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SESOSTRI
RE' DI EGITTO
BRAMA
Da rapprefentarfi nel Regio Diical Teatro di Milano l'anno 17 16.
CONSACRATO ALL' ALTEZZA SERENISSIMA DEL SIGNOR
PRINCIPE EUGENIO
DI S A V O J A, E PIEMONTE,
Marchefe di Saluzzo , Configliele di Stat*^ Prefidente del Supremo Configlio Aulico di Guerra, Luogotenente Generale del Sacro Romano Lnpero , Marefciallo di Cam- po , Colonnello d'un Reggimento de Dragoni, Cavaliere dell' {nfigne Ordine del Tofoi^e d'Oio , Governatore, e Capitano Generale dello Stato d» Milano.
In Milano , nella R. D. C , per Marc' Antonie) Pandolfo Malatefta Stampatore Reg Cam. Con li^$nza de Superiori .
L gran van- taggio, che_, fi n'ora hanno goduto quef- Dramati-
che rapprefentazioni con l'alta Patrocìniodeir A. V. Serenifs. ci fà cuore di por a % co»
con ficiirezza folto il fuo clementiffimo ciglio anco il Drama preferite , perche anch'elfo pofla godere con gli altri così bella fortu- na j Tanto ci promette il benigno , e generofo com- patimento, con che l'A. V. lì è compiaciuta degnare le noftre povere olferte_, ; Onde noi con quella fpe- ranza avvalorata dalP ef- perienza ci aflìcuriamo della continuazione della fomma fua beneficenza , e ci facciamo l'ardire dì fug- geilare la npftra Condotta
con
con quef diftinto Càratfe- re , che a' piedi di queftc? foglio er fà efferc" immor-^ talmente Dell' A. V.
Milkno W i^.Felivard i
(jteilìfe Dì^ótifà ÓÌIequiofiÉf. Servitoli itefartò Banfi Paoh Coav€rj!<f
/
ARGOMENTO,
'Anno del Mondo Aprio Rè dì Egitto fu uccifo in una follevazio- ne da Amajì fuo primo Mimftro in- ''eme con cinque figliuoli . Sefoftri che di quefli era il minore , fu far* tunatamente falvato da Fanete fuo fidatiff.mo infteme con la fpada del Rè fuo Padre , e nafco^ fi amente allevato lontano dalla Reggia , e da Menfi ^ fcnza che fatto poi adulto fap effe egli medefimo laJuaReal condizione. Regnò lungo tempo Kmafi temuto , ma non amato da popoli^ e procurò tutti i mezzi per avere in moglie la Regina Nitocri ^ rimafia vedova dWprio\ ma fiejfun arte giovai li \ nè di Infinga , nè di minaC" eia , per ottenerne le nozze , a riguardo dell* odio , eh' e fi a a\eva giufiamente contro di lu'p Conceputo .
Innanzìche quefii avejfe occupata la tiranni-' de ^aveva data promeffa aduna ce^ta Ladice^ nobile Egiziana ma non di Menfi^e con tale fperanxa 7ic aveva ottenuto un figliuolo ^ per nome Ofirìde , poco prima della fua ribellione . Giunto a regnar sii l'Egitto fcriffe a Ladice , che non dovejfe portarfi in Menfi^ che anzi più fe ne allontanajfe educando il figliuolo ^ non pò- tendo egli per altro ferbarle la fua proyneffa y mentre la necefiìtà della fua preferite fortuna l'obbligava a penfar a ìiitócri ,• ed a non curar ^iù di lei . Dopo il giro dt -'moki anni venne a
morte
niorte L4dice\e ìnnaniì di tTiorire fcrìjfe uné ittterd ad Amafi ^ pnEandolÒ che almeno avejfff' a cuore il figliuolo Opride , il quale fù da lei confidato ad un' tal Canopo Ajo del fanciullo ^ e notiamo af tirànn(f\y€onfegnandoli in oltrc^ f anellò' matrimoniale datole da qUefto in fede di fua promejfa . Di tutto ciò fìt avvifato Fanete ,> che teneva [pie fidelijjìme di quanto pajfava e fatto venire lo fconofciuto Sefoftri in una fuet^ caja di Filla prejfì di' Menfi\ lo perfuafe acf appettar e' in un certo fito' il figliuolo d'hmafif € ad ucciderlo infame con Canopo\^c he lafciat^' per morto ^fopravvijfe alle fue ferite , ed ebbe' campo di prefentarfi ad hmafiy e di [coprire r incanno . Intanto Sefofiri tolfe al morto Ofir i^' de lancilo y e la lettera di Cadice ^ e col configlio" dì Fanete fi prefentò al tiranno , e gli fe cre- dere d'ejfer\ Ofiride fuo figliuolo , e col teftimo' nìo della fpad4 d'i Kprio\ d'aver uccifo Sefo' firi . Nel fuo brieve foggiornó preffo Fanete^- innamerojji di Krtenicefgliuola di lui ^ e cbe ancor bambina era fiata deftinata fua fpofa\ ^uefla vicendevolmente innamorò dì ejfo ; i» tempù cie anche il tiranno fianco ddlle rìpulfc di Nitocri f rivolfe ad Artenice il fuo^ affetto^- 0?fde poi viofentement'e trattala nella Reggia y penfava di farla moglie .y e Regina . Il rima- neme s'intende dalla teffftura' dei Brama ^ il cui fiórìco argomento e pfefo da Erodotto nel Iib.2. A fio che è ver ìfimile y ed' invenzione ^fommi' }tifirò qjiolcbe parte d'Idea: un moderno Tragico^ Fra?^efe ^ cioè il Signor deh Grànge nella fuei Tr4gs(tta imitolata Amali Rè di ^itto .
A CHI
A CHI LEGGE
L'AppIaufo uaiverfale , cne fi è havuto per la Mufica della prima^ Opera del Tira mio Eroe attendilo molto più in que- iìa feconda del Sefoltri , dove il Sìg. Antonio Bononcini Modo- nefe Autore dell' una^e dell'altra^ ha fatto meraviglie per dilettarti.
Gr Intermedi! fono rappre- fentati dalla Signora Antonia^ Maccari 5 e dal Sig. Gio. Battifta Cavana.
Nella Pittura delle Scene vi troverai qualche sforzo più del
folito
folito nella vaghezza f e neir invenzione.
Lofleflfb medemamente nel* la bizzaria degli Abiti .
Li difetti, che ponno cadere nella rapprefentazione fi rimet- * tono al tuo difcreta compatì-' mento.
Le parole Fato, DeftinO) N'u^ mi&c ricevile^come fcherzi di Poefia y e non fenti menti da Cat- tolico, che tale fi profeffa l' Auto* re, e vivi felice
SCENE*
NELL' ATTO PRIMO.
I. Campagna deliziofa sù le ri ve del Nilo •
Palazzo Su burba DO di JFanetc, e ve- duta di Meniì in lafitano.
II. Gabinetti Reali. Ili Galleria didolio
l^ELL' ATTO SECONDO.
iV. Stanze diKitocri.
y . Atrio, che introduce a' Già rdini R.eali«
KELU ATTO TERZO.
VI. Sala Reale.
VII. Parte di Tempio con Trono , e- Si- mulacro dell'Odio .
VIIL Tempio ? utto aperto, ed illuminata con TAra ai Amore,* rdlmcnco.
CORO Bì Guardie , e Soldati .
ATxa
ATTORI.
SESOSTRI figliuolo di Aprio già Rèdi Egitto, amante di Artenice, e creduto Ofiride figliuolo natura- le di Amafi .
AMASI tiranno, uccifore di Aprio, ed amante di Artenice .
ARTENIGE figliuola di Fanete, amante di Sefoftri.
NI TOC RI Regina Vedova di Aprio.
FANETE uno de* principali Satra- pi del Regno, padre di Artenice, confidente in apparenza di Amafi, ma fuo nemico.
ORGONTE Capitano delle Guarr die Reali, confidente ancor' egfi diAmafi,ma collegato con Fanete.
CANOPO- ajo di Oiinde figlio. di Amafi. '
La Scena fi rapprefenta in Menfi Reggia dell' Egitto , e ne' fuoi Contorni .
ATTO
{
ATTO
P R I M
SCENA PRIMA.
I Campagna deliiiofa su le rive del Nilo. Palazzo Suburbano di Fancte , e veduta di Menfi in lontano.
Fanete , e Sefoftrì con fpada nuda tu manù . -
Fan. "p^Egnodi té fù il colpo .
JL/ Oiìnde iVenadijil figlio indegna s
Che ad Ama fi infedel già die Ladice .
Era l'altro, che cadde ,
Canopo , il Tuo cu (lode . Sef. Ambo innocenti t
A Fan.
z T T O
ì^an W figlio d un tiranno é Tempre reo . Da la madre già eftinta al padre inìquo Egli*ve|iia. Seco portava un capo Al Diadema d'Egitto, in onta , in danno Del legittimo Erede.
Sef. E dov' é quefti , Aprio fvenato , e i %lj ?
Fan Dove? InSefoUri.
Sef. Ei vive?
Fan. A che rofpefo ?
Sef. Q utgli , cui desinata ancor bambina
Crebbe la tua Artenice ? Fan. Quegli / Intendo il fuoiduol . ^ Sef. ( Sono infelice )
Pan. Or fappi qiial tù fia . Leggi , Signore^ Tutti in quell'atto umìl gli arcani mìei ^ jr^/ Che fia?
Fan. Vive Sefoftri i e quel tù Tei . Té fol da l'empia Itrage a té mal noto Salvai per vendicarla . Oltra l'Eufrate Ti nodriro ì miei fidi . 0,\ a. la Reggìa Ti chiamò la mia re . Quicila é la fpada , Cb* Aorio flringea morendo. In mano al figlio Quella vendichi 'I padre lo reco fono , e faran teco i miei .
Sef. Tù , che amico al fellone . . • .
Fan. Giova , che il traditor di me fi fidi . Tal' ei cadrà . N nò giàdifpofli i mezzi • Quel foglio di Ladice , e quella gemma ^ De* traditi Iment^i bugiardo pegno , Ben toglierti a l'uccifo .
Sef E che ne fperi ?
Fan. A té fieno ftromer.tì , onde il tiranno Qfiride ti creda . Ei plì* noi vide ,
Dàff-
T II I M 0, 3 Dacché '1 lafciò bambino . 5^/ E quella fpada? Fafj. Ad Amafi la reca . A lui ti vanta Uccifor dì Sefottri : ed ella il provi . Che più? Vieni a la Reggia,ed indi al Soglio. Sef Vadali . Tu mi reggi . Ad-Artenìce
il Diadema dovrò, che tù mi rendi . Fan. EfTa qui viene . -A lei
Taci quel che tù feì , quel che ti fingi . 5^/ Mia la bella farà ? Fan. Regna ; e regnando
11 mio afìTenfo, e '1 fuo amor fia tuo comando. Non ti chiamo al Regno il Soglio Con la fpeme , ò con l'orgoglio , Ma col cor pìen dì coftanza . Vuol' il Ciel , che l'empio cada , E ci die ne la tua fpada Di vendetta la fperanza Non ti dee.
SCENA II.
• , Sefoftri , ed Artefice .
Sef A Rtenice /idol mìo 5 vieni a bearmi .
Art. Jr\ Ed a bear me fteffa .
Sef Vieni . La chiara vampa ,
Che per té nel girar dì poche aurore
Mi nacque in fen j mai non (ì alzò più bella .
Art Me felice .
Sef Mio ben , me più felice ,
Se vampa eguale in té (ì accende ; e s'oggi Lontananza fatai nulla ne fcema .
A 2. Art.
4 ^ T T 0
Art Mifera ! ma qual' uopo a me t'invola ?
Scf- Alta ragion mi chiama in Menfi .
Art, In Menfì ?
Sef. Di Fanete é la legge .
Art Intendo . Ora che il vokjo
Sogna vivrò Sefoftri , ò fors ei riede ,
Memore di (uà fede il genitore
Te vuol tormi dal core ;
Ma in vano il tenta : il tenta in vano,o caro. Sef. (Qua! gioja ! ) E sor vlveife il tuo Sefoftri? Art. Viva: non odio il viver fuo , ma redi
In ripofo il mio amore . Sef. £ sei regnaffe ?
Art. Regni . Mi avrà vaiTalIa , e non conforte .
Sol nel tuo feno amo fimpero , e '1 trono . Sef ( Poteffi dir , che il fuo Seloflri io fono . ) Art. Ma da me ti allontani ? Sef. Forfè giova , eh* io parta a farti grande . Art Crudel .' Vuoi dir , che nei partir mi cedi Di Sefoltri a la mano . Ma (e tua non farò ..... Sef Taci , Artenice .
Non temer d i Sefoftri : io ti afTicuro . Mia farai. Tuo farò. Lo bramo , e '1 giuro. In quello caro addio Ti parla l'amor mio , E dice al tuo bel core, Che vivo fol per té. E parto piih contento, Perche in quel labbro io fento , Che il tuo fedele amore Così rifponde a me . Inquefto&c.
SCE-
S G E N A III.
Artefice > ed Amafi con guardie . Art /^Ual favellar ? Ma , che vegg io ?
Art. Amafi Ré Signore
iiw. Amante , e fpofb : A que' titoli alteri
Qaef^i agaìBgni in trofeo di tua bcltade . Art. ( Ai me ! ) Am. Vengo ad offrirti Corone , ed Imenei : Talamo , e Soglio : Oggi,o bella Artenice, T'abbia Mcnfi Regina , Amafi fpofa . Art Signor . (Che mai dirò? ) SignoTjben veggio Qua 1 fé i tù , quale io fono . Tu Ré 5 tu grande . Io vii ... . Am. Vii non è mai Chi hà gli affetti d'un Ré. Dal pi"Imo iftante^ Che ti prefi ad amar, grande ti feci . Or col chiamarti al trono , Pubblico rendvJ , e non maggiore il dono . Art. Ladice amarti . Am. Amor goduto é fpento ;
£ le fiamme n'eftinfe il tempo y e Tufo • Art. Amafti anche Nitocri . Am Ed agli affetti
Dié l'altera Regina od), eripulfe. Del difprezzo mi vendichi '1 difprezzo . Sù gli occhj fuoi ti vò Regina , e moglie ; E la man , che a té ftendo , a lei fi toglie . Jrt Mifera me I Am. Ricufi ?
A rtcnicc .
A l
Àf}.
r a T T ó
Arr. Son figlia ; e al mio preceda'
Delgenitor l'aflenfo Am.Serve al piacer di un Ré quello di un padre.
Né dopo il mio l'altrui voler fi chiede . Art. ' O ì^arbarìe ! o perìgli I o amore \ o fede ! } Am. Che più ti arrefti ? Art { O Dio 1 ) Arn. Vedi ^ Artenìce ,
Quefti fon tuoi cuftodi , e mìei valTalH . Artlnttnào . Amo** tiranno ufa la forza , Ove l'arte non giova . Teco , che a me ne»! f^rbi , Perdo il rifpetto . Il mio dovere obblìo ; E 'I men , che temo , è '1 provocarti a l'ira ^ Verrò , crudel , verrò , ma dal mio core Non fpe ra r un ' affo tto , Né una viltà . L'odio ti giuro eterno * Odierò la tua Reggia , i tuoi Vaffalli , Il tuo nome , i 1 tuo amore y La tua grandezza II tuo poter mai tanto Far non potrà , che ogn' or non t'odj , ò freni La ragion di queft' odio .... . Afrk Odiami : e vieni . ArU Verrè , crudel , con té \ Ma non avrai da me Accento di pietà , Sguardo d'amore . Quanto vedrai ne gli occhi ^ Quanto dal labbro udrai, Tutto per té farà Sprezzo , e furore . Verrò 5 &c.
SCENA I V.
. . . f Ama/i y ed Ùrgonte .
Ùfg.Qlgriofy Tornie tue ... ^ Am.a Che rechi Orgcnte ?
poi alle guardie^* Parte di voi lefiadj fcorta iiiMenfi,
Of^. Non I unge al fuoì trafitta Vidi nobil Garzoil *
Am L<?> ra vvifafti ?
Or, N ò: ma'! rembiante,e1 n6 volgare ammaBtso? D'aito affar Io dimof^ra . Non lunga , anch' ei ferito , il paffo inférma? Uomo rraea di già matura etade .
Am- E paìes^ò quai jTofTe ^
Org, Mei tacque , e di té chiefe *
Am. Venga a la Reggia. Ivi udirò i fuoi cafi* Già corro ove mi chiama Voto migTk)r.Tù vanne al Tempio,e intendi Quale impetrò dubbia rifpofta , e vana Da' Numi fuoi la credula Nitocrì . Nume maggiore
Di quel beljche defiOjtìort hi il mio core.^^*
SCENA V.
Orgónte 5 e Campa»
Org. ( p Lo fofFrite , o Dei ? )
Sii Qui lo (Iranier . C/iA?. Tanto di fangue ufcio
A 4 Vmt
« a T T 0
Fuor de la piaga , onde trafitto h5 *l fianco ^ Che mal reggo fui piede . Org. Potrai colà trovar rimedio , e pofa . Crf«. D'Amafi il folo afpetto é *i mio riftoro . Org. Né a me fidar puoi sì gelofo arcano ? Ca». Solo ad Amafì ri férbo . Org, Ti é noto il fcritor ? Crf». L'idea , ne l'alma
Ne ferbo imprefla . Altro dì lui m'é ignoto» Org. Come tutta ei non tolfe a té la vita ? Can Eli into mi credè . Deggioal fuo inganno
Quefli del viver mio mìferi avanzi . Org Vanne colà. Più non fi tardi , amico , Al tuo male il CoWìevot Poi verrò a trarti in Menfi al regio afnetto . r^^.Quefto é '1 fol ben»che chieder pofTo a' Nu- Fa vellar' al Regnante y da lui folo ( mi: La mia pena , e il mio mal fpera conforto . Org Che farà mai ? Fanete
Per me fi avvifi . Egli odia meco li crudo , L empio tiranno : e quanto Ne la Reggi a foccede , il mio zelo gli a ffida , e la mia fede . p4fte. Spento quel moftro indegno ) E vendicato 11 Regno La pace tornerà;. A l'ora il Cicl placato Dopo tanti anni , e tanti , Stanco de' noftri pianti A n®i fi moitrerà . Spento òcc.
T li T M 0.
9
S G E N A VI. Galleria ne' Gabinetti Realh
SefoJIri , e Facete .
F4;/./^UÌ , Signor , qui trafitto
yJCadde il tuo genitor . Colà fvenatr ^^;ir innocenti fratelli ; e qui NitocjJr Tua regal madre aiicor ne piange ^ Sef. Andiamo . Fan. Do7e ?
Sef A punir de Fempio in fen le colpe . Fan. Sia prudente il valor , perche fià lieto'. Sef. Veggalì almen Nitocri . Fa». Vedila sì ^ ma vendicata . Il crudo
Troppo la cuilodifce . Attendi , efpera . Sef Quando cadrà l'iniquo ? Fan. Pria che forga la notte . Egli qui giugnev
SCENA V I r.
Ama/ con guardie ^elì fumetti .
Àm. T?Anete,qual fcmbiante ? (narfil Fan. Ìj Stranier, che al regio pìé chiede inchi^ Am. D'onde viene ? Che vuol ? Palefì il nome Pan. Té fol di grande arcano ei brama a parta. Am Si guardin quefte foglie : e tù qulrefta . Fan. { Sempre teme chi é reo . ) S^f Mi concedi 5 Signor , che di Ladice . • » A % Am-
io ^ T T a :
Affi, { MefTaggiero importuno . ) §e[. L ultimo foglio a la tua deftra io rechi . Am. Porgi . Le note cifre io ben ravvifo .
Leggiam. Spofo infedel . Femina ardita.
Gelofa ufcìi del Regno or fuór dì vita
Mi jpinge il mio dolor . Morta é Ladice ? Sef. Leggi , e faprai . Aìn. De la giurata fede
Già ti àffolve il tnio fatò ,
Ceffa un de' mìei rimorfi . a FaH,
Fan. ( Odi l'ingrato . ) Afn. Dopo tré lujiri Olii i de a tè viene \
A lui rivolgi almen benigno il ciglio i
E [e crudel potefti
Abborrir la tua fpofà^arnait tuó ilz^Ì9\ Sef. lo Io fono r
Am. Mai Canopo Jòv' è , che té bambine?
Seguì cuftode al volontario efiglio ? Sif Sotto il pefo degli anni eftinto ei cadde ^ Am Di té rechi altr-e prove ?
Quella gemma rifponda * A}n. Ed é la (leiTa ,<
Onde a Ladice io mi giurai confbrtó .
Vieni 5 Ofiride , figlio . tef Or ben mi giova ,
Che a sì gran padre un degno figlia lo rìlol^f I
MiraÈ . / ^ Am Che brando ^quiel? Sef C^el di Sefoftf i . .4^3 Come?
^ef- Non lunga a Menfi , ìnofTerVàto ^tQvo un' ignoto . Odo che ad uom canuto
•P / M Ó. ti Ì\ nome dì Sefoflri audace ci vanta . Snudo Tacciar. Cade il men forte . Ardici Sefoftri incontro . Mi refifte . L'ira Nel contralto più fiera in me fi detta . Cade . Vacilla ^ e more ; E del trionfo mio la prova é quefta . Pan. D' Aprio fu quel!' acciaro .
Chi Sefoftyi falvo^feco lotraflfe. Àm. Trofeo di té ben degno . Vanne alripofo^o figlio . Aluicheried^ Mìa gioja , mia fperanza , e mia falvezza ^ Lo Scettro , e la Corona oggi prometter, Pan. Applaudo a la promefTa . S^f* II voto accetto .
Bacio un brando a cui dovré' La fperanza dì regnar . E con quella Ogni reo punir (apró : Ogni ardir fa prò frenafi? Bacio &Cv
SCÉNA Vili.
Amafi^e Fanete •
ÀfJi\ t kit óf Nitocri , e creda
V Al valor de' fuoi voti, e a' Numi fuol Pan. ( Senfi di Un' empio cor . ) Tù feì felice • Am. E pià 1 farò con l'imeneo vicino . Fan. Che? Tenti ancor Nitocri? Ancora l'ami?
Temi * . . . . Am Si adempia il cenno . Io amar colei alle gtiardis , alcune delle quali parfónó
arra
A l'or che lo la temea , mi finfe amante Un politico amor . Bella mi parve , E bella mi placca . Poiché impotenti Veggo in lei l'ire altere , e Iodio audace, Bella più non mi par , né piCi mi piace .
Pan. A qaal maggior beltà dunque concedi Del tuo letto Ibnor ?
Am Qui tCi la vedi . accenandogli Artefice
Fan (, Ne la Reggia Artenìce ? ;
S C E N A I X.
Artefice , e li fudettì\
Art. { Ut '1 ge n i tor ? )
Am. Non ti rtnpir. La Reggia a Fam
Degna itanza é di lei . D'Amafi é '1 cenno Meco vieni a regnar. D'Amafi é '1 voto.ad A^^
Art. ( Che dico > )
Fari. Che rìfpondo ? )"
Am A che tacete?
Art. Non rifponde Artcnicè , ov* é Fanete . Am Egli ama il tuodeftìn . Tù vi acconfenti
Te ne priega W mio aftetto , 6 tei configlìa . Art. Rifolva il padre , e ubbidirà la figlia . -4/?3 Nela figlia Regina'
Pili chiaro al regno , a me più fido il renda'.- Fan E' clemenza . E' bontà. Art. ( Cieli ! che intendo ? ) F/f>/. (Non s'irriti il. fellon . ) Figlia, Artenicci? ,
Slegai '1 tuo fato ov' ei ti chiama . Art. { O Dio I )
p II r M 0. i j
Lo feguìrò ; ma nel Sepolcro , o padre ; Nel Sepolcro , o tiranno . Quella man , che tu chiami , e che tù fpingr A l'abborrìto laccio
Sciorlo faprà pria d'incontrarlo ^ e pria ,
Che da me fia tradita
La libertà de l'alma y
Tradirò le tue brame , e la mia vita .
Fan- ( Figlia degna di me . )
Am. Non più . Favelli
Dopo V'amante il Ré . Prima che cada Spento da l'ombre il dì , fpofa ti voglio L'amarmi, e '1 far, che mi ami é vollra legge' Udifle . U"n' altra legge aggiungo a quetta-,- Chi mi niega la man perda la teda .
S C E N A X.
Aftenìce , e Fam&
-<4V'f . T) Adre , Signor ... .
Fa}7. 1 Mal fi contrada , o figlia ,
Del noftro Ré a la brama , e mal s'irrita . Art^ E'I chiami noftro Ré ? Quel che tirannc>^
Piange la patria opprefTa ?
Noftro Ré (^uefto moftro > Irrchì di fangue"
Già tanto fparfe , e ancor dì fangue hà fete ,
Il fuo Ré , mi perdona ,
Artenìce non hà , noiTl'hà Fanete . :^a?i.Nè fcemi l'odio a loriche ti offre un foglio?' Art. Un foglio profanato
E' fpavènto , é dolor di mìa vìrtude . J^m. Or si j mia figlia fei . Serba coftante
f4 r T ^
Cosi rara virtù : Qiieft'odio ferSa ^ Ma cauta il cuttodifci . A miglior teitìpe^ Saprai perche fi finga
Da una man più innocente attendi il Trcox?.- Art M2L.,.
Fan Non temer . Sei figlia,e padre io fona par. Art. Poveri affetti miei , e qual vi foglie Turbine procellofo il corfa ufato ? O quanto é più di me felice il rio , Cui none di ritegno ò l'erba , ò il fiore ^ Ma per alpeftra ^ ò per fiorita ftrada Kott refla fin che lieto al mar fen vadaf ^
Limpido rufcelletta
Tu lei contento a Ibr^
Che vai trà l'erbe , e i fiof
Correndo al mare .
Così quello cor mia
Sù l'ali del defio
Sen corre fuor del feti
A quelle del fuo ben
jPupille care. Limpido &c*
SCENA X t Galleria d'Idoli.
Wtocrt^ e poiAmaJt^ ed Ùrgente^
jiH. lorr o per me fereno ,
VjT Per me felice! Oggi avrà fine il mió^ i pubblico I«tto . Oggi in Sefbftri
'P Ti 1 M 0 , t$ Rivedrò 'Icaro figlio . Oggi dal troncò Cadrà l'Egidio moftro. A' voti miei Tanto promifc il Ciel r tanto gli Dei •
Am. Promife il Cielo .
Nit. Empio , a che vieni ?
Am. Almeno
Ama fi l'infelice ,
Sia per l'ultima volta
Men' orribile oggetto agli occhi tuoi
Spargi sù la mia morte un fol fofpìro :
È poi vanne contenta
Ad abbracciar nel tuo Sefoflri un figlio ^
A ricalcar col tuo Sefofiri un trono.
Il so . Tanto a' tuoi voti
Promifè il Ciel : Tanto gli Dei . Compirli
Oggi deve per me l'afpra fentenza .
Fla Ré Sefortri . Io morirò . Pazienza .
islit. Barbaro , il veggo . Al tuo Politico timor nulla fi tace . Hai chi ofierva i miei pafiì , i guardi , i voti, £ fpergiuro vafTallo a té ne reca
guardando Orgonte *
Fedeli avvifi.
ùrg. A tanto
Mi coflringe il dover ( per più tradirlo . )
Sì 5 si : trema , infelice . Sotto il fulmine devi , ò fotto il ferro Cader . Già viene il mio Sefoftri ,e viene Col favore de' popoli vaffaUi PuniCor de' miei torti , e de' tuoi fallì *
Alti. Eh ! Regina , in Sefo(tri Più non temoli furor. Vivrò immortale j Se per mano dì lui cader io\ d^ggia .
Tifi-
te ^ r r é>
T'ingannaro gli Dei . Nit, Qual forza , ò forte
Può torti a lire fue ? Ayn. Qiial ? La faa morte . ISlit. Mio figlio e morto?. O g. ( Inique Stelle 1} A?}ì E' morto :
E non lunge da Menfi
Freddo, cenere giace il bullo ef angue . Nit Nà,r>on Io credo.IlCiel nomence. £i chiaro^
Parlò. Vive mio figlio, lononlo credo. Arn. Tù non lo credi , e impallidifci ,-e piangi ?' Nit.O Dei! Ma. come? A tè chi.'! diffe?Quando^
E d'onde fai , ch'egli mori ? Am. L'avvilo
Dal fuo flelTo uccifor n'ebbi poc* anzi . Nit. Dal fuo uccifor ? Am. Ei vive , e fia mia gioja
Che tù 'l vegga , gli parli ,.e lo ravvifì . Nit. Venga, egli pur ; ma di Nitocri il labbro?
Lo dirà mentitore.
Dirò-, che l'hai fedotto
Per tuo timor . Con quefl' inganno hai f&de*
Di tor l'armi a l'Egitto , a me '1 coraggio .
Ma '1 penfi in vati- Già l'impollura io vedo*.
Han parlato gli Dèi . Nò , non lo credo . Reda 5.iniquo , e refta in preda. Al timor de la tua forte . . Certa é già la tua ruina Eogn'ilìante ti avvicina^ A la pena , ed a la morte .
SCENA X I L
Amajiy Orgonte , e Fame .
Am. \ Tiferà più quanto più cieca 1 Pan iVJL Sire ,
Tutta Meofi è in tumulto . Àm, E chi lo della ? Fan. Il nome di Sefoliri . Org. Può far guerra un' eftinto ? Ktf/f.Tal non fi credere fin che dubbio e 1 grido, vSi minaccia la Reggia , E gran rifchio ti fora a trarne unpafTo. Am. Preveniràgl' iniqui : e correr tutte Farò le vie di Egizio fangue . Orgonte j Fanete , a l'armi . Fan, Eh ! ferba L'ire, o Monarca, a miglier tempo . Oigonts. Cuftodifca la Reggia : Io la Città. Farò , che getti il ferro La mal credula plebe. Àm. Tutto meftefToal voitro amor con fegno;- Ma il popolo fellon provi '1 mio fdegna , Son' offefo ; e tutta Menfi Corra ftragi , e cada e fangue • E le porpore del manto De l'intero Egìzio impero- La vi 'l pianto, E tinga il fangue. Son'o&fo&c.
Il c/f r r 0
SCENA X u I.
Fartete i ed Orgonte*
er^.Tl yr Orto Sefoftrì^or che fi TpcaPIoI vlcli^ XVJl e '1 vecchio a lui compagno
Ad Amali or verrà, Fan. Dov e coftui ? Org. Fuori dì Menfi , e ne* tuoi tetti « Fan. Orgonte ,
Vattene i Corri: a lui
Ciò che refta di vita , or or fi tolga . Org, Ma perche ?
Ftf». Comun bene d, eh* egli mora: Ed é pubblico rifchio ogni dimora. Quel tra dì tor da me Nò 5 non avrà mercé: Nò 5 non avrà pietà. Se quefto é il ben dei Regn® Sì fvenerò llndegno: Sì quei fellon cadrà . Quel traditor &c.
SCENA XI V.
Fanete ^ edArteìiìc^>
Fan T? Audi vegliate , o De? , Sùi voti del'EgitC^f Art. 11 giorno , o Padre , Al meriggio é vicia . Fan, Non a la fera .
Àttea*
Attendi , o figliar , e fpera . ( ne
Art. Ma n6 veggio il Garzon^che a noi fe*n ven-
Da efìranio lido , e ti feguì a la Reggia. Farf. A che ne cerchi ? Parla . ^r^. Signor ... . Faft.Cht? forfè rami ? Art Se quefto è un fallo , il mio defìin n'é '1 reo. Fan Nò^non è fallo . Amalo,© figlia . Ei grande
Far ti potrà quanto potea Sefoftri , Art ( O lieta fòrte ! ) 11 grado ? Fan. E' regio . Art. 11 nome ? Fa», OCirì ,
Figlio al tiranno . 4rt Ofirì ,
Figlio al tiranno ? ( O Dìo ! ) Fan.Non fi opponga al tuo amor la tua virtude, 'Art. PofCo abborrìre il padre, e amarne il figlio? Fan. Ti acheta . In grado eguale
Son glorie di Artenice
Queft' odio 3 e queft' amore . In egualgradd
Se'n compiace Fanete .
Nemica ti lodai : ti lodo amante .
Amalo, o figlia : e per godere amando (da.
Dì al tuo cor,dì al tuo amor,ch'é mio coman» Dì al tuo cor, ch'io'l voglio amante, E vedrai
Quanto amar quel cor faprà .
t)ì al tuo amor, ch'io 1 vò collante ,
E fapraì
Quanto fido amor farà . Dì al tuo cor &c.
SCE-
f ^ r T 9
S C E N A X T.
Àrtenife^ eSefoJfri*
jir/.T5 Ario a Tamor: ma quì'I mio ben Nò.Ta- 1 Incauto cor. Qui del tiranno é'ifiglio.
Ofiride , a che vieni ? In quefto nome
Tù vedi la ragion di mie dimandc • Sef Vengo a dirti , Artenice ,
Che oggi al fin ti vedrò felice , e grande ^ Ar(. E tù 5 dì : ne godrelìi ? Sef Fù la grandezza tua Tempre il mio voto . Art ( Sà del padre le brame , e tal favella ? >
Vanne. Sdegno i tuoi voti . In accettarli
Più mifera farci . $ef Tù mifera ? Art, E no'I fono.^
Chiamata al letto al trono
Da Tamor dì tuo padre , e dal fuo fdegnd f SsP Ahi ! che aicolto, o dell' a ? Art Se mi piace ffe
Una m^n parricida ,
Un diadema ufurpato,
Mifera non farei ? Sef. ( Barbaro fato ! )
Ch' Ama fi ti pretenda y
Non c fciagura tua . Té dal fuo amore j
E te difenderò da' fdegni luci. Art. Tù di un padre rivale efpollo a l'ire ? Sef Pria che vederci i'uà ,
Pria che non fa- ti mia ^faprei morire . Art. Farmi tua ? Taci , Olui .
ianocente non è più quella fiamma ,
Che
5^ E C 0 71 Ù 0. 21
Che per té mi arfe in fen . Sef Perche ? Art. In té veggio
L'erede d'un tiranno , e lo detcfio . Sef' Odia il padre , fé vuoi :
Ma qua! colpa é la mia ? Art. L'eflTer fuo figlio .
Sef. ( Caro fdegno ! ) Or sì cruda a' voti mici ? Aj't. Si perde quel che folli in quel che Tei , Sef ( Che SefoRrì fon' io , ditele , o Dei . ) Art Vanne , O/ìride , và . Col fuo (cmbiante Tenti la mia virtù . Da me lontano Menomi fedu^rà d'Arni fi il figlio. Sef (Quanto é crudo,o Fanete,un tuo confìglioi) I Andrò i ma pria che io vada ,
E che fperar pofs' io da 1 tuo bel core ? Art. O Dio ! Noi so . D'odio,e d'affetto é mìfto li tumulto de l'alma . Veggo in té il primo amante : In té il nuovo nemico: Amo quello che forti : Odio quello che fei : Bramo , e mi pent® . L'amarti é mìo fpa vento : Mio duolo é l'abborrirti . I Sef Ma dì.. Art, Che dir pofs' io ,
S'io ftelfa non intendo il penficr mio ? Direi : T'odio ; ma non polTo : Direi : T'amo ma non lice . L'odio é pena : rimorfo é l'amor . Ogni voto mi più infelice ; Quanto peniò mi dà più dolor . Direi
SGE-
12 ^TTO TBJMO .
S C E N A X V J.
Sejofirì.
PUrch'io Terbi quel core , Perdafi ancora iJ regno : e a lei fi moftri Ne rOfiride odiato il fuo Sefoftri . Soffrir per chi s adora , E' gioja , e non dolor. Caro mi fembra ancora L'orrorde'miei martiri , Che fe il nome hò d'Ofirj Hò di Sefoltri il cor . Soffrir &c.
Fine dcWjitto Primo,
ATTO
ATTO
SECONDO»
SCENA PRIMA.
Stanze di Nitocri .
ì
|, Amafiy e Se/offri da divfrfs partì . Guardie»
Am. Uardie , a me !a Regina . .
Sef vjr AI tuo cenno leal
Aw. Vieni , mio figlio;
E di un popol fcllon , di un' empia donna Vieni ^ confonder l'ire , e le Iperanze.
Sef Che fia , Signor ?
Am. Vivo fi crede ancora
11 nennicoSefoflri. il falfo grido
Mette in armi ^ e in fu ka M«'.'if- , e Nitocri.
Sfff* Soikneilo chi può, fe Oiiri il niega ?
Ar»0
24 ^ T T 0
Am. Non battalo figlio . A té conviene a fronte
De la donna feroce
Vantar la tua vittoria . S£f Io la Regina — Àm. Sì : vederla tù dei : tii farla certa ,
Che Scfoftri morì . Dille ch'ei cadde
Da tè trafitto j e fiche di quel ferro
Le baleni sù gli occhj un fatai lampo . D'una mi fera madre *•
Perche infultar con tal fierezza al pianto ? Ành Quel pianto farà fede
Del fangue diSeloflri;
E '1 popolo fellon deporrà l'armi ,
Quando manchi '1 pretefto . SefXy Dio ! con men di orrore
Incontrerò queir armi ,
Che di un labbro materno
A i rimproveri efpormi , e a le querele . Am. Che ? Non temcfti il figlio ,
E paventi la madre ?
Am. Non più . Così voglio . In van refifti . Ecco Nitocri . Un gran piacer ti chiedo Nel fuo nuovo dolor . Qui me prefcnte , Quanto impolì , dirai .
Sef> { Sorte inclemente 1 )
S C E N A IL
Nìtocrì con guardie , e li [udetti .
N;/. T?Ccorai. Ov'é l'iniquo,
xlà Che iì vanta uccifor del mio Sefoflri?
Che
s E c 0 1^ D e, 2$
Che fi ? che attende ? a che mei celi? Venga. Venga . Am Verrà , Nitocri, E più prefto il vedrai di quel che brami . !ìt. Lo vedrò ; ma con guardo , Chefgomenti l'autore, e l'impoftura : Né tù, barbaro, avrai Tempio diletto De le lagrime mie . ef. ( Ciel 1 che far deggio ? ) im. Non tant'orgoglio.o donna : e fé in té parla Ancor qualche fperanza , Sappi , ch'ella é bugiaraa , ò almen reftrema. Vi?. Si : ma noi veggo ancor . im. Vedilo , e trema . mt. Che? Quertiédeffo? Sef ( Alma reTifti . ) Nit ( E quale Mi fi deli nei fen nuovo tumulto ? Tutto il fangue mi fcorre Per le vene agitato ) Sù : Parla , e tutta efponi La colpa tua : tutta la mia fciagura .
Sef Regina ( ah I non hò core . )
dfit Sieguì . Tù reo fei del mio figlio uccifo ? Tù lo TvenaRì ? Impallidirci ? Taci ? In qud filenzìo , in quel pallor ravvifo , Barbaro , la tua frode ,
Olà! che tardi? a Sef,
Togli a coRei la Tua fierezza ; e affretta La tua gloria , il iuo duol , la mia vendetta • Sef- ( Forza crudel ! ) Regina Chiedi più che al mìo labbro , Il deftin di Sefodri a quella fpada .
le porge la fua fpads* B Nit.
rA T T O
Kit. Che veggio? Ahi fpada } alii viftat
Morto é SefoHrì . 11 mio Sefoìki è morto.
E: a Tuo quello brando . E larà vero ,
Chetù laiTaflìnaai? 5ef In Tnan tù ftringi
Jl certo teli i mon del luo deftino .
(Ahi ! ni 'intcndelfe almeno. ) Wt. E'quefta,oCielÌ5
La mia iperanza ? Am \x\ •luef Tuo duolo io goda* 5ef ( Barbaro cor ! ) 'Mit. Fia quello il mio conforto ?
Morto é Scfo^ ri . II mio Sefoftri é morto . Am E ben , donna , tù piangi ?
Così confondi Timpoiior ? così
Ti rendono ì tuoi Dei , que' Dei , fuperba ^
Da té sì mal pregati il tuo Sefoftri ? Nit. Trionfa , empio , trionfa
Di una mifera madre : ah ? non più madre
Godi del pianto mio . Se non ti bafta
Godi ancor del mio fanguc .
Pur fe cerchi il mio core ^ c fe il mio nodo ,
Per ultimo tuo vanto ,
Vedi : te n'offro il prezzo .
Fà che vittima cada a l'odio mio
Quel carnefice infame tua foB*io.. fe/lSventurata ! | ^w. Eh! NitocrI, , Sai qual'eì fia? Wt. So , eh' ei Sefoftri uccìfe . i Am E qua! gli empiale vene
Sangue Regal ? Wt. , qual ne fparfe il crudo .
S E C 0 ISi D O, %y Atn. Sappilo : e dì , s'é giufto ,
Che con empio configlio 5
Per vendicare il tuo ìvéni il mìo figlio . N/y. Tuo figlio ?
Am. Sì : il mio Ofiri . In quefto nome RicoBofci il tuo Prence ,e 1 tuo nemico ^ Ed in me tuo regnante Temi il tiranno , e non fperar l'amante .
Troppo già d'averti amata,
O fuperba donna ingrata ,
Io mi fdegno col mio cor .
Emendare ornai difegno
Sol con l'odio , e con lo fdegrjd
Ogni colpa de l'amor . Troppo &c.
SCENA III.
Nttocri , e Sefoftri .
$ef. A Sì funefto oggetto J\ Mi tolgo anch' io .
Ferma , crudel . Dì almeno 11 dove 5 il come , il quando Del tuo iniquo trofeo . Je-Z-Bafti. Affai diffi.
Piango \tuoi mali ... Effi avran fine, .e toSo. La mia vifh or t'irrita.... Io parto .. . Addio . Nif. Bar barojnon partir . Prendi : e'I tuo braccio gli getta la fpada a piedi , Unifca al figlio anche la madre . Il meno Ref^a a compir . Vibra . Ferifci .4jccidi^ Ecco il feno . Ecco il core
B a Tè
ji r T 0
Tù forpiri , o crudcl ? Tu mi compiangi ? Madre fon di Sefolìrì , e tù 1 hai morto . Se^ ( Più non relìfto . ) Ognun ritragga il paflTo. Solo con la Regina Mi fi lafci un momento . Partite . Ormai ravvifa partono U guardie. Regina
SCENA IV.
Fattetele lì fudetti.
Fan. T lu, Regal padre ( no .
1 Chiede di té,ne ammette indugi il cen- Andii;m .
Sef Lafcia per poco
Fan. Non dipende da me quanto mi chiedi .
Forza é ubbidir . Nìt, Tù ancor, Fanete, infulti Al mio dolor? Fan Perdona Servo al dover. Regio é'I comando. Andiamo. (La tua pietade era comun periglio. ) a Sef»
Nit. Và : e temi
Col rimembrar , che mi ucciderti un figlio • Sef Renderti ancor vorrei
Quel figlio , che tù piangi ; Ma vana è la pietà . Si oppone a' voci miei
Barbara tirannia , E fenza colpa mia Son reo di crudeltà .
Renderci <kc.
SCE-
S C E N A V.
Wtocri , e p^i Artenke .
JVTi/.XTÌtocri , eccoti fòla .
1\ In libertà fon le tue furie , e fieno
Degne di té . Àn Regina ,
Piega il giorno a l'occafo.
Mi "uol' A ma fi fpofa . 2S7i/. Tù fpofa del tiranno ? Art. Pr-a dì morte farò . Configlio , Aitt . N/A Arten'ce 5 l'avrai . Nitocri imita. -4yf. Che f ir degg' io ? 'Hit Seguirmi ,
Ove l'ira mi guida .
AfTalire un' iniquo,
E s>i fugge al mio braccio , il tuo l'uccida . Art Qiial ha ? tHit. Quel per cui cadde
In Sefoftri il tuo fpofo , il figlio mio . Art. Morì '1 Prence ? TSLìt. Morì , L'ombra Reale
Egualmente ci chiama a vendicarla . Art Si : pronto hò 'l braccio , e generofo il core .
Dimmi 'l erode! . Voglio ,cb' ertinto il miri
Da' miei colpi trafitto . mt. Egli fù Ofiri ? Art. Ofiri >
Ni/Sì;d'Amafi il figlio.
Art. ( O Dei I ) Qual nome ? 2vr/7. Il tuo gran core Si mal comincia ? Onde il tremor del paflfo ? Onde il pallor del volto ?
B 5 Art.
io sA T T O
Aft. Contro il petto di Ofirì .
Noi volger rarmi > Kit, E vendicar Sefoftrì .
M i intendo . Chi effcrdee fpofa del padre
Perdona al figlio . Io té da l'ire affolvo .
Sol de le m"t ti chiedo
La HKcrtà , e larcano .
Perirà l'empio ; e prima ^
Che il dì giun?»a a la fera ,
Baita fola Nltocri a far ^ eh' eì pera .
Già (l nto , che al core
Mi dice lamore
Il figlio non veggio;
Lo fpofo, dov'è?
E fento , che fiero
Mi detta un penfiero,
Ch' io prenda vendetta
D'un figlio , e d'un Rè . Già fento , &c.
SCENA V I.
NOn è più tempo , o affetti , Di languir' oziìofi , e irrefoluti . Amor fia , fia ragion , falvifi Ofiri . E poi la mia virtude Rifolverà ciò , che io gli debbo . E' vero Sefoflri egli fvenò . D'Amafi é figlio ; a ciò 5 eh' or più mi tocca é '1 fuo perigliò . Vò dar vita a chi é '1 mìo bene , E poi forfè io l'odierò .
$ M C 0 JtD 0. |r
Ma fé il cor non potrà odiarlo , Penerà per non amarlo j O' in amarlo il tacerè . Vò dar &c.
S C E K A V I I.
Atrio , che introduce a'' Gktàìnt Reali.
^ Taneté , ed Or gante .
Wan.X O rtranier nori trovaftì ? (nè] Org, JL-i Dop© bricve rìftoro in Menfì ei vèti-
E vicino a la Reggia Or' ora il vidi . Wan. Perduti fìamo ^ove il tiranno ci vegga • Ì)Tg Non lo vedrà . L'ingrcflb
Per mio cenno fi vieta ad ogni pafTo Da' più folti cuftodi : c ciò che fembra Miglior difefa , é mìa maggior cautela . Tu Nò ba{fa,Orgontc.(EgIi é Canopo )I1 colpo^, Che a la fpems comun da noi fi deve , Certo non é , s'ei vive . Vanne Facile , e pronto offri rafpetto D'Amafiaiui. Tifeguirà. Tù'lguid» Ne' reali giardini , e là fi uccida . A le noftre fperan^e il Cielo arridat . A l'or che più freme Nel mar la procella ,< Più bella E più vera Si fpera
B 4 La»
il ^ T T 0
La calma .
E quando più teme |
Rinafce maggiore
Di un core
La f'^eme
La pace d un'alma. A l'or &c.
SCENA Vili,
fame ^ ed Amafi.
f an. A Mafi viene .
xV Ancor rubella éMenfi? Wm Freme aticof . Am Si punifca : e chi la fronte
Ofs ^ortrar del noftro impero al giogo ,
Offra il collo a la fcure , a' ceppi il piede . IFan b' gi urta l'ira , E' facile il gaftigo* Am' Meo fiera , e men fuperba
Vedrò A^ fenice? Van, II cenno tuo m'é legge . Am, D'Arten ice parlai , per lei rifpondi » Fan. E' valfìlla col padre a té la figlia . Am,^ va (fai la ubbidifca . Fan. U bbidirà . ( S'inganni , e fi deluda . )
E pria che cada il dì , qua! tù imponefti ,
L'avrà Regina , e fpofa il letto , e '1 tronopl Am. V^di la mia bontide . A lei perdono
Le fue prime ripulfe . A me qui venga . j
Voglio udir dal (iio labbro
Qual per mia gioja in lei favelli amore . (Quel labbro udrai.ma n6 vedrai quel core.,'
SCE-
SCENA I X.
Àrtenice^e li fudetti.
Am. t^Ella,quaIea me rìedi ? E' fpcnta ormai
J3 De l'odio tuo la fiamma ? Fan. E' (penta . Am. Ella rifponda . Art. (Cieli I ) Sul labbro mio più non la vedi. Fan. E più non la vedrai .
(Marhònelfeno.) Am. Vanne , Fanete . In libertà qui mec©
Ella rimanga. Art. ( A lufingar l'iniqao . > fan Figlia , rimanti . Penfa,
Che tù fpofa , e Regina oggi farat . Così prometto . IL tuo dover tùfaL Co' lampi di un diadema Amor la face accenda, E a té ne infiammi '1 cor . Poi con fatai vicenda Dì quel fuo ciglio a' lampi , Perche tù più ne avvampi , La face accenda amor . Co' lampi &c»
S' CÉNA
Amaji^ ed Artemce .
Am.TyOCs io fperar ,che erfinto (èst ^
L Già l'odio in té , pudico amor ti acce»- ir;. ( Dal £uo amor la Tua tema or mi difenda. )
^ S Alm»
|4 ^ T T Ó
Alma ingombra dal duolo
Non ben rifponde a chi d'amor le parla . Ant. Qual duci ? Art. Quel de' tuoi rifch) .
Evvi chi tenta , 0 Sire , evvi chi giura
Nel Real fangue una mortai vendetta . iif». S'infidia il viv'er nftio ^ Art. D altri é '1 periglio .
E qual capo fi vuol ? Art. Quel di tuo figlio * Am. Palefa il reo. Art. Baftì il faper la colpa . Am. Come ?
Art. Poffa tradir Tideadel fallo;
Ma tradir non degg* io del reo la vità v Am. Che ? impunito andrà l'empio ? Art. Cerca , cerca del Prence
La falvezza per or , non l'altrui pena • Ar?j, Vedi che rea col reo ti fa il tacere . ArLMìà(h\ve là mia gloria . Inparigrado
Deggio fede a l'amor , fede a Tarcano. Am. Non più . Palefa il reo . Art. Mei chiedi in vano ^ Am. Tel chiederà la forza / Atf. Ad Artenice ?
Mal mi conofci , e mal mi tenti . Àmote *
Mi fe' parlar . Mi fà tacer virtute .
Di Ofiri a la falute
Cauto veglia V Ei fi guardi . Abbia cuftodi * Senza far me irifedele , é té tiranno Di più cercar , di più fcoprir tion lice . i^w* Almen . . . .
Quanto potea , diffe Artenice? . Chi faper vuole il mio amore
Al mio core' £0 dimandi , eì lo dirà . È fe al cor non crede tanftf Vedrà quanta , e qual* ei fi^ Ne lamia: Fedel pietà . Chi &c.
S C É N A X I.
Sefoftri y e poi Nitocrt .
Itf/pOlitudini amene , a me gradite, ^ Qui per pochi momenti , Lufingate pietofe i miei tormenti . / pone a federe . A l'ora che tu rìedi al nido amato ^ Contenta almen ti vedi , o Rondinella . A me nel patrio regno é avverfo il fato j. E piena ancor di fdegno é la mìa ftella. A l'ora &c.
ilf/ACSwi'Itradìtor Ma trema il braccio. Ardire'
[nuda it pugnale . y^"/ Sorte troppo infedele l Hit. Si uccida. va per ferir Sefojiri ,
SCENA X 1 L
Àmafi coti guardie y e li fudetti^e poi Fané te*
irfi»Y^SÌri 5 a té . Lafcia , o crudele .
\J la ferma , e le toglie il pugriaU Hit. Stelle nemiche 1
\é T t Ù
Sef. O Dei , che veggio ? Am. Indegna .
Qual demone , ò qual furia a la tua deftra ,
Al tuo core infegnò colpa sì acerba ? ( ba ! ) Scf (Ahi,qual mano mi afTale! Ahi qual mi fer- Nit. Non è demone , ò ftiria ira di madre .
Un colpo io (celli , onde Tape (ti , o crudo ,
Qual ben fi pianga , e mal lì perda un figliar^ Fan t Che fia- ? ) Signor , q*ìal ferro ? Am. Senza di me con queflo
Per mano di colei Cadeva OfiFÌ . F<7«. Numi ! cheafcolto? Nit. E ben cadea l'infame . Am. Te'n vanti ancor ? Cuftodì ,
Si tragga a la fua pena : e tù l'imponi . à Sef.' Sef. ( Barbara legge ! ; Nit. A me l'imponi . Parla .
Poiché mancò il mio colpo , io fon più forte'^ Am 11 vedrem . Tù morrai . Nit. Minacciami la vita, e non la mòrte . St^f ( Mi langue il cor ) ■Nit. Voi 5-1 temer do v ete' .
Tù d'Aprio tiadiror , tu di Sefonri
Paventa in me la moglie , in me la madre'.- : La nemica di entrambi in me fcorg«te j -
È da ciò eh' io tentai ,
Ciò che tentar* io pbiTo , emp} , temete . Sì crudele, SI fpietato Temi l'ira, e '1 mio furor . \ Tù lo Spofo m'hai f venato : Tù il mio figlio hai refo efanguc , E il tuo fangue
lo voglio ancor. -, t
S E C 0 Isi, D 0.
37
SCENA XIII.
Amajf^ Sefojìri , e F'ànete ,
Am.T 'Empia fi uccida .
Sef. JLi Ah ! no , Signor , La rea
A la madre fi doni . Am. Vile é la tua pietà . Fan. Ma non é vile
La ragion , che la fai va . Un sì gran pegno Grande oltaggio ti fia contra i periglj Del prefente tumulto . ^dm. Vìva ella dunque . Sef. ( E al viver Tuo refpiro . ) Am. Ma da' nuovi fii ji colpi
Chi mi afficura ? Fan. A té dì lei rifpondo .
In me ti affida ; ed a fiao tempo afpetta Dal mio zelo collante Del regno Ja vendetta , e del regnante . Franco , e provido Nocchiero , Benché frema il vento ,e Tonda, E ogni lume in Gel s afconda , Vincer sà l'ira del Mar . Tal' anch' io di. vincer Tpero La rubbella ria procella , E col braccio , e con l'in^c^no Tutto il Regno un dì calmar . Franco, (Src.
SCE<
5^ ^ T T 0
SCENA XIV.
Amafi^ Sefofiri , e poi Attenice .
Am Q Ai tù , Ofiri , a qual Nume
11 tuo viver lì debba ? 5ef. A\ tualòccorfo.
Am. Giugni opportuna ,o cara . E fai qual forte Per té mode il mio braccio ?
Art. Ah ! noi fapeffe , o ftelle .
Scf. Grazie al tuo amor ne rendo .
Am. Nò : a l'amor di Artenice .
Sef. O Dei ! che intendo ?
Am Mi parlò del tuo rifchìo
Sù quel labbro il Tuo amor . L'amor che noi D'imeneo itringerà fràle catene.
Art, ( O rimembranza ! )
Am A lei eh' è tua Regina ,
Or le grazie fi denno .
Tù con e/Ta rimanti . A lei fa/ella .
II. Nume tuo , la tua fettuna è quella . Sua Regina , e mìo tcforo , Sempre ,o oHfa , av. ai foggetto Col mio core anche il fuo cor . Ei t'inchina , ed i:> ti adoro : pi per legììe del rifpetto ; Io per gloria de l'amor . Sua Regina &c;
S E C 0 %D G.
SCENA XV. Ar tenie e , e Sefcflrt .
Sef./^Ome , Artenìce ? Io falvo
V^Per tuo favor?Tuo dono è la ftììa vita?
iirr Sì , Ofiride : hò tradita Dì Nitccri la ipeme ] ed al periglio Sì , ArteGice rapì d'Aoiafi il figìio^
Sef Deh ] qual' 5^^1*0 benigno MoiTe il tuo cor ? Art. Più toftó Dì,qual fato crucici?
J^/^ Ti dur)! ch'io viva ?
Art O Dio ! Nò : non mi duol ; ma mìei delitti Son che per me tù v'ra , e eh' io ne goda •
Srf Che ? fia ccJpa l'amor ? rea la pietade ?
Art. Pietà che gli empj alfolve é rea con efli : E amor ch^ làlva i rei , non é innocente .
Sej Non fon reo , non (òn empio .
Art Jf] fin che in tè non Vidi
Colpa che Coffe tua , té Tventurato , Non reo , non empio io diffi . f-*-^^ . Ma poiché quel tuo acciar tolfe a Nitocri Ih SefQflTf il; j^q figlio , il Ré a 1 Tuo regno , 11 Tuo Prence , il Tuo fpofo s^' voti miei , . La colpa é tua . Tù lempio : il reo tù Tei .
Sef. ( Moro s'io taccio . ) Odi mio ben
Art Mi énoto Tutto il tuo amore ; e tatto or vedi il mio * Il reo tù feì -, ma più del: reo , infelice II Giudice ti moflr© . v . , . Qucfto él mio core Ei vede il falloje l'ngiufta B $ Amor
4 0 c/f T 7* #
Amor non Io condanna , anzi robblìa: E teme ne la tua la pena mia . Sef Pietà forfè opportuna . Art. Tù di me l'abbi, o Prence . E fe in Sefoftri Più fperar non pofs' io : Se in té non deggio i Vanne Toglimi almeno D'amafi al nodo . Altro favor non chieggid, Sef. Addio . Spofa di lui tù non farai : Ed oggi per tua pace Me non empio , e non reo forfè ve Irai .
Dì al tuo amor , che afpetti un poco , E non part^ ancor da té . E la fpeme nel tuo feno Tenga almeno Accefo il foco , Che vi refla ancor per mè . Dì al tuo &c.
SCENA XVI.
€itnopoìncah<tto daOfgome U fudctta,
CaM./^Hì mi aita ? Jrt.\j Chefia?
Con S'mfìdla H mia vita . Ah ! tù mi falva .
Ofg. Morì felfon
Art Sù gli occhj d'Artenice ?
Org Lafcia che l'empio mora .
Art. Io lo difendo .
Org Pietade inrempeftiva .
Art. Onde queft' ira ?
Org Eidei tumulto è reo.
^^.Amafi lopunifca.
Can,
$ É C OVi D 0. 4r Cari, Anzi d'Amafi io chiedo . ùrg Vedi eh' egli é ùn fellone :
E tii d'Amafi fpofa in vita il ferbì ? iir^. Conto a lui renderò del mio foccorfo . Or.( Voi® aFanete.Ei ne prevenga i vcidW.jparte', Art D'Amafi chiedi ? Can^ E per grand'uopo , o bella ^ .^yf Quàlfia?
Can. Tù a lui mi guida ; e da me fappia
Del padre il rifchìo , e 'I traditor del figlio . /r^(Cieli!del figli®?; Andiamo ((n quefio core) Ancor ti Tento , e ancor mi piaci , o amore e Nò non fi può celar, Quando navampa il fen, D'amor la face . Tutto sù gì' occhj appar L affanno , ed il timor , Èfidifcopre il cor, Se il labro tace * Nò
Fine dell' Atto Secondai
B 9 ATTO
■ 4*
ATTO
TERZO.
SCÉNA PRIMA. Sala Reale.
Amafi^e Nitocri . Guardie,
Jim r^r : l'ingiarìe , i difprezzi j i tradimenti
3 A té tutto perdono . Nit. Pietà , che non ti chiedo . Am A tè dò vita .
Rendo a té libertà. ^ìt. Le abborrìrei ,
Se fofTero tuoi doni . Am. Ormai la Reggia
Career più non ti fia . Kit. Sparfo ogni fafTo
E' di fangue Innocente .
Ara.
41
Ayn Senza cuftodi al fianco
Menfi ti vegga. Nit E de' Tuoi Ré me vegga ,
Mi fero avvanzo , e folo . Arri' AI popolo rubello Faccia fede il tuo pianto, Che tuo figlio morì . Nit Lo fappia , e crefca
L'ira col danno . Am. II nome di Sefofìri
Non (ìaplù fuafperanza. NU. Suo ftimolo ancor (ia . Am. Deponga l'armi . ISLit, Pria nel tuo feno immerfe . Am Enuoveftragì a Tire mie rifparmj'. Islit. Minaccj , perche temi . Am Vanne . Poco ti cofta efTer felice . ìsiit Andrò ; ma ne' tuoi doni
Pfi venta ^o fcelerato , il furor mio . Am, Vanne LJbbidifcì, amane il prezzo5e {per*
( Per deluder coirei finger degg' io . ) Kit, Quel labbro é bugiardo ,
Menti fce quel guardo, Esò che quel core E' un cor fenzafé. E' un cor tutt' inganno y E' un corda tiranno. In lui non v'é amore 5 Pietade non v'é .
Quel labbro 5 &c*
44 s/£ T T 0
S C E N A I L
Anfut^^ ed Artenice .
iiwj.T T leni , o bella a calmar .... Art. V Scorda gli affetti,
Sire , e previeni ì mali ,
Onde ancor fei tu minacciato , e'I figlia* Am. Che 1 nuove trame ? Intendo .
La perfida Nitocri
M*infidia ancora . Olà \ Si arfertì, o fidi f L'iniqua e non fi lafci , - Che alcun la vegga , ò fa vellar le pofTa .
partono alcune guardie *
Art. Eh ! Signor 5 di Nitocri Or non temer . Vien d'altra mano il colpo *
Am. Dì : che ne fai ?
Art. Vecchio ftraniero , e ignoto Dì té richiede . Ei t'efporrà l'arcano .
Am Venga . Quanto a tédenn© ì giorni mìei •
Art. { i l caro ben voi cu (lodi te ^ o Dei . )
SCENA I I L Campò 5 e U fudettì . A m /^He mai vegg* io ? quegli é Canopo *
Pur mi efaudir gli Dei . Pur mi è concefTo
L'onor di rivederti. Am ( E' dello : è deilb . ) Aft { Dubbia qui afcolto . )
Am*
' ' Am O mio fedel , tù 'fìvì ?
Tù vivi a l'or che morto io ti compianfì ? ! Ca», Tal mi credè chi lu'l mattino ìmmerfe
La fpada federata in quelte vene . i Am. Chi mn' osò ?
Can. La fteflni man , la ftefTa ,
Che il tuo gran figlio inìquamente uccife . Am Mio figlio? Art.Gnti? Can. Appunto •
Am O^gx lo ftrinfi in Menfi .
Can. Oggi nel bofco ei fu trafitto . Io 'I vidi
Cadere ; e '1 Tuo pur vidi
Fier® uccifor volger ver Menfi il pafTo . Am. Son tradito , ò delufo . Art. i lo fon di Caffo ) Àm Guardie a me '1 Prence .
parte um guardia »
SCENA IV,
¥anete in disparte yC lì fudettì.
Fan Cieli !
Artenìce parlò.Non ve più fcampo.) Can. Temi per té . Forfè non balta a l'empio
Una vittima fola . Am. Odo gran cofe ,
E maggiori ne attendo. Art. In mele cìgUa ( Tien minacciofo il padre . )
vsdutù Fanete ,
Fan ( Incauta figlia 1 }
SCE'
4^ a T T ^
S C E N A V.
Sefoflri^e li fumetti.
tim'X Tieni, Appreffatf. Mira:
V Dì : ravvifi colui ? 5^/ ( Numi ! qual vifta ? ) Am. Ti turbi ? non rifpondf ?
Canopo 5 a me ti volgi . Offerva . Park , Non é quefìi il mio figlio ?
C/rw.QuegliSignorPquegli tuo figlioPAhilempio! Quello é '1 fuo traditor : quel l'omicida .
Aft. Che feci ?
Fan. ( Avverfi fati ! )
Am II figlio mio tù afTaffinafli ?
Can E certo Siane '1 tuo cor. Ben Io ravvifb , Ei tint& Và del fangue dì Ofiri , e và del mia. Ei dopo il fuo delitto ^ Tclfe al tuo figlio, onde mentirne it grad# £a regal gemma , e di Ladice il fogli» . Vedi qual di fua frode Foffe l'idea. Tremane, o Sire . Io parto E contento morrà , fe meco io fcerna Scender quelf empio al dolorofo Averno/^Tr
S C E N A V I.
Amafi^ SefoJIri , Amnice , e Pane te -
Am.\TK\ Contento farai . Morrà l'iniqua^
V Deggio temer. . . ,
T E \ Z 0. 47
F^». Più no" fi tema . E' cheto , Sire 5 ii tumulto . A l'Imeneo felice Altra pompa non manca , Ched'Amafi lafpetto , e d'Artenicc . Andiam . Am Giugni opportuno.
Vedi colui ? Fan Tuo regal figlio . Am. Eh l dillo
li carnefice fuo . Fan. Che afcolto ? Am. E fenia La pietà d'Artenice Lo direfti anche il mio . Art. ( Inumana pietà I ) Fan. Cieli l E fia vero ,
Che ufcì da la tua man colpo sì enorme ? . Per té Ofiri morì . $ef. Mori , o tiranno .
Mavì : Non dubitarn ? ; ed io 1 uccìfi . iiwj. Traditor I quale fpeme ? Qual difegno era ii tuo ? Quale al misfatto, Qual mai ti rnoffe ira efecranda , e ria ? SfjTTutto lapraì , qu ndo faprai qu il fia • Am. E ben chi fei i Parla , o ciudel . Sef. Chi fono? Dal colpo, cke fec' io , non mi conofci ? Ei t'infégni qua! fono , fi mi ti mollri . Odilo: e ne paventa. Io fonSefoItri. Art. Stfoftri ? O Numi • ^w.O forte I
O vittima i o vendetta ! Guardie , fi ucida Art. Ahi nò mio . Saf dà di mano alla fpada^
Fan.
4S urrà
Vcn Signore ,
Qual vendetta é la tua ,
Se di sì nobìl morte egli qui more ? Sef. Non l'avrò folo . in atto dì difsfa .
Fan Egli la tema , e Tenta ,
Ma fanguìnofa , tormentofa , e lenta . Am Piacemi. Sef. Traditori,
alte guardie , eh [e gli accofiano .
Non fon facil trionfo . Am. O'cedi ,ò mori . Fan. Cedi , sì : ò l'altrui flragi
Comincino da me , fe tanto ardifci . Sef. Anche Fanete a danni miei ? Fan. Fanete
Serve al dover. Sef Saziati , o crudo ; e prendi .
getta la fpada a piedi di Am. Am. Da i'od io m io la peggior morte attendi . Sef. Volea fotto quel ferro
Vederti efangue : unire il padre al figlio .
Mi fù avverfo il deltìn . Pur mi confolo
Col tuo Ofiri trafitto :
Che un tiranno di meno avrà l'Egitto . Km Fremi ; ma ne* miei ceppi ; e tù ArtenicCi» Art ( Mi fco^^ia il cor . ; Am Che miro ?
A té degg' io la mia vendetta , e piangi ? Art. Lafcia eh' io pianga . Lagrime più giufte
Chi mai versò ? Tradito
Ho '1 mio Pience , il mio S^o^o. A*w. Che ?
F^/;. Ammutìfd . Altro Spofo
Altr«
T É 1{ 2^ 0, 4 9
Altro Prence non hai , che dal mio core . Amafi é Ré . Fanete é genitore . Km. ( Fido vafTallo 1 ) Fati. Ad affrettar nel Tenfipio Vado gli alti Sponfali . Con la vittima rea colà ti attendo : E pria eh' ivi d'amore arda la face Abbia il Regno,abbia il Ré vendetta,e pace'. Oggi cada a pie del foglio Fulminata fimpietà . Poi lieto amore Di rofe cinto , Sù l'odio eftinto Le fue più belle Chiare faceìle* Accenderà .
Oggi cada , 8cc.
SCENA Vii
Amaji 5 Ar tenie e , e Sefoftr'ì.
Atn. A Rtenìce , Io veggo.
jt\. Sia pietà,fia fiacchezza, a té da pen^ Di Sefoftri il deftin . Sin da prim' anni Tuo Spofoeffer dovea. Losò; e al tuo duolo^ Vò ufar piétà . Te co Io lafcio , e folo .
Art. ( Pietà crudel ! )
Am. Quel (he per efìfa é dono ^ Per té tormento fia. Rimanti : e vedi in lei , Che già é perdita tua , la gioja mia .
Sef. Tal forte a »ie ?
Am,
jTó ^ T T O
Km. Voi j fe temete il mìo alte guarnii * SdegtlOyCpoter jio ciiffodite. Addio. Più lieto ^ e più beato Da voi partir non , Perfido traditor , volto adorato . Per té farò ne l'ira , Per té in amor farò Fortunato amator , Ré vendicate? # Più lieto , &c.
SCENA Vili.
ArtenìCe , Sefoflrì ^
Ar#.rjEfoflri , anima mìà , cosi ti trovo ? vJ Così ti perdo? E' quello
11 dolce nodo , il lieto amor , che unirci
Ambo dovea? Per me tù a morte? Ahi queft^
E' la pena più ria ^
Che tù vada a morire ,
E a morire così per colpa mia . Sef Mio ben , non ti doler . Celami un piantò^
Che mi fà più infelice .
Vivi , vivi contenta i giorni tuoi :
E fe m odon gli Dei ,
E fe tanto può amor , vivi anche i miei . Arr. Jofenza té vivrei ? iV/Te n pricga,o cara;e s'egli é vetjche mi ami^
in quefto^che t'imprimo y
la deRra fcdel bacio amorofo,-
Prendi '1 mio fpirto, e'I cuftodifci in feno . htt. O DioINon più.SentOjche il cor vicn menò^ iV/ Addio 3 Artenice .
r É \ z 0. 51
hrt. E fai mi lafci ? e al tuo
Carnefice mi lafci ? Sef. Or che in té vive
L'anima di Selbftri ,
Prendi forza ^a lei . Vendichi un colpo
La tua patria , il tuo amor , la morte mia
Ma fe quella vendetta
Tuo periglio mai fia , lafcià a gli Dei
Tutto il fupplizio di queir alma indegna ,
E tu ad Amafi vivi , c fcco regna . hrt, Và pur . Ben torto ombra fedele al fianca
Ne gli Elìsj m'avrai . Sefy Nò, vi vi . Ancor ten prìego,e in té conferva
La più cara metà de la mia vita .
In sì fatai partita
Querto é '1 folo piacer , che fpero, e chiedo . Vivi per me. Ar/. Gudele !
Come priva di té viver pofs' io ? $e[. Se non puoi col tuo cor , vivi col mio .
Confola mi . Ar^ Vivrò. Itf/ Cara Arteh ice,
Più non hò che bramar . Moro felice . Lafcia eh' io fenta almeno Qual vive nel tuo feno Quel cor , che v i pafsò col bacio mio; Or che tù '1 ferbi , o cara , Con sì gelofo amor , Ti dò con men dolor ruìcimo addìo . Lafcia ^ &c.
SCE-
Ji ^ T TO
SCENA 1 X. Artenice -
L Agri me , non ufcite . Tutte recate ad afìfogarmi il core . Ma Jagnarfi che giova ? AI cólpo atroce Cerchi fi fcampo . Amor Io trovr , ò '1 tenti ' E fe fia d'uopo anche in fedel di vene i . In fede! mi fingerò f Ma l'amor non tradirò y E '1 mio cor farà fedel . Forfè a l'or eh' io mentirò Le vendette avrà il mio bene,^ ' Le fue pene avrà il crude! . infedel &:c.
se E N A X.
Parte di Tempio con Trono Reale e la Statua deirOdio.
Panete , ed Orgonte »
Or/ TN perìglio sì grande
1 Onde lo fcampo ? onde il riparo, amico r Fan. Dal tuo , dal zelo mio . Benché frà ceppi . Sefoftrì é '1 noftro Ré . Coraggio , e fede . Or^. Ma che fperar fi puote ? Far: Tutto , ftento iF tiranno, e falvo il regno. Org. Tiafcolti il Cieli ma qiiefte
T E' Pi Z 0. n Son de le colpe fue pompe fuperbe . Pan. E pompe di v;erran de la iua pena . ! Qui frà poco Artenice al traditore I Stender dovrà la deftra . \Zt^aH Ma in (uo foccorfo avrà quella del padre Non temer. Co' tuoi fidi Mi alTilti , ove fia d uopo . Org. Molto (perai' mi M ; e a tanta fpeme , Dcggio del mto ralor le prove eltreme . ■ ^ Mi giubila nel petto
Pien di fperanza il cor, Epiùfedel fi fk. E privo di timor Si accfefcein melaffetto, llze!o,eb pietà. Mi giubila &:c.
SCENA XI.
Pane te , ed Amajt eon guardie .
*Fii».(r:Ccorempio.)
Am- Ci Ubbidirti a cenni mìei ?
Fa» Rifponde di mia fé la pompa iliufire .
E' quello i 1 regio trono . Ove meco fi affida oggi Artenice . Fan. 11 fi moiacro é quello
De l'odio. Am. Ei fia quel Nume , a pìé di cui • Vittima al figlio mio cadrà Sefoftrì . fafj ( Barbara idea 1 ) Poi forgerà d'amore
L'ara felice . Am. Ove per noi fi accenda
La
54 ^ T T 0
La face d'Imeneo . Fa>r. ( Folle fperanza ! ) Jm. Vanne or , mio fido . Affretta
AI tuo Ré le delizie , e la vendetm # Fa». Fedelquefl:*alma forte
D'un' empio con la morte L'offefe del fuo Ré vendicherà • E poi con gìoja , e pace De l'Imeneo la face Lieta per man d*amor sfaccenderà * Fedel&c.
SCENA XII.
Awajt , ed Art erti te . An$.QÌ plachi ormai Ibmbra di Ofìri . A noi f
Ed a la pena Tua venga Sefoftri • Jrt Venga ^ Sigtìor ; ma trovi
In té qualche pietà quell' infelice ^ Am. La trovò ne l'iniquo Il mio tradito tìglio?
Penfa ad elTer Regina . Ei venga ^^^e mota * Art. Chi sa , fé lieta , ò paga
Fia di quello furor Tombra di Ofiri > hm. Piace a me ? Quefto bafta .
Ei di tré colpe è reo . Mi uccife il tìglio 2
Pretende nel mio foglio : e mi -é rivale •
E tré Giudici ancora,
11 Padre, il Ré, l'Amante,
Lo chiamano al gaftigo . Ei venga , e mora * JAtt, ( Ahi ! dov' é '1 genitor > ) Rivale il temi ?
L'amai , no'I niego , e l'amo j
Ma fe per far eh* ei viva ,
Gli»*
Giova eh' io fìa infedel , mi efca del petto Con la metà del cor la cara immago . Vedi quanto ti dono Per comprar la Tua vita . A me Io dona , e più non l'amo . Ah ! Tenti , Senti quai patti acerbi . A me lo dona . Ecco dfl dono il prezzo. Ecco Artcnice . Ecco la fede. Ecco ladeitra ancora. Viva Se{0{^ri, e tua fon' io ... Aw Nò : mor^. hft\ Perche morte ? a lui perche?
BaiH a té
L'avergli tolto
Regno , Dadre j e libertià •
Vada jfciftlto^
E lamia fé
Sia mercé
Di tua pie ti. Perche &c. Aw. Mora . Nulla mi doni , Che non fia mio , Se quella man mi niega Il tuo pronto volere, a vrolla or' ora Dal mio poter . Venga Sefoftri ,e mora .
SCENA X I I L
Sefofiri tra le guardie , e li fudetti . Cfc/ COn coftante , e non paventa O L'alma mia Catene , e morte . Può ben far la tirannia , Che felice io più non fia ; Ma non già eh' io non fia forte . Son colante &c
^ T T 0
Km. Così al Giudice un reo ? ^ Sef. Così al tiranno un Ré . Aw. Ma ferva il Ré al tiranno .
Tutta la tua coflanza ,
Tutta la tua fortezza ,
A fronte di due pene or qui fi vegga .
L'una fìa '1 tuo morir : l'altra Artenice
Mia fpofa sù quel trono : e fia la prima . Ar/. Ciò non fìa mai . 5</^ Taci,. Artenice. Vanne.
China al deftin la fronte ; e Tempio temi . Art Viva almen l'infelice . hm Eh I yieni al foglio .
Vò le tue nozze , e la fua m«rte io voglie » la prende perm^n*. Art. Forza crudel ! Sef. Vanne mia cara • Art. (O Dei]}
Am Vieni . Regina , e Spofa mia tùttì .
và eoa Artenice fui trono . Sef Perche 5 pecche s'indugia il m ). rr mio ? Am Morrai j felion . Là sincateni .
Sefcftri è legato alla Statua dclV Odio - Art O Diol Am Or cada .
Sef 11 colpa attendo , e non Io temo .
Am. Mi il braccio temerai , eh' é tjio omicida-
A me toflo Nitocri . Art. A che la chiami ? A»; ElTail fuo figlio uccida . Sef ( O barbarie ! ) Art. ( O impietà I )
Am. Se a lei ti fcuopri , a Sef
Teca
É
T E \ Z 0. Teco morrà la madre : e fé rù parli , ad Art* Per té de l ire mie fia reo Fanete . ief. Numi 5 Numi d'Egitto , e voi tacete ?
SCENA XIV.
Nitocri tra le guardie , e li fudetti ,
2VZi/."r? Ccomì . Che fi vuol ? Sul trono alTifa
■ j Artenice con l'eaipio ? Aw> Vedi fé un' empio fono . jCiegiuflofon' io Làfcorgi il re© : Del cu ì morrò Sefoitri . In lui fi adempia . E n aucmpia di té la tua v codetta . tilt. Tuo tìglio ? Ah \ quaìcnc fnxle . Aw. Mio figlio, si ; ma un figlio indegno,e vile, 1 E t:*aditci- dei t'.io . l'abbandono ì A K- tue furie ; e fe ti óipnca un ferro ,
Evxoti '1 niio . te ^^ata la fyada «
Kit. Lo prendo ; e corro . . . ani I dove ? i XJuai ^e' j } qua!' orrore ? Un sì bel colpo , I Che già fù vero mio , da me ^^r li teme ? U prcndi\^ e và furiofa l etjì Srf. poi fi ferma . Awf. A che più t^i ti. Egli tuo figlia uccife . Nit Ei dunque mora . torna ver Co Sef
An. OCi:i: 3. Am. Penfa a Fanete . ad Art.
\Nit. Ma chi m'arrefla il braccio ?
Narrami , fceier^ito , anche una volta , .11 > ua delitto , onde p'^n pronta a l'ire
MMàcciii il mio dolor. Sef Parlar non poifo . Wt. Parlar mi puoi ? Am. Che chiedi ' ' AM
5? ^ T T 0
A luì di più ? Non ti moftrò l acciaro, Che Sefofìri cingea ? Sù gli occlij tuoi Non vantò il tradimento", e '1 traditore ? 2iìt. E* vero . In lui vegg' io P' Amafì il figlio , e ì uccifor del mio ?
corre a Sefoftrì,
firt. Ferma , o Regina .
difcende furìofa dal Trono . Km. O là ! che tardi ? ei mora .
hhandàft il prof petto fi vede tutto il Tempio iU^ luminato con V hra d'Amore , e d'Imeneo in lontano . Cade il U^mUcro dell' Odio , e refi a difciolto Sefoflri . Sparifce il trono , e volen- done Amafi fiifcendere fi trova incatenato ad - un Saffo,
SCENA ULTIMA,
Fanete^edOrgontecon fp ade nude alla mano^ • e li fudettt .
Ok/']VI^" ,tù fcellerato.
Am. Qual tradimento? O Cieli ! Io frà catene'?-
^*^/'. Che veggo , o Dei ? i
A rt. Regina , ecco Ssfoftri .
Kit Sefoftri tù ?
Sef Sì , madre .
Wt. Or và 5 niio figlio ,
Vendica il Padrcjil Ré, NitocrI, e '1 Regna . Am Io ? tradito ?
Am vìen circondato dalle guardie , Fan* A té, Signor , lo fveno .
T E 11 Z 0. 55> ff/! Fermati . Non profani
Quel fangue fcelerato il tempio , e'I Nume . Aw. Felloni ì al voItroRé? Org Regna Seloliri .
Chi mi tradì ? Fan Pur dal mìo zelo ordite
Le ingegnofe catene , onde Tei colto . \w. Un fallo é'I trono mio ? lacci al mio piede? CuUodi , ov' é la fede ? Va(ralli,ov'é l'amore? Taci. Non hà va (Talli un traditore .
\m. Aita . j A le ftragi .
Fan.)
firn. Soccorfo . Sef ) A lo Icempio . Art)
\m. Mercé . ^ Sei un vile .
Fa»)
\m. Pietà . Sef. ) Sei un' empio • Art, ) Org. )
^i».Che attendo? Pan) Le pene. * ' . Hit )
Km. Che fpero ? j La morte .
$ 5. Crudel , ti condanna la giufta tua forte • hm, O minacce I o deflin ! Ti cedo il foglio .
Ma lafciamì la vita, r^/* Voglio il mio regiio,e la tua morte io voglio. \m, AUncn per té iì pUchì . ad Art.
^t. Da me , da iui cerchi pietade ancora ?
£i
So ^T T 0 T E I{ Z O.
Eidiffe. Iodico. Amali vada 5 e mora . Al». Morrò . Dammi quel ferro .
Un ferro a me fi niega ? J^/ Un carnefice attendi. AI fuo fupplizio
Tragg a fi l'empio , o fid i . Aw. Andiamo . Io morirò ; ma temi ancora
D'Amafi le vendette . Ancor fepolto
Tuo nemico m'avrai . M'avrà l Egitto
Suo funello tiranno .
Scotcrò nel tuo foglio ,
Turberò nel tuo letto
La tua pace, e'I tuo amore ; e col mio fdcgn© Sarò fatale al Ré , fatale al regno .
è fondono altrove dalle guardie . "Hit, Mio figlio 5 e rivi , e regni ? ff/ Tanto fi dee di quefti fidi al zelo. Org N'bà la gloria Fanete . Fan. E meco Ofgonte . Meglio 1 fuoi cafi udrai . Giova , che lieta Vegga or Menfi il (uo Ré . Scf. V adafi \ e vegga
In Artenìce ancor la fua Regina . Arf. Contenta al fin col mio Sefoftri io fon*. Tutti . Oggi è felice il Regno , e lieto il trono . Ritorna a noi la pace , E feco viene amor. Amor ,che in una fielk La più ferena , e bella De la fua chiara face Accefe il dolce ardor . Ritorna &c.
Fine dd Drama
[ Neir Atto Primo.
SCENA QVINTA .
i
' Aria per Campo.
Accenderò in quegli occhi Contro del traditor Ben g iurta face; E tornerà il feren In quello afflitto cor Di gioja , e pace . Accenderò &c»
lei fine deir Atto Secondo .
Aria per Ar tenie e.
Lui nga qaefto feno Un bel dcfìo d'Impero, E un bel dcfio d'amor . Ma ogn' or' amando io pelio»^ E fe penando io fpero Mi p i a ce i 1 m io doler • JLuiinga <3&c.