di N. 10 specie lire 25. Collezione di 6 specie di spugne cornee, silicee e calcaree lire 4. Modelli di foraminifere ingrandite lire 1 per esemplare preso isolatamente. Prezzo vario per le collezioni secondo la quantità e qualità delle specie. MODELLI IN CERA, CARTA PESTA, GESSO ECC. delle diverse classi di animali viventi e fossili e della loro struttura esterna ed interna. Molti di questi modelli sono fortemente ingran- diti e scomponibili. PREPARAZIONI MICROSCOPICHE per tutti gli ordini di animali da lire l in più, M.50 pre- parazioni assortite lire 61). BOT ANICA ORGANI DELLA NUTRIZIONE. N. 25 esemplari ilire 3,50. ORGANI DELLA RIPRODUZIONE. N. 15 esemplari L. 3. Anno XXIII N.9e 10 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Setlembre-Ottobre 1903 SOMMARIO Imparati dott. Edoardo Per l'insegnamento delle Scienze Naturali nelle Scuole secondarie. Pag. 113. Lucifero Armando. Mammalia Calabra. Elenco dei mammiferi calabresi (Cap. Il e III cont.)Pag. 115. Gargiulo dott. Antonio. Contributo all’ Istologia del tessuto di sostegno nelle Glandole (Ricer- che) (cont.) Pag. 117. Rivista bibliografica. Pag. 122. — Bibliografia italiana di Scienze naturali. Pag. 127. —- = ——teoUIpei IMPARATI dott. EDOARDO Per l'insegnamento delle Scienze Naturali nelle Scuole secondarie ne =MENRI AO ori I periodici e le società scientifiche hanno il dovere, in alcuni momenti della loro esi- stenza, di uscire dalla pura cerchia teorica e di occuparsi con intelletto d’ amore della di- vulgazione della cultura scientifica della nazione nei suoi rapporti con la scuola media, senza di che, ciò che si dice Scienza, sarà destinata ad un’ aristocrazia di vita più degna dell’ Olimpo che della Terra. TI grido affievolito dello scettico per aver mestamente contemplato molti suoi voti andar a vuoto, il riso mefistofelico del cinico, la folla pullulante di pregiudizi e di timori ed im- precante con bega sfacciata contro la Scienza « dea di corruzione », non ci arresteranno oggi nella lotta di santa conquista! Forse anche a noi il grido si farà scetticamente rauco ‘ed il cinismo diverrà completo padrone nostro, com’ è divenuto padrone di tanti altri: oggi no; la fede ci guida alla battaglia, resa più forte e tenace dalla bontà della causa e dall’ epoca in cui si svolge, matura per la vittoria. Ta riforma della scuola media s' è imposta ed il governo 1’ ha, nella tornata parla- mentare del 25 giugno scorso, solennemente promessa. Si vuole, in una parola, l’ insegna- mento più in armonia coi tempi. Siamo quindi in attesa... ..... Noi naturalisti ci dichiareremo fortunati e felici se potremo, frattanto, cooperare col ministro dell’ istruzione pubblica per il bene e per l’ interesse della cultura scientifica na- zionale. * E Nel luglio scorso, con questo intendimento, inviavo all’ amico dott. Carlo Patrone del Museo Zoologico di Napoli la lettera seguente che’ stimo qui opportuno pubblicare per intero. ; « Carissimo collega, La costituzione in Napoli di una fiorente Unione nazionale fra gl’ insegnanti di scienze naturali, col compito precipuo di difendere gl’ interessi di classe e di far propaganda per il diffondersi e 1’ ampliarsi della istruzione scientifica, è un discreto passo avanti nella conquista di quel posto d’ onore che, nel secolo XX, compete alle Scienze Naturali. Forse mai più, come in questo momento, i molti uomini illustri, fra i soci componenti l'associazione, potranno, con l’ influenza loro, render vantaggio alla causa nostra. Senza dubbio, a breve scadenza, si avrà la presentazione, da parte del Ministro della P. I. di un progetto di legge, tendente a modificare l’ indirizzo della scuola secondaria ab émis tl4. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI fundamentis ; ma, a quanto pare, la modernità di vedute non sarà che formale. Non ba- sta compiere una riforma con tendenze moderne, perchè questa possa vantare il nome di MOGLI AI EM Ar Il continuo imperio dei classicisti alla Minerva, favorito da quella debolezza che il popolo ha di mantenere e far ammirare nelle scuole quasi esclusivamente ciò che il tempo. ha conservato a guisa di monumento dere perennius, dev’ essere combattuto e vinto dalle nostre forze coalizzate. Nel nuovo progetto di legge, attribuito al Ministro della P. I., è riservato all’ insegnamento della Storia Naturale un posto vergognoso! Perchè escluderla dagli ultimi anni del Liceo superiore nelle sezioni di Fisica, di Ma- tematica, di Asrimensura ? Perchè voler inviare alle Università degli studenti in Medi- cina, in Scienze Naturali, con una cultura naturalistica ridicolmente misera? Forse non è giunto ancora il momento in cui le teorie moderne dovrebbero esser fatte conoscere dalle persone competenti e non dal volgo profano 2 Io parlo a te, uomo moderno, innamorato della dottrina che professi, parlo quindi a un convertito, ed è perfettamente inutile che io insista più oltre nella mia tesi. Al armi! dunque. Occorre subito impegnare il combattimento per vincere. Appoggia e fa appoggiare un attivo lavoro di propaganda e noi vinceremo. Con questa speranza, ti stringo affettuosamente la mano ». Io credo fermamente che 1’ Unione farà del suo meglio per ottenere dal Ministro ciò che deve nell’ interesse della cultura scientifica nazionale, ed ho motivi per credere che troverà in S. E. terreno adatto per un proficuo raccolto. * * E giacchè ci troviamo in argomento, porto a conoscenza dei lettori che la Società dei Naturalisti in Napoli (4), l’unica forse fra le consorelle la quale, con lodevolissimo atto, sia scesa democraticamente in Terra dall’ aristocratico Olimpo, nella tornata del. 15 marzo elesse « fra i suoi soci una Commissione (°), alla quale affidò il compito di formu- lare delle proposte sull’ insegnamento delle Scienze Naturali nelle scuole secondarie, da po- tersi tenere presenti dal legislatore in una eventuale riforma della scuola media ». E, nella seduta del 10 maggio, veniva approvata la relazione (*) presentata sulla questione « che tanto da vicino interessa la vera coltura moderna e la funzione eminente- mente educativa della scuola secondaria ». Troppo lungo riuscirebbe dare, anche per sommi capi, un cenno sulle singole parti componenti la ponderata e logica relazione. Essa contempla la costituzione, le dotazioni e la manutenzione dei Gabinetti--sui quali è bene ch’ io stenda, pel momento, un velo pietoso -- e 1’ insegnamento della Fisica, della Chimica, della. Biologia e della Geologia, coordinando queste branche delle Scienze con unità di vedute e con fine criterio didattico, dovendo queste formare, nel loro insieme, tutto quanto un nucleu scientifico di cultura generale. I naturalisti poi, auspice la Società Napolitana, applaudiranno con entusiasmo se una buona volta sarà « reso obbligatorio un accenno alle principali teorie che tengono il campo, in argomento alla discendenza », fonte così comune di sacro orrore e di....im- (1) Via S. Sebastiano 48 d. Napoli. (?) La commissione riuscì costituita dai soci: Ferdinando De Franciscis, Gioacchino Di Paola. Arcangelo Distaso, Oreste Forte, Michele Geremicca, Giuseppe Jatta e Frane. Saverio Monticelli. (3) V. Boll. della Soc. dei Nat. in Napoli, Anno XVII, Vol. XVII, 1903. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 115 perdonabile ignoranza. Non può infatti « perdonarsi il colpevole silenzio--sotto cni si passa ancora al giorno d’ oggi--di ogni notizia che interessi le grandi concezioni dell’ intelletto umano sulla storia degli esseri organizzati; compito invero non facile, per 1’ uditorio che si ha dinanzi, ma pur doveroso, per fugare il secolare errore, per parare i disonesti travi- samenti, per concedere soprattutto all’ intelligenza delle masse 1’ attesa risposta che l’ èra nuova ha offerta al mitico quesito: chi sei, donde vieni, dove vai? » bd E, tanto per concludere, dirò che i ministri legislatori odono più volentieri di quello che comunemente si crede la voce delle persone competenti ed illustri. A queste giro dunque il pulsate et aperietur vobis; quanto agli altri, stanno facendo del loro meglio (ma sarà poca cosa) per vedere coronata di buon successo la propria aspettativa. ____—_——————_—EkE—-._--- Contributo all’ Istologia del Tessuto di sostegno nelle Glandole (continuazione) Ricerche del Dott. ANTONIO GARGIULO e vo CAVIA (Cavia cobaia) — Di questo roditore ho esaminato la parotide, ser- vendomi in alcuni casi del miscuglio ematossilina e scarlatto, in altri della tionina. Con la prima colorazione si mette bene in evidenza il connettivo, che piglia una tinta rosea speciale. Tale connettivo, di tratto in tratto, penetrando tra i loboli, presenta punti d’ ispessimenti abbastanza notevoli. In generale nel connettivo interlobulare, corrispondentemente a quegli ispessimenti connetti- vali, gli elementi linfoidi si addensano, formando cumuli evidenti. Identica, secondo le mie osservazioni, si presenta la disposizione del con- nettivo nella sottomascellare dello stesso animale. Esso infatti, come nella pa- 118 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI rotide, circonda le parti singole della glandola. Quello che interessa notare si è che gli elementi linfoidi sono molto scarsi relativamente alla parotide e di ricambio ho notato una certa quantità di cellule plasmiche più o meno allun- gate, le quali, come del resto in tutte le glandole, colorandosi debolmente alla ematossilina, lasciano vedere il nucleo finamente granulare e fra i gra- nuli due o più nucleoli. GHIRO (Myowus glis) — Le glandole salivari del ghiro meritano bene di formare oggetto di speciali ricerche. Esse infatti si allontanano molto da quelle altre da me studiate, non solo per la struttura microscopica ma anche per quella macroscopica. Ho cominciato dalla parotide la cui forma macroscopica è quella di una glandola spiccatamente acinosa, allungata, a forma di grappolo e tutta involta da grasso. In riguardo alla forma dell’enchima esso si presenta fatto di lobuli circondati da un connettivo stretto. In questo connettivo si trovano spar- si qua e là degli elementi linfatici bene colorati al noto miscuglio. Qua e là nei vari preparati si notano alcuni tratti connettivali nell'interno della glan- dola ed in vicinanza dei vasi, i quali però sono molto scarsi. In essi ho notato anche scarsi elementi, distribuiti variamente senza presentare mai un punto di,_ predilezione maggiore. Infine è da ricordare il connettivo periglandolare, che. tutto intorno si presenta omogeneo. In esso non ho potuto notare elementi ade- noidi. Quello che ho detto sulla parotide riguardo a connettivo ed elementi lin- foidi, vale per la sottolinguale, la quale, osservata macroscopicamente sì pre- senta come un piccolo lobo in vicinanza della sottomascellare e, come al solito, affondata in una massa adiposa. La sottomascellare è relativamente grande, concava da una parte, convessa dall'altra, compatta, circondata anche da grasso. L'ho esaminata tutta, colo- randola anche col noto miscuglio. Essa consta di tre forme glandolari netta- mente fra loro distinte, di cui una perfettamente identica alle precedenti e sì trova come addossata esternamente alle altre due. In essa la disposizione del connettivo è identica a quella della parotide, come anche eguale è la distri- buzione e la quantità degli elementi linfoidi. Circa le altre due forme poi fac- cio notare, come una di esse è di natura sierosa, l’ altra inclusa nella prece- dente, è di natura mucinosa ; sicchè per la coesistenza di queste due forme la natura della glandola in discorso, è mista. Il connettivo circondante le due for- me glandolari è relativamente scarso, nè presenta mai zone di addensamento maggiore, ma invece, serbando sempre lo stesso spessore, le gira intorno. Quello interlobulare è identico all’ altro osservato nel gatto e nel topo, cioè scarsissimo e rappresentato da pochi e sottili fili che corrono come isolati fra i lobi. Piut-, N tosto è relativamente vistoso quello che lega e acini e vasi e sopratutto quello che circonda questi ultimi, sicchè accade che, ove sì trovano vasi, ivi si trova un connettivo in quantità maggiore. In questi punti non mancano elementi lin- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 119 foidi ,penchè assai scarsi, Inoltre è da notare una vistosa quantità di tali ele- menti, ammucchiati in un connettivo intralobulare molto scarso ed uniforme- mente distribuiti tra gli acini glandolari, in modo da formare come uno stroma co- stituito da elementi linfatici ed analogo, fino ad un certo punto, con quanto osserveremo nel rene dei pesci teleostei. Intorno alla terza forma glandolare si dispone una scarsa ma evidente zona connettivale, che risalta per la colo- razione di un rosso caratteristico col trattamento allo scarlatto. Il connettivo intralobulare soltanto presenta di tanto in tanto elementi linfatici i quali, a cau- sa dello scarso connettivo intralobulare e della vicinanza degli acini, solo a maggiore ingrandimento lasciano vedere la loro forma peculiare. Il reperto però importante in tali ricerche e di cui bisogna farne menzione speciale, è quello di un intero nodulo linfatico in vicinanza di un vaso e com- preso in mezzo ai lobuli glandolari. Ivi si nota che per la sua sede in mezzo ai lobuli glandolari, pel suo intimo rapporto cogli elementi di questi e perchè è contenuto nella stessa capsula connettivale, si esclude il sospetto che possa trattarsi di un follicolo appartenente ai noduli linfatici della regione, i quali hanno stretto rapporto di vicinanza colle glandole salivari. Gli elementi a quanto si possono osservare con lenti a secco, si presentano identici a tutti gli altri che abbiamo altrove notati; essi sono relativamente piccoli, formati di una stretta zona protoplasmatica ed un nucleo, che lascia vedere pochi granuli. LEPRE (Lepus timidus). — La forma dell’ enchima glandolare della paro- tide di questo roditore quasi in tutto si somiglia a quella dell’uomo e del surmulotto che già abbiamo osservato, quello che deve interessarci è il con- nettivo abbondantemente sparso e disposto in molteplici forme, sia intorno alla glandola come dentro la medesima. Esso non segue una gradazione esatta di spessore come di estensione; ma, ove pare dovesse diminuire, ivi forma delle zone disposte in forme molteplici. Quello periferico alla glandola ove è stretto ed ove è largo formando delle trabecole che s’insinuano fra i lo- buli. Alcune di queste trabecole alla loro volta gradatamente assottigliandosi, finiscono in poche e delicate fibrille, altre, serbando un eguale spessore, termi- nano addossandosi alle pareti di qualche dotto che si trova situato fra due lobi glandolari. Il connettivo fra gli acini è relativamente molto spesso, fatto di alcune fibre elastiche e di fibrille ordinarie intrecciate fra loro. Tale connettivo intra- lobulare, ove gli acini si restringono ciascuno nella sua massa, le si può os- servare nella sua forma. Esso somiglia ad uno spesso reticolato, nei cui alveoli, ove larghi, ove stretti si dispongono gli acini glandolari. In riguardo agli elementi linfoidi ho da notare che, benchè il connettivo formi delle estese zone, pure in esso non mi è stato dato trovare che scarsis- simi e piccolissimi cumuli di elementi adenoidi, i quali non presentano niente di rilevante. In ricambio, li ho trovati quasi sempre fra i lobuli in vicinanza dei vasi, ove questi si rivestono di un’ avventizia connettivale. Tali elementi, 120 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI visti a più forte ingrandimento, si presentano relativamente piccoli e col mi- scuglio di ematossilina e scarlatto, lasciano vedere un protoplasma roseo, con un nucleo quasi sempre rotondo ed eccentrico, fortemente colorato. Il connet- tivo della glandola sottomascellare serba, in generale, la stessa disposizione di quello della parotide, solo pare alquanto più abbondante. Su tale glandola però occasionalmente mi è toccato vedere dei vasi tagliati longitudinalmente ed alcuni disposti nella parte mediana dei lobuli, altri fuori i lobuli stessi. Ho notato in siffatti tagli la disposizione degli elementi adenoidi. Essi formano delle zone decorrenti parallelamente ai vasi nel connettivo che circonda i me- desimi, accompagnandoli per un certo tratto, finchè a mano a mano si assot- tigliano. Altrove, in ricambio si accumulano a preferenza ove il ramo prin- cipale del dotto si divide in altri minori. CAPRIOLO (Cervus capreolus) — In questo animale ho esaminato la paro- tide. In essa tranne un connettivo, piuttosto abbondante che si trova nell’ ilo della glandola, da cui partono rami che si distribuiscono ai singoli lobuli e nel quale corrono vasi arteriori e venosi di calibro discreto, non ho potuto riscontrare altro dato che meriti speciale menzione. Nessun accenno di presenza di corpuscoli adenoidi, nè mel connettivo dell’ ilo nè nelle trabecole che ne emanano, nè infine in quello che ispessisce l’avventizia dei vasi. PECORA (Ovis aries) — Nella glandola parotide, costituita, come d' ordi- nario, di parecchi lobuli di diverso diametro, il connettivo si presenta della forma fibrillare ordinaria e costituisce larghi setti che s' irraggiano pene- trando negli spazii che esistono fra i lobi e mandando rami più sottili nell’ in- terno dei lobi stessi. In questo connettivo corrono vasi, nervi e dotti escretori. Su questi ultimi è uopo richiamare l’attenzione, perocchè il connettivo vi forma intorno una larga guaina nella quale spiccano le sezioni trasverse dei vasi ar- teriori e venosi che molto spesso accompagnano i dotti medesimi e sì trovano nella stessa guaina. A più forte ingrandimento si notano in essa numerosi corpuscoli linfatici, i quali però non sono uniformemente distribuiti in tutta la periferia del dotto escretore che appare in sezione trasversa. Si raccolgono in- vece in quantità maggiore in un punto o in un altro senza tuttavia mancare nel rimanente. Accompagnando i setti connettivali che da questi punti di maggiore ispessimento si avanzano tra i lobi, di elementi linfoidi se ne trovano scarsissimi, sicchè non occorre insistervi. Nelle sezioni intanto dei dotti escre- tori che si vedono nell’ interno dei lobuli non mi è riuscito notare nè il largo rivestimento connettivale dei dotti più grandi, nè presenza di elementi linfoidi. La sottomascellare mostra una struttura più uniforme. Il connettivo parte anche quì da punti di maggiore addensamento e si distribuisce tra i lobuli divenendo vieppiù sottile. In tali punti non ho potuto rintracciare elementi adenoidi. Intorno ai grossi dotti escretori invece, i quali sono circondati di un largo rivestimento connettivale, ho trovato elementi, la cui natura mi pare che sia indubbiamente linfoide. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 121 A proposito di questi dotti escretori devo notare un fatto che è frequen- tissimo. Il rivestimento epiteliale interno fatto di cellule cubiche con nucleo evidente, appare come staccato dagli altri stati che formano la parete propria del dotto in guisa da aversi l'aspetto come se, retraendosi, il rivestimento epiteliale non fosse stato seguito dalla rimanente parete. Negli interspazii quindi che risultano tra la superficie profonda dello strato epiteliale e 1° al- tra parete si nota una sostanza trasparente, colorata leggermente dallo scar- latto, la quale ha l’ aspetto come di una sostanza fluida che per azione forse dei liquidi induranti vi si sia in tal modo rappresa. BUE (Bos taurus) — Stante le dimensioni vistose delle glandole di questo animale, ho limitato il mio esame solo ad una parte di esse, cercando in cam- bio di eseguire un numero notevole di tagli ora in un punto ora in un altro dello stesso organo. E quì debbo premettere che è indispensabile una minuta indagine nell’isolamento delle varie glandole, perchè assai facilmente occorre d' imbattersi in noduli linfatici di dimensioni le più svariate. Quello intanto che si presenta di notevole, qualunque sia il punto glandolare che si esamini, è l'abbondanza di connettivo sparso da per ogni dove e che si distribuisce proporzionalmente tra i lobuli e dentro di essi. Tale connettivo l’ ho osservato in ciascuna delle tre glandole ; però da quanto ho potuto notare, i fasci connet- tivali, sia quelli che circondano i lobuli tra loro, presentano qua e là punti di maggiore addensamento, che rappresentano come centri di partenza di più rami connettivali, i quali decorrono serbando per un certo tratto la medesima larghezza e si restringono a misura che si allontanano dalla loro origine. Tali punti sono notati dal Klein e ad essi lo stesso osservatore assegnò il nome di punti fascicolari. Ho notato egualmente come queste piastre fascicolari, oltre che in ogni parte fra i lobuli, si trovano a preferenza intorno ai dotti, che in tal caso rappresentano ‘come i centri delle zolle da cui emanano fasci connettivali in diverse vie. Anche il connettivo che dalla periferia penetra nei lobuli, è abbastanza notevole e come altrove ho fatto rilevare, si presenta molto evidentemente in quei punti ove gli acini glandolari, per restrinzione della massa, appaiono staccati dal connettivo circostante. Non pare però a tale proposito o almeno non è costante l’ osservazione del Klein testè citato, di esservi cioè rapporto quantitativo fra il connettivo interlobulare e quello che si trova annidato nei medesimi lobuli, sicchè debba aspettarsi che, ove questo è abbondante, ivi debbano trovarsi delle zolle di fascicoli fra i lobuli. Riguardo al rapporto della quantità di connettivo fra le diverse glandole dello stesso animale poco vi è da notare, e solo nella sottolinguale esso è in quantità maggiore, a quanto pare. I cumuli adenoidi sono piccoli e scarsi ed occorrono specialmente fra gli acini in luoghi indeterminati. Essi sono piccoli e niente offrono di speciale. CAVALLO (Equus caballus) — Anche per questo animale stante le dimensioni notevoli delle singole glandole, ho dovuto limitare il mio esame ad una parte 122 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI sola di esse. Notevoli intanto sono i rapporti di somiglianza nella struttura microscopica delle glandole del cavallo con quelle del bue. Quello che a pre- ferenza c' interessa notare è la discreta quantità di elementi linfoidi che qua e là si accumulano nei siti più svariati. Non mancano con ciò esempii anche di cumuli vistosi nelle avventizie perivasali, che anzi elementi disposti rego- larmente gli uni vicino agli altri in un connettivo omogeneo, formano talora nel loro insieme un reticolato di forma del tutto caratteristica. CIGNALE (Sus scrofa) — Di questo animale ho avuto a mia disposizione ab- bondante materiale, in maniera che ho potuto eseguire un numero sufficiente di preparati su ciascuna delle tre glandole. Il connettivo, scarso nella parotide, presenta nella sottomascellare notevoli cordoni fatti di fibrille e fibre elasti- che con corso parallelo decorrenti per brevi tratti ed altrove circondando in parte i grandi vasi. Più abbondante che non nella sottomascellare è il con- nettivo della sottolinguale, e laddove nella sottomascellare è abbondante solo in alcuni, punti, in questa invece si trova in moltissime sedi e tra i lobuli « preferenza. Solo fra i lobuli ed in vicinanza di essi ho notato elementi linfoidi, men- tre, per quanto abbia osservato, non mi è stato dato trovarne fra gli acini. La loro forma non presenta niente di notevole. FEGATO DEI BATRACI E DEI PESCI Ho creduto riunire sotto lo stesso punto di vista l’una e l’altra classe di vertebrati inferiori giacchè entrambe offrono intimi rapporti per la forma ge- nerale, la sede e la struttura minuta così pel fegato come pel rene. Fegato dei hatraci Per lo studio di tale organo nei batraci, ho limitato le mie ricerche solo al tritone ed al rospo; il primo quale rappresentante degli urodeli, il secondo degli anuri. Tale limitazione mi è parsa conveniente, anche perchè da inda- gini fugaci su altri animali della medesima classe mi sono potuto convincere che per lo scopo, cui tende il presente lavoro, così il fegato degli anuri come quello degli urodeli non offrono particolarità molto notevoli. (continua) RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili Autori, od Editori. L’Amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali é segnato il costo, ed anche le altre se possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda, cent. 30 per la francatura della corrispondenza. Per gli abbonati e Je opere dell’ estero, aumentano le spese postali. Desiderando risposta scrivere in cartolina doppia. L. SCOTTI. Le primitive sedi degli Italici e le terremare del Piacentino. Pag. 30 con fig. 4 e tav. I. Piacenza, 1903. L' egregio A., specialista nello studio delle terremare, con questo suo interessante opuscolo, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 123 dedicato al chiaro prof. Luigi Pigorini, direttore del museo preistorico - etnografico di Roma, ha voluto riassumere e volgarizzare molte cognizioni d’ importanza riguardanti le terremare e che già formarono argomento dei suoi lavori scientifici particolareggiati. Con nitida esposizione, l' A. si sofferma a parlare delle terremare di Castellazzo di Fontanellato nel Parmense (esplorata dal Pigorini), di Rovere di Caorso, di Montata dell’ Orto in Alseno, di Castelnuovo Fogliani e ciò allo scopo d’ illuminare e di guidare i visitatori di alcune fra le sale del Museo civico di Piacenza, testè inaugurato, in cui sì trovano raccolte importanti collezioni di oggetti terramaricoli, rinvenuti dall' A. nei suoi scavi, e al Museo stesso donati. IMPARATI BRESADOLA Ab. G.I funghi mangerecci e velenosi dell’ Europa media, con spe- ciale riguardo a quelli che crescono nel Trentino e nell’ alta Italia. (Milano, 1899. Ed. U. Hoepli Pag. 136 in 8, con 112 tav. cromolitografiche e l fototipia). E un’opera abbastanza complessa e nel melesimo tempo breve e chiara rn cui vengono illu- strate tutte le specie mangerecce di funghi che si possono raccogliere nelle località dell'Europa media. Nella medesima sono pure illustrate le specie più pericolose e più frequenti dei funghi velenosi per togliere col confronto, qualsiasi confusione ed assicurarsi così dal pericolo di avvelenamento. Per la intelligenza dei termini necessari alla descrizione, sono ivi premessi alcuni cenni generali sui funghi, con l'indicazione di alcune norme per la raccolta e la cucinatura dei medesimi. ‘ Dai bellissimi disegni illustrativi tratti dal vero colla più possibile esattezza, ognuno, senza troppo dilungarsi, potrà conoscere e comparare le singole specie di questo importante alimento ve- getale. L'opera vendesi a L. 35 presso l'A. in Trento — Piazza dietro il Duomo, 12. BRESADOLA Ab. G. Fungi Tridentini novi vel nondum delineati, descripti et iconibus illustrati. (Tridenti, Tip. Monauni 1881-1900). Questa grandiosa opera scritta in lingua latina oltre alla descrizione di 281 specie e varietà dì funghi, contiene le indicazioni del tempo del loro sviluppo, delle località ove sono state rinvenute. Essa è formata di 9 Fasc. con 217 tavole in cromolitografia e costa L. 101. indirizzarsi all’A. in Trento — Piazza dietro il Duomo, 12. GRIFFINI dott. A. Ittiologia italiana - Descrizione dei Pesci di Mare e d’ acqua dolce. (Milano, 1903. Ed. U. Hoepli. Pag. 461 in-16 con 244 fig.) Un manuale unicamente po- polare che facesse conoscere le ricchezze ittiologiche dei nostri mari senza ricorrere ad opere co- stose, rare, prettamente sistematiche, mancava in Italia. L' Egregio A., dopo pazienti ricerche continuate per 2 anni, ci presenta ora questo lavoro che corrisponde pienamente. Ivi, dato parte sufficientemente ampia alle notizie sui costumi, sempre troppo trascurate nelle opere sistematiche, 1’ Esr. A. ha cercato di figurare almeno una specie di tutti i generi principali ed ha introdotto al loro posto anche nelle tavole dicotomiche di determi- nazione, generi recentemente descritti e che nelle opere dei varî AA. non erano ancora fconside- rati o generi di recente trovati nei nostri mari. Con molta parsimonia 1° Egr. A. ha introdotto i nomi volgari dialettali, che sono numerosissimi, per i quali regna grande incertezza e confusione (Prezzo L. 4, 50). MURANI Dott. ORESTE. Onde Hertziane e Telegrafo senza fili. (Milano, 1903. Ed. U. Hoepli pag. 341 in 16 con 170 fig.) Il presente volume tende a soddisfare alla curiosità dell'invenzione del telegrafo senza fili do- vuta al Marconi. Nella I. parte l'A. consacra e riassume i principî fondamentali dell’ Elettricità e del Magnetismo per dare una giusta idea dei mezzi usati a produrre le onde elettromagnetiche; nella II. parte discorre delle proprietà di queste; nella III. parte tratta dell’ applicazione di tali onde alla telegrafia senza fili. (Prezzo L. 3,90). ULIVI PASQUALE. L’ Industria frigorifera (Milano, 1904. Ed. U. Hoepli pag. 168 in-16; con 86 fig.) (Prezzo L. 2). A Pescia trovasi impiantata una Fabbrica di Ghiaccio, dall’ Egregio A. maestrevolmente diretta. Durante una visita di S. E. l'On. Prof. Comm. Guido Baccelli, Ministro di A, I, e C., l'A, udì 124 RIVISTA IFALIANA DI SCIENZE NATURALI lamentare da parecchi scienziati che accompagnavano l’ Illustre clinico, l'assoluta mancanza di un manualetto italiano che si occupasse dell’ Industria Frigorifera. L'A. con non lievi difficoltà, è riuscito a raggiungere lo scopo dando alla luce questo lavoro di una forma pratica ed utile sia per le notizie, come per i dati scientifici e tecnici. DINARO SALVATORE. Atlante di macchine e caldaie contesto e note di Te- cnologia. (Milano, 1903. Ed. U. Hoepli pag. 80 in 16, con 112 tav.) Si inizia il lavoro con una dedica ai Giovani vessilliferi del lavoro, ai futuri soldati per le guerre della produzione. In base ai dettami di una lunga esperienza corroborata negli opifici industriali, nelle ferrovie ece., fu dall’ A. seritto questo opuscolo che potrà giovare in special modo alle reclute dalla blusa turchina. (Prezzo L. 3). BOLLETTINO DELILA SOCIETÀ DI NATURALISTI IN NAPOLI. Per l’ inse- gnamento delle Scienze naturali nelle scuole secondarie. (Napoli, 1903. Estr. di pag. 13. in-8), In vista di una possibile riforma degli studi secondari in Italia, la Spettabile Società dei Na- turalisti di Napoli ha presa l’ iniziativa di coordinare delle proposte sul modo come dovrebbe es- sere impartito l’insegnamento della Storia naturale, della Fisica e della Chimica nella scuola media. Sulla questione, di cui tiene parola 1’ Illustre Prof. E. Imparati nelle prime pagine di questo fascicolo, che tanto da vicino interessa la vera coltura moderna e la funzione eminentemente educativa della scuola secondaria, è da desiderarsi la più grande adesione da parte dai naturalisti. PROVENZA dott. GUIDO. Origine della Pecora e della Capra. (Palermo, 1903. Dal Giornale d., R. Commissione. di Agricoltura e Pastorizia per la Sicilia. Fasc. 7. Estr. dì pag. 10 in-8). Evvi riportato quanto fu scritto sin dai tempi remoti da varii AA. intorno alla incerta genesi di questo ruminante, PASSERINI Prof. N. Sopra la valutazione della energia calorifica immagaz- zinata dai vegetali. (Pisa, 1903. Dall’ Agricoltura Italiana, fasc. 13. Estr. di pag. 14 in-8). In tutti i trattati di Agronomia,per valutare la quantità di energia raggiante accumulata dalle piante coltivate, si suole calcolare la somma. dei gradi di temperatura. Queste cifre però sono discordanti. Crediamo non pertanto utile riportare quanto in meglio suggerisce )° Egregio A. « Si potrebbe, almeno per le piante erbacee, valutare la energia che sì ritrova accumulata A nelle principali culture giunte a maturazione, partendo dalla loro composizione immediata ed « ammettendo, come è lecito, che il calore che si ‘libera nella combustione sia uguale a quello < che si accumula nella sintesi, quando a quest’ ultima prendano parte gli stessì principii (acqua e anidride carbonica) in cui si scinde la sostanza organica bruciando. A « Se si esaminano i calori di combustione dei principali componenti immediati delle piante, « sì trovano, per ciascun gruppo, fatta qualche eccezione, delle cifre abbastanza concordanti da per- « metterci di valutare con larga approssimazione la energia calorifica che sì ritrova in un kg. di « raccolto o nella raccolta di un ettaro ». Come esempio l’ A. aggiunge infine diverse cifre riguardanti alcuni dei principali costituenti immediati dei vegetali e degli animali. PASSERINI Prof. N. Prove di fecondazione incrociata sul frumento, eseguite presso l’ istituto Agrario di Scandicci (Firenze). (Pisa, 1903. Dall’ Agricoltura Italiana Fasc. 14. Estr. di pag. 6 in-8). Fra le varietà di frumento coltivate in Toscana, una delle migliori e più pregiate è il grazo gentile rosso. Esso però mentre possiede una elevata produttività, una notevole resistenza alla rug- gine e una precocità di maturazione, porge un difetto che spesso ne impedisce di spingere le culture al massimo di produttività mediante energiche concimazioni. Il genti! rosso ha paglia poco consistente ed è molto soggetto all’ allettamento, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 125 Rendere il gentil rosso meglio resistente all’ allettamento, ecco il quesito che si era posto l’Illustre A. che in buona parte ha sciolto con il metodo da lui adottato della fecondazione inero- ciata del gentil rosso col Noè, che è una varietà di frumento ormai acclimatata e abbastanza diffusa da noi. In seguito, l’ Illustre A. assicurando ottimi risultati in proposito, molti vantaggi ne risentirà la nostra agricoltura. DAMIANI dott. GIACOMO. Uno Squalo interessante all’ Isola d'Elba. (Portofer- raio, 1903. Dall’ Illustrazione Italiana, n. 34, del 23 Agosto. Estr. di pag. l in formato grande con figura). Il 20 Giugno scorso fu pescato nella tonnara dell’ Enfola a nord dell’isola d' Elba una Selache maxima (Selachio gigante) lunga m. 3,90, del peso di circa 300 chilogrammi. E specie propria dell'Oceano Artico e del Nord dell’ Atlantico europeo ed americano. Assai dubbie sono le catture adriatiche; nel mediterraneo individui più sicuri e illustrati sono: 1874, Golfo dì Spezia, Museo zoologico della R. Università di Genova (I. contributo del Pavesi) 1877, Vado, Museo Civico di Genova 1880, Nizza, Collezione dei Vertebrati italiani, Firenze (Conserva la testa sola) 1888, Camogli, Museo della R. Università di Pavia. 1889, Messina, L’esemplare andato perduto (Descritto dal Facciolà) Il soggetto di Portoferraio, il quale per la sua rarità e dimensioni destò interesse all’ Illustre A. di darne esteso ragguaglio, fu fatto imbalsamare ed ora figura nella vasta galleria del Museo gia Napoleonico della Villa di San Martino, di proprietà dell'on. Del Buono, che da 5 anni ha sagacemente avviato una collezione ittiologica nell’isola d' Elba. CANNAVIELLO HENRI. Les Zigaene de Paestum et de ses environs. (Namur, 1903. Revue mensuelle de la Societé Entomologique de Namur, n.6, 7 e 8. Estr. di pag. 10 iu-8). L'A. dati i caratteri del genere Zigaene, passa a descriverne le varie specie state catturate da lui stesso nelle molte escursioni fatte nei dintorni delle rovine di Paestum, città antichissima distante da Napoli 88 kil., e dal mare 2 circa. ZERILLI-MELILLI dott. VITO. Ricerche sull’ organo visivo delle Gnathobdellidae (Palermo, 1903. Tip. FIli. Marsala. pag. 35 in-4). Nell'intento di portare un modesto contributo alla conoscenza dell'organo visivo degli Hiru- dineî, 1 Illustre A. espone brevemente i risultati delle sue ricerche fatte in massima parte nel- l’Istituto zoologico della R. Università di Palermo e completate poi in Trapani. Ecco i capitoli relativi, di sommo interesse e con gran cura descritti dall’ Illustre A. Metodo di preparazione - Topografia - Struttura - Tettoia ipodermica - Coroide - Retina. Termina il lavoro con una bibliografia. BOULANGER M. EMILE. Germination de l’ Ascospore de la Truffe. (Paris, 1903. Imprimerie Oberthur, Reune. pag. 20 in-4). L'Egregio A. ha riunito quanto di già pubblicò intorno ai risultati da lui ottenuti sulla cul- tura pratica del tartufo nero. Alla parte scientifica aggiunge la quistione dello studio sulla germinazione dell' ascospora. L’opera è corredata di 2 tavole. COZZI Sac. CARLO. La Flora orientale e la Bibbia. (Appunti bibliografici). (Pavia, 1903. Dalla Rivista di Fisica, Matem. e Sc. nat. Anno IV, n. 43. Estr. di pag. 15 in-8). Contiene l'elenco di tutte le forme vegetali rammentate nella Scrittura colla citazione del li- bro, capitolo e versetto ove si trovano. Evvi pure una enumerazione dei lavori più importantI di botanico-biblica. MANTERO GIACOMO. Contributo alla conoscenza degli Imenotteri di Sumatra e delle isole Nias, Batu, Mentavvei, Engano. (Firenze, 1903. Dal Bull. d. Soc. Entom. Ital Anno XXV, Trim. I. Estr. di pag. 45 in-8) 126 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Il materiale, che forma l'oggetto di questa memoria, è provenuto quasi per intero dai viaggi compiuti dal dott. Emilio Modigliani nella Malesia occidentale. Alle specie di questa collezione )” A. aggiunge i nomi di alcuni scoliidi di Sumatra, catturati dal Beccari, e di altri raccolti dal Raap di Berlino nelle isole Batu e Nias, appartenenti tutti al Museo Civico di Genova. In pari tempo l'A. da i nomi e le località di una interessante serie di Scoliidi, raccolti a Su- matra dal dott. H. Dohrn. BRUNELLI GUSTAVO. L’ ideale nell’ aurora del secolo a 1900, Tip. Innocenzo Artero. Pag. 18 in-8). (Prezzo L. 1). L'A. dedica la sua memoria ad Iacopo Moleschott, il grande filosofo perseguitante i più alti ideali della scienza e della umanità nell’ Olanda, Germania, Svizzera e nell’ Italia. Evoluzionista convinto prima di Darvvin abbracciò nella fisiologia il concetto della evoluzione. Sostenne la unità della scienza e ne rilevò le armonie. Scrisse e luttò per il trionfo dell’Ideale suscitato dal senso della natura, dal pensiero che tutte le scienze convergono alla scienza dell’uomo, ossia all’ Antropologia intesa nel più vasto senso. I suoi ricordi Autobiografici «Per gli amici miei » (Palermo, Remo Sandron 1902) « Alla mia Italia » sono un attestato della sua vita nobilmente ope- rosa, e debbono esser cari agli Italiani. ROGER VERITY. Lepidotteri ropaloceri scoperti recentemente in Toscana. (Firenze, 1903. Dal Florentia, Riv. dell’ Ist. Domengè-Rossi. Anno I, Fase. I-II. Estr. di pag. 10 in-8 con tav.) È un elenco che serve di complemento ai cataloghi sinora pubblicati. Trovansi accuratamente descritte N. 22 specie di Lepidotteri ropaloceri che I’ A. ha scoperti in Toscana. Gli interessanti esemplari, fatta eccezione di 3 specie, fanno parte della collezione dell’ A., che offre in cambio. CACCIAMALI prof. G. B. Sunto della memoria: Studio geologico dei dintorni di Collio. (Brescia, 1903. Dai Commentari dell’ Ateneo. Estr. di pag. 13 in-8.con l carta geologica). L' Ilustre A. il 15 marzo scorso lesse all’ Ateneo di Brescia questa breve memoria sui risul- tati delle osservazioni geologiche fatte da lui stesso durante il suo soggiorno a Collio, nell'agosto 1902. Nel I paragrafo Egli da un breve cenno sulla topografia della suddetta regione; nel II. para- grafo descrive gli scisti cristallini. Un paragrafo speciale della memoria dell’ Illustre A., è dedicata alla porfirite che trovasi qua e là affiorante a contatto principalmente del servino, ma anche dell’arenaria o degli scisti cristallini. In altri due paragrafi Egli si occupa dell’ orogenesi della plaga studiata, e prima spiegando l’ assettamento delle roccie triassiche, poi enunciando l'ipotesi che la massa porfiritica rappresenti una laccolite. RONNA ERNESTO. Il pollaio (Il gallo e la gallina). (Parma, 1902. Dalla Riv. di Agrico]tura. Estr. di pag. 180 in-16 con fig.) Detta qualche cosa intorno ai componenti del pollaio, ai locali adatti, al conveniente becchime e alle altre cose che sono necessarie e indispensabili, l' A. suggerisce qualche rimedio alle prin- cipali e più funeste malattie che spesse volte decimano i polli. Una buona mole del lavoro è dedicata poi alla pratica della produzione e dell’ industria del pollaio. RAGGI LUIGI. Materiali per una flora Emiliana. (Genova, 1903. Dal Malpighia Anno XVII, Vol. XVII. Estr. di pag. 16 in-8). Nessuna memoria sin quì è apparsa che riguardi particolarmente la fauna, la flora e la mine- ralogia della Romagna L'A., descritti i confini del territorio, cita le piante principali e quelle da lui raccolte nelle varie zone. Onde invogliare qualcuno a studiare botanicamente la regione in parola, che offre una ricca e svariata flora, fa seguire (a contribuzione di una Flora emiliana) un elenco di 388 voci vernacole con cui vengono chiamate dai contadini altrettante specie botaniche che si incontrano in piano, in colle, in monte, tanto nelle valli, nelle risaie quanto nei campi coltivati e nei boschi. CARRASQUILLA L. Iuan de Dios. Consideraciones acerca de la Etiologia y RIVISTA ITALIANA DI SCIENZA NATURALI 127 de la Profilaxis del Paludismo. (Bogota, 1903. Dalla Rivista Medica, N.' 273, 274 e 275. Estr. di pag. 51 in-8). L' A., onde fissar meglio le idee e per dare a questo suo lavoro la maggior chiarezza e preci- sione possibile, ha preso come base le conclusioni o il riassunto della comunicazione che sopra a questo medesimo tema, presentò al Congresso Medico nel 1893. DE ANGELIS D’ OSSAT GIOACCHINO. Les Gisements Petroliféres en Italie. (Bucarest, 1903. Moniteur des Intéréts Petrolifères Roumains N: 13 et 14. Estr. di pag. 14 in-16). L' Egregio A. accenna alle situazioni dell’ industria petrolifera in Italia. Fa conoscere quanto rimane ancora a fare in fatto di tecnica, per rendere più facilmente e largamente rimuneratrice detta industria. non BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ES Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- diamo sia l’ unico che si stampi fra noi, ed è forse perciò che gli studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde premure a che procurassimo di renderlo il più possibile com- pleto. Per la qual cosa preghiamo gli autori italiani e quelli esteri che scrivono in pubblicazioni italiane o di cose italiane, relative alle scienze naturali, a favorirci possibilmente una copia dei loro scritti, o fornirci anche solamente i dettagli sufficienti per poterne dare un simile annunzio ai seguenti. I gentili autori che ci faranno questo favore, avranno un qualche compenso nel far così conoscere il titolo dei loro scritti nei centri scientifici di tutto il mondo, poichè questa Rivista non solo è diffusa per i molti abbonati che ha, ma viene anche inviata in cambio ad altre 200 pubblicazioni dei principali sodalizzi scientifici italiani ed esteri. Pubblicazioni del 1902 (continuazione) Botanica, Paleofitologia - Agricoltura 31. D' Ippolito G. Contributo all’ anatomia comparata del caule delle Magnoliacee. (Genova, Malpighia. Anno XV, Fasc. 11-12). 32. Farneti R. Intorno ad una nuova ma- lattia delle Albicocche. Eczena empetiginoso cau- sato dalla St:gmina Briosiana n. sp. (Milano, Atti dell’ Ist. Bot. dell’ Univ. di Pavia. S. II.® vol. VII, con l tav.) 33. Farneti R. Intorno al Boletus Brio- stanus Faru. Nuova ed interessante specie d° I- menomicete con cripte acquifere e clamidospore (Milano, Ibidem, con 3 tav.) 34. Farneti R. Intorno allo sviluppo e al polimorfismo di un nuovo Micromicete parassita. (Milano, Ibidem, con 4 tav.) 39. Fiori Adr. In memoria del prof. cav. Antonio Mori. (Firenze, Bull. d. Soc. Bot. ital, N.° 4, pag. 58-59). 36. Fiori A. Intorno ad una nuova ipotesi sull’ assimilazione del carbonio dal dott. Gino Pollacci. (Firenze, Ibidem. N.° 9, pag. 154-161). 37. Goiran A. Della comparsa di Malva crispa L. nel Veronese. (Firenze, Ibidem. N.0 4, pag. 70-71), 38. Levier E. Remarques # propos des gen- res Calypogeia Raddi (1818), Kantia-Kantius S. F. Gray (1821), Cicianulus Du Mortier (1822 et Gongylanthus Nees (1836). (Firenze, Bull. d. Soc. Bot. ital. N.° 5-6, pag. 92-98). 39. Lo Forte G. La vita delle piante da Teofrasto a Darwin, con 12 ritratti (Prezzo L. 1,50) (Palermo, Ed. Remo Sandron). 40. Lojacono Pojero M. Kochia saricola Guss. (Firenze, Bull. d. Soc. Bot. ital. N.° 7-8, pag. 119-125). 41. Macchiati L. e De Franciscis F. Cenno necrologico del prof. Giuseppe Camillo Giordano. (Firenze, Ibidem. N.° 1, pay. 6-12). 42. Macchiati L. Ancora sulla fotosintesi fuori dell’ organismo. (Firenze, Ibidem. N.° 7-8, pag. 129-134). 43. Magnaghi A. Micologia della Lomel- lina. Primo contributo. (Milano, Atti dell’ Istit. Bot. dell’ Univ. di Pavia. S. II°, vol. VII). 44. Martelli U. Voto per la riapertura del Museo botanico di Firenze. (Firenze, Bull d. Soc. Bot. itat. N.° 7-8, pag. 127). 128 45. Martelli U. Presentazione di frutti dì Pandanus della Nuova Caledonia. (Proc. verbali). (Firenze, Ibidem. N.° 9, pag. 150). 46. Martelli U. Il Glaucium flavum presso Rignano (Proc. verb). (Firenze, Ibidem. pag. 151). 47. Massalongo C. Sulla scoperta in Italia del Petalophylium Ralfsii Gott. (Firenze, Ibidem. N° 2-3. pag. 37-38). 48. Massalongo C. Nuove spigolature te- ratologiche; II.* nota. (Firenze, Ibidem. N° 7-3, pag. 134-138). 49. Massalongo C. Due specie di Scapania nuove per la Flora italiana. (Firenze, Ibidem. pag. 138-140). 50. Montemartini L. e Farneti R. In- torno alla malattia della Vite nel Caucaso (Phy- salospora Woroninii n. sp). (Milano, Atti del- l'Istit. Bot. dell’ Univ. di Pavia. S. II, vol. VII con l tav. litografata). 51. Montemartini L. Contributo allo stu- dio della anatomia comparata delle Aristolochia- ceae. (Milano, Ibidem, con 5 tav.) 52. Mottareale G. L' Ustilago Reiliana f. Zeae e la formazione dei tumori staminali nel Granone. (Portici, Annali d. R. Sc. sup. d. Agr. vol. IV, fasc. 2.° con 2 tav.) 53. Mottareale G. Passato, presente ed av- venire della Patologia vegetale. (Napoli, Italia Orticola, anno I, N.° 3-5) 54. Pantanelli E. Antonio Mori. Ricordi di un suo allievo. (Firenze, Bull. d. Soc. Bot. ital. No 4, pag. 59-65). 55. Pantanelli E. Studi sull’ albinismo nel regno vegetale. I, Il. (Genova, Malpighia Anno XV, Fasc. 11-12, con tav.) 56. Passerini N. Sopra la vegetazione di alcune piante alla luce solare diretta e diffusa. (Firenze, Boll. d. Soc. Bot. ital. N.° 1, pag. 13-24). 57. Passerini N. Sulla durata della vita- lità dei semi di Orobanche speciosa nel terreno (Processi verbali). (Firenze, Ibidem, pag. 24-20). 58. Penzig O et Saccardo P. A. Dia- gnoses fungorum novorum in insula Java collec- torum: Series tertia. (Genova, Malpighia Anno XV, Fasc. VIL-IX). 59. Pirotta R. Origine e differenziazione degli elementi vascolari delle Monocotiledonì. Note preventive. (Acireale, Rend. d. R. Accad. dei Lincei, vol, XI, 1.° semestre. Fasc. 2.° e 4.9). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 60. Pollacci G. Sopra una nuova malattia dell’ erba medica (Pleosphaerulina Briosiana Pol- lacci) (Milano, Atti dell'Ist. Bot. dell’ Univ. di Pavia. S. II°. vol. VII, con l tav.) 61. Pollacci G. Intorno all'emissione di idrogeno libero e di idrogeno carbonato dalle par- ti verdi delle piante. Nota preliminare. (Milano, Ibidem). 62. Pollacci G. A proposito di una recen- sione de sig. Czpek del mio lavoro « Intorno al- l'assimilazione clorofilliana ». (Milano, ibidem). 63. Pollacci G. Intorno all’ assimilazione clorofilliana della piante. Memoria I. (Milano, ibidem, con fig.) 64. Preda A. Sulla florula della Palmaria. (Firenze, Bull. d. Soc, Bot. ital. n. 7-8, pag. 115-118). 60. Saccardo P. A. L° Iconoteca dei Bota- nici nel R. Istituto di Padova. Supplemento. (Genova, Malpighia. an. XV, fase. 11-12, con tav.) 66. Sommier S. Ancora del Petalophyllum Rolfsii (Proc. verb.) (Firenze, Bull. di Soc. Bot. ital. n. 2-3, pag. 54). 67. Sommier S. Di nuovo sul, Petalophyl- lum Rolfstî (Proc. verb.) (Firenze, ibidem, n. 5-6, pag. 73). 68. Sommier S. La Carex Grioletii Roem nell’ isola Giglio. (Firenze, ibidem n. 9. pag. 203- 208). 69. Sommier S. Di una nuova specie di Chrysurus (Firenze, ibidem. pag. 208-210). 70. Sommier S. Di una nuova specie di Statice dell’ Arcipelago toscano. (Firenze, ibidem. pag. 210-213). i 71. Sprenger C. Asparagus Sprengeri Regel var. ochroleuca Spr. (Firenze, ibidem. n. 2-3, e seg.) 72. Sprenger C. Una nuova varietà di Aspa- ragus (A. Sprengeri Regel var. falcatoides Spr.) (Firenze, ibidem. pag. 95-56). 73, Terracciano N. Il genere Eclpta nella Flora italiana. (Firenze, ibidem. n. 4. pag. 65-69). 74. Traverso G. B. Intorno all’ influenza della luce sullo sviluppo degli stami nei cotile- doni (Milano, Atti dell'Ist. Bot. dell’Univ. di Pavia s. II vol. VII). 79. Traverso G. B. Sclerospora gramini- cola (Sacc.) Schròt var. Setariae italicae n. var. (Firenze, Bull. d. Soc. Bot. ital. n. 9, pag. 168- 175, con fig.) (continua) Siena, Tip. e Lit. Sordo-mutì di L. Lazzeri E. BOZZINI, Gerente responsabile ’ ORGANI ACCESSORI N. © esemplari lire 2. . 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Largaiolli Montata L. 2,50: non montata L. 2.00 Prezzi d’ Abbonamento per il 1904 I nuovi abbonati e tutti coloro che pagheranno l’ abbonamento 1904 entro l’ annata corrente, godranno le appresso facilitazioni sui prezzi d’ abbonamento: Con L. 5 saldano l’ abbonamento al Giornale Ornitologico italiano ed al Bollettino del Naturalista; oppure alla Rivista e Bollettino del Naturalista; e con sole L. 8 sal- dano l’ abbonamento per tutti e tre i periodici Avicula, Rivista e Bollettino. Premi ai nuovi abbonati Oltre alle riduzioni sui prezzi d’ abbonamento sopraindicate, ogni abbonato, nel rimet- tere direttamente all’ Agenzia di questi Periodici in Siena (Via B. Peruzzi) l’ importo dell’ abbonamento, potrà domandare uno dei seguenti 3 premi, che sarà sollecitamente ri- messo franco a domicilio : Ù 1.° Un ‘opuscolo a nostra scelta relativo alle Scienze naturali. Indicare se si desidera di sOg- getto relativo alla Zoologia, o alla Botanica, o all’ Agricoltura o alla Mineralogia e Geologia. 2.° Cinque specie, a nostra scelta, di minerali, o di rocce in piccoli esemplari, o di conchiglie, o di fossili, o di piante secche, o di insetti. 3.9 Una pelle di uccello mosca o di altro uccelletto esotico. Oppure previa richiesta verrà fatta : Pubblicazione gratuita di avvisi di complessivi 10 versi in colonna. « « ‘per 6 volte della medesima o di diverse domande. ed offerte di cam Offriamo inoltre indistintamente a tutti coloro che pagano l'abbonamento 19 entro l’anno 1903: " Le annate arretrate dei Periodici « Rivista e Bollettino » insieme, a L. 2.00 per annata; 5 annate L. 8. e per sole L. 17 tutte le 18 annate dal 1885 al tutto il 1902. Le prime sei annate dell’Avicula per L. 3,50 ciascuna. Tutte e sei per L. 18. 00, Si av- verte che fino a tutto il 1896 gli studi e le notizie sugli uccelli, loro caccia ece. ‘venivano ‘pubbli- cati nei fascicoli della Rivista e del Bollettino, per cui, Po quanto riguarda gli uccelli l «vigila è come una continuazione ai detti periodici. Il 50 % di ribasso sui prezzi di moltì seritti relativi alle scienze naturali dei quali mandia- . mo gratis il catalogo di ]2 pagine a tutti coloro che ne faranno richiesta. Gratificazioni. — A chi-ci procurerà 2 nuovi abbonati da E. 8 ciascuno verranno rilasciate a suo favore L. 2; per 2 nuovi abbonati da L. 5 ciascuno L. 1,50; per 2 nuoyi. abbonati da L. 3 ciascuno L. 1; che potrà ritenersi inviando all’ Amministrazione - Via Baldassagre Peruzzi, 28 Siena - sole: L. 14, L. 8,50, L. 5. GRATIS - CATALOGHI e Prezzi Correnti presentemente in distrib®izione - GRATIS Catalogo N. 38 — Modelli plaslici di piante, fiori, funghi, frutti ecc. per l'insegnamento della Botanica. « « 50 — Varietà e mostruosità in uccellì italiani. < « 53 — Arnesi, strumenti, utensili, preservativi, specialità ecc. per la raccolta, studio, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturala. G « 54 — Mammiferi imbalsamati ed in pelle, scheletri e cranii. 55 — Occhi artificiali di ogni genere in vetro e smalto, per animali, IO sta- tue, bambole, ece. « « 56 — Coleotteri europei. 5 a « « 57 — Uccelli imbalsamati ed in pelle. « « 58 — Minerali e Rocce. « « 59 — Catalogo con note e prezzo degli animali di tutti gli ordini, scheletri ed altre È preparazioni zootomiche, Piante, Minerali, Fossili, Modelli, ecc. ece., nonché delle Collezioni già formate per l' insegni mento. DOS v IL Abbonamento è sempre anticipato Di gd x A Rici. nei rino iii 4 | 3 È È i ‘Conto corrente con la Posta — ANNO XXIII - Siena - Novembre-Dicembre 1903 - N, ll e 12 ILVISTA LTALLANA DI SCIENZE NATERALI vi Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Abbonamento annuo per l’ Italia e per gli uffici postall italiani all’ estero L. 4, 00 si Per gli Stati dell'unione postale L. 4,50. — Altri Statl L. 5, 00 già diretta dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO — Via Baldassarre Peruzzi 23 — SIENA ; Collaboratori principali della RIVISTA. e del suo supplemento BOLLETTINO DEL NATURALISTA ‘Arrigoni degli Oppi conte prof. Errore — BADANELLI prof. dott. Dante — BargELLINI prof. MARIANO BELLINI dott. RarrAELLO — BertELLI dott. Danre — Betti Giuseppe — Bezzi dott. prof. Mario — Br- sogni prof. d.” CarLo — Borzon Prof. Doit. Pro — Bonomi Prof. AGostINo — BorpI Prof. Dott. Lurei Bomsicci-Porta Comm. Prof. Lurar — BruneLLI Gusravo — BRuSINA Prof. SPIRIDIONE — CACCIAMALI Prof. G. Battista — CanaBRÒ Lomarpo Prof. Antonino — CARUANA-GATTO Avv. ALFREDO — CASTELLI dott. Grovanni — CerMenATI Prof. Mario — CLERICI Ing. Enrico — Corr Chimico farm. ELIA — — Damiani Dott. Prof. Gracom — De AnaeLIS D' Ossat Dott. Prof. GioaccHino — De Bonis ANTONIO | — Dr Brasio Dott. AseLe — Depori Guipo —DeL PRETE d° Rarmonno — DE STEFANO d.° GIUSEPPE ‘ | —‘— DeSrerani Perez Prof. Troposto — FABANI Sac. prof. CarLo — Farra TrpALDI Lurer — FENIZIA prof. Cario — Frori Prof. ANDREA — GaLLi-VaLeRrIO dott. prof. Bruno — GracHETTI cav. G. CESARE | = Gitto prof. Niccorò — Imparati dott. prof. EpoArDo — LARGAIOLLI dott. prof. VirtorIo — LEVI Morenos dott. Divin — Livini cav. prof. dott. Antonio — Longo prof. dott. Anprea — Lopez prof. dott. Corrapo — Losacono Posgro prof. MrcarLe — Lorenzini ALessAanDRO — LuPIDott. E. — Luzi ‘march. dott. G. F. — Mascarini Prof, ALessanpro — Meti Prof. Romoro — MATTEI Giov. ETTORE .— Morici MicaeLe NeviANI Dott. Prof. Antonio — PARATORE dott. prof. EmanuELE — PAuULUCCI March. Marianna — Petacani Prof. Dott. Lucrano — PergonI Dott. Veter. Pasquare — RoNncHETTI dott, Virrorio — Sancasciani Cav. Dott. Giuseppe — Scarzia Dott. Giuseppe — SienoRINI Prof. Giuseppe — SiLvestri Filippo — SpinoLa March. Gracomo — Srossica Prof. MicHELE — TERRENZI Dott. Giuseppe — Tassi Cav. Dott. FLaminio — TeLLini Dott. Prof. AcHILLE — TincoLini Dott. Veter. Tiro — TrreLLI Avv. ApeLcHI — Zoppa Prof. GiusEPPE. e I IE ii i Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. n I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano ‘Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- | scritti che contengono avv? di acquisto 0 di vendita, oche sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina, possono servire di reclame commerciale, Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Delle inserzioni gratuite sono pubblitate solamente ViaB. Peruzzi 28,eda tutti gli uffici postali italiani ed esteri, | quelle provenienti da abbonati chelranno già pagato l’ab- in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal princrpio di | bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta me ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. i .|l non.è espressamente richiesta dall’ abbonato. * L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- 1.’ amministrazione s’incarica di rappresentare gliab- tiene come rinnovato bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far 6co- Fascicoli per saggio si spediscono gratis, noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato Fascicoli separati costano cent.30 perogni 16 pag.ditesto. | dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- | spondenza, e per le vendite od acquisti ell'ettuati pagare tanza, sì danno in dono 50, copie di estratti, purchè ne | un compenso dacombinarsi. È facciano richiesta quando inviano î manoscritti. La direzione può,in casieccezionali, rifiutarsidi pub- Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli | blicare qualsiasicomunpicazione o memoria, senza bisogno che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 | di dare giustificazioniin proposito. l manoscritti non pub- cent. per numero di 16 pag., L. lper 12 numeri e L.6il | blicati possono essere ritiratidagli autoriaproprie spese carto franchi di porto nel regno, purchè li richiedano Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche fascicolo, prima della pubblicazione del giornale. ne sarà loro, possibilmente, inviata un'altra copia gratis. 1 soli abbonati sono collaboratori. purchè la richiedano entro l° annata in corso, altrimenti Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- | i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento, zione fra loro, ed approfittare dei moltivantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite ne) Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc. ; fare offerte e ri- | cerche per cambì di animali, semi, piante, minerali, libri, - panso, Dalle inserzioni gri | macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. Le inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- sare la lunghezza di 5 linee, La medesima inserzionanon si ha diritto di pubblicarle =--4 __ ne viene accordata la ris i Preg. Dig. i apr MA. Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano Rel, per linea, corpo 8; gli altrì avvisi da stamparsiì nelle apo posite pagine costano L.l ogni? centim. di spazio occu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. è Sì annunziano le pubblicazioni ricevute e sì fa speci :]e att STE ‘pervengono due esemplarj re anticipati. Chi des'd>ra icessari, o scriva in car- RI LABIRA TOO Z0LOGICO-I0OTUNII-TASORANIO E MUSEO. DI STORIA NATURALE gia diretti dal Cav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Cataloghi gratis Prezzi correnti gratis Fornitore di molti Musei e Gabinetti italiani, ed esportatore all’estero Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità eee. | Occhi artificiali, umani, per animali, figure ecc. a prezzi mitissimi Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di.storia naturale di ogni genere Scuola di Tassidermia — Compra — Vendita — Cambi Animali e piume per mode e per ornamento Tutto }' occorrente per raccogliere, stadiare, preparare e conservare oscetti di storia natorale, Sono sempre pronte collezioni per l'insegnamento, secondo i programmi governativi Via B. Peruzzi 28, SIENA (Italia) Stabile proprio, COLLEZIONI A PREZZI ROCRZIONALI “> Non è possibile insegnare gli elementi della Storia Naturale senza mostrare agli alunni almeno qualche tipo principale degli esseri; ma a molte Scuole mancano i mezzi per potersi procurare un piccolo Museo. È perciò che offriamo collezioni, ad un prezzo eccezionalmente mite, di esemplari ben preparati, in perfetto stato di conservazione, portanti ognuno il nome italiano più noto e quello latino, che è il solo che non può dar luogo ad eduivoci nella nomenclatura. La collezione serve di ornamento nella Scuola e gli alunni, avendo continuamente sot: % occhio gli oggetti, non se li dimenticano mai più. Chi possedesse già esemplari di Storia naturale o per qualunque altra ragione desi- derasse apportare delle variazioni, non ha che ad indicarlo nella richiesta. . Non desiderando qualche classe di animali od altro, si supplisce per pareggiare il va- lore dando più esemplari per il resto. ; Per leaScuole ed Istituti si accetta il pagamento a rate da concordarsi previe suffi- cienti garanzie. Dietro semplice domanda verranno rimessi gratis i cataloghi scelti fra i seguenti : crATIS - CATALOGHI e Prezzi Correnti presentemente in distribuzione — GRATIS Catalogo N. 38 — Modelli plastici di piante, fiori, funghi, frutti ecc. per l'insegnamento della Botanica. « « 50 — Varietà e mostruosità in uccelli italiani. < « 58 — Arnesi, strumenti, utensili, preservativi, specialità ecc. per la raccolta, studio, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale. « « 54 — Mammiferi imbalsamati ed in pelle, scheletri e cranii. « « 55 — Occhi artificiali di ogni genere in vetro e smalto, per animali, uomini, sta- tue, bambole, ecc. i _« « 56 — Coleotteri europei. « « 57 — Uccelli imbalsamati ed ip pelle. « « 58 — Minerali e Rocce. d; « « 59 — Catalogo con note e prezzo degli animali di tutti gli ordini, scheletri ed altra - preparazioni zootomiche, Piante, Minerali, Fossili, Modelli, ecc. ecc., nonché © delle Collezioni gia formate per l'insegnamento. 'alicai Bo et. Anno XXIII N. 11 12° RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI © Novembre-Dicettbre 1903 =_= = SOMMARIO Perlini Renato. Elenco dei Lepidotteri propri soltanto all’ Italia. Pag. 129. Brunelli Gustavo. La Gastraea-Theorie e l'origine del canal neurale nei Cordonii Pag. 138. Lucifero Armando. Mammalia Calabra. Elenco dei mammiferi calabresi (Cap. Ile III. cont.)Pag. 143. Gargiulo dott. Antonio. Contributo all’ Istologia del tessuto di sostegno nelle Glandole, (Ricer- che) (cont.) Pag. 148. Rivista bibliografica. Pag. 150. — Bibliografia italiana di Scienze naturali. Pag. 154. Notiziario. Pag. 156. — Indice dell’ annata 1903. Pag. I-IV. RENATO PERLINI Eleneo dei Lepidotteri propri soltanto all’ Italia AW Ingegnere ANTONIO CURÒ che primo fece conoscere la ricchezza della nostra fauna dei Lepidotteri. Ripassando ancora una volta, dopo parecchie, il « Catalogo dei Lepidotteri della Regione paleartica dei Dottori Staudinger e Rebel, (') (malgrado gli strani spostamenti e lo sconvolgimento completo della classificazione sistematica fino ad ora usata) opera degna della massima considerazione, ho voluto cercare fra quell’innumerevole schiera. alata, le specie e le variazioni che sono esclu- sivamente nostre. Brevemente, quanti Macro-lepidotteri non avevano ancora sorpassata la formidabile catena delle alpi e la vasta distesa dei mari, che separano il nostro dagli altri paesi. .. Il numero di questi individui che appartengono soltanto DI nostro suolo non è certo grande, tuttavia considerato in rapporto a quello delle specie proprie ai singoli paesi dell’ Europa propriamente detta, esso rappresenta un indiscutibile primato che nuove ricerche potranno ancora elevare. Entro i confini naturali d' Italia (*) si contano circa centocinquanta fra spe- cie, variazioni, aberrazioni, il cui maggior numero è dato dalle grandi isole. (‘) Catalog der Lepidopteren des Palaearctischen Faunengebietes dei Dri. O Staudinger e H, Rebel. Berlino - Tip. R. FriedIzinder & Sohn (1901). (2) Nel presente Elenco, il nostro paese è considerato entro i suoi confini geografici, senza tener conto di quelli politici. 130 : RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Sulla penisola prevalgono alcune specie e variazioni interessanti, che ab- bracciano numerose famiglie, senza però quello spiccato carattere proprio alle forme del gruppo sardo-corso e della Sicilia e nell'insieme alcune dovute al- l'apprezzamento dell’ osservatore e forse un po’ alla fantasia. Disponendo di alcune comunicazioni private di parecchi entomologhi corte- semente passatemi dal Ghiaro Ing. Curò e della sua preziosa biblioteca lepidot- terologica, tolsi da queste coll’ aiuto del catalogo in parola tutto quanto mi parve bastasse per presentare ai cultori del bellissimo studio un Elenco pos- sibilmente il più completo di quelle specie e forme esclusive al nostro paese alle quali accennai dianzi e che da tempo avevano richiamato la mia attenzione. Premesso di aver tenuto uguale conto di tutte le forme classificate dai nostri entomologhi e da quelli stranieri, ch’ ebbero dirò così una conferma autorevole, rimandai il lettore per ognuna, sempre quando mi riuscì possibile, alla nostra letteratura dei lepidotteri od a quella che mi parve più facile a consultare, non dimenticando di far cenno d'una almeno delle opere ove le varie farfalle sono figurate. A ciascuna specie, var. ecc., ho aggiunto un, richiamo al catalogo dei Di Staudinger e Rebel, con il numero progressivo ‘della specie onde facilitare qualsiasi ulteriore ricerca, essendo nello stesso comprese tutte le migliori opere finora pubblicate sui Lepidotteri ed uno al catalogo dell’ Ing. Curò ed a quello dei Ropaloceri della Toscana dello Stefanelli, libri veramente degni di occupare il miglior posto nella nostra letteratura entomologica. Ommisi le descrizioni, che poco servono all’ entomologo in generale e confondono il più delle volte il principiante, il quale potrà trovare miglior aiuto nelle figure ben fatte e nel confronto con individui esattamente classificati, che in oggi non mancano nelle maggiori raccolte italiane. Infine ho fatto seguire poche note e soltanto ove mi parve utile, per non ripetere cose dette e certo in modo migliore. Non senza prima esitare, decisi di seguire la classificazione adottata dai Sigg. Dottori Staudinger e Rebel nel loro, più volte, citato catalogo dei Lepi- dotteri della regione paleartica, convinto che ad essa tutti gli entomologhi si uniformeranno non appena cessate le inevitabili diffidenze che circondano tutte le cose nuove al loro apparire. In breve forse col concorso di studiosi ed appassionati anche la nostra Fauna dei Lepidotteri verrà completamente figurata, allora con viva soddisfazione l’entomologo. potrà scorgervi e ammirare fra le graziose e variopinte farfalle che rallegrano il nostro giardino, dal mare africano ai ghiacciai, quel leggiadro patrimonio ch'io presento oggi in un arido elenco. i RP! Palazzolo bresciano, Agosto 1903, RIVISTA ITALIANA: DI SCINNZE NATURALI 181 TAVOLA dimostrativa della distribuzione delle specie, varietà e aberrazioni proprie all’ Italia FAMIGLIE . Papilionidae . Pieridae . Nymphalidae . Lycaenidae . Hesperidae . Sphingidae . Lymantridae . Lasiocampidae ‘9. Saturniidae . Drepanidae . Thyrididae . Noctuidae 1 Geometridae . Artiidae b Zigaenidae . Psychidae . Sesiidae Totali Nota - L'Isola di Pantelleria e quella di Lampedusa sono unite alla Sicilia. Totale Penisola Isole N n ER TA l L Lo sl ] 1 Si O A AI 2 e A A 2A I 4 l 3 l 1 l 1 1082 ] e Db ] 128 AI 8 2 ] I ] ] l I o i | 160 270 1) ttt SZ) AG a; 29 IZ) e) SA RIONE 3A 65420 8 dA l arca ® igloo eee O TAURO 108 000 NE5A ER Se Re RE Ri e I Ta Ri Li 5 2a ig 728 NSA N26 5240 MORO (278 805) Rae 132 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI! OPERE CITATE Ann. Soc. Fr. — Annales de la Soc. Entomologique de France — Parigi dal 1832. Berl. E. Z. — « Berliner Entomologische Zeitschrift » Berlino. B. Ic. — Boisduval. Icones Historique des Lépidoptères nouveaux ou ao con- nus de l’ Europe - Parigi - 1832-41. * Bon. Descr. — Bonelli — Descrizione di sei nuove specie d' insetti ecc. (Mem. R. Ac. di Torino. Tom. XXX 1824). i * Bull. Soc. Ent. — Bullettino della Società Entomologica Italiana — Firenze. * Cat. C. — « Saggio di un Catalogo dei Lep. d’ Italia » Dell’Ing. Antonio Cu- rò — Firenze - Parte I (1885) (Rhopalocera - Sphinges, Bombyces.) P. IV. (1879) (Geometrae) La parte II Noctuae è in preparazione per la ristampa ('). * id. Agg. I. e IV — Aggiunte alla I. ed alla IV Parte in preparazione. Cat. Staud. II. Ed. — Staudinger u. Wocke, Catalog d. Lepid. d. Eur. Faunen- gebietes — Dresda 1871. E Cat. S. R. — Catalogo dei Dottori Staudinger e Rebel. già citato. * Cat. Stef. — Prof. Pietro Stefanelli - Nuovo Catalogo Illustrativo dei Lep. Ro- paloceri della Toscana — Firenze 1901 (Estr. d. Bull. Soc. Ent. a. XXX.) * Costa F. Nap. — Costa O G. - Fauna'del Regno di Napoli ecc. (Lepid.) — Na- poli 1832-51. o * Cyr. Ent. Neap. — Cyrillo Entomologiae Neapolitanae Specimen primum —_ Napoli 1787-92 SUP * De Ja Harpe — Contributions a la Faune de la Sicile — Losanna 1860. Ent. Nachr. — « Entomologische Nachrichten » — Berlino. Germ. Fn. I. E. — Germar. Fauna Insectorum Europae — Halae 1812-44. * Ghil. Elenco — Ghiliani V. Elenco delle specie di Lepid. riconosciuti esistenti negli Stati-Sardi — Torino, 1852 - (Mem. R. Ace. di Torino). HS. — Herrich Schàffer. G. A. W. Systematische Bearbeitung der. Schm. v. Eu- ropa als Text. Revision u. Supplement zu Hibner I-IV — - Regensburg 1843-56. Hofm. G. Schm. — Hofmann E. - Die Gross - Schmetterlinge Europas 2 ed. — Stoccarda 1894. Kb: Inrsbr. Wien V. E. — Jahresberichte des Wiener Ent. Vereines — Vienna. * « Iris» — Correspondenz — Blatt des Ent. Ver. Iris. Dresda (I numeri citati contengono il bellissimo lavoro del distinto ent. Sig. H. Calberla « Die Macrolepidopterenfauna der ròmischen Campagna und der angrenzenden Provinzen Mittelitaliens »). (4) La II. ed. della parte det Saggio che riguarda le Noctuae e le nuove aggiunte alla I e IV parte, alla cui collaborazione ebbi l'onore di essere chiamato dal chiaro entomologo, sono già a buon punto e fra breve l’autore avrà mantenuta la promessa fatta nella prefazione della I parte ai cultori dei Lepidotteri, completando così l'opera sua preziosa. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZH NATURALI 133 Isis — Encyclopàdische Zeitschrift edito da Oken — Lipsia 1817-48. Lang. Butt. — Lang. H. C. - The Butterfies of Europe — Londra 1884. * Mem. Ac. Tor. — Memorie della R. Academia di Torino. Mem. Sc. Nat. Cannes. — Mémoires (annales) de la Soc. de sciences naturales, des. lettr. e de beaux arts de Cannes 1868-82. * Nat. Sic. — Il Naturalista Siciliano — giornale di Sc. Nat. Palermo. Obt. — Oberthiir Charles - Etudes d’ entomologie - Déscriptions d’Insectes Lépid. nouv. ou peu connus — Rennes I-XX. * Petagna sp. Ins. — Specimen Insectorum ulterioris Calabriae — Francoforte 1787. * Rossi Fn. Etr. — Rossi P. - Fauna Etrusca — Livorno 1790. Soc. Ent. — Societas Entomologica - Organo dell’ Unione entom. internazio- nale — Zurigo. Stndf. Hndb. — Standfuss - Handbuch der palaearctischen Gross — Schmet. terlinge filr Forscher u. Sammler. 2.* ed. Jena 1896. St. E. Z. — Entomologische Zeitung — della Soc. Ent. di Stettino. S. V. — Schiffermiller e Denis, Sistem. Verzeichniss der Schmetterlinge der Wiener Gegend — Vienna 1776. * Tur Em. Contr. — Turati Co. Emilio « Contribuzioni alla Fauna dei Lepid. italiani » — Milano 1903. (Estr. Atti Soc. It. Sc. Nat. Vol. XLII). * Le opere segnate con asterisco sono di autori italiani, oppure riguardano la nostra fauna dei Le- pidotteri. ABBREVIAZIONI ab. — aberrazione - i. m. — meridionale ant. — anteriore - i. M. — monti c. — centrale p. — pagina cong. — congenere post. — posteriori d. — del, della, dei ecc. s. — settentrionale fig. — figura. Sp. — specie gen. II. — generazione seconda. trans. — transitoria - e. ibr. — ibrida V.— valli is. — isola v. — variazione - i. ivi brev. deser. — ivi brevemente de- 9 — maschio scritta. P — femmina Lepid. — Lepidotteri ? — dubbio - a. LOCALITÀ Apen. - Apennino. — Cors. - Corsica. — It. - Italia. — Sard. - Sardegna. — Sic, - Sicilia. 134 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI e al AR NA E NOMI D’ AUTORI (©) Auriv. Aurivillius. Ld. Lederer. Bell. Bellicr. Mab. Mabille Bkh. Borkhausen. : Meig. Meigen. Brd. Bruand. Mill. Millière. Calb. Calberla. Mn. Mann. Const. Costant. O. Ochsenheimer. Curt. Curtis. Pùng. Piingeler. Dup. Duponchel. : Rag. Ragusa.. Esp. Esper. Rbr. Rambur. F. Fabricio Rott. Rottemburg. Frr. Freyer. Sc. Scopoli. Gn. Guenée. Schrk. Schranck. Gmppbg. Gumppenberg. Spr. Speyer. God. Godart. Stph. Stephens. Hb. Hiibner. Sulz. Sulzer. Hein. Heinemann. Thnbg. Thunberg. Heil. Heylaerts. Tr. Treitschke. HG. Hiibner-Geyer. Wats. Watson. Hmps. Hampson. Westw. Westwood. Huf. Hufnagel. Wisk. Wiskott. L. Linneo. Z. Zeller. Lat. Latreille. Zett. Zetterstedt. PAPILIONIDAE 1. Papilio L. 1. Hospiton Génè. Mem. Ac, Tor. 1839 pl43, \tav.12 020 21ISRABA CIC e Agg. — M. d. Cors. e d. Sard. 2. Parnassius Latr. (Apollo L.) 2. v. Siciliae Obt. 1. c. p. 6, tav. 3, fig. 22; Cat. S.R. 14-d; Cat. C. Ago. I — M. d. Sîc. (Madonie) Nota - È più piccola e più bianca del tipo. PIERIDARB, 3. Euchloé Hb. (Anthocharis B.) (Tagis Hb.) 8. v. Insularis Staud. Rbr. Ann. Soc. Fr. 1832 p. 245, tav. 7, fig. 1,2; Cat. S.R. 63 b; Cat. C. I — Sard. e Cors. (4) Per evitare l'inutile ripetersi di nomi, non figurano fra questi quelli degli autori citati più avanti assieme alle loro opere. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 135 NYMPHALIDAE - NIMPHALINAE 4. Vanessa F. (Io L.) 4. v. Sardoa Staud. Cat. SR. 156 c; Cat. C.L — Sard. e Sic. Nota - Ha il fondo della pagina superiore delle ali di color fulvo carico, ed è più grande del tipo. (Urticae L.) 5. v. Jnchnusa Bon. descr. tav. 3, fig. 2; Rbr. Ann. Soc. Fr. 1832, tav. 7. fig. 3; Cat. SR. 157 g; Cat. C.I. — Sard. e Cors. Nota - Il colorito fulvoè più intenso e mancano le due macchie nere nel mezzo delle ali ant. 5. Argynnis F. (Euphrosyne L.) 6. v. Apennina Staud. Calb. « Iris. » I. p. 133; Cat. S.R. 208 b; Cat. C. Agg. IL. — It. c. (Apen.) 7. Elisa God. Cyrene Bon. descr. p. 175, tav. 1, fig. 1; Cat. S.R. 226; Cat. C.I. — Cors. e Sard. SATYRINAE 6. Melanargia Meig. 8. Japygia Cyr. Ent. Neap. I, tav. 3, fig. 5 (1787); Cat. S.R. 249, Cat. C. 1. — Cala- bria e Sic. 9. Pherusa B. Ic. 26, 4-6, I, p. 141; Lang. Butt. tav. 56, fig. 3; Cat. S.R. 259; Cat. C.I.— Ste. I 10. ab. Plesaura Bell. Ann. Soc. Fr. (1860), tav. 12, fig. 1, 2; Cat. S.R. 259-a; Cat. C.I. — Sic. 11. Arge Sulz. Petagna sp. Ins. p. 36, fig. 25; B. Ic. 27, 1. 2; Cat. S.R. 260; Cat. C. I — It. c. Calabria. 12. ab. Caeca Staud. (priva degli occhielli). Cat. S.R. 260-a; Cat. C. Agg. L — It. c. Calabria. 7. Erebia Dalm. î 13. Flavofasciata Heyne-Rihl « Die palaearctischen Gross. Schmett. und ihre Naturgeschichte » (1895) Vol I. (Diurni) p. 805; Cat. S.R. 264; Cat. C. Agg. I. — Canton- T'icino (Campolungo). Nota - E forse soltanto una forma Darwiniana della cong. Melampus. Fuessl. (Nerine Frr.) 15. v. Morula Spr. St. E. Z. (1865) p. 248; Gmppbg. ivi (1887), p. 387; Cat S.R. 283 b. (più piccola e più scura del tipo.) Cat. C. I. — Trentino alpi car- niche. 8. Satyrus Westw. (Semele L.) 15. v. Aristaeus Bon descr. p. 177, tav. 2, fig. 1; Cat. S.R. 352-b; Cat. C. I; Cat. Stef. (1901) p. 81, 82. — /s. d' Zlba, Sard. e Cors. 6. Neomiris God. Jolaus Bon. descr. tav. 3, fig. 1. (1824); Cat. S.R. 354; Cat. C. I; Cat. Stef. (1901) p. 82. — Is. d' Elba, Sard. e Cors. (i 136 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE, NATURALI 9. Pararge Hb. (Megera L.) 17. v. Tigelius Bon. descr. tav.1. fig. 2. (1824); Cat. S.R. 390 b; Cat. C. I — Sard. e Cors.: (Maera L.) 18. v. Sicula Staud. St. E. Z. (1876); p. 138; Cat. S.R. 392 e; Cat. C. I. (gen. es- tiva?) — Ste. 10. Epinephele Hb. 19. nas, Ghil. El p. 83; Lang. Butt. tav. 72, fig. 5; Cat. S.R. 403; Cat. C. IL — Sard. ll. Coenonympha Hb. 20. Corinna Hb. Norax. Bon. descr. p. 183, tav. 2, fig. 2; Cat. S.R. 437; Cat. C. I; Cat. Stef. (1901) p. 87. — Is. d' Elba, Sard. e Cors. 21. v. Elbana Staud. Cat. SR. 437 a (ivi brevemente descritta); Cat. C. Agg. I. — mM Is. d’ Elba. Nota - Il prof. Stefanelli, rileva infatti (Cat. (1901) p. 87) le frequenti modificazioni a cui va soggetto il tipo, ma non crede si possa stabilire una forma degna di nota. LYCAENIDAE. i 12. Chrysophanus Hb. (Polyommatus) (Virgaureae L.) 22. v. Apennina Calb. « Iris » I. (1886) p. 125; Cat. S.R. 500 e ; Cat. Stef. (1901) p. 41, 43.; Cat. C. Agg. I — IL. c. (Hippothoé L.) 23. v. Italica Calb. « Iris » (1887) p. 126 « trans. all’ Eurydia O; Cat. S.R. 510 b; Cat. C. Agg. I.— It. c. i (Alciphron Rott.) 24. v. P Intermedia Stef. Bull. Soc. Ent. VI. (1874) p. 83, tav. 1, fig. 1; Calb. « Iris » I. p. 121; Cat. S.R. 511 c; Cat. C. I; Cat. Stef. (1901) p. 44 « ivi descritta diffusamente. » — Piem; Mod; Tosc. (Apen. tosc.) SIA. 13. Lycaena F. (Argus L.) 25. v. Corsica Bell. Ann. Soc. Fr. (1862) p. 615, tav. 14, fig. 5; Cat. S.R. 543 a (ivi brev. descr.); Cat. C. Aeg. I — M. d. Cors HESPERIIDAE 14. Hespheria Wats. (Syrichthus B.) (Sao Hb.) 26. v. Theraphne Rbr. Ann. Soc. Fr. (1832) tav. 7, fig. 4; Cat. S.R. 700 c; Cat. C.I.— Cors. e Sard. SPHINGIDAE 15. Deilephila O. 27. Dahlii HG. B. Ic. 50, 2, 3; Cat. S.R. 748; Cat. C.I; È forma Darwiniana della Euphorbiae L. — Sard. e Cors. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 137 Nota - Il Sig. G. F. Hampson nell’aserivere la Dahl HG. alla fauna dell’ India inglese (The Fauna of British India-Londra 1892-96) è caduto probabilmente in errore, poichè la continua importazione e lo studio dei Lepidotteri di quella regione avrebbero do- vuto ormai confermare la presenza della bellissima Sfinge. (Euphorbiae L.) 28. v. Grentzenbergi Staud. Entom. Nachr. (1885) p. 10; Cat. S.R. 749 b; Cat. C. Agg. I. « ivi descritta » — Sic. (Taormina), Is. di Capri. Nota - La localizzazione di questa splendida forma è un fenomeno degno di nota, poichè ad essa non manca certo la rapidità del volo e non è meno strano come non faccia qualche apparizione in mezzo al tipo così abbondante in quasi tutta Italia. 29. v. Esulae B. Ic. II. p. 26, tav. 50, fig. 1; Cat. S.R. 746-c. Cat. C. Agg. L « ivi descritta » — Is. dî Lampedusa, Is. Lipari (Eolie) LYMANTRIIDAE (Liparidae) i 16. Orgyia O. (Trigotephras B.) 30. v. Sicula Staud. Corsica Staud. St. E. Z. (1887) p. 95 e 96; Cat. S.R. 888 c « ivi brev. descr. »; Cat. C. Agg. I. — Ste. Nota - Probabilmente è una forma trans. alla congenere Prisca Staud. 81. v. Corsica B. Ic. 61, 6-8. II, p. 142; Ramburii Mab. Ann. Soc. Fr. (1856) p. 557, tav. 6, fie. 6; (1867) pag. 636 Cat S.R. 888 d; Cat. C.I e Agg. I. — Cors. e? Sic. 22. Rupestris Rbr. Ann. Soc. Fr, (1832) p. 275, tav. 8, fig. 1-5; B. Ic. 61, 1.2; Cat. S.R. 890; Cat. C. I. — Cors. e Toscana. Nota - Da una recentissima comunicazione cortesemente fattami dall’ Eg. Sig. Roger Verity di Firenze, la Rupestris va ascritta pure al continente e precisamente alla Toscana (Rumena nel Casentino) ove nel Giugno del 1901 il Sig. Nello Beccari catturò le sue larve sulla Ginestra inviando poscia le farfalle ottenute al predetto Sig. Verity che le riconobbe, con vivissima soddisfazione e sorpresa. 17. Ocneria Hb. 33. Ledereri Mill. Ic 97, 1, 2, II p. 451; Cat. S.R. 945; Cat. C. I. — Sic. Nota - Forse non appartiene neppure al gen. Ocnzeria Hb. ove S.R. la posero dubbiosa- mente togliendola dal gen. Orgyia. LASIOCAMPIDAE 18. Malacosoma Auriv. (Clisiocampa Curt.) (Castrensis L.) 34. v. Veneta Stndf. St. E. Z. (1884) p. 193; Cat. S.R. 957 b; Cat. C. L 35. ab. HiMleri Stndf. ivi p. 194; ivi 957 c; ivi. — Venezia (dintorni). : 19. Lasiocampa Schrk. (Quercus L.) 36 v. Sicula Staud. B. Ic. 66, 1, 2; Cat. S.R. 970 g; Cat. C. I. — Ste. SATURNIIDAE 20. Saturnia Schrk. (Pavonia L.) 87. v. Meridionalis Calb. « Iris » I p. 155 — 7; Cat. SR. 1037 Db. Cat. C. Agg. LI Itc.em. 138 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI - DREPANIDAE 21. Drepana Schrk. (Binaria Huf.) 38. v. (ab.?) Umbratula Staud; Cat. S.R. 1052 b (ivi brev. desc.); Cat. C. Agg. I (forma più scura). — M. d. It. c. Vallombrosa. THYRIDIDAE 22. Thyris O. 39. Diaphana Staud; Cat S.R. 1060; Cat. C. I. — Sic. Nota - È forse forma Darwiniana della Fenestrella Scop. NOCTUIDAE TRIFINAE 23. Agrotis O. (Hyperborea Zett.) 40. v. Carnica Hering. St. E. Z (1846) p. 236; Cat. S.R. 1165 b; Cat. C. II — Alpi carniche. 41. Haverkamphi Stndf. Berl. E Z. (1893) p. 359; Cat. S.R. 1282; Cat. C. II — Cors. (continua) GUSTAVO BRUNELLI La Gastraca-Theorie e l'origine del canal neurale nei Uordonii —_—_—____STFSTTYTX_R2_SZZ23A ®OT'_-_T— Al prof. Daniele Rosa In sul nascere dell’ evoluzionismo Geoffroy tramandava alla storia l’ audace paragone tra il vertebrato e l’invertebrato rovesciato sul dorso. « Geoffroy aveva consacrato questa soluzione con una frase caratteristica, quando chiamava la Notonecta, che come indica, il suo nome nuota sul dorso, un insetto ben pensante. » (') Poi Gaskell rinnovò l’ audacia, ammettendo i vertebrati discendenti degli Articolati e in modo speciale dei Gigantostraci, giungendo alla infondatissima ipotesi che il tubo digerente dell’ invertebrato siasi trasformato nel tubo midollare dei vertebrati. Pure la ipo- tesi traeva forse le mosse da un senso di somiglianza che il tubo midollare desta con un tubo digerente nella ontogenesi. E la stessa somiglianza non sfuggi ad altri autori, in particolare agli embriologi, che fugacemente l’ accennarono e per altri rapporti diedero ad essa un significato. i Lo stesso Balfour, Sedwick, van Wijhie, Kuppfer e Prenant (?) hanno accennato al- l’ esistenza di predecessori marini dei Vertebrati nei quali l’ acqua attraverso il neuroporo anteriore per l’ azione di ciglia vibratili veniva sospinta per il canal midollare uscendo poi dal neuroporo posteriore. È noto che in un certo periodo dello sviluppo il tubo midollare comunica coll’ intestino per mezzo del canale di Kowalewsky (neurenteric canal di Balfour). Recentemente lo Zie- (1) Delage — Zoologie concréte. Tome VIII Par. 1898. (*@) Prenant — Elémeuts d' embryologie de l'homme et des vertébrés. Paris 1396, x RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 139 gler in una nota del suc « Lebrbuch. der vergl. Entvickelungsgeschichte der niederen Wirbelthiere » ha creduto di meglio precisare il fenomeno come i precedenti autori rite- nendo il canale neurenterico quale una formazione filogenetica e attribuendogli 1’ uffizio di condurre per mezzo della corrente d’ acqua le particelle alimentari attraverso il tubo mi- dollare ciliato e il canal neurenterico nell’ intestino. | Disgraziatamente l’ indecisione rispetto alla funzionalità del canal neurenterico proviene dal non esservi alcun Cordonio adulto il quale conservi una tale formazione così come dice Sedwick Minot: (4) i « Es ist keine erwachsene Thierform bekannt, bei welcher der Canalis neurenteri- cus fortbestehet: gibe es eine solche, so wurde sich die Function des Kanals durch Beo- bachtung feststellen lassen ». D’ altra parte una tale condizione si accorda colle idee innanzi esposte di un signifi- cato filogenetico del canale neurenterico, poichè una volta formata la bocca definitiva non era più necessaria la funzione del canale stesso come osserva anche lo Ziegler (*). Si com- prende però che la stessa condizione, non potendo che supporsi una funzione del canale neurenterico, offre pur campo di negare il canal neurenterico quale una formazione filoge- netica e riguardarlo piuttosto come un fatto cenogenetico. Contraddicendo lo Ziegler, il Rosa (*) partecipa appunto l’idea di Gegenbaur che ri guarda il canal neurenterico « ein eklatantes caenogenetisches Exempel. » E poichè il Ge- genbaur sorvola sopra questo argomento e nella sua Anatomia comparata l’ asserisce più che non lo dimostri, al pari degli altri autori che condividono tale opinione, è giusto rico- noscere che il Rosa collegando i fatti ha almeno dato una giustificazione dell’ asserto. Il Rosa nega dunque la comunicazione del tubo midollare con il blastoporo come un fatto fi- logenetico. Veramente questa comunicazione per il necessario spostarsi del blastoporo dava campo a spiegare i forami accessori (porte germinative di Rauber) che secondo la spiegazione di Duval e di Rauber rappresenterebbero la traccia di altrettanti passaggi neurenterici, inten- dendosi il canal neurenterico come una lacuna della sutura blastoporica. Del pari resta poco chiaro il significato dell’ intestino postanale. Io non insisto su questo punto, ricordo che sin dalle ricerche di Braun sul Melopsittacus undulatus nacque- ro in proposito delle discussioni. Il Rosa ha d’ altra parte il merito di difendere la Gastraea-Theorie dagli attacchi di quanti, come il Bergh, la credono fortemente compromessa dal fatto che il blastoporo ora si trasforma nella bocca, ora nell’ apertura anale, ora in nessuna delle due. La scienza determinando i concetti pone dei limiti alla natura che nuova esperienza contraddice e sospinge per più vasto campo. Nell’ istesso modo Remack dopo la scoperta dei foglietti blastodermici volendo limitare l’ origine dei tessuti fu contraddetto da Gotte, da Kélliker e da Hertwig, e se il germe di His fu negato l’ embrione ritornò nelle sue parti differenti, confuso nella massa di segmentazione che le semplici apparenze non distri- cano, ma chiedono lo studio di più complesse relazioni. (1) Sedgwick Minot — Lehrbuch der Entwickelungsgeschichte des Menschen Deutsche ausza- be. Leipzig 1894 (2) Ziegler — Lehrbuch der vergleichende Entwickelungsgeschichte der niederen Wirbelthiere. Tena Fischer 1902. (*) Rosa — Il canale neurenterico ed il blastoporo anale (Contributo alla teoria della Gastrea) Bollettino dei Musei di Zoologia ed Anat. Comparata della R. Università di Torino. n. 446. Vol. XVIII. 1903 140 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Ma nel fatto della Gastraea-Theorie vi è una condizione molto semplice che il blasto- poro è uno solo e delle due l’ apertura boccale e anale o una è una neoformazione costante, oppure così l’ una come l’ altra in variabili casi come neoformazioni possono riguardarsi. È vero che Sedgwick fondandosi pure sulle ricerche di Balfour e anche Blochmann (*) hanno voluto risolvere la quistione ammettendo che da un blastoporo allungato a fessura (schlitz formig) siasi formata anteriormente la bocca e posteriormente l’ ano, ma questa veduta re- lativa al Peripatus ed alcuni Molluschi (*) perdette di valore. Lo Scenk {*) non manifesta in proposito alcuna opinione individuale, nè contraddice con alcun argomento l’ ipotesi ora nominata. In ogni modo per la Gastraea-Theorie il caso non era disperato, e si potrebbe citare l’ autorevolissimo giudizio di Kolmann (4). La contesa certo già da tempo esisteva facendo capo da una parte al fondatore della Gastraea-Theorie e a Rabl, dall’ altra a Biitschli e a Metschnikoff. Il Rosa ha tentato una conciliazione e la sua ipotesi, anche perchè fondata su fatti ben noti, è degna della massima considerazione. To riporto qui integralmente la sua conclusione (5): Les ancètres des animaux bila- téraux devaient avoir la bouche au pòle inférieur du corps, comme les cténophores (Aussi- bien, chez la plupart des animaux bilatéraux, le blastopore se produit-il d’abord au pòle inférieur antiapical). Quand ces animaux quittant la vie pélagique, s’ adaptérent & glisser ou & ramper sur le fonde, le pòle inférieur devint le plus souvent 1’ extrémité posterieure du corps (précisemént comme le pòle infèrieur de la larve trocophora devient 1’ extrémité postérieure de l’ annélide cu du mollusque). La bouche venait dés lors, à s° ouvrir & 1° ex- trémité postérieure. Cela n’ était pas trés avantageux; aussi la bouche commenca-t-elle une lente migration phylogénétique, le longe de la ligne ventrale, vers l’ extrémité antérieure. (Les turbellariés ont fixé les étapes successives de cette migration). Cette migration phylogénétique de la bouche a été d’ abord représentée dans l’ onto- génése de tous les descendants par une migration analogue du blastopore, telle qu’ elle se produit encore aujourd’ hui chez les larves de la plupart des annélides et des mollusques. Quand le blastopore était parvenu au terme de sa migration ontogénétique, il s’ enfon- gait dans une invagination stomodaeale. Or le stomodaeum, qui d’ abord prenait naissance autour du blastopore, finit par pou- voir se produire è la place voulue et y donner naissance è la bouche sans avoir besoin d’ ètre prècedé è cette méme place par le blastopore (voir la formation de la bouche dans la reproduction asexuelle et la régénération). Alors le blastopore cessa chez la plupart des groupes ses migrations ontogénétiques et ne quitta plus sa position primitive à 1’ extré- mité posterieure, ce qui l’amena soit à coincider avec l’ anus (comme cela arrive chez les. (1) Metschnikoff — Embryologische studien an Medusen Wien 1886. (®) Sedwick — On tbe origin of metamerie Segmentation ete. Studies from the Morphological Laboratory in the Univ. of. Cambridge - 1884. Q. I. of. Micr. Sc. 1884. Caldwell — Ibidem. Blochmann — Beitràgez. kenntn. d. Entw. d. Gasteropoden Zeitser. f. Wiss. Zool. 1883. Tra gli autori ancora favorevoli a questo modo di vedere ricordo Houssay, (3) Scenk — Lehrbuch der Embryologie des Menschen und der Wirbelthiere Leipzig 1896. (4) Kollmann — Lehrbuch der Entwickelungsgeschichte des Menschen Iena 1898, (£) Rosa — Op. citata pag. 10, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI! 14) échinodermes, les chaetognathes, les entéropneustes et chez quelque mollusque ou ver- tébré) soit (comme chez les tuniciers, 1’ Amphioxus et les Vertébrés) 4 8° ouvrir (par suite d’un léger deplacement vers le dos), dans une plaque médullaive ou dans un canal neural et 4 donner ainsi naissance au canal neurentérique. Cè sont là des connexions coenogé- nétiques qui né pouvaient se produire dans les ontogénès antérieurs, plus conformes 4 la phylogénése, dans le cours desquelles le blastopore quittait sa place primitive ». L’ autore condivide adunque ed estende, secondo dichiara egli stesso, le idee di Hat- scek (!) e di Eisig (*) per quanto riguarda lo spostamento del blastoporo lungo la linea ventrale verso la regione che nei bilateri adulti è anteriore. Ma dove l’autore si discosta molto da quanto sinora è ritenuto, è là dove contraddice gli embriologi i quali ritengono la bocca dei Vertebrati una neoformazione, così come dice | Bergh: « Der Mund hat bei keinem Wirbelthiere irgend welchen Bezug zum Blastoporus, sondern ensteht immer als Neubildung » (°). ‘ Secondo Rosa invece la formazione della bocca presuppone sempre l’ esistenza filo- genetica del blastoporo. L’invaginazione stomodeale si sarebbe sempre formata attorno al blastoporo trasformando questo in un aditus ad pharingem (Schlundpforte). In quanto alla costanza della posizione della bocca io non mi vi appoggerei così for- temente perchè riguarda piuttosto un fenomeno di convergenza dovuto alle condizioni fisio- logiche. E come da queste si prende le mosse per ammettere uno spostamento ventrale del blastoporo, così può pensarsi che in talune forme una neoformazione della bocca ren- desse inutile un tale spostamento così che direttamente il blastoporo si trasformasse in blastoporus analis. Io non credo per ora risolta la quistione e penso che ognuno chieda la luce di nuovi fatti. Il Rosa interpetra il non esistente spostamento all’ innanzi del blastoporo nella onto- genesi dei Cordonii attuali come un fenomeno di regresso o di arresto di sviluppo e si ap- poggia anche a un principio da lui esposto riguardante la fissazione successiva dei carat- teri (*). L’ autore interpetra quindi come secondario il rapporto tra il blastoporo e il canal midollare, perchè secondo il suo modo di vedere mentre quest’ ultimo si formava, il blasto- poro si sarebbe trovato in emigrazione verso la parte anteriore. Senonchè trattandosi di una quistione di tempo rimarrà sempre adito a divergenze, potendosi per lo meno supporre che un solco midollare esistesse prima di tale spostamento. Il Rosa infine dovendo dare una spiegazione del solco midollare lo ritiene analogo alle fossette ciliate dei Nemertini dei Turbellari e di certi Anellidi, lasciando perciò oscura l’ origine del solco midollare. To vorrei che in altro modo appoggiasse la Gastraea-Theorie, io vorrei che si accordas- se con quanti ammettono una funzione del solco midollare, perchè d’ altra parte rimarrebbe inesplicabile pure la filogenesi di questa importantissima formazione. Si potrebbe ad esempio pensare che i progenitori dei Vertebrati muovano da uno stadio em- brionale nel quale appunto il blastoporo più non si spostava all’innanzi, mentre’ invaginazione (4) Hatscek — Lehrbuch der Zoologie, Iena. Fischer 1891 (È) Eisig — Zur Entwickelungsgeschichte der Capitelliden, Mitt. Zool. Station Neapel 1887. (8) Bergh — Vorlesungen ueber allgemeine Embryologie, Wiesbaden 1895. :. (4 Rosa — La riduzione progressiva della variabilità Torino, Clausen 1899. — Die progres- sive. Reduktion der Variabilitàt; iibersetz, von Dr, H. Bosshardt. lena, Fischer. 1903. 142 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI stomodeale appariva tardivamente e in un periodo della vita un solco midollare dava adito al blastoporo e per suo mezzo alla cavità gastrica. Oppure si può ammettere che il canal midollare sboccasse libero posteriormente e solo più tardi si formasse un canal neurenterico, mentre il blastoporo si trasformava in blasto- porus analis, ma si può ammettere altresì che il canal neurenterico servisse veramente al- l’ eliminazione dell’ acqua entrata.per il neuroporo nel canal midollare. i : Si voglia o no riguardare il canale neurenterico come una formazione filogenetica o ce- nogenetica, mi sembra comunque riguardo all’ origine nervosa del tubo midollare doversi in- sistere sul fatto che il passaggio dell’ acqua mel tubo stesso, conducesse o no sostanze nutri- tive abbia funzionato come stimolo costante nell’ accentuarsi della funzione sensoriale già accennata in vicinanza al blastoporo. (Questo differenziamento periblastoporico è anche conforme alle vedute emesse già da Kowalewsky, da Hertwig e da Houssay (') che si appoggia pure al fatto della nutrizione). Lo specificarsi dell’ epitelio lungo la linea mediana dorsale era collegato anche ad un’ op- portuna posizione rispetto alle parti dell’ organismo e facea termine innanzi alla estremità ove erano gli organi di senso, indietro all’ estremità del corpo differenziata nella funzione locomotoria mentre ai lati la muscolatura ne favoriva lo sviluppo. È (Il luogo più favorevole al differenziamento del sistema nervoso come dice Hertwig dovette appunto essere in origine in vicinanza al blastoporo, per ricevere direttamente le impressioni raccolte dall’ ectoderma e per agire immediatamente sui muscoli che di- pendono dall’ entoderma). Anzi l’ estensione della muscolatura può ritenersi la causa dell’ essersi il tubo nervoso differenziato nellu sua totalità. Si comprende pure come il differenziamento dovette prima accentuarsi ai bordi del solco. (Beard) (?). Ai lati poi la muscolatura distinguendosi in metameri determinò da parte del: tu- bo midollare la formazione dei nervi. (Le parti corrispondenti a ciascun somite mesodermico che danno l’ apparenza metamerica del tubo nervoso cioè l’ esistenza di neuromeri (Orr) o di neurotomi (Houssay) è un’ ap- parenza secondaria (Gegenbaur, O, Herwtig) e può ritenersi come un effetto meccanico della metamerizzazione del mesoderma (Froriep) oppure può ricondursi agli effetti della for- mazione dell’abbozzo dei nervi secondo Herrick) (*). Da una parte dunque la differenziazione del sistema nervoso fu legata ad azioni del mondo esterno, dall’ altra trovò nelle parti prossime dell’ organismo il termine della sua azione. La chiusura del neuroporo avvenne quando già si era specificata la funzione mervosa del tubo midollare e non aveva più bisogno di immediati stimoli del mondo esterno. — Si noti che in favore del modo ammesso del differenziarsi del tubo midollare parla un fatto analogo nella filogenesi degli Echinodermi. Le strie ciliate di epitelio vibratile che ave- vano funzione nutritiva dopo la fissazione della Dipleurula, nel Pelmatozoo primitivo si trasformarono in sistema nervoso superficiale e poi per invaginazione diedero origine ai sistema nervoso profondo (*). (i) Houssay — La forme et la vie. Essai de la méthode mécanique en Zoologie. Paris Kein- wald 1900. (2) Beard — Quarterly Iournal of micr Sc. 1888. (©) Vedi Prenant — Op. citata. i 4 (4) Vedi Bather—Che cos'è un Echinoderma ? con note di A. Russo.- Vedi pure Russo: Gru] pi di echinodermi viventi e fossili e loro filiazione in Rend. della III. assemblea del Convegno del- l’ Unione Zoologica italiana (Estratto dal Monitore Firenze 1902). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZA. NATURALI 143 Il modo col quale ho cercato di accordare i fatti mi par conforme ai principi generali della evoluzione e alle idee fondamentali di Balfour. Nell’ anno 1880 al Congresso di Swansea della associazione Britannica per l’ avanza- mento della scienza, il Balfour tenne un discorso rimasto celebre ('). « Della influenza della teoria Darwiniana sulla embriologia ». Colla sua solita forza di argomentare il giovane em- briologo inglese definì il suo pensiero riguardo allo sviluppo del sistema nervoso. « Il sistema nervoso dei Metazoi più elevati durante il decorso d’ una lunga serie di generazioni si sviluppò per un graduale differenziamento di parti dell’ epidermide. In alcune forme animali un sistema nervoso centrale sorse come un accumulo locale di cellule nervose nella epidermide nella vicinanza di un rudimentario organo visivo. Le cellule gangliari si sviluppano da semplici cellule epiteliali dell’ epidermide. I nervi primitivi non furono-che getti o prolungamenti delle primitive cellule gangliari ed i nervi nelle forme animali elevate si formano da dirette produzioni del sistema nervoso centrale ». Dal punto di vista della filogenesi però l'origine del tubo midollare non fu ben definita. Si sa che il Balfour avrebbe voluto far derivare il tubo midollare dalla riunione, ne’ Vermi progenitori dei Vertebrati, dei nervi laterali che riscontransi in alcuni vermi inferiori come nei Nemertini. Hubrecht ha notato l’ analogia tra la catena nervosa dell’ Anellide e il tubo midollare dei Vertebrati, ha pensato che la catena degli Anellidi sia omologa ai nervi laterali e il tubo midollare ai nervi mediani dei Nemertini. Queste vedute e più ancora quella di Gaskell citata nell’ inizio del presente lavoro non godono il favore della maggioranza degli autori. Taluno potrebbe osservare che le nostre conoscenze filogenetiche sui Cordonii sono troppo dubbie per emettere un qualsiasi giudizio sulla organizzazione dei loro progenitori, ma giusto un tale difetto di conoscenza non giustifica 1’ obiezione che il comportamento sopra accennato del canal midollare sia troppo strano per essere ammesso, fino a prova contraria, Roma, 4 Settembre 1903. (4) Romiti — Il Darwinismo e la embriogenia — in Rivista di filosofia scientifica. 1883 MAMMALIA CALABRA ELENCO DEI MAMMIFERI CALABRESI COMPILATO da ARMANDO LUCIFERO (continuazione) La seconda categoria che comprende gli operai delle manifatture, gli arti- giani ed i mestieranti, differisce essenzialmente dalla prima, perchè, dato il di- verso svolgimento delle attività individuali, deve ella sopportarne le conseguenze del pari diverse. E difatti l’ operaio, qualunque egli sia, qualunque mestiere disimpegni, nasce e s'’ istruisce nell'interno delle città; e sebbene le città nelle nostre contrade calabresi, non abbiano raggiunto quel grado di progresso civile rica 144 RIVISTA ‘ITALIANA DI SCIENZE NATURALI che si trova nei grandi centri di popolazione, pur non di meno ne risentono l’influenza, la quale si ripercuote su gli esseri che vi vivono costantemente. E precipua l’ istruzione elementare, che dispensasi nelle così dette scuole pubbliche, doventa per lui sopratutto un mezzo al suo sviluppo intellettivo, perchè di essa sì nutrisce ed in essa ripone la sua fede, convinto che, anche essendo una scarsa coltura, gli dia sempre una tal quale supremazia di fronte a chi non l’ acquista o non la riceve. Peccato, però, che a siffatta debole coltura, che, per produrre buoni frutti, dovrebbe avere dei coefficienti indispensabili, non accompagnasi l'educazione del cuore, donde scaturisce il sentimento morale, che mette in equilibrio coi diritti i doveri del buon cittadino. L’operaio calabrese sebbene non abbia eguagliato ancora psichicamente il collega dei grandi centri manifatturieri più progrediti, pur tuttavia in quanto ad ubbie ed a pregiudizii, provenienti dalla fiacca istruzione e dalla falsa edu- cazione ricevute, comincia a non essergli secondo. L’intelletto umano, in. ge- nerale, quando alla sua forza comprensiva non concede quell’impulso di cui sarebbe capace, resta, dirò così, incompleto nelle sue attitudini percettive; onde il poco appreso e male appreso, più che giovargli lo confonde e lo turba, perchè non sa coordinarlo in se medesimo, non sa valutarne l’importanza, non. sa distinguerne la diversa natura. Cotesto stato psichico pone il cervello in una» fase oltremodo strana: mentre all’ esteriore dimostra di possedere quel senso comune, che è proprietà commendevole di tutti gli uomini da senno; nell’ interno, invece, e specie allor che gli tumultua confusa una farragine di monche nozioni imparate nella Scuola, ma non maturate nè svolte dalle graduali ed ordinate funzionalità intellettive, viene a palesarsi un disquilibrio evidente fra la ritentiva” e la comprensiva, non bastando il ritenere per comprendere, nè valendo il com- prendere quando mal si comprende. Tutte le idee le più pure, le più belle, le più sante, vengono spesso travisate e corrotte da chi voglia servirsene, senza possedere quel corredo di conoscenze indispensabili per farle rimanere intaminate. Ed al pari di colui accade al nostro operaio, il quale si serve della scuola in- consciamente; per nutrire il proprio cervello d’ idee e di teorie giuste nell’ap- parenza, ma inattuabili nella pratica, che gli avvelenano lavita, ed, agli antipodi di Leone Tolstoi, lo predispongono talvolta alla colpa ed al delitto, che sono le manifestazioni tipiche dell’ egoismo perfetto (1). Come nelle grandi città l’ operaio è divenuto il manubrio degli Samir) po- poli e di tutta quella schiera di persone disoneste, le quali camuffandosi a protettrici dei suoi diritti e delle sue aspirazioni, lo asservono alle loro mire interessate ed ai loro loschi disegni; così pure in Calabria, ove siffatta genìa ha sparse ugualmente radici, egli comincia a prestarsi per aiutarla nelle lotte ostinate ma incruente, in cui ella molto ha da guadagnare e nulla da perdere, in-, pole ntolo costantemente con promesse che non può mantenere, | nè d manter-. Il I] Ul ti! DIG 7 Oi BY GDO TI AISL0ON (4) Vedi Nota l in fine del Capitolo. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 145 rebbe se anco lo potesse, e con fisime d’ un avvenire impossibile ; onde, più che risentimento sveglia nei cuori equanimi un senso di pietà, perchè, risalendo alle cause, incolpasi non l’indole di lui, che è mite e buona, ma quel sistema sbagliato d' educazione, il quale invece di sviluppare quest’ indole, rendendola ca- pace di distinguere il vero dal falso, il bene dal cattivo, la corrompe e la tra- vìa, trascinandola frettolosa verso un abisso inesorabilmente senza fondo. A guarire tanta jattura, a distruggerne le radici, ci vuole ben altro che i campicelli agrarii e la festa degli alberi, di cui bisognerebbe ridere di cuore se la gra- vità del problema e l’ antiveggenza del lugubre futuro non ci bagnasse gli oc- chi di pianto! In molti punti di questo lavoro, chiedo vènia a chi mi legge, mi sono la- sciato andare in forti recriminazioni circa il pessimo indirizzo, a parer mio, dell'istruzione popolare italiana. Ciò è avvenuto, perchè ritengo essa sia il car- dine supremo di ogni progresso psichico dell’umana società, cardine che di sovente vien ridotto in frantumi, per difetto di chi dovrebbe saperlo guidare e dirigere. Se la vera e completa educazione della mente e del cuore, può in certo qual modo corrreggere le tendenze deplorevoli dell’ indole nostra, e svilup- pare quelle che possono essere di utilità a se stesso ed agli altri; la falsa ed incompleta, invece, contribuisce a corromperla ancor di più, perchè la toglie dalla pura semplicità e dalla naturale disposizione d’ animo che proviene dal con- tatto familiare, senza concederle una solida base nelle nuove conoscenze che le istilla, ingolfandola per le turpi e disastrose vie dell' orgoglio e dell’ egoismo. Questo sbagliato indirizzo nell’ educazione, a me pare sia la pecca maggiore della moderna società, la quale, senza un fine ordinato e prestabilito d' incivi- lire e d’ istruire nel tempo stesso, sperpera milioni e milioni spensieratamente, chiudendo gli occhi e le orecchie a gli scarsi e deleterii risultati che ne pro- vengono. ) A siffatte osservazioni qualcuno al certo obietterà che non è da incolparsi la scuola per simili risultati, bensì l’ambiente malsano in cui si vive nelle fa- miglie da coloro che dovrebbero trarre da quelle ammaestramento e profitto. Quando la famiglia è corrotta, la scuola non potrà mai guarire le piaghe della corruzione, perchè questa è come l’ulcera, che sembra si rimargini ed invece più fiera si riproduce. A tale obiezione risponderò che a parer mio, si è caduti in un circolo vizioso, dal quale invano si tenterebbe di uscire : la famiglia non è presentemente che il prodotto della scuola, e la scuola non è che la fautrice della famiglia, perchè è quella l’ educatrice di coloro che dovranno costituirla. L'ambiente è creato e modificato dall’ istruzione e dall’ educazione, ora, se il metodo d’ istruire e d’ educare è sbagliato o falsato, l’ambiente risentirà tutto il danno di questo sbaglio, preparando giorni nefasti a quei popoli che ne subiscono fatalmente le conseguenze! Considerati in breve ed in ordine generale i caratteri intellettuali dell’ uomo calabrese, parmi convenevole di discorrere, a solo scopo di completare il \ 146 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI lavoro intrapreso, ancor più in succinto su certe manifestazioni psichico-organiche comuni a tutti gli uomini, e che sono il prodotto peculiare del progressivo svi- luppo delle sue facoltà percettive. Il linguaggio è, per fermo, una delle più importanti fra queste manifestazioni, e dalla sua maggiore o minore ricchezza di frasi e di vocaboli, si può valutare la maggiore o minore civiltà d'un popolo. L'uomo ebbe, come gli altri animali, la sua voce caratteristica che non ha mai perduto, da che venne nel mondo. Il linguaggio è un atto acquisito dopo, proveniente dal graduale perfezionamento. psichico; e non ha nulla di comune con la voce primitiva che caratterizza la specie : il dolore, la gioia, lo spavento e fin l’amore, nella sua estrinsecazione sensuale, hanno voci inarticolate e co- muni in tutti gli uomini, siano essi nati o sotto il polo o sotto la torrida zona. In questo breve studio noi non verremo a trattare di simili quistioni, che ci terrebbero, lungamente occupati e che non gioverebbero punto al tema prefis- soci. Sorvolando, quindi, su di esse, ci fermeremo soltanto a: considerare in complesso i diversi dialetti calabresi, inoltrandoci quanto meno è possibile nel campo dell'analisi. 7 Le classi colte e mezzanamente colte differiscono assai nei sia dalle loro uguali del Settentrione d’ Italia; perchè, anche nelle relazioni familiari, non fanno uso ed abuso del proprio dialetto, ma tentano, invece, di parlare l'italiano come meglio possono, frammischiandolo spesso più per negligenza che per ignoranza, con qualche idiotismo puramente calabrese. Per le altre classi, però, che formano il grosso della popolazione, ciò non avviene, onde in esse, i dialetti sovratutto, mantengono la loro originalità. La Calabria, che si suddivide in tre Provincie: Catanzaro, Reggio e Cosenza, ha molteplici dialetti di cui, se il sostrato è forse identico ovunque, nel rimanente hanno grandi dif- ferenze fra l’ uno e l’ altro. La Provincia di Catanzaro, ove a me pare che questa differenza. sia spiccatissima, fra i centocinquanta comuni che la compongono, pochi hanno uguale dialetto; e dico uguale e non identico, perchè l'identità. non .so. tro- varla in nessuno. E di vero, prendiamo ad esaminare i quattro capi circonda- rii: Catanzaro, Cotrone, Monteleone e Nicastro, città tutte e quattro nelle quali vha maggior progresso civile, e dove la coltura; sia pure sbagliata nel metodo d’insegnare fin dall’ inizio, è parecchio sparsa nel popolo, per mez- zo delle scuole Elementari e Tecniche e dei Ginnasi e dei. Licei. Questa a nulla è valsa per modificarne i dialetti, che sono rimasti, qual’ erano da un secolo in qua, differentissimi fra loro, salvo qualche vocabolo aggiunto per le nuove scoperte, necessario ad esprimere ciò che prima non sussisteva. Prova, luminosa del mio asserto, oltre le tante pubblicazioni dialettali avvenute finora, è sopra ogni altra l’ effemeride dell’ egregio professor Luigi Bruzzano, intitolata « La Calabria », che vede la luce periodicamente in Monteleone Calabro, dedi- cata ad iliustrare la maggior parte dei nostri dialetti. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 147 Se le invasioni spagnuole e francesi succedutesi a vicenda negli ultimi tem- pi della dominazione straniera, modificarono alquanto il linguaggio popolare, non gli tolsero, però, nel complesso quella forma originale e più antica, che dev’ es- sere il prodotto delle invasioni anteriori, forse. con un sostrato assolutamente primordiale. Ma non ovunque si ebbero le medesime influenze, nè con la stessa intensità vi penetrarono, perchè, se così fosse avvenuto, la differenza accennata non potrebbe essere tanto evidente, e l’ unicità del dialetto avrebbe dovuto rag- giungersi, con lievi modifiche soltanto, cagionate da fatti e da costumi locali come, ad esempio, le diverse industrie ed occupazioni. Nè può ritenersi, questa molteplicità di dialetti, si debba alla poca o alla nessuna preponderanza esercitata dai popoli invasori, perchè non penetrarono in ogni andito della Provincia di Catan - zaro; mentre è provato essi furono invasori al massimo grado, occupando sino le più inesplorate e le più inospiti località, ove lasciarono segni indiscutibili della Joro presenza. Bisogna, quindi, concludere invece che il popolo di questa Provincia non seppe mai familiarizzarsi con gli stranieri, e li ritenne sempre come suoi ospiti, e come tali ebbe con loro commercio e relazioni; che immise nel suo dialetto qualche voce e qualche frase a semplice scopo di farsi comprendere, 0 di esprimere oggetti o pensieri, cui non poteva altrimenti ; e che la diversità dei dialetti, la quale rinviensi in quasi ogni singolo comune, è la prova maggiore della loro origine primordiale, riferentesi a quelle epoche in cui le povolazioni divise: in tribù od in gruppi, avevano poco contatto scambievole; ammenochè non vogliasi chiamar tale la continua discordia ed il continuo guerreggiare, dapprima a guisa di vere razzie, analoghe molto a ciò che praticano al presente le tribù barbare africane; e, poscia, a sembianza di combattimenti meno selvaggi, a solo fine di conquistare potenza e supremazia. E questo concetto sui dialetti calabresi a me sembra giustissimo, perchè se si volesse praticare uno studio profondo su di essi, la Filologia arriverebbe certamente a sottrarre moltissimi vocaboli originarii dal latino, dal greco, dal tedesco, dallo spagnolo, dal francese e forse ancora dal longobardo, dall’ arabo e dal normanno; e, pur potendo risalire alla più antica genesi storica, riferirne alcuno a gli Osci, ai Japigi, ai Siculi ed ai Bruzii, popoli autoctoni o invasori di cui si conserva il nome e qualche leggenda soltanto; ma la non potrebbe .sconvenire che, quella parte rimasta inistudiabile, dovesse ritenersi come avanzo d'un linguaggio primordiale, di cui non si conosce l'origine. Siffatta conclusione mì ricorda quella del grande filologo americano Whitney, il quale, dopo di aver esaminata la quistione del linguaggio in generale, finisce il suo dire così: « L’incompetenza della scienza linguistica, nel decidere sull’ origine dei linguag- gi nelle diverse razze umane, mi. sembra completamente ed irrevocabilmente dimostrata ». (') La difformità nel mezzo di esprimere le proprie idee fonicamente; porta con (!) Vedi nota 2.2.in fine del capitolo. i E Mati e TG 148 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI sè la grande difficoltà, nelle popolazioni della Provincia di Catanzaro, di poterle manifestare con la scrittura. L'istruzione, se fosse largita con coscienza e con metodo diverso dall’ attuale, avrebbe potuto correggere questa difficoltà, ma il contatto continuo con chi non parla mai l'italiano ed ha maggiore infiuenza morale degl’ insegnanti sull'animo di colui che deve istruirsi, rendono infrut- tuose quelle poche regole grammaticali e di elocuzione che gli vengono con- ferite; onde la lingua scritta riducesi ad uno sproloquio intessuto di vocì dia- lettali e di sgrammaticature, da cui pochi sono coloro, che, per forza di volontà . e per tenacia di studii, sanno schermire se medesimi. Più uniformi nei dialetti sono al certo le altre due provincie calabresi ; ma non che si possa dire, che non vi sia un grande distacco fra l’ una e l’altra; però, i diversi comuni della stessa provincia tanto nei vocaboli e nelle frasi quanto nell’ accento e nel meccanismo ordinativo del discorso, hanno lie- vi differenze, che solo un filologo con le sue minute osservazioni potrebbe far constatare. E di vero, mentre nel catanzarese non si ha punto una letteratura dialettale, fuori di qualche canzone popolare già pubblicata dal Bruzzano, e di qualche tentativo in versi, messo in luce a metà o rimasto ine- dito ; ('), nel reggiano, invece, e nel cosentino sovratutto, posseggonsi molti eccellenti lavori, da formare insieme una graziosa e geniale letteratura. Basti soltanto ricordare, a prova di ciò, il Padula, il Pujia, Donno Panto, il Galluccio, il Cosentino, il Donati, il Gallo, il Limazzi, il Toscani, lo Scaglione e parecchi altri, cui taccio i nomi per amore di brevità. Questa quasi uniformità di dialetti in quelle popolazioni io non so spiegar- melà altrimenti che per due cagioni: l’ una, proveniente dalle minori invasioni a cui van soggette le regioni interne e montane, onde possono facilmente con- servare il tipo primordiale del loro linguaggio parlato; e l’altra dall’ ostinata ripugnanza di accomunarsi coi nuovi arrivati, pur rassegnandosi all’ oppressione ed al servaggio. Sono cause ipotetiche coteste, è vero; ma la natura balda ed insofferente del cosentino, e la mite e paziente del reggiano, mi traggono sen- za volerlo a siffatta conclusione. (continua) (!) Vedi nota 3.3 in ultimo del capitolo. Contributo all’ Istologia del Tessuto di sostegno nelle Glandole (continuazione) Ricerche del Dott. ANTONIO CARGIULO TRITONE (Triton cristatus) — Per la costituzione microscopica del fegato non è il caso di trattenersi a lungo, giacchè non presenta esso note partico- lari così importanti da meritare una dettagliata descrizione, Mi limito quindi RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 149 a far cenno solo di quello che nella struttura di tale organo mi parrà degno di considerazione, così riguardo all’ enchima, come a preferenza rispetto al tessuto di sostegno. Le cellule parenchimali sono grosse ed evidenti anche al più piccolo in- grandimento. Esse si presentano irregolarmente poligonali con un grosso nu- cleo che al miscuglio da me preferito si colora di violetto ben marcato, men- tre il protoplasma piglia una tinta rosea, dovuta allo scarlatto. Quello che merita un più attento esame è il nucleo, il quale presentasi assai variamente atteggiato; non mancano quei di forma ovale, allungata, altrove di aspetto re- niforme ed anche semilunare. Nè quì si arrestano i casi speciali: in parecchi punti ancora, al posto di ciascun nucleo, se ne trovano due ed anche tre; e nel caso di due nuclei, frequentemente uno di essi presentasi colorato in vio- letto, mentre l’altro assume una tinta rosea dovuta allo scarlatto. Perifericamente all'organo ed inclusa nella stessa guaina connettivale, che l’avvolge tutto, si trova una zona di cellule come addossate l’una all’ altra sicchè il protoplasma piglia quella forma corrispondente alla pressione reci- proca. Sono cellule relativamente grosse, e, viste a forte ingrandimento, pre- sentano una scarsa zona di protoplasma omogeneo di color roseo, un nucleo la cui parte cromatica s’ intinge fortemente all’ ematossilina ed un nucleolo eccentrico anche maggiormente intinto. Tale zona di elementi ove ha cam- mino rettilineo, uniforme ed ove si allarga, a preferenza agli estremi dei lobi epatici e nei punti di insenatura della periferia della glandola. Nel dubbio che tali elementi potessero rappresentare una fase. d’ involu- zione ritornai più volte nelle mie ricerche sezionando dei fegati sia di vecchi come di giovani tritoni, ma nell’ un caso e nell’ altro in nulla mutò il risul- tato ottenuto fin da principio. Non posso certo emettere sulla loro natura un giudizio sicuro ma se pur si voglia argomentare dai loro caratteri microsco- pici, sì potrebbe, non allontanandosi dal vero, ritenerli quali elementi adenoi- dei. Circa la loro ubicazione mi è occorso non poche volte di vederli interca- lati agli elementi proprii glandolari in mezzo ai quali pare siano penetrati. Alla periferia del fegato ed in vicinanza dell’ilo, in un largo connettivo perivasale, ho notato elementi che erano o cellule adenoidi simili a quelle della zona sopra notata, o cellule plasmiche di Waldejer, di cui alcune colo- rate di un bel rosso carico ed altre in violetto, reazione che ricorda quella dei nuclei delle cellule parenchimali. i Infine per la disposizione del connettivo si nota solo una zona connetti- vale bassa e molto sottile che a guisa di membrana avvolge l’intero organo e l’accompagna, seguendone il: contorno. Solo nell’ilo possiamo rilevare un connettivo abbastanza notevole che avvolge e vasi e nervi e nel suo insieme si presenta notevolmente omogeneo, colorato di roseo allo scarlatto. ROSPO (Bufo vulgaris) — Il fegato del rospo presenta una struttura che si allontana alquanto da quella che siamo abituati a riconoscere nella glandola 150 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI epatica dei mammiferi. In essa non si ha la struttura acinosa caratteristica, ma presentasi come fatta di piccoli alveoli separati tra loro dalle vie vascolari. È notevole il fatto della evidenza. di una membrana, la quale, mentre li- mita gli alveoli, forma quasi una parete ai capillari sanguigni. Lungo questa membrana è possibile, non in pochi riscontri, rilevare anche cellule connetti- vali più o meno allungate e fusiformi. Il connettivo è, nei punti dove penetrano i vasi sanguigni e biliari, non molto abbondante, e di quì si diffonde nel parenchima o accompagnando i vasi o spieccaudo trabecole isolate, alcune delle quali si possono seguire nella loro ricca ramificazione nell’ interno dell’ enchima. Girca la presenza di elementi linfoidi, per quante ricerche io abbia fatto, non mi è riuscito trovarne nè nelle sedi di maggiore addensamento connetti vale, nè lungo i tratti che da esse ne partono. Fegato dei pesci Come ho notato fin da principio, per lo studio di tale organo nei pesci, ho esteso più ampiamente le mie ricerche, scegliendone tra parecchie famiglie. F. PERCOIDEI — TRACINA (Trachinus drago). — Il parenchima epatico di questo animale a piccolo ingrandimento, presenta una forma reticolata fatta da cellule irregolari addossate le une alle altre. Il connettivo è oltremodo scarso e solo intorno ai vasi forma una avven- tizia ove più ove meno appariscente, mentre quello che è tra gli acini diffi- cilmente si scopre anche con forti lenti a secco. Il connettivo periferico è alla sua volta scarso, formando tutto intorno una capsula, che nei punti ove sia allontanata meccanicamente, appare di forma reticolare a fibrille sottili. Per ciò che riguarda il connettivo che riveste i dotti, esso richiama quasi sempre l’attenzione dell’ osservatore perchè intorno ai dotti escretori ed in singoli casì anche intorno ai vasi, forma una guaina connettivale, che contiene anche un numero scarso di elementi adenoidi. (continua) RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili Autori, od Editori. L’Amininistrazione s'incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali &segnato il costo, ed anche le altre se possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda, cent. 30 per la francatura della corrispondenza. Per gli abbonati e Je opere dell'estero, aumentano le spese postali. Desiderando risposta scrivere in cartolina doppia. UGOLINI dott. UGOLINO. Osservazioni su gelsi colpiti dalla gelata. 19-20 Aprile. (Brescia, 1903. Dal Giorn. d. Istituzioni Agrarie Bresciane Anno I, n. 12-13. Estr, di pag. 12 in-8 grande.) L'Egregio A. ha riunito in un quadro alcuni dati di fatto sulla entità del danno prodotto aì gelsi dalla famosa gelata della notte 19-20 aprile scorso, dati che permettono di :formarci un’ idea RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 151 positiva degli effetti della gelata stessa e così pure del modo con cui i gelsi hanno riparato allo straordinario malanno che li ha colpiti. Nella raccolta dei medesimi l’ A. ha proceduto come appresso: Ha sottoposte ad esame, metodicamente e nel modo più accurato che gli è stato possibile, pa- recchi gelsi, diversi di posizione e di grandezza e diversamente danneggiati dall’ avversità meteo- rica. Due di essi, che egli chiama Gelso Ronco A, e Gelso Ronco B, sorgono in ortaglie, bene esposte e riparate da mura, alle falde della collinetta del Castello di Brescia; uno è della collina di Castenedolo (Gelso di Castenedolo nel prospetto); gli altri appartengono tutti al podere, in pianura, annesso alla R. Scuola d' Agricoltura di Brescia (Gelsi della Bornata), dei quali due grandi, isolato l’ uno, presso lo stradone, di filare l’ altro, alcuni allevati a spalliera, e due giovani, selva- ticî, cioè com’ è noto, nati da seme e non innestati. Da ognuno di questi gelsi ha preso rami a varie altezze sulla pianta e variamente colpiti, in giorni eguali pei diversi individui, ma naturalmente diversi per lo stesso individuo, nei mesi di maggio e giugno. Per ogni ramo ha constatato innanzi tutto se vi era una parte apicale morta, ed in tal caso per quale estensione e per quanti nodi, e se o no con traccie di brusca essiccazione; ha rilevato poi la lunghezza ed il numero dei nodi nella parte viva del ramo, calcolando anche la lunghezza meia degl’'internodi ('). Dopo ciò ha fatto le seguenti osservazioni : su quanti nodi della parte viva del ramo la gelata ha distrutto il germoglio normale, cioè nato da gemma iber- nante o gemma formatasi l'anno precedente nel cono di vegetazione od all’ ascella delle foglie; di questi nodi, quanti eventualmente sono stati distrutti essi stessi o gravemente ritardati nel risveglio, quanti invece hanno cacciato germogli avventizi, cioè provenienti da gemme che si formano ai lati della gemma normale ibernante; su quanti nodi la gemma ibernante era chiusa al momento del disastro e non si è tuttora aperta; su quanti infine è rimasto ed ha seguitato a svilupparsi il germoglio normale distinguendo il caso di germogli non offesi affatto dalla gelata e di germogli distrutti nell’apice; ha pesato i germogli normali e avventizi di ogni ramo, calcolando poi il peso medio delle varie categorie di germogli ed il peso stesso in proporzione della lunghezza dell’ asse. Ha rilevato anche la lunghezza massima dei germogli e la massima grandezza delle foglie nei sin- goli rami e pei diversi momenti della raccolta ; infine ha fatto alcune osservazioni sussidiarie, come sulla presenza dei fiori maschili o femminili, dei frutti immaturi o maturi nei rami, sulì’inizio di gemme ascellari nei germogli ecc. UGOLINI dott. UGOLINO. Elenco descrittivo dei Funghi mangerecci della pro- vincia. (Brescia, 1903. Ibidem. Estr. di pag. ll in-8 grande). È un elenco contenente 28 specie di Funghi della provincia di Brescia al 51) lA. fa se- guire la lista alfabetica dei nomi volgari, italiani e bresciani dei funghi, col numero di richiamo pei corrispondenti nomi scientifici. L'elenco è accompagnato da cenni descrittivi, facili, popolari, senza soverchio apparato scien- tifico, mediante i quali è agevole ad ognuno di riconoscere le specie elencate. Una cura particolare ha avuto l’ A. per segnalare le specie affini, ma velenose o sospette, esponendo i caratteri più spiccati per la opportuna distinzione. PASSERINI Prof. NAPOLEONE. Contributo allo studio della composizione chimica delle rocce della Toscana. Seconda nota: Le sabbie gialle, volgarmente « tufì ». (Firenze, 1903 Ibidem. Estr. di pag. 18 in-8). Le sabbie gialle, di cui l' Egregio A. riferisce nella presente comunicazione, sono plioceniche, la maggior parte di acque marine e conosciute nelle nostre campagne sotto il nome di tufo. Detto della struttura delle medesime, dell’ origine marina e dell’ utilità in agricoltura, l' Egre- gio A. prende a considerarle dal lato chimico-agricolo, perchè poco sin quì è stato fatto se sì ec- cettuano le meritevoli analisi del Trottarelli su 3 campioni di sabbie di Città della Pieve e (4) Ognuno sa che i nodi sono i punti dell’ asse, sui quali si formano le gemme, e gl'internodi o meritalli ‘i tratti compresi fra nodo e nodo, 152 RIVISTA ÎTALIANA DI SCIENZE NATURALI qualche saggio recentemente eseguito dall’ Egregio G. De Angelis d'Ossat su sabbie gialle della campagna Romana. I campioni dall' Egregio A. studiati hanno le seguenti provenienze I. Treggiaia (Comune di Palaia in provincia di Pisa), II. Lorenzana (provincia di Pisa), III. Bettolle (comune di Sinalunga in provincia di Siena); IV. Sarteano (provincia di Siena); V. Cortina (Comune di Montespertoli in provincia di Firenze). I metodi analitici praticati sono quelli per analisi di rocce e di terre, In prospetto sonovi raccolte le cifre conseguite con l’analisi. PASSERINI Prof. NAPOLEONE. Sulla vinificazione con mosto sterilizzato mediante solfiti e con fermenti adattati al mezzo solforoso. (Firenze, 1903. Dagli Atti d. R. Accad. dei Georgofili. Vol XXVI, Disp. 3.8 Estr. di pag. 7 in-8). È noto come allo scopo di paralizzare nel mosto l’azione dei microrganismi dannosi alla vi- nificazione e delle forme selvagge del fermento alcoolico, siasi da tempo ricorso ai fermenti sele- zionati. L'azione di questi però, coi metodi ordinari di vinificazione, è incerta; il metodo ordinario di sterilizzazione, vale a dire il riscaldamento, presenta nella pratica delle difficolta. L' Egregio A. volle tentare delle prove col sistema molto semplice ideato dal Sig. Andrieu di Montpellier, che sì può così riassumere: Sterilizzazione del mosto con una quantità sufficiente di metabisolfito di potassio; applicazione di fermenti selezionati adattati al mezzo solforoso. In base a ciò ecco quanto felicemente ottenne l' Egregio A. 1.° una più pronta chiarificazione ed un colore più brillante. 2° un aumento nel foxé. Come vediamo, se quest’ ultimo metodo del Sig. Andrieu sarà applicabile nella pratica, potrà essere di grande vantaggio, specie per le regioni meridionali, dove sarà possibile evitare la fermen- tazione mannitica, che è il vero flagello della vinificazione nei paesi caldi. PASSERINI Prof. NAPOLEONE. Sopra la aderenza della Poltiglia Cupro-Calcica alle foglie delle viti. (Firenze, 1903. Ibidem. Estr. di pag. 7 in-8). Nell uso della poltiglia rameica usata comunemente per prevenire la peronospora della vite, i mostri agricoltori non sono concordi se deve essere alcalina per un eccesso di calce, neutra, ovvero leggermente acida per insufficiente aggiunta di calce e ciò allo scopo di avere una maggiore ade- renza ed una più lunga permanenza del rimedio sulle foglie. L’ Egregio A. seguì a tal uopo delle esperienze nella vigna sperimentale dell’ Istituto di Scan- dicci, scegliendo quattro gruppi di 10 viti ciascuno, ai quali il © maggio 1902 vennero fatte delle applicazioni mediante una pompa irroratrice Del Taglia. I risultati felicemente ottenuti stanno a dimostrare che è da consigliarsi ai pratici agricoltori di applicare poltiglie debolmente alcaline, vale a dire che, al solfato di rame già disciolto nell'acqua, dovrà aggiungersi a piccole porzioni il latte di calce, continuamente agitando fino a che la carta di laccamuffa bleu cessa di essere arrossata dalla miscela. LARGAIOLLI VITTORIO. Le Diatomee del Trentino. XV. Lago di Nambino. (Trento, 1903. Dalla Riv. d. Studi Scientifici Fasc. VI-VII. Estr. di pag. 4 in-8). L' Egregio A. dà 1° elenco e la loro distribuzione geografica di 27 specie di Diatomee da lui stesso raccolte nel lago di Nambino, la cui flora diatomea, come risulta dal presente studio, è una tra le più ricche e svariate dei laghi trentiri finora studiati. DAMIANI Dott. GIACOMO. Di un £Prodelphinus euphrosyne Trua all’ Isola d'Elba e della distribuzione dei Denticeti minori nei mari d’ Italia. (Genova, 1903. Dagli Atti d, Soc. Ligustica di Sc. nat. e geografiche. Vol. XIV. Estr. di pag. 15 in-8). Mentre per il Mediterraneo e in particolare per i mari d'Italia, la corologia dei Misticeti è nota individuo per individuo e così per lo stesso Capodoglio, non altrettanto può dirsi per i Den- ticeti minori. Molte specie e varietà segnate nei Cataloghi sono tutt’ altro che sicure per la dif- ficoltà che hanno avuto gli autori di procurarsi esemplari freschi. L’Egregio A. onde concretare una giusta distribuzione di ciò, ha stimato non privo di interesse dare un contributo che valga meglio a delinearla, specialmente per l' Italia. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 153 Premessa una breve descrizione di un bel soggetto da lui osservato della rara specie atlan- tica Prodelphinus euphrosyne True, catturato il 31 Luglio 1902, a trecento metri da una spiaggia a sud della rada di Portoferraio, riassume dipoi le notizie, basate sui dati più recenti che ha potuto raccogliere, intorno ai Denticeti seguendo in queste la nomenclatura del catalogo del Br, Museum di Flower. LUIGIONI P. Note ed osservazioni sull’ Anthypna Carceli Laporte (romana Dupon- chel). (Firenze, 1902. Monitore Zoologico Italiano. Supplemento del Decembre. Estr. di pag. 3 in 8). Appassionato cultore di entomologia, già da molto tempo l'A. si è dedicato alla ricerca ed allo studio dei coleotteri della sua provincia di Roma. Interessanti e dettagliate notizie di specie cat- turate nelle numerose sue escursioni fanno ora parte della pubblicazione del suo « E/enco s2- stematico » intrapresa nel « Bollettino della Società Entomologica Italiana ». Scopo della presente: nota è stato quello di intrattenersi su alcuni esemplari della specie An- thypna che Egli raccolse in svariate località della provincia Romana. Avendo poi rinvenuti fra gli esemplari tipici della specie una forma che, per la differente e speciale colorazione viene giu- stificata la istituzione di una varietà, propone di nominare var. Duponchel, in ricordo dell’ entomo- logo Duponchel, il quale in omaggio a Roma volle chiamare romana una delle più graziose spe cie di Glafirini, da lui raccolta nel Lazio. LUIGIONI PAOLO. Una varietà nuova del Carabus italicus Dey. (Firenze, 1903. Bull. d., Soc. Entom. Italiana Trim. I. Estr. di pag. 3 in-8). | L'A. raccolse nella provincia Romana e descrive quì una varietà nuova di Carabus italicus, che si distingue dal tipo principale per alcuni propri caratteri. L'A. la chiama var. Rostagnoi m. dedicandola al Sig. Comm. Fortunato Rostagno, in ricordo del comune ideale nel contribuire insieme alla conoscenza di quella ricca fauna entomologica. FABANI Dott. CARLO. La Lepre. (Sondrio, 1904. Tip. Corriere della Valtellina. Pag. 76 in-16).: Questo lavoro fondato sulla scorta di alcune osservazioni fatte dall’ A. e con l’aiuto delle mi- gliori opere di naturalisti e di autori dell’arte cinegetica, crediamo che sia l’unico pubblicato in Italia, che tratti estesamente della lepre. Esso suddividesi nei seguenti capitoli: Suo posto in natura — Area di distribuzione geografica — Descrizione — Distinzione di sesso — Costumi e vita — Generazione — Sua età e sue malattie — Addomesticamento — Allevamento — Caccia col bracco — Caccia clamorosa o a rastrello — Caccia coi levrieri — Caccia coi segugi — Astuzie della lepre nell’andare al covo — Scovamento della lepre — Sua fuga e sue astuzie per salvarsi — Nuove ricerche — Riscovamento o riborsa — Ultima fase — Bracconaggio, agguato, trac- cia sulla neve, abbandono dei cani — La lepre bianca. TREBBI GIORGIO. Ricerche Speleologiche nei gessi del Bolognese. (Bologna, 1903. Dalla Riv. Ital. di Speleologia. Anno I, fasc. 3 e 4. Estr. di pag. 15 in-8). Conoscendo quanto sia mal nota la morfologia esteriore ed il regime idrografico sotterraneo delle regioni gessose, l’Egregio A. ha diligentemente riassunto in questa nota preliminare il risul- tato delle ricerche da qualche anno da lui intraprese nei gessi del Bolognese. A tal uopo porge un elenco delle caverne e degli altri fenomeni di erosione che quivi ha avuto eccasione di stu- diare. In un prossimo lavoro l’ Egregio A. si propone di svolgere l’analisi minuta dei fenomeni e trarre da essa alcune conclusioni atte a presentare in un quadro sintetico, le modalità dei feno- meni carsici nei gessi del Bolognese e le loro intime analogie con quelli tipici dei calcari. Onde dare una idea più esatta di queste non brevi e disagevoli ricerche, l' Egregio A. verrà pubblicando le piante topografiche delle località ove i fenomeni in parola si manifestano e gli spaccati e le piante delle voragini e caverne di maggiore interesse. _____—__ << 154 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- diamo sia l' unico che si stampi fra noi, ed è forse perciò che gli studiosi e specialmente gl' esteri, ci hanno spesso fatte calde premure a che procurassimo di renderlo il più possibile com- pleto. Per la qual cosa preghiamo gli autori italiani e quelli esteri che scrivono in pubblicazion) italiane o di cose italiane, relative alle scienze naturali, a favorirci possibilmente una copia de loro scritti, o fornirci anche solamente i dettagli sufficienti per poterne dare un simile annunzio ai seguenti. I gentili autori che ci faranno questo favore, avranno un qualche compenso nel far così conoscere il titolo dei loro scritti nei centri scientifici di tutto il mondo, poichè questa Rivista non solo è diffusa per i molti abbonati che ha, ma viene anche inviata in cambio ad altre 200 pubblicazioni dei principali sodalizzi scientifici italiani ed esteri, Pubblicazioni del 1902 (continuazione) Botanica, Paleofitologia - Agricoltura 76. Trotter A. Contributo alla Teratologia vegetale. (Firenze, ibidem, n. 2-3, pag. 44-50). 77. Trotter A. Intorno a tubercoli radicali di Datisca cannabina L. (Firenze, ibidem, pag. 50-54). 78. Trotter A. Descrizione di alcune galle dell' America del Sud. (Firenze, ibidem, n. 5-6, pag. 98-107). 79. Voglino P. Sopra una malattia dei Cri- santemi coltivati. (Genova, Malpighia an. XV, fasc. 11-12, con tav.) 80. Voglino P. Il carbone del garofano, Heterosporium echinulatum (Berck) Cooke. (To- rino, Annali d., R. Ace. d’Agric. vol. XLV, Estr. di pag. 1-13, con l tav.) 81. Zodda G. Revisione monografica dei Delfinii italiani secondo Huth e dei Meliloti ita- liani secondo O. E. Schiilz. (Genova, Malpighia anno XV, fasc. 11-12). Zoologia, Paleozoologia Allevamento degli Animali (continuazione) 79. Alessandrini dott. G. Note di Erpe- tologia (Nuove specie aggiunte alla collezione p. R. Museo Zool). (Roma, Boll. d. Soc. Zool. ital. Fasc. IV, V e VI. pag. 224-229). 80. Alzona C. Brevi Note bibliografiche (Siena, Boll. d, nat., n. 10. pag. 116-118). 81. Angelini prof. G. Sunto della relazione sui Trochili donati da S. M. il Re al Museo Zoo- logico della R. Univ. (Roma, Boll. d. Soc. Zool. ital. Fasc. IV, V e VI, pag. 158-159). 82. Arrighi Griffoli conte G. Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli mi- (Parte II.). (Siena, Avicula, n. 51-52, cont. e continua). 83. Ariola dott. V. Ricerche Anatomo-Zoo- logiche sui eestodi parassiti del Centrolophus pompilus C. V. (Genova, Dagli Atti d, R. Univ. Vol. XVII. Estr. d. pag. 54 in-4, con tav.) 84. Ariola dott. V. Contributo per una Monografia dei Didymozoon. I Didymozoon pa- rassiti del Tonno. (Paris, Arch. de Parasitolo- gie. Vol. VII, n. 1. Estr. di pag. 10 in-8. con fig.) 85. Ariola dott. V. La natura della Parte- nogenesi nell’ Arbacia pustolosa. Ricerche com- gratori. piute alla Stazione zoologica di Napoli. (Genova, Atti d. Soc. Ligustica d. Sc. nat. e geografiche. Anno XII, Fasc. 3. Estr. di pag. 12 in-8, con % tav.) 86. Bade dott. E. Vogel in der Gefangeu- schaft (Uccelli in cattività) Parte I. Uccelli di gabbia indigeni. (Prezzo 5 marchi) (Berlin, Edit. Fritz Pfennigstorfi. Con 20 tav.) 87. Bianchini dott. B. Osservazioni ana- tomiche sulle arterie encefaliche corticali del Ca- vallo e del Cane, in rapporto a quelle degli altri mammiferi domestici. (Roma, Boll. d. Soc. Zool. ital. Fasc. IV, V e VI. pag. 21-55). 88. Bellini dott. R. Contribuzione alla co- noscenza della Fauna dei Molluschi marini del- l'isola di Capri. (Napoli, Boll. d. Soc. di Natu- ralisti, Anno XV, Vol. XV, Estr. di pag. 121 in-8). lb A RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 89. Bellini dott R.I molluschi del lago Fusaro e del Mar Morto nei Campi Flegrei (Na- poli, Ibidem. Anno XVI, Vol. XVI, Estr. di pag. 27 in-8, con fig.) 90. Bonizzi prof. P. Colombi domestici e la Colombicoltura. {Prezzo L. 2). (Milano, Ed. U. Hoepli. Pag. 211 in-4, con fig.) 91. Bonomi P. Dalla Sardegna. Appunti. d' e- scursioni. (Siena, Avicula n. 59-60 e seg.) 92. Brunelli G. Sul significato della meta- morfosi negli Insetti. (Siena, Riv. ital. di Sc. nat., n. 7-8, pag. 100-106). 93. Brusina prof. S. L' atlante ornitologico del prof. E. Arrigoni degli Oddi. (Siena, Avicula n. 50-06, pag. 89-100). 94. Calderoni G. Nuovi proietti dei Monti Sabatini. (Siena, Boll. d. nat., n. 1 pag. 7). 95. Camerano prof. L. Ricerche soma- tometriche in Zoologia. (Torino, Boll. dei Mu- sei di Zool. e Anat. comp. Vol. XVII, n. 431, Estr. di pag. 18 in 4), .96. Cannaviello prof. E. Contribucion al estudio de los microlepidopteros de la Italia Me- ridional. (Madrid, Bol. de la Sociedad espanola de Historia nat. Estr. di pag. ll in-8). Mon Cannaviello dott. E. Observation fai- tes sur quelques Papilionidae recuellis dans les provinces meridionales de l' Italie. (Narbonne, Miscellanea Entomologica. Vol. IX, Estr. di pag. 6 in-8). 98. Cannaviello dott. E. Le Tineinae delle provincie meridionali d’ Italia. (Siena, Riv. ital. d. Sc. nat. n. 5-6, (cont. e fine). 99. Cannaviello dott. E. Osservazioni sulle Phalaenae dell’ Italia meridionale. (Siena, Ibi- dem n. 11-12, pag. 149-153). 100. Carruccio prof. A. Sovra un palmipede rarissimo e di gran valore (Plautus impennis) donato da S. M. il Re Vittorio Emanuele III. al Museo Zoologico della R. Università. (Riassunto di due comunicazioni con 2 tav.) (Roma, Boll. d. Soc. Zool. ital. Fasc. IV, V e VI. pag. 1-20). 101. Carruccio prof. A. Sovra un Gypée- tus barbatus adulto del Piemonte, donato da S. M. il Re Vittorio Emanuele III al Museo Zoolo- gico della R. Univ. (Roma, Ibidem pag. 104-119). 102. Cartolari E. Note per il Calendario or- nitologico Veronese dell’ anno 1901. (Verona, Atti dell’ Accad. d’Agr. sc. lett. e comm. Serie IV, Vol. II, Estr. di pag. 6 in-8). 155 103. Catture di specie rare od avven- tizie (Siena, Avicula n. 49-50 e seg.) 104. Cobelli dott. R. Le Cicadine del Tren- tino (Rovereto, Tip. Roveretana-Ditta Sottochiesa. pag 30 in-8). 105. Corti A. Le galle della Valtellina. Se- condo contributo alla conoscenza della Cecidio- logia Valtellinese. (Milano, Atti d. Soc. Ital. di Se. nat. Vol. XLI, Estr. di pag. 283 in-8), 106. Cozzi sac. C. Una Stazione della Vin- ca rosea. Rodegh nei dintorni di Milano. (Siena, Boll. d. nat. n. ll. pag. 127-129). 107. Falconieri di Carpegna G. Cattura di due « Cosmonettae histrionicae » (Moretta arlecchino) per la prima volta in Italia. (Roma, Boll. d. Soc Zool. ital, Fasc. I, II, e III, Estr. di pag. 2 in-8). 108. Falconieri dott. G. Catalogo descrittivo deglì uccelli esotici (già esistenti ne R. Castello da S. M. il Re Vittorio Emanuele III. al Museo Zoologico della R. Univ. (Roma, Ibidem. Fase. IV, V, e VI. pag, 120-157). 109. Falconieri dott. G. Sulla cattura del- l’ Emberiza melanocephala nell’ Agro romano. (Roma, Ibidem. Pag. 56). 110. Fenizia prof. C. Su di un Mostro Triplo risultante di di Moncalieri donati una notomelia e. di un eteradelfia combinate con un autosita. (Acireale, Mem. della Classe di Sc. d. R. Accad. degli Ze- lanti, 3. serie, Vol. l. Estr. di pag. 7 in-8). lll. Fenizia prof. C. Un caso di simbiosi utilitaria reciproca. (Siena, Boll. d. nat., n. 5, pag. 55-58). 112. Garneri dott. A. Contribuzione alla Fauna Sarda- Aracnidi. (Roma, Boll. d. Soc. Zool. ital. Fasc. IV, V e VI. pag. ©7-103). 114. Ghidini A. Note sull’ Avifauna della Svizzera italiana. (Siena, Avicula. n. 59-56 e seg.) 114. Grimaldi prof. A. La caccia ai Falchi a Reggio Calabria. (Siena, Ibidem. pag. 117-120). 115. Lang. Traité d' Anatomie comparée et de Zoologie. (Parigi, Ed. Carrè et Naud). 116. Largaiolli dott. V. Distribuzione dei pesci nei Bacini idrografici del Trentino. (Trento, Rivista Tridentum, fasc. I-II, Estr. di pag 20 in-8). 117. Largaiolli dott V. L'Oscillatoria ru- bescens D. C. nel Trentino. (Trento, Ibidem. Anno V, fase. III, Estr. di pag. l in-8). 118. Largaiolli dott. V. I pes:i del Tren- 156 tino Vol. 2. Parte Speciale. Storia nat. dei pesci del Trentino e di due specie straniere che in- teressano la piscicultura Trentina. Con prefa- zione del prof. comm. Enrico H, Giglioli. (Prezzo Cor. 3). (Trento, Soc. tip. edit. Trentina. Pag. 122, con 33 fig.) s 118. Lucifero A. Elenco dei mammiferi ca- labresì (Siena, Riv. ital. di Sc. nat., n. 1-2, (cont. e continua). 119. Mainardi A. Rbhizotrogus Grasii. (Fi- renze, Bull. d. Soc. Entomol. ital. Anno XXXIV, Trim. I. Estr. di pag. 7 in-8 con fig.) 120. Malesani dott. F. La glandola del Le- targo in alcuni vertebrati. Con prefazione del comm. Paolo Lioy. (Lonigo, Tip. Papolo & Gran- conato, pag. 31 in-8, con 8 tav.) 121. Mantero G. Enumerazione delle Mutille raccolte nell’ alto Paraguay da Guido Boggiani (Firenze, Bull. d. Soc. Entom. Ital., Anno XXXIV Estr. di pag. 6 in-8). 122. Martorelli prof. G. Ulteriori osserva- ziori sull' Athene Chiaradiae, Giglioli. (Milano, Atti d. Soc. Ital. di Sc. nat. Vol. LX. Estr. di pag. 16 in-8, con l fig.) 123. Monini P. L’ Apicoltura nel Perugino Parte }. L'alveare rustico e il metodo empirico (Perugia, Unione Tip. Coop. pag. 51 in-8). 124. N. O. Il linguaggio degli uccelli. (Siena, Avicula. n. 51-52, pag. 33-36). 125. Neviani dott. A. Materiali per una bibliografia italiana degli studi sui Brzozoî vi- ì Ten, È È L RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI nat. n.2. cont. e continua). 126. Ninni E. Sopra un ibrido di Dafila acuta X Anas boscas. (Siena, Avicula. n. 53-54, pag. 57-59). 127. Ninni E. Note ornitologiche per la pro- vincia di Venezia. (Milano, Atti d. Soc. Îtal. di Sc. nat., vol. XL, Estr. di pag. 12 in-8). 128 Ninni E. Replica alla Nota del Sig. E. Licer intitolata : I Colombi di S. Marco. (Vene- zia, Dall’ Ateneo Veneto, Anno XXV, vol. II, fasc. I, Estr. di pag. 16 in-8. con l tav.). 129. Ninni E. La caccia degli uccelli aquatici (a scibpon) nelle lagune di Venezia. (Venezia, nuova Tip. Comm. pag. 10 in-8). 130. Parona prof. C. Catalogo di Elminti raccolti in Vertebrati dell'Isola d' Elba dal dott. Giacomo Damiani. (Genova, Boll. dei Musei di Zoologia e Anat. comp. d. R. Univ. n. 1183, Estr. di pag. 20 in-8). 131. Pavesi prof. P. Il settimo Calendario ornitologico Pavese. (Milano, Rend. d. R. Ist. Lomb. di Scienze e lett. S. II. v. XXXIV, Estr. di pag. 10 in-8). 132. Perrotta dott. prof. A. Uccelli che nidificano nella valle bassa del Garigliano. (Siena, Avicula, n. 51-52, pag. 51-52). 133. Picchi C. L'Acredula Sicula, Whitaker. (Siena, Ibidem. n. 49-50, pag. 3-5). 134. Provenza dott. G. L'allevamento dei cani (Prezzo L. 1,20). (Palermo, Ed. F.!! Marsala pag. 88 in-16). venti e fossili dal 1800 al 1900. (siena, Boll. d. (continua) NOTIZIARIO —< x V. Congresso zoologico a Portoferraio. — Îm seguito a vive premure fatte dall’ Egre- gio Prof. Giacomo Damiani, sappiamo che il Congresso della Unione zoologica italiana proclamò sede del V. Congresso del 1905: Portoferraio. Godiamo che sia stata accolta all’ unanimità l’ ottima proposta dell’ Egregio Prof. Damiani in conferma della grande stima che riscuote come zoologo e come degno cittadino elbano. Auguri. — Sorga propizio il venturo anno 1904 agli Egregi abbonati e collaboratori a cui auguriamo ogni sorta di felicità. Siena. Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri E, BOZZINI, Gerente responsabile Volumi in vendita presso l'agenzia di questo periodico: (Sconto 20 0/0 ai soli abbonati alla vista aliana di Scienze natu- rali o al Bollettino del Naturalista o all’ Avicula). Faiua-Tepanpi Lusi - Glossario entomologico corredato del Registro Latino-Italiano delle voci citate. Vol. di pag. 186, formato 8.° grande, con 11 tavole. Prezzo L. 5. LuciFERO ARMANDO - A vifauna Calabra. Elenco delle specie sedentarie e di passaggio in Calabria. Vol. di pag. 79 in 8.° grande. Prezzo L. 4, 00. Ronn E. - Gli uccelli nidiacei. Allevamento - Educazione - Malattie - Cure. Vol. di pag. 58 in 8.° Prezzo L. 1,50. VaLcon G. - Dall Opera « La Specola ornitica » di Helgoland del Gatke. Vol. di pag. 54 in 8.° Prezzo L. 1, 50. E uscita la 17.8 dispensa del CATALOGO DEI COLEOTTERI D'ITALIA: compilato dal ben noto coleotterologo Dott. Stefano Bertolini con la collaborazione di distinti entomologi. 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Prezzi d’ Abbonamento per il 1904 I nuovi abbonati e tutti coloro che pagheranno 1’ abbonamento 1904 entro 1’ annata corrente, godranno le appresso facilitazioni sui prezzi d’ abbonamento: SGA Con L. 5 saldano l’ abbonamento al Giornale Ornitologico. italiano ed al Bollettino del Naturalista; oppure alla Rivista e Bollettino del Naturalista; e con sole L. 8 sal- dano l’ abbonamento per tutti e tre i periodici Avicula, Rivista e Bollettino. 3 Premi ai nuovi abbonati Oltre alle riduzioni sui prezzi d’ abbonamento sopraindicate, ogni abbonato, nel rimet- tere direttamente all’ Agenzia di questi Periodici in Siena (Via B. Peruzzi) l'importo dell’ abbonamento, potrà domandare uno dei seguenti 3 premi, che sarà sollecitamente ri- messo franco a domicilio : 1.° Un opuscolo a nostra scelta relativo alle Scienze naturali. Indicare se si desidera di s0g- getto relativo alla Zoologia, o alla Botanica, o all Agricoltura o alla Mineralogia e Geologia. 2.° Cinque specie, a nostra scelta, di minerali, o di rocce in piccoli esemplari, o di conchiglie, o di fossili, o di piante sesche, o di insetti. 3.0 Una pelle di. uccello mosca o di altro uccelletto esotico: 3 Oppure previa richiesta verrà fatta: Pubblicazione gratuita di avvisi di complessivi 30 versi in colonna. « « per 6 volte della medesima o di diverse domande ed offerte di cambi, Offriamo inoltre indistintamente a tutti coloro che pagano l'abbonamento 1904 entro l’anno 1903: AE Lé annate arretrate dei Periodici « Rivista e Bollettino » signo, a d 2.00 per n 5) annate L. 8, e per sole L. 17 tutte le 18 annate dal 1885 al tutto il 1902. Le prime sei annate dell’ Avieula per L. 3,50 ciascuna. Tutte e sei per L. 18.00. Si av- verte che fino a tutto il 1896 gli studi e le notizie sugli uccelli, loro caccia ecc. venivano pubbli- cati nei fascicoli della Rvzsta e del Bollettino, per cui, per quanto riguarda gli uccelli, 1’ Avicula come una continuazione ai detti periodici. N 50 "/ di ribasso sui prezzi di molti scritti relativi alle scienze naturali dei TI mandia- mo gratis il catalogo di ]2 pagine a tutti coloro che ne faranno richiesta. Gratificazioni. — A chi ci procurerà 2 nuovi abbonati da L. 8 ciascuno verranno rilasciate a suo favore L. 2; per 2 nuovi abbonati da L. 5 ciascuno L. 1,50; per 2 nuovi abbonati da L. 8 ciascuno, L. 1; che potrà ritenersi inviando all’ Amministrazione - Via Baldassarre Peruzzi, 28 Siena - sole: L. 14, L. 8.50, L. 5 OFFERTE D'OCCASIONE Boccette di vetro, con tappo di sughero, per la conservazione degli animali inferiori. Altezza cm. 38, diametro cm. 12. L. 6 il cento. L. 1,00 la dozzina. Vetri porta oggetti da osservazioni e preparazioni microscopiche. 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L’ Abbonamento è sempre anticipato (0) » zi z ° a o] (‘9) [cal [en] (©) S © + ° (©) boni E E |] Ei [col Ss Z ia S | #3 -R Q — Cp) DR = (cal [a E = 5 [ne] [abi = (©) [as] Ei Z E [=>) E Zi E = È [=) [sa) |sa] < | © Z < 5 < [Mm ER = Q (>) (a (©) [I () (©) = E [ao] E (+ S S Sì DS & S SÌ S DI > <“ bi ©) oz = © (©) Z pi < - “ Zi Z < (si < imque saldano l’ abbonamento al Giornale ia del giornale, con sole Lire @ (105 "o direttumente all’ Agenz Ornitologico ed al Bollettino del Naturalista, oppure alla Rivista ed al EI D S [©] - d ® | [o] [=] (a) Po) Q (o) ari [©] A [oi uo) 3 [Si n © » © D pa eri fa; (O) 4 ° (7) [si o (>) D “a S ES 829) SÒ Si Si ù k Pea >> D uSì S tutti e tre questi periodici. I nuovi abbonati ricevono sempre tutti è fascicolt tali. etrati dell’ annata. le maggior: i spese pos Ì più per Gli abbonati esteri dell’ Unione postale pagheranno L. 1,00 di piu, e quegli degli altri Stati L. 2,00 d Conto-Corrente con la Posta - ANNO XXIII INISI BOLLETTINO DEL NATURALISI Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acelimatatore Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L. 3. Pergli Stati della unione postale L.3, 50. Altri Stati. 45 ruzione e diletto a 3) 3 n N DI ® DI) N s v ai (3) D Is PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali ed al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scambi e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i professori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per ì Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Richieste e offerte ecc. ecc, (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA È Collaboratori sono tutti gli abbonati e principalmente quelli nominati nella copertina della Rivista Italiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- | scrittì che contengono avv: di acquisto 0 di vendita, o che sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. possono servire di reclame commerciale Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente Via B. 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Pas. 58 in-8 L. 1,50 per L. 1,00. } Dopo la peste di Napoli. Studio anatomo- biologico del dott. Omero Ricci. Pag. 18 in-8. Prezzo L. 1.50 per L. 1,00. Glossario entomologico, corredato del re- gistro Latino-Italiano delle voci citate, redatto da Luigi Failla Tedaldi. Pag. 186, formato 8.° grande (con ll tavole) L. 5 per L. 3, 50. Avifauna Calabra. Elenco delle specie di uccelli sedentarie e di passaggio in Calabria,di Lucifero Armando Vol. di pag. 79 in-8. L. 4,00. per IN2850) La Valtellina ed i Naturalisti. Memo- ria divisa in 6.capitoli: 1. Generalità - 2. Zoo- locia - 3. Botanica - 4. Geologia - 5. Minera- logia e litologia = 6. Idrologia e meteorologia. Appendici, per il dott. M. Cermenate. Vol. di 287 pag. in-8. (Prezzo L. 3 per L.. 2,90). I Pesci del Trentino e nozioni elementari intorno all’ organismo, allo sviluppo ed alla fun- zione della vita del pesce, del dott. V. Larga- iolli in 2 vol. con fig. L. 6,50 per L. 5,50. Carta murale dei Pesci del Trentino com- pilata dal dott. V. Largazolli. (Montata L. 2,50 per L. 2,00; non montata L. 2,00 per L. 1,50). Le funzioni della vita, Preliminari. La Riproduzione, del prof. E. Paratore. Pag. 25, formato in 8.° grande, (L. 2,00 per L. 1,00.) La Geologia agricola e le rocce della provincia di Roma e di Perugia per il dott. G. De Angelis d’ Ossat (I. Parte), Pag. 27 in-8. (L. 1,50 per L. 1,00). Quadri cristallografici per le scuole se- condarie del prof. E. Paratore. 12 pag. L. l per L. 0,40. ; Gli insetti nocivi alla vite, loro vita e modo di combatterli del dott. A. Lunardoni. Pag. 54 con molte figure in colori L. 2 per L. 1,90. Monografia illustrata degli uccelli di rapina in Italia del dr. G. Martorelli. Grande volume di 211 pag. in-4 con tav. in colori e fix. intercalate nel testo L. 20 per L. 18. Gli uccelli e l’ agricoltura. Osservazioni di G. Fabani L. 0,60 per L. 0, 40. Nozioni elementari di storia naturale ad uso delle scuole secondarie, classiche e tecni che per il prof. A. Neviani. Anatomia, Tisio- logia e Tassinomia animale. Vol. di 440 pag. con 464 fis. L. 3,00 per L. 2,50. Meccanismo interno ed esterno del volo degli uccelli per il prof. C. Fabani L. 0,60 per L. 0,30. Avifauna del prof. Gasparini con la dia- gnosi di tutte le specie degli uccelli italiani. 296 pag. in 8. L. 5 per L. 2,50. Manuel du Naturaliste per A. Granger. Raccolta, preparazione, imbalsamazione, ecc. ecc. Pag. 332 con 257 fig. (1395) L. 4,50 per L. 3,00. L’ art d’empailler les petits animaux semplifié par P. Combes. Un vol. con fig. L. 1 per L. 0,80. Piccolo atlante botanico di 30 tav. con 258 fig. in colori preceduto da brevi nozioni di Botanica descrittiva per le scuole secondarie del prof. Vincenzo Gasparini. 2.8 edizione mi- olinrata ef accresciuta LI 350) ner ib 2:50: Manuel du Lepidopteriste par G. Paris. Catalogo delle specie, caccia, preparazione, clas- Sificazione, maniera di allevarli ecc. 320 pag. con figure L. 3,75 per L. 3,00. Conseils aux amateurs pour faire une collection de papillons. Classification, pre- paration et conservation. Par M. Bel/eze. Con 32 fig. L. 0,80 per L. 0,50. Viaggio in Oriente pel cav. dott. F. Tassi. Pag. 130 L. 1 per L. 0, 40. I funghi mangerecci e velenosi, deseri- zione, modo di cucinarliì e conservarli. Con 23 ARISO per C. Rossi. Pag. 140 L. 1,50 per . 0,80 Sono i piccoli uccelli utili all’agricol- tura? per D. G. Salvadori. Pag. 22 L. 0,00 per NO N258 La protezione degli animali in rapporto ai loro diritti ingeniti e acquisiti all’ umano consorzio e alle leggi, per il prof. Grello Nic- colò L. 2,00 per L. 1,20. Considerazioni sulla intelligenza degli animali per il prof. N. Grzlo. Un Vol. di 70 pagine L. 1,10 per L. 0,80. Traverso la Sardegna per il dott. N. Grillo. Vol. di 178 pag. L. 1,00 per L. 0, 70. Il Mimismo del regno animale per il prof. ©. Socini. Pag. 172 e © tav. con molte fig. L. 3,00 per L. 2,00. L’uovo e le sue prime trasformazioni per il dott. Cermenati Mario. Pag. 46 in-8. Prezzo L. 1,00 per L. 0,50. Terapia clinica dei Difterici per il cav. uff. prof. Cozzolino Vincenzo. Pag. 101 con 10 figure L 2,00 per L. 1,50. Manuale di Geografia fisica con alcune nozioni elementari di Astronomia per Fabrettz Ferdinando. Pag. 359 in-8 con figure L. 3,50 per L. 2,00. Zootecnia. Pregi e difetti degli animali do- mestici col modo di conoscere l’ età per Cavagna Gaudenzio. Pag. 280 in-8. Prezzo L. 2,00 per L. 1,50. La cultura dell’ Olivo e la estrazione del- l’olio di Passerini Napoleone. Pag. 132 in-8 con figure. Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. Metodo per preparare Tavole murali per la Scuola del dott. Poli prof. Aser. Pag. 8 in-8 L. 0,50 per L. 0,30. Manuale del trattamento del Cavallo del march. Carlo Costa. Pag. 280 1n-8. Prezzo L. 3,00 per L. 2,00. Elementi di Agraria ad uso delle Scuole di Agricoltura del prof. Napoleone Passerini. Pag. 272 in-8 con figure. L. 2,50 per L. 2,00. Elementi di Tassinomia vegetale ed animale del dott. Luigi Bordiî. Pag. 100 in-8. Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. Elementi di Zoologia agraria del dott. Eugenio Bettoni. Pag. 352 in-8. Prezzo L. 3 per L, 2,50. Falconeria moderna. Guida pratica per addestrare alla caccia le principali specie di Fal- conidi per A. U. Filastori. 23. Ediz. Pag. 136 in-8 con figure. L. 1,25 per L. 1,00. Anno XXIII N. I 15 Gennaio 1903 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali ed al Giornale Ornitologico italiano ‘Abbon. annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L, 4. SOMMARIO Zodda dott. Giuseppe Specie e località da aggiungersi ‘al catalogo dei Coleotteri d* Italia. del Bertolini (cont. e fine) Pag. ll. Invenzioni e scoperte Pag. 5. — Richieste e offerte (gratis per gli abbonati). Pag. 3. Gol 1903 questo Periodico entra nel suo XXIII. anno di vita. Ia Direzione coglie tale oegasione pet ttinnovare i più sineeri auguri agli egregi Abbonati e Collaboratori. mn Dott. GIUSEPPE ZODDA SPECIE E. LOCALITÀ da aggiungere al < Catalogo dei Coleotteri d’ Italia del Bertolini, > (continuazione e fine) =_= ===; STAPHYLINIDAR Aleochara laticurnis Kraatz. ex Verh. 1901, pag. 448. Il Bertolini la cita con dubbio per il Tirolo, da dove invece il Bernhauer dice di pos- sedere degli esemplari; trovasi anche in Istria. A. DIVERSA I. Sahlb. ex Verh. 1901, pag. 470 con la var. ALBovILLOSA Bernh. in Verh. 1901, pag. 471. Il tipo è sparso per l’ Italia, la varietà è stata descritta sopra esemplari dell’ Italia continentale. A. haemoptera Kr. ex Verh. 1901, pag. 475 e A. GANGLBAUERI Bernh. in Verh. 1901, pag. 493. La prima è designata dal Bertolini come di località incerta, il Bernhauer afferma di averla conosciuta egli stesso dell’ Italia superiore; la seconda è stata descritta sopra un unico esemplare scoperto dal Ganglbauer al Passo di Rolle (Tirolo australe). Oxypoda perplera Rey ex Verh. 1900, pag. 422 e O. Corsica Bernh. in Verh. 1900, pag. 423. La prima è stata raccolta dal Sig. Luigioni nei dintorni di Roma; la seconda è pro- pria della Corsica (Morel). OcyusIDA (nov. gen.) SkALITZKYI Bernh. in Verh 1900. pag. 198. Questo nuovo genere, fin oggi monotipico, è proprio del Tirolo australe. Callicerus MuenstTERI Bernh. in Verh. 1900, pag. 533. Scoperto dal Sig. Minster a Genzano nel Lazio. Atheta cePrHALOTES Bernh. in Verh. 1901, pag. 651 e A. procera Kr. ex Verh. 1900, pag. 536. La prima è propria dei dintorni di Genova (Dodero); la seconda è citata dal Bertolini di località incerta; il Bernhauer invece ne ha veduto esemplari provenienti dal Tirolo au- strale. A. gracilicornis Er. var. FLAVIPENNIS Bernh. in Verh. 1900, pag. 537, A. tenuissima Epp. loc. cit. e A. ALPICOLA Mill. ex Verh. 1902, pag. 102. La prima è propria della Liguria (Dodero); la seconda, oltre che del Piemonte; è nota del corso superiore della Brenta; la terza è stata rinvenuta sul M. Canin (Krauss e, Gangl- bauer). A. ERNESTINAE Bernh. in Verh. 1898, pag. 530; 1899, pag. 427; e 1901, pag. 652 e A. DOLOMITANA Bernh. in Verh. 1900, pag. 534. La prima, scoperta la prima volta nella regione Giulia presso Tarvis, sì è rinvenuta in seguito anche nel Tirolo; la seconda specie è propria della Val Pusterla nel Tirolo au- strale. Leptusa ARIDA Epp. ex Verh. 1899, pag. 22: L. ruficollis Er. var. LuDYI (Epp.) ex Verh. 1900, pag. 413; ZL. tiroZensis Bernh. ex op. cit., pag. 414 e ZL. DopEROI Bernbh. in Verh. 1900, pag. 418. L’ arida trovasi nell’ Emilia, la seconda specie nell’ Italia superiore e media; la tiro- .lensîs, oltre che nel Tirolo, sul M. Baldo; 1’ ultima nel Genovesato. Hypocyptus cLavIGER Fauv. ex Verh. 1902, pag. 186 e 7yphlocyptus Pandellei Saulcy ex of. cit., pag. 187. La prima specie è della Toscana; la seconda, oltre la Corsica, abita la Liguria (Dodero). Tachinus scapularis Steph. ex Verh. 1900, pag. 499 e SS. Zatiusculus Kiesw. ex Verh. 1900, pag. 503. Il primo, oltre la Sicilia, abita l’ Italia; il secondo, indicato di località incerta dal Ber- tolini, trovasi nelle Alpi orientali. Tachyporus trALICUS Luze in Verh. 1901, pag. 160. È stato raccolto dal Varendorff in Italia; i saggi si conservano nel Museo di Storia Naturale di Vienna senza indicazione di più precisa località. Lamprinus pictus Fairm ex Verh. 1901, pag. 183. Oltre la Sicilia, secondo il Luze, abita la penisola italiana. Mycetoporus PICEOLUS Rey ex Verh. 1901, pag. 671 e M. Mulsanti Ganglb. op. cit. pag. 680. Il primo è sparso nell’ Italia; il secondo è stato rinvenuto anche sul M. Canin (Krauss e Ganglbauer). M. BeveLIERI Rey ex Verh. 1901, pag. 682; M. brunneus Marsh. var. DECIPIENS Penecke ex Verh. 1902, pag. 102 e M. GAnGLBAUERI Luze iu Verh. 1901, pag. 692. Il primo trovasi in Sardegna e Corsica; il secondo sul M. Canin; il terzo è stato sco- perto dal Ganglbauer in Vall’ Arsa (Tirolo australe). 1 M. pachyraphis Pand. ex Verh. 1901, pag. 694 e M. nIGER Fairm. ex Verh. 1901, pag. 704. Il Bertolini indica di località incerta la prima specie, ma è nota del M. Baldo; il Luze poi dice la seconda specie sparsa per tutta la regione mediterranea e per 1’ Europa; credo quindi che debba annoverarsi tra le specie italiane, sebbene il Bertolini non ne parli. M. corpuLENTUS Luze con la var. HALBHERRI Luze in Verh. 1901, pag. 707. Il tipo è stato raccolto nel Tirolo; la var. presso Rovereto (Halbherr) e presso Lava- rone (Lokay) nel Tirolo australe. M. rufescens Steph. ex Verh. 1901, pag. 713 e M. LAEVICOLLIS Epp. ex Verh. 1901, pag. 714. Tl primo trovasi anche in Corsica; il secondo sul M. Canin. Quedius punctatellus Heer ex Verh. 1902, pag. 102, Q. hispanicus Bernh. ex Verh. 1900, pag. 46 e Q. coLLaRrIS Er. ex Verh. 1902, pag. 102. La prima e terza specie sono state rinvenute sul M. Canin (Krauss e Ganglbauer),; . la seconda nell’ Italia centrale. Philonthus nimbicola Fauv. ex Verh. 1902, pag. 102. È stato raccolto sulle Alpi Giulie al M. Canin (Krauss e Ganglbauer) Lathrobium DopEROI Ab. ex Verh. 1901. pag. 390 e L. PinkERI Ganglb. Ioc. cit. La prima specie è propria dei dintorni di Genova (Dodero) e di Imola (Skalitzky); la seconda è stata scoperta in Vall’ Arsa nel Tirolo australe (Pinker, Halbherr e Ganglbauer). Scopalus ScANEIDERI Bernh. in Verh. 1900, pag. 202. È proprio della Corsica, ove è stato raccolto ad Ajaccio (Schneider) e Foce (Morel). Stenus glacialis Heer ex Verh. 1902, pag. 102; S. LiscaTENSTENNI Bernh. in Verh. 1900, pag. 47 e S. HyvPsipRomus Ganglb. in Verh. 1902, pagg. 102 e 104. La prima e terza specie sono state rinvenute sul M. Canin; la seconda sul M. Pasubio nel Tirolo australe (Spurny). Troglophloeus AueustAE Bernh. in Verh. 1901, pag. 654. Rinvenuto dallo stesso autore sulla cima del mare presso Pola (Istria). Amphicroum canaliculatum Er. ex Verh. 1902, pag. 102; Anthobium nitidicolle Baudi loc. cit. e A. PULCHERRIMUM Bernh. in Verh. 1901, pag. 654. Le prime due specie sono state raccolte dai Sigg. Krauss e Ganglbauer sul M. Canin la terza nel Tirolo australe presso il Brenta (Ròttgen). Micropeplus DeviLLEI Bernh. in Verh. 1900, pag. 203. Scoperto da S, Claire-Deville in Corsica a Vizzavona. PSELAPHIDAK Trimium ZouraLi Krauss in Verh. 1900, pag. 289 ; Reichenbachia HummLERI Krauss . in Verh. 1900, pag. 290 e Bythinus ANABATES Holdh. in Verh. 1902, pag. 201. Le prime due specie sono state scoperte dal sig. Paganetti, la prima a Varano presso Ancona, la seconda al lago di Fucino (Abruzzi); la terza dall’ autore medesimo al Passo di Rolle (Tirolo australe). SCYDMENIDAE Neuraphes coronatus I. Sahlb. ex Verh. 1902, pagg. 102 e 202 e N. FRIGIDUS Holdh. in Verh. 1902, pag. 201. La prima specie, citata con dubbio dal Bertolini per la Lombardia, è stata rinvenuta al M. Canin (Krauss e Ganglbauer) e al Passo di Rolle nel Tirolo (Holdhaus); la seconda in quest’ ultima località dallo stesso autore. Leptomastax hypogaeus Piraz. ex Verh. 1901, pag. 405. Trovasi nell’ Italia centrale. SILPHIDAE LEPTDERUS HoHENWARTHII Schmidt ex Verh. 1901, pag. 31. Trovasi nell’ Istria. Catops tristis Panz. ex Verh. 1902, pag. 102. e Necrophilus subterraneus Dahl. loc. cit. Entrambe le specie raccolte al M. Canin (Krauss e Ganglbauer). Liodes hybrida Erichs. ex Verh. 1902, pag. 204; Z. SKALITZKYI Gangl. in Verh. 1899, pag. 531 e 1902, pag. 206 e L. GancLBAUERI Holdh. im Verh. 1902, pag. 206. Tutte e tre rinvenute nel Tirolo australe, le prime due nella valle di Pragser, la terza al Passo di Rolle. BYRRHIDAK > Syncalypta carNnIOLICA Ganglb. iu Verh. 1902 pag. 102 e 105 e Byrrhs signautus Panz. ex Verh. 1902, pag. 103. Entrambe raccolte al M. Canin dai sigg. Krauss e Ganglbauer. ELATERIDAE Hypnoidus frigidus Kiesw.; Limonius AENEONIGER Dej.; Athous pallens. Muls.; A. circumscriptus Cand.; Ludius cupreus F. con la var. AERUGINOSUS F. e Sericus subaeneus Rdt. tutti ex Verh. 1902, pag. 103. Raccolti tutti dai sigg. Krauss e Ganglbauer sul M. Canin. CANTHARIDAE Cantharis fibulata Mark. ex Verh. 1902, pag. 103. Rinvenuta, come le specie precedenti, al, M. Canin (Krauss e Ganglbauer). OEDEMERIDAE Sparedrus Orsinii Costa ex Verh. 1901, pag. 405. Il sig. Paganetti-Hummler rinvenne questa specie al M. Conero (Ancona). CURCULIONIDAE Otiorrhiynehus pseudonothus ‘Apfelb. ex Verh. 1901, pag. 540; 0. disulcatus F. var. VOCHINENSIS StIn. ex Verh. 1902, pag. 103; 0. lasius Germ.;'0. GLABRATUS Stier. loc. ‘ cit.; O. KrAUSsI Ganglb. loc. cit. e pag. 105 e 0. auricomus Germ. loc. cit. La prima specie trovasi nel Tirolo e in Liguria ; tutte le altre sono state trovate sul M. Canin. O. alutaceus Germ. var. virtaTUS Germ. ex Verh. 1901, pag. 539. Questa varietà è propria dell’ Istria. Dichotrachelus vulpinus. Gredl.; Lepyrus varIEGATUS Schmidt e STYPHLUS ALPINUS Penecke, tutti ex Verh. 1902, pag. 103. Raccolti tutti al M. Canin. Le specie qui appresso nominate sono menzionate nell’ importante catalogo dei curcu- lionidi siciliani del Vitale (1). Essendo qui disposte secondo l’ ordine stesso come in (1) ViraLe - Rincofori siciliani in Atti dell’Acc. Dafnica di Acireale, Vol. VII, anni 1899-1900, (dii detto catalogo, credo superfluo citarne per ogni specie la pagina. Anche queste specie non sono dal Bertolini menzionate per la Sicilia. Esse sono: Otiorrynehus sensitivus Scop., O. meridionalis Gyll. e O. cortIcALIS Lucas; Peritelus micropthalmus Seidl.; Potydrusus mollis Stroem., P. cervinus L. var. AEREUS Baudi; Scythropus mustela Herbst.; Sciaphi- lus muricatus F.; Sitona crinita Herbst. var. LAETA Baudi: Chlorophanus viridis L.; Brachycerus ciNEREUS Oliv. e B. foveicollis Gyll. var. pyGmAEUS Vitale; Oleonus breviro- stris Gyll. C. excoriatus Gyll. var. MEGALOGRAPHUS Fahrs., €. INTEGROSTIATUS Goez., C. PICTUS Pall. e C. cinereus Schrank. var. cosratus F.; Lixus aciculavis Germ. var. super- ciliosus Boh.; Larinus siculus Boh. var. RUGICOLLIS Boh., L. brevis Herbst., L. latus Herbst. vari costirostris Gyll., L. scolymi Oliv., L flavescens Germ. var. CARINIFER Boh., L. australis Cap., L. turbinatus Gyll., L. jaceae F. var. rorvicoLLIS Gyll. e L. suLPHURIFER Boh. ; Rhytirrhinus impressicollis. Boh., Anisorrhynchus cARINICOLLIS Fair. ; Motytes coronatus Goez. var. fallax Baudi; Hypera phylantha Oliv. var. carINIROSTRIS Chev., H. salviae Schrank e H. crinita Boh. var. visnagae Oliv. ; Phytonomus fasciculatus Herbst. var. LunATUS Woll, Ph. elongatus Payk, Ph. marinus F. var. BRUNNEIPENNIS Boh.; Ph. nigrirostris F. var. Stierlini Cap. e var. g. Cap.j; Coniatus tamarisci F. var. MimontI Boiel e 0. suavis Gyll. var. chrysuclhorus L.; Pachytychius squamosus Gyll.; Eremotes punctatulus Bach.; Acalles vartegatus Boh. var. ruscus Chev. e A. dromedarius Boh.; Coeliodes trifasciatus Boh.; Ceutorrhynchidius apicalis Gyll. var. NIGER Baudi; Ceutorrhynchus molitor Gyll. var. INTERRUPTUS Schultze, C. viridipennis Bris., C. nasturtiî Germ., C. scapularis Gyll., C. contractus Marsh. e C. nigroterminatus Wolls; Baris laticollis Marsh. e B. coerulescens Scop. var. PULCHELLUS Lucas; Anthonomus ulmi Gyll.; L'ychius Schneideri Herbst., 1. argentatus Chev., T. cinnamomeus: Kiessw., . aureolus. Kiessw. var. medicaginis. Bris., FP. comptus Tour var. tibialis Boh. e T. neapolitanus Tour.; Gymnetron pascuorim Gyll. var. bicolor Gyll., G. variabile Bosh. var. sanguinipes Chev., G. spilotum Germ. vari sAN- GUINIPENNE Desbr. e var. fuliginosum Desbr., Cionus Olivieri Rosch., C. frarini De G. var. PHYLLIREAE Chev.; Apion DISPAR Germ., 4. ARGENTATUM Gerst., A. semivittatum Gyll. var. CENTROMACULATUM Betta, A. pavidum Germ. e A. AENEOMICANS Wench, Alle superiori specie sono infine da aggiungere le tre seguenti: Sitona limosa Rossi var. mauritanica Fah., rinvenuta per la prima volta in Sicilia dal sig. Vitale e. da me fra le ortiche a Meri (Messina), Ceutorrhynchus erysimi F. var. cyaneus Weise e Apion SEMI- cvANUM Rey entrambe rinvenute dal Vitale a Messina (1). Messina; settembre 1902. (1) Vedere per queste due ultime specie la memoria del Vitale « ZI Rincofori messinesi » Estratto dagli Atti dell’ Accademia Peloritana; Messina 1901. INVENZIONI. LS GoOrEle Scoperta di rame in Rhodesia. — L’Argus del Capo ci informa che presso a Franci- stow in Rhodesia, in una località del barone Rothschild è stata fatta testè una meravigliosa sco- perta di rame. Il minerale rinvenuto contiene dal 60 al 70 0/, di rame. La scoperta fu accidentale: avvenne mentre si stavano facendo assaggi nel terreno per trovare oro. Un apparecchio per la fabbricazione del vino. Il signor Egisto Maguani di Parma ha proposto un apparecchio pel vino che renderebbe superflui i tini. Il congegno è semplicissimo: consiste in un tubo di rame, le cui estremità terminano in una specie di sifone. Il mosto colle vinacce si pone in una botte grande; nel cocchiume della quale s' in- iroduce una delle estremità del tubo; l’altra estremità va a finire entro un'altra botte più piccola destinata a ricevere il vino. Mediante due apparecchi, questa botte può ricevere il vino proveniente da due recipienti, nei quali sia stato posto il mosto. Assicura l’inventore, che oltre al vantaggio di abolire i tini e risparmiare perciò molto locale usando tale metodo, sì ottiene vino in maggior quantità, con aumento d'alcool del 5 °/, sul vecchio sistema. Il vino fatto con questo metodo deve bollire almeno 15 giorni; ma chi lo preferisce chiaro, sec- co, alcoolico e fragrante dovra. lasciarlo bollire per una trentina di giorni. Salvagente. - La Direzione delle tramvie elettriche di Breslavia sta provando un apparecchio che sembra promettere nuovi risultati. Somiglia ad una grande spazzola fatta di canne d' India (ro- tang), fissata al davanti della vettura, così che le canne restano verticalmente colle punte a pochi centimetri da terra; essa è fermata per mezzo di due ferri d' angolo ai montatoi ; i tubi per la rena, che generalmente sono collocati in modo da aumentare il danno degli urti alle persone, rimangono dietro alla spazzola. Quando questo apparecchio urta in un corpo situato sul binario, non avviene vero urto, ma come un incontro elastico; se una mano, un braccio, una gamba passa sotto la spazzola, avverranno tutt'al più delle escoriazioni, non potendo l° insieme del corpo passare sotto la spazzola e soffrire urti colle altre parti della vettura. L' apparecchio si può trasportare dall’ una all’ altra estremità della vettura, ma è certo meglio il munirne di due fissi ogni vettura, se l’ esperienza dimostri che con questo mezzo si può riparare alle disgrazie tanto lamentate. E, all' Esposizione internazionale delle tramvie a Londra, si nota fra le altre cose della\mostra di R. W. Blackvell.e C. una lunga intelaiatura Peckham fatta pel Municipio di Lournemouth; essa porta una forma ingegnosa di salva-gente. Questo apparecchio. è composto di due parti, ‘esterna l'una e l'altra interna; la prima situata a qualche distanza dall’ intelaiatura, sta normalmente a 10 centimetri dal livello del binario; se una persona vi cade sopra, non può farsi male; se invece essa cade a, terra in modo da entrare parzialmente sotto a questa parte anteriore del salva-gente, la solleva, e nel far ciò libera la parte interna, la quale cade sul binario istantaneamente, e stri- sciando su di esso impedisce alla persona caduta di andar sotto le ruote. La Fotografia di Notte! Fotografare vuol dire serivere colla luce; la luce é quindi sempre indispensabile per la fotografia. Quanto più intensa è la luce che agisce sullo strato sensi- bile della lastra fotografica e tanto-più rapida e più profonda è l'impronta che vi lascia. Si ottengono in piena luce solare delle istantanee che non esigono che 1/00 di secondo, mentre ci vogliono delle ore per una fotografia di paesaggio in una notte, anche con chiaro di luna. Ma anche di notte si possono ottenere delle istantanee, o quasi, servendosi di mezzi artificiosi per avere luce sufficiente. Esistono difatti in commercio innumerevoli preparati ed apparecchi per fotolampi ecc., ma accanto ai loro pregi, hanno tutti dei difetti che impediscono l’ uso generale di essi. O non corrispondono affatto o se danno risultati buoni, sono troppo cari e quindi non alla portata di tutti, o sono peri- colosi perchè esplodenti o esalano dei gas venefici o scoppiano al momento dell'accensione e scuo- tono. il soggetto ecc., ecc. L'unico che corrisponda a tutte le esigenze, perchè pur possedendo tutti i requisiti necessari per dare delle ottime fotografie non ha alcuno dei difetti lamentati è la muova polvere per foto- lampi la Luce istantanea Bayer (1) (Fep.° Bayer & Cs - Miano, Via Borgonuovo, 15). Questa . (1).Il Prof. Rodolfo Namias, la. cui autorità in fatto di chimica fotografica sarà nota ai più; così sì esprime intorno a questa polvere ;_ < Luce istantanea Bayerj £ una preparazione d’ uso facile e comodo, dà pochissimo fu- < mo, è scevra d'ogni pericolo'non esssendovi alcun involucro speciale e sviluppa una luce di for- « te potere attinico e quindi fotogruficamente assai attiva ». non esplode neppure se battuta col maglio, brucia in tutto silenzio sviluppando un'ottima luce foto- grafica, non fa che pochissimo fumo assolutamente innocuo e..... quel che più monta, è alla portata delle borse più modeste. Basta un grammo per la fotografia di una persona, mentre con 2-3 gr. si ottengono, già dei gruppi abbastanza grandi, senza bisogno di apparecchi speciali, che come si sa, sono sempre costosi. I negativi così ottenuti, sviluppati col nuovo rivelatore Edinolo e fissati col Solfito acetone Bayer, rappresentano quanto di più perfetto si possa desiderare e non sono affatto riconoscibili dai, negativi ottenuti colla luce del giorno. Immaginate voi qualche cosa di me- glio, un ricordo, più bello dì una fotografia di gruppi di famiglia, di brigate allegre d' amici, di riunioni geniali, ecc ,, 2 Sono sorprese che danno poi delle soddisfazioni impagabili a chi Ie prepara. Montagne di stagno e di rame nell’ Alaska. — Roberto Blei, mineralogista svizzero al servizio del celebre milionario Delemar, ha scoperto nella Regione Nasma (Alaska), le più grandi miniere di stagno e di rame che vi siano al mondo. Si tratta addirittura, secondo Blei, di montagne di solido minerale, ricchissimo di stagno e di rame, situate un 150 miglia da Monte Wrapgel. Il Delamar ha già dato ordine pel tracciato d'una ferrovia da Vandes a quelle meravigliose miniere. È la:prima volta che si scopre minerale di stagno in Alaska. Non esistono depositi di questo métallo sulla costa del Pacifico. L’immenso consumo che quivi se ne fa è provveduto dall’ Inghil- terra e dall’ Australia. Una nuova ferrovia ad una sola rotaia. — A Londra si sta costruendo una. fer- rovia ad una rotaia per il servizio interno della città. Si tratta di un sistema nuovo che diversifica completamente dalla ferrovia Barmen-Elbepfeld, La rotaia è a grandi dimensioni, e, invece di es-. sere sospesa, poggia sul suolo. Due rotaie laterali servono per appoggio delle piccole ruote di sicu- rezza le quali non sostengono peso alcuno, ma tengono solamente in equilibrio la vettura. A quanto si assicura, questo sistema di ferrovie e vetture a trazione elettrica riesce molto economico e vantaggioso. Le botti di sughero. — Il sig. Mounaud, residente a Guelma in AJgeria, ha fatto patentaro un sistema di fabbricazione di botti di sughero, rivestite internamente di sostanza isolante. Il Console inglese d' Algeri dice d’ aver esaminato una botticella da 50 litri e di averla tro- vata pratica : sulla fede nella di lui autorità giriamo la notizia ai nostri esportatori per il caso che volessero far qualche prova con queste botti. Dice quel Console che il peso è ridotto di oltre la metà al confronto della botte di legno comune, e che per di più, essendo il sughero cattivo con- duttore del caldo come del freddo, il liquido non resta facilmente soggetto agli sbalzi di temperatura, e si può farlo viaggiare senza aggiungervi alcool in vista della sua conservazione. Le lampade ad acetilene alla prova. — Il Vermorel, costruttore a Villefranche, ha ideato una lampada ad acelilene, che egli chiama faro medusa, per la catturazione delle farfalline di combylis, di pirale e di altri lepidotteri. Leggiamo ora nel Progrés agricole che un. proprietario di Denice (Rbòne), che ha collocato nelle sue vigne numerosi apparecchi del:genere, ha catturato nella notte del 14 luglio; una media di 700 farfalle per lampada ad acelilene. Volendo poi rendersi conto dell'utilità dei riflettori, che molti applicano alle lampade del con= fine per non attrarre le farfalle dei vicini, ha istallato una lampada in un appezzamento non in= vaso da pirale, ma circondato da campi infetti, nel circuito di 100-150 metri. Or bene, non sì sono prese che sette farfalle in luogo di 700. Sembra risultare da ciò che la zona di 25.30 metri che offrono le lampade poste a 50 metti, rappresenta il vero limite di attrazione, per cui i riflettori non avrebbero utilità alcuna. Cade dunque l'obbiezione che coi fari isolati non sì faccia altro che attirare nelle proprie vi- gne le farfalle dei proprietari vicini, PLM DSNLDISNSSESINIDIA RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. I. Gabinetto di St. Nat. già diretto dal Cav. S. Brogi, Siena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix flammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus}, Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus mar- ginatus). 2. Il Prof. Napoleone Passerini, Direttore dell'Istituto Agrario di Scandicci (Firenze), acquista a pronta cassa buone specie di rettili ed anfibi dell’antico continente, purchè di habitat garantito. Offre anche in cambio buone specie d' Italia e delle isole annesse. 3. Collezione generale paleontologica di 4000 specie di tutti i piani geologici. per Li- re 3000 franca alla stazione di Modena. Per richieste rivolgersi al Dott. Fr. Coppi in Modena, Villa S. Agnese N. 243. 4. Si cederebbe una bellissima ‘collezione di 450 minerali tutti es. freschi e scelti con qualche bella roccia, formato medio, da studio, con scatoline nuove, schedine ecc. per L. 320 in contanti; ovvero per l'ammontare di L. 450 in es. di minerali a scelta. 5. Bonomi Pietro Naturalista Cagliari. Offre rettili viventi ed anche morti di Sardegna, come: Eupr octus, Ptyodactylus, Platydactylus, Gongylus, Nothopholis ecc. 6. Mr. Rousseau Ph. professeur à Notre Dame de Monts Vende (France), offre Coquilles ma- rines et terrestres, Fossiles de tous les etages geologiques, Plantes phanerogAmes et eryptogames, contre echantillons analogues. — Envoyer oblata. 7. V.Manuel Duchon, Rakonitz (Boemia) recomande ses coleopteres; paléarctiques et exo- tiques, frais, piqués munis d° etiquettes d’ origine, proprement préparés. Grand rabais au comptant. Je désire aussi échanger, mai de preference contre des sujets non prèparés; dans les échan- ges je ne ferai jamais le premiere envoi. Envoi sur demande de listes séparès. Nombreuses attesta. tions élogieuses. 8. Brunelli Luigi, Misericordia. Venezia. — Offre insetti del Veneto, specialmente: dei. generi: Scarites, Carabus, Calosoma, Copris, Rosalia, Ergates, in cambio di Lepidotteri e Coleotteri di qua= lunque regione. 9. Il prof. Carlo Fenizia dell'Istituto Tecnico di Modica, cultore di Biologia, prega coloro che posseggono opere del prof. Enrico dal Pozzo di Mombello e che abbiano intenzione di cam- biarle, di mettersi in relazione con lui. 10. Geom. ‘Vitale Francesco, Messina. — Desidera acquistare o cambiare contro insetti mes- sinesi (coleotteri) gli Annali della Società Entomologica di Francia, od altri libri di Entomologia sui Curculionidi Europei. — Offre in’ vendita: - Peritelus Vitalei Desbr. a L. 2 1° esemplare; Anthonomus v. messanensis Vitale dell'A. ornatus a L. 0, 70 l’es., Trachydemus rugosus a L. 2 ete. il tutto ben preparato e recentemente raccolto. Cambia coleotteri messinesi contro Curculionidi europei. - Inviare oblata. - ll. M. A. Dupont. Montmerrey Orne; offre en échange ou vente 300 espèces Coleoptères; 50 espéces coquilles terrestres et fluviatiles; 50 espèces mousses; 100 espèces plantes. Enverra liste sur demande, = - ne Lim — ori nina cir ‘ISO OT I BOZZINI, Gerente responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. 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Stefano Bertolini con la collaborazione di distinti entomologi. Se ne pubblica non meno di una dispensa di 8 pagine al mese, in formato tascabile (12 X 18 circa) al prezzo dì centesimi 10 la dispensa per l’Italia e cent. 15 per l'estero. Il catalogo è redatto giusta il più moderno sistema, coll’ aggiunta delle nuove specie note fino ad oggi. E utilissimo per regolare le collezioni secondo î più recenti sistemi ed al tempo stesso come ottimo intermediario nelle relazioni di. cambio. x Fa conoscere il sorprendente numero di specie che vanta la fauna italiana. È tuttora aperto l'abbonamento: Alle prime 10 dispense al prezzo di L. 1 per l’Italia e L. 1,50 per l'estero. Alla intera opera L. 2 per l’Italia e L. 3 per l'estero. Inviare il danaro alla Direzione di questo periodico. N. B. Facendone richiesta con cartolina doppia, ossia con Cartolina con risposta pagata, se ne invia una dispensa gratis per saggio. AVVERTENZA Dopo la pubblicazione della prima dispensa di questo catalogo, una fortu- nata combinazione incoraggiò l’ egregio autore ad aggiungere ad ogni sin- gola specie le indicazioni delle località da esse abitate. L’ illustre entomologo barone dott, Lucas v. Hyden accettò, con squisita cor- tesia, di coadiuvare il dott. Bertolini in quest'opera, e di renderla più interes- sante fornendo dati preziosi sulla diffusione dei coleotteri in Italia. A nome nostro, dell’ egregio autore e di tutti gli abbonati, ringraziamo cor- dialmente il distintissimo Sig. Barone dell’efficace suo aiuto. L’ EDITORE Colla prossima dispensa il catalogo sarà finito, A questo farà seguito l’ elenco delle specie tro- vate in Italia durante la pubblicazione del medesimo, od omesse per svista; nonchè l’ errata-corrige. Coloro che vorranno contribuire gentilmente a rendere vieppiù completo il detto elenco, sono pregati a favorire le loro note alla Redazione della Rivista o all’ autore (Madrano nel Trentino); ciò al più presto onde non ritardare di soverchio il compimento del libro. Si anticipano i più vivi ringraziamenti. LABORATORIO LOOLOGLCO-Z00TONICO-TASSIDBRMICO E i MUSEO DI STORIA NATURALE già diretti dal Cav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Cataloghi gratis Prezzi correnti gratis Fornitore di molti Musei e Gabinetti italiani, ed esportatore all’estero Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità ecs. 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AMBRE con inclusi insetti ed altri artropodi provenienti dall’Oligocene di Heonigher. Gli esemplari sono ben trasparenti pulimentati e lustrati da ogni parte in modo che si pos- sano studiare e determinare le specie di artropodi che vi si trovano. Prezzo da L. 2 a 4 per campione. Ambre di Sicilia in piccoli e grossi nucleì nei quali non è raro rinvenire animali inclusi. Si cedono î nuclei tanto greggi che lustrati, a prezzi diversi secondo la grossezza. Bertrandite. Raro e prezioso silicato idrato di glucine, da L. 10 a L. 50. Gli esemplari sono in cristalli incolori, trasparenti, lamellari, lucentissimi, madreperlacei, ecc. Apatite (con colorazione accid., rosee, verdi, violette, gialliccie, azzurre, ecc., nelle sue va- rietà), L. 5 a 10. Staurotide. Germinazione a croce e prismatica : L. 5 ciascuna forma. Omfacite. Bellissima roccia da L. 5 a L. 10. Glaucofane ortorombica, L. 2 a 10. — Motmorillonite da L. 2 a L. 5. Rivolgersi al Gabinetto di Storia naturale: Ditta S. BROGI - SIENA Rivolgersi al Gabinetto di Storia naturale: Ditta S. BROGI - SIENA — L'abbonamento non disdetto entro il Dicembre si ritiene come. rinnovato; ta cimque saldano 1’ abbonamento al Giornale PE male, con sole Li a fa hi 707 ista ed al Bollettino del Naturalista del| oo <0___________ Il nostro clima mite, favorisce indubbiamente lo sviluppo di alcune specie di Lepidotteri, le quali trovano nel fattore termico un potente ausiliare alla rapida loro trasformazione ed alla ripetizione della stessa nel volger di pochi mesi. Questo fenomeno si ripete affatto normale per alcune specie, mentre per altre pur ripetendosi costantemente, assume talvolta un carattere particolare, sia per il numero degli individui, quasi sempre esiguo, sia per le dimensioni o per la differenza del colorito. Molte di queste seconde apparizioni furono accennate nei pochi libri, che trattano dei nostri lepidotteri, tuttavia molte rimasero inavvertite o dubbiose, e l'osservatore paziente le troverà mano mano in ogni parte del nostro suolo. Durante cinque anni di pazienti ricerche in una delle più ridenti plaghe del bresciano, ove, grazie alla vegetazione rigogliosa per la vicinanza del fiume, la fauna dei Lepidotteri è ricca e svariata, ebbi più volte occasione di consta- tare con certezza parecchie di queste seconde apparizioni, delle quali credo utile occuparmi per i cultori del bellissimo studio e per incitare altri a nuove ricer- che non certo infruttuose. LE IP FEE 10 Nell’ enumerare le specie terrò l'ordine seguìto dal chiaro lepidotterologo Ing. Curò nel suo pregevolissimo « Saggio di un Catalogo dei Lepidotteri di Italia >», e possibilmente esporrò nella stessa forma qnanto riguarda ogni sin- gola specie. Aggiungerò pure tra parentesi, quando non sieno uguali, i nomi dei generi adottati dai Dottori Staudinger e Rebel nel loro importante e nuovissimo « Catalog der Lepidopteren des Palaearctischen Faunengebietes » (1) nel quale, come è noto, vi sono molte varianti nei nomi e specialmente nella succes- sione dei generi che è molto diversa da quella sistematica fino ad ora usata. Gen. Sphinx O. Ligustri L. Primavera, estate. Due apparizioni. Bruco in luglio e ottobre, novembre. Non v' ha dubbio che la seconda apparizione sia costante, come per le due specie congeneri, per quanto il numero degli individui sia sempre esiguo in quella autunnale. Gen. Zygaena F. Trifoliù Esp. Primavera, principio d’ estate, poi fine d' estate, autunno. Bruco conseguentemente. ab. Confluens. St. Segue il tipo nelle due apparizioni con infinite forme transi- torie, talvolta più copiose nella seconda. Ephialtes L. Come le precedenti fino all’ autunno inoltrato, piuttosto rara. ab. Medusa Pal. Sempre in maggior numero del tipo. In certe località del bresciano essa lo sostituisce completamente. Nota. Secondo quanto è detto relativamente all'adb. Con/iuens ed all’ ad. Medusa, nel citato Ca- talogo dell'Ing. Curò, esse sarebbero nuove per la nostra Fauna. Gen. Dasychira Steph. Pudibunda L. Primavera, principio d’estate, in certi anni abbondantissima, poi d'autunno, sempre rara. Non ho mai catturato l’immagine nell’ autunno, tuttavia la se- conda apparizione ha luogo fra noi costantemente rappresentata da pochissimi individui i quali provengono da larve precocemente sgusciate il cui sviluppo è facilitato dalla temperatura estiva e ch’ ebbi più volte ad osservare già mature sul finire di luglio. Gen. Lasiocampa Lat. (Gastropacha 0) Populifolia S. V. Estate, autunno, rara. Essa ha indubbiamente due apparizioni costanti; ma grazie allo scarso numero di individui che le accompagnano non è facile catturarla due volte nell’ annata. (1) Berlino 1901 Edito dal Sig. Friedlaeder e Sohn. 11 (Odonestis Gern.) Pruni L. Giugno, luglio, poi settembre. La seconda generazione, che svolge rapidamente la metamorfosi, presenta individui più piccoli la cui intonazione rossiccia è molto vivace. Le larve della seconda generazione si sviluppano a tarda prima- vera dopo aver svernato appiccicate agli steli delle piavte nutrici, senza che il freddo rechi loro danno alcuno. (continua) ANTONIO NEVIANI Materiali per una bibliografia italiana DEGLI STUDI SUI:BRIOZOI VIVENTIIEvEOSSILI dal 1800 al 1900 (continuazione) 69. — Rossi A. — Note illustrative alla carta geologica della provincia di Treviso. Boll. Soc. Geol. Ital., vol. III, Roma 1884. A pag. 156 fra i fossili del piano messiniano, molasse di S. Zenone è citata : n. 41. Orbitulipora cfr. extensa Seg, [Non conosco una Ord. extensa Seg., forse doveva scriversi Orb. exentrica Sell 70. — De Amicis Giovanni Augusto. — Il calcare ad Amphistegina nella pro- vincia di Pisa ed i suoi fossili. Atti Soc. tosc. di Sec. nat., vol. VII, fasc. 1., con una tav. Pisa 1885. Il calcare ad Amphistegina, conosciuto anche col nome di calcare lenticolare, è attribuito dall’ À. al pliocene come formazione littoranea e contemporanea alle sabb'e gialle ed argille turchine plioceniche. Fra i numerosi ‘fossili trovasi il seguente elenco di briozoi : (p. 24) Berenicea congesta Rss, Reptimulticava cavernosa Micht, a echinulata Rss, (p. 25) a simplex Micht, Entalophora anomala Rss, Ceriocava megalopoca (2) Rss, Filisparsa biloba Rss, Se Arbasculum (3) Rss Plethopora Ibex Mgh, n. sp. Heteroporella radiata Bk, Fascicularia audeontium (A) M, Aetea sica Co, Edw, Membranipora nobilis Rss, (1) Leggi: aurantium. (nec megalopora. (3) « arbusculum. È (pag. 25) Membranipora minima Mgh, n. sp. (pì 26) a excavata id, ' squamata id, o angulosa Rss, a calpensis Bk, È Rosselii Aud, " reticulum Michel. Lepralia innominata Cod, (1) « raricostata Rss. p. (27) Lepralia squamoidea Rss. a Huueri Rss, a decorata Rss. e pertusa Tohast. (2) î ciliata Pallas, Eschara varians Rss, « papillosa Rss, (pag. 27) Eschara conferta Rss, « Sp. (p. 28) Escharina gracilis d' Orb, Escharinella elegans Mngh, n. sp. Porina scrobiculata Rss, a Reussi Mngh, n. sp. Retepora echinulata Blainv, Semiflustrella limarioides Mgh, n. Sp. (p. 29) Cellepora tubigera Bk, Reptocelleporaria globularis Bru, ‘ Sp. Vincularia submarginata d' Orb. Myriozoum truncatum Don, c punctatum Phil, a clavatumMgh, n. sp. {Le specie nuove del Meneghini non furono mai pubblicate. Vedi in proposito a questa memoria la revisione fatta nel mio lavoro: Briozoi terziari e posterziari della Toscana. B. S. G. 1. 1900). 71. — Gottardi G. B. — Briozoi fossili di Montecchio Maggiore. Atti soc. Ven. Trent. Se. nat., vol. IX, f. 2. Padova 1885. In questa breve memoria (3) sono elencate, senza osservazioni, 99 specie già note, poscia altre sei ritenute nuove, di esse l’ A. dà la descrizione e la figura alla tav. XIV. ). 298) Discosparsa tenuis Rss, È p ‘ regularis Rss, Defrancia stellata Rss, a interrupta Rss, (p. 299) ( Beyrichi Rss, lilmonea carinata Rom. a gracillima Rss. « compressa Rss, î reliculata Rss, « lineata Hag, Idmonea concava Rss, Hornera concatenata Rss, a serrata Rss, (1) Leggi: Couch. (2) Nas Johnst. (3) Vedi in proposito le osservazioni che fa (4) Leggi: Erta/ophora. (5) « seriatopora. Hornera trabecularis Rss, a asperula Rss, a d’ Achiardi Rss, (p.300) « verrucosa Rss. « striata M, Edw, Stomatopora simplicissima Nov, Alecto rugulosa Rss, Discotubigera insignis Mnz, Tubulipora Bronghiarti M, Edw, Entaphora (4) attenuata Stol, Entalophora anomala Rss, Filisparsa seriutopa (8) Rss. a varians Rss, il Waters in North Italian Bryozoa (1891) pag. 2, Filisparsa elegantissima Mnz, ‘ biloba Rss, Spiropora conferta Rss, a pulchella Rss, (p. 301) Ceriopora depressa Rss, Cellaria Schreibersi Rss, Salicornaria farciminoides John, Membranipora Hookeri I, Haim, d monopora Rss; ‘ elliptica Hag. a appendiculataRs, « reticulum Mich], Membranipora lineata L, C incompta Rss, ‘ bidens Hag. « platystoma Rss, a minuta Rss, “ gracilis Mstr, C angulosa Rss, (p. 302) Lepralia Ungeri Rss, d pieropora Rss, « megalota Rss, 5 coccinea John, a porrigens Rss, î calomorpha Rss. d Suessi Rss. ‘ labiosa Rss, ‘ scripta Rss, a rugulosa Rss, a Haueri Rss, ‘ nuda Rss, a crassa Rss, " circumornata Rss, « Seguenzai Rss, « Grotriani Stol, c multiradiata Rss, « pungens Rss, Specie nuove : (p. 303) (p.304) Lepralia Minsteri Rss. ‘elleporaria proteiformis Rs8, CI distoma Rss. Batopora multiradiata Rss, ‘ Stoliczkai Rss, Bactridium Hagenovvi Rss, Retepora simplex Bk, a cellulosa L, a tuberculata Rss, Frustellaria texlurata Rss, a macrostoma Rss, Biflustra macrostoma Rss, “ excavata Rss, Eschata phymatophora Rss, ‘ parallela Rss, " minor Rss, a Hornesi Rss, « duplicata Rss. n heterostoma Rss, a alifera Rss, o Grotriani Rss. È fissimargo Rss, ‘ regularis Rss, « _—polystomella Rss, ‘ monilifera M, Edw, ‘ papillosa Rss, È semilaevis Rss, n Suessi Rss, a microdonia Rss, o Haueri Rss, È bisulca Rss. a fenestrata Rss, a undulata Rss, Vincularia Haidingeri Rss, a exarata Rss, (p. 305) Acropora coronata Rss, Lepralia Ombonii Gott, pag. 305, tav. XIV, fig. 1. Biflustra sulcata Gott. pag. 305, tav. XIV, fig. 2. Eschara lamellata Gott. pag. 306, tav. XIV, fig. 3. « —prominens Gott, pag. 306, tav. XIV, fig. 4. « porosa Gott. pag. 307, tav. XIV, fig. 3. av intermedia Gott. pag. 307, tav. XIV, fig. 6, 14 72. — Harmer Sidney F. — On the structure and development. of Loxosoma. Mier. jurn., vol. XXV, N. S., pag. 1-79 ; tav. XIX-XXI, London 1885. Questo studio è fondato sulle seguenti specie raccolte nel golfo di Napoli (pag. 3-5). Loxosoma Tethyae Salensky c pes Schm. (= L. singulare Schm.) a singulare Keferstein " crassicauda Salensky ‘ Leptoclini Harmer n. sp. 73. — Hincks Thomas. — The polyzoa of the Adriatic. A supplement to prof. Heller's « Die Bryozoen des Adriatischeo Meeres, 1867 ». Ann. Mag. Nat. Hist., ser. 5, vol. XVII, 1886 e vol. XIX, 1887. I Parte (vol. XVII, 1866, pag. 254-271, tav. IX, X). Pag. 254. Aetea recita Hks, « iruncata Landsbor, «255. Eucratea chelata Linn. « 257. Synnotum aviculare Pieper « 258. Chlidonia Cordieri Aud, Scrupocellaria Bertholletii Aud, (pl. IX, f. 1. 2). «260. Bugula calathus Norm, « ditrupae Busk (pl. IX, f. 3. 4). «261. « gracilis Busk « plumosa Pall, form aperta n. (pl. IX, f. 6). sin\262,, ie spicata msp. (pl. MXSer5). a «simplex n. sp. (pl. IX, f. 7). «a 263. Diachoris hirtissima Heller form eylindrica. n. « 264. Cellaria Johnsoni Bk, Flustra securifrons Pallas « 2653. Membranipora opereulata n. sp. (pl. IX, f. 8). « Dumerilit Aud, «a 2660. Cribrilina punetata Hass, var. (pl. IX, f. 9). Schizoporella unicornis Johnst, (p. X, f. 2. 3). q fi form longirostris (pl. X, f. 2). «267. « lineolifera n. sp. (pl. IX, f. 10). «268. ( magnifica n. sp. (pl. X, f. 1). ‘ serratimargo n. sp. (pl. X, f. 6). ‘ Pallasii Hell, sp. (pl. X, f. 7). «269. ( atrofusca Bk, (pl. X, f. 4. 5). « 270. « auriculata Hass, (pl. X, f. 8). Il Parte (vol. XIX, f887, pag. 302.316, tav. IX). Pag. 302. Schizoporella vulgaris Moll a Cecilii Aud, 15 Pag. 303. Schizoporella discoidea Busk a sanguinea Norm, a linearis Hass, var. Schizotheca fissa Bk, « 304. Lepralia foliacca El, et Sol, var. bidentata M, Edw, È complanata Norm, (pl. IX, f. 4). Smittia trispinosa John, form. spatulata Sm, (pl. IX, f. 8). «305. Ahyneophora bispinosa John, Retepora cellulosa Smitt Cellepora avicularis Hks, ‘ sardonica Waters ‘ retusa Mnz, var. caminata Wat, (pl. IX, f. 5). « 307. C Sp. Diastopora patina Lmk, « 308. C sarniensis Norman Frondipora verrucosa Linn, Alcyonidium gelatinosum Linn, «309. Bowerbankia imbricata Adams form. densa au caudata Hks, a biserialis n. sp. (pl. IX, f. 6). a pustulosa Ellis et Sol, «“« 310. Buskia socîalis n. sp. (pl. IX, f. 7). (continua) CARLO FENIZIA Professore nel R. Istituto tecnico di Modica PEREGRINAZIONI FILOSOFICO-NATURALI (continuazione) ———__#—eeé_ _’_TESTL%r_o—_ Ammettere la possibilità della generatio spontanea attuale significa ammettere la pos- sibilità del ritorno di quelle condizioni che potettero verificarsi solo in un peculiare periodo dell’ evoluzione terrestre, ciò che è fisicamente e chimicamente impossibile. Dunque, è possibile assumere come principio, fondandosi sulle fasi dell’ Evoluzione cosmi- ca, che in un mondo in formazione deve esservi un periodo in cui le modalità dell’ Energia e le differenziazioni della Materia si troveranno in condizioni peculiari, che non presenteran- no mai più l’ identica reciprocità di relazioni, e che sono capaci di far produrre delle com- binazioni elementarissime di materie organiche albuminoidi, apparentemente amorfe perchè dotate di struttura minuta complicata e perchè tendono a disporsi in forma di microsco- piche sferette. In queste sostanze quaternarie viventi ha luogo l’ assimilazione degli elementi liberi esistenti nell’ ambiente. Questa primitiva funzione di nutrizione non si fa come nei composti inorganici binari o ternari. In questi l’ assimilazione si ha per superposizione, cioè la mo- 16 lecola composta, che è già la risultante di sostanze combinate, si va a.sovrapporre ad un’ altra già fissata sul cristallo. Nelle formazioni primitive organiche l’ assimilazione avviene per interposizione, cioè gli elementi sono assimilati direttamente dalle molecole, le quali aumentano di volume fino ad intussuddividersi. Quando la coesione è insufficiente a mantenere integra la massa, causa 1’ accrescimento di questa oltre una determinata proporzione, allora si ha il fenomeno della scissione, su cui torneremo. L'acqua in questi corpi organici esiste come uno dei componenti intrinseci delle mo- lecole, perciò le inzuppa. Da ciò lo stato speciale delle sostanze organiche, nè solido, nè li- quido. Il quale può anche riferirsi al mezzo in cui ebbero origine le prime sostanze viventi, cioè l’ acqua. In sostanza, come corollario di tutto ciò che precede, noi diremo che la vita, ossia la proprietà delle particelle della Materia di aggrupparsi in individualità funzionali, nel cri- stallo consiste in proprietà orientatrici aggregative della massa individua rispetto le mole- cole di elementi omogenet ai suoi; nell’ organismo, in generale, consiste in proprietà orientatrici assimilative della massa o rispetto gli elementi semplici capaci di formare nell’ individuo sostanze omogenee alla materia di cui si compone, 0 rispetto la massa di un altro organismo che esso aggrega alla propria in virtù di affinità fisico-chimiche. Mentre, dunque, la vita è continua in un pianeta, in un certo momento essa si com- plica ed assume novelle attività mercè il concorso di circostanze che possono assimilarsi alle condizioni preparate per un’ esperienza. Come 2 volumi d’ idrogeno ed uno d’ ossigeno si combinano, dando acqua, sotto certe condizioni, così, realizzate le condizioni necessarie, la vita organica dovette apparire in un tempo dato sul nostro pianeta, fenomeno che, per induzione, possiamo ritenere avvenuto o da avvenire in altri mondi. Le materie organiche primordiali nate, per generatio spontanea propriamente detta, deb- bono aver avuto una composizione semplicissima ed una struttura intima assai poco complessa. Tra esse e le semplicissime monere note a noi dobbiamo frammettere una infinita serie gra- duale di materie albuminoidi vive, sempre più differenziate e complesse, alla cui evoluzione occorsero epoche lunghissime. Tra Protisti (Radiolarie e Diatome) troviamo prove evidenti della primitiva confusione di vita organica ed inorganica. Molti fra questi organismi hanno un involucro minerale con forme cristalline mirabili. Si tratta proprio di un vero aggrup- pamento molecolare cristallino, che forse è filogeneticamente più antico della massa proto- plastica in esso contenuta, la quale potette esservi generata dopo, se non vogliamo consi- derare l’inviluppo inorganico come un rivestimento protettivo posteriore. Come tutte le altre energie, la. vita è una modalità della Forza unica, inerente alla materia. Le più elementari manifestazioni sue le riscontriamo nelle sostanze inorganiche, poi gradatamente va complicandosi nell’ impero organico, raggiungendo la massima compli- cazione nei vertebrati e nelle dicotiledoni. La differenziale tra le due vite è che nella inor- ganica, la materia si cristallizza, nell’ organica si organizza; ma in ogni caso è sempre 1’ ef- fettuarsi di un’ individualizzazione di una certa quantità di materia che s’ integra in una entità indipendente con proprietà speciali tra cui è importante il potere assimilante, Però può ritenersi che l’ organizzarsi della materia è una forma assai complicata della ceristal- lizzazione. Lo speciale stato delle molecole organiche produce un, orientamento connesso 17 alla pressione esercitata dall’ ambiente in cui nacquero le prime sostanze vive, cioè l’acqua. Sotto l’ azione delle diverse forze, che le influenzano, le molecole tendono a disporsi in- torno ad un punto, nel quale la pressione è nulla. Infatti qualunque raggio tirato da questo punto, assunto come centro, fino ad una periferia x, rappresenta una forza, che ha la sua corrispondente in senso contrario nel raggio opposto. La risultante di forze eguali agenti in senso contrario è zero, applicando questo principio all’ infinito numero di raggi che può tirarsi dal centro di un protorganismo, ne risulta che in questo punto centrale ogni pressione deve cessare. Epperò, poichè le molecole sopportano pressione da tutti i lati, esse si aggrupperanno intorno ad un punto centrale, dando luogo ad una sfera di piccolissime dimensioni. Dunque, la causa che plasma le sostanze organiche viventi in forme sferiche è la pres- sione eguale esercitata in tutte le direzioni dalla culla degli organismi, il mare. In quanto all’ orientazione a cui si è accennato, essa dipende dalla maggiore o minor quantità d’acqua che imbeve le molecole, infatti le meglio dotate si dispongono alla peri- feria della sfera, come quelle che meglio possono sopportare le influenze dell’ ambiente ; quelle in condizioni sfavorevoli occupano la parte interna, meno influenzate. Ciò sicura- mente avrà dato luogo ad un primo fenomeno adattativo e di divisione del lavoro, il quale poi ha avuto grande importanza nei plastidi degli organismi superiori per ciò che riguarda i fenomeni dell’ eredità. Ma tale concetto sarà ampiamente sviluppato in un mio futuro li- bro dal titolo: La fisica dei fenomeni atavici. (continua) DE ANGELIS D’OSSAT GIOACCHINO La Geologia agricola e le rocce delle provincie di Roma e di Perugia (continuazione) Proprietà chimiche Un terreno è chimicamente completo quando ha un valore di acido fosforico, di calce e di potassa tale da fornirci un raccolto medio. Secondo Miintz e Giard, Risler ecc. un terreno buono contiene : Calce 1. — 10. /o0 Anidride fosforica 0,5 — 1,0 « Potassa 1,0 — 1,5 « Secondo questi dati, cui non si deve attribuire soverchio valore, i nostri terreni vulcanici sono ton solo completi, ma ricchi. Solo il calcare si desidererebbe talvolta più abbondante. I nostri terreni posseggono una rilevante ricchezza, ed una inesauribile potenza : dacchè le operazioni di sfacelo procedono lentamente ed i materiali quindi non s' im- poveriscono troppo presto. * * * Passiamo ora in rapida rassegna i principali elementi chimici che si trovano pre- senti generalmente nel suolo: potassio, sodio, magnesio, calcio, alluminio, ferro, man- ganese, silicio, zolfo, fosforo, azoto ed acqua. Potassa e Soda La potassa e la soda si trovano nelle nostre terre specialmente sotto. forma di silicati (feldspati, leuciti, mica potassica, sodalite, haiyna, nefelina ecc.) e poi sotto varie specie di alterazione, come zeoliti, silicati solubili ; finalmente sotto forma di car- bonato di potassio e di sodio. Di potassa nel terreno ve ne ha sempre più dell’ 1,8%; di soda invece poco meno di 0,5°/ almeno. Ed è bene che non vi siano questi due elementi in grandi quantità, perchè, quantunque siano detti fattori della feracità, pure per il potere assorbente del terreno è necessaria questa condizione di cose. Uno sguardo all'analisi chimiche riportate ed alle alterazioni delle Jave, dei tufi e dei minerali può servire per farci formare un concetto chiaro della presenza, della quantità e del modo di combinazione di questo come degli altri elementi di cui faremo parola. Calce . La calce è necessaria nel terreno perchè è indispensabile alimento delle piante. Le analisi chimiche ne dànno in potenza nelle rocce una grande quantità, ma, per le difficoltà che presentano allo sfacelo i minerali con calcio, ne abbiamo minore ricchezza ; tuttavia però sempre in quantità soddisfacente. I minerali che contengono molto calcio sono, fra i feldspati plagioclasici specialmente, l’anortite, haîyna, augite, melilite, gra- nati, gismondina ed apatite. Ho eseguito numerose esperienze con lave e tufi della provincia di Roma col cal- cimetro di Scheibler e sempre ottenni o valori minimi o quasi nulli : nei terreni vegetali però ebbi sempre una quantità, per quanto tenue, di carbonato di calcio; Laonde pelle terre vulcaniche delle viti americane vi allisnano bene quasi tutte le specie; debbono però preferirsi la Riraria, Taylor e Vialla per i terreni alquanto calcariferi e la Jacquez, Rupestris e Solonis per quelli più ricchi in calcare. Le altre specie debbonsi esclu- dere per le altre classi di terreni. È bene conoscere quale sia 1° ultima forma chimica in cui si trova il calcio, dacchè l’ acqua scioglie bene il nitrato, poco il solfato, meno l’umato ed il crenato calcico ; per sciogliere poi il carbonato ed il fosfato 1’ acqua deve essere acidulata per acido carbonico. Magnesia La magnesia accompagna la calce, ma in. minore quantità, e ciò non è male, perchè la soverchia quantità di magnesia nuoce alle piante. Fortunatamente i composti con magnesia cedono questa con molta difticoltà ed il carbonato di magnesio è meno solubile all'acqua, con acido carbonico, del carbonato di calcio. 1 minerali che contengono molta magnesia nelle nostre rocce sono : augite, mica, olivina, melilite (1). (1) Perchè non vada perduta alla scienza, piacemi riferire l’analisi della Dolomite triasica del Monte Viglio, eseguita, dietro mia istanza, dal mio ottimo allievo F. Bernardini: SION 0:00) Mg.0 22,98 Fe? 080,3 C 02 43,93 Ca O 33, 40 H? O igrose. 0. 04 Inoltre tracce di Na, K, Az, 19 Allumina Si crede che l’allumina non sia necessaria alle piante, quantunque se ne trovi nelle ceneri. Ha un'importanza più fisica che chimica. È componente dei feldspati, leucite, argille, miche, nefelina, ecc., ecc. Ferro Gli ossidi di ferro prendono parte ai fenomeni biologici delle piante e fortunata- mente sono sempre presenti nei nostri terreni. Negli strati superiori si trova |’ ossido ferrico, negli inferiori il ferroso, il primo utile alle piante, nocivo il secondo : questo però all’ aria ossidandosi si converte in quello: se il terreno però difetta di ossigeno ha luogo l’ operazione contraria. Nei terreni pantanosi si rinviene anco il carbonato di ferro, il quale è esiziale alla vegetazione, come l’ ossido ferroso che si trova nei terreni melmosi. A quest’ ultimo è necessario portare rimedio sia col prosciugamento e sopraossidazione delle terre, sia con aggiunte di calce, sia infine bruciando le terre miste a frasche secche. I sali ferrici invece oltre ad essere necessari alle piante allontanano da queste la clorosi. Il ferro lo troviamo molto abbondante nelle nostre rocce sotto forma di magnetite ed è frequente poi nelle alterazioni di rocce e dei minerali come già dicemmo : ricordo fra i minerali con ferro : augite, miche, olivina, melilite, granati. Maunganese Il manganese è presente nelle nostre terre come lo dimostrano molte analisi e talvolta in discreta quantità; generalmente si accompagna col ferro. Il composto di manganese che si scioglie nell’ acqua e che è attivo alle piante è il carbonato acido. Il Giglioli ha dimostrato che questo elemento induce decisamente un aumento di produzione nel frumento. (continua) COMUNICAZIONI In questa rubrica sì inseriscono gratuitamente le brevi note. speciali e locali. favoriteci dagli abbonati, nonchè do- mande, schiarimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere, ecc. Notizie di cacce entomologiche. Le continue piogge non hanno permesso molte escur- sioni, né, nelle poche fatte, siamo stati fortunati. Solo in questi pochi ultimi giorni ci fu dato di raccogliere: Notiophilus metallicus Costa, Dyschirus rufoaeneus Chaud., Laemosthenes algerinus Gory. Amara aenea Degeer, lucida Duft., Ditomus tricuspidatus Fab. Stenolophus teutonus Schr., Creophlus maxillosus Lin., Cafius sericeus ‘Holme, ScyAmaenus antidotus Germ., Olibrus bicolor Fabr., Corticus celtis Germ., Dermestes Frischi Kugel., Hister major Lin., Onthophilus striatus Forst., Afeuchus variolosus Fab., Aphodius granarius Lin., Apha- nisticus pusillus Oliv., Hypnoidus 4-guttatus Lap., Bruchus Spitzyi Villa, Stenosis v. sicula Sol., Asida Goryi Sol., Phylax v. fraternus Muls., Otiorhynchus meridionalis Gyll., cribri- collis.Gyll., Peritelus Vitalei Desbr., Sitona hispidulus Fab., Brachycerus undatus F., v. aegyptiacus Ol., Alophus nictitans Boh., Hypera cyria Germ., Phytonomus punctatus F., fa- sciculatus Herb., Smicronyx cicur Gyll., Ohaerorhinus squalidus Fair, Anthonomus orna- tus Reiche, Tychius pusillus Germ., Mecinus circulatus Marsh., Nanophies lythvi Fabr., 20 Apion carduorum Kirby, seniculum Kirby, laewicolle Kirby, nigritarse Kirby, Colaspidea metallica Rossi, Crysomela variolosa Petagna; Banhsi P. v., chlorizans Weise, Hispa te- stacea Lin., Exochomus 4-pustulatus Lin., Scymnus suturalis Thunb. ecc. ecc. Tali gl’ insetti fin qui raccolti quest’ anno, e che mettiamo a disposizione degli amici che vogliono cam- biare od acquistare. Messina, li 25 Gennaio 903. Geom. VITALE FRANCESCO NOTIZIE DI CACCIA E DI PESCA N. B. Quelle speciali sugli uccelli vengono pubblicate nell' Avicula Giornale ornitologico italiano SCIE I lupi in Romania — Scrivono da Bukarest che torme di lupi scesi dalle montagne fanno gran numero di vittime. Pochi giorni addietro una partita di otto ufficiali che vollero recarsi da Sulma a Galaza, venne assalita a mezza strada da una grossa banda di lupi. Uno squadrone di gendarmi, dopo due giorni di attesa, informato della sparizione dei giovani ufficiali si recò a cer- carli e nella campagna coperta di neve rinvenne tre slitte coi carcami dei cavalli. Revolvers scarichi e spade spezzate stavano sulla neve tutta rossa di sangue. Si comprende che gli ufficiali inseguiti da una grossa banda di lupi poterono tenerli lontani per un certo tempo: poì esaurite le munizioni, furono vinti. Un carpio colossale — Nel Rodano è stato pescato un enorme carpio che misura 12 metri e mezzo di lunghezza, pesando non meno di due quintali. Così dice il Fsrum. I conigli alsaziani — Nei dintorni di Neuf-Brisach (Alsazia) i conigli sono diventati tal- mente numerosi da diventare un vero flagello, come lo sono in certe regioni dell’ Australia. Perciò, la popolazione si è rivolta alle autorità, affinchè adotti efficaci provvedimenti per l’ esterminio di quei roditori troppo prolifici. Caccia alla balena — Essendo sparsa la voce che si era scoperta una balena presso il porto di San Sebastiano (coste della Spagna), i pescatori armati di fiocine riuscirono ad incontrare il cetaceo, e ferirlo a parecchie riprese e a spingerlo sopra una roccia. Le imbarcazioni ora fanno la guardia in attesa che la marea permetta di fare entrare la balena nel porto. Acquicoltura — La commissione per la pesca e l’ acquicoltura, ha disposto per una semina di circa 150 mila avanotti di trota lacustre e altrettanti di coregoni nel lago d'Iseo e 25 mila avanotti di trota arcobaleno nel fiume Serio e 25 mila avanotti di trota Fario nel fiume Brembo. L'anno scorso furono immessi nel lago d'Iseo 150 mila avanotti dì trote e altrettanti di co- regoni., I coregoni furono immessi anche nel lago di Como, con immenso vantaggio. È quindi da sperare che uguali benefici si otterranno nel Lago d’*Iseo. La pesca delle anguille a Comacchio ha superato nell’ anno scorso ciuquecentomila Kg. Dal 1890 non era notata una pesca sì florida. Anche la pesca dei cefali fu superiore aì mille quintali. Peccato che la rigidezza della stagione abbia fatto improvvisamente arrestare la pesca. Caccia ai Cinghiali. A Sassari, durante la trascorsa stagione dei Cinghiali furono fatte delle ottime battute, senza tener conto delle ecatombe fatte nelle tenute private: a S. Teresa Gallura e più precisamente a Loeri un ricco possidente, abilissimo cacciatore ed unico nel genere, da solo con due feroci mastini ed armato di un solo stocco riuscì ad uccidere 82 (1) grossi cin- ghiali. Questo fatto che crediamo unico negli annali cinegetici moderni, merita di esservi segnalato. Pesca miracolosa. Dalla Provincia di Vicenza togliamo la seguente interessante notizia, (1) Sul numero dei cinghiali uccisi lasciamo l’intera responsabilità al corrispondente della Tribuna Sport dalla quale abbiamo tolta la notizia, N. d. Dir, 21 Pers CE che viene a confermare, coll’evidenza dei fatti, i vantaggi della coltura razionale delle acque per trarne prodotti di pesca migliori e più abbondanti: | In prossimità dell’ inenbatoio per salmonidi che il nostro benemerito Comitato ha fondato da parecchi anni, per gentile concessione, nel parco della nobil donna contessa Maria di Velo d' Astico, esiste un laghetto dell" estensione di 6000 metrì quadrati, ove il Comitato ha facoltà di eseguire di quando in quando delle semine allo scopo di fare degli studi sullo sviluppo e sulla biologia dei salmonidi stessì. Ora prima di passare alla semina nel laghetto di mezzo migliaio di trotelle arcobaleno, che stanno ancora nell’ incubatoio, fu necessario eseguire la pesca del bacino par ritirare tutte le gros- se trote che da tre anni vi si stabulavano. Assistevano alla pesca, oltre alla contessa Maria di Velo ed i suoi ospiti, tutti gli ufficiali alpini distaccati a Velo d’ Astico, cortesemente invitati colle loro signore dalla nobile proprietaria. La pesca ebbe successo splendido e dalle acque cerulee del magnifico laghetto, cui fa corona un folto contorno di carpini rigogliosi, si estrassero oltre 200 trote, di cui non poche raggiungevano il peso di chilogrammi due e mezzo. Era uno spettacolo il vedere dibattersi furiosamente nelle reti questi magnifici pesci dai ri- flessi iridescenti. Gli invitati furono entusiasti di veder pescare tante trote e così grosse, ed ebbero parole di vivo elogio per l’ opera indefessa ed utile svolta dal nostro Comitato, e di plauso sincero alla gen- tile ospite, che con tanta cortesia asseconda e favorisce le esperienze della nostra istituzione di pesca. Queste trote seminate dal Comitato nell'autunno del 1899, contano ora l'età di tre anni, Lo sviluppo raggiunto da esse in questo spazio di tempo è ragguardevolissimo, tanto più se si pensa che non furono alimentate artificialmente, ma vissero e crebbero a spese della fauna esistente nel lago. Questo successo è eloquente e farà certamente invogliare molti nostri proprietari che hanno a loro disposizione delle correnti o degli spazi acquei. Oggidì che abbiamo nel Comitato provinciale Vicentino per la pesca una istituzione che si occupa ex professo, è il caso di non lasciarsi sfuggire l’ occasione, ma tentare di esperire questa industria, che, se ben condotta, arreca degli utili ragguardevoli e quali in altri tempi, senza il sussidio della piscicoltura razionale, era impossibile di sperare. Il trust delle sardine. In America si è formato un trust anche per le sardine. Esistono gia 65 stabilimenti conglobati in un grande Sindacato, il See Coaste Packing, che producono an- nualmente da 1 milione ad 1 milione e 200 mila scatole di sardine per un valore totale di 16 a 18 milioni di lire, ed occupando 800 operai, i quali percepiscono 5 milioni e 600 mila lire di salari. La fabbricazione delle conserve si compie presso a poco come nei nostri stabilimenti, Si taglia la testa alle sardelle, a cui sì tolgono gli intestini, e dopo averle lavate nell'acqua marina e la- sciate in salamoia da 15 a 30 minuti, si fanno cuocere durante 5 ore sulla graticola. Dopo di che si suettono le grosse nella mostarda e le piccole nell’ olio. Caccia estera. In Austria durante l’ annata 1902 furouo fuccisi 29 orsi, 45 lupi, 40 linci e 780 gatti selvatici. Cattura di una Phoca vitulina. La mattina del 4 corrente, presso la foce dell'Esaro, piccolo fiume che scorre ad un chilometro dalla città, fu uccisa una Foca comune la quale era uscita dall'acqua e si era nascosta in un cespuglio poco lontano dalla spiaggia. Essa fu trasportata in casa del Marchese Berlingieri, ove io ebbi l’agio di vederla e di esaminarla, rilevando le seguenti misure: Dall’ estre- mità del muso all’ estremità della coda 1 metro e centimetri 50; circonferenza del torace sotto le ascelle centimetri 72; circonferenza del corpo presso le estremità posteriori centimetrì 45. ; Avrei voluto conservarla per una preparazione tassidermica, ma, per amore della pelliccia; non mi si volle concedere, e quindi dovetti contentarmi della testa, col sistema dentario completo che serbo presso di me. È Cotrone, 7 \ebbraio 1903. LucireRo ARMANDO 22 INSEGNAMENTI PRATICI — SISI —___— Vestiti di lana impermeabili. — Il Bollettino dell’ Istituto Agricolo di Losanna indica un mezzo facile per rendere impermeabili gli abiti di lana in modo da riescire pratici ai lavoratori dei campi non come quelli a gommà oppure quelli in tela cerata, che non possono essere usati dai lavoratori per la loro poca durata e perchè riscaldano eccessivamente. In un recipiente di legno sì sciolgono 150 gr. di allume in 7 litri d’acqua piovana recente- mente raccolta e in un altro recipiente 150 gr. di acetato di piombo in altri 7 Iitri d'acqua. Si uniscono le due soluzioni e formeranno un precipitato bianco, che si lascia depositare. Si separa il liquido limpido decantando e in esso si immerge la giacca, il mantello, l'indu- mento di lana che si vuol rendere impermeabile. Quando l’indumento è bene imbevuto del liquido, senza torcerlo lo si sospende stendendolo su di una fune affinchè si asciughi bene all’ aria; si forma sulla superficie una polvere finissima bianca che si deve togliere spazzolando leggermente. Dopo si può usare ed è reso impermeabile senza riuscire nocivo o incomodo a chi deve lavorare esposto alle pioggie. Purificazione dell’acqua delle cisterne. — È efficace il permanganato di potassio, che distrugge efficacemente nell'acqua le sostanze organiche che si trovano contenute. Vi è solamente il piccolo inconveniente che l’acqua diventa colorita per un certo tempo, e converrebbe perciò dosare prima la quantità di permanganato necessario. Chi versa del permanganato senza misura in un pozzo, ne trae dell’acqua violacea per una settimana. Ora, il dott. Chookes consiglia invece il permanganato di calcio. La polvere depurante del Crookes è fatta di : Caolino in polvere 30 parti in peso Permanganato di calcio 4 » Solfato d'allumina 10 » Di questa polvere si verseranno da 100 a 200 grammi per ogni metro cubo d' acqua. L' effetto è veramente buono, e dove il pozzo o la cisterna rimanessero per tanti mesi tranquilli, senza rin- novamento dell’acqua di fondo, si consiglia di adoprare questo metodo per uccidere i microrganismi che hanno potuto svilupparsi. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Pavesi Pietro, ordinario di zoologia, è nominato preside della facoltà di scienze fis. mat. e naturali nell’ Univ. di Pavia. Giglio Tos Ermanno è nominato ordinario di zoologia, anat. e fisiologia comp. e direttore del relativo Gabinetto nell’ Univ. di Cagliari. Goggio Empedocle è nominato aiuto nel Gab. di zool. e anat. comp. dell’ Univ. di Pisa. Martin-Wedard Emilio « aggregato G « « Ghigi Alessandro è nominato incaricato di zool. ed entom. agraria nell’ Univ. di Bologna. Porta Antonio è abilitato alla libera docenza in zoologia ed anat. comp. presso l’ Univ. di Parma. I sottonotati proff. sono nominati, per concorso, incaricati di sc. nat. nelle scuole appresso indicate: Levi Tullo nella scuola tecnica di Castelfranco Veneto Amprimo Federico Cesi Mirandola Coppa Antonio « Arcevia Falda Leopoldo « Iglesias Sono incaricati, con rimunerazione mensile, d'insegnare nelle sc. normali maschili e fem- minili: Consani Dario scienze fisiche c naturali ad Anagni Tietze Federico « Ascoli Piceno Pagani Umberto « Cosenza La Farina Sebastiano « Girgenti Bisogni Carlo « Monteleone Marino Salvatore « Piazza Armerina Capedere Giuseppe « Potenza Morale Michele matematica « Foggia (maschile) Pignatari Giaquinto « « Forlimpopoli Finzi Aldo « « Oneglia (maschile) Tiraboschi Carlo è nominato incaricato di sc. nat. nella sc. tec. di Rieti. De Dominicis Ottavio è incaricato ad insegnare mat. e sc. nat. nella se. compl. autonoma di Pesaro Rossi Riccardo Alfredo, incaricato di sc. nat. e supplente di agraria nella Scuola Tecnica di Arcevia, è trasferito a quella di Assisi. De Manincor Attilio, incaricato di sc. nat. nella Scuola Tecnica di Mirandola, è trasferito a quella di Savona. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi; indirizzi, domande e risposte diverse - G&ratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’Ammin:strazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste e of- ferte saranno numerose, tanto. maggiore sarà l’utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all’estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica anche una volta all'anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d'Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. —___Ò_+ypà<+<+<-<- _©@—1.—+—4+—e—__—m___m@m@m@& 1. Gabinetto di St. Nat. già diretto dal Cav. S. Brogi, Siena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix flammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra; Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus mar- ginatus), 2, Il Prof. Napoleone Passerini, Direttore dell’ Istituto Agrario di Scandicci (Firenze), acquista a pronta cassa buone specie di rettili ed anfibi dell’antico continente, purchè di habitat garantito. Offre anche in cambio buone specie d' Italia e delle isole annesse. 3. Collezione generale paleontologica di 4000 specie di tutti i piani geologici per Li- re 3000 franca alla stazione di Modena. Per richieste rivolgersi al Dott. Fr. Coppi in Modena, Villa S. Agnese N. 243. 24 4. Si cederebbe una bellissima collezione di 450 minerali tuttì es. freschi e scelti con qualche bella roccia, formato medio, da studio, con scatoline nuove, schedine ecc. per L. 320 in contanti; ovvero per l'ammontare di L. 450 in es. di minerali a scelta. 5. Mr. Rousseau Ph. professeur è Notre Dame de Monts Vendèe (France); offre Coquilles ma- rines et terrestres, Fossiles de tous les etages geologiques, Plantes phanerogàmes et eryptogames, contre echantillons analogues. — Envoyer oblata, 6. V.Manuel Duchon, Rakonitz (Boemia) recomande ses co/eopieres; paléarctiques et exo- tiques, frais, piqués munis d' etiquettes d’ origine, proprement préparés. Grand rabais au comptant. Je désire aussi échanger, mai de preference contre des sujets non prèparés; dans les échan- gos je ne ferai jamais le premiere envoi. Envoi sur demande de listes séparès. Nombreuses attesta- tions élogieuses. 7. Il prof. Carlo Fenizia dell'Istituto Tecnico di Modica, cultore di Biologia, prega coloro che posseggono opere del prof. Enrico dal Pozzo di Mombello e che abbiano intenzione di cam- biarle, di mettersi in relazione con lui. 8. Geom. Vitale Francesco, Messina. — Desidera acquistare o cambiare contro insetti mes- sinesi (coleotteri) gli Annali della Società Entomologica di Francia, od altri libri di Entomologia suì Curculionidi Europei. —. Offre in vendita: - Peritelus Vitalei Desbr. a L. 2 1° esemplare; Anthonomus v. messanensis Vitale dell'A. ornatus a L. 0,70 l’es., Trachydemus rugosus a L. 2 etc. il tutto ben preparato e recentemente raccolto. Cambia coleotteri messinesi contro Curculionidi europei. - Inviare oblata. - 9. M. A. Dupont. Montmerrey Orne; offre en échange ou vente 300 espèces Coleoptères; 50 espèces coquilles terrestres et fluviatiles;:50 espèces mousses; 100 espèces plantes. Enverra liste sur demande. 10. Si vende una piccola collezione preistorica delle Madonie (Sicilia) consistente in pietre la- vorate, cocci, qualche vaso, numerosi crani neolitici, ossa umane etc. Per chiarimenti ed informa- zioni dirigersi al Sig. L. Failla-Tedaldi in Castelbuono. ll. GC. Mancini. Corso Ugo Bassi N. 4, Genova. Offre Coleotteri ed Imenotteri in cambio di Scarabeidi anche non classificati. Darebbe pure in cambio piante alpine. 12. Vendonsi pronti contanti n. 190 specie fanerogame e crittogame vascolari, esattamente de- terminate, raccolte lungo la costa Laziale, a Porto Clementino e presso Roma. — Per trattative rivolgersi alla Direzione del giornale. 13. Cavagnaro Tito. Via Vittorio Emanuele N. 29 - Livorno. Desidera fare cambi. di con- chiglie marine, terrestri e fiuviatili, tanto viventi che fossili. Inviare oblata. 14. Si cederebbe la collezione completa degli A/manacchi igienici del Prof. Mantegazza, com- prendente 38 aunate (1866-1905), alcune delle quali non si trovano più in commercio. 15. Si cedono i primi tre volumi della Flora Europae di Michele Gandoger. Opera litografata, edita nel 1883 e 1884. 16. Costantini Alessandro. Villa S. Caterina 154 Modena - Desidera corrispondere con chi sia disposto determinare Lepidotteri, fauna locale. Offre in compenso duplicati di questo ordine dei quali invia elenco. Fra i Ropaloceri dispone al momento delle seguenti forme: Thais Polyxena Sch., var. Cassandra Hb.; Polyommatus dispar Hib. var. Rutilus; Lycaena Escheti Hib. ; Satyrus Fidia Linn. Fra gli Eteroceri: Z. Ephialtes Linn. (ab. coronillae e trigonellae, Esper.;) Hepialus sylvinus Lin., Psyche unicolor; Epichnopteris pulla Esp., Crateronyx tarasaci S. V.J'; Acronyeta Megacephala S. V.; Bryophila muralis Fors.; Acontia lucida Hfu. E. BOZZINI, Gerente responsabile Siena .Tip. e Lit. Sordomuti di L. LIO, Agli Associati alla RIVISTA ITALIANA DI SC, NAT., al BOLLETTINO DEL NATURALISTA ed all'AVICULA, che hanno pagato l'abbonamento pro' 1908, si ce- dono a prezzi ridotti, franche di porto e consegna GARANTITA al loro domicilio in ‘Italia, le seguenti pubblicazioni : N. B. Gli abbonati esteri pagheranno in più le maggiori spese postali. Gli uccelli nidiacei-Allevamento - Edu- cazione - Malattie - Cure di Ronna E. Pas. 58 in-8 L. 1,50 per L. 1,00. Dopo la peste di Napoli. Studio anatomo= biologico del dott. Omero Ricci. Pag. 18 in-8. Prezzo L. 1.50 per L. 1,00. Glossario entomologico, corredato del re- gistro Latino-Italiano delle voci citate, redatto da Luigi Failla Tedaldi. Pag. 186, formato 8.° grande (con ll tavole) L. 5 per L. 3,50. Avifauna Calabra. Elenco delle specie di uccelli sedentarie e di passaggio in Calabria, dì Lucifero Armando Vol. di pag. 79 in-8. L. 4,00, per L. 2,50. La Valtellina ed i Naturalisti. Memo- ria divisa in 6 capitoli: 1. Generalità - 2. Zoo- logia - 3. Botanica - 4. Geologia - 5 Minera- logia e litologia - 6. Idrologia e meteorologia. Appendici, per il dott. M. Cermenati. Vol. di 287 pag. in-8. (Prezzo L. 3 per I. 2,50). I Pesci del Trentino e nozioni elementari intorno all'organismo, allo sviluppo ed alla fun- zione della vita del pesce, del dott. V. Larga- iolli in 2 vol. con fig. L. 6,50 per L. 5,50. Carta murale dei Pesci del Trentino com- pilata dal dott. V. Largazolli. (Montata L. 2,50 per L. 2,00; non montata L. 2,00 per L. 1,50). Le funzioni della vita, Preliminari. La Riproduzione, del prof. E. Paratore. Pag. 25, formato in 8.° gran ie, (L. 2,00 per L. 1,00.) La Geologia agricola e le rocce della, provincia di Roma e di Perugia per il dott. G. De Angelis d’ Ossat (1.8 Parte), Pag. 27 in-8. (L. 1,50 per L. 1,00). Quadri cristallografici per le scuole se- condarie del prof. E. Paratore. 12 pag. L. 1 per L. 0,40. Gli insetti nocivi alla vite, loro vita e modo di combatterli del dott. A. Lunardoni. Pag. 54 con molte figure in colori L. 2 per L. 1,50. Monografia illustrata degli uccelli di rapinainItalia del dr. G. Martorelli. Grande volume di 211 pag. in-4 con tav. in colori e fix. intercalate nel testo L. 20 per L. 18. Gli uccelli e l’ agricoltura. Osservazioni di G. Fabani L. 0,60 per L. 0,40. Nozioni elementari di storia naturale ad uso delle scuole secondarie, classiche e tecni- che per il prof. A. Neviani. Anatomia, I'isio- logia e Tassinomia animale. Vol. di 440 pag. con 464 fig. L. 3,00 per L. 2,50. Meccanismo interno ed esterno del volo degli uccelli per il prof. C. Fabani L. 0,60 per I. 0,530. Avifauna del prof. Gasparini con la dia- gnosi di tutte le specie degli uccelli italiani. 296 pag. in 8. L. 5 per L. 2,50. Manuel du Naturaliste per A. Granger. Raccolta, preparazione, imbalsamazione, ecc. ecc. Pag. 332 con 257 fig. (1895) L. 4,50 per L. 3,00. L’ art d’empailler les petits animaux semplifié par P. Combes. Un vol. con fig. L. | per L. 0,80. Piccolo atlante botanico di 30 tav. con 253 fig. in colori preceduto da brevi nozioni di Botanica descrittiva per le scuole secondarie del prof. Vincenzo Gasparini. 2.2 edizione mi- Manuel du Lepidopteriste par G. Panis. Catalogo delle specie, caccia, preparazione, clas- sificazione, maniera di allevarli ece. 320 pag. con figure L. 3,75 per L. 3,00. Conseils aux amateurs pour faire une collection de papillons. Classification, pre- paration et conservation. Par M. Beleze. Con 32 fig. L. 0,80 per L. 0,50. Viaggio in Oriente pel cav. dott. !. Tassi. Pag. 180 L. l per L. 0,40. I funghi mangerecci e velenosi, descri- zione, modo di cucinarli e conservarli. Con 23 tav. colorate, per C. Rossi. Pag. 140 L. 1,50 per L. 0,80. Sono i piccoli uccelli utili all’agricol- tura? per D. G. Salvadori. Pag. 22 L. 0,50 per IRMON2DE La protezione degli animali in rapporto ai loro diritti ingeniti e acquisiti all’ umano consorzio e alle leggi, per il prof. Gre2lo Nic- cotò L. 2,00 per L. 1,20. Considerazioni sulla intelligenza degli animali per il prof. N. Gri/o. Un Vol. di 70 pagine L. 1,10 per L. 0,80. Traverso la Sardegna per il dott. N. Grillo. Vol. di 178 pag. L. 1,00 per L. 0,70. Il Mimismo del regno animale per il prof. C. Socini. Pag. 172 e 5 tav. con molte fig. L. 3,00 per L. 2,00. L’uovo e le sue prime trasformazioni per il dott. Cermenati Mario. Pag. 46 in-8. Prezzo L. 1,00 per L. 0,50. Terapia clinica dei Difterici per il cav. uff. prof. Cozzolino Vincenzo. Pag. 101 con 10 figure L 2,00 per L. 50, Manuale di Geografia fisica con alcune nozioni elementari di Astronomia per /Mabrett: Ferdinando. Pag. 359 in-8 con figure L. 3,50 per L. 2,00. Zootecnia. Pregi e difetti degli animali do- mestici col modo di conoscere l'età per Cavagna Gaudenzio. Pag. 280 in-8. Prezzo L. 2,00 per L. 1,50. La cultura dell’ Olivo e la estrazione del- l’olio di Passerini Napoleone. Pag. 132 in-8 con figure. Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. Metodo per preparare Tavole murali per la Scuola del dott. Pol prof. Aser. Pag. 8: in-8 L. 0,50 per L. 0,30. Manuale del trattamento del Cavallo del march. Carlo Costa. Pag. 280 in-8. Prezzo L. 3,00 per L. 2.00. Elementi di Agraria ad uso delle Scuole di Agricoltura del prof. Napoleone Passerini. Pag. 272 in-8 con figure. L. 2,50 per L. 2,00. Elementi di Tassinomia vegetale ed animale del dott. Luigi Bordi. Pag. 100 in-8. Prezzo L. 1.50 per L. 1,90. Elementi di Zoologia agraria del dott. Eugenio Bettoni. Pag. 392 in-$. Prezzo L. 3 per L; 2,50. Falconeria moderna. Guida pratica per addestrare alla caccia le principali specie di Fal- conidi per A. U. Filastori. 23. Bdiz. Pag. 136 in-8 con figure. L. 1,25 per L. 1,00. LABORATORIO Z00LOGICO-Z00TOMICO-TASSIDRRMICO E MUSEO DI STORIA NATURALE gia diretti dal Cav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Cataloghi gratis Prezzi correnti gratis Fornitore di molti Musei e Gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili; Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità eco. 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A tutti coloro che ci procureranno 3 nuovi abbonati inviandocene l'importo, man- deremo in dono, come segno di gratitudine, il giornale gratis per un'intera annata, oppure daremo in dono 2 annate arretrate a sua scelta. Le sei annate dell’? Avicula,, si cedono ciascuna per L. 3,50, tutte e sei per L. 18,00, ed avvertiamo che fino a tutto il 1896 gli studi e le notizie sugli uccelli, loro caccia ecc. venivano pubblicati nei fascicoli della Rivista e del Bollettino, per cui per quanto riguarda gli uccelli, 1’ Avicula è come una continuazione ai detti periodici. GRATIS - CATALOGHI e Prezzi Correnti presentemente in distribuzione - GRATIS Catalogo N. 38 — Modelli plastici di piante, fiori, funghi, frutti ecc. per l’ insegnamento della Botanica. « « 49 — Minerali e Rocce. « « 50 — Varietà e mostruosità in uccelli italiani. « « 53 — Amnesi, strumenti, utensili, preservativi, specialità ecc. per la raccolta, studio, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale. « « 54 — Catalogo con note e prezzo degli animali dì tutti gli ordini, scheletri ed altre preparazioni zootomiche, Piante, Minerali, Fossili, Modelli, ecc; ecc., nonchè delle Collezioni già fermate per l'insegnamento. « « 5d4bis Mammiferi imbalsamati ed in pelle, scheletri e cranii. « « 55 — Occhi artificiali di ogni genere in vetro e smalto, per animali, uomini, sta- tue, bambole, ecc. « « 56 — Coleotteri europei. « « 57 — Uccelli imbalsamati ed in pelle. Avvertenza necessaria Ricordiamo agli abbonati che a cominciare dal 2.° trimestre termina l' epoca della PIOUZIORO: deì prezzi di A (Vedere in margine della 1.2 pagina copertina). VAI RALBAO Li A Pe AAT A Li ‘male Conto Corrente con la Posta ‘ANNO XXIII N° 3 201 Collettore, Allevatore, Goltivatore, Acclimatatore S È a v N i È Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3. Per gli Stati della unione postale L. 3,50 Altri Stati L, 4 Istruzione e diletto PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento fiensile alla Rivista italiana di scienze naturali el al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scambi e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i professori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Eichieste e offerte ecc. ecc. (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO. in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA e con sole lire otto saldano l’ abbonamento per n sole Lire cimquie saldano l’ abbonamento al &@ ista ; Ta alla Rivista ed al Bollettino del N dici. I nuovi abbonati ricevono sempre tutti i fascicoli arretrati dell’'annata. Collaboratori sono tutti gli abbonati e principalmente quelli nominati nella copertina della Rivista Italiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un'unica ammivistrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Sîena all'Agenzia in Via B. Peruzzi 28,e da tutti gli utfici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L’ abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoliseparati costano cent. 30 perogni 16 pag.ditesto. Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano î manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L.6l cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. } Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bol/e/lino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc.; fare offerte e ri- scritti che contengono avvuzse di acquisto 0 di vendita, o che ossono servire di reclume commerciale Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati che hanno già pagatol’ab. bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta sa non è espressamente richiesta dall’ abbonato. 1° amministrazione s’incarica di rappresentare gliab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corrì- spondenza, e per le vendite od acquisti elfettuati pagare un compenso da combinarsi. 1 ' BR La direzione può, in casì eccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioniin proposito. | manoscritti non pub- blicati possono éssere ritiratidagli autori proprie spese Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche fascicolo, ne sarà loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis. purchè la richiedano entro l’ annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento. Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L. 1. per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nell P- posite pagine costano L.1l ogni2 centim. di spazio u- TUTTI COLORO CHE PAGANO L'ABBONAMENTO ENTRO I PRIMI TRE MESI DELL’ ANNO, E TUTTI COLORO CHE SI ABBONAN AD ANNATA INCOMINCIATA, inviando Vl importo direttumente all’ Agenzia del giorna Ornitologico ed al Bollettino del Naturalista, oppure a cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, | pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8.Algli ta = macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. | abbonati si fanno speciali facilitazioni. È : È S I.e inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- Si annunziano le pubblicazioni ricevute e si fa speciale SS sare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non | menzione di quelle delle quali ci pervengono pe s si ha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però | Tutti i pagamenti devono essere anticipati. Chi desidera Eo ne viene accordata la ristampa, pagando un piccolo com- risposta unisca i francobolli necessari, o scriva in car- a Penso. Dalle inserzioni gratuite sonn per regola esclusi gli ! tolina con risposta pagata. mal D = Ù bi È onamento ‘S e 3 LS ne lunao di agina “-” n È afft Gli abbonati esteri dell’ Unione postale pagheranno L. 1,00 di piu, e quegli degli altri Stati L. 2,00 di più per le maggiori spese postali. i A Agli Associati alla RIVISTA ITALIANA DI SC. NAT,, al BOLLETTINO DEL NATURALISTA ed all'AVICULA, che hanno pagato l'abbonamento pro' 1908, si ce- dono a prezzi ridotti, franche di porto e consegna GARANTITA al loro domicilio in Italia, le seguenti pubblicazioni : N. B. Gli abbonati esteri pagheranno in più le maggiori spese postali. Gli uccelli nidiacei- Allevamento - Edu- cazione - Malattie - Cure di Ronna E. Pag. 38 in-8 L. 1,50 per L. 1,00. Dopo la peste di Napoli. Studio anatomo- biologico del aott. Omero Ricci. Pag. 18 in-8. Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. Glossario entomologico, corredato del re- gistro Latino-Italiano delle voci citate, redatto da Luigi Failla Tedaldi. Pag. 186, formato 8.° grande (con ll tavole) L. 5 per L. 3,50. Avifauna Calabra. Elenco delle specie di uccelli sedentarie e di passaggio in Calabria, di Lucifero Armando Vol. di pag. 79 in-8. L. 4,00. per L 2,50. La Valtellina ed i Naturalisti. Memo- ria divisa in 6 capitoli: 1. Generalità - 2. Zoo- logia - 3. Botanica - 4. Geologia — o. Minera- logia e litologia — 6. Idrologia e meteorologia. Appendici, per il dott. M. Cermenati. Vol. di 287 pag. in-8. (Prezzo L. 3 per L. 2,50). I Pesci del Trentino e nozioni elementari intorno all'organismo, allo sviluppo ed alla fun- zione della vita del pesce, del dott. V. Larga- iolli in 2 vol. con fig. L. 6,50 per L. 5,50. Carta murale dei Pesci del Trentino com- pilata dal dott. V. Largazolli. (Montata L. 2,90 per L. 2,00; non montata L. 2,00 per L. ), 90). Le funzioni della vita, Preliminari. La Riproduzione, del prof. £. Paratore. Pag. 25, formato in 8.° grande, (L. 2,00 per L. 1,00.) La Geologia agricola e le rocce della provincia di Roma e di Perugia per il dott. G. De Angelis d' Ossat \l ® Parte), Pag. 27 in-8. (L. 1,50 per L. 1,00). i Quadri cristallografici per le scuole se- condarie del prof. E. Paratore. 12 pag. L. l per L. 0,40. Gli insetti nocivi alla vite, loro vita e modo di combatterli del dott. A. Lunardoni. Pag. 54 con molte figure in colori L. 2 per L. 1,90. Monografia illustrata degli uccelli di rapinainItalia del dr. G. Martorelli. Grande volume di 211 pag. in-4 con tav. in colori e fig. intercalate nel testo L. 20 per L. 18. Gli uccelli e 1’ agricoltura. Osservazioni di G. Fabani L. 0,60 per L. 0,40. Nozioni elementari di storia naturale ad uso delle scuole secondarie, classiche e tecni- che per il prof. A. Neviani. Anatomia, Iisio- logia e Tassinomia animale. Vol. di 440 pag. con 464 fig. L. 3,00 per L. 2, 50. Meccanismo interno ed esterno del volo degli uccelli per il prof. C. Fabani L. 0,60 per L. 0,30. Avifauna del prof. Gasparinî con la dia- gnosi di tutte le specie degli uccelli italiani. 206 pag. in 8. L. 5 per L. 2,50. Manuel du Naturaliste per A. Granger. Raccolta, preparazione, imbalsamazione, ecc. ecc. Pag. 332 con 257 fi. (1395) L. 4,50 per L. 3,00. L’ art d'empailler les petits animaux semplifié par P. Combes. Un vol. con fig. L. 1 per L. 0,80. Piccolo atlante botanico di 30 tav. con 253 fig. in colori preceduto da brevi nozioni di Botanica descrittiva per le scuole secondarie del prof. Vincenzo Gasparini. 2.8 edizione mi- gliorata ed accresciuta L. 3,50 per L. 2,90. Manuel du Lepidopteriste par G. Panis. Catalogo delle specie, caccia, preparazione, clas- sìficazione, maniera di allevarli ecc. 320 pag. con figure L. 3,75 per L. 3,00. Conseils aux amateurs pour faire une collection de papillons. Classification, pre- paration et conservation. Par M. Beleze. Con 32 fig. L. 0,80 per L. 0,50. Viaggio in Oriente pel cav. dott. I. Tassi. Pag. 130 L. 1 per L. 0,40. I funghi mangerecci e _ velenosi, descri- zione, modo di cucinarli e conservarli. Con 23 DI LO per C. Rossi. Pag. 140 L. 1,50 per . 0,80. Sono i piccoli uccelli utili all’ agricol- tura? per D. G. Salvadori. Pag. 22 L. 0,50 per LR0N258 La protezione degli animali in rapporto ai loro diritti ingeniti e acquisiti all’ umano consorzio e alle leggi, per il prof. Grello Nic- colò L. 2,00 per L. 1,20. Considerazioni sulla intelligenza degli animali per il prof. N. Grz/lo. Un Vol. di 70 pagine L. 1,10 per L. 0,80. Traverso la Sardegna per il dott. N. Grillo. Vol. di 178 pag. L. 1,00 per L. 0,70, Il Mimismo del regno animale per il prof. C. Socini. Pag. 172 e 5 tav. con molte fig. L. 3,00 per L. 2,00. L’uovo e le sue prime trasformazioni per il dott. Cermenati Mario. Pag. 46 in-8. Prezzo L. 1,00 per L. 0,50. Terapia clinica dei Difterici per il cav. uff. prof. Cozzolino Vincenzo. Pag. 101 con 10 figure L 2,00 per L. 1, 50. Manuale di Geografia fisica con alcune nozioni elementari di Astronomia per Mabrette Ferdinando. Pag. 359 in-8 con figure L. 3,50 per L. 2,00. Zootecnia. Pregi e difetti degli animali do- mestici col modo di conoscere l'età per Cavagna Gaudenzio. Pag. 280 in-8. Prezzo L. 2,00 per Lo T450; La cultura dell’ Olivo e la estrazione del- l'olio di Passerini Napoleone. Pag. 132 in-8 con figure. Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. Metodo per preparare Tavole murali per la Scuola del dott. Poli prof. Aser. Pag. 8 in-8 L. 0,50 per L. 0,30. Manuale del trattamento del Cavallo del march. Carlo Costa. Pag. 280 in-8. Prezzo L. 3,00 per L. 2,00. Elementi di Agraria ad uso delle Scuole di Agricoltura del prof. Napoleone Passerini. Pag. 272 in-8 con figure. L. 2,50 per L. 2,00. Elementi di Tassinomia vegetale ed animale del dott. Luigi Bordi. Pag. 100 in-8. Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. Elementi di Zoologia agraria del dott. Eugenio Bettoni. Pag. 352 in-8. Prezzo L. 3 per L. 2,50. SA Falconeria moderna. Guida pratica per addestrare alla cacciale principali specie di Fal- conidi per A. U, Filastori. 28. Ediz. Pag. 136 in-8 con figure. L. 1, 25 per L. 1,00. MEN FOGA "2 Anno XXIII N, 3 * I5 Marzo 1903 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Snpplemento mensile alla) Rivista italiana’ di Scienze Naturali ei al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo perl’ Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L, 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L, 4, SOMMARIO COMUNICAZIONI. — Redazione. Per gli articoli da pubblicarsi. — Ai nostri associati. — In- torno alla cattura della Fhoca vitulina Pag. 25. Morgana Mario. Contribuzione allo studio della fauna di Montecassino Pag. 26. Neviani dott. prof. Antonio: Materiali per una bibliografia degli studi sui Briozoi viventi e fossili dal!1800 al 1900: (cont.) Pag. 31. Perlini R. Contributo alla Fauna dei Lepidotteri d’Italia (cont. e fine) Pag. 35. Notiziario. Pag. 37. — Nomine, promozioni, onorificenze; premi|[Pag. 38. —. Richieste e offerte (gratis agli abbonati) Pag. 39. === COMUNICAZIONI Per gli articoli da pubblicarsi. — Per norma dei gentili abbonati che. ci favoriscono articoli da pubblicare raccomandiamo : 1.° La massima, concisione onde lo spazio sia, occupato .il più utilmente possibile. 2. Preferiamo sopra. a tutto articoli. di. tecnica o illustranti. cose. nuove, o ‘confutanti asserzioni o pareri di altri. 3.°Descrizioni succinte di nuove specie. 4° Gli articoli che non trattano cose nuove occorre si occupino di sog- getti di generale interesse, che sieno dilettevoli, affinchè tu li leggano volentieri. Ai nostri associati. — Ricordiamo che a cominciare dal 1.° Aprile termina J” epoca della riduzione dei prezzi di abbonamento, come è stato indi- cato. in margine della 1.2 pagina della copertina del giornale. Restano perciò avvertiti coloro che non hanno ancora versato la relativa quota:a questa Amministrazione; che, trascorso “detto termine, l'abbonamento ritorna ai prezzi già stabiliti per ciascun periodico. Intorno alla cattura della Phoca vitulina. — L’illustre prof. S. Brusina di Zagabria rende noto che riguardo alla cattura della Foca presso la foce dell’ Esaro non lungi da Cotrone di Calabria, comunicataci da A. Luci- fero e pubblicata nelle Notizie di caccia e di pesca del passato fascicolo (V. pag. 21), questa dovrebbe essere la Phoca monachus (Monachus albiventer) 0 come;si voglia chiamarla; poichè come l’ ebbe. a dimostrare anni addietro egli stesso, nel. Mediterraneo non è stata peranco presa la nordica-atlantica, Phoca vitulina: FINODO RA TTRAI OS 1 MARIO MORGANA Contribuzione allo studio della fauna di Montecassino —— —___*5>>mmMùc0>cw___—______ L'antica e famosa badia di Montecassino trovasi sul vertice di un’ altura, la’ quale raggiunge circa i 600 metri sul livello del mare e fa parte di un gruppo montuoso, di cui il nucleo è formato dal monte Cairo alto 1669 metri. Questo gruppo montuoso, corpo avan- zato dei subappennini abruzzesi nella pianura del Liri, può essere scelto come zona ben delimitata di osservazioni.in quanto che si presenta con limiti e forma notevolmente esatti; avendo presso a poco figura di triangolo isoscele, con base minore del lato, il cui vertice si protende nel piano anzidetto in direzione S-S-E ed è costituito per lo appunto dal Monte Cassino. I limiti di questa specie di isola sono: a nord la valle del Melfa, a sud quella del Liri e ad est quella del Rapido. La distanza sua dal mare è in linea retta all’ incirca di ventisette chilometri. Tutto questo insieme di alture, addossate al monte Cairo, è necessariamente ricco di insenature ed avvallamenti ai quali quasi esclusivamente si limita la coltivazione ; restando per il resto pascolo montano caratterizzato dalle due specie invadenti Ampelodesmos tenax e Pistacia lentiscus. Non manca la parte boscosa a predominio di Quercus ilex ed in essa è degna di nota la flora erbacea di cui il numero di specie vascolari si aggira intorno al migliaio. Non conosco nessuna pubblicazione che abbia per iscopo lo studio speciale del territorio dianzi descritto sotto 1’ aspetto botanico e zoologico, mentre avvenne un :certo numero per quanto riguarda. la geologia. Esiste bensì una pubblicazione del Sig. G. De Marco dal ti- tolo Montecassino illustrato nei tre regni della natura, ma le notizie che egli ne dà, in quanto alla geologia, sono ripetizioni di pubblicazioni troppo antiche con aggiunte di nessun valore, ed,in quanto alla zoologia, molto vaghe e incomplete. L’autore promette uno studio più esteso ed esatto a base di materiali raccolti, ma sinora, per quanto mi sappia, nulla ha pubblicato. Per la parte botanica egli aveva, già in epoca anteriore a quella della pubblicazione accennata, dato in luce una Flora di Montecassino (parte I, 1886; parte II, 1887). Tale opera è d’ indole puramente scolastica, ma compilata peraltro con notevole esattezza; e può dare una giusta idea della ricchezza vegetale del luogo: però i limiti impostisi dall’ autore nelle sue ricerche sono topograficamente troppo ristretti, talchè l’ enumerazione delle specie non riesce completo. In tre anni di residenza a Montecassino ho avuto agio di accumulare buon numero di osservazioni, le quali mi permettono dì preparare un certo numero di aggiunte alle cose già dette dal mentovato autore. Presento per primo un elenco zoologico delle specie verte- brate; di cui mi è riuscito più agevole fare i necessari raffronti e potrei assicurare che tale elenco è presso che completo. Man mano che le mie occupazioni lo permetteranno farò seguire elenchi di invertebrati più notevoli per copia di specie. Non può rivestire una serie di tali pubblicazioni altro carattere se non quello di sem- plice contributo alla conoscenza delle cose naturali delle nostre regioni. Se questi lavori, cui sarebbe in grado di compiere ogni modesto cultore di scienze naturali, fossero dati fuori con maggior frequenza, la scienza paesana se ne avvantaggerebbe. È vero che essi non sono in voga, ma se si pensasse che questo modesto materiale deve servire ad un futuro par compilatore della geografia biologica della nostra penisola, si dovrebbe convenire della loro maggiore utilità e tanti insegnanti di scienze naturali, che per ragioni del loro ufficio si trovano obbligati a risiedere in regioni dell’ Italia ancora non illustrate, accetterebbero la compilazione di tali lavori come uno degli oneri forse più piacevole della loro professione. Animalia vertebrata MTIS CASSINI MAMMALIA Chiroptera GYMNORHINA 1. Plecotus auritus. Linn. 2. Vespertilio serotinus. Schrb. (Vesperus serotinus. Keys.& Blas — Scotophilus se- rotinus. Gray — Calteorus serotinus. Kolen.) PHYLLOSTOMA 3. Rhinolophus ferrum-equinum. Leach. (Vespertilio ferrim-equinum. Schreb — Rhi- nolophus unihastatus. Géoff.) Insectivora . ERINACIDA 4. Erinaceus europaeus. Linn. TALPIDA 5. Talpa caeca. Savi. SORICIDA 6. Sorex etruscus. Savi. (Sorex suaveolens. Pall. — Pachyura etrusca. Bp—) Carnivora URSIDA Y. Meles taxus. Schreb. (Meles vulgaris. Desm. — Ursus taxus. Schreb -) MUSTELIDA 8. Mustela martes. Linn. (Mustela martora. Ran. — Mustela abietum. Alb. Mg.—) 9. Mustela foina. Schreb. 10. Putorius vulgaris. Briss. (Mustela vulgaris. Schreb. — Mustela nivalis. Linn — Putorius pusillus Bud. & Bach. — Foetorius vulgaris. Keys. & Blas.) CANIDA 11. Vulpes vulgaris. Briss. (Canis vulpes. Linn.) Rodentia SCIURIDA 12. Sciurus vulgaris. Linn, (Sciurus alpinus. Cuv. — Sciurus italicus. Bp. —) MyoxIDA, 13. Myoxus glis. Linn. (Glis esculentus., Blum.) 14. Myoxus quercinus. Linn. (Myoxus nitela. Schreb.) 15. Myoxus avellanarius. Linn. (Myoxus moscardinus, Schreb.) MURIDA 16. Mus alerandrinus. Géoff. (Mus tectorum. Savi.) 17. Mue musculus. Linn. 18. Mus sylvaticus. Linn. HISTRICIDA 19, Histrix cristata. Linn. (Acanthion Cuvieri. Gray—) 28 LRPORIDA 20, Lepus meridionalis. Gene. (Lepus timidus. Linn.) AVES Accipitres DIURNI 21. Buteo vulgaris. Bechst. (Falco vulgaris. Linn.) 22. Accipiter nisus. Pall. (Falco nisus. Linn.) 23. Falco tinnunculus. Linn. (Tinnunculus alaudarius G. R. Gray) Nidifica in buche inaccessibili lungo il muro della badia a nord ed a'nord-esti NOcTURNI 24, Strix flammea. Linn. 25. Athene noctua. Boie. (Strix noctua. Rietz. — Strix passerina Savi). 26. Otus vulgaris. Flemin. (Strix otus. Linn. — Aegolius otus. Keys & Blas) 27. Otus brachyotus. Boie. (Strix. brachyotus. Gme. — Aegolius, brachyotus! Keys & Blas.) 28. Ephialtes scops. Keys & Blas. (Strix scops. Linn.) Picariae ZYGODACTYLI 29. Giecinus viridis. Boie. (Picus viridis. Linn.) 30. Picus major. Linn. (Dendrocopus major. Koch.) S1. Cuculus canorus. Linn. SYNDACTYLI 32. Coracias garrula. Linn. 33. Merops apiaster. Linn. 34. Upupa epops. Linn. HIANTES 35. Cypselus apus. Ill. :(Hirundo apus. Linn.) Nidifica in branchi numerosi lungo il margine dei tetti della badia nella parte a sud e_a sud-est; Passeres TJUATTROSTRES 36. Chelidon urbica. Boje. (Hirundo urbica. Linn.) Nidifica in stuoli numerosi sotto le grondaie delle case alle falde del monte qualche branchetto anche sui fianchi del burrone a nord-est del monte stesso. 3°. Cotyle rupestris. Boie.-(Hirundo rupestris. Scop.) Un branco di circa una cinquantina d’ individui è restato a svernare durante l'inverno tra il 1901 e il 1902 avendo trovato. ricovero in ‘buche ‘inaccessibili su SEDE parte del- l’ edificio badiale che è chiamata Torre di S. Benedetto. 38. Muscicapa grisola. Linn. (Butalis grisola. Boie.) 39. Ampelis garrulus. Linn. DENTIROSTRES 40. Lanius collurio. Linn. (Enneoctonus collurio. Boie.) 41. Lanius minor. Gme. (Lanius italicus. Lath.) A CUTIROSTRES 42. Parus coeruleus. Kaup. (Cyanistes coeruleus. Lin.) 20 43. Parus major. Linn. 44, Sitta curopaeca. Bp. SUBULIROSTRES 45. Troglodytes parvulus. Koch, (Motacilla troglodytes. Linn. — Troglodytes euro» paeus. Vieill.) 46. Turdus merula. Linn. (Sylvia merula. Savi. — Merula vulgaris: Bp—) 47. Turdus viscivorus. Linn. (Sylvia viscivora. Savi) 48. Turdus musicus. Linn. (Sylvia musica. Savi) 49. Turdus iliacus. Linn. (Sylvia iliaca. Savi) 50. Monticola cyana. Cab. (Turdus cyanus. Linn. — Petrocossyphus cyanùs. Boie — Sylvia solitaria. Savi). Nidifica in buche, che si trovano ,nel muro; a; mezzogiorno della badia ad altezze varie, scegliendo però quelle cui è impossibile 1’ accesso ad altri animali. A varie riprese osservai degl’ individui inseguire piccole lucertole e spezzar loro la coda con una beccata e poi por- tarla al nido. 51. Sazicola oenanthe. Bechst. (Motacilla oenanthe. Linn.) 52. Ruticilla phoenicura. Bp. (Motacilla phoenicurus. Linn.) 53. Erythacus rubecula. Mc Gill. (Motacilla rubecula. Linn.) 54. Philomela luscinia. Selby. (Motacilla luscinia. Linn, — Lusciola luscinia. Keys &; Blas.) i È 55. Sylvia hortensis. Lath. (Motacilla hortensis. Gme. — Curruca hortensis, Koch.) 56. Sylvia atricapilla. Scop. (Motacilla atricapilla. Linn — Curruca atricapilla, Briss.) 57. Motacilla alba. Linn. 58. Anthus pratensis. Bechst. (Alauda pratensis Linn.) CONIROSTRES 59. Emberiza schoeniclus. Linn. (Emberiza Durazzi. Bp.) 60. Passer Italiae. Gerb. (Fringilla Italiae. Vieill — Fringilla cisalpina. Temm.) Nidificante ed abbondante in tutte le stagioni. Nel libro citato è notato il Fringilla domestica : se l’ autore con tal nome vuole intendere il Passer domesticus. Brissi devo no- tare che tale specie non si rinviene sul, Monte Cassino. 61. Coccothraustes, vulgaris. Vieill. (Loxia (coccothraustes, Linri.) 62. Fringilla coelebs. Linn. 63. Ligurinus chloris. Koch. (Iuoxia chloris. Linn — Chlorospiza chloris. Bp.). 64. Chrysomitris spinus. Boic. (Fringilla spinus. Lin.) 65. Carduelis' elegans. Steph. (Fringilla carduelis. Lin.) 66. Cannabina linota. Gray. (Fringilla cannabina. Linn — Fringilla linota. Gme.) 67. Serinus hortulanus. Koch. (Serinus italicus; Briss. — Fringilla serinus. Linn.) CRASSIROSTRES i 68. Sturnus vulgaris. Linn. 69. Oriolus galbula. Linn. 70. Corvus corax. Linn. Qualche coppia nei burroni a nord e ad ovest del monte. TI. Corvus frugilegus. Linn, 112. Corvus monedula. Linn. (Lycos monedula. Boie.) 73. Pica caudata. Linn. (post. Corvus pica Linn.) . 74. Garrulus glandarius. Vieill. (Corvus glandarius, Briss.) Columbae 75. Turtur auritus. Gray. (Columba turtur. Lin.) Gallinae 76. Perdix saxatilis. Moy. & Wolf. Grallae LONGIROSTRES "7. Scolopax rusticola. Linn. (Scolopax scoparia Bp.) 8. Gallinago scolopacinus. Bp. (Scolopax gallinago. Linn.) HERODIONES S 719. Ciconia alba. Will. (Ardea, ciconia. Linn.) La cattura di un individuo di questa specie è descritta nel libro più volte citato. REPTILIA Sauria LACERTIDAE 80. Lacerta viridis. Daud. 81. Podarcis muralis. Wagl. (Lacerta agilis. plu. auc. — Lacerta muralis. Merr — Lacerta podarcis. Cara.) ASCALABOTIDAE 82. Hemidactylus verruculatus: Cur. (Hemidactylus triedrus. Bp.) 83. Platydactylus mauritanicus. de Betta (Lacerta mauritanica. Gmel. — Ascalabotes mauritanicus. Bp — Platydactylus muralis. Dum. Bibr.) SCINCOIDAE 84. Anguis fragilis. Linn. (Anguis bicolor & cinereus. Risso) Ophidia COLUBRIDAE 85. Zamenis viridiflavus. Wagl. (Colubet viridifavus. Lacép — Coluber atrovirens. Shaw.) 86. Eluphis Aesculapii. Dum. Bibr. (Coluber flavescens. Gmel. — Coluber Aesculapii Host. — Zamenis Aesculapii. Wagl.) 87. Elaphis quadrilineatus. Bp. (Coluber quaterradiatus. Gmel. — C. quadrilineatus. Latr. — C. elaphis. Metaxa. — Elaphis quadriradiatus. Dum. Bibr.) PoTAMOPHILIDAE 88. Zropidonotus natrix: Wagl. (Natrix torquata. Boup — Coluber natrix. Linn. — C. torquatus. Lacèp.) 89. Tropidonotus viperinus. Schleg. (Coluber viperinus. Latr. — Natrix viperina. Bp.) VIPERIDAE 90. Vipera aspis. Merr. (Coluber aspis. Linn. — Vipera berus. Cuv.) Se ne trovano individui delle due varietà V. aspis Redi e V. aspis rufiventris; più frequenti però quelli della prima. AMPHIBIA Anura 91. Hyla arborea. Cuv. (Rana arborea. Linn. — Hyla viridis. Lau.) 92. Bufo vulgaris. Laur. (Rana bufo. Linn. — Bufo cinereus. Daud.) Ferentino (Roma), 6 Marzo 1903. _—_—___—_—_——_rT_T<-T"- 31 ANTONIO NEVIANI Materiali per una bibliografia italiana DEGLI STUDI SUI BRIOZOI VIVENTI E FOSSILI dal 1800 al 1900 (continuazione) Pag. 311. Cylindroecium giganteum Busk Hippuraria verticillata Hell, (pl. IX, f. 8). « 312. Pedicellina cernua Pallas Barentsia gracilis Sars Sp. Loxosoma (? sp.) Supplemento. Pag- 313. Flustra tenella n. sp. (pl. IX, f. 1). « 314. «pusilla n, sp. (pl. IX, f. 9). Membranipora tenuirostris Hks, ‘ patellaria Moll, form multijuneta Waters « 315. Schizoporella lineolifera Hks, « 316. Nelle specie descritte da Heller, 1’ Hinks nota le seguenti sino- nimie : Scrupocellaria capreolus H, = Ser. Bertholleti Aud. Diachoris simplex H,= Membranipora patellaria Moll sp. Membranipora bifoveolata H, = Micropora impressa Moll sp. Lepralia cribrosa H, = Cribrilina punctata var. ‘a Kirchenpaueri H, ? = Lep. adpressa Bk, “ appendiculata H, ? = L. marsupiata Bk, C Steindachneri H, = Cribr. Gattyae Bk, Eschara fascialis = Lepr. foliaceu forma fuscialis e cervicornis M, Edw, = Smittia cervicornis Discosparsa patina H, = Lichenopora radiata Aud, Obelia tubulifera LImx. = Idmonea serpens (giov.) Valkeria verticillata H. = Hippuraria verticillata. 74. — Lovisato Domenico, — Riassunto sui terreni terziari e posterziari del Cir- condario di Catanzaro. Boll. Com. Geol. Htal., anno 1885, pag. 87-120, Roma 1885. Dal pliocene antico di S. Maria di Catanzaro sono: (p. 104). Adeone lamellosa ? Michl., Cellepora palmata Michl., (p. 105). Briozoi varì, (p. 107), Hetepora cellulosa Lk,, R. echinulata Ph, Dal pliocene superiore di Borgia e Caraffa sono: (p. 114) Celleporaria sp., (p. 115) Z/ornera frondiculata Lk, Lepralia ciliata Pall, Retepora echinulata Phil, (e) (40) Dal quaternario di Borgia e, Girifalco, .(p. 117) Eschara foliacea Lk, [Un elenco di 21 sp. di Briozoi di S. Maria di Catanzaro, e di 18 specie di Ca- raffa, pubblicai nel Vol..IV, pag. 118-123, del Boll. della Soc. Zool. Rom., 1895]. 75. — Meli Romolo. — Echinodermi ed altri fossili pliocenici di Anzio. Boll. Com. Geol. Ital. pag. 188-190, Roma 1885. L'A. a pag. 190 cita le seguenti specie: Retepora cellulosa Linn: (Madrepora). Hornera frondiculata Lamouroux, « striata M, Edw, Fasciculipora Marsillii Michl. (Frondipora) Myriozoon iruncatum Palls, «“ e molte altre specie di briozoari (Membranipora, Cellepora, Lepralia, Eschara, Defrancia) ». [Anche di questa località, e delle vicine Nettuno, Tor Caldara e Palo, diedi un elenco di 6% sp. di briozoari nel Boll. Soc. Geol. Ital. vol. XVII, pag. 220, 1898]. 76. — Waters Arth. W. — On the use of the Avicularian mandible in the deter- mination of the Chilostomatous Bryozoa. Journ. mier. soc., Ser. TI, vol. V, pag. 77 4- 779, tav. XIV. London 1885. A pag. 779, in nota, l'A. dà un supp'emento ‘alla fauna a briozoi del golfo di Napoli, già illustrata in una precedente memoria (vedi num. 46). Bicellaria ciliata L, Smittia affinis var., Capri Notamia (Gemellaria) avicularis Piep. | « —Landsborovii Johnst, Cellaria Johnsoni Bk, « —cheilostoma Mnz, Membranipora flustroides Hks,, Capri Mucronella Peachii Johnst. a Dumeriliù Aud, C c var. octodentata a Lacroixii Aud, Retepora Solanderi Risso a nitida John, Capri Diachoris hirtissima Hell, Mastigophora Dutertrei Aud., Capri Cupularia stellata Bk,, Capri Micropora coriacea Esp., Capri Setosella vulnerata Bk,, Capri ‘ hippocrepis Goldf,, Capri Diastopora patinata Lmk,, Capri Cribrilina figularis John, Capri Aleyonidium mytili Dalyell Microporella distoma Bk,, Capri ‘ | Cylindraceum (1) giganteum Hks Adeonella polystomella Rss, Amathia lendigera L, Porina borealis Bk,, Capri Serialaria semiconvoluta Palmicellaria elegans Alder Valkeria tuberosa HI, Lepralia ternata, Rss;,, Capri Mimosella gracilis-L,, Smittia marmorea- Hks,, Capri Pedicellina graciiis Sars Nella tav. XIV, fra le 44 figure. di mandibole ed opercoli, vi sono le seguenti, tratte da esemplari, di. mari, italiani : i fig. A —,flustra inuncata L,, Napoli, (1) Leggi Cylndroecium. fig. 4 — Diachoris magellanica Bk,, c. s. « BB È hirtissima Hll,, c. s. « 6 — Plustra truncata L,, c. s. « 8 — Schizoporella linearis Hass,, c. s. « 9, 10, 15 — Caderea Boryi Aud,, Rapallo « 16 — Smittia Landsborovii John., Napoli « 17 — Retepora Couchii Hks,, c. s. « 18 — Porella cervicornis E, et S., c. S. «, 19 — Umbonula verrucosa Esp., Capri e 20, 21 — Cellaria Johnsoni Bk,, Napoli « 29 — Schizoporella unicornis Jolinst., c. 8. « 23 — Smittia sp., Rapallo «e 2% — «nitida var. Ophidiana W,, Napoli « 25 — Mucronella coccinea Abildg., c. s. « 26 — Schizoporella arrogata Wat., c. s. « 27 — Diporula verrucosa Peach; c. s. o 28 — Cellepora pumicosa Bk (non L.), €. s. a 929, 30 — a coronopus Wood, c. s. « 31 — a costata M, Gill., c. s. Bo NOA a avicularis Hks,, c. s cars « sardonica Wat., c. s. « 94 — Cribrilina radiata var., c. s. « 35, 36 — Schizoporella auriculata Hass,, c. s. «, 37 — Cellepora verruculata Sm., c. S. a 38 — c digitata Wat., Capri © 39 — « sardonica Wat., Napoli « 40 — Membranipora curvirostris Hks,, c. s. AS a lenuirostris Hks,, « 42 — “« angulosa Rss., c. s. ‘a 44 — Adeonella polystomella Rss., 77. .— Mariani E. — Descrizione dei terreni miocenici fra lo Scrivia e la Staffora. Boll. Soc. Geol. Ital, vol. V, Roma 1886. A pag. 298 e 299 si fa parola della. Lunulites radiata Lam, e Cellepora sp. del Rio Semola, e di Retepora cellulosa Lam, del M. Vallassa. 78. — Neviani A. — Sui giacimenti dei Cetacei fossili nel Monteleonese con indi cazioni di altri rinvenuti nelle Calabrie. Boll. Soc. Geol., vol. V, Roma 1886. (pag. 71) Nei pressi di Monteleone di Calabria, in un banco calcareo ‘del pliocene superiore, trovansi molte colonie di briozoari, delle quali una sola venne specificamente determinata, e cioè il comune Myriozoum truncatum Tinn.,, che è pure indicato come proveniente dalle arenarie quaternarie di Costantino di Mileto. Dalle dette località e dal quaternario di S. Gregorio d’ Ippona (p. 72) sono indicate : Membranipora sp., Retepora sp., Cellepora sp. 34 [Della suddetta località di Monteleone, pubblicai un elenco di 43 specie nel 1896, in Boll. Soc. zcol. Rom. Vol. V, pag. 1021. 79. — Verri Ant. — Azione delle forze nell’ assetto delle Valli. Boll. Soc. Geol. Ital., vol. V, pag. 416, Roma 1886. Dalla fauna marina pliocenica della Valdichiana, determinata dal dott. L. Foresti (1) provengono le seguenti specie (pagg. 440, 441): Membranipora calpensis Bk, Cellepora pumicosa L, a angulosa Rss, Retepora cellulosa Lk, Lepralia ciliata Pall, Cupularia umbellata Defr, 80. — Mariani E. e Parona C. F. — Fossili tortoniani di Capo S. Marco in Sar- degna. Atti Soc. Ital. Se. nat., Vol. XXX, Milano 1887. Dalla suddetta località. (pag. 37, estr.) sono citate: Lepralia pertusa John., Eschara cervicornis Mich, 8I. — Neviani Ant. — Le formazioni terziarie nella Valle del Mesima. Boll. Soc. Geol. Ital., vol. VI, Roma 1887. Nelle argille turchine dell’ Astiano, in Valle dei Mulini, si rinvenne : Lepralia ob- via Mnz, (p. 176). Dal calcare giallastro del pliocene sup. presso Monteleone sono (p. 176): Myriozoon truncatum Pall, Celleporaria ramulosa Lin, Membranipora lineata Lin, “ coronopus S, W, CI angulosa Rss, : globularis Bron. Leprulia resupinata Muz, Dalle arenarie del Saariano di varie località: ‘Casa delle fate, S. Nicola da Crissa, S. Angelo etc. (p. 181), sono: Salicornaria farciminoides John. Celleporaria globularis (Bron.) Myriozoon truncatum Pall, Retepora cellulosa Lin, Membranipora anguiosa Rss. Idmonea repens (Lin.) Lepralia Morrisiana Bk, a producla Seg. ‘ decorata Rss, Frondipora sp. i 82. — Neviani Ant. — Dal Tacina al Neto. Boll. Soc. Geol. Ital. vol. VI, Roma 1887. A pag 195 è citato il Myriozoon truncatum Pall, come proveniente dalle sabbie plioceniche dei pressi di S. Severina. 83. — Paroria C. F. — Appunti per la paleontologia miocenica della Sardegna. Boll. Soc. Geol. Ital., vol. VI, Roma 1887. A pag. 292 e 307 sono citate delle arenarie di Fontanazzo : Hornera frondiculata Lam, e Unicavea mediterranea» Michl, (continua) (1) Suppongo che queste specie sieno state determinate dal doti. Angelo Manzoni. R. PERLINI CONTRIBUTO ALLA FAUNA DEI LEPIDOTTERI D'ITALIA « ALCUNE SECONDE APPARIZIONI INAVVERTITE 0 DUBBIOSE » (continuazione e fine) tt? Gen. Stauropus Henn. Fagi. L. Primavera, principio d' estate, autunno. Due apparizioni. La specie fra noi piuttosto rara, può facilmente sfuggire all’ os- servazione. Io la colsi allo stato di larva nei primi giorni del giugno, indi nell’ ottobre, ed allo stato d'immagine pure nel settembre. Gen. Notodonta O. Dromedarius L. Primavera, principio d’ estate, fine estate. Due apparizioni. È specie rarissima limitata al nord della penisola tuttavia localiz- zata in più parti della Lombardia. Io la colsi più volte nelle due apparizioni e sempre in vicinanza alle lampade elettriche, dalla cui luce veniva attratta. Ho voluto accennare alla seconda apparizione, malgrado essa av- venga dovunque la specie è comune, perchè, dubito, sia stata osservata da altri in Italia. (Spatalia Hb.) Argentina S. V. Primavera, estate. Questa bellissima ed interessante specie, appare talvolta pre- stissimo di primavera ed è seguìta da una seconda apparizione che rimane soli quindici giorni allo stato di crisalide. Allevai più volte le sue larve colte nei querceti di Capriolo bre- sciano, ove in alcuni anni non è rara, con esito sempre felice, otte- nendo talvolta una terza apparizione, alla quale non trovai un attendi- bile riscontro in natura; certo ‘essa è probabilissima. Gen. Lophopteryx Stph. Camelina L. Primavera, estate. Appare nei primi giorni di primavera e dà luogo tosto ad una seconda generazione di larve che sviluppano rapidamente. Quelle della seconda apparizione si trovano sparse su molte piante fino a novembre inoltrato. ab. Giraffina H. La osservai costantemente in aprile e maggio accompagnata da molte forme transitorie alcune delle quali caratteristiche, rarissima fino ad ora nella seconda apparizione. Gen. Pterostoma (erm. Palpina L. Primavera, estate, 36 Le larve colte al principiar' dell'estate mi diedero costantemente la farfalla ed in brevissimo tempo; mentre quelle della seconda gene- razione isvernano e (danno luogo in' primavera alla primalapparizione. Gen. Pygaera O. Pigra Hfn. Primavera, estate. Ho catturato la farfalla ‘in primavera ed i bruchi nelle due generazioni estiva ed autunnale sui saZîcié in vicinanza al fiume, in luoghi umidi. Non la ritengo molto rara nel bresciano. Gen. Gonophora Brd. (Habrosyne Hb.) Derasa L. Maggio, giugno, poi ottobre. La specie è ovunque rara fra noi e di conseguenza il numero degli < individui nelle due apparizioni è minimo. Gen. Cloantha Gn. Hyperici S. V. Maggio, giugno, agosto. Polyodon CI. come la precedente. Il Chiaro Ing. Curò nell'opera citata accenna alla seconda apparizione di tutte e tre le specie, compresa la Radiosa Esp., che da noi rappre- sentano il genere; ma la crede casuale. Io sono invece propenso a rite- nerla costante, poichè catturai gli individui della seconda apparizione tutti gli anni, non escluso quello in corso, entomologicamente sfortu- nato. Gen. Eriopus Tr. (Cloantha Gen.) Purpureo fasciata Pill. Giugno, agosto e settembre. « rara » Per due anni seguenti, catturai la specie, oltre che nel giugno, ai primi di settembre. Gen. Plusia O. Gryson Esp. Giugno, luglio, poi settembre, ottobre. Questa bellissima Plusia non è ràra in alcune località del bresciano lungo le rive dell’Oglio dove appare due e forse. itre' volte. durante l’anno. Le larve hanno: uno sviluppo precoce e rimangono ‘allo stato di crisalide pochissimo; quindici giorni circa. Le immagini dell’ ultima apparizione sono più piccole. Gen. Anophia Gn. Leucomelas L. Principio e fine d’ estate. Allevai questa specie in copia e le larve della prima apparizione mi diedero le farfalle sempre prestissimo. 37 Quelle della seconda generazione si trovano di pieno giorno, spe- cialmente dopo la pioggia, aderenti agli steli del Convolvulus arvensis fino a novembre inoltrato, poi s'interrano e rimangono lungo tempo inerti prima d'incrisalidarsi. E Gen. Catephia O. Alchymista Shiff. S. V. Primavera, poi estate. La seconda apparizione è dovuta alla metà circa delle larve ge- nerate dalla prima, le quali in brevissimo tempo danno la farfalla, mentre l’altra metà rimane allo stato di crisalide fino la veniente pri- mavera. Questa seconda generazione, benchè sempre minore della prima, è costante e non è certo trascurabile. Ho allevato in gran numero le larve colte in tutti gli stadî del loro sviluppo e sempre con ottimo successo, rare volte però ho potuto osservare qualche transizione alla ab. varia Chr. Gl’individui della seconda apparizione sono più piccoli in generale; ma non differiscono punto nel colorito. Gen. Angerona Dup. Pruinaria L. Maggio, giugno, agosto, settembre. La seconda apparizione è formata da individui di dimensioni molto ridotte, il loro, colorito è pure più sbiadito. ab. Sordiarta Fss. Accompagna il tipo in tutte e due le apparizioni, seguendo i caratteri descritti, forse con una leggiera prevalenza della tinta scura nella seconda. i Palazzolo s/o. Ottobre 1902. n #*<<;—#;/-;-;/;-—;*—;#;;£;g<;+<;<;-—+<<<-<-<<;{:l1‘é NOTIZIARIO ——_ —_——_ —=mioocimzao——_ Concorsi. È aperto il concorso per titoli al posto dì professore straordinario nella Scuola su- periore d’ agricoltura di Milano per l’ insegnamento della Zootecnia, nozioni di anatomia, fisiologia animale ed igiene. Stipendio L. 3500. Domande entro 15 marzo. Quattro vitelli da una mucca. Abbiamo da Ferrara ehe, nel Gennaio u. s. in una località denominata « Dosso Inferno » sotto la tenuta Gualenga, di proprietà della Società bonifiche venivano da una vaccina dati alla luce quattro vitellini, dei quali, tre di sesso femminile ed uno di sesso maschile. Il parto fu ‘assai laborioso per la viziata collocazione dei feti. Un Fiore gigantesco. Il più grande fiore conosciuto fino ad oggi dai botapici è quello portato dalla rara pianta denominata Goodwinza gigas. Scoperta sulle montagne di Chontales (Ni- caragua) dal signor Leeman, viaggiatore botanico della casa Bull di Londra, per la prima volta fioriva in Europa nel 1884 nel rinomato stabilimento orticolo di essa. Qnesta pianta bulbosa della famiglia delle Aracee produce annualmente una grande foglia molto divisa, sopportata da un pie- ciolo di tre metri di lunghezza; alla foglia succede un fiore gigantesco che ‘nasce alla base del picciolo e che non misura meno di 60 centimetri di lunghezza, di un bel'color bruno vellutato. È 38 spiacevole che aprendosi il fiore della Goodwinia gigas tramandi esalazioni fetide analoghe a quelle di un cadavere in putrefazione, e perciò affinchè i numerosi visitatori potessero, ammirare senza inconvenienti questa curiosità vegetale, è bisognato coprire il fiore con una cassetta di vetro. Myoxus intermedius. Il Prof. A. Nehring di Berlino descrive nelle Sitzungber. der Ge- sell. Naturforsch. Freunde di Berlino (1902 7,8, 1903 20/1) e figura nel n. 96. (1902) della « De- utsche Landvvrtschf. Presse » una nuova specie di ghiro che sta fra il M. glis ed il M. dryas e che venne catturato negli ultimi anni in una dozzina di esemplari a Lienz nel Tirolo. Siccome questa nuova specie potrà venir trovata un giorno o l'altro anche in territorio italiano nelle Alpi Car- niche e nel Bellunese, così richiamo l'attenzione dei naturalisti di quella regione sui caratteri del Myoxus iniermedius Nhrg. che pare la forma che rappresenta nelle Alpi il M. dryas del- l'Europa orientale. A prima vista rassomiglia moltissimo ad un piccolo ghiro comune. Parti superiori ;e la larga e pelosa coda grigi. Quest'ultima, bianca inferiormente. Parti inferiori bianche e bianchi anche su- periormente i piedi (peset manus) [nel M. glis i piedi posteriori sono generalmente scuri di sopra]. Dal naso, sopra l'occhio sino all’ orecchio, una striscia nera poco appariscente che ricorda la fascia analoga del M. dryas. Orecchi poco pelosi ed ampii. Le dimensioni del ghiro adulto sono: corpo con la testa 110 mm.; coda 75-78; orecchio 10-11; piede posteriore 20; cranio #5-3; lunghezza dei ba- silasi 20; dei mascellari superiori 3-5; della mascella inferiore (dall’ orlo. posteriore degli incisivi sino all’ orlo posteriore del condylus) 12-7 mm. Il primo molare ;inferiore ha due alveoli (M. dryas ne ha 3); il premolare inf. ne ha un solo (M. dryas 2). g. a NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Bombicci prof. comm. Luigi è stato eletto come socio nazionale della Società di scienze detta dei XL, la quale, com'è noto, tiene gerarchicamente il primo posto fra gli istituti scientifici italiani. Sincere congratulazioni all'illustre mineralogista, degno dell’ alta distinzione, per la feconda opera sua scientifica e per il grande amore che porta alla scuola. Vita Antonio è nominato, per merito di concorso, reggente di mat. e sc. fis. e nat. nella scuola normale maschile di Cagliari. Traverso Giov. Batta. è nominato 2.° assistente nell’ Orto bot. dell’ Univ. di Pavia. Grassi Giov. Batta. è nominato incaricato di entomologia agraria nell’ Univ. di Roma. Brizzi Ugo « st. nat. di drog. medicinali < I sottonotati proff. di liceo, titolari di 3.% classe, sono promossi alla 2.* classe: Sacchi Carlo di st. nat. nel lìiceo di Girgenti De Amicis Giovanni Augusto di st. nat. nel liceo di Casale Monferrato Sono incaricati d’insegnare nelle classi complementari e normali: Durante Pasquale sc. fis. e nat. a Mistretta Mirabella Rosalba « Petralia Sottana Pizzetti Margherita < Cosenza Gereschi Dina « Anagni I seguenti proff. titolari, reggenti ed incaricati delle scuole complementari e normali, sono trasferiti: Pagani Umberto, di scienze naturali, da Cosenza a Potenza Capeder Giuseppe « Potenza a Bobbio Consani Dario « Anagni a Verona Finzi Aldo di mat. « Queglia a Padova Pavarino Luigi è richiamato in attività di servizio ad insegnare sec. fis. e nat. nella se. normale femm, di Mondovì. 39 RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non'vi è speciale indirizzo, rivolgersi all'Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica; poichè più che le richieste e of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ece., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all'estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica auche una volta all'anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d'Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 17. Gabinetto di St. Nat. già diretto dal Cav. S. Brogi, Siena. — Desidera acquistare 0 avere per cambio Barbagianui (Strix flammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes ‘cestoni ‘e Cynopterus mar- ginatus). 18. Il Prof. Napoleone Passerini, Direttore dell'Istituto Agrario di Scandicci (Firenze), acquista a pronta cassa buone specie di rettili ed anfibi dell’antico continente, purchè di habitat garantito. Offra anche in cambio buone specie d’ Italia e delle isole annesse. 19. Collezione generale paleontologica di 4000 specie di tutti i piani geologici per Li- re 3000 franca alla stazione di Modena. Per richieste rivolgersi al Dott. Fr. Coppi in Modena, Villa S. Agnese N. 243. 20. Si cederebbe una bellissima collezione di 450 minerali tutti es. freschi e scelti con qualche bella roccia, formato medio, da studio, con scatoline nuove, schedine ecc. per L. 320 in contanti; ovvero per l'ammontare di L. 450 in es. di minerali a scelta. 21. Mr. Rousseau Ph. professeur à Notre Dame de Monts Vendèe (France), offre Coquilles ma- rines et terrestres, Fossiles de tous les etages geologiques, Plantes phanerogàmes et eryptogames, contre echantillons analogues. — Envoyer oblata. 22. V.,Manuel Duchon, Rakonitz (Boemia) recomande ses coleopieres; paléarctiques et exo- tiques, frais, piqués munis d° etiquettes d' origine, proprement préparés. Grand rabais au comptant. Je désire aussi échanger, mai de preference contre des sujets non prèparés; dans Jes échan- goes je ne ferai jamais le premiere envoi. Envoi sur demande de listes séparès. Nombreuses attesta- tions élogieuses. 23. Il prof. Carlo Fenizia dell'Istituto Tecnico di Modica, cultore di Biologia, prega colero che posseggono opere del prof. Enrico dal Pozzo di Mombello e che abbiano intenzìone di cam- biarle, di mettersì in relazione con lui. 24, Geom. Vitale Francesco, Messina. — Desidera acquistare o cambiare contro insetti mes- sinesi (coleotteri) gli Annali della Società Entomologica di Francia, od altri libri di Eutomologia sui Curculionidi Europei. — Offre iu vendita: - Peritelus Vitalei Desbr. a L. 2 l' esemplare; Anthonomus v. messanensis Vitale dell'A. ornatus a L. 0,70 l’es., Trachydemus rugosus a L. 2 ete. il tutto ben preparato e recentemente raccolto. Cambia coleotteri messinesi contro Curculiopidi europei. - Inviare oblata, - 40 25. M. A. Dupont. Montmerrey Orne; offre en échange ou vente 800 espèces Coleoptères; 50 espèces coquilles terrestres et fluviatiles; 50 espèces mousses; 100 espèces plantes. Enverra liste sur demande. 26. Si vende una piccola collezione preistorica delle Madonie (Sicilia) consistentè in pietre la- vorate, cocci, qualche vaso, numerosì crani neolitici, ossa umane etc. Per chiarimenti ed informa zionì dirigersi al Sig. L. Failla-Tedaldi in Castelbuono. 27. C. Mancini. Corso Ugo Bassi N. 4, Genova. Offre Coleotteri ed Imenotteri in cambio di Scarabeidi anche non classificati. Darebbe pure in cambio piante alpine. 28. Vendonsi pronti contanti n. 190 specie fanerogame e crittogame vascolari, esattamente de- terminate, raccolte lungo la costa Laziale, a Porto Clementino e presso Roma. — Per trattative rivolgersi alla Direzione del giornale. 29. Cavagnaro Tito. Via Vittorio Emanuele N. 29 - Livorno. Desidera fare cambi di con= chiglie marine, terrestri e fluviatili, tanto viventi che fossili. Inviare oblata. 30. Si cederebbe la collezione completa degli Almanacchi igienici del Prof. Mantegazza, com- prendente 38 annate (1866-1905), alcune delle quali non sì trovano più in commercio. 31. Si cedono i primi tre volumi della lora Europae di Michele Gandoger. Opera litografata, edita nel 1883 e 1884. 32. Costantini Alessandro. Villa S. Caterina 154 Modena. - Desidera corrispondere | con chi sia disposto determinare Lepidotteri, fauna locale. Offre in: compenso duplicati; di questo ordine? dei quali invia elenco. Fra i Ropaloceri dispone al momento delle seguenti forme: Thais Polyxena Sch., var. Cassandra Hb.; Polyommatus dispar Hiib. var. Rutilus; Lycaena Escheri Hiib,; Satyrus Fidia Linn. Fra gli Eteroceri: Z. Ephialtes Linn. (ab. coronillae e trigonellae, Esper. ;) Hepialus sylvinus Lin., Psyche unicolor; Epichnopteris pulla Esp., Crateronyx tarasaci S. V.g1; Acronyeta Megacephala S. V.; Bryophila muralis Fors.; Acontia lucida Hfn. 33. Il sullodato vende e cede Lepidotteri del Modenese, in cambio di opuscoli di Entomologia, Bol. d. Soc. Ent. It. prodotti chimici o strumenti per caccia, preparazione, conservazione d' insetti, Tiene altresì crisalidi vive di farfalle di molte specie. Proposte su questa rubrica oppure per corrispondenza. 34. Ghidini A. Naturalista, Lugano. Desidera entrare in relazione:di cambio (event. acquisto) con raccoglitori di mammiferi italiani e mediterranei. Offre, buonissime pelli con cranio separato (secondo il proc. indic. da Gerrit. S. Miller. Bullet. of. the Unit. St. Nation. Museum n.° 39, 1899) le seguenti specie ticinesi: Rhin. ferr. equinum. - Vespert. Capaccini Bo. - Talpa scalops. Sch. - T. ceca Savi. - Leu- codon arancus. Sch. - Myowus glis. - M. quercinus - Mus sylvaticus L. - M. musculus var. - M. rattus var. = M. tectorum var - M. decumanus var. - Enotomys fulvus - Microtus destructor Savi - Lepus variabilis - Ictis putoria - Mustela erminea, - Antilope rupicapra. Enotomys Nageri. E desidera (possibilmente nelle stesse condizioni): Sus meridionalis - Rupicapra ornata - Lepus mediterraneus = Arvicola subterranea - A. Savi + arvalis - terrestris - Musignani - Mus minutus - agrarius - alerandrinus vero - meridionalis - Glis ttalicus - Sorex pygnoeus - suaveoleus - leucodon - Rhin. euryale blasi - Synotus barbar- tellus = Vesperus si:ulus - V. Bonapartii - V. ciliatus - V. oxignathus - M. schreibersii - Dyso- pes midas - Mustela ‘boccamela - M. mediterranea - M. ‘africana - Felis mediterranea Lyna pardinus; nonchè cranì (con corna) di caprioli camosci e cervi dell'Italia merid, e ‘delle isole. E. BOZZINI, Gerente responsabile Do. Siena Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri Ai collezionisti d’ Insetti Cassette di noce con cristallo del diametro di cm. 44 X 33 X 6, a chiusura ermetica, aventi il fondo di torba o agave, con scannellature per introdurvi insetti, privativa della Casa Brogi, si spediscono al prezzo di L. 5,50 cadauna. 12 di esse s1 cedono per L. 60 franche di porto e imballaggio. L. 5,70. Grande assortimento di oggetti per raccogliere e preparare insetti. — Spilli di diverse grossezze. Chiunque desidera conoscere i prezzi domandare il Catalogo 53, relativo agli arnesi e stru- menti, che verra spedito gratis. OFFERTE DI OCCASIONE ISTRICI. (Istrix cristata). Imbalsamati e con base da L. 25 a 40 secondo la grandezza. 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Di queste curiose forme minerali se ne cedono 10 esemplari franchi di porto per 50 centesimi e 100 esemplari pure franchi per L. 3,25. HAUERITE, Minerale molto raro, esaurito. Sono disponibili cristalli ottaedrici per- fetti, di varie grandezze, a prezzi diversi. AMBRE con inclusi insetti ed altri artropodi provenienti dall’Oligocene di Heonigber. Gli esemplari sono ben trasparenti pulimentati e lustrati da ogni parte in modo che si pos- sano studiare e determinare le specie di artropodi che vi si trovano. Prezzo da L. 2 a 4 per campione. Ambre di Sicilia, in piccoli e grossi nuclei nei quali non è raro rinvenire animali inclusi. Si cedono i nuclei tanto greggi che lustrati, a prezzi diversi secondo la grossezza. Bertrandite. Raro e prezioso silicato idrato di glucine, da L. 10 a L. 50. Gli esemplari sono in cristalli incolori, trasparenti, lamellari, lucentissimi, madreperlacei, ecc. Apatite (con colorazione accid., rosee, verdi, violette, gialliccie, azzurre, ecc., nelle sue va- rietà), L. 5 a 10. Staurotide. Germinazione a croce e prismatica : L. 5 ciascuna forma. Omfacite. Bellissima roccia da L. 5 a L. 10. Glaucofane ortorombica L. 2 a 10. — Motmorillonite da L. 2 a L. 5. Rivolgersi al Gabinetto di Storia naturale: Ditta S. 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SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Cataloghi gratis Prezzi correnti gratis Fornitore di molti Musei e Gabinetti italiani, ed esportatore all’estero Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità eco. Occhi artificiali, umani, per animali, figure ecc. a prezzi mitissimi Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di storia naturale di ogni genere Scuola di Tassidermia — Compra — Vendita — Cambi SE Animali e piume per mode e per ornamento Tatto l° occorrente per raccogliere, studiare, preparare e conservare occetti di storia tatarale, Sono sempre pronte collezioni per l'insegnamento, secondo i programmi governativi id 5 Piazza del Carmine, SIENA (Italia) Stabile proprio. lari Sommario del N. 63-84 (cnr 1009 del Giornale Ornitologico ” Avicula ,, Ronna E. Il Corriere piccolo con referenza ad altri Caradridi (App. sistematici e biologici) Pag. L. Vallon G. Sull' Atlante ornitologico del prof. E. Arrigoni degli Oddi Pag. 10. Ninni Emilio. Sopra un caso di pleocroismo di un Anas bosches, JIPag. 12. Grimaldi prof. Achille. « Pro Falconibus ». Risposta alla lettera dell’ A. Ungherini Pag. 13. Lanzi L. Alcune osservazioni sulla intelligenza degli uccelli. Pag. 14. Bonomi Pietro. Sfogliando l' Atlante Ornitologico del prof. Arrigoni degli Oddi Pag. 16. ‘© Vallon G. Note ornitologiche per la provincia del Friuli durante l’anno 1902 (dal }.° Agosto al 31 Decembre). Pag. 17. Bonomi Pietro. Dalla Sardevna. Appunti d' escursioni (cont.) Pag. 26. CATTURE DI SPECIE RARE OD AVVENTIZIE E NOTE ORNITOLOGICHE. Moro Massimo. Squatarola squatarola, Mergus albellus, Lanius excubitor. — Moschella Giuseppe. Clan- gula clangula, Tadorna tadorna, Alca torda. — Fiori A. Tichodroma muraria. — Damiani prof. Giacomo. Ancora il Cygnus Bewcki a San Rossore. Da Pag. 27. a Pag. 29. Redazione. Riassunto di notizie sulle cacce e passaggi degli uccelli nella regione italica nei mesi di Decembre 1902 e Gennaio 1903. Pag. 29. Bibliografia ornitologica. Pag. 30. Notiziario. Pag. 31. PAIN, LI ì i 3 Conto Corrente con la Posta ANNO XXIII N° 4 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3. Per gli Stati della unione postale L. 3,50 Altri Stati L. 4 Tetto Scienza e pratica PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali el al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scambi e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i professori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di Istruzione e dî storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Iichieste e offerte ecc. ecc. (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principalmente quelli nominati nella copertina della Rivista Italiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un'unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 perfodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via B. Peruzzi 28,6 da tutti gli utfici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio sì spediscono gratis. Fascicoliseparati costano cent.30 perogni 16 pag. di testo, Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano èî manoscrilti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L. 6 il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- 7eca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bo//ellin0, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande; indirizzi ecc. ; fare offerte e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. le inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- sare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non sì ha diritto di pubblicarla-ora più di una volta; però ne viene accordata la rista/ \— n s scritti che contengono avve di acquisto 0 di vendita, o ch possono servire di reclame commerciale Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati chelanno già pagato l’ab- bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta sa non è espressamente richiesta dall’ abbonato. L? amministrazione s'incarica di rappresentare gli ab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso da combinarsi. 3 a La direzione può, in casieccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioniin proposito. ] manoscritti non pub- blicati possono essere ritiratidagli autori aproprie spese Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche fascicolo, ne sarà loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis, purchè la richiedano entro l’ annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento, Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L ]. per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsì nelle ap posite pagine costano L.logni? centim. di spazio occen- pato in una colonva, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. : i Si annunziano le pubblicazioni ricevute e sifa speciale menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplari Tutti i pagamenti devono essere anticipati. Chi desidera risposta unisca i francobolli necessari, o scriva în car- r' mate nagatà MIGRAZIONI E FAUNE pel Sac. Prof. CESARE GAFEFURI dott. in Scienze Naturali EL7EENDOT- L'argomento preso a trattare ha due scopi, di cui uno diretto e principale, l’altro indiretto e secondario. Il primo descrive le Migrazioni degli animali, presa la parola migrare nel signifi- cato più ampio, cioè nel senso che equivalga a qualunque spostamento che è avvenuto, e si va tuttora effettuando nella dimora delle varie specie di animali. Il secondo mette in rilievo l'in- fluenza, o meglio l’azione che le migrazioni esercitano sulle Faune dei diversi paesi. Sono divise le Migrazioni in temporanee e permanenti. Nelle Migrazioni temporanee, dopo brevi cenni sulle poche forme sedentarie del regno animale, è discorso degli animali che fanno viaggi érregolari, spinti da cause affatto fortuite ; ed in seguito di quelli assai più numerosi, i quali, per cause che si ripetono ad intervalli determinati e fissi, compiono migrazioni regolari e periodiche. Trattando delle Migrazioni permanenti, sonvi premessi alcuni capitoli di Zoologia geografica intorno alla tendenza che gli animali hanno a diffondersi nello spazio, intorno agli agenti che favoriscono ed egli ostacoli che contrastano la loro diffusione. Troviamo poi distinte le Migrazioni permanenti in attive e passive: le prime determinate solo dal bisogno che gli animali sentono di allargare la loro cerchia di diffusione; le seconde compiute per opera di agenti estranei alle specie migranti. T'ra queste seconde, è parlato separatamente di quelle che avvennero senza l'intervento dell’uomo, e di quelle che in tutto od in parte sono dovute alla di lui influenza. Aggiungiamo che l° Egregio A. nel passare in rassegna tutti i gruppi degli animali emigranti dà, nel pregiato lavoro, una speciale e particolareggiata narrazione delle migrazioni temporanee e permanenti degli uccelli. L'opera di pag. 255 in-8 vendesi presso l° Agenzia di questo periodico al prezzo di L. 2,90. NEL LABORATORIO TASSIDERMICO DITTA - S. BROGI - SIENA Si imbalsamano animali di ogni genere con sistemi speciali per garantirne la conservazione e si naturalizzano, da poter servire per ornamento nelle sale, teste in tutti quegli atteggiamenti che si desiderano. N. B. Chi desidera fare imbalsamare animali, è pregato farne l’invio vivi o freschi appena morti. Se la stagione è calda e gli animali sono piuttosto grandi, sarà bene togliere loro i visceri ed involgere gli animali in panno bagnato con acqua e acido fenico, oppure porvi altre sostanze di odore antisettico per tener lontane le mosche, le tarme, ecc. (Avvertire sempre quando sì ado- prano sostanze venefiche). Per evitare le spese di dazio sarà bene aspergere negli animali un po’ di Naftalina od altro onde gli agenti daziari comprendano che trattasi di roba non atta al vitto umano. Per l’invio se gli animali sono piccoli, il mezzo più economico e sollecito, è di mandarli per posta in piccole scatole, o involti in un pezzo di cartone, come campioni senza valore, racco- mandati. Fino al peso di 350 grammi la spesa non è che dai 12 ai 24 centesimi. Per le spedizioni in pacchi postali o per ferrovia, dichiare Animali da studio, oppure indi- care il nome dell’ animale aggiungendo la parola morto. Ai nostri Abbonati Invitiamo tutti quei Sigg. Abbonati, che ancora non hanno pagato l’im- porto dell’ abbonamento, di mettersi in regola con questa Amministrazione. 9 Anno XXIII N, 4 15 Aprile 1903 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali ei al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L, SOMMARIO Brian dott. Alessandro. La presenza dell’ anfipodo « Guerinia nicueensis Hope » nel Mare di Genova Pag. 4l. Fenizia prof. Carlo. Peregrinazioni filosofico-naturali (cont. e fine del 1.0 saggio) Pag. 42. De Angelis d’ Ossat dott. Gioacchino. La geologia agricola e le rocce delle provincie di Roma e di Perugia (Parte II, cont. e fine) Pag. 44. Neviani dott. prof. Antonio. Materiali per una bibliografia degli studi sui Briozoi viventi e fossili dal 1800 al 1900. (cont.) Pag. 46. Apicoltura Pag. 5l. Invenzioni e scoperte. Pag. 52. — Notizie di caccia: Pag. 53 — Notiziario Pag. 54. — Nomine, promozioni, onorificenze; premi Pag. 59. — Richieste e offerte (gratis agli abbonati) Pag. 56. Dott. ALESSANDRO BRIAN La presenza dell’anfipodo ” GUERINIA NICARENSIS Hope ,, NEL MARE DI GENOVA RSA La Guerinia nicaeensis Hope (1) è un crostaceo anfipodo parassita di pesci, proprio alla fauna del Mediterraneo. A Genova, un esemplare di questa specie, fu rac- colto ultimamente nella bocca di un Cloropthalmus Agassizi Bonap. L’ Hope citava e descriveva per la prima volta questa forma per la località del golfo di Napoli, dove fu raccolta sui Merluzzi, dirimpetto a Cuma, al largo d’Ischia. Da allora in poi tale anfi- podo è stato ancora ricordato per la località di Nizza, dove fu trovato sopra uno squalo e sul merluzzo ordinario, ma non per altra parte del Mediterraneo ; per cui |’ esemplare unico che ebbi occasione di osservare ultimamente quì, nel Museo Zoologico della nostra R. Università, raccolto dal preparatore Sig. B. Borgioli, presentasi come nuovo per la fauna del mare di Genova, e parmi non privo d’ interesse d’ essere qui citato sotto l'aspetto faunistico non solo, ma anche in qualità di parassita, per l'indicazione precisa che ne posso dare, del nuovo suo ospite, quì summentovato. L’esemplare di Guerinia nicaeensis, da me osservato, è un individuo di sesso femminile, provveduto di un ampio sacco ovifero, rigonfio stracrdinariamente di uova, e situato sul lato ventrale del corpo. La lunghezza totale di questo individuo è di 18 mm, (1) Deva Varie A. - Gammarini del golfo di Napoli. Berlino 1883, p. 776. Carus V. - Prodromus. Faun. Medit. Stuttgart, 1883, p. 411. Il colore del suo tegumento presentasi variante fra il giallo sporco e il rosso mat- tone. Il Sig. E. Chevreux, che gentilmente volle esaminare e determinarmi quest’ unico esemplare, ebbe a rilevarvi piccola differenza nella configurazione degli ultimi articoli dei gnatopodi anteriori, paragonati con quelli dell’ esemplare tipico, ossia del maschio, il quale soltanto finora è stato descritto. Ma egli ritenne, però, questa differenza do. vuta non altro che a carattere sessuale. Par vivendo nella bocca del surriferito pesce, questo crostaceo, non è da rite- nersi parassita nel vero senso della parola. Certamente egli. profitta. di una, tale cavità, che gli presenta | ospite, come di un alloggio sicuro, per sfuggire alle perse- cuzioni dei nemici, e senza dubbio sottrae per suo proprio benefizio una parte del- l'alimento che viene inghiottito dal pesce; ma non è il vero parassita che vive a spese dell'ospite succhiandone il sangue. Ciò egli non potrebbe fare, data la co. stituzione del suo apparato boccale foggiato per la masticazione, talchè il nostro an- fipolo è più propriamente un commensale. Comunque ciò sia, è questo un fatto raro, poiché di anfipodi viventi sui pesci non troviamo che tre o quattro soli esempî. Dal Gerstecker è citato il Zaphystius sturionis Kr. che vive sullo sturione ; la Darwinia compressa Sp. Bate, raccolta nella bocca di un Gadus e la Caprella acutifrons Latr. riscontrata da Van Beneden sullo Scymnus glacialis, mentre che per altri ordini di crostacei, come è nolo, e segnala- mente per gli Isopodi ma sopratutto per i Copepodi, i casi di parassilismo sopra i pesci, sono in sommo grado più numerosi, tanto è vero che fra gli Isopodi soltanto, si conoscono come parassiti della bocca di detti ospiti, sei, specie di Cymothoae, due di Ceratothoa e una di Olencira, per tacere dei Copepodi viventi su varie ‘altre parti del corpo loro, in numero di specie sommamente maggiore. ASSAI CARLO FENIZIA Professore nel R, Istituto tecnico di Modica PEREGRINAZIONI FILOSOFICO-NATURALI e " eorsmu cao —_-- (continuazione e fine del Saggio I) Gli organismi spesso presentano inclusa la vita inorganica. Così, per es:, può interpre- tarsi la presenza di cristalli di sali diversi o altre sostanze minerali cristallizzate in vege- tali o animali. i E fors’ anco l’inviluppo siliceo delle Radiolarie potrebb’ essere rosone loan più antico del plasma vivente in esso contenuto. Forse quell’ armatura silicea serve al protista come difesa e protezione, ed è stata perciò conservata. Na * * Le prime formazioni organiche non si possono ascrivere al Regno vegetale. Esse, for- 48 mano i primi scalini neutri del sottoregno dei Protisti. Tali scalini sono /ilogenelici e pa- leontologici, perchè già ritenemmo ragionevole supporre quelle semplicissime combinazioni albuminoidi non fossilizzabili e nei tempi attuali non più realizzabili. Solo dopo un periodo di tempo potè aversi una differenziazione elementare, ma assai indistinta, dovuta probabilmente alla maniera di alimentazione, o meglio di auto-assimilazione di questi primi plasmi viventi. La stessa attività vitale ha dovuto iniziare in essi un pro- cesso chimico-fisico di accrescimento, cioè la nutrizione, il quale variò secondo le condizioni in cui si trovarono situati questi protorganismi, condizioni che variarono di continuo, e con una certa relativa rapidità, tenuto conto delle fasi che attraversa un corpo cosmico, dopo la formazione di una crosta solida. La prima modalità del processo anzidetto, che fu anche il primo inizio di esso, si presenta con l’ assimilazione chimica (1), la quale faceva aumentare la massa somatica del protorganismo. Si noti che tale massa ebbe tenuità estre- ma: i primi esseri furono nella generalità microscopici. La ragione del perchè i primi es- seri viventi non furono grosse masse albuminoidi deve ricercarsi nella forma fondamentale della cellula che concorre a formare le colonie dei più alti organismi. Intanto; l’ assimilazione chimica accresceva il volume della massa corporea di questi protorganismi, e nei punti più deboli diminuiva la coesione, cosicchè si operava la divisione di quelli che avevano raggiunto un volume, in cui, per date cause, non era più possibile l’ageregazione molecolare. Tale può ritenersi 1’ origine del processo riproduttivo. Per tal modo il numero di tali esseri aumentò e, a causa delle condizioni d’ esistenza, essendosi manifestata ineguaglianza di volume nelle masse corporee, i più forti, cioè i più grossi pro- torganismi, avranno dovuto attrarre in virt della legge d’ attrazione molecolare, i più deboli, ossia i più piccoli, incorporandoli nella loro massa, forse anche a causa di fenomeni d’ affinità chimica. Ecco già un indizio della lotta per la vita degli organismi, come pre- cedentemente si ebbe quelle dell’ individuo inorganico, ed ecco come debba intendersi che i primi esseri furono per eccellenza omofagi. Si richiese per ciò intanto lunga evoluzione dallo stato di esseri che si nutrivano per assimilazione chimica diretta. Ricordando fuga- cemente il già detto, diremo che questo processo era semplicissimo: gli atomi liberi dei corpi semplici erano attratti per affinità chimica. Continuando ad effettuarsi tal sistema di nutri- zione, per effetto della divisione di lavoro, dell'adattamento e della conseguente differenzia. zione, si specificarono e stabilirono i due modi di nutrizione. Così ebbe origine la primitiva specializzazione fisiologica o funzionale (2) in vegetali ed animali e s' incominciò a stabilire il ciclo vitale o ‘circolazione della materia. Ed infatti quando gli elementi liberi non furono più sovrabbondanti, furono gli animali primitivi che, dissolvendosi, fornirono tali elementi ai vegetali primitivi, abituati a nutrirsi per sintesi, In conclusione due differenti processi nutritivi hanno dato luogo alle due serie organiche: animali e vegetali. FINE DEL SAGGIO I (8). (1) Vedi pagine precedenti. (2) S'intende quale importanza abbia avuto il modo d'alimentazione sulla morfologia, fistolo- gia, ecc. dei protorganismi. (3) Nel Saggio II. sarà trattata la Progressività dell’ evoluzione, planetaria. da 44 DE ANGELIS D’'OSSAT GIOACCHINO La Geologia agricola e le rocce delle provincie di Roma e di Perugia (continuazione e fine) Salice Parlando dei silicati e delle loro trasformazioni abbiamo spesso fatto cenno alla silice. È un elemento frequente. Poichè nel terreno si trova anche l’ idrato che è so- lubile nell'acqua, noi possiamo intendere come possa passare nel corpo della pianta. La silice poi si trova pure nell’argilla, nelle zeoliti ed in tutti gli elementi sostanziali ed accessorî delle nostre rocce. La silice è specialmente importante per le proprietà assor- benti e per il comportamento chimico del terreno. È sempre abbondante. (1) Fosforo È elemento indispensabile per tutte le piante e specialmente per i cereali e le legu- minose. Nelle mie ricerche lo trovai presente in tutte le analisi e solo raramente in appena apprezzabili quantità. I minerali che lo contengono sono specialmente |’ apatite e solo subordinatamente la wavellite. Abbiamo già detto il quantitativo di questo grande fattore della fertilità del suolo per ogni singolo gruppo di rocce. i Il fosforo è più abbondante nel soprasuolo che nel sottosuolo. Carbonio Il carbonio sotto forma di acido carbonico si trova abbondante nell’ aria confinata nel terreno (Roster), poi disciolto nell'acqua che inzuppa il suolo e combinato nei carbonati. L’ acido carbonico e l' acqua formano comunella per disgregare i feldspati, e per sciogliere i carbonati; mettendo a disposizione delle piante molti principî chi- mici che noi troviamo nei citati minerali. Nelle analisi dalle lave non si rinviene, ma spesso è presente in quella dei tufi vulcanici, i cui elementi hanno già subito una pro- fonda alterazione. È abbondante nel suolo agrario proveniente dal disgregamento delle rocce vulcaniche. Interessantissime notizie sull’ acido carbonio si apprendono nel lavoro del Casoria, in cui si tratta delle acque carboniche in relazione alla costituzione chimica dei mate- riali vulcanici. Azoto Le analisi del terreno nostro danno sempre la presenza dei composti di azoto. Si forma dapprima l’ acido nitroso che diventa poi nitrico. Il nitrato d’ ammonio origina dall’ aria, mentre che gli altri si formano per il conosciuto ed importantissimo processo della nitrificazione. Nel suolo si contiene pure l' ammoniaca che nasce dalla putrefazione (I) Credo utile riferire le mie osservazioni sopra le materie sabbioso-arsillose trasportate meccanicamente dalle acque del Tevere durante la piena del 1899. — Le acque portano quantità diverse da un momento all'altro: trovai con piccolo intervallo di tempo Kg. 6,370 e 2,070 per ogni metro cubo di acqua, presa vicino alla sponda destra, a monte, del Ponte Umberto. 45 delle sostanze organiche (sotto forma di nitrato, carbonato o di umato semplice o com- posto). L’ ammoniaca è un nutrimento delle piante, come tutti gli altri composti del. l'azoto. Le combinazioni dell’ ammoniaca sono solubili nell’ acqua, ma sono trattenute da parecchi ingredienti del suolo. Molte terre delle nostre provincie lasciate incolte perdono il potere produttivo, ciò forse deve attribuirsi alla riduzione dei nitrati, dei sali ferrici e dei solfati in nitriti, in sali ferrosi ed in solfuri; tutti elementi dannosi alla vegetazione. Sono i microrga- nismi anerobici che non avendo ossigeno dell’aria lo sottraggono, riducendoli, dai composti ricchi in ossigeno. Acqua Gli elementi chimici che compongono l' acqua, insieme coll’ azoto, costituiscono gli elementi fondamentali delle sostanze organiche ternaric. L’ acqua si trova, come umidità, nell’ aria confinata nel suolo, poi allo stato liquido, pura o combinata. L’ acqua è il mezzo di comunicazione fra |’ interno e l’ esterno delle piante e quindi di quasi tutti i fatti biologici che si svolgono nelle piante. È necessaria la sua presenza, ma l'abbondanza come la deficenza possono essere dannose alla produzione agraria. Le nostre terre, perchè troppo porose e perchè troppo lavate, soffrono sovente di siccità ; mentre regioni estesissime patiscono per la soverchia quantità di acqua. Adunque le nostre terre, ricche di tutti gli elementi chimici necessari ed in condizioni climatiche buone, attendono di essere risanate con una bonifica idraulica, la sola, per quanto è possibile, che potrà redimere tanti ettari incolti (1). CONCLUSIONE Con il presente studio ho procurato di raccogliere tutte le principali conoscenze geologiche che riguardano le rocce menzionate in rapporto all'agricoltura. Per colmare le larghe e profonde lacune mi sono studiato di aggiungere al patrimonio della scienza qualche mia osservazione. Siamo tuttavia ancora molto lontani dal possedere una geologia agricola delle due provincie, ma mi lusingo di essere riuscito con il presente lavoretto ad invogliare anche altri a portare il loro valevole ed intelligente contributo a questa sorta di studi, ai quali forse dovremo ripetere il vero progresso della nostra agricoltura. Infatti se la fiducia forse smisurata che nutro per la Geologia agricola non mi fa velo, sembrami di avere intraveduto una verità che potrebbe essere ferace di grandi (1) Per la conoscenza dei prodotti minerali vulcanici delle due provincie rimando all’ apposito lavoro del De Marchi ed alle riviste del servizio minerario degli anni successivi al 1882. I prodotti sono: Alunite, Zolfo, Pozzolana, Peperino, Tufo litoide, Lave, Trachite, Caolino. Interessante può riuscire, se pratica, la formazione del concime potassico con le leuciti (Paternò- Alvîsi). Si tratta la leucite con la fluorite, questa lentamente decompone quella mettendo in libertà la potassa ad utilità delle piante. Certamente dalla leucite, come sta dimostrando il Giglioli, si può sperare molto non solo per la potassa, ma anche per la silice solubile che lascia libera. Sarebbe bene che anche presso di noi si istituissero delle esperienze in proposito. 46 benefizi all’ arte dei campi. Quantunque essa debba derivare da uno studio profondo e svariato e da molteplici cognizioni che pur ci mancano; tuttavia penso di poter di: mostrare quanto ora enuncio. L'idea non è nuova, anzi rimonta a tempi antichissimi, mai però si attribuì ad essa tanta potenza quanta a me, parve riconoscervi. |. « Poichè tutte le regioni italiane sono di natura litologica molto svariata, le rocce opportunamente mescolate (tenendo, cioè conto della loro natura fisica e chi- mica, delle congrue proporzioni e della distanza dei giacimenti) darebbero sempre « un terreno agrario non solo completo, ma ricco e potente per sostanze utili al- « l'agricoltura e con caratteri fisici corrispondenti alle condizioni metereologiche locali ed alle coltivazioni, « Affermo inoltre che i terreni agrari italiani e quelli dei paesi con uguali « fortunate condizioni geologiche, in moltissimi casi, possano molto più facilmente « (agrariamente e finanziariamente) avvantaggiarsi con] concimi che chiamerò GEoLOGIEI « che non con quelli (eccettuati p. p. 1 concimi a base di Azoto) che offre l' indu- “« stria chimica », LÌ D) Gioiccnno pe Angelis p” OssàT ANTONIO NEVIANI Materiali per una bibliegrafia italiana DEGLI STUDI SUI BRIOZOEyMENE&NTI: È E OSSUUZI dal 1800 al 1900 (continuazione) 84.'— Clerici Enr. — Sulla Corbicula fluminalis dei dintorni di Roma e sui fos- sili che |’ accompagnano. Boll. Soc. Geol. Ital., vol. VII, Roma 1888. Nel pliocene superiore di Acquatraversa 1° A. raccolse (p. 114). Salicornaria farciminoides John. Cellepora pumicosa Lin, Membranipora calpensis Bk, Cupularia: canariensis Bk, “ tuberculata Bose, a Reussiana Muz, 85. — Pergens Ed. — Deux nouveaux types de Bryozoaires cténostomes. Mém. Soc. R. Malac. Belgique. T. XXIII, 1888; pag. 1-6 (estr.), tav. XIV. Sono provenienti dal Golfo di Napoli due nuove specie di Ctenostomi, attribuiti a due nuovi generi, e cioè : Benedipora catenala, pag. 1 (estr.), t. XIV, fig. 1-3. Lobiancopora hyalina, pag: 3 (estr.) t. XIV; fig. 4-7. 86. — Waters Arth. W. — Supplementary report on the Polyzoa collected by H. M. S. Challenger during the years 1873-1876. Zool. Chall. Exp., pi. TAXTX, 1888, pag. 1-41, pis. I-ITI, 47 A proposito di certe specie raccolte nella famosa spedizione dei Challenger, si fa parola delle seguenti specie italiane : Pag. 23. Microporella distoma Bk, Capri a 150 ftms. Pag. 32. Porina coronata Rss, Dalle formazioni bartoniane del Nord Italia a val di Lonte nel Vicentino, e a Brendola nei Colli Berici. Pag. 34. Adeonella (?) regularis Bk, Da! miocene d’ Italia [manca una più pre- cisa indicazione]. Pag. 40. Frondipora verrucosa Lmx, Fossile nel pliocene di Sicilia. 87. — Carus J. V. — Prodromus faunae Mediterraneae. Vol. IZ, pt. 1., pay. 1. 45; Stuttgart 1889. Le specie delle quali l'A. dà un elenco, con la relativa diagnosi e indicazione della località, sono 295 non comprese le varietà; non tutte però queste specie - pro- vengono da mari geograficamente italiani; noi riteniamo opportuno riportare |’ elenco per intiero, segnando con un asterisco (*) quelle sp. che ancora non si rinvennero da noi, ma che con una certa probabilità vi si potrebbero rintracciare. Sono poi prece- dute da un interrogativo ‘?) quelle sp. che in varie modo sono dubbie, o non sono bene accertate o determinate. (Pag. 1) Aetea anguina Lmx., recta Hck., (p. 2) truncata Bk., ligulata Bk, (p 2) Eucratea chelata Lmx., ? piriformis Rich, Ilippothoa divaricata Lmx., flagellum Mnz., (p. 3) distans M. Gill. (p. 3) Terebripora orbignyana P. Fisch. Spathipora sertum P, Fisch. Clidonia Cordieri d’ Orb. (p. 4) Catenaria Lafontii Bk. Scrupocellaria. seruposa Van Ben., cervicornis Bk., Berthollethii Aud, ? capreolus Hllr, scrupea Bk., (p. 5) reptans Gr., Macandrei Bk. (p. 5) Cellularia pilosa Pall. Caberca Boryi Bk. (p. 6) Bicellaria ciliata Blv. Bugula plumosa Bk., var. aperta Hks., neritina Ok., avicularia Ok., (p. 7) spicata, caluthus Norm., gracilis Bk., ditrupae Bk., flabellata B., simplex Hks., Murrayana Bk. (p. 8) Beania mirabilis John. Synnotum aviculare Hks. [lustra foliacea Linn., securifrons Sm., (p. 9) tenella Hks., papyracea Linn., * var. Mazeli Mar., pusilla Hks. (p- 9) Diachoris magellanica Bk,, patellaria Wat., var. multijuncta Wat, (p. 10) hirtissima HIl, var. cylindrica Hks. var. robusta Hks., armata Hr, (p. 10) ? Alustra tomentosa Lmx., ? depressa Moll., ? coronata Bor. Membranipora Lacroixi Bk., (p. 11) monostachys Bk., aperta Bk., te- nuirostris Hkg, catenularia Hks., pilosa Farre, var. dentata Hks,, var. lara Sm., var. Hks,, membranacea Bk., (p., 12) lineata Bk., flustroides Hks., curvirostris Hks., 48 Dumeriliù Norm, rostrata Hllr., operculata Hks., Flemingii Bk., (p. 13) circum- cincta HIl., gregaria HI1,, Rosseliù Hk., minax B., angulosa Rss., sedecimdentata M. Edw., ? reticulum Blv: (p. 14) Micropora coriacea Gr., hippocrepis Wat., impressa Wat. (p. 14) Setosella vulnerata, Hks, * Onychocella Marioni Tull. (p. 15) Electra verticillata Lmx. Salicornaria flstulosa J. V. Car., gracilis Bk, Johnsoni Bk, (p. 16) Tubicellaria opuntioides d’ Orb. Lagenipora tubulifera Hks. Retepora Tmperati Bk., (p. 17) cellulosa John., atlantica Bk,, Couchti Hks., (p. 18) * notopachys Bk., ? Solanderia Riss. (non Defr.), * ? Ellisia Risso, * 2 fruticosa Riss., # ? arborea ‘Riss., ? favosita D. Ch. (p. 13) Cribrilina radiata Sm., figularis Hks., (p. 19) punetata Gr., cribrosa J. V. 0, Gattyae Hks. (p. 19) Membraniporella nitida Sm. (p. 20) Microporella Malusii Hks., ciliata Hks., impressa Hks,, violacea Hks., (p. 21) ? appendiculata Hks. (p. 2!) Diporula verrucosa Hks. Lepralia Pallasiana Bk., (p. 22) var. armata Bk., var. projecta Wat, foliacea Hks,, var. fascialis Pall., var. bidentata M. Edw., pertusa John, (p. 22) * ? Zscharina cyelostoma M. Edw. Lepralia adpressa Bk., (p. 23) complanata Norm., annulatopora Mnz., ? cornuta Hll., ? foraminifera BIl. (p. 23) * ? Eschara Otto-Miilleriana Moll. * ? Escharina Borniana M.Edw., * ? radiata M. Edw., ? imbricata M. Edw., ? Ronchi M. Edw. (p. 24) Umbonula verrucosa Hks. Chorizopora Brongniartii Hks, Porella concinna Hks,? cervicornis Wat, (p. 23) * Escharoides quincuncialis Hks,? Magnevilliana M, Edw. Smiltia Landsborowii Hks,, galeata J, V., 0,, reticulata Hks, (p. 26) affinis Hks., cheilostoma Mnz,, marmorea Hks,, trispinosa. Hks, ? cucullata Hks, (p. 27) Mucronella Peachii Hks, , var. octodentata Hks, , ventricosa Hks,, coc- cineca Hks,, Alvareziana Jull, (p. 28)? Zepralia tenvis Rich,, tuberculata Rich. * Palmicellaria Shenei Hks,, elegans Ald, Rhynchopora bispinosa Hks, Schizoporella unicornis Hks,,(p. 29) var. ansata Hks., var. longiro- stris Hks,, marsupifera Bk,, magnifica Hks,, serratimargo Hks,, errata I, V, G., Pul'asii Hks., (p. 30) spinifera Hks,, arrogata J. V. C,, vulgaris Hks., linca- 49 ris Hks., var. hastata Hks,, var. mamillata Hks,, var. nitida Hkg,, (p. 34) va. secundaria Sm,, sanguinea Hks,,? atrofusca Hks,, biaperta Hks., * armata Sch. auriculata Hks,, (p. 32) discoidea Hks,, Cecilii Hks., hyalina Hks, (p. 32)? Cellepora ovoidea Lmx, Schizoporella Stossici Hks,, Botterii Hks. (p. 33) Myriozoum truncatum Ehbg, ? Millepora drepanensis D. Ch, * Mastigophora Hyndmanni Hks., Dutertrei Hks, Schizotheca fissa Hks. (p. 34) Tessaradoma boreale Sm, Adeonella distoma Bk,, lichenoides Hks, (p. 35) Cellepora pumicosa L.,, ramulosa L., avicularis Hks., verruculata Sm,, * dichotoma Hks,, (p. 36) coronopus S. W., retusa Mnz., costata M, Gill,, * armata Hks,, Costazii Aud,, Boryi Aud., sardonica Wat., (p- 37) Cutleriana Wat,, digitata Wat., lobulata Wat., margaritacea Sm., ? ternata Rss,, ? muricata D. Ch.? * inerassata Lam,, ? spongites Lam., ? Imperati D., Ch,? labiata D. Ch. ? Becquerelii D, Ch., Larrey Aud. (p. 37)? Berenicea prominens Lmx., (p. 38) * ? annulata Lmx., ? urceolata M. Edw. Cupularia stellata Bk. Crisia cornuta John. , eburnea Lmx., producta Smtt. (p.. 39) fistulosa H]I. (non Bk), denticulata M. Edw,, var. angustata Wat. , recurca HIl, (p. 39) Diastopora patina Smtt., (p. 40), obelia John., sarniensis Norm., suborbicularis Hks,, latomarginata d’ Orb. (p. 40) ? Polytrema corallinum Risso (1). (p. 41) * Anguisia verrucosa Jull. Tubulipora flabellaris Sm,, incrassata Sm., ventricosa Bk,? fim- bria Lm.,? annularis Lam., ? foraminulata Lam., ? ramea D. Ch: (p. 42) /dmonea serpens V, Ben., atlantica Forb., notomala Bk., milneana d' Orb., marionensis Bk., frondosa Mngh., gracilis Mngh.; serpula Hll., (p. 43) Meneghini HI, , triforis HIl,, concava Rss., tubulipora Mngh. , irregularis Mengh. (p. 43) # Alecto major John., repens Bk,, (p. 44) var. vitriensis Wat., gra- nulata M. Edw,,? parassita Hll,, Jonhsoni J. V. 0. (p. 44) Entalophora proboscidea Wat., defleca Sm., claviformis I. V. 0., rugosa d’ Orb, (p. 45) Reticulipora dorsalis Wat, Hornera lichenoides Sm, Filisparsa tubulosa Wat. Lichenopora radiata Hks,, (p. 46) fimbriata I. V. 0., verrucaria (1) Questa specie è un foraminifero. 90 Sm., mediterranea Blv.. [Discosparsa] annularis. HIl., [Radiopora] hispida Hks., (p. 47) cristata Bk., ? pustulosa d'Orb.; regularis Rich. (p. 47) *? Discopora cribrum Lam, * ? palmata Risso. * ? Melobesia pustulata Lmx,, * ? farinosa ino ? Cellepora melobesia D. Ch. * ? Elzerina venusta Risso, * ? mutabilis Risso. ? Codonytes cardunculus D. Ch.,? infundibulum D. Ch.,? squamata D. Ch. Frondipora reticulata Blv- (p. 48) Alcyonidium gelatinosum John,, mytili Dal Pherusa tubulosa Lmx. *? Flustrella hispida Gray: (p. 49) Vesicularia spinosa I. V. Th. Amathia lendigera Lmx., semiconvoluta Lmx.,? unilateralis Lmx. (p. 50) Zoobotryon pellucidum Ehbg, Bowerbankia imbricata John, caudata Hks., pustulosa Hks,, bise- rialis Hks, I (p. 50) ? Farrella repens John. (p. 51) Buskia socialis Hks, Cylindroecium giganteum Hks, ? Triticella flava Dal.,? Kroenii G. 0. Sars, ? Boeckîi G 0. Sars. Hippuraria ver Licillata Hks, (p. 52) Valkeria uva Flem., tuberosa HIl. Mimosella gracilis Hks., elegans Rich, Pedicellina cernua Sm, (p. 33) Barenisia gracilis Hks, Loxosoma Kefersteini Clapd., Tethyae Sal,, alatum Barr., neapolita- num Kow., raja 0. Schm.,, singulare Kfst.,? claviforme Hks. (p. 54) crassi- cauda Sal., Leptoclini Harm., cochlear 0. Schm. [Il Gicua J. V..; tiene il sistema vielo.e non mai abbastanza Fiprona tas di far se- guire al nome delle sp. la sigla del nome di chi riferì quella specie ad un, genere diverso dal primitivo]. 88. — Di Stefano Giovanni. — Osservazioni stratigrafiche sul pliocene e sul post: pliocene di Sciacca. Boll. R. Com. Geol. Ital., 1889, vol. XX, pag. 69:110. Pag. 94 (28, estr.) Lepralia sp. Myriozoum truncatum Pall. Retepora cellulosa L. sp. (continua) to) | NEI OOIEIE DNA Il Rucher Belge porta, in uno dei suoi ultimi numeri, le ricerche sul microbo della peste delle api, fatte dal Dott, M. Lamotte nel laboratorio dell’ Istituto di patologia e batteriologia dell’ Univer- sità di Liegi, e pubblicato nel Settembre 1902 negli Armafi dell’ Istituto Pasteur. Queste investi- gazioni furono eseguite dietro iniziativa del Comitato d’ Amministrazione della Società d’ Apicoltura du Bassin de la Meuse, al quale tutto il mondo apicolo sarà riconoscente. In generale si considera la peste come dovuta ad un bacillo tutlo particolare, specifico, che fece per la prima. volta oggetto di un vero studio scientifico, verso il 1885. Furono Watson-Cheyne e Cheshire che scoprirono nelle larve putride dei bacilli, ai quali diedero il nome di bacXlus alve? e constatarono che questo microbo, da delle spore presso che della stessa grossezza dei bastoncini. Il dacillus alvei può facilmente essere coltivato nella gelatina, nel siero, nel latte, nella, patata, ecc. Questo microbo fu ben presto accettato da tutti quelli che si occupano d’ apicoltura, e lo si considera come un bacillo nettamente specifico, essenzialmente patogeno, come i bacilli del colera e della peste negli uomini, non invadente le larve se non viene importato nell’alveare dal di fuori da una vera infezione esterna. Se non pertanto la peste non ha cessato di preoccupare gli apicoltori, di fare oggetto di di- scussioni appassionate nei loro giornali e nei Congressi, egli è che lo studio batteriologico di Watson-Cheyne e Chesire è ben lontano dall’ aver risposto ad una quantità di domande riguardanti l’etiologia della malattia. Così molti casi di, peste osservati, in cui di un’ importazione della ma- lattia non poteva essere questione perchè focolare d' infezione in vicinanza non ce n’ era, non tro- vano una spiegazione soddisfacente, se si ammette la specificazione assoluta del daczilus alver. Un semplice esame microscopico di larve malate, bastava al Dott. Lamotte a far la conoscenza delle spore descritte da Waston e Cheshire. Se non che nelle preparazioni il più delle volte non si vedevano che spore, i bacilli descritti come dacillus alvei erano rari e quasi sempre si ‘notava l’ assenza di quei microbi (bacilli, batteri, mierococchi) che pullulano in tutti i cadaveri. Osservazioni continuate ben presto rendevano evidente la grande somiglianza ‘del cosidetto bacillus alvei col bacillus mesentericus vulgaris, assai sparso nella natura, specialmente sulle piante come, ad es., sulle patate. Per completare i suoi studi comparativi il Dott. Lamotte chiese al sig. Binot dall’Istituto Pasteur di Parigi, cultore, dei diversi mesentericus, e si convinse che la cau- sa della putrefazione della covata è una varietà del dacillus mesentericus, tanto più che anche la descrizione di Watson e Cheshire corrisponde a quella del dac:2lus mesentericus. Il fatto che questi microbi volgari, assai sparsi nell’ atmosfera, possono provocare malattie gravi, fu constatato, per primo dal Pasteur, nel suo magistrale studio sulle malattie dei bachi da seta, che presentano molti contatti coll’affezione in discorso. Pasteur aveva perfettamente notato, che i bachi da seta possono ammalarsi non! soltanto in seguito: dell? attacco dei; corpuscoli, germi assai specifici, bensì ancora quando mal nutriti, mal curati i loro tessuti non oppongono più resistenza sufficiente ai bacilli volgari invadenti il loro apparato digerente. E ne è conseguenza la flaccidezza, malattia tutta differente da quella prodotta dai corpuscoli. Altri molti esperimenti con colture in diversi modi. ottenuti, confermarono la supposizione che il bacillus alvei non è che una varietà del bacilus mesentericus. Troppo lungi ci condurrebbe il voler riportarne la descrizione, per cui ci limitiamo a trascrivere letteralmente le conclusioni: 1) ll bacillus alvei, descritto da Watson-Cheyne e Cheshire come agente specifico della putre fazione della covata, non è altro che un microbo assai frequente nella natura, il bacillus mesen tericus vulgaris; 2) Il ducellus mesentericus sì può riscontrare negli alveari sani tanto nelle celle dei favi, come nel contenuto intestinale delle api; 2 3) Il dacillus mesentericus produce, per il suo pullulamento nei tessuti delle larve, le alte- razioni caratteristiche della peste. Questi dati basati sulle constatazioni sperimentali, devono essere presi in considerazione dagli apicoltori. Per verità, non si può escludere, a priori, quando la putrefazione della covata si manifesta in un apiario, l'importazione del bacillo dal di fuori, sia dalle bottinatrici lordatesi {sowz/Zees) al con- tatto d'api di un alveare infetto, sia per la cera adoperata nella confezione di fogli faccettati, conte- nerte delle spore di provenienza di un alveare malato. L’apicoltore però non deve sempre cercare di fuori le cause della malattia delle sue operaie, ed incolpare il vicino del disastro che osserva nel proprio apiario: Come la flaccidezza dei bachi da seta, la peste deve spesso risultare da cattive condizioni, mal determinate ancora per verità, ma di cui la realtà non è dubbiosa, della nutrizione ed igiene dell'abitazione e delle abitanti. Egli è dunque innanzi tutto (e non alle malattie delle api soltanto si applica questa verità) l'igiene, in tutte le sue esigenze, di cui l’ apicoltore deve preoccuparsi. Certo, in caso di peste, egli deve ‘neutralizzare radicalmente il focolare dell’ infezione ;la gran- de resistenza agli agenti chimici ben conosciuta delle spore del dacillus mesentericus (come la formalina, il sublimato, l'acido fenico ed i disinfettanti in generale), deve farci rigettare tutte queste sostanze che non hanno che effetti illusori, ed adottare la sola pratica efficace, la distruzione a mezzo del fuoco degli alveari infetti. Ma la peste non scomparirà da un apiario, fossero pur state annientate tutte le spore; se non sì osserveranno rigorosamente i precetti dell’igiene apicola : il bacillus mesentericus è talmente sparso nella natura, che invaderà di nuovo le larve, se le abitanti delicate dell’alveare non saran- no messe nelle condizioni indispeusabili al loro sviluppo. aa La distruzione degli alveari appestati non ci sembra pienamente giustificata, visto e consi- derato che da sola a nulla giova. Sia l'abitazione salubre; ben aereata e convenientemente riparata in, ogni stagione, la popolazione in istato normale, e possibilmente forte; ben provvista di miele e sopratutto di polline, che ha tanta parte nell’.igiene dell’ alveare; .il governo delle api razionale nel senso più lato della parola; ma se ad onta di ciò qualche famiglia dovesse ammalarsi, tentia- mone, il salvataggio col. trasportarla. dall’arnia contaminata in altra sana. E allora soltanto, se anche nell’ abitazione nuova ricomparisse la malattia, ricorriamo all’ ultima ratio; alla distruzione della colonia, già ridotta in uno stato da non più avere, (o poco; valore. Il più delle volte però non sarà necessario, perchè abbiamo tanti esempi di ottenuta.guarigione. LNNEGNZIO ba. GO PETRA Una singolare miniera di solfato di rame ne? Cile. Ora siannunzia che nel Cile fu scoperto un colossale deposito di solfato di rame naturale. Questa scoperta costituisce un avvenimento, perchè è la prima miniera che si sia trovata nel mondo. Si trovano, è vero, anche ora, vicino alle miniere di rame, alcuni depositì di solfato ra- moso, come ad esempio a Rio Tinto, nelle vecchie gallerie esplorate dai romani, nelle fumarole del Vesuvio; e dei bei cristalli se ne trovarono pure nella Arizona ed altrove. Eppure si avrebbe dovuto ritenere, che i solfati di rame si trovassero molto abbondanti in na? tura. Infatti i minerali di rame naturale sono nella Joro massima parte dei solfurî, più 0 meno complessi, i quali, per alterazione dell’aria umida, dovrebbero dare origine a dei solfati idrati, nello stesso tempo anche a dei carbonati, per l’azione dell’ acido carbonico contenuto nell'aria. Ora mentre i carbonati si riscontrano frequentemente in grandi! masse; è veramente una eccezione il rinvenire delle quantità un po’ importanti di solfato di rame. mei 53 Deve quindi ritenersi come una vera curiosità geologica la scoperta, or ora fatta al Cile, di gia- cimenti di solo solfato di rame. La miniera fu rinvenuta al nord del deserto di Atacama, in una squallida regione delle Ande, nel punto chiamato Copaguire, presso Huatcand, nella provincia di Tarapaca, a 40 chilometri all’est di Tamerugol, estremo limite della ferrovia, che dalle miniere di Lagunas, conduce i nitrati a [quique, loro posto d'imbarco sul Pacifico. In quel punto si trovano delle colline di 200 metri di altezza, sulla superficie delle quali ap- pariscono da tutti i lati delle masse di solfato di rame, Il clima, arido ed asciutto che ha per- messo la formazìone dei nitrati, ha dovuto di certo contribuire di molto anche alla accumula- zione del solfato di rame. L'elettricità e la fillossera. Viene pubblicato che i signori Guarini e Palumbo di Trani avrebbero trovato molo di uccidere, mediante l’ elettricità, tutti gli insetti. Si tratta d’inviare, nella pianta di cui si vogliono uccidere gl’ insetti, una corrente di alta tensione e di grande in- tensità. Il legno delle piante, è — come si sa — semi conduttore. La corrente si divide allora in due parti : una segue il legno, l’ altra l’ insetto che è più conduttore e ciò, nel caso che il detto insetto si trovi sul tronco. Nel caso l’insetto si trovi sulla radice, esso è traversato dalla correate che tende a sperdersi nel suolo. Con questo mezzo gl’ inventori sono riusciti a uccidere formiche ed altri insetti e sperano, perfezionando il loro sistema, distruggere la fillossera. Vi è anche più: il trattamento elettrico, e ciò si conosce da tempo, non solo non nuocerebbe alle piante, ma aw- menterebbe la produzione e accelererebbe la maturazione dei frutti. Apparecchio salvagente per incendi e Maschere antiasfissianti. Si son fatte nel Parco di Barcellona le prove dell’ Appar. salvagente per incendi e delle Ma- schere antiasfissianti. L' Apparecchio salvagente si compone di un lettuccio articolato di juta che sale e scende, guidato da un sistema di corde che si fissano nella finestra dei piani terreni e nella strada. Le guide,che si possono collocare verticali o‘inclinate, hanno rotelle per il movimento del lettuccio, il quale si muove con un torzi0 a mano. Il primo che discese con l’ Apparecchio fu l’ inven- tore Sig Polozzi. L’ operazione fu dipoi più volte ripetuta da pompieri. La Maschera antiasfissiante ha per iscopo di impedire la asfissia dei pompieri quando pene- trano în una abitazione piena di fumo. Risulta di una grande semplicità e sicurezza. Consiste in un berretto di pelo che arriva al collo del pompiere e si accomoda a questo con una correg- gia. Nella faccia ha due cristalli per vedere, e dalla parte superiore del berretto sUyca un lungo serbatoio di pelo di forma di piva che scende nelle spalle, formando tutto l'insieme un deposito grande d’aria per respirare. La prima prova la verificò l'inventore signor Polozzi. Esso penetrò con il suo apparecchio nell'interno di una casina di legno piena di paglia in combustione e vi potè respirare 60 secondi circa. Replicò l’ operazione un pompiere, provando che con tale ma- schera si può lavorare bene e con sicurezza. — neonata NOTIZIE DI CACCIA Cattura di una Lontra (Lutra Vulgaris). Un corrispondente serive alla Tribuna-Sport: In Tombolo, presso Livorno, nella località chiamata « I lavandoni » dal signor Ugo Formigli venne il 20 Marzo scorso uccisa una magnifica Lontra, la quale dalla punta della coda alla bocca misu- rava metri 1,70 e pesava la bellezza di circa 18 hg. Ci fu una bella lotta col cane il quale fu addentato, ma senza gravi conseguenze (l). Nota. Nel momento che stiamo per andare in macchina facciamo acquisto per questo Gabinetto di Storia naturale, di un esemplare della suddetta specie, uccisa presso Siena. Putorius communis. (Puzzola). Continuando per tutta la prima quindicina di Aprile la grande siccità, in alcune località delle circostanti campagne senesi, furon fatte diverse prese di questi piccoli digitigradi. Già da molto tempo non vien ricordato una cosa simile. (1) Dai dati che sopra, quantunque un po’ esagerati, ritiensi l'individuo meritevole di una certa considerazione, 54 Noterelle di cacce entomologiche. Nel mese di Marzo abbiamo raccolto: Carabus v. Servillei, Sol. — Notiophilus 4-punctatus Dej. — Zabrus piger Dej. -—— Oymindis v. cya- noptera Chd, — Creophilus moxillosus Lin. — Dermestes Frischii Kugel. — Hister major Lin. — Onthophilus striatus Forst. — Atheuchus sacer L. - variolosus FP. — Bubas bison Lin. — Chironites furcifer Rossi. — Aphodius v. fumigatus Muls. — Geutrupes Typhaeus Lin. — Pentodon punctatus Vill. — Orycthes nasicornis Lin, — Epicometis squalida Scop. — hirta Poda. — Leucocelis funesta Poda: — Aphanisticus pusillus Oliv. — Danacea, auri chalcea Kist. — Gibbium scotias F. — Bruchus v. testaceus Boil. — Spytzi Villa. — Asida Gory Sol. — Nalassus quisquilus FP. — Catomus consentaneus Kiist.. — Meloé proscarabeus Lin. — rugosus Marsh. — Ot. aurifer Bohm. — crebricollis Gyll. — pustulatus Vit. — Pe vitelus Vitalei Desb. — Meira Pfisteri Stierl. — Stitona melithensis Reit. — lineatus Linn. — Brach. algirus F- — v. attenuatus Vit. — undatus F. — v. aegypthiacus Oliv. — Cleo- nus morbillosus PF. — obliquus F. — Alophus nictitans Boh. — Phyt. nigrirostris F. —: Doryt v. macropus Redt. — Cemto. v. cyaneus Weise. — Anth. ornatus Reich. — v. mes- sanensis Vit. — Sibinia attalica Gyll, — Apion lacvicolle Kirby. — tubiferum Gyll. — rugicolle Germ. — Mylabris vufimana Bohm. — Lachnea cylindrica Hoc. — l'imarcha pimelicides H. Sc. — Chrys. Sparshalli Curt. .— erytrhomera hoc. — grossa F. — Arrhenocoela lineata Rossi — ZMaltica oleracea “Lin, = Longît. verbasci. Panzi — Sphaero. cardui Gyll, — Hispa atra L. — testacea ‘Linn. — Subcoccin; globosa Schn. i Messina, 31-3 1903. Viraue agri F. NOTIZIARIO Esposizione Regionale di aquicoltura e Nazionale di Pesca in Udine. — Nel- l'agosto e nel settembre 1903 sì terrà in Udine l’ Esposizione Regionale delle provincie venete. L' Esposizione, della quale è Presidente onorario S. E. il Ministro di agricoltura, industria e commercio, è favorita dalle Camere di commercio e dalle Istituzioni agricole del Veneto; essa rap- presenterà, un vero e grande interesse del paese, perchè è destinata a porre in rilievo i progressi compiuti da queste provincie in tutti i rami delle industrie dell'agricoltura, dell’arte, della coo- perazione, della istruzione e della previdenza. Nel Riparto III (Agricoltura) la Divisione XII (Regionale) comprende quattro classi che sono raccolte colla designazione di Piscicultura, e precisamente : Classe I. Propagazione artificiale del pesce. » II a) Aquari e vivai. » 6) Attrezzi di Piscicultura. » II. Vallicultura. » IV. Attrezzi di pesca. Nel Riparto V (Sport) concorso nazionale con ammissione anche delle case estere che hanno rappresentanza in Italia, la divisione IV comprende Caccia e Pesca — e la Pesca presenta queste due classi : Classe I. Reti diverse, lenze, ami, fiocine, canne ed accessori. » II. » Collezioni di pesci. Un nuovo mandarino, di forma che tiene il mezzo fra il melagrano amaro (Citrus digardia) e il mandarino comune (delicéosa) è stato presentato col nome di Clementina, dal sig. Clement alla Società Nazionale di agricoltura di Francia. Tale varietà, creata con avveduti innesti, si preconizza di un bell’ avvenire. L'avvenire del pioppo. — N. Binda, valente agricoltore di Formigara.(Cremonese) dimostrò 55 alla Società agraria di Lombardia} con una interessante conferenza, 1” utilità che può derivare alla agricoltura ed all'industria dalla coltivazione del pioppo, anche nei terreni meno feraci. Se ne pos- sono. ricavare: pasta per carta, bastoncini per zolfanelli, casse da imballaggio e trasporti, truccioli, ecc., con discreto tornaconto. Pare che il Ministero di agricoltura intenda incoraggiare tale colti- vazione. Attività solare. — Gli astronomi hanno comunicato che da qualche tempo l’ attività solare subisce un risveglio e si manifesta mediante macchie solari. Se ne segnala ora una che ha un diametro di 30,000 chilometri ! Alle macchie solari gli astronomi attribuiscono sia la presenza delle eruzioni vulcaniche, sia la perturbazione che si manifesta nell'Oceano; sia la temperatura elevata dello scorso mese. A Padova. Le mostre di zootecnia, bacologia, caseificio, avicoltura, floricoltura ‘avranno luogo nel giugno prossimo, unitamente ad un Congresso degli allevatori veneti. La produzione e il consumo del platino. Scrivono da Irkoustk al Moniteur Officiel du Commerce che il consumo annuale del platino in tutto il mondo è di 7.525 chilogrammi e 600, e che le domande aumentano sempre in vista del crescente sviluppo dell’ industria per la quale il platino è indispensabile, La produzione del platino è invece di soli chilog. 5.889, il resto si ottiene rifondendo gli og- gelti usati. Ciò spiega come i prezzi del platino siano in continuo aumento. Si vendeva 590 fran- chi il chilog., lo si vende a 2.500 franchi e fra poco raggiungerà il prezzo dell'oro. Va pure notato, che la produzione tende a diminuire perchè le miniere degli Urali concentrate in un luogo ristretto tendono ad esaurirsi. Nel 1901 le; miniere degli Urali hanno prodotto 1000 chilogrammi meno di quanto era previsto. In, presenza di una riproduzione così limitata è naturale che la speculazione tenti ad acca- parrarsi questo prodotto. Una casa di, Londra monopolizza infatti tutto il platino degli Urali mercè una quantità di agenti che comperano tutto il platino greggio che viene spedito all’estero; la Russia non possedendo stabilimenti per purificarlo. Piastre di cemento ed amianto per tetti. Dalla Rivista « L° Ingegneria e 1’ Industria » togliamo quanto appresso : « Ecco. una nuova quanto utile applicazione del cemento ! Da qualche tempo sono; in commer- cio, delle piastre di cemento ed amianto che incontrano molto favore nella. costruzione di tetti e soffitti; per quanto già molti siano i materiali di varie specie che s'inventarono al medesimo fine, Questo nuovo materiale è già molto diffuso in Germania ed in Austria Ungheria, e solo da poco tempo cominciò ad essere impiegato in Italia, in Francia ed altrove. Le piastre dei tetti hanno forma quadrata di 400 mm. di lato, dello spessore di mm. 3 e sono in due colori bleu e grigio. Quelle per soffitti hanno il lato triplo e lo spessore di 5 mm. Sono inalterabili all’azione corrosiva degli acidi, nonchè all’azione del gelo e del fuoco: sono inossidabili, resistenti, leggiere ed eleganti. Un metro quadrato di tetto pesa da 8 a 9 Kg. e resiste alla pressione di 400. Kg., queste piastre possono essere lavorate e colorite in modo da presentare una certa eleganza. La proprietà dell'incombustione rende preferito questo materiale nel rivestimento di porte di sicurezza, di archivi dì uffici in genere dove sì custodiscono documenti importanti e valori. La caratteristica del processo di fabbricazione di queste lastre: consiste in una enorme pres- sione, la quale raggiunge i 700 kg, per ogni cm. q. » NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI x Camerano prof. Lorenzo è stato eletto all’ ufficio di segretario della classe di scienze fis. mat. e nat. nell’ Accademia delle scienze di Torino. Negri Giovanni Battista, straordinario di mineralogia e direttore del relativo Gabinetto, nell’ Università di Genova, è promosso ad ordinario della stessa disciplina. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste e of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni ese desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all’estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica anche una volta all'anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d'Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 35. Gabinetto di St. Nat. già diretto dal Cav. S. Brogi, Siena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix flammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus}, Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus: mar- ginatus). 36. Il Prof. Napoleone Passerini, Direttore dell'Istituto Agrario di Scandicci (Firenze), acquista a pronta cassa buone specie di rettili ed anfibi dell’antico continente, purchè di Rabditat garantito. Offre anche in cambio buone specie d’ Italia e delle isole annesse. 37. Collezione generale paleontologica di 4000 specie di tutti i piani geotuisei per Li- re 3000 franca alla stazione di Modena. Per richieste rivolgersi al Dott. Fr. Coppi in Modena, Villa S. Agnese N. 243. 38 . Si cederebbe una bellissima collezione di 450: minerali tutti es. freschi e scelti con qualche bella roccia, formato medio, da studio, con scatoline nuove, schedine ecc. per L. 320 in ‘contanti; ovvero per l'ammontare di L. 450 in es. di minerali a scelta. 39. Si vende una piccola collezione preistorica delle Madonie (Sicilia) consistente in pietre lavorate, cocci, qualche vaso, numerosi crani neolitici, ossa umane ete. Per chiarimenti ed informa- zioni dirigersi al Sig. L. Failla-Tedaldi in Castelbuono. 40. Si cederebbe la collezione completa degli Almanacchi igienici del Prof. Mantegazza, com- prendente 38 annate (1866-1903), alcune delle quali non si trovano più in commercio. 41. Si cedono i primi tre volumi della Flora Europae di Michele Gandoger. Opera litografata, edita nel 1883 o 1884. 42. V.Manuel Duchon, Rakonitz (Boemia) recomande ses.'coleopieres; paléarctiques'et exo- tiques, frais, piqués munis d’.etiquettes d'origine, proprement préparés. Grand rabais au comptant. Je désire aussi échanger, mai de preference «contre des. sujets non’ prèparés; dans Jes'échan= goes: je ne. ferai jamais. le premiere envoi. Envoi sur demande de listes séparès. Nombreuses attesta- tions élogieuses. 43. Il prof. Carlo Fenizia dell'Istituto Tecnico di Modica, cultore di Biologia, prega coloro che posseggono opere del prof. Enrico dal Pozzo di Mombello e che abbiano intenzione di cam- biarle; di mettersi in relazione con lui. 44. Geom. Vitale Francesco, Messina. — Desidera acquistare o cambiare: contro: insetti. mes- sinesi (coleott-ri) gli Annali della Società Eutomologica di Francia, od altri libri di Entomologia sui Curculionidi Europei. — Offre in vendita: - Peritelus Vitalei Desbr.'a L. 2 1' esemplare; Anthonomus v. messanensis Vitale dell'A. ornatus a L. 0,70 l’es., Trachydemus rugosus a L. 2 etc. il tutto ben preparato ‘e recentemente raccolto. Cambia coleotteri messinesi contro Curculicnidi europei. - Inviare oblata. - E. BOZZINI, Gerente responsabile Siena Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri Sommario del N. 9-4 della” RIVISTA DI SCIENZE NATURALI ,, Brian dott. Alessandro. La presenza del Chlorotocus gracilipes A. M. Edw. nel Mare Ligustico. Pas. 25. Paratore dott. Emanuele. Analisi istologica delle droghe medicinali. (cont.) Pag. 26. Vitale geom. Francesco. Febbraio — Chiacchierata bio-entomologica. Pag. 29. Brunelli Gustavo. Il letargo dei mammiferi e il sonno dei Fakiri. Pag. 33. Lucifero Armando. Mammalia Calabra. Elenco dei mammiferi calabresi (Cap. II.) (cont.). Pag. 37. Rivista bibliografica. Pag. 45. —] Bibliografia italiana di scienze naturali. Pag. 50. E uscita la 14.8 dispensa del CATALOGO DEI COLEOTTERI D'ITALIA .compilato dal ben noto coleotterologo Dott. Stefano Bertolini f con la collaborazione di distinti entomologi. Se ne, pubblica non meno di una dispensa di 8 pagine al mese, in formato tascabile (12 XK 18 o) al prezzo di centesimi 10 la dispensa per l’Italia e cent. 15 per l’estero. Il catalogo è redatto giusta il più moderno sistema, coll’ aggiunta delle nuove specie note fino ad oggi. È utilissimo per regolare le collezioni secondo i più recenti sistemi ed al tempo stesso come ottimo intermediario nelle relazioni di cambio. Fa conoscere il sorprendente numero dì specie che vanta la fauna italiana. È tuttora aperto l’ abbonamento: Alle prime 10 dispense al prezzo di L. 1 per l’Italia e L. 1,50 per l'estero. Alla intera opera L. 2 per l’Italia e L. 3 per l’ estero. Inviare il danaro alla Direzione di questo periodico. N. B. Facendone richiesta con cartolina doppia, ossia con Cartolina con Estone: pagata, sa ne invia una dispensa gratis per saggio. AVVERTENZA Dopo la pubblicazione della prima dispensa di questo catalogo, una fortu- nata combinazione incoraggiò l’esregio autore ad aggiungere ad ogni sin- gola specie le indicazioni delle località da esse abitate. L’illustre entomologo barone dott, Lucas v. Hyden accettò, con squisita cor- tesia, di coadiuvare il dott. Bertolini in quest’ opera, e di renderla più interes- sante fornendo dati preziosi sulla diffusione dei coleotteri in Italia. A nome nostro, dell’ egregio autore e di tutti gli abbonati, ringraziamo cor- dialmente il distintissimo Sig. Barone dell’efficace suo aiuto. L’ EDITORE Colla prossima dispensa il catalogo sarà finito. A questo farà seguito l’ elenco delle specie tro- vate in Italia durante la pubblicazione del medesimo, od omesse per svista; nonchè l’ errata-corrige. Coloro che vorranno contribuire gentilmente a rendere vieppiù completo il detto elenco, sono pregati a favorire le loro note alla Redazione della Rivista o all’ autore (Madrano nel Trentino); ciò al più presto onde non ritardare di soverchio il compimento del libro. Si anticipano i più vivi ringraziamenti. LABORATORIO. ZOOKOGICO-Z00TOMICO-TASSIDERMICO E MUSEO DI STORIA NATURALE gia diretti dal Cav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali . Cataloghi gratis Prezzi correnti gratis Fornitore di molti Musei e Gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità ecc. Occhi artificiali, umani, per animali, figure ecc. a prezzi mitissimi pb? Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di storia naturale di ogni genere Scuola di Tassidermia — Compra — Vendita — Cambi Animali e piume per mode e per ornamento Tutto l’ occorrente per raccogliere, studiare, preparare e conservare ogeetti di storia naturale, Sono sempre pronte collezioni per l’insegnamento, secondo i programmi governativi î Piazza del Carmine, SIENA (Italia) Stabile proprio. ———____—€€€È€——É€ iii {+ [ISIIEIIEIEÉ® GRATIS = CATALOGHI e Prezzi Correnti presentemente in distribuzione - GRATIS Catalogo N. 38 — Modelli plastici di piante, fiori, funghi, frutti ece. per l’ insegnamento della Botanica. « « 49 — Minerali e Rocce. « « 50 — Varietà e mostruosità in uccelli italiani. È « < 53 — Arnesì, strumenti, utensili, preservativi, specialità ecc. per la raccolta, studio, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale. « < 54 — Catalogo con note e prezzo degli animali di tutti gli ordini, scheletri ed altre preparazioni zootomiche, Piante, Minerali, Fossili, Modelli, ecc. ece., nonchè delle Collezioni già formate per l'insegnamento. « « 54bis Mammiferi imbalsamati ed in pelle, scheletri e cranii. « « 55 — Occhi artificiali di ogni genere in vetro e smalto, per animali, uomini, sta- tue, bambole, ecc. « « 56 — Coleotteri europei. « « 97 — Uccelli imbalsamati ed in pelle. Supplemento al Catalogo N, 55. OCCHI ARTIFICIALI DA ANIMALI PREZZI SPECIALI RISERVATI PER I RIVENDITORI (Le commissioni si eseguiscono entro 20 giorni) S| Occhi ni | Pe ecigati 3 Per le altre. specie di occhi domandare SOS ET CTZ nTa>ioi a 25) pieni | | Ba * ISS f |con ferro) seuza con senza con Thi ferro ferro | ferro ferro Per godere i prezzi del presente Supple- Lire Lire Lire Lire Lire | mento al catalogo N. 55, è necessario indi- la 4 1,00.-| 7,00 4,00.._ 2 i carlo ogni volta si danno commissioni. 4a 6) 2,002) 8,00.5| 7,505 = È 6a 8] 2,50 5| 9,00 &| 8,00 5 S 9 5 7A DA 7) (7) x TORRE Sa s to iS TL S MG SRO Si fabbricano pure occhi per mode ‘e MON OE Ss 55 «£| giocattoli a prezzi anche inferiori a quelli 12.a 14/11,00:=|14,00.=|25,005 403 DON MSIOGR p Nuez di l4a 16| 18,00 #|*16,00 z0|35,00 =| 60 ®| ‘75. = notati nel catalogo N. 55. 90 16.2 18/18,003|18,00 °/55,008| 65 S| 909 182 20/ 20.007 |20,00 ® | 95,00 Voda CO D 5 _ _ Ses 05) i 4 567 3 5 $ SÌ y 50 So SD SRO o Il campionario degli occhi notati nel i DAGIOE Bon Ù $ «3 100 2) 340 2 | presente Supplemento sì spedisce previo pa- pi 26/228) «| È « Rl « £| 115 2| 490 £| gamento di L. 5,00. niger più completi 28230) « < « 135 600 | costano da L. 10 a L. 50. Conto Corrente con la Posta ANNO XXIII N.° 5-6 BOLLETTINO DEL NATURALIST Collettore, Allevatore, Goltivatore, Heelimatatore Abbonamento annuo per l'Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L. 3. Pergli Stati della unione postale L. &,50 Altri Stati L. 4 Scienza e pratica Istruzione e diletto n PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali ed al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scambi e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i professori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Aichieste e offerte ecc. ecc. (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principalmente quelli nominati nella copertina della Rivista Italiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. . I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un'unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’Agenzia in Via B. Peruzzi 28, eda tutti gli uffici postaliitaliani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoli separati costano cent. 30 perogni 16 pag. di testo. Agli Autori di memorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano i manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L.6il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei moltivantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc. ; fare offerte e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. l,einserzioni relative si cambi non possono oltrepas- sare la lunghezza di 5 lir | —irsanziananon si ha diritto di pubblicar ne viene accordata la ris! penso. Dalle inserzioni gra scritti che contengono avv:se di acquisto 0 di vendita, oche possono servire di reclame commerciale, Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati chelianno già pagatol’ab. bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta sa non è espressamente richiesta dall’ abbonato. I? amministrazione s’incarica di rappresentare gliab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corrì- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso da combinarsi. i BE: La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioniin proposito. 1 manoscritti non pub- blicati possono essere ritirati dagli autori a proprie spese Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche fascicolo, ne sarà loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis, purchè la richiedano entro l' annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento, Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L 1, per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano I. l ogni? centim. di spazio occu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. a Si annunziano le pubblicazioni ricevute e si fa speciale menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplari SI En ‘vere anticipati. Chi desidera F necessari, o scriva in car- NG LABORATORIO TASSIDERMICO DITTA - 5. BROGI » SIENA Si imbalsamano animali di ogni genere con sistemi speciali per garantirne la conservazione e si naturalizzano, da poter servire per ornamento nelle sale, teste in tutti quegli atteggiamenti che si desiderano. N. B. Chi desidera fare imbalsamare animali, è. pregato farne l’invio vivi o freschi appena morti. Ora che la stagione è calda e se gli animali sono piuttosto grandi, sarà bene togliere loro i visceri ed involgere gli animali in panno bagnato con acqua e acido fenico, oppure porvi altre so- stanze di odore antisettico per tener lontane le mosche, le tarme, ecc. (Avvertire sempre quando sì adoprano sostanze venefiche). Per evitare le spese di dazio sarà bene aspergere negli animali un po’ di Naftalina od altro onde gli agenti daziari comprendano che trattasi di roba non atta al vitto umano. Per l'invio se gli animali sono piccoli, il mezzo più economico e sollecito, è di mandarli per posta in piccole scatole, o involti in un pezzo di cartone, come campioni senza valore, racco- mandati. Fino al peso di 350 grammi la spesa non è che dai 12 ai 24 centesimi. Per le spedizioni in pacchi postali o per ferrovia, dichiarare Animali da studio, oppure indi- care il nome dell’ animale aggiungendo la parola morto. E uscita la 15.2 dispensa del CATALOGO DEI COLEOTTERI D'ITALIA compilato dal ben noto coleotterologo Dott. Stefano Bertolini con la collaborazione di distinti entomologi. Se ne pubblica non meno di una dispensa di 8 pagine al mese, in formato tascabile (12 X18 circa) al prezzo di centesimi 10 la dispensa per l’Italia e cent. 15 per l'estero. Il catalogo è redatto giusta il più moderno sistema, coll’ aggiunta delle nuove specie note fino ad oggi. È utilissimo per regolare le collezioni secondo i più recenti sistemi ed al tempo stesso come ottimo intermediario nelle relazioni di cambio. Fa conoscere il sorprendente numero di specie che vanta la fauna italiana. È tuttora aperto l'abbonamento: Alle prime 10 dispense al prezzo di L. l per l’Italia e L. 1,50 per l'estero. Alla intera opera] L. 2 per l’Italia e L. 3 per l'estero. Inviare il danaro alla Direzione di questo periodico. N. B. Facendone richiesta con cartolina doppia, ossia con Cartolina con risposta pagata, se ne invia una dispensa gratis per saggio. AVVERTENZA Dopo la pubblicazione della prima dispensa di questo catalogo, una fortu- nata combinazione incoraggiò l’ egregio autore ad aggiungere ad ogni sin- gola specie le indicazioni delle località da esse abitate. L’illustre entomologo barone dott, Lucas v. Hyden accettò, con squisita cor- tesia, di coadiuvare il dott. Bertolini in quest'opera, e di renderla più interes- sante fornendo dati preziosi sulla diffusione dei coleotteri in Italia. A nome nostro, dell’ egregio autore e di tutti gli abbonati, ringraziamo cor- dialmente il distintissimo Sig. Barone dell’efficace suo aiuto. L' EDITORH $ Anno XXIII N, 5-6 15 Maggio - [5 Giugno 1903 BOLLETTINO DEL. NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Sopplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali ed al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all'estero L. 8, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L. 4, SOMMARIO De Stefano dott. Giuseppe. La Platyemys Lachati, Sauvage, della lignite di Volx nelle basse Alpi, è una Chrysemys Pag. 57. Neviani dott. prof. Antonio. Materiali per una bibliografia degli studi sui Briozoi viventi e fossili dal 1800 al 1900. (cont.) Pag. 59. Fenizia prof. Carlo. Peregrinazioni filosofico-naturali (2.0 saggio) Pag. 63. Comunicazioni. Tiraboschi dott. Carlo. Sulla Sarcopsylla gallinacea Vetsw. Pag. 66. Notizie di caccia. Rep. Cattura di un Canis lupus Linn. a Castellamare di Stab'a — ViraLE AGR. F. Le cacce entomologiche nell’ Aprile. Pag. 66. Invenzioni e scoperte. Pag. 63. — Insegnamenti pratici Pag. 69 — Notiziario Pag. 70. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi Pag. 71. — Richieste e offerte (gratis agli abbonati) Pag. 72. i i È col cuore immensamente altristato che annunziamo la perdita del sommo natu. _ ralista senese Prof. Comm. Luigi Bombicci morto a Bologna il 17 Maggio 1903 all’ età di 70 anni. Questo padre della Mineralogia, col quale eravamo in continua e cordiale corrispon- denza, ha lasciato una lunga serie di interessanti pubblicazioni, alcune delle quali già note ai lettori di questo periodico. LA PLATYEMYS LACHATI SAUVAGE DELLA LIGNITE DI VOLX NELLE BASSE ALPI È UNA CHRYSEMYS Nota del dott. GIUSEPPE DE STEFANO ‘ Fra gli avanzi cheloniani e di altri rettili conservati nel museo paleontologico della Scuola delle miniere di Parigi, ho osservato |’ anno scorso un esemplare, di tartaruga appartenente alla famiglia Mmydidae Gray, la cui corazza, aderente ad un blocco di ° lignite, misura 240 mm. di lunghezza ed una larghezza di 180 mm. Detto fossile non ha alcuna etichetta, nè per ciò che riguarda la sua denominazione generica e specifica, nè per ciò che riguarda la sua provenienza ed orizzonte geologico ; Benpuro ri dig ma date le sue dimensioni, e la notizia favoritami dal Direttore del Museo, prof. H. Douvillé, che esso era stato descritto dal dott. H. E. Sauvage, non dubitai che si trattasse del chelonide da quest’ ultimo chiamato col nome di Platyemys Zachati n. sp. (1), e trovato insieme ad altri avanzi di rettili nella lignite miocenica di Bois d' Assot, vicino Volx nelle basse Alpi. L'esame del fossile mi convinse che esso appartiene, non al gen. Platyemys, secondo le idee del Sauvage, ma a quello delle Chrysemys, le quali nell’ attualità sono rappresentate da circa una dozzina di specie, viventi per la. maggior parte_nel- l'America del Nord, e che allo stato fossile sembrano rimontare ai tempi eocenici con le due note specie, Clhrysemys (Emys) testudiniformis (Owen) e Chrysemys bicari- nata, (Bell.) entrambe delle argille di Londra (2). Di fatti, i caratteri principali del gen. Chrysemys, Cray, si osservano nel fossile della lignite miocenica di Bois d’ Assot, il quale, benchè manchi del piastrone, e perciò non è in esso accessibile constatare se il solco scaglioso umero-pettorale, era o non era collocato molto indietro all’ entopiastrone, pure gli otto pezzi ossei vertebrali, che si osservano lungo la serie mediana del carapace, sono molto allungati; con. corti lati antero-laterali, ed il pezzo nucale è molto vasto in superficie ed ha i margini laterali molto corti, come si osserva nelle viventi Chrysemys. Inoltre, i diametri radiali dei pezzi marginali sono sempre un po’ più lunghi di quelli transversi, specialmente nei pezzi posteriori: lo stesso fatto si verifica per le piastre costali. Noto infine che le scaglie vertebrali sono sempre più lunghe che larghe e cosparse di punteggiature pro- minenti ai margini; di guisa che, dette scaglie vertebrali, per la loro forma allungata, sono disposte in modo che, la seconda di esse occupa il campo del primo pezzo osseo vertebrale, tutto quello del secondo, più i due terzi anteriori del terzo della stessa serie; e la terza scaglia occupa il campo di tutto il quarto pezzo vertebrale, più la regione posteriore del terzo ed i due terzi dell’ anteriore del quinto della stessa serie. Il fatto che in parte contribuì a fare includere al Sauvage il chelonide in quistione nel gen. Platyemys, vale a dire, il fatto della forma pianeggiante del carapace esa- minato, non è d'importanza. Quest’ ultimo, aderente ad un blocco di lignite, affetta una forma pianeggiante perchè dovette subire nei lontani tempi geologici uno schiaccia- mento prodotto da potente compressione verticale. Lo stato attuale, adunque, di con- servazione del fossile, per ciò che riguarda la sua reale elevazione verticale, è da tenersi in nessun conto, in quanto che detta elevazione nel carapace dell’ animale vi- vente dovette essere presso a poco analoga a quella che si osserva nei generi, Ocadia Gray, Clemmys Wagl., Emys Dum. e Bibr., etc., dell’estesa famiglia Emydidae; il (1) Sauvage H. E., Notes sur les reptiles fossiles. Bull. de la Soc. Géol. de France. 3. série. Tom. I, pag. 371, PI. VIII. (2) BouLENGER, Catalogue of Chelonians, Rhynchocephalyans and Crocodiles in the British Museum (Natural History) 1889. — Owen e BELL, Reptilia of London Clay etc. Mon. Pal. Soc, Vol. I, 1849, pag. 73. — LybEKKER, Catalogue of the fossit Rept. and Amph.in the British Museum. Parte III. Ord. Cheloria, 1889; pag. 118 e pag 120. — De SrEFANO, Cheloniani fossili cenosoici. Boll. d. Soc. Geol. Ital. Vol. XXI, fase. II, 1902, pag. 268. 59 che, del resto, ci è confermato dal rapporto esistente fra i diametri radiali e quelli transversi tanto delle piastre marginali quanto delle piastre costali. Posto che il fossile della lignite miocenica di Bois d’ Assot appartenga al genere Chrysemys e non sia una Platyemys, tenendo conto delle osservazioni fatte altra volta da G. Depéret (1), che, cioè, |’ Emys Mellingi Peters (2), delle ligniti mioceniche d’ Eibswald in Stiria, l Emys Renevieri Portis (3), dell’ aquitaniano di Losanna, ed altri chelonidi ancora, descritti dagli autori col nome generico di £ys, debbono essere inclusi nel gruppo delle viventi Chrysemys, noi possiamo farci una idea della distri- buzione geografica di dette forme nell’ attuale Europa ai tempi miocenici, e possiamo ancora dedurre che dai lontani tempi eocenici esse si sono continuate fino ai nostri giorni con poche modificazioni del loro esoscheletro. In fine, le ricerche scientifiche finora fatte provano che le predette forme del gen. Chrysemys Gray, abitarono sempre, sia nei tempi cenozoici, sia nell’ attualità, le regioni dell’ emisfero boreale, Solo che, mentre nei tempi dell’ eocene e del miocene esse abi. tavano ancora l’ attuale continente europeo, oggi invece sono confinate nell’ America, e specialmente in quella centrale e settentrionale. (1) Zes animaua du pliocéne du Roussillon, Mem. d. la Soc. Géol. de France, 1890, pag. 161- 163. (2) Zur Kenntniss Wierbelthierfauna Eibswald. Denks. Akad. Wissens. Wien, 1886, pag. 14, Tal. II. — De Sterano, Cheloniani foss. cenoz., Boll. Soc. Geol. Ital., Vol. XXI, 1902, pag. 268. (3) Zes cheloniens de la mollasse vaudoise cons. duns le Mus. géol. de Lousanne. Mat. pour la pal. suisse. Vol. IX, 1882, pag. 24, pl. VII et VIII — DePERET C., Les animave du plioc. du Roussilon, pag. 163. ANTONIO NEVIANI Materiali per una bibliografia italiana DEGLI STUDI SUI BRIOZOI VIVENTI E FOSSILI dal 1800 al 1900 (continuazione) 89. — Gioli Gino. — Briozoi neogenici dell’ isola di Pianosa nel mar Tirreno. Atti Soc. Tose. Sc. Nat., vol. X, pag. 251-267, tav. XIV. Pisa 1889. Le 34 specie comprese in questa memoria furono raccolte dal prof. Vittorio Si- monelli, ed appartengono al miocene ed al pliocene ; esse sono: (p. 252) Defrancia cespitosa n. sp. , tl. XIV, f. 1. Hornera hippolithus Defr., (p. 253) frondicalata Lmx., (p. 254) sp. ind. Idmonea disticha Goldf., sp. , cfr. disticha, pertusa Rss., (p. 255) com- pressa Rss., multipunctata n. sp. t. XIV, f. 2, eristata n. sp. t. XIV. f. 3, (p. 256) sp. ind. 60 Entalophora cfr. Ieaunensis Orb., t. XIV, f. 4, (p. 257) clavata Bk. Fasciculipora ramosa Orb., t. XIV, f. 3. (p. 258) Salicornaria cucullata Rss. sp., sinuosa Hass. Membranipora? sp. ind. (p. 259) Zepralia ansata John,, cfr. ansata; resupinata Mnz., (p. 260) ineras- sala: n. sp. t. XIV, È. 6. Eschara planariae n. sp. t. XIV, f. 7. (p. 261) Multescharellina subnobilis Orb, Adeonella cfr. polymorpha Bk. t. XIV, f. 8. (p. 262) Bi/lustra bipunctata Rss. Retepora cellulosa Lin. (p. 363) Cellepora globularis Bron. t. XIV, f. 9, (p. 264) cfr. globularis, poly- thele Rss., var. subglobosa Fuchs, (p. 265) parasitica Mich., rarepunctata Rss., cfr. vesciculosa Mgh., t. XIV, f. 10. (p. 266) Myriozoum punctatum Phil. sp. ind. [Vedi una mia revisione, ed un:nuovo elenco in Boll. Soc. Geol. Ital. , vol. XXI; pag. 329, Roma 1902]. 90. — Neviani Ant. — Contribuzioni alla geologia del Catanzarese ; III. Il terziario. nel versante ionico di Stalletti al fiume Stilaro. Boll. Soc. Geol. Ital. vol. VIII, pag. 133, con 1 tav. Roma 1889. A pag. 141-142 sono riportate le specie di briozoari citate dal Seguenza (forma: zioni terziarie ecc. , n. 45 di questa bibliografia) raccolte da Monasterace a Stilo e ri- ferite al Zancleano. (p. 144) dal calcare grossolano fra Argusto e Chiaravalle sono : Celleporarie diverse. Membranipora angulosa Rss. (p. 145) nelle marne plioceniche delle stesse località : Lepralia resupinata Mnz, Myriozoum itruncatum Pall, (p. 152) sono trascritte le specie raccolte dal Seguenza (l. c.) ai monti Luvito e Lupacchioli presso Monasterace e riferite al Siciliano. 91. — Neviani Ant. — Contribuzioni alla geologia del Catanzarese ; IV. Le colline di Santa Maria. 808. Soc. Geol. Ital., vol. VIII, pag. 439. Roma 1889. (pag. 442) Sono ricordati i briozoi raccolti dal prof. Lovisato in questa località in- leressante, e già riportati al n. 74 di questa bibliografia. (p. 450) vengono aggiunte le seguenti specie : Berenicea congesia Rss, Ceriopora cavernosa Micht, Heteroporellu? sp. ‘ Membranipora nobilis Rss, M. sp. Lepralia violacea Jon., lata Bk., squamoidea Rss, pieropora Rss, 61 Eschara regularis Rss,, varians Rss, E. sp. Escharina sp. Flustrella ? sp. Semiflustrella sp. Cellepora tubigera Bk, Vincularia sp. Myriozoum punctatum Phil,, M. sp. 92. — Sacco Fed. — Catalogo paleontologico del Bacino terziario del Piemonte. Boll. Soc. Geol. Ital., vol. VIII, Roma 1889. In questo catalogo paleontologico, pubblicato in varie annate nel Boll. della Soc. Geologica, e comprendente 5474 specie, vengono a pag. 326-328 del citato vol, VIII, elencate 47 sp. di briozoi, dai num. 1129 al 1175 e riferiti all’ astiano (A), piacen- ziano (P), tortoniano (Tr.), elveziano (E) e tongriano (Tn); essi vengono qui trascritti colla indicazione dei terreni. Discoporella umbellata Defr, (E). Defrancia miocenica Meht, (E), papyracea Meht, (E), mediterranea BI, (A). Stomatopora repens Wood. (E). Tubulipora miocenica Micht, (E). Fasciculipora Marsilii Bln. (A). Radiopora tuberosa Mchln. (E). Membranipora sp. (A), supergiana d’Orb., (cfr. M. reticulum Esp.) (E), Rosselii Aud, (A), calpensis Bk. (A), annulus Muz., (A), angulosa Rss, e var. (A, E, Tn). Salicornaria farciminoides John. (A).. Scrupocellaria elliptica Rss. (A). Lepralia ciliata Pall. (A), venusta Eichw, (A). violacea John. (A) ansata John. (Tr, E), scripta? Rss, e var. (A, E), fulgurans Muz. (E). Entalophora cervicornis Mehln. (A). Eschara vesciculosa Micht. (E), foltacea Lk. (A). Ceriopora ornata Mchln. (A), supergiana Mchln. e var. (E, Tn.), con- centrica? Mchln. e var. (A, P?, E). Retepora vibicata Goldf. e var. (E, Tn.), echinulata Blnv. e var. (A, P?, E), cellulosa Lk. e var. (A, P?, E). Monticulipora echinata Michln, (A). Cellepora cfr. retusa Mnz, (P.) pumicosa? Lk. (E), explanata Micht. (E), globularis Brun, (E), elegans Micht. (E). Myriozoum truncatwn Bl, e var. (A, E), Michelini Micht. (E), cuver- nosum Mcht. (E). Lunulites deperdita Micht. (Tn.), androsaces All. (E), radiata Lk. (E). Cupularia canariensis Bk. (A), intermedia Mcht. e var. (A, P, E), umbcllata Defr. e var. (A, E), sp. (A, E). 93. — Terrigi Gugl. —- Il calcare (macco) di Palo e sua fauna microscopica, Mem. Accad, Lincei, s. 4.°, vol. VI, p. 94, con 10 tav. Roma 1889, 62 In questa memoria il dott. Terrigi tratta abbastanza diffusamente delle seguenti specie di briozoi del Macco che attribuisce al quaternario marino, oppure ad un plio- cene recentissimo. Scrupocellaria elliptica Rss,, p. 101, t. II, f. 6. Membranipora subaequalis Rss., p. 101, t. II, f. A. Salicornaria farciminoides Guv., p. 101, t. IL f. Ad. Cribrilina radiata Moll, p. 102, L. III, f. 6. Eschara monilifera M, Edw,, p. 102, t. II, f. 14, Lepralia ventricosa Hass,, p. 102, t. II, f. 13, 15. Cellepora globularis Bronn., p. î03, t. III, f. 3, 4. Crisia Haueri Rss.,, p. 103, t. II, f. 9, 10. « Hoernesit Rss., p. 104, t. II, f. dB. IAA ASTRI PIO NA SR Idmonea? sp.? p. 104, t. III f. 9. Pustulopora proboscidea M, Edw., p. 105, t. DI, f. 2. " clavaeformis Bk,, p. 105, o DI Alecio echinata Rss.,, p. 105, t. IL, f. 7. Tubulipora flabellavis Fabr.,, p. 106, t. II, f. 2, 3, « fasciculata? Seg., p. 106, t. IL, f. 4. a SPECEPIAO IE 94. — Namias I. — Briozoi pliocenici nel Modenese. Atti Soc. Natur. Modena. S. III, vol. IX, pag. 63-64. Modena 1890. È un semplice elenco presentato quale nota preliminare di altro lavoro più volu- minoso ed esteso oltre la provincia di Modena. Hornera frondiculata TLmx. Eschara foliacea Tmx. C striata M. Edw. a columnaris Muz. a hippolytus? Defr. Biflustra delicatula Bk. Idmonea disticha Goldf. Flustrellaria macrostoma Rss. “ fenesirata Bk. Retepora cellulosa Lmk. Entalophora proboscidea M. Edw- Myriozoon truncatum Pallas Fasciculipora Marsilii BI. Batopora rosula Rss, Salicornaria farciminoides John. Cellepora globularis Bronn. e mutinensis n. Sp. “« verrucosa Rss. Membranipora angulosa Rss. “ ornuta Michln, Microporella ciliata Pall. q birosirata n. sp. Schizoporella biaperta Mich], Cupularia umbellata Defr, Eschara monilifera M. Edw. ‘ intermedia Micht. ( polystomella Rss. ‘ canariensis Bk. C undulata Rss. Lunulites androsace A]. (continua) 63 CARLO FENIZIA n Professore nel R. Istituto tecnico di Modica PEREGRINAZIONI FILOSOFICO-NATURALI — o s,_wsara sca —__- ur L'evoluzione universale è un moto uniforme — La morte planetaria — I fenomeni della morte planetaria — Il processo di disfacimento dei mondi che ritornano in materia co- smica — La metempsicosi cosmica — La rigenerazione dei mondi e i loro nuovi orga- nismi — Il ciclo vitale dei mondi — L’ energia evolutiva universale — L' evoluzione uni- versale è infinita — Da che cosa è costituita — I tre stadè della Materia e V evoluzione geologica — Perchè V’ Evoluzione geologica debba attraversare quei tre stadîé — Il progresso evolutivo e V ipotesi di Kant e Laplace. Tua progressività dell’ evoluzione è un concetto che riguarda strettamente un fenome- no che noi consideriamo in un nucleo di materia cosmica, che nel caso nostro è la terra. L’ evoluzione universale deve invece rappresentarsi con un moto uniforme che percorre spazi eguali in tempi eguali. Nei nuclei di condensazione dell’ universo, da noi detti mondi, il moto pare sia uniformemente accelerato sino alla estinzione del moto stesso per cause cosmiche derivanti da azioni reciproche causate da proprietà della materia. Epperò si tratterebbe della indipendente coesistenza di più moti nella materia, sostanza fondamen- tale dell’ Universo. Un mondo, allorchè perde la propria attività vitale, causata principalmente dalla estin- zione dell’astro, centro del sistema, è soggetto alla morte planetaria, cioè cessano in esso le condizioni d’ abitabilità, come cessano le influenze reciproche tra esso ed il centro del si- stema. I fenomeni che generalmente possono aver luogo in un nucleo planetario, ad esempio la Terra, a cui mancasse l’ influenza del centro del sistema, che nel caso è il sole, sono: Un irradiamento del calore delle molecole dell’ atmosfera, da cui seguirebbe un raffred- damento continuo che le abbasserebbe verso la superficie planetaria, al loro posto andreb- bero quelle più calde e così di seguito sino al raffreddamento totalmente completo. In tal modo, dopo un periodo di tempo, ogni calore sarebbe disperso negli spazî siderei. Il raffred- damento però dovrebbe avere un limite, il quale è rappresentato appunto dalla tempera- tura dello spazio che si calcola essere non meno di — 300 gradi, e non inferiore, pel ca- lore emanato dagli innumeri astri che gravitano nell’ Infinito. Tanto meglio se il calcolo fosse erroneo o molto approssimativo e perciò la temperatura assai inferiore. Non può avan- zarsi l’idea d’ un adattamento degli organismi agli effetti del terribile raffreddarsi del- l’ambiente, perchè basta por mente alle condizioni della vita nelle regioni polari, per persuadersi della falsità del rapporto. D’ altra parte occorre notare che tutta la terra sot- toposta all’ inconcepibile temperatura di — 300, che produrrebbe il congelamento delle acque non solo superficiali, ma di quelle circolanti a piccole e grandi profondità, non potrebbe conservare la sua integrità di geoide e soffrirebbe gravissime fratture in tutti i sensi per l’ aumento di volume delle acque sotterranee congelate. Quindi il pianeta o sarebbe rotto in più pezzi che ubbidirebbero alla gravitazione e sarebbero attratti da masse mag- giori, o pure non giungendo le fratture a romperlo in più pezzi, esso soggiacerebbe ad (ep) ria una lenta disoregazione molecolare che farebbe restituire la sua massa alla materia co- smica primitiva.. ® Nel primo caso i frammenti del mondo morto o cadrebbero sulla superficie di un altro pianeta, dando luogo alla caduta di bolidi, o graviterebbero in qualche sistema; , dissol- vendosi col tempo a mezzo «di un processo disgregativo; o forse avverrebbero e 1’ uno: e l’ altro fenomeno insieme. La dissoluzione che segue alla morte di un nucleo siderale (pianeta) può parago- narsi alla dissoluzione di un organismo qualunque che restituisce gli elementi. assimilati. Non è poi agevole stabilire 1’ efficienza del processo dissolutivo dei mondi ; è un problema a cui la scienza umana non arriva. Ciò deriva dalle poche cognizioni che abbiamo intorno alla vita dei mondi. Tuttavia possiamo opinare che i corpi cosmici, arrivati all’ estremo limite possibile di raffreddamento, proverebbero gli effetti di una coesione massima (1), di cui non possiamo rappresentarci l’ intensità. Tale coesione preparerebbe il corpo cosmico alla disgregazione. La morte di un corpo cosmico, più che dall’ estinzione del nucleo igneo centrale, è proba- bilmente prodotta dall’ estinzione del corpo solare, ‘centro del sistema. Il corpo cosmico morto; 0 tutto il sistema col sole morto, può cadere nell’ orbita d’ influenza d’ un si. stema vivente, che per varie cause può attrarlo. Quì possono supporsi verificati due fenomeni. O che un corpo cosmico nell’attraversare rapidamente lo spazio si riscaldi a causa della. re- sistenza oppostagli dall’etere cosmico o materia primitiva, o che giunge a tale distanza dal sole vivo da ricever improvvisamente una quantità di calore sufficiente a; produrre un rapido innalzamento di temperatura nella sua massa. In ogni caso dalla massima coesione in cui si trovano, le molecole di tale massa saranno bruscamente allontanate, e si trove- ranno talmente distanti 1 una dall’ altra, che il corpo cosmico potrà diventare una massa enormemente dilatata e tenuissima, che presto si confonderà con la materia, primitiva, 0. sostanza che riempie lo spazio. Resta ad osservare che i corpi semplici essendo derivati dalla differente orientazione dei gruppi atomici dell’ elemento primitivo (materia cosmica) base della nebulosa, nel di- sfacimento tali gruppi perderanno lo stato allotropico, assumendo il primiero stato. d’ o- mogeneità, ritornando così a far parte della massa. cosmica, ciò che produrrà uno svi- luppo di energia negativa, la quale sarà esattamente eguale alla somma d’ energia occorsa pel differenziamento della materia primitiva in corpi semplici. Questa metempsicosi cosmica afferma, anche per l’ universo, il principio che dalla morte nasce la vita. + E E Allorchè un mondo sarà disfatto e la sua materia differenziata sarà reintegrata nella massa cosmica, non è possibile prevedere quali altre condizioni si realizzeranno nella nuova” formazione di un nuovo cosmo. Nè può dirsi se esistano limiti a queste condizioni, perchè bisognerebbe metter limiti all’ attività della materia e perciò alla materia stessa, ed è un assurdo. Invece deve dirsi che un mondo può sortire condizioni di abitabilità che potranno condurre ad ignote strutture organiche, la cui morfologia è intimamente dipendente dal- l’ efficienza di quei fattori che si dicono biologici. Ma il processo proteiforme è poi uno perchè vi è ripetizione anacronica del medesimo fenomeno genetico dei mondi, in modo che mentre un mondo è adulto, un altro è già (1) Cfr. le esporieuze ed i lavori di Linde, D' Arsonval e Dewar. 65 motto, un altro ancora nasce, ecc. È il ciclo vitale d'ogni singolo mondo che presenta una varietà infinita, dovuta a condizioni intrinseche della materia allotropizzata, o meglio delle parti differenziate di essa che entreranno in combinazione. Perciò l’ evoluzione cosmica è progressiva ? È progressiva rispetto ai singoli nuclei nebulari, che attraversano diversi stadî, ma riguardata complessivamente è ciclica, cioò rientra in sè stessa come il circolo, riproducendosi aritmeticamente nelle stesse fasi senza interruzione, quindi infinita, cioè senza inizio nè tendenza ad una fine, come il tempo, lo spazio e la materia in cui si esplica. L’ evoluzione dei mondi è finita, perchè è un fenomeno parziale, un momento del moto continuo proprio alla massa di una cellula dell'universo, ma poichè tale moto è espli- cazione di una Forza propria alla materia e si realizza perciò necessariamente in tutti i mondi o nuclei cosmici che si riproducono all’ infinito, dico, tale fenomeno espresso con un moto collettivo senza fine è infinito, il che vuol dire : 1’ evoluzione organica ed inorganica dei mondi è infinita. up energia evolutiva universale, perciò, si deve intendere come una forza che è la ri- sultante di componenti innumeri o forze secondarie, le quali agiscono indipendentemente le une dalle altre, ma coordinatamente. E poichè l’ evoluzione universale è infinita, non può dirsi nè progressiva nè regressiva considerata nell’ insieme, poichè quest'idea di progressione implica un punto di partenza, un initium. Essa invece è data semplicemente dallo spazio e dal tempo infiniti, nei quali e per i quali la materia s’integra e disintegra nei suoi vari aspetti, passando, dallo stato cosmico a quello differenziato, per cui estrinseca proprietà che prima conteneva potenzial- mente. E il processo evolutivo dell’ universo può addirittura ridursi a questo svolgimento d’energia della materia prima, la quale si condensa in infiniti nuclei, nella quale condensa- zione sviluppa attività latenti. Ogni nucleo, dopo un ciclo d’ esistenza si reintegra nella Materia prima, e così ha luogo il fenomeno inverso : le energie, rese manifeste, ritornano allo stato latente. L'inizio lo troviamo, invece nei singoli nuclei, considerati indipendentemente, i quali ricominciano a realizzarsi con una condensazione nebulariforme della Materia. E poichè nei corpi in generale lo stato di aeriforme precede lo stato liquido e questo lo stato solido, si presenta spontaneo il concetto di progressione. Dunque l’ evoluzione geologica di un mondo è progressiva perchè attraversa successivamente i tre stati della materia. Ma perchè l’ evoluzione geologica deve attraversare quei tre stadî nell’ ordine anzidetto ? Perchè essi sono guidati dalla legge di coesione atomica, in virtù della quale si esercita un’ attrazione tra le particelle elementari dei corpi impedendone la disgiunzione assoluta. Ogni stato della materia dipende dalla varia intensità di questa forza. Qualunque energia producente azione tra corpo e corpo o tra le parti di un corpo deve darsi positiva, e per la legge dei contrasti deve esistere perciò un’energia negativa o non-energia la di cui realizzazione è dovuta alla mancanza o deficienza dell’ energia effettiva. o positiva. Que- st’ energia negativa ha effetti inversi della positiva, essendone la negazione. Da ciò ne de- riva che, venendo a mancare la coesione, dovrà manifestarsi una repulsione che tende a far allontanare l’una dall'altra le particelle elementari di un corpo. Il simbolo della forza coesiva può esprimersi con + 0, quello della forza negativa di repulsione con — 0. Ora nei corpi a misura che aumenta la coesione, l'attrazione tra le particelle elemen- tari aumenta, come aumenta pure la densità: è chiaro dunque che vi ha progresso, si va 66 dal — al +, poichè una quantità di energia positiva di coesione vince lo sforzo repulsivo proveniente dalla. non-esistenza dell’ attrazione, cioè della repulsione. Quindi possono aversi tre formule degli stati dei corpi per esprimere tale progressione : GASSOSO II UAC e OLIO 0340. —0=-+0 — 0g +0 nelle quali è chiara la progressività della coesione. I punti sospensivi simboleggiano gli stadî intermedii. Il progresso manifestasi ancora nella complicazione dell’ ordinamento e dei moti vibra: tori delle molecole dei corpi, susseguente e perciò strettamente connesso a, ciascuno, stato della materia. Essendo il progresso evolutivo lentamente graduale, il nucleo nebulare non ha attraversato saltuariamente i 3 stati, ma ha dovuto attraversare insensibili gradi di transizione fra l’ uno e l’ altro stato. Infatti la teoria cosmogonica di Kant e Laplace con- ferma ciò e le osservazioni astronomiche tendono a far divenire certezza tale dato teorico se non in tutti i suoi particolari, almeno nelle linee principali; perchè io ritengo che non vi sia una migliore e più probabile teoria cosmogonica. FINE DEL SAGGIO II. ED ULTIMO COMUNICAZIONI Sulla SARCOPSYLLA GALLINACEA Wetsw. — Comunico di aver roccolto sopra alcuni sorci tettaiuoli (Mus alewandrinus Geoffr.) di varie provincie d’Italia numerosi esemplari femmine di Sarcopsylla gallinacea Westw., che stavano tutte fortemente infisse con il, loro apparato pungente nella pelle del muso.I caratteri concordano con quelli di Sarcopsylla gallinacea Westw., con qualche leggiera variante che non permette di creare una nuova specie, ma tutt'al più una varietà. Il reperto è ad ogni modo interessante, tanto per l' ospite (si conoscevano come tali solo, gli uccelli, e più specialmente i polli e le anatre, e tra i mammiferi solo il cavallo), quanto e ancora più per la località, giacchè non solo questa specie di Sarcopsy/la, ma anche le altre finora descritte (S. penetrans L. e S. caecata End.) non erano mai state trovate non soltanto in Italia, ma neppure in Europa; la specie in discorso era stata segnalata soltanto in Asia (Ceylon e Turkestan), in America (Florida e Carolina del sud), e recentemente anche in Africa (a Langenburg, nell’ Africa orientale tedesca). TiraBoscHi Dott. CARLO NOTIZIE DI CACCIA N. B. Quelle speciali sugli uccelli vengono pubblicate nell’ Avicula Giornale ornitologico italiano Cattura di un Canis lupus. Un bravo cacciatore uccideva agli ultimi del decorso Aprile presso Castellammare di Stabia un lupacchiotto. La presenza di questa specie, molto disastrosa per la campagna e. per il gregge, ha fortemente impressionato i contadini di quei dintorni, che temono ora la madre congenere probabilmente ae- compagnata da altri suoi figli. Le cacce dell’ Aprile. La stagione oltremodo piovosa umida e fredda ha fatto. ritardare alquanto 1’ apparizione di moltissimi coleotteri. In questo mese abbiamo raccolto : Cicindela campestris L. — Carabus morbillosus v. Servillei Sol. — Notiophilus subetratus Wat. — 67 Amara sicula Dej. — Chlaenius velutinus Duf. — Micropeplus fulvus Er, — Bryavis Ragusae Saul. — CyrtoscyAmus Heljeri Sch. — Scaphium immaculatum Oliv. -- Meligethes picipes Sturm. — fus- cus Oliv. — Onthophilus striatus Forst. — Cantharis livida Linn. — Pachychila Dejeani, Bes. — Catomus consentaneus Kiist. — Meloè erythrocnemus Pall. — Oedemera flavipes F. — Otiorrhyn- chus armatus Bohm. — lugens Germ. — Sitona ambulans Gyll. — lineatus Linn. — sulcifrons Thunb. — Brachycerus algirus F.-- v. altenuatus Vit. — undatus Fab. — Trachyodemus rugo- sus Luc. — Lixus algirus Lin. — elongatus Goéz. — Rhinocyllus conicus Froe. — Alophus fo- raminosus Stierl. — Hypera crinita Boh. — Phytonomus punctatus F. —. Phytonomidius triline- atus Marsch. — v. plagiatus Redt. — nigrirostris F. — Contatus tamarisci F. — Dorytomus taeniatus F. — Ceutorrhynchus chrysanthemi Germ. — sulcicollis Payh. — erysimi F. — v. cya- neus Weise — Tychius junceus Reich. — meliloti Steph. — tibialis Bohm. — pusillus Germ. — Stibinia attalica Gyll. — Orchestes avellanae Donov. — Mecinus longiusculus Bohm. — Gymmetron spilotum Germ. -- Miarus plantarum Germ. -- Cionus scrophuloriae Linn. — alauda Herb. — Na- nophies nitidulus Gyll. — tamaricis Gyll. — Apîon tubiferum Gyll. — rugicolle Germ. — v. ga- lactites Wench. — squamigerum Duv. — pallipes Kirby. — /lavofemoratum Herbest. — rufescens Gyll. — aeneum F. — radiolus Marsh. — saeculare Gozis. — vicae Payh. — laevicolle Kirbg. — nigritarse Kirby — punctigerun Payh. — pisi F. — malvae F. — Mylabris rufimana Boh, — Stylosomus tamaricis H. Sch. — minutissimus Germ. —, Cassida fastuosa Schall. — Messina, 5 Maggio 1903. Vrrane Agr. F. __—_—_—_—_—TFFF--<---«+4+<«-+--<------5-<---<-. Vasettini di vetro, forma speciale per essenze antisettiche, con apertura ripiegata in dentro. perchè il liquido non sì versi e l’ evaporazione sia più lenta. L. 28 il cento, cent. 35 l’ uno. Vasettini di vetro per essenze antisettiche, forma speciale da infilarsi nel fondo delle sca- tole da insetti e con apertura ripiegata, perchè il liquido non si versi 5 L. 18 il cento, L. 0,25 l'uno. Porta insetti tondi e rettangolari in piccole lastre per le raccolte dei micro-insetti. L. 0,50. a L. 1,50 il cento. Raschiatoio a 3 branche per smuovere il terreno, sollevare e radunare le foglie, i de- triti vegetali ecc., per far ricerca di insetti, ecc. Serve pure per staccare i lichenì e muschi dalla scorza degli alberi, L. 2.30. Retini prendi insetti, tascabili, nuovo modello, di propria invenzione, da chiudersi in quattro e da potersi fissare solidamente in qualunque bastone. Franchì di porto L. 5,70 Rivolgersi al Gabinetto di Storia naturale — Ditta S. Brogi — Siena. CRA si Anno XXIII N, 7 15 Luglio 1903 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali el al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L. 4, SOMMARIO Barsali dott. Egidio. Sul germogliamento del polline del Lilium candidum L. Pag. 73. Neviani dott. prof. Antonio. Materiali per una bibliografia degli studi sui Briozoi viventi e fossili dal 1800 al 1900. (cont.) Pag. 75. Notizie di caccia e di Pesca Pas. 76. Insegnamenti pratici Pag. 77 — Notiziario Pag. 78. — Nomine, promozioni, onorifi- cenze, premi Pag. 79. — Richieste e offerte (gratis agli abbonati Pag. 80. E. BARSALI Sul cermogliamento del polline del LILIUM CANDIDUM L Sienna, —==SeSe=+<-##+->+<-+-++;+-;#}#} ANTONIO NEVIANI Materiali per una bibliografia italiana DEGLI STUDI SIUMB>RLOZOLVMINENTIRE ROSSINI dal 1800 al 1900 (continuazione) 95. — Pantanelli Dante. — Cupularia umbellata e Cupularia intermedia. Proc. verb. Soc. Tosc. Se. Nat., pag. 25-27. Pisa 1890. 76 Da un esame comparativo | A. desume che le due sopra indicate specie si deb- bono tenere distinte. 96. — Parona C. F.— I fossili del lias di Saltrio in Lombardia. Att Soc. It. Se. nat., vol. XXXIII, pay. 69-103 (estr. 1-35), con 3 tav. Milano 1890. (Pag. 73) Colle bivalvi e coi gasteropodi liasici trovasi : Neuropora cfr. undulata Tq. et Piette. 97. — Parona C. F. — Brevi notizie sulla fauna carbonifera del Monte Pizzul in Carnia. Boll. Soc. Geol. Ital. , vol. IX, pag. 56. Roma 1890. (Pag. 57 e 67) Dalle arenarie micacee ed ocracee alla Furca di Pizzal : Fenestella sp. ind. (p. 58 e 67) dai calcoschisti sotto alla Furca di Pizzul al Canal d° Incarojo. Aschopora cfr. rhombifera Phill. Fenestella veneris Fisch. 98. — Verri Ant. — La Melania Verri De Stef. nel delta del Tevere pliocenico. Boll. Soc. Geol. Ital. , vol. IX, pag. 21. Roma 1890. (Pag. 37) Nelle formazioni plioceniche alle Fornaci di Monteleone : Membrunipora calpensis Bk. Cellepora pumicosa L. a angulosa Rss. Retepora cellulosa Lk. Lepralia ciliata Pall. Cupularia umbellata Defr. (continua) NOTIZIE DI CACCIA E DI PESCA N. B. Quelle speciali sugli uccelli vengono pubblicate nell’ Avicul@ - Giornale ornitologico italiano TOTI L'Orso nel Trentino. Un’ Orsa, di circa 10 anni, fu uccisa dai rinomati cacciatori Loren- zonì detti Sanviti di Cles 1° 11 maggio u. s. Sulla montagna di Cles nella località detta Cavalaz sul varco delle /raine essa cadeva colpita da 2 palle ben dirette da Michele Lorenzoni. Dal Capita- nato di Cles ì coraggiosi cacciatori ricevevano la meritata taglia. Nella valle di Tovelo, pure in Val di Non, in quei giorni fu veduto un orso di dimensioni co- lossali, ma fino ad oggi nou mi consta che esso sia stato catturato. ° Rovereto nel giugno /903 prof. A. BonomI Due Delfini. Il 12 Maggio verso le 15, spinti certo dal mar mosso, due grossi De/fin: entrarono in laguna dal Porto di Lido e nel bacino di S. Marco si videro guizzare nel loro caratteristico modo grazioso, facendo capriole in aria e rituffandosi, attirando l'attenzione di quanti passavano per la riva degli Schiavoni. I due delfini scomparvero poi in direzione del canale della Giudecca. Notevole pesca del tonno in Istria. I giornali di Trieste riferiscono che nelle coste dell’ Istria sono stati pescati il 17 Maggio circa 7000 chilogrammi di tonno. Una parte di questa pescata fu spedita a Venezia, il rimanente fu venduto sul mercato triestino al prezzo di 68 soldi austriaci il chilogramma. Cattura di una Balenottera in Sardegna. Ecco quanto cortesemente ci comunica da To- rino, ove trovasi in vacanze, 1’ Egr. dott. Ermanno Giglio-Tos, prof. di zoologia ed Anat. comp. della R. Univ. di Cagliari, da noi pregato a darci esteso ragguaglio intorno alla cattura (già av- vertitaci dal suo Preparatore Sig. Raffaello Meloni) del cetaceo, dal medesimo acquistato pel Mu- seo della suddetta R. Università: a7] L'esemplare suddetto è un maschio di Balaenoptera musculus, della Juoghezza dalla punta del muso alla pinna caudale, questa compresa, di m. 17 circa. Morto ed in stato di incipiente pu- trefazione fu portato dalle onde sulla costa di Sinis presso Cabras, in quel di Oristano, e più propriamente nella località detta Funtana medica. Fui avvertito della presenza di questo cetaceo da un mio amico, il Dr. Angelo Carta, medico ad Oristano, l’ 11 maggio ad ore 8 e poche ore dopo da un altro telegramma del Sindaco di Cabras al Sig. Prefetto di Cagliari che immediatamente lo comunicò a me. Recatomi sul sito constatai che il Sindaco di Cabras aveva fatto conservare intatto il corpo e l'aveva assicurato con funi onde impedire che la marea o le onde lo allonta- nassero dalla spiaggia. ì Il cadavere era ancora discretamente conservato, salvo alcune profonde abrasioni superficiali. La larghezza della pinna codale era di m. 3 e le pinne pettorali misuravano (se ben ricordo) m. 2,60 dall’ articolazione della spalla all'estremità. Essendo il corpo distante dalla spiaggia di qualche metro e non potendo avere in quel sito, affatto deserto, una barca a mia disposizione, non potei esaminare il cetaceo con quell’attenzione che avrei voluto. Lasciai sul sito il preparatore, Sig. Meloni, per la preparazione dello scheletro, che riuscì com- pleto in ogni sua parte, le ossa del bacino e dell’ apparato ioide comprese. Ora tale scheletro si trova a Cagliari in attesa di essere ultimato e montato convenientemente. Mi rincresce di non avere presso di me, perchè lasciate a Cagliari fra le altre mie carte, alcune note sulle misure delle parti del corpo. Solo mi ricordo che 1’ arco mandibolare misura m. 3,95. Seppi dal Sig. Meloni che dei fanoni non vi era più traccia alcuna e che l'intestino era vuoto, il che dimostra che l’animale era forse morto di fame. Non portava ferite, nè fu in esso trovato alcun proiettile. Sul corpo non aveva parassiti e neppure nell'interno dell’ intestino. Oltre lo scheletro, nel Museo di Cagliari si conservano: un pezzo della pelle del dorso, un pezzo della mucosa boccale ed un pezzo del pene. Una buona parte del pene era stata asportata, molto probabilmente, da qualche pesce-cane. Comparsa di due specie di S;forofori sulle coste dell’ Isola d’' Elba. Alle interes- santi notizie che il mio egregio amico dott. Brian pubblica sul n, 955 del 4 Cosmos ,, (1903, pag. 618) circa un’ invasione d’ idromeduse del gen. Velella Lam. sulle coste della Liguria negli ultimi giorni dello scorso Aprile, non credo inutile aggiungerne di consimili per l’ Isola d’ Elba. Fino dal 1900 negli ultimi di Giugno e primi di Luglio le spiaggie a nord dell’ Isola e, fra le altre, quella amplissima delle Ghiaie presso Portoferraio, per circa un metro dalla riva rigurgitavano di innu- merevoli individui della diafana ed elegante Velella spirauns Eschsch che in breve si dissolvevano al sole. Lo stesso fenomeno osservai pure nello stesso giro di giorni nel 1901. In minor quantità comparve nel Giugno 1902. Quest’ anno poi, un mese dopo circa le osservazioni del dott. Brian in Liguria, e precisamente in Maggio-Giugno se ne ebbe sulle stesse spiaggie una vera invasione, fa- vorita dai venti di nord e nord-est. Le dimensioni del disco, su parecchi individui osservati, mi- suravano da 80 a 50 millimetri. Ricordo quì un'altro sifonoforo, assai più vistoso e raro, pur esso pelagico; la Physalia cara- vella Eschsch, volgarmente “ Vascello Portoghese ,, (Spagnolini), avuto per la prima volta il 12 Giugno 1900 da questo Golfo, la cui vescica pneumatica misurava in lungh. cm. 20 per 8 di mas- sima altezza. Pochi giorni dopo ne vidi un altro esemplare. Dal 1909 più l’ ho notata. Questa bella specie, di forma così strana e di vividi colori è stata osservata nel Mediterraneo a Nizza, Napoli, Messina (v. Carus, « Prodr. Fauna medit. » v. I. p. 49). Portoferraio (Elba), giugno 1903. prof. Giacomo Damiani INSEGNAMENTI PRATICI — —_ e —mn_ —__— Per prevenire l'incendio dei fieni. — Nella stagione estiva sono piuttosto frequenti gl'incendi dei fieni provocati dalla combustione spontanea delle erbe ammucchiate specialmente 78 quando non si ha avuta la precauzione di fare essiccare bene i foraggi prima di chiuderli nel fienile. Avviene una fermentazione la quale può fare elevare la temperatura interna della massa fino a 300 gradi per cui s' inizia una lenta combustione. Se per caso penetra quindi dell’ aria a contatto delle erbe in combustione, queste s' infiammano rapidamente. Per evitare questo sinistro che si risolve in doppia perdita per l' agricoltore, cioè nella distru- zione della ricchezza rappresentata dal fieno, e nella deficiente o cattiva alimentazione del bestiame, sì suggerisce di spargere sale pastorizio nei vari strati del fieno. La quantità di sale occorrente varia da 5 a 19 Chilogrammi per ogni 10 quintali di fieno, a seconda cioè del grado di essicca- manto che si è potuto fare subire al foraggio. L'azione benefica del sale è complessa; anzitutto, per il suo elevato potere igroscopico, assor- bisce in parte l’ eccessiva umidità del fieno e lo mette perciò in condizione di poter passar lungo tempo nel fienile, anche nella stagione più calda, senza subire la combustione spontanea. E ag- giungiamo che il sale agisce anche come efficace autisettico ostacolando lo sviluppo di muffe e di bacteri che danneggiano la qualità del fieno e possono financo renderlo nocivo per gli animali. Peraltro è noto come sia gradito il sale agli animali di cui stimola l’ appetito, e quanta bontà conferisca al fieno migliorandone il sapore. Siamo sicuri che gli agricoltori trarranno vantaggio dell’ opportuno suggerimento che di buon grado riportiamo dall'ottima Gazzetta Agricola. Lo zolfo invece del iodoformio nella cura delle ferite degli animali. — Già da molto tempo lo zolfo è usato nel trattamento contro le piaghe ed i tumori degli animali domestici. Il veterinario militare russo Karitonoft raccomanda lo zolfo in polvere in sostituzione del io- dofurmio. Esso avrebbe azione identica, ed agirebbe energicamente e rapidamente anche nelle ferite suppuranti, senza recare alcun danno. (Dall’ Ztalza agricola) Per far tacere i galli che cantano troppo di buon’ ora. — Il canto del gallo fu de- finito, non sappiamo da chi, la fanfara della gente sollecita. E sta bene. Sotto questo aspetto, esso ha tutti i diritti ai nostri applausi e alla nostra riconoscenza, nè saremmo certo noi a proporre di sostituirvi una fanfara per la gente pigra e sonnolenta. Ma non è contraddire a,questo ordine d'idee l’ammettere che qualche volta messer gallo, coi suoi canti mattutini, possa riescire di grande seccatura. E in tal caso sapete cosa bisogna fare? Una cosa semplicissima. Basta chiudere il sussurrone in un sito qualunque, un po’ piccolo, in modo da poter sospendere sopra la sua testa una piccola tavoletta. Quando comincia a cantare, non farà di meno di alzare la testa. E se la tavo- letta è giusta, ei dovrà per forza darvi di cozzo con la cresta, il che, si dice, lo avvilisce tanto, che, pur dopo qualche prova, che non hanno l'una miglior successo dell’ altra, egli abbandona ogni idea di canto e si chiude in una silenziosa e melanconica meditazione. Provare costerà poco ..... purchè non ci si pigli troppo gusto e il nostro suggerimento non faccia trascorrere nel dolce far niente quelle belle ore della mattina delle quali non sarà mai af- fermata abbastanza la utilità per la gente alacre ed attiva. NOTIZIARIO I recipienti in alluminio pel vino — Il prof. Carpené ha fatto delle esperienze per ri- conoscere l’ azione dei metalli sul vino, e dopo tali prove è venuto alla conclusione che l’ oro, il platino, l'argento, l'alluminio ed il nikel non hanno azione dannosa sul vino il quale rimane limpido e si conserva di sapore franco. Invece lo stagno, il rame, il rame stagnato, intorbidano il vino e ne guastano di molto il sapore. Da questi risultati se ne può dedurre un dato pratico molto importante: bisogna affatto esclu- dere, ove sia possibile, i recipienti di rame, stagno e ferro e sostituirli con quelli in alluminio. La vita dei molluschi — Il prof. Compin si è incaricato di riassumere nella Nature gli 79 studi fatti sulla vita dei molluschi, i quali riescono in condizioni assolutamente anormali a vi- vere, senza nutrizione alcuna, per un periodo di tempo relativamente lungo. Beshages, nel dicembre del 1874, raccolse nell’ Egitto dei molluschi che tenne poi abbandonati per 8 mesi, alla fine dei quali erano ancora vivi, Caillard portò vivi dall’ Egitto a Parigi dei molluschi che aveva tenuto imballati durante l' in- tero viaggio, mentre Laudlay portò da Calcutta in Europa molti di quegli animali, chiusi in cas- e sette per 5 anni. Le cassette eraro speciali ed avevano del nutrimento. Graves, partendo da Valparaiso, portò una gran quantità di molluschi, e, giunto in Europa; egli li credette morti, ma osservando meglio, si accorse che non erano che in stato di letargo, tanto che, con qualche cura, e del cibo, tornarono alla vita, Ed erano stati venti mesi privi di cibo e della luce del sole. Willaston tenne una elice di Madera per due anni e mezzo assolutamente priva di cibo, e Stearn trovò ancora viva, dopo 6 anni, una elice di California. Il più caratteristico caso osservato dal dottor Bavid, è quello di una elice del deserto, donata da Woodwarth al British Museum di Londra. Essa era stata fissata su di una tavoletta il 25 Marzo 1846. Per molto tempo cercò di libe- rarsi e di sfuggire, facendo enormi sforzi, per quanto inutili, e solo dopo 4 anni circa, il 7 marzo 1850 si chiuse definitivamente nel suo guscio, formando sull’ apertura il nucleo brillante ordinario. Il bacillo dei bachi da seta — Il dott. Lo Monaco, professore di chimica fisiologica del- l’ Università di Roma, coadiuvato dal dott. Giorgi, è riuscito, dopo lunghi studi, a isolare un germe, il quale in cultura pura dato ai bachi da seta, riproduce la flacidezza (malattia epidemica tanto temuta dai bachicultori). Egli inoltre ha fatto, con ottimi risultati, parecchi esperimenti allo scopo di evitare la comparsa della flacidezza. Intorno alla pioggia di fuoco — Nel Notiziario del N. 5-6 del Bollettino del Naturalista trovasi una relazione inesatta della pioggia di fuoco avvenuta a Somendenna in Val Brembana. Una visita sul luogo ha dimostrato che il fatto. semplicissimo fu esagerato dalla paura. ‘Sul campanile della Chiesa il filo scaricatore presentava una ipterruzione e un grosso nodo: il fulmine fece fondere il filo e le gocce di rame fuso caddero come pioggia. Questo è il fatto nella sua più semplice espressione. Sac. Dott Enrico CAFFI Società colombofila fiorentina. Anche quest’ anno la Società Colombofila ha preso parte ai concorsi governativi dell’ estate lanciando i propri colombi dalla città di Savona. La Commissione di lanciata composta degli egregi Signori Prof. Niccola Mezzana, Prof. Ales- sandro Sandrucci, Cap. Ettore Pierantoni del 16.° Fanteria, e Ten. Filippo Lacroix, della 4.2 bri- gata Artiglieria da Costa, ad ore 10 del 28 Giugno u. s, dal piazzale della Stazione di Savona, presente numeroso pubblico, dette la via ai gentili viaggiatori i quali, senza esitazione sì diressero verso la Città dei Fiori. La commissione dì arrivo, composta dei Signori Cav. Rag. Giulio Cesare Giachetti, Cap. Vin- cenzo Barlero del 3.° Reggimento Genio, Alessandro Piquè, Ing. Mario Vannini e Calvi Geatano, constatò l’ arrivo dei colombi nell’ ordine seguente: 1.° Colombo del Sig. Baldi Pasquale arrivato ad ore 13, 39° 30° » 2.9 « « Visconti Giuseppe... 2. +0 +0 +06 + + +13; 40° 20” » RIO BUS CHIETI IPO VAT ATO TA 0» AEREA CI D'OR I O I SA 20 5.° « « Ragionieri Giuseppe . ol blood 6.0 € « Del Campana Prof. Domenico. SERE 000. 7.2 « « De Rossi Rag. Alessandro... . . +. +. 14, 13° 40" » NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Ciusa dott. Riccardo è nominato assistente nel gabinetto di mineralogia della R. Uni- versità di Sassari. Lovisato dott. Domenico è incaricato dell’ insegnamento della geologia nell’ Università di Cagliari. ERI Pe SI ne” pd Ai a 7 ARR 80 RICHIESTE È OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. 55. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi, Siena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix flammea), Rondinî di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus marginatus). 06. Il Prof. Napoleone Passerini, Direttore dell’ Istituto Agrario di Scandicci (Firenze), acquista a pronta cassa buone specie di rettili ed anfibi dell’ antico continente, purchè di habitat garantito. Offre anche in cambio buone specie d° Italia e delle isole annesse. 57. Collezione generale paleontologica di 4000 specie di tutti i piani geologici per Li- re 3000 franca alla stazione di Modena. Per richieste rivolgersi al Dott. Fr. Coppi in Modena, Villa S. Agnese N. 243. 58. Si vende una piccola collezione preistorica delle Madonie (Sicilia) consistente in pietre lavorate, cocci, qualche vaso, numerosi crani neolitici, ossa umane ete. Per chiarimenti ed informa- zioni dirigersi al Sig. L. Failla-Tedaldi in Castelbuono. 59. Si cederebbe la collezione completa degli Almanacchi igienici del Prof. Mantegazza, come prendente 38 annate (1866-1903), alcune delle quali non si trovano più in commercio. 60. Si cedono i primi tre volumi della Flora Ewropae di Michele Gandoger. Opera litografata, edita nel. 1883 o 1884. | 61. Geom. Vitale Francesco, Messina. — Desidera acquistare o cambiare contro insetti mes- sinesi (coleotteri) gli Annali della Società Entomologica di Francia, od altri libri di Entomologia sui Curculionidi Europei. — Offre in vendita: - Peritelus Vitalei Dosbr. a L. 2 l'esemplare; Anthonomus v. messanensis Vitale dell'A. ornatus a L. 0,70 l’es., Trachydemus rugosus a L. 2 etc. il tutto ben preparato e recentemente raccolto. Cambia coleotteri messinesi contro Curculicnidi europei. - Inviare oblata. - 62. Niccolai Niccolò, Direttore Banca d'Italia, Sondrio. Cede al prezzo di L. 20 i 3 Volumi ben rilegati e ben conservati del trattato di Ornitologia del dott. Paolo Savi. 63. Carlo Fenizia prof. del R. Istituto Tecnico di Modica, desidera cambiare con qualche opera di biologia e filosofia naturale il III Vol. delle opere filosofiche di R. Ardigò, contenente: La mo- rale dei positivisti. Relatività della logica umana « La coscienza vecchia e le idee nuove: Empirismo e scienza. » 64. Costantini Alessandro si è trasferito in Modena — Strada Pioppa N. 18 = Si occupa sempre: della fauna Lepidotterologica locale e prega vivamente i cultori di questo studio a volerlo onorare della loro corrispondenza intesa a facilitare le comunicazioni e gli scambi di materiale. 65. Chi volesse cedere le flore italiane ‘del Parlatore, Gussone ecc., è pregato farne offerta all'Ing. Camillo Camperio - Milano, Corso Porta Vittoria, 13. 66. Si cedono le seguenti opere del valore complessivo di 180 Lire, ed assolutamente nuove: - S. Canestrini. Evoluzione, Teoria dell’ evoluzione. - Ratzel. Razze umane, 3 vol. - Bacche L'uomo, 2 vol. - Lerner - Vita delle Piante, 2 vol. - Darwin Viaggio di un naturalista; Le Orchi- dee; Piante rampicanti; Piante insettivore. Dirigere offerto al Cav. Gaetano Guida, Portici, » Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri E. BOZZINI, gerente responsabile Dott. ACHILLE GRIFFINI. — Ittiologia italiana elementare, Descrizione dei pesci di mare e d'acqua dolce. (Manuali Hoepli). — U. Hoepli, editore, 1903. Un volume di pag. xvir-474, con 244 incisioni, legato elegante- mente L. 4,50, È questo non solo il più recente, ma il più completo lavoro descrittivo sui pesci italiani ma- rinî e d’acqua dolce, l’ unico anzi dopo l'opera del compianto Canestrini ormai fatalmente invec- chiata, e che, pregevolissima come lavoro originale, mancava però di figure ed era fatta particolar- mente per gli zoologi puri e pei musei. Premesse con sufficiente ampiezza le generalità indispensabili alla conscenza generale dei pesci, della loro organizzazione, delle loro parti e della rispettiva nomenclatura, l’ autore svolge la parte descrittiva in modo chiaro ed esatto, con intercalate delle complete tavole dicotomiche di classi- ficazione le quali agevolano molto la determinazione degli ordini, delle famiglie e dei generi in ognuna di queste. Ogni gruppo è poi sempre preceduto ancora dalla enumerazione dei caratteri sia morfologici che biologici che gli sono particolari. Tutte le specie, dalle comuni alle più rare, vi souo esattamente descritte: moltissime vi sono figurate, in generale una per ogni genere; spesso le figure sono riproduzioni. ben riuscite di bei disegni originali dell'autore. E quali forme stranissime, ci presentano certi pesci marini, princi- palmente abissali ! L’ Ittiologia italiana del Griffini ha poi questo pregio particolare, di essere scritta non solo per gli scienziati e pei musei, ai quali sarà della massima utilità, ma di essere fatta per la generalità delle persone che, per diletto, per interesse, per curiosità, amano conoscere i pesci delle nostre acque. In questo -manuale, oltre le descrizioni e le figure, sì trovano per ogni specie ricordati i co- stumi, in generale i caratteri biologici, il valore alimentare delle carni, le applicazioni medicinali, industriali, ecc., di parti del loro corpo. Interessanti pure sono le notizie sui pesci velenosi, sui pesci luminosi, sui pesci ermafroditi. Di ogni specie è ancor indicata la maggiore o minor frequenza e diffnsione nelle nostre acque, l’ambiente in cui vive, le località in cui si trova. Non sono neppure dimenticate le specie oceaniche accidentali nei nostri mari e le specie d’acqua dolce artificialmente immesse nei nostri laghi. Anche i nomi volgari e dialettali sì trovano in questo manuale in notevole abbondanza, e que- sti, enumerati pure nell'indice, posson già guidare talora il profano alla conoscenza della specie alla quale si riferiscono. Il serio valore scientifico dell’ autore e il suo lodato modo di esporre, sono ormai conosciuti. Egli ci presenta ora uno dei suoi migliori lavori, al quale ha consacrato più di due anni fra ri- cerche e disegni, ed il quale è ancor superiore per completa trattazione e per tecnica di compila- zione aì suoi gia ben noti manuali d’ Entomologia che fanno parte della collezione Hoepli. NEL LABORATORIO TASSIDERMICO DITTA -S. BROGI - SIENA Si imbalsamano animali di ogni genere con sistemi speciali per garantirne la conservazione e sî naturalizzano, da poter servire per ornamento nelle sale, teste în tuiti quegli atteggiamenti che si desiderano. N. B. Chi desidera fare imbalsamare animali, è pregato farne l’invio vivi o freschi appena morti. Ora che la stagione è calda e se gli animali sono piuttosto grandi, sarà bene togliere loro i visceri ed involgere gli animali in panno bagnato con acqua e acido fenico, oppure porvi altre so- stanze di odore antisettico per tener lontane le mosche, le tarme, ecc. (Avvertire sempre quando sì adoprano sostanze venefiche). Per evitare le spese di dazio sarà bene aspergere negli animali un po’ dì Naftalina od altro onde gli agenti daziari comprendano che trattasi di roba non atta al vitto umano. Per l'invio se gli animali sono piccoli, il mezzo più economico e sollecito, è di mandarli per posta in piccole scatole, o involti in un pezzo di cartone, come campioni senza valore, racco- mandati. Fino al peso di 350 grammi la spesa non è che dai 12 ai 24 centesimi. Per le spedizioni in pacchi postali o per ferrovia, dichiarare Animali da studio, oppure indi care il nome dell' animale aggiungendo la parola morto. Ai nostri Abbonati Facciamo nuova preghiera a tutti quei Sigg. Abbonati, che ancora non hanno versato l'importo dell’ abbonamento, di porsi sollecitamente in regola con questa Amministrazione. Z: ti, È uscita la 16.3 dispensa del CATALOGO DEI COLEOTTERI D'ITALIA compilato dal ben noto coleotterologo Dott. Stefano Bertolini con la collaborazione di distinti entomologi. Se ne pubblica non meno di una dispensa di 8 pagine al mese, in formato tascabile (12 Xx18 circa) al prezzo di centesimi 10 la dispensa per l’Italia e cent. 15 per l'estero. Il catalogo è redatto giusta il più moderno sistema, coll’ aggiunta delle nuove specie note fino ad oggi. E utilissimo per regolare le collezioni secondo i più recenti sistemi ed al tempo stesso come ottimo intermediario nelle relazioni di cambio. Fa conoscere il sorprendente numero di specie che vanta la fauna italiana. A È tuttora aperto l'abbonamento: A Alle prime 10 dispense al prezzo di L. 1 per l’Italia e L. 1,50 per l'estero. Alla intera'opera L. 2 per l'Italia e L. 3 per l'estero. Inviare il danaro alla Direzione di questo periodico. N. B. Facendone richiesta con cartolina doppia, ossia con Cartolina con risposta pagata, se ne invia una dispensa gratis per saggio. LABORATORIO ZOOLOGICO-Z00TOMICO-TASSEDEICICO E i o MUSEO DI STORIA NATURALE già diretti dal Cav. SIGISMONDO BROGI * Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Cataloghi gratis Fornitore di molti Musei e Gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità ecs. Occhi artificiali, umani, per animali, figure ecc. a prezzi mitissimi Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di storia naturale di ogni genere Scuola di ‘l'assidermia — Compra — Vendita — Cambi Animali e piume per mode e per ornamento Tatto I’ occorrente per raccogliere, studiare, preparare e conservare oggetti di storia naturale. ; Sono sempre pronte collezioni per l’insegnamento, secondo i programmi governativi Via B. Peruzzi 28, SIENA (Italia) Stabile proprio. ll _|1T1—1_—_—_t——m— Sommario “AVICULA,, Maggio-Giugno 1903 Zodda dott. G. Contributo allo studio degli uccelli siciliani. (cont.) Pag. 65. Arrighi-Griffoli conte G. Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori. Parte II. (cont.) Pag. 70. Ì Fusco Rao Alfonso. Note ornitologiche da servire per la compilazione di una Avifauna ca- tanese (cont.) Pag. 74. Moris march. Giuseppe. L° Atlante ornitologico Arrigoni (Impressioni ricevute dalla let- tura) Pag. 79. Untersteiner Ercole. L'anno ornitologico al piede delle Alpi. Scene all'aperto e fiori di lettura (cont.) Pag. $1. CATTURE DI SPECIE RARE 0D AVVENTIZIE E NOTE ORNITOLOGICHE. Redazione. Una gita a scopo ornitologico presso il lago di Massaciuccoli attenente al March. Ginori — De Boni Augusto. Ancora il Merlo Bianco. — :Picchi Cecilia. Cattura di una Pavoncella Pugnax [Linn.] Gambetta, in abito nuziale in Val di Chiana. - Moschella G. Da Reggio Calabria. — Pettenazzi Giuseppe. Da- Cremona — Da Pag. 83. a Pag. 86. Redazione. Quadro sinottico dei passaggi degli uccelli nella Regione italica dalla fine di Marzo alla fine di Maggio scorsi. Pag. 86. — Bibliografia ornitologica. Pag. 88. — Notiziario. Pag. 88. Ù X Anno XOClIT Conto corrente con la posta N. 8 TTINO DEL NATURALISTA: bOLLETT VTURA LISTA: Collettore, Ailevatore, Goltivatore, Aeclimatatore È Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3. 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P già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principalmente quelli nominati nella copertina della Rivista Italiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un'unica ammiristrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Sten all'Agenzia in Via B. Peruzzi 28,e da tutti gli uttici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal prinerpio di ogni anno con diritto ar fascicoli arretrati. L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoli separati costano cent. 30 perogni 16 pag.ditesto. Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano î manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L. 6 il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. 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[userzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L 1. per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano I.. l ogni 2 centim. di spazio occu- pato ìn una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. Sì annunziano le pubblicazioni ricevute è si fa speciala menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplarì Tutti è pagamenti devono essere anticipa. Chi desidera nosta\unisca i francobolli necessari, o seriva in car- e + \ Riproduciamo la ristampa del seguente Catalogo che si spedisce gratis e franco a go: richiesta. Catalogo N. 59 (continuazione) UCCELLI (Aves) Preparazioni zoologiche (Animali imbalsamati) Pappagalli da L. 4 a 25 - Cacatua e are L. 15 a 50 - Avvoltoi L. 40 a 50 - Aquile L. 25 a 50 - Falchi L. 3 a 10 - Barbagianni, allocchi e gufi L. 5 a 9 - Assioli e civette L. 3 a 4 - Picchi L. 2,50 a 3 - Torcicollo L. 2 - Cuculo L. 5 - Grottaione, Uccel S. Maria, Upupa L. 2 a 4 - Uc- celli mosca L. 2 a 10 - Rondone L. 2 Nottolone L. 3 - Rondine e Balestruccio L. 2 a 3 - Averle L. 2 a 5 - Regolo L. 2 - Fioraneino L. 2 - Codibugnolo, cinciarella e cingallina L. 1, 50 - Cincie L. 2 a 3 - Murajola L. 1,80 - Rampichino L. 2, 50 - Re di macchia L. 1,50 - Merli e tordi L. 3 - T'ordele e passera solitaria L. 3,50 - Culbianco L. 3 - Saltimpalo L. 1,50 - Passera scopajola L. 1,50 - Codirosso L. 2 - Pettirosso L. 1,50 - Rusiguolo T. 2 - Beccafico L. 2 - Capinera L. 2 | - Sterpazzola e sterpazzolina L. 2 - Magnanina, occhio rosso e luì L. 1,90 - Cannajole L. 3 a 4 - Batticode e ballerine L. 2 a 3 - Spioncelli e pispole L. 2 a 3 -.Lodole e tottavilla L. 2 - Calan- dra L. 3 - Strillozzo L. 2,80 - Zigoli e ortolano L. 2 a 2,50 - Passere L. 1,50 a 2 - Fringuello, peppola, verdone, cardellino e fanello o montanello L. 1,50 a 2 - Lucariro L. 2 - Raperino L. 2 - Frosone e ciuffolotto L. 3 - Crociere L. 3 a 4 - Storno L. 2,50 - Rigogolo L. 4 - Corvo L. 6 - Cornacchia L. 6,50 - Gazzera e Ghiandaia L. 3,50 - Piccione e tortora L. 3 a 4 - Colombaccio e colombella L. 5 - Pernice L. 6 a 8 - Starna L. 5 - Quaglia L. 3,50 - Fagiani L. 15 a 30 - Galli e Galline L. 6 a 12 - Tacchino L. 15 a 20 - Pavone L. 25 a 40 - Struzzo, nadù e apterys L. 50 a 150 - Gallina prataiola L. 7 - Occhione L. 5 - Pavoncella L. 4 - Piviere L. 5 - Corrieri L. 5 a 6 - Avocetta L. 8 - Cav. d’Italia L. 10 - Piovanello L. 3 - Gambecchio L. 4 - Gambetta L. 3,50 - Piri-piri L. 3,50 a 5 - Chiurlî L. 8 a 10 - Beccaccia L. 6 - Beccaccini L.3 a 3,50 - Gallinella L. 3,90 - Voltolino e schiribille L. 3,90 - Sciabica L. 4,50 - Folaga L.6- Aironi L. 12 e 13 - Sgarze L. 10 - Nonuotto L. 6 - Tarabuso L. 12 - Nitticora L. 8 - Cicogna L. 30 - Spatola o platalea L. 20 - Fenicotteri L. 24 a 25 - Cigno L. 50 - Oca L. l5 - Germano, mestolone, fischione, codona e morette L. 8 a 10 - Alzavola e marzajola L. 4,50 - Pel- licano L. 50 - Berte L. 6 -a 8 - Uccello delle tempeste L. 10 - Rondini e rondonì di mare L. 3 a 6 - Gabbiani L. 8 a 10 - Strolaghe L. 10 a 20 - Svassi L. 10 a 15 - Tuffetto L. 4 - Pinguini L. 30 a 40. eg Collezione di uccelli composta di 2 pappagalli, 3 rapaci, 2 rampicanti, 20 passeracei, 2 colombacci, 2 gallinacei, 4 trampolieri, 4 palmipedi, tutti montati in elegante base .L. 130. UCCELLI IN PELLE a prezzi miti (da cent. 50 a oltre) come da apposito catalogo. Meg Collezione di uccelli in pelle, comodì per l’' insegnamento, potendosi bene mostrare i caratteri senza guastare le preparazioni, e potendosi ben conservare in poco spazio anche in un cassetto. 60 esemplari compresi uccelli esotici, uccelli mosca ecc. L. 40. De Collezioni di uccelli utili e di quelli nocivi all’ agricoltura con la PI caziona delle ragioni per le quali sono utili o nocivi, da L. 200 a L. 2000. NIDI da L. 0,50 a L. 1,50 — Collezione di 30 pidi differenti L. 25. UOVA da L. 0,10 a 10, 00 — Collezione di 100 uova di 50 specie L. 35. ESEMPLARI per la nomenclatura delle penne, becchi, code, ali e piedi, da cente- simì 5 a lire 5 per esemplare. Quadri già formati da L. © a 30, secondo il numero e la importanza degli esemplari. Albinismi, melanismi, isabellismi, mostruosità. Se ne invia la nota dietro richiesta. Preparazioni zootomiche SCHELETRI completi montati: Si tengono pronti e si eseguiscono ad ogni richiesta, sche- letri di qualsiasi specie di uccelli; il prezzo varia dalle L. 6 alle L. 50. — Per le specie rare e di grande taglio prezzi da combinarsi. SCHELETRI scomposti e parti di scheletro, sciolti o sistemati in appositi quadri a prezzi da convenirsi. Collezioni di gabbie toraciche, steroi con clavicole ecc., bacini, ece., da L. 0, 10 a L. 1 il pezzo — 25 esemplari L. 4 — 50 esemplari L. 10 — 100 esemplari L. 30. CRANI da L. 0,10 a L. 5 l'uno. SISTEMA MUSCOLARE: Preparazioni da L. 3 a 25. SISTEMA NERVOSO: Cervelli conservati in liquidi da L. 0,50 a L. 5 — Sezioni di cranio e di cervello a posto, conservati in liquidi da L. 1 a 5 — Idem con iniezioni da L. 3 a 20. SISTEMA DIGERENTE. Tubo digerente completo L. 1 a 5 — Esofaghi, stomachi o ventricoli ecc. da L. 9,20 a L. 2. SISTEMA CIRCOLATORIO. Cuori iniettati da L.5 a 15; conservati in liquidi da L. 0,20 a 2. SISTEMA RESPIRATORIO. Trachea con polmoni iniettati L. 5 a 15 — Conservati in liquidi ig Ù n sal Anno XXIII N, 8 15 Agosto 1903 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Sollettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali ed al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo-per l’Italia e per gli uffici postali italiani all'estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L, 4 SOMMARIO Neviani A. e Rachel S. Gli spari contro la grandine Pag. 81. Cozzi sac Carlo. Nei dintorni di Lecco Pag. 83. Raggi Luigi. Florula del bosco dell’ Eremo Pag. 87. Neviani dott. prof. Antonio. Materiali per una bibliografia degli studi sui Briozoi viventi e fossili dal 1800 al 1900. (cont.) Pag. 90. Apicoltura. Pag. 91. Insegnamenti pratici Pag. 92 — Notiziario Pag. 94 — Notizie di caccia e di Pesca Pag. 95. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi Pag. 95. — Richieste e offerte (gratis agli abbonati) Pag. 96. NEVIANI A. e RACHEL SEVERIN GLI SPARI CONTRO LA GRANDINE ————_0CSTTRTZA d_____ Mentre in Italia il sistema degli spari contro la grandine ha pochi ammiratori fra gli studiosi e fra i proprietari di terreni, e i più aspettano il verbo della R. Commissione di Conegliano, forse per esulare dai loro poderi i pochi cannoni grandinifughi ; altrove con maggiore serietà si prova e si riprova, giungendo a risultati insperati. Nel Journal d’ Agricolture et d’ Horticolture de la Gironde, 15 Juin 1903, Rachel Séverin, direttore del giornale stesso, ha un interessante articolo in proposito, il quale è tutto un inno al nostro scienziato italiano, Luigi Bombicci, rapito recentemente ai vivi con sommo dolore di quanti ebbero la ventura di conoscerlo e di apprezzarne le elette doti di mente e di cuore; a Luigi Bombicci che per primo propose di fulminare i nembi, per scongiurare i terribili danni delle grandinate, disturbando in seno alle nubi la formazione cristalloge- nica della grandine stessa. ‘ Crediamo opportuno di riportare quì per intero il citato articolo, desiderosi di contri- buire alla diffusione di questa utilissima cognizione ; e lasciando la parola al dotto agronomo francese, esprimiamo la lusinga che, passato questo periodo di scetticismo, anche da noi si generalizzi, da un capo all’ altro della penisola, la pratica degli spari contro la grandine, a vantaggio del nostro commercio, ad onore della scienza italiana e del compianto Scienzia- to, che ne fu il promotore, e che in mezzo a meschine lotte partigiane per quasi un ven- tennio ne propugnò l’ applicazione con fervore di apostolo. Roma, 18 luglio 1903. A. NEVIANI Il prof. Luigi Bombicci, della R. Università di Bologna, morì il 17 maggio 1903. Questa notizia mi causò gran dolore, giacchè avevo avuto recentemente occasione di trar AI pgiolte meg 82 profitto dalla grande gentilezza di questo scienziato, e la sua morte è sopraggiunta prima che io avessi potuto inviargli i miei ringraziamenti. Luigi Bombicci, professore di mineralogia, fu, a questo titolo, poco conosciuto dagli agricoltori, e pur tuttavia è per lo sviluppo dei suoi studi mineralogici che egli si è acqui- stato il diritto alla riconoscenza del mondo agricolo, provocando le esperienze di quella lotta contro la grandine che tanto attualmente ci preoccupa. L. Bombicci fu l’iniziatore moderno di questa lotta; e, sin dal 1884, egli ne aveva così logicamente esposto la teoria, che i fautori della lotta, dopo essersi lasciati trascinare da altre ipotesi, hanno dovuto ritornaré ai principî esposti dal Bombicci e appoggiarsi oggi sopra di essi per spiegare i risultati ottenuti col tiro. Il Bombicci aveva sin dal primo momento proposto di tirare delle bombe contro le nubi a grandine; ma non si fecero serî tentativi, neppure al momento dell’ entusiasmo più intenso per la lotta contro la grandine. Si giudicò a priori che nessun macchinismo da noi posseduto, poteva giungere ad altezza sufficiente, nè provocare collo scoppio una perturba- zione atmosferica sufficientemente poterite per annientare il processo grandinigeno. Si cercò di migliorare la esplosione degli obici e dei cannoni. Frattanto sperimentatori isolati, come il colonnello Shatel (Svizzera), il costruttore Bori (Spagna), il Vidal (Francia), ripresero nel 1900 l’idea del Bombicci e tentarono la lotta contro la grandine per mezzo delle bombe. I sistemi di tiro del colonnello Shatel e del dott. Vidal, male compresi, non diedero ai loro autori che disinganni. Il dottore Vidal si entusiasmò allora per i razzi, grazia ai quali molti agricoltori si difesero dalla grandine del 1902. Nella primavera del 1901 un pirotecnico della Réole, sig. Vissières, che nel 1900 aveva fatto tentativi con razzi, e non se ne era trovato soddisfatto dal punto di vista del ma- neggio e della sicurezza del tiro, mi informò della sua idea di lottare per mezzo delle bombe. To ricordai le prime proposte del Bombicci e le prime prove del signor Vidal, ma con- sigliandolo di ‘adottare un altro sistema di lanciamento. Egli mi spiegò allora il suo metodo di tiro, ma esso non poteva essere presentato al pubblico se non dopo averlo ripetutamente sperimentato. Il sig. Vissiéres non potè effettuare la sua prima esperienza che nel settembre 1901, alla vigilia del Congresso di Lione. In questo congresso, i risultati del tiro contro la grandine furono contrastati da quelli stessi che erano stati i primi volgarizzatori dell’ idea. Gli stessi fautori del cannone (disar- mati da queste dichiarazioni, ispirate dalla ricerca della verità scientifica e dalla necessità di attenuare una prevenzione, che avrebbe potuto esser nefasta alla idea, giacchè ovunque si cercava di difendersi senza metodo) fecero 1’ impossibile. per soffocare lo sviluppo del sistema di tiro per mezzo delle bombe e dei razzi. ‘ Ma il dott. Vidal, forte dei risultati ottenuti, difese energicamente i razzi, ed io dissi qualche parola del sistema di tiro per mezzo delle bombe, ricordando che esse rispondevano presso a poco direttamente ai desideri espressi dal Bombicci. Se non ottenni intera l’ approvazione dell’ Ufficio del Congresso, ebbi la fortuna di attirare sopra questo modo di difesa l’ attenzione degli scienziati, come Francesco Porro, Giuseppe Roberto, Plumandon, e dei tecnici competenti come il sig. Vermorel. Nelle lunghe conversazioni particolari, delle quali mi vollero onorare, giustificai l’ impiego delle ‘bombe, delle proposte e delle teorie scientifiche del Bombicci. Il solo timore di questi scienziati era che le bombe, come le aveva ideate M. Vissières, non scop- 4 RE i») (0) piassero troppo alto e costassero troppo; ma tutti s° accordarono nel rendere omaggio alla perspicacia del prof. Bombicci, e nel dire che il tiro colle bombe era Ja soluzione del do- mani nella lotta contro la grandine. La pratica ha provato che il loro timore non era giustificato. Le bombe scoppiano abbastanza in alto e sono anche più economiche del cannone. I risultati ottenuti dalle molteplici esperienze del 1902 con le bombe e con i razzi (i quali non sono in realtà, altro che bombe che si innalzano per loro proprio mezzo, ma hanno l'inconveniente di salire irregolarmente, e di lasciar cadere una pesante bacchetta, qualche volta infiammata) confermarono ai miei occhi le proposte di Luigi Bombicci. Ebbi così la sodisfazione di vedere che seguendo la via indicata da un vero scienziato, si è quasi certi della riuscita. Ringraziai Luigi Bombicci, ed egli rispose ad una inchiesta che io feci nell’ ultimo autunno sopra la teoria e la tecnica del tiro contro la grandine per mezzo delle bombe, indirizzandomi una lunga memoria ancora inedita, ove le sue vedute attuali sopra le condizioni di lotta contro la grandine confermavano assolutamente quelle primitive esposte venti anni prima e le precisavano. È invocando i lavori del Bombicci che riuscii a provocare questo movimento favorevole all’ idea della lotta per mezzo delle bombe, che ha permesso (malgrado ostacoli di ogni sorta, ai quali sono stato esposto in principio da parte di quelli stessi che si valsero di più della mia iniziativa e che oggi sono fautori convinti dell’ impiego delle bombe) d’ assi- curare la difesa di più che 20,000 ettari di culture per mezzo di questo sistema. Avrei voluto far conoscere a Luigi Bombicci 1° importanza del risultato ottenuto in due anni, e provargli che la sua idea vagheggiata : ciascun podere armato di un congegno di tiro contro la grandine come ora è armato di aratro, ed î coltivatori così confidenti in questa arma come lo sono nel loro aratro, è stata effettuata in una parte della valle della Dor- dogna e particolarmente nei dintorni di Bergerac. Avrei voluto presentargli il sig. S.f Ar- mand Maingaud, del quale 1’ entusiasmo ottenuto ne ha fatto un conferenziere ed un apostolo della lotta per mezzo delle bombe, e che è stato il vero volgarizzatore materiale della idea. Ahime! la morte è venuta, essa non mi permette di effettuare questo disegno. Ma, in attesa di poter rendere al Bombicci un omaggio di riconoscenza più degno della sua me- moria, invio alla sua vedova, così crudelmente provata, una testimonianza rispettosissima di condoglianza. Si aggiungerà a quelle così numerose, che Ella ha ricevuto dagli ammira- tori dello Scienziato. RACHEL SÉVERIN Sac. CARLO COZZI NEI DINTORNI DI LECCO NOSFNO In attesa che esca per le stampe il lavoro del Prof. Francesco Ardissone, già presen- tato in lettura all’ Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, ed ora prossimo a comparire nelle Memorie dell’ Istituto medesimo (!), credo di far cosa grata ai botanici coll’ esporre il (1) Ardissone — Catalogo delle piante vascolari del Monte Baro — Rendiconti R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere —Serie II, vol. XXXVI. p. 568. — LI 14 A LL'ITMAIRRURMO, 1 $4 risultato di varie escursioni e ricerche che, in diverse contingenze di tempo, a seconda che me lo permettevano le mie occupazioni speciali, ho avuto campo di fare sul Monte Baro e sul Monte Albano (in partenza da Lecco sino alle porte della Valsassina); nonchè in altre località circonvicine che fanno così ameni, anzi dirò, addirittura incantevoli i din- torni di questa borgata che, conformemente alle previsioni del grande Manzoni, è divenuta oramai una cittadina graziosa. Il territorio di Lecco forma in unione con quello di Varese la pittoresca provincia di Como, la quale e per essere cotanto favorita dai doni di Madre Natura e, pur stando nel- l'ambito mostro, per mostrare una vegetazione così varia e così splendida, specialmente sulle cime de’ suoi monti che le fanno corona, la sua Flora va detta una delle meglio stu- diate e conosciute che si abbiano in Italia. — Lo attestano chiaramente le opere classiche del Comolli, dello Scotti, del Massara e dell’ Anzi quando non vogliasi tener conto delle recenti che si susseguirono dappoi e che si vanno moltiplicando collo stesso intendimento del Villa, dell’ Artaria, del Lenticchia e di altri. Con tutto ciò ci troviamo sempre pur troppo davanti al fatto doloroso e... .. ver- gognoso che la grande maggioranza, sì anche quella che. ci tiene a non essere confusa col popolino ignorante sia pure incolpevolmente, professa per la botanica molto maggiore indif- ferenza che non per le altre branche della storia naturale, accontentandosi tutt? al più di considerarla semplicemente, giusta quanto osserva in proposito il Prof. Attilio Lenticchia (4), come ,, un trastullo, una coserella, che consista nell’ imparare a memoria i momi dei fio- ri ,, e nulla più. Eppure se v'è ramo di scienze naturali che dovrebbe essere preferito in mezzo al popolo, osservatore per eccellenza, questo. mi sembra appunto. Ad ogni modo a togliere, se è possibile, od almeno a modificare un tale stato di cose, vale a dire a portare un po’ di interesse e di calore là dove non evvi che freddo e ghiac- cio, insomma a rialzare, in una parola, il prestigio attorno a questa scienza che a buon diritto si merita gli appellativi di gentile e di amabile, possono concorrere ,e contribuire la [oro parte le guide allorquando queste siano davvero corrispondenti ad uno scopo scien- tifico qualsiasi, riguardino località maggiormente frequentate e prese di mira dai fowristes e forniscano contemporaneamente cognizioni esatte ed attraenti, procurando cioè ad un tempo il sapere ed il diletto. Di tali pubblicazioni, a voler essere sinceri, non si può dire certamente che difettino totalmente nemmanco in Lombardia. Qualche cosa 8’ è fatto e dell’ altro si farà senza dub: bio per l’ avvenire. Anzi giacchè mi trovo in argomento, fra qnelle che mi passarono nelle mani non posso proprio dimenticare la bella monografia illustrativa di Brunate composta da Luigi Porlezza, nella quale il suo autore, con gran vantaggio e piacere dei botanici e de- gli amatori, ha spigolato o, per meglio dire, ha stralciato dall’ opera del Comolli quanto concerne la flora di detto monte (*?). — Ricordo parimente a tale proposito 1’ altra guida su Lecco e suoi dintorni, edita in veste elegante per cura della Società Pro-Lecco ed ove il geologo Mario Cermenati, con quel brio di stile che gli è famigliare, ha saputo condensare sotto forma di un non breve articolo molte notizie utilissime per chi attraversi o percorra esplorando il territorio lecchese. Ed ora finalmente praemissis plus vel minus praemittendis, passo a dar ragguaglio delle mie ‘raccolte. (!) A. Lenticchia — Z fiori di Brunate e dei monti sovrastanti — Como, 1901, p. 6. — (2) Luigi Porlezza — Brunate — Monografia storica descrittiva — Como, 1894, pp. 70-80. — Osservo in primo luogo che le località ultimamente da me visitate e tutte apparte- nenti al dominio della flora comasca sono: il monte detto delle tre Crocette sopra Varese, i corni di Canzo in vicinanza del paese omonimo, il Monte Baro ed il Monte Albano. Sopra gli ultimi due le mie gite risalgono precisamente ai primi di Luglio dell’ anno in corso e di queste solo io parlerò. Ma non farò certamente l’enumerazione di tutte le piante osservate, cosa che ritengo semplicemente inutile, dal momento che 1’ Ardissone ne avrà dato senza dubbio 1 elenco completo e ragionato; e neppure vedo la necessità di dilungarmi a rilevare i molti punti di rassomiglianza che si affacciano allo sguardo tra le due florule del Monte Baro e del Monte Albano. Ogni cosa a suo tempo. Accennerò invece solamente alle specie acciuf- fate cammin facendo ed osservate nei carpi attigui allorchè dal luogo della mia acciden- tale residenza volli raggiungere la vetta del Baro, daddove una croce di proporzioni co- lossali dominava il panorama stupendo dei quattro laghetti briantei da un lato e del La- rio dall’ altro. Sfortuna volle però che io non avessi preso con me l’ indispensabile vascolo, ragione per cui gli esemplari più belli andarono inesorabilmente perduti. Le mie erborizzazioni incominciarono da Valmadrera e proseguendo verso Civate, Sala al Barro e Galbiate vi aveva già notato lunghesso la strada pianticelle, delle quali alcune graziose assai. Erano crassulacee e precisamente il Sedum acre ed il Sedum album ; erano papiglionacee in perfetta fioritura (Coronilla varia, labbiate (7Aymum, Galeopsis, Teu- chrium Chamaedrys), geraniacee (Geranium Robertianum) e scrofularinee eleganti (Lina- ria cymbalaria e Linaria vulgaris). In partenza da Galbiate, più in sù, sempre salendo la vegetazione si faceva più varia. L’ indiscrezione del ciottolame. che minacciava di farmi ridere le scarpe a. ...... crepapelle, il calore dei raggi cocenti, non compensato. dalle carezze della breva prima e del tivano poi, non riuscivano a distogliermi gli occhi fissi ed attoniti davanti alle bellezze della Natura che si spiegavano in modo veramente mera- viglioso. — Così nelle praterie boschive adiacenti facevano mostra di sè la Biscutella sa- watilis, la Briza media, il Geranium pratense, il Melampyrum cristatum, il Melampyrum nemorosum, qualche specie di Verbascum, la salvia (Salvia partensis, Salvia glutinosa), la poligala (Polygala vulgaris), la vitalba (Clematis Vitalba e Clematis erecta), 1’ Anthyl- lis Vulneraria ; la Centaurea Scabiosa in compagnia di altre specie caratteristiche dei nostri monti stava a sostituirvi la €. nigra e la €. nigrescens del piano; e finalmente sul selciato spiccavano bellamente i fiorellini gialli delle Potentilla, le inflorescenze delle di- psacee appartenenti ai generi Scabiosa e Succisa ed altri che sarebbe troppo lungo enume- rare. Contemporaneamente fiorivano il Buphialmum salicifolium, la Silene sarifraga, la Silene otites, il Thymus acinos, la cara Centaurea montana, cara dico pei ricordi che mi rievoca d’ altri luoghi e d’ altri tempi, molte ombrellifere ed alcune cistinee del genere ‘Helianthemum. Fra le scrofulariacee ho notato che la specie più comune e più abbondantemente dif- fusa è quivi il AAinanthus major, pianta che riscontrai con eguale frequenza anche al Monte Albano. Gli ontani e le quercie ombreggiavano alla loro volta molti altri figliuoli di Flora, che il viaggiatore stanco e gocciolante deve solo degnare di uno sguardo per passare oltre. Distinguonsi ancora le graminacee; ed assieme ad una tolla di Festuca, Bromus, Panicum, Andrepogon, Eragrostis, Poa. Brachypodium, Agropyrum, Hordeum ed altriindividui d’ altre PARIS ST FRAIIPRO DION pv 86 specie, classificabili tra generi diversi, primeggiavano sovra tutte la Molinia coerulea ed il Chrysopogon GryIlus co’ suoi ciuffi d’ oro. Troppo essendo avanzata la stagione non potei verificare appieno quale rappresentanza vi avesse la simpatica famiglia delle orchidee; senonchè alcune rimanevano tuttora in fiore e tali erano una Serapias (forse la Serapias lingua), 1’ Epipactis latifolia e 1° Orchis pyra- midalis. In prossimità dell’ Albergo il quale si erge all’altezza di 709 metri sul livello del mare e che accoglie a tempo propizio famiglie intere avide dell’ aria balsamica e delle risorse della cucina Nava, là feci bottino delle piante più importanti. Il manipolo risultò delle seguenti: Linaria genistaefolia, Centranthus ruber; Talicthrum minus, Campanula spicata, Pyrethrum corymbosum, Gladiolus imbricatus ecc. ecc. Taluna di esse potrebbe figurare benissimo in mezzo alle aiuole di un giardino, quali la Gentiana utriculosa dai fiori inten- samente azzurri, e la Globularia vulgaris che per la disposizione de? suoi fiori tinti di leg- gero celeste richiama assai davvicino la comunissima Zasione montana ed un po’ lontana- mente i capitoli di parecchie composte. Osservando ancora qua e colà ecco il Lilium cro- ceum, i cui fiori disseminati sul pendio della montagna brillano di una bellezza raggiante. Nuove forme colpiscono lo sguardo e sono: 1° Hesperis matronalis, la Ruta graveolens, ed il Ruscus aculeatus che siamo soliti a coltivare nel giardino. Poi il numero aumenta e vedi infatti le composte che spesseggiano ad esuberanza, tra cui, circondato dalle Inula, distingui i capolini vistosi ed aranciati del Buphtalmum specio- sissimum. Delle genzianee riportai individui di Chlora perfoliata col perianzio e 1’ androceo di nove pezzi. Che si tratti forse di un caso teratologico ? E come potrò non ricordare il caro garofanino di montagna che riferii, in seguito ad esame, al Dianthus carjophjllus var. inodorus L. (Kern.) sinonimo del Dianthus silvestris di Wulfen ? . +... Giunto all’ albergo m’ attendeva quivi una grata sorpresa e si fu quella di ritrovarmi, all’ insaputa d’ entrambi, con un mio compagno, il Padre Carlo Rebuzzini del Collegio degli Oblati di Rhò e con lui decisi di arrampicarmi fin su alla Daphnaea, il che entrava come parte essenziale nel programma della mia gita, per poi di là tentare 1’ assalto, se è lecito così dire, della vetta del monte (970 m.). Ma quale non fu il mio disinganno nel non trovarvi della Daphnaea altro che il re- cinto ed una catapecchia abbandonata!!! L’orticello botanico, per chi non lo sa; così chia- mato in onore della Daphne Cneorum, pianta d’ altronde assai rara sul Baro, vi era stato impiantato per iniziativa della sezione milanese del C. A. I. e sopratutto de’ suoi menbri Sigg. Conte Lurani, Avv. Aureggi e Rag. Artaria (') con intendimenti presso a poco iden- tici a quelli che avevano fatto sorgere la Zinnaea, la Rambertia e la Chanousia, ma sgra- ziatamente, non saprei per quali ragioni, ha cessato nel fatto di esistere, esso che avrebbe recato alla scienza un vantaggio non indifferente ..... Si discese adunque colle ....pive nel sacco e coll’ erbario abbastanza compromesso; e al giorno appresso, di buon mattino, mi alzai colla voglia matta di correre sul Monte Albano. Ma che importerà al lettore di sapere tutte le peripezie che non vanno mai disgiunte da; simili imprese ? 3 OBDE Sul Monte Albano rinnovai, se non altro, gli esemplari sciupati delle mie raccolte e nuovi ne raccolsi (Ilex Aquifolium, Helleborus sp.). In generale però, fatte poche eccezioni, rividi con piacere gli stessi fiori che aveva salutato il giorno innanzi sul Baro. (4) A. ARTARIA - Zl giardino Daphnaea sul Monte Baro — Bull. R. Società Toscana di Orticult. Serie II, vol. VII (1892), p. 112. 87 Numerose labbiate dagli odori aromatici si confondevano mirabilmente tra le macchie colle personate, colle dipsacee, colle composte: e là nei boschetti di nocciuole, ed all’ ombra dei castagni pareva che assaporassero ineffabilmente l’ olezzo celestiale che effluiva dai pamporcini . .... Abbiategrasso, Luglio 1903. LUIGI RAGGI Florula del bosco dell’ Eremo PROV. DI FORLÌ tic ]ÉÉià Uscendo fuori di Cesena per porta S. Maria e percorrendo per due chilometri la strada Cesena-Sorrivoli, si arriva ad un gruppo di case sulla destra del torrente Cesuola. Davanti a queste case un viottolo conduce al bosco dell’ Eremo. Questo bosco un tempo estesissimo e ricchissimo di specie vegetali, da molti anni viene continuamente atterrato, tanto che ora è ridotto addirittura ai minimi termini. E se debbo dire la verità restai molto meravigliato allorchè dopo due anni dall’ ultima escursione botanica fattavi, vi ritornai colla speranza di potervi trovare qualche specie nuova da aggiungere a quelle già elencate, allo scopo di completare la sua flora. Ma in- vece di scoprirvi delle nuove specie non potei trovarvi neppure molte di quelle che anni addietro io stesso vi avevo rinvenuto. Il seguente elenco delle piante raccolte nel bosco dell’ Eremo non resterà quindi che come ricordo e come documento della vegetazione di una delle località più vicine a Cesena ora in via di scomparsa. DICOTILEDONI Ranunculacee — Anemone hepatica L. — ranunculoides L. == coronaria L. Ranunculus lanuginosus L. Aquilegia vulgaris L. Fumariacee -— Fumaria officinalis L. Grocifere — Capsella Bursa pastoris Monch. Violariee — Viola odorata L. Silenee — Dianthus Caryophyllus L. - Armeria L. Linee — Linum usitatissimum L. Geraniacee — Geranium sanguineum L. — nodosum L. Ipericinee — Hypericum montanum L. Acerinee — Acer campestre L. Ampelidee — Vitis vinifera L. Papiglionacee -— Genista tinctoria L. Dorycnium herbaceum Vill. Trifolium pratense L. — repens L. —_ arvense L. “ —. incarnatum L. Colutea arborescens L. Coronilla Emerus L. Lathyrus sylvestre L. — pratensis L. Cracca minor Riv. .(Vicia hirsuta Koch). Rosacee — Geum urbanum L. Fragaria vesca L. Rubus fruticosus L. Rosa sempervirens L. Sanguisorbee — Poterium Sanguisorba 1. Pomacee — Crataegus Oxyacantha L. Litrariee — Lythrum Salicaria L. Ombrellifere - Caucalis infesta B. et. H. Aegopodium Podegraria L. Sanicula enropaea L. Arialiacee — Hedera Helix L. Caprifogliacee — Sambucus Ebulus L. — nigra L. Lonicera Caprifolium L. Robbiacee — Galium purpureum L. Valerianee — Valeriana officinalis L. Sinanteree — Centaurea nigriscens Villd. Serratula tinctoria L. Asteriscus spinosus Gr. et. Godr. Helichrysum Stoechas Gàrtn. Bidens tripartita L. Achillea Millefolium L. Leucanthemum vulgare DC. Matricaria Chamomilla L. Solidago Virga-aurea L. Eupatorium Cannabinum L. Tragopogon majur Jacq. Campanulacee — Campanula persicifolia L _ Rapunculus L Ericacee — Erica arborea L. — scoparia IL. Aslepiadee — Cynanchum Vincetoxicum Mònch Apocinee — Vinca minor L. Oleacee — Ligustrum vulgare L. Genzianee — Chlora perfoliata L. Erythraea Centaurium Pers. Poligalee Convolvulacee Borraginee Scrophulariacee Orohancacee Labbiate Verbenacee Primulacee Plantaginee Euforbiacee Chenopodiacee Olmacee Conifere Cupulifere Graminacee Aroidee Gigliacee — Poligala micaensis Risso — Convolvulus arvensis L. — Myosotis palustris With. — Verbascum Tapsus L. Veronica. serpyllifolia L. Antirrhinum majus L. Linaria vulgaris Mill. Scrophularia canina L. Digitalis lutea L. -— Orobanche speciosa DO. — Thymus Serpyllum L. Origanum vulgare L. Melissa officinalis IL. Salvia Verbenaca L. Brunella laciniata L. Melittis Melissophyllum L. Teucrium Chamaedrys L. — Verbena officinalis L. — Cyclamen europaeum L. Primula grandiflora Lamk. —— Plantago lanceolata L. — media L. — Euphorbia Cyparissias L. _ Peplus L. — Atriplex hastata L. — Ulmus campestris L. — Juniperus communis L. — Castanea sativa Mill. Quercus sessilifolia SI. MONOCOTILEDONI — Setaria viridis Beaux. i Agrostis alba L. Avena barbata Brot. Holcus lanatus L. Melica uniflora L. Poa annua L. Dactylis glomerata L. Bromus sterilis L. Lolium perenne L. Brachypodium sylvaticum Réòm. — Arum italicum Mill. — Lilium bulbiferum L. Ornithogatum umbellatum L. Botryanthus vulgaris Kunth. — odorus Kunth. Allium pendulinum Ten. Mc. 90 Asparagacee — Asparagus acutifolius L. Ruscus aculeatus L. Amarillidee — Marcissus Tazzetta Lois. Orchidee — Cephalanthera rubra Rich. Orchis morio L. — maculata L. — pallens L. — mascula L. — ustulata L. — piramidalis L. Ophrys Bertolonii Moretti Spiranthus autunnalis Rich. ACOTILEDONI VASCOLARI Equisetacee — Equisetum arvense L. — Telmateja Ebrh. Felci — Pteris aquilina L. Adianthum Capillus Veneris L. (alla fontanella) Asplenium adianthum nigrum L. Cesena, Dicembre 1902 ANTONIO NEVIANI Materiali per una bibliografia italiana DEGLI STUDI SUI BRIOZOI VIVENTI.E\ FOSSILI dal 1800 al 1900 (continuazione) 99. — Namias Isacco. — Sul valore sistematico di alcune specie di briozoi. Atti Soc. Nat. Modena s. III, vol. IX, p. 1-8 (estr.) Modena 1891. L'A. fa varie osservazioni d’ indole morfologica e tassinomica sulle seguenti specie raccolte a Capri dal prof. A. Dellavalle. Idmonea serpens Linn, Jdmonea atlantica Forbh. Hornera hippolytus Defr. Entalophora gracilis M. Edw. a striata M. Edw. a ruguiosa Mnz. a frondiculata Lmx. Retepora: cellulosa Lk. 100. Namias Isacco. — Contributo ai briozoi pliocenici delle provincie di Modena e Piacenza. Boll. Soc. Geol. Ital. , vol. IX, pag. 471, tav. XV. Roma 1891. (Pag. 476) Alecto parassita Hllr. Stomatopora major John. (p. 477) Tubulipora flabellaris Fabr. Hornera frondiculata Lmx., striata M. Edw., (p. 478) Hippo- lytus Defr., n. sp. 91 ldmonea disticha Goldf., (p. 479) serpens L., fenestrata Bk. , irre- guluris Mngh. (p. 480) Ertalophora palmata Bk., (p. 481) subverticillata Bk,, proboscidea M. Edw., (p. 432) var. orbicularis. Fasciculipora Marsiglii BI. sp. (p. 483) Salicornaria farciminoides John., (p. 484) mutinensis n. Sp., PRPRVIITA OI Membranipora tuberculata Bosc,, (p. 485) anulus Mnz., platystoma Rss., (p. 486) fenestrata Rss., regularis n. sp. t. XV, f, 3. (p. 488) Microporella violacea John,, ciliata Pall., (p. 489) Sturit Rss., trigonostoma Rss. ? (p. 40) Cribrilina figularis John. (p. 491) radiata Hks. Schizoporella unicornis John., (p. 492) Edwardsiana Bk. , biaperta Mich], (p. 493) Lepralia pertusa John., venusta Eichw., (p. 494) ligulata Mnz., Brongniarti Aud.?, delicatula Mnz., (p. 495) rudis? Mnz., lata Bk.,;, (p. 496) Kirkenpaueri Hllr. Mucronella Peachii John. , (p. 497) coccinea John, Eschara moniliferu M, Edw., polystomella Rss., (p. 498) undulata Rss., Sedgwichii M. Edw., foliacea Lk., (p. 499) columnaris Mnz. (p. 500) Biflustra delicatula. Bk. Flustrellaria macrosioma Rss. (p. 501) Retepora cellulosa Lk. Myriozoon truncatum Pall. Cellepora globularis Bronn., (p. 502) birostrata n. SPARIRE (p. 503) cfr. pachyderma Rss. , (p. 304) verrucosa Rss., avicularis Hks., ornata Michl., (p. 503) tubigera? Lk., pumicosa Lm. (p. 506) Batopora rosula Rss, Cupularia intermedia Michl., canariensis Bk., (p. 507) umbellata Defr, (p. 509) Lunulites androsaces All, (continua) ‘ Nemici delle Api. — Oltre all’ uomo (che va fortunatamente man mano scomparendo) che nella sua ignoranza soffoca brutalmente e stupidamente collo zolfo gli industriosi insetti per im- padronirsi dei loro prodotti, sono molti i nemici che attentano alla loro vita, quali sarebbero i ca- labroni, le vespe, gli uccelli ed altri, ma siccome i danni che da questi derivano sono trascurabili, descriverò invece i danni grandissimi che apporta all’ apicoltura il più terribile dei nemici cioè la Tignola o Camola (Galleria Alvearia e Cereano) già nota ad Aristotile, a Virgilio ed a Calumella. Questa farfalla lunga cm. l4/, a 2 sul far della sera svolazzando in ognì senso sulla fronte ed all'ingresso degli alveari, cerca d' introdurvisi per deporre le sue uova. E poichè non tutti gli 92 ingressi sono sufficientemente custoditi e sorvegliati dalle api operaie, e specialmente quelli di colonie deboli, essa finisce per penetrarvi deponendo subito, col mezzo del suo ovipositore, che si allunga a guisa di cannocchiale, le sue uova nei favi e più spesso negli angoli del fondo dell’arnìa, nei quali, ove non vengano ripuliti, esistono quasi sempre minuti resti di cera e rosicchiatura di vecchi favi. Dopo appena 8 giorni queste uova profittando dell'interno calore dell’ alveare si schiudono dando nascita alle tarme fusiformi, biancastre, sparse di verruche brune. Esse possono raggiungere la lunghezza di 3 centimetri; hanno 16 piedi e movimenti vivi e ser- pentini in grazia dei quali possono facilmente insinuarsi nei favi per compiere l’opera loro di- struttrice che riuscirà tanto più dannosa, quanto più debole sarà la Colonia invasa. Constatata la presenza delle tarme in un alveare - la quale viene rivelata dagli escrementi ci- lindrici di color nero che trovansi nel fondo di esso, e che le operaie ricacciano di solito in parte sul davanzalino dell’alveare stesso - l' apicoltore non deve frapporre indugio per liberare la Colonia dal distruttore nemico, operando. nel modo seguente : Estratti uno ad uno i favi con covata operculata, passando leggermente sulla medesima una piuma di tacchino per scansare le operaie che lo ricoprono, si troveranno delle gallerie tortuose al di sotto dell’ operculo a somiglianza di quelle che sogliono rialzare le talpe sui prati. Scoperchiando con un lungo spillone queste gallerie, non v’ha dnbbio di trovarvi nascosto il baco nemico, che appena scoperto, viene afferrato dalle operaie per farne giustizia sommaria. Terminata la visita ed assicuratosi che nìun altro nemico più esiste nei favi, si. restringano questì per modo che tutti siano letteralmente coperti dalle api, per essere così perennemente cu- stoditi dalle medesime, e dopo di aver ristretto lo spazio a mezzo del diaframma, non si trascuri di restringere l'ingresso per modo che desso possa essere più facilmente vigilato e custodito dalle api portinaie e ventilatrici specialmente dalla primavera all'estate periodo tanto favorevole a quei ne- mici. Riavutasi la colonia dalle perdite causatele dalla infestazione delle tarme che evidentemente lo spazio assegnatole pel nido apparisca insufficiente accalcandosi le Api al diaframma, l° apicoltore rimuovendo questo, darà alla colonia l o 2 telaini alla lor volta muniti possibilmente di foglio cereo, secondochè l’arnia sia rispettivamente orizzontale o verticale, fino a che la medesima sia divenuta forte e potente, giacchè solo allora sapra difendersi da codesto distruttore ed acerrimo nemico. Vis unitù fortior. Trascurando tale pratica vien di conseguenza, che la colonia sopraffatta dal soverchio numero di questi occulti nemici, abbandona disperatamente la sua dimora, lasciando in balia di essi tutte le ceree costruzioni, che pur costarono tante fatiche all’ industre insetto ll suo mezzo perianto per prevenire la invasione dell’ unico distruttore degli alveari è quello di formare forti colonie, le quali, mentre provvedono effettivamente alla propria difesa, risparmiano tanti fastidii all’agricoltore, con- sumano poco e producono molto. ANTONIO COSTANTINI Direttore del R Osservatorio di Apicoltura di Roma. INSEGNAMENTI PRATICI = < merce om — _ Protezione degli animali da lavoro contro le mosche. Al momento dei grandi calori e avanti l'autunno, non è inutile di ricordare ai coltivatori come si può facilmente proteggere gli animali dalle punture deì tafani e altre mosche. | «Fare bollire per 5 minuti una buona quantità di foglie di alloro in un chilogrammo di grasso di porco. « Immergere un cencino di panno in questo preparato e fregarlo nel senso del pelo su tutto il corpo del cavallo o del bue al momento di menarlo al lavoro. « È già da gran tempo che io impiego questo mezzo a grande vantaggio dei miei cavalli ‘che eseguiscono il loro lavoro tranquillamente ogni giorno. « Se io monto in vettura e il mio cavallo è spalmato avanti di essere bardato, nè un tafano nè una mosca osa pungerlo. « La Società protettrice degli animali dovrebbe propagare questa pratica antichissima e abbastanza conosciuta. « A Strasbourg i macellai ungono tutte le mattine la muraglia all’ intorno delle porte e flne- stre della loro bottega e nessuna mosca penetra nell’ interno (!) C.!8 de Saint-Marsault Per conservare i fagiolini in erba. Dalla Venezia Agricola. — I fagiolini (cornetti), scelti fra i più giovani e di qualità tenera, si spuntano e si sfibrano, poi si assoggettano per pochi minuti ad un bagno d’acqua bollente. Dopo lasciati sgocciolare si conservano in vasi .contenenti acqua salata, chiusi perfettamente con buon tappo coperto con paraffina. L'acqua salata si sarà pre- cedentemente fatta bollire per almeno 15 minuti ed i vasi saranno assoggettati ad un lungo lavag- gio con soluzione di acido selforico al 10 per cento, seguito dalla lavatura con acqua bollente. Collo stesso metodo si conservano i carciofini, le punte di asparagi, piselli e simili ortaggi. Parassiti Vegetali - L’ Eumolpo (Eumolpus vitis) è un coleottero. In luglio la femmina depone le sue uova nella base della vite. Le larve nascono dieci a quindici giorni appresso e di- scendono nelle radici che rodono durante l'inverno e vi fanno piccoli solchi. In primavera risal- gono alla superficie, fanno la loro crisalide e in maggio-giugno escono insetti perfetti, per diffon - dersi sulle foglie e più tardi sugli acini che vengono corrugati in solcelli a disegno, d'onde il nome di scrivano dato eziandio a questo insetto. È un nemico spaventevole, cui è difficilissimo dare la caccia, perchè al minimo rumore si avrotola e si lascia cadere per terra. De’ polli che si lascino vagare per il vigneto, sono i migliori aiuti del vignaiuolo. Nel caso di intensità del male, vi è molto vantaggio nel fare piccoli buchi sul palo intorno al ceppo con entro solfuro di carbonio, o spargendovi insetticidi : zolfo, naftalina, sapon nero, ecc., sul principio dell'inverno; ma per buona ventura non è un nemico permanente. All’ im- provviso, non si sa perchè, scompare. Sarà l' effetto di un freddo precoce sulla larva? Avrà forse un parassita ? Può essere! Un nuovo malanno della risaia. Il prof De Alessi scrive: Un piccolo animaluccio produce nella risaia gli stessi inconvenienti del l'annone. E' anch'esso come il tannone un crostaceo, e reca egual danno sollevando il limo ed agitando le piantine in germogliazione coi suoi rapidi movimenti continui e senza posa, rasente la super- ficie del terreno. Sta questo piccolo granchio chiuso tra due valve trasparenti cornee, a guisa delle ostriche d’ ac- qua dolce; ad esse è attaccato col corsaletto come fossero due ali. Quando è in movimento tiene le valve leggermente aperte sotto il ventre ed egli sta in posizione verticale od anche orizzontale, e muove continuamente e senza requie i suoi piedi matatori. Questi piedi numerosi, circa una ven- tina di paia, sono branchiali, cioè sono formati di branchie colle quali respirano a Euer dei pe- sci, e non servono che a nuotare ed a respirare e non a camminare. Questi piccoli crostacei che appena arrivano alla grossezza di an lupino, sono carnivori, per il danno che essi arrecano in risaia è esclusivamente dipendente dal loro movimento. Il loro nome sarebbe Limnadia d’ Ermann per quanto ho potuto riscontrare in un antico di- zionario di Storia Naturale, e tale lo si crede pure alla R. Stazione di Entimologia di Firenze a cui inviai subito alcuni campioni. La distruzione di questi crostacei è presto compiuta. Appena si accorge della loro presenza sì da l' asciutta. Quelli che rimangono a secco necessariamente muoiono, perchè come abbiamo visto hanno respirazione branchiale e non possono quindi vivere fuori dell’acqua; la maggior parte (4) Non sarà difficile verificare con il fatto l'efficacia di tal rimedio. 94 però sì raccoglie nei solchi ove ristagna l acqua. A distruggerli quasi istantaneamente basta but- tare nei solchi ove rimane dell’acqua un poco di solfato ammonico. Fu tentato anche il perfosfato ma senza buon risultato; riescirebbe certo efficace anche il buttare nell'acqua della calce. Del resto prolungando, senz' altro di quattro o cinque giorni |’ asciutta finirebbero di perire. Le castagne d' India e la distruzione degl’ Insetti. Le castagne d’ Zndia, frutto dato dagli ippocastani, possono essere utilizzate con vantaggio in orticoltura, per distruggere i vermi e gli insetti piccoli e grossi che vivono nella terra, e causano, per la loro presenza, molti guasti alle piante coltivate in piena terra od in vaso. Diremo in qual modo si debba procedere alla di- struzione degli insetti e vermi della terra a mezzo dei frutti nominati. Si schiacciano le castagne a' India con un martello, poi si mettono a ramollire dentro un secchio contenente acqua. Se ne impiegano otto per ogni litro d’acqua, e vi si lasciano in bagno per 24 ore. Si adopera in seguito l’acqua stessa per innaffiare copiosamente le piante, onde tutti gli insetti siano colpiti. Pochi minuti dopo, molti insetti vedonsi rimontare alla superficie della terra, dibattersi un istante, poi morire. Gli altri insetti rimasti nel terreno, periscono ugualmente. Un solo innaffiamento basta per produrre l’enunciato effetto. Però l’acqua che porta disciolte le sostanze attive della castagna d' India, non ha alcuna in- fluenza sulle radici anche le più delicate. Si può bagnare a grande acqua e coi soliti innaffiatoi, senza paura di offendere le foglie. Allorchè si hanno piaute da mettere in vaso ol in cassette, da interrare o disporre in serra, sarà utile bagnare fortemente in anticipazione la terra con l’acqua di castagne d' India, per di- struggere tutti gli insetti che vi si trovassero. Già molti impiegano questo insetticida e ne trattano le piante anche più delicate delle serre, come gerani, dracene, felci, ciclami, begonie, ottenendo buoni risultati. Questo processo ha poi non solo il vantaggio di essere semplice e pratico, ma ancora quello di non occasionare nessuna o ben poca spesa. Orticoltori e giardinieri facciano provvista di Castagne d' India e le tengano immagazzinate, per adoperarle poi man mano se ne presenterà il bisogno. La paglia in bocca. Molti mietitori, per premunirsìi contro la sete, tengono in bocca una spiga di grano o dì orzo o di segala, credendo che ciò non possa loro nuocere. Ma questo non è il parere dei cultori della scienza, secondo i quali l'abitudine sarebbe pe- ricolosa potendosi introdurre nella gola parassiti, che danno origine ad una malattia gravissima e talvolta mortale; l''actinomicosi. Questa malattia è dovuta ad un fungo microscopico: i sintomi sono il piu spesso simili a quelli prodotti da una flussione di denti. Attenti dunque, o mietitori ; astenetevi dal mettervi in bocca spighe o paglie di cereali, e soprat- tutto di avena, che è la più dannosa, e se per caso vi si manifestasse in bocca una infiammazione, richiamate |’ attenzione del medico. . Per distinguere i diamanti veri dai falsi. — Chiunque se ne può accorgere, occorre solo che possegga un pezzo di carta ed una matita. Con quest’ ultima si faccia un segno sulla carta e lo si guardi allora attraverso il diamante. Se non si vedrà che un punto sì può avere la certezza che il diamante è vero; se invece il punto si irradieraà in uno o più punti, o se si vedranno più linee, il diamante sarà falso, o certamente non sarà un diamante. NOTIZIARIO XXII Congresso Geologico italiano a Siena. — In conformità della deliberazione presa nell'assemblea del 21 Febbraio s. la Società Geologica italiana terrà quest'anno il XXII Congresso in Siena nei giorni 10-15 settembre. L'ordine del giorno che verrà svolto e il programma riassuntivo delle sedute e delle escursioni da farsi nei nostri dintorni, fanno comprendere l’importanza di questo illustre consesso (1). Putoris vulgaris X P. erminea. — Dal Sig. Luigi Rillosi di Breno (Brescia) ricevemmo il 20 corr. una P. vulgaris in carne ad imbalsamare, catturata in alta montagna (m. 2000), che presenta un incrocio con il P. erminea. La lunghezza dell’ esemplare e il colore del dorso sono quelli della Donnola; 1° apice della coda nera e i riflessi giallicei del ventre la fanno rassomigliare ad un Ermellino. A causa della stagione molto calda e del lungo tempo impiegato per giungere fino a noi non ci è stato possibile di compierne la preparazione tassidermica. Ditta S. BroGI Semi di piante che scoppiano. Il sig. Newberry, botanico di New-York, aveva ricevuto da Cuba, come saggio, il frutto di un albero che cresce nelle Antille. Era una capsula dura e legno- sa, in forma di disco, a spigoli molto spiccati di circa tre pollici di diametro. Egli la mise sul suo scrittoio. Una sera, mentre leggeva, una violenta e subitanea esplosione lo fece sobbalzare. Un’ arma da fuoco sparata sotto il suo naso non avrebbe fatto maggior fracasso. Era l' avanese che schioppettava. I frammentì vennero lanciati per tutta la stanza e con essi i semi che avevano contenuto. Quel frutto è una granata piena di palle, che seminano non la distruzione, ma la vita. Tale è la maniera che segue questo albero per disseminare i semi, speranza della specie. Essa è l' Ueitap rcansr. Benchè di proporzioni assai maggiori tuttavia questo seme non è l' unico che produca simili effetti, poichè le nostre balsamine, le nostre genziane, i lupini, i corpì riproduttori di certe crittogame, ed altre piante ancora, sebbene di proporzi nì minori ed in condizioni diverse, procedono in modo analogo La più estesa cultura di fragole che esista nel mondo è quella dei signori H. e E. Vin- son di Swanley (Inghilterra). Le loro piantagioni di fragole occupano più di 200 ettari che produ- cono circa 1000 tonnellate di frutti. Spesso si veggono, nella stazione di Swanley, dieci o dodici vagoni completamente pieni di fragole e principalmente diretti verso le città del nord dell’ Inghil- terra. Per la raccolta vengono impiegati fino a mille operai che vivono in parte sotto tende, durante le settimane che dura tale operazione. i NOTIZIE DI CACCIA E PESCA Un Balenottero a Savona. — Il 14 corr. da una torpediniera che faceva esercitazioni a circa 18 miglia da Savona, fu ucciso con due colpi di cannone un enorme cetaceo che trovavasi semivivo galleggiante. Approdato 1’ esemplare nel porto fu constatato essere lungo 20 metri, grosso 9 nel maggiore diametro. Le pinne misuravano 2 metri di lunghezza. _____——__——_——_——y—€——— nr___—_—_—_—_—_—__- —- NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Ricci Gregorio, ordinario di Algebra complementare è nominato preside della facoltà di se. fis. mat. e nat. nell’ Univ. di Padova. Cermenati dott. Mario è abilitato, per titoli alla libera docenza di storia delle scienze nat. nella R. Univ. di Roma. Stella ing. Augusto idem idem alla privata docenza con gli effetti legali in geologia presso la R. Univ. di Pavia. Mattei Giovanni Ettore idem. idem. alla libera docenza di botanica nella R. Univ. di Napoli. (1) Purtroppo in questa eletta schiera non ci è più dato di vedere il compianto prof. Bombicci che sin dal !883 era stato nominato socio a vita della Spettabile Società Geologica italiana. 96 RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all'’Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. 67. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi. Siena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix flammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum); Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus marginatus). 68. Il Prof. Napoleone Passerini, Direttore dell’ Istituto Agrario di Scandicci (Firenze), acquista a pronta cassa buone specie di rettili ed anfibi dell’antico continente, purchè di habitat garantito. Offre anche in cambio buone specie d' Italia e delle isole annesse. 69. Collezione generale paleontologica di 4000 specie di tutti i piani geologici per Li- re 3000 franca alla stazione di Modena. Per richieste rivolgersi al Dott. Fr. Coppi in Mbdena, Villa S. Agnese N. 243. 70. Si cederebbe la collezione completa degli Almanacchi igienici del Prof. Mantegazza, com- prendente 38 annate (1866-1903), alcune delle quali non si trovano più in commercio. 71. Si cedono i primi tre volumi della Flora Europae di Michele Gandoger. Opera litografata, edita nel 1883 o 1884. 72. Niccolai Niccolò, Direttore Banca d'Italia, Sondrio. Cede al prezzo di L. 20 i 3 Volumi .ben rilegati e ben conservati del trattato di Ornitologia del dott. Paolo Savi. 73 Carlo Fenizia prof. del R. Istituto Tecnico di Modica, desidera cambiare con qualche opera di biologia e filosofia naturale il III. Vol. delle opere filosofiche di R. Ardigò, contenente: La mo- rale dei positivisti. Relatività della logica umana « La coscienza vecchia e le idee nuove: Empirismo e scienza. » ) 74. Costantini Alessandro si è trasferito in Modena — Strada Pioppa N. 18 — Si occupa sempre della fauna Lepidotterologica locale e prega vivamente i cultori di questo studio a volerlo onorare della loro corrispondenza intesa a facilitare le comunicazioni e gli scambi di materiale. pa ‘ Ol Chi volesse cedere le flore italiane del Parlatore, Gussone ecc., è pregato farne offerta all'Ing. Camillo Camperio - Milano, Corso Porta Vittoria, 13. 76. Si cedono le seguenti opere del valore complessivo di 180 Lire, ed assolutamente nuove: - S. Canestrini. Evoluzione, Teoria dell'evoluzione. - Ratze?. Razze umane, 3 vol. - Bacche L'uomo, 2 vol. - Kerner - Vita delle Piante, 2 vol. - Darwin Viaggio di un naturalista; Le Orchi- dee; Piante rampicanti; Piante insettivore. Dirigere offerte al Cav. Gaetano Guida, Portici » 77. Si cede una bellissima collezione di circa 1200 specie di coleotteri italiani esattamente determinate e classificate con l'indicazione delle località. È contenuta parte in dieci telai (55XX70) a fondo di torba rinchiusi in baule.a chiusura erme- tica, parte in venticinque cassetta a doppio fondo rinchiuse in apposito armadietto di legno d' abeto Per trattative rivolgersi alla Ditta S. Brogi — Siena. 78. Il prof. Alessandro Mascarini di Ascoli Piceno fa cambii in oggetti di Storia naturale, ed in special modo è disposto a cedere Conchiglie ben determinate e Fossili, verso Minerali e Rocce dei principali giacimenti italiani. Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri E, BOZZINI, Serente responsabile »” sia dai IL azia Trachee con e senza apparati risuonanti da L. 0,15 a L. 2 — (Alle trachee sono quas sempre uniti la lingua e l’ ioide). Landi Collezione composta di uno scheletro intiero montato, 5 parti sciolte di scheletri, 5 crani, 2 apparati digerenti e 2 apparati respiratori L. 35. RETTILI (Reptilia) Testuggine terrestre(Testudograeca Lin.) da lire4 - Gongili (Gongylus ocellatus ed altri) (L) da a lo. - lire 0,50 a 5. Testuggine d'acqua dolce (Emys europaea Gr.) - Luscegnola fienarola (Seps chalcides Cuv.) (L) da lire 4 a 0. ; - da lire 0,50 a 1. Tesiuggine di mare (Chelonia caretta Lin.) da - Lucignolo (Anguis fragilis Lin.) lire 5 a 8 (L) lire 20 a 100. - lire 1 a 1,50. Coccodrillo (Cocodrilusvulgaris Cuv.) lire 50.a 150. - Serpente boa (Boa constrictor L) lire 30 a 150. Alligatore (Alligato») lire 50 a 200. Colubro austriaco (Coronella austriaca. La.) li- Camaleonte (Chamaeleo vulgaris Cuv.) lire 8 a 12 - re 6 (L) lire 1 a 2. (IL) lire 2 a 5. - Colubro del Ricciuoli (C. girundica Dau) lire 6 Tarantola (Platydactilus mauritanicus Gem. Stel- - (L) lire ta 2. lio vulgaris) (L) da lire 0,50 a 1. - Colubro verde e giallo o Frustacchione (Zamenis Tarantolino(Hemidactylusverruculatus Cuv.)(L) - viridiflavus Lacép.) lire 3.a 10 (L) hire 1 a 4. da lire 0,50 a 1. - Saettone (Elaphis Aesculapii H.) lire 4 a 10 (L) Lucertola comune (Podarcis muralis Wagler.) - lire 2 a 6. lire 5 (L) 2 lire 0,50. - Cervone o succia capre (Elaphis quadrilineatus Lacerta serpa (L) lire 1,00. - La.) lire 15 (I) lire 5 a 15. ‘ Lucertola del Fitzingerì *(Notopholis Fitzingeri) — Biscia (Tropidonotus natrix L.) lire 2 a 15 (L) (LL) da 0,59 a 1,00. - lire 0,50 a 10. Ramarro (Lacerta viridis Daud) lire5(L)lire 0,50 - Natrice (T. tessellatus L.) lire 5a 7 (L) lire 2 a 5 Uromastice (Uromastix spinipes) lire 20 (L) li- - Vipera rossa (Pelias berus Lin.) lire 5 a 10 (L) re 5 a lO. - lire 3a 7. Varano delie sabbie - (Psammosaurus griseus) - Vipera comune (Vipera aspis L.) lire 5 a 10 (L) lire 20 a 95 (IL) 10 a 15- Scheletri lire 25 a 40. - lire 3 a 7. Agame lire 2, 00. - Tropidonotus viperinus (L) lire 2 a 5. UOVA di Tartuca, Camaleonte, Lucertola e Serpe da lire 0,10 a 0,50 1° uno. SCHELETRI COMPLETI MONTATI: Testuggini lire 5 a 10 - Camaleonte lire 10 a 15 - Ta- rantole lire 10 a 15 - Uromastice lire 10 a 30 - Varani L. 10 a 30 - Ramarri e lucertole lire 5 a_12 - Serpente boa e simili lire 30 a 100 - Bisce e Colubri lire 5 a 20 - Cervone lire 10 a 25 - Vipere lire 10 a 20. CRANI idem da 0,50 a 10. SCHELETRI SCOMPOSTI e parti di scheletro sciolti o sistemati in appositi quadri. SISTEMA MUSCOLARE. Preparazioni da lire 3 a 20. SISTEMA NERVOSO. Cervelli, sezioni ecc. con e senza iniezioni, tanto a secco che conser- vati in liquidi. SISTEMA DIGERENTE. Preparazioni da lire | a 5. SISTEMA CIRCOLATORIO. Cuori ed altro con e senza iniezioni, preparati a secco e conservati in liquidi, da lire 0,50 a 20. SISTEMA RESPIRATORIO. Prepazioni da lire 0,50 a 20. Des Collezione composta di 10 rettili di varî ordini, 2 scheletri, 3 uova, l FEET digerente e respiratorio lire 60. # ANFIBI (Anfibia) Raganella (Hyla arborea L.) lire 5.(L) lire 0,50. - Salamandra acquatica (Triton cristatas La.) (L) Ranocchia (Rana esculenta L.) lire 5 (L) li- - lire 0,50. re 0,50. - Salamandra macchiata. (Salamandra maculosa Rana muta (R. temporaria L.) lire 6 (L) lire 1 - Lau.) (L) lire 0,50 a 4. Rana agile (Rana agilis P.) (L) lire 1. - Geotritone (Geotriton fuscus) (I) lire l. Rana Latastì (L) lire 1. - Tritone punteggiato (T. taeniatus Sc.) (L) li- Rana Graeca (L) lire l. - re 0,50. Discoglosso (Discoglossus pictus Otth.) (L) li- - Trota canina (Euproctus platycephalus B.) (LL) re 0,50 a 2. - lire 0,50 a l. Ululone fuocato (Bombinator igneus La.) lire 5 - Assoluto (Siad lichenoides) (IL) lire l'a 3: (L) lire 0,50. Proteo (Proteus anguinus Lau.) (L) lire 5 a-10. Rospo (Bufo vulgaris Lau.) lire 8a 10(L)lire 1a2. - Triton alpestris (L) lire 1. Botta (B. viridis Lau.) lire 6 (IL) lire 0,50. no”, » var. bronchiata (L) lire l. Salamandrino dagli occhiali. (Salamandrino per- - >» » helveticus ‘0 palmatus (LL) lire 1. spicillato) (L) lire 1. (continua) | e i NEL LABORATORIO TASSIDERMICO DITTA 5. BROGI > _____— Si imbalsamano animali di ogni genere con sistemi speciali per garantirne la conservazione e sì naturalizzano, da poter servire per ornamento nelle sale, teste in tutti quegli atteggiamenti che si desiderano. N. B. Chi desidera fare imbalsamare animali, è pregato farne l’invio vivi o freschi appena morti. Ora che la stagione è calda e se gli animali sono piuttosto grandi, sara bene togliere loro i visceri ed involgere gli animali in panno bagnato con acqua e acido fenico, oppure porvi altre so- stanze di odore antisettico per tener lontane le mosche, le tarme. occ. (Avvertire sempre quando si adoprano sostanze venefiche). Per evitare le spese di dazio sarà bene aspergere negli animali un po’ di Naftalina od altro onde gli agenti daziari comprendano che trattasi di roba non atta al vitto umano. Per l’invio se gli animali sono piccoli, il mezzo più economico e sollecito, è di mandarli per posta in piccole scatole, o involti in un pezzo di cartone, come campioni senza valore, racco- mandati. Fino al peso di 350 grammiì la spesa non è che dai 12 ai 24 centesimi. Per le spedizioni in pacchi postali o per ferrovia, dichiarare Animali da studio, oppure indi- care il nome dell’ animale aggiungendo le parolo da îmbalsamare. G. VALLON ©. Dall'Opera « La Specola ornitica » di Helgoland del Gatke. (Siena, Avicula. Estr. di pag. 54 in-8). Prezzo L. 1,50. Questo lavoro basato su accurate osservazioni, comprende lo studio della Emigrazione degli Uccelli. # L'argomento è diviso in cinque capitoli 1.° L'emigrazione in generale ad Helgoland — 2.° Direzione del volo — 3.° Altezza del volo — 4.° Velocità del volo durante l’ emigrazione — 5.° L' emigrazione a seconda dell’ età e del sesso. RIVISTA COLEOTTEROLOGICA ITALIANA ha (Organo mensile per la sistematica generale dei Coleotteri) Abbonamento a partire dal 1.° gennaio, Italia L. 5 - Estero L. 6. Dirigersi al prof. Porta, Università, Camerino (Macerata). L INTERMEDIATRE DES SIMBICULTEURS fo ENTOMOLOGISTES Abonnement (3 f., 50; 4f., 50 Etranger. Cette Revue est trés interessant sourtout aux entomologistes. — N. de essai sur demande au Directeur: Doct. A. HUGUES a Chomérac (Ardéche). Conto corrente con la posta ANNO XXIII Niag BOLLETTINO DEL NATURALISI Collettore, Allevatore, Goltivatore, Heelimatatore Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L. 3. Per gli Stati della unione postale L. 3, 50.Altri Stati. 4 ruzione e diletto vi by PERIODICO MENSILE bremiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali el al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scambi e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i professori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ma- ci 7 n Sa ) 7 DOTI I ) “ Jattie decli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di g p: 3 , P 5 storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i I gi 7 Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Hichieste e offerte ecc. ecc. (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) . - già diretto dal Cav. SIGISIMONDO BROGI Ò VI Pg f # UFFICIO in TTI SLATER DA E TE i Ria se Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. - I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un'unica ammiristrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- ® sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all'Agenzia in Via B. Peruzzi 28,eda tutti gli utfici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L’ abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoli separati costano cent.30 perogni 16 pag.ditesto, e Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano i manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L.6il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approtittare dei moltivantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- ' poste, consigli, domande, indirizzi ecc. ; fare offerte e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. . Le inserzioni rel 7 -hi man norrsono oltrepas- sare la lunghezza di - si ha diritto di pubb ne viene accordata Penso, Dalle inserzio) scritti che contengono avvzs: dì acquisto odi vendita, o che possono servire di reclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati chehanno già pagato lab. bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se non è espressamente richiesta dall'abbonato. L’ amministrazione s'incarica di rappresentare gliab. bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà'rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti etfettuati pagare un compenso da combinarsi. La direzione può, in casì eccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioniin proposito. l manoscritti non pub- blicati possono essere ritiratidagli autoriz proprie spese Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche tascicolo, ne sarà loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis, purchè la richiedano entro l'annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamònto, [mserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano LI. per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano L.l ogni? centim, di spazio occu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. î Sì annunziano le pubblicazioni ricevute e sì fa speciale 7 3i-lla dalla anali ci pervengono dus esemplari s essere anticipati. Chi desidera li necessari, o seriva in car- E uscita la 16.% dispensa del CATALOGO DEI COLEOTTERI D'ITALIA: compilato dal ben noto coleotterologo Dott. Stefano Bertolini con la collaborazione di distinti entomologi. Se ne pubblica non meno di una dispensa di 8 pagine al mese, in formato. tascabile ( 2 X 8 circa) al prezzo di centesimi 10 la dispensa per l’Italia e cent. 5 per l'estero. Il catalogo è redatto giusta il più moderno sistema, coll’ aggiunta delle nuove specie note fino. ad oggi. È utilissimo per regolare le collezioni secondo i più recenti sistemi ed al tempo stesso come ottimo intermediario nelle relazioni di cambio. Fa conoscere il sorprendente numero di specie che vanta la fauna italiana. E tuttora aperto l’abbonamento: Alle prime 10 dispense al prezzo di L. 1 per l'Italia e L. 1,50 per l'estero. Alla intera opera L. 2 per l’Italia e L. 3 per l’ estero. Inviare il danaro alla Direzione di questo periodico. N. B. Facendone richiesta con cartolina doppia, ossia con Cartolina con risposta pagata, se ne invia una dispensa gratis per saggio. Ouvrages de MP | Abbé G. Bresadola l. Fungi Tridentini novi vel nondum delineati ete. Fasc. I - XIV incl., avec 217 planches chro- . molithographiées. Thidenti 1881-1900. Prix francs 101. 2. I Funghi mangerecci e velenosi dell’ Europa media ecc. I Vol. pag. XV-156 avec 113 planches chromolithographiées. Milano 1899. Prix francs 35. Aux Institutes et Botanistes qui desirent ces ouvrages on les envoient franco et avec Rabais de 25 °/ Chaque ouvrage est aussi delivré separement. S' andresser à l’ Auteur, TRENTO ( Tyrol - Autriche) Piazza dietro il Duomo, 12. UCCRLLI IMBALSAMATI PER RICHIAMI O ZIMBELLI PER CACCIA Dal Laboratorio dî Storia naturale, Ditta S. Brogi Siena, sî forniscono uccelli imbalsamati perfettamente al naturale, molto adatti per collocarsi sugli alberi, sulle siepi, nel terreno e nel l'acqua, come richiami nelle cacce con fucile, con panie e con le reti. Fringuelli, cardellini, lodole, verdellii, passere, zigoli, cingalline, peppole, bat- ticode e simili, costano L. 1,50 ciascuno. Tordi, merli, tordele, picchi, storni, e simili, L. 2,00 ciascuno. Civette, allocchi, falchetti, ghiandaie, gazze e simili, L. 3,00 ciascuno. Piccioni, tortole e simili, L. 4,00 ciascuno, Colombacci, colombelle, corvi, starne, folaghe, anatre piccole, tuffetti e simili L. 5. Anatre grosse, aironi, gabbiani e simili, L. 6,00 ciascuno. Questi uccelli possono pure conservarsi come ornamento e resistono alle tarme o tignole. Chiunque può anche inviare freschi in carne, gli uccelli che vuole imbalsamare per il sud- detto o per gli altri scopi, indicando in quale posizione li desidera. La spesa è in proporzione dei prezzi sopraccennati secondo la grandezza dell’ animale. io Anno XXIII N, 9 i {5 Settembre 1903 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali ed. al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l'Italia e por gli uffici postali italiani all’estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L, 4, SOMMARIO Redazione. Resoconto del XXÎI.° Congresso Geologico Italiano a Siena. Pag. 97. Barsali dott. E. Mostruosità nel Lilium Candidum L. Pag. 98. Neviani dott. prof. Antonio. Materiali per una bibliografia degli studi sui Briozoi viventi e fossili dal 1800 al 1900. (cont.) Pag. 101. Invenzioni e scoperte. Pag. 102. — Insegnamenti pratici Pag. 103. — Richieste e offerte (gratis agli abbonati) Pag. 104. RESOCONTO DEL KXI” CONGRESSO GEOLOGICO ITALIANO A SIENA Come già accennammo nel precedente fascicolo, il 10 corr. l’aula della R. Accademia dei Fisiocritici, sede del Convegno, accoglieva un buon numero di Congressisti venuti da ogni parte d’ Italia e presieduti dal Comm. Verri. Essi visitarono le collezioni del Socio On. Sen. March. Chigi- Zondadari e quelle della prelodata R. Accademia dei Fisiocri- tici; poscia si recarono a visitare 1 monumenti della Città. L’ii partirono, a scopo di escursione, per la Montagnola senese visitando il pliocene che trovasi per la maggior parte della strada e oltre Rosia ; il verrucano, gli scisti ardesiaci e la zona dei marmi e grezzoni. Fatta una visita alla miniera d’ Antimonio, delle Cetine, ritornarono a Siena. Il 12 eseguirono l’ escursione sui terreni mio-plioceni dei dintorni. Si unirono di poi nella sala della R. Accademia dei Fisiocritici per comunicazioni scientifiche, elezioni sociali e congedo da Siena. Assisterono a questa adunanza il Prefetto, il Sindaco, il Rettore della R. Università e molti distinti Pro- fessori rivolgendo parole di encomio agli IMustri Congressisti i quali, in ultima escursione, partivano alla volta di Monte Amiata per osservazioni sull’ inelusi andesitici nelle trachiti ” 98 componenti la formazione vulcanica principale e visita alle mi- niere cinabrifere del Siele. Un caldo saluto agli Illustri ospiti ed i migliori auguri per l’ incremento della Società Geologica Italiana, della quale essi sono parte integrale. Sentiamo infine il dovere di ringraziare 1’ Ing. Cav. Enrico Clerici, Segretario del Congresso Geologico italiano, il quale, insieme ad altri colleghi, onorò di una sua visita questo Museo di Storia Naturale, Ditta S. Brogi, verso il quale ebbe parole oltremodo lusinghiere rievocando le memorie dei compianti Cav. Brogi e Prof. Bombicci, benemeriti uomini che tutta la vita consacrarono alla scienza. REDAZIONE Dott. E. BARSALI MOSTRUOSITÀ NEL LILIUM CANDIDUM L. Fra i varii casi teratologici osservati e descritti per questa pianta, quello che io sto per mostrare, sembrami non per anche stato osservato, e quindi utile a conoscersi. In una cultura di varie piante di questa specie (circa 50), tutte giunte alla fioritura con perfetto sviluppo delle singole parti, una attraeva facilmente 1’ attenzione per la sin- golarità di alcuni dei suoi fiori allorchè essi furono aperti, giacchè fino a quel momento nulla riscontravasi di anormale. Lo stelo si inalzò come gli altri fino a m. 1,30 circa, e portava alla sua sommità un racemo di 6 fiori. Il primo ad aprirsi, cioè il più basso, si appalesò assai singolare; il perigonio che normalmente è di 6 pezzi, qui invece ne mostrava 5, tre interni e due esterni, del terzo esterno non riscontravasi la benchè minima traccia. Dei due esterni, ambedue anormali, uno (fig. 7) era ridotto ad una sola metà, col solco nettarifero bene sviluppato e che prolungavasi in una appendice più lunga del lembo; l’altro (fig. 10) involuto nei margini e ad una estremità, aveva assunto una forma sì cu- riosa da non avere più nessuna somiglianza nemmeno con gli altri anormali. Dei tepali interni, dei quali uno normale, gli altri due si mostrarono dapprima pie- ghettati ed involti in vario modo; in uno dipoi (fig. 1), il di cui lembo erasi sviluppato più del consueto da una sola parte, il solco nettarifero era scomparso tanto da non rimanere che delle piccole sporgenze ed un breve callo basale; 1’ altra metà si era ridotta ad una semplice appendice libera, aderente alla placchetta nettarifera per la base; l’ altro (fis. 2) aveva ridotta in parte una metà del lembo, il solco nettarifero ridotto come in quello della fio. 1 e si aveva inoltre nella direzione mediana del lembo un’ appendice contorta, sinuosa, involuta nei margini. 99 Tepali interni Fig. 1. Nig. 2. Pig. 3. Pig. 4. Osservando poi le parti interne riscontriamo che l’ ovario forma un unico corpo con lo stilo, ambedue in dialisi dalla base all’ apice, lo stimma pure diviso, e queste due parti assumendo posizioni contrarie ed in vario modo contorcendosi danno all’ insieme un curioso aspetto (fig. 5); lungo la linea di divisione e precisamente nella parte spettante all’interno dell’ ovario, si scorgevano due lamelle longitudinali con pochi ovuli atrofici. Gli stami an- Pig. 5. Fig. 6. zichè 6 sono 7 dei quali 3 normali, con polline pure normale, degli altri 4, ve ne sono 3 più corti e con antere atrofiche, con varie linee di deiscenza ; 1’ ultimo, piccolissimo, con un breve e misero rigonfiamento all’ estremità, potrebbe forse star qui a rappresentare il pezzo esterno mancante nel perigonio; tutti questi quattro con polline atrofico e non atto a germogliare. la lina 5 4 100 Il secondo fiore che si apri dopo questo, era pressochè normale ad eccezione di due pezzi perigoniali smarginati in basso e di due soli: stami normali, gli altri quattro ridotti ad un terzo del filamento. Il terzo fiore si mostrò pure anormale; nel perigonio osservammo 4 pezzi normali, e il sesto interno assai differenziato (fig. 3) ed un altro, un poco involuto e pieghettato (fig. 4). L’ovario era normale; lo stilo in dialisi assumeva pure qui una forma strana, lo stimma pure diviso era oltremodo curioso per i suoi rigonfiamenti e cavità, e per la anormale po- sizione (fig. 6). Degli stami 2 soli giunsero a completo sviluppo, due rimasero atrofici come nella fig. 5, quindi avemmo 4 stami anzichè 6. Nel quarto fiore nulla di anormale se non con pezzo perigoniale esterno ridotto ad una sola metà (fig. 8) con solco nettarifero poco sviluppato ed una breve appendice libera per metà nella parte mancante. Il quinto fiore si svolse normalmente e di questo poi ne dirò la causa. Tepali esterni Pig. €. Il sesto od ultimo mentre era perfettamente sviluppato nelle sue parti interne, un pezzo perigoniale esterno (fig. 9) ridotto ad una metà e dell’ altra metà non avevasi e be una ristretta lamina più sviluppata superiormente ed addossata l’altra; un altro tepalo interno erasi diviso in due lacinie, due specie di fogliette aderenti fra loro mediante un caldo nettarifero alla base (fig. 11). Dopo che il primo fiore erasi mostrato in quello stato, cercai di rinvenire la causa di tale anorma- lità, per la quale fino dall’anno decorso avevo formulato una qualche idea circa il colpevole; nè del tutto credo di avere errato. Un piccolo Ortottero, a tutti noto, anche negli anni scorsi, ho rinvenuto nel Lilium, e specialmente prima che i fiori abbiano raggiunto il loro completo sviluppo; è questo per me che doveva accusar- si; infatti la Worficula auricularia passeggia 101 senza posa sui bocci del Lilium onde cercare un’ apertura, attratta forse dall’ odore che emana; e quando inutilmente, esplorate le varie parti, si accorge che la sua brama non può esser appagata, l’ ho veduta fermarsi, generalmente alla base dei tepali, e rodere finchè non è riuscita a penetrarvi, quasi sfidando chi le precludeva l’accesso, di qui il seguente svi- luppo dei tepali mutilati. E tentai pur anche di allontanare questi animaletti involgendo alcuni fiori in sacchetti di velo e questi fiori infatti si svolsero normalmente, come av- venne del quinto della pianta suddetta ; in un altro, ancora giovane, racchiusi due 'orficole e dopo pochi giorni il fiore si apri con i tepali in parte divorati e pure per metà due foglie dello stelo, vidi là dentro le Forficole passeggiare tranquillamente soffermandosi ora qua ora là sui nettari, avendo divorato in parte anche un lobo dell’ ovario. Non so però se debbano incolparsi anche alcune Cocciniglie che spesso si rinvengono su queste piante, ma io sono per credere che il maggior danno debba attribuirsi alla sud- detta Forficola, che ho riscontrata pure nei fiori dell’ Hemerocallis flava, di alcune specie di Canna, in qualche fiore, più raramente, di Pentstemon e di Oenothera, di Tropeolum, di Papaver, ma in special modo nei fiori molto profumati e prima che si sieno completamente sviluppati, come in alcune varietà di Rose coltivate, anzi di queste spessissimo ho rinve- nuto i petali rosicchiati. Concludendo, io sono per credere che le mostruosità osservate in molti fiori debbano essere provocate da questo Ortottero che cerca là il cibo, ed impedito qualche volta di penetrare dove la brama di un cibo migliore lo attira, finisce per divorare quelle parti che gli sono d’ impedimento. Pisa, R. Istituto Botanico 20 Agosto 1903. MANNA ANTONIO NEVIANI Materiali per una bibliografia italiana DEGLI STUDI SUI BRIOZOI VIVENTI E FOSSILI dal 1800 al 1900 (continuazione) 101. — Neviani Ant, — Contribuzione alla conoscenza dei Briozoi fossili italiani. — Briozoi postpliocenici del sottosuolo di Livorno. Bol. Soc. Geol. Ital. , vol. X, p. 99, lav. IV. Roma 1891. (p. 110) Serupocellaria elliptica Rss, (p. 111) Caberea Boriî Aud., t. IV, f. 1. (p. 112) Cellaria fistulosa Linn, (p. 114) Membranipora reticulum Linn.; M. annulus Mnz,; var. explanata IAVAGR Oo I VAgisedo i (p. 117) Microporella ciliata Linn, (p. 118) Chorizopora Brongniartii Aud, (p. 120) Porina borealis BK,, t. IV, £. 4-5; P. columnaris Mnz, (p. 122) Lepralia adpressa Bk.; L. foliacea El, et Soll, dae CIA 102 p. 124) Porella undulata Rss. sp. p. 124) Escharoides pertusa M. Edw,; E. monilifera M. Edw, - 126) Smittia Landsborowii John, t. IV, f. 6; S. Adae n. sp. t. IV, f. 7. . 128) Retepora cellulosa Linn,, t. IV, f. 8. . 129) Cellepora tubigera Bk.; ramulosa Linn, i. IV, f. 9-12. . 130) Cupularia canariensis Bk, p. 131) Crisia Hornesii Rss, t. IV, f. 13; €. elongata M, Edw., C. fistu- losa HIl.,, C. De Stefani n. sp. t. IV, f. 14-16. {p. 136) Idmonea atlantica Forb.. t. IV, f. 17, 18; I. vibicata Mnz., ; I. pseu- dodistica Hag,, t. IV, f. 19; /. Targionii n. sp. t. IV, f. 20. (p. 139) Zilisparsa varians Rss,, t. IV, f. 21, F. Delvauxii Perg., t. IV, f. 2928, (p. 141) Pustulopora Smittii Perg., t. IV, f. 24. Entalophora proboscidea M. Edw., t. IV, f. 25; E. D' Anconae n. sp., (RIVARA 26278 (p. 144) Diastopora latomarginatu D' Orb. Mesenieripora Eudesiana M. Edw. (p. 145) Hornera frondiculata Lk. (p. 146) Frondipora Marsilii Michl, (p. 147) Ceriopora globulus Rss, (continua) Di SS ( ( ( (p (p (p ( INVENZIONI E SCOPERTE Macchina per sbucciare le patate — Il signor Blache di Valance-sur Rhòme ha fab- bricato una nuova macchina per sbucciare le patate : essa, denominata dall'inventore La Par- mentiera, sì compone di un recipiente tronco conico posante sopra un trepiedi e foderata inter- namente da lamine flessibili e resistenti. Ha un fondo mobile anch’ esso rivestito di lamine, dal quale si eleva un asse verticale che riceve i] movimento da un altro orizzontale a manovella e da un ingranaggio ad angolo. Una piccola porta sul davanti dell'apparecchio serve per l’estra- zione dei prodotti. Un cannello mena nell’ interno l’acqua ad un piccolo fondo traforato con fori divergenti dove le patate si lavano al momento dell’ operazione. L'acqua lava i tubeti - facili- tando la loro scorticazione - e trascina i pomi sul fondo mobile dal quale poi escono. La quantità di prodotto che esce da questa macchina è da 200 a 300 hg. per ora. Come si vede, questa nuova macchina, permette di compiere in brevissimo tempo, un’ operazione che generalmente esige molto tempo e l’impiego faticoso della mano. Il telefono senza fili mediante l’acetilene. I fisici tedeschi Clausen e von Bronck hanno presentato all’ Accademia delle Scienze uno speciale e perfezionato apparecchio di loro inven- zione nel quale è utilizzata la luce acetilene per influenzare a parecchi chilometri di distanza, la placchetta di selenio dell’ apparecchio ricevitore e così stabilire una comunicazione. Al trasmettitore le vibrazioni del portavoce sono amplificate da un microsono e trasmesse a un apparecchio telefonico sensibile pure alle variazioni della potenza luminosa del becco ad ace- tilene. I raggi luminosi sono regolati sulla direzione del ricevitore per mezzo di una lente comune, L’ apparecchio ricevitore è munito di un grande riflettore parabolico iu metallo e nel suo mezzo 103 è adattata la piccola placca di selenio. Il potere conduttore della elettricità è proporzionale alla quantità di luce ricevuta e così tutte le variazioni della luce emesse sono fissate dal selenio, il quale essendo intercalato da un attacco telefonico, produce la suoneria di chiamata mettendo in azione -l’ apparecchio ricevitore che resta pronto a ricevere le comunicazioni dell’ apparecchio trasmettitore. Questo nuovissimo sistema di telefono senza fili sarà messo in pratica e, da quanto ci si as- sicura, la spesa d'impianto è assai piccola. (Progresso). Vetri da microscopio. Lo Spallanzani riferisce che in Svezia si è trovato il modo di fabbricare vetri contenenti una determinata quantità di fosforo e cloro, ottenendosi così una ec- cezionale trasparenza e lucentezza che li rende ottimi per lenti acromatiche e da mieroscopio, presentando un potere ottico 500 volte superiore a quello delle lenti attuali. Un surrogato al celluloide. Un olandese, certo Knipers, è riuscito a fabbricare un pro- dotto analogo al celluloide, utilizzando la polpa delle patate, un acido e la glicerina. Questa nuo- va sostanza imita perfettamente l’ avorio. INSEGNAMENTI PRATICI = IS! Per purificare l’ aria nelle stanze chiuse. Specialmente in casa di ammalati, per cui non si può purificare l’aria delle stanze aprendo le finestre, si potrà ottenere lo stesso risul tato con una miscela a parti uguali, di una soluzione di perossido di barite e di permanganato di potassa, che si lascierà in un vaso aperto nel locale da purificare. Questa miscela sviluppa l’ ossigeno necessario per la purificazione e l’ aereazione dei locali chiusi. Un getto d’acqua luminoso. Succede molte volte che negli incendi il getto non è diretto sul punto più infiammato o dove l’azione dell’acqua sarebba più necessaria, perchè il fumo, il buio e la distanza non permettono al manovratore del tubo di distinguere ove convenga dirigere il getto. Ora la Società Verstfalia di Gehsenkirchen ha fabbricato uno spruzzo speciale, che a 30 em. dal foro d'uscita dell’acqua lascia uscire degli sprazzi luminosi, che sono quindi una guida. sicura per la dirigibilità del getto. Il meccanismo con il quale si accende il becco è sem- plicissimo: basta premere un cordone che scorre lungo il tub o, ed il coniatto da esso determi- nato genera la luce. ; Modo di ripulire le cornici dorate. Anzitutto per preservare le cornici dorate, ed ogni doratura in genere, dal sudiciume che vi lasciano le mosche, bisogna umettarle con olio di lauro. Le cornici dorate si puliscono poi benissimo, ritornando lucenti, nel seguente semplicissimo modo: lavandole leggermente con una piccola spugna inumidita nell’ alcool o nell’ essenza di tremen- tina. Occorre poi lasciarle seccare senza asciugarle. Come si può sopprimere il fumo dalle officine. Una scoperta è stata fatta ultima- mente a Londra. Si tratta di mescolare al carbone una certa quantità di salnitro, la quale com- pleta la combustione del carbon fossile; in tal maniera si raggiungerebbe lo scopo di sopprimere nelle grandi città il fumo derivante dalle officine. Gli esperimenti fatti pare che siano riusciti a dare un buon risultato. Per rendersi approssimativamente conto della purezza d’un solfato di rame Se ne scioglie qualche cristallo in un bicchiere d'acqua pura e limpida. Alla soluzione viene ag- giunto un po’ di latre di calce, e si osserva poco dopo il precipitato. Se di un dlew cielo è indi- zio che il solfato di rame è puro: se di un bleu ruggine il solfato contiene del ferro; se di un bianco sporco contiene dello zinco. Così il Moniteur vinicole. 104 RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all'’Ammin:strazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. 79. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi, Siena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix flammea), Rondinî di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus aurìitus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus .marginatus). 80. Il Prof. Napoleone Passerini, Direttore dell’ Istituto Agrario di Scandicci (Firenze), acquista a pronta cassa buone specie di rettili ed anfibi dell’antico continente, purchè di habitat garantito. Offre anche in cambio buone specie d’ Italia e delle isole annesse. 81. Collezione generale paleontologica di 4000. specie di tutti i piani geologici per Li- re 3000 franca alla stazione di Modena. Per richieste rivolgersi al Dott. Fr. Coppi in Modena, Villa S. Agnese N. 243. 82. Si cederebbe la collezione completa degli Almanacchi igienici del Prof. Mantegazza, com- prendente 38 annate (1866-1903), alcune delle quali non si trovano più in commercio. 83. Si cedono i primi tre volumi della Y/ora Europae di Michele Gandoger. Opera litografata, edita nel 1883 o 1884. ? 84. La Ditta S. Brogi - Siena ha disponibili esemplari vivi di Natria Cetti cha cede a L. 25 l’ uno. 85. Carlo Fenizia prof. del R. Istituto Tecnico di Modica, desìdera cambiare con qualche opera di biologia e filosofia naturale il III. Vol. delle opere filosofiche di R. Ardigò, contenente: La mo- rale dei positivisti. Relatività della logica umana « La coscienza vecchia e le idee nuove: Empirismo e scienza. » 86. Costantini Alessandro si è trasferito in Modena — Strada Pioppa N. 18 — Si occupa sempre della fauna Lepidotterologica locale e prega vivamente i cultori di questo studio a volerlo onorare della loro corrispondenza intesa a facilitare le comunicazioni e gli scambi di materiale. (0.0) I . Chi volesse cedere le flore italiane del Parlatore, Gussone ecc., è pregato farne offerta all'Ing. Camillo Camperio - Milano, Corso Porta Vittoria, 13. 88. Si cedono le seguenti opere del valore complessivo di 180 Lire, ed assolutamente nuove: « S. Canestrini. Evoluzione, Teoria dell’ evoluzione. - Ratzel. Razze umane, 3 vol. - Bacche L'uomo, 2 vol. - Kerner, Vita delle Piante, 2 vol. - Darwin, Viaggio di un naturalista; Le Orchi- dee; Piante rampicanti; Piante insettivore. — Dirigere offerte al Cav. Gaetano Guida, Porticî » 89. Si cede una bellissima collezione di circa 1200 specìe di coleotteri italiani esattamente determinate e classificate con l'indicazione delle località. È È contenuta parte in dieci telai (55X70) a fondo di torba rinchiusi in baule a chiusura erme- tica, parte in venticinque cassette a doppio fondo rinchiuse in apposito armadietto di legno d' abeto. Per trattative rivolgersi alla Ditta S. Brogi — Siena. 90. Il prof. Alessandro Mascarini di Ascoli Piceno fa cambii in oggetti di Storia naturale, ed in special modo è disposto a cedere Conchiglie ben determinate e Fossili, verso Minerali e Rocce dei principali giacimenti italiani. Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri E. BOZZINI, gerente responsabile Ag sla d COLLEZIONI per l'insegnamento della storia naturale secondo i programmi governativi, (continuazione) Metamorfosi delle rane dall’ uovo alla rana perfetta; 5 esemplari posti su cristallo e con- servati in vaso smerigliato lire 2. UOVA di Rana e Rospo (IL) lire 0,25. SCHELETRI COMPLETI MONTATI da lire 3 a 5. SCHELETRI SCOMPOSTI e parti di scheletro sciolte o sistemate in appositi quadri. SISTEMA MUSCOLARE. Preparazioni da lire 1 a 20. SISTEMA NERVOSO. Preparazioni da lire la 5. SISTEMA DIGERENTE. Preparazioni da lire: 0,50 a 2. SISTEMA CIRCOLATORIO. Preparazioni da lire 1 a 50. SISTEMA RESPIRATORIO. Trachea e polmoni, preparati a secco da lire l a 5. ‘eg Collezione composta di 6 anfibi, 1 scheletro, 1 apparato digerente, l apparato respiratorio, 5 esemplari fra uova e girini lire 40. PESCI (Pisces) Si possono fornire tanto montate a secco che conservate in liquidi, le specie che ordinaria- mente si trovano nei mari e nelle acque dolci d'° Italia e varie specie esotiche. Storione (Acipenser) lire 5 a 15 (IL) lire 2 a 10. - Sogliola (Solea) lire 4 a 10 (L) lire 0,50 a 2. Lasca o sanguinerola (Phoxî2us) (IL) lire 0,50 a 1. - Ghiozzo {Gobzus) (L) lire 0,50 a 1. Pescì rossi, dorati ecc. (Cyprinus) lire 5 a 10 (L) - Muggine (Muge) lire 4 a 10 (L) lire 1 a 4. lire 1 a 3. - Trota (Trutta) lire 4 a 10 (L) lire 1 a 3. Spinarolo (Acarthias) lire 4 a 10 (L) lire 1 a 7. - Luccio (Ewos) lire 4 a 15 (L) lire 1 a 5. Pesce martello (Sphyrna 3igaena Lin.) lire l5.a 30 - Rondinella (Ewocoetus) lire 5 a 15 (L) lire 1 a 4. Pesce cane (Galeus Lin.) lire 10 a 50. - Reina (Cyprinus) lire 4 a 10 (L) lire 2 a 5. Palombo (Mustelus) lire 4 a 10 (L) lire 2 a 10. - Barbo (Barbus) lire 2 a 4 (IL) lire 0,50 a 3. Gattuccio (Scyllium) lire 4 a 10 (IL) lire 1 a 5. - Tinca (Tirca) lire 3 a 8 (L) lire 1 a 3. Pesce sega (Przstis) sole difese lire 2 a 10. - Sardina (A/osa) lire 2 a 5 (L) lire 0,50 a 4. Squadro (Squazina) lire 4 a 10 (IL) lire 1 a 10. - Aringa (Clupea) lire 4 a 10 (L) lire 1 a 3. Torpedine (Zorpedo) lire 4 a 10 (IL) lire 1 a 4. - Acciuga (Engraulis) lire 3 a © (L) lire 0,50 a 1. Razza (Raja e Dasybatis) lire 5a 20 (L) lire 2a 10. - Cavalluccio (Hippocampus) lire 0,50 a 1,50 (L) Pesce persico (Perca) lire 4a 10(L) lire 1 a 3. - lire 0,50 a 1,00. Triglia (Mullus) lire 4 a 10 (L) lire 0,50 a 2. - Ostragione trigono (Ostraczon) lire 2 a 3. Dentice (Dentex) lire 5 a 15 (L) lire 2 a 5. - Pesce ago (Syagnathus)lire 1a 2(L) lire 0,50 21. Capone (Trigla) lire 4 a 10 (L) lire 2 a 4. - Spinarello (Gasterosteus) (IL) lire 0,50 Pesce rondine (Dactylopterus) lire 5 a 12 (L) - Boldrò (Zophius) (L) lire I a 8. lire 2 a 4. - Anguilla (ArguzZa) lire 3 a 10 (LL) lire 0,50 a 3. Pesce S. Pietro (Zeus) lire 4 a 15 (L) lire 1 a 3. - Grongo (Corger) lire 3 a 10 (L) 0,50 a 5. Pesce Spada (Xzphias) lire 25 a 50. - Vipera di mare(Ophisurus)lire 5a 10(L)lire 2 a5. Nasello o Merluzzo (Merlucius) lire 4 a 10 (L) - Murena (Muraena) lire 5 a 15 (L) lire 2 a 10. lire 1 a 3. - Lampreda (Petromyzon) lire 5 a 15 (L) lire 2a 10. Rombo (Rhombo e Rhomboidichthys) lire 4 a 10 - Anfiosso (Ampziowus) lire 0,50 a 1. (L) lire 0,50 a 10. - Scazzone (Cottus) (IL) lire 1 a 2. UOVA da lire 0,50 a 2. ; SCHELETRI completi montati, tanto ossei che cartilaginei da lire 2 a 30. SHELETRI SCOMPOSTI e partì di scheletro sciolte o sistemate in appositi quadri. CRANI da lire 1 a 10. SISTEMA MUSCOLARE E SISTEMA NERVOSO. Preparazioni da L. 2 a 20. SISTEMA DIGERENTE. Preparazioni da lire 2 a 10. SISTEMA CIRCOLATORIO e SISTEMA RESPIRATORIO. Preparazioni da lire 2 a 20. Esemplari di denti, pinne ed epidermide da lire 0,10 a 2. eg Collezione composta di 10 pesci di diversi ordini, 1 scheletro, l apparato digerente, l ap- parato respiratorio (branchie), varie uova, lire 60. i MOLLUSCHI (Mollusca) Cephalopoda conservati in liquidi lire 0,50 - Lamellibranchiata conservati in liquidi li- a 20. N. © sp. lire ]0. - re 0,20 a 2. N. 10 di 5 sp. lire 3. Heteropoda idem lire 1 a 15. N. 5 sp. lire 10 - Pteropoda idem lire l a 5. N. 5 sp. lire 7. Gasteropoda idem lire 0,20 a 10. N. 10 di © sp. lire 5. mep- COLLEZIONI di 150(50 sp.) conchiglie terrestri e fluviatili L. 12,00 Per ib calle mbar « 150. « « marine < 10,00 E co e « 150 « « fossili « 10,00 \ * Mo « 300(100 sp.) « (assortite) < 20,00 ; = \ Preparazioni zootomiche sui molluschi tanto a secco che conservate in liquidi. \ Conchiglie sezionate per lo studio delle parti interne lire 0,20 a 5. J INSETTI (Insecta) \ Collezioni per uso scolastico \ Coleoptera N. 100 di 60 specie L. 12 - Nevroptera N. 15 di 10 specie L. 6 | Lepidoptera « 70 « 40° « « 15 - Ortoptera « 12-« 10 « <« 6 il | Hymenoptera « 40 « 25. « « 12 - Rhyncota 0 ) i Diptera <« 40 « 25 « « 12 - Hemiptera j € Tore 40 $ « 12 UOVA, LARVE, CRISALIDI, NIDI ecc. lire 0,10 a lire 1,00. Dep- Collezione di 209 insetti italiani di oltre 150 specie lire 50, comprese le cassette apposite con cristallo sul coperchio. Peg Collezioni di 100 insetti di oltre 60 specie del Brasile, Barberia, China, Giappone, Messico, | Giava, Colombia ecc. lire 40. i Mes Mille insetti ‘assortiti e sistemati in apposite cassette lire 300. li Per collezioni più numerose i prezzi sono da combinarsi. L' ape e-i suoi lavori, monografia in lò esemplari lire 5. Il baco da seta e le sue metamorfosi, monografia in 20 esemplari lire 10. Piccola collezione di preparati sull’ anatomia del baco da seta, con iniezioni e conservati in alcool su lastrine di vetro lire 3,50 per preparazione. Preparazioni microscopiche. Insetti microscopici (Phillossera e parassiti in genere) larve, uova, ninfe ecc. parti e sezioni d’ insetti. "| Preparazioni diverse a secco e conservate in liquidi. MILLEPIEDI (Mifiapoda) Scolopendra, Iulus, ione Scutigera ecc. dato a secco che in liquidi lire 0,20 a lire 1,50 | Deg- Collezione di 5 miriapodiì lire 5. | ARACNIDI (Aracnoidea) | Scorpioni, Tarantole, Ragni diversi, Zecche, Acari, ecc. tanto a secco che in liquidi da | lire:0, 10 a 1. Scorpione d’ Africa (Buthus afer Lin. e B. tunetanus) lunghi fino a 10 e più centimetri, pre- parati a secco da lire 1,50 a 8. Nidi, uova, tele ecc. lire 0,10 a 1. Mep Collezione di 15 aracnidi lire 10. CROSTACEI (Crustacea) | Cirripedia: Balanus, Dichelaspis, Lepas lire 0,50 a lire 3 (L) lire 1 a 3. | Gopepoda: Anomalocera, Lichomolgus, Sapphirina, lire 0,50 a lire 3 (L) lire 1 a 3, Stomatopoda: Squilla lire 1 a 3 (L) lire 1 a 2. | Macrura: Alpheus, Astacus, Callionassa, Diogenes, Eupagurus, Homarus, Nika, Pali. | Palaemon, Palinurus, ScyUarus, lire 1 a 20 (IL) lire 0,50 a 10. | Brachyura: Apus, Calappa, Carcinus, Cypris, RANA: Telphusa, Homola, Ilià, Lambrus, | Maja, Portumus, Xantho lire 0,50 a 6 (IL) lire 0,50 a 6. Î Sai FPPRIPOSR, Ampelisca, Caprella, Gammarus, Lisyanax. Phrorina, Proto lire 2 a 3 (L) | ire la2. | Isopoda: Ancepus, Bopyrus, Cimothoa, Idothea, Nerocila lire 1 a 2 (L) 0,50 a lire 1,50. Î Pantopoda: Ammothea, Clotenia, Phoxichilus lire 1 .a 5 (LL) lire 0,50 a 2. e Collezione di 20 crostacei di diverse specie lire 40. Dermascheletri, uova e preparazioni zootomiche con e senza iniezioni. (continua) Conto corrente con la posta ANNO XXIII BOLLETTINO DEL NATURALIS Collettore, Allevatore, Coltivatore, Heelimatatore Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L. 3. Per gli Stati della unione postale L.3,50.Altri Stati L. 4 Scienza e pratica Istruzione e diletto | PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale dì Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali el al Giornale ornitologico italiano C Per facilitare gli scambi e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i professori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. S Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Richieste e offerte ecc. ecc. (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principalmente quelli nominati nella copertina della Rivista Italiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via B. Peruzzi 28,eda tutti gli utfici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. __L’abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoliseparati costano cent. 30 perogni 16 pag. ditesto, Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano èî manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. l per 12 numeri e L. 6il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. _ Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite ne) Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc.; fare offerte e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. Le inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- sare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non sì ha diritto di pubbl 3 i avo] ta però i = ne viene accordata l: Penso. IR scritti che contengono uvvzs2 di acquisto 0di vendita, o che possono servire di reclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati chehanno già pagato l’ab. bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta 3a non è espressamente richiesta dall’ abbonato. I. amministrazione s'incarica di rappresentare gliab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti etfettuati pagare un compenso da combinarsi. La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioni in proposito. 1 manoscritti non pub- blicati possono essere ritirati dagli autori proprie spese Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fascicolo, ne sarà loro, possibilmente, inviata un'altra copia gratis. purchè la richiedano entro l’ annata in corso; altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento. [nserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L 1, per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano IL. l ogni? centim. di spazio occu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. ù Sì annunziano le pubblicazioni ricevute e sì fa speciale menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplarì Tutti î pagamenti devono essere anticipati. Chi desirad3 sl risposta unisca i francobolli necessari, o scriva in c-ar ——_-atanacgcatà, (continuazione) ei‘ M.Ame.«e+-o SR a Catalogo N.° 68 cAmulla i precedenti che portavano i Ni 33, 43 e 49) Clorite . +. Cloroammonio . Cloroschisto . Cobaltina . Cobalto Cock oo #Conglomer. calc. Corindone. \Corniola 5 « lucidata . Conzeranite . Coiunnia . Covellina . Criptolite Crisocolla Crisolito . Crisopraso Cristianite Crocidolite Cromite Cromocra. Cuoio di monte. Cuprite Datolite Dauyna Delvauxite Dendridi . Desmina . Diabase . Diaforite . Diallaggio Diallogite. Diamante . Diaspro o < lucidato . Diopside Diorite Distene Dolomite . Dopplerite Eliotropio #*Ematite Embolite . Emerilite. Enargite . *Epidoto Erubescite Essonite Eteromorfite Eufotide , Burite . Fassaite Ferro spatico Fillade tegolare Fiorite . . . Flogopite . #Fluorina . Folgorite . Fonolite . Fosforite . Fosforocalcite Fosgenite. Gadolite Galena Clinocoro . daL.1,00a « cochiglif. AA AC A A AR A AR 92 A A A‘ A Que Ss Omo o-ouvo- e (o) coNSSutcsToS Ol It rOoOoONovron sTatatuto RAI Ta RSS SCeEssstren NARA Seno JT « lavorata o nr-_ Mo 5° - Pol D5- coco ovioiutoiogntodiootglDO [IX] ARA AAA AAA AAA A A AAA AA AAA AA AA AA AA A A ARA A dA A A AA AR A A AA On Ur nooo s Galmei . . daL. Ganga Gastaldite Guarnierite . Geiserite . Giacinto . Giada verde e rosea Giaietto Giobertite Gismondina . Glaucofane Glauconite Gothite Grafite . Granito Granitello Granato Granalite. Gres. + Grossularia . Hackettina Halite. . . Halotrichite . Hauerite . Hausmannite Hauyna Herscellite Heulandite Hinnite . Humboldite . Humboltina . Talite Talomite Tamesonite *Idrocrasia Tdrozincite Ilmenite . Ilvaite Ipersteno . Itacolumite . Kalinite Kenebelite Kermes Labradorite . . Lagonite . . . Lapilli vulcanici Lapislazzuli . Larderellite . Laterite . *Lava Lavagna . Lazulite . Leadillite *Legnì bituminosi « pìetrificati Lepidocrochite . Lepidolite Leucite Lherzolite Liebenerite . Lignite *Limonite . . Litantrace Lumachella . Magnesite Magnetite *Malachite de ut moovo ISTAT S O UU MOOD -WOo Meo AA CRA CA A RA A A A (©) TO) ©) A CIS DO MK] Mmvo vo oo wr SIO/S-or=-ois=io (Ol VICINE AREE ovo’ UO SP _ SO _SO SO _ DOO oO--oo- 005 -_ OSSO yu woo Tuoro Oruto S OT Ut DI Lo To OOO 0 OTO TO 9 ooo oUuovo doo di AA AA AAA A A AAA AA A A AA A AAA A AA A A A A A A AA AR AAA oinoizàzioio>elaelelo) (OLI (©) Manganese . da L. 0,15 a 1,00 Manganite Manganoidrocrasio« 1,00 Marcassita Marcellina Marmatite #*#Marmo *Melanite . Melanoflogite Melanterite . Menaccanite Meneghinite Menilite . Mercurio . Meroxeno Mesitina . Mesolite . Mesotipo . Meteorite *Mica Miemite Millerite . Minio + Mirmetese Molassa Molibdenite . Monete del Diavolo < « Montecatinite Montmorillonite Moscovite Nafta . Natrolite . Nefelina . Nefrite 5 Nichelgimnite . Occhio di gattolav. *Ocra . Ofiolite Offretite . Ofite . *Oligìsto Oligoclasio Olivenite . Omfancite *Onice . *Opale « di fuoco « iridescente. « nobile Orneblenda . Orosei Orpimento #Ortose . Ossidiana bianca, nera e variegata Otrelite Ozocherite Pargasite . Panchina. Peridoto . Perlite Perofskite Petalite b Phillipsite . Picnite Pieroanalcime 3 Pl vw (9]î °° gmvoocouroo dolo Ca) ISTSESRSSISSISIORISSZA Oto I-_UIMPuaiui_—a vu vo do coso (Mv) DO DI omonimo nivot oculo. too UO AA AAA A A A A AA A A A AA A A AA A AA A ALA A A A A A A A A AR AA A AA A AAA SENE TOO eloelol-izi-lizi-oi=Ic) DO 5 [OI Anno XXIII N, 10 I5 Ottobre 1903 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali el al Giornale Ornitologico italiano Abbon, annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L. 4, SOMMARIO De Angelis d’ Ossat dott Gioacchino. Cenno necrologico di Filippo Keller Pag. 105. Cipolla Francesco. Gli Spari contro la Grandine. Pag. 107. Neviani dott. prof. Antonio. Materiali per una bibliografia degli studi sui Briozoi viventi e fossili dal 1800 al 1900. (cont.) Pag. 109. Comunicazioni. Pag. 113. — Notiziario Pag. 114. — Invenzioni e scoperte. Pag. 116. — Insegnamenti pratici Pag. 117. — Tavola necrologica. Pag. 119 — Richieste e offerte (gratis agli abbonati) Pag. 120. bi | Filippo Keller Filippo Keller nacque a Norimberga nel gennaio del 1830. Conseguì la lau- rea in matematica nel 1854. Si recò a Roma ove lavorò negli Istituti diretti dal Padre Angelo Secchi e dal Volpicelli, in seguito fu nominato assistente alla cat- tedra di Fisica matematica dell’ Università di Roma. Poco dopo il Blaserna lo ebbe ‘assistente nella Fisica sperimentale. Finalmente ottenne l’incarico dell’ inse- gnamerto della fisica sperimentale per gli studenti di Farmacia di Roma; disim- pegnò tale incarico sino alla sua morte, avvenuta in Roma il 19 maggio 1903. Quantunque, per sola modestia, non volesse mai iscriversi socio di qual- siasi società di Naturalisti, pure va ricordato alla famiglia naturalistica, perchè il Keller fra gli studiosi della Natura vantava moltissimi ammiratori, non pochi amici affettuosi e parecchi discepoli dilettissimi. Gli studî poi del. compianto Keller rientrano quasi tutti nell’ambito delle scienze geologiche. Egli infatti, con ‘col- tura larga e profonda, si occupò di Geografia fisica e specialmente del magne- tismo terrestre e della determinazione della gravità e della densità della -terra. __L’elenco delle pubblicazioni servirà a far conoscere l’importanza delle qui- stioni trattate e la vastità e versatilità della sua coltura. Il Keller proseguì con svi- scerato affetto la scoperta del vero, non risparmiandosi immani e diuturne fatiche per rintracciarlo. Questo fu il fine della sua serena vita. , il Pari all’ingegno albergò il Keller un’ animo elevatissimo e. nobilissimo. Pago dello studio della natura, immolò all’ altare del vero pure il desiderio degli onori, dei danari e dei comodi. Fra le molteplici virtù quella che più rifulge- va in lui era la modestia, necessario distintivo anche del genuino ed intelligente naturalista. 106 Presento all’ammirazione dei giovani la vita operosa e modesta del Keller, spesa solamente allo studio della natura come fine a se stesso, perchè imparino a non farsi sviare dai miraggi di quelle stelle caduche che s’ innalzano nel fosco orizzonte umano senza la scienza e senza molte e nobili virtù! ELENCO DELLE PUBBLICAZIONI PIIN 1859. — Nota sopra alcune proprietà della propagazione della corrente elettrica nei fili telegrafici dedotte dalla teoria di Ohm. Ann. mat. pura ed applic. Roma. n. 5, pag. 305. (Addizione alla nota sopra alcune proprietà ecc.) 1871-72. — Sull’ attrazione del parallelepipedo. Atti R. Accad. Lincei Vol. 25, pag. 317. 1872-73. — Sulle piccole variazioni della direzione delle gravità prodotte dalle maree nelle località situate presso la spiaggia del mare. Atti R. Accad. Lincei Vol. 26 pag. 275. 1872. — Ricerche sull’ attrazione delle montagne con applicazioni numeriche. Parte I. Roma E. Loescher et C.° 1873. — Idem. Part. II. Roma. E. Loescher et C.° 1874-75. — Studi analitici sulla elettrostatica. R. Cim. ser. 2. vol. 12 (1874) pag. 79; 106, 238; vol. 13 (1875) pag. 155. 1876-77. — Sulla direzione della gravità alla stazione Barberini sul Monte Mario. R. Acc. Lincei ser. 3. vol. I, pag. 162. 1877. — Sulla determinazione della componente orizzontale del magnetismo terrestre fatta nella stazione magnetica a San Pietro in Vincoli. Trans. R. Accad. Lincei ser. 3. pag. 213. 1878. — Sulla variazione secolare della declinazione magnetica di Roma. Mem. R. Accad, Lincei, ser. 3, vol. 2, pag. 303. 1878. — Misure della componente orizzontale del Magnetismo terrestre eseguite in alcune località dei dintorni di Roma. Mem. R. Accad. Lincei Ser. 3, vol. 2, pag. 577. 1879. — La variazione secolare della declinazione magnetica in Roma. Trans. R. Accad. Lincei Ser. 3. III. 3. pag. 209. 1880. — Risposta ad una osservazione del sig. Ferrari. Trans. R. Ace. Lincei. Ser 3. vol. 4, pag. 212. 1880. — Sulla variazione secolare della declinazione magnetica di Roma: Risposta ad una osservazione del sig. Ferrari. Trans. R. Accad. Lincei. Ser. 3, vol. 4. pag. 118 1881. — Sulla diminuzione della gravità coll’ altezza. Atti R. Acc. Lincei. Ser. 4, vol. 9. pag. 103. 1881. — Ueber eine natiiraliche Briicke in der italienischen provinz Umbria Peterman’s Mitlheil. vol. 27, pag. 329. 1882. — Sopra un ponte naturale dell’ Umbria — La nuova Umbria (Spoleto) Ann. IV, n. 19-20. 1882. — Sul limite altimetrico della coltura della vite negli appennini Abruzzesi, Riv. di Vitic. ed Enol. ital. Conegliano, fasc. 8 e 10. 1884. — Considerazioni sulla misura della componente orizzontale del Magnetismo terrestre con un breve cenno sulle perturbazioni magnetiche locali che si trovano nei dintorni di Roma. Tipog. Salviucci. Roma. 1885. — Sull’ aumento di temperatura prodotto dalla caduta dell’acqua. Rend. R. Acc. Lin- cei. Ser. 4, vol. I. pag. 671. 107 1886. — Sul metodo di Iolly per la determinazione della densità media della terra. Rend. R. Accad. Lincei. Ser. 4, vol. II, 1 sem. pag. 145. 1886. — Sulle rocce magnetiche di Rocca di Papa. R. Accad. Lincei. Ser. 4, vol. 2, 1 sem. pag. 428. 1887. — Sulla deviazione del filo a piombo prodotta dal prosciugamento del lago di Fuci- no. R. Accad. Lincei. Ser. 4, Vol. III, 1 sem. pag. 483. 1888. — Contributo allo studio delle rocce magnetiche dei dintorni di Roma. Nota I. Rend. R. Acc. Lincei. Ser. 4, Vol. IV, 1 sem. pag. 38. 1888. — Idem. Nota II. Ibidem, pag. 325. 1889. — Idem. Nota III Ibidem, Vol. V, 1 sem. pag. 519. 1889. — Riflessioni sopra una esperienza di Boillot concernente la dimostrazione del moto rotatorio della terra. Ibidem. pag. 660. 1890. — Guida itineraria delle principali rocce magnetiche del Lazio. Ibidem, Vol. VI, 2 sem. pag. 17. 1891. — Vergleichenden Uebersicht der verschiedenen Messungsmethoden der mittleren Dichtigkeit der Erde. Niirnberg und Rom. (Traduzione e recensione A. Sella. Rass. Sc. geol. in Italia. Vol, I. 1891). 1892. — Nachgtrigliches zur Abhandlung : Vergleichende Uebersricht der verschiendenen Messungsmethoden der mittleren Dichtigkeit der Erde. Nirnberg u. Rom. 1894. — Risultati di alcune misure relative della intensità orizzontale del magnetismo terrestre eseguite nel 1893, lungo il parallelo di Roma. Roma. Tip. Elzev. 1895. Sull’ intensità orizzontale del magnetismo terrestre nei pressi di Roma. Framm. con- cernente la Geofisica dei pressi di Roma. n. 1. Roma Tip. Elzev. 1896. Sull’ intensità orizzontale del magnetismo terrestre nei pressi di Roma con note che riguardano le condizioni geofisiche delle località esplorate. Frammenti ecc. n. 4 Roma 1897. — Idem. Ibidem n. 6. i 1898. — Ulteriori ricerche sull’ intensità orizzontale del magnetismo terrestre nei pressi di Roma, con note che riguardano le condizioni geofisiche delle località esplorate Framm. n. 8, 1899. — Intensità orizzontale del magnetismo terrestre presso Carsoli ed Orte. Framm. 1900. — Intensità orizzontale del magnetismo terrestre a S. Marinella ed a Magliano Sabino. Framm. n. 10, Spoleto Tip. Ragnoli, G. DE ANGELIS D’ Ossat fin e GLI SPARI CONTRO LA GRANDINE Nella puntata del 15 Agosto anno corr. di questo Bollettino, sotto il titolo come sopra, il sig. A. Neviani riferisce un importante articoletto di Rachel Sé- verin, comparso nel Journal d’ Agricolture et d’ Horticolture de la Gironde, 15 Juin 1903, nel quale si dà altissima lode al testàè defunto Prof. Luigi Bom- bicci, che per primo propose di fulminare i nembi per scongiurare i danni della grandine, a mezzo di bombe. Lo scritto in parola mi offre opportunità di ricordare come il tentativo di rompere i nembi sia molto antico. -108 Nelle Effemeridi letterarie di Roma, tomo IX 1822 (1) G. Leopardi dava conto dell’ edizione delle opere di Filone giudeo, testo armeno con versione latina del pi Aucher: Philonis Iudaei sermones tres — actenus inediti — I. et II. de Providentia; et ITI de Animalibus — ex armena versione antiquis- sima ‘ab ipso originali textu graeco ad verbum stricte exequuta, nunc primum in latinum fideliter translati per P. Io. Baptistam Aucher Ancyranum mona- chum armenum et doctorem mechitaristam. i Leopardi, parlando dei due trattati intorno alla Provvidenza, dice, che non offrono niente, che sia degno d'attenzione; sono cose comuni, comunissime. Un libro moderno, fatto a questa maniera, non avrebbe valore nessuno; ma « ne” libri antichi può bene accadere che l’ utilità non sia molta, ma di rado avviene che manchi affatto. » E ciò perchè « la lontananza de’ tempi fa, che moltissime cose dette dagli scrittori antichi, le quali riuscivano ordinarissime e comunissime al tempo loro, riescono ignotissime e novissime al nostro secolo. E spesso da minime particelle di scrittori antichi, o non divulgate per l’ addietro 0 non bene conosciute, si ritraggono improvvise conoscenze, che giovano alla’ storia del- l’antichità e dell’uomo antico, e quindi alla scienza generale della natura umana; e talvolta accrescono eziandio notabilmente ed avanzano questa o quella disciplina o pratica o speculativa ». i E adduce due esempi: « Il primo si legge a pag. 18 e 19 ed è questo: Ecce etiam ili qui non sunt imperiti agricolturae, quum frumentum in terram immittunt, si vi- derint atram tempestatem în aere impendentem, aggrediunitur aerem flagellis verberare ; nec eius causa id agunt, qui dolore minime afficitur, sed industri studio nocivas semini res in aere discurrentes repellere volunt.. Neque tamen eos insipienles dicimus, ut qui aerem ad servanda pemina. torquerent. Sap- piamo che i naviganti oggidì, sopravvenendo la tempesta, sogliono a .colpi di cannone provarsi di scacciarla o dissolverla, rompendo l’aria, e massimamente ne’ casi di quelle meteore che si chiamano trombe o sifoni. Ma che gli antichi agricoltori al medesimo effetto venissero agitando l’aria con flagelli :o. verghe, non lo scrive nè Palladio nè Columella; sebbene l’ uno e l’altro insegnano parec- chi rimedj contro la tempesta: e non mi sovviene d’averlo letto ‘appresso veruno autore. Certo è che questa pratica non era superstiziosa, come la più gran parte di quelle mentovate in questo proposito da Columella e da Palladio; ma prove- niva da qualche osservazione rustica, della quale i fisici avranno che ragionare. » Il pronto ingegno di Leopardi intravvide l’ interesse, che avrebbe potuto avere questa notizia nel tempo avvenire. Ed ecco : il tempo è venuto, oggi che la quistione degli spari contro la grandine è d'attualità. Verona, 6 settembre 1903 i FRANCESCO CIPOLLA | (1) Nel volume Stud? filologici di Giacomo Leopardi, Firenze, Felice Le Monnier, 1845: che è il III° delle Opere. 109 ANTONIO NEVIANI Materiali per una bibliografia italiana DEGLI STUDI Sin >RIIOZOITTVIMENTTEOERCE OSS TIT dal 1800 al 1900 (continuazione) 101 bis. — Neviani Ant. — Sullo studio di alcuni briozoi fossili pliocenici di Li- vorno. Boll. Soc. Geol. Ital., vol. X, pag. 19. Roma 1891. È una nota preventiva della monografia innanzi citata. Malaugurafamente, non fu concesso all’ A. di correggere neppure una bozza, cosicchè incorsero gravi errori dei quali egli nel successivo lavoro declinò ogni responsabilità. 102. — Trabucco Giacomo. — Sulla vera posizione del calcare di Acqui (Alto Monferrato). Studio geo-paleontologico (pag. 1-28) con tav. Firenze, tip. Cenni- niana, 1891. (Pag. 10) Dai fossili delle formazioni langhiane superiori : Lunulites intermedia Mcht, (p. 24) fra i fossili del calcare d’ Acqui, si nota: Terebripora Archiaci Fisch, osservata sulla faccia interna della valva inferiore di Pecten solarium. 103. — Trabucco G. — Sul Cucumites Carpenetensis delle marne Elveziane di Carpeneto (Alto Monferrato). Attî Soc. Lig. Sc. nat., anno II vol. II (1891); Ge nova, pag. 1-18 (estr.), tav. VII. (Pag: 5) Dalle marne arenaceo:minacee elveziane Cellaria. fistulosa Linn, Cellepora globularis Bronn: (p. 6) Dalle sabbie gialle intercalate colle marne Eschara porosa M, Edw, 104. — Waters A, W. — North-Italian bryozoa-Chilostomata. Quart. Journ. Geol. Soc. ; vol. XLVII, pag. 1; febbraio 1891. Sono 66 le specie descritte ed illustrate in questa monografia, provenienti dai ter- reni bartoniani delle località Val di Loute, Montecchio Maggiore, Brendola, Ferrara di Monte Baldo, Ronzo, Grosaro, Priabona, Malo e Novezzina. (Pag. 5)? Catenaria tenerrima (Rss.), t. I, f, fl. Catenicella septenirionalis n. sp., t.I, f. 1-8; C. continua n. sp., t. I, f. 9, 10. (p. 6) Serupocellaria elliptica (Rss.), t. I, f. 16, 17; S. gracilis Rss f. 12, 138; S. brendolensis n. Sp. t. I, f. 14, 15; S. Montecchiensis n. Spe plate O ZA > 110 (p. 7) Baciridium Hagenowi Rss., t. 1, f. 18, 19. Cellaria Reussi d' Orh, (p. 9) Onychocella angulosa (Rss.), t. I, f. 20. (p. 10) Vibracella n. &. (p. 11) a trapezoidea (Bss.), t. I, f. 23. Membranipora macrostoma (Rss.); M. tenutrostris Hks,, M. Dumerilii (Aud.), t. II, f. 4; M. Rosselii (Aud.), t. II, f. 1,2; M. patellaria (Moll.); M. ap- pendiculata (Rss.); M. Hookeri Haime, (p. 13) Micropora coriacea (Esp.), t. II, f. 9; M. polysticha (Rss.), t. II fig. 7; M. parallela (Rss.), t. IL, f. 8; M. articulata n. sp., t. II, f. 5, 6; M. cuccullata (Rss.). (p. 16) Cribrilina radiata (Moll); C. chelys Kosch., t. IL, f. 10; C. crena- timargo (Rss.),. (p. 17) Monoporella sparsipora (Rss.), t. II, f. 11. Lepralia subchartacea (d'Arch.), t. II, f. 12; L. semilaevis (Rss.); L. bisulca (Rss.), t. II, f. 16-18, t. III, f. 1; Z. nodulifera (Rss), t. II, f. 13-14; L. impressa (Rss.), t. II, f. 15; £. excentrica Rss., L? syringopora (Rss.), t. III, f. 2-4; L.? bericensis n. sp. t. IIL f. 18; ZL. Lontinensis n. sp. , t. III, f. 3. (p. 21) Smittia coccinea (Abild.), t. IMI, f. 8; var. alifera (Rss.), t. IIL f. 7; S. Landsborovii (John.), var. cheilopora Rss, t. III, f. 12; S. porrigens (Rss.), t. III, f. 9; S. erarata (Rss), t. III, f. 6. (p. 23) Porella imbricata (Rss.), t. III, f. 16, 17; P. marsupium M. Gill., var. porifera Hks., t. III, f. 13. Rhamphostomella brendolensis n. sp., t. II, f. 10, 11. (p. 24) Porina (?) coronata (Rss.), t, IV, f. 1-5,15; P.? duplicata (Rss.), t. III, f. 14; P.? papillosa (Rss.), t. III, f. 19; P.? bioculata n. sp. t. II, f. 13. (p. 27) Schizoporella Hoernesi (Rss), t. IV, f. 8; S. squamoidea (Rss), ; S. unicornis (John.); S. serrulata (Rss.); S. Omboni (Gott.); S. phymatopora (Rss.) ; S. Schreibersi (Rss.); S. ternata (Rss.), t. IV, f. 11, 12. (p. 29) Fedora excelsa (Kosch.), t. IV, f. 6. Retepora tuberculata Rss., R. etegans Rss., t. V, f. 9, 10. (p. 30) Cellepora proteiformis Rss., t. IV, f. 13-14; C. oligostigma Rss. ; C. pertusa Smitt. (p. 31) Stichoporina simplex Koschn,. t. IV, f. 16-18. Batopora multiradiata Rss, (fig. nel testo); B.? Stoliczkai Rss, Lunulites quadrata Rss, [Nella seconda parte di questa memoria (1892), l’ A. aggiunge in appendice : Microporella distoma Bk. (v. n. 110)]. 105. — Cortese E. e Sabatini V. — Descrizione geologico-petrografica delle isole Eolie. Vol. III della Mem. descritt. d. carta geol. d’ Italia. Pag. I-XII, 1-130 ; Roma 1892. (Pag. 34) AI Palmeto nell’isola Lipari, nel calcare compatto fra i tufi subacquei del quaternario recente : 3 111 Retepora cellulosa Linn, (pag. 65) viene riportata la stessa specie della medesima località. 106. — Di Rovasenda Luigi. — I fossili di Gassino. Boll. Soc. Geol. Ital., vol. XI. Roma 1892. (Pag. 420) dal bartoniano: Cupularia ? conoidea n. sp. (p. 422) Ceriopora simplex Mchtt,, C. ramosa mihi. Defrancia fungiculus mihi; D. convexa mihi; D. turris mihi. Hornera, Lepralia, Fasciculipora, Berenicea, Cuputaria, ed altri generi. [Delle nuove specie del Di Rovasenda, nessuna è figurata, e solo la C. conoidea è descritta; ma essa è la comunissima Batopora rosula Rss]. 107. — Di Stefano G. e Viola C. — L'età dei tufi calcarei di Matera e di Gra- vina e il sottopiano Materino M. E. — Boll. Com. Geol. Ital., vol. XXIII 2.° fase. p. 125-149; Roma 1892. (pag. 129) Dai tufi pliocenici di Matera. Retepora cellulosa Linn, sp. (p. 133) Dai tufi della Vaglia e Trasano. Eschara cervicornis Lk.; Retepora cellulosa L,; Hornera frondiculata Lmx, (p. 139) Dalle sabbie ed argille sabbiose della collina di S. Girolamo. Eschara cervicornis Gml,; Retepora cellulosa Linn. sp. 108. — Patroni Carlo. — Intorno all’ età degli strati a lamellibranchi e ad echi- nidi di Baselice in prov. di Benevento. Boll. Soc. Geol. Ital. , vol. XI. Roma 1892. (pag. 676) Nell’ arenaria miocenica di Baselice, trovasi : Lepralia pyriformis S. Wood, 109. — Tellini Achille. — Descrizione geologica della tavoletta « Majano » nel Friuli. Dul giornale « In Alto » Anno III, n. 2, 3 e 4. Udine 1892, pag. 1-61 (estr.), con tavole di sezioni. (pag. 31) Dalle marne argillose azzurrastre mioceniche (elveziane) tra Casiacco e C. Dant. Cupularia umbellata Defr, 110. — Waters A. W. — North-Italiam Bryozoa. Part. II, Cyclostomata. Quart. Journ. Geol. Soc., vol. XLVITI, p. 153; May 1892. È la seconda parte della monografia pubblicata nell’ anno precedente (v. n. 104); le località sono le medesime. (pag. 154) Crisia subaequalis (Rss.), Diastopora tenuis (Rss.) ; D. suborbicularis (Hks,) ; brendolensis n. sp., (LISA. (p. 156) /dmonea concava (Rss.), !. reticulata (Rss.), t. III, f. 10. (p. 157) Filisparsa varians (Rss), F. astalis? (Mnz.). Entalophora raripora (d'Orb.); E. pulchella (wss.), t. III, f. 12; E. tenuissima (Rss), (p. 159) Hornera concatenata (Rss.) ; H. serrata Rss, (non d’ Orb., non Mngh.); t..III, f. 11; #. asperula (Rss.), t. II, f. 7; H. frondiculata (Lmx.). (p. 160) Crassohornera arbuscola (Rss.) t. III, £. 5, 6. (p. 161) Stomatopora major (John.). Pavotubigera flabellata (d’ Orb.). Defrancea brendolensis n. sp., t. INI, f. 2-4. Lichenopora hispida (Flem.), L.? inerustans n. sp., t. INI, f. 8, 9. (p. 162) Meteropora subreticulata (Rss.). 111. — Busatti L. — Appunti stratigrafici e paleontologici sopra Vallebiaia, comune di Fauglia in provincia di Pisa. Atti Soc. Tosc. Sc. Nat., vol. XII; Pisa 1893. (pag. 81) Dal. pliocene superiore di Vallebiaia Biflustra delicatula Busk, Lepralia violaca (1) Johnst. Membranipora nolostoma (2) S. Wood, ; M. Savartii Aud. 112. — Neviani Ant. — Seconda contribuzione alla conoscenza dei briozoi fossili italiani. — La collezione dei briozoi pliocenici di Castrocaro illustrata dal dott. Angelo Manzoni. Boll. Soc. Geol. Ital. , vol. XII, pag. 109-136. Roma 1893. Questa revisione fu fatta direttamente sopra gli esemplari studiati dallo stesso Manzoni e conservati nel museo geologico dell’ Istituto superiore di Firenze (v. questa bibl. al num. 34). La lista delle specie viene così modificata : (Pag. 113) Aetea anguina Hks.; A. recta Hks,; A. castrocarensis Mnz, sp. (p. 114) Hippothoa flagellum Mnz,; H. divaricata Lmx, Terebripora Archiaci Fisch, Scrupocellaria elliptica Rss (p; 115) Membranipora Savartii Aud, ; M. aperta Bk,; M. irregularis d’Orb.; M. Dumerlii Aud, sp.; M. Rosseliî Aud, sp.; M. trifolium S. Wood; M. anù- lus Mnz, (p. 117) Onychocella angulosa Rss. sp. Micropora impressa Moll sp.; M. holostoma S. Wood sp.: M. bi- dens Hag. sp. (p. 118) Cellaria fistulosa Linn. sp. Retepora sp. Cribrilina radiata Moll sp.; var. vascula Maz. ; C. figularis Jhon. sp. (p. 119) Microporella Malusii Aud. sp.; M. ciliata Pall, sp. ; var. puneturata Muz.; M. violacea John. sp.; var. plagiopora Bk.; M. schizoguster Rss. sp.; M. decorata Rss, sp.; M. polystomella Rss. Sp. (1) leggi: violacea. (2) leggi: Rolostoma. tu. 113 (p. 121) Monoporella disjuneta Mnz. sp. (p. 122) Lepralia foliacea Lk. sp. ; L. depressa Bk.; L.? micans Mnz.; L.? ingens Mnz. (p. 123) Chorizopora Brongniartii Aud, sp. Anarthropora monodon Bk, sp. (p. 124) Zagenipora minuta Norm. sp. ; var. tuba Mnz. sp. Porina colunnaris Mnz. sp.; P Sedwickii M. Edw. (p. 125) Smittia reticulata Bk, sp.; var. systolostoma Mnz. sp.; S. cucullata Bk. sp.; S marionensis Bk, sp.; S. Reussiana Bk. sp. ; S. cervicornis Lk. sp. (p. 126) Mueronella coccinea John sp.; var. resupinata Muz. sp. ; var. ful- gurans Muz. sp. ; var. strenuis Muz. sp.; M. venusta Eichw. (p. 128) Schizoporella unicornis John, sp.; S. linearis Hass, sp.; S. sangqui- nea Norm. sp.; S. vulgaris Moll sp.; S. obvia Mnz. sp.; S. biaperta Michl. sp.; S. planata Mnz. sp.; S. squamoidea Rss. sp.; S. castrocarensis Muz. sp. (p. 130) Myriozoum truncatum Pallas. Mastygophora Dutertrei Aud, sp.; M. Hyndmannii John. sp. (p. 131) Cellepora coronopus S. Wood ; €. costata M. Gill.; C. Costazii Sav.; C. ramulosa Linn. (p. 132) Cupularia umbellata Defr. Urisia Hornesii Rss. (continua) COMUNICAZIONI 77,0 ==sesa Ancora sui cristalli di Giallume. — Nei N. 6-7 Anno LXV del Giornale della R. Ac- cademia di Medicina di Torino, in una Comunicazione preventiva fatta dal prof. E. Perroncito si legge quanto segue : io Si osservano inoltre (nelle feci di un fornaciaio di anni 50 circa), piuttosto numerosi, « dei microsporidi poliedrici identici a quelli causa del giallume dei bachi (Microsporidium po- « lyedricum, Bolle) vale a dire dei corpuscoli poliedrici a faccette esagonali del diametro per lo « più di 3-4-5 x, che nel baco da seta si trovano numerosissimi a produrre il così detto giallume. < Ed a proposito di questi stessi elementi nel baco da seta debbo notare come essi si trovino tal- « volta, sebbene in scarso numero, nei bachi che non presentano nessun sintomo del giallume. « Questo fatto comproverebbe come i microsporidi Bonetti siano degli elementi parassitari « analoghi ai corpuscoli oscillanti del Cornalia », Nella Rivista di Min. e Cristall. Italiana (1) a pag. 81-91 del Vol. XIV (1894), io ho pubblicato un diffuso lavoro sui cristalli di Giallume. Dopo quasi 0. anni la notizia di tale lavoro non è giun- ta al prof. Perroncito! Dei cristalli dopo 10 anni o meglio — se si tien conto che il Verson nella Sericoltura Austriaca fin dal 1873 aveva riconosciuta la natura cristallina del Giallume — dopo un quarto di secolo, che sono noti, possono essere scambiati con dei microsporidi ! Padova 1903. R. PANEBIANCO. (1) Vedi anche Bollettino Mensile di Bachicoltura (Febbraio 1895). Padova. IAA 114 NOTIZIARIO Nutrizione artificiale delle piante. Il Dr. Albert S. Voods, della regione di patologia nel dipartimento dell’ agricoltura agli Stati Uniti d’ America, si occupa di un interessante esperimento di piantagione. Le piante vengono coltivate nella sabbia sterilizzata e vien loro somministrato il necessario nu- trimento sotto forma di miscela potassica, ferro, azoto, fosforo, ecc., la quale viene, ad epoche de- terminate, aggiunta al suolo addizionata di 500 parti di acqua e diversamente dosata a seconda della condizione delle piante. Le piante vengono poi irrigate con acqua bollita e filtrata. Il fine proposto è quello di stabilire, con questo metodo di nutrizione, quali sono gli elementi nutritivi più importanti ed in quale misura debbono essere somministrati per riuscire profittevoli alle piantagioni. Pianta industriale nel Napoletano. Un botanico di Napoli, ha riscontrato che nel ter- ritorio verso Pozzuoli cresce abbondante, nei terreni più sterili e scoperti, sulle rupi più aride e soleggiate, una graminacea di grandi dimensioni, che forma grossi cespi con numerose foglie arcuate in fuori, lunghe sovente fin quasi un metro. Tale pianta, coltivata nell' Africa settentrionale, Algeria e Tripolitania, è spedita in Inghilterra, sotto il nome di Ha/pha, per essere utilizzata nella fab- bricazione di carta di lusso o di tessuti grossolani, ma resistenti — come stuoie e tappeti da terra — che possono rivaleggiare con quelli tanto rinomati di cocco e specialmente per la fabbricazione di cordami da navi, da reti ecc., assai robusti in causa delle sue fibre tenacissime. Il prezzo raggiunto dalla pianta sui mercati africani oscilla dai 20 a 50 franchi al quintale. Occorre studiare, se possa convenire di raccogliere intanto il discreto quantitativo che cresce spontaneo presso Pozzuoli e va perduto, nessuno curandosene. Si veda se sia meglio inviarlo in Inghilterra, approfittando della vicinanza del mare, oppure se più convenga utilizzarlo sul posto, impiantandovi qualche piccolo stabilimento per la sua diretta lavorazione. Giardini galleggianti. Un mezzo originalissimo ed economico, ideato dagl' insegnanti di agricoltura in Russia, e descritto nei Glesnigs, consiste nell’ impiego di giardini galleggianti della lunghezza di parecchi metri. I battelli ad Roc, costruiti in modo da dare un giardino di una certa estensione, sono lanciati all’ epoca del disgelo, e siccome queste stazioni agricole fluttuanti discen- dono lentamente verso climi più dolci, i semi germogliano e maturano presto. Sul ponte v' ha un alloggio grande per i professori incaricati dell’insegnamento ed un altro più piccolo per l’ equi- paggio. Frammezzo i legumi e biade si trovano differenti modelli di arnie, perchè il Governo pone ogni cura per incoraggiare e diffondere anche l’ apicoltura, in altri tempi famosa in Russia, quando l’ idromele era la bevanda nazionale. Il battello discendente sul fiume, si ferma ad ogni villaggio; la campana della chiesa suona e la popolazione adunatasi viene condotta dal Sindaco al podere galleggiante, ove i professori dànno spiegazioni sulle diverse culture, rispondono a tutte le domande dei contadini e spesso consegnano semenze ai più intraprendenti. Questi battelli sono un eccellente mezzo per divulgare in Russia i nuovi metodi di coltivazione. I grandi fiumi scor- renti verso sud, attraversano ricche contrade agricole, ed hanno le loro sorgenti nelle grandi foreste del Nord e dell’ Est della Russia. É là dove si costruiscono i grandi battelli ed incomin- ciano il loro corso coll’ accrescersi delle acque in primavera, ed alla fine della stagione il legno di questa specie di chiatta è venduto nelle contrade prive di alberi, dove il legno è caro. Questa usanza non è però possibile che in Russia. I’ albero dei viaggiatori. Il Journal di Parigi scrive: « Un albero specialmente estivo è l'albero dei viaggiatori, d' un genere tutt’ affatto caratteristico e che cresce al Madagascar. Non ha generalmente che 24 foglie, ma foglie sul serio, di metri 1,8 a due di lunghezza e l a 1,8 di larghezza — veri ombrelli. — Il lato più interessante e pratico della pianta è che sotto ogni foglia tro- vasi una specie di urna o di tasca che contiene circa un litro di acqua fresca e pura: dunque 24 litri d' eccellente acqua per ogni albero! ». Albero ideale! 1)5 La pesca delle sardelle in Bretagna. — Anche quest'anno la pesca delle sardelle in Bretagna si annunzia male e si teme di vedere rinnovata la carestia dell’anno scorso. Non si crede però alla scomparsa definitiva delle sardelle dalle coste bretoni, ma si è notato che, quando la temperatura dell’acqua è inferiore ai 12 centigradi, questo pesce resta al fondo. I freddi prolun- gati della primavera sarebbero quindi la causa della rarità del pesce; però, siccome la tempera- tura si è molto elevata, si spera ancora che la fine della campagna non sarà così desolante come l’ esordio. Le formiche mielifere — Al Messico esiste una specie di questi imenotteri che produce il miele. In questa specie, Myrmecocystas Mexicanus, non tutti gli individui lavorano indistinta- mente alla secrezione del miele: in essa si osservano tre classi distinte: la prima formata di ope- raie destinate a fabbricare il nido, esse sono nere e più grosse delle altre; la seconda classe è formata dalle portatrici e sono quelle che vanno a prendere i materiali raccolti nei depositi del nido dalle prime e li portano a quelle della terza classe dette fattricî del miele che stanno nel centro del nido a sessanta od ottanta centimetri sotto terra. Queste sono dello stesso colore delle precedenti, bruno chiaro, e ad esse rassomigliano nella testa e nelle membra, ma il loro addome è venti volte più grosso del restante del corpo, ciò che obbliga questi animali ad una immobilità assoluta sopra di una specie di tappeto fatto dalle operaie con fibre vegetali intralciate minuta- mente. ; Questi insetti, nella loro gioventù, sono come gli altri, ma col riposo forzato e coll’età il loro ventre s’ingrossa e diventa un sacco di miele. Questo prodotto è ricercatissimo e viene servito senz’ al- tra preparazione. Un cannone grandinifugo colossale — A Montorso Vicentino è sorto di recente un cannone colossale addirittura mostruoso, crediamo il più grande che esista. Ed è sorto per opera di un apostolo indefesso degli spari contro la grandine: il Cav. Petronio Veronese sindaco di Arzi- gnano : è alto 13 metri e mezzo: pesa 2200 kg.; la camera di esplosione misura in altezza metri 3,25 e la tromba metri 10,75. Viene caricato a gas acetilene e l'esplosione produce un sibilo che sì ode oltre a 10 km. di distanza e che dura più di un minuto primo. Per ogni colpo di cannone occorre un chilo di carburo, che produce lo stesso effetto dello scoppio di 4 chili di polvere pirica mentre non costa che 32 centesimi. Annessa al cannone è una capanna robusta che accoglie il guardiano ed i diversi gasometri per lo sviluppo del gas. Stando in questa, l' artigliere carica l’ apparecchio e, mediante un tubo d’ e- missione e la manovra di una manovella, spara il numero di colpi che crede necessario a sventare le minaccie delle nubi promettitrici di grandinate rovinose. Questo imponente cannone monstre fu costrutto in parte a Brescia, Concorso per Borse di studio per tirocinio presso le Cattedre ambulanti di agricoltura. È aperto per l’anno 1904 il concorso per 6 borse di studio di lire 1000 ciascuna, con l’ag- giunta di lire 200, quale sussidio per escursioni, visite ecc., presso le Cattedre ambulanti di agri- coltura di Ascoli-Piceno, Ancona, Treviso, Campobasso, Reggio Calabria e Verona. Tali borse saranno conferite per titoli ai laureati in scienze agrarie nell’ultimo triennio (1901- 1902-1903) negli Istituti agrari superiori del Regno. I candidati dovranno presentare al Ministero (Direzione generale dell'agricoltura) le loro do- mande in carta bollata da lire 1, entro il 15 Novembre 1903. Alle domande dovranno unirsi il diploma di laurea con i punti conseguiti negli esami durante l’intero corso dell'Istituto, nonchè i certificati di buona condotta e d'immunità penale di data recente. Il pagamento di dette borse, della complessiva somma di lire 7200, sarà a carico del bilancio di questo Ministero, come dispone il regio decreto 3 aprile 1902. L'assegno di lire 1000 sarà corrisposto in 12 rate mensili, di cui la prima alla fine di gen- naio 1904, mediante presentazione del certificato di prestato servizio rilasciato dal direttore della Cattedra, Ea 116 Il sussidio di lire 200 sarà pagato su richiesta del direttore della Cattedra non prima del se- sto mese di servizio. Il presente decreto sarà registrato alla Corte dei conti. Roma, 30 settembre 1903. Il Ministro ; G. BACCELLI Concorso al posto di professore straordinario di zoologia generale ed agraria . nella Scuola superiore di agricoltura di Portici. E aperto il concorso per titoli ad un posto di professore straordinario nella Scuola superiore di Agricoltura di Portici, per l' insegnamento della zoologia generale ed agraria, con lo stipendio annuo di L. 3000. Le domarde di ammissione al concorso (in carta bollata da L. 1,20) dovranno pervenire al Ministero d' agricoltura, industria e commercio (Direzione generale dell'agricoltura) non più tardi del 31 Ottobre 1903, contenere l' indicazione della dimora del concorrente, ed essere corredate di questi documenti : a) Titoli ed opere stampate (da inviarsi almeno in triplice esemplare) dimostranti la cultura scientifica e la carriera percorsa nell’ insegnamento; b) Atto dì nascita legalizzato; c) Attestato di cittadinanza italiana; d) Attestato di immunità penale (non anteriore al 31 luglio 1903). e) Attestato di adempimento all’ obbligo della leva militare. f) Laurea d’ Università, o d’ Istituto superiore. I concorrenti, che prestano servizio in Istituti governativi, sono dispensati dalla presentazione dei documenti indicati con le lettere c, d, e. Ai professori di nuova nomina delle Scuole superiori di agricoltura saranno applicate le norme legislative, che in ordine alle pensioni sì stabiliranno in sostituzione di quelle ora vigenti, INVENZIONI CORIO Apparecchio di sicurezza peri treni. — Questo nuovo apparecchio elettromagnetico di sicurezza per la circolazione dei treni, è già impiantato tra le stazioni di Como-Borghi e Ca- merlata. Questa nuova invenzione è dovuta al professore Saveni Zinaro genovese. L’ apparecchio consiste nel sistema di interruttori multipli, posti in maniera da funzionare al segnale, della partenza per verificare se la linea ferroviaria è in condizioni normali e le due stazioni hanno prese le disposizioni, l'una per far partire, l’ altra per ricevere il treno. Il risultato degli esperimenti fu ottimo e la commissione incaricata di esaminare il nuovo ap- parecchio rimase pienamente soddisfatta. La corazza afferra proiettili Benedetti — Questa nuova corazza risulta di un prepa- rato, di cui l'inventore tiene segreta la composizione, che neutralizza del tutto la violenza delle armi da taglio e da fuoco, risparmiando contemporaneamente ognì scossa alla persona che ne è munita e contro la quale viene lanciato il proiettile. Furono fatti in Roma importanti esperimenti alla presenza di notabilità scientifiche e tutti dettero ottimi risultati; si osservò infatti che pugnali, coltelli ed armi da taglio in genere vibrate, contro questa corazza, sì piegavano e contorcevano senza intaccarla. «però, si deve vedere a quale costo essa sì ottiene. Non meno notevole fu il risultato ottenuto con gli ‘esercizi. di tiro, eseguiti con rivoltelle d'ordinanza militare; esercizi fra i quali destò sopratutto impressione quello fatto tirando contro un cavallo vivo sul cui fianco era stata adattata la pettina : l’animale non sentì evidentemente alcuna scossa e i proiettili, nel battere contro la corazza, si deformarono, si insaccarono, ma non riuscirono ad attraversarla. Sappiamo che il Benedetti sta ora studiando il modo di dare alla sua corazza una maggiore flessibilità: se a questo egli giungerà, la sua. bella invenzione potrà avere senza dubbio un’ appli- cazione pratica molto larga. Un nuovo fonografo Edison. — Si tratta, come annunzia lo stesso Edison, di un fonografo commerciale: di una macchina capace di raccogliere sotto dettatura e di trascrivere le deposizioni dei testimoni innanzi al tribunale. Con un paio di tali macchine, una per raccogliere e l’altra per trascrivere, un impiegato può fare il lavoro che ora fanno otto impiegati. (Progresso) Il fonografo sarebbe destinato a sostituire gli stenografi. Per l’ utilizzazione dell’ azoto atmosferico. Un’ importante scoperta. — La so- cietà Liemens et Holshe di Berlino, a mezzo del calore enorme che può essere sviluppato dai forni elettrici, ha prodotto l'azoto tolto dall’ atmosfera formando il cyanamido di calcio o azoto calce. Non havvi chi non comprenda l’importanza della scoperta, conoscendo come i giacimenti di ni- trato di soda del Chilì vanno esaurendosi ; questo nuovo prodotto allo stato di purità contiene il 35 °/o d'azoto, forma dei cristalli bianchi solubili nell’acqua e trattandolo con gli acidi si ottiene del dicyanamido dosante 67°/, di azoto. $ Facendo passare direttamente nel forno elettrico l'azoto gassoso attraverso calce e carbone, sì ottiene il cyanamido di calcio, che trattato col vapore acqueo si decompone e l'azoto che vi è racchiuso sì trasforma in ammoniaca. La produzione si capisce che può essere illimitata potendosi utilizzare l' azoto atmosferico; Giorn, R. Comm. d° Agricoltura e Pastorizia. Le malattie dei Gamberi. — Nella Morning Post di Londra si legge, che i recenti studii Lacteriologici della facoltà medica all” Università americana Cornell, hanno fatto la scoperta di una nuova teoria. I professori americani credono doversi la malattia non alla presenza di bacteri, ma alla composizione chimica del sangue e che ogni tessuto dell’ animale leso da questo fenomeno, ha ‘la ‘facoltà di produrre î sintomi specifici del male. Al:contrario il Prof. Kellig della Società medica di Dresda crede che la peste dei gamberi sia conseguenza della presenza di cellule d’ animali in- feriori che, date circostanze speciali, si moltiplicano nell’ animale. La profilassi, secondo lo scien- ziato tedesco, dovrebbe scartare certi animali inferiori (come insetti, chiocciole, ecc.) dalla nutrizione e aver cura d' allontanare i gamberi da quelle acque, che sono intorbidate da detriti industriali. Farina di pesce come alimento. — In Norvegia fanno tutto il possibile per trovare il modo di conservare a lungo i prodotti del paese e venderli all’ estero. La pesca rappresenta una delle principali industrie norvegesi, e specialmente dì estate, vi sono enormi quantità di pesce a prezzo assai basso. Un inventore ha trovato il modo di disseccare. prontamente questa quantità di pesce e ridurla indi in polvere. Il prodotto ottenuto viene denominato farina di pesce. Il conservarla e spedirla riesce assai facile. Ha un grande valore nutritivo. Ecco creato un nuovo ramo d' industria, dal quale si trarranno enormi benefici, utilizzando nella stagione estiva le enormi quantità di pesce pescato, e non atto a trasportarsi all’ interno. INSEGNAMENTI PRATICI Tiago Per rendere per molto tempo inalterabile e resistente l’impagliatura dei fiaschi e delle damigiane. — Il Dott. Kulisch della Scuola di Colmar consiglia dì trattare 118 detto involucro con un bagno in una soluzione acquosa di solfato di rame al 4 0jg. In questa so- luzione, fiaschi e damigiane dovrebbero restare da 2 a 5 giorni. Così il Giornale vinicolo italiano. Contro le vespe che danneggiano le uve. — Se il vespaio è in terra, a sera, vi sì versa pel buco in cui si apre, un bicchiere di solfuro di carbonio (operare senza lumi perchè que- sta sostanza è molto infiammabile), si chiude bene il vespaio con terra bagnata, e le vespe riman- gono tutte prontamente asfissiate. Se il vespaio è attaccato ai muri, ai pergolati, ai cespugli, se sì può, di sera, si abbrucia con una vampata di petrolio: e se non si può, sì provi questo sistema indicato recentemente dal Re- veil Agricole: sì mette presso il vespaio, o sospeso in modo conveniente vicino ad esso, un piatto contenente acqua e un leggero strato di olio comune, sia pure irrancidito o cattivo : le vespe uscendo dal nido si dibattono un po', poi cadono nell'olio. Chi lo scrive al citato giornale dice che in 15 giorni tutte le vespe dei vespai ai quali applicò il metodo vennero distrutte. Pomidori conservati sott'acqua salata. — (Da? Giornale d' Agric. della Domenica) Ecco un modo semplicissimo ed economico di conservare i pomidori freschi per I’ inverno. Si pratica così: si prendono i pomidori maturi e si lasciano col loro gambo. Si ripongono delicatamente in barattoli di cristallo o di terra cotta possibilmente chiusi a smeriglio. Ripieno il vaso si aggiunge acqua salata al t0 Org cioè 10 litri d’acqua per ogni chilo- grammo di sale. L'acqua deve ricoprire interamente i pomidori. Ciò fatto si chiude più ermeticamente che sia possibile e si ripone in sito fresco. I caffè adulterati — È stato escogitato un muovo mezzo per sofisticare i caffè torrefatti; esso è a base di polvere di sughero abbrustolita. Per riconoscere l’adulterazione suaccennata si bollono 10 grammi del caffè sospetto in 50 cg. d'acqua con acido cloridrico. Si versa la decozione in un bicchiere. La polvere di caffè andrà a fonde, quella di sughero resterà a galla. Rabenatura chimica dei vetri. (Ricettario domestico Ing. Ghersi). — Si fa una so- luzione concentrata di solfato di zinco in acqua leggermente gommata e si stende sui vetri delle finestre, vetrine, vetrate, ecc., in una giornata molto fredda di inverno. Cinque minuti dopo essi saranno coperti di bellissime ramificazioni cristalline, che possono elegantemente sostituire la smerigliatura, Contro il singhiozzo — Un mezzo per far passare il singhiozzo consiste nell’ inghiottire lentamente una cucchiaiata di zucchero in polvere ; oppure anche il mezzo più semplice ed a por- tata quotidiana è di inumidire i lobuli delle orecchie con acqua od anche saliva. Chi scrive può assicurare che: quest’ ultimo rimedio, se preso all’inizio del singhiozzo, è infallibile. Una bevanda pei cacciatori ed alpinisti — Si confezionino delle tavoletto di limo- nata nel modo seguente: Si faccia una pasta densa con zucchero in polvere e succo di limone e vi si versi un po’ di essenza di limone, si scaldi la pasta fino che diventi fluida e allora sì metta in appositi stampetti dove si rapprenderà, formando altrettante tavolette. Una di queste sciolta in un bicchier di acqua da una buona limonata. Fisionomistica del Cavallo. — Volendo acquistare un cavallo, l'agricoltore deve impiegare attenzione per non essere ingannato dalle lusinghevoli parole dei venditori e mediatori. Farà perciò un esame scrupoloso di tutte le parti degli animali, osservati in riposo ed in azione, cioè al passo, al trotto ed al galoppo; e considererà la loro età e la ràzza a cui appartengono, per precisarne il valore più o meno elevato. Riesce pure di grande importanza che il compratore abbia a conoscere dall’ esteriore il carattere e le qualità degli animali che intende acquistare : cioè la fisionomistica 220 Aia 119 degli equini. A tal uopo vuolsi molta esperienza per poter rilevare le loro qualità interne e le loro inclinazioni, che tanto contribuiscono sul servizio che dovranno prestare. In generale i cavalli sinceri hanno molta attività, gli occhi dolci e come dicesi parlanti, ampie le aperture delle narici, con labbro superiore teso e contratto. I cavalli che dal loro aspetto si mostrano melanconici, riescono per lo più pigri, e questi hanno ordinariamente le orecchie allon- tanate, larghe e pressochè pendenti, gli occhi piccoli, infossati ed uno sguardo languido. I cavalli sospettosi e timidi che facilmente si adombrano, presentano uno sguardo sempre in- certo, fiutando tutti gli oggetti che stanno loro d'intorno; avvicinandosi ad essi pieni di ansietà, dirizzando un orecchio in avanti e l’altro indietro. Infine, i cavalli di carattere maligno e perico- loso hanno uno sguardo incostante e bieco che repentinamente sottraggono da chi si fa ad osser- varli, appoggiando sulla testa le orecchie nell’ istante che si preparano a mettere in esecuzione le loro cattiverie. Contro gli insetti che tormentano gli animali — Specialmente contro i pidocchi dei buoî si usano con vantaggio le frizioni di olio di lino, le quali causano la morte immediata dei pidocchi per asfissia. Restano però ancera le uova, e perciò occorre rinnovare la frizione dopo 7-8 giorni. Non si dovrà frattanto trascurare la rigorosa pulizia della stalla e l’imbiancamento dei muri con latte di calce. I pidocchi delle pecore si fanno scomparire lavando ben bene le pecore con acqua addizionata di un bicchiere di ammoniaca liquida. Per le pulci dei cani si usa della polvere di piretro soffiata fra mezzo il pelo delle bestie o meglio col mantenere puliti i canili e fornire i giacigli di segatura di abete Lotta contro l’ Otiorinco. Diverse specie di Otiorinchi (Othiorrynehus raucus 0. armatus, O. sulcatus ecc.) danneggiano le viti sia allo stato di larva come di insetti. Allo stato di larva o bruco rodono le radici delle viti o delle altre piante che incontrano nel suolo, quando sono insetti rodono le foglie delle viti lasciando solamente le nervature. Questi Otiorinchi sono di aspetto simile ai comuni sigarai, ma due volte più grossi, di color nero e col dorso granuloso. Per combatterli, i mezzi finora che hanno dato buoni risultati, sono i seguenti: a) circondare i ceppi delle viti con borragina o altre erbe. Glì insetti vi si nascondono du- rante il giorno, sicchè un po' di tempo dopo d' averla messa si toglie e si brucia distruggendo così molti animali. b) raccogliere gl'insetti di notte con un ventaglio Falqui o consimili. Si fa costruire un ventaglio circolare a due manichi mobili del diametro di un metro con un foro nel mezzo. Attorno al foro si fa una piccola paratoria perchè gli animali raccolti non sfuggano. Di notte un operaio circonda il ceppo di una vite col ventaglio, un altro con una lampada illumina la vite stessa e la scuote. Gli animali cadono nel ventaglio e allora si raccolgono pre- sto in un sacco o vaso per poi distruggerli. Fatta 1° operazione due notti, siccome gli insetti non volano, ci sì è per quell’ annata liberati dal danno. TAVOLA NECROLOGICA Rizzi Enrico professore titolare di chimica nell’Ist. tecnico di Trapani, ed incaricato di Sc. x Nat. nella scuola tecnica della stessa città è morto il 4 Settembre. TE 120 RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati. Quando non vì è speciale indirizzo, rivolgersi all’Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. 90. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi, Siena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix flammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus marginatus). Ha dispo- nibili esemplari vivi di Natriw cettiî che cede a L. 25 1° uno. 91. Alzona Carlo. S. Stefano, 30 - Bologna - Si occupa della fauna delle caverne. Cerca corrispondenti, offrendo rare forme sotterranee - (Coleotteri, Ortotteri, Ditteri, Miriapodi, Aracnidi, Crostacei, Molluschi, Vermi). 92. Collezione generale paleontologica di 4000 specie di tutti i piani geologici per Li- re 3000 franca alla stazione di Modena. Per richieste rivolgersi al Dott. Fr. Coppi in Modena, Villa S. Agnese N. 243. 93. Si cederebbe la collezione completa degli Almanacchi igienici del Prof. Mantegazza, com- prendente 38 annate (1866-1903), alcune delle quali non si trovano più in commercio. 94. Giulia Cellesi Camollia 10, Siena, cederebbe Coleotteri, Lepidotteri e conchiglie fossili, in cambio di conchiglie viventi, coleotteri, e francobolli per collezione. 95. Luigi Mario Brunelli Cannaregio Venezia, offre in cambio di coleotteri Europei, 1500 specie di coleotteri ben determinate e preparate, ad es. Cicindela riparia, Omophron limbatum, Procerus gigas, Carabus Mageri, Fabricii, Harpalus rufus, Cebrio gigas, Calcophora mariana, Elater sanguineus etc, etc. Desidera acquistare libri serventi alla determinazione dei coleotteri Europei. 96. Carlo Fenizia prof. del R. Istituto Tecnico di Modica, desidera cambiare con qualche opera di biologia e filosofia naturale il III. Vol. delle opere filosofiche di R. Ardigò, contenente: La mo- rale dei positivisti. Relatività della logica umana « La coscienza vecchia e le idee nuove: Empirismo e scienza. » 97. Costantini Alessandro si è trasferito in Modena — Strada Pioppa N. 18 — Si occupa sempre della fauna Lepidotterologica locale e prega vivamente i cultori di questo studio a volerlo onorare della loro corrispondenza intesa a facilitare le comunicazioni e gli scambi di materiale. 98. Chi volesse cedere le flore italiane del Parlatore, Gussone ecc., è pregato farne offerta all'Ing. Camillo Camperio - Milano, Corso Porta Vittoria, 13, 99. Si cedono le seguenti opere del valore complessivo di 180 Lire, ed assolutamente nuove: « S. Canestrini. Evoluzione, Teoria dell’ evoluzione. - Ratzel. Razze umane, 3. vol. -. Bacche L'uomo, 2 vol. - Kerner, Vita delle Piante, 2 vol. - Darwin, Viaggio di un naturalista; Le Orchi- dee; Piante rampicanti; Piante insettivore. — Dirigere offerte al Cav. Gaetano Guida, Portici. » 100. Si cede I. Una bellissima collezione di circa 1200 specie di coleotteri italiani esattamente determinate e classificate con l'indicazione delle località, É contenuta parte in dieci telai (55X70) a fondo di torba rinchiusi in baule a chiusura ermetica, parte in venticinque cassette a doppio fon- do rinchiuse in apposito armadietto di legno d'abeto. II. Una raccolta di Cipree sinora la più ricca di specie che si trovi in Italia. Per trattative rivolgersi alla Ditta S. Brogi — Siena. 101. Il prof. Alessandro Mascarini di Ascoli Piceno fa cambii in oggetti di Storia naturale, ed in special modo è disposto a cedere Conchiglie ben determinate e Fossili, verso Minerali e Rocce dei principali giacimenti italiani. Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L, Lazzeri hi. BOZZINI, gerente responsabile RIVISTA ITALIANA DI SPELEOLOGIA A. Bologna, sotto il patronato dell’ On, Senatore prof. Giovanni Capellini, si è costituita una Società di Speleologia italiana diretta dall’ Esimio Sig. Carlo Alzona. Detta Società pubblica una Rivista nella quale sono pubblicati gli Atti della Società, brevi Note originali e Recensioni bibliografiche. La quota sociale annua (per i soci effettivi e corrispondenti) è di L. 5 con diritto di ricevere gratuitamente la Rivista, insieme con le altre eventuali pubblicazioni della Società. Il prezzo d’ abbonamento alla Rivista è di L. 5 annue da inyiarsi al Sig. G. Trebbi, Via Garibaldi 7, Bologna. Un caldo saluto di cuore ed i migliori auguri alla nuova Società Spelcologica italiana che si propone di studiare le nostre cavità sotterranee nei loro molteplici aspetti. Fosfati, Perfosfati e Concimi fosfatici. Fabbricazione ed analisi, per il Dottor ARNALDO Minozzi. Un vol. di pag. xrI-301 con 48 incisioni. — Ulrico Hoepli, editore. Milano 1903. L. 3,50. Il continuo aumento dell’ uso dei concimi fosfatici in agricoltura, rendeva sempre più sensibile la mancanza nella bibliografia italiana di un manuale teorico-pratico che servisse di guida alla loro fabbricazione ed analisi. Con il lavoro del Dottor A. Minozzi questa lacuna viene ad essere colmata. Dopo poche rapide premesse di indole generale, l’ autore passa a considerare i fosfati dal lato geologico e mineralogico, indi commerciale, esponendo inoltre le norme che rego- lano la loro compra-vendita. La fabbricazione di perfosfati, spiegata prima teoricamente, viene poi svolta estesamente, adottando i procedimenti e le macchine già consacrate dalla pratica, pur accennando alle recenti innovazioni. La fabbricazione dell’acido fosforico, dei suoi derivati e delle scorie di defosforazione è pure trattata alquanto diffusamente, e poichè in Italia non si producono queste ultime, l’ autore consiglia le acciaierie italiane di affinare le ghise fosforose con.i forni Martin-Siémes a suola basica, per liberare il paese, almeno in parte, da una-forte spesa di importazione. Dopo avere considerato l’ acido fosforico dal lato chimico, l’ autore espone i migliori metodi del suo dosamento, nelle differenti forme in cui può trovarsi nei concimi fosfatici, indi da le indicazioni necessarie per l’ analisi delle materie prime, e dei prodotti di fab- bricazione dell’ industria dei' concimi. l Per la conduzione dell’ azienda, per l’ esecuzione dei calcoli di fabbricazione, per la manualità dell’ analisi, questo volume diventerà certo un prezioso compagno per il direttore di uno stabilimento e per tutti i chimici analisti: per la grande copia di dati numerici, inerenti all’ industria, riescirà di somma utilità all’ ingegnere, come pure a tutti coloro che si occupano del commercio dei concimi fosfatici. E uscita la 17.3 dispensa del CATALOGO DEI COLEOTTERI D'ITALIA compilato dal ben noto coleotterologo Dott. Stefano Bertolini con la collaborazione di distinti entomologi. Se ne pubblica non meno di una dispensa di 8 pagine al mese, in formato tascabile ( 2 X 8 circa) al prezzo di centesimi 10 la dispensa per l’Italia e cent. 5, per l'estero. Il catalogo è redatto giusta il più moderno sistema, coll’ aggiunta delle nuove specie note fino ad oggi. E utilissimo per regolare le collezioni secondo i più recenti sistemi ed al tempo stesso come ottimo intermediario nelle relazioni di cambio. Fa conoscere il sorprendente numero di specie che vanta la fauna italiana. E tuttora aperto l'abbonamento: Alle prime 10 dispense al prezzo di L. 1 per l’Italia e L. 1,50 per l'estero. Alla intera opera L. 2 per l’Italia e L. 3 per l'estero. Inviare il danaro alla Direzione di. questo periodico. N. B. Facendone richiesta con cartolina doppia, ossia con Cartolina con risposta pagata, se ‘ne invia una dispensa gratis per saggio. Prezzi d' Abbonamento per il 1904 I nuovi abbonati e tutti coloro che pagheranno l’ abbonamento 1904 entro l’ annata corrente, godranno le appresso facilitazioni sui prezzi d’ abbonamento: Con L. 5 saldano l abbonamento al Giornale Ornitologico italiano ed al Bollettino del Naturalista; oppure alla Rivista e Bollettino del Naturalista; e con sole L. 8 sal- dano V abbonamento per tutti e tre è periodici Awicula, Rivista e Bollettino. Premi ai nuovi abbonati Oltre alle riduzioni sui prezzi d’ abbonamento sopraindicate, ogni abbonato, nel rimet- tere direttamente all’ Agenzia di questi Periodici in Siena (Via B. Peruzzi) V importo dell’ abbonamento, potrà domandare uno dei seguenti 3 premi, che sarà sollecitamente ri- messo franco a domicilio : 1.° Un opuscolo a nostra scelta relativo alle Scienze naturali. Indicare se si desidera di sog- getto relativo alla Zoologia, o alla Botanica, o all’ Agricoltura o alla Mineralogia e Geologia. 2.° Cinque specie, a nostra scelta, di minerali, o di rocce in piccoli esemplari, o di quote o di fossili, o di piante secche, o di insetti. 3.0 Una pelle di uccello mosca o di altro uccelletto esotico. Oppure previa richiesta verrà fatta : - Pubblicazione gratuita di avvisi di complessivi 10 versi in colonna. « « per 6 volte della medesima o di diverse domande ed offerte di cambi. Offriamo inoltre indistintamente a tutti coloro che pagano l'abbonamento 1904 entro l’anno 1903: Le annate arretrate dei Periodici « Rivista e Bollettino » insieme, a L. 2.00 per annata; 5 annate L. 8. e per sole L. 17 tutte le 18 annate dal 1885 al tutto il 1992. Le prime sei annate dell’ Avicula per L. 3,50 ciascuna. Tutte e sei per L. 18.00. Si av- verte che fino a tutto il 1896 gli studi e le notizie sugli uccelli, loro caccia ecc. venivano pubbli- cati nei fascicoli della Rivista e del Bollettino, per cui, per quanto riguarda gli uccelli, l° Avicula è come una continuazione ai detti periodici. I) 50 “/, di ribasso sui prezzi di molti scritti relativi alle scienze naturali dei quali mandia- mo gratis il catalogo di ]2 pagine a tutti coloro che ne faranno richiesta. Gratificazioni. — A chi ci procurerà 2 nuovi abbonati da L. 8 ciascuno verranno rilasciate a suo favore L. 2; per 2 nuovi abbonati da L. 5 ciascuno L. 1,50; per 2 nuovi abbonati da L. 3 ciascuno L. 1; che potrà ritenersi inviando all’ Amministrazione - Via Baldassarre Peruzzi, 28 Siena - sole: L. 14, L. 8,50, L. ©. GRATIS - CATALOGHI e Prezzi Correnti presentemente in distribuzione - GRATIS Catalogo N. 38 — Modelli plastici di piante, fiori, funghi, frutti ecc. per l'insegnamento della Botanica. « « 50 — Varietà e mostruosità in uccelli italiani. 3 < « 53 — Arnesi, strumenti, utensili, preservativi, specialità ecc. per la raccolta, studio; preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturala. « « 54 — Mammiferi imbalsamati ed in pelle, scheletri e cranii. « « 55 — Occhi artificiali di ogni genere in vetro e smalto, per animali, uomini, sta- tue, bambole, ecc. < « 56 — Coleotteri europei. « « 57 — Uccelli imbalsamati ed ip pelle. « « 58 — Minerali e Rocce. « « 59 Catalogo con note e prezzo degli animali di tutti gli ordini, scheletri ed altre preparazioni zootomiche, Piante, Minerali, Fossili, Modelli, ecc. ecc., nonché delle Collezioni gia formate per l' insegnamento. L’ Abbonamento è sempre anticipato * È, 2A 2 Conto corrente con la posta se Anno XXIII. N Il CI (S] È & A ® & N È © v BOLLETTINO DEL NATURALIST Gollettore, Allevatore, Coltivatore, Heelimatatore Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3. Per gli Stati della unione postale L.3,50.Altri Stati L, 4 Istruzione e diletto PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali cd al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scambi e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i professori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. _ Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Richieste e offerte ecc. ecc. (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principalmente quelli nominati nella copertina della Rivista Italiano di Scienze Naturali. «x Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. aiogh jp È dt . . Ò . O . . . O n Itre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano sa A È ì PI = Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici.si pubblicain fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag--e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via B. Peruzzi 28,6 da tutti gli uffici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal prinerpio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. I.’ abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tico come rinnovato cai per saggio si spediscono gratis. «Fascicoli separati costano cent. 30 perogni 16 pag.di testo. _<4gli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano î manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono ì loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L.. l per 12 numeri e L.6l cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei moltivantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollellino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc. ; fare offerte e ri- csrche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ece. ecc. Le inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- sare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzio n si ha diritto di pubblicarla gre* È ne viene accordata la ristampd. penso. Dalle inserzioni gratuiteà. i i tt eni 77 | scritti che contengono avv: di acquisto 0di vendita, o c he possono servire di reclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati che lianno già pagato l’ab- bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta ga non è espressamente-richiesta dall’ abbonato, L’? amministrazione s'incarica di rappresentare gliab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso dacombinarsi. i a La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioniin proposito. ] manoscritti non pub- blicati possono essere ritiratidagli autoriaproprie spese Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche tascicolo, ne' sarà loro, possibilmeute, inviata un’altra copia gratis. purchè la richiedano entro l’' annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento, [nserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L_1. per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle posite pagine costano L. l ogni? centim. di spazio occu- ®_ pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si; fanno speciali facilitazioni. : È Si annunziano le pubblicazioni ricevute e pifaapeciale menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplari SITE Sl i = nticipati. Chi desidara sari, o scriva in car- I i i i OFFERTE D'OCCASIONE Vetri porta oggetti da osservazioni e preparazioni microscopiche. Semplici mil- lim. 38 X 76 L. 3 il cento - 26 X 76 L. 2, 50 il cento. Con canti smerigliati millim. 26 X 76 L. 5- 38 X 48 L. 4 -18 x 60 L. 3,50 il cento. Con cella di varia grandezza scavata nel centro, iu vetro bianco ed il resto del ve- trino rosso, a prezzi eccezionalmente miti. Dimensioni millim. 69 Xx 30. Assortimento di 15 con celle di varie dimensioni e franchi di porto L. %. Vetrini copri oggetti per preparati microscopici, quadrati, tondi e rettangolari, di diverse grandezze, da L. 1, 50 a L. 5,00 il cento. Assortimento franco L. 10. E uscita la 17.% dispensa del CATALOGO DEI COLEOTTERI D'ITALIA compilato dal ben noto coleotterologo Dott. Stefano Bertolini con la collaborazione di distinti entomologi. Se ne pubblica non meno di una dispensa di 8 pagine al mese, in formato tascabile ( 2 X 8 circa) al prezzo di centesimi 10 la dispensa per l’Italia e cent. © per l'estero. Il catalogo è redatto giusta il più moderno sistema, coll’ aggiunta delle nuove specie note fino ad oggi. È utilissimo per regolare le collezioni secondo i più recenti sistemi ed al tempo stesso come ottimo intermediario nelle relazioni di cambio. Fa conoscere il sorprendente numero di specie che vanta la fauna italiana. È tuttora aperto l’ abbonamento: Alle prime 10 dispense al prezzo di L. 1 per l'Italia e L. 1,50 per l'estero. Alla intera opera L. 2 per l’Italia e L. 3 per l’ estero. Inviare il danaro alla Direzione di questo periodico. N. B. Facendone richiesta con cartolina doppia, ossia con Cartolina con risposta pagata, se ne invia una dispensa gratis per saggio. AVVERTENZA Dopo la pubblicazione della prima dispensa di questo catalogo, una fortu- nata combinazione incoraggiò l’egregio autore ad aggiungere ad ogni sin- gola specie le indicazioni delle località da esse abitate. | L’illustre entomologo barone dott, Lucas v. Hyden accettò, con squisita cor- tesia, di coadiuvare il dott. Bertolini in quest'opera, e di renderla più interes- sante fornendo dati preziosi sulla diffusione dei coleotteri in Italia. A nome nostro, dell’ egregio autore e di tutti gli abbonati, ringraziamo cor- dialmente il distintissimo Sig. Barone dell’efficace suo aiuto. L° EDITORE Anno XXIII N, Il 15 Novembre 1903 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali ed al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l*Italia e por gli uffici postali italiani all’estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L. 4, SOMMARIO Cozzi sac. Carlo. Osservazioni sul Dianthus Seguieri e sull’ Aster Novi-Belgii Pag. 121. Notizie di caccia. Pag. 123. — Invenzioni e scoperte. Pag. 124. — Insegnamenti pra- tici Pag. 125. — Notiziario Pag. 126. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi Pag 127. — Richieste e offerte (gratis agli abbonati) Pag. 128. Raggi Luigi L'epoca di sporificazione delle Protallogame italiane. (Tavola). SAC. CARLO COZZI Osservazioni sul DIANTHUS SEGUIERI e sull’ASTER NOVI-BELGII. o Se al colore, nella sistematica delle piante, si attribuisce sempre, o nella pluralità dei casi almeno, un valore affatto relativo perchè generalmente rico- nosciuto come poco costante, ciò non toglie però che qualche volta invece sia desso un ottimo carattere, valevole benissimo a distinguere non solo varietà da varietà entro i confini di una data specie, ma ancora specie da specie entro quelli di un medesimo genere. La cosa infatti è tanto ovvia da non valer la pena di riferirne qualcuno dai numerosi esempi che pur si potrebbero ricordare a sostegno di questa ve- rità. Tuttavia, siccome spesso succede che nel valutare il valore diagnostico di un qualche carattere, qualunque esso sia, i pareri degli studiosi non vanno sempre ed in tutto d'accordo, ma bene spesso si escludono a vicenda l'un l’altro, così non è a negarsi che il carattere della colorazione dei fiori nel mondo delle piante abbia contribuito pur lui la sua parte ad imbrogliare la già intricatissima si- nonimia ed a creare nuove entità specifiche, che forse non avevano nessun di- ritto di essere. E appunto in merito a tale questione particolare mi piace affermare una prova per non poche osservazioni che da qualche anno a questa parte con- duco su di un garofano nostrale, tanto comune nelle brughiere della fiora lombarda, voglio dire il Dianthus Seguieri, circa il quale non vedo che con- cordino fra di loro le conclusioni dei floristi, in rapporto cioè alle graziose mac- chiette disposte a corona presso alla fauce sulla lamina dei petali. Già anzi nell’anno scorso e precisamente in un mio lavoro presentato alla Società italiana di Scienze naturali, che ha sede nel Museo civico di Milano, 122 quale terzo contributo alla conoscenza della flora locale (Cf. Atti della Società . ecc. vol. XLI. 1902. p. 432) ho creduto opportuno di toccare, benchè di volo, anche questo argomento, sfiorandolo però appena; e ciò per due motivi: in pri- ma perchè spiacevami di scegliere un'opinione che forse col tempo avrei dovuto abbandonare, e secondariamente perchè mi premeva assai di continuare le ricerche in proposito nella primavera seguente e, quel che maggiormente im- portava, con del materiale fresco alla mano. Ed ecco infatti alcuni riflessi critici che mi permetto di fare, lasciando, ben s'intende, ad ognuno la libertà di annettervi quella importanza che si valgono. Sull’ autonomia specifica di questa bella cariofillea, non sembrami intanto il caso di emettere dubbi di sorta, quantunque alcuni, specie fra gli antichi, riten- nero il Dianthus Seguieri per null'altro che una forma di Dianthus Carthusiano- rum ed anche qualche cosa di meno; ma di ciò non mi curo più che tanto. Piuttosto mi sono domandato più volte se a formare l'entità Dianthus Se- guieri, quale è descritta dai botanici, deve concorrere indispensabilmente il carattere sovra ricordato. Credetti orizzontarmi col compulsare diversi autori. Non occorrendo prendere le mosse troppo da lungi taccio del Pollini, del Ber- toloni, del Parlatore e di quelli che ci hanno lasciato flore regionali o provin- ciali e vengo addirittura all’ Arcangeli ed al Fiori. Il primo dei quali alla pagina 305 del suo Compendio della Flora italiana ed. II. (1894) asserisce che i fiori del Dianthus Seguieri sono « rosei con un cerchio di macchie porporine alla fauce » senza curarsi punto di sottolineare in corsivo, come del resto ha fatto molt’altre volte per casi consimili, le parole che accennano alle macchiette alla fauce. Il secondo, vale a dire il prof. Adriano Fiori, nella Flora analitica (vol. I.° p. 377) scrive nella diagnosi di detta specie quanto segue: « lamina dei petali obovato-cuneata, rossa o rosea, spesso macchiettata di porpora o di bianco verso la fauce....» e vi riporta senz’ altro, fra i sinonimi, Dianthus sinensis L. p.p., D. asper W. e D. Carthusianorum AU. Di modo che la conclu- sione ultima alla quale si arriva in seguito all'esame dei passi citati non può es- ser diversamente che questa : che il carattere contemplato non è costante e non essendo costante non può essere assoluto ed essenziale, ma tutto al più un buon carattere concomitante allorquando venga studiato in associazione con altri. Per cui quali saranno le note differenziali che separano il Dianthus Seguieri dalla specie più vicina? Quali di esso potranno chiamarsi caratteri veramente inva- riabili e proprii? Rivedendo a questo.scopo del materiale abbondante ho acqui- stato la persuasione che anzichè una sola esistano confuse sotto lo stesso nome due forme di Dianthus Seguieri assai ben distinte: l'una (tipica) munita delle solite chiazze colorate e variabilissime tanto per intensità che per ordine e di- mensioni fino a mancare affatto; l’altra a fiori solitamente più piccoli, meglio coloriti ed albeggianti alla fauce dei petali. Quest’ ultimo carattere mi sembra anzi quello che ne determina il portamento particolare. Richiamo l' attenzione degli studiosi su ‘questa varietà in quanto che ulteriori esami varranno a meglio patio 123 definire i confini tra essa e la specie tipica. Devo inoltre osservare che la va- rietà, se tale rimarrà per consenso dei botanici, è piuttosto rara e preferisce assai più della specie le località aridissime. Si obbietterà forse che le due forme non sono riconoscibili in erbario e sia pure; ma in verità non è da ciò che si deve ripetere la forza dell'argomento, ben sapendo che molti caratteri alle cui spese si crearono non dico delle semplici varietà ma ancora delle specie vere e genuine, riescono poi assolutamente invisibili allorchè si cercano tra gli es- sicati di un erbario. Ed ora una parola su l’ Aster Novi-Belgii L. Come è noto gli Aster sono coltivati largamente nei giardini quasi per la medesima ragione per la quale si coltivano i crisantemi. Essi infatti hanno la fioritura tardiva e si adattano egregiamente ai terreni umidi. Le varie specie di questo genere, tutte provenienti dall'America si acclimatarono talmente fra noi da disertare le ajuole e comparire invece lungo ruscelli e torrenti. Le nostre flore contengono già delle indicazioni sulle stazioni di queste ‘piante. Per conto mio però dopo di aver esplorato botanicamente tutto il basso milanese non ebbi mai la ventura di scoprire gli Aster lontano dall’abitato. Fu solo in quest'anno che trovai l'Aster Novi-Belgii in due località discretamente lontana l'una dall'altra. La prima di esse è indicata dalle rive di un ruscello che accompagna da Vigevano alla vicina Sforzesca e giungendo il 18 settembre nel bellissimo giardino dei marchesi Saporiti potei istituire un confronto cogli Aster là coltivati. L'altra località invece ci è fornita dalle sponde del Naviglio di Bereguardo, poco distante da Morimondo, per dove passai il 29 dello stesso mese. Ora, ammesso pure che l’Aster Novi-Belgii siasi naturalizzato nelle nostre campagne in tempo recente, il fatto di seguirlo nella sua diffusione e distribu- zione è già per sè degno di nota, come interessantissima è l’endemicità nella flora lombarda dell’ Oenothera biennis, della Galinsoga parviflora, dell’ Erige- ron canadense, dei Bidens e di quant’ altre mai pianticelle oriunde da altri paesi vennero ad unirsi alle nostre, come hanno dimostrato gli studii dei proff. Pirotta e Cavara, e dei dott. Bozzi e Traverso. Abbiategrasso, Ottobre 1903. NOTIZIE ,DI CACCIA L’ orso nel Trentino — Ai 24 settembre a. c. fu uccisa una femmina di Orso dell’.età circa 10 anni, sui monti di Flavon in Val di Non, e precisamente sul corno di Cunevo, dai sigg. Luigi Do]zani e Giovanni Filippi. In detta località fu poi veduto un altro piccolo orso, ma non potè essere catturato. Verso i 15 ottobre venne pure ucciso un Orso sui monti di Cles dai:rinomati:cacciatori Sanviti (Lorenzoni) di colà. Il :9 Ottobre ne fu visto uno sul monte Casale in giudicarie il quale però finora riuscì a sfuggire alle sollecite ricerche dei cacciatori. 124 Il 24 ottobre sul monte Fazz0» in Val di Sole il guardacaccia Tomaselli di Pellizzano fred- dava con una fucilata una giovane orsa. Il proiettile le aveva trapassato il cuore. Lo stesso giorno su quel di Ossana il cacciatore Daniele Planchi s’imbatteva in un grosso orso, il quale vistosi presso il cacciatore, si rizzò sulle zampe posteriori, mentre questi quasi a bruciapelo gli scaricava una fucilata nel ventre. Il plantigrado cadde come morto, ma per tosto rialzarsi; l’intrepido cac- ciatore gli tirava un secondo colpo; la bestiaccia però si lasciò scivolare per una ripida erta, la- sciando dietro a sè larghe traccie di sangue. Parecchi cacciatori con caniì si posero alla ricerca e sì spera che loro sarà riuscito di tornare al paese coll’ ambito trofeo. Prof. A. Bonomi Rovereto, 26 ottobre 1903 INVENZIONE:E:*SOOREeIO Il telegrafo senza fili sui treni in moto — Notizie recenti da New-York ci dicono che il treno ewpres New-York-Chicago è stato provvisto di apparecchi Marconi; sulla vettura postale fu posta l'antenna ricevitrice. Mediante tale apparecchio i viaggiatori hanno potuto telegrafare alle. loro case a grande di- stanza, mentre il treno filava 90 km. all’ ora. Gli esperimenti riuscirono soddisfacentissimi tanto che i treni express saranno d'ora innanzi muniti di apparecchi Marconi. Infatti la Società Mediterranea da qualche tempo ha avanzato domanda al Ministero dei Lavori Pubblici per essere autorizzata all'impianto di sistemi radiotelegrafici nelle proprie stazioni e treni. Metodo per liberare le gallerie dal fumo — Un inventore americano ha escogitato un nuovo mezzo per evitare il gravissimo inconveniente del fumo che si raccoglie nelle gallerie al passaggio dei treni. Egli ba ideato di costruire sotto il tetto della galleria una seconda coper- tura composta di assiti fissati melle pareti laterali: questi assiti dovrebbero avere una fessura nella parte centrale nella quale dovrebbe entrare il camino della locomotiva. Così 1’ estremità del fumaiolo rimarrebbe nello spazio interposto fra la seconda copertura e il tetto vero e proprio del tunnel, nel quale spazio si raccoglierebbe il fumo, liberandone in tal modo la galleria ed i treni che vi transitano. Il pedografo — Il pedografo è uno strumento inventato dal signor Ferguson, che registra su di un tracciato grafico non solo le distanze percorse, ma anche le direzioni seguite, in modo di dare, ad una data scala, la riproduzione esatta del percorso effettuato, come lo indicherebbeguna carta. Questo strumento può riuscire utilissimo per le ricognizioni, le esplorazioni in paesi non conosciuti o per levare piani approssimativi. L’inventore lo ha già esperimentato con successo con gli ufficiali dell'esercito coloniale neer- landese. Il ferofono — È un nuovo apparecchio per telefonia privata, cioò per piccole distanze, brevettato dall'ing. E. Wolkers a Berlino. L’inventore si è prefisso lo scopo di costruire un tipo di apparecchio che, alla massima sensi- bilità, unisca una tale semplicità di costruzione da permettere la vendita a prezzo molto mite. Conviene pensare che lo scopo sia stato pienamente raggiunto, poichè ci assicurano che la National Thelephone Co. Ltd, cioè la più importante fra le Società telefoniche europee, abbia dato ordinazione alla ditta C. Lorenz, proprietaria dei brevetti Wolkers, per molte decine di migliaia d’ apparecchi. NGI +9 125 Anche in Germania, nol Belgio e nella Francia i Ferofoni in pochi mesi si sono talmente diffusi da far sorgere sul mercato un numero considerevole di imitazioni più o meno ben riuscite. I Ferofoni si applicano ai campanelli elettrici usuali in tutte le case private, uffici, ville, hò- tels, stabilimenti balneari, ecc. e permettono di collegare con poca spesa varii ambienti fra di loro, con risparmio perciò di tempo, di personale e di noie. Progresso La luce elettrica per uccidere i microbi del latte ? - Come si sa - allo scopo di uccidere i microbi contenuti nel latte, e preservare questo prodotto dall’ attacco dei microbi dell’aria - si è adottata la pastorizzazione e la sterilizzazione. Ma passato il primo entusiasmo sorsero numerosi gli oppositori della nuova pratica ed ad- dussero ragioni non scarse nè destituite di fondamento e d' importanza. Questi trattamenti sono causa di gravi alterazioni nella composizione fisica del latte (1) diminuiscono il suo valore nutri- tivo e lo rendono meno utile non solo, ma anche pericoloso per l' alimentazione soprattutto dei bambini, infine il latte così trattato — appunto per le alterazioni che avvebgono nella sua com- posizione, entra facilmente in putrefazione. Anche il Dott. Seiffert si pronuncia apertamente contrario a questi mezzi di conservazione del latte e preconizza a tale scopo l’impiego della luce. Delle potenti scintille elettriche sgorganti da punte metalliche (alluminio e cadmio) sono capaci di uccidere i microbi in due minuti di tempo. Aspettiamo dunque di vedere girare per le città dei furgoni, portanti in luogo della solita rè - clame « latte pastorizzato » « latte sterilizzato ».la reclame della nuova scoperta « latte illuminato ». Confessiamo il nostro debole parere, prefeririremmo la scritta « latte naturale ». (Le Syndacat Agricolo) (1) Vedi sullo stesso argomento : La pastorizzazione e sterilizzazione dal Latte. Vz/laggio N. 1416, del 31 Maggio 1903. INSEGNAMENTI PRATICI =_==l Ea _—__ È Per rendere tenera la carne — Anche alla più coriacea, dopo che la pentola sarà stata schiumata, basta aggiungere dae cacchiaiate di acquavite per ogni chilogramma e mezzo di carne ; la quale diverrà tenera e non riterrà il minimo gusto di acquavite. Per togliere la muffa dall’ inchiostro — Basta porre nell’inchiostro una piccola quan- tità di perossido di mercurio, servendosi perciò della punta di un temperino. Non si ecceda nella quantità altrimenti l’ inchiostro corroderebbe le penne di acciaio. Per riconoscere la potabilità dell’ acqua — Per riconoscere le qualità potabili del- l’acqua si usa una soluzione di Cloruro d’ oro, o acido solforico associato a proto-solfato di ferro Se l’acqua contiene materie organiche, sotto l’ influenza di questi reattivi si intorbida e diventa rosea, diversamente non dà reazione alcuna, Giorn. R. Comm. d. Agric. Contro le punture delle zanzare — Un mezzo molto semplice per preservarsi dalle punture delle zanzare consiste. nel lavarsi con acqua nella quale sarà fatto bollire un pezzo di legno di quassio amaro. Se si. brucia. un pezzo di questo legno nelle camere, tanto le zanzare quanto le mosche scappano e non ritornano che dopo parecchio tempo. Per preservare gli oggetti chirurgici dalla ruggine — Il miglior modo, secondo il dott. Maréchal, che si è occupato lungamente di questo importante problema, è di conservarli som- mersi in un bagno alcalino. . In questi bagni non solo l’ acciaio ed il ferro, ma anche il rame ed il nichel possono essere efficacissimamente protetti. 1126 Ecco le soluzioni più indicata per lo scopo: soluzione alcoolica al 2 °/ di benzoato di suda coll’aggiunta del 5 0/, di alcool a 90° e dell’1 °/, di borato sodico. Anche le soluzioni di carbo- nato e bicarbonato sodico sono pure efficacissime. Per rendere nuovi i turaccioli — A meno che siano tarlati o marci possono prendere la forma ed il colore primitivo lavandoli in acqua calda con una percentuale di acido solforico ; indi sì risciacquino con molta acqua e si lascino astiugare. Per la conservazione delle mele e delle pere — Fra i tanti metoli consigliati, cre- diamo opportuno citare auche il seguente, che ha i grandissimi meriti di costar poco e di essere semplicissimo. In una stanza asciutta, o in uu tino o ia altro recipiente simile, si dispone uno strato di paglia di segale bene asciutta, dell'altezza di 10 centimetri circa; sopra di esso si dispongono le frutta che si vogliono conservare, indi si spolverano completamente con gesso, Fatto questo per tutto lo spazio disponibile, si torna a ripetere lo strato di paglia, poi ‘le frutta, indi il gesso. Gli strati possono così sovrapporsi in numero di 6, 7, 8, od anche più Indurimento del gesso. — Secondo il Comerzro, di Nevv Jork, un chimico tedesco assicura che aggiungendo al gesso una soluzione di acido borico in acqua calda e con sufficiente ammoniaco per disciogliere il borato che ‘sì separa, per il primo si ottiene così duro come la ‘pietra, ‘e le ‘forme che con esso si eseguiscono sono quasi indistruttibili. Modo di evitare la ossidazione delle viti. — Risulta assai difficile estrarre le viti di ferro destinate alla unione dei pezzi metallici, sopratutto quando questi si tengono in luoghi umidi poichè l’ ossido che sì forma riesce quasi a saldarle. Per poterle togliere facilmente il miglior modo è di bagnarle previamente in un miscuglio di olio d’ oliva e piombaggine. Questo eccellente lubrificante le preserva dalla ossidazione per molti anni. Per scolorare l’ aceto. Accade spesso di avere aceto rosso mentre lo si vorrebbe bianco; per ottenerlo tale basta il seguente procedimento. Mettete per ogni boccale di aceto due once di carbone animale (Nero di ossa) prima ben lavato; mescolate bene tutto, agitate di ternpo in tempo per tre giorni, in seguito passate l’ aceto al filtro di tela nel quale verserete le prime porzioni che escono torbide. Otterrete così un aceto assolutamente bianco. L’ aceto si può anche scolorare facendolo riscalda» re e versandovi sopra un litro di latte sopra 5 o 6 di aceto; sì passa in seguito al filtro di tela. Con questo processo l’ aceto conserva un colore rosato. Maniera di pulire la lana allorchè è infestata dagl’insetti. Mettete in 6 litri d’ acqua bollente due chilogrammi di allume ed altrettauto di cremor di tartaro che scioglierete iu 50 litri d’acqua fredda; tenete immersa la lana in questa soluzione per alcuni giorni, poi lavatela ‘e fa- tela asciugare, allora essa sarà garantita da qualunque insetto. NOTIZIARIO Società Colombofila Fiorentina. Domenica passata, 25 Ottobre, la benemerita Società Co- lombofila Fiorentina terminò le gare dell'anno sociale con una lanciata di colombi giovani da Livorno. Ai gentili messaggieri fu data libertà a ore 10 dalla Stazione di Livorno per cura di una Commissione composta dei Sigg. Licurgo Fancelli, Artemisio Zucconi ed Isacco Rosselli-Tedesco, ed in poco più di un’ora e venti minuti tutti ritornarono alle loro colombaie. 127 Ecco l'ordine di arrivo dei colombi, e. l’ elenco dei colombicultori premiati : I. Baldi Pasquale, colombo arrivato in | ora 24° 25" 2. Sechi Cesare « « « l ora 27° 50” 3. De Rossi Alessandro « « l ora 29° 18" 4. Ragionieri Giuseppe « « 1 ora 40° 20” La festa della disinfezione in America. — Il corpo legislativo dello Stato di Ulah ha approvato una legge la quale stabilisce che il primo Lunedì del mese di Ottobre sarà giorno di festa civile e verrà celebrato in tutto il territorio dello Stato col nome di Festa della disinfezione. In quel giorno tutte le occupazioni ordinarie cesseranno e la giornata sarà consacrata alla di- sinfezione di tutte le case, dei teatri, delle chiese e degli altri edifici pubblici. Coloro che non ottempereranno alle disposizioni di questa legge saranno puniti con una ammenda. Guerra ai topi — Le autorità sanitarie di Manilla, costituite attualmente dagli ufficiali medici americani, hanno deliberato misure energiche per vincere la epidemia di peste, che va diffondendosi alle Filippine. Oltre alla creazione di un ospedale per gli appestati, e ad altre misure di isolamento e di disinfezione, è stato organizzato fra gli indigeni un corpo di wccisori di tops. Le case dove sono trovati dei topi sono inoltre disinfettate e chiuse per qualche tempo. Ma ben diversamente corrono le cose in India. Il Municipio di Allahabad, tra le misure profilattiche per prevenire l’ estensione della peste bubbonica, aveva sancito anche quella della distruzione dei topi. Ma la Commissione incaricata per l’ esecuzione sì è trovata di fronte a una decisa opposizione per parte degli abitanti, a cui come è noto, la religione vieta l'uccisione di qualsiasi animale. Perciò, se è vero quanto scrive l’ Aahabad Pioncer, la Commissione ha dovuto istituire una specie di reclusorio, nel quale i topi sarebbero mantenutì a spese municipali finchè il pericolo della peste non sia passato. Per l’ alimentazione dei topi furono stanziate 42 rupie al mese. Azione dell’ etere e del cloroformio sopra le piante. — L'etere e il eloroformio, di cui l’azione sopra la vita degli animali è di gia conosciuta, pare che esercitino sopra i vegetali un’ azione completamente contraria; tanto è vero che in Germania e in Danimarca i giardinieri se ne servono per forzare la flora e far fiorire le piante fuori di stagione, ottenendo, a quanto pare, ottimi risultati. Azoto dall’ aria — Al recente Congresso di Chimica tenutosi a Berlino fu ventilata la que- stione della possibilità di estrarre, per utilizzarlo, una parte dell’ azoto contenuto nell’ aria atmo- sferica, in proporzione di quattro quinti. Si tratterebbe di fissarlo con mezzi chimici per servirsene come ingrasso alle piante Anzi allo scopo di mettere in pratica la geniale idea si è già formata una società, di cui fa parte la celebre casa di Siemens e Halske. Una rivoluzione in Astronomia? — Togliamo dall’ Ora di Palermo: — Il signor Tommaso Landi, giovane Messinese di soli 22 anni, avrebbe trovato il modo di apportare un cla- moroso perfezionamento ai telescopi astronomici. I più potenti di questi strumenti, infatti per ora, ingrandiscono gli astri cinquemila volte. Col metodo Landi l'ingrandimento arriverebbe a czn- quantamila diametri. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Con Decreto Ministeriale 30 settembre 1903 sono nominati : Fornasini dott. Carlo conservatore nel museo di geologia dell’ Univ. di Bologna. Norsa dott. Elisa assistente nel gabinetto di zoologia idem Chigi dott Alessandro preparatore idem idem Scalia dott. Salvatore assistente nel gab. di min. e geologia dell’ univ. di Cataria. Consiglio Ponte Sebastiano idem idem idem Albergo Francesco idem nel gab. di zool. e anat. comp. idem Drago dott. Umberto preparatore __ idem idem 128 RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. 102. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi, Siena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix flammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus marginatus). Ha dispo- nibili esemplari vivi di Natréw cettàî che cede a L. 25 1’ uno. 103. Alzona Carlo. S. Stefano, 30 - Bologna - Si occupa della fauna delle caverne. Cerca corrispondenti, offrendo rare forme sotterranee - (Coleotteri, Ortotteri, Ditteri, Miriapodi, Aracnidi, Crostacei, Molluschi, Vermi). 104. Collezione generale paleontologica di 4000 specie di tutti i piani geologici per Li- re 3000 franca alla stazione di Modena. Per richieste rivolgersi al Dott. Fr. Coppi in. Modena, Villa S. Agnese N. 243. 105. Si cederebbe la collezione completa degli Almanacchi igienici del Prof. Mantegazza, com- prendente 38 annate (1866-1903), alcune delle quali non sì trovano più in commercio. 106. Giulia Cellesi Camollia 10, Siena, cederebbe Coleotteri, Lepidotteri e conchiglie fossili, in cambio di conchiglie viventi, coleotteri e francobolli per collezione. 107. Luigi Mario Brunelli Cannaregio Venezia, offre in cambio di coleotteri Europei, 1500 specie di coleotteri ben determinate e preparate, ad es. Cicindela riparia, Omophron limbatum, Procerus yigas, Carabus Mageri, Fabricii, Harpa/us rufus, Cebrio gigas, Calcophora mariana, Elater sanguineus ete, ete. Desidera acquistare libri serventi alla determinazione dei coleotteri Buropei. 108. Carlo Fenizia prof. del R. Istituto Tecnico di Modica, desidera cambiare con qualche opera di biologia e filosofia naturale il INI. Vol. delle opere filosofiche di R. Ardigò, contenente: La mo- rale dei positivisti. Relatività della logica umana « La coscienza vecchia e le idee nuove: Empirismo e scienza. » 109. Costantini Alessandro si è trasferito in Modena — Strada Pioppa N. 18 — Si occupa sempre della fauna Lepidotterologica locale e prega vivamente i cultori di questo studio a volerlo onorare della loro corrispondenza intesa a facilitare le comunicazioni e gli scambi di materiale. 110. Chi volesse cedere le flore italiane del Parlatore, Gussone ecc., è pregato farne offerta all’ Ing. Camillo Camperio - Milano, Corso Porta Vittoria, 13. ]ll. Si cedono le seguenti opere del valore complessivo di 180 Lire, ed assolutamente nuove: « S. Canestrini. Evoluzione, Teoria dell’ evoluzione. - Ratzel. Razze umane, 3 vol. - Bacche L'uomo, 2 vol. - Kerner, Vita delle Piante, 2 vol. - Darwin, Viaggio di un naturalista; Le Orchi- dee; Piante rampicanti; Piante insettivore. — Dirigere offerte al Cav. Gaetano Guida, Portici. » 112. Si cede I. Una bellissima collezione di circa 1200 specie di coleotteri italiani esattamente determinate e classificate con l'indicazione delle località, É contenuta parte în dieci telai (55X70) a fondo di torba rinchiusi in baule a chiusura ermetica, parte in venticinque cassette a doppio fon- do rinchiuse in apposito armadietto di legno d'abeto II. Una raccolta di Cipree sinora la più ricca di specie che si trovi in Italia. Per trattative rivolgersi alla Ditta S. Brogi — Siena. 113. Il prof. Alessandro Mascarini di Ascoli Piceno fa cambii in oggetti di Storia naturale, ed in special modo è disposto a cedere Conchiglie ben determinate e Fossili, verso Minerali e Rocce deì principali giacimenti italiani. Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri ES BOZZINI, Serente responsabile L'EPOCA DI SPORIRICAZIONE DELLE PROTALLOGAMB TPALIAN (Estratto dal volume di prossima pubblicazione: Lo protallogame Italiane. J/anuale per class che gi incontrano in Italia : cca carte fito-geografiche dimostranti la distribuzione geografica delle protallogame nell'Itali per PROTALLOGAME ITALIANE l'epoca di sporificazione delle quali cura di Luigi Raggi). I determinato II sporificazione gioni e mesi dell’anno Ì in certe sta- ( IUIGI RAGGI OUADRO SINOTTICO Bibliogr nonimin, dicotomi; zioni, usi, sporificazione in tutto ]} anno durante tutta Ja primavera A) Primayera I «) marzo-aprile C) È) marzomaggio \ durante al: cuni mesi ‘) aprile 5) aprile-maggio \ e) maggio I { durante tutti i sei mesi b) Primavera ed estate x) marzo-settembre \durante al- cuni mesi ri) maggio-luglio d) maggio-settembre ©) Primavera, estate, autunno, durante tutti i nove mesi durante al. | Î crmazi durante tutta l’ estate | | x) giugno-luglio | 5 | xi) loglioagosto d) Estate ) durante alcuni SOR 8) giugno-agosta mesi durante tutta l'estate 6 tutto l'antunno } e) Estate ed autunno D Antunno [furante al: | "0°. solo ina) giugnodicembre cuni mesi / | indeterminato solo in x) maggio-dicembre ara tutto lo spocio di piante protallogame siunta di elenchi, di quadri e di 10 continentale e nelle isole adiacenti con la (1. Asplenimn, Adiantum n um I. ). 2: Asplenium brachy phyllum Gasparr. 1. Gheilanthes fragrans Hook. VETO iirioglossamaiinsitamionetTe 3. Ophioglossum valgatom L. \ 1. Equisetum arvense L. i 2. Equisetum Pelmateja Ehrh, - 1. Isoetes setacea Délib. \ 1. Iscetes adspersa Al. Dr. ({ 2. Pilularia minuta Dur. { 1- Equisetum sylvaticum 1, 7 2 Equisetum, pratonse Ehrh, - 1, Isoetes Durinei Bory. - 1. Isoetes Histrix Dur. 1. Tsoetes velata Al. Br. 2. Asplenium viride Sw. 8. Aspleninm, Patrarchne Guerr. 2. Iscotes dubia Geon. 3. Grammitis leptophy]la Sw. 4. Hymenophyllum tunbridgense Sm. \ | îL Equisetum variegatum Schl. | 5. Osmunda regalis L. - 1. Equisetum palustre L. { 1. Equisetum hyemale L. ( 2. Equisetum ramosissimum Desf. — V. annuali - 1. Polypodium, vulgare L. 1. Ceterach officinarum W. 2. Cystopteris montana Link. 8. Asplenium obovatum Viv. 4. Asplenium Halleri DC. 5. Asplenium marinum L. Aspleninm Trichomanes L. Asplenium septentrionale Sw. Aspleninm Seelosii Leyhold. Asplenium fissum Kit. Pteris aquilina L. . Pteris cretica L. , Scolopendrium Hemionitis Sw. colopendrium vulgare Symons. . Woodwardia radicans Sw. .. Blechnum, spicant Roth. Allosorus crispus. Bernh, . Adiantum Capillus Veneris L. . Cheilantes Szovitzii Mey. Struthiopteris germanica W. Botrychium Lunaria Sw. 21. Marsilea quadrifoliata L. Pilularia globulifera L. Selaginella helvetica Lik. Lycopodium inundatam L. Tsoetes echinospora Dur. Isostes Tegulensis Tenn. Nephrodium Dhelipteris Stremp. Nephrodium Oreopteris Roeper. Polypodium Phegopteris L. Polypodium Dryopteris L. Polypodium rbneticum L, Equisetum limosum L. Lycopodinm, complanatum L. Lycopodinm annotinum L. Selaginella spinulosa P. B. . Selaginella denticulata Lik. . Neplirodî inas Rich. Vepbrodium rigidun Desv. epbrodium cristatim Mohx. ; Woodeia il 10. Oy: 11, Aspidium aculeatam Sw. 12. Asplenium filix foemina Schrad; clavatum I. alpinum L. selago L. Spiuulosum Desy. Woodsiu glabella R. Br, 5. Woodsia hyperborea R. Br. Oystopteris alpina Link. . Aspidium, Lonchitis Sw. 1. Sulvinia natans Willd. { 2. Isoetes Malinverniann Ces, et Dyotrs, Lycopodium . Lycopodium 3. Lycopodinm 1. Asplenium germanicum Wiess, i Asplenivm Ruta Muraria L. 3. Pteris Jongifolia L. - — Nessuna 1. Marsilen strigosa W. 2. NothocInena Marantae R. Br. 3. Nothoclaena vellea Desw. 4. Nephrodium distans Nob. 5. Botrychium matricariaefoliam Al; Br. TOTALE 57 SPECIE Sommario del N. 69-70 dell“ AVICULA , CATTURE DI SPECIE RARE OD AVVENTIZIE E NOTE ORNITOLOGICHE. De Ceglie Fran- cesco. Sulla cattura di varii esemplari di Rondone chiaro a Taranto. — Banti dott. prof. Adolfo. Harelda glacialis. — Ditta S. Brogi. Il Pernis apivorus nel Senese. — (0i- conta ciconia. — Dendrocopus major. — Zaffagnini Carlo. Merula torquata — Pastor roseus. Da pag. 121 a pag. 124. Ninni Emilio. Uccelli anormalmente coloriti esistenti nel Civico Museo di Belluno. Pag. 124. Picchi Cecilia. Anomalie nel colorito del piumaggio osservato in 85 individui della sua Col- lezione Ornitologica Italiana e breve cenno sull’ Eterocrosi (cont.) Pag. 126. Arrighi-Griffoli conte G. Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori. Parte II, (cont.) Pag. 135. Zodda dott. G. Contributo allo studio degli uccelli siciliani (cont.) Pag. 142, Raggi Luigi. Oologia e nidologia italiana (1.0 saggio). (cont. e fine) Pag. 146. Fusco Rao Alfonso. Note ornitologiche da servire per la compilazione di una Avifauna catanese (cont.) Pag. 150. Red. Riassunto di notizie sulle cacce e passaggi di uccelli nella regione italiana dall’apertura delle cacce alla fine di Settembre. Pag. 151. Volumi in vendita presso l'agenzia di questo periodieo: (Sconto 20 00 ai soli abbonati alla A/vista italiana di Scienze natu- rali o al Bollettino del Naturalista o all’ Avicula). FAILLA-TEDALDI LUIGI - Gg-lossario entomolozico corredato del Registro Latino-Italiano delle voci citate. Vol. di pag. 186, formato 8.° grande, con ll tavole. Prezzo L. 5 LuciFERO ARManDo - Avifauna Calabra. Elenco delle specie sedentarie e di passaggio in Calabria. Vol. di pag. 79 in 8.° grande. Prezzo L. 4, 00. Ronna È. - Gili uccelli nidiacei. Allevamento - Educazione - Malattie - Cure. Vol di pag. 58 in 8.° Prezzo L. 1,50. L'abbonamento non disdetto entro il Decembre si ritiene come rinnovato. li 8 Prezzi d’ Abbonamento per il 1904 I nuovi abbonati e tutti coloro che pagheranno l’ abbonamento 1904 entro 1’ annata corrente, godranno le appresso facilitazioni sui prezzi d’ abbonamento: Con L. 5 saldano l’ abbonamento al Giornale Ornitologico italiano ed al Bollettino del Naturalista; oppure alla Rivista e Bollettino del Naturalista; e con sole L. 8 sal- dano l abbonamento per tutti e tre è periodici Awicula, Rivista e Bollettino. Premi ai nuovi abbonati Oltre alle riduzioni sui prezzi d’ abbonamento sopraindicate, ogni abbonato, nel rimet- tere direttamente all’ Agenzia di questi Periodici in Siena (Via B. Peruzzi) 1 importo dell’ abbonamento, potrà domandare uno dei seguenti 3 premi, che sarà sollecitamente ri- messo franco a domicilio : le 1.° Un opuscolo a nostra scelta relativo alle Scienze naturali. Indicare se si desidera di sog- getto relativo alla Zoologia, o alla Botanica, o all’ Agricoltura o alla Minera!ozia e Geologia. 2:° Cinque specie, a nostra scelta, di minerali, o di rocce in piccolifiSciaplani o di conchiglie, o di fossili, o di piante secche, o di insetti. Ma 3.0 Una pelle di uccello mosca o di altro uccelletto esotico. Oppure previa richiesta verrà fatta: PI Pubblicazione gratuita di avvisi di complessivi 10 versi in colonna. « « per 6 volte della medesima o di diyerse domande ed offerte di cambi. Offriamo inoltre indistintamente a tutti coloro che pagano l'abbonamento 1904 entro l’anno 1903: Le annate arretrate dei Periodici « Rivista e Bollettino » insieme, a L. 2.00 per a a; 5 annate L. 8, e per sole L. 17 tutte le 18 annate dal 1885 al tutto il 1902. Le prime sei annate dell’ Avzcula per L. 3,0 ciascuna. Tutte e sei per L. 1808, Si av- verte che fino a tutto il 1896 gli studi e le notizi i cati nei fascicoli della Rzvzsta e del Bollettino, p gli uccelli, loro caccia ecc. venivano pubbli- cui, per quanto riguarda gli uccelli, 1’ Avicula è come una continuazione ai detti periodici. — ; sa Il 50 ° di ribasso sui prezzi di molti seritti relativi alle scienze naturali dei quali mandia- mo gratis il catalogo di J2 pagine a tutti c Î che ne faranno richiesta. Gratificazioni. — A chi ci procurerà 2 nuovi abbonati {da L. 8 ciascuno verranno rilasciate a suo favore L. 2; per 2 nuovi abbonati da L. 5 ciascuno L. per 2 muovi abbonati da L. 3 ciascuno L. 1; che potrà ritenersi inviando all Aetrioifffion - Via Baldassarre Peruzzi, 28 Siena - sole: L. 14, L. 8,50, L. 5. GRATIS - CATALOGHI e Prezzi Correnti presentemente in distribuzione — GRATIS Catalogo N. 38 — Modelli plastici di piante, fiori, funghi, frutti ecc. per l'insegnamento della Botanica. « « 50 — Varietà e mostruosità in uccelli italiani. « « 53 — Arnesi, strumenti, utensili, preservativi, specialità ecc. per la raccolta, studio, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturala. « « 54 — Mammiferi jmbalsamati ed.in pelle, scheletri e cranii. « « 55 — Occhi Do a di ogni genere in vetro e smalto, per animali. uomini, sta- tue, bambole, ecc. « « 56 — Coleotteri, europei. « « 57 — Uccelli imbalsamati ed ip pelle. « « 58 — Minerali e Rocce. « « 59 — Gatalogo con note e prezzo degli animali di tutti gli ordini, scheletri ed altre 4 preparazioni zootomiche, Piante, Minerali, Fossili, Modelli, ecc. ecc., nonché delle Collezioni già formate per l’ insegnamento. L Abbonamento è sempre anticipato pr ep ” ve s de di a e RETRSIIT Sa Safl AIA ua * ale 4 =» E, } d I a Conto corrente con la posta ANNO XXIII 9) N° 12 = [up ) TAM MPA È à LA LU ° > Collettore, Allewatore, Goltivatore, Acelimatatore î È Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffi postali italiani all’ estero L. 3. Per gli Stati della unione postale L. 3, 60.Altri Stati L. dî PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali ed al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scambi e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i professori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per ì Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Richieste e offerte ece. ecc. (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SÌENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principalmente quelli nominati nella copertina della Rivista Italiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. ltre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitotogico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore,. avendo identica direzione ed un® unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. . Gli abbonamenti si ricevono in Siena all'Agenzia in Via B. Peruzzi 28,eda tutti gli uffici postali italiani ed:esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. : L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. ‘Hascicoliseparati costano cent. 30 perogni 16 pag-ditesto. Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano i manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 ‘cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L.. 6.il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. _ Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollelti20, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc. ; fare offerte e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. Te inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- sare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non si ha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però ne viene accordata la ristampa, pagando un piccolo com- penso, Dalla inserzioni gratuite sona per regola esclusi gli scritti che contengono avvzse di acquisto 0 di vendita, o che possono servire di reclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati chehanno già pagato l’ab. bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta as non'è espressamente richiesta dall’ abbonato. L’ amministrazione s‘incarica di rappresentare gliab bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentate dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corrì- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso da combinarsi. Ra La direzione può, in casieccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno . di dare giustificazioniin proposito. l manoscritti non pub- blicati possono essere ritiratidagli autori zproprie spese Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fascicolo, ne sarà loro, possibilmente, inviata un'altra copia gratis. purchè la richiedano entro l' annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento, | Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L-168 per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap posite pagine costano I.. l ogni2 centim. di spazio occa- pato in una colonna, o cent. 2! per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. È È Sì annunziano le pubblicazioni ricevute e sì fa speciale menzione diquelle delle quali ci pervengono due esemplar Tultti'î pagamenti devono essere anticipati. Chi desid>ra risposta unisca ì francobolli necessari, o scriva ID Car. tolina con risposta pagata. IL CANE E IL CAVALLO n ADSIRAT-_- A. VeccHio (virux). Il Cane. Razze mondiali, Allevamento, Ammaestramenio, Malattie, con una, appendice sui Cani della spedizione polare di S. A. R. il Duca degli Abruzzi. Seconda edizione rifatta, con 152 incisioni e 63 tavole delle quali 12 a colori da disegni originali dell’ Autore. (Manuali Hoepli). — Ulrico Hoepli, editore, Milano. 1904, un vol. di pag. xvi-442 L. 7,90. GrnrraLE CarLo Votpini. Il Cavallo. Terza edizione riveduta ed ampliata con 48 tavole. (Ma- nuali Hoepli). Ulrico Hoepli, editore, Milano. 1904, un vol. di pag. 233 L. 5,90. Un ammiratore ed amico del cane il cavaliere A. Vecchio, ha testè compila to un" opera dedicata al più fedele amico dell’ uomo. 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Vol. di pag. 54 in 8.° Prezzo L. 1,50. Anno XXIII N, 12 15 Dicembre 1903 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Sopplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali ed al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L. 4. SOMMARIO Silvestri prof. A. La Sagrina nodosa del pliocene senese Pag. 129. Massalongo dott. C. Intorno al mimismo del bruco della Cueullia Artemisiae Hufn. Pag. 132, Alpinismo Pag. 134. — Notiziario Pag. 136. — Notizie di caccia. Pag. 138. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pag. 139. — Richieste e offerte (gratis agli ab- bonati) Pag. 139. — Indice delle materie trattate nell’ annata 1903 Pag. 141-144. Auguri e voti sinceri per il nuovo anno 1904 agli Egregi abbonati e collaboratori. La Sagrina nodosa del pliocene senese _ Nota di A. SILVESTRI Riordinando certi esemplari della mia collezione paleontologica, mi è capitato sotto mano un tubetto contenente, rappresentata da un solo individuo, una delle specie fos- sili del Senese che O. Silvestri istituì verso il 1862 (1), fin qui rimasta inedita e da lui detta « Clavigerina senensis »; di descrizione non ho trovato traccia, ma sul cartellino portante il nome or riferito ho letto quale indicazione di provenienza « Ar- gille turchine della Coroncina «. Trattasi senza dubbio di fossile contenuto nelle argille appartenenti al pliocene della Coroncina presso Siena, da Mayer, Capellini e Seguenza attribuito al piano inferiore, e da De Stefani al superiore (2) ; il quale fossile, esaminato nella sua forma esterna, tessitura del nicchio, ed anche nella struttura, ma per questa solo in piccola parte a cagione della pirite che ne ha invaso l’ interno cristallizzandovisi, mi si dimostra forma megalosferica e bimorfa : Uvigerina + Nodosaria = Sagrina (stri- co sensu; non Siphogenerina). Forma corrispondente (vedi le annesse figure A e B, tracciate con l'ingrandimento di 110 diametri) alla Sagrina nodosa, Parker et Jones (3), (1) Vedi: Atrî X. Congresso Scienziati lt. Siena, sett. 1862; pag. 8, in-4; Tip. A. Mucci; Siena, 1864. (2) V. De SreFANI CarLo: Descrizione degli strati pliocenici dei dintorni di Siena, in-8; Boll. R. Comit. Geol. It., vol. VIII, pag. 276. Roma, 1877. (3) Per i riferimenti di questa e delle successive citazioni, vedi agli « Habitat della Sagrina nodosa », pag. 131. 130 sinonima di Clavulina cylindrica, d’ Orbigny ; specie quest’ ultima, e com’è noto, istituita su esemplare « fossile aux environs de Sienne », e della quale si conferma ora per la prima volta l’ esistenza nel pliocene senese. La denominazione di d’ Orbigny, malgrado sia maggiormente antica (1826) di quella di Parker e Jones (1865), e come già ho avuto occasione d' osservare nel 1899 (1), non può mantenersi per la specie, non avendone l’ autore pubblicato nè la descrizione nè il disegno (2), il quale ultimo ha veduto la luce affatto di recente (1897), per opera e merito del dott. C. Fornasini, e non avendola egli neanche designata in tal guisa da darla bene ad intendere ; tanto che, dopo quanto ho esposto, non si sa più a che cosa O. Silvestri abbia potuto attribuire il nome di « Clavulina cylindrica d'Orb. » segnato nel catalogo di fossili del Senese edito per la prima volta nel 1862 (3) ed in seguito nel 1864, quantunque sia ormai da ritenersi : @ specie dalla conchiglia are- nacea. Ed inoltre è accaduto che Schwager ha illustrato nel 1866 un bellissimo esem- plare aculeato e di forma assai evoluta, della Sagrina nodosa, ritenendolo specie nuova cui ha imposto il nome di Dimorphina striata, corretto nel 1877 in quello di Sagrai- na striata; ed il simile si è ripetuto per Hantken nel 1875, avendone questi descritto e figurato una varietà delle costicine rade quale Dimorphina elegans. E po- trei forse continuare, ma bastino questi pochi esempi a dimostrare come d’ Orbigey lasciasse, ripeto, fino al 1897, nell’ ignoranza quasi completa circa la sua specie Cla- vulina cylindrica e, quel che è peggio, nell’ equivoco, onde mi par conveniente e giusto dar la preferenza alla nomenclatura di Parker e Jones. La quale ultima poi s’ impone in riguardo al genere, poichè nel Clavulina, d' Orbigny considerava forme dal nicchio omogeneo (calcareo) e forme dal nicchio eterogeneo (arenaceo), mentre oggigiorno applicasi e limitasi unicamente alle seconde. | Della Sagrina nodosa fossile nelle argille turchine plioceniche senesi se ne cono- scono finora due soli esemplari : quello studiato da d° Orbigny e di cui Fornasini ha pubblicato la figura, e l’ altro qui disegnato dai due lati principali (fig. A e B). Que- st’ ultimo è assai piccolo (lunghezza 0,53 mm.) e differisce dal primo presentandosi in forma meno allungata, con I° ultimo segmento globoso anzichè depresso, e munito delle sottili costicine in rilievo, su tutta la superficie esterna, eccettuatone il tubo o sifone (1) Mem. Pontif. Acc. N. Lincei, vol. XV, pag. 244. (2) Nemmeno nel « Prodrome de Paléontologie, etc. », dove pur la ricordò posteriormente e cioé nel 1852, ma con la semplice aggiunta di « espòce finement striée en long. » (1. c., pag. 194). (3) In: « Siena e il suo territorio » Guida di Siena edita da L. Lazzeri (in occasione del X Congresso degli Scienziati Italiani tenuto in Siena nel settembre 1862). ln-8; Tip. dei Sordo- Muti; Siena, 1862. 131 portante l’ orifizio ; tali costicine sono assai esili e piuttosto fitte, donde la loro ras- somiglianza con strie ; più esili e più fitte di quanto non compaiano nelle fig. A e B, dove, per facilitare |’ interpetrazione della forma, le ho disegnate un pochino più larghe e rade. La sua conchiglia osservasi quasi vitrea, subtrasparente, molto sottile, e non vi si scorgono perforazioni, malgrado siano proprie della specie: la fossilizzazione le avrà obliterate; tutti i segmenti appariscono poi privi internamente di qualunque processo assile, com’ è nelle Sagrinae propriamente dette. Dalle ricerche eseguite sulla specie trattata, essa resultami rinvenuta fin quì, fos- sile c recente, nelle formazioni e località le quali passo a ricordare, osservando però che le provenienze del Piemonte e dell’ Inghilterra sono dubbie, non conoscendosi se gli autori abbiano voluto riferirsi proprio alla specie che, con lo Schwager, chiamano striata, ovvero alla omonima di Brady, la quale è ben diversa, appartenendo proba- bilmente, anzi assai probabilmente, al genere Siphogenerina di Sch!umberger e non al Sagrina di Parker e Jones. Habitat della Sagrina nodosa: Molto rara nell’ oligocene (« Clavulina Szabòi-Schichten ») di Neustift nell’ Ungheria (Dimorphina elegans, Haniken, 1875; Mitth. Jahrb. k. ungar. geol. Anstalt. vol. IV (1876), pag. 63, tav. VII, fig. 9). Rarissima nel pliocene (inferiore o superiore, secondo gli autori) del Senese e par- ticolarmente della Coroncina presso Siena (Clavulina cylindrica, d’ Orbigny, 1826 ; Ann. Sc. Nat. vol. VII, pag. 268. — Idem, 1852; Prodrome, vol. III, pag. 194. — Clavigerina senensis, O. Silvestri, 1862; in litteris, fide A. Silvestri. — Sa- grina cilindrica, Fornasini, 1897 ; Riv. It. Paleont., anno III, pag. 14 figura. — Sagrina nodosa, A. Silvestri, 1903 ; in questa nota). Rinviensi nel pliocene (antico) del Ponticello di Sàvena e della Casa del Vento presso Bologna (Sagrina cilindrica, Fornasini, 1897; Riv: It. Paleont., anno III, pag. 14. — Idem, 1900; Boll. Soc. Geol. It., vol. XIX, pag. 164). Frequente nel pliocene (inferiore) di Savona in Liguria (Sagrina striata, Mariani, 1838; Atti Soc. It. Sc. Nat., vol. XXXI, pag. 119) (1). Esiste nel pliocene (piacenziano) del bacino terziario piemontese (Sagrina ? striata, Sacco, 1890 ; Boll. Soc. Geol. It., vol. VIII, pag. 307). Trovasi nel pliocene (depositi prealpini) di Taino nella Lombardia (Sagrina no- dosa, Corti, 1894; Rendic. R. Ist. Lomb., ser. 2. vol. XXVII, pag. 13 estr.). Si è osservata nel pliocene (« Crag ») dell’ Inghilterra (Sagrina striata, Burro- ws et Holland, 1897; Monogr. Foram. Crag, parte 4. pag. 387). (1) Malgrado sia indicata come Sagrina striata, nome che può riuscire equivoco, l’esistenza della Sagrina nodosa nelle marne azzurrognole plioceniche di Savona è affatto sicura, avendola potuta accertare su materiale della mia collezione, e mi resulterebbe non frequente ma neppure rara; offre campioni lunghi da 0,50 a 0,63 mm. simili e qualche volta identici a quello del Sene- se, ma che in generale si presentano con l'ultimo segmento più o meno depresso, come nella forma di d’ Orbigny. Il loro nicchio, vitreo e subtrasparente, si riconosce perforato in modo molto minuto. Il contenuto in fossili di dette marne, quantunque esaminato da Mariani e De Amicis, merita nuovi studi, se non altro per le Ramulina (gobulifera, Brady) ed i Radiolari che ne fanno parte. 152 Non è rara nel plioceae di Car—Nicobar, una delle Isole Nicobare. (Dimor- phina striata, Schwager, 1866; Novara — Exped., geol. Theil, vol. II, pag. 251, tav. VII, fig. 99. — Sagraina striata, Schwager, 1877 : Boll. R. Comit. Geol. It., vol. VIII, pag. 23, tav. fig. 35). Rara nel pleiostocene (piano siciliano) di Monasterace e Villa San Giovanni in Ca- labria (Uvigerina (Sagrina) nodosa, Seguenza, 1880; Mem. R. Acc. Lincei, Cl. Sc. fis. mat. nat., ser. 3. vol VI, pag. 338). Vivente nel Mediterraneo (UVvigerina (Sagrina) nodosa, Parker et Jones, 1865 ; Phil. Trans., vol CLV, pag. 363, tav. XVIII, fig. 15). Non comune nell’ Oceano Atlantico : oltre il Capo di Buona Speranza, a pro- fondità di quasi 274 m.; ed oltre la costa del Portogallo a profondità di circa 91 m. (Sagrina nodosa, Brady, 1884; Foram. Challenger, pag. 583. tav. CXIV, fig. 18. — S. nodosa, Millett, 1903; Journ. R. Micr. Soc., pag. 271). Non infrequente nelle acque basse (23 o 26 m. di prof.) dell’ Arcipelago Indiano Sagrina nodosa, Millett, 1903; Journ. R. Micr. Soc. pag. 271, tav. V, fig. 12-15). DEE In seguito ai dati esposti, la Sagrina nodosa resulterebbe batometricamente di- stribuita da circa i 24 m. ai 274 m., e quindi quale specie d’ acque poco profonde ; però non è improbabile si estenda anche al di là dei 274 m., essendo in complesso una forma non comune e quindi necessariamente poco conosciuta, sia per la distribu- zione geologica, geografica e batometrica, quanto in riguardo alla struttura che mi propongo di far conoscere presto, desumendola da esemplari liguri, meglio conservati di quello senese. ____—_—_—_———__—T—m———mmm - Intorno al mimismo del bruco della CUCULLIA ARTEMISIAB Hufn. Nota del Dott. C. MASSALONGO. Fra i più singolari adattamenti degli animali alle condizioni dell’ ambiente, per mezzo dei quali indirettamente si difendono dai numerosi nemici che attentano alla loro vita, riuscendo così vittoriosi nella lotta per | esistenza, devesi certamente annoverare quel curioso fenomeno per il quale molti di essi assumono o il colore del luogo dove vivono o la somiglianza degli oggetti circostanti, per sottrarsi in tal guisa alla vista dei loro ne- mici. Quantunque di questo fenomeno, nòto sotto il nome di mimismo, fra gli altri ani- mali si conoscano numerosi e svariati esempi, particolarmente nella branca degli insetti (4) tanto nel loro stato larvale che adulto, tuttavia non sarà privo di interesse quanto verrò quì esponendo relativamente al mimismo, direi quasi perfetto, del bruco di un lepi- dottero per rispetto alle parti della pianta di cui si alimenta. Questo caso sembrami in special modo interessante perchè nella sua evidenza anche al profano non può lasciar il menomo dubbio intorno al suo significato biologico. Intendo parlare del bruco della Cu- (4) Conf: Socin C., Il mimismo nel regno animale: Rovereto 1887. — 133 cullia Artemisiae (4), il quale non molto raramente, durante il mese di Settembre, si in- contra nei dintorni di Tregnago (prov. di Verona) sopra le piante di Artemisia campho- rata, dei fiori della quale, in questa regione almeno, più specialmente si nutre. Come si sa i fiori (flosculi) di questa Asteracea sono molto piccoli e raggruppati in capolini (calatidi) brevemente pedunculati, i quali alla lor volta sono disposti in panoc- chie semplici o composte all’ estremità del fusto. Ciascun capolino è circondato da minute brattee involucrali embriciate, tipicamente di color verde-glauco o cenerognolo, e bianco sca- riose nel loro margine. Le corolle da prima giallo-pallide, coll’ invecchiare dei fiori prendono una tinta che varia dal subfulvo, al color di ruggine (*). Anche le foglie fiorali, come le brat- tee dell’ involucro hanno color verde-glauco o cenerognolo, e lo stesso dicasi per i pedun- coli dei capolini e delle ramificazioni dell’ infiorescenza, quantunque queste ultime alle «volte incontransi, analogamente al fusto, fornite di una tinta subviolacea o rossa vinosa. A motivo di una tale diversità di colori si comprende come un insetto che si posi sull’ in- fiorescenza di A. camphorata, per poter sottrarsi alla vista di animali insettivori, dovrà non solo copiare gli stessi colori della regione della pianta su cui giace, ma li dovrà an- cora presentare distribuiti sul suo corpo in eguale od almeno molto simile maniera. Un tale perfetto mimismo si verifica infatti per il nostro bruco, l’aspetto del quale ora mi ingegnerò di descrivere. Premetto che raggiunge una lunghezza di 16: 22 mill. ed è grosso da 3-5 mill. circa; i segmenti di cui è formato il suo corpo sono turgidi e separati da manifeste strozzature; essi portano delle grosse verruche le quali terminansi all’ apice con due papille coniche, situate l’ una di fronte all’ altra. Ricordo che l’ultimo paio dei suoi pseudopodi è collocato in tutta vicinanza dell’ estremità anale; infine la sua cute non è levigata ma minutamente granulato -scabra. Riguardo al suo colorito questo non è uniforme, due essendo i colori dominanti, cioè il verde-glauco ed il bianco, qua e là sfu- manti i’ uno nell’ altro. Va però notato che le verruche dei segmenti, di cui sopra, sono per di più screziate, di tinte giallognole, sub-fulve e rubiginose, in modo da simulare; ad un dipresso i capolini fiorali dell’ Artemisia. In una parola questo bruco è adorno di un complesso di colori corrispondente a quello che risulta dall’insieme dei ramoscelli, delle foglie fiorali, delle squame involucrali e dei fiori dell’ Artemisia comphorata, non solo ma (4) Un breve cenno intorno al mimismo di questo bruco trovasi in: Messalongo 0.; Nuova contribuzione alla Fauna Entomologica del Veronese; estratto Mem. Ace. Veron. vol. LKXII ser. III, fasc. II, p. 107; Verona 1896. — (?) Molto spesso i fiori (come pure le brattee involucrali) di questa Artemzsia si incontrano ancora colorati in rosso-violaceo per produzione di antociano nelle cellule del tessuto della loro corolla. Questa colorazione che implica un cambiamento (metaplastico) del carattere di dette cel- lule, la ritengo determinata dall'azione di una specie di Phytoptus che ho trovato fra i fiori che avevano assunto tal colore. Secondo l'illustre prof. A. Nalepa (in litt.) questo parassita si deve riferire al Phytoptus Artemi‘iae Can, che genera delle galle subcefaloneiformi rossasire sulle foglie di Artemisia vulgaris. Tale constatazione ci rivela il fatto strano di un Phytoptus che è ce- cidiogeno sopra le foglie di una specie di Artemisia, mentre vivrebbe ancora fra i fiori di un'altra pianta dello stesso genere, senza però produrre su di questa deformazioni ipertrofiche di sorta, Si deve perciò arguire che la facoltà cecidozena di un parassita dipende in gran parte an- cora da specifiche proprietà del protoplasma delle cellule degli organi infetti della pianta ospite, ra- gion per la quale a seconda di tali proprietà il detto protoplasma sarebbe suscettibile o no di reagire allo stimolo chimico esercitato dal parassita. Ciò posto sì arriva a comprendere il differente com- portamento dell’ Artemisia vulgaris e dell’ A. camphorata di fronte ad uno stesso acaro; nel nostro caso al Phytoptus Artemisiae. Non potendosi ritenere che lo stimolo meccanico di questo artro- podo, sulle due specie di Artemisia sia diverso, 134 la loro distribuzione sul suo corpo imita così esattamente quella che si osserva sugli anzi- detti organi della pianta da confondersi con essi, e sfuggire così alla vista del più attento osservatore. A tale riguardo rammento che un giorno ritornando da un’ escursione con alcuni rami fioriferi di Artemisia camphorata in mano, sui quali posavansi vari bruchi della Cucullia, arrivato a casa, in sulle prime, credeva di averli perduti durante il tra- gitto, perchè non era più capace di scorgerveli, e fu solo in seguito ad una forte scossa dei rami, la quale faceva bruscamente muovere i bruchi che m' accorsi della loro presenza. Più sopra venne riferito che il bruco porta l’ ultimo paio di pseudopodi presso l’ estre- mità anale; più volte ho notato che allorquando venga molestato, resta attaccato ad un ramo dell’ infiorescenza soltanto col mezzo del suddetto paio di pseudopodi, rendendosi in- dipendente dalla pianta col resto del suo corpo. In questa posizione il bruco simula un ramoscello portante dei capolini fiorali. Oltrechè sull’ Artemisia camphorata vive, sebbene più di rado, anche sull A. campestris; ritengo però che la prima pianta sia da ritenersi, almeno fra noi, come quella che gli for- nisce il suo prediletto e normale alimento. Questo parere mi sarebbe suggerito dallo spe- cifico mimismo del bruco rispetto all’ Artemisia camphorata, ciò che non si manifesta invece per l’ A. campestris, ragion per la quale sopra quest’ ultima pianta trovandosi troppo esposto agli attacchi de’ suoi nemici gli deve tornar conto possibilmente di evi- tarla, qualora almeno fra le due specie possa fare la scelta. Da quanto venni ad esporre, si potrà arguire che soltanto come un risultato dell’ e- voluzione, subordinatamente alla lotta per l’ esistenza, il bruco oggetto del presente ar- ticolo, deve a poco a poco essersi adattato all’ Artemisia camphorata (il caso inverso non potrebbe ammettersi poichè alla pianta nessun utile ne sarebbe derivato, nel caso nostro) dei fiori della quale particolarmente si pasce. Altra via non trova il biologo per spiegare il fenomeno, essendo troppo complesso e razionale nei suoi dettagli, perchè si possa pen- sare che il bruco dei progenitori di questo lepidottero già ab origine presentasse per mera accidentalità caratteri mimici così armonizzanti con quelli dell’ infiorescenza dell’ A. cam- phorata e che questa pianta alla sua volta per mera accidentalità dovesse proprio for- nirne anche l’ alimento. i Nell’ opera dell’ Hofmann E., Die Raupen d. Gross-Schmetterling. Europas’ Stuttgart 1893 p. 129, taf. 34 fig. 10.* quali piante su cui venne osservato il bruco della nostra Cucullia si fa menzione ancora dell’ Artemisia Absinthium ed A. Abrotanum; la figura riprodotta in detta opera corrisponde nei caratteri morfologici con quelli degli esemplari viventi da me studiati, però ne differisce non poco per i dettagli del suo colore, e certo per questo ri- guardo non rispecchia quel mimismo che rispetto all’ Artemisia camphorata più sopra ab- biamo descritto. Ammesso però che la succitata figura sia conforme alla natura (di che dubito), allora sì sarebbe indotti a pensare che il bruco di questo lepidottero presenti una variabilità di adattamento, forse dipendente in parte dalla diversità delle specie di Artemisia ed in parte da quella degli animali insettivori della regione dove esso alligna. Tregnago, ottobre 1903 O O Alpinismo Cime 2330 (?) e 2351 — (Prime salite) — Fra cima Lescion e Passo del Mus. 10 agosto - Partito da Casera Valmenone alle 4.15 con tempo minaccioso, per il passo Fantolina, giunsi a Forcella Val d’ Inferno alle 6, e disceso al principio della Valle omo- nima, chiamata da De Santa Val di Guerra, piegai a sinistra tra la cima Lescion e la cima 2351, e girata quest’ultima, continuamente per shiaioni, in salita, ed attraversando due piccoli nevai, arrivai alle 7.30 sotto la roccia. Calzati gli scarpetti, seguendo la guida, dopo venti minuti di divertente arrampicata per una parete che presentava buoni appigli, giunsi su quella che credevo fosse la cima, ma, amara delusione, era invece un’altra cima secondaria che valutai circa venti metri più bassa della meta che si ergeva trionfante a poca distanza. Tentai la traversata a ca- valcioni lungo il crinale, ma una spaccatura mi fece retrocedere, ed allora fatta una pic- cola piramide, dovetti ridiscendere fino al ghiaione e presa una cengia che diveniva sempre più stretta fino al punto di farmi procedere strisciando, arrivai a buon porto, e superata una serie di canaloni e camini, con qualche scorticatura alle mani ed alle ginocchia, arrivai finalmente alle 8.45 alla cima (2351). La nebbia mi tolse dopo brevi istanti ogni vista, solo sulle roccie sovrastanti al passo di Rua potei ammirare gli agili balzi di due camosci. Innalzato l’ ometto di pietra, e lasciato il mio biglietto in una bottiglia, alle 9 ripi- gliai il cammino, dirigendomi direttamente al ghiaione sottostante, calandomi giù per una parete verticale, accompagnato dal fracasso dei sassi che precipitavano in basso, smossi dai piedi e dalle mani sempre in cerca di un appiglio. Alle dieci arrivai sul ghiaione, e bagnate le arse fauci ad una fresca sorgente, ripresi il ritorno per la stessa via di prima. Al passo. Fantolina il tempo sempre minaccioso si mutò in pioggia, ed appena giunto.alle 12 4/, al Casone Campurosso, un diluvio, filtrando attraverso alle mal congiunte scandole del tetto mi bagnò come un pulcino. Ripartito dopo mezz’ ora, giunsi di corsa alle 13 4/, a cas. Valmenone. Punta Lavinal di Palis — m. (2100). — Prima salita, 10 agosto. — Ristabilitosi un po’ il tempo, quantunque, in lontananza sentissi rumo- reggiare il tuono, alle ore 144/, ripartii da Casera Valmenone, e giunsi alle ore 14.50 sotto alla roccia. Lasciate le scarpe ferrate per quelle di tela, dopo qualche tentativo, e passando per un breve camino ostruito da parecchi massi che stavan su per miracolo, toccai la cima alle 15.15. La nebbia che mi raggiungeva, e la brutta faccia del tempo, mi obbligò, dopo innalzata la piramide, a discendere alle 15.25 da un’ altra parte. Giunto sul ghiaione stavo per infilarmi le scarpe, e la guida De Santa brontolava che facessi presto; ed infatti in quel momento con gran fracasso una quantità di sassi passò a pochi centimetri dalle nostre teste, levando un nembo di polvere. In quattro salti con le sole calze, balzai in parte, non senza ricevere, come ultimo saluto della montagna, un buon sasso in un braccio. Calzate finalmente le scarpe, alla svelta ridiscesi sotto la pioggia a Casera Valmenone alle 16,30. In questa breve salita trovai la roccia pessima, ed appigli poco sicuri, che si staccavano sotto le dita. Cima 2344 (del gruppo Monfalcon). — Prima salita. Questa cima segnata sulla tavoletta Pramaggiore colla sola cifra dell’ altezza, è posta fra la Cima Orticello 2119 e la cima Monfalcone 2453. 11 agosto. — Partito da Casera Valmenone alle 4.45 sempre colla nebbia, seguito per circa mezz’ ora il sentiero che conduce a Val di Giaf, e poi girate le falde della cima 2260, alle 5.45, dopo attraversati parecchi ghiaioni forniti di pini mughi che prendevano le gam- be come tante tagliole da lupi, toccai la roccia. Veramente roccia non si può dire, perchè dapprima dovei seguire un erto canalone ghiaioso, e scalare parecchi salti, e più in su per 136 continue cengie e camini giunsi ad un punto dove la roccia liscia m’ impedì il passo e do- vetti retrocedere. Seguendo una stretta cengia, riaprendo le spellature alle mani fatte il giorno prima, e risalito uno stretto camino a forza di gomiti e di ginocchi, in pochi passi, alle 7.45 toccai la cima, formata da un cumulo di massi, che sembrano una piramide fatta da qualche gigante. Goduti pochi istanti la vista d’ uno splendido sole, che mi permetteva di scorgere in fondo l’ Amariana con breve tratto dei Rivoli bianchi, la nebbia come im- menso sipario nascose tutto. In ‘breve però abbassatasi mi forni lo spettacolo d’ un gran mare di nubi, dalle quali si innalzano le imponenti cime del Monfalcon, del Cridola, ecc. Inalzati due ometti, uno verso Forni, l’ altro verso la valle Monfalcone, ripartii alle 8.15 e per la stessa via di prima, in tutta furia, per paura di venir sorpreso da qualche altra frana, alle 9.30 arrivai sul sentiero, e di lì alle 9.50 a Casera Valmenone. Divorate le ultime provviste, ingoiata una ciotola di latte fornitami dalla schietta ospita- lità di quei pastori, partii in uno alla guida G. B. De Santa alle 10.45. Quindi pel passo del Lavinale ridiscesi a Forni di Sopra, dove arrivai alle 12.35. Udine, 17 agosto 1903. GiusePPE DE GASPERI NOTIZIARIO Per acclimatare un nuovo arbusto in Italia — Durante la caccia a Rambouillet nella sua recente visita in Francia, il re d’Italia si è lungamente trattenuto con Bertrand, uffi- ciale forestale, sui diversi alberi ed arbusti che si incontravano a Rambouillet, ove.la brughiera rossa specialmente è così abbondante. Questa pianta ha interessato il re, che decise di farne esperimenti di acclimatazione in Ita- lia. Nel mese scorso ne furono spediti :a Roma degli esemplari. L’arvicola nel Modenese. — Da qualche tempo nel basso modenese e precisamente nel territorio dei comuni di Finale, Mirandola e San Felice è comparsa a frotte l' arvicola, un onni- voro terribile, somigliante ad un topolino, che produce danni enormi, specialmente ai medicai e al frumento. i L'arvicola da una parte distrugge i semi, e dall'altra le piante, rodendo le radici e le foglie giovani. Finora grandi estensioni di medicai sono danneggiate irreparabilmente; e parecchi ter- reni, ove già il frumento era stato seminato, hanno subìto del pari danni rilevanti. Innanzi al pericolo d'una minaccia all'intera produzione del basso modenese quella Cattedra ambulante di agricoltura e il Consorzio agrario si occupano alla distruzione del terribile flagello. Fenomeni meteorici — Il Temps pubblica il parere di vari scienziati circa le perturba- zioni meteoriche avvenute negli ultimi giorni. Esse non dipenderebbero da fenomeni sismici, ma da uragani magnetici. L' abate Moreauz di Bourges, una delle celebrità astronomiche francesi, dichiara che questi uragani sono in comunicazione diretta con fenomeni solari importanti che sì verificano attualmente. Gli inconvenienti avvenuti sono gravi, perchè le linee più refrattarie, quelle dell’ Est e dell’ Ovest, furono le più influenti. Bisogna aspettarsi prossimamente nuovi fe- nomeni perturbatori ed aurore boreali. Pregi dell’albero Carnauba. — (Copernicia cerifera). Il console Morgan in un rapporto sul commercio del Brasile descrisse la proprietà d'un albero utilissimo, che diverrebbe un acqui- sto eccellente per quei paesi, nei quali esso può allignare. Quest’ è il Carnauba (Copernicia cerifera), un palmizio che sì sviluppa senza bisogno di coltivazione in Ceara, Rio Grande del Nord, Bahia ecc. Esso resiste alla siccità la più prolungata, rimanendo sempre lussureggiante. Le sue radici posseggono le stesse proprietà medicinali della salsapariglia. Il tronco fornisce delle fibre. fortis- 137 sime che acquistano lucido ammirabile, e servono per palizzate e per costruzioni. La sommità del palmello, quando l'albero è ancor giovine, fornisce un alimento nutriente: da esso si estrae il vino, l'aceto, lo zucchero, nonchè una specie di gomma rassomigliante per sapore e per le altre proprietà al sagù. Durante i primi periodi di siccità questa pianta ha reso grandi servigi alle. popolazioni di Ceara e di Rio Grande del Nord. Col legno del tronco dell'albero si fabbricano degli strumenti di musica, tubi e pompe per l'acqua. La polpa delle frutta ha un gusto aggradevole e la mandorla (sufficientemente oleosa) arrostita e ridotta in polvere fa le veci del caffè. Dal tronco dell'albero sì estrae una specie di farina che rassomiglia al ma?s, come pure un liquido simile a quello che fornisce la noce di cocco di Bahia. Della sua paglia secca si fanno stuoie, cappelli, cesti e scope. Si esporta in Europa grande quan- tità di questa paglia che serve a fabbricare cappelli finissimi; il provento dell’ esportazione della pa- glia sì eleva a tre milioni. Finalmente le foglie producono la cera, di cui servonsi in quelle provincie per fabbricare le candele, la cui esportazione annuale sorpassa i quattro milioni e mezzo. I movimenti delle piante. — Le piante si muovono anch’ esse come si muovono gli ani- mali. Esse non sono materia inerte priva di vitalità; ma al contrario perchè dotate di vitalità sì muovono senza che per compiere ciò abbiano da dipendere direttamente da agenti a loro estranei. Le piante si muovono: si muovono quando germogliano, quando crescono, quando fioriscono, quando fruttificano. Il lore moto non cessa se non quando, obbedendo alla legge del creato, ces- sano di funzionare per andare in dissoluzione. Ma oltre ai movimenti, dipendenti solo dalla vita vegetale, e perciò comuni a tutte le piante, altri se ne osservano, speciali a certe piante, ma non meno curiosi. Chi non conosce la sensitiva? (Mimosa pudica). Un soffio di brezza, un lieve tocco di mano basta a farne rinchiudere le foglioline, abbassare î ramoscelli ; basta in sostanza a darne l’ appa- reuza d'una pianta morta lì per lì. I naturalisti studiarono questo fenomeno, e tutti più o meno, cercarono darne una ragione, ma finora non vi riuscirono. Chi segnò l’elettricismo, chi diede un vero apparecchio nervoso sensibilissimo a questa povera pianta, dotandola per tal guisa d' affezioni isteriche; insomma un mondo di teorie, nessuna delle quali è accettabila. V'è poi il Desmodium oscillans, le cui foglioline oscillano come un pendolo, se riscaldate dal raggio vivificante del sole. Strano a dirsi, questi movimenti continuano ancorchè un ramoscello sia divelto dallo stelo; e, più strano ancora, cessano se la pianta è irrorata d’ una soluzione d’ oppio. Certe Ninfee (Ninfeacee) di giorno mostrano i loro fiori alla superficie delle acque in cui ve- getano, ma poi giungendo la notte abbassano prontamente gli steli e tuffano i fiori sott’ acqua. La Dionea pigliamosche ha anch' essa curiosi movimenti. Una piarta delle nostre paludi, dice il Pouchet, cioè la Drosera, dalle foglie rotonde, è al pari della Dionea fatale agli insettini alati, ma in modo diverso, con un mezzo che si potrebbe chiamare fisico vitale. Tutta la pagina superiore delle foglie è coperta di filamenti lunghi e sottili che hanno alla loro estremità una goceiolina di un fluido vischioso, ed ogni mosca un po’ impru- dente che viene a satollarsi in mezzo ad essi vi trova una morte sicura. I filamenti, irritati dal contatto di essa, le si attorcigliano d’ attorno, e le sue zampe immediatamente agglutinate dalla loro secrezione, rendono impossibile qualunque evasione. La Berberis vulgaris o Crespino, certe Ostriche, taluni Cactus, ove per avventura con una punta se ne tocchino gli stami, tosto sì raggruppano l'un coll’ altro. Ciò che in essi accade per gli stami avviene eziandio nei Mimuli (Antirrinee) pei pistilli, Citeremo ancora l'Impatiens balsamina (Balsaminee), la quale ‘appena i semi sono giunti a maturanza, spezza improvvisa la teca che li ravvolge, e li lancia lungi da sè con velocità tale da farli sembrare come spinti da una molla. Un premio di 125,000 franchi — Il Consolato degli Stati Uniti, di Nizza, avvisa gli in- ventori che l'American Groupe Acide Association di San Francisco, offre un premio di 125,000 > CORRIERE: A 138 franchi a quello che troverà una formula per la fabbricazione dell' acido tartarico con l’ uva americana. Il concorso terminerà il 31 dicembre 1904. Nel caso in cui l'inventore considerasse il sud- detto premio come insufficiente per la sua scoperta, l' Associazione chiede il diritto di fare un' offerta per la formula. Per maggiori schiarimenti rivolgersi al Consolato degli Stati Uniti in Nizza. Esempi di attualità — Il governo Belga nei grandi calori, fa distribuire ai suoi soldati una razione di miele. Il prof. G. M. Battaglino dell'alta Italia ed esercente in Acireale, tempo fa con un suo amico fecero un' ascensione al Monte Bianco. Per provvigioni non avevano che pane, zucchero e miele e un po’ di bevanda di thè per ravvivare il sistema nervoso. La salita e la discesa furono felicis- sime. Il conte Antonino Valenti (mio amico da oltre 25 anni) di Trevi (Perugia), è un’ appassionato cacciatore del Lazio. I suoi amici si fanno le più alte meraviglie nel vederlo sempre forte, sempre pronto alla carica. Egli con la solita allegria spiegò la cosa: « In luogo di mangiar carne e bere vino, massime quando vado a caccia, mangio frutta candita, miele, pane e bevo acqua; con questo regime, al quale ottempero da un pezzo, sono forte e resisto a qualunque fatica ». Il celebre Legouvé, che ha vissuto fino alla bella età di 96 anni, diceva ai suoi amici: « voi volete conoscere a che cosa debbo l’ essermi saputo conservare così fresco di. corpo e di spirito fino ad oggi? Lo debbo ai miei gusti: l’amore al lavoro, l'amore al teatro, l' amore della scherma, l’amore dei fiori, l'amore della lettura ad alta voce ed alla ghiottoneria di un po' di miele sulla mia tavola ». Tempo addietro, quando la signorina Luisa Caccialupi era Direttrice del Collegio Regina Mar- gherita in Anagni, vendevo sempre a quella comunità 10 o 12 quintali di miele all’ anno. Serviva a molti usì, fra i quali quello di caramellare tutti i tozzetti di pane che restavano sulla tavola. La signorina direttrice mì scriveva: « Se vedesse, egregio sig. Canò, che allegria quando, due giorni alla settimana, diamo per merenda alle ragazze questi tozzetti di pane riscal- dati nel forno e bagnati di miele! è una vera festa. Abbiamo calcolato un risparmio dalle 350 alle 400 lire annue ». Tutti sanno la nascita oscura di Napoleone I; quando arrivò all’ apogeo della sua potenza e della sua grandezza, fu imbarazzato nella scelta dello stemma; pensò molto e poi finì coll’ accet- tare per simbolo........ le api. Rag. EnRICO CANE Dirett. della « Lega Apistica Italiana ». Pioggia di sangue ed arena. — Durante le ultime intemperie, a Capua sì verificò il fe- nomeno d'una pioggia simile a latte e caffè. Era formata dall’arena dei deserti africani portata dallo scirocco. A Salerno si notava invece un’ abbondante caduta di goccie rosse, che chiazzò di macchie purpuree il suolo, simile a pioggia mista a sangue. NOTIZIE DI CACCIA L’ uccisione di un lupo a Sorrento 4]l2 (%.) — Da varii mesi il villaggio di Santamaria al Castello, nelle vicinanze di Sorrento, è infestato da sei lupi, i quali fanno vivere quella popo- lazione in ansia continua. Per liberarsi ognuno aveva messo sulla propria casa un fantoccio di paglia con un fucile in mano in atto di sparare. Una lupa girovagava stamane intorno alla casa di certo Guido Scapolone. Il cane di costui si avventò contro la lupa e la sbranò. Con grida di giubilo i contadini portarono in processione per la penisola sorrentina il cada vere della lupa e il cane valoroso. o 139 Una caccia al lupo presso Savona 812 (V.) — In seguito alle prime nevi scese in questi giorni sui monti di Pallare, Osiglia, Rialto, ecc. alla valle della Bormida, un lupo discese l' Appen- nino, portando il terrore a quei villici, e distruggendo moltissimi capi di armento di pastori di quelle località. Ad Osiglia specialmente, la fiera, imbattutasi in un armento di capre, le sgozzava in modo feroce. Allora, dieci arditi giovanotti del paese, decisi di dar la caccia al feroce animale, incomincia- rono ad ispezionare accuratamente, armati di fucile, molte parti della montagna, dove si rivelavano le pedate del lupo sulla neve caduta. Ad un certo punto, la fiera, accortasi dell’ inseguimento, fu vista avviarsi verso il culmine più alto del monte: gli arditi cacciatori, dietro sempre, sparpagliandosi fra i diversi sentieri. Finalmente, uno di essi, certo Amedeo Roascio, vistolo alla distanza di 30 metri circa gli tirò contro due colpi di fucile, ferendolo assai gravemente. La belva, furibonda, cercò allora di deviare a sinistra, ma un altro dei giovani, per nome Sebastiano Roascio cugino del primo, gli scaricò a tempo due altri colpi a palla, e allora i) lupo cadde per non più rialzarsi. Trattasi d'una vecchia lupa del peso di oltre 40 chilogrammi. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI ‘Sono incaricati d’ insegnare nelle scuole normali maschili e femminili: NA vr Gereschi Dina scienze fisiche e naturali ad Anagni Tietze Federico « G Ascoli Piceno Capeder Giuseppe « < Bobbio La Farina Sebastiano « « Cosenza Durante Pasquale < « Mistretta Bisogni Carlo G « Monteleone Mirabella Rosalba « « Petralia Sottana Marino Salvatore « « Piazza Armerima Pagani Umberto « « Potenza Morale Michele mat. « « Foggia (Maschile) Pignatari Giacinto « « « Forlimpopoli Nell' Università di Pisa sono nominati : Ugolini dott. Riccardo, assistente nel Gab, di Geologia D' Achiardi dott. Giovanni, aiuto — « « Mineralogia Farulli Ezio preparatore « « zool. e anat. comparata. Bottini dott. Antonio aiuto nell’ Orto Botanico Garbocci Andrea, preparatore < « I seguenti proff. di St. nat. negli istituti tecnici e nautici sono trasferiti : Vigo Giuseppe, da Sondrio a Cuneo, per servizio; Picone Ignazio, da Messina a Napoli, per domanda; Macchiati Luigi, da Napoli a Savona, per servizio. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all'Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. 102. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi, Siena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix fflammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchionì (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus marginatus).. Ha dispo- nibili esemplari vivi di Natrix cettiî che cede a L. 25 l’ uno. 103. Alzona Carlo. S. Stefano, 30 - Bologna - Si occupa della fauna delle caverne. Cerca corrispondenti, offrendo rare forme sotterranee - (Coleotteri, Ortotteri, Ditteri, Miriapodi, Aracnidi, Crostacei, Molluschi, Vermi). 104. Collezione generale paleontologica di 4000 specie di tutti i piani geologici per Li- re 3000 franca alla stazione di Modena. Per richieste rivolgersi al Dott. Fr. Coppi in Modena, Villa S. Agnese N. 243. Bi; TA 140 i 14, Si cederebbe la collezione completa degli Almanacchi igienici del Prof. Mantegazza, com- prendente 38 annate (1866-1903), alcune delle quali non si trovano più in commercio. 115. Giulia Cellesi Camollia 10, Siena, cederebbe Coleotteri, Lepidotteri e conchiglie fossili, in cambio di conchiglie viventi, coleotteri e francobolli per collezione. 116. Luigi Mario Brunelli Cannaregio Venezia, offre in cambio di coleotteri Europei, 1500 specie di coleotteri ben determinate e preparate, ad es. Cicindela riparia, Omophron limbatum, Procerus gigas, Carabus Mageri, Fabricii, Harpalus rufus,: Cebrio gigas, Calcophora mariana, Elater sanguineus ete, ete. Desidera acquistare libri serventi alla determinazione dei coleotteri Europei. 117. Carlo Fenizia prof. del R. Istituto Tecnico di Modica, desidera cambiare con qualche opera di biologia e filosofia naturale il III. Vol. delle opere filosofiche di R. Ardigò, contenente: La mo- rale dei positivisti. Relatività della logica umana « La coscienza vecchia e le idee nuove: Empirismo e scienza. » 118. Costantini Alessandro si è trasferito in Modena — Strada Pioppa N. 18 — Si occupa sempre della fauna Lepidotterologica locale e prega vivamente i cultori di questo studio a volerlo onorare della loro corrispondenza intesa a facilitare le comunicazioni e gli scambi di materiale. 119. Chi volesse cedere le flore italiane del Parlatore, Gussone ecc., è pregato farne offerta all'Ing. Camillo Camperio - Milano, Corso Porta Vittoria, 13. 120. Si cedono le seguenti opere del valore complessivo di 180 Lire, ed assolutamente nuove: « S. Canestrini. Evoluzione, Teoria dell'evoluzione. - Ratzel. Razze umane, 3 vol. = Bacche L'uomo, 2 vol. - Kerner, Vita delle Piante, 2 vol. - Darwin, Viaggio di un naturalista; Le Orchi- dee; Piante rampicanti; Piante insettivore. — Dirigere offerte al Cav. Gaetano Guida, Portici, » 121. Si cede I. Una bellissima collezione di circa 1200 specie di coleotteri italiani esattamente determinate e classificate con l'indicazione delle località, É contenuta parte in dieci telai (55X70) a fondo di torba rinchiusi in baule a chiusura ermetica, parte in venticinque cassette a doppio fon- do rinchiuse in apposito armadietto di legno d' abeto. II. Una raccolta di Cipree sinora la più ricca di specie che si trovi in Italia. II[. Le seguenti pelli d' animali: Zudù (Antilope strepsiceros) J' bellissimo, di dimensioni molto grandi. — Antilope az- surta g° (Hippotragus leucophaeus) adulto; molto bello. — Antilope aszurra d' giov. bello. — Antilope caama (Bubalis caama) bello. — Cobo g° (Kobus ellipsiprimnus) adulto, bellissimo — Cobo P adulta e giov. Per trattative rivolgersi alla Ditta S. Brogi — Siena. 122. Il prof. Alessandro Mascarini di Ascoli Piceno fa cambii in oggetti di Storia naturale, ed in special modo è disposto a cedere Conchiglie ben determinate e Fossili, verso Minerali e Rocce dei principali giacimenti italiani. 123. Carlo Fenizia prof. del R. Istituto tecnico di Modica desidera cambiare libri scientifici, come Microscopica clinica del Bizzozero, Teoria gener. della Fillotassi del Delpino, contro altri libri concernenti la Biologia, 1’ Evoluzione, ed anche contro il Trattato di Mineralogia del. Bombicci, qualche libro sulla struttura fisica dei cristalli ecc. 124. Bazzi Ing. Eugenio, Via Brera n. 19. Miano, desidera far cambi di minerali special- mente di giacimenti Italiani. Lo stesso tiene specialmente disponibili per cambi, buoni esemplari dei giacimenti di Baveno, Val d’' Ala e S. Gottardo. € 125. Morseletto F. Torino, Corso Vitt. Em. ? oltre Po, offre varie specie di Coleotteri, contro Chrysomelidi italiani di habitat garantito. 125. Cavagnaro Tito. Livorno. (Toscana) offre: Coleotteri italiani, Lepidotteri e, Coleotteri della Repub. Argentina, Conchiglie viventi e fossili e monete antiche e moderne, in cambio di altre conchiglie o libri di malacologia. dA 141 Indice dell’annata 1903 —— 0 e-0-0 >>} 10-00 0 AGRICOLTURA, ORTICOLTURA, GIARDINAGGIO E AFFINI (Vedi Botanica) ALPINISMO. Pag. 134. ANIMALI INFERIORI IN GENERE. NevianI Dott. AnTonIO. Materiali per una bibliografia italiana degli studi sui Briozoi viventi e fossili dal 1800 al 1900 (cont.) Pag. 11, 31, 46, 59, 75, 90, 101, 109. APICOLTURA. Pag. 51, 91. BACHICOLTURA. Il bacillo dei bachi da seta. Pag. ‘79. BOTANICA. BarsALI DorTT. EGIDIO. Sul germogliamento del polline del Lilium candidun Pag. 73. » e < Mostruosità nel Lilium candidum L. Pag. 98. Cozzi Sac. CarLO. Nei dintorni di Lecco. Pag. 83. e ‘ c Osservazioni sul Dianthus Seguieri e sull’ Aster Novi Belgii. Pag. 121. RaGeI Luci. Florula del bosco dell’ Eremo, provincia di Forli. Pag. 87. ‘ « L’epoca di sporificazione delle Protollogame italiane (tavola) Pag. 129. Un fiore gigantesco. Pag. 37. — Un nuovo mandarino Pag. 54. — L’ avvenire del pioppo Pag. 54. — L’ albero che fischia Pag. 70. — Semi di piante che, scoppiano Pag. 95. — La più estesa cultura di Fragole Pag. 95. — Nutrizione artificiale delle piante Pag. 114. — Pianta industriale nel Napoletano Pag. 114. — Giardini galleggianti. Pag. 114. — L’albero dei viaggiatori Pag. 114 — Azione dell’ etere e del cloroformio sopra le piante Pag. 127. — Per acclimatare, un. nuovo arbusto in Italia Pag. 136. —. Pregi dell’ albero Carnauba Pag. 136. — I movimenti delle piante. Pag. 137. CACCIA. Bonomi Pror. A. L'orso nel Trentino. Pag. 76, 123. BroeI S. (DrrtA) Cattura di una lontra presso Siena Pag. 53. « CO Buone catture di Puzzole nei dintorni di Siena Pag. 53. Caccia ai Cinghiali Pag. 20 — Caccia estera Pag. 21 — Cattura di una Lontra Pag. 53 — Cattura di un Canis lupus presso Castellammare di Stabia Pag. 66. — L’ uccisione di un lupo a Sorrento Pag. 138. — Una caccia al lupo presso Savona. Pag. 139. 142 NOTIZIE DI CACCIA Pag. 20, 53, 66, 76, 123, 138. N. B. Per ciò che si riferisce alla caccia ece. degli uccelli, vedasi il periodico Avicula. CHIMICA, FISICA E MECCANICA. CaFFI DoTT. ENRICO. Intorno alla pioggia di fuoco Pag. ‘79. CipoLLa FRANCESCO. Gli spari contro la grandine. Pag. 79. NEVIANI A. e RacHEL S. Gli spari contro la grandine Pag. 81. Un apparecchio per la fabbricazione del vino Pag. 6. — Salvagente Pag. 6. — La fotografia di notte Pag. 6. — Una nuova ferrovia ad. una sola rotaia Pag. 7. — Le botti di sughero Pag. 7 — Le lampade ad acetilene alla prova Pag. 7. — Vestiti di lana im- permeabili Pag. 22. — Purificazione dell’ acqua delle cisterne Pag. 22. — L’ elettricità e la fillossera Pag. 53. — Apparecchio salvagente per incendi e Maschere antiasfissianti Pag. 53 — Seghe per legname umido Pag. 67 -— Il calore del sole trasformato in energia elettrica Pag. 68 — Un grandioso progetto idraulico Pag. 68. — Il globo salvatore Pag. 68. — Va- lore concimante dei residui del carburo di calcio. Pag. 68. — Una pioggia di fuoco. Pag. 70 — Macchina per sbucciare le patate Pag. 102 — Il telefono senza fili mediante l’acetilene. Pag. 102. — Vetri da microscopio Pag. 103 — Un surrogato al celluloide. Pag. 103 — Apparecchio di sicurezza per i treni Pag. 116. — La corazza afferra proiettili Be- nedetti. Pag. 116. — Un nuovo fonografo di Edison. Pag. 117. — Per l’utilizzazione dell’ azoto atmosferico. Pag. 117. — Rabenatura chimica dei vetri. Pag. 118. — Il tele- grafo senza fili sui treni in moto. Pag. 124 — Metodo per liberare le gallerie dal fumo. Pag. 124. — Il pedografo Pag. 124. — Il ferofono Pag. 124. — La luce elettrica per uc- cidere i microbi del latte Pag. 125. — Fenomeni meteorici Pag. 136. COMUNICAZIONI, PROPOSTE, DOMANDE ecc. FRA GLI ABBONATI. Pag. 19, 25, 66, 113. CONCORSI SCIENTIFICI ; CONCORSI AGRARI. Pag. 37, 115, 116. CONGRESSI e RIUNIONI. Pag. 55, 94. REDAZIONE. Resoconto del XXII.° Congresso Geologico italiano a Siena. Pag. 97. CROSTACEI. BBIAN DorT. ALEssANDRO. La presenza dell’ anfipodo « Guerinia nicacensis Hope » mare di Genova. Pag. 41. Pa ne Un nuovo malanno della risaia causato dalla Limnadia d’ Ermann. Pag. 93. ESPOSIZIONI. Pag. 54. FISICA (Vedi chimica). GEOLOGIA (Vedi Mineralogia). GIARDINAGGIO (Vedi Agricoltura e Botanica). INSEGNAMENTI PRATICI. Pag. 22, 68, 77, 92, 117, 125. INSETTI (Vedi anche Apicoltura e Bachicoltura). MassaLoneo port. C. Intorno al mimismo del Bruco della Cucullia Artemisiae Hufu Pag. 132. PerLINI R. Contributo alla Fauna dei Lepidotteri d’ Italia. Pag. 9, 35. TiraBoscHI DoTT. CARLO. Sulla SarcopsyWa gallinacea Wetsw. Pag. 66. ViraLE AGRON. FRANCESCO. Notizie di cacce entomologiche Pag. 19, 54, 66. Zoppa Dott. GiusePPE. Specie e località da aggiungere al « Catalogo dei Coleotteri d’ Italia del Bertolini ». Pag. 1. 143 Parassiti vegetali — L’ Eumolpo Pag. 93. — Le formiche mielifere. Pag. 115. INVENZIONI E SCOPERTE. Pag. 5, 52, 67, 102, 116, 124. MAMMIFERI BroGI. S. (Ditta). Putorius vulgaris X P. erminea. Pag. 95. Gr. A. Myosus intermedius Pag. 38. I Lupi in Romania. Pag. 20. — I conigli alsaziani. Pag. 20. — L° Arvicola nel Mo- denese. Pag. 136. MECCANICA (Vedi Chimica e Fisica). MINERALOGIA E GEOLOGIA. De AnceLIS D’ossat Dot. GioaccHINO. La Geologia agricola e le rocce delle pro- vincie di Roma e di Perugia (cont. e fine) Pag. 17, 44. De SterAaNo Dort. Giuseppe. La Platyemys Lachati, Sauvage della lignite di Volx i nelle basse Alpi, è una CArysemys. Pag. 57. SiuvestrI Dott. A. La Sagrina nodosa del pliocene senese. Pag. 129. Scoperta di rame in Rhodesia. Pag. 5. — Montagne di stagno e di rame nell’ Alaska. Pag. 7. — Una singolare miniera di Solfato di rame nel Cile. Pag. 52. — La produzione e il consumo del Platino. Pag. 55. — Per distinguere i diamanti veri dai falsi. Pag. 94. MOLLUSCHI. La vita dei molluschi. Pag. 78. NOMINE, PROMOZIONI, ABILITAZIONI; ONORIFICENZE, PREMI Pag. 22, 38, 55, 71, 13) 5 IERI NOTIZIARIO Pag. 37, 54, 114, 126, 136. - ORTICOLTURA (vedi Agricoltura ecc.) PESCI, PESCICOLTURA e PESCA. DamranI Pror. Gracomo. Comparsa di due specie di Sifonofori sulle coste dell’ Isola d’ Elba. Pag. 7%. GieLIo - Tos DorT. ERMANNO. Cattura di una Balenottera in Sardegna. Pag. 76. LucirERo ArMmaNDO. Cattura di una Phoca vitulina Pag. 21. REDAZIONE. Intorno alla cattura della Phoca vitulina Pag. 25. Un carpio colossale. Pag. 20 — Caccia alla Balena. Pag. 20 -- Acquicoltura Pag. 20. — La pesca delle anguille a Comacchio. Pag. 20 — Pesca miracolosa Pag. 20. — Il trust delle Sardine. Pag. 21. — Per riconoscere l’ età dei Pesci Pag. 69. — Due Delfini nella laguna veneta. Pag. 76. — Notevole pesca del tonno in Istria Pag. 76. — La pesca delle sardelle in Bretagna. Pag. 115. NOTIZIE DI PESCA Pag. 20, 76, 95. RICHIESTE e OFFERTE, DOMANDE ed OFFERTE DI CAMBI, INDIRIZZI, ecc. Pag. 8, 23, 39, 56, 72, 80, 96, 104, 120, 128, 139. TAVOLA NECROLOGICA Pag. 119. De AnceLIs D’ Ossat DorT. GroaccHINO. Cenno necrologico di Filippo Keller. Pag. 105. REDAZIONE. La perdita del prof. Luigi Bombicci. Pag. 57. VARIETÀ E SOGGETTI VARII. C.te DE Sarna-MARSAULT. Protezione degli animali da lavoro contro le mosche. Pag. 92. FeNIZIA Pror. CARLO. Peregrinazioni Filosofico-naturali. (cont. e fine) Pag. 15, 42, 63. REDAZIONE. Per gli articoli da pubblicarsi. Pag. 25. e A 144 4 Vitelli da una mucca Pag. 37. — Piastre di cemento ed amianto per tetti. Pag. 55. — Uso della filiggine Pag. 69. —Per ie galline che mangiano uova. Pag. 69. — Vernice contro 1’ umidi- tà dei muri. Pag. 69. —- Per distruggere le talpe. Pag. 69. — Per togliere le incrostazioni dalle caldaie. Pag. 69. — Una coppia di buoi che passeggia sui tetti di una casa. Pag. 70. — Un vete- rinario idrofobo. Pag. 70. — Per prevenire l’ incendio dei fieni. Pag. 77. — Lo zolfo invece del- l’iodoformio nella cura delle ferite degli animali. Pag. 78. — Per far tacere i galli che cantano troppo di buon’ ora. Pag» 78. — I recipienti in alluminio pel vino. Pag. 78. — Società colombofila fiorentina. Pag. 79, 126. -—— Per conservare i fagiolini in erba. Pag. 93. Le castagne d’ India e la distruzione degl’ insetti. Pag. 94. — La paglia in bocca. Pag. 94. — Per purificare l’aria nelle stanze chiuse. Pag. 103. — Un getto d’ acqua luminoso. — Pag. 103. — Modo di ripulire le cornici dorate. Pag. 103. — Come si può sopprimere il fumo dalle caldaie. Pag. 103. — Per rendersi approssimativamente conto d’ un solfato di rame. Pag. 103. — Un cannone grandinifugo colossale. Pag. 115. — Le malattie dei gamberi. Pag. 117. — Farina di pesce come alimento. Pag. 117 — Per rendere per molto tempo inalterabile e resistente l’impagliatura dei fiaschi e delle damigiane. Pag. 117. — Contro le vespe che danneggiano le uve. Pag. 118. — Pomidori conservati sott’ acqua salata. Pag. 118. — I caffè adulte- rati Pag. 118. — Contro il singhiozzo Pag. 118. — Fisionomistica del Cavallo. Pag. 118. — Contro gli insetti che tormentano gli animali. Pag. 119. —. Lotta contro 1’ Otiorinco. Pag. 119. — Per rendere tenera la carne. Pag. 125. — Per togliere la muffa dall’ inchio- stro. Pag. 125. — Per riconoscere la potabilità dell’acqua. Pag. 125. — Contro le pun- ture delle zanzare. Pag. 125. — Per preservare gli oggetti chirurgici dalla ruggine. Pag. 125. — Per rendere nuovi i turaccioli. Pag. 126. — Per la conservazione delle mele e delle pere. Pag. 126. — Indurimento del gesso. Pag. 126. — Modo di evitare la ossida- zione delle viti. Pag. 126. — Per scolorare l’ aceto. Pag. 126. — Maniera di pulire la lana allorchè è infestata dagl’ insetti. Pag. 126. — La festa della disinfezione in America. Pag. 127. — Guerra ai topi. Pag. 127 — Azoto dell’ aria. Pag. 127. — Una rivoluzione in Astronomia? Pag. 127. — Esempi di attualità Pag. 138. — Pioggia di sangue ed arena Pag. 138. ZOOLOGIA IN GENERE. Morgana MaRIO. Contribuzione allo studio della fauna di Montecassino. Pag. 26 ° Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri E. BOZZINI, gerente responsabile LABORATORIO 200LOGICO-Z00TOMICO-TASSIDERMICO E MUSEO DI STORIA NATURALE gia diretti dal Cav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Cataloghi gratis Prezzi correnti gratis Fornitore di molti Musei e Gabinetti italiani, ed esportatore all'estero Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità ege. Occhi artificiali, umani, per animali, figure ecc. a prezzi mitissimi Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di storia naturale di ogni genere Scuola di Tassidermia — Compra — Vendita — Cambi Animali e piume per mode e per ornamento Tatto l’ occorrente per raccogliere, studiare, preparare e conservare oggetti di storia naturale, Sono sempre pronte collezioni per l’insegnamento, secondo i programmi governativi Via B. Peruzzi 28, SIENA (Italia) Stabile proprio, COLLEZIONI A PREZZI ECCRZIONALI Non è possibile insegnare gli elementi della Stgria Naturale senza mostrare agli alunni almeno qualche tipo principale degli esseri; ma a molte Scuole mancano i mezzi per potersi procurare un piccolo Museo. È perciò che offriamo collezioni, ad un prezzo eccezionalmente mite, di esemplari ben preparati, in perfetto stato di conservazione, portanti ognuno il nome italiano più noto e quello latino, che è il solo che non può dar luogo ad equivoci nella nomenclatura. : La collezione serve di ornamento nella Scuola e gli alunni, avendo continuamente sot- t’ occhio gli oggetti, non se li dimenticano mai più. Chi possedesse già esemplari di Storia naturale o per qualunque altra ragione desi- derasse apportare delle variazioni, non ha che ad indicarlo nella richiesta. Non desiderando qualche classe di animali od altro, si supplisce per pareggiare il va- lore dando più esemplari per il resto. Per le Scuole ed Istituti si accetta il pagamento a rate da concordarsi previe suffi- cienti garanzie. 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Prezzi d’ Abbonamento per il 1904 I nuovi abbonati e tutti coloro che pagheranno 1’ abbonamento 1904 entro l’ annata corrente, godranno le appresso facilitazioni sui prezzi d’ abbonamento: Con L. 5 saldano l abbonamento al Giornale Ornitologico italiano ed al Bollettino del Naturalista; oppure alla Rivista e Bollettino del Maturalista; e con sole L. 8 sal dano l'abbonamento per tutti e tre î periodici Avicula, Rivista e Bollettino. Premi ai nuovi abbonati Oltre alle riduzioni sui prezzi d’ abbonamento sopraindicate, ogni abbonato, nel rimet- tere direttamente all’ Agenzia di questi Periodici in Siena (Via B. Peruzzi) l’ importo dell’ abbonamento, potrà domandare uno dei seguenti 3 premi, che sarà sollecitamente ri- messo franco a domicilio : 1.° Un opuscolo a nostra scelta relativo alle Scienze naturali. Indicare se si desidera di sog- getto relativo alla Zoologia, o alla Botanica, o all’ Agricoltura o alla Mineralogia e Geologia. 2.° Cinque specie, a nostra scelta, di minerali, o di rocce in piccoli esemplari, o di conchiglie, o di fossili, o di piante secche, o di insetti. 3.0 Una pelle di uccello mosca o di altro uccelletto esotico. Oppure previa richiesta verrà fatta : Pubblicazione gratuita di avvisi di complessivi 10 versi in colonna. G « per 6 volte della medesima o di diverse domande ed offerte di cambi. Offriamo inoltre indistintamente a tutti coloro che pagano l'abbonamento 1904 entro l’anno 1903: Le annate arretrate dei Periodici « Rivista e Bollettino » insieme, a L. 2.00 per annata al annate L. 8, e per sole L. 17 tutte le 18 anpate dal 1885 al tutto il 1902. Le prime sei annate dell’ Avicula per L. 3,00 ciascuna. Tutte e sei per L. 18.00. Sì av- verte che fino a tutto il 1896 gli studi e le notizie sugli uccelli, loro caccia ecc. venivano pubbli- cati nei fascicoli della Rivista e del Bollettino, per cui, per quanto riguarda gli uccelli, 1’ Avicu/a è come una continuazione ai detti periodici. wa Il 50 °/ di ribasso sui prezzi di molti scritti relativi alle scienze naturali dei quali mandia- mo gratis il catalogo di ]2 pagine a tutti coloro che ne faranno richiesta. Gratificazioni. — A chi ci procurerà 2 nuovi abbonati da L. 8 ciascuno verranno rilasciate a suo favore L. 2; per 2 nuovi abbonati da L. 5 ciascuno L. 1,50; per 2 nuovi abbonati da L. 3 ciascuno L. 1; che potrà ritenersi inviando all’ Amministrazione - Via Baldassarre Peruzzi, 28 Siena - sole: L. 14, L. 8,50, L. 5. TITO Sd S3à = 58 SO E fala £ «20 mi 26 nas 103 MO DS IGES DL 359 STE a ° HE So RTS Si d D = iS Az 8S [S SENSE Ses ORCMEZII Nasa BEZRS ber DS S si è ki © os E È ES Le RS SAIESTICIS de SR E gS$ (ch) .2 Flealcie- IPG di Ra + 5 SE3* Lg SA zsl È Bia S SESIAE (RES Clase <ìî$ Di: 8 S ky COLORO CHE PA AD ANNATA INCOMINCIATA Ornitologico ed al Bollettino del Natw tutti e tre, questi periodici. È i tali. iori spese pos ù, per le maggi % pi 00 d: uelli degli altri Stati L. 2, (cal ® _ Si DIC i, pi Gli abbonati esteri dell’ U nione postale pagheranno L. 1,00 d Conto corrente con la Posta 4 ANNO XXIV - Siena - Gennaio-Febbraio 1904 - N. le2 ì Pai ui i i TALLANA DI SCI AURA Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali itallani all’ estero L. 4, 00 i Per gll. Stati dell'unione postale L. 4,50. — Altri Stati L. 5,00 già diretta dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFIGIO — Via Baldassarre Peruzzi 28 — SIENA Collaboratori principali della RIVISTA e del suo supplemento BOLLETTINO DEL NATURALISTA ArRIGonI degli OppI conte prof. ErrorE — BADANELLI prof. dott. DAnre — BARGELUINI prof. MARIANO Bektini dott. RAFFAELLO — BERTELLI dott. Dante — BeTTI GrusePPE — Bezzi dott. SoGNI prof. d." CarLo — BoLzon Prof. Dott. Pro — Bonomr Prof. Agostino — BorpI BomBicci-Porta Comm. Prof. Lurer prof. MARIO — Br- Prof. Dott. Lurer — BruweLLI Gustavo — Brusina Prof. SPIRIDIONE — CAGCIAMALI Prof. G. Battista — CaLaBRÒ LomsaRDO Prof. ANTONINO — CARUANA-GATTO Avv. ALFREDO — CASTELLI dott. Grovanni — CerMeNATI Prof. Mario — CLERICI Ing. EngICO — Cori Chimico farm. ELia — Damiani Dott. Prof. Gracom — De AngeLIS D'Ossat Dott. Prof. GroaccHINo — De Bonis ANTONIO — De BLasto Dott. AsELE — DepoLi Guipo —Der PrETE d° Rarmonpo — DE STEFANO d." GIUSEPPE — De SteranI Perez Prof. Troposio — Fasani Sac. prof. CarLo — Faina TepALDI Luici prof, CarLo — Frori Prof. Anprea — GaLLI-VALERIO dott. prof. BRUNO — GIACHETTI cav. — FENIZIA G. CESARE — Gritto prof. Niccorò — ImPARATI dott. prof. EpboARDO — LARGATOLLI dott. prof. VirtoRIo — LEVI Morenos dott. Davip — Livini cav. prof. dott. ANTONIO — Longo prof. dott. AypREA — Lopez prof. dott. Corrapo — Losacono Posero prof. MicneLe — Lorenzini ALESSANDRO — LuPIDott, E, = Luzy march. dott. G. F. — Mascarini Prof. Aressanpro — MaI Prof. Romoro — MATTEI Giov. ETTORE — Morici MicarLe NevianI Dott. dott. VITTORIO + SANCASCIANI Cav. Prof. Antonio — ParatoRE dott. prof. EmANUELE — PaAuLucci March. Marianna — PeLACANI Prof. Dott. Lucrano — PeTRONI Dott. Veter. PasQquaLE — RoNcHETTI Dott. GruserPE — Scarzia Dott. GiusepPE — SIGNORINI Prof. Gruseppe — Siuvestri Filippo — SpinoLa March. GrAcomo = STossicH Prof. MicHELE — TeRRENZI Dott. Giuseppe — Tassi Cav. Dott. FLAMINIO — TELLINI Dott. Prof. ACHILLE — TincoLINI Dott. Veter. Trro — TireLLi Avv. ApeLcHI — Zoppi Prof. GiUsEPPE. : Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli.abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in ViaB. Peruzzi28,eda tutti gli utfici postali italiani ed esteri; in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal princrpio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoliseparati costano cent. 30 perogni 16 pag.ditesto, Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano è manoscritti. È Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L.6il cento.franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. «1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli, abbonati possano.stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollellino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande; indirizzi ecc. ; fare offerte e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti r--ani necetti di collezione ecc. ecc. | Te inserzioni rel scritti che contengono avys:di acquisto 0 di vendita, o che possono servire di rec/ame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbouati chelanno già pagato l’ab. bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se non è espressamente richiesta dall’ abbonato. IL? amministrazione s'incarica di rappresentare gliab. bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri. spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare sare ta EROE di DS w / 7 si ha diritto di publ Ql toni ne viene accordata ] 1 reg. Dig. DI penso. Dalla inserzio 7, di 4 7 FARRTORE TRA Afrz. alìi necessari, ò scriva în caro a. L pa PI pren - << CATALOGO DEI COLROTTRRI D' ITALIA compilato dal dott. STEFANO BERTOLINI : (Pag. 144 in 16.°) En Annunziamo di aver terminata la‘ pubblicazione a dispense di quest’ opera cominciata nel 1899 sotto gli auspicî del COMPO Cav. Sigismondo Brogi. Essa è una 2.* edizione che riassume tutte le specie finora conosciute dei coleotteri d’Italia, con l'aggiunta dei cenni Sulle regioni da ciascuna abitate. | I collettori troveranno in essa un’ottima do per ordìi- nare le loro raccolte, giusta i più recenti sistemi e in pari tempo un utile anzi indispensabile intermediario nelle di plici relazioni fra loro. Corrisponde a ciò il suo poco volume, il formato tasca- bile e la soppressione in massima parte della sinonimia e dei sottogeneri. Nella compilazione della medesima, in cui tanto si è di- stinto l’ Egregio A., portarono degno contributo gli esimi. co- leotterologici: cav. Baudi di Selve, Damry, A. Dodero, prof. A. Eiori, dott. A. Griffini, conte WU: ostia, P-ELuision, UO4LSsBo Schreiber e l’ illustre barone dott. Lucas v. Heyden. Al fine di renderla più possibilmente diffusa si è messa in. vendita al prezzo mite di L. 3,00 Hanno pagato 1’ abbonamento 1904 (2.° nota) Altobello dott. Giuseppe — Barsali dott. Egidio — Bezzi dott. prof. Mario. — Biblioteca Na- zionale, Torino — Botti comm. Ulderico — Boutarel dott. B'°. — Brunelli Gustavo — Bureau_de Poste, Cavalese. — Caifassi Bartolommeo — Casali dott. Prof. Carlo — Cellesi Giulia — Cipolla Francesco. — Clerici ing. Enrico. — Coppì dott.: Francesco — Dal Borgo Netolitzky Pio — Dal Fiume cav. Cammillo — Depoli Guido — Fabani Sac. prof. Carlo. — Ferraris dott. Teodoro — Fiocchini dott. Ciro — Gabinetto di Storia naturale, R. Liceo, Casal Monferrato — (Gaffuri prof. Cesare — Galli-Valerio dott. Bruno — Garetti Magg. Gen. Luigi — Ghidini Angiolo — Gioli dott. Giuseppe. — Griffini dott. Achille — Guglielmi march. Giulio — lannizzotto dott. Matteo — Incon- tri march. Pericle — Largaiolli dott. Vittorio — Libreria internazionale Treves. — Marchesetti dott. Carlo — Mella conte Carlo — Moschella Giuseppe — Miihl Forstrath M. — Museo Civico di Storia nat., Pavia — Museo Civico, Rovereto — Parsi Guido — Parvis Ten. Giulio Cesare — Pa- trizi march. Pietro. — Pelloux Cap. Alberto — Polîì prof. Aser — Queirolo Salvatore — Rosati prof. Pietro — Schoener E. — Sua Eccellenza il Principe Francesco Chigi — Sua Maestà il: Re — Tatone Casimirro — Ungheriniì A. — Valdambrini dott. Corrado -- Veneziani Carlo — Zaffa- gnini Carlo — Zodda prof. Giuseppe. (continua) ANNO XXIV - 1904 RIVISTA [ALTAN DI SCIRMZ NATURALI Premiata alle Esposizioni di Palermo, Milano e Chicago Ditta SIGISMONDO BROGI UFFICIO — Via Baldassarre Peruzzi 28 — SIENA Collaboratori principali della RIVISTA e del suo supplemento BOLLETTINO DEL NATURALISTA ARRIGONI degli OppI conte prof. Errore — BADANELLI prof. dott. Dante — BarGELLINI prof. MARIANO BELLINI dott. RAFFAELLO — BERTELLI dott. Dante — BeTTI GrusePPE — Bezzi dott. prof. MARIO — Br- sognI prof. d." CarLo — BoLzon Prof. Dott. Pro — Bonomi Prof. Agostino — Borpr Prof. Dott. Luri BomBicci-PortA Comm. Prof. Lurar — BruneELLI GustAvo — BrusInA Prof. SPIRIDIONE — CACCIAMALI Prof, G. Battista — CaLaBRÒ LomBaRDo Prof. AnTonINo — CaRUANA-GATTO Avv. ALFREDO — CASTELLI dott. Giovanni — CERMENATI Prof. MarIo — CLERICI Ing. Enrico — Cori Chimico farm. ELIA — Damiani Dott. Prof. Gracom — De AngeLIS D' Ossat Dott. Prof. GroaccHino — De Bonis AnTONIO — Dr Brasrio Dott. AseLE — DepoLi Guipo —DeL PrEYE d.° Rarmonpo — DE STEFANO d." GIUSEPPE — De STEFANI PEREZ Prof. TEoposIo — FARANI Sac. prof. CarLo — FArLLa TepALDI Lurei — FENIZIA prof. CARLO — Frori Prof. AnpreA — GaLLi-VALERIO dott. prof. Bruno — GIACHETTI cav. G. CESARE — GriLLo prof. Niccorò — IMPARATI dott. prof. EpoARDO — LargaroLLI dott. prof. VittoRIo — LEVI Morenos dott. Davip — LIvinI cav. prof. dott. Antonio — Longo prof. dott. ANDREA — Lopez prof. dott. Corranpo — Losacono Posero prof. MicaeLe — LorEenzINI ALessanpro — LupIDott. E, — Luzi march. dott. G. F. — MascarinI Prof. ALessanpro — MELI Prof. RomoLo — MarTEI Giov. ETTORE — Morici MicaeLe NeviANI Dott. Prof. Anronio — ParaTtoRrE dott. prof. EmanuELE — PAULUCCI March. Marianna — PeLACANI Prof. Dott. Luciano — PeTROoNnI Dott. Veter. PasquaLe — RAGGI Lur- Gi — RoncHettI dott. Vittorio — SancascianI Cav. Dott. Gruseppe — ScArziA Dott. GirusEPPE — SignorIN: Prof. Giuseppe — SiLvesTRI Filippo — SpinoLa March. Gracomo — StossicH. Prof MicHeLE — TerRrENzI Dott. Giuseppe — Tassi Cav. Dott. FLAMINIO — TELLINI Dott. Prof. ACHILLE” — Tincorini Dott. Veter. Tito — TirELLI Avv. ApELcHI — Zoppa Prof. GrusEPPE. = N. B. Questo periodico è corredato da un supplemento mensile dal titolo : BOLLETTINO DEL NATURALISTA collettore, allevatore, coltivatore, ac- climatatore, che si occupa della parte più pratica e popolare delle scienze fisiche naturali, compresa la caccia, pesca, agricoltura, orticoltura, giardinaggio; allevamento, acclimatazione e malattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli animali, piante ed altri oggetti di storia naturale: museologia, alpinismo, esplorazioni, escursioni. Ha apposita rubrica per gl’ insegnamenti pratici, registra le nuove invenzioni e scoperte, i concorsi, impieghi vacanti, e notizie svariatissime. Pubblica gratuitamente le richieste e offerte di cambi, e le domande e le comunicazioni degli abbonati. L'abbonamento complessivo Rivista e Bollettino (24 fascicoli) costa L. 5 all’ anno, quello al solo BoVlettino (12 fascicoli) L. 3 all’ anno. ___—_—___——*—-—-—- S4. Pantellaria Mill. Bull. Soc. Ent. (1875) p. 250; Ann. Soc. Fr. (1877) p. 9, tav. l. fig. 6; Cat. S.R. 3613; Cat. GC. Agg. IV. Il. m. (Is. Pantellaria). 85 Lentiscata Mab. Ann. Soc. Fr. (1869) p. 75, ivi (1872) tav. 15, fig. 6; Cat. S.R. 3659; Cat C. Agg. IV. Cors. 45. PHIBALAPTERYX Stph. 86. Exoletata HS. Cat. CR. 3676; Cat. C IV. Forse solo v. della Tersata S. V. Sic. BOARMIINAE 46. Ellopia Tr. 87. Pinicolaria Bell. Ann. Soc. Fr. (1861) p. 29, tav. 2, fig. 13; Cat. S.R. 3721 (for- ma Darw. della cong. Prosapiaria L. ?) Cat. C. IV. Cors. Nota - Secondo il Cat. S.R. una È d. sp. venne pure osservata in Barberia, è però faci- lissimo ch’essa vi sia stata importata casualmente da qualche nave. Tale ipotesi non sembrerà strana a chi conosce le abitudini delle geometre le quali per la mag- gior parte si appiccicano alle pareti e vi stanno a lungo se indisturbate. 47. Biston Leac. (Graecarius Staud.) 88. v. (e ab.) Strianus Staud; Cat. SR. 3822 a; Cat. C. Agg. IV. Istria; Car- niola m. (ab.) Nota. - La v. Istrianus Staud. è più pallida con le ali bianchiccie e meno segnate. 89. v. Florentina Stef. Bull. Soc. Ent. (1882); Cat. S.R. 3822; Cat. C. Agg. IV. Toscana ?, Modenese. N: ta. - Lo Staud. la trova pochissimo diversa dal tipo e con dubbio la ritiene forma dar- winlana, 48. Nychiodes Ld. (Lividaria Hb.) 90. v.? (ab. ? Ragusaria Mill. Nat. Sic. IL p. 196, tav. 3, fig. 1; Bell. ivi. 297; Bellieraria Rag. ivi p. 392, tav. 3, fig. 2.; Cat. S.R. 3839 c; Cat. C. Agg. IV. Sic. 49. Hemerophila Stph. 91.* Serraria Costa Atti dell’Ac. Nap. (1881) IX p. 41, fig. 13; Cat. S.R. 3848; Cat. C. Agg. IV. It. m. (Calabria). 66 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 50. Boarmia Tr. 92. Bastelicaria Bell. Ann. Soe. Fr. (1862) p. 380, tav. 9, fig 3; Cat. S.R. 3866; Cat. C. IV. Cors. 5]. Gnophos Tr. 93. Benesignata Bell. Ann. Soc. Fr. (1861) p. 30, tav. 2, fig. 13; Cat. S.R. 3958; Cat. C. Agg. IV. Cons. 02. Dasydia Gn. (Tenebraria Esp:) 94. v. Wockearia Staud.; Cat. S.R. 3973 a; Cat. C. IV. Giogo dello - Stelvio. 03. Eucaterva Gmpphbg. 95. * Homochromata Mab. Ann. Soc. Fr. (1869) p. 57, tav. 2, fig. 9; Cat. S.R. 3990; Cat. C. IV. Cors. (Bastia). Nota - La specie unica del gen, meriterebbe una conferma, poichè il Sig. Mabille cat- turò in Corsica un solo esemplare gf? il quale lascia il dubbio se trattasi di specie vera o di un’ aberrazione melanotica di qualche altra sp. di gen. affini. 54. Fidonia Tr. (Simbaria F.) 96. v. Pedemontaria Staud. Piemonte Alpi mar. 97. v. Anzascaria Staud. Piemonte V. d’ Anzasca. 98. v. Rablensis Z. Alpi Carniche. Le tre v. si trovano successivamente nel Cat. S.R. 3996-c-d-e ; Cat. C. Agg. IV. 55. Thamnonoma Ld. 99. Sparsaria Hb. Calb. « Iris » VI p. 153; Ann. Soc. Fr. (1885) p. 116, tav. 2, fig. 8. Acquiaria Mill; Cat. S.R. 4015; Cat. C. Agg. IV. It. s. (Acqui) e c. (Bologna, Modena). Nota. - Nelle opere precedenti è ascritta al gen. Eubolia Ld. 56. Phasiane HS. 100. Binaevata Mab. Ann. Soc. Fr. (1869) p. 56, tav. 2, fig. 1, 2; Cat, S.R._ 4029; Cat. C. IV. Cors. Nota. - È forma darw. della cong. Partitaria Hb. che manca all’ Italia. 57. Eubolia Ld. 1Ol. Assimilaria Rbr. Ann. Soc. Fr. (1832) p. 34, tav 2, fig. 9,10; Cat. S.R. 4041 ; Cat. G. IV. Cors. e Sard. 08. Scodiona B. (Conspersaria S.V) 102. * v: ? (ab. ?) Raunaria Frr. Spr. St. E. Z. (1865) p. 254; Cat. S.R. 4059 c.; Cat. C. IV. (II. Gen. ?). Istria, Carniola. . RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 67 ARCTIIDAE - AROTIINAE 59. Spilosoma Stph. (Mendica Cl.) 103. ibr. ab. Rustica Hb. 9 X © Mendica CI. ? al Binaghi Tur. Em. Contr. Fauna L. i. (1903) p. 25-29, tav. III, fig. 3-6; Stndf. Handb. pal G. Schm. p. 223-226, tav. IV. fig. 5-13; Cat. C. Agg. I. Lombardia (Milano). Nvta. - Con molta probabilità la bellissima serie di ibridi catturata per la prima volta in natura dal Sig. Rag. Binaghi, è dovuta all'incrocio della ab. Rustica Y X Men- dica © e ciò che avvalora l'ipotesi è il fatto che la $ dell'ab. ustica non fu an- cora trovata da noi, mentre il Sig. Conte G. F. Turati (Curò Cat. 1.) trovò il g' in Brianza. Gl'ibridi della Rustica g' \ Mendica © e reciprocamente della Mendica J' X Rustica L sono stati ottenuti in cattività dai Sigg. Dr. Staudfuss, e Caradja ed il dotto ento- mologo di Zurigo potè con certezza dedurre dal fenomeno di reversione costante da essi presentato, che il colore cupo della Mendica J' è acquisito, mentre l’ albido della ab. Rustica è quello d’ origine. Tuttavia essendo il dimorfismo o meglio il dicromismo della specie così fissato da riprodursi costantemente ovunque e la confusione dei nomi gia grande, Staud. e Rebel non modificarono i) posto della Mendica nel loro catalogo ed io li ho seguiti. 60. Ocnogyna Ld. È 104. Corsicum Rbr. Ann. Soc. Fr. (1832) p. 272, tav. 8, fig. 6-9; ivi Luc. (1853) p. 297; Cat. S.R. 4188; Cat. C. I. Cors. 105. v. Sardoa Staud. Mill. Ic. 149, fig. 3. 5; S.R. 4188-a; Cat. C. I Sard. 61. Calimorpha Latr. (Dominula L.) 106. v. Persona Hb. Stndf. Hand pal. G-Schm. tav. 5, fig. 3-5; Hofm. tav. fig. 20 b, 20 f., Cat. S.R. 4245-c; Cat. C. I e Agg. Il c. e m. 2] 209) 62. Coscinia Hb. 107. Bifasciata Rbr. Ann. Soc. Fr. (1832) p. 270, tav. 8, fig. 2; Cat. S.R. 4250; Cat. C. I. Cors. e Sard. LITHOSIINAE. 63. Apaidia Hmps. 108. Rufeola Rbr. Ann. Soc. Fr. (1832) p. 271, tav. 8, fig. 12; Cat. S.R. 4274; Cat. C. I. It. s. (e c.?), Cors. ZIGAENIDAE ZIGAENINAR 64. Zigaena F. 109. Rubicundus Hb. Stndf. St. E. Z. (1884) p. 207; B. Ic. 52, fig. 1; Cat. S.R. 4322: Cat. C. I. It. c'e m. (continua) 68 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI GUIDO DEPOLI — STUDI SUI RANA ESCULENTA RANA PIATTRRIYNA, . Statura tozza tozza Testa triangolare . |muso molto ottuso, arrotondato Occhi spinti molto in avanti T'impano GRADE SACRO Lenco a, Rel più piccolo che 1’ occhio Vescica sonora (solo nei maschi) grande manca Estremità alla radice del pollice una gibbosità ; altra minore fra il IV. e V. dito Membrane natatorie aè piedi posteriori raggiungono le estremità'del- le dita lasciano libere le estremità delle dita. Denti palatini in file brevi bene evidenti Colore (Nota II) parte superiore verde ten- dente al grigio, giallo, bru- no con macchie oscuredì va- rie dimensioni ; suldorso fa- scie longitudinali gialle manca la fascia nera attra- verso le tempie macchie oscure sulle coscie ventre bianco porcellana con macchie sbiadite Habitat sulle rive di acque stagnan- ti più estese nei boschi e prati umidi al in pianura in montasna Distribuzione geografica tutta 1’ Europa RIVISTA; ITALIANA DI SCIENZR NATURALI 'ENERE RANA 1 (continuazione) RANA TEMPORARIA RANA OXYRRHYNA = ARVALIS RANA AGILIS iuttosto snella piccola e snella molto snella arga, muso ottuso muso acuto, fronte arcuata muso nettamente acuminato; fronte piatta e molto larga spinti molto indietro viù piccolo che 1’ occhio più piccolo che 1’ occhio grande °/. dell’ occhio manca manca manca ‘interiori relativamente lun- | ghe: disposte, in avanti non sorpassano l’ occhio. (Nota I.); ll’ epoca degli amori una protuberanza nera alla ba- se del pollice asciano libere le estremità delle dita. anteriori molto brevi: di- sposte lungo il tronco sor- passano il livello dell’ oc- chio (Nota I.); posterio- ri molto lunghe e robuste lasciano libere le estremità delle dita n file poco distinte ———- n lorso bruno rossastro più o meno carico, macchie nerastre nacchia oscura alla regione temporale ima fascia dal timpano al- | l’ estremità anteriori rentre biancastro e rossic- cio chiaro e a discreta distanza dalle acque lasciano libere le estremità delle dita la tinta fondamentale tende al biondo rosaceo o al ros- sastro con macchie nera- stre piccole e in numero scarso una grande macchia oscura alla regione temporale alla regione scapolare co- stanti due macchie a A sui fianchi piccole macchie ventre biancastro o gialla- stro pallido, talvolta (£) marezzato in rosso sulle sponde umide e in piccole pozze in pianura in pianura sutta 1’ Europa. Europa settentrionale Europa meridionale, Dalma- zia, Italia, Francia la | TE 69 70 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE . NATURALI NOTE ALLA TABELLA î Nota I. Tale metodo di confronto sembra involvere una contraddizione, chè le estremità brevi della agilis diconsi sorpassare il livello degli occhi, mentre non lo raggiungono quel- le più lunghe della temporaria; ma il dubbio è risolto se si consideri che 1’ occhio nella agilis è spinto esageratamente indietro. Ecco un palpabile esempio delle incertezze e cause d’ errore che può generare l’ indicazione delle dimensioni, qualora non vi si applichi un metodo razionale e conseguente di misura. Nota II. Per mostrare la precarietà di una distinzione basata sul colore, riporto le seguenti righe, con cui Knauer caratterizza la colorazione della Rana esculenta: Wenn man beziglich der, Firbung sagen darf, dass sie oben meist dunkel-oder helloriin mit vielen dunklen Flecken, unten schmutzig-oder porcellanweiss mit bald deutlichen, bald verwaschenen dunkleren Flecken sei, so ist das aber auch alles und vielleicht schon mehr, als man bestimmt behaupten darf, so ungemein variirend ist die Fàrbung und Zeichnung dieser Art. Ich habe dieses Umstandes schon einmal Erwihnung gethan und wiederhole hier nochmals, dass man unter mehreren Hunderten solcher Fròsche nicht zwei findet, die sich nach Fàrbung und Fleckenzeichnung vollkommen gleichen. Die Oberseite ist bald grasgriin, gelbgriin, lichtgrau, braungrau, hell-oder dunkelbraun, aber auch fast reinweiss ; die drei gewéhnlich vorkommenden Riickenlingsstreifen sind bald simmtlich sehr deu- tlich (oft sehr breit und schòn weiss), bald nur der mittlere vorhanden (der dann als schòn griines Riickenband absticht), bald alle drei verschwommen oder gar fellend ; die Flecken der Oberseite dunkelschwarz, schwarzbraur, graubraun, gròsser oder kleiner in 4-7 Rei. hen hintereinander geordnet oder zerstreut. Miide und fast verwirrt durch dieses bunte Far- benyewirr giebt man die Hoffnung auf, auf eine Wiederkehr einer schon beobachteten Far- ben-und Fleckencombination zu stossen (Naturg. d. Lurche. pag. 215). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE. NATURALI 71 Dalla considerazione di questa tabella un primo fatto ci si rende evidente. La forma distinta col nome di Rana esculenta rimane distintamente separata dalle altre. Difatti, il corpo di forma piuttosto tozza, il capo triangolare, la grandezza del timpano, la presenza nei maschi di una vescica sonora, la con- formazione della membrana natatoria, che raggiunge l’ apice delle dita, le di- verse abitudini di vita bastano a separarla dalle altre forme di cui esponemmo i caratteri e senz’ altro ce la fanno riconoscere come una specie degna di esi- stenza a sè non solo, ma che, ove delle forme restanti più di una dovesse ve- nire elevata al grado di specie, come una sezione a parte, un sottogenere forse, opposte al sruppo formato da queste ultime. Risolta così questa prima questione, osserviamo le altre forme che sem- brano aggrupparsi attorno alla specie Rana temporaria. Le differenze che da questo separano le due forme oxyrrhyna e platyrrhyna sono troppo piccole per giustificarne l’ esistenza specifica indipendente, tanto più che la differenza del- l’ habitat sembra accennare trattarsi di caratteri acquisiti forse per le diverse condizioni d’ ambiente. Rimane aperta la domanda sulla legittimità d’ esistenza come specie della Rana agilis. La questione non è nuova. Sin da quando Thomas istituiva questa specie, si fece opposizione a questa novità, mentre altri sistematici vi si dichia- ravano risolutamente favorevoli. Le differenze sono particolarmente evidenti nelle dimensioni, mentre alla colorazione si potrebbe fare assai piccola parte. Edoardo de Betta (') così la descrive : « I colori del corpo sono superiormente presso a poco gli stessi della pre- cedente specie [la temporaria], ma la tinta del fondo tende nella agzlis al biondo rosaceo od al rossastro, e le macchie nerastre sono generalmente più piccole ed in minor numero. Alla regione scapolare mostransi bastantemente costanti due macchie nere disposte come un © rovesciato all’ indietro. Piccole sono per lo più le macchie dei fianchi. Il disotto è di color biancastro o gial- lastro pallido, talvolta marezzato in rosso sotto la gola o sul petto della fem- mina. Le gambe simmetricamente fasciate di bruno. Una grande macchia oscura alla regione temporale, e che spicca forse di più Che non nella {emporaria at- tesa la più chiara tinta del fondo ». Lo stesso autore accenna alla importanza sistematica delle dimensioni, e ri- produce da Fatio (*?) la seguente tabella di misure in millimetri, che anche a noi servirà di punto:di partenza per ulteriori-indagini : (4) Fauna d'Italia - Rettili e Anfibi. Milano 1874 p. 66. (3) Observations sur la Rana agilis de Thomas. (Revue et mag. de zoologie. Paris 1862). Faune des Vertebrèz de Suisse. Gèneve et Bale 1872, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI si |or|it|o1|6 |/e ‘/5L| OT 6 |8 O ERA S3 I]900 I|Gop raoLtogue [odue 1[3 up vzueIsIq] 08 | I8| #3 | 26 | 06 | Ia | 06 | 96 Ta | 8I Ta | ST (er[eosewi ef[ep emssauuwI0o) al[e e3S97 èI[Pp ezza Ser] ea log z| T6|8L| 61 8T. 3 “61 LT |A6T LI (e31dr090 J[E) 3891 eIl®p ezzegSunr] se|zg|ge|7e|s|ze|06| 07 96 | IE | E | 08 (eq 0) eques ep ezzagSunt | 9ET| TEI) 901] Pari SIT) 88 | TT) 00T| FEI CIT, L6 | GOT 06 (ogrp o31enb [ep e0:de qe oue ep) riortagsod eiquew e][ap ezZoqsuaT 8 | ce Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- diamo sia l’ unico che si stampi fra noi, ed è forse perciò che gli studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde premure a che procurassimo di renderlo il più possibile com- pleto. Per la qual cosa preghiamo gli autori italiani e quelli esteri che scrivono in pubblicazioni italiane o di cose italiane, relative alle scienze naturali, a favorirci possibilmente una copia dei loro scritti, o fornirci anche solamente i dettagli sufficienti per poterne dare un simile annunzio ai seguenti. I gentili autori che ci faranno questo favore, avranno un qualche compenso nel far così conoscere il titolo dei loro scritti nei centri scientifici di tutto il mondo, poichè questa Rivista non solo è diffusa per i molti abbonati che ha, ma viene anche inviata in cambio ad altre 200 pubblicazioni dei principali sodalizi scientifici italiani ed esteri, Pubblicazioni del 1902 (continuazione e fine) 58. Villari E. Primi saggi di studî sull’ A- chenio. (Genova, Malpighia Anno XV). Botanica, Paleofitologia-Agricoltura 56. Tobler cav. dott. O. Coltivazione spa- rimentale della barbabietola da zucchero. (Fi- renze, Atti d. Reale Accad. dei Georgofili. Vol. XXV, Disp. 2, pag. 250-301). 57. Tobler dott. O. Ricerche sull’ epoca opportuna per la raccolta delle olive. (Firenze, ìbidem. Disp. 3-4. pag. 344-349). 59. Zanfroginni C. Contribuzione alla Flora lichenologica dell’ Emilia. (Firenze, Nuovo Giorn. Bot. ital. N. 2, e seg). ‘60. Zodda G. Studi sul genere SerapiaS. (Firenze, Ibidem. N. 2, pag. 173-189). 61. Zodda dott. G. Revisione monografica dei Delfini italiani secondo Hwth e dei Meliloti italiani secondo O. E. Schulz (Genova, Malpighia Anno XV, Vol. XV, Estr. di pag. 23 in 8). Ai nostri Lettori Appena terminato di pubblicare 1’ intera ma essa verrà di poi stampata in un cartellini per lo schedario scientifico. Detti cartellini in cui potrà scomporsi la e ta su fog] formato di quelle dello schedario scientifico internazionale, ossia così incollarsi in schede del Bibliografia. dell’ annata 1902 con la consueta for- foglio a sè e da un solo lato in guisa da poter fare tanti Bibliografia stampata su foglio volante, potranno 125 Xx 7,5 cm, che la Tipografia della Rivista offre a Cent. 35 %- — Spesa d'invio, se oc- corre, Cent. 10 °/; Con ciò siamo sicuri di speciali far cosa utile specialmente a coloro che si occupano di ricerche Facciamo invito ai nostri abbonati ritardatari perchè vogliano premurosamente e sollecitamente porsi in regola con |’ abbonamento. E. BOZZINI, Gerente responsabile Siepa, Tip. e Lit. Soroomuti di L. 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Luigi Livorno Shorgi Oreste Curina AVVISO AGLI ABBONATI MOROSI Come annunziammo nei precedenti fascicoli di questo periodico diamo l'elenco di alcuni ab- bonati che più volte cortesemente invitati a mettersi in regola con gli abbonamenti arretrati hanno respinto senz’ altro il giornale per assegno: per abbonamento 902-904 L. 15,00 « 901-904 « 32,00 « 900-904 « 15, 00 Giacomelli dott. Pietro S. Giovan Bianco « 902-904 «24,00 (continua) * I) ( ITA "i Dì \ em 2° LABORATORIO Z0OLOGICO-ZOOTONICO-TASSIDREMICO è È i . E E z MUSEO DI STORIA NATURALE è s Ditta Gav. SIGISMONDO BROGI "Sl A S Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali È Fornitore di molti Musei e Gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero Anima Si li, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi. 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Dante — Bari Giuseppe — Bezzi dott. prot. Mario — Br- soGnI prof. d.” CarLo — Borzon Prof. Dott. Pio — Bonomi Prof. Agostino — Borpi Prof. Dott. Luisi Bom8icci-PortA Comm. Prof. Lurer — BrusetLi Gustavo — Brusiva Prof. SPIRIDIONE — CACCIAMALI Prof.G Bartisra — Canaprò Lomgarpo Prof. Antonino — CaRuanA-GaTto AVV: ALFREDO — CASTELLI dott. Grovanni — CermenatI Prof. Mario — CuerIcI Ing. Enrici — Cour Chimico farm. ELia — Damiani Dott. Prof. Gracom — De AnggLIS D' Ossart Dott. Prof. GroaccHino — De Bonis AnToNIO — De Brasto Dott. AseLe — Depoti Guipo — Der PrEYE d.° Rarmonypo — De STEFANO d. GIUSEPPE — De Sterani Perez Prof. Teoposio — FABANI Sac. prof. Carro -—- FAILLA TepaLpi Luci — FENIZIA | prof. Carro — Hrorr Prof. Anprea — GaLui-Vanerio dott. prof. Bruno — Grackerti cav, G. CESARE — Gitto prof. Niccorò — Imparati dott. prof. EpoarDo, — LargaroLLI dott. prof. Vittorio — LEVI Morenos dott. Davip — Livini cav. prof. dott. Antonio — LonGo prof. dott. Anprea — Lopez prof. «dott. Corrapo — Losacono Porsero prof. Micarre — Lorenzini ALessanpro — LupiDott. E. — Luzy march. dott. G. F. — Muscarini Prof. Aressanpro — Meli Prof. Romoro — MartEI Giov. Errore — Morici MicarLe Neviani Dott. Prof. Anrowio — Paratort dott. prof. EmanueLe — PauLUCCI March: Marianna — PeLAcani Prof. Dott. Luciano — Perroni Dott. Veter. PasquaLe — RAGGI Lur- ei — RoncHert dott. Vittorio — Sancasciani Cav. Dott. Giuseppe — ScarziA Dott. Giuseppe — Sienorinr Prof. Gruseppi — SiLvestri Filippo — SpinoLa March. Gracomo — Srossica. Prof. MicneLe — Terrenzi Dott. Gruserre — Tassi Cav. Dott. F'Laminio — TeLLini Dott. Prof. AcHILLE — Tinconini Dott. Veter. Trro — TireuLi Avv ApeLcHI — Zoppi Prof. GirusEPPE. - Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. i tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed uu’ unica ammiristrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. è con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via B. Peruzzi 28,eda tutti gli ultici postaliitaliami ed esteri, in qualunque epoca dell'anno; ma decorrono dal prinepio di ogni anno con diritto ar fascicoli arvetvati. L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. 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Leinserzi 0 *"* o Li Dr EI scritti che contengono 4vUzse ud acquisto V di verita, o che ossono servire di reelame commerciale, E Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solament? quelle provenienti da abbonati che lianvo già pagato [ab bonaniento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta na non è espressamente richiesta dall'abbonato. 1° amministrazione s'incarica di rappresentare gliab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio none. In questo caso il rappresentate dovrà rimborsare all'amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso dacombinarsì. La direzione può, in casì eccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioni in proposito. l manoscritti non pub- blicati possono essere ritiratidagli autoria proprie spese Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche fascicolo ne sarà loro, possibilmente, inviata un'altra copia gratis, purchè la richiedano entro |’ annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento, lnserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L 1, per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap posite pagine costano I.. l ogni 2 centim. di spazio oceu- pato in una colonna, o cent. 20 per linsa corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. sare la lungh === > si ha diritto | TD i A 3 ù, # ne viene acco 1 reg. Dig SAC i so. Dalle: = Sr) IDE LCEzIO ricevute e si fa speciale e quali ci pervengono dus esemplar- devono essere anticipati. 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STEFANO BERTOLINI (Pag. 144 in 16.°) = ona "eZ SITE Annunziamo di aver terminata la pubblicazione a disperse di quest'opera cominciata nel 1899 sotto gli dC del compianto Cav. Sigismondo Brogi. Fissa VICE edizione che riassume tutte le specie finora conosciute dei coleotteri d’ Italia, con COSSU dei cenni sulle regioni da ciascuna abitate. I collettori troveranno in essa un'ottima guida per ordi- nare le loro raccolte, giusta i più recenti sistemi e pale tempo un utile anzi indispensabile intermediario nelle molte- plici relazioni fra loro. Corrisponde a ciò il suo poco volume, il formato tasca- bile e la soppressione in massima parte della sinonimia e dei sottogeneri. Nella compilazione della medesima, in cui tanto si è di-. stinto 1’ Egregio A., portarono degno contributo gli esimi co- leotterologici: cav. Baudi di Selve, Damry, A. Dodero, prof. A. Fiori, dott, A. Griffini, conte U. Lostia, P. Luigion, dott. E. Schreiber e l'illustre barone dott. Lucas v. Heyden. Al fine di renderla più possibilmente diffusa si è messa in vendita al prezzo mite di L. 3,00 | Anno XXIV N.7 e 8 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI i Laglio-Agosto 190; SOMMARIO De Blasio prof. Abele. Le labbra dell’uomo Pag. 89. Lucifero Armando. Mammalia Calabra Elenco dei Mammiferi calabresi Note (Cap. Il e II) (cont.) Pag. 97. Bacci Pietro E. e Bernardi Ilio. I Molluschi (cont) Pag. 105. Brunelli{Gustavo. La metamorfosi degli insetti e la filogenesi dei coleotteri (cont. e fine). Pag. 110 Perlini Renato. Elenco dei Lepidotteri propri sultanto all'Italia. (cont.) Pag. 112. Rivista bibliografica. Pag. 114. DE BLASIO prof. ABELE LE LABBRA DELL'UOMO == Quelle due pieghe muscolo-membranose, che vedonsi situate al vestibolo delle vie digerenti, si chiamano labbra, le quali, a seconda che coprono la parte dell’ arcata dentaria superiore od inferiore, vengono dette: labbro supe- riore od inferiore. Le labbra seguono la direzione e la curva delle arcate dentarie e perciò mostrano la faccia esterna convessa e l’ interna concava. Il margine libero delle labbra, come ognuno vede, da una parte è rivestito da una membrana mucosa, finissima, che è una continuazione della mucosa boc - cale, e dall’ altra dalla pelle che fortemente aderisce al tessuto sottostante. Dove il labbro superiore si fonde coll’ inferiore dicesì commessura labiale, la quale prende il nome dì destra o di sinistra a seconda che trovasi da questo o da quel lato. Quando i due mascellari stanno fra loro avvicinati, le labbra assumono l'aspetto di una fessura detta dagli anatomici rima. Se invece stanno allontanati, allora, per l’azione speciale dei muscoli di cui sono arricchite, le labbra prendono diversa modalità di espressione, essen- do risaputo che queste appendici dell’ apparecchio digerente concorrono al suc- ciamento, al fischio, alla buona pronunzia ed alla mimica. Il Tommaseo, nei suoi Pensieri Morali, dice che « nella bocca è lo spirito. Infatti i movimenti e la forma della bocca dinotano l’ anima più fedelmente che < gli occhi. La bocca è la sede della parola; nella parola sono il pensiero e 1’ af- fetto. E il Cardona ci ricorda che l’ Herder scrisse: « Una bocca delicata ottiene forse la maggior grazia; chè la vaghezza di una postierla annuncia la spe- ciosità di quello che vi deve passare. Quivi scorre la voce interpetratrice del cuore e dell’ animo, l’ espressione del sentimento, dell’ amicizia e dei più schietti rapimenti. Il labbro superiore contrassegna le inclinazioni, 1’ appetito, lo strug- gimento amoroso. 90 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI L'orgoglio e la collera lo increspano, la furberia lo aguzza; la bontà lo inarca, la dissolutezza lo snerva e ]’ appassa. ; E l'amore e la brama vi si incarnano con un’ inesprimibile allettamento. Il carattere è d’una tempra analoga alle labbra: fermo se ferme, e mobile se mobili. E le labbra tumide ben decorate discordano colla doppiezza perchè lam- biscono il sensuale ». Ed i prognostici si sono voluti dedurre anche a seconda che l'individuo porta la bocca chiusa od aperta: nel primo caso si è visto che fa compagnia agli assennati ed ai furbi; nel secondo, al dire del Porta, è indizio di smode- ratezza e, secondo il Cardona, di stolidità. Non mancano però dei casi in cui si spalanca per ardore. Infatti chi dà uno sguardo alla tela di Raffaello che rap- presenta la Madonna di Foligno, vi ammirerà un S. Francesco d’ Assisi genu- flesso, il quale, arso dalla serafica passione, solleva il mento e sbarra le labbra in atto di saluto e di gran trasporto verso la Vergin Madre: commuove senza apparir lezioso. Ma ciò non è tutto, poichè le mamme si servono delle labbra per impri- mere il bacio dell’ affetto sulle guancine delle loro creaturine. Sono le labbra che le fanno da conciliatrici fra gli amanti e gli amici. Giuda per fare identificare Cristo si servì delle labbra e furono le labbra che fanno dire alla disgraziata figlinola di messer Guido da Polenta : Questi che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante. * * * I muscoli di cui sopra ho fatto cenno ascendono a 19; cioè 9 pari ed uno impari. Meno l’orbicolare, che è comune alle due labbra ed è costrittore, gli altri, cioè gli elevatori comuni superficiali e profondi, i quadrati del mento, i canini, i grandi e piccoli zigomatici, i triangolari delle labbra, i risori del Santorini ed i buccinatori sono dilatatori. Nei poppanti si è ammesso un ‘altro muscolo detto del succiamento, che, secondo alcuni, avrebbe avuto la prerogativa di atrofizzarsi dopo l’ allattamento, mentre il Westheimer è di parere che il succia/ore vada, dopo lo slattamento, a prender parte allo sviluppo dell’ orbicolare. La comune espressione bocca grande, mezzana e piccola è dovuta alla maggiore o minore estensione della rima orale; la quale, secondo alcuni, sa- rebbe il doppio della rima palpebrale e, secondo altri, una rima e mezza. La grandezza della bocca varia secondo il sesso e la razza. In genere la bocca della donna è più piccola di quella dell’uomo; però negli Australiani sono le donne che mostrano la rima ovale più grande. Per ciò che riguarda le razze è da notarsi che la bocca del nero è più grande di quella del bianco: anzi in alcuni Australiani è tanto larga da rag- giungere quasi le orecchie (66 mm.) e bocca grandissima hanno anche i Da- mara, i Betsciuani, gli Ottentotti, ì Negrilli e gli abitanti di Bornu. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 91 IL LI e NI Il Testut misurò la bocca a 40 individui (20 uomini e 20 donne) ed ot- tenne per gli uomini la media di 53 e per le donne di 47 mm. La media del Sappey sta fra i 40 ed i 50 mm. Il Quètelet invece trovò nelle donne come media 46 e negli uomini 54 mm. Il numero degli esaminati da questo secondo ricercatore era di 20 individui (10 uomini e 10 donne). Il Topinard riporta nella sua « Anthropologie » il seguente specchietto che riguarda la larghezza della bocca secondo alcune razze. mm, mm 24 u. Parigini 50 200 u. Moîs dell’ Indo-Cina (Neris) 51 lbil:fie cha 47 60 £. 49 20 u. Belgi (Quetelet) 54 3 u. Neo-Zelandesi (Novara) 54,6 DI « 50 8 u. Australiani (diversi) 58,7 22 ui Chinesi (Novara) 47 12 u. Neo-Caledoni (Bourgeret) 59 8 u. Giavanesi 49 2 u. dell’ Arcipelago Salomon 57 30 u. Nicobari 05,9 14 u. Neri d' Africa 53,1 2 u. Eschimesi (Bordier) 52,0 QINIc « 51 6 Calmucchi (Deniker) 49,6 Anche io mi sono occupato della misurazione della rima orale facendo ca- dere le mie osservazioni su 150 individui, 100 onesti (50 uomini e 50 donne) e 50 delinquenti (25 uomini e 25 donne) Tutto questo materiale appartiene alla provincia di Napoli. Nella categoria degli uomini onesti la rima orale mi ha fornito Ja media di 53,8 con un minimo di 47 ed un massimo di 60; per le donne il minimo è stato di 42, il massimo di 56 e la media di 45,7. Negli uomini delinquenti la media segnava 55, il minimo 51 ed il mas- simo 64. Nelle donne della stessa rima la media è 49, il minimo 44 ed il massi- mo 52. La bocca più grande negli anomali l’ho trovata in un grassatore e la più piccola in un ladro di destrezza. Nelle donne la bocca più grande l'ho trovata in una mezzana di libidine e la più piccola in una domestica ladra. Dal che si deduce che la bocca dei delinquenti è più grande di quella degli onesti. Volendo per l'estensione della bocca fare una classifica, potremmo chiamare: Microstome quelle bocche che non superano 40 mm. Mesostome da 40,1 CLUB E Megastome da 55,1 a 60 Ultra-megastome da 60,1 in sopra. Si è anche notato che le bocche grandi fanno compagnia ai cameprosopi, le mezzane ai mesaoprosopi e le piccole ai leptoprosopi. La rima orale varia anche per forma: infatti quando le labbra sono ret- hl iii 92 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI tilinee, allora la bocca mostrasi orizzontale; però i suoi angoli possono non so- lo essere posti sullo stesso piano, ma anche innalzati o abbassati. Ma se il labbro superiore è concavo, allora l’ inferiore è convesso e lo spazio che resta fra questi due lembi mostrasi a bocca chiusa, arcuato, con angoli abbassati. Finalmente si ha la bocca ondata quando nel centro del labbro superiore notasi una sporgenza seguita da due concavità. L'angolo, in questa varietà di labbro, mostrasi per lo più alzato. Vuolsi che i Greci avessero preso a modello questa varietà di labbro per costruire l’ arco dell’ amore. Secondo Henke la curva del labbro superiore si differenzia secondo alcune razze; infatti fra i Semiti e gli Giudei la parte mediana della curva è più lunga delle laterali, mentre fra gl’ Inglesi è più piccola. Van Leent poi ha notato che nei Negriti di Sumatra la parte mediana non solo è più lunga, ma è eziandio più rovesciata che non sia nelle altre varietà umane. D’ordinario accade che il labbro superiore si sovrappone all’ inferiore e ciò trova la sua spiegazione perchè l’ arcata alveolare superiore è un tanti- nello più grande dell’ inferiore. s Ho detto d’ ordinario, poichè non mancano dei casi in cui ‘avverasi ]’ op- posto e ciò anche quando manca l’anomalo accavallamento della mandibola. Huschke trovò una certa analogia fra la rima orale e la palpebrale, nonchè fra la regione superiore ed inferiore della conca auricolare ; infatti mentre in questi due casi è la parte superiore che si sovrappone all’ inferiore, in tutte le altre fessure, come in quella anale, nelle ali del naso e nelle grandi labbra, notasi applicata la legge di simmetria, cioè 1’ eguaglianza delle due parti late- rali. Il labbro superiore ci lascia altresì scorgere che la linea, che separa la parte mucosa dalla pelle è più marcata di quella dell’ altro labbro, come an- che in questo manca quel solco superficiale che dicesi filtro. L'altezza del labbro superiore decorre dalla base del setto nasale alla li- nea di demarcazione fra la parte cutanea e la mucosa; mentre quella dell’ in- feriore va dall’ orlo cutaneo al solco labio-mentoniere. All’ altezza del labbro superiore gli antropologi danno non poca importanza ; infatti il labbro supe- riore alto segna il carattere distintivo di qualche razza e noi Jo troviamo che serpeggia, con una certa frequenza, fra gli Anglo-Sassoni e, secondo il Raffe- nel, non fa difetto fra i Giapponesi a tipo fine. Quando invece il labbro superiore è corto, come negl’ Indiani Pelli rosse, il viso perde parte della sua estetica; poichè il labbro, non potendo coprire perfettamente i denti, lascia, quando la bocca è chiusa, parte di questi allo scopert>; se invece l'individuo ride, allora, oltre i denti, si mette in mostra anche la parte gengivale. Il labbro superiore corto non costituisce fra noi una rarità, poichè fra i RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI . de cento onesti esaminati lo riscontrai 5 volte ( 2 uomini e 3 donne) e fra i 50 anomali lo rinvenni 6 volte (4 prostitute e due sanguinari). Quando all’ accorciamento del labbro superiore si unisce anche quello dell’ inferiore, allora si hanno le bocche belanti. Passando alla spessezza, che il Sappey limita dagli 8 ai 10 mm., bisogna far notare che dette appendici sono più spesse ai bordi liberi che agli ade- renti e devesi allo spessore di tali bordi la divisione delle labbra in sotlUz, mezzane, spesse e voluminose. Le labbra sottili sono quelle in cui la mucosa è appena visibile al labbro superiore, cosa che non accade nell’ inferiore, perchè, come ognuno può notare su sè stesso, questo è più spesso con la mucosa più appariscente. Questa varietà di labbra si suol trovare nei tipi biondi europei a naso alto. Le labbra mezzane mostrano la mucosa più visibile e più arrotondata del caso precedente. Queste labbra fan compagnia alla maggior parte dei compo- nenti la razza bianca e fra i gialli a tipo fino; anzi il Bloc trovò le labbra mezzane fra molti individui negri e fra non poche Pelli rosse. Le labbra spesse si hanno quando la mucosa di ambo le labbra sì mostra del tutto visibile. Fra gli Eschimesi il labbro superiore mostrasi più rovesciato dell’ inferiore. La spessezza delle labbra trovasi in relazione colla larghezza. Le labbra spesse sono prerogativa delle razze colorate (gialla, rossa e nera) e quando le troviamo nella razza bianca, allora costituiscono un’ ano- malia, come quando non le troviamo nelle razze colorate. Le labbra spesse, secondo il Bloch, sono, nelle seguenti regioni, così distri- buite. Europa Lapponi Giapponesi (tipo grossolano) Coreani Annamitici Bairmani Calmucechi Cambutiani Asia Egiziani antichi (tipo grossolano) Galla Nubiani Africa Somali Cafri Zulù \ Boscimani 94 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Eschimesi Pelli-rosse Araucani Fuegiani Californesi Guatemali (antichi abitanti) Patagoni Panamesi etc. America Malesi Papù Oceania Negriti Australiani Nativi delle isole Sandwich Le labbra voluminose finalmente appartengono alla razza nera africana ed in tal caso il labbro superiore è volto in sopra e quello di sotto in giù, mettendo così allo scoperto tutta la mucosa labiale libera. L’Hamy attribuì questa varietà di labbra al grande sviluppo dell’ orbico- lare. È bene far notare che a tale proiezione labiale non influisce il progna- tismo dentario; di ciò si occuparono Deschamps, Grenet, Fourler e Topinard. Quest’ ultimo, nel parlare del prognatismo delle labbra, propone le seguenti misurazioni : 1° Si fissa una punta del compasso di spessore sull’ zion e l’altra sulla parte mediana del labbro superiore. 2° Dall’ inion al labbro inferiore. 3.° Dall’ inion agl’ incisivi mediani superiori. La differenza che passa fra la terza e le prime due misure esprime il grado del prognatismo delle due labbra. Negli Antropoidi, benchè il prognatismo fosse accentuato, manca la spor- genza in fuori del bordo labiale libero. Di modo che, per questo fatto, è il bianco che si accosta a dette scimmie più del nero. La forma delle labbra non è però costante ; poichè, mentre nei bambini si mostrano grosse, bluastre e sporte in fuori, nei vecchi invece, dopo la caduta dei denti e dopo che la porzione alveolare è stata assorbita, si rovesciano in dentro. Negli scrofolosi le labbra diventano molto spesse e negl’ idioti |’ inferiore, dopo essersi ispessito, si rovescia in fuori ed in sotto e lascia come grondaia scorrere la saliva. E grandissimo sviluppo prendono anche fra noi le labbra quando vedonsi affette da elefantiasi e da angiomi. Nè mancano i casi in cui non avverasi nella vita intra-uterina la funzione MIR RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 95 dei diversi pezzi che costituiscono le labbra ed allora il nascituro porta seco un'anomalia che dicesi labbro leporino, che può essere o semplice o doppio 0 complesso o complicato. Il semplice va diviso in laterale, mediano, commessurale e genieno e può incontrarsi sull’uno o sull'altro labbro; ma la fessura laterale del labbro su- periore è la regola e tutti gli altri casi non sono che eccezioni. Il labbro leporino mediano può interessare non solo il labbro superiore; ma anche l'inferiore. Il complesso finalmente attacca anche le parti profonde. * * * Normalmente le labbra possono essere variamente colorate e la colora- zione può essere normale, patologica ed artificiale. Il color normale può essere roseo, bluastro, bruno, nero. Il roseo è specifico della razza bianca e varia secondo lo stato di salute, la quantità di emoglobina e lo sviluppo della rete dei capillari. Questa tinta diviene negli anemici di color bianco-cereo.. Nei febbricitanti si fa più viva. Anche il bluastro si riscontra nella razza bianca, specie in quelli. che sono affetti da malanni, nei quali l’ ossidazione non si compie in regola, ed in quelli attaccati dal morbo di Addison. Tale tinta costituisce la caratteristica delle labbra dei Malesi, Annamiti e Giapponesi a tipo grossolano. La colorazione bruna tendente al nero è normale fra i neri d’ Africa ed in tal caso la tinta delle labbra si differenzia da quella del corpo, poichè in questo è lucida ed in quelle matta. Presso i Nubiani invece la tinta è pigmentata e lo stesso riscontrasi nei mulatti. * * La moda di dipingersi, a scopo di estetica, le labbra è diffusa in tutte le re- gioni del globo. Trovo infatti che i Curdi, i nativi di Tombucco e i Neo--Ze- landesi se le colorano in azzurro. Le signore Giapponesi se le colorano in giallo, le /ady Cinesi in rosso, i Tahoi in celestino ed i Fakiri, per ispirare terrore, se le tatuano a strisce di vario colore. Anche fra noi, che troppo spesso ci facciamo beffe di certe usanze di popoli incivili, non mancano individui che si tingono le labbra. Infatti quel colore carnicino-vivo che scorgiamo sulle labbra delle donne di teatro, delle libere pensatrici e di non poche donne oneste cui la natura negò la floridezza non è che cosmetico a base di piombo. * ®* XK Oltre la colorazione, le labbra vengono da alcuni popoli addirittura mar- tirizzate e ciò a scopo di attirare su di loro l’ attenzione dell'altro sesso e renderselo gradito. Schooleraft dice che fra i Betini, che vivono al nord del 96 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI fiume Columbia, si giudica della bellezza di una donna dalla dimensione del suo labbro inferiore ed è per questo che le mammine bucano il labbro infe- riore alle loro bambine e nel foro vi conficcano nn piccolo osso, che di tempo in tempo sostituiscono con un osso più grande fino a che in ultimo v' infil- zano un pezzo di legno lungo centimetri 7'/ e largo mm. 32: il che apporta che il labbro inferiore assume un’ estensione orrenda per noi ed attraente per gli amanti Betini. ì Fra gl’indiani del Paraguay, in luogo del cavicchio di osso, usano, come i precedenti, anche quello di legno; però la lunghezza è superiore. Le dame dei Bongo e quelle dei Masgu, non appena si maritano, incomin- ciano, con cavicchi a dilatare il foranello del labbro inferiore, che le madri vi avevano praticato dopo la nascita; mentre al labbro superiore vi conficcano uno spillone. Le donne galanti di Bornu portano nel labbro inferiore, come distintivo, un dente di coccodrillo. Le signore di Carajones e dei Bucujenni, in luogo dello spillone di ferro, conficcano nel labbro una listerella di argento conformata a lingua. Le Orejanos, in luogo del metallo, vi adattano delle cortecce d’ albero. Le donne dei Bonzo, che hanno la bocca molto larga, per restringersela adattano alle commessure due cerchietti di metallo. Gli Sciuli preferiscono per le loro labbra un pezzetto di quarzo arrotondato che nel parlare si muove in vario senso; cosicchè la loro favella, dice il Rat- zel, che è già danneggiata dall’ estrazione degl’ incisivi mediani inferiori, finisce per diventare confusissima. I Giur, i Giangari e i Nuer si perforano, come di- stintivo di schiatta, le labbra: i Nuer il superiore, gli altri il superiore e l’infe- riore. Fra i Madi la civiltà ai soliti cavicchi ha fatto sostituire degli anelli tap- pezzati da pietruzze variopinte. I Moru fissano in ambo le labbra due pietruzze, le quali battono contro ì denti quando l’ individuo parla. Le Mangangia, che abitano l’ Africa centrale, non si mostrano mai al pubblico senza pebdle, ossia delle scodelline di metallo che s' introducono nel labro superiore e che smettono solo in segno di lutto. Sul Rovuma anche gli uomini si deformano le labbra adornando l’ infe- riore con un’asticina, che, dopo avere attraversato il labbro, va a conficcarsi nella gengiva opposta. Nel superiore v' introducono un cerchietto di metallo. La moda dei cavicchi al labbro inferiore è ancora usata da alcune male- siane e da alcuni abitanti dell'America, quali i Payagui, Abiponi e Toba. E per finire ricordo che la schiatta dei Botocudi del Nord viene così chiamata dai Portoghesi a causa che le donne portano un disco di legno, dologues, infilzato come una piccola guantiera nel labbro inferiore. Rai. n RIVISTA Il'TALIANA DI SCIENZE NATURALI 97 BIBLIOGRAFIA —s0@g00—- Bock - Essai sur les lèvres au point de vue anthropologique (Bulletins de la Société d' An- * thropologie de Paris 1898). W.eRTHEIMER - De la structure du bord libre de la lèòvre aux divers ages (Arch. gen, de méd 1883 p. 399-408). TopinArD - Eléments d' Anthropologie générale 1855. DescHamps - Etudes des races humaines 1858. Topinarp - L'homme dans la nature. Paris 1881. HenkE - Der Typus des germanischen Menschen. Tubingen 1895. Van LeENT - Arch. de meédecine navale 1897. Testur - Traité d' anat. descrip. Paris 1890. QuerELET - Anthropometria. Bruxelles 18€0. DeBIENE - Traité element. d'anat. de l'homme. Paris ‘1890. Barkie - Narrative of on exploring voyage upon the rivers Civha und Binv. London 1856. LavareR - Essai sur la physionomie. La Haye 1873. Mantegazza - La fisionomia e l’espressione dei sentimenti. SapPEY - Trattato di anatomia umana. HyrtL - Traltato di anatomia umana. RANKE - L' uomo. RATZEL - Le razze umane. Hamy - Muscles de la face d’ un negrillon. HoveLAcQuUE - Les nègres de l' Afr. sous équatoriale. Paris 1882. Raetz - Mittheil d. Deutsch Gesellsch. f. Natur etc. 1886-88. D'Ensov - L'anthropologie 1597. Pross - Cas Weib in der natur. und Voelkerkunde. CARDONA - Della fisonomia. Ancona 1863. Topinarp - Hlémentés d' Anthropologie générale. Paris 1885. III ___—_- MAMMALIA CALABRA ELENCO DEI MAMMIFERI CALABRESI COMPILATO da ARMANDO LUCIFERO (continuazione) NOTE (1) Che tale asserzione sia fondata sul vero potrebbe provarsi narrando gl’ innumerevoli delitti che si perpetrarono e si perpetrano sotto l’auto-suggestione esercitata dalle idee sovyersive sparse nella mente di lanti poveri illusi, che pagano il fio di dare ascolto a chi spesso non è nemmeno in buona fede nel predicarle. Come esempio, e per brevità, ricorderò solo ciò che serive il Mandolari nel suo libro ”” La Degenerazione nella Pazzia e nella Criminalità ,,, circa l’ assas- sinio d'un ingegnere, persona colta e bravissima, consumato da un tale Alberto F. in Spadafora S. Martino presso Messina. Questo atroce reato avveniva nel Luglio del 1897, poco tempo dopo dei moti di Sicilia, quando l’opera improvvida del Governo aveva fatto organizzare la rivoluzione. Il Mandolari si esprime così: « Devesi anche notare che l’ ambiente, in quei giorni, nei villaggi di a 98 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Messina, era divenuto pei lavoraratori molto eccezionale. Anche a Spadafora si era costituito il così detto Fascio Operaio ed organizzata una società, la quale si era molto ubbriacata di certe quistioni d’ indole socialistica. Una sera si era anche giunti a discutere sulla quasì certa ripar- tizione delle terre tenute dai proprietarii, e fu tale l'interesse spiegato durante la discussione, che in seno alla società sorsero litigi fra i soci sulla porzione che sarebbe spettata a ciascuno. Il Fascio venne disciolto, ma il malcontento della gente povera crebbe ancora di più contro i proprietarii, e pochi giorni prima dell’ eccidio vi fu un tale che disse: L'ingegnere stia in gamba, se nu ve- ramente qualche giorno fra noi altri sì fara al tocco.” E difatti il misero ingegnere, che si era opposto alle prepotenze della piazza guidata da gli arruffoni e dai sedicenti propugnatori del bene del popolo, venne ucciso crudelmente. (®) Whitney: La vita del Linguaggio. (8) Il professor Luigi Bruzzano, tolto ai vivi nel Dicembre 1902, pubblicò in una effemeride intitolata " La Calabria " durata lunghissimi anni, una serie di lavori letterarii dialettali, di cui parecchi pregevoli : e si deve a lui sovrattutto se lo studio sui dialetti calabresi ebbe in quest’ ul- timi tempi qualche cultore. Il Conte Vito Capialbi da Monteleone Calabro, cronista della sua città natale ed archeologo di vaglia, scrisse anch' egli un grazioso poemetto in dialetto monteleonese, rimasto inedito e di cui detbo la lettura alla cortesia del mipote di lui Conte Vincenzo. Inoltre nella Biblioteca della mia famiglia in Cotrone, esiste il manoscritto d’ un altro poemetto in sesta rima ed in dialetto cotronese, intitolato ” A Cacciatureide ” composto dal compianto padre mio, e che non è scemo di qualche bellezza peculiare. (4) Il Niceforo pubblicò successivamente " L° Italia Barbara Contemporanea ,, e ” Nord e Sud,, Io unisco i due lavori, e fo delle brevi osservazioni comuni all'uno e all’ altro le quali ardisco di pubblicare in questa nota. Il Niceforo, dal suo punto di vista intellettivo, credette di poter chiamar barbara tutta quella parte della penisola italiana, che comprende le provincie meridionali e le isole di Sicilia e di Sardegna. Considerando la civiltà su d’una stregua differente. da quella seguita dal Niceforo, io m'imprometto di esporre le mie idee in contraddizione di parecchie delle sue, che mi son sem- brale od avventate od assurde. Fra gli scrittori sociologi olierni certamente il Niceforo è uno dei migliori; però, l’ invalsa credenza che non si possa scriver bene e non si possa essere valutati senza estrinsecare il proprio pensiero sotto le sembianze piu evidenti del paradosso, lo fa spesso cadere nell’ esagerato e nel grottesco. L’ esagerazione nella scienza è sempre dannosissima, perchè toglie al vero la credibilità ed infirma-quella in guisa tale da far dubitare fino dei suoi principii: quando da cause innegabili non si traggono uguali effetti, si ha ben diritto di rifiutare così le une come gli altri, o di modificare gli altri in perfetta correlazione con le prime. Ma veniamo alla nostra breve confutazione fatta qua e là a grandi tratti, e meglio direi a spizzico. (a) Il cambiamento di natura della criminalità, o più chiaramente, l’ estrinsecazione del delitto sott'altra forma, non è,a mio credere, una prova di progresso nella civiltà di un popolo. Se l’ uc- cidere sulla strada è una barbarie meridionale, maggiore di questa io considero il freddo e preme- ditato assassinio nell’ alcova, onde, per distruggere ogui vestigio del proprio delitto, si fa a pezzi la vittima, si chiude in una cassa e si spedisce per ferrovia, come qualsiasi merce, ad una men- tita destinazione ; ovvero, le membra fatte a brandelli, gittansi nol fiume o nel naviglio più vici- no, confidando l’ orribile mistero alla corrente vertiginosa, affinchè nasconda con se stessa il corpo del misfatto nei gorghi profondi del volubile mare. Questa civiltà settentrionale, che io chiamerei segno dì barbarie incalzante o meglio ancora sopravveuuta selvatichezza, non è, a parer mio, preferibile alla prima! Fra Tullio Murri, che uc- cide il cognato per fini turpi ed innominabili, e Varsalona, che assassina e svaligia per giovare a se medesimo ed ai propri manutengoli, io preferisco quest’ ultimo, perchè se non altro, nelle sue azioni malvagie ed efferate, egli integra un'idea oggettiva, che è quella della giustizia sociale che si ribella contro chi la conculca, contrapponendo alle prepotenze legali le prepotenze estrale: RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 99 gali. L'educazione, che dev'essere il cardine di ugni civiltà, se nel Settentrione ancora produce di frutti come quelli dianzi accennati, bisogna pur ritenere che sia cola uno spaventoso demone tra- vestito da angelo, le cui azioni deleterie fanno maggiormente orrore, perchè sotto la ipocrita ver- nice d'una fede nel bene e nella virtù, sorride di soppiatto ai più grandi reati ed alle più mo- struose nefandezze. La vera civiltà, se è veramente civiltà, deve sopprimere il delitto; fino a quando esso avviene nelle medesime proporzioni, e cambia soltanto di natura per divenire più efferato, la civiltà non esiste che nelle fisime cerebrali di qualche. illuso idealista! La pialla non toglie al legno bacato tutto il suo fradiciume; e la civiltà, se fosse una pialla non toglierebbe che la scoria della barbarie primitiva, quando è nell’ essenza dell’ umana psiche che bisogna digrossare per di- struggere i germi d'una molto antica e radicata intossicazione. () Non è esatto che la delinquenza odierna differisca grandemente dalla passata. Oltre del de- litto consumato sulla strada dal grassatore e dal brigante, sinistre figure che tuttora sussistono in Sicilia e nelle Romagne, la frode e la corruzione erano ugualmente sparse, e alla stessa maniera e nella stessa entità, per come lo sono al presente. Chi maneggiava valori di qualunque natura, purchè potesse convincersi di sfuggire al rigore della legge, non aveva punto riluttanza di appr® priarseli indebitamente; chi esercitava pubblici ‘uffici, avvolto nelle garanzie provenienti dal posto, spesso parteggiava per interessi privati o proprii od altrui; chi amministrava giustizia, camuffati i suoi loschi fini nel vieto motto: la legge è uguule per tutti, spessissimo giudicava sotto l' impulso delle relazioni personali o della più abbietta corruzione plutoeratica; insomma, il delinquente, che è il tipo del genere homo, estrinsecava la sua indole primitiva col braccio e con |’ intelletto a seconda del posto che occupava socialmente; e del pari avviene ai nostri giorni, ad onta di co- tanta iattanza nel predicare civiltà, progresso, eguaglianza, altruismo, filantropia! Se, quindi, sem- bra a noi che la criminalità così detta civile sia ora in maggior sviluppo, fa duopo attribuirlo, più che a questa falsa civilta, al meccanismo sociale della vita pubblica e privata, di pianta cam- biato sotto i governi rappresentativi e discentratori, il quale porge adito a persone di ogni cate- goria di entrare e partecipare in ed ad ogni amministrazione pubblica e privata, con l’ irresponsa- bilità che proviene dall’ incosciente onnipotenza delle folle e dalla scettica sfiducia dei singoli. (c) Io ritengo più spregevole un popolo, la cui educazione non serve che ad investigare il modo e la maniera a delinquera, cercando di sfuggire alla giusta persecuzione della legge; che un po- polo il quale estrinseca la sua natura fiera ed aperta, commettendo il delitto con pericolo certo e palese per se medesimo. Perchè il primo dimostra la sua indole.perversa e crudele per partito pre- so, perpetrando il crimine a scopo utilitario e guidato dalla fredda ragione; mentre il secondo, con moti impulsivi e senza alcuna doppiezza o ipocrisia, ribellasi alla legge che non crede uguale per tutti, e si fa giustizia col proprio braccio quando non gli riesca di ottenerla pronta e sicura altri- menti Entrambi aberrati, convengo; ma il concetto del secondo è una prova di maggiore eleva- tezza di carattere intellettivo e morale, avvegnachè nel suo oprare egli è guidato da due senti- menti nobilissimi: quello della giustizia e quello della protezione del debole contro il forte ed il prepotente. L'uno e l’altro censurabili e condannevoli, ma l'ultimo più degno del beneficio delle attenuanti. (d) La mafia è, a considerarla spassionatamente, la conseguenza dell’ ignoranza nelle classi proletarie, le quali hanno radicato nel cuore il pregiudizio (che talvolta per sventura è una vera realtà) di valutare la società come una congiura dei forti contro i deboli; onde a scuotere il gio- go dei primi, debbono i secondi operare in aperta ribellione alle leggi che son fattura dì quelli, contrapponendo alla prepotenza ed alla sopraffazione legale, altrettanta prepotenza e sopraffazione estralegale : ovvero, in altri termini, contrapponendo al delitto sanzionato dalle leggi, quello san- zionato dal diritto naturale della propria conservazione e della propria personale garanzia. Quindi, se la mafia è frutto dell'ignoranza e dell’ aberrazione, è anche una prova dell’ ingiu- stizia sociale, contro della quale le coscienze degli oppressi e dei conculcati insorgono sitibonde d’ab- beverarsi in quella coppa dell’ eguaglianza, che han sempre vicino alle labbra main cui non giun- gono a bagnarvele mai! 100 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI (e) Il voler trovare una grande differenza tra la camorra, la mala, la teppa ed i pich-pochets di Londra è, a mio avviso, un assurdo bello e buono. Le une e gli altr) hanno il medesimo scopo, e se i mezzi differiscono in qualche modo, ciò non vuol dire che la raffinatezza nella ribalderia sia un segno di raffinata civiltà, ma piuttosto un regresso verso la barbarie, frutto di civiltà in decadenza. Del resto, a provare di che siano capaci le popolazioni inglesi, delle quali ritengo non vorrà parlare il Niceforo al pari delle nostre, ricorderò fuggevolmente i fatti vergognosi av- venuti a Londra, in occasione e col pretesto di solennizzare le conquiste transvaliane!.. (f) La farragine dei libri che in questi ultimi anni furono scritti, per l’ alto scopo di svelare al mondo lo stato psichico delle società moderne, sono la prova maggiore dello stato in cui è caduta la mente umana nei suoi giudizii. Del resto, è 1’ ambiente che guida l’ uomo, non solo nella sua estrinse- cazione intellettiva, ma anche nella sua attività fisiologica, ond’'è che egli, che trae le sue idee per mezzo della funzione dei suoi organi, deve fatalmente subire le più forti influenze dall’ am- biente; sicchè non fa meraviglia il leggere argomentazioni strane ed assurde, tanto più quando sì consideri che chi le scrisse fu da quello attratto e soggiogato. Chi scrive di Sociologia dovrebbe, a parer mio, per sottrarsi a quest influenza deleteria, direi quasi sdoppiarsi da ogni preconcette, ed osservare e considerare tutto da un punto di vista psichico uguale ed equilibrato, sfuggendo così alle Circi di qualunque sembianza ed alle Furie di qualunque preteso Averno. (g) La diminuzione dell’ analfabetismo non significa diffusione di coltura, per come si è volu- to far credere. Il saper leggere e scrivere soltanto, è spesso una provain contrario; perchè le po- polazioni, che a questo progresso quasi esclusivamente meccanico, non aggiungano la conoscenza morale dei proprii diritti e de proprii doveri, corroborata da una modesta serie di cognizioni storiche, poli- tiche e letterarie, che le servano d'eseupio, non possono valutarne l' utilità personale ed i van- taggi sociali, ignorando l’importanza sì dell’una come degli altri. E difatti, nelle scuole, sia primarie, sia secondarie, di qualunque paese, ho sempre notato con rammarico di quali sconcezze di quali volgarità si è capaci, quando all’ alfabetismo non si accoppii l'educazione del cuore e la vera coltura dell'intelletto. 3 (h) Nel Medioevo la vera coltura non si restrinse nel potere ieratico per colpa di esso, ma bensì per molte ragioni già discusse, e non ultima le invasioni barbariche, che contribuirono a ripiombare i popoli nella più crassa ignoranza. Gli unici che seppero sottrarsi a tali, influenze, e lo dico con laude, furono gli ecclesiastici, ai quali solo si deve la salvezza dall'oblio e dalla, di- struzione di tanti tesori di arte, di lettere e di scienze. Il voluto monopolio da parte loro venne da sè, e non fu procurato, come sì asserì falsamente; anzi, in Italia, ove essi ebbero sempre un grande e giusto predominio, apparvero i primi librì scritti da laici ed informati ai veri principii di libertà scientifica, perchè quei medesimi sedicenti monopolisti si fecero fautori della propaga- zione dell’umana dottrina, spargendola ovunque senza alcuna renitenza. Il sostenere la tesi con- traria è patente ingiustizia e volgare assertiva di chi non giudica dei fatti con serenità, ma è por- tavoce di coloro che, per secondi fini, hanno interesse di mascherare il vero. (i) Ancora non posso convincermi come un meridionale, qual’ è il Niceforo, abbia potuto es- sere così severo, discorrendo del giuoco del lotto nel mezzogiorno. Che vi siano quì pregiudizii, superstizioni, ciurmerie ed altro, io non vorrò certo contradire, perchè fisime intellettive co- sifatte sono una conseguenza ineluttabile di tutti i popoli della terra, nè varrà qualsiasi gene- ralizzazione di coltura per distruggerli; ma che esse siano una dolorosa prerogativa del mezzodì io negherò recisamente. Più che una prova d’ ignoranza, il lotto è una prova dell’ indole umana appassionantesi facilmente al vizio qualunque esso sia, ed esplicantesi in diverse sembianze dovun- que. Quì si giuoca al lotto; altrove altri vizii più pericolosi e più dannosi pigliano il posto del lotto; e mentre altrove l’ alcoolismo abbrutisce e predispone al delitto, quì la passione del giuoco acuisce l’ingegno per rintracciare un mezzo poco adatto, ma al certo meno disonesto, per tentar di sottrarsi alla miseria. Fra pregiudizii e superstizioni io non so distinguere quali abbiano il pri- mato, se i sogni ed i numeri strappati ad un misero fraticello, o se le credenze ad un Lazzeretti qualsia ed ai vangeli predicati alle turbe, da una qnalunque effemeride, senza grammatica e senza fede, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 101 Alziamo pure la voce contro il giuoco del lotto; facciamo pure ogni sforzo collettivo perchè esso venga tosto abolito; ma non ci serviamo di esso, per condannare alla gogna una nobile regione che ha i suoi vizii e le sue virtù come e quanto le altre, o forse meno delle altre. (2) Se l’ aumento della prostituzione è un segno di civiltà, bisogna pur convenire che lo sia ugualmente la diminuzione della natalità. La triste esperienza c’însegna che ove la prostituzione è generalizzata, le nascite si assottigliano di molto, sia per l* esaurita potenzialità generativa ma- schile, sia feminile, onde non ci meraviglia la tesi sostenuta dal Niceforo. Il quale però, avrebbe dovuto soffermarsi un poco nella storia delle civiltà passate, d'onde emerge che desse quando giun- sero all’ apogeo della corruzione, si spezzarono e s’'infransero precipitando nella più terribile delle barbarie. Atene e Roma, per non riandare in altri tempi anche più remoti, sono un esempio irre- fragabile, cui non sì può in verun modo contrastare. La diminuzione della natalità è, dunque, a parer mio, una prova di civiltà corrotta, ossia il segno palese ed evidente d'una prossima barbarie. Inoltre, dato un ambiente deleterio, ciò che nasce e si educa in esso, deve avere di esso l’im- pronta. L'ambiente intellettivo e morale d'una società è formato dai singoli individui di questa società, che se lo comunicano reciprocamente sino a che non sì generalizzi nelle famiglie e nei popoli. Certo che le classi più elevate e più intelligenti son a capo dì siffatto movimento sociale, onde se queste sono corrotte, corrotto sarà l' ambiente in predominio. Però, sempre più restie all’ adat- tamento saranno le classi umili, in cui il sentimento della famiglia, se non in teoria, di sicuro in pratica, si estrinseca nello scopo altissimo per cui essa venne spontanea ad istituirsi nelle società primitive, e che fu conseguenza naturale e necessaria dell’umana convivenza. È ragionevole, quindi, che la diminuzione della natalità sì manifesti fra quelle classi che hanno indebolito questo sentimento, o che per depravata educazione giudicano la civiltà come manubrio alla raffinatezza e, direi quasi, alla perfezione del vizio, onde gittansi dietro ogni con- cetto di purità di costumi e di vincoli familiari, considerandoli come vieti pregiudizii sociali che bisogra combattere e distruggere. Ora essendo le dette classi le dirigenti, il loro triste esempio a poco a poco va minando la moralità di quelle che stanno più in basso, specie nelle popolazioni che si dicono più civili, e generalizzandosi, apporta la diminuzione della natalità, che è prova di bar- barie invadente, perchè figlia della corruzione, che è segno di civiltà in decadenza. (m) Certamente la massima attività e la varietà nelle industrie sono una prova luminosa del progresso civile di un popolo, perchè in queste attività e varietà si estrinsecano e si acuiscono le attitudini percettive e speculative della mente umana. Però, non è possibile il confronto sullo svi- luppo di tali attitudini quando non si abbiano identità di mezzi, per ottenere identità di fine. E siffatti mezzi, per possedersi identici, hanno duopo che la causa produttrice, in uno o in altro sito, sia anch'essa identica in tutta la forza della parola. Se ciò non è, mi par poco giusto il deplorare la nostra inerzia e la nostra apatia. Se noi, per esempio, in certe regioni della Calabria mancanti com- pletamente della potenzialità necessaria ad una coltura intensiva, volessimo costringere il contadino a questa coltura, faremmo opera poco pratica e rovinosa per lui, il quale, nella sua industre attività, cerca di trarre il maggiore utile da un suolo sterile ed ingrato verso qualsiasi lavoro. E difatti, vi sono pure in Calabria delle contrade assoggettate ad una splendida e rimuneratrice coltura in- tensiva; ma la sì deve ai coefficienti favorevoli ad adottarla, e vi si è riusciti senza sforzi gigan- teschi; ma in altre località, ove il più potente aiuto per questa coltura: l'irrigazione, manca del) tutto, il volerla soltanto tentare, senza mezzi adeguati alla difficile impresa, sarebbe, a parer mio, una vera stoltezza. È proprio colà che il nostro abile, ma povero agricoltore, in difetto di mezzi e di chi glieli fornisca, si limita unicamente a coltivare il frumento in modo estensivo, sperando dalle stagioni e dalle nubi, ciò che non può procurarsi per altra via. Dal tenace buon volere, che si traduce in vero apostolato, dell’egregio amico mio Ludovico Tallarico, il quale da qualche tempo si è fatto propagatore del sistema Solarì in Calabria, io mi auguro possa venir sciolto il problema della coltura intensiva nelle grandi estensioni, ove i due coefficienti indispensabili della feracila: conci- me ed acqua, sono di sovente in difetto. Quauto, poi, alle industrie manifatturiere, convengo anch'io, con molti scrittori presenti, che 102 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI desse nella nostra regione, non abbiano raggiunto quello sviluppo così comune nel settentrione e nel centro della penisola. E sebbene sia esagerato ciò che sì asserisce, perchè già qualche progresso sì è ottenuto con la fondazione di parecchi stabilimenti per prodotti industriali di diversa natura ‘ pur non di meno prima di deplorare una tale deficienza, e d' incolparne come unica ragione la pigrizia e l'inerzia delle nostro popolazioni, è più conveniente e più corretto il ricercarne la cau- sa e l'additarne i rimedii. Affinchè le industrie manifatturiere s' iniziino, si svolgano e progre- discano, fa duopo che chi l'inizii abbia disponibili poderosi capitali, sufficienti non solo a fondare gli Opificii, ma eziandio a tenerli in essere con costante attività, sino a che non raggiungano quel grado di perfezione, di credito e di fiducia nella produzione e nella puntualità, per mezzo di cui possano far concorrenza a quelli che gia lo posseggono. Se questi capitali non sussistono, non si può certo esigere un grande progresso nelle industrie manifatturiere, ed è proprio siffatta la preci- pua cagione, per la quale le provincie meridionali d'Italia sono al principio di ciò che nelle set- tentrionali e nelle centrali sì è da un pezzo raggiunto. Inoltre, le nostre sventurate popolazioni smunte dai balzelli che loro non lasciano il necessario, e, quindi, al colmo della miseria, trovano il più fiero nemico di qualsiasi iniziativa, nel tirannico, per quanto spietato, meccanismo fiscale che colpisce al cuore ogn’industria nascente, onde sin dai primordii o languisce o la si spegne. L'iniziativa privata, adunque, quando invece di ricevere esortazione, protezione ed aiuto dallo Stato, raccoglie bistrattamenti ed angherie, non può che ritirarsi avvilita e disingannata, nonchè disde- gnosa da ulteriori tentativi. (n) E pel faticoso e lento sviluppo del credito nel Mezzogiorno, non è molto dissimile la ca- gione, pur che vi si addizioni insieme la mancanza di fiducia e di spirito d’ associazione. La prima ed il secondo, che agli inizii del risorgimento nazionale erano nati, e parevano progredissero ri- gogliosi, in un tratto sparirono sotto il peso dell’invadente malafede, nè rinacquero di poi, perchè lo Stato che avrebbe potuto rinviyorirli e confortarli, assistelte indifferente alla loro catastrofe. I grandi istitati di Credito, fondati a quello scopo, invece di aiutare e di cooperare l’attività in- dustriale della nazione, e segnatamente delle nostre provincie, furono fatti per calcolo fuor- viare, onde servirono e servono par un'orda affamata di politicanti da strapazzo, pel tornaconto dei quali par che sia stata costituita l’Italia presente. Qualche istitato del mezzodì, che prodigava le sue cure alla propria region?, venne anch'esso sfatato, sotto il pretesto di gravi irregolarità nella sua amministrazione : e così ogni mezzo tolto, ognì speranza distrutta, una crisi terribile coinvolse il commercio e l'industria meridionale, crisi, dalla quale non è possibile risollevarsi, sino a quando i suoì salvatori, continueranno ad essere soltanto salvatori a parole. (o) Nel ragionare a questo molo, capisco pienamente che mi si farà l' appunto di regionalismo, ed io confesso senza ritrosia il mio peccato, considerando quanto sia pernicioso per l’Italia un tal sentimento antinazionale, per l' Italia da così poco unificata, e che dovrebbe, negli seam- bievoli affetti, compatimenti el aiuti, dimenticare tutto un passato di oppressione e di servaggio. Ma, ahimè !, per tanto è facile lo smembrare un corpo, il farlo a brandelli, per quanto è difficile, se non impossibile, il ricomporlo! All’ opera laboriosa ed indispensabile di ricomposizione, ed al: l’altra non meno grave di rialzamento delle sorti della giovine nazione, avrebbe dovuto soprat- tutto dedicarsi e provvedere lo Stato, il quale dev’ essere l' emanazione impersonale del pubblico bene, il tutelatore degl’interessi generali dell'intero popolo, il dispensatore equanime di ogni van- taggio e di ogni gravezza, il prototipo della moralità e della giustizia. Ha egli assolto tutti questi doveri? È inerescioso il dirlo, ma lo Stato, dai primi anni del così detto nostro risorgimento, mo- strò di essere più regionalista d’ ogni altro, spendendo la sua benefica attività a favore esclusivo di quelle regioni che meno avrebbero avuto bisogno del suo aiuto, e che avevano in lui i loro rappresentanti, lasciando in un abbandono colpevole le provincie meridionali, dal quale non le sottrassero peranco, con maggior torto e con maggior disdoro, i proprii concittadini che parteci- parono al governo della pubblica cosa, ora per uno strano malinteso e, direi, sciocco puritanismo nazionale, ora per l’ egoistico e turpe fine di giovare a se medesimi ed alla loro clientela adula- trice e servile, facendo così primeggiare quello scettico cinismo in tutti gl’ideali della patria, il -_d% RIVISTA ITALIANA DI SCIENZA NATURALI 103 quale è fondamento d'ogni azione malvagia e senza scrupoli, E questo abbandono, questa non curanza sprezzante verso la nostra regione, in controsenso alla sollecitudine e allo interessamento spiegati verso le altre, è genesi innegabile ed inesorabile di tutta la congerie delle immoralità e della corruzione infiltrantesi nelle pubbliche amministrazioni che emanano dallo Stato. Quando l’ esempio viene dall'alto, non è possibile che un funzionario o un impiegato qual- siasi, sacrifichi al dover suo ogni debolezza, ogni naturale propensione dell’ animo, ogni amicizia, ogni simpatia, e talvolta ogni ristrettezza economica, e segua impersonalmente il sentiero della rettitudine e dell’imparzialità. Continuo spettatore delle innumorevoli turpitudini commesse sotto il manto ipocrita di equanimità e di giustizia, non può in verun modo, anche quando lo tenti e lo voglia, sottrarsi al contagio, che è sempre più forte e più potente, allorchè il male è più terri- bile e più micidiale. Se per giovare ad ogni costo al natio campanile, i rappresentanti dello Stato porgono il triste spettacolo d’ una improntitudine senza limite, nel promuovere leggi, che chiamerei meglio privilegi, a favore d'una regione, mentre per altre sono una vera e patente ingiustizia, come sarà possi bile che le derivazioni graduali di questo Stato, non risentano i miasmi dell'ambiente, e non si am- malino fieramente dello stesso malore? E quelle regioni che si vedono neglette, e bistrattate per soprassello, hanno il diritto di ribellarsi e di maledire il tanto predicato risorgimento che le con- dusse all’ unità nazionale, quando, ogni vantaggio avuto da quello, debbono seppellire sotto il fango delle locali consorterie, avide di supremazia, e spensierate del bene comune, alternamente pal- leggiantesi l’ asta del potere. (p) Un socialista, di cui è molto discutibile Ja sincerità disinteressata dei suoi principii, di- scorrendo una volta del proprio paese, amministrato in quell’ istante dal partito a lui avverso, usciva in questa frase: « Non ci è un palmo di netto! » Però, quanto inesatta nell’ ora in cui ve- niva pronunziata, tanto bene a proposito essa può adattarsi al presente per l'Italia, che ha tutti i suoi organamenti pol'tici, amministrativi, economici inquinati da una invincibile corruzione, ca- muffata a probità, per cui a buon dritto ogni onesto si rivolta, ed assurge con Dante a ripetere : « L’avara Babilonia ha colmo il sacco ». Ma fra questi organamenti bacati, disfatti, corrotti quello che maggiormente contribuisce a di- struggere ogni fede nelle presenti istituzioni, è l’organamento giudiziario, il quale in ogni altra nazione rimarreblie 1’ unico incensurabile, o, almeno, l’ultimo a prostituirsi, mentre in Italia fu il primo; specie nelle provincie meridionali, scelte anch’ esse come palestra delle degradazioni so- ciali di qualunque natura ! Sia nelle società civili, sia melle barbare, il concetto della giustizia è elevatissimo ; nè il di- verso grado di sviluppo psichico lo modifica, perchè, comunque sì ragioni, questo concetto viene inteso ugualmente, essendo informato alla tutela dei diritti dei deboli, che sono i molti, contro la prepotenza dei forti, che sono i pochi. La giustizia, considerandola in astratto, è la più sublime delle concezioni che l’ uomo seppe dare a sè stesso, quando infranse il vincolo che lo legava ai bruti, e si associò coi suoi simili in comunanza di bisogni, di protezioni e di affetti. Sino a che ella rimase nella rettitudine del suo fine primitivo, chi vi ricorse, credette ai suoi responsi come a quelli di un Dio; anzi, divinizzandola gli antichi popoli, le bendarono gli occhi, quasi ad indicare che per i ciechi non vi fossero disuguaglianze nè di grandi nè di piccoli, nè di patrizi nè di plebei. Ma se astrattamente tal doveva essere la giustizia, questa perfezione in realtà non la raggiunse nel passato, non la raggiunge nel presente, non la raggiungerà nell’ avvenire. Conosco dei pazzi che ritengono inquinato ogni oggetto, quando vien tocco da una data per- sona, perchè intravedono in lei il loro genio malefico, l'origine dei loro mali e la prosecuzione delle loro sciagura; nè è possibile richiamarli sulla via della ragione nello stato psicopatico in cui si trovano, pur tentando ogni mezzo per farli consci e persuasi della stoltezza d' una simile cre- denza. Ma se è stolta per essi, la non può in verun modo considerarsi ugualmente, se sì voglia riferire a quell’influenza che l' uman genere esercita sopra ogni idea che dal campo dell’astratto 104 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI entri in quello del concreto. Come prima l’ umana attività s’ impadronisce di questa idea e la con- cretizza in ordinamenti, in predicati, in leggi, nella sua applicazione le fa subire 1’ influsso de- leterio della imperfetta natura di lei, che nessuna civiltà, sia pagana, sia cristiana, sia di la da venire, potrà mitigare o distruggere. F così avvenne della giustizia fin dai tempi in cui adoravasi su gli altari; e se per ogni so- pruso, per ogni prepotenza perpetrati a nome di lei, poteva concedersi un' attenuante nella natura di quella civiltà fondata sulla ragione del più forte, nei nostri giorni che tutto tende, almeno a parole, all’eguaglianza sociale, che può ottenersi soltanto garantendo ai deboli i diritti comuni ad ognì classe di cittadini, il rinnovarsi di simili fatti non dev’ essere nè perdonato, nè scusato, nè compatito. Ma ammesso il principio che nulla resti puro ed incontaminato, quando venga a contatto del- l'umana convivenza, non vuol dire che essa non debba cooperarsi con tutte le sue forze materiali e psichiche; affinchè questa triste influenza abbia i minori effetti possibili. Solo quando ogni no- zione di moralità si è affogata nel brago utilitario ed egoistico del proprio tornaconto, tali forze vengon meno ; e sono, invece, sostituite da una intensa cupidigia nell’ operare a seconda di loschi fini, sordi al lamento e ciechi alla vista pietosa di tante vittime. In Italia, ove nulla è rimasto immune dalla corruzione che a grado a grado è andata esten- dendosi, ed è diveutata, direi quasi, un fenomeno naturale e necessario che più non maraviglia, nè addolora; la giustizia anch'essa, caduta fra le braccia d’una folla ignorante o malvagia, ed ìl più delle volte corrotta, non risponde al nobilissimo scopo, per cui venne istituita, e si asserva impudentemente volenterosa. A privilegi venduti e mendazi, per mezzo dei quali ogni fede in quell’ eguaglianza di tutti in- nanzi alla legge, va affievolendosi e, poco, a poco, a sparire. Ho detto una folla ignorante o malvagia, e il più delle volte corrotta, perchè, è triste il costatarlo, non bastano la saviezza e la bontà delle leggi, per mantenere il prestigio della giustizia, ma v"ha duopo che ad esse corrispon- lano gli uomini che sono preposti ad applicarle; e quando costoro in luogo di essere scelti anzi prescelti fra i migliori, rappresentano nel maggior numero la quintessenza della degenerazione so- ciale, sia per entità psichica, sia per moralità, i risultati saranno che giustizia non s'avrà mai o per ignoranza o per mercimonio. A guarire questo male terribile, più terribile della Peste e del Cholera, che passano rovinosi e spariscono, mentre desso permane e sì spande in tutti gli ordini della magistratura italiana; un unico e salutare rimedio, a parer mio, vi sarebbe, e dovrebb’ essere sollecito e radicale, ed ag- giungerei, anche spietato, perchè gl’ interessi generali d' un paese e la sua salvezza morale, deb- bono vincere ogni riluttanza nel colpire inesorabilmente chi merita di esser colpito. Si eliminino senza pietà tutti quei magistrati che dettero prova della loro ignoranza o della loro scorrettezza, siano essi nei posti più modesti o più elevati della magistratura giudiziaria; e non sì pieghi, ma si strappi, invece, la pagina, per nascondere ciò che vi è scritto col fango, se vuolsi davvero puri- ficare efficacemente questo libro bisunto e sgualcito, che omai più non si legge senza bruttarsi le mani e senza defatigarsi la vista. Pasquale Stanislao Mancini non sì stancava dal raccontare che nella sua giovinezza erasi pro- posto, di non difendere cause che non fossero informate alla più rigida moralità, considerando in quegli anni la professione d' avvocato come una missione verso il cliente per sottrarlo alle coutroversie immorali e disoneste. Però, egli stesso confessava che dovette meredersi, quando la pratica della vita gl’ insegnò che il guadagnare una causa storta acquista clienti innumerevoli e maggiore fama che non lo facciano l’ integrità e l’ illibatezza, nomi astratti, che nelle umane vi- cende hanno sempre per isventura, molto poco di concreto! Questa seppressione assoluta di moralità nella coscienza di chi deve discutere innanzi al ma- gistrato dì moralità e di giustizia, esigerebbe una superiorità intellettiva non comune in quest’ ultimo corroborata da un’ uguale dottrina e da principii etici incrollabili a tutte le influenze deleterie possibilmente emananti dalle condizioni sociali ed economiche di chi discute e dei contendenti per RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 105 cui sì discute. Quando siffatte prerogative non vi sono, è giuocoforza aspettarsi le conseguenze già accennate, le quali conducono allo sfacelo della più alta delle umane istituzioni, qual'è quella del- la giustizia. Ho sentito rispondermi di sovente, ogni qualvolta io esprimeva il concetto fondato sull’ espe- rienza, che con la magistratura italiana bisogna temere di aver torto, quando sì ha piena e pa- lese ragione, queste strane parole: « Come può volersi che un magistrato nel giudicare, non si dia innanzi tutto pensiero della sua sorte e del suo avvenire, mentre probabilmente domani, quell’ av- vocato di grido che oggi difende, e vuole assolto chi dovrebb' essere condannato, potrà vendicarsi contro di lui diventando membro del governo e forse anche capo del dicastero che lo riguarda £ » E queste strane parole definiscono, a parer mio, un intero sistema, e lo discreditano al cospetto del mondo! Dunque, la probabilità di occupare un alto posto, dal quale si possa esercitare una bassa e volgare per quanto malvagia vendetta; e l’esperienza che talvolta essa venne davvero esercitata, sono già due coefficienti, che posti avanti ad ogni moralità rendono facile il trionfo dell’ ingiustizia! Ma.se un magistrato nel giudicare, alla serena imparzialità sostituisce il preconcetto di un danno che può incoglierlo nel sentenziare con giustizia : io credo egli sia peggiore di qualunque efferato delin- quente, perchè questi, perpetrando il suo delitto, si espone al rigore della legge che dovrà pu- nirlo; mentre quegli invece tradendo la sua coscienza, tradendo i più elementari principii del- l’etica e della morale, tradendo la società che lo elesse a quel posto a tutela ed a garanzia di lei, tradendo tutto e tutti, trincerasi sotto l'egida dell’ immunità che gli accorda quella medesima legge, per sfuggire, se non al disprezzo universale, alla ben meritevole punizione. Gli è perciò, dunque, che ad evitare simili scandali e simili turpitudini, una selezione rigo- rosa e ben eseguita negli ordini della magistratura, è opera nobilissima e nel contempo salvatrice. Elevandosi al di sopra delle persone e senza riguardi verso giganti, o malintesa pietà verso pigmei, sì faccia un'inchiesta severa ed imparziale dalla Cassazione alla Pretura; si esaminino tutte le sentenze che da qualche lustro in quà vennero emanate, e, se palesemente risultino il favoritismo ed. il mercimonio, senza le solite restrizioni mentali si colpisca fieramente, spietatamente, inesorabil- mente, ma giustamente, ed il paese onesto e morale sarà grato verso colui che avrà il coraggio di farlo. (continu a) PIETRO E. BACCI & ILIO BERNARDI I Molluschi ONSRMOM——__z (continuazione) Genere Anomia: Animale con i margini del mantello sottili, forniti d’ una serie di minuti tentacoli: piede poco sviluppato. - Conchiglia inequivalve, ir- regolare, piuttosto debole, non di rado traslucida; una delle valve fissa, più appiattita, provveduta di un’intaccatura o di un foro rotondo od un po’ allun- gato allo scopo -di lasciar passare un muscolo unito ad un opercolo; |’ oper- colo è fisso ai corpi marini; l’ altra valva ha maggiori dimensioni; il lega- mento è robusto; l’ impressione muscolare è composta di tre parti. La specie più comune è l’ Anomia cepa, che deve il suo nome alla forma irregolarissima, al color bianco ed alla sua tras parenza. Le Amomie vivono e muoiono nel luogo stesso in cui uscirono dall’ uovo; 106 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI sì trovano spesso attaccate ad altre conchiglie oltrechè per mezzo dell’ oper- colo, anche per la valva inferiore la quale, modellandosi sull’animale a cui aderisce, è variabilissima di forma. Le Anomia si trovano in diversi mari e in gran numero nel Mediterraneo dove sono adoperate come cibo saporito. Specie del Genere: Anomia cepa, A. undulata, A. aculeata, A. ephippium, A. punctata, A. squamata, A. electrica. Genere Spondylus: Animale robusto; mantello aperto quasi del tutto ; ap- pendici labiali a frangie; piede rudimentale; manca il bisso. - Conchiglia forte; spessa, chiusa, inequivalve, rugosa, irta di punte; la cerniera ha due grossi denti per ogni valva ed in mezzo a questi un incavo per ricevere il legamento; quest’ ultimo è interno. Nel Mediterraneo trovasi comune lo Spondylus Gaederopus, le cui valve sono quasi tondeggianti, ruvide e presentano molti prolungamenti irregolari, appiattiti, molti dei quali hanno l’ estremità arrotondata. - A Genova viene chiamato ostrica spinosa. Le conchiglie degli spondili sono ricercatissime nelle collezioni per la vi- vacità dei colori e per la varietà dei tubercoli e delle spine. Quasi tutti sono propri dei mari caldi. - Stanno fissi sugli scogli e spesso si trovano aderenti l'uno all’altro per la valva inferiore. - L'animale è poco ricercato come cibo. Specie del genere: lo Spondylus gaederopus, lo S. arachnoides, lo S. regius, lo S. violascessens, lo S. longispina, lo S. Americanus, lo S. radians, lo S. avicularis. Genere Pecten: Animale arrotondato ; spesso; margini del mantello con una o due serie di finissimi filamenti e con alcuni punti simili a perle; piede piccolo, a forma di cono, solcato ; esiste spessissimo il bisso ; conchiglia libera, regolare, inequivalve, chiusa, quasi sempre a valve provviste di raggi; forma delle valve quasi triangolare, col lato opposto alla cerniera a guisa 2 semi- cerchio; due alette al lato provvisto di cerniera, il quale è diritto; nessun dente alla cerniera; all’interno vi è una fossetta triangolare per il legamento; l'impressione muscolare è posta quasi al centro delle valve. Una specie nel Mediterraneo è il Pecten Tacobaeus, il quale ha una valva piatta e una convessa; i raggi, angolosi, variano di numero da 14 a 16; una delle valve ha i raggi solcati longitudinalmente. - I pettini si trovano in tutti i mari; vivono a poca distanza dalle spiagge e, lungi dall’ affondarsi nella sab- bia, vivono sul fondo del mare. - Si muovono aprendo e chiudendo alternati- vamente le valve. Sono indigesti, quindi poco preferibili come cibo - Fanno bella figura nelle collezioni per la varietà dei colori e per l’ abbondanza delle specie. Specie del genere: Pecten Iacobaeus, P. maximus, P. opercularis, P. flagellatus, P. glaber, P. varius, P. islandicus, bi griseus, P. sulcatus, P. radula, P. pleuronecta, P. plica, P. Laurentii, P. versicostatus, P. bifrons, P. pallium, P. purpuratus, P. nodosus, P. tigris, P. foliaceus, P. pseudamussium, P. aponicus. IU RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 107 Genere Lima: Animale simile a quello dei Pecten. - Conchiglia aperta ad nua estremità, allungata, colla cerniera ad uno dei capi; alette assai corte ; lati delle valve disuguali in modo che ne risulta la forma obliqua di ciascuna valva. La Lima comune ha conchiglia bianca; se ne mangia l’ animale e si trova nel Mediterraneo. Questi molluschi, poco numerosi, devono il loro nome alle rugosità delle valve. Genere Malleus: Animale di forma compressa ; mantello allungato, provve- duto di piccole frangie, bocca con appendici brevemente triangolari ; piede vo- luminoso, che si presenta solcato, fornito d’ un bisso. - Conchiglia scagliosa, quasi equivalve, irregolare, simile ad un martello con manico ; esiste un’ intac+ catura anteriore per far passare il bisso ; la cerniera, che è diritta, è priva di denti e molto lunga; il legamento è ricevuto da un’incavo conico, inclinato, che può scorgersi dall’ esterno; nel centro delle valve si osserva una grande impressione muscolare. Una specie assai conosciuta, benchè rara, è il Malleus vulgaris che sì di- stingue per le valve ricurve. Si trova nei mari delle Indie. - Questo genere non è molto ricco di specie che appartengono tutte ai mari dei paesi caldi. - Le valve hanno esteriormente un colore nero o brunastro, ed all’ interno sono quasi sempre brillanti. Specie del genere: Malleus vulgaris, M. albus. Genere Perna: Conchiglia chiusa, equivalve; la cerniera è diritta, fornita su ogni valva d'una fila di denti, i quali, allorchè la conchiglia è aperta, si posano l'uno sull’ altro. La conchiglia della Perna è piatta e può essere di varia forma. - Questi molluschi abitano i mari dell’ India, ma se ne trovano pure nelle isole dell’ A- merica. Genere Avicula: Animale compresso, due file di piccolissimi tentacoli ; quattro prolungamenti labiali alla bocca; il piede è piccolo, solcato; esiste il bisso. - La conchiglia è obliquamente triangolare, con ampissime ali pure tri- angolari; valve fragili portanti un’ intaccatura per dar passaggio al bisso; cerniera diritta che può avere uno o due denti. L’.Avicula hirundo ha le ali aguzze ed un bisso forte ed. arborescente. - Non è rara nel Mediterraneo. - Aprendo una conchiglia di Avicula e ponendo le valve sopra uno stesso piano senza staccarle dalla cerniera, si osserva che l’intera conchiglia ha la forma di un uccello in atto di volare; difatti due e- spansioni delle valve ricordano le ali e le altre due riunite la coda. - Da questa somiglianza è derivato il loro nome che in latino significa. appunto « piccolo uccello ». Le Avicule sono marine e tutti i mari in genere ne posseggono delle specie. Genere Meleagrina: Animale simile a quello del genere precedente. Con- (I 108 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI chiglia chiusa ed equivalve; valve quasi quadrate con gli angoli tondeggianti ; lato della cerniera rettilineo ; cerniera priva di denti; conchiglia scagliosa al- l'esterno, madreperlacea all’interno, avente un’ intaccatura per dare adito al bisso. La specie più nota è la Meleagrina margaritifera, detta volgarmente ma- dreperla, che all’ esterno è di un colore bruno verdastro. - Questa è la forma che più particolarmente fornisce le perle, le quali non sono altro che una se- crezione dell’ animale e si producono sulla parte interna delle valve ed allora vi sono quasi sempre attaccate, oppure nel mantello del mollusco e in questo caso sono completamente libere. - E necessario notare che la madreperla che tappezza le valve e la perla propriamente detta sono la stessa secrezione, hanno quindi la stessa natura e non differiscono che per la forma. - Le perle hanno una forma globosa e tanto esse quanto la madreperla si accrescono man mano per il sovrapporsi di nuovi strati successivi di materia madreperlacea. - Spesso basta che un granello di sabbia o un sassolino penetri tra le valve perchè to- sto intorno ad esso si agglomeri uno strato della secrezione; in tal modo la perla è già formata. - Però non tutti gli individui producono perle ; anzi molte Meleagrine ne sono prive, poichè non in tutte si nota quella sovrabbondanza di secrezione che è appunto causa essenziale del prezioso prodotto. - La Melea- grina perlifera si trova in vari mari, specialmente in quello delle Indie dove la pesca ne è attivissima. - Il mollusco trovasi a poca distanza dalla spiaggia, aderente alle roccie per mezzo del bisso; la pesca viene così eseguita: Una ventina di uomini in una barca si allontanano dalla spiaggia; giunti in vici- nanza di un banco di Meleagrina la metà di essi si prepara a scendere nel fondo del mare. - A tal uopo ciascun uomo ha legato ad un piede un peso atto a farlo discendere ed all’ altro una borsa per la raccolta dei molluschi. Fatta una buona provvista di questi ultimi, ogni pescatore scuote una corda di richiamo e viene ricondotto alla superficie. - Appena pescate, le Me- leagrine vengono poste sopra stuoie, di giunchi e vi si lasciano putrefare, quindi la parte carnosa viene passata allo staccio per ottenere le perle che vi sono contenute, mentre si tolgono direttamente quelle aderenti alle valve; le perle poi vengono levigate per mezzo della loro polvere stessa. - A questo punto possono essere inviate in commercio; sono più o meno pregiate secondo le loro dimensioni maggiori o minori ed il loro splendore. -. I luoghi principali di pe- sca sono Ceylon e le coste orientali dell’ Arabia; mercati importanti sono Bag- dad e Bassorah. - Favolosi furono spesso i prezzi a cui vennero acquistate cer- te perle: basti dire che un viaggiatore del secolo XVII ne vendette allo Scià di Persia una del valore di 2.700.000 franchi ! Genere Arca: Animale abbastanza spesso, di solito allungato; tentacoli labiali, sottili e molto piccoli; piede munito di un peduncolo, schiacciato, ta- gliato longitudinalmente. - Conchiglia aperta ad un estremità, a pareti grosse, a valve uguali, di forma allungata; cerniera lungo uno dei lati maggiori, di- LN Sa RIVISTA ITALIANA DI SCIENZH NATURALI 109 ritta, fornita di una serie di molti denti trasversali, uguali; il legamento è esterno. L'Arca Noè: si distingue dalle altre specie perchè ha la base piatta e le valve allungate e rigonfie. - Questa specie, commestibile, trovasi nel mar Rosso, nei mari dell'America ed anche nelle nostre acque. - Le Arche stanno fissate sugli scogli e tanto tenacemente che riesce difficilissimo il distaccarle e non di rado avviene che si strappi il peduncolo del piede. - Le valve non sono ma- dreperlacee internamente, ma bianche o brune e coperte di un’ epidermide 0- scura, talvolta coperta di peli. - Questo genere comprende numerose specie sparse in vari mari e tra cui notevoli sono: L' Arca Noè, l’ A. cucullata, \' A. auriculifera, l’ A. antiquata, l’ A. tortuosa. Genere Pectunculus: Animale simile a quello del genere precedente. Con- chiglia chiusa ed equivalve, di forma tondeggiante, a pareti robuste; cerniera curva, provvista di molti denti ravvicinati. Assai curioso è il Pectunculus scriptus che si distingue dai congeneri per avere la superficie esterna delle valve sparsa di numerose linee irregolari a zig zag, che lontanamente si possono rassomigliare a geroglifici di una scrit- tura antica; le valve sono liscie. I Pectunculus sono assai numerosi e prediligono profondità notevoli dove si trovi un fondo sabbioso o fangoso. - Il piede serve loro alla locomozione e per mezzo di esso si spingono fortemente in avanti. Quando si sentono affer- rati emettono una bava mucosa. - Spesso le valve sono fornite di costole e solcature come nei Peczen, altre volte invece sono assolutamente liscie. Specie del genere: Pectunculus scriptus, P. auriflua, P. Delessertii, P. pectiniformis Genere Nucula: Animale somigliante a quello dei due generi precedenti. Conchiglia chiusa, equivalve: estremità curvate in avanti; cerniera composta di denti minuti, numerosi, in una serie interrotta; il legamento è poco svi- luppato, non del tutto esterno ; valve ovali, madreperlacee nell’ interno. Il genere è costituito da molluschi provvisti di conchiglia di piccole di- mensioni, coperta di un’ epidermide verde. - Tutti i mari posseggono rappre- sentanti di questo genere; ricordiamo le seguenti specie: MNucu/a rostrata, N. nitida, N. emarginata. Genere Trigonia: Conchiglia di una forma piuttosto triangolare, assai ri- gonfia esternamente, ruvida, con costole e tubercoli, internamente madreperlacea. Una delle valve ha, alla cerniera, due costole fornite di rilievi trasversali che, insieme alle costole stesse, penetrano in due incavi provvisti di solcature pure trasversali nell’ altra valva. La Trigonia pectinata ha piede voluminoso spiegato ad uncino anterior- mente. Specie del genere: Trigonia pectinata, T. nacrea, T. scabra, T. nodosa, T. navis. l . DIA 110 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Genere Mytilus: Animale ovale, robusto ; mantello aperto inferiormente ; bocca con piccoli tentacoli angolosi; piede piatto, solcato; esiste un bisso. + Conchiglia a pareti sottili, allungata, equivalve, un po’ triangolare, ricurva alle estremità; cerniera priva di denti, o con due denti pochissimo sviluppati; il legamento è allungato, stretto, quasi interno; le due impressioni muscolari sono ineguali e molto distanti l’ una dall’ altra. - Specie notissima è il 2Mytilus edulis che è bianco internamente, eccetto l’umbone e le impressioni muscolari che sono di un violetto pallido: esternamente le valve, hanno un colore vio- letto quasi. nero. | Questo mollusco è abbondante sulle coste rocciose; ma si può trovare an- che nei luoghi sabbiosi. - Il Mytilo può produrre piccole perle; fino in nu- mero di tre per ogni individuo; vive gregario e spesso ricopre roccie molto e- Stese; mon occorre dire quanto ampiamente venga adoperato come cibo. — Si è detto che in certe stagioni dell’anno sia velenoso, alcuni sostennero inoltre che sia nocivo il bisso; ad ogni modo è un cibo indigesto è talvolta arreca gravi disturbi. È notevole il modo con cui il mitilo fissa il suo bisso: anzi- tutto avvicina il piede alla roccia, quindi, ritirandolo, lascia un filo aderente allo scoglio; dipoi, ripetendo più volte questa operazione, in capo a un breve spazio di tempo riesce ad attaccare un grosso fascio di fili. - I Mitili vengono allevati in vari luoghi. - Ad Aiguillon, presso la Rochelle, si procede, nel mo- do seguente: Si sceglie un punto della spiaggia adatto e si divide in zone se- parate da serie di pali su cui vengono poste delle fascine; in queste zone gli allevatori spargono i giovani mitili che bentosto si attaccano col bisso alle fascine. - Allorchè i molluschi hanno acquistato dimensioni convenienti i pe- scatori si aggirano con barche nelle zone e staccandoli, li raccolgono. (continua) GUSTAVO BRUNELLI LA METAMORFOSI DEGLI INSETTI E LA FILOGENESI DEI COLEOTTERI (continuazione e fine) Nè organi nella origine ornamentali, nè organi di difesa possono considerarsi con Darwin o con Kirby e Spencer. Tanto più strana è la teoria di Reichenau ('°) che sostenendo tali organi in origine femminili (in rapporto colla deposizione delle uova) deve poi ammettere non solo che siano stati trasmessi ai maschi ma nei maschi stessi siasi ipertrofizzati. Assai più logicamente il nostro Camerano (?°) in seguito a una somma di considerazioni conclude che le appendici corniformi non sono nè organi di difesa nè RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 111 organi ornamentali e scrive che la loro presenza « dipende dal piano generale di strut- tura dell’ animale » idea colla quale bene si accorda la mia ipotesi che nello stesso tipo scavatore del coleottero ripone in una, così l' origine delle elitre, come 1° insieme degli altri caratteri adattativi. Chi poi ha chiaramente indicato la natura fossoria delle appendici corniformi è Mingazzini (*°bis), in questo la nostra opinione collima perfettamente, però Mingazzini movendo dallo studio dei Lamellicorni coprefagi, interpretra tali appen- dici come formazioni secondarie, mentre per me costituiscono un carattere primitivo come spero dimostrare in seguito. Altre considerazioni offre lo studio della organizzazione delle formiche le quali come i Coleotteri si adattarono alla vita sotterranea. Roger (°‘) ha mostrato che nei Coleotteri i tipi alari più complicati sono probabil- mente quelli che corrispondono ai gruppi più antichi mentre nei gruppi di ori gine più recente è manifesta la tendenza a semplificare la venatura e ridurre il nu- mero delle coste. Questo ricorda Emery (*°) a proposito del fatto che tra i Formiceidi il gruppo delle Myploclinea e tra i Mirmiceidi quello delle Myrmecia serbano meno alterato il tipo generale dell’ ala delle Formiche, il quale si riduce nei gruppi più dif- ferenziati. E sulla origine delle Formiche, Emery i cui studi hanno gettato tanta luce su questo argomento, dà il giudizio che quì riporto : « Intorno al tipo dal quale abbia potuto aver punto di partenza lo sviluppo delle formiche, credo di poter incontrare il consen- so di molti situandolo nella grande famiglia degli scavatori e probabilmente in un grup- po affine agli Scoliidei, il quale con una cospicua diversità di sessi e una tendenza a differenziarsi ben pronunziata del primo segmento addominale e forse anche del secondo offriva. un protorace largamente scoperto e antenne distintamente genicolate, la ve- natura alare analoga a quella del genere Myzine riproduceva ancora lo schema degli Sfegidei dal quale è facile ricavare quello de Zabidus e delle Myrmecia ». Per ciò che riguarda la larva dei Coleotteri io ho ammesso un ritardo nello svi- luppo delle ali. Ed è notevole che secondo la osservazione di Heymons (?) le larve del Tenebrio molitor presentano rudimenti di ali, fenomeno, il quale a mio crede re allude alle condizioni primitive e non può spiegarsi ammettendo con lo Schindler (**) nelle larve più chitinizzate una maggiore tendenza allo sviluppo dei dischi imaginali. È notevole che nelle Cicale si ha una sorta di metamorfosi, in relazione appuuto colla vita sotterranea della larva e precisamente non si tratta di una metamorfosi vera perchè esiste un accrescimento continuo delle ali. Per ciò ho creduto bene di ricor- dare riguardo ai Coleotteri il fatto del Tenebrio. Nelle Cicale la muta in quistione è notevole come avverte anche Houssay, (?*) perchè si prolunga per diverso tempo e durante di esso, mentre avvengono cambiamenti di forma, |’ insetto non si muove, nè si nutre. Riassumendo, le ragioni per le quali io fermamente ritengo il Coleottero come un esapodo modificato secondo il tipo fossore; prescindendo dall’insufficienza delle altre teorie relative alla metamorfosi, appoggiano su questi incontrastabili fatti. 1.° i caratteri primitivi delle larve e delle ninfe. PANTERA PARONA CPT 112 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 2.° la etiologia delle larve e delle imagini che mostra evidenti rapporti colla vita sotterranea. 3.° lo sviluppo della chitina e in particolare delle elitre. 4.° la presenza di appendici corniformi nel dermascheletro. 35.° l'analogia tra la paurometamorfosi dei Cicadidi e la metamorfosi dei Coleotteri. 6.° l'analogia tra là semplificazione del tipo alare nelle Formiche e nei Coleotteri. 7.° la presenza di rudimenti di ali nelle larve del T'enebrio molitor. BIBLIOGRAFIA — o (4°) Reichenau — Uber den Ursprung der secund. minnlichen Geschlectscharaktere, inbe- sondere bei den Blatthornkàfern - Kosmos 1881, 1882. (2°) Camerano — La scelta sessuale ed i caratteri sessuali secondari nei Coleotteri - To- rino, Loescher 1880. (*obis) Mingazzini -- La concimazione del terreno vegetale per opera di alcuni lamellicorni con osservazioni sulle loro abitudini - Roma 1877. (2!) Roger — Das Fliigelsezider der K&ifer - Erlangen 1875. (2°) Emery — Saggio di un ordinamento naturale dei Mirmiceidi e considerazioni sulla filo- genesi delle Formiche - Boll. entom. Anno IX. (*3) R. Heymons — Uber Fliigelbildung bei der Larve von Tenebrio molitor Sitzungsberichte der Gesellschaft naturforschender-Freunde zu Berlin 1896. (**) Schindler — Op. citata. (*) Houssay — La forme et la vie - Essai de la méthode mècanique en Zoologie - Paris, Rein- wald 1900. RENATO PERLINI Elenco dei Lepidotteri propri soltanto all’ Italia (continuazione) een (Scabiosae Esp.) 110. ab. Conjuneta Calb. « Iris » VIII, (1895) p. 206; Gat. S.R. 4326-c; Cat. C. Agg. I. Alpi. m. 111. v. Orion HS. B. Ic. 54, fig. 2; Cat. S.R. 4327-d; Cat. C. L Agg. I. I. Trentino. 112. ab. (e v.) Transapennina Calb. « Iris » VIII, (1895) p. 213; Cat. S. R. 4327-e Cat. C. I. (Freyeri Ld.), A9g. I. V. d. Alpi m. or. It. c. (Tosc.), Calabria. 115. v. Romeo Calb. (1. c.) p. 209; Cat. S.R. 4327-f; Cat. C. I, Agg. I. Sic. 114. v. Napolitana Calb. (l. c.) p. 209; Cat. S.R. 4327-g; Cat. C. Agg. I. It. m. (Napoli). PIARO® 1 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 119 (Punctum 0.) i 115. Italica Staud; Cat. S.R. (ivi brev. descr.) 4333-a; Cat. C. Ago. I. Ik c. e m. 116. Corsica B. Rbr. Ann. Soc. Fr. (1832) p. 267, tav. 7, fig. 5, 6; Cat. S.R. 4345; Cat. C. I. Cors. e Sard. (Meliloti Esp.) 117. v. Gharon Hb. Calb. « Iris » VII p. 214; Cat. S.R. 4346-d ; Cat. C. I. Agg. I. Apen. ligure e toscano. 118. v. Teriolensis Spr; Cat. SR 4346-e; Cat. C. Agg. I Presenta una trans. alla precedente Charon; ma è più piccola e più intensamente colorata. 119. ab. Decora Ld. Cat. S.R. 4346-f; Cat. C. Agg. I. Differisce dalla Teriolensis Spr. per l'addome cinto di rosso. V. m. d. Alpi; Apen. (Napoli). 120. v. Sicula Calb. « Iris » VIII (1895) p. 216; Ragusa. Nat. Sic. VI 237 (trans. alla Charon Hb., con la quinta e sesta macchia congiunte); Cat. S.R. 4346-g; Cat. C. Agg. I. Sic. (Lonicerae Esp.) 121.* v. Major Frey. Cat. S.R. 4350-a; Cat. C. Agg. I. V. m. d. Alpi. Nota. - La v. Major Frey. è più grande del tipo e più intensamente colorata, tuttavia io la eito com' altre coll'* non perchè non sia certo dell’ esattezza dell’ osservazione; ma perchè le v, e le ab. major, minor, obscurior, pallidior quando non presentano altre modificazioni reali all'infuori di quelle indicate dai quattro aggettivi, dovreb- bero, a mio avviso, venir tolte dai Cat. scientifici e lasciate ai negozianti d’ insetti. Il vantaggio che ne deriverebbe sarebbe doppio, minor confusione nella ormai labirintica nomenclatura dei Lepid. e più limitata la creazione di v. e ab. eternamente nuove. Nell'intrigata matassa delle Zigaeninae poi, più che in altri gen. bisogna andar cauti, per- chè alle facili ab. e v. non sono sampre estranei gli ibridismi. Mentre scrivo questa uota ho sott'occhio una Trifolti Esp. di dimensioni così ridotte (metà delle normali) e di colorito vivissimo, che giustificherebbe pienamente l’ appellativo minor, ma non una nuova creazione, poichè la osservai altre volte fra gli indivi- dui della II gen. (Stoechadis Bkbh.) 122. ab. Iudicariae Calb. « Iris » VII (1895) p. 218. (macchie cinte di bianco); Cat. S.R. 4351-a; Cat. C. Agg. I. Trentino. (Transalpina Esp.) 123. v. Sorrentina Staud. « Iris » VIII, (1894) p. 254; Cat. S.R. 4356-a ; Cat. C. Agg. I. Apen. e monti del napoletano. 124. v. (e ab.) Calabrica Calb. « Iris » VIII (1895) p. 226; Cat. S.R. 435%-b; Cat. C. Aug. I. It. n. 125. ab. (e v.) Boisduvalii Costa F. Nap. (1832-36); Calb. « Iris » VIII p. 226; Cat. S.R. 4356-c; Cat. C. I. Agg. I. It. m. 126. Oxytropis B. Ic. 55. 3; Cat. S.R. 4361; Cat. C. I. Liguria, Nizzardo, It. c. e m. 114 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI (Fausta L.) 127. v. Nicaeae Staud. Cat. ed. II « la macchie delle ali ant. rosse senza il mar- gine giallo »; Cat. .S.R. 4387-b; Cat. C. I. Nizzardo. (Carniolica Sc. En. Carn.) i 128. ab. Apenina Tur. Bull. Soc. Ent. XVI (1884) p. 71; Wiskotti Calb. « Iris » I. p..146; Cat. S.R. 4388-g; Cat. C. I. Agg. I. Piemonte, It. c. 129. v. Sardoa Mab. « più piccola con il collare nero »; Cat. S.R. 4388-i; Cat. C. Agg. I. Sard. PSYCHIDAR. 65. Amicta Heyl. 130. Sera Wisk. Heylaertsii Mill. Mèm. Sc. Nat. Cannes (1881) p. 18. tav. 10, fig. 16-19; Cat. S.R. 4454; Cat. C. Agg. I. M. d' It. c.; Sic. 66. Hyalina Rbr. (Fumaria Kirb.) 131. Wockei Stndf. St. E. Z. (1884) p. 205; Cat. S.R. 4464; Cat. C. L It. c. (continua) RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili Autori, od Editori. L’Amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle qmali é segnato il costo, ed anche le altre se possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda, cent. 30 per la francatura della corrispondenza. Per gli abbonati e le opere dell’ estero, aumentano le spese postali. Desiderando risposta scrivere in cartolina doppia. BANTI Prof. Dott. ADOLFO. Phyl/oxera vastatris Plancon. Quadro biologico. La maggior parte delle Tavole murali finora pubblicate sia in Italia che all’ estero, relative agl’ insetti che attaccano le piante coltivate in genere, e la vite in ispecie, e in particolar modo alla PhyMoxera vastatric Planchon (la cui conoscenza ha assunto così grande impor- tanza per gli agricoltori Italiani) non presentano, specialmente per la trascurata parte ar- tistica, alcuno interesse. Le figure, infatti, malamente rappresentano l’insetto nei vari stadi e nelle sue particolarità anatomiche, tautochè, spesso il profano di studi naturali, se ne forma un errato concetto, e bene spesso anche il testo riesce a dare un’idea molto vaga della sua biologia. Nel noto intento di sottoporre all’ osservazione degli studiosi la verità nei suoi più inti- mi particolari 1) Eoregio A. è venuto nella decisione di pubblicare alcune microfotografie dei suoi preparati microscopici, raccogliendole in una bellissima Tavola (4), e corredando la pub- blicazione con un conciso testo, sufficiente però a dare un’idea dell’ Ordine, Sott' Ordine, Fami- glia, Sotto Famiglia, Tribù, Genere, e Specie a cui appartiene il nefasto animale. L’ Egregio A. potrà dirsi soddisfatto se sarà, col suo lavoro, riuscito a diffondere una più esatta conoscenza di uno dei più terribili nemici della viticoltura nazionale. (1) La Tavola verrà spedita raccomandata a chi invierà L. 5. 00 più 30 cent. all’ Autore, in Fucecchio - Borgo S. Maria N. 1. Le richieste dovranno esser sempre accompagnate dall’ importo. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 115 BANTI Prof. ADOLFO. ll ”° Mal bianco ,, degli Evonimi. (Portici, 1904. Dal perio- dico 1’ Agricoltura Italiana, fasc. 12, Estr. di pag. 3 in-8). L° Egregio A. ebbe in esame, da località diverse, foglie di Zvonymus coperte dalle ve- getazioni di un fungillo stratificato bianco, fioccoso, farinoso, facilmente detergibile, diffuso in larghe chiazze biancheggianti su ambo le pagine. Le foglie stesse presentavano aspet- to languido. ed erano manifestamente in via di deperimento. Simili malattie che attaccano il pesco, le rose, il luppolo, i piselli, il cetriuolo, la tu: pinella, le fragole, la zucca, i meli, sono note col nome volgare di mal bianco, mugnaio, albuggine, oidio. Da notizie raccolte e dalla osservazione personale 1’ Egregio A. ha potuto rilevare che le piante attaccate per difetto di assimilazione e per esaurimento presto intristiscono ed accennano a seccare: il fungillo poi passa da una pianta all’ altra diffondendosi assai ra- pidamente. Per conservare queste piante l Egregio A. suggerisce di opporre pronti rimedi che consistono, come per l’ Oidium, in abbondanti solforazioni fatte per tempo, con fiori di zol- fo, zolfo finamente macinato o meglio ramato. L’ operazione dovrà effettuarsi con soffietti solforatori, nelle prime ore del mattino o alla sera, quando le piante sono umide di rugiada. CAGCIAMALI Prof. G. B. Studio geologico della regione Botticino-Serle-Gavardo. (Brescia, 1904. Dai Comm. dell’ Ateneo. Estr. di pag. 16 in-8). L° Egregio A. porge i risultati delle sue escursioni compiute durante le scorse va- canze nella regione montuosa che sovrasta S. Eufemia, Botticino, Rezzato, Nuvolera, Pai- tone e Gavardo fino alle superiori valli di Camo e di Vallio, e che comprende quindi gli altipiani di Serle. i Nel secondo paragrafo descrive, nella loro serie normale ascendente, le varie rocce che affiorano nel territorio in esame, e che spettano all’ Infralias ed al Lias all’ Infragiura ed al Giura, all’ Infracreta ed alla Creta. Nel terzo paragrafo fa una minuta e particolareggiata analisi dei rapporti tectonici fra le roccie. Descritto così il fascio stratigrafico più importante, mostra altra notevole sinclinale posta a Nord dell’ anticlinale V. Salena - S. Bartolomeo, e che chiama, « di Cariodeghe » « dal nome del vasto altipiano che sta verso il limite settentrionale, della regione in esame. Descrive la tectonica delle estreme falde S_E della regione, mostrando altra an- ticlinale ed altra sinclinale. Nel quarto paragrafo fa alcune considerazioni sull’orogenesi della plaga studiata ; e, co- me nei precedenti suoi lavori, distingue protofenomeni da epifenomeni. Nel quinto paragrafo infine porge alcune considerazioni sull’ idrografia sotterranea della regione studiata. CACCIAMALI Prof. G. B. Le sorgenti dei dintorni di Brescia. (Brescia, 1904. Tip. Editrice F. Apollonio. Pag. 24 in-8). Lo studio del sottosuolo naturale di Brescia si compone di una trilogia: parte geolo- gica, parte speleologica e parte idrologica. Delle prime 2 parti l’ Egregio A. ha già scritto diverse memorie. A completare la trilogia presenta ora lo studio di idrologia sotterranea, il quale, oltre- chè essere il risultato di osservazioni fatte nelle esplorazioni geologiche e speleologiche, è ps ta -Yoa = Rea REALI Ed 116 i RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI anche il risultato di ricerche dirette compiute sia per conto di privati, sia per mandato di pubblici poteri. Il lavoro è diviso in 8 capitoli: nei primi sei l’° Egregio A. passa in rassegna, sei gruppi di sorgenti di montagna, nel settimo capitolo tratta della fonte di Mompiano, e nel- l’ ottavo delle sorgenti di. pianura, GHIDINI ANGELO. I. Revisione delle specie di batraci sinora incontrate nel Can- tone Ticlno Il. Due forme di terricola nel Ticino merldionale. (Locarno, 1904. Boll. d. Soc. ticinese di Sc. nat. N. 2. Estr. di pag. 11. in-8). Sino dal 1900 le specie conosciute dei batraci ticinesi erano 7. Compiute accurate ri- cerche su questi vertebrati del Cantone 1’ Egregio A. le fa ora ascendere a 12 di cui dà un elenco completo quale specchio di quelle attuali conoscenze in proposito. Accerta anche la presenza di 2 forme di terricola nel Ticino meridionale le quali sono: Arvicola Savii Sel e A. subterraneus. I NINNI EMILIO. Collezioni didattiche della Scuola di Pesca ed Aquicoltura dì Ve- nezia. (Venezia, 1904. Premiato Stab. Tip.-Litografico Emporio. Pag. 26 in-8). L’ Egregio A. ha ricapitolato in questa memoria i pesci che si coltivano nelle valli dell’Estuario Ve- neto (in serie di sviluppo); i più importanti pesci d’ acqua dolce, i crostacei ed i molluschi eduli del mare e della laguna di Venezia, preparati da lui stesso e che fanno ora parte, come materiale didattico, della interessante Esposizione di Brescia. PASSERINI N. Sopra la « Rogna > del Nerium oleander L. (Firenze, 1904. Dal ' Bull. d. Soc. bot. ital. Adun. dell’ 8 maggio. Estr. di pag. 2. in-8). L’ Illustre A. trovan- dosi in una villa presso Montespertoli, potè osservare, sui rami di alcune piante di Nerwm, numerose neoformazioni, che per il loro aspetto, rammentavano i tumori rognosi che frequen- temente si osservano sull’ olivo. Raccolti alcuni rami ammalati e portatili al laboratorio fece su di essi delle operazioni in seguito alle quali conclude che la rogna dell’ oleandro non sia di origine parassitaria, ma che dipenda piuttosto da cause meteorologiche. LARGAIOLLI VITTORIO. Le Diatomee del Trentino. (Trento, 1904 Dal XXIII Annuario d. Soc. Alpin. Trident. Estr. di pag. 15 in:8, con 2 tav.) Qui studia quelle dei 2 laghi di Corvo. L’ Illustre A. dice che in complesso la flora diatomea dei suddetti 2 la- ghi si può dire abbastanza varia, non singolare e non ricca. La famiglia più riccamente e più variamente rappresentata è quella della Naviculaceae. LARGAIOLLI dott. VITTORIO. Ectromelia pelvica simmetrica nello Squalius cave- danus Bp. (Pisino, 1904. Dal Programma del Ginnasio-Reale e Reali sup. Estr. di pag. 10 in:8, con fig.) L’ Egregio A. descrive un’ anomalia trovata in un giovane Squalus cephalus (L.) pescato il 15 novembre dell’anno scorso nel lago di Cepich in Istria. LARGAIOLLI dott. VITTORIO. Notizie fisiche e biologiche sul Lago di Cepich in Istria. (Pisino, 1904. Ibidem. Estr. di pag. 32 in8, con fig.) L’ Egregio A. rivolge l’ atten- zione a quel complesso di fatti che dal lato fisico e biologico sono ritenuti più interessanti e de- gni di singolare considerazione. Ha tenuto conto di tutte le pubblicazioni che, per opera specialmente di naturalisti e geografi, sono finora apparse sul lago di Cepich ed hanno re- lazione con l’ argomento. E, BOZZINI, Serente responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri Pubblicazioni del 1903 Zoologia, Paleozoclogia Allevamento degli Animali Angelini prof Giovanni L’ atlante ornitologico del conte prof. Ettore Arrigoni degli Oddi. (Recensione). (Roma, 1903. Boll. d. Soc. Zool. Ital., Fasc. I, II e III, Pag. 85-95). Angelini prof. Giovanni La « Marmaronetta angustirostris » (Mé- uétrier) in Puglia. (Roma, 1903. Boll. d. Soc. Zool. Ital., Fasc. I, II e III, pag. 67). Arrigoni degli Oddi E. Materiali per una bibliografia ornitologica italiana. (Venezia, 1903. Atti Ist. Veneto Sc. Lett. ed Arti, Tomo 62). Assiolo di Val d’ Edera La Diaspis Pentagona e la società anti- parassitaria di Monza. (Milano, 1903. Bull. dell’ Acric. N. 49). Banchi prof. Arturo Contributo alla morfologia della « Arti culatio genu » TI - Rettili. (Firenze, 1903. Monitore Zool. Ital. N. 6 e seg.) Berlese A. Sulla Diaspis pentagona. (Milano, 1903. IL’ Agricoltura Moderna N. 2-3-8). Bezzi Mario Di una specie inedita di Ditteri italiani appartenente ad un genere nuovo per la Fau- na europea. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Ent. ital. Trim. I-II. Pag. 1-19). Brian Alessandro Sulla Lophoura Edwardsii Kéolliker e so- pra alcuni copepodi del Golfo. (Genova, 1903. Boll. d. Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ., N. 122 pag. 1-9) Titoli delle Memorie da ritagliarsi per lo schedario scientifico I Camerano L. Di Pusa foctida Fabr. trovati a Capo Pligely. Materiale scientifico di zoologia ecc. raccolto dal dott. P. A. Ca- valli Molinelli. Osservazioni scientifiche e- seguite durante la spedizione polare del Du- ca degli Abruzzi (1899-900) (Milano, 1903. Edit. U. Hoepli, pp. 547-553). alcuni resti di Camerano L. Di alcuni resti di renna trovati nell’ Isola del principe Rodolfo : Materiale scientifico di zoologia ecc. raccolto dal dott. P. A. Ca- valli-Molinelli. Osservazioni scientifiche ese- guite durante la spedizione polare del Duca degli Abruzzi (1899-900) (Milano, 1903. Edit. U. Hoepli, pp. 523-546, con figg.) Camerano L. Osservazioni intorno ad una femmina di Delphinapterus Leucas Pall e ad un suo fe- to: Materiale scientifico di zoologia ecc. rac- colto dal dott. P. A. Cavalli-Molinelli. Os- servazioni scientifiche eseguite durante la spedizione polare del Duca degli Abruzzi {1899-900). (Milano, 1903. Edit. U. Hoepli, pp. 581-596, con figg.) Camerano L. Osservazioni intorno al Gadus saida. Le- pechin della baja di Teplitz: Materiale scien- tifico di zoologia ecc. raccolto dal dott. P. A. Cavalli-Molinelli. Osservazioni scientifiche e- seguite durante la spediz. polare del Duca degli Abruzzi (1899-900). (Milano, 1903. Edit. Hoepli, pp. 609-620). & Camerano Lorenzo Gordii di Ceylan (Torino, 1903, Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ., N. 438, pag. 2). Camerano prof. Lorenzo Nuove specie di Gordii del Basso Siam. (Torino, 103. Boll. d. Musei di Zool. ed a- nat. comp. d. R. Univ. N. 437. pag. 3). SEIT ile dai ARTE) Hei RIE (gg LE AI PA assi rt) rt nia as ESTE RTAS pai è d Titoli delle memorie da ritagliarsi per lo schedario scientifico 2 Carruccio prof. Antonio Sull’ Okapia donata da S. M. il Re Vit- torio Emanuele III al Museo Zoologico della R. Univ. di Roma (Cenni illustrativi - Parte 1. con 2 tav.) (Roma, 1903. Boll. d. Soc. Zool. Ital, Fasc. I, II e III, pag. 1-20) Facciolà dott. Luigi Idea succinta dell’ organizzazione dei Lep- tocefali (Firenze, 1908. Monitore Zool. Ital. N. 8. pag. 185-198). Carruccio prof. Antonio Sui caratteri morfologici che distinguono un siluro proteropodo del gen. AWinepis, e cenno delle forme principali della Fam. St luridae, di recente introdotte nel Museo. (Roma, 1903. Boll. d. Soc. Zool. Ital., Fasc. I, II e III, pag. 77-84). Favaro dott. Ciuseppe. Intorno ai muscoli dorsali dei Lacertidi (Firenze, 1903. Monitore Zool. Ital. N. 2. Pag. 28-38, con 2 fig.) Chigi principe Francesco Sulla cattura del « Dendrocopus Lilfondi » (Sharpe e Dresser) (Roma, 1905. Boll. d. Soc. Zool. Ital., Fasc. I, II e III, pag. 68-69). Fiori prof. Andrea La Cetonia aurata e sue varietà dell’ I- talia continentale. (Camerino, 1903. Riv. Coleott. ital., N. 3. pag. 45 50). Fiori prof. Andrea Un nuovo Carabo italiano. (Camerino, 1903. Riv. Coleott. ital. N. 4, pag. 78-79). Glerici F. La Diaspis dei gelsi. Il parere di pratici agricoltori (Milano, 1903. Bull. dell’ Agric. N. 1-2-4-7-8-9-10). Cognetti de Martiis dott. Luigi Lombrichi delle Alpi marittime (Torino, 1903. Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ., N. 451, Pag. 9). Fiori prof. Andrea Studio sistematico delle specie italiane appartenenti al genere ZLebia (Camerino, 1903. Riv. Coleotterologica Italiana, N. 5, pag. 89-98). Cognetti De Martiis dott. Luigi Contributo alla conoscenza degli Oligocheti della Liguria. (Torino, 1903. Boll, d. Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ., N. 448, Pas. 6). Conez 0. Il baco da seta. (Milano, Edit. A. Val- lardi, con tav.) Fiori prof. Andrea Revisione delle specie italiane del Gen. Acupalpus Lat. (Camerino, 1903. Riv. co- leotterologica ital. N. 1-2, pag. 2). Gestro R. Materiali per lo studio delle Hispidae. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Entom. Ital. Trim. III-IV, pag. 154-158). Corti dott. Alfredo La minuta distribuzione dei nervi nella milza dei Pipistrelli nostrali (Firenze, 1903. Monitore Zool. Ital. N. 10, Pag. 247-251, con 1 fig.) Ghigi A. L’ equilibrio degli organismi in rapporto all’ agricoltura: prelezione al corso di Zoo- logia ed Entomologia agraria nell’ Università di Bologna, letta il 17 gennaio 1903. (Bo- logna, 1903. Tip. Zanichelli pp. 31). D' Amore Fracassi Antonio Il Percus brunneipennis e sue varietà. (Camerino, 1903. Riv. Coleott. ital. N. 4, Pag. 61-68). Giannelli prof. Luigi Sulle prime fasi di sviluppo del pancreas negli Anfibi anuri (Rana esculenta) (Firenze, 1903. Monitore Zool. Ital. N. 2, pag. 33-46, | con 8 fig;) À 4 4 SA VI . dive gti Pi vali ol Per chi fa raccolta di Minerali Nummus diabuli o Monete del Diavolo MARGASSITA - SPERKISE, in forma discoidale che imita le monete antiche e corrose Recentemente ne è stata scoperta un’ altra a cammelli. Di queste curiose forme minerali se ne cedono 10 esemplari franchi di porto per 50 centesimi e 100 esemplari pure pinne per L. Ca: 29. HAUERITE, Minerale molto raro, esaurito. 00 disponibili cristalli ottaedrici per- fetti, di varie grandezze, a prezzi diversi. AMBRE con inclusi insetti ed altri artropodi provenienti dall’Oligocene di Heonigber. Gli esemplari sono ben trasparenti ‘pulimentati e lustrati da ogni parte in modo che si pos- sano studiare e determinare le specie di artropodi che vi si trovano, Prezzo da L. 2 a 4 per campione. Ambre di Sicilia in piccoli e grossi nucleì nei quali non è raro rinvenire animali inclusi, Si cedono i nucle1 tanto greggi che lustrati, a prezzi diversi secondo la grossezza. Bertrandite. Raro e prezioso silicato idrato di glucine, da L. 10 a L. 50. Gli esemplari sono in cristalli incolori, trasparenti, lamellari, lucentissimi, madreperlacei ecc. Quante (con colorazione accid., rosee, verdi, Violette,, gialliecie, azzurre ecc., nelle sue va- rietà) L. 5 a 10. Staurotide. Germinazione a croce e prismatica : L. 5 ciascuna forma. Omfacite. Bellissima roccia da L. 5 a L. 10 Glaucofane ortorombica L. 2 a 10. — Motmorillonite da L. 2 a L. 5 Rivolgersi al Gabinetto di Storia naturale: Ditta S. BROGI - SIENA Dietro semplice domanda verranno rimessi gratis i CATALOGHI seguenti . 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Nella occasione del terzo centenario della sua a toazione la NeRt Acca dei Lincei deliberava di fare una nuova edizione dell’ opera botanica del Principe Federico Cesi isti- tutore dell’ Accademia medesima Tabulae Phytosophicae e ne affidava la cura al socio Prof. Romualdo Pirotta. Questi, valendosi di una copia manoscritta confermata nell’ Archivio Odescalchi e della rarissima edizione fatta dal 1630 al 1651 dai Lincei medesimi, con ogni cura di riprodurre il Javoro dell’ insigne primo Principe dei Tunesi; la fece precedere da una breve illustra- zione analitica, mentre con un altro lavoro: ZL’ Opera botanica dei primi Lincei, ne faceva risaltare 1° importanza scientifica e storica, a quale fatto ragione del tempo, è veramente degna di osni considerazione. Nell opera del Cesi, che è il primo trattato generale di Botanica che sia stato scritto, sono esposti i metodì di ricerca che deve usare il botanico nello studio delle piante, e trat- tati generali completi e di vero interesse intorno la morfologia, la fisiologia, la nomencla- tura, la sistematica. Le idee che vi si trovano esposte sono spesso rigorosamente scientifiche. } ELENCO DEGLI ABBONATI MOROSI Come annunziammo nei precedenti fascicoli di questo periodico diamo I° elenco di alcuni ab- bonati che, più volte cortesemente invitati a mettersi in regola con gli abbonamenti arretrati, hanno respinto senz'altro il giornale per assegno: Ricci prof, Omero Arcevia Shorgi Oreste Curina per abbonamento 902-904 L. 15,00 « 900-904 « 15,00 902-904 « 24,00 Giacomelli dott. Pietro S. Giovan Bianco « Pedone dott. Francesco Napoli i < 901-904 «20,00 Paglietti Emilio Portotorres «© 902-904 « 15,00 (continua) Conto corrente con la Posta 4 bed a dini delle ANNO XXIV- - Siena - Sescembre-Ottobre 1904 - N. 96 10 MIDIA | N NATU Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Mitano ed a quella internazionale di Chicago Abbonamento annuo per l'Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L. 4, 00 Per gli Stati dell'unione postale L. 4,50. — Altri Stati L. 5,00 già diretta dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO — Via Baldassarre Peruzzi 28 — SIENA Collaboratori principali della RIVISTA e del suo supplemento BOLIZETTINO DEL NATURAIISTA Argigoni degli Oppi conte prof. Errore — BapaneLLI prof. dott. Danre — BarGeLLINI prof. Magiano BeuLiNi dott. RarraeLLo — BerteLLI dott. Danre — Betti GiusappE — Bezzi dott. prof. Mario — Br. sogni prof. d." Carro — Borzon Prof. Dott. Pro — Bonomi Prof. Agostino — Borpi Prof. Dott. Luigi Bomsicci-Porta Comm, Prof. Lurai — BruseLLI Gustavo — Brusina Prof. SPIRIDIONE — CACCIAMALI Prof. G Battista — Caragrò Lomgarpo Prof. Antonino — CaruANA-GaTTO AVV. ALFREDO — CASTELLI dott. Grovanni — CermenaTI Prof. Mario — CLERICI Ing. Enrico — Corr Chimico farm. Bia — Damiani Dott. Prof. Giacom — Dr AnaeLis D' Ossat Dott. Prof. GroaccHino — De Bonis Antonio — De Buasio Dott. AseLe — Deponi Guipo — Der Preve d.° Rarmonpo — De STEFANO dr GrusEPPE — De Srer4ni Perez Prof. Troposio — Fagani Sac, prof. CarLo — Fara TepaupI Lusi — FENIZIA prof. CarLo — Fiori Prof. AnpreA — GaLLi-VaLerIO dott. prof. Bruno — GracHETTI cav. G. CESARE — Gritto prof. Niccorò — ImaratI dott. prof. EpoArRDo — LARGATOLLI dott. prof. VirtoRIO — LEVI Morenos dott. Davip — Livini cav. prof. dott, Anronio — Lonao prof. dott. Anprea — Lopez prof. dott. Corrapo — Losacono Posero prof. Micaene — Lorenzini ALEssanpRO — LupiDott., E, — Luzi march. dott. G. F. — Mascarini Prof. Aressanpro — Mei Prof. Romoro — MarTEI Giov. IrrorE — Morici MicurLe NevianI Dott. Prof. Antonio — ParatorEe dott. prof. EmAnuELE — PauLUCCI March. Marianna — PenacanI Prof. Dott. Luciano — Perroni Dott. Veter. PasquaLe — RAGGI Lui Gi — Roncaerm dott. Virrorio — Sancasciani Cav. Dott. Giuseppe — ScArziA Dott. GiusePPE — Sienorini Prof Giuseppe — Sivvesrri Firippo — Spinora March. Giacomo — Strossica. Prof. MicueLe — Terrenzi Dott. Giuseppa — Tassi Cav. Dott F'Laminio — TeLtini Dott Prof. AcHILLE — Tincorini Dott. Veter. l'iro — TireLLi Avv ApeLcHi — Zoppa Prof. GIUSEPPE. —————_m—————————&&@€@€@@@cr “Cucco corse susy c—<—--===@==_—@—@————————@<=@—<---==> Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un'unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina, Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via B. Peruzzi 28, eda tutti gli utfici postaliitaliani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogri anno con diritto ai fascicoli arretrati. « L’ abbonamento non disdetto entro il decembre sì ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoliseparati costano cent. 30 perogni 16 pag. ditesto, - Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano i manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L. 6il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite ne) Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc.; fare offerte e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, og--*** di rallezione ecc. ecc. pe ZIO, relative ai c sare la lunghezza di 5 linee. sì ha diritto dì pubblicarla g Preg ES ; ne Viene accordata la ristamyj ò tg. penso. Dalla inserzioni gratuiti scritti che contengono avV2s2 di acquisto 0 di vendita, o che possono servire di reclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamenta quelle provenienti da abbonati che lianno già pagato l’ab bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se non è espressamente richiesta dall’ abbonato. L’ amministrazione s’incarica di rappresentare gliab bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentate dovrà rimborsare all'amministrazione le spese di corri. spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso dacombinarsi. SÉ La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsidi pub blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogne di dare giustificazioniin proposito. 1 manoscritti non pub- blicati possono essere ritirati dagli autoria proprie spese Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fascicolo ne sarà loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis, purchè la richiedano entro l° annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento, Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L 1, per linea, corpo 8; gli altriavvisi da stamparsiì nelle ap. posite pagine costano L. l ogni2 centim. di spazio oecu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. - Ci annunziano le. pubblicazioni ricevute e sifa speciale = i c*-*—--yengono due esemp]ar- anticipati. Chi desìdara isari; o scriva in car- ANIMALI DA IMBALSAMARE. NEL LABORATORIO ZOOLOGICO Ditta S. BROGI SIENA - Via B. Peruzzi 5 SIENA | ————e—=—ana_ cr SI IMBALSAMANO ANIMALI DI OGNI GENERE CON SISTEMI SPECIALI PER GARANTIRNE LA CONSERVAZIONE Si fanno scheletri, preparazioni di visceri ecc: ecc. » Per la preparazione di un uccello della grossezza di un Canario o Fringuello, la spesa è di L. 1,50. Un Tordo e simili L. 2, 50 ecc. ecc. N. B. Chi desidera fare imbalsamare animali è pregato farne l’ invio o vivi o freschi appena morti. Se la stagione è calda, e sono piuttosto grandi, sarà bene togliere loro i visceri ed involgere gli animali in panno bagnato con acqua e acido fenico, oppure porvi altre sostanze di odore antisettico per tener lontane le mosche, le tarme ecc. Per l'invio, se gli animali sono piccoli, .il mezzo più economico e sollecito è di mandarli per posta in piccole scatole, come campioni senza valore, raccomandati. Fino al peso di 350 srammi la spesa non è che dai 12 ai 24 centesimi. sar Per le spedizioni in pacchi postali o per ferrovia dichiarare Animali da studio, oppure indicare il nome dell’ animale aggiungendo la parola morto. LABORATORIO: L00LOGICO-Z00KONICO=TASSIDERMICO E MUSEO DI STORIA NATURALE Ditta Gav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Cataloghi gratis Prezzi correnti gratis Fornitore di molti Musei eGabinetti italiani, ed esportatore all'estero Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi. Specialità ess. Occhi artificiali, umani, per animali, figure ecc. a prezzi mitissimi Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di storia n&turale di ogni genere Scuola di Tassidermia — Compra — Vendita — Cambi Animali e piume per mode e per ornamento Tolto 1° occorrente per raccogliere, studiare, preparare e conservare osgetti di storia naturale. Sono sempre pronte collezioni per l’insegnamento, secondo i programmi governativi Via B. Peruzzi 28, SIENA (Italia) Stabìle proprio. Anno XXIV N.9e 10 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Sellembre-Ottobre 1904 SOMMARIO Perlini Renato. Elenco dei Lepidotteri propri soltanto all'Italia. (cont. e fine) Pag. 117. Merciai dott. G. Sul valore biologico del movimento carpotropico del 7r7fottum subterraneum. L. Pag. 120. Ricci dott. Omero. Sulle modificazioni della Retina all' Oscuro e alla Luce. Pag. 124. Morgana Mario. Appunti sulla flora della Valle del Sacco. Pag. 128. Raggi Luigi. L'Aringa e la sua pesca. Pag. 132. Rivista bibliografica. Pag. 136. RENATO PERLINI Elenco dei Lepidotteri propri soltanto all'Italia (continuazione e fine) e ea ; 67. Oreopsyche Spr. 132. Kahri Ld. Mill. Ic. 147. fig. 10, III p. 376: Cat. S.R. 4469; Cat. C. I. Ca- labria Sic. 133. Silphella Mill. Ic. III p. 204, tav. 122, fig. 1-5; Cat. S.R. 4471; Cat. C. 1. Nizzardo e Piemonte. 134. Sicheliella Brd. Ann. Soc. Fr. (1858) p. 464, tav. 11, fig. -1-3; Cat. S.R. 4473; Cat. C. I. It. 68. Psyche Schrk. 135. Turatii Staud. St. E. Z. (1877) p. 178; Tur. Bull. Soc. Ent. XI (1879) p. 160, tav. 7. fig. 4, tav. 8, fig. 1-10; Cat. S.R. 4486; Cat. C. I. It s. Nota. - Specie scoperta dai Sigg. Conti Turati in Alserio (Brianza). 69. Phalacropterix Kirby. 136. Apiformis Rossi Fn. Etr. II, 178, tav. 8, fig. 2; Mill. Ie. 122, fig. 12, 13; TOA S'RAAA90 CAR CI 137. ab. Siculella Brd. Bell. Ann. Soc. Fr. (1860) p. 691 « torace e addome ne- ri »; Cat. S.R. 4490-a ; Cat. C. I. If. e Cors. 70. Apterona Mill. 138. Helicinella HS. Spr. St. E. Z. (1886) p. 329; Ping. « Iris » V. p. 133; Cat. S.R. 4496; Cat. C. I. Sic. 71. Epichnopterix Hein. 139 Hofmanni Heyl. Ping. « Iris » V p. 139 (£); Cat. S.R. 4510 ; Cat. C. I. Sic. 140. Raiblensis Mn. Cat. S.R. 4522 ; Cat. C. I. Alpi carniche m. 118 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI SESIIDAE 72. Sesia F. 141. Cruentata Mn. Ragusa Nat. Sic. IV (1884-85) p. 272, tav. 4, fig. 1-2; Cat. S.R. 4560; Cat. C. I. Szc. 142. Hymenopteriformis Bell. Ann. Soc. Fr. (1860) pa Cat. S.R. 4575; Cat. C. I. Szc. 143. Corsica Staud. St. E. Z. (1856) p. 274-277; Philanthiformis Rbr. Ann. Soc. Fr. (1833) p. 53; Cat. S.R. 4607; Cat. C. I. It. c. (Toscana), Cors. (Aerifrons Z.) to) Se 681, tav. 12, fig. 3-4; 144. v. (e ab. ?) Sardoa Staud. St. E. Z. (1856) p. 281; Cat. S.R. 4610 (ivi brev. descr.); Cat. C. I. Sard. 145. Staudingeri Failla Nat. Sic. X (1890) p. 28, tav. 1, fig. 1; Piing. id. XI. p. 17; Cat. S.R. 4613; Cat. C. Agg. I. Sic. 146. Osmiaeformis HS. Staud. St. E. Z. (1856); Cat. S.R. 4617; Cat. C. I. It. m. Sic. (Siracusa e Palermo) Nota. -, La cattura fatta da Mann in Dalmazia lascia molti dubbi e pur ritenendo a priori esatta la classificazione è d’ uopo pensare ad un’immigrazione casuale dovuta forse all'importazione di prodotti agricoli dalla Sicilia ove la sp. senz’ essere comune non sembra rarissima. 147. Anthraciformis Rbr. Ann. Soc. Fr. (1832) p. 266, tav. 7, fig. 7; B. Ic. 48. 4; Ioppiformis Staud. St. E. Z. (1856) p. 325; Sard. e Cors. (Doryliformis O.) 148. *v. Teroliensis Staud. « Iris » VII p. 251; Trentino. Cat. S.R. 4619; Cat. C. I. Cat. S.R. 4622-b; Cat. C. Agg. I. 149. Foeniformis. Hb. Staud. St. E. Z. (1856) p. 333.; Ragusa Nat. Sic. VIII p. 222; Cat. S.R. 4631; Cat. C. I. Séc. INDICE ALFABETICO DEI GENERI I numeri tra parentesi corrispondono ai progressivi delle specie che appartengono Acidalia Tr. 39. (67-73) Agrotis O. 23. (40-44) Amicta Heyl. 65 (130, Apaidia Hmps. 63 (108) Apterona Mill. 70. (138) Argynnis F. 5. (6-7) Biston Leach. 47. (88 89) Boarmia Tr. 50. (92) Bryophila Tr. 26. (49) al genere indicato Callimorpha Latr. 61. (106) Caradrina O. 31. (56-58) Chesias Tr. 42. (177) Chrysophanus Hb. 12. (22-24) Coenonympha Hb.11.(20-21) Coscinia Hb. 62. (107) Cucullia Schrk. 33. (60) Dasydia Gn. 52. (94) Deilephila O. 15. (27-29) Dianthoecia B 25. (47-48) Drepana Tr. 21 (38) Ellopia Tr. 46. (87) Bpichnopterix Hein. 71.(139, 140). Epinephele Hb. 10. (19) Erebia Dalm. 7. (13, 14) Eubolia Ld. 57. (101) Eucaterva Gmppbg. 53. (95) pi LUO RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 119 Eucloe ” Hb. 3. (3) Fidonia Tr. 54. (96-98) Glottula Gn. 23..! (45) Gnophos Tr. 51 (93) Hadena Schrk. 27. (50, 51) Hemerophila Stph. 49. (91) Hesperia Wats. 14. (26) Hyalina Rbr. 66. (131) Hypenodes Gn. 37. (65) Larentia Tr. 43. (78-82) Lasiocampa Schrk 19. (36) Leucania Hb. 29. (53) Lycaena F. 13. (25) Mamestra Hb. 24. (46) Melacosoma Auriv.18.(34-35) Melanargia Meig. 6. (8-12) Minoa Tr. 41. (76) Nychiodes Ld. 48. (90) Ocreria Hb. 17. (33) Ocnogyna Ld. 60. (104-105) Oreopsyche Spr. 67.(132-134) Orgya O. 16. (30-32) Ortholitha Hb. 40. (47, 75) Orthosia O. 32. (59) Papilio L. 1 (1) Pararge Hb. 9. (17-18) Parnassius L. 2. (2) Phalacropterix Kirby 69. (136-137) Phasiane Hd. 56. (100) Phibalapteryx Stph. 45. (86) Plusia O. 36 (64) Polia O. 28 (52) Pseudoterpna Hb. 38 (66) Psyche Schrk 68. (135) Satyrns Westw 8. (15-16) Satyrnia Schrk. 20. (37) Sesia F. 72. (141-149) Scodonia B. 58 (102) Spilosoma Stph. 59. (103) Stilbia Stph. 30 (54-55) Tephroclystia Hb. 44(83-85) Thalerastria Staud. 35 (63) Thalpochares Ld. 34. (61-62) Tamnonoma Ld. 55. (99) Thyris O. 22. (39) Vanessa F. 4. (4, 5) Zigaena F. 64. (109-129) * Riassumendo, questa parte esclusivamente nostra della Fauna dei Lepidot- teri è rappresentata da settantasette specie e settantadue fra varietà e aberrazioni dalle quali pur togliendo tutte le dubbie, per classificazioni o habitat, ch’ ebbi cura di segnare con asterisco, tante ancora ne rimangono da renderne lo studio interessante. All’ entomologo che coscienziosamente si accingerà ad accrescere questo numero tornerà difficile il compito e nella ricerca paziente troverà piuttosto ar- gomento di revisione per alcune specie e forme, cui la buona fede soltanto ha fatto trovar posto nell’ Elenco. E rivedere, non certo il mio lavoro, ma tutto quanto in esso è riassunto e riguarda quei graziosi insetti che ci appantengono, sarà, a mio parere, opera lodevole e certo non priva di utilità per la scienza. Ai giovani più che ad altri spetta un tale compito e nel risveglio dell’ oggi s'apre la speranza all’ avvenire! Durante la compilazione di questo Elenco, alcuni colleghi m' inviarono note ed appunti concernenti l’intera fauna dei Lepidotteri d’Italia e fra le catture (alcune davvero interessanti) avrei potuto trovare un paio di aberrazioni da ag- giungere; ma non l’ho fatto. Creare il nuovo è di gran lunga più facile che trovarlo realmente ed il w%i non mi ha ancor punto sedotto. Delle loro comunicazioni ho fatto ugualmente tesoro e fra non molto lo vedranno, per ora mi auguro che lo scambio cortese continui apportando la 120 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI reciproca di quella soddisfazione che prova chi scrive, ogni qualvolta è ricordato dai colleghi. A tutti coloro che mi furono cortesi ed in modo speciale al chiaro entomo- logo Ing. Cavaliere Curò, che pose come. sempre a mia disposizione la sua pre- ziosa biblioteca e la raccolta e mi fu largo di aiuto, mi è gradito porgere pub- blicamente i più vivi ringraziamenti ed esprimere i sensi della mia affettuosa riconoscenza. R. P, INDICE IRPRICfAZION e ERI NO e e a 029-130 NEI 005)) II. Tavola dimostrativa della distribuzione dei Lepidotteri CIENCAL RR OE O AI ZA « 131 (fare « ) III. Abbreviazioni (significato delle) Nomi d’ autore e opere CITA LORA I A I NEI e ICT e 132-134 ( « « ice) IV. Elenco Pag. 134-138 (N. 11-12 1903); Pag. 1-5 (N. 1-2 1904); Pag. 65-67 (N. 5-6 1904); Pag. 112-114 (N. 7-8 1904); Pag. 117-118 (N. 8-9 1904). V. Indice dei generi compresi nell’ Elenco . . . . . Pag. 118-119 (N. 9-10 1904) "rr ra, aÒ o ro Sul valore biologico del movimento carpotropico del Trifolium subterraneum L. no Nota del dott. G. Merciai = Uno dei tipi più caratteristici delle piante ipocarpogee è senza dubbio il Trifolium subterraneum L, il quale soltanto porta attivamente sotterra il suo capolino per maturarvi i semi. Innanzi tutto dirò due parole sul modo di com- portarsi del capolino dì questa pianta e quindi tratterò del suo valore biologico. Essa è una specie annua diffusa in tutta la regione mediterranea. Il capolino con cui è formata l’ infiorescenza di questa pianta è composto di cinque fiorì fertili esterni: all’interno, prima dell’ antesi, è visibile un corpuscolo globuloso conico verdognolo che continua l’asse fiorale. A quest’ epoca l’ infiorescenza è rivolta in su e vi rimane finchè non sia avvenuta la fecondazione: avvenuta questa i fiori fertili si riflettono all’ indie- tro e si addossano al peduncolo fiorale, il quale ora si allunga e si dirige in basso fino a toccare il terreno. A questo punto si sviluppano dal corpuscolo centrale dei prolungamenti speciali, (che non sono altro che fiori sterili, es- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 12) sendo ridotti al solo calice lungo circa 10 mm.) sviluppati sotto forma di corpi acheniformi, cilindracei più o meno lunghi (tubo del calice) divisi in cinque appendici pappiformi (denti del calice) lunghe, rigide, divaricate a stella glabre e cigliate. Questi corpi acheniformi, di cui se ne sviluppano moltissimi e sono disposti in serie, allorchè il capolino è sotterra, si riflettono indietro sui pochi fiori fertili divenuti leguminiferi, l’ involgono completamente e costituiscono come un gomitolo che funziona da apparato protettore. Secondo Darwin e Dodart le appendici pappiformi dei calici sterili avrebbero l’ ufficio, oltre quello di organi protettori, anche quello di apparato fissatore dei frutti sotterra. I peli poi di queste appendici sarebbero, secondo Darwin organi assorbenti. L' allungamento del peduncolo fiorale ed il suo movimento carpotropico per cui esso porta i frutti sotterra, sarebbero dovuti, per quanto afferma Darwin (*) al geotropismo positivo, avendolo egli riscontrato anche in piante, tolte all’ azione della luce: invece secondo Herman Ross (*) sarebbe dovuto all’ eliotropismo negativo da lui provato con esperienze che il Belli (”) ritiene insufficienti per provare l’ eliotropismo nega- tivo. Accennata così brevemente la forma ed il modo di disseminazione, nonchè il valore attribuito ai vari organi che contribuiscono al meccanismo d'’ inter- ramento dei semi di questa fra le principali piante ipocarpogee, faremo delle considerazioni su questa sua speciale funzione rispetto a quella degli altri Trifo- lium. Il Zrifolium subterraneum L. è l’unico del gruppo dei Calicomorphum Presl, che porti soltanto fiori ipogei, fiori cioè che maturano esclusivamente sot- terra, ed è quindi come ho già detto, l’unica specie che porti attivamente i fiori sotterra per maturarvi i semi, quantunque morfologicamente sia legata inti- mamente alle altre specie di Trifolium dello stesso gruppo. Infatti il T'rifolzwn clorotrichum tiene i capolini fruttiferi in contatto del suolo e poi questi ven- gono ricoperti di terra per la violenza della pioggia ed i semi germinano in posto come quelli del 7rif. subterraneum; nel Trif. globosum, Trif. meduseum ed altri, i capolini maturati si staccano e son trasportati dal vento in lontananza, dove, ricoperti di terra per la violenza della pioggia, germinano. In base al modo di comportarsi dei capolini fruttiferi dei Trifolium il Belli (5) fece questa divisione biologica del gruppo dei Calicomorphum. Carpoipogea . . . . . Trif. subterraneum | Geotropa . . . ... . Trif. Glorotrichum Carpoepigea ( Trif. Globosum Anemopela < meduseum | « radiosum (') Cu. Darwin. Là faculté motrice dans les plantes. Paris. 1882. Pag. 519. (2) H. Ross. Movimento carpotropico nel Trifolium subterraneum L. Malpighia Vol. V pag. 304. (?) Benti. Sui rapporti sistematico-biologici del Trifolium subterraneum L. cogli affini del Gruppo, Calicomorphum Presl: Malpighia - Anno VI pag. 397. (4) Per questa e per le seguenti citazioni di questo autore vedi la pregevole memoria citata a du VER 122 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Riguardo al valore biologico del movimento carpotropico del Trif. subter- raneum, farò varie considerazioni che formano la parte principale di questa piccola nota, la quale ha per scopo di dimostrare se il movimento carpotropico del Trif. subterraneum stia a rappresentare dinanzi alle altre piante ipocar- pogee un grado di inferiorità, oppure un grado di evoluzione. Secondo il Savi e più recentemente secondo Ross e Darwin il suddetto mo- vimento carpotropico sarebbe a vantaggio della pianta perchè i frutti infossati nel terreno sono protetti contro gli animali chie possono mangiarli. Da altri però è stato osservato che questo non è un vero e proprio privilegio della specie e favorevole alla sua diffusione, poichè altrimenti non si spiegherebbe come mai tutti gli altri Trifolium che non hanno frutti ipogei e che servono di alimento agli animali sono diffusissimi. È noto però che molti semi di que- Ste specie, ingoiati dagli animali passano intatti per il tubo digerente ed emessi dopo germinano perfettamente, e così gli animali aiutano la diffusione della pianta. Inoltre il Belli, mediante accurate esperienze eseguite per due anni nel R. Orto Botanico di Torino, impedì con mezzi meccanici ai capolini dei semi del rif. subterraneum di maturare sotterra e osservò che spesso essi raggiun- gevano la normale loro dimensione, confrontati con quelli ipogei, e di più con- servavano il loro potere germinativo poichè i frutti epigei, quando venivano incisi leggermente, poi germinavano benissimo. Quindi se gli animali, special- mente i pascolanti, non costituiscono un pericolo per i frutti eventualmente epigei del nostro Trifolium, dal momento che essi possono favorirne la diffu- sione, il 7rif. subterraneum presenta questo vantaggio unito all’ altro (già sug- gerito dal Ross e dal Darwin) il quale è un vantaggio indiscutibile, inquantochè vi possono essere anche degli altri animali i quali assolutamente distruggono i frutti epigei e perciò l’avere il Trif. subterraneum un mezzo di difesa per la pro- pria esistenza, costituisce un carattere di superiorità che questa pianta ha sulle altre. Un'altra cosa utile che può citarsi in favore del movimento carpotropico è che i semi non possono essere trasportati in luoghi sfavorevoli al loro svi- luppo. Su questo vantaggio pure è stata fatta l’ obbiezione che il trasporto dei semi epigei per mezzo del vento e di altri agenti è vero che può essere fatta in terreni sfavorevoli come pure anche in quelli favorevoli al loro sviluppo e per di più se questo costituisce un pericolo, esso esiste realmente per tutte le altre specie a frutti epigei che hanno invece una diffusione grandissima. Frat- tanto noi faremo osservare che l'interramento dei semi e quindi la germina- zione in posto è indubbiamente sempre più vantaggiosa, inquantochè è assicu- rata maggiormente la riproduzione germinando i semi in terreno favorevole ed essendo i frutti protetti da tutti gli agenti esterni. Inoltre avendo il Belli, come già abbiamo detto, dimostrato che anche i frutti epigei conservano il loro potere germinativo, non si può escludere che esista pure in ‘questa specie una germinazione a distanza prodotta dagli animali o da tutti gli altri agenti esterni che servono alla diffusione della specie. Se noi infatti ammettessimo RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 123 esclusivamente l’ interramento dei semi, la diffusione non si può negare sarebbe certamente lenta e a questo proposito Kerner di Morilaun (') sostenendo il ca- rattere d’ inferiorità delle piante ipocarpogee così dice: « Se le dette piante « portassero a maturità solamente frutti sotterranei o trascinassero sotterra « tutti i loro frutti dopo la maturazione dei semi, affinchè questi vi germo- « gliassero e vi producessero nuove piante, ciò equivarrebbe ad una renuncia « e ad ogni ulteriore propagazione ed il processo sarebbe altamente enigmatico. « Ma l'enigma trova una soddisfacente soluzione in ciò, che in tutte queste « piante vi è sempre la possibilità di una propagazione a grande distanza sia « prima che i frutti sì nascondono sotterra, sia per mezzo di una seconda « forma di frutto che, accanto ai sotterranei maturano sopra terra e sono e- « videntemente disposti per una più larga propagazione mediante gli animali « o le correnti dell’aria o dell’acqua », Da questo vediamo che già lo stesso Kerner di Morilaun aveva il dubbio che sulle piante ipocarpogee dovesse esistere anche una disseminazione a di- stanza. Questo dubbio viene oggi ad essere avverato per ciò che riguarda il Trif. subterraneum. Anche il Pampaloni (*) dimostrando con esperienze che la Morisia Hypogea- Gay entra nel gruppo delle piante anficarpiche già emette il dubbio che anche il rif. subterraneum entri in quella categoria e sostiene che l’ infossamento dei frutti nel terreno è un carattere acquisito. Egli così dice: « io ritengo che « le piante geocarpiche provenendo biologicamente dalle anficarpiche, rappre- « sentino un termine di adattamento compiuto allo scopo di una più assicu- « rata disseminazione ». Riepilogando dunque credo che si possa ammettere una disseminazione a distanza per il 7rif. subterraneum il quale avrebbe oltre ai vantaggi di tutte le piante anficarpiche e delle altre piante a frutti epigei, anche quello gran- dissimo di assicurare mediante il suo movimento carpotropico una dissemina- zione in posto che renda più certa la sua riproduzione. Quindi sono di opi- nione che il movimento carpotropico debba essere un carattere acquisito per il fine suddetto e quindi di evoluzione. Perciò non condivido l’ opinione del Belli nel ritenere il T'rif. subterraneum nella filogenesi del Gruppo Calicomor- phum come la specie più antica, ma piuttosto la più evoluta. Infatti conside- rando il Gruppo Calicomorphum, già rammentato, abbiamo osservato che nelle Anemopeta cioè nei Trif. globosum, meduseum ecc. la fruttificazione è epi- gea ed il capolino è articolato sul peduncolo fiorale in modo che esso giunto a maturazione si stacca ed è trasportato via dagli agenti esterni: e perciò questo non rappresenta un progresso nel loro modo di propagazione. Nell’ al- (4) KeRNER di MoriLAUn. La vita delle piante. Trad. del Moschen. Torino 1895 pag. 790. (?) Pamparoni L. Osservazioni sui fenomeni di Geocarpismo nella Morisia Hipogea - Gay (Nuovo Giornale Botanico Italiano Vol. Vl pag. 425. 124 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI tro gruppo dei Geotropa il Trifolium clorotrichum arriva a portare i capolini in contatto del suolo e rappresenta già un grado di superiorità e intermedio fra gli Anemopeta ed il T'rifolium subterraneum L., pianta ipocarpogea e con i frutti epigei che rappresenta nel gruppo Calicomorphum Presl. la specie più evoluta. i Pisa — Aprile 1904. _—— T_—+—r——T—tF€€F<€F-rFFF--- < DoTT. OMERO RICCI Laureato in Medicina-Chirurgia e Scienze Naturali Assistente Onorario nell’ Istituto d’ Anatomia Comparata della R. Università di Roma Professore nella R. Scuola Tecnica “ Giulio Romano ,, NOTA Sulle Modificazioni della Retina all’ Oscuro e alla Luce Avendo avuto |’ onore di pubblicare in questo pregiato periodico il mio lavoro : a Sulle modificazioni della retina all’ oscuro e alla luce » (Estratto dal)’ anno XXI, n. 5-6 e seg. 1901), lavoro che io presentai nel 1900 quale tesi di laurea in Scienze Naturali presso la R. Università di Roma, così io oggi compio un doveroso atto di riconoscenza verso codesta rispettabile Rivista, invitandola a pubblicare questa mia breve Nota, dal contesto della quale risulta l’ importanza scientifica e la bontà di quel mio primo lavoro, oggi che su quello stesso argomento altri si è pronunziato. Quando nel 1896 uscì il lavoro del Pergens (Action de la lumière sur la rétine. Arch. d’ Oftalm. vol. 4 fasc. 4-8) ricordo come uno dei più intelligenti cultori d’Oftal- mologia qui di Roma, il Dott. Prof. Fortunati, trovasse quasi inverosimile la ridda (così egli con giusta espressione la chiamava) che il pigmento ballava nel proteggere lo strato fotosensibile della retina, a seconda della intensità della luce, giusto quanto il Pergens asseriva. Si fu allora che io, consigliato dal Dott. Pietro Chiarini, assistente del Prof. Magini dell’ Istituto d’ Istologia e Fisiologia generale, intrapresi a studiare siffatto argomento, tutto facendo da solo e tutto a mie spese; e giunsi all’ esame di Laurea che il Prof. Magini disconosceva i miei preparati e dubitava delle risultanze alle quali io era perve- nuto ! In quel mio lavoro io trovava : In una 1.° serie d’ esperienze (loc. cit. pag. 10) come il Leuciscus aula B. te- nuto all’ oscuro per 12 ore, mostrasse il pigmento addossato alla coroiîde, ben fitto e misurante '/, preciso dell’ altezza della cellula epiteliale. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 129 Pubblico per ora un primo elenco floristico risultato di escursioni fatte nei din- torni di Ferentino. Questa città, la quale é costruita su di un monte alto circa quat trocento metri sul livello del mare con pendici in parte calcaree ed in parte marnose, trovasi in condizioni di ubicazione simili se non identiche a quelle delle diverse citta- dine che si allineano ai piedi della catena subapennina sulla sinistra del Sacco. L'elenco comprende in massima parte la flora vicinale di questa città, ma non mancano specie raccolte nelle sovrastanti regioni montuose o nella sottostante pianura e pertanto esso, benchè limitato, può servire a dare un'idea della flora del versante di sinistra della valle e servire come prodromo ad uno studio più esteso e minuzioso. N. B. Nell'elenco che segue quando non è fatta seguire alla specie l'indicazione della località s'inteade che si tratta di vegetale comune nelle stazioni sue caratteristiche e già note. CRYPTOGAMAE Filicineae 1. — Ceterach officinarum —= W. En. Syn. (Asplenium Ceterach = L.) 2 — Polypodium vulgare = L. Sp. pl. 3 — Aspidium aculeatum — Sw. Syn. (Syn. (A. aculeolatum = Doell.) 4 — Asplenium Filix-foemina = L. sp. pl. 5 — Asplenium Ruta-muraria = L. sp. pl. Syn. (A. Matthioli = Gasp.) 6 — Asplenium Trichomanes = L. sp. pl. 7 — Adianthum Capillus-veneris = L. sp. pl. MONOCOTYLEAE Lemnacgae 8 — Lemna minor = L. Sp. pl. Nei fossi in pianura. Araceae 9 — Arum italicum = Mill. Dict. Syn. (A. maculatum = All.; A. numidicum = Schott.) Gyperaceae 10 — Cyperus badius = Desf. FI. alt. Syn. (C. brachystachys = Pr.; C. neglecius = Parl.; C. tenwiflorus = Parl.; C. thermalis = Duri.) Nei corsi d’ acqua in pianura. Gramina 11 — Phleum pratense = L. Sp. pl. 130 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 16 17 22 27 Syo. (P. arvense = Pourr.; P. Bertoloni= DC. ; P. ciliatum == Gilib.) — Zea Mays = L, Sp. pl. — Cynodon Dactylon = Pers. Syn. — Arundo Donax = L. Sp. pl. Syn. (A. sativa = Lam. ; A. versicolor = Mill. ; Donax arundinaceus = Beauv.; D. sativa = Pr. ; Scolochloa arundinacea = M. K. ; S. Donax = Gaud.) — Ampelodesmos tenax = LK. Hor. ber. Monte di Capua. — Aira capillaris = Host. Gram. — Avena fatua = L. Sp. pl. Syn. (A. lanuginosa = Gilib.) — Avena barbata = Brot. fl. lus. Syn. (A. atheranta = Pr.; A. hirsuta = Rth.; A. hirtula = Lag.; A. strigosa = Noce.) — Poa annua = L. Sp. pl. Syn. (P. ovalis = Tin.; P. supina = Schrad. ; P. triangularis = Gilib. — Eragostris megastachya = Lk. Hor. ber. Syn. (E. major = Host. ; Bryza Eragrostis = L.; Megastachya Eragro- shis = Beauv. ; Poa cilianensis = All.) — Briza minor = L. Sp. pl. Syn. (B. aspera = Knapp.; B. virens = L.) — Briza maxima = L. Sp. pl. Syn. (B. major = Pr. ; B. Monspessulana = Gouan ; B. rubra = Linn.) — Briza media = L. Sp. pl. Syn. (B. Clusiù = Schult.; B. elatior = S. Sm. ; B. lutescens = Fouc.; B. pilosa = Schurt ; B. serotina = Dum.; B. tremula = Noel.) — Festuca bromoides = L. Sp. pl. Syn. (Bromus ambignus = Cyr.; Vulpia bromoides = Dmrt.) — Aegilops ovata = L. Sp. pl. Syn. (Phleum aegilops = Scop.; Trilicum ovatum = Gr. et God.) — Dacfylis glomerata = L. Sp. pl. Syn. (D. abbreviata = Schur, D. glabra = Mann ; Bromus glomeratus = Scop.: Festuca glomerata = All.) Juncaceae — Luzula campestris = DC. FI. fr. Syn. (L. Althii = Herb. ; L. pilosa = Bmg.; Juncus campestris = L.; I. subpilosus = Gil.) Lungo la strada di S. Antonio. Liliaceae 28 — Lillum candidum = L. Sp. pl. Quà e là forse sfuggito alla coltivazione. PRA ARA 3 (=) 3 a 36 37 38 39 40 4 CES 49 43 hh RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 131 — Ornithogalum umbellatum = L. Sp. pl. Syn. (O. nanum = Ten. ; O. narbonense = Reich. ; Scilla campestris — Savi. ; Stellaris corymbosa = Mnch.) — Ornithogalum narbonense = L. Sp. pl. Syn. (O. lacteum = Vill.; 0. pyramidale = Vis.; Scilla montana = Savi ; Stellaris erecta = Mnch.) — Muscari comosum = Mill. Dict. Syn. (Hyacinihus comosus = L.; H. fuliginosus = Pall. ; Bellevalia co- mosa = Kth.; Leopoldia comosa = Parl.) — Muscari racemosum = Mill. ict. — Allium triquetrum = L. Sp- pl. — Allium pendulinum = Ten. Fl. neap. Syn, (A. medium = Don. ; A. Upizii = Wolfn.) > — Allium neapolitanum = Cyr. PI. rar. neap, Syn. (A. amblyopetalun = Lk.; A. candidissimum = Cav. ; A. Cowani = Linvl.; A. Gouani = Don.; A. lacteum = Sm.; A. laetdum = Poll. ; A. liliiflorum = Zeyh.; A. sulcatum = Red.) Asparagaceae — Ruscus aculeatus = L. Sp. pl. — Asparagus officinalis = L. Sp. pl. Syn. — (A. altilis = L.; A. hortensis = Mill.) — Smiiax aspera = L. Sp. pl. Syn, (S. hastata = W.) Amaryllidaceae — Galanthus nivalis = L. Sp. pl. Syo. (G. montanus = Schur.) — Galanthus Imperati = Bert. FI. it. Syn. (G. nivalis grandior = Ten. ; G. plieatus = Guss.) Individui deile due specie nelle macchie di S. Rocco. Iridaceae — Gladiolus segetum — Garol. Bot. mag. Syn. (G. communis = S. Sm.; G. infestus = Bian.; G. italicus = Ga: ud. ; G. termiflorus = €. Koch) — Hermodactylus tuberosus = Parl. Fl. it. Monte di Capua. — Romulea bulbocodium = Seb. et Maur Prod. Syn. (Crocus bulbocodium = L.; Lria Bulbocodium = L., Trichonema Bulbocodium = Ker.; T. collinum = Sal.) Monte di Capua. Orchidaceae — Anacamptis pyramidalis = Rich. Mem. d. Mus. 1 7 132 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Syn. (Aceras pyramidalis = Rb.; Orchis bicornis = Gilib.; O. conden- sata = Dsf.; 0. pyramidalis = L.) Monte di Capua, 45. — Himantoglossum hircinum = Spr. Syst. Syn. (Aceras hircina = Liîndl. ; Loroglossum hircinum = Rich.; Orchìs hircina = Cr.) Monte Postilli 46 — Orchis papilionacea — L. Sp. pl. Syn. (0. rubra = Jacq.) Monte di Capua. 47 — Orchis italica = Poir. Dict. Syn. (0. longieruris = Lk.) Monte di Capua. (continua) LUIGI RAGGI EA RNCOOEIENSUA PESCA Schema di una Conferenza tenuta il 17 Novembre 1903 OL Una delle più grandi ed antiche pesche è quella delle aringhe che alcuni credono sia stata incominciata nel secolo X, ma che in una cronaca del monastero d’ Everham del 709 questa importante pesca è di già rammentata. I Danesi ed i Norvegesi furono i primi che si dedicassero a questa pesca ed i soli che commerciassero questo prodotto con ì paesi limitrofi. Una lega sorse, formata da oltre novanta città della Germania e dei Paesi Bassi, che fu chia- mata anseatica (*), per la quale i Norvegesi ed i Danesi furono costretti ad ac- .‘cettare barche peschereccie di Amburgo, di Lubecca, di Brema e degli altri abi- tanti del Baltico e del Mare del Nord, che venivano a rapire loro il primato in questo ricco prodotto. I Francesi pure mandavano nel mare del nord, già nel 1030 a questa pesca molte barche e bastimenti che tornavano ricchi di bottino. Gli Inglesi ben presto imitarono i Francesi. Gli Olandesi si mossero nel secolo XII e ben disse Vol- taire « che sebbene la pesca delle aringhe e l’ arte del salarle non sembri un oggetto molto importante nella storia del mondo, tuttavia noi dobbiamo rico- noscere in essa l’ origine della grandezza di Amsterdam in particolare e in generale dell’ Olanda: la quale per tale industria, da paese spregiato e sterile che era, diventò in breve una potenza ricca e rispettabile ». Difatti senza questa (4) dal ted. hansa, unione, associazione. Questa lega aveva l' ufficio di diffondere il commercio dai pirati del Mare del Nord e del Baltico e dai principi limitrofi. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 133 nuova industria l’ Olanda avrebbe dovuto soccombere. Dalle sue coste salpavano moltissimi bastimenti che ritornavano carichi di bottino e sappiamo che nel 1200 gli Olandesi impiegarono in questa pesca più di 3 mila bastimenti e a poco a poco fra tutte le popolazioni nordiche che si dedicavano a questo commercio quali i Norvegesi, i Danesi, gli Svedesi, gli Inglesi ed i Francesi, gli Olandesi erano riusciti ad averne il primato. Ma il loro commercio di più fiorì allorchè il loro compatriotta Guglielmo Benkeltz (1340-1397) (4) insegnò ai suoi connazionali il modo di affumicare, sa- lare e mettere in barili le aringhe. Tale scoperta rese l’ olandese il popolo più commerciante di tale prodotto: esso mandava le aringhe salate e chiuse in ba- rili nei diversi porti del mondo ritraendone grandissimo lucro. Gli Olandesi innalzarono al loro compatriotta e benefattore una statua e lo stesso Carlo V andò a mangiare un’ aringa sulla tomba del pescatore, per ren- dere omaggio all’ inventore di questa nuova industria che fece arricchire di molto la sua patria. * * * Nel secolo XV ciascun anno più di 40 milioni di barche salpavano dai di- versi porti del Baltico e del Mare del Nord per andare nei paraggi della Norvegia a pescare le aringhe. Nel secolo XVII sappiamo che 2 mila bastimenti olandesi erano impiegati a questa pesca e più di 800 mila nomini si dedicavano a ciò. Oltre a questo grande numero di Olandesi, convenivano alle stazioni di pesca battelli e pescatori scozzesi, francesi, norvegesi, russi, americani. Tanto numero di pescatori dovevano certamente pescare un grande numero di aringhe. Nelle vicinanze di Gotemburgo (Svezia) annualmente sì pescavano 800 milioni circa di aringhe. i « La quantità di aringhe che raccolgono ogni anno i nostri vicini d’ oltre manica, dice Moguin-Taudon, è invero enorme. Solo nel piccolo porto di Yar- mont si allestiscono 400 navi di 40 a 60 tonnellate di cui le più hanno 12 uomini di equipaggio. La rendita è di circa 17 milioni di franchi. Nel 1857, tre di questi bastimenti, tutti di un sol proprietario, portarono 3762000 pesci. Fin dal principio di questo secolo i pescatori della Svezia, cominciarono a gareggiare di zelo con quelli d’ Inghilterra. Nel 1826 le pescherie scozzesi adoperavano 40633 barche, 44695 pescatori e 74041 salatori. Nel 1603, il valore delle aringhe esportate dall’ Olanda saliva a quasi 50 milioni ; la loro pesca occupava 2 mila barche e 37 mila marinai. Tre anni dopo troviamo che le Provincie Unite spedivano 3 mila barche in mare; che 9 mila bastimenti trasportavano le aringhe negli altri paesi, e che il commercio di questo prezioso pesce impiegava circa 200 mila persone. Blocfi riferisce che al suo tempo gli Olandesi salavano fino a 624 milioni di questi animali. Secondo un modo proverbiale dei Paesi Bassi, Amsterdam è fondata sulle teste di aringhe. (4) Secondo altri questo inventore si chiamò Boekel, Buckels, Beukelins. 134 RIVISTA \TALIANA DI SCIENZE NATURALI Sebbene oggi sia attivissima, la pesca olandese è ben lungi dallo splen- dore che aveva due secoli fa. Nel 1858 impiegò 956 bastimenti; nel 1859, 97; nel 1860, 92. Nel 1858 l Olanda importò 66940 tonnellate di 1000 individui cia- scuna, nel 1859, 23198, e nel 1860, 27230. In quest’ ultimo anno la pesca fruttò 1191179 franchi cioè 12947 franchi per ogni nave ». Ì * do * Oggi |’ Olanda sebbene ancora industriosa in tale genere di commercio, tut- tavia è un po’ decaduta e non v impiega annualmente che 200 mila uomini. Dai porti della Scozia e dell’ Irlanda salpano un numero grandissimo di bastimenti, dalla Norvegia più di 400 mila battelli pescherecci e dalla Svezia circa 25 mila pescatori, dai porti Francesi (4) più di 400 bastimenti con 50 mila uomini i quali pescano per 4 milioni di lire. Nel 1855 nella Scozia si presero 400 milioni di aringhe: a tale pesca fu- rono impiegati 10 mila battelli pescherecci e 40 mila marinai, ed il pesce fu messo in 750 mila botti da 30 mila uomini addetti alla preparazione ed alla spedizione. Sulle coste della Scozia e nell’ isola di Mann nel 1862 furono spediti a detta pesca 9067 battellini con 20997 uomini e furono impiegati 22471 salatori per la preparazione e per la spedizione: in totale in quell’anno, in quelle coste fu- rono occupati 43468 uomini a pescare e a preparare le aringhe. Nel 1839 dai porti della Gran Brettagna salparono per tale pesca sulle coste dell’ Irlanda e della Scozia 23898 bastimenti con 110091 uomini d’ equi- paggio. Nel 1877 dal porto di Maasluis partì una flottiglia da pesca composta di 42 battelli: fece 150 viaggi e ritornò con 28265 barili d’ aringhe La flottiglia peschereccia olandese componevasi nel 1885 di 150 battelli (69 a Vlaardigen e 50 a Maasluis) che pescarono, oltre pel consume del loro paese, 140 mila tonnellate di pesce che furono esportate in gran parte in Ger- mania. Nel 1887 i pescatori francesi ritornarono in patria con 45 tonnellate di aringhe. La Norvegia nel 1862 ricavò dalla pesca primaverile oltre a 494250 tonnellate di aringhe, che furono spedite nei vari porti del mondo, e 191110 et- tolitri che furono adoperati pel consumo interno ; in totale ettolitri 76444 di aringhe. I luoghi di pesca ove concorrono tutti i bastimenti pescherecci del Nord sono ristretti fra 1} Oceano Glaciale ed il Golfo di Biscaglia, come vedesi dal se- guente prospetto che presento al lettore con l’ indicazione del tempo in cui vi compariscono le aringhe. i (1) Da quelli situati fra le foci della Loire e Dunkerque. i SAL 19 (sa RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI "go IUe]N | ©IIP *N i(epuera] I | -19p ‘H 'S) asosuIeo odeo Je 0u”]gnq eq | eee - ==—>= | ‘JOpeIgqe] [eu @ @pu&]I] P_B]j {ns e[eioua$ ui ‘qSnotoqueg odeo |e omnI10)UI Éejs] e]ost $ U8JIY V]OSI i EIZOOg epue]jI I | LI | | | I.Il8P. 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Sopra l'olio delle mandorle delle Olive. (Firenze, 1904. Dagli Atti della R. Accademia dei Georgofili, vol I. Estr. di pag. 11 in-8). E generale opinione che le mandorle delle olive contengono olio di qualità inferiore o che può divenir tale in breve tempo; e gli autori, per la maggior parte, prescrivono agli agricoltori di non frangere il nocciolo, nella preparazione degli olii fini da pasto, affermando che le sostanze grasse contenute nel seme si irrancidiscono prontamente e comunicano poi ingrato sapore a tutta la partita. Nel 1902, cominciate dall’ Egregio A. alcune ricerche per studiare più da vicino questa que- stione, ripetè la esperienza nel gennaio del corr. anno con criteri più precisi giungendo ai seguenti risultati : I. Che, col prolungato contatto colle mandorle, l'olio vergine diventa più acido, e che l’ au- mento di acidità sta in rapporto colla proporzione delle mandorle stesse. II. Che l’olio delle mandorle, quale può estrarsi coll’etere etilico, possiede da primo una acidità poco diversa da quella della polpa, ma che essa aumenta notevolmente col tempo. III Che quando la percentuale delle mandorle non supera la normale (12 °/), 1’ olio di polpa non ne viene affatto alterato nei caratteri organolettici, e che l’ aumento di acidità in questo caso è di lieve importanza. IV. Che se nessun carattere disgustoso assunse l’ olio vergine stando per ben 39 giorni in cone tatto colla quantità normale di mandorle, si dovrà inferirne che, in pratica, ove il contatto è di brevissima durata, non sarà a temersi inconveniente veruno frangendo i noccioli anche per prepa- rare l'olio sopraffine volgarmente detto olio vergine. PASSERINI PROF. NAPOLEONE. Sopra la sterilizzazione dei mosti mediante i solfiti in rapporto coll’uso dei fermenti selezionati. (Firenze, 1904, ibidem. Estr. di pag. 7 in-8). I fermenti selezionati sono ormai ben conosciuti dai produttori di vino e da alcuni anche as- sai diffusamente impiegati. L' applicazione di questi fermenti è però fatta in modo affatto empirico. Affinchè i fermenti selezionati spieghino con sicurezza la loro azione è necessario che, avanti che si inizii la. fermentazione, vengano distrutti i fermenti naturali e gli altri microrganismi, i 156 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI cui germi normalmente sì ritrovano aderenti alla pellicola dell'uva. La sterilizzazione col cplore però presenta, in questo caso, serie difficoltà. Il Sig. Andrieu propose di sterilizzare i mosti mediante ìil metabisolfito di potassio e di appli- care poi dei fermenti selezionati adattati a mezzo solforoso. Sottoponendo alla prova questo metodo l'Egregio A. potè constatare che sebbene la fermentazione sì compia regolarmente, pure, a causa della notevole dose di solfiti adoperati, rimaneva a lungo nel vino una quantità di anidride solforosa che lo rendeva disgustoso e fors’ anco non perfettamente igienico. Egli, avendo più volte osservato che piccole dosi di solfiti, senza impedire in senso assoluto la fermentazione naturale, pure avevano la facoltà di ritardarla di alcuni giorni, pensò che sì potrebbero mettere i fermenti selezionati in condizione di agire da soli sugli zuccheri del mosto, almeno per quanto riguarda la fermentazione tumultuosa, disseminandoli, dopo averli adattati al mezzo solforoso, sul mosto preventivamente addizionato di una tenue quantità di solfiti, bastante per ritardare la fermentazione naturale di 4 o 5 giorni. Colle dosi di solfito, che in base alle esperienze quì riassunte l’ Egregio A. propone ai pro- duttori di vino, ritiene per fermo che un ritardo nella fermentazione naturale, sufficiente a chè quella indotta dai fermenti selezionati prenda il sopravvento, debba verificarsi se non forse in tut- ti, almeno nella massima parte dei casì. PASSERINI PROF. NAPOLEONE. Sopra la Bronco-polmonite vermicosa (Volg. Marciaia) della Lepre. (Firenze, 1904. Ibidem. Estr. di pag. 32 in-8 con figure). Da un numero assai notevole di osservazioni raccolte da vari annì risulta che in molte te- nute della Toscana le lepri ammalano e muoiono in gran quantità in certe annate. Causa del morbo è un piccolo verme nematode, e più precisamente uno strorgzlo, già scoperto dall’ Egregio A. fino dal 1882. Egli riporta i caratteri anatomo-patologici prodotti dal parassita, che furono studiati dal- l’ illustre dott. Enrico Burci, prof. di clinica chirurgica nel R. Istituto di studi superiori in Firenze. Fa la diagnosi del verme, descrive le uova, la larva, l’ integumento, l’ apparato muscolare, il sistema digerente, l'organo di escrezione, l'apparato nervoso, l'organo riproduttore maschile e quello femminile. In ultimo suggerisce alcune norme da seguirsi onde evitare la propagazione di tale funesta ma- lattia che decima notevolmente il numero delle lepri. PAVESI PROF. PIETRO. Il Persico-Sole nel Basso Ticino. (Brescia, 1904. Dagli Atti del Convegno degli Aquicultori italiani tenutosi in Brescia addì 12-13 Settembre. Estr. di pag. 9 in-8). È noto l'incremento che gode la Stazione di piscicoltura bresciana per opera del suo reggente, illustre sig. Giulio Bettoni. É altresì noto quanto abbia validamente cooperato in prò della mede- sima l’Illustre A. il quale anche dopo il suo volontario ritiro dalla R. Commissione consultiva per la pesca continua ad occuparsi di ittiologia. Infatti nella presente sua memoria fa alcune confutazioni intorno a 2 percoidi l'uno detto Persico-trota immesso nel lago di Monate, l° altro Persico-Sole allevato e introdotto nel lago privato di Varano e dipoi passato nelle acque pubbliche. Tali specie essendo note di scarso valore, come ebbe ad esprimere anche il chiar. prof. comm. E. H. Giglioli, presidente della Commissione consultiva per la pesca, l’ Illustre A. dice che percoide per percoide, vorace per vorace, sarebbe stato preferibile il tentativo di colonizzazione del Sandro o Persico- luccio, sia per le dimensioni più ragguardevoli, cui arriva, sia per la salubrità e bontà delle carni, che lo fanno ricercatissimo in Germania, dove è sparso in laghi e fiumi, come in tutta 1° Europa media e e settentrionale, salvo la Francia e la Svizzera, ma vive già nell’ lsonzo. PAVESI PROF. P. Esquisse d’ une faune Valdòtaine. (Milano, 1904. Dagli Atti d. Soc. Ital. di Sc. nat., Vol. XLIII. Estr. dì pag. 72 in-8). Questo lavoro in vista del numero limitato di dati, non è in realtà che un saggio, uno schizzo della Fauna Augustana; ma esso porta digià a delle conseguenze che hanno grande interesse, dimostrando che la valle d' Aosta ha i suoi tratti zoologici nel modo seguente: I. forme esclusive : oltre lo Stambecco, Vitrina gaeotiformis, Vitrina Pegorarii, Arion Pegorarii, Pselaphus quadricostatus, Trimium ampliventre, Dichoitrachelus Freyî, Biscoffi tenu- ca zi RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 157 îrostris e Knechti, Ischyropsalis dentipalpis, la var. augustae della Clausilia ventricosa \a Pe- gorariw della didentata ; II. specie alpestri, come Salamandra atra, Vitrina diaphana, Charpentieri e annularis, Hyalina radiatula, Cicindela gallica, Cychrus cordicollis, Leistus ovipennis, Nebria castanea, Pte- rostichus Spinolae, Agabus Solieri, Philontus nimbicola, Olophrum alpestre, Haplocnemus alpestris, Otiorrhynchus alpicola, Phytodecta nivosa, Chelidura aptera, Prosalpia bibrachiata, Porrhomma glaciale, Leptyphantes culminicola, Microneta nigripes, Typhocrestus paetutus, Gnaphosa badia, etc.; III. specie boreali, quali Lasius /luvus, Harpalus fuliginosus, Calathus melanocephalus, Helophorus glacialis, Byrrhus fasciatus-Dianae, Cryptohypnus rivularius, Polydrosus fasciatus, Hylobius piceus, Argynnis Thore, Platycleis brachyptera, Gomphocerus sibiricus, Pezotettix alpinus, Oligolophus alpinus, Epeira marmorea, Erigone remota, Diaptomus bacillifer, Planaria alpina, ete.; IV. xeroterme, quali Helix Camerani e strigella, Succinea. Pfeifferi, Limnaea peregra, Myrmica scabrinodis, Cetonia morio, Isomira semiflava, Argynnis Pandora, ete.; V. accidentali, come il Fiammingo e la' Cicogna bianca; VI. scomparse o in via di scomparire sotto l’azione dell’ uomo, come la Lince, l’ Orso bruno, il Lupo, l’ Avvoltoio barbuto, il Gallo di montagna. La valle d’ Aosta conserva dunque l'impronta, il carattere faunistico dell’ epoca glaciale. Essa è stata dipoi invasa da molte parti, sopratutto dalla parte del Mediterraneo e delle pianure orien- tali, da degli animali che si sovrapposero agli autoctoni o aborigeni. In forza dell’ adattamento alle nuove condizioni della vita, qualcuno degli invasori ha dato delle forme o anche delle specie esclusive. BANTI PROF. DOTT. ADOLFO. Per determinare la purezza del solfato di ra- me del Commercio. (Avellino, 1904. Dal Giornale di Viticoltura e di Enologia. Anno XII. Estr. di pag. 3 in-8). Necessario è per l’ agricoltore l’ assicurarsi della qualità del prodotto anticrittogamico aequi- stato per combattere la Peronospora della vite, come anche molti altri parassiti vegetali fra i quali il Cicloconium dell’ olivo. Un metodo che unisca alla semplicità dell’ operazione la esattezza del resultato e non richieda materiale costoso e voluminoso è quello modificato e semplificato dal dott. Carlo Montanari. L' E- gregio A. avendolo con buon esito adottato nel Gabinetto di Chimica Agraria della R. Scuola Profess io-nale di Fucecchio lo consiglia agli agricoltori. Le soluzioni titolate occorrenti sono: a) Soluzione preparata sciogliendo grammi 51,648 d’Iposolfito Sodico puro e cristallizzato, grammi 20 di Solfocianato Ammonico, grammi l Iodio bisublimato in un litro d’ acqua distillata. Si avverta nella manipolazione che il solfocianato sodico è veleno potente. 8) Una soluzione di colla di amido fatta spappolando colla spatola in una capsula o in un mortaio circa grammi l di amido in poca acqua, e aggziungendone fino a raggiungere 100 c.c. La soluzione dev’ essere uniforme; ed è bene che sia preparata volta per volta. c) Una soluzione di 10 c.c. di Solfato di rame puro e cristallizzato in 200 c.c. d'acqua di- stillata. Il Solfato di rame dev'essere purissimo; ottimo prodotto quello di Merck. In ogni caso sì può ottenere facendolo cristallizzare più volte da soluzioni sature seccandolo fra carta da filtro e conservandolo poi in boccie a tappo smerigliato. Ecco dunque come si opera: si pesano 10 grammi del campione di Solfato di rame del Com- mercio in esame, e si fanno disciogliere in 200 c.c. d'acqua distillata, in un palloncino, ponendo cura che la soluzione riesca uniforme. Si riempie quindi con questa soluzione una buretta graduata del Mohr, con robinetto dritto saldato sotto, della capacità di c.c. 25 fino al segno circolare superiore. Si sottopone ad.essa buretta un piccolo vaso da precipitati o un bicchiere d’ assaggio, nel quale s'introducono 20 ec. della soluzione di iposolfito-solfocianato-iodio (a) più 5. e c. della so- luzione d'amido (b) (facendoli ben mescolare insieme) e quindi lentamente ed ugitando si lascia 158 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI cadere goccia a goccia la soluzione rameica, regolando l' operazione per mezzo della chiavetta del ro- binetto. Il liquido colloso si fa prima color bianco latte, poi passa al grigio, e finalmente comincia a colorirsì in azzurro-violetto. Quando ha preso decisamente e permanentemente questa colorazione uniforme si cessa e sì notano i c.c. e decimi di c.c. della soluzione di Solfato di rame commerciale occorsa. Tale titolazione si ripete introducendo invece nella buretta la soluzione (c) di Solfato di rame purissimo e sì cessa di versare. a goccia a goccia la stessa soluzione quando la colla d' amido ab- bia preso la identica colorazione che nella operazione precedente. Si avverte che occorrono circa 20 c.c. delle due soluzioni, poco più poco meno. Esiste sempre una differenza fra la quantità della soluzione (c) occorsa, e quella della solu- zione di Solfato di rame del commercio, e di quella ne occorreranno in generale alcuni decimi di c.c. in meno. Si fa la differenza e questa si moltiplica per 5 e si toglie da 100. Il residuo indica la quan- tità di Solfato di rame puro e cristallizzato (CuS0* + 5H?°0) esistente in 100 parti in peso del campione analizzato. ARIOLA V. Pesci nuovi o rari per il golfo di Genova. (Genova, 1904. Dagli Annali del Museo Civ. di Storia Nat. Serie 3., Vol. I. Estr. di pag. 16 in-8). Tratta di 18 specie di pesci che non erano ancora state indicate come appartenenti alla fauna ligure, raccolte dal preparatore Sig. B. Borgioli, del Museo zoologico dell’ Università di Genova, dall 1899 ad oggi. Esse sono: Pteroplatea altavela (Lin.), Raja undulata Lacép, Torpedo Nobiliana Bonap., Anguilla vulgaris var. Kieneri Kaup, Nemichthys sp., Microstoma rotundatum Risso, Paralepis hyalina GC. e V., Hypsirhynchus hepaticus Facc., Eretmophorus Kleinenbergi Gigl., Malacocephalus laevis Giinth, Julis pavo (Hasselq.), Callanthias peloritanus (Cocco), Beryx decadactylus, Cuv. e Val., Primele- pterus Bosci, Lacép, Lampris luna (Lin.), Callionymus phaeton, Giinth, Regalecus gladius (Walb), Lophotes cepedianus, Giorna. Queste forme, notevolissime per il fatto che sono in gran parte proprie delle grandi profondità e quindi rilevano in quel mare l’ esistenza di una fauna abissale, appartengono quasi in totalità alla collezione del Museo civico di Storia naturale di Genova. L' Egregio A. rende vive azioni di grazie al prof. Gestro per la cuì cortesia potè studiarle. ARIOLA DOTT. V. Due Pesci abissali del Mediterraneo. (Milano, 1904. Dal Boll. « L' Acquicoltura Lombarda » Anno VI, n. 5. Estr. di pag. 7 in-8 con tav.) Sono descritti e figurati 2 interessanti pesci catturati nel Golfo di Genova : l. Nemichthys che venne trovato da alcuni pescatori di Finalmarina alla superficie del mare, presso la spiaggia. In nessun altro mare vennero indicate forme di tal genere per modo che l'esemplare presenta senza dubbio un grande interesse essendo il primo Nemictide trovato fuori dell’ Atlantico. Per determinare la specie l’ Egregio A. ha istituito dei confronti con la figura e i caratteri dati per il Nemzichthys scolopaceus; ma per varie differenze nelle dimen- sioni, nella disposizione e forma delle pinne e della coda, e per altre caratteristiche non è stato possibile identificarlo con essa e perciò l' Egregio A. propone la istituzione di una nuova specie che indica col nome di N. mediterraneus Ariola. 2. Alepocephaius rostratus Risso. Questa forma è considerata come tipo di una famiglia distinta, quella delle Alepocefalidi, per numerosi caratteri peculiari, precipuo fra tutti l’ assenza della ve- scica natatoria. Il genere A/epocephalus è l’ unico rappresentante della famiglia e comprende la specie A. rostratus. L” Alepocefalo, per quanto assai raro, in quest’ ultimo decennio è stato riscon- trato con una relativa frequenza nel Golfo di Genova, ma l’ Egregio A. avendo potuto osservare un esemplare a fresco, e notare alcune piccole differenze di forma e di colore, con i caratteri ri- portati dal Risso e dagli autori posteriori, ha creduto utile figurarlo aggiungendo qualcuno dei caratteri che non furono del tutto fedelmente indicati. È CAMERANO PROF. LORENZO. Ricerche intorno alla variazione del Phylloda= (ARA on LATI RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 159 ctylus europaeus Gené. (Torino, 1904. Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. N. 471. Estr. di pag. 28 in-8). Esposte alcune cose intorno al PhyMlodactylus europaeus e alle ragioni della sua distribuzione geografica presente, l’ Illustre A. ha creduto non privo d'interesse lo studiare la sua variabilità e la sua variazione in serie di individui provenienti dalle piccole isole dell'Arcipelago toscano e în serie di iadividui di Sardegna. Il materiale studiato è costituito da una serie di 45 individui raccolti contemporaneamente sull’isola del Tinetto dal cav. Earico Festa e da lui donati al Museo Zoologico di Toriuo, e da una serie di 25 individui provenienti dai contorni di Sassari. CAMERANO PROF. LORENZO. Ricerche intorno alla variazione del Bufo viri- dis Laur., del Bufo mauritanicus Schl. e del Bufo regularis Reuss. (Torino, 1904, Ed. C. Clausen. Pag. 98 in-4). In up precedente lavoro sulla Variazione del « Bu/o vulgaris » Laur. (« Mem. R. Accad. delle Scienze di Torino ». Serie II, vol. L, 1900), l' Illustre A. seguì un determinato piano di misure su ogni individuo della specie sopradetta. Lo stesso piano ha seguìto pure nelle presenti ricerche sul Bufo viridis Laur, sul B. mauritanicus Schlegel e sul B. regularis Reuss. Ha creduto utile tut- tavia, per ottenere una precisione migliore, data la natura delle parti e la conservazione del ma- teriale in alcool, di modificare il modo di misurazione delle dita della mano. Se si trattasse di mi- sure da eseguirsi sullo scheletro non vi sarebbe evidentemente dubbio alcuno sul modo di proce- dere; trattandosi invece di procedere sulla mano rivestita dalle sue parti molli e dovendo i dati dello sviluppo relativo delle dita servire precipuamente ai bisogni delle diagnosi specifiche, la pratica dimostrò all’ Illustre A. di essere conveniente misurare Je dita stesse dal loro apice all’ angolo che ciascun dito forma col seguente, e cominciare dal dito interno. Del Bufo viridis, specie, come è noto, che ha un'ampia distribuzione geografica in Asia, in Europa e in parte anche nell’ Africa settentrionale, l’Illustre A. ha potuto studiare 559 esemplari, provenienti da molte località diverse, Del Bufo mauritanicus, specie dell’ Africa settentrionale e occidentale ha studiato 77 esemplari, provenienti in maggior parte da varie località del Marocco. Del Bufo regularis, specie che dai cataloghi faunistici appare diffusa, si può dire, in tutta 1° A- frica ed anche nell’ Arabia, ha avuto a sua disposizione una serie di 125 esemplari, provenienti da Wadi Halfa nel Sudan. i RONCHETTI DOTT. VITTORIO. Caso settemplice di « Dibothriocephalus la- tus » (Bremser) (Firenze, 1904. Dalla Riv. Critica dì Clinica Medica. Anno V, n. 4l. Estr. di pag. 13 in-8) L’ Egregio A. dice che la denominazione di vermi solitari fu assai male apposta ai cestodi en- tozoi dell’ uomo, essendo ormai a tutti nota la possibilità della convivenza sia di parecchie specie di tali cestodi, come pure di parecchi individui di una stessa specie nell'intestino di un unico ospite. Tule fatto si può considerare come eccezionale, riscontrandosi nella gran maggioranza dei casi, sia per la Taenia solium, sia per la T. medio canellata, che per il Dibothriocephalus latus un solo parassita per ogni ospite. Appunto in considerazione di ciò l’ Egregio A. riporta un caso, caduto sotto la sua osservazione. Chiude questa nota ringraziando il suo Maestro prof. Achille Visconti, che gli consigliò a pub- blicarla,e i proff. ©. Parona e P. Pavesi che lo aiutarono con preziose indicazioni bibliografiche. STABILE GEOM. AUGUSTO. Come sono fatti e come vivono gli Anfibi ed i Rettili. Appunti ed osservazioni di Storia Naturale. (Torino, 1905. Ditta G. B. Paravia & C. Pag. 27 in-8, con figure). Scopo precipuo è stato quello di riunire in poche pagine con forma chiara e precisa, gli ultimi risultati delle Scienze zoologiche: cioò dare un libro popolare e moderno nel tempo stesso. L’ Egregio A. devoto alla gran Legge dell’ Evoluzione, ne seguì i suoi dettami, Dapprima par- la delle specie inferiori, quindi delle superiori : dagli individui più bassi della classe, sale gradual- mente alle specie più perfezionate. Quale appendice alla parte descrittiva della presente operetta, 160 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI è stato aggiunto la parte essenzialmente pratica: la guida cioè per raccogliere e conservare gli Anfibi ed i Rettili. Il neo-naturalista potrà così dopo di avere studiato teoricamente gli animali descritti, riscon= trarne praticamente i caratteri, mediante le collezioni che potrà farne. PELLOUX ALBERTO. Contributi alla Mineralogia della Sardegna. I Atacamite, Valentinite, Leadhillite, Caledonite, Linarite ed altri minerali dell’ Argentiera della Nurra (Portotorres). (Roma, 1904. Rend. d. R. Accad, dei Lincei. Estr. dal vol. XIII, fasc. I. Pag. 42 in-8 grande, con figure). Con questa nota l' Egregio A. inizia la descrizione di diversi minerali sardi rinvenuti nella miniera dell’ Argentiera della Nurra e avuti in studio dall’ ing. G. B. Traverso, i quali fanno ora parte della raccolta del Museo civico di Genova. Le specie (che sin quì non erano mai state conosciute) appartengono quasi tutte alla classe dei minerali dovuti all’ alterazione di quelli metalliferi. Eccole: Solfo, Atacamite, Valentite, Massicot, bindheimite, Cerussite, Leadhillite, Caledonite, Linarite. Termina l'elenco dando un cenno so- pra un interessante e bel minerale che per la qualità dei componenti parrebbe coincidere colla cianotrichite (o lettsomite). Di esso però si riserva darne una completa descrizione appena in possesso di materiale più abbondante e più adatto. CURIE P. Il Radio. Recenti ricerche sulla radioattività. (Milano, 1905. Casa Ed. L. F. Pallestrini e C. Pag. 75 in-8). Dopo la scoperta delle sostanze molto radioattive, le ricerche sulla radioattività hanno preso un grandissimo sviluppo. L' Egregio A. dà un riassunto dello stato attuale delle conoscenze su que- sto argomento insistendo particolarmente sui risultati dei lavori più recenti. COZZI sac. dott. CARLO. Le piante e i fiori nel lago abbiatense. (Abbiategrasso, 1904. Tip. Bollini. Pag. 25 in 8). È un elenco di vocaboli vernacoli del regno delle piante e rac- colti dalla viva voce del popolo abbiatense. FERUGLIO GIUSEPPE. La Spelaeosphaeroma Julium. Nuovo crostaceo iso- pode cavernicolo. (Udine, 1904. Dal « Mondo Sotterraneo » Riv. per lo studio delle grotte e dei fenomeni carsici. Anno l, n. 1-2. Estr. di pag. 1l con fig.) Alcuni esemplari del nuovo cero- staceo isopode cavernicolo furono raccolti verso la metà di aprile di quest'anno in una caverna chiamata Par-rieki, esplorata nell’ ottobre del 1903 da alcuni soci nel Circolo Speleologico ed Idro- logico Friulano. Ù ; A prima vista l' Egregio A. riconobbe in quei crostacei alcune affinità con quelli studiati dal Dollfus, dal Virè e dal Fabiani, ma un più accurato studio lo persuase che le differenze erano ab- bastanza notevoli per dar luogo alla formazione di un genere nuovo che Egli chiama Spelaeosphae- roma julium. Dà i caratteri del genere e della specie. NINNI EMILIO. Saggio di una collezione di Molluschi eduli del Mare e della Laguna di Venezia, con un nuovo progetto per l’ allevamento delle ostriche ed una breve rassegna dell’ industria e commercio delle conchiglie. (Venezia, 1904. Dal Vol. II, Fasc. 1 dell’ Ateneo Veneto. Estr. di pag. 60 in 8, con l tavola). È un primo contributo nel quale è rilevato le ricchezze che offre il Mare e la Laguna di Venezia. Esso è diviso in 2 parti. La prima parte comprende i seguenti capitoli : Introduzione - Commestibilità delle specie - Catalogo ragionato delle specie di molluschi eduli come citate da ‘autori che trattarono della fauna veneta - Cenni sui tentativi d’ ostricoltura nella laguna di Venezia - Progetto di un impianto d’ allevamento d’ ostriche - L’ industria delle conchiglie. La seconda parte tratta: i Molluschi eduli — Alcuni più memorabili avvenimenti della Storia della Laguna. E. BOZZINI, Gerente responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri Titoli delle Memorie da ritagliarsi per lo schedario scientifico 5 Pubblicazioni del 1903 Geologia e Mineralogia Airaghi C. Alcuni echinidi del terziario veneto. (Mi- lano, 1903. Atti Soc. ital. di Sc. nat., vol. XLI, fasc. 4., pag. 415-424, con tav.) Bassani F. Sui pesci fossili della Pietra leccese. (Lec- ce, 1903, pag. 4 in-4). Casoria E. Studio analitico dei prodotti delle ultime eruzioni vesuviane (1891-94 e 1895-99). (Por- tici, 1903. Annali R. Scuola superiore di a- gric. S. II, vol. IV, pag. 1-44). Coppadoro A. Contributo allo studio dei fenomeni carsici dell’ altipiano del Cansiglio. (Udine, 1903. « In Alto » Cronaca d. Soc. Alpina friulana, n. 2, pag. 19-23). Bertollo S. Sui filoni pegmatitici di Piana e sulla pre- senza in essi del Berillo. (Milano, 1903. Rend. R. Ist. lombardo. S. II, vol. XXXVI, fasc. VII-VITI, pag. 368-374). Cortese E. Sopra alcune ricerche di acqua di sottosuolo presso Portoferraio. (Genova, 1903. Giorn. di Geologia pratica. Vol. I, fasc. 1, pag. 21- 31, con tav.) Boeris G. Idocrasio del monte Pian Reale (Milano, 1903. Atti Soc. ital. di Sc. nat., e Museo civico di st. nat. Vol. XLII, fasc. 1, pag. 45- 53). Crema C. Sul Pecten subclavatus Cantraine ed il Pecten Estheris Crema. (Roma, 1903. Boll. d. R. Comitato Geol. d’ Italia, n. 1, pag. 47- 54, con 1 tav.) Bortolotti C. Intorno ad alcuni resti di Rinoceronte dei dintorni di Perugia. (Bologna, 1903. Riv. ital. di paleontologia, Anno IX, fasc. I e II, pag. 50-53, con tav.) Capellini G. Avanzi di spualodonte nelle arenarie di Grumi dei Frati presso Schio. (Bologna, 1903. Dalle Mem. R. Acc. Sc. dell’ Ist. S. V, T. X, pag. 12 in-4, con tav.) Casoria E. Sui processi di mineralizzazione delle acque in rapporto con la natura geologica dei ter- reni e delle rocce. (Portici, 1903. Annali R. Scuola superiore di agricoltura. S. II, vol. IV, pag. 1-196). Cassetti M. Appunti geologici sui monti di Tagliacozzo e di Scurcola nella Marsica. (Roma, 1903. Boll. d. R. Comitato Geol. d’ Italia, vol. IV, fasc. 2, pag. 113-120). D' Achiardi G. Analisi di alcuni minerali bauxitici ita- liani. (Pisa, 1908. Atti Soc. toscana di Sc. nat. Processi verbali. Vol. XIII, pag. 93-96). Dainelli G. Appunti di stratigrafia sulla valle del Mu- gnone. (Pisa, 1903. Atti Soc. toscana di Sc. nat.; vol. XIII, pag. 110-121). Dal Lago D. Note illustrative alla Carta geologica della Provincia di Vicenza di Arturo Negri. (Vi- cenza, 1903, pag. 140 in-8). De Alessandri G. Note d’ ittiologia fossile. (Milano, 1903. Atti Soc. ital. di Sc. nat. e Museo civ. di St. nat., vol. XLI, fasc. 4. pag. 443-461, con tav.) ì Checchia-Rispoli G. Nuova contribuzione alla echinofauna eo- cenica del Monte Gargano.(Roma, 1903. Boll. Soc. Geol. ital., vol. XII, fasc. 1, pag. 101- 114, con tav.) Chelussi I. Sulla geologia della conca Aquilana. (Mi- lano, 1903. Atti Soc. ital. di Sc. nat. e Mu- seo civ. di St. nat., vol. XLII, fasc. 1, pag. 58-87). Fasc. 1, pag. 50-55). De Angelis D’ Ossat GC. Considerazioni di geologia pratica intorno alla bonifica della Campagna Romana. (Ge- nova, 1903. Giorn. di Geol. pratica, Vol. I, De Giorgi C. La serie geologica dei terreni nella peni- sola Salentina. (Roma, 1903. Mem. Pont. Ace. dei Nuovi Lincei, vol. XX, pag. 155-218). Fornasini C. Contributo a la conoscenza de le testilarine adriatiche. (Bologna, 1903. Mem. R. Ace. Sc. dell’ Ist. Ser. V, T. X, pag. 1-20, con tav.) Titoli delle Memorie da ritagliarsi per lo schedario scientifico 6 Franco P. IL’ attività vulcanica nella Campania secon- do la tradizione e la storia. (Napoli, 1903. Boll. Soc. di Naturalisti, Ser. I, vol. XVI, pag. 260-288). Fucini A. Sopra l’ età del marmo giallo di Siena. (Pi- sa, 1903. Atti Soc. toscana di Sc. nat., Pro- cessi. verbali, vol. XIII, pag. 90.98). Lottiî B. I terreni secondari nei dintorni di Narni e di Terni. Relazione sulla campagna geolo- gica del 1902. (Roma, 1903. Boll. d. R. Co- mitato Geol. d’ Italia n. 1, pag. 4-33, con 1 tav.) Lotti B. .I depositi dei giacimenti metalliferi. Guida allo studio e alla ricerca dei giacimenti me- talliferi con speciali esemplificazioni di giaci- menti italiani. (Torino, 1903. Un vol. in-8 di pag. 150). Lovisato D. Appunti ad una nota del sig. dott. Torn- quist sulla geologia della Sardegna. (Milano, 1903. Rend. R. Ist. lombardo, Ser. II, vol. XXXVI, Fasc. 4. pag. 216-228). Mariani E. Su alcune ittiodoruliti della Creta Lombar- da. (Milano, 1903. Atti Soc. ital. di Sc. nat. e Museo civico di St. nat., vol. XLI, fasc. 4. pag. 437-441). Mercalli G. Contribuzione allo studio geologico dei vulcani viterbesi. (Roma, 1903. Mem. Pont. Acc.dei Nuovi Lincei, vol. XX, pag. 301-334). Mercalli G. La storia e i fenomeni sismovulcanici. (Fi- renze, 1903. Rassegna nazionale, pag. 10 in-8). Moderni P. Contribuzione allo studio geologico dei vul- cani Vulsini. (Roma, 1903. Boll. d. R. Co- mitato Geol. d’Italia. vol. IV, fasc. 2 e seg., con carta geologica). Monaco E. Su di una blenda cadmifera del Monte Somma e su di un solfuro arsenicale della Solfatara di Pozzuoli. (Portici, 1903. Annali R. Scuola superiore di agricoltura. Ser. II, vol. IV, pag. 1-12). Parona C. F. Nuove osservazioni sui massi di calcare rosso a brachiopodi del Lias medio compresi nelle argille scagliose di Lauriano. (Torino, 1903. Atti R. Accad. delle Se. di Torino, vol. 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Sulla divergenza di vedute circa le forma- zioni eoceniche e mioceniche dell’ Umbria. (Roma, 1903. Boll. d. R. Comitato Geolog. d’ Italia. vol IV, fasc. 2, pag. 148-150). Viola C. Osservazioni geologiche fatte nella valle dell’ Aniene nel 1902. (Roma, 1903. Boll. d. R. Comitato Geol. d’Italia n. 1, pag. 34-47) rta gno USAI DIRCI intagi We Di nok i, mv GTO SITI S SUI RERI TREO FIATI ° quit! 3 DIALLA Of ; he GI { ti UR) Cali LUNE Ste a ese EVANS tto 198 i) Md i i dia MO can A GEUSL pe. ile; 46 uti MEL, #0: dgr + SEI GRIFFINI dott. ACHILLE (LI UCCELLI INSEETIVORI NON SONO UTILI ALL’ AGRICOLTURA È una nuova pubblicazione, edita a cura della Rivista Italiana di Scienze Naturali, ‘Siena 1904, che contiene preziosi dati e notizie interessanti in confutazione alla questione sulla utilità degli uccelletti insettivori verso l’ aericoo questione che 1’ Egregio A. viene dimostrando esser falsa. Il lavoro è diviso in capitoli di cui ci limitiamo a riprodurne i titoli: Questione di competenza — Insetti — Utili e nocivi — L’ uomo altera V equilibrio naturale — Nemici naturali degli insetti fitofagi — Insetti utili — Insetti predatori — Insetti parassiti endo- - fagi — Insetti nocivi importati — Parassiti endofagi dei principali insetti nocivi — Prime conclusioni — Gli uccelli insettivori non sono utili — Gli uccelli insettivori sono nocivi — Indicazioni bibliografiche — Conclusioni. In appoggio alle sue teorie, l’ Egregio A. riporta le dichiarazioni di insigni naturalisti quali, fra gli italiani, LESsoNA, SABBIONI, RONDANI, GHILIANI, CAMERANO, BERLESE, AR- RIGONI DEGLI OpDI, RIBAGA, Loy. (Prezzo dell’ opera di pag. 83 in 8.° con 24 figure intercalate nel testo L. 5). CS Offerte d'occasione ai collezionisti d’insetti CASSETTE DI NOGE solidissime, con cristallo, del diametro 44 X 83 X 6, a chiusura ermetica, aventi il fondo di torba o agave, con scannellature per introdurvi antisettici, privativa della Ditta BROGI, vengono spedite al “ prezzo di L. 5.50 cadauna (invece di L 6,50). — 12 di esse per L. 60, franche di porto e imballaggio. COLLEZIONI ENTOMOLOGICHE SPECIALI sistemate in apposite scatole con coperchio a vetro. — Sono collezioni di insetti utili e loro relativi. prodotti, di insetti produttori di seta, di cera o d’ altro, coi relativi derivati e: preparati; di insetti interessanti per mimetism0ò, o per altro carattere. Prezzo. — Da L. 12 a L. 15. Prezzi d’ Abbonamento per il 1905 I nuovi abbonati e tutti coloro che pagheranno 1’ abbonamento 1905 entro l’ annata corrente, godranno le appresso facilitazioni sui prezzi d’ abbonamento: Gon L. 5 saldano l’ abbon. alla ‘ Rivista ital. di Scienze nat.,, e ‘“Boll. del natur.,, oppure al ‘Giornale Ornitologico italiano ,, e ‘‘Boll. del Natur.,, (Estero L. 6) Con L. 8 saldano l’ abbonamento a tutti e tre i Periodici (Estero L. 9) N. B. Ai nuovi abbonati verranno dati in dono tutti i fascicoli che si pubblicheranno durante il 1904. Premi ai nuovi abbonati Oltre alle riduzioni sui prezzi d’ abbonamento sopraindicate, ogni abbonato, nel rimet- p b D t] tere direttamente all’ Agenzia di questi Periodici in Siena (Via B. Peruzzi) l’ importo dell'abbonamento, potrà domandare uno dei seguenti 3 premi, che sarà sollecitamente ri- messo franco a domicilio : 9 È 3 E ò NES 1.° Uu opuscolo a vostra scelta relativo alle Scienze naturali. Indicare se si desidera di sog- getto relativo alla Zoologia, o alla Botanica, o all’Agricoltura o alla Mineralogia e Geologia. è 2° Cinque specie, a nostra scelva, di minerali, o di rocce in piccoli esemplari, o di conchiglie, o di fossili, o dì piante secche, o di insetti. 3.0 Una pelle di uccello mosca o di altro uccelletto esotico. du Oppure previa richiesta verrà fatta : ub blicazione gratuita di avvisi di complessivi 10 versi in colonna. « « per 6 volte della medesima o di diverse domande ed dio di cambi. Offriamo inoltre indistintamente, a tutti coloro che pagano l'abbonamento 1905 entro l’anno 1904, le seguenti pubblicazioni a ridotti prezzi e franche di porto: Dall’ opera La « Specola ornitica » di Helgoland del Gàtke, per G. Vallon Pag. 54 in-8. Prezzo L. 150 per L. 1.00. Gli uccelli nidiacei - Allevamento - Edu- cazione - Malattie - Cure di Ronna E. Pag. 58 in-8 L. 1,50 per L. 1,00. Glossario entomologico, corredato del re- gistro Latino-Italiano delle vocì citate, redatto da Luigi Failla Tedaldi. Pag. 186, formato 8.° grande (con Il tavole) L. 5 per L. 3, 50. Avifauna Calabra. Elenco delle specie di uccelli sedentarie e di passaggio in Calabria, dì Lucifero Armando Vol. di pag. 79 in-8. L. 4,00 per L 2,50. Catalogo dei Coleotteri d’ Italia, com- pilato dal dott. Stefazo Bertolini. Pag. 144 in 16.° Prezzo L. 3 per L. 2 Manuel du Lepidopteriste par G. Panis. Catalogo delle specie, caccia, preparazione, clas- sificazione, maniera di allevarli ece, 320 pag. con figure L. 3,75 per L 3,00. Conseils aux amateurs pour faire une collection de papillons. Classification, pre- paration et conservation. Pur. M. Beleze. Con 32 fig. L. 0,80 per L. 0,50. Viaggio in Oriente pel cav. dott. F. Tassi Pag. 130 L. 1 per L. 0, 40. iÙ funghi mangerecci e velenosi, descri- zione, modo di cucinarli e conservarlì. Con 283 tav. colorate, per C. Rossi. Pag. 140 L. 1,50 per L. 0, 80. Avifauna del prof. Gasparini con la dia- gnosi di tutte le specie degli uccelli italiani, 206 pag. in 8. L. 5 per L. 2, 50. Le RAD arretrate dei Periodici « Rivista e Bollettino » insieme, a L. 2,00 per annata; 5 annate L. 8, e per sole L. 25 tutte le 19 annate dal 1885 a tutto il 1903. Le prime sette annate dell’ Avicula per L. 8,50 ciascuna. Tutte e sette per.L. 20,00. Si av- verte che fino a tutto il 1896 gli studi e le notizie sugli uccelli, loro caccia ece. venivano pubbli- cati nei fascicoli della Azvista e del Bollettino, per cui, per quanto rigua*da glîì uccelli, |” Aviculà è come una continuazione ai detti periodici, Si cedono ancora alla metà del prezzo molti scritti relativi alle scienze tuale dei quali mandiamo gratis il catalogo di 12 pagine a tutti coloro che ce ne fanno richiesta. Gratificazioni. — A chi ci procurerà 2 nuovi abbonati da L. 8 ciascuno verranno rilasciate. a suo favore L. 2; per 2 nuovi abbonati da L. 5 ciascuno L 1.50; per 2 nuovi abbonati da L. 3 ciascuno L. 13 cha potrà ritenersi inviando all’ Amministrazione - Via «Baldassarre Peruzzi, 28 Siena - sole: L. 14. L. 8,00, L. 5. TUTTI COLORO CHE PAGANO L'ABBONAMENTO ENTRO I PRIMI TRE MESI DELL’ANNO, E TUTTI COLORO CHE SI ABBONANO AD ANNATA INCOMINCIATA, inviando l importo direttamente all'Agenzia del giornale, con sole lire cinque saldano l’ abbonamento al Giornale Ornitologico ed al Bollettino del Naturalista, oppure alla Rivista ed al Bollettino del Naturalista ; e con sole lire otto saldano 1’ abbonamento per dici. I nuovi abbonati ricevono sempre tutti i fascicoli ‘arretrati dell’ annata. i perio tutti e tre quest tali. er le maggiori spese pos i più, p ù, e quelli degli altri Stati L. 2, 00 di i pi Gli abbonati esteri dell’ Unione postale pagheranno L. 1,00 d i 9 pei Si DI ù 0) NI N N v D I] n [TOY Conto' corrente con la posta ANNO XXIV BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Goltivatore, Aeelimatatore Abbonamento annuo per l’Italia è per gli uffici postali italiani all’estero L. 3. Per gli Stati della unione postale L. 3, 50.Altri Stati L. 4 N° I diletto Istruzione e PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali el al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scambi e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i professori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. : Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Richieste e offerte ecc. ecc. (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principalmente quelli nominati nella copertina della Rivista Italiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. ltre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via B. Peruzzi 28,e da tutti gli uffici postaliitaliani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. - Fascicoli separati costano cent. 30 perogni 16 pag.ditesto. Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano i manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10, cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L. 6il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bolleltino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc. ; fare offerte e ri- cerche per cambi di animali, semi,. piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. Le inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- scritti che contengono uvvzse UL acquisto 0 ui vendita, o che possono servire di reclume commerciale. . Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati che hanno già pagato l’ab- bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta sa non è espressamente richiesta dall’ abbonato. I. amministrazione s'incarica di rappresentare gliab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso da combinarsi. La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioniin proposito. | manoscritti non pub- blicati possono essere ritiratidagli autori proprie spese Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fascicolo, ne sarà loro, possibilmente, inviata un'altra copia gratis, purchè la richiedano entro l’ annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento, © [Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- Purale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L 1, per linea, corpo $; gli altri avvisi da stamparsì nelle ap- posite pagine costano L. l ogni? centim. di spazio occu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. Si annunziano le pubblicazioni ricevute e sì fa speciale | manzione dianella delle quali ci pervengono due esemplar- sare la II SL mederima inserzione non si ha diritto di p 7 _ ne viene accorda) G PIA. | G A NIE penso “Dalle inser Preg. Dig. OIL ano essere anticipati. Chi desidara bolli necessari, o scriva in car ata. = LABORATORIO IOOLOGICO-ZOOTONICO-TASSIDERMICO = z MUSEO DI STORIA NATURALE È Fornitore di Musei e Gabinetti italiani, ed esportatore all’ este ro Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità ece. Occhi artificiali, umani, per animali, figure ecc. a prezzi mitissimi Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di storia naturale di ogni genere Scuola di Tassidermia — Compra — Vendita — Cambi Animali e piume per mode e per ornamento Tutto 1’ occorrente per raccogliere, studiare, preparare e conservare oggetti di storia naturale, Sono sempre pronte collezioni per l’insegnamento, secondo i programmi governativi Via B. Peruzzi 28, SIENA (Italia) Stabile proprio. COLLEZIONI A PREZZI ROCAZIONALI Non è possibile insegnare gli elementi della Storia Naturale senza mostrare agli alunni almeno qualche tipo principale degli esseri ; ma a molte Scuole mancano i mezzi per potersi procurare un piccolo Museo. È perciò che offriamo collezioni, ad un prezzo eccezionalmente mite, di esemplari ben preparati,in perfetto stato di conservazione, portanti ognuno il nome italiano più noto e quello latino, che è il solo che non può dar luogo ad equivoci nella nomenclatura. La collezione serve di ornamento nella Scuola e gli alunni, avendo continuamente sot t' occhio gli oggetti, non se li dimenticano mai più. Chi possedesse già esemplari di Storia naturale o per qualunque altra ragione desi- derasse apportare delle variazioni, non ha che ad indicarlo nella richiesta. Non desiderando qualche classe di animali od altro, si supplisce per pareggiare il va- lore dando più esemplari per il resto. Per le Scuole ed Istituti si accetta il pagamento a rate da concordarsi previe suffi- cienti garanzie. Dietro semplice domanda verranno rimessi gratis i cataloghi scelti fra i seguenti : GRATIS - CATALOGHI e Prezzi Correnti presentemente in distribuzione - GRATIS Catalogo N. 38 — Modelli plastici di piante, fiori, funghi, frutti ecc. per l'insegnamento della Botanica. « « 50 — Varietà e mostruosità in uccelli italiani. « « 58 — Arnesi, strumenti, utensili, preservativi, specialità ecc. per la raccolta, studio, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale. « « 54 — Mammiferi imbalsamati ed in pelle, scheletri e cranii. « « 55 — Occhi artificiali di ogni genere in vetro e smalto, per animali, uomini, sta- tue, bambole, ecc. « « 56 — Coleotteri europei. « « 57 — Uccelli imbalsamati ed in pelle. « « 58 — Minerali e Rocce. ; « « 59 — Catalogo con note e prezzo degli animali di tutti gli ordini, scheletri ed altre preparazioni zootomiche, Piante, Minerali, Fossili, Modelli, ecc. ece., nonché delle Collezioni già formate per l'insegnamento. Anno XXIV N, | 15 Gennaio 1904 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Sopplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali ed al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 8, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L. 4, SOMMARIO Manicastri dott. Nicolò. La rigenerazione di parti laterali delle code di larve di Anuri Pag. 1. Invenzioni e scoperte. Pag. 3. — Notiziario Pag. 4. — Insegnamenti pratici Pas. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pag. 7. — Richieste e offerte (gratis agli abbonati) Pag. 8. Neviani prof. Antonio. Materiali per una bibliografia degli studi sui Briozoi viventi e fossili dal 1800 al 1900 (cont.) Pag. I-IV === roc; MANICASTRI Dorr. NICOLÒ La rigenerazione di parti laterali delle code di larve di Anuri SANNIO Il naturalista americano T. H. Morgan, in un suo recente lavoro (1), con- clude che la presenza della corda dorsale alla superficie tagliata, in generale, è condizione necessaria alla rigenerazione di una nuova coda di Rana Palustris. Per consiglio del Prof. Federico Raffaele Direttore dell’ Istituto di Zoologia, Anatomia e Fisiologia Comparate, ho ripetuto in parte gli esperimenti del Mor- gan nel modo seguente: Ad alquante larve di Bufo Vulgaris, da 30 a 40 mm. di lunghezza, ho asportato, con taglio normale all’ asse della coda, una porzione terminale di questa, e dal moncone rimasto ho asportato una porzione centrale, contenente un pezzo di corda e di midollo spinale. Ho tenuto in allevamento queste larve ed ho osservato che la parte termi- nale incomincia ad essere rigenerata allorquando la parte centrale rimasta nel moncone dopo l’ asportazione, contenente la corda e midollo spinale, rag- giunge la superficie tagliata, in modo che questi organi vengono ad affiorare alla detta superficie. Questo fatto tende a dimostrare che per aversi la rigenerazione di una porzione di coda occorre che la coda e il midollo spinale sieno presenti alla superficie tagliata. Per completare poi gli esperimenti del Morgan, ho pensato di osservare se dei lembi di coda potessero rigenerarsi non asportando una parte terminale posteriore della coda. E ad alcune larve ho asportato due striscie laterali della membrana codale e un pezzo terminale contenente corda e midollo spinale. (1) The Internal Futorsin the Regeneration of the Tail of the Tadpol (T. H. Morgan and S. Davis) Leipzig 1902. Ad altre ho asportato solamente due striscie laterali, lasciando intiera la parte centrale, e quindi illesi la corda e il midollo spinale. Nel primo caso le larve dopo circa 40 giorni avevano rigenerato quasi completamente tutte le parti mancanti (parti laterali e terminale). Nel secondo caso le larve non rigenerarono le striscie laterali, ma solamente le superfici rette in seguito ai tagli si arrotondirono. Il risultato di questi ultimi esperimenti può far nascere il sospetto che ove non si provochi la rigenerazione della parte centrale della coda, contenente la corda e il midollo spinale, non si ha nemmeno rigenerazione delle parti late- rali, come se la rigenerazione della corda e del' midollo spinale agisse da sti- molo alla rigenerazione degli organi della coda. In vero, in molti casi, la presenza o l’ accrescimento di un tessuto, pare sia di stimolo all’ accrescimento o sviluppo di altri. Dai miei esperimenti quindi risulta che la corda e il midollo spinale sono gl’ interni fattori per la rigenerazione di parti di coda di Anuri, e per le con- clusioni del Morgan, possiamo ammettere che il vero interno fattore della rige- nerazione sia la corda dorsale. Tale conclusione è anche avvalorata da altre mie osservazioni sul modo di manifestarsi della rigenerazione delle code di Anuri. Infat- ti quando si opera un’ asportazione di un pezzo di coda, con taglio normale all’ asse di essa, sì osserva che la corda si distende dopo poche ore, in modo da affiorare alla superficie tagliata, formando una piccola sporgenza. La rige- nerazione incomincia da questo punto e si estende man mano ad entrambi i lati della coda. Che in seguito al taglio la corda dorsale si distende, ho potuto dimostrar misurando esattamente il moncone di coda che rimane dopo l’ asportazione, appena avvenuto il taglio e dopo che la corda si è distesa. E dalle misure ri- sulta che il moncone di coda non subisce diminuzione di lunghezza per contra- zione degli organi codali, e che effettivamente l’ affioramento della corda alla superficie tagliata è dovuto alla dimensione della corda. Questa tendenza della corda a distendersi potrebbe intendersi come uno stimolo meccanico alla proliferazione dei vari tessuti che formano la coda e quindi alla rigenerazione. In un altro mio lavoro (Osservazioni sull’ accrescimento e rigenerazione delle code delle larve di Anuri) ho dimostrato che per avervi rigenerazione di porzioni posteriori di coda occorre che essa sia in accrescimento. E questi ultimi esperimenti mi consentono di concludere che, per la rigene- razione di lembi di coda di larve di Anuri, occorre che il midollo spinale e la corda sieno in accrescimento e in rigenerazione. Palermo, 5 Dicembre 1903. INVENZIONI SCOrREee: Un nuovo compasso. Il signor Delaini Vasco di Mantova ha testè ottenuto dal Ministero d’agricoltura e commercio il brevetto di privativa per un nuovo compasso da lui inventato, che è destinato a sostituire gli attuali in uso. Tale compasso è ad aste parallele ed a punte verticali, con accessori per curve grandi, pre- senta il vantaggio sul compasso attualmente in commercio, di avere le punte costantemente ver- ticali, creando una maggiore esattezza nel tracciamento delle curve concentriche ed in ogni suo uso, ed eliminando gli snodi negli accessori; è facilmente adattabile per le grandi curve. Sappiamo che questo nuovo compasso fu visto da persone competenti e che lo trovarono bel- lissimo e molto pratico, degno del più lusinghiero appoggio. Nuovo legname da costruzione. — La ultima spedizione tedesca al lago Tsiad ha sco- perto un albero finora sconosciuto ai botanici, il cui legno, mentre offre molta resistenza, ha la leggerezza del sughero. La molta resistenza congiunta. alla molta leggerezza costituisce un armonia di condizioni fra le migliori che si possano chiedere al legno come materiale da costruzione. Se tali alberi sono abbondanti o se sono trapiantabili, la scoperta della spedizione tedesca rap- presenta un' importantissima conquista dell'industria, Una scoperta elettrica — Uno degli ultimi numeri, anno scorso, del Bollettino del Mi- mistero delle Poste e Telegrafi reca che un elettricista viennese ha testò inventato una scoperta elettrica (che è già stata messa in vendita a Vienna), la quale serve molto bene per coloro che sono costretti a lavorare specialmente seduti nei locali poco riscaldati. Si tratta di una coperta di lana, al tessuto della quale sono intrecciati dei sottilissimi fili di metallo dolce completamente isolati, in modo da non accorgersi affatto della loro esistenza. Mettendo a contatto questi fili, a mezzo di un cordone conduttore, con una lampada elettrica, la coperta si riscalda immediatamente, come se fosse stata in un forno; il grado di calore può essere regolato a piacimento. La Calxia — Fu scoperta una nuova materia, la Calxia, che sarebbe destinata a rimpiaz- zare la terra cotta e il gesso, specialmente per ciò che concerne la fabbricazione degli oggetti minuti e per rivestire alcune superfici di apparecchì diversi. La composizione della Ca/wia sarebbe la seguente : Acqua . 5 . ò 3 5 0 0 è 30 parti Albumina +. 5 " È 5 1 0 0 n 0) « Solfato di magnesia . 0 5 . . n pai « Allume a È i Ù 3 x A o o € « Solfato di calcio cotto 0 o A . n » 45 « Borace o 6 o 9 0 o 0 Ò 2: « Totale 100 parti Procedimento per fabbricare l’ ossigeno — É di assoluta necessità per l'industria la invenzione dei procedimeuti per fabbricare l'ossigeno a prezzi economici: sino ad oggi quello Kassuer pare che sia riconosciuto il migliore dal lato pratico ed economico. Egli eseguì il suo procedimento studiando le combinazioni che forma l’ ossido di piombo con calce in presenza dell’aria e la reazione a cui da luogo con l’acido carbonico. Per effettuare le prove, fondò una piccola fabbrica in Herst, presso Drburg, donde il suolo lascia passare gran quan- tità di acido carbonico naturale. Il procedimento consiste nel fare reagire l'acido carbonico, sopra il piombato di calce scal- «dato a rosso; si sviluppa l’ ossigeno, occupando in suo luogo l’ acido carbonico, il quale si sviluppa a sua volta per l’ azione d'una corrente di vapore d' acqua. Se dopo si fa passare una corrente d' aria, sì rigenera il piombato di calce, quel tanto dispo sto per ripetere l' operazione. i Coa questo procedimento si ottiene un gas che contiene da 96 a 99 per °/, di ossigeno puro. Mann NOTIZIARIO Il trasporto di una foresta. Un ricchissimo capitalista, il signor Blair, sì era fatto co- struire vicino a Far Hills, una magnifica residenza che gli costò la bagatella di dodici milioni di franchi all'incirca. Siccome il paese non aveva ombre, telegrafò al signor John Wilkins di tra- sportargli una foresta di 7 ettari situata nelle vicinanze di Chester, e di ripiantarla vicino alla sua residenza. La proposta fu accettata. L° impresario fece stabilire una ferrovia fra Chester e Far Hills, circa 10 chilometri, e per mezzo del suo materiale portò uno ad uno tutti gli alberi in meno di un mese sul luogo indicato. Fra l'altro vi erano quaranta castagni secolari che pare nulla ab- biano sofferto pel viaggio. Il signor Blair ebbe — per la modesta somma di circa un milione di franchi — la desiderata foresta, come non avrebbe potuto ottenerla in mezzo secolo. L'albero dei materassi. Lo diamo anche noi come l’ abbiamo pescato. Un esploratore tedesco racconta che gli indiani di certe regioni si confezionano degli eccellenti materassi e delle coperte con la corteccia di un albero che chiamano Demajagua. Questa corteccia ha lo spessore di un grosso feltro, e dopo un trattamento speciale, diviene morbida, flessibile in modo che la si può arrotolare e piegare senza il minimo inconveniente, assolutamente come un feltro. Gli indiani per avere dei grossi pezzi di questa corteccia praticano una doppia incisione attorno al tronco, poi la distaccano dalla parte legnosa servendosi di utensili taglienti. Una volta levata abilmente intera la mettono nell’ acqua, dove la lasciano parecchie ore. Infine raschiano la superficie scabrosa e battono il pezzo di corteccia con delle grosse pietre. Dopo di che la coperta è pronta e tre o quattro pezzi sovrapposti formano un soffice materasso. Eseguite tutte queste operazioni, non vi resta altro che sdraiarvisi comodamente, scegliere la posizione migliore e .... buona notte. Piante meteoriche o igrometriche. Sissignori! Non contente le piante di farvi da ca- lendario e da orologio, vi funzionano persino da igrometri. Il Sonchus Sobiricus (composte), Cicerbita di Siberia, non si chiude alla sera se nel giorno susseguerte vuol piovere. Egli così v’ ammonisce. di non dimenticare al domani l'ombrello a casa. La Calendula pluvialus (composte); specie di Fiorrancio, sì chiude quando il tempo si dispone alla pioggia; ma se questa è «temporalesca ed improvvisa, allora si chiude. La Porleria higrome- irica (Zigofillee) chiude le foglioline all’approssimarsi della pioggia. La Anastatica hierocuntica o Rosa di Gerico (Crucifere) col tempo secco si aggomitola come una palla, coll’umido sì stende quasi a mo' di stella. « Havvi — dice il dott. Pietro Lichtenthal — dei fiori che s' aprono e si chiudono a misura « che il sole s'innalza o si abbassa sull’orizzonte; Linneo li chiamò tropici o canieulari; tali « sono parecchi Mesembrianthemum, la Gorteria ringens. Aprendosi o chiudendosi ad un’ ora poco « distante da quella del loro sbocciamento, per non riaprirsi più, lor diede il nome di effimeré; fra questi « distinse gli effimeri diurni, che sì aprono fra le dieci e le undici antim., e si rinchiudono fra le tre e le quattro pom. (la maggior parte dei Cist), e gli effimeri notturni che s° aprono a sette ore di sera, e si chiudono parecchi giorni di seguito alla medesima ora ». Apparati in quarzo fuso. — La fabbricazione di recipienti e di apparati in cristallo di A (S rocca è stata tentata negli ultimi decenni, più volte con maggiere o minor successo, ma non si oltrepassò mai lo stadio dei tentativi. Nella letteratura fisico-chimica si trova qua e là accenni che a qualcuno è riuscito di preparare tubi od ampolline di quarzo, ma questi dati erano rima- sti, per la maggior parte, sconosciuti anche a quegli scienziati, a cui potevano maggiormente in- teressare. Recentemente si è riusciti a fondere, in un fornello a gas tonante, il quarzo in modo tale da poterlo soffiare facilmente e trasformarlo su larga scala in apparecchi chimici diversi. É quasi perfettamente inutile di insistere sui grandi vantaggi che presentano questi appa- recchi nelle operazioni chimiche e fisiche, e nell’ industria. Un materiale che esteriormente non sì differenzia punto dal vetro, ma che invece rammolli- sce ad una temperatura di circa 800° superiore e può sopportare senza alcun danno, i più rapidi cambiamenti di temperatura, non può essere che preziosissimo. Un palloncino di quarzo può essere scaldato alla soffiera al bianco, e poi vi si può versare dentro acqua fredda senza che accada alcun inconveniente. Ma più specialmente importanti gli apparecchi di quarzo saranno in quelle determinazioni di costanti fisiche, nelle quali la solubilità del vetro nell’ acqua è di grave danno, come ad esem- pio nelle determinazioni di conducibilità elettrica o di solubilità ad elevata temperatura. Anche nelle determinazioni pirometriche o di densità di vapore potranno questi nuovi appa- recchi riuscire utilissimi, perchè secondo le comunicazioni delle due ditte interessate questi og- getti si possono riscaldare a_1700° circa senza venir menomamente deformati, Si è riusciti anche a costruire tubi termometrici e recipienti di Dewar per aria liquida, La vita media delle bestie — L'orso oltrepassa rare volte il 20° anno di vita, il cane vive 20 anni, il lupo 20, la volpe 14 a 16, i leoni hanno vita lunga, si ha l'esempio di un leone di un giardino zoologico che visse 70 anni. La vita del gatto è di 16 anni, quella degli scoiattoli e delle lepri di 8 anni, quella dei conigli di 6; si hanno prove che alcuni elefanti giunsero fino ai 400 anni. Quando Alessandro il grande ebbe vinto Pirro, re delle Indie, consacrò al sole un elefante, che aveva combattuto valorosamente per quel re, gli impose il nome di Aiace e lo mise in libertà, dopo di averlo segnato con una iscrizione. Quell’ elefante fu trovato 350 anni dopo. ! maiali vivono 20 ‘anni. Il rinoceronte non passa il 25. Vi fu un cavallo che visse 62 anni, ma la vita ordinaria di questi animali è dai 25 ai 30; le vacche vivono 25 anni. Couvier ealcola che le balene vivono 1000 anni. I delfini ed i porci di mare arrivano ai 30. A Vienna morì un’ aquila dell'età di 103 anni. E’ noto che i cigni vivono 300 anni. I pellicani vivono 62 anni: delle tartarughe si sa che talvolta arrivano ad un secolo di vita. Un vitello con la testa umana. — Leggiamo nella Gazzetta delle Campagne che a Bour- rignon una vacca diede alla luce due vitelli, dei quali uno completamente sano, mentre l’altro che ha solo tre gambe possiede una testa umana mancante d' un occhio. Una spedizione scientifica nell’ America del Sud. — Abbiamo da Stocolma che Nordenskjoeld ha intenzione di fare una spedizione nelle regioni limitrofe al Perù ed alla Bolivia per farvi studi di Storia naturale e di Antropologia. La partenza di questa spedizione che avrebbe la durata da 15 a 18 mesi, è fissata per il corrente mese. Unragno meraviglioso-2000 metri di seta dorata = ll euuciino della Camera di Com- mercio italiana a New York reca interessanti particolari sull’ allevamento di un ragno che ì na- turalisti chiamano « Nephilu madagascariensis » e che gli indigeni del Madagascar chiamano abi- tualmente « alaba ». Si tratta di un ragno meraviglioso che produce nel corso della sua esistenza duemila metri in media di uua seta dorata, estremamente fina e resistente, e quindi più facile a trasformarsi in stoffa di lusso che non la seta dei filugelli ordinari. Il Governo francese incoraggia grandemente la nuova industria e a Tananariva la scuola pro- fessionale organizzò un vero parco di ragni filatori curati da ragazze indigene a cui si insegna l’arte di dipanare un’ alaba senza farla soffrire, Questa bacheria di « alabe » consta di una serie di bambou di tre metri di altezza piantati a 75 em. gli uni dagli altri sopra linee parallele distanti 50 ‘cm. Qua e là nel parco si colti- vano pianticelle di pomodori, di garofani e si stabiliscono piccele vasche di acqua a fine di atti- rare insetti e zanzare, nutrimento preferito delle « alabe ». Per approvvigionare il parco di ragni-filatori essi vengono comprati agl' indigeni in ragione di centesimi 40 al cento. Questi arsenoidi muoiono generalmente dopo un quarto od un quinto dipanamento. Un'alaba fornisce in complesso un gramma di filo dorato pronto ad essere trasformato in stoffa di seta. Però conviene dire che la sua magnifica colorazione giallo-oro è poco stabile e scompare col sapone bollente, gli alcalini e gli acidi. Così pure nel corso della lavorazione la seta dell’ « alaba » perde una parte delle sue qualità e diventa assai inferiore alla seta del filugello INSEGNAMENTI PRATICI meat Buone precauzioni utili a prendersi durante l’ uragano per non essere col- piti dal fulmine, oltre quelle di allontanarsi dagli oggetti elevati e acuminati, sono: 1. non correre mai, nè a piedi nò a cavallo; 2. rimanere calmi con i nervi; 3. sedere a terra, o meglio coricarsi; 4. chiudere bene le stanze e possibilmente riparare nelle parti più basse della casa. Queste sono precauzioni utili che consigliamo a tutti; ma si è pur dato il caso che gente in aperta pianura, anche seduta o coricata, sia stata colpita dal fulmine. La spiegazione di questi accidenti, che però sono rari, vien data così: Quando una nube carica di elettricità negativa si trova a poca distanza da una persona — la quale come tutti i corpi abbia una certa dose di elettricità - fra l’ una e l’altra si stabilisce quella via favorevole per determinare la scarica elettrica. L' elettricità positiva della persona sarà in parte attirata dalla nube e la sua elettricità negativa sarà spinta a terra. Uno scienziato tedesco consiglia a tutti i contadini che durante il periodo degli uragani lavo- rano i campi, di munirsi di tende o di impermeabili di caucciù — sostanza negativa — e di ri- manere avvolti in esse durante il temporale. Ma quello scienziato non fa i conti con la spesa di tali indumenti. Così serive E. Clettico nella Tribuna illustrata. Pei fumatori. — Le seguenti raccomandazioni non sono senza interesse pei fumatori : 1. Non far uso che di sigari dolci e buoni. 2. Non fumar mai l’ultima metà di un sigaro, nè la sigaretta sino alla fine. 4. Non riaccendere il sigaro o la sigaretta, che si siano spenti; 5. Non fermarsi dove si è molto fumato; 5. Non masticare la punta del sigaro; 6. Adoperare un bocchino, e tenervi del cotone che ne porti via la nicotina; 7. Non fumare che con pipe a lungo bocchino, e possibilmente con un nargwillet. ; (Giorn. d’ Agra) Per facilitare l’ estrazione dell’ olio dalle olive — Si consiglia di aggiungere, men tre queste si moliscono, una dozzina di limoni, che si affettano e si gettano sotto la macina-del frantoio: e si ripete l'aggiunta ogni molata. L'effetto principale è quello di facilitare 1° uscita dell'olio dalle ulive, e di aiutarne la chiarificazione. Pare poi che i limoni: avvantaggino anche la qualità, comunicando un profumo soave all’ olio. Per riconoscere se lo zafferano è puro. — Il dott. A. Oliva consiglia di aggiungere ad una piccola quantità di zafferano sciolto nell'acqua un eccesso di acido cloridrico allungato, Questo acido scolorisce la soluzione, se lo zafferano è genuino, mentre le fa assumere una colorazione rosso violacea, se contiene prodotti impuri. Per eccitare le macchine elettrostatiche Holtz. — Queste macchine, è risaputo, non sono le più ubbidienti. Ecco il mezzo di... mansuefarle. Sì prenda un pezzo di carta piuttosto spessa ed asciutta e la si riscaldi alla fiamma, fino quasi ad abbruciacchiarla. Poi la si strofini facendola passare distesa. fra due dita per quattro, cinque volte, e si tocchi quindi con essa la base di una armatura del disco fisso della macchina. iene da Messa poi questa in moto, essa funzionerà soddisfacentemente, anche se lo stato atmosferico non sarà favorevole. Metodo per prendere le impressioni delle foglie — M. Bertot espose all’ Accademia di Francia un metodo semplicissimo col quale sì possono trarre le impressioni di qualsiasi foglia a nervatura alquanto rilevata. Si unge leggermente un foglio di carta, grande almeno quattro volte più della foglia, lo si ripiega in quattro e si mette la foglia fra la ripiegatura interna, co- sicchè abbia sopra e sotto due strati oliati. Si mette tutto sopra un altro foglio di carta e si pre- me egualmente colla mano in tutti i versi. Tolta la foglia resta un’ immagine più o meno latente sulla carta, tanto della parte superiore che dell’ inferiore della foglia, ma spolverandola di piom- baggine, e poi scaricandone il foglio, risulta in tutta la sua bellezza ogni ‘vena, ogni nervo con tutte le loro gradazioni. Se si adoperano colori verdi nella spolvorazione, si ha l’immagine natu-. rale; se poi si unisce poca resina, si può col riscaldamento fissare benissimo l’ immagine. Per togliere i muschi dagli alberi fruttiferi. — (Dal geornale d' agricoltura pratica) — I muschi che coprono i tronchi e i rami dei fruttiferi sono indizio di indebolimento della pianta. Conviene togliere le vegetazioni parassitarie che danneggiano la corteccia, si impadroniscono di parte degli umori circolanti nel vegetale, e concorrono ad aumentare la debolezza del fruttifero. La stagione più propizia è l'inverno con tempo preferibilmente umido. I muschi si tolgono con una spazzola molto dura o con guanto Sabaté, e si completa l’ operazione nella biforazione dei rami colla costa di un coltello o con altro ferro non tagliente. Alla primavera, in marzo, si completerà l'operazione spennellando i tronchi ed i rami colla seguente poltiglia, 5 kg. di bianco di Spagna. 1 « di zolfo in polvere, 4 Ettogrammi di colla da falegname. Si aggiunga tanta acqua bollente da formare una poltiglia abbastanza densa. Invece del bianco di Spagna si può adoperare della calce bene spenta e ridotta in fina polvere. Vino alterato dalla muffa — Un metodo efficacissimo per guarirlo consisterebbe nel- l’uso di un poco di allume di rocca; ma ci guardiamo dall’ indicarne le dosi, essendochè questo spediente è già troppo in uso presso i signori osti, con poco benefizio per la salute dei bevitori. Se si deve bere meno vino, non sia almeno un vino misto a nuovi veleni. Unico metodo innocuo è quello dell’ olio. Si aggiunge un decimo di litro di buon olio per ogni ettolitro e si agita a lungo il vino che ha preso questo saporaccio. L'olio ha la proprietà di assorbire la materia odorosa della muffa e di trascinarla a galla; ma occorre agitare per parecchi giorni. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Galletti Adolfo è nominato assistente nel Gab. di min. R. Univ. Bologna Sangiorgi dott. Domenico G « geol. «Parma Corti dott. Alfredo « « zool. e anat. « Giordani dott. Michele coadiutore nell’ Orto bot. « « Tacconi dott. Emilio assistente nel Gab, di min. «Pavia Patrini dott. Plinio aiuto « « « « Corti dott. Emilio assistente « zool. « « Farneti Rodolfo « nel Lab. di bot. crittog. « Pollacci dott. Gino conservatore nell’ Orto bot. « « Cazzani dott. Abele Emilio 2.° assistente « « « Tommasi dott. Annibale assistente nel Gab. di geol. « « Prever dott. Pietro « Museo « « Torino I seguenti insegnanti titolari, reggenti ed incaricati nelle scuole normali femminili, sono tra- sferiti per ragioni di servizio. ei Battisti Ariodante, di Sc. fis e nat. da Mantova a Bobbio Capeder Giuseppe « Bobbio ad Aosta Goggio Itala « Aosta a Mantova Sono incaricati d' insegnare nelle scuole normali e complementari : Mariani Giuditta sc. fis. e nat. a Noto Ostermann Giuseppina « a Pesaro Loria Alfredo mat. « a Velletri RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all'Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. 1. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi, Siena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix flammea), Rondinî di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus marginatus). Ha dispo- nibili esemplari vivi di Matrix cettiîî che cede a L. 25 1’ uno, 2. Si cederebbe la collezione completa degli Almanacchi igienici del Prof. Mantegazza, com- prendente 38 annate (1866-1903), alcune delle quali non si trovano più in commercio. 3. Giulia Cellesi Camollia 10, Siena, cederebbe Coleotteri, Lepidotteri e conchiglie fossili, in cambio di conchiglie viventi, coleotteri e francobolli per collezione. 4. Chi volesse cedere le flore italiane del Parlatore, Gussone ecc., è pregato farne offerta all'Ing. Camillo Camperio - Milano, Corso Porta Vittoria, 13. 5. Si cedono le seguenti opere del valore complessivo di 180 Lire, ed assolutamente nuove: « S. Canestrini. Evoluzione, Teoria dell'evoluzione. - Ratzel. Razze umane, 3 vol. - Bacche L'uomo, 2 vol. - Kerner, Vita delle Piante, 2 vol. - Darwin, Viaggio di un naturalista; Le Orchi- dee; Piante rampicanti; Piante insettivore. — Dirigere offerte al Cav. Gaetano Guida, Portici. » 6. Si cede I. Una bellissima collezione di circa 1200 specie di coleotteri italiani esattamente determinate e classificate con l'indicazione delle località. È contenuta parte in dieci telai (55X70) a fondo di torba rinchiusi in baule a chiusura ermetica, parte in venticinque cassette a doppio fon- do rinchiuse in apposito armadietto di legno d’abeto. II. Una raccolta di Cipree sinora la più ricca di specie che si trovi in Italia. II[ Le seguenti pelli d' animali: Zudù (Antilope strepsiceros) d' bellissimo, di dimensioni molto grandi. — Antilope as- zurra J' (Hippotragus leucophaeus) adulto, molto bello. — Antilope azzurra d' giov. bello. — Antilope caama (Bubalis caama) bello. — Cobo g' (Kobus ellipsiprimnus) adulto, bellissimo — Cobo P adulta e giov. Per trattative rivolgersi alla Ditta S. Brogi — Siena. 7. Il prof. Alessandro Mascarini di Ascoli Piceno fa cambii in oggetti di Storia naturale, ed in special modo è disposto a cedere Conchiglie ben determinate e Fossili, verso Minerali e Rocce dei principali giacimenti italiani. 8. Carlo Fenizia prof. del R. Istituto tecnico di Modica desidera cambiare librì scientifici, come M:croscopica clinica del Bizzozero, Teoria gener. della Fillotassi del Delpino, contro altri libri concernenti la Biologia, l’ Evoluzione, ed anche contro il Trattato di Mineralogia del Bombicci, qualche libro sul/la struttura fisica dei cristalli ecc. 9. Bazzi Ing. Eugenio, Via Brera n. 9. Milano, desidera far cambi di minerali special- mente di giacimenti Italiani. Lo stesso tiene specialmente disponibili per cambi, buoni esemplari dei giacimenti di Baveno, Val d' Ala e S. Gottardo. 10. Morseletto F. Torino, Corso Vitt. Em. 2 oltre Po, offre varie specie di Coleotteri, contro Chrysomelidi italiani di habitat garantito. ll. Cavagnaro Tito. Livorno. (Toscana) offre: Coleotteri italiani, Lepidotteri e Coleotteri della Repub. Argentina, Conchiglie viventi e fossili e monete antiche e moderne, in cambio di altre conchiglie o libri di malacologia. 12. Mancini Cesare. Corso Ugo Bassi 4, Genova — Desidera cambiare piante alpine, Ime- notteri e Coleotteri, con Coleotteri in special modo Scarabeidi (Caprofagi), dei quali accetta pure specie esotiche. Siena, Tip. e Lit, Sordomuti di L. Lazzeri E. BOZZINI, gerente responsabile ANTONIO NEVIANI Materiali per una Bibliografia italiana SUI BRIOZOI VIVENTI E FOSSILI dal 1800 al 1900 (continuazione) Diastopora patina Lmx.; D. striata I, Haim.; D. expansa Muz, (p. 133) Tubulipora flabellaris Fabr. Idmonea serpens Linn. (p. 134) Alecto repens S. Wood. Entalophora proboscidea M, Edw, sp. Pustulopora ? Hornera frondiculata Lmx. (p. 135) Lichenopora hispida Flem, Ceriopora globulus Rss, [L' ultima specie deve essere radiata, perchè è stata riconosciuta per un forami- nifero, la Gypsina globulus). 113. — Neviani Ant. — Terza contribuzione alla conoscenza dei briozoi fossili italiani. Di alcuni briozoi pliocenici del rio Landa illustrati da F. Bassi nel 1757. Bull. Soc. Geol. Ital., vol. XII, pag. 659-668. Roma, 1893. È la recensione del lavoro sopra indicato, pubblicato nei commentari dell’ Istituto Bolognese col titolo : De quibusdam exiguis madreporis agri bononiensis. Gli esemplari sono conservati nel museo geologico della R. Università di Bologna ; essi sono con’ molti altri di foraminiferi, piccoli molluschi, ecc. attaccati ad una tavoletta, che è così in- litolata: Tabella oryctographica sedimenti marini fossilis ex Agro Bononiensi. Le specie riscontratevi sono : Membranipora reticulum (Linn). Escharoides monilifera (M. Edw). Porina borealis (Bk); P. columnaris (Mnz). Cupularia umbellata Defr. ; C. canariensis Bk. Cellepora sp. Entalophora proboscidea (M, Edw). 114. — Patroni ©. — Fossili miocenici di Baselice in provincia di Benevento. Atti R. Accad. Sc. fis. e nat. Ser. 2, vol. V, Napoli 1893. Questa è la memoria nella quale |’ A. sviluppa ciò che già espose nella nota preventiva indicata al num. 108 di questa bibliografia, vi si ripete quindi a pag. 13 (estr.) la specie : Lepralia pyriformis S. Wood. Bio 115. — Verri Ant. ed Artini E. — Le formazioni con ofioliti nell’ Umbria e nella Valdichiana. Rend. R. Istit. Lomb., S. II, vol. XXVI, (pag. 1-15 estr.) Milano 1893. (Pag. 5) Dalle formazioni del Tortoniano infer. dell’ Umbria, provengono : Escharella (Lepralia) linearis sp. Membranipora aff. Rosellii Aud. ; M. angulosa Rss.; M. reticulum L. sp. (M Lacroîxii Gar. sp. ind) sole o Cellepora cfr. globularis Bronn. Lepralia sp.; L. cfr. cucullata Busck. [Ho trascritto l’ elenco con i numerosi errori che vi sono, il lettore li correggerà da se, senza difficoltà]. 116. — Waters A. W. — On Mediterranean and New-Zealand Reteporae and fe- nestrate bryozoa. Linn. Soc. Journ. Zool. vol. XXV, pag. 255. London 1894. In questa monografia sono profondamente studiate 8 sp. di Retepore del: Mediter- raneo e 3 della Nuova Zelanda; quelle del Mediterraneo sono : (B259) RE cellulosa TE to VI, E 17: 206 VIII! LO 261) AR. Couchii Hks., var. biaviculata n. v., t. VI, f. 18; var. aporosa VI 02: xa 263) R. complanata n. sp. t. VI, L 21; t. VII, £. 14-18... R. mediterranea Sm., t. VI, f. 14-16. (p. 264) R. Solanderia Risso, t. VI, f. 1-4. (p. 266) Palmicellaria parallelata n. sp. t. VI, £. 11-13, 19. [Per quest’ ultima specie veggasi: Neviani Antonio, 87. foss. Farnesina ece., Pisa 1895). 117. — Cortese E. — Descrizione geologica della Calabria. Mem. desc n carta geol. d’ Italia Vol. IX, Roma 1895. (P. 152) Nei calcari attribuiti al mio-pliocene di Piscopio : Retepora cellulosa L. (p. 171) nelle sabbie grossolane a Testa del Prato, attribuite al pliocene : Membranipora catenularia Jam,; MU. Flemingîi Bk,; M. fenestrata Rss. è ; Alecto repens Wood. [Determinazioni fatte dal dott. Giov. Di Stefano]. 118. — Meli R. — Molluschi fossili estratti recentemente dal giacimento classico del Monte Mario presso Roma. Boll. Soc. Geol. It., vol. XIV, Roma 1895. Ac pag. 147, IPA. scrive. le buoni esemplari di Lichenopora mediterranea Blainv. = Discoporella mediterranea Busk; affissi su pezzi di Pectunculus e di Te- rebratula. 119. — Neviani A. — Briozoi fossili illustrati da Soldani Ambrogio nel 1780. — Boll. Soc. Zool. Rom., vol. IV, pug. 57-64, Roma 1895. L'A. passa in rassegna le specie di briozoi descritti e figurati da Soldani Am: brogio nel « Saggio orittografico » Siena 1780, riportandoli alla nomenclatura mo. derna. Esse specie sono : HI Ceriopora globulus Rss, Casentino. Membranipora reticulum Linn,, Crete senesi. Melicerita fistulosa Linn. Volterra. Cupularia reussiana Mnz., C. umbellata Defr,, C. canariensis Busk, Siena e Volterra. Lunularia ? sp., Siena e Volterra. Batopora rosula Rss,, San Quirico. Cellepora sp., Ripalto. Retepora sp., Ripalto. 120, — Neviani A. — Nuovo genere e nuova specie di briozoi fossili. — Riv. Ital. d. Paleont., pag. 82, Bologna 1895. Viene istituito 11 nuovo genere Vibraculina con le due seguenti specie: Vibraculina Conti, pag. 83, fig. A nel testo; della Farnesina (Roma). È Seguenziana, pag. 84, fig. B; di Spilinga (Calabria). 121. — Neviani A, — Nuova specie fossile di Stichoporina. — fiv. Ital. d, Pa- leont., pag. 247, Bologna 1895. i Passate in rassegna tutte le specie note del genere Stichoporina, |' À. istituisce la nuova specie S. persimplex (tig. nel testo) proveniente dalle marne plioceniche di Tor Caldara (Roma). 122. — Neviani A. — Nota preventiva sui briozoi fossili del postpliocene antico della Farnesina e Monte Mario. — Boll. Soc. Zool. Rom., vol. IV, pag. 65; Roma 1895. È una nota preventiva della memoria pubblicata nella Paleontografia italica; in essa nota sono riportate le diagnosi delle nuove specie. (Vedi al 2 m, 12% |’ elenco completo delle specie). ; 123. — Neviani A. — Briozoi eocenici del calcare nummulitico di Mosciano. presso Firenze. — Boll. Soc. Geol, It., vol. XIV, pag. 119 ; Roma 1895. (Pag. 120) Membranipora Hookeri Haime ; M. macrosioma Rss, ; M. sp. (p. 122) Onychocella angulosa Rss. (forma eretta). Conescharellina cocena n. sp. (con fig. nel testo). (p..123) Retepora sp. Idmonea cfr. carinata Roemer: Pavotubigera flabellata d' Orb, (p. 124) Diastopora tenuis Rss, Defrancia stellata Rss. (p. 125) Heteropora anomalopora Goldf.; H. dichotoma (Goldf. ; . stipita- ta Rss, (p. 126) Fungella plicata Has. Ceriopora megalopora Rss. ; C. arbusculum Rss. IV 124. — Neviani A. — Briozoi fossili della Farnesina e Monte Mario presso Roma. Con 2 tav. — Palaeont. ital., vol. I, pag. 77, Pisa 1895. I giacimenti dai quali sono stati tratti i seguenti briozoari sono riferiti al St- ciliano. (pag. 92) Aetea anguina L.,, A. truncata Landsh. t. V, f. 1. Scrupocellaria scruposa L. (p. 93) Vibraculina Conti Nev., t. V, {..2-4. (p. 95) Membranipora reticulum L.; M. Camillae n. sp. t. V, f. 5; M. cate- nularia Jam. ; M. irregularis d' Orb.; M. lineata L.; M. galeata Bk.; M. mi- nax Bk. (p. 97) Onychocella ‘angulosa RESRCIAVRSNZONO) SRI n. sp., Lt. V. fig. 6. (p. 98) Micropora hippoerepis Goldf. ; tV, £ 8; M. impressa Moll; var. Far- nesinae n. v., I. V, f. 9, M. exilis Mnz,, t. V, f. 10-11. (p. 99) Melicerita fistulosa L., t. V, f. 12; M. mutinensis Nam, t. V. f. 13, 14; M. Johonsoni BK,, t. V, f. 15-17. (p. 101) Cupularia canariensis Bk,; C. umbellata Defr,; C. reussiana a Mnz. (p. 102) Membraniporella nitida John., t. V, f. 18, 19. (p. 103) Cribrilina radiata Moll, t. V, f. 20, 21; C. figularis John, t. V. fig. 22. Chorizopora Brongniartii Aud. (p. 104) Microporella Malusii Aud.; M. ciliata L,, t. Vi, f. 24-25; var Ca- strocarensis n. v., t. V. f. 26, M. verrucosa Peach; M. violacea John, t. V. f 27, 29; M. tubulifera n. sp, t. V, f. 30; M. polystomella Rss.; M. decorata Rss;, t. V,£ 23. (p. 107) Zippoporina foliacea Ell, et Sol.; var. bidentata M, Edw.; H. Palla siana Moll; H. adpressa Bk. (p. 108) Myriozoum iruncatum Pall. (p. 109) Schizoporella Clerici n. sp., t. VI, £. 1; S. pulchra n. sp., t. V, f. 36, 37; S. linearis Hass,, t. V, f. 35; S. biaperta Michl,; S. Cavolinii n: sp., t. VI, f. 2; S. romana n. sp., t. V, f. 31-84; S. Meli n. sp., t. VI, f. 3; S. sul cata n. sp., t. VI, f. 43; S. Rigacci n. sp., t. VI, f.07; S. vulgaris Moll, t. VI, f. 13; S. Dutertreiî Aud., t. VI, f. 6: S. globulifera n. sp., t. V, f. 38; S. unicornis John., t. VI, f. 8-11; var. ansata Gr.; S. sanguinea Norm, ; S. pro- funda n. sp. t. VI, f. 12; S. auriculata Hass, (p. 116) Teuchopora n. gen. Teuchopora castrocarensis Mnz, sp., t. VI, f. 14. (p.- 117) Osthimosia coronopus S., Wood. (p. 118) Smittia Landsborowi John, t. VI, f. 16; S. cheilostoma Mnz,, t. VI, f. 29, 30; S. reticulata M. Gill; var systolostoma Mnz., t. VI, f. 22-27. (continua) Iv I OFFERTE D'OCCASIONE Boccette di vetro, con tappo di sughero, perla conservazione degli animali inferiori. Altezza mm. 38, diametro mm. 12. L. 6 il cento. L. 1,00 la dozzina. Vetri porta oggetti da osservazioni e preparazioni microscopiche. Semplici mil- lim. 38 X 76 L. 3 il cento - 26 X 76 L. 2, 50 il cento. Con canti smerigliati millim. 26 X 76 L. 5- 38 X 48 L. 4 -18 x 60 L. 3,50 il cento, Con cella di varia grandezza scavata nel centro, in vetro bianco ed il resto del ve- . trino rosso, a prezzi eccezionalmente miti. Dimensioni millim. 69 X 30. Assortimento di 15 con celle di varie dimensioni e franchi di porto L. ‘7. Vetrini copri oggetti per preparati microscopici, quadrati, tondi e rettangolari, di diverse grandezze, da L. 1, 50 a L. 5,00 il cento. Assortimento franco L, 10. Volumi in vendita presso l'Agenzia di questo periodico: (Sconto 20 0/0 ai soli abbonati alla vista Ualiana di Scienze natu- rali o al Bollettino del Naturalista o all’ Avicula). FaiLa-TEDALDI Luci - Giossario entomologico corredato del Registro Latino-Italiano delle voci citate. Vol. di pag. 186, formato 8.° grande, con 1] tavole. Prezzo L. 5. LucireRo ArManDo - Avifauna Calabra. Elenco delle specie sedentarie e di passaggio in Calabria. Vol. di pag. 79 in 8.° grande. Prezzo L. 4, 00. i Ronna E. - Gili uccelli nidiacei. Allevamento - Educazione - Malattie - Cure. Vol. di pag. 58 in 8.° Prezzo L. 1,50. VacLon G. - Dall’ Opera « La Specola ornitica » di Helgoland del Gàtke. Vol. di pag. 54 in 8.° Prezzo L. 1, 50. Sommario del N° 11-12 della” Rivista italiana di Scienze Naturali ,, Perlini Renato. Elenco dei Lepidotteri propri soltanto all'Italia. Pag. 129. Brunelli Gustavo. La Gastraea-Theorie e l'origine del canal neurale nei Cordonii Pag. 138. Lucifero Armando. Mammalia Calabra. Elenco dei mammiferi calabresi (Cap. Il e III. cont.)Pag. 143. Gargiulo dott. Antonio. Contributo all’ Istologia del tessuto di sostegno nelle Glandole (Ricer= che) (cont.) Pag. 148. Rivista bibliografica. Pag. 150. — Bibliografia italiana di Scienze naturali. Pag. 154. Notiziario. Pag. 156. — Indice dell’ annata 1903. Pag. I-IV. CATALOGO DEI COLROTTRERI D'ITALIA compilato dal dott. STEFANO BERTOLINI (Pag. 144 in 16.0). Annunziamo di aver terminata la pubblicazione a dispense di quest’ opera cominciata nel 1899 sotto gli SUSpio del compianto Cav. Sigismondo Brogi. Essa è una 2.* edizione che riassume tutte le specie finora conosciute dei coleotteri d’Italia, con l'aggiunta dei cenni sulle regioni da ciascuna abitate. I collettori troveranno in essa un’ottima guida per ordi- nare le loro raccolte, giusta i più recenti sistemi e in pari tempo un utile anzi indispensabile intermediario nelle molte- plici relazioni fra loro. Corrisponde a ciò il suo poco volume, il formato tasca- bile e la soppressione in massima parte della sinonimia e dei sottogeneri. Nella compilazione della medesima, in cui tanto si è di- stinto l’ Egregio A., portarono degno contributo gli esimi co- leotterologici : cav. Baudi di Selve, Damry, A. Dodero, prof. A. Fiori, dott. A. Griffini, conte U. Lostia, P. Luigion, dott. E. Schreiber e l'illustre barone dott. Lucas v. Heyden. Al fine di renderla più possibilmente diffusa si è messa in vendita al prezzo mite di L. 3,00 Hanno pagato l’ abbonamento 1904 (i. nota) Abeni ing. Crescenzio — Arezzo Duca Francesco — Bargagli march. Pietro — Bassi Angelo — Bazzi ing. Eugenio — Belicchi Laura — Bonalda rag. Carlo — Bordo cav. uff. Felice — Caffi sac. prof. Enrico — Caiani Gino — Carbone ten. Carlo — Cavagnaro Tito — Cavazza conte Filippo — Cozzi sac. dott. Carlo — Fanales - Coniglio dott. Giacomo — Ferragni Odoardo — Giacomelli dott. Pietro — Leonardi dott. Cosimo — Longo prof. Andrea — Lucifero Armando — Mariani Domenico — Masolini conte Giacomo — Mettina Ettore — Mezzana prof. Niccolò — Michelazzi Francesco — Moro Massimo — Papassogli prof. G. Paolo — Paulueci march. Marianna — Perrotta dott. prof. Andrea — Picchi Cecilia — Pinelli Gentile march. Giacomo — Primatesta Arturo — Raffaelli prof. dott. G. Carlo — Rangoni March. dott. Giuseppe — R. Accademia Valdarnese del Poggio, Montevarchi — KR. Istituto Tecnico, Bari — Rezzonico dott cav. Giulio —Roccella dott. Federigo — Roncalli conte dott. Alessandro — Ronna Antonio — Rossini dott. Luigi — Ruggeri Pietro —- Sangiorgi dott. Domenico — Senesi avv. Ranieri — Schiavetti Daniele — Scialbero Multedo G. — Unione zoologica Livornese, Livorno — Venturini dott. Venturino — Vitale agr. Francesco — Zonghi- Lotti Niccolò. (continua) SA A UH SI ABBUNANU le, con sole lire cinque saldano 1’ abbonamento al Giornale Ornitologico ed al Bollettino del Naturalista, oppure alla Rivista ed al Bollettino del Naturalista ; e con sole lire otto saldano l° abbonamento per giorna la del genzia TUTTI COLORO CHE PAGANO L'ABBONAMENTO ENTRO I PRIMI PRE MESI DELL'ANNU, E LUI LI GULUKY AD ANNATA INCOMINCIATA, inviando l importo direttamente all’ A # tutti e tre questi periodici. I nuovi abbonati ricevono sempre tutti i fascicoli arretrati dell'annata. tali. ù, per Îe maggiori spese pos Gli abbonati esteri dell’ Unione postale pagheranno L. 1,00 di più, e quelli degli altri Stati L. 2,00 di pi Scienza e pratica Conto corrente con la posta di - Mie. 190 1 ‘TINO DEL NATURALIST OLLET Ì NA LU Collettore, Allevatore, Goltivatore, Heelimatatore Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 8. Per gli Stati della unione postale L. 3,50. Altri Stati L. 4 ANNO XXIV Istruzione e diletto PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni nazionali di Palerimo e dì Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali ed al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scambi e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i professori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Richieste e offerte ece. ecc. (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principalmente quelli nominati nella copertina della Rivista Italiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Sienu all'Agenzia in Via B. Peruzzi 28,e da tutti gli utfici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal prinewpio di ogni anno con diritto ar fascicoli arretrati. L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoliseparati costano cent. 30 perogni 16 pag.ditesto. Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano i manoscrilti. Ia Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L.6il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono ‘collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei moltivantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc. ; fare offerte e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. Le inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- sare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non ' si ha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però ne viene accordata la ristampa, pagando un piccolo com- penso. Dallainserzioni gratuite sonn per regola esclusi gli sian 2 scritti che contengono avv2s32 dì acquisto 0di vendita, o che possono servire di reclame commerciale, Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati chelanno già pagato l’ab. bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta ae non è espressamente richiesta dall’ abbonato. TL’ amministrazione s'incarica di rappresentare gliab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corrì- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso dacombinarsi. ) : La direzione può, in casieccezionali,rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustiticazioniin proposito. ] manoscritti non pub- blicati possono essere ritirati dagli autorizaproprie spese Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fascicolo, ne sarà loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis, purchè la richiedano entro | annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non siinviano che contro pagamento, Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L ], per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsì nelle ap- posite pagine costano L. ogni? centim, di spazio cecu- pato in una colonna, o. cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. Si annunziano le pubblicazioni ricevute e si fa speciale menzione diquelle delle quali ci pervengono due esemplar- Tutti i pagamenti devonò essere anticipati, Chi desìdara risposta unisca i francobolli necessari, o scriva in car- tolina con risposta pagata. Agli Abbonati che sono regolarmente in pari con l’ Amministrazione di questo pe- riodico, previa richiesta, verranno spedite con ribasso di prezzo e franche di porto le seguenti pubblicazioni : Dall’ Opera « La Specola ornitica » di Helgoland del Gitke, per G. Vallon. Pag. 54 in-8. Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. Gli uccelli nidiacei - Allevamento - Edu- cazione - Malattie - Cure di Ronna E. Pag. 58 in-8 L. 1,50 per L. 1,00.» Glossario entomologico, corredato del re- gistro Latino-Italiano delle voci citate, redatto da Luigi Failla Tedaldi. Pag. 186, formato 8.° grande (con ll tavole) L. 5 per L. 3,50. Avifauna Calabra. Elenco delle specie di uccelli sedentarie e di passaggio în Calabria, di Lucifero Armando Vol. di pag. 79 in-8. L 4,00 per L 2,50. La Valtellina ed i Naturalisti. Memo- ria divisa in $ capitoli: . Generalità - 2. Zoo- logia - 3. Botanica - 4. Geologia - 5 Minera- logia e litologia - 6. Idrologia e meteorologia. Appendici, per il dott. M. Cermenati. Vol. di 287 pag. in-8. Prezzo L. 3 per L. 2,50. I Pesci del Trentino e nozioni elementari intorno all'organismo, allo sviluppo ed alla fun- zione della vita del pesce, del dott. .V. Larga- tollî in 2 vol. con fig. L. 6,50 per L.: 5,50. Carta murale dei Pesci del Trentino com- pilata dal dott. V. Largazolli. Montata L. 2,50 per L. 2,00, non montata L. 2,00 per L. 1, 50. Le funzioni della vita, Preliminari. La Riproduzione, del prof. E. Paratore. Pag. 25, formato in 8.° grande, L. 2,00 per L. 1,00. La Geologia agricola e le rocce della provincia di Roma e di Perugia per il dott. G De Angelis d’ Ossat (1.8 Parte), Pag. 27 in-8. L. 1,50 per L, 1,00. Quadri cristallografici per le scuole se- condarie del prof. E. Paratore. 12 pag. L. l per L. 0,40. Gli insetti nocivi alla vite, loro vita e modo di combatterli del dott. A. Lunardoni. Pag. 54 con molte figure in colori L. 2 per L. 1,50. Monografia illustrata degli uccelli di rapina in Italia del dr. G. Martorelli. Grande volume di 211 pag. in-4 con tav. in colori e fig. intercalate nel testo L. 20 per L. 18. Gli uccelli e l’ agricoltura. Osservazioni di G. Fabani L. 0, 60 per L. 0,40. Nozioni elementari di storia naturale ad uso delle scuole secondarie, classiche e tecni- che per il prof. A. Newiani - Anatomia, Fisio- logia e Tassinomia animale. Vol. di 440 pag. con 464 fig. L. 3,00 per L. 2, 50. Meccanismo interno ed esterno del volo degli uccelli per il prof. ©. Fabani L. 0,60 per L. 0,30. Avifauna del prof. Gasparini con la dia- gnosi di tutte le specie degli uccelli italiani. 296 pag. in 8. L. 5 per L. 2,50. Manuel du Naturaliste per A. Granger. Raccolta, preparazione, imbalsamazione, ecc. ecc. Pag. 332 con 257 fig. (1895) L. 4,50 per L. 3,00. L’art d’empailler les petits animaux semplifié par P. Combes. Un vol. con fig. L. 1 per L. 0,80. Piccolo atlante botanico di 30 tav. con 2583 fig. in colori preceduto da brevi nozioni di Botanica descrittiva per le scuole secondarie del prof. Vincenzo Gasparini. 2.à edizione mi- gliorata ed accresciuta L. 3,50 per L. 2,50. Manuel du Lepidopteriste par G. Paris. Catalogo delle specie, caccia, preparazione, clas- sificazione, maniera di allevarli ecc. 320 pag. con figure L. 3,75 per L. 3,00. Conseils aux amateurs pour faire une collection de papillons. Classification, pre- paration et conservation. Par M. Beleze. Con 32 fig. L. 0,80 per L. 0,50. Viaggio in Oriente pel cav. dott. F. Tassi. Pag. 130 L. 1 per L. 0, 40. I funghi mangerecci e velenosi, deseri- zione, modo dì cucinarli e conservarli. Con 23 tav. colorate, per C. Rossi. Pag. 140 L. 1,50 per L. 0,80. Sono i piccoli uccelli utili all’agricol- tura? per D. G. Salvadori. Pag. 22 L. 0,50 per L. 0125. La protezione degli animali in rapporto ai loro diritti ingeniti e acquisiti all’ umano consorzio e alle leggi, per il prof. GreMlo Nic- colò L. 2,00 per L. 1,20. Considerazioni sulla intelligenza degli animali per il prof. N. Grz/lo. Un Vol. di 70 pagine L.1,10. per L. 0,80. Traverso la Sardegna per il dott. N. Grillo. Vol. di 78 pag. L. 1,00 per L. 0,70. Il Mimismo del regno animale per il prof. C. Socini. Pag. 72 e 5 tav. con molte fig. L. 3,00 per L. 2,00. L'uovo e le sue prime trasformazioni per il dott. Cermenati Mario. Pag. 46 in-8. Prezzo L. 1,00 per L. 0,50. Terapia clinica dei Difterici per il cav. uff. prof. Cozzolino Vincenzo. Pag. 101 con 10 figure L 2,00 per L. 1, 50. Manuale di Geografia fisica con alcune nozioni elementari di Astronomia per Fabrett: Ferdinando. Pag. 359 in-8 con figure L. 3,50 per L. 2,00. Zootecnia. Pregi e difetti degli animali do- mestici col modo di conoscere l’ età per Cavagna Gaudenzio. Pag. 280 in-8. Prezzo L. 2,00 per L. 1,50. La cultura dell’ Olivo e la estrazione del- l’olio di Passerini Napoleone. Pag. 132 in-8 con figure. Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. Metodo per preparare Tavole murali per la Scuola del dott. Polî prof. Aser. Pag. 8 in-8 L. 0,50 per L. 0,30. Manuale del trattamento del Cavallo del march. Carlo Costa. Pag. 280 in-8. Prezzo L. 3,00 per L. 2,00. Elementi di Agraria ad uso delle Scuole di Agricoltura del prof. Napoleone Passerini. Pag. 272 in-8 con figure. L. 2,50 per L. 2,00. Elementi di Tassinomia vegetale ed animale del dott. Luigi Bordi. Pag. 100 in-8. Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. Elementi di Zoologia agraria del dott. Eugenio Bettoni. Pag. 392 in-8. Prezzo L. 3 per L 2,50. Falconeria moderna. Guida pratica per. addestrare alla caccia le principali specie di Fal- conidi per A. U. Filastori. 2. Ediz. Pag. 36 in-8 con figure. L. 1,25 per L. 1,00. Migrazioni e Faune pel sac. prof. Cesare Gaffuri. Pag. 255 in-8. L. 2,50 per L. 1,80. Anno XXIV N, 2 15 Febbraio (904 BOLLETTINO DEL NATURALISTA — Sollettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali ed al Giornale Ornitologico italiano | Abbon. annuo per l'Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L! 4, SOMMARIO Pasquale prof. F. Su di alcune piante rare e di altre naturalizzate della provincia di Reggio Calabria. Pag. 9. Bernardi Ilio. L' Albinismo nei Rettili (Natrix torquata) Pag. 12. I Rettili e gli Anfibi del Li- vornese. Pag. 14. Bortolotti dott. Ciro. Determinazione di alcuni lombricidi raccolti nei dintorni di Bologna con un cenno sulla classificazione degli Oligocheti Terricoli. Pag. 16. Notiziario Pag. 18. — Invenzioni e Scoperte. Pag. 20. — Insegnamenti pratici Pag. 20 — Notizie di caccia. Pag. 21. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pag. 22. — Richieste e offerte (gratis agli abbonati) Pag. 23. Su di alcune piante rare e di altre naturalizzate della provincia di Reggio Calabria per F. PASQUALE — Napoli ANCO Occupandomi della flora di questa estrema punta d’Italia, di cui ho già pubblicato una 1.* contribuzione nel Boll. della Soc. Bot. it. 1897, nella ricca raccolta di piante, fatta da me nelle diverse escursioni, trovo delle specie che son degne di nota a parte. Fra le felci è sempre notevole la Woodwardia radicans Sw., della quale ho scoverto altre due località ('), una tra Anoia e Giffoni, nella vallata cosid- detta Viterito, presso una piccola sorgente d’acqua potabile; 1 altra presso le sorgenti dell’acqua potabile di Cinquefrondi, sulla via rotabile che mena a Mammola. In queste due località trovasi in quantità considerevole. Nella vallatella di Poro, presso il cimitero di Maropati, va scomparendo questa bella felce, a causa degli interri e sterri che ivi si praticano per la costruzione e mantenimento di detto cimitero. Il Nephrodium spinulosum Desv., per la Calabria U.* I? è raro, perchè l’ho trovato soltanto in una vallatella boscosa, ove è una sorgente di acqua freschissima, presso il Ricovero governativo detto Caserma, sull’ altipiano della Melia. In quest’ ultimo settembre, per la 2.* volta, ho constatato la presenza, ed abbondanza, di questa felce. La Tinaea cylindracea Biv., Orchis Atlantica W., l’ ho trovata scarsissima in un solo Oliveto, detto la Chiusa, presso Anoia, forse nella stessa località ove fu trovata da mio padre (*). .. (4) vedi F. Pasquale, di alcune nuove stazioni della \Woodwardia, radicans. Bull. Soc. Bot. it. 1893. (2) Vedi Parlatore FI. it. vol, III 10 Per effetto della coltura questa dilicata pianticella scomparisce per alcuni anni e ricomparisce in altri . L’Ephedra vulgaris Rich. (E. distachya L.) già notata nella citata mia 1.* contribuzione alla flora Calabrese, si trova solo a S. Ferdinando sul littorale tirreno, come fu notato anche da mio padre (vedi Parlatore, FI. it. vol. IV.). Lungo il littorale jonico poi è abbondantissima. i I frutticelli sugosi e dolci di questa pianta, di estate, offrono abbondante e nutritivo pascolo alle capre. Il Iuniperus Phoenicia L. sì vede scarsamente al versante jonico. La Diotis candidissima Desf. abbonda sulla spiaggia tra Nicotera e San Ferdinando, mentre non mì è riuscito vederla sulla spiaggia Jonica. L’ Acarna gummifera Wild. (Carlina) trovasi sui colli di Reggio, ma è più comune sui colli e marina di Bova. L'ho trovata in fiore, in quest’ ultimo settembre, anche sui monti di Gerace, ai piani detti Cresta. L’ Impatiens Noli-tangere L. l'ho trovata in un sol punto, al Caradi, presso la grande sorgente d’acqua. Il Nerium Oleander è sempre più abbondante lungo il litorale jonico, ove assieme alla Vitex Agnus Castus forma splendido ornamento fiorito. Non esi- ste che scarsamente al litorale tirreno. La Phlomis fruticosa L. l’ ho trovata con frequenza alla marina di Bova. Nella flora italiana è segnata come pianta degli Abruzzi e Sicilia, io invece la rinvenni (1879) anche nelle Puglie a Palagianello. Il Ricinus communis L. è un’altra pianta che naturalmente adorna il litorale jonico, ove è abbondante. Invece è scarso nel litorale e luoghi marit- timi del versante tirreno (a Rosarno). Il Dianthus virgatus Pasq., abbonda sempre sulle rocce e vecchio castello di Grotteria. La Moricandia arvensis DC, (Brassica) è una crocifera piuttosto rara. Nell’ erbario di mio padre vi sono saggi trovati a Reggio. Io l’ ho trovata alla marina di Bova, su quei poggi di natura marnosa. Non mi è riuscito vederla in altri luoghi della Provincia. La Sinapis virgata Presl. (S. laevigata L.) non solo trovasi sulle rupi e castello di Scilla e Bagnara, ove fu notata dal Gussone e dal Pasquale, ma è comune dalla marina jonica a salire sugli altipiani di quei monti. La Paeonia corallina Retz. (P. officinalis b. mascula Blachv.), già tro- vata da mio Padre nell’ antico bosco di Rosarno (*) oggi è molto rara, essendo stato quasi distrutto il detto bosco. L'ho trovata alcuni anni fa presso Sarto- polo, al confine del restante bosco. È notevole l’ abbondanza della Capparis sicula, Duh, sui colli argillosi e (4) Rel. sullo Stato fisico-econ. agr. della 1. Calabria Us. Atti del R. Ist. d’Incoraggiamento di Napoli 1862. Il marnosi marittimi del versante jonico, mentre manca dall’ altro versante, il quale è del tutto roccioso, ove però vien bene l' altra specie e cioè la Crupestris. Quanto sia difficile la coltura di quest’ ultima specie, ognuno lo sa; ma non è così della Capparis sicula, la quale vien bene nei terreni smossi e la- vorati. Io ne proporrei la coltura, su quei terreni incolti di natura marnosa del versante jonico, sicuro che potrebbe dare abbondante prodotto, anche per l'esportazione. Sarebbe almeno da farne un tentativo, essendo questa coltura del tutto nuova. È vero che questa pianta, dalle spine adunche, è alquanto impraticabile, ma coltivata a larghe porche, con viottoli di passaggio fra esse, darebbe agio a farsi la raccolta degli alabastri e dei frutticelli, senza diffi- coltà. Fra le ombrellifere ho rinvenuto una specie molto rara: il Sison Thomasi del Tenore, in una valletta umida boscosa di Monte Pecorano, nella provincia di Catanzaro, confinante quasi colla Provincia di Reggio, e propriamente sul principio della via rotabile che discende a Ferdinandea. Forse è la stessa lo- calità ove fu trovata dal Thomas, la prima volta. Fra le piante naturalizzate da antico tempo, oltre al Ricino, sopraccennato è l’ Agave americana, detta Zammàra dai calabresi. Da questa pianta si trae eccellente filaccia, ma in Calabria non se ne fa grand’ uso, mentre darebbe ot- timo prodotto, specialmente oggi che è ricercato in commercio. Si trova, oltrechè coltivata per uso di siepi, anche spontanea nei luoghi marittimi del versante sud della Provincia. Da antico tempo è ancora naturalizzato l’ Helianthus tuberosus, L. (Topi- nambour), il quale nasce spontaneamente nei vigneti ed altri luoghi coltivati. Però è poco noto, ai contadini, l’uso dei tuberi. Da poco tempo sono naturalizzate due piante esotiche :l’ Oralis cernua a fiori semplici, ed il Senecio scandens. La prima l'ho trovata con frequenza sulle rocce dell’ alta costa di Scilla. Ivi sarà stata disseminata dagli uccelli e non propagata per tubercoli dalle colture, perchè trovasi in luoghi incolti e quasi inaccessibili. Il Senecio scandens, DC., pianta del Capo di Buona Speranza, sarà stato importato dalla coltura nelle villette delle Stazioni ferroviarie, perchè la com- parsa di questa pianta, allo stato di spontaneità, data non prima della costru- zione della linea Reggio-Battipaglia. Fra le piante che si coltivano, ho notato la Batatas edulis, Chois. (Convol- vulus Batata, L.) in quel di Bova (marina) coltivata molto accuratamente dall’ Ing. Sig. P. Tripepi. (12 BERNARDI ILIO L'ALBINISMO NEI RETTILI (Natrix torquata) n ——_ _— Ai casi più frequenti di albinismo nei mammiferi e negli uccelli, noi non possiamo opporre per i rettili che casi molto rari, tantochè, come nel 1879 annunciò il Pirotta (') in una sua nota su tale argomento, poco anzi punto è detto, non solo nei trattati riguardanti simile materia, ma anche nelle memo- rie pubblicate intorno all’ albinismo negli animali. Ma, se mai nei rettili ho potuto scorgere dei casi di leucocroismo od albinismo perfetto, ebbi agio però poco tempo fa di osservare due spiccati casi di cloroclorismo o scoloramento in due individui di Nazrix torquata, da me raccolti a Tombolo in provincia di Pisa. Dei due individui uno morì subito per ferita ricevuta, l’altro vive tut- tora ed ha, non è molto, compiuta la muta, muta che mi dette adito ad osserva- zioni importantissime come più sotto vedremo. L'individuo morto era di media lunghezza: conservato presenta ben spiccati tutti i caratteri della sua specie. Ben distinto il collare e le macchie nere lungo il dorso; non ha però colori molto vivi, che anzi si fa notare per un impallidimento generale delle sue tinte, impallidimento che non impedisce però di conoscere in lui, come abbiamo detto, gli eleganti contorni di cui è screziato il suo corpo. Per una stranezza però sì fa distinguere; per l’ occhio bianco, di un bianco-opaco che per molto tempo mi fece credere l'individuo cieco nato, sen- za che sfortunatamente potessi fare esperienze in proposito su tale soggetto, per la morte che, come ho detto, lo colse la notte stessa della cattura: vedremo però come fossi in errore. — Si noti alla particolarità che l'individuo cattu- rato era nel periodo più acuto della sua muta, muta che fu poi continuata da me sullo stesso individuo morto, perchè meglio apparisse nel liquido conser- vatore. L'altro individuo da me catturato, certo più vecchio del precedente, si mantiene tuttora benissimo: ho notato in lui una diffidenza accentuata, una mansuetudine davvero meravigliosa con una Zacerta muralis, sua compagna di prigionia, una collera veemente ma passeggiera quando è molestato, poca viva- cità, ed un discreto accorgimento dei disturbi e dei disturbatori. Nei primi di Ottobre quest’individuo fu colto dalla muta che continuò ra- pidamente il suo svolgimento; ma ciò che mi meravigliò fu vedere una sera quando il periodo di cambiamento della pelle era nella sua fase più acuta, il colore degli occhi della mia Natris passato dal giallo normale al bianco-opaco (') Dott. Romualdo Pirotta. Di alcuni casi di albinismo nei rettili. Estratto dagli Atti della Società Italiana di Sc. Nat. Vol. XXI. ME proprio identico a quello della Natrix da me conservata, mentre intanto colla muta i colori si erano manifestamente impalliditi, mantenendosi però sempre distinti; in tale stato durò due o tre giorni, non mutando per nulla dal suo u- more solito e niente dando a mostrare di sofferenza, d’ inquietudine e di anor- malità; già dubitavo che il caso per la seconda volta mi avesse fatto imbat- tere con un individuo cieco (non più tale nato, però) quando improvvisamente il colore degli occhi tornò allo stato normale, senza portare con sè alcuna differenza nel modo di vita della mia Natrix; fin da quel momento mi sorse in mente la correlazione che vi era fra i due individui raccolti, ambedue sotto muta, e di essa ambedue sotto il periodo più acuto. Meravigliato da simile fenomeno andavo cercando chi potesse darmene una spiegazione, quando mi capitò fra le mani l'opuscolo del Pirotta (op. cit) riguardante proprio alcuni casi di albinismo nei rettili e fra questi anche nella Matrix torquata o Tropidonotus natrix. Anche l’ Egregio A. parla dei colori sbiaditi osservati (come io ebbi agio di osservare nel mio caso) nel- l'individuo che fa parte della collezione del Museo Civico di Pavia e dice che ciò non può attribuirsi all’ essere stati gli animali presi appena dopo la muta (fatto invece concordante con quello da me osservato) poichè questo fenomeno non può influire che poco ed in modo relativo sulla colorazione, giacchè nei ret- tili il pigmento è situato non nell’ epidermide, ma nel derma sottoposto ; strato questo ben differente per struttura e per posizione ; dice poi che circa alle cause non sa pronunciarsi « essendo affatto sconosciute - riporto a parola - quelle condizioni speciali di vita in cui si trovarono gli animali studiati, e che deb- bono avere avuta tanta importanza nei cangiamenti di colore ». Curioso di conoscere la cosa finchè era in mio potere, tolsi il famoso esemplare di Natrix conservato nell’ alcool e presentante lo stesso fenomeno negli occhi e con cura mi riuscì di sollevare l'antica pelle della muta, poi la membrana, finchè tutto il globo oculare mi apparve di un bianco-opaco deciso. Ora dati i fenomeni da me studiati su questi due individui, riferendomi sempre ai casi da me osservati, mi sembra di poter concludere; finchè non potrò ottenere prova contraria : 1.° che il cloroclorismo che si manifesta in certi individui ha una sua cau- sa e forse la principale nella muta, e in ciò la mia opinione differisce da quella del Pirotta, muta che riconduce i rettili a muova esistenza, dandogli colla nuova pelle, nuovo ardire e nuova vivacità, come ho potuto osservare sull’ individuo da me tenuto in prigionia. 2.° che l’albinismo perfetto negli occhi non può che dipendere dalla fase più acuta, dal periodo critico insomma, della muta, giacchè compare con esso e con esso sparisce, come ho potuto osservare e come ho già detto più sopra. Non posso per ora estendermi di più su tale argomento, non avendo dati i fatti da me notati, oltre quelli già descritti. Però voglio sperare con nuovi dati, di 14 poter dire presto, più e meglio di quanto ora non abbia fatto, su uno dei fe- nomeni meno conosciuti della scienza erpetologica. I Rettili 8 gli Anfibi del Livornese —___*0t__e © T®=—»— Senza alcuna pretesa, ma solo per contribuire, per quanto sta in me, allo studio della Fauna erpetologica del nostro paese, mi accingo a numerare tutte quelle forme di Rettili e di Anfibi che ho potuto notare nelle mie frequenti escursioni per le campagne Livornesi, contentissimo se alcuno vorrà inviarmi le sue osservazioni fatte in questo stesso ramo, le sue note, i suoi pareri. — Poche sono le specie che io avrò a numerare; devo però avvertire che la scar- sità delle specie è spessissimo compensata dalle numerose varietà, varietà che io non starò a numerare, anche perchè per molte di esse manca un vero e proprio nome speciale. RertTILI 1) (Sauriani) Platidattilo (Platidactylus mauritanicus, Gmel.) Comunis- simo da per tutto specialmente sui muri scrostati e sugli edifizi in rovina. È troppo comune per trattenercisi sopra in special modo. 2) Ramarro (Lacerta viridis, Daud) Comune dappertutto e brulicante special- mente nella foresta di l'ombolo, dove appare in tutto il suo splendore di verde-smeraldo; se ne trovano parecchie varietà, distinte specialmente dal- la tinta dei colori. 3) Lacerta muralis (Wagl.) Varia per il suo abito, tendente per lo più al ver- de, di rado al bronzeo ed anche al nero nella varietà quasi esclusiva delle mu- raglie. Si trova dappertutto sui muri, sui prati, sui campi, in montagna, in pianura. 4) Lacerta campestris (De Betta) e Lacerta rubriventris. Sono due varietà © della precedente, distinguibili la prima per il suo Radifat quasi esclusivo dei campi, la seconda per il suo ventre di un rosso-aranciato uniforme. 5) Orbettino (Anguis fragilis, Linn.) Da me non mai riscontrato; mi si assicura invero la sua cattura, benchè rara; temo però che sia stato confuso con la 6) Luscengola fenarola (Seps chalcides, Cuv.) Certo molto più comune del precedente e da me spessissimo riscontrata specialmente fra i giuncheti che fiancheggiano le acque del Calambrone. 7) (Ofidiani) Biacco (Zamenis viridifavus, Lacep.) Assai comune in tutti i nostri dintorni e specialmente con tutti gli altri ofidiani nostrali, lungo il Calambrone e nel bosco di Tombolo, dove appare anche al principio della primavera sotto i mucchi di paglia e di fieno. 8) Natrice d’ acqua (Natrix torquata). Più comune anche del precedente, lungo i canali ed i fossati che si trovano nella località detta il Calambrone ed anche fra le piante, che attorniano le piscine di Tombolo, dove trova 15 facile cibo nei pesci della famiglia dei Ciprinidi che popolano quelle ac- que paludose. 9) Vipera (Vipera aspis, Linn.) Non è stata mai da me trovata per quante ricerche ne abbia fatte. So però da fonte sicura che a grande intervallo di tempo, è stata catturata qualche volta in Tombolo, dove più che altro si trova; credo però che la grande frequenza di questo rettile nella fo- resta suaccennata non debba riferirsi ad altro che all’ ignoranza, in tal ma- teria, dei nostri contadini che facilmente la scambiano con una Natrix. 10) (Cheloniani) Testudo graeca (Linn.) Da me non mai incontrata, ma fa- cile però a trovarsi presso i venditori che fanno commercio di animali vivi dei nostri dintorni. 11) Testuggine palustre (Testudo Europaea, Schn.) Facile ad incontrarsi, ben- chè non molto comunemente, alle piscine di Tombolo. 12) Chelonia (Brongn.) Le specie di questo genere s’ incontrano non di rado sui nostri mercati, catturate per lo più non molto lungi dalla costa. ANFIBI 13) (Anuri) Raganella (Hyla arborea Linn.) S' incontra spesso nelle pia- nure paludose dell’ Ugione e del Calambrone, attaccata ai giunchi che sporgono dall’ acqua. 14) Rana esculenta (Linn.) Comunissima dovunque sia acqua, 15) Rana temporaria (Linn.) Meno frequente della precedente ; facile ad in- contrarsi nei prati umidi e nelle pianure acquitrinose, piuttosto che nell’ ac- qua con la R. esculenta. 16) Rana agilis (Thomas) Assai comune con la precedente. 17) Bufo vulgaris (Laur.) Comune nei boschi umidi sotto i sassi e le ra- diche delle piante e facile ad occultarsi per il suo colore che spesso si confonde con quello dell’ ambiente. 18) Bufo viridis (Laur.) Più appariscente del B. vulgaris anche perchè si trova per lo più unito a molti altri individui della sua specie nelle acque dei nostri dintorni. 19, (Urodeli) Salamandra maculosa (Laur.) Non ho mai trovato un indi- viduo di questa specie, ma ne ho potuti vedere due catturati nei boschi di Limone, che fanno ora parte della collezione erpetologica del Liceo di Livorno. 20) Triton cristatus (Laur.) Abbondante in tutta la foresta di Tombolo mentre il i 21) Triton taeniatus (Schn.) lo sorpassa in numero nel torrentello « Cigna » presso Livorno. 22) Posso assicurare inoltre di aver trovato nel centro di Tombolo, in un piccolo fossato un tritone di dimensioni uguali all'incirca a quelle del T. taeniatus, superiormente di un color nero olivaceo, percorso da una linea giallo-dorata spiccatissima inferiormente di un color aranciato (su di un'area assai maggiore di quella che si mostra nel T. taeniatus) sparso di picco- lissimi punti neri; essendo privo di cresta, ritengo essersi trattato di una 16 ‘femmina. Voglio sperare che nuove catture conferineranno la mia opinio- ne, trattarsi almeno di varietà non ancora segnalata. Livorno, 25 Decembre 1903. BORTOLOTTI dott. CIRO Determinazione di alcuni Jombrieidi raccolti nei dintorni di Bologna CON UN CENNO SULLA CLASSIFICAZIONE DEGLI OLIGOCHETI TERRICOLI ZII ma —__ Gli Oligocheti terricoli hanno avuto molti studiosi che alla loro conoscenza, classifi- cazione e biologia si dedicarono per lungo tempo. La difficoltà della conservazione, la poca agevolezza del raccoglierli, non sono ostacoli trascurabili per il loro studio. Le minime dif- ferenze tra individui di specie diverse, i confini non nettamente determinati dalle singole famiglie, fecero nascere una singolare, multipla nomenclatura per famiglie, generi, specie. Non si potrebbe oggi rigorosamente trattare degli « oligocheti terricoli », anzi le ul- time pubblicazioni su questi animali tendono a sopprimere una tale nomenclatura dovuta all’ « habitat », giacchè una distinzione netta fra « habitat » terricolo e limicolo non si può fare. Tuttavia credo opportuno conservare la dizione di terricoli e di limicoli per i due sott’ ordini degli oligocheti, comprendendo il primo specie generalmente viventi nella terra e che per caratteri anatomici particolari si distinguono dalle specie del'secondo gene- ralmente viventi nel limo. Il Perrier fa del sott’ ordine dei terricoli una sola famiglia paragonabile alle numerose famiglie dei limicoli. Distingue poi la famiglia in quattro gruppi o sottofamiglie a seconda della posizione degli orifici maschili. Il Beddard segue il Perrier Il Vejdovshy nel suo « System und morphologie der Oligochaeten » non fa una divi- sione fra terricoli e limicoli e non ne conserva la nomenclatura ; divide tutti gli Oligocheti in 17 famiglie in cui le ultime 9 corrispondono al sott’ ordine dei Terricoli. Il Rosa invece ne fa, come il Perrier, una sola famiglia equivalente alle altre numerose dagli Oli- gocheti. La divide poi in sei sottofamiglie. Fu determinato a questo osservando che fra le suddivisioni dei Terricoli fatte dagli altri autori v’ era una affinità molto grande e che non si potevano tra esse notare delle differenze paragonabili a quelle esistenti fra le altre famiglie di Oligocheti. Il Rosa osserva che sopratutto 1° apparato sessuale è caratteristico in tutti i Terricoli, giacchè presenta, malgrado le diverse modificazioni, una ‘straordinaria uniformità nelle disposizioni essenziali. Il Michaelsen nella sua recente monografia sugli Oligocheti fa, delle sei sottofamiglie dei Terricoli del Rosa, quattro famiglie equivalenti alle altre degli Oligocheti che riduce complessivamente ad undici. Io credo sia ottima cosa seguire in parte il Rosa, in parte il Michaelsen; considerare cioè i « Terricolae » come una famiglia corrispondente alle altre degli Oligocheti (Rosa), ma non suddividerla in sei sottofamiglie, bensì in quattro, considerando come tali le quattro famiglie del Mi chaelsen corrispondenti ai Terricoli. > Per maggior chiarezza do la classificazione generale del Michaelsen e del Rosa, poi quella proposta. 176 Classificazione degli Oligocheti secondo Michaelsen 1. Aeolosomatidae 6. Moniligastridae 2. Naididae 7. Haplotaxidae n 3. Enchytraeidae 8. Alluroididae = 4. Lumbriculidae 9. Lumbricidae È 5. Tubificidae 10. Megascolecidae 11. Glossoscolecidae Classificazione del Rosa Sottofamiglie A 1. Aphaneura 6. Tubificidae Te icia rici 2. Naidomorpha 7. Phreoryctidae In Soa 3 i Geoscolecidae S 3. Chaetogastridae 8. Lumbriculidae dà E Sio i so E Moniligastridae 4. Discodrilidae 9. Terricolae seg < o Acanthodrilidae & 5. Enchytraeidae 9 EKudrilidae \_ Perichaetidae Classificazione proposta RA Sottofamiglie H Alluroididae 5 SPA IATO A s I \ Lumbricidae S Terrieolae Megascolecidae Glossoscolecidae * I Terricolae della regione paleartica sono compresi per la quasi totalità nella sottofa- miglia dei Lombricidae. Pochissimi sono i rappresentanti dei Megascolecidae. L’ Hormoga- ster Redii R. dell’ Italia centrale e meridionale ed un altro verme che secondo il Benham vive lungo il Tamigi, rappresentano i G/ossoscolecidae. * * i I Terricolae da me determinati, appartenenti ai dintorni di Bologna, rientrano tutti nei ZLombricidae, sottofamiglia che comprende quattro generi: ZLombricus_— Allolobophora — Alurus — Criodrilus, generi che si possono riconoscere con sufficiente sicurezza dai loro caratteri esterni, ma che sono esattamente distinti dai caratteri interni. Vengo alle specie determinate secondo Rosa aggiungendovi la corrispondente denomi- nazione tratta dal catalogo dei Lombricidi del Panceri. 1. Lumbricus rubellus R. 2. Lumbricus herculeus R. = Lumbricus Agricola Hofm. 3. Allolobophora foetida = Lumbricus olidus Hofm. 4. Allolobophora complanata R. = Lumbricus complanatus Dugés. 5. Allolobophora calliginosa subsp. Trapezoides =. Lumbricus Trapezoides Dugès 6. Allolobophora Terrestris R. = Lumbricus terrestris Dugès (esemplare interamente bianco con clitello color nocciola.) . Allolobophora veneta R. var. hortensis. 4 18 8. Allolobophora pygmaea R. 9. Allurus tetraedrus R. = Lumbricus agilis Hofm. sla In Italia le specie note dei Terricolae superano di poco la trentina, quindi anche questo modestissimo elenco può avere un certo interesse. NOTIZIARIO Jo-Jo è morto — La Stefani comunica che è morto a Salonicco, per infiammazione. pol» monare, Jo-Jo, l' uomo dalla testa di cane, che aveva girato tutta l’ Europa, esponendosi al pubblico nelle fiere e nei circhi. Jo-Jo era pure stato due anni or sono a Milano alla fiera di Porta Genova e a quella di Porta Vittoria. ; Esperimenti di un dottore per imbiancare i negri. Il Da/ly Telegraph riceve da New Yorh: « Un nuovo mezzo per imbiancare i negri è stato adottato dal medico Hill. Egli sostiene d'avere risolto la questione del colore di razza. Secondo lui, la pelle del negro è più sensibile di quella del bianco e perciò il corpo secerne una maggiore quantità di pigmento per proteggere la pelle contro i raggi del sole. I bambini dei negri nascono colla pelle bianca e diventano negri per atavismo. Il dottore afferma che il fenomeno della pigmentazione non può aver luogo, quando il bam- bino resta per un certo tempo sotto l’azione della luce rossa. Il medico ha quindi preparato tutto per fare l' esperimento. La stanza dove le madri nere daranno alla luce i bambini sarà tappezzata di rosso; madri e infermiere saranno vestite di rosso e la stanza sarà illuminata da vetri. rossi. Morte d’ un pittore senza braccia. Abbiamo da Berlino: E' morto a Diisseldorf il pittore Adamo Siepen, che, nato senza braccia, ebbe la paradossale idea di attendere alla pittura e il merito di conquistarsi una notevole riputazione, come il suo collega di Anversa, Carlo Fèlu, morto quattro anni sono, non meno rinomato e non meno... privo degli arti superiori. La differenza fra i due artisti era questa, che il Fèlu s° era rassegnato alla modesta normalità di dipingere col piede destro, mentre il Siepen, per una suprema bizzarria, dipingeva col piede sinistro. Le opere del Siepen si vendevano bene, specialmente in Inghilterra, poichè per gli amatori esse avevano, oltre un certo merito reale, quello singolare d' essere fatte... coi piedi. Esposizione Internazionale d’ Orticoltura, Torino 1904. La R. Società Orto-Agricola del Piemonte per festeggiare il suo cinquantenario ha indetto una Esposizione Internazionale di orticoltura sotto la presidenza onoraria di S. A. R. il Duca di Aosta. L’ Esposizione avrà luogo nel magnifico Parco del Valentino dove già si tennero le altre Espo- sizioni torinesi e si aprirà nel Maggio dei fiori. Numerose sono le onorificenze concedute tanto dal Comitato che da S. M. il Re, la Regina madre, ecc. Le adesioni dell’ estero sono numerose e delle primarie ditte. Questa Esposizione promette dunque un immenso successo. Di essa, il Giardi- naggio che si pubblica in Torino, darà estesi ragguagli, ed approfitterà per tentare un’ idea da lungo te mpo accarezzata, quella di una pubblicazione in Italia, di un Annuario orticolo in cui siano pub- blicati i nomi di tutti coloro che tengono un posto nel mondo orticolo, come giardinieri, proprietari di giardini, stabilimenti orticoli, fabbricanti di attrezzi per giardini, ecc. ecc. Tutti coloro che appartengono a queste categorie od affini mandino il loro indirizzo con indicazione della loro spe- cialità al Giornale Il Giardinaggio, via Magenta, 9 Torino, se vogliono vedere il loro nome iuser ito in questo Annuario che renderà molto più agevoli le comunicazioni fra quanti vivono nel m202d0 orticolo o quali professionisti o quali dilettanti. Concorso per Ventilatori. La ditta Ercole Marelli & C. specializzata’ nella fabbricazione i cai TE 19 dei ventilatori elettrici d'ogni genere e d' ogni sistema, che ottenne dallo Spett. Reale Istituto Lom- bardo di scienze e lettere il premio di L. 500 e grande medaglia d’ oro per lo sviluppo dato all’ in- dustria dei ventilatori in Italia, ha destinate dette L. 500 quale premio di una monografia sul tema: « Sui vantaggi che le varie industrie possono ricavare dalla applicazione razionale dei venti- latori ». Il premio sarà assegnato alla monografia che verrà giudicata migliore fra quelle presentate al concorso, le quali dovranno venire inviate entro il 31 Luglio 1904 alla Direzione del giornale « Z/ Monitore Tecnico » di Milano, in piego sigillato e contraddistinte da un motto. In altra busta si- gillata verrà fatto conoscere il nome dell’ autore, segnando all esterno della busta il motto medesimo. La nomina della Commissione giudicatrice composta di tre membri, verrà deferita al Consiglio Direttivo del Collegio degli Ingegneri ed Architetti di Milano. La memoria premiata e la relazione della Commissione verranno pubblicate nel Monitore Tecnico. La ditta Marelli Ercole, via Farini n. 36, si mette a disposizione dei signori concorrenti per fornire tutti i dati pratici e tecnici riferentisi al funzionamento dei ventilatori elettrici dei vari tipi e farà subito invio del programma dettagliato del concorso a chi ne farà richiesta. Una casa fabbricata con ossa di pesce. In St. Agustine, Florida, abita un architetto e costruttore di rara abilità e di idee uniche in fatto d'architettura. È un negro, e si chiama Albert Smith. Egli non costruisce che delle case fatte interamente di squame e di scheletri di pesci, e si dice sia egli l'unico al mondo che fabbrichi case simili. Adesso è occupato a costruire una fabbrica che avrà da 15 a 18 piedi di grandezza. Il tetto sarà un’esatta riproduzione delle vecchie porte della città di St. Agustine. Le squame del drum-fish sono esclusivamente usate per quel lavoro, giacchè sono suscettibili a operazioni chimiche che lo rendono specialmente adatto per scopo di fab- briche. Le ossa sono quelle del pesce-cane e di qualche pesce-sega. I materassi ed i guanciali per i letti sono fatti di squame di pesce persico, le quali, per mezzo di un certo processo chimico spe- ciale, sono rese più soffici delle piume. Questo strano edifizio sarà esposto alla Mostra Mondiale che avrà luogo a St. Louis nel corr anno. ‘ Lotta tra un Cavallo ed un Orso. Il Journal riporta dal Le monde Sportif la segnente notizia: i giornali americani raccontano una lotta curiosissima tra un cavallo da corsa ad un orso. Il jochey Vernon conduceva un lotto di puri sangue, cavalcando egli Roadwarmer uno dei migliori corridori americani. A metà strada, tra Ukia e Covelo, non lungi da Sondrehim, il cavaliere vide sulla strada un orso nero, che fece l’ atto di sbarrargli il passaggio. Molto inconsiderevolmente Vernon tirò un colpo di pistola sul plantigrado, il quale non ne fu che leggermente ferito, abbastanza tuttavia per metterlo in furore. Subito l’ orso sì precipitò sui cavalli. Vernon si immaginava che la velocità della sua caval- catura lo metterebbe subito fuori tiro; ma il cavallo rifiutò ostinatamente di fare un passo, il che vedendo il jochey saltò a terra e si rifugiò su un albero. Di la egli assistette ad una lotta straordinaria. L'orso assaltò il cavallo, il quale si difese a calci e con una destrezza ed un vigore tali che l’ orso, che non pesava meno di 125 libbre, mordè la polvere per non più rialzarsi. Dei Leporidi. E' un fatto incontestabile l’ esistenza del leporide, cioè di un meticcio fecondo proveniente dall'unione del lepre maschio e della lapina, ovvero del lapino colla lepre femmina. Questi due animali, lepre e lapino, appartengono zoologicamente alla tribù dei lepuziani, sezione dei roditori a clavicola imperfetta; ma il primo di questi due generi differisce dall’ altro per avere il palato guernito di un pelo spesso e simile a quello che ricopre il restante del suo corpo, seb- bene più corto, di non dare che quattro prodotti ad ogni portata di cui non ne ha che due o tre al- l’anno. La durata della gestazione è tanto nell’ uno che nell’ altro di circa trenta giorni. I leprotti nascono colla pelle completamente nuda, ma non tardano molto a coprirsi di peli i piccoli ibridi o per meglio dire, i leporidi, per lo contrario nascono coperti di una peluria lunga e setacea, sebbene nella stessa portata alcuni siano perfettamente nudi. O. E. 20 [TrRVENZIONTRERS GORE Un organo di carta — La Revue de la Papeterie dà la notizia che un’ industriale costruì un organo da chiesa adoperando dei tubi di cartone indurito ìn luogo dei soliti tubi di metallo o di legno. Il suono emesso da quest” organo è forte e nello stesso tempo dolce, la registrazione dei suoni sì fa più rapidamente, e non vi sì forma quella specie di eco, rendendo meno brusca la transazione dal piano al forte. Denti di carta — Ecco una nuova applicazione della carta che, come al solito, ci proviene dall’ America. Un americano ha trovato il modo dì fare i denti falsi con la carta e si assicura che oltre ad essere a buon mercato sono più durativi ed igienici. Il rimettere i denti non sarà, d'ora in a- vanti, solo privilegio dei ricchi. (Progresso) i Un nuovo giacimento di fosfato in America. Si annunzia la scoperta, in una tenuta a qualche miglio a n. o. di Huntsville (Ala), di rocce fosfatiche, che diconsi prelezito a quelle della Contea di Mauris nel Tennessée. Il < radium » nei fiori. Lo scienziato Griffith ha trovato della radioattività, e per conseguenza del radium neì petali di alcuni fiori odorosi, come la verbena, il geranio, ecc. Tale scoperta fu fatta avvicinando ai petali, pezzetti di selenzum. INSEGNAMENTI PRATICI = are: Per riconoscere la colorazione artificiale d’ un vino, il Dottore Carpenè suggerì il seguente metodo praticissimo : Si prende un pezzetto di calce viva, conservata entro un vaso di vetro ben chiuso, perchè idra- tandosi al contatto delì' aria non cada in polvere, si leviga la sua superficie con una lama di col- tello, e quindi vi si versano sopra, una sull'altra, due o tre gocce di vino sospetto. Trascorsi due minuti circa, si osserva la macchia prodotta dal vino sulla superficie bianca della calce. Se la macchia sarà di color grigio, vorrà dire che il vino è colorato naturalmente. Altrimenti si avrà l'indicazione che il vino fu colorato artificialmente, e cioè : con fucsina, se la macchia apparirà di colore rosso scuro; con cocciniglia, se bleu scuro ; con campeggio, se grigio nerastro; con legno del Brasile, se nero con tinta rossiccia tutto attorno; con malvone, se verde scuro. F. F. Mezzo deodorante semplicissimo e disinfettante. Un preparato semplicissimo che serve mirabilmente quale disinfettante a togliere contemporaneamente il cattivo odore agli og- getti di medicatura delle piaghe, e per neutralizzare istantaneamente il cattivo odore delle materie purulente, specialmente nei casi di patoreccio o zoppina nelle bovine, consiste in un miscuglio di gesso e del residuo lasciato dal carbon fossile bruciato per estrarre il gaz, conosciuto sotto il nome di coaltar. Si può di questo preparato fare una pasta o pomata che può essere applicata, senza inconveniente qualsiasi, sulle piaghe, sui bendaggi, sulle compresse, e può servire pure, sciolta in acqua semplice o medicata, per fare lozioni detersive ed antisettiche. ‘La formola più usata si è di: Gesso: bon, polverizzato, parti 97. glai ' Coaltar, parti 3. 1 Si mescolano queste due sostanze in modo da farne una; polvere impalpabile ed omogenea. Dott. OsvaLpo ELETTI Medico- Veterinario 21 Per incollare il:vetro al metallo. a) Fondere insieme: 160 grammi di colofonia finamente polverizzata ; 40 srammi di cera bianca; 80 grammi di rosso inglese ; aggiungere alla massa liquefatta 20 grammi di essenza di trementina; levare dal fuoco e rimescolare pazientemente il tutto con una spatola di legno, fino al raffred- damento. .b) Cementare le parti previamente riscaldate, con buona ceralacca non friabile (per ottenerla si aggiunga un po’ di trementina alla ceralacca ordinaria). 6) Mescolare in parti eguali, lacca in tavolette e pietra pomice finamente polverizzata; stendere a caldo. d) Mescolare 10 parti di pece-resina.ad 1 parte di cera bianca, fissare .il vetro colla massa, così composta, (Il Laboratorio) . «Vernice per fissare disegni fatti con gessetto o matita. Il prof. Aser Poli indica: L'accaNbIOR dA AN IO SI NA RP 5) Colofo nia MR Ro E 5) | ACOOLRE BICI GR e 200 Ai disegni fatti al gessetto applicarla a due o tre mani con un polverizzatore — pei disegni a matita basta una sola mano. Per riparare le rotture dei tubi di gomma elastica. Il Gazz. d'O. indica: unire in sieme le due /abbra della fessura e col pennello applicare la seguente miscela : Solfuro di carbonio Grammi 80 Gomma elastica » 20 Gutta perga » 10 Colla di pesce » 8 m. e conserva in recipienti ben chiusi. Dopo circa 30 ore dall’ applicazione, i tubi rotti pos- sono essere di nuovo usati. NOTIZIE DI GACCIA La caccia grossa sulle Alpi. Abbiamo da Domodossola: Si rileva da una statistica sulla caccia grossa nelle Alpi durante la passata stagione di caccia che i camosci uccisi sulle Alpi italiane dal Monviso al Gottardo,'ascendono a circa 1000. La mag- gior parte proviene dall’ Ossola, Valsesia, Val d' Aosta, Gran Paradiso, ecc. In questo numero sono compresi anche quelli presi nelle tenute reali di caccia alpina. Si presero pure 3 orsi. Uno di essì fu ucciso in: val di Mesolcina. Nella sola Ossola la caccia al camoscio salì a più di 80. Intrepida cacciatrice. I giornali inglesi ci danno i'particolari di una caccia al cinghiale a cui prese parte la signorina Mansel Pleydell, una sportswman notissima nei circoli cinegetici el ippici inglesi. La caccia ebbe luogo al Marocco. La signorina Mansel-Pleydell fu assalita da un grosso cinghiale ; abilissima amazzone, non si sgomentò del furioso assalitore, e rispose all’ attacco gettando la sua lancia contro l’ animale. L' arma colpì il cinghiale, che ebbe perforato il cuore. Il cinghiale è uno dei piu grossì finora uccisi in quelle regionî, ed il coraggio e la calma della giovane cacciatrice, formarono l’ ammirazione di tutti i partecipanti alla partita della caccia grossa. Una caccia emozionante: Un vapore rimorchiato per trenta ore da una balena. L'ultima campagra della flotta baleniera di Terra Nuova fu contrassegnata da un incidente completamente nuovo nella storia dellà caccia ai giganti del mare. 22 Il vapore « Humber », specialmente noleggiato per questa pesca, si slanciò dietro una balena di una lunghezza smisurata: centodieci piedi dalla testa alla coda, cioè più di 37 metri! Simili giganti sono rari. Perciò il vapore si trovò insufficientemente preparato pel combattimento. Tre arpioni furono lanciati successivamente coll' aiuto di un cannone speciale e tutti e tre fe- rirono la balena senza però che essa rallentasse la corsa o sembrasse soffrirne. E quì cominciò una corsa pazza attraverso l’ Oceano. Gli arpioni entrati nel corpo del cetaceo rimanevano uniti alla nave per mezzo della catena, per modo che l' « Humber » filava diciannove nodi all’ ora, ancorchè più non agissero le macchine. Per 29 ore di seguito la balena si trascinò dietro la nave, perdendo sangue dalle ampie ferite. Finalmente svenne e 1° « Humber » allora fece di nuovo agire le macchine e dopo essere stato rimorchiato per più di due giorni, diventò rimorchiatore esso stesso trascinando alla spiaggia l'im- menso cetaceo, Così la balena potè essere condotta in porto, ma la nave ha gravissime avarìe e le ripara- zioni che dovrà subire diminuiranno molto il profitto della straordinaria preda. Ecatombe di camosci in Valdossola. Nel Gennaio s, sul mercato di Domedossola, ven- nero portati e yenduti oltre a cento camoscì uccisi sui monti della Fornazza e della Toggia, del- l'Anzadra, della Scheggia e del Momustese, località quella dell’ Osisio dove il camoscio prospera notevolmente. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Beguinot dott. Augusto è abilitato per titoli alla libera docenza di bot. nella R. Univ. di Pisa. Miilosevich dott. Federico è autorizzato a trasferire nella R. Univ. di Catania la libera docenza di mineralogia, da lui conseguita per titoli nella R. Univ. di Roma. Lojacono Michele, prof. incaricato di sc. nat. nella sc. tecnica di Lecce è nominato prof, reggente di st. nat. nell’ Ist. tec. di Foggia. I seguenti professori supplenti di st. nat. sono nominati professori reggenti per lo stesso in segnamento : i Leonardi Cosimo nell’ Ist. tecnico di Girgenti Donatelli Carlo « « Melfi 1 seguenti iusegnanti titolari, reggenti ed incaricati di scienze fis. e nat. nelle scuole nor- mali maschili e femminili sono trasferiti per servizio: Lupano Guglielmo, da Alessandria a Milano Pavarino Luigi, da Mondovì a Pavia. Gianotti Giovanni, da Pavia a Mondovì. Lo Foco Giovanni, da Urbino a Foggia. Cermenati Mario, libero docente, è incaricato dell’insegnamento delle sc. nat. nell' Uni- versità di Roma. Issel dott. Raffaele è abilitato per esame alla libera docenza di zoologia nella R. Univ. di Genova. Pierantoni dott. Umberto è abilitato per titoli alla libera docenza di zoologia nella R. Univ, di Napoli. Sono nominati, per concorso, incaricati di Sc. naturali : Del Bue Giuseppe, nella Scuola tecnica di Fiorenzuola d' Arda. Pellegrini Vito Pasquale < Lecco La Farina Sebastiano < Pesaro Parrino Calogero è nominato incaricato di Se. nat. nella Scuola Tecnica di Iglesias Ricci Omero < < « Arcevia Calef Adolfo « « « Casalmaggiore Muscatello Giuseppe « « < Como I sottonotati insegnanti, titolari e reggenti di Storia nat. nei licei, sono trasferiti alle resi- denze per ciascuno di essi indicate: Milosevich Federico, da Benevento a Catania « Spedalieri » per servizio Toldo Giovanni, da Fermo a Benevento « Ardu-Onnis Efisio, da Monteleone a Fermo « Caterino Mariano, da Rovigo a Monteleone « Sacchi Carlo, da Girgenti a Caltagirone « Di- Gregorio Salvatore, da Caltagirone a Girgenti « Sono trasferiti, per ragioni di servizio, i proff. incaricati di scienze nat. nelle scuole tecniche appresso indicate. Tomasini Cesare, da Belluno a Trapani Coppa Antonino, da Arcevia a Piazza Armerina Rio Amos, da Casalmaggiore a Faenza Bartolotta Tommaso, da Cefalù a Mistretta Longo Corsaro Pietro, da Mistretta a Nicosia Ponzo Antonino, da Alcamo a Canicatti Siro Briggiano Antonino, da Nicosia ad Alcamo Falda Leopoldo, da Casalmaggiore a Cagliari (per domanda) Campoccia Gesualdo, da Caltanisetta a Caltagirone Catalano Giuseppe, da Caltagirone a Caltanissetta (per domanda) Gargiulo Antonio da Pergola a Lecce (per domanda) RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. 13. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi, Siena. — Desidera acquistareo avere per cambio Barbagianni (Strix flammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus marginatus). Ha dispo- nibili esemplari vivi di Natrix cetti che cede a L. 25 l° uno. 14. Si cederebbe la collezione completa degli Almanacchi igienici del Prof. Mantegazza, com- prendente 38 annate (1866-1903), alcune delle quali non si trovano più in commercio. 15. Giulia Cellesi Camollia 10, Siena, cederebbe Coleotteri, Lepidotteri e conchiglie fossili, in cambio di conchiglie viventi, coleotteri e francobolli per collezione. 16. Chi volesse cedere le flore italiane del Parlatore, Gussone ecc., è pregato farne offerta all’ Ing. Camillo Camperio - Milano, Corso Porta Vittoria, 13. 17. Si cedono le seguenti opere del valore complessivo di 180 Lire, ed assolutamente nuove: « S. Canestrini. Evoluzione, Teoria dell'evoluzione. - Ratzel. Razze umane, 3 vol. - Bacche L'uomo, 2 vol. - Kerner, Vita delle Piante, 2 vol. - Darwin, Viaggio di un naturalìsta; Le Orchi- dee; Piante rampicanti; Piante insettivore. — Dirigere offerte al Cav. Gaetano Guida, Portici. » 24 18. Si cede I. Una bellissima collezione di circa 1200 specie di coleotteri italiani esattamente determinate e classificate con l'indicazione delle località, É contenuta parte in dieci telai (55X70) a fondo dì torba rinchiusi in baule a chiusura ermetica, parte in venticinque cassette a doppio fon- do rinchiuse in apposito armadietto di legno d'abeto. II. Una raccolta di Cipree sinora la più ricca di specie che sì trovi in Italia. III Le seguenti pelli d' animali: Antilope azzurra g>° giov. bello, ed una testa di adulto - Antilope vaccina (Acronotus bubalis), 2, teste — Cobo ,P adulta e giov. (Hobus ellipsiprimnus) - Cervo pessato (Axis. maculata), India - Cinghiale della Sardegna. Per trattative rivolgersi alla Ditta S. Brogi — Siena. 19. Il prof. Alessandro Mascarini di Ascoli Piceno fa cambii in oggetti di Storia naturale, ed in special modo è disposto a cedere Conchiglie ben determinate e Fossili, verso Minerali e Rocce dei principali giacimenti italiani. 20. Carlo Fenizia prof. del R. Istituto tecnico di Modica desidera cambiare libri scientifici, come Mz:croscopica clinica del Bizzozero, Teoria gener. della Fillotassi del Delpino, contro altri libri concernenti la Biologia, l’ Evoluzione, ed anche contro il Trattato di Mineralogia del Bombicci, qualche libro sulla struttura fisica dei cristalli ecc. 21. Bazzi Ing. Eugenio, Via Brera n. 9. Milano, desidera far cambi di minefali special- mente di giacimenti Italiani. Lo stesso tiene specialmente disponibili per cambi, buoni esemplari dei giacimenti di Baveno, Val d’' Ala e S.' Gottardo, 22. Morseletto F. Torino, Corso Vitt. Em. 2 oltre. Po, offre varie. specie di Coleotteri, contro Chrysomelidi italianî di habitat garantito. 23. Cavagnaro Tito. Livorno. (Toscana) offre: Coleotteri italiani, Lepidotteri e Coleotteri della Repub. Argentina, Conchiglie viventi e fossili e monete antiche e moderne, in cambio di altre conchiglie o libri di malacologia. 24. Mancini Cesare. Corso Ugo Bassi 4, Genova — Desidera cambiare piante alpine, Ime- notteri e Coleotteri, con Coleotteri in special modo Scarabeidi (Caprofagi), dei quali accetta pure specie esotiche. 25. Costantini Alessandro. — Dispone per eventuale scambio, crisalidi delle specie se- guenti: Smerinthus Tiliae L, S. Populi L., Notodonta Treurulae, Phulera Bucephala, Bombyx Lane- stris, Mamestra olerocea - Cerca corrispondenti per cambio di Lepidotteri - Inviare offerte: Strada Pioppa, 18 Modena. 26: Il Dott. Antonio Magni di Milano, Via Annunciata 10. —. Desidera venire in possesso di un ibrido di /ring:l/lidee escluso di canariensis. 27. Grillo Avv. Dott. Ruggiero Pergine (Trentino) è disposto comperare un paio di Fagiani argentati J' e © vivi a prezzo di favore. 28, Si acquisterebbe: Avifauna Italica — Giglioli Hillyer Prof. Enrico, Firenze - Successori Le Monnier, 1886 in-8 - Offerte alla Ditta S. Brogi — Siena. | 29. Veneziani Carlo. Collegio Alberoni - Piacenza - Cederebbe insetti d’ Italia ed. anche : di Cina in cambio di rocce, minerali e conchiglie ben determinate. 30. Lepri Giuseppe — Via Banco S. Spirito, 42 - Roma, Offre in cambio; Coleotteri della campagna Romana. Desidera specialmente Carabici dell'alta Italia e delle Isole - ‘Inviare oblata. Ì Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri E. BOZZINI, gerente responsabile rai pero, CATALOGO DEI COLROTTRRI D'ITALIA compilato dal dott. STEFANO BERTOLINI (Pag. 144 in 16.9) Annunziamo di aver terminata la pubblicazione a dispense di quest’ opera cominciata nel 1399 sotto gli auspicì del compianto Cav. Sigismondo Brogi. Essa è una 2.* edizione che riassume tutte le specie finora conosciute dei coleotteri d’Italia, con l'aggiunta dei cenni sulle regioni da ciascuna abitate. I collettori troveranno in essa un’ottima guida per ordi- nare le loro raccolte, giusta i più recenti sistemi e in pari tempo un utile anzi indispensabile intermediario nelle molte- plici relazioni fra loro. Corrisponde a ciò il suo poco volume, il formato tasca- bile e la soppressione in massima parte della sinonimia e dei sottogeneri. Nella. compilazione della medesima, in cui tanto si è di- stinto l Egregio A., portarono degno contributo gli esimi co- leotterologici : cav. Baudi di Selve, Damry, A. Dodero, prof. A. Fiori, dott. A. Griffini, conte U. Lostia, P. Luigion, dott. E. Schreiber e l'illustre barone dott. Lucas v. Heyden. Al fine di renderla più possibilmente diffusa si è messa in vendita al prezzo mite di L. 3,00 COLLEZIONI A PREZZI ECCEZIONALI Non è possibile insegnare gli elementi della Storia Naturale senza mostrare agli alunni almeno qualche tipo principale degli esseri ; ma a molte Scuole mancano i mezzi per potersi procurare un piccolo Museo. È perciò che offriamo collezioni, ad un prezzo eccezionalmente mite, di esemplari ben preparati, in perfetto stato di conservazione, portanti ognuno il nome italiano più noto e quello latino, che è il solo che non può dar luogo ad equivoci nella nomenclatura. > La collezione serve di ornamento nella Scuola e gli alunni, avendo continuamente sot. t occhio gli oggetti, non se li dimenticano mai più. Chi possedesse già esemplari di Storia naturale o per qualunque altra ragione desi derasse apportare delle variazioni, non ha che ad indicarlo nella richiesta. Non desiderando qualche classe di animali od altro, si supplisce per pareggiare il va- lore dando più esemplari per il resto. Per le Scuole ed Istituti si accetta il pagamento a rate da concordarsi previe suffi- cienti garanzie. Dietro semplice domanda verranno rimessi gratis i cataloghi relativi. LABORATORIO ZOOLOGICO-Z0OTONICO-TASSIDERAICO È E MUSEO DI STORIA NATURALE gia diretti dal Cav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Cataloghi gratis Prezzi correnti gratis Fornitore di Musei e Gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità ege. 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Altri Stati L. 4i 3 S G PERIODICO MENSILE Di prelniato alle esposizioni nazionali di Palermo e dì Milano ed a quella internazionale di Chicago ‘E, Supplemento nensile alla Rivista italiana di scienze naturali ed al Giornale ornitologico italiano = 3 Per facilitare gli scambi e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i cî professori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa 4 la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ma- ‘= lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di £ storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Gli abbonati esteri dell’ Unione postale pagheranno L. 1,00 di più, e quelli degl E: Ù Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Richieste e offerte ecc. ecc. Aa (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principaimente quelli nominati nella copertina della Rivista Haliano di Scienze-Naturoli. RE os ma I tre periodici ni De” e Lai . . . . . . . Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un' unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via B. Peruzzi 28,eda tutti gli utfici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal prinerpio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoliseparati costano cent. 30 perogni 16 pag.ditesto. Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano i manoscritti. ; Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L.6il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. l soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc. ; fare offerte e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. Le inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- sare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non si ha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però ne viene accordata la ristampa, pagando un piccolo com- penso. Dalla inserzioni gratuite sona per regola esclusi gli scritti che contengono avvzs: de acquisto 0 dì vendita, o che possono servire di reclame commerciale, Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati che hanno già pagatol’ab. bonamiento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta ss non è espressamente richiesta dall’ abbonato. I° amministrazione s’'incarica di rappresentare gliab. bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentate dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corrì. spondenza, e per le vendite od acquisti etfettuati pagare un compenso dacombinarsì. È La direzione può, in casieccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioniin proposito. | manoscritti non pub- blicati possono essere ritirati dagli autori proprie spese Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fascicolo, ne sarà loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis, purchè la richiedano entro l’ annata in corso, altrimenti i fascicolì arretrati non siinviano che contro pagamento, Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L ]. per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap posite pagine costano I.. l ogni 2 centim. di spazio occu- pato in una colonna, o cent, 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. Si annunziano le pubblicazioni ricevute e sì fa speciale menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplar- Tutti i pagamenti devono essere anticipati. Chi desiìdara risposta unisca i francobolli necessari, o scriva in car- tolina con risposta pagata. UN LIBRO CHE FA BUON SANGUE Bisogna anzitutto constatare un fatto inconfutabile: In Italia il romanzo umoristico non esiste, e i racconti dell’ Albertazzi, pubblicati anni or sono, quantunque ostentassero il titolo di Novelle Umovistiche, a pena facevano sorridere di quando in quando. Ma un libro che suscitasse la bella e schietta ilarità, che il riso provocasse con impeto addirittura gagliardo, non c’ era. Ed uso l’ imperfetto perchè il libro tanto atteso è ora apparso, pub- blicato da quel mago di editore che è 1’ Hoepli il quale, stavolta, ha proprio fatto uno strappo alla sua consueta serietà editoriale. i Il romanzo « Alpinisti Ciabattoni » di A. G. Cagna è uno di quei libri che fanno ridere così di cuore da farci digerire un lautissimo pranzo in meno di due ore. Gli aned- doti, le avventure tristi e liete di quei coniugi Gibella che abbandonano la loro drogheria per una escursione sul lago d’ Orta, sono così salaci, così gustosi, così pieni di spirito, che, dalla prima all’ ultima pagina del volume ci esilarano continuamente. L’ autore si fa leggere altresì volentieri perchè sa rigirar bene il periodo e infiora l’ o- pera sua di vocaboli appropriati che maggiormente spiccano nel confronto colle frasi dia- lettali che son quelle in cui risiede il maggior umorismo, umorismo d’ ottima lega che ricorda il Mark Twain e il Rabelais. A. G. Cagna, quantunque vanti nella sua produzione letteraria altri volumi, in questi « Alpinisti Ciabattoni, » ha scritto, credo, il suo capolavoro. Ancora una affermazione e importantissima: Il libro non è immorale, la risata argen- tina è suscitata da equivoci, da qui pro quo e da doppi sensi che sono più innocui del- l’acqua sorgiva. Un libro per tutti dunque, grandi e piccini, e singolarmente per le persone tristi e malinconiche, un libro d’oro per chi vuol ridere davvero in questi tempi in cui è già molto se si arriva a sorridere di quando in quando. Per i raccoglitori di piante Vascoli da erborizzare. Scatole di metallo ondulato ben verniciato a fuoco in color verde, con 2 aperture delle quali una più piccola per le crittogame, lunghezza cm. 37 L. 4,50, Raschiatoio a 3 branche. Serve a staccare i licheni e muschi dalla scorza degli alberi L. 2,30. Strettoi per disseccare le piante da erbari, semplici con cinghie di cuoio L. 6, a vite L. 12. Carta bianca a mano fortissima con colla, per erbari e preparazioni diverse, cm. 35 X 47 L. 4 ogni 100 fogli.; em. 23 X 35 L. 2,20 ogni 100 fogli. Altre dimensioni prezzi vari. Carta da erbari e da filtri, asciugante bigia, cm. 93X70 L 5 ogni 100 fogli; cm. T0X50 L. 3 ogni 100 fogli; cm 35XX50 L. 1,50 ogni 100 fogli. Per grandi quantità prezzi da combinarsi. Alcool preparato per bagnarvi le piante da erbario onde preservarle dai danni delle tarme. Questo alcool quantunque misto a sostanze venefiche, è dosato in modo da non recar danno a chi dovrà poi maneggiare gli oggetti. Un litro L. 5. Una boccia L. |. Ammoniaca. Utile per neutralizzare l' azione venefica del morso di certi animali ; togliere il dolore di certe punture; il prurito da alcune piante, ece. L. 1, 20 il chilog. Una boccia di gr. 200 L. 0,50. r———_——————————— ————————————————P — ———m————————= Hanno pagato l’ abbonamento - 1904 (4.° nota) Leo S. Olschki - Manicastri dott. Nicolò - Museo Zoologico della R. Università di Pavia Oberholser C. - Regio Liceo Carlo Alberto, Novara - Ricci Bartoloni - Ridolfi march. Carlo - ___—Sturniolo Giuseppe. Anno XXIV N..3 f5 Marzo 1904 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Sollettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali ed al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L, 4, SOMMARIO Cozzi Sac. Carlo. Gli sfagni nell’ agro Abbiatense Pag. 25. Vitale Geom. Francesco. I Coleotteri Messinesi (l.% nota) Pag. 26. Alpinismo Pag. 29. — Notizie di caccia e pesca. Pag. 30. — Insegnamenti pratici. Pag. 30 — Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pag. 3!. — Richieste e of- ferte (gratis agli abbonati) Pag. 31. Sac. CARLO COZZI Gli sfagni nell’ agro Abbiatense e =>, Dell’ interesse che offre allo studioso naturalista questo lembo della flora lombarda il quale separa, come ognuno sa, la Lomellina o meglio il vigevanasco dal basso milanese, ho già avuto occasione di occuparmene più di una volta; e particolarmente allorquando in alcuni appunti botanici, frutto delle mie osservazioni dirette, mirava a far conoscere, per esempio, la fisionomia fanerogamica di detta regione. E così spero anche di aver raggiunto, almeno in parte, il mio scopo: d’ essere cioè riuscito a mostrare, per via di fatti abbastanza manifesti e palpabili, che vi sono parecchie specie vegetali, ordinariamente di natura erbacea ed in qualche raro caso arborescente, le quali pervenuteci dall’ Appennino pavese o, come è più facile a_pro- varsi, dalle Prealpi, correggono, per dir così, l' eccesso troppo evidente della quantità numerica degli individui sulla quantità delle specie e modificano non poco quella uni- formità monotona e disadorna alla quale viceversa sarebbe irremisibilmente condannata la nostra vegetazione spontanea. Ma ecco che un nuovo fatto, eloquente quanto gli altri, tutti riferiti altrove, viene a pienamente confermare un’ altra volta le mie opinioni ed a giustificare le mie sim- patie per la flora del lungo Ticino. Trattasi di aver ritrovato gli sfagni proprio su questa zona dove pareva dovessero assolutamente mancare. Tale scoperta non ha certo un valore indifferente per quei cultori della briogeografia pei quali il seguire o meno i limiti di distribuzione e di dif- fusione di determinati gruppi e di determinati generi, è cosa da cui può dipendere la soluzione di quesiti importanti. Nessun botanico nè antico nè moderno non ha mai accennato, a quanto io ne sap- pia, alla presenza di questo genere interessantissimo di muschi inferiormente ai boschi della Groana. La località più vicina alla città o meglio più meridionale era indicata nei confini dei territorio di Bollate. Figurarsi poi se era possibile immaginarci i dintorni 26 di Abbiategrasso citati fra le stazioni sfagnifere. Per questo non si ha che a consultare i bellissimi lavori intorno alla briologia lombarda compilati dai professori Balsamo e De No- taris, dal celebre abate Don Martino Anzi e dall’illustre lichenologo prof. Santo Garovaglio. Anche l’ egregio dottore Luigi Bozzi (1) e |’ attuale assistente del Laboratorio Crit- togamico della R. Università di Pavia, il dottor. Rodolfo Farneti, (2) nelle loro splendide contribuzioni alla conoscenza della briologia pavese non hanno per certo annoverato gli sfagni tra le briofite della provincia di Pavia perchè sinora nessuno li aveva incontrati. Anzi il secondo di essi aveva, già da tempo, comunicato gentilmente all’ Egregio Prof. F. Sordelli, appassionato cultore di botanica oltre che illustre zoologo, che nella provincia di Pavia gli sfagni brillavano per la foro assenza. Ho ricordato questi ultimi studi briologici perchè i boschi di Abbiategrasso hanno con quelli di Pavia tale paren- tela che è più di identità che di rassomiglianza e bisognerà quindi tener nessun conto di certi confini civili e politici come si vuole. La località, ove allignano gli sfagni, più prossima alla nostra borgata, prescindendo per ora da altre località meno accessibili, è immediatamente al di sotto Morimondo, paese celebre negli annali della storia ecclesiastica per il grande convento dei Certosini ora deserto e per la sua artistica basilica. Anzi è precisamente dal luogo dove sorge quest’ ultima che si prospetta benissimo il padule sfagnifero, chiamato volgarmente la Pastura. Esso ha un’area di circa 60 pertiche milanesi e confina con campi coltivati a risaia e marcita, salvo ad uno dei suoi lati, ove le acque putride e limacciose vanno a lambire il ciottolame che rotola giù dal brusco pendio della così detta costa. Il ter- reno circostante rivela già la sua origine alluvionale e risulta di strati arenacei e ghia- losi; qua e là si osservano formazioni a ballerina e il tutto posa probabilmente so- vra un banco impermeabile di argilla, il quale, affiorando e protendendosi in direzione orizzontale per certo tratto, permettte e favorisce |’ accrescimento delle sfagnacee. Non entro per intanto a discorrere da quali specie sia quivi rappresentato il ge- nere Sphagnum e neppure ricordo le altre muscinee interessanti che vidi alla Pastura. Ciò sarà oggetto di un’ altra Nota, per la cui compilazione ha già raccolto un materiale discreto, e che, se |’ egregia Direzione vorrà permetterlo, comparirà quanto prima sulle pagine di questo pregiato giornale. Abbiategrasso, 7 Marzo 1904. (1) Archivio trienn. Laborat. crittog., R. Univ. Pavia 1883, vol. V. (2) Atti Ist. bot., R. Univ. Pavia, 2.2 Serie, vol. I. II. HI. Geom. VITALE FRANCESCO I Coleotteri Messinesi Nora 1.° All’oggetto di richiamare l’attenzione dei coleotterologi, su questa ric- chissima plaga della ridente Sicilia, mi affretto a rendere pubblico questo primo elenco di Coleotteri, da me raccolto nel decorso anno. 27 In sì breve spazio di tempo, le contrade vicino la nostra città han fornito sì ricca, interessante e svariata messe di forme specifiche, da impressionare perfino i più provetti entomologi siciliani, come il Ragusa e far bene presa- gire per l’ avvenire. Ma siccome è intenzione di chi scrive, di contribuire degnamente a la co- noscenza della fauna coleotterologa messinese, con tutte quelle garenzie scien- tifiche necessarie ‘in tali studii, non disgiunte al certo dalla inappuntabile esat- tezza topografica, così ho pensato di affidare la determinazione dei molti co- leotteri raccolti al decano degli entomologi di Sicilia, al distinto e competente Sig. Ragusa, il quale, con ogni mezzo, ha aiutato le mie ricerche e con ogni cura ha esaminato tutto il materiale da me raccolto. E mi si permetta una dichiarazione. Il Fauvel, l’ arguto autore della Fauna Gallo-Renana, ebbe più d'una volta a sferzare i facitori di Muune locali, come quelli che lontani dai grandi centri di collezioni e di biblioteche, non hanno che una conoscenza sommaria della letteratura entomologica e mancano di tipi di comparazione ben classi- ficati (4). In quelle condizioni, quelli non pensano che a rimpinzare gli elenchi di nomi nuovi, per presupposte nuove specie, ed ingombrare con ostacoli in- descrivibili, la via agli studiosi in generale ed ai monografisti in ispecie. Ed in ciò il Fauvel ha ragione a piene mani, si chè per non incorrere anch'io nelle scudisciate sue, non ho voluto da solo assumermi la briga di determinare tutti i coleotteri raccolti, ma ho cercato l’ aiuto valido, potente e sicuro del Ragusa, riserbandomi lo studio della famiglia dei Curculionidi, che da ben 22 anni, con amore da novellino accarezzo, e con pazienza da Certo- sino, esamino, cerco, classifico, Ed a prova di tanta verità, nessuna specie nuova si contiene nel cata- logo che avrò la fortuna di sottoporre ai benevoli lettori, e solo di qualche nuova forma specifica si viene ad arricchire la geografia entomologica dell’ I- sola, nelle centinaia di forme da me raccolte. Per tale poca ricchezza di novità, il Ragusa certamente, non consigliava la pubblicazione presente, ritenendola affrettata per lo meno: ma il desiderio di far noto agli studiosi di Coleotteri, alcune forme importanti già trovate molti anni or sono, dai valentissimi Ghiliani, Rottenberg, Bellier de la Cha- vignerie, ecc, e non più da altri raccolti, si che se ne dubitava della loro e- sistenza, è stato più potente dei consigli dell'amico Ragusa, al quale per ciò venia chiedo, mandandogli da queste pagine un mondo di ringraziamenti per tutto ciò che ha fatto a mio riguardo, e l’ espressione della più profonda devozione. Messina, 1 Gennaio 1904 Geom. VITALE FRANCESCO (') A. Fauvel. Des faunes locales. Lettres a M. De Borre. Annuaire entomologique pour 1879. pag. 78. 28 1. Cicindela maura v. sicula (‘) Redt — Rarissima. Ne ho presi soltanto due esemplari in Giugno nella contrada Calamarà. 2: « campestris L. Comunissima, sui colli nei terreni aridi. 3. Carabus (€) morbillosus v. Servillei Sol. — Comune. In autunno sotto le zolle, o le pietre nei terreni argillosi. Mazzarà, Calamarà, Niceto. 4. Leiîstus spinibarbis F. -— Raro. In Maggio nei torrentelli Tono, Lavina. 5. « fulvibarbis Dej — Comune. In tutti i torrenti nell’ Està e l’ Aut, 6. Nebria psammodes Rossi. — Comune. Sotto le pietre nei torrenti posti nella zona calcare. 1. « psammodes v. Schreibersi Dej. — Rara. Ne ho preso tre esem- plari a Calamarà nel Luglio, e due esemplari in Agosto al Niceto. 8. « brevicollis v. Sicula Chaud. (*) — Rarissima. Un solo esemplare raccolto a Monte Cicci nell’ Ottobre. 9. « barbara Chaud. — Rarissima. Due esemplari trovati a Scala nel Novembre. 10. Notiophilus punctatus Dej. — Raro. In giugno nei prati umidi a Calamarà. 1616 « substriatus Wat. — Come il precedente. 12. Omophron limbatus Fab. — Rarissimo. Un solo esemplare nella sabbia del torrente Tono in Agosto. 13. Scarites buparius Forst. — Comune nell’ Està presso la spiaggia. 14. Apotomus rufus. Oliv. — Rarissimo. Un esemplare trovato in Agosto nel torrente Lavina sotto le pietre. 15. Tachypus flavipes Linn. — Comune. In Ottobre sul muro di sostegno del terrapieno Arena-Peloro in città. 16. Bembidium ambigiuum Dej. — Rarissimo. Un esemplare nell’ Agosto a Tono. 17. « punctulatum Drap. — Comune. Nel Luglio nei torrenti Cor- sari. Tono, Lavina ecc. sotto le pietre. 18. « nobile (4) Rott. — Rarissimo. Un solo esemplare raccolto il 16 Luglio nel torrente Tono. 19. « pracustum Dej. — Comune in Ottobre nel Torrente Tono. D2.07 < Dahli Dej. — Non raro al Tono nell’ Agosto. 2ill CC nitidulum Marsh. — Comunissimo in tutti i torrenti. 22. Ocys harpaloides Serv. — Comune a Calamarà nel Novembre. (continua) (4) Questa varietà che il Catalogo di Barlino omette, si conosce per avere i due punti me- diani delle elitre riunite in una fascia. () Pria di questo genere, andrebbe la Culosoma inquisitor v. coeruleum Rag. di cuì ho tro- vato ‘nell’ Agosto del 1901 in quel di Guidomandri, contrada Scoppoleo un unico esemplare, donato al prof. S. Bertolini. (*) Il nuovo Catalogo di Berlino, segua Rag. come autore di questa varietà, mentre il Ragusa nelle Osservazioni coll’ aggiunte sulle Nebrie di Sicilia, dice N. brevicollis var. Sicula Chaud (4) E il combustum Mèn. e che il Rotteuberg scopriva per il primo da noi, ALPINISMO I La prima ascensione invernale del Monte Gallinola (m. 1922) Tra le provincie di Caserta, Molise e Benevento sorge a guisa d’ enorme bastione uno dei più importanti gruppi montuosi della nostra Italia meridionale: Il Matese. Esso ha uno sviluppo di varie diecine di chilometri e racchiude tra le sue alte giogaie un gran lago a mille metri sul mare, dando vita a tre fiumi; il Torano, il Lete, la Sava. Tra i gioghi più elevati di tal gruppo è il monte Gallinola la cui vetta vergine fi- nora nella stagione invernale, è stata vinta da tre distinti alpinisti napoletani, i signori prof. Eugenio Licansi, Gustavo ed avv. Oscar Raithel, i quali recentemente iscritti alla sezione di Torino del Club Alpino hanno saputo dimostrare come anche qui a Napoli questo nobi- lissimo sport possa trovare ad esplicarsi con tutto il fascino e le sue meravigliose attrattive. I tre alpinisti nelle primissime ore del 14 febbraio scorso si recarono da Napoli a Piedimonte d’ Alife, e verso le 12 partivano per l’ ascensione accompagnati dai caldi voti ed augurii di quegli abitanti per la buona riuscita dell’ impresa ardimentosa, resa più in- certa e difficile dalle condizioni atmosferiche assolutamente sfavorevoli. Dopo circa un’ ora di salita fu raggiunto l’ alpestre e pittoresco paesello di S. Gre. gorio d’ Alife, e subito dopo gli alpinisti penetrarono nella nebbia densa e fredda che avvi- luppava le alte regioni montuose, e per tre lunghe ore avanzarono sempre in mezzo a quella caligine uggiosa che rattrista lo spirito e rende monotona ogni cosa, nascondendo collo stesso ipocrito velo d’ un grigio uniforme, sia panorami superbi che burroni infidi. Verso le 17 giunsero finalmente al lago del Matese ove si fermarono in una casetta di pecorai per passarvi la notte. Intanto il tempo si era messo decisamente al brutto, ed appena fu buio, incominciò a venir giù una grandine violenta accompagnata da vento im- petuoso e scariche elettriche che rimbombavano sinistramente tra le gole dei monti vicini. Venuto il mattino la nebbia avvolgeva ogni cosa ma gli alpinisti non si sgomentarono perciò e prima delle 7 partirono per la Gallinola, mentre una luce scialba come di aurora polare, si diffondeva tra i densi vapori accumulati sul piano del lago, ed una leggiera ne- vicata incominciava a cader giù monotona e silenziosa. Superato il ripido bosco di faggi, in circa un’ ora si giunse al piano della Corte; una conca immensa ove oramai erano varii metri di neve nella quale si affondava spesso ma- lamente. Intanto incominciò a soffiare un vento di borea che andava acquistando sem- pre maggior violenza : le raffiche si seguivano alle raffiche, ben presto la neve caduta di fresco ‘incominciò a sollevarsi in nugoli di polvere bianchissima, a girare vorticosamente in se stessa ed a sollevarsi rapidamente nell’ aria a guisa di gigantesche colonne, e ben presto la tormenta s’ era scatenata in tutta la sua potenza micidiale. Non ostante tutto quell’ inferno gli alpinisti continuarono la salita, accecati dalla ne- ve turbinante, lottando con gli attacchi violentissimi del vento che toglieva il respiro e minacciava di abbatterli ad ogni istante e sbalzarli giù per le chine gelate, finchè poco dopo le 10 toccavano felicemente la vetta suprema della Gallinola. Il termometro segnava 7 gradi sotto lo zero, il vento diveniva sempre più furioso e la neve cadeva sempre più fitta, mentre una densa nebbia toglieva quasi l’intero oriz- zonte ; era quindi imprudente e pericoloso fermarsi lassù e senza indugio fu incominciata la discesa, che per le anormali condizioni fu lunga e non scevra di pericoli. Final- mente raggiunsero il piano del lago ove dopo breve riposo gli alpinisti ridiscesero a Piedimonte e la sera del 15 febbraio poco dopo la mezzanotte facevano ritorno in Napoli. 30 NOTIZIE DI CACCIA E PESCA L'uccisione di una lupa. — Abbiamo da Lucera: Verso gli ultimi del mese di Febbraio fu uccisa una bellissima lupa nella tenuta Bombacini del Sig. Clearco Cavalli proprietario del fondo. Il giovane e forte cacciatore intrepidamente spezzò il cuore con un colpo ben diretto, al- l' agognata preda. i L’ uccisione di un grosso tasso a Pontassieve — Nelle vicinanze di Montiloro, nel comune di Pontassieve (Firenze) i contadini avevano notato la presenza di un animale che dava la caccia ai polli. — Il 23 Febbraio alcuni contadini si misero alla caccia del sel- vatico. che fu riconosciuto per un grosso tasso, di smisurata grandezza — Il tasso fu veduto pro- prio mentre entrava nella sua tana. I contadini si posero alla sua caccia con forconi, fucili e pi- stole. — La bestia, accortasi della presenza dei contadini non sì decideva ad uscire dal suo ricovero. — A qualche tentativo di sortita, i coloni furono pronti coi forconi. — L'animale ten- tava di resistere. Per non guastare la pelle del tasso, i coloni decisero di attendere che l’animale uscisse per colpirlo alla testa. Sul fare del giorno, forse preso dalla fame, lo straordinario animale, mise fnori il capo e allora una fucilata lo uccise. Si tratta di un bellissimo tasso, maschio, che ha il pelo lungo 12 centimetri. Piscicultura nel Lago di Lugano. — La commissione esecutiva di piscicoltura per il Lago di Lugano ha immesso in detto Lago circa 20,000 avanotti di salmerini e oltre 100.000 co- regoni stati incubati nel proprio stabilimento. Anche nella presente stagione ittiologica furono messi in incubazione 500.000 uova di coregoni, 75.000 di trota da lago e 25.000 di salmerini. I risultati finora sono soddisfacenti. Anche a Dongio nello stabilimento diretto dal Sig. Derighetti Giovanni, presidente del Patri- ziato, furono incubate nello scorso gennaio 40.000 uova di trota. Nello scorso anno ne vennero in- cubate 30.000 dalle quali si poterono distribuire nelle acque della Valle di Blennio 29.000 avanotti. INSEGNAMENTI PRATICI rata Per aumentare la durata dei sacchi, tele, reti, ecc., si versano l4 litri di acqua bollente su un chilogramma di scorza di quercia (da concia): vi si immerge la tela lasciandovela 24 ore. Quando sì ritira, si lava con acqua e si fa seccare. In media occorre un chilog. di corteccia per ogni 80 10 mq. di tela. © Il tannino penetra nelle fibre della canapa e del lino, e le rende non solamente imputresci- bili, ma anche più dure e resistenti. Si potrebbe facilmente tingere queste tele e sacchi in. nero immergendole, all’ uscir dal bagno, in una soluzione diluita di solfato di ferro. Queste operazioni sono poco costose. Per marcare i sacchi. Nulla di più semplice che preparare il nero per marcare i sacchi. Stemperare nerofumo in un po' d'alcool ed aggiungere olìo di lino; si avrà così un nero un po’ liquido, che sì renderà denso con nuova aggiunta di nero fumo. Mezzo energico per accelerare la germinazione. — Una soluzione diluita d’am- moniaca o una soluzione mediocremente concentrata di potassa o di soda, attivano singolarmente la germinazione dei semi in generale ed in ispecie quelli del caffè che germinano tanto difficilmente. Così bagnando i semi di caffé con una soluzione diluita di potassa si vede, dopo alcune ore, il germe bianco di neve, emergere da uno a due millimetri in tutti i semi. (Chemiches Centralblatt) PRIORA 31 Un metodo per la distruzione del pidocchio lanigero. Il n. 4 del corrente anno della Revue Horticole indica un metodo casualmente scoperto dal sig. Jules Chantier orticoltore a Mor- fontaine (Oise) per la distruzione del pidocchio lanigero così funesto ai meli. Egli aveva infatti osservato che in un frutteto di meli vi erano nati spontaneamente dei noci, attorno ai quali tutte le piante di melo apparivano immuni dagli attacchi del pidocchio. Concluse naturalmente che fra il noce e l’afide non vi doveva essere molta affinità, e che si sarebbe potuto irrorare gli alberi con una infusione concentrata di foglie di noce. Il sig. Chantier procede però con sistema più semplice, egli strofina vigorosamente le parti attaccate dal pidocchio con una manata di foglie verdi di noce ed il pidocchio sparisce per non più ritornare. Non dice però, se un procedimento analogo, l'uso per es. di bagnature al pedale con decozione delle dette foglie agisca favorevolmente sulla forma radicola dell’ afide, da cui proven- gono poi nuovi individui ad infestare le parti aeree della pianta. Il procedimento qui consigliato, semplice com' è, merita di essere provato dai nostri agricoltori. Sarebbe pure il caso di indagare se in quelle provincie, ove la consociazione del melo e del noce è tutt’ altro che infrequente, si verifica questo fatto singolare della immunità del primo dal pidocchio. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Torossi Giovanni Battista, incaricato di sc. nat. nella sc. tecnica di Vicenza, è nomi- nato reggente di st. nat. nell’ist. tecnico di Udine. Batelli dott. Andrea, straordinario di st. nat. nel R. Ist. Superiore di Magistero femm.!° di Firenze, è promosso ordinario. Griffini dott. Achille, reggente di st. nat. nel R. Istituto tecnico di Udine, è promosso a titolare e trasferito nel R. Ist. tecnico di Aquila. Martelli dott. Alessandro è abilitato per titoli alla libera docenza di Geologia nel R. Ist. di studii superiori pratici e di perfezionamento di Firenze. Danielli dott. Giotto è abilitato per titoli alla libera docenza dì geologia e geografia fisica nel R. Ist. di studii sup. pratici e di perfezionamento di Firenze. Marchi Silvio, assistente nel gab. di zool. e anat. comp. d. R. Univ. di Cagliari, in seguito a concorso, è incaricato dell’insegnamento d. st. nat. nel Liceo di Cremona. La Floresta Pancrazio, incaricato di st. nat. nel Liceo « Vittorio Emanuele » di Paler- mo, in seguito a concorso è incaricato dell’ insegnamento della stessa materia nel liceo di Modica. Albo Giacomo, incaricato di st. nat. nel liceo di Modica, è trasferito allo stesso insegna- mento nel Liceo di Arpino. i La Farina Sebastiano, incaricato di sc. nat. nella sc. tecnica di Pesaro, é trasferito, per servizio, alla sc. tecnica di Cefalù. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- ati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. 31. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi, Siena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix flammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus marginatus). 32. Si cederebbe la collezione completa degli Almanacchi igienici del Prof. Mantegazza, com- prendeute 38 annate (1866-1903), alcune delle quali non si trovano più in commercio, 33. Giulia Cellesi Camollia 10, Siena, cederebbe Coleotteri, Lepidotteri e conchiglie fossili, in cambio di conchiglie viventi, coleotteri e francobolli per collezione. 34, Chi volesse cedere le flore italiane del Parlatore, Gussone ecc., è pregato farne offerta all'Ing. Camillo Camperio - Milano, Corso Porta Vittoria, 13, 32 35. Si cedono.le seguenti opere del valore complessivo di 180 Lire, ed assolutamente nuove: « S. Canestrini. Evoluzione, Teoria dell'evoluzione. - Ratzel. Razze umane, 3 vol. - Bacche L'uomo, 2 vol. - Kerner, Vita delle Piante, 2 vol. - Darwin, Viaggio di un naturalista; Le Orchi- dee; Piante rampicanti; Piante insettivore. — Dirigere offerte al Cav. Gaetano Guida, Portici » 36. Si cede I. Una bellissima collezione di circa 1200 specie di coleotteri italiani esattamente determinate e classificate con l'indicazione delle località, È contenuta parte in dieci telai (55X70) a fondo di torba rinchiusi in baule a chiusura ermetica, parte in venticinque cassette a doppio fon- do rinchiuse in apposito armadietto di legno d’abeto. HM. Una raccolta di Cipree sinora la più ricca di specie che si trovi in Italia. II[ Le seguenti pelli d' animali: Antilope azzurra Z° giov. bello, ed una testa di adulto - Antilope vaccina (Acronotus bubalis), 2, teste — Cobo ,P adulta e giov. (Hobus ellipsiprimnus) - Cervo peszato (Axis maculata), India - Cinghiale della Sardegna. Per trattative rivolgersi alla Ditta S. Brogi — Siena. 37. Il prof. Alessandro Mascarini di Ascoli Piceno fa cambii in oggetti di Storia naturale, ed in special modo è disposto a cedere Conchiglie ben determinate e Fossili, verso Minerali e Rocce deì principali giacimenti italiani. 38. Carlo Fenizia prof. del R. Istituto tecnico di Modica desidera ‘cambiare libri (scientifici, come Microscopica clinica del Bizzozero, Teoria gener. della Fillotassi del Delpino, contro altri libri concernenti la Biologia, l' Evoluzione, ed anche contro il Trattato di Mineralogia del Bombicci, qualche libro sulla struttura fisica dei cristalli ecc. 39. Bazzi Ing. Eugenio, Via Brera n. 9. Milano, desidera far cambi di minerali special- mente di giacimenti Italiani. Lo stesso tiene specialmente disponibili per cambi, buoni esemplari dei giacimenti di Baveno, Val d' Ala e S. Gottardo. / . 40. Morseletto F. Torino, Corso Vitt. Em. 2 oltre Po, offre varie specie di Coleotteri, contro Chrysomelidi italiani di habitat garantito. < 41. Cavagnaro Tito. Livorno. (Toscana) offre: Coleotteri italiani, Lepidotteri e Coleotteri della Repub. Argentina, Conchiglie viventi e fossili e monete antiche e moderne, in cambio di altre conchiglie o libri di. malacologia. 42. Mancini Cesare. Corso Ugo Bassì 4, Genova — Desidera cambiare piante alpine, Ime- potteri e Coleotteri, con Coleotteri in special modo Scarabeidi (Caprofagi), dei quali accetta pure specie esotiche. 43. Costantini Alessandro. — Dispone per eventuale scambio, crisalidi delle specie se- guenti : Smerinthus Tiliae L, S. Populi L., Notodonta Treurulae, Phalera Bucephala, Bombyx Lane- stris, Mamestra olerocea - Cerca corrispondenti per cambio di Lepidotteri - Inviare offerte: Strada Pioppa, 18 Modena. 44, Il Dott. Antonio Magni di Milano, Via Annunciata 19. — Desidera fare acquisto di un ibrido di frirng?ldea (escluso il canarino) sia in pelle, sia imbalsamato. 45. Grillo Avv. Dott. Ruggiero Pergine (Trentino) è disposto comperare un paio di Fagiani argentati J' e © vivi a prezzo di favore. 46. Si acquisterebbe: Avifauna Italica — Giglioli Hillyer Prof. Enrico. Firenze - Successori Le Monnier, 1886 in-8 - Offerte alla Ditta S. Brogi — Siena. 47. Veneziani Carlo. Collegio Alberoni - Piacenza - Cederebbe insetti d'Italia ed anche di Cina in cambio di rocce, minerali e conchiglie ben determinate. ; 48. Lepri Giuseppe — Via Banco S. Spirito, 42 - Roma. Offre in cambio Coleotteri della campagna Romana. Desidera specialmente Carabici dell’ alta Italia e delle Isole - Inviare oblata. 49. Ronna Ernesto. R. Università, Parma. Desidera mettersi in corrispondenza con spe- cialisti nello studio delle Orchidee di cui si occupa, e fa ricerca di lavori in proposito; cataloghi ecc. 50 M. Miihl à Franefort-sur Oder (Allemagne) Carthanaplatz 3., desire entrer en relations d' echange. Coleoptères d’ Europe. Prière d’ envoyer oblata. Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri E, BOZZINI, gerente responsabile . Agli Abbonati che sono regolarmente in pari con l’Amministrazione di questo pe- riodico, previa richiesta, verranno spedite con ribasso di prezzo e franche di porto le seguenti pubblicazioni : Dall’ Opera « La Specola ornitica » di Helgoland del Gitke, per G. Vallon. Pag. 54 in-8. Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. Gli uccelli nidiacei - Allevamento - Edu- cazione - Malattie - Cure di Ronna E. Pag. 58 in-8.L. 1,90 per L. 1,00. Glossario entomologico, corredato del re- gistro Latino-Italiano delle voci citate, redatto da Luigi Failla Tedaldi. Pag. 186, formato 8.° grande (con ll tavole) L. 5 per L. 3,50. Avifauna Calabra. Elenco delle specie di uccelli sedentarie e di passaggio in Calabria, di Lucifero Armando Vol. di pag. 79 in-8. L. 4,00 per L_ 2,50. La Valtellina ed i Naturalisti. Memo- ria divisa in 6 capitoli: . Generalità - 2. Zoo- logia - 3. Botanica - 4. Geologia - 5 Minera- logia e litologia - 6. Idrologia e meteorologia. Appendici, per il dott. M. Cermenat:. Vol. di 287 pag. in-8. Prezzo L. 3 per L. 2,50. I Pesci del Trentino e nozioni elementari intorno all'organismo, allo sviluppo ed alla fun- zione della vita del pesce, del dott. V. Larga- tolli in 2 vol. con fig. L. 6,50 per L. 5,90. Carta murale dei Pesci del Trentino com- pilata dal dott. V. Largazolli. Montata L. 2,50 per L. 2,00, non montata L. 2,00 per L. 1,50. Le funzioni della vita, Preliminari. La Riproduzione, del prof. E. Paratore. Pag. 25, formato in 8.° grande, L. 2.00 per L. 1,00. La Geologia agricola e le rocce della provincia di Roma e di Perugia per il dott. G. De Angelis d’ Ossat (12 Parte), Pag. 27 in-8. L. 1,50 per L, 1,00. Quadri cristallografici per le scuole se- condarie del prof. E. Paratore. 12 pag. L. l per L. 0,40. Gli insetti nocivi alla vite, loro vita e modo di combatterli del dott. A. Lunardoni. Pag. 54 con molte figure in colori L. 2 per L. 1,50. Monografia illustrata degli uccelli di rapina in Italia del dr. G. Martorelli. Grande volume di 2l1 pag in-4 con tav. in colori e fig. intercalate nel testo L. 20 per L. 18. Gli uccelli e l’ agricoltura. Osservazioni di G. Fabani L. 0,60 per L. 0,40. Nozioni elementari di storia naturale ad uso delle scuole secondarie, classiche e tecni- che per il prof. A. Neviani - Anatomia, YTisio- logia e Tassinomia animale. Vol. di 440 pag. con 464 fig. L. 3,00 per L. 2,50. Meccanismo interno ed esterno del volo degli uccelli per il prof. €. Fabduni L. 0,60 per I. 0,50. Avifauna del prof. Gasparini con la dia- gnosi di tutte le specie degli uccelli italiani. 296 pag. in 8. L. 5 per L. 2,50. Manuel du Naturaliste per A. Granger. Raccolta, preparazione, imbalsamazione, ecc. ecc. Pag. 332 con 257 fis. (1895) L. 4,30 per L. 3,00. L'art d’empailler les petits animaux semplifié par P. Combes. Un vol. con fig. L. l per L. 0,80. Piccolo atlante botanico di 30 tav. con 253 fig. in colori preceduto da brevi nozioni di Botanica descrittiva per le scuole secondarie del prof. Vincenzo Gasparini. 2.8 edizione mi- gliorata ed accresciuta L. 3,50 per L. 2,50. Catalogo delle specie, caccia, preparazione, clas- sificazione, maniera di allevarli ece, 320 pag. con figure L. 3,75 per L. 3,00. Conseils aux amateurs pour faire une collection de papillons. Classification, pre- paration et conservation. Par M. Bel/eze. Con 32 fig. L. 0,80 per L. 0,70. Viaggio in Oriente pel cav. dott. F. Tassi. Pag. 130 L. 1 per L. 0,40. I funghi mangerecci e velenosi, descri- zione, odo di cucinarli e conservarli. Con 28 tav. colorate, per ©. /tossi. Pag. 140 L. 1,50 per L. 0,80. Sono i piccoli uccelli utili all’agricol- tura? per D. G. Salvadori. Pag. 22 L. 0,50 per L. 0.25. _La protezione degli animali in rapporto Qi loro diritti ingeniti e acquisiti all’ umano consorzio e alle leggi, per il prof. Grz/o Nic- colò L. 2,00 per L. 1,20. Considerazioni sulla intelligenza degli animali per il prof. N. Grillo. Un Vol. di 70 pagine L. 1,10 per L. 0,80. Traverso la Sardegna per il dott. N. Grillo. Vol. di 78 pag. L. 1,00 per L. 0,70. Il Mimismo del regno animale per il prof. ©. Socini. Pag. 72 e 5 tav. con molte fig. L. 3,00 per L. 2,00. L'uovo e le sue prime trasformazioni per il dott. Cermenati Mario. Pag. 46 in-8. Prezzo L. 1,00 per L. 0,50. Terapia clinica dei Difterici per il cav. uff. prot. Cozzolino Vincenzo. Pag. 101 con 10 figure L 2,00 per L. 1,50. Manuale di Geografia fisica con alcune nozioni elementari di Astronomia per Fabrett Ferdinando. Pag. 359 in-8 con figure L. 3,50 per L. 2,00. Zootecnia. Pregi e difetti degli animali do- mestici col modo di conoscere l’ età per Cavagna Cano, Pag. 280 in-8. Prezzo L. 2,00 per L. 1,50. La cultura dell’ Olivo e la estrazione del- l'olio di Passerini Napoleone. Pag. 132 in-8 con figure. Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. Metodo per preparare Tavole murali per la Scuola del dott. Pol prof. Aser. Pag. 8 in-8 L. 0,50 per L. 0,30. Manuale del trattamento del Cavallo del march. Carlo Costa. Pag. 280 1n-8. Prezzo L. 3,00 per L. 2,00. Elementi di Agraria ad uso delle Scuole di Agricoltura del prot. Napoleone Passerini. Pag. 272 in-8 con figure. L. 2,50 per L. 2,00. Elementi di Tassinomia vegetale ed animale del dott. Lusyi Bordi. Pag. 100 in-8. Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. Elementi di Zoologia agraria del dott. Eugenio Bettoni. Pag. 392 in-8. Prezzo L 3 per L 2,50. Falconeria moderna. Guida pratica per addestrare alla caccia le principali specie di Fal- conidi per A. U. Filastori. 2°. Ediz. Pag. 36 in-8 con figure. L. 1,25 per L. 1,00. Migrazioni e Faune pel sac. prof. Cesare Gaffuri. Pag. 255 in-8. L. 2,50 per. L. 1,80. Contributo allo studio dei nomi volgari delle piante in Romagna di Raggi Luigi. Manuel du Lepidopteriste par G. Panis. | Pag. 57 in-8. Prezzo L. 2 per L. 1,50. | Sommario del N. 78-74 dell” AVICULA ,, i; | Brunelli Gustavo. Sulle cause che hanno determinato la riduzione della laringe superiore | e lo sviluppo della siringe negli uccelli Pag. 1. i È Arrighi-Griffoli conte G. Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori. Parte II (cont.) Pag. 6. Picchi Cecilia. Anomalie nel colorito del piumaggio osservato in 85 individui della sua Col- lezione Ornitologica Italiana e breve cenno sull’ Eteracrosi (cont.) Pag. 12. Marinuzzi prof. Tonino. L' Aèdon luscinia (Linn.) in Sicilia (Notizie) Pag. 17. Arrighi-Griffoli conte G. Caccia alle Auitre con reti. Pag. 20. Vallon G. Note ornitologiche per la provincia del Friuli durante 1’ anno 1903. Pag. 23. Salvadori conte prof. Tommaso. Notizie intorno al Beccofrusone in Piemonte. Pag. 28. CATTURE DI SPECIE RARE OD AVVENTIZIE — Fabani Carlo. (Da Sondrio) Ampelis gar- | rulus. — Cavazza conte Filippo. (Da Bologna) Ampelis garrulus — Ditta S. Brogi. | (Da Siena) Turdus viscivorus — Turdus musicus. Anomalie di colorazione. Da Pag. 29 a Pas. 30. Redazione. Riassunto di notizie sulle cacce e passaggi degli uccelli nella regione italica nei mesi di Decembre 1903 e Gennaio 1904. Pag. 30. Bibliografia ornitologica. Pag. 3. |! Notiziario Pag. 31. Luigi Raggi. Tavola riassuntiva delle dimensioni dei" Columbidae ., italiani. (cont. e fine.) SOLLECITAZIONE PER GLI ABBONATI Che non hanno ancora versato le quote arretrate È Si prevengono quei Sigg. Abbonati, che non hanno an- È cora versato all’ Agenzia di questo periodico l’ importo degli abbonamenti arretrati al Sl Dicembre 19083, che 1’ esa- zione di questo verrà fatta a mezzo di ASSEGNO PO- STALE a partire dal Maggio prossimo, aumentato delle spese postali. N. B. L’Amministrazione tiene a far sapere che pubblicherà i nomi di quegli abbonati morosi che respingeranno il giornale gravato d’ assegno. i COLLEZIONI A PREZZI ECORZIONALI | “ Non è possibile insegnare gli elementi della Storia Naturale senza mostrare agli alunni almeno qualche tipo principale degli esseri; ma a molte Scuole mancano i mezzi per potersi procurare un piccolo Museo. È perciò che offriamo collezioni, ad un prezzo eccezionalmente mite, di esemplari ben preparati, in perfetta stato di conservazione, portanti ognuno il nome italiano più noto e quello latino, che è il solo che non può dar luogo ad equivoci nella I nomenclatura. La collezione serve di ornamento nella Scuola e gli alunni, avendo continuamente sot” t' occhio gli oggetti, non se li dimenticano mai più. Chi possedesse già esemplari di Storia naturale o. per qualunque altra ragione desi- derasse apportare delle variazioni, non ha che ad indicarlo nella richiesta. Non desiderando qualche classe di animali od altro, si supplisce per pareggiare il va- lore dando più esemplari per il resto. Per le Scuole ed Istituti si accetta il pagamento a rate da concordarsi previe suffi- cienti garanzie. Dietro semplice domanda verranno rimessi gratis i cataloghi relativi, ‘Conto corrente con la posta ANNO XXIV PA N.° 4-5 BOLLETTINO DEL NATURALIST Collettore, Allevatore, Goltivatore, Acelimatatore Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3. Per gli Stati della unione postale L. 3, 50.Altri Stati L. 45 (nei Scienza e pratica . uzione e diletto | PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago ‘Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali el al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scambi e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i ‘protessori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di “AA vi storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. —Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Richieste e offerte ecc. ecc. (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) _ già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principaimente quelli nominati nella copertina della - Rivista Italiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. l tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano (.- Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via B. Peruzzi 28, e da tutti gli uttici postali italiani ed esteri, . in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal princwpio di "ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L? abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoli separati costano cent. 30 perogni 16 pag.ditesto. Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in-dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano î manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono ìi loro scritti, pagandoli solamente 10 cent, per.numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L.6il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima: della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei moltivantaggi che ar, reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consìgli, domande, indirizzi ecc. ; fare offerte e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. l.e inserzioni relative ai cambi mon possono oltrepas>. sare la lunghezza di 5 lin! si ha diritto di CERRO. ne viene accordata la risti | penso. Dalle inserzioni gra scritti che contengono avv: dì acquisto 0 di vendita, o che possono servire di reclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbouati che lranno già pagato l’ab bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta ge non è espressamente richiesta dall’ abbonato. 1° amministrazione s'incarica di rappresentare gliab. bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentate dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso dacombinarsi. K La direzione può, in casi eccezionali, ritiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogne di dare giustificazioniin proposito. ] manoscritti non pub. blicati possono essere ritirati dagli autori proprie speas Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fascicclo, ne sarà loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis, purchè la richiedano entro l’ annata in corso, altrimentì i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamente. Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L 1 per linea, corpo 8; gli altri avvisì da stamparsi nelle sp posite pagine costano I. l ogni? centim. di spazio occu pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati sì fanno speciali facilitazioni. " i Sì annunziano le pubblicazioni ricevute è sì fa speci le sanziona diamalla dolla anali ri pervengono due esemplar- ere anticipati. Chi desiaara i ecessari, o scriva in car- Hanno pagato l’ abbonamento 1904 (6.° nota) Albani Giuseppe — Barbiconi Prof. Dott. Marino — Brian Dott. Alessandro — Duchon V. Ma- nul — Liceo Pareggiato, Biella — Merciai Dott. Giuseppe — Minardi Prof. Antonino — Ninni Nob. E. — Silvestri Dott. Alfredo — Stoppani Sac. Leone. CATALOGO DAI COLROTTRRI D'ITALIA compilato dal dott. STEFANO BERTOLINI (Pag. 144 in 16.0) Annunziamo di aver terminata la pubblicazione a dispense di quest'opera cominciata nel 1899 sotto gli auspicì del compianto Cav. Sigismondo Brogi. Essa è una 2.* edizione che riassume tutte le specie finora conosciute dei coleotteri d’ Italia, con l’aggiunta dei cenni sulle regioni da ciascuna abitate. I collettori troveranno in essa un’ottima guida per ordi- nare le loro raccolte, giusta i più recenti sistemi e in pari tempo un utile anzi indispensabile intermediario nelle molte- plici relazioni fra loro. Corrisponde a ciò il suo poco volume, il formato tasca- bile e la soppressione in massima parte della sinonimia e dei sottogeneri. Nella compilazione della medesima, in cui tanto si è di- stinto l’ Egregio A., portarono degno contributo gli esimi co- leotterologici : cav. Baudi di Selve, Damry, A. Dodero, prof. A. Fiori, dott. A. Griffini, conte U. Lostia, P. Luigion, dott. E. Schreiber e l’illustre barone dott. Lucas v. Heyden. AI fine di renderla più possibilmente diffusa si è messa in vendita al prezzo mite di L. 3,00 Per i raccoglitori di piante Vascoli da erborizzare. Scatole di metallo ondulato ben verniciato a fuoco in color verde, con 2 aperture delle quali una più piccola per le crittogame, lunghezza cm. 37 L. 4,50. Raschiatoio a 3 branche. Serve a staccare i licheni e muschi dalla scorza degli alberi Ti: 2:30. Strettoi per disseccare le piante da erbari, semplici con cinghie di cuoio L. 6, a vite L. 12. Carta bianca a mano fortissima con colla, per erbari e preparazioni diverse, cm. 35 X 47 L. 4 ogni 100 fogli.; cm. 23 X 35 L. 2,20 ogni 100 fogli. Altre dimensioni prezzi vari. Carta da erbari e da filtri, asciugante bigia, cm. 95X{70 L 5 ogni 100 fogli; cm. 70X50 L. 3 ogni 100 fogli; cm. 39X50 L. 1,50 ogni 100 fogli. Per grandi quantità prezzi da combinarsi. Alcool preparato per bagnarvi le piante da erbario onde preservarle dai danni delle tarme. Questo alcool quantunque misto a sostanze venefiche, è dosato in modo da non recar danno a’ chi dovrà poi maneggiare gli oggetti. Un litro L. è. Una boccia L. l. Ammoniaca. Utile per neutralizzare 1° azione venefica del morso di certi animali; togliere il dolore di certe punture; il prurito da alcune piante, ecc. L. l, 20 il chilog. Una boccia di gr. 200 L. 0,50. Anno XXIV N. 4-5 15 Aprile-I15 Maggio f904 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali el al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l’Italia e por gli uffici postali italiani all'estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L. 4. = ns == Sracraco rec SOMMARIO Fusco Alfonso. Sopra un Gasteropodo fossilè e sinistrorso rinvenuto nella Piana di Catania Pag. 33. ho Ronna dott. Ernesto. Lo Sfagno funge solamente da substrato nelle coltivazioni dei fiori? Pag. 34. Vitale geom. Francesco. I Coleotteri Messinesi (1. nota) (cort.) Pag. 37. Longo prof. Andrea. Sull’incrociamento dei ‘venti costanti Pag. 40. Invenzioni e scoperte Pag. 43. Insegnamenti pratici Pag. 44. Notiziario Pag. 46. No+ mine, promozioni, onorificenze, premi. Pag. 47. Richieste e offerte (gratis agli abbonati). Pag. 47. CCI Neviani prof. Antonio Materiali per una bibliografia degli studi sui Briozoi viventi e fossili dal 1800 al 1900 (cont.) Pag. V-VIII. Sopra un Gasteropodo fossile e sinistrorso * :. RINVENUTO, NELLA PIANA DI CATANIA Il fossile, che io presento ai lettori di questo pregevole Bollettino, fu rinvenuto occasionalmente da me nella scorsa estate, durante una partita di caccia nelle Piana di Catania e precisamente nella contrada Gerbini. Questo fossile è non raro, nè prezioso: chè anzi come forma di fossilizzazione e come epoca (pliocene) è uno dei più comuni che io abbia nella mia collezione. Ma il carattere di sinistrorsia, che egli presenta, lo rende in qualche modo interessante: egli è appunto per questa anomalia che io mi accinsi a dir, due parole di esso. Il fossile trovavasi leggermente sepolto in un banco di terriccio cui erano frammisti grossi ciottoli di arenaria e di lava, dei quali taluni, anche di venti o venticinque cm. di diametro. Per quanto rifrugassi in quel banco stesso, non mi:fu possibile rinvenire altri fossili. Dai naturali di. quel luogo poi seppi che quel banco si era formato alcuni mesi prima, dopo un forte straripamento del Simeto con relativo alluvione. Donde fu strappato quel fossile rinvenuto eviden- temente in sito sporadico non è facile dirlo. Il Simeto dalle cui acque fu tra- volto il materiale di quel banco, prima che giungesse alla contrada Gerbini riceve come affluente il Salso, per cui si potrebbe asserire che il fossile pervenne da terreni adiacenti al Bacino del Salso o. a quello del Simeto. Il Salso nasce a ovest dell’ Etna nel territorio fra Gangi e Nicosia ed ha 34 : x i Ò i; 35 “V I LT un percorso approssimativo d'una sessantina di chilometri, dalle sorgenti sin dove termina, cioè nei pressi di Adernò e di Biancavilla. Il Simeto invece ha origine a nord, nel territorio tra Cesarò e Randazzo, e scorre verso sud seguendo il limite occidentale dell’ Etna e raccogliendone le acque del versante di ovest. La presenza di numerosi ciottoli di lava nel banco mi fa lecito argomentare che quel deposito si formò in seguito a un ingrossa- mento del Simeto e non del Salso. Forse ad un conoscitore della fauna fossile di quei terreni sarebbe possibile; od anche facile, precisare donde il fossile fu tolto: io, cui manca l’arte e il tempo, debbo accontentarmi d'un probabile luogo di provenienza, vasto, e non preci- sato. Il gasteropodo, di cui io parlo, è un asus contrarius, Grag. (Fusus Neptu- naea Issel-Neptunaea contraria Bernard): misura una lunghezza massima di 114 mm. ed un diametro di 68, pesa 75 grammi, ha un color di lavagna chiaro e l'elica si svolge in sette giri da sinistra a destra. Ch'io mi sappia sin’ ora nei Fusus non si era avuto occasione di riscontrare la sinistrorsia, carattere comune e anzi assai frequente del resto in certi generi, come ad esempio nelle lumache terrestri. Catania, Aprile 1904 ALronso Fusco Lo SFAGNO funge solamente da substrato nelle coltivazioni dei fiori? (Nota preventiva) tezza _—_ E noto a tutti, come certe specie di Orchidee, e in generale molti vege= tali che amano un substrato umido e nello stesso tempo non acquitrinoso, ven- gono coltivati nello sfagro dalla maggior parte dei fioricultori. In apposite cas- sette di legno, di terra, di vetro, in canestri formati con filo di ferro. zincato, si pone un ammasso di quel musco, che si mantiene continuamente impregnato di acqua, senza però che questa abbia possibilità di fermarsi sul fondo del re- cipiente. Fra i fusti delicati cilindrici e ramificati, fra le radici fibrose di tale substrato, la pianta coltivata allunga per ogni senso le sue spongille, e assor- bendo le sostanze nutritive, cresce, prospera, fiorisce per anni ed anni, senza che altro occorra fuor che mantenere l’ umidità con acqua distribuita una 0 due volte alla settimana. Nella coltivazione che io ò intrapresa per lo studio delle Orchidee nostrali, ò voluto ricorrere anche a tale musco dietro esempi me- ravigliosi e anche incredibili che ò sentito ricordare e che io stesso ò avuto sott'occhi più volte. È nota infatti l’esistenza a Genova d’ una coltivazione di Ericacee, oriunde da località varie per posizione geografica e delle più dispa- rate specie. In poco spazio, sovra un piano di marmo vivono da anni ed anni, di nulla bisognose fuorchè di acqua, libere da possibili concorrenze vitali, 35 soddisfatte appieno e tutte contemporaneamente in tale adattamento forzato. Ò potuto ammirare presso l'illustre agronomo e sociologo Colonnello Sta- nislao Solari, alcuni esempi meravigliosi di convivenza vegetale nello sfagno: una Yucca ad esempio, cresciuta poderosa nello stesso recipiente in cui si è ubertosamente propagato il capelvenere. Inoltre tentativi diversi riuscitissimi nelle stesse condizioni per l'allevamento di ellera, giacinti, ecc. . . sotto le cu- re intelligenti della sua gentilissima signorina, appassionata floricultrice. Ed io incoraggiato a tentativi sperimentali sulle Orchidee nostrali e in special modo sulla comune Ophrys aranifera Huds, ò potuto ottenere risultati più che soddisfacenti, pervenendo ad osservazioni interessanti che a tempo opportuno, per esteso, renderò palesi; per ora mi piace accennare in questa nota preven- tiva qualche considerazione che può diventare base di possibili problemi na- scosti da studiarsi dietro esperienze opportune chimico-fisiologiche. Lo sfagno, funge solamente da substrato nelle coltivazioni dei fiori? Mi par di poter rispondere negativamente; finora nulla posso dire di ben positivo, ma le esperienze iniziate mi fanno sperare qualche conclusione interessante. E anzitutto, se è vero che nello sfagno debbono per natura trovarsi in modo adatto i vegetali che occorrono d’ un substrato umido e non acquitrinoso, come possono trovarsi ugualmente bene la Yucca e l’ Ophrys aranifera Huds che non amano affatto tali condizioni d’ ambiente (!)? Se lo sfagno non è che un substrato adatto per le piante che allo stato naturale vivono in terreno pa- ludoso e muscoso, o per quelle che sono di grande resistenza vitale (*), come se ne possono ottenere coltivazioni fioride e ubertose, assai più che dalle com- pagne cresciute allo stato selvaggio, naturale? come possono spiegarsi i risul- tati splendidi ottenuti con vegetali che ànno in natura uno stato di vita dia- metralmente opposto ? com’ è che vegetali così disparati di specie e di condizioni naturali vivono nello stesso palmo di substrato? Se lo sfagno non è che un mezzo passivo:d’ ambiente, come si spiega la vita continuata per decine e de- cine di anni, di un numero non comune di individui, senza mutamento di con- dizione, senza alcuna risorsa dal di fuori tranne che un po’ d' acqua distribuita periodicamente? Com'è che entro un dato periodo, più o meno lungo, diverso da pianta a pianta, questo substrato à bisogno di rinnovamento ? Io ò tolto il tubero a qualche Orchidea del genere Ophrys, sul principio del corrente anno, e ne ò affidata la vita allo sfagno: contemporaneamente ò coltivati in terra o nello sfagno esemplari intatti, tutti scelti al medesimo punto (1) Le Ophrys furono raccolte nel terreno secco, arido di un argine in Valle d' Întelvi (S. Fedele). (?) Si sanno le esperienze fatte su Orchidee, capaci di vivere, florire, riprodursì, fuori terra o sfagno, sospese a bacchette di vetro in ambienti umidi: e la maggior parte poi delle Orchidee epifite si trovano in queste condizioni, vale a dire sono bisognose di ben poco e i fl ricultori traggono assai profitto da queste facilità di coltura. 36 di accrescimento. Nello ‘spazio di un mese la pianticina privata. del tubero' sì mostrava di gran lunga più florida, veniva subito dopo quella del tubero, ma nello sfagno e 1’ ultima in accrescimento, era quella lasciata nella terra: v'è di più, che la prima aveva rimesso quasi completamente il tubero. Cosa vuol dire ciò ? Che I’ Ophrys, non solo aveva trovato nello sfagno un substrato mi- gliore che non fosse la terra, ma che vi aveva trovato qualche altra cosa, tan= to nutrimento ad esuberanza, capace non solo di far vivere la pianta, ma di farlo eccellere sulle altre in condizioni diverse, e di più, capace di sifomnizie il magazzino del nutrimento stesso, il tubero. Un’ altra serie di esperienze fu da me iniziata e in parte esaurita in al- tri vegetali, e precisamente su giacinti e narcisi: se i primi si coltivano in vasi appositi ove possono pescare nell’ acqua, gli altri dovettero vivere in un ambiente non certo identico al naturale. Mentre i giacinti tenuti nei vasi ap- positi pieni di acqua, onde ben progredire nello sviluppo devono fare enorme provviste di radici onde ricercare nel liquido elemento le sostanze che debbono nutrirli, quei bulbi cresciuti sfagno, curano poco le radici e molto si sviluppa- no nell’ aria, prova evidente che il nutrimento e. l’ambiente adatto lo LPARSOnO trovare in situ senza farne ricerca altrove. loci £ "Da ciò che ò detto mi pare non indifferente di seguitare esperienze affini, di ripetere le prime e coordinarle tutte con analisi chimico-fisiologiche op- portune. Mi pare di intravedere una relazione tra le diverse piante e lo sfagno ben più stretta di quello che non sia tra loro e un semplice substrato, tanto più che questo nel caso nostro, vive, ed adempie a tutte le funzioni senza in- terruzione di sorta, dopo che fra le sue fibre incomincia una coltivazione. E infatti, come potrebbe lo sfagno, non decomporsi rimanendo per anni ed annì; impregnato di acqua? Invece sappiamo che molti muschi.ànno una resistenza grandissima. alla vita, e rimasti anche per più anni fuori delle condizioni na- turali e necessarie, quando queste ritornano, essi rinviviscono e. ricominciano le loro diverse funzioni ('). I Ammessa questa indubitabile reviviscenza, questa sospensione di vita ri- attivata dall'acqua, anche per le Sfagnacee, non potrebbe esservi una diretta relazione fravla vita di questi muschi e quella di quei Veegiali che ne ADDIOB fittano come substrato ? È quello che ritengo possibile e che spero aver confermato dalle espe- rienze chimico-fisiologiche già incominciate. 1 { Pi Lat Dott. ERNESTO RONNA @) Bridel - Hist. Muscorum. T. I. p. 76. tori tt 37 Geom. VITALE FRANCESCO I Coleotteri Messinesi (continuazione) 23. Tachys haemorroidales Dej. — Non raro. Corsari in Agosto. 24 « « v. soctus (') Sch. — Comune nel Luglio al Campo Inglese. 25. « 6-striatus v. apristoides Rott. (£*) Rara; assieme la precedente. 26. « parvulus Dej. Comune; in Novembre Calamarà. 27. « bistriatus Duf. Rarissima ; raccolta a Calamarà il 7 Dicembre. 28. Perileptus areolatus Creutz. Non raro nel torrente Corsari, nel Luglio ed i Agosto sotto le pietre. 29. Trechus 4-striatus Schr. — Comune in tutti i torrenti dal Settembre al Giugno. Calamarà Luglio ed Agosto. 30. Ptatinus ruficornis Goeze. Tono nell'ottobre e rarissimo (res.) {f). 31 « dorsalis Pont. (‘f — Comune sotto le pietre presso i ruscelli nell’ Ottobre. Niceto, Tono, Corsari, ecc. 32. Olistopus fuscatus Dej. — Comune nei torrenti nell’ Autunno. 33. Calathus montivagus. Ger. (°) — Non raro sui colli nell’ Autunno, ove sta nascosto sotto le erbe secche. 94. « fuscipes v. punctipennis Ger. — Comune ; nell’ Ottobre a Scala, Calamarà, Monte Cicci, ecc. 35. < « v. testudinarius Gaut. (°) Comune assieme al precedente. 36. < micropterus (") Duft. — Comune sui colli nell’ autunno. 37. « melanocephalus v. erythroderus Gaut. — Comunissimo assieme al precedente. 38. « Solieri Bassi. — Non raro. Scala e Calamarà sotto le fascine d’ erica, nell’ Ottobre e Novembre. (4) Distinguibile dal tipo per avere due macchie sopra ogni elitra invece d'una. (2) Tale varietà, esclusiva della Sicilia, fu trovata dal Rottenberg nella fiumana di Ficarazzi ed al fiume Drago (Girgenti). Pare che sostituisca da noi il tipo, dal quale si distingue per la stria- tura delle elitre non eguali ma attenuantesi gradatamente. (8) Contrariamente alle sue abitudini di raccogliersi in numerosi gruppi, la raccolsi sotto due pietre. i (*) Il Ragusa fa osservare che non dal Pontappidano debba intitolarsi tale specie, ma dal Briimatier. g i (9) Specie esclusivamente siciliana, scoperta dal Dahl, e variabile sotto il punto di vista della punteggiatura delle elitre. (9) Questa varietà non era stata citata dal Ragusa nel catalogo ragionato dei Coleotteri dì Sici- lia, ma invece è citala nel Catalogo tirato a parte pag. 7. .. (7) Nel Catalogo ragionato del Ragusa vi è una certa confusione in questo genere e tale specie era riportata come varietà. Il tutto fu poi chiarito dal Ragusa stesso nel Naturalista Siciliano Anno VIII. 1. Ottobre 1888 N. 1. pag. 11-12, e completamente sistemato nel Catalogo tirato a parte. 38 39. Laemosthenes algerinus Gory. — Rarissimo. Un esemp. a Sinnaro nel- l’ Ottobre. 40. Plerostichus melas. Creut. — Non raro. Sui colli in autunno. 4l. Percus lacertosu Dej — Raro. Un esempl. al Campo Inglese il 9 Ottobre, e 3 esempl. a Guidomandri il 20 Ottobre. 42. Amara aenea Deg. — Comune in città a la marina nell’ Autunno sui muri. 43. < eurynota Panz. — In Dicembre come la precedente. 44. « sicula Dej — Non rara, a Ravelli nel Settembre, al Campo Ingl. nell'ottobre, a Scala, M. Cicci. 45. « dalmatina Dej — Rarissima. Un esemplare e Calamarà nei prati in Luglio dopo falciata la Sulla. 46. Zabrus piger Dej —- Comunissimo ovunque in Autunno. 47. Acinops subquadratus Brull. — Rarissimo. Un esempl. al Campo Ingl. in Settembre, 48. « picipes It. — Raro. Due soli esemplari raccolti col precedente. 49 Aristus clypeatus Rossi. — Rarissimo. A Calamarà l es. in Agosto sull'aia. 50. Ophonus azureus F. — Rarissimo. Un esemplare a Tono nell’ Ottobre. 51. Harpalus psittaceus Fouv. — Comunissimo in città a la marina. 52. Bradycellus verbasci Duft. — Rarissimo. 2 esempl. a S. Ranieri nel Luglio. 53. Stenolophus teutonus Schr. — Raro a Passo Badia, nell’ Ottobre sotto, le pietre vicino l’ acqua. 54. Licinus granulatus v. siculus — Raro, al Campo Ingl. in Ottobre. 55. Chlaenius azureus Duft. — Rarissimo, Un solo esemplare al Campo In- glese in Agosto. X D6. « velutinus v. auricollis Genè (1) — Comunissimo, a Calamarà, Niceto, Lavina, Tono, nell’ Està e nell’ Autunno. i 57. Masoreus Welterhalli Gyll. (@) — Raro. Pochi esemplari presi a Campo Ingl. in Settembre, e Scala in Ottobre. 58. Lebia fulvicollis F. — Rarissima. Un esemplare raccolto su le ombrelli- fere a Linata in Agosto. 59. « cyanocephala L. — Non rara in Agosto sul Daucus carota in contrada Cavalier, Linata, ecc. 60. Blechrus glabratus Duft. — Comunissima ovunque evvi un po’ di umidità nei detriti, sotto le scorze, ecc. 61. « maurus Sturm. — Raro. Pochi esemplari in città nell’ Ottobre. (1) Sarebbe desiderabile che una gran quantità di varietà fondate sopra semplicì variazioni di colorito d'una parte più o meno grande dell'insetto sparissero dai cataloghi, ed i signori ento- mologi si persuadessero che per costituire una varietà, oltre del semplice colore, o della diffe- renza di statura, dovrebbero concorrere anco caratteri anatomici di qualche importanza. (*) Il Rottenberg per primo lo citò di Sicilia, ed il Ragusa dubitò, avendone solo raccolto la var. affinis Kust, dell’ esistenza del tipo. 39 TT ——__—U@2@«— TTT TTrTrrr_lleleBIeeIeM”MIEIéMIPEEé eWEWFEWWWWTT :62, Dromius linearis O1. — Comunissimo nell’ Autunno sotto le fascine d' eri- ca poste a seccare ; Scala, Calamarà, ecc. 163. « bifasciatus Dej — Rarissimo, un solo esemplare assieme al pre- cedente in contrada Scala in Novembre. 64, « melanocephalus Dej — Comunissimo ovunque nell’ Autunno. 65. Cymindis canaligoulensis v. Chaudoiri Fair. (')Y — Non rara. In Ottobre in contrada Scala, e Novembre a Calamarà nei detriti d’ erica. 65. « axillaris, var. lineola Duf. — Rara, sul Monte Cicci, sotto le I fascine d' erica e cisto nell’ Ottobre. 67. Brachynus sclopeta F. — Non raro nell’ Ottobre al Niceto sotto le pietre. 63. « bellicosus Duft. (@) — Comune. A Passo-Badia nell’ Ottobre a Calamarà nel Settembre, a Scala nel Novembre. 69. Hygrotus inaequalis F. — Rarissimo, un solo esemplare raccolto al Tono il 10 Settembre, in una pozzanghera. 70. Hydroporus lepidus Oliv. — Raro. Raccolto a Corsari il 30 Agosto. loi « halensis. v. fuscitarsis Aubè — Rarissimo.. Un esemplare tag raccolto assieme al precedente. .72. Laccophilus interruptus v. testaceus Aubè — Un esemplare raccolto nel tor- i rentello a Calamarà nell’ Agosto. 73. Agabus biguttatus Oliv. — Comune nelle pozzanghere dei colli (°). 74. Helochares dilutus Er. — Rarissimo; un solo esemplare raccolto a Cala- 7 marà il 9 Agosto. 75. Anacaena bipustulata Marh. — Rarissima. Un esemplare trovato al Tono nell’ Ottobre. (*) 76. Limnebius picinus Marsh. — Comunissimo in tutti i torrenti e pozzanghere. 77. Cercyon flavipes F. — Comunissima ovunque. 78. « quisquilius Lin. — Comune con la precedente. 79. Sphaeridium bipustulatum F. — Rarissimo. Un esemplare raccolto al Ca- sino nei fossati il giorno 9 Aprile. ‘80. « bipustulatum v. 4-maculatum Marh. — Un esemplare. solo preso a Corsari nell’ Ottobre, sotto le erbe presso l’acqua. 81. Helophorus dorsalis Marsh. (59) — Rarissimo. Un esemplare preso al Ni- ceto in Agosto. (4) Di questa importantissima forma specifica, di cui non si conoscevano pria della nostra cat- tura che due soli esemplari, ne abbiamo finora catturati 5 ; dei quali 3 furono mandati al Ra- gusa, uno al prof. Re, ed uno conserviamo nella nostra raccolta. (?) Anco a Motta S. Anastasia abbiamo raccolto il 28 Ottobre, molti esemplari di questa ele- gante forma specifica in un fossato della Strada Provinciale, poco prima del Ponte sul Simeto. (#) Dopo questa specie va notato di Messina il Dytiscus marginalis che ho raccolto negli stagni della stazione di Falcone, nell’ Agosto del 1899 assieme al prof. Ficalbi, nella caccia alle lar- ve di Anopheles. (*) Il Ragusa nel suo Catalogo ragionato diceva: « Questa specie fin ora è stata da me solo trovata nelle vicinanze di Palermo ». È quindi, la nuova stazione di una certa importanza. (5) Anco il Ragusa di questa bellissima forma specifica non possiede che due soli esemplari, 40 .82. ‘Georyssus costatus Lap. — Rarissimo. Due soli esemplari presi al Torrente Corsari, nel Luglio sotto le pietre. 83. Parnus intermedius Kuw. — Comunissimo in Agosto a Calamarà nei fossati. S4. Aleochara tristis Grav. — Comune al Tono in Ottobre. 85. « bipunctata Ol. — Comune in Settembre al Campo Inglese. 86. « nitida Grav. — Comune in Agosto al Campo Inglese. $7. Drusilla memnonia Mark. — Comune a Calamarà, Scala in Ottobre. (continua) LONGO prof. ANDREA SULL INCROCIAMENTO DEI VENTI COSTANTI CANINI Gli studii, fatti sui giornali di bordo e sui registri degli osservatorii me- teorologici, hanno fatto conoscere che l’ atmosfera è in continuo movimento. L'aria in moto costituisce i venti, che possono essere irregolari e regolari ; ‘e questi ultimi sono periodici, come i monsoni e le brezze, 0 costanti, come gli alisei, i contro-alisei e gli extratropicali. La causa principale dei venti è la differenza di temperatura. Nella zona torrida, il calore solare riscalda fortemente l’ aria, che diventa più leggiera e si innalza: l’aria dalle due zone vicine corre verso quella par- te; e così hanno origine i due venti alisei, i quali, deviati principalmente dal moto rotatorio della terra, spirano da nord-est e da sud-est: ed avvicinan- dosi all’ equatore, incominciano ad innalzarsi, formando la zona delle calme. L'aria innalzata, trovando meno densa quella circostante nelle regioni superiori, si riversa da una parte e dall’ altra, dirigendosi verso i Poli; e que- ste due correnti sono chiamate contro-alisei, o alisei superiori. A_misura che si allontanano dall’ equatore si raffreddano, acquistano maggior densità, ed incominciano ad abbassarsi; e verso il 30° parallelo al nord ed al sud incon- trano due correnti, anche superiori, provenienti dai poli. Le due correnti op- poste si comprimono e si abbassano, cessa il movimento laterale e resta il ver- ticale dall'alto in basso, formando le due zone di calme tropicali; cioè, quella del ‘Cancro al nord, e quella del Capricorno al sud. Da queste zone di calme spirano gli alisei verso Il’ equatore, come s'è detto, e due correnti opposte verso i poli, che si chiamano venti polari, o extratropicali. Con molta probabilità gli estratropicali, giunti presso i poli, si comprimono e producono le calme polari; e pel calore prodotto dal movi- mento distrutto nelle molecole che si urtano, e per quello sviluppato dalla condensazione dei vapori, l’ aria si riscalda, si solleva e si dirige verso l’ equa- tore, come corrente superiore; ed alle calme tropicali incontra i contro-allisei, come s'è detto. i ca VA > 41 Tutta la terra, dunque, resta divisa in cinque zone di calme e quattro di venti; le prime sono: una calma equatoriale, due tropicali e duo polari; le seconde: sono: le due zone dei venti alisei, e le due dei venti extratropicali. I continenti, le montagne, le coste, le isole, i laghi e le altre circostanze, modificano e mascherano queste correnti, dando origine alla lunga serie dei venti irregolari e dei periodici; cosicchè nell’ interno dei continenti è ben dif- ficile osservare il cammino dei venti costanti. Questa. è la teoria pubblicata nel 1686 da Halley, studiata ed ampliata poi da Laplace e da Maury; ed ora è accettata da tutti, perchè confermata sempre più dai fatti. V'è, però, qualche cosa da discutere. Per le correnti di aria, che s' incon- trano alle regioni delle calme, vi possono essere tre ipotesi: 1.* O esse si ur- tano e dopo l'urto, tornano indietro, ciascuna per la via dond’è venuta. 2.* O s'incrociano, passando al sud quella che viene dal nord, e viceversa. 3.° O si mescolano, formando una massa omogenea, che poi, spinta dalla densità acquistata, o attratta dalla rarefazione vicina, può avviarsi da una parte e dall’ altra. Dopo gli accurati studii, fatti su questo argomento da M. F. Maury nella sua Geografia fisica del mare, molti accettarono la sua opinione, cioè che le due correnti s' incrociano alle zone di calme; ma, come egli stesso dice, non è certo una teoria dimostrata con tutta esattezza ; e bisogna ritenerla solo come la più probabile. Vediamo, invece, in alcuni libri scolastici esposta l'ipotesi dell’ incrocia- mento come un fatto assodato ed indiscutibile; e perciò sarà utile esaminare le ragioni che l’appoggiano, per vedere quali probabilità essa presenta. Il Prof. Stoppani cerca dimostrare l'incrociamento con le leggi della mec- canica, ed al S 82 del suo trattato di Geologia considera due molecole di aria provenienti dai due poli della terra : esse, giunte presso l’ equatore, s’ inco- minciano ad innalzare pel calore solare, seguendo la diagonale tra la dire- zione del movimento orizzontale, che avevano, e quello verticale acquistato ; finchè urtandosi, possono strisciare Ul una sull’ altra, senza cambiare direzione; e Quella proveniente dal nord si dirige verso il sud, e l’ altra proveniente dal sud. si dirige verso nord. Questo ragionamento sarebbe esatto, se si trattasse di una sola corrente, senza esservi l’altra opposta; perchè, in tal caso, la molecola sarebbe solleci- tata soltanto dalle due forze che dice l’autore. Ma v'è I’ urto tra le molecole, e di questo l’autore si cura pochissimo; giacchè è incomprensibile come due corpi perfettamente elastici, urtandosi, possano strisciare l’ uno sull’ altro, senza che si alteri la direzione del loro movimento. E poi, si tratta di grandi masse formate da questi corpi minutissimi; e perciò, se una molecola urta la molecola opposta in una data direzione, nel secondo istante ne urterà un'altra in direzione diversa, e così di seguito; e quindi, da tutti questi urti dev’ essere distrutto il movimento: laterale di cia- scuna. Questo è ammesso dallo stessso Maury, il:quale: al $ 210 (5) dice, che le due molecole ipotetiche di aria, giunte all'equatore, si comprimono e pro- ducono la calma. ; Questi si accorse che con le leggi generali della meccanica non era possibile dimostrare l’ incrociamento, e ricorse ad un agente misterioso, cioè al magne+ tismo; e ne fa cenno ai $ 350, 355 e 358. Ma non dice nulla come questa forza possa agire per produrre l’ incrociamento ; ed accenna soltanto alla possibilità che tale agente vi prenda parte. Essendo tutto ignoto, non si può dire dal di certo. Si. può notare sia che le molecole, provenienti dai due poli della terra, debbono avere una ;pola- rità magnetica diversa, ed alla regione delle calme si debbono, per conseguenza, attrarre e non respingere. L'idea quindi del magnetismo milita in favore del mescolamento, e non dell’ incrociamento. 4 È *_* Di molto maggiore importanza sono gli argomenti indiretti, e le induzioni del Maury. Però, esaminando bene i suoi ragionamenti, vi si osserva il predo- minio di una idea preconcetta; per cui vi sono stiracchiature, che non reggono ad un attento esame. Le ragioni che, secondo lui, provano l’ incrociamento, si riducono’ a cinanei 1.° L'omogeneità dell’ atmosfera. 2. La polvere meteorica. 3. La pioggia più abbondante nell’ emisfero nord. 4. L'emisfero sud più freddo, e l’ acqua dei suoi mari più densa. 5.° La pressione e velocità maggiore degli alisei sud-est. Incominciamo dalla prima. | Al $ 237 il Maury dice che l'accademia francese fece riccOglicneni nelle varie parti della terra, saggi di aria, che poi analizzata, fu trovata tutta qua+ si, identica. : Al $ 288 egli dice che le piante purificano l’ aria dai prodotti della respi- razione i e delle combustioni; in inverno, la vegetazione nel nostro emisfero è assopita, mentre è rigogliosa nell’ altro, e perciò l'aria guasta: del nostro emisfero passa nell’ altro per purificarsi, e noi riceviamo da quello l’ aria purificata ; la. qual cosa non può avvenire senza l’ incrociamento. Ma se fosse vero tutto ciò che dice l’autore; noi dovremmo ‘avere notevoli differenze nell’ atmosfera delle diverse regioni. Infatti, l’ aria impura del nostro emisfero, passando tutta nell'altro, dovrebbe impiegare un certo tempo per sbaraz: zarsi dell’ anidride carbonica, e nelle diverse regioni, ed in ‘diversi tempi dovrem+ mo avere una costituzione diversa dell’ atmosfera: specie nelle zone delle calme, dove ci sarebbero vicinissimi. gli strati di aria di diversa provenienza; ed è (4) Geografia fisica del mare di M. F. Maury. Versione italiana di Luigi Gatta, Loescher 1872. GIUSTO perciò incomprensibile come la nostra aria impura sia stata trovata dagli scien- ziati francesi simile a quella pura proveniente dall'altro emisfero. E poi, nell’ emisfero australe è molto più grande la superficie occupata dall'acqua, in confronto di quella occupata dalla terra; e la gran quantità di aria, che è obbligata a passare sugli oceani australi, non troverebbe modo come purificarsi; e dovrebbe ritornare impura nel nostro emisfero, dopo aver fatto i quattro o cinque incrociamenti obbligati. Ma v'è di più : l’autore dice ai $ 238 e 239 che l’aria impura va a pu- rificarsi nelle regioni superiori del cielo per mezzo di movimenti verticali, e con processi a noi ignoti: dunque, dove si purifica? Se nel cielo, non vi è bi- sogno d’ incrociarsi; e se nell’ altro emisfero, incrociandosi, l’ atmosfera dovrebbe presentare diversa costituzione da luogo a luogo; il che è contro ai fatti. Pare, quindi, che l'omogeneità dell’ atmosfera appoggi l’ ipotesi del mesco- lamento, e non quella dell’ incrociamento. La seconda ragione è la polvere meteorica, o polvere del mare raccolta al nord del tropico del Cancro. Di ciò l’autore parla al $ 288, e poi ne torna a parlare diffusamente dal S 322 al S 331: e dice che esse polveri somministrano tali indicazioni, come se fossero state scritte su eticheite di legno e legate alle ali dei venti. Infatti, dice egli, Chrenberg esaminò quelle polveri, e vide che contenevano organismi, che non abitano nell’ Africa, ma nell’ America del sud; ed è chiaro che i venti del sud innalzano quelle polveri, s'incrociano all'equatore, discen- dono alle calme del Cancro, e le depositano in Europa. Pare, invece che non sia così; giacchè queste polveri meteoriche; dette anche polveri rosse, raccolte in varii luoghi dal 1860 fino alle ultime cadute nel 190], sono state esaminate dai prof Denza, Silvestri, Daubrée ed altri; e si è visto che tuffe provengono dai deserti africani. Queste etichette perciò in- dicherebbero che quelle polveri sollevatesi coi turbini nei deserti africani, sono state trasportate nelle nostre regioni; e ciò si accorda con la caduta di tali polveri senza alcuna norma. (continua) ENAAEBNZIONIEIE SCO PER Il New-York Herald annunciò tempo addietro che il Pittore Jean Raffaélli, uno dei più noti di Parigi e di origine italiana, aveva fatto una importante invenzione nella tecnica dei colori, ma non seguiva nessuna spiegazione in proposito. Ora un redattore del Figaro ha intervistato l’ artista ed ecco ciò che si riferisce. Questa invenzione consiste in una trasformazione radicale della pittura ad olio. Il Kaffaélli, annoiato dal lungo processo necessario alla pittura ad olio, cioè della triturazione delle paste e dei colorì, del loro miscuglio cogli olii e le vernici, tentò di semplificare grande- mente tulte queste operazioni preparatorie e riuscì a solidificare i colori ad olio in modo da po- tersene servire come colori a pastello, oleosi, in forma dì matita. OPTA 44 Questi colori, così trasformati in matite, sono ravvolti da un involucro metallico molle, che sì può facilmente stracciare, di facile maneggio, completamente secchi, come un mastice, e nello stesso tempo friabili in modo da potersi adoperare sulla tela o sul cartone con la più grande facilità. t Iì nuovo processo di tecnica pittorica rende, al dire del Figaro, qualunque, pittura inaltera- bile e più duratura di quel che sia quella usuale ad olio, aggiungendovi le comodità pratiche che facilmente possono esser comprese dagli artisti. Il pittore Raffaélli ha dimostrato con una quantità di quadri di varia fattura, degli effetti più delicati di paesaggio alle note più leggiere e più violenti della figura, di poter mantenere con la più perfetta identità tutti gli effetti dell’antico ed usuale sistema di pittura ad olio. L'invenzione del Raffaélli dunque è destinata a sconvolgere la vecchia tecnica, sebbene siamo convinti che occorrerà molto, ma molto tempo, prima di persuadere gli artisti a rinunciare alla vecchia abitudine e alla intima compiacenza di passar delle ore ad impastare i propri colori. Un apparecchio per la nettezza delle strade, dell’ abitato ecc. — Come oi gnuno sa, la nettezza dei pavimenti, del mobilio, dei tappeti, ecc., costituisce, oltrechè una noia, un pericolo per il pulviscolo che quasi necessariamente si deve sollevare, pericolo: che è. seve- ramente condannato dagli igienisti come quello che può contenere, fra altri, i temibili germi della tubercolosi. Orbene, una Ditta Francese — Taupenot, Soulliè-Cottineau, Jouve et C. - ha ideato e costruito un apparecchio destinato in parte a sostituire le scope e le spazzole : esso consta, per sommi capi, di un motore che mette in movimento una pompa e di un recipiente destinato a raccogliere il pulviscolo aspirato dalla pompa, il (lutto disposto sopra un carretto a ruote. i Mentre la pompa è in moto, si fa passeggiare sul pavimento, sulle pareti, sui mobili un tubo snodato terminante in una bocca, entro la quale, fortemente aspirato, penetra il pulviscolo che si trova deposto sulle diverse superfici di un ambiente e che non potrebbe altrimenti essere allonta- nato senza che una parte venisse sollevata. Questo metodo dì nettamento fu applicato in un teatro di Parigi e si raccolsero 217 chilogrammi di pulviscolo ! È Al teatro dell' Opera pare che ora sia stato applicato definitivamente questo sistema dietro il pagamento di lire 1000 mensili ad una Compagnia, che si sarebbe assunto l’incarico di tal. sorta di nettamento. A parte questo enorme costo, è un fatto che il poter scopare, sbattere, spazzolare senza più sollevare pulviscolo, costituirebbe un progresso igienico ed economico non indifferente. (Progresso) INSEGNAMENTI PRATICI —_——_—_r-----m >. Vasettini di vetro, forma speciale per essenze antisettiche, con apertura ripiegata in dentro perchè il liquido:non si versi e l’ evaporazione sia più lenta. L. 28 il cento, cent. 35 1° uno. Vasettini di vetro per essenze antisettiche, forma speciale da infilarsi nel fondo delle sca- tole da insetti e con apertura ripiegata, perchè il liquido non si versi; L. 8 il cento, L. 0,25 l'uno. Porta insetti tondi e rettangolari in piccole lastre per le raccolte dei micro-insetti. L. 0,50 a L. 1,50 il cento. Raschiatoio a 3 branche per smuovere il terreno, sollevare e radunare le foglie, i de- triti vegetali ece., per far ricerca di insetti, ecc. Retini prendi insetti, tascabili, con cerchio d'acciaio nichelato; nuovo modello, di pro- pria invenzione, da chiudersi in quattro e da potersi fissare solidamente in qualunque bastone. Franchì di porto L. 5,70 Per chi fa raccolta di Minerali Nummus diabuli o Monete del Diavolo MARGCASSITA - SPERKISE, in forma discoidale che imita le monete antiche e corrose Recentemente ne è stata scoperta un’altra a cannelli. Di queste curiose forme minerali se ne cedono 10 esemplari franchi di porto per 50 centesimi e 100 esemplari pure franchi per L. 3,25. HAUERITE, Minerale molto raro, esaurito. Sono disponibili cristalli ottaedrici per- fetti, di varie grandezze, a prezzi diversi. AMBRE con inclusi insetti ed altri artropodi provenienti dall’Oligocene di Heonigber. Gli esemplari sono ben trasparenti pulimentati e lustrati da ogni parte in modo che sì pos- sano studiare e determinare le specie di artropodi che vi si trovano. Prezzo da L. 2 a 4 per campione. Ambre di Sicilia in piccoli e grossi nuclei nei quali non è raro rinvenire animali inclusi. Si cedono î nuclel tanto greggi che lustrati, a prezzi diversi secondo la grossezza. Bertrandite. Raro e prezioso silicato idrato di glucine, da L. 10 a L. 50. Gli esemplari sono in cristalli incolori, trasparenti, lamellari, lucentissimi, madreperlacei, ecc. Apatite (con colorazione accid., rosee, verdi, violette, gialliccie, azzurre, ecc., nelle sue va- rietà), L. 5 a 10. Staurotide. Germinazione a croce e prismatica : L. 5 ciascuna forma, Omfacite. Bellissima roccia da L. 5 a L. 10. Glaucofane ortorombica L. 2 a 10. — Motmorillonite da L. 2 a L. 5. Rivolgersi al Gabinetto di Storia naturale: Ditta S. BROGI - SIENA sil ja Anno XXIV N, 6 15 Giugno 1904 BOLLETTINO DEL NATURALISTA © Sollettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali ei al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L, 4, SOMMARIO Paratore dott. E. La Pedagogia nell' Università Pag. 49. Raggi L. I nostri polli domestici. Pag. 50. Longo prof. Andrea. Sull’incrociamento dei venti costanti (cont.) Pag. 52. Vitale geom. Francesco. I Coleotteri Messinesi (1.2 nota) (cont.) Pag. 54. Notiziario Pag. 56. — Invenzioni e scoperte Pag. 58. — Nomine, promozioni, onori- ficenze, premi. Pag. 59. — Tavola necrologica Pag. 59. — Richieste e offerte (gratis agli abbonati). Pag. 59. Neviani prof. Antonio Materiali per una bibliografia degli studi sui Briozoi viventi e fossili dal 1800 al 1900 (cont.) Pag. IX-XII La Pedagogia nell’ Università Prelezione del Prof. Giacomo Tauro al Corso di Pedagogia nella RP. Univer- sità di Roma (G. B. Paravia e C°, 1904). A complemento delle idee svolte in questo periodico, nel N. 1 del 1902, sulla Facoltà di Filosofia e Pedagogia, mi è grato dare un pallido riassunto della bella prele- zione con la quale il Prof. Giacomo Tauro ha inaugurato il corso libero di Pedagogia nella R. Università di Roma. Da poco tempo, e non da per tutto, la Pedagogia riconnettendosi al salutare rinnovamento delle scieuze biologiche e sociali, si eleva sugli augusti orizzonti della scuola e abbraccia lo studio dell’ uomo in tutti i periodi del suo sviluppo; lo riguarda come individuo e come parte della collettività e nella larga conoscenza e ragionata esperienza dell'umanità passata e della presente pone, come fine pre- cipuo a se stessa, la ricerca dei mezzi per il miglioramento delle nuove generazioni sotto il punto di vista biologico, etico e sociale. Un trattato veramente scientifico di Pedagogia non può oramai iniziarsi se non con l'esame critico dei gradi del fatto evolutivo dell’ educazione. Occorre prima studiare l'educazione presso gli animali, indi presso le diverse razze umane barbare e semi. civilizzate, traendo da queste cognizioni tanta luce per |’ educazione di coloro che presentano arresto di sviluppo fisiopsichico. Occorre studiare le condizioni sociali ed economiche di un popolo e la sua organizzazione politica in rapporto all’ ordinamento dell’ educazione, che diventa un servizio pubblico, funzione degl’ interessi e delle idea- lità delle classi padrone del potere politico. La Pedagogia si fonda adunque da un lato sul durwinismnio, dall’ altro sul marxismo, 50 Per opera della dottrina dell’evoluzione si è resa possibile la costituzione scientifica della Pedagogia, che si collega colla biologia e colla sociologia. Con grande competenza |’ Aut. dimostra |’ importanza della Pedagogia non solo per la scuola, ma per la società. Essa mira direttamente al perfezionamento umano e alla ricerca delle norme con le quali raggiungere tale nobilissimo scopo. Nell” Università essa è materia d’ interesse generale, un complemento di cultura filosofica e sociologica, necessaria ed utile alla professione di uomini e cittadini, destinati a trasmettere nella vita della specie la som- ma delle loro esperienze ordinate al miglioramento delle venture generazioni. I lettori di questo giornale comprenderanno adesso, e me ne saranno grati, io spero, perchè ho loro presentato la bella monografia del mio valoroso amico Prof. Tauro. É questa una solenne affermazione della importanza che dovrebbe avere nella scuola lo studio delle Scienze Naturali. Chieti - Scuola Normale - Dott. E. PARATORE L. RAGGI mm I NOSTRI POLLI DOMESTICI LORO ORIGINE E LORO IMPORTANZA ECONOMICA —rn Me TAO Il gallo domestico deriva dal gallo bankiva (Gallus bankiva) chiamato dai Ma- lesi Kasintu, il quale vive selvatico nelle foreste della Sonda, nelle Filippine, a Su- matra, e che è comune nel Birman, nell’ Assam, a Malacca ed in tutta .1° Indocina. Rassomiglia al domestico pel colore delle penne e per la voce. Alcuni naturalisti sostengono che il nostro gallo domestico derivi da quattro spe- cie diverse di galli selvatici, tutti asiatici, che vivono nelle foreste di bambù e nelle montagne cibandosi di insetti e di semi. I loro costumi sono poco noti perchè le fo- reste che essi abitano sono impraticabili per lo scienziato che debba bene osservarli. Queste quattro specie sono: 1.) Gallus bankiva, gallo bankiva, sopra nominato. 2.) Gallus varius o Gallus furcatus, gallo gangegar o gangegar, che vive a Giava, a Sumatra e che è più bello del precedente. 3.) Gallus Stanleyi, gallo delle giungle o gailo di Stanley, che vive a Ceylan. 4.) Gallus Sonneratti, gallo di Sonnerat, chiamato Katukoli dagli In- diani, che vive a Giava e nell’ India. Studi speciali fatti all'uopo ed incubazioni di questi galli selvatici con il nostro gallo domestico ànno dato per risultato se non che meticci sterili: ad eccezione solamente del gallo bankiva il quale, accoppiato con il gallo domestico, à dato prodotti fertili, iva.) > tia >, i Da queste esperienze più volte ripetute concluderemo con la maggior parte degli scienziati che le nostre varie razze. di galli domestici derivano unicamente da una sola specie tuttora selvatica, la quale è stato dimostrato non essere altro che il gallo bankiva. * Xe Il nostro gallo fu addomesticato primieramente nell'India dalla quale regione fu, 14 secoli circa avanti Cristo, portato, secondo |’ Enciclopedia cinese, nella Cina. Secondo Darwin il gallo fu portato in Europa nel VI secolo prima di Cristo du- rante la guerra persiana; e la Grecia fa la prima fra le nazioni europee che lo possedette. Prima di questo tempo i Greci non conoscevano neppure di nome questo gallinaceo come pure non lo conoscevano nè gli altri popoli dell’ Europa, nè quelli. deil’ Africa seltentrionale, poichè non trovasi di esso nessuna menzione né nelle opere degli an- tichi scrittori greci, nè negli antichi monumenti etruschi ed egiziani. Dalla Grecia passò in Italia, in Gallia, fino in Brettagna dove Cesare lo trovò du- rante la sua spedizione militare che fece in quella regione boreaie (1). Quattro secoli prima di Cristo il gallo era già tenuto domestico in tutta la regione mediterranea: ciò ce lo dichiarano Aristotile ed Aristofane il quale ultimo in una sua commedia lo chiama l'uccello della Persia, perchè i Greci lo ebbero dall’ Oriente e precisamente dalla Persia. Presso i Romani il gallo era sacro a Mercurio ed a Minerva e presso i popoli dell’ antichità classica le viscere di questo gallinaceo venivano con- sultate dai sacerdoti per trarne oracoli, come pure gli stessi sacerdoti traevano oracoli dal modo con cui beccavano quello che veniva dato loro. Allorchè un romano ricupe- rava la salute, ringraziava il dio Esculapio col sacrificargli un gallo. Pat: Il più utile fra gli uccelli domestici è certamente il gallo il quale viene largamente allevato ovunque nei cortili, nei poderi assieme agli altri uccelli domestici, per le uova assai nutritive, per la carne eccellente, per le piume e pel concime ottimo spe- cialmente pei frutteti. Oggi viene tenuto domestico in tulto il mondo in 14 razze principali. Qui è accon- cio notare che a differenza di altre specie animali addomesticate, il gallo non fugge la schiavitù e non si dà mai alla vita selvaggia dei suoi antenati: questo è dimostrato col non aver trovato in nessun luogo galli domestici rinselvatichiti. La femmina del gallo chiamasi gallina e fa circa 80 uova all’ anno e circa 600 sul corso della sua vita, la quale è in media di 8 - 10 anni. Quando la gallina è ma- dre od è per divenire chiamasi chioecia e nutre grande amore ai suoi piccoli. I nostri polli domestici nutronsi di qualunque cosa che trovano razzolando nei po- deri e nei cortili, cibo consistente in vermi, semi, erbe ecc. Si allevano galli in Francia, in Inghilterra, in Germania ecc. L'Inghilterra è la nazione che più consuma uova perchè più di due milioni di queste (1) Leporem et gallinam et anserem gustare fas : haec tamen alunt animi voluptatisque cause De bello gallico, V. 12) | uova vengono importate nella sola Londra dai Paesi Bassi e dalla Francia, senza tener conto delle uova che producono le galline allevate nello Stato. La Francia pure ne con- suma in quantità. * Due maschi in uno stesso pollaiv uon possono stare perchè combattono fra loro all’ ultimo sangue. Da ciò ebbero origine i combattimenti di galli presso gli antichi Greci e Romani i quali erano assai appassionati a questo giuoco barbaro, come lo sono tuttora gli abitanti della Sonda e della Cina, la maggior parte degli Orientali ed io Eu- ropa gli Inglesi e gli Spagnucli. Col nome generico di polli noi chiamiamo le varie razze e varietà tanto di galli che di galline. I capponi e le pollanche si ànno privando i pulcini degli organi genitali, e dopo averli ingrassati con cibo abbondante, vengono venduti a caro prezzo sul mercato per la carne delicata e squisita. A questo allevamento attendono più che altro i nostri contadini. LONGO prof. ANDREA SULL’ INCROCIAMENTO DEI VENTI COSTANTI (continuazione) a) L'osservazione diretta, fatta col pluviametro, in varii punti dei due emi- sferi, come dice al $ 263, osservazione confermata dai casì particolari, citati dal $ 276 al 286 e 349, dove dimostra che l’acqua versata nell’ Atlantico e nell’ Oceano artico dal Mississipì, dall’ Obi, dal Yenisei, dal Lena, e dai fiumi di Europa è superiore alla quantità di acqua, che si evaporizza dall’ Atlantico. Ed' anche dai fatti citati, ai $ 289 e 290, dove fa notare che tutti i grandi fiumi si trovano nell’ emisfero boreale, mentre l’ evaporazione è maggiore nell’ au- strale. b) Ai paragrafi 291 e 294 dice che la quantità di pioggia, che cade nel- l'emisfero australe, è i 2[3 di quella che cade nel boreale. L'aria della zona degli alisei nord-est dev’ essere satura solo per 2]3, perchè la superficie dei mari di quella zona è circa i 2[3 di quella delle terre : dunque, bisogna ritenere, come nel dato precedente, che quest’ aria, incrociandosi, passi a dare la pioggia nel- l’ emisfero australe, e che l’ aria satura degli alisei sud-est venga a dare la piog- gia nel nostro emisfero. c) Ai $ 350, 354 e 355 dice che dalle calme tropicali spirano gli alisei ed i venti polari, i primi secchi ed i secondi apportatori di pioggia ; e siccome dalla stessa sorgente non possono derivare due venti con proprietà diverse, così deb- bono avere origine da luoghi diversi; ed alle calme non fanno che incrociarsi, seguendo ognuno la sua via. L'aria umida del sud non lascia tutta l' umidità all’avello nuvoloso, ma la trasporta con gli alisei superiori fino alle calme del Cancro, dove discende, si dirige verso il polo, come corrente superficiale, e deposita tutto il resto dell’ umidità. Invece, l’ aria secca del nord perdette tutta la sua umidità, lambendo la superficie delle vette ghiacciate dei monti boreali e, dirigendosi verso l’equatore, non dà stilla di pioggia. La qual cosa è con- fermata dal fatto, che dal lato equatoriale delle calme del Cancro si trovano le regioni senza pioggia ed i deserti dell'interno dell’ Asia ; e dal lato polare sono le regioni ricche di pioggia, che alimentano il Lena, l’ Obi ecc. d) Le carte udometriche degli Stati Uniti, compilate da M. Lorin Blodget, dimostrano come la stagione asciutta nella California e nell’ Oregon, che è l’ estate, corrisponde alla stagione umida nella vallata del Mississipì, e viceversa. Ciò dice l’autore al $ 357 e prima; ed aggiunge che i vapori, che danno queste pioggie, sono raccolti nell’ emisfero sud tra il tropico del Capricorno e l’equatore e tra la longitudine 100° e 150° ovest. e) AI S 365 dice ed al 541 e sesuenti ripete che, se è vera la circolazio- ne atmosferica, come egli la espone, gli alisei sud-est, che spirano sulle terre dell’ America e dell’ Africa meridionale, s’ innalzano all’ equatore, passano nel- l'emisfero nord come corrente superiore, si abbassano al tropico del Cancro, e continuano la loro corsa verso il polo, come venti- extratropicali di sud-ovest, essendo venti secchi, perchè hanno lasciata la loro umidità sulle terre dell’ A- merica e dell’ Africa meridionale, non danno pioggia. Infatti, dice l’ Autore, dove passano questi venti, vi sono tutti i deserti dell’ Asia centrale, e le regioni di Europa scarse di pioggia, come sono segnati alla tavola VII; e questi venti si forniscono di vapori, soffiando sopra il Mediterraneo, il Caspio e I Aral. Ed in fine dello stesso paragrafo, cita la scarsezza di pioggia nella Nuova Olanda. Per esaminare questi dati di fatto, bisogna in prima notare che, per avere pioggia, non basta la sola abbondanza di vapori acquei, ma bisogna che questi siano condensati. I condensatori sono le terre, e specialmente le montagne; e, dove queste sono scarse, scarseegia anche la pioggia, benchè Il atmosfera sia carica di vapori. Non è dunque inverosimile che i vapori del sud, mescolan- dosi nelle zone delle calme con l’' aria proveniente dal nord, si distribuiscano quasi egualmente nei due emisferi, ma precipitino più abbondantemente, sotto forma di pioggia e di neve, nell’ emisfero boreale, dove predominano le terre. Ed è tanto ciò vero che sulle coste della Patagonia, dove vi sono le condizioni favorevoli per la precipitazione dei vapori, piove a diluvio; ed al polo sud sì precipita, sotto forma di neve, molto più vapore che :non al. polo. nord, come dice lo stesso Maury ai $ 828, 829 e seguenti. Al $ 826 egli dice pure che, molto probabilmente, in mare, l’acqua cade in maggior quantità nell'emisfero australe, che nel boreale; specie oltre il 40° parallelo: il che mostra che, dove le cause condensatrici sono le stesse, piove più al sud, dove vi sono più vapori. N Quest'azione dei condensatori è riconosciuta dallo stesso Maury al $ 548, 54 ed anche al $ 859 per la pioggia abbondante delle isole delle Società e di Sandwich: ed al $ 865 dice, che non è la sola causa refrigerante che produce la condensazione dei vapori, ma una influenza speciale, che esercitano le terre, come si verifica in tutte le isole dei mari australi, che sono eternamente coper- te da una corona di nubi. Perchè, dunque, non-tener conto, nella distribuzione generale della pioggia, di una causa tanto potente àtta a produrla ? L'acqua del Mississipì, dell’ Obi. ecc. può venire benissimo dal luogo, e per le vie indicate dall’ autore, senza la necessità d’'incrociarsi, ma mescolata alla calma equatoriale con l’aria e coi vapori provenienti dal nord. Per pro- vare l’incrociamento, bisogna dimostrare che tutta l’acqua, evaporizzata nella regione degli alisei sud-est, sia interamente trasportata nel nostro emisfero, oltre il tropico del Cancro, come s'è detto per la polvere meteorica; e questo non è certo dimostrato. Nè c'è da meravigliarsi che tutti i grandi fiumi si trovino nell’einisfero boreale, perchè nell’australe predominano i mari, ma dove vi sono terre, scorre la Plata e lo Zambese, che non sono certo due ruscelli. Pel dato 0) è pèrmesso avere dei dubbii sull’ esattezza dei fatti citati; ed a ciò si è autorizzati dallo stesso autore, il quale al $ 826 dice che mancano dei dati sufficienti, per poter dire, sul mare, se piove di più al nord, o al sud; e per molte ragioni egli è indotto a credere che, oltre il 40° parallelo, piove di più al sud, come s'è detto innanzi; e perciò pare che questa proporzione sia una di quelle tali cose, che per giudizio preconcetto, si dovrebbero vedere, e che, con sufficiente buona volontà, si vedano realmente, o meglio, si crede di vederle. (continua) Geom. VITALE FRANCESCO I Coleotteri Messinesi (continuazione) 88. Atheta sordidula Er. — Rarissima. Un esemplare preso al Tono, il 16 Luglio sotto le pietre. Nuova per la Sicilia. 89. Tachyporus hypnorum F. — Comunissima a Calamarà in Ottobre. 90. Tachynus marginellus F.— Comunissima a Scala, Calamarà, Tono, Campo Inglese in Settembre-Ottobre. 91. Tachyporus nitidulus F. — Comune a Gostana nell’ Autunno. 92. Conorus pedicularius Grav. — Comunissimo ovunque. 93. Quedius molochinus Grav. — Comune ovunque. 94. Creophilus maxillosus L. — Raro in Ottobre al Campo Inglese, N 95. Ocypus olens Mull. — Comune ovunque. 96. « opthalmicus Scop. — Comune come il precedente. 97: « pedator Grav. — Non raro, Calamarà, Scala, Campo Inglese nel- l'Autunno ed Inverno. 98. Cafius sericeus Holme — Raro in riva al mare in Ottobre. 99. Philonthus debilis Grav. — Non raro a Catania nel Luglio. 100. « concinnus Grav. — Comunissimo ovunque. 101. « nigritulus Grav. — Comunissimo in Està ovunque. 102 « lucens Er. (') Rarissimo. Due esempiari raccolti al Tono nei detriti al piede dei Tamarix. 103. « longicornis Steph. — Rarissimo. Un esemplare raccolto al Tono il 1. Agosto. 104. Othius laeviusculus Steph. — Comune al Tono in Luglio. 105. Eulissus fulgidus ©. — Comune ovunque sotto le pietre in Autunno. 106, Xartholinus punctulatus Payh. — Raro. Un esemplare a Scala in Novembre. 107. « rufipennis Er. — Non raro a Calamarà nel Gennaio. 108. « linearis Ol. — Comune a Calamarà nel Luglio. 109. Domene stilicina Er. — Comune nel Luglio, a Castanea, Campo Inglese, Scala 110. Sunius angustatus Payk. — Comunissimo ovunque. lì). Oxytelus inustus Grav. — Comunissimo ovunque. JI2. « sculpturatus Grav, — Ovunque d’ Està. 115. « nitidulus Grav. — AI Niceto in Settembre. 114. Bledius fossor Her. — A Scala in Novembre. 115. « verres Er. — Comune al Campo Ingl., Tono, Calamarà, Scala, . . . 116. Omalium cinnamomeum Kr. — Raro in Ottobre a Scala. 117. Anthobium aetolicum Kr. — Comune a Bucceri nel Giugno. 118. Micropeplus fulvus Er. — Rarissimo, in Inverno a Calamarà. 119. Bryaxis Ragusae Sauley — Non raro al Niceto d’ Inverno sotto le pietre nei prati umidi. 120. « Aubei Tour. — A Passo Badia in Novembre. 121. Ctenistes Kiessenwetteri Sauley. — Raro a Passo-Badia in Ottobre. 122. Cyrtoscydmus Helferi Schaum — Non raro d’ Inverno sotto le pietre. 123. Scydmaenus antidotus Germ. — Comune al Niceto d' Inverno. 124. Choleva cisteloides Fròl. — Rarissima. Un esemplare a Calamarà d' Inverno. 125. Catops marginicollis. Luc. — Rara. Qualche esemplare a Passo Badia d'In- verno. 126. Necrophorus investigator Zett. — Rarissimo. Un esemplare al Campo In- glese raccolto il 20 maggio, sotto la carogna d'una biscia. 107 « vestigator Herh. — Non raro a Linata nel Giugno presso le carogne. (4) I Ragusa che lo c'ta sotto il nome di Munnerheimi Fauvel, dice di possederne un solo esemplare preso nei dintorni di Palermo. E specie importantissima. 56 128. Pseudopelta sinuata F. — Comunissima a Campo Inglese, Linata, Calamarà in Luglio. 129. Silpha granulata Thumb. — Non rara d’Està a Scala, Campo inglese, Ca- stanea, Tono ecc. 130. « Olivieri Bedel. — Comune a Linata, Campo Inglese, Scala... in Ottobre e Novembre. 131. Aydnobius Demarchii Reitt. (4) — Rara in Novembre sui muri di riva a Portella di Catanea, e a Calamarà sotto le pietre. 132. Parmulus densatus Reitt. (0) — Non raro a Corsari in Luglio. 133. Ziodes Heydeni Rag. — Rarissimo a Calamarà. 134. « calcarata v. picta Reich. — Rarissimo a Corsari. 155. Cybocephalus rufifrons Reitt. — Comune a S. Ranieri. 136. Arthrolips piceum Com. — Rometta comune nel Gennaio. 137. Sericoderus lateralis Gyll. (@) — Comune a Calamarà in Primavera. 138. Ptenidium pusillum Gyll. — Comune d' Està a Tono. 159. nypobius velo Woll. — Comune sotto le erbe in macerazione nel Mag- gio a Calamarà. 140. Trichoplerix intermedia Gillm. (4) — Rarissima a Colla. 141. Scaphium immaculatum Ol. — Non rara. A Portella-Castanea nel Settem- bre, a Scala nell’ Ottobre. 142. Phalacrus fimetarius F. -- Comune nei boschi in Autunno. 145. « « v. Humberti Rey. — Comunissima col tipo 144. Olibrus bicolor. F. — Rara a Calamarà in Autunno 145. « Stierlini Flach. — Non rara a Calamarà. 146. « Baudii R. — Raro, un esemplare a Tono nell’ Agosto. 147. « affinis Strm. — Comunissima coi Phalacorus 148. « pygmaeus Strm. — Comunissima ovunque. (continua) (!) E una delle più belle forme specifiche di An7stomidae e le due macchie scure ai lati me- diani delle elitre danno un aspetto elegante all’ insettolino. É specie meridionale. (£) Il Ragusa non cita questa specie che è nuova per la fauna sicula. (*) Il Ragusa non cita questa specie nè il genere, che è quindi un nuovo acquisto per la fauna Isolana. (4) Il Ragusa cita di Sicilia l'atomaria e la sericus; è quindi una forma nuova per Ja fauna Sicula. NOTIZIARIO Locuste in Egitto. Si ha dal Cairo che una terribile invasione di locuste minaccia quest anno l’ Egitto. La condizione è tanto grave in certe provincie che il Governo ha ordinato la distruzione edita” vo pad 97 delle uova lasciate dal passaggio di questi nembi di cavallette. Sotto la direzione di capisquadre, mandati dal Ministero degli interni, popolazioni intere lavorano a raccogliere e distruggere le uova. Un nuovo concime potassico. Il prof. Arnoldo Piva utilizzando la Zeucite — minerale ricco di potassa che si trova contenuto in rilevante proporzione in molti terreni della campagna romana, — è riuscito a separare un nuovo concime potassico, ricco in ossido di potassio quanto o più dei comuni sali di Stassfurt. Sono in corso numerose esperienze di concimazione col nuovo prodotto; e se esse daranno, come è sperabile, buoni risultati, sarà assicurata alla nostra agricoltura una fonte quasi inesauri- bile di potassa; la qualcosa assumerebbe enorme importanza specialmente pel non lontano avve- nire della nostra agricoltura, poichè di potassa — elemento importantissimo per la vita delle piante — andrà sempre più facendosi sentire il difetto nelle terre, in seguito al ripetersi conti- nuato ed insistente delle sole concimazioni fosfatiche. Il metodo di estrazione del minerale e di preparazione del concime sarebbe molto semplice; per cui la nuova industria che fosse per sorgere potrebbe offrire il suo prodotto a molto buon mercato. Giardini sospesi per la cura d'aria e di sole. — Secondo la Revue Internationale de la Tubercolose (Parigi, fascicolo di febbraio 1904), alcuni igienisti consigliano di utilizzare i tetti nelle grandi città per procurare un po’ di buona aria e di sole ai tubercolosi o ai predisposti ad esserlo. Agli Stati Uniti ecco come pensano realizzare questo strano programma. L'ultimo piano delle case sarebbe composto di stanze aventi mura e tetto di vetro e ciascun inquilino disporrebbe di una o due di queste stanze e là tutta la famiglia verrebbe a poco a poco a fare una cura d’aria e di sole. In Inghilterra si è fatta una applicazione di questo genere nel- l'Ospedale Greenwich; e i convalescenti vanno a ricostituirsi sotto ampie gallerie vetrate disposte sul tetto dell’ ospedale. Queste moderne vedute nella costruzione delle case, sono perfettamente logiche. Infatti mentre poniamo ogni studio per aumentare l’aria e la luce tutt'intorno alle case, trascuriamo poi d° utilizzare il lato superiore degli edifici che è appunto quello più rivolto al sole, e più favorevole alla ventilazione. i Finora il tetto delle cas il luogo più salubre potè considerarsi come superficie non esistente pei bisogni della vita, ma d'oggi in poi una migliore utilizzazione di tali aree s'impone, e la architettura moderna guidata dalla igiene saprà certamente trarne profitto, specialmente nelle grandi città, e di vecchia costruzione, con scarse piazze, e vie ristrette. Nuovo metodo per impedire la propagazione dell’ umidità nelle murature. L’ar- gomento fu studiato con rigore di metodo e serie esperienze dal sig. Franz Walter, il quale riu- scì vincitore del concorso bandito dalla Sezione degli Ingegneri Sanitari e della Società degli ingegneri tedeschi allo scopo di incoraggiare lo studio della importante questione. Il Walter ha trovato innanzi tutto che la diffusibilità dei liquidi nei materiali segue quasi la stessa legge della diffusibilità dei gas, e cioè la velocità di diffusione è proporzionabile al loro peso. i Diverso poi è il modo di comportarsi dei materiali secondo chè il fluido assorbito è capace o: no di evaporare alie ordinarie temperature. Così l’acqua assorbita dai mattoni vi si conserva in tensione e lentamente evapora, mentre gli oli pesanti penetrati per capillarità nei materiali po- rosi vi sono trattenuti. Il Walter pensò al modo di usufruire di questa proprietà per discacciare od impedire l’ umidità dei muri. Egli eseguì intanto esperienze su mattoni imbevuti d'olio, e trovò che se questi vengono im- mersi nell'acqua anche per lungo tempo non sì ha aumento dì peso :ciò significa che nullo è l’ assorbimento d’ acqua. Gli stessi mattoni esposti all'aria non diedero alcuna diminuzione di peso. Esperienze eseguite con malte ordinarie mescolate a catrame dimostrano che queste, mentre danno una forte aderenza e coesione coi mattoni anche oleati, impediscono la propagazione del- l'umidità. 58 Il Walter consiglia quindi l’impìego dei mattoni imbevuti d'olio, e di malte con catrame in tutti quei luoghi ove si voglia combattere la propagazione dell'umidità. (Dal Monitore Tecnico) Le ricchezze della terra. Secondo quanto afferma l' Echo de Paris gli specialisti hanno calcolato che le viscere della terra contengono una fortuna di 400 miliardi di cui tutti gli anni se ne estraggono per circa 20 miliardì così ripartiti: 9 miliardi di carbon fossile, 4 miliardi di ferro, 2 miliardi di petrolio, 1 miliardo e 200 milioni d'oro, l miliardo di diamanti e altre. gemme, e 3 miliardi fra argento, sali e altri diversi. Il baco da seta tintore. Gli allevatori lionesi esperimentano da qualche anno l’ aggiunta di materie coloranti sulla foglia del gelso, all’ oggetto di ottenere una seta tinta naturalmente del colore desiderato, con esito finora abbastanza soddisfacente. Un nuovo metodo di cura. Ci scrivono da Milano: Una buona notizia per gl’ infelici tormentati dalla gotta: il nostro Bisleri, l' istancabile indu- striale il cui nome si conosce nei più remoti angoli del mondo e pare non ancora contento dello sviluppo crescente dei suoi stabilimenti, talchè attende continuamente a nuovi studii chimico-farma- ceutici ed a muove applicazioni, sta per lanciare un rimedio contro la gotta e la diatesi urica. Non sì tratta di un tentativo; si tratta di un vero ritrovato, che ha richiesto più di due anni di espe- rimenti, e che, a quanto si assicura, seynerà la decisiva contro una malattia la cui diagnosi è così facile e la cui terapia è stata sin quì incerta ed insufficiente. Xx. TNMENALO NJ Ei Giacimento di Lignite. A Concerviano, negli Abruzzi, presso il fiume Salto, in seguito a ripetute alluvioni sì è scoperto un vasto giacimento di lignite che in qualche punto raggiunge dei metri di profondità. Il pane cotto per mezzo dell’ elettricità. Lalance a Parigi ha applicato il potere ca- lorifico dell’ elettricità ad un forno, dimostrando che sono sufficienti 25 minuti per la cottura di una fornata. L'esperienza è stata fatta in presenza di un sindacato dei panettieri, ossia davanti ad esperti specialisti, i quali hanno riconosciuto la praticità del sistema, per la qualità della cottura, e del pane ottenuto, per la pulizia, rapidità, pochissima spesa, senza noie, senza odori, senza ' fumo e senza perdita di calore. Questo procedimento è già praticato in Svizzera da qualche tempo. Il cancro dei pesci. Il numero di febbraio del Pa? Pal Magazine, uno dei più importanti periodici inglesi, ci dice che il canero è stato scoperto anche nei pesci. Questa scoperta — se è vera — è della più alta importanza. Finora le ricerche delle cause del cancro sono state infruttuose. Si sono fatte centinaia di ipotesi. Ma la presente scoperta limita il campo delle indagini. È noto infatti che molti animali soffrono di cancro — le vacche, i cani, gatti, per esempio — ma tutte queste creature vivono in condizioni quasi analoghe a quella del- l'uomo. Nel caso dei pesci invece la cosa è molto differente, perchè la loro vita è governata da condizioni affatto diverse e speciali. Se anche i pesci sono vittime del cancro, gli uomini non hanno più bisogno di cercare se questa malattia dipenda da qualche infrazione delle leggi di na- tura. La causa deve ricercarsi nell’ origine delle cose, nel germe della vita. Uno dei più grandi problemi concernenti il canero sta nella straordinaria capricciosità del male. Si può nascere col cancro e morire dopo pochi mesi, come si può portare il male per lungo tempo finchè si sviluppa . in tarda eta. 59 L'annuncio che il cancro è stato scoperto anche nei pesci, e che quindi resta limitato il campo delle ricerche, venne dato al Pall Pall Mugazine dai dotti Bashford e Murray, che stanno facendo studi in proposito. Pare che il rimedio, nel quale i due medici hanno riposto grandi speranze, sia la vaccinazione. Neptunia NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Tassinari Paolo è nominato professore emerito della facoltà di se. fis, mat. e nat. nel- l'Univ. di Pisa. Bartelletti Veturia. è incaricata d’insegnare sc. fis. e nat. nella sc. normale a S. Pietro al Natisone, Sicher Enrico, tit. di st. nat. nel liceo di Mantova è trasferito al liceo di Verona. Galeno Angelo « « Belluno « « Mantova. Minio Michelangelo, reggente di sc. nat. nella sc. normale di S. Pietro al Natisone è de- stinato alla cattedra di st. nat. nel liceo di Belluno, NE AES, Tavola Necrologica De Blasi dott. Andrea, ì.° assistente nel gabinetto di mineralogia e geol. del- l’ Univ. di Palermo, è morto il 27 Marzo u. s. Galletti Adolfo, assistente reggente nel gab. di mineralogia nell’ Univ. di Bologna, è morto il 19 Aprile u. s. DO Aa A RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. 67. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi, Siena. . — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix flammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus marginatus). 68. Si cederebbe la collezione completa degli Almanacchi igienici del Prof. Mantegazza, com- prendente 38 annate (1866-1903), alcune delle quali non sì trovano più in commercio. 69. Giulia Cellesi Camollia 10, Siena, cederebbe Coleotteri, Lepidotteri e conchiglie fossili, in cambio di conchiglie viventi, coleotteri e francobolli per collezione. 70. 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Lazzeri E, BOZZINI, gerente responsabile a Li ANTONIO NEVIANI Materiali per una Bibliografia italiana DEGLI STUDI SIOTNBIRIEOZON VIVO DINLTE TA FOSSILI dal 1800 al 1900 (continuazione) Myriozoum truncatum Pall. | Cellavia fistulosa Linn, Frondipora reticulata L, Diachoris magellanica Bk, Eschara foliacea Lmk. Bugula flabellata Thmps, Retepora cellulosa Jam. Membranipora pilosa L. Schizoporella linearis Hass, Crisiadées nombreuses Cellepora pumicosa Linn Pedicellina echinata Sars, A Cap de Creus, fra i 70 e gli 80 metri, sono: (pag. 643). Eschara cervicornis M, Edw, Retepora cellulosa John, Myriozowmn truncatum Pall, Diastopora patina Lk. Frondipora reticuluta Linn. T obelia John, IH.* zona (pag. 647) — Zona dell’ argilla costiera : Lellaria fistulosa L, IV.° zona (pag. 651) — Zona della sabbia al largo : lietepora cellulosa John. 129. — Sacco Federico. — L’ Appennino settentrionale: Parte III. , La Toscana. Boll. Soc. Geol. Ital. , vol. XIV. Roma, 1895. L'A. riporta a pag. 204 i briozoi studiati da Neviani e provenienti dall’ eocene di Mosciano (vedi num. 123 di questa bibliografia). 130. — Trabucco Giacomo. — Se si debba sostituire il termine di Burdigaliano a quello di Langhiano nella serie miocenica. Atti Soc. Tose. Sc. nat. ; proc. verb., vol. IX, pag 207 ; Pisa, 1895. (Pag. 208) Fra i fossili degli strati marnosi-calcarei-arenacei inferiori del langhiano delle Langhe, l'A. cita : Terebripora Archiaci Fisch. (Pag. 209) cita pure fra i fossili c. s. degli strati marnosi-arenacei superiori : Lunulites intermedia Micht, 131. — Cerulli Irelli Serafino. — Contribuzione allo studio del pliocene nella pro- vincia di Teramo. Rivista abruzzese di sc. lett. ed arti ; fase. IV-NI, 1896. Estr. pag. 1-48 con lav. ; Teramo, 1896. (pag. 9 estr.) Dalle marne plioceniche di Castellalto e Bellante : X Microporella violacea John. l'erebripora Archiaci Fisch. Onychocella angulosa Rss, Smittia sp. Micropora impressa Moll 132. — Clerici Enr. — Sui dintorni. di S. Faustino nell’ Umbria. Boll. Soc. Geol. Ital., vol. XV, Roma 1896. A pag. 427 provenienti dalle sabbie plioceniche di s. Faustino, sono: Micropora impressa Moll Cupularia umbellata Defr,, C. reussiana Mnz,, ©. canariensis Busk Schizoporella coronopus Wood, Sch. unicornis John. 133. — De Angelis d’Ossat G. — Contribuzione allo studio della fauna fossile pa- lezoica delle Alpi Carniche. Mem. R. Accad. Lincei, Ser. 5. vol. II. pag. 241- 274. Roma 1896. I briozoi riferiti al carbonifero sono = (Pag. 27:31 dell’ estr.) : Fenestella Veneris Fisch. sp., F. cfr. plebeja M. Coy. Polypora kolvae Stuck, P. sp. Penniretepora pulcherrima M. Coy. Geinitzella crassu Lonsd. sp. Archacopora ? nexilis Koninck. 134. — Harmer S. F. — Cambridge natural history, Vol ZZ, cap. X VII, pag. 465- 554. Cambridge 1890. Nel paragrafo relativo ai briozoi d'acqua dolce (pag. 494) è data la figura: (f. 246 A) di una Plumatella (Aleyonella) fungosa Pall. raccolta dall’ A. a Napoli. 135 — Meli Rom. — Molluschi fossili recentemente estratti dal giacimento classico del monte Mario presso Roma. Boll. Soc. Geol. Ital., vol. XV, Roma 1896. (Pag. 81) Tra i briozoi della Farnesina cita la Stomatopora major John, = Cri sisina sp. del catalogo del Conti. (Pag. 83) Alla vallecola della Rimessola è Schizoporella unicornis John, var. ansala. 136. — Neviani Ant. — Briozoi postpliocenici di Spilinga (Calabria) con 32 fig. nel testo. Alti Ac. Giornia di S. N. in Cat., vol. IX, s. 4, p. 1-66. Catania 1896. In questa monografia tutte le specie, come pure tutti i generi e sottogeneri, sono accompagnate delle relative frasi caratteristiche. Actea recta Hksg. (p. 8); Caberea Boryi Aud, (p. 9); Serupocellaria seruposa Lin, (p. 10), Ser. elliptica Rss. (p. 11); Bactridium calabrum n. sp. (p. 12, fig. 1); Vibraculina Seguenziana Ney, (p. 13, fig. 2); XI Membranipora irregularis VOrb., M. galeata Bk,, (p. 14), M. minax Bk, (p. 15); Onychocella angulosa Rss, Micropora [Peneclausa] coriacea Esp. (p. 17, fig. 3); Melicerita fistulosa Linn, (p. 18), M. Johnsoni Bk, (fig. 4); Cribrilina radiata Moll (p. 19); Chorizopora Brongniartii Aud. (p. 21, fig. 5); Microporella |Fenesirulina] ciliata Lin, (p. 22), idem, var. Morrisiana Bk. (p. 23, fig. 6); M. [Diporula] verrucosa Peach (p. 24), M. [Dip.] Manzonii n. sp. (p. 25, fis. 7), M. [Dip.) Adae Nev. (fig. 8), M. |Reussina] polystomella Rss, (p. 26, fis. 9), M. [Calloporina] decorata Rss. (p. 27, fig. 10); Hippoporina circumcineta n. sp. (p. 28, fig. 11), #. imbellis Bk. (p. 29, fig. 12), M. adpressa Bk. (p. 30, fig. 13), H. Spilingae uv. sp. (p. 31, fig. 14); Myriozoum truncatum Pall. (p. 32, fig. 15); Schizoporella vulgaris Moll, Sch. biaperta Michl. (p. 33, fig. 16); Schizotheca fissa Bk. (p. 34, fig. 17); Osthimosia coronopus S, Wood (p. 35); Retepora cellulosa Linn. p. 37, fig. 18), R. beaniana King, R. Pignatarii n. sp. (p. 38, fig. 19), A. Solanderia Riss. (p. 39, fig. 20); Smittia marmorea Hks, (p. 40, fig. 21), Sm. trispinosa John. (p. 41, fis. 22), Sm. [Marsillea] cervicornis Pall. (p. 42, fig. 23), Sm. [Mucronella] coc- cineca Abildg, (p. 43, fig. 24), Sm. [Muer.] Reussiana Bk, (p. 44, fig. 25), Sm. [Muer.) pavonella A1d, (fig. 26), Sm. [Muer,] cfr. Peachii John, (p. 45); Umbonula? ramulosa Linn, (p. 46, fig. 27); Cycloporella costata M, Gill. (p. 47); Porina borealis Bk. (p. 48, fig. 28), P. impervia n. sp. (p. 49, fig. 29); Crisia denticulata Lk. (p. 50), Or. elongata M, Edw. (p. 31, fig. 30), Cr. fistulosa Hllr, Hornera frondiculata Tk, (p. 52, fig. 31), H. lichenoides Pont., H. striata M. Edw. (p. 53), H. feussi Seg.; Idmonea serpens Lin, (p. 54, fig. 32), Id. vibicata Mnz, (p. 55); Tubulipora [Filisparsa) varians Rss, (p. 56), 7. [F.] lata Seg., T. [Stomato- pora] major John, (p. 57). 7. flabellarvis Fabr. (p. 58), idem. var., 7. [Pavotu- bigera] dimidiata Rss. (p. 59°, T. [Diastopora) simplex Bk. (p. 60), 7°. |Diast.] obelia John, 7. [Diast.] nova Perg. (p. 61), T'ub. [Mesenteripora] meandrina S. Wood. (p. 62); Entalophora proboscidea M. Edw. (p. 63), Ent. rugosa d' Orb.,, Ent. regu- laris M, Gill. (p. 64), Lt. clavata Bk. ; Lichenopora hispida Flem. (p. 65), Lich. prolifera Rss. ; Frondipora Marsilii Michl. (p. 66). 137. — Neviani Ant. — Briozoi neozoici di alcune località d’Italia. Boll. soc. rom. per gli studi zoologici. Vol. V, Roma 1896. XII Parte Terza. (Boll. pag. 102:125). Cap. IX; Briozoi pliocenici del calcare di Monteleone Calabro. È questo l'elenco ricordato precedentemente in questa bibliografia al numero 78 (Neviani 1886); le località precise sono : S. Onofrio, S. Ruba, Piscopio. Aetea anguina Linn, , Act. recta Hks. (p. 103). Membranipora catenularia Jam. (fig. 1 nel testo), M. irregularis d’ Orb., M. reticulum Linn, , M. hexagona Bk. (fig. 2) (pag. 104), M. galeata Bk,, M. lineata Linn; 4. Dumerilii Aud, (f. 3).(p. 105), M. minax Bk. , M.trifolium S, W. (p. 106). Monoporella disjuncta Mnz, Ì Onychocella angulosa Rss. Micropora |Calpensia] impressa Moll, M. [Peneclausa) coriacea Esper (p. 107). Melicerita fistulosa Linn, Cribrilina radiata Moll, , Cr. [Figularia] figularis John. Chorizopora Brongniartii Aud, (p. 108). Microporella (Fenestrulina) Malusii Aud, M. {Fen.]ciliata Linn. var. Morri- siana Bk., M. [Reussina) polystomella Rss. (p.. 109). Hippoporina imbellis Bk., H. adpressa Bk. Myriozoum truncatum Pall, Schizoporella linearis Hass, (p. 110). Sch. biaperta Michl,, Sch. squamoidea Rss, Sch. planata Mnz, Osthimosia coronopus S, W,, Osth. birostrata Nam, (fig. 4), (p. 111). Retepora Beaniana King, i Smittia reticulata M. G, (p. 112), Sm. [Marsillea) cervicornis Pall, Sm. [Mucronella] coccinea var. resupinata Muz. Hornera frondiculata Lk. Idmonea serpens Linn. Tubulipora |Stomatopora] major John, Tub. [Diastopora] expansa Muz, (p. 113), idem, idem sp. Lichenopora hispida Flem., Lich. radiata Aud, Frondipora verrucosa Lmx, (p. 114). Cap. X; Briozoi postpliocenici di Spilinga (Catanzaro). È la trascrizione delle specie studiate nella memoria dianzi elencata al num. 136 ; vi sono riportate le diagnosi e le figure delle specie nuove. Cap. XI ; Briozoi postpliocenici di Livorno. È una revisione della memoria pubblicata dall’Aut. nel 1891 (vedi num. 101), secondo questa |’ elenco delle specie viene così modificato. (p. 121) Caberea Boryi Aud. Serupocellaria elliptica Rss. Membranipora galeata Bk., idem var. explanaia Nev., M. reticulum Linn, M. minax Bk. Melicerita fistulosa Linn., Mel. Johnsoni BK, (continua) CATALOGO DEI COLROTTERI D'ITALIA compilato dal dott. STEFANO BERTOLINI (Pag. 144 in 16.°) 7a Za Annunziamo di aver terminata la pubblicazione a dispense di ‘| quest'opera cominciata nel 1899 sotto gli auspicî del compianto Cav. Sigismondo Brogi. Essa è una 2.* edizione che riassume tutte le specie finora conosciute dei coleotteri d’Italia, con aggiunta dei cenni sulle regioni da ciascuna abitate. I collettori troveranno in essa un’ottima guida per ordi- nare le loro raccolte, giusta i più recenti sistemi e in pari tempo un utile anzi indispensabile intermediario nelle molte- plici relazioni fra loro. Corrisponde a ciò il suo poco volume, il formato tasca- bile e la soppressione in massima parte della sinonimia e dei sottogeneri. Nella compilazione della medesima, in cui tanto si è di- stinto l’ Egregio A., portarono degno contributo gli esimi co- leotterologici: cav. Baudi di Selve, Damry, A. Dodero, prof. A. bordo AGR conte Asia PONS don Schreiber e l'illustre barone dott. Lucas v. Heyden. Al fine di renderla più possibilmente diffusa si è messa in vendita al prezzo mite di L. 3,00 Sommario del N. 79-76 del Giorn. Ornitol. Ital.” AVICULA ,, Damiani prof. Giacomo. Il Nuovo Manuale di Orunitologia Italiana del Conte Dott. Ettore Arrigoni degli Oddi. Pag. 33. Martorelli prof. Giacinto. Il Beccofrusone (Ampelis garrulus, Linn.). Pag. 42. Picchi Cecilia. Anomalie nel colorito del piumaggio osservato in 85 individui della sua col- lezione ornitologica Italiana e breve cenno sull’ Eterocrosi (cont. e fine) Pag. 47. Ghidini Angiolo. Appunti ornitologici ticinesi per il 1903. Pag. 52. CATTURE DI SPECIE RARE OD AVVENTIZIE. Cavazza Filippo. Notizie intorno a un Bu- bulcus Ibi: ucciso nella provincia di Bologna. — Whitaker G. I. Nota sulla comparsa in Sicilia del Linota rufescens (Vieill). — Nota intorno la comparsa del Corvus corone Linn. nella Sicilia. — Gasparini Vincenzo. L° Ampelis garrulus nelle Marche. — Fabani sac. Carlo. Il Beccofrusone in Valtellina. — Lucifero A. Cursorius gallicus — Ditta S. Brogi. Curine noctua albina. Da pag. 59 a pag. 57. Redazione. Riassunto di notizie sulle cacce e passaggi degli uccelli nella regione italiana nei mesi di Febbraio e Marzo 1904. Pag. 57. Bibliografia ornitologica. Pag. 58. — Notiziario. Pag. 62. Nel Laboratorio tassidermico Ditta: Cav. S. BROGI - Siena si conciano a prezzi discreti pelli di Leone, Tigre, Pantera ecc. in maniera che non abbiano dipoi alcun cattivo odore; e sì naturalizzano, da poter servire per ornamento nelle sale, teste a bocca aperta o chiusa, a piacere dei committenti. LABORATORIO Z0OLOGICO-Z00TOMICO-TASSIDBRMICO E MUSEO DI STORIA NATURALE Ditta Gav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Cataloghi gratis Prezzi correnti gratis Fornitore di molti Musei e Gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi. Specialità ece. 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Porgli Stati della unione postale L.3,50.Altri Stati L. 4 | Scienza e pratica Istruzione e diletto PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali el al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scambi e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i protessori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ina- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per î Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Richieste e offerte ecc. ecc. (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principaimente quelli nominati nella copertina della Rivista Italiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un'unica ammiristrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via B. Peruzzi 28,e da tutti gli uffici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoliseparati costano cent. 30 perogni 16 pag. di testo. Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano î manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L.6il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc.; fare offerte e ri cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ece. ecc. Le inserzioni relative ai cambi non porsnna alt-r=-- sare la lunghezza c scritti che contengono avv d2 acquisto 0 dì vendita, o che possono servire di rec/ame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati che hanno già pagato l’ab- bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se non è espressamente richiesta dall’ abbonato. L’ amministrazione s'incarica di rappresentare gli ab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corrì- spondenza, e per le vendite od acquisti etfettuati pagare un compenso dacombinarsi. La direzione può, in casi eccezionali, ritiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioniin proposito. |] manoscritti non pub- blicati possono essere ritirati dagli autori proprie spese Agli abbonatiai quali non-pervenisse qualche tascicolò ne sarà loro, possibilmente, inviata un'altra copia gratia, purchè la richiedano entro l' annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento. Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L ]. per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano L. l ogni 2 centim. di spazio occu. pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno sneciali facilitazioni. G bblicazioni ricevute e si fa speciale quali ci pervengono due esempilar- si ha diritto di pub ne viena accordata penso. Dalla inserzi, (o Gia Sig. pera ai ono essere anticipati. Chi desin.ra bolli necessari, o seriva in car. ata. Inc. AnronINO Lrovnr. Metalli Preziosi. Dell’ Argento: Metallurgia dell’ argento - Argento puro - Leghe d’argento - Saggi dell'argento - Dell? oro: Giacimenti dell’ oro - Estra- zione dell’ oro - Affinamento dell’ oro - Leghe d’oro - Saggio dell’ oro - Platino: Estra- zione e leshe di platino - Applicazioni dell’ oro e dell’ argento - Decorazione dei metalli + preziosi. Vol. di pag. x11-316. L. 3. — U. Hoepli, editore, Milano, 1904. Tutti conosciamo di vista questi metalli tanto belli, tanto utili; ma quanti di noi ne conoscono la storia sia cronologica che naturale, il modo di lavorazione, le proprietà, che ad essi hanno valso il titolo di preziosi? E quante conosciamo delle innumerevoli appli-. cazioni che essi trovano nelle arti e nelle industrie? 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Catalogo N. 38 — Modelli plastici di piante, fiori, funghi, frutti ecc. per l’ insegnamento della Botanica. « « 50 — Varietà e mostruosità in uccelli italiani. « « 53 — Arnesi, strumenti, utensili, preservativi, specialità ecc. per la raccolta, studio, ‘| preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale. « « 54 — Mammiferi imbalsamati ed in pelle, scheletri e cranii. « « 55 — Occhi artificiali di ogni genere in vetro e smalto, per animali, uomini, sta- tue, bambole, ecc. « « 56 — Coleotteri europei. « « 57 — Uecelli imbalsamati ed in pelle. « « 58 — Minerali e Rocce. « « 59 — Catalogo con note e prezzo degli animali di tutti gli ordini, scheletri ed altre preparazioni zootomiche, Piante, Minerali, Fossili, Modelli, ecc. ece.,, nonchè delle Collezioni già formate per l' insegnamento. Nel Laboratorio tassidermico Ditta: Cav. S. BROGI - Siena si conciano a prezzi discreti pelli di Leone, Tigre, Pantera ecc. in maniera che non abbiano dipoi alcun cattivo odore; e si naturalizzano, da poter servire per ornamento nelle sale, teste in tutti quegli atteggiamenti che sì desiderano. Anno XXIV N, 7 15 Luglio 1904 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali el al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo perl’ Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L. 4, SOMMARIO Longo prof. Andrea. Sull'incrociamento dei venti costanti (cont.) Pag. 61. Razzanti A. G. Note alpine Pag. 63. Insegnamenti pratici. Pag. 64. — Notiziario Pag. 65. — Richieste e offerte (gratis agli abbonati). Pag. 67. Neviani prof. Antonio. Materiali per una bibliografia degli studi sui Briozoi viventi e fossili dal 1800 al 1900 (cont.) Pag. XII-XVI. LONGO prof. ANDREA SULL INCROCIAMENTO DEI VENTI COSTANTI (continuazione) NOK Ma ammettendo anche ciò che dice l’ autore, bisogna dire che è una pura combinazione giacchè, per essere esatto il calcolo, dovrebbero essere identiche tutte le altre circostanze; ma nel nostro emisfero abbiamo vasti continenti che condensano i vapori, e dovremmo avere anche una quantità maggiore di pioggia. Pel dato c) è naturale che l’aria giunga alle calme tropicali da due parti opposte, ma non è necessario che le due correnti si debbano incrociare, conti- nuando ognuna la sua via. Infatti le due correnti possono benissimo mescolarsi alla zona di calme, e dare un’ aria di costituzione uniforme, come ha mostrato l'osservazione diretta dei fatti ($ 237): quella porzione, che si dirige verso l’equa- tore, trova una temperatura sempre più elevata, si allontana dal punto di sa- turazione, e non dà pioggia. Invece, quella che si dirige verso il polo trova una temperatura più bassa, giunge al punto di saturazione, e Gà pioggia. Il dato d) appoggia l’idea del mescolamento, mostrando sempre più l’' in- fluenza esercitata dalle terre sulla precipitazione dei vapori. Infatti, il vapore del Pacifico, trovando d’ estate caldissime le coste della California, non si con- densa, ima passa oltre, e va a precipitarsi nella vallata del Mississipì: d’ in- verno, invece, le coste della California sono fredde abbastanza per poter con- densare buona parte del vapore, l’ aria giunge secca nella vallata del Missis- sipì, dove produce la stagione asciutta. Quel vapore può essere raccolto dal- l’aliseo sud-est tra il Capricorno e l’ equatore, come dice il Maury, o dall’ a- ° liseo nord-est tra il Cancro e l’equatore, perchè vi è oceano da una parte e dell’ altra dell’ equatore; possono incrociarsi, mescolarsi o tornare indietro; vi sarà sempre una buona provvista di vapori, sufficienti ad alimentare le pioggie della California e della vallata del Mississipì. Non si comprende neanche perchè le piosgie della Patagonia occidentale dimostrano l’incrociamento; giacchè vi è anche quì vento caldo, che passa sopra una grandissima superficie di acqua, trova poi, di fronte, l’altissima catena delle Ande, e deve, per conseguenza, versare l’acqua a, catinelle. Per il dato e), seguendo la direzione segnata dall’ autore nella sua tavola VII, sì vede che i venti, che spirano sul Caspio e sull’ Aral, dovrebbero venire, secondo la sua teoria, proprio dal mezzo dell’ Atlantico ; e perciò da questa regione fino a buona parte del deserto di Gobi dovremmo avere regioni abbondanti di pioggia; il che è contrario ai fatti: ma vi è anche con- tradizione coi S 350, 354, 355, dove dice che quei deserti sono formati dai venti provenienti dal polo. Se si considera la posizione del tropico del Cancro, com’ è segnata alla Tavola VII, cioè da non oltrepassare di molto il 30° paral- lelo, ed i deserti e le regioni scarse di pioggia dell'interno dell’ Asia si consi- derano come prodotti dagli alisei sud-est, divenuti poi extratropicali sud-ovest, bisognerebbe trovare il luogo, dove vanno a cadere i vapori raccolti dagli ali- sei sud-est sull’ Atlantico, tra il tropico del Capricorno e l’ equatore; luoghi che, come s'è detto ora, dovrebbero essere le regioni intorno al Caspio, al- l’ Aral e parte del deserto di Gobi. L'autore dice al $ 544 che questi venti sono in estate ed in autunno con- vertiti in monsoni, che provvedono le piogge a tutti i fiumi della Guinea. Ma in inverno ed in primavera essi non sono trasformati in monsoni; ed in tali stagioni dovrebbero dare pioggia abbondante nelle regioni sopra indicate; il che non si verifica. Se poi si considera la posizione del tropico del Cancro, com'è segnata nella tavola VIII, dove, tra il 60° ed il 90° meridiano est, giunge sin presso il 50° parallelo nord (che è la sua posizione probabile sulla terra, specie in estate) ed è vero ciò che dice l’autore ai $ 250, 354, 355, cioè che i deserti e le regioni scarse di pioggia dell'Asia centrale siano formate dai venti prove- nienti dal polo, bisognerebbe trovare, oltre il 45° parallelo nord, le regioni senza pioggia per dove passano gli alisei sud-est, che ‘ispirano sulle terre dell'Africa e dell’ America meridionale, e vengono nel nostro emisfero a formare gli extra-tropicali; e queste regioni non esistono. L'Autore dice al $ 548, citato innanzi, che Za bassa temperatura della Siberia serve appunto ad estrarre da questi venti la rimanenza del vapore, che le fredde cime delle montagne ed i grandi fiumi dell'emisfero sud loro hanno ancora lasciato. Con ciò egli ammette quello che da principio aveva trascurato, cioè l’ azione dei condensatori; per la qual cosa perdono valore quasi tutti gli argomenti messi in campo per sostenere l'incrociamento. i 41p) (PD) Forse si accorge di queste contradizioni, e perciò termina il $ 544, dicen- do che non bisogna supporre che i canali per cui spirano i venti, che traver- sano l’ equatore ai molti punti indicati, siano determinati nella natura con linee così precise come sono segnate o rappresentate nella tavola VII. Ma tutti i suoi argomenti si fondano su questo punto di partenza, cioè che il cammino dei venti sia nettamente tracciato con precisione geometrica; e perciò se si ammette questa irregolarità di movimento (come pare debba es- sere in realtà) quasi tutti i suoi argomenti cadono, cedendo il posto alla teo- ria del mescolamento. i (continua) Nel N. 6 di questo periodico, alla pag. 52, al principio della puntata di quest’ articolo, fu- rono omessi i seguenti tre periodi: Ma anche ad ammettere ciò che dice l’autore; come si spiega il fatto, citato da lui stesso al $ 323, cioè che tali polveri furono osservate dal Dottor Clymer fra i paralleli N. 7°, 30 e 9°? Se sono vere le sue teorie, tali polveri si dovrebbero trovare solo a nord del tropico del Cancro, e non fra l’ equatore ed il tropico. Facendo passare anche questa: che cosa dicono, in fondo, queste etichette ? Dicono che la polvere del sud s’ innalza all'equatore, ed una porzione viene con gli alisei superiori verso il nord; il che può succedere benissimo anche ammettendo il mescolamento. Per confermare la teoria dell’ autore, bisogne- rebbe dimostrare che /utta la polvere sollevata al sud passi al nord; e ciò non è dimostrato al certo dalle famose etichette. La terza ragione è il fatto che, mentre la superficie di acqua è magg iore nell’ emisfero australe, piove di più nell'emisfero boreale; ed appoggia questa ragione con cinque dati di fatto che sono: Note Alpine Ascensione del M. Forato (m. 1225 s. I. m.) — L'ultima gita sull’ Alpi Apuane chiuse degnamente la serie delle escursioni inaugurate e promosse dalla solerte Sezione Livornese del C. A. I. La meta era il M. Forato, cima certo non molto elevata, ma che presenta una struttura tanto particolare, una conformazione così caratteristica da renderla una delle altezze più frequentate dagli escursio- nisti: si tratta infatti di un ponte naturale di considerevole lunghezza che unisce i due corni estremi del monte, abbastanza largo ancora, da permettere con qualche difficoltà il passaggio: al disotto la costa scende ripidissima, in alcuni punti addirittura a picco, con rocce aguzze e scoscese, tra le quali nidificano i Falchi. L'escursione pedestre cominciò da Ponte Stazzemese da cui partì ad ore 7.30 la comitiva composta di sette studenti e diretta dai Prof. Vivarelli e Cri- 64 vellucci, istancabili organizzatori della gita. Raggiunta per viottoli di montagna Stazzema, girando le falde del Procinto attraverso i castagneti, arrivammo ad ore 9.25 alla fonte di Moscoso; costeggiando quindi l’ aspra e imponente mu- raglia della Nona toccammo ad ore 10 la foce di Petrociana dove si unirono a noi i Signori Fremura: dopo un brevissimo riposo attaccammo con ardore l’ ul- time e ripide rampe del monte e con un’ oretta di ardua salita giungemmo fi- nalmente alla cima (m. 1225). Una nebbia assai fitta ci tolse dapprima lo stu- pendo panorama, ma uno splendido sole dissipò a poco a poco il velame delle nubi, facendoci godere l’ indimenticabile spettacolo. Ad ore 13.50 venne dato il segnale di partenza e dopo due ore circa di discesa, resa difficile in alcuni punti per lo smarrimento del sentiero, raggiungemmo la foce di Petrociana: nelle vicinanze, in una pozza di fresca acqua sorgiva raccolsi molti esemplari di « Triton alpestris » nella loro smagliante livrea di nozze. Discendemmo quindi attraverso i castagneti, in cui ebbi agio di raccogliere molti Cerambicidi tra cui Morimus, Spondylis, Lamia ecc. e belle specie ancora di Felci e Licopodì : alle 17.20 eravamo a Cardoso e con un’ ultima mezz’ ora di marcia toccavamo di nuovo il punto di partenza. A. G. RAZZANTI INSEGNAMENTI PRATICI wu Il sesso dei piccioni. Ecco un mezzo semplice per sapere se un piccione è maschio o fem- mina. Si pone il piccione sulla mano sinistra, tenendone le zampe passate fra le dita. Poi con la mano destra si tira il becco. Generalmente se il piccione solleva la coda è una femmina, se la abbassa è un maschio. Così assicura /” Agricoltural Magazine, e costa poco il controllarlo. Per la conservazione delle uova. Nei grandi centrì del commercio delle uova come ad esempio in Danimarca, Russia ecc. si usa immergere l'uovo in una soluzione di gutta percha, di nafta e benzina, oppure mettere l' uovo nell'acqua o farlo attraversare da una corrente elettrica. Altri più semplicemente immergono l’ uovo nell’ acqua bollente. Contro le muffe sulle pareti delle cantine. Le muffe sulle pareti si combattono, serive il Giorn. d' agric. pratica, bruciando di quando in quando un po’ di zolfo nella cantina e per es- sere più precisi, 100 grammi di zolfo ogni 15 giorni, quando si tratti di una cantina di media capacità. Ma questa precauzione non è sufficiente; le muffe, ‘anche combattute colla combustione dello zolfo nen sì distruggono completamente: l’ anidride solforosa è un gas molto pesante che si accumula facilmente nella parte più bassa della cantina onde esso non arriva dappertutto, quindi si avranno sempre in cantina certì angoli, certi ripostigli ove le muffe continueranno a regnare. Sarà perciò necessario prima dei caldi dell'estate pulire diligentemente le pareti, raschiare, ove occorra, il sudiciume che inquina i muri, formato dalla polvere, dall’ umido ed anche dalle muffe e quindi imbiancare tutta la cantina con latte di calce recentemente preparato. Per l’imbianchimento di una cantina munita di vasi vimari è buono il sistema dell’ imbian- chimento col pennello aggiungendo al latte di calce dal 5 al 10 Or di ipoclorito di calce. L® ipo- clorito sotto l’ azione dell'acido carbonico dell'aria, svolge cloro che è nemico delle muffe. Come costruire i fienili all’ aperto. Intorno all'uso di conservare il fieno all'aperto, il sig. R. Tosì ricorda che ‘con la perdita cagionata dalle intemperie si potrebbe costruire un buon fienile in muratura, Chi non fosse disposto ad accingersi a fabbricare questì locali, non trascuri sl Mo Le 65 che attorno « all’ anima » o trave verticale, è necessario disporre un bello strato di fascine, di modo che il foraggio non sia a contatto con il terreno e quindi soggetto a marcire. L' acqua delle pioggie dall' apice « dell'anima » infiltrandosi nel foraggio vi genera il marciume che, pur non manifestandosi all' esterno, produce internamente fortissimi danni. Non si trascuri quindi di appli- care all’ estremità « dell'anima » un ampio cappello di latta verniciata, di modo che l’acqua possa scorrere sul fienile senza infiltrarvisi. Pulizia dei tubi in caucciù delle pompe pel travaso del vino. Il Sig. Lacroix nel Moniteur vinicole suggerisce per la pulitura dei tubi in caucciù di tenerli a bagno, durante un'ora circa, in una soluzione leggermente riscaldata di carbonato di soda al 6 Oro, oppure in una soluzione di bisolfito di calce al 7 0fo. Poi sciacquare con acqua tiepida. Bisogna evitare l’acqua fredda che indurisce i tubi, come pure non servirsi d’acqua bollente perchè torrebbe le qualità al caucciù. Quando questi tubi induriscono, si ritornano all’ elasticità immergendoli nell'acqua tiepida. Impermeabilizzazione delle botti. Fra le tante sostanze impermeabili ed inodore pro- poste per spalmare le botti, i tini ece., onde impedire il soverchio calo del vino, o togliere il di- retto contatto del liquido con doghe difettose o aventi odori sgradevoli, difficili a far sparire con altri mezzi, facciamo conoscere anche questa mescolanza che ci viene suggerita dai Francesi: essa è così formata: Si prende della calce viva polverizzata e si addiziona d’una quantità d'alcool sufficiente a formare un miscuglio avente la consistenza d'un latte di calce simile a quello che adoprano i muratori per imbiancare. Lo si stende accuratamente con un pennello su tutta la parte interna delle doghe e si lascia asciugare. Lo strato così applicato si solidifica rapidamente; ma prima di riempire il recipiente di vino bisogna nettare, con una spazzola bagnata d' acqua, l’ intonaco e lavare il recipiente in modo da togliere la calce non combinata che può essere rimasta alla superficie delle doghe. Il recipiente si trova allora in condizione di eonservare perfettamente il vino. Pietre per affilare. Le cosidette pietre per affilare i coltelli, le falci, ecc. si trovano in commercio; ma del resto non è difficile farsele da sè. Ecco una delle numerose formule: Si fa fon- dere a fuoco dolce 25 grammi di gomma lacca e 10 grammi di resina, e vi si incorpora intima- mente 100 grammi di smeriglio in polvere, colando poi il tutto in uno stampo unto di olio. Quando la pasta è fredda e solidificata, lo si disgrassa in una soluzione caldissima di potassa. I NOTIZIARIO Allevamento delle foche. Il Daîly Mail ha da Tokio: Una flottiglia di 200 navi mercan- tili giungerà prossimamente nelle isole russe del mare di Bering ove esistono dei parchi di al- levamento delle foche e della lontra marina il cui reddito è rilevante. Una nuova pianta da zucchero. Il Ministero di agricoltura ha ricevuto notizia essersi scoperta nell’ America del Sud una nuova pianta zuccherina « Cupatorium ubaudoum » il cui pro- dotto sarebbe superiore dello zuccaro di canna. Questa pianta sarebbe coltivabile in Italia. Le cavallette in Sardegna si sono propagate nelle campagne di Luras Calangianus ed altre nel circondario di Tempio Pausania. Lotta contro i topi campagnoli in Francia. Il Ministro Mougeot ha annunziato alla « Commission de l’agricolture » un disegno di legge che renderà « obbligatoria » la distruzione dei « topi campagnoli od arvicole », ogni qualvolta la maggioranza dei propretari d'un comune decida la lotta. Dopo le esperienze col virus Pasteur, fatte con successo sopra un territorio di 1200 ettari, si calcola il problema risolto. La spesa è valutata in 5 lire 1’ ettaro. Premii contro le falsificazioni del burro. L' Associazione dei commercianti di burro a Berlino ha messo a concorso le seguenti questioni : 1.° Indicazione di un metodo che permetta di palesare il grasso di palma nel burro (Premio di 3000 marchi). 66 2.° Indicazione di un metodo che permetta di palesare la sugna nel burro (Premio di 1000 marchi). 3° Indicazione di un metodo che permetta di palesare il grasso di palma nella sugna (Premio di 1000 marchi). I metodi devono potersi applicare nei laboratori, istituiti a tale effetto, nel corso di una gior- nata, non occasionare una spesa maggiore di 6 marchi per un’ analisì e permettere di constatare anche con certezza un miscuglio del 15 Oro. Una cattedra di apicoltura. La Corte deì Conti ha registrato il decreto dell'on. Rava che istituisce una Cattedra di apicoltura, con podere sperimentale, a Bologna. Le mostre italiane a Saint Louis. Esposizioni curiose. Il 21 Maggio s. sì è inaugu- rata la mostra Italiana nel palazzo delle Manifatture. La Sezione italiana nel palazzo delle Belle Arti era stata inaugurata tre giorni prima. Nella prima è stata esposta una splendida bandiera italiana, elegantemente ricamata in seta ed oro, che sarà regalata alla città di St. Louis ip oc- casione dell’ /taltan Day — 12 ottobre — La bandiera ha le dimensioni di sei piedi (m. 1.80 cir- ca) in quadro, ed è ugualmente ricamata da ambo i lati. Sotto lo stemma italiano si ammira un disegno rappresentante I’ Italia che stringe la mano alla Columbia. La bandiera, ch'è un pregevole lavoro d' arte, è costata 1200 dollari. La Sezione nel Palazzo delle Manifatture occupa 2800 piedi quadrati di cui quasi il quarto è assegnato alla scultura in marmo. Vi sono circa 1500 pezzi che formano una delle note predo- minanti della Esposizione. Fra le molte attrattive che l’ esposizione ha organizzate enumeriamo le seguenti : I sapienti potranno vedere in uno skating ring, una tempesta di neve; tutti gli apparecchi tele- grafici e telefonici, con e senza fili, saranno messi a loro disposizione, essi inoltre potranno vedere un nuovo meraviglioso istrumento, il telefono senza fili, che per mezzo di raggi elettrici, trasmetterà lontano la voce umana. I curiosi di cose d arte udranno nella sala dei concertì, il più grande organo mondiale, che ha 5 tastiere, 140 registri e 10059 tubi. Sotto le mani ed i piedi di un abile organista quest” organo potrà emettere 179,869,183 suoni differenti. Vi è un Mefistofele inviato dalla Louisiana, ed un Femme de Lot in sale presentato da un altro Stato, celebre per le sue saline, poichè fra le curiosità dell’ esposizione di Saint Louis v'è appunto questa, che cioò molti stati concorsero con oggetti d' arte fatti nel prodotto principale del luogo. Così l’Alabama, celebre per le sue miniere, espone un Vulcano in ferro sopra zoccolo di carbone. Il Minnesota dalle numerosissime colossali mandre, ha fatto eseguire una statua in burro, rap- presentante la eftige colossale di Iohn Stewart, fondatore della prima fabbrica americana di burro. Il Mississipì è rappresentato da una statua gigante di cotone: l’ Utah allevatore di apî da una statua in cera. Qualunque sia l'affluenza dei visitatori non si ha paura della carestia in così gran numero sono i commestibili; una sola forma di formaggio pesa quattromila chilogrammi. Società Colombofila Fiorentina. Domenica passata 19 Giugno a ore 7 dalla piazzetta di Venezia, per cura di una Commissione presieduta dal Cav. Niccolò Spada, la nostra Società effettuò la gara governativa annuale. I nostri piccoli messaggeri mantennero la fama di buoni ed eccellenti volatori perchè in poco più di tre ore dalla ridente laguna tornarono a Firenze. Ecco l’ elenco dei premiati: 1.0 Baldi Pasquale ore 10, 43' Medaglia d' argento dorata offerta dalla R. Societa di S. Giovanni Battista. 2.0 Caiani Gino ore 10, 45° Medaglia d'argento della Camera di Commercio. 3.9 Sechi Cesare ore 10, 46° « « « 40 Ragionieri Giuseppe ore ll, 0° < di bronzo « Velocità dei colombi Km, 64, 900. IRA 67 Società Colombofila Fiorentina. La Società Colombofila Fiorentina, fondata nell’anno 1877, avendo estesa la sua azione su tutti i rami della avicoltura, riunendo intorno a sè tutti gli avicoltori toscani, deliberava ad unanimità nell'Assemblea del 27 Giugno decorso il cambiamento del titolo ed ìl rinnovamento dello Statuto Sociale. D'ora innanzi porterà il titolo di Società Toscana d’ Avicoltura (Colombofila Fiorentina) Il Consiglio di direzione della rinnovellata Società è così composto: Presidente : Giachetti Rag. Cav. Giulio Cesare Vice Presidente: Donati Avv. Guido Marco Segretari : Piqué Alessandro, De Rossi Rag. Alessandro Consiglieri : Alessandri Prof. Ing. Giulio, Morelli Ranieri, Brunacci Alfredo, Visconti Giuseppe, Del Campana Dott. Domenico, D’ Ancona Dott. Giuseppe, IRovai Ing. Augusto, Quercioli Dott. Carlo, Alamanni Avv. Cav. Arturo, Rettifiche — Costantini Alessandro tiene a fare sapere che nell’ annunzio comparso nei N. 2 e 3 (1904) di que- sto Bollettino, per errore di stampa furon scritte le parole: i Trenrulae, Olerocea, le quali rispettivamente devono essere: Tremulae ed Oleracca. Longo prof. Andrea fa osservare come nella I. narte del preg. suo lavoro « Sull’ incrociamento dei venti costanti » pubblicata nel N. 4-5, a pag. 43, fu stampato Chrenberg, invece di Ehremberg. annnnn_n—_——<<-=>=<->=->"y<->->5>5zy,RTOZO RAVE VE NiabIRE, FOSSILI dal 15800 al 1900 (continuazione) Cupularia canariensis Bk, Chorizopora Brongniartii Aud, (p. 122). Microporella [Fenestrulina] ciliata Linn., Mier. [Diporula] verrucosa Peach, Micr. [Dip.] Adae Nev. Hippoporina foliacea Ell. et Sol,, e var. bidentata M. Edw., Mipp. adpressa Bk. Escharoides pertusa M. Edw, (1). Schizoporella monilifera M. Edw., (p. 123) Osthimosia coronopus S. Wood. Retepora cellulosa Linn. Smittia Landsborowii John,, Sm. [Muarsillea] cervicornis Pall, Umbonula ramulosa Linn. Porina borealis Bk, Crisia Hornesii Rss,, Cr. elongata M, Edw., Cr. fistulosa HIl,, Cr. De Stejanii Nev. Hornera frondiculata Lamk, (p. 124) Idmonea atlantica Forb., /dm. dico Mnz., Idm. pseudodisticha Hag., [dm. Milneana d’ Orb. Tubulipora [Filisparsa] Delvauxti Perg., Tub. [Fil.] varians Rss., Tub. [Diastopora] latomarginata d' Orb., Tub. [Mesenteripora] meandrina S, W. (p. 125) Entalophora proboscidea M, Edw., Ent. d’ Anconae Nev., Ent. Smittii Pergens. Frondipora Marsilii Michl. 138. — Neviani Ant. e De Angelis d’ Ossat Gioach. — Corallarii e briozoi neo- genici di Sardegna. Boll. Soc. Geol. Ital,, vol. AV, Roma 1896. Un primo capitolo di questa memoria esteso del prof. De Angelis tratta dei co- rallarî, un secondo del prof. Neviani tratta dei briozoi, tutti del miocene. Premesso un cenno bibliografico segue l’ elenco delle seguenti specie. (p. 582) Membranipora reticulum Linn, (p. 583) Micropora [Calpensia] impressa Moll. (1) Questa specie deve essser corretta in Hipp. imbellis Bk. XIV Melicerita Johnsoni Bk, Hippoporina pertusa Esper, (p. 584) Hipp. imbellis Bk,, Hipp. tessu- lata Rss. Stichoporina simplex Kosch., (p. 585) St. excelsa Kosch, (f. 1). (p. 586) Myriozoum truncatum Pall, Orbitulipora excentrica Seg. var. flabellata Nev, n. var. (p. 587) Schizoporella monilifera M. Edw., (p. 588) Sch. linearis Hass., Sch. sanguinea Norm., Sch. biaperta Michl. , Sch. unicornis John. , (p- 589) Sch. Hòr- nesiî Rss., Sch. macrochila Rss, (p. 390) Osthimosia coronopus S. W., Ost. Lovisatoî Nev. n. sp. (fig. 2). (p. 591) Retepora cfr. cellulosa Linn, Smittia [Marsillea] cervicornis Pall,, Sm. [Mars.] conferta Rss. (p. 592) Umbonula verrucosa Esp. (È. 3). Costazia celleporina Nev, n. sp. (f. 4). (p. 593) Batopora rosula Rss. Porina coronata Rss., (p. 594) P. papillosa Rss, Hornera Reussii Seg. Crisina cancellata Goldf, Idmonea disticha Goldf,, (p. 595) ZAm. fenestrata Bk. Tubulipora [Filisparsa] varians Rss, Entalophora proboscidea Edw. 139. — Oppenheim Paul. — Das Alttertiàr der Colli Berici in Venetien, die Stel- lung der Schichten von Priabona und die oligocàne Transgression in Alpinen Europa. Zeitschr. d. Deutsch. geolg. Gessellsch. XLVII Bd., I Hft., p. 27. Berlin 1896. A pag. 41 nella fauna eocenica di Zovencedo sono : ZJdmonea trapezoides d'Arch., Lepralia sparsipora Rss,, Eschara subchartacea d'Arch, 140. — Trabucco G. — Sulla posizione ed età delle argille galestrine e scagliose del Flisch e delle serpentine terziarie dell’ Appennino settentrionale. Mem. preliminare. Firenze. 1 Luglio 1896. Tip. Ricci (pag. 1-30). (pag. 22) Dal calcare screziato (granitello) del Bacino di Firenze, attribuito all’Eo- cene medio (Parisiano), sono riportate sei delle specie studiate da Neviani nella memoria precedentemente elencata al num. 123; esse specie sono: Membranipora Hookeri Haime, M. macrostoma Rss, Conescharellina cocoecna Nev, Defrancia stellata Rss, Heteropora dichotoma Goldf. Ceriopora megalopora Rss, 141. — Waters Arth. Will, — Notes on Bryzoa from Rapallo and oter Meditera- nean Localities. Chiefly Cellulariidae. Linn. Soc. Journ. Zool. vol. XXVI, 1896.. (p. 5) Aetea anguina, forma recta Hks,, t. I, f. 1-3. XV (p. 6) Serupocellaria reptans L. var. Bertholletii Aud t. If. 48,019; So Delilii Aud, ; t. I, f. 14, 15; Ser. serupea Bk,, Scr, inermis Norm, t. o SOI, 12; Scr. incurvala n. Sperti Inte, 17. Caberea Boryi Aud. (p. 10) Bugula plumosa Pall, t. Il, £. 5-7; B. ditrupae Bk., t. II, £. 2,3; B. calathus Norm,, t. II, f. 4 e 10. (p. 14) Synnotum aviculare Pieper, t. I, f. 6, 7. (p. 15) Epistomia bursaria L., t. II, f. 8,9. (p. 16) Beania magellanica Bk,, t. Il, f. 11-14; 8. mirabilis John, t. Il, f.1; B. hirtissima HIl., var. robusta Hks,, e var. typica. (p. 18) Chlidonia Corderi Aud,, t. I, f. 8,9. A pag. 19 sono aggiunte osservazioni sulla Stirparia glabra con 3 figure nel testo. A pag. 3 e 6, in nota, trovasi il seguente elenco in aggiunta alle specie del golfo di Napoli. Aetea truncata Landsh. Bugula spicata Hks,, B. ditrupae Bk., B. neritina L, Serupocellaria Bertholletiî Aud,, Ser. Delilii Aud., Ser. curvata Wat. Beania hirtissima var. robusta Hks, e var. cylindrica Hks. Schizoporella armata Hks,, Sch. magnifica Hks., Sch. marsupifera Bk,; Sc. ambita Wat. Hornera lichenoides Pontop. Entalophora clavata Busk, Buskia socialis Hks. Retepora complanata Wat. Palmicellaria parallelata Wat. 142. — De Angelis d’ Ossat Gioacch. — Contribuzione allo studio paleontologico dell’ alta valle dell’ Aniene. Boll. Soc. Geol. Ital. vol. XVI. Roma 1897. A. — Dal Miocene dei dintorni di Mandela sono : (p. 300) Scrupocellaria elliptica Rss, (p. 301) Onychocella angulosa Rss. Melicerita fistulosa Linn. (p. 302) È Johnsoni BK, Schizoporella polyomma Rss, Smittia exarata Rss, (p. 303) Meteropora stipitata Rss. Crisia Hòrnesii Rss, Hornera striata M. Edw, (p. 304) IAmonea disticha Goldf, Eschara porosa M. Edw,. B. — Nel miocene dei dintorni di Affile si è rinvenuta (p. 305), Cribrilina radiata Moll (Eschara) 143. — De Franchis Fil. — Ricerche sui terreni del bacino di Galatina (Prov. di «Terra d' Otranto). Boll. Soc. Geol. Ital. ,; vo. XVI. Roma 1897. Dalla memoria del Neviani elencata innanzi al num. 125 sono riportate le se- guenti specie (pag. 132): XVI Cribrilina intricata Seg. Smittia reticulata Bk, Microporella violacea John, Mucronella variolosa John. Schizoporelia linearis Hass, Cellepora tubigera? Bk, P unicornis John, Cellepora globularis Bronn. Lepralia pertusa Esp. 144. — Neviani Ant. — Appuvti sui briozoi del Mediterraneo. Nota prima. £0ll. Soc. rom. per gli studi zoolog. , anno VI. Roma 1898. I. Di una nuova specie di Microporella. (p. 163) Microporella plana n. sp. (fig. 1) dei mari di Livorno. II. Ancestrule della Mzicroporella Malusii Aud. (p. 164) Si descrivono e si figurano (fig. 2-5) tre forme di ancestrule. IH. Di un briozoo ? problematico. (p. 167) Si descrive e si figura (fig. 6) un piccolo organismo stellato aderente ad un alga, di incerto riferimenio. [Il distinto specialista A. W. Waters, con lettera 31 marzo 1899, esprimeva al. l'Aut. il dubbio che si trattasse diun piccolo pezzo di Mippuraria verticillata H]l. — L’ Aut. suppone ora si tratti di un inizio di una colonia di Idroide]. 145. — Neviani Ant. — Briozoi delle formazioni plioceniche e postplioceniche di Palo, Anzio e Nettuno. Zoll. Soc. geol. ital. , vol. XVI. Roma 1898. Premessi alcuni cenni bibliografici sulle località nominate, vengono successivamente elencate le seguenti 65 specie : (p. 225) Aetea recta Hks, Caberea Boryi Aud. Scrupocellaria seruposa Linn, Membranipora reticulum Linn, M. tregua is d'Orb., M. lineata Linn., M. galeata Bk., M. minax Bk, Oni Jones angulosa Rss, (p. 226) Micropora [Calpensia] impressa Moll, Micr. [Rosseliana] Rosselii Aud. Melicerita fistulosa Linn, M. Johnsoni BK, Cribrilina radiata Moll, Chorizopora Brongniartii Aud, Microporella [Fenestrulina] ciliata Linn. , e var. castrocarensis Nev,, Micr. [Diporula] verrucosa Peach, Micr. [Reussina] polystomella Rss, Micr. [Calloporina] decorata Rss, Hippoporina foliacea Ell. et Sol. Stichoporina persimplex Nev. Myriozoum truncatum Pall., Myr. crustaceum Sm. Schizoporella monilifera M, Edw., Sch. linearis Hass., Sch. sangui- nea Norm., Sch. Clericii Nev:, Sch. squamoidea Rss., Sch. vulgaris Moll, Sch. unicornis John. , Sch. Dutertrei Aud., Sch. obvia Mnz, (continua) Mover PER I RACCOGLITORI DI INSETTI Agave e torba a L. 0.15 la lastra — Antisettici di tutte le qualità — Boccette da entomologi L. 0.60 — Cassette da insetti di tutte le qualità e dimensioni — Etichette e cartellini — Serie di numeri dall’ 1 al 2000 L 0,25 — Ombrelli da entomologi — Pin- zette di tutte le qualità — Retini prendi insetti assortiti — catole per la raccolta di insetti vivi — Spilli da insetti di tutte le qualità — Stenditoi per mettere in posi- zione gli insetti. Cassette per collezione d’ insetti dette le sicure, solidissime di privativa, di nuova in- venzione tute in legno e noce # lustro, con coperchio a cristallo, fondo in agave o torba; uno speciale battente che entra in apposita scanalatura, nella quale si pongono gli antisettici. È un nostro nuovissimo sistema di chiusura che impedisce assolutamente l’ entrata delle tarme nelle cas- sette, e viene così assicurata la conservazione delle collezioni, cosa »tanto desiderata dai collet- tori, non ancora raggiunta. Dimensioni cm. 44 33 X 6 L. 6,90. Cm. 33 x 22 X 6 L. 4. i Cassette di noce da portarsi a tracolla nelle escursioni. Con divisioni per oli animali in- filati con spilli, ed altra per animali vivi, od altri oggetti. Grande em. 27 X 12 x 10 L. 5. Vasettini di vetro, forma speciale per essenze antisettiche, con apertura ripiegata in dentro perchè il liquido nou si versi e l’ evaporazione sia più lenta. L. 28 il cento, cent. 35 1’ uno. Vasettini di vetro per essenze antisettiche, forma, speciale da infilarsi nel fondo delle sca- tole da insetti e con apertura ripiegata, perchè il liquido non sì versi ; L. 8 il cento, L. 0,25 l'uno. Porta insetti tondi e rettangolari in piccole lastre per le raccolte dei micro-insetti. L. 0,50 a L. 1,50 il cento. Raschiatoio a 3 branche per smuovere il terreno, sollevare e radunare le foglie, i de- triti vegetali ecc., per far ricerca di insetti, ecc. Retini prendi insetti, tascabili, con cerchio d'acciaio nichelato; nuovo modello, di pro pria invenzione, da chiudersi in quattro e da potersi fissare solidamente in qualunque bastone. Franchi di porto L. 5,70 Per chi fa raccolta di Minerali Nummus diabuli o Monete del Diavolo MARSCASSITA - SPERKISE, in forma discoidale che imita le monete antiche e corrose Recentemente ne è stata scoperta un’ altra a camnelli. Di queste curiose forme minerali se ne cedono 10 esemplari franchi di porto per 50 centesimi e 100 esemplari pure franchi per L. 3,25. . HAUERITE, Minerale molto raro, esaurito. Sono disponibili cristalli ottaedrici per- fetti, di varie grandezze, a prezzi diversi. i AMBRE con inclusi insetti ed altri artropodi provenienti dall’ Oligocene di Heonigber. Gli esemplari sono ben trasparenti pulimentati e lustrati da ogni parte in modo che sì pos- sano studiare e determinare le specie di artropodi che vi si trovano. Prezzo da L. 2 a 4 per campione. Ambre di Sicilia in piccoli e grossi nuclei nei quali non è raro rinvenire animali inclusi. Si cedono i nucler tanto greggi che lustrati, a prezzi diversi secondo la grossezza. Bertrandite. Raro e prezioso silicato idrato di glucine, da L. 10 a L. 50. Gli esemplari sono in cristalli incolori, trasparenti, lamellari, lucentissimi, madreperlacei ecc. Apatite (con colorazione accid., rosee, verdi, violette, gialliccie, azzurre ecc., nelle sue va- rietà) L. 5 a 10. Staurotide. Germinazione a croce e prismatica : L. 5 ciascuna forma, Omfacite. Bellissima roccia da L. 5 a L. 10. Glaucofane ortorombica L. 2 a 10. — Motmorillonite da L. 2 a L. 5. Rivolgersi al Gabinetto di Storia naturale: Ditta S. BROGI - SIENA ee i TA RICERCA D' ANNATE ARRETRATE DEL “ BOLLETTINO DEL NATURALISTA , Desideriamo acquistare verso pagamento o cambio di altre pubblicazioni, le annate complete 1882-1883 del Bollettino del Naturalista. — Saremo grati a coloro che sollecitamente ce ne fa- ranno rimessa. CATALOGO DAI COLROTTERI D'ITALIA compilato dal dott. STEFANO BERTOLINI (Pag. 144 in 16.°) Annunziamo di aver terminata la pubblicazione a dispense di quest’ opera cominciata nel 1899 sotto gli auspicî del compianto Cav. Sigismondo Brogi. Essa è una 2.8 edizione che riassume tutte le specie finora conosciute dei coleotteri d’ Italia, con l'aggiunta dei cenni sulle ‘ regioni da ciascuna abitate. I collettori troveranno in essa un’ottima guida per ordi- nare le loro raccolte, giusta i più recenti sistemi e in pari tempo un utile anzi indispensabile intermediario nelle molte- plici relazioni fra loro. Corrisponde a ciò il suo poco volume, il formato tasca- bile e la soppressione in massima parte della sinonimia e dei sottogeneri. Nella compilazione della medesima, in cui tanto si è di- stinto l Egregio A., portarono degno contributo gli esimi co- leotterologici: cav. Baudi di Selve, Damry, A. Dodero, prof. A. Fiori, dott. A. Griffiniy conte U*Lostla, PW son doi, Schreiber e l’illustre barone dott. Lucas v. Heyden. Al fine di renderla più possibilmente diffusa sì è messa in vendita al prezzo mite di L. 3,00 ELENCO DEGLI ABBONATI MOROSI Come annunziammo nei precedenti fascicoli di questo periodico diamo l° elenco di aleuni ab- bonati che, più volte cortesemente invitati a mettersi in regola con gli abbonamenti arretrati, hanno respinto senz’ altro il giornale per assegno : Ricci prof, Omero Arcevia per abbonamento 902-904 L. 15, 00 Shorgi Oreste Curina « 900-904 « 15,00 Giacomelli dott. Pietro S. Giovan Bianco « 902-904 « 24, 00 Guarinoni G. Andrea Clusone « 901-904 « 20,00 Meier W. Hamburg « 901-904 « 14,00 Paglietti Emilio Portotorres « 902-904 « 15,00 (continua) do- &_ (404 Conto corrente con la posta ANNO XXIV Collettore, Ailevatore, Goltivatore, Keclimatatore Abbonamento annao per l'Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L. 3. Per gli Stati della unione postale L. 3, 5.0.Altri Stati L. 4 BOLLETTINO DEL NATURALIS Istruzione e diletto PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali el al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scambi e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i professori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Richieste e offerte ecc. ecc, (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principalmente quelli nominati nella copertina della Rivista Italiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un'unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- t) sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via B. Peruzzi 28,e da tutti gli utfici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal prinerpio di ogni anno con divilto ar fascicoli arretrati. IL abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoli separati costano cent. 30 perogni 16 pag. ditesto, Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, sì danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano î manoscrilli. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L.6il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approtittare dei molti vantaggi che ar- reca Questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite ne) Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc. ; fare offerte e, ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali; libri macchine, prodotti amro-i (--a Dr È Le idserzioni _ sare la lunghezz? | scritti che contengono avv»: di acquisio 0 di vendita, o che possono servire di reclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamenta quelle provenienti da abbonati che hanno già pagato l’ab bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta ge non è espressamente richiesta dall’ abbonato. I) amministrazione s’incarica di rappresentare gliab bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentate dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri. spondenza, e per le vendite od acquisti elfettuati pagare un compenso dacombinarsi. 7 E La direzione può, in casieccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioniin proposito. l manoscritti non pub blicati possono essere ritiratidagli autoria proprie spese Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fascicala ne sarà loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis purchè la richiedano entro | annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento, Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L ], per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap posite pagine costano L. l ogni? centim. dì spazio cceu 2 ‘ o cent. 20 per linea corpo 8. Agli (cciali facilitazioni. 3 ubblicazioni ricevute e sì fa speciale ale quali ci pervengono due esenplar- vono. essere anticipati. Chi desiara >bolli necessari, o scriva in car- ata. Dietro semplice domanda verranno rimessi gratis i CATALOGHI seguenti ; Catalogo N. 38 — Modelli plastici di piante, fiori, funghi, frutti ecc. per l'insegnamento della Botanica. « « 50 — Varietà e mostruosità in uccelli italiani. « « 58 — Arnesì, strumenti, utensili, preservativi, specialìtà ecc. per la raccolta, studio, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale. « « 54 — Mammiferì imbalsamati ed in pelle, scheletri e cranii. « « 55 — Occhi artificiali di ogni genere in vetro e smalto, per animali, uomini, sta- tue, bambole, ecc. « « 56 — Coleotteri europei. « «57 — Uccelli imbalsamati ed in pelle. « « 58 — Minerali e Rocce. « « 59 — Catalogo con note e prezzo degli animali di tutti gli ordini, scheletri ed altre preparazioni zootomiche, Piante, Minerali, Fossili, Modelli, ecc. ecc.j nonchè delle Collezioni già formate per l’ insegnamento. Nel Laboratorio tassidermico INMAdz Lo Genta! (Sp VISEStoCol. =. Sia si conciano a prezzi discreti pelli di Leone, Tigre, Pantera ecc. in maniera che non abbiano dipoi alcun cattivo odore; e si naturalizzano, da poter servire per ornamento nelle sale, teste in tutti quegli atteggiamenti che si desiderano. Per chi fa raccolta di Minerali Nummus diabuli o Monete del Diavolo MARGASSITA - SPERKISE, in forma discoidale che imita le monete antiche e corrose Recentemente ne è stata scoperta un’ altra a cammelli. Di queste curiose forme minerali se ne cedono 10 esemplari franchi di porto per 50 centesimi e 100 esemplari pure franchi per L. 3, 25. HAUERITE, Minerale molto raro, esaurito. Sono disponibili cristalli ottaedrici per= fetti, di varie grandezze, a prezzi diversi. AMBRE con inclusi insetti ed altri artropodi provenienti dall’Oligocene di Heonigber, Gli esemplari sono ben trasparenti pulimentati e lustrati da ogni parte in modo che si pos- sano studiare e determinare le specie di artropodi che vi sì trovano. Prezzo da L. 2 a 4 per campione. Ambre di Sicilia in piccoli e grossi nuclei nei quali non è raro rinvenire animali inclusi. Si cedono i nucler tanto greggi che lustrati, a prezzi diversi secondo la grossezza. Bertrandite. Raro e prezioso silicato idrato di glucine, da L. 10 a L. 50. Gli esemplari sono in cristalli incolori, trasparenti, lamellari, lucentissimi, madreperlacei ece. Apatite (con colorazione accid., rosee, verdi, violette, gialliccie, azzurre ecc., nelle sue va= rietà) L. 5 a 10. i Staurotide. Germinazione a croce e prismatica : L. 5 ciascuna forma, Omfacite. Bellissima roccia da L. 5 a L. 10. Glaucofane ortorombica L. 2 a 10.'— Motmorillonite da L. 2 a L. 5. Rivolgersi al Gabinetto di Storia naturale: Ditta S. BROGI - SIENA SEAT Anno XXIV N. 8 15 Agosto 1904 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Snpplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali ed al Giornale Ornitologico italiano Abbon, annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all'estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L. 4, SOMMARIO Cozzi sac. Carlo. Appunti di flora varesina. Pag. 69. Bernardi Ilio. Il Tropidonotus natrix (Linn.) nel Livornese. Pag, 71. Longo prof. Andrea. Sull’incrociamento dei venti costanti (cont.) Pag. 73. Vitale geom. Francesco. I coleotteri Messinesi (I. nota) (cont.) Pag. 74. Brusina prof. Spiridione. La Zoologia nel giornalismo. Pag. 76. Notizie di caccia e pesca. Pag. 77. Invenzioni e scoperte. Pag. 78. — Insegnamenti pratici Pag. 80. Notiziario Pag. 81. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi, Pag. 83. — Tavola necrologica. Pag. 82. — Richieste e offerte (gratis agli abbonati). Pag. 83. Sac. CARLO COZZI Appunti di flora varesina =___-MMN ANT T_—_ In sul principio dello scorso giugno (9-10) ho compiuto presso Varese e ripetuto poi, un mese dopo (7-8 luglio), una gita che mi riuscì deliziosa sopra ogni mia aspettativa; una di quelle che non si dimenticano mai con troppa facilità a motivo dei ricordi piacevoli che lasciano nella mente, e che tornano così doppiamente utili sia per il beneficio che procurano ai polmoni, come pel diletto che ne viene all’ occhio, felice di potere ammirare a sazietà le impareggiabili bellezze di Flora. Niuna meraviglia adunque se anche stavolta, mettendo a profitto la vacanza conces- sami, rivolsi tutta quanta l’ attenzione ai fiori, e se parecchi ne raccolsi per aver agio di studiarli a casa con maggior comodo e piacere. E non credo di esagerare quando dico, e ciò per mia propria esperienza, che è dav- vero indescrivibile, indimenticabile e sempre nuova in chi passa gli anni quaggiù in questa fertile quanto monotona terra del milanese dove i ranocchi gracidano entro il pantano la noiosa ed eterna loro canzone, la gioia di sedersi sovra il pendio dolce di un colle, tutto smaltato di vaghissimi fiorellini, veri occhi di sole, l’ uno più odoroso dell’ altro, per aprir le fauci all’ aria vellutata, fine che gli accarezza il volto. Come esprimere a parole l’intimo compiacimento dell’ anima allorchè d’ innanzi alla tavolozza di un quadro di Flora, quanto mai variopinto, magico, si giunge a distinguerne e separare gli elementi che lo compongono? Con quale trasporto mai non si accolgono allora in tale operazione del pensiero gli esseri a noi sconosciuti o poco noti — con quale premura non si desidera di far con essi conoscenza piena e con quale soddisfazione non si sorride agli altri appartenenti a specie già famigliari ? Taccio il resto che potrà forse interessare l’ osservatore psicologo, giacchè si può fare della psicologia anche sui monti e sui colli e.... vengo a me. 70 Che d’ altra parte i luoghi ultimamente da me visitati sembrano tutt’ altro che indif- ferenti per gli studiosi e che abbiano anzi stancato i garretti d’ acciaio a più di un bota- nico, desideroso di arricchire il suo erbario, è facile argomentarlo da un breve esame dell’ opera fondamentale del Comolli. Il quale, tanto per citare un qualche esempio, ricorda più e più volte nel suo lavoro il monte delle Tre Croci, il Campo de’ fiori e vari paesi che vi s'adagiano ai piedi, fra le stazioni importanti di pianticelle importantissime. Ciò nonostante però quantunque io pure abbia avuto la fortuna in altre occasioni di percorrere e ripercorrere dette località e salire detti monti, i quali non s’ innalzano verso il Cielo sì da mettere alla prova l’ abilità d’ un alpinista, mi limito ora tuttavia a pre- sentare il nome di quelle specie botaniche che osservai in fioritura e che, a ricordo della mia gita, notai presso o poco lungi da quell’ amenissimo paese che è Madonna del Monte: senza la pretesa, intendiamoci, di aver fatto delle scoperte o di dir cose nuove, ben lieto se questa mia divagazione non sarà trovata totalmente oziosa da chi va cercando dati per rassodare le leggi della fenologia. Frattanto, incominciando dalle crittogame, per le quali occorrerebbero, a dire il vero, delle ricerche e degli studi speciali, rammento solo due pteridofite, che sono anche le forme più comuni a rinvenirsi lungo le viuzze di montagna. Esse sono: l’ Asplenium Ruta-muraria e l° Asplenium Trichomanes. Ne raccolsi vari esemplari che spuntavano fra i macigni scistosi dei parapetti. In altre felci m’ incontrai e vidi numerose specie di licheni saxicoli, dal tallo ora roseo, ora cinereo od azzurro; svariate ipnacee della classe dei muschi tappezzavano magnificamente il suolo, ma finsi non accor- germi di loro presenza desiderando riservare ed occupare tutta quanta l’ osservazione per le fanerogame. Sono a Madonna del Monte. Fra 1’ Albergo Camponovo ed il Collegio-convitto diretto dalle Rev. Madri Domenicane e precisamente fra i rottami d’ ogni sorta che trovansi alle fondamenta del suddetto educandato osservo un bel saggio di flora ruderale. In tale associa- zione di piante si distinguono le ombrellifere, le scrofulariacee ed un po’ anche le com- poste (Inula sp. e Pyrethrum corymbosum). Così trovo fioriti in mezzo ai sassi il Sedum album, il S. acre ed il S. dasyphillum. Sempre a minima distanza dell’ Albergo Camponovo, sulla viottola che conduce al monte delle Tre Croci (altezza m. 1102 s. 1. m.) e di là alle due cime del Campo de’ fiori, raccolsi egualmente in fiore orchidee stupende, quali l’ Ophrys arachnites Host., dal labello specu- liforme, che stante la stagione inoltrata scorsi qua e colà nei pascoli in pochi individui, nonchè due Gymnademiu: la Gymnademia conopsea dalle inflorescenze esalanti un odore certo più idiopatico che simpatico, e la Gymnademia odoratissima Rich., il cui nome spe- cifico appalesa chiaramente la proprietà de’ suoi fiori per cui sono ricercatissimi e gradi- tissimi. Ecco poi l’ elenco di quei vegetali che mi accompagnarono da Madonna del Monte verso i due monti surricordati e che segnano, dirò così a grandi linee la fisonomia botanica dell’ alto varesotto: Mypochaeris maculata a foglie chiazzate di un rosso sangue, Ruscus aculeatus, Melampyrum cristatum, M. nemorosum, Melittis MelissophyUum che ci offre ta- lora fiori schiettamente bianchi, come ho potuto verificare anche altrove, Geranium pratense, G. purpureum, Anthyllis Vulneraria, Scabiosa graminifolia, Lamium galeobdolon, Inula hirta, Buphtalmum salicifolium, Cyclamen europaeum, Plantago media, Polygala vulgaris, Veronica urticaefolia, Stachys silvatica, Globularia cordifolia e Phytheuma sp. Il bel giglio aranciato è tuttora il principe del suo distretto. Col suo perigonio infocato, raggiante par 71 che domini la flora del monte. Il Cytisus Laburnum ha trasformato i suoi grappoli dorati in baccelli fruttiferi e di molte altre piante il fiore è scomparso. Quanto le prime sono altrettanto frequenti le seguenti specie: Zifolium montanum a capolini piccoli, bianchi, il quale forma costi 1’ essenza del genere, Genziana acaulis, 1 unica genziana che mi si presentò in fiore, Laserpitium Siler, Pimpinella sarifraga, Asperula cynanchica, Carduus defloratus, Cirsium erisithales. Della graziosa famiglia delle cariofillee cito appena il Dianthus silve- striîs comunissimo pure in tutta Lombardia e due specie di ,Stlene, di cui 1’ una (/Stilene nu- tans) non mi sembra troppo volgare, l’altra (/Stene saxifraga) credo sia la pianta più sa- xicola di codesti luoghi. Essa copre in primavera le mura entro il paese medesimo di Madonna del Monte. Dovrei dire qualche parola sulle orobancacee, ma disgraziatamente, malgrado il desiderio di potermi orizzontare almeno intorno alcuna di esse, mi mancarono caratteri si- curi e quindi le lasciai indeterminate. Fra le macchie più o meno folte avvertii inoltre il corniolo (Cornus sanguinea), rovi di diverse specie, il ginepro, il sorbo, il nocciuolo, e da ultimo querceti ed ontani ( Almus viridis); senza poi dir che alle meno importanti, appunto perchè volgari tanto al fianco come sui colli, codesto. compreso, vanno riferite Euphorbia amygdaloides, Geranium Iobertianum, Clematis erecta, C. Vitalba, Orobus sp., Chrysanthe- mum Leuchanthemum, Lotus corniculatus, Mentha sp., Vinca minor, Lampsana pusilla, Geum urbanum, Hordeum murinum. Abbiategrasso, 26-7-04. —_——_————————zE———@4‘10°°9°°’r1 5%“°î%9@Ò@6&xx;-->-;-—-—-—-—-.-«-«-« -«- È-«l||\| Il TROPIDONOTUS NATRIX (Lin.) nel Livornese Il Tropidonotus natrix L. (Biscia acquaiola, marasso d’acqua, anguilla di terra o di siepe, scacchiera) è certo il serpente più comune che si trovi nelle campagne livornesi. Abita a preferenza, nelle paludi, nelle piscine, ma non di rado venne trovato anche in luoghi assai asciutti o per lo meno in luoghi non molto lontani dall’ acqua. Il maggior contingente di esemplari lo dà indubitamente la vicina foresta di Tombolo che si estende dal fiume Calambrone fino all’ Arno, ricca di pozze, di piscine, di ca- nali, di pianure tali da raggiungere spesso delle estensioni assai notabili, di prati umidi e ben soleggiati coperti di una varia e lussureggiante vegetazione : benchè questa fore- sta appartenga per circoscrizione al territorio pisano si può nonostante considerare co- me campagna livornese distando dalla città tanto poco da divenire, anche per la ricchezza della sua fauna e della sua flora, uno dei luoghi più acconci per chiunque si diletti dello studio della natura e dei suoi prodotti; per un erpetologo poi credo sia questo il luogo più favorevole per le sue ricerche, tantochè io non dispero di potervi trovare in se- guito collo studic e coll’assiduità tutte quelle forme di rettili e di anfibi che possono essere compatibili col clima della nostra regione. Oltrechè a Tombolo il T'ropidonotus natrix è assai comune, benchè in minor co- pia, sul Rio Maggiore, torrentello che nasce dalla Valle Benedetta a est-sud-est della città, nei pressi di Sa/viano dove è stato catturato nel 1891 un individuo che fa ora 72 parte della collezione del nostro liceo ed anche non di rado, al torrente Cigna, lungo il campo d' osservazione. Il T. natrix si presenta come uno degli ofidiani che abbrevia più che può il periodo del letargo, tanto che appare fin dagli inizi della primavera e non scompare che agli ultimi di autunno, come io stesso più volte ho avuto agio di osservare nelle mie frequenti escursioni, ed anche tenuto in prigionia si limita per lo più a manifestare durante i rigori invernali una minor vivacità purchè, s’ intende, la temperatura del- l'ambiente sia mantenuta ad un grado non troppo basso. Riporta il Brehm nel suo volume dei « Rettili ed Anfibi » (trad. Lessona) che il Linck non crede potersi la biscia cibare oltrechè d' anfibi anche di pesciolini non tro- vando in essa un’ agilità tale da potersi dedicare ad un tal genere di caccia; per conto mio ho avuto agio di osservare una volta in Tombolo parecchi individui del genere Cyprinus giacenti sulla spiaggia di una piscina dove poco dopo catturai un in- dividuo adulto della specie in discorso, mentre stava avvicinandosi in direzione di uno dei tanti pesciolini che si trovavano sul limitare della piscina stessa, anzi dal numero di ciprini sparsi sal terreno si poteva arguire esser questo uno dei suoi principali ali- menti in quelle acque che ne sono provviste. Un altro cibo per la biscia gustosissimo e che mai le viene meno, dato il suo stesso habitat, sono le varie specie di Rana; ma piu che altro la R. escwlenta, certo la più abbondaote che abiti quelle paludi e quei laghetti, ed io stesso più volte ho potuto osservare un tal genere di pasto. Quanto alla sua frequenza nei nostri dintorni si può ripetere quel che ho detto fin da principio, vale a dire che il 7. matrix è da noi indubitatamente l’ofidiano più comune specialmente neila buona stagione quando col rinnovellarsi della natura riprende la forza e la vivacità che aveva perso nel periodo invernale; rispetto poi alla sua cat- tura credo sia questo il tempo più adatto per impadronirsene, poichè alfa pochissima sveltezza di movimenti che presenta nei mesi freddi, quando si riesca a trovarlo, compensa ora la numerosa presenza, ed inoltre perrhè più facilmente si rinviene fin dal principio della primavera a godersi il calore solare sulla sponda della piscina ed anche, non di rado, un po’ più lungi da essa dove, senza alcun dubbio, i movimenti gli riescono molto più impaceiati che non nell’acqua che è il suo naturale elemento. Una volta potei osservare in un 7ropidonotus matrix catturato nel vione delle Capanne a Tombolo un caso di cloroclorismo su un individuo presentante il periodo della muta; anzi paragonandolo con un altro esemplare pure catturato a Tombolo nelle stesse condizioni (cioè con spiccato cloroclorismo e durante la muta) ne dedussi la con- seguenza che quest’ impallidimento di colore aveva la sua prima e principale causa nel cambiarsi della pelle; questo mio breve studio fu inserito nel Bollettino del Naturalista N. 2, anno corrente. Siccome non è questa che un’osservazione fatta su due individui presi nella stessa località e nelle stesse codinzioni, sarò grato a chiunque mi voglia inviare le sue osservazioni su questo propvsito, premendomi sopratutto stabilire se questo fenomeno si deve riportare solo a certe speciali condizioni d'essere, oppure si possa ricondurre, con molto maggior vantaggio pei nostri studi, ad un'ipotesi generale. Ho detto poco avanti che il maggior numero di Bisce lo dà senza aleun dubbio la foresta di Tombolo, posso ora aggiungere che come gli esemplari dì Tombolo, tengono il primo posto qualitativamente, così pure superano spesso per le dimensioni quelli delle altre località, Infatti alcuni mesi sono, e precisamente il 12 Maggio passato, potemmo trovare in questa foresta un T. natrix della lunghezza di m. 1, 27, mentre con un piccolo sul dorso stava nascosto in un cespuglietto non molto lontano da una piscina : quando si pensi che nel meridionale questo serpente raggiunge al massimo la lunghezza di m. 1,50 (De Betta Rett. e Auf. d' Italia) e che gli esemplari che più comunemente si rinven- gono presso di noi, arrivano solo qualche volta a cm: 70 con un diametro di 30 o 35 mill. potremo affermare esser questa indubitatamente una buona cattura, tanto da meritare di darne le dimensioni che quì sotto riporto: lunghezza di tutto il corpo . . . . m. 1,27 a delLcapo RE ACI larghezza del capo (parte post.) . . . « 4 perimetro nella parte più grossa del corpo «12,5 lunchezzagde lato Re ee 22,6 perimetro della coda, all’ano . . . . « 5,3 Oltrechè per dimensioni quest’ individuo è bello anche per abito. Non presenta più le caratteristiche macchie gialle del collare, credo per l'età avanzata, ma in compenso sono sviluppate benissimo quelle nere che le seguono. Ha la testa di un bruno scuro uniforme, ben distinta la zona bianca laterale, molto appariscente la carenatura alle squame che sul dorso raggiungono una grandezza rispettabile, il disotto è di un bianco-celestino uniforme che diviene più scuro verso la coda. Con queste poche note, che le frequenti escursioni per le campagne livornesi mi hanno suggerito, credo di aver fatta cosa grata a chi si occupa di un tal genere di studi. Iuio BERNARDI LONGO prof. ANDREA SULL’ INCROCIAMENTO DEI VENTI COSTANTI (continuazione) ZNC7EIN È incomprensibile ciò che dice della Nuova Olanda. Gli alisei nord-est, che s’'inerociano all’ equatore, si abbassano alla calma del Capricorno, e spi- rano sulla parte meridionale di questa regione come extratropicali di nord-est, se per un piccolo tratto spirano sull’ India, per la maggior parte spirano sul- l'Oceano Indiano; e ciò si rende evidente, tracciando delle linee parallele a quelle segnate nella VII. Perchè non attribuire l’ aridità di quella regione alla mancanza di alte montagne nevose, atte a condensare i vapori ? 74 La quarta ragione è data dall’ emisfero sud più freddo di quello nord. Ai S 367 e 368 l’autore dice che i due emisferi ricevono dal sole la stes- sa quantità di calore: l'emisfero nord ne irradia di più, per la maggior quantità di terre che possiede, e dovrebb' essere, perciò, più freddo, ma è più caldo; dunque quest’eccesso di calore, che irradia, è quello di vaporazione, che gli portano i vapori del sud, dopo essersi incrociati all’ equatore. sud Ai $ 288, 446 e 447 dice che l’acqua del mare è più densa nell’ emisfero , perchè, evaporandosi, abbandona ì sali; edi vapori del sud vanno a scio- gliersi in pioggia nell’ emisfero nord. Questi fatti sono conseguenza della ragione 3.* dato a, ed hanno la stessa spiegazione: La pioggia più abbondante nell'emisfero boreale produce più ca- lore nell’ atmosfera, per la liquefazione dei vapori, e minor densità nell’ acqua del peratura nell'atmosfera, e maggior densità nell’ acqua del mare. Ma si è mare; l’ evaporazione più abbondante al sud produce abbassamento di tem- . dimostrato che la pioggia più abbondante a nord non prova l’ incrociamento ; dunque, non lo provano neanche la temperatura più bassa, e la maggior den- sità dell’ acqua del mare nell’ emisfero australe. SÒ È utile ricordare che il De Marchi, nella sua Meteorologia generale, al 0, fa notare che fino a 30° nord le temperature sono maggiori. nell’ emisfero boreale che nell’australe; esse sono minori per latitudine più elevate. Questa differenza è prodotta dalla diversa distribuzione dei continenti. 149. 150. 151. 152. 153. 154. 155. 156. (continua) Geom. VITALE FRANCESCO I Coleotteri Messinesi (continuazione) Olibrus corticalis Panz. — Non rara a Colla nell’ Agosto. « v. assimilis Flach. — Assieme al tipo. Ancylopus melanocephalus Ol. — Non raro a Casino in Luglio. Lycoperdina bovistae F. — Raro a Scala nel Febbraio. Criptophagus lycoperdi Herb. — Comune a Gicci e Campo Inglese. « fasciatus Kr. — Non rara sotto i detriti in riva al mare. « scanicus v. hirtulus Kr. — Rara. A Corsari nell’Agosto. Setaria sericea Muls. (') — Rara a Calamarà nel Gennaio. (4) Genere e specie nuovi per la Sicilia. Neppure vergono segnati dal Ragusa, 157. 158. 159. 160. 161. 162. 163. 164. 165. 166. 167. 168. 169. 170. 171. Wiz: 173. 174. 175. 176. UTO 178. 179! 180. 18/. 182. 183. 184. 135. 186. 187. 188. 189. 190. 191. 192% 75 Atomaria cutellaris Mots: — Non rara a Calamarà d' inverno. « « v. ? (4) — Rara, assieme al tipo Coluocera punctata Méòrh. — Rarissima. Un esemplare a Calamarà. Eunicms minutus L. — Non raro a Scala, Calamarà ecc. « transversus Ol. — Assieme al precedente. Cortodere pilifera Reitt. — Non rara a Scala nel Febbraio. Typhaea fumata Lin. — Non raro a Colla d’ inverno. Brachypterus unicolor Kiist. — Comunissimo in Maggio sull’ erica. Carpophilus mutilatus Er. — Comune ovunque d’ està. « hemipterus v.4- signatus Er. — Comune in Luglio ovunque. Ntitidula carnaria Schall. — Rarissima. Un esemplare a Scala. Soronia grisea L. — Rarissimo. Un esemplare a Cavaliere nel Luglio entro una pera fradicia. Meligethes viridescens F. — Comunissimo sull’ Euphorbia. « picipes Sturm. — Comunissimo ovunque. « fuscus Oliv. — « « « v. lamii Ros. — Rarissimo a Campo Ingl. Corticus celtis Germ. — Comune a S. Teresa, Calamarà, Scala. Silvanus surinamensis L. — Comune in tutti i mesi, ovunque. Dermestes Frischi Kug. — Comune d' està. « « undulatus Brah. — Non raro nell'Aprile. « « lardarius Lin. — Comunissimo nelle filande. « « ater O). — Comune in Maggio e Giugno. Attagenus piceus Oliv. — Comune nel Luglio in città. « marginicollis Kust. — Comune nel Luglio ed Agosto. « bifasciatus Ros. — Comunissimo nell’Aprile e Maggio. Globicornis fasciata Fair. — Comune nell’ Aprile nell’ Euphorbia. « variegata Kust. — « nel Giugno « Trogoderma versicolor Creutz. — Non rara in città nel Giugno. Anthrenus pimpinellae F. — Comunissimo ovunque sul Dacus. « cadaverinus Hof. — Rarissimo. Un esemplare a Catarratti. « duodecimatriatus Schr. — Rarissimo. Un esemplare in Mag- gio a Campo Inglese. « verbasci L. — Comune in Aprile e Maggio. « « v. nitidulus Kilst. — Assieme al tipo raramente. Orphilus glabratus F.— Rarissimo. Un esemplare a Scala e tre a Tremonti. Syncalypta setosa Walt. (@) — Non rara a Costanea nell'Aprile. « striatopunctata Stef. — Rara d'inverno a Scala. (4) Il Ragusa ci rimandò tale insetto con quel punto? Se ne trovassi varî esemplari si po- trebbe stabilire se fosse il caso di farne una varietà o pur no. (è) Il Ragusa dice che solo il Rottenberg la citò dì Girgenti, e che non la possedea. 76 193. Limmichus incanus Kies. (') — Rarissimo un esemplare a Passo-Badia. 194. « sericeus Duft. (@) — Rarissimo a Passo-Badia in Gennaio. 195. Thorictus loricatus Peyr. — Rarissimo. Un esemplare in Febbraio sul muro della Villa Lella in città. 196. Hister major L. — Comune d'inverno e primavera. 197. « pustulosus Gené. — Comunissimo ovunque. 198. Carcinops minima. Aub. — Rarissima. Un esemplare a Tono. 199. Saprinus semipunctatus F. — Rara in città. 200. « chalcites Il. — Comune d’està nel fimo cavallino e sotto le carogne. 201. < nitidulus Payk. — Comunissima ovunque. 202. « specularis Mars. (@) — Rarissimo a Tono. 203. « rugifrons Payk. — Rarissimo a Calamarà. 204. Onthophilus striatus Forst. — Non raro sui monti. 205. Acritus nigricornis Hoff. — Rarissimo a Calamarà. (continua) (1) Specie nuova per la Sicilia; il Ragusa non la possedea. (*) Altro nuovo acquisto per la fauna Sicula. (3) Tale forma, assai distinta non è citata da alcuno, neanche dal Ragusa; è quindi una forma nuova per la nostra fauna. La Zoologia nel giornalismo Da quando i gioruali politici quasi ogni anno ripetono al credulissimo pubblico la favola del serpente marino o |’ altra dei pesci cani, che sono divenuti più frequenti nel Mediterraneo dopochè è stato aperto il canale di Suez, ormai noi zoologhi abbiamo già fatto il callo. Ed infatti a che giovano le nostre proteste in una o nell’ altra pubbli- cazione scientifica — stampata in poche centinaia di esemplari — quando le dette favole fanno il giro del mondo in milioni d' esemplari ? Invano ho pubblicato nel 1388 ‘uno studio per dimostrare che neppure un solo pesce cane ha passato il canale di Suez. Invano |’ anno scorso, senza punto saperne del mio lavoro, il prof. L. Roule del)’ Uni. versità di Tolosa provò la stessa cosa, dopo aver ben studiato l’ ittiofauna del canale e pubblicò un interessantissimo lavoro negli Atti della Società Zoologica Francese. Ormai anche le riviste, e riviste serie; come dovrebbe essere la ’* Natura ed Arte ,, di Milano, portano notizie le quali, invece di illuminare il pubblico, lo confondono sempre più. Può darsi, che la detta rivista adoperi vecchie incisioni, e fin quì non ci sarebbe nulla di male. Ma il male si è, che il testo esplicativo è troppo spesso del tut- to errato. Ho fatto di ciò attento un paio di volte l’editore, pregandolo nell’ interesse della scienza, del pubblico e della rivista stessa di aggiungere nel seguente numero una errata-corrige. Non, soltanto non se ne fece alcun caso, nulla si volle correggere ; ma si 77 continua collo stesso sistema. Prova ne sia |’ ultimo numero d’agosto corr. E sì che a Milano sonvi distinti naturalisti i quali, se non ci tengono a scrivere per la rivista, non sarebbero punto avari di consigli. A pag. dunque 359 c’è una buona vignetta rappre- sentante la « raccolta di tonno in una giornata di pesca a S. Caterina (California) ». L'altra vignetta alla pagina seguente rappresenta un enorme « Pesce tonno pescato a S. Caterina »; ma invece di un tonno è raffigurato niente meno che un « pesce mar- tello » cioè un « pesce cane »?! La Zygaena malleus dei zoologhi, che or devesi piuttosto chiamare: Sphyrna zygaena (L.) Per restare all’ ultimo numero ; le vignette a pag. 354 rappresentano un’ Empusa, l’ iscrizione la chiama cavaletta «. In fatto di lingua italiana mi dichiaro incompe- tente; ma pur vorrei sapere, se non esista per l’ Zmpusa un nome italiano più adatto? Zagreb = Zagabria 11]8, 1904. Prof. S. Brusina. NOTIZIE DI CACCIA E PESCA L'orso nel Trentino. Il 3 giugno ultimo scorso l’intrepido cacciatore Leopoldo Rizzi in compagnia di Alfonso Mocatti trovandosi a caso nella località detta “ Val Castel ,, su quel di Monclassico in Val di Sole, s' imbatterono in un Orso, che venne dagli stessi ucciso. Rovereto nel luglio 1904 prof. A. BoNoMI Cacce nordiche. Grandi spedizioni di caccia partono, in questi giorni, da Cristiania per l’ Estremo Nord, Spitzberg-Groenlandia ed isole Mayen. La prima di queste spedizioni, com- posta quasi esclusivamente di ruchi inglesi o tedeschi, importa una spesa di 8000 marchi a testa, per il solo viaggio. La frequenza di simili spedizioni ha già grandemente diminuita la selvaggina di quelle regioni, così che un comitato di naturalisti si agita in Norvegia affinchè i governi interessati si accordino per stabilire delle regole che valgano a salvaguardare da una completa estinzione le renne dello Spitzberg ed i buoi muschiati di Groenlandia, di cui nel 1900 se ne uccisero più di 700, tanto che le pelli in commercio da un prezzo di quasi 1000 fr. scesero a meno di 100 rovinando vari grandi case di naturalisti di Amburgo. Ogni caccia- tore uccise nel 1903 allo Spitzberg 30-50 renne (per asportarne le sole corna) così che in certe parti delle isole è già assai scarsa. Gli ultimi Wapiti. Lo splendido Wapiti nord-americano è in rapidissima diminuzione. Poche migliaia ne rimangono ancora nel parco di Jellowstone e sulle sponde di certi fiumi in California. Una caccia spietata per la pelle, le corna ed i denti lo minaccia nella fine del Bisonte. I canini vengono acquistati dai massoni dell’ ordine del cervo e poi che questi sono 150000 e taluni si fanno fare intere catene da orologi, così la richiesta è tale che i cacciatori non riescono a coprirla. Ibex Caccia ad un serpente a Madrid. I giornali Madrileni raccontano diffusamente un curiosissimo fatto avvenuto al Parco del Buen Retiro in quella città. Il parco del Buen Retiro è sede di un importante giardino zoologico, ricchissimo di ser- penti e di altre bestie rare: fra i serpenti vi sono due enormi boa lunghi dieci o dodici metri. Ora avvenne che nella mattina del giorno 16, mentre l’inserviente dava da mangiare a questi due serpenti, uno di essi lo addentava ad un braccio cercando di avvincerlo fra le sue poderose spire. 78 Agli urli del disgraziato accorsero altri ‘inservienti che con delle :sbarre .di ferro, delle pale ecc., riuscirono a liberarlo dalle strette poco affettuose del Serpente. Senonchè mentre questo avveniva, l’altro serpente, molto furbo a quanto a pare, se la svignava, approfit- tando della confusione generale, nascondendosi sotto gli arbusti e le piante del giardino. In breve tutto il parco fu pieno degli urli e delle strida delle donne e dei fanciulli che fugzivano terrorizzati e comunicavano la loro paura a mezza Madrid. Improvvisamente il serpente, sbucò sul grande viale circolare del Parco destinato alle passeggiate a cavallo, e si rizzò, sibilando di fronte al cavallo del console. di Romania, che stava facendo degli esercizi di equitazione. Il povero cavallo impauritosi si impennò scaraventando a terra il cavaliere, ed il serpente, forse con maggior paura del cavallo, si diede rapidamente alla fuga. i Il governatore civile di Madrid però intanto, dava ordine di riprendere il serpente ad o- gni costo. Due o trecento guardie armate fino ai denti furono sguinzagliate nel Parco ulla ricerca del fuggitivo. Venne organizzata una regolare battuta ed il parco venne frugato e percorso diligente- mente per il lungo e per il largo. Finalmente, dopo molte e molte ore, verso sera, le guardie. scopersero adagiata in un un prato una forma lunga, sinuosa, attorciliata, che aveva tutta l’aria di un serpente. Con infinite precauzioni e cautele i cacciatori si avvicinarono e incominciarono un nutrito fuoco di fucileria. Dopo una buona mezz'ora, pensando che l’ orribile bestiaccia doveva essere ben morta e notato che del resto non si moveva, tentarono di avvicinarsi a poco a poco, per constatare il decesso. Ma rimasero con tanto di naso scoprendo che avevano bersagliato di palle, indovinate che cosa ? un grosso cavo da pompa che serviva per innaffiare i giardini ! Le ricerche ricominciarono e dopo un po’ di tempo, si scoperse veramente il serpente, aggrovigliolato tra alcuni sassi. Stava digerendosi tranquillamente una capra mangiata poco prima ! Le guardie furenti volevano accopparlo, ma il direttore, più calmo, glielo impedì. La bestia si trovava in stato letargico e non era pericolosa. Il Boa come corpo morto venne trascinato nella gabbia ove fini la propria digestione senza altri incidenti. | Il giorno seguente tutta Madrid ne parlava ed accorreva ad ammirare l’ eroe di così sin- golare avventura. i Pesca miracolosa — I pescatori della spiaggia di Cannes fecero una pesca veramente miracolosa: nientemeno che sessantamila chili di sardine. Sono state tutte spedite a Bordeaux, al prezzo di settanta franchi al quintale. Le trote nel Reno — Ci scrivono da Porretta come nel Rio Maggiore siano state pescate delle trote della lunghezza di 27 centimetri. La notizia è importante poichè si tratta di avannotti immersi l’anno scorso per conto del Ministero d’ Agricoltura, in quel torrente privo di pesce. È provata così ancora una volta l’ im- portanza pratica delle immissioni artificiali. EINVENZION:I.. E 5006 bia Trasformazione del sesso nei Gallinacei. Ha messo a rumore gli scienziati 1° annun- cio che un giovane contadino d’ Imola, Francesco Rocchi, sarebbe riuscito a trasformare nei gallinacei il sesso maschile in femminile. pere COSCA / dia 79 Il Rocchi sostiene che vi ha biologicamente un solo sesso ripartito in due forme: una che è base, o sesso prototipo (maschile), l’altra derivata, o sesso differenziale (femminile). L’ erma- froditismo, dice, è una conseguenza, un fatto cioè, assolutamente posteriore alla sessualità, Nei vertebrati il sesso non è prefissato: anche, una volta determinato, esso non è fatal mente immutabile e può trasformarsi ancora. Il sesso prototipo, maschile, passando per una serie di forme ermafroditiche sempre più differenziate, può pervenire, più o meno completamente, alla forma derivata, o sesso differenziale, che è il femminile; e in tal caso l’ individuo trasformato presenta qualche caratteristica dell’ individuo maschile da cui proviene. (Così è logico — con- tinua il Rocchi — che possa ottenersi tecnicamente la differenziazione originale oppure (fino ad un certo limite di età) possa conseguirsi la trasformazione posteriore alla differenziazione naturale di un individuo maschile in femminile, mentre 1’ individuo femminile — essendo, come sesso differenziale, una forma già derivata — rimane tal quale e riesce impossibile farlo ritor- nare al prototipo maschile. Questo, che nell’ oviparo avverrebbe durante la vita libera, accadrebbe nel mammifero durante le prime epoche embrionali. Il Rocchi afferma di aver già ottenuto il sesso voluto sopra una serie di 230 prove fatte lo scorso anno su gallinacei, delle quali prove’ solamente sei non riuscirono: mentre su 75 prove, adesso, nel corso della primavera, una sola falli. Il prof. Grassi, al quale in Roma si è presentato il Rocchi, gli affidava per un esperimento di controllo un centinaio di pulcini, (che ora un’ epidemia ha decimato); facendo a ciascuno di essi un segno di riconoscimento e riservandosi di verificare se la vantata trasformazione ab- bia serie basi scientifiche. Il Rocchi ultimamente dichiarava, che già 50 di detti pulcini, stavan subendo la variazione sessuale. Secondo lo scopritore, le galline ottenute mediante il processo di trasformazione darebbero uova come le altre, alquanto più piccole — è vero — ma nella stessa quantità e pressochè della qualità stessa. Infine, del suo ritrovato il Rocchi ha presentato una memoria dimostrativa alla Accademia dei Lincei; in essa afferma trattarsi d’un processo semplicissimo, alla portata di tutti, talchèo lo qualifica un vero uovo di Colombo. La pretesa scoperta interessa fortemente la scienza biologica; onde è generale l’ aspetta- zione persino degli increduli. E quì giova aggiungere che, mentre il prof. Grassi conserva in proposito assoluto riserbo, interpellato a Firenze il non meno illustre biologo, dott. A. Roster, si dichiarava recisamente contrario alla affermazione del Rocchi stesso: che, cioè, il sesso ma- schile sia il sesso prototipo, mentre il femminile sia il sesso derivato ; e che sia possibile ot- tenere da questo elemento stabile che sarebbe maschile, forme derivate o differenziate, che sono forme femminili. Il Roster conchiudeva < Attendiamo senza troppa ansia le risultanze di questi esperimenti. Io per parte mia sono convinto che le leggi del differenziamento sessuale, intorno alle quali studio da oltre dieci anni, non sono davvero l’ uovo del Colombo ». Cotone di legno. Si sono fatti recentemente in Baviera degli esperimenti per la fabbri- cazione del cotone col legno di pino. Viene ridotto il legno in piccoli pezzi che si pongono in un tino, sottoponendoli per dieci ore all’azione del vapore sovrariscaldato. La pasta così ottenuta viene immersa per 36 ore nella soda mista ad acqua. Il legno è per tal modo convertito in una specie di cellulosa, alla quale si dà sufficiente resistenza, aggiungendovi una certa quantità di olio o gelatina. La pasta così ottenuta viene poscia ridotta in fili. Si assicura che questo cotone artificiale non è distinguibile da quello naturale e che il metodo di fabbricazione è così economico che può con vantaggio gareggiare con quest’ ultimo. Il sig. Enrico Acquarone di Genova ha trovato una pratica invenzione per impedire il distacco del trolley del filo conduttore dei trams elettrici, la quale venne esperimentata con buon esito in alcune città d’ Italia, 80 Notiamo l’ utilità che può avere l’ applicazione di questo congegno massime su linee a forti pendenze, impedendo il distacco al trolley, il quale distacco -- impotenti i freni a fer- mar una vettura in forte discesa - può causare, come infatti ha causato, dei gravissimi in- convenienti. Auguriamo, dunque all’ inventore ed a chi ama la sicurezza pubblica - e chi non l'ama?- che questa trovata venga presa in serio esame e prontamente applicata. Pavimentazione con scorie di ferro. Un nuovo sistema di pavimentazione è stato inventato dall’ingegnere americano Holwey. Consiste nel mescolare le scorie di ferro in fu- sione, appena uscite dal forno, stendendo poi la pasta ottenuta sulla strada e comprimendola con un cilindro. Così le strade diventano impenetrabili all’ acqua e s' impedisce la formazione della polvere (Dalla Rivista Le strade). Virtù del succo di limone. Il Dr. G. F. Clarck del Consiglio di Sanità di Brooklyn; an- nuncia avere scoperto che il succo di limone è eccellente rimedio per la cura della pneumonia e dell’ influenza. Si sapeva che il succo di limone era già stato usato con successo nella cura della febbre tifoidea, ma s'ignorava che avesse uguale virtù per uccidere il non meno terri- bile bacillo della pneumonia e dell’intluenza, che tante vittime miete ora quasi da per tutto. Secondo il detto Consiglio di Sanità, nel mese di gennaio il Dr. Clarck avrebbe curati oltre 800 casi di pneumonia col succo di limone, sulla virtù del quale egli sperimentava da quasi un anno. La notizia è ottima pei produttori e negozianti di limoni. Speriamo che lo sia egualmente per gli sventurati colpiti dalla febbre tifoidea, dalla pneumonia e dall’ influenza. INSEGNAMENTI PRATICI BF 2.535 TRS MO > a —_ Contro i bruchi della lenticchia. Si sviluppa nei semi di lenticchia un Bruchus, piccolo coleottero, che divora i cotiledoni e toglie grande parte del valore alimentare ai semi. Per impedire lo sviluppo di questi bruchi si mettono i semi in una botte o altro recipiente a perfetta tenuta, e per ogni ettolitro di semi s’introducono 5 gr. di solfuro di carbonio e poi si chiude ermeticamente il foro o i fori per i quali si è fatta l’ introduzione del solfuro. Il sol- furo si evapora rapidamente, i suoi vapori pesanti penetrano in basso in tutta la massa dei semi, uccidendo l’uovo o la larva aderente. Dopo due giorni si apre il recipiente e si paleggia il mucchio di semi per far disperdere il solfuro di carbonio. Si ricorda la facilità con cui s’infiamma il solfuro di carbonio; per cui nella stanza in cui si fa l'operazione descritta, e specialmente durante la medesima, si eviterà di entrare con lu- mi accesi o altre fiamme. Per allontanare le talpe dal giardino basta mettere nelle loro gallerie qualche pez- zetto di carburo, otturando poi il foro. — Si capisce che l’ odore ripugnante dell’ acetilene che si svolge lentamente faccia fuggire sollecitamente qualunque mostro vivente. 81 NOTIZIARIO L’avvenire della torba. Per effetto di un nuovo processo elettrico la torba può esser convertita in carbone duro senza fumo. Si sta facendo un impianto sperimentale in Irlanda, ove un settimo della superficie è costituito precisamente da torba. Da Vienna si annuncia la costituzione di una Società per la fabbricazione dell’ alcool di torba. Verrà impiantata presso Aalburg una fabbrica capace di produrre 50 ettolitri al giorno. Un fiore che ha 3000 anni. Il noto fioraio M. A. Bowe di New York ha seminato, e se ne sta or ora attendendo lo sviluppo della semente, di un fiore che sarebbe uno dei più rari del mondo. Questa semente è stata data a Mr. Bowe dal colonnello di S. Foster Millihen il quale circa 20 anni fa la raccolse in uno dei suoi viaggi in Egitto. La specialità di questa semente è che fu trovata nelle fasce, che avvolgevano la mummia del famoso guerriero Os-Ra della ventiduesima dinastia, morto 945 anni prima di Cristo. Per modo che questa semenza è antica di tre mila anni, e se le speranze di Mr. Bowe non an- dranno fallite, si avrà un fiore che avrà un yalore altissimo e sarà una delle meraviglie del mondo. fi Nuova malattia della vite in provincia di Lecce. Le ultime pioggie hanno regalato un altro parassita alla vite, parassita che si è sviluppato, dove con più intensità, dove con meno, tanto nel circondario di Gallipoli, quanto in quello di Lecce. I danni determinati dal parassita, che è un fungo microscopico, detto Conzotyrium diplo- diella, il quale produce il We/he rot, o carie bianca, o imputridimento dei grappoli, sono abba- stanza sensibili, avendo attaccato fortemente i grappoli dell'uva, rispettando le altri parti della vite, siccome quasi sempre è solito fare. I grappoli colpiti sono stati quelli più vicini a terra; l'infezione si è propagata dall’ estremità inferiore dei grappoli verso la superiore, tanto che molti risultano infetti per la sola metà inferiore. Molti grappoli appena colpiti presentano sugli acini una piccola macchia livida più o meno irregolare, come se fosse una ammaccatura; ben presto ayvizziscono, imputridiscono, assumono un colore grigio terreo, mentre sulla breccia o fiocine compaiono delle pustolette grigie che in seguito divengono nere. Molti altri grappoli, anzichè presentare gli acini imputriditi e su- gosi, li presentano del tutto secchi, rosso bruni e ricoperti da numerosissime pustolette nere ; ma tanto i primi quanto i secondi, se scossi, lasciano cadere facilmente gli acini. Quasi tutti gli agricoltori ritennero dapprima si trattasse di peronospora larvata e di col- po di sole, ma ben presto riconobbero l’ errore per l’ opera delle cattedre ambulanti. I vitigni più attaccati nel leccese sono il primitivo, la malvasia nera, il somartello; nel gallipolino quasi tutti i vitigni sono stati attaccati con la stessa intensità. Si consiglia, nei casi incipienti e limitati, l'asportazione delle parti colpite. Rimedi non se ne conoscono: anche la poltiglia bordolese è spesso inefficace, specie se neutra o alcalina. Conviene intanto, contro tutte le infezioni, che gli agricoltori pensino a sollevare un poco più la vite da terra affinchè i grappoli non vi si adagino; altrimenti questi si trovano in con- dizioni troppo favorevoli per venire colpiti facilmente dai diversi malanni ! Prof. G. DonINI Direttore della cattedra Ambulante di Gallipoli. Società Toscana d' Avicoltura Colombofila Fiorentina. La Società Colombofila Fio- rentina, una delle più vecchie e benemerite d’ Italia, testè trasformata in Società Avicola re- gionale e provinciale, ha festeggiato questo lieto avvenimento con una gara sociale gentil. mente promossa dall’ Egregio Ing. Vincenzo Corradi che con tanto zelo ed intelligenza dirige le Terme Porrettane. 82 La lanciata dei nostri cento colombi fu eseguita alle ore 10,32 dal piazzale principale delle Terme, presente numerosissimo pubblico, edi nostri gentili messaggeri, rapidamente tra- versando l’ appennino, in meno d’ un’ ora arrivarono a Firenze. Ecco il resultato della gara con i premi concessi dal Comitato delle Feste Porrettane : 1.° premio Sig. Sechi Cesare - Medaglia d’argento dorata e lire 20 in oro. gio dba Sig. Bruschi Luigi - Medaglia d’argento e lire 10 in oro. 3.0 « Sig. Baldi Pasquale - Medaglia d’argento e lire 5 in oro. AROMI Ate Sig. Visconti Giuseppe - Medaglia d’ argento. 5.° 6.° 7.° premio Signori: Ragionieri Giuseppe, Caiani Gino e De Rossi Rag. Alessan- dro. — Medaglia di bronzo. La conservazione del latte a mezzo dell’acqua ossigenata. Il Corriere Agricolo Commerciale del 10 corr. tratta di questo metodo di conservazione del latte che pare sia pre- feribile all’ altro della refrigerazione. ]l Sig. A. Renad, che per il primo ha esperimentato l’azione antisettica dell’ acqua ossi- genata, afferma che la proporzione del 2 Oo di questa sostanza è più che sufficiente per man- tenere perfettamente sano il latte per molte ore, mentre che in capo a sei od otto ore l’acqua ossiginata si decompone, con sviluppo d’ossigeno. Cosa vantaggiosa questa, perchè a diffe- renza degli altri insetticidi, l’acqua ossigenata non lascia alcuna traccia nel latte. Il Renad crede che non si debba sorpassare la proporzione del 3 Oo di acqua ossigenata, e consiglia di aggiungerla appena dopo la mungitura, dopo di che il latte dovrà essere posto in luogo fresco per 6 o 8 ore, prima di essere consumato. Esperienze di altri confermano l’azione antisettica sul latte dell’acqua ossigenata. (Dalla Sentinella Agricola) Per la diaspis del gelso. È aperto un concorso nazionale a premio per rimedi nuovi atti a combattere efficacemente la Diaspis pentagona. Tempo utile per presentare le domande di iscrizione fino al 81 Dicembre 1904, alla sede dell’ Associazione Confezionatori Seme Bachi - Milano - Via Brera, 17. Il premio unico messo a disposizione della Commissione giudicatrice è di L. 3000. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Brugnatelli prof. Luigi, straordinario di mineralogia e direttore del gabinetto nell? U- niversità di Pavia, è promosso ordinario della stessa disciplina. Tavola Necrologica 77 CS L'11 Luglio mori a Vienna il rinomato naturalista EGER dott. cav. LEOPOLDO. RICHIARDI comm. SEBASTIANO, prof. ordinario di zool. ed anat. comp. nella R. Uni- versità di Pisa, morto il 1. Agosto. HINRICHSEN FERDINANDO, direttore tit. e prof. incaricato di sc. nat. nella sc. te- cnica « Giulio » di Torino, morto il 30 Luglio scorso. i V/é EM a 83 RICHIESTE È OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. 109. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi, Siena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix ffammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus marginatus). 110. Il suddetto offre Chamaeleo pumilus in alcool a L, 4 l'uno. 1ll. Giulia Cellesi Camollia 10, Siena, cederebbe Coleotteri, Lepidotteri e conchiglie fossili, in cambio di conchiglie viventi, coleotteri e francobolli per collezione. 112. Chi volesse cedere le flore italiane del Parlatore, Gussone ecc., è pregato farne offerta all'Ing. Camillo Camperio - Milano, Corso Porta Vittoria, 13. 113. Si cedono le seguenti opere del valore complessivo di 180 Lire, ed assolutamente nuove: « S. Canestrini. Evoluzione, Teoria dell’ evoluzione. - Ratzel. Razze umane, 3 vol. - Bacche L'uomo, 2 vol. - Kerner, Vita delle Piante, 2 vol. - Darwin, Viaggio di un naturalista; Le Orchi- dee; Piante rampicanti; Piante insettivore. — Dirigere offerte al Cav. Gaetano Guida, Portici » 114. Si cede I. Una bellissima collezione di circa 1200 specie di coleotteri italiani esattamente determinate e classificate con l’indicazione delle località, È contenuta parte in dieci telai (55X70) a fondo di torba rinchiusi in baule a chiusura ermetica, parte in venticinque cassette a doppio fon- do rinchiuse in apposito armadietto di legno d'abeto. II. Una raccolta di Cipree sinora la più ricca di specie che si trovi in Italia. II[ Le seguenti pelli d’ animali: Antilope azzurra g3° giov. bello, ed una testa di adulto - Antilope vaccina (Acronotus bubalis), 2, teste — Cobo P adulta e giov. (Hobus ellipsiprimnus) - Cervo pezzato (Axis maculata), India - Cinghiale della Sardegna. 7 Per trattative rivolgersi alla Ditta S. Brogi — Siena. 15. Carlo Fenizia prof. del R. Istituto tecnico di Modica desidera cambiare libri scientifici, come Microscopica clinica del Bizzozero, Teoria gener. della Fillotassi del Delpino, contro altri ‘libri concernenti la Biologia, l' Evoluzione, ed anche contro il Trattato di Mineralogia del Bombicci, qualche libro sulla struttura fisica dei cristalli ecc. 116. Il Dott. Antonio Magni di Milano, Via Annunciata 19. — Desidera fare acquisto di un ibrido di fringillidea (escluso il canarino) sia in pelle, sia imbalsamato. 117 Grillo Avv. Dott. Ruggiero Pergine (Trentino) è disposto comperare un paio di Fagiani ‘argentati A e P vivi a prezzo dì favore. 118. Veneziani Carlo. Collegio Alberoni - Piacenza — Cederebbe insetti d’Italia ed anche «di Cina in cambio di rocce, minerali e conchiglie ben determinate. 119. Lepri Giuseppe, Via Barco S. Spirito, 42 - Roma. — Offre in cambio. Coleotteri della campagna Romana. Desidera specialmente Carabici dell'alta Italia e delle lsole - Inviare oblata. 120. Ronna Ernesto, R. Università, Parma. Desidera mettersi in corrispondenza con spe- cialisti nello studio delle Orchidee di cui si occupa, e fa ricerca di lavori in proposito, cataloghi ecc. 121. M. Mihl è Francfort-sur Oder (Allemagne) Carthanaplatz 3., desire entrer en relations d' echange. Coleoptères d' Europe. Priòre d’ envoyer oblata. 122. il Sig. Trani Emilio è disposto a ricevere ragni, anche esotici, ben conservati in alcool dando in cambio coleotteri, lepidotteri ed imenotteri del mezzogiorno di Italia. Cambia anche ra- gni della stessa regione, determinati, con altri anche ben determinati. Dirigere offerte al Gabinetto Zoologico della R. Univ. di Nepoli. 84 123. Recentissimo arrivo delle più rare specie d' uccelli Australiani ed Africani. - Specie viventi per riproduzione e per gabbie. Pappagalli - parrocchetti - tortore - uccelli esotici ece. Domandare listino dei prezzi al Sig. Daniele Schiavetti & Figli - Genova. 124. Bonomi Enrico, Preparatore Naturalista - Galleria Vittorio Emanuele 84-86 - Milano - Cerca un naturalista che voglia rilevare la sua azienda. È inutile richiamare l’ attenzione sull’ im- portanza di un centro come Milano e dell’ estesa clientela. Il suddetto sarebbe desideroso cedere la sua Ditta ad un abile preparatore al quale cederebbe anche tutto il suo materiale. Per trattative rivolgersi a lui direttamente. Offre l'opera di C. Lane sulle farfalle d' Europa - Rhopalocera Europae in 2 vol. rilegati in tela con impressioni oro - uno dedicato alle tavole che ne contiene 82 con 900 figure - l’altro al testo in inglese. Il prezzo di vendita dell’opera è di sterline 3,18 pari a fr. 97,50, che cederebbe per Lire 80. 125. Costantini Alessandro prega qualche appassionato cultore dell’ Entomologia, nelle llimitrofe provincie, voler aderire all'invito per una escursione all'appennino modenese, fissata per a seconda decade di Luglio p. v.; nella convinzione che tale gita, a scopo ‘di ricerche Lepidot- terologiche, riuscirà tanto più proficua se effettuata con un cortese compagno di studi. Modena, Strada Pioppa N. 18. ‘ 126. D. P. Barbiellini Amidei - Badia di Grottaferrata (Prov. di Roma). Desidera avere per cambio Ditteri, ma solamente del genere Asilidae; per cui cederebbe i seguenti insetti a scelta: Testa di Morto (Acherontia atropos) Catocala rossa (Catocala nupta) Colia della Frangola (Gono- pterye rhamni) Papilio machaon e podalirius - Vanessa Jo - Cerambyx heros lo4 P 127. Bacci Pietro. Via Roma, 10 Livorno, desidera porsi in relazione con cultori dello studio dell’ Erpetologia. 128. Coniglio Fanales Prof Giacomo desidera scambiare coleotteri di qualunque parte d’Italia con le specie della Sicilia raccolte da lui stesso. Inviare oblata a Caltagirone - Via Vittorio Emanuele 92. 129. Picchi Cecilia. Castiglion Fiorentino (Arezzo.) Possiede il Giornale entomologico Frelon dal I. anno (1891) al tutto il X. (1901-1902). Ciascuna annata arretrata costa, come l' abbonamento, L. 8. Essa cederebbe le 10 annate per L. 45, avvertendo che dell'anno V. manca il N. 2 e del IX. i NI 7-8. 130. V. Mandel Dùchon, Entomologiste è Rakovnik (Rakonitz,)- Bohéme (Autriche) offre en plùs de nombreîx Coléoptères d’Asie mineur (d' Alem Dagh, Bùlgar Dagh, etc.). Toùs les espéces fratches et très bien préparées. Entre aùtres: Carabîìs Marietti, Crist. — Osycarabis saphyrinùs var. Pirithùs, Rttr. — Proceràss laticollis, Kraatz — Procrùstes impressùs, Kliîy — Lipaster Bonplandi, Mén — Trachycarabîs Wie deman- ni (n. var?) — Trechùs osmaulis. Dau — Trechîs byzantinùs, Apfb — Molops byzantinùs. Apfb — Amara abnormis, Tschitsch — Zabrus rotundicollis, Mén — Zabrùs pùncetifrons, Fairm — Gla- phyrîs festivàs, Men — Iphenoptera babel, Mars (== coracina, Stev.) — Aurigena aereiventris, Rche — Dorcadion glabrofasciatum, Dau — v. exigàfim, Dau — v. 9 linea tàm, Kr — Rosinae, Dau — vw. micans, Thms — Bodemeyeri, Dau — infernale, Mùls — v. immàtatum, Pie — v. re vestitum. Dau — Hampei, Muls — ete. etc. De nùveaîx prix coùrants (No. 16.) des insectes paléartiqùes vont étre imprimés. 131. Gozzi Antonio Rovereto (Trentino) offre due bellissimi Cervi (maschi) vivi, molto do- cili, dell'età di due anni, alti da terra al dorso m. 1,15, con corna perfette, al prezzo (franchi alla stazione di Rovereto) di 400 lire italiane. 132. Cedesi a L. 14 l' Ornitologia Italiana del Savi, 1900 — Le Monnier — 3 Volumi legati in 2 mezza tela nuovissimi. Rivolgersi A. G. Razzanti Viale R. Margherita 35, Livorno (Toscana). Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L, Lazzeri I BOZZINI, gerente responsabile CATALOGO DEI COLROTTRRI D'ITALIA compilato dal dott. STEFANO BERTOLINI (Pag. 144 in 16.°) i) Annunziamo di aver terminata la pubblicazione a dispense di quest’ opera cominciata nel 1899 sotto gli auspicîì del compianto Cav. Sigismondo Brogi. Essa è una 2.° edizione che riassume tutte le specie finora conosciute dei coleotteri d° Italia, con l’aggiunta dei cenni sulle regioni da ciascuna abitate. I collettori troveranno in essa un’ottima guida per ordi- nare le loro raccolte, giusta i più recenti sistemi e in pari tempo un utile anzi indispensabile intermediario nelle molte- plici relazioni fra loro. Corrisponde a ciò il suo poco volume, il formato tasca- bile e la soppressione in massima parte della sinonimia e dei sottogeneri. ‘ Nella compilazione della medesima, in cui tanto si è di- stinto l’ Egregio A., portarono degno contributo gli esimi co- leotterologici: cav. Baudi di Selve, Damry, A. Dodero, prof. A. Biorkdot A: Gritfini, conte U* ostia, P. Luisioni dott E. Schreiber e l’ illustre barone dott. Lucas v. Heyden. Al fine di renderla più possibilmente diffusa sì è messa in vendita al prezzo mite di L. 3,00 PER I RACCOGLITORI DI INSETTI Agave e torba a L. 0,15 la lastra — Antisettici di tutte le qualità — Boccette da entomologi L. 0,60 — Cassette da insetti di tutte le qualità e dimensioni — Etichette e cartellini — Serie di numeri dall” | al 2000 L. 0,25 — Ombrelli da entomologi — Pin- zette di tutte le qualità — Retini prendi insetti assortiti — catole per la raccolta di insetti vivi — Spilli da insetti di tutte le qualità — Stenditoi per mettere in posi- zione gli insetti. ì Cassette per collezione d’ insetti dette le sicure, solidissime di privativa, di nuova in- venzione tute in legno e noce a lustro, con coperchio a cristallo, fondo în agave o torba: uno speciale battente che entra in apposita scanalatura, nella quale si pongono gli antisettici. E un nostro nuovissimo sistema di chiusura che impedisce assolutamente l’entrata delle tarme nelle cas- sette, e viene così assicurata la conservazione delle collezioni, cosa tanto desiderata dai collet- tori, non ancora raggiunta. Dimensioni cm. 44 X 33 x 6 L. 6,50. Cm. 33 X 22 X 6 L. 4. Cassette di noce da portarsi a tracolla nelle escursioni. Con divisioni per gli animali in- filati con spilli, ed altra per animali vivi, od altri oggetti. Grande cm. 27 X 12 x 10 L. >. Vasettini di vetro, forma speciale per essenze antisettiche, con apertura ripiegata in dentro perchè il liquido non sì versi e l’ evaporazione sia più lenta. L. 28 il cento, cent. 35 1° uno. Vasettini di vetro per essenze antisettiche, forma speciale da infilarsi nel fondo delle sca- tole da insetti e con apertura ripiegata, perchè il liquido non si versi ; L. 8 il cento, L. 0,25 l'uno. Porta insetti tondi e rettangolari in piccole lastre per le raccolte dei micro-insetti. L. 0,50 a L. 1,50 il cento. Raschiatoio a 3 branche per smuovere il terreno, sollevare e radunare le foglie, i de- triti vegetali ece., per far ricerca di insetti, ecc. Retini prendi insetti, tascabili, con cerchio d' acciaio nichelato ; nuovo modello, di pro- pria invenzione, da chiudersi in quattro e da potersi fissare solidamente in qualunque bastone. Franchi di porto L. 9,70 de VINO in. to LABORATORIO £00LOGICO-Z00TONICO-TASSIDRMICO E MUSEO DI STORIA NATURALE Ditta Gav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali - = o) o D = (3 dd al la e (2) N N © [a a Cataloghi gratis Fornitore dî molti Musei e Gabinettr italiani, ed esportatore all’estero Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi. Specialità ecs. Occhi artificiali, umani, per animali, figure ecc. a prezzi mitissimi Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di storia naturale di ogni genere Scuola di Tassidermia — Compra — Vendita — Cambi Animali e piume per mode e per ornamento Tutto l'occorrente per raccogliere, studiare, preparare conservare oggetti di storia naturale, Sono sempre pronte collezioni per l’insegnamento, secondo i programmi governativi Via B. Peruzzi 28, SIENA (Italia) Stabile proprio. Hanno pagato 1 abbonamento 1904 (iO. nota) Battistella Giacomo — Bocca F.lli, Editori — Della Gatta prof. Luca — De Romita prof. Vin- cenzo — Gabinetto di Storia Naturale, R. Liceo E. Q. Visconti, Roma — Gaudio nob. Augusto — Grassi Ignazio — Guarinoni G. Andrea — Imparati nob. dott. prof. Edoardo — Lucchi dott. Be- nedetto — Putzeys dott. — Sciarretta prof. dott. Pasquale — Società Gerolamo Guidoni, Spezia — Tirone cav. prof. Luigi. ELENCO DEGLI ABBONATI MOROSI Come annunziammo nei precedenti fascicoli di questo periodico diamo l'elenco di alcuni ab- bonati che, più volte cortesemente invitati a mettersi in regola con gli abbonamenti arretrati, hanno respinto senz’ altro ìl giornale per assegno : ‘Sborgi Oreste Curina per abbonamento 900-904 L. 15,00 Pedone dott. Francesco Napoli « 901-904 « 20,00 Paglietti Emilio Portotorres « 902-904 « 15,00 Canzoneri Giuseppe Corleone « 901-904 « 15,00 (continua) RICERCA D' ANNATE ARRETRATE DEL “BOLLETTINO DEL NATURALISTA , Desideriamo acquistare verso pagamento o cambìo di altre pubblicazioni, le annate complete 1882-1883 del Bollettino del Naturalista. — Saremo. grati à coloro che sollecitamente ce ne fa- ranno rimessa. 3 i AA: - (S9 È a AA 174 / / % /r°1 7 lo P PARO II Are rs Conto corrente’ con la posta ANNO XXIV N° 9 OLLETTINO DEL NATURALIS ! | VALI Collettore, Allevatore, Goltivatore, Acelimatatore Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffi postali italiani all’ estero L. 3. Per gli Stati della unione postale L. 3, 5O.Altri Stati L. 4 zione e diletto | ru 2 Der PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali ed al Giornale ormitologico italiano Per facilitare gli scambi e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i professori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Richieste e offerte ecc. ecc. 3 p sigle p) b) 2 (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) gia diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principalmente quelli nominati nella copertina della Rivista Italiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le ‘inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- :sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina, Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in ViaB. Peruzzi 28,eda tutti gli utfici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di sogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L’ abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. ‘Fascicoli separati costano cent. 30 perogni 16 pag.ditesto, Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- #anza, sì danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano i manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 ‘cent. per numero di 16 pag., L. l per 12 numeri e L. 6il -cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano \prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni «gratuite ne) Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc. ; fare otferte e ri- ‘cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ece. ece. lle inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- «sare la lunghezza di 5 linee. I.a medesima inserzione non si ha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però ne viena accordata la ristampa, pagando. un piccolo com- penso, Dalla inserzioni gratuite sonn per regola esclusì gli scritti che contengono avvse di acquisto 0 di vendita, oche possono servire di reclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solament) quelle provenienti da abbonati che hanno già pagato lab bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta ae non è espressamente richiesta dall’ abbonato. 1. amministrazione s’incarica di rappresentare gliab bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentate dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti etfettuati pagare un compenso da combinarsi. La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsidi pub blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogne di dare giustificazioniin proposito. l manoscritti non pub blicati possono essere ritiratidagli autoria proprie speze Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fascicolo ne sarà loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis purchè la richiedano entro l’ annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagament, , Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L]. per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap posite pagine costano I. l ogni 2 centim. di spazio occu pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agi) abbonati si fanno speciali facilitazioni. Sì annunziano le pubblicazioni ricevute e si fa speciale menzione di quelle delle quali ci pervengono dus esemplar- Tutti i pagamenti devono essere anticipati. Chi desidara risposta unisca i francobolli necessari, o scriva in car. tolina con risposta pagata. PE ICE FI i Preg. Sig. 22 | ni «f6-|h pat TIT OFFERTE DI OCCASIONE ISTRICI. (Istrix cristata). [mbalsamati e con base da L. 25 a 40 secondo la grandezza. In pelle e con il cranio e le ossa delle gambe, ben rifiniti, L. 30. Crandi ben puliti e imbiancati da L. 8 a 10. Tronchi di alberi pietrificati delle foreste preistoriche. Piccoli esemplari da L. 0,50 a. L. 1. Grossi tronchi fino al peso di 30 e più chilog. da L. 5 a 10. OGGETTI PREISTORICI: Frecce di pietra dura, (selci, diaspri ecc.) da L.0,50 a L.3 l'una. Coltelli, raschiatoi, punteruoli, ecc. in selce e in diaspro da L. 0,20 a L. 3. Nuclei e schegge provenienti da èstazioni preistoriche nelle quali si lavoravano le Frecce: e glì altri arnesi. Un assortimento L. 2,00. Asce in pietra da L. 1 a L. 10. Porta asce in-corno di cervo da L. 2 a L. 6. Raschiatoi, punteruoli ecc. in osso da L. 0,20 a L. 2. Frammenti di vasi lacustri da L. 0,50 a L. 2. Un bell’ assortimento composto di 2 frecce, 2 asce, 1 Porta asce, 10 fra coltelli, raschiatoi, punteruoli ecc. in pietra e in osso, l parte di vaso, 10 schegge L. 20 franchi di porto. f Splendide farfalle azzurre, metalliche, cangianti, della Colombia dimensioni ad ali aperte da cm. 8 a più di i5, di 4 specie, a L. 4, 5, 6 e 7 l'una — Imballaggio e invio franco L. 0,50. Per chi fa raccolta di Minerali Nummus diabuli o Monete del Diavolo MARSASSITA - SPERKISE, in forma discoidale che imita le monete antiche e corrose Recentemente ne è stata scoperta un’altra a cannelli. Di queste curiose forme minerali se ne cedono 10 esemplari franchi di porto per 50 centesimi e 100 esemplari pure franchi per L. 3,25. HAUERITE, Minerale molto raro, esaurito. Sono disponibili cristalli ottaedrici per- fetti, di varie grandezze, a prezzi diversi. AMBRE con inclusi insetti ed altri artropodi provenienti dall’Oligocene di Heonigber. Gli esemplari sono ben trasparenti pulimentati e lustrati da ogni parte in modo che sì pos- sano studiare e determinare le specie di artropodi che vi si trovano. Prezzo da L. 2 a 4 per campione. Ambre di Sicilia in piccolì e grossi nuclei nei quali non è raro rinvenire animali inclusi. Si cedono i nuclei tanto greggi che lustrati, a prezzi diversi secondo la grossezza. Bertrandite. Raro e prezioso silicato idrato di glucine, da L. 10 a L. 50. Gli esemplari sono in cristalli incolori, trasparenti, lamellari, lucentissimi, madreperlacei ece. Apatite (con colorazione accid., rosee, verdi, violette, gialliccie, azzurre ecc., nelle sue va- zietà) L. 5 a 10. = Staurotide. Germinazione a croce e prismatica : L. 5 ciascuna forma. Omfacite. Bellissima roccia da L. 5 a L. 10. Glaucofane ortorombica L. 2 a 10. — Motmorillonite da L. 2 a L. 5. Rivolgersi al Gabinetto di Storia naturale: Ditta S. BROGI - SIENA SU Led ni Anno XXIV N, 9 f5 Settembre 1904 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Vollettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali el al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l'Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L, 4, SOMMARIO Ricci dott. Omero Un Autoesperienza a proposito della Cisticercosi bovina Pag. 85. Longo prof. Andrea. Sull’incrociamento dei venti costanti (cont. e fine) Pag. 87. Brusina prof. S. La Botanica nel Giornalismo. Pag. 90. Invenzioni e scoperte. Pag. 90. — Insegnamenti pratici Pag. 9l. Nomine, promozioni, onorificenze, premi, Pag. 91. — Richieste e offerte (gratis agli abbonati). Pag. 92. Dott. OMERO RICCI Assistente nel Gabinetto di Anatomia Comparata della R. Università di Roma Professore nella R. Scuola Tecnica ? Giulio Romano, Un’ Autoesperienza a proposito della Cisticercosi bovina NOCERINO _—_T__-. Uno dei fatti sino a qualche anno fa più oscuri, e che più tenevano oc- cupata la mente degli studiosi, si era il conflagrante dissidio tra i moltissimi casi di tenia saginata che si annoveravano nell’ Uomo, ed i rari casì di Cisti- cercosi bovina. Come spiegare, ci si chiedeva, che tanti sono gli affetti da verme e tanti pochi i casi menzionati di carne bovina panicata ? Più d'una volta dev’ esser sorto in qualche elmintologo il dubbio che anche all'infuori dei bovini potessero, altri animali affetti da Cisticercosi, infettare l’uomo di tenia saginata; o che il platelminto potesse prendere la sua forma perfetta senza passare per la fase di cisticerco, ovvero anche che la carne del bovino non fosse il ciclo indispensabile per l'infezione. Ma quì in Italia stessa, comparvero, or sono circa dieci anni, attente os- servazioni di veterinari, le quali oggi sommate tutte insieme, hanno permesso di trovare quasi una sede elettiva pel Cisticercus Ddovis : il cuore. Altri osservatori hanno dimostrato che esso alligna maggiormente nei paesi alpestri, nelle parti rurali e nelle provincie, dove l’ igiene difetta, dove special- mente può accadere la disseminazione delle proglottidi per parte dell’ uomo nelle acque, e la introduzione delle uova fatta per mezzo del latte e dei he- veroni farinacei con cui si allevano i vitelli da latte. Ma quando l’ ispezione delle carni divenne più indaginosa, e si estese, (vin- cendo le riluttanze di chi aveva interesse a farle) si scoprì non solo l’ eletti- 86 vità pel cuore (oltre per la lingua e per i muscoli delle spalle e delle cosce) del Cisticercus bovis; ma si venne all'importante conclusione che la cisticercosi bovina è molto più frequente di quanto non si creda; e si giunse per la sede alla conclusione, che se il cuore si mostra non panicato l’ animale può ritenersi senza altro immune dalla malattia; mentre in caso contrario si può fortemente dubitare della presenza del cisticerco anche in altre parti del corpo. Oggi che la panicatura dei bovini è stata dimostrata purtroppo diffusa, ogni dubbio su altre possibili vie d’ infezione all'infuori dei bovini, cade. Quando nel 1900 e seguenti, comparvero i lavori del Boccalari, del Masche- roni, del Lisi e di altri, confermanti l’ elettività pel cuore del (Visticercus bovis, potette sorgere in me il dubbio che si trattasse di qualche specie nuova di cisticerco e di tenia; e per consiglio dell’ Illustre Prof. Grassi volli sperimentare su me stesso quei cisticerchi per ì quali il Boccalari scriveva: « La conforma- zione constatata del parassita nel cuore non conferma l’ osservazione di Cobbold relativa ai cisticerchi giovani e vivi, che sono (secondo le mie osservazioni) di forma normale, completamente sviluppati, per quanto più piccoli ». Avute in più d’ una ripresa, dalla gentilezza del Dottor Boccalari, Ispettore Sanitario Capo Veterinario dei Mattatoi di Genova, che quì ringrazio pubblica- mente, della carne affetta da numerosi e vivi Cisficercus bovis, ne ingoiai parecchi alla presenza della Signorina Dottoressa Anna Foà, altra assistente del Prof. Grassi. I cisticerchi misuravano 5-8 X 3-4 mm.; ed erano racchiusi da una cap- sula di tessuto connettivo consistente e bianchiccio ; ed il liquido che riempiva la loro vescichetta era limpido. Dopo un paio di mesi circa mi si palesarono i sintomi con i quali la Tenia suole manifestarsi: Sensazioni di dolore all’ addome, rese più vive nelle ore dei pasti; disturbi nell’ appetito, vomito raro invero, salivazione; e quali disturbi d’ indole nervosa, dolore di capo, vertigini, qualche disturbo visivo e prurito all’ano dal quale andavo perdendo senza accorgermi, continuamente proglottidi, a una, a due, a tre insieme. Ricorsi allora ben due volte ai tenifughi; e un composto di estratto etereo di felce maschio e pelletierina mi liberò da siffatti ospiti. Un d’ essi misurava 7 metri di lunghezza; aveva la testa di forma qua- drangolare che misurava 2 X 1,5 mm. provvista di quattro ventose circolari, ma sfornita d’ uncini e di rostello. Breve era il collo, e le proglottidi più vecchie misuravano 18 X 8 mm. mentre i pori genitali si alternavano a destra ed a sinistra con sufficiente re- golarità. i Lutero ramificatissimo, aperto lasciava scorgere infinite uova ovali, che misuravano 35 X 30 p contenenti una larva esacanta. Ora l’essermisi sviluppata subito la Tenia a brevissima distanza da che ne ebbi ingoiati i cisticerchi; ed i caratteri chiari che essa mostrava propri della 87 Taenia saginata (Gòze) sin. T. Mediocanellata (Kiichenm) sono la più lucente dimostrazione della specificità della cisticercosi avente sede elettiva nel cuo- re bovino, mentre ad un tempo si dimostra infondata l’ opinione di Cobbold, Roma, Estate 1903 LONGO prof. ANDREA SULL’ INCKOCIAMENTO DEI VENTI COSTANTI (continuazione e fine) La quinta ragione è la pressione e velocità maggiore degli alisei sud-est in paragone di quelli nord-est. Il Maury al $ 644 dice, che gli alisei nord-est hanno meno vapori degli alisei sud-est; all’anello nuvoloso danno meno pioggia e sì riscaldano, perciò, meno degli altri; passando, quindi, a formare gli alisei superiori dell'emisfero sud, essì, perchè più freddi e più densi, esercitano pres- sione sugli alisei sud-est; perciò questi presentano una maggiore pressione ba- rometrica. Al $ 812 e seguenti egli dimostra che gli alisei sud-est sono più veloci di quelli nord-est; ed al $ 815 dice, che questa velocità maggiore è dovuta alla pressione, che esercitano gli alisei superiori. Al $ 362 richiama l’attenzione sulla differenza di pressione; che presenta il barometro nei diversi luoghi dei due emisferi; come sono indicati nella ta- bella annessa. Trova in ciò un’ altra ragione in appoggio dell’ incrociamento, perchè, egli dice al $ 363, che il vapore che s' innalza .... caccia l’aria dalle regioni australi nello stesso modo che l' espelle il vapore formato in una caldaia a vapore, e quest’aria è spinta nell’ altro emisfero, per cui il barometro segna maggior pressione. Bisogna notare che lo stesso Maury, nei $ 815 e seguenti, dimostra coi fatti che tutto il sistema della circolazione dell’ emisfero sud ha maggior potere di quello dell’ emisfero nord; e perciò non sono i soli alisei quelli che hanno mag- gior velocità. La causa di ciò risiede in fatti generali ed abbastanza noti, che egli stesso a $ 823 trova nella mancanza di ostacoli, che nell’ emisfero sud non tolgono velocità ai venti, come avviene nel nord; nel calore latente dei vapori, che essi hanno in grande abbondanza ; ed ai $ 832 a 836 aggiunge anche l’ ab- bondante precipitazione, che avviene nelle regioni del polo sud. Con tutte queste cause immediate non vi è certo bisogno di cercare cause remote di pressioni verticali e laterali. La maggior pressione al nord, se fosse realmente prodotta dall’ aria spinta nell'emisfero boreale dai vapori dell’australe, dovrebbe esserci in tutto l'emisfero; perchè tra l’ equatore ed il tropico del Cancro quest’ aria eccedente si troverebbe negli alisei superiori, ed eserciterebbe pressione sugli alisei di nord-est; ed 88 oltre il tropico del Canero si troverebbe nei venti extra-tropicali, ed agirebbe direttamente sul barometro. Invece la tabella del $ 362 mostra che dall’equa- tore al 30.° parallelo la pressione è maggiore al sud; e dal 830.° parallelo in poi è maggiore al nord. L’autore dice che ciò è dovuto alla pressione, che esercitano gli alisei su- periori, come s'è detto innanzi. Ma, se quest’ argomento ha valore pei venti al sud dell'equatore, dovrebbe averne anche per quelli che spirano al nord, come s'è detto ora; e la quantità maggiore di aria, che, secondo l’ autore, viene nel nostro emisfero, dovrebbe almeno compensare il peso maggiore degli alisei su- periorì dell’ altro emisfero. E poi, l’aria tende sempre a mettersi in equilibrio, e questa tendenza è la causa dei venti; la velocità maggiore o minore, con la quale una massa d'aria corre verso un’ altra, dipende dalla maggiore o minore differenza di densità. La rarefazione equatoriale richiama l’aria dai due emisferi, e dà origine agli alisei. Il luogo di rarefazione essendo unico, è naturale che debba agire egualmente, aspirando l’ aria dal sud ed al nord; e se da una parte vi fosse aria più densa, questa dovrebbe affluire con maggior velocità : se, dunque, nell’ emisfero boreale vi fosse più aria che nell’australe, essa, essendo più densa, dovrebbe correre verso la calma equatoriale con maggiore velocità; e gli alisei nord-est dovrebbero essere più veloci di quelli sud-est; ossia il contrario di ciò che ha mostrato l’os- servazione diretta dei fatti. Si può, dunque, dire che, se le diverse velocità e pressioni atmosferiche nei diversi luoghi della terra non dicono nulla in favore della teoria del mescola- mento, non dicono neanche nulla in favore dell’ incrociamento; e lasciano il tempo che trovano. Al $ 356 l'autore cerca dimostrare come due correnti di aria possano in- crociarsi, senza mescolarsi. Dice che le masse d'aria dei venti alisei nord-est ‘e sud-est, dello spessore ciascuna di circa tre miglia, entrano nella zona delle calme equatoriali, si sollevano lentamente, e poi rapidamente s° incrociano, cia- scuna continuando la sua via Ma queste due correnti, che si sollevano, e si avvicinano sempre più, deb- bono alla fine toccarsi; e siccome le due masse procedono continue, così bisogna che una di esse si apra in due, per lasciar passare l’' altra; ovvero che si di- vidano tutte due le masse a striscie, per incrociarsi, e poi ricongiungersi dopo l’incrociamento. Sembra forse più logico ammettere tutto questo complicato meccanismo, anzichè un mescolamento, che è la tendenza generale dei gas? L'autore cita il fatto delle correnti marine. Ma l’acqua non ha l’ espansi- bilità e la tendenza a mescolarsi nello stesso grado dei gas. Cita il caso delle piccole masse di aria, che, in estate, si sollevano, ed altre fredde che si abbassano. Ma tali masse, intrecciandosi in mille modi, finiscono per mescolarsi con le colonne fredde discendenti, e col resto dell’ aria stazionaria. EPTO fu 89 Dal $ 217 a 228 il Maury dimostra che tra le due correnti di aria, superiore ed inferiore, vi è sempre mescolamento. Ora, se due correnti di aria, una supe- riore e l’ altra inferiore, tendono a mescolarsi; perchè due correnti, che si ur- tano di fronte, non possono mescolarsi? Inoltre, ammettendo questo mescolamento continuo tra l’aria superiore ed inferiore, svaniscono molti argomenti messi in campo dall’ autore per provare l’inerociamento. Infatti, quasi tutte le regioni che, secondo il Maury, provano l’inerociamento, si riducono al fatto che alcune regioni hanno pioggia abbondante, altre scarse ed altre niente; ed osservando i venti predominanti in quelle date regioni, pare che essi vi portino la pioggia e la siccità, dopo aver fatto uno, o più incrocia- menti. Ma, ammettendo questo mescolamento continuo, non abbiamo più l’ aria umida del sud, che porta pioggia abbondante al nord, e l’aria secca del nord, che porta scarse pioggie al sud. L'autore ricorre ad un'altra scappatoia; e dice che il vapore acquoso, es- sendo più leggiero dell’aria, tende in alto, trasportando delle particelle di aria; e quindi, egli dice, gli strati superiori di aria sono sempre più carichi di umi- dità degli inferiori. L’aliseo di sud-est trasporta verso l’ equatore gli strati in- feriori e secchi dell’ aliseo superiore, coi quali si mescola: questi strati, secchi e pesanti, scendono al basso e quando, dopo la calma equatoriale, l’ alisec sud- est diventa aliseo superiore diretto verso il polo nord, cede questi strati secchi all’ aliseo nord-est, il quale li riporta verso l’ equatore; e poi, divenuto aliseo superiore diretto al polo sud, li restituisce all’ aliseo sud-est. Ammettendo tutto ciò vero, basta notare che, secondo questo ragionamento, vi sarebbe una certa quantità di aria stazionaria nella zona torrida, che, per le condizioni di clima, di vegetazione ed altre, dovrebbe avere una costituzione diversa da quella delle altre zone; la qual cosa è contraria all’ omogeneità dell’ atmosfera, dimostrata dagli studii fatti dall’ accademia francese. Il Maury conchiude il $ 288 con queste parole: Neghiamo il roseo alla rosa ed il rosso alla pesca perchè non arriviamo a comprendere il modo come la ma- teria colorante è raccolta e data al fiore ed al frutto, e non al legno ed alle foglie? E ciò mostra che lo stesso autore si è accorto di aver dimostrato ben poco, ad onta dei suoi sapientissimi sforzi. Da quanto s'è detto, pare, dunque, si possa conchiudere, che 1’ idea del ri- torno indietro di tutte le masse d’aria, che s' incontrano alle calme, non è am- missibile, perchè essa ammetterebbe aria stazionaria nelle diverse zone ; il chè è smentito da molti fatti; e specialmente dall’ omogeneità dell’ atmosfera. Delle due teorie, poi, dell’ incrociamento e del mescolamento, pare più accettabile quest’ ultima, perchè più consentanea ai fatti. ANDREA LonGo 90 La Botanica nel Giornalismo napo _—___ax Nell’ ultima mia nota scrissi sulle cognizioni zoologiche della « Natura ed Arte » di Milano. L’ ultimo numero della stessa « Rivista » ci rivela un importante scoperta bota- nica. Eccola : « Erba rivelatrice. Le recenti osservazioni di uno scienziato francese, il Sig. Noc, « hanno assodato la verità di un fatto che sinora solo gl’ indigeni della Nuova Caledonia « conoscevano per tradizione popolare. Esiste in quel paese una pianta « Datura stramo- « nium » che ha la singolare proprietà di spingere chi la ingoia alla rivelazione dei pro- « pri segreti. Colà chi voglia impadronirsi del gruzzolo di un conoscente non ha che da « introdurre pochi semi di questa pianta, schiacciati, nel suo cibo, per vederlo poche ore « dopo cadere in preda ad una specie di delirio che lo spinge a recarsi barcollando al po- « sto dove nasconde il suo tesoro. Una dose troppo forte invece provoca la morte. Lo strano < vegetale si riconosce ai grandi fiori bianchi, alle foglie larghe, frastagliatissime sull’ orlo « ed al frutto spinoso pieno di grani traditori. Si trova anche in America... . « e perciò ci lascia in dubbio sulla sua proprietà straordinaria ». Fortuna che si chiude col dubbio mentre da bel principio si parla di verità assodata. Del resto l’autore dimenticò di dire, che oltrechè nella Nuova Caledonia ed anche nell’Ame- rica il « pomo spinoso » — la Datura stramonium — è comunissimo nell’ Africa setten- trionale, nella Penisola Balcanica, nell’ Austro-Ungheria, in Fraucia ecc. e persino in... ao Gio Italia, anzi anche entro le mura della stessa città di Milano! Ma si capisce l’ au- tore non ha voluto dirlo, affinchè qualche povero diavolo non ne approfitti per risapere ove l’ editore della « Rivista » nasconde i suoi tesori. i Zagreb-Zagabria 22-8-1904. Prof. S. BRUSINA Sa SOZONION TNVENZIONIE PCOEe Un nuovo combustibile compresso — In Inghilterra è stata brevettata una formula per la fabbricazione di un nuovo combustibile compresso economico (carbone artificiale) il quale conserva la sua forma bruciando e resiste agli agenti atmosferici. Le proporzioni del nuovo agglomeramento sono le seguenti: Polvere di carbone K. 2240, terra comune polverizzata K. 224, glucosio K. 50, destrina K. 15 in 30 litri d'acqua, olio di lino o qualsiasi altro olio K. 90. (I° Commercio Veneto) Il caffè solubile — Un commerciante in caffè di New-York ha ottenuto la privativa di uno speciale processo per la fabbricazione del caffè solubile. Questo viene ridotto in polvere impalpa- bile che non ha l'amaro sgradevole dei caffè ordinari, il che non impadisce per altro che esso conservi interamente i suoi requisiti. L'utilità dell’ invenzione consiste nell’ aver trovato il mezzo di ridurre il caffè in polvere senza che questo sì amalgami: risultato che è stato raggiunto coll’ incorporarvi una piccola quan- tità di zucchero che attraversando le macine insieme col caffè, ne facilita la polverizzazione, as- sorbendone in pari tempo l'olio che dal processo di macinazione sì svolge. Il colore della polvere è castagno scuro. Disciolto come il cacao nell'acqua bollente, il ca/fé solubile lascia un deposito di gran lunga inferiore a quello del caffè ordinario, poichè lo zuc- chero frammisto agisce come chiarificante. Un nuovo trovato chimico per \’ imbalsamazione dei fiori — L'Istituto d' incoraggia- po | A dj ALL 9I mento di Napoli adunato il 28 luglio u. s. le sue due Commissioni per le scienze naturali e per l’industria, dopo accurati esami, conferì la grande medaglia d’ argento al prof. Costantino Gregory, il quale aveva presentato da circa un mese una collezione di fiori da lui #rbalsamati, secondo un suo trovato chimico, col quale si conservano alle piante ed ai fiori i colori, la flessibilità, la forma, senza alterarne le parti costituenti, per servire sempre alle ricerche fisiologiche dei botanici. Circa le applicazioni industriali, il Gregory, nella relazione presentata all’ Istituto, dice che il suo metodo farà cessare in Italia, per la fornitura dei Musei, e delle scuole, 1’ introduzione degli esemplari costosissimi che si fabbricano all’ estero specialmente in Germania ed in Francia, in gesso, terracotta, cartapesta, ecc. e che sono, il più delle volte, deplorevolmente riprodotti e mal rispondenti alle esigenze degli studiosi. Nella collezione pregevolissima del prof. Gregory, oltre i fiori, figurano due pianticelle di fragole che conservano perfettamente anche il loro frutto in avanzata maturità, sicchè è lecito sperare che col nuovo metodo, che si dice innocuo ed economico, si possano conservare quantità considerevoli di frutta e di ortaggi per esportarle in America, in Russia, ed in tutte quelle regioni del nord, dove la natura non offre i nostri prodotti prelibati, nn INSEGNAMENTI PRATICI Le foglie d' Edera. — Leggiamo nella Revue d' horticulture belge et cirangére che le foglie dell’edera levano le macchie da tutti i tessuti, operando nel seguente modo : Si prende una ventina di foglie ancora giovani e ben verdi, si lavano accuratamente e si,mettono in un recipiente, ver- sandovi sopra un mezzo litro d’acqua bollente. Dopo avervele fatte macerare almeno per due ore, con quell’acqua si spazzolano i vestiti da pulire. Il colore si ravviva e la stoffa riprende il suo primitivo aspetto; bisogna però lasciare asciugare bene senza fregarci sopra dopo la pulitura. Anche la seta ed i nastri nerì, sciupati per il lungo uso, si puliscono molto facilmente Si avverte che il liquido stesso è da considerarsi come un veleno. Contro le formiche. — Gli agricoltori degli Stati Uniti d'America sogliono circondare il tronco degli alberi, a circa 2 metri da terra, d’ una cintura di ovatta, la quale impedisce che siano invasi dalle formiche e da altri insetti che d' ordinario infestano gli alberi. La cintura è dello spessore di 2 a 3 cm. Gli insetti dinanzi all’ inaspettato ostacolo si arrestano e retrocedono. Contro i pidocchi dei bovini. — Il miglior mezzo è di ungere i punti ove si trovano i pidocchi con una miscela costituita da 2 parti di olio di lino e una parte di benzina. Naturalmente bisogna evitare dopo di avvicinarsi con un lume acceso. Per uccidere poi anche le lendini, si lavi l’animale con aceto. Un altro mezzo è costituito dalla creolina, una parte in 500 parti d’acqua. Prima di bagnare con questa soluzione sì deve tagliare il pelo. Questa operazione si deve fare all’ aperto per impe- dire che i pidocchi ritorpino sugli animali. Per lavare il mercurio. — Lasciarlo cadera a goccia a goccia entro una soluzione di per- manganato di potassa acidulata, contenuta in un recipiente piuttosto alto e di piccola sezione, onde le gocce di mercurio abbiano a rimanere per maggior tempo a contatto della soluzione. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Artini dott. Ettore è nominato prof ordinario di mineralogia e direttore del Gab. nell'U- niv. di Bologna. Cavara Fridiano, straordinario di botanica e direttore dell'orto bot. nell’Univ. di Catania, è stato promosso al grado di prof. ordinario. Fenizia Carlo, incaricato di st. nat. nell'istituto tecnico di Modica, è nominato incaricato di se. nat. nella scuola tecnica di Cremona. 92 RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all'Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od otferte desiderano rimanere incogniti. 109. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi, Siena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix fflammea); Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), è Molossi (Dysopes cestoni e. Cynopterus marginatus). 110. Il suddetto offre Chamaeleo pumilus in alcool a L, 4 l'uno. 111. Giulia Cellesi Camollia 10, Siena, cederebbe Coleotteri, Lepidotteri e conchiglie fossili, in cambio di conchiglie viventi, coleotteri e francobolli per collezione. 112. Chi volesse cedere le flore italiane del Parlatore, Gussone ecc., è pregato farne offerta all’Ing. Camillo Camperio - Milano, Corso Porta Vittoria, 13. 113. Si cedono le seguenti opere del valore complessivo di 180 Lire, ed assolutamente nuove: « S. Canestrini. Evoluzione, Teoria dell'evoluzione. - Ratzel. Razze umane, 3 vol. - Bacche L'uomo, 2 vol. - Kerner, Vita delle Piante, 2 vol. - Darwin, Viaggio di un naturalista; Le Orchi- dee; Piante rampicanti; Piante insettivore. — Dirigere offerte al Cav. Gaetano Guida, Portici. » 114. Si cede I. Una bellissima collezione di circa 1200 specie di coleotteri italiani esattamente determinate e classificate con l'indicazione delle località. È contenuta parte in dieci telai (55X70) a fondo di torba rinchiusi in baule a chiusura ermetica, parte în venticinque cassette a doppio fon- do rinchiuse in apposito armadietto di legno d' abeto. II. Una raccolta di Cipree sinora la più ricca di specie che si trovi in Italia. III Le seguenti pelli d' animali: Antilope azzurra J3 giov. bello, ed una testa di adulto - Antilope vaccina (Acronotus bubalis), 2, teste — Cobo O adulta e giov. (Hobus ellipsiprimnus) — Cervo peszato (Axis maculata), India - Cinghiale della Sardegna. Per trattative rivolgersi alla Ditta S. Brogi — Siena. 115. Carlo Fenizia prof. del R. Istituto tecnico di Modica desidera cambiare libri scientifici, come Microscopica clinica del Bizzozero, Teoria gener. della. Fillotassi del Delpino, contro altri libri concernenti la Biologia, l' Evoluzione, ed anche contro il Trattato di Mineralogia del Bombicci, qualche libro sulla struttura fisica dei cristulli ecc. 116. Il Dott. Antonio Magni di Milano, Via Annunciata 19. — Desidera fare acquisto di un ibrido di fringillidea (escluso il canarino) sia in pelle, sia imbalsamato. 117. Grillo Avv. Dott. Ruggiero Pergine (Trentino) è disposto comperare un paio di Fagiani argentati J' e P vivi a prezzo di favore. 118, Veneziani Carlo. Collegio Alberoni - Piacenza — Cederebbe insetti d'Italia ed anche di Cina in cambio di rocce, minerali e conchiglie ben determinate. 119 Lepri Giuseppe, Via Banco S. Spirito, 42 - Roma. — Offre in cambio Coleotteri della campagna Romana. Desidera specialmente Carabici dell'alta Italia e delle Isole - Inviare oblata. 120. Ronna Ernesto, R. Università, Parma. Desidera mettersi in corrispondenza con spe- cialisti nello studio delle Orchidee di cui si occupa, e fa ricerca di lavori in proposito, cataloghi ecc. 121. M. Muhl à Francfort-sur Oder (Allemagne) Carthanaplatz 3., desire entrer en relations d' echange. Coleoptères d' Europe. Prière d' envoyer oblata. 122. il Sig. Trani Emilio @ disposto a ricevere ragni, anche esotici, ben conservati in alcool dando in cambio coleotteri, lepidotteri ed imenotteri del mezzogiorno di Italia. Cambia anche ra- gni della stessa regione, determinati, con altri anche ben determinati. Dirigere offerte al Gabinetto Zoologico della R. Univ. di Nepoli. o Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzerì E, BOZZINI, Serenie responsabile ELENCO DEGLI ABBONATI MOROSI Come annunziammo nei precedeuti fascicoli di questo periodico diamo l’ elenco di alcuni ab- bonati che, più volte cortesemente invitati a mettersi in regola con gli abbonamenti arretrati, hanno respinto senz’ altro il giornale per assegno : Sborgi Oreste Curina per abbonamento 900-904 L. 15,00 Pedone dott. Francesco Napoli « 901-904 « 20,00 Canzoneri Giuseppe Corleone « 901-904 « 15,00 (continua) Dietro semplice domanda verranno rimessi gratis i CATALOGHI seguenti ; Catalogo N. 38 — Modelli plastici di piante, fiori, funghi, frutti ecc. per l'insegnamento della Botanica. « « 50 — Varietà e mostruosità in uccelli italiani. « « 53 — Arnesi, strumenti, utensili, preservativi, specialità ece. per la raccolta, studio, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale. « « 54 — Mammiferi imbalsamati ed in pelle, scheletri e cranii. « « 59 — Occhi artificiali di ogni genere in vetro e smalto, per animali, uomini, sta- tue, bambole, ecc. « « 56 — Coleotteri europei. « « 57 — Uccelli imbalsamati ed in pelle. « <« 58 — Minerali e Rocce. « <« 59 — Catalogo con note e prezzo degli animali di tutti gli ordini; scheletri ed altre preparazioni zootomiche, Piante, Minerali, Fossili, Modelli, ecc. ecc., nonchè delle Collezioni già formate per l’ insegnamento. Sommario del N. ‘79-80 dell “ AVICULA ,, Arrigoni degli Oddi Conte Prof. Ettore. Lettera aperta. Pag. 89. Vallon G. La nuova opera ornitologica del Prof. Arrigoni degli Oddi. Pag. 90. Ronna dott. E. I Paridi italiani Pag. 92. Arrighi Griffoli conte G. Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori Parte II. (cont) Pag. 98. Fusco Rao Alfonso. Note ornitologiche da servire per la compilazione di una Avifauna ca- tanese (cont) Pag. 102. Altobello G. I Luì in Abruzzo - Note di escursioni ornitologiche. Pag. 105. Raggi Luigi. Monografia dei Rampicanti italiani (cont.) Pag. 108. Untersteiner Ercole. L'anno ornitologico al piede delle Alpi. Scene all’ aperto e fiori di let- tura. (cont.) Pag. 113. Redazione. Riassunto di notizie sulle cacce e passaggi degli uccelli nella regione italiana dalla fine di marzo alla fine di maggio scorso. Pag. 115. Recensioni ornitologiche. Pag. 116. — Cattura di specie rara. Ditta S. Brogi: Strix flammea semi-albino Pag. 120. — Ornitologi defunti. Pag. 120. ANIMALI DA IMBALSAMARE NEL LABORATORIO ZOOLOGICO Ditta S. BROGI SIENA - Via B. Peruzzi -- SIENA SÌ IMBALSAMANO ANIMALI DI OGNI GENERE CON SISTEMI SPECIALI PER GARANTIRNE LA CONSERVAZIONE Si fanno scheletri, preparazioni di visceri ecc. ecc. Per la preparazione di un uccello della grossezza di un Canario o Fringuello, la spesa è di L. 1,50. Un Tordo e simili L. 2, 50 ecc. ecc. N. B. Chi desidera fare imbalsamare animali è pregato farne l’ invio o vivi o freschi appena morti. Se la stagione è calda, e sono piuttosto grandi, sarà bene togliere loro i visceri ed involsere gli animali in panno bagnato con acqua e acido fenico, oppure porvi altre sostanze di odore antisettico per tener lontane le mosche, le tarme ecc. Per l’invio, se gli animali sono piccoli, il mezzo più economico e sollecito è di mandarli per posta in piccole scatole, come campioni senza valore, raccomandati. Fino al peso di 390 grammi la spesa non è che dai 12 ai 24 centesimi. Per le spedizioni in pacchi postali o per ferrovia dichiarare Animali da studio, oppure indieare il nome dell’ animale aggiungendo la parola morto. | LABORATORIO ZOOLOGICO-ZOOTOMICO-TASSIDRRMICO E MUSEO DI STORIA NATURALE Ditta Gav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Cataloghi gratis Prezzi correnti gratis H'ornitore di molti Musei eGabinettr italiani, ed esportatore all’ este è Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi. Specialità ece. Occhi artificiali, umani, per animali, figure ecc. a |rezzi mitissimi Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di storia naturale di ogni genere Scuola di Tassidermia — Compra — Vendita — Cambi Animali e piume per mode e per ornamento Tutto | occorrente per raccosiiere, studiare, preparare e conservare ocsetti di storia natarale, Sono sempre pronte collezioni per l’insegnamento, secondo i programmi governativi Via B. Peruzzi 28, SIENA (Italia) Stabile proprio. ",., 7 Conto corrente con la posta ANNO XXIV 2% /N na _ > GO. N° 10 È % BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Goltivatore, Acclimatatore Abbonamento anno per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3. Per gli Stati della unione postale L. 3, 50.Altri Stati L. 4 Scienza e pratica Istruzione e diletto | PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali el al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scambi e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i professori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ina- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Imvenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per > Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Hichieste e offerte ecc. ecc. (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principalmente quelli nominati nella copertina della Rivista Italiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. | tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica m fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. € con foderina, Gli abbonamenti si ricevono in sSzexa all'Agenzia in ViaB. Peruzzi 28,eda tutti gli uttici postali italiani ed esteri, ia qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di Igni anino corn divitto ar fascicoli arretrati. ; ll) abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- ‘ieue come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Wascicoli separati costano cent. 30 perogni 16 pag.ditesto, Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- irRaza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano è manoscrilli. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli :he contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 zent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L.. 6.il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. l soli abbonati sono collaboratori, Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei moltivantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni zratuite ne) Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc. ; fare offerte è ri- zarche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ece. Le inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- sare la lunghezza di 5 linee. Ia medesima inserzione non si ha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però ne viene accordata la ristampa, pagando un piccolo com- penso. Dalla inserzioni gratuite sono Der regola erelusi eli scritti che contengono uvvzse de ucquesto 0 dt veritilu, o ch possono servire di reclame commerciale, Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solament: quelle provenienti da abbonati che lianno già pagatol’ab bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatts £ non è espressamente richiesta dall’ abbonato. 1° amministrazione s'incarica di rappresentare gliab bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentati dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri spondenza, s per le vendite od acquisti effettuati pagari un compenso da combinarsi. ‘ Soa, La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsidi pub blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogr< di dare giustificazioniin proposito. | manoscritti non pub blicati possono essere ritiratidagli autoria proprie spese Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fasciecle ne sarà loro, possibilmente, inviata un'altra copia gratis. purchè la richiedano entro l'annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento. Mserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L 1. per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap posite pagine costano I.. l ogni2 centim. di spazio occu pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. n 4 Si annunziano le pubblicazioni ricevute è sì fa speciale menzione di quelle delle quali ci pervengono dus esemplara Tutti è pagamenti devono essere anticipati. Chi desidera risposta unisca î francobolli necessari, o scriva in car- tolina con risposta pagata. Riduzione sui prezzi e premi agli abbonati ner il 1905 (Vedasi l’ ai Sommario del N. 81-82 dell’ “ AVICULA ,, Chigi Principe Francesco. Gli uccelli del Lazio. Note al Manuale di Ornitologia Italiana del Conte Prof. E. Arrigoni degli OQildi. Pag. 121, Altobello dott. G. Il Disegno di Legge sulla Caccia. Pag. 126. Lanzi Luigi. L'Iyux torquilla e il Mimetismo protettivo. Pay. 128. Raggi Luigi. Monografia dei Rampicanti italiani (cont.). Pag. 130. Arrighi Griffoli conte G. Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori. Parte lI (cont) Pag 135. CATTURE DI SPECIE RARE OD AVVENTIZIE. Redazione. Pteroclas alchata setarius vella vallata del Po. Pag. 140. - Chigi Francesco. L’Astur palumbarius nell’ Umbria Pag. 140. Redazione. Riassunto di notizie sulle cacce e passaggi degli uccelli nella regione italiana dall'apertura delle cacce alla fine di Settembre. Pag. !4l. Recensioni ornitologiche. Pag. l4l. — Ornitologi defunti. Pag. 143. — Notiziario Pas. 144. i LABORATORIO: ZOOKOGICO-Z0OTONICO-TASSIDBIICO | E MUSEO DI STORIA NATURALE Ditta Gav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Cataloghi gratis Prezzi correnti gratis Hornitore di molti Musei e Gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi. Specialità ece. Occhi artificiali, umani, per animali, figure ecc. a prezzi mitissimi Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di storia naturale di ogni genere Scuola di ‘Tassidermia — Compra — Vendita — Cambi Animali e piume per mode e per ornamento Tullo |’ occorrente per raccogliere, studiare, preparare e conservare ossetti di storia natarale, Sono sempre pronte collezioni per l’insegnamento, secondo i programmi governativi Via B. Peruzzi 28, SIENA (Italia) Stabile proprio. Offerta d'occasione ai collezionisti d'insetti CASSETTE DI NOGE solidissime, con cristallo, del diametro 44 X 33 X 6, a chiusura ermetica, aventi il fondo di torba o agave, con scannellature per introdurvi antisettici, privativa della Ditta BROGI, vengono spedite al prezzo di L. 5,50 cadauna (invece di L. 6,50). — 12 di esse per L. 60, franche di porto e imballaggio. Anno XXIV N, 10 15 Ottobre 1904 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali ei al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L. 4. SOMMARIO Fuseo Rao Alfonso. Una nuova stazione dell’uomo preistorico. Pag. 93. Raggi Luigi. Raccolta, preparazione e conservazione in Erbario delle piante raccolte. Vade-me- cum per lo studente e per il raccoglitore botanico. Pag. 98 Cellesi Giulia. Una nuova forma di Marcassita (Sperckise) nelle marne argillose del Senese. Pag. 105. Notizie di caccia. Pag. 105. — Notiziario. Pag. 106. — Insegnamenti pratici. Do: 107. — Richieste e offerte (gratis per gli abbonati). Pag. 108. Neviani Prof. Antonio. Materiali per una bibliografia degli studi sui Briozoi viventi e fossili dal 1800 al 1900 (cont.). Pag. XVIT-XX. UNA NUOVA STAZIONE DELL’ UOMO PREISTORICO NEI Premetto : non è uno studio, nè una monografia, poichè per l’ uno e per |’ altra mi mancherebbe la materia e quel che più monta, la forza: son soltanto poche note che io riunisco qui nella speranza ch’ esse servan di sprone a qualche studioso di buona volontà e di forti mezzi che desideri portar luce nei campi della paleoetnologia. Molti anni addietro quando, ancor studente di ginnasio, io iniziavo da appassionato dilettante di scienze naturali le mie modeste collezioni, non pensavo neppur lontana- mente che alcuni di quegli esemplari che io allora raccoglievo, forse più per istinto che per cognizione del loro valore, potessero oggi servirmi di base per un articolo e che fossero i primi esemplari che rivelassero |’ esistenza di una nuova stazione dell’ uomo preistorico in Sicilia. Cefalù sorge sulla costa settentrionale dell’ Isola, a 70 Km. circa ad orieute di Pa- lermo, e si adagia sul declivio occidentale d’ un monte, tra 1° azzurro profondo de! mare e il grigio desolante ed arido della roccia. Il monte, detto volgarmente castello, perchè un tempo fu adibito a fortezza, può paragonarsi ad un immenso blocco calcareo, dalle pareti che si elevano a picco, per un circuito di quattro chilometri ed up’ altezza di 200 metri. È una rupe isolata ; come diceva uno storico « un masso sorto dalle onde e posto là dalle braccia di cento Polifemi » ; una manifestazione sporadica del periodo cretaceo, in mezzo ai terreni del miocenico. L’ Auria, palermitano, che scrisse una storia di Cefalù, riferisce che nel 1621, a poche miglia dalla città « si trovò un cadavero di gigante di straordinaria grandezza, in un sepolcro murato ». Ammettiamogli col benefizio dell’ inventario questa scoperta, e vediamo qual conseguenza ne deduce l’ autore. 94 Egli dice: « Avendo i Giganti abitato nella parte occidentale della Sicilia e molto più in Palermo, grande indizio di antichità possiamo dare al paese di Cefalù, vicino di Palermo, per quel cadavero di Gigante ritrovato in una sua contrada vicina ». Conchiudendo, |’ Auria, come conterraneo, sente I’ orgoglio di potere attribuire a Cefalù remotissima antichità, dicendolo abitato da Ciclopi e Giganti. Ma poi, costretto ad uscire dal campo leggendario, egli doveva per necessità dar di mezzo tra i Sicani, il primo popolo storico che abitò la Sicilia. Che Cefalù fu d° ori- gine sicana l’Auria, basandosi su Diodoro che riferisce ì Sicani esser usi a costruire le loro città sui picchi delle montagne, lo deduce dall’ essere 1" antica Cefalù costruita sulla spiazzo in cima al monte. Anche qui tiriamo innanzi, quantunque, ad ammettere questa ipotesi come buona, bisognerebbe smentire quello che luminosamente dimostrò il Salvo di Pietraganzili, e cioè che Cefalù sin da principio sorse sulle falde del monte. Perchè una città d’ origine sicana rivela nel nome un’ origine greca? KegeXotdîs o KefadorSic, come la chiamarono Diodoro e Strabone, ed il Cephaledium o Cephaledum dei latini derivano dal greco KsgaX, capo, il quale infatti potrebbe riscontrarsi nel promontorio o nella roccia. A parte che la voce greca potrebbe derivare dall’ ebreo o caldaico Cefas, pietra, roccia, il Salvo di Pietraganzili dice : « Il solo nome non è sufficiente guida per indo- vinare le origini delle cose, molto più che i Greci richiamarono coi nomi della propria lingua i luoghi dove fecero soggiorno : e noi d'altronde non sappiamo se quel KegeMi) sia stato greco in principio ». Un certo Scanello, detto il cieco di Forlì, nella sua Cronica di Sicilia (Napoli 1587) dice che Cefalù fu costruita da colonie calcidesi. Ma quest’ affermazione, del resto cam. pata in aria, va senz’ altro scartata. Il Movers, 1° Holm, |’ Hoffmann ed il Bochart han ereduto riscontrare in Cefalù. le traccie di vestigia puniche o fenicie : nè ciò deve sorprendere se si pensa che i fenicì, scorridori del mare, poterono assai facilmente stabilire in Cefalù, già fondata, una co- lonia. i Ciò del resto è dimostrato anche da molte monete, alcune delle quali bellissime ho raccolto io stesso. Tirando i conti, io, piccino qual sono in materia, non posso che riparare all’ om- bra d'un erudito, del Salvo, e conchiudere con lui: « La città fu dai Sicani eretta (a me non importa il dove), non perchè fosse lor costume il fabbricare sui monti, ma perchè le mura ciclopiche o pelasgiche, che ancora rimangono, non potevano essere innalzate se non da quelli. » Teniamo dunque per saldo che Cefalù fu fondata dai Sicani. Ma donde vennero costoro ? Apro una parentesi. i Sicani, secondo una tradizione, furono popoli aborigeni della Sicilia. Essi abitarono per lunghi secoli nelle grotte, donde poi usciti, costruirono quelle 95 grandi fabbriche senza cemento che ci restano tuttodì col nome di ciclopiche o pela: sgiche, testimonianza d’ un’ arte primitiva e grandiosa ad un tempo. I Sicani vissero dunque da principio, come del resto tutti i popoli primitivi, nelle grotte, le sole abitazioni naturali che potessero ripararli dal freddo, dal caldo e dagli animali, nutrendosi con la caccia e in seguito anche con la pesca. Accertato dunque che i Sicani fondarono Cefalù, è lecito domandare donde essi fossero giunti. Evidentemente è da supporre che prima di fondare la città, di eleggere ivi la loro stazione, quel gruppo di Sicaùi conoscesse bene i dintorni «di quel luogo per essere si- curi di trovarvi poi delle sorgenti d'acqua perenne, ch'era la cosa più importante, e che le campagne vicine fornissero della buona caccia. Dunque essi, per conoscere quei luoghi, probabilmente vi avevano dimorato, e for- s' anco nelle grotte. Un’ altra parentesi. La rocca di Cefalù è salda a prova. ...di terremoto. Infatti Cefalù e Castrogiovanni, se non erro, furono i due soli centri risparmiati dal terremoto del 5 Febbraio 1783. È di un calcare compattissimo, da sembrare un sol blocco, e a memoria d’ uomo non si ricorda mai nè una frana nè lo staccarsi di un masso, nono- stante le sue pareti a picco e spesse volte a strapiombo. Nei suoi fianchi si aprono nu- merose spelonche, quali a guisa di grandiose fessure, quali con la forma caratteristica delle caverne. Talune di esse offrono facile l’ accesso, altre, almeno oggi, sono inaccessibili se non alle capre ed .... ai caprai: nell’ interno sono spaziose, talmente che quasi tutte oggi sono abitate dai pastori con le loro mandre. Notisi che all’ interno della rocca le colline circostanti per un buon tratto, non hanno per la natura del loro terreno nessuna grotta. Ad est e ad ovest. della rocca, e a pochi metri dal mare, sgorgano dalle falde di essa due copiosissime sorgenti, molto pro- babilmente diramazioni d'una stessa origine : è un’ acqua fresca, limpida, e quel che più importa, perenne. Anche qui è da notare che per molte miglia all’ ingiro non vi è alcuna sorgente d’acqua che possa almeno aver tale nome di fronte alle due accennate più sopra. Un' ultima considerazione. Le colline circostanti sono oggi e più ancora dovettero esserlo in quei tempi lontani, fertilissime ed in esse la selvaggina doveva essere più che abbondante. La rocca stessa d’ altro canto anche oggi con le sue mille anfrattuosità dà asilo a lepri, a conigli, e, dicono, anche a volpi. Ed ora viene spontanea una domanda ed una conclusione. Dato che i Sicani costrussero Cefalù, dato che essi conoscevano già prima quei luo- ghi, tanto da apprezzarne la vantaggiosità, dato che prima avevano abitato in caverne, date queste tre promesse, perchè non ammettere che i Sicani, fondatori di Cefalù, abita- rono, numerosi e fors’ anco per lunghissimo tempo, nelle grotte della stessa rocca ? da Or le ipotesi divengono certezza di fronte ai dati di fatto che io esporrò brevemente. M' intratterrò a descrivere in particolar modo due sole grotte, non perchè le altre 96 non offrano probabilità d’ abitazione preistorica, ma perchè in quelle due io. rinvenni i pochi avanzi, di cui parlerò più sotto. Queste due grotte s' aprono ad un centinaio forse di metri sul mare, quasi a perpendicolo sulla località dove sbocca la sorgente di Prissuliana, sul fianco orientale della rocca. I loro orifizî distano una ventina di metri |" uno dall’ altro. A sinistra di chi guarda è la « grotta delle sette giumente », a destra quella « della morte ». La toponomastica nulla ci rivela d’ antico dai nomi delle due grotte: la prima deve il suo a un episodio della guerra dei Mille, quando lì dentro furon nascoste armi e cavalli dagli insorti; la seconda ad una gran croce bianca segnata con la calce sulla roccia vicino all’ ingresso in memoria d’ una povera donna, una vecchia, mi pare, strappata giù dal vento a sfracellarsi miseramente, mentre tra quelle balze andava in cerca di cicorie, scarso cibo alla sua scarsa mensa. Quanto alla località sottostante, Pressuliana, la toponomastica ci viene in aiuto e la tradizione parla d’una Diana, forse la dea, che abitava al tempo dei tempi, sul monte, e che scendeva a bagnarsi nelle acque ai piedi di esso, e dal bagno appunto fu rapita (da chi? mistero !), donde .il nome di Pressuliana, Presi-Diana, luogo cioè dove Diana fu rapita. Alla « grotta delle sette giumente » si accede facilmente per un orifizio di tre o quattro metri di diametro, cui sovrasta un altro orifizio pressochè circolare, d’ una ven- tina di metri di diametro. È profonda un quaranta o quarantacinque metri, alta in certi punti una ventina, e larga, dov’ è più spaziosa, dieci o dodici. Le grotte del calcareo generalmente presen- tano una simmetria rispetto a qualche piano : questa « delle giumente » presenta una doppia simmetria, rispetto al piano verticale e rispetto al piano orizzontale : la prima simmetria appare evidentissima, la seconda, quella cioè risultante dalle due metà supe- riore ed inferiore è fortemente accennata e se si vuol tener conto dell’ altezza della volta, risulta che il pavimento deve essersi sollevato di 6 o 7 metri. In fondo la parete della caverna non presenta ì caratteri di incrostazioni come negli altri punti, ed io, da certi dati che quì è impossibile dettagliare, non esito a credere che la caverna un tempo andasse oltre e forse si congiungesse con quella « della morte », tanto più che quella piega sensibilmente a destra, e questa, come vedremo più sotto, tende a sinistra. Su quelle rupi io, allora ragazzo, m' inerpicavo coi miei compagni (e mi è caro ricordare qui, a tanta distanza di tempo, i nomi di Saro Miceli, oggi avvocato, e di Vincenzino Ferrara, oggi studente in medicina) più agili dei conigli che ci fuggivan tra i piedi e più arditi del nibbio, cui toglievamo dal nido i piccini. Un giorno, mentr' eravamo lì dentro in cerca di stalattiti e di stalagmiti, eccoti un coniglio di covata (carmuciu) che vien fuosi da una fratta, come un fulmine ; noi dietro e dàlli. Ma quello fe’ cilecca e scomparve in un buco del suolo : noi, incapouiti come si può esserlo a quindici anni, ci mettemmo a lavorare con le mani e con le unghie per 97 scalzare il terreno : spezzammo l’ incrostazione calcarea e dopo un venticinque o trenta cm. trovammo uno strato di terriccio e tra quel terriccio . ..... alcune ossa. Eran sei o sette pezzi, se ben ricordo, di cui ora io non ne conservo che due : un frammento che fuor di dubbio appartenne a un perone umano e una falange di dito in- tera. In un’ altra gita nella stessa grotta, mentre percotevamo con un martello la parete, in basso, all’ altezza del suolo, ci accorgemmo che risuonava, come se dentro ci fosse un vuoto. Continuammo a picchiare, e dopo qualche ora di rude fatica riuscimmo a pra- licare un’ apertura tale da cacciarvi dentro il capo. Era un vuoto di due o tre metri cubi col suolo ingombro di sassi, tondeggianti o scheggiati, misti a terriccio. Notisi che nel suolo della grotta non vi sono sassi. Cac- ciammo dentro quell’ apertura il braccio e dopo qualche rifrugare, ne cavammo fuori tre o quattro cocci di creta che io non esito ad affermare d° epoca antichissima, aven- done in appresso esaminata la composizione, in confronto di altre argille di stazioni pre- istoriche. La « grotta della morte » a destra di chi guarda mostra soltanto un orifizio prin- cipale, mentre appare, evidentissimo anche ad un occhio profano, che tre o quattro pic- cole bocche che si aprono al disotto dell’ orifizio principale, dovettero un tempo servir d’ingresso alla grotta, quando cioè il suolo di questa era più in basso di quel che non sia ora. Anche questa caverna ha dato il suo contributo. In una incavazione della parete, quasi una nicchietta, sepolto in una polvere densa, dovuta al deposito del pulviscolo durante secoli, trovai un oggetto che non esito ad affermare sia un’ arma dell’ epoca della pietra. In un altro punto della stessa grotta, il cui suolo, per le sue insenature, è assai malagevole e pericoloso, trovammo sotto un profondo strato di terriccio alcuni carboni spenti e poche ceneri, indizio sicuro d° un antico focolare. Nella stessa grotta, smovendo il terriccio in un punto ove il suolo era infranto, rinvenimmo un fram- mento di mandibola (quasi mezza) di Equus e pochi denti di Bos. È importante notare che alcuni denti di Equus Caballus che rinvenimmo sparsi, erano calcinati, perchè sot- toposti indubbiamente all’ azione del fuoco. In quei pressi trovammo una ventina di gusci di Patella e qualche frammento di Tellina. Ù > Concludendo : noi ci troviamo con tutta certezza in presenza d’ una stazione pre- istorica. L’ origine di Cefalù fondata dai Sicani, le numerose località d’abitazione preistorica sparse sul litorale nordico della Sicilia, la natura stessa della rocca, la presenza di ossa umane, equine e bovine, di armi da pietra, di carboni, di ceneri, di cocci di creta, la tradizione popolare cui accennerò più avanti, son tutti dati concorrenti che inducono alla certezza dell’ affermazione. Simili alla « grotta delle giumente » e a quella « della morte » ed anche più spaziose e di più facile accesso nella rocca, ve ne sono molte altre che io non ho vi- sitato o in cui non ebbi occasione di rinvenire traccie, di cui del resto allora non an- davo in cerca, 98 Se si interroga il folklore, noi sentiamo parlare d’ una grotta grande, immensa, intermezzata da laghetti, pozzi e cascate, la quale comincerebbe nell’ angolo nord-est del monte presso la chiesa di S. Antonio, lo traverserebbe in tutta la sua lunghezza, per quasi due chilometri e riuscirebbe all’ angolo sud-ovest presso porta Garibaldi. Se interroghi il popolo, ti dirà che i Saraceni (che lì son creduti i primi abitatori e fors’anco i fondatori del paese) vivevano al tempo dei tempi in quella enorme caverna, ti dirà che in essa (che vi sia ognun lo dice, ma ove sia nessun lo sa) smovendo il terreno vengono allo scoperto ossa umane, ti mostrerà insomma che nel senti- mento suo c' è ancora il ricordo, la tradizione di un tempo lontano, in cui i lontani Sicani abitavano nelle grotte del monte. Un giorno un capraio mi narrava di aver trovato in una grotta delle corna che lui diceva di cervo, e che io non esito a supporre di renna, dalla descrizione che me ne faceva : dall’ altro canto il capraio stesso ammise che fossero di renna dopo che io gli ebbi mostrato in un libro le figure dell’ uno e dell’ altro animale. Ho scritto queste linee in omaggio alla terra ove ho trascorsi i primi anni della mia adolescenza : non m° illudo che questa mia nota possa servir di sprone a grandi scoperte, poichè sperare nell’ opera del governo, della provincia e del comune è cosa forse vana : bisognerebbe che da quella terra sicana sorgesse un altro Mandralisca, un uomo ricco d’ingegno e di mezzi che, suo aere, iniziasse gli scavi opportuni e su una que- stione così importante facesse la luce. Auronso Fusco-Rao Catania, settembre 1904. LUIGI RAGGI RACCOLTA, PREPARAZIONE E CONSERVAZIONE IN ERBARIO DELLE PIANTE RACCOLTE —rcoeor— VADE-MECUM PER LO STUDENTE E PER IL RACCOGLITORE BOTANICO — r@@ ———t——_—_—T_ÉÉÉ@t_t—ttÉ@ Cousultansi su questo argomento i seguenti libri : CARUEL T. - Guida al Botanico principiante ossia Compendio di consigli ed istruzioni per quelli che si vogliono iniziare nello studio della Botanica — Firenze, 1866. EGER LESSONA - Il Raccozlitore naturalista — Guida pratica per raccogliere, preparare, conser- vare i corpi naturali organici ed inorganici — "'orino, 189). Inoltre quelle notizie sommarie che si trovano in appendice a tutti i testi scolastici di Botanica descrittiva. ——_--—_—_o>x9v___ Si dà il nome di erborizzazioni o escursione botanica o erborazione (herbationes), a quelle ricerche che si fanno in certi luoghi e durante tutto l’ anno per conoscere la flora di una data regione. TIRA 99 Raccolte che siano le piante vengono preparate, nel modo che verrà più avanti detto, quindi ordinate e conservate con diligenza in un insieme detto erbario (herbarium vel hortus-sicus) per poterle consultare all’ occorrenza come materiale di confronto o per con- servarle per memoria. Questi è uno dei mezzi più efficaci per imparare la Botanica e come è assai utile e necessario allo studente, così è altrettanto indispensabile al Botanico. Ben disse Linneo, che : Herbarium praestat omni icone necessarium omni botanico (!) che cioè una raccolta di piante secche conservate in erbario supera le più belle illustrazioni ed è di somma necessità a tutti gli studiosi di Botanica. Per formare un erbario bisogna : $ 1° — Raccogliere le piante e saperle scegliere ; $ 2° — Prepararle; $ 3.0 — Ordinarle in erbario ; $ 40 — Conservarle. A ciascuno di questi paragrafi dedicheremo un capitoletto per far conoscere le regole principali. Così ciascun principiante potrà da sè, coll’ aiuto di questi appunti raccogliere, prepa- rare e conservare le piante che gli capiteranno fra le mani. S iL RACCOLTA Arnesi per erborare — L’ erborizzatore deve essere provvisto : I. di una Flora poco voluminosa e tascabile. Serve all’ uopo molto bene la Flora italiana del nostro Arcangeli edita dal Loescher: con essa potrà classificare sul luogo le piante che verranno da lui raccolte. TI. di un vascolo (Vas-Dillenianum) detto anche scatola botanica o cassetta da escursione (fr. boites à botanique), fatto di latta forte e nel medesimo tempo leggiera, bislungo, cilin- drico, schiacciato lateralmente, di una lunghezza che varia dai centim. 22 ai 60. Deve sempre però essere un po’ più lungo del formato scelto per l’ erbario. Perchè non sia nè troppo piccolo, nè troppo grande consigliamo di provvedersene uno delle seguenti dimensioni : lunghezza centim. 55 larghezza coda altezza GIO Sarà fornito di una cinghia di cuoio, fermata a due anelli laterali, per poterlo portare a tracollo sotto il braccio sinistro. La scatola è su un fianco un’ apertura con coperchio a cerniera, abbastanza grande perchè vi si possa fare entrare le piante senza rovinarle. Per un vascolo per esempio delle dimensioni 55X18x12 l’ apertura dovrà essere lunga cm. 40 e larga cm. 14. Su uno dei lati il vascolo poi avrà una piccola cavità indipendente, dell’ altezza di pochi centimetri e con un suo coperchio a cerniera, in cui si porranno quelle piante più delicate e piccole. Il vascolo deve essere tinto ad olio, verde al di fuori, bianco al di den- (*) Filosofia botanica. 100 tro, perchè le piante che vi si mettono non abbiano a soffrire troppo calore essendo esposto il vascolo sempre ai cocenti raggi del sole. Non consigliamo di adoperare nelle escursioni uno scartafaccio di carta asciugante o una tasca di tela. Il primo riescirebbe di ingombro, il secondo potrà servire solamente durante brevi escursioni per raccogliere piante robuste, questi però si presterebbero per avvolgere piante delicate quali sono la maggior parte delle protallogame, le mascinee, ecc. III. di una cazzuola o vanghetta di ferro o di acciaio col manico di legno, per levare le parti rizomatose o le radici delle piante dalla terra. Può essere di qualunque forma, purchè leggiera, forte e piccola per meglio maneggiarla. Avrà la punta arrotondata e un po’ tagliente. Una lunghezza giusta è quella di 30-35 cm. Talora la pianta quando à le radici poco profonde nella terra e quando questa è te- nera, si sradica senza aver bisogno della vanghetta. Tuttavia l’ erborizzatore dovrà portarsi seco sempre la vanghetta nelle sue escursioni. IV. di un coltello robusto, che oltre di essere utile se si deve tagliare qualche parte di pianta, può adoperarsi per sradicare le piccole piante che si trovassero sul terreno ve- getabile. V. di un piccolo vascolo-tascabile per mettervi piante o parti di piante delicate. Servono all’ uopo anche alcuni fogli di carta asciugante. VI. di una lente a più vetri per notare la forma o la struttura delle spore o di minute parti delle piante che male o affatto si discernono ad occhio nudo. Questa lente è nota nei negozi di oggetti ottici e di storia naturale col nome di Zente da naturalisti ed è in- dispensabile per classificare con sicurezza le piante in genere. VII. di un Zapis per fare quelle annotazioni particolari su un notes a parte. Nelle escur- sioni lontane prima di riporre le piante bisogna notare il nome della pianta, il giorno della raccolta; il luogo ed altre osservazioni che si crederanno bene notare affinchè affollandosi nella memoria molte cose, non se ne dimentichi nessuna, Avvertenze generali — <« Nell’ erborizzare, dice nella citata sua opera l’ Eger, sta quello stesso principio che si deve seguire nel raccogliere i corpi naturali degli altri regni, sempre il raccoglitore deve procedere osservandolo, riflettendolo, e secondo un piano pre- stabilito. Mirando alla scienza deve nobilitare e spiritualizzare il presto ardore del raccogliere: altrimenti non si potrà aspettare nessun buono effetto per la sua mente, e nemmeno per la sua collezione. Certamente la pianta offre all’ osservazione minor campo dell’ animale, sebbene più del minerale: la vita delle piante è prettamente corporea: si tratta di esse soltanto di ordinare la serie secondo il loro graduato svilupparsi e lo spiegarsi dei vari loro organi, anche la interna struttura del corpo delle piante è più semplice, che non quella del corpo dell’ animale. Ma poi bisogna tener più stretto conto, come appunto si fa pei minerali, del luogo dove si trova, perchè assai più che non l’animale la pianta è in rapporto col suolo e da esso dipende. Bisogna quindi che il raccoglitore tenga conto della qualità del terreno, come pure delle piante circostanti, poichè tutto ciò àè un’ azione favorevole o sfavorevole allo svilup- parsi e al riprodursi di una data specie. In generale chi comincia ad erborizzare dovrà prefiggersi per compito principale di studiar bene il terreno del proprio circondario; procedendo con ordine, dovrà esplorare bo- ATA, PR “e tanicamente ogni singola parte di esso, le regioni rocciose, montuose, le colline, le selve, i boschi cedui e novelli, le loro radure ed i loro margini soleggiati, poi le siepi, i ciglioni, i prati e le lande, . ........ i ruscelli, e gli stagni, le loro sponde e quelle dei fiumi, tenendo conto delle differenze spiccanti nella vegetazione, a seconda che le sponde stesse sono paludose o melmose, ghiaiose o sabbiose. Come nelle più vaste regioni ognuna di queste menzionate porzioni di paese à in sè la sua piccola flora, sebbene qualche specie più cosmopolita ne soglia varcare i confini . . L’ erborizzatore farà cosa molto utile per proprio ammaestramento e per 1’ incremento della sua raccolta, segnandosi una carta geografica delle piante del suo circondario, come anche uu calendario in sussidio di essa . ........... Il raccoglitore deve sopra- tutto prendere l’ uso di notare diligentemente tutto quello che osserva non solo in sussidio della propria memoria, ma anche per altrui giovamento, e forse in alcuni casi anche pel progresso della scienza sovratutto rispetto alla fisiologia e alla geografia botanica. Quelle osservazioni e fra cui segnatamente i dati intorno al luogo dove si è raccolto il vegetale e al tempo (il giorno del mese), si scrivono col nome del vegetale stesso o in catalogo che serve di base ad un libro di appunti che lo erborizzatore deve portar con se in tutte le escursioni, oppure sopra una cartolina che si mette nell’ erbario vicino alla pianta : nel primo caso basta ammettere a questa un numero che rimanda al numero cor- rispondente del catalogo. La cartolina su cui sono notati il nome ed il numero si attacca con un filo alla pianta stessa, oppure si passa il gambo di questa in due tagli della cartolina: nei due casì si scansa di scambiare una pianta con l’altra, ed anche di perdere la cartolina ». SUOI PREPARAZIONE Raccolte le piante e trasportate a casa entro il vascolo, il raccoglitore deve prepa- rarle, cioè disseccarle in modo che rimangano ad esse il più possibile colori naturali, per poterle conservare in erbario. Per ciò bisogna provvedersi di carta asciugante delle dimensioni stabilite per l’ erbario. Riproduco con alcune varianti il processo per preparare le piante raccolte e scelte che tolgo dal citato libro del Caruel. « Fatto sopra un piano qualunque un primo letto con diversi fogli disposti l’ uno so- pra l'altro, su di quello si pone una delle piante da seccarsi con le foglie distese, e di- stribuite nelle loro posizioni più naturali. Se la pianta è più lunga della carta, bisogna ripiegare ad angolo acuto lo stelo prin- cipale comprimendolo nel punto in cui si fa la piegatura acciocchè non si rompa. Se la pianta fa troppo cesto, se ne toglie una parte, sempre però in modo da non far perdere all’ esemplare il suo portamento naturale, nè alcuno dei suoi organi più interessanti. Sul- l’esemplare così disposto si pone un letto di diversi fogli di carta, e si spiana legger- mente con la mano, avvertendo di posare i fogli in guisa che non si alterino le disposi zioni già date alla pianta, e così di seguito finchè si abbia formato un pacco di un mezzo palmo o di un decimetro circa d’ altezza, il quale si colloca per? piano fra due asserelle, caricando il superiore con un peso sufficiente, diciamo un 5 chilogrammi, per tenere com- presso il pacco senza troppo schiacciare le piante. Invece di asserelle si possono adoperare due cartoni, e stringerli fortemente con due unghie. Alcuni fanno uso di uno strettoio per strin- gere il pacco, ma non lo raccomando, perchè con lo strettoio si corre il rischio di compri- 102 mere all’ eccesso le piante, e di schiacciarne talmente gli organi da renderli non più rico- noscibili nè servibili allo studio. Infine il pacco così preparato dev’ essere posto in un luo- go asciutto e arioso, ma non al gran sole, almeno d’ estate : perchè se 1’ umidità impedisce il disseccamento delle piante e le fa marcire, un caldo eccessivo riseccandole troppo, le fa annerire e le rende fragili. Dopo dodici o ventiquattro ore al più tardi si mutano le piante, levandole 1’ una dopo l’altra dai fogli in cui sono, e che allora avranno già inzuppato molta umidità, e mettendole in altri fogli asciutti. Le piante di consistenza sufficiente si trasportano senza difficoltà da un foglio all’ altro; quelle più molli e pieghevoli richiedono maggiori cure, come sarebbe di coprirle con un foglio asciutto, e su questo rovesciare 1’ altro foglio che le porta, in modo che si trovino così trasportate senza altri movimenti; ovvero si prende la pianta con il foglio su cui posa e senz’ altro si trasporta con esso fra i fogli asciutti. Quando tutte le piante sono state mutate si colloca di bel nuovo il pacco sotto il peso, o si stringe altrimenti. I fogli umidi non vengono più adoperati finchè non sieno stati perfettamente asciugati. Per maggior comodo si può con due punti d’ago cucire insieme un certo numero di questi fogli e farne così delle specie di guanciali più facili a maneg- giare che tanti fogli sciolti e isolati. Dopo altre ventiquattro ore, si mutano le piante una seconda volta nel modo istesso, e così di seguito si ripete l’ operazione fino a tanto che le piante non sieno perfettamente diseccate . . . . ............ Come ognuno vede, la raccolta e la preparazione delle piante per l’erbario sono operazioni molto semplici, ma da praticare con metodo e di- ligenza, per non impiegarvi più tempo che non è necessario, e per riuscire con qualche po’ di esercizio ad ottenerne ottimo effetto ». $ 3. ERBARIO Allorchè le piante sono state diseccate bisogna ordinarle in Erbario. La forma. di questo varia secondo il gusto dei raccoglitori. Ve ne sono dei piccoli, della grandezza della carta da lettere e ve ne sono dei grandi della lunghezza di mezzo metro o più. I piccoli hanno l’ inconveniente di non potere accogliere se non piccoli esemplari ai quali si è dovuto togliere qualche parte: i grandi per essere poco maneggiabili. Una giusta grandezza è la seguente : lunghezza cm. 40 oppure 42 oppure 45 larghezza cm. 25 «27 «28 La carta per erbario della Ditta Brogi di Siena (1° unica in Italia) è le seguenti di- mensioni : formato ordinario cm. 45 Xx 28 formato piccolo cm. 34 X 25 Collocazione delle piante. — Ciascuna specie dovrà essere posta sopra un foglio di carta. Gli antichi usavano incollarle, ma questo non lo consigliamo. Si potranno invece, se non si vogliono lasciar sciolte, fissarle mediante piccole striscie di carta gommata alle due estremità, oppure mediante piccoli spilli, i quali collocati Inngo il caule e posti su una li- sterella di carta non gommata, si infilzano nelia carta due volte in modo che l’ esemplare resta chiuso fra questa e lo spillo. Su un medesimo foglio si possono mettere più esemplari, se piccoli, oppure, se di di- versa provenienza o raccolti in epoche differenti, in modo però che nessuna parte dell’ uno rimanga collocata sù nessuna parte dell’ altro. 103 Nell’ uno e nell’altro modo sopra detto disposte le piante, si devono corredarle di car- tellini o etichette di carta forte perchè non si lacerino facilmente. Devono avere una certa grandezza, come p. es. : lunghezza cm. 10 larghezza cin. 6 e su quelli si scriverà ; a) il nome scientifico della pianta ; b) il nome volgare ; c) la stazione; d) la località ; e) la data; f) il nome del raccoglitore. Esempi di etichette sono i seguenti : TRBUDRIO DISSE SIII, WEBARMI,OND E esi IO GE ornano ee INOMENSCIENTI CORTEI I LIIR NOME EEE OA e STAZIONE RG SEIN ia VI e po, TOCCO REI VOLE e SIIT PRIGI LENIRE Data della raccolta SRRBARIO DI LUIGI RAGGI E Orchis Morio L. Luoghi erbosi vicino a S. Vincenzo (Maremma toscana) CRERRO CRIAT o. 09) £. Raggi 2 Maggio 1868 F. Parlatore Le etichette devono attaccarsi in basso alla destra di chi esamina la pianta. Tutti i fogli contenenti individui della medesima specie, e raccolti in località diverse o in diverse stagioni, si involgono in un foglio doppio, detto camicia, di carta più robusta e più grande e anche di colore diverso; in basso alla sua sinistra porterà il nome della pianta che contiene. Tutte le camicie delle piante di un medesimo genere formano un quaderno che porterà un cartellino rosso o verde per distinguerlo a colpo d’ occhio da quello delle specie : questo cartellino dovrà essere posto sempre in basso a sinistra e dovrà sporgere in fuori per tro- vare facilmente la pianta che si cerca. I quaderni poi tutti dei generi di una medesima famiglia formano un fascicolo e tutti i fascicoli un pacco. Il pacco deve essere posto fra due robusti cartoni e si lega traversalmente con una 0 104 due cinghie. Fatti in tal modo i pacchi di piante si devono questi poi collocare in un ar- madio ben chiuso ponendoli al riparo dell’ umidità, del calore e della polvere. Si possono però collocare le piante in scatole di legno. Così il Cocconi parla intorno a ciò: « Per una migliore conservazione delle piante, soddisfa meglio.il collocare i fogli con- tenenti le specie in sorta di scatole conformate a grosso libro, il cui tutto sia di legno e la chiudente di grosso cartone, e fatte come le scatole che contengono le carte negli archivi. Dei due cartoni il sinistro è immobile col fusto della scatola e il destro solo si apre a cerniera per l’ uso della medesima. Due ganci servono poi a fermare anche quest? ultimo con- tro il fusto di legno, allo scopo che nella collocazione delle scatole in uno scaffale, disposto appunto come i libri, non esca di sotto qualche piccola pianta od etichetta e si disperda. Questo mezzo però è alquanto dispendioso e proprio delle raccolte un po’ di lusso ». $ 4 CONSERVAZIONE DELLE PIANTE L° erbario, come è detto, deve stare al riparo dell’ umidità, della polvere e del soverchio caldo. Dev? essere frequentemente maneggiato, cambiandosi talvolta la carta e dandogli aria. I principali nemici delle piante sono l’ umidità e gli insetti. a) l’ umidità è causa della muffa (Euroticum herbariorum Lamk). — Si impedisce che la muffa infetti le piante, conservando l’ erbario in luogo asciutto. Quando le piante sono ammuffite, si portano in un luogo asciutto caldo e si puliscono con una piccola spazzola bagnata di alcool o si lavano addirittura con benzina contenente dell’ acido fenico in dis- soluzione. Gli insetti sono i nemici che più si devono temere. Negli erbari si trovano tanto di coleotteri che di lepidotteri. Fra i primi si possono annoverare : 1) Anthremus museorum L. 2) Troctes pussatorius L. 3) Blenus fur L. 4) Dermestis frischii Rugil. 5) Anobium paniceum L. 6 È castaneum Herbst. E col Caruel terminerò che non saranno mai soverchie le precauzioni che si pren- deranno per preservarle: come di mettere negli armadi dell’ erbario qualche insetticida (naf- talina, benzina), e sopratutto di custodirle bene, visitandole spesso; spurgando, col cam- biar di foglio, e lo scwotere gli esemplari attaccati dalle uova e dalle larve degli insetti nocivi. Un mezzo efficacissimo per liberare un pacco di piante, dagli insetti che vi po- tessero essere entrati, è di esporlo per un paio di giorni in una cassa ermeticamente chiusa all’ azione del vapore di solfuro di carbonio. Le piante per assicurare la loro conservazione si possono immergere anche nell’ alcool contenente dell’ acido arsenioso. Sl prete UNA NUOVA FORMA DI MARCASSITA (SPERCKISE) NELLE MARNE ARGILLOSE DEL SENESE —_—______nx=xrx 79 Y_T—_- In un giorno d'ottobre dell’anno passato mi recai in località detta la « Coroncina », distante da Siena circa tre chilometri, allo scopo di raccogliere esemplari di nummus diabuli (marcassita (sper- ckise) in forma discoidale) che si trovano su uno spazio di marna argillosa del terreno pliocenico, circoscritto ad una serie di piccoli monticelli, così caratteristici nelle nostre marne turchine e così ricchi di conchiglie fossili di quasi ogni specie. Mentre mi aggiravo dunque tra le basi e le cime delle piccole prominenze, mi avvidi, per caso, della presenza di una nuova forma di marcassita, consistente in tanti piccoli pezzetti di quel metallo di forma irregolare, ma somigliantissima a chio- dì vecchi, storti e arrugginiti, di una lunghezza che varia da uno ai tre centimetri e mezzo. Come è naturale, raccolsi moltissimi d: questi curiosi esemplari e, a quanto ho potuto desu- mere da informazioni assunte, questa forma di marcassita risulterebbe nuova per il territorio senese e fors'anco per }a mineralogia. Attenendomi strettamente ai caratteri della forma esteriore, giacchè il composto di questi esem- plari non differisce in nulla da quello nummus diabuli, ho contraddistinto questa nuova forma con il nome di Clavus diabuli (chiodo del diavolo). Siena, 1 Ottobre 1904. GIULIA CELLESI —__—_—_—_—_—_T _ _t<-—--*+rF-rF--;-;PPrr— Notizie di Caccia L’ Orso nel Trentino — Fra Stenico e Campiglio giace ai piedi del gruppo di Brenta la malga di Maolinia ove alpeggia una mandra di pecore abbastanza numerosa. Tutti gli anni quella località è visitata dall’ Orso. Anche quest'anno in varie riprese la belva si pappò 6 pecore. La scorsa settimana (4 sett.) il plantigrado fu scorto da alcuni alpinisti ai piedi della Tosa. Giudica- no che sia un maschio di peso superiore ad un quintale. Ma fino ad oggi i cacciatori non sono riusciti ad ucciderlo. A. BonoMI Canguri tedeschi. Il conte Filippo di Bòsenlager introdusse nel 1887 un certo numero di canguri in una sua foresta di 500 ettari presso Zeimerzheim, nella provincia del Reno. L'ac- climatazione riuscì pienamente, i canguri si riprodussero facilmente sino al 1893, anno in cui per la morte d' ambo gli ispettori forestali, la sorveglianza cadde ed i bracconieri fecero delle stragi al chiaro di luna, tanto da ridurre il branco di 80-85 capi a meno di 20, Il figlio del conte Filippo pensa pertanto di favorire ancora l’ incremento dei rimasti, che sopportarono, senza soffrirne, sino a 18 gradi sotto zero. Egli pensa che in certe terre incolte dell’ Europa meridionale, e specialmente nella campagna romana, i canguri si acclimaterebbero a meraviglia, fornendo una caccia interes- santissima ed una selvaggina squisita. Nel Caucaso — La Tribuna Sport riferì, or non è molto, la missione assunta dal noto spe- cialista austriaco Haus Maria von Kadich, di studiare il modo di salvare da una totale estinzione i Bisonti del Caucaso, protetti dal granduca di Oldemburgo. Or s'annuncia che von Kadich partito solo a cavallo, per un’ escursione nella regione (la prima!), non è più ritornato e nonostante le ricerche non se ne ebbe traccia, tanto che ormai s' è perduta ogni speranza di rivederlo. Appassionato cacciatore e già compagno del Noscka, che finì pure così miseramente nel Cau- 106 caso, von Kadich visse lungo tempo in America, interessandosi specialmente dei Bisonti su cui scrisse una dotta monografia. Il Governo federale lo aveva incaricato di organizzare nel parco nazionale di Yellowstone le riserve dei Bisonti, ciò che egli fece con ottimi risultati. Fu pure dietro sua iniziativa che tolsero le « fattorie per bisonti » che ora forniscono con ottimi guadagni il materiale ai Giardini Zoo- logici ed aì Musei. La selvaggina in Isvizzera — Il dipartimento forestale federale pubblica la statistica sull’ alta selvaggina abitante i 31 distretti franchi della Confederazione. Da essa risulta che in detti distretti che, complessivamente, hàono un’area pari a quella del Canton di Zurigo, vivono: 5600 camosci, 800 caprioli e 30,000 marmotte. I tetraonidi sono pure assai abbondanti e, data la se- vera protezione ed il continuo aumento della superficie forestale, in alcuni distretti nei Cantoni di Glarona e Grigioni nidificano sino nell’immediata vicinanza dei villaggi. Il cervo, dalle foreste vergini del Pràttigau, penetra sempre più nella bassa Eugadina dove ne vive costantemente qualche dozzina. Troppi camosci — Attualmente nel distretto franco della valle Spadlatscha nei Grigioni (la famosa e splendida vallata selvaggia dove si era tentata la reintroduzione dello Stambecco) vi- vono: 500 camosci e 200 caprioli. Gli uni e glì altri causano dei rilevanti danni ai pascoli così che il comune di Filisur chiede al Consiglio di Stato grigione di ottenere dal Consiglio federale di spostare il distretto franco sui monti di Lafers nella Valle del Reno. Ibex Le fiere in India — Annualmente l’ ufficio statistico di Calcutta, pubblica un' elenco delle vittime delle tigri e degli altri animali. Nel 1903, 25460 persone morirono fra gli artigli dei felini o fra le spire dei serpenti. Eccone la lista dettagliata: uccisi da tigri 1046 — da lupi 277 — da pantere ed orsi 973 — i rimanenti mo- rirono morsicati dal serpe degli occhiali — 83,000 capi di bestiame furono pure distrutti dai grandì felini e dai serpenti. La caccia è pertanto attivissima. Nel 1903, 38,000 fucili vennero mobilizzati contro le fiere ed ì risultati furono di 4413 pautere, 2173 lupi, 1850 orsi, 1331 tigri e 707 iene. NOTIZIARIO Un nido di serpenti; 400 rettili in una tana. Mentre nella vicina Moulèos, alcuni operai muratori riparavano un muraglione, scopersero una tana, ove poterono uccidere ventitrè grosse vipere. Allora demolirono l’orifizio della tano, e con grande sorpresa trovarono nientemeno che oltre 400 serpentelli e moltissime uova. Un vero paese di rettili. Un grosso premio sarà dato dal Comune ai bravi operai che riuscirono a compiere una così utile distruzione. Un bue gigante. Un bue gigante era quest'anno esposto, non come animale da macello, ma quale meraviglia, all’ Esposizione degli animali grassi in Berlino. Il medesimo è un prodotto d' incrocio della razza Simmenthaler-Pinzagner; raggiunge l’ altezza di 2 m., una lunghezza di m. 3,6 una circonferenza del torace di m. 2,85 e una circonferenza del- l’avambraccio anteriore di 0, 75 centimetri. Il bue fu già una volta ingrassato, ed allora raggiunse il peso vivo di 9,18. Il proprietario invece di cederlo al macellaio trova più conveniente esporlo al pubblico quale meraviglia ! (Da? Bollettino del Cons. Agr. Novar.) 107 Gatti e serpenti in concorrenza nella caccia al topo. Togliamo dalla Revue Mon- diale: Nel Brasile usasi ammaestrare una varietà di serpente, la gibota a distruggere i topi che pul- lulano in parecchie contrade del paese. La gibota, che si vende sul mercato di Janeiro a cinque o sei franchi cadauna, è un rettile che raggiunge la grossezza di un braccio normale d'un uomo. Durante tutta la giornata quest’animale inoffensivo e pigro, dorme ai piedi della scala, indif- ferente all’andirivieni delle persone della casa. Ma al cadere della notte, incomincia la sua caccia, strisciando ed introducendosi dappertutto, arrotolandosi come una spira all’ avvicinarsi della preda, ch'egli afferra alla nuca, stritolandone la testa e le vertebre cervicali. Questo rettile si affeziona facilmente alla casa del proprio padrone, al punto che se viene al- lontanato esso sa quasi sempre ritrovarne la strada. La giboia si adopera già a bordo dei paquebots (vapori di cabottaggio), ove i topi si moltipli- cano straordinariamente ed ove, oltre ai danni materiali che provocano, sono temutissimi, appor tandovi di frequente la peste. A Cuba pure, da parecchio tempo, si utilizzano i serpenti per la caccia ai roditori ..... Sarebbe adunque per finire il regno dei gatti ? INSEGNAMENTI PRATICI Nettezza delle gabbie dei canarini — Per liberare le gabbie dai parassiti dei canarini, che li dissanguano, li irritano e li distolgono .... dalle loro naturali funzioni (come scrive una lettrice del Giardinaggio), da quello che, secondo un filosofo naturalista inglese, è il dovere degli animali, si levino i canarini dalle gabbie, dando loro un po’ di libertà nella camera. Libertà re- lativa, perchè le finestre devono essere chiuse, indi con un pennello sì dia una mano di benzina all’interno ed all’ esterno della gabbia. Basterà esporre al sole la gabbie perchè la benzina si evapori, e possa di nuovo accogliere i ‘suoi ospiti. Conservazione dei semi di fiori. — I semi dei fiori e specialmente quelli con buccia fina sono assai delicati e se non si conservano con cura perdono la loro facoltà germinativa anche da un solo anno all’altro. Bisogna privarli del contatto con la luce e con l’ aria, e ciò sì ottiene ponen- doli in buste di carta scura ben chiuse con gomma. Queste buste si tengono sospese in luogo a- sciutto e non troppo freddo. Sistemi di conservazione del pomodoro al naturale. — 1.0 Si raccolgono i pomodori colla massima cura cercando di non ammaccarli, in giornate asciutte ; il mese più propizio è l’ago- sto, mese asciutto, o il luglio. Si scelga una giornata calda e la raccolta si faccia nelle ore più calde. Il locale di conservazione sia asciutto, ban ventilato e molto pulito. Raccolti così i pomidori, non ancora perfettamente maturi, se ne formano delle catenelle, legandoli in numero di 4 a 5 sa uno spago che si fissa poi su cordicelle tese preventivamente nel locale in modo che non si toc- chino. Appesi tutti i frutti, sì chiude il locale ermeticamente e vi sì brucia dello zolfo per disin- fettare l’ambiente. Con tale sistema si possono avere pomidori sani e freschi sino al marzo-aprile. 2.9 Si scelgono i pomidori maturi, sani, sodi; sì lavano, sì asciugano e si mettono in un reci- piente a larga bocca; e vi si versa sopra un liquido composto di: acqua parti 8, aceto p. 1, sale p. l in modo che ne sieno completamente ricoperti. Indi si versa sppra questo liquido uno strato di olio d' oliva d'un centimetro. 3.0 I pomidori si tagliano trasversalmente per metà, sì puliscono con un cucchiaio dai semi, si cospargono di sale, eppoi si mettono a seccare od al sole cocente o in un forno a 80° circa. Quando 108 sono ben secchi, cartilaginosi, si pongono ìn vasi di vetro od in cassette foderate internamente con carta oliata, o si infilzano su uno spago e sì pongono in sacchetti di carta. Quando si devono adoperare, sì pongono nell’ acqua tiepida finchè acquistino l’ aspetto di freschi e sì adoperano come se fossero tali. ______ _k5zk>——---—————<——< RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. i 109. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi, Siena. — Desidera acquistareo avere per cambio Barbagianni (Strix flammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus marginatus). 110. Il suddetto offre Chamaeleo pumilus in alcool a L. 4 l'uno. 111. Torba od agave compresse, o sughero, in lastre regolari di qualunque dimensione, pic- cola partita, a prezzi d' occasione, ricercasi da Costantini Alessandro. Disposto eventualmente ce- dere în cambio insetti ben preparati ed accuratamente classificati — Pioppa 18, Modena —. 112. Carlo Fenizia prof. del R. Istituto tecnico di Modica desidera cambiare libri scientifici, come Microscopica clinica del Bizzozero, Teoria gener. della Fillotassi del Delpino, contro altri libri concernenti la Biologia, l’ Evoluzione, ed anche contro il Trattato di Mineralogia del Bombicci, qualche libro sulla struttura fisica deî cristalli ecc. 113. Il Dott. Antonio Magni di Milano, Via Annunciata 19. — Desidera fare acquisto di un ibrido di /ringillidea (escluso il canarino) sia in pelle, sia imbalsamato. 114. Grillo Avv. Dott. Ruggiero Pergine (Trentino) è disposto comperare un paio di Fagiani argentati J' e © vivi a prezzo di favore. 115. Ronna Ernesto, R. Università, Parma. Desidera mettersi in corrispondenza con spe- cialisti nello studio delle Orchidee di cui si occupa, e fa ricerca di lavori in proposito, cataloghi ecc. 116. M. Miuhl a Franefort sur Oder (Allemagne) Carthanaplatz 3., desire entrer en relations d' echange. Coleoptères d’ Europe. Prière d’ envoyer oblata. 117. il Sig. Trani Emilio è disposto a ricevere ragni, anche esotici, ben conservati in alcool dando in cambio coleotteri, lepidotteri ed imenotteri del mezzogiorno di Italia. Cambia anche ra- gni della stessa regione, determinati, con altri anche ben determinati. Dirigere offerte al Gabinetto Zoologico della R. Univ. di Napoli. 0 0 RTRT Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri E. BOZZINI, gerente responsabile ANTONIO NEVIANI Materiali per una Bibliografia italiana DEGLI STUDI SIOE OZO NINE NTRRE ERO SISUNM, I dal 1800 al 1900 (continuazione) (p. 229) Schizotheca fissa Bk, Teuchopora casitrocarensis Mnz. Osthimosia coronopus S., Wood. Retepora cellulosa Linn., &. Beaniana King. Smittia reticulata M, Gill., Sm. [Marsillea] cervicornis Pall., Sm. [Mucronella] coccinea Abildg, e var. fulgurans Mnz, (p. 230) Umbonula ramulosa Linn. Cycloporella costata M, Gill. Porina borealis Bk, Crisia denticulata Lmk,, ©. elongata M. Edw,, Cr. fistulosa HII, Hornera frondiculata Lmk., H. striata M, Edw. Idmonea serpens Linn., /d. Milneana d’ Orb. (p. 231) Tubulipora \Filisparsa] seriatopora Rss,, Tub. [stomatopora) major John., Tub. [Stom.] dilatans John, T'ub. [Stomat.] repens S. Wood., Tub. | Tu- bipora) flubellaris Fabr., Yub. [Pavotubigera] dimidiata Rss. Entalophora proboscidea M. Edw, Lichenopora hispida Flem., Lich. mediterranea Blainv., Lich. proli- fera Rss , Lich. cespitosa Gioli. Frondipora verrucosa Linn,, Fr. Marsilii Micht. (p. 232) In appendice sono citati come provenienti dal pliocene inferiore di Civì- tavecchia, le seguenti specie : Membranipora reticulum Linn., M. irregularis p° Ors. Micropora [Rosseliana) Rosselii Aud., Mier. [Calpensia] impressa Moll Cribrilina radiata Moll Microporella |Fenestrulina] ciliata Linn, e var. Morrisiana Bk., Micr. [Calloporina] decorata Rss, Schizoporella sanguinea Norm, e Sch. sp. Osthimosia coronopus. Wood. T'ubulipora [Stomatopora] major John, iris" XVIII 146. — Neviani Ant. — Briozoi neozoici di alcune località d’Italia. Boll soc. rom. p gli stud. zoolog., vol. VII. Roma 1898. Parre Quarta. (Boll. pag. 34-49). Cap. XII ; Briozoi fossili terziari appartenenti al R. Istituto tecnico di Udine. La maggior parte delle specie studiate provengono dal miocene dei colli di Torino, per le altre viene volta per volta indicata la località e la relativa epoca geologica. (p. 36) Membranipora reticulum L,, M. Suvartii Aud,, M. irregularis d' Orb., M. galeata Bk, (piacenziano di Zinola), M. sp. (p. 37) Onychocella angulosa Rss, Onych. miocenica Seg. (piac. di Zinola). (p. 38) Micropora [Calpensia] impressa Moll Cupularra canariensis Bk. (piac. di Zinola), Cup. umbellata Defr. (mioc. di Torino, piac. di Zinola). Lunularia petaloides d’ Orb. (p. 39) Cribrelina chelys Kosch. (fig. 1 uel testo), (eocene di Gastelgomberto). (p. 40) Scorpiodina seorpivides Mnz, (fig. 2), (p. 42) Microporella |Reussina| polystomella Rss. Hippoporina papillifera Mnz,, Hipp. delicatula Mnz, Myriozoum truncatum Pall, Schizoporella Melii Nev. var. miocenica n. var. (fig. 3), Sch. vulga- ris Moll, Sch. unicornis John., Sch. pauciosculata Micht, (p. 45) Smaittia [Mucronella] variolosu John, (eoc. sup. Valle dell’ Onte), .Sm. [Mucr.] coccinea Abildg., Sm. [Marsillea] cervicornis Pall, Osthimosia coronopus S. Wood. (p. 47) Cellepora decepia Wat, (fig. 4), Cell. proteiformis Rss. (eoc. sup. Valle dell’ Onte), (p. 48) Retepora Beaniana King., Ret. sp. Hornera sp. Tubulipora |Diastopora] simplex Bk, (piac. di Zinola). Entalophora rugosa d’ Orb. (p.- 49) Lichenopora prolifera Rss, Defranceia stellata Goldf, Heteropora stellulata Reuss. Parte Quinta (Boll. pag. 97-109). Cap. XII; Faunula a briozoi di Crescentino in Piemonte (Piacenziano). (p. 98) Membranipora galeata Bk. | Schizoporella vulgaris Moll Onychocella angulosa Rss. | ? biaperta Michl. Melicerita Johnsoni Bk. ‘ obvia Mnz. Oupularia canariensis Bk. RESINE linearis Hass, ‘a umbellata Defr, Smittia [Mucr.] coccinea Abild, a reussiana Mnz, Cycloporella costata M, Gill, Lunularia petaloides d' Orb. Tubulipora |Stomat.| dilatans Myriozoum truncatum Pall. | John. : Hippoporina adpressa Bk. jd ut RARIGCATTI, XIX Cap. XIV; Briozoi pliocenici della Liguria. A. — Briozoi piacenziani di Bordighera (pag. 100). Aetea anguina Linn, | Schizoporella sunguinea Norm, Membranipora reticulum Linn. | a biaperta Mchl, « irregularis d’ Orb. | È vulgaris Moll à galeata Bk. a monilifera M, Edw, ‘ trifolium S, W, " unicornis John, Onychocella angulosa Rss.‘ " cfr. ternata Rss. Micropora impressa Moll Osthimosia coronopus S. Wood " Bosselii Aud. Smittia reticulata M, Gill. Melicerita Johnsonii Bk. «_cervicornis Pallas Cupularia Canariensis Bk. È cucullata Bk. ° umbellata Defr, «coceinea Abildg, « reussiana Mnz. ‘ var. mamillata Bk. Cribrilina radiata Moll ‘ var. fulgurans Mnz. Chorizopora Brongniartii Aud. | a var. resupinata Mnz. Microporella ciliata Tinn, Lagenipora minuta Norm, ‘ polystomella Rss. Cycloporella costata M, Gill. a decorata Rss. Crisia denticulata Lk. a verrucosa Peach, | Hornera frondiculata Lk. Hippoporina foliacea Ell. et. Sol. Idmonea serpens Linn, \ pertusa Esper Entalophora proboscidea M. Edw. . pallasiana Moll Tubulipora major John. a adpressa Bk. a simplex Bk. Myriozoum truncatum Don. Schizoporella lincaris Hassall Frondipora Marsilii Michl. B. — Briozoi piacenziani del Rio Torsero (pag. 102-106). Membranipora reticulum L, Vibracella Seguenzui Nev, u. sp. (fig. 1) Cupuluria canariensis Bk. a umbellata Defr, Crisia elongata M, Edw. Idmonea irregularis Mnghn. “ cfr. atlantica Forb. Entalophora proboscidea M, Edw, Schizoporella profunda Nev, Cap. XV; Briozoi delle formazioni plioceniche e postplioceniche di Palo, Anzio e Nettuno. È il sunto della memoria già quì elencata al num. 145. Cap. XVÌ; Briozoi del pliocene inferiore di Civitavecchia. Sono riportate le specie segnate in appendice alla memoria ora citata (v. num. 143). 147. — Rabito Leonardo — Ricerche intorno aila formazione degli statoblasti nei Briozoi d’ acqua dolce. Naturalista Siciliano, Anno Il (n. s.). Palermo 1898. Lee TIE RE ET MIT ITALA XX Lo studio è stato eseguito sopra esemplari di P/umatella repens Lmx. delle acque dolci dei dintorni di Palermo. 148. — Trabucco G. — Stratigrafia dei terreni ed elenco delle rocce della pro- vincia di Firenze. Pag. 1-47. Mrenze (Tipog. Ricci) 1898. A pag. 18 e 19 fra i fossili del calcare screziato di Mosciano, attribuito al Pari- siano, sono indicate le specie studiate da Neviani e precedentemente elencate al num. 123. 149. — Waters A. W. — Observations on Membraniporidae. Linn. Soc. Journ. Zool. vol. XXVI, London 1898. In questo accurato lavoro di revisione si tiene parola di 38 specie di Membrani- pora, delle quali si rinvennero nei mari d’ Italia Je seguenti ; Membr. flustroides Hks,, p. 678, 1. XLIX, f. 12; Capri a Dumerilii Aud., p. 680; Rapallo 26-30 ftm. « bidens Hag, p. 681, t. XLIX, f. 1; Capri 220 m. o patellaria Moll, p. 682; Golfo di Napoli, Adriatico. «jd. var. multijuncta Wat., p. 682; loc. c. s. a curvirostris Hks,, 684, t. XLVII, f. 2; Napoli. a tenuirostris Hks,, p. 685, t. XLVII, f. 7; Napoli, Rapallo, Adriatico. " crassimarginata Hks., p. 688, t. XLVII, f. 4; Napoli, Capri. «capriensis Wat, n. sp., p. 690, t. XLVII f. 6; Capri. 150. — Condorelli Mario. — Invertebrati raccolti dalla R. nave « Scilla » nell’Adria- tico e nel Jonio. Boll. Soc. rom. studi zoolog. vol. VITI, pag. 25:46. Roma 1889. Pag. 33; Membranipora membranacea Bk. Otranto, a 30 m. Retepora cellulosa John. S. Cataldo, a 30 m. / Lepralia foliacea Heks. id. id. biscosparsa annularis Hell, Otranto, a 30 m. pag. 34; Zoobotryon pellucidum Ehrbg. S. Cataldo, a 30 m. 151. — De Angelis d’ Ossat G. — Le sorgenti di petrolio a Tocco da Casauria (Abruzzo). Rassegna mineraria. Vol. AII, Torino 1899. (Estr. pag. 1-28). Dalle roccie petroleifere dei miocene medio di Lettomanopello ed altre località, sono : Briozoi celleporoidi, Myriozoum. (continua) ANIMALI DA IMBALSAMARE NEL LABORATORIO ZOOLOGICO Ditta S. BROGI SIENA - Via B. Peruzzi -- SIENA =_= rna cy ST IMBALSAMANO ANIMALI DI OGNI GENERE CON SISTEMI SPECIALI PER GARANTIRNE LA CONSERVAZIONE Si fanno scheletri, preparazioni di visceri ecc. ecc. Per la preparazione di un uccello della grossezza di un Canario o Fringuello, la spesa è di L. 1,50. Un Tordo e simili L. 2, 50 ecc. ecc. N. B. Chi desidera fare imbalsamare animali è pregato farne l’ invio o vivi o freschi appena morti. Se la stagione è calda, e sono piuttosto grandi, sarà bene togliere loro i visceri ed involgere gli animali in panno bagnato con acqua e acido fenico, oppure porvi te) te} p D ci 7 ] altre sostanze di odore antisettico per tener lontane le mosche, le tarme ecc. Per l'invio, se gli animali sono piccoli, il mezzo più economico e sollecito è di mandarli 7 È) ) p per posta in piccole scatole, come campioni senza valore, raccomandati. Fino al peso di 350 srammi la spesa non è che dai 12 ai 24 centesimi. Per le spedizioni in pacchi postali o per ferrovia dichiarare Animati da studio, oppure indicare il nome dell’ animale aggiungendo la parola morto. Dietro semplice domanda verranno rimessi gratis i CATALOGHI seguenti, Catalogo N. 38 — Modelli plastici di piante, fiori, funghi, frutti ecc. per l'insegnamento della Botanica. « « 50 - Varietà e mostruosità in uccelli italiani. « « 53 — Arnosi, strumenti, utensili, preservativi, specialità ecc. per la raccolta, studio, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale. « « 54 — Mammiferi imbalsamati ed in pelle, scheletri e cranii. « « 55 — Occhi artificiali di ogni genere in vetro e smalto, per animali, uomini, sta- tue, bambole, ecc. « « 56 — Coleotteri europei. « « 57 — Uccelli imbalsamati ed in pelle. « « 58 — Minerali e Rocce. G « 59 — Catalogo con note e prezzo degli animali di tutti glì ordini, scheletri ed altre preparazioni zootomiche, Piante, Minerali, Fossili, Modelli, ece. ece., nonchè delle Collezioni gia formate per l' insegnamento. ur - Prezzi d’ Abbonamento per il 1905 I nuovi abbonati e tutti coloro che pagheranno 1’ abbonamento 1905 entro 1° annata corrente, godranno le appresso facilitazioni sui prezzi d’ abbonamento: Gon L. 5 saldano l'abhon. alla ‘Rivista ital. di Scienze nat. ,, e ‘Boll. del natur.,, oppure al ‘‘ Giornale Ornitologico italiano ,, e ‘“Boll. del Natur.,, (Estero L. 6) Con L. 8 saldano I’ abhonamento a tutti e tre i Periodici i (Estero L. 9) N. B. Ai nuovi abbonati verranno dati in dono tutti i fascicoli che si pubblicheranno durante il 1904. Premi al nuovi abbonati Oltre alle riduzioni sui prezzi d’ abbonamento sopraindicate, ogni abbonato, nel rimet- tere direttamente all’ Agenzia di questi Periodici in Siena (Via B. Peruzzi) l'importo dell’ abbonamento, potrà domandare uno dei seguenti 3 premi, che sarà sollecitamente ri- messo franco a domicilio : 1.° Un opuscolo a vostra scelta relativo alle Scienze naturali. Indicare se sì desidera di sog- getto relativo alla Zoologia, o alla Botanica, o all'Agricoltura o alla Mineralogia e Geologia. 2.0 Cinque specie, a nostra scelra, di minerali, o di rocce in piccoli esemplari, o di conchiglie, o di fossili, o dì piante secche, o di insetti. 3.° Una pelle di uccello mosca o di altro uccelletto esotico. Oppure previa richiesta verrà fatta : Pubblicazione gratuita di avvisi di complessivi 10 versi in colonna. « « per 6 volte della medesima o dì diverse domande ed offerte di cambi. Offriamo inoltre indistintamente, a tutti coloro che pagano l'abbonamento 1905 entro l’anno 1904, le seguenti pubblicazioni a ridotti prezzi e franche di porto; Dall’ opera La « Specola ornitica » di Helgoland del Gàtke, per G. Vallon Pag. 54 in-8. Prezzo L. 150 per L. 1.00, Gli uccelli nidiacei - Allevamento - Edu- cazione - Malattie - Cure di Pag. 98 in-8 L. 1,50 per L. 1,90. Glossario entomologico, corredato del re- gistro Latino-Italiano delle voci citate, redatto da Luigi Fuilla Tedaldi. Pag. 186, formato 8.° grande (con ll tavole) L. 5 per L. 3. 50. Avifauna Calabra. Elenco delle specie di | uccelli sedentarie e di passaggio in Calabria, di | Lucifero Armando Vol. di pag. 79 in-8. L. 4,00 per L 2,50. Catalogo dei Coleotteri d’ Italia, com- pilato dal dott. Stefazo Bertolini. Pag. 144 in 16.° Prezzo L. 3 per L. 2. Ronna E. | Manuel du Lepidopteriste par G. Panis. Catalogo delle specie, caccia, preparazione, clas- sificazione, maniera di allevarli ecc. 320 pag. con fisure L. 3,75 per L 3,00. Conseils aux amateurs pour faire une collection de papillons. Classification, pre- paration et conservation. Pur. M. Belese. Con 32 fig. L. 0,80 per L. 0,50. Viaggio in Oriente pel cav. dott. Y. Passi Pag. 130 L. 1 per L. 0, 40. 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Gratificazioni. — A chi ci procurerà 2 nuovi abbonati da L. 8 ciascuno verranno rilasciate in, a suo favore L. 2; per 2 nuovi abbonati da.L. 5 ciascuno L. 1,50; per 2 nuovi abbonati da L. 3 ciascuno L. 1; che potrà ritenersi inviando all’ Amministrazione - Via Baldassarre Peruzzi, 28 Siena - sole: L. 14. L. 8,50, L. 5. Gonto corrente con la posta ANNO XXIV BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acelimatatore Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L. 3. Per eli Stati della unione postale L. 3, 50.Altri Stati L. 4 Istruzione e diletto PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali el al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scambi e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i professori, studiosi, preparatori, dilettanti ed-amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Hichieste e offerte ecc. ecc. Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc. p già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO n» Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principalmente quelli nominati nella copertina della Rivista Italiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. | tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un'unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di Sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. é con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all'Agenzia in Via B. Peruzzi 28,eda tutti gli utlici postali igaliani ed osteri, in qualunque epoca dell'anno; ma decorrono dal prinepio di ogni niro con diritto a fascicoli arretrati. TL abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoli separati costano cent. 30 per ogni 16 pag.ditesto, 4gli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, sì danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano è manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli zhe contengono i loro scritti, pigandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L.. 6il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bol!e/lino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc. ; fare offerte e ri- esrche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ece. ecc. Te inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- sare la \unghezza di 5 linee. Ila medesima inserzione non si ha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però ne viene accordata la ristampa, pagando un piccolo com- penso. Dalla inserzioni gratuite sonn per regola esclusi gli seo e scritti che contengono uvvzoe de ucquisto 0 di veritttu, © ch possono servire di retlume commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamenta quelle provenienti da abbonati che hanno già pagato lab bonanuento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se non è espressamente richiesta dall’ abbonato. 1. amministrazione s'incarica di rappresentare gli at bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentati dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri. spondenza, è per le vendite od acquisti stfattuati pagare un compenso dacombinarsi. La direzione può, in casi eccezionali, ritiutarsidi!pub blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogne di dure giustificazioniin proposito. | manoscritti non pub- blicati possono essere ritiratidagli autori proprie 8pege Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche tascicole ne sara loro, possibilmente, inviata un'altra copia gratis purchè la richiedano entro l'annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento, Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale sì pubblicano nel corpo del giornale e costano L ], per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle 2p posite pagine costano I. l ogni? centim. di spazio occu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbodati si fanno speciali facilitazioni. Sì annunziano le pubblicazioni ricevute è sì fa speciale menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplara Tutti i pagamenti devono essere anticipati. Chi desiocra risposta unisca i francobolli nacessari, o seriva in car tolina con risposta pagata Riduzione sui prezzi e premi agli abbonati per il 1905 ( Vedasi salici So stemmata mella As mastoa\ LIE GRIFFINI dott. ACHILLE GLI UCCELLI INSETTIVORI NON SONO UTILI ALL'AGRICOLTURA È una nuova pubblicazione, edita a cura della Aivista Italiana di Scienze Naturali, Siena 1904, che contiene preziosi dati e notizie interessanti in confutazione alla questione sulla utilità degli uccelletti insettivori verso l’ agricoltura, questione che 1° Egregio A. viene dimostrando esser falsa. Il lavoro è diviso in capitoli di cui ci limitiamo a riprodurne i titoli: Questione di competenza — Insetti — Utili e nocivi — L'uomo altera l° equilibrio naturale — Nemici naturali degli insetti fitofagi — Insetti utili — Insetti predatori — Insetti parassiti endo- fagì — Insetti nocivi importati — Parassiti endofagi dei principali insetti nocivi — Prime conclusioni — Gli uccelli insettivori non sono utili — Gli uccelli insettivori sono nocivi — Indicazioni bibliografiche — Conclusioni. In appoggio alle sue teorie, l’ Egregio A. riporta le dichiarazioni di insigni naturalisti quali, fra gli italiani, LESSONA, SABBIONI, RONDANI, GHILIANI, CAMERANO, BERLESE, ÀR- RIGONI DEGLI OpDI, RIBAGA, Lioy. (Prezzo dell’ opera di pag. 83 in 8.° con 24 figure intercalate nel testo L. 5). Offerte d'occasione ai collezionisti d’insetti CASSETTE DI NOCE solidissime, con cristallo, del diametro 44 X 33 X 6, a chiusura ermetica, aventi il fondo di torba o agave, con scannellature per introdurvi antisettici, privativa della Ditta BROGI, vengono spedite al prezzo di L. 5.50 cadauna (invece di L. 6,50). — 12 di esse per L. 60, franche di porto e imballaggio. COLLEZIONI ENTOMOLOGICHE SPECIALI sistemate in apposite scatole con coperchio a vetro. — Sono coliezioni di insetti utili e loro relativi prodotti, di insetti produttori di seta, di cera o d'altro, coi relativi derivati e preparati; di insetti interessanti per mimetismo, o per altro carattere. — Per trattative rivolgersi alla DITTA S. BROGI, Siena. Anno XXIV N, Il 15 Novembre 1904 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Sollettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali td al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l'Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L, 4. SOMMARIO Cozzi Sac. Dott. Carlo Frammento di briologia milanese. Pag. 109. Alzona Carlo. Brevi notizie sulle raccolte zoologiche nelle caverne. Pag. 133. Notizie di Pesca. Pag. 114. — Notiziario. Pag. 115. — Nomine, promozioni, onorifi- cenze e premi. Pag. 116. — Richieste e offerte (gratis per gli abbonati). Pag. 116. = na - - = — e TINTO Sac. CARLO COZZI Frammento di briologia milanese CS Sulla flora briologica del milanese la scientia amabilis non conta altro a tutto oggi, e ciò, da quanto io ne sappia, fuorchè gli scritti di gran valore che ci lasciarono Balsamo e De Notaris (4), il Garovaglio e l’ abate Anzi (*). E anche questi purtroppo si riferiscono in massima, quando dir non si voglia esclusivamente, a località che ora fanno parte della provincia comasca e non contemplano la nostra di Milano che solo virtualmente. Per quanto poi concerne la pianura più verso il mezzodì di detta provincia, la cui flora appare in ve- rità altrettanto interessante caeteris paribus quanto qualunque altra, non consta che siansi fatte delle ricerche speciali e con speciale riguardo a questo particolare ramo della bota- nica; e quindi una volta eccettuate le bellissime contribuzioni dei dottori Bozzi e Farneti, i quali intesero per altro di illustrare direttamente la provincia pavese, notizie od indica- zioni bibliografiche intorno alle muscinee di questi paesi possono dirsi più negative che scarse. Questi brevi riflessi segnano il motivo principale per cui da due anni circa a questa parte ho creduto di occuparmi un poco di briologia, o per meglio dire di raccogliere quanti più potei esemplari di quei muschi che, mentre attendo allo studio delle fanerogame, vanno man mano fermando maggiormente la mia attenzione. Che d’ altronde il mio tempo non sia totalmente perduto lo dimostrano già fin d’ ora il rinvenimento del genere Sphagnum e precisamente in luoghi dove meno si sarebbe so- spettato; nonchè parimenti il fatto d’ aver aumentato il numero delle stazioni per qualche specie importante e rara, quale va detta fra le epatiche, p. e., la Marcanthia paleacea (4) Barsamo JosepH et De Noraris IosePH: Synopsis muscorum in agro medivlanensi hucus- que lectorum - Mediolani, 1833. « « « « « Prodromus Bryologiae mediolanensis,-Mediolani, 1834, « « « « « Musci mediolanenses collecti et editi, - Mediolani, 1834. (°) GarovagLIo Santo — Saggio d’ un prospetto delle piante crittogame della Lombardia in: CattanEO: Notizie natur. e civili sulla Lombardia. (Milano, 1844), vol. 1. p. 328. 110 Bert. — A proposito degli sfagni abbiatensi, di cui ebbi già ad intrattenere i lettori di questo giornaletto, io non ricorderò nell’ elenco che lo Sphagnum subnitens Russ et Warnst. — Tale a dir vero fu la determinazione del noto specialista del genere il signor Warnstori e che mi venne gentilmente comunicata dal dott. Emilio Levier al quale primamente ave- vo spedito alcuni essicati. Per quanto però non voglia ammettere dubbio di sorta sulla esattezza della determi. nazione fornitami dall’ illustre briologo, pure non posso a meno di notare tra individui ed individui differenze tali di portamento, anche limitandoci ai caratteri macroscopici, che accen- nano a sorpassare i limiti di una sola specie. Trattandosi di cosa di non lieve impor- tanza, vedrò di ritornare quanto prima sull’ argomento, sempre nell’ intento di eliminare qualsiasi incertezza, ricorrendo all’ uopo ai pareri illuminati di qualche altro studioso del genere. Intanto mi preme assai d’incominciare a render noto il risultato delle mie ri- cerche nel campo delle muscinee, presentando una prima mezza centuria; mon già perchè queste prime specie elencate abbiano un interesse particolare, che come ben si vede sono tutte quante comuni e notissime; ma perchè, giusta quanto ho premesso, esse formano il primo contributo alla briologia milanese in relazione a questo tratto della provincia. A questo ne seguiranno, certamente voglio sperare, altri ancora così da favorire, se appena sarà possibile, la conoscenza completa della flora del basso milanese. Il materiale radunato appartiene al mio erbariolo privato e venne di volta in volta (unicuique suum) riveduto ed in buona parte determinato dall’ egregio prof. F. Sordelli al quale invio i sensi della mia più sincera gratitudine. ala Hypnum aduncum Hedvv. Trovasi in estese associazioni in mezzo ai boschi del Ticino e quasi sempre in località sommerse. Gennaio. H. cupressiforme Linn. Comunissimo sui tetti e talvolta sulla corteccia degli alberi e sul suolo. H. cuspidatum Linn. Alla Pastura in vicinanza del padule sfagnifero. Marzo. H. stellatum Schr. Nel medesimo luogo della specie precedente, ove però osservasi in minore quantità. H. purum Linn. Frequente ed assai caratteristico lungo i viottoli che attraversano i boschi delle Cerine, come pure a S. Maria e a Casorasca, oltre che in quelli, ove è pure egualmente comune, del comune abbiatense. Climacium dendroides W. et M. = (Hypnum dendroides L.) Qua e colà negli stessi boschi. Homalothecium sericeum B. E. = (4. sericeum L.) Altra delle forme più comuni e graziose della flora nostrale. Si raccoglie sui muri umidi e sulla corteccia degli alberi. Brachythecium velutinum B. E. = (4. velutinum L.) In parecchie località dei boschi, ma non comune. B. rivulare Bruch. = (A. rivulare Bruch.). Sui sassi al fondo di un ruscello alla Pastura. Giugno. B. Mildeanum Schp. In qualche prato umido lungo la via vigevanese. 111 Amblystegium irriguum B. E. = (4. inmiguum H. et Wi.). Tra i vanni spruzzati continuamente dalle acque del Molino Monache. A. serpens B. E. = (4. serpens L.). Abbastanza frequente specialmente al piede degli alberi sul suolo. Thyidium tamariscinum B. E. = (MH. Tamariscinum Hedvv.). Nei boschi assieme al Climacium dendroides. Rhynchostegium confertum B. E. = (MH. confertum Dicks.). Sul terreno umido dei prati verso C. Orcellera. Dicembre. Leucodon sciuroides Schwaegr. Comunissimo sulla corteccia dei gelsi. Anomodon attenuatus Hartm. = (Leskea attenuata Havv.) Sulla corteccia degli alberi nei boschi del Ticino. Fontinalis antipyretica Linn. Lungo fossati e torrenti. Polytrichum juniperinum Willd. Nei boschi del Ticino. P. formosum Hedvv. Nei boschi in compagnia del Polytrichum juniperinum. Pogonatum aloides P. B. Negli ericeti del Castagnolino e delle tre Cerine. P. nanum P. B. Colla specie precedente, però meno frequente. Atrichum angustatum B. E. Sulla costa fra i cascinali Cavallotta e Casalina, come anche nei boschi del Ticino. A. undulatum P. B. Comune al pari dei Polytrichum e dei Pogonatum e nelle stesse situazioni. Leucobryum glaucum Hpe. Alla costa presso il molino di Albairate, qua e là verso le tre Cerine, al Castagnolino ed alla Pastura. Bryum capillare Linn. Alla Pastura. B. argenteum Linn. AI casello ferroviario n. 30, al Mombello ed in qualche altro luogo. Mnium cuspidatum Hedvv. Nei boschi del Ticino, fra Panizza e Castagnole. Febbraio. M. undulatum Neck. Nei boschi del Ticino verso S. Maria e Casorasca. Philonotis fontana Brid. Alla Pastura, presso la località sfagnifera. Bartramia pomiformis Hedvv. var. crispa. Nei boschi del Ticino. Funaria calcarea Wall. Presso le siepi umide nei dintorni della borgata. Funaria hygrometrica Hedvv. Lungo il cavo Bianchi, dalla Cornarasca alla Salvaraia, come altresì sulla riva di altri ruscelli e torrenti. 112 Physcomitrium piriforme Brid. Nei boschi del Ticino. Ceratodon purpureus Brid. Nei boschi del Ticino presso Castagnole e Castagnolino. Ditrichum pallidum (Hedvv.) Sui margini dei campi nelle vicinanze del borgo. Orthotrichum tenellum Bruch. Sulla corteccia del Platanus occidentalis, lungo il viale da Piattina al Palazzo Arconati. Grimmia pulvinata Sm. Sulle parti umide delle case entro la borgata e specialmente in via Cassinetta. Rhacomitrium canescens Brid. Nei boschi del Ticino. Questa specie dà all’ occhio in primavera l’ illusione d’ una leg- gera nevicata. Barbula muralis Hedvv. Comunissima dappertutto. Fissides adianthoides Hedvv. Vicino a uno stillicidio d’ acqua sul piano inclinato che separa le pinete della Cerina di sotto dalle pianure del Lasso. F. osmundoides Hedvv. Alla Pastura. Marzo. Pottia truncata B. E. Sul suolo, nelle vigne e nei boschi. Pottia intermedia Tum. Nelle stesse località della congenere precedente. Weisia wiridula Brid. Sul terreno (specialm. presso le siepi) delle stradicciole campestri, come, e. g. al C.Ilo Pianzola e al Castagnolino. Pleuridium subulatum B. E. = (Phascum subulatum L.). Nelle vigne e nei boschi, sul suolo. Non comune. Sphagnum subnitens Russ. et Warnst. Alla Pastura (Morimondo). Jungermannia connivens Dicks. Serpeggiante entro piantine di Leucobryun glaucum. Raccolta alla pineta che sta fra il Lasso e la Cerina di sotto. Radula complanata Dum. Sulla corteccia degli alberi, nei boschi del Ticino. Madotheca platyphylla Dum. Sulla corteccia di un olmo al cascinello Pianzola. Marchantia polimorpha Linn. Comunissima lungo le rive dei fossati. M. paleacea Bert. Sulle sponde di un ruscelletto alla cascina Genibissa. Fegatella conica Corda. Raccolta alla Pastura; frequente però anche in altre località vicine. Abbiategrasso — -10-04 CARLO ALZONA Brevi notizie sulle raccolte zoologiche nelle caverne —_—_—_—_— ©>,e0-|/o__—_—_— All’ importanza scientifica che ha lo stadio della fauna cavernicola non corrisponde in Italia uno seritto che riassuma in breve spazio le conoscenze necessarie alla raccolta ed alla conservazione delle forme viventi in quell’ ambiente specialissimo, costituito dalle caverne. Gli ottimi manuali del Prof. Gestro, dell’ Eger-Lessona, le notizie dell’ Issel, del Griffini e di altri o contengono indicazioni generali o si riferiscono a uno speciale or- dine di artropodi. Rimando a quegli scritti per le particolarità più minute della tecnica per la preparazione degli artropodi, evitando così inutili ripetizioni di cose note. lo non intendo che di fornire ai giovani naturalisti, i quali esplorano caverne, le notizie più ovvie sulla raccolta di forme che sfuggono facilmente anche all’ occhio eser- citato : escirei dai limiti di un articolo se dovessi riferire ogni particolarità sulle ri- cerche di zoologia sotterranea, nè d’ altra parte questo ramo della biologia è così pro- gredito da poter essere considerato in poche pagine, con la speranza di non avere nulla omesso. Mezzi d’ illuminazione La luce migliore per le raccolte zoologiche è quella delle candele. Esse hanno il vantaggio sulle lampade, sia ad olio che ad acetilene, di essere facilmente maneg- giabili e di produrre una luminosità omogenea che non stanca la vista, anche dopo lunghe ricerche. A un osservatore attento tale luce serve benissimo per distinguere e- ziandio specie più minute. Inoltre le candele occupano ben poco spazio e non vengono per nulla danneggiate da fortuiti bagni forzati che talvolta lo speleologo deve subire ; si asciugano prontamente e si riaccendono dopo breve tempo senza difficoltà. Invece le lampade (pur non insistendo sulla qualità della luce, meno adatta alle ricerche zoo- logiche) possono compromettere il ritorno dalla caverna : la caduta in un bacino pro- fondo, la dimenticanza di olio o di carburo in lunghe stazioni sotterranee sono incon- venienti irreparabili. Non si potrà però fare a meno delle lampade nelle grotte con forti correnti d’aria che spengono le candele. Sarà molto utile recar seco del ma- gnesio in nastro: è un mezzo d’ illuminazione che oltre al rivelare ogni bellezza este- tica della caverna, serve assai bene, come vedremo, per le ricerche della fauna acquatica. Mezzi di raccolta La ricerca della fauna sotterranea non richiede un materiale molto numeroso o complicato. Si portino seco {ubi di vetro di grandezza varia, dei quali alcuni contenenti al- cool a 70 °/,, altri un po’ di segatura di legno, con qualche goccia di etere acetico o di a

(continuazione) RPAGICIOMEMINA Fauna terrestre Si cerchi accuratamente sul suolo delle caverne, sia presso |’ entrata, sia nelle parti più profonde, procedendo con calma e metodo. Pochi dei luoghi. di caccia che la natura offre al naturalista richiedono una pazienza a tutta prova e un’ instancabile perseveranza come le grotte. Molte forme corrono più o meno velocemente sull’ argilla umida, sulle stalagmiti che rivestono il suolo. Si rovescino le pietre con la massima lentezza, osservando con attenzione anche la parte che aderiva al terreno: certi minutissimi insetti e cro- stacei non si scoprono che prendendo tale precauzione. I mucchi di pietruzze dovranno essere esaminati con molta cura. l pezzi di legno fracido da lungo tempo abbandonati, se posti in luoghi umidi, presentano una ricca fauna, in particolare di crostacei isopodi (titanethes, trichoniscus, philoscia), di collemboli (adunati qualche volta in gruppi di centinaia d’ individui), di aracnidi (araneidi e pseudoscorpioni), di molluschi (Ayalinia ete.). I viscidi ammassi di guano depositati dalle generazioni di pipistrelli offrono pure vario e interessante materiale zoologico : coleotteri (carabidi, stafilinidi, silfidi, criptofagidi), larve e pupe di ditteri (Heteromyza atricornis Meig. etc.) collem- boli, miriapodi (Brachydesmus, Lilhobius etc.) chernetidi (Obisium etc.) acari, isopodi, oligocheti. Per la cattura delle più piccole è indispensabile il vaglio o. cri- vello col quale si elimineranno i frammenti maggiori dei detriti (guano, humus, am- massi diversi). Meglio esaminare i detriti, passati al crivello nella propria stanza, tras- portandoveli in un sacchetto. Si ricordi però che molte forme cavernicole sono assai sensibili all’ aumento della temperatura e alla mancanza di umidità ; quindi il trasporto si faccia con le dovute cautele. Un comune vascolo o cassetta da erborizzatore serve ottimamente allo scopo. Osservati con attenzione i detriti, deposti in piccola quantità sopra un foglio di carta bianca, riguardatili con una lente affinchè non sfuggano certe minime specie di acari e di collemboli, non si gettino via perchè apparentemente non offrono più traccia di vita animale, ma si conservino per qualche tempo in cassette di legno ermeticamente chiuse. Visitando tali cassette a intervalli si può trovarvi sulle pa- reti o alle superficie dei detriti, rarissime specie di microcoleotteri, quasi impossibili a catturarsi in altro modo, non facendo alcun movimento, se il mezzo che li nasconde non è in quiete e silenzio assoluto. Per queste minutissime ricerche è utile crivellare il detrito che si è recato dalla caverna con vagli di grossezza diversa : così è facili- tata la vista delle specie più minute le quali sfuggono all’ occhio molto spesso, sia pel colore mimetico, sia per la tendenza lucifuga che li fa approfondare tra le maggiori particelle che compongono il detrito. Mi sono esteso alquanto su questo modo di caccia nelle caverne, perchè credo che, convenientemente praticato, riservi delle scoperte di nuove forme interessantissime, in modo particolare di coleotteri e collemboli. Proseguendo nelle indicazioni sul modo di raccogliere la fauna terrestre nelle grotte, non si devono dimenticare le pareti. Esse offrono presso all’ entrata peculiari specie di ortotteri (rappresentate in Europa dai generi Dolichopoda e Troglophilus), araneidi (Meta, Amaurobius, Necticus etc.), falangidi, ditteri. E nelle parti più profonde altri aracnidi e ditteri vivono sulle stalattiti, nelle fessure delle pareti, tra le con LATERO erezioni calcaree. Qualche specie poco visibile pel colorito rossastro o niveo lo diviene a causa dell’ ombra proiettata accostando la candela. Come si vede non vi è parte di una caverna che non debba diligentemente esplo- rarsi; pure in quell’ ambiente così speciale le diverse forme animali vivono in diverso modo che dipende sopratutto dall’ alimentazione, dal grado di umidità e di luce, dai nemici naturali. Fauna acquatica I laghi, i ruscelli, le pozzette degli stillicidi, presentano nelle caverne varie spe- cie di crostacei, di vermi o di molluschi. Si raccoglieranno con le mani, con piccoli retini. Essendo quasi sempre il fondo dei bacini sotterranei ricoperto di finissima argilla, proveniente dal disgregamento delle rocce, è necessario evitare che s’ intorbidi l’acqua, poichè in tal caso si permette ai veloci e agilissimi Niphargus di porsi in salvo. Non si strisci dunque sul fondo col retino e non si agiti |’ acqua con violenza. Conviene accostarsi ai ruscelli e ai laghi sotterranei facendo il minimo rumore possibile per evitare che i crostacei che vagano lungo le sponde in cerca di nutri- mento, fusgano dove l’ acqua è più profonda. Dopo aver osservati i bordi della rac- colta d’acqua, si sollevino le pietre immerse esaminandole in ogni lato : le forme più piccole vivono aderenti ai sassi. Pei bacini di una certa profondità, pei fiumi a forte corrente è indispensabile 1’ uso delle nasse o dei retini fissi che si innescheranno con pane e carne. Si lasciano in media. ventiquattro ore e si ritirano il più rapidamente possibile. In talune caverne questo metodo di caccia fornisce individui a centinaia in particolare di arfipodi. Gli ‘animali cavernicoli hanno l’ olfatto assai sviluppato ; inoltre il nutrimento è in gene- rale scarsissimo, quindi si precipitano ingordamente sulle sostanze organiche immerse nell’acqua. Ricordo con quale avidità nelle grotte dei Monti Berici i MNiphRargus si disputavano le goccie di stearina cadenti dalle candele e perfino frammeoti di un legnoso Poliporus da me posto nell'acqua in mancanza di esca più conveniente. Come nella fauna terrestre, così nell’ acquatica si osservano casi di mimetismo. Certi crostacei che si tengono immobili sul fondo dei ruscelli sono pel loro colore ben difficilmente visibili; altri che si ravvolgono a palla simulano piccole pisoliti c hohlenperlen. Il magnesio in nastro potrà rendere grandi servizi per le raccolte d’acqua un po’ profonde. Raccomando in modo speciale di esaminare con ogni atten- zione i minutissimi detriti deposti dalle correnti sotterranee. L' illustre malacologo Arnould Locard ha recentemente descritte tre specie di molluschi provenienti dal ruscello che scorre nella « Grotta della guerra » nel Vicentino: Lartetia Virei, Lartetia Alzonae, Pisidium barathronense. Un metodo che mi ha permesso di raccoglierne in breve tempo moltissimi esemplari è quello di riempire bottiglie a collo largo dei detriti del ruscello, quindi di togliere |’ argilla con ripetuti lavaggi ed esa- minare poi i detriti con una lente. Tali detriti rivelavano la costituzione geologica della roccia oligocenica nella quale è scavata la caverna: resti di fossili e resti di contemporanei erano confusi dalla forza dell’ acqua. Vi ho trovato denti di pesci e denti minutissimi di RAynolophus e di Vespertilio. Ricerche nei pozzi I pozzi, essendo in comunicazione con le mappe freatiche, forniscono forme spe- ciali molto interessanti :. crostacei, vermi, molluschi, protozai. Le ricerche si faranno con le nasse già descritte o coi retini innescati : si pro- cede come pei laghi e pei ruscelli delle caverne, preferendo i pozzi d’acqua non in- quinata e a cielo scoperto; sembra che in questi ultimi la fauna sia più ricca e più ab- bondante, Le pompe trascinano qualche volta alla superficie del suolo rappresentanti della fauna sotterranea, ma per la massima parte inservibili perchè mutilati. Il crostaceo più noto dei pozzi é il Niphargus puteanus Le Valette e Garbini (N. subterraneus Leach.). Gli studi di Cmiton e di Cnevreux hanno, in questi ultimi tempi assai aumentato il numero delle specie di questo genere di anfipodi così polimorfi. In Italia poco si sa della distribuzione geografica dei Niphargus e le ricerche potranno dare ottimi risultati. I Niphargus si trovano pure nei laghi profondi e qualche volta — in acque superficiali. (Detta Vate, Vinè, DoLuFus, Garbini, ALzona, LEPRI). Nei pozzi vivono pure isopodi. La specie più frequente è Asellus aquaticus con tutte le forme di passaggio alla varietà A. cavaticus Schiòdte, per adattamento alla vista sotterranea. In Francia un pozzo del dipartimento fornì un muovo genere %i iso- podo: Sphaeromides Raymondi Dollf. Bellissime specie di isopodi diedero a Chilton e a Sayce i pozzi della Nuova Zelanda e dell’ Australia : Phreatocoides gracilis Sayce, Yanirella pusilla Sayce etc. i Nel fango del fondo dei pozzi furono trovati molluschi in Francia e vermi în varie parti d’ Europa. Questi ultimi appartengono agli Oligocheti, Discofori (Nephelis etc.) E per ultimo ricorderò che i pozzi dell’ America del Nord fornirono pesci e an- fibi a occhi ardimentali o atrofizzati (Anche i pozzi del Sahara ?) Ù CONSERVAZIONE DEGLI ANIMALI CAVERNICOLI Chirotterì. Benchè i pipistrelli non appartengano propriamente alla vera fauna sotterranea, è tuttavia del massimo interesse raccoglierli ed osservarne i costumi, sia perchè ancora molto resta a conoscersi sulla loro distribuzione geografica, sia perchè il guano costi. tuisce il substratum nutritivo di molti artropodi cavernicoli. Infatti si è notato come in certe grotte la scomparsa delle numerose coionie di pipistrelli che si recavano a svernare 0 a ripararsi durante il giorno coincida con l’ impoverimento della fauna e qualche volta con l’ assoluta scomparsa di specie molto frequenti. Così è ad esempio per un dittero: Meleromyza atricornis (Meig.), la cui vita è intimamente legata al- l’esistenza dei pipistrelli, vivendo la larva nel guano, spesso in quantità prodigiosa. Non insisterò troppo sulla caccia dei chirotteri nelle caverne, rimandando chi vo- 123 glia occuparsene in modo speciale al bellissimo lavoro del Marchese Giacomo Doria sulle forme trovate in Liguria. Egli consiglia di ucciderli col cloroformio, quando non si vogliano immergere subito nell’ alcool : bastano poche goccie sopra un batuffolo di cotone o un pennello, tenuto dinnanzi alle narici dell’ animale, per ucciderlo rapida mente. I pipistrelli si conserveranno esclusivamente nell’ alcool forte : i preparati a secco sono insufficienti per l'esatto studio sistematico, deformandosi assai facilmente le membrane nasali e auricolari. Altri vertebrati - Nelle acque sotterranee d° Italia non furono fino ad ora tro- vati nè forme di urodeli, come nel Carso, e nell America del Nord, nè pesci come in Bosnia, nell’ Isola di Cuba, negli Stati Uniti, nell’ Equatore. Anche le caverne francesi da qualche anno percorse e studiate da una falange di speleologi non fornirono sino a questi ultimi tempi traccia di vertebrati sotterranei. Forse ciò si deve alla mancanza di grandi bacini aventi un regime idrografico ab. bastanza costante, tale da offrire nutrimento a sufficienza e condizioni di vita non pre- carie per improvvise siccità. E fattori importantissimi sono certo l'origine geologica e l’antichità delle caverne che permisero |° introduzione e la conservazione con speciali modificazioni morfologiche di taluni pochi vertebrati nelle grandi cavità sotterranee. Probabilmente in Italia e in Francia questi fattori sono mancati. * x * Coleotteri. Quando non si vogliano compiere studi anatomici e istologici, i quali richiedono l’impiego di apposite sostanze fissatrici e dechitinizzanti, i coleotteri verranno posti in tubetti con poca segatura di legno e qualche goccia di etere acetico o di cloroformio. Gli insetti così uccisi conservano assai bene la flessibilità necessaria per una buona preparazione. Non consiglio 1° uso della benzina perchè altera i colori dei coleotteri e li rende facilmente attaccabili dalle muffe. Parimenti non si adoperi l’ alcool. Non ripeto le comuni indicazioni sul modo di preparare.i coleotteri, montandoli sulle spille entomologiche, rimandando per ciò ai sullodati lavori del Prof. Gestro, del Prof. Griffini, dell’ Eger. (continua) NNEENZIONIRETSCO Dea e TICA Per la sicurezza dei treni. — In questi giorni venne iniziato dalla Rete Adriatica un importante esperimento nella Stazione di Mondello, appartenente alle linee a trazione elettrica della Valtellina. Si tratta di un originale sistema di sicurezza, studiato dal signor Leone Olper di Bologna, ispettore presso quell'amministrazione, col quale, indipendentemente dal sistema di trazione impiegato pei treni, che perciò può essere anche a vapore, resta eliminata la possibilità di qualsiasi errore nelle manovre degli scambi e dei segnali, eseguiti dalle stazioni pel ricevimento e per la partenza dei treni stessi. 124 In segnito ai primi felici risultati, la Commissione incaricata dalla Rete Adriatica dello studio di tale sistema, ha deciso di estenderlo ad altre Stazioni, fra le quali quella molto importante di Lecco, salvo poi, qualora in un prolungato periodo di prova nor si manifestino imprevedibili in- convenienti, a proporne l'applicazione definitiva nelle altre Stazioni di quelle linee. Una pratica invenzione. Il Sig. E. Barbieri di Modena, modesto quanto intelligente mec- canico, inventore del brevettato Torchio Archimede che tanto favore ha incontrato nella pratica e presso gli intelligenti tutti, s' è ora applicato ad una nuova geniale costruzione, semplice quanto l'uovo di Colombo, ed appunto perchè tanto semplice da nessuno fino ad oggi sfruttata, Le damigiane hanno incontrato immenso favore nel commercio dei liquidi e segnatamente vini, oli, liquori. E tale successo fu ben meritato, poichè la damigiana presentava sul vecchio fusto o bariletto, dei vantaggi indiscutibili. Ma nulla havvi dì perfetto ; è destino che ogni invenzione trovi in un’altra invenzione il proprio concorrente che molte volte riesce vittorioso. La damigiana, abbiamo detto, presenta già sul piccolo fusto da trasporto dei reali vantaggi, ma questi non sono disgiunti da inconvenienti, quali la fragilità colla perdita totale del liquido in caso di rottura; e lo spreco di spazio sia nei magazzini come nei vagoni ferroviari; e nelle stive dei bastimenti ove lo spazio viene goduto in minima parte. E se tale inconveniente non è trascu- rabile pei magazzini, ben più grave riesce quando sì tratta di caricare dei vagoni ferroviari e delle stive di bastimenti, ove si paga in ragione di cubatura oppure per un minimo di spazio. Il Sig. Barbieri ha rimediato a ciò. Il suo « dottiglione invulnerabile » offre tutti i requisiti della damigiana ed ovvia a tutti gli inconvenienti. Il recipiente è di vetro, robusto, e racchiuso in un rivestimento dì legno parallelepipedo, che dà al complesso la forma di una cassetta comune. Un rivestimento interno di materia coibente ri- para il vetro, e quindi il contenuto, dal calore eccessivo, sono rese impossibili le manomissioni, po- tendosi applicare al rivestimento lucchetti, serrature, suggelli; pressochè impossibili le rotture, poichè furono fatte prove di recente, in presenza di numerosi pratici ed i bottiglioni così confe- zionatì furono fatti rotolare giù da una scala di parecchi gradini, senza che per questo avessero a subire rotture; e nel caso eccezionale di una rottura del recipiente di vetro, mentre in un caso consimile — supponiamo per un investimento od uno scontro di vagoni od altro — di una dami- giana nulla si potrebbe salvare, nel « Bottiglione invulnerabile Barbieri » il liquido rimane nel rivestimento di legno, salvo una minima parte che potrà sfuggire dalle fessure. Ma dove appare palese la pratica utilità, la genialità dell'invenzione Barbieri è nel carica- mento dei carri ferroviari e delle stive dei bastimenti, dove per la forma esterna bene studiata del recipiente, non un palmo di spazio va perso: la capacità e portata del vagone è tutta goduta, men- tre colle comuni damigiane non sì viene ad utilizzare un terzo. È facile arguire pertanto l'enorme economia che si realizza nel solo trasporto che, in un solo viaggio di una certa distanza, compensa la spesa d'acquisto del « Bottiglione invulnerabile ». Sappiamo che il Sig. Barbieri ha avuto ottime offerte per la cessione del suo brevetto. Ma egli — mentre coltiva le trattative per cedere il brevetto per l'estero — non intende cedere quello per l’Italia, desiderando assumere lui la fabbricazione e lo slancio del recipiente da lui ideato, e con- fida pertanto nel concorso di qualche intraprendente industriale che gli abbia a dare modo di estrin- secare la sua industria; e noi gli auguriamo di trovare chi le coadiuvi con mezzi sufficienti nella sua iniziativa. 11 telefono e la pesca. — È un inventore tedesco che ha escogitato questa nuova quanto imprevista applicazione del telefono. Egli ha infatti inoltrato domanda di brevetto a Berlino, per un apparecchio sommergibile a microfono con detonatore, il quale è messo in comunicazione me - diante un filo ordinario coll’ apparecchio telefonico del suo appartamento e che gli da mezzo di fare delle pesche eccezionali, senza perdere delle ore e ore colle reti e coll'amo ad attendere che il pe- sciolino abbocchi. Collocato 1° apparecchio ad una certa profondità il comodo pescatore se ne sta nel suo studio o magari nella camera da letto. Avviene che una truppa di pesci passa a qualche distanza dall’apparecchio a microfono ; questo, influenzato per le vibrazioni dell’ acqua batte una precipitosa 125 chiamata alla suoneria dell’ apparecchio telefonico. Che fa il — diremo così — pescatore? Egli, senza abbandonare la sua camera preme un bottone elettrico e fa scoppiare il detonatore ; i pesci, inton- titi sono tosto buttati alla superficie ed allora altro non resta a fare che andare a raccoglierli con un paniere. Mezz' ora dopo la frittura è servita. ______—“ _——_—_ NOTIZIARIO La Federazione apistica italiana. Ancona 5jl1 (4.0.) — In seguito ai voti espressi dal Congresso apistico nazionale tenuto in Ravenna nei giorni 18 e 19 giugno scorso, costituivasi legalmente nella stabilita sede di Ancona, la Federazione apistica italiana alla quale hanno aderito molti e notevoli apicoltori di ogni regione. Lo scopo della Società è priucipalmente quello di confederare le singole forze disciplinandole nella virtù cooperativa in modo da riunire le varie produzioni del miele e venderlo direttamente nei principali mercati togliendo di mezzo gli incettatori. Il prof. Bernardo Vincenti veniva nominato presidente del Consiglio direttivo. Per deliberazione dello stesso Consiglio veniva data telegrafica partecipazione al ministro Rava della costituzione federale. Sapone da un frutto. — È sorta un'impresa in Algeria per la produzione d'un sapone naturale dal frutto di un albero chiamato « Sapindus utilis », già da tempo noto nel Giappone, in Cira e nelle Indie. Il frutto ha le dimensioni di quello dell’ippocastano, ed è liscio e tondo. Il colore varia da un verde giallognolo al bruno. L’interno è di eolore scuro ed ha un nocciuolo oleoso. L'albero dà nel suo sesto anno da 55 a 220 libbre (25 a 100 kg.) di frutto che si raccoglie facilmente nell'autunno. Si estrae la parte saponacea a mezzo di acqua o d' alcoo). Si dice che il costo per la fabbricazione sia limitato e che il sapone, per effetto del niun contenuto di alcalini, sia superiore al sapone in commercio. La « Spiga d’oro » — È una geniale onorificenza istituita dal Comizio agrario di Mondovì. Si tratta di una spilla d'oro, raffigurante una spiga di frumento, che verrà:conferita tutti gli anni a quell’ agricoltore del circondario che in apposito concorso otterrà il più bel raccolto di grano, applicando la selezione. Società Toscana d' Avicoltura Colombofila Fiorentina — L'antica e benemerita Società ha terminato i concorsi di quest'anno con due gare autunnali di colombi viaggiatori; la prima con colombi nati nell’anno lanciati dalla Città di Arezzo, la seconda con colombi adulti da Orvieto. Eccone i resultati : Gara d’ Arezzo — Colombi giovani. 1.° premio Sig. Ragionieri Giuseppe, medaglia d'argento dorata, offerta dal Comune di Firenze. Le » De Rossi Rag. Alessandro, medaglia d’ argento del Comune di Firenze. Gara di Orvieto — Colombi adulti. oO » » Visconti Giuseppe, orologio a sveglia in legno intagliato. RO » Baldi Pasquale, orologio a sveglia di metallo bianco. Be » Bruschi Luigi, porta sigarette di argento. 40» » De Rossi Alessandro, porta zolfini in argento. (Questi primi quattro premi sono stati offerti dalla Società). 5.0 premio Sig. Sechi Cesare, medaglia d’ argento. GIONE, » Caiani Gino, come sopra. ‘Tila » Ragionieri Giuseppe, medaglia di bronzo. (Premi concessi dal Comune di Firenze). SSR 126 Esperienze per combattere la mosca dell’ olivo. ll R. Ministero di Agricoltura, In- dustria e Commercio ha deliberato, che nella prossima stagione, sotto la Direzione della R. Sta- zione di Entomologia agraria in Firenze e del Laboratorio di Entomologia agraria presso la R. Scuola superiore d' Agricoltura in Portici, si segua lo studio biologico completo della mosca oleria, e sia condotto un largo esperimento, coi mezzi di lotta che sembrano più efficaci contro il nocivo in- setto e ciò, per quest’ anno, in tre località fra le più flagellate, cioò: Puglia, Calabria e littorale mediterraneo dell' Italia Centrale. Occorrono dunque gli oliveti opportuni, i quali dovrebbero corrispondere, in massima, alle seguenti condizioni : I. Trovarsi in centri oleiferi abitualmente flagellati dalla mosca. II. Contenere non meno di cinque mila e non più di dieci mila piante (l’ estensione sud- detta potrà ottenersi anche cou più oliveti insieme, purchè non troppo discosti fra di loro). III. L'oliveto o l’ insieme di oliveti (comprendenti il detto numero di piante) dovrà trovarsi in zona olivetata o con altre colture d' olivi nella vicinanze, da queste però isolato, per una zona ad altre colture, larga non meno di due chilometri. Gli incaricati dei due esperimenti, Direttori degl’ Istituti sopracitati, a nome del R. Ministero d' Agricoltura, fanno caldo appello a tutti gli olivicultori delle suddette regioni, perchè, nel loro stesso interesse, di fronte ad una questione così grave vogliano offrire i loro oliveti per il detto esperimento. Fra queste offerte, i tecnici stessi procederanno subito alla scelta dei tre centri più convenienti allo studio. Per le Offerte e tutti gli schiarimenti rivolgersi al sottoscritto ANTONIO BERLESE Via Romana, 19 - Firenze INSEGNAMENTI PRATICI La tosatura dei Cavalli. Quest’ operazione non più limitata ai cavalli che vivono. nelle grandi città e non più considerata come una fantasia di lusso o di gusto, viene attualmente rico- nosciuta di grande utilità-per tutti i cavalli che lavorano. Nella stagione estiva, allorchè il pelo è corto, il sudore scompare dopo il lavoro she tosto si prendono delle misure di precauzione : ma nel- "l inverno il pelo è più folto, l’evaporazione è impedita, il sudore raffredda l'animale e può esser causa di malattia. In generale gli animali tosati sì stancano meno. Tutti i cavalli adoperati in inverno a lavori faticosi, devono essere tosati. La tosatura facilita il governo della mano, la net- tezza della pelle e preserva così dalle malattie cutanee. I giovani cavalli che però nou sono adoperati ad alcun lavoro non devonsi sottoporre alla to- satura, e neppure quelli che passano una parte dell'inverno nelle praterie e che non lavorano affatto. Per la tosatura ai cavalli che abitualmente sono al lavoro non bisogna mai attendere l'ac - crescimento completo del pelo d'inverno, cioè la fine di dicembre, perchè a quest’ epoca l’acere- scimento del pelo è finito, la pelle in questo caso resterebbe nuda e l' animale sarebbe sen- sibile ai freddi anche lievi; se per lo contrario l’animale viene tosato più presto, verso la fine di novembre, il pelo dopo alcune settimane si trova cresciuto in modo da preservare l’animale da un brusco cambiamento di temperatura. Si rimprovera a quelli che raccomandano il mese di no- vembre come il più propizio per la tosatura del cavallo, che il pelo tagliato così presto rinasce tosto, sicchè viene ad essere in parte distrutta |' utilità dell'operazione. Ma è uopo considerare che se la tosatura è fatta nell’ epoca predetta, il pelo non sì allunga che di 110 di centimetro al più, e questa lunghezza non riesce nociva, il pelo avrà acquistato il suo sviluppo completo soltanto pi 127 alla fine di marzo cioò ad un epoca in cui i grandi freddi non sono più a temersi, e quando fa bisoguo si può nuovamente tosare l’ animale. Terminata l'operazione della tosatura è uopo ricoprire l’animale con coperta ; quando il cavallo è tosato conviene evitare di lasciarlo lungo tempo fermato; se ciò è necessario bisogna ricoprirlo; rientrato il cavallo in scuderia si fregherà la sua cute con batufoli di paglia e lo si coprirà con coperta di lana. Dott. OsvaLpo ELETTI Carburo di calcio contro la fillossera. Vessiliere, capo del servizio fillosserico nella Gi- ronda, segnala gli ottimi risultati avuti nella lotta contro la fillossera coll’ uso del carburo di cal- cio in polvere, interrato al piede delle viti fillosserate. Egli cominciò le esperienze nel 1898, dopo la pubblicazione Chuard ; le ripetò nel 1899 o, visto il buon esito, applicò nel 1901 il nuovo curativo a tutto un vigneto di 7 ett. Frutti cifrati — Come curiosa novità ed elegante è stato messo in pratica specialmente da alcuni frutticoltori tedeschi di stampare sui frutti — pere, mele, pesche ete, — cifre, stemmi, vi- gnette, marche di ditte etc, servendosi del seguente metodo molto semplice e che da tutti può es- sere facilmente provato. Sulla parte dei frutti, che più verrà colpita dal sole si appiccicano mo- delli di carta scura di lettere alfabetiche, di stemmi, ecc. Questi modelli intercettando i raggi lu- minosi lasciano al momento della maturazione la loro impronta chiara sulla superficie più o meno rosea, verde cupa, o rosea accesa dei frutti. Per conservare fresca una pianta. Quando si vuole conservare la freschezza ad una pianta o ad un mazzo di fiori raccolto, anche se arrivati a casa quella o questo si trovassero alquanto appassiti, vi ha un procedimento tanto semplice quanto spiccio. Basta porre la pianta in vaso con acqua alla quale s' aggiunge una o due cucchiaiate, secondo la quantità di liquido, di solfato di sodio. Rinnovando la soluzione e togliendo le parti marcescenti del fiore, si può conservare per parecchi giorni la freschezza alla pianticella, Contro le limacce (lumaconi, lumache senza guscio, ecc.) Questi molluschi abitano ne’luo- ghi oscuri ed umidi e cominciano a comparire di primavera ed escono dai loro ricoveri la sera ed il mattino, o dopo la pioggia, quando il cielo si mantiene coperto. Questi molluschi divorano le giovani piante e le sementi e sono quindi molto infesti ai giardini. Il solo mezzo di distruggerli è di dare loro caccia sera e mattina e di schiacciarli man mano si tro- vano. Forse sarebbe bene mettere nel giardino nelle ore mattutine tacchini od oche che non man- cherebbero di dar la caccia all’ insetto. Per preservare le sementi ed impedire che le limaccie entrino nelle aiuole non vi ha di meglio che spargere sulle aiuole dei gusci d’ostriche grossolanamente polverizzati. Questi frammenti of- frono parti acutamente taglienti e formano una barriera insormontabile pel nudo corpo del mol- lusco. É buono anche un miscuglio di calce e di cenere. Ottimo insetticida per gli alberi fruttiferi. In America si usa largamente, con ottimi ri- sultati, una poltiglia così composta: calce viva kg. 8, zolfo in polvere kg. 4, sale kg. 3, acqua 100 litri; si comincia a spegnere la calce in una gran caldaia di ferro; poi vi si aggiunge lo zolfo, il sale e la metà dell’acqua; infine si fa bollire il miscuglio per due ore almeno. In seguito si aggiunge il resto dell’ azqua e si scalda sino ad ebollizione. La poltiglia così preparata si passa per uno staccio fino, e si applica con le solite pompe da peronospora, Delle prove fatte alla stazione sperimentale di New-York, hanno dato buouissimi risultati, specialmente se l'applicazione viene ripetuta due volte. Metodo semplicissimo per svelare la colorazione artificiale d’ un vino. Ce lo in- dica la Chemiker-Zeitung ed è il seguente: Si prendano 50 gr. del vino da esaminare e vi si aggiungano da gr. 1 a 1,5 di superossido di sodio. Avverrà che in 20 minuti scompare ogni colorazione. Allora si aggiunge un po’ d'acido acetico sino a che il liquido dia reazione acida. Allora se il color rosso ricompare vuol dire che il vino in questa occasione era colorato artificialmente. Se non ricompare il colore vuol dire che il vino era naturalmente colorito. Mmuae_____ 128 NOTIZIE DI CACCIA Una battuta alle lepri nel Senese. Il 15 novembre u. s. nelle bellissime tenute di Corsano e di Grotti appartenenti rispettivamente aì Nobili Signori Niccolò Buonsignori e marchese Carlo Ballati Nerli ebbe luogo la consueta battuta alle lepri. Il risultato ottenuto fu di 39 lepri ed una volpe. Notata, e specialmente per gli splendidi tiri, una: coraggiosa cacciatrice, la signora contessa Maddalena Bichi Borghesi, che prima in quei posti, aveva preso parte alla caccia. Apparizione di lupi. Si hanno notizie che gran parte della Romagna toscana è sossopra per l'apparizione di alcuni lupi, che fanno stragi delle mandrie di pecore, che si sono persino av- vicinati ai paesi. ì Le precauzioni che si stanno prendendo torranno certo a quelle popolazioni ogni pericolo che maggiormente sovrasta in quel di Castel dell’ Alpe ove i lupi abbondano. REDAZIONE NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI VO IO Nell' Univ. di Pavia sono nominati : Corti dott. Emilio, assistente nel Gab. di Zoologia Tommasi dott. Annibale « « Geologia Tacconi dott. Emilio « « Mineralogia Patrini dott. Plinio « < « Farneti Rodolfo, assistente nel lab. di bot. crittogamica Pollacci dott. Gino, conservatore dell’ orto botanico Vigorita Domenico è nominato prof. incaricato dì sc. nat. nella scuola tecnica di Melfi. I sotto notati proff. di st. nat. nei Licei sono trasferiti : Bezzi Mario, da Sondrio a Torino (Alfieri) per esito di concorso; Gabbrini Emilio, da Lucca a Pistoia, per dimanda, Vigliarolo Giovanni, da S. M. Capua Vetere a Maddaloni, per servizio ; De Amicis Giovanni Augusto, da Casale a Voghera, per servizio, Sartorio Achille, da Voghera a Casale. per dimanda; Moschen Lamberto, da Koma (Tasso) a Roma (Umberto I) per domanda, Angelini Giovanni, da Roma (Umberto I) a Roma (Tasso) col suo consenso; Di Poggio Ernesto, da Bari a Modica. con incarico di presidenza, per servizio; La Floresta Pancrazio, da Modica a Caltanisetta, per servizio; Del Testa Alberto, da Cesena a Lucca, per dimanda; Ferro Angelo Antonio, da Verona (aggiunte) a Sondrio, per servizio; Bartallni Giuseppe, da Trani a Bari, per domanda. Tavola Necrologica Il 20 Novembre u. s. morì a Cracovia il primo geologo russo, ingegnere delle miniere: ALESSANDRO MICHALKI RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. 124. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi, Siena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix flammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus marginatus). 125. Morici Michele Castelbuono (Palermo), offre la rara Arvicola nebrodensis in alcool a L. 2 l'una e l’opera del Minà-Palumbo « Rettili ed Anfibi ». Farebbe cambi con l’opera sugli. uccelli italiani del Salvadori o col Manuale di Ornitologia del- l’Arrigoni. 126. Il Dott. Antonio Magni di Milano, Via Annunciata 19. — Desidera fare acquisto di un ibrido di frirgzllidea (escluso il canarino) sia in pelle, sia imbalsamato. 127. Grillo Avv. Dott. Ruggiero Pergine (Trentino) è disposto comperare un paio di Fagiani argentati J' e © vivi a prezzo di favore. 128. A. G. Razzanti V. R. Margherita, 39, Livorno (Toscana). |: Desidera coleotteri e Lepi- dotteri paleartici ed esotici, specialmente Carabidi, Lamellicorni, Buprestidi, Cerambicidi e Ma- crelepidotteri. na 129 Indice dell'annata 1904 A AGRICOLTURA, ORTICOLTURA, GIARDINAGGIO E AFFINI (Vedi anche Botanica) Per facilitare l’ estrazione dell’ olio dalle olive Pag. 6. — Per togliere i muschi dagli alberi fruttiferi. Pag. 7. — Vino alterato: dalla muffa. Pag. 7. — Per riconoscere la colo- razione artificiale d’ un vino. Pag. 20. — Un metodo per la distruzione del pidocchio lani- gero. Pag. 31. — Per fare ingrossare molto i carciofi. Pag. 44. — Metodo spiccio per mi- surare le botti. Pag. 45. — Un nuovo concime potassico. Pag. 57. — Per la conserva- zione delle uova. Pag. 64. :— Contro le muffe sulle pareti delle cantine. Pag. 64. — Come costruire i fienili all'aperto. Pag. 64. — Pulizia dei tubi in caucciù delle pompe, pel tra- vaso del vino. Pag. 65 — Impermeabilizzazione delle botti. Pag. 65. — Virtù del succ di limone. Pag. 80. — Contro i bruchi della lenticchia. Pag. 80. — Per allontanare le talpe dal giardino. Pag. 80. — Nuova malattia della vite in provincia di Lecce. Pag. 81. — Ta conservazione del latte a mezzo dell’ acqua ossigenata. Pag. 82. — Il caffè solubile Pag. 90. — Contro i pidocchi dei bovini. Pag. 91. — Sistemi di conservazione' del pomo- doro naturale. Pag. 107. — Una nuova malattia dell’ orzo. Pag. 115. — Esperienze per combattere la mosca dell’ olivo. Pag. 126. — Frutti cifrati. Pag. 127. — Per conservare fresca una pianta. Pag. 127. — Contro le limacce. Pag. 127. — Ottimo insetticida per gli alberi fruttiferi. Pag. 127. — Metodo semplicissimo per svelare la colorazione artificiale d’un vino. Pag. 127. ALPINISMO. Pag. 29. RAZZANTI A. G. Note alpine. Pag. 60. ANIMALI INFERIORI IN GENERE, NevIANI dott. AnToNIO. Materiali per una blbliografia italiana degli studi sui Brio- zoi viventi e fossili dal 1800 al 1900 (cont.). Fasc. N. 1,,4-5, 6, 7, 10. APICOLTURA. Una cattedra di apicoltura. Pag. 66. BACHICOLTURA. Tl baco da seta tintore. Pag. 58. BOTANICA. Brusina Pror. F. La botanica nel Giornalismo. Pag. 90. Cozzi Sac. Dott. CarLO. Gli sfagni nell’ agro Abbiatense. Pag. 25. È < c È Appunti di flora varesina. Pag. 69. ‘ « « a Frammento di briologia milanese. Pag. 109. | Pasquale Pror. F. Su di alcune piante rare e di altre naturalizzate della provincia di Reggio Calabria. Pag. 9. 130 RacGI Lurci. Raccolta, preparazione e conservazione in Erbario delle piante raccolte. Vade-mecum per lo studente e per il raccoglitore botanico. Pag. 98. Ronna Dorr. ErnEsTo. Lo Sfagno funge solamente da substrato nelle coltivazioni dei fiori ? (Nota preventiva) Pag. 34. Nuovo legname da costruzione Pag. 3. — L'albero dei materassi. Pag. 4. — Piante meteoriche o igrometriche. Pag. 4. — Metodo per prendere le impressioni delle foglie. Pag. 7. — Mezzo energico per accelerare la germinazione. Pag. 30 — Alberi giganti di California. Pag. 46. — Una nuova pianta da zucchero. Pag. 65. — Un fiore che ha 3000 anni. Pag. SI — Le foglie d’ Edera. Pag. 91. — Conservazione dei semi di fiori. Pag. 107. CACCIA. 1 BonomI Pror. A. L’ Orso nel Trentino. Pag. 77, 105. REDAZIONE. Una battuta alle lepri nel Senese. Pag. 128. Ta caccia grossa sulle Alpi. Pag. 21. — Intrepida cacciatrice. Pag. 21. — Una caccia emozionante : Un vapore rimorchiato per trenta ore da una balena. Pag. 21. — Hcatombe di camosci in Valdossola. Pag. 22. — L’ uccisione di una Lupa. — Pag. 30. — L' ucci- sione di un grosso Tasso a Pontassieve. Pag. 30. — Cacce nordiche. Pag. 77. — Gli ul- timi Wapiti. Pag. 77. — Caccia ad un serpente a Madrid. Pag. 77. — Canguri tedeschi. Pag. 105. — Nel Caucaso. Pag. 105 — La selvaggina in Svizzera. Pag. 106 — Troppi ca- mosci. Pag. 106 — Le fiere in India. Pag. 106. — Apparizione di lupi nella Romagna to- . scana Pag. 128. NOTIZIE DI CACCIA. Pag. 21, 30, 77, 105, 128. N. B. Per ciò che si riferisce alla caccia ecc. degli uccelli, vedasi il periodico A VICUTA. CHIMICA, FISICA E MECCANICA. Un nuovo compasso. Pag. 3. — Una scoperta elettrica. Pag. 3. — La Calxia. Pag. 3. — Procedimento per fabbricare l’ ossigeno. Pag. 3. — Apparati in quarzo fuso. Pag. 4. — Per eccitare le macchine elettrostatiche Holtz. Pag. 6. — Un apparecchio per la nettezza delle strade, dell’abitato ecc. Pag. 44. — Il pane cotto per mezzo dell’ elettricità. Pag. 58. — Per impedire il distacco del Trolley del filo conduttore dei trams elettrici. Pag. 79. — Pavimentazione con scorie di ferro. Pag. 80. — Un nuovo combustibile compresso. Pag. 90. — Un nuovo trovato chimico per l’ imbalsamazione dei fiori. Pag. 90. — Per la sicurezza dei treni. Pag. 123. — Una pratica invenzione. Pag. 124. — Il telefono e la pesca. Pag. 124. CONCORSI SCIENTIFICI; CONCORSI AGRARI. Pag. 18, 82, 125. CONGRESSI. Pag. 125. ESPOSIZIONI. Pag. 18, 66. FISICA (Vedi Chimica). GEOLOGIA (Vedi Mineralogia). GIARDINAGGIO (Vedi Agricoltura e Botanica). INSEGNAMENTI PRATICI. Pag. 6, 20, 30, 44, 64, 80, 91, 107, 126. INSETTI (Vedi anche Apicoltura e Bachicoltura). ViraLe Grom. Francesco. I Coleotteri Messinesi. Pag. 26, 37, 54, 74. Un ragno meraviglioso ; 2000 metri di seta dorata. Pag. 5. — Per la spedizione alla Scuola d’ agricoltura di Portici di insetti e piante danneggiate. Pag. 46. — Locuste in Egitto. Pag. 56. — Le Cavallette in Sardegna. Pag. 65. — Zanzare assassine. Pag. 115. INVENZIONI E SCOPERTE. Pag. 3, 20, 43, 58, 78, 90, 123. MAMMIFERI. Un vitello con la testa umana. Pag. 5. — Dei Leporidi. Pag. 19. — Allevamento 131 delle Foche. Pag. 65. — Un bue gigante. Pag. 106. — Gestazione quintupla di una vacca. Pag. 115. MECCANICA (Vedi Chimica e Fisica). METEOROLOGIA. Longo Pror. ANDREA. Sull’ incrociamento dei venti costanti. Pag. 40, 52, 61, 73, 87. MINERALOGIA E GEOLOGIA. CeLLESI Giunta. Una nuova forma di Marcassita (Sperkise) nelle marne argillose del Senese. Pag. 105. SiLvestrI A. Località Toscana del genere Chapmania Silv. et Prev. Pag. 117. Un nuovo giacimento di fosfato in America. Pag. 20. — Il « Radium » nei fiori. Pag. 20. — Giacimento di Lignite. Pag. 58. — Per lavare il mercurio. Pag. 91. NOMINE, PROMOZIONI, ABILITAZIONI; ONORIFICENZE, PREMI. Pag. 7, 22, 31, 47, 59, 65, 82, 91, 116, 128. NOTIZIARIO. Pag. 4, 18, 46, 56, 65, 81, 106, 115, 125. NOTIZIE DI PESCA. Pag. 30, 777, 114. ORTICOLTURA (Vedi Agricoltura ecc.). PALEONTOLOCIA. Fusco ALronso. Sopra un Gasteropodo fossile e sinistrorso rinvenuto nella Piana di Catania. Pag. 33. e e Una nuova Stazione dell’ uomo preistorico. Pag. 93. L’ avvenire della Torba. Pag. 81. PEDAGOGIA. PararorE Dott. E. Prelezione del prof. Giacomo Tauro al Corso di Pedagogia nella R. Università di Roma. Pag. 49. PESCI, PESCICOLTURA e PESCA. Piscicultura nel lago di Lugano. Pag. 30. — Il cancro dei pesci. Pag. 58. — Pesca miracolosa. Pag. 78. — Le trote nel Reno. Pag. 78. — Un salmone californiano del peso di circa chilogrammi 9 e mezzo nel Bacchiglione. Pag. 114. — Un luccio fenomenale. Pag. 115. — Pesca fenomenale d’ anguille. Pag. 115. POLLICOLTURA. : RaeGI L. I nostri polli domestici. Loro origine e loro importanza economica. Pag. 50. RETTILI E ANFIBI. BERNARDI ILIo. L’albinismo nei Rettili Pag. 12. e « I Rettili e gli Anfibi del Livornese. Pag. 14. ti ec Il Tropidonotus natrix (Linn.) nel Livornese. Pag. 1. ManicastrI DorTT. NicoLò. La rigenerazione di parti laterali delle code di larve di Anuri. Pag. 1. Un nido di serpenti; 400 rettili in una tana. Pag. 108. RICHIESTE e OFFERTE, DOMANDE ed OFFERTE DI CAMBI, INDIRIZZI, ecc. Pag. 8, 23, 31, 47, 59, 67, 83, 92, 108, 116, 128. TAVOLA NECROLOGICA. Pag. 59, 82, 128. TECNICA. Un nuovo processo di tecnica pittorica. Pag. 43. VARIETÀ E SOGGETTI VARII. Il trasporto di una foresta. Pag. 4. — La vita media delle bestie. Pag. 5. — Una pedizione scientifica nell’ America del Sud. Pag. 5. — Buone precauzioni utili a pren- 132 dersi durante l’ uragano per non essere colpiti dal fulmine. Pag. 6. — Pei fumatori. Pag. 6. — Per riconoscere se lo zafferano è puro. Pag. 6. — Jo-Jo è morto. Pag. 18. — Esperi- menti di un dottore per imbiancare i negri. Pag. 18. — Morte di un pittore senza braccia. Pag. 18. — Una casa fabbricata con ossa di pesce. Pag. 19. — Lotta fra un Cavallo ed un Orso. Pag. 19. — Un orsano di carta. Pag. 20. — Denti di carta. Pag. 20 — Mezzo deodorante semplicissimo e disinfettante. Pag. 20. — Per incollare il vetro al metallo. Pag. 21. -- Vernice per fissare ‘disegni fatti con gessetto o matita. Pag. 21. — Per riparare le rotture dei tubi di gomma elastica. Pag. 21. — Per aumentare la durata dei sacchi, tele, reti ecc. Pag. 30. — Per marcare i sacchi. Pag. 30. — ‘Ripulitura dei gioielli. Pag. 44. — Per fotografare le incisioni. Pag. 44. — Macchie sui guanti glacès. Pag. 45. — Per distruggere le formiche. Pag. 45, 91. — Pulitura delle bottiglie. Pag. 54. — Per impedire la formazione della ruggine. Pag. 45. — Per impedire la diffusione delle polveri nelle officine. Pag. 45. — Carciofi all’ aceto. Pag. 45. — Curiosità giappo- nesi all’ Esposizione di Torino. Pag. 46. — Giardini sospesi per la cura d’aria e di sole. Pag. 57. — Nuovo metodo per impedire la propagazione dell’ umidità nelle mu- rature. Pag. 57. — Le ricchezze della terra. Pag. 58. — Un muovo metodo di cura. Pag. 58. — Il sesso dei Piccioni. Pag. 64. — Pietre per affilare. Pag. 65. — Lotta con- tro i Topi campagnoli in Francia. Pag. 65. — Società Colombofila Fiorentina. Pag. 66, 6%, 81, 125. — Trasformazione del sesso nei Gallinacei. Pag. 78 — Cotone di legno. Pag. 79. — Gatti e serpenti in concorrenza nella caccia al topo. Pag. 107. — Nettezza delle gabbie dei canarini. Pag. 107. — Carta di buccia di cereali. Pag. 115. — L’ Hòtel più di lusso del Mondo. Pag. 116. — Sapone da un frutto. Pag. 125. — La tosatura dei Cavalli. Pa- gina 126. — Carburo di calcio contro la fillossera. Pag. 127. VERMI. BortoLoTTI Dott. Ciro. Determinazione di alcuni lombricidi raccolti nei dintorni di Bologna con un cenno sulla classificazione degli Oligocheti Terricoli. Pag. 16. Riccr DoTT. OmERO. Un’ Autoesperienza a proposito della Cisticercosi bovina. Pag. 85. ZOOLOGIA IN GENERE. ALzoNnA CaRrLo. Brevi notizie sulle raccolte ‘zoologiche nelle caverne. Pag. 113, 119. BRrusina Pror. S. La Zoologia nel Giornalismo. Pag. 76. — E. BOZZINI, gerente responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzerì ANIMALI DA IMBALSAMARE NEL LABORATORIO ZOOLOGICO Ditta S. BROGI SIENA - Via B. Peruzzi -- SIENA ———s7—= o SI IMBALSAMANO ANIMALI DI OGNI GENERE CON SISTEMI SPECIALI PER GARANTIRNE LA CONSERVAZIONE Si fanno scheletri, preparazioni di visceri ecc. ecc. Per la preparazione di un uccello della grossezza di un Canario o Fringuello, la spesa è di L. 1,50. Un Tordo e simili L. 2, 50 ecc. ecc. N. B. Chi desidera fare imbalsamare animali è pregato farne l’ invio o vivi o freschi appena morti. Se la stagione è calda, e sono piuttosto grandi, sarà bene togliere loro i visceri ed involgere gli animali in panno bagnato con acqua e acido fenico, oppure porvi altre sostanze di odore antisettico per tener lontane le mosche, le tarme ecc. Per l’invio, se gli animali sono piccoli, il mezzo più economico e sollecito è di mandarli per posta in piccole scatole, come campioni senza valore, raccomandati. Fino al peso di 390 grammi la spesa non è che dai 12 ai 24 centesimi. Per le spedizioni in pacchi postali o per ferrovia dichiarare Animali da studio, oppure indicare il nome dell’ animale aggiungendo la parola morto. Sommario del N. 11-12 della Rivista Italiana di Se. Naturali De Blasio dott. Abele. Forno preistorico in provincia di Benevento. Pag. 137. Vitale agr. Francesco Le somiglianze protettive nei Curcultonidi - (Nota 1.8) Mimetismo. (cont.) Pag. l4l. Raggi Luigi. L’ Aringa e la sua pesca (cont.) Pag. 143. Morgana Mario. Appunti sulla fiora della Valle del Sacco (cont.) Pag. 147. Depoli Guido. Studi sul genere Rana L (cont.) Pag 151. Rivista bibliografica Pag. 150. — Indice dell’annata 1904. Pag. I-IV. Sommario del N. 11 del Bollettino del Naturalista Cozzi Sac. Dott. Carlo. Frammento di briologia milanese. Pag. 109. Alzona Carlo. Brevi notizie sulle raccolte zoologiche nelle caverne. Pag. 113. Notizie di Pesca. Pag. 114. — Notiziario. Pag. 115. — Nomine, promozioni, onorifi- cenze e premi. Pag. 116. — Richieste e offerte (gratis per gli abbonati) Pag. lb. Prezzi d’ Abbonamento per il 1905 I nuovi abbonati e tutti coloro che pagheranno l’ abbonamento 1905 entro l’ annata corrente, godranno le appresso facilitazioni sui prezzi d’ abbonamento : Con L. 5 saldano |’ abhon. alla ‘‘ Rivista ital. di Scienze nat.,, e ‘‘Boll. del natur.,, oppure al “‘ Giornale Ornitologico italiano ,, e ‘Boll. del Natur.,, (Estero L. 6) Con L. 8 saldano I’ abhonamento a tutti e tre i Periodici (Estero L. 9) i N. B. Ai nuovi abbonati verranno dati in dono tutti i fascicoli che si ibbleinno durante il 1904. Premi ai nuovi abbonati Oltre alle riduzioni sui prezzi d’ abbonamento sopraindicate, ogni abbonato, nel rimet- tere direttamente all’ Agenzia di questi Periodici in Siena (Via B. Peruzzi) l’impor dell’ abbonamento, potrà domandare uno dei seguenti 3 premi, che sarà sollecitamente messo franco a domicilio : i l:° Un opuscolo a nostra scelta relativo alle Scienze naturali. Indicare se sì deside " getto relativo alla Zoologia, o alla Botanica, o all'Agricoltura o alla Mineralogia e Geolog i 2.0 Ciuque specie, a nostra scelva, di minerali, o di rocce in piccoli esemplari, o di conchiglie, o di fossili, o di piante secche, o di insetti. 3.9 Una pelle di uccello mosca o dì altro uccelletto esotico. Oppure previa richiesta verrà fatta : Pubblicazione gratuita di avvisì di complessivi 10 versi in colonna. « « per 6 volte della medesima o di diverse domande ed offerte di cambi, Offriamo inoltre indistintamente, a tutti coloro che pagano l'abbonamento 1905 . entro l’anno 1904, le seguenti pubblicazioni a ridotti prezzi e franche di porto: Dall’ opera La « Specola ornitica » di Manuel du Lepidopteriste par G. Panis, Helgoland del Gatke, per G. Vallon Pag. 54 | Catalogo delle specie, caccia, preparazione, clas- in-8. Prezzo L. 150 per L. 100. | sificazione, maniera di allevarli ece. 320 pag. con Gli uccelli nidiacei - Allevamento-Edu- | figure L. 3,75 per L 3.00. cazione - Malattie - Cure di Ionna E. Conseils aux amateurs pour faire une Pag. 58 im-8 L. 1,50 per L. 1,00. collection de papillons. Classification, pre- Glossario entomologico, corredato del re- | paration et conservation. Par. M. Belese. Con 32 gistro Latino-Italiano delle voci citate, redatto | fig. L. 0,80 per L. 0,50. da Luigi Fuilla Tedaldi. Pag. 186, formato 8.° | Viaggio in Oriente pel cav. dott. Y. Tassi grande (con ll tavole) L. 5 per L. 3. 50. Pag. 130 L. 1 per L. 0, 40. Avifauna Calabra. Elenco delle specie di I funghi mangerecci e velenosi, deseri- uccelli sedentarie e di passaggio in Calabria, di | zione, molo di cucinarli e conservarli. Con 23 Lucifero Armando Vol. di pag. 79 in-8. L. 4,00 | tav. colorate, per C. Rossi. Pag. 140 L. 1,50 per per L 2,50. L. 0, 80. Catalogo dei Coleotteri d’Italia, com- | Avifauna del prof. Gasparini con la dia- pilato dal dott. Stefazo Bertolini. Pag. l144in 16.° | gnosi di tutte le specie degli uccelli italiani. Prezzo L. 3 per L. 2. 296 pag. in 8. L. 5 per L. 2,50. Le annate arretrate dei Periodici « Rivista e Bollettino » insieme, a L. 2,00 per annata; 5 annate L. 8, e per sole L. 25 tutte le 19 annate dal 1835 a tutto il 1903, Le prime sette annate dell’ Aviewla per L?-3, 50 ciascuna. Tutte e sette per L. 20,00. Si av- verte che fino a tutto il 1896 gli studi e le notizie sugli uccelli, loro caccia ece. venivano pubbli- cati nei fascicoli della Rzvista e del Bollettino, per cui, per quanto rigua*da gli uccelli, l' Avicula è come una continuazione ai detti periodici. Si cedono ancora alla metà del prezzo molti scritti relativi alle scienze naturali dei quali mandiamo gratis il catalogo di 12 pagine a tutti coloro che'ce ne fanno richiesta. Gratificazioni. — A chi ci procurerà 2 nuovi abbonati da L. 8 ciascuno verranno rilasciate a suo favore L. 2; per 2 nuovi abbonati da L. 5 ciaseuno L. 1,50; per 2 nuovi abbonati da L. 3 ciascuno L. 1; che potrà ritenersi inviando all’ Amministrazione - Via Baldassarre Peruzzi, 28 Siena - sole: L. 14. L. 8,90, L. 5. TUTTI COLORO CHE PAGANO L’ ABBONAMENTO ENTRO I PRIMI TRE MESI DELL’ANNO, E TUTTI COLORO CHE SI ABBONANO AD ANNATA INCOMINCIATA, inviando l’ importo direttamente all'Agenzia del giornale, con sole live cinque saldano l’ abbonamento al Giornale e con sole lire otto saldano l’ abbonamento per i x Ornitologico ed al Bollettino del Naturalista, oppure alla Rivista ed al Bollettino del Naturalista ; tutti e tre questi periodici. I nuovi abbonati ricevono sempre tutti i fascicoli avgetrati dell’ annata. i spese postal Ì. Io) ù, per le maggi i pi Itri Stati L. 2,00 di 1a , e quelli degl i più nione postale pagheranno L. 1,00 d Gli abbonati esteri dell’ U . sare la lunghi AA dA Conto corrente con la Posta «© CS gl li È - Siena - Gennaio-Febbraio 1905 - Ni 062 ANNO XXV VND ITÀ 0) INA NATUR Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postall italiani all’ estero L. 4, 00 Per gli Stati dell’unione postale L. 4,50. — Altri Statl L. 5, 00 già diretta dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO — Via Baldassarre Peruzzi 28 — SIENA Collaboratori principali della RIVISTA e del sno supplemento BOLLETTINO DEL NATURALISTA ARRIGONI degli Oppi conte prof. Errore — BapanELLI pruf. dotti Dante — BargELLINI prof. MARIANO BeLLINI dott. RarraeLLo — BerreLLI dott. Danre — Berti Giuseppe — Bazzi dott. prof. Mario — Bi- so@nI prof. d." CarLo — Borzon Prof. Dott. Pro — Bonomi Prof. Agostino — Borpr Prof. Dott. Lural Bomsicci-Porta Comm. Prof. Lurer — BruweLLI Gustavo — Brusina Prof. SPIRIDIONE — CACCIAMALI Prof. G. Battista — Caragrò LomarDo Prof. Antonino — CaruANA-GATTO Avv. ALFREDO — CASTELLI dott. Giovanni — CeRMmENATI Prof. Mario — CLERICI Ing. Enrico — Corr Chimico farm. ELia — Damiani Dott. Prof. Giacom — De AngeLIS D' Ossat Dott. Prof. Groaccuino — De Bonis AnTONIO — Dr BLasto Dott. AseLE — DepoLi Guipo —DeL PREYE d.° RArmonpo — DE STEFANO d." GIUSEPPE — De StEFANI Perez Prof. Troposio — FABANI Sac. prof. Carro — Farra TepALDI LurGi — FENIZIA prof. CarLo — Fiori Prof. Anprea — GaLLI-VaLERIO dott. prof. Bruno — GracHeTTI cav. G. CESARE — Gritco prof. Niccorò — IMPARATI dott. prof. EpoARDo — LarGaIoLLI dott. prof. VirtoRIo — LEVI Morenos dott. Davip — Livini cav. prof. dott. Antonio — Longo prof. dott. AnpreA — Lopez prof. dott. Corrapo — Losacono Posero prof. MicaeLe — Lorenzini ALessanpro — LupiDott. E. — Luzi march. dott. G. F. — MascarinI Prof. Aressanpro — Meti Prof. lkomoro — MarTEI Giov. ETTORE — Morici MicaeLe Neviani Dott. Prof. Antonio — ParATORE dott. prof. EmanuELE — PAuLUCCI March. MARIANNA — PeLACcANI Prof. Dott. Luciano — PerRonI Dott. Veter. PasquaLe — RaGGI Lur- er— RoncÒerm dott. Virrorio — Sancasciani Cav. Dott. Gruseppe — Scarzia Dott. GiusePPE — | Filippo — SpinoLa March. Gracomo — MicHeLE — TeRrRENzZI Dott. Giuseppe — Tassi Cav. Dott SigNnoRIN: Prof. Giuseppe — SILVESTRI StrossicH Prof: PLaminio — TeLLini Dott. Prof. ACHILLE — Tincorini Dott. Veter. Tiro — TirktLi Avv. ApeLcHI — Zopba Prof. GiusEPPR. - Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. l tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un'unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: È Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via B. Peruzzi 28,eda tutti gli utfici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L° abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoli separati costano cent. 30 perogni 16 pag.ditesto, Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanz&, sì danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta Quando inviano i manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. Per numero di 16 pag., L. l per 12 numeri e L.6il cento franchi di porto. nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. I soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollettino, por scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc.; fare offerte e ri- cerche per cai tun macchine, pro = Le inserzi( È CO) 2h reg. >) 19. pe 9A, pp 25 ene >; di yy» si ha diritto c | ne viensa acco! | penso. Dallai | dini lc sami. viante. minerali, libri, scritti che contengono avvzs: di acquisto 0 di venda, o che — possono servire di reclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solament» quelle provenienti da abbonati che lanno già pagato lab bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se non è espressamente richiesta dall’ abbonato, L’° amministrazione s'incarica di rappresentare gliab. bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti etîfettuati pagare un compenso da combinarsi. La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustiticazioniin proposito. l manoscritti non pub- blicati possono essere ritiratidagli autori proprie spese Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fascicolo ne sarà loro, possibilmente, inviata un'altra copia gratia, ‘| purchè la richiedano entro l' annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non siinviano che contro pagamento, Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L ], per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano I. l ogni 2 centim. di spazio occu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli OMR peciali facilitazioni. ì » pubblicazioni ricevute e si fa speciale elle quali ci pervengono due esemplara il èdevono essere anticipati. Chi desidera "G “—.. ancobolli necessari, o scriva in car- pagata. , GRIFFINI dott. ACHILLE (LI UCCELLI INSETTIVORI NON SONO UTILI ALL'AGRICOLTURA E una nuova pubblicazione; edita a cura della Rivista Italiana di Scienze Naturali, Siena 1904, che contiene preziosi: dati e notizie interessanti in confutazione alla questione sulla utilità degli uccelletti insettivori verso l’ agricoltura, questione che l’ Egregio A. viene dimostrando esser falsa. 3 Il lavoro è diviso in capitoli di cui ci limitiamo a riprodurne i titoli: Questione di competenza — Insetti — Utili e nocivi — L’ uomo altera V equilibrio naturale — Nemici naturali degli insetti fitofagi — Insetti utili — Insetti predatori — Insetti parassiti endo- fagi — Insetti nocivi importati — Parassiti endofagi dei principali insetti nocivi — Prime conclusioni — Gli uccelli insettivori non sono utili — Gli uccelli insettivori sono nocivi — Indicazioni bibliografiche — Conclusioni. In appoggio alle sue teorie, 1’ Egregio A. riporta le dichiarazioni di insigni naturalisti quali, fra gli italiani, LESSONA, SABBIONI, RONDANI, GHILIANI, CAMERANO, BERLESE, AR- RIGONI DEGLI ODDI, RIBAGA, Lioy. a dell’ opera di pag. 83 in 8.° con 24 figure intercalate nel testo L. 5). Sommario del N. 1 de Bollettino del Nalaralista Alzona Cario. Brevi notizie sulle raccolte zoologiche nelle caverne. (cont. e fine). Pag. 1. Notizie di caccia. Pag. 3. — Notiziario Pag. 4. — Insegnamenti pratici Pag. 6. — No- mine, promozioni, onorificenze e premi. Pag. 6. — Richieste e offerte (gratis per glì abbonati) Pag. 8. Neviani Prof. Antonio. Materiale per una bibliografia degli studi sui Briozoi vivebti e fossili dal 1800 al 1900 (cont.) Pag. XXEXXIV. Sommario del N. 2 del Bollettino del Naturalista Ronna Antonio. Ciò che occorre ad un raccoglitore di lepidotteri. Pag. 9. Griffini dott. Achille Sui Lucanidi e sulla grande variabilità dei loro maschi. Pag. 11. Notizie di caccia. Pas. 20. — Invenzioni e scoperte. Pag. 20. — Notiziario. Pag. 21. — Insegnamenti pratici. Pag. 22. — Nomine, promozioni, onorificenze e premi. Pag. 23. — Richieste e offerte (gratis per gli abbouati). Pag. 24. Offerte d'occasione ai collezionisti d'insett CASSETTE DI NOCE solidissime, cun cristallo, del diametro 44 X 33 X 6, a chiusura ermetica, aventi il fondo di torba o agave, con scannellature per introdurvi antisettici, privativa della Ditta BROGI, vengono spedite al prezzo di L. 5.50 cadauna (invece di. L. 6,50). — 12 di esse per L. 60, franche di porto e imballag ggio. COLLEZIONI ENTOMOLOGICHE SPECIALI sistemate in apposite scatole con coperchio a vetro. — Sono coliezioni di insetti utili e loro relativi prodotti, di insetti produttori di seta, di cera o d’ altro, coi relativi derivati e preparati; di insetti interessanti per mimetismo, o per altro carattere. Prezzo — Da L. 12 a L. 15. i i 1 f i ANNO XXV - 1905 RIVISTA ITALIAN DI SCIENZE, NATURALI Premiata alle Esposizioni di Palermo, Milano e Chicago Ditta SIGISMONDO BROGI UFFICIO — Via Baldassarre Peruzzi 28 — SIENA Collaboratori principali della RIVISTA e del sno supplemento BOLTETTINO DELI NATURALISTA ARRIGONI degli Oppi conte prof. Errore — BapanELLI prof. dott. Dante — BarGELLINI prof. MARIANO BeLLINI dott. RarrAELLO — BertELLI dott. Dante — Berti Gruseppe — Bezzi dott. prof. MARIO — Br- segni prof. d." CArLo — Borzon Prof. Dott. Pro — Bonomi Prof. Agostino — Borpi Prof. Dott, LuieI Bomsicci-Porta Comm, Prof. Lurar — BrunELLI Gustavo — BrusIna Prof. SPIRIDIONE — CACCIAMALI Prof. G. Battista — CaLaBRÒ LomBarpo Prof. Antonino — CARUANA-GATTO Avv. ALFREDO — CASTELLI dott. Giovanni — CermeNATI Prof. Mario — CLERICI Ing, Enrico — Corr Chimico farm. ELIA — Damiani Dott. Prof. Gracom — De ANGELIS D' Ossat Dott. Prof. GroaccHino — De Bonis ANTONIO — Dr BLasio Dott. AseLe — DepoLi Guipo —DeL PreTE d Rarmonpo — DE STEFANO d. GIUSEPPE — De SreFANI PeRrEz Prof. Troposio — Fagani Sac. prof. Carro — Fara TepaLDI LuIGI — FENIZIA prof. CarLo — Frori Prof Anprea — GaLLI-VALERIO dott. prof. Bruno — GIAcHETTI cav. G. CESARE — Grito prof. Niccorò — ImparatI dott. prof. EpoaRDo — LargaroLLi dott. prof. VirtoRIo — LEVI Morenos dott. Davip — LivinI cav. prof. dott. Anrenio — Longo prof. dott. AnpREA — Lopez prof. dott. Corrapo — Losacono Posero prof. MicueLe —LoreEnzinI ALessanpro — Lupi Dott. E, —Luzi march. dott. G. F. — MascarInI Prof. Aressanpro — MeLI Prof. Romoro — MATTEI Giov. FTTORE — Morici MicaeLe NevianI Dott. Prof. Antonio — PARATORE dott. prof. EMANUELE — PAULUCCI March. MARIANNA — PeLACANI Prof. Dott. Lucrano — PeTRonI Dott. Veter. PasquaLe — RaGGI Lur- ai — RoncHettI dott. Virtorio — SancascianI Cav. Dott. Giuseppe — ScarziA Dott. GrusePPE — SianorIn: Prof. Giuseppe — SiLvestri Filippo — SpinoLa March. Gracomo — Stossich Prof. MickeLe — TeRRENZI Dott. Giuseppe — Tassi Cav. Dott. FLAminio — TeLLini Dott. Prof. AcHILLE — Tincorini Dott. Veter. Tiro — TireLLI Avv. ApeLcHI — ZoppA Prof. GIusEPPE. x N. B. Questo periodico è corredato da un supplemento mensile dal titolo: BOLLETTINO DEL NATURALISTA collettore, allevatore, coltivatore, ac- climatatore. che si occupa della parte più pratica e popolare delle scienze fisiche naturali, compresa la caccia, pesca, agricoltura, orticoltura, giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e malattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli animali, piante ed altri oggetti di storia naturale: museologia, alpinismo, esplorazioni, escursioni. Ha apposita rubrica per gl’ @nsegnamenti pratici, registra le nuove invenzioni e scoperte, i concorsi, impieghi vacanti, e notizie svariatissime. Pubblica gratuitamente le richieste e offerte di cambi, le domande e le comunicazioni degli abbonati. L’ abbonamento complessivo Rivista e Bollettino (24 fascicoli) costa L. 5 all'anno, quello al solo BoWlettino (12 fascicoli) L. 3 all’ anno. Agenzia del giornale - Via Baldassarre Peruzzi, 28 II RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI TUTTO L'OCCORRENTE PER RACCOGLIBRE, PREPARARE E CONSERVARE GLI OGGETTI DI STORIA NATURALE PRESSO IL LABORATORIO Z00LOGICO-Z00T0MICO TASSIDERMICO e MUSEO DI STORIA NATURALE Ditta Cav. S. BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali — Fornitore di molti Musei e Gabinetti scolastici Compra — Vendita — Preparazione —- Cambi Si imbalsamano animali di ogni genere e si insegna a chiunque desideri imparare De SIENA — VIA B. 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AVC EA GIORNALE ORNITOLOGICO ITALIANO per lo studio dell’ Avifauna italica e per tutto quanto ha relazione con gli uc- celli: Caccia, allevamento, ecc., ecc. (Prezzo d'abbonamento L. 4 all’ anno). Fascicoli di saggio si inviano gratis. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI III RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI n crv —>>____==7 INDICE DELL'ANNATA 1905 MOITIA/IONDA MEMORIE ORIGINALI Bacci Pietro E. e Bernardi Ilio. 1 Molluschi (cont.) Pag. 10, 91, 109, 131. Bacci Pietro e Razzanti Alberto. Contribuzione allo studio della Teratologia entomologica. Pag. 130. Cartolari dott. Enrico. Di una Pneumopatia dei Loricati. Nota Zoo-patologica Pag. 97. Costantini Alessandro. Materiali per la Fauna entomologica del Modenese e Reggiano (Nuove forme-di Lepidotteri). Pag 15, 61. De Blasio dott. Abele. Cranio Sarrastino. Pag. 117. Depoli Giido. Studi sul genere Rana. (cont. e fine). Pag. 42, 66, 87. Lucifero Armando. Mammalia Calabra. Elenco dei mammiferi calabresi Cap. IV (cont.) Pag. 1, 50, 99, 123. Morgana Mario. Appunti sulla flora della Valle del Sacco. (cont. e fine). Pag. 37. Puccioni dott. Nello. Della filogenesi dei Coleotteri e della probabile posizione sistematica della famiglia Lamellicornia. Pag. 82. Raggi Luigi. L’ Aringa e la sua pesca (cont. e fine). Pag. 18. Redazione. Necrologia del Comm. Prof. Attilio Tassi. Pag. 49. Ronna Antonio. Come si può formare una collezione di Lepidotteri (cont.) Pag. 9. Scotti dott. Luigi Contribuzione alla Biologia fiorale delle “ Ranales ,, Pag. 29, 56, 77. Sturniolo dott. Giuseppe. Contributo alla Teratologia vegetale. Pag. 101. Vitale agr. Francesco. Le somiglianze protettive nei Curculionidi (cont. e fine). Pag. 119. IV RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI i RIVISTA BIBLIOGRAFICA RECENSIONI ED ANNUNZI N. B. Si avverte che in ognuna delle pagine citate vi possono essere annunziati diversi lavori relativi ad un medesimo dei vari titoli, nei quali è suddivisa la Bibliografia. Agricoltura. Pag. 25, 28, 75, 136. Botanica. Pag. 25, 48, 74, 76, 87, 92, 94, 156. Crostacei. Pag. 47. Geologia. Pag. 26, 27, 45, 46, 47, 75, 98, 115. Insetti. Pag. 24, 47, 75, 116. Mammiferi. Pag. 28, 116. Mineralogia. Pag. 23. Pesci e Pesca. Pag. 24, 116. Tecnica. Pag. 48, 73. Varietà. Pag. 27, 47, 75, 95, 136. Vermi. Pag. 135. Zoologia. Pag. 24, 44, 45, 136. Zootecnica. Pag. 48. Annunzi di pubblicazioni si trovano nelle: copertine dei fascicoli. Bibliografia italiana di Scienze naturali BIBLIOGRAFIA dei lavori relativi alle Scienze naturali pubblicati in Italia, o all’estero da Italiani, o che si riferiscono a cose italiane durante l'annata 1903, divisi per materie e disposti per autore in ordine alfabetico. Questa bibliografia, stampata su foglio volante, è da scomporsi per fare tanti cartellini da incollarsi in schede del formato di quelle dello schedario scientifico internazionale, ossia 12,5 x 7,5 cm,, che la Tipografia della Rivista offre a cent. 35 °/. Spesa d’invio, se occorre, cent. 10 0/0. Zoologia - Paleozoologia- Allevamento degli animali. Vedi Fasc. 5-6, f.0 5-6; Fase. 1-8, f.° 8; Fasc. 11-12, £.° 11. Botanica - Paleofitologia - Agricoltura. Vedi Fasc. 1-2, f.0 1-2; Fasc. 7-8, £° 7; Fasc. 9-10, £° 10; Fase. 11-12, f° 12. Geologia - Mineralogia - Cristallografia. Vedi Fasc. 9-10, f£.° 9. Soggetti vari e d’indole generale. Vedi Fasc. 3-4, f0 3-4. N. B. La pubblicazione di questa bibliografia del 1903 é tuttora in corso di stampa e con- tinuerà, in foglio a sè e da un solo lato, nell’anno 1906. Appena terminato di registrare le pubblicazioni del 1903, verranno incominciate quelle del 1904. Anno XXV N. le 2 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Gennaio-Febbraio 1905 SOMMARIO Lucifero Armando. Mammalia Calabra. Elenco dei Mammiferi calabresi. Cap. IV. (cont.) Pag. |. Ronna Antonio. Come si può formare una collezione di Lepidotteri (cont.) Pag. 9. Bacci Pietro E. e Bernardi Ilio. I Molluschi (cont.) Pag. 10. Costantini Alessandro. Materiali per la Fauna Entomologica del Modenese e Reggiano. (Nuove forme di Lepidotteri) Pag. 15. Raggi Luigi. L' Aringa e la sua pesca (cont. e fine). Pag. 18. Rivista bibliografica. Pag. 23. MAMMATLIA CALABRA ELENCO DEI MAMMIFERI CALABRESI COMPILATO da ARMANDO LUCIFERO (continuazione) Il capitale, l'abilità ed il lavoro devono essere uniti. E colui che cerca di separarli è il nemico di tutti e tre, CARNEGIE. /l Vangelo della ricchezza. CAPITOLO QUARTO Accenno ai rimedi sulle condizioni fisiche, morali ed economiche enumerate nei due capitoli precedenti Alle tristi condizioni fisiche, morali ed economiche dianzi accennate, che dilaniano questa parte della penisola, io ritengo potrebbesi apportar rimedio, se gli uomini preposti alla cosa pubblica, invece di combattere lotte infeconde di partiti, volenterosi si dedicassero al bene effettivo e reale delle nostre po- polazioni, lasciando affogare nella linfa cristallina dell’ interesse generale ogni condannabile emersione di supremazia personale. E poichè, nei precedenti ca- pitoli, abbiamo soltanto sorvolato su qualcuno di questi rimedii, io credo non sia ultroneo il fermarvisi ora un poco, tentando di esporli e di enumerarli con maggior ordine e con maggior precisione. E innanzi tutto dichiariamo che il socialismo non ci spaventa. A gl’ intel- letti incolti e pietrificati in idee vecchie e stantie può forse far breccia il pen- siero di coloro che vedono in ogni ombra un corpo solido, in ogni estrinseca- zione popolare una minaccia alle istituzioni, in ogni aspirazione di riforme so- ciali un accenno alla rivoluzione! Pur troppo non bisogna più illudersi : il maggior numero di quegli uomini, i quali fino a ieri vissero e morirono da bruti, comincia giustamente ormai ad acquistar coscienza dei propri diritti e della propria forza, onde richiede ed esige gli uni e sì serve dell’ altra per vin- cere le titubanze e gl’indugi; cosicchè il tardare a concedere questi diritti, oltre che un' ingiustizia, sarebbe un pericolo vero per la compagine sociale. 2 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Ma se il socialismo non ci spaventa, non vuol dire che si è proclivi a le- garci totalmente al suo carro, accettando ed accogliendo tutti i suoi postulati e tutte le sue utopie. La colpa più grave dei suoi apostoli a me pare consista in questa pertinacia di voler cose inattuabili, o almeno inattuabili nell’ ambiente in cui ora ci troviamo. Nè vale il ripetere che verrà giorno nel quale l’ am- biente si riformerà, e tutta la congerie di quelle idee sarà posta in atto; per- chè, ammessa pure l’ esattezza d’ un tale argomentare, io non credo bisogni af- fidarsi agli ideali di un più o meno lontano avvenire, mentre chi dovrebbe ora raccogliere giovamento, soffre, languisce e muore senza aver nulla ottenuto. È più ragionevole, quindi, più savio, più umano, il demolire questo monumento di teorie così superbamente edificato, e l’ attenersi nel campo modesto della pratica e della realtà, allo scopo di raggiungere i maggiori vantaggi possibili in favore delle classi più numerose, che hanno il diritto di desiderarli e di e- sigerli. Io, al certo, non vorrò far quì un trattato di nuova legislazione sociale, a cui ben altro ingegno che non il mio potrebbe e dovrebbe dedicarsi; nol comporta l’ estensione e la natura del mio lavoro; nè avrei la forza di soste- nere il peso d’un si gravoso fardello. Ho intendimento di additare e di enu- merare soltanto quali modifiche avrebbesi il dovere di apportare alle leggi vigenti, affinchè diventassero da senno una garanzia al benessere dei più. E comincerò innanzi tratto a far notare che tuite le idee, sino a quando non si tramutino in atto, a molti sembrano utopie o concezioni di mente esal- tata, ancorchè abbiano la possibilità dell’ attuazione. E tanto più poi, se queste idee offendano gl’ interessi di una classe; chè allora maggiori ostacoli sorgono contro di esse: e se la volontà possente d'un intelletto superiore non venga a sostenerle e a proteggerle, ed un ferreo braccio ad attuarle e a’ mantenerle, i clamori degli offesi ed i lamenti dei colpiti faranno abortire ogni tentativo, e, di conseguenza, ogni innovazione di civile e sociale progresso. Ciò posto, io ritengo per fermo che dalla franchezza del mio dire, e dal succinto abozzo delle riforme che tenterò di tratteggiare, dovrò raccogliere qualche amarezza; ma, forte nella mia convinzione e ripetendo a me stesso il verso di Dante : Siegui tua strada e lascia dir le genti, con quel che segue, continuerò imperturbato a discorrere ed a scrivere senza punto curarmi del sarcasmo e del risentimento di taluni, i quali, soggiogati dal proprio tornaconto, non sanno persuadersi che sull’ ara del bene universale bisogna inesorabìle compiere il sacrifizio del bene peculiare, la cui esistenza è spesso a detrimento, o discapito ed a sfruttamento del primo. Dalla legge Casati a tutta la colluvie di leggi scolastiche venuta fuori in Italia sin oggi, l'istruzione popolare, che avrebbe dovuto essere « signacolo 55°? in vessillo » per ognì partito succedutosi al governo dello Stato, non ricevè ‘RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 3 mai quell’impulso sinceramente democratico, cui il nobile fine fosse la reale ed effettiva educazione del popolo. Ammesso pure che in ispirito le leggi scolastiche attuali comprendano tutti i vantaggi richiesti per una sana e morale educazione; in pratica, invece, non è così, perchè gli uomini pre- posti a. farle eseguire, o non sanno valutare, per difetto psichico, la loro importanza, o non la vogliono valutare, per uno spietato scetticismo che fa perdere ogni amor proprio e corrompe ogni alto sentimento del proprio do- vere. Il popolo avrebbe il diritto di reclamare da gl’ insegnanti la più com- bleta fra le educazioni intellettuali e morali, estrinsecantesi in loro pienamente nell’ elevatezza del livello psichico, che, quanto posto più in alto, tanto più chiaro dimostra al discernimento, che l’ insegnare non è un mestiere, ma una subli- me missione, che il simile ha verso il suo simile, della quale il disimpegno amorevole e scrupoloso fa a fidanza nell’ avvenire, ed è cardine possente su cui girar debba incolume d’ ogni assalto il convivio sociale. Il maestro elementare ha Ja più grande preponderanza nella nascente so- cietà, la quale, da lui che ne guida la mente ed il cuore, viene educata ed istruita; sicchè, se ei non è scelto fra le persone più morali e più colte, ogni lavoro sarà senza buon frutto; e, quindi, la moltitudine crescerà ignorante e rozza, perchè tradita nelle sue aspirazioni intellettive ed ingannata nei nobili sentimenti dell’ animo; e, forse, anche malvagia, perchè scossa dal sonno del- È ignoranza, non.si avrà la forza ed il valore di risvegliarla del tutto. Ma per ottenere questa selezione, bisognerà sovratutto elevare le condizioni economiche degl’ insegnanti, in una misura proporzionata al nobile ed importantissimo scopo, per cui la scuola fu istituita, facendo così ricercato ed ambito il posto, a colui che sia veramente degno di assolverlo. Severità massima, quindi, nel concedere patenti alle Scuole Normali, onde avvenga in tal guisa una vera ele- zione dei migliori; e larghezza giusta ed onesta nel limite dello stipendio, onde, tranquillo e sicuro d’ una retribuzione bastevole al proprio sostentamento ed a quello della sua famiglia, l’ educatore possa dedicarsi sereno e volenteroso al disimpegno della propria missione. Facciamo che egli non dubiti più nè del presente nè dell'avvenire per se medesimo, e lo vedremo ben tosto assurgere a quell’ altezza di apostolo che gli compete, predicando efficacemente all’in- telletto ed al cuore delle giovani turbe, dalle quali allora verran fuori real- mente cittadini, cui il nome di Marcelli non sarà punto un sarcasmo o un’ iro- nia. Ma se la scuola acquisterà quella perfezione, che ogni uomo onesto esiger deve per il bene dell’ intera società, di conseguenza la psiche delle classi più nu- merose verrà spinta verso uno sviluppo più completo, per il che, imparando a conoscer. meglio i proprii doveri, potrà con maggior perspicacia distinguerli dai propri diritti. Per legge, quindi, inesorabile d’ ogni progresso, ì’ operaio od il contadino, istruito ed educato all’ altezza dei tempi che si svolgono, sentirà bi- sogni e desideri non mai sentiti per lo innanzi, e cercherà il modo di soddi- 4 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI sfarli nei limiti della discrezione e della giustizia. Ogni persona ha il dovere sociale di rispettare negli altri se stessa in tutte le attività fisiche, morali, in- tellettive ed economiche; ma ha il diritto altresì di richiedere da quegli altri i mezzi rimuneratori della medesima attività, che ella estrinseca nella misura bastevole a mantenerla in vita quanto meno possibilmente disagiata. Ad otte- nere tutto ciò è ragionevole, adunque, e, più che ragionevole, a me pare giu- sto e santissimo, l’ investigare prima, e l’attuare poscia con lealtà e senza in- dugio, i meccanismi, dirò così, necessari, acchè questo diritto venga piena- mente riconosciuto e concesso, basandolo su leggi incrollabili, che siano una garanzia perenne verso quei deboli dell’ oggi, che il pensiero moderno ci ad- dita come .i forti del domani. E poichè, ripeto, io non voglio che il mio lavoro rimanga nell’ atmosfera vaporosa delle teorie, mi si permetta che praticamente enumeri ed additi quali provvedimenti legislativi sarebbero indispensabili al fine di rialzare la sorte delle nostre classi contadine ed operaie, quando la scuola le avrà poste in ef- fetto ad un livello morale ed intellettuale più sano e più elevato. Comincierò prima d'ogni altra cosa a proporre l’ adozione del limite mi- nimo della mercede giornaliera, la quale adozione, attese le condizioni econo- miche del contadino e dell’operaio, ed il grado psichico-morale del possidente, dell’ industriante e del manifatturiere, è necessario venga sanzionata dalle leggi, onde così venga tolta ogni causa di oppressione e di soprusi. Quale debba es- sere questo limite minimo non è dato a me il proporlo: abbiasi per mira la giustizia fra i due contraenti, concedendo il vantaggio al povero senza restri- zioni, resecamenti o paure, e non apportando peso inadeguato o esagerato a chi dovrà sopportarlo. Tutto ciò si raffermi con una legge, affinchè le infra- zioni e gl’inganni, trovino in essa la giusta punizione, facendo entrare in tal guisa nella coscienza di chi la sorte mise in parte della ricchezza, la verità del dovere di retribuire equamente il lavoro qualunque esso sia, nella misura cioè bastevole al benessere del lavoratore. Al limite minimo della mercede giornaliera è necessario far seguire la fis- sazione delle ore di lavoro, per evitare l'inconveniente a cui si andrebbe in- contro se rimanesse a libito di chi fa lavorare il tempo da stabilirsi e da con- sumarsi in una giornata di lavoro. In tal guisa nessun vantaggio ne ricaverebbe il povero lavoratore, il quale, aggravato di maggior fatica, ciò che guadagne- rebbe economicamente, lo perderebbe al certo fisicamente; mentre che con- tentato nel giusto e nell’ onesto diritto suo, la le@ge, in misura della vigoria di lui, dovrebbe sanzionarne i precisi e determinati doveri. Queste due riforme a me pare non possano andar disgiunte fra loro, onde, ammettendo l’ una, bisogna anche l’ altra ammettere assolutamente. I Fasci, le Associazioni, le Leghe etc.; sebbene in teoria sembrerebbe che dovessero riuscire a questo fine, senza l’ aiuto dello Stato e di speciali disposizioni legi- slative, pur non vi riescono mai; perchè la solidarietà fra gli operai non può RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 5 essere completa fino a quando l’educazione e, più che l’ educazione, i bisogni non siano egualmente bilanciati. La maggiore o minore agiatezza fra i diversi componenti di codesti sodalizii, rende meno o più proclivi a transigere, e quindi distrugge quella forza di coesione e di resistenza contro gli speculatori di me- stiere, i quali profittano delle altrui necessità, per imporre condizioni vantag- giose per sè medesimi. Inoltre, queste Associazioni e queste Leghe di sovente sono dirette da persone che non hanno nulla di comune con gli operai, e si servono di essi per proprio tornaconto, profittando dell’ ignoranza loro. Farà duopo, dunque, che l'istruzione e l'educazione si espandano e si elevino mag- giormente fra le classi operaie, affinchè da loro possano, vogliano e sappiano dirigere e regolare gl’ interessi che le riguardano, senza l'intervento di terzi non operai, che, alla migliore ipotesi, sono degl’ intriganti e degl’ intrusi. Sino a che non venga raggiunto questo morale e psichico miglioramento accennato e desiderato, io ritengo che lo Stato ha il dovere di tutelare quegl’ interessi, garantendoli con leggi che non si possano nè si debbano trasgredire senza incorrere in una meritata punizione. Ma il limite minimo della mercede giornaliera ed il limite massimo nelle ore di lavoro, non deve apportar con sè il limite massimo nella detta mercede, per come forse vorrebbesi da coloro che ritengono sia giusto di mitigare in tal guisa le esigenze del lavoratore, nei momenti che la pletora del lavoro rende questi molto ricercato. Una siffatta limitazione sarebbe per me una grande ingiustizia, perchè toglierebbe la speranza di più forti lucri all’ operaio, ordina- riamente rassegnato a percepire nella misura del limite minimo. Ad uguale stregua non sarebbe mai nè il possidente, nè l’ industriale, nè il commerciante, i quali tutti continuerebbero ad affittare le proprie terre, a vendere i propri prodotti ed a negoziare le proprie merci al miglior prezzo ed al miglior offe- rente, senza che una legge ne limitasse il massimo valore. Ma mi si potrebbe obbiettare che: non essendovi la minima misura nel prezzo, non è possibile determinare la massima: ed io a ciò risponderei, che: sui fitti, sulle derrate, sulle merci di qualunque genere e qualità, le crisi di deprezzamento non rag- giungono mai il basso livello, che talvolta raggiunge il prezzo d’ una giornata di lavoro; onde i guadagni di quelli potranno essere diminuiti significantemente per qualche tempo, ma non saranno mai, come per l’ operaio, la sottrazione del puro necessario e la causa diretta della miseria e della fame. Un altro provvedimento che bisognerebbe adottare, affinchè le classi ope- raie fossero elevate economicamente in modo razionale, pratico e definitivo, sa- rebbe la compartecipazione a gli utili nelle Manifatture, negli Stabilimenti, nelle Miniere, in tutte le Società insomma ed in tutte le Fabbriche, ove con la mag- giore produzione, conseguenza logica della compartecipazione, avrebbero van- taggio proporzionale al proprio lavoro i diversi fattori indispensabili a regolarla i ed a produrla. In Inghilterra, in Germania, in Belgio ed anche altrove, questo nuovo portato della moderna civiltà già comincia ad adottarsi spontaneo, senza. 6 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZH NATURALI l'intervento dello Stato; ma in Italia, ed in ispecie nel Mezzogiorno di essa, perchè venga accolto ed effettuato, bisognerà regolarlo con una lege peculiare, la quale stabilisca e determini i mutui diritti e doveri delle Società e degli operai, onde si eviti così ogni ragione di controversia e di litigi. E qui mi pare acconcio di giustificare il motivo, per cui non mi sembra corretto di comprendere le industrie esercitate individualmente in cotesta com- partecipazione, specie le industrie agrarie, sulle quali al contadino basterebbe per ora il vantaggio del limite minimo della mercede giornaliera; e ciò fino a quando una coltura più scientifica e più rimunerativa, non dia a quelle la forza di sostenere e di sopportare un nuovo aggravio. Il mio egregio e caris-. simo amico Ludovico Tallarico da Casabona, con occhio scrutatore e con mente, divinatrice dell’ avvenire, è da un pezzo che si è tutto dedicato, con la parola, con l’ esempio e con gli scritti, al nobile intento di generalizzare il nuovo. si- stema di concimazione Solari nella nostra Calabria, fiducioso che da questo possa provenirne una più che raddoppiata produzione, donde sia lecito ricavare un margine per la compartecipazione desiderata. Nelle industrie armentizie, però, in Calabria essa compartecipazione già da tempo immemorabile fu adottata, e tuttavia vi perdura, sebbene in forma pres-. sochè primitiva ed irrisoria. Dall’ utile. totale ricavato dall’ armento, sottrag- gonsi le intere spese fatte pel suo mantenimento; e, dal netto, un quinto soltanto va a dividersi fra i pastori ed il loro Capo, i quali godono, inoltre, di una prestazione in natura di circa mezzo ettolitro di frumento mensile, e quat- tro quinti vanno a vantaggio del proprietario del gregge. Che sia irrisorio questo sistema di compartecipazione, lo prova la meschinità ordinaria del divi- dendo, cioè di quel quinto che viene diviso fra otto o dieci individui, e che spesso non basta a pagare le vestimenta e la calzatura dell’anno!. Per mi- gliorare, quindi, le condizioni di siffatta categoria di contadini, io. credo sia duopo di una radicale modifica del sistema anzidetto, stabilendo con una legge la mezzadria per le industrie armentizie, e sostituendo, alla semenza ed alla terra da seminare, gli armenti edi pascoli; e dividendo i’ utile completo, tolte le spese necessarie per la conduzione dell’ azienda, in due parti uguali fra il proprietario ed i conduttori. Sino a quando durerà in Calabria la coltura estensiva, (che nei molti ter- ritorii insuscettibili all’ irrigazione potrebbe solo cambiarsi adottando il sistema Solari portato sugli scudi dal Tallarico), io non saprei proporre una riforma sul sistema degli affitti prediali. Però, il legislatore affretterebbe di certo questo cambiamento di coltura, se volesse rendere obbligatorii i consorzii fra i pro- prietarii, lo Stato, la Provincia ed i Comuni, per i grandi acquedotti da costruir- sì e per le concimazioni su vastissima scala da praticarsi, proporzionando il concorso pecuniario a seconda della potenza economica di ciascun consorziente tra privati, ed a seconda della potenza contributiva della regione, tra lo Stato, la Provincia ed i Comuni. Lo stesso dovrebbe avvenire per le arginature e per. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1 le bonifiche, nel Mezzogiorno tanto necessarie, quanto neglette ed abbandonate; e lo Stato, se da senno volesse giovare a queste nostre contrade, dovrebbe seve- ramente punire quei suoi funzionarî, retribuiti o non, che, o per indolenza, 0 per mal volere, o per favoritismi peculiari, non attuassero la legge con sollecitudine e con giustizia. Se si praticasse così, oltre che le migliorate condizioni di salubrità, i possedimenti prediali si accrescerebbero immensamente di valore, perchè la loro rendita si quadruplicherebbe a cagionè dell’ accresciuta produzione ; e, quindi, allora sarebbe equo ed onesto che il lavoratore, impiegante sulla terra le sue forze materiali, raccogliesse, in di più della mercede giornaliera, una quota proporzionale da stabilirsi sul prodotto di queste forze. È probabile che, modificando i patti agrarii in Calabria, con l' adottare la compartecipazione a gli utili in diversa misura nelle proprietà private e nelle varie coltivazioni, possa ottenersi un grande progresso industriale ed un effet- tivo rialzamento economico per ambidue i contraenti. La mezzadria obblighe- rebbe il proprietario ed il fittuario a bipartire gli utili sottraendone le spese, lasciando al primo il peso fondiario, ed al secondo quello delle altre imposte gravitanti sul capitale mobile impiegato sulla terra. È bene, però, che non si consideri facile l’ adozione di un unico sistema di patti agrari in ogni parte delle tre Calabrie ; avvegnacchè desso debba assolu- tamente variare a seconda della maggiore o minore fertilità dei territori: e ciò tanto pel proprietario, quanto pel conduttore; ond’ è che per questo ho ac- cennato più sopra ad una compartecipazione in diversa misura. Difatti, în un terreno fertile, in cui la produzione è abbondantissima, non può convenire al colono che lo coltiva, la divisione a metà dei prodotti, perchè il suo lavoro non sarebbe egualmente retribuito : bisognerà che almeno due terzi tocchino a lui ed un terzo al proprietario. Dove, invece, la natura del suolo è alquanto sterile, e di conseguenza il prodotto più scarso, la mezzadria è vantaggiosamente pos- sibile per ambo i contraenti; e così via per le altre qualità della terra, accre- scendosi o diminuendosi, relativamente alla sua minore o maggiore fertilità, la parte da toccare al colono. Certo che un sì complicato sistema sarebbe difficile ad attuarsi, se una nuova legge agraria, stabilendone i predicati, non togliesse. . di mezzo ogni ragione di dibattito e di controversia. A tal uopo io ritengo che, per facilitare i contratti, le terre dovrebbero essere divise in quattro o in cin. que classi, (come appunto operavasi dai facitori del Catasto Fondiario nel 1811 in Calabria), sulle quali si fisserebbero le relative differenze di compartecipa- zione a gli utili. Questa classificazione potrebbe eseguirsi dalle stesse Commis- sioni istituite pel nuovo Catasto, modificate, però, in senso più democratico, fa- cendovi cioè partecipare l’ elemento agricolo in modo preponderante. Il Tallarico dianzi summentovato, in un suo pregevole volume, che ha per titolo: Il Problema Agricolo- Sociale nel Cotronese, propose anch’ egli una ri- forma su i patti agrari ; e sebbene io trovi molto ingegnosa la sua proposta; pur non ardisco accettarla per le seguenti ragioni : 1.9, perchè non mi pare che le mo- 8 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI difiche accennate possano radicalmente cambiare il sistema attuale, per come sarebbe da desiderarsi; 2.°, perchè l’ affidarsi ad una Commissione composta o dallo Stato o dai Comuni, avrà sempre il peccato di origine politica, e non potrà quindi giudicare serenamente ed imparzialmente; 3.°, perchè non mi sembra possibile l’ adozione del sistema dei fitti dai 25 ai 80 ettari di terreno in una regione come la Calabria, dove manca l'agricoltore adatto per coltivarli. La classe dei nostri industrianti agrarî può dividersi in due categorie, la cui con- dizione economica è perfettamente a gli antipodi: l’ una è composta di coloro che assumono i grandi fitti, e che può ben paragonarsi ai cosidetti gabellotti si- ciliani; l’altra, ed è il maggior numero, comprende i contadini che coltivano i piccoli appezzamenti di terra soltanto per semina di granaglie, i quali contadini non hanno che una minima forza economica, e si possono assomigliare a gli anqui- lini della stessa Sicilia. Ora, la prima categoria non si adatterebbe alle con- dizioni limitate ai 80 ettari, perchè non avrebbe il campo di svolgere tutta l’attività, che le proviene dall’ esuberanza del capitale; la seconda, invece, an- che volendo, non lo potrebbe, perchè non ha mezzi sufficienti per farlo. Noi, quindi, che a favore di costoro abbiamo il dovere di combattere al presente; che a favore di costoro dobbiamo tentare di provvedere; e, che ci siamo dedi-. cati con amore a questa missione, siamo in obbligo di tutelare e proteggere costoro, sitibondi da secoli di tutela e di protezione. Le nostre proposte, adunque, a differenza di quelle del Tallarico, (anch’ esse provvide e saggie sotto un altro punto di vista), avrebbero lo scopo di sollevare economicamente i nostri veri contadini, ossia quelli che lavorano e producono con le proprie braccia, i quali finora ritengonsi in Calabria, come una volta in Russia i servi della gleba! Anzi forse al di sotto di questi, perchè fra i servi della gleba vi fu una cate- goria di contadini agiati e benestanti, che, pur vivendo quai vassalli verso feudatari, eran contenti del loro stato, e non mancava loro il pane; mentre fra i nostri eontadini, spesso la più squallida miseria ed il conseguente abbruti- mento, rende irrisorio ogni principio di libertà, che si compendia addirittura in quella frase tanto vieta per quanto vera pur troppo, cioè: nella libertà di po- ter morire di fame. Ma, ammesso che si sia forzati a giovare al grande fittuario lasciando in sua balìa il latifondo, occorrerebbe, a gli obblighi dei proprietari verso i grandi fit- tuarî, aggiunger quelli dei grandi fittuari verso i piccoli, siano coloni in Ca- labria od anquilini in Sicilia. Questa mutua corrispondenza di doveri e di di- ritti, armonizzerebbe gl’ interessi di tutti fra loro, ed invece di proclamare lo sfruttamento scambievole tra le diverse condizioni sociali, proclamerebbe lo sfruttamento della terra in proporzioni eque e giuste a favore di ciascuno. Quando si arrivasse a realizzare questo ideale, che non deve avere oppositori che soltanto negl’ ignoranti e nei malvagi, il problema sociale sarebbe sciolto, o almeno in via di soluzione per questa parte d'Italia, aprendo l’ adito all’ attuazione di RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 9 parecchie di quelle idee, che pur troppo ancora, nell’ambiente attuale, sono considerate come una vera utopia ! (continua) RONNA ANTONIO Come si può formare una collezione di Lepidotteri —_—__-_______-XNAKINDTO- (Caccia - Cattura - Uccisione - Preparazione - Conservazione) (continuazione vedi fasc. 5-6 del 1904) Il Peyrimhoff, come riporta il Montillot, espone un metodo assai complicato per ottenere mezzi zuccherini, atti ad attirare le farfalle ed io lo riporto più perchè di in- teresse storico che pratico. Prendere delle mele, spaccarle in due od in quattro parti, infilare Je parti ottenute a modo di rosario di 18 cm. circa di lunghezza. Porre questi rosari in boccali, per modo che i fili, agli estremi, siano fuori del recipiente e zuccherare le mele. Dopo ventiquattro ore, spolverizzare nuovamente le mele con zucchero e lasciare così il tutto per dodici giorni. Dopo questo tempo togliere i rosari dai recipienti e porre ad asciugare le mele all'ombra (tenendo da esse lontane le mosche) e lasciarle sgocciolare e seccare per otto giorni, al termine dei quali le mele saranno divenute di un color cioccolata chiaro ed assai viscose. Conservansi in tal modo in scatole di latta sino al momento di usarle per richiamo. Il liquido colato nei recipienti può usarsi per spalmare con esso i tronchi seguendo il metodo cui accennai, se si può sino all’ altezza di un uomo o ad altezze varie come si crede di fare. Questo metodo di preparazione, come dissi un mo- mento fa, per quanto di indiscutibile efficacia, non è tuttavia alla portata di tutti e ad esso, perchè assai più facili ad ottenersi, vengono preferiti quelli più semplici ai quali ho accennato sul principio. Nel complesso la caccia colle sostanze zuccherine è fruttuosa di esemplari notturni e crepuscolari e per questo essa è usata moltissimo e per essa talvolta si possono ottenere specie veramente preziose per la forma, per le usanze o per la loro difficile comparsa e non meno difficile possibilità di cattura. Avendo detto due parole sul richiamo dei Lepidotteri con le sostanze zuccherine, parlerò del mezzo che taluni usano, ed io pure usai talora, di richiamare i lepidotteri a mezzo di femmine vergini. Questa caccia, assai interessante, la esperimentai molte volte con le femmine della Lymantia dispar L. Catturate una o più femmine di queste specie le mettevo in una gabbiettina da grilli [come comunemente vengono chiamate minuscole gabbielle] e poscia appendevo questa ad un ramo d' albero del mio giardino, o semplicemente la collocavo sul davanzale di una finestra o la sospendevo ad ua chiodo infisso all'aperto. A più di mezzo chilometro dalla mia casa, e precisamente ai piedi della cosidetta Cittadella, è comunissima questa specie sui salici che crescono lungo 10 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI il fossato che circonda detta costruzione ; ebbene, immancabilmente, dopo non : molto tempo dall’ avere esposta la femmina prigione, uno o più maschi elegantissimi e snelli erano in prossimità della prigioniera ed il più delle volte tentavano |’ accoppiamento con essa, fra le sbarrette della gabbiettina. Quei maschi a mio parere venivano dalla località suddetta, località che dà alla no- stra provincia un contingente abbastanza forte dei rappresentanti di quella specie sì dannosa all’ agricoltura. Come i maschi della Limantia dispar L. sentono forti gli istinti sessuali, i maschi dell’ Aglia Tau L., dell’ Endromis versicolora L., della Saturnia pavonia L., della Lasio- campa quercus L. e di altre specie che vengono facilmente catturate nel modo suddetto. Prima ancora di entrare nel capitoletto « caccia e cattura » dirò, riguardo al- l'epoca e alle località atte per la caccia, che questa può incominciare fin dal principio della primavera e prolungarsi sino al principio della stagione invernale, però essa è più attiva nei mesi più caldi dell’ anno, quali il Giugno e l’ Agosto e che tutte le località sono propizie ad essa, tanto le terre di montagna quanto quelle di pianura, le terre sterili come le fertilissime, i campi, i giardini, le costruzioni recenti, i ruderi, le valli, i fossati, tutti i luoghi insomma dove havvi traccia di vita. (continua) PIETRO E. BACCI & ILIO BERNARDI I Molluschi (continuazione) INDIA La carne dei Mitili è considerata nociva come cibo nei mesi di Maggio e Giugno, epoche appunto in cui il commercio ne è meno attivo. Specie del genere: Mytilus edulis, M. magellanicus, M. barbatus, M. an- gulatus, M. bidens, M. afer, M. versicolor, M. polimorphus. Genere Modiolus: Animale affine a quello del genere precedente. - Con- chiglia quasi triangolare, colle estremità presso i lati; cerniera senza denti; una sola impressione muscolare. i Il Modiolus Tulipa ha conchiglia trasparente, sulla quale si notano fascie di vario colore. Questo genere comprende una ventina di specie viventi, che abitano nu- merose sulle scogliere, attaccate per mezzo del bisso, o tra i coralli, od in fori delle rocce. Genere Lithodomus: ‘Conchiglia allungata, coi due lati quasi ugualmente arrotondati, e le estremità vicinissime all’ orlo anteriore. Una specie assai comune nel Mediterraneo e commestibile è il ZLi/hodomus Dactylus che ha la forma di un nocciolo di dattero ed un colore giallo brunastro. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZH NATURALI 1] I Lithodomus si scavano buche nelle rocce e vi si stabiliscono ; siccome crescono continuamente dopo un certo tempo non possono più uscire dalla loro stretta abitazione ed il bisso di cui dapprima erano provvisti scompare a poco a poco. Le specie di questo genere sono in numero assai esiguo; se ne trovano alcune nel Mediterraneo e nei mari dell’ America. - Notevoli sono: il Zi/ho- domus dactylus e il L. caudigerus. Genere Pinna: Animale assai consistente, allungato: il mantello è aperto posteriormente ; il piede è piatto, conico, solcato ; bisso abbondante. - Conchi- glia fibrosa, aperta ad una estremità, allungata, terminante in punta; è fra- gile, arrotondata o troncata posteriormente; la cerniera è laterale, priva di denti, diritta; superficie esterna delle valve scagliosa; impressione muscolare anteriore molto piccola, quella posteriore invece molto ampia. La Pinna Nobilis del Mediterraneo, di color grigio bruno all’ esterno, rosso all’interno, non ha bisogno di descrizione perchè troppo nota. Le Pinne vivono a varie profondità sui fondi sabbiosi, stanno fisse col bisso tenendo in alto la parte più larga della conchiglia. - Il loro nome de- riva dalla somiglianza del bisso coi pennacchi che i guerrieri Romani por- tavano sull’ elmo (pinna); e questo bisso, di un colore bruno a sfumature do- rate, veniva anticamente adoperato dai Greci e dai Romani per formare pre- gevoli tessuti. Oggi ormai questa industria è andata decadendo e il bisso della pinna serve solo per oggetti superflui d’ ornamento. Specie del genere: Pinna nobilis, P. rudis, P. nigrina, P. bullata. Genere Anodonta: Animale di solito poco allungato, grosso; mantello del tutto. aperto posteriormente. Conchiglia ovale o allungata, sottile, equivalve, cogli apici spesso corrosi; cerniera priva di denti ma con una lamina ; impres- sioni muscolari arrotondate, molto visibili, assai grandi, lontane l'una dall’ al- tra. - Valve coperte di un’ epidermide di colore oscuro o verdastro, internamente madreperlacee. L’ Anodonta cygnea: Si distingue per le valve ampie, profonde ed assai esili. - È comune nei nostri paesi. -. Le Anodonte vivono nelle acque dolci, tanto nei laghi quanto nei fiumi e nelle paludi. - La loro carne è mangiata in molti luoghi, ma è poco preferita perchè insipidissima. - Le specie esotiche sono molto più numerose delle nostrali e notevoli per la grande variabilità delle for- me, la qual variabilità le fa unicamente desiderare dai collezionisti. Specie del genere: Anodonta cygnea, A. ensiformis, A. angulata, A. anserina, A. latomarginata, A. magnifica. Genere: Unio: Animale del tutto simile a quello delle Anodonta. - Conchi- glia con cerniera formata da un dente piatto sotto il legamento e da un doppio dente compresso, profondamente striato in una delle valve e semplice nell’ altra; N il legamento è allungato ed esterno; impressioni muscolari poco visibili. - Spe- da 12 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI N cie comune è l’Unio pictorum dalla conchiglia verdastra esternamente, madre- perlacea all’interno; le valve sono piuttosto allungate ed a pareti poco robuste. Vive numerosa nelle nostre acque dolci e le sue valve sono usate dai pittori per stemperare le tinte. I costumi sono simili a quelli del genere Anodonta; le specie sono nume- rosissime e di difficile studio. Alcune forme possono produrre delle concrezioni madreperlacee analoghe a quelle della Meleagrina ma molto meno pregevoli. Specie importanti: Unio pictorum, U. littoralis, U. margaritifera, (che pro- duce perle). Genere Mycetopus; Conchiglia trasversa, più aperta ad una estremità che all’ altra; non esistono denti alla cerniera; impressioni muscolari complesse, molto distinte. La specie tipo è il Mycetopus soleniformis, che è allungato tanto da ras- somigliare al genere Solen I Mycetopus sono molluschi d’acqua dolce, propri alle regioni tropicali del- l’ America, dove vivono affondati nell’ argilla. Genere Cardita: Conchiglia a pareti robuste, solida, equivalve, rigonfia, triangolare; due denti alla cerniera; valve provviste di solchi partenti dagli apici od umboni verso il margine opposto ; il legamento è lungo; impressioni muscolari visibilissime. La Cardita scabrosa ha conchiglia di forma ovale, col margine inferiore diritto 0 poco rigonfio, dentellato. - Questo genere comprende forme differen- tissime, per ciò difficili a classificarsi, numerose, tutte viventi nel mare e spe- cialmente nell’ Oceano Indiano. Specie del Genere: Cardita scabrosa, (. crassi - costa, C. carenata, C. si- nuata. ORDINE DEI SIFONATI Nei Sifonati i lobi del mantello sono più o meno uniti; le aperture respi- ratorie sono distintamente separate e molto spesso prolungate in lunghi sifoni. Genere Tridacna: Animale grosso; mantello chiuso; tentacoli labiali fili- formi; bocca molto piccola; piede fornito di un bisso. - Conchiglia a pareti ro- bustissime, solida, equivalve, quasi triangolare; due denti alla cerniera; valve «con solchi diretti a raggi dall’ umbone al margine opposto il quale è a zig zag; legamento esterno, allungato ; impressione muscolare posteriore centrale, bi- forcata in modo che si confonde coll’ impressione occupata dal mantello; quella anteriore è di piccole dimensioni, anch’ essa quasi indistinta. La Tridacna gigas ha una grande conchiglia con rilievi trasversali sulle costole ; le scaglie sono piuttosto corte, ricurve, situate molto vicine le une alle altre; gli intervalli tra i rilievi mancano di striature. Questo mollusco possiede la più grande conchiglia del tipo, tanto che a Parigi, nella chiesa di San Sul- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 18 pizio, due esemplari di questa specie sono adoperati per contenere l’ acqua be- nedetta. La forza del bisso e dei muscoli adduttori è notevole e l’ animale, allorchè impaurito, chiude con grandissima violenza le sue valve; la Tridacna gigantesca abita nell’ oceano Indiano insieme alle altre specie del genere. - L'animale è splendidamente colorito; in esso si osservano l'azzurro, il verde, il giallo, e gli altri colori dell’ iride. - La carne, benchè coriacea, forma uno dei principali nutrimenti degli In- diani. : Specie dei genere: Tridacna gigas, T. elongata, T. squamosa, T. crocea, T. mutica, T. serrifera, T. maculata. Genere Chama: Animale di forma arrotondata, grosso; piede poco svi- luppato; due aperture piccole che somigliano ai principi di un tubo. - Conchiglia a pareti forti, solida, di non grandi dimensioni, attaccata ai corpi sottomarini, irregolare, inequivalve, ad umboli disuguali ravvolti a spira; cerniera con un solo dente piatto, grosso, ripiegato, dentellato leggermente, che corrisponde ad un solco che trovasi nell’ altra valva; le impressioni muscolari hanno grandi dimensioni. Le Chama sono notevoli per la superficie esterna delle valve scagliosa, spinosa, tubercolosa e per la loro forma irregolare. - Stanno fisse ai corpi estra- nei e non sono rare fra i coralli ivi raccolte in gran numero. - Quantunque alcune di esse abitino il Mediterraneo, tuttavia in gran maggioranza sono pro- prie dei mari caldi. - Specie del genere: Chama lazarus, C. gryphoides, C. foliacea. Genere Isocardia: Animale più o meno sferico ; mantello avente i margini ornati di tentacoli sottilissimi ; piede non molto grande, tagliente. Conchiglia globosa, regolare, equivalve, a forma di cuore; talvolta esiste un’ epidermide; umbone spirale; due denti piatti alla cerniera; piccole impressioni muscolari molto allontanate l’ una dall’ altra. L’ Isocardia globulosa con poche altre specie costituisce questo genere di molluschi viventi non solo nei mari dell’ Asia e dell’ Australia, ma anche in quelli d’ Europa. Genere Cardium: Animale molto rigonfio; mantello aperto in grandissima parte, con tentacoli o papille ai margini inferiori; sifoni piuttosto brevi, riuniti, non di rado disuguali; piede di grandi dimensioni, cilindrico, piegato in avanti. - Conchiglia rigonfia e cordiforme, tale cioè che, vista da un lato, sì presenta sotto forma di cuore, equivalve, con costole che dall’umbone si dirigono verso il margine opposto; margini delle valve dentati o pieghettati; ogni valva ha quattro denti alla cerniera due obliqui e due allontanati ai lati; il legamento è piccolissimo. Specie notissima è il Cardium edule, di ‘dimensioni piuttosto piccole, di solito bianco, talvolta rossastro, con 26 costole striate per traverso e con altret- tanti solchi per ciascuna valva. - Vive nel Mediterraneo. - 14 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI I Cardium sono animali molto spesso agili e vivaci che possono saltare ad una altezza notevole per mezzo del piede che è robusto. - Si scavano buche nella sabbia e nel fango. - Costituiscono un importante articolo di nutrimento in molti luoghi. - Si trovano numerosi in tutti i mari. Specie del genere: Cardium edule, C. aculeatum, C. tuberculosum, €. hians, C. Groenlandicum, C. costatum, C. elongatum, C. junonis. Genere Hemicardium : Conchiglia che sembra la metà di un cuore tagliato in due parti da un piano. Costumi analoghi a quelli dei Cardium ; ma esistono pochissime specie delle quali la più nota è l’ Hemicardium Cardissa. Genere Dornax: Animale un po’ compresso, più o meno triangolare; esi- stono appendici filiformi ai margini del mantello; tentacoli labiali grandi; si- foni separati l'uno dall’ altro, lunghi ; il piede è schiacciato. Conchiglia piut- tosto triangolare, compressa, meno alta che lunga, regolare, equivalve; un lato più corto dell’ altro; umboni poco salienti; due denti alla cerniera in ogni valva oppure in una sola; uno o due denti ai lati; legamento esterno, breve, gibboso ; impressioni muscolari arrotondate. È specie Europea il Donax Rugosus riconoscibile per la sua forma a pira- mide triangolare. I Donax si trovano affondati nella sabbia e, come i Cardium, possono sal- tare ad una altezza relativamente grande; si mangiano crudi e cotti. I nostri mari ne contengono varie forme, ma le acque del nuovo conti- nente ne sono di gran lunga più ricche. Specie del genere: Donax rugosus, D. trunculus, D. denticulatus, D. faba, D. spinosus. Genere Cyclas: Conchiglia arrotondata: due denti molto piccoli alla cer- niera e ad ambedue i lati due lamine prominenti che possono essere dentellate ; le due valve sono uguali, fornite di strie trasversali e coperte di un’ epider- mide uniforme di color verdastro: il legamento è esterno. Questi molluschi vivono nelle acque dolci e tutti ì paesi ne posseggono. - Non se ne trovano d'inverno perchè in tale stagione rimangono intorpiditi nel fango; solo all’ avvicinarsi della bella stagione possono essere osservati nelle acque. - Questa specie di letargo, del resto, è propria a tuttii molluschi flu- viatili. Di Cyclas se ne conoscono varie specie tra cui notevoli la ©. rivalis; la C. fontinalis, la C. lacustris, la (. cornea. Genere Cyrena: Conchiglia molto convessa, un poco obliqua o triangolare, coperta d'una epidermide verdastra consumata sugli umboni; tre denti prin- cipali alla cerniera. Le Cyrena, che hanno conchiglia assai grande e rigonfia, sono moiluschi dei fiumi dei paesi tropicali. Specie del genere: Cyrena fluminea, C. coaxans, C. viridis. Genere Cyprina: Conchiglia grossa, solida, ovale o triangolare; cerniera ) RIVISTA: ITALIANA ;DI SCIENZE, NATURALI 15 provvista di tre denti ed inoltre di una lamina laterale; epidermide spessa e bruno-verdastra. La Ciprina Islandica trovasi alle foci dei grandi fiumi dell’ emisfero bo- reale. Genere Corbis: Conchiglia rigonfia, molto solida, priva di epidermide, di poco più lunga che alta, equivalve, con strie longitudinali tagliate da altre strie; cerniera laterale composta di due denti principali e di due lamelle ai lati; le impressioni muscolari sono un po’ allungate. La Corbis Fimbria si distingue per il mantello non ripiegato e per i si- foni brevi. - Questo genere ha ricevuto il nome Corbis per la rassomiglianza che la sua’ conchiglia striata ha con un canestro (in latino detto appunto icorbis). Le specie di questo genere sono piuttosto rare, quindi assai ricercate dai collezionisti ; se ne conoscono pochissime forme. (continua) COSTANTINI ALESSANDRO MATERIALI PER LA FAUNA ENTOMOLOGICA DEL MODENESE E REGGIANO NUOVE FORME DI LEPIDOTTERI Da un lasso di tempo abbastanza lungo non vi è più alcuno che nella provincia di Modena si occupi con qualche interessamento dello studio della Entomologia, spe- cialmente dal lato biologico e geografico. Le collezioni che ci son rimaste, frutto delle diligenti investigazioni fatte in precedenza da distinti collettori, trovansi quasi vutte in stato di completo abbandono, e lentamente ma inesorabilmente si disperdono, si gua- stano. È doloroso ciò se si pensi che con esse va distrutta la preziosa opera dei vari studiosi, che con abnegazione ammirabile si dedicarono al bellissimo ramo della Zoo- logia in pro della illustrazione della patria loro. Ed infatti, dopo i lavori del prof. Fiori (‘), e le note del defunto Ing. Luigi Pozzi (*), nessuno, da quanto a me consta, ha continuato le ricerche dilettevoli invero. Che vi fosse ben dell’ altro da studiare cercherò dimostrare io stesso colla presente nota; la quale contiene l’ enumerazione di tutte le forme nuove pel Modenese, da ag- giungersi alle posteriori contribuzioni. (4) Fiori Dr. AnpREA - Contribuzione allo studio dei Lepid. d. Modenese e Regg. Bull. Soc. Ent. It. anno 1880-1881. Firenze. (*) Pozzi Inc. Luiei - Note Lepidotterologiche. Atti della Società dei Naturalisti. Modena 1892, 16 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Questo materiale, non del tutto esiguo se si tien calcolo delle accurate esplorazioni fatte dai miei Egregi predecessori, è il risultato parziale di poco più di tre anni di caccie fatte da me saltuariamente in disparate località della mia Provincia. 1 mezzi ed il tempo a disposizione mì furono sempre scarsissimi, e se qualcosa ho ottenuto lo devo unicamente alla pissione grandissima che nutro per l' Entomologia. Per cui non mi sottrassi alle fatiche, sovente penose, di un viaggio pedestre affrettato di molti chilometri pur di economizzare sa un ristretto periodo di tempo e poter arrivare così, p. es., ad una sospirata località rinomata per la sua rara fauna insettologica. Poco ebbi dai parecchi dilettanti che conosco. Al Sig. Carlo Luppi debbo poi sen- tite grazie e riconoscenza. Fu Egli che, quando io ancora ero ai primordi, (circa 3 anni fa), mi fu largo di ogni sorta di indicazioni mettendo a mia disposizione i suoi libri e la collezione di farfalle. In seguito e sempre mi fu prodigo di ottimi consigli per la raccolta, la preparazione e conservazione dei materiali, e sempre col più affettuoso disinteressamento. Dall’annesso prospetto risultano i pochi libri di cui io potei servirmi. Ringrazio il Sig. Prof. Rosa, titolare del locale Istituto di Zoologia, per le sue cortesie per- mettendomi di visitare la bella collezione di insetti conservata nello istesso Gabinetto e di servirmi di molte pubblicazioni. Così pure gli Egregi Sigg. Verity, Perlini e Prof. Fiori, che gentilmente mi determinarono buona parte di Lepidotteri, ed ai quali sempre ricorsi in ogni caso difficile. Nelle mie caccie, giova notarlo, non sorpassai mai i confini delle provincie che mi proposi investigare. Del reggiano esplorai raramente ed a tratti soltanto la regione collina dello scandianese ; non battei di quella provincia, sinora, nè le valli nè |’ alto appennino ; del modenese trascurai le basse pianure ove si eccettuino le sole praterie di S. Clemente presso Bastiglia (*). Spero le osservazioni che andrò man mano esponendo non riusciranno sgradite a chi specialmente si applica agli studi faunistici. La distribuzione geografica di talune specie è, a parer mio, abbastanza interessante. Chieggo venia al lettore per le eventuali inesattezze in cui, da novellino qual sono, avessi incorso. La ristrettezza di mezzi e |’ assoluta mancanza di tempo e di libri adatti mi vietarono fare studi più accurati. Tant’ è vero che spessissimo dovetti ricor- rere ad altri per le diagnosi. La mia collezioncella è ostensibile a chiunque desiderasse visitarla. Disponendo di duplicati farò volontieri dei cambi. Atti della Società dei Naturalisti — Modena: annate diverse. Bullettino della Società Entomologica Italiana — Firenze : annate diverse. (4) Mi vi reco ogni primavera per fare ricerca di un ropalocero colà localizzato: la Thais Polyxena, var. Cassandra Hb. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 17 Curò Ing. Antonio - Saggio d’ un Catalogo dei Lepidotteri d’ Italia, ed aggiunte — Firenze 1885 e seg., Tip. Cenniniana. G, de Labonnefon - Description des Lépidoptéres de France. Intermediaire des Bombyculteurs e Entomologistes — Chomerac 1903, Fiori Prof. Andrea - Contribuzione allo studio dei Lepidotteri del Modenese e del Reggiano — Bull. Soc, Ent. It. Firenze 1880 e 1881. Griffini Dr. Achille - Lepidotteri Italiani — Milano 1895 — Hoepli. Hibner s’ und Geyer - Sammlung Eurcpaischer Schmetterlinge — Augsburg 1796 1841. ‘ Pozzi Ing. Luigi - Note Lepidotterologiche — Modena 1892, Atti d. soc. nat. Tognoli Lazzaro - Annotazioni sui Lepidotteri del Modenese e Reggiano — Modena 1878. Annuario d. soc. d. Naturalisti. Verity Roger - New forms and new localities of some Europeau Butterflies — In "The Entomologist ,,. — Londra, Marzo 1904. Verity Roger - Lepidotteri Ropaloceri scoperti recentemente in Toscana, dal ’’ Flo- rentia ,, — Firenze 1903. H. Heinemann - Die Schmetterlinge Deutschlands und der Schweiz — ed. 1859. RHOPALOCERA Pieridae |. Pleris Rapae L. var. LEUCOTERA, Stef. — In un orticello della mia vecchia abi- tazione di Villa S. Caterina, l'anno scorso gran numero di larve delle Rapae commiste a quelle della P. Brassicae L., distruggevano addirittura i cavoli, (Brassica oleracea). Ottenni per allevamento parecchi esemplari indubbiamente riferibili a questa forma e che io non riuscivo a distinguere dalla sp. tipica. Una coppia var. Leucotera spedita- mi dal sig. Verity di Firenze, mi servì per determinare i miei esemplari. 2. Colias Edusa F. ab. MINOR, Failla. — Che esista anche da noi è fuor di dub- bio. lo ne catturai due esemplari : l’ uno nell’ autunno 1901, verso Baggiovara ; 1’ altro presso Modena nell’ agosto del successivo 1902. Lycaenidae 3. THECLA ACACIAE, F. — Nuova specie pel Modenese. Questa fummi gentil mente determinata dal sig. Verity. La cacciai in due esemplari 1° 11 Giugno 1901, presso S. Valentino (Scandianese). La ritengo rara. 4. Polyommatus Dispar Hiv. var. Rutilus Wb., ab. NIGROLINEATA Verity - (New forms and new localities etc.) ‘’ The Entomologist ,, Londra 1903 — Questa bella aberrazione ha descritto il Sig. Verity nel lavoro citato. La presi nel Settembre 1900, in un luogo umido, laddove facevo ottima messe della Dispar Hiv. var. Rutilus Wb. di cui parlo. Circa la sua apparizione fra noi ed alcune particolarità nei caratteri che la farebbero ritenere per la vera Dispar, terrò parola in una ulteriore mia noticina. 5. P. Dorylis Hln. var. FULVIOR y Stef. — È sparsa assieme al tipo in varie 18 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI località tanto al piano che al colle. N° ebbi stupendi esemplari da Castellarano, Monte- gibbio, Maranello, e sempre la raccolsi nei prati freschi dei dintorni di Modena. In una data posizione lungo la via di Vaciglio ogni anno son quasi certo trovarvene. Gli esemplari dell’ apparizione autunnale, secondo me, sarebbero di dimensioni un po’ mi- nori. La femmina tipica parmi più scarsa della sua var. Fulvior. 6. P. Dorylis Hfn. ab, UPOLEUCA Verity. (vedi mem. citata nel ** The Ento- mologist ,,) Questa, direi, sta al Dorylis come la ab. Schmidtii Gerh. sta al Pol. Phlaeas. La cacciai il 80 Giugno presso il Rio S. Marco in Montegibbio. (continua) LUIGI RAGGI LARINGA.. ELA,SYUAnRESGAa Schema di una Conferenza tenuta il 17 Novembre 1903 N (continuazione e fine) * * XK Le aringhe, come il maggior numero dei pesci, appariscono in certe sta- gioni dell’anno in certi paraggi, mentre in altre si trovano in altri luoghi. Queste emigrazioni dei pesci possono essere confrontate con i viaggi regolari ed irregolari degli uccelli. Sappiamo che le aringhe risalgono alla superficie dai loro ricoveri nelle grandi profondità del mare al tempo della riproduzione per deporre le uova; ma lasciamo parlare intorno alla migrazione ed alla propagazione delle arin- ghe un autore competente: « Anderson s’ occupò fin dal 1829 (dice Zaborowski nel suo manuale inti- tolato Le Migrazioni degli animali) delle migrazioni delle aringhe. Secondo lui questi animali avrebbero per patria i mari glaciali del Nord prossimi alla sfera polare; nel mese di marzo essi si raggrupperebbero a centinaia di mi- lioni e discenderebbero in fitte schiere sulle coste dell'Irlanda: là si divide- rebbero in due armate, di cui una visiterebbe i banchi di Terra Nuova ed i golfi dell’ America settentrionale, mentre l’ altra esplorerebbe il mar del Nord. Questa seconda armata si dividerebbe anche essa in due colonne: la prima penetrerebbe nel Mar Baltico pel Sund e per i Belt: la seconda passerebbe lungo le Shetland e le Orcadi, sì ristringerebbe verso la Scozia, e, rasente il capo di Yarmonth, verrebbe ad arricchire le peschiere di Folkastone, Douvres, del Kent e del Sussex. A queste suddivisioni di questa colonna apparterreb- bero i banchi, che mostransi quasi ogni anno in agosto e in settembre sulle coste dell’ Olanda, della Fiandra e della Normandia. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI n 19 « A questa ipotesi si è opposto: primo che le aringhe della Costa di Ame- rica non appartengono alla stessa specie di quella d'Europa e non possono per conseguenza essere ricongiunte ad una stessa corrente emigrante ; secondo che le apparizioni delle aringhe nei nostri mari sono lungi d'avere la regola- rità supposta da Anderson; finalmente, che trovansi in tutte le stagioni sulle nostre coste delle aringhe ben note ai pescatori sotto i nomi di aringhe di fondo, aringhe domestiche ecc. I marinai inoltre hanno osservato da lungo tempo delle interruzioni nelle apparizioni. Secondo Milne Edwards le giovani, nate sulle nostre coste, si ritirano senza dubbio « nelle grandi profondità e si dirigono verso il nord, ove deb- bono trovare in maggior copia i piccoli crostacei e gli altri animaletti di cui si nutrono. In primavera nuovi bisogni li chiamano verso la spiaggia in cerca di acque meno profonde e più calde, ed allora in truppe innumerevoli discen- dono verso il sud: ma giunte nel Baltico, sulle coste dell’ Olanda e fino nella Manica, mon veggonsi riprendere la via del Nord come dovrebbero fare se andassero a svernare sotto i ghiacci del polo, per ricominciare poi nella suc- cessiva primavera il preteso loro viaggio periodico ». Comunque sia in aprile e maggio si cominciano a vedere in numero incalcolabile, in copiosi e folti branchi, che coprono talvolta la superficie del mare per un'estensione di pa- recchie leghe ed hanno parecchie centinaia di piedi di altezza. Indi a poco questi pesci si diffondono sulle coste della Scozia e dell’ Inghilterra, e dalla metà d’ ottobre fin verso la fine dell’anno abbondano nella Manica, special- ‘mente nello stretto di Calais fino alla foce della Penna. In luglio ed agosto restano ordinariamente in alto mare; ma dopo entrano nelle acque poco pro- fonde e cercano un sito conveniente per deporre le loro uova e dimorarvi fino verso il mese di febbraio (‘). i Le prime a deporre le uova sono le aringhe più vecchie; ma sembra che anche la temperatura ed altre circostanze influiscano su questo fenomeno; in certe località trovansi delle aringhe piene d’ uova durante quasi tutto l’ anno. =. Dopo che hanno deposte le uova sono magre e poco buone a mangiarsi. Nel ventre di una sola femmina di mediocri dimensioni se ne trovarono più di 60.000. Si dice che qualche volta la superficie del mare sia per estesi tratti coperta da queste uova, le quali da lungi sembrano segatura di legno. Del resto intorno alla prima età di questi pesci non si hanno che assai incompiute ‘nozioni. * * * Quale spettacolo trovarsi in mezzo al mare e vedere una schiera di aringhe che si avanza sulla superficie dell’ acqua! Bellissimi colori argenteo, di zaffiro ecc., irradiano da quella massa d’acqua lontana, occupata da quell’ immenso (4) Nella Gran Brettagna gli addetti alla pesca dicono i mesi di febbraio e marzo com? il prin- cipale tempo della fregola primaverile e quelli di agosto e di settembre come il tempo preferito in autunno (Brehm). i 20 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI esercito. Pare che colà vi siano tante gemme preziose ('). I vostri occhi non sì stancherebbero mai di guardare quell’ orda di guerrieri che si avanza altera in numero sì sterminato; i vostri orecchi gioirebbero a sentire quel dolce mormorio causato dai piccoli salti che milioni e milioni di aringhe fanno nello stesso momento, fuori dell’acqua per subito ricadere, mormorio che potrebbesi paragonare ad una pioggia in mezzo al mare (?). * *o dk « Intiere popolazioni prendono parte a questa pesca. Dai più remoti lidi della Norvegia fino alla piccola baia di Normandia partono innumerevoli squadre di bastimenti leggeri montati da pescatori norvegesi, svedesi, russi, danesi, olan- desi, inglesi, francesi, vogliosi di prendere la lor parte di un bottino sicuro: mentre vere flotte meno numerose, ma composte di navi di forte stazzatura sì avanzano fino alle Setland e nei mari d’ Islanda. (Figuier) ». Giustamente osserva il Brehm che « l’infima parte che si recano in mare per pescare sono veri pescatori; la gran maggioranza consiste in manà incerte, miscela di contadini, di operai, di marinai, di vagabondi; donde i grandi acci- denti che si producono durante la pesca ». Ciascun bastimento o battello che va a questa pesca è equipaggiato da circa 16 di questi misti pescatori ed è della portata di 60 tonnellate. I mesi preferiti sono giugno e luglio, tempo in cui le aringhe non hanno ancora deposto le uova e quindi sono più grosse, più buone e più cercate. I pescatori poi si accorgono del loro prossimo arrivo dagli uccelli acqua- tici, dai cetacei e dagli squali che precedono le immense schiere e da una luce fosforescente che si vede di notte sui banchi di aringhe, luce prodotta da una materia grassa galleggiante alla superficie dell’ acqua; sanno poi essi che in quei paraggi, ove l’acqua à una temperatura minore di 3 gradi e mezzo, le aringhe non possonvi essere, perchè esse abitano le acque con una temperatu- ra maggiore della sopradetta (). Debbo aggiungere che un telegrafo elettrico è stato messo in esercizio in Norvegia, per avvertire gli abitanti della costa l’ arrivo delle aringhe. Giunti che sono nella stazione di pesca i pescatori gettano le reti, gene- ralmente lontane dalla costa. Sono queste di seta, le più comuni hanno la lunghezza di più di un miglio inglese, le maglie delle quali sono fatte in modo che lasciano passare le più piccole aringhe; quelle di mediocre grandezza, vo- lendo tentare di uscire, vi restano impigliate col capo, non potendo nè retro- cedere perchè ciò è loro impedito dagli opercoli, nè avanzarsi causa delle na- tatoie pettorali che vengono fermate dai fili delle maglie. La parte superiore N di queste reti è trattenuta a galla da sughero o da barili vuoti; la parte in- (4) I pescatori del Nord chiamano tale fenomeno herring blick, silh blick. (2) Gli inglesi chiamano questo suono particolare the play of herrings (il giuoco delle aringhe). (8) Van Bereden. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 21 feriore vien tirata a fondo da pezzi di piombo, da pietre ecc. che tengono tutta la rete immersa verticalmente. La pesca si fa generalmente di notte. Se i pescatori arrivano di notte ai luoghi ove trovansi le aringhe, gettano subito le reti; se arrivano di giorno, comunemente aspettano la sera. Nella notte tutti i battelli accendono un fuoco od un fanale che serve a evitare gli urti possibili cogli altri bastimenti ed anche per attrarre il pesce che accorre al lume e resta preso dalle reti tese. « Quando si crede che la rete sia sufficientemente carica, il che segue in spazio di tempo molto variabile, e sovente brevissimo, perchè Valencennes vide prendere 110,000 aringhe in meno di due ore, si tiran su Je reti (4). Se la forza degli uomini basta, sì tirano a braccia; ma per lo più si adopera l’ar - gano. Alcuni uomini fanno salire la rete bene aperta, e staccano i barili che la fanno galleggiare; altri tolgono dalle. maglie il pesce, ed altri ancora ri- piegano la rete e la ripongono nel boccaporto ove deve stare (Figuier) ». Tratte le aringhe dalle reti e deposte nel battello, sì trasportano più presto che sia possibile a terra, poichè sono assai più saporite quando siano state salate su- bito dopo che sono state prese. Vengono anche adoperate delle reti chiamate driftuetz della lunghezza di 60 e più metri e della altezza di circa 10 metri. Queste vengono calate in mare e ritratte come le precedenti. « Oltre le solite reti, dice il Brehm, si fa uso in Norvegia di reti speciali chiamate wate colle quali si chiudono i fijord o semi dopo che le aringhe sono penetrate. Se ne cattura tuttavia un numero stragrande in una sola volta ». « Oggi giorno la pesca, prosegue il Brehm, si effettua lungo l’intera costa presso Trombjeur e Lindenàs in un modo più regolare: si dispongono ampie nasse capaci di 800000 fino a 1600000 di pesi, ma si applica ancora a pre- ferenza la wate nella quale si prendono, secondo Blom, talvolta parecchie mi- gliaia di tonnellate di pesci, computandole a 24000 pesci caduna. Oggi si rac- colgono annualmente circa 1200000 tonnellate perchè si è alfine imparato a preparare le aringhe in modo conveniente ». Da Una grande quantità di aringhe vengono mangiate fresche e la loro carne è buonissima. La maggior parte però si sala, si affumica per conservarla lungo tempo e per poterla spedire in ogni luogo. I pescatori nordici poi trag- gono dalle aringhe anche l’olio per la preparazione dei cuoi e per bruciare nelle lampade, facendole bollire in grandi caldaie: con tale metodo essi rica- vano circa un litro e mezzo di olio da ogni centinaio di pesci. L'antico metodo di salatura olandese; che è ancora in uso oggidì, consiste nel tagliar loro la testa e nel levar loro le viscere a bordo degli stessi bat- telli pescherecci: lavate in acqua dolce più volte si mettono nella salamoia e (4) Generalmente quest’ operazione si fa all’ alba. Ne ag si ae dat - Cha 22 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI vi si tengono per circa 18 ore; asciugate vengono deposte a strati ‘alternati di pesci e di sale in botte, le quali vengono poscia trasportate a terra. Colà le aringhe vengono di nuovo lavate, di nuovo salate ed indi vengono messe in barili che poscia vengono spediti nelle varie parti del mondo. Così prepa- rate vengono chiamate aringhe nuove se pescate in primavera od in estate; pecs 0 pekels (salate di fresco), se in autunno od in inverno. - L'arte di affumicare e di conciare le aringhe ebbe origine a Dieppe: Da colà tale metodo venne portato nelle varie città commerciali e marittime dei paesi del Nord. Questo metodo consiste nel tagliar loro le branchie, lasciando loro la testa, le uova ed il latte. Lavate in acqua più volte vengono ‘messe nella salamoia ove vi vengono tenute per uno spazio di 24 ore; levate da quel luogo vengono lavate ed appese per la testa od infilzate in bacchette nella cappa del camino, se in poca quantità, altrimenti in luoghi ‘appositi, in ‘ certe camerette, ove viene bruciata della legna, onde asciugarle ed ‘affumi- carle lentamente nel medesimo tempo. Così affumicate vengono chiamate, causa del loro colore, saures e di quelle così preparate le più rinomate e, per con- seguenza le migliori, sono quelle di Yarmouth. « Le varie località ove si fanno le pesche d’aringhe e ‘lo stato’ in cui si prende questo pesce, fecero variare moltissimo i nomi coi quali vengono in- dicate nel commercio. Si dicono aringhe piene quelle che non hanno peranco deposto le uova; poi vi sono le aringhe che hanno da un pezzo le uova ed i latti (harengs gaîs); poi quelle che stanno facendo le uova (harengs boussards); poi visono le salate e bianche (hareng pecs) e quelle sunnotate e conservate nei barili (hareng caques: dal nome dei barili caques). Questi ultimi prodotti vengono in generale dalle grandi pesche che si fanno nei mari del Nord, fin verso le Orcadi. (Figuier) ». Anche tuttora, come per il passato, la pesca delle ‘aringhe è base di alimentazione, fonte di grandi ricchezze, per quei popoli del Nord che si dedicano a questo importante commercio. Inglesi, Scozzesi, Olandesi, Norvegi, Danesi, Svedesi, Russi, Francesi, Americani mandano bastimenti alle stazioni di pesche e tutti ritornano carichi di bottino. Al Labrador vanno'i pescatori degli Stati Uniti d'America. Però oggi solamente l’ Olanda, la Scozia e la Norvegia spediscono le arin- ghe preparate per tutto il mondo. Gli Svedesi, i Danesi ed i Francesi ne pescano molte, ma solo quanto basta al consumo dei loro paesi. * > A dimostrare l’industria dell’ Olanda basta dire che la città di Haardinger (Rotterdam) è tutta dedita a questo ricco commercio impiegando da sola circa la metà dei bastimenti olandesi che vanno a detta pesca ('). Altro porto im- portante è Sheveningen nel quale annualmente sbarcano da 20 a-25 milioni (4) La flottiglia olandese per la pesca delle aringhe oggidì è composta di più di 200 bastimenti, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 23 di aringhe. La piazza del mercato di questa città è ingombra di carrette piene di aringhe messe in vendita. (Reclus). La Norvegia sebbene vada scemando in questa pesca, cattura aringhe sulle coste norvegesi che si stendono da Bergen a Stananger e aringhe primaverili sulle coste estendentisi da Cristiansano a Stanvéger. Probabilmente ogni anno sì pescano in quei paraggi circa 300,000,000 di aringhe. Passando alla Francia, il primato della pesca e del commercio delle aringhe appartiene a Boulogne ; dopo di Boulogne il porto più commerciante in tale in- dustria, è Fécamp che rivaleggia con Boulogne: dopo questi due porti impor- tanti si annoverano quelli di Dieppe, la città che insegnò alle sue compagne del Nord il metodo di affumicare e conciare le aringhe, S. Valery-en-Caux e S. Valery-sur-Somme ; di minore importanza, sono quelli di Calais e di La Havre. I pescatori di aringhe di Boulogne, e di Fécamp fanno 6 viaggi compresi nei paraggi situati fra le foci della Senna e le isole Setland. sia In conclusione da calcoli approssimativi si ammette che ogni anno si pe- scano, sulle coste Europee, 10 mila milioni di aringhe e che solamente in Francia il valore di questo commercio ascenda a più di 4 milioni di lire. E con Brehm dico che « si paragona con ragione la pesca dell’ aringa ad un giorno di fortuna. In un anno produce enormi benefici, nell’ altro com- pensa appena le spese ». ran _— <«—«<%"%"%"< RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili Autori, od Editori. L’Amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali ésegnato il costo, ed anche le altre se possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda, cent. 30 per la francatura della corrispondenza. Per gli abbonati e le opere dell’ estero, aumentano le spese postali. Desiderando risposta scrivere in cartolina doppia. ——__— cor _—_ RUGGERO PANEBIANCO. Trattato di Cristallografia morfologica. - Padova, 1904-1905. (esce in fascicoli di 16 pagine, al prezzo di L. 0,30 al fascicolo, rivolgersi all’ Autore). Esaurito ormai da un pezzo il suo Trattato di Cristallografia pubblicato nel 1887, il Prof. Pa- nebianco ha ora iniziata la pubblicazione di questo nuovo Trattato, del quale sono usciti fino ad oggi 8 fascicoli (cioè 128 pagine). Dopo i classici Elementi del Sella, in Italia non sono stati pubblicati trattati di Cristallografia, se si eccettuano i manualetti ad uso delle seuole medie e quello del Sansoni, edito dall’ Hoepli. Il primo vero trattato italiano, ad uso delle Scuole superiori, è quello del Panebianco, che ora rivede la luce completamente rifatto e assai migliorato, specialmente nel metodo e nella forma. Il nome del Panebianco, allievo dello Struever, ordinario di Mineralogia da parecchi anni nell’ Università di Padova, autore di tanti pregiati lavori e direttore dell’ unica « Rivista italiana di Mineralogia e Cristallografia », è troppo noto ai mineralisti ed ai cristallografi in particolare. Ma 24 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI può essere che non a tutti gli insegnanti delle scuole secondarie siano note le sue opere, e spe- cialmente questa sua recente pubblicazione. Questa, oltre ad essere un ottimo e completo trattato di Cristallografia adatto a chi si dedica agli studi cristallografici e possiede le necessarie cogni= zioni matematiche, è disposta ed ordinata nelle sue parti in modo, che anche l'insegnante di scuole medie, e gli alunni stessi, possono giovarsene, seguendo la sola parte scritta in caratterì pìù grandi, la quale non richiede altra coltura matematica che quella, che si acquista nelle scuole secondarie inferiori. Raccomandiamo quindi il libro specialmente ai professori dei Licei e degli Istituti tecnici. > A. P. BETTONI G. Intorno a due nuove specie di pesci recentemente introdotte nelle acque Bresciane. (Brescia, 1904. Dagli Atti del Convegno degli Aquicultori italiani te- nutosi il 12-13 Settembre. Estr. di pag. 20 in-8.) L' Illustre A. tratta particolarmente di quanto è stato fatto, con crescente successo, per im- mettere nelle acque pubbliche della provincia di Brescia due nuove specie di pesci provenienti dall'Estero : I coregoni dei laghi della Svizzera e la Trota arcobaleno del Nord America. La pregiata memoria è corredata da 3 tavole in cuì sono figurati in cromolitografia 2 tipi di Coregoni (C. bianco e C. azzurro) e la Trota arcobaleno. CAMERANO prof. LORENZO. I manoscritti di Franco Andrea Bonelli. (Roma, 1904. Dalla storia delle Scienze fisiche mat., nat. e mediche. Sezione VIII. Estr. dal vol. XII, pag. 9 in-8) i L'illustre A. si occupa quì di Franco Andrea Bonelli il quale, come appare dai numerosi ma- noscritti che ora il Museo Zoologico di Torino possiede per la generosità del senatore generale Cesare Bonelli, figlio dell’ illustre naturalista piemontese, più compiutamente di tutti gli altrì na- turalisti, accolse le teorie lamarckiane e le insegnò dalla cattedra dell'Università di Torino per uno spazio di 19 anni. L' illustre A. pone fine alla nota dando l’ elenco delle carte Bonelliane che si riferiscono alle teorie del Lamarck e che si conservano nel R. Museo di Zoologia e di Anatomia comparata di Torino. i MANTERO GIACOMO. Descrizione di tre nuove specie di Bracoridi del genere Rhogas Nees raccolte nell’ Africa orientale. (Genova, 1905. Dagli Annali del Museo Civ. di St. nat. Serie 3, vol. I (XLI). Estr. di pag. 4 in-8). L’ Egregio A. descrive 3 specie africane del genere Rhogas che si conservano nella collezione del Museo Civico di Genova. Esse sono: ; 1). R. Ruspoli m., n. sp. della Somalia. Un solo esemplare raccolto durante l' ultima spedi- zione di Don Eugenio dei Principi Ruspoli, alla cuì memoria la specie è dedicata. 2). R. Citernii m. n. sp. della Somalia. Un solo esemplare raccolto nel 1903 lungo la via fra Gallacaio e Bohotle dall' Egregio Capitano Carlo Citerni, uno dei superstiti gloriosi dell’ ultima spedizione Bottego. 3). R. Scioensis m., n. sp. dello Scioa. L'unico esemplare (molto probabilmente g? non essendo stato possibile all’ Egregio A. trovare traccia di terebra) fu raccolto dal Dott. V. Ragazzi nel Luglio 1887 nella stazione italiana di Let Marefia, nello Scioa. MANTERO GIACOMO. Materiale per una fauna dell’ Arcipelago toscano (Isola del Giglio). Tre nuovi Imenotteri ed un caso di melanismo. (Genova, 1905. Ibidem. Estr. di pag. 6. in-8). Nel ricchissimo materiale imenotterologico dell'Isola del Giglio, radunato con rara diligenza dal Marchese Senatore Giacomo Doria l’Egregio A. osservò un piccolo Braconide attero che presenta un marcato mimetismo con taluni Ieneumonidi del genere Pesomachus. Ma un esame più accurato gli fece bentosto conoscere che tale imenottero spettava alla famiglia dei Braconidi sebbene non po- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 25 tesse riferirsi a nessuno dei generi finora descritti. Di ciò ebbe conferma dal rimpianto valente specialista Rev. T. A. Marshall il quale visto l’ esemplare (/schnopus bituberculatus, n. sp.) inviò all’ Egregio A. la descrizione. del medesimo riferita in questa memoria e seguita da alcune aggiunte dell'Egregio A. Egli fa seguire la descrizione (favoritagli dal prof. Emery) di una nuova varietà di formica dell’ Isola del Giglio (Leptothorax tuberum F.) e quella di una nuova specie (Pompilus Doriae m., n. sp.), nonchè un cenno su un caso inedito di melanismo riscontrato in un Criside (Hedyehridium minutum Lep. var. reticulatum Ab.) LARGAIOLLI dott. V. Le Diatomee del Trentino. (Trento, 1904. Dalla Rivista Tri- dentum. Fasc. IX. Estr. di pag. 7 in-8). Quì studia quelle del lago di Cavedine. In tutte sono 67 specie di Diatomee. Sono messe tra parentesi quelle trovate dal Corti e non rinvenute dall’ Illustre A.; distinte dal segno * le forme nuove per il lago e con ** le forme nuove per il Trentino. Delle 35 forme nuove per il lago, due lo sono anche per la flora diatomacea del Trentino. Sono specie rare per il Trentino: Excyonema gracile, Eunotia pectinalis, Odontidium har- risonti, Stauroneis dilatata, Campilodiscus noricus e Navicula elliptica. RAGGI LUIGI. Sguardo floristico ai dintorni di Cesena. (Firenze, 1904. Dal Nuovo Giornale botanico. Vol. XI, n. 4. Estr. di pag. 19 in-8). Vengono elencate n. 85 piante appartenenti fra le altre, a tutto il circondario di Cesena, n. 72 (fra cui in maggioranza le dicotiledoni) solamente ai dintorni, n. 103 esclusivamente ai prati, ai luoghi erbosi ecc., n. 140 alla flora moniana, n. 52 (palustri) alle zone risicola e valliva e alla zona delle saline, n. 17 alla pineta di Cervia, n. 76 al littorale cesenate, n. 13 al territorio Bertorinese, n. 125 fra alberi, arbusti ornamentali più diffusi, comprendendovi i cereali, le diverse piante alimentari orticole e le piante arboree coltivate o per i frutti o per le foglie. In fine del lavoro trovasi una bibliografia delle opere di botanica del Cesenate. FUNARO prof. A. e BARBONI dott. I. Sulla lecitina del vino. (Modena, 1904. Dal Pe- riodico Le Stazioni sperimentali agrarie italiane. Estr. di pag. 19 in-8.) Dopo quanto è stato scritto su questo argomento resta sempre a delucidare. 1.° Se la lecitina è un costituente normale e costante del vino. 2.° Se vi è relazione, e quale, fra la quantità di fosforo totale di un vino e il suo contenuto in lecitina. | 3° Se esiste realmente il rapporto affermato fra la ricchezza alcoolica di un vino e il suo con- tenuto in lecitina. 4.° Se vi è relazione o no fra il colore del vino e il suo contenuto in lecitina. 5.° Sarebbe pure interessante ricercare l'origine della lecitina nei vini, e verificare se la polpa delle uve ne contiene e in che proporzioni, per risolvere il giusto dubbio emesso da Rosenstielh. 6.° Se vi è relazione e quale fra i processi di vinificazione e la quantità di lecitina nel vino; giacchè sembra verosimile che una relazione debba esservi, non potendo essere affatto indifferente che il mosto durante la fermentazione stia o no in contatto con le bucce, coi raspi, coi semi. 7.° verificare finalmente se è vero che manchi affatto la lecitina nei vini con alcool aggiunto dopo la fermentazione. Gli Egregi AA. han cercato di risolvere alcune delle varie quistioni, e prima fra tutte quella più importante : se la presenza di lecitina è un caso isolato o poco comune, o se realmente, come è prevedibile, esiste in tutti i vini. Il metodo seguito dagli Egregi AA. per l’ estrazione della leci- tina è quello di Schulze e Lik, che hanno applicato ai vini toscani di provenienza ben conosciuta. I risultati numerici ottenuti dalle determinazioni analitiche indicate sono raccolti in un quadro. Gli Egregi AA. hanno tentato di risolvere il dubbio relativamente all'origine della lecitina, 26 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI nonchè esperimentalmente quello della presenza della lecitina nei vini fatti con mosto cotto e con alcool aggiunto. Riassumendo risulta per gli Egregi AA. assodata la presenza della lecitina in tutti î vini ed anche in quantità non disprezzabile, tale che debba esercitare la sua azione nella nutrizione. Risulta pure dai loro studi che nessun vino sarebbe escluso; che anzi vini rossi comuni da pasto contengono lecitina anche in maggior proporzione dei vini bianchi e scelti. L'origine della lecitina non vuole essere ricercata esclusivamente nei semi dell'uva, essendo dimostrato sperimentalmente dagli Egregi AA. la sua presenza nella polpa del frutto. Come si vede adunque i risultati dagli Egregi AA. ottenuti costituiscono un valevole contributo di cognizioni che hanno non scarsa importanza così dal lato fisiologico come igienico. +: MELI R. Sulla costituzione geologica del Monte Palatino in Roma. -(Roma, 1903. Dal Boll. d. Soc. Geol. Ital., Vol. XXII, Fase. III. Estr. di pag. 27 in-8). Premesse per ordine di data le scarse notizie pubblicate da varî AA. intorno alla geologia del suolo romano, che si ri- feriscono al Palatino, l’ Illustre A. passa a stabilire che le rocce che s'incontrano per successione dal basse in alto nella sopradetta località sono costituite : 1.° Di tufo granulare, con una potenza scoperta di m. 2,30 la quale presenta tagli verticali eseguiti dalla mano dell’uomo. 2.° Di materiale tufaceo, argilloso, giallastro, disgregabile con numerose traccie di vegetali, della potenza di m. 1,20. 3.° Di sabbie di indole fluviale con ciottolini e ghiaietta calcarea e di silice. 4. Di sabbia giallastra alquanto marnosa, a debole coesione. 5.° Di banco di tufo litoide bruno-rossastro, o giallo-lionato, analogo a quello che si vede di faccia, nella Rupe Tarpea al lato S. del Campidoglio. Per l*archeologia e la topografia antica del Palatino 1’ Illustre A. dice che è da sperare che dalle attuali: escavazioni che si fanno in esso possa venire ritrovata la grotta del Luparcale. L' Illustre A. tenuto conto che la costituzione geologica del Palatino risulta analoga a quella delle altre colline di Roma sulla riva sinistra, Egli ritiene che, come in quelle, così anche nel Palatino abbiano ad incontrarsi rocce con fossili continentali e d’acqua dolce, e specialmente marne ed argille d’ acqua dolce sottostanti ai primi tufi granulari. MELI prof. R. Breve relazione delle escursioni geologiche eseguite con gli al- lievi-ingegneri della R. Scuola d’ Applicazione di Roma nell’anno scolastico 1903- 1904. (Roma, 1904. Tip. Capitolina D. Battarelli. Pag. 14 in-16). Contiene i risultati. di tre gite: la 1.2 fatta il 28 marzo, la 22 il 17-18 aprile, la 3.8 il 15 maggio 1904 dagli allievi-ingegneri della seconda classe della R. Scuola d’ Applicazione di Roma. Nella 1.8; condotti dai proff. Meli, Giorgis e dall’assistente ing. Anastasi, si recarono a Terni a visitare gli stabilimenti industriali ed eseguirono una gita geologica nei dintorni. Nella 2.2, in gran parte geologica, accompagnati dal medesimo prof. Meli e dagli assistenti ing. Giovannoni e dott. Gallo, visitarono le cave di travertino dette « Le Fosse » nella pianura Tiburtina; Tivoli ed i suoi stabilimenti industriali; Subiaco e le cave di calcare cretaceo del Monte Affilano. Nella 3.2, esclusivamente geologica, furono condotti del ridetto prof. Meli agli estinti vulcani del Lazio, con l'itinerario: Albano = Ariccia - Galloro - Genzano - Nemi e viceversa. MELI ROMOLO. Brevi notizie sulle Rocce che si riscontrano nell’ Abruzzo lungo il percorso dell'antica via Valeria.nel tratto Arsoli - Carsoli - Sante Marie ‘ Tagliacozzo - Avezzano - Forca Caruso - Collarmele. (Roma, 1904. Dal Boll. d. Soc. Geol, Ital, Vol. XXIII, Fasc. I. Estr. di pag. 8 in-8). Espone il parere di diversi geologi intorno alla formazione dei terreni delle sullodate località, formazione della quale sin dal 1880 sì occupò l’ Illustre A. Conchiude che dopo la comunicazione del peN RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 27 prof. Lupi, rimarrebbe accertato che nella medesima si ritrova anche il miocene, rappresentato da calcari sabbiosi a glauconite racchiudenti Fauna mincenica presso Tagliacozzo. Resterebbe ora a delimitare le aree di questi calcari sabbiosi, glauconiferi del miocene e s0- ‘pratutto i rapporti stratigrafici e la tettonica tra essi ed i calcari più antichi e lo arenarie. MELI ROMOLO. Escursione geologica sul Littorale di Nettuno. (Roma, 1904. Ibi- dem. Estr. di pag. 8 in-8). Troviamo descritta una gita d’ escursione progettata dalla Spettabile Soc. Geologica Italiana ed eseguita il 15 Febbraio 1904 sulla spiaggia di Nettuno coll’ itinerario: Nettuno - S. Rocco - Fo- glino - Grottaccie e viceversa, andando poi da Nettuno ad Anzio, Presero parte alla medesima, l° illustre A., presidente della Soc. Geol. ital., il segretario, egre- gio prof. Neviani ed i soci egregi Sigg. E. Clerici ed E. Mattirolo. Raccolsero sulla spiaggia dopo il ponte di Foglino i gusci dei seguenti molluschi : Pholas dactylus Lin. in valve staccate; assai frequente. » candida Lin. molto più rara della specie precedente. Donax trunculus Lin. abbondante. Pectunculus violascens Lemk. abbondante. CardiumLamarckit Reeve abbondante. Spondylus gaederopus Lin. in valve frammentarie logorate. Mytilus gallo-provinciatis Lamk. Frammenti di Pinna truncata Phil. e di Avicula tarentina Lamk. Valve di Anomia. Lima inflata Chemn. Ostraa (valve di mediocre grandezza). Murex brandaris Lin. un esemplare logorato. Triton nodiferum Lin. frammenti di un grande esemplare. ». corrugatum Lamk. esemplare logorato. Sepia officinalis auct. (n. Lin.) = S. Fillioux Lafont (conchiglie interne). Loligo vulgaris Lamk. = L. mediterranea Targ.-Tozz. Raccolsero anche numerosi resti di Lepas anatifera Lin. = Anatifera laevis auct. Velella spirans Eschsch. e campioni di Schizoporella spongites Pallas (Cellepora). L' Egregio prof. Neviani. raccolse pure una estesa colonia di .Pedicellina. cernua Pallas (Bra- chionus), per la prima volta ritrovata lungo il littorale romano. Gli escursionisti recatisi ad Anzio visitarono il porto Innocenziano, la moderna. protrazione del molo, e la costa @ falaise nel tratto Nettuno-Anzio, costituita da strati inabissati di. Macco, ricchi di belli Echinodermi [.Spatangus, Dorocidaris, Echinus, Sphaerechinus granularis (Lamk.), Echinocyamus pusillus (Mill.), Schiza- ster, ecc.]. MELI prof. ROMOLO. Materiali per una bibliografia scientifica del Littorale -Romano compreso tra la foce dell’Incastro presso Ardea e la foce del fiume Astura. (Roma, 1904. Ibidem. Fasc. IT. Estr. di pag. 90 in-8). Il presente elenco deve riguardarsi quale primo materiale per una bibliografia scientifica della regione che comprende la striscia di spiaggia romana in parola. Sonvi \indicate in n. di 251 le pubblicazioni riguardanti la. Mineralogia ; la Geologia (nel senso lato del vocabolo, ineludendovi, cioè: Litologia e Petrografia, Sismologia e bradisismi); la Paleontologia ; la Paletnologia ; la Geo- fisica (corrosione della costa; insabbiamento; magnetismo! terrestre); le acque correnti; le acque potabili e minerali; la Zoologia (specialmente i molluschi marini). ‘ L’ Illustre A. ha-trulasciato di citare la letteratura che si riferisce alla-botanica della suddet- ta regione, mandando per questo ramo della Storia Naturale all’ interessante lavoro del prof. R. 28 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Pirotta e dott. E. Chiovenda e così pure la letteratura generale, specialmente quella che sì riferi- sce all’ Ingegneria, alla Storia, all’ Archeologia, Pubblicazioni scientifiche del conte prof. NAPOLEONE PASSERINI. (Scandicci, 1901. Istituto Agrario. Pag. 35 in-8). Il presente Indice bibliografico contenente soltanto i lavori originali dell’ Illustre Conte Pas- serini, è stato compilato dagl' Insegnanti dell’ Istituto Agrario di Scandicci, i quali bau posto in principio del medesimo una bellissima dedica che cì piace riportare per intero: «All’Illustre conte professore = Napoleone Passerini= nel ventesimo anno di vita dell'Isti- tuto Agrario di Scandicci da lui fondato e diretto questo = Indice Bibliografico = prova mirabile del suo spirito innestigatore e della sua grande operosità gl’ insegnanti dell’ Istituto offrono ». GHIDINI ANGELO. I Chirotteri Ticinesi. A proposito di una specie nuova per il Cantone. (Locarno, 1904. Dal Boll. d. Soc. tic. di Sc. nat. Anno I, N. 5-6 Estr. di pag. 4 in-8). La muova specie descritta dall’ Esregio A. è il Vesperugo Leisleri, Kiihl che fu trovata in buchi d'alberi al Generoso, dal sig. Pietro Fontana a Chiasso, mentre questi faceva delle escursioni en- tomologiche. L' Egregio A. dà poi l'elenco delle specie di chirotteri sin qui trovati nel Ct. Ticino, che mentre prima erano in numero di 7, come trovasi indicato dall’ Illustre Prof. Pavesi nei suoi « Materiali per una Fauna Ct. Ticino », ora vengono accertate in numero di 13,le quali sono: Rhinolophus hypposideros Bechstein, RA. ferrum equinum Schreber, Plecotus auratur L., Ve- spertilio serotinus Schreber, V. noctula Schreber, V. Leislteri Kuhl, V. pipistrellus Schreber. V. abramus Temm., V. Kuhlii Natterer, Myotis Capaccinii Bonap., M. daubentoni Leisler, M. (? Be. chsteîni Leisler, M. myotis Bechstein (murinus Schreb. nec L.). Le specie di Chirotteri note (*/, 1903) sono 750 (di cui 33 fossili) le europee (viventi) sono 28 29 (più 5 o 6 varietà). Nella Svizzera se ne trovarono 25 specie, e 23 o 24 in Italia. MANICARDI. Dott. CESARE Conservazione dei prodotti agrari. (Un vol. di pag. XV-220. Ulrico Hoepli, Milano, 1905. — L. 2,950). / Le biblioteche diverse, ricche di pregevoli volumi riguardanti i singoli rami della scienza agra- ria, mancavano di uno importantissimo che trattasse in modo chiaro e preciso della conservazione dei prodotti. Molte note e molti lavori sparsi esistevano, ma appuato per essere tali, non potevano in aleun modo'essere a conoscenza del pratico agricoltore. Un volumetto alla portata di tutti che contenesse i cardini fondamentali della conservazione dei singoli prodotti, si rendeva necessario, giacchè, se è ammissibile che l’ agricoltore non sappia trarre dalle sue terre il massimo di prodotto non deve assolutamente verificarsi il fatto che egli non sappia conservare questi prodotti. Vero è che ‘la conservazione ha avuto origine dalla origine stessa dei prodotti, ma è altrettanto vero che diversi sono i modi di conservazione, dei quali alcuni imperfetti e primordiali al punto da deprez- zare enormemente la sostanza in conservazione. Il Dott. Manicardi, in questo volumetto pregevolissimo, specie per il fatto di riunire in poco spazio molte cose utili, tratta della conservazione di quasi tutti i prodotti del suolo, facendo in testa ad ognuno di essi l’ elenco dei parassiti e cause nemiche che danneggiano il prodotto, indi espo- nendo i diversi metodi conservativi daì più antichi ai recentissimi e razionali. Il lavoro, a nostro modo di vedere, è completo sotto tutti i rapporti e, senza tema di errare, possiamo dire che riempie una larga lacuna nella biblioteca dell’ agricoltore pratico: noi ci auguriamo perciò che esso incontri l'accoglienza che sì merita, e che tutti i produttori della terra sappiano dalla lettura di queste utili norme ritrarre i maggiori vantaggi. Siena, Tip, e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri E, BOZZINI, gerente responsabile po: Titoli delle Memorie da ritagliarsi per lo schedario scientifico 1 Pubblicazioni del 1903 Botanica, Paleofitologia - Agricoltura Alinari A. Sull’ analisi spettrografica utilizzata per la fotografia. (Firenze, 1903. Bull. d. Sce. Bot. Ital. n. 2.3, pag. 75-79). Arcangeli G. Sopra alcuni funghi e sopra un caso di gigantismo. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 2-3, pag. 57-61). Baccarini P. Presentazione di piante raccolte dalla spe- dizione di S. A. il Duca degli Abruzzi al- l’ isola Rodolfo. (Proc. verb.) (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 2-3, pag. 88). Balsamo F. Primo elenco delle Diatomee del Golfo di Napoli. (Napoli, 1903. Boll. d. Soc. di Natu- ralisti S. I, vol. XVII, pag. 228-241). Barsali E. Conspectus Hymenomycetum Agri Pisani. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 1, pag. 11-22). Casali C. Specie nuove per la flora del Reggiano, (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 2- 3, pag. 73-75). Gecconi G. Zoocecidi della Sardegna. Avellino, 1903, Marcellia. Riv. Intern. di Cecidologia. Vol. II, Fasc, II e seg.) Del Guercio dott. Ciacomo Intorno ad alcune osservazioni di biologia “graria. (Firenze, 1903. Atti d. R. Accad. ei Georgofili. Vol. XXVI, disp. 3, pag. 325- 39). De Rosa F. Su di un Muscari ed un’ Orchis a fiori bianchi. Nota. (Napoli, 1903. Boll. d. Soc. di Naturalisti. S. I, vol. XVII, pag. 213-218, con tav.). Ferrari cav. prof. Prospero Le varietà locali di frumento del circon- Bartolommei Gioli dott. Gino La colonizzazione agricola dell’ Eritrea. (Firenze, 1903. Atti d. R. Accad. dei Geor- gofili, Vol. XXVI. Disp. 1-2). Beguinot A. Ricerche intorno a Digitalis lutea L. e D. micrantha Roth nella Flora italiana. (Firen- ze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 1, pag. 43- 48). dario di Firenze e la scelta razionale del se- me. (Firenze, 1903. Atti d. R. Accad. dei Georgofili, Vol. XXVI, Disp. 1-2, pag. 150- 213). Fiori Adr. Sulla presenza di Carlina Fontanesti in Sardegna e Corsica. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 2.3, pag. 61-65). Fiorl Adr. Beguinot A. Galium margaritaceum Kerner, ed il suo diritto di cittadinanza in Italia. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 2-3, pag. 89.96). Bolzon P. Contribuzione alla flora Veneta. Nota de- cima. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. ital. n. 1, pag. 33-39). Bolzon P. Aggiunte alla Flora della provincia di Pa- ma. Nota prima. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 1, pag. 39-43). Bottini A. Sulla flora briologica dell'Arcipelago tosca- no (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 1, pag. 6-10). Sopra a due esemplari di Carduus acicu- laris di Toscana (Proc. verb.). (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 2-3, Pag. 65-66). Geremicca M. Sopra un caso teratologico del pistillo di Zea Mays L. Nota. (Napoli, 1903. Boll. d. Soc. di Naturalisti S. I, vol. XVII, pag. 242-244, con 3 fig.) Goiran A. Le rose del Veronese. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 2-3, e seg.) Macchiati L. Replica alla critica del sig. dott. Gino Pol- laeci «Sulla fotosintesi fuori dell’ organismo e sul suo primo prodotto». (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 2-3, pag. 83-87). Mansueto Vincenzo L’ arte alla lavorazione e combinazione dei fiori. (Palermo, 1903. Dal Boll. d. Soc. Orti- | cola di Mutuo Soccorso. Fasc. I e seg.) He Asd: cnigot Ò DERE RONAI PTT 8 FIA NINIe eg Patt. pate. inse A Ario protk ca) Titoli delle Memorie da ritagliarsi per lo schedario scientifico 2 Marcello L. Terzo contributo allo studio della flora ca- vese. (Napoli, 1903. Boll. d. Soc. di Natura- listi S. I, vol. XVII, Pag. 17-40). Marcello L. Sopra alcuni casi di teratologia vegetale. Nota. (Napoli, 1903. Boll. d. Soc. di Natu- ralisti S. I, vol. XVII, pag. 41-44, con 2 figure). Riccobono Vincenzo Di alcune Palme rare fiorite in piena ter- ra nel R. Orto Botanico di Palermo. (Paler- mo, 1903. Dal Boll. d. Soc. Orticola di Mu- tuo Soccorso. Fasc. I. e seg.) Masoni dott. Giulio Sulla cosidetta « Caloria » lasciata nel terreno dalla medica nella Bassa Valle del Serchio. Studio preliminare. (Firenze, 1903. Atti d. R. Accad. dei Georgofili, vol. XXVI, Disp. 3, pag. 244 266). Montanari dott. Carlo e Masoni dott. G. Quantità di azoto nitrico che si trova in terreni coltivati con frumento ed erba medica durante il periodo vegetativo. (Fi- renze, 1903. Atti d. R. Accad. dei Georgo- fili vol. XXVI, Disp. 3, pag. 267-275). Montanari dott. Carlo Rapida determinazione dell'azoto nitrico nei terreni. (Firenze, 1903. Atti d. R. Accad. dei Georgofili, vol. XXVI, Disp. 3, pag. 321- 324). Passerini prof. Napoleone Sulla ‘vinificazione con mosto sterilizzato mediante solfiti e con fermenti adattati al mezzo solforoso. (Firenze, 1903. Atti d. R. Accad. dei Georgofili, vol XXVI, Disp. 3, pag. 295-299). Rippa G. Osservazioni biologiche sulla Salpichroma rhomboidea Miers. (Napoli, 1903. Boll. d. Soc. di Naturalisti S. I, vol. XVII, pag. 83- 85). Sestini prof. Fausto Formazione di acidonitrosonell’aria confina - ta nel terreno agrario e nitrificazione per pro- cesso chimico nel suolo e sua importanza agra - ria. (Firenze, 1903. Atti d. R. Accad dei Geor- gofili, vol. XXVI, Disp. 8, pag. 340-50). Sommier S. Alcune osservazioni sul genere Chrysurus, a proposito del C. paradoxus. (Firenze, 1903. Bul. d. Soc. Bot. ital. n. 1, pag. 22-33). Sommier S. Parole in morte del socio A. N. Berlese. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 2-3, pag. 55-57). Passerini prof. Napoleone Sopra la aderenza della poltiglia cupro-cal- cica alle foglie delle viti. (Firenze, 1903. Atti d. R. Accad. dei Georgofili Vol. XXVI, Disp. 3, pag. 300-304). Poggi Tito Le cattedre ambulanti d’ agricoltura in Italia. Loro origine e scopi. (Venezia, 1903. Atti d. Reale Ist. Veneto di Sc. Lett. ed Arti. Tomo LXII, Parte I, pag. 909-935). Pollacci G. È Risposta alla nota del prof. Adr. Fiori in- titolata : « Intorno ad una nuova ipotesi sul- l’ assimilazione del carbonio ». (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot, Ital. n. 2-3, pag. 87-89). Tobler dott. Oscar Coltivazione sperimentale della Barbabietola da zucchero (II. Del Grano nel Bietulule e nel Granturcule). (Firenze, 1903. Atti d. R. Accad. dei Georgofili, vol XXVI, Disp. 1-2, pag. 214-221). Tobler dott. Oscar Di alcuni esperimenti sulle viti americane. (Firenze, 1903. Atti d. R. Accad. dei Geor- gofili, vol. XXVI, Disp. 3, pag. 351-372). Prestigiacomo Gaetano Sopra un nuovo ibrido di Pelargonium zonale. (Palermo, 1903. Dal Boll. d. Soc. Or- ticola di Mutuo Soccorso. Fasc. I, pag. 3-4). Riccobono Antonino Le piante della Flora siciliana più accon- ce all’ornamento dei giardini. (Palermo, 1903. Dal Boll. d. Soc. Orticola di Mutuo Soccorso. Fasc. I e seg.) Trotter A. Nuovi Zoocecidi della Flora italiana. (A vel- lino, 1903. Marcellia. Riv. Intern. di Ceci- dologia. vol. II, Fasc. I, e seg. con fig.) Trotter A. L’ « Erbarium cecidiologicum» (Avellino, 1903. Marcellia. Riv. Intern. di Cecidologia vol. II, fasc. I e seg.) Trotter A. Miscellanee cecidologiche. (Avellino, 1903. Marcellia Riv. Internaz. di Cecidologia vol. II, fasc. II e seg.) Vaccari L. Alcune forme interessanti di Saxifraghe della Valle d’ Aosta. (Firenze, 1903. Bull. d, Soc. Bot. Ital. n. 23, pag. 66-72). Agli Associati che hanno pagato l'abbonamento dell'annata in corso, previa richiesta, verranno spedite con ribasso di prezzo e franche di porto le seguenti pubblicazioni: Dall’ opera La « Specola ornitica » di Helgoland del Gite, per G. Vallon Pag. 54 in-8. Prezzo L. 150 per L. 1.00. Gli uccelli nidiacei - Allevamento - Edu- cazione - Malattie - Cure di Ronna E. Pag. 58 in-8 L. 1,50 per L. 1,00. Glossario entomologico, corredato del re- gistro Latino-Italiano delle voci citate, redatto da Lu:gi Failla Tedaldi. Pag. 186, formato 8.° grande (con ll tavole) L. 5 per L. 3,90. Avifauna Calabra. Elenco delle specie di uccelli sedentarie e di passaggio in Calabria, di Lucifero Armando. Vol. di pag. 79 in-8. L. 4,00 per L 2,50. La Valtellina ed i Naturalisti. Memo- ria divisa in 6 capitoli: . Generalità, - 2. Zoo- logia - 3. Botanica - 4. Geologia - 5 Minera- logia e litologia - 6. Idrologia e meteorologia. Appendici, per il dott. M. Cermenati. Vol. di 287 pag. in-8. Prezzo L. 3 per l.. 2,50. I Pesci del Trentino e nozioni elementari intorno all'organismo, allo sviluppo ed alla fun- zione della vita del pesce. del dott. V. Larga- îolli in 2 vol. con fig. L. 6,50 per L. 5,50. Carta murale dei Pesci del Trentino com- pilata dal dott. V. Largazolli. Montata L. 2,50 per L. 2,00; non montata L. 2,00 per L. 1,50. Le funzioni della vita, Preliminari. La Riproduzione, del prof. E. Paratore. Pag. 25, formato in 8.° grande, L. 2,00 per L. 1,00. La Geologia agricola e le rocce della provincia di Roma e di Perugia per il dott. G. De Angelis d’ Ossat (1.8 Parte). Pag. 27in-8. L. 1,50 per L, 1,90. Quadri cristallografici per le scuole se- condarie del prof. E. Paratore. 12 pag. L. l per L. 0,40. Monografia illustrata degli uccelli di rapina in Italia del dr. G. Martorelli. Grande volume di 211 pag in-4 con tav. in colori e fig. intercalate nel testo L. 20 per L. 18. Gli uccelli e l’ agricoltura. Osservazioni di G. Fabani L. 0,60 per L. 0,40. Nozioni elementari di storia naturale ad uso delle scuole secondarie, classiche e tecni- che per il prof. A. Neviani- Anatomia, Iisio- logia e Tassinomia animale. Vol. di 440 pag. con 464 fig. L. 3,00 per L. 2, 50. Meccanismo interno ed esterno del volo degli uccelli per il prof. C. Fabani L. 0,60 per L. 0.30. ; Manuel du Naturaliste per A. Granger. Raccolta, preparazione, imbalsamazione, ecc. ece. Pag. 332 con 257 fiv. (1895) L. 4,50 per L. 3,00. L'art d’empailler les petits animaux semplifié par P. Combes. Un vol. con fig. L. 1 | per L. 0,80. Piccolo atlante botanico di 30 tav. con | 258 fig. in colori preceduto da brevi nozioni di Botanica descrittiva per le scuole secondarie del prof. Vincenzo Gasparini. 2.» edizione: mi- gliorata ed accresciuta L. 3,50 per L. 2,50. Catalogo dei Coleotteri d' Italia, com- pilato dal dott. Stefano Bertolini. Pag. 144 in 16.° Prezzo L. 3 per L. 2. Elenco dei Lepidotteri propri soltanto all’ Italia, di Perlni Renato. Pag. 22, formato 8.0 grande. L. 2 per L. l. Analisi istologica delle droghe medici- nali, del prof. Emanuele Paratore. Pag. 14 in-8 L. 1 per L. 0,50, — Monografia dei Colombi. Vade-mecum. el dott. Luigi Raggi. Pag. 14 in-8 grande. - 1,50 per Li I. NERD, Manuel du Lepidopteriste par G. Panis. ‘Catalogo delle specie, caccia, preparazione, clas- sificazione, maniera di allevarli ecc, 320 pag. con figure L. 3,75 per L 3,00. Conseils aux amateurs pour faire une collection de papillons. Classification, pre- paration et conservation. Par. M. Beleze. Con 32 fig. L. 0,80 per L. 0,50. Viaggio in Oriente pel cav. dott. Y. Tassi Pag. 130 L. 1 per L. 0, 40. I funghi mangerecci e velenosi, descri- zione, modo di cucinarli e conservarli. Con 23 tav. colorate, per C. /tossi. Pag. 140 L.. 1,50 per L. 0,80 Sono i piccoli uccelli utili all’agricol- tura? per D. G. Salvadori. Pag. 22. L. 0,50 per 1025: . i La protezione degli animali in rapporto ai loro diritti ingeniti e acquisiti all’ umano consorzio e alle leggi, per il prof. GriWlo Nic- colò L. 2,00 per L. 1,20. Considerazioni sulla intelligenza degli animali per il prof. N. Grillo. Un Vol. di 70 pagine L. 1,10 per L. 0,80. Traverso la Sardegna per il dott. N. Grillo. Vol. di ‘78 pag. L. 1,00 per L. 0,70. Il Mimismo del regno animale per il prof. ©. Socini. Pag. 72 e 5 tav. con molte fig. L. 3,00 per L. 2,00. L'uovo e le sue prime trasformazioni per il dott. Cermenati Mario. Pag. 46 in-8. Prezzo L. 1,00 per L. 0,50. Zootecnia. Pregi e difetti degli animali do- mestici col modo di conoscere l’ età per Cavagna Gaudenzio. Pag. 280 in-8. Prezzo L. 2,00 per L. 1,50. La cultura dell’ Olivo e la estrazione del- l’olio di Passerini Napoleone. Pag. 132 in-8 con figure. Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. Metodo per preparare Tavole murali per la Scuola, del dott. Poli prof. Aser. Pag. 8 in-8 L. 0,50 per L. 0,30. 3 Manuale del trattamento del Cavallo del march. Carlo Costa. Pag. 280 in-8. Prezzo L. 3,00 per L. 2,00. Elementi di Agraria ad uso delle Scuole di Agricoltura del prof. Napoleone Passerini. Pag. 272 in-8 con figure. L. 2,50 per L. 2,00. Elementi di Tassinomia vegetale ed animale del dott. Luig2 Bordi. Pag. 100 in-8. Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. Elementi di Zoologia agraria del dott. Eugenio Bettoni. Pag. 352 in-8. Prezzo L. 3 per L 2,50. Falconeria moderna. Guida pratica per addestrare alla caccia le principali specie di Fal- conidi per A. U. Fzlastori. (2%. Ediz) Pag. 36 in-8 con figure. L. 1;25 per L. 1,00. Migrazioni e Faune pel sac. prof. Cesare Gaffuri. Pag. 255 în-8. L. 2,50 per L. 1,80. Contributo allo studio dei nomi volgari delle piante in Romagna di Raggi Luigi. Pag. 57 in-8. Prezzo L. 2 per L. 1,50. Su l’incrociamento dei venti costanti, del prof. Longo Andrea. Pag. 14 in-8. L. l per L. 0,50. Raccolta, preparazione e conserva- zione in erbario delle piante raccolte. Vade-mecum del dott. L. Raggi. Pag. 7 in-8 L. 1 per L. 0,50. Avifauna del prof. Gasparini con: la dia- guosi di tutte le specie degli uccelli italiani. 296 pag. in 8. L. 5 per L. 2, 90. Cataloghi gratis LABORATORIO: Z0OLOGICO-Z00T0NICO-TASSIDRRMICO E MUSEO DI STORIA NATURALE Ditta Cav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Prezzi correnti gratis Fornitore di molti Musei e Gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi. Specialità ece. 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Alessandro — Bureau'de Po- ste, Cavalese — Caiani Gino — Ferraris Dott. Teodoro — Gabinetto di Fisica e Scienze nat. R. Scuola Tecnica, Casalmaggiore — Gabinetto di Storia nat. R. Liceo Balbo, Casal Monferrato — Gabinetto di Zool. ed Anat. comp. R. Università, Parma — (Griffini Dott. Achille — Guglielmi March. Giulio — Hesse P. — Magretti Dott. Paolo — Mariani Domenico — Meli Prof. Romolo — Mella Conte Carlo — Moro Massimo — Museo Civico, Rovereto — Parvis Ten. Giulio Cesare — Passerini Conte Prof. Napoleone — Poli Prof. Aser — Preside R. Liceo Pareggiato, Biella — Raf- faelli Prof. Doit. G. Carlo — Razzanti Alberto G. — R. Istituto Tecnico Carlo Matteucci, Forlì — R. Liceo Carlo Alberto, Novara — R. Orto Botanico, Ferrara — Rossini Dott. Luigi — Ruggeri Pietro — Scarsini Dott. Francesco — Sanesi Avv. Ranieri — Stossich Prof. Michele. (continua) / 24 /, SS in Conto corrente con la Posta MDH|DMDI| V| A|V Î Uo) = 50, agilis d 12 0.333 50.5 0.2. (0) 0.8 0.367 0.500 0.073 .400 4 6l temporaria . 48 2 6 0.333 50.5 0.5 0 2.5 0.556 0.556 0.278 0.278 2 acutir. 53 temporaria 53 1g 4 3 1.000 54 0.5 0.25 0.25 1.000 1.000 0.500 0.250 3 obtusir da (continua) _______*—*T_-——_—__<_-< RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili Autori, od Editori. L’Amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali é segnato il costo, ed anche le altre se possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda, cent. 30 per la francatura della corrispondenza. Per gli abbonati e le opere dell’ estero, aumentano le spese postali. Desiderando risposta scrivere in cartolina doppia. ——______—_e—>cSkt=—>—=T -———— CAMERANO LORENZO. Antonio Vallisneri e i moderni concetti intorno ai viventi. (Torino, 1905. Dalle Memorie d. Reale Accad, d. Scienze, S. II, Tomo LV. Estr. di pag. 112 in-4). L’ Illustre A. dice che il Vallisneri coi contributi importantissimi da lui portati alla cono- scenza delle leggi che regolano i fenomeni vitali e coi suoi concetti fondamentali intorno al modo di intendere i viventi, venne, non solo a mantenere viva la corrente d' idee determinata in Italia dal Radi, dal Malpighi, ecc., ma l’accrebbe di molto; che il medesimo venne e viene ingiusta- meote dimenticato dagli storici della Zoologia o ricordato solo di sfuggita, mentre l’opera sua pel trionfo del metodo sperimentale negli studi relativi ai viventi fu grande ed efficacissima, e molti dei fatti da lui osservati costituirono un prezioso aumento del patrimonio scientifico. Prima di venire a toccare in modo particolare dei punti più importanti delle opere del Val- lisneri che si riferiscono o al metodo da seguirsi nello studio dei fenomeni della natura, o ai con- ceiti fondamentali di filosofia naturale che possono mettersi a raffronto con quelli odierni, l' Illustre A. ricorda alcune considerazioni intorno al sorgere e al modificarsi delle principali teorie teologicha o scientifiche riguardanti i viventi, dai più antichi tempi al tempo in cuì visse il Vallisneri stesso. L'Illustre A. fa conoscere come il Vallisneri intendesse il modo di studiare i fenomeni della natura; dimostra la larghezza d’idee e la modernità della sua mente, riferisce alcuni brani fra i più significativi riguardanti i suoi concetti di Filosofia naturale. Ricercando quali concetti il Vallisneri avesse intorno alla origine dei viventi, 1’ Illustre A. conchiude che egli seguiva in massima parte l’idea di Sant'Agostino (idea che al suo tempo era accolta da varî teologi e professori di Sacra Scrittura e fra gli altri dal Tonti) cercando in questa teoria sostegno alla sua della non esistenza della generazione spontanea e che “ niuno animale na- sca da sè, ma che tutti siano sviluppi ,,. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 45 Crede opportuno ricordare il concetto dominante del Vallisneri che «gli animali son già perfettamente formati prima ancora che appariscano, e che intanto appariscono, in quanto si svilup- pano » ; fa sapere che in varî luoghi delle sue opere il Vallisneri tratta dei rapporti che corrono fra i varî animali, del fatto che gli uni predano gli altri, dell'equilibrio che ne risulta, dei mezzi che la natura mette in opera per la conservazione delle specie, ecc. L' Illustre A. richiama l’attenzione del Lettore sulla interpretazione che il Vallisneri da del così detto « sputo del Cucco » (Aphrophora spumaria dei moderni); spiega come il Vallisneri in- tendesse la posizione dell’ uomo nella Natura e ì suoi rapporti cogli altri animali ; riporta la lettera < Della vita lunga degli uomini » nella quale il Vallisneri discute « come possa medicamente pro- varsi, o la cagione ritrovare, per la quale gli Uomini antidiluviani ottocento, e mille anni cam- passero, e di vantaggio ancor, se a Dio piace »; fa palese la bella ed interessante dissertazione del Vallisneri « intorno gli effetti del diluvio » e riporta le sue conclusioni in proposito. CAMERANO prof. LORENZO. L’ Abate Giuseppe Olivi e la ‘ Somatometria ,, moderna. (Torino, 1905. Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. N. 484. Pag. 6 in-8). L’ Illustre A. nella suaccennata memoria su « Antonio Vallisneri e i moderni concetti intorno ai viventi » menziona varie delle idee dell’Olivi intorno al modo di intendere i rapporti dei viventi fra di loro, la variabilità dei loro caratteri, l’ azione che suì viventi esercitano le circostanze ece. Quì richiama l’attenzione del Lettore sopra uno speciale capitolo dell’ opera stessa che si collega nettamente colle moderne ricerche somatometriche. Il capitolo è intitolato: « Saggio sulla propor- zionalità trovata nell’ accrescimento de’ Granchi, delle conchiglie e dei Pesci ». MELI prof. ROMOLO. Discorso pronunciato alla Società Geologica Italiana nella seduta inaugurale della Adunanza generale estiva tenutasi in Catania il 17 Settembre 1904. (Roma, 1903, Dal Boll. d. Soc. Geol. Ital., Vol. XXIII. Fase, INI. Estr. di pag. 22 in 8). L’ Illustre A. apre il discorso ricordando che è la 3.8 volta che, nell’ intervallo di 13 anni, la So- cietà Geologica Italiana sceglie come luogo di riunione per le sue Adunanze annuali la splendida regione d’ Italia, la Sicilia. La 1.8 volta, dal 2 al 12 ottobre 1891, la Società sì riunì in Taormina, e, sotto la guida del- l Illustre prof. G. Gemmellaro, di recente rapito alla scienza, all'Italia, ai suoi amministratori ed amici, e con la cooperazione del ch. prof. Giovanni Di Stefano, furono studiati i terreni mesozoici e terziarii, che costituiscono i rilievi montuosi di quella vetusta città; poi salirono sul cratere cen- trale dell’ Etna, e visitarono successivamente Catania, Termini-lmerese, Palermo e la solfara di Lercara-Friddi. Un'altra volta, dal 7 al 17 aprile del 1900, dopo la importante gita alle isole Eolie, fece una breve sfuggita a Palermo, visitandone i suoì ricchi musei, il duomo ed il chiostro di Mon- reale, ed esaminarono il classico giacimento fossilifero del Monte Pellegrino, studiato dal mar- chese di Monterosato. La 3.3 volta si riunisce nella ospitale ed industre città di Catania con un programma vera- mente attraente, redatto sulle indicazioni fornite dal ch. collega prof. Bucca, comprendendovi, oltre l’ ascensione al cratere centrale dell’ Etna, parecchie escursioni in diverse direzioni alla base del vulcano per prendere sommaria cognizione della morfologia; una gita a Siracusa ed alle antiche latomie, scavate nei calcari grossolani sabbiosi del miocene medio (piano Elveziano); una visita ai terreni mio-pliocenici racchiudenti gessi e solfo nella miniera di Trabonella presso Iméra dei signori Nuvolari e Luzzatti. L’ Illustre A. ricorda lo scopo della Società Geologica Italiana che fu costituita per iniziativa di Q. Sella, cui si unirono l'ing. F. Giordano ed il senatore G. Capellini, nel 1881 in Bologna, nell'occasione del II.° Congresso Geologico Internazionale, che ivi si teneva. Fa voti che la Società prosperi sempre rigogliosa per numero e qualità dei soci, per le «ue pubblicazioni, per i suoi lavori scientifici, arrecando così maggiore lustro e decoro alla nostra pa- tria e gareggiando con le altre società estere nel progresso delle scieuze geologiche. 46 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Dice che dopo l' Adunanza invernale, tenutasi in Roma il 14 febbraio dell'anno corrente, la Presidenza, conformemente alla deliberazione presa in quell’ adunanza, si occupò delle pratiche relative alla stampa della Bibliografia generale geologica sull'Italia dai più antichi tempi a tutto l’anno 1900. Rammenta la perdita dei soci dopo l'ultima Adunanza generale estiva: Ing. Michele An- selmo morto in Napoli, l'11 aprile 1904, del prof. ing. Gaetano Tenore di Napoli, uno dei geologi dell’ antica scuola italiana, socio fondatore della Società, e dell’ insigne geologo e paleontologo Gaetano Giorgio Gemmellaro, onore e. vanto di Catania e d’ Italia. Ricorda a titolo d'onore 1° Egregio Segretario, prof. Antonio Neviani, il quale non potè recarsi a quell’ Adunanza a causa della morte del suo ottimo genitore. (Condoglianze sincere da parte di questo Periodico). Ringrazia il Tesoriere della Società, ing. cav. Augusto Statuti per l’ opera sua disinteressata e tanto indefessamente prestata a vantaggio finanziario della Società, il commendatore Bianchi, Direttore generale delle Ferrovie Sicule, per le grandi facilitazioni, che volle concedere ai soci sulla rete siciliana. Esprime da ultimo i sensi del suo grato animo a S. E. l'onorevole Pinchia, Sottosegretario di Stato per la Pubblica Istruzione. che si degnò di onorare di sua presenza l’ Adunanza e al Rettore dell’ Università di Catania che concesse loro il locale. In un elenco, disposto per ordine alfabetico, ricorda i nomi di coloro che scrissero intorno al- la geologia, alla petrografia e alla paleontologia della Sicilia. MELI ROMOLO. Sulla pretesa meteorite di Corchiano nella provincia di Roma. (Roma, 1905. Ibidem. Estr. di pag. 14 in-8). L' Illustre A. dimostra che la pretesa meteorite caduta a Corchiano, nel circondario di Viterbo in provincia di Roma, la sera del 30 luglio 1901 alle ore 20 e 45 minuti non è altro che una scoria nera, racchiudente cristallini di sanidino. Nell'occasione della 1.® gita fatta in quella provincia romana l’ Illustre A. osservò con piacere nei tufi a scorie nere le numerose grotte scavate e le antiche camere sepolcrali, od ipogei, etruschi. & Fabbrica di Roma osservò una roccia, indicata sul luogo col nome volgare di peperino, spettan- te alla famiglia dei tufi, ma che presenta numerosi e frequenti interclusi di calcare cristallino. Lungo i fossetti laterali della via rotabile, che conduce da Fabbrica a Corchiano raccolse una sabbia biancastra, costituita in gran parte da sanidino limpido in frammenti di cristalli, in mezzo alla quale sabbia trovò pure un gruppetto di cristalli di idocrasio di color bruno. Nell’ Italia media, oltre che nei prodotti dei vulcani del Lazio e in quelli di Bracciano, l’idocrasio era stato riscon- trato nei dintorni di Santa Fiora e di Pitigliano. Da Fabbrica recatosi poi a Caprarola osservò un grande ammasso di blocchi, arrotondati, ed accumulati gli uni sugli altri, di leucotefrite a cristalli di leucite, più o meno caolinizzati. L' Iustre A. mentre fa noto che il paese di Corchiano non è finora da segnarsi nel catalogo delle località nelle quali caddero, o si raccolsero meteoriti, riferisce quelle piu recenti cadute sul ter- ritorio della provincia di Roma e che sono: 1474, (senza data precisa). A Viterbo caddero due grosse pietre emananti odori di solfo. 1856, 17 settembre. Caduta di una grossa pietra meteorica avvenuta in mare, presso Civita- vecchia, a pochi passi da un battello. 1872, 31 Agosto. Orvinio sul confine E.N-E. della provincia romana. (Veramente Orvinio iro- vasi nel circondario di Rieti, in proviucia ai Perugia, ma è vicinissimo al confine della provincia di Roma). Fuori dell’attuale territorio della provincia di Roma e sempre nell’area dell’ Italia media, le sadute di pietre meteoriche, del tipo aerolite: 1846; 8 maggio. Monte Milone (Macerata-Marche) 1886, 24 maggio. Assisi (località Torre) 1890, 3 febbraio. Collescipoli (località colle Antifona), presso Terni. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 47 LARGAIOLLI dott. VITTORIO. Notizie fisiche e biologiche sul lago di Cepich in Istria. - Mostruosità del Cavedano. (Parenzo, 1904. Tip. di Gaetano Coana. Pag. 42 in-8). L'Egregio A. rivolge l'attenzione a quel complesso di fatti che dal lato fisico e biologico sono ritenuti più interessanti e degni di singolare considerazione riguardo al lago di Cepich. Enumera 39 specie di Diatomee distribuite in 14 generi rendendo noto che la flora diatomacea del lago è molto maria e ricca: le Naviculaceae e le Nitzschiaceae sono le più riccamente rappre- sentate. Poichè nessun altro scrittore ha fatto cenno della fauna del suddetto lago, così l’ Egregio A. fa seguire l' elenco delle specie dei Protozoi, Celenteratì, Rotatori, Crostacei, Esapodi, Aracnidi, Pesci, Anfibi, Rettili e Uccelli ivi appartenenti. Descrive infine un’ anomalia trovata in un Cavedano giovane (Squalus cephalus (L.) subsp. ca vedanus (Bp.), pesce mostruoso, pescato il giorno 15 Novembre 1903 nel lago. BRIAN dott. ALESSANDRO. Sui Copepodi raccolti nel golfo di Napoli da Oron- zio G. ed Achille Costa. (Napoli, 1905. Annuario del Museo zool. d. R. Univ. Vol. I, n. 24. Pag. 1l, in-8 grande, con 2 tav.) ll materiale che forma parte di questa memoria trovasi nel Museo Zoologico dell’ Ateneo na- poletano, diretto dall’ Illustre prof. Fr. Sav. Monticelli. Componesi principalmente di entomostraci raccolti dal naturalista napoletano 0. G. Costa, nella prima metà del secolo XIX e da suo figlio Achille Costa; quasi tutti appartengono alla fauna del golfo di Napoli, ad eccezione di due forme provenienti da Messina. Alcuni di tali entomostraci furono già descritti come nuovi ed illustrati dall’O. Costa stesso nella sua opera, pregiatissima a’ suoi tempi e tuttora: la « Fauna del Regno di Napoli ». Ecco l'elenco delle specie studiate dall’ Egregio A: Sapvhirina fulgens Costa, Sapphirina salpae Cls, Doropygus pulex Thorell, Gunenotophorus globularis Costa, (Notopterophorus), Caligus trachypteri Kr, Nogagus Latreillei Leach, Cecrops La- treillei Leach, PhyUophora crassa Rich, Philichthys xipiae Steenstr, Philichthys sp, Nemesis me- diterranea Heller, Dichelestium Sturionis Herm, An-horella uncinata Nordm, Brachiella thynni Cuv. Infine della nota cita le memorie più importanti che riguardano unicamente i copepodi elencati. VITALE FRANCESCO. Osservazioni su alcune specie di Rincofori messinesi. (Nota ll) (Palermo, 1905. Dal Naturalista Siciliano, Anno XVII, N. 4 a 8. Estr. di pag. 24 in-8). La benevola accoglienza fatta alla I. Nota, già pubblicata in questo periodico (1902-03), ba in- vogliato l’Egregio A. a continuare i suoi studî nella presente 2.2 noterella in cui tratta di ben 20 forme specifiche, per la maggior parte rare o nuove, di CurculZionidi siciliani. Esse sono: Otiorrhynchus mertdionalis. Gyllenhall, Ot. difficilis Stierlin, Ot. elatior Stierlin, Sitona ». melithensis Reitter, RhinocyIlus v. Olivieri Megerle, Slolatus crinitus Bohm, Gronops lunatus Fab, Hypera cyrta Germar, Hypera oblonga Bohm, Phytonomus v. rufus Bohm, Phytonomus contami- natus Herbst, Phitonomus v. tigrinus Bohm, Notaris scirpî Fab, Rhyncholus culinaris Germar, Ceutorrhynchus italivus Brisout, Ceutorrhynchus melanostictus Marsh, Ceutorrhynchus resedae Marsh, Mecinus circulatus Marsh, Apion Kraatzi Wencher, Apion sedi Germar. Fa seguire l tavola sinottica delle forme specifiche siciliane del Gen. AnzsorryAnchus, conte- nente insetti di difficile studio e di poca attrattiva per l’ entomologo. SEGUENZA LUIGI. Il Geologo in campagna e nel laboratorio. (Milano, 1905. Ed, U. Hoepli. Pag. 305 in 16, con 123 incisioni) (Prezzo L. 3). Nelle osservazioni, nelle ricerche, nelle raccolte che si presentano in un'escursione geologica è necessario avere sempre una guida pratica che contenga le notizie sul modo di preparare. e conservare le varie specie raccolte. Per coloro poi che muovono i primi passi nel campo vastissimo di questi studi è altresì in- VR SRILIE 48 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI dispensabile un libro il quale oltre possedere quei dettagli necessari per il buon esito di una e- scursione geologica, abbia enunciate le nozioni più comuni per ogni singolo ramo della scienza. A ciò corrisponde pienamente l’ ottimo Manuale del Seguenza. PROVENZA dott. GUIDO. Note Zootecniche sui bovini della razza Siciliana. (Catania, 1906. Libreria Ed. Concetto Battiato. Pag. 31 in 16, con fig.). Da alcune notizie sull" o- rigine e sulle sorti della razza bovina siciliana, facendo rilevare quale sono state le vere cause che hanno reso quasi trascurato ìl gran patrimonio del bestiame. Espone, con certo ordine, quanto concerne la razza bovina di quell’isola, in seguito ai dati statigli forniti sia dalla sua esperienza propria come dagli scritti di insigni ‘cultori di zootecnia. Elenco dei donatori e dei doni fatti al Civico Museo di Rovereto dal 1. Gen- naio al 31 Decembre 1904. (Rovereto, 1905. Dal Raccoglitore. Estr. di pag. 8 in-8). La Dire- zione della Società del Museo Civico di Rovereto, interprete di riconoscente sentimento verso tutti quei Signori dei doni e lasciti inviati nell'annata scorsa, nel presentarne l’ elenco, sì augura che essi nell'avvenire non si dimenticheranno di quella patria Istituzione che è diventata ormai un valido mezzo di studio pei prodotti naturali e per la storia di quel paese. PUGLISI M. Sulla trasformazione di alcune piante a foglie sempre verdi. (Roma, 1905. Dai Rend. d. R. Accad. dei Lincei, Classe di sc. fis., mat. e nat. Vol. XIV, Fase. 5. Estr. di pag. 5 in-8). È già da qualche tempo che l’ Egregio A. va occupandosi dello studio della traspirazione vegetale. Ha ora compiuto le sue ricerche su una serie di piante, a foglie persistenti, oriunde quasi tutte del Giappone, quali: Ficus erecta, Thunb, Aucuba japonica Thunb, Fatsia japonica Decne et Planch, Fatsia papyrifera Benth et Hook, Photinia serratula Sieb. et Zucc,, Rhododendron decorum Franch. e coltivate nel R. Giardino Botanico di Roma. L’ Egregio A. fece le sue osservazioni durante i rigori dell'inverno e gli eccessi opposti della estate e ciò nell'interesse di dare ìl rapporto tra i valori dell'attività traspiratoria. Di alcune delle suddette piante, prese in esame, essendo date notizie della loro traspirazione invernale nella recente pubblicazione di Kusano, così l’ Egregio A. ha dato a questo suo lavoro un indirizzo parallelo a quello tenuto dal Botanico giapponese, col fine di poter quindi utilmente istituire qualche confronto tra i suoi dati sperimentali, ottenuti a Tokio, e quelli ricavati da lui a Roma. Quanto ai metodi di misura, l’ Egregio A. ha adottato la prova di Stahl, il notissimo metodo di Garrau e quello del potetometro, avendo per quest’ ultimo, preferito il tipo dato da Mokl, con qualche lieve modificazione. Alla ricerca sperimentale l' Egregio A. ha fatto precedere uno studio morfologico delle piante in questione, ed un accurato esame anatomico delle loro parti verdi traspiranti, con speciale ri- guardo al numero, alla distribuzione e ai singoli caratteri degli apparecchi stomatici. Ha premesso altresì, riportandoli dall’ Annuario statistico italiano (1902), dell’ Ufficio centrale di meteorologia e geodinamica di Roma, delle brevi notizie e dei dati statistici sulla climatologia del Lazio, e par- ticolarmente di Roma, a fine di potere opportunamente interpretare la condotta dei suoi soggetti di studio in funzione colle svariate condizioni d' ambiente. A conclusione dei risultati ottenuti 1° Egregio A. rileva che, salvo le modalità minute, da at- tribuirsi evidentemente alla variabilità nei fattori meteorici e nella attività funzionale delle piante studiate, in queste piante a foglie sempre verdi, la traspirazione va sempre crescendo di energia col progredire dall’ inverno alla stagione calda, e in niun caso non gli è stato fatto notare, neanche sotto gli eccessi del luglio, una riduzione effettiva di quella energia. C— >) Siena, Tip. e Lit. Sordomati di L. Lazzeri E. BOZZINI, gerente responsabile toh CIC DE RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 37 MARIO MORGANA APPUNTI SULLA FLORA DELLA VALLE DEL SACCO (continuazione e fine) —__GC-3 Artocarpacea& 138 — Ficus carica — L. Sp. pl. Syn. (F. communis = Lam.) Coltivato e qua e là spontaneo. Ulmaceae 139 — Ulmus campestris = L. Sp. pl. Syn. (U. glabra = Mill.; U. vulgaris = Pall.) Poligonaceae 140 — Rumex bucephalophorus = L. Sp. pl. Chenopodiaceae 141 — Chenopodium olidum = Curt. FI. lond. Syn. (C. vulvaria = L.; C. foetidum = Lam.) Dianthaceae 142 — Cerastium viscosum = L. Sp. pl. Syn. (C. glutinosum = Fries.; C. obscurum = Chamb. ; €, sylvaticum = Schleich. ; C. triviale = Link.; C. vulgatum = Lam.) 143 — Cerastium arvense = L. Sp. pl. Syn. (Cetuneulus arvensis = Scop.; Stellaria arvensis = S. F. Gray). 144 — Cerastium manticum — L. Sp. pl. Nei campi alle falde di Monte Postilli. 145 — Dianthus caryophullus = L. Sp. pl. 146 — Gypsophila muralis = L. Sp. pl. Syn. (G. agrestis = Pers.; Saponaria muralis = Lam.) 147 — Lychnis flos-cuculi = L. Rp. pl. Syn. (S. laciniata = Lam.) 148 — Lychnis Githago = Lam. Dict. Cyn. (Agrostemma Githago = L). 149 — Stellaria media = Cyr. Char. com. | Syn. (Alsine media = L.; A. avicuarum = La m.; Arenaria vulgaris = Moench; Cerastium medium = Crantz). 150 — Silene gallica = L. Sp. pl. Sxn. (S. villosa = Forsk.) 151 — Silene micaeensis = All. Misc. taur. Syn. (S. villosa = Moench.; S. viscosissima = Ten.) 152 — Silene vespertina = Retz. Obs. 153 — Silene Cucubalus = Wib. Fl. werth. 38 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Lauraceag 154 — Laurus nobilis = L. Sp. pl. Ranunculaceae 155 — Clematis Vitalba — L. Sp. pl. Syn. (C. dumosa = Salisb.; C. scandens = Borckh.; C. sepium = Lam.) 156 — Anemone hortensis = L. Sp. pl. 157 — Anemone coronaria = L. Sp. pl. Monte di Capua. 158 — Anemone apennina = L. Sp. pl. Macchie di S. Rocco. 159 — Anemone nemorosa = L. Sp. pl. Strada di S. Rocco e di S. Antonio. 160 — Ranunculus Ficaria = L. Sp. pl. Syn. (Ficaria ranunculvides = D. €.) 161 - Ranunculus bulbosus = L. Sp. pl. 162 — Ranunculus repens = L. Sp. pl. 163 — Ranunculus lanuginosus = L. Sp. pl. 164 — Ranunculus parviflorus = L. Sp. pl. 165 — Helleborus foetidus = L. Sp. pl. Syn. (Helleboraster foetidus = Moench.) Fosso di Teravalle. 166 — Nigella damascena = L. Sp. pl. Syn. (M. coerulacea = Lam.) 167 — Delphinium Ajacis = L. Sp. pl. 168 — Delphinium Consolida = L. Sp. pl. Syn. (D. segetum = Lam.; D. versicolor = Salisb.) 169 — Adonis autumnalis = L. Sp. pl. Syn. (A. annuus = L.) Papaveraceae 170 — Papaver rhoeas = L. Sp. pl. 171 — Papaver dubium = L. Sp. pl. Fumariacgae 172 — Fumaria officinalis = L. Sp. pl. 173 — Fumaria capreolata = L. Sp. pl. 174 — Fumaria parviflora = Lam. Enc. Syn. (PF. diffusa = Moench.; F. leucantha = Viv.; E. spicata = L.) Gruciferae 175 — Bunias Erucago = L. Sp. pl Syn. (B. vulgaris = Andr.; Erucago campestris = Desv.; Myagrum Erucago = Lam.) aa RIVISTA ITALIANA DI SCIENZH NATURALI 39 176 — Cardamine graeca = L. Sp. pl. Syn. (Pteuroneuron graecum = Dec.) 177 — Cardamine Plumierl = Vill. Syn. (C. thalictroides = AU.; C. glauca = Spr.) 178 — Camelina silvestris = Fr. Mant. 179 — Draba muralis = L. Sp. pl. Syn. (D. nemorosa = All.) 180 — Draba verna = L. Sp. pl. Syn. (Erophila vulgaris = Dec.) 181 — Eruca sativa = Lam. FI. Fr. 182 — lberis saxatilis = L. Am. ac. 183 — Lepidium graminifolium = L. Sp. pl. 184 — Sisymbrium Alliaria = Scop. Carn. Syn. (Erysimum Alliaria = Lin.) 185 — Sisymbrium officinale = Scop. Carn. Syn. (Erysimum officinale = Lin.) 186 — Thlaspi Bursa-pastoris = L. Sp. pl. Syn. (Capsella Bursa-pastoris = Moench.) 187 — Thiaspi perfoliatum = L. Sp. pl. Syn. (7. montanum = Scop.) Violaceae 188 — Viola hirta = L. Sp. pl. 189 — Viola odorata = L. Sp. pl. 190 — Viola tricolor = L. Sp. pl. Syu. (V. arvensis = Murr.; Mnemionu tricolor = Spach) Gristaceae 191 — Cistus salvifolius = L. Sp. pl. 192 — Helianthemum vulgare = Gaertn. Fr. Hypericaceae 193 — Hypericum perforatum = L. Sp. pl. Syn. (H. vulgare = Lam.) Geraniaceae 194 -— Erodium malacoides Willd. Sp. pl. Syn. (Geranium malacoides = L.) 195 — Erodium romanum = L' Herit. Ait. Kew. Syn. (Geranium acaule = L.; G. romanum = L.; G. pinnatifidum = Moench.) 196 — Geranium rotundifolium = L. Sp. pl. Syn. (G. malvaceum = Whlbrg.) 197 — Geranium lucidum = L. Sp. pl. 198 — Geranium Robertianum = L. Sp. pl. 40 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Syn. (G. foetidum = Moench.) 199 — Geranium dissectum = L. Fl. suec. Oxalideae 200 — Oxalis corniculata = L. Sp. pl. Syn. (0. Dilleni = Sieb.) Linaceae 201 — Linum campanulatum = L. Sp. pl. Monte di Capua. Anacardiaceae 202 — Pistacia Terebinthus = L. Sp. pl. Monte di Capua. Sapindaceae 203 .— Acer campestre = L. Sp. pl. Syn. (A. trilobatum = Gilib.) Euphorbiaceae 204 — Buxus sempervirens = L. Sp. pl. Coltivato. 205 — Euphorbia Characias = L. Sp. pl. _ Syn. (Tithymulus purpureus = Lam.) Fosso di Teravalle e Monte Postilli. 206 — Euphorbia helioscopia = L. Sp. pl- Syn. (Tithymalus helioscopius = Lam.) 207 — Mercurlalis annua = L. Sp. pl. Umbelliferae 208 — Scandix Cerefolium = Lin. Sp. pl. Syn. (Anthriscus Cerefolium = Hoff.; Cerefolium sativum = Bess.) 209 — Bupleurum subovatum = Link. Sp. umb. Sy. (B. intermedium = Loisl.; B. protactum = Hffmsg.; B. rotun- difolium = Brot.) Nei coltivati del Monte di Capua. 210 — Daucus grandiflorus = B. et. H. Gen. pl. Syn. (Orlaya grandiflora = Hffm.; Caucalis grandiflora = Lin.) 211 — Eryngium amethystinum = L. Sp. pl. 212 — Tordylium apulum = L. Sp. pl. Araliaceae 213 — Hedera helix = L. Sp. pl. Gornaceae 214 — Cornus mas = L. Sp. pl. Siepi e macchie di S. Rocco. Ù PALI Titoli delle Memorie da ritagliarsi per lo schedario scientifico 3 Pubblicazioni del 1908 Soggetti varî d’indole generale e di tecnica Alasia prof. C. I complementi di Geometria Elementare. (Milano, 1903. Ed. U. Hoepli). Andres A. Modificazioni apportate al somatometro a compasso. (Milano, 1903. Rend. Istit. lomb. Sc. e Lett.; S. 2, vol. 36, Fasc. 5, pp. 300 302) Di Cristina G. e Carapelle E. Azione della luce sui tessuti viventi. (Pa- lermo, 1903. Boll. d. Soc. Sic. d’ Igiene. Fasc. 1-2, Pag. 1-8). Dinaro Salvatore Atlante di macchine e caldaie, con testo e note di Tecnologia. (Milano, 1903. Ed, U. Hoepli. Pag. 80 in-16, con 112 tav.) Biadene ing. Alfredo La manutenzione razionale della strada in ghiaia. (Pisa, 1903. Succ. Fratelli Nistri). Bisleri Felice. Idee per un progetto di bonifica e di col- tivazione di terreni ora quasi abbandonati in causa della malaria. (Milano, 1903. Stab. Rancati. Pag. 11 in-8 grande). Drago prof. E. Sulle opposte variazioni di resistenza dei coherer a perossido di piombo per influenza delle onde elettriche. (Catania, 1903. Boll. delle Sedute dell’ Accad. Gioenia di Sc. nat. Fasc. LXXVIII, pag. 22-28). Fabani sac. dott. Carlo L’ origine e la moltiplicazione del Linguag- gio. (Roma, 1903. Ed. Federico Pustet. Pag. 8% in-16). Bottazzi F. Un mezzo assai semplice per ottenere gran- di masse di cellule epiteliali. (Genova, 1903. Boll. Accad. med. An. 18, n. 2). Fenizia prof. Carlo Peregrinazioni Filosofico-naturali. (cont.) (Siena, 1903. Boll. d. nat. Fasc. 2 e seg.) Buscemi dott. V. Perfezionamento dell’ accumulatore Gan- dini. (Catania, 1908. Boll. delle Sedute del- 1’ Accad. Gioenia di Sc. nat. Fasc, LXXVI, pag. 37-43). Cacciamali prof. G. B. Discorso d’ inaugurazione del Museo Bre- sciano di Storia Naturale. (Brescia, 1903. Tip. Ed. F. Apollonio. pag. 19 in-8). Caramanna ing. Ignazio Manuale teorico pratico per l’ esercizio e sorveglianza dei generatori di vapore. (Pa- lermo, 1903. Tip. Priulla). Foà I. Determinazione rapida ed esatta del cre- more nei tartari. (Napoli, 1903. Boll. d. Soc. di Natur. Serie. I, vol. XVII, pag. 78-82). Garrone Edizio Nichelatura, Doratura e Argentatura gal- vanica. (Livorno, 1903. Ed. Raffaello Giusti). Goffi V. Disegnatore meccanico. (3.* edizione) (Mi- lano, 1903. Ed. U. Hoepli). De Angelis d’ Ossat dott. Gioacchino Les gisements petroliféres en Italie. (Bu- carest, 1903. Moniteur des Intérèts Petro- liféres Roumains n. 13-14. Estr. di pag. 14 in-16). Golfarelli prof. Innocenzo Sulla benefica influenza della istruzione scientifica e tecnica sulle industrie. (Firenze, 1908. Atti d. Reale Accad. Econ. Agraria dei Georgofili. Vol. XXVI, Disp. I-II, pag. 79.106). De Blasio prof. A. Bronzi arcaici di Benevento. (Napoli, 1903. Dalla Riv. Mensile di Psichiatra Forense Antrop. Crim. e Sc. affini, Anno VI, fase. 10. Estr. di pag. 6 in-8, con 2 fig.) Grimaldi S. Sulla presenza dello spato pesante in alcu- ni saponi commerciali. (Siena, 1903. Atti d. R. Accad. dei Fisiocritici. Fasc. 1 2, pag. 173- 174). ; PIA VA (ie rai ii AIULCI ERRORE FIAT TI È RA TIÙI veh); Tu Mo BRR. ll pi: Ù pra) nl DAR OI £}U Titoli delle Memorie da ritagliarsi per lo schedario scientifico 4 Grimaldi S. Sopra l'inversione dello zucchero per azio- ne degli acidi minerali e sopra una sua ap- plicazione per la ricerca dell’ acido solforico libero. (Siena, 1903. Atti d. R. Accad. dei Fisiocritici. Fasc. 7, pag. 391-394). Imparati dott. Edoardo Per l’ insegnamento delle Scienze naturali nelle Scuole secondarie. (Siena, 1903. Riv. ital. di Sc. nat. Fasc. n. 9-10, pag. 113-115). Luzzatto A. M. Sulla colorazione a freno della cellula ner- vosa. (Torino, 1903. Arch. Sc. med., Vol. 27, fasc. 2, pp. 205-214). Mascari prof. ing. A. Sul recente minimo dell’ attività solare. (Catania, 1903. Boll. delle Sedute dell’ Accad. Gioenia di Sc. nat. Fasc. LXXVI. Pag. 30- 38). Pascal prof. E. Lezioni di Calcolo infinitesimale. (2.* edi- zione) (Milano, 1903. Ed. U. Hoepli.) Provenza dott. Guido. Attraverso l'igiene e la legge sanitaria arcaica. Ricerche Scientifico-storiche. (Paler- mo, 1903. Tip. Salv. Scibilia. Pag. 69 in 8.0) Mascari A. Sull’ indipendenza dei due fenomeni solari : facule e protuberanze. (Catania, 1903. Boll. delle Sedute dell’ Accad. Gioenia di Sc. nat. Fasc. LXXV. Pag. 19-24). Monti Giuseppe e Giovanni. Studi scientifici sulle origini, affinità e trasformazioni degli esseri. (Torino, 1903. Ed. F.lli Bocca. Pag. 149 in 16). Murani dott. Oreste. Onde Hertziane e Telegrafo senza fili. (Milano, 1903. Ed. U. Hoepli. Pag. 341 in 16, con 170 fig.) Ottolenghi D. Un nuovo metodo per riconoscere la pre- senza del torlo d’ uovo nelle paste alimentari. (Siena, 1903. Atti d. R. Accad. dei Fisio- critici. Fasc. 5-6, Pag. 325-353). Ottolenghi D. Sopra una frequente sofisticazione del caffè in polvere. (Siena, 1903. Atti d. R. Accad. dei Fisiocritici. Fasc. 7. Pag. 381-389). Paratore prof. Emanuele. Analisi istologica delle droghe medicinali (cont.) (Siena, 1903. Riv. ital. di sc. nat. Fasc. > e 4e seg.). Riccò prof. A. Cometa 1903. (Catania, 1903. Boll. delle Sedute dell’ Accad. Gioenia di Sc. nat. Fasc. LXXVII. Pag. 2-3). Riccò prof. A. Relazione fra le anomalie di gravità e l’ attività geodinamica della Sicilia e dell’ I- talia meridionale. (Catania, 1903. Boll. delle Sedute dell’ Accad. Gioenia di Sc. nat. Fasc. LXXVIII. Pag. 2-6). Russo Carmelo. Sulla determinazione jodometrica di pic- cole quantità di anidride arseniosa. (Catania, 1903. Boll. delle Sedute dell’ Accad. Gioenia di Sc. nat. Fasc. LXXVIII. Pag. 14-20, con fig.). Sclavo A. La jodogelatina. (Siena, 1903. Atti d. R. Accad. dei Fisiocritici. Fasc. 5-6. Pag. 355-356). Scotti L. Le primitive sedi degli Italici e le terre- mare del Piacentino. (Piacenza, 1903. Pag. 30, con fig.). Viappiani ing. Antonio. Trattato di idraulica pratica. (Milano, 1903. Ed. U. Hoepli. Pag. 639, con 856 incisioni e 13 tavole). Vottero G. Manuale del fuochista e del macchinista. (Roma, 1903. Ed. Roux e Viarengo. Pag. 250 in 8). i De Rossi dott. Gino. Apparecchio per la determinazione del grado di prosciugamento delle case nuove. (Torino, 1903. Il Laboratorio. Anno I, N. 1. Pag. 1-2, con fig.) aka 4A dt ENTRO Acta D14 BELL Tor ositatlon: 0a Hob ki CA fil pi Sl oil inb baod A dt hi A 800 È po fe (BOE IRE SSEtIA] de (SE obiugobsi trat ii nlasisiog. slleb ad: Chi d È GI RESI (Stralie | {RTUELloegig DLE st s AI MOstA LA61 ville VICQPOA A TOT BUOI pllaf od è TX È Li? Pibles i Me Sa 3 E aa plos Tganamal anbue Tiegli (SRORT LABIEUT © © I PESA ta Lago lesi < SICA tica sari al < è iSrheo Lo il al evitntiat A tia sagoe olerzo taP.a: Pegge GUCi avevatt) opiltbet 104 FRAPbv.; YaBicdati ‘ooo ot UR [1 tini { hi DIA À i ib) «b5oodi de yo URAS: do 2a CASSA reno) dio \ ob Aunigavisetoa adesso ‘RI5-E OR gno sr APT isagie), _ (i pi va den, LE, SHORE, "a solo ilpicoti Rent State, noi td f | COLLAZIONI A PREZZI ROCEZIONALI ti . Non è possibile insegnare gli elementi della Storia Naturale senza mostrare agli alunni almeno qualche tipo principale degli esseri; ma a molte Scuole mancano i mezzi per potersi procurare un piccolo Museo. È perciò che la Ditta S. Brogî - Siena offre collezioni, ad un prezzo eccezionalmente mite, di esemplari quì sotto descritti, ben preparati, in perfetto sta- to di conservazione, portanti ognuno il nome italiano più noto e quello latino, che è il solo che non può dar luogo ad equivoci nella nomenclatura. La collezione serve di ornamento nella Scuola e gli alunni, avendo continuamente sot t’ occhio gli oggetti, non se li dimenticano mai più. Chi possiede già esemplari di Storia naturale o per qualunque altra ragione desi- derasse apportare delle variazioni, non ha che ad indicarlo nella richiesta. Non desiderando qualche classe di animali od altro, si supplisce per pareggiare il va- lore dando più esemplari per il resto. Per le Scuole ed Istituti si accetta il pagamento a rate da concordarsi previe suffi- cienti garanzie. i ZOOLOGIA Mammiferi (9 tipi) 1 scheletro di carnivoro - 1 cranio di rosicante - 1 detto di ru- minante - 1 piede osseo di pachiderma - 1 detto di ruminante - 1 insettivoro - 1 chirot- tero - 1 rosicante - 1 carnivoro. Uccelli (20 tipi) 1 scheletro di gallo - 1 rapace diurno - 1 detto notturno - 1 ram- picante picideo - 1 detto psittaceo - 1 passeraceo sindattilo - 1 detto tenuirostro - 1 detto dentirostro - 1 detto conirostro - 1 detto fissirostro - 1 gallinaceo vero - 1 detto colomba- ceo - 1 trampoliere pressirostro - 1 detto cultirostro - 1 detto longirostro - 1 detto macro- dattilo - 1 palmipede longipenne - 1 detto totipalme - 1 detto lamellirostro - 1 detto tuffatore. Rettili (3 tipi) 1 scheletro di chelone - 1 ofidio - 1 sauro. Batraci (2 tipi) 1 urodelo - 1 anuro. ' Pesci (4 tipi) 1 scheletro - 1 malacotterigio - 1 lofio - 1 condroptero. Insetti Collezione di 200 specie scelte tra le più notevoli, e fra quelle che sono utili e nocive e comprendente i tipi dell’ ordine dei Coleotteri, degli Ortotteri, degli Emitteri, dei Neurotteri, degli Imenotteri, dei Lepidotteri, dei Ditteri ed Atteri. Miriapodi (4 tipi) - Aracnidi (5 tipi) - Crostacei (10 tipi) Anellidi (3 tipi). Molluschi (100 tipi) conchiglie ed animali conservati. Radiati (10 tipi) (Tunicati, Corallieri, Echinodermi, Spongiari). BOTANICA, Erbario di 100 campioni rappresentanti i tipi principali delle piante. GEOLOGIA Collezione di 100 campioni di minerali più importanti. < __50 Ci rocce < « 50 < fossili < LABORATORIO: ZOOKOGICO-ZOOTOMICO-TASSIDBRMICO: E PTCLI MUSEO DI STORIA NATURALE Ditta Gav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Cataloghi gratis Prezzi correnti gratis Fornitore di molti Musei e Gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesì, Preservativi, Specialità ece. Occhi artificiali, umani, per animali, figure ece. a prezzi mitissimi Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di storia naturale di ogni genere Scuola di Tassidermia — Compra — Vendita — Cambi Animali e piume per mode e per ornamento Tutto 1’ occorrente per raccogliere, studiare, preparare e conservare oggetti di storia naturale, Sono sempre pronte collezioni per l’ insegnamento, secondo i programmi. governativi Via B. 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De 6 __RIMSIA III ML MAUATI Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Abbonamento annuo per l’Italia e per gll uffici postali itallani all’ estero L. 4, 00 Per gli Stati dell’unione postale L. 4,50. — Altri Stati L. 5,00 già diretta dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO — Via Baldassarre Peruzzi 28 — SIENA Collaboratori principali della RIVISTA e del suo supplemento BOLLETTINO DEL NATURALISTA ArRIGonI degli Oppi conte prof. Errore — BapanELLI prof. dott. Danre — BargeLLINI prof. Mariano BELLINI dott. RarrAaELLo — BertELLI dott. Dante — Betti GirusepPE — Bezzi dott. prof. Marto — Br- sosnI prof. d. CarLo — Borzon. Prof. Dott. Pro — Bonomi Prof. Agostino — Borpi Prof. Dott. Lursi Bom8icci-PortA Comm. Prof. Lurer — BruneLLI Gusravo — Brusina Prof, SPIRIDIONE — CACCIAMALI - Prof. G Barrisra — Canagrò Lomparno Prof. Antonino — CARUANA-GATTO Avv. ALFREDO — CASTELLI dott. Giovanni — Cermenati Prof. Marto — Cuerici Ing. 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Vittorio — Sancasciani Cav. Dott. Gruseppe — Scarzia Dott. Giuseppe — Sienorini Prof. Giusappe — Sinvestri Fivippo — Spinora March. Gracono — Srossica Prof MicneLe — Terrenzi Dott. Giuseppe — Tassi Cav. Dott. FLAminio — Tettini Dott. Prof. AcaILLE —— Tincorini Dott. Veter. Tiro — Tirreni Avv. ApeLcHi — Zoppa Prof. Giuseppe. ——ttlCk==-CcC= ‘malmenata e così bistrattata; ed allora ciascuno andrà ad occupare il posto che debitamente gli compete nell’immenso e complicato organismo sociale, il quale si trasforma trionfando dalle ingiustizie secolari ed immedesimandosi nel gran bene comune delle sue molteplici membra. Non è nostro compito, in questa breve rassegna delle più importanti in- novazioni possibilmente attuabili nella moderna società calabrese, a scopo di raggiungere il suo benessere maggiore, l’indicare in modo assoluto e con cattedratico sussiego i mezzi come arrivarvi. Lasciamo ad altri, più studiosi di noi in tali discipline, quest’ ardua impresa, la quale, ove fosse sottratta alle fisime di teorie irrealizzabili e strane, entrerebbe sicura e gloriosa nel campo della pratica e potrebbe, lieta e soddisfatta, proclamare una vera età dell’ oro, chè la prima volta pur troppo questa non fu che una fiaba mitologica. Credo anch'io col socialista Bernstein, che, i principii su cui sono fon- date tali innovazioni, non abbiano spesso alcuna base scientifica, essendo es- se l'emanazione della restrittività del diritto individuale, che, preso tutt’ in- sieme, rappresenta pure il diritto della società intera. Però, dinanzi alle piaghe cancrenose che affliggono una parte di questa società, e la più numerosa, il 54 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI sentimento piglia il posto della scienza, e si mette in alto ad idoleggiare la nobile e santa idea dell’ altruismo, la quale non avrebbe avuto ragione di concretarsi, se ogni uomo sapesse e potesse, come dovrebbe, tanto nella facile quanto nella difficile vita, bastare a se medesimo. Ma nella divisione del lavoro umano di qualunque genere e di qualunque natura. non è ammissibile quell’ equilibrio sociale, che lasci tutti ugual- mente soddisfatti. A simile deficenza è giocoforza si ripari, contemperando le eccessive esigenze delle diverse classi sociali, con la giustizia e col di- ritto che a ciascuno spettar debbono. Convinciamoci una volta per sempre che l'uomo naturalmente è individualista assoluto, e pensa ed opera ad esclu- sivo suo interesse ; l’ altruismo, la solidarietà collettivista, e cose simili, è la volontà impulsiva dei pochi che li fa adottare e prevalere. Se stésse per lui, individuo, non tarderebbe a proclamarsi inesorabile e spietato il regno più schietto e più terribile dell’ egoismo. E a porgere un esempio, basterà ri- cordare ciò che dice il Nordau nella sua Psycho Physiologie du Genie et du Talent, traduite par Dietrich, Paris 1897: Cela explique aussi la possibilité de l’ égoi- sme, qu’ on ne pourrait ni imaginer ni expliquer, si l' on devait considérer l’espéce comme quelque chose de réellement existant, et non seulement comme une abstraction de l’esprit humain. L'individu se sent originairement seul existant et seul essentiel, et l’ évolution supérieure seule de sa pensée lui fait comprendre qu’ entre lui et les étres qui lui sont semblables, il existe des rapports nécessaires, et que certaines égards pour ceux-cì favorisent son pro- pre bien-étre. Le sentiment de la solidarité n’ est donc pas un instinct primitif comme le sentiment particulier ou le sentiment personnel, mais une compré- hension acquise ,,, La scienza è individuale non è collettiva, e perchè diventi collettiva, fa duopo che alle vibrazioni dell’ intelletto si armonizzino quelle che provengono dal cuore. Ed è proprio questo il lavoro laborioso dell'età presente, che, con nobile slancio umanitario, tenta di sostituire al subbiettivismo decre- pito, l’ obbiettivismo fecondatore d'ogni progresso universale. Ma basteranno soltanto i rimedi accennati, pel benessere completo della nostra Calabria, ove impera la malaria e dove Jo Stato non volle ancora, quasi a malvagio disprezzo delle nostre popolazioni, largire quei vantaggi che mu- nificentemente largì alle altre provincie d’ Italia ® Fa duopo che insieme con le leggi sociali ed agrarie vengano pure la bonifica e la canalizzazione dei torrenti e dei fiumi, per le quali si spesero miliardi nell’ Italia superiore e cen- trale, mentre quì si languisce di malsania e di fame, senza che niuno alzi la voce, a reclamare, per giustizia, eguaglianza di trattamento ! La bonifica delle nostre campagne, oltre di ridonare la sanità del corpo a tanti infelici lavoratori, offrirebbe grandi vantaggi economici a tutta la re- gione, perchè toglierebbe un’ immensa distesa di terre dalla pressoché totale incoltura, facendola diventare atta alla coltivazione in qualunque epoca del- l’anno, e per conseguenza moltiplicandone la produzione. Le più fertili pianure mat Pa RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI DO fiancheggianti le sponde dei nostri fiumi sono ancora condannate ad una ro- tazione agraria primitiva o a pascoli naturali di armenti, pel solo e giusto fine di evitarvi in certe date stagioni l umana dimora, la quale, o presto o tardi, a chi vi si arrischi, è sempre letale. Le acque dei nostri fiumi abbandonate a se stesse, e senza alcun argine che possa limitarne e guidarne il corso, come prima s' ingrossano, or dall’ una sponda or dall’ altra straripano, allagando le campagne circostanti, che si cam- biano così, nelle parti più ‘basse, in veri pantani, e nelle parti più elevate in istagni temporanei, che nel prosciugarsi diventano anche più micidiali dei pan- tani medesimi. In molti punti, poi, non sono nemmeno gli straripamenti quelli che generano simili incentivi di malaria : è cagione più grave (responsabile di- retto lo Stato), la mal regolata Amministrazione Forestale, il cui funzionamento fallisce allo scopo, pel quale venne istituita. I continui e generali disbosca- menti e dissodamenti che avvengono sulle nostre montagne, sia nei siti pia- neggianti, sia negli scoscesi, e di nessuna pratica utilità, tramutano i nostri corsi d’acqua, nella stagione pluviale, in torrenti rovinosi e devastatori, a causa dell'immenso materiale che trasportano, composto, a seconda dei terreni so- vrastanti, o di fango, o di arena o di sassi. Da ciò il gravissimo inconveniente del rialzamento degli alvei, e quindi della loro variabilità ; da ciò |’ inonda- zione, anche nei tempi normali, delle sponde rimaste più basse, che si trasfor- mano in vere ed estese paludi, mentre erano nel passato terreni coltivi e fera- cissimi ! Un esempio storico, e al tempo stesso desolante di tal natura, lo offre il Neto, fiume relativamente grosso della Calabria, in quel tratto di esso che di- vide il territorio di Cotrone dal territorio di Rocca di Neto, Questo infelice paesello, posto su d' un'altura, a tre chilometri circa dalla sponda sinistra del detto fiume, godeva d'un’ aria passabilmente buona, anche per la qualità della roccia arenaria-calcare su cur è fondato. Presso quella sponda, però, sor- geva un predio fertilissimo, appartenente al Barone Barracco, prédio che i na- turali del sito facevano a gara per coltivare a frumento nel tempo delle agrarie rotazioni. I dissodamenti avvenuti da mezzo secolo in qua sulle montagne fiancheggianti il corso del Neto, facendo trasportare alle acque che raccolgonsi nel suo alveo, ogni qualvolta che sono in piena, esuberanza di materiale, ne hanno rialzato sensibilmente il letto, ed obbligata la corrente a deviare or di qua or di là, finchè allagato totalmente Topanello, chè così chiamasi quel prèdio, lo ha ridotto una perfida e pestifera palude, da cui esalano miasmi per- niciosi che invadono le attigue campagne ed il paesello di Rocca, le giuste lagnanze del quale non giungono ancora a commuovere chi dovrebbe tutelare la vita delle persone e l'inviolabilità dei loro diritti. Oh! se ciò fosse accaduto in altra parte d'Italia! Quanto scalpore, quante premure non si sarebbero mai fatte per ottenere dal Governo un provvedimento sollecito e radicale, pel fine altissimo di salvare la vita umana compromessa; e tutto sarebbesi otte- 56 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI nuto senza pretesti e senza renitenza. Ma noi, meridionali; oltre della rasse- gnazione e del silenzio, frutto di quello sconforto e di quella sfiducia in cui ci siamo tuffati, vedendo e costatando ogni giorno l’ abbandono e la noncuranza che ci si regala dai Governanti di qualunque colore dell’ iride ; nessuna speme si nutre in core di riuscire, convinti che per la nostra Calabria mancheranno tanto i propugnatori quanto i mezzi per trionfare da qualunque difficoltà! La bonifica apporterebbe con sé la canalizzazione dei torrenti e dei fiumi, donde spontaneo nascerebbe il beneficio dell’ irrigazione. Obbligando i proprie- tarii a riunirsi in consorzio, con l’aiuto effettivo, non platonico, dello Stato, delle Provincie e dei Comuni, una gran somma di terre, come abbiamo: accen- nato poc’ anzi, ora produttrice soltanto se le eventuali pioggie vengano in tempo opportuno a rinsanguarle, potrebbe trasmutarsi in un tesoro di certa produzione, dal quale avrebbero vita e lavoro costante innumeri contadini ed operai, per la cui sussistenza al presente bisogna fidarsi nella triste odissea dell’ emigra- zione. Nel Nord e nel Centro d’Italia questo tesoro si è conquistato da un pezzo; e già il Nitti ha reso di pubblica ragione quanti milioni, sottratti al Mezzogiorno, servirono per conquistarlo. Ora a me sembra che sia giunto il momento, in cui il Nord ed il Centro, ricchi e doviziosi, pensino a restituire a noi quei capitali indispensabili per metterci al loro livello. Ed ecco, difatti, in che cosa consista la tanto dibattuta quistione meridionale : essa non è, come ben disse il Nitti medesimo, che una quistione economica. Ridonate al Mezzodì quello che in quarantacinque anni gli avete tolto; spronatelo e coa- diuvatelo, per come avete fatto nel Nord e nel Centro, in tutte le intraprese ; educatelo ed istruitelo, non facendo delle Scuole il monopolio del Nord e del Centro; ed, allora, lo vedrete immantinente elevarsi allo stesso livello intellet- tivo, industriale ed economico, senza aver duopo di vaniloqui da Cassandre, i quali, sotto la spoglia di ragionamenti scientifici, sono veri delirii da mani- comio. (continua) I CONTRIBUZIONI alla Biologia fiorale delle “ RANALES,, Note raccolte dal Dr. LUIGI SCOTTI (continuazione) HeLLEBORUS L. (4) < x Il genere Helleborus è proterogino (Hildebrand) (*). Il nettare è secreto da serbatoi tubolosi (che secondo alcuni autori sarebbero stami trasformati in (4) Schiffner. Die Gattung « Helleborus », eine monographische skrizze in Bot. Jahresb. Heft. I. p. 92-122. « Pirotta: Le specie italiane del gen. Helleborus secondo il Dr. Schiffoer, Malpighia IV, p. 251. (#) Di Geschlechterverteilung bei den Pflanzen, ‘867, p. 18. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 57 nettarii) che per la loro posizione formano un circolo esterno agli stami. Gl’' in- setti visitatori quindi si dirigono non al centro del fiore, ma alla periferia, sulla quale in tempi diversi si trovano gli stimmi e le antere. Hell. foetidus L. presenta due stadi distinti nel fiore. Al primo aprirsi di questo gli stili sono curvati in fuori ed in modo da avere gli stimmi già ma- turi, sopra i serbatoi nettariferi. Le antere invece si trovano nel centro del fiore e così strette fra loro, che non sono affatto urtate dagl’ insetti che ven- gono a succiare il nettare. Nel secondo stadio, gli stili sono raddrizzati ed i loro stimmi sono al centro del fiore, mentre i filamenti staminali, allungatisi, hanno collocato le loro antere sopra i serbatoi nettariferi. È facile quindi agl’in- setti di impollinare nel primo stadio fiorale gli stimmi, o di venire imbrattati di polline nel secondo stadio. L’allogamia è perciò facilitata da questo scambio di posto degli organi sessuali. L’autogamia, quantunque non sia ritenuta fruttifera (Ludwig, Pandiani), può avvenire per la caduta del polline, non asportato dagl’ insetti, sugli stimmi del proprio fiore, essendo questo pendulo . Secondo Ludwig (') ZH. foetidus ha per visitatori Bombus terrestris, B. muscorum, B. pratorum, B. lapidarius ed api mellifiche. I primi succhiano il nettare, le seconde compiono l’ impollina- zione. Il dott. Pandiani (*) cita i seguenti pronubi: Apis mellifica var. ligustica Spin., Bombus terrestrìs L., Anthophora acervorum L. e Blennocampa sp., poco utile alla dicogamia. IsopyRuM L. Nel gen. Isopyrum le antere si aprono successivamente, come in altre ra- nuncolacee: prima quelle degli stami più esterni, poscia quelle degli stami più interni. E nettarifero (K. di M.) (°). NIGELLA L. Nig. arvensis L. secondo Sprengel, Muller e Delpino ha fiori proterandri e fecondatì da api. Ogni fiore ha cinque nettarii; sul labbro inferiore di cia- scuno di essi Delpino scoprì impressi due ocelli splendenti che egli stesso inter- pretò per falsi nettarii, potendo illudere le mosche ed attrarle con la loro so- miglianza a goccie di miele (*). Nig. damascena L. è pure proterandra (Delpino, Pandiani). Appena avve- nuta l’antesi, gli stami che in principio sono eretti, sì ripiegano verso l’ esterno in modo da collocare le loro antere sui nettarii. Gl' insetti che vengono a succiare il nettare devono inevitabilmente urtarle e si sporcano facilmente di (4) Weitere Beobacht. zur Biolog. von Hell. foetidus in Bot. Centralblatt LX.XIX, LXXX. (£) loc. cit. p. 9. Y (3) loc. cit. vol. II, p. 246. (4) Ult. Osserv. sulla Dicogamia, p. II, fase. II, 1870. 58 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI polline, tanto più che le antere sono a deiscenza estrorsa. Quando anche le an- tere degli stami interni hanno versato il loro polline, gli stili con gli stimmi maturi si piegano alla loro volta ad arco e sì collocano nel posto già occupato dalle antere. Oltre a queste disposizioni per favorire l’incrociamento, l’ auto- gamia è pure possibile, giacchè mentre si svolgono, gli stimmi possono trovarsi a contatto delle antere nelle quali sia rimasto un po’ di polline (Pandiani, loc. cit. p. 6). Il dr. Terracciano (') in conseguenza di sue osservazioni su Nigella da lui coltivate, ha concluso che N. arvensis, damascena ed altre sono a fecondazione autogama, non escludendo a tali specie delle proprietà dicogamiche. Ecco i pronubi raccolti dal Pandiani: (°) Syritta pipiens L. e piccoli ditteri; 1 coleottero, raro; Stenopterus praeu- stus Fabr.; e Prosopis genalis Thoms., Apis mellifica var. ligustica Spin., Ha- lictus sp., Polistes gallica L. fra gl’ imenotteri. AQUILEGIA L. A. vulgaris L. secondo osservazioni di Miller, Ingen, (") Pandiani (*) e mie viene forata nella corolla dagl’ insetti che in tal modo s’ impadroniscono del nettare. Ingen cita i Bombus quali autori del foro, ma a me non riuscì mai di co- glierne qualcuno sul fatto. Pandiani attribuisce ì fori dell’ Aquilegia alla Xycolopa violacea. Mac Leod (* che ha osservato nei Pirenei, notò Bombus pomorum var. elegans Seidl. P praticare fori nei fiori di questa specie, e pure Schulz (°) ri- porta di averla osservata forata. È proterandra (?). Comes (7) cita questa specie fra quelle ad impollinazione omoclina ; i fol- licoli infatti sono sempre pieni di semi abboniti. Schulz (loc. cit.) osservando in Turingia e nel Tirolo meridionale notò i fiori visitati molto spesso da Bombus terrestris, e nel Tirolo meridionale pure da B. mastrucatus: entrambi raccoglitori di polline. Mac Leod (loc. cit.) oltre il citato bombo, riporta pure 28. pratorum e B. hortorum. (4) in Boll. Soc. It. 1892, p. 46. (2) I fiori e gl’insetti, p. 6. (8) Bees mutilating flowers : Bot. Gard. vol. XII, 1887, p. 229. (*) I fiori e gl’insetti, p. XVI. (3) De Pyreneeénbloamen, p. ll. (°) Bibliotheca Botan. Cassel, Heft 17, 1890. (*) Continuaz. degli studi sull’ Impollinazione, Napoli, 1875. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 59 DELPHINIUM L. Il fiore di Delphinium è stato molto ben descritto da Miller (4) e Lub- bock (?). D. elatum L. è proterandro (Miller, Delpino) (°). Secondo Lubbock Anthophora pilipes e Bombus hortorum sono i due soli insetti del nord d' l'uropa che abbiano la proboscide abbastanza lunga per rag- giungere il nettare nel fondo dello sprone di D. elatum. Boissier (‘) assicura che.in Francia e nelle Alpi esso è visitato da parecchie altre specie. D. Consolida L. è pure proterandro (Miiller, cit. da Delpino) (*). Delpino ha detto che la sua fecondazione dipende unicamente da Bombus hortorum che solo ha la proboscide adeguata in lunghezza allo sprone del fiore. Ma egli osservò pure specie di Satyrus e di Esperia che calavano le loro tenui proboscidi nello sprone, senza venire a contatto, probabilmente, con gli stami e gli stimmi. D. Staphisagria L. descritto ed illustrato da Hildebrand, concorda in molti punti della sua struttura fiorale con D. elatum, e la sua fecondazione dipende anch'essa da pecchioni. È proterandro (Delpino). D. Ajacis L. proterandro, concorda con D. Consolida e viene fecondato da pecchioni (Delpino). Kerner di Marilaun, (9) senza citare veruna specie, ha scritto che Delphinium è forato dai bombi. AconITUM L. (7) A. Napellus L., com'era già noto a Sprengel, ed A. paniculaltum Lam. sono decisamente proterandri e nettariferi. Il primo è visitato da bombi diversi, e per l’ altro Ricca trovò i nettarii o il sepalo superiore che li protegge, forati dalla parte esterna. Il foro era pro- dotto dai bombi. Secondo Perez (8) l’ A. Napellus è visitato da Bombus hortorum che accede normalmente ai ‘fiori, mentre B. Lefebvrei Lep. (B. mastrucatus Gerst.) vi pra- tica un foro. (4) Die Befruchtung ete. (2) British wild flowers, p. 56. (3) Ult. Oss. II, 2, 1875, p. 159. (*) cit. da Lubbock, loc. cit. p. 58. (5) Ult. Oss. II, 1875, p. (5) « Vita delle piante » vol. II, p. 236. (*) Seringe: Monographie du genre « Aconitum » in Mus. Helv. vol. I, p. 128. (8) Le « Bombus Lefebvrei et 1’ Ac. Napellus » in Act. Soc. Linn. Bordeaux, 1897, p. 4l?. 60 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Mac Leod (4), dopo aver detto che i fiori sono proterandri e che l’ autoim- pollinazione è ordinariamente impossibile, riporta quali visitatori Bombus hor- torum e B. mastrucatus. Aggiunge pure di aver visto Macroglossa stellatarum librata parecchie volte innanzi ai fiori di A. Napellus, ma di non aver però potuto constatare se introducesse la sua tromba nel fiore. Cfr. Miller: Fertilisation of flowers, p. 86; Alpenblumen, p. 137; Dalla Torre: Heterotrophie, Kosmos, 1886, Bd. I, Heft. I, p. 12-19 Ac. Lycoctonum L. Secondo Axell (°) e Miller (*) la specie è fortemente proterandra e l’autoimpollinazione perciò quasi impossibile. Aurivillius (‘) nella Svezia centrale ha osservato che lo sprone presenta due forme; talora è diritto ed a punta ottusa, tal’ altra lo sprone è più acuto, con la punta più o meno stretta e piegata quasì a semicerchio verso 1’ alto. Quali visitatori notò bombi, dei quali alcuni succiano il nettare normalmente, ed altri se ne impadroniscono forando lo sprone. Ac. Cammarum L. è pure proterandro e nettarifero (Tullberg, cit. da Delpino). Ac. Anthora L. è pure proterandro e rimane lungo tempo nello stadio ma- schile (Mac Leod) (*). Acrara L. Ac. spicata L., la sola specie nostrana del genere, ha fiori ricchi di polline e spiccatamente proterogini (Ricca) (°). Anche Kirchner (7) riporta la specie come decisamente proterogina. PAEONIA L. Il genere Paeonia, di cui alcune specie sono coltivate nei giardini, è pro- terogino (Kerner) (f). Fra i petali rossi, grandi, assorgenti e conniventi di P. Moutan stanno appiattate le cetonie che ne rodono il rosso disco carnoso (Delpino) (?). P. albiflora ha fiori simili a quelli della specie precedente, ma con disco commestibile molto meno sviluppato (Delpino) (°). (continua) (4) De Pyreneeénbloemen etc. Gent 1891, p. 106. (2) De fanerogama véxternas befruktning. Stockholm, 1869, p. 104. (*) Alpenblumen, Leipzig 1881, p. 139.- (4) Ueber die Bliite und die Befruch von « Acon. Lycoctonum », Bot. Centr, vol. XXIX, p. 129, 1887. (5) De Pyreneeénbloemen, p. 109. (5) cit. da Delpino: Ult. Oss. II, 2, 1875. p. 178. (7) Beitr. z. Biologie der Bliten, Stuttgart, 1890, p. 18. (8) Vita delle piante, vol. II. p. 306. (?) Ult. Oss. vol. II, 2, 1875, p. 236. __—_——————r—T——<< £ %#@<=x=+4:4:4 M)= 0, 50. Non solo, ma ove consideriamo separatamente i due sessi (*), troveremo il ma- (4) V. Appendice 2. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 67 schio della agzlis discendere a soli 218,5, e la femmina mantenere il valore di 249, però con (F < M) = 0,667 ('). Invece nella obtusirostris il maschio colla media di 230 supera un po’ la femmina (216.5). Possiamo dunque concludere che nella £. agilis, pur avendo maggiore il campo di variazione (A — 99), le estremità anteriori sono in genere più brevi che nella R. femporaria, nella quale specie poi la varietà acutirostris le ha particolarmente lunghe, con minore tendenza a variare (°). Le estremità posteriori poi (le cui dimensioni sono il carattere distintivo più preciso) hanno nella agilis una media di 667, che non solo sì mantiene elevata nel maschio a 655, ma è anche confortata dal fatto che (F, > M) = 0,6; così che ben meschini appaiono in suo confronto i valori della. femporaria, che in un caso isolato (acutirostris) raggiungono 643, e che nella obtusirostris restano a soli 599,5 con (f,> M) = 0,4 ed A — 76! È così pure molto più lunga nella agilis la gamba, la quale - in tutti i casi osservati -- ha, sì nel maschio che nella femmina, la medesima lunghezza che l’ estremità anteriore (esempio di correlazione ?). Mm complesso adunque per la lunghezza delle estremità si può stabilire una scala progressivamente ascendente, che contiene i seguenti valori: ESTREMITÀ ESTREMITÀ GAMBA ANTERIORI POSTERIORI Rana temporaria obtusirostris 216.5 569 168 « « « g 230 624.5 187.5 « « acutirostris 240 631.5 199 « agilis g 218.5 655 218.5 « « Ne) 249 667 249 Non so fin dove possa quì applicarsi il canone che la femmina conserva meglio il tipo della specie, è però evidente da questa tabellina che i posti più distanti sono occupati appunto dalla femmina delle due specie che quì studiamo (). Passiamo ora a considerare le dimensioni del capo, sulle quali si basa so- pratutto la distinzione delle due varietà. Ne vedremo in primo luogo l’ acutezza determinata del rapporto fra lunghezza e larghezza. Ora, noi vediamo sempre (4) Sarà opportuno seguire con speciale attenzione il vario comportarsi di questo valore nei due sessi, vista la parte che nell'atto sessuale spetta alle estremità anteriori del maschio. (2) Dato il numero minimo dì individui studiati sì deve limitarsi a considerare solo il valore di A. perchè a — (DI) potrà variare in seguito ai cambiamenti che subirà il numeratore (classi realmente osservate). () Una volta per tutte, e senza alcuna pretesa di adoperarle nei confronti, riporto quì le mi - sure di un giovane esemplare di R. esculenta. Membra anteriori 226 Lunghezza del capo 139 « posteriori 620 Larghezza del capo 128 Gamba 174 68 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI quest’ ultima dimensione superare la prima, e - posta la larghezza - l - avremo per la lunghezza i seguenti valori : Rana temporaria obtusirostris £ 0.363 « « « lf 0.875 « « acutirostris 0.902 <« agilis he) 0.598 CI SIRIO 0.935 Vediamo subito la forte differenza esistente fra le due varietà della R. temporaria restar nettamente espressa da queste cifre, mentre la A. agglis pur avendo il capo acuminato, non raggiunge l’ estremo della varietà detta appunto acutirostris. Un' altra differenza ci salterà agli occhi, se confronte- remo la lunghezza del capo a quella del corpo; troveremo avere la È. agi- lis il capo relativamente grande, mentre la temporaria acutirostris lo ha re- lativamente più piccolo Infatti, la massima lunghezza della acutirostris (116) non raggiunge la media della agilis, e la larghezza col suo massimo valore di 139 non arriva a situarsi nemmeno a metà strada fra il minimo (127) e la media (131) della A. agilis (*). L'ultima misura data dalla tabella del Fatio (la distanza fra gli angoli degli occhi) potrebbe esserci preziosa, fornendoci indicazioni sulla maggiore 0 minore sveltezza della forma del capo, ma così da sola non è sufficiente, mancan- doci la indicazione della distanza a cui gli occhi si trovano dal vertice o dalla base del capo; l'indicazione fornitaci da questo dato così slegato sarebbe af- fetta da un difetto analogo a quello che è proprio agli indici cefalici comune- mente usati in craniologia (°). Esso potrà quindi venir esaminato e discusso solo se confortato da altre misure che ci diano un’ espressione più perfetta della forma del capo. Le dimensioni e la forma del capo ci serviranno adunque piuttosto a di- stinguere fra di loro le due varietà della R. temporaria, di quello che ci gio- vino a separare da questa specie la . agilis. Volendo ora a mo’ di conclusione confrontare i risultati di questo studio somatometrico colle distinzioni forniteci dai metodi dì classificazione ordinaria e riassunte nella tabella relativa, potremo esprimere le differenze sistematiche fra le specie e varietà studiate nella diagnosi seguente. Rana temporaria Statura piuttosto tozza, capo relativamente piccolo, timpano un po’ più piccolo dell’occhio, estremità piuttosto brevi. var. oblusirostris. Statura molto tozza, muso assai ottuso, estremità brevi, nel maschio al- quanto più lunghe che nella femmina. (*) Superfluo aggiungere che la lunghezza del corpo è = 360. (*) Sergi - Specie e varietà umane - Torino 1900. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 69 var. acutirostris. Statura piccola, piuttosto snella, muso molto acuto, estremità mediocre- mente lunghe. Rana agilis Statura molto snella, capo relativamente grande, muso piuttosto acuto, occhi spinti molto all’ indietro, timpano molto più piccolo dell’ occhio, estremità, specialmente le posteriori, lunghissime, le anteriori invece nei maschi molto brevi. Per concludere riconosceremo la legittimità d’ esistenza specifica indipen- dente della. A. agilis confermata anche con questo metodo d’ indagine, ricono- scendo però nelle due varietà della È. temporaria una gradazione verso questa specie; forse non indegno di nota il fatto che le forme a muso acuto - ambe- due abitatrici della pianura - vivono l’ una nell’ Europa meridionale (Dalmazia, Italia, Francia), l’altra nei paesi continentali compresi sotto la denominazione d’ Europa media. Conclusioni queste tutte - lo riconosco — precipitate, chè quanto ho finora esposto, sarebbe stato nelle mie intenzioni solo l’ introduzione ad un lavoro in cui intendevo raccogliere i risultati delle mie ricerche - tenute su questa via ed estese alle rane di tutta la regione fiumana - ricerche che (ho motivi per crederio) non sarebbero riuscite nè inutili, nè prive d’ interesse. Purtroppo però, la deficenza del tempo che io posso dedicare a questi studi mi impedì di accingermi a quest’ opera di ampio programma, per cui senza rinunziare al mio disegno stimai opportuno pubblicare almeno queste considerazioni partenti da dati già conosciuti, nella speranza che altro di me più fortunato possa ac- cingersi a questo studio. A lui valga per direttiva ancora il seguente piano di misure da eseguirsi, misure le quali comprendono tutte quelle dimensioni che sì ritengono caratteri differenziali fra le due specie controverse. Tronco. l. Lunghezza totale dalla sinfisi mandibolare all’ apertura anale (lunghezza base) - 2. Larghezza del corpo alle ascelle. - 3. Larghezza del corpo all'inguine. Capo. 4. Lunghezza. - 5. Larghezza all'angolo posteriore delle mascelle (). - 6. Larghezza a metà degli occhi. - 7. Larghezza alle narici. - 8. Distanza dall’apice del muso alle narici. - 8. Distanza dall’ apice del muso agli angoli anteriori degli occhi. - 10. Distanza fra l’ occhio e la membrana timpanica. - 11. Altezza alle narici. - 12. Altezza alla regione timpanica. - 13. Diametro mas- simo dell'occhio. - 14. Diametro massimo della membrana timpanica. - 15. Dia- metro minimo della membrana timpanica. Estremità anteriori. - 16. Lunghezza totale. - 17. Lunghezza del braccio. - 18. Lunghezza dell’ avambraccio. - 19. Lunghezza della mano fino all’ apice (4) Indico col carattere corsivo quelle dimensioni che furono discuss: nel presente lavoro. 70 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI del dito più lungo. - 20. Lunghezza del 1.° dito. - 21. Lunghezza del .2.° dito. - 22. Lunghezza del 3.° dito. - 28. Lunghezza del 4.° dito. Estremità posteriori. - 24. Lunghezza totale. - 25. Lunghezza della coscia. - 26. Lunghezza della gamba. - 27. Lunghezza del piede fino all'apice del dito più lungo. - 28. Lunghezza del 1.° dito. - 29. Lunghezza del 2.° dito. - 30. Lunghezza del 3.° dito. - 31. Lunghezza del 4.° dito. - 32. Lunghezza del 5.° dito. - 33. Distanza dall’ apice del 1.° dito alla metà della membrana inter- digitale. - 34. Distanza dall»apice del 2.° dito alla metà della membrana inter- digitale. - 35. Distanza dall’ apice del 3. dito alla metà della membrana in- terdigitale. - 36. Distanza dall’apice del 4.° dito alla metà della membrana interdigitale. Questo studioso dovrà, per rendere più esaurienti le sue ricerche, cercare di controllare fino a che punto calzi ]’ osservazione di Kanvuer.(') che i caratteri differenziali spariscono coll’incrocio di queste da lui ritenute varietà. E chiudo citando ancora il prof. Lorenzo Camerano, dai cui lavori fui spinto a darmi a questo studio. Queste ricerche, egli dice (*), non sono punto difficili: ma richiedono diligenza e tempo. A questa e ad altre ricerche ana- loghe potrebbe essere rivolta l’attività degli osservatori che oggi viene im- piegata alla compilazione dei cosidetti cataloghi faunistici locali, i quali pel modo pessimo col quale sono spesso redatti e pel fatto che molto sovente gli autori non sono al corrente dei progressi della sistematica del eruppo di ani- mali che intendono studiare, riescono non solo di nessuna vera utilità alla scienza, ma ne fanno il danno continuandosi in essi la ripetizione di errori, di inesattezze e di vieto indirizzo di ricerca. Fiume, ottobre 1903. APPENDICE I. Esposizione del metodo di calcolo dei varii indici. Prendiamo in esame un caso, che per avere più numeroso di termini sce- glieremo fra quelli dove considerammo riuniti in una unica serie individui di ambi i sessi: la lunghezza delle membra anteriori nella R. agilis. La tabella di Fatio mi dà i seguenti valori in millimetri. (') Es Jàsst sich an mehrere Jahre hindurch gefangen gehaltenen Individuen zeigen, dass bei Befruchtung der Weibchen der einen Varietàt durch Mannchen der anderen, sich die Unterschiede an den Jungen nach und nach ausgleichen, was gewiss auch in Freien der Fall sein und ein schàrferes auseinandertreten dieser Varietsten verhindern diirfte. (L' autore, che del resto è un os- servatore diligente e coscienzioso, omette però di accennare se questi discendenti sieno poi fecondi, questione di importanza non assoluta, ma certo rilevante). Naturg. der Lurche p. 193. (?) Ricerche intorno alla variazione del Bufo vulgaris op. cit. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 71 Lunghezza del corpo 51 56. 59 51 58 6272 Lunghezza delle membra anteriori 30.35 sl. 37 40 Tralasciamo di considerare ulteriormente l'esemplare 3.° e 6.°, di cui la tabella non dà altre misure all'infuori della lunghezza del corpo; cerco nella tabella del Came- rano i coefficienti somatici individuali cor- rispondenti : 7.059,6.429' 7.059,6.207 5.000 e moltiplicandole per questi coefficienti (w), ottengo le misure millimetriche espresse in 360esimi della lunghezza del corpo: 211.77,225,02 298.29,241.66 200.00 Per facilità di calcolo arrotondo questi numeri trascurando le quantità decimali in- feriori a 0.5, e facendo = 1 quelle uguali o superiori a 0,5 4); in pari tempo ordino i valori in serie ascendente. 200 212 225 242 298 Il numero delle classi (C) è = 5, ed anche il numero delle variazioni 0s- servate (V) = 5, avendo nel nostro caso ogni classe la frequenza = 1. Considero questa serie come una progressione aritmetica il cui primo ter- mine è = 200, l’ultimo = 298; la ragione è = 1, per comodità di calcolo e perchè tutti i valori intermedii mancanti si ritengono possibili in una serie più numerosa. Nel caso presente il numero dei valori possibili compresi fra le classi estreme (Ce) 200 e 298 è = 99, e ci dà in altre parole l’ indice di va- riabilità (A). L'indice di variazione (a) che esprime il rapporto fra i valori che furono realmente osservati e i valori possibili in questa serie, lo ho dividendo il nu- mero delle classi osservate per l'indice di variabilità : per cui a= 99 = 0081 Determiniamo ora la media. Osservo per incidenza che la formola voluta dal Camerano a 41, Mico n non differisce matematicamente dalla più semplice a +1 Ma ; 2 Con questa formola abbiamo 2 A 0) 7 (4) L'errore resta pur sempre minimo: la somma dei valori esatti è = 10176.74, quella dei valori arrotondati è = 10177, e la differenza di 0,26 è ben trascurabile, qualora si consideri che nell'esemplare più grande, dove 360 = 720 mm., la differenza è appena 0.52 mm. SI (A) RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Come abbiamo però visto discutendo appunto questa serie di misure, la media per sè sola non dà alcuna idea chiara, ma bisogna invece esprimere la frequenza dei valori nel loro aggrapparsi intorno alla media. Determinere- mo così gli indici di frequenza dei. valori inferiori, eguali o superiori alla media. Noi abbiamo i seguenti valori : inferiori alla media 200. 212, 225). 242 colla frequenza l l ] 1 uguali alla media 0 colla frequenza 0 superiori alla media 298 colla frequenza 1 per cui le varianti di ciascun gruppo sono rispettivamente ANS 0=M l>M assieme 5, e facendo i rapporti fra questi gruppi di varianti e la loro somma. comples- siva avremo ME MS EL See ET 6) 5 Per calcolare l’ indice di deviazione dalla media dei gruppi ad essa rispet- tivamente inferiori e superiori, faremo la somma delle deviazioni di tutte le classi possibili, che sarà (') per i due gruppi - 1225 e - 1225; la somma delle deviazioni realmente osservate essendo l 0} Fr>M==02 s=- 494 (- 37) {+ (- 24) 4 (-7)=- 117, e = + 49 gli indici, ossia i rapporti fra queste due somme, saranno s mll7, DKM= Sii 225 = 0.096 Do Me 000 1 Combinando infine questi due indici mediante la moltiplicazione potremo avere indici di deviazione e di frequenza. df = F X D= 0.8 X_0.096 = 0.077 dif, = Fi X Di = 0.2°Xx 00/040 — 0.008 (continua) ___—__ na (4) Per la nota formola delle progressioni aritmetiche. st x n avremo ee a ) s= ECO) a_i o so LE xl + 1235 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 73 RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili Autori, od Editori. L'Amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali é segnato il costo, ed anche le altre se possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con )a do- manda, cent. 30 per la francatura della corrispondenza. Per gli abbonati e Je opere dell' estero, aumentano le spese postali. Desiderando risposta scrivere in cartolina doppia. ——————_—_e >> yT—_——_—- ALFIERI & LACROIX. Come si devono fare gli originali per le riproduzioni fotomeccaniche. (Milano, 1905. Cfr. anche < Monitore Zoologico » fase. di Marzo e Aprile 1905). Ognuno sa quale importanza abbiano raggiunto oggi, anche per i cultori delle scienze naturali, le riproduzioni fotomeccaniche. Il disegnatore mette sempre qualche cosa del suo nel disegno che fa, sia che disegni dal vero, sia che copî un altro disegno. Confrontate due o più disegni di un medesimo fiore, di un medesimo animale, di un medesimo organo od elemento istologico, fatti da altrettanti autori, e vi troverete sempre qualche differenza, diremo così, personale; se vi è fami- gliare, riconoscerete forse anche ìl disegnatore. Chi è, per €s., tra coloro che hanno pratica di il- lustrazioni botaniche. che non riconosca le incisioni del Faguet ? Questa nota personale, che ognuno inevitabilmente introduce nel disegno, come in qualunque rappresentazione, descrizione o interpretazione di un oggetto o di un fenomeno naturale, fa sì che, quando si tratta di illustrare un lavoro scientifico, se le incisioni non sono fatte dall’ autore, le interpretazioni sono almeno due: quella dell’autore e quella dell’incisore che riproduce ì suoi disegni. Per i naturalisti specialmente, è molto importante ch'essi sappiano disegnare, per potere il- lustrare da sè i propri lavori; ma ciò non basta, quando i loro disegni devono essere poi copiati da incisori o da litografi. Ma oggi, in seguito ai progressi delle arti grafiche fotomeccaniche, quel secondo interprete, quell’intermediario, che sarebbe )’ incisore od il litografo, può essere soppresso, poichè il disegno dell’ autore vien direttamente riprodotto col sussidio della fotografia. Meglio ancora, la incisione a mezza tinta (autotipia), col mezzo dei reticolati, permette la ri- produzione diretta da fotografie, cioè senza l'intervento di nessun disegnatore. È vero che c' è dif- ferenza da fotografia a fotografia, che la riproduzione fotografica non esclude in modo assoluto una certa soggettività nella riproduzione stessa, la quale non è mai la perfetta copia della natura. E° anche verissimo, che non sempre la riproduzione fotografica è la più adatta a far vedere ciò che l’autore ha interesse di mettere in evidenza, poichè l’ essenziale, ciò che è oggetto di studio o di speciale osservazione, si confonde o si perde in mezzo ad una quantità di accessori che la foto- grafia riproduce, e che sarebbe bene potere isolare; e quindi anche la riproduzione fotografica deve essere applicata agli oggetti di ricerche scientifiche con un certo criterio e con molta conoscenza dell’arte fotografica stessa; ma non sì può negare che essa renda ed abbia reso grandi servigi, oggi specialmente, che la si applica anche al microscopio. sa Ma per escludere, tra l’ originale e la riproduzione, il più possibile, gl’ intermediarî, occorre che i disegni o le fotografie per le riproduzioni fotomeccaniche siano fatti tenendo conto di certe avvertenze. Se il disegno o la fotografia, perchè la incisione riesca bene, hanno bisogno di rztocch:, e questi li deve fare l’incisore, tanto vale ricorrere al sistema antico. Spesso l’ autore, poco abile nel disegno, pensa: l' incisore toglierà questa macchia, accomoderà questa linea, ecc. Bisogna ri- cordarsi invece che, con ì processi fotomeccanici, ogni segno, ogni baffo, ogni macchia, vengon riprodotti; anzi, difetti apparentemente trascurabili, possono diventare molto più appariscenti nella fotoincisione; quindi l’autore deve sempre aver cura che il disegno riesca tale quale desidera di vederlo riprodotto. Non solo; bisogna avere, come dicevo sopra, certe speciali avvertenze. Per es. occorre sapere che, se il disegno fu decalcato, la carta da decalcare non deve mai esser rossa, ma bleu chiara, poichè i segni rossi si riprodurrebbero in nero, mentre gli azzurri non compaiono nella fotografia; 74 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI che il disegno deve essere a tratti nitidi e ben neri (meglio con inchiostro di china misto ad un po’ di rosso), e che i tratti sbiaditi, poco visibili nell'originale, vengono neri come il resto nella riproduzione ; che le sfumature darebbero delle macchie, ecc. Insomma nei disegni per fotoinci- sione (senza reticolato) nou ci devono mai essere mazze tiute. Il più delle volte si usano inchiostro, penne e carte speciali. Anche i disegni e le fotografie per riproduzioni a mezze tinte devono pos- sedere certì requisiti, perchè la riproduzione venga bene. 1 buonì stabilimenti fotomeccanici hanvo artisti ritoccatori, che accomodano i disegni ch’ essi ricevono per farne clichés. Ma, mentre questo ritocco rappresenta spesso un difficile e lungo lavoro in più per l’incisore. può nuocere, come si diceva sopra, alla fedeltà della riproduzione; perciò è bene che gli autori sappiano come devono esser fatti gli originali per le riproduzioni fotomeccaniche. Venti o venticinque anni fa, chi voleva buone riproduzioni fotomeccaniche, mandava i suoi disegni in Germania od in Austria. Una delle case più rinomate era, ed è tuttora, la casa Angerer & Goschl di Vienna, la quale vende anche penne, inchiostri, carta (carte Gillot) ece., che accom- pagna con istruzioni per fare gli originali. Ma sorsero ben presto stabilimenti simili in Italia, primo, se non erro, il Turati (ora Turati e Menotti-Bassani) a Milano, e poi tanti e tanti altri, come il Danesi a Roma, l’Alipari a Firanze, ecc. ecc. Uno che in pochi anni ba preso posto tra i più rinomati è quello dei signori Alfieri & Lacroix di Milano, i quali ebbero recentemente la fe- lice idea di pubblicare delle utilissime istruzioni sul modo di fare i disegni e le fotografie per le riproduzioni fotomeccaniche. Di queste istruzioni, stampate prima nel Mornztore Zoologico di Fi- renze, la casa Alfieri e Lacroix ha fatto una tiratura a parte in elegante opuscoletto. Siccome conosco per luuga esperienza la tecnica di questi disegni, ed anche qualche cosa della tecnica delle riproduzioni fotomeccaniche, e so quanto sia importante, e spesso non facile, il fare un buon originale per un cliché, ho creduto bene di segnalare aì miei colleghi naturalisti questa utile pubblicazione della casa Alfieri & Lacroix. L’opuscoletto comprende i seguenti capitoli: Introduzione; la Zincografia; Fotoincisione (ri- produzione di disegni a tratti neri o punti); Incisione a mezza tinta (riproduzione di fotografie, acquerelli, ecc.); Tricromia; Quattrocromia; Bicromia; Fotolitografia. A. PoLI LARGAIOLLI prof. VITTORIO. Le Diatomee del Trentino. Il fiume Noce. (Pa- dova, 1905. Dagli atti dell’ Accad. scientifica Veneto-trentivo-istriana. Anno II, fase. I, Estr. di pag. 10, in-8). Dagli studi fatti dall’ Egregio A. veniamo a conoscere che la flora diatomacea del fiume Noce finora consta di 45 tra specie e varietà spettanti a 24 generi e questi a 12 fa- miglie. I campioni che hanno dato maggior numero (26) di forme sono quelli levati alla foce, poi quelli raccolti verso le sorgenti (25), mentre quelli che rappresentano la flora di metà corso sono ì più poveri con 18 diatomee. Una forma è nuova per il Trentino. Alcune sono rare: Navicula amphigomphus, Frustulia vulgaris, Nitzschia tabellaria, Denticula frigida var. rapitata, Suriraya ovalis var. ovata, Dia- toma vulgare var. Ehrenbergi ed Eunotia bidens var. diodon, essendo state trovate in un unico lago del Trentino. ; LARGAIOLLI dott. VITTORIO. Le Diatomee del Trentino. Laghi di Malghetto e di Tovel. (Trento, 1905. Dalla « Tridentum », fase. II. Estr. di pag. 7 in-8). _ Risulta che la flora diatomacea del lago di Malghetto è rappresentata da 18 generi con 32 forme, quella di Tovel da 16 generi e 36 tra specie e varietà. Quattro forme sono nuove per la flora trentina; parecchie sono rare, come: Nawvicula gracilis, N. tuscula, N. ventricosa, N. am- phigomphus, Frustulia vulgaris, Encyonema gracile, Nitaschia tabellaria, Suriruya ovalis var. ovata, Diatoma vulgare var. ehrenbergi, Eunotia arcus. Rimarchevole la mancanza, nei saggi di ambedue i laghi, delle comunissime Syredrae. COZZI sac. CARLO. Ulteriori aggiunte alla florula Abbiatense. (Milano, 1905. Dagli Atti d. Soc, Ital. di Scienze Nat., Vol. XLIV. Estr. di pag. 8 in-8). È una breve contribuzione che fa seguito alle altre inserite negli Atti della Spett. Società Ital, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI To di scienze nat. Nella medesima sono comprese talune fra le specie più importanti e meno volgari, già citate in un opuscoletto dal titolo: F/orula abbiatense, vssia rassegna delle piante vascolari più comuni, ecc., ece. (Abbiategrasso, 1902). CARUANA GATTO A. Seconda contribuzione alla Fauna Lepidotterologica dell’ Isola di Malta. Eteroceri. (Malta, 1905. Tip. del « Malta » 16, Str. Zecca, Valletta. Pag. 32 in-8). Nel 1891 in questa Rivista It. di se. pat., 1’ Egregio A. pubblicò una = Prima Contribuzione alla Fauna Lepidotterologica dell'Isola di Malta = comprendendo i Ropaloceri. Il 1.° marzo 1893 in una riu- nione della Società Maltese di Scienze Naturali lesse la presente seconda Contribuzione alla Fauna Lepidotterologica della stessa Isola, ove trovansi elencate 105 specie di Eteroceri finora colà catturati. CELI geom. GIUSEPPE Applicazione del principio dei vasi comunicanti all’ In- dustria Enologica col mezzo del robinetto « Unificatore » (Portici, 1905. Dalla R. Se. Sup. d'Agr. Estr. di pag. 24 in-8). Evvi suggerita una nuova proposta a vantaggio dell’ Enologia che è una delle più importanti fra le industrie italiane. L' Egregio A. ha diviso il svo lavoro nei seguenti capitoli: 1.° Il nuovo indirizzo nella produzione vinicola. 2.° Mescolanze e tagli nell’ attuale enologia. 3.2 Generalità sull’ applicazione del principio dei vasi comunicanti. 4.0 Mezzi usati per detta appli- cazione. 5.0 Mescolanza dei mosti. 6. Trattamento dell’ unica o delle diverse masse di vino nelle operazioni enologiche: a) Colmatura delle botti. b) Travasi. c) Spillatura del vino. d) Mescolanza delle masse. e) Solforazione. 7.° Taglio delle diverse masse di vino. 8.0 Uso del robinetto di vetro sul cocchiume. A conclusione di quanto espone l’ Egregio A. sul modo di condurre le operazioni enologiche con l’ applicazione del principio dei vasi comunicanti, risulta che con piccolissima spesa e forte eco- nomia di capitale sì ecnseguono molti e grandi vantaggi, principalmente quello della unificazione delle masse e dei tipi di vino, che avviene nel modo più completo e più soddisfacente tanto al riempimento dei fusti, quanto al travaso e alla spillatura. Nessuno dubbio può rimanere perciò sulla possibilità di ottenere il tanto desiderato tipo unico di vino. Il metodo esposto in modo generale, potrà essere applicato nella pratica di tutte le cantine, siano di grande, che di media o piccola importanza con quelle modifiche, che le speciali condizioni del- l'azienda richiederanno. È altresì da ritenersi che il metodo esposto. ossia 1" applicazione del principio di Pascal all’eno- logia col mezzo del robinetto unificatore possa randere utilissimi servigi nel campo industriale potendo valere egualmente per la mescolanza od unificazione di altri liquidi e per qualunque gas o vapore. DE ANGELIS D’OSSAT G. Maurizio Alfonso Stilbel. I suoi viaggi e la sua teoria dei Vulcani. ( Firenze, 1905. Dalla Riv. Geografica Ital. Anno XII, Fase. II-III Estr. di pag. ll in-8). Il 10 Novembre 1904, si spense in Dresda il dott. Maurizio Alfonso Stibel nativo di Lipsia, celebre viaggiatore e conoscitore di fenomeni vulcanici. In questa memoria l' Egregio A. ricapitola i numerosi viaggi intrapresi in varî punti del globo dal sullodato naturalista, ed espone con brevi parole la ingegnosa teoria stibeliana sul vulcanismo. DE ANGELIS D’OSSAT G. Il concetto di individuo nei Zoantari fossili. (Roma, 1905. Dal Bell. d. Soc. Geol. Ital. Vol. XXXIV, fase. I. Estr. di pag. 12 in-8). Dalle considerazioni dall’ Eg.° A. fatte legittimamente risulta che lo scheletro dei Zoantari, quantunque, - per le svariatissime modalità che offre, - permetta molte ed interessanti osserva- zioni sotto il punto di vista della individualizzazione ; pure, - a causa delle specie meandriniformi che celano le parti individuali ed a motivo dell’incostante presenza degli organi essenziali, - non potrà mai rivelare l'essenza dell'individuo, per quanto a molti sia sembrato questo studio capace di spargere molta luce sul tenebroso argomento. Tale logica, ma inaspettata conclusione suggerisce uaa via indiretta che sicuramente condurrà, 70 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI se non allo scoprimento della natura intrinseca dell’ individuo, almeno a racchiudere la materia donde dovrebbe spicciare il concetto ricercato in un ambito molto più ristretto. Sarà allora facile strappare genialmente o l'essenza desiderata o la dimostrazione positiva dell’impossibilità di rag- giungerla. In qualunque modo la scienza avrà sortito il suo scopo. Il metodo che l’ Eg.® A. propone da seguirsì sarà quello dell’ esclusione degli organi e delle funzioni da essi dipendenti, i quali non potranno sicuramente riuscire utili alla ricerca dell’ es- senza dell'individuo. A questa categoria appartengono gli organi e le funzioni che nascondono le distinzioni individuali e che sono incostantemente presenti. Tale esame e vagliatura naturalmente dovrà essere eseguita partitamente per ciascuna branca naturale del campo biologico e ripetuta per ogni singolo organo e funzione. In molti casì l'indagine non sarà nè difficile e nè lunga; mentre che ‘grande ne sarà l'utilità; dacchè il problema sarà semplificato, perchè i dati si dovranno rìn- tracciare in una cerchia immensamente più ristretta. D' altra parte si acquisterà la certezza che gli studi sopra molti organi e funzioni, per i quali ora si nutrono le migliori speranze, saranno addirittura da ripudiarsi. L'applicazione del metodo che propone 1° Eg.® A. frutterà un largo e profondo contributo. di considerazioni di cui sì avvantaggeranno soprattutto gli studi sistematici. Invero la vagliatura degli organi e delle funzioni condurrà all’ apprezzamento del loro valore reale; per modo che a seconda della rispettiva importanza potranno essere adibiti come caratteri diagnostici dei diversi elementi tassonomici. Così la Zoologia e la Botanica come la Paleozoologia e la Paleofitologia potranno in- camminarsi più sicuramente sulla via delle classificazioni più naturali, abbandonando molte di quelle presentemente adottate, le quali, = rispetto alla presente evoluzione degli studi anatomici, fisiologici e bionomici, - risentono troppo di empirismo e persino di soggettivismo. Dai lavori anatomici e fisiologici pubblicati, facilmente si potrebbero raccogliere preziosi dati; maggior messe potrebbesi ricavare dai futuri studi se gli autori terranno presente anche l’ altissimo obbiettivo della selezione di cui parla 1° Eg.° A. CORREVON H. Della coltura delle piante alpine nelle regioni secche e calde. (Italia, Mezzogiorno, ecc.). (Firenze, 1904. Dal Bull. d. R. Soc. Toscana di Orticoltura. Anno XXIX. Estr. di pag. 12 in-8). Nel 1901 visitando il giardino Botanico dell'antica e dotta Università di Pavia, che è uno dei più antichi del mendo, l’attenzione dell’ Egregio A. fu colpita dalla stupenda collezione di piante alpine esposte in pieno sole sulla cima di un muro al centro del giardino. Saputo che sì trattava del famoso sistema di coltura nello sphagnum, che è il solo mezzo esistente per colti- vare le piante alpine nei climi caldi e secchi, studiò sul luogo questa curiosa applicazione e dopo le spiegazioni fornitegli dal dott. Briosi, direttore di quel giardino e dal cav. Bucco, diret- tore del giardino botanico di Genova, fece delle prove al giardino di acelimatazione di Ginevra sulle seguenti piante: Arnzca montana, Astrantia minor, Gnaphalium leontopodium, Leucanthemum alpinum, Androsane Helvetica, Parnassia mysorensis, Sagifraga aizoides, S. Carpathica, S. stel- laris, Soldanella alpina. I risultati ottenuti su dette specie e su altre 120 piante delle più rare, di cui l’ Egregio A. porge l’ Elenco delle più interessanti, furono completamente soddisfacenti. Sappiamo da questa memoria che il Sig, Dott. Aug. Rosenstiehl a Enghien presso Parigi, te- nendo conto del fatto che la flora dell’ alta montagna è differente a seconda che essa cresce sul granito o sul calcareo, e dopo uno studio a fondo dell’ influenza della composizione chimica del suolo sulla composizione del tappeto vegetale, ha stabilito in casa sua una coltura silicicola come non la si trova in nessun altro sito del mondo. Questo nuovo sistema d’innaffiatura per assorbi- mento inventato dal sig. Rosenstiehl'è stato utilmente imitato da altri su di una più vasta scala. Sarebbe desiderio che il nuovo sistema in parola venisse adottato nel mezzogiorno ed in Italia ove otterrebbe un grande successo, Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri IR; BOZZINI, Serente responsabile Titoli delle Memorie da ritagliarsi per lo schedario scientifico 5 Zooloyia Pubblicazioni del 1903 Alzona C. Nota sulla fauna delle caverne italiane. (Bologna, 1903. ‘Riv. Ital. di Speleologia. Fasc. I, pag. 18-23). Alzona C. Nota preliminare sulla fauna delle caverne del Bolognese. (Bologna, 1903. Riv. Ital. di Speleologia. Fasc. III. pag. 11-14). Angelini prof. G. Sull’aumentata frequenza in Italia del Nib- bio bruno. (Siena, 1903. Avicula. n. 67-68, pag. 89-93). Brian A. Sui Copepodi parassiti di pesci marini del- Isola d’ Elba. (Torino, 1903. Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. n. 121. pag. 1-8). Brian dott. A. Quantité extraordinaire d’ Hydromeduse sulle coste di Genova. (Paris, 1903. Cosmos. Revue des Sciences et de leurs applications. n. 955, pag. 618, con 1 fig.) Brian dott. A. Descrizione di un nuovo genere di crosta- ceo. Lerneide. (Silvestria truchae n. g. n. sp.) Silvestria n. gen. (Genova, 1903. Dagli Atti della Soc. Ligustica di Sc. nat. e geografiche. Anno XIII, Vol. XIII. Estr. di pag. 6 in-8, con 1 tav.) Arrighi-Griffoli G. Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori. (Parte 2.*). (contin.) (Siena, 1903. Avicula. n. 65-66 e seg.) Brian dott. A. La presenza dell’ anfipodo « Guerinia ni- caeensis Hope » nel Mare di Genova. (Siena, 1903. Boll. d. nat. n. 4, pag. 41-42). Bellini R. La Mitra zonata Marryatt nella fauna ma- lacologica marina di Capri. (Napoli, 1903. Dal Boll. d. Soc. di Natur. Anno XVII, Vol. XVII. Estr. di pag. 2 in-8). Brian dott. A. Sui Copepodi parassiti di pesci marini del- l'Isola d’ Elba. (Genova, 1903. Dagli Atti d. Soc. Ligustica di Sc. nat. e geografiche. Anno XIII, Vol. XIII. Estr. di pag. 8 in 8). Bezzi dott. M. Alcune notizie sui ditteri Cavernicoli. (Bo- logna, 1903. Riv. Ital. di Speleologia. Fasc. II, pag. 8-16). Brunelli G. Il letargo dei mammiferi e il sonno dei Fakiri. (Siena, 1903. Riv. Ital. di Sc. nat. n. 3 e 4. Pag. 33-37). Bonomi P. Sfogliando l'Atlante Ornitologico del prof. Arrigoni degli Oddi. (Siena, 1903. Avicula. n. 61-62, pag. 16-17). Brunelli G. La Gastraea-Theorie e 1’ origine del canal neurale nei Cordonii. (Siena, 1903. Riv. Ital. di Sc. nat. n. 11 e 12, pag. 138-143). Bonomi P. Dalla Sardegna. Appunti d’Escursioni (con- tin.) (Siena, 1903. Avicula. n. 61-62 e seg.). Brian dott. A. La presenza del Chlorotocus gracilipes A. M. Edw. nel Mare Ligustico. (Siena, 1903. Riv. Ital. di Sc. nat. n. 3 e 4, pag. 25-26). Brian dott. A. Sulla Lophoura Edwardsii Kolliker e so- pra alcuni altri copepodi del Golfo. (Genova, 1903. Dagli Atti d. Soc. Ligustica di Sc. nat. e geografiche. Anno XIII, Vol. XIII. Estr. di pag. 9 in-8). Camerano prof. L. Osservazioni intorno ad alcuni crani di « Thalassarctos maritimus (Linn.) » .(Milano, 1903. Ed. U. Hoepli. Pag. 15 in-4, con 2 fig.) Gamerano prof. L. Osservazioni intorno ad alcuni crani di « Odobaenus Obesus (Ilig), Allen ». (Milano, 1903. Ed. U. Hoepli. pag. 9 in-4). Camerano prof. L. Osservazioni intorno ad una femmina di « Delphinapterus leucas Pall. » e ad un suo feto. (Milano, 1903. Ed. U. Hoepli. pag. 16 in-4, con 3 fig.) AI “ ISARCO RA datare Titoli delle Memorie da ritagliarsi per lo schedario scientifico 6 Camerano prof. L. Gordiens nouveaux ou peu connus du Mu- sée Zoologique de l’Académie Imperiale des Sciences de St. Petersbourg. (Vermes, Gor- diacea). (St. Petersbourg, 1903. Annaire du Musée Zoologique de l’ Academie Imperiale des Sciences. T. VIII. Estr. di pag. 8 in-8). Corti dott. A. Di una nuova galla d’ Apion pubescens Kirby e dei coleotterocecidi in genere. (Ca- merino, 1903. Riv. Coleotterol. Ital. n. 8-11 pag. 173-182). Camerano prof. L. Osservazioni intorno al « Gadus saida Le- pechin » della Baia di Teplitz. (Milano, 1903. Ed. U. Hoepli. Pag. 12 in 4). Camerano prof. L. Di alcuni resti di Renna trovati nell’ Tgola del Principe Rodolfo. (Milano, 1903. Ed. U. Hoepli, pag. 24 in-4, con 18 fig.) Corti dott. A. I Cecidomidi del Pavese. (Milano, 1903. Dagli Atti d. Soc. Ital. di Sc. naturali. Vol. XLII. Estr. di pag. 9 in-8). Damiani dott. G. Di un Prodelphinus euphrosyne True al- l’Isola d’Elba e della distribuzione dei Den- ticeti minori nei mari d’Italia. (Genova, 1903. Dagli Atti d. Soc. Ligustica di Sc. nat. e geografiche. Vol. XIV. Estr. di pag. 15 in-8). Camerano prof. L. Di alcuni resti di « Pusa foetida Faber » trovati a Capo Fligely. (Milano, 1903. Ed. U. Hoepli, pag. 7 in-4). Camerano L. Ricerche intorno alla Talpa Romana, Old- field Thomas e ad altre forme di Talpe Eu- ropee. ‘Torino, 1903. Ed. Carlo Clausen, pag. 127 in-4, con 1 tav.) Damiani dott. G. Uno squalo interessante all’ Isola d’ Elba. (Portoferraio, 1903. Dall’ Illustrazione Italia- na. n. 34, del 23 Agosto. Estr. di pag. 1, con l fig.) GCannaviello dott. E. Osservazioni sulle Phalaerae, dell’ Italia meridionale. (cont.) (Siena, 1903. Riv. Ital. di Sc. nat. n. 1 e 2 e seguenti). De Blasio A. Cranio macrocefalo e cranio plagiocefalo. (Siena, 1903. Riv. Ital. di Sc. nat. n. 5 e 6, pag. 58-63, con fig.) Gannaviello dott. E. Les Zigaenae de Paestum et de ses envi- rons. (Namur, 1903. Revue mensuelle de la Societé Entomologique, n. 6, 7 e 8. Estr. di pag. 10 in-8). Del Guercio prof. G. e Mezzana prof. N. La serie maschile delle forme nella nuova Cocciniglia cerifera degli agrumi. (Ceropla- stes Sinensis Del Guercio). (Firenze, 1903. Tip. M. Ricci. pag. 12, con 1 tav.) Cobelli dott R. Gli Imenotteri del Trentino. (Rovereto, 1903. Tip. Roveretana (Ditta V. Sottochiesa). pag. 168 in-8). Cognetti-De Martiis dott. L. Descrizione di un nuovo Enchitreide (Me- senchytraeus gaudens n. sp.) (Torino, 1903. Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. n. 453, pag. 1-3). De Stefano dott. G. Sul genere Nicoria Gray (Nota). (Siena, 1903. Riv. Ital. di Sc. nat. n. 5-6, pag. 66- 68). Diversi A. A. Catture di specie rare od avventizie (Siena, 1903. Avicula, n. 61-62 e seg.) Cognetti-De Martiis dott. L. Contributo alla conoscenza della drilo fau- na sarda. (Torino, 1903. Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. n. 456. pag. 1-3). Fabiani R. Nota sul Caecosphaeroma Bericum, Fabiani. (Venezia, 1903. Atti d. Reale Ist. Veneto di Sc. lett. ed Arti. T. LXII, Disp. III, pag. 177-179, con fig.) Fiori prof. A. Caccie nuove e vecchie. (Camerino, 1903. Riv. Coleotterol. Ital. n. 8-11, pag. 153-166, con fig.) l4 i, 1044 PLAZA EA 20" ion pi 2 LABORATORIO Z00KCGICO-Z00POMICO-TASSIDERMICO E MUSEO DI STORIA NATURALE Ditta Cav. SIGISMONDO BROGI i Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Cataloghi gratis Prezzi correnti gratis Fornitore dî molti Musei e Gabinetti italiuni, ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumeuti, Arnesi, Preservativi, Specialità ecc. 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ACHILLE 3LI UCCELLI INSETTIVOR NON SONO UTILI ALL'AGRICOLTURA E una nuova pubblicazione, edita a cura della Rivista Italiana di Scienze Naturali, Siena 1904, che contiene preziosi dati e notizie interessanti in confutazione alla questione sulla utilità. degli uccelletti insettivori verso l’ agricoltura, questione che 1’ Egregio A. viene dimostrando esser falsa. Il lavoro è diviso in capitoli di cui ci limitiamo a riprodurne i titoli: Questione di competenza — Insetti — Utili e nocivi — L'uomo altera l equilibrio naturale — Nemici naturali degli insetti fitofagi — Insetti utili — Insetti predatori — Insetti parassiti endo- fagi — Insetti nocivi importati — Parassiti endofagi dei principali insetti nocivi — Prime conclusioni — Gli Uccelli iusettivori non sono utili — Gli uccelli insettivori sono nocivi — Indicazioni bibliografiche — Conclusioni. In appoggio alle sue teorie, 1’ Egregio A. riporta le dichiarazioni di insigni naturalisti quali, fra gli italiani, Lnssona, SABBIONI, RONDANI, GHILIANI, CAMERARO, BERLESE, a i RIGONI DEGLI OppI, RIBAGA, LIov. (Prezzo dell’ opera di pag. 83 in-8.° con 24 figure intercalate nel testo L. 5). Pror/ F, FarLLIi. Animali da cortile. Polli, faraone, tacchini, fagiani, anitre, oche, cigni, colombi, tortore, conigli, cavie, furetto. Con 86 incisioni e 19 tavole colorate. — Un volume di pag. xv-371. — Ulrico Hoepli, editore, Milano, 1905. L. 5,50. Il solerte elitore U. Hoepli, conscio della immensa utilità di volgarizzare tutti i dettami delle scienze ed in special molo quelli che possono arrecare vantaggio colla loro applicazione alle in- dustrie, ha finora editi più di 800 manuali per raggiungere “tale SCOpo. zootecniche non sono state da lui trascurate e molti di essi ne trattano con ecgezionale competenza essendo glì autori stati scelti con mano maestra: ne sia esempio quest’ ultimo manuale del Prof Faelli, zootecnico della lt. Scuola Superiore Veterinaria di “l'orino, il quale è un appassionato e studioso volgarizzatore di tutto ciò che è attinente all'industria dell'allevamento del bestiame, come ne fanno fede le numerose e lodute sue pubblicazioni, Il manuale intitolato ‘Animali da cortile ,, che si presenta ora al pubblico, è. si può dire, il seguito dell’altro, uscito nel 1903, che ha per titolo Razze bovine, equine, suine, ecc. (L. 3,90) dello stesso autore, acculto con tania simpatia e benevolenza. Anche questo, come l’altro, ha lo scopo di fare conoscere i caratteri di determinate specie di animali chiamati da cortile perchè generalmente sono allevati nella casa rustica e dintorni di essa, o più specialmente che vivono nella corte rustica 0 cortile, in libertà; e_l° Autore lo ha raggiunto scrivendo in modo piano, facile a capirsi, e divertente ; pregio questo grandissimo essendo un libro che deve andare fra le manì di tuttì e che deve interessare tutte le classi sociali, tanto gli abi- tanti della città, che quelli della campagna. In questo manuale si trovano delle cognizioni utili « sapersi da chiunque, e la parte storica è accuratissima e trattata in modo da rendere una materia per sè arida, quale la descrizione delle singole razze, interessante «d attraante. Il valore dell’ opera è aceresciuto dalle moltissime tavoie colorate originali di cui è ricca, ese- guite dall’egregio pittore I.. Edel, il quale ha saputo SIE: ad esse un’ impronta artistica tale da farle apparire come piccoli qua lretti di genere. Di tutto ciò sia lode all Editore, il “quale, come sempre, offre al pubblico un libro degno della | massima fortuna. Le iudustrie agricole e. MP Conto corrente con la Posta ANNO XXV = Siena - Luglio-Agosto 1905 - N. 768 VISTA ICALIANA DI SCIRNZE NATURA Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Abbonamento annuo per l'Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L. 4, 00 Per gli Stati dell'unione postale L. 4,50. — Altri Stati L. 5, 00 IN di ‘ già diretta dal Cav. SIGISMONDO BROGI \ UFFICIO — Via Baldassarre Peruzzi 23 — SIENA Collaboratori principali della RIVISTA e del suo supplemento BOLLETTINO DEL NATURALISTA ARRIGONI degli OppI conte prof. EtrtoRE — BADANELLI prof. dott. Dante — BarceELLINI prof. MaRrrANO Bellini dott. RarraELLO — BeRTELLI dott. Dante — BeTTI GruseppE — Bezzi dott. prof. MARIO — Bi- ‘seeni-prof. d." CarLo — Borzon Prof. Dott. Pro — Bonomi Prof. Agostino — Borpi Prof. Dott. Lusi Bomficci-PorTA Comm. Prof. .Lurei — BrunELLI Gustavo — Brusina Prof. SPIRIDIONE — CACCIAMALI Prof. G. Battista — CaraBrò Lomzarpo Prof. AntonINo — CARUANA-GATTO Avv. ALFREDO — CASTELLI dott. Groyanni — CerMENATI Prof. Mario — CrerIcI Ing. Enricn — Cori Chimico farm. ELtAa — Damiani Dott. Prof. Gracom — De AngeLIS D'Ossat Dott. Prof. GioaccHino — De Bonis AnToNIO \— De BtLasio Dott. AkeLE — DepoLi Guino —DeL PRETE d.° Rartmonpo — De STEFANO d.” GIUSEPPE - De SteFANI PeREz Prof. Troposio — FaBANI Sac, prof, CarLo — Fava TepALDI Luigi — FENIZIA rof. CARLO — FioR1 Prof. AnpreA — GaLLi-VaLERIO dott. prof. Bruno — GIAcHETTI cav. G. CESARE GriLLo prof. Niccorò — ImParatI dott. prof. EpoArRDo — Largaror.ri dott. prof. Vittorio — LEVI orEnos dott. Davin — Liyini cav. prof. dott. AnToNIO — Longo prof. dott. AnpreA — Lopez prof. tt. 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Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i_loro scritti, pagandoli solamente 10 ‘cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e I.. 6 il ‘ cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori, È Lg _ Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approtittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni ‘gratuite ne] Bollellino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande; indirizzi ecc. ; fare offerte e ri- cerche per cambi | °° ami. niante, minerali, libri, — macchine, prodotti! 3 Torano. _ Le inserzioni 1 are la lunghezza si ha diritto di pi 7, neviene accordat pense. Dalle inser, | rch. dott, G. F. — Mascarini Prof. ALessanpro — MxLI Prof. Romoro — MatTEI Giov. FTTORE Morici MicaeLe NevianI Dott. Prof. Antonio -- PARATORE dott. prof, EmanuELE — PAULUCCI ch. MARIANNA — PELACANI Prof. Dott. 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Pag. 92. 6 CONTRIBUZIONI alla Biologia fiorale delle “ RANALES,, Note raccolte dal Dr. LUIGI SCOTTI ANT (continuazione e fine) CONSIDERAZIONI GENERALI Ricapitolando brevemente, si può dire che svariate e notevoli sono le diffe- renze presentate dalle Ranuncolacee nelle loro disposizioni a ricevere la visita degl’ insetti. Alcune di esse sono visitate per la ricerca del nettare, prodotto dai sepali in alcune Paeonia; dai petali in. Ranunculus, Delphinium ecc.; dagli stami in Helleborus, Atragene; dall’ ovario in Caltha. Altre offrono soltanto polline, come Clematis, Anemone, Thalictrum (Lubbock, loc. cit.). Diverse sono ancora le forme esteriori fiorali come mezzo di richiamo degli insetti. I Ranunculus devono la loro magnificenza al colore giallo vivace della corolla, mentre è ili calice che più apparisce in Caltha, in Helleborus, in Anemone. Tutto il perianzio è vivamente colorato in Aquilegia e in Delplinium, e sono gli stami che maggiormente spiccano in Thalicetrum (Lubbock, loc. cit.). Come si è visto, in alcune specie il nettare è facilmente accessibile, tro.» vandosi-in piccole fossette alla base dei petali: Ranunculus; in altr& esso si trova raccolto in uno sprone più o meno lungo: Delphinium, Aquilegia, Aco- nitum. Nelle prime specie può ancora aver luogo la fecondazione autogama ; nel- le altre, secondo l’ opinione di Miller, essa non può avvenire (Lubbock, loc. cit.). Infine la dicogamia è largamente rappresentata. Gl’'insetti visitatori dei fiori appartengono nella maggior parte agli ordini degl’ Imenotteri e dei Ditteri; non mancano Coleotteri e Lepidotteri. Mac Leod (') (1) Over de Bevruchling der Bloemen, 1894, p. 362. 78 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI osserva che le specie monocarpiche del gen. Ranunculus (sceleratus, Philonotis arvensis) hanno fiori piccoli o smorti e sono poco visitati, mentre le specie policarpiche hanno fiori più grandi e gialli; essi sono molto visitati, eccezion fatta per AR. Lingua e Flammula che crescono nell'acqua o sopra di essa. Fam. Berberidacee Berberis vulgaris L. è un frutice spinoso dai fiori a grappolo. Ciascun fiore presenta sei sepali nel calice; la corolla gialla ha sei petali. Gli stami in numero di sei) ed opposti ai petali hanno alla base un paio di glandole nettarifere per ciascuno, e le loro antere deiscono per mezzo di valvole che si aprono dal basso all’ alto. Lo stimma è rappresentato da alcune papille che si trovano alla sommità del pistillo. Quando il fiore è aperto è facile l’ imbrattamento degl’insetti col polline di esso. Le basi degli stami essendo irritabili, essi si slanciano in avanti verso il pistillo, ed il polline distaccandosi dalle antere sporca indubbiamente l’insetto che si sia posato sul fiore a cercare il nettare. Questo movimento degli stami osserva il Lubbock (') può in alcuni casi produrre anche l’ effetto di spaventare l’insetto, il quale sen fugge via e trasporta il polline sopra un altro fiore. L'irritabilità alla base degli stami, nella loro faccia interna, fu determinata la prima volta da Koelreuter fin dal 1772 (Nov. Act. Acad. sc. Petropol., VI, 1790): quantunque sembri che Linneo abbia descritto il fenomeno dell’ irritabilità degli stami di Berberis vulgaris nella sua flora svedese. Nella Mahonia coltivata nei giardini, ed in Berberis aquifolia Pursh, pure coltivata, gli stami, come in 8. vulgaris, s' incurvano e portano le loro antere sullo stimma, quando vengono solleticati anche lievemente sulla faccia interna dei loro filamenti (Comes, Tratt, di Botanica). Fam. Magnoliacee Le Magnoliacee hanno fiori come quelli delle Ranuncolacee. Magnolia grandiflora L. è da noi coltivata per ornamento insieme con altre specie. I fiori grandi, eretti, bianchi, odorosi, alti 15-20 cm. hanno 9-12 petali a forma di cucchiaio. Gli stami hanno antere che si aprono e chiudono perio- dicamente. Secondo Delpino (*) è proterogina come M. fuscata Andr., Yulan Desf., glau- ca L., ecc. I fiori sono visitati principalmente dalle cetonie (Cetonia aurata. C. stricta), le quali vi entrano, appena aperti, per cercarvi il nettare che si trova sopra e fra gli stimmi, Più tardi esse divorano anche una parte del polline espulso dalle antere, che si raccoglie sulle foglie perigoniali fatte a cucchiaio, come si è detto. Le cetonie rimangono in questi fiori anche durante la notte quando essi (4) On British wild flowers considered in relation to insects, London, Macmillan, 1893 p. 60. (È) Ult. Oss. II, 2, 1875, p. 178. ATA ssa RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 79 si chiudono, trovandovi non solo una temperatura alta di 5 a 10° su quella dell'ambiente esterno ma anche una difesa contro gli attacchi degli animali notturni. Quando poi per la caduta delle foglie perigoniali, esse passano ad altri fiori, è ovvio che esse determinino |’ incrociamento, sporche come sono di polline (K. di Marilaun) (4) Anche Prantl (*) è dello stesso avviso. Egli aggiunge che l'odore delle Magnolie sembrerebbe essere mortale per le api. Delpino pure attribuisce, con probabilità, all'odore troppo veemente la presenza di api e mosche morte entro la cavità fiorale di JM. Yulan (°). Specie coltivate come ornamentali sono pure M. acuminata L. dai fiori giallicci, privi di odore; M. Campbellii dai fiori rossi, M. obovata Thumb. ecc. Nei fiori di quest’ ultima furono osservati, non solo durante la notte ma trattenervisi ancora per parecchi giorni, piccoli coleotteri dei. generi Dasytes, Meligetes e Anthobium (K. di M.). Fam. Calicantacee Calycantus floridus L., arbusto coltivato frequentemente nei giardini, è pro- terogino. Quando deiscono le antere gli stili sono esinaniti, sicchè la dicoga- mia par necessaria e non eventuale (Delpino, loc. cit. pp. 178, 236). Fam. Lauracee La sola specie nostrana, ed anche d’ Europa, di questa famiglia è Lawurus nobilis L., che cresce spontaneo nelle parti più calde della penisola e. delle isole, ed è poi dovunque coltivato. L. nobilis L. ha fiori disposti in glomeruli ascellari con perianzio giallo. È dioico, e quindi necessario alla fecondazione il trasporto del polline me- diante gli animali. ) Secondo Mez (‘) la fecondazione nelle Lauracee si effettuerebbe per mezzo degl’ insetti, poichè 1’ odore, l’ abbondanza dei fiori, la diclinia accennano a ciò; mancano però osservazioni dirette. ADDENDA (*) JE Nufar luteum Sm. Axell (*) riporta i fiori come: omogami, e così pure Kirchner (°). Secondo Schulz (") gli stimmi sembrano completamente svilup- pati al tempo dell’ apertura dei fiori ed anche durante tutto il corso dell’ e- missione pollinica rimangono atti all’ impollinazione. (4) Vita delle piante, Trad. it. vol. II. . (®) « Magnoliaceae » in Engler u. Prantl, Pflanzenfamilien, 1888. (3) Ult. Oss. II, 2, 1875, p. 234. (*) Morphologischen studien iiber die fam. der Lauraceen: Bot. Jahresb. 1888, p 555. (*) Durante la stampa di queste Contribuzioni, avendo potuto prender visione di alcuni lavori che già conoscevo soltanto dal titolo, sono in grado di aggiungere le seguenti note. (5) Om Anordningarna etc. p. 104. (°) Flora von Stuttgart, p. 276. (7) Bibliotheca Botan. Cassel, 1890, Heft 17. $0 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI II. Ceratophyllum demersum L. I fiori sono isolati, sommersi, ascellari. Ogni fiore ha un involucro di 6-12 lacinie. I fiori maschili hanno 10-12 stami (Mac Leod) (') o 15-16 (Ludwig) (*). Le antere al tempo della Geiscenza sono spinte fuori dell’ involucro, e in virtù d’un tessuto rilassato, pieno d’aria, che ter- mina la loro parte superiore e che ne diminuisce il peso specifico, montano verso la superficie dell’acqua e lasciano sfuggire il loro polline. I grani di polline hanno lo stesso peso specifico dell’acqua e per conseguenza fluttuano sopra di essa o - ciò che accade più frequentemente (Ludwig) - vengono trattenuti tra le foglie rigide ed uncinate dei pezzi superiori del fusto, e fini- scono per venire a contatto con i fiori femminili. Questi hanno uno stilo sporgente dal calice, lungo, filiforme, uncinato e caudiforme (Kirchner) (*), la cui parte inferiore pare che secerna una sostanza viscosa e funzioni da stimma (Ludwig). III. Thalictrum minus L. Miller (‘) trovò in Turingia i fiori proterogini, ed a motivo della proteroginia ritiene come sicura un’impollinazione anemofila. Secondo Schulz (*) l’ autoimpollinazione vi può aver luogo per la vicinanza delle antere e degli stimmi, ma non vi è inevitabile come in 7°. aquilegifolium, poichè gli stimmi non si trovano sulla linea di caduta del polline. L’ eteroimpollinazione mediante il vento può accadervi con maggiore faci- lità che in 7. aquilegifolium non solo per la viscosità ancora scarsa del polline e per la facile mobilità dei tenui filamenti staminali, ma anche per la posi- zione molto scoperta degli stimmi. All’opposto una impollinazione mediante gl’ insetti è molto più rara per la poca appariscenza dei fiori. IV. Anemone vernalis L. (Pulsatilla vernalis Mill.). Secondo Miller e Schulz (loc. cit.) i fiori sono proterogini o quasi omogami, più raramente decisamente proterogini. L’autoimpollinazione ha luogo frequentemente nei fiori chiusi durante la notte ed il tempo piovoso e per lo più in quelli pendenti, però mai in quelli aperti, poichè gli stili avanzano quasi sempre considerevolmente in lunghezza le antere (Schulz). I fiori sono abbastanza riccamente visitati da imenotteri - api, specialmente -, ditteri e coleotteri e da pochi lepidotteri (Mùller, Schulz). Ricca (°) non osservò (4) Over de Bevruchting der Bloemen, p. 319. (3) Ueber die Bestiubungsverhiltuisse Sisswasserpfl. ete.. Kosmos, V Jahrg. 1881. (3) Flora von Stuttgart. (4) Weitere Beob. I. 1878, p. 312. () Bibliotheca Bot. Cassel, 1890, Heft. 17. (5) Atti Soc. It. Sc. Nat. vol. XIV, 1872. rito RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 81 insetti visitatori sui fiori, che riporta come privi di nettare ; ma secondo Schulz la secrezione del nettare è molto variabile. In alcuni fiori e col tempo sereno e col tempo nuvoloso, osservando i nettarii non notò secrezione nettarea, ma in altri fiori la secrezione era abbondante. V. Anemone nemorosa L. Fiori senza nettare. Quando essi si aprono, gli stimmi sono nascosti sotto le antere, ma subito si scoprono e per la maggior parte del tempo che dura la fioritura, antere e stimmi sono sessualmente maturi. Gl’insetti possono provocare l’incrociamento e l’'autoimpollinazione, e poichè il fiore è più o meno pendulo, il polline può cadere sugli stimmi. Il fiore è molto appariscente, ma nondimeno poco visitato a motivo della man- canza di nettare (Mac Leod). ("). Cfr. Miller. Fertil. p. 72. An. sylvestris L. ha fiori bianchi, molto vari nella grandezza, omogami, o debolmente proterogini o debolmente proterandri (Schulz. loc. cit, Miller) (). Senza nettare, affatto o poco odorosi i fiori sono frequentemente visitati da insetti, specialmente api, e raramente da coleotteri (Schulz). E VI, Ranuneulus aquatilis L. Quando il fiore si schiude le antere si aprono successivamente; nel tempo stesso gli stimmi sono sessualmente maturi. L’auto- impollinazione spontanea ha luogo frequentemente. Ogni petalo porta una conca nettarifera (Almqvist) (?). Nelle conche nettarifere s'incontrano talvolta grani di polline lasciativi senza dubbio dagl’insetti, che li avevano aderenti alle loro parti boccali. Nelle acque poco profonde i fiori sono talvolta così numerosi che ne rico- prono l’intera superficie; nelle acque più profonde i fiori rimangono sommersi ed allora non si aprono mai ed ha luogo nell’ interno 1’ autoimpollinazione Visitatori: Apis, Megachile circumeincta, Eristalis arbustorum (Mac Leod) (°). Cfr. Miller: Fertilis p. 74, Weit. Beob. I; Kirchner: Neue Beob. 1886, D. 20. Ran. arvensis L. ha piccoli fiori d’ un color giallo di zolfo. Quando il fiore si schiude gli stimmi sono spesso totalmente nascosti dalle antere piegate verso l'interno. Quando le antere incominciano ad aprirsi all’esterno e verso l’alto, gli stili aumentano in lunghezza. Per la reciproca posizione delle antere e degli stimmi è quasi impossibile l’autoimpollinazione spontanea. (!) Over de Bevruchting. p. 354. (2) Weitere Beob, I, p. 314. (*) Bot. GCentralb]. XXXVIII, p. 662. (4) Over de Bevr, p. 362, 82 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Si danno tuttavia fiori in cui le antere sono già aperte quando gli stimmi sono ancora ad un livello più basso; in questi può aver luogo l' autoimpolli= nazione. Più tardi, elevandosi gli stimmi sopra le antere e rimanendo il fiore verticale, essa diventa impossibile. Gli stami, generalmente, sono 10-13: spesso alcuni non sono sviluppati e talvolta son tutti abortiti; in questo caso il fiore è puramente femminile. Questi fiori femminili sono più piccoli di quelli ermafroditi, e quando si aprono, gli stimmi sporgono già fuori della corolla. È poco visitato (Mac Leod) ('). Hof- mann (°) fa menzione di fiori nettamente proterandri. Visitatori: microlepidotteri e piccole mosche secondo Mac Leod. Cfr. Kirchner Neue Beob., 1886, p. 20. VII. Caltha palustris L. Anche nel Tirolo, secondo Schulz (*), si presentano esemplari con fiori che in tutto o in parte hanno il pistillo sviluppato o non ne hanno affatto. Casalmaggiore (Cremona), Marzo 1905. (4) Over de Bevr. p. 361. (2) Bot. Zeit. 1884, p. 244. (3) Beitrége, II, p. 179. DELLA FILOGENESI DEI COLEOTTERI E DELLA PROBABILE POSIZIONE SISTEMATICA DELLA FAMIGLIA LAMELLICORNIA OZ alla memoria del mio maestro prof. Pio Mingazzini dedico. Uno dei tipi più importanti, se non il più importante tipo degli invertebrati, è quello degli Artropodi. Essi sono animali a simmetria bilaterale con dermascheletro chitinoso, con corpo composto di articoli che porta appendici articolate: muniti di un cervello e di una catena gangliare ventrale. Linneo chiamava Insetti gli attuali Artropodi ed includeva in questa denominazione gli anellidi attuali, i miriapodi, i ragni, i crostacei ed i vermi che erano una classe assai numerosa che conteneva i celenterati, i vermi attuali, gli anellidi e perfino i protozoi. Il Cuvier, più tardi, riunì come Articolati, gli Artropodi e gli Anellidi, e, infine, il Leuckart, attualmente, ha riuniti sotto il tipo di Artropodi i Crostacei, gli Aracnidi, i Miriapodi e gli Insetti. Fra gli autori che si sono occupati in questi ultimi tempi della filogenesi degli Artro- podi è degno di nota G. H. Carpenter il quale contribuisce con un saggio importante a questo soggetto e viene alle seguenti condizioni speciali : « 1.° Gli Artropodi sono un gruppo naturale monofiletico di animali. 2.° Vi è corrispon- denza numerica esatta tra i varì segmenti di insetti tipici, crostacei ed aracnidi tipici. AUT RA RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 83 3.° Tale corrispondenza in tre distinte classi, non può essere spiegata ragionevolmente come il resultato di evoluzione convergente da antenati con segmenti molto numerosi, i quali indipendentemente avrebbero dovuto diminuire allo stesso esatto numero. 4.° Gili artropodi originarî devono però aver posseduto una segmentazione fissa e definita e le varie forme con segmenti molto numerosi (fillopodi e miriapodi) hanno subito un aumento del numero tipico. 5.° Gli insetti, i chilopodi ed i diplopodi possono essere derivati da antenati co- muni sinfili che uscirono dai primitivi crostacei (protoleptostraca). 6.° Fra i Crostacei, i Leptostracei ed i Trilobiti mostrano i caratteri più primitivi, i prototrilobiti ebbero il tipico numero di segmenti degli Artropodi. 7.0 Gli Aracnidi, fhclusi i Merostomi, gli Xifosuri ed i Pignogonidi, provennero dai Prototrilobiti. 8.° I Malacopodi debbono essere considerati come Artropodi di tipo inferiore, essi non hanno alcuna stretta affinità coi Chilopodi e cogli Insetti e la loro parentela con gli Anellidi è dubbia. 9.° Gli Artropodi considerati come un gruppo, probabilmente si originarono, da antenati Naupliformi e non da Anellidi normal- mente sviluppati, come i rappresentanti attuali. » G. H. Carpenter ha forse in ultimo ragione nell’ aggiungere ‘ Considerati come gruppo ,; chè, considerando gli insetti soli, io mi penso che l'origine ne vada ricercata fra gli Anellidi più che fra gli antenati Naupliformi. Sa- lendo infatti nella scala zoologica, si accenna sempre più la divisione del lavoro fisiologico, ora la metameria che è rappresentata in grado alto nei Vermi, si riconosce ancora distin- tamente negli Insetti nei quali i metameri saldandosi in gruppetti son preposti a lavori fisiologici distinti. Il sistema nervoso è costituito, tanto negli Anellidi, come negli Insetti ugualmente: da una catena gangliare ventrale. E lo stato di larva che porta solo distinta fra i metameri la testa, conferma, a mio parere l’ ipotesi di origine dai Vermi. Gli Artro- podi che si posson dividere in Artropodi branchiati, e in tracheati, avrebbero però avuto origine non comune. Gli Artropodi branchiati, i Crostacei, avrebbero avuto ‘origine direttamente dai Vermi articolati, ma non sappiamo se da un ramo solo o da più rami. Gli Artropodi tracheati dovrebbero discendere dai branchiati ; infatti nelle larve degli Ar- chitteri o Pseudonevrotteri troviamo branchie tracheali. I Crostacei, che per le forme Nauplius e Zoea si possono far discendere dagli Anellidi, avrebbero dato origine agl’ insetti. E primi fra tutti gli insetti, sono quelli le cui larve non si sono potute completamente liberare dalla respirazione branchiale, e sono precisamente gli Architteri che avrebbero originato insetti succhiatori e masticatori, gli Emitteri da un lato e gli Ortotteri dall’ altro, Ortotteri che sono insetti a metamorfosi incomplete, quindi nella scala zoologica debbono trovarsi più in basso che non i Coleotteri che hanno meta- morfosi complete. Bòrner, recentemente divide gli Esapodi, in Apterigota Pterigota Olo- metabola nella cui seconda sezione, i Proctanura, pone quasi al sommo della classificazione i Coleotteri. Si può ammettere che i Coleotteri siano fra gli Insetti più evoluti, e questo non solo anatomicamente parlando, ma anche dal punto di vista psichico, perchè se ne to- gliamo gli Imenotteri, nessun altro ordine di insetti ha a tal punto sviluppate le facoltà intellettive. Ho parlato di sopra a proposito della filogenesi dei Coleotteri proposta dal Camerano, di metamorfosi ; certo, nella classificazione degli Insetti, le metamorfosi hanno importanza non comune. Anche Lameere coleotterologo insigne, che ultimamente nel ‘“ Bulletin de la Sociétè enthomologique de Prance,, ha proposta una nuova classificazione dei Coleotteri, ha queste parole: “ L? ancètre des Coléoptères devait avoir comme caractères. 1. Des metamor- phoses complètes. 2. Quatre tubes de Malpighi. 3. Les appendices buccaux disposés pour le broyement. 4. Le pròthorax grand et libre, 5. Cinq articles è tous les tarses. 6. Un Metin 84 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI onychium entre les ongles des tarses. 7. Trois ocelles. 8. Huit arceaux ventraux visibles à l’abdomen. 9. Toutes les hanches coniques et saillantes. 10. Des antennes de 11 articles non differenciés. Cet ancétre etait un Nèvroptère du groupe des Planipennes, il devait habiter sous les ecorces ou perforer les trones, l’ utilitè de la trasformation des ailes su- perieures en élitres étant évidente avec des pareilles moeurs. ,, E poi che Ganglbauer ri batte che egli non può altro che ammettere con Haeckel 1’ origine dei Coleotteri dagli Ortotteri piuttosto che dai Nevrotteri, Lameere risponde che gli Ortotteri polinefriati non possono dare origine aî Coleotteri che hanno pochissimi tubi del Malpighi. I Coleotteri per Lameere non possono venire che da Insetti a metamorfosi compiuta e questi non possono es- sere che i Nevrotteri (Camerano pone invece gli pseudonevrotteri, appunto perchè a metamorfosi incompiute). E più specialmente, aggiunge Lameere, devono essere i Planipenni e tra questi i Paphidia che hanno larve viventi sotto le scorze. Mi sembra degna di attenzione l’ opinione del Lameere; ma non bisogna però troppo affidarsi alla sua idea. Il suo antenato dei Co- leotteri ha caratteri non tutti essenzialissimi. Sta bene che doveva avere metamorfosi complete, appendici boccali disposte per la masticazione, cinque articoli a tuttii tarsi (in- fatti i tarsi nei Coleotteri si possono sempre riportare al numero tipico di cinque); ma i tre ocelli, per esempio, son troppo comuni a moltissimi insetti per farne un carattere pecu- liare di questo protocoleottero, come non può esserlo l’ avere quattro tubi di Malpighi, poichè pochi tubi di Malpighi, possono avere anche insetti appartenenti ad ordini che ge- neralmente ne posseggono moltissimi. i Ma se è razionale che questo antenato dovesse differenziare le sue ali superiori per protezione delle inferiori dovendo vivere nelle anfrattuosità del terreno e sotto le scorze, mi sembra in questo da seguirsi 1’ opinione di Haeckel, difesa a ragione dal Ganglbaner,; in molti ortotteri si hanno vere e proprie elitre, nei generi Forficula nei Grillotalpa e nei grilli comuni le ali superiori son molto differenti dalle inferiori e 1’ aspetto delle FMorficule rammenta un poco qualcuno degli stafilini, e Lameere ha dimenticato forse che gli Ortot- teri, non son tutti in genere, polinefriati: ma ve n’ ha anche qualcuno con pochi tubi di Malpighi. Ma se è, o sembra a me, degna di fede l’ origine dei Coleotteri dagli Ortotteri, molto buio è ancora intorno alla posizione da darsi alla famiglia LAMELLICORNIA. La stessa denominazione della famiglia è stata, per qualche tempo, forte ragione di dissensi fra i Coleotterologi più noti. Cuvier nel 1829 descrive una famiglia di Lamelli- cornia, divisa in due tribù, Lucanidi, e Scarabeidi propriamente detti, benchè faccia una famiglia a sè dei GrorruPIDI; Mulsant nel 1842 ha la famiglia dei Lamellicorni nella quale non include i Lucanidi che pone invece fra i Prioceredi; Lacordaire nella sua Swite à Buffon (1856) distingue due famiglie; Pettinicorni e Lamellicorni ; i Petticorni differi- scono in gran parte per le appendici boccali non atte alla mastieazione: concetto ripreso più tardi e svolto dal Reitter nel suo Lamellicornen e la divisione è data anche dalle ‘antenne che sono articolate nei primi, non articolate nei secondi. Mulsant nel 1871 riprende la stessa divisione di Lacordaire, e Camerano nel 1879 pone i Lucanidi insieme agli altri Scarabeidi in una sola famiglia che chiama Lamellicorni. -Reitter nel 1891 nel Catalogus Coleopterorum Europae pone i Platiceridi e gli Scarabeidi, nei Platiceridi include tuttii Lucanidi. Ma nel 1892, più giustamente, a parer mio divide i Lamellicorni in due famiglie: Lucanidi e Scarabeidi. È questa la classificazione che mi sembra più razionale: è questa che io dichiaro di accettare e quando scrivo Lamellicorni, intendo dire, secondo Reitter, ed i Lucanidi e gli Scarabeidi. Achille Griffini, nel 1896, nel suo Libro dei Coleotteri, chiama Scarabeidi i Lamellicorni di Reitter e li divide: 1.° Di- sii RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 85 nastini (gen. Oryctes) 2.9 Scarabeidi florifori e fillofagi (Cetonia) 3. Scarabeidi fimicoli ed arenicoli (Geotrupes) 4.0 Lucanidi (Lucanus). In tanta e così complicata dissonanza di classificazione apparisce però in tutti questi autori una cosa netta; che tutti cioè stimano i Lamellicorni come un tipo addirittura ben distinto Grave e serio è il problema della posizione di questa famiglia e su questo sono state dette le più strane cose. Secondo il Porta (£ilogenia degli Scarabeidi e dei Curculionidi) avendo i Meloidi iper- metamorfosi con prima larva campodeiforme, e con seconda larva eruciforme, simile molto a quella degli Scarabeidi, le differenze di vita. avrebbero potuto agire tanto sulle larve quanto sugli insetti perfetti: perciò ci potrebbe benissimo essere un nesso fra i Meloidi e gli Scarabeidi. I Meloidi evolvendosi avrebbero dato origine a due tipi divergenti: Oede- meridi e Scarabeidi: dagli Oedemeridi sarebbero venuti i Cerambicidi, i Buprestidi, gli Euenemidi. Meloldae | Oedemidae Scarabeidae passaggio ai Cerambicidae Buprestidae Eucnemidae Lameere non ammette un nesso evolutivo tra Lucanidi e Geotrupidi: i Lucanidi da- rebbero si origine ai Trogini, ma questi non ai Geotrupidi; Lucanidi e Geotrupidi derive- rebbero da un antenato unico lignivoro, con addome simile a quello delli. Scarabeidi con antenne di undici articoli e con la struttura di quelle dei Pettinicorni: sarebbe molto si- mile all’ antenato dei Cucuidi, dei Longicorni, degli Eteromeri, dei Trogositidi. Ora negli Scarabeidi, continua Lameere, il ‘“ Leit motiv,, dell’ evoluzione è il dimorfismo sessuale : in molti si ha rappresentato nella testa, in altri però negli organi mandibolari, ma, non in tutti gli Scarabeidi si ha ugualmente e deve essersi evoluto a poco a poco; si avrebbe per questo, la seguente classificazione. | Lucanini Lucanidi Trogini ( Scarabeini - coprofagi - con o senza dimorfismo spiccato Scarabeidi - Melolontini - Dimorfismo antennario - Dinastini - Di- morfismo antennario o senza. La divisione dei Coleotteri, secondo Lameere è in Cantaridiformi (che comprendono i Lamellicorni), Stafiliniformi e Carabiformi. Ma Ganglbauer vuole due sottordini Adefagi e Polifagi, che comprendono i Cantaridiformi e gli Stafiliniformi di Lameere, differenza solo apparente di classificazione, chè Ganglbauer riunendo in un gruppo i Cantaridiformi (che comprendono i Lamellicorni) e gli Stafiliniformi, non fa che approvar l’ opinione di Lameere, pel quale gli Scarabeidi sarebbero prossimi ai Trogonitidi che son assai vicini agli Stafiliniformi. Ma Peyerimhoff ribattendo la leege di Brauer, e dimostrando che la larva degli Stafilinidi non può in nessun modo appartenere al coleottero primitivo, perchè in molte cose differente da quella degli altri Coleotteri nei quali è di tipo libero o in- completo, poco chitinizzato e mobile, mentre negli Stafilinidi è immobile e chitinizzato, vuol porre gli Scarabeidi completamente a sè, perchè essendo a larva cruciforme, hanno pur 86 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI nonostante gli organi masticatorii di un tipo molto primitivo: “ce melange ... ..... c’ est la marque d’ un tipe anciennement deétachè, qui a subi son évolution et ses ‘adapta- tions propres: et c'est enfin ce qui démontre l’ allure taxinomique des Scarabeides, famille très homogène, et complètement isolèe dans l’ ordre des Coléoptères. ,, Ma io penso che ad un altro criterio noi ci dobbiamo tenere per disporre sistemati. camente la famiglia Lamellicornia. Gli insetti hanno diverse forme di Antenne: se negli altri ordini si ha grande somiglianza di forme antennarie tra famiglia e famiglia, questo non avviene nei Coleotteri, le cui specie costrette a condizioni di vita addirittura differenti o molto dissimili le une dalle altre hanno pur gli organi di senso difterenti. Le antenne dei Coleotteri si possono dire di tre specie: o filiformi, o clavate, o lamel- lari o pettinate. Hanno antenne filiformi: i Cicindelidi ed i Carabidi, i Ditiscidi, gli Sta- filinidi, i Buprestidi, gli Elateridi, i Teleforidi, i Lampiridi, i Longicornidi, i Crisomelidi, i Meloidi. Hanno antenne clavate: gli Idrofilidi, i Silfoidi, i Cucuidi, i Dermestidi, gli Iste- ridi, i Cleridi i Curculionidi. Le hanno lamellari i Lamellicornidi. E infine le hanno pet- tinate talune forme di Elateridi e di Scarabeidi. Or nella scala zoologica, o per dir meglio nell’ evoluzione della specie; le antenne lamellari e pettinate dei Lamellicornidi, devono es- ser venute, per evoluzione successiva dalle filiformi e dalle clavate. E per non occuparsi altro che dei Pentameri, cui appartengono i nostri Lamellicornidi, noi troviamo che hanno di essi antenne filiformi i Cicindelidi, i Carabidi, i Ditiscidi, gli Stafilinidi, i Buprestidi, i Lampiridi. Per la forma delle antenne essi sono dunque assai lontani dai Lamellicornidi. Vi sono invece assai vicine quelle famiglie con antenne clavate: gli Idrofilidi, i Silfoidi, i Dermestidi, gli Isteridi, i Cleridi. È dunque, io credo, piuttosto in questo secondo gruppo, che bisogna ricercare le famiglie che più si avvicinano ai Lamellicornidi. Ma per fare delle deduzioni morfologiche giuste non bisogna limitarsi all’'esame di un solo carattere, ma bisogna scegliere tutti quelli i quali per la loro costanza, per la loro larga ‘distribuzione, per la loro antichità hanno un valore morfologico notevole. Per questo io non ho limitata la mia ricerca di somiglianza alla forma delle antenne, ma ho voluto tentar di trovarla anche nell’ apparato boccale. E ho ricercato ed ho trovato affinità “Appendices buccaux disposés pour les broyement,, ammonisce Lameere come carattere spe- ciale dei Coleotteri. Infatti, tutti hanno apparato boccale atto alla masticazione, ma è pur esso diverso, nella forma soprattutto delle mandibole. Nei Pentameri, vi sono almeno tre forme di mandibole: mandibole brevi, mandibole mediocri, mandibole robuste. Hanno mandibole brevi: i Dermestidi, i Lampiridi, i Cleridi; le hanno mediocri: gli Idrofilidi, gli Stafilinidi, i Buprestidi. Le hanno robuste: i Cicindelidi, i Carabidi, i Ditiscidi, i Silfoidi, gli Isteridi, i Lamellicornidi. Al solito, i Lamellicornidi tengono l’ultimo rango, il più elevato, il più spinto; essi hanno le mandibole robustissime fra le robuste, dunque a lor più lontani saranno i Pen- tameri con mandibole brevi, più prossimi quelli con mandibole mediocri, molto affini quelli con. mandibole robuste. Ma non basta: si possono spingere più oltre le indagini; non tutti i Pentameri hanno corpo tozzo di forma ; pur qualche famiglia lo ha: i Derme- stidi, gli Idrofilidi, i Buprestidi, i Ditiscidi, i Silfoidi, gli Isteridi. Le file son certo assot- tigliate, ma non siamo ancora giunti a quello che volevamo; ed invochiamo un altro carattere peculiare dei Lamellicornidi: il pigidio libero dalle elitre ; troviamo questa particolarità, in due sole famiglie di Pentameri; i Silfoidi, gli Isteridi, che 1’ hanno spiccata e netta. Ecco dunque come riassumo quel che sono andato esponendo : dai vermi articolati hanno avuto origine gli Artropodi che divisi in tracheati e branchiati, comprendono nei tracheati, generati dagli Ortotteri, i Coleotteri. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 87 Nei Coleotteri, differenti per forme larvalie per apparati boccali, si distinguono i La- mellicorni che si possono avvicinare per simiglianze morfologiche notevoli, da un lato agli Isteridi, dall’ altro ai Silfoidi. Firenze, Giugno 1904. BIBLIOGRAFIA Leuckart Ruporr - Zur Kenniniss_ des generations wechsels und der Parthenogenesis bei don Inseckten. Frankfurt - 1858. Camerano'LorENZo - Gli Insetti. Torino - 1879. LaMEERE AucustE - Notes pour la Classification des Coléoptères. (An. Soc. Ent. Belg.) 1900. LacorpaiRE TH. - Histoire naturelle des insectes (Suites a. Buffon). Paris - 1854-1876. ReItTER Ep. - Catalogus Coleopterorum Europae. Berolini - 1883. PeyRimHoFF - Sur l'application de la loi phylogénique de. Brauer in Bulletin de la Société en- thomologique de France - 1900 - pag. 219. ReITTER Epmunp - Bestimmungs tabelle der Lucaniden und coprophagen Lamellicornen Brinn - 1892. GRIFFINI AcHiLLE - Il libro dei Coleotteri. Milano - Hoepli 1896. Porta - Filogenia degli Scarabeidi e dei Curculionidi. ——___t@t_y—0o rr o_—__ GUIDO DEPOLI STUDI SUL GENERE <« RANA L.» Saggio di applicazione del metodo quantitativo (continuazione e fine) VI Nelle tabelle e nelle dedottene considerazioni non ho compreso l’ indi ce di isolamento, ma voglio quì pure mostrarlo calcolato, tanto più che nell’ esempio scelto abbiamo una classe (298), che si presenta aberrante ; determinerò quindi gli indici di isolamento delle classi osservate, sempre rispetto alle classi più vicine. Ricordato che l'indice di isolamento è il rapporto fra le classi possibili fra due prossime classi realmente osservate e il numero complessivo delle classi possibili (quest’ultimo nel nostro caso = 99), avremo : MN 13 per la classe 200 h= go 0.131 3 14 dî bad 212 u= © = 0431 hg = 0 18 «lle 1295 I, — O L= = 0182 57 AA n = "i —(p}ls2 I, — — 0.576 57 n « «298 po “go 0.576 88 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI APPENDICE II. Sinossi quantitative calcolate separatamente per i due sessi I. LUNGHEZZA DELLE MEMBRA ANTERIORI a) disposizione delle varianti in serie Ri 212, - 218.5, - 225, P 200, - 242, - 249, - 298, 4 227, - 230, - 233, R. agilis R. temporaria v. oblusirostris b) valori calcolati. Di iS ade, RANA[C| A |a Co, MF Mr Mpa dom | { 2 < LI Od ca le) la] d'|2|14|0148| 222 (2185) 05| 0| 0.5 |0.338 |0.883 [0.167 |0:167 |2 E) £|3|99 |0.080| 209 | 249 0.667] 0 |0.333 [0.045 0.039 |0.030 |0.018 |8 | £|g|2| 7|0.286 A 230| 05) O| 0.5 |0.875 0.875 |0.188 (0.188 |2 2 211 Mi 3|9|2|12 (0.188| 299 2165] 05| O| 0.5 0.306 0306 (0.158 |0.158 |? II. LUNGHEZZA DELLE MEMBRA POSTERIORI a) disposizione delle varianti in serie Mv 635, - 655, - 675, R. agilis E 620, - 667, -685, - 714, 612, - 624.5. - 637 dA OLO pred SV ao emporaria v. obtusirostris P 562; = 1569, = 575}1= (576; 6) valori calcolati RANA|C| A| a | Ce | M | FMDMD>M Y | A |V Lo) la] S |2| 41 [0.049 co 655 | 05 o0| 0.5 |0.100 [0.100 [0.050 |0.050 | 2 e |3| 95/0082) S| 667/0338 | 0 [0.667 [0.041 [0.056 |0.014 |0.041 |3 #19 |2|26 0.07: o 6245 | 05 0| 0.5 |0.085 {0.085 (0.043 |0.043 |2 ta £\,£|8|15|oz0| 28 | 569/0333| 0 |0.667 |0.219 [0.406 [0.078 |0.027 |3 Lita RIVISTA ITALIANA .DI SCIENZE NATURALI 89 III. LUNGHEZZA DELLA GAMBA a) disposizione delle varianti in serie oo É 212, - 218.5; 225, o noe 223 (2491008 87, 87/568: È 167,:- 168, - 169, b) valori calcolati R. temporaria v. obtusirostris rr RANA|]C| A| a | Ce | M | FMDM V| AV uo) ST 9 | 14 |0.148 si 2185 o5| o 050.333 |0.333 0.167 [0.167 |2 agilis 3.| 99 10.080 Da 279 |0.667 | 0 |0.333 |0.060 0.039 | 0.040 | 0.013 | 3 dt P S| 2 1 1871875) 05|0| 05|0.500 0.500 |0.250 [0.250 |2 P tempor. obtusir. 2| 310.667 105 168| 05|0| 05 1 1 |0.500 | 0.500 DO IV. LUNGHEZZA DELLA TESTA a) disposizione delle varianti in serie BA CS1 120, - 122.5, - 125; SISI o geo 120) 121, 4 109, - 112.5, - 116, È 106, - 108, - 110, b) valori calcolati R. temporaria v. oblusirostris RANA|C|A| a | Ce | M |FM| DM I2|-6 |0.333-|- 1201225] -05-|--0-|- 0:5-|0.556-|-0.556 agilis £|8 | 12|0.250 | 110 1155 |0.888 | 0|0.667 |0.306 [0.556 |0.102 |0.370 |8 S|2| 8 [0.250 Ti 1125| 05) 0| 05 0488/0438 |0219 (0.219 |2 tempor. obtusir. | S|2| 5 [0.400 I 108| 05) 0| 0.5 |0.667 [0.667 [0.333 | 0.383 | 2 90 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZH NATURALI V. LARGHEZZA DELLA TESTA a) disposizione delle varianti in serie AU 127, - 131 ;- 135, Magdi o 127, - 128.5, - 130, R. temporaria v. oblusirostris | 65) valori calcolati 118, - 128.5, - 139, Dl, < [205201921 “- RANA|C| A| a | 00 | M | FMU V| A Ue) ST 9 d|2| 90.222.137 181] 05| 0 05/0400 /0.400 [0.200 [0.200 È £|3| 4 |0.500 | 187 |1285 |0.338 | 0 [0.667 |0.750 |0.750 |0.250 |0.500 #||2| 22/0091] 158 1285) o5l0| 050.174 |0.174 0.087 |0,087 3| 2220091) Ill 12155) 05|.0| 05:|0.174 |0.174|0,087 |0.087 VI. DISTANZA. FRA GLI ANGOLI DEGLI OCCHI a) disposizione delle varianti in serie dg Bree 59th N agilis | p,ISI 500% pg.5tél br a HIT Nd R. temporaria v. oblusirostris. P 53, b) valori calcolati 54, — 54.5, - 55, RANA|C|A | a | Ce | M | FM DM 2| 5 ‘0.400 si 59| o5| 0| 0.5 |0.667 |0.667 3 | 8 |0.375 57 53.5 | 0.333 | 0 |0.667 (0.438 | 0.750 Do DO 1.000 55 | 945 05| 0 0.5 | 1.000 | 1.000 53 i Si 1 |1.000 53 53 0 1 0 € TRAI RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 91 APPENDICE III. LA RANA GRAECA Non è escluso che un’ esplorazione più intensiva della nostra batracofauna conduca alla scoperta di una nuova forma. Intendo la Rana graeca Boulenger (Ann. I. Mag. Nat. His. VIII. 1891), propria della Grecia, Bosnia ed altre regioni bal- caniche (*), ma rinvenuta pure nell’Italia centrale (*) e persino nel canton Ti- cino (*). É appunto il metodo quantitativo quello che dovrà decidere anche in questo caso, perchè sono principalmente le dimensioni quelle che valgono a differenziare questa specie dalle forme più affini, la A. Latasti e la È. agilis. Dalla citata memoria del Ghidini stralcio alcune misure calcolando i loro cor- rispondenti valori somatometrici, osservando però che i valori riportati rap- presentano già la media di 4 esemplari. lunghezza totale 57 mm.; w =. 6.316 mm. 360esmi somatici occhio 9,5 84.738 timpano 2 12.632 femore 29 183.164 tibia 33 208.428 tubercolo metatarseo 2.4 15.158 (3) Werner-Reptilien u. Amphibien Oesterr. - Ungarns - Wien 1897. (2) Peracca-Boll. Mus, Zoolog. Torino 1897, vol. XII. n, 286. (3) Ghidini - Revisione delle specie di batraci sinora incontrate nel Cantone Ticino. Boll. Soz, ticinese di Sc. Naturali - Locarno 1904. A. I, n. 2. __—_—T_L< PPAANIISASANIDRSEIAAIA BACCI PIETRO E. & BERNARDI ILIO I MOLLUSCHI (continuazione) —_——==0%"——_—__— N Genere Tellina: Animale molto compresso, allungato; il mantello è poco aperto inferiormente; esistono dei tentacoli ai margini di esso ; il piede è com- presso ed aguzzo; sifoni lunghissimi e separati. Conchiglia allungata, appiat- tita come l’ animale, equivalve, regolare, aperta alle due estremità, delle quali una ha il margine rotondo, l’ altra, angoloso; uno o due denti principali alla cerniera; esistono inoltre ai lati due denti molte volte allontanati; legamento gibboso ; si osserva pure un altro legamento rudimentale; impressioni musco- lari arrotondate. Specie bellissima è la Tellina radiata che è di un bel bianco lucente a raggi rosei con riflessi dorati. 92 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Questo genere, notevole per la varietà e la vivacità dei colori, comprende numerose specie, delle quali molte si trovano anche nei mari della nostra peni- sola. Del resto tutti i mari ne sono più o meno ricchi. Le telline amano le co- ste sabbiose e le loro valve servirono spesso per comporre oggetti di ornamento. Specie del genere : Tellina radiata, T'. virgata, T. donacina, T. sulphurea, T. hyalina, T. vitrea, T. costae, T. Spengleri. Genere Zucina: Animale col mantello marginato da sottili filamenti ; sifoni brevi; piede cilindrico, allungato. Conchiglia poco convessa, rotonda, regolare, equivalve; cerniera provvista di due denti obliqui, poco sviluppati, e talvolta di due altri denti ai lati; impressioni muscolari allungate. La Lucina bivaricata presenta sulle valve alcune linee ricurve, trasversali, che si congiungono agli umboni. Questo genere è assai numeroso in tutti i mari; le specie che lo compon- gono vivono nella sabbia dove sogliono ‘affondarsi pochissimo. Come nelle Tel- line la forma delle valve e la loro colorazione sono assai variabili. Specie del genere: Lucina divaricata, L. Jamaicensis, L. lactea, L. scabra. Genere Ungulina; Questo genere si distingue dal precedente per avere la conchiglia simile ad un' unghia umana (dal latino ungula) e provvista di denti laterali alla cerniera; impressione muscolare assai breve. Le unguline marine, sono piuttosto rare, quindi non tutte le collezioni ne posseggono. Se ne conoscono due specie africane: Ungulina transversa ed U. elongata. Genere Venus: Animale ovale piuttosto grosso; mantello ondulato ai mar- gini, con ivi una serie di piccoli tentacoli ; sifoni or più or meno lunghi, quasi sempre riuniti; il piede è ben sviluppato, compresso. Conchiglia di solito leggermente compressa, solida, regolare, equivalve, spessissimo con costole parallele al margine opposto all’ ombone; da due a quattro denti alla cerniera; il legamento è visibile all’ esterno, rigonfio ; im- pressioni muscolari più o meno arrotondate. La Venus verrucosà ha valve di mediocre grandezza, di un color grigio; all’ esterno porta dei solchi rugosi e anteriormente dei tubercoli più o meno salienti. È comunissima nel Mediterraneo e viene mangiata in parecchi porti di mare. (continua) nana RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili Autori, od Editori. L’Amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali é segnato il costo, ed anche le altre se possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda, cent. 30 per la francatura della corrispondenza. Per gli abbonati e le opere dell’ estero, aumentano le spese postali. Desiderando risposta scrivere in cartolina doppia. —_—_> > ———>— —-+ BIZZARRINI GIOTTO. Botanica descrittiva con cenni comparativi. I. Fanero- game, Angiosperme, Antosperme. II. Fanerogame, Gimnosperme, Protallogame, Briogame, Schisto- game, Gimnogame. ANTI RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 93 Come già preannunziai (se ne ricorderanno i Jettori della Rivista) sono usciti in questi giorni, editi dalla ditta Giusti i due volumetti di Botanica descrittiva che l'attività davvero meravigliosa del Prof. Bizzarrini ci ha voluto apprestare e che cogli altri usciti formano una serie di manua- li utilissimi per ogni classe di persone, Questi due ultimi poi (vol. 122 e 129 della Biblioteca degli Studenti) sono in special modo da consigliarsi agli studenti di Ginnasio che troveranno quì il mezzo più facile e più sicuro per dare un buon esame di botanica, assimilando nel tempo stesso quelle nozioni che sono indispensabili ad ogni giovane che voglia iniziarsi agli studi liceali. Ed invero le parole favorevoli con cui molti periodici li hanno accolti, le numerose lettere che l'editore ha ricevuto, valgano a confermare questo mio giudizio ed insieme a ben augurare per la toro riuscita che certo non sarà inferiore a quella che hanno avuto gli altri e che del resto è ben meritata dalla cultura dell’ Autore e dalla sua solerzia. I. BERNARDI CACCIAMALI prof. G. B. Rilievo geologico della regione tra Monticello, Ome, Sajano e Gussago. (Brescia, 1905. Dai Commentari dell’ Ateneo, Estr, di pag. 13 in-8, con una tav. colorata). Il 9 Aprile p p. l'illustre A. lesse all Ateneo di Brescia un suo nuovo studio geologico su altra plaga di quella provincia, e precisamente sulla plaga che si estende tra Monticello, Ome, Sajano e Gussago e che si trova ad occidente della regione tra Villa Cogozzo ed Urago Mella, il- lustrata nel 1901. Descritto brevemente il territorio esplorato, espone come segue i caratteri delle rocce affioranti in detto territorio : < l. Alluvioni incoerenti, ossia ghiaie, sabbie ed argille della pianura. 2. Alluvioni cementate: serie alternante di banchi di puddinghe poligeniche molto compatte (Ceppo) e di banchi di arenarie marnose giallastre poco coerenti (Mo//assa). 3. Calcari marnosi rosati e biancastri (Scaglia), contenenti in alto ciottoli d’ arenaria grigia, ed alternanti poi con banchi della medesima arenaria, 4. Pochi straterelli di marpe policrome. o. Calcari compatti, traenti più spesso al grigio od al plumbeo, in strati sempre molto sottili e con abbondanti noduli e letti di selce nerastra: la roccia è conosciuta sotto il nome di Mayolica. 6. Caicari come i precedenti, e pur noti sotto la denominazione di Mazolica, ma con tinta più spesso volgente al bianco ed in strati più grossi; contengono amigdale e rognoni di selce bruna. 7. Calcari bianchi compatti, a tessitura saponacea e frattura concoide; in banchi molto po- tenti, con amigdale e rognoni di selce bionda con frequenti patine cloritiche e con risaldature a mo’ di suture craniche: è questa roccia la Majolica tipica. 8. Pochi sottili strati di calcari marnosi rosso-vinati. 9. Straterelli di selci policrome con predominio delle tinte rossa, verdognola e bruna: sono quasi sempre scistosi ed assai fragili e vi si intercalano rari sottili strati di calcari marnosi ; detta formazione è nota sotto il nome di Se/ci/ero. 10. Pochi sottili strati di calcari selciosi turchini e nocciuola, con lievi intercalazioni di marna. 11. Calcari marnosi in grossi banchi, di tinta cinerina, con inclusioni di selce e lievi in- tercalazioni di marne; la formazione ha la facies litologica del Medolo. 12. Pochi sottili strati di calcari compatti grigi, con qualche sfumatura rosea. 13. Marne verdognole, intercalate da calcari molto marnosi, di tinta chiara, e da straterelli d' un calcare compatto color nocciuola chiaro, associato ad abbondanti letti di selce. 14. Banchi d’ una brecciuola compatta calcare-silicea, 15. Calcari marnosi di color grigio-cinereo o piombino, in grossi banchi, con intercalazioni di marne e quasi senza selce: la formazione, comunemente denominata Médolo, ha una potenza molto considerevole. a 16. Calcari marnosi compatti, di color bigio cereo, in strati di discreto spessore, con qualche intercalazione di straterelli di marna e con limitate inclusioni di selce: la roccia è pure denomi- nata Medolo », 94 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Commentata brevemente Ja cartina geologica (che trovasi annessa alla memoria) descrive la tectonica del territorio studiato. Come appendice allo studio tectomico, l'illustre A. fa un breve accenno alla idrografia sot- terranea, riferendo.le sorgenti della regione ai 3 tipi seguenti : « l. Sorgenti in relazione con asse di sinclinale: tali quella detta Corno in Val Gandine a mattina della casa.Caricatore, e quella di Piè del Dosso. 2, Sorgenti in relazione, per permeabilità di roccie o per fratture, con vicino asse di sin- clinale : tali quelle di Monticello (Calchera e Fontana), certo provenienti dall’ asse della sinclinale di Monticello, la prima per gli strati sgretolati del Selcifero (e forse arricchita di tributi del colle della Madonna della Rosa), la seconda per probabili fratture nella Majolica. 3, Sorgenti in relazione con ala d’anticlinale: tali quelle di Sajano (S. Rocco, Fontanelle e Corneto) delle quali è bacino alimentatore evidentissimo il M. Delma fino all'asse anticlinale Maglio-Cornsto; e così pure la fonte di Ronco di Gussago, nonchè le due fonti Batocolo e Gorgo A, sera ed a mattina rispettivamente di Navezze ». L' illustre A. dice dei riferimenti delle rocce ai vari orizzonti paleontologici, che dipoi ven- gono riassunti in un prospetto. Fa infine delle importanti considerazioni sull’orogenesi della regione. SCOTTI L. Contribuzione alla Biologia florale di Fdgeworthia chrysantha Lindl e di Lonigera caprifolium L. (Firenze, 1905. Dal Boll. d. Soc. bot. ital. Adun. del 12 Marzo. Estr. di pag. 3 in-8). Della l. specie (Edgeworthia chrysantha), il dott. Mattei, in una sua nota, osservava che le an- tere del ciclo inferiore maturano e deiscono nel primo stadio florale, mentre quelle del ciclo su- periore maturano nel secondo stadio fiorale. 3 Anche l’egregio A. ha potuto constatare, in una pianta in piena fioritura nell'Orto botanicc di Pavia, che le antere maturano e deiscono in due periodi distinti e precisamente nell’ ordine accennato dal dott. Mattei. Questi aggiunge ancora che nel primo stadio ogni fiore è esclusiva- mente melittofilo, nel secondo stadio esclusivamente sfingofilo, e nota frequente la Macroglossa stellatarum. Ai pronubi dall’egregio A. notati ed alle osservazioni del dott. Mattei, l' egregio A. aggiunge che numerose Xylocopa violacea ‘ronzavano attorno ai fiori di questa Edgeworthia. Esaminò con maggiore attenzione i fiori e trovò che tutti, in un gran numero di corimbi, presentavano un foro nel tubo perigoniale. Potè anche constatare che il foro era prodotto dall’ imenoltero in parola, giacchè, seguendone attentamente il volo e staccando i corimbi sui quali Xy/ocopa si era posata, fu facilissimo notare come il furo fosse stato praticato di recente. Quantunque il Gilg dica che le Timeleaces hanno nettare in fondo all’ ovario, pure la pre- senza, di esso non sembra almeno generale in questa famiglia. Auche l’ egregio A. avrebbe voluto ac- certarsi se veramente i fiori di questa Zdgeworthia contengono nettare, ma non lo potè fare per mancanza di tempo. Tuttavia, essendo il fiore visitato da farfalle, pare che queste succhino delle gocce zuccherine che si trovano la mattina in fondo al tubo, al principio dell’ antesi. Della 2. specie (Lonicera Caprifolium L.) oltre gl’insetti osservati su di essa da H. Miiller, dal prof. Macchiati e dal dott. Mattei, all’ egregio A. occorse di osservare Xy/ocopa violacea visi- tare parecchi fiori di Lonicera Caprifolium, che pendevano giù dalla spalliera del muro d'un giardino a Mortara. L'insetto cercava aggrapparsi ai fiori e quantunque non vi riuscisse affatto, l'egrezio A. lo vide replicare il tentativo parecchie volte. Gli venne il sospetto che l'ìngetto po- tesse forare il tubo florale, ma non gli fu possibile di verificare ciò stante l° altezza del muro. L' egregio A. ha voluto rendere di pubblica ragione questi due fatti, giacchè il primo, per quanto si sappia, non è stato finora riferito da alcuno, el’ altro perchè invogli qualche osservatore, di lui più fortunato, a ricercare se la sua supposizione sia invece una realtà. BULLETTINO DEL LABORATORIO ED ORTO BOTANICO. Redatto dal' dot- tor Fl. Tassi, Libero Docente in Botanica, (Siena, 1905, Anno VII, Fasc, I-V (con 4 tav.) Questo volume contiere; si LR RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 95 Necrologia dell'illustre compianto prof. Attilio Tassi, compilata dal Sig. A. Nannizzi. La me- desima racchiude 3 elenchi: l. dei titoli e onorificenze da lui possedute, 2, quello delle Societa e Accademie scientifiche di cui faceva parte, 3. le sue pubblicazioni che sommano a 47. Contributo alla storia della botanica in Italia: « La botanica nel Senese (Norime STORICHE) ». É questo un importante lavoro dovuto all" egregio prof. FI. Tassi. Sapendo quanto sia arduo inve- stigare nei manoscritti le bibliografie, gli erbari ed altri antichi documenti che porgono occasione di farci conoscere lavori preziosi o non bene avvertiti, o affatto dimenticati, puossi comprendere quante difficoltà abbia dovuto incontrare per condurlo a termine. Trovansi intercalate 3 riprodu- zioni, l rappresentante il ritratto del distinto iconografo Trabacchi Lorenzo, nato a Siena il 19 aprile 1782, m. ivi ; l’altra l'orto botanico di Siena (Viale delle Palme); l’ultima l' Orto botanico di Siena (Scalone principale). Considerazioni intorno ad una nuova LEPTOSPHAERIA (Con l tav. disegnata dall’ artista Sig. A. Nannizzi) Alcuni anni or sono, sui culmi e sulle guaine secche del Lygeum Spartum L. l' egregio prof. FI. Tassi rinvenne una nuova Hendersonia che denominò H. Spartii, i cuî periteci sì sviluppavano in abbondanza al di sotto dell’ epidermide ; quelli però sulle guaine sfuggivano con facilità all’ osservazione. Oggi nel riesaminare questi culmi e queste guaine, ha notato che oltre all’ Hendersonia vi sono promiscue diverse altre forme non esclusa una ascofora. Nel dubbio che tra le medesime possa esistere un qualche nesso genetico, l' egregio A. ha cercato di studiarle singo- larmente. Ciascuna delle forme da lui osservate sarebbe riferibile ai generi Diplodinula, Microdi- plodia, Stagonosporina, Stagonospora, Hendersonia, Hendersonulina, e Leptosphaeria. Micologia della provincia senese. (Serie 11). Sono 50 specie di funghi che l’ egregio prof. FI. Tassi riporta, le quali aggiunte alle altre 1773 già numerate nel Bull. ann. VI. Fase. l, 4, p. 128 formano a tutt' oggi la somma di 1828. Il freddo del gennaio 1905 e le piante dell' Orto botanico di Siena. L' egregio giovane, Sig. A. Nannizzi, espone un ragguaglio delle piante che resistettero o morirono dal 1892 al 1904; offre in 2 tabelle le condizioni meteorologiche del gennaio 1893 e del gennaio 1905. Fa seguire l'elenco delle piante considerate come soggetti di esperimento contrassegnan do con cifre convenzio- nali: Le specie completamente resistenti al minimo di 9°, 5; le specie che hanno riportati lievi danni; le specie in cui si sono verificati danni più gravi, quale il congelamento dei rami, talora fino a fior di terra, ma non da compromettere la vita della pianta; le specie morte intieramente. IMustrazione dell’ Erbario del Prof. Biagio Bartalini (1776) (cont.). Dall'egregio prof. FI. Tassi vengono registrate 110 specie di piante in continuazione a quelle già riferite. L’Orto e il Gabinetto Botanico nell’anno 1904. Dall’Illustre prof. Attilio Tassi sono notati i doni pervenutigli dalla Cochinchina consistenti in specie rare di frutti e semi, nonchè le pub- blicazioni di varî Autori, FABANI DOTT. CARLO. La terra centro di creazione (Roma, 1903. Ed. Federico Pustet. 2. Vol. in-16). La memoria è divisa in 2 volumi di cui riportiamo il sommario : VoLume I. Capitolo IT. Cosmogonie primitive — 1. La terra ed il mondo. - Confusione di nomi - 2. Alcune teorie cosmogoniche sono ingegnose, altre al sommo assurde. - 3. Egizii - Fenici - In- diani. - 4. Persiani - Cinesi - Giapponesi. - 5. Messicani. - Polinesia. - Isole della Società e Shartras. Cosmogonia quest'ultima delle più strane. Capitolo IT. Cosmogonia e cosmografia greche e romane. — |. - Cosa cantarono i poeti : Esiodo, Omero, Pindaro, Virgilio ed Ovidio. - 2. Cosa insegnarono i filosofi greci : Talete, Anassimandro, Anassimene. - 3. Eraclito di Efeso, Anassagora. Empedocle, Leucippo, Pitagora, Platone ed Aristo- tele. - 4. Quale la dottrina dei filosofi romanì: Cicerone, Seneca, Lucrezio e Plinio. Capitolo III. Cosmogonia e cosmografia biblica. — |. Quali giudizi fa la scienza moderna della cosmogonìa mosaica.- 2. Concetto eguale in tutti i popoli riguardo alla creazione. - 3. Appari- zione della luce. - 4. Che intenda il Sacro Testo per la parola Firmamento. - 5. Obiezioni mosse al S. Testo. - 6. Cosa s’ intenda per creazione degli astri, fatta il quarto giorno. = 7. Divisione degli astri in Sole, Luna e Stelle, cosa s'intende. - 8. Sole e Luna, due grandi luminari, - 9, Cri» tica felice anche in altre parti della Bibbia, 96 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Capitolo IV. Cosmogonie e cosmografie patristiche. — l. La Bibbia non è un libro seientifico, quantunque sia un testo che contenga, in questa materia, meno errori che tutti gli antichi sistemi filosofici. - 2. Ragionamento, in proposito, di Galileo. - 3. Cosmogonia di alcuni SS. Padri. - 4, Loro cosmografia - 5 S. Gregorio di Nissa precursore di Herschel e di Laplace. Capitolo V. Astronomia primitiva — l. Disparato pelago di vedute fra i filosofi. - 2. Astro- nomia primitiva fondata sulla fantasia. - 3 Difficoltà di progredire per mancanza di mezzi. - 4. Co- mincia la persuasione che gli astri passano sotto la Terra. - 5. Si fa ferma l'idea che sono im- possibili le radici senza fine. . Capitolo VI — La terra si muove — 1. L’isolamento della Terra genera il dubbio ch' essa non sia immobile. - 2. I principali sostenitori antichi del moto della Terra. - 3. Com’ esso venne combattuto da Aristotele e da Tolomeo. - 4. Ingegnosi artificii geometrici ai quali ricorsero gli astronomi oppositori del movimento della terra. Capitolo VII. — La vera astronomia. — l. Gli spiriti sì ridestano soltanto nel secolo XVI. - Copernico. - 2. Con Copernico la vera astronomia pone solide fondamenta. - 3. L'opera Coperni- “cana continuata da Galileo. Capitolo VIII. — Le nuove scoperte, gli scienziati del tempo e la chiesa. — 1. Nulla di più erroneo che la persecuzione contro Galileo sia stata mossa dalla chiesa. - 2. Vaneggiamenti degli aristotelici. - 3. Argomentazione strana di Sizzi. - 4. Altro esempio consimile a Salamanca per Cristoforo Colombo. - 5. Quale eresia, gli antipodi! - 6. La lotta esistette tra copernicanismo e Aristotelismo vestito di teologia. - 7. Difensori di Colombo fra ecclesiastici. - 8. Difensori pure ecclesiastici per Galileo. - 9. La condanna di Galileo fu puramente scientifica. - 10. Sorte di Ke- plero a di altri scienziati presso i protestanti. VoLume Il — Capitolo IX. — Progressi dell’ Astronomia. — 1. Discepoli di Galileo, - 2. Telescopio. - 3. Progresso dell’ ottica. Immensità dei cieli. - 4. Nebulose. Loro numero e dimen- sione. - 5. Spettroscopio. - Induzioni. Capitolo X. — Costituzione dell’ universo. — 1. Teoria di Laplace. - 2. Estensione della nebu- losa primitiva. - 3. Sua scissione - Formazione del sistema solare. - 4. Descrizione dei vari pia - neti. - 5. Forze di gravitazione e centrifuga che tengono sospesi nello spazio gli astrì e li fanno muovere a determinate distanze. Capitolo XI. — Origine della terra, sua costituzione ed età. — l. La nebulosa Terra si con- densa. - 2. La Terra-Sole. - 3. Formazione dell’ atmosfera. - Superficie, volume, e peso della ‘Terra. - 4. Varie opinioni intorno alla sua eta. Capitolo XII. -- La fine della Terra. — l. La Terra è nata; essa morrà. - 2. Avrà una fine per conflagrazione? Esempii. - 2. ipotesi che la Terra possa venire distrutta da una cometa. - 4. Probabilità maggiore ch'essa cada nel sole, - 5. Per quali cause avverrà questa caduta. - 6. Rico. stituzione di altri mondi con la materia di quelli estinti. Capitolo XII. — Dunque la terra può es sere centro di creazione? — 1. La Terra e _l'im- mensità dei cieli, - 3. Distanze enormi per la materia, ma insignificanti per l' elemento spirituale che anima l’uomo, vero raggio d’imagine divina. - 3. Ciò che diceva Arago in proposito. - 4. La Terra è grande perchè grande è l’essere che ricetta. - 5. Centralità astronomica, se ammissibile. - 6. Un'altra prova scientifica con buon fondamento di certezza. - 7. Incognite della scienza e bel- lezze della fede. Capitolo XIV. — Centro di creazione ed abitabilità dei mondi. — l. Vantaggi dell'ottica all' i- potesi dell’ abitabilità dei mondi, - 2. Lo spettroscopio e gli elementi comuni dell’universo. - 3. Ogni ambiente ha i suoi abitanti. - 4. La materia è la condizione o l'occasione per cui la vita sì manifesta. - 5. Il divario negli esserì è forse minore fra la Terra ed altri astri che non fra. varie regioni od ambienti terrestri. - 6. Alcuni mondi possono non essere attualmente abitati. - 7. Non possiamo avere un'idea della diversità sconfinata che regna nell’ universo. - Quegli esseri potranno essere intelligenti ? - 9. L'abitabilità dei mondi è forse la negazione dell’ incarnazione ? Ed in questo senso la terra non potrà essere la Betlemme dei Mondi, il centro dell’ Universo? i REDAZIONE ui E. BOZZINI, redattore responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzerì Titoli delle Memorie da ritagliarsi per lo schedario scientifico 7 Pubblicazioni del 1908 (continuazione) Botanica, Paleofitologia, Agricoltura Arcangeli G. Voto per la fondazione in Firenze di un Isti- tuto botanico coloniale. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 5-6, Pag. 194-195). Bartelletti Veturia. Sopra una singolare alterazione della cor- teccia di Pterospermum platanifolium. (Firenze, Baccarini P. Sopra i caratteri di qualche Endogone. (Fi- renze, 1903. Nuovo Giorn. Bot. Ital. Fasc. 1.) 1903. Nuovo Giorn. Bot. Ital. n. 4). Beguinot dott. A. Studio anatomico di due cecidii del genere Cuscuta (Avellino, 1903. Marcellia. Vol. II, Fasc, III, pag. 47-62, con tav.). Beguinot A. Studi e ricerche sulla flora dei Colli-Euga- nei (Prima nota). (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 5-6, pag. 160-172). Baccarini P. Il fiore del Glnus lotoides (Nota preliminare). (Firenze, 1903. Nuovo Giorn. Bot. Ital. Fasc. 2. Beguinot A. Studi e ricerche sulla flora dei Colli Euga- nei (Seconda nota). (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital n. 5-6, pag. 212-224). Baldrati prof. I. Mostra Agricola della Colonia Eritrea. Cata- logo illustrato. (Firenze, 1903. Tip. Luigi Nic- colai. Pag. 139 in 8.). Beguinot A. Studi e ricerche sulla flora dei Colli Euga- nei (Terza nota). (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. ‘(-8-9, pag. 252-263). Bargagli-Petrucci G. Alcuni movimenti geotropici anormali spie- gati con l’ aiuto della Statol:thentheorie. (Firenze, 1903. Nuovo Giorn. Bot. Ital. Fasc. 3.). Beguinot A. Studi e ricerche sulla flora dei Colli-Euga- nei. (Quarta nota) (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 10, pag. 330-342). Bargagli P. Sui rapporti tra la biologia di due Curcu- lionidi ele loro piante ospitanti. (Proc. verb.). (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. N. 5-6, Pag. 127-128). Baroni E. Ibridi di Memerocallis citrina Bar. (Proc. verb.). (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. N. 5-6, Pag. 227-228). Baroni E. : Notizie sulla istituzione di un giardino alpino sull’ Etna (Proc. verb.) (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 7-8-9, pag. 291-292). Beguinot dott. Augusto. Contribuzione alla Biologia dell’ Arcipelago Toscano. (Firenze, 1903. Nuoyo Giorn. Bot. Ital. Fasc. 3. e seg.). Belli S. Addenda ad Floram Sardoam. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 5-6, pag. 225-226). Barsali dott. E. Sul germogliamento del polline del Lilzum candidum L. (Siena, 1903. Boll. d. nat. n. 7. Pag. 73-75). Barsali dott. E. Mostruosità nel Lilum Candidum L. (Siena, 1903. Boll. d. nat. n. 9. pag. 98-101, con 10 fig.) Barsali E. Sui peli delle piante acquatiche e sul loro significato. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 10, pag. 301-307). Barsali E. Nota sul Polypodium vulgare L. (Firenze, 1903, Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 4, pag. 119-121). Berlese A. Rassegna. Nuove Relazioni intorno ai lavori della R. Stazione d’ Entomologia Agraria di Firenze, per cura della Direzione. (Portici, 1903. Dalla Riv. di Patol. veg., Vol. X, Estr. di pag. 13 in 8). Bottini A. I primi Muschi delle isole Eolie. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 7-8-9 e seg.). Boulanger M. E. Germination de 1’ Ascospore de la Truffe. (Paris, 1903. Imprimerie Oberthur, Reune. Pa- gine 20 in 4). Barsali E. Una breve escursione al Monte Argentario. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 5-6, pag. 149-152). Caruso prof. G. Esperienze sulla influenza della Concima- zione, della Ramatura e della Varietà di Olivi nella difesa dal Cycloconium oleaginum (Firenze, 1903. Atti d. R. Accad. dei Georg. Vol. XXVI. Disp. 4. pag. 381-386). Caruso prof. G. Esperienze per combattere la Peronospora delle viti, fatte nel 1902. (Firenze, 1903. Atti d. R. Accad. dei Georgofili. Vol. XXVI. Disp. 4. Pag. 387-392). Barsali E. Contributo alla Epaticologia del Pisano. (Fi- renze, 1903. Nuovo Giorn. Bot. Ital. Fasc. 1). Caruso prof. G. Esperienze per combattere gli Elateridi dei cereali. (Firenze, 1903. Atti d. R. Accad. dei Georgofili. Vol. XXVI. Disp. 4. pag. 373-380). lit uevine te 5 PASINI VER SI PIANTA I Edie) (ARSA. LA TALAARIRE NSA È RI ME EI e RO Mei Titoli delle Memorie da ritagliarsi per lo schedario scientifico 8 Zoologia Pubblicazioni del 1903 (cont.) Fiori prof. A. Caccobius Schreberi Lin. e sue varietà. (Ca- merino, 1903. Rivista Coleotterol. Ital. n. 6. pag. 105-109). Mantero G. Fiori prof. A. Studio critico dei Tenebrio Lin. italiani. (Camerino, 1903. Riv. Coleotterol. Ital. n. 12. pag. 221-227). Lucifero A. Mammalia Calabra. Elenco dei mammiferi Calabresi. (cont.) (Siena, 1903. Riv. Ital. d. Sc. nat. n. 1 e 2 e seg.). Contributo alla conoscenza degli Imenotteri di Sumatra e delle isole Nias, Batu, Mentav- vei, Engano. (Firenze, 1908. Dal Bull, d. Soc. Entom. Ital. Anno XXV, Trim. I. Estr. di pag. 45 in 8). Fiori prof. A. Informazioni bibliografiche. (Camerino, Riv. Coleotterol. Ital. n. 12. pag. 228-230). Fusco-Rao A. Note Ornitologiche da servire per la com- pilazione di una Avifauna Catanese. (Siena, 1903. Avicula. n. 63-64 e seg.). Galli-Valerio dott. B. Quistioni di caccia. (Siena, 1903. Avicula n. (1-72, pag. 170-173). Massalongo dott. C. Intorno al mimismo del bruco della Cucullia Artemisiae, Hufn. (Nota). (Siena, 1903. Boll. d. nat. n. 12. pag. 132-134). Gargiulo dott. A. Contributo all’ Istologia del tessuto di So- stegno nelle Glandole. (Siena, 1903. Riv. Ital. di Sc. nat. n. 7-8 e seg.). i Morgana M. Contribuzione allo studio della fauna di Mon- tecassino. (Siena, 1903. Boll. d. nat. n. 3, pag. 26-30). Moris G. Istinto o intelligenza? (Siena, 1903. Avicula n. 67-68. pag. 114-116). Moris march. G. L’ Atlante Ornitologico Arrigoni. (Impres- sioni ricevute dalla lettura). (Siena, 1903. Av. cula, n. 65-66. pag. 19-80). Ghidini A. Un anno di appunti ornitologici nel Ticino meridionale. (gennaio-dicembre 1902). (Siena, 1903. Avicula, n. 63-64. pag. 51-56). Gortani M. Sopra 1° Otiorrhynchus caudatus Rossi. (Ca- merino, 1903. Riv. Coleotterol. Ital. n. 6. pa- gine 123-128). Griffini dott. A. Ittiologia italiana - Descrizione dei Pesci di Mare e d’acqua dolce. (Milano, 1903. Ed. U. Hoepli. pag. 461 in 16, con 244 fig.). Kobelt dott. W. Diagnoses Heliceorum novorum in Ital. col- lectorum. (Napoli, 1903. Ann. d. Museo Zool. d. R. Univ. Vol. 1, n. 5, Estr. di pag. 5 in 8). Lanzi L. Alcune osservazioni sulla intelligenza degli uccelli (Siena, 1903. Avicula, n. 61-62. p. 14-15). Largaiolli V. Le Diatomee del Trentino. XV. Lago di Nambino. (Trento, 1903. Dalla Riv. di Studi Scientifici. Fase. VI-VII. Estr. di pag. 4in 8). Ninni E. Sopra un caso di pleocroismo in un Anas boschas, J°. (Siena, 1903. Avicula n. 61-62. pag. 12-13). Ninni E. Uccelli anormalmente coloriti, esistenti nel Civico Museo di Belluno. (Siena, 1903. Avicula n. 69-70, pag. 124-126). Ninni E. Sulla straordinaria comparsa della Platalea leucerodia (L.) nel Veneto-Estuario. (Siena, 1903. Avicula, n. 71-72. pag. 169-170. Ninni E. « La Trata de Mar ». (Venezia, 1903. Dalla Neptunia n. 1. Estr. di pag. 8 in 8). e seg.) Largaiolli dott. V. Tadracne del Trentino. Quarto contributo allo studio delle Idracne italiane. (Trento, 1903. Dalla Rivista Tridentum. Fasc. III. Estr. di pag. 5 in 8). Locard A. Description de deux mollusques nouveaux découverts dans les cavernes d’ Italie. (Bologna, 1903. Riv. Ital. di Speleol. Fasc. IV, pag 8-11). Ninni E. Sulla Scorpaena ustulata, Lowe nel Mare Adriatico. (Milano, 1908. Dagli Atti d. Soc. Ital. di Sc. nat., Vol. XLII. Estr. di pag. 4 in 8). Perlini R. Elenco dei Lepidotteri propri soltanto all'I- talia. (Siena, 1903. Riv. Ital, di Sc. nat. n. 11-12 Perlini R. Contributo alla Fauna dei Lepidotteri d' I- talia. « Alcune seconde apparizioni inavvertite o dubbiose ». (Siena, Boll. d. nat. n. 2 e seg.) Picchi C. Nota sopra alcuni Rapaci della mia Colle- zione Ornitologica Italiana. (Siena, 1903. Ars cula, n. 63-64. pag. 30-45). Li GRIFFINI dott. ACHILLE TÀ (rLl UCCELLI INSETTIVORI NON SONO UTILI ALL’ AGRICOLTURA È una nuova pubblicazione, edita a cura della Révista Italiana di Scienze Naturali, Siena 1904, che contiene preziosi dati e notizie interessanti in confutazione alla questione sulla utilità degli uccelletti insettivori verso 1’ agricoltura, questione che 1’ Egregio A. yiene dimostrando esser falsa. - Il lavoro è diviso in capitoli di cui ci limitiamo a riprodurne i titoli: Questione di competenza — Insetti — Utili e nocivi — L'uomo altera V equilibrio naturale — Nemici naturali degli insetti fltofagi — Insetti utili — Insetti predatori — Insetti parassiti endo- fagi — Insetti nocivi importati — Parassiti endofagi dei principali insetti nocivi — Prime conclusioni — Gli Uccelli iusettivori non sono utili — Gli uccelli insettivori sono nocivi — Indicazioni bibliografiche — Conclusioni. | In appoggio alle sue teorie, 1’ Egregio A. riporta le dichiarazioni di insigni naturalisti quali, fra gli italiani, LESSONA; SABBIONI, RONDANI, GHILIANI, CAMERARO, BERLESE, AR- RIGONI DEGLI OpDI, RIBAGA, Loy. (Prezzo dell’ opera di pag. 83 in-8.° con 24 figure intercalate nel testo L. 5). Per i raccoglitori di piante Vascoli da erborizzare. Scatole di métallo ondulato ben verniciato a fuoco in color verde, con 2 aperture delle quali una più piccola per le crittogame, lunghezza em. 37 L. 4,50. Raschiatoio a-tre branche. Serve a staccare i licheni e muschi dalla scorza degli alberi L. 2, 30. = | Strettoi per disseccare le piante da erbari, semplici con cinghie di cuoio L. 6, a vite L. 12. ‘ Carta bianca a mano fortissima con colla, per erbari e preparazioni diverse, cm. 35 X 47 L.4, ognì 100 fogli; em. 23 X_ 35 L. 2;20, ogni 100 fogli. Altre dimensioni prezzi vari. Carta da erbari e da filtri, asciugante bigia, em. 95 X 70 L. 5 ogni 100 fogli ; em. 70 X 50 L. 3 ogni 100 fogli; em. 35 X 20 L. 1,50 ogni 100 fogli. Per grandi quantità prezzi da combinarsi. 3 Alcool preparato per bagnarvi le piante da erbario onde preservarle dai danni delle tarme. Questo ‘alcool quantunque misto a sostanze venefiché, è dosato-in modo da non recar danno a chi dovra. poi maneggiare gli oggetti. Un litro L. 5. Una boccia L. l. Ammoniaca. Utile per neutralizzare l’azione venefica del morso di certi animali e togliere il dolore di certe punture; il prurito da alcune piante, ecc. L. 1, 20 il chilog. Una hoccia di gr. 200 L. 0,30. i MEMORANDUM Rinnoviamo ancor viva. preghiera a tutti i Signori Abbonati ritardatari affinchè facciano sollecita rimessa del loro dare a questa amministrazione necessitando sistemare le partite arretrate degli \ abbonamenti. 7 Al prezzo di L. 2,50 (franco di porto) annunziamo agli escursionisti ornitologi e a s quanti si occupano di cacciagione di uccelli di avere posto in vendita il noto: SLA VADE-MECUM ORNITOLOGICO CALENDARIO TASCABILE E NOTIZIARIO PER L' ESCURSIONISTA ORNITOLOGO (Pag, 275 in 16) di G. VALLON 5 (Pag. 276 in f8) Suo contenuto: Prefazione - Calendario (che è quello del R. Osservatorio astronomico al Collegio Romano - Anno XXVI-1905) — Tabella indicante le epoche di nidificazione delle specie comuni all’ Italia = Elenco delle specie rare settentrionali 0 settentrionali orien- tali che giungono da noi durante î mesì invernali - Avvisi-réclame (riguardanti i pro- dotti degli Avicoltori) - Bibliografia ornitologica Italiana - Del modo di servirsene (riferen- tesi alle pagine soltanto lineate per le eventuali osservazioni da farsi ‘su qualche Specie) - Distinta dei nomi ‘italiani degli uccelli - Abbreviazioni adottate nell'indice e nel Notizia- rio - Indice. c FATA La classificazione adottata per 1’ indice è quella usata dall’ illustre Arrigoni degli Oddi nel suo « Manuale di Ornitologia italiana ». Sono messi fra parentesi i nomi di quelle specie per le quali il prelodato Arrigoni usò Ja nomenclatura moderna non’ancora da tutti accettata e conosciuta. Omessa la sinonimia, per non aumentare il volume del libriccino, è stata ristretta anche la bibliografia la quale accenna soltanto ai lavori di maggiore importanza e d'interesse speciale. 5 o L'A. sarà grato a tutti coloro che vorranno aiutarlo nella compilazione futura sus- gerendo tutte quelle modificaziolti che possono servire a render più simpatico e più utile _il libriccino stesso, S : È NEL LABORATORIO TASSIDERMICO Ditta '@ayS BROGL: dda SIENA - Via B.. Peruzzi - SIENA e Si imbalsamano animali di ogni genere con sistemi speciali per NOPRIENDLA garantirne la conservazione; si conciano pelli di Leone, Tigre, Pan- tera ecc. in maniera che non abbiano dipoi alcun cattivo odore ; e si naturalizzano, da poter servire per ornamento nelle sale, teste in tutti quegli atteggiamenti che si desiderano. : Si fanno scheletri, preparazioni di visceri ecc. ecc. P. S. Preghiamo inviare gli animali da imbalsamare vivi o freschi appena morti. Se Ja stagione è calda, e sono piuttosto grandi, sarà bene togliere loro i visceri ed invol- gere gli animali in panno bagnato con acqua e acido fenico, oppure porvi altre sostanze di odore antisettico per tener lontane le mosche, le tarme ecc. Per l'invio, se gli animali sono piccoli, il mezzo più economico e sollecito è di mandarli per posta in piccole scatole, come campioni senza valore, raccomandati. Fino al peso di 350 grammi la spesa non è che dai 12 ai 24 centesimi. ee Per le spedizioni in pacchi postali o per ferrovia dichiarare Animali da studio, oppure indicare il nome dell’ animale aggiungendo la parola morto. Conto corrente con la Posta ANNO XXV - Siena - Settembre-Ottobre 1905 - _N,9 e 10 TA ITALIANA DI SCIENZA NATURAL leniodico mensile premiato alle esposizioni nazionali: di Palermo e-di Milano ed a quella internazionale di Chicago Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L. 4, 00 Per gli Stati dell'unione postale L. 4,50. — Altri Stati L. 5,00 già diretta dal’ Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO — Via Baldassarre Peruzzi 238 — SIENA È FIOR \ Collaboratori principali - «della RIVISTA 6 del sno supplemento BOLLETTINO DEL NATURALISTA ARrRIGoniI degli Opi conte prof. Errore — BavaneLLi prof. dott. Danro — BAKGELLINI prof. MARIANO Bellini dott. RarraeLLo — BerreLui dott. Danre — Berti Giuseppe — Bezzi dott. prot. Mario — Br- (SOGNI prof. d.° CarLo — Borzon Prof. Dott. Pro — Bonomi Prof. Agostino — Borpi Prof. Dott. Lux ‘Bomaicci-Porta Comm. Prof. Lurer — BruweLLI Gusravo — Brusina Prof. SPIRIDIONE — CACCIAMALI Prof. G. Barrisra — Caragrò Lomparno: Prof. Antonino — CaruANA-GarTO Avv. ALFREDO — CASTELLI dott. Giovanni — Cermenari Prof. Mario — CuerICcI Ing. Enrico — Corr Chimico farm. Elia — ‘Damrani Dott. Prof. Gracom — De AneeLIS D' Ossat Dott. Prof. GroaccHino — De Bonis ANTONIO — De Brasio Dott. AreLe — DepoLi Guipo —DeL PrEYE di’ Rarmonpo — De STEFANO d." GIUSEPPE — De Srorani Perez Prof. Trovosto — FaBani Sac. prof. Carro — FaiLca Tepanpi Lurcr — PenIzIA prof. Carro — Frori Prof. Anprea — GaLLi-VaLeRIO dott. prof. Bruno — Giachetti cav. G. CESARE — Griuto prof. NiccoLò — ImparatI dott. prof. EvoarDo — Largarorti dott. prof. Virrorio — LEVI — Moremos dott. Davip — Livini cav. prof. dott. Anronio — Longo prof. dott. Anprea — Lopez prof. —dott. Corrapo — Losacowo Posero prof. Micuane —LorenzinI ALessanpro — Lupi Dott. E. — Luzi march. dott. G. F. — Mascarini Prof. Avessanpro — Meti Prof. Romoro — MartEI Giov. FTrORE — Morici MicaeLe Neviani Dott. Prof./Anronio — Pararort * dott. prof. EMANUELE — PAULUCCI March. Marianna — PeLACANI Prof. Dott. Luciano — Perroni Dott. Veter. PasquaLe — RaGGI LUI- Gr Roncaerti dott. Virrorio — Sancasciani Cav. Dott. Gruserpe — Scarzia Dott. Giuseppe — Signorini Prof Giuseppe — Sivestri FiLippo — Spinora March. Gracomo — Srossicn Prof. MiceLe — TerRrEnzI Dott. Giuseppe — Tassi Cav. Dott F'Laminio — Teutini Dott Prof. AcHILLE — Tinconini Dott. Veter. Tiro — TrreLLi Avv ApeLCHI — Zonpa Prof. Giuseppe. è NI i : È Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. ì L «1 tre periodiei Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino. del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, sono regolati dalle medesime ‘seguenti di- sposizioni: ù Ciascuno dei 3 periodici sì pubblica in fascicoli men- } scritti che contengono uvure de acquesto 0 di vendita, o che sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. s possono servire di reelume commerciale. ; Gli abbonamenti si ricevono in Siena all'Agenzia in Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamenta ViaB. Peruzzi 28, eda tutti gli uttici postali italiani ed esteri, | quelle provenienti da abbonati che lianno già pagato lab in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono Ual principio di | bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta 23 _ ogni anno con Uinilto ai fascicoli arretrati non è espressamente richiesta dall’ abbonato. 5 I° abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- 1)? amministrazione s’incarica di rappresentare gliab tiene come rinnovato” k bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far 60- Fascicoli per saggio si spediscono gratis. noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato Fascicoli separati costawo cent. 30 perogni 16pag.ditesto. | dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- ©. Agli Autori di memorie originali di una certa impor- | spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare tanza, sì danno in dono 50. copie di estratti, purchè ne! un compenso da combinarsì = î facciano richiesta quando inviano i manoscrilti. 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Dig È si da stamparsi nelle sp- poste, consigli, domande, DR) DT 2 centim, di spazio occu cerche per cambi di puo 7 Seo 5 0 per linea corpo 8. Agli macchine, prodotti agrar) | + Sed A ai tazioni. l.e inserzioni relative! ||. 27. ’ ni ricevutee sì fa speciale sare la lunghezza di 5 lij (gite ‘ervengono due esemplari. ni ha diritto di pubblica; perio re anizerpatr. Chi desidera | peviene accordata la ris cessarì. o scriva in Car- ; pense. Dalle. nserzioni fai “Eee Riduzione sui prezzi e premi agli abbonati per il 1906 (Vedasi l’annunzio stampato nella 4% pagina) pr r o e. bi SLI SEA i 9, PA II MA Pa a 100 OFFERTE DI OCCASIONE Piccole collezioni di uccelli imbalsamati per i gabinetti ‘scolastici. 50 esemplari appar- tenenti a 40 specie con i loro nomi scientifico e volgare, per sole L. 75. j Fanno parte della collezione: 2 Rapaci,-2 Picariae, 20 Passeracei dei diversi ordinì e compresi 2 uccelli mosca, 3 Gralle, 2 Palmipedi, ecc. Metamorfosi delle rane dall’ uovo alla rana Dorferta, © esemplari posti su cristallo e con- servati in alcool L. 2, compreso l'alcool e il vaso a tappo smerigliato. 7 Boa d'Italia (Elaphis quadrilineatus) il più grosso serpe che abiti l'Italia, lungo più di un metro. Esemplari conservati in alcool L. 5 a 10 l'uno. Gongili dell’ Africa. Rettili interessanti, conservati in alcool, lunghi fino a 35 centimetri L. 3,90 ciascuno; N. 3 assortiti per L. 7. Ù i Piccole collezioni di minerali composte di 100 specie e varietà esattamente determinate di minerali e rocce e che potrebbero ben servire per l'insegnamento elementare o per un ama- tore prìncipiante, si vendono per sole L. 15. Buonissime LR d'ingrandimento montate in corno, da chiudersi, tascabili. Astuccio con una lente L. 2. Con 2 lenti e diaframma L. 3. Con 3 lenti e diaframma L. 4.. Tara st diminuisce il costo. UCCELLI INBALSAMATI PER RICHIAMI O ZIMBELLI PER CASCIA ————t@_ ZZZ Dal Laboratorio di Storia naturale, Ditta S. Brogi Siena, si forniscono uccelli imbalsamate perfettamente al naturale, molto adatti per collocarsi sugli alberi, sulle siepi, nel terreno e nel- | l’acqua, come richiami nelle cacce con fucile, con panie e con le reti. Va Fringuelli, cardellini, lodole, verdelli, passere, zigoli, cingalline, peppole, bat- ticode e simili, costano L. 1,0 ciascuno. Tordi, merli, tordele, picchi, storni e simili L. 2,00 ciascuno. f Civette, allocchi, falchetti, ghiandaie, gazze e simili L. 3,00 ciascuno. Piccioni, tortore e simili L. 4,00 ciascuno. È) Colombacci, colombelle, corvi, starne, folaghe, anatre piccole, tuffetti e simili L.5,00 ciascuno. = / Anatre grosse, aironi, gabbiani e simili L. 6,00 ciascuno. SEGA Questi uccelli possono pure conservarsi come ornamento e resistono alle tarme o tignole. Chiunque può inviare freschi in carne, gli uccelli che vuole imbalsamare per il suddetto 0 per gli altri scopi, indicando in quale posizione li desidera. La.spesa è in proporzione dei prezzi. . NU sopraccennati secondo la grandezza dell'animale. IPABBONAMENTO non disdetto entro il Decembre si ritiene come rinnuovato #7 MIDA N | 4 F; di Anno XXV N.9 e 10 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Settembre-Ottobre 1905. SOMMARIO Cartolari dott. Enrico. Di una Pneumopatia dei Loricati. Nota Zoo-patologica. Pag. 97. Lucifero Armando. Mammalia Calabra. Elenco dei Mammiferi calabresi (line della prima parte). Pag. 99. Sturniolo dott. Giuseppe. Contributo alla teratologia vegetale. Pag. 101. Bacci Pietro E. e Bernardi Ilio. I Molluschi (cont.) Pag. 109. Rivista bibliografica. Pag. 115. DI UNA PNEUMOPATIA DEI LORICATI NOTA ZO0O- PATOLOGICA PER IL Dott. ENRICO CARTOLARI Nell’Aprile dell’ anno scorso, dal Signor Vittorio dal Nero, preparatore naturalista di qui, mi veniva ceduto il cadavere di un coccodrillo « Crocodilus niloticus » maschio, morto il di innanzi in uno dei tanti padiglioni ambulanti che sogliono girare per le nostre fiere. Il proprietario, nel vendere il suo animale, aveva espresso il desiderio di conoscere la causa della morte; raccontava che la sua bestia da alcuni giorni s’ era mostrata di umore depresso, ed aveva, contro l’ usato, rifiutato il consueto cibo. Perciò lasciando al preparatore la spoglia, affinchè la preparasse per la mia col. lezione, mi feci dare il carcame per tentare un esame zoopatologico. Il cadavere, in istato di buona nutrizione, non presentava segno alcuno di putrefa- zione ; dalla bocca colavano abbondanti mucosità viscide ed incolore. Aperta la cavità generale del corpo, vi osservo una scarsissima quantità di liquido incoloro ; le intestina affatto libere, la sierosa peritoneale non presentano nulla di notevole. . Pericardio normale ; il cuore ha vuoti i ventricoli, le orecchiette contengono invece discreta quantità di sangue raggrumato ; del resto questo viscere appare affatto sano. Nei polmoni si riscontrano fatti di ipostasi alle parti basse ; facendo in essi dei tagli si vedono i bronchi pieni di mucosità biancastre, spesse, che ne occupano in gran parte il lume ; le cavità sacciformi, a cui direttamente conducono le aperture laterali dei bronchi, sono esse pure ricche di essudati; la superficie di sezione presenta delle zone di infiltrazione di colorito grigio ed emorragico ad irregolare distribuzione; i vasi polmonari sono ripieni di sangue ; spiccano inoltre delle piccole superfici rotondeggianti di colorito biancastro, della larghezza di due o tre millimetri, le quali esaminate attentamente si rivelano, come le porzioni terminali dei bronchi, piene zeppe di un essudato spesso e tenace. Strisciando col tagliente si asporta un liquido torbido, che al microscopio appare ricco di leucociti, di globuli rossi, di gocciole di grasso, di elementi polmonari più o meno degenerati, di cellale a contenuto granuloso. DI 98 ’ RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI vo. Vir Ar Lo stomaco contiene residui alimentari carnei, al pari dello stomaco, l° intestino non offre niente di ;patologico. - Il fegato è alquanto congesto ; gli organi uro-genitali sono normali. Venne fatto anche un accurato esame del sangue ; Ie emazie sono ben conservate, misurano ventiquattro p. di lunghezza su dodici p di larghezza ; nei preparati a secco colorati con ematossilina ed eosina si vedono numerose. cellule eosinofili. Da questo reperto, anche non avendo esatta nozione della patologia speciale dei retlili, è facile convincersi che | affezione, che causò la morte del coccodrillo in que- stione, ebbe la sua sede principale nell’ apparecchio respiratorio. Ma per meglio rendermi conto delle lesioni in esso osservate, volli anche proce- dere ad un esame istologico degli organi ammalati. Vari pezzi tolti dai polmoni furono fissati in una soluzione di formalina al cinque per cento, ed inclusi con il solito metodo in paraffina, alcuni previa colorazione in massa con carminio boracico di Napoli. Per colorare le sezioni mi servii della saffranina di Pfitzner, dell’ ematossilina, e dei metodi speciali del Weigert per la fibrina, e del Gram per la dimostrazione dei ‘microrganismi. ‘+ Sottoposte al microscopio, a vari ingrandimenti, le sezioni dei polmoni ci fanno vedere quanto segue : I bronchi, specialmente verso la loro parte terminale, sono pieni di essudato, in ‘prevalenza costituito di fibrina, ricco di leucociti, di gocciole di grasso, di cellule epiteliali sfaldate; più o meno degenerate. Scorgonsi pure forme batteriche, specialmente cocchi, disposti a grappolo. Molte delle cellule cigliate dell’ epitelio bronchiale hanno subìto la trasformazione ‘mucosa. I vasi sanguigni polmonari sono in istato di grande replezione, i capillari enorme- ‘mente dilatati. Le celle polmonari contengono gran copia di essudato fibrinoso, a cui sono fram- miste cellule di sfaldamento dello epitelio, cellule contenenti granuli e fra esse leuco- citi granulosi, qualche globulo rosso e varie forme di cocchi. I reperti anatomico ed istologico caratterizzano la malattia per una affezione pol- «monare, molto simile alla pneumonite dei mammiferi, con compartecipazione bronchiale ; qualificata dalla presenza nelle varie cavità del polmone, di un essudato prevalentemente fibrinoso, a cui si uniscono e cellule migranti, e globuli rossi, ed elementi cellulari de- squamati delle ultime vie respiratorie ; accompagnata inoltre da notevole congestione. Pare probabile che si debba connettere con la presenza di agenti microbici. Ho steso questa breve nota, con la convinzione che lo studio delle forme morbose degli animali, sia pure di quelli più addietro nella scala zoologica, studio. che fino ad ora è stato coitivato da pochi, può a volte illuminarci sui più ardui problemi della patologia generale e della biologia ; io credo che se esistesse una patologia comparata essa molto gioverebbe all’ incremento della patologia umana. D'altra parte sono persuaso che qualsiasi pur tenue contributo portato alla conoscenza. delle malattie degli animali, non RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 99 può riuscire del tutto inutile a tutti coloro i quali, vuoi per istudio, vuoi per profes- sione od interesse, si occupano dell’ allevamento e della conservazione degli stessi. Verona, Agosto 1905. MAMMATLIA CALABRA ELENCO DEI MAMMIFERI CALABRESI COMPILATO da ARMANDO LUCIFERO (continuazione) =... Finora abbiamo discusso delle industrie in generale, e ci siamo fermati se gnatamente su quelle agrarie ed armentizie, le quali sono le sole in progres- sivo sviluppo nell’ ambiente attuale, per necessario svolgimento dell’ umana attività. Delle industrie manifatturiere abbiamo accennato appena, perchè ancora possono. dirsi fanciulle, ove pur sono nate, ed in molti punti non sono nemmeno in gestazione. Ciò non toglie, però, che anch’ esse sarebbero un grande risveglio economico per la Calabria ed un immenso vantaggio per le nostre classi ope- raie, le quali spesso languiscono per mancanza di lavoro; e bisognerebbe studiare con intelletto d’ amore i mezzi per far sorgere queste industrie, e per additare tali mezzi allo Stato ed ai privati, affin di esortar l’uno e gli altri ad uscire da un’ apatia tanto dannosa al benessere generale del Mezzogiorno. Il Vetere nella sua memoria Swll' avvenire economico industriale di Napoli (1902), ed il Nitti nel suo libro Napoli e la Questione Meridionale (1903), so- stengono la tesi oltremodo pratica e provvidissima, che il solo mezzo per vin- cere la progressiva decadenza economica di quella città, è di ridurla industriale e manifatturiera. Sebbene vi siano molte ragioni, per ritenere che alla buona riuscita d’ un tal tentativo, fa duopo aver l’ elemento atto alle grandi imprese e ad una perseveranza nel fine che non è certo abituale nell’ uomo del Mez- zodì, pure io opino che questa attitudine e questa perseveranza verrebbe su- bito fuori, (essendo già, per i sacrifizii economici sopportati e per le lunghe privazioni sofferte, latente in lui), purchè fosse incoraggiato, coadiuvato e pro- tetto dallo Stato nel novello orientamento. Se Napoli può asservire grandi energie elettriche per mezzo dei suoi corsi d'acqua, e specie del Volturno; la Calabria avrebbe con probabilità identiche risorse dai suoi fiumi, che se non hanno l’importanza del Volturno singolar- mente, in complesso lo eguagliano o lo sorpassano. Quelle molteplici produzioni industriali enumerate dal Vetere, almeno per due terzi potrebbero avere svi- luppo ed incremento straordinario fra noi, e sovratutto quelle di cui la ma- teria prima è offerta naturalmente dalle nostre contrade, o quasi direi con esigua mano d'’ opera. Ma possiamo sperare gl’ incoraggiamenti e gli aiuti da parte del Governo, il 100 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI quale dovrebbe mettere a nostra disposizione i capitali per siffatte imprese? Io non lo credo punto! Desso, pur canzonandoci di quando in quando con promesse di provvedimenti e di crediti agrarii pel Mezzogiorno, continuerà il suo metodo di sfruttamento, seguendo per questa via, bisogna confessarlo, i suoi predeces- sori, ed in ispecie i Governi moderati, che se furono relativamente onesti perchè non rubarono, furono certo disonestissimi in quest’ opera infernale di demo- lizione. A non dilungarmi, basterà ricordare soltanto l’infame abolizione della Fonderia e della Fabbrica d’ Armi in Mongiana, (Provincia di Catanzaro), a solo scopo di giovare a gl’interessi di Brescia e d’ istituire quella nuova di Terni!! E se non possiamo sperare nulla dai rimedii morali ed economici neces- sarii al benessere del Sud, i quali continueranno a rimanere per noi sempre un’ aspirazione, e per i nostri governanti sempre un espediente di future pro- messe, per trarci in trappola ogni qualvolta si ha bisogno di noì, se non pos- siamo, ripeto, sperar nulla da tutto questo, dovremo forse indietreggiare, come ultima salute a proporre ben altri rimedii, che avranno la loro base sulla radicale riforma dell’organamento politico presente, il quale pare non risponda al vero ed effettivo benessere generale di tutte le italiane provincie ? E da banda, quindi, le fisime e le parole vuote di senso, io dichiaro ad alta voce che non indietreggerò. In un Capitolo precedente noi abbiamo detto, parlando dei diversi Stati di una volta, che or compongono l’Italia una, che in natura ed in arte è facile l’infrangere o il distruggere un corpo o un’opera qualsiasi, ma non è facile del pari il ridurre o il ricostruire o l’ uno o l' altra nell’ integrità primitiva senza riconoscerne e costatarne perennemente ì ricompostìi frantumi. E, per disavven- tura, questo esempio si rispecchia con prove innegabili e palpitanti d’ attualità sulla nazione italiana, la quale unificata politicamente già da più che otto lustri continua ad essere divisa di fatto per coltura, per civiltà, per interessi. È inutile riandare su tutto ciò che abbiamo esposto ; basterà soltanto asserire che il Mez- zogiorno è sempre la Cenerentola d’ Italia; e sebbene esso paghi le imposte in proporzione maggiore che non le altre parti della Penisola, pure, di opere pub- bliche, di bonifiche, di canalizzazioni, di strade, di Scuole, d'incoraggiamenti e di aiuti appena si parla come d'una concessione pietosa, più che come un diritto legittimo per esigerli ed un dovere imprescindibile di giustizia per concederli. Continuando su questa china, noi saremo obbligati di concludere, nostro malgrado, che, per la Calabria e per l’intero Mezzogiorno, l’ unità italiana non fu mica una fortuna! Quando sì tratti di discutere i bisogni sociali, morali ed economici di un paese, non sì deve fare del sentimento, nè vivere di paro- loni o di frasi che alla fin delle fini, se manca l’ universale benessere, sono del tutto vuoti di senso. L'unità italiana sarebbe un’ opera ammirevole se fosse vantaggiosa per l’intera nazione; ma se, invece, è utilissima per una parte e dannosissima per l’altra, quest’ altra ha il diritto di ribellarsi e di richie- dere o giustizia ed equiparazione, o completa divisione d'interessi. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 101 Per ora ci basti di avere accennato ad un tal pensiero, più con l'intento che, rilevandolo, serva di mònito ai governanti di qualunque colore politico, che con l'intento d’ iniziare una propaganda. Quando ogni speranza, però, di tempi migliori sarà perduta, noi saremo i primi a dichiararci coute qui coute inesorabilmente separatisti. E per ora eleviamoci dunque al di sopra d'ogni sentimento regionale e d’ogni passione partigiana; affratelliamoci tutti a prò di questa parte d’Italia, che ha bisogno di sostegno e di provvedimenti speciali, equi ed onesti; e con coscienza purissima e serena, e con costante buonvolere dedichiamoci tutti a migliorarne le sorti; e, da questa opera morale e moralizzatrice, auguria- moci che venga fuori l’inizio del più grande lavoro che umana mente abbia potuto concepire ed attuare, cioè: il sublime lavoro di una riforma che apporti il bene comune, dispensando con giustizia ad ognuno quanto più si possa di quei briccioli di terrena soddisfazione, ai quali per legge divina, tutta l’ umana convivenza ha supremo ed assoluto diritto. Senza recriminazioni, senza rancori, senza odii, che sono i frutti della mala pianta dell’invidia e della vulgare ambizione, con la parola e con l'esempio, e se non basti, con l’ energia e col fervore, che provengono dalla santità della causa, persuadiamo i restii, con- fortiamo i deboli, esortiamo i tentennanti, obblighiamo dolcemente gli avversarii, affinchè ci seguano su questa via riparatrice, che potrà ridonare alla Calabria quella quiete e quell’ assetto sociale ed economico, che cercherebbe invano altrimenti. FINE DELLA PRIMA PARTE (continua) Contributo alla teratologia vegetale —_— AGAIN Dott. GIUSEPPE STURNIOLO In questa mia prima nota di TERATOLOGIA VEGETALE credo opportuno se- gnalare alcune forme mostruose che, a quanto ho potuto vedere, non sono state ancora osservate od almeno illustrate da alcuno. Mi auguro perciò che queste poche pagine siano bene accolte da coloro che vogliono sempre più veder progredito questo ramo della Morfologia Botanica, tanto importante pel sommo aiuto che esso presta alla risoluzione di problemi morfologici e filogenetici. Tralascio la descrizione di molte forme mostruose prodotte da agenti or- ganici, poichè di esse più che il teratologo, se ne occupa il patologo. Nè tengo conto di molte altre forme teratologiche di lieve importanza, quali le variazioni di colore, i casi d’ipertrofia, di riduzione negli organi, i leggieri spostamenti di appendici e simili. Ed ecco le forme teratologiche più cospicue che ho potuto notare: 102 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ROUBIEVA MULTIFIDA Mog. Tetrameria ed esameria - In questa Chenopodiacea, che comunemente cresce, lungo i viali dei dintorni di Messina, ho potuto notare che molti fiori, scostan= dosi dalla forma normale, presentano il perigonio 4 fido e l’ androceo di 4 stami; con minor frequenza mi capitarono fiori esameri cioè col perigonio di 6 pezzi e l'androceo di 6 stami. Il gineceo tanto nel primo quanto nel secondo caso presentavasi normale. > BRASSICA OLERACEA (v. acephala D. C.). Dialisi tangenziale completa - Non m' intrattengo a parlare di molte anomalie incontrate nei fiori di questa razza coltivata di B. oLERACEA perchè molti ne parlano, però credo utile fare osservare che iì processo della dialisi tangenziale completa nei petali è assai frequente, ed ho incontrato spessissimo fiori con 5, 6 e 7 petali. Adenandria - Con questo nome intendo accennare ad un’ anomalia che fin ora pare nessuno abbia ricordato. Trattasi di una trasformazione dei nettarii in stami, trasformazione che ho notato in un fiore della pianta in parola, in cui invece di 6 stami se ne avevano 7 per lo sviluppo del nettario destro ap- partenente ad una delle coppie di nettarii del. verticillo androceale interno. Questo stame era quasi opposto ad uno degli stami corti. Didinamia - In un fiore ho incontrato un’ alterazione nell’ androceo, non meno importante del caso precedente. Il fiore era normale in tutti i suoi ver- ticilli, solo che nel verticillo interno degli stami al posto di ciascuna coppia, si aveva un solo stame, sicchè si avevano in tutto 4 stami, due più corti e due più lunghi. | IBERIS SEMPERFLORENS L. Fillomania - In molti fiori d'una forma coltivata di questa. pianta, i petali tutti o parte, si trasformavano in sepali, mantenendo sempre costante la legge dell’ alternanza. Atrofia - Due fiori di quest’ Iberîs erano completamente privi di corolla. Si trattava di atrofia dei petali, giacchè al punto d' inserzione di ciascun petalo esisteva una piccola scaglia, che stava lì a mostrarne la loro antica esistenza. Dialisi radiale completa - Spesso ho incontrato fiori in cui il calice invece di avere 4 sepali ne aveva 5 o 6 e ciò per dialisi radiale di uno o due sepali. Quest' anomalia talvolta si estendeva anche alla corolla, per cui aumentava anche il numero dei petali. Ho potuto notare ancora che i sepali affetti da dialisi erano gli opposti alle coppie di stami lunghi. In alcuni di questi fiori s'accompagnava un’altra anomalia che in seguito andrò descrivendo, cioè la pleiostemonia e precisamente l’ adenandria. Fasciazione - Un fiore, per fasciazione, mostravasi assai compresso nel senso antero-posteriore. Il peduncolo era quasi nastriforme, il calice portava 4 sepali, dei quali il medio anteriore per compressione dorsiventrale, era largo quasi il a al RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 103 doppio dei normali, la corolla portava 5 petali, giacchè anteriormente si ave- vano 8 petali dei quali, il medio, era opposto al sepalo anormale. Gli stami erano 9 e cioè due nel verticillo esterno come osservasi nei fiori normali, 4 al posto d’ una delle coppie di stami lunghi e tre al posto dell’ altra coppia. Fra questi ultimi stami vi era un nettario soprannumerario. Il gineceo mostravasi anch’ esso anormale, giacchè era di forma tetragona ed era a 4 caselle. Pleiostemonia adenandria e poliadenia - Ho incontrato assai frequente fiori in cui il numero degli stami era maggiore di quello dei fiori normali. Al posto di ciascuna delle coppie di stami, o di una coppia, sta spesso un fascio di tre stami (*), restando i due verticilli androceali normali in tutto il resto (pleio- stemonia). In altri fiori il numero degli stami è pure aumentato e ciò per tra- sformazione di uno dei nettarii delle coppie interne. Si hanno così fasci di tre stami al posto di ciascuna coppia, giacchè il nuovo stame incurvandosi verso la coppia forma unico fascio, e due o tre, nettarii invece di quattro come nei fiori normali (adenandria). In molti fiori in cui il numero degli stami è aumen- tato per i due processi sopradetti, si ha sovente un aumento nel numero delle glandole nettarifere (poliadenia), e fra uno stame e l’altro dei fasci del verti- cillo interno, nasce un nettario ; sicchè invece di 4 glandole, come ordinaria- mente si osserva, se ne hanno cinque o sei e talvolta anche sette; e questo fatto mi fa supporre che la comparsa di stami e di nettarii soprannumerarii sia un caso di atavismo, poichè il progenitore cruciferale dovette. essere un fiore con infiniti stami (?). Ho incontrato altre anomalie non meno importanti delle precedenti nel verticillo esterno dell’ androceo. Così nel verticillo esterno di un fiore vi sono (1) Nel Manuale del Prof. Penzig « Pflanzen Teratologie I Band Pag. 270 » vengono descritti fiori di Megacarpeae D. C. e di Thlaspi Arverse L. poliandrici avutisi per dialisi. Nello stesso a-pag. 271 il Penzig dice che Eichler ha trovato fiori d’ [beris semperflorens L: in cui al posto di ciascuna coppia di stami se ne avevano tre. (£) Sono varie le opinioni per spiegare la simmetria fiorale delle crucifere. Il prof. Nicotra (Rendiconti del Congr. Botanico di Palermo 1902), contrariamente all’ idea dei più, dice che la coesistenza di stamì e nettarii nei due verticilli androceali sia un residuo della polistemonia del capo stipite cruciferale, e che le coppie di stami lunghi, che dovrebbero essere epipetali, sono episepali per un fatto posteriore, e precisamente per una presszone che subì il fiore cruciferale. Per la stessa causa i nettarii opposti agli stami più corti si sono anch’ essì appaiati. Le anomalie che ho potuto osservare nei verticilli androceali dell’ Iberis semperflorens L. e della Brassica Oleracea (v. acephala D. C.), mi convincono che il capostipite delle crucifere dovette essere realmente, come dice il Prof. Nicotra, un fiore con molti stami, e questi disposti in due verticilli. I nettarii che vediamo oggi nei fiori di crucifere non sono altro, come bene osserva egli, che stami trasformati, e il numero limitato di stami è dovuto ad aborto completo degli altri stami. In quanto poi all’ appaiarsi degli stami e dei nettarii episepali, non mi persuade la pretesa pres- sione subita dal fiore cruciferale. Io crederei piuttosto che quegli stami e quei nettarii siano stati sempre lì ove oggi li vediamo e quella disposizione particolare sia data dall’aborto degli stami. adiacenti che esistettero nel capostipite cruciferale. E dico ciò per le anomalie da me trovate e sopra descritte, avendo osservato fiori in cui al posto di ciascuna coppia di stami ce n° erano 3 e fra essì stami nascevano nuovi nettarii, uh 104 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI quattro stami (uno soprannumerario a destra di ciascuno degli stami corti); in quello di un altro, pure 4 stami per la comparsa di una coppia di stami episepali nel virticillo esterno dell’ androceo (fig. 1). Ed a quest’ultimo s’ ac- compagna un’ altra anomalia e cioè il gineceo presenta l’ ovario tetragono con quattro caselle, ricordando la siliqua del Gen. Zelrapoma. Un altro fiore porta nove stami, cioè tre nel verticillo esterno per la com- parsa di uno stame a sinistra di uno degli stami corti, e 6 nel verticillo in- terno, essendovene tre al posto di ciascuna coppia. Nello stesso si lia poliadenia, per la comparsa d'un nettario fra gli stami d’ uno dei fasci. Si osserva inoltre in questo fiore stesso anomalia nel gineceo, essendo uno dei carpelli libero da una parte, sicchè lascia così una delle caselle aperte e l’ ovolo resta a nudo (fig. 2). In altro fiore vi è solo uno stame soprannumerario nato nel verticillo interno fra i due nettarii d’ una coppia ('). Esso stame è opposto ad uno degli stami corti. Solenoidia - È questo un processo teratologico assai vicino all’ adenandria; si tratta della trasformazione dei nettarii in ascidii. Tale anomalia l’ ho riscon- trata in tre fiori ove solo uno dei nettarii era trasformato in ascidio. In uno di questi fiori s' accompagnava un caso di polisepalia, giacchè a destra del sepalo medio anteriore nasceva un sepalo soprannumerario opposto all’ ascidio. Nello stesso fiore si avevano sempre 4 nettarii. per la comparsa d'un altro nettario a sinistra dell’ ascidio. CUCUBALUS BACCIFER L. Consultando la letteratura teratologica ho potuto notare che per questa Dianthacea fin ora solo lo Schimper (Flora XII 1829 - Pg. 421) ha illustrato un caso anormale. nei fiori, e si tratta di germogli fogliari nati all’ ascella dei sepali (?). Tetrameria completa - Il Cucubalus normalmente porta fiori col cadice 5-den- tato, con la corolla di 5 petali bifidi, l’ androceo di 10 stami in due verticilli e il gineceo di tre caselle con tre stili. In parecchie piante, che tengo coltivate, ho visto fra i fiori normali molti altri fiori a simmetria tetramera, cioè col calice 4-dentato, corolla di 4 petali bifidi, androceo di 8 stami in due verticilli e gineceo con due o tre caselle a cui corrispondevano due o tre stili. Di questi fiori due avevano gli stami atrofizzati (lunghi mm. 1 ‘/) con le antere aggrin- zite e vuote. i Tetrameria incompleta - Ho visto sulle stesse piante altri fiori che formavano un passaggio fra i fiori precedentemente descritti e i fiori normali. Essi por- tavano il calice 4-dentato, la corolla di 4 petali; però in due fiori uno dei pe- tali invece d’ essere bifido era diviso in tre, in un altro un petalo era diviso (1) Anche queste anomalie, pare che confermino quanto sopra ho detto per la simmetria, fio- rale delle crucifere. (3) Cfr. Penzig op. cit. I Band - Pg. 299. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 105 in 4; nel quarto fiore i petali erano regolarmente bifidi. In quest’ ultimo |’ an- droceo era formato da 9 stami, cioè 5 nel verticillo esterno (essendovene due opposti ad uno stesso sepalo) e 4 erano epipetali. Il gineceo presentavasi nor- male. In uno dei fiori con un petalo trifido vi sono 8 stami cioè 4 episepali e 4 epipetali, e il gineceo di due caselle, con due stili; nell'altro si hanno 9 stami dei quali due, episepali, sono saldati fino a metà pel filamento. Nel fiore in cui il petalo è 4-fido vi sono pure 9 stami, cioè 4 episepali, 4 epipetali, ed uno nato nell’ insenatura mediana del petalo 4-fido. In questo fiore il gineceo è a due caselle con due stili. CITRUS VULGARIS isso Pleophyllia - In un giovane germoglio di questa pianta ho visto tre foglie, ciascuna delle quali, contrariamente a quanto s’ osserva d' ordinario, era divisa in due lamine distinte nate allo stesso livello del picciuolo alato. Le due fogliole differivano un poco per la grandezza, giacchè la destra aveva il suo lembo più grande che non la sinistra. Nella stessa famiglia s'incontrano foglie bi-fogliolate nei ZygopAhylum ; questo fatto perciò è un caso di riversione. Simili anomalie sono state osservate in altre specie di Citrus; il Fermont ed il Penzig hanno trovato nei giovani rami di C. Aurantium delle fogjie bi- e tri-fogliolate. Il Penzig descrive inoltre foglie più o meno profondamente biforcate, che lui stesso ha trovato nel 0. Limonum. (*). LINARIA HETEROPHYLLA Desf. Sono numerosi i casi di anomalie che gli autori hanno descritto per questo genere, ma per la specie in parola, a quanto io sappia, nessuna mostruosità è stata fin ora illustrata, quindi è che con più premura io rendo note poche forme anormali da me riscontrate nei fiori della Zinaria heterophylla Desf. Peloria bicalcarata e Sinandria - Nei fiori del genere Linaria il petalo medio del labbro anteriore della corolla si prolunga in basso in uno sprone; in un fiore laterale però oltre al petalo medio ho visto anche il sinistro prolungato del pari in isprone. S' accompagnavano in questo fiore altre anomalie : il calice invece di 5 sepali ne portava 4 e l’ androceo aveva i due stami del labbro an- . teriore saldati per i filamenti; sicchè si aveva un filamento nastriforme por- tante un’ antera a due logge bene sviluppate (fig. 3). Peloria ecalcarata - Un fiore non presentava altra anomalia che quella di avere il petalo medio del labbro anteriore privo di sprone, non mostrando così alcuna differenza con i fiori del gen. Antirrhinum. Un altro fiore aveva il ca- lice di 5 sepali, la corolla di 5 petali dei quali due formavano il labbro ante- riore, e tre il posteriore. Era privo di sprone. L’androceo anch’ esso anormale portava tre stami, dei quali due stavano sul labbro posteriore, ed uno sull’ an- teriore. Quest’ ultimo stame portava l’ antera atrofizzata (fig. 4). 4) Cfr. Penzig Op. Cit. I Band - Pg. 339. ) 8 Up 5 106 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Tetrameria - Ho raccolto tre fiori con calice di 4 sepali e corolla di 4 pe- tali acalcarati; di questi, due formavano il labbro anteriore e due il posteriore. L’androceo portava 3 stami essendo il medio posteriore abortito (fig. 5). Aborto parziale - Un fiore presentavasi in una forma assai strana: aveva il calice formato da due sepali disposti simmetricamente al piano antero-posteriore, mentre gli altri tre mancavano completamente. La corolla, personata, portava 4 petali acalcarati, dei quali tre formavano il labbro anteriore, ed uno, che era completamente libero dagli altri, formava il labbro posteriore (fig. 6). Que- st’ ultimo era inserito in un verticillo compreso fra quello del calice e quello della corolla. Nell’androceo vi erano solo due stami opposti ai sepali, essendo gli altri abortiti completamente. LINARIA REFLEXA Desf. Dopo la magistrale dissertazione intorno a due mostruosità pelorie della Linaria reflexa (!) scritta dal Prof. An. Cocco nel 1846 non è comparsa. altra illustrazione o magari accenno di forme anormali di questa Zinaria. È dal Febbraio dello scorso anno 1904 che in poco spazio di terreno nel nostro Orto Botanico, ho potuto raccogliere ed osservare un numero assai graude di fiori mostruosi. DÒ qui una breve descrizione delle forme più im- portanti. Perchè essa vada con certo ordine descrivo prima quei casì d’ importanza esclusivamente ontogenetica, quali adesmie, sinanzie, fasciazioni, dialisi, ecc., ed in seguito quelli d’ importanza ontogenetica e filogenetica insieme, come i diversi stadii di peloria, le atrofie, gli aborti, ecc.; e ciò perchè nelle prime non vedo nessuna relazione fra esse anomalie ed il tipo dei gruppi di piante affini, mentre nelle anomalie’ d’ importanza filogenetica si hanno forme, che ri- cordano il tipo di un loro progenitore o quello d’ una forma più evoluta. L. Iost, volendo descrivere alcune anomalie dei fiori di L. spuria {}), pro- pose due gruppi comprendendo nell’ uno le anomalie dorsiventrali o zigomorfe, nell'altro le radiali o pelorie. Io ho cercato seguire anche questo sistema, non abbandonando però il criterio filogenetico che è di maggiore importanza. Adesmia - Un fiore di Z. re/lexa era portato da un peduncolo appiattito nel senso antero-posteriore. Esso nasceva all’ ascella di due foglie ben distinte, mentre normalmente vi è una sola foglia. Il calice di questo fiore portava 8 sepali dei quali cinque formavano il labbro anteriore e tre il posteriore. La corolla personata aveva 8 petali e cioè quattro al labbro anteriore tutti cal- carati e quattro al posteriore. L’ androceo era formato da 7 stami bene svi- luppati ed uno abortito, tutti episepali (fig. 7). Il gineceo era formato da due ovarii bene sviluppati e liberi fra loro. (4) Anastasio Cocco - Intorno a due Mostruosità pelorie della Zinariu Reflexa - Messina, Stam- peria G. Fiumara - 1846. (2) Iost. L. - Ueber Bluten-Anomalien bei Linaria spuria (Biologisches Centralblatt. Bd XIX No, Sund 6 - Pg. 145-195). PRNSARRTI > Pri. (ERE RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 107 Un altro caso di adesmia, meno pronunciato del precedente, l’ ho incontrato in un’altra pianta in cui un peduncolo compresso nel senso antero-posteriore, portava due fiori in cui le corolle erano bene distinte mentre il calice era unico formato da 9 sepali, due dei quali risultavano dalla saldatura parziale di due sepali appartenenti uno ad un fiore ed uno all’ altro. La loro disposizione mo- strava che in un fiore il calice risultava di 5 pezzi, mentre nell'altro di 6. In quest’ ultimo fiore si osserva un caso di esameria completa, giacchè oltre ad aversi il calice di 6 pezzi si aveva la corolla col lembo diviso in 6 lobi formanti: tre il labbro anteriore e tre il posteriore; la corolla era inoltre bicalcarata, e l’ androceo portava cinque stami bene sviluppati ed il rudimento d'un sesto. Il suo ovario era di tre caselle. Sinanzia - Un fiore offriva un bell’ esempio di sinanzia ; il peduncolo che nasceva all’ ascella d’ una foglia bifida all’ apice, e portante nel mezzo della pagina superiore un’ aletta longitudinale dovuta alla saldatura di due foglie, era appena compresso, e portava un’ aletta longitudinale dovuta forse ad una forte pressione a cui dovettero soggiacere i due fiori che così intimamente erano saldati. Il calice portava sei sepali, la corolla bicalcarata portava 6 pe- tali dei quali 4 formavano il labbro anteriore e due il posteriore. L' androceo portava cinque stami bene sviluppati mentre un sesto era ridottissimo. L’ ovario aveva due caselle e mezzo (fig. 8). Diversi altri casi di sinanzia erano quasi simili al precedente per cui mi astengo a descriverli. «Dialisi radiale - Non pochi fiori presentano questo processo teratologico. Im due fiori ho notato che quest’ anomalia interessava il calice, la corolla e l' an- droceo, restando sempre rispettata la legge dell’ alternanza. Di questi fiori uno aveva il calice diviso in 7 pezzi, la corolla col lembo di 7 lobi, e l’ androceo di 7 stami, s' accompagnava inoltre la peloria tricalcarata (fig. 9). L'altro fiore aveva il calice di 8 sepali, la corolla col lembo diviso in 8 lobi, e l’androceo di 7 stami oltre ad un altro ridotto in una piccola appendice sul labbro. po- steriore. A questo fiore s' accompagnava la peloria zigomorfa a 4 sproni (fig. 10). In altri due fiori la dialisi si limitava solo al calice ed alla corolla. In uno il calice era di 7 sepali per dialisi completa dei due sepali laterali del labbro posteriore, e la corolla di 7 petali per sdoppiamento dei due petali del labbro posteriore. Questo fiore aveva 5 stami, per lo sviluppo completo del medio po- steriore che ordinariamente è abortito. Nell’ altro il calice è anch'esso di 7 pezzi per dialisi incompleta del sepalo medio posteriore e del destro posteriore. La corolla acalcarata ha il lembo diviso in 7 lobi, dei quali due formano il labbro anteriore e cinque il posteriore. AVIS L’androceo porta 4 stami dididami ed al posto del 5.° stame si osservano due filamenti nastriformi di color violetto chiaro. S' accompagna in questo fiore un’ altra anomalia, per cui il fiore si mostra girato (fig. 11). In altri quattro: fiori la dialisi interessava calice ed androceo: in uno vi era il calice di 6 108 _ RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI sepali per dialisi completa del sepalo medio posteriore e l’ androceo di 7 stami (fig. 12) per divisione radiale dello stame anteriore e posteriore destro. Lo stame medio posteriore, che normalmente è abortito, qui è bene sviluppato, però è saldato con uno dei carpelli (ginandria), e cresce sinuoso dovendosi adat- tare ad uno spazio minore. In un altro fiore il calice è di 7 pezzi per divisione in tre del sepalo medio posteriore, e l’androceo di 6 stami per dialisi dello stame posteriore destro (fig. 13). Entrambi questi fiori sono accompagnati da peloria tricalcarata. Un altro fiore aveva il calice di 6 pezzi per dialisi com- pleta del sepalo medio posteriore e l’ androceo di 7 stami (oltre a due filamenti nastriformi avuti per divisione in tre del filamento dello stame destro poste- riore). S' accompagnava la peloria irregolare a quattro sproni (fig. 14), ed altra anomalia. nel gineceo, giacchè l’ovario porta quattro filamenti stilari nastri- formi di color violetto ('). I due carpelli sono aperti in. alto. Il quarto fiore aveva il calice di 6 pezzi per dialisi radiale incompleta del sepalo destro po- steriore, e l’androceo di 6 stami per dialisi incompleta dello stame opposto al sepalo bifido. S' accompagnava la peloria regolare a 4 sproni (fig. 15). _ In un altro fiore la dialisi interessava solo la corolla, per cui i due petali del labbro posteriore erano bifidi (fig. 16.) S' accompagnava a quest’ anomalia la peloria bicalcarata, la ginandria, ed altra anomalia nel gineceo, essendo i due carpelli liberi fra loro, lasciando così gli ovoli nudi. Ho incontrato poi molti fiori in cui la dialisi si limitava al solo calice; così in uno i tre sepali del labbro posteriore erano bifidi e perciò il calice ri- sultava. di 8 sepali. S' accompagnavano in questo fiore altre anomalie e cioè : la peloria irregolare tricalcarata, ed un’ altra anomalia nel gineceo per cuì i due carpelli erano liberi, e portavano ciascuno un filamento stilare ; alterni ai carpelli vi erano poi nell'interno altre due appendici, nastriformi portanti ovoli agli orli, e queste non erano altro che le placente libere dai carpelli (fig. 17). In un altro fiore erano affetti da dialisi completa i due sepali del labbro an- teriore, però ìî due mezzi sepali interni si saldarono quasi totalmente fra. loro in modo da darein tutto 6 sepali, e quest’ ultimo terminato con due apici era opposto al petalo medio anteriore. La corolla era a peloria irregolare trical- carata. In un altro fiore a peloria tetramera regolare, il calice si presenta di 5 pezzi per dialisi completa d'uno dei sepali (fig. 18). La dialisi talvolta interessava il solo androceo, sicchè invece di quattro o 5 stami, se ne avevano di più, avendosi. così quel processo teratologico che va col nome di plezostemonia. In due fiori a peloria irregolare tricalcarata, vi erano in uno 7 stami (fig. 19), essendo i due laterali posteriori bifidi ed il (1) Quest’anomalia nel gineceo è un caso di metamorfosi regressiva, e illustra splendidamente quanto disse A. P. De Candelle (Organ. végét. t. 1 Pg. 478), cioò che in ogni ovario lo stilo è formato da un numero di filamenti uguale al doppio dei carpelli. Nella Zinarza, essendo due i carpelli, per un caso anormale si vedono quattro filamenti stilari. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 109 medio posteriore sviluppato; nell’ altro si avevano 6 stami (fig. 20) per dialisi del destro posteriore. In un altro fiore a peloria bicalcarata vi erano 7 stami per dialisi dei due laterali del labbro posteriore. In questo fiore il calice era di 4 sepali per atrofia d’ un sepalo, al posto del quale vi era una piccola appendice mucronata. Finalmente in un altro fiore con calice e corolla normale ho potuto notare che l'androceo era formato di otto stami per dialisi completa nei due stami del labbro anteriore, e dialisi incompleta nei due del labbro posteriore. In questo fiore anche il gineceo è anormale, essendo i due carpelli e le placente trasformate in appendici fogliacee, onde al posto dell’ ovario si hanno 4 fogliole giallo verdastre. Dovrei qui accennare ad alcuni fiori semidoppii avutisi per dialisi degli stami e petalizzazione di questi, ma ne parlerò in ultimo essendo affette da funghi le piante che li portavano. (continua) MANARA BACCI PIETRO E. & BERNARDI ILIO I MOLLUSCHI (continuazione) INOZIENDU Tutte le Venus sono marine e si trovano affondate più o meno profonda- mente nella sabbia. ; Specie del genere: Venus verrucosa, V. gnidia, V. plicata, V. reticulata, V. puerpera, V. maculata, V. geographica, V. zonaria, V. petechialis. Genere Petricola: Animale che si avvicina a quello del genere precedente. Conchiglia aperta alle due estremità; cerniera che ha a ciascun lato due o tre denti bene sviluppati; uno di questi denti è biforcato. La specie tipo è la Petricola lapicida che ha valve di color bianco e forma allungata, a cuneo. ( Questi molluschi non si trovano mai nella sabbia, bensì negli scogli nei quali si scavano buche. La conchiglia non ha veramente forma determinata poichè si modifica a seconda del luogo che l’ animale ha scelto a sua dimora. Di questo genere esi- stono poche specie. Genere Corbula: Conchiglia aperta ad una estremità, un po’ inequivalve; valve rigonfie, robuste, ovali o cordiformi; cerniera fornita di un solo dente conico, ricurvo e di una piccola incavatura; legamento interno. Le specie di questo genere vivono nei mari dell’ emisfero austriale (Indie Orientali, Oceania, America del Sud); una specie, la Cordula nucleus, trovasi nei mari Europei. Specie del genere: Corbula nucleus, C. monstruosa, C. rostrata. Genere Mactra: Animale robusto; mantello con margini semplici; sifoni riuniti, corti; piede molto lungo, angoloso. Conchiglia equivalve, aperta alle 110 RIVISTA' ITALIANA DI SCIENZE NATURALI due estremità, piuttosto triangolare; umbone saliente; la cerniera ha un dente principale elevato, biforcato, angoloso, vicino al quale stà un’ ampia incavatura a triangolo; esistono inoltre alcuni denti piatti, più sviluppati in una valva; il legamento è interno; impressioni muscolari uniformi, grandi. La Mactra striata ha conchiglia con un lato curvilineo e l’ altro quasi diritto e piatto; sulla superficie esterna delle valve si notano una ventina di costole liscie parallele al margine libero ed anche tra loro. In tutti i mari si trovano specie di questo genere che vivono affondate nella sabbia a poca distanza dalla riva e alle foci dei fiumi. Sono assai nume- rose ; le valve sono coperte di un’ epidermide che si può togliere facilmente. Specie del genere: Mactra striata, M. elegans, M. rostracea, M. donacia, M. dulcis. Genere Mya: Animale un po’ allungato; mantello chiuso anteriormente, con una apertura per dare adito al piede che è compresso, breve, robusto ; esi- ste un altro orifizio per i sifoni i quali sono riuniti, bene sviluppati e coperti da un involucro di color bruno. Conchiglia un po’ aperta, a valve ovali, solide, quasi equivalve, con una epidermide oscura ; cerniera laterale con un solo dente; legamento ricevuto in una fossetta a cucchiaio; si nota inoltre un secondo le- gamento interno, tozzo. Questo genere è costituito da poche specie comuni in tutti i mari ed alle bocche dei fiumi; amano i luoghi sabbiosi. Specie del genere; Mya truncata, M. arenaria, M. tuyon. Genere Lutraria: Animale simile a quello del genere precedente. Conchiglia aperta alle due estremità, ovale arrotondata, regolare, equivalve, coperta di una spessa epidermide; cerniera con due dentini principali obliqui, presso i quali trovasi un’ ampia incavatura; un legamento principale ed uno secondario, come nella Mya. : Notevole è la Lutraria elliptica che ha la conchiglia somigliantissima a quella dell’ Unio pictorum. Alcune Lutrarie abitano nei nostri mari; del resto sono quasi cosmopolite, dando però la preferenza alle acque fredde, Specie del genere: Lutraria elliptica, L. oblonga. Genere Anatina : Conchiglia aperta, sottilissima, non di rado trasparente, madreperlacea, quasi equivalve; cerniera provvista di un dente dilatato a forma di cucchiaio ; esiste una laminetta sotto i denti principali. Le. Anatine, che comprendono poche specie, sono quasi tutte proprie del- l'Oceano Indiano, benchè qualche forma si trovi nei mari d'Europa. Una specie del genere è l’ Anatina subrostrata. Genere Solemya: Conchiglia piuttosto ovale, ottusa alle estremità, ad epider- mide lucente consumata sui margini; umbone poco saliente ; la cerniera, late- rale, consta di un dente principale molto obliquo; valve aperte ad una estremità. La Solemya togata ha la ‘conchiglia di piccole dimensioni e molto sottile. ‘È comune nel Mediterraneo. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 111 Genere: Panopaea: Animale munito di lunghi sifoni che si uniscono in un tubo solo; il mantello è chiuso. Conchiglia equivalve, rigonfia, un po’ quadran- golare, aperta alle due estremità, ma più ad una che all’ altra; cerniera con un dente principale conico ed una fossetta in ogni valva; legamento esterno. Le Panopaea vivono gregarie affondandosi assai profondamente nella sab- bia. Abitano i mari dei paesi caldi, ma una specie si trova nel Mediterraneo (Panopaea aldovrandi). - Altra specie è la P. Spengleri. Genere Solen: Animale cilindrico, allungato; mantello chiuso completa- mente ed aperto solo alle estremità; da un lato per dar passaggio al piede che è conico, più largo al suo mezzo, aguzzo, dall’ altro per dare adito ai due sifoni riuniti in un tubo. Conchiglia a pareti sottili, allungata, aperta alle due estremità, simile ad un manico di coltello, quasi trasparente, equivalve, tron- cata ai due capi, coi lati maggiori paralleli; uno o due denti alla cerniera; il legamento, poco allungato, è gibboso; impressioni muscolari ben visibili. Specie abbondante è il Soler vagina, diritto, di color giallo a diverse gra- dazioni. Abita nel Mediterraneo ma si trova altresì nell’ Oceano Indiano. Varie specie di Solex vivono nei nostri mari; si trovano in grande quantità sulle spiaggie sabbiose e non di rado alle foci dei fiumi. Questi molluschi si scavano buche nella rena e vi rimangono in posizione verticale, tenendo il piede in basso ed i sifoni in alto, in modo che le estremità di questi ultimi stanno al livello della spiaggia. Allorchè sono atterriti da qualche pericolo si lasciano scendere giù al fondo del nascondiglio con incredibile velocità; quando poi il pericolo è scomparso i Soler salgono verso la superficie, facendo ciò con grande cautela e con molta lentezza. I Solen sono cercati e come cibo per le umili borse e come esca per pescare. Si dice che un mezzo assai indicato per impadronirsene sia quello di lasciar cadere del sale nella tana del mollusco, il quale, irritato da questa sostanza, si slancia subito fuori dell’ uscita; questo è il momento in cui il pescatore deve impadronirsi della preda con grande prestezza per non la- sciarsela sfuggire. Alcuni ricorrono al mezzo di trafiggere con una punta di ferro i Solen mentre se ne stanno tranquilli nel loro nascondiglio; ma questa pesca riesce per il solito meno abbondante della prima. Specie del genere: Solen vagina, S. ensis, S. siliqua, S. ambiguus, S. cul- tellus, S. novacula. Genere Solecurtus: Conchiglia allungata ma ovale, aperta alle due estre- mità che sono arrotondate, senza denti alla cerniera. Il Solecurtus roseus si distingue, come dice il nome, per il color roseo delle sue valve. Questo genere comprende parecchie specie sparse in tutti i mari, tra le quali è li S. aldus. Genere Pholas: Animale convesso, piuttosto allungato, piede breve, piatto, sifoni non di rado prolungati, riuniti in un solo tubo che può allungarsi ed ‘allargarsi notevolmente. Conchiglia aperta alle due estremità, a pareti sottili, biancastra, leggermente trasparente, sulla quale può trovarsi una sottile epi- 112 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI dermide; valve ovali od allungate, uguali; cerniera priva di denti ; impressioni muscolari ben visibili, di cui l’ anteriore di piccole dimensioni. Talvolta esistono dei pezzi addizionali. La specie più notevole è il Pholas Dactylus che si distingue per la con- chiglia pochissimo ovale, assai allungata, colle valve uniformemente rugose, provviste inoltre di pezzi accessori. I Pholas sono noti per le loro consuetudini singolari; essi scavano non soltanto il legno, ma anche le roccie più consì- stenti. Possono riuscire di danno sensibilissimo, poichè spesso perforano le chiglie dei bastimenti ed i pali sottomarini che sorreggono capanne di pescatori o altre costruzioni. Molte sono le opinioni intorno al modo col quale i Pholas esegui- rebbero la loro opera di distruzione. Alcuni sostengono che la rugosità delle valve possa servire come di raspa per asportare le particelle di roccia o di legno; ma ciò è poco credibile poichè la conchiglia è troppo sottile e delicata per non consumarsi prima della sostanza che deve essere perforata. Altri di- cono che per mezzo delle ciglia vibratili dell'animale si produca una corrente che effettua il disgregamento della roccia; ma se questa opinione è ammissibile per il legno, le cui fibre non sono eccessivamente consistenti, non può assolu- tamente essere accettata nel caso della pietra che può resistere quasi indefi- nitivamente all’ azione dell’acqua. Non pochi hanno sostenuto che la erosione degli scogli debba essere attribuita a corrodenti chimici secreti dal mollusco; ma anche questa opinione è facilmente confutabile quando si pensi. che una stessa sostanza non può agire su materie tanto chimicamente diverse come lo sono quelle perforate dalle Molade. Alcuni infine credono che 1’ animale, as- sorbendo la roccia per mezzo del suo forte piede, possa in tal modo aprirsi una via nella durissima sostanza. Comunque noi non vogliamo nè possiamo per certo dare una spiegazione soddisfacente del fatto; ci basti per ora ammirare ciò che un piccolo mollusco può produrre da solo senza alcun ajuto. I Pholas inoltre godono di un’ altra proprietà degna di nota ; essi brillano di luce vivissima nel buio. I molluschi di questo genere, tanto: crudi che cotti, sono desiderati come cibo gustoso sulle spiaggie marine, poichè solo nel mare si trovano tali animali. Specie del genere: Pholas dactylus, P. melanura, P. papyracea, P. crispata. Genere Pholadomya: Conchiglia aperta alle due estremità ma più ad una che all’ altra, sottilissima, trasparente, bianca, rigonfia, ovale; cerniera priva di denti, con una fossetta allungata. N Questo genere è costituito da alcune specie marine, proprie per lo più dell'oceano Indiano, per esempio: Pholadomya elegans, P. Delessertii, P. alba. Genere Teredo: Animale molto allungato, simile ad un verme; il mantello, sottilissimo, è aperto anteriormente ed inferiormente per dare adito al piede; i sifoni, separati, sono molto brevi ed uno più dell’ altro. Conchiglia piuttosto robusta, brevissima, a forma di anello, aperta anteriormente e posteriormente, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 113 equivalve, a valve triangolari; la cerniera manca. Esiste un tubo cilindrico, solido, che avvolge l’ animale, alla cui estremità appunto è situata la conchiglia. La Teredo navalis è specie comune e propria dei mari di Europa. Questo mollusco perfora qualunque genere di legno che si trovi immerso nell’ acqua del mare e la sua opera di distruzione è condotta con grande rapidità. Per preservare pali di legno od altro dal grave danno prodotto dalla Z'eredo non vi è niente di meglio che piantare nel legno chiodi in modo che stiano infitti più vicini che sia possibile. Alcuni hanno sostenuto che il mollusco si nutrisse di legno ; ma probabilmente ciò non è ed è più credibile che le sue perforazioni non abbiano altro oggetto che quello di scavare un nascondiglio. Le gallerie prodotte dalle Teredo si dirigono in tutti i sensi; ora seguono la via delle fibre del legno, ora invece attraversano addirittura le fibre stesse. Talvolta avviene che, scavando, l’animale trovi sul suo cammino una galleria abitata da un'altro individuo od abbandonata; in tal caso il mollusco modifica la direzione del suo cammino, evitando così d' incontrarsi coi nascondigli dei compagni. I danni in questa maniera prodotti non appariscono all’ esterno, sic- chè avviene spesso che un trave di legno perforato all’interno in tutti i sensi sembri sanissimo e in tal modo il male non si fa più sentire che al: momento in cui non può essere riparato. In ciò appunto consiste la gravità del terribile lavoro della Teredo. Le dighe dell’ Olanda, lavoro meraviglioso dell'attività umana, sono spesso attaccate dal terribile mollusco che ad ogni istante le minaccia. Si trovano varie forme di Teredo nei mari di Europa, sulle coste del Senegal, nei mari dell’ India. Le specie più importanti del genere sono: La Teredo navalis, la T. Se- negalensis, la T. nigra, la T. palmulata, la T. fimbriata. Genere Nistularia: Animale più breve di quello del genere precedente. Conchiglia spessa, breve, a guisa di anello, equivalve, senza cerniera. Tubo non molto lungo, spesso, solido, assottigliato posteriormente. Le specie di questo genere perforano non solo il legno ma anche le roccie; neppure le conchiglie sono sicure dai danni di tali animali. Quantunque vivano generalmente isolati, talvolta se ne trovano riuniti in gran numero ; sono propri dei mari delle Indie. Specie del genere: NMistularia clava, F. gregata, F. utriculata. Genere Septaria: Tubo calcareo spesso, solido, attenuato ad una estremità, molto allungato, irregolare, flessuoso ; all’interno si trovano piccoli tramezzi. Il tubo ha una estremità rigonfia e l’altra provvista di due sottili canali separati. Questo genere racchiude scarsissime forme, tra cui tipica è la Septaria arenaria che può raggiungere dimensioni notevoli. Genere Clavagella : Conchiglia ovale, piuttosto allungata, poco robusta, non di rado trasparente, regolare, equivalve; la cerniera ha un piccolo dente su ogni valva; legamento piccolo; due impressioni muscolari ben visibili, molto allontanate. Tubo calcareo, almeno quando l’ animale è pienamente sviluppato, aperto sul davanti, più largo, leggermente compresso posteriormente. 114 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Menzioneremo la Clavagella rapa che abita nei mari caldi. Due altre specie vivono nel Mediterraneo. Stranissima è la forma di questi molluschi ed è ap- punto tale forma bizzarra, e non altro, che li fa ricercare dai collezionisti. Genere Aspergillum: Animale di forma allungata, che può contrarsi, che occupa soltanto una parte del tubo. Conchiglia un po madreperlacea, equivalve, aperta e aderente al tubo stesso che è calcareo, spesso, solido, assai lungo, ab- bastanza diritto, quasi cilindrico; apertura posteriore arrotondata od un po’ al- lungata, semplice 0 provvista ai margini di una o più serie di pieghe; estre- mità anteriore munita di un disco convesso bucherellato, con una fessura cen- trale che la chiude. Poco si sa sui costumi degli Aspergillum, poichè per molto tempo rima- sero nascosti alle investigazioni dei naturalisti. Hanno colori sbiaditi, di solito giallastri; spesso il loro tubo è coperto di sabbia, pietruzze ed altri piccoli frammenti. Dapprima questi animali furono messi tra i Vermi, non essendosi ancora scoperta la conchiglia che palesa la loro vera natura di molluschi. Non se ne trovano nelle nostre acque; ne posseggono il mar Rosso ed i mari del- l’Oceania. Sono assai rari. Specie del genere: Aspergillum fimbriatum, A. Javanum. CLASSE DEGLI SCAFOPODI I Molluschi di questa classe sono provvisti di una conchiglia di forma al- lungata, attenuata ad una estremità, aperta tanto da una parte che dall’ altra. Un muscolo fa aderire l’animale al margine dell'apertura maggiore. Il piede è diviso in tre lobi. Il capo è indistinto, pure talvolta può esser visibile, ma sempre debolmente; intorno alla bocca si notano delle appendici filiformi che sono state provate essere veri organi di tatto; esiste una zona occupata da denti (radula) e un pajo di mascelle di sostanza cornea. Gli Scafopodi sono privi di occhi, ma forniti di Otocisti (organi dell’ udito). Si osserva che i gio- vani hanno la conchiglia aperta longitudinalmente, mentre gli adulti 1’ hanno chiusa e con i soli due orifizi delle estremità. Questa classe comprende sola- mente l’ ordine dei Dentalidi. ORDINE DEI DENTALIDI Comprende parecchie specie, marine senza eccezione. Il genere principale è il Dentalium. Genere Denlalium : I Dentalium sono animali carnivori che si nutrono di piccoli organismi marini; vivono nella sabbia o nella mota, nella quale si na- scondono facendosi strada per mezzo del piede; stanno talvolta a notevoli pro- fondità. Questo genere, che ha tratto il suo nome dalla somiglianza della conchiglia colle difese dell’ elefante, è conosciuto da lungo tempo. Questi mol- luschi stanno nei loro nascondigli in posizione verticale, colla piccola apertura in alto, come i Solen. Vivono generalmente nei mari caldi ; se ne trovano però parecchie specie nelle acque d’ Europa. Specie del genere: Dentalium politum, D. intalium, D. dentalis, D. fascia- tum, D. elephantinum, D. Delessertii. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 115 CLASSE DEI GASTEROPODI I molluschi di questa classe sono caratterizzati principalmente dall’ avere un piede piatto e mucoso, situato alla parte ventrale del corpo, e per mezzo del quale strisciano sul terreno. La testa è sempre distinta, generalmente provvi- sta di tentacoli e di occhi; la bocca è posta in basso sotto il capo. Esiste una lingua che porta una formazione chitinosa sulla quale si notano denti piccolis- simi in gran numero (radula). Di solito la respirazione si compie per mezzo di branchie, poste quasi sempre in una cavità del mantello, fornita di un foro che si apre all’ esterno in prossimità della testa. In molti Gasteropodi terrestri o che dimorano nelle acque dolci trovasi invece un sacco polmonare che possiede un’ apertura manifestantesi esternamente e che può essere chiusa o no a piacere dell'animale. Gli occhi in numero di due, possono essere situati ai Jati dei tentacoli o sostenuti dai tentacoli stessi; esistono otocisti, spesso contenenti Otoliti (piccolissimi cristalli di sostanza minerale). Questi animali hanno con- chiglia quasi sempre univalve e ravvolta a spira Spessissimo i giri della spira sono obliqui in modo che la conchiglia acquista una forma allungata ; talvolta invece i giri sono ravvolti tutti in un piano ed allora abbiamo un guscio di- scoidale, piatto Nella conchiglia si trova un asse centrale, che va da un capo all’ altro, detto Columella, terminante in basso con una piccola apertura, l'Om- belico. I giri che costituiscono la spira chiamansi Anfratti, l’ estremità opposta all'ombelico dicesi Apice; vien detto Stoma l’ orifizio della conchiglia da cui esce l’animale e Peristoma il suo contorno che può essere, semplice, rigonfio, rivolto all'indietro, o dentellato etc: Le impressioni, che separano l'uno dal- l’altro gli anfratti, prendono il nome di Sufure. Sono in grandissimo numero i Gasteropodi che possono chiudere lo stoma per mezzo di un pezzo calcareo o cor- neo detto Opercolo, di forma variabile, sul quale ora si notano delle linee con- centriche, ora delle linee a spirale. La maggior parte sono ovipari; pochissimi soltanto sono ovovivipari. (continua) Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili Autori, od Editori. L'Amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali ésegnatoil costo, ed anche le altre se possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda, cent. 30 per la francatura della corrispondenza. Per gli abbonati e le opere dell’ estero, aumentano le spese postali. Desiderando risposta scrivere in cartolina doppia. MERCIAI dott. GIUSEPPE. Le Acque Termali di Caldana presso Campiglia Marittima. (Cenno descrittivo). (Pisa, 1904. Dalla Tip. del Cav. F. Mariotti. Pag. 31 in 8, con 1 tav. geologica). Esposti i risultati delle sue brevi ricerche, 1’ Egregio A. pone in rilievo l’ importanza che le Acque Termali di Caldana hanno al pari delle altre consimili della Toscana. E poichè di esse mancava una descrizione completa, così ne parla considerandone la parte storica, la loro importanza industriale presente e passata, gli usì terapeutici, la composizioae chimica, la portata ecc., e poi, sotto l’ aspetto geologico, la formazione travertinosa a cui hanno dato luogo, la loro origine geo- logica e tutto ciò che ad esse si riferisce. MERCIAI G. Lamellibranchi liassici del Calcare cristallino della Montagna 116 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI del Casale presso Busambra in provincia di Palermo. (Roma, 1904. Dal Boll. d. Soc. Geol. Ital., Vol. XXIII, fase. II. Estr. di pag. 27 in 8, con l tav.) È un modestissimo contributo alla conoscenza di quella fauna splendidamente illustrata, prima di tutti, dal compianto prof. Gem- mellaro e poi dal dott. Giovanni Di Stefano e dagli ing. Tagliarini e Carapezza. L' Egregio A. fece venire, per conto proprio e del Museo Geologico dell’ Università di Pisa, alcuni quintali del calcare cristallino della montagna di Casale allo scopo di studiarvi la classe dei Lamellibranchi. Estratti i fossili, mediante il processo della semicalcinazione, l’ Egregio A. ha ri- trovato, oltre alle specie descritte dal Gemmellaro, eccettuato il Mytilus Corteseî, il Pecten (Chla- mys) Uhligi e il Pecten (Amusium) megalotus e alle altre due di Tagliarini e Carapezza anche - le seguenti: Ostrea electra d'Orb. — Lima punctata Sow. — Lima compressa Terq. — Lima aequalate- ralis Terq. — Lima ©hoffatii Di Stef. — Lima Gemmellaroi n. sp. — Lima sp. — Lima sp. ind. — Pecten Lotti Gemm. — Avicula Dunkerii Terq. — Aricula Buvignierit Tera. — Gervillia sici- liana n. sp. —- Gervillia sp. ind. — Mytilus casalensis var. curvatus n. sp. — Mytilus liasinus Terq. — Mytilus sp ind. — Myoconcha scabra Terq. — Myoconcha sp. — Cucullaea Murchisonii Cap. — Macrodon aviculinum Schiuf. — Astarte cingulata Terq. — Opis Canavarti n. sp. Premesse brevi considerazioni sull’ età della fauna del calcare di Casale e sulla sua. corri- spondenza cronologica, l' Egregio A. passa a descrivere e figurare nel presente lavoro le suddette nominate specie, riservandosi d' intraprendere in seguito lo studio dei Gasteropodi e dei Cefalopodi, completando così l' illustraziene di quella ricchissima fauna. L’ Egregio A. porge i più vivi rin- graziamenti ai proff. Canavari e Fucini che gli prestarono più volte il loro valido appoggio, sia per la preparazione del materiale di studio, sia per la determinazione di esso. FATIO V. Squalus cavadanus, et Alburnus alborella du Lac de Lugano. (Lo- carno, 1905 Dal Boll. d. Soc. ticinese di Scienze naturali, n. 1. Estr. di pag. 14 in-8, con l tav.). Il raro esemplare venne catturato a Morcote, lago di Lugano, il 25 gennaio anno corr. e fu spedito in alcool, per esame, dal Signor A. Ghidini all’ Egregio A. Questi dopo aver fatto uno stu- dio minuto sulla specie ne da la descrizione dei caratteri i quali confermano la forma bastarda risultante dall’inerocio dello Squalus cavadunus con 1° Alburnus alborella. GHIDINI ANGELO. I Myoxidi ticinesi. (Locarno, 1905. Ibidem, n. 3. Estr. di pag. 7. in-8). L' Egregio A. porge l'elenco delle forme di ghiri che abitano il Cantone descrivendo la dif- ferenza dei caratteri esterni fra il Myoxus Gus, L. :(M.) Gs glis, L., (M.) Glis italicus; fra Muscar- DINUS AVELLANARIUS: (M) Avellanarius typicus, L, (M.) Avellanarius spectosus, Dehne, ELromys QUERCINUS, L. Anche l'illustre prof. Pavesi nei « Materiali per una fauna del C. Ticino» (Atti Soc. It. Se. Nat. XVI, 1873, p. 28-30) annovera fra i mammiferi da lui trovati nel Cantone i Myowus glis ed avellanarius e prevele la presenza del M. quercinus gia indicato al Gottardo. MAGRETTI dott. PAOLO. Materiali per la conoscenza della fauna Eritrea. IMENOTTERI. Fam. Mutillidi, con appunti del viaggio in Colonia. (Firenze, 1905. Dal Bull, d. Soc. entomologica Italiana, Anno XXXVII. Estr. di pag. 95 in-8, con 14 figure). È un contributo alla conoscenza dell’ Imenotterofauna eritrea, nel quale è illustrata la famiglia dei IMutillidi. Le specie, bene accertate e controllate su tipi esistenti nella collezione dell’ Egregio A. e in quelle straniere, portano l'indicazione esatta delle località di raccolta. Una chiave analitica e sistematica agevola la pronta ricognizione delle sottofamiglie, dei generi e delle specie rese note per quella regione. A ciò fa seguito un elenco dei Mutz/ldi citati o descritti nel presente contributo, che sommano a 43, loro rapporto fra la distribuzione geografica generale e quella particolare per l’ Eritrea e in- fine l'elenco bibliografico di opere generali o particolari consultate per i Mutz/id? africani ed aventi speciale attinenza colla fauna Eritrea. i Redazione Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri. E. BOZZINI, redattore responsabile Titoli delle Memorie da ritagliarsi per lo schedario scientifico 9 Geologia Pubblicazioni del 1903 Bellini R. Notizie sulle formazioni fossilifere neogeniche recenti della regione vulcanica napoletana e malacofauna del Monte Somma. (Napoli, 1903. Boll. d. Soc. di Naturalisti. S.I, vol. XVII. pag. 1-16, con 2 fig.). Dervieux E. Sulla posizione geologica di un tripoli pie- montese. (Pavia, 1903. Riv. di fis, mat. e se. nat., anno IV, n. 40, pag. 379-383). De Stefano dott. G. La Platyemys Lachati, Sauvage, della lignite di Volx nelle basse Alpi, è una Clrysemys. (Siena, 1908. Boll. d. nat. n. 5-6, pag. 57-59). Cacciamali prof. G. B. Sunto della memoria: Studio geologico dei dintorni di Collio. (Brescia, 1903. Dai Commen- tari dell’ Ateneo Estr. di pag. 13 in-8, con 1 carta geologica). Di-Stefano G. Il calcare con grandi lucine dei dintorni di Centuripe in prov. di Catania. (Catania, 1903. Dagli Atti Acc. Gioenia di Sc. nat., S. IV, vol. XVI, pag. 72 in-4, con 4 tav.). Caffi dott. E. Le fonti termali di Fuipiano al Brembo in provincia di Bergamo. (Pavia, 1903. Dalla Riv. di Fis. Matem. e Sc. nat. Anno IV, n. 40. Estr. di pag. 7 in-8). Fabiani R. La fauna fossile della grotta di S. Bernardi- no nei Colli Berici. (Venezia, 1903. Atti R. Ist. veneto. S. VIII, T..V, Disp. VI, pag 657-071. Fenizia prof. C. Prospetti di Cristallografia coi simboli stereo- morfici delle forme cristalline. (Siena, 1903. Riv. Ital. di Sc. nat n. 5-6 e seg.). Consiglio Ponte S. Studio mineralogico dei blocchi eruttati dal cratere centrale dell’ eruzione etnea del 1879. (Catania, 1903. Boll. Acc. Gioenia di Sc. nat., fasc. LXXVI, pag. 17-30) Flores E. Nuovi avanzi di Ursus spelaeus Blum. del Buco del Piombo sopra Erba. Como). Bologna, 1903. Riv. ital. di paleontologia. Anno IX, tase. I e II, pag. 10-11). D’ Achiardi G. Analisi di alcuni minerali bauxitici italiani. (Torino, 1903. Rassegna mineraria. Vol. XVIII, n. 14, pag. 214-216). Flores prof. E. La grotta ossifera di Palinuro. Stazione ne- olitica. (Bologna, 1903. Riv. Ital. di Speleologia. Fasc. I, pag. 5-9, con fig.) D'Achiardì G. Alcune osservazioni sopra i quarzi di Palom- baia (Elba). (Pisa, 1903. Atti Soc. toscana di Sc. nat. Processi verbali, vol. XIII, pag. 132-138). Fornasini O. Distribuzione delle Testilarine negli strati preneogenici d’Italia. (Roma, 1903. Boll. Soc. Geol. ital., vol. XXII, fasc. 1, pag. 85-96). Dainelli G. Appunti di stratigrafia sulla valle del Mu- gnone. (Pisa, 1903. Atti Soc. toscana di Sc. nat. Processi verbali. Vol. XIII, pag. 110-121 . De Angelis d’Ossat G. Il giacimento di cinabro presso Saturnia. (Prov. di Grosseto). (Torino, 1903. Rassegna mineraria, vol. XVIII, n. 18, pag. 275-277). De Angelis d'Ossat dott G. La Geologia agricola e le rocce delle pro- vincie di Roma e di Perugia. (cont.) (Siena, 1905. Boll. d. nat. n. 2 e seg.). Franchi S. Sul rinvenimento di muovi giacimenti di roccie giadeitiche nelle Alpi occidentali e nel- l’ Appennino ligure. (Koma, 1903, Boll. Soc. Geol. ital., vol. XXII, fasc. 1, pag. 150-134). Fucini A. Il Litoceras crebricosta Mgh. (Pisa, 1903 Dagli Atti Soc. toscana di Sc. nat., Memorie, vol. XIX, pag. 4, con tav.) De Angelis d’Ossat dott. G. Cenno necrologico di Filippo Keller. (Siena, 1903. Boll. d. nat. n. 10, pag. 105-107). Gortani M. Fossili rinvenuti in un primo saggio del calcare a Fusuline di Forni Avoltri (alta Car- nia o (Bologna, 1903. Riv. ital. di paleont. Anno IX, fasc. I e II, pag. 35-50, con 2 tav.). De Angelis d’ Ossat dott. G. Les Gisements Petroliféres en Italie. (Buca- rest, 1903. Moniteur des Intèrèts Petroliferes Roumains. N. 13 et 14. Estr. di pag. 14 in-16). De Franchis F. Molluschi della creta media del Leccese. (Ro- ma, 1903. Boll. Soc. Geol. ital., vol. XXII, fase. 1, pag. 146-164, con tav.) Longhi P. Contribuzione alla conoscenza della fauna del calcare cretaceo di Calloneghe presso il lago di Santa Croce nelle Alpi venete. (Bologna, 1903. Riv ital. di paleont. Anno IX, fasc. I e II, pag. 22-23, con 2 tay.). Lotti B. Il Casentino, è una valle d’ anticlinale ? (Ro- ma, 1903. Boll. Soc. Geol. ital., vol XXII, fase 1, pag. 97-100). Nu CAL qa Titoli delle Memorie da ritagliarsi per lo schedario scientifico 10 Pubblicazioni del 1908 (continuazione) Botanica, Paleofitologia, Agricoltura Cavara F. Novità micologiche siciliane. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital., n. 4, pag. 114-115). Cavara F. L'agente della galla della Rosa Seraphini Viv. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc, Bot Ital. n. 4, pag. 117-119). Colozza A. Sulle Brunzaceae degli Erbari fiorentini. (Fi- renze, 1903. Nuovo Giorn. Bot. Ital. fasc. 3). Corti dott. A. Nuove specie di Eriofidi. (Avellino, 1903. Marcellia. Vol. II, Fasc. V, pag. 111-116, con 1 tav.) De Toni G. B. e Fortis A. Pugillo di Diatomee bentoniche del lago Nge- bel (Giava). (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 4, pag. 133-140). Ferraris dott. Teodoro. Contribuzioni alla Flora del Piemonte. I. Florula Crescentinese e delle colline del Mon- ferrato. (Firenze, 1903. Nuovo Giorn Bot. Ital. Fasc. 4). Ferraris dott. T. Materiali per una Flora micologica del Pie- monte. Miceti della Valle d’ Aosta. (Genova, 1903. Malphighia. Vol. XVI. Estr. di pag. 41 in-8, con 2 tav. Cozzi sac. C. Risultato di escursioni e ricerche botaniche fatte nei dintorni di Lecco. (Siena, 1903. Boll. d. nat. n.8, pag. 83-87). Cozzi sac. C. Osservazioni sul Dianthus Seguierî e sul- l° Aster Novi-Belgii. (Siena, 1903. Boll. d. nat n. 11, pag. 121-123). Gortani M. Sopra alcune forme di vegetali raccolte in Friuli. (Firenze, 1903. Boll. d. Soc. Bot. Ital. N. 7-8-9, pag. 263-270). Levier E. Località ed altitudini di alcuni muschi del- l’ Imalaia che trovansi pure in Europa. (Firen- ze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. 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(Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 5-6, pag. 154-155). Mirabella Fisichella dott. G. Allevamento, alimentazione ed igiene del bestiame. (Catania, 1903. Dall’ Agric. Calabro- Siculo. Estr. di pag. 15 in-8). » ausola nievlo i Ì CA, a “Ad > LABORATURIO MODLIGICO-0OTONIC-TASSIDARNICO 2 MUSEO DI STORIA NATURALE È uo Ditta Cav. SIGISMONDO BROGI = & Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali È > Fornitore di molti Musei e Gabinetti italiani, ed. esportatore all’ estero ‘Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumeuti, Arnesìi, Preservativi, Specialità ecc. Occhi artificiali, umani, per animali, figure ecc..a prezzi mitissimi Si imbalsamano animali e sì fanno preparazioni di storia naturale di ogni genere 3 Scuola di Tassidermia — Compra — Vendita — Cambi Animali e piume per mode e per ornamento Tutto 1’ occorrente per raccogliere, studiare, preparare e conservare oggetti di storia naturale. 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Annate arretrate quasi gratis Agli abbonati, agli istituti ed alle biblioteche, offriame: Le annate arretrate della Rivista Italiana di Scienze naturali, unitamente al Bollettino del Naturalista, collettore, allevatore, coltivatore, ‘per sole L. 2,50 per annata, 5vannate per L. 10 e la 2.8 serie completa, composta di 20 annate, dal 1885 a tutto il 1904, per sole L. 25. Le otto annate dell’ “ Avicula ,, per L. 3,50 l’ una, tutte e otto per L. 20,00, ed av- vertiamo che fino a tutto il 1896 gli studi e le notizie sugli uccelli, loro caccia ecc. venivano pubblicati nei fascicoli della Rivista e del Bollettino, per cui per ‘quanto riguarda gli uc- celli, 1 Avicula è come una continuazione ai detti periodici. ‘ Le dette annate arretrate si cedono pure in cambio di pubblicazioni od oggetti di Storia naturale. A tutti coloro che ci procurano 3 nuovi. abbonati inviandocene l'importo, mande- remo in dono, come segno di gratitudine, il giornale gratis per un'intera annata, oppure daremo .in dono 2 annate arretrate a scelta. RIDUZIONE SUI PREZZI D' ABBONAMENTO PER IL 1906 e premi ai nuovi abbonati Ai nuovi associati e a tutti coloro che rinnoveranno l'abbonamento 1906 entro l'annata corrente spediremo la : \- » Rivista. Italiana di Scienze naturali e Bollettino del Naturalista, oppurè il Giornale ornitologico italiano AVICULA e Bollettino del Naturalista per sole L. 5, invece di L. 7 (Estero L. 6)- tutti e 3 i periodici per sole L. 8, invece di L. 11 (Estero L. 9). Oltre a ciò, dietro domanda unita all'invio della quota d’ abbonamento, spediremo a scelta uno dei sottoindicati premis i 1.° Un opuscolo (a nostra scelta) relativo alle Scienze naturali. Indicare se si desidera di sog- getto relativo alla Zoologia, o alla Botanica, o all'Agricoltura o alla Mineralogia e Geologia. a) Cinque specie (a nostra scelra) di minerali; o di rocce in piccoli esemplari, o di conchiglie, o di fossili, 0 di piante secche, o di insetti. 7 3.0 Una pelle di uccello mosca o di altro uccelletto esotico. Pal i 4 4.° Oppure previa richiesta verrà fatta pubblicazione gratuita di avvisi di complessivi 10 versi in colonna; per 6 volte della medesima o dì diverse domande ed offerte di cambi. | | i A richiesta spediremo anche il catalogo di moltì scritti relativi alle scienze maturalî i quali. cediamo a mela di prezzo. i E \ Offriamo inoltre indistintamente, a tutti coloro che pagano l'abbostgl ali 1906 entro l'annata 1905, le seguenti pubblicazioni a prezzi ridotti e franche di porto : Gli uccelli insettivori non sono utili al- | Avifauna del prof. Gasparini con la dia- l’ Agricoltura del dott. Achille Griftini. Pag. | gnosi di tutte.le specie degli uccelli italiani. 83 in-8.0, cou 24 figure. L. 5 per L.. 3. 296 pag. in 8. L. 5 per L. 2; 50. =» Vade-mecum ornitologico. Calendario Le funzioni della vita, Preliminari. La tascabile e Notiziario per l'escursioni- | Riproduzione, del prot. E. Paratore. Pag. #9, sta Spn i 0lo90, di G. Vallon. Pag. 275 in 16. formato in 8° grande, L. 2,00 per L. 1,00. L. 2,50 per L. La Geologia agricola e le rocce della | Dall’ opera 1 < Specola ornitica » di | provincia di Roma e di Perugia per il dott. Helgoland del Gàtke, per G. Vallon Pag. 54 | G. DE Angelisd’ Ossat (1 Parte): Pag. 27 in-8. in-8. Prezzo L. 150 per L. 1.00. L. 1,50 ‘per L, 1,90. Gli uccelli nidiacei - Allevamento - Edu- Quadri cristallografici per le SUE se- cazione - Malattie - Cure di Ronna £. | CRTORRIO del prof. E. Paratore, 12 pag. L. | per Pag, 58 in-8 L. 1,50 per L, 1,00. ..0, 40. Glossario entomologico, corredato del re- GI dei Lepidotteri propri soltanto ; gistro Latino-lvaliano delie vocì citate, redatto | all’ Italia, ui Perwni Renato. Pag. 22, fermato da Luigi Fuilla Tedaldi. Pag. 186, formato 8.° | 8.0 erande. L. 2 per L. 1. grande (con Il tavole) L. 5 per L. 3, 90. Analisi a delle droghe medici- _ Avifauna Calabra. RIcuea delle specie di nali, del prof. Emarnvele Paratore. Pag. 14 uccelli sedentarie e di passaggio in Calabria, di | in-8 L. 1 per L. 0,50, | ; Lucifero Armando. Vol. di pag. 79/in-8. L. 4,00 | Monografia dei Colombi. Vade-mecum. per L 2,50. del : dott. Zuigî Raggi. Pag. 14 in-8 grande Catalogo dei Coleotteri d’Italia, com- | L. 1,50 per L. 0, 80, pilato dal dott. Stefania Bertolini. Pag. l4A#in 16.° | MES ZiOnI e Faune Be sac. prof. Cesare Prezzo L.:3 per L. Guffuri. Pag. 255 i0-8. L. 2,50 per L. 1,80. Manuel du (Lepidopteriste par G. Panis. Contributo allo studio dei nomi volgari Catalogo delle specie, caccia, preparazione, clas- | delle piante in Romagna di sRanoi Luigi. sificazione, maniera di allevarlì ecc. FO pag. con | Pag. 57 1n-8. Prezzo L. 2° per L. figure L. 3,75 per L 3,00. Su l’incrociamento dei ia; costanti, ’Conseils aux amateurs pour fairé une | del prof. Longo Andrea. Pag. 14 in-8. L. va per collection de papillons. Classification, pre- | L. 0,5 paratiòn et conservation. Par. M. Beleze. Con 32 Raccolta, preparazione e conserva- fig. L. 0,80 per L. 0,50. zione in erbario delle piante raccolte. Viaggio in Oriente pel cav. MT Tasti ada TO Raggi. Pag. T in-8 Pag. 150 L. L per L. 0, 40. L. 1 per L. 0,50. I funghi mangerecci e. velenosi, descri- L’ Aringa e la sua a del dott. Raggi zione, modo di eucinarli e conservarlì. Con 23 | Luigi. Pag: 13 in-8.° L. 1,50 per L.00, +80." tay. colorate, per C. Rossi. Pag. 140 gle 90 per |. ; L. 0,80. So Li È lab, L Conto corrente con la Posta «Anno XXV - Siena - Novembre Dicembre 1905 - N. lle 12 VISTA ITALIANA DI SCIENZE NATU Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L. 4, 00 Per gli Stati dell'unione postale -L. 4,50. — Altri Stati L. 5,00 È Ea già diretta dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO — Via Baldassarre Peruzzi 28 — SIENA ù ; ; Collaboratori principali Î della RIVISTA e del suo supplemento BOLTZETTINO DEL NATURALISTA ArRIGONI degli Oppi conte prof. Errore — BADANELLI prof. dott. Danre — BarGeLLINI prof. MarIANO BeLLINI dott. RarraELLo — BertELLI dott. Dante — BeTtI Giuseppe — Bezzi dott. prof. Mario — Br- seenI prof. d." Carro — Borzon Prof. Dott. Pio — Bowomr Prof. Agostino — Borpr Prof. Dott. Luii* Bomsicci-PortA Comm. Prof. Lurer — BruneLLI Gustavo — BrusinA Prof, SPIRIDIONE — CACCIAMALI Prof. G. BartIsta — CaraBrÒ Lomgarpo Prof. Antonino — CaRUANA-GATTO Avv. ALFREDO — CASTELLI dott. Giovanni — CermenaTI Prof. Mario — CLERICI Ing, Enrico — Corr Chimico farm. ELla — Damiani Dott. Prof. Gracom — De Anertris D'Ossat Dott. Prof. GroAccHino — De Bonis ANTONIO — De BLasio Dott. AseLe — DepoLi Guipo —Der PrerE d.° Rarmonpo — De Srerano d. GIUSEPPE — De SteFANI PeREz Prof. Troposio — FABANI Sac. prof. CARLO — FarLLa TepaLpi Luror — FENIZIA prof. CarLo — Fiori Prof Anprea — GaLLi-VaLeRIO dott. prof. Bruno — GracaetTI cav. G. CESARE — Grito prof. Niccoò — ImparatI dott. prof. EpoarDo — LargAIoLLI dott. prof. Virrorio — LEvI Morenos dott. Davin — Livini cav. prof. dott. Antonio — Longo prof. dott. Anprea — Lopez prof.. dott. Corrano — Losacono Posero prof. MicaeLe -—LorenziNnI ALessanpro — Lupi Dott. E. —Luzi march. dott. G, F. — Mascarini Prof. ALassanpro — MeLI Prof. RomoLo — MartEI Giov. FrTORE — Morici MicaeLe Neviani Dott. Prof. Antonio — ParatoRE dott. prof. EmanuELE — PAULUCCI March. Marianna — PELACANI Prof. Dott. Lucrano — Perroni Dott. Veter. PasquaLe — RAGGI Lui- Gi — RoncHetTI dott. Vittorio — Sancascrani Cav. Dott. Gruseppe — Scarzia Dott. Giuseppe — Signorini Prof. Giuseppe — Silvestri Filippo — SeinoLa March. Gracomo — SrossicH Prof. MicHELE — TerrENzI Dott. Giuseppe — Tassi Cav. Dott. FLaminio — TELLINI Dott. Prof. ACHILLE — Tincorini Dott. Veter. Trro — TirevLi Avv. ApeLcHi — Zonpa Prof. GiusEPPE. : Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. LN I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali!- Giornale ornitologico italiano. - è Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, ‘ avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di | sposizioni: ‘ - “*cerche per cambi di animali, ‘.—. Riduzione Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e\con foderina. _ Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in, Via B. Peruzzi 28,6da tutti gli uttici postali italiani ed esteri,e in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal prinewpio di Oguiunmno con divilto ai fascicoli arretrati. %; i. L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato» si ‘Fascicoli per saggio sì spediscono gratis. ; Fascicoliseparati costano cent. 30 per ogni 16 pag. ditesto, Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- ‘tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano î manoscritti. 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In questo caso il rappresentate dovrà rimborsare all’amministrazìone le spese di corr)- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagar: un compenso da combinarsi. s La direzione può, in casieccezionali, rifiutaraidi pub. blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogne di dare giustificazioniin proposito. l manoscritti non pub blicati possono essere ritiratidagli autoriaproprie spese Agli abbonatizi quali non pervenisse qualche fascicolo ò È n’altra copia gratis 1 soli abbonati sono coll! Perchè gli abbonati possi zione fra loro, ed approfittar reca questa mutuazione, essi gratuite nel. Bollettino, per sca ‘poste, consigli, domande, ind) macchine, prodotti agrari, og — Le inserzioni relative ai c in corso; altrimensi e contro pagamento. ative alla Storia Na- ornale e costano L 1. | stamparsi nelle ap Ntim. di spazio occu * linea corpo 8. Agi ri, - evutee si fa speciale sere la lunghezza di 5 linee. ni ha diritto di pubblicarla graus piu ur una vuiva; puiv | Pé Viene accordata la ristampa, pagando un piccolo com- pease. Dallainserzioni gratuite sona ‘per regola esclusi gli sui prezzi e- |; (Vedasi l’annun jo stampato gono due esempla:i. ruiit 6 pugdmen ucvonv essere anticipati, Chì desidera risposta unisca i francobolli necessari, o scriva in car- risposta pagata. ; DI pd EPA) I AI prezzo di L. 2,50 (franco di porto) annunziamo agli Escursionisti ornitologi e a quanti si occupano di cacciagione di uccelli di avere posto in vendita il noto: —— UADE-MECUM ORNITOLOGICO CALENDARIO TASCABILE E NOTIZIARIO PER L’' ESCURSIONISTA ORNITOLOGO (Pag. 275 in 16) di G. VALLON (Pag. 275 in 16) Suo contenuto: Prefazione - Calendario (che è de del R. Osservatorio astrono- mico al Collegio Romano - Anno. XXVI 1905) — Tabella indicante le epoche di ni- i | dificazione delle specie ‘comuni all’ Italia - Elenco delle specie rare settentrionali o. set- tentrionali orientali che giungono da noî durante î mesi invernali - Avvisi-réclame (riguardanti i prodotti degli Avicoltori) - Bibliografia ornitologica Italiana - Del modo di servirsene (viferentesi alle pagine soltanto lineate per le eventuali osservazioni da farsi su qualche specie) - Distinta dei nomi italiani degli uccelli - Abbreviazioni adottate nell indice e nel Notiziario - Indice. î 2: La classificazione adottata per l'indice è quella usata dall’ illustre Arrigoni degli Oddi nel suo « Manuale di Ornitologia italiana ». Sono messi fra parentesi i nomi di quelle specie per le quali il prelodato Arrigoni usò la nomenclatura moderna non ancora da tutti accettata e conosciuta. Omessa la sinonimia, per non aumentare il volume del libriccino, è stata ristretta anche la bibliografia la quale accenna soltanto ai lavori di maggiore importanza e d'interesse speciale. L’ egregio À. sarà grato a tutti coloro che vorranno ‘aiutarlo nella compilazione futura suggerendo tutte quelle. modificazioni che possono servire a render. più completo e più utile il libriccino stesso. GRIFFINI dott. ACHILLE GLI UCCELLI INSETTIVORI NON SONO UTILI ALL’ AGRICOLTURA È una nuova pubblicazione, edita a cura della Rivista Italiana di Scienze Naturali, Siena 1904, che contiene preziosi dati e fiotizie interessanti in confutazione alla questione sulla utilità degli uccelletti insettivori verso 1 agricoltura, questione che l’ Egregio À. viene dimostrando esser falsa. 2 Il lavoro è diviso in capitoli di cui ci limitiamo a riprodurne i titoli: Questione dè competenza — Insetti — Utili e nocivi = L'uomo altera l'equilibrio naturale — Nemici naturali degli insetti fitofagi — Insetti utili — Insetti predatorì — Insetti parassiti endo- fagi — Insetti nocivi importati — Parassiti endofagi dei principali insetti nocivi — Prime conclusioni — Gli Uccelli insettivori! non sono utili — Gli uccelli insettivori sono nocivi — Indicazioni bibliografiche — Conclusioni. In appoggio alle sue teorie, 1’ Egregio A. riporta le dichiarazioni di insigni naturalisti quali, fra gli italiani, LESSONA, SABBIONI, RONDANI, GHILIANI, CAMERARO, BERLESE, ÀR- RIGONI DEGLI OppI, RipagA, Liov. (Prezzo dell’ opera di pag. 83 in-8.° con 24 EG Aia nel testo L. 5). Anno XXV N. ll e 12 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Novembre-Dicembre 1905 SOMMARIO Auguri. De Blasio dott. A. Cranio Sarrastino. Pag. 117. Vitale Geom. Francesco. Le somiglianze protettive nei Curculionidi. (Nota £.n). Mimetismo. (cont. e fine). Pag. 119. Lucifero Armando. Mammalia Calabra, Elenco dei Mammiferi calabresi. (Parte 2.1). (cont.). Pag. 123. Bacci Pietro e Razzanti Alberto. Contribuzione allo studio della Teratologia entomologica. Pag. 130. Bacci Pietro e Bernardi Ilio. I Molluschi (cont) Pag. 131. Rivista bibliografica. Pag. 135. Indice dell’annata 1905. Pag. I-IV. Ai vecchi e nuovi abbonati e collaboratori di questo periodico la Redazione invia i più fervidi au- guri per il nuovo anno 1906. n______________ A. DE BLASIO Cranio Sarrastino Chi si reca nel museo di Anatomia umana della R. Università di Napoli discerne in uno degli scaffali due crani accompagnati dalla seguente scritta : « Due teschi di Sarrasti (') o Teleboi (?) popolo antichissimo che abitava lungo il Sarno, di origine Pelasgica o Osca, dei quali il solo Virgilio ha fatto menzione nel verso 738 del VII dell’ Eneide cantando : Sarrastes populos et quae rigat aequora Sarnus, Sono stati trovati a Sarno nel 1824 dal chiarissimo D. Domenico Mautone in una tomba scavata in un suo podere e che aveva tutti i caratteri della più alta antichità con due mucroni o punte di lancia e con una lucerna nel cui contorno v'era un'iscrizione, non si è potuto ben distinguere se greca o osca. Questi venerandi resti furono a me gentilmente donati dallo scovritore; ed io stimando di non poter far migliore uso degli ossami li ho dati al mio ottimo amico e celebre zootomista Dr D. Antonio Nanula, affinchè ne arricchisse il suo rinomato museo. Cav. ANTONIO SAVARESE (') Sarrastes da Sarnus Z&pvos, fiume della Campania, che sboccava verso Pompei, neì simnus «Puteolanus. L' odierno Sarno in seguito all’eruzione del Vesuvio nel 79 d. C. mutò il suo corso. Presso questo fiume abitavano i Sarrastes, di cui parlano Virgilio e Strabone (5, 167). (*) I Teleboi erano popoli dell’ Acarnania e quando vennero da noi ‘andarono ad occupare l'Isola di Capri. 118 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Dei due teschi sarrastini, di cui innanzi ho fatto cenno, studio solo quello distinto col progressivo 747, essendo l’ altro ridotto in frammenti. Le ossa di questo vetusto abitante delle rive del Sarno sono friabili e tra- mandano quell'odore che è proprio delle ossa fossili: e delle ossa fossili conservano anche un altro carattere; cioè lasciano scorgere sopra i tavolati quelle scabrosità speciali che alcuni addebitano all’ azione distruttrice dei tarli. Dai caratteri sessuali si deduce che esso appartenne ad un uomo di circa 50 anni. Guardato di prospetto ci lascia, questa reliquia, scorgere che la sua fronte é ampia ma non molto alta. Glabella ed arcate sopracciliari non sono sporgenti, poco accentuata mo- strasi l’ insenatura nasale. La parte mediana del frontale vedesi sviluppata in basso. Le orbite, sono ampie, quadrangolari e disposte sopra un piano orizzontale. Robusti sono i mascellari superiori. Le fossette mirtiformi sono poco marcate. Le ossa malari sporgono lateralmente un po’ più del normale. Visto di lato fa notare che l’ arco della calvaria, che decorre dal naszon alla cresta occipitale esterna forma una piacevole curva. Posto sopra un piano orizzontale vi poggia coi processi mastoidei e coi veri molari. Le tuberosità parietali sono poco marcate e vedonsi spinte alquanto in dietro. Appartiene alla sotto-varietà pentagonoides rotundus del Sergi. Strette e profonde sono le fosse temporali. Accentuatissime sono le linee aspre fronto-parietali. Di dietro dà a notare che detta regione è rotondeggiante e mostra un in- terparietale a forma di triangolo isoscele misurando 45 mm. in altezza e 61 in larghezza. Le suture, che circondano quest’ osso anomalo, sono finamente dentellate. La base ci lascia scorgere il grande sviluppo assunto dai processi mastoidei. Salienti si vedono i condili. La, volta palatina è alta e stretta. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 119 Dai denti superstiti e dalle cavità. alveolari si deduce che dette appendici della digestione erano bene sviluppate. In genere ha tutti i caratteri incontrati dal Nicolucci nei crani della Gre- cia antica. Le principali misure che ho ricavato da questo avanzo umano sono : Capacità craniale c. c. 1620 Circonferenza orizzontale mm. 550 Porzione preauriculare «265 « postauriculare «285 Arco naso-occipitale «405 A. n.-0. porzione frontale « 130 A. n.-0. « parietale « 120 A. n.-0. « occipitale «155 Arco bi-auricolare «330 Diametro antero-posteriore « 193 « bi-parietale « 145 « bi-zigomatico i ANG « naso-alveolare « 72 « basi-nasale « 100 « « alveolare « 93 « bi-mastoideo « 110 « bi-stefanico « 121 « frontale minimo « 100 « basi-bregmatico « 140 Naso altezza « 97 « larghezza : « 26 Orbite altezza « 40 «larghezza « 45 Palato lunghezza « ol «larghezza « 38 Foro occipitale lunghezza « 30 « « larghezza C 30 _——_TF————mm6 III VITALE Agr. FRANCESCO Le somiglianze protettive nei Curculionidi (continuazione e fine) ANSE Chi conosce i Verdascum e le Scrophulariae e le loro gemme fiorali, può facilmente avere un'idea dei Cionus. Nessuna differenza, grossolanamente par- 120 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI lando, vi si riscontra fra le une e gli altri, e spesso abbiamo stentato parecchio, per scoprire gl’ insetti, cercandoli fra le inflorescenze di quelle piante. 38. Cionus thapsi Fabr. Comunissimo nei nostri paesi, su la Scrophularia peregrina Linn., o su la S. dicolor v. albiflora Gus. si confonde con le gemme o con i florellini appena sbocciati di quelle piante. Si può raccogliere facilmente battendo sopra un panno disteso o sopra l’ ombrello, quei vegetali. 39. Cionus hortulanus Fourc. È la forma più comune del genere, che si rac- coglie da noi. Vive e si rinviene sul Verdascum thapsus Linn. Tondo, globoso, coperto di tomentosità bianco-sulfurea, con la macchia nera post-scutellare, ed una post-elitrale, somiglia ad una gemma pria di schiudersi, e siccome se ne sta su la pannocchia, fra le squamule e le gemme, riesce oltremodo difficile il trovarlo. Bisogna esaminare con molta pazienza ed accuratezza le infiorescenze di Verbascum, quando se ne vuole raccogliere direttamente qualche individuo, o battere, al solito, sull’ ombrella tutta la pianta. 40. Cionus alauda Herbs. Quest’ insetto si può facilmente raccogliere o sul Sambucus nigra Lin., o su la Scrophularia peregrina Lin., due piante differen- tissime come ben si sa. Su quest’ ultima però, per effetto del lungo adattamento, si è a poco a poco formata tale rassomiglianza mimetica fra i Cionus ed il colorito dei frutticini della Scrophularia, che difficilmente si possono distinguere gli uni dagli altri, quando su la pianta se ne vuole cercare direttamente la presenza degli insetti. Potremmo anco citare l’ esempio di altre specie di Cionus, come l' Olivieri Ros. l’olens Fab. ecc., che vivono tutti sur Verdascum ed hanno tutti l’ aspetto delle gemme florali di quelle piante, e la tomentosità, simile pel colorito ed opacità, alla lanugine che copre quei vegetali; ma crediamo utile fermarci a questo punto. Genere NanoPHIES Sch. Gl’ insetti appartenenti a questo genere, vispi e facilmente librantisi al volo sanno altresì nascondere la loro presenza, raggomitolandosi in modo da sem- brare semi, gemme, o frutti delle piante su cui amano stare, l’ Erica il Ly- thrum ed il Tamarix. Da noi se ne conoscono oltre 10 specie di cui due vi- vono sull’ Erica, il N. niger Walte | hemisphaericus Oliv., due o tre sul Ly- thrum, il brevis Bohm. il rubricus Ros. ed il nitidulus Gyll., e gli altri ap- partenenti tutti al sub-gen. Corînalia, vivono sui Tamarix. Fra le forme specifiche appartenenti al Gen. Namophies, quelle che offrono delle rassomiglianze mimetiche sono: l 41. Nanophies hemisphaericus Ol. Su l’ Erica arborea v. genuina in fiore si raccoglie questo vispo ed elegante insetto. Il suo colorito, bianchiccio, con il pronoto scuro, dà una perfetta idea dei fiorellini schiusi appena, della detta pianta, e con quelli facilmente confondesi. Allorquando si battono quelle piante fiorite nell’ ombrello, bisogna aver pazienza per aspettare che i MNanophies, e RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 121 rassicurati d'ogni pericolo, si smuovano dalla loro finta immobilità, ed allora soltanto farsi distinguere dagl’ immoti fiorellini d’ Erica. 42. Nanophies rubricus Ros. Si trova nelle nostre contrade e nei terreni umidi sul Zythrum salicaria Lin. e sul L. acutangulum v. Preslii Gus. Queste piante, come si sa, hanno i fiorellini di color rosso, con screziature bianche, e della forma di piccoli grani rotondi; or l’insetto su citato, cadendo nel {ile/ con cui si falcia nei prati ove vegeta quella pianta, o su Il’ ombrella su cui si battono le inflorescenze, si nasconde il rostro fra le zampe sotto 1’ addome, si raccorcia le zampette istesse ed acquista la forma precisa d'una perlina di ve- tro, color rosso. E bisogna essere freddi ed accorti per poterlo catturare : freddi, per aspettare che tornata la calma e con essa la tranquillità, l’insettolino esca da quell’immobilità finta in cui cade, appena un rumore qualsiasi lo av- verte d'un immaginario o tal fiata reale periglio; accorti, per esser pronti, appena smessa quella finzione di afferrarlo, pria che rapidamente si innalzi al volo. 43. Nanophies tamaricis Gyll, Le due specie di Tamarix che da noi vege- tano, vuoi nelle siepi di confine ai poderi, vuoi su le sponde dei torrenti, vuoi infine al limite della battigia del mare, sono : il Tamarix gallica Lin., e V' Afri- cana Poir. Ambedue tali piante hanno le inflorescenze a spighetta, con i fio- rellini colori bianco jalino ed. i frutticini di colore ambraceo, simili a delle perline di vetro. Il N. tamaricis Gyll. ha precisamente il colorito bianco-am- braceo, matto, e sa raccorciarsi, appena vuole sfuggire ai suoi nemici, in modo da somigliare perfettamente una perlina. E bisogna essere molto pratici per distinguerlo fra tutti quei frutticini e fiorellini, che cadono nell’ ombrello, quan- do si battono i Tamarix fioriti, tanto più che l’ attenzione vien subito attrat- ta dagli splendidi colori rameici o metallici dei Coniatus. Spesso si vedono quelle perline saltare e la faccenda acquista una comicità accentuata, quando quei frutti sono in grande quantità, e saltano contemporaneamente agl’ inset- tolini. Tale fenomeno osservato da molti entomologi, fra cui il Gervais fra i primi, è dovuto ad un meccanismo speciale, per cui la larva fa saltare i frut- ticini dei 7amarix, in cui sta chiusa. 44. Nanophies pallidus Oliv. Questo insetto, che ha l’ aspetto esteriore simile al precedente, vive come quello sui Zamarix, riuscendo anch’ esso a nascon- dersi fra i fiorellini ed i frutticini di quelle piante, in grazia della perfetta so- miglianza mimetica. 45. Nanophies centromaculatus Costa. Questa forma che vive anco sui 7'a- marix, ma più rara delle due forme precedenti, si differenzia per una mac- chietta nera a losanga, nel terzo anteriore della sutura elitrale. Tale macchia, quando l’ insetto, per effetto della finzione, sta in riposo e si raggomitola, gli dà l'apparenza di un fiorellino aperto. La sua vivacità estrema lo fa distin- guere subito, chè altrimenti potrebbe restare indisturbato fra quei detriti ve- getali. 122 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 46. Nanophies pallidulus Grav. Il più piccolo dei Nanophies da noi rac- colti. Si trova anco sui 7amarix, ed ha lo stesso colorito dei precedenti, solo che ha due piccole macchie o punti nel mezzo delle elitre. Si confonde con i frutticini di quelle piante e non si scorge facilmente anco in grazia della sua piccolezza. Tribù APIONINI Stierlin Genere APION Herbst. Gl’ insetti appartenenti a questo genere sono la maggior parte picciolissimi e vispi oltremodo. Se a questi due caratteri si aggiunga, per alcuni, la perfetta simiglianza cromatica, con i colori dei vegetali su cui vivono, si potrà avere un’idea della previdente organizzazione di quegl’ insetti, al fine di lottare van- taggiosamente contro tutti i nemici che insidiano la loro esistenza. Noi possediamo moltissime forme specifiche raccolte nell’ ambito del ter- ritorio messinese, oltre 100; ma quelle che maggiormente posseggono la facoltà mimetica sono: 47. Apion fuscirostre Fab. Quest’ insettolino, che vive su la Calicotome in- festa Guss. svolazzando su la chioma fiorita a lo stato d' îmagine, e rodendone i piccoli semi, a lo stato di /arva, è coperto di squamette biancastre cafè-chiaro in modo da dare all’ insetto, la forma ed il colorito di una gemma non ancora schiusa di Calicotome. La facilità poi di spiccare il volo, e l’' irrequietezza di tale insetto, lo fa difficilmente catturare, e bisogna agire con molta. sveltezza. 48. Apion squamigerum Duval. Questo piccolissimo insetto è tutto coperto da squamette argentee, e si confonde facilmente con le piccole gemme fiorali del Cytisus triflorus L. Her. le quali sono tutte provviste di peluria bianca. Le siliguette poi della stessa pianta, sono tutte coperte da fiocchetti lanosi e spessi, in modo da coprire completamente la supeficie delle silique. 49. Apion saeculare Gozis. Su varie piante si raccoglie questo elegantis- simo Apion, ma principalmente sull’ Hedysarum coronarium Linn. Questa pianta, come si sa, ha le foglie colorate di un bel verde allegro, e lucenti, come se fossero verniciate, e proprio così è colorito l’Apion saeculare Gozis, il quale per la lucentezza dei suoi tegumenti, si scambia facilmente col colorito delle foglie dell’ Hedisarum. 50. Apion frumentarium Lin. Il primo insetto che colpì la nostra atten- zione, rispetto alla perfezione mimetica, fu il detto A. frumentarium Lin. Era- vamo seduti sopra un prato, in cerca dell’ A. /aevicolle Kirby che a terrai le- stamente correva fra le erbette in grande quantità, quando da una piantina toccata inavvedutamente di Rumex bucephalophorus Lin. cadde a terra un bell’ A. frumentarium Lin. Allora con estrema prudenza ci demmo ad esplo- rare le molte piantine di Rumex ma fummo delusi nelle ricerche. Nessuno individuo abbiamo trovato su quelle Polygonacee ed abbiamo rivolto altrove la nostra attenzione; ma nel cercare proni a terra, ci capitò di toccare altre RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1283 piante di Rumex, ed ecco un'altra volta cadere il vispo A. /rumentarium Lin., sicchè, ripetuto apposta il giuoco, fummo presto sicuri che le piante erano co- perte di quell’ Apzon. Ma per quanto direttamente lo cercammo, non fu possibile il vederne un solo. Battendo invece i Rumex o falciando nei prati, in cui quello vegetava, abbiamo potuto facilmente catturare centinaia di esemplari di quella specie, assieme al comunissimo A. humi Germ. (curtirostre Germ.) che anco è dai Rumex ospitato. Il colorito dell’ insetto è rosso carminio, molto chiaro, e le foglioline dei Rumex, massime quando sono già mature, sono rosso-carminio, di identico co- lore dell’ Apion. i * Oltre i suddetti Curculionidi, molti altri offrono delle somiglianze croma- tiche con i posti in cui si sogliono trovare, e potremmo citarne centinaia e cen- tinaia: ma siccome abbiamo voluto trattare solo di quegl’ insetti, che trovandosi nelle nostre contrade abbiamo potuto de visu constatarne facilmente il perfetto mimetismo, così facciamo a questo punto termine, augurando ad altri più com- petenti e volenterosi, lo arricchire queste poche nostre notizie, e chiedendo al lettore il compatimento per la disadorna forma con cui, un soggetto così arti- sticamente scientifico, fu da noi in tal cattivo modo trattato. Messina, 4-11-05. _—_——__'®&a.rrrr‘ MAMMALIA CALABRA ELENCO DEI MAMMIFERI CALABRESI COMPILATO da ARMANDO LUCIFERO (continuazione) Ò PARTE SECONDA ORDINE SECONDO Primati Scimmie (Stmiae) Ugualmente che in tutta Europa, salvo forse che a Gibilterra, dove non è difficile vi siano state importate, non esistono Scimmie in Calabria; e se in Grecia, in Germania, in Francia si rinvennero tracce fossili d’ una loro remota esistenza, questa regione italiana da poco tempo appena fa supporre abbia dato ricetto in epoche preistoriche a qualche specie appartenente all’ Ordine dei Primati. 124 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Nel pliocene del Val d'Arno, alcuni resti illustrati dal Cocchi (4); nella li- gnite di Casino, in Provincia di Siena, qualche dente di Semnopiteco; ed in Pietraligure un presunto antropoide studiato dall’ Issel (®); sono le sole scoperte, per quanto io mi sappia, riferentesi alla nostra penisola. Ulteriori ricerche po- tranno probabilmente accrescere tali scoverte; ma sempre, a parer mio, in un numero molto limitato, perchè, sia per le scimmie, sia per le specie ad esse affini, può asserirsi che non erano nè il nostro clima, nè la nostra vegetazione adatti abbastanza per la loro esistenza e per la loro moltiplicazione. ORDINE TERZO Volitanti Chirotteri (Chiroptera) Il professor Seguenza, illustre geologo e paleontologo messinese, che fece uno studio profondo sulle stratificazioni della provincia di Reggio Calabria, e trattò splendidamente sovra ogni altra la parte paleontologica; non annovera nessun avanzo fossile di quest’ Ordine di mammiferi. È probabile che la natura degli strati si opponga alla conservazione di resti così delicati, e per conse- guenza, così facili a distruggersi. E difatti il Bernard nei suoi Elementi di Pa- leontologia asserisce che gli avanzi rinvenuti finora, specie nell’ eocene supe- riore e nei fosforiti del Quercy, sono incompleti e di quasi impossibile determi- nazione. Il medesimo assevera lo Zittel, il quale, pur ritenendo che i Volitanti abbiano dovuto mostrarsi sulla Terra fin dal periodo cretaceo, in cui compar- vero gl’ Insettivori, ai quali essi sono legati per molti caratteri comuni fra loro, non comincia a registrarli che nell’ eocene dell’ Europa e dell'America del Nord. Forse praticando studii ed investigazioni più accurati nelle grotte delle rocce arenarie plioceniche calabresi, e nelle spaccature profonde delle argille dello stesso periodo, potrebbe aversi qualche scoperta importante di talì fossili, finora così poco numerosi in ogni parte del mondo esplorata. * I nomi dialettali che si dànno in Calabria ai Volitanti di qualunque specie conosciuta, sono sempre gli stessi; sicchè, invece, di farli seguire al nome scientifico di ciascuna, credo più conveniente di notarli qui sopra :- Cunniripula, Nottiviìghiula, Noòttula. Genere Dysopes Specie Unica 1.* Dysopes Cestoni. Molosso del Cestoni. Non è molto comune in Calabria. Vien confuso con la specie seguente, dalla quale distinguesi per le orecchie più larghe che lunghe, per le ripiegature (4) Cocchi - Su due Scimmie fossili italiane - 1872. (3) Issel - Resti di un antropoide rinvenuto nel pliocene di Pietraligure - 1886. Ta RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 129 e, talvolta, nei crepacci delle rupi in piena campagna. Non si spaventa punto dell’uomo, e vi penetra in casa, o solo o in compagnia di qualche altro indi- viduo; vi dimora pochi istanti e poscia va via senza dimostrare in verun modo la natura sanguinaria, di cui vorrebbesi far ritenere fosse dotato. Tanto il R. Rippocrepis, quanto il A. ferrum equinum, differiscono gran- demente da tutte le specie finora mentovate, per la forma peculiare dell’ ap- pendice nasale, che è bene qui descrivere con le parole del Brehm: « Quest*ap- pendice si divide in tre parti, il ferro di cavallo, il pettine e la lancetta. Il primo comincia sulla punta del muso, avvolge le narici scavate in una piega profonda all’ indietro, e viene a finire lateralmente a gli occhi. Il pettine si alza nel mezzo del ferro di cavallo, dietro le narici; ha sul dinanzi una su- perficie trasversale allargata, dietro Ja quale una intaccatura in forma di sella, in cui finisce il pettine in una forma sporgente. La lancetta membranosa che sta in traverso della fronte, si alza tra gli occhi, sotto l'estremità posteriore del ferro di cavallo, ed ha, ad ogni lato della linea mediana rialzata, tre af- fondature in forma di sella, che sono divise l’ una dall’ altra da una membrana trasversale ». Questo apparato che è simile a quello del Vampiro, (PRylostoma spectrum), chirottero del Brasile che assale il bestiame, e fin gli uomini durante il sonno, e ne succhia il sangue producendo lievi ferite, ha fatto supporre il medesimo per le nostre specie; ma finora non sì hanno dati sufficienti per confermare una tale asserzione, anzi se ne posseggono in senso contrario. ORDINE QUARTO Carnivori (Rapacia) Si fanno discendere i Carnivori tutti da un Sott' Ordine, Creodontia, com- posto di otto famiglie, delle quali nessuna è vivente nell’ epoca attuale. Quan- tunque, a mio credere, sia molto discutibile ancora la teoria del Darwin sulla variazione della specie, pur non di meno io mi attengo alle conclusioni dei paleontologi più recenti, i quali continuano a sostenere, ed anzi con mag- gior vigore, questa teoria. Dall'eocene inferiore cominciano ad apparire le famiglie Oxdjelaenidae, Arctocyonidae, Triisodontidae, ete., che non hanno caratteri spiccati per potersi assolutamente annoverare fra i Carnivori; ma se per alcuni caratteri debbono essere classificati fra gl’ Insettivori e per altri fra i Marsupiali; per molti, so- vratutto per l'apparato boccale e dentale approssimantesi nella fattura a quello dei Carnivori, fa duopo a questi riunirli, e ritenerli come il loro stipite primi- tivo. Nel miocene inferiore, però, questo Sott' Ordine si spegne, ed un nuovo; Fissipedia, ove son comprese le famiglie Canidae, Ursidae, Hyenidae, Felidae, etc., tuttora viventi, piglia il suo posto. (Zittel). (continua) 0) Ì 130 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI PIETRO BACCI ed ALBERTO GC. RAZZANTI CONTRIBUZIONE ALLO STUDIO DELLA TERATOLOGIA ENTOMOLOGICA sn A (2 Stimiamo opportuno di descrivere brevemente due casi teratologici da noi osservati in due specie di coleotteri: Hydrophilus picens L. Oryctes grypus Illig abbastanza inte- ressanti a nostro parere. Il nostro Hydrophilus, catturato nei dintorni di Livorno (Toscana), presenta una lunghezza totale di 43 mm. Si tratta di una femmina e, secondo l’ accurato studio del Prof. Lorenzo Camerano (') sulle varie forme di femmine di questa specie, il nostro esem- plare appartiene alla terza forma da Lui indicata, a quella cioè caratterizzata « dal rialzo careniforme dell’elitra, staccato solo inferiormente dall’ orlo esterno dell’elitra stessa ». Pas: siamo ora particolarmente all’ esame della mostruosità in questione: 1’ individuo è normale in ogni sua parte e nelle dimensioni complessive, eccettuato nell’ elitre. L’ elitra destra è sensibilmente più breve dell’ altra. elitra destra (distanza fra la base e la spina apicale) mm. 32. elitra sinistra c È ‘ « e « « mm. 35. Nè a questo si arresta la mostruosità. Considerando i margini suturali dell’ elitre, si osserva che procedono normalmente fino a circa 15 mm. dall’ apice dell’ elitra sinistra ; da questo punto le elitre cominciano a divaricarsi, finchè all’ estremità dell’ elitra destra la distanza fra i due margini è maggiore di 1 mm. ; oltracciò un poco prima della metà del- l’ elitra destra si nota una depressione trasversale presso il margine esterno. L’ Oryctes in questione è un maschio di mediocre grandezza, col corno frontale assai ridotto, che non presenta alcunchè di anormale tranne che nell’ elitra sinistra e nelle parti sottostanti. L° elitra si presenta imperfettissimamente chitinizzata, quasi pellucida, rag- grinzata in lungo e in largo, mostrando solo uno stadio di chitinizzazione più avanzato lungo certe nervature, che decorrono quasi parallelamente alla linea suturale. L’ala sotto- stante è messa allo scoperto dal raggrinzamento dell’ elitra, ridotta quasi ad un moncone, coll’ estremità irregolarmente sfrangiata. La parte addominale corrispondente all’ elitra de- formata presenta un largo infossamento, accompagnato esternamente sul lato sinistro da una protuberanza accentuata. Questa in breve la descrizione dei due casi teratologici. Quanto alla causa e allo sviluppo di tali anormalità ben poco diremo: nell’ Oryctes, che abbiamo allevato ex larva, possiamo assicurare che niente di anomalo ha presentato durante lo stato larvale: per 1’ Hydrophilus non abbiamo potuto osservare niente riguardo alla metamorfosi, giacchè l’ individuo fu catturato da adulto; le nostre conclusioni si ap- plicheranno quindi con maggior evidenza all’ Oryctes. Si tratta dunque di una lesione prodotta da una causa meccanica, dalla pressione dei frantumi del legno fracido, fra i quali è avvenuta la metamorfosi? E la lesione è avvenuta forse durante lo stadio di ninfa op- pure quando l’ insetto perfetto, appena libero dall’ invoglio crisalidale presentava i tegu- menti ancor molli e indifesi dagli agenti esterni ? Quanto al primo quesito noi crediamo di poterlo risolvere affermativamente tanto più che non potremmo invocare una causa che ci spiegasse in modo più convincente il feno- (‘) Camerano Prot. Lorenzo - Polimorfismo nella femmina dell’ Hydrophilus piceus. (Atti Ac- cademia Scienze Torino). Laion RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 13 meno : ammettiamo del resto che come causa concomitante abbia in qualche grado influito sulla deficente chitinizzazione, la possibile mancanza di quel complesso di condizioni naturali favorevoli allo sviluppo dell’ Insetto. Al secondo quesito non possiamo rispondere con sicurezza: infatti in questo campo della Biologia distinti studiosi non hanno potuto pronunziarsi in modo decisivo: inoltre il caso da noi osservato differisce da quelli studiati dalla Dott. Leardi (‘), dal Prof. Griffini (*), dal Prof. Charnier (5), dal Dott. Ronchetti (‘) e da altri dai quali sono state ammesse varie spiegazioni. (1) Zina Leardi in Airaghi - Di una Meloloutha mostruosa. Atti Soc. It. Sc. Nat. Volume XLI, fascicolo 3.°, pag. 353-56 Milano 1902. (2) Achille Griffini - Sur un Pristes tuberosus anomale - Miscellanea entom: Volume IV. Pag. 33-35 1896 N. 3 Narbonne. (8) Charuier - Cas tératologique chez Cetonia aurata. Feuille des Jeunes naturalistes. Serie IV An. 35 1905 pagina Ill. (4) Ronchetti Dott. Vittorio. Caso di Polimelia in un Pterostichus multipunetatus Dej (con una tavola). Rivista Coleottero- logica Italiana, Anno 3.° N. 6 e 7, pag. 139-143. _—————6——rF€FFFFFTr---------- BACCI PIETRO E. & BERNARDI ILIO I MOLILUSCHI (continuazione) VOCINA Possono essere ermafroditi, ma spesso i sessi sono separati; nel primo caso però, affinchè le uova siano fecondate, è necessario il concorso di due individui detti perciò insufficienti od Eterogami. Gli organi riproduttivi sono general- mente situati sul lato destro del corpo. I giovani dei Gasteropodi branchiati na- scono differenti assai dai loro genitori e per giungere allo stato ultimo abbiso- gnano di varie trasformazioni; sono forniti di espansioni simili a pinne, per mezzo delle quali sono in grado di nuotare liberamente nell’ acqua. I polmonati, invece, nascono quasi in tutto simili agli adulti, eccetto che nelle dimensioni. I Gasteropodì terrestri e quelli d’ acqua dolce possono essere bran- chiati o polmonati; quelli marini, invece sono senza eccezione branchiati. I molluschi di cui parliamo sono più numerosi dei Lamellibranchi. Si dividono in quattro ordini: Poliplacofori, Pteropodi, Platipodi, Eteropodi. ORDINE DEI POLIPLACOFORI I Poliplacofori si distinguono per la conchiglia allungata orizzontalmente, piuttosto depressa, composta di otto pezzi disposti ad embrice. Il mantello circonda il guscio con un margine coriaceo. Sono privi di occhi. Il capo è poco visibile e ricoperto da una membrana che, ripiegandosi, fa le veci dei tentacoli. Questi molluschi hanno sessi separati. Quest’ ordine comprende il genere tipico 132 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NAVURALI Chiton. Genere Chilton: Parecchie specie sono comprese in questo genere delle quali alcune notevoli per la varietà delle forme. Un Chiton proprio del Medi- terraneo e della Manica è il €. Mascicularis di un colore bruno o grigio. Ha una lunghezza da due a tre centimetri. Appare liscio e solo coll’ aiuto d' una lente si può vederne la superficie rugosa eccetto che sulla carenatura dorsale; ai lati di ogni pezzo del guscio trovasi un ciuffo di peli biancastri; altri due ciuffi simili stanno sul capo. Si nutre di piante marine ed ha movimenti lentissimi. Specie del genere: Chiton fascicularis, C.chilensis, C. blainvillii, C. peru- vianus, C. spinosus, C. spiniferus, U. coquimbensis, 0. magnificus. ORDINE DEGLI PTEROPODI Gli Pteropodi sono animali liberi, natanti, dal corpo allungato, con piede diviso in tre parti; di questi tre lobi quello mediano è poco sviluppato, mentre gli altri due sono assai espansi, a forma di ali. La pelle spesso presenta colo- razioni vivaci. Il capo è poco sviluppato; la bocca presenta mascelle, radula e non di rado anche tentacoli. Gli occhi sono rudimentali. Questi molluschi sono ermafroditi. I giovani in molti casi sono provveduti di ciglia. Di tali animali sempre di dimensioni piccole e microscopiche, si tro- vano spesso frotte enormi di cui approfittano i cetacei per nutrirsi. Nuotano con una agilità notevolissima e le loro natatoje mostrano un moto veloce e continuo; quando sono atterriti ripiegano' le espansioni aliformi e scendono nelle profondità del mare. Genere Clio: Animale allungato, terminante in punta posteriormente ; alla estremità anteriore il corpo è più sottile, porta due natatoje quasi triangolari; esistono sei tentacoli alla bocca, provvisti ciascuno di un numero grandissimo di minuti succhiatoi. Corpo di colore azzurro o rosso vivo. Manca la conchiglia. Le Clio, quantunque abitino tutti i mari, sono più numerose nei mari freddi. La Clio Borealis, di cui suol pascersi la balena, vive nell’ Oceano Artico; divien lunga fino a tre centimetri. Genere Hyalea: Animale di forma globulosa, capo provvisto di due ten- tacoli abbastanza robusti; due espansioni aliformi, ampie sono collocate ai lati della bocca. Conchiglia piccola, a pareti sottili, trasparente, con un orifizio sul davanti e due fenditure ai lati; posteriormente è troncata. La Ayalea tridentata presenta sulle natatoje una macchia violetta su fondo giallo; la linea di congiunzione tra la parte superiore e quella inferiore della conchiglia è fornita di tre denti; la conchiglia è gialla. Abita il Mediterraneo e l'Oceano Atlantico; il vento non di rado trasporta questa specie sulla spiaggia. Specie del genere: ZHyalea tridentata, H. longirostris, H. gidbosa. Genere Cleodora: Animale dal corpo gelatinoso, con natatoje fornite d’ una intaccatura all'apice, dove sono arrotondate, cosicchè presentano grossolana- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 133 mente la forma d'un cuore. Conchiglia triangolare ad angoli assai marcati, fragile, trasparente, provvista inferiormente di una punta. La Cleodora cuspidata ha la conchiglia colla punta basale quasi atrofizzata e provvista alla parte superiore di tre lunghe ed acute spine. Le Cleodora hanno la strana proprietà di brillare all’ oscuro. Specie del genere: O/eodora cuspidata, C. compressa, C. lanceolata. ORDINE DEI PLATIPODI Nei Platipodi la testa è ben visibile, provvista di una o due paja di ten- tacoli; gli occhi possono essere peduncolati o sessili. La conchiglia, che è uni- valve, è situata internamente od esternamente; qualche volta manca. Esistono delle glandule che producono un muco. Oltre le vescicole uditive pare che vi sia anche un organo olfattivo risedente nel piede. La respirazione è varia : per branchie o per polmoni. Sessi separati, o riuniti su uno stesso individuo; nel secondo caso spesso si ha l’ insufficienza. I Platipodi vivono in terra, nelle acque dolci ed in quelle marine. Il regime è vegetale od animale. Quest’ ordine comprende la maggior parte dei Gasteropodi. Genere Limax: Animale privo di conchiglia esterna, molle, carnoso, allun- gato, convesso superiormente, piatto al disotto, coperto di integumenti coriacei, a solchi ed a tubercoli; testa fornita di 4 tentacoli ; orifizio respiratorio situato all'indietro del mantello. La conchiglia è piccola e nascosta. Il Limax agrestis è ordinariamente di color grigio sparso di piccole linee nere. È specie di piccole dimensioni; ciò non toglie che sia causa di gravis- simi danni agli orti ed ai giardini. Il suo muco è abbondantissimo. È diffuso in gran copia nei campi. I Limax prediligono le località umide ed ombrose; si nascondono sotto le pietre, i legnami, nelle buche delle vecchie muraglie, sotto le foglie e i detriti vegetali, di vario genere. Escono dai loro nascondigli alla sera e nelle prime ore del mattino; sono specialmente abbondanti dopo gli acquazzoni ed allora si aggirano per i campi. Il loro nutrimento consiste di materie vegetali, specialmente di erbe e di frutti; le devastazioni da essi prodotte sono notevoli, quindi devono essere ricercati per farne strage. Un metodo assai facile per impedire che questi molluschi assalgano le piante è quello di spargere intorno ad esse sabbia, segatura, od altre sostanze consimili che, colla loro scorrevo- lezza, impediscono l’ avanzarsi dei Limax, od almeno stancano talmente l’ ani- male da farlo retrocedere. Durante l’ inverno i Limax cadono in letargo e svernano sotto terra od in altri ripari. Di questo genere si conoscono molte specie tra cui notevoli: Il Li- max agrestis, il L. maximus, il L. hortensis, il L. ater. Genere Arzon : Differisce dal genere precedente per l’ apertura respiratoria collocata nella parte anteriore del mantello e per l'assenza di conchiglia; esistono in sua vece delle concrezioni calcaree. L' Arion rufus è una specie di grandi dimensioni ; il colore è rosso ver- Mate: 134 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI miglio che può trarre leggermente al nero. Questa specie, sparsa in tutta l’ Europa, è comune nei boschi. I costumi del generè di cui parliamo sono in tutto analoghi a quelli dei Limax. Genere Testacella: Animale simile a quello dei due generi precedenti; conchiglia collocata all’ estremità posteriore del corpo, piccola, appiattita, leg- germente ravvolta a spira all’ apice. La Testacella scutulum ha un colore giallo più o meno cupo con una li- nea biancastra lungo ciascun lato del corpo. È specie Europea. Le Testacella furono scoperte nel secolo XVIII, sono carnivore e si nutrono di lombrichi che inseguono sotto terra ed afferrano con grande rapidità. Non di rado la preda è assai più voluminosa del mollusco e ciò è degno di osservazione. Strisciando, questi animali allungano notevolmente ed assottigliano la parte anteriore del corpo; agevolmente possono affondarsi nel suolo. Il muco dei loro integumenti è molto tenace. Specie del genere: Testacella scutulum, T. Pecchiolii etc. Genere Onchidium: Animale nudo, privo di conchiglia, ellittico, convesso di sopra, piatto di sotto, marginato da tutte le parti dal mantello coriaceo che è sviluppatissimo ; la testa è poco convessa; esiste un pajo di tentacoli cilin- drici che l’animale può ritirare a volontà; la camera respiratoria è collocata alla parte posteriore del corpo e comunica coll’ esterno per mezzo di un foro arrotondato che sbocca sotto il margine del mantello. L'Onchidium laevigatum si distingue per gli integumenti lisci; la maggior parte delle specie conosciute, invece, ha superficie ruvida o tubercolosa. Questi animali vivono nei mari dei paesi caldi ed in special modo nei mari che circondano il continente Australiano, nonchè in quelli delle Indie; amano i luoghi delle coste che vengono coperti e scoperti dalla marea; in tal modo possono ogni tanto trovarsi a contatto coll’ aria atmosferica. Le specie di questo genere sono parecchie e le più notevoli sono : L' On- chidium laevigatum e l’ O. typhae. Genere Helix: Animale di pocc dissimile da quello delle Limaccie; testa con quattro tentacoli; l’ intero animale può nascondersi nella conchiglia, la quale è orbicolare, convessa o a forma di cono, talvolta globosa e quasi tutta in un piano; stoma intero, più largo che lungo, molto obliquo, contiguo alla columella, coi margini separati dal rilievo del penultimo anfratto. L' Helix Pomatia è di un color rossastro o giallo, variegata di striscie disuguali più o meno visibili. Questa specie, la più grossa fra quante se ne trovano in Europa, è comune nelle vigne; è abbondante nel Nord dell’ Italia. Le Helix, come i Limax, abitano nei luoghi piuttosto freschi e umidi ed escono dai loro ripari nelle giornate e nelle ore meno calde. Cagionano gravi danni agli ortaggi, specialmente in primavera, epoca in cui sono voracissime. Strisciando lasciano dietro di sè una traccia argentina di muco disseccato ; RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 135 depongono le uova in piccoli mucchi per terra od allineate sotto il suolo. Svernando chiudono lo stoma della conchiglia con un piccolo disco di materia mucosa indurita. Gli antichi Romani erano ghiottissimi delle chiocciole ed ave- vano istituito per questi animali vivaj detti cochlearia di cui fanno menzione Plinio e Varrone e di cui fu inventore un certo Fulvius Hispinus. Le più grandi chiocciole preferite dai Romani venivano dall’ Illiria. Anche nei banchetti fu- nebri questi molluschi venivano adoperati come cibo : ne fanno testimonianza i gusci trovati ai tempi nostri nelle tombe di Pompei. Nel Medio-Evo si per- dette l’ uso di mangiare le chiocciole, uso che fu in seguito ripreso prima in Inghilterra e poi, a poco a poco, nelle altri parti di Europa. Nei vari paesi si suole cibarsi di specie diverse di chiocciole e non di rado avviene che una data specie prediletta in certi luoghi sia disprezzata in altri. Le Helix sono preferibili alla fine dell'inverno, epoca in cui non hanno ancora preso alcun cibo : sì crede che l’animale conservi il sapore delle piante di cui si è nutrito e per questo i Romani le provvedevano di vegetali adatti. Pare accertato che gl’ individui adulti siano migliori dei giovani. La chiocciola è oggi adoperata in medicina: in tempi anteriori ai nostri con una specie si faceva un brodo speciale, un muco zuccherato ed altri emollienti. Specie del genere: Helix pomatia, H. asdpersa, H. Machensîi, H. undulata, H. translucida, H. Waltolii, H. citrina, H. Stuartiae, H. nemoralis, H. lapi- cidia, H. cicatricosa, H. sinuata, H. punctata, H. ringens, ete. Genere Vitrina: Animale allungato, simile ad un ZLîmax, ravvolto a spi- rale posteriormente, che non può entrare completamente nella conchiglia. Questa è leggermente ricoperta dalle appendici del mantello, piccola, sottilis- sima, appiattita, colla spira breve; lo stoma è molto largo, ovale, col margine sinistro ricurvo. Le Vitrina, che abitano i luoghi poco soleggiati ed umidi, si trovano sparse in varii paesi; ve ne sono altresì in Europa. (continua) ny RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili Autori, od Editori. L'Amministrazione s’incarica*di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali é segnato il costo, ed anche le altre se possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda, cent. 30 per la francatura della corrispondenza. Per gli abbonati e le opere dell’ estero, aumentano le spese postali. Desiderando risposta scrivere in cartolina doppia. COGNETTI DE MARTIIS dott. LUIGI. Oligocheti dell’isola d'Elba e di Pianosa. (Torino, 105. Boll. dei Musei di Zoologia ed Anat. comp. d. R. Univ., N. 490. Pag. 1-6). È riferito sulla drilofauna dell'Elba e di Pianosa in seguito all’ esame di una piccola collezione dovuta alle ricerche dell'illustre prof. Camerano, dei dottori Peracca e Borelli, e del signor Za- vattari ì quali fecero parte del V. Congresso indetto dall’ Unione Zoologica Italiana e che ebbe luogo a Portoferrario nell’ aprile dell’ annata corrente. Il materiale, che fa parte di questa memoria, componesi delle specie seguenti: Microscolex phosphoreus. Un esemplare adulto. Loc. : Pianosa. Eiseniella tetraedra (typica). Undici esemplari 136 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI in parte adulti. Loc. : Isola d' Elba. Helodrilus (Allolobophora) caliginosus (Sav.) subsp. #rape- zoides. Due esemplari adulti. Zoc.: Portoferraio (Elba). Octolasium complanatum. Due grossi esem- plari adulti. Zoc.: Marciana (Elba). Octolasium hemiandrum Cognetti. Un solo esemplare affatto adulto. Zoc.: Portoferrario (Elba). Octolasium Damianiî n. sp. Un solo esemplare adulto. Loc. : Marciana (Isola d’ Elba). Questa specie ampiamente descritta è dedicata dall’ Egregio A. all’ illustre Giacomo Damiani, professore di Scienze naturali alla R. Scuola tecnica di Portoferraio e bene- merito segretario del V Convegno zoologico nazionale. PASQUALE F. La Flora Napolitana nella Orticoltura ornamentale. (Napoli, 1904. Pag. 157, in 16). } È scritto su quanto di bello offre la Flora napolitana all'arte decorativa dei giardini pubblici, coll’indicazione del luogo di nascita per ogni specie e la maniera di coltivarle relativamente ai nostri giardini. È scritto altresì: 1.° Del bene che si avrebbe con l’introdurre nei nostri giardini anche la vegetazione nostrale; 2.° delle piante che meglio si prestano per l’ abbellimento dei larghi prati dei giardini; 3.° dei nomi italiani più appropriati da darsi, invece di quei francesi, ai varî prati; 4.0 di seguire nella coltura delle piante quanto è più possibile le condizioni naturali del luogo e del clima, dove queste piante nascono spontaneamente, 5.° dell'acqua corrente o stagnante per rendere i giardini ed i parchi più pittoreschi; 6.° della parte dei giardini che deve essere adibita alla vaseria. Questo libriccino, di grandissimo interesse per l' orticoltura, vendesi al prezzo di L. 1,30 presso l’ Autore in Portici - Via Danza n. 7. SCOTTI dott. LUIGI. Contribuzioni alla Biologia fiorale delle « Centrosper- mae >» III. (4) (Genova, 1905. Malpighia, anno XIX, Vol. XIX. Estr. di pag. 57 in 8). Da quanto è stato detto nelle presenti note raccolte dall’ Egregio A., si rileva come le Ca- rioflllacee costituiscano una famiglia molto interessante e varia circa l’ adattameato delle sue forme a favorire l’ incrociamento. PATIRI GIUSEPPE. L'arte primitiva e la Selce scheggiata e figurata dell'of- ficina Termitana. (Palermo, 1903. Editore Reber Alberto. Pag. 20 in 8.° grande, con l tav. in fototipia). Si tratta della remota origine preistorica e dell'importanza della grande officina litica che prende nome dal Castello di Termini. L’Egregio A. esplorando i secolari giacimenti‘ della grotta in cui è situata scoprì, fra gli altri lavori usciti dalle mani rozze e dai rozzi strumenti di quei primitivi artefici, la selce lavorata portante le linee del volto umano. Di essa venutone in possesso di abbondanti esemplari, passa in rassegna ì tipi principali, accennando le caratteristiche più rilevanti che li determinano. PUCCI dott. CARLO. Lo Zebù. (Firenze, 1906. Tip. Campolmi e Sevieri. Pag. 33 in-8). Di questo animale domestico per eccellenza che entra di diritto nel dominio della zootcenia, e, rappresenta e sostituisce assai bene i nostri bovini da lavoro, da carne, da latte, presso alcuni popoli dell'Asia e dell’Africa, mancava uno studio completo che dicesse la sua sforia, la sua area geografica, i popoli con i quali vive in domesticità, la sua struttura, le particolarità ed i caratteri distintivi, le razze diverse, le sue funzioni economiche ecc. Ciò ha fatto l'Egregio A. col raccogliere le notizie, col fare una rassegna degli autori che sullo zebù hanno seritto qualche cosa, col presentare agli studiosi una bibliografia abbondante, non tralasciando però di portare il contributo delle proprie osservazioni e considerazioni, Redazione (4) Per il n. I di queste Contribuzioni, Vedi fasc. 3 e 4 e seguenti annata corr. di questo periodico. Per il n. II vedi Annal di Botanica del Prof. Pirotta, vol. II, fase. 3° p. 493-514, 1905. Marra Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri. Ei BOZZINI, redattore responsabile RIVISTA ITALIANA DI SCIENZH NATURALI 125 della pelle nei margini esterni delle orecchie medesime, e per certe rughe molto pronunziate che osservansi sulle labbra. Nei sotterranei del Castello di Cotrone e nei crepacci dei Castelli d’ Isola Capo Rizzuto (Provincia di Catanzaro) e di Monasterace, (Provincia di Reggio Calabria) ebbi occasione di costatare la sua presenza. Al contrario degli altri suoi affini, il Molosso non esce dal suo ricovero, se la notte non sia inoltrata; ragione anche questa per sembrare più raro. Il suo nutrimento restringesi esclusivamente in insetti notturni, che gher- misce con grande destrezza durante il continuo volitare. Cade in letargo nel Dicembre, e svegliasi nel Marzo, od anche prima, se la stagione va mite. Genere Plecotus Specte, Prima 2.* Plecotus auritus. Orecchione comune. Incontrasi frequentemente nei fori e nelle fessure dei vecchi edifizii ab- bandonati, nei crepacci delle rupi e nelle cave degli alberi annosi. Si riconosce con facilità dalla dimensione e dalle orecchie smisurate. D'estate esce dal suo nascondiglio verso il crepuscolo o poco dopo, e va ‘in cerca d'’ insetti, che imbocca con sveltezza non comune, preferendo i mosce- rini e le farfalle notturne. D'inverno non mi occorse d’ incontrarlo, nemmeno nelle notti di alta temperatura, come avviene per qualche specie del Genere Synotus ; onde debbo ritenere non si svegli dal letargo che in primavera. Partorisce in Giugno od in Luglio due piccoli di estrema bruttezza, che crescono rapidamente. In Cotrone, ove spesso lo rinvenni, il suo abituale ricovero è nei sotter- ranei dell’antico Castello e nelle spaccature dei baluardi che ricingono la città. L’Orecchione è di sovente tormentato dalle Piattole, e, talvolta, anche dai Pidocchi. Specie Seconda 3.° Plecotus brevimanus. Orecchiardo Manciola. Durante l’ estate del 1889, essendo io costretto a rimanere in campagna sino a tarda ora, mi capitò di uccidere presso Giammiglione (Cotrone) un in- dividuo di questa specie, il quale era associato ad un compagno, e provenivano da un vicino querceto. Nel Maggio 1895 ebbi un secondo esemplare da Sove- rato (Catanzaro), catturato in una buca d'un vecchio albero d’ ulivo. Ritengo sia raro in Calabria, ed è bene, quindi, che io ne descriva in qualche modo i caratteri. Ha molta somiglianza con la specie precedente ; ha però le orecchie più piccole, col trago un po’ più largo e più sviluppato ; }’ anti- braccio è meno lungo dell’ ultimo dito, mentre nell’ Orecchione è viceversa. Ne differisce anche nel colore, che sul dorso è meno cinereo e tendente al fulvo e sulle parti inferiori è più bianco. Le ali sono rossastre. (Corralia). 126 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Genere Synotus Specie Unica 4 Synotus barbastellus. Barbastella. Nei crepacci delle rupi di tutti i monti calabresi, nelle cupe degli alberi ed anche nell’ abitato ove sono. edifizii sdruciti e cadenti, là s' incontra la Bar- bastella, sempre però in minor numero della Nòttola, a cui quasi costante- mente è associata. Riconoscesi dal bruno cupo del dorso e dalla conformazione delle orecchie. Ha volo più rapido degli altri suoi affini, ed è più agile e più svelta nell’ impadronirsi della preda, la quale componesi di mosche, zanzare, farfalle notturne e di coleotteri di varie specie. Come prima la temperatura si abbassi, cade in letargo ; ma si sveglia ogni qualvolta essa si elevi, sia pure nel cuore del verno. Partorisce in Giugno o in Luglio due piccoli, che hanno molto somiglianza con quelli della Nòttola, sebbene siano di dimensioni minori. Genere Vespertilio Sotto-genere 1. — VESPERTILIO Specie Prima 5.* Vespertilio murinus. Vespertilione murino. Rinvenni questa specie nei sotterranei del Castello di Cotrone e fra i ruderi del Castello di S. Caterina dell’ Ionio, (Provincia di Catanzaro). Nella primavera inoltrata del 1876 mi riuscì di catturarne un individuo maschio a Capocolonna (Cotrone), sbucato fuori da una fenditura della vecchia Torre di Mariella ora distrutta. In complesso, però, questa specie è poco frequente in Calabria. Specie Seconda 6.° Vespertilio Daubentoni. Vespertilio barbuto. Visitando in estate, poco dopo il crepuscolo, le nostre paludi ed i nostri stagni, non di rado vi s'incontra questa specie abbastanza numerosa, la quale, sfiorando le acque ed i vicini cespugli, ghermisce con grande agilità tutta quella immensa miriade d'insetti, che vi ronza permanentemente d’' intorno. Il suo apparire in quei siti come prima annotti, fa supporre si annidi durante il giorno nelle cave degli alberi prossimi ai pantani o nelle rocce attigue; però finora non ho potuto costatarlo. In inverno deve addormirsi; anzi io credo che lo faccia dalla fine dell’ au- tunno, perchè nelle molte volte che fui di notte all’ aspetto delle Anitre e delle Beccacce, non mi si dette mai la congiuntura di vederne qualche individuo prima del Marzo. Gli autori italiani non assegnano un nome specifico a questa specie. Io ho creduto di chiamarlo Vespertilio barbuto dal ìungo pelo che gli copre la parte anteriore della testa. Specie Terza 7 Vespertilio Nattereri. Vespertilio emarginato. Un solo esemplare mi capitò nell’Agosto del 1886: lo presi io stesso in una PORCVAZIANTI (AN) RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 127 buca del cadente Castello delle Castella, (Provincia di Catanzaro) mentre visi- tavo i suoi sotterranei. Da questo individuo avuto fra mani, arguisco debba trovarsi anche altrove in Calabria. Il Bonaparte la prima volta che gli venne recato, opinò si trattasse d' una nuova specie, e gli dette il nome di Vespertilio emarginatus, traendo | ag- gettivo specifico dall’ orlo esterno delle orecchie, che ha una profonda margi- natura; ed io, da tal carattere, ho ardito di stabilire il nome specifico italiano. Sotto-genere 2. — VESPERUGO Specie Prima 8.2 Vesperugo noctula. Nottola. Comune anzi che no, rinviensi ordinariamente nelle cavità degli alberi an- nosi e nei crepacci delle rupi, e spesso ancora nei fori e nelle fessure delle vecchie fabbriche. Non è difficile verso sera il vederlo entro l'abitato girandolare per le strade e per i crocicchi, lambendo i muri delle case in cerca d’ insetti, e svo- lazzare pei viali dei giardini circostanti. Cade in letargo come prima la temperatura si raffreddi; ma nelle notti sciroccose invernali apparisce qualche volta: però, con minor frequenza del Pipistrello propriamente detto. Specie Seconda 9. Vesperugo Kubhlii. Pipistrello. È frequentissimo in Calabria, ed è forse il più sparso. Lo rinvenni in mon- tagna e sul litorale; ed a S. Giovanni in Fiore (regione appennina, Cosenza) lo vidi uscire dalle buche e dalle screpulature del famoso Convento dell'Abate Gioacchino. Debbo credere anch’ esso si addorma durante l’ inverno; ma, come i suoi affini, risvegliasi di quando in quando, allorchè la temperatura si eleva. Specie. Terza 10.* Vesperugo vipistrellus. Vipistrello. Fa duopo avere molta pratica nella classifica, per distinguere questa specie dalla precedente, di cui differisce pochissimo. Non mi farebbe punto maraviglia, se io medesimo lo confondessi, sebbene abbia avuto congiuntura di esaminarne molti esemplari. Ricordo ancora d'un illustre botanico, il quale, essendogli stato presentato da me un ramoscello di Glycyrrhiza glabra, (Ligorizia), dopo averlo osservato attentamente, mi sussurrò non so che nome, che non aveva nulla di comune con quella pianta! Eppure egli ne conosceva a menadito pa- recchie migliaia! Di tutti i caratteri più o meno variabili che differenziano il Vesperugo vi- pistrellus dal V. KuRlii, il solo che può ritenersi permanente è la bilobatura del primo incisivo. Esso è comune in ogni parte della Calabria, ma non quanto il V. Kuhlii. Sotto-genere 3° — VESPERUS Specie Prima 11. Vesperus Bonaparti. Pipistrello del Bonaparte. È una delle specie più frequenti in Calabria. Rinviensi in tutti i vecchi SO FRISE 128 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI edificii abbandonati, dond’ esce a svolazzare nei dintorni poco dopo il tramonto ; diventando più numeroso come la notte s’ inoltri. Ha caratteri spiccatissimi e riconoscibili con facilità; e se le dimensioni di lunghezza sono eguali ad altre specie affini, l’ apertura d’ ali, invece, è la più piccola conosciuta Specie Seconda 12.8 Vesperus Leucippe. Pipistrello Leucippe. È alquanto raro; ma non v'ha dubbio della sua presenza in Calabria. Ne ebbi due esemplari in epoche diverse ; il primo in Cotrone nell’ estate del 1885, e fu preso in una stanza della mia casa a notte avanzata; il secondo in Ca- tanzaro nel Giugno 1896. Il colore bruno-melato del dorso ed il bianco del petto e dell’ addome, nonchè il nero della parte superiore della testa, lo rendono facile a riconoscersi. Genere Miniopterus Specie Unica 13.* Miniopterus Ursini. Miniottero dell’ Orsini. È rarissimo. Ne ebbi una coppia dai sotterranei del Castello di Cotrone nell’ autunno del 1888. Sebbene sia il più grande fra i Chirotteri calabresi, pure è poco conosciuto, perchè non esce dal suo nascondiglio se non a notte inoltrata, e difficilmente può vedersi. Ha la coda pìù lunga del corpo, ed è tutta compresa nella membrana ali- forme; sicchè acquista nel volo la figura di un triangolo isoscele. Genere Rhinolophus Specie Prima 14° Rhinolophus ferrum equinum. Rinolofo uniastato. Poco frequente. Nelle sere d'estate se ne vede qualche coppia sbucare dai crepacci del Castello di Cotrone e dei bastioni che ricingono la città, e sorvo- lare per le strade urbane, rasentando i muri delle case e gironzando intorno a gli alberi dei viali e dei giardini. In S. Andrea sul Jonio (Provincia di Ca- tauzaro) abita nelle buche del vecchio Castello, in fra i ruderi del quale venne edificata la chiesa maggiore del paese. In un esemplare catturato in casa del cav. Filippo Albani in Cotrone il 9 Luglio 1900, rinvenni nello stomaco un impasto d' insetti, in cui predomina- vano parecchie specie di coleotteri. Specie Seconda 15. Rhinolophus hippocrepis. Piccolo Ferro di Cavallo. È più comune del precedente, sebbene sia poco conosciuto, e confuso con altre specie, che il popolo esamina soltanto al loro volo. I suoi costumi sono identici a quelli del Rinolofo uniastato, e come questo vive nell’ abitato, nascondendosi di giorno nelle fessure delle vecchie fabbriche, Titoli delle Memorie da ritagliarsi per lo schedario scientifico 1] Zoologia Pubblicazioni del 1908 Picchi C. Anomalie nel colorito del piunaggio os- servate in 85 individui della mia collezione Ornitologica Italiana e breve cenno sull’ Wtero- crosî. (Siena, 1903. Avicula. N. 67-68 e seg). Tiraboschi dott. C. Gli animali propagatori della Peste buboni- ca. Le pulci parassite dei Ratti e dei Sorci, HystrichopsyUla tripectinata nov. Sp. (Ascoli- Piceno, 1903. Tip. Lit. L. Cardi, pag. 12 in-8, con 1 tav.) Pic M. Note Entomologiche. (Camerino, 1903. Riv. Coleotterol. Ital. n. 6, pag. 128-131). Turati conte comm. E Contribuzioni alla fauna dei Lepidotteri ita- liani (Note critiche, biologiche e morfologiche) (Milano, 1903. Dagli Atti d. Soc. Ital. di Sc. nat., vol XLII. Estr. di pag. 50, con 3 tav.) Porta dott. A. Revisione delle specie italiane appartenenti al Genere Abax. (Camerino, 1903 Riv. Coleot. Ital. n. 7 e seg.) Untersteiner E. L’anno ornitologico al piede delle Alpi. Sce- ne all'aperto e fiori di lettura. (Siena, 1903. Avicula, n 65-66 e seg.) Quajat E. Impermeabilità del guscio delle uova del filu- gello per l’alcool. (Padova, 1903. Annuario d. R. Stazione Bacologica, vol. XXX, pag. 33-36) Vallon G. Sull’ Atlante Ornitologico del prof. Ettore Arrigoni degli Oddi. (Siena, 1903. Avicula, n. 61-62, pag. 10-12). Quajat E. Effetti di una prolungata svernatura sulle uova del filugello, a seconda delle varie razze. (Padova, 1903. Annuario d. R. Stazione Baco- logica, vol. XXX pag. 40-49). Quajat E. Quante farfalle possono essere fecondate da un solo maschio? (Padova, 1903. Annuario d. R. Stazione Bacologica, vol. XXX, pag. 55-72) Vallon G. Note ornitologiche per la provincia del Friu- li durante l’anno 1902 (dal 1 Agosto al 31 Decembre). (Siena, 1903. Avicula, n. 61-62, pag. 17-26). Verson E. Relazione sull’attività della R. Stazione Ba- cologica nell’anno 1901. (Padova, 1903. Annua- To d. R. Stazione Bacologica, vol. XXX, pag. -13). Raggi L. Gologia e nidologia italiana. (Primo saggio). (Siena, 1903. Avicula, n. 67-68 e seg.) Raggi L. Monografia dei Colombi italiani. (Siena, 1903. Avicula, n. 71-72, pag. 157-164). Verson E. Ancora sulla Spermatogenesi degli insetti. (Padova, 1903. Annuario d. R. Stazione Baco- logica, vol. XXX, pag. 81-84). Redazione Cacce e passaggi degli uccelli nella regione italiana. (Siena, 1903. Avicula, n. 61-62 e seg.) Verson E. Intorno all’ umore che determina il distacco della spoglia nelle mute degli insetti. (Padova, 1903. Annuario d. R. Stazione Bacologica, vol. XXX, pag. 17-32). Roger V. Lepidotteri ropaloceri scoperti recentemente in Toscana. (Firenze, 1903. Dal Florentia. Riv. dell’ Ist. Domengè - Rossi. Anno I, fasc. I-II. Estr. di pag. 10 in in-8, con tav.) Verson E. Relazioni sull’ attività della R. 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Petri L Di un nuovo bacillo capsulato e del signifi- cato biologico delle capsule. (Firenze, 1903, Nuovo Giorn Bot. Ital., fasc. 3). Nicotra L. Le grandi fasi del pensiero nella Botanica. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 5-6, pag. 179-189). Nicolosi-Roncati F. Elementi speciali nel perisperma dell’ Arona Cherimolia Mill. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 7-8-9, pag. 271-274). Petri L. Ricerche sul significato morfologico e fisio- logico dei Prosporoîdi (Sporangioli di Janse) nelle micorize endotrofiche. (Firenze, 1903, Nuovo Giorn. Bot., Ital. n. 4). Petri L. Di una nuova specie di Thzelaviopsis Went. (Firenze, 1903. Nuovo Giorn. Bot. Ital., n. 4). Nicolosi-Roncati F. La formazione dell’ endosperma nell’ Anona Cherimolia L. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 4, pag. 115-117). Petri L. Ricerche sul genere Streptathrix Cohn. (Fi- renze, 1903. Nuovo Giorn. Bot. Ital. n. 4). Pampaloni L. Sopra un singolare modo di comportarsi di un’ alga, allorchè venga coltivata in determi- nate sostanze nutritizie. (Firenze, 1903. Nuovo Giorn. Bot. Ital., n 4). Ponzo A. La flora dei dintorni di Alcamo. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital., n. 5-6, pag. 200-212). Pampanini R. Erborizzazioni primaverili ed estive nel Ve- neto. (Firenze, 1903. Nuovo Giorn. Bol. Ital., n. 4). Pantanelli E. Sulla dipendenza da condizioni esterne del- l'emissione di ossigeno di piante verdi illu- minate. (Firenze, 1903. Bull. d. Soc. Bot. Ital., n. 4, pag. 122-133). Preda dott. Agilulfo. Materiali per una Florula della Palmaria. (Firenze, 1903. Nuovo Giorn. Bot. Ital., fasc. 3.) Provenza dott. G. Miglioramento del Bestiame col mezzo delle misurazioni. (Palermo, 1903 Dal Giorn. d. R. Commissione di Agric. e Pastorizia per la Si- cilia, fasc. 5, estr. di pag. 9 in-8). Passerini prof. N. Sulla vinificazione con mosto sterilizzato me- diante solfiti e con fermenti adattati al mezzo solforoso. (Firenze, 1903. Dagli Atti d. R. Ac- cad. dei Georgofili. Vol. XXVI, disp. 3, estr. di pag. 7 in-8). Provenza dott. G. Origine della Pecora e della Capra. «Paler- mo, 1903. Dal Giorn. d. R. Commissione d’ A- gric. e Pastorizia per la Sicilia, fasc. 7, estr. d. pag. 10 in-8). Passerini prof. N. Sopra la aderenza della Poltiglia Cupro-Cal- cica alle foglie delle viti. (Firenze, 1903. Dagli Atti d. R. Accad. dei Georgofili. Vol. XXVI, disp. 3, estr. di pag. 7 in-8). Passerini prof. N. Prove di fecondazione incrociata sul fru- mento, eseguite presso l’Istituto Agrario di Scandicci (Firenze). (Pisa, 1903. Dall’Agricoltura Italiana, fasc. 14, estr. di pag. 6 in-$). Passerini prof. N. Sopra la valutazione della energia calorifica immagazzinata dai vegetali. (Pisa, 1903. Dal- l'Agricoltura Italiana, fasc. 13, estr. di pag. 14 in-8). Provenza dott. G. Stalle o Bovini. Stalle speciali e loro annessi. (Palermo, 1903. Dal Giorn. d. R. Commissione d. 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Pag. 50 in 8.° - Prezzo L. 1,50) L’Egregio A. si occupa, per quanto riguarda l'isola di Sicilia, della di- stribuzione geografica e del tenore di vita degli uccelli, nonchè di quanto in- — teressa la migrazione.’ - A tali notizie fa precedere alcuni cenni descrittivi per rendere più facile il riconoscimento delle specie a chi volesse occuparsi di siffatte ricerche nelle diverse regioni dell’ isola. L' Egregio A., pur tenuto conto delle informazioni avute dai più provetti cacciatori e di quelle fornite dai collaboratori dell’ inchiesta ornitologica gover- nativa, già compita, si è sopratutto basato sulle sue proprie osservazioni, che in cinque anni di escursioni ebbe agio di fare sugli uccelli nella libera natura _ in quasi tutta la provincia di Messina. Nella descrizione delle specie 1’ Egregio A. ha-riferito quei caratteri spe- cifici che sono indispensabili per il loro facile riconoscimento, trascurando i- secondari e procurando di dare diagnosi assai brevi, ma possibilmente esatte. (*) Per gravi occupazioni sopraggiunte all’ Egregio A. questo lavoro verrà continuato dal distinto naturalista dott. Giuseppe Sturniolo di Messina. PRO ARERIOIASEI Sono modelli in carta indurita imitanti al vero tutte le specie di frutta. . Ogni esemplare, a scelta, costa L. 0,80 — 5 esemplari si cedono per L. 3.50 franchi di porto. Per commissioni di una certa importanza prezzi da convenirsi. - Offerte d'occasione ai collezionisti d'insetti CASSETTE DI NOCE solidissime, con cristallo, del diametro 44 X 33 X 6; a chiusura ermetica, aventi il fondo di torba o agave, con scannellature + per introdurvi antisettici, privativa della Ditta S. BROGI, vengono spedite al prezzo di L. 5,50 cadauna (invece di L. 6,50). — 12 di esse per L. 60, franche di porto e imballaggio. 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Oltre a ciò, dietro domanda unita all'invio della quota d’ be spediremo a scelta uno dei sottoindicati premi: 1.0 Un opuscolo (a nostra scelta) relativo alle Scienze naturali, Indicare se sì desidera di sog- getto relativo alla Zoologia, o alla Botanica, o: all'Agricoltura o alla Mineralogia e Geologia. 2.0 Cinque specie (a nostra scelta) di minerali, o di rocce in piccoli esemplari, o di conchiglie, o di fossili, o di piante secche, o di insetti. 3.° Una pelle di uccello mosca o di altro uccelletto esotico, i 4.° Oppure previa richiesta verrà fatta, pubblicazione gratuita di avvisì di complessivi 10 versi in colonna : per 6 volte della medesima o di diverse domande ed offerte di cambi. \ A richiesta spediremo anche il catalogo di molti scritti relativi alle scienze naturali î quali cediamo a metà di prezzo. Offriamo inoltre indistintamente, a tutti coloro che pagano l'abbonamento 1906 entro l’annata 1905, le seguenti pubblicazioni a prezzi ridotti e franche di porto: Gli uccelli insettivori non sono utili al- l’ Agricoltura del dott. Achille Griffini. Pag. 83 in-8.0, con 24 figure. L. 5 per L. 3. Vade-mecwnm ornitologico. Calendario tascabile e Notiziario per l'escursioni- FU ornitologo, di G. Vallon. Pag. 275 in 16. L. 2,50, per L. 2. » Dall’ opera La « Specola ornitica » di selgoland del Gitke, per G. Vallon -Pag. 54 “Lei Prezzo L. 1.50 per L. 1.00. «Gli uccelli nidiacei - Allevamento-Edu- eàzione - Malattie - Cure di Ionna E. Pag. 58 in-8 L. 1,50 per L. 1,00. Glossario entomologico, corredato del re- gismo Latino-Italiano delle voci citate, redatto da Luigi Fuilla Vedaldi. Pag. 186, formato 8.° grande (con Il tavole) L=5 per L. 3,50. . Avifauna Calabra. Elenco delle specie di uccelli sedentarie e di passaggio in Calabria, di Lucifero Armando. Vol. di pag. 79 in-8. L. 00 per L. 2,50. Catalogo dei Coleotteri d’Italia, com- pilato dal dott. Stefano Bertolini. Pag. 144in 16.9 Prezzo L. 3 per L. 2. Manuel du Lepidopteriste par G. Parss. Catalogo delle specie, caccia, preparazione, clas- sificaZione, maniera di allevarli ecc. 320 pag. con figure L. 3,75 per L 3,00. ‘Conseils aux amateurs pour faire une collection de papillons. Classification, pre- paration et conservation. Par. M. Beleze. Con 32 fig. L. 0,80 per L. 0,590. Viaggio in Oriente pel cav. dott. F. Tassi Pag. 130 L. 1 per L. 0; 40. Î funghi mangerecci e velenosi, deseri- zione, modo di cucinarli e conservarli. Con 23 tav. a per C. Rossi. Pag. 140 L. 1,50 per L..0,8 Avifauna del prof. Gasparini con la dia- gnosi di tutte le specie degli uccelli italiani. 296 pag. in 8. L. 5 per L. 2,50. i Le funzioni della vita, Preliminari. La Riproduzione, del prof. c° Paratore. Pag. 25, formato in 8.° grande, L. 2,00 per L. 1,00. La Geologia: agricola e le rocce della provincia di Roma e di Perugia per il dott. G. De Angelis d’ Ossat (1.2 Parte). Pag. 27-in-8. L. 1,50 per L, 1,90. Quadri cristallografici per le scuole se- condarie del prof. E. Paratore. 12 pag. L. I per L. 0,40. Elenco dei Lepidotteri propri soltanto . all’ Italia, di Perlini Renato. Pag. 22, formato . 8.° grande. L. 2 per L. 1.) Analisi istologica delle droghe medici- nali, del prof. Emanuele, Paratore. Pag. 14 in-8 L. 1 per L. 0,50, i Monografia dei Colombi. de dott. Luigi: Raggi. Pag. 14 L. 1,90 per L. 0,80. Migrazioni e Faune pel sac. prof. Cesare Gaffuri. Pag. 255 în-8. L. 2,50 per L. I, 80. Contributo allo studio dei nomi volgari delle piante in Romagna di ‘Raggi Luigi Pag. 57 in-8. Prezzo L. 2 per L. :1, 90. Sull’incrociamento dei venti costanti) Vade-mecum. Su grande del prof., Longo Andrea. Pag. LI in-8. L. l per L. 0,50. Raccolta, preparazione e conserva- zione in erbario delle piante raccolte. Vade-mecum del dott. L. Raggi. Pag. 7 in-8- L. 1 per L. 0,50. do” L’Aringa e la sua pesca del dott. Raggi Luigi. Pag. 13 in-8.° L. 1,50 per L. 0,80. TUTTI COLORO CHE PAGANO L’ ABBONAMENTO ENTRO I PRIMI TRE MESI DELL’ANNO, E TUTTI COLORO CHE SI ABBONANO E del giornale, con sole lire cinque saldano l’ abbonamento al Giornale ta, oppure alla vista ed al Bollettino del Naturalista ; e con sole lire sotto saldano 1° abbonamento per 1a porto direttamente all’Agenz OU10) do V invian AD ANNATA INCOMINCIATA, USI Ornitologico ed al Bollettino del Natural trati dell? annata. tv APE sempre tutti i fascicol id PICEVONO tutti e tre ‘questi periodici. I nuovi abbonat . 1,00 di più, e quelli degli altri Stati L. 2,00 di più, per le maggiori spese postali. Gli abbonati esteri dell’ Unione, postale pagheranno È (1FOL. Conto corrente con la posta ANNO XXV BOLLETTINO DEL NATURALISI VAL Collettore, Allevatore, Coltivatore, Heclimatatore Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L. 3. Per gli Stati della unione postale L. 3, 50.Altri Stati L, 4 Scienza e pratica ruzione e diletto Ki PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e dì Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali el al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scambi e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i protessori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento; acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Richieste e offerte ecc. ecc. (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principalmente quelli nominati nella copertina della Rivista Italiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un'unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in ViaB. Peruzzi 28, eda tutti gli uttici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal princrpio di igni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- “iene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. fascicoli separati costano cent. 30 perogni 16 pag. di testo. 4gli Autori dimemorie originali di una certa impor- sanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta Quando inviano è mamoscrilti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli :he contengono î loro scritti, pagandoli solamente 10 zent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L. 6l sento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano orima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè glì abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni zratuite nel Bol/e*nn. ner scambiarsi comunicazioni, pro- di- scritti che contengono avv2s?d2 acquisto 0 vendita, o che possono servire di reclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamenta quelle provenienti da abbouati che hanno già pagato l’ab bonaniento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta gs non è espressamente richiesta dall’ abbonato. 1? amministrazione s'incarica di r appresentare gliab bo ìati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentate dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagar: un compenso da combinarsi. La direzione può, in casi eccezionali, ritiutarsidì pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogne di dare giustificazioni in proposito. l manoscritti non pub- blicati possono essere ritiratidagli autori proprie spese Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche tascicolo ne sarà loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis, purchè la richiedano entro l’ annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamensa. Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- poste, consigli, 17 * fara offerte e ri- sarche por con DS nacchine, pro FG. i Le inserzio > reg. Dig. sare la lunghes A > si ha diritto di eda E ne viena accor( penso. Dalla in LA -A. ff 7 | icazioni ricevute è sì fa speciale + ali ci pervengono due esemplara iv s Lio > essere anticipati. Chi desidera mortai li . È: 5 a FP illi necessari, o scriva in car- a. ni FELL È us, tai Agli Associati che hanno pagato l'abbonamento dell’ annata in corso, previa richiesta, verranno spedite con ribasso di prezzo e franche di porto le segnenti pubblicazioni: Dall’ opera La « Specola ornitica » di Helgoland del Giitke, per G. Vallon Pag. 54 in-8. Prezzo L. 1.50 per L. 1.00. Gli uccelli nidiaceì - Allevamento - Edu- cazione - Malattie - Cure di Ionna E. Pas. 58 in-8 L. 1,50 per L. 1,00. Glossario entomologico, corredato del re- gistro Latino-Italiano delle voci citate, redatto da Luigi Fuilla Tedaldi. Pag. 186, formato 83. grande (con ll tavole) L. 5 per L. 3,50. Avifauna Calabra. Elenco delle ‘specie di uccelli sedentarie e di passaggio in Calabria, dì Lucifero Armando. Vol. di pag. 79 in-8. L. 4,00 per L 2,50. La Valtellina ed i Naturalisti. Memo- ria divisa iu 6 capitoli: .Generalità - 2. Zoo- E logia - 3. Botanica - 4. Geologia — 5 Minera- logia e litologia = 6. Idrologia e meteorologia. Appendici, per il dott. M. Cermenati. Vol. di 287 pag. in-8. Prezzo L. 3 per L. 2,50. I Pesci del Trentino e nozioni elementari intorno all’organismo, allo sviluppo ed alla fun- zione della vita del pesce, del dott. V. Larga- iolli in 2 vol. con fig. L. 6,50 per L. 5,50. Carta murale dei Pesci del Trentino com- pilata dal dott. V. Largaiolli. Montata L. 2,50 per L. 2,00; non montata L. 2,00 per L. 1,50. Le funzioni della vita, Preliminari. La Riproduzione, del prof. E. Paratore. Pag. 25, formato in 8° grande, L. 2,00 per L. 1,00. La Geologia agricola e le rocce della provincia di Roma e di Perugia per il dott. G. De Angelis d’ Ossat (1.2 Parte). Pag. 27 in-8. L. 1,50 per L, 1.90. Quadri cristallografici per le scuole se- condarie del prof. E. Paratore. 12 pag. L. | per L. 0,40. Monografia illustrata degli uccelli di rapina in Italia del dr. G. Martorelli. Grande volume di 211 pag in-4 con tav. in colori e fix. intercalate nel testo L. 20 per L. 18. Gli uccelli e l’ agricoltura. Osservazioni di G. Fabani L. 0,60 per L. 0,40. Nozioni elementari di storia naturale ad uso delle scuole secondarie, classiche e tecni- che per il prof. A. Neviani- Anatomia, I'isio- logia e Tassinomia animale. Vol. di 440 pag. con 464 fig. L. 3,00 per L. 2,50. Meccanismo interno ed esterno del volo degli uccelli per il prof. C. Fabani L. 0,60 per L. 0,30. Manuel du Naturaliste per A. Granger. Raccolta, preparazione, imbalsamazione, ecc. ecc. Pas. 332 con 297 fie. (1995) L. 4, 50 per L. 3,00. L'art d'empailler les petits animaux semplifié par P. Combes. Un vol. con fig. L. 1 per L. 0,30. Piccolo atlante botanico di 30 tav. con 258 fig. in colori preceduto da brevi nozioni di Botanica descrittiva per le scuole secondarie del prof. Vincenzo Gasparini. 2.8 edizione mi- gliorata ed: accresciuta L. 3,50 per L. 2,50. Catalogo dei Coleotteri d’ Italia, com- pilato dal dott. Stefazo Bertolini. Pag. 144in 16.° | Prezzo L. 3 per L. 2. Elenco dei Lepidotteri propri soltanto all’ Italia, di Perlini Renato. Pag. 22, formato 8.° crande. L. 2 per L. 1. Analisi istologica delle droghe medici- nali, del prof. Emanuele Paratore. Pag. 14 in-8 L. 1 per L. 0,50, Monografia dei Colombi. Vade-mecum. del dott. Luigi Raggi. Pag. 14 in-8 grande. L. 1,50 per L. l. Manuel du Lepidopteriste par G. Panis. Catalogo delle specie, caccia, preparazione, clas- sificazione, maniera di allevarli ecc. 320 pag. con figure L. 3,75 per L 3500. i Conseils aux amateurs pour faire une collection de papillons. Classification, pre- paration et conservation. Par. M. Beleze. Con 32 fig. L. 0,80 per L. 0,50. Viaggio in Oriente pel cav. dott. F. Tassi Pag. 150 L. 1 per L. 0,40. I funghi mangerecci e velenosi, deseri- zione, modo di cucinarli e conservarli. Con 23 tav. colorate, per €. Rossi. Pag. 140 L. 1,50. per L. 0, 80. Sono i piccoli uccelli utili all’ agricol- tura? per D. G. Salvadori. Pag. 22. L. 0,50 per L. 0.25. 7 La protezione degli animali in rapporto ai loro diritti ingeniti e acquisiti all’ umano consorzio e alle leggi, per il prof. GriMlo Nic . colò |. 2,00 per L. 1,20. Considerazioni sulla intelligenza degli animali per il prof. N. Grillo. Un Vol. di 70 pagine L. 1,10 per L. 0,80. Traverso la Sardegna per il dott. N. Grillo. Vol. di 78 pag. L. 1,00 per L. 0,70. Il Mimismo del regno animale per il = prof. €. Socini. Pag. 72 e © tav. con molte fix. L. 3,00 per L. 2,00. L'uovo e le sue prime trasformazioni per il dott. Cermenati Mario. Pag. 46 in-8. Prezzo L. 1,00 per L. 0,50. Zootecnia. Pregi e difetti degli animali do- mestici col modo di conoscere l’ età per Cavagna Gaudenzio. Pag. 280 in-8. Prezzo L. 2,00 per, igniao! La cultura dell’ Olivo e la estrazione del- l’olio di Passerini Napoleone. Pag. 132 in-8 con fisure. Prezzo L. 1,90 per L. 1,00. Metodo per preparare Tavole murali per la Scuola del dott. Poli prof. Aser. Pag. 8 in-8 L. 0,50 per L. 0,30. Manuale del trattamento del Cavallo del march. Carlo Costa. Pag. 280 1n-8. Prezzo L. 3,00 per L. 2,00. Elementi di Agraria ad uso delle Scuole dì Agricoltura del prof. Napoleone Passerini. Pag. 272 in-8 con figure. L. 2,50 per L. 2,00. Elementi di Tassinomia vegetale ed animale del dott. Lwigî Bordi. Pag. 100 in-8. Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. Elementi di Zoologia agraria del dott. Eugenio Bettoni. Pag. 352 in-8. Prezzo L. 3 per L, 2,50: Falconeria moderna. Guida pratica. per addestrare alla caccia le principali specie di Fal- conidi per A. U. Filastori. (29. Ediz.) Pag. 36 in-8 con figure. L. 1,25 per L. 1,00. Migrazioni e Faune pel sac. prof. Cesare Gaffuri. Pag. 255 în-8. L. 2,50. per L. 1, 80. Contributo allo studio dei nomi volgari delle piante in Romagna di Ragg? Luigi. Pag. 57 in-8. Prezzo L. 2 per L. 1,50. Su l’incrociamento dei venti costanti, del prof. Longo Andrea. Pag. 14 in-8. L. l per L. 0,50. Raccolta, preparazione e conserva- zione in erbario delle piante raccolte. Vade-mecum del dott. L. Raggi. Pag. 7 in-8 L. 1 per L. 0,90. Avifauna del prof. Gasparini con la dia- gnosi di tutte le specie degli uccelli italiani. 296 pag. in 8. L. 5 per L. 2,50. bi Ù3 4 DERE A Anno XXV N, | I5 Gennaio 1905 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali ed al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L. 4, SOMMARIO Alzona Carlo. Brevi notizie sulle raccolte zoologiche nelle caverne. (cont. e fine). Pag. l. Notizie di caccia Pag. 3. — Notiziario. Pag. 4. — Insegnamenti pratici Pag. 6. — No- mine, promozioni, onorificenze e premi. Pag. 6. — Richieste e offerte (gratis per gli abbonati). Pag. 8. Neviani Prof. Antonio. Materiale per una bibliografia degli studi sui Briozoi viventi e fossili dal 1800 al 1900 (cont.) Pag. XXI-XXIV. CARLO ALZONA Brevi notizie sulle raccolte zoologiche nelle caverne (continuazione e fine) Ortotteri. I Troglophilus e le Dolichopoda verranno posti in alcool o in formolina (Formo- lina del commercio, in soluzione al 4 °/) la quale conserva stupendamente i colori di questi interessanti ortotteri come ho. potuto verificare negli esemplari della mia col- lezione. Bisogna usare la massima cautela nella raccoita affinchè non si spezzino le lun- ghissime antenne setiformi e le zampe posteriori. Consiglio perciò |’ uso di una pin- Zetta a punte smusse con la quale si afferrano sulle pareti delle caverne. | troglophilus e le dolichopoda non si preparino a secco, essendo così soggette a raggrinzirsi e a scolorarsi in breve tempo. Ditteri. Si raccoglieranno in tubetti ad alcool. Per le piccolissime specie è utile il pennello ; per le forme che si tengono immobili sulle pareti può giovare la pinzetta. Non si di- mentichi di raccogliere le larve e le pupe che si troveranno sepolte nel guano dei pipistrelli e nelle sostanze in putrefazione. Alcune specie di ditteri delle caverne, come ad esempio l’ Heteromyza atricornis (Meig.), vengono attirate dalla luce delle can- dele analogamente a varie forme viventi all’ esterno e a insetti di altri ordini. Lepidotteri. Accidentali nelle caverne, non conoscendosi fino ad ora specie tipiche della fauna sotterranea : quindi non credo necessario riferire sulla raccolta e sulla preparazione quelle notizie che vengono date dai libri entomologici. I Neurotteri e gli Imenotteri sono pure accidentali nelle cavità ipogee. Dei primi si rinvengono spesso PAhryganea, allo stato di insetto sulle pareti delle ca- verne, anche a notevole profondità, o allo stato di larva nei corsi d’ acqua sotterra- nei. Ma sono forme viventi pure all’ esterno, quindi poco interessanti per lo speologo. Dei secondi può trovarsi qualche formicide nell’ humus; finora non si rinvennero però forme particolarmente notevoli. La presenza della TypRlopone Clausi Jos. nelle caverne della Carniola è assai contestata. Tisanuri e i Collemboli verranno raccolti con un pennello e immersi nell’ alcool; in questo liquido esclusivamente si conserveranno. Per le forme ad antenne e cerci di estrema delicatezza come le Campodea (delle quali varie specie assai affini si scopri. rono in questi ultimi anni) il Dr. Viré consiglia I’ immersione per qualche giorno in formolina al 4 °,; quindi passaggio in alcool. I miriapodi si porranno in alcool, raccogliendoli con ogni cautela affinchè non si spezzino antenne e zampe, organi importantissimi, anzi spesso indispensabili per la classificazione. Non si pongano nello stesso tubo coi miriapodi, grossi coleotteri o ragni (Meta) i quali possono, agitandosi, recare gravi e irreparabili danni alle raccolte. Gli aracnidi esclusivamente nell’ alcool; da escludersi, come pei miriapodi, la formolina. I crostacei si conservano assai bene nell’ alcool. Questo liquido ha però l° incon- veniente di scolorare il piemento di talune forme (Niphargus, Gammarus) caratteristico dell'animale vivente e dopo qualche tempo non è più possibile rendersi conto della colo- razione primitiva. Data | importanza della pigmentazione e particolarmente degli occhi, normali o in parte o del tutto atrofizzati, nello studio delle specie cavernicole, l° azione dell'alcool è assai dannosa; alcuni consigliano la miscela seguente, che a me ha dato buoni risultati: Alcool parti 75 Glicerina aN020 I Vermi si pongono pure in alcool: La formolina li indurisce troppo. Pei Trematodi è consigliabile la miscela di alcool e glicerina. Molluschi. — Per la raccolta si porranno in tubetti con bambagia. In seguito con macerazione in acqua si avranno le conchiglie prive di ogni resto delle parti molli dell’ animale. È bene porre alcuni esemplari dei molluschi che sì raccolgono in alcool per poterne studiare la conformazione anatomica, essendo lo studio della sola conchiglia di un interesse affatto relativo. Protozoi — Come dissi nelle acque sotterranee esistono pure protozoi ; la raccolta e la conservazione di queste infime forme di esseri viventi richiede però mezzi e tecnica speciali. Esorbiterei dal campo del presente lavoro se m’ indugiassi a porgere notizie sul modo di raccogliere i protozoi nelle caverne e nei pozzi. Rimando perciò all’ ottimo manuale: Tecnica protistologica del Prof. Maggi (Milano: Hoepli) e alle opere speciali sui protozoi. * E buona regola mutare |’ alcool nei tubetti delle raccolte, non appena ritornati da (D) un’ escursione. Oltre che è quasi impossibile non intorbidare il liquido primitivo con argille e materiali diversi, durante la raccolta, esso viene diluito fortemente in special modo introducendovi crostacei acquatici. Non si pongano troppi esemplari nello stesso tubo, poichè data la scarsità del liquido conservatore si compromette |’ intera raccolta. Buon consiglio è di non fare economia di alcool, mutandolo ogni qualvolta si notino sedimenti, colorazione giallastra, intorbidamento. Lo spazio di ogni tubo, compreso tra il tappo e le raccolte, si colmerà con bam- bagia, badando che non si formino bolle d’aria e che gli esemplari restino totalmente immersi nel liquido. Ciò per evitare dannosissimi scuotimenti durante il trasporto. In viaggio e nelle spedizioni tale cura è indispensabile. Mi è occorso qualche volta di ri- cevere preziose raccolte in stato deplorevole, per la mancanza della bambagia. Prima di chiudere ogni singolo tubo non si dimentichi di introdurvi un cartellino indicante : 1.° Il nome della grotta e la sua situazione topografica. 2.° Il nome del raccoglitore e la data della raccolta. 3.° Un numero progressivo che si riferisce al carnet da escursioni che ogni naturalista deve sempre portar seco. Nel carnet si raccolgano tutte le notizie possibili intorno all’ estensione della ca- verna,. alla. formazione geologica nella quale è scavata, all’ altezza sul livello marino e alla biologia della forma raccolta: umidità dell’ ambiente, grado di oscurità (se nella penombra o nelle tenebre), temperatura, distanza dall’ ingresso. Si noti se la specie fu raccolta sul suolo libero o sotto pietre o sulle pareti o sulle stalattiti, in acqua corrente o stagnante, sull’ argilla, nel guano etc. La biologia della fauna sotterranea è quasi totalmente sconosciuta ed ogni notizia è interessante in sommo grado. xx Chiudo questi brevi cenni sulla raccolta degli animali cavernicoli con un vivo ap- pello ai giovani naturalisti italiani. L’ Italia è ricchissima di caverne non ancora esplo- rate e certo molte forme nuove per la Scienza si celano nella gelida oscurità sotterranea. Valgano le scoperte, che non possono mancare a chi osservi con attenzione e perseve- ranza, a compensare gli speologi delle fatiche, dei pericoli, dei disagi non 'lievi che s’ incontrano nell’ esplorazione scientifica di nuove caverne. Notizie di Caccia La fine di un cervo. — Il Cervus Davidianus, interessante specie che viveva nel parco della corte cinese pare sia esaurito. Durante gli ultimi torbidi e l'intervento europeo, fu tolta la guardia e distrutta la muraglia che lo confinava, e l’ultimo branco andò disperso. Osservato nel 1860 dal. padre David, fu con grave fatica che i giardini zoologici di Parigi e di Londra ne otten- nero una coppia. Ora in Europa non ve ne sono che 3 esemplari, uno a Londra © ed un paio a Berlino. Il Re a caccia con Marconi. — Il 7 corr. il Re invitò Guglielmo Marconi a una partita di caccia a Castel Porziano, Durante la medesima furono uccisi parecchi cinghiali, dei quali tre da. Marconi. a u__ _< —P7—F—— NOTIZIARIO Un nuovo vegetale alla mensa di Loubet. — Venne presentato al presidente della Repubblica, Loubet, un nuovo vegetale chiamato petsaî, importato recentemente dalla Cina e che è destinato ad avere il successo che ebbero le patate sotto Luigi XVI. Il maggiordomo dell’ Eliseo sta meditando da qualche tempo, insieme al capo cuoco delle cucine presidenziali, il modo di pre- sentare decentemente sulla tavola del presidente questo nuovo ortaggio che è una specie di cavolo, il quale forma la delizia degli ospiti della Corte di Pechino. L’albero che fischia. — Non è da oggi che si parla di un Albero che fischia. Nella Nubia e nel Sudan esistono boschetti di una specie di Acacia di cui l’ appellativo scientifico, come pure il nome volgare, deriva da un suono particolare che emettono i suoi rami quando sono agitati dal vento. Il nome arabo è di soffar o piva, e le è dato pure il nome specifico di fistu/a, che pure significa piva, per la ragione stessa per la quale agli abitanti indigeni fu suggerita la sua desi- gnazione locale. L' albero è infestato da insetti che depositano le loro uova nei giovani germogli o sulle estremità dei rami. Si produce quindi alla base di questi germogli una specie di escrescenza a modo di galla, circa un pollice di diametro, e, quando la larva è emersa dal nido lascia un pic- colo foro circolare, in cui l’azione del vento cagiona un fischio simile a quello che può elevarsi da un flauto o soffiando in qualunque piva o cannello vuoto. Quando il vento sia forte, il suono prodotto da migliaia di questi flautetti in un boschetto di Acacie è curiosissimo. La descrizione data di queste galle dal dott. Schweinfurth lascia incerto se siano vere coccole o gallozzole, ovvero la secrezione di una specie d’ insetto lacca. Questo prezioso insetto lacca dell’ India alligna sopra una. o due specie di Acacia, mentre una sola varietà, l’ Acacia Arabica, produce pure una specie di galla che si usa nelle conce. Il più grande zuccherificio del mondo. La rivista Cuba y America dedica il suo nu- mero ultimo alla descrizione del « Central Chaparra » il più grande zuccherificio del mondo. Questa fabbrica macina in un solo giorno 3,116,500 chilogr. di canne. Sette treni portano giorno e notte la canna necessaria per alimentare i suoi formidabili macchinari. Nuovo metodo di stufatura per i bozzoli. Il prof. De-Loverdo a seguito di compiute esperienze, assicura che la stufatura dei bozzoli potrà farsi col freddo anzichè col calora, sem- prechè possano conservarsi i bozzoli in un ambiente frigorifero per un mese, ad una temperatura costantemente sotto zero. L’esperimentatore ha constatato che quindici giorni di freddo, anche ad $ centigradi, non impediscono la chiusura delle crisalidi, mentre queste rimangono tutte uccise dopo 25 giorni di temperatura a zero gradi, rimanendo così addimostrato che il freddo agisce più per durata che per intensità. La crisalide morta sotto l'azione del freddo diventa nera, ma a seguito della lenta evapora- zione dell'umidità de' suoi organi alcuna macchia viene lasciata sulle pareti del bozzolo. In tal modo verrebbe evitato l’ inconveniente a cui si va incontro con le stufe ad aria calda e per cui a seguito dell’ umidità emanantesi repentinamente dal corpo delle crisalidi, i bozzoli ri mangono semplicemente alterati; come pure si eviterebbe di avere i bozzoli bagnati con aumento delle macchie, adoperando le stufe a vapore. Se il nuovo metodo della stufatura a freddo corrisponderà pienamente secondo le previsioni del prof. De Loverdo, una notevole influenza eserciterà senza dubbio sul commercio dei bozzoli. (Dal Giornale l'Umbria Agricolo) A proposito di questo argomento ci piace anche riportare dal giornale l' Economia Rurale la seguente notizia : Il freddo applicato alla conservazione delle farine. Il sig. Ballandi farmacista mi- litare di Parigi, ha testè presentato ad un consesso medico delle farine di grano, che da più di tre anni sono conservate in camere refrigeranti ad una temperatura prossima a zero gradi. Tali farine non ebbero in questo frattempo a subire avarie di sorta, nessuna modificazione nelle loro proprietà fisico-chimiche ed organolettiche; mentre farine di identica qualità, conservate in con- dizioni normali pel medesimo periodo di tempo, non davano più che un glutine di mediocre qua- lità e presentavano inoltre sensibile alterazione nel loro aspetto fisico e nelle proprietà chimiche, L'autore conclude la sua relazione dicendo però, che per quanto le farine si sieno conservate bene, tuttavia è meglio conservare i cereali allo stato di grano, La coltura elettrica. — L'applicazione della elettricità alla coltura dei vegetali percorre il suo cammino ascendente perfezionandosi via via attraverso difficoltà molteplici. Da tempo era stato assodato, che la luce artificiale permette di far crescere le piante e far maturare i frutti in buone condizioni. Da parte sua Gervè Mangon ha dimostrato che i raggi elettrici possono contribuire alla forma della clorofila, ossia della sostanza colorante delle foglie, e che i fiori si volgono verso la lampada elettrica come il girasole verso l’ astro del giorno. Sir William Siemens sostituendo alla luce diurna e del sole la luce notturna delle lampade elettriche, così all'aria libera come nelle serre, riuscì a far fiorire precocemente, meloni, cetriuoli, uva e fragole. Quando il Siemens eseguì questi esperimenti, circa 25 anni sono, il costo dell’ elet- tricità era molto più alto di quel che sia oggi, e non si poteva pensare ad applicarla in grande agli orti e ai giardini; ma già allora il Siemens predisse sarebbe venuto il giorno in cui questo impiego della luce artificiale diventerebbe regolare. Lo accusarono, è vero, di voler far perire le piante col suo metodo, e da non pochi fu sentenziato che la vita vegetale si esaurirebbe quando fosse diventata artificiale. Oggi l' esperienza ha dimostrato, che quei timori e quelle profezie erano infondati. Il prof. Bailey, della Cornell University di Ithaka (nello Stato di New-York) ha ripreso recen- temente gli esperimenti del Siemens, operando su cavoli, fiori, lattuga, spinaci, piselli ed ‘altre piante da orto con piena riuscita. Egli fa notare tuttavia che, se la luce artificiale può affrettare lo sviluppo degli ortaggi senza che le piante ne soffrano, resta ancora da risolvere tutta una se- rie di problemi per assicurare la difesa delle piante contro la luce eccessiva, e che importa pre- cisare in quali circostanze e condizioni l'imitazione della luce solare possa riuscire vantaggiosa. Ed è assai importante e torna a proposito citare quanto sulla questione afferma il dottor Viaud, nel suo recente libro sulla energia vegetale: Le variazioni che si osservano sulle piante provengono anche da modificazioni della cellula- uovo: si potrebbe indi influenzare in senso benefico la discendenza col sottoporre ad emanazioni radioattive il seme. Le esperienze di Brown hanno infatti dimostrato che i raggi del radio attra- versando per poche ore un tessuto, gli trasmettono qualità nuove. Si potrebbero far germinare i semi restii, elettrizzandoli con una batteria di quattro elementi Leclauchè in comunicazione con un rocchetto d’ induzione. Basterebbe porli in cilindri di vetro chiusi ai due estremi con placche di rame in contatto coi poli del rocchetto; quindi levati dopo una permanenza di due minuti alla corrente, trasportandoli poi su recipienti di maiolica. L’ elettricità negativa a debole tensione favorisce singolarmente lo sviluppo dell’ embrione. Nelle aiuole di fiori e nei vivai sarebbe facile captare l’ elettricità dell’ atmosfera per mezzo di pertiche alte 7 o 8 metri e di fili zincati, posti a due metri di distanza. Le esperienze hanno gia dato buoni risultati per piantagioni di patate, fragole e pomidoro, che si ebbero precoci. L' elettricità aumenta la circolazione della linfa e la quantità di zucchero dei frutti; ma oc- corre un innaffiamento abbondante. La terra essendo carica di elettricità negativa e l’ atmosfera di positiva, la pioggia porta verso la terra forti cariche di quest’ ultima. Essa possiede inoltre pro- prietà radio-attive, che comunica al suolo. L’ elettrizzazione dei semi inumiditi accelera il germogliamento; l’ elettrc-coltura aumenta il reddito; l'aratura elettrica permette le lavorazioni profonde ; l’ ozono uccide i parassitì del terreno; si può quindi presagire alla elettricità un grande ufficio nelle futura coltivazione razionale. Da Londra, a riprova, ci giunge intanto la notizia, come la Società Reale di Orticoltura abbia deciso di istituire un laboratorio di botanica il cui scopo principale deve essere quello di stu- diare ì mezzi per sostituire, nella coltivazione degli ortaggi, la luce elettrica alla luce solare. Si spera in tal modo di ottenere, a dispetto del cielo inglese così poco allietato dal sorriso del sole, magnifici fiori e frutta deliziose, (Dalla Gazzetta agricola). OTIS e aires INSEGNAMENTI PRATICI —___ Modo di conservare le carni al Giappone. Dal periodico 1° Avvenire economico e le: industrie del freddo togliamo : I giapponesi, hanno, un metodo speciale di conservare le carni, molto semplice ed economico. Impiegano vasi di porcellana di piccolo diametro, ma profondi e vi introducono le carni pressan- dole. Versano quindi acqua caldissima in modo da coprire le carni e per togliere l’aria versano un, poco, di olio di oliva alla superficie dell’ acqua ancora calda. Per correggere l’irrancidimento dell’ olio d' oliva, l’ Agricoltore calabro-siculo sug- gerisce: Per gli oli. fini: lavamento con acqua salata, aceto, alcool, o. aggiunta di magnesia calcinata (2 kg. per ogni, ettolitro): LE Per. gli oli ordinari: aggiunta di liscivia, composta di calce viva e cenere. Un altro mezzo efficacissimo per liberare i meli dall’ afide lanigero o pidoc- chio sanguigno è quello, secondo la Sentinella agricola, di pennellare la pianta con oto dî raviazone. < Coll’ aiuto di una, spazzola di crine o di an panno qualsiasi, scrive essa, si pulisca alla meglio la pianta dalla maggior parte degli insetti, e infine con un pennello di crine si spalma l'olio di ravizzone dovunque; vi sono deformazioni da essi determinate, e dovunque vi è il minimo accenno di infezione, nen trascurando di osservare bene le prime radici e.di trattarle, ove occorra. L'applicazione dell'olio va fatta. con tutta diligenza: sui rami, negli angoli che essi formano fra loro, attorno ai rigonfiamenti, nelle. screpolature della. corteccia, lungo il tronco, sulle prime radici... dovunque, insomma, vi è presenza di insetti, Se al trattamento sfugge la più piccola co- lonia di, essi, l' infezione si, riproduce: rapidamente. Dopo. una. ventina, di giorni è bene visitare, le piante trattate: l'olio di ravizzone si sarà; es- siccato, ese l'operazione non: è stata: fatta a dovere, sarà. facile completare il trattamento e. libe- rare, del tutto la pianta dall’ ospite malefico: ». NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI De Stefano prof. Giovanni è incaricato dell’insegnamento della geologia applicata nella scuola d' applicazione per gl’ ingegneri, nell’ Univ. di Palermo. De Niccolò Giuseppe è nominato incaricato di mineralogia nelle Scuole Universitarie an- nesse al Liceo « Cirillo » di Bari. Cinelli Modesto è nominato incaricato di fis. sperimentale e storia naturale nelle Scuole Universitarie annesse al Liceo « Galluppi » di Catanzaro. Rippa dott. Giovanni è abilitato per titoli alla libera docenza di bot. nella R. Univ. di Napoli. Balboni dott. Giovanni è incaricato dell’ insegnamento della mineralogia nelle Sc. Uni- versitarie annesse al Liceo-Ginnasio di Aquila. Rosa prof. Daniele, ordinario di zool., anat. e fisiologia comparate è nominato preside della facoltà dì sc. fis., mat. e nat. nell’ Univ. di Modena. Longo dott. Biagio è nominato assistente nell’ Orto bot. dell'Univ. di Roma, Puglisi Michele « preparatore « < < Corti dott. Alfredo « assistente nel Gab. di zool. e anat. comp. dell’Univ. di Parma, Checchia Rispoli dott. G. « e « min. e geologia e Palermo Bianchini dott. Bruno « c « zoologia ‘ Roma Paoli dott. Guido ‘ collaboratore « a « ‘ Mattirolo prof. Oreste « incaricato dell’ insegnamento della botanica per i medici e farmacisti nell’ Univ. di Torino. Tietze Federico è incaricato d’ insegnare se. fis. e nat. nella se, normale di Ascoli Piceno. Bisogni Carlo c C « C Monteleone Bartelletti Veturia « Gi « e S. Pietro al Na- tisone. i Mariani Giuditta < « < Ci Noto Pignatari Giacinto « « mat. c « Forlimpopoli Loria Salvatore ci < < < ci Velletri Gereschi Dina G Ci « ‘ Anagni Marchese Beatrice « < e < Castroreale Pizzetti Margherita < < < ‘ Cosenza Goggio Itala, « < < LI Mantova Durante Pasquale < < < < Mistretta Mirabella Rosalba « ci < c Petralia Sottana Marino Salvatore < < ‘ e Piazza Armerina Ostermann Giuseppina < < (compl. autonoma) Pesaro Gentile Giuseppina « < sc. nat. Ù Noto Falchi Giuseppe tit. di st. nat. di II. classe è stato promosso ‘alla I. nel Liceo di Lucera. Armanelli Giuseppe « III. G « II « Novara. Tagliarini Francesco regg. « nei licei e « al grado di III. classe in quel- lo di Palermo. Peola Paolo voteilaa e & e e in quello di Aosta Armenante Zoe è incaricato d' insegnare se. fis. e nat. nella sc. normale di Mistretta. Buggiani Adolfo è nominato incaricato di sc. nat. nella sc. tecnica di Pistoia. De Stefano Giuseppe è nominato, per concorso, prof. incaricato di sc. nat. nella sc. tec- nica di Soresina. Baroni Eugenio < c e Casalmaggiore Marino Salvatore < « CI Sciacca Mercatanti Pietro C; « reggente di mat. e sc. fis. e nat. nella sc. normale maschile di Oneglia. Muscatello Giuseppe, incaricato di se. nat. nella se. tecnica di Como è trasferito por servizio a quella di Augusta. Gasparini Oreste c a c Belluno « Lonigo Ponso Antonino < C G Canicatti « Sondrio Campoccia Gesualdo q e « Caltagirone « Cuneo Biave Eugenio prof. < Ci CI Pordenone «Vicenza (per domanda). Ricci Arnaldo, incaricato di se. nat. nella sc. tecnica di Ivrea, è comandato alle classi ag- giunte di quella di Prato. Di Milia Raffaele c Ci « Como « per lo stesso insegnamento ‘a quella di Città Sant' Angelo. I seguenti insegnanti di scienze fisiche e nat. delle scuole normali maschili e femminili, sono. trasferiti : Camera Carlo da Vercelli a Mondovì ‘(per domanda) Gianotti Giovanni, da Mondovì a Vercelli ( ‘ ) Mariani Giuditta da Noto ad Aosta ( < ) Durante Pasquale da Mistretta a Trapani ( < ) Colozza Antonio, comandato alle classi aggiunte della complementare autonoma di Firenze è trasferito, per merito di concorso, alla sc. normale femminile di Firenze. Galiani Angelina, incaricata di sc. nat. nella sc. tecnica di Palermo; è comandata per ser- vizio alla sc. normale di Bobbio. Paoletti Giulio, prof. di st. nat. nell’ ist. tecnico di Arezzo è trasferito a quello di Messi- na (per servizio). Tellini Achille c G Messina G Sondrio (per servizio). Donatelli Carlo c C Melfi C Modica (per servizio). Fano Augusto < < Sondrio < lesi (per servizio). Setti Ernesto Gi < Tesi « Arezzo (per servizio). Zambrano Gaetano, incaricato di sc. nat. nella sc. tec. di Acqui « quella di Aosta Schiavo Mazzeo Pietro « < « Terranova e « Forlì Carraroli Arturo < « « Milano < « Belluno I sotto notati proff. di scienze naturali nelle scuole tecniche sono trasferiti per ragioni di sarvizio: Girotti Michelangelo, da Frosinone a Gaeta; Ricci Arnaldo, da Susa a Ivrea; Fenizia Carlo, da Cremona a Rieti; Calef Adolfo, da Casalmaggiore a Treviglio; Di Milia Raffaele da Sciacca a Como; Pizzetti Margherita insegnante di sc. fis. e nat. nella sc. normale di Cosenza è trasferita per servizio a quella di Livorno. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od otferte desiderano rimanere incogniti. l. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi, Siena. — Desidera acquistare’ o avere per cambio Barbagianni (Strix ffammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus marginatus). 2. Morici Michele Castelbuono (Palermo), offie la rara Arvicola nebrodensis in alcool a L. 2 l’una e l’opera del Minà-Palumbo « Rettili ed Anfibi ». Farebbe cambi con l'opera sugli uccelli italiani del Salvadori o col Manuale di Ornitologia del- l’ Arrigoni. 3. Il Dott. Antonio Magni di Milano, Via Annunciata 19. — Desidera fare acquisto di un ibrido di fringillidea (escluso il canarino) sia in pelle, sia imbalsamato. 4. Grillo. Avv. Dott. Ruggiero Pergine (Trentino) è disposto comperare un paio di Fagiani argentati g' e vivi a prezzo di favore. x 5. A. G. Razzanti V. R. Margherita, 35, Livorno (Toscana). — Desidera coleotteri e Lepi- dotteri paleartici ed esotici, specialmente Carabidi, Lamellicorni, Buprestidi, Cerambicidi e Ma- crelepidotteri. | 6. Tirelli Adelchi, Roma. —. Ministero del Tesoro — desidera cambiare coleotteri laziali con coleotteri europei ed in ispecie cavernicoli. 13 BOZZINI, Gerente responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri ANTONIO NEVIANI Materiali per una Bibliografia italiana DEGLI STUDI SUI BRIOZOI VIVENTI E FOSSILI dal 1800 al 1900 (continuazione) 152. — De Angelis d’ Ossat G. e Verri Ant. — Contributo allo studio del Miocene nell’ Umbria. Rend. Acc. Lincei. [s. 5], vol. VIII. Roma 1899. A pag. 548 sono citate le seguenti specie : Schizoporella linearis Hass. Membranipora reticulum L, Micropora Rosselii Aud. sp. Osthimosia coronopus S, W., C impressa Moll | Smittia cucullata Bk, Onychocella angulosa Rss. 153. — De Angelis d’ Ossat G. e Verri Ant. — Cenni sulla geologia di Taranto. Boll. soc. geol. ital., vol. XVIII. Roma 1899. A pag. 205, dal calcare a briozoi del pliocene superiore, fra vari fossili è citata: Schizoporella unicornis John, (fide Neviani). 154. — De Stefani Carlo e Fantappiè Lib. — | terreni terziarì superiori dei din- torni di Viterbo. Rend. R. Acc. Lincei, [s. 5], vol. VIII, pag. 91. Roma 1899. A. pag. 93, tra i fossili del calcare del fosso dell’ Arcionello, attribuito al miocene medio (elveziano), vi sono briozoi dei generi Lepralia e Membranipora, e Cupularia canariensis Busk, 155. — Di Stefano Giov. e Sabatini Vent. — Sopra un calcare pliocenico dei din- torni di Viterbo. Boll. Com. geol. Dal calcare pliocenico del fosso dell’ Arcionello (vedi mem. precedente), trovasi : Cupularia canariensis Busk, 156. — Meli Rom. — Ancora poche parole sugli esemplari di Neptunea sinistrorsa Desh. (Fusus), pescati. nella parte australe del bacino occidentale del Mediterraneo. Boll. Soc. Malacol. ital. , vol. XX, pag. 116-125. Modena 1895 (pubblicato il 1.° Marzo 1889). A pag. 118 sono citate colonie di Schizoporella ‘linearis Hass, (Lepralia) e di Sch. unicornis Johnst, (Lepralia) aderenti al guscio della Neptunea sinistrorsa. \ XXII 157. — Meli Rom. — Osservazioni sul Pecten (Macrochlamys) Ponzi-Meli, e con- fronti su alcune forme di Pectinidi neogenici affini che vi si collegano. Boll. Soc. geol. ital., vol. XVIII, pag. 324-353. Roma 1889. Pag. 332. Fra i fossili raccolti alla Fornace, a tre chilom. a nord di Civitavecchia, sono i seguenti briozoari, determinati da A. Neviani. Membranipora reticulum Linn, (Millepora). « —. èrregularis d’ Orb, Micropora (Rosseliana) Rosseliù Aud. (Flustra). a (Calpensia) impressa Moll (Eschara). Cribrilina radiata Moll (Eschara). Microporella (Fenestrulina) ciliata Linn, (Cellepora). a Ci «var. Morrisiana Bk, (Lepralia). « (Calloporina) decorata Rss, (Cellepora). Schizoporella sp. Osthimosia coronopus S. Wood (Cellepora). Tubulipora (Stomatopora) major TJohnst. (Alecio). Cellepora tubigera Busk, 158. — Schàffer Franz. —- Beitrige zur Parallelisirung der Miocanbildungen des piemontesichen tertiàrs mit denen des Wiener Beckens Il. JahRrbuch d. k. k. Geol. Reichsansalt. 1899. Pag. 162 (28) in una lista di fossili di Acqui, tolta dalla memoria del prof. Tra- bucco (v. n. 103 di questa bibliografia), evvi : Lunulites intermedia. 159. — Ugolini Riccardo. — Sopra alcuni fossili dello Schlier di Monte Cedrone (Umbria). Boll. Soc. geol. ital., vol. XVIII, pag. 289. Roma 1899. A pag. 293 è citata: Cellepora efr. globularis Bronn, 160. — Vinassa De Regny P. E. — I fossili della tabella oryctographica di Fer- dinando Bassi conservata nel R. Istituto Geologico di Bologna. 804. Soc. geol. ital. , vol. X VIII, pag. 491-500. Roma 1899. L'autore completando lo studio parzialmente fatto da altri della Tabella oryctogra- phica di Ferdinando Bassi, riporta a pag. 498 e 499 le determinazioni già date da Neviani per quanto riguarda i Briozoi (v. n. 113 di questa bibliografia). 161. — Clerici Enc. — Appunti per la Geologia del Viterbese. Rend. Acc. Lincei (s. 5), vol. IX, pag. 56. Roma 1900. A pag. 60, riproduce da una monografia dei signori De Stefani e Fantappiè (vedi n. 154 di questa bibl.) un elenco di fossili di un calcare di valle dell’ Arcionello, rile- nuto Elveziano dal De Stefani e pliocenico dal Clerici; fra vari fossili evvi : Cupularia canariensis Bk. 162. — De Stefano Gius. — Fossili di un pozzo artesiano di Ravagnese. tv. dal. di paleont., vol. VI, pag. 23-24. Bologna 1900. XXIII A pag. 23, dai fossili del quaternario, sono : lubulipora flabellata Fabr, Retepora cellulosa Linn, Membranipora angulosa Reuss. 163. — Levi Tullo. — Osservazioni sulla distribuzione dei fossili negli strati plio- cenici di Castellarquato. Riv. dal. di paleont. vol. VI, pag. 59-78. Bologna 1900. A pag. 61 e 62 dalle marne plioceniche di S. M. Maddalena, sono : Cellepora sp. Myriozoum truncatum Blainv, Cupularia umbellata Defr. A pag. 66, dalla suddetta località (ripetuta) : Cupularia umbellata Defr, 164. — Mariani Mario. — Fossili miocenici del Camerinese. Riv. ital. di paleont. vol. VI, pag. 95-97. Bologna 1900. A pag. 96, nello Schlier dei Cappuccini, evvi: Eschara sp. . 165. — Neviani Ant. — Briozoi neozoici di alcune località d’ Italia. Boll. Soc. zool. ital. (s. Il), vol. I (anno IX), pag. 58-68. Roma 1900. Parte SEsTA, (id. pag. 38-68). Cap. XVII. Briozoi pliocenici di Savignano (Modenese). Riportata la bibliografia relativa, e detto della collezione esistente nella biblioteca comunale di Vignola, vien riportato il seguente elenco. (pag. 60) Membranipora reticulum Linn. (Millepora). Melicerita fistulosa Linn. (Eschara). Cupularia umbellata Defr, (Lunulites). C canariensis Busk, Microporella (Fenestrulina) ciliata Linn, (Cellepora). a var. castrocarensis Nev. « (Reussina) polystomella Rss. (Eschara). C (Diporula) verrucosa Peach (£schara). Hippoporina adpressa Busk (Lepralia). (pag. 61) Myriozoum truncatum Pallas (Millepora). Schizoporella monilifera M. Edw. (Eschara). a sanguinea Norm. (Hemeschara). Osthimosia coronopus S. Wood (Cellepora). Smittia (Marsillea) cervicornis Pall, (Millepora). « (Mucronella) venusta Eichw. (Cellepora), var. laevis. Umbonula ramulosa Linn, (Cellepora). Porina borealis Bk. (Onchopora). Batopora rosula Rss, Entalophora proboscidea M, Edw. (Pustulopora). Lichenopora mediterranea Bluvl, Dalle argille plioceniche di Campiglio presso Vignola si ebbe una stupenda colonia di Porina borealis Bk,, che è figurata in grandezza naturale. Cap. XIII. Di alcuni briozoi fossili della Sicilia. Fatto precedere l'elenco bibliografico delle memorie nelle quali si trovano citati i briozoi della Sicilia, 1’ A. dà l'elenco dei briozoari studiati e provenienti da Ficarazzi, M. Pellegrino, Altavilla e vallone Scoppo, segnati separatamente. Per brevità vengono quì riportati in un unico elenco. Scrupocellaria elliptica Rss,, M. Pellegr. , Altav. Membranipora galeata Bk, ; M. Pellegr. ° trifolium S, W. ; Ficar. Onychocella angulosa Rss,; Ficar. Melicerita fistulosa Linn. ; Ficar., M. Pell., Altav., Scop. C Johnsoni Bk. ; idem. Cupularia canariensis Bk,; Altav. “ Reussiana Mnz,; M. Pell. Micropora (Gargantua) hippocrepis Goldf, ; Ficar. « (Rosseliana) Rosselii Aud,; M. Pell. a (Peneclausa) coriacea Esper ; id. a (Calpensia) impressa Moll; id. Cribrilina radiata Moll; Ficar. , M. Pell. Chorizopora Brongniartii Aud, ; Ficar. Microporella (Fenesirulina) ciliata Linn, ; Ficar.; M. Pell. a (Heckelia) violacea‘John, ; M. Pell. a (Reussina) polystomella Rss, ; M. Pell., Scop. a (Diporula) verrucosa Peach; M. Pell. Hippoporina imbellis Bk, ; Ficar., Scop. « foliacea Ell, et Sol, ; M. Pell. a “ var. bidentata M, Edw, ; id. a adpressa Bk.; Scop. Myriozoum truncatum Pall. ; id. Schizoporella unicornis John. ; Ficar., M. Pell. “ Hyndmanii John. ; Ficar. ‘ linearis Hass, ; id. « sanguinea Norm.; Ficar. 4 vulgaris Moll; M. Pell. : sulcata Nev.; Scop. Retepora cellulosa Linn, ; M. Pell., Scop. « Beaniana King; Ficar., Scop. » Sp,; Ficar. Osthimosia coronopus S, W,; Ficar., Scop. (continua) Offerte d'occasione ai collezionisti d’insetti CASSETTE DI NOCE solidissime, con cristallo, del diametro 44 % 33 X 6, a chiusura ermetica, aventi il fondo di torba o agave, con scannellature per introdurvi antisettici, privativa della Ditta BROGI, vengono spedite al prezzo di L. 5,50 cadauna (invece di L. 6,50). — 12 di esse per L. 60, franche di porto e imballaggio. COLLEZIONI ENTOMOLOGICHE SPECIALI sistemate in apposite scatole con coperchio a vetro. — Sono collezioni di insetti utili e loro relativi prodotti, di insetti produttori di seta, di cera o d’ altro, coi relativi derivati e preparati; di insetti interessanti per mimetismo, o per altro carattere. Prezzo — Da L. 12 a L. 15. ANIMALI DA IMBALSAMARE NEL LABORATORIO ZOOL( Ditta S. BHOGI SIENA. - Via B. Peruzzi -- SIENA SI IMBALSAMANO ANIMALI DI OGNI GENERE CON SISTEMI SPECIALI PER GARANTIRNE LA CONSERVAZIONE Si fanno scheletri, preparazioni di visceri ecc. ecc. Per la preparazione di un uccello della grossezza di un Canario o Fringuello, la spesa è dielu.clho0: Un Tordo e simili L. 2, 50 ecc. ecc. N. B. Chi desidera fare imbalsamare animali è pregato farne l’ invio o vivi o freschi appena morti. Se la stagione è calda, e sono piuttosto grandi, sarà bene togliere loro i visceri ed involgere gli animali in panno bagnato con acqua e acido fenico, oppure porvi altre sostanze di odore antisettico per tener lontane le mosche, le tarme ecc. Per l'invio, se gli animali sono piccoli, il mezzo più economico e sollecito è di mandarli per posta in piccole scatole, come campioni senza valore, raccomandati. Fino al peso di 350 grammi la spesa non è che dai 12 ai 24 centesimi. Per le spedizioni in pacchi postali o per ferrovia dichiarare Animali da studio, oppure indicare il nome dell’ animale aggiungendo la parola morto. V, ——_ Hanno pagato 1’ abbonamento 1905 (1.° nota) Arrigoni degli Oddi Conte Prof. Ettore — Bargagli March. Piero — Barsali Dott. Egidio — Bec- cari Guido — Belicchi Laura — Biblioteca Nazionale, Torino — Botti Comm. Ulderico — Caffi Sac. Prof. Enrico — Calderini Prof. Pietro — Carbone Capitano Carlo — Cipolla Francesco — Clerici Ing. Enrico — Cozzi Sac. Dott. Carlo — Dal Borgo Netolitzky Pio — Dal Fiume Cav. Cam- millo — Depoli Guido — Fiocchini Dott. Ciro — Fiori Prof. Andrea — Galli-Valerio Dott. Bruno — Garetti Maggior Generale Luigi — Incontri March. Pericle — Largajiolli Dott. Prof. Vittorio — Longo Prof. Andrea — Lucifero Armando — Marchesetti Dott. Carlo — Masolini Conte Giacomo — Mettica Ettore — Mezzana Prof. Niccolò — Morgana Prof. Mario — Morseletto Ferruccio — Miihl Forstrath M. — Papassogli Prof. G. Paolo — Parsi Guido — Paulucci March. Marianna — Pelloux Capitano Alberto — Perrotta Dott. Prof. Andrea — Picchi Cecilia — Pinelli Gentile March. Giacomo — Pinì Dott. Napoleone — Presidente Unione Zoologica Livornese — Primatesta Arturo — Rangoni March. Dott. Giuseppe — R. Scuola Tecnica B. Lanino, Vercelli — Roncalli Conte Dott. Alessandro — Tirelli Avv. Adelchi — Traverso Ing. G. B. — Venturini Dott. Venturino — Villa Sac. Cammillo — Zonghi-Lotti Niccolò. (continua) GRIFFINI dott. ACHILLE GLI UCCELLI INSETTIVORI NON SONO UTILI ALL’ AGRICOLTÙRA È una nuova pubblicazione, edita a cura della Rivista Italiana di Scienze Naturali, Siena 1904, che contiene preziosi dati e notizie interessanti in confutazione alla questione sulla utilità degli uccelletti insettivori verso 1’ agricoltura, questione che 1’ Egregio A. viene dimostrando esser falsa. Il lavoro è diviso in capitoli di cui ci limitiamo a riprodurne i titoli: Questione di competenza — Insetti — Utili e nocivi — L’ uomo altera V equilibrio naturale — Nemici naturali degli insetti fitofagi — Insetti utili — Insetti predatori — Insetti parassiti endo- fagi — Insetti nocivi importati — Parassiti endofagi deî principali insetti nocivi — Prime conclusioni — Gli uccelli insettivori non sono utili — Gli uccelli insettivori sono nocivi — Indicazioni bibliografiche — Conclusioni. In appoggio alle sue teorie, l’ Egregio A. riporta le dichiarazioni di insigni naturalisti quali, fra gli italiani, LESsonA, SABBIONI, RONDANI, GHILIANI, CAMERANO, BERLESE, AR- RIGONI DEGLI ODDI, RIBAGA, Loy. (Prezzo dell’ opera di pag. 83 in 8.° con 24 figure intercalate nel testo L. 5). GIORNALE DEGLI ALLEVATORI Dagli editori Fratelli Battiato di Catania riceviamo il |.° numero di un muovo importantissimo periodico dal titolo « Giornale degli allevatori » rivista quindicinale di 24 pagine. Il giornale sì occuperà di tutto quanto riguarda l’ allevamento pratico, famigliare, industriale e sportivo di ogni specie di animali utili e d' aggradimento, dedicando speciale attenzione agli animali da cortile ed agli uccelli di gabbia e da voliera. Questa Rivista, unica del genere in Italia, è redatta con gli stessì intendimenti pratici delle diffusissime riviste estere d’ allevamento, è perciò chiamata a rendere degli inestimabili servigi agli allevatori, ai quali vivamente la raccomandiamo. L'abbonamento di un anno costa Lire Sette. DELL'ANNO, E TUTTI COLORO CHE SI ABBONANO le, con sole lire cinque saldano 1’ abbonamento al Giornale ta ed al Bollettino del Naturalista ; e con sole lire otto saldano 1’ abbonamento per lorna, ettamente all’Agenzia del gi ir importo d no del Naturalista, oppure alla È ABBONAMENTO ENTRO I PRIMI TRE MESI HZ e Z < D < Ca A n (©) ° fà ©) = (©) (©) [I Ei Ei [ao] (a) | AD ANNATA INCOMINCIATA, inviando l i fascicoli arretrati dell’ annata. DIODS ono sempre tutti i dell’ Unione postale pagheranno L, 1, 00 d i abbonati ricev vd Ù odici. I nuov Ornitologico ed al Bollett tutti e tre questi per Gli abbonati ester ù, per le maggiori spese postali. i pi . 2,00 d ltri Stati 19 iù, e quelli degl 1 p Conto corrente con la posta ANNO XXV BOLLETTINO DEL NATURALIST Collettore, Allevatore, Goltivatore, Acelimatatore Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L. 3. Per gli Stati della uniono postale L.3,50.Atri Stati, 4 Scienza e pratica Istruzione e diletto PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e dì Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali el al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scambi e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i protessori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, enorificenze, premi; per le Richieste e offerte ecc. ecc. (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO ;n Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principalmente quelli nominati nella copertina della Rivista Italiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica im fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina, Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via B. Peruzzi 28,eda tutti gli utfici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell'anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L° abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoli separati costano cent. 30 perogni 16 pag. di testo. Agli Autori dimemorie originali di'una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta Quando inviano î manoscrilti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L. 6il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutazione. essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bo scritti che contengono avv: di acquisto 0 di verdita, o che possono servire di reéclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamenta quelle provenienti da abbonati che lianno già pagato l’ab bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se non è espressamente richiesta da)l’ abbonato. 1.’ amministrazione s’incarica fili rappresentare gli ab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri. spondenza, e per le vendite od acquisti elfettuati pagare un compenso da combinarsi. E La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsidi put- blicare qualsiasicomunicazione 0 memoria, senza bisogny di dare giustificazioniin proposito. l manoscritti non pub- blicati possono essere ritiratidagli autori propri spuvae Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fascico:s ne sarà loro, possibilmente, inviata un'altra copia gratis, purchè la richiedano entro l’ annata in corso, altrimeri, i fascicoli arretrati non siinviano che contro pagamenic. Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L ]. © .ltriavvisi da stamparsi nelle ap- poste, consigli) cerche per can macchine, prot Le inserzio sare la lunghe si ha diritto. dj ne viens accor Penso. Dalle in .. l ogni? centim. di spazio occu- cent. 20 per linea corpo 8. Agli ali facilitazioni. ablicazioni ricevute e si fa speciale quali ci pervengono due esenplar, ono essere anticipati. Chi desiocra rbolli necessari, o scriva in car- ata. i LABORATORIO: £OOLORGICO-ZOOTONICO=TASSIDERAICO E MUSEO DI STORIA NATURALE Ditta Cav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Cataloghi gratis Prezzi correnti gratis H'ornitore di mPlti Musei e Gabinetti italiani, ed esportatore all” estero Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità ece. Occhi artificiali, umani, per animali, figure ecc. a prezzi mitissimi Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di storia naturale di ogni genere Scuola di T'assidermia — Compra — Vendita — Cambi Animali e piume per mode e per ornamento Tutto l' occorrente per raccogliere, studiare, preparare e conservare ocsetti di storia naturale, Sono sempre pronte collezioni per l’insegnamento, secondo i programmi governativi Via B. Peruzzi 28, SIENA (Italia) Stabile proprio. Offerte d'occasione ai collezionisti d'inselti CASSETTE DI NOGE solidissime, con cristallo, del diametro 44 X 38 X 6, a chiusura ermetica, aventi il fondo di torba o agave, con scannellature per introdurvi antisettici, privativa della Ditta BROGI, vengono spedite al prezzo di L. 5,50 cadauna (invece di L. 6,50). — 12 di esse per L. 60, franche di porto e imballaggio. COLLEZIONI ENTOMOLOGICHE SPECIALI sistemate in apposite scatole con coperchio a vetro. — Sono collezioni di insetti utili e loro relativi prodotti, di insetti produttori di seta, di cera © d’ altro, coi relativi derivati e preparati; di insetti interessanti per mimetismo, o per altro carattere. Prezzo — Da L. 12 a L. 15. RICERCA D' ANNATE ARRETRATE Desideriamo acquistare verso pagamento o cambio di altre pubblicazioni, le annate complete 1882-1883 di questo periodico. Saremo grati a coloro che sollecitamente ce ne faranno rimessa. A Anno XXV N, 2 15 Febbraio 1905 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali gd al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 8, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L. 4, SOMMARIO Ronna Antonio. Ciò che occorre ad un raccoglitore di lepidotteri. Pag. 9. Griffini dott. Achille. Sui Lucanidi e sulla grande variabilità dei loro maschi. Pag. 11. Notizie di caccia. Pag. 20. — Invenzioni e scoperte. Pag. 20. Notiziario. Pag. 21. — Insegnamenti pratici. Pag. 22. — Nomine, promozioni, onorificenze e premi. Pag. 23. — Richieste e offerte (gratis per gli abbonati). Pag. 24, RONNA ANTONIO Ciò che occorre ad un raccoglitore di lepidotteri ——_—__. 13 __—___—_ All’ escursionista è necessario, in ogni sua gita, l’ avere con sè ciò che gli può servire per catturare e trasportare gli esemplari a casa, e tutto l’ occorrente deve essere, per sua maggiore comodità, riunito il più possibile, per essere meglio alla portata del raccoglitore, Presento una scatola ideata da me, e provata, dalla quale ho ottenuti grande utilità, come potrà convincersene facilmente il lettore di questa nota, e nel trattare di essa accennerò agli strumenti che devono trovarvi posto, fermandomi però a descrivere minutamente sol- tanto quelli di cui avrò l’ occasione di parlare nel corso: della trattazione: « Come si può formare una collezione di lepidotteri ». Dopo la scatola descriverò un porta-tubi d’ assag- gio, poscia accennerò al parasole per escursionisti e ad altro che necessiti. La scatola va costruità in latta perchè possa riuscire nell’ insieme abbastanza leggiera e duratura. Essa nel complesso si compone di quattro parti: di una scatola esterna e. di tre altre che in essa sono contenute. La scatola esterna, delle dimensioni (aperta) di 25 cm. X 17 cm. x 20 em., a lato anteriore (26 cm. X 17 cm.) mobile in avanti, è di- visa in 4 scomparti (!) che distano successivamente dal fondo della scatola 1 cm. — 5 cm. - 11 cm. Essa inoltre è munita di coperchio a cerniera, combaciante per ‘', cm. con 3 lati della scatola e avente tre centimetri di aria. Del coperchio. parlerò a parte. — La. scatola prima che occuperà lo spazio superiore al terzo piano, con dimensioni di 25 cm. X 20 cm. X 6 cm. è destinata agli insetti perfetti. Essa è munita di un coperchio rientrante nella scatola e senza aria. La scatola, a 15 cm. sulla larghezza, porta uno scomparto di 20 cm. X 6 cm. che la divide in due altre: una a fondo di torba per porvi gli insetti infilati durante l’ escursione, e l’altra a vari strati di bambagia per porre fra essi i lepidotteri morti e (4) di altezza l'uno cm. 1, l’altro di cm. 4, gli altri due di cm. 6 per ciascuno e formati da 3 piani di 25 cm. X 20 em. 10 non infilati. È bene munire le due scatole di un porta insetticida contenente mirbano, naftalina od altro. La seconda scatola, pure di latta, occupa lo spazio compreso fra il 2.° ed il 3.° piano divisorio ed è delle dimensioni di 25 cm. X 20 cm. X 6 cm. Essa ha il coperchio diviso in due altri combacianti esternamente coi lati della scatola per mezzo centimetro e fra loro sulla linea mediana, sulla quale linea entrano in una scanellatura formata nella parte superiore dello scomparto di cm. 20 X 6 cm., che divide la scatola in due altre, 1’ una lar- ga 15 cm. e l’ altra 10 em. Il coperchio della scatola maggiore, ove verranno messi i bruchi erbivori e che dovrà avere il fondo coperto di sabbia, porterà una rete di garza; quello della scatola minore sarà a rete metallica minuta, per impedire che venga corrosa dai bru- chi rodilegno che in essa verranno raccolti su di un piano di segatura di legno. La terza scatola, occupante lo spazio compreso fra il 1.° ed il 2.° piano ed avente le dimensioni 25 cm. X 20 cm. X 4 cm., avrà un coperchio combaciante internamente coi lati della scatola. Su questa a 18 cm. da una parete laterale vi ha uno scomparto, 20 cm. X 4 cm., che la divide in larghezza in 2 altre, una per le ninfe (la maggiore), l’ altra pei bozzoli; entrambe col fondo coperto di segatura di legno. Nello spazio di 1 cm. Xx 25 cm. X 20 cm. posante sul fondo della scatola esterna avrà posto la rete per la cattura dei lepidotteri ed altro che si voglia. Nel coperchio troveranno posto, contenuti variamente, i seguenti oggetti ed utensili : innanzi tutto la scatola per gli spilli di scorta, a coperchio perfettamente combaciante colle divisioni numerose dell’ interno, la qual cosa sarà facile ad ottenersi ponendo fra l’uno e gli altri una striscia di flanella; oltre alla scatola suddetta deve trovar posto l’astuccio di una siringa, che si userà per procurare la morte agli esemplari catturati, un paio di forbici, una o due pinze, un coltello o scortecciatoio, 1’ apparecchio del Beléze, due bisturi, una lente da entomologo, numeri in cartellini, poscia una piccola farmacia consi- stente in un pacchetto di cotone idrofilo, un recipiente per ammoniaca diluita, nitrato di argento, taffetà, garza, un emostatico. Non fa bisogno di dire che quanto va contenuto nel coperchio, deve avere le dimensioni tali da poter essere in esso contenuto. La scatola chiusa ha dunque un’ altezza di cm. 20, per le altre dimensioni 25 cm. X 20 cm. A questa scatola si darà esternamente una vernice ad olio verde e internamente è consigliabile darla bianca, per far sì che la caccia non abbia a risentire troppo del calore del sole, ai raggi del quale la scatola si trova per la maggior parte del tempo esposta. Il porta tubi d’ assaggio (indicato dal dott. H. Coupin) è un astuccio a portafoglio, di cartone o di pelle nel quale devono trovare posto, in appositi anelli elastici, tubi di varia forma, sostanza e dimensione. Di questi consiglierei 6 tubi da saggi (Catalogo — Ditta S. Brogi — N. 53) delle dimensioni di cm. 16 x mm. 15, e 6 tubetti di sostanza trasparente come il vetro senza coperchio (Cat. — Ditta S. Brogi — N. 53, fig. 2, pag. 10) delle dimensioni mm. 44 x mm. 17. Quattro dei primi, numerati e collocati su di uno dei piani dell’ astuccio e con un tappo di cotone idrofilo, serviranno pei minuscoli bruchi che si rinverranno ed in essi tubi si metterà pure l’ alimento pei prigioni; gli altri due, posti nell’ altro piano, coi tubi minori, conterranno bambagia imbevuta di cloroformio per 1’ uccisione dei microlepidotteri e saranno muniti di tappo di sughero. I tubi minori, in numero di 6, chiusi con tappo di bambagia, disposti su tre file serviranno per uova e piccole ninfe e saranno essi pure enu- merati. Il numero portato dai tubi risponderà ad un numero corrispondente da marcarsi in un « Notes » che con l’ astuccio suddetto, di cm. 18 X cm. 9 X cm. 4, potrà introdursi in una qualsiasi delle tasche dell’ abito dell’ escursionista. Nel « Notes » dovranno scri- versi le osservazioni fatte durante la escursione. 3 11 Il raccoglitore è bene che si munisca di un ombrello da sole che sceglierà più co- modo che può, per peso e colore e che essendo a manico spezzato sarà comodo assai in una forma di caccia nella quale si raccolgono in esso gli esemplari che cadono dai cespu- gli sbattuti a tale scopo. Molti Bombyces ed altri si catturano in tal modo; gli esemplari che sfuggono devono essere seguiti con lo sguardo e poscia catturati nella nuova dimora. Un bastone sarà utile compagno al viaggiatore potendogli servire, modificato all’ uopo, per reggi-rete, per potere avvicinare alla propria persona, a mezzo del manico ricurvo, rami o altro che interessi, infine potrà servire come mezzo di difesa in casi diversi. Inoltre Ì’ escursionista faccia provvista, nelle sue gite, di scatole di latta o di cartone, specialmente per isolare i bruchi che divorerebbero i loro compagni anche della stessa spe- cie [di ciò è utilissimo tenere gran conto] o anche per mettere in esse nidi o altro che non potesse trovare posto nella scatola comune. È bene pure prenda con sè qualche reci- piente di vetro per portare a casa specie idrofile che potesse incontrare. Riguardo agli spilli dirò che essi devono sempre essere pronti: il Lucas consiglia di portare all’ asola dell’ abito un cuscinettino su cui siano impiantati, però possono essere anche tenuti dietro il risvolto dell'abito od infilati ad un pezzo di stoffa che si appende sul petto per mezzo di un bottone od altrimenti. Gli spilli usati devono essere, per quanto puliti, tenuti divisi dai non adoperati; gli spilli devono essere proporzionati all’ animale, quindi devono essere di varie dimensioni ed è consigliabile che essi siano, prima di essere usati, ingrassati con qualche sostanza, o sfregati con sapone, affinchè non abbiano ad aderire al corpo dell’ anima- letto, già seccato. È inutile che io stia a dire che gli spilli oltre alla dimensione possono variare in forma e spessore: possono essere in metallo bianco o verniciati di nero, con ca- pocchia od appuntiti alle due estremità e nel caso di questi ultimi, si usa afferrarli con le pinze e vengono assai utilmente usati per quegli insetti che, catturati, fingono di essere morti e spesso si lasciano cadere sul dorso e sarebbe assai difficile e dannoso, in un tempo, il ten- tare di voltarli. Il punto di elezione per infilare i lepidotteri (imago) è il centro del corsa- letto : lo spillo va introdotto perpendicolarmente ad esso e deve uscire in basso fra le zampe del secondo paio. Quando si deve infilare un lepidottero non catturato al momento, è bene contenerlo con una pinzetta, come meglio si può, per non sciuparlo affatto o il meno possi- bile e per gli esemplari freschi, se le ali alzate impedissero di infilare l’ insetto, sarà facile divaricarle con una soffiatina fra esse o con altro mezzo. Ed ora, dopo l’ enumerazione del materiale utile ad un lepidotterologo, dirò che gli è di massima importanza un catalogo delle epoche di apparizione dei singoli stadi dei lepi- dotteri ed ancora meglio una topografia delle farfalle del proprio territorio. Il raccoglitore faccia ciò e si troverà assai aiutato nelle sue difficilissime escursioni. Dott. ACHILLE GRIFFINI SON 1 OFS2ZONALID/I E SULLA GRANDE VARIABILITÀ DEI LORO MASCHI I coleotteri costituenti la famiglia dei Lucanidi sono indubbiamente fra i più interessanti. Mole spesso vistosa, ornamentazioni varie, una certa solidità di costituzione e imponenza d’ aspetto, differenze sessuali assai rimarchevoli, grande variabilità nei maschi, costumi battaglieri di questi (!), ed altri caratteri ancora, fanno sì che questi insetti non sieno conosciuti ed osservati solo dagli Zoologi. La fauna italiana (come in generale quella europea ed anche quella nord- americana) è povera di specie di Lucanidi. Invece ne sono particolarmente ricche le regioni Australiana, Malese, Indiana, il Giappone, 1° America meridionale e alquanto meno la regione Etiopica. Tenendo conto del più recente catalogo, cioè di quello di C. FELScHE [8], delle importanti e numerose correzioni ed aggiunte a questo fatte da H. Bor- LEAU [1], e di altre specie descritte negli anni seguenti, possiamo far salire il numero delle specie di Lucanidi finora conosciute, esclusi i sinonimi, a qualche cosa più di seicento. E non è poco! Queste specie sono ripartite in una ottantina di generi, raggruppati poi a costituire le sottofamiglie: Chiasognatini, Lucanini, Odontolabini, Cladognatini, Dorcini, Figulini, Sindesini, Aesalini, Sinodendrini. È naturale dunque che chi si faccia a studiare l'interessante fenomeno della variabilità dei caratteri sessuali secondari nei maschi dei Lucanidi, avendo presenti soltanto le specie nostrali di questa famiglia, vegga tale fenomeno non in tutte le sue forme ma solo in quelle modalità nelle quali le pochissime specie nostrali ce lo mostrano. E male argomenterebbe chi supponesse che in tutti i Lucanidi l’ andamento anche solo fondamentale della variazione in discorso fosse uniforme e quale si osserva nelle specie italiane a tutti note. Questo fenomeno presenta irregolarità grandi, e ad ogni differente specie che noi ci facciamo a considerare ci fa sor- gere innanzi nuovi e complessi problemi. Se è già interessantissimo nel comune Cervo volante, esso diviene poi grandioso in molte specie esotiche. Un fatto ancora rimarchevolissimo, che s'incontra nello studio dei Lucanidi, è la geminazione di molte specie, cioè il presentarsi delle specie collegate fra loro due a due per caratteri di affinità e di differenza che sono spesso quegli stessi per ciascun gruppo di due specie. E in ciascuna coppia di specie si osserva una sorta di legge di compensa- zione, come ben indica PLANET (°): « en telle facon qu' il semble que la na- « ture se soit ingeniée a rendre à l’ une, sous une autre forme, ce qu’ elle lui « a retranché pour le donner à l’ autre ». Il Lucanus laminifer e il L. Planeti costituiscono appunto una coppia di due specie prossime. (1) « Le Lucanus cervus est très-ardent à l' époque de la copulation, il est rare de trouver « deux de ces insectes accouplés, sans apercevoir ou entendre dans le voisinage d’ autres mAles en « train de s’ administrer une volée en règle ». L. PLanET [6], 1°, p. 42. Pare che gli Odontolabis sieno ancor più battaglieri. - Molti esemplari maschi presentano delle scalfitture sul capo, dovute probabilmente alle mandibole dei loro consimili. {®) L. PLaneT [6], Il°, p. 138-139. Ma 13 Il Lucanus Mearesi e il L. lunifer costituiscono un’ altra coppia, e le s0- miglianze e differenze fra essi due sono all'incirca quelle che si osservano fra i due precedenti. Così pure il Psalidoremus inclinatus e il Ps. dissimilis formano una coppia di specie con somiglianze e differenze analoghe a quelle che esistono fra i com- ponenti di ciascuna coppia precedente. * x* * Ma veniamo a parlare più particolarmente della grande variazione che si osserva nei maschi di quasi tutte le specie. Questo fenomeno può riassumersi nei seguenti termini: a) I Lucanidi presentano in generale vistosissime differenze sessuali. Ca- ratteri sessuali secondari che distinguono i maschi dalle femmine sono ordina- riamente: Un molto maggiore sviluppo delle mandibole che spesso presentano appendici dentiformi; un maggior sviluppo del capo, principalmente in larghezza, talora accompagnato da protuberanze del capo stesso; ed infine talvolta un maggior sviluppo del protorace (') e delle parti a questo connesse. b) Moltissime specie di Lucanidi offrono grande variabilità nella mole dei loro individui, però assai più nei maschi che non nelle femmine, trovandosi dei maschi grandi, mediocri e piccoli, e spesso individui relativamente giganteschi ed altri relativamente nani, con tutte le forme intermedie fra tali estremi. c) Nei maschi suddetti le parti fondamentali del corpo subiscono uniforme variazione, col variar della mole, per il che omogeneamente si presentano in aumento negli individui di maggior mole ed omogeneamente in diminuzione negli individui di mole minore; perciò la forma del corpo non subisce varia- zione alcuna nonostante la diversa statura degli individui, poichè le proporzioni fra Je singole parti e fra le dimensioni loro restano le stesse. Quelle parti invece il cui sviluppo ha significato di carattere sessuale secon- dario, come le mandibole colle loro denticolature, e certe dimensioni ed appen- dici del capo, subiscono variazione assai maggiore. d) La variazione di queste parti non segue quella della statura come la seguono uniformemente le parti fondamentali del corpo; essa procede invece secondo un coefficiente molto maggiore, per il che in generale tali parti negli individui di minor mole sono ridottissime ed in quelli di maggior mole sono enormemente sviluppate: si esagera insomma per questi organi la riduzione 0 l’ accrescimento. e) Inoltre, nella loro grande variazione, le parti in discorso non conservano neppure la stessa forma, la stessa curvatura, le stesse appendici secondarie, ma in esse stesse una dimensione od una parte secondaria varia più di un’ altra o persino in senso diverso. Pertanto tali parti negli individui piccoli non solo sono (1) Alcuni entomologi dilettanti, troppo specializzati, descrivendo coleotteri scrivono «torace » per protorace. L'errore non è indifferente. Taluni periodici scientifici, aventi lunga vita e gloriose tra- dizioni, non dovrebbero lasciar passare questi errori senza correggerli. 14 esageratamente ridotte, ma vengono ad avere profilo, appendici, disposizione, spesso assai differenti. a Rimando il lettore ai numerosi lavori nei quali sono raffigurati maschi di diversa mole del comune cervo volante, e così ad esempio, alla Monografia di PLANET [6] ed al testo di Zoologia di EMERy ('). Per questa specie, come per molti altri Lucanidi, alcune forme estreme o intermedie di maschi erano state descritte con nomi particolari, e considerate un tempo come maschi di specie diverse, di cui poi non si sapevano trovare le relative femmine. Ma il conoscersi meglio tutte le forme intermedie di varia- zione di mole fra i maschi più grandi e quelli più piccoli, e quindi tutti i gradi di variazione dei relativi caratteri sessuali secondari colleganti estremi spesso disparatissimi, ha fatto rientrare in sinonimia molte di quelle pretese specie. Taluni conservano ancora a queste variazioni il nome di varietà, per es.: Lucanus cervus var. capreolus. lo stesso ho usato di queste denominazioni, come le usa BERTOLINI nel Ca- talogo dei Coleotteri italiani (*), le usa FELSCHE [3], e le usano altri. Convengo però che sono denominazioni improprie, le quali vanno abban- donate. BorLeau infatti (*) giustamente fa osservare nelle sue critiche, come non si debbano confondere e neppure indicare nello stesso modo, le vere varietà e le variazioni di sviluppo. Una vera varietà deve essere, entro i limiti dei caratteri della specie alla quale appartiene, qualche cosa di circoscritto e di abbastanza costante, senza tutti i graduali passaggi verso la forma specifica tipica, numerosi e diffusi quanto la varietà e la forma specifica stessa. Le varietà poi sono spesso legate ad una località particolare, ad un particolare ambiente, ad una stagione, e infine negli animali a sessi separati devono comprendere ambo i sessi. E quando poi due o più forme distinte entro i limiti di una stessa specie si presentino per un sesso solo, noi ci troviamo allora di fronte non a varietà ma bensì a casi di dimorfismo o di polimorfismo, quali ad esempio il noto di- morfismo femminile in parecchi Dytiscus, e il dimorfismo maschile in parecchi Bythinus (*). Neppure in questi casi il nome di varietà è usato giustamente come per le ‘vere varietà sopra accennate. Nei Lucanidi stessi si possono trovare delle varietà vere, i cui individui, maschi e femmine, pur riferibili ad una data specie, presentano caratteri loro (4) C. Emery [2], fig. 39. (2) S. BerToLINI. Catalogo dei Coleotteri d' Italia, Siena, 1904. (3) H. BorLrau [1], p_402. (*) A. Fiori. Dimorfismo maschile in alcune specie del genere Bythinus, con tavola. Atti Soc. Naturalisti Modena, Anno XXXII, 1900. 15 proprii, sufficientemente costanti, che li distinguono dalla forma specifica tipica, e sono spesso ben localizzati. Ma non dobbiamo chiamare col nome di varietà le semplici variazioni in- dividuali di sviluppo dei maschi, non separate fra loro. E se si vorranno indicare con particolari nomi i maschi corrispondenti ad un dato grado di variazione di sviluppo corporeo, sarà bene usare per essi il vocabolo forma, come già fanno alcuni autori, i quali usano le parole: forma minore, forma media, forma priodonte, forma mesodonte ecc. Neppure io vedo nel Zucamus cervus e in tanti altri Lucanidi un vero po- limorfismo maschile, e credo quindi inesatto l’ uso di questa parola quando con essa si voglia indicare la grande variabilità di statura e la grandiosa variazione dei caratteri sessuali secondari di quelle specie. Poichè nel Cervo volante non dobbiamo credere si osservi la coesistenza di due o più qualità di maschi, di- versi, e costantemente differenti. i Noi osserviamo polimorfismo femminile nei Dytiscus, poichè in quasi tutte le specie di questo genere riscontriamo due diverse qualità di femmine, coesi- stenti, cioè le femmine ad elitre liscie e quelle ad elitre solcate, senza alcuna forma intermedia di passaggio con elitre più o meno brevemente o più o meno profondamente solcate. E polimorfismi notevolissimi si riscontrano in molti altri Insetti, in Acari ed in Crostacei, le cui specie possono presentare ad esempio femmine par- tenogeniche e femmine capaci di accoppiamento, ben distinte, oppure una qua- lità di maschi molto dissimili ed un’ altra qualità di maschi meno dissimili dalle femmine. Rimando per tanti e tanti interessanti esempi di questo fenomeno al lavoro di PEYERIMHOFF [7] molto denso di notizie e di ragionamenti. Ma nei Lucanidi, almeno per quanto si sa e per quelli meglio noti, non esi- stono per le varie specie due o più qualità di maschi, due o più espressioni ma- schili differenti; in ciascuna specie invece esiste una sola espressione del sesso maschile, variabilissima, è vero, per mole e per sviluppo di certi caratteri, ca- pace di presentare in questa variazione estremi nani e giganti molto disparati, ma però con tutti i gradi intermedii di passaggio. Ciò non mi pare debba chiamarsi polimorfismo. PEYERIMHOFF (') usa il nome di polimorfismo diffuso, per indicare questo fenomeno ; tale nome non mi sembra neppure molto felice. so; Quale il perchè d’una così grande variazione nella mole, e con questa d’una così esagerata variazione nei caratteri sessuali secondari dei Lucanidi ? Il problema è assai difficile e complesso. Io ho cercato in un mio lavoretto(*) (1) P. PevERIMBOFF [7], pag. 259. (3) A. GRIFFINI [4], pag. 4-20. 16 di spiegarne o di seguirne almeno alcune fasi, ed ho tentato di esporre qualche ipotesi che, almeno per me, fosse alquanto soddisfacente. Rimando il lettore a quel mio lavoretto, anche perchè non saprei tutt'ora diversamente pensare e diversamente esprimermi. Oltre le cause prime della variazione di mole dei coleotteri, di cui qui cì occupiamo, consistenti secondo me nelle diverse condizioni di ambiente, in senso larghissimo, in cui possono, essersi sviluppate le larve (temperatura, stagione, qualità e quantità di nutrimento, protezione, presenza o no di parassiti ecc.), e nelle circostanze varie che poterono influire sul periodo crisalidale, io non sa- prei per ora trovar altra causa capace di interferire con quelle, all’ infuori delle condizioni di attività o di esaurimento, di salute o meno, dei progenitori o di uno dei due. Nel già citato mio lavoretto indicai l’importanza ch'io credo debba avere in questo fenomeno l' alimentazione delle larve, cioè la qualità e la quantità del nutrimento, oltre ben inteso le condizioni di temperatura. di umidità ecc., e citai qualche fatto in appoggio di tale mio modo di vedere che, ripeto qui, so non essere condiviso da altri autori. PEYERIMHOFF però, nel lavoro pure già menzionato, mostra essere perfetta - mente del mio avviso. Infatti egli così scrive : « C'est encore la nutrition, non plus qualitative mais quantitative (4) qui « doit déterminer la variation continue des organes ou des parties. trés-deve- « loppés; elle parait se combiner dans ce cas, à des phénomènes de corrélation. « Ainsi les Zucanus màles de petite taille ont habituellement des caractéres « féminins; leurs mandibules surtout sont très réduites. Cela semble prouver « que l'insuffisance de nutrition a agi sur l’organisme entier, provoguant d’une « part une rèduction de taille, et d’ autre part une atrophie des organes géni- « taux: ce phénomène a inversé, par corrélation, les caractéres sexuels secon- « daires. L’explication serait plus solide s' il était établi que ces homéomorphes « sont peu féconds ou méme stériles; leur homéomorphisme serait le résultat « et reciproquement l’index externe, le stigmate de leur nullité ou de leur fai. « blesse sexuelle » (?). E più innanzi scrive: « Une variation confuse ou continue du milieu ‘nutrition plus ou moins « abondante des larves de Lucanus màales, par exemple) fait naitre un poly- « morphisme diffus, et une variation définie ou discontinue du milieu (régime « particulier donné a quelques larves chez les espéces sociales, accomplisse- (4) E perchè non anche qualitativa? La larva del Lucanus cervus oltre che nelle querce fu trovata nei faggi, nei castagni, nei meli, nei ciliegi. Questo differente nutrimento può ben influire sullo sviluppo degli individui. {}) PevERIMBOFF [7], p. 259. 0%; Mec 17 « ment ou abstinence de l’ accouplement etc.) provoquent au contraire |’ ap- « parition de types isolés » (*). Quanto poi alla grande variabilità dei caratteri sessuali secondari che ac- compagna la variazione di mole dei maschi e che di questa è più ampia, ed alla variabilità delle parti accessorie di quei caratteri, ricorrerei ancora, forse con un po’ meno di slancio ora che conosco un maggior numero di Lucanidi esotici, al concetto della selezione organica che in quel mio lavoretto applicai, ed al quale rimando il lettore. Per le specie di Scarabeidi e Lucanidi nelle quali gli individui di mole quanto più ridotta presentano riduzione sempre più grandiosa delle loro appen- dici ‘aventi significato di caratteri sessuali ‘secondari, tenendo ben presente che gli insetti olometaboli allo stato adulto non crescono più e che quindi tali li vediamo quali poterono formarsi col materiale nutritizio assunto, elaborato, as- similato durante il periodo larvale e disposto definitivamente durante il periodo crisalidale, io così concludevo : i a) Ogni specie di insetto olometabolo adulto ha una data mole caratteristica, colla quale concorda spesso negli Scarabeidi e Lucanidi un certo sviluppo di appendici ornamentali e probabilmente protettive, d’ ordinario più sviluppate nelle specie più grandi, perchè queste appunto per la loro più grossa mole es- sendo più in vista e più esposte, hanno bisogno di maggiori armi. b) In una stessa specie gli individui tendono tutti verso la mole caratte- ristica. Negli individui che non possono raggiungerla, per avvicinarvisi si sa- crifica a prò del corpo il materiale che potrebbe servire a miglior sviluppo delle appendici suddette o delle parti secondarie di esse, anche perchè di queste ap- pendici quanto più essi sono piccoli e quindi meno in vista, tanto meno hanno bisogno. Negli individui che possono raggiungere e superare la mole caratte- ristica, più che a superar questa largamente, con egual misura di armi, sì prov- vede piuttosto a che il corpo, da quella mole non molto allontanatosi, si fornisca ‘invece con tanta maggiore esuberanza di armi ben sviluppate, utili tanto più quanto maggiormente il corpo è di vistosa groessezza. Ma infine non mi dichiaro neppure io stesso con ciò ben soddisfatto. E perchè infatti noi osserviamo questa grande variabilità nei maschi dei Lucanidi e degli Scarabeidi, e non osserviamo gran variazione nei maschi di altri insetti olometaboli, pure dotati di vistosi caratteri sessuali secondari e che vivono il periodo larvale in condizioni consimili ? Anche per questi nondimeno dobbiamo ben ammettere larve vissute in ot- time, buone, mediocri, cattive e pessime condizioni, e crisalidi sulle quali avranno influito svariate circostanze ! (4) Op. cit. pag. 259. Questa spiegazione però non può valere per tutti i casi. 18 I È qui sufficiente la legge darwiniana secondo la quale: « una parte estre- mamente sviluppata in una specie, comparativamente allo stato di sviluppo della stessa parte nelle specie vicine, tende a variare assai » ? L'importante fattore poi dell’ eredità mi pare non debba trascurarsi. Poichè, se posso ben ammettere che larve figlie di progenitori di mole massima, pos- sano diventare adulti di mole piccola in seguito alla scarsità o alla cattiva qualità del nutrimento, od a temperatura non opportuna o ad altro agente sfa- vorevole, mi ripugna però ammettere che da progenitori di mole piccola pos- sano venire larve che, anche in buonissime condizioni di ambiente, si sviluppino poi in adulti di mole massima. O sono invece gli adulti di mole minore poco fecondi, e tanto meno fecondi quanto più miseri di corpo? Problemi ardui, che quanto verremo in seguito osservando potrà rendere anche più complessi. Qualora noi passiamo in rassegna numerose serie di maschi di Lucanidi, spettanti a varie specie, e per ciascuna specie scendiamo gradualmente dagli individui di maggior mole fino a quelli di minor mole, possiamo constatare come proceda per ognuna di tali specie la grande variazione dei caratteri ses- suali secondari dei maschi nel senso della riduzione, cioè dal massimo loro sviluppo, quale si osserva negli individui maggiori, fino alla loro minima espres- sione, quale si osserva negli individui minori. Ciò almeno in via generalissima. (Vedremo più innanzi le eccezioni). Questa riduzione, come già sopra accennai, non va per tutte le specie egual- mente. Una prima forma di riduzione è quella che chiamerò: Variazione per di- minuzione di tuiti i caratteri. In questa prima forma, si osserva dunque che i vari caratteri sessuali se- condari vengono assoggettati ad una forte diminuzione di sviluppo, tutti quanti. Alcuni potranno ridursi più rapidamente e più fortemente di altri, ma ciò non toglie che la loro variazione va sempre nel senso negativo. Classico esempio .ci è presentato dal notissimo Lucanus cervus, e da molti suoi congeneri, pei quali rimando alle figure già citate di EMERY e principal- mente di PLANET. i Nel notissimo cervo volante passando dai maschi più grandi fino ai più pic- coli noi constatiamo che diminuisce la lunghezza delle mandibole, diminuisce ancor più la curvatura di queste, si riducono le appendici dentiformi delle man- dibole stesse, tanto che persino talora la biforcazione apicale scompare, ridu- cendosene il dente inferiore, e le mandibole appaiono allora terminate da una 19 punta sola ('). In pari tempo si riducono fortemente i rialzi del capo e la lar- ghezza di questo. Le singole variazioni ora accennate, non vanno, è vero, collo stesso coef- ficiente, poichè alcuni caratteri appaiono ridursi più o meno rapidamente di altri, però vanno tutte nello stesso senso. Qualche cosa di analogo avviene nei Cladognathus, in cui le mandibole si semplificano negli individui minori fino a diventare sdentate. E Una seconda forma di riduzione è quella che chiamerò: Variazione per ri- duzione di alcuni caratteri e accrescimento di altri. In questa forma adunque si osserva che colla riduzione di mole dei maschi si accompagna la forte riduzione della maggior parte dei loro caratteri ses- suali secondari, e però con essa anche l’ accrescimento di alcuni di questi. La variazione dunque non è tutta nel senso negativo: per eccezione, quasi per compenso invece, alcuni caratteri variano in senso positivo. Un esempio ci è presentato da alcune serie A di Eurytrachelus gypaetus Lap. (fig. 1). È questo un Dorcino di Giava di color nero piceo abbastanza lucido, coi lati del capo, del protorace e delle elitre minutamente ma fittamente punteggiati. Ne posseggo cinque maschi lunghi rispet- tivamente mm. 41, 34, 32, 27, 25,0, senza calco- lare in queste lunghezze le mandibole, le quali sono rispettivamente rappresentate in e, d, c, 6, a. L'individuo disegnato in A, nella figura stessa è il secondo, della mia collezione, quello cioè lungo mm. 34, ed al quale corrispondono le mandibole fatte come quella disegnata in d. In questi maschi, passando dal maggiore al minore, si constata una diminuzione sensibile per vari caratteri, e così per la larghezza del Fio. 1 capo e del protorace, per la lunghezza delle Eurytrachelus gypaetus S mandibole e per lo sviluppo del più interno dei due denti apicali di queste; ma in pari tempo si constata invece l’ accrescimento di un altro carattere, cioè della appendice dentiforme interna submediana delle mandibole, che, come mo- stra la figura, in e, cioè nel più grande, è poco pronunciata, in d si accentua meglio ma è ancora arrotondata, ottusissima; in c, d, a, va facendosi sempre più prominente, distinta ed acuminata. (continua) (4) L. cervus forma Fabiani. Vedi PLanEr [6], I.° pag. 56, fig. 12. acero mar _ __“ “ NOTIZIE DI CACCIA ———__ nor 7 _—._. Invasione di lupi negli Abruzzi. — Scrivono da Aquila che il freddo di questi giorni ha fatto scendere al piano numerosi lupi. Da Capoccia si ha che un lupo, penetrato in un ovile, riuscì a sgozzare 40 agnelli. e 20 capretti. Il padrone del bestiame ucciso, accortosi, gli tirò diversi colpi di rivoltella, riuscendo a ferirle soltanto nella schiena. — Da Pontecchio degli Abruzzi si scrive: Il Comune ha assoldato diversi cacciatori di lupi, per uccidere parecchi di questi animali che si aggirano per le nostre campagne. Una lupa, capitata in urna trappola, urlava malamente; corsero sul lucgo î cacciatori e già si apprestavano ad ucci- derla, quando dal vicino bosco sbucarono una mezza dozzina di altri lupi, alla vista dei quali i cacciatori colle armi in collo, se la diedero a gambe. Il giorno dopo ritornarono e trovarono il solo moncherino di una zampa della lupa prigioniera, che era stata divorata dai lupi. Pesca del Tonno. — Nella tonnara della Favignana si sono lo scorso anno presi 18.000 tonni. Calcolando come prezzo medio L 100 l'uno, questa pesca rappresenta un valore di 1.800.000 franchi. Ecatombe di Camosci. — Da una statistica sulla caccia grossa alpina risulta che nel 1904, nelle vallate di Aosta, Susa, Sesia, Gran Paradiso e Monte Rosa furono uccisi oltre a 1200 camosci. Nella Val d' Ossola ne furono uccisi 130 e 100 in Valsesia. INVENZIONI E SCOPERTE Una nuova lega. — Il Sig. Weatley, di Londra, ha scoperto una nuova lega, nella quale, come elemento principale, figura l’estronzio. Da essa risulta un metallo molto resistente, di un bel color d’oro, che non soffre per la esposizione all’ aria libera, e che può allungarsi e intarsiarsi. La composizione di questa lega è la seguente: REN EI N O COR SMEP ELIO O ZADCORE SR (SRO NA VAIO « MangaDeseli VT VON « HETEON ER I A ATO (DIOR « BUNESIEN ORSO 0N3 GG ARI otto ao 008 « SEAgI OMAR RARE ORA RA A SZER COR « ESOONZIONRE EE « Telegrafia-fonografica. Secondo quanto leggemmo nella Energia Elettrica, il reverendo P. Felix della Valle Berlanga, religioso dell'Ordine Augustiniano nel convento di Valenza di Don Giovanni (Leone), conosciuto per la sua vasta erudizione nelle scienze fisiche, ha portato a termine una prodigiosa invenzione di capitale importanza. Consiste nell'aver praticato un procedimento di telegrafia, mediante il quale la informazione può essere rapida e amplissima. Chiama questa sua scoperta « Telegrafia fonografica », perchè permette di trasmettere un di- scorso di 30,000 lettere in tre minuti. 21 Estintore da incendi « Minimax ». — Recentemente si verificarono nella contrada di Mun- taner diverse prove di questo apparato estintore da incendi, del quale è rappresentante in Ispagna il Signor Eugenio Martinengo. È costituito di un recipiente conico, nel cui interno si trova un cesto metallico; nel quale si deposita un tubo di cristallo serrato alla lampada da ambo le estremità e che contiene l' acido. L' ap- parato si empie di acqua nella quale si saranno disciolti previamente i sali che hanno da reazionare con l'acido del tubo. Quando si ha da utilizzare l’ apparato, si prende questo per il manico e sì batte rapidamente contro il suolo o contro la parete, per rompere il tubo che contiene l’ acido, il quale, reazionando, produce una quantità straordinaria di acido carbonico che si discioglie nell'acqua e la fa salire con forza formando un getto di 14 metri, che permette operare a sufficiente distanza dal fuoco. Le prove verificate con questo estintore dettero un resultato eccellente, spengendo con somma faci- lità i mucchi di legname aspersi con petrolio, tricioli di sughero e borra di cotone che si incendiarono. Nuova lega. — Si è scoperta recentemente una nuova lega alla quale, i suoi inventori, danno il nome di Radium argentiberum. È costituita di rame, ferro e di una quantità sommamente pic- cola di argento, radio e fosforo. Risulta più resistente dell’ acciaio, più conduttrice di elettricità del rame, con il vantaggio che non si ossida, e che sì può fabbricare in grande quantità ad un prezzo molto più basso che il bronzo. È riservato a questa lega un grande avvenire per la fabbricazione dei cannoni, delle munizioni e dei fili telegrafici. Procedimento per avere incombustibile la legna. — In un numero della Rivista Engineering News, di Nuova York, troviamo un nuovo procedimento per conseguire la incombusti- bilità della legna. Consiste questo nella iniezione sulla medesima di una soluzione concentrata di solfato d'alluminio, ad una pressione continua di 32 a 42 Kg, per cm.? Il tempo, cui dura la inie- zione, varia da 15 minuti a due ore, secondo la legna, Ciascun pezzo deve trattarsi separatamente utilizzando un cilindro che tenga le dimensioni della legna, provvisto di valvole. Nella legna così preparata, un calore molto intenso solo produce una carbonizzazione super- ficiale. Scoprimento di minerali per mezzo dell’ elettricità. — Si è verificato da poco, sotto gli auspicî della Electrical Frefluding C.°, una prova dell’ apparato Daft Williams. Il sistema, in poche parole, è il seguente: Per mezzo di un apparato, cuì necessita l’impiego di alte tensioni, ottenute per mezzo di un rocchetto d' induzione, si trasmettono onde elettriche alla terra, e la ripartizione del potenziale si esplora per mezzo di un ricevitore telefonico i cui termini sono uniti a due elettrodi introdotti nel terreno. La intensità variabile dei rumori uditi nel ricevitore dipende dalla conduttibilità del suolo che la circonda. Si ottiene pure così una indicazione per le escavazioni che si hanno da praticare e anche, si dice, che possonsi scoprire i caratteri di determinati filoni. NOTIZIARIO Il primo ferro fuso negli Stati Uniti. — Il primo oggetto di ferro che, secondo parere, si fuse nel territorio che forma parte degli Stati Uniti, si conserva attualmente in Lynn, Mass. Si tratta di un utensile da cucina, che pesa 2 libbre, fabbricato nell’anno 1642, intorno a Lynn; 22 ove sì costituì un piccolo forno di riverbaro, alimentato allora con carbone e minerale fangoso, rac- colto nelle praterie prossime al rio Sangus, impiegando conchiglie di ostriche come fondente. Il forno lavorò, con alcune interruzioni, sino al 1688. Formazione forzata delle perle. — Il Signor Raffaello Dubois, professore all’ Università di Lyon, va praticando, da alcuni anni, prove con Je ostriche di Provenza, per inocular loro la in-. fermità perlifera dell’ India, e obbligarle in questa maniera a produrre perle. Pare che i risultati ottenuti dal Signor Dubois sieno completamente soddisfacenti, giacchè Egli ha presentato da poco all’ Osservatorio Marittimo di Tamaris ostriche con piccolissime perle somi- glianti a quelle che si raccolgono nel mar dell’ India, Se veramente resulta pratico questo procedimento, sarà possibile avere tale fecondità di perle da acquistarle a migliori condizioni che attualmenta. La meravigliosa forza di un fungo. Il ben noto Illustrated London News nel suo nu- mero del 25 Dicembre a. s. descrive e presenta la figura di un gruppo di piccoli funghi (della specie di quelli che nascono ai piedi di vecchi salici) che ebbero la forza per uscire alla luce, di sollevare ed aprirsi un varco attravverso un pavimento composto di tre pollici di cemento e tre di asfalto (vale a dire in totale circa 15 centimetri !). La fungaia crebbe alta otto pollici e tutta la massa aveva la circonferenza di trenta pollici. (Il pollice vale circa cm. 2 12). Il fatto si è verificato nella contea di Portsmouth. Un Erbario-Museo coloniale a Roma. — Si è istituito in Roma, alle dipendenze del- l’ Istituto dell'Orto botanico universitario, un Erbario-Museo coloniale. L’' erbario-Museo coloniale, che avrà sede nei locali di detto Istituto, ha per fine di raccogliere le piante e gli altri prodotti vegetali dei nostri possedimenti coloniali, e di eseguire e incoraggiare tutte le ricerche di noti- zie sulle nostre colonie, tutti gli studi, anche con apposite pubblicazioni, nonchè funzionare come Ufficio di informazioni in tale argomento. Le spese contorrenti al Museo ed Erbario delle colonie, previste in L. 6000, di cui 5000. per il personale e 1000 per le dotazioni, si costituiranno dal Governo coloniale dell’ Eritrea per L. 2500, dal Ministero dell’ agricoltura per L. 2000, e dal Ministero dell’ istruzione pubblica per il rimanente. INSEGNAMENTI PRATICI Per avere delle grosse uova. Si prende una quantità di bucce di lino senza semi e si pongono in un forno mediocremente caldo per seccarle; in seguito si battono come il grano e si mettono nell'acqua bollente. Vi si unisce altrettanta crusca di frumento o farina di ghiande; se ne fa una pasta uniforme con proporzionata quantità di acqua. Somministrata alle galline, queste darebbero uova di una grossezza immensa, alcune volte con due o tre tuorli, tanto di estate che d' inverno. Polvere bianca per pulire oggetti di nichel. Ecco una composizione che sembra dia buonissimi risultati per pulire oggetti di nichel o nichelati. Si macinano insieme da ottenere una polvere finissima più che sia possibile: l parte di po- tassa, 3 di creta e 2 di tripoli bianco. Per usarla non sì ha che inumidirla leggermente per disciogliere la potassa e rendere la miscela in uno stato pastoso. oo 23 L’ acido carbonico liquido nella discrostazione delle caldaie. — Pare che dia buo- nissimi risultati l’impiego dell’ acido carbonico liquido per discrostare le caldaie da vapore, Si riempiono le caldaie di acqua fredda e si fanno comunicare con il recipiente di acido carbonico liquido, L'acqua dell'interno della caldaia si satura di acido carbonico, e in questo stato discioglie il carbonato di calce, che costituiva il principale componente delle incrostazioni, e si precipita il gesso diventando le caldaie perfettamente limpide. — —TT ya «-m-_wr_——a-_a_ -_ w_—_P____& NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI nr Pirrotta prof. Romualdo, ordinario di botanica, è nominato preside della facoltà di scienze fis. mat. e nat. nella R. Univ. di Roma. Delpino prof. Federico è stato eletto a vice presidente dell’ Accad. di sc, fis. e mat. nella Soc. Reale di Napoli. Zodda Giuseppe, assistente all’ orto bot. d. R. Univ. di Messina, è nominato, per concorso, incaricato di sc. nat. nella sc. tecnica di Caltagirone e comandato all’ ufficio di assistente presso l'orto bot. suddetto. Cassinis dott. Paolo Arnaldo, è nominato assistente nel Gab. di mineralogia nell’ Univ. di Genova. Pagani Umberto è nominato, per concorso, incaricato di sc. nat. nella sc. tec. di Lovere. Patroni Carlo < professore « « ‘ Pergola. Novelli Alberto q ‘ ti < < Racconigi, Barchi Astore è nominato, per merito di concorso, regg. di mat. e sc. fis. e nat. nella sc. normale maschile di Città Sant’ Angelo, e comandato alle classi aggiunte delle due scuole norma- li di Palermo. Di Poggio Ernesto, tit. di st. nat. nel Liceo di Modica, è in seguito a concorso nominato incaricato della presidenza nello stesso liceo. Marucci Venanzio è, in seguito a concorso, incaricato dell’insegnamento della st. nat. nel liceo di Foggia. Manasse dott. Ernesto è abilitato per titoli alla libera docenza di mineralogia nella R. univ. di Pisa. D’ Onofrio Angelo è incaricato di mat. e sc. fis, e nat. nella sc. normale (complementare) di Città Sant’ Angelo. Lazzeroni Salvatore < sc. fis. e nat. È ( c ) di Potenza. Ferro Angelo Antonio, incaricato dell'insegnamento della st. nat. nelle classi aggiunte del liceo di Verona è nominato, per concorso, reggente della stessa materia nel liceo di Sondrio. Albo Giacomo, già istitutore nei convitti nazionali, ed ora incaricato dell'insegnamento di st nat. nel liceo di Arpino, è nominato prof. reggente di st. nat. nell' Ist. tecnico di Foggia. Campacci Cesare tit. di st. nat. nel liceo « Galilei » di Firenze, il cui stipendio era di L. 3000, per compiuto sessennio, è portato a L. 4392. Argnani Marani Laura, tit. di sc. fis. e nat. nella sc. normale di Castroreale, comandata per mat. e sc. fis. e nat. in tre classi aggiunte alla sc. normale «L. Bassi» di Bologna, è invece comandata per il solo insegnamento delle sc. fis. e nat. in sei classi aggiunte alla suddetta scuola normale « L. Bassi » di Bologna. Ficalbi prof. Eugenio, ord. di zool. anat. e fisiol. comp. e dirett. d. Gab. nell’ univ. di Pa- dova, è col suo consenso, trasferito alla stessa cattedra nell’ Univ. di Pisa. Perrini Carlo, tit. di st. nat. nel Liceo di Lucera è trasferito (per domanda) al Liceo di Benevento. 24 Durante Pasquale insegnante sc. fis. e nat. nella scuola normale di Trapani è trasferito (per servizio) a quella di Cosenza. Assenza Vincenzo, incaricato di sc. nat. nella sc. tec. di Augusta è trasferito (per servizio) a quella di Altamura. La Farina Sebastiano < G Cefalù « (per servizio) a quella di Mantova. Abbado Michele prof. cÎ e Monza C] (per servizio) a quella di Mortara. Broglio Annibale prof. À ‘ Treviglio « (per domanda) a quella di Monza. Valbusa Ubaldo prof. < < Lovere e (per domanda) a quella di Fossano. rr RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- natiche pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. l. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi, Siena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix fflammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus marginatus). 2. Morici Michele Castelbuono (Palermo), offre la rara Arvicola nebrodensis in alcool a L. 2 l'una e l’opera del Minà-Palumbo « Rettili ed Anfibi ». Farebbe cambi con l'opera sugli uccelli italiani del Salvadori o col Manuale di Ornitologia del- l’ Arrigoni. 3. Il Dott. Antonio Magni di Milano, Via Annunciata 19. — Desidera fare acquisto di un ibrido di /ringillidea (escluso il canarino) sia in pelle, sia imbalsamato. 4. Grillo Avv. Dott. Ruggiero Pergine (Trentino) è disposto comperare un paio di Fagiani argentati JI e © Vivi a prezzo di favore. 5. A. G. Razzanti V. R. Margherita, 35, Livorno (Toscana). — Desidera coleotteri e Lepi- dotteri paleartici ed esotici, specialmente’ Carabidi, Lamellicorni, Buprestidi, Cerambicidi e Ma- crelepidotteri. | 6. Tirelli Adelchi, Roma. — Ministero del Tesoro — desidera cambiare coleotteri laziali con coleotteri europei ed in ispecie cavernicoli. 7. Cesare Mancini — Corso Ugo Bassi, 4 Genova, desidera cambiare Coleotteri e Imenotteri con altri coleotteri specialmente Scarabeidi, i quali accetterebbe pure indeterminati. 8. In seguito alla morte dell’ egregio ornitologo Sig. Giuseppe Moschella, la vedova di lui, non potendo accudire come vorrebbe alla conservazione della splendida e ricca Raccolta degli uccelli di Reggio, nonchè a buon numero di uccelli esotici, mammiferi, crostacei, rettili e conchiglie, ha deciso di mettere in vendita tutta intera la Collezione, facendo delle condizioni vantaggiose a chi mostrasse desiderio di volerla acquistare. Per maggiori schiarimenti dirigersi alla Sig.ra Emma Taranto ved. Moschella, Via Caserme, Reggio Calabria. 9. Si cede una bellissima collezione dei principali minerali italiani, per la maggior parte esattamente determinati e coll'indicazione della località. Sarebbe indicata per un Istituto tecnico o Liceo, o per un Collegio privato, come pure per un Dilettante. Per trattative rivolgersi all’ am- ministrazione del Bollettino. E. BOZZINI, Gerente responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri. Sommario del N. 89-84 dell“ AVICULA ,, Damiani prof. Giacomo. Ancora sul Licenzino scientifico. Pag. 145. Arrighi-Griffoli Conte G. Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori. Parte IT. (cont.) Pag. 148. Boschetti G. A. Appunti per lo studio della Avifauna Ligure. Pag. 151. Fusco Rao Alfonso. Note ornitologiche da servire per la compilazione di una Avifauna ca- tanese (cont,) Pag. 155. Ninni Emilio. Sopra un esemplare di Somateria spectabilis L. P colta in Laguna di Venezia. Pag. 159. CATTURE DI SPECIE RARE OD AVVENTIZIE. Boschetti G. A. Lz Nocciolaia in Liguria. — Zaffagnini Carlo. Oidemia fusca - Cinelus cinclus melanogaster - Falco Eleonorae - Calcarius lapponicus - Otocoris alpestris - Erismatura leucocephala. — Fabani Carlo, La Strig flammea Lin. in Valtellina. — Magnelli Riccardo. Hydroprogne Caspia. — Gioli dott. G. Plectrophenax nivalis. — Redazione. Cygnus cygnus sul Po. Da Pag. 161, a Pag. 163. Redazione: Riassunto di notizie sulle cacce e passaggi degli uccelli nella regione Italiana nei mesi di Ottobre e Novembre. Pag. 163. Recensioni ornitologiche. Pag. 164 — Notiziario. Pag. 167. — Indice. Pag. II. a IV. — Indice delle specie. Pag. 171. GRIFFINI dott. ACHILLE GLI UCCELLI INSETTIVORI NON SONO UTILI ALL’ AGRICOLTURA È una nuova pubblicazione, edita a cura della Rivista Italiana di Scienze Naturali, Siena 1904, che contiene preziosi dati e notizie interessanti in confutazione alla questione sulla utilità degli uccelletti insettivori verso l’ agricoltura, questione che 1’ Egregio A. viene dimostrando esser falsa. Tl lavoro è diviso in capitoli di cui ci limitiamo a riprodurne i titoli: Questione di competenza — Insetti — Utili e nocivi — L’ uomo altera l’ equilibrio naturale — Nemici naturali degli insetti fitofagi — Insetti utili — Insetti predatori — Insetti parassiti endo- fagiì — Insetti nocivi importati — Parassiti endofagi dei principali insetti nocivi — Prime conclusioni — Gli uccelli insettivori non sono utili — Gli uccelli insettivori sono nocivi — Indicazioni bibliografiche — Conclusioni. In appoggio alle sue teorie, l’ Egregio A. riporta le dichiarazioni di insigni naturalisti quali, fra gli italiani, LESsoNA, SABBIONI, RONDANI, GHILIANI, CAMERANO, BERLESE, AR- RIGONI DEGLI OpDI, RIBAGA, Loy. (Prezzo dell’opera di pag. 83 in 8.° con 24 figure intercalate nel testo L. 5). Agli Associati che hanno pagato l’abbonamento dell’annata in corso, previa richiesta, verranno spedite con ribasso di prezzo e franche di porto le seguenti pubblicazioni: Dall’ opera La « Specola ornitica » di Helgoland del Gitke, per G. Vallon Pag. 54 in-8. Prezzo L. 1.50 per L. 1.00. Gli uccelli nidiacei - Allevamento - Edu- cazione - Malattie - Cure di Ronna £. Pag. 58 in-8 L. 1,50 per L. 1,00. Glossario entomologico, corredato del re- gistro Latino-Italiano delle voci citate, redatto da Luigi Fuilla Tedaldi. Pag. 186, formato 8.° grande (con ll tavole) L. 5 per L. 3,50. Avifauna Calabra. Elenco delle specie di uccelli sedentarie e di passaggio in Calabria, di Lucifero Armando. Vol. di pag. 79 in-8. L. 4,00 per L 2,50. La Valtellina ed i Naturalisti. Memo- ria divisa in 6 capitoli: .Generalità - 2. Zoo- logia - 3. Botanica - 4. Geologia - 5 Minera- logia e litologia - 6. Idrologia e meteorologia. Appendici, per il dott. M. Cermenate. Vol. di 287 pag. in-8. Prezzo L. 3 per I. 2,50. N I Pesci del Trentino e nozioni elementari intorno all'organismo, allo sviluppo ed alla fun- zione della vita del pesce, del dott. V. Larga- folli in 2 vol. con fig. L. 6,50 per L. 5,50. Carta murale deì Pescì del Trentino com- pilata dal dott. V. Largazolli. Montata L. 2,90 per L. 2,00; non montata L. 2,00 per L. 1,50. Le funzioni della vita, Preliminari. La Riproduzione, del prof. E. Paratore. Pag. 25, formato in 8.° grande, L. 2,00 per L. 1,00. La Geologia agricola e le rocce della provincia di Roma e di Perugia per il dott. G. De Angelis d’ Ossat (1.8 Parte). Pag. 27 in-8, L. 1,50 per L, 1,90. Quadri cristallografici per le scuole se- condarie del prof. E. Paratore. 12 pag. L. l per L. 0,40. | Monografia illustrata degli uccelli di rapina in Italia del dr. G. Martorelli. Grande volume di 211 pag. in-4 con tav. in colori e fig. intercalate nel testo L. 20 per L. 18. Gli uccelli e l’ agricoltura. Osservazioni di G. Fabani L. 0,60 per L. 0,40. Nozioni elementari di storia naturale ad uso delle scuole secondarie, classiche e tecni- che per il prof. A. Neviani- Anatomia, Ilisio- logia e Tassinomia animale. Vol. di 440 pag. con 464 fig. L. 3,00 per L. 2,50. Meccanismo interno ed esterno del volo degli uccelli per il prof. ©. Fadani L. 0,60 per L. 0,30. Manuel du Naturaliste per A. Granger. Raccolta, preparazione, imbalsamazione, ecc. ecc. Pag. 332 con 257 fig. (1595) L. 4,50 per L. 3,00. L’ art d’empailler les petits animaux semplifié par P. Combes. Un vol. con fig. L. 1 per L. 0,30. Piccolo atlante botanico di 30 tav. con 253 fig. in colori preceduto da brevi nozioni: di Botanica descrittiva per le scuole secondarie del prof. Vincenzo Gasparini. 2.8 edizione mi-! gliorata ed accresciuta L. 3,50 per L. 2,50. Catalogo dei Coleotteri d'Italia, com- pilato dal dott. Stefano Bertolini. Pag. 144in 16.° | Prezzo L. 3 per L. 2. Elenco dbi Lepidotteri propri soltanto all’ Italia, di Perni Renato. Pag. 22, fermato 8.° grande. L. 2 per L. 1. Analisi istologica delle droghe medici- nali, del prof. Emanuele Paratore. Pag. 14 in-8 L. 1 per L. 0,50, ; Monografia dei (Colombi. Vade-mecum. del dott. Luigi Raggi. Pag. 14 in-8 grande, L. 1,50 per L. l. Manuel du Lepidopteriste par G. Panss. Catalogo delle specie, caccia, preparazione, clas- sificazione, maniera di allevarli ecc. 320 pag. con figure L. 3,75 per L 3,00. Conseils aux amateurs pour faire une collection de papillons. Classification, pre- paration et conservation. Par. M. Beleze. Con 32 fig. L. 0,80 per L. 0,50. Viaggio in Oriente pel cav. dott. F. Tassi Pag. 130 L. 1 per L. 0, 40. I funghi mangerecci e velenosi, deseri- zione, modo di cucinarli e conservarli. Con 23 tav. colorate, per C. Rossi. Pag. 140 L. 1,50 per L. 0,80. Sono i piccoli uccelli utili all’ agricol- tura? per D. G. Salvadori. Pag. 22. L. 0,50 per ION25ì La protezione degli animali in rapporto ai loro diritti ingeniti e acquisiti all’ umano consorzio e alle leggi, per il prof. Grello Nic- colò L. 2,00 per L. 1,20. Considerazioni sulla intelligenza degli animali per il prof. N. Gyrz/lo. Un Vol. di 70 pagine L. 1,10 per L. 0,80. Traverso la Sardegna per il dott. N. Grillo. Vol. di 78 pag. L. 1,00 per L. 0,70. Il Mimismo del regno animale per il prof. C. Socini. Pag. 72 e 5 tav. con molte fig. L. 3,00 per L. 2,00. L’uovo e le sue prime trasformazioni per il dott. Cermenati Mario. Pag. 46 in-8. Prezzo L. 1,00 per L. 0,50. Zootecnia. Pregi e difetti degli animali do- mestici col modo di conoscere l° età per Cavagna Gaudenzio. Pag. 280 in-8. Prezzo L. 2,00 per L. 1,50. La cultura dell’ Olivo e la estrazione del- l’olio di Passerini Napoleone... Pag. 132 in-8 con figure. Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. Metodo per preparare Tavole murali per la Scuola, del dott. Pol prof. Aser. Pag. 8 in-8 L. 0,50 per L. 0,30. Manuale del trattamento del Cavallo del march. Carlo Costa. Pag. 280 1n-8. Prezzo L. 3,00 per L. 2,00. Elementi di Agraria ad uso delle Scuole di Agricoltura del prof. Napoleone Passerini. Pag. 272 in-8 con figure. L. 2,50 per L. 2,00. Elementi di Tassinomia vegetale ed animale del dott. Luigi Bordi. Pag. 100 in-8. Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. Elementi di Zoologia agraria del dott. Eugenio Bettoni. Pag. 352 in-8. Prezzo L. 3 per L 2,90. Falconeria moderna. Guida pratica per addestrare alla caccia le principali specie di Fal- conidi per A. U. -Filastori. (28. Ediz ) Pag. 36 in-8 con figure. L. 1,25 per L. 1,00. «è Migrazioni e Faune pel sac. prof. Cesare Gaffuri. Pag. 255 îin-8. L. 2,50 per L. 1,80. — Contributo allo studio dei nomi volgari delle ‘piante in Romagna di Raggi Luigi. Pag. 57 in-8. Prezzo L. 2 per L. 1,50. Su l’incrociamento dei venti costanti, del prof. Longo Andrea. Pag. 14 in-8. L. l per L. 0,50. Raccolta, preparazione e conserva- zione in erbario delle piante raccolte. Vade-mecum del dott. L. Raggi. Pag. 7 in-8 L. 1 per L. 0,50. Avifauna del prof. Gasparini con la dia gnosi di tutte le specie degli uccelli italiani. 296 pag. in 8. L. © per L. 2,50. ina Ta e E i Conto corrente con la posta S E ANNO XXV Sana je N° 3 5 DB 33" La, ) %) F sp . si © v FRE) TIE 33 ks : o È 23 i [IV] a MTP MA È C) inona [°] 3: AIUR i 2$ dl: I | _ a . . E 53 Collettore, Allevatore, Coltivatore, Heelimatatore $ E -S © Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all'estero L. 3. Per gli Stati della unione postale L.3,50.Altri Stati L, 4 È d [oi 5 A PERIODICO MENSILE 5; -S premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago =. a Supplemento mensile alli Rivista italiana di scienze naturali el al Giornale ornitologico italiano (s| Uni Per facilitare gli scambi e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i protessori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Richieste e offerte ecc. ecc, (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA me e > Z < Z Sì pra ea < ra 7) [Si fee >) 9 cà © a = © 2 A [=] Ei A S Z Zi = 2 (e Di a lupa] D I = A [a] Ei Lan! = Lor! [a] Qu Ia] 2 Da] E Z R © S Z E = < Z ) [sa] a < a = A < 5 < fu & = (© >) È a a) =) si Ei D E ta ed al Bollettino del Naturalista ; e con sole lire otto saldano l’ abbonamento per vis dici. I nuovi abbonati ricevono sempre tutti i fascicoli arretrati dell’ annata. AD ANNATA INCOMINCIATA, inviando ? importo direttamente all'Agenzia del giornale, con sole / d al Bollettino del Naturalista, oppure alla È Rivista lialiano di Scienze Naturali. Collaboratori sono tutti gli abbonati e principalmente quelli nominati nella copertina della sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via B. Peruzzi 28,eda tutti gli uttici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoli separati costano cent.30 perogni 16 pag. ditesto, Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano èî manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L.6il teri dell’ Unione postale pagheranno L. 1,00 di più, e quelli degli altri Stati L. 2,00 d Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. l tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un'unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- scritti che contengono avved: acquisto 0 di vendita, o che possono servire di reclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamenta quelle provenienti da abbonati chelanno già pagato l’ab- bonamento in corso. 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La direzione può, in casi eceezionali, ritiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioniin proposito. 1 manoscritti non pub- blicati possono essere ritiratidagli autori proprie spese Penso, SRI aaa Ò cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fascicolo ® 5 prima della pubblicazione del giornale. ne sarà loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis, Ve 1 soli abbonati sono collaboratori. purchè la richiedano entro l’ annata in corso, altrimenti SES Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- | i fascicoli arretrati non siinviano che contro pagamento. Sì Si zione fra loro, ed approfittare dei moltivantaggi che ar- Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- © ® © reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni | turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L ]. 32 gratuite nel Bollettino nar enambiansi anmnnieaziani nera | ner lina onrna 8: »li eltriavvisi da stamparsi nelle ap- S SS poste, consigli, Di AIIIII 1 logni? centim. di spazio occu- $, Su cerche per cam | cent. 20 per linea corpo 8. Agli Ss macchine, prod Preg. Dig za A Ri i facilitazioni. Ù . È O ©) Le inserzioni F f 7 Tali ilicazioni ricevute e si fa speciale TR sare la lunghez)| VASO A La ta dI E p I rali ci pervengono due esemplari gs ES si ha diritto di @ DI dee a | 10 essere anticipati. Chi desidera S È ne viene accord| 9, i n e olli necessari, o scriva in car- ta. Recentissima pubblicazione : O. PENZIG CONTRIBUZIONI ALLA STORIA DELLA BOTANICA I. - Illustrazione degli Erbarii di Gherardo Cibo. II. - Sopra un codice miniato della Materia Medica di Dioscoride, conservato a Roma Pagine 284 in-8° con 8 tavole in eliotipia Fr. 9 — Legatura elegante in tutta tela Fr. ll Nella R. Biblioteca Angelica di Roma sì conservano due Erbarii del secolo XVI, 1° uno con- tiene 490 specie raccolte in un volume, l' altro 952 in quattro volumi. Il DI Celani (Malpighia, XVI, 1902) ha provato che queste due pregevoli raccolte furono riu- nite da un botanico finora quasi sconosciuto: Gherardo Cibo (1512-1600), allievo di Luca Ghini. Il Prof. Penzig ha studiato le 2 faccolte dal punto di vista del botanico e trovò che quella più an- tica (in un volume) datava senza alcun dubbio dall’ anno 1532. Essa contiene numerose specie che esistono soltanto sulle Alpi trentine e come avverte il Celani, il Cibo nella sua gioventù fece una sola volta, e precisamente nell’ anno 1532, un viaggio da Bologna per il Trentino ed Innsbruck alla Germania. L'origine degli Erbarii e dunque più antica di una diecina d’ annì di quello che prima si affermava, essendo le tracce degli Erbariì smarriti di Falconer e Turner da datare press'a poco dal 1545. L' Erbario del Gh. Cibo è dunque la raccolta più antica esistente di piante essiccate. Le raccolte del Cibo sono più ricche di specie (1442) che la maggior parte degli erbarii del secolo XVI (eccettuato quello dell’ Aldrovandi e dei fratelli Bauhin) e contengono molte piante colti- vate, tra le quali diverse americane (Grano turco, Phareolus, Tagetes, Lycopersicum), da questo risulta l’importanza dell’ Erbario per la storia delle piante coltivate. Anche il filologo troverà ma- teriale interessante di nomi antichi popolari nel catalogo del Cibo che quì si trova pure per in- tiero ristampato. Il codice quì illustrato della fine del sec. XV della Materin Medica del Dioscoride è di pro- prietà del principe Mario Chigi di Roma. Non si tratta d'un manoscritto del testo, ma piuttosto d’una raccolta di figure colorate delle piante e degli animali coi lero nomi greci, i sinonimi fu- rono aggiunti più tardi. Pare che queste figure siano iu gran parte copie fatte sul famoso Codice Costantinopolitano di Vienna del sec. VI, ci sono pure nel codice romano i 4 noti quadri allegorici del manoscritto viennese (riprodotti in eliotipia). D'altra parte ci sono però da constatare diversità tali tra i 2 codici tanto nell'ordine come nel numero e la scelta delle figure, che si può tenere quasi per certo che ambedue furono copiati dal medesimo modello. IL Prof. Penzig dà una descrizione estesa del codice chigiano oltre una serie di identifica- zionì delle figure. Tra le 619 specie rappresentate, sì trovano diverse coltivate, delle loro origini discute l’autore più largamente: tra altro del famoso Phasiolus, del Dioscoride e di 4 Cucurbitacee riprodotte pure in eliotipia. È uscito contemporaneamente : A. BETTELINI LA FLORA LEGNOSA del SOTTOCENERI (CANTONE TICINO MEXKIDIONALE) Pag. 213 in-8 con 6 tavole in fototipia e 2 carte geografiche a colori in foglio Fr. 6,50 Interessante monografia della flora legnosa del Sottoceneri, estremo lembo meridionale del suolo elvetico. Una ricca varietà di formazioni geologiche ivi si intreccia e si sussegue e la flora del Mediterraneo si sposa su questi colli colla flora nordica, perciò al naturalista si presenta un materiale grandemente importante. Conclude l’ autore la sua monografia con un capitolo sullo svi- luppo storico e sul miglioramento dell’ economia silvana. Dirigere Commissioni e Vaglia all’ Editore - ULRICO HOEPLI, Milano Papi Digi Anno XXV N, 3 15 Marzo 1905 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali gi al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l'Italia e per gli uffici postali italiani all'estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L. 4, SOMMARIO Brian dott. Alessandro. Un piccolo Crostaceo Isopodo divoratore di pesci. (Cirolana hirtipes M. Edw.). Pag. 25. Cozzi Sac. dott. Carlo. La Botanica nei « Promessi sposi » Pag. 27. Notiziario. Pag. 29. — Nomine, promozioni, onorificenze e premi Pag. 31. — Richie- ste e offerte (gratis per gli abbonati). Pag. 32. Dott. ALESSANDRO BRIAN Un piccolo Orostaceo Isopodo divoratore di pesci (CIROLANA HIRTIPES M, Edw.) In questi giorni ho ricevuto in istudio dal Preparatore del Museo Zoologico dell’ U- niversità di Genova una diecina di Crostacei Isopodi, che sono stati trovati nell’ interno di un grosso storione (Accipenser sturio), quasi tutto divorato da questi piccoli animali. La cattura di un tal pesce vicino alle coste liguri, aveva attirato 1’ attenzione di Giacomo Mantero, naturalista che frequenta la spiaggia di Boccadasse per le sue ricerche ittiologiche. Egli sì è fatto consegnare dai pescatori questo raro esemplare e di esso non riscontrò altro che la pelle e lo scheletro. Il corpo era tuttavia internamente invaso dai detti crostacei, che egli si fece premura di comunicarmi a mezzo del Sig. Borgioli, per la determinazione. Mentre che questo storione si trovava ancora nell’ acqua (preso dai pamiti), e già morto, quegli Isopodi, a quanto pare, avevano avuto il tempo d’ assalire questa grossa preda e di divorarla, in qualche ora, quasi totalmente. Ben nota è la voracità di certi piccoli crostacei e assai temuta dai pescatori, che ve- dono in questi strani animali un nemico sempre pronto e minaccioso, che causa loro di sovente un qualche danno materiale, distruggendo una parte dei pesci, allorchè non sono pronti di toglierli dalle reti o dalle lenze dal mare di buon” ora al mattino. Anche con tutta la loro sollecitudine abituale accade talora ch’essi trovano qualche pesce in parte :imangiato o rosicchiato da questi edrioftalmi d’ una voracità fenomenale. I pescatori liguri chiamano questo nemico coll’ appellazione di prija de ma (pulce di mare). i Studiando questa specie, constatai ch’ essa si riferisce alla Cirolana Rhirtipes di Milne -Edwards (sin.? Nelocira Swainsonii Leach; Eurydice Swainsonii M. Edw.) specie, che a tutt’ oggi non è stata ancora citata per le coste liguri, sebbene già indicata per il Medi- terraneo in Sicilia, a Taranto e nell’ Adriatico. (Anche a Napoli sono stati raccolti esem- plari che si conservano nel nostro Museo). Per questo motivo, ma sopratutto per il suo interesse dal punto di vista del danno che producono ai pescatori, credo opportuno di dirne due parole in questo Bollettino. 26 Detto Isopodo è di piccole dimensioni. Gli esemplari da me esaminati variano in lun. ghezza fra mm. 70 e 150, ma la specie può arrivare sino ad un pollice di lunghezza to- tale. Il suo corpo è di colore bianco sporco e punteggiato sul dorso in rosso scuro. La testa porta due paia d’ antenne inserite sul margine frontale, ma un paio è molto più pic- colo dell’ altro (*). Alla parte ventrale del torace sono fissate sette paia di piedi disposti per camminare e guarniti di setole e di spine abbastanza numerose e robuste (da quì la denominazione specifica di hirtipes). Ho esaminato la bocca in tutti i suoi dettagli e l’ ho trovata formata da pezzi poten- temente organizzati per la masticazione (ossia due mandibole robuste, quattro mascelle e due piedi mascellari). Un animale per eccellenza divoratore deve essere perfettamente do- tato sotto questo punto di vista. Gli occhi, di colore rosso bruno, sono allungati e disposti ai due lati del capo. Questo crostaceo è compreso nella famiglia Aeginae, e non è il solo rappresentante di essa, che divori i pesci, ma altre specie e sopratutto certi altri Isopodi della famiglia I- doteidae sono ittiofagi e voracissimi. Anche un piccolo numero di essi, basta per distrug- gere in poco tempo una grossa preda. Tutti i detti Isopodi sono essenzialmente notturni, sfuggono la luce del giorno, nascondendosi all’ ombra di piante marine, e la notte sol- tanto prendono il loro nutrimento consistente esclusivamente in sostanze animali : e preci- samente allora s’ avvicinano alle reti, alle lenze, cercando qualche pesce morto per divo- rarlo. Osservazioni a questo riguardo, sulla voracità di certi isopodi, sono state già pubbli- cate da qualche naturalista, trattando di specie diverse dalla nostra, ma ad essa affini. Gerstaecker, a mo’ d’ esempio (*), racconta che un osservatore inglese trovò più di una doz- zina d’individui di Conilocera cylindracea Mont. nella cavità degli occhi d’ un nasello, nel quale il bulbo dell’ occhio era stato completamente liberato dalle parti circostanti. Nel medesimo modo si sono trovati numerosi esemplari di Cirolana borealis Lilljeb. nella ca- vità ventrale d’ una razza (Raja batis) catturata vivente nelle reti, e che questi isopodi numerosi avevano in parte mangiato ; un individuo anzi era riuscito ad ‘introdursi divo- rando fino nell’ interno dello stomaco. Alcune specie di Zdotea del Mediterraneo 9’ attaccano con avidità a pesci, a molluschi, ad anellidi e ad altri resti d’animali che si trovano tra le alghe, e rosicchiano (è tutto dire) le reti stesse con ardore. A questo ultimo proposito Roux scrive : « contredisant ici M. Bosc et M. Latreille qui en doutent, je puis assurer que plus d’ une fois, j ai été victime de leur appetit dèsordonnè, pour avoir tendu, sur des fonds couverts de debris d’ algues, des filets dont elles devoraient toute la partie qui y touchait. » (Roua P. Crustacés de la Méditer- range. Paris, 1828). Avendo osservato che questi isopodi rosicchiano e divorano i pesci soltanto nelle parti molli e carnose, lasciando intatto lo scheletro, che puliscono nelle più infime concavità e fessure, avrei un’ idea da suggerire ai Preparatori a riguardo di un’ applicazione pratica che li interessa. Non si potrebbe profittare della voracità di questi isopodi, presenti in numero straordinario nel nostro mare, pel caso della preparazione di uno scheletro di pe- sce? Basterebbe secondo me immergere nell’ acqua, in un dato punto presso la spiaggia, (4) Le antenne del 1.° paio sono lunghe mm. 1,40; quelle del 2.° paio 4,80. (2) Gerstaecker A. Arthropoda in: Classen und ordnungen des Thierreichs. Crustacea. Leipzig und Heidelberg, 1886-1379. 27 il pesce di cui si vuole avere la preparazione e lasciarvelo qualche tempo, per permettere a questi piccoli divoratori di compiere la loro opera di pulitura. Naturalmente bisognerà cercare il modo di impedire ai grossi crostacei o ad altri pesci di attaccare e guastare l’ esemplare, provando di rinchiudere la vittima entro una gabbia o una nassa che non permetta l’ entrata che ai piccoli isopodi. Credo che operando in questo modo si potrebbe raggiungere lo scopo di avere un buon preparato di scheletro di pesce, con processo natu- rale e senza molta fatica. Genova — Febbraio 1905. Sac. CARLO COZZI La botanica nei “ Promessi Sposi,, erro ____& Non è una prova ch'io vengo a produrre nè prò nè contro la nota teoria invalsa omai presso gran parte dei moderni psichiatri e pei quali il genio spesso divina e intuisce ciò che poi l'osservazione diretta e sperimentale scopre o con- ferma. Non me ne sento proprio la voglia di uscire dal campo e volendolo anche non lo potrei. È invece un tentativo, un saggio se si vuole, di un ge- nere che non è nuovo, ma che è però poco apprezzato e, a quanto pare, anche meno seguito: volendo con ciò mostrare, ed ecco stabilito il perchè di queste righe, come anche le ‘opere letterarie di qualche grido possano prestarsi non solamente per delle oziose divagazioni di antropologia o di psicologia, ma ezian- dio quale campo di vere ricerche botaniche, vere, dico, nel senso genuino della parola, perchè da esse non potranno a meno di emergere, non fosse altro, le simpatie floristiche dell'autore, il che per la storia della scienza non è cosa indifferente; oltre di chè si sapranno conoscere quali piante o fiori, attraverso a date circostanze di tempo, di luogo e di cultura, hanno colpito di preferenza l’attenzione del popolo. — E così, come si contano a centinaia le flore bibli- che, non sarebbe un desiderio irragionevole se almeno i migliori nostri classici avessero a rinvenire per buona grazia chi, munito dì buon volere, facesse al- trettanto per loro quanto (non cito che un nome) ha fatto il dott. Egidio Barsali intorno al poema del Tasso. Tanto più che il grande romanziere lombardo si me- rita in modo speciale un tal lavoro, poichè è a niuno sconosciuta l’ impressione del genio nella sua opera maggiore e tutti sanno d'altra parte con quanta cura e quale scrupolo egli abbia voluto appropriarsi le elocuzioni, i paragoni, le simi- litudini del popolo per conferire al suo libro quel tono e quel sapore di lingua per cui piace così tanto. Però in questo breve scritto, il quale ha tutta 1’ ap- parenza di una noterella preventiva, non vi vedo la convenienza di stendere una minuziosa disanima di ogni singola pianta ricordata dal Manzoni ne’ suoi « Promessi Sposi ». Lascio adunque da parte tutto ciò che riguarda }a deter- 28 minazione e che può dar luogo a discussioni accademiche e mi fermo sempli; cemente sulle generali. Dacchè infatti nessuno è che non ricorda i brani stu- pendi del romanzo, ove è scritto, fra l’ altro, che i soldati spagnuoli «...non mancavan mai di spandersi nelle vigne per diradar l uve, e alleggerire a’ contadini le fatiche della vendemmia »; ove è narrato per disteso il miracolo del noce, ed ove finalmente dicesi di Perpetua che alle grida del padrone re- verendo accorse « con un gran cavolo sotto il braccio ». E chi non vorrà condividere la gioia di Renzo allorchè, stando «ra i pruni », osservò la barca che doveva porgli in salvo la... pelle? Chi, ripeto, dimenticherà la « stepe di gelsomini » contro cui se ne stava Gervaso «in un attitudine d' insensato », oppure quelle due piante di fico: luna che « passava il muro » della casetta di Lucia e che fu testimone un dì di una aggressione fallita : l’altra, cresciuta bensì nel giardino di Don Ab- bondio, ma testimone muta di un'impresa compita, poichè il poveretto indarno vi aveva sotterrato il... morto!!?! E seguendo così con una corsa rapida dietro i fatti della storia; non tar- diamo molto a trovar piante a bizzeffe: cioè gelsi (!), alghe (*), olmi (*), pru- ni (‘),un « del lapazio » (*), degli alberi di mele (°), pesche (*), e di susine (8); e, quasi ciò non bastasse, della veccia (°), della sagina ('°), ciliegi carichi (*), ed uva (!*) in abbondanza. i Ma due luoghi del romanzo spiccano ner un'importanza tutta singolare e che se nulla depongono a favore di certa scienza psichiatrica tanto in voga, forzano ad ammettere nel celebre scrittore uno spirito d'osservazione non co- mune, accoppiato ad un criterio di scelta finissimo. Nel primo di essi, siamo al cap. XVII, Renzo sta per introdursi nei boschi dell’ Adda ed ecco in qual modo il Manzoni con brevi tocchi di penna ritrae fe- licemente l’intera ed esatta fisonomia di una associazione floristica : « . .. Ar- rivò dove la campagna coltivata moriva in una sodaglia sparsa «di felci e di scope. Gli parve se non indizio, almeno un certo qual argomento di fiume vicino ...a poco a poco, si trovò fra le macchie più alte, di pruni, di quer- cioli, di marruche. Seguitando ...cominciò a vedere fra le macchie qualche albero sparso ....». ‘ In queste righe l'autore ha superato se stesso, perchè un artista non po- teva essere più sintetico ed uno scienziato più preciso. — Eppure vi ha dippiù. Trovasi nel cap. XXXIH una pagina che è fra le più belle del romanzo e che io per mio conto pongo al di sopra di tutte (del resto che c'è? ognuno ha i suoi gusti), botanicamente è senza confronti la migliore, alla quale il botanico non ha nulla nè da togliere nè da aggiungere. È appunto in questa pagina mera- vigliosa dove l’autore sfoggia senza vanità e senza pretese la sua erudizione (© cap. XVII-XXXII — (2) cap. X — (®) cap. XI — (*) XVIIL-XXI — (5) XIX — (9) XXV — (0) XXXII — (8) XXXII — (8) XXIV — (49) XXIV — (11) XXXIII — (12) XXXIII eco, Vi hl BLA d PIA 29 in una forma così vivace e fiorita che davvero tocca il sublime e incanta. Si direbbe che ha voluto condensare in pochi periodi il fior fiore della scienza e dell’arte. Un botanico col suo vascolo a tracolla volendo anche oggigiorno erborizzare in una vigna desolata del milanese non vi raccoglierebbe di me- glio che le piante che crescevano nella vigna del povero Renzo. Vediamo però ancora un’altra volta di riportarci alle parole stesse dell’ autore: « Era una marmaglia d' ortiche, di felci, di logli, di gramigne, di fa- rinelii, d’avene selvatiche, d'amaranti verdi, di radicchielle, d’ acetoselle, di panicastrelle ... Era un guazzabuglio di steli... una confusione di foglie, di fiori, di frutti, di cento colori, di cento forme, di cento grandezze : spighette, pannocchiette, ciocche, mazzetti, capolini bianchi, rossi, gialli, azzurri. Tra questa marmaglia di piante ce n’ erano alcune delle più rilevate e vistose . . . : luva turca ...il tasso barbasso ... cardi... Quì una quantità di vilucchioni ... là una zucca selvatica . .. ». E basta, basta, per carità, perchè proprio non mi dà l'animo di storpiare in questo modo, con una punteggiatura assas- sina, impostami da ragioni di brevità, una pagina così bella. Abbiategrasso, 20 - 2 - 05 var :———-<=-<-—<<—< NOTIZIARIO Ai nostri lettori. Si avvertono i signori abbonati, che non hanno ancora versato a questa Amministrazione la loro quota per l'annata corrente, e che desiderano approfittare della riduzione dei prezzi d'abbonamento, di farlo con sollecitudine perchè con il 1.° Aprile cessano le agevola- zioni indicate nella copertina del giornale. Sono poi pregati di mettersi in regola colla nostra Amministrazione gli associati ritardatari che hanno da soddisfare diverse annate d' abbonamento, evitandoci così di pubblicare l' odiosissimo albo dei morosi. La malattia dei pesci. Nella Scuola Superiore di Veterinaria di Vienna è stata istituita una stazione per l'esame e l’osservazione dei pesci malati sotto la direzione del prof. Fiehiger. - Nella Scuola si potrà così studiare la biologia e la patologia dei pesci. Uno dei principali oggetti delle investigazioni è lo studio della questione se alcune malattie dei pesci si trasmettono all’ uomo. - La diagnosi scientifica della malattia di ciascun pesce è resa pubblica. Sono stati trovati pesci af- fetti da varicella e da catarro intestinale. Un delfino fu portato all’ Istituto con una malattia che fu diagnosticata infiammazione dei polmoni. Il direttore dell' Istituto si mostra riluttante ad esprimere la sua opinione circa Ja curabilità delle malattie dei pesci. In ogni modo si attendono osservazioni istruttive nel campo della tera- peutica comparata. Combattimento tra aquile e camosci. Si ha da Aosta (18 Febbraio) che un montanaro di Cogne, certo Grappein, fu di questi giorni spettatore di una strana lotta presso una costiera del massiccio della Grivola. Un’ aquila colossale cercava di ghermire un piccolo camoscio. il camo- scio madre corse a difendere il figlio e respingeva a cornate l’° uccello rapace. Un" altra aquila in- tervenne a prestar aiuto alla prima per catturare il piccolo quadrupede. Impetente a sostenere l'assalto dei due uccelli, la madre stava per cedere, allorchè accorse in di lei soccorso il camoscio padre. Con un’ abile mossa questi spinse il piccolo camoscio in un anfratto di roccia e gli si pose innanzi. 30 Così i due camosci trovarono modo di difendere il figlio, sinchè le due aquile furono costrette a rinunziare alla preda. Vestito di cristallo. Non è la prima volta che si parla di tele fabbricate con filo di cri- stallo e di alcuni fabbricanti che hanno potuto filare questa materia con la quale sono giunti a confezionare vestiti. Ora sembra che un fabbricante di Dresda abbia trovato il modo di dare al filo di cristallo, la necessaria resistenza perchè possa usarsi, lo chè ron succedeva con le tele che si erano fabbricate sino ad oggi. Sappiamo che con questa tela è stato confezionato un vestito che possiede un'attrice italiana, la quale lo usa nelle rappresentazioni sceniche. Chissà che non sia lontano il di in cui il cristallo filato possa sostituire con vantaggio la se- ta e risolvere il problema della fabbricazione della seta artificiale. Pei cavalli a Londra. Al capo d'anno a Londra un banchetto equino fu celebrato ad Acton a Friar's Place Farm, dove una Casa di riposo dei Cavalli offre un luogo di cura ai cavalli malati e un asilo ai vecchi. Ad ogni inquilino delle sessanta o settanta stallucce dell’ ospizio equino fu regalata una scatola piena d'un assortimento di biscotti, mele, carote, pezzi di zuc- chero e pezzi di pane; e tutti masticarono i cibi con accompagnamento di molte carezze e di molte gentili parole da parte degli ospiti invitati come spettatori. Qualche tempo prima sic- come uno dei cavalli in pensione aveva afferrato una fune coi denti e sonato la campana del desinare, due file di teste s'erano affacciate sui tramezzi delle porte a godere la vista degli attraenti bocconi, dilatando le nari con gioiosa soddisfazione. Come i degenti in un ospedale, ogni cavallo è identificato da un cartello, che da il nome, la dieta, il trattamento e brevi cenni biografici. Combustibili nazionali. Fu provato su un piroscafo, nel porto di Genova, un apparecchio che, applicato alle caldaie a vapore, metterebbe la navigazione in grado di consumare esclusiva- mente combustibili nazionali come torbe, ligniti e tutti quei carboni in via di formazione di cui sono così ricche certe regioni italiane. Con tale apparecchio si avrebbe inoltre una forte econo- mia nel consumo e nel lavoro. Un allevamento di farfalle. Dall’ Almanacco dell’ AUevatore rileviamo che esiste in In- ghilterra un allevamento che è unico al mondo e che non ha da temere la concorrenza: è l° alle- vamento delle farfalle. Beninteso sono escluse da questo le farfalle comuni. Vi sono gran quantità di bruchi sopra i cavoli, sulle piante da frutto e sopra le leguminose da non sentirsi affatto il bisogno di curare la schiusa delle loro uova e di vegliare sui primi passi delle loro larve. Quelle che alleva l’ entomologista inglese sir William Watkins, che ha avuto per il primo l’idea di questa industria, sono delle farfalle di specie rare. Lu ferme è papillons, che ha creato a Eatsbourne verso il 1870 per l’allevamento in grande delle farfalle, fornisce a migliaia le farfalle di scelta ai collezionisti ed ai diversi musei della terra intiera. Questo stabilimento, che per lungo tempo ancora sarà unico nel suo genere, è situato sulla costa sud dell’ Inghilterra in un angolo ben riparato dai venti e copre uno spazio di 4000 metri quadrati. È una specie di vasto giardino ripieno di fiori e di alberi rari, chiuso da una ra- te metallica assai alta, dove svolazzano in libertà parecchie migliaia di farfalle di specie svariate e rare. Questi graziosi insetti, par la maggior parte, hanno visto la luce nello stabilimento medesimo, che possiede le specie più rinomate. Mister Watkins riceve da tutti i paesi delle uova che sottopone a un metodo speciale d'incubazione; poì i bruchi che provengono da queste uova vengono nutriti allo steccolo o circondati di cure mipuziose, Le farfalle, dopo la loro nascita e tosto che hanno raggiunto il loro completo sviluppo, vengono scelte: un certo numero - le più perfette - vengono conservate come riproduttrici, le altre sono asfissiate e preparate. Si ottengono così per le collezioni soggetti assolutamente intatti e smaglianti di tutta la loro bellezza, 31 Alcuni di tali magnifici insetti, di una grande rarità, raggiungono dei prezzi considerevoli. Non vi sono in verìta che gl’ Inglesi, capaci di mettersi in simili imprese! L’ albero della Lacca in Italia. — Ricevendo la Presidenza del Comizio agrario di Pisa, poco tempo fa, S. M. il Re, disse di aver fatto venire dal Giappone delle piante industriali, dalle quali si ricava la Zacca, e dichiarò che ne faceva fare coltivazioni sperimentali nelle sue tenute, nel Lazio e.in Piemonte, per vedere anche quale clima trovano più adatto, Società toscana d’ Avicoltura Colombofila Fiorentina. — Questa Società effettuò nella penultima Domenica di Febbraio una gara invernale di colombi Visegiatori, a numero fisso di 3 colombi per concorrente, senza alcuna tappa di trenaggio. La sera stessa della inscrizione dei colombi fu estratta a sorte la località dove doveva eseguirsi la lanciata, e dall’urna uscì il nome della città di Pisa. Alle ore 10 del giorno successivo per cura del socio Sig. Ing. Guglielmo De-Briganti, furono lasciati liberi i colombi della stazione di Pisa, ed alle 11,30" quasi tutti erano ritornati alle pro- prie dimore. Ecco la nota deì premiati : 1.0 premio: Medaglia d’argento dorato, offerta dal Comune di Firenze, Baldi Pasquale. 2.0 « Medaglia d' argento, offerta dal Comune di Firenze, Sig. Giuseppe Visconti. 3.0 < Medaglia di bronzo, offerta dal Comune di Firenze, Sig. Beni Guido. 4,0 « Medaglia di bronzo, offerta dal Comizio Agrario di Firenze, Sig. Rag. Alessandro De-Rossi. 50 « Medaglia di bronzo, offerta dalla Camera di Commercio ed Arti di Firenze, Sig. Rénard Enrico. Per completare il premio di lire 5000, da assegnarsi all’inventore di un cuoio artifi- ciale o materiale chimico industriale, più economico del cuoio, atto alla confezione di buone cal- zature, igieniche e durevoli, il Comizio Agrario Circondariale di Terni ha aperto una sottoscrizione ultima ad azioni di L. 5 fra i cavalieri al merito del Lavoro. Un cavallo carnivoro. — II dott. Josiak Horubiower, droghiere a Jersex -City (Stati Uniti) sorprese un suo cavallo (Bill) nella sua scuderia, il quale mangiava un piccione, comprese le penne. Il cavallo aveva ucciso il volatile con un colpo di zampa mentre stava beccando i grani di avena sparsi nella mangiatoia. Da allora avendo trovato ripetutamente delle penne di piccione nella scuderia si convinse che Bill era diventato quasi un carnivoro. Di più constatò che il ca- vallo mangiava la carne di bue bollita che poneva nel cortile per l’ alimentazione del cane. ‘ Amer. Veter. Review e Rec..Mid. Vet ,, Il furetto di Birmania. — Il giardino Zoologico di Londra ha ricevuto un furetto di Bir- mania (Melictis personata) che è stato collocato nella gabbia dei piccoli felini. Presenta la forma affusolata della donnola, possiede un mantello grigiastro marcato d’ una linea dorsale ed una coda folta. Il suo muso appuntito è nero, i suoi occhi sono bordati da una linea d'un bianco gial- lastro, e tra di essi sì scorge una macchia del medesimo colore. Il furetto di Birmania vive tra le foreste ; ha abitudini notturne, e, se il caso si presenta, sa arrampicarsi sugli alberi per raccogliere delle frutta destinate come complemento alla sua alimen= tazione constituita d' insetti, d' uccelli e di piccoli mammiferi. Quanto al resto è selvaggio, corag- gioso, e ne è stato visto uno che, sebbene incatenato ad un albero, teneva testa ad una muta di cani, (Le Chentl) NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Cacciamali prof. G. B. è nominato Vice-Presidente dell’ « Ateneo » di Brescia. Bucca prof. Lorenzo è incaricato dell’insegnamento della geologia nell’ Univ. di Catania. Ferruzza Gaetano è nominato, per concorso, prof. incaricato dì sc. nat. nella scuola tec. di Canicatti e comandato per lo stesso insegnamento alla 2.* classe B. delle sc. tecniche < Gagini e Scinaà » di Palermo. 32 Lorenzi Arrigo è nominato, per merito di concorso, reggente di sc. fis. e nat. nella sc. normale femminile di Camerino. Monteforte Pia è incaricata d'insegnare sc. nat. nella sc. normale di Pesaro. Lorenzi Arrigo, reggente di sc. fis. e nat. nelle scuole normali, è comandato per l’inse- gnamento della storia nat. al liceo di Rovigo. Agostini Bettino, insegnante sc. fis. e nat. nella sc. normale di Camerino, è trasferito (per domanda) a quella di Como. Ostermann Giuseppina id, id. Pesaro è ‘trasferita (per domanda) a quella di Girgenti. La Farina Sebastiano, incaricato di sc. nat. nelle sc. tecniche, comandato alla se. nor- male di Girgenti, è invece comandato (per domanda) alla sc. normale di Trapani. Sono trasferiti, per domanda, i sottonotati professori incaricati di scienze nat. nelle sc. tec- niche appresso indicate. Levi Gustavo, da Soresina a Brescia ; Parrino Calogero, da Iglesias a Cefalù, Rizzardi Umberto, da Brescia a Cremona; De Joanna Giuseppe, da Gaeta a Frosinone ; Martini Gio. Battista, da Porto Maurizio a Genova (Vivaldi); Maresca Ottone, da Loano a Porto Maurizio. Scaparone Sebastiano, da Genova (Vivaldi) a Torino (Giulio). Alla Mostra d'Aquicoltura di Brescia, inaugurata ìil 29 maggio dell’anno scorso, la Giuria dell’ Esposizione suddetta assegnò alla Ditta 8. Brogi - Siena - 1 Diploma di Medaglia d’ argento, più 1 Medaglia di bronzo del Ministero d’ Agricoltura, Industria e Commercio per l'invio di no- tevolì preparazioni e collezioni d’' animali nocivi ai pesci. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. l]. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi, Siena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix ffammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi:(Dysopes cestoni e Cynopterus marginatus). 2. Cesare Mancini — Corso Ugo Bassi, 4 Genova, desidera cambiare Coleotteri e Imenotteri con altri coleotteri specialmente Scarabeidi, i quali accetterebbe pure indeterminati. 3. Si cede una bellissima collezione dei principali minerali italiani, per la maggior parte esattamente determinati e coll'indicazione della località. Sarebbe indicata per un Istituto tecnico o Liceo, o. per un Collegio privato, come pure per un Dilettaute. Per trattative rivolgersi all’ am- ministrazione del Bollettino. 4. Bazzi Ing. Eugenio, Via Brera n. 9. Milano, desidera far cambi di minerali specialmente di giacimenti italiani. Lo stesso tiene specialmente disponibili per cambi, buoni esemplari deì gia- cimenti di Baveno, Val d' Ala e S. Gottardo. E BOZZINI, Gerente responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri Agli Associati che hanno pagato l'abbonamento dell’annata in corso, previa richiesta, verranno Spedite con ribasso di prezzo e franche di porto le seguenti pubblicazioni : Dall’ opera La « Specola ornitica » di Helgoland del Gitke, per G. Vallon Pag. 54 in-8. Prezzo L. 150 per L. 1.00. Gli uccelli nidiacei - Allevamento - Edu- cazione - Malattie - Cure di Ronna E. Pas. 58 in-8 L. 1.50 per L. 1,00. Glossario entomologico, corredato del re- gistro Latino-Italiano delle voci citate, redatto da Lu;gi Fuilla Tedaldi. Pag. 186, formato 8.° grande (con ll tavole) L. 5 per L. 3,50. Avifauna Calabra. Elenco delle specie di uccelli sedentarie e di passaggio in Calabria, di Lucifero Armando. Vol. di pag. 79 in-8. L. 4,00 per L 2,50. La Valtellina ed i Naturalisti. Memo- ria divisa in 6 capitoli: . Generalità - 2. Zoo- logia - 3. Botanica - 4. Geologia - 5 Minera- logia e litologia - 6. Idrologia e meteorologia. Appendici, per il dott. M. Cermenati. Vol. di 287 pag. in-8. Prezzo L. 3 per I. 2,50. I Pesci del Trentino e nozioni elementari intorno all'organismo, allo sviluppo ed alla fun- zione della vita del pesce, del dott. V. Larga- iolli in 2 vol. con fig. L. 6,50 per L. 5,50. Carta murale dei Pesci del Trentino com- pilata dal dott. V. Largazolli. Montata L. 2,50 per L. 2,00; non montata L. 2,00 per L. 1,50. Le funzioni della vita, Preliminari. La Riproduzione, del prof. E. Paratore. Pag. 25, formato in 8° grande, L. 2,00 per L. 1,00. La Geologia agricola e le rocce della provincia di Roma e di Perugia per il dott. G. De Angelis d’ Ossat (1.8 Parte). Pag. 27 in-8. L. 1,50 per L, 1,90. Quadri cristallografici per le scuole se- condarie del prof. E. Paratore. 12 pag. L. l per L. 0,40. Monografia illustrata degli uccelli di rapina in Italia del dr. G. Martorelli. Grande volume di 211 pag. in-4 con tav. in colori e fi. intercalate nel testo L. 20 per L. 18. Gli uccelli e l’ agricoltura. Osservazioni di G. Fabani L. 0,60 per L. 0,40. Nozioni elementari di storia naturale ad uso delle scuole secondarie, classiche e tecni- che per il prof. A. Neviani - Anatomia, Iisio- logia e Tassinomia animale. Vol. di 440 pag. con 464 fig. L. 3,00 per L. 2,50. Meccanismo interno ed esterno del volo degli uccelli per il prof. 0. Fabuni L. 0,60 per L. 0,30. Manuel du Naturaliste per A. Granger. Raccolta, preparazione, imbalsamazione, ece. ecc, Pag. 332 con 257 fig. (1395) L. 4,50 per L. 3,00. L'art d’empailler les petits animaux semplifié par P. Combes. Un vol. con fig. L. 1 per L. 0,80. Piccolo atlante botanico di 30 tav. con 253 fig. in colori preceduto da brevi nozioni di Botanica descrittiva per le scuole secondarie del prof. Vincenzo Gasparini. 2.a edizione mi- gliorata ed accresciuta L. 3,50 per L. 2,50. Catalogo dei Coleotteri d’Italia, com- pilato dal dott. Stefano Bertolini. Pag. 144in 16.° Prezzo L. 3 per L. 2. Elenco dei Lepidotteri propri soltanto all’ Italia, di Pertini Renato. Pag. 22, formato 8.9 gravde. L. 2 per L. l. Analisi istologica delle droghe medici- nali, del prof. Emanuele Paratore. Pag. 14 in-8 L. 1 per L. 0,50, Monografia dei Colombi. del dott. Luigi Raggi. Pag. _L. 1.50 per L. 1. Vade-mecum. 14 in-8 grande. Manuel du Lepidopteriste par G. Panis. Catalogo delle specie, caccia, preparazione, clas- sificazione, maniera di allevarli ecc. 320 pag. con figure L. 3,75 per L. 3,00. Conseils aux amateurs pour faire une collection de papillons. Classification, pre- paration et conservation. Par. M. Beleze. Con 32 fig. L. 0,80 per L. 0,50. Viaggio in Oriente pel cav. dott. P. Passi Pag. 130 L. 1 per L. 0, 40. I funghi mangerecci e velenosi, descri- zione, modo di cucinarli e conservarli. Con 28 tav. colorate, per ©. Itossi. Pag. 140 L. 1,50 per L. 0, 80. Sono i piccoli uccelli utili all’ agricol- tura? per D. G. Salvadori. Pay. 22. L. 0,30 per 1025: La protezione degli animali in rapporto ai loro diritti ingeniti e acquisiti all’ amano consorzio e alle leggi, per il prof. Grz/lo Nic- colò L. 2,00 per L. 1,20. Considerazioni sulla intelligenza degli animali per il prof. N. Grillo. Un Vol. di 70 pagine L. 1,10 per L. 0,80. Traverso la Sardegna per il dott. N. Grillo. Vol. di 73 pag. L. 1,00 per L. 0,70. Il Mimismo del regno animale per il prof. 0. Socini. Pag. 72 e 5 tav. con molte fio. L. 3,00 per L. 2,00. L'uovo e le sue prime trasformazioni per il dott. Cermenati Mario. Pag. 46 in-8. Prezzo L. 1,00 per L. 0,50. Zootecnia. Pregi e difetti degli animali do- mestici col modo di conoscere l'età per Cavagna Gaudenzio. Pag. 280 in-8. Prezzo L. 2,00 per L. 1,90. La cultura dell’ Olivo e la estrazione del- l’olio di Passerini Napoleone. Pas. 132 in-8 con fivure. Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. Metodo per preparare Tavole murali per la Scuola, del dott. Pol prof. Aser. Pag. 8 in-8 L. 0,50 per L. 0,30. Manuale del trattamento del Cavallo del march. Carlo Costa. Pag. 280 in-8. Prezzo L. 3,00 per L. 2,00. Elementi di Agraria ad uso delle Scuole di Agricoltura del prof. Nupol/eone Passerini. Pag. 272 in-8 con figure. L. 2,50 per L. 2,00. Elementi di Tassinomia vegetale ed animale del dott. Luigi Bordi. Pas. 100 in-8. Prezzo L. 1,50 per L. 1,00. E Elementi di Zoologia agraria del dott. Eugenio Bettoni. Pag. 352 in-d. Prezzo L. 3 per L 2,90. È Falconeria moderna. Guida pratica per addestrare alla caccia le principali specie Ji Fal- conidi per A. U. Fzlastori. (2*. Ediz ) Pag. 36 in-8 con figure. L. 1,25 per L. 1,00.. Migrazioni e Faune pel sac. prof. Cesare Gaffuri. Pag: 255 108. L. 2,50 per L. 1,80. Contributo allo studio dei nomi volgari delle piante in Romagna di Raggi Luigi. Pag. 57 in-8. Prezzo L. 2 per L. 1,50. Su l’incrociamento dei venti costanti, del prof. Longo Andrea. Pag. l4 in-8. L. l per L. 0,50. Raccolta, preparazione e conserva- zione in erbario delle piante raccolte. Vade-mecum del dott. L. Raggi. Pag. 7 in-8 L. 1 per L. 0,90. Avifauna del prof. Gasparini con la dia- guosi di tutte le specie degli uccelli italiani. 296 pag. in 8. L. 5 per L. 2,50. : LABORATORIO: ZOOLOGICO-Z0OTONICO-TASSIDERMIGI E MUSEO DI STORIA NATURALE Ditta Cav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Cataloghi gratis Prezzi correnti gratis Fornitore di molti Musei e Gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità ecc. 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Dietro semplice domanda verranno rimessi gratis i CATALOGHI seguenti : Catalogo N. 88 — Modelli plastici di piante, fiori, funghi, frutti ecc. per l’ insegnsmento della Botanica. « « 50 — Varietà e mostruosità in uccelli italiani. « « 58 — Acrpesi, strumenti, utensili, preservativi, specialità ecc. per la raccolta, studio preparazione e couservazione degli oggetti di storia naturale. « « 54 — Mammiferi imbalsamati ed in pelle, scheletri e cranii. « « 55 — Occhi artificiali di ogni genere in vetro e smalto, per animali, uomini, sta- tue, bambole, ecc. « « 56 — Coleotteri europei. « « 57 — Uccelli imbalsamati ed in pelle. « « 58 -—- Minerali e Rocce. « « 59 — Catalogo con note e prezzo degli animali di tutti gli ordini, scheletri ed altre preparazioni zootomiche, Piante, Minerali, Fossili, Modelli, ecc. ecc., nonchè delle Collezioni già formate per l'insegnamento. Hanno pagato l abbonamento 1905 (4° meta) Bazzi Ins. Eugenio — Canestrini Prof. Dott. Alessandro — Caruana Avv. Alfredo — Cavagnaro Tito — Costantini Alessandro — Ginnasio Pareggiato, Bronte — Iannaci Cav. Prof. Dott. Francesco — Mersciai Dott Giuseppe — Pilati Cav. Pietro — Puglisi Dott. Michele — Scottì Dott. Luigi — Vitale Agronomo Francesco — Zodda Prof. Giuseppe. (continua) RICERCA D'ANNATE ARRETRATE Desideriamo acquistare verso pagamento o cambio di altre pubblicazioni, le annate complete 1882-1883 di questo periodico. Saremo grati a coloro che sollecitamente ce ne faranno rimessa. Conto corrente con la posta ANNO XXV BOLLETTINO DEL NATURALIST Collettore, Allevatore, Goltivatore, Acelimatatore Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all'estero Li. 3. Pergli Stati della unione postale L. 3, 5O.Altri Stati L, 4 Istruzione e diletto PERIODICO MENSILE È premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali ed al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scamb e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i protessori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Richieste e offerte ecc. ecc. (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principaimente quelli nominati nella copertina della Rivista Italiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, avendo identica direzione ed un’ unica ammivistrazione, sono regolati dalle medesime seguenti sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via B. Peruzzi 28,eda tutti gli utfici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto ar fascicoli arretrati. L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Hascicoliseparati costano cent. 30 perogni 16 pag.ditesto. Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50. copie di estratti, purchè ne facciano richiesta Quando inviano i manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. l per 12 numeri e L. 6il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approtittare dei moltivantaggì che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc.; fare offerte e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri. macchine, prodotti agrar CRE collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, di- scritti che contengono avvzs: dè acquisto 0 di vendita, o che possono servire di reclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamenta quelle provenienti da abbonati che hanno già pagato l’ab- bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se non è espressamente richiesta dall’ abbonato. L’ amministrazione s'incarica di rappresentare gli ab- boRati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corrìi- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso da combinarsi. La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioniin proposito. | manoscritti non pub- blicati possono essere ritiratidagli autoriaproprie spese Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche fascicolo ne sarà loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis, purchè la richiedano entro |’ annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento. Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L 1. per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsìi nelle ap- posite pagine costano I.. l ogni 2 centim. di spazio occu- nat i-/»-a aolonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli «zioni. T,e inserzioni relative sare la lunghezza di 5 lix si ha diritto di pubblicar neVienè accordata la ris penso. Dalla inserzioni gri | ricevute e si fa speciale rvengono due esemplari anticipati. Chi desidera ssari, o scriva in car- Cataloghi gratis LABORATORIO. Z0OLOGIOO-ZOOTOMICO-TASSIDBRAICI E MUSEO DI STORIA NATURALE Ditta Cav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Prezzi correnti gratis Fornitore di molti Musei e Gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Rocce, Fossili, Strumenti, Arnesì, Preservativi, Specialità ecc. 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Dietro semplice domanda verranno rimessi gratis i CATALOGHI seguenti : Catalogo N. 88.— Modelli plastici di piante, fiori, funghi, frutti ecc. per l'insegnsmento della « « « « « Botanica. 50 — Varietà e mostruosità in uccelli italiani. 58 — Arnesi, strumenti, utensili, preservativi, specialità ecc. per la raccolta, studio preparazione e conservazione degli oggetti dì storia naturale. 54 — Mammiferi imbalsamati ed in pelle, scheletri e cranii. 55 — Occhi artificiali di ogni genere in vetro e smalto, per animali, uomini, sta- tue, bambole, ecc. 56 — Coleotteri europei. 57 — Uccelli imbalsamati ed in pelle. 58 — Minerali e Rocce. 59 — Catalogo con note e prezzo degli animali di tutti gli ordini, scheletri ed altre preparazioni zootomiche, Piante, Minerali, Fossili, Modelli, ecc. ecc., nonchè delle Collezioni già formate per l'insegnamento. trino rosso, a prezzi eccezionalmente miti. Dimensioni millim. 69 X 30. Assortimento di . 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Anno XXV N, 4-5 15 Aprile-15 Maggio 1905 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Sopplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali ed al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo perl’ Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 8, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L. 4. SOMMARIO Fusco Rao Alfolso. La Collezione di fossili del dott. Battaglia Rizzo. Pag. 33. Vitale Geom. Francesco. I Coleotteri Messinesi (cont.) Pag. 38. Invenzioni e scoperte. Pag. 4I. — Notiziario. Pag. 44. — Insegnamenti pratici. Pag. 46. — Nomine, promozioni, onorificenze e premi. Pag. 47. — Tavola Necrologica Pag. 43 — Richieste e offerte (gratis per gli abbonati). Pag. 48. Neviani Prof. Antonio. Materiali per una bibliografia degli studi sui Briozoi viventi e fossili dal 1800 al 1900 (cont.) Pag. XXV-XXVIII. Con sentito dolore annunziamo che il giorno 16 Aprile, dopo brevissima malattia, spirava in. Madrano, nell’ età di anni 73 il Dott. STEFANO BERTOLINI distinto coleotterologo, autore di pregiati lavori, fra cui il noto Ca- talogo dei Coleotteri d’ Italia. ALFONSO FUSCO RAO LA COLLEZIONE DI FOSSILI DEL DOTT. BATTAGLIA RIZZO Pochi mesi or sono io ebbi la fortuna di visitare una delle collezioni di fossili più belle e più ricche che io abbia mai visto. Questa collezione privata, formata d’ un materiale raro, ben conservato e quasi tutto locale, è frutto dell’ opera assidua, costante e intelligente del dottore în medicina Francesco Battaglia Rizzo da Termini Imerese. Dinanzi a tutto quel materiale scelto e sapiente- mente collezionato, la prima cosa che stupisce è come |’ opera di un solo uomo, ver- sato per la sua professione in altri studì e in altre occupazioni, abbia potuto accumu- lare tanti tesori di scienza. Bisognava che quest’ uomo avesse una tempra d’ acciaio e la fede di un apostolo. lo ho viste molte collezioni di fossili nei musei geologici delle Università, ma, mentre le ammiravo, io non potevo immaginare che vi fosse una collezione di un pri- ‘vato che potesse gareggiare con esse. 34 Non si tratta di una di quelle raccolte fatte quasi per curiosità, per amore di una cosa strana, d'un fossile, come si farebbe una raccolta di francobolli o di car- toline illustrate, una di quelle raccolte che constano d'un centinaio di pezzi, più o meno belli, più o meno incompleti, ma sono migliaia e migliaia di esemplari, tutti belli, tutti integri, come se per migliaia di secoli, invece di essere sballottati dalle vicende telluriche, fossero stati conservati in una elegante vetrina, come ora sono. lo trascorsi molte ore dinanzi a quei fossili e molte altre avrei voluto trascor- rerne per contemplarli ad uno ad uno, per ammirarne la struttura e la conservazione. E pensavo quasi con un senso d’ineffabile sgomento a quelle sette od otto cen. tinaia di fossili che costituiscono l' orgoglio della mia modestissima collezione, una collezione da studente e da dilettante, su taluni esemplari della quale ho intrattenuto talvolta i lettori di questo pregevole Bollettino ; io vidi là forme meravigliosissime, vidi esemplari non mai fino allora osservati, nemmeno nei musei, vidi fossili, il cui valore scientifico era forse incalcolabile. E il buon Dottore rapito, estasiato, innamorato della sua collezione, mi additava gli esemplari più notevoli, egli, il profondo naturalista più che ottuagenario, a me, umile dilettante, che non compio ancora i cinque lustri. * * * I fossili della collezione del dott. Battaglia Rizzo provengono in generale da varii punti della Sicilia, ma quelli che ne costituiscono il nucleo e le danno un valore mag- giore per il carattere di collezione locale appartengono al Castello di Termini e al monte san Calogero. Non intendo quì farvi una dissertazione suila natura geologica della regione termintiana, donde i fossili provengono: mi guarderei bene dal fare una figura piccina dopo che professori competentissimi, come |’ illustre Gemmellaro, l’ hanno scoperta e così bene illustrata. Ma un cenno qualsiasi mi pare addirittura indispensabile perchè possa il lettore arguire le specie di fossili dalla natura dei terreni. Il Titonio predomina nel Castello di Termini e si osserva pure nel torrente detto Trepietre, che scorre ai piedi del Monte san Calogero. Il Cretaceo sovrasta con vari strati fossiliferi al Titonio del Castello. Numerose marne brunastre abbondantissime di Ostree, rivelano il Cretaceo medio nella località chiamata san Giovanni, ai piedi del san Calogero. A Gastel Brucato, di mezzo alle formazioni nummulitiche, vien fuori un calcare ritenuto dai geologi come « sineronico al calcare a Sphaerulites del Monte Pellegrino che indubbiamente appartiene al Cretaceo superiore ». Ill nummulitico formato ora da calcare biancastro ora da argille scagliose .con strati di arenaria o da argille rosso-brune e verdastre, o da marne afucoidi con ab- bondanza di alveoline, diviso in varie zone, predomina molto in tutto il territorio. Il Miocene si rivela nella regione detta « Terre bianche » con un unico lembo, miscuglio di argille e di arenarie, abbondanti di fossili. Vavì strati di argille e di arenarie con fossili speciali posti sul nummulitico nella località detta la « Rocca » rappresentano |’ oligocene. 35 In ultimo il Pliocene compare in varii punti nelle marne bianche a levante e a settentrione verso san Nicolò. lo tenterò di trascrivere quì quelle poche specie di cui allora appuntai il nome nel mio taccuino, piccole spigolature nel campo vasto di quella collezione e chiedo venia per qualche inesattezza nel riferire le specie alle località. * * * Sphaenodus gigas Agas (Castel di Termini) Terebratula Battagliai Gemm. (Castel di Termini) Pecten Titonius Gemm. e di Blas (Castel di Termini) « poecilografus Gemm. e Di Blas (Castel di Termini) Polyptychodon interruptus Ovven (RIE «) Prosopon Etalloni Gemm. (CATE «Cn Itieria Caboneti Math (ALCIINT CIO) Orbitoides dispansa Gemm (Rocca) « stellata (San Leonardo) Natica Gemellarioi Ciof (Castel Brucato) Ianira tricostata H. Cog. (San Giovanni) Operculina ammonea Ley (Rocca) Prosopon marginatum Mèr (Castello di Termini) Rhynconella Isotypus Gemm.(. « < G) Terebratula Isomorfa Gemm. (Castello di Termini) Alveolina odlonga Desh (San Leonardo) Heterostegina reticulata Rutin. (San Leonardo) Nummulites perforata d’ Orb. ( « E! 0) < pseudoscabra d'Orb.( « HA) Nerinea formosa Gemm. d' Orb. (Castel Brucato) Caprina communis Gemm. (EE Gru) Ostrea Siphax H. Cog. (San Giovanni) « — Delettrei H. Coq. ( « < ) Nerinea Stoppani Gemm. (San Nicolò) Noniorina communis d' Ord. ( « GG ) Heliastrea immersa Reuss (Rocca) Turritella Archimedis Brogut (Terrebianche) Arca neglecta Mick ( « ) Bourgheticrinus Thorenti d' Arch (Rocca) Plocophilla constrincta Reuss (1) Pecten aduncus Ticher (Terrebianche) Ostrea digitalina Dub. ( « ) Trigonia scabra Lamark (San Giovanni) Nummulites curvispira Mengh (Rocca) < distans d' Archiac ( « ) Tylostoma Stenii Ciof. (Castel Brucato) 36 Sphaerulites angulosus d’ Orb. (Castel Brucato) Caprina communis Gemm. (6 GINO) Avellana Lioy Ciof. (|< I) Nerinea quinqueplicata Gemm. (Castel Termini) Sphaerodus Tithonius Gemm. (. « Gi DA) Strophodus subreticulatus Agos ( « € 0) Terebratula nebrodensis Gemm.(. « QUTO) Pecten subvitiens Gemm. e de Blas (Gastel Termini) Alveolina ovoidea d’ Orb (Rocca) Heterostegina reticulata Rutm (San Leonardo) Spheruliles Spallanzani Gemm. (Castel Brucato) * x* * Ricordo tra gli altri fossili un fungo di sette centimetri circa di diametro, rin- venuto nel territorio di Caccamo, circondario di Termini Imerese. Ha un colorito castagno-bruno, un gambo con prominenze, lungo sette centimetri e il peso specifico di grammi 20. I lettori sanno come il rinvenimento di un fungo allo stato di lignite non è cosa che accada tutti i giorni. Su un altro fossile importantissimo, un volatile, lascio la parola all’ illustre dot- tore che così ne scriveva a S. M. i° Augusto nostro Sovrano. « Il fossile è stato rinvenuto nella vasta catena della colossale montagna dell’ ex Castello Termitano a base di carbonato calcareo, che dista dalla riva del mare al- quanti metri. Il professor Battaglia dopo lunghi ed indefessi studi di sei lustri circa sui fossili, fortunatamente scoprì un magnifico volatile petrefatto a base di carbonato calcare, che l’ha collocato nella categoria de’ passeri, se mal non opina, colla pre- ghiera di dar parere i geologi su tale rara novità. Egli si augura che gli scienziati faranno eco a tale rinvenimento, mentre. fin’ oggi nessun Italiano può darsi il vanto di siffatto ritrovato novello e che pochi Musei d’ Europa si gloriano possedere tali ra- rità. Spera il professore che il governo d’ Italia arricchirà il Real Museo di questo novello uccello petrefatto, che forse rimonta con la creazione di tanti svariati fossili, che oggidì la scienza col progresso va sempre acquistando e richiamando a novella vita dopo volger di tanti e tanti secoli. Toccò in sorte al Dottor Battaglia-Rizzo sco- prire il suaccennato volatile da più remoti secoli nicchiato tra vasta montagna, ed oggi il naturalista lo contempla, lo analizza, e quasi estatico lo mira incrostato di carbo- nato di calce, e neilo stato petrefatto. Per la sua specialità dovrebbe trovare un no- vello posto, che forse sarà d’ importanza sulle odierne scoperte della branca di paleon- tologia. Tale scoperta fa conoscere ali’ erudito cultore essere le belle contrade sicane un’ inesausta fonte di preziosi avanzi geologici prodotti dai cataclismi avvenuti, che di continuo presenta la superficie del globo terracqueo, alla mente dell’ erudito scienziato ». 4 Ecco la collezione di cui ho voluto parlare ai lettori di questo pregevole Bollettino, collezione bella dal lato estetico e sopratutto importantissima dal lato scientifico, frutto di quasi mezzo secoio di lavoro intelligente ed appassionato. Il Dottor Battaglia Rizzo, è giusto che io dica qui qualcosa di lui, è un forte stu- dioso delle scienze mediche e naturali, e il suo ingegno versatile si è solennemente affermato in pregevoli lavori che hanno mostrato in lui il dottore colto e paziente. Esteta per eccellenza, le sue monografie e i suoi opuscoli sono improntati ad una no- bile forma classica: lavoratore istancabile, egli ha passato la giovinezza tra i lavori fervidi della mente e |’ operosità attiva delle sue produzioni, ed oggi, vecchio ottuagena- rio, glorioso avanzo di lottatore inesauribile, ancora vive in mezzo ai suoi libri ed ai suoi studì prediletti, preparandosi a darci nuove pubblicazioni. I suoi alti meriti gli fruttarono ben presto la nomina a presidente e socio ono- rario di numerose Accademie italiane e straniere. Il suo studio è un tempio di scienza, dove la paleontologia, la numismatica e |’ archeologia, dei quali due ultimi rami qui non è luogo di parlare, si appalesano in un ordine perfetto, dando mostra della mente creatrice che le ha collezionate. Egli, lo, scienzato illustre, può dire d’ aver compiuta bene la sua giornata, e 1 suoi conterranei possono con orgoglio ammirare |’ uomo che rivela nella correttezza e nella serenità delle sue linee la tranquillità della sua mente ardita e della sua anima di apostolo. La collezione, come dicevo più sopra, ha un valore grandissimo sovratutto perchè, oltre agli esemplari rari e forse unici che con- tiene, è collezione eminentemente locale ed ampiamente illustrativa di una regione di molto interesse. Ogni esemplare, diligertemente ripulito ed isolato, porta un cartellino indicante con precisione la tocalità dave il fossile fu rinvenuto, ed i lettori sanno di quanta massima importanza sia questa indicazione in una raccolta di fossili. Un appunto solo può farsi alla collezione (e non se |’ abbia a male |' illustre ve- gliardo), e l’ appunto è questo: che una collezione così bella e così importante non sia stata ancora particolareggiatamente studiata ed illustrata : moltissimi fossili infatti mancano ancora della determinazione della specie; nè di ciò non può darsi colpa al valente raccoglitore, che chiamato dal suo dovere ad altre discipline, intento ii cuore di padre a numerosa prole, mancante in quella piccola città di libri, di biblioteche e di gabinetti pei raffronti necessarî, non poteva certamente compire un lavoro di de- terminazione di una raccolta così vasta da richiedere molti e molti anni di lavoro as- ‘ siduo e secondato dai mezzi opportuni. sx Due parole di conclusione ed ho finito. Come, dove, quando finirà questa collezione ? Il Dottor Battaglia Rizzo vivrà ancora, e noi glielo auguriamo di tutto cuore, ad multos annos, ma quando i canti del cigno finiranno d'echeggiare nella penombra del tramonto, allora non c' è che un dilemma : o la collezione di fossili resterà fossi- lizzata nelle vetrine, tesoro sconosciuto forse o trascurato e tenuto in non cale, se pur, quod Deus avertat, non andrà dispersa ai quattro venti, o, e questo io credo sia del dilemma il corno più probabile, gli eredi, come generalmente accade in simili casi, baratteranno tutto per pochi quattrini. Che meraviglia infatti se un erede, un nipote o un pronipote ad esempio, profano in geologia, barattasse per pochi spiccioli una collezione di grandissimo valore ? 38 Ha egli forse la nozione del valore scientifico dei fossili, e specialmente di quei fossili di cui abbiamo sopra parlato ? Sa egli che il raccoglitore di quegli esemplari li ha cari quanto se stesso e che in essi egli ha immedesimato la sua anima di esteta e di scienziato ? Sa egli quante fatiche, quante privazioni, quanti sacrifizì sia costato mezzo secolo di lavoro assiduo e paziente? Ripeto ancora una volta che la Collezione ha un valore grandissimo, oltrechè per il numero degli esemplari e per il loro stato di conservazione, massimamente per il carattere di raccolta locale di una regione di terreni assai importanti. Sarebbe opera altamente meritoria se il Governo, o meglio il Ministero della Pub- blica Istruzione, impedisse, acquistandola, che questa collezione andasse un bel giorno dispersa. Ho detto sarebbe, ma é un condizionale assai ipotetico ed è assurdo supporre si vogliano buttar via delle migliaia di lire per una collezione che potrebbe sembrare un lusso od anche un pleonasmo, da quegli eccellentissimi signori che negano persino i milioni che spettano di diritto alle nostre Università ! Comunque sia, è questo il mio voto : che la Collezione del Dottor Battaglia-Rizzo sia mantenuta integra, sia acquistata da qualche istituto scientifico, e sopratutto trovi chi la studi e la illustri. Se questo lavoro sarà fatto con amore, con coscienza e con supienza, la Paleontologia ne sarà grandemente avvantaggiata e noi vedremo con molta probabilità descritte specie nuove e rivelati nuovi tesori. Quod est în votis. Catania, marzo 1905. Geom. VITALE FRANCESCO I Coleotteri Messinesi (continuazione) 208. Platycerus tetraodon Thunb. — Comune in Agosto, Settembre e Ottobre a Scala. 207. Scarabaeus sacer Linn. — Comunissimo ovunque. 208. <« variolosus Fab. — Comune in primavera. 209. Sisyphus Schaefferi Linn. — Rarissimo a Campo-Inglese in Maggio. 210. Gymnopleurus Sturmi Mac. Leay. — Comune in està. 211. Copris hispanus L. — Comune in molti siti. 212. Bubas bison Lin. — Non raro in montagna. 213. Ohironitis furcifer Rossi. — Raro a Tono in Maggio. 214. Onthophagus taurus Schr. — Comune sui Colli. 215. « verticicornis Laich. — Non raro a Campo-Inglese, 216, « vacca Lin, --. Raro a Corsarsi, Tono, 39 217. Onthophagus coenobita Herbst. — Rarissimo a Castanea. 218. « fracticornis Prey. — Comune in Colle. FILI « maki 11. (4) — Rarissimo; 1 esemplare a Campo-Inglese. 220. « marginalis Gebl. — Rarissimo; 1 esemplare a Tono. 221. G furcatus (@) F. — Comune ovunque. 222. « ovatus L. — Comune a Pisciotto, Colla, ecc. 223. « Schreberi L. — Raro a Campo-Inglese. 224. Oniticellus fulvus Goeze. — Raro a Croce Cumia. 225. Aphodius erraticus v. fumigatus Muls. — Rarissimo a Briga. (22 OM fimetarius Lin. — Comunissimo ovunque. PIE « scybalarius v. conflagratus F. — Un esemplare a Campo-In- glese. 228. « v. nigricans Muls. — Un esemplare a Castanea. 229) « granarius Lin. — Comune in montagna. 230. « hydrochaeris F. — Non raro a Corsari e Tono. 231. « merdarius F. — Comune a Castanea. 232. « tessulatus Payh. — Non raro verso Gesso, Linata 233! « lineolatus Illig. — Rarissimo a C. Inglese. 234. « prodromus Brach. — Rarissimo, 1 esempl. a Colla. 235. « contaminatus Herb. — Raro in està a Castanea. 236. C obliteratus Panz. — Raro a Tono e Corsari. 237. « quadrimaculatus L. — Rarissimo a S. Placido di Calonerò. 288. « varians Duft. — Un esemplare a S. Placido. 239. Pleurophorus caesus Panz. — Comune in està. 240. Rhyssemus germanus L. « « 241. Psammodius porcicollis Illige. — Comune a Tono e Rodia nella sabbia. 242. Geotrupes Typhoeuws L. — Comune d'inverno a C. Inglese. 243. « spiniger Marsh. — Comune ovunque. 244. « laevigatus F. — Comunissimo in ogni tempo e luogo. 245. « v. areolatus Reitt. — Comune col tipo. 246. Pentodon punctatus Vill. — Comune a Scala, Castanea. 247. Phyllognathus silenus F. — Comune ovunque. 248. Oryctes nasicornis L. — Comunissimo. 249. « —grypus Ill. — Comune in Montagna. 250. Pachypus caesus Er. — Non raro, infra i 100 metri d’ altezza. 251. Rhizotrogus tarsalis Reich. (£) — Rarissimo a Telegrafo. 252. « pini Ol. (‘) — Rarissimo; un esemplare a Calamarà. 253. Haplidia hirticollis Burm. Comunissima in Maggio all’ imbrunire. (4) Questa specie non è citata dal Ragusa nel suo catalogo ragionato. (2) Il Ragusa dice che l' Ont. furcatus citato da Ds Stefani, fosse l’ ovatus per errore; di que- sta specie non ne parla. Ritengola quindi come nuova per la Sicilia. (*) Gl’insetti posseduti dal Ragusa provengono da Messina. (*) L'unico esemplare che possedea il Ragusa proveniva da Messina. 40 254. Haplidia villigera Burm. (*) — Comune. 255. Anogia meridionalis Reitt. — Rara, in Giugno la sera sotto i fossati. 256. « matutinalis Lap. — Rara nelle siepi ad imbrunire. 257. Anomala ausonia Er. — Comune in Giugno sui fiori di Spartium. 258. « v. sicula Gangl. (@) — Assieme al tipo. 259. « v. cogina Reitt. (@) — « « 260. « v. laeta Ragusa (4) — « « ad Ortira. 261. « solida Er. — Rarissimo; 1 esempl. in città. 262. Anisoplia marginata Krg. — Comune a Castanea in Maggio. 263. Epicometis squalida Scop. — Comunissimo ovunque. 264. « hirta Poda — Come la precedente. 265. Leucocelis funesta Poda — Comunissima su le rose e le viti. 266. Cetonia aurata L. ("" — Comune nelle pere guaste in Agosto. 267. « « ab. purpurata Heer. — Rarissima a Cavaliere. 268. « « ab. lucidula Herr. — Rara ad Annunziata. 269. « « ab. viridiventris Reit. — Rarissima; un esemplare a Cavaliere. 270. « « ab. pseudopallida Fiori — Non rara ad Annunziata. ZAe « « ab. dilucida Reitt. — Non rara a Cavaliere. 272. Potosia affinis Andr. — Comune sul Dawveus in Maggio. 273. « v. mirifica Muls. (°) — Sui fiori di Rubus o su le pere fradicie. 274. « floricola v. nobilissima Reitt. (£) — Un esemplare a Cavaliere in Agosto. 215. « metallica v. incerta Costa — Comunissima sul Rudbus a Tono. 276. « « v. cuprea Gory. — Assieme al tipo comune. 2071. « morio Fab. (£) — Comunissima sullo Sparlium. 278. Aethiessa floralis v. elongata Gory. :-— Comunissima sui Carduus e Spartium. 279. Valgus hemipterus Linn. — Comunissimo sul Daucus a Scala. 280. Chalcophora Fabricii Rossi — Rarissima ; 2 esemplari, uno ad Annun- ziata ed uno a Petrazza. 281. Capnodis tenebrionis L. — Non raro in Luglio, Curcurace, Faro. 282. Dicerca aenea Lin. — Non rara a Gravitelli. (!) Anco a Messina il Ragusa raccolse tale insetto, oltre che in altre parti dell’ Isola. (2) Tutti gli esemplari della collezione Ragusa provengono da Messina. (3) Questa varietà del Reitter, nuova, è altresì muova per la Sicilia. (4) Questa varietà del Ragusa si distingue pel colore oenaceo con rifiesso metallico azzurro. (5) Tutte le cetonie furono esaminate dal valeutissimo Prof. Fiori di Bologna, che ringraziamo ubblicamente. (5) Il Fiori, per alcuni esemplari di tale varietà, molto colorati in rosso cupo, ci diede il nome di pyrochorus. (7) Questa varietà è nuova per la fauna sicula. (9) Gli esemplari della collezione Ragusa provengono da Messina, 41 283. Anthaxia cichorii Ol. — In està a Tremonti sul Dawucwus. 284. « millefolii F. — Rarissima; un esemplare a Linata. 285. « umbellalarum F. — Rarissima a Calamarà. 286. « lucens Kist. — Rarissima ; un esemplare a Tremonti sul Dau- cus, 2 esemplari a Termini sotto le scorze d’ Amygdalus in Dicembre. 287. Ptosima M. maculata Herbs. — Rarissima; un esemplare a Calamarà. 288. Acmacodera discoidea F. — Rarissima; un esemplare a Catarratti. 289. Sphenoptera antiqua Ill. (') — Non rara a Catarratti. 290. « gemellata Man. — Rarissima a Gesso. 2911 < geminata Illìig. — Rara a Castanea e a Linata, 2925 « parvula Lap. Un esemplare a Catarratti. 293. Coroebus rubi L. — Comunissimo in està sul Rudus al Sole. 294. « elatus F. — Comune a Calamarà in Agosto. 295. « graminis Panz. (@). — Rarissimo; 2 esemplari a Calamarà. 296. Aphanisticus pusillus Ol. (9) — Sui Giunchi a S. Ranieri e Baglione. 297. Trachys corusca Panz. — Sulla Malva a Savoca. 298. « triangularis Lac. -- Rarissima; un esemplare a Catarrati. 299. Throscus elateroides Heer. — Sotto le scorze di Tamarix a Massa. 300. Archrontas crenicollis Men. — Corsari; un esemplare raccolto in Set- tembre. 301. Drasterius bimaculatus Rossi — Raro, ma in varìì posti, fino a Mon- talbono. 302. « v. fenestratus Kist. (‘) — Non raro in colle. 303. < v. 4- signatus Kiùst. — Comune. 304. « v. binotatus Rossi — Raro; 2 esemplari a Catarratti. (continua) (4) L'unico esemplare che possedea il Ragusa proveniva da Messina. (£) Questa specie è citata dal Ragusa sotto il nome generico di Melbaeus H. Deg. (3) Specie muova per la Sicilia. (*) Questa varietà non è citata dal Ragusa nel suo Catalogo ragionato. Però nelle aggiunte dice che l’ ebbe raccolta a Salemi dal Prof. Palumbo. i ma___5<— <4 «4 4«4<=<=-==-=-=">"=-y>7y-y>y>y" EINNIENZIONI ESE Un nuovo metodo di preparazione dell’ acido citrico. — Il prof. Korner, direttore della Scuola superiore di agricoltura di Milano, ha fatto, il giorno ll febbraio, un'importante co- municazione alla Società chimica in Milano intorno a un nuovo metodo per ottenere l'acido ci- trico dai limoni. È noto come il metodo finora usato per preparare l'acido citrico consista essen- zialmente nel filtrare il succo ottenuto dai limoni sbucciati, sminuzzali e torchiati, nell’ aggiun- gere al succo calce friabile e poi nello scomporre il citrato di calcio formatosi con acido solforico diluito da l a 5. Ma è pure noto che per il grande costo degli impianti e più per quello del com- bustibile, 1° Ivalia, sebbene sia la più forte produttrice di limoni, non produce quasi affalto acido citrico, mentre invece quasta industria è largamente praticata in Germania e in Inghilterra, 42 —____—__.........-- -:si *- “*. -r. "*+--- Gl' Italiani, e specialmente i Siciliani, non fanno che preparare il citrato di calcio oppure il così detto agro di limone che è il succo di limone ottenuto per torchiatura e concentrato în cal- daie, per mezzo del calore, fino a che il suo volume sia ridotto a '/, di quello primitivo: inviano poi il citrato di calcio o l’agro in Inghilterra ove si procede alla estrazione dell'acido citrico col metodo sopra accennato. Ma ora un chimico siciliano, il dott. Restuccia, ha trovato il modo di separare l'acido citrico dalle altre sostanze contenute nel succo dì limone mediante un metodo semplice che farà diven- tare quest’ industria completamente italiana. I particolari delle operazioni non si conoscono ancora perchè il metodo sarà tra poco brevettato; però si sa che esso consiste sommariamente in ciò: Il succo dei limoni viene trattato successivamente con quattro reaitivi i quali fanno precipitare le sostanze albuminoidi, zuccherine, pectiche, ecc. ; poi si filtra, ed è dal filtrato che precipita l’ acido citrico cristallizzato. Le prove fatte, per incarico del Ministero d’ Agricoltura, industria e commercio, nel Labora- torio di Chimica organica della R.a Scuola superiore d’ Agricoltura di Milano, dall’inventore del metodo, hanno dato ottimi risultati. Come si vede, il metodo è semplicissimo; ma oltre a ciò esso è di gran lunga superiore a quello primitivo per il rendimento in acido citrico puro: infatti mentre col metodo fino ad oggi usato si ha un rendimento del 70 °/, in media, con quello del chimico siciliano si ha un rendi- mento del 90 °/. Aggiungiamo infine che la spesa pei reattivi è minima, aggirandosi intorno a quattro lire per ogni quintale di acido citrico ottenuto. Ciò posto, appare chiaramente la importanza del muovo metodo, sia per il costo minore con cui sì verrà a produrre l'acido citrico, sia perchè l’Italia, che è la più forte produttrice di limoni, avrà la soddisfazione e il vantaggio di rivendicare a sè un’industria che è sua naturalmente e che fino ad oggi, per cause diverse, è stata in mano di industriali stranieri. Dott. Vincenzo PAOLINI. La telegrafia senza fili applicata alla distribuzione dell’ ora a distanza. — Nell' adunanza dell’ Accademia delle Scienze di Parigi del 27 giugno decorso il sig. Bigourdan, rì- prendendo una proposta già fatta fin dal 1902 dal Munro, presentò alcuni risultati di esperienze da lui fatte per trasmettere l'ora a distanza mediante la telegrafia senza filì. Un orologio direttore, aprendo un contatto elettrico ad ogni minuto secondo, comanda un re- lais il quale alla sua volta manda una corrente nel circuito primario di un rocchetto di induzione munito di un oscillatore ; il circuito indotto fornisce così una scarica oscillante di durata assai corta che si ripete regolarmente ad ogni secondo. I due poli del filo fine del rocchetto sono collegati, uno alla terra, 1’ altro ad un'antenna, alta alcuni metri, per mezzo della quale le scintille comandano, a distanza, dei ricevitori di onde elet- triche, e così tutti i ricevitori battono ogni secondo battuto dal pendolo direttore. Il sig. Bigourdan ha sperimentato con due ricevitori differenti: il più semplice è nn radiote- lefono del sistema Popoff-Ducretet nel quale si sentono nettamente i secondi battuti dal pendolo direttore. Il secondo ricevitore è un inscrittore che si compone di un posto-ricevitore ordinario di telegrafia senza fili. Il sig. Bigourdan asserisce che, malerado la semplicità e la esiguità dei mezzi da lui adope- rati. ha ottenuto un’ ottima trasmissione da una stazione situata a 2 chilometri di distanza. Non occorre insistere sui vantaggi che presenterebbe questo sistema di distribuzione dell’ ora non solo per gli usi ordinari della vita, ma principalmente dal punto di vista scientifico e indu- striale. Contro la grandine. — Una nuova e meravigliosa scoperta grandinifuga, destinata ad ap- portare vantaggi incommensurabili all’ agricoltura, viene ora annunziata. L'autore della invenzione è il noto scienziato Markiewig Iodke, delle cui scoperte spesso la stampa si è occupata. Lo strumento, che è stato battezzato col nome di « Paragrandine Iodko », si fonda sul se- 43 guente principio scientifico: « Non c' è grandine senza temporale, non temporale senza il massimo di elettricità nell’ aria ». Tale principio virtualmente ne promette un altro; cioò a dire che nell'aria non solo esiste ma sì produce continuamente della elettricità. Dimodochè, trovando nella elettricità la causa uni- ca e precipua della grandine, ne scaturisce spontanea la conseguenza che, eliminando la causa, si elimini l' effetto. La funzione dello strumento è quindi di scaricare diuturnamente l’ elettricità che esiste e si forma nell'aria, ciò che produce Ja diminuzione della tensione elettrica dell’ atmosfera, impedendo così che l'elettricità si possa accumular in quella quantità a cui sono dovuti un complesso di fe- nomeni meteorologici che provocano la grandine. Lo strumento è di una semplicità sorprendente e di facilissima costruzione ed applicazione, e una volta impiantato nel terreno, agisce da solo; esso infatti è formato da una pertica, che ser- ve di sostegno ad una punta di rame nichelato che sta in stretto contatto con una corda di paglia, alla cui base si attacca una lastra di zingo che s’introduce nel terreno ad una certa profondità. L'illustre scienziato ha fatto lunghe e diligenti esperienze su vaste zone di terrenì periodi- camente colpiti dalla grandine, ottenendo risultati tali da non lasciare nessun dubbio sull’ cffi- cacia della scoperta. Occorre intanto avvertire che, per l'applicazione pratica dello strumento, bisogna osservare delle norme speciali, che variano secondo la natura topografica del terreno ciò che fa variare l’al- tezza e la distanza che deve avere un paragrandine dall’ altro. Regolatori per la luce nei teatri. Un tecnico inglese, Mr. Maskeline, ha inventato un apparato per regolare la luce delle lampade in ogni parte della scena e della sala. La novità del- l'apparato risiede nel fatto che le resistenze sono costituite per mezzo di una semplice cinta di me- tallo, avvoltolata tante volte secondo le variazioni di intensità di luce che si desiderano ottenere. Gli spirali sono isolati tra sè con mica, tarsiata in lamine di acero fortemente compresse. Il nastro che raggiunge in alcuni casi più di 15 metri, e di sezione decrescente, lo che permette variare la luce in graduazioni quasi insensibili. Il Bioscopio. Il dott. Aurelio de Gasparis, professore libero all’ Università di Napoli, ha inventanto uno strumento di grande interesse per i naturalisti, che permetterà a questi di studiare al vita degli insetti e di altri esseri piccolissimi nelle loro condizioni naturali. Noto è che il microscopio ordinario obbliga l’ osservatore ad approssimarsi molto all’ oggetto che si osserva. Il Bioscopio permette, al contrario, collocarsi a una distanza da mezzo a un metro, dimodochè l'osservatore passa inavvertito all'animale da esaminare. Questo nuovo strumento con- siste essenzialmente in un tubo estendibile che porta nella sua parte anteriore un sistema di obiettivi acromatici perfettamente corretti dalla aberrazione di sfericità, e nella posteriore un oculare di gran campo visuale. Gli spettacoli che il Bioscopio rivela agli occhi dei naturalisti sono di una naturalezza e splen- dore inesplicabili. Adattando all’ apparato una camera fotografica, potranno fissarsi tante interes- santi impressioni. Questo strumento apre un nuovo e interessantissimo campo di investigazioni ai naturalisti e presto si generalizzerà, anche perchè il suo maneggio non esige una tecnica speciale come il microscopio. Conservazione della carne fresca. Si sta provando in altri Stati il procedimento in- ventato dal dott. Rodolfo Emmerich, Professore all' Università di Munich, per la conservazione della carne fresca, problema di grandissima importanza. Il procedimento consiste in ammazzare l'animale, scorticarlo e spoglisrlo dei visceri; dopo di ciò si inietta nelle sue arterie o nelle vene una soluzione di acido acetico. Pare che il procedi mento sia sommamente economico e semplicissimo. Si son fatti esperimenti che permettono assicu- rare che la carne fresca sì conserva perfino 4 mesi senza che perda del suo gusto e delle sostanze alimentari. Secondo quanto leggemmo nella stampa estera, si son fatte prove sopra questo procedimento 44 nell'esercito tedesco, e avendo dato buoni risultati, si stanno facendo ancora prove su vasta scala. Se davvero si afferma questo procedimento di conservazione; î risultati saranno grandissimi, poichè non solo permetteranno la conservazione della carne, ma faciliteranno moltissimo il tra- sporto terrestre e marittimo. Freno per barche. Il Governo canadiense ha finito di esperimentare un sistema di freno di sicurezza in una delle sue barche. Le prove, secondo lo Sczentific American, hanno dato buonis- simili risultati. Marciando la barca a 1l nodi, sì fermò completamente a una distanza appena uguale alla sua lunghezza. Questi freni, di una forma nuova, sono collocati ai lati della chiglia del naviglio; la loro co- struzione e fissazione al 1nedesimo è quella di un timone ordinario. Essi si estendono dalla linea di flottazione alla cala e consistono in una solida placca di acero rinforzato, collocata verticalmente e tangente al fianco della barca, in riposo. Un sistema speciale di leva permette al freno di collocarsi perpendicolarmente alla barca, quando soffre la pressione dell’ acqua. In caso di scontro imminente con altra barca, si opera nel modo seguente: Si sciolgono i gangi che rattengono l'estremità superiore del freno, e per mezzo di un ingranaggio conico si apre interamente l'apparato, il quale all’aprire le sue placche presenta tal resistenza all’ acqua, che ammertizzando completamente la velocità, con un po’ d' aiuto di contro vapore, fa conseguire la fermata quasi istantanea, Nuovo sistema di telefonia senza fili Un inventore italiano M. Q. Majorana, ha ideato uo sistema di telefonia senza fili che da buonissimi risultati ad una distanza di varî chilometri riproducendo la voce umana così distintamente come fa il telefono e il fonografo. L' essenziale di questo sistema consiste nell’ impiego di un esplosore la cui longitudine si può variare, e nel quale evvi un elettrodo di mercurio. Le dilatazioni e contrazioni della sostanza esplosiva, corrispondenti alle onde sonore, imitano le onde lanciate per il filo e pongono in azione il ricevitore. È impor- tante mantenere la frequenza delle scintille (10.000 per secondo) invariabilmente uniforme ; a que- sto effetto, come per impedire una elevazione della temperatura, sì proietta aria o acido carbonico nell’ esplosore. Si impiega inoltre, al medesimo oggetto, un diapason magnetico. L’ elettricità nella lotta contro gli animali inferiori dannosi all’ agricoltura. — L'elettrotecnico russo S. Lokuziejewzki ha inventato una macchina elettrica destinata a pro- durre forti scintille alla superficie del suolo e correnti elettriche negli strati superficiali del ter- reno, allo scopo di fulminare o quanto meno paralizzare le numerose coorti di vermi, larve, insetti perfetti che abitano nel suolo coltivato e riescono spesso di grave danno alle colture, Il momento più opportuno di applicare la macchina è quello che sussegue immediatamente l'aratura. L'A. non vuole che si possa a priori giurare sulla bontà del sistema, anche perchè nel suolo sono molte le specie animali utili all’ agricoltura, insieme con quelle dannose. NOTIZIARIO Convegno Zoologico a Portoferraio. Nei giorni, 16, 17, 18 e 19 Aprile un eletto stuolo amorosi cultori della scienza, si riunì al Convegno Zoologico di Portoferraio. Varî ed elevati furono i discorsi pronunziati in tale circostanza. L'illustre prof. Giacomo Da- miani, Segretario del Comitato ordinatore del Convegno, surse alfine a riepilogare tutto quanto fu detto e poteva dirsi ai simpatici ospiti. Inviato loro un saluto cordiale e affettuoso ed espressa l’intima sua soddisfazione di vedere effettuata l’opera sua indefessa spiegata sin dal 1903 a che uno dei Convegni si riunisse a Portoferraio, mostrossi desideroso che essi facciano ritorno e soggiorno in quell’Isola che offre buona messe di forme animali interessanti. Ecco alcune parole riferite dal- }' ]Mustre Elbano in continuazione al suo discorso; 45 « Il nostro Convegno mì ha procurato preziose nuove conoscenze e veramente esso è stato, come pochi, forse, onorato da una pleiade di venerati e insigni maestri, a cominciare dal prof, Ro- miti, al quale soltanto dobbiamo il presente Convegno all’Elba, da esso — come ovunque egli sia — irradiato da quella vera e simpatica genialità che lo rende non meno illustre che caro, al mio maestro indimenticabile prof. Parona che sempre accarezzò e favori la possibilità di una nostra riunione all’ Elba, alla nuova e preziosa conoscenza del venerando prof. Salvadori, colui che sugli altri « come aquila vola » per l'infinito e splendido campo dell’ ornitologia e che ha voluto ono- rare di sua presenza l'Isola della Pernice rossa e del Gabbiano còrso : all’ ottuagenario dott. Bel- A AR_ A A A KU A A lotti, ittiologo insigne che primo tra Voi giunse a Portoferraio, mostrando, nonostante la tarda età, fibra ed entusiasmo veramente giovanili, al prof. Monticelli così benemerito dell’ organa- I A mento e della presidenza del Convegno, agli illustri Camerano ed Emery,a tutti, infine, i buoni e cari amici vecchi e giovani, antichi e nuovi. A « Ad essi io levo il bicchiere, alle Scienze biologiche, all’ Unione Zoologica nostra! Alle re- « centi conquiste, alle nuove fortune della Scienza italiana, alle immancabili sorti della umanità, < fatta migliore dalla religione del Vero e dalla Fede nella Scienza, brindo con cuore di Zoologo modesto e d' Italiano. » A Il Comitato ordinatore era così composto : Romiti Prof. Cav. Guglielmo, Presidente — De Larderel Conte Sen. Florestano — ©assuto On Avv. Dario — Marchetti Cav. Giuseppe, Vice-Presidente — Bigeschi Cav. Dott. Domenico — Bige- schi Cav. Avv. Giuseppe — Cestari Avv. Cesare — Cortese Cav. Ing. Emilio — Damiani Cav. Avv. Leone — Foresi Eufemio — Foresi Mario — Grandolfi Dott. Cesare — Grassi Prof. Germano — Guani Dott. Ettore — Guidi Comm. Gen. Pietro — Lodi Dott. Carlo — Marini Dott. Eugenio — Molina Dott Luigi — Ottolenghi Bellom — Pardì Prof. Dott. Francesco — Pullé Conte Ing. Giulio — Reboa An- tonio — Roster Prof. Cav. Giorgio — Silva Prof. Ercole — Damiani Prof. Dott. Giacomo, Segretario. Presidente del Congresso fu eletto il Prof. Francesco Saverio Monticelli. Presero parte al Congresso i Proff. Romiti, Emery, Salvadori, Bellotti, Ghigi, Camerano, Paro- na, Roster, Lunghetti, Cacace, Giardina, Trinci, Monti, Mazzarelli, De Marchi, Enriques, Ariola, Bonelli, Perantoni, Issel, Pardi, Di Colo, Barbieri, Macchiati ed altri. Moltissime furono le adesio- ni. Telegrafarono l’ on. Cassuto e il Senatore De Larderel giustificando la loro assenza. Sappiamo che dopo l'interessante gita fatta dai nostri zoologi alle isole di Portoferraio e di Pianosa, è stato proclamata Milano sede del futuro Congresso, nel quale si celebrerà il cinquan- tenario della Società ital'ana di Scienze naturali. Conservazione delle piante da erbari. Tutti i botanici sanno che una collezione di piante secche, se essa non è oggetto di cure costanti, non tarda a essere più o meno gravemente deteriorata per le minuscole larve di piccoli insetti, fra cui i Cis e gli Anobium. Il mezzo di preservazione generalmente impiegato consiste nel tuffare le piante in una solu- zione di bicloruro di mercurio (sublimato corrosivo). Dopo averle lasciate seccare, si rimettono al. posto nell’ erbario ed allora divengono per un tempo indefinito invulnerabili agli attacchi degli insetti. Ecco le proporzioni dei sali impiegati al laboratorio di Botanica del Museo di Parigi per l' avvelenamento delle piante da erbari: Bicloruro di mercurio polverizzato . . . . .35 grammi Cloridratord ammoniaca Re I SNSNCANO » AC 001 a 01900 RO SORA RTS tro Fondere il sale di mercurio nell’ alcool, fondere il sale ammoniaco nella capacità di un bic- chiere d’acqua. Quando le due sostanze sono ben fuse, si mischiano i liquidi, sì agitano e si la» sciano riposare qualche ora. Si avra così l litro e ‘!/, di liquido che messo in un piatto o in un bacino da fotografi, di em. 0,47 X 0,37, ci sì imbeveranno le piante con l’aiuto delle punte di un legno. Con la quantità suindicata sì possono avvelenare 150 piante. 46 Il restante del liquido sarà versato in una bottiglia ad Roc per mezzo di un imbuto di vetro nel quale si sarà messo una carta filtrante. I grandi vapori. Fra poco non sarà il « Deutschland » il vapore più grande che traversa i mari e che possa condurre un maggior numero di passeggieri in cabine di 1,° classe. La compagnia Hamburgo-Americana ha dato incarico all’ arsenale marittimo Vulcan, dì Stet- tin, la costruzione di un vapore da passeggieri che per le sue dimensioni supera tutti quelli co- struiti sino ad oggi. i Il suo dispiazzamento sarà di 31.320 tonnellate e potrà condurre 1.200 passeggieri di camera e 3400 di prua. Oltre portare viveri per tanto numero di viaggiatori e carbone per il consumo, avrà la capa- cità per 17.000 tonnellate di carica. Questo grande bastimento comincierà a navigare nella primavera del 1906. ) Un uovo pagato 5250 lire. In un'asta pubblica di Londra è stato venduto un uovo di alca — uccello di razza estinta — per 210 sterline. Questo uovo, importato nel 1842 in America, cambiò più volte possessore e ogni volta aumentò di prezzo. La prima fu pagato due sterline. L' at- tuale acquirente è un collezionista privato. Un insetto dannoso agli aranci. Gli aranceti di Nizza sono seriamente minacciati per l'invasione di un insetto cha si chiama Chysumphatus minor e viene dall’ America; è nel 1897 che si introdusse nel continente, e già a quel tempo il Berlese, ‘rilevava la sua presenza negli aranceti di Firenze; ma è soltanto ora che è sviluppato a Nizza con una certa gravità. La pioggia elettrica per l’ incubazione del seme-bachi. Era noto da esperienze fatte, prima nel Bergamasco e poi a Padova dal Verson col Quajat e dal Bellati, come si potesse ottenere collo strofinamento o colla pioggia elettrica lo schiudimento estemporaneo del seme annuale senza il bisogno della ibernazione. Lo scorso anno dalla Stazione Bacologica sperimentale di Padova furono spedite al prof. Per- roncito a Torino 19 deposizioni di seme incrociato colla femmina giapponese bianca e col maschio giallo-oro; e 14 deposizioai di femmina bivoltina bianca col maschio giallo-oro per un secondo allevamento sperimentale da farsi al suo Podere-Scuola. Le deposizioni erano della notte dal 18-19 maggio decorso, e nel successivo.giorno furono trattate colla pioggia elettrica, lasciandole poscia alla temperatura ordinaria per l' incubazione spontanea e naturale. L'esito fu eccellente. L'importanza che acquistano i nuovi studi e tentativi di utilizzare l’ elettricità per una per- fetta incubazione del seme, senza dover attendere che si compia l’ibernazione, attirerà l’ attenzione degli studiosi di bacologia che non mancheranno di moltiplicare gli esperimenti. INSEGNAMENTI PRATICI Per lavare presto le bottiglie vecchie. — Le bottiglie coperte internamente di tarta- ro si lavano con il carbonato di soda. Si sciolgono 2 chilog. di carbonato in 20 litri d' acqua tiepida e così lavansi le bottiglie. Il deposito vien fuori immediatamente. Estrazione del profumo dai fiori con sugna ed alcool. — Si mescolano appena re- cisì, i fiori, tagliati a pezzetti, con strutto, sia freddo sia scaldando leggermente. Si tratta poi la sugna con alcool a 95° cha s' impossessa del profumo. Si ripete diverse volte l’ operazione usando lo stesso alcool e fiori muovi; l'alcool viene così gradatamente caricandosi del profumo sino ad ottenere un grado di concentrazione sufficiente. Per conservare fresca una pianta. — Quando si vuole conservare la freschezza ad una pianta o ad un mazzo dì fiori raccolto, auche se arrivati a casa quella o questo si trovassero alquanto appassiti, vi ha un procedimento tanto semplice quanto spiccio. sa 47 Basta porre la pianta in un vaso con acqua alla quale s' aggiunge una o due cucchiaiate, se- condo la quantità di liquido, di solfato di sodio. Rinnovando la soluzione e togliendo le parti mar- cescenti del fiore, si può conservare per parecchi giorni la freschezza alla pianticella, Botte bruciata, perchè non ceda al vino odore di fumo. — I rimedi da praticarsi souo i seguenti: l. Si fa prima asciugare internamente la botte. Si versa poi dell’acido solforico del commercio con acqua calda nella proporzione di 1 Kg. di acido per 10 Kg. di acqua; con questa soluzione si lava accuratamente la botte, alzandola ora sopra uno deì due fondi ora sull’ altro, facendo attenzione al cocchiume che deve essere ben tap- pato. Dopo agitata per qualche tempo la botte, si vuota e si lava 2 o 3 volte con acqua. Compiuta questa lavatura si fa preparare del vinello bollente ovvero del mosto in piccola quantita e dopo averlo messo nella botte si chiude questa e si agita: tolto il liquido, la botte è pronta per riempire. 2. Altro sistema da praticare è questo: Per ogni 10 Ett. di capacità si prendono 1 Kg. di semente di senapa ordinaria e ridotta in polvere si getta nella botte; intanto si fanno bollire circa 25 litri di acqua che si versano sopra la senape e sì chiude subito ermeticamente la botte agitando bene. Dopo 2 giorni si toglie l’infusione e sì lava ben bene il recipiente con acqua. Eseguita questa operazione, si fa il brombo come è detto precedentemente e dopo ciò anche la botte sarà buona per ricevere il vino. Procedimento per conservare le frutta. Fra i varii procedimenti consigliati, uno dei più semplici ed efficaci è il seguente: Raccolta la frutta nel momento opportuno e bene selezionata, per evitare le alterazioni alle quali è soggetta, si sommerge durante alcuni secondi in un bagno di gomma arabica molto denso (un chilogrammo di gomma per 4 o 5 litri d'acqua). Si ritira, si lascia seccare e si colloca nel locale che dovrà essere asciutto e moderatamente ventilato. Questo bagno di gomma, chiudendo i pori, impedisce l’accesso dell’aria nell'interno della frutta, e prolunga in questo modo la sua con- servazione. È condizione indispensabile che la frutta sia sana, raccolta nell'epoca opportuna e che sia collocata in locale favorevole. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Miano dott. Domenico è nominato assistente presso l’ orto bot. dell" Univ. di Catania. Cortesi dott. Fabrizio » conservatore « « « Roma. Tacconi dott. Emilio è abilitato, per titoli, alla libera docenza di mineralogia nella R. Uni- versità di Pavia. i Ficalbi prof. Eugenio, ordinario di zool. fisiol. e anat. comp., è incaricato dell’insegna- mento di zool. generale e speciale per l’ agricoltura nella sc. superiore di agraria. dell’ Univ. di Pisa. Peruzzi Luigi è nominato aiuto nel Gab. di min. dell' Univ. di Pavia. Tagliani dott. Giulio, assistente nel gab. di zool. dell’ Univ. di Napoli, è promosso al grado di coadiutore. Pierantoni dott. Umberto è nominato assistente nel gab suddetto. Tassi prof. Attilio, ordinario di botanica, è incaricato di uncorso speciale di mineralogia per gli studenti di Farmacia nell’ Univ. di Siena. Artini dott. Ettore, libero docente, è incaricato dell'’insegnamento di mineralogia nell’ Isti- tuto Tecnico Superiore di Milano. 48 —a Tietze Federico è nominato, per merito di concorso, reggente di sc. fis. e nat. nella sc. normale femm. di Ascoli Piceno. Marino Salvatore è nominato, » » » normale femm. di Piazza Armerina. Caruso Salvatore, assistente presso l'orto botanico della R. Univ, di Catania, Condorelli Diego, incaricato nella R. sc. tecnica di Racconigi, e Mainardi Athos, sono in seguito a con- corso incaricati all'insegnamento della storia nat., rispettivamente nei licei di Foggia, Trani ed Arpino. ‘ Rosati dott. Aristide, libero docente, è incaricato dell'insegnamento di un corso speciale di mineralogia per gli studenti di farmacia nell’ Univ. di Roma. Chiovenda dott. Emilio, è nominato assistente-conservatore dell’ erbario e museo coloniale annesso all’orto bot. dell’ Univ. di Roma. De Gregonio Salvatore, tit. di storia nat. nel liceo di Caltanissetta, è incaricato come sup- plente della presidenza del liceo stesso. Mazzei Antonino, incaricato di sc. nat. nella scuola tecnica di Patti, è comandato alla cat- tedra di fisica e chimica del Liceo di Arpino. TAVOLA NECROLOGICA Steffè Domenico, prof. tit. di st. nat. nell’ Istituto tecnico di Modena, morto il 25 marzo u. s. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi e speciale indirizzo, rivolgersi all’Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od otferte desiderano rimanere incogniti. 1. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi. Siena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix fflammea). Rondini di mare. Sterna minuta e nigra. Orecchioni (Plecotus auritus}, Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus marginatus). 2. Cesare Mancini — Corso Ugo Bassi, 4. Genova, desidera cambiare Coleotteri e Imenotteri con altri coleotteri specialmente Scarabeidi, i quali accetterebbe pure indeterminati. 3. Si cede una bellissima collezione dei principali minerali italiani, per la maggior parte esattamente determinati e coll’indicazione della località. Sarebbe indicata per un Istituto tecuico o Liceo, o per un Collegio privato, come pure per un Dilettaute. Per trattative rivolgersi all'am- ministrazione del Bollettino. 4. Bazzi Ing. Eugenio, Via Brera n. 9. Milano, desidera far cambi di minerali specialmente di giacimenti italiani. Lo stesso tiene specialmente disponibili per cambi, buoni esemplari dei gia- cimenti di Baveno, Val d' Ala e S. Gottardo. 5. De Boni Augusto. Via Garibaldi, 55 - Belluno (Veneto) offre in vendita l merlo vivo, perfettamente albino. Occasione favorevole per un Giardino Zoologico o per qualche appassionato cultore. 6. M. H. F. Lorquin, Taxidermist, 323 Kearny St., San Francisco California, offre en vent des Coléoptères de toute la còte du Pacifique, depuis l° Amérique anglaise jusqu’ au Panama, tous avec indication de Jocalité et la plupart determinés par des auteurs francais. 7. V. Mandel Dùchon, Entomologiste a BaZovnik (Rakonitz)- Bohème (Autriche) offre des nombreùx Colévptères d’ Asie mineur (d’ Alem. Dagh, Bàlgar Dagh etc.) Tous les espéces fraîches et très bien préparées. E. BOZZINI, Gerente responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri XXV ANTONIO NEVIANI Materiali per una Bibliografia italiana DEGLI STUDI SUI BRIOZOI VIVENTI E FOSSILI dal 1800 al 1900 _—_—r— —_—_—————_—_—_—_—__— (continuazione) Smittia reticulata M, Gill, ; Ficar. , M. Pell. C (Marsillea) cervicornis Pall, ; Ficar., M. Pell. , Scop. a (Mucronella) coccinea Abild.; Ficar. Umbonula ramulosa Linn, ; Ficar. , Scop. Porina borealis Bk,; Scop. Crisia elongata M, Edw.; Ficar., M. Pell. « denticulata Lmk, ; id. Hornera frondiculata Lmk, ; Ficar., M. Pell. Idmonea atlantica Forb, ; Scop. «= Milneana d' Orb,; id. Tubulipora flabelluris Fabr. ; Scop. a (Filisparsa) varians Rss.; Scop. « (Stomatopora) dilatans John, ; Ficar. « " repens S, W.; Scop. a (Diastopora) simplex Bk.; Ficar. , M. Pell. G È obelia John. ; Ficar. Entalophora proboscidea M. Edw.; Ficar., M. Pell., Altav., Scop. Entalophora rugosa d' Orb, ; Scop. Lichenopora hispida Flem,; Ficar. îi mediterranea Blanvl,; id. Frondipora Marsilii Michl.; Scop. “ verrucosa Lmx. ; id. 166. — Neviani Ant. — Revisione generale dei briozoi fossili italiani. I, ldmonee. Boll. Soc. geol. ital. , vol. XIX, pag. 10-25. Roma 1900. XXVI Sono passate in rassegna 35 determinazioni riferibili ad Idmonee, e tratte da 25 memorie. Le specie vengono così riassunte nel quadro finale. Idmonea atlantica Forb. (/. coronopus Defr.) a bacillaris Seg, " brutia Nev, n. n. (Tub. seriatopora Seg.) «cancellata Goldf, (/. multipunetata Gioli) «carinata Roem, (/. pseudodisticha Hag,) «compressa Rss «concava Rss, (/. gracillima Rss.) conferta Seg, «cristata Gioli «disticha Goldf, « fenestrata Bk, «_ gracilis Mngh. e var. teretiuscola ed exilis Seg. « ivregularis Mngh. «_Meneghinii Heller « Milneana d' Orb, (/. Targionii Nev., /. notomala Bk, «pertusa Rss, «producta Seg, «—reticulata Rss, « Seguenzai Nev, n. sp. (I. crassa Seg.) serpens Linn, (Tubulipora serpens L,, I. insidens Mnz,) «_spica Seg, « —trapezoides d' Arch, triforis Hllr, «—_ vibicata Mnz, 167. — Neviani Ani. — Briozoi terziari e posterziari della Toscana. Boll. Soc. geol. ital. , vol. XIX, pag. 349-375, con 6 fig. nel testo. Roma 1900. Ad una speciale bibliografia delle memorie ove trattasi di briozoari fossili della Toscana, segue un elenco ragionato di 112 specie, e cioè : (pag. 358) Aetea recta Hks, Caberea Boryi Aud, (pag. 359) Serupocellaria elliptica Rss, Membranipora reticulum Linn, , M. Suvartii Aud.,, M. irregularis d’ Orb., M. Hookeri Hm,, M. macrostoma Rss,, M. galeata Bk.,, èd. var. expla- nata Nev, (p. 360) M. minax Bk.,, M. sp. sp. Onychocella angulosa Rss, (p. 361) Cribrilina radiata Moll, Cr. (Figularia) figularis John, fig. 1. Membraniporella nitida John, Micropora (Calpensia) impressa Moll, M. (Garganiva) oceani d'Orb, , XXVII M. (Rosseliana) Rosseliù Aud., (n. 362), M. (Manzonella) cxilis Mnz, Melicerita fistulosa Linn, M. Johmsoni Bk, Cupularia canariensis Bk,, ©. umbellata Defr., (p. 363) ©. reus- siana Mnz, Lunularia sp. Chorizopora Brongniartii Aud, Microporella (Fenestrulina) ciliata Linn. , id. var. castrocarensis Nev,, id. var. Morrisiana Bk,, id. var. senensis n. var. (fig. 2); (p. 364) M. (Callopo- rina) decorata Rss,, M. (Heckelia) violacea John. , M. (Reussina) polystomella Rss., M. (Diporula) Adae Nev., M. (Diporula) verrucosa Peach, (p. 365) Mippoporina foliacea El, et Sol.,, id. var. bidentata M. Edw,, H. ad- pressa Bk,, H. imbellis'Bk,, H. pallasiana Moll, H. delicatula Mnz, Myriozoum truncatum Pall, Schizoporella linearis Hass., S. unicornis John., (p. 366) S. bower- bankiana Bk,, S. sanguinea Norm., id. var. imperforata Mnz.,, S. vulgaris Moll, S. squamoidea Rss (fig. 3), S. monilifera M. Edw., S. sulcata Nev., (pag. 367) id. var. laevigata Nev. (fig. 4). Retepora cellulosa Lin., R. beaniana King, R. simplex Bk., R. Pi- gnatarii Nev., f. sp. sp. (p. 368) Osthimosia coronopus S. Vood. Smittia Landsborovii Johnst., S. Canavarii Nev. n. sp. (fig. 3), (p. 370) S. (Marsillea) cervicornis Pall, S. (Mueronella) coccinea Abildg.,, S. venusta (M.) Eichw., S. (Palmicellaria) Skenei Sol, Umbonula ramulosa Linn, Lepralia sp. Eschara sp. p. (371) Cycloporella costata M. Gill. Batopora rossula Rss. Conescharellina eocoena Nev. Porina borcalis Bk. Cellepora sp. Crisia fistulosa Hllr,, €. elongata M. Edw., C. Hornesti Rss., €. De Stefanii Nev, Hornera frondiculata Lk., (p. 372) H. sp. Idmonea irregularis Mngh., F. carinata Roem, /. vibicata Mnz., I. tlantica Forb, I. Milneana d'Or, Tubulipora liliacea Pall., T. (Filisparsa) Delvauxii Perg., T. (Fil.) va- rians Rss., T. (Fil) sp., (p. 373) T. (Pavotubigera) flabellata d’ Orb., 1. (Stomato- pora) major John., 7. (Diastopora) tenuis Rss., T, (Diast.) latomarginata d' Orb,, T. (Diast.) obelia Johnst., T. (Mesenteripora) meandrina S. Wood. Entalopora proboscidea M, Edw., E. d° Anconae Nev., E. Smittii XXVIII Perg., £. rugosa d'Orb. (p. 374) F. clavata Bk. Defrancia stellata Goldf, Lichenopora lvispida Flem. rondipora Marsilii Michl. Fascicularia aurantium M, Edw, (fig. 6). Heteropora stipitata Rss., H. dichotoma Goldf, (p. 375) H. stellulata ? Rss., H. anomalopora Goldf. Fungella plicata Hag. Ceriopora arbusculum Rss., G. megalopora Rss. 168 — Neviani Ant. — Briozoi neogenici delle Calabrie. Paleont. italica, Vol. VI, pag. 115-266. tav. XVI-XIX. Pisa 1900. In questa memoria, dopo una accurata bibliografia locale, alcuni cenni sulla clas- sificazione adottata, molti quadri cronologici e statistici, si ha la enumerazione, con relative sinonimie, con cenni sulla distribuzione topografica e cronologica nelle Cala- brie, oltre appunti ed osservazioni di vario genere, di ben 284 specie, che quì ven- gono riportate per intiero. i (p. 145) Aetea recta Hks., Aet. anguina Linn, (p. 146) Hippothoa divaricata Lmx., H. flagellum Mnz, Terebripora Archiaci Fisch., (p.- 147) T. tenuîs Seg. t. XVII, f, 20 T. Orbignyana Fisch. Spatipora laxa Seg. t. XVIII, f. 21. (p. 148) Gemellaria punctata Seg, t. XVI, f. 8,9. Caberea Boryi Aud., t. XVI, f. 1, (p. 149) Serupocellaria elliptica Rss.,, t. XVI, f. 2, 8, S. scruposa Linn., scrupea Bk, (p. 150) Bactridium calabrum Nev, t. XVI, f. 4, 3. B. Manzonii Seg. t. XVI, RISSA Vibraculina Seguenziana Nev., t. XVI, f. 10-12. (p. 151) Flustra denticulata Seg., t. XVI, f. 13. (p. 152) Membranipora galeata Bk,, (p. 153) M. elliptica Hag.,, M. catenula- ria Jam., t. XVI, £ 16. M. hexagona Nev., (p. 154) M. pratensis Nev., o. n., t. XVI, f. 15. M. fissura Sog., t. XVI, £. 14., M. lineata Linn., (p. 155) M. irregu- laris d’ Orb,, #%. reticulum Linn., (p 156) id. forma subtilimago Rss., id. forma Lacroixii Aud., id. forma diadema Rss., M. Savartii Aud., (p. 157) M. fenestrata Rss., M. loxopora Rss, M. varians Seg. t. XVI, f 18, (p. 158) M. Dumerilii Aud. sp., M. minax Bk,, M. trifolium S. Wood, (p. 159) M. crispa Seg. t. XVI, È 17, M. tenuwirostris Hks. var. gregaria Hllr., M. appendiculata Rss. (continua) Per i raccoglitori di piante nn Vascoli da erborizzare. Scatole di metallo ondulato ben verniciato a fuoco in color verde, con 2 aperture delle quali una più piccola per le crittogame, lunghezza em. 37 L. 4,50. Raschiatoio a tre branche. Serve a staccare i licheni e muschi dalla scorza degli alberi L. 2, 30. Strettoi per disseccare le piante da erbari, semplici con cinghie di cuoio L. 6, a vite L. 12. Carta bianca a mano fortissima con colla, per erbari e preparazioni diverse, cm. 39 X 47 L. 4, ogni 100 fogli; em. 23 X 35 L. 2,20, ogni 100 fogli. Altre dimensioni prezzi vari. Carta da erbari e da filtri, asciugante bigia, cm. 95 X 70 L. 5 ogni 100 fogli; cm. 70 X 50 L. 3 ogni 100 fogli; cm. 35 X 20 L. 1,50 ogni 100 fogli. Per grandi quantità prezzi da combinarsi, Alcool preparato per bagnarvi le piante da erbario onde preservarle dai danni delle tarme. Questo alcool quantunque misto a sostanze venefiche, è dosato in modo da non recar danno a chi dovrà poi maneggiare gli oggetti. Un litro L. 5. Una boccia L. l. Ammoniaca. Utile per neutralizzare l’' azione venefica del morso di certi animali: togliere il.dolore di certe punture; il prurito da alcune piante, ecc. L. |, 20 il chilog. Una boccia di gr. 200 L. 0,30. PER I RACCOGLITORI DI INSETTI Agave e torba a L. 0.15 la lastra — Antisettici di tutte le qualità — Boccette da entomologi L. 0.60 — Cassette da insetti di tutte le qualità e dimensioni — Etichette e cartellini — Serie di numeri dall’ | al 2000 L 0,25 — Ombrelli da entomologi — Pin- zette di tutte le qualità — Retini prendi insetti assortiti — Scatole per la raccolta di insetti vivi — Spilli da insetti di tutte le qualità — Stenditoi per mettere .in posi- zione gli insetti. Cassette per collezione d’insetti dette le sicure, solidissime di privativa, di nuova in- venzione tutte in legno e noce a lustro, con coperchio a cristallo, fondo in agave o torba; uno speciate battente che entra in apposita scanalatura, nella quale si pongono gli antisettici. E un nostro nuovissimo sistema di chiusura che impedisce assolutamente 1° entrata delle tarme nelle cas- sette, e viene così assicurata la conservazione delle collezioni, cosa tanto desiderata dai collet- tori, non ancora raggiunta. Dimensioni cm. 44 X 33 x 6 L. 6, 50. Cm. 33 X 22 X 6 L. 4. Cassette di noce da portarsi a tracolla nelle escursioni. Con divisioni per gli animali in- filati con spilli, ed altra per animali vivi, od altri oggetti. Grande cm. 27 X 12 X 10 L. 5. Vasettini di vetro, forma speciale per essenze antisettiche, con apertura ripiegata in dentro perchè il liquido non si versi e l’evaporazione sia più lenta. L. 28 il cento, cent. 35 l'uno. Vasettini di vetro per essenze antisettiche, forma speciale da infilarsi nel fondo delle sca- tole da insetti e con apertura ripiegata, perchè il liquido non si versi; L. 8 il cento, L. 0,25 l'uno. Porta insetti tondi e rettangolari in piccole lastre per le raccolte dei micro-insetti L. 0,50 a L. 1,50 il cento. : Raschiatoio a 3 branche per smuovere il terreno, sollevare e radunare le foglie, ì de- triti vegetali ecc., per far ricerca dì insetti, ecc. Retini prendi insetti, tascabili, con cerchio d’ acciaio nichelato; nuovo modello, di pro- pria invenzione, da chiudersi in quattro e da potersì fissare solidamente in qualunque bastone. Franchi di porto L. 5,70. MIE MOR ANDIINI Rinnoviamo ancor viva preghiera a tutti i Signori Abbonati ritardatari affinchè facciano sollecita rimessa del loro dare a questa amministrazione necessitando sistemare le partite arretrate degli abbonamenti. COLLEZIONI A_PREZZI ECCEZIONALI Non è possibile insegnare gli elementi della Storia Naturale senza mostrare agli alunni almeno qualche tipo principale degli esseri; ma a molte Scuole mancano i mezzi per potersi procurare un piccolo Museo. È perciò che la Ditta S. Brogi - Siena offre collezioni, ad un prezzo eccezionalmente mite, di esemplari quì sotto descritti, ben preparati,in perfetto sta- to di conservazione, portanti ognuno il nome italiano più noto e quello latino, che è il solo che non può dar luogo ad equivoci nella nomenclatura. La collezione serve di ornamento nella Scuola e gli alunni, avendo continuamente sot- t' occhio gli oggetti, non se li dimenticano mai più. Chi possiede già esemplari di Storia naturale o per qualunque altra ragione desi- derasse apportare delle variazioni, non ha che ad indicarlo nella richiesta. Non desiderando qualche classe di animali od altro, si supplisce per pareggiare il va- lore dando più esemplari per il resto. Per le Scuole ed Istituti si accetta il pagamento a rate da concordarsi previe suffi- cienti garanzie. ZOOLOGIA Mammiferi (9 tipi) 1 scheletro di carnivoro - 1 cranio di rosicante - 1 detto di ru- minante - 1 piede osseo di pachiderma - 1 detto di ruminante - 1 insettivoro - 1 chirot- tero - 1 rosicante - 1 carnivoro. Uccelli (20 tipi) 1 scheletro di gallo - 1 rapace diurno - 1 detto notturno - 1 ram- picante picideo - 1 detto psittaceo - 1 passeraceo sindattilo - 1 detto tenuirostro - 1 detto dentirostro - 1 detto conirostro - 1 detto fissirostro - 1 gallinaceo vero - 1 detto colomba- ceo - 1 trampoliere pressirostro - 1 detto cultirostro - 1 detto longirostro - 1 detto macro- dattilo - 1 palmipede longipenne - 1 detto totipalme - 1 detto lamellirostro - 1 detto tuffatore. Rettili (3 tipi) 1 scheletro di chelone - 1 ofidio - 1 sauro. Batraci (2 tipi) 1 urodelo - 1 anuro. Pesci (4 tipi) 1 scheletro - 1 malacotterigio - 1 lofio - 1 condroptero. Insetti Collezione di 200 specie scelte tra le più notevoli, e fra quelle che sono utili e nocive e comprendente i tipi dell’ ordine dei Coleotteri, degli Ortotteri, degli Emitteri, dei Neurotteri, degli Imenotteri, dei Lepidotteri, dei Ditteri ed Atteri. Miriapodi (4 tipi) - Aracnidi (5 tipi) - Crostacei (10 tipi) Anellidi (3 tipi). Molluschi (100 tipi) conchiglie ed animali conservati. Radiati (10 tipi) (Tunicati, Corallieri, Echinodermi, Spongiari). BOTANICA Ecbario di 109 campioni rappresentanti i tipi princi pali delle piante. GEOLOGIA Collezione. di 100 campioni di minerali più importanti. C 50 « - | rocce « < ; 50 « fossili LI Conto corrente con la posta ANNO XXV N° 6 OLLEFTINO DEL NATURALISI Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acelimatatore Abbonamento annuo per l'Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3. Per gli Stati della unione postale L. 3, 50.Altri Stati L. 4 Scienza e pratica Istruzione e diletto PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e dì Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali el al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scamb e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i professori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa a Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Richieste e offerte ecc. ecc, (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) gia diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Gollaboratori sono tutti gli abbonati e principaimente quelli nominati nella copertina della Rivista Italiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un'unica ammiristrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- Ssposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via B. Peruzzi 28, eda tutti gli uttici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal princpio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoliseparati costano cent. 30 perogni 16 pag.di testo, Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano î manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L. 6 il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori, Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approtittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc.; fare offerte e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. Le inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- sare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non siha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però neviene accori _ > nincala.anm= pense, Dallein: tt scritti che contengono avv: di acquisto 0 di vendita, o che possono servire di reclume commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamenta quelle provenienti da abbonati che hanno già pagato l’ab. bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se non è espressamente richiesta dall’ abbonato. L’° amministrazione s’incarica di rappresentare g.iab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corrìi- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso da combinarsi. La direzione può, in casi eccezionali, ritiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioniin proposito. l manoscritti non pub- blicati possono essere ritiratidagli autori proprie spesa Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fascicolo ne sarà loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis, purchè la richiedano entro |’ annata in eorso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento, Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L ], per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano I.. l ogni 2 centim. di spazio occu- Pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. Si annunziano le pubblicazioni ricevutee si fa speciale menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplari Tutti i pagamenti devono essere anticipati. Chi desidera risposta unisca i francobolli necessari, o scriva in car- pagata. Preg. Sol ; 0 SCANIO di £ Hanno pagato l'abbonamento 1905 (6.° nota) Bonalda Rag. Carlo — Bonomini Dott. Celestino — Cellesi Giulia — Cerugnani Tenente Eu- genio — De Blasio Dott. Prof. Abele — De Gresti Ing. F. — Fabani Sac. Carlo — Lancellotti Francesco — Mascarini Prof. Alessandro — Meloni Giuseppe — Sandri Mario — Silvestri Dott. Alfredo — Stella Francesco — Veneziani Carlo. (continua) Per i raccoglitori di piante Vascoli da erborizzare. Scatole di metallo ondulato ben verniciato a fuoco in color verde, con 2 aperture delle quali una più piccola per le crittogame, lunghezza cm. 37 L. 4,50. Raschiatoio a tre branche. Serve a staccara i licheni e muschi dalla scorza degli alberi L. 2, 30. Strettoi per disseccare le piante da erbari, semplici con cinghie di cuoio L. 6, a vite L. 12. Carta bianca a mano fortissima con colla, per erbari e preparazioni diverse, cm. 39 X 47 L. 4, ogni 100 fogli; cm. 23 X 35 L. 2,20, ogni 100 fogli. Altre dimensioni prezzi vari. Carta da erbari e da filtri, asciugante bigia, cm. 95 X 70 L. 5 ogni 100 fogli; cm. 70 X 50 L. 3 ogni 100 fogli; cm. 35 X 20 L. 1,50 ogni 100 fogli. Per grandi quantità prezzi da combinarsi. Alcool preparato per bagnarvi le piante da erbario onde preservarle dai danni delle tarme. Questo alcool quantunque misto a sostanze venefiche, è dosato in modo da non recar danno a chi dovrà poi maneggiare gli oggetti. Un litro L. 5. Una boccia L. 1. Ammoniaca. Utile per neutralizzare l’azione venefica del morso di certi animali : togliere il dolore di certe punture; il prurito da alcune piante, ecc. L. 1, 20 .il chilog. Una boccia di gr. 200 L. 0,30. PER I RACCOGLITORI DI INSETTI Agave e torba a L. 0,15 la lastra — Antisettici di tutte le qualità — Boccette da entomologi L. 0,60 — Cassette da insetti di tutte le qualità e dimensioni — Etichette - e cartellini — Serie di numeri dall’ l al 2000 L 0,25 — Ombrelli da entomologi — Pin- zette di tutte le qualità — Retini prendi insetti assortiti — Scatole per la raccolta di insetti vivi — Spilli da insetti di tutte le qualità — Stenditoi per mettere in posi- zione gli insetti. Cassette per collezione d’insetti dette le sicure, solidissime di privativa, di nuova in- venzione tutte in legno e noce a lustro, con coperchio a cristallo, fondo in agave o torba; uno speciate battente che entra in apposita scanalatura, nella quale sì pongono gli antisettici. E un nostro nuovissimo sistema di chiusura che impedisce assolutameute l’ entrata delle tarme nelle cas- sette, e viene così assicurata la conservazione delle collezioni, cosa tanto desiderata dai collet- tori, non ancora raggiunta. Dimensioni cm. 44 X 33 X 6 L. 6, 50. Cm. 33 X 22 X 6 L. 4. Cassette di noce da portarsi a tracolla nelle escursioni. Con divisioni per gli animali in- filati con spilli, ed altra per animali vivi, od altri oggetti. Grande cm. 27 X 12 X 10 L. 5. Vasettini di vetro, forma speciale per essenze antisettiche, con apertura ripiegata in dentro perchè il liquido non si versi e l’evaporazione sia più lenta. L. 28 il cento, cent. 35 l'uno. Vasettini di vetro per essenze antisettiche, forma speciale da infilarsi nel fondo delle sca- tole da insetti e con apertura ripiegata, perchè il liquido non si versi; L. 8 il cento, L. 0,25 l'uno. Porta insetti tondi e rettangolari in piccole lastre per le raccolte dei micro-insetti L. 0,50 a L. 1,50 il cento. 5 Raschiatoio a 3 branche per smuovere il terreno, sollevare e radunare le foglie, i de- triti vegetali ecc., per far ricerca di insetti, ecc. Retini prendi insetti, tascabili, con cerchio d'acciaio nichelato; nuovo modello, di pro- pria invenzione, da chiudersi in quattro e da potersi fissare solidamente in qualunque bastone. Franchi di porto L. 5.70. pr, Anno XXV N, 6 15 Giugno 1905 BOLLETTINO DEL NATURALISTA vollettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali el al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l’ Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L. 4. SOMMARIO Brunelli Gustavo. Necrologia di Federico Delpino Pag. 49. Cavalli Prof. Anselmo. Sopra un nuovo miscuglio esplodente. Pag. 51. Griffini dott. Achille. Sui Lucanidi e sulla grande variabilità dei loro maschi. (cont.) Pag. 51. Notizie di cacce esotiche. Pag. 54. — Notiziario. Pag. 59. — Nomine, promozioni, ono- rificenze e premi. Pag. 56. — Richieste e offerte, (gratis per gli abbonati). Pag. 56. Neviani prof. Antonio. Materiali per una billiogrofia degli studi sui Briozoi viventi e fossili dal 1800 al 1900 (cont.) Pag. XXIX-XXXII NECROLOGIA FEDERICO DEERINO(L Ovunque la scienza ha cultori, il nome di Federico Delpino risuonò simpaticamente noto, l'eco non era spenta delle sue feste giubilari solenni per gli omaggi resi da tante parti del mondo, ed ora va rapido il luttuoso annunzio... Federico Delpino è morto! Federico Delpino è morto, e con lui noi perdiamo uno dei più grandi naturalisti Italiani, perdiamo sovra tutto un carattere, una tempra rara di uomo e un'anima appassionata del vero. Il raggio non è più che gli batteva in sul volto e lo faceva spesso brillare tra la falange innumere dei pionieri della scienza, nella quale egli entrò trascinato quasi da invincibile amore, colla quale e per la quale egli visse fortemente lottando. Altri tratteggerà la vita di Federico Delpino, qui voglio solo ricordare come Egli, da umili origini, attraverso un umile impiego prima a Torino, poi a Firenze coltivasse la sua viva passione per la botanica, come con cura assidua tutte le difficoltà superasse dello studio arduo dei fenomeni naturali. Le prime osservazioni botaniche di Delpino risalgono al 1850-52 e concernono la dissemina- zione nei generi Geranium, Erodium e Pelargonium. Il suo sottile spirito di investigazione e le sue mirabili intuizioni presto ebbero il campo di esplicarsi sul terreno allora un po’ deserto della biologia. Fu grande merito di Filippo Parlatore l'aver riconosciuto in Delpino un valore che la scienza non doveva smarrire. Nel 1867 Delpino lasciava la vita dello oscuro impiego che egli occupava nella Finanza, per dedicarsi tutto allo studio della botanica. (4) Nato a Chiavari in Liguria il 27 Dicembre 1832, morto a Napoli il 14 Maggio 1905. (Prof. Seuola Forestale di Val- lombrosa 1870-72, R. Univ. di Genova 72-84, R. Univ. di Bologna 84-93, R. Univ. di Napoli 1893-1905). 50 Fu in quello stesso anno che videro la luce tre sue interessanti memorie : Sugli apparecchi della fecondazione nelle Antocarpee (Firenze 1867) — Pensieri sulla biologia vegetale (Nuovo Cimento Vol. XXV Pisa, 1867). — Sull'opera: la distribuzione dei sessi nelle piante e la legge cha osta alla perennità della fecondazione consanguinea del Prof. Federico Hildebrand (Atti della Società Italiana di scienze Naturali Vol. X Fasc. lIlI). Cristiano Corrado Sprengel pubblicava nel 1793 uno scritto: Il segreto carpito alla natura nella struttura e nella fecondazione dei fiori (Das entedeckte Geheimniss der Natur im Bau und in der Befruchtung der Blumen. Berlino 1793) nel quale veniva esposta la grande legge della dico- gamia e l'ufficio degli insetti nella fecondazione delle piante, ma la teoria Sprengeliana fu presto abbandonata. Roberto Caspary (De nectariis Elverfeldae 1848) suppose che i nettari servissero solo come organi di escrezione del superfluo della sostanza destinata a formare il polline e gli ovuli. A. P. De Candolle trovava improbabile la dottrina di Sprengel per la ragione teleologica (ripresa più tardi sotto altro aspetto dal Bonnier) che... « les fonctions sont en rapport avec leur propre nature et non avec celle d’ ètres quì leur sont étrangères », e il Mikan sì scagliava apertamente contro lo Sprengel. Nel trarre a nuovo onore la dottrina Sprengeliana, Federico Delpino fu tra i primi subito che Carlo Darwin pubblicò la sua celebre opera sulla fecondazione delle Orchidee (On the various contrivances by which british and foreign orchids are fertilised by insects Lon- dra 1862). Lo studio degli adattamenti mirabilissimi dei fiori alla fecondazione incrociata sviluppò in Delpino le tendenze mistiche del suo animo, per le quali egli fu condotto a credere a una psiehe delle piante, a una loro forza interna dominatrice e immateriale. Lo sguardo del sagace investigatore sì smarrì per l’ ampio e sconfinato orizzonte della natura chiedendo la ragione delle cose e l'animo suo trovò riposo nel Virgiliano: Spiritus intus alit . . . Ciò non menoma ai nostri occhi i grandi meriti di Delpino. Certo nei suoi discorsi a Genova e a Bo- logna nel 1880 e nel 1888 (Il materialismo nella scienza. — Il passato, il presente e l’ avvenire della psicologia) il Delpino sì dichiarò, come del resto fin dalle sue prime memorie (4), convinto spirituali- sta, ma come ricorda il Canestrini (Per l' evoluzione, Torino 1898) benchè il Delpino abbia profes- sato opinioni che non sembrano conciliabili colla teoria dell’ evoluzione « certo è che i suoi studi sulla dicogamia nel regno vegetale e su altri provvedimenti adattati dalla natura per impe- dire le nozze consanguinee e specialmente l’ auto fecondazione, hanno contribuito a farci cono- scere. la potenza dell’ elezione naturale ». Il desiderio di carpire l'armonia delle cose portò il Delpino a coltivare sovratutto il ramo della biologia. Dalla biologia prese le prime mosse e la biologia collivò sino all’ ultimo e basti ri- cordare la sua recente e notevole memoria « Sui fenomeni della macrobiocarpia in alcune piante », nella quale illustrò un adattamento della disseminazione di talune piante a peculiari condizioni climatiche. Non staremo a ricordare l’ abbondante produzione scientifica del Delpino, alcuni suoi studi come quelli sulla fillotassi, sulle piante mirmecofile, le sue memoria critiche sulla sistematica, sulla di- stribuzione geografica delle piante sono generalmente noti, Dicano queste poche parole il nostro affetto per la memoria di Colui che coltivò nella scienza le aspirazioni dell’ anima. GUSTAVO BRUNELLI Roma, il 15 Maggio 1905. (1) Ricordo le parole colle quali Delpino chiudeva la prima delle Memorie citate : « Giunti al fine della nostra sommaria esposizione, noi non possiamo fare a meno di esternare sentimenti di ammira. zione per tante meravigliose armonie rivelateci dalla Natura. Quante forme in apparenza bizzarre! Quanta fertilità di ri- pieghi! Quante soluzioni fondamentalmente diverse di un unico problema! Un fiore di Orchis, un fiore di Asclepias o di Lochnera o di Phascolus o di Passiflora per il morfologo puro e semplice sono altrettanti enigmi insolubili: ma il mor- fologo biologista è l’ Edipo che atterra la sfinge. Nella produzione delle pretese anomalie e bizzarrie, Egli ha ravvisata ed ammirata l’ opera di una forza intelligente e razionale. Egli ha trovato che la forma è mutevole e che l’ IDEA sola è immanente e costante ». ol EI SIE CITE I EINEN DESIO VERI La Redazione del Bollettino del Naturalista annunzia col più profondo dolore la morte del- l’ Illustre Comm, Prof. Attilio Tassi, ordinario di Botanica e Direttore della Scuola di Farmacia del nostro Ateneo, avvenuta il 19 Maggio decorso, Ne pubblicheremo la Necrologia nel prossimo numero della Rivista Italiana di Scienze naturali, Nonchè la morte dell’ esimio Prof. Cav. Pio Mingazzini, Vice-Presidente della Società En- tomologica Italiana, avvenuta a Firenze il 25 detto. SOPRA UN NUOVO MISCUGLIO ESPLODENTE Nota del Prof. ANSELMO CAVALLI Facendo venire a contatto acqua satura di nitrato di potassio con un miscuglio di carburo e fosfuro di calcio in pezzi minuti contenuto in un recipiente di ferro ermetica- mente chiuso, le cui pareti siano dello spessore di circa due centimetri, si sviluppa aceti- lene ed idrogeno fosforato gassoso, il quale, essendo spontaneamente infiammabile perchè contiene idrogeno fosforato liquido, accende il miscuglio dei due gas, i quali in presenza dell’ ossigeno dell’ aria e di quello del nitrato di potassio, esplodono con enorme violenza. Il recipiente di ferro si riduce in pezzi minuti. Questo miscuglio esplosivo credo che si potrebbe adottare per mine, per bombe a mano da capovolgersi, per bombe incendiarie, per bombe comuni da lanciarsi a grande distanza e per altre da usarsi con vantaggio nei guadi o nella sommersione di navi o nella distru- zione di quelle sommerse, ecc. L'accesso dell’acqua prima al carburo poi al fosfuro verrebbe regolato da appositi congegni nei diversi casi, congegni che sto studiando. Grosseto, 9 Giugno 1905. n Dott. ACHILLE GRIFFINI STDNL 540 R85 NIDI E SULLA GRANDE VARIABILITÀ DEI LORO MASCHI w (continuazione) Dunque colla variazione in senso negativo (decrescimento) della pluralità dei caratteri sessuali secondari, concorda la variazione in senso positivo (ac- crescimento) di uno di questi. Ma anche qui non mi pare si possa parlare di polimorfismo; la forma ma- schile è una, quantunque così variabile. Ammettiamo che la materia destinata alla formazione delle mandibole dei maschi sia soggetta a due forze contrarie, di cui l'una diretta lungo le mandibole stesse e verso l’apice di queste, l'altra invece dalle mandibole verso il corpo. Potendo prevalere la prima, le mandi- bole si sviluppano bene in lunghezza e il dente submediano si sviluppa poco; ciò appare avvenire, nei casì da me osservati, nei maschi maggiori; prevalendo invece la seconda, è sottratto materiale allo sviluppo in lunghezza, delle man- dibole, e parte di questo va a beneficio dello sviluppo della appendice denti- forme submediana, tanto più quanto minore è l’ allungamento delle mandibole stesse. * * * Una terza forma di riduzione è quella che chiamerò: Variazione per ridu- zione di alcuni caratteri, spostamento di altri e formazione di caratteri nuovi. In questa forma pertanto si osserva che colla riduzione di mole dei maschi si accompagna la forte riduzione di alcuni dei loro caratteri sessuali secondari, lo spostamento di altri di questi, e sopratutto poi la comparsa e lo: sviluppo ulteriore positivo o negativo di nuovi caratteri che nei maschi maggiori non esistevano neppure accennati. Un esempio ce ne è offerto dal Psalidoremus inclinatus Motsch. (fig. 2). È questo un Cladognatino del Giappone, di color nero piceo ron lucido, poichè tutto minutamente e fittamente scolpito da impressioni puntiformi o a guisa di brevi lineette irregolari assai serrate fra loro; le sue elitre sono spesso alquanto meno scure del capo e del protorace e posson volgere al bruno-ros- sastro, restandone però più intensamente colorita la zona suturale. Ne posseggo dodici maschi di cui il maggiore lungo mm. 39, ed il minore mm. 25; senza calcolare in queste lunghezze le mandibole. La fig. 2 indica meglio di qualsiasi lunga descrizione la variazione dei ca- ratteri sessuali secon- dari di questi maschi, passando dai maggiori ai minori. In questa serie si incontrano essenzial- mente tre forme, fra le quali però vi sono i passaggi intermedii, ed alle quali non poten- dosi, fuorchè per l’ ul- tima, applicare i nomi che già Leuthner [5] ha stabilito per le for- ai me di variazione dei Psalidoremus inclinatus maschi degli Odonto- A; a, macrodonte; B, d, eopriodonte; ©, c, D, priodonte. labini, io dò i nomi seguenti. a) - Forma macrodonte (Fig. 2 A ed a)- È presentata dai maschi di mole maggiore. Il capo è relativamente grande, con marcate prominenze laterali arrotondate a guisa di guance, dietro gli occhi. Le mandibole sono fortemente 53 contorte, ricurve, ed inclinate, e presentano soltanto poche e grosse appendici dentiformi, tutte situate dalla metà in poi, verso l’ apice; non vi sono denti subbasali. La prima di tali appendici dentiformi nei maschi più grandi spettanti a questa forma è circa a metà lunghezza delle mandibole, mentre in quelli meno grandi è già spostata più indietro, cioè prima della metà lunghezza, ve- nendo allora a trovarsi verso il mezzo della mandibola la seconda appendice dentiforme che è sempre la più grande di tutte e che chiameremo dente prin- cipale. Dopo il dente principale vengono tre o quattro altre prominenze den= tiformi un po’ variabili. b) - Forma eopriodonte (Fig. 2 B e b) - È presentata dai maschi di mole media. Il capo non è tanto grande e non ha così marcate le prominenze late- rali arrotondate dietro gli occhi. Le mandibole sono meno fortemente contorte, meno curve e meno inclinate. La prima prominenza dentiforme si è spostata indietro fin presso la base, costituendovi un dente interno acuto pronunciatis- simo, che chiamerò ora dente sudbasale; in seguito poi tutto il margine interno è divenuto denticolato fino all’ apice, in modo disuguale però, spiccandovi ancora fra denticini minori un dente mediano più forte che è ancora il nominato dente principale; i denticini che seguono il dente principale sono meglio marcati di quelli che lo precedono. Nei maschi meno grandi, spettanti a questa forma, e che fanno passaggio alla forma successiva, le mandibole continuano a farsi meno inclinate, il dente subbasale e il dente principale di esse non sono più così marcati, pur distin- guendosi ancora per uno sviluppo alquanto maggiore di quello degli altri den- ticini che si fanno invece più spiccati. e) - Forma priodonte (Fig. 2 C, c e D) - Uso questo nome, già introdotto nella scienza da Leuthner per gli Odontolabini, poichè si conviene bene ed egual- mente al caso presente. Questa forma è presentata dai maschi minori e piccoli Il capo diviene ancora relativamente meno grande, con le prominenze laterali dietro gli occhi meno prominenti e meno arrotondate. Le mandibole sono ancor meno curve e meno inclinate, anzi tendono a farsi dritte e dirette in un solo piano; esse presentano il margine interno uniformemente denticolato, senza dente principale verso il mezzo, più spiccato degli altri, e col primo dente (dente subbasale) pochissimo più saliente e più robusto di quelli che lo seguono. Entro i limiti stessi di questa forma si può osservare che nei maschi più piccoli i denticini mandibolari vanno facendosi ottusi e meno distinti l' uno dall’ altro, riducendosi anche di numero probabilmente pel fondersi di parecchi di essi insieme. In tutte le forme poi si osserva ancora la variabilità di quell’ appendice dell’ epistoma che a guisa di linguetta si protende superiormente fra la base delle due mandibole; questa può essere orizzontale o alquanto inarcata all'insù, più o meno scavata al mezzo, subtriangolare, subacuta, subrotonda o pressochè tronca trasversalmente. Meo at 04 Con tutto ciò anche pel Psalidoremus inclinatus non possiamo parlare di vero polimorfismo maschile. La sua variazione nondimeno è ancor maggiore di quella delle due specie precedentemente considerate. Ebbi già occasione di citare più d'una volta nelle pagine antecedenti la Monografia degli Odontolabini di Leu/hner [9]. Questo Autore, osservando la grande variazione dei caratteri delle mandi- bole dei maschi spettanti alle specie di questa sottofamiglia, chiama coi nomi di forma telodonte, forma mesodonte, forma amfiodonte e forma priodonte, le forme più caratteristiche che i maschi stessi in ciascuna specie vengono per ciò a presentare, e fra le quali ordinariamente sono noti tutti i gradi intermedi di passaggio. Le figure schematiche qui unite (Fig. 3), copiate da quell’ opera, indicano in che consistono le forme sopra nominate e l’ andamento della variazione, Le mandibole della forma telodonte (Fig. 3, a) hanno soltanto appendici den- tiformi apicali e sono molto allungate. Da questa forma, per riduzione della li 1 lin IC È 5 È lunghezza mandibolare e per estrofles- sione, in compenso, di una appendice dentiforime submediana, si passa alla forma mesodonte (Fig. 3 db, c). Da questa, per continuata ridu- a D hi A zione della lunghezza mandibolare e per concomitante estroflessione di più 3) prominenze basali con contempora- nea riduzione del dente submediano, (Fig. si passa alla forma amfiodonle (Fig. Mandibole di Odontolabis g' 3 e, 1,9) E da questa, per l’ ulteriore riduzione della lunghezza, fino a collegamento dei denti apicali con quelli basali si giunge alla forma priodonte (Fig. 3 1), nella quale il margine interno delle mandibole appare quasi uniformemente corrugato o denticolato. : (continua) Notizie di Cacce esotiche —__ __o0orexe,go_— Il cervo di Guglielmo II. — Nell’ ultima battuta nella tenuta di Rominteu l’imperatore uccise un cervo con corna a 28 palchi. Iguardacaccia l'avevano osservato da vari mesi e riservato con cura alla carabina del sovrano. Il cervo pesava 187 chilogrammi. Le corna alte !.32 mt. mi- suravano 32 cm, di circonferenza alla base (vosa). Il prof. Friese lo dipinse tosto. I preparatori im- periali lo fotografarono e ne presero le « maschere » in gesso della testa e delle corna. L' impe- ratore assai lieto della preda, tenne al posto d'onore a tavola i due « fòrster » sopraintendenti alla tenuta, diede loro in dono 1000 marchi e versò alla cassa vedove ed orfanì del personale fo- restale di Rominteu tante migliaia di marchi quanti erano i palchi delle corna (28,000) mk.). 55 Nello stesso giorno Guglielmo uccise altri tre cervi con 16, 18 e 22 palchi e permise all’am- miraglio Hallmann di cacciare un cervo nella tenuta. Hallmann ne uccise uno con 10 palchi e poi vari cinghiali. £ Caccia e Dinosauri. — Il prof. Osborne in un'escursione di caccia nel Wyomting, trovò in un’ alta vallata abitata da pastori indiani, un deposito colossale di ossa di Dinosauri. Le ossa erano tanto abbondanti che i pastori avevano costruite le loro capanne colle vertebre e “le coste dei rettili preistorici. Lo scopritore ritornò sul posto con numeroso personale e riuscì a ricomporre 73 scheletri perfetti di cui alcuni sino a 3 metri e mezzo, Alcune specie sono interessantissime, non prima conosciute. Il prof. Osborne tenne una conferenza in proposito al Congresso di Berna dell’anno scorso e regalò uno di questi scheletri al Museo della città federale. Avorio. — Dopo la campagna di Kitschener contro i dervisci l’ esportazione dell’ avorio aumentò rapidamente per un paio d'anni e cessò poi ad un tratto quasi completamente. Il prezzo dell’avorio è straordinariamente aumentato così che la migliore qualità vale a Liverpool 54 ster-. line. Le industrie inglesi hanno aumentato di 5 fr. per dozzina le posate con manico d' avorio Le cause di questo aumento sono date dalla richiesta americana sempre crescente; dalle leggi sempre più severe sulla caccia all’ elefante nelle varie colonie e la quasi cessazione dell’esportazione russa di avorio di mammut siberiano. Cervus sika in Germania. — Il conte Zedwitz ha introdotto nelle sue foreste in Boemia (Liebenstein) alcuni cervi sika del Giappone, col miglior risultato. Questo cervo, affine al daino, è assai elegante nella forma, sì riproduce facilmente e non scorteccia gli alberi. Passa buona parte della giornata nell'acqua fino agli ultimi di novembre e procura una caccia interessantissima. Il conte Z. ne raccomanda l’ acclimatazione nei boschi paludosi, nelle regioni maremmane dove diffi- cilmente sì stabilisce il cervo comune. NOTIZIARIO Il parto mostruoso di una pecora. -- A Dignano presso Pola una pecora ha partorito due agnelli dei quali uno con la testa somigliante a quella d'un corvo e l’altro con due bocche, una al posto naturale e l’altra fra il collo ed il petto. Sono stati mandati al Museo di storia na- turale di Trieste. Una invasione di grilli nel Casalasco e precisamente nelle frazioni di Rivarolo, Bru- gnolo e Villanova del comune di Spineda, danneggiava i prati nuovi, le poponaie e zucche, il me- licotto e perfino i giovani germogli delle viti Per distruggerli, stante il loro grande numero, s'è ricorso alla caccia diretta. Un asino selvatico. — Gli ufficiali inglesi, reduci dalla spedizione del Thibet, hanno por- tato a Londra un animale rarissimo. È un asino selvatico, detto « asinus kiag », che somiglia molto al cavallo. Gli ufficiali ne avevano catturata una coppia, ma il maschio è morto durante il viaggio. Concorso per la piscicultura. — Su proposta del ministro Rava, il Re ha firmato il de- creto che indice un concorso a premi fra i benemeriti della piscicoltura nazionale. Per i concorrenti che provvedono al ripopolamento delle acque pubbliche sono assegnati i se- guenti premi: uno di lire 700 con medaglia d’oro; due di lire 500 con medaglia d’oro, sei di lire 300 con medaglia d’argento. Per i concorrenti che provvedono al ripopolamento di acque pri- vate i premi saranno i seguenti: uno di lire 400 con medaglia d’oro; due di lire 250 con mada- glia d'oro; sei di lire 100 con medaglia d' argento. Sapone da un frutto. — È sorta in Algeria una impresa per la produzione d’un sapone naturale dal frutto di un albero chiamato « Sapindus utilis », già da tempo noto nel Giappone, in Cina e nelle Indie. Il frutto ha le dimensioni di quello dell’ ippocastano, ed è liscio e tondo. Il co- lore varia da un verde giallognolo al bruno. L’interno è di colore scuro ed ha un nocciolo oleoso. 56 L'albero dà nel suo sesto anno da 25 a 100 kg. di frutto che si raccoglie facilmente nell’ autunno. Si estrae la parte saponacea. a mezzo di acqua o d'alcool. Si dice che il costo per la fabbricazione sia limitato e che il sapone per effetto del niun contenuto di alcalini, sia superiore al sapone in commercio. La più grande camelia d’ Europa. — Sa il lettore quale era la più grande camelia che vegetasse in Europa sino a pochi giorni fa e una pianta storica per di più? Era nel giardino del castello reale di Pillnitz, non lontano da Dresda, -— il castello molto nominato negli ultimi tempi, perchè vi è morto re Giorgio di Sassonia e vi sì trovava il successore Federico Augusto, quando la sposa infedele, cacciata dal letto coniugale, andò a battere alle porte del palazzo di Dresda, in- vano cercando dì giungere fino ai figli negatile: — era una pianta gigantesca nel suo genere, che raggiungeva l'altezza di otto metri e un perimetro nella chioma di ventisette: in primavera s° ab- belliva di migliaia di fiori rosei e i turisti che battono in gran numero i paraggi di quella che, con audace iperbole, è stata battezzata la « Svizzera Sassone » non mancavano mai di andarla a vedere come un raro monumento, Era venuta in Germania nel 1730, ai tempi del vecchio Fritz — cioè del grande Federico — ed era dono dello Zar all’ Elettore Federico Augusto II, per il quale lo Zar l'aveva fatta venire apposta dal Giappone. Per 174 anni la camelia crebbe nel giardino del castello dei Sovrani di Sassonia: d'inverno i giardinieri usavano fabbricarvi intorno una casetta di legno riscaldata da una stufa per proteggerla dal freddo. Quest'anno la stufa ha dato fuoco alla casetta e la vecchia camelia ha riportato scottature tali che ogni speranza di salvarla è perduta. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Seguenza Luigi è abilitato per esame alla libera docenza di geolcgia nella R. Università di Messina. Rota Rossi dott. Guido è nominato assistente nell’orto bot. dell’ Univ. di Pavia. Bruni dott. Giuseppe, libero docente, è incaricato dell’ insegnamento di mineralogia e della direzione del gabinetto nell’ Univ. di Bologna. Minozzi Ferruccio, tit. di mat. nella sc. normale di Petralia Sottana, è comandato ad in- segnare mat. e sc. fis. e nat. nelle classi ordinarie della scuola normale maschile di Cagliari. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’Ammin:strazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od otferte desiderano rimanere incogniti. 8. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi. Sena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix flammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus marginatus). 9. Cesare Mancini — Corso Ugo Bassi, 4. Genova, desidera cambiare Coleotteri e Imenotteri con altri coleotteri specialmente Scarabeidi, i quali accetterebbe pure indeterminati. 10. Si cede una bellissima collezione dei principali minerali italiani, per la maggior parte esattamente determinati e coll’indicazione della località. Sarebbe indicata per un Istituto tecnico o Liceo, o per un Collegio privato, come pure per un Dilettaute. Per trattative rivolgersi all’ am- ministrazione del Bollettino. ll. De Boni Augusto. Via Garibaldi, 59 - Belluno (Veneto) offre in vendita 1 merlo vivo, perfettamente albino. Occasione favorevole per un Giardino Zoologico o per qualche appassionato cultore. 12. M. H. F. Lorquin, Taxidermist, 323 Kearny St., San Francisco California, offre en vent des Coléoptères de toute la còre du Pacifique, depuis 1’ Amérique anglaise jusqu’ au Panama, tous avec indication de localité et la plupart determinés par des auteurs frangais. 13. V. Manùel Dùchon, Entomologiste à Bakovnik (Rakonitz)- Bohème (Autriche) offre des nombreiîx Coléoptères d' Asie mineur (d’ Alem. Dagh, Bùlgar Dagh etc.), Tous les espéces fraîches et très bien preparées. 14. Giuseppe Meloni Lanusei (Sardegna) offre la rara specie della Lacerta Sardoa Meloni descritta dal Perona - di recentissima cattura e conservata in alcool. — E. BOZZINI, Gerente responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri È "TRE ANTONIO NEVIANI Materiali per una Bibliografia italiana DEGLI STUDI SIIRTOZOLrNINEONIIRE RE: SISI dal 1800 al 1900 (continuazione) (p. 160) Onychocella angulosa Rss, (p. 161) Vibracella (?) miocenica Segi, t. XVI, f. 19. Lunularia petaloides d' Orb. sp. Micropora (BRosseliana) Rosselii Aud., (p. 162), M. (Ross.) ogivalis Seg., t. XVI, f. 21, M. (Ross.) incompta Rss, M. (foss.) semiaperta Rss. , M. (Ross.) patellaria Moll, (p. 163), M. (Ross.) formosa Rss., id. var. conferta Seg. t. XVI, f. 20, M. (Calpensia) impressa Moll, (p. 164) id. (id.) var. papyracea Rss,, (p. 165) M. (Manzonella) exilis Mnz, var. incisa Seg, t. XVI, f. 23, M. (Gargantua) cucullata Rss., (p. 166), M. (Garg.) hippocrepis Goldf., M. (Peneclausa) coriacea Esp., t XVI, £ 22. (p. 167) Melicerita fistulosa Linn, t. XVI, f. 24-27, M. Johnsoni Bk,, M. st nuosa Hass., M. Charlesworti M, Edw, Cupularia canariensis Bk,, C. umbellata Defr,, (p. 169) €. reus- siana Mnz, Membraniporella nitida John. (p. 170) Cribrilina radiata Moll, (p.- 171) id. var. innominata Couch, t. XVI, f. 29, id. var. vascula Mnz., (p. 172), id. rarecostata Rss, Cr. (Figularia) figu- laris John, , (p. 173), Cr. (Fig.) elegantissima Seg. t. DVI 2828 (pl44) e (Puellina) Gattyae Bk, ,*Cr. (Arachnopusia) punctata Gray. (p. 175) Chorizopora Brongniartii Aud. Microporella (Fenestrulina» Malusii Aud., (p- 176) M. (Fen.) ciliata Linn. , id. (id.) var. Castrocarensis Nev,, id. (id.) var. Morrisiana Bk., t. XVII, f. 6, M. (Fen.) Barrandei Rss,, M. (Fen.) inamoena Rss., M.(Haeckeha) violacea Johnst., (p. 178) id. var. ‘ransilvanica Rss., M. (Reussina) polystomella Rss, t. XVII, f. 1-38, M. (Calloporina) decorata Rss, , (p. 179) M. (Adeonella) coscinophora Rss., var. pliocenica Seg., t. XVII, f. 7, (p. 180), M. (Ad.) reticulata Seg., t. XVII, f. 4., M. (Diporula) verrucosa Peach, (p. 181). M. (Dip.) Manzonii Nev, t. XVII, XXX f. 5, M. (Dip.) gastropora Rss., M. (Dip.) Adae Nev. t. XVII, f. 8, M. (Dip.) Partschii Rss, M. (Dip.) impressa Aud., var. pyriformis Bk,, (p. 182), M. (Mo- nocerina) monoceros Rss,, M. fistulosa Rss, (p. 183) Monoporella disijuneta Mnz, Hippoporina complanata Norm, , H. areolata Rss, , (p. 184) H. foliacea Ell. et Sol.,, Y. anisostoma Rss, , H. planiceps Rss., H. Pallasiana Moll, (p. 185) H. adpressa Bk, t. XVII, f. 12, H. Spilingae Nev, t. XVII, f. 9. (p. 186) H. èm- bellis Bk,, H. edax Bk,, H. depressa Bk, , (p. 187) 1. tessulata Rss,, H. circum cincta Nev, t. XVII, f. 10-11, (p. 188), #7. integra Nev., t. XVII, f. 18. Stichoporina minutissima Seg., È. XVII, f. 14. Orbitulipora excentrica Seg., t. XVII, f. 15-16. (p. 189) Myriozoum iruncatum Pall, M. mamillatum Seg., t. XVII, f. 17-18. Lagenipora minuta Norm,, ld. var. tuba Mnz., L. pustulosa Seg. t. XVII, fi 19. (p. 191) Anarthropora monodon Bk, (p. 192) Schizoporella goniostoma Rss,, Sch. squamoidea Rss,, Sch. elegans d’'Orb., (p. 193) Sch. Zujovici Perg., Sch. obvia Mnz, , Sch. variolata Seg. , t. XVII, f. 1, (p. 194) Sch. deltostoma Seg., t. XVII, f. 20, Sch. sinuosa Bk, var. vasum De Stef, , t. XVII, f. 21, Sch. granoso-porosa Rss., Sch. linearis Hass.,, (p. 195) Sch. biaperta Michl., t. XVII, f. 22, Sch. Hyndmanni Johnst., Sch. erassa Rss, (p- 196) Sch. romana Nev,, Sch. vulgaris Moll, (p. 197) Sch. Dutertrei Aud., Sch. monilifera M, Edw., Sch. unicornis Johnst., (p. 198) Sch. spinifera Johnst., (p. 199) Sch. Gonversi Rss., Sch. sanguinea Norm, , Sch, planata Mnz., (p. 200) Sch. sulcata Nev., Sch. congesta Seg.,t. XVII, f. 2, Sch. Edwardsiana Bk,, Sch. digitata Wat., (p. 201) Sch. auriculata Hass,, Sch. macrochila ‘Rss, , Sch. schizogaster Rss, t. XVII, f. 23. (p. 202) Schizotheca fissa Bk, t. XVIII, f. 4-5, Sch. stellata Seg., t. XVIII, osa Teuchopora castrocarensis Mnz, (p. 205) Osthimosia coronopus S. Wood, Osth. birostrata Nam, (p. 204) Relepora cellulosa Linn., t. XVIII, f. 7, R. Beaniana King, (p. 205) R. simplex Bk., R. Pignatarii Nev, t. XVIII, f. 8, R. Solanderia Riss,, t. XVIII, f. 6. (p. 206) Smittia reticulata M, Gill., id. var. sysiolostoma Mnz., (p. 207), Sm. cheilostona Mnz,, Sm. marmorea Hks,, Sm. trispinosa Johnst, t. XVIII, f. 10, Sm. marionensis Bk., (p. 208) Sm. (Marsillea) cervicornis Pall., Sm. (Mars.) conferta Rss., (p. 209) Sm. (Watersipora) cucullata Bk., Sm. (Mucronetla) coccinea Abildg., t. XVII, £. 9, id. (id.) var. /ulgurans Mnz., id. (id.) var. resupinata Mnz., id. (id.) strenwis Mnz., t. XVIII, f. 22, (p. 211) Sm. (Mucr.) Reussiana Bk. t. XVIII, f. 13, Sm. (Mucr.) pavonella AIQ, , t. XVII, f. 44, ,Sm. (Huer.) variolosa Johnst.., (p..212) Sm. (Muer.) megalota Rss., Sm. (Mucr.): Peachii Johnst, , Sm. (Mucr.) Woapsi Pergi, Sm. (Mucr.) arrecta. Rss,, Sm. (Muer.) elegantula Muz,, Vi VEN ne XXXI (p. 214) Sm. (Mucr.) umbonata Mnz., Sm. (Mucr.) venusta Bichw,, Sw. (Mucr.) Sedgwicki M, Edw., Sm. (Reussia) regularis Rss., (p. 215) Sm. (Palmicellaria) Skenei Sol, var. bicornis Bk.,, Sm. (Phylactella) obeliscus Mnz., Sm. (Phyl.) ad- pressa Seg. t. XVIII, f£. 14, Sm. (Phyl.) macrocephala Seg, t. XVII, £. 12. (p. 216) Umbonula verrucosa Esp. , Umb. ramulosa Linn. , (p. 217) Umb. pu- micosa Linn, Lepralia? grandis Seg. t. XVII, f. 16, Lepr. microtheca Seg, t. XVIII, f. 15, (p. 218) Zepr. gibbosula Mnz, Costazia Costazii Aud, Cycloporella costata M. Gill, ; (p. 219) Cycl. ? crassa Mnz., Cyel? po- lythele Rss, Cellepora lobulata Wat, (p. 220) Batopora rosula Rss, Conescharellina conica Seg. t. XVIII, f. 17. Tubucellaria opuntiovides Pall,, Tub. Farnesinae Nev. (p. 221) Porina borealis Bk,, Por. impervia Nev., t. XVII, £, 18-19. (p. 223) Crisia fistulosa Hllr., Cr. eburnea Linn, , (p. 224) Cr. Hornesii Rss., Cr. denticulata Lmk,, Cr. elongata M. Edw., Or. Edwardstii Rss., (p. 225) Cr. marginata Seg. t. XIX, f. 1. Hornera frondiculata Lmk., (p. 226) Horn. lichenoides Pontop., Horn. hippolythus Defr,, Horn. striata M, Edw., Horn. concatenata Rss., (p. 227) Horn. cylindracea t. XIX, {. 2-3, Horn. serrata Rss, var. pliocenica Seg. tr. XIX, fig. 8-9, Horn. simplex Seg. t. XIX, fig. 4-5, Horn. Reussi Seg. t. XIX, fig. 6-7. (p. 228) Crisina cancellata Goldf. Idmonea pertusa Rss., Idm. fenesirata Bk., (p. 229) Idm. conferta Seg. t. XIX, fig. 13-15, /dm. producta Seg. t. XIX, fig. 10-12, /dm. bacillaris Seg. t. XIX, fig. 18-19, Idm. carinata Roem, , t. XIX, fig. 23, (p. 230) Idm. spica Seg, t, XIX, fig. 20-21, /dm. Seguenzai Nev, t. XIX, fig. 16-17 Jam. brutia Nev,. t. XIX, fig. 22, (p. 231) Zdm. atlantica Forb,, /dm. concava Rss, , Idm. disticha? Goldf. , (p- 232) Idm. gracilis Mngh,, Idm. triforis Hllr,, IUm. Milneana d'Orb., (p. 223) Idm. serpens Linn, , t. XIX, fig. 24-25, Idm. vibicata Muz., Idm. irre- gularis Mngh, (p. 234) Yubulipora (Filisparsa) varians Rss, , Tub. (Fil.) tubulosa Bk., (p. 235) Tub. (Fil.) lata Seg. t. XIX, fig. 28, Tub. (Proboscina) ventricosa Bk., Tub. (Stomatopora) major Johnst., (p. 236) 7ub. (Stom.) dilatans Johnst., Tub. (son: ) rugulosa Rss., Tub. (Stom.) repens S, Wood, (p. 237) Tub. (Stom.) ‘defva Couch, Tub. flabellaris Fabr, t. XIX, fig. 26, (p. 238) 7ub. palmata Wood, Tub. (Pa- votubigera) dimidiata Rss. t. XIX, fig. 27, Tub. (Pav.) fasciculata Seg., (p. 239) Tub. (Pav.) pluma Rss., Tub. (Diastopora) latomarginata d' Orb., Tub. (Diast.) simplex Bk,, (p. 240) Tub. (Diast.) flabellum Rss., Tub. (Diast) nova Perg., Tub. (Diast.) obelia John., Tub. (Diast.) expansa Mnz., (p. 241) Tub. (Diast.) patina Lmk,, 7ub. (Diast.) striata Haime, Tub. (Diast.) congesta d' Orb., (p. 242) Tub. (Diast.) stelliformis Rss,, Tub. (Mesenteripora) meandrina S. Wood, XXXII Entalophora proboscidea M, Edw. (p. 243) Ent. regularis M, Gill., t. XIX, fig. 29, Ent. rugosa d' Orb., t. XIX, fig. 30, (p. 244) Ent. pulchella Rss, Ent. clavata Bk., Ent. clavula Rss,, Ent. proboscina Mnz. , (p. 245) Ent. palmata Bk., Fn. subcompressa Rss. Seguenziella Manzonii Seg. t. XIX, fig. 31-32. (p. 246) Zichenopora hispida Flem,, Lich. radiata Aud., (p. 247) Lich. for- mosa Rss,, Lich. mediterranea Blnvl,, Lich. prolifera Rss, Lich. pustulosa d' Orb, \ (p. 248) Domopora truncata Jam, Heteropora stellulata Rss. , Het. clavata Goldf, Crassohornera arbuscola Rss. (p. 249) Frondipora verrucosa Lmx,, Fr. Marsiliù Mich, 169. — Sabatini V. — I Vulcani dell’ Italia centrale ed i loro prodotti. Parte prima. Vulcano Laziale. Mem. descrittive della Carta Geol. d’ Italia; Roma 1900. A pag. 87 sono riportate le specie di briozoi provenienti dai tufi di Nettuno (e non di Anzio, come stampa |’ A.); lista estratta dalla memoria di A. Neviani e se- gnata in questa bibliografia al numero 1485. 170. — Virgilio Franc. — Geomorfogenia della provincia di Bari, con tre tav. Estr. dal Vol. Ill dell’ opera « La Terra di Bari ». Trani 1900. Da una memoria di Di Stefano e Viola (v. num. 107 di questa bibliografia) ven- gono citate : Retepora cellulosa L, dalle vicinanze di Matera, e Eschara cervicornis Gml., Relepora cellulosa Linn, dalle colline di S. Girolamo a Sud di Gravina. N. B. — Con la memoria N. 170 ho terminato di pubblicare la serie di quelle che, disposte in ordine cronologico, avevo approntate allorchè cominciai la stampa di questa bibliografia. In questo frattempo ho potuto raccogliere citazioni di altre me- morie. Queste, non più in ordine cronologico, ma in ordine alfabetico di autori, ver- ranno stampate in un’ Addenda. A. NEVIANI. ‘ERA OFFERTE D'OCCASIONE Boccette di vetro, con tappo di sughero, per la conservazione degli animali inferiori. a Altezza mm. 38, diametro mm, 12. L. 6 il cento. L. 1,00 la dozzina. Vetri porta oggetti da osservazioni e preparazioni microscopiche. Semplici mil. lim, 38 X 6 L. 3 il cento - 26 X 76 L. 2, 50 il cento. 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ACHILLE GLI UCCELLI INSELTIVORI NON SONO UTILI ALL’ AGRICOLTURA È una nuova pubblicazione, edita a cura della Rivista Italiana di Scienze Naturali, Siena 1904, che contiene preziosi) dati e notizie interessanti in confutazione alla questione sulla utilità degli uccelletti insettivori verso l’ agricoltura, questione che 1’ Egregio A. viene dimostrando esser falsa. ) Il lavoro è diviso in capitoli di cui ci limitiamo a riprodurne i titoli: Questione di competenza — Insetti — Utili e nocivi — L'uomo altera l equilibrio naturale — Nemici naturali degli insetti fitofagi — Insetti utili — Insetti predatori — Insetti parassiti endo- fagî — Insetti nocivi importati — Parassiti endofagi dei principali insetti nocivi — Prime conclusioni — Gli Uccelli iusettivori non sono utili — Gli uccelli insettivori sono nocivi — Indicazioni bibliografiche — Conclusioni. In appoggio alle sue teorie, 1’ Egregio A. riporta le dichiarazioni di insigni naturalisti quali, fra gli italiani, LESSONA, SABBIONI, RONDANI, GHILIANI, CAMERARO, BERLESE, AR- RIGONI DEGLI OppI, RIBAGA, LIoy. (Prezzo dell’opera di pag. 83 in-8.° con 24 figure intercalate nel testo L. 5). TT —rP99r@p9@q<@"(q@@ Sommario del N. 87-88 dell“ AVICULA ,, Salvadori conte prof Tommaso. Notizie intorno alla Sula bassana in Italia. Pag. 33. Righi senatore prof. Augusto. Sul Manuale d’ Ornitologia italiana del Conte E. Arrigoni degli Oddi. Pag. 34. Ronna, dott. E. I Paridi italiani. (cont.) Pag. 38. È Chigi principe dott. Francesco. Aggiunte alle notizie sulla nìdificazione del Pernis api vorus (Linn.) nel Romano. Pag. 41. Vallon G. Escursioni ornitologiche nel Friuli (III Serie). (cont.) Pag. 42. Ghidini A. Appunti ornitolegici ricinesi per il 1904. Pas. 45. Lucifero Armando. Cattura di un Fenicottero presso Cotrone Pas. 47. Garbari sac. prof. Narciso. Passo e ripasso di uccelli nell’ Agro trentino. Osservazioni nell’anno 190£ Pag. 47. Redazione; Riassunto di notizie sulle cacce e passaggi degli uccelli nella regione Italiana nei mesi di Febbraio e Marzo 1905. Pag. 5l. Bibliografia ornitologica. Pag. 32. — Notiziario. Pag. 04. RI EMOrRANIIIM Rinnoviamo ancor viva preghiera a tutti i Signori Abbonati ritardatari affinchè facciano sollecita rimessa del loro dare a questa amministrazione necessitando sistemare le partite arretrate degli abbonamenti. Conto corrente con la posta XXV Fa 0) Vi n ANNO Il ii 6% € 9, se é $ RA ì Md È TVIVDIN y TTD mq i BOLLETTINO DEL NATURALISTA= DU LIL | il LAU ; : Collettore, Rilevatore, Coltivatore, Acelimatatore î Su $ Abbonamento annuo per l’Italia e por gli uffici postali italiani all’estero L. 3. Por gli Stati della unione postale L. 3, 50.Altri Stati L. 4 z PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni mazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali el al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scamb e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i professori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Richieste e offerte ecc. ace. (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principaimente quolli nominati nella copertina della Rivista Italiana di Scienze Naturali. | l tre periodici Rivista italiana di scienze Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. naturali - Giornale ornitologico italiano Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni? Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Stera all Agenzia in Via B. Peruzzi 28, eda tutti gli utfici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal prinepio di ogni anno con diritto ur fascicoli arretrati. L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoliseparati costano cent. 30 per ogni 16 pag. di testo, Agli Autori dimemorie origivali di una certa impor- tanza, sì danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano i manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli .che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L. 6 il cento franchi di porto nel reguo, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bolletlro, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc. ; fare offerte è ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali. libri. macchine, prodotti agrari, oggetti di collezi scritti.che contengono avuzse di acquisto 0 di vendita, o che possono servire di reclume commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamenta quelle provenienti da abbonati che lanno già pagato lab bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta s* non è espressamente richiesta dall’ abbonato. 1 amministrazione s'incarica di rappresentare gliab bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentate dovrà rimborsare all’amministrazione le spese di corri- spondenza, è per le vendite od acquisti emfettuati pagare un compenso da combinarsi. La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogne di dare giustificazioni in proposito, | manoscritti non pub- blicati possono essere ritirati dagli autoriaproprie spese Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fascicolo ne sara loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis purchè la richiedano entro | annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento. Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L 1. per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle sp posite pagine costano I. logni2 centim. di spazio occu- Dato în una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli CASES Le inserzioni relative ai cambi non possi are la lunghezza di 5 linee. La medesima ir siha diritto di pubblicarla gratis più di un: neviene accordata la ristampa, pagando un pense, Dalle inserzioni gratuite sona per rego \ Preg. Sig. speciale semplari desidera in Car= MIEMORANIDIM Rinnoviamo ancor viva preghiera a tutti i Signori Abbonati ritardatari affinchè facciano sollecita rimessa del loro dare a questa amministrazione necessitando sistemare le partite arretrate degli abbonamenti. GRIFFINI dott. ACHILLE xl UCCELLI INSETTIVO NON SONO UTILI ALL'AGRICOLTURA È una nuova pubblicazione, edita a cura della Rivista Italiana di Scienze Naturali, Siena 1904, che contiene preziosi dati e notizie interessanti in confutazione alla questione sulla utilità degli uccelletti insettivori verso l’ agricoltura, questione che l’ Egregio A. viene dimostrando esser falsa. Il lavoro è diviso in capitoli di cui ci limitiamo a riprodurne i titoli: Questione dî competenza — Insetti — Utili e nocivi — L'uomo altera l equilibrio naturale — Nemici naturali degli insetti fitofagi — Insetti utili — Insetti predatori — Insetti parassiti endo. fagi — Insetti nocivi importati — Parassiti endofagi dei principali insetti nocivi — Prime conclusioni — Gli Uccelli iusettivori non sono utili — Gli uccelli insettivori sono nocivi — Indicazioni bibliografiche — Conclusioni. In appoggio alle sue teorie, 1° Egregio A. riporta le dichiarazioni di insigni naturalisti quali, fra gli italiani, LESSONA, SABBIONI, RONDANI, GHILIANI, CAMERARO, BERLESE, AR- RIGONI DEGLI OpDI, RIBAGA, Loy. (Prezzo dell’ opera di pag. 83 in-8.° con 24 figure intercalate nel testo L. 5). LurGi Manetti. Manuale del Pescatore. Un volume di pagine xir-246 con 107 incisioni, — Ulrico Hoepli, editore, Milano, 1905. L. 2, 50. Basta dare una semplice occhiata all'indice di questo nuovo Manuale per convincersi della sua utilità pratica. Tolto il primo capitolo, che comprende un’interessantissima storia della pesca nell’ antichità, tutti gli altri servono al Pescatore di professione ed al dilettante per imparare il modo di impadronirsi in grande quantità degli abitatori delle acque dolci e salse. L'autore, dopo di avere indicato come si possano costruire senza difficoltà e con piccolissima spesa tutti gli istrumenti necessarî per la pesca, come canne, lenze, spaderne, tirlindane, fiocine, reti, ecc. e “di avere insegnato quali pasture e quali esche debbano essere usate a seconda delle stagioni e delle ore della giornata, tratta della pesca di ciascun pesce, specificando quale debba essere per ognuno di essi la lunghezza della canna, della lenza e dell’ amo che si dovrà adoperare. Ognì pesce è descritto ampiamente, riguardo le sue forme, le sue abitudini, la sua prolificità : per di più l’autore parla sommariamente della cucinatura di ciascun pesce. Si dilunga sulla pesca con le reti, indicando le dimensioni che ciascuna di esse deve avere e a quale profondità deve essere calata. Per la pesca di mare vi sono diversi capitoli, i quali riescono interessantissimi ed utilissimi specialmente ai dilettanti, perchè trattano della pesca lungo le coste e non di quella d'alto mare che non può esser fatta che da pescatori di professione e molto abili nel loro mestiere. Anche i pesci di mare sono minutamente descritti ed illustrati, sicchè oltre essere un libro di pesca, questo manuale è anche un piccolo trattato di ittiologia. ò ._ L'autore chiude il suo lavoro riportando le leggi ed i regolamenti, riguardanti la pesca, oggi in vigore. Il successo di questo nuovo Manuale, che arricchisce la Collezione Hoepli, è oramai sicuro. Anno XXV N, 7 15 Luglio 1905 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Sollettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali gl al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l'Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L, 4, SOMMARIO Cozzi Carlo. Appunti di psicologia spicciola. Pag. 57. Griffini dott. Achille. Sui Lucauidi e sulla grande variabilità dei loro maschi (cont. e fine) Pag. 59. Notiziario Paz. 68. — Insegnamenti pratici Pag. 70. — Nomine, promozioni, onorifi- cenze e premi. Pag. 71. — Tavola necrologica Pag. 72. — Richieste e offerte, (gratis per gli abbonati). Pag. 72. CARLO COZZI Appunti di psicologia spicciola. a Una delle forti difficoltà d’ ordine morale, anzi la più formidabile, che 1’ uomo incontra nell’applicare a se stesso il « nosce te ipsum » ve la pongono l’esagerato ottimismo ed il troppo entusiasmo che stendono, manco a dirlo, un velo pietoso su qualunque debolezza umana come su ogni difetto. Solo il naturalista disprezza questi riguardi non vedendo ragione alcuna per risparmiare della sua analisi l’ Homo sapiens di Linneo. i Ma lasciamo agli anatomisti ed ai fisiologi il grave compito di sviscerare la compagine fisica, come pure ai psicologi di professione quello assai delicato di svilupparne la matassa dei fenomeni psichici; noi ci fermeremo un tantino appena per contemplare ed ammirare due fac- cette di questo prisma incantevole, iridescente che è la vita dell’uomo: il misoneismo e l’i- mitazione. Tl misoneismo, detto altrimenti neofobia, consiste nell’ odio, nell’ orrore per ogni cosa in- solita, nuova I latini l'avrebbero chiamato senz’ altro: odium novitatis. Basta infatti che una cosa sia nuova perchè essa sia a tutta prima ostacolata, rifiutata, di qualunque genere poi essa sia e da qualunque luogo dessa provenga. La storia delle scienze, delle lettere, delle arti e della politica ce ne offrono prove lampanti. Quando avvenne che una scoperta nel campo della scienza, un assetto economico evidentemente migliore in quello della politica, un capo- lavoro d’arte nella poesia, nella pittura, nella scultura o nella musica apparvero senza dar luogo a titubanze, senza destar dubbi, senza creare sospetti? Giammai, io credo; perchè le titubanze, i dubbi, i sospetti, come le perplessità, i tentennamenti, le riserve, le cautele, la meraviglia e la sorpresa, il timore e la paura, come anche la contrarietà più spiegata e la lotta più accanita, sono manifestamente figliuoli legittimi di una forma psicopatica multicolore, che da vera sfinge e signora padroneggia l’ uman genere e che assume il nome di misoneismo. A parte invero l’istruzione e la educazione, nessuna opera è che non appaia determinata da questa legge d’inerzia, legge inesorabile e spietata, in virtù della quale l’uomo è propenso a ripetere la stessa azione nella identica maniera, oltre che a dire la identica cosa nello stesso modo, usando le stesse parole. Ho accennato all’ istruzione ed all’ educazione, avvegnachè in quella guisa che un siero preparato ad hoc rende immune e refrattario da un dato morbo in- 58 fettivo, così l'istruzione ed in maggior grado l’ educazione costituiscono il rimedio più atto a preservare ed a rinforzare lo spirito umano, nonchè a difenderlo, in una parola, a sottrarlo dalle influenze del misoneismo. Il quale rimarrà adunque, come è facile comprendere, distri- buito ben diversamente da casta a casta, da individuo a individuo; variando in intensità ed in misura; abbenchè noi fossimo misoneici per regola e, giova il ripeterlo, filoneici (mi si passi il termine) a caso e per eccezione. Di modochè tra il bambino e l’ adulto, il selvaggio e 1’ uomo civile, lo zotico e lo scienziato, sono, senza confronto, assai più misoneici il bambino, 1’ uomo selvaggio e l’ignorante. Ho osservato più d’ una volta che i bambini aggiustano l’ italiano in bocca alla mamma o alla nonna se queste nel ripetere loro una fandonia dimenticano od ag- giungono qualche circostanza nuova, oppure si permettono di cambiare, anche solamente, qualche parola usata prima. Ritengo del pari che la nostalgia, tanto frequente tra gli abitanti della montagna, la tristezza dell'abbandono per la perdita di qualche persona cara, l'istinto stesso della nostra propria conservazione si riducano in ultima analisi ad una forma di misoneismo... Se è possibile formulare una legge intorno a questa materia, aggiungerei tosto che il mi- soneismo sta all’ istruzione ed all’ educazione (morale e religiosa), come la resistenza sta alla potenza; ed è chiaro in allora che, se la resistenza non è maggiore e le due forze contrarie non sono pari (che in tal caso si eliderebbero), debbano trionfare la civiltà e il progresso quale effetto risultante della vittoria acquistata sulle nostre tendenze misoneiche. Se nonchè accanto alla neofobia, passando a considerare un’ altra faccetta del microcosmo, noi scorgiamo l’ imitazione, sì che l’ una sorregge l’ altra. Infatti il misoneismo e l’imitazione, si aiutano a vicenda, malgrado possano sembrare due termini contradditorii. L’'imitazione è anzi delia prima un correttivo prezioso ed indispensabile. Essa regola in certo qual modo gli effetti del misoneismo, serve a raddolcirne le scabrosità, mantiene in giusto equilibrio le nostre energie e concorre grandemente alla formazione della civiltà e del progresso. Qualche volta però si presenta coi caratteri di una vera frenastenia sociale. Evidentemente in una noticina volante come questa non è opportuno di raffazzonare troppe cose; bastino adunque poche os- servazioni tutte quante però cavate dal vero. Se le lingue parlate, a differenza delle così dette lingue morte, (latino, greco antico, ebraico ecc.) vanno modificandosi e trasformandosi senza posa, ciò avviene appunto dietro spinta del- l'imitazione che agisce su di loro lentamente, ma continuamente; e la massa degli studiosi non fa che prestarsi, istrumento cieco, a che tale manifestazione psicologica raggiunga più presto e più facilmente il suo intento. E, per togliere qualche altro esempio dal linguaggio, non è certo raro il caso di dover constatare hic et nunc le trasformazioni grammaticali e sintattiche che intervengono nei vocabili. Perfino nella pronunzia e nella flessione della voce è avvertibile l’opera dell’imitazione. Non occorre anche gran studio per accorgerci del fatto, eloquente quanto mai, che le varie lingue non solo, ma ancora i diversi vernacoli, si vanno continuamente inquinando di vocaboli forestieri. A tali voci erratiche contribuisce non poco l'avanzarsi delle scienze, cosicchè non v'è luogo o vernacolo che non possegga la sua merce d’ importazione. E così, sempre per effetto di pura e semplice imitazione e non per altro, i villani si divertono a raccogliere ed a servirsi dei motti che periodicamente, di tanto in tanto, ci giungono dalla città. In breve risuonano in tutti i paesi, passano su tutte le bocche, finchè sono assorbiti, dimenticati, oppure sepolti nel ridicolo. Se alcuno di essi vi rimane ancor dopo è per offrire lo spettacolo arlecchinesco di una pezza di panno cucita su una veste straccia. La storia di tutti i tempi e di tutti i paesi può del resto fornir materia ad una bellissima pa- gina di psicologia, pagina che lascio scrivere ad altri assai più volonterosi di me. Per ricordarne alcuno di quelli che diedero occasione a vere e proprie monomanie e che suscitarono ad un tempo l’ilarità e la compassione, cito i seguenti, piovutici dalla capitale mo- rale: Coippelimerli - ciappen on alter - el va l caldai - vuî Carolin - *ma te stracchet -’ma te réndet - lendenon, fala tai - ma debon però - Che fréce - trenta ghéi barba e cavéi ecc. ecc., i quali ebbero, come è noto, il loro quarto d’ ora di celebrità; ed avranno anche un posticino nella 59 storia delle debolezze umane. Qualche cosa di simile si verifica pur sempre a riguardo di, certe canzonette popolari in voga. E la moda nel vestito non è forse il termometro dell’ imi- tazione? L’attenersi alle esigenze della moda sarebbe una frase vuota di senso se non vi fosse di mezzo l’ intento imitativo. Ubbidire dunque ai dettami della Dea dei capricci equivale a chinare il capo dinnanzi a una legge che non transige, legge che esiste non solamente nel cer- vello fantastico delle nostre sarte e delle nostre modiste e modistine, ma che è altresì impressa e scolpita in tutto il genere umano. E cosicchè esse nella confezione di un abito, nella scelta del colore della fettuccia o nella guarnizione del cappellino « . . cîò che fa la prima e l'altre fanno » « semplici e quete, e lo perchè non sanno ». Ed ora, tanto per chiudere, dell’ imitazione e del misoneismo saranno preponderanti i danni o i vantaggi? Ecco un quesito che si impone e ch'io lascio nella penna. Intanto è cosa ovvia che il misoneismo può esser padre della prudenza, mentre la imitazione può divenir madre dell’ umiltà e della modestia. Se davvero danni ci portano, questi devono essere, nel- l'economia della natura, sempre subordinati alle utilità ed ai vantaggi; e mi piace a propo- sito di rinviare il lettore al recente libro della Signora Gina Lombroso, nel quale appunto è svolta la tesi sui vantaggi della degenerazione. Dott. ACHILLE GRIFFINI Sbrreuvc NIDI E SULLA GRANDE VARIABILITÀ DEI LORO MASCHI (continuazione e fine) Ben considerando ciò, possiamo riferire questo genere di variazione alla terza forma di variazione che testè studiammo assumendo come esempio il Psa- lidoremus inclinatus, cioè, variazione con riduzione di certi caratteri, sposta- mento di altri, e comparsa di caratteri nuovi. * * * Rimando ora il lettore ad un mio recente lavoro (') nel quale, più diffusa- mente che nel presente articolo, mi sono occupato delle singole forme di va- riazione che si verificano nei maschi dei diversi Lucanidi, e dei problemi che vi sì connettono. i In esso ho mostrato come non sempre la variazione di sviluppo dei caratteri sessuali secondari si accompagni regolarmente colla variazione della mole del corpo. Ed ho distinto fra gli altri i seguenti cinque casi : (') A. GRIFFINI - Consideraz. generali sulla grande variazione di caratteri nei maschi dei Lucanidi [11]. Torino, 1905. p. 11 e seguenti. 60 1.° I caratteri sessuali secondari e in particolare quelli delle, mandibole, in tutti i maschi di qualsiasi mole sono press’ a poco gli stessi, e sono quelli di forma maggiore (Esempio: Eurytrachelus bucephalus). 2.° I caratteri sess. secondari e in particolare quelli delle mandibole, in tutti i maschi di qualsiasi mole sono press’ a poco gli stessi, e sono quelli di di forma minore (Esempio: Odontolabis latipennis). 3.° I caratteri sess. secondari e in particolare quelli delle mandibole va- riano col variare della mole dei maschi, e variano nello stesso senso, cioè sono quelli di forma maggiore nei maschi più grandi e regolarmente quelli di forma via via minore nei sempre più piccoli. È questo il caso più frequente e pre- sentato dal massimo numero di specie (Esempio: Lucanus cervus). 4.° I caratteri sess. secondari e in particolare quelli delle mandibole variano, ma non seguono la variazione di mole dei maschi, potendosi trovare nella stessa specie individui grandi con mandibole di forma minore e individui relativamente piccoli con mandibole di forma maggiore, oltre ai grandi con grandi mandibole ed ai piccoli con mandibole piccole. (Esempio: Odontolabis Lowet). ©.° I caratteri sess. secondari e in particolare quelli delle mandibole variano seguendo più o meno la variazione di mole dei maschi, ma la loro variazione però può andare în due sensi, secondo l’uno dei quali porta dalle forme mag- giori alle relative naturali forme minori, mentre secondo l’altro porta alle forme capito. (Esempio: Eurytrachelus purpurascens). Tutto ciò è abbastanza strano, e merita anche qui che ci fermiamo alquanto a riflettervi. Le specie varianti come nei casi 1.° e 2.°, sarebbero dunque pochissimo va- riabili, però con forma affatto diversa nei due diversi casi. Le specie varianti come nel caso 4.° mostrerebbero chiaramente di essere soggette a due cause di variazioni, delle quali l'una agente sulla mole del corpo e l’altra sui caratteri sessuali secondari; e tali cause potrebbero ora associatsi ora invece agire affatto indipendentemente le une dalle altre, aven- dosì pertanto così individui grandi e piccoli con vario sviluppo di caratteri sessuali secondari sia negli uni che negli altri, indipendentemente dalla mole. Le specie varianti come nel caso 5.° mostrerebbero pure di essere soggette a più cause di variazioni, una delle quali porterebbe alla formazione delle co- sidette forme capito sopra nominate quali possono osservarsi in maschi di vari Eurytrachelus (E. gypaetus, E. purpurascens, E. cribriceps, E. eurycephalus, E. Alcides). Ecco in quali termini ALBERS (4) definisce la forma capito dell’ E. purpu- PASCENs : EURYTRACHELUS PURPURASCENS Var. CAPITO: capite maximo, magis gibbo, genis magis inflatis; mandibulis validis, crassis, in apice bifurcatis, basi tu- (4) G. ALBERS [8], pag. 173. 61 berculo valido binodoso armatis: clypeo recepto, in triangulum parvum, apice truncatum et binodosum producto. Questa diagnosi è esatta. E nella figura 3, del già citato mio recente la- voro [11], io ho rappresentato due maschi normali della specie in discorso, dei quali l'uno di forma maggiore e l' altro di forma minore, ed inoltre un maschio di forma capito, tutti della mia collezione e provenienti da Sumatra. La variazione di gran lunga più frequente che si osserva anche in questa specie e nelle affini seguendo serie di esemplari varianti nel senso che ho chia- mato normale, dai maggiori ai minori, non ha nulla di straordinario. Ma invece alcune altre serie di maschi dimostrano una pure graduale va- riazione che da forme normali porta alla forma capito, ed allora la testa resta grossa e si fa anzi alquanto più rigonfia, l’epistoma diviene subtriangolare, piccolo, le mandibole vanno assumendo forma veramente anormale, e cioè di- vengono corte e grosse, molto arcuate, con grossa protuberanza interna basale biloba. dx Io credo dunque che per tentare di spiegare le grandi e non omogenee va- riazioni che riscontriamo nei Lucanidi, noi dobbiamo prendere in considerazione parecchie cause capaci di agire su questi coleotteri principalmente durante: loro periodi di vita precedenti lo stato adulto e capaci di interferire fra loro. Nel ricordato mio recente lavoro generale ho enumerato e cercato di stu- diare (') le cause seguenti : 1. Ereditarietà di caratteri dei progenitori, e condizioni anche di sviluppo individuale, di attività o esaurimento, di maggiore o minore salute di questi, o di uno di essi. 2. Condizioni più o meno favorevoli o sfavorevoli nelle quali si è trovato l’ uovo. 3. Condizioni più o meno favorevoli o sfavorevoli che agirono in generale sull’ organismo durante il periodo larvale e il periodo crisalidale. 4. Condizioni che agirono direttamente sugli organi sessuali, e quindi, in- direttamente ma per correlazione, sui caratteri sessuali secondari. Poichè, quantunque sieno spesso legate fra loro, credo debbansi distinguere le variazioni generali della mole del corpo e le variazioni dei caratteri ses- suali secondari che devono essere legate a variazioni particolari, non meno importanti, nello sviluppo degli organi riproduttori. Rimandando completamente il lettore al suddetto mio lavoro [11] per quanto è delle cause riferentisi ai numeri 1, 2 e 3, riassumerò quì quanto, con mag- gior estensione, ho esposto nel mio stesso lavoro sulle cause del gruppo 4. Cause che agirono direttamente sugli organi sessuali, o che ebbero su questi (4) - A. GRIFFINI - Consideraz. gener. sulla grande variazione di caratteri nei maschi dei Lu- canidi [11], Torino 1905, pag. 19 e seguenti, il massimo effetto, e che quindi agirono indirettamente, ma per naturale cor- relazione, sui caratteri sessuali secondari. Cause di tal natura mi pare evidentemente debbano essere dei parassiti particolari, parassiti castratori, dei quali alcuni possono attaccare senz’ altro gli organi sessuali causandone in maggiore o minor grado lo sfacelo, altri possono, agendo in altro :modo, influire indirettamente, ma con grande efficacia, sugli organi sessuali stessi, cagionandone una maggiore o minore atrofia, ridu- zione od alterazione. Numerosi studi sopra parassiti castratori di vari animali e particolarmente di Artropodi furono fatti da Grarp, ed i risultati delle ricerche su questo ar- gomento furono e divengono ogni giorno più interessanti (!). I parassiti agenti come castratori possono appartenere a gruppi zoologici assai disparati; parassiti castratori di Crostacei sono spesso altri crostacei di gruppi diversi e molto modificati; parassiti castratori poi delle Forficule sono certe Gregarine, mentre per talune Anisotoma, come mi scrive lo stesso prof. Giard, sono alcuni nematodi, e per alcune. Termiti sono dei flagellati intesti- nali. La castrazione delle vittime può essere più o meno incompleta o completa. Ora, noi sappiamo quanto la castrazione artificiale più o meno completa di animali domestici, uccelli e mammiferi, e persino dell’uomo, influisca su molti organi e principalmente sui caratteri sessuali secondari (piumaggio, creste, voce, pelosità, ecc.) variandone od arrestandone lo sviluppo. Notevole fra tutti il fenomeno pel quale i maschi castrati acquistano qual- che carattere secondario di femminilità, e le femmine invece soggette ad ana- loga alterazione acquistano qualche carattere secondario di natura maschile. E del modo col quale i caratteri sessuali secondari si modificano a seconda della castrazione maggiore o minore, si occupa il prof. GiaRD in una sua nota recente (?). In altra sua nota lo stesso autore ricorda fra gli insetti Je Worficule, le pinze anali dei cui maschi (caratteri sess. secondari) sono variabili, e lo Sca- rabeide Xylotrupes Gideon, ì cui maschi, come quelli di tanti altri, hanno un corno frontale assai variabile. Egli così scrive: (5) « Il est possible d’ après la longueur de la pince d' affirmer qu’ une Forfi- « cule màle possède des Gregarines et qu’ elle en possède en plus ou moins « grande quantité. Comme ces parasites produisent un amoindrissement du « caractère sexuel secondaire sans déterminer la stérilité (la castration com- « plète étant un cas exceptionnel), il arrive frequemment que les individus (1) - L'autore stesso ha riassunto i risultati dei suoi studi in un lavoro intitolato: La castra- tion parasitaire - Bullet. scientif. de France et Belgique, t. XIX, 1888, (2) — A. Grarp [10], 1904. (5) - A. Grarp [9]; 1894. 63 à pinces courtes c’ est-à-dire ceux qui ont des parasites sont plus nombreux A « que ceux à pinces longues ». « Je n'ai pas étudié d'une facon spéciale le cas de Xylotrupes Gideon et « comme il s'agit d’ un insecte de l’ Archipel indien que nous ne possédons qu' è « l’état sec dans nos collections, il est assez malaisé de savoir s’' il possède « fréquemment des parasites. — Cela cepedant paraît probable en raison de « ce que nous savons de l’ Oryctes nasicornis et de la plupart de nos Sca- « rabéides indigénes. — Bien que ces insectes soient à métamorphoses com- « plètes et que les Grégarines soient surtout abondantes chez les larves, leur « action peut se continuer pendant toute la période de la nymphose gràce « aux Kystes coelomiques dont L. Léger nous a révélé l’ existence. Il convien- « drait donc d’ examiner dans quelle mesure la présence de ces parasites re- « tentit sur les caractères sexuels secondaires de l’ hote ». Sui Lucanidi finora non fu fatta, ch'io mi sappia, alcuna ricerca in pro- posito, ma, anche per analogia a quanto fu constatato negli Scarabeidi, io cre- derei di poter affermare che si debbono riscontrare pure in questi coleotteri dei parassiti castratori, cause importanti di modificazioni negli organi sessuali, e perciò anche nello sviluppo dei caratteri sessuali secondari, Osserviamo la quì unita fig. 4, nella quale ho rappresentato in grandezza naturale due maschi del Cladognatino Cyclommatus tarandus di Borneo da me posseduti. Io credo che per molti l'impressione sarà quella stessa ch’io ne ricevo, e cioè che l’ in- dividuo maggiore MM macrodonte, con caratteri ses- suali secondari assai sviluppati, dovesse essere un maschio vero e forte in tutto il senso della parola, mentre l'individuo minore P, priodonte, con carat- teri sessuali secondari tanto ridotti, dovesse essere dotato d’ una virilità assai attenuata. Potendo volta per volta essere i parassiti ca- stratori in maggiore o minor numero, sarà anche maggiore o minore la loro azione sui vari individui d'una specie: con ciò dunque spieghiamo tutte le ‘*ommatus tarandus Î forme di passaggio fra gli individui di sviluppo A Ero: massimo e quelli di sviluppo minimo. P priodonte. Riteniamo infine che i parassiti chiamati castratori non saranno tali nel senso assoluto e massimo della parola, ma agiranno sugli organi riproduttori eper correlazione sui caratteri sessuali secondari, più o meno, portando però assal raramente alla sterilità completa dell’ individuo. * X > Disgraziatamente le collezioni entomologiche, se già hanno preso un’ in- 64 dirizzo migliore di quello ormai antiquato, non sono ancor fatte in modo da poter offrire buon materiale per queste ricerche. Il metodo antiquato consiste nel disporre nella raccolta per ciascuna spe- cie un maschio ed una femmina, al massimo. poi quattro maschi e quattro femmine, possibilmente i più belli e grandi, non curandosi poi più il collezio- nista di altri esemplari delle specie così rappresentate nella sua raccolta, o destinando questi a regali, a scambi, a vendite. Coll’ influenza somma che in tutte le scienze hanno esercitato le dottrine evolutive, le raccolte veramente interessanti dovrebbero esser fatte in altro modo, conservandosi moltissimi esemplari di un numero anche limitato di specie, anche comuni, con esatta indicazione di provenienza per ciascuno. Quante ri- cerche intorno alla variazione ed ai problemi che ne indagano le cause, non si potrebbero iniziare su tali collezioni! E però io aggiungerò ancora che gli insetti conservati nel solito modo a secco, in scatole, si riducono alle sole parti costituenti il loro dermascheletro chitinoso, mentre se fossero conservati in liquido opportuno, e principalmente in modo che questo potesse penetrar bene ‘anche nel corpo, gli esemplari sa- rebbero assai più completi ed utilizzabili per molti studi. Così ritengo che almeno nei Musei e nelle raccolte private, ben fatte, ac- canto alle collezioni entomologiche a secco dovrebbero formarsi collezioni di insetti conservati in buon alcool. Ad ogni modo, riservandomi di intraprendere osservazioni dirette su quel materiale opportuno che, col tempo, con ricerche, con qualche spesa, e col- l’aiuto di amici e di raccoglitori potrò riunire, riprendo ora la questione dal lato teorico generale. Parecchie considerazioni ci hanno portato ad ammettere che sui Lucanidi maschi, oltre le condizioni di ambiente e di nutrizione delle relative larve, debbano aver agito anche dei parassiti castratori, quali cause di variazione di mole e principalmente di variazione nello sviluppo dei caratteri sessuali se- condari (e degli organi riproduttori). Però quale diverso effetto avrebbero quei parassiti sui Lucanidi maschi delle diverse specie ! Ciò non deve sorprendere, scrivevo nel mio recente lavoro generale ('), poichè i parassiti stessi possono volta per volta appartenere a specie e persino a gruppi zoologici diversi, poichè inoltre essi possono trovare un terreno di- verso di loro azione a seconda delle varie specie, dei vari generi di Lucanidi, ed a seconda delle condizioni di vita di ciascuno di questi, principalmente con- siderando le specie esotiche. Così potremmo spiegarci come gl’ individui d'una data specie, prove- nienti da una località, presentino in generale uno sviluppo diverso da quelli (1) - A. GrIFrINI [11], 1905, pag. 34 e seguenti, 65 — e Arata ne sepsi provenienti da un’ altra località. — I parassiti sarebbero più abbondanti e tro- verebbero condizioni più appropriate di sviluppo nell’ una piuttosto che nell’ al- tra località. Potremmo pure spiegarci come la variazione dei caratteri sessuali secon- dari non accompagni sempre concordemente la variazione della mole. In questi casi io riterrei che i maschi piccoli aventi caratteri sessnali se- condari benissimo sviluppati, saranno bensì derivati da larve mal nutrite o in altro modo sfortunate nella loro esistenza, ma sessualmente saranno ma- schi altrettanto o quasi altrettanto virili di quelli grandi e pure aventi carat- teri sessuali secondari di grande sviluppo; mentre gli individui di qualunque mole aventi caratteri sessuali secondari ridotti saranno in maggiore o minore grado dotati di potere sessuale ridotto, senza che perciò sia molto strano che ve ne sieno anche di grandi, potendo alcuni provenire da larve ben nutrite. Alcune specie possono per varie cause essere maggiormente soggette a restar vittime di parassiti castratori, e quindi in esse la forma maschile a ca- ratteri sessuali secondari ridotti può presentarsi molto più abbondante della forma maschile con quei caratteri a perfetto sviluppo e persino delle forme intermedie. E per spiegare il doppio campo di variazione dei maschi di certi Lurytra- chelus, che possono variare verso la relativa naturale forma minore o verso la relativa forma capito, noi possiamo ben ammettere che l’ una di queste variazioni sia dovuta soltanto alle condizioni d' alimento e in generale di ambiente che influirono durante il periodo larvale, e l’altra invece ai pa- rassiti castratori, oppure che l’ una sia dovuta a certi parassiti e l'altra ad altri. * * * Per quanto convincenti possano sembrare, almeno a me, i ragionamenti sopra esposti, non mi lascierò trasportare ad ammettere come impeccabili le conelusioni alle quali sono venuto, nè vorrò troppo generalizzare. Prima di venire a conclusioni generali si dovranno studiare molti casi particolari su materiale vivo o almeno ben conservato, non perdendo di vista il problema generale, ma ricercando volta per volta le cause ed il modo di pre- sentarsi dei risultati di queste nelle singole specie esaminate. Nel mio già più volte ricordato recente lavoro ('), ho preso in considera- zione anche l'importante fattore della scelta naturale, il quale per alcuni casi particolarissimi potrebbe mostrare il problema sotto tutt’ altro aspetto. In alcune specie di Lucanidi infatti, e propriamente in certi Odontolabdis, i maschi di forma minore, cioè, indipendentemente dalla mole, dotati di carat- teri sessuali secendari molto ridotti, di capo più piccolo, di mandibole corte, priodonti o quasi, vengono però ad aver le mandibole più larghe, più forti, più (4) A. GRIFFINI - Considerazioni generali, ece. [11], Torino, 1905, pag. 36 e seguenti. 66 poderose assai, di quelle dei maschi della stessa specie spettanti alla forma maggiore, cioè aventi caratteri sessuali secondari rigogliosamente sviluppati, e nei quali le mandibole sono bensì lunghe e ramificate, ma molto esili. Allora dunque questi maschi di forma maggiore, in caso di lotta, verreb- bero a trovarsi meno bene armati, meno adatti; e pertanto nelle specie stesse essi sono delle vere rarità, prevalendo invece straordinariamente quelli della forma minore, la quale, pur, con riduzione dei caratteri sessuali secondari in genere, avrebbe acquistato maggior solidità nelle mandibole, carattere in- dubbiamente utile. Nello stesso mio lavoro ho appunto rappresentato nella figura 4 due ma- schi di Odontolabis Lowei di Borneo, della mia collezione; e di questi l’ uno, priodonte, mostra mandibole brevi ma poderose, l’ altro, mesodonte e con tutti i caratteri sessuali secondari ben sviluppati, mostra mandibole allungate e ramificate, ma gracili. La scelta naturale, ho soggiunto ancora, come può aver reso o può tendere a rendere prevalente per qualche specie di Lucanidi la forma maschile minore, perchè in questi casi eccezionali questa forma, pur spogliata dello sviluppo di tanti caratteri sessuali secondari, ha rafforzato qualche carattere utile nella lotta, così può aver fissato in qualche specie la forma maschile a mandibole asimmetriche. Mentre infatti nel massimo numero dei casi, sorvolando su qualche minu- scolo particolare, noi vediamo che sia le forme di maschi maggiori come via via le minori hanno le due mandibole simmetriche, in alcune specie osserviamo quest’ altro: fatto : che cioè mentre la forma maschile maggiore ha le mandi- bole simmetriche, le forme man mano minori le presentano sempre più dis- simmetriche in modo che i denti dell'una mandibola non corrispondono più col loro apice all’ apice dei denti dell’ altra ma vengono invece ad incastrarsi negli intervalli fra quelli e reciprocamente. Con ciò la diminuzione dell’ ampiezza di sviluppo di questi organi quali caratteri sessuali secondari, viene a compensarsi con un rinforzo degli organi stessi quali difese. In alcune poche specie, piccole, questa asimmetria mandibolare con denti ad incastro è diventata la regola, sia nei maschi maggiori come via via nei minori. E ciò è degno assai di nota. Il problema dunque, per chi vi si addentra alquanto; appare sempre più complesso, come le cause delle variazioni appaiono esser sempre più numerose e multiformi. E prima di ricercare delle leggi generali sarà bene, come già più sopra scrissi, studiare il fenomeno della variazione separatamente in ciascu- na specie per la quale ciò sia possibile. Conviene adunque raccogliere, raccoglier molto e bene, in località differenti, tenendo esatto conto delle località stesse e delle loro condizioni fisiche e bio- logiche; conviene conservare con cura il materiale raccolto, esaminare, sezio- nare, paragonare, e non stancarsi presto nè accontentarsi dei primi risultati. 67 Raccomanderei infine a quegli studiosi, ai quali per fortunate condizioni ciò fosse possibile, di sperimentare sopra Lucanidi e Scarabeidi vivi e sopra loro larve e crisalidi, tentando allevamenti in diverse condizioni, per vederne i differenti risultati. Il solo studio degli animali morti, per quanto diligentissimo e fatto su materiale ottimamente conservato, non potrà mai illuminarci sufficientemente sopra tanti e tanti problemi biologici. L'animale morto non mi è mai sembrato completo. È l’animale vivo che noi dobbiamo principalmente ricercare e stu- diare: e sperimentando su di esso potremo avere in moltissimi casi soluzioni insperate ed anche talora inattese di questioni ardue e complesse che finora solo teoricamente ci sforziamo di risolvere (!). INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE 1. Boileau H. - Note sur le Catal. des Lucanides de M. C. Felsche. - Annales Soc. Entom. France, Vol. LXVII, 1898. 2. Emery C. - Compendio di zoologia - Belogna, ed. Zanichelli, 1904. 3. Felsche C. - Verzeichn. der Lucaniden welche bis jetat beschr. sind. - Leipzig, ed. Heyne, 1898. 4. Griffini A. - Sulla variaz dei caratteri :sess. secondari negli Scarabeidi - Memorie R. Accad. degli Zelanti, Acireale, 3.2 ser. Vol, I, 1903. 5. Leuthner F. - Monogr. of the Odontolabini - Trans. Zoolog. Society Dublin. XI, 1885. 6. Planet L. - Essai monogr. sur les coltopt. des gen. Pseudolucane et Lucane. Paris. ed. Deyrolle, 1899. 7. Peyerimhoff P.- La variat. sexuelle chez les Arthropodes - Annales Soc. Entom. France, vol. LXVI, 1897. 8. Albers G. - Ueber Eurytrachelus purpurascens var. capito und E. Ghilianii - Deutsche Entom. Zeitschr., 1884, XXVIII Band. 9. Giard A. - Sur certains cas de dedoublement des courbes de Galton dus cu parasitisme et sur le dimorphisme d’ origine parasitaire - Comptes rendus de la Société de Biologie, Paris, 28 avril 1894. 10. Giard A. - Comment la castration agit-elle sur les caractères sexe secondaires ? Ibidem, 9 janvier 1904. ll. Griffini A. - Studi sui Lucanidi - 1.2 Consideraz. generali sulla grande variazione di caratteri nei maschi dei Lucanidi - Torino, Tip. P. Gerbone, 1905. (4) Per parte mia sarò gratissimo a quanti vorranno aiutarmi in queste ricerche inviandomi Lucanidi vivi o ben conservati nell’ alcool (nel qual’ ultimo caso sarebbe desiderabile che un ta- glietto praticato nell’ addome di ciascun esemplare permettesse al liquido di penetrarvi nell'interno). Posso offrire in compenso la mia modesta opera come raccoglitore e quel po' di pratica che mì sono formata coll’ occuparmi d’ insetti da circa quindici anni a questa parte, oltre, ben inteso, il rimborso delle spese, 68 NOTIZIARIO Mostruosità. Un pulcino nato sulla fine di Maggio p. p. a Tontaniva (Padova), ha quattro gambe completamente normali, e normalissimi sono pure il corpo e la testa. Per fare il rovescio della medaglia, per avere cioè non un bipede quadrupede, ma un quadru- pede bipede, ricordiamo una capretta, nata da circa tre mesi a S. Martino d’ Albaro presso Genova, la quale gode ottima salute pur essendo priva delle gambe posteriori le quali sono completamente allo stato rudimentale. L' imperfezione nou reca all'animale il menomo disturbo tenendo i due arti atrofizzati in posizione quasi perpendicolare al piano, pur mantenendosi in perfetto equilibrio mentre mangia e cammina. Ricordiamo un ibrido di pecora con capra mancante degli arti anteriori, nato a Valle di Morbegno e donato anni fa al Museo di Pavia. Per la protezione degli elefanti. Nella colonia del Congo francese si promulgò una legge per la quale vien proibita la vendita e l’ esportazione dei denti di elefante il cui peso non superi i due chilogrammi, e ciò perchè la caccia all’ elefante giovane, era fatta su così vasta scala da diventare inquietante per la conservazione della specie. Le fiere in Asia. I leoni sembrano ridotti a circa 200 appena, confinati nella vasta foresta di Gir. La caccia è riservata al solo rajà della regione onde conservarne la specie. I leoni nell’ ul- timo quinquennio non uccisero, nell'India Inglese, che due sole persone ; le tigri ne uccisero 4925 ed i lupi 1996. Neve nera. In un punto del Cantone dei Grigioni, non lontano dalla città di Coira, la neve caduta in seguito alle ultime intemperie, diventò improvvisamente nera come carbone. Lo strano fenomeno, non nuovissimo nel paese, fu cagionato dalla caduta di una vera nuvola di certi insetti senza ali, provvisti di lunghe gambe. L'albero che sanguina cresce nelle Canarie ed ha una forma strana che lo fa rassomi- gliare ad un enorme fungo. All’ epoca della fioritura è di uno splendore senza parì; lo sì potreb- be quasi paragonare ad un immenso bouquet dì fiori variopinti. Produce frutti simili, all’ aspetto, alle ciliegie, ma non commestibili. Ma ciò che rende singolare quest’ albero (Draconea draco) sono due fatti: il primo che due alberi non possono prosperare in vicinanza l’uno dell’ altro, il secondo che esso stilla, dalle inci- sioni che vengono praticate nella sua corteccia, una gomma di color rosso vivo che essiccandosi prende l'aspetto del sangue secco in grumi; da ciò il suo nome di drago. Il consumo dei fiori a Parigi. Apprendiamo dai giornali orticoli francesi che Parigi con- suma annualmente per 15 milioni di franchi in fiori freschi recisi. In questa somma le colture del litorale mediterraneo concorrono per 3 milioni di franchi, così ripartiti press'a poco: un milione e mezzo di franchi, per due milioni e mezzo di dozzine di rose (prezzo medio L. 0, 60 la dozzina), due milioni e 300 mila franchi per sei milioni di dozzine di garofani (prezzo medio approssimativo L. 0,40 la dozzina), 500 mila franchi per sei milioni di mazzi di violette (prezzo medio L. 1 — la dozzina di mazzi) e 300 mila franchi per fiori diversi. Gli altri 10 milioni di franchi sono prodotti quasi interamente dall’ orticoltura di Parigi e dintorni, con largo contributo dì serre e letti caldi i quali fanno ciò che — almeno in larga mi- sura — potrebbe e dovrebbe fare il bel sole d'Italia. Un'invasione di Cavallette nel territorio di Corigliano Calabro fu tale che sulle prime se ne raccoglievano più di cento quintali. Esplorazione delle fonti sotterranee. Secondo esperienze condotte da un possidente tedesco, von Bulow, esiste un mezzo infallibile per scoprire la presenza di fonti sotterranee. Ove 69 = ee, -— sì pieghi in due un filo di ferro forte, lungo circa 70 centimetri e lo sì ripieghi alla sua metà ad angolo retto, in guisa che, tenendo due capi fra le mani, una parte del filo stesso si stenda oriz= zontalmente e il resto penda libero in senso verticale, l' immobilità del filo segnerà ln mancanza assoluta di acqua sotterranea ed il suo movimento più o meno sensibile rivelerà per contro la presenza e l' importanza di una sorgente, Così il Bulow scoperse una fonte ricchissima e ne precisò la profondità di 27 metri e la lar- ghezza di 10, quantunque i tecnici dichiarassero impossibile trovarla in quel posto. Egli attribai- sce il fenomeno alla elettricità. È noto infatti come tutte le correnti sotterranee emanino raggi elet- trici lungo il loro percorso; il più forte è ridotto perpendicolarmente verso l'alto, e gli altri due, più deboli, vanno a formare, lateralmente al corso di acqua, un angolo di 36,6 gradi con esso. Ora la distanza laterale fra i due raggi, misurata alla superficie della terra, corrisponde precisa- mente alla profondità della fonte. Tali raggi facendo vibrare il ferro pendente in aria, rivelano la presenza dell’acqua, indicandone in pari tempo la posizione esatta. La notizia merita ulteriore studio e conferma. Nuovo frutto. Dalla Rassegna Commerciale di San Francisco di California rileviamo che innestando un pero sopra un tronco di melo, J. C. Richie di Fulton, contea .di Sanoma in Cali- fornia, ha ottenuto un frutto che ha la buccia delle mele e la forma a campana delle pere, di 15 pollici di circonferenza e 14 e mezzo dalle estremità dei lati opposti (15 pollici: 37 centimetri circa). Il consumo di solfato di rame. — Prima che si cominciasse a fare i trattamenti contro la peronospora, e cioè fino al 1889, non si importavano in Italia che da 12 a 14,000 quintali di solfato di rame. Nel 1893 è incominciata la produzione nazionale che oggi certamente tocca 170,000 quintali, e la importazione è salita a 20,000. quintali, perchè ora il solfato si adopera anche pei trattamenti agli olivi. L'Italia consuma dunque annualmente circa 500,000 quintali di solfato di rame, di cui circa 470,000 vanno per l'agricoltura, calcolandosi a 420,000 il consumo per la vite, in ragione di gr. 1200 per ettolitro di vino prodotto, il resto per gli olivi, e 30,000 circa per le industrie. Un insetto distruttore dell’ arancio in Spagna. — Bollettino Ufficiale del Ministero d’ A. Î e C. - Il console di Francia ad Alicante ha, or non è molto, annunziato che un insetto, noto sotto il nome di Aonidia aurantit, ha fatto la sua comparsa nella provincia di Alicante, e che i suoi danni sembrano per l’ arancio così terribili, come quelli della fillossera per la vite. Si sono impiegati più mezzi per combattere questo nuovo flagello, ma nessuno ha dato finora un risultato da potersi apprezzare. Fino ad oggi il migliore sembrerebbe la affumicazione. Le fumicazioni sì fanno coll’ acido cia- nidrico prodotto dalla reazione dell’ acido solforico diluito nel cianuro di potassio. Perche il trattamento sia efficace ed inoffensivo per gii operai incaricati della sua applica- zione, i vapori tossici si producono sotto una gran tela impermeabile fatta a guisa di tenda di campagna, che ricopre e racchiude l'albero completamente. Questa tela è leggiera per non dan- neggiare i rami delicati, e di color nero per evitare che la luce decomponga l’ acido cianidrico. In mancanza di tela nera si procede all'operazione dopo il tramonto del sole. Per rendere la tela impermeabile al gas, la si tuffa due volte, e per un quarto d'ora ogni volta, in una soluzione calda al 10 0{g di sapone nero. La reazione si produce direttamente sotto la tenda, mescolando in un vaso di terra cotta 100 grammi d'acqua, 70 grammi d’'acido solforico e 50 grammi di cianuro di potassio. Ogni affumicazione deve durare circa un'ora, Struzzi come cavalcature. — Nella Cclonia del Capo non pochi struzzi vengono addome- sticati ed abituati a servire da cavalcature. Essì corrono con una velocità media di trenta chilo- metri all’ora, ma non possono sopportare un peso superiore a quello di un ragazzo dodicenne, 70 A proposito di un nuovo nemico della vite. — Il Corriere della Sera tempo fa avver- tiva i viticoltori di uo nuovo insetto, scoperto nel Piemonte. nell’ Emilia e nel Cremonese, il quale non solo avrebbe compromesso il raccolto dell’ annata, ma — dato il mezzo di lotta a cuì sì è costretti — anche quello dell’anno successivo. Questo insetto, o meglio questi insetti, poichè appartengono a due specie, non sono però una novità e già da molto tempo sì conoscono col nome di Sinoxyl/on muricatum l' uno e Sinoxylon sexdentatum l' altro, e complessivamente col nome di apate della vite. Ambidue questi insetti hanno la medesima biologia. Compaiono in aprile e subito le fommine scavano una galleria forando i tralci nel punto d' in- serzione di una gemma. Fatro questa galleria avviene l’ accoppiamento, in seguito al quale la fem- mina depone alcune uova, ed esce per scavare ancora gallerie simili alla precedente entro le quali depone altre uova. Le larve appena nate cominciano a rodere il legno scavandosi delle altre gallerie per lo più discendenti e tortuose. Da queste larve hanno origine le ninfe le quali poi, tra il luglio e 1’ agosto, sono mutate in insetti perfetti, che svernano poi entro le gallerie per accoppiarsi nel modo sopra descritto nella ventura primavera. I tralci offesi dall’ apate si spezzano con estrema facilità e non sono più in grado di nutrire le frutta e le foglie. : Facilmente all’ epoca della potatura si possono conoscere i tralci attaccati dall’ apate poichè osservando, sia trasversalmente, sia in sezione longitudinale un ramo spezzato, sì scorgono nell’ in- terno le descritte gallerie, che hanno origine da un punto vicino ad una gemma, I danni di questi insetti come vedesi sono assai serii, però per fortuna si tratta di animali che non si moltiplicano che scarsamente ed inoltre il loro numero è decimato di continuo da molti nemici fra cui altri insetti che li uccidono nell'autunno per occuparne le gallerie. La lotta contro l' apate consiste nel tagliare tutti i tralci offesi e gettarli nel fuoco, — bru- ciando così anche gli insetti annidati in essì, La Gazzetta dell’ Agricoltore Toscano — Mancando in Toscana una propria pubbli- cazione per la tutela degl' interessi dei lavoratori dei campi, ci è gradito annunziare di essere sorta in Firenze, con il fasc. 2 Luglio, la Gazzetta dell’ Agricoltore Toscano. Scopo della mede- sima è quello di portare un contributo al perfezionamento dei sistemi rurali odierni, in base ai mi- glioramenti voluti dalle accresciute esigenze della civiltà. Abbonamento annuo L. 10 — di sei mesi L. 6 da inviarsi all' Amministrazione, Piazza S. Firenze, 4. INSEGNAMENTI PRATICI La calce per conservare l’acqua nei recipienti d' innaffiamento. — Ciascuno sa che l'acqua che si conserva nelle serre o nei giardini per innaffiamenti sì corrompe facilmente, coprendosi di una schiuma verdastra e rendendosi inadatta allo scopo cui deve adibirsi; donde la necessità di vuotare spesso a fondo i recipienti per pulirli e lavarli. Un distinto giardiniere della Meuse, il sig. G. D. Huet, scrive al Journal de l Agriculture che si ovvia all’inconveniente gettando in un recipiente, allorchè 1’ acqua incomincia a insudiciarsi, un pugno di calce, sia in pasta, sia in polvere. Tutte le impurità si depositano quasi all’ istante, l’acqua ridiviene limpida e inodora e rimane molto più a lungo atta all’innaffiamento che quella che si rinnoverebbe anche con la lavatura del recipiente. Infatti un lavaggio sia pur minuzioso, lascerà sempre dei germi d'infusori e di alghe che l'infetteranno di nuovo rapidamente, TI Il Sig. Huet, afferma ancora che ponendo nell’ acqua d’innaffiamento un pugno di calce per dodici o quindici litri d'acqua si distruggono anche i lombrici, che possono trovarsi nel terreno dei vasi. Per impedire ai cani di rincorrere i polli. — Ecco un mezzo curiosissimo ed altret- tanto semplice: consiste nell’attaccare un pollo morto al collo del cane! Il fatto appunto di aver costantemente questo strano bagaglio sospeso al collo lo esaspera talmente che si guarderà in se- guito di rincorrere i polli che troverà per la via. Il sistema è ingegnoso e assai logico, se vogliamo, ma lasciamo completa responsabilità del consiglio ai periodici esteri che l'hanno reso di pubblica ragione. Il latte d'estate come si conserva. Diversi processi vengono comunemente seguiti per conservare il latte, che specialmente nella stagione estiva può con facilità alterarsi, fermen- tare e divenire nocivo alla salute del consumatore e disadatto al trattamento pel caseiflcio. L' espe- rienza comprova, che a 27 gradi il latte inacidisce in meno di 24 ore. Invece si conserva per almeno 50 ore, alla temperatura di 22 gradi, aggiungendovi 1"1 per 1000 di acido borico. Un miglior sistema però consiste nello sciogliere nel latte l'uno per mille di bicarbonato di sodio. I recipienti debbono esser di terra, di porcellana, di mafolica, di ferro smaltato senza gua- sti o di vatro; debbono essere estremamente puliti, e tenuti in luoghi freschi. Nei paesi nordici per conservare il latte a lungo lo si fa congelare in modo da potersi tra- sportare a grandi distanze. In Danimarca esso viene spedito in blocchi del tutto solidi che poi vengono fatti disgelare, avendo cura di agitare sempre il recipiente, acciocchè la panna si distri- buisca in modo uniforme. Per distruggere i parassiti dei polli, il Bollettino veter. italiano, consiglia di tuffarli, tenendo la testa al di fuori, in un bagno d’acqua tiepida contenuta in una tinozza di legno e in cui sì siano fatti disciogliere 30 gr. di solfuro di potassa per litro d' acqua. Ciascuna bestia, dopo essere stata ben bene bagnata in tutte le parti del corpo, sì asciuga leggermente e poscia si mette in libertà in un cortile bene soleggiato o in locale riscaldato. Anche gli uccelli più delicati possono essere trattati con questo metodo. Per distruggere le formiche l’ Amico del contadino suggerisce questo rimedio: Scoperto il formicaio, vi si mette in prossimità una spugna inzuppata di acqua zuccherata. Le formiche attirate dallo zucchero s' introducono nella spugna e la riempiono: s' immerge allora la spugna in acqua bollente ; si ripete l’ operazione finchè si raccolgono formiche. Oppure, secondo lo stesso giornale, si può usare per le piante quest’ altro rimedio: Si avvolge una corda di filaccia, una treccia di stoffa, un cencio - previamente intrisi nell'olio o nel catrame di carbon fossile - attorno all’ albero, a poca distanza da terra. Si viene a formare così un ostacolo insormontabile per le formiche. NOMINE, PROMOZIONI. ONORIFICENZE, PREMI A Rovereto Gaetano è abilitato per titoli alla libera docenza di geologia nella R. Univ. di Genova. Pantanelli dott. Enrico « « « di botanica « di Roma. Pantanelli Dante è incaricato dell’insegnamento di mineralogia nell’ Univ. di Modena. Capellini dott. Giovanni, prof. ordinario di geologia, è incaricato della direzione del Gab. di mineralogia nella R. Univ. di Bologna, UL: Ricca dott. Ubaldo è abilitato per esame alla libera docenza di botanica nella R. Univ. di Genova. Assenza Vincenzo, incaricato di Sc. nat. nella scuola tecnica di Altamura è, per sua do- manda, richiamato in attività di servizio presso la se. tecnica di Modica. TAVOLA NECROLOGICA Mingazzini Pio, prof. ordinarie di zool. e anat. degl’ invertebrati nel R. Ist. di studi supe- riorì pratici e di perfezionamento di Firenze, è morto il 25 maggio. Vassallo-Crisafulli Diego, prof. incaricato di scienze naturali nella scuola tecnica di Modica, è morto il 27 detto. RICHIESTE kE OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all'Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od otferte desiderano rimanere incogniti. 8. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi. Stena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix flammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus marginatus). 9. Cesare Mancini — Corso Ugo Bassi, 4. Genova, desidera cambiare Coleotteri e Imenotteri con altri coleotteri specialmente Scarabeidi, i quali accetterebbe pure indeterminati. 10. Si cede una bellissima collezione dei principali minerali italiani, per la maggior parte esattamente determinati e coll’ indicazione della località. Sarebbe indicata per un Istituto tecnico o Liceo, o per un Collegio privato, come pure per un Dilettaute. Per trattative rivolgersi all' am- ministrazione del Bollettino. ll. De Boni Augusto. Via Garibaldi, 59 - Belluno (Veneto) offre in vendita 1 merlo vivo, perfettamente albino. Occasione favorevole per un Giardino Zoologico o per qualche appassionato cultore. 12. M. H. F. Lorquin, Taxidermist, 323 Kearny St., San Francisco California, offre en vent des Coléoptères de toute la cOte du Pacifique, depuis l’ Amérique anglaise jusqu’ au Panama, tous avec indication de localité et la plupart determinés par des auteurs frangais. 13. V. Manùel Dùchon, Entomologiste à Bakovnik (Rakonitz) - Bohème (Autriche) offre des nombreùx Coléoptères d' Asie mineur (d’ Alem. Dagh, Bùlgar Dagh etc.) Tous les espéces fraîches et très bien préparées. 14. Giuseppe Meloni Lanusei (Sardegna) offre la rara specie della Lacerta Sardoa Meloni descritta dal Parona - di recentissima cattura e conservata in alcool. 15. Ilario Capomazza. Saganeiti - (Eritrea) cederebbe esemplari in pelle di Bucorvus Abis- sinicus e di Cercopithecus Sabaes Linn. - farebbe anche cambi con l'opera di « Heuglin-Orni- thologie Nordost-Afrika's-Cassel 1869-1873 ». 16. Ilario Capomazza. Saganeiti (Eritrea) Desidera acquistare od avere in cambio di qualche esemplare in pelle di uccelli erìtrei, il catalogo degli uccelli raccolti nel territorio di Bogos ecc. da O. Antinori negli anni 1870-71, compilato da O. Antinori e Salvadori T. E. BOZZINI, Redattore responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri TREO CASA D' IMPORTAZIONE DI UCCELLI ED ANIMALI ESOTICI VIVI DANIELE SCHIAVETTI & FIGLI - Genova - Arrivi settimanali. PINO salvo vendita _ 0-0 0->—r{X 0-00 0- Fagiani dorati adulti . c ; . . ; gi Il 60 la coppia « Lady Admerst incrociati . 0 5 . ì «35 « Un gatto d’Angora giovane maschio . : ; È « 50 l’ uno Una scimmia bertuccia . ò 0 3 ; ; Ò «20 « Parrochetti a dorso rosso d'Australia maschi . 6 « 14 4 « Ondulatus adulti importanti . 7 . GIS il paio « a fronte Bleu . : 6 5 ò ; « 30 « « Calopsites . o o . È 0 - « 15 « Kakatoa Rosalbò . o o 6 o ò 5 i « 14 l'uno « Rosalbiter con cresta a tre color) . ò 5 « 35 « Calfa griggi . . o c Ò 6 È o ; «2,75 il paio Femmine canerino Olandese, 2.3 scelta d i 5 2 una Rosignoli giapponesi maschi : - o : 0 «9,50 l'uno Capuccini testa nera |. o : o è «3,25 il paio Astri, Becchi Piombo, Colli Cagliati A « Cardinali a ciuffo rosso. « 7,50 | uno Fondy in colore È Ue « Merli rosa. o 6 « 10 « Merli a lunette . 6 . ; c 6 . ò e 10 « Merli Tristi . ò Ò o a È 0 5 0 « 10 « Merli Bronzati S : » 0 0 o o ò « 15 la coppia Stoppiali di Baltimora . « 15 l'uno Diamanti mandarini (Zebra). «4 la coppia « a Bavetta. 6 6 o o . 6 o « 10 « « Moscati «9 « « Pectoralis y;/55 5>5;—;-;;5zgs--—-—z—- <—-*-;--+z5y—yt-zy», presenta tre occhi, quattro narici, due cavità craniche con rispettivo cervello e verrà ad avere quattro corna. Si crede che il vitello vivrà, fornendo oggetto di studio interessante. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Piccioli dott. Ludovico, è abilitato per titoli alla libera docenza di botanica nella R. Univer- sità di Siena. Boeris dott. Giovanni, prof. straordinario di mineralogia nell’ Univ. di Parma, è trasferito, col suo consenso, alla medesima cattedra nell'Univ. di Bologna, conservando i) grado di straordi- nario, ed è nominato direttore del gabinetto nell' Univ. medesima. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo- nati che pubblicando richieste od otferte desiderano rimanere incogniti. 8. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi, Siena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix fiammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus marginatus). E. BOZZINI, Redattore responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri ELENCO DEI VOLUMI IN VENDITA PRESSO. L'AGENZIA DI QUESTO PERIODICO (Sconto 20 °/, ai soli abbonati alla Mwista italiana di Scienze naturali o al Bollettino del Na- turalista o all’ Avzeula.). FartLa-TepALDI Luci - Hlossario entomologico corredato del Registro, Latino-Italiano delle voci citate. Vol. di pag. 186, formato 8.° grande, con 11 tavole. Prezzo L. 5 LucireRo ArManpo - Avifauna Calabra. Elenco delle specie sedentarie e di passaggio in Calabria. Vol. di pag. 79 in 8.° grande. Prezzo L. 4, 00. Ronna E. - Gili uccelli nidiacei. Allevamento - Educazione - Malattie - Cure. Vol. di pag. 58 in 8.° Prezzo L. 1,50. VaLcon G. - Dall Opera « La Specola ornitica » di Helgoland del Gatke. Vol. di pag. 54 in 8.° Prezzo L. 1,50. BERTOLINI DOTT. STEFANO - Catalogo dei Coleotteri a? Italia. Vol. di pag. 144 in 16. Prezzo L. 3. GRIFFINI DOTT. ACHILLE - Ylî uccelli insettivori non sono utili all? agricoltura. Vol. di pag. 83 in 8°, con 24 figure. Prezzo L. 5. VaLLon G. - Vade = Mecunm Ornitologico. Calendario tascabile e notiziario per |’ escursionista ornitologi- Où ak di pae gioni USS rozzo la 0) UCCELLI INBALSAMATI PER RICHIAMI O ZIMBELLI PER CACCIA Dal Laboratorio di Storia naturale, Ditta S. Brogi Siena, si forniscono uccelli imbalsamati perfettamente al naturale, molto adatti per collocarsi sugli alberi, sulle siepi, nel terreno e nel- V acqua, come richiami nelle cacce con fucile, con panie e con le reti. Fringuelli, cardellini, lodole, verdelli, passere, zigoli, cingalline, peppole, bat- ticode e simili, costano L. 1,50 ciascuno. Tordi, merli, tordele, picchi, storni e simili L. 2,00 ciascuno. Civette, allocchi, falchetti, ghiandaie, gazze e simili L. 3,00 ciascuno. Piccioni, tortore e simili L. 4,00 ciascuno. Colombacci, colombelle, corvi, starne, folaghe, anatre piccole, tuffetti e simili L.5,00 ciascuno. Anatre grosse, aironi, gabbiani e simili L. 6,00 ciascuno. Questi uccelli possono pure conservarsi come ornamento e resistono alle tarme o tignole. Chiunque può inviare freschi in carne, gli uccelli che vuole imbalsamare per il suddetto o per gli altri scopi, indicando in quale posizione li desidera. La spesa è in proporzione dei prezzi sopraccennati secondo la grandezza dell’ animale. Al prezzo di L. 2,50 (franco di porto) annunziamo agli Escursionisti ornitologi e a quanti si occupano di cacciagione di uccelli di avere posto in vendita il noto: VADE-MECUM ORNITOLOGICO CALENDARIO TASCABILE E NOTIZIARIO PER L'ESCURSIONISTA ORNITOLOGO (Pag. 275 in 16) di G. VALLON (Pag. 275 in 16) Suo contenuto: Prefazione - Calendario (che è quello del R. Osservatorio astronomico al Collegio Romano - Anno XXVI-1905) — “abella indicante le epoche di nidificazione delle specie comuni all’ Italia - Elenco delle specie vare settentrionali o settentrionali orien- tali che giungono da moi durante î mesi invernali - Avvisi-réclame (riguardanti i pro- dotti degli Avicoltori) - Bibliografia ornitologica Italiana - Del modo di servirsene (riferen- tesi alle pagine soltanto lineate per le eventuali osservazioni da farsi su qualche specie) - Distinta dei nomi italiani degli uccelli - Abbreviazioni adottate nell’ indice e nel Notizia- rio - Indice. La classificazione adottata per l’ indice è quella usata dall’ illustre Arrigoni degli Oddi nel suo « Manuale di Ornitologia italiana ». Sono messi fra parentesi i nomi di quelle specie per le quali il prelodato Arrigoni usò la nomenclatura moderna non ancora da tutti accettata e conosciuta. Omessa la sinonimia, per non aumentare il volume del libriccino, è stata ristretta anche la bibliografia la quale accenna soltanto ai lavori di maggiore importanza e d'interesse speciale. L'’ egregio A. sarà grato a tutti coloro che vorranno aiutarlo nella compilazione futura suggerendo tutte quelle modificazioni che possono servire a render più completo e più utile il libriccino stesso. GRIFFINI dott. ACHILLE (LI UCCELLI INSETTIVORI NON SONO UTILI ALL’ AGRICOLTURA E una nuova pubblicazione, edita a cura della Rivista Italiana di Scienze Naturali, Siena 1904, che contiene preziosi dati e notizie interessanti in confutazione alla questione sulla utilità degli uccelletti insettivori verso l’ agricoltura, questione che l’ Egregio A. viene dimostrando esser falsa. Il lavoro è diviso in capitoli di cui ci limitiamo a. riprodurne i titoli: Questione di competenza — Insetti — Utili e nocivi — L'uomo altera l’ equilibrio naturale — Nemici naturali degli insetti fitofagi — Insetti utili — Insetti predatori — Insetti parassiti endo- fagì — Insetti nocivi importati — Parassiti endofagi dei principali insetti nocivi — Prime conclusioni — Gli Uccelli insettivori non sono utili — Gli uccelli insettivori sono nocivi — Indicazioni bibliografiche — Conclusioni. In appoggio alle sue teorie, 1’ Egregio A. riporta le dichiarazioni di insigni naturalisti quali, fra gli italiani, LEssona, SABBIONI, RONDANI, GHILIANI, CAMERARO, BERLESE, AR- RIGONI DEGLI OpDI, RIBAGA, Loy. (Prezzo dell’ opera di pag. 83 in-8.° con 24 figure intercalate nel testo L. 5). eng Conto corrente con la posta ANNO XXV | | | | | BOLLETTINO DEL NATURALISI Collettore, Allevatore, Coltivatore, Heclimatatore Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L. 3. Per gli Stati della unione postale L.3,50.Altri Stati L. 4> Scienza e pratica Istruzione e diletto | PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni nazionali di ‘Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali el al Giornale ornitologico italianò Per facilitare gli scamb e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i professori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Richieste e offerte ece. ecc. (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principaimente quelli nominati nella copertina della Rivista Italiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. l tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano - Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un'unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. _ Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via B. Peruzzi 28,eda tutti gli utfici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal princwpio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. 3 L° abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato* s Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoliseparati costano cent. 30 per ogni 16 pag. di testo, Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano i manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., I. 1 per 12 numeri e L. 6il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ece.; fare otferte e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. Le inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- sare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non nì ha diritto di pubblicz tie niù di una volta; però peviene accordata la ri en a P pense, Dalla inserzioni q | scritti che contengono uvvUzsz di acquisto ‘0 di vendita, o che possono servire di reclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamenta quelle provenienti da abbonati che hanno già pagato l’ab. bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se non è espressamente richiesta dall’ abbonato. 1” amministrazione s'incarica di rappresentare gliab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentate dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- .spondenza, e per le vendite ed acquisti etfettuati pagare un compenso da combinarsi. La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsidi pub blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogne di dare giustitficazioniin proposito. 1 manoscritti non pub- blicati possono essere ritiratidagli autori proprie spese Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche tascicolo ne sarà loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis, purchè la richiedano entro l’ annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento. Inserzioni a payumento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L 1. per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano I.. l ogni? centim. di spazio occu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati sit anno speciali facilitazioni. Si annunziano le pubblicazioni ricevutee si fa speciale menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplari. Tutti i pagamenti devono essere anticipati. Chi desidera risposta unisca ì francobolli necessari, o scriva in car- °° nnn risposta pagata. Al prezzo di L. 2,50 (franco di porto) annunziamo agli Escursionisti ornitologi e a quanti si occupano di cacciagione di uccelli di avere posto in vendita il noto: VADE-MECUM ORNITOLOGICO CALENDARIO TASCABILE E NOTIZIARIO PER L' ESCURSIONISTA ORNITOLOGO (Pag. 275 in 16) di G. VALLON (Pag. 275 in 16) Suo contenuto: Prefazione -- Calendario (che è quello del R. Osservatorio astronomico al Collegio Romano - Anno XXVI-1905) — abella indicante le epoche di nidificazione delle specie comuni all’ Italia - Elenco delle specie vare settentrionali o settentrionali orien- tali che giungono da noi durante i mesi invernali - Avvisi-réclame (riguardanti i pro- dotti degli Avicoltori) - Bibliografia ornitologica Italiana - Del modo di servirsene (viferen - tesi alle pagine soltanto lineate per le eventuali osservazioni da farsi su qualche specie) - Distinta dei nomi italiani degli uccelli - Abbreviazioni adottate nell’ indice e mel Notizia- rio - Indice. La classificazione adottata per l’ indice è quella usata dall’ illustre Arrigoni degli Oddi nel suo « Manuale di Ornitologia italiana ». Sono messi fra parentesi i nomi di quelle specie per le quali il prelodato Arrigoni usò la nomenclatura moderna non ancora da tutti accettata e conosciuta. Omessa la sinorimia, per non aumentare il volume del libriccino, è stata ristretta anche la bibliografia la quale accenna soltanto ai lavori di maggiore importanza e d'interesse speciale. L’ egregio A. sarà grato a tutti coloro che vorranno aiutarlo nella compilazione futura suggerendo tutte quelle modificazioni che possono servire a render più completo e più utile il libriccino stesso. : GRIFFINI dott. ACHILLE (LI UCCELLI INSELTIVORI NON SONO UTILI ALL'AGRICOLTURA È una nuova pubblicazione, edita a cura della Rivista Italiana di Scienze Naturali, Siena 1904, che contiene preziosi dati e notizie interessanti in confutazione alla questione sulla utilità degli uccelletti insettivori verso l’ agricoltura, questione che 1’ Egregio A. viene dimostrando esser falsa. : Tl lavoro è diviso in capitoli di cui ci limitiamo a riprodurne i titoli: Questione di competenza — Insetti — Utili e nocivi — L'uomo altera l equilibrio naturale — Nemici naturali degli insetti fitofagi — Insetti utili — Insetti predatori — Insetti parassiti endo- fagi — Insetti nocivi importati — Parassiti endofagi dei principali insetti nocivi — Prime conclusioni — Gli Uccelli insettivori non sono utili — Gli uccelli insettivori sono nocivi — Indicazioni bibliografiche — Conclusioni. In appoggio alle sue teorie, 1’ Egregio A. riporta le dichiarazioni di insigni naturalisti quali, fra gli italiani, LEssonAa, SABBIONI, RONDANI, GHILIANI, CAMERARO, BERLESE, AR- RIGONI DEGLI OpDI, RiBAGA, Loy. (Prezzo dell’ opera di pag. 83 in-8.° con 24 figure iutercalate nel testo L. 5). Anno XXV N, 10 15 Ottobre 1905 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Sollettore. Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali ed al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L. 4, SOMMARIO Zodda Dott. Giuseppe. La cartella da erborista sostitutrice del vascolo. Pag. 97. Cozzi Sac. Carlo. Sul mimetismo entomomorfico. Oss:rvazioni di Biologia vegetale. Pag. 99. Notizie di caccia e pesca. Pag. 102. — Notiziario. Pag. 103. — Tavola necrologica. Pag. 101. — Richieste e offerte (gratis per gli abbonati). Pag. 104. * La cartella da erborista sostitutrice del vascolo a o —- L'arnese, universalmente usato dagli erboristi per il trasporto delle piante e dei prodotti vegetali, è il vascolo. Esso, senza dubbio, risponde discretamente allo scopo, ma presenta difetti gravi, per i quali, in certi casi, si deve rinunciare alla raccolta delle piante, se non si vuole che queste vengano troppo danneggiate. Inconveniente principale del vascolo è la soverchia riscaldabilità di esso, onde le parti verdi delle piante contenutevi si anneriscono e si afflosciano. È vero che a questo inconveniente si può rimediare, adattando al vascolo una fodera bianca, foggiata com’ esso, di stoffa di lana, ma il rimedio, oltre che avere soltanto un effetto parziale, apporta l’altro grave difetto di dovere aprire prima la fodera e poi il vascolo, ogni volta che in questo devonsi riporre le piante, che man mano si raccolgono. Usando il vascolo, le piante devono raccogliersi asciutte, puichè, se sono bagnate, pigiandosi in esso, si riscaldano troppo e dànno luogo agli stessi inconvenienti come ‘nel caso precedente ; per la stessa ragione Ja raccolta delle piante acquatiche richiede, col vascolo, particolari cure, dovendosi avvolgere in carta molto forte e il meno pos: sibile permeabile per non bagnare quelle asciutte. Difetto gravissimo del vascolo è che gli organi fugaci di certe piante (petali, sepali ecc.) o i semi dei frutti secchi sul punto di deiscere o i frutti carnosi a matu- rità inoltrata, spessissimo si distaccano e laboriosa o impossibile ne è la ricerca fra le ‘quisquilie, che radunansi in fondo al recipiente o si intricano fra le altre piante, a prescindere dal fatto che, quando anche si rinvengano, il che non è sempre, per lo più sono così maltrattati da doversi rinunciare alla conservazione di essi. Tal. volta poi le piante nel vascolo s’ intricano a vicenda talmente che, nel districarle a casa, alcuni rami o alcune infiorescenze facilmente si rompono. Altri inconvenienti di minore gravezza sono inerenti al vascolo, specialmente se esso è munito di scompartimenti per le piante cellulari o per i prodotti vegetali, ma già quelli sopraesposti sono bastati per farmi, da tempo, ricorrere alla cartella da er- borista, la quale, oltre a non avere alcuno dei difetti del vascolo, è fornita di parti. colari vantaggi, senza avere alcun difetto proprio. 98 Molto semplice è la costruzione della cartella, tanto che può farsela ognuno da sè stesso, ma, se ciò non si vuole, si può commissionarla ad un legatore di libri o ad un fabbricante di articoli da viaggio. Ne diamo la descrizione. Si prendano due fogli di cartone fortissimo, non o appena pieghevole, e si fode- rino esternamente e internamente con tela robusta, cruda, olona ad esempio; così si hanno le due facce della cartella. La costola si forma con due fogli della stessa tela, incollati I° uno all’altro; mentre i due lati possono costruirsi o come la costola o con un solo foglio, sempre della stessa tela: la costola si cucia coi cartoni e coi lati; anche questi si cucino coi cartoni, tranne sul margine superiore, che rimane libero. Se poi si vuole la cartella con uno o «due scompartimenti laterali, si adatti un altro foglio di tela fra i margini dei cartoni, cucito con essi e con la costola, come i fogli esterni dei due lati; questo foglio di tela si prolunghi in alto in modo da poter chiudere lo scompartimento e termini con una striscia di cucio, lunga qualche deci metro e munita di più buchi, che si affibbia sulla parte esterna dei due lati. Invece gi tela può usarsi cuoio ; în questo caso si comprende che il costo della cartella sia maggiore e aumenti in proporzione della qualità di cuoio adoperato. Ciò fatto, non resta altro che applicare le due cinghie per stringere la cartella e la cinghia, che serve per portarla a tracolla. La lunghezza dei cartoni è subordinata a quella dei fogli del proprio erbario, cui deve essere eguale o di qualche centimetro superiore. La mia cartella presenta le se- guenti dimensioni nette : Cartoni lunghezza cm. 42; altezza cm. 32. Costola ‘ 42; larghezza cm. 20. Lati esterni altezza cm. 32; «basale cm. 20, apicale cm. 35. Lato interno dello scompartimento altezza cm. 32, oltre il coperchio ; larghezza cm. 20 dalla base all’ apice. Coperchio dello scompartimento, a forma semicircolare diametro cm. 20. Cinghie per stringere la cartella luoghezza m. 1,05, oltre la fibbia. La cinghia per tracolla può essere lunga quanto si vuole. Per usare la cartella vi si mette una certa quantità di fogli di carta da disseccare piante (in media da 30 a 40) delle dimensioni approssimative di cm. 60x80, piegati in doppio, due a due. Le piante, che vanno raccogliendosi, si mettono entro i fogli, piegandole ove oc- corra; in ogni foglio se ne possono collocare molti esemplari: da 10 a 20 o anche più secondo le specie ; i prodotti vegetali, i muschi, i licheni ecc., avvolti in carta, si collochino negli scompartimenti laterali. Facilmente si comprende che la cartella è affatto insuscettibile di riscaldassi e le piante raccolte vi si mantengono sempre fresche ; queste inoltre possono raccogliersi anche umide per la rugiada o pioggia, perchè i fogli di carta asciugante tolgono ad esse, se non tulta, gran parte di umidità; nè vi è pericolo che si perda qualche or- gano del vegetale, facile a cadere, poichè, cadendo, rimane nello stesso foglio e la ricerca ne è facilissima. Naturalista, collettore, allevatore, coltivatore, per sole L. 2,50 per annata, 5 annate per L. 10 e la 2.3 serie completa, composta di 20 annate, dal 1885 a tutto il 1904, per sole L. 25. Le otto annate dell’ “ Avicula ,, per L. 3,50 1’ una, tutte e otto per L. 20,00, ed av- vertiamo che fino a tutto il 1896 gli studi e le notizie sugli uccelli, loro caccia ecc. venivano pubblicati nei fascicoli della Rivista e del Bollettino, per cui per quanto riguarda gli ue- celli, 1° Avicula è come una continuazione ai detti periodici. Le dette annate arretrate si cedono pure in cambio di pubblicazioni od oggetti di Storia naturale. A tutti coloro che ci procurano 3 nuovi abbonati inviandocene l'importo, mande- remo in dono, come segno di gratitudine, il giornale gratis per un'intera annata, oppure daremo in dono 2 annate arretrate a scelta. Conto corrente con la posta ANNO XXV TNESSIOLA | | | | ST, 43) uzione e diletto | bi FYN FIT (BOLLETTINO DEL NATUR: È / l [a E Collettore, Allevatore, Goltivatore, Aeclimatatore S Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L. &. Per gli Stati della unione postale L.3, 50.Altri Stati L. di PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali el al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scamb e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i protessori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Richieste e offerte ecc. ecc. (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) già diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI a UFFICIO i» Via Baldassarre Peruzzi, 28 si SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principalmente quelli nominati nella copertina deli» Rivista lialiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. l tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano - Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un'unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica im fascicoli men- | seritti che contengono «vv? de acquisto v ud vestita, o che sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Stenu all'Agenzia in Via B. Peruzzi 28, eda tutti gli utfici postali italiani ed esteri, în qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal princpio di ogni ammo con diritto ai fascicoli arretrati L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnovato: Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoliseparati costano cent. 30 perogui 16 pag.di testo, Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- sanza, si danno in dovo 50 copie di estratti, purche ne facciano richiesta quando inviano è manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag.; LL. 1 per 12 numeri e LL. 6 il eento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaet: -* possono servire dì reclame cominerciale, Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solament, quelle provenienti da abbovati che hanno già pagato lab bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta 8» non è espressamente richiesta dall’ abbonato. 1° amministrazione s'incarica di roppresentare gliab bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co noscere il proprio nume. In questo caso il rappresentate dovra rimborsare all’ amministrazione le spese di corri spondenza, e per le vendite od acquisti erfettuati pagar: un compenso da combinarsi. È La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogne di dare giustificazioni in proposito. l manoscritti non pub blicatì possono essere ritiratidagli autoria proprie spese Agli abbonatiziquali non pervenisse qualche tascicolo ne sara loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis purchè la richiedano entro |’ annata in corso, altrimenti i fascicolì arretrati non si inviano che contro pagamento, ento: Quelle relative alla Storia Na- reca questa muti - gratuite nel Bolle poste, consigli, d cerche per cambi macchine, prodot Ù L erzi sere Pitognatio 9 DÀ ERI ni h ritto di p || 04} Re Hp È Preg. Dig. Pd > T (eg depise LU 1el corpo del giornale e costano L 1. i altri avvisi da stamparsi nelle ap- L.logni2 centim, di spazio occu. o cent. 20 per linea corpo 8. Agli ali facilitazioni. , ubblicazioni ricevutee si fa speciale E VO O) » quali ci pervengono due esemplari. 2vono essere anticipati. Chi desilera cobolli necessari, o scriva in car- pense. Dalla inser peviene accordat d VÀ TAL “Rata. Riduzione sui prezzi e premi agli abbonati per il 1906 Vedasi l’annunzio stampato nella 4.8 pagina) P pag AM ns FERIOINTRA FAREMO Sono modelli in carta indurita imitanti al vero tutte le specie di frutta. Ogni esemplare, a scelta, costa L. 0,80 — 5 esemplari si cedono per L. 3,50 franchi di porto. Per commissioni di una certa importanza prezzi da convenirsi. Offerte d'occasione ai collezionisti d'insetti CASSETTE DI NOCE solidissime, con cristallo, del diametro 44 X 33 X 6, a chiusura ermetica, aventi il fondo di torba o agave, con scannellature per introdurvi antisettici, privativa della Ditta S. BROGI, vengono spedite al prezzo di L. 5, 50 cadauna (invece di L. 6,50). — 12 di esse per L. 60, franche di porto e imballaggio. 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IlVABBONAMENTO non disdetto entro il Decembre si ritiene come rinnovato Anno XXV N, ll 15 Novembre 1905 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali gi al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L. 4. SOMMARIO Bartelletti dott. Veturia. Sulla posizione dei Poriferi nel regno animale (cont. e fine). Pag. 105. Vitale Geom. Francesco. I Coleotteri Messinesi (cont.) Pag. 106. Alpinismo Pag. 108. — Notizie di caccia Pag. 108. — Invenzioni e scoperte Pag. 109. — Insegnamenti pratici. Pag. 110. — Notiziario. Pag. 1l1l. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pag. lll. — Tavola necrologica. Pag. 112. — Richieste e offerte (gratis per gli abbonati). Pag. 112. Dort. VETURIA BARTELLETTI Sulla posizione dei Poriferi nel regno animale 7 (continuazione e fine) Dov? è invece che si parla di tessuti fra i Protozoi ? Oltre di che il grado di maggiore differenziazione nella manifestazione di tutte le fun- zioni, di maggiore evoluzione morfologica, istologica, ecc. fa riputare inopportuno e forse anche un poco arrischiato un tale ravvicinamento. Sostenitori di una nuova teoria in proposito furono Leuckart, Michlucho, Haechel, Schul- ze. Secondo questi illustri naturalisti i Poriferi dovevano essere inclusi fra i Celenterati. Riferendosi ai tipi più semplici di questo importante tipo di animali tentarono di dimo- strare come, in realtà, nel fondo fossero identici i rapporti anatomici ed ontogenici dei Po- riferi e dei Celenterati, che solo si trattava di piccole differenze, le quali tuttavia non impedivano il loro ravvicinamento. Se si conservi agli Cnidari il nome di Celenterati, il quale rammenta in questi animali la presenza di un Celenteron, i Poriferi possono essere ad essi ravvicinati sotto lo stesso nome: d° altra parte però la cavità gastrica delle Spugne è assai differente da quella degli Cnidari propriamente detti sì da far sembrare opportuno il dividere questi due gruppi di organismi l’ uno dall’ altro, conservando loro il nome che meglio si riferisce alle loro caratteristiche principali. Questa opinione non è stata abbandonata, anzi, si può dire, che oggi vada per la mag- giore e durerà finchè studi indefessi e continuati intorno all’ argomento, non portino in luce tali prove da poter pronunziare l’ ultima e definitiva parola intorno alla questione. Una interpretazione differente dei due foglietti germinativi ha portato, come naturale conseguenza, due correnti diverse nel campo della discussione: per gli uni (Balfour, Gothe, Vosmaer, Maas) gli Spongiari sono dei Metazoari, ma non degli Gnidarii; per gli altri (Butschli, Sollas, Delage) essi non sono dei Metazoari, ma un phylum distinto, uscito dai Protozoari. Avuto un giusto concetto dei Metazoari non mi sembra esatto sostenere la seconda 106 fra queste teorie. Il solo carattere di somiglianza coi Protozoari, vale a dire le cellule a collaretto, non è sufficiente, posto a confronto con tutte le altre sostanziali differenze, a giustificare questa loro diretta derivazione; d’ altra parte caratteri embriologici, istologici, fisiologici, precedentemente notati, comuni a tutti i Metazoi e comuni pure nelle Spugne, sia pure semplicemente accennati, fanno preferire, a parer mio, la prima opinione secondo la quale i Poriferi sarebbero dei Metazoi. Sia pure che essi rappresentino il grado meno evoluto fra tutti, sia pure che essi rap- presentino il terzo ed ultimo stadio di evoluzione, non possiamo tuttavia negar loro le mag- giori rassomiglianze coi Metazoi e conseguentemente non possiamo neppure negar loro il posto :conveniente in questa grande divisione del regno animale. La teoria dunque di Bal- four, di Gothe, di Maas, di Vosmaer è, a parer mio, la più logica e la più rispondente. I Poriferi sono dei Metazoi molto simili ai Celenterati, ma non dei Celenterati veri e propri: essi possono riunirsi in un phylum a sè, detto dei Parazoa. Differenze strutturali ed embriologiche importantissime già ricordate e fatte rilevare, oltre differenze di secon- daria importanza fra Poriferi e Cnidari non consentono, a mio avviso, la fusione completa, ma rendono necessaria la separazione degli Spongiari in un tipo a sè fra i Metazoari. Firenze, Agosto 1905. Geom. VITALE FRANCESCO I Coleotteri Messinesi (continuazione) 445. Mordella maculosa Naez. (1) — Rarissima; un esemplare a Faro. 446. « bipunctata Germ. — Comunissima ovunque. 447. « sulcicauda v. Ragusae Sch. — Rarissima; un esemp. a Catarratti. 448. Mordella aculeata Lin. — Comune in està. 449. « v. brevicauda Costa — Rara; a Calamarà in Luglio. 450. Mordellistena episternalis Muls. — Comune ovunque. 451. G micans Germ. — Comune al Faro, ed a Iudeo in Maggio. 452. « pumila Gyll. — Comune in Maggio. 453. « stenidea Muls. (@) — Comune a Colla. è 454. Anaspis maculata Four. — Comune ovunque. 455. « ruficollis F. — Rara a Bucceri in Luglio. 456. < pulicaria Costa — Non comune in està. a varians Muls. — Comune. i 458. Emenadia flabellata F. — Rarissima; 2 esemplari a Passo-Badia. : 459. Melo proscarabaeus L. — Non rara a Campo-Inglese. ; 4 400... «.cicatricosus Leach. — Comune a Scala in Marzo. 461. « purpurascens Germ. — Comune d’ inverno. 3 ne (4) Il Ragusa non la cita nel suo catalogo; è quindi specie nuova per la Sicilia. ‘Il Bertolini D la nota pel Piemonte, Trentino, Sardegna. (°) Oltre questa specie di Messina è riportata la Perrisi Muls. 107 462. Meloè erythroenemus Pall. (4) — Rara, a Faro, S. Ranieri, Colla. 463. « murinus Bt. — Rarissima ; un esemplare in città nel Novembre. 464. « rugosus Marsh. — Rara; a Campo-Inglese e Scala. 465. Zonabris variabilis v. lacera Kist. — Comunissima sui Cystus fioriti. 466. « v. Guerini Chevre. — Rarissima a Portella dell'Arena, 467. « v. mutabilis Mars. — Rara col tipo. 468. « 4-punctata L. (@) — Rarissima a Linata nel Giugno. 469. « Schreibersi Reiche — Comune ovunque in colle. 470. « distineta Chevr. — Rarissima; un esemplare a Colla. 471. Lytta vesicatoria Lin. — A Tortorici in Maggio sugli ulivi. 472. Zoniîtis immaculata Oliv. — Un esemplare a Linata. 473. Sitaris muralis F. — Un esemplare in Dicembre a S. Licandro. 474. Notoxus brachycerus Fald. — Comune nei canneti. 475. « trifasciatus Rossi. — Un esemplare a Passo Badia. 476. Mecynotarsus serricornis Panz. (@) — Nella sabbia delle spiag. a Tono e Badia. 477. Amblyileres scabricollis Laf. (4) — Un esemplare ad Annunziata nella spiaggia. 478. Formicomus pedestris v. atratuius Rett. — Comune in molti siti. 479. Anthicus Rodriguesi Latr. — Raro a Calamarà. 480. C minutus Laf. (8) — Rarissimo a Tono. 481. « floralis F. — Comunissimo ovunque. 482. < formicarius Goze. — Rarissimo a Montalbano in Luglio. 483. « instabilis Sch. — Comune a Ganzirri in Maggio. 484. « v. sabuleti Laf. — Rarissimo a M. Albano. 485. « transversalis Villa — Comune. 486. « dichrous Laf. — Non raro nella spiaggia ad Ortira. 487. «velox Laf. — Comune ad Annunziata. 488. « A4-guttatus Rossi — Comune in città d'inverno. 489. « hispidus Rossi — Rarissimo in città in Febbraio. 490. « bifasciatus Rossi — Comune in Aprile. 491. « tristis Sechm. — Non raro a Rodia. 492. « niger Oliv. — Raro nelle sabbie marine. 495. « fenestratus Sch. — Comune in primavera. 494. « nectarinus v. ruficollis Sechm. — Raro a Montalbano in Agosto. 495. Ochthenomus punctatus Laf. — Rarissimo sotto le pietre de la spiaggia. 496. < unifasciatus Bon. — Rarissimo in Settembre a Rodia. 497. CI tenuicollis Rossi — Rarissimo a Rodia. 498. Oedemera brevicollis Schm. — Comune in primavera. (4) Il Rottenberg la prese a Messina. (2) Anco il Ragusa la possiede dei dintorni di Messina. (3) Il Rottenberg la trovò a Messina, altrove è rarissima. (4) Il Rottenberg ne catturò a Messina alcuni esemplari. (5) Pria di questa specie dovrei citare l’ Rumilis Germ, che fu trovato da noì da Rottenberg. i f 108 499. Oedemera nobilis Scop. — Comunissima. 500. « atrata Schm. — Rara in Aprile e Maggio. 501. < flavipes F. — Rara in Maggio. 502. < virescens Lin. — Comune sul Rubus e sul Daucus. 503. « lurida March. — Rarissima in Luglio. 004. Stenostoma coeruleum Pat. — Comune a Torre del Faro sull’ Euforbia. (continua) ALPINISMO — oo —_ Togliamo dal simpatico Bollettino dell’ Alpinista : Una gita scientifica ai Monzoni. (Da una lettera del Dott. Luigi Brugnatelli, prof. di Mineralogia nella R. Università di Pavia). La gita avvenne nei giorni fra il 14 ed il 17 agosto e cioè sì giunse al Rifugio Taramelli il 14 e si ripartì il 17. La comitiva era composta oltre che dal prof. Taramelli, da me, dal mio as- sistente Dott. Tacconi e dai due studenti in scienze naturali nella R. Università di Pavia, Inge- gneri Maddalena e Marignoni. La mattina del 18 ebbimo la graditissima sorpresa di essere raggiunti dal carissimo amico Dott. Garbari. Lo scopo della gita era di compiere delle osservazioni geologiche, mineralogiche e petrografiche nel versante nord dei Monzoni ed a tale scopo visitammo il passo delle Selle, le vallette che dal Doelter furono chiamate della Traversellite, della Cabasite e della Fassaite e la base del Malin- verno. Disgraziatamente la brevità del tempo, che ebbimo a nostra disposizione, non ci permise di spingere più oltre le nostre osservazioni e ricerche, durante le quali fu nostra guida simpatica ed intelligente il sig. Trappmann di Vigo di Fassa. È rimasto però in noi vivissimo il desiderio di ritornare altre volte a visitare una regione tanto interessante, anzi io ho pensato di farmi inìzia- tore della proposta che una delle prossime riunioni annuali della Società Geologica Italiana si faccia appunto a Predazzo ed ai Monzoni. Sairano, 80 Agosto 1905. Dott. Lurei BRUGNATELLI S. A. T. e C. A. T. RLOLMIRZION INESCAG GIA L’Orso nel Trentino. Il 7 del corr. novembre gli esperti cacciatori Enrico Nicolussi e Alfonso Aldrighettoni di Molveno uccisero sulla Cozter (Gruppo di Brenta) un bellissimo Orso maschio del peso di 200 chilogrammi. Da vario tempo si pappolava in quei dintorni delle pecore. I cacciatori quella mattiva erano diretti alla caccia dei camosci, quando, mentre avevano ancora i fucili scarichi, si trovarono di fronte la grossa belva. Furono però ancora in tempo di caricare le armi e con alcuni colpi ben diretti freddarono il plantigrado. Alle 3 pom. i cacciatori, carichi della gloriosa preda, facevano il loro trionfale ingresso in paese, fra gli applausi dei numerosi contadinì accorsi ad ammirare la bella bestia. prof. AGostINo Bonomi Altri due cervus capreolus vennero colti in Valtellina e precisamente in Valle del Ma- sino il 24 corrente ottobre. Quest’ anno sarebbero già cinque catture. C. FABANI Tragica caccia alla pantera — Nel piccolo villaggio di Hossonville, situato a un centinaio di chilometri da Algeri, nella Kabilia, ebbe luogo una tragica caccia alla pantera. Nel pomeriggio del 21 Ottobre, un piccolo pastore arrivava coperto di ferite alla mairze di i; vi AI 109 Hossonville, e dichiarava al Sindaco, signor Runtz, che era stato assalito non lungi dal villaggio da una pantera. Venne subito organizzata una caccia sotto la direzione del sindaco, che condusse seco i suoi due cani. Questi scovarono la belva a due chilometri dal villaggio. Il sindaco, che im- prudentemente si era staccato dagli aliri cacciatori, sparò due colpi di fucile sulla fiera che, ferita soltanto, si precipitò sull’ aggressore, lo atterrò e lo graffiò alla faccia colle sue unghie adunche, Per fortuna i canì si gettarono sulla pantera, la quale allora abbandonò il signor Runtz. Questi riuscì a ricaricare il fucile in tempo e sparò una seconda volta sulla fiera, la quale ritornò nuo- vamente sull’ aggressore. Un terribile corpo a corpo si impegnò fra il sindaco e la fiera. Il signor Runtz tentò di lottare a colpi di calcio di fucile, Finalmente i suoi compagni arrivarono, e lo svincolarono, terminando di ammazzare la pantera. Uno di essi però fu ferito ed ebbe la faccia solcata da una profonda graffiatura. Lo stato del sindaco ispira vivissima inquietudine. Fra un contadino e un cervo. — Ci scrivono da Sassari in data 16 ottobre. Una sin- golare tenzone sì svolse in una tenuta di questo agro, fra un colono ed un cervo. Antonio Foddai, colono di padre Bonaventura di Calangianus, essendosi avvicinato a due cervi, che egli teneva in custodia, fu improvvisamente assalito da uno di essi e precisamente dal maschio. Fra cervo e colono seguì una feroce, lunghissima lotta, terminata tragicamente per entrambi ì contendenti. Il Foddai rimase ferito e contuso in cento parti, e fu trasportato all’ ospedale civile in istato gravissimo, disperato. Il cervo spossato, inferocito, più che mai, dopo la lotta stramazzò per terra e morì. Una caccia drammatica. — Togliamo dai giornali francesi: Da qualche giorno un orso di grosse dimensioni, era segnalato nei dintorni di Luchon e i pa- stori non conducevano più le loro greggi al pascolo se non armati di fucile. Uno di essi, certo Pietro Tournon, si trovò oggi, tutto ad un tratto, allo svolto di un sentiero, in presenza della belva, e scaricandole contro i due colpi del suo fucile, la mandò, col petto fo- rato, a rotolare in un fosso. Alcuni giovinotti, attirati dalle detonazioni si avvicinarono. Uno di questi, tale Bernardo Pas- seiret, per sua disgrazia, trovandosi troppo vicino all’ animale ferito, potò raggiungerlo con un ter- ribile colpo d’ unghia, strappandogli il cuoio capelluto, la guancia, e rompendogli un braccio. Un ultimo colpo, tirato a bruciapelo, fulminò l’ orso; un bestione di una dozzina d' anni e pesante quasi 180 chilogrammi. Lo stato del giovane Passeiret è dei più gravi. EINTENZIONIE Es GO; Nuovo telegrafo impressore. — Pare che si sia inventato dal Signor Charles R. Un- dekill, di Nuova-York, un telegrafo impressore cui si attribuiscono pregi molto importanti. Questo telegrafo si accoppia agli apparati telegrafici sistema Morse, e traduce le righe e i punti in numeri, imprimendoli in un nastro di carta come i telegrafi ordinari. Il meccanismo di questo apparato è molto semplice, e non occorre impiegare nessun trasmettitore speciale, perchè servono i medesimi apparati Morse installati attualmente; solo è necessario impiegare un apparato sincronizzatore per conservare l’ accordo tra l’ apparato trasmettitore e il ricevitore. Questo apparato risulterà anche di molta applicazione nella telegrafia senza fili, nella quale faciliterà straordinariamente la ricevuta dei telegrammi. Uova artificiali. — È agli americani che noi dobbiamo questa nuova invenzione. I Vankees hanno trovato il mezzo di fabbricare delle uova senza concorso delle galline, ed eccone il prove- dimento. 110 I fabbricanti per formare il giallo prendono della farina di granturco, dell’ amido di grano, dell’ olio e mescolano il tutto in parti uguali in modo da ottenere una pasta densa: questa pasta la versano in una macchina speciale dove viene raffreddata ed a capo di un’ ora è trasformata in una perfetta palla gialla. Allora questo giallo è introdotto in una seconda macchina detta « a coagulare » e di forma ovale, e così sì forma il bianco. Una terza macchina lo rivesie di una pellicola ed infine, intro- dotto nell’ ecaz/leur si avvolge in un guscio di gesso, un po’ più consìstente di quello naturale. Si dice che queste uova siano. molto diffuse in America, e sieno buone, nutrienti quanto le uova naturali, e che ne sia assai più facile la conservazione ed il trasporto. Col tempo adunque sopprimeremo le galline! (L’ Aviculture frangaise). Una nuova applicazione del talco. Secondo un rapporto spagnuolo da Perpignano, si sarebbe trovato modo di applicare il talco nel trattamento delle viti. Polverizzato e combinato col solfato di rame viene ivi impiegato per combattere le malattie della vite. Visti i buoni risultati ottenutisi nel dipartimento di Perpignano, sì sono già create piccole fabbriche per la preparazione di questo prodotto. Ci pare torni conto di segnalar la cosa anche ai. nostri escavatori di talco di Pinerolo, di Perosa Argentina, ecc. i Un apparato semplice per mungere ed altresì pulito e sicuro, sarebbe stato adottato nell'America del Nord. Consiste in un boccale costruito per modo da poterne estrarre in parte l’aria rapidamente e con facilità: a questo va annesso un lungo. tubo di gomma terminante in qualtro piccoli recipienti in forma di tazzine, adattabili alle poppe della mucca. Un apposito tappo toglie la comunicazione di tali recipienti col tubo; ma appena l’aria venga estratta dal boccale, s gira la chiavetta che chiude l’ apertura ed il vuoto parziale agisce come pompa aspirante, atti- rando il laite senza che occorra toccare l° animale. Converrebbe controllare se quell’ apparato, senza dubbio pratico, sia altrettanto igienico. INSEGNAMENTI PRATICI La canfora per ravvivare le piante. Per ravvivare le piante che hanno subìto un lungo viaggio, allo scopo di facilitare che abbarbichino nella terra, per trapiantarsi, si consiglia immergere le loro radici in acqua canforata, la quale si prepara dissolvendo canfora in alcool e diluendo la soluzione in modo che tenga il 2 per 100 di alcool. Conservazione della legna. Secondo la Revue Scientifique, la legna in cilindro o lavo- rata può conservarsi sommergendola in una soluzione che contenga da 60 a 250 Kg. di zucchero per 450 litri d’ acqua. Elevata la temperatura di questo liquido sino all'ebollizione vi si lascia raffreddare la legna ad una temperatura inferiore a 40°. La legna si secca dopo ad una temperatura che non oltrepassi i 100°. L' operazione non esige più di ventiquattro ore per essere completa- mente terminata ed è poco costosa perchè una tonnellata di zucchero serve per impregnare una gran quantità di legna. Limpidezza dei tessuti di seta. I blocchi di magnesia bene pulimentati sono un eccel- lente mezzo per pulire a secco i tessuti di seta bianchi. Si lasciano sopra durante due giorni e dopo sì fregano i tessuti con una spazzola; oppure sì impiegano due parti di polvere d’ amido e una parte di borace. Posta sul tessuto, a secco, questa miscela vi sì lascia per una notte, operando dipoi nella maniera suindicata. Per conservare i funghi secchi, senza che perdano il loro profumo, sì ricorre al. dis- seccamento artificiale, facendo seccare interi i piccoli e prima tagliando a fette i grossi. Conviene fare il disseccamento all’ ombra sotto una forte corrente d’ aria. Quando sono abbastanza secchi si chiudono in sacchi di carta, che si sospendono in luogo asciutto e ventilato. TOSTI VESTA PO, a ed: i 111 Si può anche ricorrere all’ acetato di soda. Si versa sui funghi una salamoia fatta con parti uguali di acqua e acetato di soda; dopo 24 ore si levano i funghi, si asciugano e si seccano. Vo- lendo mangiarli sì macerano un-po’ dapprima nell’ acqua tiepida per rammollirli. Si conservano i funghi anche nell’ olio d’ oliva, nell’ acqua salata, nell’ aceto. I funghi con servati non hanno però lo stesso squisito sapore dei funghi freschi. na NOTIZIARIO Il Baobab. In una rivista delle Piante del Congo inserita nel Giornale di Agricoltura, così sì dice del Baobab: Il famoso Baobab è uno degli alberi caratteristici dell’Africa tropicale, ha tronco tozzo ter- minato con larga chioma dì rami patenti, ed è rappresentato nel Congo Indipendente da nume- rosì esemplari giganteschi. Gl'indigeni si servono del suo legno tenero, poroso e leggero per far piroghe. È un legno così facile a lavorare, che nei grossi tronchi vi sì scavano facilmente delle abitazioni. Ve ne sono di quelli nei quali possono trovar posto anche una trentina di persone. La scorza del Baobab contiene fibre che servono alla fabbricazione di cordami e di tessuti grossolani. Seccata e battuta forma una specie di tessuto del quale gl'indigeni si servono per im- ‘ballaggio. In alcune regioni si usa anche una sostanza tannica. Alla polpa del frutto vengono at- tribuite proprietà febbrifughe, all’infuso di foglie e di fiori virtù emollienti. Le foglie giovani sono usate da alcune popolazioni come legume. Avvelenamento per il piombo. — L° Unione nfamezionalo del Lavoro, Basilea (Sviz- zera), offre varî premi per le Memorie, che le sì presentano, sopra i mezzi di combattere l’ av- velenamento per il piombo. Le Memorie possono scriversi in francese, inglese e tedesco, e i premi sono di 3125 franchi per la migliore Memoria, e 1750 per quella che la segue in merito. Piante contro la sete. — L'ingegnere francese Laurent ha pubblicato recentemente delle osservazioni da lui fatte al Congo su due piante che emettono un sugo così abbondante, da. poter servire come bevanda a calmare qualunque sete. Una delle piante descritte da Laurent è la Misanya Smithij, albero assai diffuso nel bacino del Congo e caratteristico per le numerose radici avventizie che dal tronco vanno al suolo. Da uno di tali alberi, del diametro di trenta centimetri, tagliando tre radici, il Laurent ottenne in una notte quasi cinque litri d' acqua, acqua di vegetazione buonissima. La seconda pianta acqui- fera del Congo è una liana; da essa gli indigeni traggono un liquido limpido e potabile; anzi quando essi devono attraversare grandi foreste, hanno cura di provvedersi sempre di questa liana (forse un’ ampelidea), come riserva acquea per le regioni corapletamente aride. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Corti dott. Alfredo è nominato assistente nel gabinetto di zool. e di anal. compar. della Univ, di Parma. i Paoli dott. Guido è nominato secondo aiuto nel geSinetto di zool. dell’ Univ. di Roma. Monteforte Pia è incaricata d’ insegnare sc. fis. e nat. nella scuola complementare auto- noma di Pesaro. Sono incaricati d’ insegnare nelle rispettive scuole normali maschili e femminili: Gereschi Dina sc. fis. e nat. ad Anagni; Mariani Giuditta « « ad Aosta; Marchese Beatrice « Durante Pasquale « Ostermann Giuseppina « «a Girgenti; Goggio Itala « « a Castroreale; « a Cosenza; « a Mantova; 112 Armenante Zoe sc. fis. e nat. a Mistretta; Mirabella Rosalba « « a Petralia Sottana; Lovezzoni Salvatore « « a Potenza; Corcione Salvatore GU a Napoli; Loria Alfredo mat. « < a Velletri; D’ Onofrio Angelo « « < a Città S. Angelo; Pignatari Giacinto « < « a Forlimpopoli. Zodda dott. Giuseppe, incaricato di sc. nat, nella scuola tecnica di Caltagirone, coman- dato all’ Ufficio di assistente presso l' orto botanico dell’ Univ. di Messina, è trasferito, per ragioni di servizio, alla sc. tecnica di Altamura. Isottonotati professori di st. nat. negli istituti tecnici sono confermati nel comando alle sedi quì appresso indicate: De Fonzo Domenico, da Teramo a Palermo (classi aggiunte) Lojacono Michele, da Melfi a Messina ( < ) I sottonotati incaricati di se. nat. nelle scuole tecniche sono confermati nel comando alle sedi qui appresso indicate: Di Milia Raffaele, da Como a Città Sant’ Angelo. Osasco Elodia, da Milano « Confalonieri » a Torino « Elena ». Il dott. Aser Poli, prof. di st. nat. nel R. Ist. tecnico e nel R. Liceo di Piacenza, è trasfe- rito al R. Istituto tecnico e nautico di Savona, con l’incarico della Presidenza. TAVOLA NECROLOGICA Biagi Giuseppe, incaricato di Sc. nat. nella sc. tecnica di Spezia, morto il 27 settembre 1905 RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’Amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbo nati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. 8. Gabinetto di St. Nat. Ditta S. Brogi, Siena. — Desidera acquistare o avere per cambio Barbagianni (Strix flammea), Rondini di mare, Sterna minuta e nigra, Orecchioni (Plecotus auritus), Vampiri (Phyllostoma spectrum), Molossi (Dysopes cestoni e Cynopterus marginatus). 9. Il dott. Carlo Alzona, (Via Dante, N. 4 Milano) si occupa della fauna delle caverne e fa cambi, offrendo, vermi, molluschi, artropodi di Carniola, Italia, Francia. E. BOZZINI, Redattore responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordomuti di L. Lazzeri Al prezzo di L. 2,50 (franco di porto) annunziamo agli Escursionisti ornitologi e a quanti si occupano di cacciagione di uccelli di avere posto in vendita il noto: VADE-MECUM ORNITOLOGICO CALENDARIO TASCABILE E NOTIZIARIO PER L’ ESCURSIONISTA ORNITOLOGO Pag. 275 in 16) di G. VALLON (Pag. 275 in 16) Suo contenuto: Prefazione - Calendario (che è quello del R. Osservatorio astrono- mico al Collegio Romano - Anno XXVI-1905) — abella indicante le epoche di ni- dificazione delle specie comuni all’ Italia - Elenco delle specie vare settentrionali o set tentrionali orientali che giungono da noi durante i mesi invernali - Avvisi-réelame (riguardanti i prodotti degli Avicoltori) - Bibliografia ormitologica Italiana - Del modo di servirsene (viferentesi alle pagine soltanto lineate per’ le eventuali osservazioni da farsi su qualche specie) - Distinta dei nomi italiani degli uccelli - Abbreviazioni adottate nell’ indice e nel Notiziario - Indice. La classificazione adottata per l'indice è quella usata dall’ illustre Arrigoni degli Oddi nel suo « Manuale di Ornitologia italiana ». Sono messi fra parentesi i nomi di quelle specie per le quali il prelodato Arrigoni usò la nomenclatura moderna non ancora da tutti accettata e conosciuta. Omessa la sinonimia, per non’ aumentare il volume del libriccino, è stata ristretta anche la bibliografia la quale accenna soltanto ai lavori di maggiore importanza e d’ interesse speciale. L° egregio A. sarà grato a tutti coloro che vorranno aiutarlo nella compilazione futura suggerendo tutte quelle modificazioni che possono servire a render più completo e più utile il libriccino stesso. GRIFFINI dott. ACHILLE GLI UCCELLI INSETTIVORI NON SONO UTILI ALL'AGRICOLTURA È una nuova pubblicazione, edita a cura della Rivista Italiana di Scienze Naturali, Siena 1904, che contiene preziosi dati e notizie interessanti in confutazione alla questione sulla utilità degli uccelletti insettivori verso l’ agricoltura, questione che l’ Egregio A. viene dimostrando esser falsa. Il lavoro è diviso in capitoli di cui ci limitiamo a riprodurne i titoli: Questione di competenza — Insetti — Utili e nocivi — L’ uomo altera l equilibrio naturale — Nemici naturali degli insetti fitofagi — Insetti utili — Insetti predatori — Insetti parassiti endo- fagi — Insetti nocivi importati — Parassiti endofagi dei principali insetti nocivi — Prime conclusioni — Gli Uccelli insettivori non sono utili — Gli uccelli insettivori sono nocivi — Indicazioni bibliografiche — Conclusioni. In appoggio alle sue teorie, 1’ Egregio A. riporta le dichiarazioni di insigni naturalisti quali, fra gli italiani, LESsonA, SABBIONI, RONDANI, GHILIANI, CAMERARO, BERLESE, AR- RIGONI DEGLI OpDI, RIBAGA, Loy. (Prezzo dell’ opera di pag. 83 iu-8.° con 24 figure intercalate nel testo L. 5). RIDUZIONE SUI PREZZI D' ABBONAMENTO PER IL 1906 e premi ai nuovi abbonati Ai nuovi associati e a tutti coloro che rinnoveranno l'abbonamento 1906 entro l'annata corrente spediremo i seguenti periodici : Rivista Italiana di Scienze naturali e Bollettino del Naturalista, oppure il Giornale ornitologico italiano AVICULA e Bollettino del Naturalista per sole L. 5, invece di L. 7 (Estero L. 6) - tutti e 3 i periodici per sole L. 8, invece di L. 11 (Estero L. 9). Oltre a ciò, dietro domanda unita all'invio della quota d’ abbonamento, spediremo a scelta uno dei sottoindicati premi: 1.2 Un opuscolo (a vostra scelt») relativo alle Scienze naturali. Indicare se si desidera di sog+ getto relativo alla Zoologia, o alla Botanica, o all'Agricoltura o aila Mineralogia. e Geologia. 2° Cinque specie (a nostra scelva) di minerali, o di rocce in piccoli esemplari, o di conchiglie, o di fossili, o di piante secche, o di insetti. 3.° Una pelle di uccello mosca o di altro uccelleito esotico. 4.° Oppure previa richiesta verrà fatta pubblicazione gratuita di avvisi di complessivi 10 versi in colonna; per 6 volte della medesima o di diverse domande ed offerte di cambi. A richiesta spediremo anche il catalogo di molti scritti relativi alle scienze naturalì î quali cediam»o a meta di prezzo. Offriamo inoltre indistintamente, a tutti coloro che pagano l'abbonamento 1906 entro l'annata 1905, le seguenti pubblicazioni a prezzi ridotti e franche di porto: Gli necelli insettivori non sono utili al- l’ Agricoltura del dou. Achille Griflivi. Pag. 83 in-8%, con 24 figure. I. 5 per L. 3. Vade-mecum ornitologico. Calendario tascabile e Notiziario per l'escursioni- sta ornitologo, di G. Vallon. Pag. 275 in 16. Us SEO pia Lt, Dall' opera La « Specola ornitica » di Helgoland del Gatke, per G. Vallon Pas. 54 in-8. Prezzo L. 150 per L. 100. Gli uccelli nidiaceì - Allevamento - Edu- cazione - Malattie - Cure di Ronna E. Pas. 98 10 S L. 1.50 per L. 1,00. Glossario entomologico, corredato del re- | gistro Latino-Italiano delle voci citate, redatto da Luigi Puilla Tedaldi. Pag. 186, formato 8.9 grande (con |l tavole) L. 5 per L. 3 50. Avifauna Calabra. Elenco delle specie di | uccelli sedentarie e di passaggio in Calabria, di Lucifero Armando. Vol. di pag. 79 in-8. L 4,00 per it 290. Catalogo dei Coleotteri d’Italia, com- pilato dal dott. Stefaro Bertolini. Pag. l44 in 16.9 Prezzo L. 3 per L. 2. Manuel du Lepidopteriste par G. Panss. Catalovo delle specie, caccia, preparazione, clas- sìfitaziove, maniera di allevarli ecc. 320 pag. con figure L. 3,75 per L. 3,00. Conseils aux amateurs pour faire une collection de papillons. Classification, pre- paration et conservation. Par. M. Belese. Con 22 fig. L. 0.50 per L. 0,50. Viaggio in Oriente pel cav. dott. Y. 7'ussi Pag. 130 L. 1 per L. 0,40. I funghi mangerecci e velenosi, descri- Ziove, modo di cucinarli e conservarli. Con 23 tav. colorate, per C. Rossi. Pag. 140 L. 1,50 per L. 0, 80. Avifauna «del prof. Gasparini con la din- guosi di tutte le specie degli. uccelli. italiani. 296 pag. in 8. L. 5 per L. 2,50. Le funzioni della vita, Preliminari. La Riproduzione, del prof. E. Paratore. Pag. 25, formato in 8° grande, L. 2,00 per L. 1,00. La Geologia agricola e le rocce della provincia di Roma e di Perugia per il dott. (G. De Angelis a' Ossat (1.8 Parte). Pag. 27 in-8. L. 1,50 per L, 1,90. Quadri cristallografici per le scuole se- condarie del prof. E. Paratore. 12 pag. L. 1 per L. 0, 40. Elenco dei Lepidotteri propri soltanto all’ Italia, n Perlini Renato. Pag. 22, fermato 8.0 grande. L. 2 per L. 1. Analisi istologica delle droghe medici- nali, del prot. Emanuele Paratore. Pag. 14 in-8 L. l per L. 0,50. Monografia dei Colombi. Vade-mecum. del dott. Luigi Raggi. Paz. lt in-8 gravde L. 1,90 par L. 0.80. î Migrazioni e Faune pel sac. prof. Cesare Guffuri. Pag. 255 in 8, L. 2,50 per L. 1,80. Contributo allo studio dei nomi volgari delle piante in Romagna di /taggi Luigi. Pag. 57 in-8. Prezzo L. 2 per L. 1,50. ; Sull'incrociamento dei venti costanti, del prof. Longo Andrea. Pag. 14 in-8. L. l per L. 0,50. Raccolta, preparazione e conserva- zione in erbario delle piante raccolte. Vade-mecum del. dott L. Raggi. Pag. 7 in-8 L. 1 per L. 0,590. Ù L’ Aringa e la sua pesca del dott. Raggi Luigi. Pag. 13 in-8.9 L. 1,50 per L. 0,80. ERO Conto corrente con la posta ANNO XXV Neri Scienza e pratica BOLLETTINO DEL NATURALI Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali itatiani ell’ estero L. 3. Per gli Stati della unione postale L.3,50.Altri Stati L. 4 Istruzione e diletto PERIODICO MENSILE premiato alle esposizioni naziouali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali el al Giornale ornitologico italiano Per facilitare gli scamb e le comunicazioni scientifiche, tecniche e commerciali fra i protessori, studiosi, preparatori, dilettanti ed amatori di scienze fisiche naturali, compresa la Caccia, Pesca, Agricoltura, Orticoltura, Giardinaggio; allevamento, acclimatazione e ma- lattie degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale di ogni genere; alpinismo, escursioni, esplorazioni, ecc. Ha apposite rubriche per le Invenzioni e scoperte; per gli Insegnamenti pratici; per i Concorsi; per le Nomine, promozioni, onorificenze, premi; per le Richieste e offerte ecc. ecc. (Vedansi anche più sotto: Avvertenze ecc.) gia diretto dal Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO in Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori sono tutti gli abbonati e principaimente quelli nominati nella copertina della Rivista lialiano di Scienze Naturali. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. l tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano - Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un' unica ammiristrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- 8posizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via B. Peruzzi 28, 6da tutti gli uffici postali italianì ed esteri, în qualunque epoca dell’anno; me decorrono dal principio di ogni anno con dinilto ai fascicoli arretrati. L'abbonamento non disdetto entro il decembrs si ri- tiene come rinnovato» Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoli separati costano cent. 30 perogni 16 pag. di testo, Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quando inviano è manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. l per 12 numeri e LI.. 6 il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bol/ez/in0, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc.; fare offerte e ri- - cerche per cambì di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. Le inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- sare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non ni ha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però peviene accordata la ristampa, pagando un piccolo com- pense, Dallainserzioni gratuite sono per regola esclusì gli scritti che contengono avvzs: di acquisto 0 dr verita, oche possono servire di reelame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati che hanno già pagato lab bonaniento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta s non è espressamente richiesta dall’ abbonato, L° amministrazione s’incarica di rappresentare gliab bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far c0- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corrì- spondenza, e per le vendite od acquisti etfettuati pagara un compenso da combinarsi. La direzione può,in casieccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisagne di dare giustificazioniin proposito, l manoscritti non pub- blicati possono essere ritiratidagli autoriaproprie spese Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fascicolo ne sarà loro, possibilmente, inviata un'altra copia gratis, purchè la richiedano entro l’ annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento, Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale sì pubblicano nel corpo del giornale e costano L 1. per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano L.l ogni? centim. di spazio occu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si f anno speciali facilitazioni. Si annunziano le pubblicazioni ricevute si fa speciale menzione diquelle delle quali ci pervengono due esemplari. Tuttì è pagamenti devono essere anticipati. Chi desidera risposta unisca ì francobolli necessari, o scriva in car- tolina con risposta pagata. Riduzione sui prezzi e premi agli abbonati per il 1906 (Vedasi l’annunzio stampato nella 4.8 pacina) ni Dott. G. ZODDA CONTRIBUTO ALLO STUDIO DEGLI UCCELLI SICILIANI © (Estratto Avicula. Pag. 50 in 8.° - Prezzo L. 1,50) L’ Egregio A. si occupa, per quanto riguarda l'isola di Sicilia, della di- stribuzione geografica e del tenore di vita degli uecelli, nonchè di quanto in- teressa la migrazione. 3 A tali notizie fa precedere alcuni cenni descrittivi per rendere più facile il riconoscimento delle specie a chi volesse occuparsi di siffatte ricerche nelle diverse regioni dell’ isola. L’ Egregio A., pur tenuto conto delle informazioni avute dai più provetti cacciatori e di quelle fornite dai collaboratori dell’ inchiesta ornitologica gover- nativa, già compita, si è sopratutto basato sulle sue proprie osservazioni, che in cinque anni di escursioni ebbe agio di fare sugli uccelli nella libera natura in quasi tutta la provincia di Messina. Nella descrizione delle specie l’ Egregio A. ha riferito quei caratteri spe- cifici che sono indispensabili per il loro facile riconoscimento, trascurando i secondari e procurando di dare diagnosi assai brevi, ma possibilmente esatte. (‘) Per gravi occupazioni sopraggiunte all’ Egregio A. questo lavoro verrà continuato dal distinto naturalista dott. Giuseppe Sturniolo di Messina. a Bari VISSIMDAST CARA IL, IL Sono modelli in carta indurita imitanti al vero tutte le specie di frutta. Ogni esemplare, a scelta, costa L. 0,80 — 5 esemplari si cedono per L. 3,50 franchi di porto. Per commissioni di una certa importanza prezzi da convenirsi. Offerte d'occasione ai collezionisti d'insetti CASSETTE DI NOCE solidissime, con cristallo, del diametro 44 X 33 X_ 6, a chiusura ermetica, aventi il fondo di torba o agave, con scannellature per introdurvi antisettici, privativa della Ditta S. BROGI, vengono spedite al prezzo di L. 5.50 cadauna (invece di L. 6,50). — 12 di esse per L. 60, franche di porto e imballaggio. COLLEZIONI ENTOMOLOGICHE SPECIALI sistemate in apposite scatole con coperchio a vetro. — Sono collezioni di insetti utili e loro relativi prodotti, di insetti produttori di seta, di cera o d'altro, coi relativi derivati e preparati; di insetti interessanti per mimetismo, o per altro carattere. Prezzo — Da L. 12 a L. 15. IRE Anno XXV N, 12 15 Decembre [905 BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Supplemento mensile alla Rivista italiana di Scienze Naturali el al Giornale Ornitologico italiano Abbon. annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all'estero L. 3, Stati della unione postale L. 3,50, altri Stati L. 4, SOMMARIO Morseletto ing. Ferruccio. Sulle specie italiane del genere Gynandrophtalma. Pag. 113. Piscicoltura. Pag. 1}8. — Invenzioni e scoperte. Pag. 120. — Notiziario Pag. 121. — Insegnamenti pratici. Pag. 123. — Notizie di caccia. Pag. 124. — Nomine, pro- mozioni, onorificenze, premi. Pag. 124 — Richieste e offerte. (gratis per gli ab- bonati). Pag. 124. Indice delle materie trattate nell’ annata 1905. Pag. 125-128. La Redazione di questo periodico presenta agli Egregi abbonati e collaboratori 1 migliori auguri per le prossime fauste ricorrenze. F., MORSELETTO SULLE SPECIE. ITALIANE DEL GENERE GSANVA ND ROMPA RIMA (Fam. Chrysomelidae - Trib. - Clytridae) Caratteri generali — Corpo un po’ oblungo, subcilindrico, superiormente liscio e punteggiato, glabro, inferiormente rivestito, di pubescenza più o meno densa. Capo piccolo, depresso; epistoma scanalato; mandibole piuttosto corte; occhi ‘grossi, salienti; antenne piuttosto gracili, in massima non arrivanti alla base del protorace, col secondo articolo quasi conico, terzo variabile più o meno lungo del secondo, gli altri di forma triangolare. Protorace cilindrico, arroton- dato agli angoli posteriori. Scudetto sempre visibile. Elitre non o poco sinuose ai lati, convesse. Anche anteriori coniche; tibie corte più o meno robuste; tarsi col terzo articolo fortemente bilobo. Poche sono le differenze sessuali: la solita fossetta più o meno larga e profonda all’ ultimo anello addominale della femmina: il corpo in questa leg- germente più piccolo, e zampe più deboli. Questo genere è rappresentato da noi da diverse specie non rare, ma pure non abbondanti, tutte di piccola mole, non oltrepassanti i sei millim., aventi una colorazione varia, ma sempre vivace. 114 TAVOLA DICOTOMICA l — Elitre uniformemente colorate 2a VESTE macchiate 5 Raffrayi 2 — Protorace di un bel verde A ni AZZUrro . è Concolor 2° — Protorace di color giallo rossiccio chiaro o rosso pallido . 3 3. — Protorace con una macchia discoidale nera. "i 3° — Protorace senza a nera . 4 4 — Parti boccali nere . È Salicina 4° — Parti boccali di color Solo rossiccio Chino Ò 5 — Corpo inferiormente coperto di fina e densa Dubai argentea RIE So DEI d IRTLIE ETA IO) to Ferulae 5' — Corpo inferiormente a pubescenza poco apparente 6 6 — Gambe completamente giallo pallide È flavicollis 6° — Gambe coi femori anteriori e medì del color dali corpo diversipes 7 — Protorace liscio, solo un po’ punteggiato alla base; elitre di color nero, lisce. RR IR O Ie o AAT aurita 7° — Protorace un po’ punteggiato anche sul disco, elitre di color bleu metallico traente al verde distintamente pun- teogiate CAMIO RAT 3 ) 8 8 — Elitre rain caenaio all Wamia sutursilo xanthaspis 8' — Elitre non carenate. affinis G. concolor Fabr. — Lung. 4-5. Cryptocephalus concolor Fab. (4) II, p. 69, 83. Clytra concolor Fabr. (?). p. 115 - Oliv. (f) VI p. 871. Smaragdina concolor Dej (*) ed. 3, p. 444. Gynandrophtalma concolor Lac. (ORD: 290 Lefevre (°) p. 331 - Bertoli- mi) WE Corpo allungato, subparallelo, completamente di color bleu-acciaio o ver- dastro-metallico, capo piccolo, un po’ attenuato anteriormente ; fronte depressa; epistoma triangolare, un po’ frastagliato; mandibole brevi; antenne contigue agli occhi, di color oscuro, cogli articoli 2-5 testacei. Corsaletto largo alla base quanto le elitre, ad angoli posteriori arrotondati, non salienti, leggermente punteggiato sul disco. Scudetto triangolare, troncato all’ apice. Elitre punteg- giate. Tarsi di color bronzato. Non raro sul salice, nocciolo, e su graminacee in località piuttosto elevate (v, p, to, si, li). G. affinis Rossi — Lung. m[m. 2.5-4. Chrysomela collaris Schrank (8) I p. 151, 41. Crysomela musciformis Goeze. (®) I. p. 319, 22. Cryptocephalus affinis Rossi {!) I. p. 97, 236. Cyaniris affinis Dej (4) p. 444. 115 Gynandrophtalma affinis Lacord. (* p. 303; Lefèvre (°) 340, 148; Berto- lini (7) p. 112. Corpo oblungo, a lati paralleli, poco convesso, di color bluastro, legger- mente pubescente sotto. Capo piano, rugoso, con una leggera impressione fra gli occhi, questi contigui alle antenne; parti boccali di color giallo oro pallido, così le antenne, ma un po’ più oscure verso l’ apice, e lunghe meno della base del protorace. Protorace glabro, rosso-giallo, col disco azzurro-acciaio oscuro, a punteggiatura leggera, base diritta ed angoli posteriori assai arrotondati, non salienti. Scudetto grande, liscio, triangolare, acuto. Elitre di color azzurro intenso a riflessi verdastri, a punteggiatura forte, che va diradandosi verso l'apice. Gambe rosso rame chiaro. Gli esemplari italiani da me visitati hanno la base dei femori e delle tibie di color nero bronzato. La femmina è più grande e più larga, occhi meno salienti, gambe più gra- cili, e fossetta addominale profonda. Vive sulle giovani quercie, sul prugnolo ecc. (t, v, 1, p, to). (*). G. xanthaspis Germar — Lung. 4.5-6 m[m. Clytra xanthaspis Germar. (!) p. 547, 743. Clytra collaris Schneid. (‘) p. 613 note. Cyaniris collaris Dej (*) p. 444. Gynandrophlalma xanthaspis Lac. (*) p. 306 Lefèv. (°) p. 337, 145. Corpo oblungo, subcilindrico, di coler verde bronzato carico, od azzurro, superiormente glabro, sotto coperto di leggera pubescenza grigia. Capo rugoso con una impressione fra gli occhi; antenne oltrepassanti un po’ la base del protorace, di color oscuro, con i primi 4 articoli rossastri. Protorace sinuoso alla base, con gli angoli posteriori arrotondati assai, di color giallo-oro pallido, col disco nero azzurrastro; punteggiatura sparsa. Scudetto grande a triangolo allungato. Elitre sinuose ai lati, di color azzurro carico, fortemente punteggiate, aventi all’ estremità delle linee longitudinali elevate verso la sutura. Gambe alquanto allungate di color giallo pallido, colla base dei femori più o meno verde bronzato. La $ differisce solo per avere gli occhi meno salienti, e la fossetta ad- dominale profonda. (v, to, p.). G. flavicollis Charp..— Lung. 4-4.5. Clytra flavicollis Charp. (!) p. 236. (#) Dopo aver ultimato questo mio modesto ed incompleto lavoro, mi venne mandato in esame, dal Sig. C. Mancini (che sentitamente ringrazio) la sua raccolta di Chrysomelidi, fra cui notai due esemplari di G. affinis Ros. diversi dal tipo, rinvenuti ad Ormea. Infatti questi, oltre al- l'avere la mole fra le minori della specie, e le gambe in parte nero-bronzate, presentano nel mezzo della marginatura rosso-gialla del protorace, una macchia rotonda di color nero-azzurro col con- torno sfumato. Fra i vari es. di G. affinis Ros. che ebbi ad esaminare (circa una ventina), è la prima volta che riscontro questo spiccato carattere, né mi consta sia stato da altri osservato. Però prima di creare ung varietà, mì rivolgo agli studiosi, perchè mi siano cortesi di maggiori schia- rimenti in merito. 116 Cyaniris flavicollis Dej (*) p. 444. Gynandrophtalma flavicollis Lac. (°) p. 302 Leféèvre (*) p. 345, 153. Corpo oblungo, non molto convesso, superiormente glabro, sotto nero az- zurrognolo o bronzato, poco pubescente, Capo dello stesso colore, rugoso, fronte piana; mandibole aranciate o brune; antenne giallo-testacee, un po’ più oscure all’ apice. Protorace rosso-ranciato, lucido, col disco leggermente punteggiato, bisinuato alla base, coi lati posteriori molto arrotondati. Scudetto depresso alla base, a triangolo allungato acuto. Elitre di color verde azzurro carico, molto densamente punteggiate. Gambe completamente di color giallo dorato pallido. La © ha gli occhi meno salienti, gambe più gracili, e fossetta addominale abbastanza profonda (t, l, p, v.). G. diversipes Letzner (") p. 8. Corpo oblungo, poco convesso, di color azzurro-verdastro. Capo rugoso mandibole aranciate, antenne nero-brune con la base giallo-pallida. Elitre di color azzurro. Gambe fulvo-testacee coi quattro femori posteriori del corpo. Questa specie assomiglia moltissimo alla precedente, per grandezza e forma, non ne differisce che per la coloritura del corpo di un azzurro più vivo, e per avere i quattro femori posteriori azzurri. Il Lacordaire (°) la considera come una varietà della flavicollis. Non abbondante sul Polygonum bistorta L. G. ferulae Gené — Lung. mqjm. 3 a 5. Smaragdina ferulae Gené (!) fasc. II p. 42. Corpo molto allungato, a lati paralleli, piano superiormente di color verde- bronzato, glabro, coperto sotto di pubescenza argentea, corta e densa. Capo un po' rugoso, pubescente; bocca giallo pallido, mandibole robuste prominenti nel g7, meno nella J£; antenne brune, con ì primi 4 o 5 articoli gialli. Pro- torace giallo-bruno, sub-cilindrico, ad angoli posteriori arrotondati, liscio. Scu- detto piccolo, liscio triangolare. Elitre di color verde-bronzo, quasi piane, a punteggiatura rugosa, che va attenuandosi verso l’ apice, dove si trovano le traccie di linee elevate verso la sutura. Gambe robuste, allungate, completa- mente di color giallo-oro pallido. La ,© differisce pel capo più piccolo, per le mandibole e le gambe ante- riori che sono più corte, e per l’ impressione addominale profonda. Comune nella Sardegna e Corsica sulle ombrellifere. G. aurita Lin. — Lung. mim. 4.5 a 6.5. Oryptocephalus auritus Fabr. (*) p. 107, 8. Clytra aurita Fabr. (*) p. 113, 19 - Schneider (') p. 193, 14 - Oliv. (°) p. 868, 46. Cyaniris aurita Dej (*) p. 444. Gynandrophtalma aurita Lac. (*) p. 308 - Lefév. (°) p. 338, 146. Corpo oblungo, a lati quasi paralleli, di color azzurro-scurissimo, o nero, glabro, lucido, a leggera pubescenza chiara inferiormente. Capo piano, rugoso; bocca bruna, palpi neri; occhi grossi salienti; antenne lunghe quanto il pro- È È È ; 117 torace, brune coi tre primi articoli fulvi. Protorace di color giallo-rossastro ai lati, col disco azzurro-scuro quasi nero, quasi liscio, con un leggero solco tra- sversale, un po’ convesso, cogli ‘angoli posteriori arrotondati non salienti. Eli- tre a lati sinuosi, di color nero violaceo brillantissime, a punteggiatura fitta, regolare, attenuantesi verso l’ apice. Scudetto liscio a triangolo acuto. Gambe giallo-dorato pallido, coi femori più o meno oscuri. La g ha mole maggiore, piedi più gracili, e l'impressione addominale profonda. Specie non rara su diverse piante, betulla, nocciuolo, salici nei primi mesi estivi. (t, v, l, p, e, ca, li). G. salicina Scop. — Lung. mqjm 4.5-6.5. Clytra cyanea Fabr. (*?) p. 114, 29. Cyaniris cyanea Dej. (*) p. 444. Buprestis salicina Scop. (‘°) p. 65, 199. Gynandrophtalma salicina Lacord. (°) p. 300 - Lefévre (°) p. 349, 157. Corpo piuttosto accorciato, a lati paralleli, di color nero-azzurro, spesso verdastro, inferiormente appena pubescente. Capo bronzato carico, rugoso; fronte larga, con una forte impressione fra gli occhi grossi salienti; antenne robuste, oltrepassanti un po’ la base del protorace, di color bruno coi primi 3-4 articoli rossastri, Protorace glabro, giallo-dorato pallido, cogli angoli posteriori spic- catamente arrotondati, non salienti, lati curvilinei. Scudetto grande triangolare acuto. Elitre nero-bronzate o verdastre, qualche volta violacee verso la sutura un po’ sinuose ai lati, fortemente e regolarmente punteggiate meno verso l’ a- pice, dove si notano le linee elevate verso la sutura come nella G. ferulae Gen., ma meno che nella G. xantaspis Germ. Gambe giallo-dorato pallido, robuste, non molto allungate. La ha statura un po' minore, occhi meno salienti, gambe più delicate, ed impressione addominale profonda. Specie non rara sotto le pietre, la scorza degli alberi, fra l'erba ecc. in tutta Italia. G. Raffrayi Desbr. — Lung. m[m. 4. Cheilotoma Raffrayi Desbroch. (*) p. 130. Gynandrophtalma Raffrayi Lefév. (°) p. 344, 152. Corpo oblungo cilindrico, inferiormente nero-azzurro, a leggera pubescenza grigia. Capo verde-bronzato rugoso, un po’ meno verso la sommità, un po’ convesso, depresso fra gli occhi, e longitudinalmente solcato; epistoma incli- nato; parti boccali ed antenne nero-violacee, queste oltrepassanti la base del protorace ma di poco, col terzo articolo ferruginoso. Protorace di color giallo ferrugineo, a punteggiatura rada, finissima alla base, cogli angoli posteriori assai arrotondati. Scudetto triangolare acuto, a punteggiatura fina e densa. Elitre di un azzurro lucentissimo marginate di rosso-pallido lungo la sutura, 118 i È e bordo esterno con una macchia apicale pure dello stesso colore. Gambe quasi uguali di color nero bronzato. Corsica. Strambino (Ivrea) A mezzo del preg. Boll. del Natur. avevo fatto appello ai Coleotterologi italiani per mettersi in relazione con me per cambi od acquisti di Chrysome- lidi italiani, ma pochi risposero, ed a questi rendo pubbliche grazie: il dott. A. Tellini che mi inviò ad esaminare l’intera sua bella raccolta di Crysomelidi de) Friuli, la gentil Sig.* Prof.* G. Cellesi, che mi offrì rari cambi, ed il Sig. M. Leoni. Rinnovo ora la preghiera, e sarò grato a chi mi vorrà favorire dati sulle abitudini, variazioni, specialmente cromatiche, delle diverse specie di questa vasta ed importante famiglia. BIBLIOGRAFIA (1) Fabricius - Ent. Systematica emendata et aucto - Hafniae 1792-94. (È) id. - Suppl. Entom. syst. Hafniae 1798. (3) Olivier A. G. - Entomologie ou Hist. Natur. des Colèopt. Paris 1789-1808. (‘) Dejean - Catalog. de la Collect. des Colgopt. - III ediz. Paris, 1837. (9) Lacordaire - Mon. des Colgopt. subpentamères de la fam. des Phytophages Paris 1845. (9) Lefévre E. - Mon. des Clytrides (An. de la Soc. Entom. de France 1872). (7) Bertolini dott. St. - Cat. dei Coleotteri d’Italia - Siena 1904. (8) Schrank - Fuessly® s Magaz. d' Entom. (9) Goeze - Entom. Reistr. - Leipzig. 1771-81. (!9) Rossi - Fauna etrusca - Liburni 1795. (1) Germar - Col. sp. nov. - Hallae 1824. (2) Schneider - N. Magaz. d. Entom - Stralsund 1791-94. (!) Toussarht-Charpent. - Horae eutom. - Vratislaviae 1825. (14) Lezner - Ent. arbeit. d. Schlepsische, A, 1839. (45) Gené - Ins. Sard. - (Mun. R. Acc. di Torino An. 39.9). (3) Scopoli - Entom. Carniol. - Vindobonae 1763. (#) Desbrochersdes Loyes - Abeille 1370. (5) Griffini A. - Coleotteri italiani - Hoepli. ('9) Baudi F. - Catalogo dei Col. del Piemonte. (*’) Acloque A. - Faune de France - Col éoptéres. PISCICOLTURA TADE La pesca a Comacchio al 14 novembre avrebbe fruttato 600,000 chilogrammi di anguille; 70,000 di cefali e 120,000 di acquadelle. i Pesci vulcanici. Quando le scosse che precedono le eruzioni vulcaniche nella catena delle Ande hanno smosso tutta la massa dei vulcani, i baratri sotterranei sì aprono e vomitano tufi argillosi, acqua e pesci in grande quantità. Quando la cima del Garguaraijo, montagna alta 6000 m. crullò, le campagne circostanti furono coperte di fango e di pescì, per un raggio di quattro chilometri. Il Cotopaxi, il Tangurahua ed il Sangay vomitano anch' essì dei pesci, talvolta dai crateri che 119 li coronano, talvolta da fessure laterali. Gli Indiani asseriscono che questi pesci discendono ancora vivi per la china del monte e fu più volte osservato da Europei che i pesci che vengono gettati dal Cotupoxi assieme a torrenti d’ acqua dolce e fredda, non sono per nulla sfigurati e che non di- mostrano di aver subìto l’ azione di un forte calore. Questi fenomeni vennero così spiegati dal Girardin, Durante l'intervallo fra due eruzioni consecutive, iutervallo che è sovente più di un secolo, il cratere del vulcano si chiude ed il fondo forma ben tosto un vero piano come avviene anche per il Vesuvio. Con il tempo questo piano si converte in lago, tanto più facilmente, in quanto che i vulcani delle Ande, diversamente di quelli Europei, formano sempre piccole montagne isolate, formano una catena non interrotta, in modo che non solo le acque pluviali si raccolgono nelle profonde cavità dei crateri, ma anche dei bacini lontani possono versarvi il loro contenuto per mezzo di canali sotterranei. Per questi canali arrivano allo stesso tempo dei pesci che si moltiplicano nel nuovo lago. Quando dopo un tempo più o meno lungo, un vulcano ridiventa attivo, il primo risultato del mo- vimento intestino è di sollevare il fondo del cratere e di proiettarlo lontano con tutto quello che porta, cioò l’acqua del lago e gli animali che l’ abitano. Pesci artesiani. Alcuni dei pozzi forati dai soldati francesi nel Sahara algerino si com- portano precisamente come i vulcani di cui abbiamo parlato. Quando zampillò l’ acqua del pozzo di Ain-Tala, profondo 44 metri, il capitano Zielcel vide dei piccoli pesci che si dibattevano nella sabbia rigettata dall’ orifizio del pozzo. Garlo Martin dice di averne visti egli stesso nel canale di scolo d' alcuni pozzi ed in qualche fontana artesiana naturale. I più grandi di questi pesci, così singolarmente pescati, non sorpassano i 4 centimetri di lunghezza. Sono dei malacotterigii e rassomigliano alle nostre alborelle. Il maschio si distingue dalla femmina per avere delle striscie trasversali : così qualche autore ne ha fatto una specie speciale. Seb- bene questi piccoli pesci passino la loro vita nell'oscurità, ì loro occhi sono benissimo conformati. Il fenomeno osservato nel Sahara non è senza precedenti; il signor Ayme, governatore delle oasi di Tebe e di Garbes in Egitto, scriveva nel 1849 ai signori Degousèe e Carlo Laurent che un dozzo artesiano profondo 105 metri, che egli aveva pulito, gli forniva per la sua tavola dei pesci provenienti probabilmente dal Nilo ed infatti la sabbia estratta da questo pozzo era identica a quella del fiume. Un Pesce nemico del bestiame. Il signor A. Miranda comunica al Journal d’ agricolture tropicale di Vilbonchevitch una interessante osservazione sopra un pesce del Basso-Amazzone. Questo pesce è diventato un vero flagello per gli allevatori di bestiame. La cosa può parere sor- prendente, avendo il pesce ed il bestiame abitudini differenti; eppure è così. Il pesce in que- stione è conosciuto nella regione del Basso-Amazzone sotto il nome di Piranha, è lungo una ven- tina di centimetri, ha il dorso bianco e il ventre rosso. Ma ciò che lo caratterizza meglio è l’in- sieme dei suoi gusti carnivori e voraci, i quali lo spingono ad estremi inattesì e fatali. Sparso in tutta l’ America tropicale, vive in bande nelle sponde dei fiumi, e quando i fiumi straripano, nella stagione delle pioggie, in gennaio, rimonta esso pure colla marea fino alle praterie, ai campos. Qui appunto entrano in scena le mucche, cioè entrano nel fiume pur rimanendo nelle loro praterie. Poichè durante la stagione delle pioggie, dal gennaio al luglio o all’agosto, le mucche passano tutto il giorno nei prati, nutrendosi di ciò che sorpassa la superficie delle acque, i piranha se ne stanno comodamente sott' acqua, divorando tutto quanto la prateria sommersa può loro ofirire di preda. Non possono divorare le mucche tutte intere, s' intende, ma le attaccano minutamente nelle parti più seosibili. In una sola fazenda dell’isola di Marajo, più di 400 mucche e giovenche soccombettero alle ferite ricevute dai piranha che avevano loro divorate parzialmente le mammelle, mentr’ esse pascolavano l'erba nel campo sommerso. Il prranha nou teme nulla: si attacca al caimane, il coc- codrillo delle Indie, come alla vacca e quando il caimane è ferito, il garazha stesso lo finisce e poi 120 lo seppellisce. Questo carnefice è pure un assassino. Ogni. cadavere è infatti per sua cura ridotto alle condizioni di scheletro nel più breve tempo possibile, cadaveri di buoi, di cavalli, di caimapi, di uomini hanno la stessa sorte. Il piranha facendo in tal modo purifica le acque, ne allontana una causa importante di polluzione. Ciò è un beneficio, ma non basta per far considerare il piranha o« pesce delle forbici » come un filantropo. Il male che causa fa dimenticare i benefici che rende. E così gli danno una caccia accanita per salvare il bestiame. Del resto è un pesce commestibile e lo si pesca all’amo. Ma i suoì denti infernali necessitano di reti montate su fil di ferro o di rame; e gli uominì prudenti sì guardano bene dal pescare coi piedi nell’ acqua: Il piranha morde benis- simo anche attraverso il cuoio della calzatura, e la sua morsicatura dolorosissima si avvelena fa- cilmente. ciò che può essere dovuto tanto alle condizioni ambienti quanto al dente di questo ne- mico della società per il quale « morte alle mucche » costituisce un completo programma d'azione. __——T—__- INNENZIONETSESSGO PET Nuovo prodotto impermeabile. Si è da poco inventato e patentato in [spagna un pro- dotto che possiede pregi inapprezzabili per un gran numero di applicazioni industriali. Questo prodotto è impermeabile, incombustibile, isolante e inattaccabile dagli acidì: può ser- vire per la fabbricazione dei cappotti e tende da vetture, per formare tramezzi nelle abitazioni perchè conservino la frescura nell'estate e il calore nell'inverno ; può servire egualmente per costruire barche, barchette ed altre imbarcazioni leggiere e durature. Nel campo dell'elettricità ha numerose applicazioni come materia isolante: per la sua resistenza agli acidi serve per fabbricare scatole da accumulatori, escorritori o idroestrattori per prodotti acidi, tubi e conduzioni per acidi, e per molti altri scopi che sarebbe impossibile enumerare. Il nuovo prodotto si ottiene nel modo seguente: Si prende dell’ amianto previamente scaldato al rosso vivo, il quale si introduce in un apparato mescolatore aggiungendo subito protossido di piombo, biossido di manganese ed altri ossidanti in quantità determinate. Aggiuntovi pure olio di linseme si procede subito ad effettuare la mi- scela. L'olio di linseme si ossida dopo un certo tempo e forma con l'amianto una pasta. Questa si lascia raffreddare e continuando la ossidazione dell’ olio di linseme, il prodotto acquista ogni volta più consistenza e. durezza. Allora si introduce nuovamente nel mescolatore e si aggiunge una certa quantità di alcool od eter, o una miscela dei due, dopo dì ciò si lavora la pasta secondo le ap- plicazioni che deve avere. Il prodotto così ottenuto può introdursi a pressione o laminato nella tela metallica che, pre- parata in questo modo, trova numerose applicazioni in molti rami dell'industria. Per conservare i morti. Leggiamo nel Dayl- Mazl « Un italiano, Carlo Vercelloni, di Lecco, dopo continue esperienze di quindici anni, ha scoperto un metodo semplice per mummificare i ca- daveri, sul tipo di quello degli antichi Egizi. Non è necessaria nessuna fasciatura, nè il corpo viene comunque manomesso dopo la morte. Esso è semplicemente deposto in un cofano speciale, consistente in una cassa di zinco perforato collocata nell’interno di un ordinario cofano di legno, in modo che tra la cassa ed il cofano resti un po' di spazio libero. In questo spazio si colloca una mistura di speciali polveri e dopo un anno i tessuti del corpo sono induriti e conservati. Ee- cezione fatta di un leggero inbrunimento della pelle, i lineamenti rimangono inalterati, come pure la forma delle guancie ». Siamo lieti di constatare come anche la stampa estera si occupi della geniale invenzione del- l’ egregio abbonato a questo periodico, sigoor rag. Vercelloni, al quale presentiamo le nostre vive congratulazioni. MO______---_-_--% re 121 NOTIZIARIO Per un manuale d’'agricoltura. Il Consiglio provinciale di Milano ha istituito un premio di L. 600 per la compilazione di un piccolo manuale elementare pratico per l'insegnamento e la diffusione delle buone norme agrarie. i Un vitello mostruoso. Il giorno 13 Novembre una vacca, nella fattoria Saval, presso Ve- rona, di proprietà del Sig. Lorenzo Salvi, ha partorito un vitello, maschio, a termine, perfettamente sviluppato, il quale presenta due teste, ambedue perfettamente conformate, di uguale grandezza, uni- ta ciascuna ad un proprio collo; dopo breve decorso i due colli si riuniscono in uno solo. I due crani si articolano a due vertebre atlante, le quali fanno capo ad un epistrofeo di forma speciale, fornito di superfici articolari per ambidue gli atlanti. Dai due encefali partono due midolli, che dopo la seconda vertebra si fondono in un unico mi- dollo spinale. Una condizione anatomica, che avrebbe impedito la vita di questo vitello dicefalo, quand’an- che le manovre del difficile parto non fossero state la causa prima della sua morte, si è che ciascun collo ha un unico canale, il quale è dato dalla fusione avvenuta durante lo sviluppo della trachea e dell'esofago; della parete di questi canali una parte, l'anteriore, è costituita di semi anelli car- tilaginei, l’altra posteriore di semplice tunica muscolare, quella dell’ esofago. Nel punto di convergenza due canali, danno luogo ad una trachea e ad un esofago di confor- mazione normale. Il cuore è unico, al pari di tutti gli altri visceri. L’interessante e raro esemplare venne dal Sig. Salvi regalato alla collezione zoologica dei dott. Enrico e Gio. Batta Cartolari di Verona. Concorso a premio di L. 200 per un lavoro sulla « Produzione, conservazione, com- mercio ed esportazione delle uova ». Il Giornale degli allevatori, il diffuso ed utile periodico di avicoltura, coniglicoltura e d' al- levamento che si pubblica a Catania, nel lodevole intento di contribuire allo sviluppo della pol- licoltura, che rappresenta un ramo tanto importante dell'economia agricola nazionale, ha indetto un Concorso col premio di Lire 200. pel miglior lavoro sulla Produzione, conservazione, commercio ed esportazione delle uova. Tale lavoro dovrà esporre in forma semplice le norme pratiche e razionali per la scelta e l'allevamento della gallina da prodotto ; i diversi sistemi di conservazione, d'imballaggio e di spedizione delle uova; indicare le Piazze e le Ditte italiane ed estere che si occupano dell’ espor- tazione e dell’importazione di tale prodotto; il meccanismo delle Cooperative per la raccolta e spedizione delle uova come quelle che esistono in Danimarca ed a Brescia; e tutte quelle altre notizie che possono interessare chi vuole dedicarsi alla produzione ed al commercio in grande di tale genere di prima necessità. Il termine utile per la presentazione dei lavori scade col 31 marzo p. v. Il lavoro premiato verrà pubblicato sul giornale. Chi ha interesse richieda il programma più dettagliato alla Direzione del Grornale degli Al- levatori in Catania. Una nuova specie di cuscuta. L' egregio prof. Cugini, Direttore della R. Stazione Agra- ria di Modena, richiama l’ attenzione degli agricoltori su una nuova specie di cuscuta ; la Cuscuta arvensis, la quale è molto più temibile della cuscuta comune, per il fatto che i semi di essa sono grossi quanto quelli di trifoglio, onde è impossibile separarneli anche usando vagli o veli a maglie un po' maggiori di un millimetro; giacchè non passano attraverso ad essi che i semi più piccoli (di trifoglio o di cuscuta) i quali probabilmente, appunto perchè più piccoli e mal nutriti, sono incapaci di germinare; mentre la maggior quantità di semi, e precisamente i più perfetti, restano sul vaglio e vengono quindi seminati. Tale specie è indigena dell’ America, ma dal Cugini fu pure riscontrata da noi in varì cam- pionì di trifoglio pratense. i 122 Per ciò che riguarda la difesa del prof. Cugini afferma sopratutto la necessità che glì agri- coltori non traseurino di far esaminare i campioni e specie se acquistano grosse partite di trifoglio domandino in modo esplicito che sia fatta la ricerca della Cuscuta arvensis e rifiutino la semente qualora ne sia dichiarata infetta. La visibilità dei sottomarini. La febbrile attività colla quale sì cerca dì far progredire la fabbricazione dei sottomarini e la grande parte che essi avrebbero avuto nell’ ultima battaglia navale, facendone volger le sorti a favore dei Giapponesi, rendono interessanti, e, come suol dirsi, d'attualità, alcune considerazioni del Coustet sulla visibilità di questi moderni strumenti cessità di mantenere un tubo, il periscopio, fuori dell’acqua, che per mezzo di un sistema ottico fa vedere la superficie circostante del mare al pilota. D' altra parte l'acqua del mare ha spesso una tale trasparenza da far scorgere il fondo marino, alle Antille ad esempio, sino alla profondità di circa 145 metri. È anche noto che guardando il mare dall'alto, le sue acque assumono una singolare traspa- renza; in pallone tale fenomeno riesce quasì sorprendente. Si comprende che i palloni frenatì pos- sono servire:così da ottime vedette, come risultò infatti durante alcune esperienze eseguite nella rada di Tolone nel 1882, così un aerostato sarà di valido aiuto, oltre le reti, i blindaggi ed i proiettori elettrici, per difendere una corazzata dai suoi invisibili e pericolosi assalitori. Durante la notte e le nebbie questa visibilità del mare non è più possibile e in tal caso si potrebbe ricorrere con vantaggio alla nettezza colla quale i suoni trasmettonsi in seno alle acque; fenomeno che i palombari conoscono per prova, udendo essi perfettamente le voci della riva. Un semplice tubo, ripiegato ed allargato ad una estremità e chiuso da una membrana, dà modo di far percepire a chi tiene l’altro estremo all’ orecchio, rumori lontanissimi. Basti il dire che si poterono trasmettere segnali alla distanza di 80 chilometri. Combinando due o più di questi corni acustici, si riesce colla pratica a determinare anche il punto d' origine del rumore prodotto dalle eliche di un battello. Un terribile combattimento di leoni avvenne il 12 corrente, a Belfast nel serraglio di Bostok. Parecchi ‘leoni erano riuniti nella gran gabbia centrale. Due di questi, di magnifico aspetto, a-lulti, si precipitarono improvvisamente contro il leone Duck, il più grande dei leoni che siano presentemente nei serragli. Il fracasso dei violenti colpi contro i ferri della gabbia, attirò l’ attenzione del personale che accorse armato di stanghe roventi e di pungoli. Per venti minuti, nonostante l’ intromissione dì tutta questa gente, durò accanita la lotta; finchè un colpo terribile di zampa e una terribile morsicatura mise fuori combattimento uno degli avversari di Duck, il quale allora si slanciò contro l° altro leone e lo uccise. Una folla enorme si radunò sulla piazza dov’ era il serraglio, attratta dai formidabili ruggiti. Alcuni poterono assistere alla emozionante lotta. La produzione della luce nelle profondità dell'oceano. Noi siamo abituati a consì- derare le profondità dell’oceano, come immensi deserti avvolti in tenebre perpetue ed in un si- Jenzio profondo di morte. Eppure le scoperte che ogni giorno si van facendo nel campo della oceano- grafia, modificano sensibilmente le nostre cognizioni al riguardo: e la rivelazione della vita ocea- nica, ne fa comprendere misteri curiosi e strani che difficilmente la fantasia avrebbe supposto. Di recente nel: Bulletin du Musée Océanographique de Monaco (Museo che la passione per lo studio dell' Oceano dimostrata dal principe Alberto, ha reso il primo, anzi 1° unico del mondo), ha dato delle curiosissime notizie su alcuni molluschi generatori di luce che vivono nelle profon- dità marine. Si tratta di grossi polipi pescati a 600 e 800 metri, ed anche in abissi maggiori, e che per la forma ricordano abbastanza i nostri comuni polipi. Questi animali hanno dì abitudine grossi occhi : sporgenti, che contribuiscono ad imprimere loro un aspetto ripugnante e spaventoso. Ma nella pro- fondità del mare questi grossi occhi diveutavano inutili, ed era logico pensare che essi fossero andati atrofizzandosi col tempo: non diversamente di quanto è accaduto a taluni rettili che vivono 123 —__________—__m—_—_—t—_t.———_—.—_——m—m—_—m—m—_m———m€€m——_————_ ect in caverne oscure, e che degli occhi non han più ragione di servirsi, o di quanto si è verificato per la talpa, i cui occhi sono atrofici, appunto perchè poco se ne serve nelle gallerie sotterranee. In questi polipi invece gli occhi erano rimasti enormi e perfettamente sviluppati: anzi presen- tavano una curiosa disposizione anatomica che ancora più li complicava. Orbene, osservando questi animali sì vide che nella parte centrale dei loro occhi si trova tutto uno speciale congegno, pro- duttore di luce, munito di enormi riflettori. Nella notte eterna questi esseri vagano illuminando il cammino con una Juce biancastra, che a volontà del mollusco può farsi rossa. I fasci luminosi sono veramente notevoli per intensità, e pare che i mutamenti di colore co- stituiscano dei segnali di riconoscimento Si potrebbe quasi dire che questi apparecchi Juminosi, che per la loro struttura ricordano assai bene i fanali di un’ automobile, sono come la bandiera nazionale delle varie tribù di polipi luminosi, i quali illuminano le eterne notti oceaniche, È meravigliosa la rapidità colla quale questi animali mutano la tinta della loro luce (la quale non ha a che vedere coi fenomeni ben noti di fosforescenza marina). In genere si hanno due luci, bianca e rossa: però presso le Canarie si è visto. una notte uno di questi enormi cefalopodi venire a galla emettendo una vivissima luce azzurro-verdastra dalla parte ventrale. Oggidì, del resto, l'anatomia ha rivelato tutta l' intima struttura di questi apparecchi genera- tori di luce: e le nuove conoscenze fan pensare, con desiderio di viva curiosità, a tutti i misteri che gli abissi marini devono rinchiudere. INSEGNAMENTI PRATICI Botti invase dalla muffa. Quando la botte mostra qua e là, più o meno estese placche di muffe, sì consiglia di mettere in opera il metodo Carpenè. Si comincia col ripulire accurata- mente la botte guasta, asportando tutto il tartaro feccioso, che aderisce ai fondi e alle doghe. Asciugata per bene la botte, vi si introduce un recipiente di vetro, sospeso con fili di ferro e con- tenente ritagli di rame bagnati con acido nitrico concentrato (100 grammi di rame e 200 grammi dì acido nitrico); si ha subito sviluppo di vapori di colore rosso bruno, di odore poco gradito; si chiude ermeticamente la botte e la si lascia così per dieci o dodici ore. Ì vapori distruggono po- tentemente non solo le muffe che sì trovano alla superficie; ma insinuandosi nei pori del legno, esercitano la loro azione anche nell'interno del legno stesso, dove le muffe possono essere pene- trate. La botte va poi lavata con acqua di calce o liscivia e poscia con acqua semplice. Perchè l'operazione riesca bene, bisogna che la botte sia perfeltamente asciutta e priva di tartaro. Rosolio di vainiglia. Ecco le dosi degli ingredienti per comporre questo ottimo rosolio: Vainiglia in pezzi gr. 15, alcool a 90? litri 4, acqua litri 1. Si fa macerare per $ giorni, indi si filtra e si aggiungono ky. 2 di zucchero e altri litri 4 di acqua per portare il rosolio a gradi 360-40° circa. Il permanganato nelle morsicature di serpente, tetano, ecc. The Vet. Recor., 1905. — Nella riunione della Società medica di Leicester, Sezione Medicina dei Tropici, Roger comunicò due casi di morsicature di serpenti guariti con l’ applicazione di permanganato di po- tassio, raccomandandone l’ uso. Egli consiglia le applicazioni topiche di permanganato: sulle ferite prodotte dallo scorpione; come preventivo dell’ infezione tetanica prodotte dalle ferite contaminate; nelle ferite inflitte dagli animali selvaggi, come il leopardo, e nelle ferite prodotte dagli animali arrabbiati o suppostì tali. Roger suggerisce d’introdurre nelle soluzioni di continuità, dilatate col bisturì, alcuni cristalli o la soluzione concentrata di permanganato di potassio. Dolce di crisantemi. Ecco la ricetta di un dolce che le signore americane hanno messo in uso. Si tratta di un dolce fipreale di stagione. Si prende un crisantemo fresco, si lava accuratamente, se ne staccano i petali e questi sì mettono in una miscela d’ uovo battuto e di farina; dopo qualche minuto i petali debbono essere gettati in un recipiente ove sia dell'olio bollente ; indi si levano e si mettono sopra una carta assorbente, e finalmente si inzuccherano. 124 Quando l'operazione sia stata eseguita con molta delicatezza, il dolce conserverà i colori del crisantemo ed anche un po’ la forma del bel fiore. Per assorbire la polvere prodotta dalle macine. Collocare i recipienti d’ acqua sotto le macine in maniera che la superficie dell’acqua sia maggiore, il più possibile, dalla parte bassa delle medesime. Si è osservato che, dopo pochi minuti, una polvere, molto fina, nuota sopra l’acqua dei recipienti; e che nel locale esiste meno polvere che impiegando gli altri aspiratori ordinari. Altro mezzo consiste nell’ aspirare la polvere abbasso e mandarla in una botte che contenga acqua. __—_—_—_—__——t8kkktk>@>@àgoO_‘_ _0_0_Ò0ÒoOoaOaOaOaOapaàaÀaeamlktkt______—_ L'abbonamento è sempre anticipato RIDUZIONE SUI PREZZI D' ABBONAMENTO PER IL 1908 e premi ai nuovi abbonati Ai nuovi associati e a tutti coloro che rinnoveranno l'abbonamento 1906 entro l’ annata corrente spediremo i seguenti periodici: . Rivista Italiana di Scienze naturali e Bollettino del Naturalista, oppure il Giornale ornitologico italiano AVICULA e Bollettino del Naturalista per sole L. 5, invece di L. 7 (Estero L. 6) - tutti e 3 i periodici per sole L. 8, invece di L. 11 (Estero L. 9). Oltre a ciò, dietro domanda, unita all’ invio della quota d’ abbonamento, spediremo a scelta uno dei sottoindicati premi: 1.2 Un opuscolo (a nostra scelta) relativo alle Scienze naturali. Indicare se si desidera dì sog- getto relativo alla Zoologia, o alla Botanica, o all'Agricoltura o aila Mineralogia e Geologia. 2° Ciuque specie (a nostra scela) di minerali, o di rocce in piccoli esemplari, o di conchiglie, o di fossili, o di piante secche, o di insetti. 3.° Una pelle di uccello mosca o di altro uccelletto esotico. 3 4.° Oppure previa richiesta verrà fatta pubblicazione gratuita di avvisi di complessivi 10 versi in colonna; per 6 volte della medesima o di diverse domande ed offerte di cambi. A richiesta spediremo anche il catalogo di molti scritti relativi alle scienze naturali i quali cediamo a meta di prezzo. Offriamo inoltre indistintamente, a tutti coloro che pagano l'abbonamento 1906 entro l’annata 1905, le seguenti pubblicazioni a prezzi ridotti e franche di porto: Gli uccelli insettivori non sono utili al- l’ Agricoltura del doit. Achille Griffini. Pag. 83 in-8.9, con 24 figure. i. d per L. 3. Vade-mecum ornitologico. Calendario tascabile e Notiziario per l'escursioni- sta ornitologo, di G. Vallon. Pag. 275 in 16. Li. 2,90) per I 2! j Dall’ opera La « Specola ornitica » di Helgoland del Gàtke, per G. Vallon Pag. 54 in-8. Prezzo L. 150 per L. 1.00... Gli uccelli nidiacei - Allevamento - Edu- cazione - Malattie - Cure di Ronna E. Pag. 53 in-8 L. 1,50 per L. 1,00. Glossario entomologico, corredato del re- gistro Lautino-Italiano delle voci citate, redatto da Luigi Fuilla Tedaldi. Pag. 186, formato 8.0 grande (con Il tavole) L. 5 per L. 3.50. Avifauna Calabra. Elenco delle specie di uccelli sedentarie e di passaggio in Calabria, di Lucifero Armando. Vol. di pag. 79 in-S. L. 4,00 per L 2,50. Catalogo dei Coleotteri d’Italia, com- pilato dal dott. Stefano Bertolini. Pag. 144 in 16.9 Prezz6 L. 3 per L. 2. Manuel du Lepidopteriste par G. Panis. Catalozo delle specie, caccia, preparazione, clas- Sificazione, maniera di allevarli ece. 320 pag. con figure L. 3,70 per L 3,00. Conseils aux amateurs pour faire une collection de paptilons. Classification, pre- paration et conservation. Par. M. Beleze. Con 32 fig. L. 0,80 per L. 0,50. 7 Viaggio in Oriente pel cav. dott. F. Tassi Pag. 130 L. 1 per L. 0,40. I funghi mangerecci e velenosi, deseri- zione, modo di cucinarli e conservarli. Con 23 tav. colorate, per C. Rossi. Pag. 140 L..1, 50 per L. 0,80. Avifauna del prof. Gasparini con. la dia- guosi di tutte le specie degli uccelli italiani. 296 pag. in 8. L. 5 per L. 2,90. Le funzioni della vita; Preliminari. La Riproduzione, del prof. E. Paratore. Pag. 29, formato in 8.° grande, L. 2,00 per L. 1,00. La Geologia agricola e le rocce della provincia di Roma e di Perugia per il dott. G. De Angelis d’ Ossat I° Parte). Pag. 27 in-8. L. 1,50 per L, 1,90. Quadri cristallografici per le scuole se- condarie del prof. E. Paratore. 12 pag. L. 1 per L 0,40. Elenco dei Lepidotteri propri soltanto all’ Italia, di Perlini Renato. Pag. 22, formato 8.° erande. L. 2 per L. l. Analisi istologica delle droghe medici- nali, del prof. Emanuele Paratore. Paz. 14 in-8 I. l per L. 0,50, Monografia dei Colombi. Vade-mecum. del dott. Luigi Raggi. Pag. 14 in-8. grande L. 1,90-per L. 0, S0. Migrazioni e Faune pel sac. prof. Cesaze Gaffuri. Pag. 255 in 8. L. 2,50 per L. 1,80. Contributo allo studio dei nomi volgari delle piante in Romagna di /taggi Luigi. Pag. 57 in-8. Prezzo L. 2 per L. 1,50. Sull’incrociamento dei venti costanti, del prof. Longo Andrea. Pag. L4 in-8. L. 1 per L. 0,50. Raccolta, preparazione e conserva- zione in erbario delle piante raccolte. Vade-mecum del dott. L. Raggi. Pag. 7 in-8 L. 1 per L. 0,50. L’ Aringa e la sua pesca del dott. Raggi Luigi. Pag. 13 in-8.° L. 1,50 per L. 0,80. dia | \ (le) nm 109 mu xa d [e ©) (Sp) “H (cè) O | es | U) CO |