ITALIA-ESPANA EX-LIBRIS M. A. BUCHANAN ^^"'^^1 ^^3 w STORI A DELLA LETTERATURA ITALIANA NEL SECOLO XVIIL SCRITTA DA ANTONIO LOMBARDI PRIMO BIBLIOTECARIO DI SUA ALTEZZA REALE IL biC. BUCA DI MODENA Socio k Sbgretabio della Società Italiana DELLE Scienze . Tomo I. MODENA PRESSO , LA TIPOGRAFIA CAMERALE MDCCCXXVII. I' P,EI' AZ I O N E. l^e repLicate edizioni, h traduzioni in dii^ene Un" pie , ed i compendii chs e in vita e dopo morte del' V illustre Caoalier Girolamo Tirahoirhi comparvero della sua Storia della Letteratura Italiana^ hoAtereh- hero per se soli a comprOi>arne il merito, ed a mo- strar l' a fi f> rudimento con cui ricevette sempre quf^ st' Opera il colto Pubblico , quando in modo piìi chia- ro rum si ojvesse espresso il comune favorevol giudi- zio dei Dotti. ^ giudizio confermato e sostenuto dagli intrinseci luminosi pregi delV Opera stessa. Il Chiar. Autore Presidiente della Biblioteca Eiten^e avendo prese le mosse dai tempi degli Etruschi ^ siccome quelli fra i primi abitatori dell' Italia intomo ai quali per- tennero fino a noi alcune pili fctndate notizie , si ar- resto col suo lax/fjro ai primi armi del secolo XV 111; e quantìinque non molto dopo la sua morte annun- ciata ne "Lenisse una continuazione ^ che abbracciar dcjveva la storia medesima pel secolo XV HI. {i)^ pu- re sono ormai scorsi sei lustri ne vedesi ancor aderr^ pila una tale promessa. \on mancarono j> è v^o ^ in questo intervallo di tempo egregi Scrittori in tale mate' ria. Il Chiar. Conte Comiani Bresciano pubblico su ta- r \ ••>-«' ^ e / PREFAZIONE. JLje replicate edizioni^ le traduzioni in diverse lin- gue , ed i compendii che e in vita e dopo morte del- l' illustre Cavalier Girolamo Tiraboschi comparvero della sua Storia della Letteratura Italiana;, bastereb- bero per se soli a comprovarne il merito, ed a mo- strar V aggradimento con cui ricevette sempre que- sf Opera il colto Pubblico, quando in modo più chia- ro non si avesse espresso il comune favorevol giudi- zio dei Dotti, giudizio confermato e sostenuto dagli intrinseci luminosi pregi dell' Opera stessa. Il Chiar. Autore Presidente della Biblioteca Estense avendo prese le mosse dai tempi degli Etruschi , siccome quelli fra i primi abitatori dell' Italia intorno ai quali per- vennero fino a noi alcune piìi fondate notizie , si ar- restò col suo lavoro ai primi anni del secolo XVIII; e quantunque non molto dopo la sua morte annun- ciata ne venisse una continuazione , che abbracciar doveva la storia medesima pel secolo XVIII. {i), pu- re sono ormai scorsi sei lustri ne vedesi ancor adem^ pita una tale promessa. Non mancarono , è vpy-o , in questo intervallo di tempo egregi Scrittori in tale mate- ria. Il Chiar. Conte Corniani Bresciano pubblicò su ta- (i) Prefazione premessa al Tomo Vili, parte I. della edizion Veneta in 8." 1795-9S. VI le argomento (i) un* opera, nella quale ci presenta in tanti articoli separati le notizie biografiche e lettera- rie dei principali Autori Italiani dopo il risorgimen- to delle scienze fino alla metà del secolo caduto '^ ed avendogli la morte impedito di protrarre più oltre il concepito disegno , lo continuò il suo Concittadino Sig, Camillo Ugoni, ma finora non lo compì (2). Questi due Autori sono quelli che piti ampiamente hanno scrit- to di tale materia in generale per il sunnominato pe" riodo di tempo y mentre non si può qui ricordar V 0- pera del Francese Gingue?iè, poiché questa ha per og- getto soltanto l'amena Letteratura {S). Chi però conosce V abbondanza di buoni Scrittori d' ogni genere che fiorirono tra noi nella età passata, e ne istituirà il confronto col piano seguito dai Chiar. Signori tigo- ni e Cornianiy dovrà convenir meco aver essi lasciati non pochi vuoti nella storia della nostra Letteratura, al che aggiunger si deve il riflesso che gli articoli dai medesimi trattati, ed anche il metodo loro di scriverli così staccati a foggia^ direm così, di un Di- zionario biografico , non bastano a presentarci una compita idea delle vicende e dei progressi , che han fatto in Italia le scienze e le buone lettere nell'epo- ca posteriore a quella in cui termina la storia del (i) I Secoli della Letteratura Italiana dopo il suo risorgimento i2." Brescia ap. Bettoni i8i3. (2) Della Letteratura Italiana della seconda metà del secolo XVIII. la.** Brescia iSao. (3) II Giiiguenè condusse la sua storia soltanto sino a tutto il secolo XVI. ma presentemente il Sig. Salfi Italiano abitante a Parigi 1' ha segui- tata fino al secolo XIX. Quanto ne duole che le massime erronee spars» qua e là nell' opera del Ginguenè di singolari pregi adorna , abbiano ob- hligata la S. Sede a descriverla nell' Indice finché ven-a espwrgata e cor- retta. vn Cap. Ti^ahoschi. La quantità grande di sussidii che somministrar possono a quesf uopo, e le vite parti- colari degli uomini illustri^ specialmente la raccolta insigne di Monsignor Fabbroniy e gli elogi staccati di tanti Dotti:, e la storia Letteraria d' Italia dell' eruditissimo Padre Zaccaria, e V Opera degli Scrit- tori d' Italia del celebre Conte Mazzucchelli , non che quella dell' illustre Ah. Andres, e le Biblioteche de- gli Autori di varii Stati e Provincie, tali abbondanti sussidii invitavano , dirò così, ad accingersi al lavoro, alla cui redazione inoltre giovar può assai anche la non interrotta serie dei tanti Giornali e delle Effe- meridi letterarie durante V intiero secolo in varie parti d' Italia pubblicate. Confortato da questi rifles- si io l'ho intrapreso e condotto a termine , continuan- do la storia letteraria Italiana da quel punto dove finì la sua il Tiraboschi e conducendola sino ai pri- mi lustri del presente secolo. È appunto perchè mi proposi di continuare la sto- ria del suUodato Autore , credetti pur conveniente di seguir le tracce da lui segnate, e quindi adottai l'or- dine stesso :, e la medesima divisione delle materie che in quella riscontrasi , all' oggetto ancora, che se non nelV intrinseco merito ( cosa che non mi era dato di ottenere ) nelV estrinseca forma almeno , il mio lavo- ro si accostasse a quello di così egregio esemplare. Soppressi solamente nel Libro I. il Capitolo dei viag- gi, perchè dall' un canto non mi venne fatto di rac- cogliere materiali copiosi abbastanza e di tanto inte- teresse, che meritassero di essere riuniti e presentati sotto un separato punto di vista, e dall' altro cantò poi avendo dovuto in alcuni luoghi parlare de' viag- vili gi di parecchi fra i Letterati Italiani i quali anclie per questa parte si distinsero nel passato secolo , co- me a cagion d' esemplo del Boscoi^ich e dello Spal- lanzani y non avrei fatto che ripetere inutilmente il già scritto , se avessi formato un capitolo a parte per i viaggi. Una giunta poi al piano dell' illustre mio Antecessore ho necessariamente dovuto introdurre in questa storia, accrescendo cioè il Libro III. di un ca- pitolo risguardante l' Antiquaria e la Erudizione, per- chè gli Italiani estesamente e con sommo frutto se ne occuparono nel secolo XVIII. Gli Autori sono sta- ti da me distribuiti nelle rispettive classi a norma della divisione delle materie adottate dal Tiraboschi^ e per disporre quelli di ogni classe poi , ho seguito per quanto ho potuto, V ordine cronologico secondo il quale essi vissero. Seguendo le regole che la sana critica prescrive a coloro che scrivono la storia, io citerò sempre i fon- ti ai quali ho attinte le notizie biografiche e scientifi- che dei nostri Autori, dalla qual diligenza non ho creduto di potermi dispensare , ancorché il genio de- gli Scrittori e dei Lettori oggi giorno sembri alie- no piuttosto che nò dall' uso delle citazioni , e si ami di presentare dei quadri filosofici nei quali non si se- gnano che ben di rado le epoche; ed a seguir la mia massima arroge V altra considerazione , che le citazio- ni medesime potranno essere se non altro utili per coloro , cui piacesse di procurarsi intorno alle opere o intorno alle vite degli Autori notizie piìi estese di quel- le delle quali una storia generale deve appagarsi, of- frendo cioè soltanto ai Lettori le cose pili rimarchevoli e di maggior rilievo. Riferirò gli altrui giudizii sulle prO' IX diizioni più interessanti del nostri Scrittori j e quando variino le opinioni ^ ne informerò il Lettore; ma mi guarderò bene dal pronunziare in siìnili casi senten- za alcuna se appoggiata non sia a' piti validi fonda- ìuenti. E in modo particolare mi propongo di seguir questo contegno rispetto agli argomenti di buon gu- sto e di amena Letteratura, intorno ai quali sembra a temersi, che il così detto Romanticismo che Jia in- vaso V impero delle lettere , e lo stesso ardentissimo studio dell' Italiana favella, di Dante e degli Auto- ri del trecento , che impegnò nelle gare ed occupò se- rimneìite lo spirito di molti fra gli ingegni Italiani in questi ultimi tempi , possa insorgere a divider gli animi ed impedire la maturità di sicuri ed impar- ziali giudizii. So che alcuni rimproverano al Cav. Tiraboschi il difetto di essersi diffuso nella Biografia degli Autori^ € di aver poi trascurato di esaminar piìi a fondo le loro opere, di analizzarle , e di presentarne direm co- sì lo spirito. Io non discuterò una tal questione che richiederebbe lungo ragionamento , e potrebbe sommi- nistrar argomento per una dissertazione sul miglior metodo di scrivere la storia letteraria ; dirò bensì che chiunque leggerà l'Opera del Cav. Tiraboschi, vedrà che il Chiar. Autore non ha sicuramente trascurato di ca- ratterizzar maestrevolmente gli scrittoj'i più celebri , e di offrir nella maniera più acconcia e concisa le co- se più interessanti che risguardano il merito ed i pre- gi delle loro produzioni. Chi vorrà poi considerare la vastità delle materie da un uomo solo trattate in questa storia, che abbraccia un periodo di presso che tremula anni, le tante questioni scientifiche , lettera- X rie y e cronologiche dottamente nella medesima discus- se j e le accuse degli stranieri contro le lettere Ita- liane con vigor ribattute, convenir meco dovrà, che se V Autore non si e in pili incontri diffuso a parlar lungamente delle Opere di coloro di cui scriveva la storia j lo ha fatto per conciliare quant' era possibile con la estensione dell' argomento la rapidità tanto raccomandata , onde non generar noja in chi legge. Non volle egli perciò , come si espresse nella prefazione al T° J.j dare una Biblioteca di Autori, ma bensì la Storia della Letteratura Italiana ; e giustificò viep- piii questo suo contegno y recando V esempio dei Dot- ti Maurini y i quali avendo voluto congiungere insie- me Storia e Biblioteca degli Autori Francesi, non condussero a termine l'Opera loro, quantunque vi coo- perassero contemporaneamente pili Soggetti, Opera che per li primi dodici secoli occupa dodici voluminosi tomi. Cercando io però di soddisfare al gusto del se- colo •, che ama piìi di conoscere ciò che hanno pensa- to gli Autori, anziché le vicende della lora vita , e volendo ad un tempo seguir la giusta massima del piti volte nominato Chiarissimo Autore , ho procurato di estendermi qualche poco di piìu di quel eli ei fece alcuna volta, nel dar conto delle produ7Àoni degli Scrittori Italiani^ quando ho avuto mezzo di farlo, ma non ho tralasciato di tessere in breve la vita dei pili rinomati, e di notarne ognora con precisione le epoche della nascita e della morte, perche lo storico cercar deve che i suoi lettori possano coordinar be- ne in mente i fatti , al che giova assai l' esattezza nella cronologia ^ che andar deve indivisa campagna della narrazione. XI Siccome io prendo a scrivere come già dissi , la storia della Letteratura Italiana e non la Bibliote- ca dei nostri Scrittori j mi sarà forza di ommet- - ter, come pratichò anche il Tiraboschi , tutti quei Letterati che non levaron di se un certo grido, nel che fare però ho procurato di attenermi alla sen- tenza del Chiar. Abate Lanzi il quale si esprime co- sì (i). Tacere il mediocre è industria di buon Ora- tore, non uffizio di buono storico. Sarà però facil cosa che io non incontri il genio di alcuni per aver taciuto certi nomi , e quello di altri per aver parla- to di Soggetti , che giusta V opinion lor non merita- van forse di venir ricordati in quest'Opera ; ma cono- scendo ben io quanto variino in ciò i giudizii degli uomini , dirò sin d' ora sì agli uni che agli altri: accor- datevi prima fra toì^ ed allora si toglierà ogni dif- ficoltà e mi servirà di norma il vostro consenso. Sic- come questa mia storia contiene quel periodo d' anni in cui l'Italia provò i terribili effetti della rivoluzione e dello spirito di partito , così avverrà talvolta che volendo tracciare il carattere morale di alcuni Scritto- ri vissuti in quesf epoca, si corra pericolo di non po- ter dire il vero ; poiché dipinti dalla penna di un partito , vi si presentano sotto un aspetto , mentre se di essi ragionò alcuno di opinione contraria, fanno al- lora ben diversa figura. Quando mi accada di incon- trar questa ambiguità di sentenze , procurerò , se non avrò potuto accertarmi da qual parte realmente pen- da la bilancia del vero , o di tacere o di esporre (i) Storia pittorica T. I. Prefazione pag. XV. Edi;;. III. Bassano i8oo- XII V una e V altra sentenza y lasciando ai Lettori il giii~ dizio della cosa. Ma io potrei chiamarmi fortunato se altre criti- che non fosse per incontrare questa mia storia , e se altre ommissioni non mi venissero rimproverate . Ben consapevole però a me stesso della mia tenuità y mi recherò ad onore se i Dotti Italiani vorranno esser- mi cortesi nel r accennarmi quei difetti nei quali sarò incorso j e quelle ommissioni importanti che rendesse- ro manchevole quest' opera ^ e mi farò un dovere di rettificare que' luoghi che ne abbisognassero , e di in- trodur quelle giunte che riconosciute venissero indis- pensabili onde render men difettoso il presente lavo- ro ; poiché usò già questo contegno il Cav. Tiraboschi nella seconda edizione della sua storia fatta in Mo- dena V anno 1787.^ e tanto più. seguir lo debbo io che mi conosco per ogni riguardo di cognizioni e di talenti sommamente a lui inferiore. Protesto però fin d' ora che non risponderò ad alcuna critica i perche quando crederò die sia essa ragionevole , mi prevar- rò all'uopo degli avvertimenti e delle notizie che mi verranno somministrate , e se giudicherò che manchi d' appoggio y abbandonerò me stesso e la cosa all'al- trui imparziale giudizio. Siccome io ho condotta questa mia storia sino all' epoca attuale, così ho procurato di inserirvi le noti- zie di quelli ancora che sono ultimamente mancati di vita , quando ho avuto mezzo di procurarmele. Debbo tuttavia con mio rincrescimento ommettere i nomi di alcuni illustri soggetti che avrebbero figurato assai in quest'Opera y o^ppunto perche non mi e riuscito finora di raccogliere a tempo quanto occorre per par- XIII lare di essi come esigono i loro meriti letterarii. Af- finchè però non vengano questi defraudati delle lodi ben loro do<:utey io ne registro qui i nomi, e qualora i Dot- ti Italiani mi vorranno esser cortesi delle opportune relative notizie biografiche e letterarie , potranno i lo- ro articoli j o dar argomento ad un' appendice in fi- ne della presente opera j o accrescer materia per una successiva edizione. Intanto ecco i nomi di que' Lette- rati Italiani che a mia notizia da poco tempo in qua sono defunti: Cav. Alessandro Volta, Cav. Prof Già. Battista Venturi, Cav. Leonardo Salimbeni, Conte Pie tro Moscati, Conte Simone Stratico, Conte Giulio Per- ticari , Prof. Pietro Tamburini , Prof Brocchi, Cav. Belzoni , Cav. Alessandro Malaspina , Cav. Isimbar- di , Cav. Luigi Rossi , Padre Onofrio Boni , Conte Angelo Delci, Prof Gio. Antonio C assito. Prof Lui- gi Brugnatelli, Prof Gio. Battista Guglielmini, Prof Luigi Laghi, Prof Gaetano Uttini , Ah. Francesco Ve- nini , Annibale Mariotti, Padre Ermenegildo Pini , Ab- bate Mari, Benedetto Del Bene, Luigi Castiglioni , Prof Breislach, Padre Giuseppe Racagni, Prof. Giu- seppe Avanzini, Padre Ignazio Rossi, Pietro Ferroni Cav. Giovanni Fabbroni , Ab. Francesco Cancellieri. Quantunque io abbia raccolti abbondanti materiali nei libri stampati per tessere quest'Opera, tuttavia debbo attestare la piìi viva e speciale riconoscenza a' miei rispettabili Colleghi nella Società Italiana delle Scienze, li Signori Cav. Abate Angelo Cesaris, Prof. Floriano Caldani, e Matematico Pietro Ferroni de- funto r anno 1826.^ come pure alli Chiarissimi Aba- te Francesco Cancellieri e Signor Canonico Filippo Schiassi, i quali tutti mi hanno somministrato diverse xrv notizie che mancavanmi a compiere la presente storia, la quale qualunque siasi, mi faccio coraggio di of- frire all'Italia in continuazione e compimento di quel- la dell' illustre mio Antecessore. •^OCMtiOO^ ^i.f% XV INDICE E SOMMARIO DEL PRESENTE TOMO. LIBRO L Stato dell' Italia nel secolo XVIII. e sul principio del secolo XIX. Mezzi adoperati a promuovere gli Studii. CAPO I. Idea generale dello stato d' Italia in questo secolo. J. JXistretto di ciò che nel corso di questo secO' lo avvenne di novità a diverse parti d'Italia. II. Bre- ve notizia della condotta tenuta dai Romani Ponte- fici in questo secolo. III. Vicende del Piemonte e deh le altre Provincie dei Duchi di Savoja. IV. Cambia" menti avvenuti nella Toscana in questo secolo. V. Sta- to delle Repubbliche di Venezia e di Genova in que- sto Secolo. VI. Vicende degli Stati di Lombardia. VII. Regno delle Due Sicilie. Vili. Stati Estensi e di Parma. ^ CAPO IL Favore e munificenza de' Principi e di altri illustri Personaggi verso le lettere. /. Difficoltà incontrate da prima e poi superate dai Principi per favorire le lettere. II. Sovrani di Na- XVI poli e Sicilia. III. Pontefici Romani e Cardinali Pro^ tettali delle Lettere. IV. Continuazione di ciò che ri- guarda i Pontefici ed i Cardinali. V. Altri Cardina- li protettori de' buoni studii. VI. Cardinal Riminal- di. VII. Cardinali Ottoboni Pietro ed Albani Ales- sandro. Vili. Valenti Card. Silvio. IX. Altri Perso- naggi distinti che protessero i buoni studii. X. Fosca- ri Senator Francesco ed altri Uomini insigni. C A P O III. Università, Scuole pubbliche ed Accademie. /. Università del Regno delle Due Sicilie. II. Uni- versità di Roma e di Ferrara. III. Università di Bo- logna. IV. Università della Toscana. V. Continuazio- ne di quanto riguarda la pubblica istruzione in To- scana. VI. Università di Padova. VII. Università di Modena e di Parma. Vili. Università e Scuole su- periori della Lombardia Austriaca. IX. Scuole pub- bliche elementari. X. Scuole dei Sordi e Muti. XI. Accademie . XII. Istituto delle Scienze di Bologna. XIII. Accademie di Siena e della Crusca. XIV. Ac- cademia di Torino. XV. Società Italiana delle Scien- ze. XVI. Accademie di Napoli- XVII. Accademie in Firenze. XVIII. Continuazione di ciò che riguarda le Accademie Fiorentine. XIX. Accademie dello Sta- to Ecclesiastico. XX. Accademie Bolognesi. XXL Ac- cademie di Modena e di Parma. XXII. Accademie Lucchesi, Genovesi e dello Stato Veneto. XXIII. Ac- cademie di Milano. XXIV. Accademie di Mantova. XXV. Istituto Nazionale Italiano. XVII e A P O I V. Biblioteche e Musei d'Antichità e di Storia naturale. /. Proemio. IL Biblioteche di Palermo, di Roma e degli Stati Pontificii. III. Musei degli Stati Pon- tificii. IV. Biblioteche e Musei in Toscana. V. Biblio- teche del Regno di Napoli e dello Stato Veneto. VI. Biblioteche dei Regolari e di N. Veneti in Venezia. VII. Musei Veneziani. VIIL Biblioteche di Milano e Torino, Biblioteche di Parma e di Modena. LIBRO II. SCIENZE C A P O I. Studii Sacri. /. Proemio. II. Teologi strettamente detti. Benedet- to XIV. S. PJII. Sua elezione al Pontificato ec IV. Continuazione di ciò che risguarda Benedetto XIV. V. Opere teologiche di Lodovico Atitonio Muratori. VI. Bertolli Gio. Maria Servita ed altri Teologi. VII. Concina Padre Damele. VIIL Ricchini Padre Mae- stro Tommaso. IX. Berti Padre Gio. Lorenzo. X. Ope- re del Padre Berti. XL Ballerini Pietro e Girolamo Fratelli. XII. Incontri Monsig. Francesco ed altri Teologi. XIII. Teologi controversisti ossia polemici. XIV. Grimaldi Costantino ed altri Autori. XV. Got- ti Cardinal Vincenzo. XVI. Sue opere. XVIL Altri scrittori polemici. XVIIL Ghezzi Niccolò ed altri Teo- logi. XIX. Migliavacca Don Celso ed altri Teologi. xvm XX. Moneglia Vincenzo Tommaso. XXI. Andruzzi Luigi Conte di S. Andrea , ed altri Autori. XXII. Noghera Padre Gio. Battista ed altri. XXIII. Que- stione fra il Bini e l'Adami ec. XXIV. MuzzarelU Ab. Alfonso, XXV. Cattaneo (de) Conte Gio{?anni ed altri. XXVI. Storici Ecclesiastici e sacri filologi. XXVII. Capassi Gherardo Servita. XXVIII. Aste Francesco Maria ed altri scrittori. XXIX. Benedet" ti Pietro. XXX. Scrittori diversi di liturgia e di sto- ria ecclesiastica particolare. XXXI. Altri Scrittori di sacra biografia e di storia ecclesiastica particolare. XXXII. Altri Scrittori simili. XXXIII. De-Bossi Pa- dre Bernardo Maria. XXXIV. Mansi Monsignor Gio. Domenico. XXXV. Suoi lavori. XXXVI. Orsi Car- dinal Giuseppe. XXXVII. Opere del Cardinal Orsi. XXXVIII. Altri Storici ecclesiastici. XXXIX. Trom- belli Padre Abbate Gio, Crisostomo. XL. Altri Scrit- tori di storia ecclesiastica, o editori di opere altrui. XLI. Sajanelli Padre Gio. Battista, Massini D. Car- lo Ignazio. XLII. Altri Scrittori di storia ecclesiasti- ca particolare. XLIII. Bianchini Canonico Giuseppe. XLIV. Gattico Canonico Gio. Battista e Florio Fran- cesco. XLV. Mittarelli Padre Ab. D. Benedetto y Co- stadoni Padre Abate Anselmo ec. XLVI. Altri Scrit" tori di storia ecclesiastica e di sacra filologia. XLVII. Zaccaria Padre Francesco Antonio. XLVII I. Conti- nuazione delle notizie dello stesso. XLIX. Sue opere. L, Continuazione di ciò che risguarda le stesse. LI. Altri Scrittori sacri. LII. Frediani Ildefonso ed altri Scrittori. LUI. Passini Padre Vincenzo Maria. LIV. Altri Scrittori od editori di opere altrui. LV. Marna- chi Padre Tommaso Maria. LVI. Gallicciolli Abate XIX Gio. Battista ed altri Storici ecclesiastici. LVU. Scrit- tori Biblici. LVin. Continuazione degli Scrittori Bi- blici. LIX. Ansaldi Padre Casto Innocente, Correale Padre D. Casimiro. LX. Ebrei Scrittori di cose Bibliche. C A P 0 1 1. Filosofia, e Matematica. /. Gabrielli Pirro Maria, Bichi Galgano. IL Tre- visani Bernardo, Vico Gio. Battista. IH. Si conti- nua a parlare delle opere del Vico. IV. Peggi Pier Francesco ed altri Filosofi. V. Zanetti Francesco Ma- ria. VI. Continuazione dei lavori del Zanotti. VII. Continuazione di ciò che risguarda lo stesso. Vili. StelUni Giacomo. IX. Barkovich Francesco ed altri Scrittori di filosofia. X. Buonafede Padre Abbate Ap- piano. XI. Spugni Padre Andrea ed altri Scrittori di metafisica. XII. Soave Padre Francesco. XIII. Sue opere. XIV. Genovesi Antonio. XV. Zorzi Alessandro. XVI. Miceli Vincenzo. XVII. Grimaldi Vincenzo An- tonio ed altri Filosofi. XVIII. Fisici. XIX. Bertucci Gio. Battista. XX. Fromond Padre Claudio. XXI. Belgrado Padre Jacopo. XXII. Fisici diversi. XXIII, Scarella Padre D. Gio. Battista. XXIV. Bassi Lau- ra Maria. XXV. Algarotti Conte Francesco. XXVI. Beccaria Padre Gio. Battista, Bianchini Fortunato. XKVII. Altri Fisici. XXVIII. Corti Professor Bonon ventura. XXIX. ArdinghelU Maria Angela, da S. Mar^ tino Padre Gio. Battista. XXX. Gattoni Canonico Giu- lio Cesare ed altri Fisici. XXXI. Torre (della) Pa- dre Giammaria. XXXII. Cigna Dottor Gio. France- sco, Cardini Francesco. XXXIIL Canini Maria, Corsi XX Conte Giulio, Vassalli Anton-Maria. XX KIV. Scrittori di Economia civile. XXXV. Altri Economisti XXXVI. Carli Conte Gio. Blnahlo. XXXVII. Opere economi- che dello stesso. XXX Vili. Verri Pietro. XXXIX. O- pere di economia civile dell' Abate Genovesi. XL. Neri Pompeo ed altri Scrittori di Economia. XLI. Presta Giovanni. XLII. Galiani Ab. Ferdinando. XLIII. Al- tri Economisti. XLIV- Paradisi Conte Agostino, Ric- ci Cav. Lodovico ed altri Economisti. XLV. Matema- tici. XLVI. Geometri. XLVII. Grandi Padre Abate Guido. XLVIII. Opere del Padre Grandi e sue que- stioni letterarie. XLIX. Continuazione delle notizie del Padre Grandi. L. Altri Geometri e Matematici. LI. Torelli Giuseppe. LII. Aritmetica e Algebra. LUI. Riccati Padre Vincenzo Gesuita. LIV. Piccati Conte Giordano LV. Manfredi Gabriele. LVL Fagnani Con- te Giulio e suo Figlio. LVII. Raìnpinelli Padre Ra- miro. LVIII. Pagani Paolo ed altri. LIX. Agnesi Maria Gaetana. LX. Altri Algebristi. LXI. Grange (la) Luigi. LXII. Opere e memorie di La Grange. LXIII. Lavori di Lagrange sulle equazioni e intorno alla Matematica mista. LXIV. Valperga di Caluso Ab. Tommaso, Cossali Padre D. Pietro. LXV. Mas- cheroni Ab. Lorenzo. LXVI. Canterzani Sebastiano. LXVII. Raffini Prof. Paolo. LXVIII. Continuazione di quanto riguarda la vita e le opere dello stesso. LXIX. Altre opere dello stesso. LXX. Saladini Ca- nonico Girolamo , De Antoni Alessandro ed altri . LXXI. Astronomia, Bianchini Francesco. LXX li. Ope- re e lavori astronomici del Bianchini. LXXI li. Ma- raldi Giacomo Filippo. LXXIV. Marinoni Jacopo ed altri Astronomi. LXXV. Stancar i Vittorio Francesco. XXI LKXVl' Manfredi Eustachio. Ll^X VII. Continuazio- ne di ciò che riguarda il Manfredi. LXXVIII. Sorel- le del Manfredi ed altri Astronomi. LXXIX. Zanot- ti Eustachio. LXXX. Boscoi^ich Padre Ruggiero Giu- seppe. LXXXI. Altri lavori del Boscoi^ich e suoi viag- gi. LXXXII. Continuazione di detti viaggi. LXXXIII. Altri Astronomi. LXXXIV. Toaldo Abate Giuseppe. LXXXF. Chiminello Abate Vincenzo. LXXX VI. Ca- it itoli Cav. Antonio. LXXXVII. Frisi Padre Paolo. LXXXVIII. Continuazione dei lavori del Padre Fri- si. LXXXIX. Vicende dello stesso al suo ritorno in Ita- lia. XC. Contese del Padre Frisi. XCI. Ultimi periodi della, sua vita. XCII. Reggio Francesco , Rizzi-Zanno- ni Antonio. XCI II. Filiasi Conte Jacopo. XCIV. Piazzi Padre Giuseppe Astronomo. XCV. Osservatorii Astrono- mici eretti in Italid nel XVIII. Secolo. XCVI. Idrau- lica. XCVII. Zendrini Dottor Bernardino. XCVIIL Continuazione di ciò che riguarda il Zendrini. XCIX, Corradi d' Austria Domenico, Bertaglia Romualdo. C. Poleni Marchese Giovanni. CI. Lavori idraulici del Poleni. GII. Altri Idraulici. CHI. Ximenes Pa- dre Leonardo. CIV. Lecchi Padre Antonio ed altri Idraulici. CV. Gaudio Francesco Maria Chier. Rego- lare, evi. Bonati Teodoro. CVII. Lorgna Cav. An- ton-Maria. CVIII- Temanza Tommaso ed altri Idrau- lici. CIX. Bacialli Giovanni, Michelotti Prof. Dome- nico Francesco. CX. Meccanica ed oggetti di Mate- matica mista. CXI. Soardi Conte Gio. Battista ed al- tri Matematici. CXII. Altri scrittori di Matematica mista. STORIA DELLA LETTERATURA ITALIANA nel Secolo XVIII. LIBRO L Stato dell* Italia nel Secolo XVIII. e sul principio del Secolo XIX. Ija morte di Carlo IL Re di Spagna e quella del Sommo Pontefice Innocenzo XII. le nobili e lodevo- li azioni del quale ne rendettero il nome rispettabi- le alla più tarda posterità , funestarono il principio di questo secolo memorabile quant'altri mai, specialmente per li strepitosi avvenimenti che nel suo tramonto agi- tarono tutto il mondo. Succeduto nella Cattedra Pon- tificale il Cardinale Albani che assunse il nome di Clemente XI. Sovrano di gran mente e protettore magnanimo delle lettere e delle arti, tentò egli, ma invano, di allontanare dall' Italia il turbine che la mi- nacciava per la guerra della successione di Spagna, guerra, che dopo essersi con varia fortuna combat- tuta dai contendenti Sovrani, terminò con la pace di IJtrecht segnata Fanno 1718. avendo Luigi XIV. sul finir de' suoi giorni veduto nuovamente trionfare le sue armi che assicurarono ai Borboni il trono delle Spagne. Dopo alcuni anni però rivide la nostra Peni- sola nuove soldatesche straniere, e ne provò il peso per le sempre incerte vicende guerriere che rendet- tero vittoriose ora le armate Galli-Spane ora le Austro- Sarde, finche stanchi i Potentati Europei della lunga lotta si ricomposero alla quiete col trattato di pace del 1749. stipulato in Aquisgrana . Epoca più fortu- Tomo I. i 1 Ristretto dì cii a Storia della Letteratura Ital. nata forse non vi fu mai per V Italia quanto questa in cui rassicurati i varj Principi dai quali è dominata , sui proprii possedimenti , rivolger poterono i pensieri e le cure loro a procurare la, felicità dei sudditi, a pro- muovere le scienze e le arti di ogni genere , come vedremo nel decorso di questa Storia, e a render queste belle contrade ognor più oggetto di curiosità, e di ammirazione agli Stranieri. Ma come il secolo XVIII. spuntò accompagnato dagli orrori della guer- ra, cosi egli finì lasciandoci involti in una Iliade di mali, la memoria , e le infauste conseguenze dei qua- li staranno negli animi nostri profondamente impres- se. Né riuscì a noi più propizio 1' incominciar della presente età, perchè ognun sa quante volte avvicendar- si vedemmo brevi giorni di. pace ad anni di guerra , di carestie e di guai fisici e morali, che sconvolsero r opinion pubblica con grave danno dei veri interes- si dei popoli. Faccia il Cielo che la pace donata dai Sovrani Monarchi alF Europa sia durevole, e possano così gli ingegni umani consacrarsi ai buoni studii e al coltivameuto delle scienze che assicurano la prosperi- tà delle Nazioni e ne fissano i destini. LIBRO I. Mezzi adoperati a promuovere gli studii. CAPO I. Idea generale dello stato d' Italia in questo secolo. Ristretto di ciò >^ cVie nel corso di j l>fnantunque turbata a quando a quando Y Ita- questo secolo av- ^-1 T. T. venne di novità lia sìuo alla mctà del secolo dalle guerre, queste pe- a diverse parti ^ . ir -i • ^^ • d'Italia. ro non alterarono m sostanza la lorma dei Ooverni L I B R o I. 3 già stabiliti. Lo Stato di Milano, e il Regno di Na- poli e Sicilia cambiarono padroni, però, essendo pas- sati il primo sotto il dominio della Casa d' Au- stria 5 e il secondo dopo di aver per varii anni ub- bidito alla medesima fu poi restituito ai Borboni re- gnanti nelle Spagne. Le Repubbliche di Venezia, di Genova e di Lucca continuarono a reggersi sul loro piede , e le altre Provincie Italiane furono governate dai Principi rispettivi che alcuna volta ritirar si do- vettero a motivo delle contese gueiTCscbe dalle lo- ro sedi , ma poi ritornarono ad occupare pacifica- mente gli stati aviti allorché cessarono i tumulti e le guerre. L' estinzione della linea dei Farnesi cam- biò la Dinastia dei Ducati di Parma e Piacenza, i quali furono di comune accordo delle Potenze Euro- pee ceduti alla Corona di Spagna, e lo stesso accad- de alla Toscana che per essersi spenta la Casa de' Medici venne in potere dell' Austria. Sulla fine poi del secolo XVIII. si rovesciò, come già si disse , Por- dine delle successioni stabilito in Italia, né si salvaro- no dalla comune rovina i reggimenti delle Repubbli- che. II. Assunto nel 1 700. al Trono Pontificio il Cardi- "• naie Albani che prese il nome di Clemente XI. si deiulZdottTxl trovò egli ben tosto m grandi angustie per P immi- J^tefici mtT^ nente guerra della successione di Spagna in cui fu '!'»«'»*<» ««co'*»- involta anche F Italia , e quantunque procurasse il Pontefice , come Padre comune dei Fedeli , di per- suadere il mantenimento della concordia alle grandi Potenze che insieme lottavano per uno scopo così importante , pure non vi riuscì , ma ebbe però il contento di stabiUre con P Imperatore Giuseppe I. la pace avanti che si combinasse quella di Utrecht. Il Suo Pontificato fu distinto da più illustri azioni, e me- nta specialmente di essere ricordata la spedizione da i in tutto 4 Storia della Letteratura Ital. lui ordinata di Monsig. Carlo Ambrogio Mezzabarba in compagnia di molti Missionari alla China, onde otte- nere le più accurate informazioni sulla difficile que- stione allora agitata dei Riti Cinesi ; mostrò egli poi somma premura per far prosperare le belle arti e le lettere come vedremo altrove . Gli succedette Inno- cenzo XIII. già Cardinal Conti, ma il breve di lui Pontificato non gli diede tempo di spiegare le nobili virtù e le rare doti che lo adornavano , perlocchè rincrebbe assai alli suoi sudditi e particolarmente ai Romani F immatura di lui morte. V insigne Ordine dei Predicatori diede nella persona del Cardinal Vin- cenzo Orsini un nuovo Pontefice alla Cattolica Chie- sa, il quale la resse per sei anni circa assumendo il nome di Benedetto XIII. , e colla celebrazione del Concilio provinciale Lateranense , e con V aver fatto determinare l'Arcivescovo di Parigi, il celebre Car- dinal Noailles ad accettare la Bolla Unigenitus rese | importanti servigi alla Chiesa Universale, e con i rari esempli di umiltà e di sincero distacco dai beni del- la terra lasciò una ben fondata riputazione di santità. | Il Cardinal Lorenzo Corsini venne eletto invece . del defunto Pontefice a succedergli , e in venerazione , del gran Clemente XI. suo promotore prese il nome ! di Clemente XII. Gli affari del Portogallo e quelli della successione di Parma e Piacenza occuparono as- sai il governo di questo Papa , come pure il famoso processo del Cardinal Coscia , e dopo di aver egli do- j vuto sottostare alle vicende della guerra riaccesasi al- | lora in Italia, ebbe la consolazione prima che moris- } se, di vedere ristabilita la pace comprata però a ca- ro prezzo da' suoi sudditi, per la lunga dimora delle truppe straniere negli stati Pontifìcii . Passato a mi- glior vita questo Sovrano con lode di aver governa- | ta la Chiesa e lo stato con prudenza e giustizia , e ' L I B R o I. 5 con zelo , e lasciato avendo gloriosa memoria di se per i magnifici edifizii eretti in Roma, e per T efficace pro- tezione accordata alle belle arti, il mondo Cattolico ebbe nelF anno 1740. la consolazione di vedere as- sunto al Solio Pontificio il gran Benedetto XIV. già Cardinal Prospero Lambertini Arcivescovo di Bologna. Io qui non mi difionderò nel fare V elogio di quest' Uomo veramente sommo, perchè avrò luogo di ram- mentare in molti luoghi di questa Storia le sue glo- Tiose azioni , e di annoverare le molte insigni sue opere che lo rendettero immortale j solo dirò che la sua pietà, il suo bel cuore, la penetrazione grande di mente, e la singoiar sua dottrina lo costituirono uno dei più rinomati Successori di S. Pietro , e li magni- fici stabilimenti dei quali fii arrichita la sua mercè, Roma, le confermarono vieppiù il titolo di Regina di tutte le Città. Dopo un regno di anni 18. circa com- piè la sua mortale carriera questo illustre Pontefice, a cui successe il Cardinal Carlo Rezzonico Vescovo di Padova che denominar si volle Clemente XIII. Ebbe egli un governo pieno di traversie e di ama- rezze cagionategli specialmente per lo spinoso affare dei Gesuiti , la soppressione de' quali così istantemen- te dalle Potenze principali di Europa richiedevasi; in mezzo però alle continue afflizioni nelle quali passò gli undici anni del suo Pontificato, non mancò di pro- curare i vantaggi temporali de' suoi sudditi, e quel che è più, di promuovere con tutto lo zelo i vantaggi del- la Cliiesa di Dio a lui affidata. Testimonio di quanto io qui asserisco sono , la riedificazione del Porto di Civitavecchia e la costruzione ordinata di altri pub- blici grandiosi edifizii , la profusione dei soccorsi pre- stati ai sudditi in tempo di carestia , la ristampa del Catechismo Romano , e F Enciclica a tutti i superio- ri Ecclesiastici per rimettere in vigore V osservanza 6 Storia della Letteratura Ital. della regolar disciplina del Clero tanto secolare che regolare. Di carattere dolce ed inclinato alla benefi- cenza siccome era questo Papa, venne in morte com- pianto da' suoi sudditi e venerato sempre dagli stra- nieri ; e se il suo Pontificato fii sparso di triboli e di spine , certamente non fii meno disastroso quello del Successore di lui il Cardinal Ganganelli Clemente XIV. Le varie innovazioni che alcuni Sovrani d' Italia co- minciavano ad introdurre nei loro stati relativi ai Conventi delle diverse Religioni, le reiterate e ognor sempre più vive istanze che alcune delle primarie Corti continuamente facevano a quella di Roma per una definitiva risoluzione sulla sorte della Compagnia di Gesù , non potevano a meno di non amareggiar sommamente l'animo del nuovo Pontefice. La deter- minazione da lui presa in questo affare , se spiacque a molti , da non pochi ancora fìi difesa , per loc- chè difficile assai rendesi nella opposizione dei parti- ti il dare una giusta idea del carattere di questo Pon- tefice , che dopo il breve governo di poco più di un lustro lasciò vacante la Sede Romana. Chi lo depresse sommamente , chi lo esaltò sino alle stelle : i difficili tempi in cui egli regnò; furono senza dubbio il moti- vo di così varii giudizii sulle azioni di questo Sovra- no a cui la posterità però negar non potrà vigore di mente , somma destrezza nel maneggio de' scabro- si affari allora pendenti coi Principi Europei, amore per le arti belle che dimostrò particolarmente con 1' erezione del Museo dementino , e un disinteresse singolare che evitar gli fece la taccia di nepotismo solita a darsi ai regnanti in Roma, disinteresse che caro lo rendette ai poveri di Gesù Cristo. Era riser- bato a Pio VI. che sottentrò al difficile carico di reg- ger la Chiesa e lo Stato dopo la morte di Ganganel- li, il dover trangugiare il calice delle amarezze che L I B R o I. 7 r universal crisi d' Europa, e lo spirito di vertigine del secolo gli avevano già da gran tempo preparato . Il Cardinal Braschi , che tale era il suo cognome , fii un Principe di animo grande , di mente elevata , e di dottrina non ordinaria fornito ; non mancò egli di adoperare tutti quei mezzi politici e religiosi, che la sua doppia qualità di Regnante , e di Pastore univer- sale dei Fedeli gli somministrava per allontanare quei mali da cui la Cristianità e i popoli tutti erano mi- nacciati. Intraprese viaggi, pubblicò Bolle, procurò di persuadere i Sovrani ad una reciproca e forte allean- za ; ma le sue cure furono dalla malignità dei tempi rendute inutili , e dovette col sacrificio della propria vita in terra straniera pagare V ammirabile costanza da lui dimostrata in mezzo al rovinoso turbine di guai che oppresse la Chiesa di Dio e gli stati Ponti- ficii unitamente all' intiera nostra Penisola. Non ostan- te però che egli lottar dovesse con la più avversa fortuna, lasciò monumenti della sua grandezza che lo renderanno celebre e venerato alla più tarda poste- rità. I lavori delle Paludi Pontine , la fabbrica del Museo Pio dementino cominciata dal suo antecces- sore e da lui terminata, la nuova sagrestia della gran- de Basilica di S. Pietro, F insigne Biblioteca da lui raccolta e la protezione efficace da lui accordata alle scienze ed alle arti, mentre ci danno una luminosa prova delle ottime qualità che distinguevano questo Sovrano , desiderar ci fanno che egli avesse potuto sedere in tempi migliori al Governo di Roma . Né più felici riuscirono i piimi anni del Pontificato dell* immortai Pio VII. già Cardinale Chiaramonti dell'in- signe Ordine di S. Benedetto, il quale seguendo le orme dell' illustre e sventurato suo Predecessore , non gli è al certo inferiore nelle eccelse virtù da lui spie- gate nel lungo e travaglioso suo Regno , e che la Di- 8 Storia della Letteratura Ital. villa Provvidenza riserbò a segnare nei fasti della Cat- tolica Chiesa e del mondo una delle epoche le più memorabili per lo ristabilimento della legittima Auto- rità e dell' ordine sociale, in. III. La posizione geografica del Piemonte die sem- Vicende del . -ri • t • • n Piemonte e del- P^e motivo a quci oovrani di spiegare una iniluenza iL'defouchYdiP^^^^^^^''^^'^ negli alTari politici, e nelle guerre fra le Savoja. Potenze Europee ; ne mancarono quei paesi di provare anche nel secolo decorso li sinistri effetti di questa cagione . Al cominciar di esèo regnava colà Vitto- rio Amedeo II. il quale allorché scoppiò la guerra per la successione di Spagna , aderendo alle parti di Lui- gi XIV. credette bene di allontanarsi in appresso da questo alleato per seguir V Austria, Molti sacrifizii, è vero, a lui ed a' suoi popoli costarono gli impegni che assunse e varia fu la sorte delle sue armi , ma alla fine gli riuscì di sollevarsi dall' abbattimento in cui era perciò caduto , e dopo la liberazione di Tori- no operata dal Gran Capitano il Principe Eugenio , non solo conservò ma estese anzi ed ingrandì i prò- | prii dominii . I Sovrani che dopo lui tennero lo scet- tro di quel Regno, ebbero sino alla metà del secolo a sostenere diverse guerre , ma poi respirarono, e Car- lo Emanuele III. dopo la pace di Aquisgrana potè in- tieramente dedicarsi al bene de' suoi sudditi , fortificò le sue piazze , disciplinò le milizie , adornò le Città , animò i talenti e protesse la Religione. Fra le Case Sovrane d' Europa , che ebbero a soffrire dalla rivo- luzione Francese , quella di Savoja dovette più delle altre soccombere al peso delle sciagure , perchè spo- gliata di tutti gli stati di Terra ferma e condotta dai Francesi prigioniera nelF Italia meridionale , altro ri- fugio non ebbe alla fine che la Sardegna , dove si ri- tirò e visse finché gli inaspettati avvenimenti dell'an- no 1814. restituirono il Trono a que' gloriosi e sven- L I B R o I. 9 turati Principi che estesero con l' aggiunta del Geno- vesato i loro domimi. IV. Se la Toscana nelle età trascorse formò forse ^ .^^- . , oìr£,etto di invidia adi altri popoli Italiani, che la vi- venuti nella To- ■^ *- ^ •ì r> J • 'cana in q^uesto dero sorgere a tanta grandezza sotto il Lroverno dei secolo. Medici ; la morte dell' ultimo suo Sovrano naturale il Duca Gian Gastone avvenuta nel 1737. con 1' estin- zione della linea maschile di questa Casa , le cagionò necessariamente il cambiamento della Dinastia che è sempre più o meno fatale ai sudditi. Francesco I. di Lo- rena Sposo deir Augusta Imperatrice Maria Teresa ne andò al possesso , ma lontano da questi nuovi suoi Stati 5 dopo di averli visitati in persona , ne affidò il governo al Conte di Richecourt il quale procurò di rendere ai Toscani meno sensibile la perdita fatta, col promuoverne Findustiia ed il commercio, che sono i mezzi i più atti per la prosperità di que' popoli , i quali abitano un suolo fertile sì ma montuoso , e quindi per se incapace di alimentar tanta gente. Allorché poi la Sovrana sunnominata destinò il Principe Leopoldo suo Figlio a Gran Duca di Toscana, si rianimarono queste Provincie al veder stabilita di bel nuovo fra esse una Casa regnante per governarle. Molte novità si intrapresero per parte del novello Regnante e al- cune di esse produssero del bene , ma però non cor- risposero sempre alle saggie di lui vedute ed alle sue intenzioni gli effetti. Ciò non ostante il governo di Leopoldo fece progredire le arti, le scienze ed il commercio della Toscana , governo che egli poi ce- dette al suo secondogenito il Gran Duca Ferdinan- do , allorché per la morte dell' Imperator Giuseppe II. egli assunse la corona imperiale. Si resse per qual- che tempo contro la piena dei guai che inondò l'Ita- lia nel 1796. il nuovo Gran Duca, ma alla fine do- vette anch' egli cedere , e veder i propri! Stati domi- IO Storia della Letteratura Ital. nati da altro Principe, e poscia divenir j»arte del Grande Impero Francese, finché caduto questo Colos- so, ritornò Ferdinando in possesso dell' avita gran- dezza , e comparve, dopo molti anni di una vita direi quasi errante, a governare di nuovo gli amati suoi sudditi. V. V. La Signoria di Venezia seguendo le massime puhbHche di v^ adottate da' suoi Maggiori, conservò nella guerra del- neziae di Geno-jg succcssione di Spao;na una rigorosa neutralità che la va in questo se- io o colo. salvò da molti mali, ma dovette però nel 17 15. sof- frire lo smembramento de' suoi dominii per la inva- sione delle anni Turche nella Grecia che non riac- quistò mai più. ; nel rimanente di questo secolo poi la prudenza del suo governo fece godere ai popoli ad es- sa soggetti i vantaggi della pace , finche la guerra scop- piata nel 1796. portò F ultimo eccidio a quelF anti- ca Repubblica, le cui Provincie dopo essere state per varii anni signoreggiate e calpestate dai Conquistato- ri d' Italia e poscia riunite al Regno Italiano , forma- rono parte dei Dominii dell' Augusto Imperator d'Au- stria , allorché si riordinarono gli affari d' Europa. Non fu così tranquilla in questo periodo di tempo la Repubblica di Genova, perchè dovette, sostenere una lunga guerra contro gli Isolani della Corsica , i quali più volte si ribellarono ai Genovesi e provaro- no ora la signoria dei Francesi , ora di Avventurieri colà sbarcati, e finalmente poi sottrattisi al domi- nio di Genova soggiacer dovettero a quello della Francia. Ne furono queste le sole agitazioni che sof- rirono i Genovesi , poiché altro più breve sì , ma più aspro conflitto ebbero quei popoli contro l'armi Au- striache nel 1746- ? conflitto che da prima tornò a lo- ro gloria , ma infine costò a quella Repubblica assai caro; conservò tuttavia essa la sua forma di gover- no fino al terminar del secolo XVIII. alla qual' epe- Libro I. n ca incontrò una sorte simile a quella della Repub- blica Veneta. VI. La Spagna era padrona delle belle Provincie di vi. Lombardia , ma la guerra della successione cagionò statrarLombar- r occupazione loro per parte dei Francesi , che do- *^^*- vettero poi cedere al valore delle truppe Tedesche comandate dal Sommo Capitano il Principe Eugenio, e la pace di Utrecht ne assicurò all'Austria il posse- dimento . Quantunque nello spazio di tempo trascor- so dal 17 14. al 1746. scendessero varie volte nuova- mente dall'Alpi i Francesi, e uniti alle armate Sarde contendessero all' Imperatore il dominio in Italia , pu- re la vittoria si decise in line a favor di quest' ulti- mo che dal 1 749. al 1 796. restò pacifico signore del- le Provincie Milanesi e Mantovane, nelle quali spe- cialmente sotto il Regno dell' Augusta Maria Teresa fiorirono le Arti , 1' Agricoltura ed il Commercio. VII. Non si trovò parte d' Italia in questo periodo di Rcffn Jdeiie due anni di cui parlo , più agitata da varie vicende , quan- Sicilie. to il Regno delle due Sicilie . Dopo la sommossa seguita in Napoli contro gli Spagnuoli a favor degli Austriaci , sul principio del secolo fu tolta al Re di Spagna, che ne era Padrone , dai Tedeschi la Sicilia di qua dal Faro , e dopo la pace di Utrecht quella di là venne da Filippo V. ceduta anch' essa all' Imperator Carlo VI ; ma gli Spagnuoli non cessarono di procurare coi maneggi e con la forza di riacquistar così ricchi e deliziosi Paesi, che finalmente verso la metà del seco- lo tornarono stabilmente in loro potere ; e il Re Carlo III. dopo la pace di Aquisgrana procurò la fe- licità de' suoi sudditi colla clemenza da lui esercita- ta , colla retta amministrazione della giustizia , pro- movendo la navigazione e il commercio , e proteg- gendo nobilmente le Belle arti, specialmente con la magnanima impresa delle escavazioni di Ercolano. Che 12 Storia della Letteratura Ital. Che se sul finire del secolo XVIII. e sul cominciare del XIX. dovettero quei Regni provare i funesti ef- fetti del totale sconvol^mento delF ordine accaduto in Europa, ebbero poi il vantaggio di ritornare dopo lo stabilimento della pace sotto il paterno regime di Ferdinando. StatlEs^ten». e V^" ^^^^P^ ^^ cstiuzioue dclk liuca dei Farnesi di Parma. passarono gli Stati di Parma e Piacenza sotto il do- minio della Corona di Spagna, che vi stabili un ra- mo della propria discendenza, i cui Infanti governa- rono per più di settanta anni quelle Provincie e gio- varono a' buoni studii , ed alle arti liberali. Miglior destino però incontrarono in questo stesso periodo di tempo gli Stati Estensi , perchè vi regnarono sem- pre gli antichi loro Sovrani e fra questi si distin- se Francesco III. di gloriosa memoria, sì perchè ab- bellì la Capitale Modena , animò con V apertura di nuove strade il commercio, e incoraggiò validamente le scienze e i loro coltivatori. Né V estinzione della linea Estense portò in queste Provincie dopo il rista- bdimento dell' ordine in Europa quelle variazioni che per r ordinario succedono al cambiar Dinastia ; poi- ché noi abbiamo avuta la sorte che un Figlio dell' Augusta Maria Beatrice nella quale ebbe termine la Principesca Estense prosapia, venga a sedere al reg- gimento di queste Provincie , il quale emulando le vir- tù degli Avi forma la felicità dei popoli al paterno suo Trono soggetti. i3 LIBRO L CAPO IL Favore e munificenza de* Prìncipi e di altri illustri Personaggi verso le Lettere. I. -L" idea generale dello stato d' Italia da noi pre- sentata nel Capo antecedente ci ha fatto conoscere così di passaggio , quali furono quei Sovrani e quei Pontefici che più degli altri si distinsero nel favorire le scienze e le lettere; ora però dobbiamo più spe- cificamente narrare quanto di interessante eglino ope- rarono a vantaggio delle medesime. Nella prima me- tà del secolo di cui scriviamo , siccome per diverse volte la guerra portò nelle nostre contrade la deso- lazione e i mali tutti che ne sono funesta conseguen- za , così i Principi Italiani non ebbero tempo e mez- zi per animare con efficacia gli ingegni alla coltura dei buoni studii e delle arti belle. Ciò nullameno non omisero di far quanto loro permettevano le circostan- ze , e negli intervalli degli anni pacifici che trascor- sero dalle une alle altre' guerre suscitatesi allora , pro- varono i Letterati più o meno gli effetti della muni- ficenza de' Sovrani. Quando poi con la pace generale ridonossi la quiete all' Italia , risorsero le Accademie già prima stabilite , se ne fondarono delle nuove , si istituirono Licei ed altre pubbliche scuole , si propo- sero premii agli inventori di utifi scoperte , e per ogni maniera si animarono coloro che degli studii scrii ed ameni formar si vollero gradita occupazione. IL Li cambiamenti di Governo a cui soggiacque il ii. Regno delle due Sicihe nei primi anni del Secolo poire^Skiiia.*' XVIII. impedirono i progressi delle scienze in quelle Provincie, e finche non vennero esse restituite alla Di- i4 Storia della Letteratura Ital. nastia Spagnuola che tranquillamente regnò sino ver- so il terminar del secolo, non poterono i sudditi go- dere i benefici influssi della protezione Sovrana in fatto di lettere e di arti. Carlo III. come si disse, più degli altri Principi in ciò si distinse , e gli farà sempre molto onore V impresa d' Ercolano con la quale tan- to avanzò e giovò allo studio dell'antichità, e nell'O- pera in cui descrivonsi i monumenti escavati li suoi Successori lasciarono un perenne testimonio della ge- nerosa loro munificenza. Ma non si ristrinsero agli oggetti di antiquaria e di belle arti le cure Sovrane, e nel 1778. istituita venne un'Accademia scientifica che si prefisse a scopo principale di estendere le co- gnizioni in fatto delle scienze naturali ed esatte ; e siccome poi 1' istruzione della gioventù riguardar si deve in uno Stato ben regolato quale interessantissi- mo oggetto da chi ne siede al governo , così in que- sto stesso anno promulgaronsi varii utili regolamenti per la Regia Università di Napoli, in. III. Fra i Pontefici che si mostrarono splendidi pro- inan?"J^Cardh)a- tcttori d' ogui utilc disciplina occupa uno dei primi li proiettori del- pQg^j Clemente XI. dell'antica e nobilissima famiglia Albani. Ascritto fin da giovine alle principali Acca- demie di Roma nelle quali più volte lesse erudite dis- sertazioni sacre e profane, non lasciò, mentre era Car- dinale , di promuovere i vantaggi degli Uomini dotti, e allorché nel 1700. salì al Solio Pontificio, fece go- dere gli effetti della sovrana sua munificenza agli scien- ziati, incoraggiò le Accademie esistenti in Roma special- mente quella De Propaganda, e richiamò a nuova vi- ta l'altra del disegno detta di S. Luca (i). Emulo (i) Notizie degli Arcadi T. IIL Roma 1721. pag. 36i. Chi desideras- se di conoscere estesamente i meriti di questo grande Pontefice , vengane la vita scritta dall' Ab. Pietro Polidori. L I B R O I. l5 di liii fu il Nipote Cardinale Alessandro Albani che liberalmente protesse i coltivatori delle scienze , e rac- colse nella famosa villa di sua Casa da lui nelle vici- nanze di Roma formata una serie di monumenti che gareggiar poteva con le più scelte di simil genere di studii ai quali egli particolaraiente si consacrò ( i ). Al- lorché parlar dovremo dell'immortale Pontefice Bene- detto XIV. come Autore, vedremo contemporaneamen- te quanto egli operasse a vantaggio de' buoni studii e delle amene discipline; qui basterà il dire, senza ti- more di esagerare, non esservi stata persona inclina- ta alle scienze da Lui conosciuta che in Lui non tro- vasse un valido appoggio e per i lumi che di buon grado comunicava, e per la generosità con cui rimu- nerava, e per gli eccitamenti d'ogni maniera che egli porgeva a coloro , che incamminavansi alle lettere. Le scienze sacre furono , come era suo principal dovere, da Lui protette e la fondazione dell'Accademia Bene- dettina in Bologna di cui altrove si parlerà, fu opera sua , e le molte pubbliche fabbriche innalzate sotto il Regno di questo Pontefice , e i monumenti di antichità ed altri capi preziosi dei quali allora venne arrichito il Campidoglio, lo costituirono uno dei più splendidi Mecenati che vantar possano le scienze e le arti. iv. IV. Gli studii di Antiquaria furono in ogni tempo ^j^l'^^^jf^'"^"'®"^* cari ai Romani , e forse uno dei principali motivi di ^^ > Pontefici ed questa predilezione lo ebbero nella gran suppellettile di pezzi antichi , di statue e medaglie , di bronzi ed altre simili cose che tutto giorno si scuoprono in quel- la vasta Città , e che esercitarono ed esercitano ogno- ra le penne degli eruditi, i quali colà più che altrove trovar possono abbondante pascolo alla dotta loro cu- riosità. Usarono quindi, i Sovrani di Roma chi più chi (i) Dizionaijo degli Uomini illustri Eassano 1796. T. I. pag. 270. i6 Storia della Letteratura Ital. meno dei mezzi che erano in loro potere per favori- re tali scoperte e per conservare i monumenti già dis- sotterrati. Particolar menzione però merita die di lui si faccia Clemente XIV, perchè egli ordinò la erezio- ne del Museo da Lui detto dementino, in cui si col- locarono gii oggetti più rari di Antiquaria che in Ro- ma ed altrove trovavansi. Ma la morte che troncò presto i giorni di questo Papa, non gli permise di a- vanzar molto la grand' opera cominciata, che il suo Successore Pio VI. quantunque regnasse in tempi non meno difficili, condusse a buon termine, e somministrò cosi ampia messe al celebre Ennio Quirino Visconti per farne la descrizione , che onora i Papi i quali pensarono a formare una collezione così immensa e così pregevole , e rese immortale il suo Autore . Ne questa sola memoria di munificenza lasciò il Ponte- fice Braschi , perchè oltre i grandiosi lavori che mi- gliorarono il Porto di Terracina e quelli del riapri- mento della Via x\ppia e dell' asciugamento delle Pa-!- ludi Pontine di suo ordine eseguiti , a lui deve molto l'Architettura e per la fabbrica della sagrestia che mancava al primo Tempio del mondo Cattolico, e per la nuova collocazione dell'Obelisco e dei Cavalli co- lossali a monte Cavallo, e per altri magnifici edifizii 'f che eriger fece. La scultura poi e la pittura non so- no meno dell'Architettura debitrici a Pio VL perchè validamente le protesse e perciò fiorirono mentre egli regnò (i). Oltre i Pontefici concorsero a sostenere il nobile edifizio della Repubblica Letteraria anche non pochi Cardinali. Una ricca e copiosa Biblioteca raccol- ta dal Porporato Genovese Giuseppe Imperiali ven- ne da lui nel 1702. ad uso pubblico destinata, e ne abbiamo per opera di Monsignor Fontanini il Cata- fi) Compendio della sua Vita e suo elogio storico S."^ Venezia 1799. L I B R O I. 17 logo alle stampe : altro non men segnalato benefizio rendette alla Chiesa il prelodato Cardinale con F isti- tnire in Roma T Accademia ecclesiastica scopo della quale era 1' educazione della nobile gioventù che al sacerdozio consecravasi. Dotato egli di rari talenti so- stenne luminosi impieghi e si fece universalmente sti- mare per la sua probità e per F amore che portò al- le scienze (i). V. Non inferiore in sapere alF Imperiali mostrossi ^ -^Cardina- il Cardinal Alessandro Capponi Patrizio Romano il i> Protettori de* , . ,. . , -,. . -, buoni studii. quale si distmse per la vasta sua erudizione e per la rara perizia nelF Antiquaria, perlocchè meritò di esse- re da Clemente XII. incaricato di presiedere alla dis- posizione del Museo Capitolino che sommamente so- disfece gli intelligenti. Ben meritò poi egli inoltre del- le buone lettere con il dono fatto alla Vaticana del- la scelta sua Biblioteca abbondante di rare edizioni, e della quale Monsig. Giorgi ci diede nel 1747- nn ca- talogo da erudite note arrichito. Il Fontanini nella sua Biblioteca della Eloquenza Italiana e il Tonelli in quella detta Bibliografica parlano con molta lode del Cardinal Capponi che possedeva inoltre un dovizioso Museo di Medaglie , di Cammei e di altri simili ogget- ti da lui lasciato al Ch. Gesuita Contuccio Contuc- ci (2,). Promotore zelante delle scienze si mostrò pu- re il Cardinale Enrico Enriquez di Campi nel Regno di Napoli- il quale impiegato in varii Governi per lo Stato Pontifìcio riuscì caro ai popoli alle sue cure af- fidati , ravvivò in Ravenna le due Accademie e^à ivi stabilite di Storia Ecclesiastica e di Filosofia, amplian- done i confini, e per sua cura ristampossi con giunte copiose ed annotazioni la Storia di Ravenna opera (i) Dizion. degli Uom. ili. T. IX. pag. 28. Bassano 1796. (a) Dizion. suddetto T. IV. pag. 81. Tomo I. 2. i8 Storia della Letteratura Ital. di Girolamo Rossi . A questo Cardinale perciò come a splendido Mecenate molti intitolarono i loro libri , ed allorché morì fu onorato con solenni esequie e con funebre orazione (i). ' VI. VI. La Città di Ferrara ci offre ora nel Cardinal Cardinal Rimi- _^. .Tr..-iT • •■! naidi. Giovanni Riminaldi un personaggio per ogni titolo ragguardevole: eletto Cardinale nel 1783. dopo di aver occupato vani dei più cospicui posti nella Corte Ro- mana, r amor della gloria servi di acuto sprone alle sue pubbliche e private azioni sempre ad ottimi fini dirette. Patrocinò egli i dotti, le scienze, le arti e gli artisti, eresse memorie a varii celebri Letterati, procu- rò edizioni di opere utili , e raccolse monumenti dei più rari ed insigni d'Antichità e della migliore scul- tura, e fece ognora spiccare non meno la sua muni- ficenza nel raccoglierli che il suo buon gusto nella loro scelta. Continue e generose beneficenze usò ver- so la Patria, e specialmente in favore di quella Uni- versità di cui era Presidente fin da Prelato, e la qua- le può dirsi dovere a lui la propria esistenza e quel- la fama che si acquistò . Ad un vasto genio ed alle moltiplici cognizioni scientifiche congiunse il Cardinal Riminaldi le più belle cristiane virtù che il sosten- nero in morte. Ferrara lo onorò di solenni funerali a un soggetto così di essa benemerito giustamente do- vuti , e il Signor Annibale Marietti recitò in Perugia F elogio funebre di questo illustre Porporato (a). Cardinali Ot- ^^^' Quautunquc il Cavalicr Tiraboschi nella sua ^f^."*"' ^l^"° ""^ Storia della Italiana Letteratura abbia già fatto men- Albani Alessan- cj dro. zione del Cardinal Pietro Ottoboni (3); pure essendo questi vissuto fino all'anno 1740- del passato secolo, (i) Zaccaria Padre Francesco Annali Letter. d' Italia T. I. parte II. pag. 234. (2) Dizion. degli Uom. ili. T. XVII. pag. 67. (3) T. VIII. Lib. I. Capo IV. L I B R O I. 19 io non debbo qui ommetterlo. Ebbe per Patria Vene- zia e fu Nipote di Alessandro Vili, che lo creò Car- dinale e Vice cancelliere di S. Chiesa. Suo Padre ec- cellente poeta eli infuse l'amore per la bella lettera- tura che egli coltivò con impegno e promosse ; servi in qualità di Segretario l' Accademia degli Infecondi ed altra ne stabilì nel Palazzo del Cardinal suo zio, e in amendue produsse non pochi leggiadri componimenti tanto in prosa quanto in verso. Ma l'Arcadia più d'ogni altra letteraria adunanza a lui liconobbesi debitrice per il favor speciale con cui la riguardò e la sosten- ne, essendo egli uno dei primi Cardinali che volle es- servi ascritto , intervenendo frequentemente alle ses- sioni della medesima e ben sovente accogliendola nel proprio palazzo. In questo pure aveva il Cardinale Ot- toboni un domestico teatro in cui recitavansi molti suoi drammi condotti con non ordinario artifizio , e tale era la pompa con cui rappresentar li faceva che non sonosi forse mai più vedute macchine così inge- gnose e magnifiche. Proteggeva egli perciò le arti li- berali e meccaniche ed ebbe fra suoi famigliari e pit- tori, e musici ed architetti , ed altri rinomati sogget- ti, fra i quali contansi Monsig. Francesco Bianchini e Monsig. Lodovico Sergardi. A dir breve la sua Corte era un ricovero delle belle lettere ed arti, e molti scrittori si fecero un pregio di dedicargli le loro ope- re e di far di lui onorevole ricordanza. La sua Biblio- teca era doviziosa di libri , e in essa passarono molti preziosi Codici manoscritti della celebre Cristina Regi- na di Svezia, e possedeva pure egli un Museo abbon- dante di medaglie e di pitture eccellenti. Allorché neir anno 1709. soggiornò in Firenze, venne acclamato Accademico della Crusca , e accettò F offerta di un medaglione col suo ritratto da una parte e con em- blema rappresentante la Poesia nel rovescio : abbia- 20 Storia della Letteratura Ital. mo alle stampe quasi tutti li suoi Drammi ed Ora- torii, e molte poesie di lui trovansi sparse in diverse raccolte. Compiansero la sua morte accaduta il dì 2,0. Febbrajo del 1740. tutti i Letterati e Professori di belle arti che in lui perdettero un valido appoggio, e Roma che per lungo tempo ricordò gli amabilissimi suoi co- stumi e il magnanimo suo genio (i). Allorché il Pon- tefice Clemente XII. fondò il Museo Capitolino, fece in esso collocare la ricca suppellettile di medaglie di piccola , mezzana e di massima grandezza , di marmi , di bronzi e di altri monumenti Greci, Egizi o Roma- ni raccolti dal Cardinale Alessandro Albani altro pro- tettore delle arti, il quale imj)iegò molto tempo e in- signi fatiche a compilare questa preziosa raccolta, e mostrossi amico dei Dotti ma specialmente degli Anti- quarii, giacché la scienza più a lui favorita quella sì fu dell'antichità (a). /"^Qard Vili. Chiuderà la serie degli illustri Poi^orati che Silvio. in questo secolo coadiuvarono ai progressi dei buoni studii il Cardinal Silvio Valenti Mantovano Segreta- rio del gran Pontefice Benedetto XIV. Portatosi a Ro- ma si applicò alle scienze più necessarie ad un Pre- lato della Corte Romana , e contemporaneamente si formò un gusto raffinato nelle belle arti, né trascurò le scienze naturali e le matematiche. Con questi sus- sidii acquistò quella rettitudine di mente e di giudi- care che richiedesi in un gran Ministro quale egli rie- sci, e si formò uno stile semplice , chiaro e pieno di robustezza. In mezzo agli aftari politici che trattar do- vette continuamente come Segretario di Stato e Ca- merlingo di -S. Chiesa, si ritirava spesso il Valenti ad (i) Novelle Letter. di Firenze an. 1740 T. l. p. 'i^n. (2) Guarnacci inj Vitae et res gestae Pontificum. T. IL pag. ^CJ^. t: Questo Cardinale viveva anche nel 1761. ed aveva allora 69. anni. L I B R O I. 2,1 una deliziosa sua Villa, dove tutto sembrava annun- ciare un dotto Liceo, e l'abitazione di un Pomponio Attico. Un giardino Botanico corredato di piante eso- tiche, una scelta Biblioteca ed un sontuoso apparato di tutto ciò che vi ha di più squisito nelle belle ar- ti, formavano il più gradevole trattenimento ai Dotti che colà radunavansi a ragionare secolui di scienze ; nel che fare usava il Cardinale di una somma urba- nità , e cortesia con tutti , a segno che sembrava di- menticare Teminenza del suo grado. Colle quattro Ac- cademie istituite in Roma per trattare tutto ciò che ii£fuarda la scienza Ecclesiastica e la Romana antichi- tà, prestò egli alla Chiesa segnalati servigi j promosse inoltre la spedizione dei Matematici Boscovich e Mai- re per misurare un grado del meridiano negli Stati di Sua Santità , ed efficacemente protesse le belle ar- ti adornando con pitture e statue insigni la sua vil- la ; finalmente per tacer d'altre cose a lui fu debitri- ce F Accademia di pittura detta di S. Luca che da alcuni anni languiva, se venne riaperta e potè ripren- dere le sue operazioni (i). IX. Non furono però i soli Romani Pontefici e i .in- cardinali quelli che si fecero solleciti di promuovere distinti che pro- in Italia il buon gusto e di procurare l'avanzamento ^uidii. di ogni ramo di sena e di amena Letteratura. Il Chia- rissimo Conte Giammaria Mazzucchelli (2) ricordò il Conte Carlo Archinto Milanese che nel 1702, istituì in patria un' Accademia di Cavalieri i quali coltivar do- vevano le scienze e le arti nobili ; e quantunque le guerre che in quei tempi desolarono le Provincie Ita- liane, non permettessero lunga vita a questo utile sta- bilimento, pure l'Archinto non si scoraggiò, ed oltre (i) Novelle Letter. di Firenze an 1776. T. VII. pag. 661. (2) ScriUori d'Italia T. I. parte II. pag. 964. aa Storia della Letteratura Ital. l'aver raccolto una copiosa Biblioteca alla quale ag- giunse i più rari strumenti matematici, ebbe egli il merito di unire la celebre Società Palatina in Milano , mercè della quale si hannoalle stampe molte opere voluminose che forse giacerebbero tuttora inedite , e fra queste contasi la gran Raccolta Muratorìana Scrip- tores Rerum Italicarum. La ristaurazione delFAccademia dei Trasformati in Milano è dovuta al Conte Giuseppe Imbonati Comasco che le diede con molta dignità ricovero nel suo pa- lazzo e splendidamente favorì i Letterati fra i quali di- stinse Balestrieri Guttierez e Passeroni (i) . Ne deve ommettersi di far menzione del Marchese Antonio Nic- colini Fiorentino dotato di rari talenti alle più cospi- cue virtù cristiane congiunti, perlocchè si conciliò la stima universale, e nei viaggi che più volte intrapre- se alle Corti di Europaottenne V amicizia dei Princi- pi e Signori grandi. Le Accademie della Crusca e de- gli Apatisti in Firenze udirono più volte con plauso le sue composizioni ; fii egli inoltre largo di sua pro- tezione ai Dotti ed ai Letterati con molti dei quali, e fra questi con i più rinomati di Europa ebbe il Nic- colini erudito carteggio (2). ^; X. Quei soggetti dei quali abbiamo finora parlato ter Ft a ucesco ed rivolsero Ic loro cuic c Ì bcueficii loro a prò delle «i^'i. ""^ "* *" lettere delle scienze e delle arti in generale , come pur fece il Nobile Veneziano Andrea Memmo (3); ma ad uno scopo più determinato ed insiem più nobile ed interessante diresse le sue mire il Senator France- sco Foscari Veneziano grande Ministro di Stato, a pro- muovere cioè in modo speciale gli stiiclii sacri. Quan- (i) Dizion. degli Uoni. ili. T. IX. pag. 26. Giovio Elogio degli Uomini ili. della Comasca. (a) Dizion. degli Uom. T. XIII. pag, 126. (3) Gamba Galleria Quaderno XVIII. Libro II. 2,3 tunqiie occupatissimo per gli affari della sua Repub- blica per la quale andò Ambasciatore alle primarie Corti, trovò tuttavia tempo per attendere alle scienze. Un bel frutto de' suoi travagli e delle sue sollecitu- dini lo abbiamo nella insigne e voluminosa opera in- titolata Tìiesaurus Antiqiiltatum Sacrarum etc, compi- lata con la sua assistenza dal Clùar. D. Biagio Ugolini, e pubblicata a spese del Foscari in trentaquattro Vo- lumi in f.*^ nella quale illustrasi tutto ciò che riguar- da le antichità Ebraiche. Il Padre Galand trovò pure in lui un possente ajuto per la sua impresa della Bi- hliotheca Veter. Patrum Graecorum et Latinorum in XIV. Volumi , la quale senza il soccorso di un Mece- nate non avrebbe potuto vedere la pubblica luce. Chi desiderasse poi di conoscere più estesamente quanto operasse questo illustre Soggetto a vantaggio della Re- ligion nostra Santissima, consulti l'elogio storico di lui dal Marchese Antonio Solari scritto nel 1791. cioè un anno dopo la morte di un tant'Uomo. Sebbene inferio- re di merito al Foscari, pure non deve qui ommettersi il Doge Veneziano Pietro Grimani mancato ai vivi nel 1762; conosceva questi a fondo le scienze ed essendo Riformatore dello studio di Padova, procurò a quella Università il maggior lustro, e la fece con ogni impe- gno rifiorire per modo che gli venne colà eretta una statua con iscrizione corrispondente (i). Protesse egli munificamente le scienze ed i Dotti i quali venivano sempre da lui in ogni maniera distinti ed onorati, ed oltre l'aver raccolto una pregevole Biblioteca, promos- se con ogni mezzo le buone discipline, e cosi tacendo mantenne in Venezia il gusto per le lettere , e per le scienze, e continuò la serie di tanti illustri Senatori che contribuirono al decoro della loro Patria. Meritossi (i) Dizion. ec. T. VI. p. 247. 2-}. Storia della Letteratura Ital. il Grimani inoltre per lo stesso motivo le lodi dell' Algarotti 5 del Bettinelli , del Rousseau e di altri che dedicarongli i loro scrìtti, e fra li suoi encomiatori tacer non devesi del Facciolati generalmente come parco lodatore riconosciuto (i). La Lombardia Austria- L^mperatriee ca sotto il ffovcmo dcll' Auffusta Imperatrice Maria Maria Teresa. _ "=* _ . ° , . ^.,. v i • teresa non ebbe certamente da invidiare gli aitn Paesi di quella vasta monarchia riguardo alla muni- ficenza Sovrana verso le scienze ed i loro coltivatori. Interprete dei magnanimi sentimenti dai quali era Firmiaii Conte animata quclF immortale Sovrana, il Conte Carlo Fir- mian di Trento suo ministro plenipotenziario in Ita- lia procurò di assecondare le sagge di lei vedute 5 e soggetto ben distinto qual mostrossi che congiun- geva alle qualità dello spirito quelle del cuore, e che fornito era di non comune dottrina, fece risorge- re a nuovo splendore le Università ed i Ginnasj ^ si aprirono la sua mercè nuove Biblioteche, si fondarono nuove Accademie ; V Astronomia e la Fisica provve- dute vennero di nuove macchine e di Osservatoti, e le Arti e P Agricoltura sotto il suo ministero prospe- rarono assai. Oltre V elogio in sua lode recitato dal Conte d' Arco suo Cugino nelP Accademia di Manto- va tenutasi all' occasione della sua morte avvenuta nel 1782, il Professore Teodoro Villa ne scrisse in latino la vita, e il suo successore il Conte di Wilzeck gli fece coniare una medaglia ed erigere in Milano un superbo monumento sepolcrale (2,). La Toscana vanta nel Marchese Carlo Ginori Fiorentino nato il 7. dì Gennajo del 1701. uno di quei rari uomini che morendo lasciano un gran vuoto, e un lungo deside- rio di se nel mondo (3). Sostenne egli infatti con (i) Meschini della letter, Ven, ec. T. IL p. 47. 48. (a) Dizion. ec. T. VL pag. 173. (3) Dizion. sudd«tto T, VII. pag. 214. L I B R O I. 2,5 puLblica soddisfazione le più cospicue cariche , ed impiegò le sue pingui ricchezze a comun benetìzio. Per dar maggior lustro alla sua Patria introdusse nuo- ve arti nel Gran Ducato , e vi allevò nuovi artefici colà chiamati da' suoi generosi stipéndii ; la eccellen- te fabbrica di Porcellana da lui eretta , nella quale alla fina qualità dei pezzi unir seppe la più squisita eleganza nel disegno e nel colorito , lo rendette mol- to benemerito delle arti. La pittura, il disegno e mol- ti lavori di industria si fecero a gara ammirare nei magnifici edifizii da lui innalzati. L'ingegnosa manie- ra di lavorar le pietre dure colle macchine idrauliche le più singolari , il trasporto di non poche rare ed utili piante esotiche, e di varii animali dilettevoli ed utili airUomo dalle più remote parti del globo in Italia furono opera sua. Diede egli novella vita al Marchesato della Cecina , e con la migliorata agricoltura e con la popolazione aumentata e con 1' avere introdotta la pesca dei Coralli in quel mare . Additò ad una so- cietà di mercanti Livornesi la maniera di aprir cor- rispondenza nelle Indie orientali, e sotto la sua dire- zione fece vela per F America la prima nave con bandiera e con equipaggio e Capitano Toscano. Que- st' Uomo insigne e per le cognizioni scientifiche di cui era adorno , e per la soda sua pietà e religione ? e per la sua penetrazione e prudenza nelle ardue im- prese , fu rapito da un colpo apopletico li 1 1 . Aprile dell'anno 1757., ed a lui i Livornesi tributarono l'o- maggio di una raccolta di componimenti nei quali piansero la perdita amarissima da essi fatta, ed esalta- rono le virtù di questo soggetto T elogio del quale leggesi nel Voi. IV. di quelli degli illustri Toscani. Il Padre Zaccaria nella sua Storia Letteraria (i) ri- (i) T. IX. pag. 478. e seg. 26 Storia della Letteratura Ital. corda con lode Monsignor Alessandro Litta Vesco- vo di Cremona morto nel 17 54' il quale promosse ef- ficamente le buone lettere e gli studii Ecclesiastici, per il che fare eresse nel palazzo Vescovile le Catte- dre di dogmi e di Canoni, e con animo signorile e senza aver riguardo a spesa munificamente protesse le scienze. LIBRO L CAPO III. TJniversitày scuole pubbliche ed Accademie. l. oe il Cav. Tirabosclii nella sua Storia dell' Ita- liana Letteratura (i) dovette restringersi a poche pa- gine nel descrivere lo stato delle Università d' Italia nel secolo XVII. perchè assai decadute dal lustro a cui erano antecedentemente pervenute ; più vasto ar- gomento ci somministreranno tali stabilimenti nel se- colo XVIII. in cui risorsero a migliori destini , e il loro numero fra noi si accrebbe , e in quasi tutte l'insegnamento si estese ad ogni ramo di scienza, ed anzi nelle più cospicue si moltiplicarono in una stes- sa facoltà i Professori , onde potessero a un maggior- numero di Uditori comunicare la necessaria istruzio- ne. Seguendo noi F ordine topografico in cui sono disposte le Provincie che compongono la nostra Pe- nisola , comincieremo dal parlar brevemente intorno le scuole del Regno delle Due Sicilie . Sollecito il Re di Napoli Ferdinando IV. di gloriosa memoria della istru- zione de' suoi sudditi , procurò che nella Regia Uni- versità della sua Capitale si insegnassero con tutta (1) T. VIIL Parte I. Gap. IIL sul principio. L I B R O I. 2,7 la possibile estensione le Scienze , perchè dal Catalo- go dei Professori gentilmente trasmessomi da Sua Ec- cellenza il Signor Marchese Carlo di Villarosa per- mezzo del Chiar. ed eruditissimo Abate Francesco Cancellieri , rilevasi che sessantatre Cattedre contiene attualmente quel Regio Archiginnasio , e sei ne ha la Teologia, diecinove la Fisica e la Matematica, nove sono destinate alla Classe Legale , ventidue per la Medicina e Chirurgia , e sette per le belle Lettere e la Filosofia ; fra i diversi rami di insegnamento poi vi si contano quelli della Economia politica , delle lingue ed Archeologia Greca ed Ebraica, e della Di- plomatica , e la facoltà medica è più d' ogni altra estesa , come vedesi anche dal numero delle scuole ad essa assegnate , fra le quali riuscir devono certa- mente per la Umanità interessanti quella dove spie- gasi il Testo di Ippocrate e 1' altra dove si esamina^ no i diversi sistemi di Mediciìia. Un voluminoso sta- tuto per ordine del Sovrano compilato prescrive tut- ti i regolamenti che occorrer possono tanto per la istruzione , quanto per la educazione cristiana nei Regii Licei delle Due Sicilie , dove si è istituito, co- me fra noi presentemente , un Liceo convitto- E a render più completo tutto ciò che riguarda la pub- blica istruzione, si compresero nello statuto stesso le regole ancora per gli educandati delle fanciulle tan- to in Napoli che in tutto il Regno , le norme per le Scuole nautiche e per quelle dei sordi muti , così che si può con ogni fondamento assicurare , che il Re Ferdinando diede a' suoi sudditi un ricco e completo piano di istruzione per ogni classe di sudditi. II. L' Avvocato Renazzi ci diede una diffusa Storia 11. 1 n TT • • \ 1 T <-i T' • r» 1 11 r> Università di della Università degli Studu in Roma, e della no- Roma e di Fer- mana Letteratura dal principio del Secolo XIII. si- no al declinare del decimo ottavo , e da questa ap- rara. a8 Storia della Letteratura Ital. prendiamo (i) che quel celebre Archiginnasio dopo la decadenza somma a cui era ridotto sul finir del dicia- settesimo Secolo, prese nuovo vigore sotto li Pontifi- cati di Innocenzo XII. e del gran Pontefice Clemen- te XI. , i quali introdussero utili cambiamenti e ri- fi^rme che congiuntamente agli altri mezzi , e special- mente a quello delle Accademie, giovarono a far ri- sorgere il buon gusto neir amena Letteratura non solo in Roma ma in altre Città d' Italia ancora , co- sì che alla metà del passato Secolo incirca dir puos- si sbandita affatto la corrutela dagli Scrittori del sei- cento con tanto danno delle lettere introdotta . Ma allorché sedette sul trono l'immortale Pontefice Be- nedetto XIV. , fra i tanti oggetti scientifici si prese egli una cura particolare della Romana Università, ed oltre una nuova estesa riforma introdusse altri utili stabilimenti , come vedremo parlando di lui , e con somma munificenza congiunta ad una non co- mune avvedutezza protesse ogni maniera d' arti e di buoni studii, il che ci fece con tale e tanta efficacia, che gli immediati suoi successori Clemente XIII. e XIV. ammirando gli stabilimenti magnifici da lui fondati , e le utili opere che ideò e sistemò , un vivo impegno si fecero di conservarle e di accrescerle procurando co- sì di emularne la magnanimità e la grandezza. Con tutti questi sussidii apprestati dai Papi migliorò non poco nel secolo di cui scriviamo la Storia Letteraria , lo stato delle scienze in Roma, ne mancarono per par- te dei successivi Papi nuovi presidii ed ornamenti al- la Romana Letteratura ; e lo stesso Pontefice Pio VI. , quantunque come già si disse , da incredibili sventu- re oppresso , pure dar potè una diversa sistemazione (i) Lib. V. di detta Storia contenuto nel T. IV. 4."' Roma ap. Pagliari- ni 1806. L I B R O I. 29 alla Romana Università, la quale dopo di aver pro- vato le avverse vicende dei tempi da cui risorger la fece r immortai Pio VII, ha ricevuto ora dalla sapien- za del Reguante Pontefice Leone XII. una nuova ri- forma, poiché egli ha destinato i Religiosi della Com- pagnia di Gesù ristabiliti come ognun sa dalla Santa Memoria del suUodato Pio VII., a dirigere gli studii ed insegnare nella Università della Sapienza in Ro- ma (i). Il Pontefice Bonifazio IX. fin dal secolo XIV. istituì Università di I • • • •! 11 T Ferrara. in Ferrara un Archiginnasio il quale dopo di aver per lungo tempo fiorito, soffrì assai specialmente dacché gli Estensi abbandonarono quella Città ; e in uno stato di languore si giacque, sino a tanto che il Pontefice Clemente XIV. rivolse le paterne sue cure a rialzar- lo e farlo rivivere . Mentre governava la Ferrarese Provincia il Cardinal Spinola, si compilarono per or- dine del suUodato Papa nuovi statuti per quella Uni- versità (2), e si stabilirono diciotto Cattedre, sei per la facoltà legale , sei per la medicina , due per le scienze sacre , e quattro per la Filosofia e per le bel- le lettere. All' oggetto poi di fare efficacemente ese- guire queste nuove Costituzioni e mantenerle in pie- no vigore , si formò il Collegio de' Riformatori dell' Almo studio di Ferrara composto del Giudice de' Sa- vi e di persone nobili e dotte, indipendente dal gran Consiglio , né ad alcun altro magistrato soggetto , perlocchè questa Autorità partecipava , direm così , della Sovranità. Provvisto in questo modo al fonda- (i) Chi volesse conoscere estesamente le vicende della Romana Univer- sità nel secolo XVIII. può consultare il T. IV. della citata Stori.i quanto mai ampia, nella quale pure troverà un saggio storico della Rcninna lettera- tura sino a tutto il secolo XVIII. (a) Questi furono stampati nel 1771. a Roma nella tipografia della Rev. Camera Apostolica. 3o Storia della Letteratura Ital. mento dell' edifizio restituì il Pontefice alla Univer- sità una non piccola parte de' suoi redditi in altri usi distratti, mettendola così in istato di poter mantene- re i Lettori primarii , che formano il nerbo principa- le della istruzione , perchè scelti dalle classi degli Uo- mini più dotti e nelle diverse facoltà profondamente versati. Per animar poi vieppiù la gioventù a concor- rere alle scuole Ferraresi, Clemente XIV. non solo ampliò le esenzioni degli antichi scolari , ma destinò premii onde risvegliare fra gli studenti la emulazio- ne , e saviamente determinò che gli impieghi e le ca- riche più luminose conferir non si dovessero se non a coloro, che avessero con lode e profitto frequenta- ta la nuova Università che si aprì il giorno 4- di No- vembre dell'anno 1771. (i), e la quale in appresso do- vette molto alle premure di Monsignor e poscia Car- dinal Riminaldi , come nelF antecedente Capo accen- nai. Chi bramasse di conoscere quali soggetti insegna- rono come Professori in Ferrara sui primi anni del secolo XVIII. , e in quali facoltà istruirono i giovani, può consultare il tomo II. della Storia della Univer- sità Ferrarese che il Borsetti condusse fino all' anno 1735. „ . ^^^•. . .. III. Allorché parlar dovremo delle Accademie d' I- Universita di ^ ■ * Bologna. talia, daremo in breve la Storia della fondazione che seguì nel principio del secolo passato , del celebre I- stituto di Bologna all' immortale Luigi Ferdinando Marsili Nobile di quella Città interamente dovuta ; ma siccome questo stabilimento giovò non poco ad ampliare lo studio Bolognese , così in questo articolo (i) Foglio volante stampato a Roma dal Delegato Apostolico Cardinal Girolamo Spinola. Fra i premii destinati ai giovani studenti nelle quattro facoltà Teologica, Medica, Legale ed Idrostatica, eravi quello di 40. scudi da potersi ogni tiennio conseguire da quello che in ognuna di dette classi fosse giudicato il più valoroso. L I B R o I. 3i parleremo intanto dei vantaggi dall' Istituto procura- ti alla Università. Sei Professori da prima addetti fu- rono air Istituto, cioè Eustachio Manfredi per l'Astro- nomia , Ercole Corazzi per 1' Architettura militare ; alla Fisica si destinò Bartolommeo Beccari , per la Sto- ria naturale il Canonico Lelio Trionfetti, a cui si af- fidò anche la Cattedra di Filosofia; finalmente a Mar- co Antonio Laurenti si diede da insegnare la Chimi- ca, ed a tutti questi si aggiunse un Bibliotecario col grado di Professore , che fu il Matematico Geminiano Rondelli Modenese (i). Nel 1712. poi si cominciò la gran fabbrica della Specola, che nel 1736. si arrichì di un bel semicerchio meridiano munito di telesco- pio , e nel 1723. si cominciò a costruire il Laboratorio Chimico che giacque però inoperoso fino a che il Bec- cari nel 1734. assunse l'impegno di insegnar questa facoltà. Né di tutto ciò contenti i Bolognesi, aggiun- sero poco dopo air Istituto la Cattedra di geografia e di nautica, che gli procurò la liberalità di Marco Sbaraglia ricco e colto signore , il quale non s olo fe- ce il necessario assegno per il Professore che nel 1 724. il Senato nominò nella persona di Abondio fratello del suddetto Marco , ma volle questo signore sommi- nistrare inoltre tutti i libri e gli strumenti necessa- rii per ammaestrar bene i giovani in questa scienza. Il Gabinetto Anatomico poi dir puossi fondato da- gli eredi dell'illustre Medico Anton-Maria Valsalva , i quali donarono all' Istituto tutti i pezzi anatomici dallo stesso preparati mentre viveva. Ma si andrebbe troppo in lungo, se volessero qui riferirsi i nomi di tutti coloro specialmente Bolognesi, che si distinse- ro nel proteggere , nell' ampliare e nel fare insignì (i) De Bononiensi scienti»! um Instituto Commentarii T. I. pag. l3. e seg. 32, Storia della Letteratura Ital. doni all' Istituto 3 che così nel giro di non molti anni divenne uno dei più magnifici Santuarii dell' umano sapere (i). Non tacerò qui tuttavia la munificenza del S. Pontefice Benedetto XIII. che regalò all' Isti- tuto un magnifico assortimento dei ferri chirurgici avuti in dono dal Re di Francia Luigi XV. , e nomi- nò un nuovo Professore di Chirurgia , cioè il celebre Pietro Paolo Molinelli, di cui a suo luogo si parlerà, il quale venne destinato ad insegnare la Chirurgia sui cadaveri , e il maneggio degli strumenti nei due Ospitali della vita e della morte in Bologna (2). Clemente XII. della Casa Corsini ordinò che la Specola venisse corredata di istrumenti Astronomici lavorati a Londra , i quali giunsero soltanto dopo la sua morte , e diedero poi motivo a rifabbricare più solidamente la sala dove collocar dovevansi. La ge- nerosità di Vittoria Caprara arrichì il laboratorio chi- mico di una suppellettile di vasi e di libri ereditati da' suoi maggiori , e così potè darsi principio ad insegnar praticamente questa facoltà, il che tanto più facilmen- te si ottenne , in quanto che 1' esempio di questa Da- ma fu seguito da altri generosi Cittadini Bolognesi zelanti della gloria patria , e dei quali non mai ha mancato quella Città. Quando scriveremo la Storia dell' Anatomia, daremo le notizie del celebre Erco- le Lelli fabbricatore di pezzi di Anatomia; ma frat- tanto qui lo ricorderemo , siccome quegli che anima- to e protetto da Monsignor Lambertini , cominciò a lavorare i pezzi in cera per il Gabinetto Anatomico appoggiato alla munificenza di Niccolò Aldrovandi ; e siccome quantunque venisse questi presto a morte , 1' opera non rimase sospesa , poiché essendo divenuto (i) Op. cit. T. L (2) Op. cit. T. IL pag. 20. 21. L I B R o I. 33 Papa il sullodato Monsig. Lambertini. ordinò egli nel 1 742. che si stringesse il contratto col nominato Lei- li perchè formasse l'anatomia dei muscoli e delle os- sa, al che questi si prestò usando di tutte le possi- bili facilità, cosicché provvide piuttosto all'onor suo che al guadagno (i). Si amplificò poi nel 1776. il no- minato Gabinetto con i lavori della celebre Anna Mo- randi Manzolini che insegnò anche T anatomia , e maneggiava e preparava i cadaveri con perizia sin- golare , così che maravigliar faceva chi la osserva- va (2). Ma se conoscer si volesse con quali e quanti doni di libri , di macchine e di altri oggetti scienti- liei venisse arricchito per tutto il secolo XVIII. l'Isti- tuto, e quali ampliamenti ricevessero i varii gabinet- ti . annessi, può leggei^i quanto diffusamente ne scris- se il Segretario nei T. VI. e VII. dei citati Comrnen- tarii (3) nei quali incontrasi un fatto all' Istituto ol- tre modo onorevole j che alcuni Principi oltramonta- ni cioè, lo hanno visitato ed accresciuto con doni par- ticolari e specialmente il Museo d'Antiquaria con me- daglie assai rare e di valore intrinseco straordinario. Fra questi poi si distinse il Principe di Gurlandia che nel 1780. venne a Bologna e dopo di aver visitato questo magnifico stabilimento , distribuì agli Accade- mici una medaglia con la sua effigie , accrebbe il me- dagliere con Medaglie coniate ne' suoi Stati e nell'Im- pero Russo, e con un capitale di mille Zecchini fondò un premio annuo per l'Accademia di belle arti. (4) IV. Sul cominciar del secolo XVIII. regnava in To- iv. y-^ . ffx .-x I . -i , . • Università del- scana t^osimo 111. il quale gareggiando co suoi in- la Toscana, eliti Maggiori nel favorire le scienze ed i Letterati (i) Op. cit. T. II. pag. a3. ad 46. (a) Op. cit. T. VI. pac^. i3. (3) T. VI. pag. 5. 6. T. VII. pag. 14. e seg. (4) Op. cit. T. VII. p. ac. 21. Tomo I. 3 34 Storia della Letteratura Ital. mantenne ognora in vigore il Liceo Fiorentino anzi lo migliorò, aumentando le Cattedre di Giurìspruden- za, introducendo quella di lingua Ebraica, promoven- do in modo particolare lo studio della ])uona Filoso- fìa, ed allor quando nel 1712. Monsignor Tommaso Bonaventura della Gherardesca Arcivescovo di Firen- ze istituì il Seminario Diocesano, il sullodato Gran Duca fondò una nuova Cattedra di Teologia scola- stica, e volle clie il Dottor Ippolito Rosselli Profes- sor nominato alla medesima facesse le sue lezioni nel Seminario e non nel Liceo; (i) ed un' altra Scuola si introdusse pure l'anno 1713. nello studio Fioren- tino, quella cioè di Storia Sacra e profana insegnata con plauso dall' A])ate Gio. Battista Casotti. Conservò F ultimo Gran Duca Gio. Gastone succe- duto al Padre nel 172.3. il Liceo Fiorentino in quel lustro in cui trovollo , onde dir potevasi piuttosto U- niversità, e vi aggiunse due nuove Cattedre quella cioè di Giuspubblico conferita nel 1729. al Dottor Pompeo Neri Badia , e F altra di Botanica , che nel 1737. cominciò ad insegnare in Firenze il celebre Dottor Giovanni Targioni Tozzetti uno dei Fon- datori della Società Botanica (2), e cosi non sbaglia sicuramente chi sostiene che il Governo dei Medici dalla sua origine sino al suo termine riuscì oltre mo- do favorevole ai progressi dei buoni studii. Vicende fieiie Estìuta qucsta Casa Sovrana , il Duca di Lorena Scuole pubbliche • t l tti t t -v • in Firenze dopo poscia Impcrator r rancesco 1. divenne come già si c«a"Medi^c?^^^* *^^^^^® padrouc della Toscana; nella qual circostanza i ministri che la governarono in suo nome, non man- (i) Prezziner Giovanni Storia del pubblico studio e delle società ec. di Firenze ivi 1810. T. II. pag. 107. Questo Seminario dir puossi un vero Liceo in cui oltre le scienze teologiche si insegnano le belle lettere Ita- liane , Latine , Greche ed Ebraiche. (2) Op. cit. T. II. pag. 128. 140. L I B R o I. ,35 caroiio di proteggere il Liceo , e col sostituire di mano in mano altri Professori agli attuali che veni- van meno, o passavano ad occupare altri impieghi, e coir aggiungere nuove Cattedre , come fecero nel 1758., creando quella di Ostetricia a cui nominaro- no Raimondo figlio del celebre medico Antonio Coc- chi, e col fondare un'altra Cattedra di Botanica ol- tre quella più sopra nominata , affidandone la dire- zione all' Abate Giovanni Lapi del Borgo a S. Lo- renzo (i). Utili riforme si introdussero nelle Cattedre di Matematica , di Giurisprudenza , di Medicina sotto il famoso governo del Granduca Pietro Leopoldo che nel 1766. venne assoluto Sovrano in Toscana; e ta- le premura ei dimostrò per mantenere ed ampliare il più volte nominato Liceo , che egli stesso dettò le istruzioni da comunicarsi ad alcuni dei nuovi Pro- fessori , perchè nell' ammaestrar la gioventù secondas- sero le filosofiche sue vedute (2). Ma sorse un'epoca luminosa per gli studii medici in Firenze , allorché il sullodato Principe nel 1783. dopo che ristaurar fece ed abbellire lo Spedale di S. Maria nuova, determi- nò che ivi si aprissero costantemente varie Cattedre per l'istruzione dei giovani che lo frequentavano, i quali poterono ivi apprendere la Chirurgia teorica e ])ratica , l'Ostetricia, la Botanica e la Medicina prati- ca, (3) per insegnare le quali facoltà il Gran Duca nominò nuovi abili Soggetti, o confermò quelli che antecedentemente le insegnavano. Altra Cattedra al- la Toscana singolarmente utile si eresse pure, quella cioè di Agricoltura nello stesso anno all' epoca in cui si unirono in una sola F Accademia Botanica e la So- (l) Op. cit. T. II. pag. 164. if,6. (a) Op. cit. pag. 192. T. II. (3) Ivi pag. 201. 36 Storia della Letteratura Ital. cietà rlei Georgofili, e ne fu nominato Professore il Canonico Andrea Zucchini , che dirigeva anche F or- to dei semplici, e che con pubblica soddisfazione fe- ce per varii anni questa nuova Scuola (i). Ma altri sussidii ancora somministrò Pietro Leopoldo alla pub- blica istruzione nello stesso anno ; poiché fondò a proprie spese un nuovo Ginnasio nel qliartier di Fi- renze detto di S. Spirito, e precisamente nel Con- vento dei soppressi Barnabiti , i quali per lo addietro tenevano scuole pubbliche , continuate perciò sotto il nome di Leopoldine , dove insegnaronsi gli ele- menti sino alla Rettorica , ed inoltre la Filosofia e la Matematica che venne affidata al Sig. Ab. Luigi Fiacchi colto scrittore (2) . Benemerito poi oltre mo- do della scienza fu il celebre Matematico Abate Leo- nardo Ximenes , che a sue spese istituì nella più vol- te nominata Città due nuove Cattedre di Astronomia r una , V altra di Idraulica , e poco prima di morire nominò Professori di esse i due PP. delle Scuole pie Giacomo Del Ricco e Stanislao Canovai Fiorentini Soggetti ben noti alla Repubblica Letteraria. Coniì!!uazione ^ ' Ecco iu succinto quauto iu Fircuzc operò a di (Juan te riguar-vantaffeio della pubblica istruzione il Gran Duca Pie- da la pubblica ^^ ^ ^^ r^- istruzione in To- tro Lcopoldo , clic pcr la morte del Fratello Giusep- pe IL chiamato al Trono Imperiale abbandonò la To- scana nel cui governo successe l'anno 1791. il figlio di lui Ferdinando III. A vieppiù dilatare il conosci- mento delle Scienze sacre il nuovo Sovrano per sen- timento del Chiar. Canonico Angelo Maria Bandini Bibliotecario della Laurenziana propose ai Monaci Be- nedettini e Valloinbrosani di aprire nella Capitale una Cattedra di Lingue Orientali, il che essi fecero e nel (i) Ivi pag. ac6. (2) Ivi paj^'. aoy. L I B R O I. 37 1793. il Padre Michel' Angelo Luchi Bresciano cominciò ad insegnarle nel Monastero Benedettino della Badia in Firenze ; e Don Francesco Raynal Tolosano stato già Monaco Maurino , fece lo stesso nel Monastero Vallom- brosano di S. Trinità , nel qual' Ordine egli era en- trato . Gonservossi sotto il nuovo Principe lo studio Fiorentino alF incirca nel piede in cui lo lasciò Leo- poldo, ed allorquando nel 1800. dovette il Gran Du- ca Ferdinando abbandonar la Toscana , questa diven- ne Regno d' Etiiiria , e fu governata per due anni soltanto dair Infante di Spagna Lodovico L che man- cato di vita nel i8o3. lasciò la Moglie Maria Luisa Regina Reggente e tutrice del piccolo figlio Infante Carlo Lodovico. Poco durò anche il Regno di questa Principessa poiché l' Imperator Napoleone nel 1807. unì la Toscana all' Impero Francese ; nonostante pe- rò la brevità del Governo di questi due Sovrani pro- curarono essi nuovi ingrandimenti ai pubblici studii in Firenze ; e si vide creata una nuova scuola per le malattie infantili affidata al Dottor Gaetano Palloni , si amplificò r insegnamento all'Accademia di Belle arti con lo stabilirvi un Professore di Geometria, di Mec- canica ed Algebra, che fu il Dottor Francesco Fo- cacci , e vi si aggiunse l' istruzione per la Idrometria, così che gì' Ingegneri ed Architetti potevano in que- sta Accademia compiere il corso necessario dei loro studii (i). Nello Spedale di S. Maria Nuova la Regina sud- detta sentito il parere del Collegio medico di Firen- ze, eresse nel i8o5. la Cattedra di Storia Filosofica della Medicina , e nominò il Dottor Giuseppe Berti- ni per insegnarla; in altra scuola poi volle che si trattasse delle malattie cutanee e delle perturbazioni (i) Op. cit. T. II. pag. i'.?. 38 Storia della Letteratura Ital. intellettuali destinandovi il Dottor Vincenzo Chiani- ga; e nel successivo anno i8oó. estese l'istruzione della Ostetricia ordinando che vi fossero due Profes- sori uno per la teorica, e l'altro per la pratica, men- tre per Io addietro mancava questo secondo. Ne qui si limitarono le maijnanime e benefiche viste di que- sta sventurata Regina ora defunta; poiché nel 1807. epoca della sua detronizzazione introdusse nell'Acca- demia di Belle arti lo studio della Storia e della Mi- tologia , affidandone 1' insegnamento al Chiar. Sig. Gio. Battista Niccolini ornamento dell' Accademia Fiorentina; riaprì nello Spedale degli innocenti la Scuola delle malattie de' fanciulli, e seguendo il con- siglio del Sig. Gav. Girolamo Bardi fondò un nuovo Liceo nel Regio Museo di Fisica e Storia naturale . ricchissimo di oggetti spettanti a queste scienze. Sei Professori nominò con suo Motu proprio del 2,0. Feh- brajo 1807. la Regina, i quali insegnar dovevano col sussidio delle preparazioni e delle macchine esistenti in detto stabilimento 1' Anatomia umana e la com- parata , la Chimica , la Mineralogia , la Zoologia e la Botanica; e nel giorno i5. Agosto dell'anno stesso se ne fece nella più imponente maniera 1' apertura , poiché vi intervennero i Principi e tutte le cariche di Corte (i), e recitò l'Orazione inaugurale il Sig. Abate Giovanni Rabbini Professore di Fisica teorico- sperimentale , che nel suo discorso presentò un pro- spetto dell' ingrandimento delle scienze fisiche dai Greci fino ai nostri di (2). Ed era ben giusto, dice il (i) Ivi pag. 252. alla 260. (2) Ivi pag. 261. Ecco i nomi dei suddetti Professori. Per 1' Astro- nomia il Sig. Aliate Domenico De Vecchi; il suddetto Sig. Babbini per la Fisica, il Sig. Dott., Giuseppe Gazzeri per la Chimica; l'Anatomia compa- rata toccò al Sig. Dott. Filippo Uccelli ; la Botanica al Sig. Prof. Ottavia- no Targioni Tozzetti , e finalmente la Mineralogia e la Zoologia al Signor Dott. Attilio Zuccagni. L I B R O I. 39 Sig. Prezziner (i), che le scienze fisiche , le quali con- seguito avevano i maggiori ingrandimenti in Toscana, avessero in Firenze un Ginnasio ad esse consacrato e in un luogo così proprio, tanto maestoso e ricco di collezioni oltre modo scelte in tutti i rami di Sto- ria naturale. La riunione della Toscana ulF Impero Francese nel 1807. seguita non alterò il sistema di pubblica istru- zione , e si mantennero a Firenze in carica i Profes- sori già dal Governo antecedente nominati , perloc- chè continuarono ad aversi come per lo addietro in detta Città abbondevoli mezzi per istruirsi , sia nelle Scienze , sia nelF amena Letteratura , sia nelle Belle arti; ed anzi due decreti emanarono ai progressi dei buoni studii assai favorevoli ; F uno delF Imperiai regia Giunta straordinaria che nel 1808. riformò FAc- cad ernia Fiorentina , distribuendola in tre Classi ; la prima col titolo di Società del Cimento , che occupar dovevasi della Fisica e della Matematica , la seconda si intitolò Società della Crusca , che aveva per ogget- to la conservazione della purità della nostra Lingua ed i progressi della Letteratura ; la terza classe col nome di Società del disegno coltivar doveva le Belle arti e la Tecnologia . L' altro decreto emanò imme- diatamente da Napoleone allora Imperatore , che sta- bilì un annuo premio di 5oo. Napoleoni d' oro alF Autore di quelV opera di un merito sublime , che a- vesse contribuito a mantenere il nostro idioma in tutta la sua purezza , determinando contemporanea- mente che potesse questo premio dividersi in tre par- ti 5 una per le opere in prosa ; F altre due per quel- le in versi (2). Ma le sopravvenute vicende guerriere (i) Ivi pag. 266. (3) Ivi pag. 274. e seg. 4o Storia della Letteratura Ital. che rovesciarono l' Impero Francese , non permisero , perquanto io sappia , che questo magnifico premio fosse in seguito distribuito j e soltanto dopo che F Europa si ricompose alla quiete ed all' ordine sociale , il ma- gnanimo Gran Duca Ferdinando III. che la Toscana or piange estinto , rinnuovò la proposizione di un pre- mio simile che alcuni Autori già conseguirono. Università «H Jl Chiarissimo Monsiff. Fahbroni che ci lasciò le Pi«j. vite degli Italiani per dottrina illustri, scrisse ancora la Storia dell' antica Università di Pisa , e la pubbli- cò nel 1795. L' esattezza di questo Autore dubitar non ci lascia che se nello scorso secolo quello studio avesse cambiato di forma , o vi si fossero fatte nota- bili giunte e variazioni, egli le avrebbe sicuramente descritte .; perlocchè non vedendosi ciò da lui esegui- to 5 concluder dobbiamo che quella Università si man- tenne air incirca nel sistema in cui era nel preceden- te secolo , se si eccettuino i cambiamenti introdotti nella istruzione dei giovani , cambiamenti richiesti e dalle scoperte fattesi e dal miglioramento del gu- sto. La Storia di Monsig. Fabbroni perciò dir puossi quella dei Professori, i quali fin dopo la metà del se- colo passato insegnarono nell' Archiginnasio Pisano le diverse facoltà scientifiche e 1' amena Letteratura, e non ha certamente mancato l'Autore nel parlare dei più celebri ; talché in quest'opera si rinviene descritta la loro vita letteraria e le principali vicende delle opere che pubblicarono (i). VI. La Repubblica Veneta seguendo le massime già Padova. (la tempo fissate continuò a mantenere ed anzi ampliò 1' Università di Padova , che sempre gareggiò e per an- (i) In fine d' ogni Volume di questa Storia trovasi 1' Elenco disposto cronologicamente dei Provveditori, Rettori , Vice-Rettori e dei Professori, il qualo nell' ultimo Tomo termina nell' anno 1737. in cui finì il governo dei Medici. VI. Università L I B R O I. 4^ ticliità e per celebrità con quella di Bologna. Generosi stipendii accordava il Senato ai Professori, e munifica- mente glieli accresceva di quando in quando, ed altri premii compartiva loro , allorché pubblicavano opere giovevoli ai progressi delle scienze e delie lettere, per locchè venivano da lontani paesi personaggi per sapere distinti ad insegnare in questa Università, e la loro fa- ma attraeva poi copioso numero di studenti . Nel se- colo di cui scriviamo la Storia, si aggiunsero o si fece- ro rivivere neirArchiginnasio di Padova non pochi in- signi stabilimenti, e avanti tutti nomineremo V Orto Botanico il primo fondato in Europa fin dal secolo XVI. ma poscia trascurato. Dal 1780. al 1740. se ne affidò la direzione al Professor Giulio Pontadera e si ristabilì cosi questa Cattedra (i). Si arrichì in segui- to l'Università di un Museo di Storia naturale, del teatro anatomico in cui tanto figurò Fillustre Profes- sor Leopoldo Marc-Antonio Caldani , di una specola fabbricata nel 1767. nella quale cominciò ad osserva- re il Professor Toaldo padre può dirsi della Meteo- rologia fra noi (2) , del teatro Chimico che diresse per il primo il P. Marco Carburi di Cefalonia, (3) ed a tutti questi stabilimenti si aggiunse la Cat- tedra agraria con tanto vantaggio di quelle Provincie onorevolmente coperta dal Professor Arduino , la Chi- rurgia e la Medicina sperimentale nello Spedale degli infermi, TArchitettura pratica, e finalmente la scuola (i) Moschini Padre G. Antonio. Della Letteratura Vener^iana T. I- pag. a8. Rotolo dei Professori della Università di Padova gentilmente co- municatomi dal Chiar. Sig. Prof. Floriano Caldani. (2) La Specola fu collocata nella torre dove il Tiranno Ezzelino an- ticamente aveva le prigioni, il che diede motivo al seguente elegante distico Quae quondam infernas Turris ducebas ad umhras, Nunc Vcnetum auspiciis pandes ad astra viam. , (3) Rotolo citato 1760. 1761. 4a Storia della Letteratura Ital. di Ostetricia eretta nell'anno 1 769. per opera del chia- rissimo Professor Luigi Calza Bolognese, che sotto il Doge Foscarini formò a spese della Signoria Veneta vin bel gabinetto di Ostetricia, nella quale epoca an- cora onde animar vieppiù i giovani allo studio, si de- stinarono due medaglie in argento per fregiarne i più valorosi tanto in detta fiicoltà, quanto nelFArchitet- tura Navale (i). Esistevano già in Padova alcuni Col- legi nei quali i giovani forestieri che andavano a quel- la Università, vivevano in comunione, e sotto una re- golar disciplina ; ma siccome questi stabilimenti era- no angusti in confronto della moltitudine degli sco- lari , così gli Eccellentissimi Riformatori di quelF Ar- chiginnasio, e specialmente i No])i}i Francesco Pesaro e Zaccaria Vallaresco rivolsero le loro cure per ac- crescer questi Collegi e per ben regolarli, al qjiale ul- timo oggetto stamparonsi nel 177Ì1. gli Statuti dei due Collegi Greci in Padova ; mentre nelF aimo antece- dente erano stati pubblicati quelli del Collegio di S. Marco in essa Città nuovamente eretto per decreto del Senato Veneto, il quale stese inoltre ottimi prov- vedimenti per alcuni altri di tali Convitti anticamen- te ivi istituiti a comodo della studiosa gioventù. (2) Dopo la soppressione poi della Compagnia di Gesù il Governo Veneto si fece un impegno singolare di fa- vorire in Venezia gli studil d'ogni maniera, e special- mente gli studii sacri, al qual fine elesse nuovi Pro- fessori di Teologia, di Storia ecclesiastica , di critica sa- (1) Meschini op. cit. p. 29. Le due Medaglie portavano la prima da una parte le parole Prlncipis munus dall' altra Collegium Zoojatricum Patai^inum . la seconda S. Marcus Venetus in una faccia , e nell' altra S. C. Architect. Pract. Sch, Patao. (a) Ivi. ma. L I B R O I. 4^ era e di lingue orientali , e compilò gli Statuti delle pubbliche scuole di Venezia stampati nel 1774? affi- dandone poi la direzione ai Riformatori soprannominati i quali vi fecero varii utili cambiamenti in seguito, e vegliarono ancora alla educazione dei giovani chierici studenti (i). vii. _ , Università di VII. Il magnanimo Duca di Modena Francesco III Modena e di Par- nell'anno 1772. richiamò a novella vita T Università di Modena, innalzando a tal uopo una magnifica fab- brica, aumentando le Cattedre , e provvedendo questo stabilimento di copiose rendite . Chiamaronsi dotti Professori dall' estero , e si formarono savie Costi- tuzioni che lo fecero fiorire, così che non aveva cer- tamente cosa alcuna da invidiare alle altre Universi- tà Italiane (2), se il tutto guardar si voglia con la do- vuta proporzione. Allorquando poi gli Stati Estensi vennero incorporati nel Regno Italico , si ridusse il no- stro Archiginnasio ad un semplice Liceo, e non riacqui- stò il primiero lustro se non all' epoca felice in cui ascese al Trono il legittimo nostro Sovrano France- sco IV. che nel i8i5. lo riaprì, accordandogli il titolo di Regia Università , e procurando alla gioventù un'ab- hondevole istruzione per mezzo di valenti Professori nei diversi rami scientifici. Parma andò debitrice all' Infante Don Ferdinando se nel 1768. sorger vide fra le sue mura una nuova Università che al dir del Chiar. storico Padre Ireneo Affò nacque e grandeggiò ad un punto (3) . Concepironsi con saviezza le sue Leggi , e concorsero ad insegnare in essa Uomini per dottrina celebri in ogni scienza e facoltà ; come pu- re rispettabili e per sublimità di talenti e per opere (i) Op. cit. T. I. pag. a5o. e seg. (a) Tiraboschi Bibl. Moden. T. I. pag. 64. (3) Affò Memorie degli Scrittori Parmigiani T. I. Discorso prelimina- re pag. XLVI. 44 Storia della Letteratura Ital. importanti pubblicate furono quei sog:£:etti che for- marono il Magistrato così detto dei Riformatori il quale vegliava alla buona direzione di questo stabi- limento, vin. Vili. Io non saprei come meglio presentar la Sto- Scuoie Superiori TiA delle Scuolc supcriori e dell' Università nella Lom- WrtacT.^"'^''' bardia Austriaca per F epoca di cui scrivo la Storia , quanto prevalendomi del quadro fattone dall' illustre Cav. Abate Angelo Cesaris Presidente del Cesareo Regio Istituto in Milano, che gentilmente secondan- do le mie ineliieste mi ha favorito le opportune no- tizie ; ecco le proprie sue parole „ Nel secolo XVIII. „ la pubblica istruzione in Lombardia era affidata a' 5, Corpi Religiosi ed Ecclesiastici . Fiorivano in Mila- „ no gli stabilimenti del grande S. Carlo Borromeo „ e tra essi il Collegio di Brera dato ai Gesuiti col- „ le prerogative di Università ; le scuole di S. Ales-r^ „ Sandro dotate dal Patrizio Giam Battista Arcimbol- „ di e affidate ai PP. Barnabiti , le quali godevano „ delle medesime prerogative, i Seminarli ecclesiasti- ,5 ci diretti dalla benemerita Congregazione degli Ob- ,, lati ; le antichissime scuole Palatine, e le aggiunte in 55 seguito Cattedre Canobiane ; il Collegio dei Dotto- 55 ri dell'Ambrosiana Biblioteca, i quali per istituzio- 55 ne del fondatore Cardinal Federico Borromeo do- 55 vevano occuparsi non solo degli studii sacri priva- 55 tamente , ma dovevano esser pronti a soddisfare al- 55 le domande dei Cittadini che chiedessero direzio- 55 ne ed istruzione nella coltura delle scienze diver- 55 se 5 per la quale era a tutti aperta quella celebre 55 Biblioteca, j, Eran questi i principali Istituti di pubblica istru- zione in Milano , e prescindendo dalla Università di Pavia di cui si dirà a parte5 trovavansi sul medesimo piano e sotto la medesima direzione sistemate gratui- L I B R O I. 4^ tamente in tutta la Lombardia le pubbliche scuole. Li Seminarii Vescovili inn oltre e diversi Collegi di educazione offrivano il comodo di una privata istru- zione nelle lettere ne' buoni costumi , nelle religiose e sociali virtù. Alle Corporazioni sopra indicate poi aggiunger devesi quella dei Somaschi , i quali non solamente si occupavano }»er istituto della cura dei poveri orfani , ma attendevano ancora ad allevare la civile e nobile gioventù , al quale oggetto verso F an- no 1770. stabilironsi in Milano anche i Religiosi delle Scuole pie. E per quanto spetta allo stato delle scien- ze in quel tempo, a farsene qualche idea giova l'in- dicare alcuni dei dotti che le coltivarono dei quali si parlerà a suo luogo, e le opere da essi pubblicate. Al principio del secolo il Muratori Prefetto della Bi- blioteca Ambrosiana colla cooperazione dell' Argelati formò in Milano la celebre Società Palatina , che for- nita riccamente la mercè di alcuni Signori Milanesi di tutti i mezzi , diede principio e compimento alla collezione in trentun Volumi in f.° degli Scrittori del- le cose d' Italia (i). Al Muratori nella Prefettura dell' Ambrosiana succedette il Sassi , ed al Sassi il Branca uomini per le opere loro quanto mai riputati ; nella erudizione della Storia patria si occupò indefessamente il Conte Ginlini che ne pubblicò dodici volumi ; e nel medesimo argomento dopo lui con viste filosofiche scrisse il Conte Pietro Verri , e con buon criterio an- che il Padre Abate Fumagalli , che in appresso diede in luce le sue istituzioni diplomatiche assai stimate . In diversi rami di scienze politiche ed economiche si distinse il Conte Gian Rinaldo Carli , che riposando dalla presidenza del Magistrato camerale si consacrò (1) In altro luogo si ragionerà più a lungo di questa celebre Tipo- grafia. 46 Storia della Letteratura Ital. intieramente ai favoriti suoi studii , e pubblicò la col- lezione delle sue opere in diecinove volumi , e fra queste merita particolar ricordanza la sua grand''opera storico-economica sulle monete. Nella moderna analisi sublime acquistò glorioso nome donna Maria Agnesi , ed in generale nella Matematica pura ed applicata elementare pregiaronsi assai le opere del Re , del Fri- si del Lecchi e di altri che fecero onore agli studii in Lombardia coltivati. Fama non ordinaria si acqui- stò il Gesuita Guido Ferrario co' suoi latini Commen- tarii sulle campagne militari del Principe Eugenio di Savoja, e di altri Generali Austriaci , e con un nuo- vo genere di epigrafia tutto suo , col quale descrisse il Regno militare dell' Imperatrice Maria Teresa , e le imprese guerresche e politiche del Re Carlo Emanue- le di Savoja, come pure altri pubblici e privati argo- menti espose nelle sue eleganti e copiose iscrizioni . Coltivossi innoltre in Lombardia con buon successo r arte poetica ; poiché al falso gusto del seicento si sostituì nelle Scuole la schietta naturalezza ed ele- ganza degli antichi , e se ne vide T effetto nei versi del Ceva e di Mariano Partenio ( i ) in latino , nelle opere volgari del Maggi padre delle grazie e maestro del Milanese dialetto, e in quelle del felice di lui emu- latore Domenico Ballestrieri. In quell'epoca poi fiori- rono in diversi generi di poesia fra gli altri il Passe- roni divenuto Cittadino Lombardo , il Canonico Gut- tierez , F originale Parini , il Bettinelli e molti altri chiari ingegni Veronesi. Le Scienze filosofiche dopo la metà del secolo più che altrove in Italia , furono in Lombardia portate al grado di uno splendido ed utile insegnamento . Le opere del Genovesi , gli articoli metafisici dell' Enci- (i) Sotto questo nome nascondesi il Padre Giuseppe Mazzolati Gesuita. L I B R O I. 4? clopedia , il saggio del Loke suU' intelletto umano , e le successive analisi del Condillac e di altri moderni vi furono assai ben conosciute , e gli argomenti trat- tati , e dal Bossi e suoi Successori nel Seminario; dal Braghetti e suoi Colleghi Gesuiti nelle scuole di Bre- ra , e dagli allievi del Gerdil nelle scuole di S. Ales- sandro, dal Soave e da altri altrove ; e dovunque ab- bandonaronsi le dottrine dei Peripatetici , ed alla scienza delle parole e delle astrazioni si sostituì quel- la delle cose e della realtà. Il Frisi e la sua scuola , il Boscovick ed i suoi seguaci stabilirono V istruzione sulle sode dottrine del Galileo e del Newton , e sul- le recenti ricerche e scoperte sparse negli atti del- le più celebri Accademie ; e sarà sempre un glorioso monumento jjer le Scuole della Lombardia il prospet- to delle materie trattate nel corso degli studii che vi si facevano , e il numero degli Uomini che si for- marono alle scienze , e si distinsero poi nei diversi rami tlelle medesime. Fra le scuole filosofiche merita poi menzione particolare quella degli Ingegneri in Milano ed in Mantova: il P. Re il Frisi sunnominato, il Lecchi 5 il Mari , il Luini le ebbero fiorentissime , e pubblicarono non solo opere classiche in teoria, ma di immediata pubblica utilità nella Meccanica, nelF Idrostatica, nella Idraulica, nella Geodesia, e nell'Archi- tettura delle costruzioni pubbliche. Vasto argomento università di ci porgerebbe or qui l'Università di Pavia, se il suo-^*^^'*- ingrandimento ai nostri di avvenuto non ci dispen- sasse da entrare in minuti racconti , essendo a tutti note le gloriose sue vicende . Basterà accennare che sotto il materno Impero dell' Augusta Sovrana Ma- ria Teresa , ed il ministero del Conte di Firmian sol- levaronsi quelle scuole alla fama delle più cospicue d' Europa , che vi furon chiamanti da ogni parte Pro- fessori di prim' ordine , che arrichironsi di Biblioteca, 48 Storia della Letteratura Ital. la quale pei Libri anche più moderni di scienze ed anche più dispendiosi non la cede a qualsiasi altra dMtalia, di Orto botanico, di Laboratorio chimico, di Gabinetti di macchine e di prodotti più rari del- la natura (i) e delle preparazioni anatomiche più istruttive delFarte. Tutti questi stabilimenti munifi- camente dotati conservaronsi ognora ed accrebbersi dagli Augusti Successori di quell' inclita Donna; e congiuntamente alla celebre Specola di Milano ed agli altri grandiosi stabilimenti che ammiransi nel palazzo delle Scienze e delle Arti di Brera somministrano tutti i più» ampii mezzi per una completa istruzione della gioventù che in folla accorre a quelle scuole. IX- IX. Fin qui abbiamo veduto quanto si operò in cuole pubbli- „. . no- i 1- • «he elementari. Italia pcr propagar 1 istruzione nelle ocienze sunlimi ; or ci resterebbe a parlare delle scuole elementari che aprono alla gioventù la strada per incamminarsi nel- lo studio delle varie facoltà che insegnansi nei Licei e nelle Università. Chi però volesse andare in trac- cia delle notizie appartenenti a queste Scuole , incon- trerebbe difficoltà grande per raccoglierle con esat- tezza al che si aggiunge l'altro riflesso fatto anche dal Cav. Tiraboschi (2) ; che la Storia delle vicende di tali scuole interessar non può gran fatto la Letteratura , sebbene esse in se considerate influiscano assai nel mantenere in vigore i buoni studii, perchè se i gio- vanetti non son ben fondati negli elementi , e non hanno idee giuste in principio , difficilmente posso- no progredir oltre con fondata speranza di buon successo. Le scuole elementari come nel secolo XVII. così nel XVIII. furono affidate nella maggior parte delle (i) Il Gabinetto di Storia naturale di Pavia devesi in gran parte alle cure dell' illustre Professor Lazzaro Spallanzani^ e gareggia coi piA celebri d' Europa. (2) Stor. della Letter. Ital. T. Vili. Lib. I. Gap. III. §. VII. L I B R O I. 4q Provincie Italiane ai Chierici Regolari delle Scuole pie , ed ai Religiosi della Compagnia di Gesù , e quan- do questi ultimi soffrir dovettero nell'anno 1773. la fotal soppressione, si fece un gran vuoto in questo ramo d' insegnamento , a cui si procurò di rimedia- re, in alcuni luoghi sostituendo dei Sacerdoti ad am- maestrare i giovanetti, ed in altri chiamandovi Reli- giosi d' altre corporazioni e specialmente di quella delle Scuole pie . Il Gav. Tiraboschi nel luogo sopra- citato trattò brevemente e lasciò indecisa la questio- ne , se ai Gesuiti attribuir si dovesse la corruzione del gusto in letteratura, che regnò nel secolo XVII, Sarebbe forse qui luogo a discutere un' altra questione rapporto a tale Società religiosa, cioè se dopo la sua e- stinzione migliorasse o peggiorasse l'istruzione elemen- tare in Italia. Troppo arduo impegno però sarebbe a parer mio il voler bilanciare con animo disappassionato le ragioni degli opposti partiti , che or più che mai si riscaldan fra loro ; e perciò reputo miglior consiglio quello di seguire il contegno dal mio illustre ante- cessore nella sopramentovata circostanza tenuto. Farò tuttavia osservare che la ripristinazione della illustre Compagnia di Gesù darà dopo. qualche tempo mezzo di stabilire un più esatto confronto fra i risultamen- ti nella pubblica istruzione ottenuti nei tre periodi; prima della estinzione di essa ; da questa al ripristina- mento della Società ; e nelF ultima epoca , cioè dopo l' attuale risorgimento ; e dal confronto istituito fra tali risultamenti spero che si vedrà chiaramente quali van- taggi ne ridondino al Pubblico dopo che P istruzione elementare è stata affidata a così sperimentati Soggetti. Fra li Principi Italiani all' epoca di detta soppres- sione si distinse nel procurar di riparare alla mancan- za di così abili precettori la Repubblica di Venezia , poiché nel 1778. ordinò il Senato alla Conferenza dei Tomo I. 4 So Storia della Letteratura Ital. Riformatori dello studio di Padova congiuntamente ad altri Soggetti , di formare un nuovo piano per la istruzione della gioventù, il quale fu modellato sulF antecedente dei Gesuiti , aggiungendovi poi le Scuo- le di Belle arti, di Nautica , d'Architettura militare , e quella d' Arti e mestieri. Il nobile Abate Bartolom- meo Bevilacqua Asolano sostenne la carica di Rettore di questo che chiameremo Ginnasio, e nel 1774- alli a6. di Aprile si aprirono queste Scuole dette dei Gesuiti con tutta la solennità possibile, avendovi il sullodato Sacerdote recitata TO razione inaugurale latina dal Pa- lese stampata (i). Un altro stabilimento eretto già in Venezia, T Accademia cioè detta dei Nobili, richiamò l'attenzione del Senato, il quale nel 1724- ^^ \q^o la direzione ai Sacerdoti secolari, e F affidò alla Con- gregazione dei Chierici Regolari Somaschi, essendone nominato primo Rettore il Provinciale Stanislao San- tinelli; continuarono poi questi Religiosi a dirigere saviamente V Accademia sino all' anno 1797. in cui essendo caduta la Veneta Aristocrazia, si soppresse questo Collegio, siccome opposto alle massime demo- cratiche le quali rovinarono tutte le piìi savie isti- tuzioni dei nostri Maggiori [%). In Milano si distinse particolarmente come istruttore della gioventù il Pa- dre Guido Ferrari Gesuita di cui altrove si parlerà: occupò egli per oltre a venti anni la Cattedra della Rettorica in Brera, alla quale concorrevano presso a duecento scolari, come mi ha assicurato il sullodato Ab. Cesaris; e nel commentario della sua vita da lui stesso descritta si può vedere come regolasse il P. Ferra- ri quella numerosa gioventù, e sul modello degli anti- chi la formasse al pensare ed al comporre dignitoso ed elegante, e qual ne riportasse abbondante frutto. (i) Meschini op. cit. T l. pag. 148. e «eg . (a) Ivi. L I B R o I. 5i Sotteiitrò poi in detta Scuola il Tiraboschi , e perciò non fa maraviglia se colF istruzione data da tali Uomi- ni, e da altri di simil tempra, i quali ognora insinuava- no lo studio dei Glassici e la imitazione Ciceronia- na, siasi riformata in allora la sacra eloquenza, e la Lombardia abbia dato dopo il Segneri i più celebri Oratori all'Italia (i). In detta Provincia sul cader del secolo passato si aggiunse alla istruzione scientifica r elementare nelle Scuole normali del popolo; e il fratto se ne ricavò di toglier dall' ozio e dall' igno- ranza i figli poveri delle classi inferiori, ammaestran- doli nel leggere, nello scrivere e nelF aritmetica, né si trascurò di promuovere in generale anche nelle classi dei Cittadini più agiati la calligrafia, F orto- grafia e la lettura fatta a senso (2). X. Roma fu la prima Città in Italia che approfit- Scnoif dei Sor- tasse della istituzione tanto benefica alla umanità del-'*' * M"*'- le Scuole dei sordi e muti stabilite già da qualche tempo Oltremonti. All' Avvocato Pasquale de Pietro va debitrice la Nazione Italiana di avere introdotto fra noi l'insegnamento di queste infelici classi di perso- ne: si accinse egli a fare un viaggio per F Europa e visitò le Scuole dei sordi e muti istituite in Vienna ed a Parigi, dove ebbe lunghi colloquii coli' illustre Abate de F Epée da lui impegnato ad istruire nel metodo usato in Parigi un Italiano che promise di spedirgli colà. Tenuta poi anche parola di così util progetto col Nunzio Apostolico Monsig. Doria Panfi- li poscia Cardinale, ritornò F Avvocato de Pietro in Italia e spedì a Parigi a sue spese il Sacerdote Tommaso Silvestri nel mese di Marzo dell'anno 1788. Questi (i) Questo è quanto mi La gentilmente comunicato il Chiariss. Signor Abate Cesaris. (a) Ivi. Sa Storia della Letteratura Ital. corrispose cosi efficacemente alF oggetto, che in breve tempo comprese il metodo con cui il D. Epée istruiva i sordi e muti e fa capace di introdurlo in Roma, do- ve nel giorno 5. di Marzo del successivo anno si aprì in casa del sullodato Avvocato la Scuola de' sordi e muti nella quale entrarono da principio otto scolari, ma essendo nel 1789. venuto a mancare il Silvestri, che aveva con i sussidii del Mecenate e con la pro- pria abilità messo in fiore il nuovo stabilimento, que- sto correva pericolo di illanguidirsi , se l'Avvocato de Pietro non vi avesse prontamente sostituito il mae- stro di belle lettere nel Seminario dipendente dal Ca- pitolo della Basilica Vaticana , D. Camillo Mariani che fece prosperare la Scuola suddetta, e la rese famosa in tutta V Italia. Allor quando poi venne a morte il de Pietro, dispose nel suo testamento che li suoi fratelli ed eredi Panfilo e Cardinal Michele mantenessero in vigore questa istituzione , perlocchè il Cardinale la tra- sferì nel proprio palazzo, dove accoglieva tanto i sordi muti Romani, quanto li forestieri e li faceva istruire (1). Si diffuse in seguito in altre Città d' Italia questa isti- tuzione e si introdusse a Napoli come già si disse, a Mi- lano, ed a Genova dove il Ch. Padre Assarotti delle Scuole pie si è sommamente distinto in così impor- tante carriera ; ultimamente poi anche in Modena al- cuni dotti e zelanti Sacerdoti avendo trovato nell'ot- timo nostro Sovrano ogni più valido appoggio, hanno aperta una Scuola di sordi e muti che presto gareg- giar potrà con le più cospicue d' Italia. Accademie ^^' ^^ gi^sto per le scicnzc e per 1' amena lette- ratura che nel secolo XVIII. si diffuse più che in ad- dietro per tutta la nostra Penisola, fece sì che fon- (i) Renazzi Avvocato Filippo Maria^ Storia della Università degli stu- dii di Roma Voi. IV. pag. 3o5. e seg. L I B R o I. 53 daroìisi molte Accademie, e lunga cosa e difficile sa- rebbe il voler tessere la storia particolare d' ognuna; e ciò tanto più se si rìfletta che non poche di esse ebbero breve vita. Se io quindi mi diffonderò alquan- to nel dar conto delle più insigni , sarò poi breve nel parlare delle altre, e se ne ommetterò qualcuna, pre- go fin d' ora i miei lettori a non voler sinistramente interpretare questa ommissione, ma attribuirla soltan- to air abbondanza della materia, e alla qualità dell' opera presente, che non è un Dizionario particolare di notizie letterarie. I vantaggi che dalla istituzione dell'Arcadia segui- Arcadi», ta in Roma sul finir del secolo XVII. ne ridondaro- no alle buone lettere, richiamano P attenzion nostra e comincieremo perciò dal ragionare di essa. Allorché dopo la morte della Regina di Svezia la celebre Ma- ria Cristina , mancò ai Poeti e Letterati egregi da Lei protetti il luogo delle loro radunanze, cioè il giar- dino del palazzo della defunta, il Principe Don Livio Odescalchi nipote d' Innocenzo XI. si diede la nobi- le premura di prendere quel palazzo stesso per suo servigio, e vi restituì le primiere adunanze , dalle qua- li poi ne sorse l'Arcadia. Né di ciò contento, la in- vitò più volte nella sua villa di Montalto a Frasca- ti, dove si fecero bellissime sessioni Accademiche, e favori sempre con la sua protezione gli Arcadi ma spe- cialmente i fondatori. Egli è bensì vero che all'occasio- ne dello scisma nato in Arcadia l'anno 171 1. il sul- lodato Principe si decise per li scismatici, ai quali diede un luogo fuori di Porta Flaminia, ed accettò la carica di Custode della nuova Accademia, ma ciò avvenne perchè fu ingannato e credè così facendo, di favorire il corpo intiero (i). Oj^nuno sa poi quan- (1) Kctizit degli Arcadi T I. pag. 3o8. Roma 1720. 54 Storia della Letteratura Ital. te Colonie Arcadiche si diramassero in Italia, così che non v' ebbe , può dirsi , Città fra noi in cui non si fondassero consimili stabilimenti e dei più rinoma- ti fra essi faremo parola in appresso. Dopo di aver figurato assai questa Istituzione , andò poi dopo la me- tà del secolo passato languendo, e quantunque sus- sista anche di presente ., tuttavia poco o niun influs- so ha esercitato ed esercita attualmente sulle amene discipline. XII. XII. Mentre l'Arcadia riformava in Italia il gusto Istituto delle. i-ìt- in • -ni scienze di Bolo- m Letteratura, r Istituto delie scienze m Bologna ^''' prefìggendosi uno scopo più sublime, invitava gli Ita- liani ad applicarsi con frutto alle scienze naturali, e la celebrità sua da noi richiede che se ne parli con qualche estensione. Fin dall' anno 1690. radunavan- si in casa dell' illustre Eustachio Manfredi (i) alcuni giovani 5 che applicavansi in sua compagnia allo stu- dio della filosofia j il globo della terra col sole e con le stelle unitamente ad una serpe col motto Mens agitai formava l' insegna di questa Accademia che denominossi allora Degli Inquieti. Dopo quattro anni passò essa in casa di Jacopo Sandri medico di som- mo grido, e in appresso l'illustre Gio. Battista Mor- gagni, il sullodato Manfredi e Vittorio Stancari con- cepirono l' idea grandiosa di ridurre gli esercizii de- gli Inquieti sul piede di quelli delle Accademie più rinomate d'Europa. Il Conte Luigi Ferdinando Mar- sigli nome celebre nei fasti letterarii, desiderò di raccogliere questo stabilimento nella propria abita- zione, come difatti avvenne nel 1706. , quantunque il Sandri si inducesse difficilmente a cedere , ma le magnanime offerte del Marsigli lusingarono trop- (i) Fantuzzi Notizie degli Scrittori Bolognesi T. I. pa^. 5. L I B R o I. 55 pò gii Accademici onde si determinarono di accetta- re 1' invito. Generale dell' armi Austriache siccome egli era, nei tanti suoi viaggi (i) raccolse copiosi og- getti di Storia naturale , acquistò macchine ed istru- menti astronomici , spedì tutto a Bologna sua patria, e mentre ei viaggiava, incaricò il fratello Filippo a formare nella sua abitazione la Specola astronomica , che sotto la direzion del Manfredi si fabbricò. Ritor- nato poi a Bologna il Marsigli, trattò col Senato e convenne di donargli tutto quanto aveva fino a quel tempo raccolto che utile riuscir potesse alle scienze , purché i Senatori pensassero a sostener le spese ne- cessarie a fondare e mantenere 1' ideata Accademia. Nel giorno ii. di Gennajo dell' anno 1712. si fece dal Marsigli alla presenza del Pontificio Legato il Car- dinal Lorenzo Gapsoni e del Gonfaloniere con appro- vazion sovrana la solenne donazione dei suindicati oggetti, e così fondessi l'Istituto sul quale ebbero una perpetua podestà sei Senatori a tal uopo destinati; frattanto 1' Ambasciatore dei Bolognesi presso il S. Pontefice Glemente XL Filippo Aldrovandi procura- va ajutato da Pier Jacopo Martelli suo Segretario i fondi necessarii per il mantenimento del nuovo Istitu- to. In esso si raccolse quanto aveva donato il Marsigli , e più anticamente il celebre Ulisse Aldrovandi, e poi tutto il Museo Gospiano. Le belle arti pur esse for- marono F oggetto delle cure del magnanimo Mece- nate, e di queste fece un ramo dell' Istituto sotto il nome di Accademia di pittura, della quale si creò primo Principe il rinomato pittore Garlo Gignani. Il Medico Francesco Simoni poi venne per il primo eletto Presidente dell' Istituto, che fu da lui solennemente (1) BolJetti D. Gaetano Giuseppe. Dell'origine e dei progressi dell' I- Jtituto delle Scienz*. 8. Bologna 1769. 56 Storia della Letteratura Ital. aperto nel giorno i3. Marzo dell'anno 1714- con Ora- zione inaugurale, essendone Segretario Matteo Baz- zani. Molti doni ha ricevuto in varie epoche dello scorso secolo quest' Accademia da varii Signori spe- cialmente Bolognesi , e da alcuni Sommi Pontefici , fra i quali si distinse Benedetto XIV. che oltre gli insigni beiiefizii ad esso compartiti , fece lavorare a Leyden da Giovanni fratello di Pietro Musschenbroek tutte le macchine del gabinetto fisico. Né qui si li- mitarono le Pontificie munificenze; istituì egli inoltre ventiquath-o accademici col nome di Benedettini (i), ai quali assegnò un annuo premio di lire cento per ciascheduno, purché recitassero dissertazioni sopra le materie che l'Accademia trattava. Ognuno cono- sce la celebrità dell'Istituto Bolognese, che fin dall' anno i?-?!. cominciò a stampare li suoi Commenta- rii scritti in lingua latina dalla penna incomparabi- le di Francesco Maria Zanotti , e che continuò per tutto lo scorso secolo più o meno a fiorire fino alF epoca del Regno d' Italia , che fondò F Istituto Na- zionale Italiano di cui in Bologna si stabilì una del- le quattro sezioni. XIII. XIII. L'Accademia de'Fisiocritici di Siena fondata Accademia di ,^ _ . /-^ i • n • / i tv> Siena e delia Gru-gia nel 1691. da PuTO Maria Gabrielli (a) e da Pie- '*^' tro Antonio Morozzi di Colle in Toscana, (3) estese li suoi studii nei secolo passato , e i socii della me- desima rivolgendo 1' ati^enzion loro alla Fisica ed al- la Matematica , pubblicarono ben nove volumi di dotte Memorie, emulando così gli Oltramontani che in questo genere fondarono rinomatissimi stabilimen- ti. Al tempo stesso continuava l'Accademia tanto ri- (i) Faiituzzi loc. cit. (2) Tiraboschi Stor. della Letter. Ital. T. Vili, parte I. pag. 67. Edif. a. di Mod. (3) Notizie degli Arcadi T. II. Roma 1720. pag. 249, L I B R O I. 57 nomata della Crusca in Firenze i suoi lavori sulla nostra lingua, e nei primi anni di detto secolo occu- pavasi con tutto lo zelo e con ogni premura nel com- pilare la quarta edizione del suo grande Vocabolario che uscì in Firenze dal 1729. al 1788. in sei tomi in f."" e di cui altrove si parlerà (1). Dopo questa ristam- pa illanguidirono gli studii dell' Accademia, e gli Ita- liani si rivolsero con maggior fervore ad altri oggetti scientifici anzi che alla lingua; e solo allorquando salì al trono il Gran Duca Pietro Leopoldo, si rianimò alquanto questa istituzione, ma con regolamento as- sai diverso dalP antecedente. Poiché quel Sovrano abolì le tre Accademie, quella della Crusca cioè^ la Fiorentina , e V altra denominata degli Apatisti con suo decreto del 7. Luglio 1780., e ne creò una nuo- va cui diede il nome di Fiorentina^ assegnandole stan- za nella Biblioteca Magliabechi e nominandone Se- gretario e Vice - segretario perpetuo il Biblioteca- rio ed il sotto Bibliotecario. In questa nuova Acca- demia fra gli altri Professori uno ve ne aveva poi destinato a dar lezioni di lingua Toscana , e contem- poraneamente si nominò una commissione che si oc- cupasse della stessa cosa (2) . Ripigliò questa nuo- va Accademia il progetto di una quinta edizione del Vocabolario, progetto che era stato dall' anteceden- te Accademia ventilato, e il Granduca con suo re- scritto del ai. Settembre 1784. lo approvò; e con (i) Atti dell' Accademia della Crusca T. I. p. XV- 4" Firenze i8ig. ap. Piatti; dove leggesi una inrportante avvertenza, cioè S che il primo tomo di questo Vocabolario è più imperfetto ( rapporto alle tante correzioni di cui abbisognavano le edizioni precederti ) di quello siano i susseguenti Vo- lumi , perchè gli Accademici incaricati di così vasto , lungo e laborioso la- voro j non avevano da prima ben fissate le massime fondamentali regolatrici di questa letteraria nobilissima impresa, il che poi fecero in appresso, t; (a) Ivi pag. XVII. e XVIII- 58 Storia della Letteratura Ital. altro del 19. Luglio 1785. convalidò la nomina dei sette Deputati scelti dagli Accademici per prepara- re la ristampa di questo Dizionario , che volevasi più copioso e più corretto di quello del 1738. Qual pe- rò si fosse la causa che non si conosce, egli è cer- to che nulla comparve alla luce sebbene l'anno i794* una società tipografica di Livorno pubblicasse il ma- nifesto di quest' opera che uscir doveva sotto gli au- spicii del nuovo Gran Duca Ferdinando IIL Dopo quest'epoca veder puossi nel ^.^ IV. di questo Capo in cui ragionammo delle Università della Toscana, le vicende dell' Accademia della Crusca da noi colà brevemente esposte perchè strettamente congiunte con la Storia dello studio Fiorentino. Aggiungeremo qui solo , che la nuova Accademia fece il pregevo- le acquisto della Biblioteca Riccardi (i) copiosa di Manoscritti di Lingua , distribuì più d' una volta il ricco premio destinato agli Scrittori di nostra lin- gua da essa giudicati i migliori, e nel 181 3. furono coronati il Pindemonti, il Mengotti, ed il Colombo tutti Scrittori Lombardi ; ma le circostanze della.guer- ra impedirono che questi Dotti ottennessero realmente la corona loro destinata. Rivolse poi l'Accademia suUo- data di nuovo le sue cure ed attualmente lavora per mandar ad effetto la vasta e difficile impresa della quin- ta edizione del suo Vocabolario {2.) ; e nel 18 19. formò le sue nuove Costituzioni approvate da S. A. R. F Arci- duca Ferdinando III. di sempre gloriosa memoria (3). E giacche siamo nell' argomento dei lavori della Cru- sca sulla nostra lingua , non taceremo che 1' Impe- (i) Il Consiglier Neri Corsini trovandosi a Parigi contribuì efficace- mente per ottenere, come vi riuscì dal Governo Francese 1' autorizzazione al Comune di Firenze per far detto acquisto. (a) Atti citati pag. XXIV. (3) Queste leggonsi dopo i Documenti uniti ai detti Atti, L I B R O I. 59 rial R. Istituto di Milano con sua officiosissima let- tera del 6. Luglio 18 16. offrì la sua cooperazione all' Accademia Fiorentina per il lavoro del Diziona- nario ; ma questa nella pulita risposta inviatagli se- gnata li IO. Settembre dell' anno stesso schivò con garbo di entrare in trattative per associarsi nelP in- dicato lavoro 1' Istituto sunnominato (i). XIV. Fattosi più vivo 1' amor per le scienze si ^i^. A 1 li-I- TP Accademia estese ad altre Città Italiane il desiderio di torma- di Torino, re nuove società scientifiche. Torino aveva fin dall' anno 1736. eretta un'Accademia di disegno, di pit- tura 5 scultura ed architettura militare , nella qual' occasione il Chiar. Abate Girolamo Taglìazucchi pub- blicò un' orazione, e varie poesie (2); ma era riser- bata al Re Vittorio Amedeo la gloria di fiDudare un' Accademia di scienze e lettere , che e per la qualità dei personaggi che la componevano e la com- pongono, e per l'importanza degli argomenti da es- sa trattati può gareggiar con le più insigni. Prima però di narrare quanto il suUodato Principe operò a tale oggetto , defraudar non devonsi delle dovute lodi coloro i quali ne concepirono e in gran parte ne mandarono ad effetto la prima idea. Verso la me- tà dell' anno 1757. il Conte Saluzzo, 1' immortale Luigi Lagrange e il celebre medico Gio. Francesco Cigna univansi in casa del primo a conferire sulla Fisica e la Matematica , e ad eseguir varie sperienze (i) Atti cit. pag. CXVII. e seg. dove leggonsi le due Lettere origi- nali quella dell'Istituto firmata dai Conti Moscati e Stratico defunti; e fjuella dell' Accademia dal Presidente Pietro Matematico Terroni mancato ai vivi nel Novembre del i8a5. e dal Segretario Collini. Dopo questo ri- fiuto il Cav. Vincenzo Monti cominciò a stampare la sua celebre Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al Vocabolario della Crusca, di cui è a operarsi che gli Accademici Fiorentini opportunamente si vaiTanno nella progettata nuova edizione, (a) In 8. Torino 1736. 6o Storia della Letteratura Ital. che registravansi dal Cigna in qualità di Segretario. A questi unironsi ben tosto il Chirurgo Bertrandi, V Allioni il Foncenex, ed altri uomini per sapere distinti, e nel 1759. questa piccola società pubblicò un Volume di Miscellanea di Filosofia e di Matema- tica sotto gli auspicii di Vittorio Amedeo allora Prin- cipe Ereditario, il quale ottenne dall' Augusto suo Genitore che questo Corpo scientifico si intitolasse So- cietà Reale. Accresciutosi in appresso il numero dei socii, fra i quali essa potè contare Eulero, Haller, il Padre Gerdil poscia Cardinale ed altri nomi illu- stri, pubblicò sino al 1770, altri quattro Volumi di memorie interessanti non solo la Fisica e la Mate- matica, ma ben anche la Metafisica, autor delle quali ultime fu il nominato Gerdil che si distinse in questo genere ,, per la erudizione, e la facilità „ che egli seppe congiungere alla sottilità propria „ di questa scienza, e per quello spirito di saggez- „ za che vede nel miglior aspetto tutto ciò che all' „ ordine pubblico ed alla Religione può giovare. „ Così rapporto a lui si esprime il Segretario dell'Ac- cademia nella Storia della medesima da cui ho trat- to le presenti notizie (i). Saggi così luminosi di dot- trina offerti al Pubblico da un consesso d' Uomini celebri, determinarono il Re Vittorio Amedeo succedu- to nel 1781. al Padre di sollevare all' onore di Reale Accademia delle scienze questa società , come fece con onorevol patente segnata li 2,5. Luglio 1788. (2) nella quale oltre il titolo accordatole la ricevette sot- to r immediata e special sua protezione , approvò i regolamenti della medesima e le assegnò i fondi ne- (i) Memoires de 1' Academie des Sciences de Turin an. 1784. 1785 pag. II. e seg. (2) Mem. cit, pag. XIU L I B R O I. 6l cessarli al proprio mantenimento (i). Li due ministri Segretarii di Stato Conte di Peri'on e Conte Corte si interessarono particolarmente a favore di questa istituzione , e giovarono per ottenere da S. Maestà una tal determinazione, che dimostrò quaP era il genio dell' illuminato Sovrano allor regnante, e fu propizia all' avanzamento delle scienze in Italia, co- me lo attestarono e lo attestano i molti Volumi di Dissertazioni e Memorie da quegli Accademici negli anni successivi date in luce. XV. Pochi anni prima che succedesse la rinnova- soj.i^(^itaiia- zione dell' Accademia Torinese 5 un Cavaliere priva- »* '^e^i^ Scienz». to ebbe il coraggio di ideare una Società scientifica sopra un piano affatto nuovo e di riescir felicemen- te nella concepita idea. Ognun vede che io qui par- lo dell' illustre Cavali er Anton-Mario Lorgna Vero- nese fondatore della Società Italiana delle Scienze, del quale dovremo poi altrove esporre i meriti scien- tifici, e far conoscere la vastità della dottrina,,. Eb- ., he egli per oggetto di unire in un sol corpo accade- „ mico e di porre in azione come se fossero in una „ Città stessa, le forze scientifiche di tutta la nostra „ Penisola, impresa non più tentata,,. Così si esprime lo scrittor degli Annali della Società il Segretario Padre Don Pompilio Pozzetti (2) . Primo Presidente ne fu il Cav. Lorgna, quaranta Dotti Italiani la com- posero col nome di socii attuali, e fra questi sì con- tarono i più celebri scienziati di quell'epoca, i cjua- lì fecero oggetto dei loro studii le scienze naturali. L' Abate Agostino Vivono ne tenne la Segreteria dal 1782,. in cui comparve alla luce il primo tomo del- (1) Ivi pag. XII. (a) Memorie di Matem. e di Fisica della Soc.Ital. delle Scienze T. IX. p. III. 02, Storia della Letteratura Ital. le Memorie di questa Società, sino all'anno 1796. in cui morì il fondatore che generosamente la dotò e provvide alla fntura sua sussistenza (i). Le disgrazie a cui soggiacque Verona in detto anno, fecero sì che il nuovo Presidente il Ghiar. Astronomo Antonio Ga- gnoli ne trasportasse la sede a Modena , dove egli ven- ne Professore nella scuola militare , e ne nominasse Segretario F egregio Professor Gio. Battista Venturi. Riuscì a questo- Corpo scientifico vantaggioso il cam- biamento di governo accaduto allora in Italia , perchè il nuovo Presidente e il Segretario gli procurarono stabili e ricchi assegnamenti, che lo posero in istato di pubblicare nel giro di pochi anni molti Volumi di dissertazioni, e di proporre ai Dotti Italiani quesiti fisici e matematici con decorosi premii per quelli che riuscivano a scioglierli . Dopo diciott' anni di Presidenza con sommo decoro e vantaggio della So- cietà sostenuta dal sullodato Gagnoli Veronese ven- ne eletto a Presidente V illustre Medico e Matema- tico Professor Paolo Ruffini Reggiano, che con pari zelo e premura maneggiò in tempi difficili gli affa- ri di questo Corpo scientifico ; ma non potè compie- re il sessennio della sua Reggenza, perchè colto da morte nella buona età di anni 67. Succeduto a que- sto il Ghiar. Sig. Marchese Luigi Rangoni Modenese, dirige egli con pari saviezza e zelo questa Società che sotto gli auspicii faustissimi di S. A. Reale Fran- cesco IV. Duca di Modena prosegue a coltivar con fervore le scienze , avendo già a quest' ora pubblica- to diecinove volumi di Memorie di Matematica e Fi- sica. I cataloghi dei Socii in fronte d' ogni Volume stampati fanno vedere , quali distinti Soggetti siano stati in ogni tempo ascritti a questa Accademia, e (i) Op. cit. pag. V. L I B R o I. 63 fra questi quali siano quegli Oltramontani che for- marono e formano tuttora la Classe dei Socii stra- nieri, che la Società stessa si gloria di nominare a far parte del proprio Corpo. XVI. Queste sono le principali Accademie che fio- ^ ^^dlmì» rirono nel secolo XVIII. in Italia; ma altre non pò- di Napoli, che dobbiamo rammentarne, che quantunque non in- fluissero come le precedenti nel mantenere fra noi r amor alle Scienze ed alle belle Lettere , tuttavia concorsero in qualche maniera più o meno ad ottener questo nobile ed utile scopo. Un' Accademia detta del Buongusto fondata l'anno 1718. in Palermo , resi- dente nel palazzo del Principe di S. Flavia D. Pietro Filingerj, ci addita il diligentissimo Conte Mazzuc- chelli sulla fede del Mongitore (1)56 di questa egli assicurò trovarsi alle stampe molte dissertazioni ; da essa diramossi poi nel 173^. una Colonia che si sta- bilì in Alcamo luogo della Sicilia . Nulla più ci di- ce di queste Accademie il lodato scrittore, né di al- cun' altra in quel Regno istituita; ma il Chiar. Pa- dre Francesco-Antonio Zaccaria supplisce al silenzio di lui, facendoci sapere che 1' anno 1752. si vini in Palermo una società di sessanta Soggetti, i quali di- visi in varie classi occupar dovevansi nel coltivar le diverse facoltà scientifiche (2). Più cospicua Acca- demia poi fondossi nel 1756. a Napoli sotto la Pre- sidenza del Marchese Bernardo Tanucci , i membri della quale detta Ercolanense dedicaronsi ad illu- strare le Antichità che dissotterravansi in Ercola- no. Anche Cosenza Città dello stesso Regno ebbe la consolazione di vedere nell' anno medesimo rinno- vata la sua Accademia , Principe e ristoratore della (i) Mazzucchelli Scrittori d' Italia T. II. part. IV. pag. aSSg. (a) Zaccaria Stor. Lett. T. V .pag. 718. 64 Storia della Letteratura Ital. quale fu il Sig. Abate Gaetano Greco Cosentino (i). xvn. XVII. Oltre F Accademia rinomatissima della Gru- Firenze/'"'^ * sca di cui abbiamo già parlato, e la quale ebbe l'o- nore di annoverar fra li suoi Segretarii il Cardinale Alamanno Salviati (2) , altri corpi scientifici fiorivano nel secolo XVIII. in Firenze, ed alcuni nuovamente ivi si stabilirono. Prima di qualunque altro nomine- remo qui la Società Colombaria istituita nel i735. dal Cav. Gio. Girolamo Pozzi, che annojato delle tumultuose conversazioni, fin dal 1729. cominciò a radunare in un alto appartamento del proprio pa- lazzo alcuni colti amici, coi quali trattenevasi in eruditi ragionamenti (3). L' oggetto principale che questa istituzione si prefisse, quello sì fu di colti- var l'Erudizione e l'Antiquaria, non trascurando al tempo stesso le altre scienze, come veder si può dal- le memorie di varia erudizione che essa pubblicò * dedicandole all' Imperator Francesco L Gran Duca di Toscana (4). Questa Società si considerò sempre come privata , e per tal motivo forse sfuggì essa la riforma che le altre Accademie Fiorentine incontra- rono sotto il governo del Gran Duca Leopoldo, nel- la quaF epoca i socii della medesima continuarono gli eruditi loro esercizii , e specialmente descrisse- ro ed illustrarono non pochi rari ed antichi monu- menti (5). Benemerito dì questo corpo scientifico mo- stressi in modo particolare il Sig. Francesco Sassi che lo presiedette per diversi anni ; poiché mentre (i) Zaccaria Annali Lattar. d'Italia T. I. part. II- pag. iga. (2) Guarnacci Vitaa et res gestae Pontificum T. II. pag. 56i. (3) Dall'altezza di questo appartamento a cui salivasi per anguste ed incomode scale ne venne il nome di Colombaria a questa Società ( V. Praz- ziner Storia dello studio Fiorentino T. IL pag. i/\j- ) (4) Ivi pag. 172. (5) Ivi pag. 220. . j L I B R o I. 65 ne fu Conservatore, fece coniare una quantità rag- guardevole di medaglie d'argento (i) ciascuna del pe- so di 23. denari, che dava costantemente in premio a quelli che leggevano nelle radunanze della Società qualche saggio delle erudite loro fatiche. Ed allor- quando ne divenne egli Presidente, accrebhe la sua munificenza, cominciando a distribuire anche meda- glie d' oro e determinando che il celebre incisore Luigi Sabatelli disegnasse ed incidesse, come fece, una magnifica patente da distribuirsi agli Accademi- ci (2). Riuscì poi cosa oltremodo onorifica per que- sta Società lo stabilimento che essa fece di due Co- lonie, r una in Palermo per opera di otto de' suoi Socii più distinti, e l'altra in Livorno fondata l'an- no iTÓo. dal Chiar. Proposto Filippo Venuti (3). Al Padre Abate Don Ubaldo Montelatici Fiorenti- no Canonico Lateranense devesi la erezione dell'Acca- demia d'Agricoltura chiamata poi Società dei Georgofili di cui ninna esistevane in Europa (4) -, e che egli eresse r anno 1752. in Firenze adì 4- di Giugno leggendo nel- l'apertura seguitane un ragionamento sui mezzi più ne- cessarii per far rifiorire l'Agricoltura (5). Incontrò egli da principio non pochi ostacoli, ma non si disanimò; e dopo di avere interessato a favore della nuova Società il Conte di Richecourt Capo allora della Reggenza in Toscana , si portò il Padre Montelatici a Vienna, e riuscì ad impegnare il sullodato Imperatore a pro- muovere con questo mezzo gli studii d' agricoltura. Prosperò moltissimo una tal Società in Toscana, al- la cui popolazione rendette e rende importanti, ser- (i) Ivi pag. 289. (a) Ivi pag. 268. (3) Zaccaria Stor. Lett. T. IV. Lib. III. pag. i5l. (4) Prezziner op. cit. T. II. pag. 176. (5) Zaccaria Stor. Lett. T. Vili. pag. 446. Tomo I. 5 66 Storia della Letteratura Ital. vigi, divenne celebre anche oltremonti, e la Rea- le Società di Madrid nel 1755. ne domandò rela- zione e la corrispondenza ( i ) . Ed a render viep- più rinomata la Società dei Georgofili vi si aggiun- se nel 1783. la Società Botanica di cui fra poco di- remo , e si instituì nel suo seno una Cattedra di Agraria che affidossi al Canonico Andrea Zuccìiini , come altrove si disse, il quale per diversi anni inse- gnò la scienza, e contemporaneamente diresse il giar- dino Botanico dei semplici (2). Giovò inoltre mirabil- mente a mantenere in vigore questo stabilimento la special protezione accordatagli con suo Reale Diplo- ma dal Granduca Leopoldo più volte ricordato , che gli assegnò una sala per le adunanze nel palazzo vec- chio della Signoria, e fissò un annuo premio di zec- chini 2,5. pagabili sul Regio Erario per la memoria agraria giudicata in (juel dato anno la migliore dall' Accademia stessa (3). xviii. XVIIL Oltre queste due nuove Accademie la Co- Continua2Ìone , ^ - • ^ ii i • >-> ri- i ^ i àicihcheTigasLT- lombaria, cioè e quella dei G^eorgopli ncorderemo qui j Fior^entine!^^""^ ^^ Società Botanica Fiorentina procurata nel 17 16. , dal celebre Pier-Antonio Micheli, la quale ben presto j crebbe , e dal privato giardino coltivato e custodito j dai Socii passò ad aver in custodia quello dei Sem- j plici accordato loro dal Granduca Cosimo III (4). Este- i ae poi essa nel 1734. le sue viste, fece oggetto de' suoi studii la Fisica tutta, e celebrò la riforma della j sua organizzazione con una pubblica adunanza, in cui 1 recitò una elegante orazione il Chiar. Dottor Anto- nio Cocchi (5). Ad accrescer lo splendore e la gloria (i) Prezziner ivi pag. 178- (a) Ivi pag. 306. (3) Ivi pag, aaa. (4) Ivi pag. ia3. 146. (5) Ivi pag. 14C. L I B R O I. 67 di questa Società contribuì efficacemente la special pro- tezione dal Gran Duca Francesco IL poscia Impera- ratore con suo Motu proprio deili 6. Luglio 1739. ac- cordatagli, congiuntamente alla libera amministrazione del giardino dei Semplici ed un annuo assegno di Se. 3oo. Regolata allora da nuove leggi accolse nel suo seno non solo gli Italiani illustri, ma anche non pochi Oltramontani, e fra questi il Buffon il Miller, il Wiin Royen , il Jussieu , accordò premii , e fece viaggiare alcuni de' suoi Socii fra i quali il Chiar. Professor Ottaviano Targioni Tozzetti, che pubblicò V interessante sua Opera intitolata Relazione d' alcu- ni viaggi fatti in diverse parti della Toscane^ per os- ser\?are le produzioni naturali e gli antichi monumen- ti stampata a Firenze nel 1768. (i). Noi abbiam fin qui dato conto delle Accademie Fiorentine che nacquero e crebbero nel secolo XVIII. , ma non dob- biam trascurar quelle che già vi esistevano, voglio dire V Accademia Fiorentina e quella àe^ìì Apatisti. Continuarono ambedue i loro esercizii sotto la pro- tezione dei Principi Signori della Toscana , e nella prima di esse governata da una serie d' uomini il- lustri col titolo di Consoli, leggevansi erudite disser- tazioni ed eloquenti discorsi, ed annoveraronsi sem- pre fra gli Accademici Soggetti per sapere distinti fi- no al 1783 ; nel qual anno il Gran Duca Leopoldo con suo Motu proprio delli 7. Luglio vi unì come già si disse, le due Accademie della Crusca e degli Apatisti (2). Allora fu che queste tre Società insie- me riunite formaronsi anch'esse una nuova costitu- zione , e divisero i loro Socii in due Classi o Depu- tazioni, una incaricata di attendere alla illustrazio- (i) Ivi pag. 173. (a) Ivi pag. i4a. 167. ai5. 68 Storia della Letteratura Ital. ne della Storia antica, e specialmsate della legisla- zione e della pubblica economia delle varie Nazioni ; r altra ebbe l'ineonibenza di riformare il Vocabolario della Crusca e di ampliarlo. Continuò in un siste- ma simile a quello dell' Accademia suddescritta 1' al- tra degli ^^y^fi^i^i sino all'epoca suddetta del 1783., e si distinse specialmente introducendo nelle sue ra- dunanze l'esercizio difficile a ben eseguirsi del co- sì detto Sibillone che nel seguente modo si faceva. Saliva sopra una Cattedra un giovanetto di pochi anni, a cui come ad oracolo propone v ansi dei dub- bii ai quali ei rispondeva con una parola. Sedeva- no a' suoi fianchi due Accademici interpreti che scio- glier dovevano il proposto quesito, impegnandosi a provare che la parola detta dalla Sibilla nel fan- ciullo rappresentata chiaramente lo spiegava (i). Collegio dei Te- Può cousidcrarsi come un'Accademia Ecclesia- oiogi Fiorentini. ^^.^^ auchc il Collcgio dei Tcologi Fiorentini fin da- gli antichi tempi eretto in Firenze, e di cui ci lasciò la Storia ne' suoi Fasti Teologici il Cerrachini ci- tato ti al Prezziner (2). Il Gran Duca Cosimo III. ac- cordò a questo Collegio una stanza nelle case del- lo studio Fiorentino per le sue radunanze, e sotto quel Sovrano cominciarono que' Teologi a vestire un abito proprio del loro grado ed ottennero altri pri- vilegi- Molti soggetti di merito straordinario vi fu- rono ascritti fra i quali Benedetto XIII. che con de- \ crete segnato li 5. Maggio 1726. concesse agli indi- vidui di esso Collegio 1' uso nelle funzioni loro del Galero proprio dei Protonotarii Apostolici (3). Tene- va questa Ecclesiastica Società pubbliche radunanze (l) Ivi pag. 143. (a) Ivi pag. 126. (3) Ivi pag. i53. L I B R O I. 69 nelle quali leggevansi dissertazioni di teologia e dog- matica , e polemica e morale, si discutevano questio- ni 5 tenevansi conclusioni relative a tali facoltà e trattavansi argomenti di Storia Sacra e di Gius ca- nonico. Continuò per tutto il secolo XVIII. e sul co- minciar del presente questo Coile^do a mantenersi in vigore, ed a fare li consueti suoi esercizii scolastici, così che meritossi dal Sommo Ponteiice F immortai Pio VÌI. il luminoso privilegio risultante da Breve Pontiiicio segnato il 14. Luglio 1806. con cui dichia- ravansi Protonotarii Apostolici tutti i Teologi presen- ti e futuri della Università Fiorentina (1). Alle Accademie della Toscana appartiene V Etru- Accademia E- ^ ^ trusca di Corto- ^ca di Cortona^ la quale si eresse nel 1726. all'og-na. getto principalmente di studiare e spiegare le anti- chità Etnische delle quali abbonda quel suolo. L'Aba- te Ridolfino dei Marchesi Venuti ne fu uno dei lon- datori e per lungo tempo Segretario j ccminciò essa a pubblicare i saggi delle sue dissertazioni Accade- miche nel I7421. e se ne hanno alle stampe dieci vo- lumi in quarto sino al 1791. L'Abate Onofrio Bal- delli Gentiluomo Cortonese, che aveva già raccolta in Roma una ricca suppellettile di statue , di idoli, iscri- zioni, urne, gemme, ed aveva formata una Biblio- teca di rari libri e manoscritti, come pure un gabi- netto di minerali e piante marine, fece dono di tut- to ciò alla sua patria, perlocchè nell'anno 1734.IÌ suoi Concittadini lo onorarono con una pubblica iscrizio- ne. Con questo possente soccorso l'Accademia acqui- stò lena e coraggio , determinò il numero de' suoi Socii, formò le sue leggi, elesse il proprio Presiden- te a cui diede 1' antico nome Etrusco di Lucumo-' (i) Ivi pag. aaS. 341. 271. 70 Storia della Letteratura Ital. ne e si potè dire allora veramente stabilita, conti- nuò poi essa ad accrescere ognora il suo tesoro an- tiquario e ad estendere le sue ricerche sopra l' eru-. dizione in genere (i). XIX. XIX. Nel ragionare del Sommo Pontefice Clemen- Accademie del- .^ i i • -^ i lo Stato Ecclesia- te Al. abbiamo già veduto quanto ex proteggesse le Belle arti , ed una prova ben luminosa ne diede fon- dando sul cominciar del secolo XVIII. in Roma l'Ac- cademia di Pittura, Scultura ed Architettura, da lui con Sovrana munificenza dotata di mille annui Zec- chini (a). Quattro Accademie istituì o ravvivò in Roma r immortai Pontefice Benedetto XIV; quella rfei Co/z- cilii che era sommamente decaduta risorse la mercè di lui a nuova vita. Fondò egli V altra di S feria Bc' clesiastica nella Casa Religiosa dei PP. dell' Oratorio dove il Cardinal Baronie aveva già composto i fa- mosi suoi Annali Ecclesiastici ; le altre due Acca- demie ebbero per oggetto 1' una di coltivare lo stu- dio della Liturgia e dei Sacri Riti, l'altra le Antichi- tà. A tutte queste istituzioni destinò il Pontefice e Segretarii e Protettori; e quando tenevano le ordina- rie loro adunanze egli le onorava spesso di sua pre- senza, ed incoraggiava così gli Accademici a vieppiù distinguersi, e promoveva in tal modo le scienze e le buone lettere. (3). L"* Accademia de' Lincei che fiorì già in Roma nel Secolo XVII. era quasi spenta, e non viveva può dirsi che nelle Memorie storico -cri- tiche di essa scritte dal Ch. Sig. D. Baldassare Odes- ealchi Duca di Ceri; ma nell'anno i 795. il Professor di fisica nel Collegio Romano D. Feliciano Scarpel- (1) Saggi di dissertazioni Accademiche dell' Accademia Etrusca ec. T. I. Roma I743' Prefazione pag. IX. e seg. (a) Guarnacci Vitae et res gestae Pontificum T. II. pag. 6. (3) Renazzi Filippo Maria. Storia della Università degli studii in Ro- ma Voi. IV. pag. 277. L I B R O I. 71 lini di Foligno la ristabilì, provvedendo un comple- to apparato di macchine fisiche per istruire nella par- te sperimentale della scienza gli alunni alla sua cu- ra affidati nel Collegio Umbro Fuccioli. Questa istru- zion risvegliò la curiosità degli scienziati Romani i quali si associarono agli scolari di detto Collegio, e si formò così 1' embrione di un' Accademia che dal suo istitutore denominossi Scarpelliniana. Ed avendo le disgustose sopravvenute vicende ben presto impedi- to i progressi di essa, trovò questa nel Duca di Ser- moneta Sig. D. Francesco Gaetani uno splendido Me- cenate, che l'accolse nel suo palazzo, e fece ivi for- mare un laboratorio fisico e collocarvi le macchine dello Scarpellini. Il Chiar. matematico Abate Gioac- chino Pessuti recitò 1' orazione nell' aprimento se- guito nel 1801. alli 16. di Aprile di detta Accademia, che assunse 1' antico nome de'Lmcej, e che l' immor- tai Pio VII. efficacemente protesse onde ha potuto proseguire le sue radunanze scientifiche , e le sue sperienze (i). Ma non solo in Roma si eressero simi- li stabilimenti a vantaggio delle arti e delle scien- ze ; altre Città dello stato Ecclesiastico parteciparo- no di questo benefizio . Il Padre Don Andrea Bina dell' Ordine di S. Benedetto , il Marchese Cammillo della Penna unitamente ai due Gesuiti Teofilo Du- tremoul e Melchiore Cozze formarono l'anno lySi. un' Accademia poetica e scientifica in Perugia , che ebbe per Segretario il Bina suddetto. Dopo di aver questa tenuta la sua prima radunanza nella sala del palazzo Eugeni , il Pubblico di Perugia amò che si radunasse nella sua residenza, gli accordò il proprio stemma, e volle che si denominasse Augusta. (2) Una (i) Op. cit. T. IV. pag. 3io, (a) Zaccaria Stor. Lett. T. V. pag. 717. 72 Storia della Letteratura Ital. Società Letteraria di dodici eruditi si stabilì in Ra- venna l'anno lySa. all'oggetto di illustare le anti- chità Ravennati di cui abbonda quel suolo, e per cooperare a diffondere i lumi della più utile Filoso- fia. L' Abate Giuseppe Luigi Amadesi ne fu eletto a primo Segretario e in tre classi distribuironsi le materie da trattare; Storia Ecclesiastica cioè, Storia Civile e Filosofia, (i) Chi desiderasse di avere poi ulteriori notizie sopra questa istituzione, le troverà nella Storia Letter. citata del Padre Zaccaria in cui leggesi anche P elenco delle persone a questa Acca- demia ascritte. Monsignor Pompeo Compagnoni Ve- scovo di Osimo per far rivivere nella sua Diocesi lo studio della Erudizion Sacra e il buon gusto, eresse in quella Città 1' anno 1747- un' Accademia Eccle- siastica a cui nell' anno successivo si prescrissero le leggi per un buon regolamento , e con sommo impe- gno ed ardore adempierono i socii tanto ecclesiasti- ci che secolari il loro dovere, perlocchè notabil van- taggio ne trasse la letteratura Osimana per tutto il tempo che visse quel dotto Prelato, il quale assiste- va alle radunanze accademiche, e leggeva di quan- do in quando qualche erudita dissertazione dal più giusto criterio dettata. Ascrisse quest'Accademia fra li suoi collaboratori varii Letterati Italiani, che pub- blicarono le dissertazioni in essa lette, e nel 1795. fioriva sotto la protezione del nuovo Vescovo l'Emi- nentissimo Cardinal Guido Calcagnini (2). Anche Fer- mo aver volle nel 1755. la sua Accademia di bella letteratura sotto la tutela di Giove Cretense, e il più volte citato Padre Zaccaria ci ha dato nella sua Sto- (i) Zaccaria Stor. Lett. T. VIL Lib. IIL pag. 677. e seg. (a) Vecchietti BibL Picena T. IV. pag. agS. L I B R O I. 73 1-ìa letteraria (i) lo statuto con cui regolavansi que- gli Accademici. XX. Il diligentissimo Conte Fantuzzi nella sua Acca^LieBo- opera di cui più volte mi varrò nel corso di questa lognesi. Storia (2), novera fino a dodici Accademie in Bolo- gna nel secolo XVIII. oltre quella dell' Istituto di €ui già si disse , il che dimostra quanto grande sia sempre stato il fervore dei Nobili Bolognesi per man- tenere il buon gusto e per far avanzare le scienze. Siccome però alcune di tali Accademie ebbero breve vita, e non si impegnarono che rare volte a pro- dursi al Pubblico, così per aver notizia di queste rimanderò i miei lettori all'opera citata, e mi limi- terò a parlar di quelle che più delle altre si distin- sero in letterarie e scientifiche imprese . E qui da- remo il primo luogo alla Colonia che gli Arcadi Ro- mani fin dal 1696. traspiantarono in Bologna: contava questa nel decorso secolo fra li suoi socii i più eruditi Letterati e Poeti Bolognesi, ed accolse nel suo seno l'an- no 171 3. quella detta degli Indivisi (3). Quantunque l'altra Accademia denominata degli ^r6?ewfi diretta dai PP. Somaschi ai quali era affidato un Collegio di gio- ventù, nel 1760. cessasse , pure non deve qui ommet- tersi di ricordare , se non per altro , perchè da essa sortì 1' immortale Pontefice Bendetto XIV. già Car- dinal Lambertini (4) . Maggior rinomanza delle pre- cedenti si acquistò quella dei Gelati fin dall' anno i588. fondata dal Dottor Melchior Zoppio e da lui nel suo testamento dotata . Fiorì essa sempre e fio- riva al tempo del lodato Conte Fantuzzi che la riab- bellì e riordinò assai. Venerava essa a particolar sua (i) T. XIV. pag. 4. (2) Notizie degli Scrittori Bolognesi T. I. pag. 5. e se». (3) Fantuzzi op. e tom. cit. pag. 5. e s^g. (4) Ivi pag. 6. 74 Storia della Letteratura Ital. Protettrice Maria Vergine Immacolata , e teneva un' annua Accademia in suo onore. Oltre le radunanze in cui gli Accademici Gelati o recitavan componi- menti o davano rappresentazioni sceniche , questa Accademia fu sempre in Bologna celebratissima e frequentata dalla più insigne Nobiltà, e dai più di- stinti Letterati , come rilevasi dal Catalogo di quel- li che la componevano più volte stampato , e me- glio poi dalle loro produzioni (i). Altra istituzione che passar non devesi sotto silenzio, si eresse in Bo- logna r anno 1754. cioè l'Accademia detta Marche- siniana, perchè il Dottor Ferdinando Marchesini fu quegli che gentilmente offrì la sua casa ad alcuni medici , i quali in certi determinati giorni ivi si ra- dunavano e proponevano quistioni fisiologiche ; al che in seguito aggiunsero l'esercizio più utile, quel- lo cioè di ragionar sulla pratica delP arte salutare. Nella sua origine si compose questo corpo scientifi- co della maggior parte degli scolari del famoso Dot- tor Beccari, i quali avendo acquistato dagli eredi di lui li suoi manoscritti, nell' anno 1777. e nei suc- cessivi li pubblicarono (2). XXI. XXI. Quantunque la Città di Modena non sia da Accademie di ' (, r» i f • ' Modena e di Par- porre a couirouto con Bologna, pure nonrono in essa varie private Accademie nel secolo decorso, ol- tre quella detta dei Dissonanti che era Colonia d'Ar- cadia. Il Cavalier Tiraboschi nella sua Biblioteca degli Scrittori Modenesi (3) fa menzione di quattro stabilimenti di simil natura. Il Dottor Gio. Battista Davini alli 5. di Aprile dell' anno 1699. aprì nella propria casa un' Accademia medica , e il Dottor An- (i) Ivi pag. II. (2) Ivi pag. 18. (3) T. I. pag. a8. e seg. ma. L I B R O I. 75 tonio Montorsi vi lesse una sua memoria sulla Chi- lificazione , ma questa scientifica istituzione, alla qua- le furono ascritti i nostri medici più in allora rino- mati , si spense con la morte del fondatore. Due altre se ne formarono una nel 1714- dal Conte Carlo Cassio, fra gli Accademici della quale si noverò il Chiar. Girolamo Tagliazucchi, e l'altra denominata Modene- se aperta 1' anno 1734. nella propria casa dal Conte Regolo Fontana, scopo della quale fu di coltivar le bel- le arti e la poesia. Ma una più celebre di queste che in breve cessarono,ne sorse detta dei Congetturanti idea- ta dal Dottore Morando Morandi medico Modenese elettone a Principe, e confermato nella Presidenza con Ducale Chirografo del 5. Aprile 1751.; dopo la mor- te di lui divenne Principe della stessa il famoso Jano Fianco di Rimini di cui altrove avremo occasion di par- lare. Non si limitò questo corpo scientifico a leggere in private adunanze alcune dissertazioni , ma nel 1756. pubblicò in Carpi un primo Tomo di saggi di medicina del Morandi, del Dottor Leporati, e del Dottor Giuseppe Ramazzini ; e nel 1759. uscirono altre produzioni di questi Accademici nella Raccol- ta di opuscoli fisiologici che stampavansi a Venezia. Tutte le nominate Accademie cessarono, e si resse soltanto quella dei Dissonanti , che sotto gli auspi- cii di Ercole III. estese i suoi studii , e mentre col- tivavano gli Accademici da prima soltanto la bella Letteratura, venne essa elevata al rango di Accademia scientifica nell' anno 1790. in cui tenne la sua pri- ma radunanza di scienze, nella quale lessero V illu- stre Cav. Tiraboschi e il Chiar. Professor Giambat- tista Venturi. Ma le funeste vicende a cui soggiac- que poco dopo l'Italia, non permisero agli Accade- demici di continuare con quel fervore con cui ave- vano cominciato , a promuovere le scienze fra noi , e 76 Storia della Letteratura Ital. languì questa istituzione per più anni, fincliè restituiti questi dominii ai legittimi Successori degli Estensi, provò i henefìci influssi del . nuovo Sovrano France- sco IV. Monumento cospicuo della Storia Letteraria Modenese ed Italica ( cosi si esprime il Gav. Prof. Gio. Battista Venturi (i) ) fu la privata Accademia di scienze istituita l'anno 1788. nel proprio palaz- zo dal Marchese Gherardo Rangone nome caro alla patria ed ai huoni studii. Di soli dodici Soggetti era essa composta, ed un annuo premio di una medaglia d' oro del valore di Zecchini So. aveva fissato 1' il- lustre Mecenate che ogni anno toccar dovesse in sor- te ad uno dei collaboratori; al quale oggetto fece lavorare a sue spese un magnifico conio a Firenze, e nel breve giro d' anni dal 1784. al 1792,. varie vol- te distribuì questo nobile e magnifico donativo. Le sperienze eseguite a spese del Marchese Rangone Fanno 1783. dal Gavalier Michele Rosa Professore nel- la Università di Modena, rinomato Fisiologo intorno ai vasi animali ed al sangue, furono come il prodro- mo dei lavori di questa Accademia, ed eccitarono al- tri valenti Fisiologi a indagar più oltre questi mara- vigliosi fenomeni, per spiegare i quali ideò il Rosa un suo particolare sistema (2,). Ne mancarono di Accademie nel Secolo XVIIl. le altre Città di questi Serenissimi Stati, e il Tira- boschi (3) fa menzione di quella dei Muti in Reg- gio unita nel 1 703. alla Colonia Arcadica detta Cro- stoUa e nel 1746. all'altra degli Ipocondriaci. Ci istruisce lo stesso autore che in Carpi sorsero al prin- (i) Memorie intorno alla Vita del Marchese Gherardo Rangone. Mo- dena 1818. pag. 6. (2) Ivi. In fine di questo opuscolo Yedesi il disegno della indicata medaglia. (3) Op. cit. pag. Sa. T. I. L I B R O I. 77 cipiar del secolo le Accademie degli Occupati, dei Cessanti, At^\ì Apparenti, e che nel 1726. ivi si fon- dò la Colonia Arcadica detta Gabelia (i). Una simi- le istituzione ebbe la Città di Correggio dove si stabi- lì altra Colonia nel 1724. a cui unironsi i Teopneu- sii eretti nel 1708., ed allorché quasi affatto si spen- se questa Accademia, nel 1762. la ravvivò il Padre Bernardo Santi delle Scuole pie in modo che pro- seguì per molti anni a prosperare (2) . Chi poi co- noscer volesse i Corpi Accademici istituiti nel seco- lo XVIII. alla Mirandola, al Finale, a Castelnuovo di Garfagnana e nelle Città di Massa e Carrara, non ha che a consultare la citata Biblioteca; intanto pas- seremo a dire delle Accademie di Parma. Almorò Al- brizzi stampator Veneto fattosi emulo della Roma- na Arcadia, dopo di aver eretto in patria la Società Letteraria Universale da lui denominata Alhrizzia- na sotto la protezione del Doge Mocenigo, spinse le sue Colonie in altre Città d' Italia e fra queste in Parma (3), dove la eresse il Padre Francesco Andrea- si Gesuita Bibliotecario Ducale unitamente ad altri distinti soggetti, dei quali il Chiar. Padre Affò ci ha dato il Catalogo. Il Conte Antonio Bajardi prestò alla nuova Accademia il proprio palazzo in cui si ra- dunarono alli 22. Maggio del 1728. i prefati Signo- ri per celebrare la solennità dell' istituzione. Altra Colonia poi dall' Arcadia Romana immediatamente staccata si stabilì in Parma per opera del Conte Ja- copo San vitali. L'Abate Innocenzo Frugoni poeta (i) V. sopra pag. 34. (a) Ivi pag. 38. (3) Affò Memorie de' Scrittori Parmigiani T. IV. Discorso prelimin. pag. XXIX. Memorie da continuarsi per la Storia cronologica della letteraria Società Albrizziana. 78 Storia della Letteratura Ital. rinomato in conseguenza della lettera scrittagli dal- l' Abate Francesco Lorenzini Custode in allora d'Ar- cadia, radunò il giorno i5. di Giugno dell'anno 1739. nella sala del palazzo Sanvitali li nuovi pastori (i), ed usando le solite formalità eresse la Colonia che pros- però e fiorì per lungo tempo . I Reali Sovrani di Par- ma all' occasione del fausto loro Imeneo assistettero nel 1769. ad una gentil festa campestre delle Pasto- relle d' Arcadia, entro amenissimo boschetto dai Sov- rani stessi a quest' uopo aperto nei Reali Giardini . Otto Dame ed altrettanti Cavalieri col loro canto die- dero in quella circostanza uno dei più vaghi spet- tacoli che uman pensiero immaginar si possa. Altra Colonia detta dei Pastori Emonii si formò 1' anno 1757. in Busséto luogo del Parmigiano per opera del Dottor Buonafede e suo fratello Fabio Vitali; ed in Guastalla Città soggetta al Dominio suddetto F Abate Giuseppe Negri Guastallese unitamente al Conte Alessandro Pegolotti eresse l'Accademia det- ta degli Sconosciuti , e si distinse nella Poesia ma più ancora nell' Oratoria. (2). , ™-- XXII. Il Conte Mazzucchelli (3) ci addita un' Accademie Lue- _ _ _ * ' ciiesi , Genovesi Accademia degli Occupati eretta l'anno 1703. dal neto. Professor di Teologia Sigismondo Alberti in Sospel- lo Città della Liguria Savojarda sua patria, ed il Pa- dre Zaccaria (4) ci informa che nell'anno 1751. si stabilì in Genova un'Accademia di pittura, scultura ed architettura militare, alla quale diedero mano ge- nerosa alcuni illustri Genovesi e specialmente i Col- legi, i quali accordarono l'alta lor protezione a quel nuovo stabilimento. (1) Affò op. cit. pag. XXXV- (2) Dizion. degli Uom. iU. Ba5sano 1796. T. XIIL pag. (3) Scrittori d' Iralia T- I. part. I. pag. Sij. (4) Stor. Lett. T. V. pag. 706. L I B R o I. 79 Il celebre Padre Gian Domenico Mansi apri in Lucca 1' anno 1753. un' Accademia di storia eccle- siastica composta di ventiquattro Socii ordinarii, e di un numero illimitato di Socii Onorevoli fra i qua- li si annoverarono tosto il Cardinal Quirini , il Maf- fei ed il Gori. (i) La Città di Venezia dovette al Senator Gio. Carlo Grimani il corpo Accademico det- to degli Animosi al quale la mercè ancora dell' illu- stre Apostolo Zeno che il fondò nel 1691. (2) si uni una Colonia d'Arcadi, che fiori unitamente all'Ac- cademia, iinchè visse il Mecenate Grimani. Ma dopo l'anno 1714. in cui egli morì, languirono questi stabi- limenti, ed alla fine cessarono (3). Lo stesso accadde alla Società Albrizzi-ana Letteraria Filarmonica e del disegno nel 1724- eretta da Almorò Albrizzi starrpa- tor Veneziano poco sopra rammentato ed annullata per decreto del Senato nel i^/SfO. (4). Nel periodo di tempo che fiorì quest' Accademia, stampò ogni sorta di ope^-e , o di Accademici, o inedite e tratte da pre- gevoli Manoscritti, o ripubblicò edizioni divenute ra- re. Riunivasi essa in Venezia nel luogo chiamato Ca- vallerizza, oppure ad Arquà nella casa stessa del Pe- trarca ; gli utili che ritraeva dallo smercio delle ope- re, impiegavansi dagli Accademici che furono in gran numero e molti Personaggi di gran qualità, ad ali- mentare una privata Biblioteca per loro uso, o a get- tar medaglie rappresentanti i più famosi di loro fra i quali vi fu il Muratori, che avendo ricevuto la pro- pria medaglia, né ringraziò la Società, o finalmente (1) Zaccaria T. VII. Lib. III. pag. 58i. (2) Moschini Letteratura Veneziana T. I. pag. 285. Questa istituzione contribuì a sbandire il cattivo gusto poetico. (3) Notizie degli Arcadi T. III. pag. ai4- Roma 1721. (4) Mazzucchelli Scrittori d' Italia T. I. part. I. p. 347. 8o Storia della Letteratura Ital. a premiare i lavori letterari! più esimii degli Acca- demici, (i). Daniele Farsetti Nobile Veneto scrisse una Me- moria storica suir Accademia dei Granelleschi, che fondata nel 1745. per la bizzarria di burlare il prete Giuseppe Sacchellari pessimo poeta , si dedicò poi con successo a coltivar la poesia bernesca , e i componenti la medesima recitarono in Venezia più volte scelte composizioni di questo genere, ora appresso l'Abate Bartolonmieo Fantoni che ne era il Segretario, ora in casa del Farsetti che la proteggeva come Mecena- te, finche nel 1761. per mancanza di Accademici venne meno questa istituzione letteraria. In fine della citata Memoria Storica leggonsi composizioni di questi poeti, i quali ne inserirono anche nel T.*^ XII. della Nuova Raccolta di operette Italiane in prosa e in verso stampata a Trevigi (2). Un' Accademia di Fisica spe- rimentale promosse 1' anno 1754. in Venezia il Pa- dre Paolo Margini Gesuita , che in compagnia di va- ri! preclari Soggetti frequentava V Osservatorio della Società di Gesù. Li due Monaci Don Fortunato Man- delli Camaldolese e Gian -Agostino Gradenigo Bene- dettini figurarono assai nelP Accademia F anno 1760. istituita nella Libreria dei Religiosi Osservanti di S. Francesco della Vigna in Venezia, e denominata dei Concordi, alle adunanze della quale intervenivano ì lettori delle Comunità Religiose di detta Città per trattare argomenti di Storia Ecclesiastica; ma allor- quando il Gradenigo che ne era il Segretario , passò al Vescovado di Chioggia, terminò questa istituzione (3). (i) Meschini Op. e Tom. cit. pag. 287. a88. (a) Meschini ivi pag. aSg. Anche il Conte Gasparo Goz,ì scrisse uni lettera intorno a questa Accademia ; ma essa non ne contiene veramente la Storia, piuttosto è un ameno discorso su tale argomento. (3) Meschini ec. T. L -pag. 291. L I B R o I. 8i Altri simili stabilimenti ricorda il Meschini eretti in Venezia, i quali però in breve si spensero; come fu r Accademia Giustinianea che comparve nel 1766. destinata per coltivar l'eloquenza, e quella di Me- dicina e Chirurgia per opera del Chiar. Medico Gio- vanni Menini aperta nel 1770. con l'intervento del Magistrato di Sanità, la quale poi continuò gli eser- cizii che si era prefissi intorno all' arte saluta- Li Signori Veneti favorirono sempre le Belle arti, e la famiglia Farsetti teneva nel proprio palazzo una specie d'Accademia di pittura, e il Nobile Almorò Pisani una ne aprì del disegno per secondare il ge- nio di suo figlio ; ma più d' ogn' altra cosa giovarono a propagare il buon gusto in quella maravigliosa Cit- tà le premure del Senato, il quale dopo di aver nel 1734. decretato la erezione di una pubblica Accademia d' arti , decreto confermato con altro del 24. Dicem- bre del 1750. la stabilì poi realmente nel 1766. magni- ficamente, poiché in essa si ammaestravano i giovani ! nella Pittura, nell' Architettura, e nella Scultura; \ e formò e forma anche al presente uno degli orna- j menti principali di Venezia sia per la quantità e per ■ il pregio delle pitture che vi si ammirano, sia per i r istruzione scelta che gli alunni ivi ricevono in tut- jti i rami delle tre Belle arti sorelle. Allo zelo per gli studii agrarii ed alle profonde ! cognizioni nella scienza del Chiar. Professor Giovan- ni Arduino dovettero gli Stati della Repubblica Vene- ta r inestimabile beneficio delle Accademie d' Agri- coltura. Assecondarono i Veneti Senatori le sa°:2:e di lui insinuazioni , e scrissero lettere circolari ai Pre- ( I) Ivi pag. 2(ja. i:(j3. Tomo L 8 a Storia della Letteratura Ita.l. sideriti delle Provincie loro soggette, nelle quali li persuadevano ad istituire nelle rispettive Città simili stabilimenti. Da questi ne ritrasse notabile giovamen- to l'Agricoltura Veneta, e tali Accademie stampando i loro atti , diffusero in Italia ed altrove P amore del- l'arte , e la gloria della nazione Veneta, (i). Altro- ve poi vedremo quanto operasse il lodato Arduino onde promuovere e con V istruzione che in qualità di Professore dava nella Università di Padova , e con la pratica , quest' arte così necessaria al genere uma- no, per ottenere il quale importantissimo scopo di- resse per lungo tempo e con frutto corrispondente, le due opere periodiche la prima intitolata Giornale d'Italia spettante alla scienza naturale ec. e l'altro Raccolta di Memorie delle pubbliche Accademie di agricoltura arti e commercio (a). Bassano e Brescia eb- bero pure le loro Accademie e di una stabilita nella prima di queste Città ne parla il Mazzucchelli(3) , il quale un' altra ne fondò nella seconda l'anno 1738., ed essendo poi questa decaduta assai , venne dal Pa- dre Locatelli Domenicano rianimata nel 1753. (4). Fioriva già in Verona sul finir del secolo scorso l'Ac- cademia d' agricoltura , d' arti e di commercio , la quale per un anno circa unita rimase alla Società Italiana delle Scienze, e giovò assai a promuovere nel- la Veronese provincia e nelle limitrofe i progressi dell'agricoltura. Ad ottener più efficacemente uno scopo cosi utile al ben pubblico cominciò essa nelP anno 1807. a stampare le memorie e le osservazioni (i) Ivi pag. 3oo . (a) Mcchini nell' op. cit. alla pag. 294. T. I. ci da conto brevemen- te di un' Accademia poetica musicale formata dalle Nobili Dame Veneziane e di quella dei Filareti sorta nel i8o5. (3) Op rit. T. II. part. IV. pag. aSSg. (4) Zaccaria T. VIII. Lib. IH. pag. 447. L I B R o I. 83 de' suoi Socii, ed a quest' ora ne abbiamo dieci volu- mi in 8° r ultimo dei quali porta la data dell' an- no 1824. (i). XXIII. Al Conte Palatino Giuseppe Antonio Ca- xxiii. stidioni andò debitore Milano della Colonia Arcadica di MihmT* ivi fondata, di cui egli fu secondo Vice-Custode, e in essa si fece più volte sentir con plauso come stu- dioso imitatore del Petrarca, e se non fosse stato da morte rapito nella florida età di soli anni 45. nel 1715., avrebbe potuto giovar molto alle scienze (2). Nel Capitolo antecedente abbiam già veduto cbe il Conte Imbonato fondò e protesse nella stessa Città r Accademia dei Trasformati, onde non occorre qui di farne ulteriore discorso. Oltre di queste conta- vansi in Milano altre simili istituzioni, e in quella della rispettabile Contessa Clelia Borromeo formarono soggetto di istruzione le scienze tutte e principal- mente le naturali, e nella celebre società del Caffè coltivavansi anche le scienze politiche , del che ne ab- biamo una luminosa prova nel sapersi che nelle ra" dunanze di questa si maturò il rinomatissimo tratta- to sopra i delitti e le pene del Marchese Cesare Bec" caria. La gioventù Milanese e la Mantovana trovò e trova abbondevoli mezzi di istruzione nelle Acca- demie e nelle moltiplici Scuole di Belle arti dalla So- vrana munificenza erette, nelle quali a più centinaja concorrono gli amanti della pittura , scultura ed ar- chittetura non solo , ma ben anche quelli che alle arti meccaniche si addestrano, ed ivi imparano il dise- gno e si formano alla regolarità, al buon gusto, alla eleganza e perfezione dei lavori ; così che al presente la (i) Il titolo di questa collezione è ;::: Memorie dell' Accademia d'a- gricoltura commercio ed arti di Verona ivi 1807- 1824. (a) Notizie degli Arcadi T. II. pag. 37. «n, 173». 84 Storia della Letteratura Ital. Città di Milano può gareggiare per questa parte con le più cospicue d'Oltremonti. A tutto ciò aggiungere- mo r istituzione privata in Bergamo con le benefi- cenze della famiglia Carrara fondata in cui si am- maestrano nelle arti più che nelle scienze i giovani Bergamaschi (i) . In Roveredo per opera del Cavalier Giuseppe Valeriano Vanetti, della Chiar. Donna La- vra Saibanti, e di alcuni virtuosi giovani si aprì nel 1750. un'Accademia di eloquenza e di poesia, la quale radunavasi nel palazzo Saibanti dove il dì 27. Dicembre dell' anno 1751. gli Accademici tenne- ro la prima radunanza. L'Augusta Maria Teresa Im- peratrice concorse a far prosperare questo corpo ac- cademico, a cui erano ascritti molti dei più insigni Letterati, accogliendolo sotto la sua clientela, ed ac- cordandogli con decreto del 29. Settembre 1763. tut- te le prerogative e gli indulti, che godevano le altre persone di lettere da così magnanima e munificen- tissima Sovrana protette. XXIV. Acca- XXIV. Anche Mantova nel secolo scorso sotto il Re- demie di Man- ^ , . . . tova gno della sullodata Augusta istituì Accademie scienti- fiche e letterarie, ed abbiamo alle stampe varie dis- sertazioni da esse coronate, e un Tomo di Memorie da quella di scienze pubblicato. Il Conte Girolamo Mu- rari Dalla Corte ci ha lasciata la storia di queste istituzioni , e da lui ho ricavato in succinto quan- to son per dire in questo argomento (2). Nel 1747. sorse la Colonia Virgiliana fondata dall'Imperatri- ce sunnominata, che gli assegnò luogo nel palazzo della Corte di Mantova sotto la direzione del Mar- chese Valenti Gonzaga primo Vicecustode di det- (i) Tutte queste notizie mi sono state gentilmente comunicate dal Sig. Cavalier Ab. Angelo Cesaris più sopra da me lodato. (a) Memorie della Feale Accademia di Scienze ec. di Mantova T. I. ivi 1795. pag. VI. L I B R o I. 85 ta Colonia . Le Belle arti trovarono nelP Accademia Teresiana eretta con Dispaccio del 2. Ottobre i75a. tutti i mezzi più efficaci pel loro incremento, al che poi giovò non poco il Direttore di essa Giovanni Cadioli e con la sua abilità come Professore, e col suo zelo per spianare le difficoltà incontrate in que- sto affare, e con la sua generosità avendo allorché morì, lasciato erede questo stabilimento di tutti i li- bri, e gessi, e delle stampe che possedeva (i). Sussiste- va già fin dal secolo XVII. in Mantova F Accademia dei Timidi consecrata all'amena Letteratura, la qua- le diresse in seguito a più alte mire li suoi studii, e con r ajiito e la protezione del Conte Carlo di Firmian , del Barone Giuseppe De Sperges e del Prin- cipe di Kaunitz tutti Mecenati distinti , ottenne dal- l' Augusta Regnante con Dispaccio del 29. Aprile dell'anno 1765. il permesso di costruire un nuovo teatro in luogo del vecchio già cadente, e di poter umiliare al Trono il progetto di formarsi in Accade- mia di scienze e lettere sotto nuove leggi. Il Conte Carlo Ottavio di Colloredo e il Chiar. Abate Pelle- grino Salandri Poeta esimio hanno il merito di aver con prospero successo maneggiato presso il Pleni- potenziario Austriaco Conte di Firmian magnanimo proteggitore de' buoni studii V affare della erezione dell' Accademia di scienze e lettere suddetta, in cui cambiossi la sunnominata dei Timidi, mutazione che venne approvata con dispaccio del 20. Luglio 1767. dal Correggente dell'Impero l'Augusto Giuseppe II., e che ottenne la suprema sanzione dall'Imperatrice con altro Chirografo del 9. Novembre successivo. (1) Il Marchese Gio. Tommaso Arrigoni succeduto al Cadioli istituì a proprie spese la Scuola dei gessi e quella di Geometria, e distribuiva meda- glie d' argento ai giovani alunni che si distinguevano nei rispettivi lavori. 86 Storia della Letteratura Ital. nel quale rimise alla nascente Accademia il Codi- ce rifuso dell' antico stabilimento inculcandoglie- ne 1' esatta osservanza ( i ) . Né si limitarono le So- vrane cure a quanto fin qui si è detto 3 poiché nell'anno successivo 1768. si aggiunse il titolo di Accademia d'arti a quello di Scienze e Lettere , con- fermaronsi a questo novello Corpo Accademico i privilegi già concessi allo stesso , e vi si unì V Ac- demia Teresiana . La solenne apertura del teatro scientifico di nuovo edificato seguì nel 1769., nella qual fausta circostanza il Prefetto Conte Murari re- citò un' Orazione , il Segretario perpetuo Salandri alcune poesie, e premiaronsi tre Memorie del Lor- gna cioè del Zeviani e del Bina. Prosperò in seguito questo scientifico stabilimento, e la mercè di alcuni Signori oltre il Colloredo sullodato e il Segretario, venne esso provveduto dalla Sovrana munificenza di Gabinetto Fisico, di Orto dei Semplici, di Museo di di Antichità (2) e Storia naturale ; e a dir tutto in breve , quest' Accademia riunì nel suo seno quan- to desiderar puossi per una compita istruzione nel- le scienze nelle lettere e nelle belle arti (3), ma al- lorché scoppiò il turbine rivoluzionario, e Mantova, come ognun sa, provò più d'ogni altra Città d'Ita- lia inaudite sciagure , cessar dovette una così utile istituzione che attende di nuovo la regia beneficenza per risorgere a novella vita, letit^to Nazio- XXV. Quautunquc avesse breve vita l' Istituto Na- naie Italiano, zionalc Italiano 5 tuttavia non debbo qui per ultimo lasciar di esporne in breve le vicende. Allorché nel- (i) Meni. cit. pag. IX. A queste nuove Accademie si uni la privata Società letteraria che radunavasi prima presso il Padre Paolo Baroni , e poscia presso il Questore Don Emanuele Carrera. (a) D. Girolamo Carli successor del Salandri fu quegli che procurò I9 formazione del Museo di Antiquaria. (3) Ivi pag. II. L I B R O I. 87 Panno 1797. si eresse la Repubblica Cisalpina si de- terminò la formazione di questo Istituto (i), che ven- ne poi messo in attività soltanto nel i8oa. con de- creto del Corpo Legislativo in Milano del 17. Ago- sto, e Bonaparte in allora Primo Console della Re- pubblica Francese nominò con due separati decreti li sessanta membri divisi in tre classi, che compor- re lo dovevano , trenta pensionati e trenta onorarii. Cambiò poi dopo alcuni anni nome questo Corpo Ac- cademico , e con altro decreto segnato li ^5. Dicem- bre itho. dello stesso Bonaparte divenuto Imperator de' Francesi e Re d' Italia, denominossi Istituto di Scienze, Lettere ed Arti, e fu diviso in quattro sezio- ni stabilite nelle Città di Venezia, Bologna, Padova e Verona, le quali sezioni però corrisponder doveva- no col centro, direm così, residente a Milano (a). For- mò quest' Accademia li suoi Statuti nell' anno 1804. e nel 18 io. li riformò per adattarsi alla nuova siste- mazione voluta dal succitato Imperiai decreto ; frat- tanto coTuinciò a pubblicare nel 1806. le sue Me- morie in Bologna, e se ne hanno alle stampe sei vo- lumi in 4-^5 quattro dei quali contengono i lavori di Fisica, e Matematica dei Socii, e gli altri due ciò che risguarda le belle lettere e le scienze morali. Allor- quando poi le armi Austriache decisamente occupa- rono r Italia nel 18 14. e si spense il Regno Italiano, 1' Istituto si conservò col nome di Imperiai Regio Istituto del Regno Lombardo Veneto, continuò le sue radunanze in Milano, e riprese la pubblicazione delle sue Memorie di cui tre Volumi finora ne comparvero alla luce in detta Città dall'anno 18 19. in avanti (3). (i) Raccolta di Leggi e Decieti concernenti all'Istituto Real Italiano *c. JVIilano i8i2. pag. 3. (a) Ivi pag i3. e seg. (3) Ntd primo tomo di queste Memorie utcito dalla Imperiai Regia 88 Storia della Letteratura Ital. CAPO IV. Biblioteche e Musei d' Antichità e di Storia naturale. I. A misura che dilatavansi le scoperte di Antiqua- ria e di Storia naturale, vieppiù cresceva il bisogno di libri e di raccolte, che appianassero la via all'ac- quisto delle cognizioni necessarie a coloro che appli- car volevansi alle scienze in generale, e particolar- mente alle suindicate. Non fa perciò meraviglia se in questo secolo moltiplicaronsi le pubbliche e le pri- vate Biblioteche, se si ampliarono i Musei già esisten- ti, e se fondaronsene dei nuovi per gli oggetti di Storia naturale , scienza che può dirsi nata e cresciu- ta nelF epoca di cui parliamo. n. IL Nella mancanza in cui siamo di sicure notizie sul- Paièrmo ''di Ro- Ic Biblioteche Napoletane per il secolo XVIIL ci limite- tiVoinlicii.^*^ remo a darne qualcuna sopra la nuova Biblioteca del Monastero Gregoriano di S. Martino delle Scale in Pa- lermo. Il Padre D.Salvadore Maria di Blasi stampò una relazione ( i ) di questa libreria in forma di lettera di- retta a Monsignor Gradenigo Casinese Vescovo di Ceneda, dalla quale rilevasi che V edifìzio di nuovo formato per tale oggetto riuscì magnifico, e nel 1768. alli 2,1. di Novembre (2) si fece la solenne apertura di questo stabilimento con un' Accademia di prose e poe- sie latine greche ed italiane allusive alla fausta cir- costanza. Unita a questa relazione leggesi l'Orazione »tainperia di Milano leggesi una succinta storia della prima fondazione e 1: dei lavori del R. Istituto , e la nota dei Soggetti da prima nominati nelle I Ire distinte classi di scienze naturali, morali, e di amene lettere. ( (i) Palermo 1770. Nella stamperia de' SS. Apostoli 8." {2) V. detta relazione alla pag. 11. L I B 11 o I. 89 detta dal Padre di Blasi nella radunanza tenuta, ed inoltre un catalogo ragionato di quattrocento e più Codici esistenti nell'anno 1884. in detto monastero, il quale possedeva anche un Museo di anticliità dal- lo stesso Religioso descritto in un'altra lettera diret- ta al Gav. Gaetano Filangeri, la quale trovasi unita alla sopraccitata relazione. Allorché abhiamo ricordato quanto ben meritasse delle scienze e delle lettere il gran Pontefice Glemente XI. ,si toccò già di volo quan- to egli operò a vantaggio della Vaticana Biblioteca, ma ora ne parleremo alquanto più diffusamente. Due rimarchevoli aggiunte vi fece questo Sovrano, ordi- nando che si trasportasse nella Vaticana la Bibliote- ca privata di Pio IL che era passata presso li PP. Tea- tini di S. Andrea della Valle e la propria. Per cor- redarla di Godici Orientali spedì nel 1707. il Mona- co Gabriel Eva Maronita cugino del Ghiar. Giuseppe Simone Assemani in Egitto, dove nel 171 5. andò poi anche quest'ultimo , il quale nel 171 7. ritornò a Roma portando seco un numero insigne di tali Godici, dei quali ci diede il Catalogo nella sua Biblioteca Orienta- le (1); e nella prefazione alle opere di S. Efrem ri- corda ìe beneficenze dell' immortai Benedetto XIV. a favore della stessa Biblioteca. Oltre questi due Pon- tefici altri personaggi illustri si distinsero neirarriclii- re questo antico santuario d' ogni sapere. Il Cardi- nal Quirini di cui dovremo più volte con sommo onore parlare, contossi fra gli insigni benefattori della Libre- ria Vaticana , poiché le fece il ragguaj-devol dono delle sue private Biblioteche di Venezia e di Brescia, né di ciò pago assegnò un' annua somma perchè si acquistassero nuovi libri e Godici : alla metà poi in- circa del secolo passato crebbe la suppellettile lette- (i) T. I. pag. 616. e seg. 90 Storia della Letteratura Ital. raria della Vaticana , essendovisi in essa collocati i libri del Marchese Gregorio Alessandro Capponi, il catalogo dei quali fu nel 1747- stampato a Roma (i), Clii desiderasse di conoscere la serie dei Prefetti di questa prima Biblioteca del mondo, consulti le let- tere del sullodato Cardinale , che ne registrò la serie cominciando dall' Aleandro nel 1519. e proseguendo sino air Assemani summentovato (2). Mentre conser- varonsi sullo stabilito piede sino alla metà del secolo XVIII. le Biblioteche Angelica e Gasanatense, altre in questo frattempo se ne aprirono a pubblico vantag- gio in Roma. L'illustre Medico Lancisi diede nel 1714' il nobile esempio di collocare nell' atrio dello speda- le di S. Spirito la sua privata libreria che conteneva più di ottomila volumi di Opere mediche e filosofi- che (3) , acciocché i giovani studenti e chiunque al- tro giovarsene potesse , e questo generoso conte- gno imitò anche il Cardinal Passionei (4). Il Lancisi inoltre a questa magnanima determinazione aggiun- se quella non meno splendida di formare un fondo per r accrescimento di questa Biblioteca . I Principi Corsini vollero pur essi gareggiare col Lancisi e col Passionei offrendo al pubblico il comodo della scel- ta loro Biblioteca , a cui presiedeva verso la metà del secolo XVIII. l'Abate Queroi che ce ne lasciò la de- scrizione iuserita da Zaccaria nella sua Storia lettera- ria d' Italia (5). Anche Mousig. Leprotti uno dei Medi- ci Pontificii lasciò ad uso pubblico la sua ricca Biblio- teca, e ne stampò il catalogo (6). Presso la Chiesa dj (i) Juglei Jo. Friderici Biblioth. Historiae Litter. 1754. T. L p. a8l. Assemani Biblioth. Orient . T . I. (a) Quirini Angeli Epistolarum Decades. Epistola VL (3) Il Catalogo di essa vide la luce nel 1718. (4) Jugler op. cit. pag. 291. (5) T. XIV. pag. 49. (6) V. il «uo Elogio stampato. L I B R O I. 91 S. Pietro in vincoli aprì una bella Biblioteca l'Eminen- tissimo Cardinal Antonio Andrea Galli Bolognese della Congregazione Renana, unendo ai proprii libri quelli che a sue spese acquistò dal defunto Monsig. Niccolò Lercari Segretario della Congregazione de Propaganda. In appresso poi l'Abate Michel Angelo Sagrati Lucchese Religioso di essa Congi-egazione arrichì questa Libreria delle opere moderne più applaudite e somministrò co- sì al pubblico un nuovo comodo di istruirsi (i). La Città di Bologna arrichita già di una cele- ^^^3^}^*"^^* bre ed antica Università e dell' Istituto delle scien- ze , mancava di una Biblioteca corrispondente alla dignità di tali stabiilimenti ; ma la storia della ere- zione della medesima è tanto legata con quella del Bibliotecario Lodovico Maria Montefani Caprara, che ho creduto bene di inserir qui le notizie risguar- danti questo rispettabil Soggetto , perchè in esse con- tiensi pur ciò che più interessa la Biblioteca Bolo- gnese. Da Marc-Antonio e da Maddalena Guicciar- dini Bolognesi ragguardevoli Cittadini nacque Lo- dovico che con sommo profitto si applicò allo stu- dio delle Leggi , nelle quali laureatosi adì a5. No- vembre 1732. ne divenne Professore per decreto del Senato del 29. Dicembre 1740. La vita del Monte- fani dopo di aver conseguita la laurea fu un in- defesso studio di tutti i libri classici di Storia civile , legale, diplomatica , di Geografia , di genealogia delle famiglie di tutti i Principi d' Europa , e di altre co- se analoghe , foi-mando con le materie lette innumera- bili schede illustrate da particolari osservazioni criti- che riposte in grandi custodie le quali passarono poi alla Bibhoteca dell' Istituto (2). (i) Renazzi Filippo Maria Storia della Università degli Studii di Ro- ma. T. IV. pag. 285. (a) Fantuz2i Scritt. Bologn. T. VI. p. 74. 92, Storia della Letteratura Ital. Godeva egli perciò in Bologna di molto credito ed era continuamente consultato negli affari più gra- vi sì pubblici che privati . „ Mancò frattanto di vita „ l'ottimo (i) Cittadino e benemerito della Patria j, Marc' Antonio Sbaraglia, che con la sua testamen- ,5 taria disposizione dichiarò suoi Eredi fiduciari) il Se- „ natore Conte Luigi Marescotti e l'Avvocato Lodo- 5, vico Montefani, commettendo loro dopo le altre ,5 ordinazioni e legati, che fosse eretta una pubblica „ Biblioteca nelle Scuole e scelse a Bibliotecario di „ questa P accennato Montefani (a) . Ma venuto in „ animo al nostro beneficentissimo ed immortale 5, Pontefice Benedetto XIV. che fosse più comodo per „ gli studiosi r erigere nell' Istituto una grandiosa „ Biblioteca , trattò con V Avvocato Montefani perchè „ cedesse a' suoi diritti sopra 1' eredità Sbaraglia e si 5, uniformasse a' suoi generosi divisamenti . Troppo „ amante il Montefani del maggior bene della Patria, 5, secondò le libéralissime idee del suo Principe, e 5, tosto si prestò col Senatore Conte Luigi Marescot- „ ti a quanto richiede vasi, e allora il S. Padre fe- ,, ce edificare a proprie spese un amplissimo ed ele- ,, gante luogo in detto Istituto, in cui collocati fu- „ rono tutti i libri che già vi erano, ed altri acquis- 5, tati dal Senato, e quelli pure della privata Bibho- „ teca dello stesso Papa che era numerosissima, e final- „ mente ancor quelli del Cardinale Filippo Monti (3). „ Assegnò il Pontefice a detta Biblioteca per la pròv- „ vista dei libri le rendite della eredità Sbaraglia, „ poi confermò Bibliotecario il Montefani con assai (i) Sono parole del Fantuzzi Ice- cit. p. 75. (2) Esisteva già una pubblica Biblioteca nel palazzo Malvezzi. ( V. Com- ment. .lell'Istituto. T. IL part. I. pag. 47. ). (3) Il fondo di (juesta libreria si formò con i libri dell'illustre FerH- nando Marsili. del Bonfìoli^ di Ulisse Aldronandi e del Conte Francesco Zam- heccari. L I B R O I. 93 „ generoso stipendio, e con facoltà di eleggersi per 55 ajutante il tìglio Antonio ... Terminato il gran vaso 5, della Biblioteca , è inesplicabile la fatica di corpo e 5, di mente del Montefani nel separare ed ordinare „ tanti libri , e disporli a suoi rispettivi luoghi . . . „ e tutto ciò da se solo col semplice ajuto di un „ famiglio, indi nel formare gli indici alfabetici ed 5, altri indici di materie ,,. Non ostante questa con- tinua occupazione non lasciò mai di fare la scuola che ebbe sempre fioritissima e distinta, perchè ad una grande profondità nelle materie accoppiava una som- ma chiarezza di idee, ed una pari felicità nello spiegar- si. Gli fu amarissima la perdita della sua diletta con- sorte figlia del celebre Dottore Valsalva, e quella del figlio unico Antonio , ma sostenne questi colpi con cristiana rassegnazione , munito come era dello scudo della santissima nostra Religione, e di una fer- vida pietà, e morì adì 20. Febbrajo del 1785. essen- do stato onorato, come meritava, di solenni funera- li. Nulla pubblicò colle stampe , tranne un' orazio- ne letta neir apertura della Biblioteca suddetta e stampata in Bologna Fanno 1767. Altri Signori e Let- terati Bolognesi in appresso gareggiarono nel fare esi- mi! doni di libri e di edizioni sontuose alla stessa Bi- blioteca (1)5 e in questo vasto edifizio il Governo Italiano fece traslocare nel i8o3. l'Università cosi- chè gli studenti adesso hanno tutto il comodo per consultare i libri che possono occorrer loro (3). Fra li Signori Bolognesi poi che si distinsero nel pro- teggere le scienze e le lettere , merita di essere an- noverato Monsignor Francesco Zambeccari, che do- (i) Belletti D. Gaetano Giuseppe. Dell' origine e dei progressi dell' Istituto delle Scienze 8.® Bologna 1769. (a) Guida del Forestiere in Bologna ivi i8:i0- pag. 2.5. 94 Storia della Letteratura Ital. nò ai suddetti Religiosi una Biblioteca aperta nel 1753. sotto la direzione del P. Alfonso Maniago di essa Religione, in. III. Roma centro di tutto ciò che riguarda le ti PontiS. ^**' Belle arti, fu nel secolo XVIII. arrichita di un Mu- seo contenente in gran parte statue busti e bassi ri- lievi, il quale crebbe al segno di essere presente- mente considerato come il primo e più prezioso te- soro che conservi i nobili avanzi delle arti Greche e i monumenti della vetusta erudizione. Clemente XIV. cominciò ad acquistare alcuni marmi dai pri- vati e li collocò nel famoso tesoro Capitolino; sen- tito in appresso il parere di Monsignor Gian-Ange- lo Braschi Tesorier generale e poscia S. P. Pio VI., ordinò che si aprisse un nuovo Museo a cui diedesi il nome di dementino. Impiegò il Braschi tutto lo zelo e tutta l' attività , perche il Visconti Commissa- rio delle antichità impedisse l'estrazione da Roma dei monumenti , e procurasse di acquistarli dai parti- colari; ordinò egli contemporaneamente lo scavo a spese del Principe in que' luoghi dove sperar pote- vasi di trovar nuove ricchezze antiquarie, e risarcir fece le antiche sculture che ne abbisognavano pri- ma di collocarle nel nuovo Museo, a cui destinossi il piccolo appartamento d' Innocenzo VIII. situato in vicinanza del cortile delle statue, fra le quali am- miravansi ed ammiransi il Laocoonte , P Apollo e l'Antinoo (i). Promosso il Braschi al Cardinalato nel 1773. con- tinuò il nuovo Tesoriere Cardinal Palletta sulle stes- se nobili tracce a procurare gli avanzamenti del summentovato stabilimento; ed allorché nel 1775. (i) Visconti Ennio Quirino Opere Classe I. Museo Pio-Clementino V. I- Milano 1818. ap. Nicolò Bettoni. Prefazione dell' Autore. L I B R O I. 95 sedette sulla Cattedra Pontificia il sullodato Braschi, incoraggiò li suoi sudditi a proseguire le escavazioni, cedendo ogni diritto che precedentemente percepiva il Fisco sopra tali oggetti, accrebbe l'incominciata fab- brica detta del Museo Pio, di cui il dementino non forma che la minor parte, e la estese sino alla Bi- blioteca. L'Architetto Michel Angelo Simonetti as- secondando i suggerimenti del Sovrano, fece in que- sto maestoso edifizio rivivere l'Architettura del Pan- teon e delle Terme degli antichi Augusti { i ) . Dopo tutti questi preparativi lo stesso Pontefi- ce Pio VI. diede nel 1778. alli 4. di Agosto un Bre- ve, con cui ordinò all'Antiquario Ennio Quirino Vi- sconti l'illustrazione di quanto contenevasi in questa insigne ed unica raccolta, e concedette la privativa dell'edizione al Mirri che magnificamente la esegui dal 1782. al 1798. in sei Volumi in foglio massimo (a). Il Museo Chiaramonti che dallo stesso autore fu in appresso illustrato, e che forma il compimento del Museo Pio Clementine, devesi al successore di Bra- schi cioè a Pio VII. che lo fece collocare in vicinan- za dell'altro. Il vestibolo di quest' ultima fabbrica contiene un Museo lapidario dei più ricchi che si conoscano,., ordinato dal celebre Abate Gaetano Ma- rini, in cui si conservano le lapidi trovate negli sca- vamenti Ostiensi, quelle raccolte da Clemente XIV. da Pio VI. e da Pio VII. A tutte queste rarità si so- no unite le collezioni del Cardinal Zelada, di Mon- signor Galletti, dell'Avvocato Pasquale di Pietro, e (I) Ivi. (a) Nel 1808. uscì un Volume settimo che contiene il Museo Chiara- monti per cura delli Signori Antonio da Este e Gaspare Capparoni che lo stamparono sotto gli auspicii del grande Pontefice Pio VII. e l'edizione linsci magnifica. Altra edizione di tutte le opere del Visconti si intrapr»- 4e a Milano nel 1818. non anche terminata mentre scrivo nel i8;i6. ^6 Storia della Letteratura Ital. di suo Fratello il Cardinal Michele . L' illustre scul- tore Antonio Canova nominato nel 1801. alli io. di Agosto Ispettor generale di antichità ed arti degli Stati Pontificii, donò a questo insigne stabilimento le basi scritte dei Giardini Giustiniani; Monsignor Antonio Lamberto Rusconi contribuì esso pure ad ar- richirlo con lapidi e specialmente con quelle della Casa Capponi; e il sunnominato Monsignor Marini vi collocò tutte le Gentilesche e Cristiane, e donò alla Biblioteca Vaticana mille tegole scritte che deb- bono esser state ordinate a vantaggio degli studio- si di antichità (i). Prima che si ergesse questo ma- gnifico Museo, un altro già ne esisteva detto Cristior- no, e avevavi pure la Camera dei Papiri nel Vati- cano , il tutto dovuto alla munificenza di Benedet- to XIV. Il Commendator Francesco Vettorj discen- dente da Pietro Vittorio insigne Letterato del tempo dei Medici , possedeva una copiosa raccolta di Monu- menti antichi Cristiani di ogni genere che offrì ge- nerosamente al S. Pontefice sunnominato. Corrispose il Sovrano al generoso donatore assegnandogli una ric- ca pensione , e fece preparare nel Vaticano un luogo riccamente ornato, dove si collocò questo Museo che in appresso ricevette altri aumenti, ma specialmente con la raccolta di simili oggetti fatta dal Cardinal Gasparo Carpegna. A questa ricchissima serie di Cristiani mo- numenti dai più dotti Antiquarii raccolti ed illustrati, si aggiunsero i suddetti Papiri depositati in una stan-^ za del Vaticano a quest'uso adattata ed adornata per ordine di Clemente XIV. con tutto il buon gusto e con ogni magnificenza dal celebre Pittore Raffaele Mengs (a). (i) Prefazione dell' Autore al T. L del Museo Chiaramonti . (a) Renazzi Filippo Maria Storia della Umver^tà dei;li Studii di Ro- ma Voi. IV. pag. a8o. L I B R o I. 97 Quando abbiamo parlato dell' Università e dell' Istituto di Bologua, aLLiamo già brevemeute descrit- te le scientificbe ricchezze di quel magnifico stabi- limento, che ricevette il Museo di Storia naturale dell' Aldrovandi e quello di vario genere detto Gos- piano, lasciato fin dal secolo XVII. da Ferdinando Cospi Nobile Bolognese stretto parente della Gasa Medici di Firenze al Senato di Bologna, a patto che fi^sse unito all' Aldrovandi. Gon questo fi)ndo comin- ciò in detta Gittà il Museo d'Antiquaria, al quale il Re di Prussia ed altri Principi Oltramontani in varii tempi fecero insigni regali di medaglie d'oro e d'ar- gento, ed i Senatori prefetti dello stesso non manca- rono di quando in quando di far nuovi acquisti di oggetti simili, (i) ma ricevette poi questo Museo un notabile aumento allorché per la munificenza di un privato vi si aggiunse il Museo Polazzi . Avendo 1' Abate Matteo Luigi Ganonici Veneziano ma di fa- miglia anticamente Bolognese, sentito che doveva ven- dersi in Bologna una tale raccolta, colà si recò, con- venne del prezzo e vendette un fondo per pagarlo. Appena ebbe fatto l'acquisto che doveva trasporta- re a Venezia , gli sorse in animo il nobile pensiero che i Bolognesi gradir potessero che questo Museo restasse colà, si portò dai Senatori prefetti del Mu- seo e glielo offrì a condizion soltanto, che gli corri- spondessero la metà del frutto della somma da lui sborsata la quale gli sarebbe poi stata pagata quan- do l'Istituto avesse avuto i mezzi opportuni. Ognu- no può ben immaginarsi che accettossi questo pro- getto; si fece una deputazione che andasse a ringra- ziar il Ganonici, si collocò un monumento che espres- se la gratitudine dei Bolognesi verso il medesimo, e si (i) Istituto di Bologna T. VII. pag. i8. Tomo I. r 98 Storia della Letteratura Ital. unì air Istituto il suddetto Museo Polazzi(i). Una ric- ca serie di medaglie ereditò pure V Istituto di Bolo- gna dal Conte Urbano Savorgnan Veneziano religio- so della Congregazione dell' Oratorio; e grato il Se- nato Bolognese a tanta generosità spedì al Conte Gian Carlo fratello di questo Religioso il Diploma di No- bile Cittadino Boìognese segnato alli aó. di Agosto del 1777.5 e volle inoltre che ogni anno si mandas- se in dono allo stesso Cavaliere sopravissuto al fra- tello una grossa medaglia d'argento in cui vedesi il busto del donatore da una parte con V iscrizione URBANO SAVORGNANO PATRIT, VEN. PRESBITERO ORAT. BONON. e dall' altra una corona d'alloro (a) con la iscrizione seguente. 1^. SUPEL. CONL. AD. INCREM. SCIENT. ET ART. SENAT. PRAEF. INSTIT. V. B. M. D. B. Anche la Città di Urbino possedette una raccolta di antichità. Il Chiar. Ab. Gio. Battista Passeri in una lettera diretta al Padre Zaccaria (3) descrive il ric- co Museo di marmi antichi in detta Città raccolti dal Cardinal Gian Francesco Stoppani in assai bre- ve tempo , e quel che è più rimarchevole , che scuo- prironsi tutti o quasi tutti questi marmi nella Pro- vincia in cui trovasi situato Urbino. IV. IV. Sommo vantaggio ritrassero le scienze allorché Mu«eiTnToscatsi couobbero 1 tcsori che contiene la Biblioteca Me- "*• diceo-Laurenziana, al qual uopo giovarono le fatiche dell' illustre Montfaucon e dei celebri Stefano ed (i) Istituto Ivi. (a) Meschini Della Letteratura Venez. T, II. pag. 77. e seg. (3) Stor. Lett. T. XI. lib. III. pag. 27. L I B R o I. 99 Evodlo Assemani, i quali pubblicarono il primo nel- la sua Bihliotheca Manuscriptorum , ed i secondi in un' opera a parte il catalogo dei Codici della sud- detta Laurenziana , limitandosi però quelli alla descri- zione dei Codici Orientali a cui aggiunsero il cata- logo di quelli della Palatina di Firenze e diedero il tutto nell'anno 1742,. alla luce colla direzione del Cori (i). Mentre però questa Libreria considerar si poteva come un sacro Palladio delle scienze, deside- ravasene tuttavia in Firenze un' altra, in cui potesse il pubblico trovar pascolo più adattato alla dotta cu- riosità di molti ed ai bisogni della studiosa gioven- tù. Il famoso Magliabechi possedeva una ricca Biblio- teca, e allorché nel 1714. esso morì, fu questa rendu- ta pubblica, ma sino a tanto che il Cav. Anton Fran- cesco Marmi non F ebbe ordinata, e non vi ebbe fatto gli indici, non si aprì a comodo di chiunque (2) come ne aveva disposto quelF Uomo straordinario del Magliabechi, il quale inoltre lasciò un' annua sonmia per Faccrescimento della medesima, ed alla metà del secolo XVIII. ne era Bildiotecario Giovanni Targio- ni. Il Duca di Lorena fece trasportare a Firenze nel- l'anno 1737. allorché venne a prender possesso del- la Toscana la sua Biblioteca, che fu collocata nel Pa- lazzo Pitti nel 1760. ed ordinata (3) ; un altro Fio- rentino l'Abate Francesco Marucelìi Patrizio circa al tempo medesimo regalò la propria Libreria alla Città di Firenze, e fece un fondo per la provvista dei Li- bri (4); ciò seguì nel 1703,, ma qual poi ne fosse il motivo, questa Biblioteca non divenne pubblica se non nel 1752. come ci fa sapere il Zaccaria il quale, (5) sog- (i) Jugler. Op. cit. pag. 299. 3c4- (a) Acta Eruditoriuii an. 1734. pag. 389. (3) La Lande Voyage d'Italie T. II. pag. 2S6. (4) Negri Julii Historia Script. Florent. p. ao3. (5) Stor. Letter. T. Vili. Lib. III. pag. 583. loo Storia della Letteratura Ital. giunge che l' Abate Maria Bandini fu destinato a pre- siedervi, e che Monsig. Alessandro Marucelli morto l'anno 175 1. imitò il suddetto suo parente donando la propria sua Biblioteca al pubblico di Firenze con un fondo per accrescerla, (i) La Città di Pistoja eb- be anch' essa la sorte che il Cardinal Agostino Fab- broni nell'anno 1726. regalasse ai PP. delF Oratorio una Biblioteca di ben 14. niila volumi a condizione che fosse aperta a vantaggio della Città, e l'Accademia di Pisa venne arricchita di un simil dono dal Chiar. Giuseppe Averani (2). Alcune notizie sui Musei della Toscana tanto di Storia naturale, quanto di Antiquaria ci lasciò il Lalande nel suo ( Voyage en Italie T.*^ II. paff. 4^6. e seguenti ), ma oltre Tessere queste som- mamente ristrette, si può anche dubitare della loro esattezza , perchè ognun sa quanti spropositi conten- ga r opera citata, e quindi ho creduto bene di qui ommetterle. Biblioteche del V. Il Juglcr da cui lio ricavato molte notizie rela- Regno di Napo- ^j ^jj^ Accadcmie ed alle Biblioteche Italiane , po- li e dello Stato ' i^ Veneto. co ci dicc di qucllc di Napoli , limitandosi a rammen- tare che il Padre Sebastiano Paoli della Congregazio- ne della Madre di Dio fondò nel Monastero di S. Bri- gida una Biblioteca ed un Museo nel secolo XVIIIj (3) 1 verso la metà di esso poi sorsero in Palermo al dir del Padre Zaccaria alcuni scelti Musei d'antichità (4). Più distinte notizie ho potuto raccogliere su gli sta- bilimenti di simil genere della Repubblica di Venezia. E primieramente andiam debitori all'insigne Biblioteca- rio l' Abate Jacopo Morelli non ha guari mancato al- (t) V. §. Xin. del Capo antecedente quanto si disse dell" acquisto della Biblioteca Riccardi fatto dal Comune di Firenze, (a) Jugler loc. cit. pag. SaS. (3) T. I. p. 33i. (4) Stor. Lett. T. V. pag. 718. L I B R O I. lOI ila Repubblica letteraria, di quelle risguardanti la j rispettabile Biblioteca di S. Marco in Venezia. Fece questa un prezioso acquisto allorché Gio. Battista Re- ! canati morto nel 1784. le lasciò li suoi migliorì ma- noscritti Greci. Latini ed Italiani (i). Eletto poi a Bibliotecario nel 1736. Lorenzo Tiepolo , lilegaronsi sotto la sua direzione in miglior forma i Codici con r impronto di S. Marco nella coperta , ed egli inca- ricò a tesserne l'indice ragionato i valenti Letterati Antonio Maria Zanetti custode e Dottor Antonio Buon- I giovauni, i quali si accinsero a così utile ma insiem j faticoso lavoro, che vide la luce nel 1740- H Gover- no Veneto procurò sempre che i Bibliotecarii fossero Patrizii, ed i Custodi uomini distinti per lettere^ fra i quali certamente uno dei più illustri vien da tutti riconosciuto il sullodato Morelli , che ha pub- blicata la serie di tutti i Bibliotecarii , e di tutti i Custodi. Altre Biblioteche si trovano in questo se- colo in Venezia degne di esser qui ricordate; la pri- ma è quella del Doge di Venezia Pietro Grimani splendido protettore dei dotti, buon Poeta, ed Ac- cademico della Real Società di Londra. Lasciò egli una ricca e scelta libreria sopra la quale leggevasi l' iscrizione seguente Genio . Familiae AmICORVM . VsVI (ii). L' aitila è quella di Maffeo Pinelli stampatore Vene- ziano nato nel 1735. di onesta ed antica famiglia. Istruitosi nelle lingue viventi e nelle antiche e do- tato di buon criterio e d' ottima indole, godette la (i) Morelli Jacopo Operette Yen. i8ao. T. I. pag. 60. 6a. (2) Zaccaria Stor. Letter. T. IV. Lib. III. pag. 708. Più estesamente r,e scrisse il Moschini nel T. II. pag. 46. dove leggesi anche P elogio di questo Doge Veneto splendido protettor de' buoni studii. 103 Storia della Letteratura Ital. stima degli eruditi. Dedicatosi poi specialmente alla bibliografia riuscì a formare in pochi anni una ve- ramente scelta e copiosa Biblioteca , e meritò gli elogi dei più dotti anche d' Oitremonte . Si diede inoltre a raccogliere monumenti e carte antiche e pitture 5 ma non potè fare quanto il suo vasto in- gegno e le sue cognizioni gli permettevano, perchè morì nella buona età d' anni 5o. li 7. Febbrajo del 1785. universalmente compianto per le sue qualità scientifiche e morali (i). Il Catalogo a stampa della sua Biblioteca numerosa di circa 16000. volumi forma- to dal suddetto Ch. Bibliotecario Ab. Jacopo Morelli dimostra quale era il buon gusto e la cognizione profonda dì libri che possedeva il Pinelli, ed è uno dei più accreditati cataloghi che si conosca . Questa rara collezione di libri ricca fj'a le altre cose di molte edizioni del secolo XV. passò poi in Inghilterra. Ab- biamo già in questo medesimo Capo fatta onorevole menzione della generosità dal Cardinal Quirini usa- ta alla Vaticana; ma zelantissimo siccome egli era dell'onore e dei vantaggi di Brescia sua seconda Patria, ivi aprì nel 1750. una scelta Biblioteca ad uso de' suoi Concittadini, e ne volle perpetuar la memoria con una medaglia d'argento, mentre quel Comune per mo- strare la sua gratitudine verso 1' illustre Porporato suo amato Pastore , fece lo stesso con una medaglia d' oro (2). BiLiioffrhe dei ^^* Rispettabili Biblioteche possedevano gli Ordini Regolari e di N. Regolari in Venezia , e da quanto ne dice il Padre Veneti in Vene- i • • / \ i • t » •% zia. Moschini (3) trarremo le cose prmcipali. Avevano già i PP. Domenicani della stretta osservanza fin dal se- (i) Fu sepolto nella chiesa di S. Maria Formosa in Venezia con iscri- zione composta dal cel. Ab. Morelli ( V. Moschini op. cit. T. IL p. 65. ). (a) Zaccaria op. cit. T. II. Lib. III. pag. 489. (3) Opera cit. T. II. pag. 23. e seg. L I B R O I. I03 colo XVII. formata nel loro Convento delle Zattere una Biblioteca, che si accrebbe poi con i libri di Agostino del Pozzo Veronese e di Pietro Cassia Ve- neziano ; ma 1' acquisto più ragguardevole lo fece nel ivóo. quando per disposizione testamentaria del I Chiar. Apostolo Zeno vi si aggiunse V insigne sua Bi- j blioteca tanto di libri che di manoscritti ; perlocchè j que' Religiosi fecero poi apporre al sepolcro del mu- i nifico donatore nella loro Chiesa una nobile iscrizio- ì ne, e celebrarono le sue lodi con due orazioni stam- pate, una latina del Padre Giacinto Meneghetti , e r altra Italiana del P. Antonio Valsecchi. Altra insi- gne Libreria avevano i Domenicani in Venezia nel Convento dei SS. Giovanni e Paolo, dalla quale ven- nero trasportati alcuni preziosi Codici in Francia pro- babilmente dal Cardinale di Rohan appassionato ri- cercatore di simili rarità ( i ) . Spiacque tanto al Se- nato Veneto questo fatto, che fece un Decreto in da- ta a5. Dicembre 1789. con cui ordinò al N. H. so- praintendente alla pubblica Libreria di compiere un inventario già cominciato di tutti i libri e ma- nuscritti rari esistenti nelle Biblioteche dei Rego- lari, di farli contrassegnare con una pubblica marca e di farli trasferire in custodia alla Libreria di San Marco. Quanto fu utile per il momento questa de- terminazione, altrettanto dannosa riuscì all'epoca del- la rivoluzione , poiché i Francesi trovarono il catalogo fatto e con la scorta di esso dilapidarono, come ognun sa, facilissimamente le Veneziane Biblioteche. Il Pa- dre Abate Gian-Benedetto Mittarelli compilò già il catalogo dei Manoscritti e delle Edizioni del secolo XV. contenute nella Libreria de' suoi Monaci Camal- (1) Meschini non lo nomina, ma dai cenni che ne dà (pag. 3i. ) e dall' epoca pare che si possa desumere esser egli l'Acquirente di detti Codici. io4 Storia della Letteratura Ital. dolesi in S. Micliele di Murano , Isola che fa par- te della Città di Venezia; catalogo che poi uscì nel 1771. in luce dopo la morte dell'Autore; e da esso ma specialmente dalla estesa prefazione del Mitta- relli si conosce qui! n ti pregevoli monumenti conte- nesse questa Libreria, la quale poi si aumentò per altri donativi avuti e da alcuni dei Religiosi stessi Camaldolesi, e da varii altri raggtiardevoli personaggi; rinomati Bihliotecarii vi presiedettero sempre, ed ol- tre il lodato Mittarelli contausi fra questi il Calo- gerà, il P. Don Fortunato Mandelli, e il Chiar. D. Placido Zurla ora meritissimo Cardinale di S= Chie- sa, ed autore di varie produzioni e fra queste dell' Illustrazione del Mappamondo di Fra Mauro Camal- dolese, opera per ogni riguardo stimabile (1). Nel Collegio di S. Maria della Salute i Chierici regolari della Congregazione di Somasca possedevano una co- piosa Biblioteca fondata sul finir del secolo XVII. dal P. Don Girolamo Zanchi. Trovò questa un insigne benefattore nel Padre Niccolò Petricelli Veneziano Bibliotecario della medesima , il quale dispose di un annuo assegno per accrescerla di libri (a) . Presso il più volte citato Padre Moschini può leggersi la serie dei Bibliotecarii della medesima; lo stesso Autore ci ragguaglia pure , come all' epoca infausta in cui la Repubblica Veneta perdette nel 171.5. la Morea, i Monaci Cattolici si ritirarono da quelP Isola , e ven- nero a stabilirsi in quella di S. Lazzaro vicino a Ve- nezia, dove fondarono un bel Convento in cui hanno un Collegio ed un noviziato con Gabinetto Fisico , Biblioteca e stamperia con caratteri Armeni , nella quale stampano continuamente opere tradotte da al- (i) Ivi pag. 35. 36. (2) Ivi p. 38. Libro I. io5 tre lingue per uso dei Cattolici abitanti nelle varie Provincie dell'Impero Ottomano (i) . Queste sono le principali Librerie di Regolari che in Venezia esiste- vano prima della rivoluzione, e che tutte più o meno nell'ultimo sconvolgimento d'Italia soffrirono assai, o intieramente perirono ; ma ragion vuole che di alcune altre dai Patrizii Veneti raccolte da noi qui alcuna cosa si dica a piena illustrazione di questo argomento. I fra- telli Bernardo e Jacopo Nani N. Veneti possedevano già una raccolta di manoscritti per ogni riguardo preziosi; ottimo divisamento perciò quello sì fu di far pubblicare dal Chiar. Bibliotecario D.Jacopo Mo- relli il catalogo dei Codici Latini ed Italiani da essi posseduti, che vide la luce nel 1776. a Venezia, quel- lo dei Greci dal P. Ab.D. Luigi Mingarelli stampato in Bologna l'anno 1784. e finalmente l' altro dei Ma- noscritti orientali, che compilato per cura del Chiar. Professore Ab. Simone Assemani usci a Padova negli anni 1787» e 1792. diviso in due parti (2). Continuò sulla fine del passato secolo ad arrichirsi di libri I Spagnuoli Francesi ed Inglesi specialmente la Bi- j blioteca della casa Pisani a Santo Stefano, poicliè I i due fratelli Alvise e Francesco nei loro viaggi in- 1 trapresi alle Corti d' Europa, animati da ottimo spi- I rito per le lettere e le scienze, ebbero agio di fai simili proviste; alle premure poi di questi Cavalieri corrispose il Bibliotecario Sig. Abate Antonio Boni- celli che allora vi presiedeva, sia per l'ordine in cui dispose la Biblioteca, sia per tutto ciò che risguar- da il huon servigio della medesima (3). Altre Librerie erette in Venezia o dai Nobili, od anche da alcuni privati Signori ricorda il Padre Meschini, e tali sono (i) Ivi p. 4a. (a) Moschini ec. T. Il, pag. 49. e seg. (3) Ivi pag. 5a io6 Storia della Letteratura Ital. la Farsetti, la Pesaro, la Soranzo e quella di Seba- stiano Zeno, delle quali lungo sarebbe il voler qui partitamente ragionare, e perciò rimettendo alla citata opera i miei lettori che desiderassero più minute no- tizie su questo soggetto , terminerò quanto riguarda le Biblioteche di Venezia col dar conto di quella del- l' Abate Luigi Canonici Veneziano ex-Gesuita. Ap- passionato quanto mai per le raccolte, fin da quando era in Religione, cominciò a raccogliere in Parma gli Statuti delle Città Italiane, ed a formare un Meda- gliere; passato indi a Bologna si accinse a raccoglie- re Quadri; ma il Rettor di quel Collegio, il Padre Belgrado non approvò questo disegno come contrario alla povertà religiosa; scioltasi però in quel torno la Compagnia di Gesù , l' Abate Canonici si invogliò al- lora di formare una Biblioteca e con tanto fervore il fece, che riuscì in un giro non lungo d' anni a mettere assieme in Venezia una copiosa serie di li- bri rari e di Manoscritti, alcuni dei quali era stato quasi impossibile ad altri amatori di rinvenire, e spe- cialmente poi maravigliar faceva il numero delle Bib- bie che giungeva fino a 4000. in cinquantadue lingue diverse (i). Allorché egli morì sul cominciar del presen- te secolo, questa ricca suppellettile passò al fratello; e il Moschini ignora poi cosa ne sia in appresso avvenu- to (2). Allor quando Gian Domenico Coleti si accinse all' impresa di emendare e correggere V Italia Sacra dell' Ughelli , fece un copioso acquisto di Storie d' Ita- lia, e formò direm così una Biblioteca Storica Italiana, che arrichita dai Nipoti riuscì famosa, e ricercato as- sai ne è il catalogo ragionato da essi stampato nel (i) Ivi pag. 73. (2) L' Abate Canonici era facile anzi si compiaceva di comunicare ai Letterati che andavano a visitar la sua libreria , tutte le notizie cVie desi- deravano . Libro I. 107 1779. dopo la qiial epoca questa Bihlioteca crebbe viemaggiormente (i). L'Abate Giacomo Coleti poi ex- Gesuita si occupò sebben vecchio a continuare l'ope- ra del Padre Daniele Parlati suo confratello, intito- lata Illyricum Sacrum al che fare trovò nella Biblio- teca della sua famiglia insigni soccorsi (2). VII. Quanto ricca di Biblioteche abbiamo veduto ,^ '^"; '^ Musei Vanezia- esser stata Venezia nel secolo XVIII. altrettanto pur m. abbondarono in essa i Musei di antichità e di altre preziose raccolte. Lo Storico della Letteratura Vene- ziana il Chiar. Doge Marco Foscarini ci informa, che Apostolo Zeno ragunò una serie di Medaglie vera- mente Reale in ogni genere (3) ; e tale passione nu- driva per 1' Antiquaria che volle esser dipinto con antiche Medaglie davanti ed un libro del Vaillant in mano. Si ha alle stampe il catalogo delle mone- te antiche e moderne conservate nel Museo al pre- sente disperso del Senator Pietro Morosini , opera di Carlo Patino , e quello di simili monumenti di antichi- tà di Vincenzo Pasqualigo N. Veneto che ad ogni moneta aggiunse una sua erudita dissertazione (4). Più rinomate di queste sono le collezioni Antiquarie dei Signori Molin, Persico, Tiepolo, Pisani e Grimani. Il primo di questi Girolamo Ascanio Molin. N. V. pro- tesse le belle arti e le scienze, e nel suo palazzo ve- devansi m.onumenti utili allo studio si delle une che delle altre , ma specialmente poi ammiravasi il co- pioso Museo delle Medaglie incominciando da quelle della Grecia e discendendo fino a noi (5). Gian Do- menico Tiepolo acquistò la raccolta del cel. Lettera- (i) Moscliini della Letterata. Venez. nel Secolo XVIII. T.II.pag. 73. 74. (2) Op. cit. T. II. p. 217. (3) Pag. 388. di detta Storia in una nota. Moscliini T. II. pa^f. 76. (4) Moschini ivi pag. 79. (5) Moschini ivi pag. 80, io8 Storia della Letteratura Ital. to Sebastiano Erizzo (i), ed i suoi eredi la amplia- rono d' assai ma specialmente poi il N. Almorò Tie- polo vivente nel 1806. la arrichì di nuove Medaglie pregevoli. Pietro Fondi Veneziano ce ne diede la de- scrizione che il Senator Lorenzo di detta famiglia fece nel 1786. magnificamente stampare in due Voi. in 4-^5 descrizione dall' Eckhel molto lodata (2). Una illustrazione simile meiiterebbe pure il Museo del N. H. Pietro Persico in cui contengonsi ben mille sei- cento monete Imperiali, 3ooo. in bronzo, 3oo. circa in oro ed una scelta collezione di Consolari in ar- gento , e di greche e pontifizie in bronzo ; anche di questa raccolta in cui furono riunite quelle della Ga- sa Pesaro e del Zanetti ne diede il catalogo quanto mai accurato il Sig. Abate Pietro Alberelli Custode della stessa. L' Abate Casinese Alberto Mazzoleni il- lustrò i Medaglioni conservati nel rispettabile Museo della Gasa Pisani, allorché Ermolao Pisani stampò il catalogo di qvianto in questo genere possedeva la sua nobile famiglia. In tre Volumi contiensi la de- scrizione del Mazzoleni limitata, come si disse, ai Me- daglioni, oltre ai quali contiene poi questo Museo una serie di Medaglie imperiali greche e latine, al- tre di Città, di popoli e di Colonie, una di monete Alessandrine, e finalmente una raccolta la più copio- sa che si conosca di monete Venete e di ritratti di illustri Italiani (3) . Il più volte lodato Padre Mo- schini ricorda molte altre famiglie Venete che pos- sedevano o Musei di Antiquaria, o stampe o quadri (i) Foscarini loc. cit. Moschlni ivi. (a) C. XXn. Prolegom. Doctrinae Numni. Veter. (3) Ivloschmi ivi pag. 82. 83. Questa raccolta nel 1806. andavasi sem- pre accrescendo^ specialmente per opera dell' erudito prefetto di essa Signor Ab. Antonio Bonicelli che secondar sapeva i de^iderii dei Nobili Signori Pisani. Libro I. , 109 e statue p e lungo sarebbe il voler qui enumerarle partitamente, perloechè i lettori che amassero di cono- scere tutto quanto riguarda questo argomento, potran- no leggere il citato Autore (1), presso il quale trove- ranno pur anche alcune notizie dei pochi Musei di Storia naturale e degli Orti Botanici, né gli uni né gli altri però di molto rilievo posseduti da alcuni Si- gnori Veneziani. Noi ricorderemo qui soltanto il ma- gnifico Gabinetto Fisico del Chiar. Professore Abate Antonio Traversi e quello del Sig. Abate Prof. Sal- vatore dal Negro, copiosi di macchine d'ogni genere, e 1' orto Botanico dal Dottor Leonardo Sesler stabi- lito nell' Isola dei Monaci di S. Elena ricordato an- che dall' Haller nella sua Biblioteca Botanica (2). Da quanto abbiam fin qui detto facilmente potrà rile- varsi, con quale impegno i Cittadini e Signori Ve- neziani proteggessero nello scorso secolo le scienze le lettere e le arti , e quanto sia a desiderarsi che possano essi dopo le amare vicende provate risorgere in seno alla pace e all' ombra del magnanimo Fran- cesco l. al primiero lustro ed a migliori destini. Vin. La Biblioteca Ambrosiana di Milano che in Bib]["eche a* genere di Manoscritti racchiude tanti tesori, fu dal Car-^'''^"°e'r°""o- dinal Giberto Borromeo resa nel i745- più dovizio- sa (3) 5, Il Marchese D. Carlo Trivulzi Milanese for- 5, mò un prezioso gabinetto archeologico che aggiun- „ to alla copiosa e scelta Biblioteca dal Marchese ,5 Alessandro suo Padre raccolta, offriva ai Cittadini „ ai quali era aperta quella nobil casa, il comodo ,5 di una generosa ed utile istruzione. Altra più ce- „ lebre ne formò il Conte Pertusati , la quale per la 5, qualità delle opere, per la quantità delle edizioni (i ) Pag. 85. e seg. (2) Moschini ivi pag. 112. e HI. (3) Jngler Biblioteche T. I. pag. SaS. 1 1 o Storia della Letteratura Ital. „ più rare e fornite di tutti i pregi tipografici, fu giudicata tale da potersi con notabile dispendio „ comprare dai Rappresentanti dello stato per far- ne omaggio al Reale Arciduca Ferdinando allorché „ venne a governare la Lombardia, e che per muni- „ fica volontà dell' Augusta di Lui Madre F Impera- „ trice Maria Teresa ridonossi alF uso ed alF istru- „ zione dei Cittadini (i) „. Difiiiso siccome era il costume di pubblicare colle stampe i cataloghi dei Codici che si custodiscono nelle più illustri nostre Biblioteche, si accinsero a que- sta impresa in Torino i Bibliotecarii Giuseppe Pasini, Antonio Rivaltella e Francesco Berta, che ci diede- ro nel 1749. r indice ragionato dei Manoscritti del- la Reale Biblioteca di quella Capitale (2), il Seminario della quale ereditò nel 1701. la scelta Libreria del Priore Gasparo Antonio Giordano composta di ben novemilla volumi, la quale venne aperta ad uso pub- blico sotto la direzione del Sig. Giovanni Fulvio Fea Torinese (3). IX. IX. Non contento il Duca Don Ferdinando di Pafma'ed" Me- Borbone di aver come già si accennò, procurata Fistru- '^*"'- zione alla gioventù de' suoi dominii con la fondazio- ne di una celebre Università, volle a questo benefi- zio aggiunger pur F altro di formare a comodo della medesima classe di Cittadini una raccolta di libri de- gna veramente di un Sovrano. Corredata come essa fu sino dalla sua fondazione , di opere pellegrine e riguardo alle scienze e riguardo alle lingue, potè es- sa garej?giar ben tosto con le più cospicue Bildiote- (i) Notizie comunicatemi dal Sig. Cav. Cesaris più sopra nominate. (2) Juffler. loc. cit. p. 323. Al Catalogo ragionato magnificamente stam- pato .nggiunsero alcuni opuscoli inediti , il /ac Jfiwi/e dei caratteri di alcuni Codici fra li più pregevoli e i disegni di alcuni ornati dei medesimi. (3) Zaccaria Stor, Letter. T. VL Lib. III. pag. 689. e :-eg. Libro I. m che, e vedremo nel decorso di questa storia quali uo- mini egregi ne sedettero al governo (i). Emulando Francesco III. Duca di Modena nella grandezza del- le idee i più magnifici Sovrani, pensò anch' egli a rendere utile 1' insigne Biblioteca da' suoi maggiori acquistata. Finché visse il Muratori che ne era cu- stode, conservossi essa in un alto appartamento del Ducale palazzo di Modena ad uso privato e dei Prin- cipi, e di queir Uomo immortale^, che approfittar sep- pe di così propizia occasione per gli importanti suoi studii. Sei anni dopo la morte di lui fu questa libre- ria consegnata al Ch. Padre Francesco Antonio Zac- caria Gesuita, che in compagnia di due abili suoi con- fratelli li PP. Troili e Gabardi e con V ajuto di al- tri soggetti (a) la trasportarono per Sovrana dispo- sizione in un ampio fabbricato dello stesso palazzo a quest'uopo elegantemente e riccamente disposto, e la ordinarono in modo che dopo alcuni anni di assai faticoso lavoro, perchè trattavasi di una Libreria molto copiosa, potè aprirsi a comodo degli studiosi. Il gior- no II. di ùiugno dell'anno 1764. ne seguì la solen- ne apertura, nella qual circostanza il sullodato Biblio- tecario P. Zaccaria lesse una sua erudita orazione che si ha alle stampe; ed intervennero a questa funzio- ne i Principi, Monsignor Vescovo, e tutte le prima- rie classi di persone della Città, le quali concorsero così a renderla più maestosa , il che non potè non recare grande soddisfazione al magnanimo Principe , che vide così per questa parte compiti li suoi dise- (i) Affò Padre Ireneo. Memorie de' Scrittori e Letterati Parmigiani T. I. Discorso prelimin. pag. LXVI. (a> Fra questi Soggetti ricorderò qui il Canorico Don Carlo Ciocchi Fiorentino che poscia divenne Bibliotecario, mio amatissimo Collega , uomo fornito di dottrina, di pietà e Religione , e a cui io protesto la più alta gratitudine. I I 2 Storia della Letteratura Ital. gni a vantaggio delle buoiiie lettere e de' più severi studii. Fiorì in appresso sempre più questa Bibliote- ca, e dopo il Zaccaria, che secondando le magnani- me viste del Sovrano F arricchì con ottimi libri, la presiedette ma per breve tempo perchè rapito da morte, il celebre Padre Giovanni Granelli, e po- scia il Chiar. Padre Girolamo Tiraboschì . Ampliata essa in seguito da Ercole III. e dall'attuale Sovrano Francesco IV. continua ad essere frequentata dalla studiosa gioventù, e forma Fam-mirazione de' forestie- ri che la visitano ed osservano attentamente i pre- ziosi Codici e le rare edizioni, che in questo magni- fico stabilimento si conservano, e de' quali in questi ultimi anni ha per Sovrana munificenza del sullodato Principe Regnante fatto nuovi ragguardevoli acquisti. L I B R O II. Il3 SCIENZE CAPO I. Studii Sacri. I. M-olti sono gli Autori i quali nel secolo XVIII. si dedicarono alle scienze sacre particolarmente dal principio sino oltre la metà di esso, e chi dovesse tesse- re partitamente la storia di ognuno , e dei claustra- li in ispecie , si impegnerebbe in un lavoro lungo e no j oso , per se e per i lettori, che aspettano di ve- dere in una storia della Letteratura tracciati e schie- rati in beli' ordine i progressi delle umane cognizio- ni nei varii rami in cui dividonsi le scienze, e cono- scerne desiderano i più insigni e rinomati coltivato- ri, ma non importa loro di saper minutamente tutto ciò che gli Uomini hanno nei rispettivi studii opera- to , perchè occupandosi di tali minutezze, si perde- rebbe il filo dei fatti più interessanti, e il quadro mancherebbe dei principali suoi pregi , poiché gli og- getti parziali, ossia gli accessorii impedirebbero la vi- sta del primario soggetto . Egli è perciò che segui- tando io la massima del Cav. Tiraboschi, non farò pa- rola in questa mia Storia ne degli Scrittori di ascetica semplicemente, ne dei Teologi moralisti, o dei puri Commentatori di S. Tommaso,dello Scoto, e di altri si- mili, quando questi illustrate non abbiano in guisa di- versa le scienze sacre, o non siansi veramente distinti nella trattazione di simili materie ; e così pure non mi impegnerò a tessere a lungo la storia delle qui- stioni agitatesi fra i diversi Ordini regolari intorno a certe sentenze , che interpretate in diverse fogge , ma sempre senza detrimento della Religion nostra Tomo I. 8 i.i4 Storia della Letteratura Ital. Santissima, produssero tanti scritti per V una parte e per V altra dei loro sostenitori, scritti però che terminato il calor della disputa si ^acquerò, e si giaceranno forse sempre negletti. Quando perciò mi occorrerà di parlare di tali controversie, non le om- metterò, perchè mancherei al dovere di Storico , ma procurerò di svilupparne il più Lrevemente che po- trò, r origine, il progresso e lo scioglimento. T^oiJgi stret- H. Distinguendo, i>er quanto lo pennette la qua- tameute detti, ^ligi dì qucsto lavoro , Ic materie io ragionerò prima di ogni altri, degli Autori di Sacra Teologia fra i quali seguendo l'ordine dei tempi, mi si presenta il Pietra Vincen- Cardinal Vinccnzo Pietra Napoletano che nacque l'anno i665. e cessò di vivere nel 1747. Creato Car- dinale da Benedetto XIII. che molto lo stimava, si prevalse questi dell' opera sua nel Concilio Romanoj e fii consultato unitamente a Monsig. Lambertini nelle difficili questioni che insorgevano, il che gli fece non poco onore. Un saggio luminoso poi egli ci lasciò del suo sapere nei dotti Commentarii alle Costituzioni Apostoliche da lui pubblicati in cinque Volumi , e nelP altra opera De Sacra Poenitentlaria Apostolica nella quale provincia siccome fu Peniten- ziere maggiore così era assai versato (i). Ma un sog- getto di sommo grido, voglio dire il Grande Ponte- Benedetto XIV. fice Benedetto XIV. prima Cardinal Prospero Lam- bertini richiama a se tutta 1' attenzion nostra. Patri- zio Bolognese nacque egli li i3. Maggio del 1675. da Marcello Lambertini , e da Lucrezia di Carlo Bulgari- ni donna di somma prudenza, e vera madre di fa- miglia (2). Paolo Pasi persona assai dotta gli insegnò (i) Guarnanci Vitae et res gestae Pontificum. T. H. pa\c\ìh fece dovunque spic- care la grandezza e la munificenza di un Sovrano, (1) Dizion. degli Uom: ili. Bassano 1796. T. V. pag. 29. (l) Zanetti Francesco Commentarii dell'Istituto T. III. e IV. ii8 Storia della Letteratura Ital. il genio di un Letterato, e l'amor grandissimo di un Cittadino. r, !^* . IV. Le profonde sue cognizioni nella sacra Storia Continuazione i ^ _ di ciò che ris-n ella Liturgia, e nella materia dei Goncilii apparis- to XIV. ^ cono dalle sue Bolle, Decisioni , Encicliche e da tut- te le sue opere , e F amor suo per le belle arti e per le antichità si comprova dalla cura che egli eb- be di far l'istaurare diversi antichi monumenti , e nello stabilire dei Musei. Amò e stimò i Dotti , fra i quali il nostro Muratori fu da lui in particolar mo- do onorato e distinto come meritava un Uomo di quel- la sfera, il che vedremo fra poco; e gli scienziati poi a vicenda ebbero un grandissimo concetto del Pontefi- ce Benedetto XIV. ed i Protestanti medesimi lo rispet- tarono e lo lodarono , fra i quali il figlio di Milord Walpol ne fece nella sua lingua un belF elogio la- pidario . Voltaire poi quantunque , come ognun sa, nemico della Religione e della Corte Romana, gli de- dicò la Tragedia del Maometto e compose un bel distico latino da collocarsi sotto il ritratto di que- sto Pontefice (i). ,, Come sarà sempre glorioso per le 5, lettere in generale e per i Letterati il poter nomi- 55 nare un tant' uomo , ( così il Fantuzzi ) gloriosis- 5, simo e di sommo profitto e decoro saranno del pa- „ ri per la Chiesa Universale le sue dottrine, i suoi 55 Scritti, i Templi riedificati 5 i Santi promossi a gli 55 onor degli Altari , 1' aver sostenuto il Santuario in j, venerazione presso le estere nazioni, il Sacerdozio 5, con magnificenza e santità, il che tutto gli derivò 55 dalla bontà del suo cuore e dalla molta dottrina „. Mori questo grande Pontefice li 3. Maggio del 1768. (i) Ecco questo Distico Lambertinus hic est, Romae decus et Paler orbi?. Qui terram scriptis docniu rirtutibus ornat. tori. j L I B R 0 II. I 19 i imiversalmente compianto dai Cattolici tutti, dai Let- 1 terati e da' suoi Concittadini , e tutti fecero a gara I a tributargli onori, e suffragi. Oltre F opera insigne ! già notata di sopra De Servorum Dei beatificatione fra le molte altre cose da lui pubblicate merita special I menzione il suo Bollario , il martirologio Romano ! espurgato e corretto, e gli otto libri De Synodo Dio- I cesana. La collezione delle opere di questo Papa fu f pubblicata in dodici Volumi in f.*^ dai Pagliarini a Roma dal 1747. al 1750., e la copiosa sua Bibliote- ca congiuntamente a' suoi manoscritti passò per sua disposizione alla Biblioteca dell'Istituto Bolognese (i). V. La stima grande e 1' amicizia clie il suUodato V. Sommo Pontefice dimostrò all' illustre Proposto Lo- ^^^"V^àlvÙ dovico Antonio Muratori , mi obbliga dirò così , a Antonio Mura- i non separarlo da Ini, e perciò ragionerò adesso del- le opere Teologiche di quello , riserbandomi a forma- re r Articolo che lo riguarda intieramente , nel. Ca- po in cui darò conto degliAutori Italiani che nel se- colo XVIII. illustrarono la Storia. Non sono copiosi gli scritti teologici del Muratori se aver vogliasi ri- guardo alla m.oltiplicità degli altri suoi lavori lette- rarii, ma però hanno molto merito . Dimostrò egli qual profondo ed ordinato ragionatore fosse, allor- ché pubblicò l'anno 17 14. a Parigi l'opera De iw geniorum inoderatione in Relìgìonis negotio , in cui propose le regole di critica che a lui sembrarono più certe e le migliori per giudicare nelle cose alla Re- ligione appartenenti j e nelF ultimo dei tre libri in cui è divisa 1' opera , rispose alle accuse che Giovan- ni le Clerc sotto il finto nome di Giovanni Ferepo- no aveva scagliato contro le opere di S. Agostino. (i) Io avrò più volte occasione di ricordar di nuovo in ({ueJta Storii 1 meriti e le lumino»» azioni di questo immortale Sovrano, 120 Storia della Letteratura Ital. Con straordinario plauso accolta veline questa fatica del nostro Autore, nella quale scorgesi l'ordine più lucido e la forza del raziocinio più stringente che pie- namente convince, e non si può non approvare i sentimenti di lui, ed ammirarne insieme il sommo talento. Il Gavalier Tiraboschi (i) annovera fino a sei edizioni di questo scritto fattesi nel giro di anni 27. soltanto; il Muratori però si dolse che nella edi- zione di Parigi si fosse alterato in qualche luogo il suo testo , attribuendosegli V opinione della Chiesa Gallicana sulla infallibilità del Papa, mentre egli l'am- metteva assolutamente ; qualche proposizione come degna di biasimo altri pure notarono in detta ope- ra, perlocchè nacque in Salisburgo una letteraria con- tesa che può vedersi descritta nella vita di cosi grand' Uomo scritta dal nipote di Lui , il Proposto Gian-Fran- cesco Soli Muratori (2.). Ne quest' opera fu la sola fra quelle dell' Autore, che desse motivo a serie que- stioni. Altra più viva e lunga se ne accese in pro- posito del Voto sanguinario per la difesa dell'Imma- colata Concezione dal Muratori disapprovato , e da altri con vigore sostenuto e difeso. Lungo sarebbe il voler qui ritessere, la Storia di questo letterario re- ligioso dissidio la quale può vedersi , come 1' ante- cedente, descritta nella citata vita (3). Non deve pe- rò ommettersi che il nostro Autore pubblicò nel 1 740. in Venezia sotto il nome di Antonio Lampridio un altro Libro intitolato De superstltione vitanda con un' appendice sotto 1' altro nome di Ferdinando Valdesio, la quale vide la luce nel i74-3-j ii^^ questo lavoro invece di terminar la questione, la rese anzi più osti- (i) Biblioteca Modenese T. IIL pag. 333. (a) pag. ia5. (3) pag. 104. L I B R O II. 121 nata e più calda (i). Se però furono molti gli op- positori, e se bartagliarono con vigore, ed anche diremo con astio, non fu minore il coraggio con cui l'Autor nostro continuò fin che visse, a difendersi (2) . Altre opere risguardanti la Religione compose egli, r elenco delle quali può vedersi nella citata vita e nell'articolo del Tiraboschi risguardante questo illu- stre Soggetto ; mentre io per brevità limiterommi a ri- cordarne qui due, cioè l'eruditissima opera della Litur- gia Romana antica, nella quale fece conoscere i tre sacramentarii di S. Leone, di Papa Gelasio e 1' anti- co Gregoriano somministratigli dal Padre Giuseppe Bianchini, e premise a questi monumenti un trat- tato sull'antica Liturgia della Romana Chiesa, con- frontandola con quello delle altre Chiese d'oriente e di occidente . L' altr' opera che ricorderò qui per ultimo di Muratori, contro la quale si menò special- mente dopo la morte di lui tanto rumore è La re- golata Divozione dei Cristiani: la massima da me già espressa nel principio di questa storia mi obbliga a rimandare alla più volte citata vita (3) quelli dei miei Lettori che conoscere volessero la serie delle vicende alle quali soggiacque l'opera suddetta, con vivezza criticata dal Cardinal Quirini quando vive- va l'Autore, ed aspramente poi impugnata da varii Teologi dopo che egli fu estinto. Altri scrissero con- tro di essa, altri predicarono dai pulpiti; e l'affare si spinse tant' oltre che la Sacra Congregazione dell' Indice nel 1753. la esaminò. Ma dicasi a lode e glo- ria del suo Autore già inallora da tre anni defunto, (i) Tiraboschi Bibli. Mod. T. III. p. 341. (a) Il Gesuita Francesco Burgio Siciliano sotto il finto nome di Can- d'ulo Partcnotiino fu il primo e il più forte sostenitore del Voto sanontà del- la propria causa, non lasciò mai trascorrere la sua penna ad invettive, o ad offese contro il suo avver- sario , e se fossesi usato , e si usasse questo metodo nelle questioni della presente natura , la Religione ne avrebbe ricavato, e ne trarrebbe maggior profit- (i) Fantuzzi { Scrittori Bolognesi T. IV. pag. 194. e seg. ) il quale ha compendiato l'Elogio storico del Gotti scritto dal Padre Maestro Tom- maso Agostino Ricchini stampato a Roma nel 1742. i44 Storia della Letteratura Ital. to, né sarebbersi forse veduti tanti scandali nella Chiesa di Dio. Dopo di avere il nostro autore con- futato con questi scritti il Picenino, difese pure da- gli attacchi dello stesso il celibato evangelico, che come agli Eretici dei primi secoli così ai moderni dà ognora impaccio. Allorquando poi egli era lettore in Bologna, il Padre Agostino Pippia Generale dell'Or- dine Domenicano gli ingiunse di comporre con nuo- vo metodo un corso compito di Scolastica e dogma- tica Teologia sulle orme dell'Angelico Dottor S. Tom- maso, tale che servir potesse in tutto l'Ordine a for- mare eccellenti Teologi. Eseguì il Gotti l'ardua im- presa, e nel giro di alcuni anni vide la luce questa grand' opera scritta al dire del Padre Ricchi ni (i) sty- io acuto . . . perspicuo atque erudito, nella quale spie- gò il nostro autore tutta la vasta sua dottrina, per- lochè ottenne l'approvazione universale. Oltre le pro- duzioni fin qui menzionate abbiamo di lui una so- lida confutazione del Commentario sulla Religione Cattolica, aggiunto dal Protestante Le Clerc al trat- tatalo di Grozio De Veritate Religionis Christianae, confutazione poscia ristampata a Ratisbona , e della quale vantaggiosamente parlarono i giornali Tede- schi. La Verità della Santissima Religione nostra die- de arijomento di altra voluminosa opera pubblicata dal nostro Porporato, nella quale espone tutte le pro- ve della verità e santità di essa Religione desunte da tutte le fonti già conosciute, e combatte gU Ere- tici antichi e moderni; trovaronsi poi fra li suoi ma- noscritti varii altri faticosi lavori, e fra questi un com- mento sulla Genesi che al dir del Padre Ricchini me- riterebbe di essere pubblicato. (i) Elogio citato. Libro II. i45 XVII. Nella quantità di scrittori sacri che ci la- Aitr^clittori sciarono frutti del loro sapere mi è forza, per non Polemici, incontrare la taccia di prolissità, il far breve men- zione di alcuni che forse meriterebbero articoli più copiosi; e perciò io ricorderò qui soltanto Fopera del Padre Francesco Breno Bresciano Minor riformato morto in Romanci 174^- (i) nella quale confuta tut- te le eresie che infettarono la Chiesa Orientale, lavo- ro interessante di cui pubblicò anche un compendio nel it36. Un altro autore accreditato abbiamo in Monsig. Carlo Antonio Donadoni Veneziano nato nel 1Ó72. e morto nel 1706. Minor conventuale di S. Francesco, che oltre il Quaresimale ed altri scritti oratorii sacri dai Veneti Giornalisti lodati, stampò le sue osservazioni critiche sopra alcune proposizioni morali licenziose e fra li suoi scritti trovossene uno terribile oltre modo contro la Regolata D'wozione del Muratori (a). Più celebre nome acquistossi il Cine- Roncaglia Co- \ ' _ ^ T . stantiiio Teolo- rico Regolare della Congregazione della Madre di Dio go. Costantino Roncaglia Lucchese nato li a. Novembre dell'anno 1Ò77. da illustre famiglia. Dopo di aver com- piuto in Roma li studii di Filosofia e Teologia si re- stituì l'anno 1700. alla Patria, dove insegnò per an- ni non pochi la Teologia con gran plauso, ed ebbe la carica di Consigliere dei Vescovi di Lucca, i qua- li lo stimavano, come pur faceva la sua Religione in cui occupò importanti impieghi e santamente morì nel 1787. alli 24. di Febbrajo. Copioso è il numero delle opere che egli compose e ricordate dal Sarteschi, (3) ma io mi limiterò a far brevemente parola delle più insigni. Fra queste registrar devesi la storia delle va- (i) Mazzucchelli Scrittori ec T. II, jiart. IV. p. 2049. (%) Zaccaria Annali Lett. d' Italia T. I. part. II. pag. 216. (3) Sarteschi Fridericus De Scriptoribus Congregationis Matrjs Dei pag. 278. Tomo I. IO i46 Storia della Letteratura Ital. riazioni delle Chiese Protestanti, come pure gli effetti della pretesa Riforma di Lutero, e Calvino e del Gian- senismo , delle quali fatiche del Roncaglia parlano con lode il Graveson, il Mansi - ed il Vincioli ; la sua Teologia morale poi è forse una delle opere che maggior stima gli acquistò presso i savii Teologi ed è molto usata. Rendette egli inoltre un segnalato servigio alla storia ecclesiastica, poiché corresse e die nuovamente in luce nelF anno 1734. arrichita di mol- te erudite annotazioni 1' opera su questo argomento del Padre Natale Alessandro, la quale era stata proi- bita, e che così ridotta dal nostro Autore incontrò l'approvazione della sacra Congregazione delP Indice e riscosse gli encomiì di Clemente XII; per locchè il Pubblico molto volentieri P accolse e ne fan prova le reiterate edizioni di essa in varie Città d' Italia eseguite (i). ^^">T- XVIII. Tra quelli autori che si distinsero o nello ^yne"! Micco- -'*• * ^^^' •% "• ^ lo ed altri Teo- scrivere contro le opinioni combattute nel secolo pas- ^°^'' sato, o a confutare direttamente le Eresie, contansi li Padri Niccolò Ghezzi, e Lorenzo Alticozzi della Compagnia di Gesù, il primo della Provincia Coma- sca e l'altro Cortonese contemporanei, perchè nati verso la fine del secolo XVII. e morti il Ghezzi nel 1766. e l'altro nel 1777. Combattè il Comasco la sto- ria del ProbabiUsmo del Padre Concina con due opere neir una delle quali stesa in dialogo col titolo = De' principii della morale filosofia riscontrati coniprincipii della Cattolica Religione, si mostra assai^ felice nello esporre i suoi concetti, quantunque però far doves- se alcune dichiarazioni , onde non incorrere la proi- bizione minacciata a questo suo scritto; sì occupò egli poi di Fisica, e riuscì assai valente scrittore in questa Ghe' (i) Sarteschi loc. cit. Libro IL 147 scienza, ma non è qui luogo il ragionare di ciò (i). Per molti anni faticò il Padre Alticozzi a comporre F 0}3era insigne dalla Somma Agostiniana da lui pub- blicata a Roma in cinque Volumi Fanno 1761. acuì aggiunse la storia delle vicende dei Pelagiani. In que- sto lavoro sviluppò egli una grande estensione di co- gnizioni, e sebbene alcuna volta si allontani dalle opi- nioni di qualche scrittore Cattolico, lo fa con tale modestia e riservatezza così che non induce sospet- to veruno. La storia critica del Manicheismo e varie altre dissertazioni contro i Materialisti ed i Filosofa- stri del secolo ci lasciò pure questo Religioso, che ad una profonda dottrina congiunse una soda pietà e il tratto più ameno e vivace nel conversare (2). Con- temporaneo di questi due Soggetti fu il monaco Bene- dettino Niccolò Maria Riccioli di Catania, il quale ol- tre Fessersi dilettato di Poesia di cui lasciò non pochi saggi, stampò un' opera polemica molto stimata sulle verità della Cattolica Religione (3). Fra li discepoli dell'illustre Abate Bacchini annoverar si deve il Pa- dre Don Costantino Rotiffni di Trescore nel Berga-^^"*'?^* ^*'''- *^ .^ Costantino. masco, dove nacque li 22. Marzo dell'anno 1696. e di cui il Padre D. Girolamo Calepio ci lasciò l'elogio (4). Priore il Rotìgni nel Convento di Brescia ebbe a so- stenere colà vive controversie per la verità (5): dotato di un ingegno sodo e adatto sopra tutto a trattare le materie dottrinali ed astruse, godette l'amicizia di molti Uomini dotti e fra questi del Cardinal Orsi. (i) Dizion. degli Uom. ili. T. VII. pag. 162. (2) Dizion. sud. T. I. p. 555. (3) Armellini. Aggiunte alla prima parte della sua Bihlioteca Benedet- tino-Casinese pag. 73. (4) Novelle Letter. di Firenze an. 1778. T. IX. pag. 78. (5) Li suoi av\ersaiii per antonemasia lo chiamavano il Priore di Ere* scia. i48 Storia della Letteratura Ital. del Padre Corsini, e di altri distinti Soggetti j ma eb- be ancor dei nemici che il tennero in concetto di gran rigorista, perchè aveva investito certe dottrine ad essi troppo care: chi bramasse di conoscere quali sia- no le opere di questo Religioso, consulti le Novelle letterarie di Firenze (i), dove trovausi registrate le edite e le inedite. Le questioni teologiche ai suoi tempi agitate esercitarono specialmente la sua penna, e la Divozione regolata del Muratori, come pure al- cune opere del Padre Berruyer furono lo scopo del- le sue battaglie teologiche ; coltivò poi anche^ nella lunga sua vita che giunse lino agli anni 80. V asce- tica e gli studii biblici, e ci lasciò fra le altre cose una epistola assai interessante che ha per titolo De Canonibus vulgo apostolicis ad editas jam vindicias SS. Cypriani et Firniiliani 1734. XIX. XIX. La dottrina della Grazia diede , come ognun Don'^c^fiireTai-sa, origiuc a non poche questioni: fra i Teologi del tri Teologi. passato sccolo occupossi molto di queste dispute Don Gelso Migliavacca Milanese Abate generale di S. Sal- vatore che cessò di vivere nel 1755. in età d'anni 82. Il Padre Zaccaria che nella sua storia letteraria (2) ci ha lasciato notizia di questo scrittore, ce lo dipin- ge come troppo fervido sostenitore delle dottrine strette sulla grazia; sospendendo io il mio giudizio sopra questo punto, perchè ben lontano dall'avere le cognizioni e i lumi a tant' uopo richiesti , dirò sol- tanto , che se il Migliavacca ebbe forse più volte il torto nello spingere troppo oltre le sue massime, il Giornalista Gesuita non ebbe sempre ragione di trat- tarlo come fece nei varii articoli della citata sua sto- (i) Loc. cit. p. 87. (a) T. XIV. pag. 38o. Libro II. 149 ria nei quali esaminò le opere diverse del nostro Teoloi;;©, che quasi tutte versarono sull' indicato ar- gomento, e che il Zaccaria esattamente registrò e ri- gorosamente vagliò. Un altro Milanese riuscì insi- fi;ne Teologo, e confutò l'opera di Pietro della Mar- ca Della Concordia del Sacerdozio e dell' Impero^ cioè il Padre Federico Niccolò Gavardi Eremita Ago- stiniano Professore nella Sapienza di Roma dove mo- rì nel 171 5 (i). Fra le diverse opere da lui pubbli- cate e che vengono dall' Argelati registrate, gli acqui- stò molto credito il corso teologico che ebbe grande spaccio, e compendiossi anche in Germania per opera del Padre Benigno Sichrowski. A questo scrittore Mi- lanese aggiungerò qui il Napoletano Padre Fulgenzio Belelli Agostiniano nativo di Buccino in quel Regno: sostenne egli le più cospicue cariche nella Religion sua, finche venne decorato con quella di supremo Ge- nerale e Commissario Apostolico, dopo di che visse sempre in Roma ed ivi nel 174^- cessò di vivere. E assai rinomata la sua opera che ha per titolo Examen S. Augustini de modo reparationis humanae naturae post lapsum ec. da lui scritta contro gli Eretici e più volte ristampata ; si svegliarono, è vero, contro di es- sa in Francia alcuni Contradditori, ma il nostro Re- ligioso trovò nel Padre Berti di cui già ragionammo, un valido difensore il quale con forza sostenne con- tro i Teologi di oltremonte le dottrine del Belelli (2). XX. Da famiglia illustre per uomini dotti di Sar- xx. — „ ^ i i- TT"- TT* m Moneglia Vin- zana trasportata a l^irenze nacque Vmcenzo Tomma-cenzo Tommaso so Moneglia : Niccolò fu suo Padre, e Lucrezia Casini la madre che il diede alla luce li 18. Agosto del 1686. (i) Argelati BiWioth. Script. Medio!. T. I. par. II. pag. 674. (a) Mazzucchelli Scrittori ec T. II. patt. II. p. 665. Il Belelli «osteji- ne contro il Muratori che il Corpo di S. Agostino esiste a Pavia. i5o Storia della Letteratura Ital. Fatti gli studii soliti ai giovani si applicò alla filo- sofia peripatetica sotto la direzione dei PP. delle Scuo- le Pie, e di anni i6. dimandò di entrare nel conven- to dei Domenicani di S. Marco di Firenze, dove fu molto volentieri accolto perchè li suoi talenti pro- mettevano assai, e ne diede una prova allorché ven- ne a Firenze il Generale dell'Ordine Domenicano Pa- dre Antonio Clochio , alla presenza del quale difese Teologia, recitò un' orazione in lode del Generale ed un' altra in lode dell' Ordine Domenicano. Appena ebbe l'età voluta, in conseguenza della sua som- ma perspicacia ed ingegno venne destinato a te- ner la scuola di filosofia la quale non videsi mai così frequentata come sotto la sua direzione . Ma frattanto lusingato dall' Ambasciatore Inglese Enri- co Newton presso la R. Corte di Toscana, il qua- le gli disse che conveniva andare a Londra per istruir- si, si accese tanto la vivace fantasia del Moneglia , ch« determinò di fuggire come fece sopra una nave che lo condusse a Londra, dove stette tre anni impiegan- do molto tempo nel frequentare le Biblioteche; ma essendogli riusciti assai minori di quello che egli era- si figurato, i vantaggi della sua dimora colà, si ridusse per vivere, ad insegnare la lingua Italiana. Il Gran Duca Cosimo III. e il Generale suddetto Padre Clochio dal Moneglia supplicati si maneggia- rono per il suo ritorno in Italia, promettendogli que- sto secondo che non si parlereb])e punto de' suoi trascorsi, e con la sua condotta in Religione cancel- lò qualunque scandalo avesse potuto recare la sua fuga, al quale oggetto ancora chiese ed ottenne di predicare, ma in luoghi oscuri, per evitare gli applau- si, e seguitò egli a farlo finche passò ad essere l'A- juto del Bibliotecario della Casanatense, Padre Tom- maso Minorelli uomo dottissimo ed al quale come ad / L I B R o IL i5i un ottimo padre professò molte obbligazioni il no- stro Moneglia. Una dissertazione sull'origine della Di- vozione del Santissimo Rosario che i Bollandisti ne- gavano doversi al Patriarca S. Domenico, ecco il pri- mo lavoro del Moneglia ^ il quale cercò di mostrare con un apparato di molte prove dedotte dalla storia, dai costumi, dai riti dei secoli bassi la sua proposizio- ne contro i Bollandisti suddetti . Mentre poi medita- va cose piìi importanti, li Superiori lo mandarono al Convento di S. Marco di Firenze per insegnare la Teologia. Provò inesprimibile dolore il Moneglia al- lorché ritornò in quel Convento da cui era fuggito, e che gli rammentava i giovanili suoi errori, ma rac- consolato dall' ottima accoglienza e dalle virtù de' suoi Confratelli assunse con coraggio e sostenne con onore la nuova carica. Vasta erudizione sacra , co- gnizione delle lingue orientali, lettura dei SS. PP. , queste erano le doti che il Moneglia predicava alli suoi scolari essere ad un vero Teologo necessarie, e queste in lui mirabilmente splendevano. Cercò egli di abolire 1' antico uso di proporre una quantità di tesi che erano poco o nulla intese dalli argomenta- tori, e meno dai giovani , e vi sostituì altro metodo più accademico che sillogistico ; ma vi fu chi disap- provò questo ottimo sistema ; egli però disprezzò que- ste voci, e die in luce due dissertazioni difese prima da un suo discepolo suUi anni di G. C. , e della Religione dei due Filippi Augusti. L'opinione da lui sostenuta sulla Cronologia di N. S. G. C. con molto apparato di erudizione venne poscia da altri con forza impugnata; in questa stessa dissertazione illustrò assai bene la sto- ria di Erode e di Pilato. Nella seconda sostenne con molti forti argomenti che li due Augusti non abbrac- ciarono mai la Religione Cristiana, contro l'opinione di molti Storici Ecclesiastici , e particolarmente del iSa Storia della Letteratura Ital, Gesuita Pietro Taffini, e dedicò ambedue queste ope- rette al G. D. Francesco IL che lo nominò F anno 1741. Professore di storia Ecclesiastica nella Univer- sità di Pisa , mentre il Cardinal Quirini lo aveva cercato per successore al Teologo P. Giacinto Serry nella Università di Padova. Questo nuovo impegno da lui con molta premura e frutto degli scolari ese- guito non lo distolse dalF attendere ad alcune ope- re. Una ne compose contro i Fatalisti da lui divisa in due Volumi : nel primo dimostrò che il consenso di tutti gli uomini è diretto a comprovare la divini- tà e la necessità della Religione, espose i sogni di tut- ti gli antichi filosofi sulla libertà umana e divina, con- futò Locke, Leibnitz, Coilinsio ed altri, e finalmen- te confermò la sentenza di S. Tommaso sulla uma- na libertà. Altre due dissertazioni impiegò contro i Materialisti e contro i seguaci di Epicuro e di Lu- crezio , nelle quali con il corredo di una buona logi- ca confuta gli errori di tutti questi sognatori, e bi- lancia con tutta la possibile esattezza le ragioni de- gli antichi e dei moderni filosofanti, fra i quali ulti- mi esamina il famoso libro deW Esprit dell' Elvezio, ed egli il primo fra gli Italiani combattè questo pe- ricoloso autore. Per ultimo dimostrò il Moneglia l' immortalità dell' anima umana e con F appoggio del- la Scrittura Santa , e con quello del raziocinio me- tafisico e geometrico , congiungendovi la più sa- na critica ed usando una somma chiarezza di di- scorso. Cinico nella persona il Moneglia,ed amante della so- litudine ottenne nulla meno per le sue virtù ed i suoi talenti la stima da molti uomini dotti, e fra questi dal Pontefice Benedetto XIV. che lo onorò e lo beneficò. Godette di una robusta salute fino alla vecchiaja, essendo morto li i5. di Febbrajo del 1767. in Pisa L I B R o II. i53 lU anni Si, e lasciò molti manoscritti ma di cose im- perfette e non degne perciò della pub. luce, quan- tunque si scorga sempre in essi la vastità della sua dottrina e la sua diligenza in raccogliere quanto po- teva giovare alli suoi studi (i). XXI. Quantunque nativo di Cipro il Conte Luigi AndruzziLui- Andruzzi, pure giacché menò quasi tutta la sua vita ^' j°a*^(i*^aini in Italia, sembra a noi, dice il più volte citato chiar.Autori. Mazzucclielli (2,), che possa meritar luogo fra i nostri Scrittori. Nel 1709. si confeiù alPAndruzzì la Catte- dra di Lingua Greca in Bologna, che tenne fino al 1732. circa , nel qual anno passò a Roma dove an- cor viveva nel 1749- Oltre l'aver tradotto in lingua Greca alcune Omelie di Clemente XI. e un ragio- namento di Benedetto XIV, si ritiene egli per uno dei più valorosi difensori della Chiesa Greca Orto- dossa e insieme della Chiesa Romana. Con un'ope- ra in due parti divisa rispose egli da prima a quan- to pubblicato aveva contro la Chiesa latina Dositeo Patriarca Greco Scismatico di Gerusalemme in un suo scritto stampato in Giassi di Moldavia, dimostran- do l'Andruzzi l'unanimità dei pareri delle due Chie- se sui dogmi del. Primato della Sede Romana e della Processione dello Spirito Santo. Consacrò poi un' altra sua fatica a comprovare la costanza della dottrina della Chiesa sulla Infallibilità del Pontefice nel de- cider le questioni di Fede, e sostenne contro F Ere- tico Picenino il culto delle sacre Immagini. Né con- tento di tutto ciò, occupossi nel comporre un'altr' opera piena di erudizione intitolata Specimen Philo- iophiae moralis, in cui istituì un confronto dei sen- timenti e dei dogmi degli Scrittori gentili con quel- (i) Fahbroni Vitae Ital. etc. T. XI. pag. 148. (a) Scrittori d'Italia T. I. part. II. pag. 728. i54 Storia della Letteratura Ital. li degli Autori cristiaai onde far conoscerej Come Dio qual Padre universale ha sempre illuminati gli Uo- mini. Un altro difensore delle Cattoliche verità ab- biamo nel Padre Conventuale Cesare Amedeo Bona- ventura Calabrese cbe fioriva nel 172,0., e che ci la- sciò una confutazione di tutte le eresie si antiche come moderne in nna voluminosa opera, come pure un Manuale polemico ed altra sua fatica sul retto nso della critica specialmente nelle cose sacre (i). La storia del Probabilismo del Padre Concina risvegliò, come già si disse, molte penne, alcune a propria di- fesa, ed altre contro di se j fra i tanti che se ne oc- cuparono, e dei quali il voler partitamente dar con- to sarebbe cosa lunga e insieme nojosa, io qui ram- menterò il Padre Gio. Vincenzo Patuzzi Veronese Do- menicano, e li Gesuiti Filiberto Baila di Bagnasco nell' Astigiano e Giuseppe Maria Gravina Palermita- no (a). Il Patuzzi Teologo distinto fece molti buoni allievi; ma si immerse nelle quistioni del Probabi- lismo del Lassismo e del Bigorismo sempre a difesa del Confratello Padre Concina, e non poche sue pro- duzioni vider la luce sotto il finto nome di Eusebio Eraniste . Gli altri due Gesuiti contemporanei del Patuzzi unitamente al Padre Francesco -Antonio Zac- caria di cui altrove si parlerà a lungo, si segnalarono nel combattere i suddetti Domenicani, e nel Dizio- nario citato e presso il Conte Mazzucchelli può co- noscersi da chi lo brami, la serie degli opuscoli dal- le due parti contendenti stampati sopra questi argo- Vaisecchi Pa- mcuti d^i moralc. Più importante materia che le con- toninl*^**'^^ "" troversie suddette, scelse a trattare il Padre Maestro (i) Zavarroni Bibliotheca Calabra pag. ifjo. \ U) Dizion. degli Uom. ili. T. Vili. pag. Sg. T. XIV. pag. 219. Mazztt- \ elicili. Scrittori ec. T. II. parte I. pag. 278. Libro II. i55 Antonino Valsecchi Religioso Domenicano Veronese di ^^ll^^^llf.Z onesta famiglia uscito al mondo nel 1708. Discepolo no. nei minori studii dei Gesuiti si determinò di entra- re nella Religion della Riforma detta de' Padri Ga- votti in Venezia, dove si istruì sotto la direzione dei Padri Cuniìiati e De Ruheis e godette F amicizia di Apostolo Zeho. Insegnò egli Filosofìa, nella qual scuo- la introdusse per il primo colà le dottrine ed i lumi delle recenti scoperte ; passato poi dalla Cattedra al pergamo, lo calcò per varii anni col più luminoso suc- cesso e colFapplauso il più universale; scelto a pre- ferenza di molti altri per Professore di Teologia in Padova, si accinse a sostenere con zelo e prem.jra questa incombenza, ed alcuni anni appresso stampò la sua grand' opera in difesa ed esaltamento della Cat- tolica Religione , che uscì in parecclij Volumi sotto titoli diversi ma tutti allo stesso scopo diretti, e dif- fuse così i frutti della sua dottrina anche a quelli, che dalla viva voce di lui sulla Cattedra e sul pulpito non avevan potuto ascoltarla. Le replicate edizioni che si fecero Dei Fondamenti della Religione ( que- sto è il tìtolo dell'opera), le versioni di essa in va- rie lingue, gli onorevoli giudizii e le amplissime te- stimonianze al Padre Valsecchi date dagli uomini tut- ti di pietà e di dottrina, comprovano abbastanza l'ec- cellenza di questo classico lavoro. Morì il nostro Re- ligioso nel dì i5. Marzo dell' anno 1791. con quella tranquillità d' animo e presenza di spirito, che è la ricompensa del giusto, e le sue ceneri dopo solenni .esequie si deposero in Padova nella Chiesa dei PP. Domenicani, ma l'iscrizione collocossi nel Chiostro del Convento vicino a quella del Padre Giacinto Serry (i). (1) L' Abate Gio. Battista Ferrari Prefetto degli stuHii nel Seminario Vescovile fece l' elogio funebre del P. VaUecchi, di cui hannosi anche alle i56 Storia della Letteratura Ital. Negherà Padre XXII. Uii Tobusto Oppugnatore specialmente del Gio. Battista, modemì increduli sì dimostrò il Gesuita Gio. Batti- sta Nogliera. Berheno nella Valtellina lo vide nasce- re nel giorno 9. di Maggio del 17 19., ed avendo nel 1735. abbracciato F istituto di S. Ignazio, professò da prima nel Collegio Gesuitico in Milano eloquen- za, e poi per alcuni anni nelP Università di Vien- na. Le cristiane e morali virtù accrebbero i pre^ di questo dotto ed infaticabile Religioso rapito alla Chiesa ed alle scienze F anno 1784. nella sua Pa- tria. Riuscì egli eccellente scrittore nella lingua lati- na e nella Italiana , e alla cognizione della lingua Gre- ' ca e delle facoltà oratoria e poetica congiunse un non ordinario corredo di scienza filosofica e teolo- gica. Il Dizionario degli Uomini illustri registra esat- tamente (i) le copiose di lui opere, la maggior par- te delle quali è diretta contro i moderni Novatori; e fra quelle che riguardano la Religione meritano di essere specialmente ricordate Le sue riflessioni per discernere la vera Chiesa cristiana fra tutte le sette che ne portano il nome, e le Osservazioni sulF Ana- lisi del libro intitolato Le prescrizioni di Tertulliano opera del testé defuvito Professor Tamburini di Pavia. Osservasi in questi come in tutti gli altri lavori di si- mile argomento del Padre Nogliera chiarezza non or- dinaria nella esposizione delle idee , forza e grazia nel dire ; il suo metodo nel confutare il Tamburini e in altri luoghi Voltaire e Rousseau , procede sem- pre con urbanità e saviezza , ed usa moderazione sen- za inveire troppo acremente contro gli avversami. Fe- cesi nel 1790. a Bassano una collezione completa dei- stampe le prediche, i panegirici, e varii altri opuscoli . ( Saggi scientifici d.eli' Accad di Padova T. III. pag. XI. ) (i) T. XIH. pag. 190, L I B R o IL 107 le sue opere in diecisette voi uiui, e l'estensore del- la Stor. Letter. d' Italia , il Zaccaria e 1' Abate Pas- se roiii lodarono il Noghera a cui poi il Conte Gio- vio tessè r elogio fra quelli degli illustri Comaschi (i). Se molti Scrittoti Italiani, come finora si è veduto, oc- Guidi L«igi . , . Prete. cuparonsi nel difendere la Cattolica Religione , alcuni pur troppo fra noi insorsero a comLatterla o diretta- mente o indirettamente con i loro scòtti. Fra questi contasi Luigi Guidi Prete della Congregazione dell' Oiatorio morto nel 1780, il quale dopo di aver consa- crato ben 40. anni alla istruzione della gioventù, servì con molto zelo il partito dei Convulsionarii^ lavorando intorno alla compilazione della Gazzetta Ecclesiasti- ca, e difendendo la causa dei Calvinisti con gran ca- lore in un suo Dialogo fra un Vescovo ed un Par- roco sopra i mafrimonii dei Protestanti^ al quale scritto pieno di sofismi e in tuono declamatorio esteso si ri- spose vittoriosamente , sebbene egli ceder non volesse alla verità conosciuta. Vani altri componimenti del Guidi si registrano nel Dizionario degli L'omini illu- stri (2) ; ma quelli che lo caratterizzano ^'e^amente per uomo dotato di molto spirito e di non ordinarie cognizioni, sono li suoi Trattenimenti filosofici sulla Religione e V anima delle hesìie ambedue in dialogo, e che stamparonsi dopo la mone dell' Autore, il quale in alcune lettere concernenti un viaggio fatto a Roma nel 1753. e pubblicate si mostra giudice imparziale, e produce anche alcune nuove osservazioni che inte- ressar possono i Lettori (3). Ben diverso dal Guidi mostrossi il Religioso delle Scuole Pie Bruno Bruni Bruni Bruno di San Giovanni di Cuneo Diocesi di monte Regale. "^'"'^'"°^*'^^"' (1) TI P. Noghera stampò inoltre alcune opere di bella Letter. e di argomento analogo, per le quali consultar si può il citato Dizionario, (a) T Vili. pag. ,60. (3) Nel citato Dizion, non incontransi altre notizie di questo scrittore- i58 Storia della Letteratura Ital. Quantunque dedicato per dovere di suo istituto spe- cialmente ad ammaestrare la gioventù, pure con at- tenzione straordinaria occupossi egli nello studio delle scienze sacre, ed abbiamo un frutto delle sue fatiche nelle edizioni delle opere di S. Massimo Vescovo di Torino e di quelle di S. Brunone ; avendo egli rior- dinate le prime e corredatele di annotazioni, ed aven- do premurosamente collazionate le seconde . Né li- mitossi a ciò ; poiché dedicò al Sommo Pontefice Pio VI. che lo stimava assai, un suo lavoro in due tomi diviso , in cui difese i SS. Padri che scrissero in favor della nostra Religione contro gli Eretici. Queste contansi fra le principali e più pregevoli sue opere, per le quali e per alfri interessanti opuscoli si meritò P affetto degli eruditi suoi contemporanei e della Corte Romana, dove sostenne il grado di Teolo- go esaminatore dei Vescovi , e poscia pieno di meri- ti cessò di vivere in età di anni 83. a Firenze (i). (jueftfoneVra il XXIII. L' csistcuza 6 gli attributi di Dio diede- Eiai e l'Adami, j.q argomcnto di un' opera al Dottor Gio. Alberto de Scria Professor di Pisa, contro la quale soUevossi nelle Novelle letterarie di Firenze l'Abate Giuseppe Bini di cui si parlerà altrove. Ma trovò egli nel Pa- dre Francesco Adami Servita vivente anche nel 17.53. un ipercritico che sotto il fìnto nome di Gelaste Ma- stigoforo pentir lo fece di aver messo mano in tale vespajo. Non si tacque però il focoso Bini, e la di- sputa si rendette così viva ed accanita, che occorse 1' intervento dei Superiori per sopirla, ordinando ai due combattenti Bini ed Adami di riconciliarsi co- me fecero con un reciproco viglietto riportato nelle Novelle Fiorentine (2). Alla classe degli scrittori po- (i) Afjlietti Mem. per servire alla Storia Letter. Maggio 1796. pag. la. (a) Anno 1749. colonna 449. Mazzucchelli scrittori d'Italia T.I. parte L pag. i3o. L I B R o II. iSg lemici può appartenere anche il padre Camillo Al- rnici Bresciano, poiché ci lasciò egli alcune riflessio- ni critiche sulla famosa opera del finto Giustino Fe- bronio; conosceva poi a fondo le lingue Greca ed Ebraica, ed era perito assai nella Ecclesiastica sto- ria, ma la morte sopraggiuntagli nel 1779. fece che restarono inedite alcune sue opere, e non abbiamo di lui alle stampe oltre le suddette riflessioni, se non che alcune sue dissertazioni e varii opuscoli eruditi (ij.Ma più deciso campione mostrossi il Gesuita Gio. Vincenzo Bolireni Bergamasco nato il di 22. Gennaio ^^«'g":^ ^^^^^ Ti V J^ Gjo. Vincenzo. dell'anno 1733. Impiegò egli la sua penna contro il teste defunto Professor Tamburini di Pavia in propo- sito del suo libro Della vera idea della S. Sede, e con- tro i Giansenisti per la tanta dibattuta questione de- gli Appellanti; come pure allorquando si volle ristam- pare in Pavia il Catechismo del Cardinal Bellarmino con alcune correzioni , sostenne il Bolgeni l' autorità della suddetta S. Sede di decidere in fatto di dot- trina. Né cessò finché visse, di andarsi opponendo con varii scritti alle sempre crescenti pericolose no- vità che sul cader del secolo XVIII. affliggevano i ve- ri seguaci della Religion nostra, ma specialmente pre- se di mira i Giansenisti. Pvi^jasto egli a Roma allor- ché il Sommo Pontefice Pio VI. fu strappato dalla sua Cattedra, non mostrò quel vigore che forse 4a lui aspettavasi nelP opporsi alla massima del prende- re il giuramento civico, che egli non prese, ma so- stenne con uno scritto stampato nel 1799. poter- si ciò fare ; dicesi però che prima di morire il che avvenne nel 181 1. si ritrattasse; ciò nulla meno il suo contegno in tali circostanze gli riuscì fatale. (i) Dizion. degli Uom. ili. T. I. pag. 35o. i6o Storia della Letteratura Ital, e per le opposizioni che incontrò, e per aver perduto sotto il governo di Pio VII. la carica di Teologo della Penitenzieria conferitagli dall'Antecessore (i). Suo concittadino e contemporaneo visse l'altro Religioso Mozzi. Can. della Compagnia di Gesù Luigi Mozzi nato li a6. ^*' Maggio dell'anno 1746. da onorata famiglia, ed en- trato nella Compagnia nel 1763. dieci anni prima del- la soppressione di essa accaduta mentre era egli Pro- fessore nel Colleggio dei Nobili a Milano; perlocchè si restituì a Bergamo sua Patria , ed ivi ebbe un Ar- cipretura ed un Canonicato (2). Pio e caritatevole non fu men laborioso e zelante , e si segnalò nelle controversie eccitate in italia da un partito, die spar- ger voleva ivi le dottrine che avevano per così lun- go tempo turbata la Francia. La prima fatica del Ca- nonico Mozzi in questo genere sembra che sia quel- la intitolata „ Lettere ad un amico sopra una cer- j, ta dissertazione pubblicata a Brescia sul ritorno „ dei Giudei alla Chiesa,, . Corsero varii opuscoli so- pra questo argomento prò e contra , e in appresso il Mozzi attaccò uno scritto Giansenista pubblicato nel 1764. a Parigi e tradotto iu italiano, relativo alla dottrina di S. Agostino e S. Tommaso. Alcuni scrit- tori dell' opposto partilo impugnarono la crìtica di Mozzi, e specialmente il Padre Capuccino Viatore da Coccaglia, ma il nostro Canonico stette sulle difese e non si lasciò sopraffare. Dopo di aver pubblicato va- rie altre dissertazioni polemiche si accinse il nostro Autore ad un' opera più interessante, e che gli pro- curò molto onore; e fu questa La Storia compendio' sa dello Scisma della nuova Chiesa di Utrecht slam- 1 pata a Ferrara nei 1785. per la quale Pio VI. gli at- i (1) Ami de la Relii^ion et dii Roi T. XXXIL N. 8io. a Paris iSaa. (a) Ami de la Religion et dii Roi T. XXX. N. 784. L I B R o II. i6i testò con un Breve dell' 8. Giugno 1785. la sua sod- disfazione. Sullo stesso argomento uscirono dalla pen- na del Mozzi varii opuscoli per la propria difesa e specialmente La Storia delle rwoluzìoni della- Chiesa suddetta in tre volumi pubblicata a Venezia nel 1787. Diversi altri scritti di tempo in tempo non mancò di produrre il sullodato Mozzi sempre diretti contro i Novatori e le pericolose dottrine foriere della ri- voluzione, che a quei dì a piena mano spargevansi contro la Chiesa od il Capo Augusto della medesima. Altro genere di opere intraprese egli in appres- so, voglio dire di Ascetica e di sacra biografia, del- le quali può vedersi il catalogo nel giornale V Ami de la B.digion ( loc. cit. ) . La riputazione di pie- tà e di dottrina da lui acquistatasi, determinò il Sommo Pontefice Pio VII. a chiamarlo a Roma , dove lo nominò Missionario Apostolico e Prefetto del- l' Oratorio del Padre Garavitta. Ma essendosi rista- bilita a Napoli la Società di Gesù, egli ben tosto co- là si portò e vestì nuovamente F abito Gesuitico fa- jcendo i quattro voti, malgrado la sua età avanza- ta; ma i suoi meriti e i servigi prestati alla Chiesa lo dispensarono dagli esami soliti ed esercizii. Non po- tè egli però lungo tempo godere del riposo procuratosi, e sopravenuti nuovi scompigli si ritirò nella villa del Marchese Scotti vicino a Milano dove morì il 25. Giu- ^gno dell'anno 181 3. Fra gli apologisri della Religione i deve a buon diritto annoverarsi Monsignor Alessandro Maria Tassoni Ferrarese morto d' anni 69. a Roma nel , QtO X\^ J* T ' 1 Tassoni Monjìcr, II 818. Dopo di aver egli con gran grido e con som- Alessandro. ma integrità maneggiate le cause nel foro Romano, col qual esercizio fecesi oltre modo ricco, si diede a scrivere un' opera intitolata La Religione dimostrata e difesa, per la quale preparato aveva fin da giovine copiosi materiali, ma che definitivamente compì e pub- Tomo i. 1 1 i6a Storia della Letteratura Ital. blicò soltanto dal i8o5. al 1808. in tre volumi. La verità, F utilità e la necessità della Religione forma- rono 1' argomento da lui felicemente sviluppato, poi- ché seppe r arte di non ripeter servilmente le ragio- ni da altri già esposte a comprovare il suo assunto, ma seppe farle sue e rappresentarle come di nuo- va origine. Con veemenza e con maravigliosa forza di dire seppe egli combattere contro i miscredenti, e confutò con successo gli ultimi scritti contro la Religione e la buona morale da alcuni anni stampati. Un così faticoso lavoro incontrò F approvazion pub- blica, se ne fecero a quest'ora cinque edizioni, e l'Autore che dedicato lo aveva all' immortai Pio VIL ne ricevette in ricompensa ( benché tardi ottenuta , a motivo delle sventure cui soggiacque la Chiesa e il S. Padre ) la carica importantissima di suo audito- re. Altr' opera di Monsignor Tassoni é la traduzione dei Salmi corredata di chiose, ma la morte gli im- pedì di oltrepassar il volgaiizzamento del Salmo 11 8.** e di pubblicare questa traduzione, al che fare poi si accinse lo stampator Pisano Sebastiano Nistri dopo che mancò ai vivi questo Prelato (i). XXIV. XXIV. Fra li più distinti zelatori della vera Reli- Muzzarelli A- . , ^ ^ • . • 1^ bate Alfonso, gionc c della saua morale cotanto ai nostri di com- battuta merita un luogo particolare l'Abate Alfonso Muzzarelli di Ferrara, dove ebbe i natali alli 22. di Agosto delF anno 1749. La Compagnia di Gesù era sulForlo della soppressione allorché egli in essa en- trò; quindi cercar dovette altre occupazioni, e passò \ alla direzione del Collegio de' Nobili a Parma, esercizio a lui gradito , e di cui aveva in patria dato un ot- timo saggio, formando ivi una Congregazione di gio- vani da lui nelle pratiche della cristiana pietà diretti, j (i) Biondi Luigi. Vita di Monsig. Tassoni 8." Pisa 182?. Libro II. i63 Gli studii teologici e di amena letteratura occupa- vauo quel tempo clie libero gli restava dall'assunto impegno, e più sotto vedremo quai frutti produces- sero le sue fatiche a prò della Religione. Allorché eletto venne a Pontefice Massimo l' immortai Pio VII. nominò egli l'Ab. Muzzarelli Teologo della Romana Penitenzieria, uffizio da lui, che di profonda dottrina era fornito , con zelo ed esito felice sostenuto; ed allor quando nel 1807. si istituì T Accademia di Religione Cattolica egli ne fu uno dei principali ornamenti. L'a- more da lui sempre professato per 1' istituto di S. Ignazio, lo determinò di rientrare nella Compagnia allorché nel 1804- venne questa ristabilita a Napo- li, ma il Papa che sommamente lo stimava non glie!' permise. Coraggioso compagno fu perciò il Muzzarelli al Pontefice nel glorioso esiglio, ma venne da lui staccato e deportato a Reims indi a Parigi dove alloggiò nell' antico convento della Visitazione presso le Da- me di S. Michele. Le passioni d' animo, che nei pas- sati burrascosi tempi afflissero il Muzzarelli, e le di- I sgrazie della Chiesa che egli vivamente sentiva, ab- I breviarono probabilmente la mortai sua carriera e I cessò di vivere in Parigi adì 2 3. di Maggio dell' an- no 18 13. Pervenuta a Ferrara la trista notizia della perdita di un tant' uomo, ottenne F universale com- pianto, gli si celebrarono colà solenni esequie con ; orazion funebre del chiar. P. Finetti Gesuita, ed al- I tra simile pur ne compose il Sig. Avvocato Felisi; ed ambedue videro poi la pubblica liice unitamente j ad una raccolta di rime in lode del defunto Sacer- dote. E a dir vero meritò questi, e per li suoi ta- lenti, e per la sua dottrina congiunta ad una soda pietà gli onori a lui compartiti: dotato di molta fa- cilità nello stendere i proprii pensieri, impiegò sem- pre la sua penna in difesa della Religion nostra San- i64 Storia della Letteratura Ital. tissima, e del Romano Pontificato; e anche allor quan- do dovette V Abate Mazza relli vivere esule dalla pa- tria e dall' Italia , qual coraggioso atleta continuò sempre a pugnare con vigore contro gli errori clie ovunque spargevansi a danno della sana morale e dei dogmi di nostra Fede. Lungo sarebbe il noverare tutte le produzioni importanti e gU opuscoli stam- pati dal Muzzarelli ed esattamente riferiti dal gior- nale francese^ L'ami de la Reìigion, et du Roi (i) , che mi ha somministrato la biografia di questo illu- stre scrittore, quindi darò conto soltanto delle pm rinomate sue opere. Fra queste V Emilio disinganna- to ottenne singolare accoglimento dal Pubblico, e dopo la edizione di Siena in due volumi se ne die- de in appresso una continuazione e si tradusse an- che in lingua Spagnuola. Ma più pregevole e più applaudita riuscì la raccolta di Opuscoli col titolo : Del buon uso della Logica in materia di Religione. Con questo lavoro il nostro Autore dimostrò quanto felice ingegno egli possedesse, di qual chiarezza di mente, e di qual retto giudizio fornito fosse. Varie edizioni successive egli fece di questa raccolta in cui trattansi e sviluppansi i più importanti articoli che | risguardano la sana credenza, aumentando sempre i | materiali, cosicché ristretta da prima in tre volumi | stampari F anno 1787. , crebbe fino a dieci nella : terza edizione del 1807. Molte di queste dissertazioni trasportaronsi in lingua Francese, e nelFanno 181 3. , pubblicaronsi nei Paesi Bassi; e Giorgio Szeldmayer , Ungherese poi le fece conoscere alla sua Nazione I con una versione latina che ne diede colà m luce. L'Abate Muzzarelli coltivò inoltre F Ascetica, e mol- (O i8ai. 21. Novembre N. 760. pag- 4^ « «^g. Libro II. i65 ti scritti su questa materia egli pubblicò, impegnan- dosi specialmente a difendere il culto del Sacro Cuor di Gesù, come pure arrichì nel 1807. la Cristiana Repubblica con altra raccolta di scelte dissertazio- ni toccanti varii oggetti polemici e di Stona Eccle- siastica. XXV. Il Conte Giovanni de Cattaneo Veneziano CatfanJo (de) Ministro del Re di Prussia presso la Repub. Veneta ^^°;J^^^'°''*°"* morto nel 1761. dedicò al S. Pontefice Benedetto XIV. P IJranide opera in dialogo unita ad alcuni discorsi, nella quale confuta in nuova foggia vittoriosamente le dottrine empie e insiem ridicole degli Atei e dei Fatalisti ; né di ciò contento pubblicò una lettera ad un Protestante, il cui argomento è di combattere i pericolosi sentimenti della Bibliotheque raisonnée. Sue pur sono le Lettere date in luce Panno 1754. a Ber- lino contro Voltaire , e a lui devesi un' altr' opera che ha per titolo La Force et le verìtable esprit des loix diretta a combattere i principii di Montesquieu, e che ebbe Ponor di una traduzione Tedesca ed In- glese (i). La Chiesa Armena sebben situata in paesi soejffet- ^^annowik . -li ^1- Giuseppe. ti ali Impero Ottomano unita tuttavia alla Cattolica Chiesa veniva da alcuni Teologi tacciata di eresia. Ma sorse a difenderla nel passato secolo P ex-Gesui- ta Giuseppe Marinow^ik di Perasto , e lo fece prima pubblicando una Dissertazione Polemico-critica , indi con un Compendio storico intorno agli Armeni. Ma questi due opuscoli furono come il segno della bat- taglia che si agitò fra il Marinow^ik e la facoltà Teo- logica di Siena, perlocchè i Teologi contendenti pub- blicarono a vicenda alcune risposte e controrisposte fino al 1-86. senza che poi nulla siasi rapporto a (i) Moschini Della Letteratura Yen. T. III. pag. i34. i66 Storia della Letteratura Ital. questa Chiesa per parte della S. Sede innovato (i). Le Omelie di Monsig. Marco Zaguri Vescovo di Ce- neda e poi di Vicenza meritano di esser qui ricor- date, e per la erudizione opportuna che vi si riscon- tra, e per la forza dell'eloquenza con cui sono scrit- te. Zelante poi egli della Religion nostra e vedendo quanti errori spargevansi dalla sedicente moderna Fi- losofia, stampò nel 1776. a Padova un'opera diretta a regolare lo spirito dei Filosofi moderni, opera che egli poscia ampliò e che venne più d'una volta alla pubblica luce (2). 11 Canonico Giovanni Cadonici Ve- neziano morto d"' anni 81. nel 17S6. si impegnò a trattare un argomento geloso anziché nò, sulla sovra- nità temporale e spirituale della Chiesa e dei Sovra- ni in un' opera stampata a Pavia nel 1784- dal Pro- fessor Zola, che vi premise una prefazione interessan- te: altro lavoro teologico ci diede poi il Cadonici in cui sostenne un' opinione priva di fondamento, cioè che i Santi dell'antico testamento giusta il parere di S. Agostino avevano goduto subito dopo la lor mor- te il premio della visione intuitiva di Dio (3). Visse fra i Camaldolesi nel Monastero di S. Michele di Mu- rano a. Venezia il Padre D. Antonio Maria Cardini Veneziano allievo dei Chiar. PP. Costadoni e Mitta- relli morto poi Vescovo di Crema nelFanno 1800. Im- pugnò egli la penna a difesa della Religion nostra San- tissima, e dopo di aver in Roma pubblicata la Veri- ' tà di Teologia naturale^ si accinse a dimostrare le Verità cattoliche, sviluppandone le prove con l'appog- gio delle sentenze dei SS. Padri, e l'opera ottenne plauso per modo che non pochi Vescovi adottaron- (t) Meschini Della Letteratura Veneziana nel secolo XVIIL T. L p. 276. (a) Meschini op. cit . T. IH. pag. a3 . (3) Biografia universale T. IX. pag. 89 . L I B R O II. 167 la per l' insegnamento nei loro Seminarli (i). XXVI. Se pochi non furono quegli Italiani che nel storici Éccie- secolo di cui scriviamo la storia Letteraria, si occu- p^j'Jj" j * ^^"* parono come ahbiam veduto finora delle teologiche discipline, o consecrarono le loro vigilie ed i talenti loro a combattere le perverse massime e gli errori dei miscredenti ; maggiore poi riscontrasi il numero di coloro che dedicaronsi alla ecclesiastica storia e versarono sulla filologia sacra, e quindi io diffonder- mi dovrò non poco in questa parte , ma procurerò tuttavia di farlo in modo da non riuscir troppo lun- go e perciò nojoso ai lettori; perlocchè ommetterò di parlare di coloro che illustraron bensì qualche par- te di storia ecclesiastica, come a cag. d'es. i Biogra- fi particolari, ma non si acquistaron con ciò un no- me nella Repubblica delle lettere. La Cronologia sacra die argomento al Padre Ignazio Bagnati Carme- litano morto nel 1728. di comporre un' opera col ti- tolo Vera mundi aetas, in cui sostenne l'esattezza dell' Era comune e fissar volle gli anni precisi scorsi dal- la Creazione del mondo alla Nascita del Salvatore (2). La storia di tutte le Eresie occupò la penna di Mon- signor Domenico Bernini (3) che ce la diede divisa in quattro Volumi sul cominciar del secolo passato ; e il Padre Zaccaria non defraudò della dovuta lode l'Au- tore , in cui tuttavia desiderò maggior copia di eru- dizione e più fina critica (4), ma all'epoca nella qua- le scriveva il Bernini conoscevansi poco le regole di essa. L'. Armellini ci ha lasciato memoria (5) di una erudita storia panegirica di S. Anselmo Dottor della (i) Meschini Della Letterat. Ven. T. III. pag. i35. (2) Mazzucchelli Scrittori ec. T. II. parte I. p. 56. (3J Ibid. T. II. parte II. p. icoo. . (4) Raccolta Calogerà T. XLI. (5) Biblioth. Bened. Casin, Pars I. pag. 17. i68 Storia della Letteratura Ital. Chiesa , e nelle memorie di Trevoux ( i ) si parlò con lode di una storia ecclesiastica della Sicilia del Pa- dre Domenicano Tommaso Angelo Messinese, il qua- le però non la protrasse oltre i primi cinque secoli della Chiesa. La Sacra Biografia e la Liturgia per le Chiese di Roma illustrate vennero da Carlo Piazza del Ducato di Milano morto nel 1718. soggetto caro per la sua dottrina e virtù cristiane a Clemente XI. Ab- biamo di lui il Menologio Romano, ossia il Catalogo dei Santi dei quali si fa ogni giorno dell' anno colà commemorazione, L' Eusebìologio e rEortologio Ro- mani, nel primo dei quali si dà la storia delie Opere pie di Roma, e nel secondo si descrivono le sagre Sta- zioni e le Feste mobili; oltre varie altre operette poi eguire ristampe corrette di alcuni fra i no- stri migliori Poeti e specialmente del Goffredo del Tasso. L' opera poi che direttamente spetta alla ec- clesiastica storia e da lui com])osta, versa su gli an- ni santi dal loro cominciamento fino al Papa Bene- detto XIII. per la quale e per varie altre di minor [importanza si annovera fra gli scrittori distinti dell' ordine Domenicano (i). Benemerito della Biografia [Sacra dir si deve il Cardinale Annibale Albani che I pubblicò con la sua interpretazione latina il meno- logio Greco compilato ai tempi e per ordine dell'Im- jperatore Basilio , e a questo insigne Porporato che jalli studii più severi congiunse l' amore delle belle arti dobbiamo la edizione fattasi con tutta la magni- Ificenza delle Omelie, delle Epistole, del Bollano e di laltre produzioni del S. Pontefice Clemente XI. suo Zio da cui ricevuto aveva nel 171 1. il Cappello Car- Idinalizio (2). XXXI. In argomento di vario genere, ma special- xxxi. jmente di erudizion sacra si esercitò il Cardinal Fi- di sacra BiogJI- lippo Maria Monti Bolognese, che lasciò allorquando llrLoL^lZu- (i) Mazzucchelli Scrittori ec. T. I. part. I. pag. 477. (a) Mazzutchelli T. I. part. I. p. 270. i8o Storia della Letteratura Ital. mori nel 1754. per legato all'Istituto di Bologna la sua Biblioteca copiosa di dodicimila volumi e la sua serie di ritratti d' Uomini illustri. Il lavoro di lui più importante sono gli elogi stampati nel 1751. a Ro- ma dei Cardinali più rinomati per dottrina e pietà, che eejli stese in latino, e collocò sotto le rispettive loro effigie (i). L'Ordine di S. Benedetto ricco quant' altri mai di Santi trovò nel Monaco Olivetano Ber- nardo Maria Amici Milanese un illustratore delle sue glorie, poiché scrisse egli le vite di cento di tali San- ti delle quali se ne fecero due edizioni, una nel 1722. in cui morì l'Autore, e l'altra nel 1744 (^)- Più be- nemerito poi della Religione stessa fu il Monaco Eras- mo Gattola di Gaeta nato nel 1675.il quale destina- to ad archivista di Monte Casino, ne riordinò intie- ramente il prezioso deposito di antiche carte, e com- pose un diffuso libro sui Vescovi ed Abbati di quel Monastero, di cui con sua intelligenza si prevalse poi il Padre Abbate Ambrogi per il compendio dell'Ita- lia Sacra da lui pubblicato; altro lavoro faticosissimo intraprese poi e compì il Padre Gattola intitolato Hisforia Abhatiae Casinensis in cui diede la storia dell'antichissima Città di Casino, e quella dei dirit- ti, dei beni e dei domiuii di quell' insigne Monaste- ro, unendovi il Catalogo ragionato di più che seicento pregevoli Codici colà esistenti. Il Bacchini, il Ciam- pini, il Ruinart, ed altri sommi Letterati encomiatori del Padre Gattola giovaronsi non poco delle fati- che di lui nelle loro opere di storia ecclesiastica, per le quali somministrò loro recondite notizie (3). Il Sergardi ed il Crescimbeni parlarono con lode (i) Fantuzzi Scrittori Bolognesi T. VL pag. 8G. (a) Mazzucchelli Scrittori ec. T. I. part. IL pag. 622. (3) Armellini Biblioth. Bened. Casin. part. I. p. i55. L I B R O IL l8l del Patrizio Sanese Gio: Battista Brancadori Perini, che morì di soli anni 87. nel 171 1. di cui abbiamo la Cronologia dei gran Mastri dell'Ordine di Malta con le loro vite e con i ritratti stampati a Roma nel 1709; altro suo lavoro poi e forse più interessante sono le illustrazioni all' Italia sacra dell' Uglielli , le quali si inserirono nella edizione di quest' opera fat- tasi nel 1727. a Venezia dal Coleti(i). La Religione dei PP. Cappuccini ebbe fra gli Annalisti suoi il Padre Silvestro Braghetti Milanese nato nel 1676, di cui l'iVrgelati (2) loda assai l'ingegno e la storia dell' Ordine suo da lui tessuta, e ci dice che lasciò mol- ti altri scritti parte editi e parte inediti, ma tutti me- ritevoli di encomio. Alcuni punti di storia ecclesia- stica particolare vennero sviluppati in varii opuscoli scritti con purgata lingua latina dal Canonico Filip- po Rontlinini nobile Faentino, allievo del Collegio Nazareno di Roma e da lui pubblicati mentre non contava che anni aS. di età; e questi primi parti dell' ingegno di lui accolti favorevolmente anche dai Gior- nalisti Oltramontani davano speranza che il Rondini- ni un giorno avrebbe figurato nella letteraria Repub- blica, ma ritornato da Roma alla patria dopo di aver ivi fondata la Colonia Arcadica denominata Lamonia, venne da' immatura morte colpito nel 17 18. lasciando molto desiderio di se (3). Il Padre Giuseppe Maria da Ancona dei Minori Osservanti già Provinciale della sua Rehgione morto d'anni 55. in Roma l'anno 1744. è il continuatore degli Annali della sua Religione pubbli- cati dal Waddingo, continuazione che trovasi nel Tomo 19. di essi Annali pubblicato in Roma l'anno 1745. (4) (i) Dizion. degli Uom. ili. T. III. pag. 341. (2) Bibhoth. Script. Medio]. T. I. part. II. p. 56l. (3) Notizie degli Arcadi T. III. pag. 289. Roma 1721. (4) Mazzuschelli Scrittori ec T. I. part. II. p. 688. i82 Storia della Letteratura Ital. XXXII. XXXII. Firenze ebbe nel Chiarissimo Teologo di StTria«cie" Giuseppe Maria Brocclii nato nel 1687. uno Scrit- particoiare. ^^^ diligente delle Vite dei Santi e Beati Fiorentini, sebbene si occupasse egli assai più negli studii teo- logici specialmente morali , di cui ci lasciò alcuni nobili saggi , e sebbene avesse la direzione del Se- minario de' Cbierici di quelP inclita città. Allorché passò al Priorato di S. Maria degli Olmi, tenne sem- pre aperta un' Accademia di Teologia scolastica e morale , ed aveva fra le altre cose intrapreso il la- voro oltremodo laborioso di una Biblioteca di tutti gli Scrittori di morale Teologia, che però restò imperfetta, e non vide quindi la luce. Si rendette poi il Broc- chi benemerito anche della nostra lingua istituendo nel Seminario a lui affidato una Cattedra di idioma Toscano al celebre Domenico Maria Manni conferita. Il Magliabecchi, il Lami, il Cori ed altri Letterati contansi fra suoi amici, e le Accademie più cospicue di Firenze lo annoverarono fra i loro collaboratori, al che egli corrispose con pubblicare molte opere di vario argomento , il catalogo delle quali può riscon- trarsi presso il diligentissimo Mazzucchelli (i). Contemporaneo al Brocchi abbiamo Monsig. Gio- Di Giavanni vanni di Giovanni di Taormine nato nel i6qq. sog-| Monsig. Giovali- . inii.r-vl ni. getto di molto ingegno dotato, e di cui r Abate Quer- ci Fiorentino stese un elogio dal Padre Zaccaria giu-f dicato non veritiero (2) , fors' anche perchè il detto Monsig. soggiacque a diverse vicende, e perciò ebbe nemici che lo depressero, e fautori che probabilmen- te troppo lo esaltarono. Applicatosi egli da principio alla Giurisprudenza presto si annojò della professio- (i) Scrittori ec T. II. part. IV. p. 2134. (a) Stor. Letter. T. XI. Lib. IH. pag. 387. Libro II. i83 ne di Avvocato, e si dedicò intieramente agli studìi ecclesiastici in Palenno, dove ottenne un Canonica- to ed altri onorifici impieghi, e fra questi quello di Rettore del Seminario Vescovile. Ma la riforma che egli volle introdurre in punto delle scuole destinan- do particolari Professori che istruissero i giovani alun- ni dentro il Seminario stesso, vietando loro di anda- re alle scuole dei Gesuiti, questa innovazione susci- tò una lunga contesa fra lui e l'Università di Cata- nia e Palermo, la quale essendo terminata con po- ca sua soddisfazione, si dimise nel 1748. dall'impie- go , e mori poi nel 175 3. mentre era giudice della Regia Monarchia. Deve a lui la storia ecclesiastica 1' opera De djvinis Siculonun officiis stampata nel 1736. di cui vario giudizio diedero i giornalisti, aven- done il Lami fatto un singolare elogio , mentre gli estensori delle Memorie di Trevoux se ne sbrigaro- no con brevi parole, ma non senza però significazio- ne di lode. Lavoro più interessante compose poi Mon- signor di Giovanni, quello cioè di raccogliere il Codice Diplomatico della Sicilia, di cui però non diede alle stampe che il primo volume, perchè incontrò egli mol- tissime brighe , e non senza qualche fondamento tac- ciato venne di plagiario, onde ne sospese la pubbli- cazione (1). Altre due opere compose Monsignor di Giovanni, la storia cioè dei Seminarii stimata non poco dal Pontefice Benedetto XIV. e V Ebraismo del- la Sicilia, lasciò poi inedite alcune vite di Santi, la storia ecclesiastica dell' isola stessa, e cjuattro vo- lumi del sunnominato Codice. La difesa della famo- sa dichiarazione del Clero Gallicano scritta da Mon- signor Bossuet, diede argomento al Professor Pietro (i) Il Zaccaria nel cit. luogo ci dà per esteso la storia di queste lettera- rie vicende del nostro Autore come pure il suo panegirista l'Ab. Querci. p 184 Storia della Letteratura Ital. Tommaso di S. Barbara per una voluminosa Opera in appoggio della Podestà dei Romani Pontefici con- tro l'opinione deir illustre Vescovo Francese. Viveva il Professor suddetto nel 1704., ed era Religioso Car- melitano, dotto nelle lingue Greca ed Ebraica , ma particolarmente nella ecclesiastica storia, della qua- le ci lasciò quella dei primi cinque secoli della Chie- sa oltre varii altri opuscoli , alcuni però dei quali si crede che restassero inediti (i). xxxiii. XXXIII. Noi abbiamo in succinto parlato nei pa- De-Rossi padre .. . T , . . . Bernardo Maria. ragrafi antecedenti ai varu scrittori ecclesiastici, perchè ci lasciarono essi bensì alcune loro pregevoli fatiche, ma non si distinsero particolarmente nel- la intrapresa carriera , come fece il Padre Bernar- do Maria De-Rossi, il quale perciò esige che più dif- fusamente di lui si ragioni, come ci «ara facile di eseguire con la scorta del Chiar. Monsig. Fabbroni che ce ne diede la vita (2). La Religione di S. Do- menico possedette questo Soggetto nato il di 8. Gen- najo deiranno 1687. da Antonio De-Rossi e da An- || na Frumentina nel Friuli, ed avendo egli secondo il consueto dopo il termine de' suoi studii insegnato da prima la Filosofia e poscia la Teologia nel Con- vento del Santissimo Rosario in Venezia, uscirono dalla sua scuola fra gli altri allievi i Padri Concina e Val- secclii. Spedito in compagnia di uq altro Religioso a Vienna per affari del Monastero Carmonese, ebbe la sorte di contrarre colà amicizia con Apostolo Zeno e con li Bibliotecarii Cesarei Benedetto Gentilotti ed Alessandro Riccardi ; e nel tempo della sua dimora colà si occupò nel formare un indice di tutte le opere teologiche manoscritte in quella ricca Biblioteca esi- stenti. In altro viaggio fatto a Parigi per accompa- (i) Mazzucchelli Scrittori ec. T. II. part. I. p. 2|o . (a) Vitae Italorum T. XI. pag. 99. Libro li. i85 rnare in qualità di Teologo i Senatori Foscarini e Tie- polo, ambasciatori straordinarii della Repub. Veneta a Luigi XV. ebbe campo il De-Rossi di conoscere i Dotti Francesi e fra questi li suoi Confratelli PP. Giacomo Echard e Michele Lequieu celebri storici, il Montfau- con, l'Arduino ed altri. Ritornato poi in Italia visse ri- tirato quasi sempre nel suo Convento di Venezia, dove compose le molte opere di cui faremo più sotto men- zione. La sua fama era per modo stabilita che i Dotti i quali andavano a Venezia, desideravano di seco ab- boccarsi ; i Patriarchi di quell'inclita Capitale lo vol- lero a loro Teologo e ad Esaminatore del clero; e li Nunzii Pontificii ed altri risjiettabili personaggi seco si consigliavano, come fece pure il Cardinal Rezzo- nico poscia Clemente XIII. allorché era Vescovo di Padova. Religioso osservatore delle regole dell' Ordin suo ricusò il De-Rossi più volte i mezzi di far de- naro, civile ed urbano in conversazione modesto e pacifico qual' era di carattere, amò piuttosto di esser criticato a torto che di inquietarsi ; perlocchè visse fino agli anni 88. essendosi si può dir spento per la vecchiaia nel dì 2. di Febbrajo dell'anno 1775. Opere dei Padre In due classi divider si possono i lavori letterarii del Padre Bernardo Maria De-Rossi, cioè nelle opere pro- prie, e nelle altrui illustrate e di nuovo date da lui in luce. I monumenti dell'antica Chiesa di Aquile] a somministrarongli abbondevoli materiali per compilar- ne la storia dalla sua origine fino all'anno 1734. in cui morì il Patriarca Dionigi Delfino. Non ommise il De-Rossi diligenza alcuna perchè riuscisse questo suo lavoro perfetto: in esso viene partitamente trat- tato della disciplina, dei riti e di tutto ciò che ris- guarda detta Chiesa, delle successioni dei Vescovi, di ciò che essi operarono, dei Sinodi, e di tutti i per- sonaggi per pietà e per dignità rispettabili che fio- i86 Storia della Letteratura Ital. rirono colà; e di queste varie cose parla il De-Ros- si con ordine e chiarezza, ma specialmente poi si oc- cupa a tessere la storia della dignità del Metropoli- ta d'Aquileja e dello scisma che travagliò quella Chie- sa. I Fratelli Ballerini ed il Muratori fra gli altri esaltarono con somme lodi l'opera del nostro Reli- gioso, il quale nove anni dopo vi aggiunse due eru- dite dissertazioni sulle monete battute per ordine dei Patriarchi d'Aquileja, nelle quali sviluppa assai pro- fondamente questa oscura materia, anche per molti altri luoghi d'Italia, cosicché possono queste disser- tazioni dallo Schleger purè-encomiate considerarsi in quanto alle monete^ come un'appendice a quelle del Medio evo del Muratori e delle antichità Aquilejesi del Berteli. L'anno 1754. poi il Padre De-Rossi stam- pò sullo stesso argomento altre due dissertazioni di- rette specialmente a confutare Monsig. Fontanini ed il Liruti, dai quali dissentiva egli in alcuni pun- ti della storia del celebre Rufino Compagno di S. Gi- rolamo. Abbiamo inoltre dello stesso Autore alcuni opuscoli di varia erudizione, la storia della Congre- gazione Veneta dell'Ordine Domenicano, ed alcune altre dissertazioni ma di argomento teologico, nelle quali si occupò a combattere gli errori di varii Teo- logi, fra i quali contasi il Padre Arduino Gesuita. Aveva già egli sin da quando cominciò ad entrare nella carriera letteraria, pubblicata una dissertazione diretta a provare che S. Tommaso non era stato Mo- naco Benedettino come pretendevasi da alcuni^ e in seguito dopo di avere studiato a fondo le opere di questo Santo Dottore, ne intraprese nel i74>^. una nuova edizione che per ogni riguardo riconobbesi. migliore delle antecedenti. Fece a questa preceder re trenta dissertazioni nelle quali ad onta di quan- to scrissero del suddetto Santo altri Letterati, tutta- Libro II. 187 via egli scuoprì molte cose nuove, ritessè la storia diluì e delle ammirabili sue opere, e sviluppò in tutte le no- minate dissertazioni ma specialmente nella nona e nell' ultima una profonda dottrina. Pari diligenza adoperò il De-Rossi nel dare alla luce le opere Greco-latine dell'Arcivescovo di Bulgaria Teofilatto, alla quale edi- zione egli secondo il solito premise un erudito opusco- lo, in cui tratta alcuni punti relativi alla storia dell' Autore eterodosso , che viene perciò da lui robusta- mente confutato. Indefesso poi siccome egli era nella fatica occupossi a stampare altri antichi manoscritti, e fra questi l'Epistolario di Giorgio Ciprio Patriarca di Costantinopoli, delle opportune illustrazioni corredato alle quali aggiunse la vita dell'Autore. XXXIV. Un infaticabile e dotto scrittore richia- ,^^^^J7' . Mansi Monsig. ma adesso l'attenzion nostra, cioè Monsig. Gio. Dome- Gio. Domenico nico Mansi Lucchese. Giuseppe Mansi e Rosa Torri no- bili di quella Città ebbero questo figlio che vide la lu- ce del giorno nel di 16. Febbrajo dell'anno 1692 (i). Scioltosi ben presto dai vincoli e dalle inezie gram- maticali, si pose a meditare i classici latini e special- mente gli Storici, formandosi così quel colto stile la- tino che in tutte le sue opere si ravvisa. L'indole sua inclinata alla cristiana pietà, e la morigeratezza de' suoi costumi lo determinarono ad entrare sebbene primogenito, nella Congregazione dei Chierici rego- lari della B. Vergine. Compito in Napoli il suo no- viziato , fece in Lucca il corso de' sacri studii , e sprezzate tutte le sofisticherie delle scuole ebbe per oggetto delle sue meditazioni soltanto l'utile, e de- dicossi in modo speciale alla ecclesiastica Storia. Ve- dremo in altro luogo ciò che egli operò a vantaggio (i) Fabbroni segna XIX. Kal. martii j ma vi è in questa data errore parchi 1» Calend» cominciano a contarsi dal XVI . e deve dir XIV. i88 Storia della Lettratura Ital. della Filologia e della erudizione; intanto qui ram- menteremo da prima un trattato dei casi riservati nel 1724. da lui puhlìlicato, all'oggetto di togliere le dubbiezze grandi che allora in tal materia regnava- no e ebe da questo trattato ottennero schiarimenti vantaggiosi. Ma la Teologia morale non formò in ap- presso la sua occupazione prediletta ; l'utilità somma che alla sana interpretazione della sacra Bibbia re- cate avevano le opere su questo vasto argomento com- pilate dal Padre D. Agostino Galmet, richiamarono a se l'attenzione del Mansi che le tradusse in lati- no, e le stampò in quattordici grandi Volumi facen- dovi con l'approvazione del Galmet, come apparisce dalle onorifiche lettere di questo al Mansi dirette , quei cambiamenti che opportuni gli sembrarono, nel- la qual cosa ebbe per norma la prudenza ed una ben giusta moderazione . E non era per anche compita l'edizione delle opere del Galmet, quando il nostro Autore si accinse ad una più laboriosa impresa, di ristampare cioè gli Annali ecclesiastici del Cardinal Baronio e del suo continuatore il Rinaldi. Un eru- dito ed ampio apparecchio precede questa edizione, in cui il Mansi inserì le dotte annotazioni del Padre Antonio Pagi dirette a rettificare in molti luoghi la verità delle cose narrate, ed a portar giudizii dalla più sana critica dettati, giacche il Cardinal Baronio non potè aver sott' occhio tanti monumenti dopo lui scoperti. Né qui si restò 1' opera del Mansi; poiché in molti luoghi corresse lo stesso Pagi , ordinò me- glio la Cronologia della storia medesima, e illustrò e supplì a quanto mancava nel continuatore del Ba- ronio, Odorico Rinaldi, al quale oggetto esaminò il Mansi diligentemente i documenti e le dissertazioni dei Dotti sul Medio evo, e dispose tutto quanto ris- guarda la erudizione e la storia con ordine e con chia- L I B R O II. 189 rezza in questa grand'opera in ben 35. Volumi com- presa, cosicché, al dir del Chiar. Canonico Domenico Pacchi che mi ha somministrato le presenti notizie {i), se il Baronie chiamato viene Padre della storia ecclesiastica, essa però deve anche molto per con- fessione degli eruditi tutti al Mansi. Non è però a stupire se in un così vasto lavoro incontransi varie ommissioni ed errori; ma non meritava poi sicura- mente l' illustre compilatore di essere così inurba- namente trattato , come lo fu nelle ElTemeridi let- terarie di Roma, per aver sulla fede di un antichis- simo Codice del Capitolo di V erona anticipata P epo- ca del Concilio di Sardegna, opinione che il Mura- tori stesso non disapprovò. A questa indiscreta cen- sura però si mostrò superiore il Mansi, che così fa- cendo nobilmente e cristianamente agì, ed insegnò a molti Letterati quale esser dovrebbe il loro conte- gno in simili questioni. XXXV. La Biblioteca Canonicale di Lucca, di Co- a,^^^^- . ^ , T . . . 1 Altri lavori dei dici e di edizioni antiche abbondevolmente fornita Mansi. somministrò al nostro Erudito molti aiuti e mezzi per arrichire la raccolta dei Concilii del Labbè e del Cos- sartj onde potè pubblicale in sei volami in foglio sei- cento nuovi Concilii e non poche lettere e decreti dei Romani Pontefici, il tutto corredato con note cri- tiche^ cronologiche e dogmatiche dal più sano giu- dizio e da fino criterio dettate, pregi proprii del no- stro Autore che ad essi univa una ijorprendente at- tività (a). Queste sono le principali fatiche ma non le sole del dotto P. Mansi, e presso il suddetto suo (i) Vita del Mansi inserita tra quelle di Monsig. FahLroni T. XIX. pag. 174. (a) Molti anni dopo egli ristampò questo supplemento alla raccolta del Labhè, impinguandolo di nuovi monumenti da lui raccolti ne' suoi viaegi a Monte Casino, a Roma ed a Vienna fatti per questo oggetto. 190 Storia della Letteratura Ital. Biografo riscontrar possonsi gli altri lavori da lui a buon termine condotti, e le varie opposizioni e i con- trasti sostenuti. Fra le contrarietà avute non è a tacersi l'accusa datagli di Probabilista, per cui citato venne al Tribunale della Congregazione dell'Indice, ma egli pienamente si giustificò, e il Padre Ricchi- ni Segretario di esso Tribunale, come pure li Cardi- nali Besozzi e Gentili secolui si congratularono per aver egli superato questa ingiusta guerra. Nominato poi il Mansi Arcivescovo di Lucca dal Senato della Repubblica, ebbe la consolazione di udire dal Ponte- fice Clemente XIII. allorcbè si presentò all' esame huculentinn jam scientiae doctrinaeque tuae testimo- nium habemus. Abbandonò egli allora gli studii suoi prediletti per occuparsi nei doveri del sacro suo mi- nistero, e santamente cessò di vivere nel giorno 117. Settembre dell'anno 1769. lasciando oltre le ope- re già indicate, una nuova edizione della storia ec- clesiastica di Natale Alessandro espurgata già dal Ron- caglia e cpiindi tolta dall'indice dei libri proibiti; non poche sono le notizie che Monsig. Mansi vi ag- giunse, e molti passi della medesima egregiamente difese dagli attacchi degli Eretici e specialmente del Basnage. Bello è il carattere morale che il Cano- nico Pacchi ci presenta di quest' Uomo insigne , a cui oltre r elogio col quale il Clero Lucchese onorò i suoi funerali, l'Accademia degli Oscuri e quella di storia ecclesiastica da lui, come altrove si disse, eret- ta tributarono un simile e così ben dovuto onore. xxxvL XXXVI. Gli scrittori di storia dei quali abbiam Giiileppe!'^ "^ date finora le notizie , si occuparono chi nelP illu- strare una parte e chi l'altra delle varie vicende a cui nei secoli passati soggiacque la Chiesa di Dio ; ma fra noi mancava tuttora, uno che mettendo a pro- fitto i copiosi materiali raccolti dagli antecedenti Dot- L I B R o IL 191 ti in questo vasto campo, ci offrisse in un corpo ra- gionato e seguito i fasti della Cattolica Chiesa dal- la origine sua fino ai nostri giorni. Riempì in parte questo vuoto il Cardinal Giuseppe Agostino Orsi di cui sulle tracce di Monsig. Fabbroni ( i ) passo ora a far parola. Firenze vide nel 1691. nascere questo ra- ro ingegno da Giuseppe Orsi e da Elisabetta Gianot- ti conjugi ambedue di onorata famìglia. L'indole del giovanetto assai inclinata alla divozione ed alla vir- tù, gli ammirabili suoi talenti, e la sua assiduità agli studii che intraprese alle scuole dei Gesuiti, davano ben giusto fondamento a sperare, che avverata sareb- besi la predizione del Cardinalato fattagli in età di anni quattro da una Monaca che viveva in concet- to di molta pietà. Allorché pensava l'Orsi di portar- si allo studio di Pisa cambiò immediatamente pare- re, e dedicossi a Dio nel Convento dei Domenicani di Fiesole vestendone l'abito li 21. Febbrajo dell'an- no 1708. Nel Monastero di S. Marco in Firenze at- tese con somma premura alle scienze sacre leggen- do assiduamente i SS. Padri, e premettendo sempre l'orazione allo studio, cosicché acquistò di buon' ora la fama di dotto e pio Religioso. Trasferitosi poi a Roma presso il Cardinal Neri Corsini, Clemente XIL zio di questo Porporato si prevalse del consiglio e della penna del Padre Orsi per alcune questioni in- sorte il che gli procurò la stima quasi universale. No- minato in appresso Teologo Casanatense si occupò co- me era dovere della nuova sua carica, nello spiega- re la Somma dell'Angelico S. Tommaso, e nel difende- re il Domenicano Pietro Soto dalle calunnie apposte- gli dal Duchesne nella storia del Bajanismo. Dopo di aver l'Orsi sostenuto P impegno di Segretario della (x) Vitae Ital. T. XI. pag. 6. igz Storia della Letteratura Ital. Congregazione dell' Indice alla quale nel 1737. ven- ne destinato, conseguì poi nel 1749. l'onorifico im- piego di Maestro del Sacro Palazzo e dieci anni ap- presso il Cappello Cardinalizio. Una violenta peri- pneumonia lo rapì in poche ore al bene della Chie- sa, e privò le sacre lettere di uno dei più rinomati coltivatori di esse, come ne fan fede le insigni ope- re che ei lasciò ; e quindi a tutta ragione onorossi la sua memoria con solenni esequie celebrategli nel- la Chiesa della Minerva in Roma, e il suo cadavere poi riposò in S. Sisto dove collocossi l'iscrizione dal Foggini compostagli. Costante difensore della dottri" na della Cattolica Chiesa, rigido custode della rego- lar disciplina, quanto severo per se altrettanto affa- bile ed umano verso gli altri, ecco in pochi tratti il carattere di questo grand' Uomo, delle cui produzio- ni letterarie passiamo ora a dar succinta notizia. o^^Vi^c XXXVII. In due classi divider si possono le opere dinai Orsi. dcl Cardinal Orsi, cioè in teologico-polemiche, e in istorico-sacre. Ommettendo io qui di istruire i miei lettori su quelle di minor conto, per le quali può con- sultarsi la citata vita, rammenterò da prima la dife- sa da lui fatta dei SS. Martiri Perpetua , Felicita e compagni dalla taccia di Montanisti dal Basnage lo- ro apposta, difesa vittoriosa, perchè robusta in se e ben ragionata, e perchè approvata ancora dagli Eru- diti di Lipsia, che diedero quasi una ritrattazione di quanto asserito avevano negli antecedenti volumi (i). Non meno erudite e profonde riuscirono le sue dis- sertazioni sul Battesimo amministrato in nome di G. Cristo, e sul sacro crisma che usasi nel Sacramento della Confermazione, nelle quali oltre la confutazio- ne del succitato Basnage , 1' Orsi sostenne la dottri- (i) Supplem. ad Nova Acta Erudit, T. IL Sez. la. L I B R O II. 19.3 na di S. Tommaso su questo argomento; e allor quan- do il Francese Drouven sollevossi contro quest'' opera e il suo Autore, che da lui venne malmenato, que- sti Len lungi dal risentirsi di tali offese , si limitò a comprovare con nuove autorità la sentenza del San- to Dottore. Questi opuscoli però sono piccole cose a confronto di quanto in appresso uscì dalla penna del nostro Porporato. Allorché Monsig. Bossuet compilò per comando di Luigi XIV. la difesa della dichiara- zione dal Clero Gallicano fatta nel 1682. sulla Po- destà Ecclesiastica , eccitò questo scritto grandi ru- mori nella Chiesa, e cagionò lunghi dissidii tra la Corte di Francia e quella di Roma. Esaminò l'opera del Bossuet anche il Cardinal Orsi, il quale soltanto nel 1787. però intraprese questo difficil lavoro, dico difficile, sì percliè trattavasi di un punto oltre mo- do delicato, e F opinione sostenuta dal Bossuet, che limitava i diritti della Sede apostolica alla definizio- i ne delle controversie in materia di fede, aveva non I pochi seguaci; sì perchè ognun sa ili quanto valore I di quanta dottrina fosse fornito, e qual credito ben } meritamente godesse Fillustre Avversario Francese. Ciò nulla ostante il nostro Cardinale coraggiosamente impugnò le armi e riuscì nella impresa. Profecto , così il Pacchi nella citata vita , fortiter is ( l'Orsi ) curii tanto Adversario heììiun gessit. Nam omnia quae conferri poter ant in ìllurn contulit tela ; contraria sic excepitj, ut pleraque leviora atque hebetiorn esse osten* derit, ac multa in ipsiun adversarium retorserit; et si qua res fuerit quae premerei vehenientius , non mo- do non obj ecity sed ne rejecit quideni scutum sicut nun- quam cessisse; contra, superiorem ptlerumque discesis- se haud injuria a doctis quihusdam viris judicatum fuerit. Altr'opera insigne dell'Orsi abbiamo nella sto- ria ecclesiastica , che egli prese motivo di scrivere Tomo I, i3 194 Storia della Letteratura Ital. allorquando comparve tradotta in Italiano quella del Cardinal Fleury Francese, che in molti luoghi del suo vasto lavoro offende i diritti dei Pontefici Ro- mani. Fornito siccome era il Cardinal Orsi di acu- to e retto giudizio, versato nell'assidua lettura dei SS. Padri e dei Concilii , e perciò doviziosamente erudi- to, si accinse a così serio lavoro che avrebbe certa- mente atterrito chiuncpie altro di lui meno dotto. Non possedeva è vero, molta facilità di stile Italia- no, ma con lo scrivere nella nostra lingua alcune opere di minor conto, si formò uno stile fluido e suf- ficientemente elegante, cosicché in molti luoghi del- la sua storia egli piace. Uscì alla luce il primo vo- lume di essa nell'anno 1747., e l'Accademia della Crusca ne lodò la purità dello stile ed ascrisse fra li suoi membri il nostro Porporato, che con indefes- sa cura prosegui questa fatica , conducendo la sua storia fino alla prima parte del secolo VII. inclusi- vamente, quantunque da non poche altre occupazioni distratto e da varii incomodi tormentato. Non deve tacersi però, che l'Autore ne' suoi racconti riuscì pro- lisso anzi che nò, ma tuttavia tale incontro ottenne presso i Dotti questa ecclesiastica storia e per la ret- titudine delle massime, e per la buona critica, e per l'erudizione con cui è scritta, che in pochi anni se ne fecero tre edizioni, e si tradusse in lingua spa- gnuola ed in latino per uso dei Tedeschi (i). xxxvin. XXXVIII. L' Ordine dei Servi di Maria ebbe nel Padre Paolo Maria Cardi Reggiano morto in patria l'anno 1755. un Religioso distinto per sapere, e che con onore coprì varie luminose cariche nella sua Re- Altri Storici ecclesiastici. (i) Il Padre Domenicano Becchetti continuò la Storia suddetta condu- cendola sino all'anno iSyB. ed in appresso la protrasse con altri dodici Volumi sino al Concilio di Trento. Libro IL iq5 licione. Gli studi] da lui con più fervore coltivati furono quelli della Biografia sacra, e nel 1727. pub- blicò a Roma un compendio delle vite dei Beati fon- datori dell' Ordin suo, e commentò ed illustrò con I*ajuto dei SS. Padri i documenti del Rituale Roma- no relativi agli esorcismi. Sostenne poi egli contro il Padre Camillo Affarosi l'opinione da altri pur ap- poggiata che S. Prospero Vescovo di Reggio è lo stes- so clie l'Aquitano, al quale oggetto scrisse alcuni opu- scoli, ma l'Affarosi si difese con forza, e più ricevu- ta al presente è l'opinione che questi due Santi sia- no fra loro diversi (i). Un esatto storico e colto scrit- tore di lingua latina abbiamo nel Dottor Antonio Sandini di Nuove nel Vicentino dove nacque nelP anno 1692. Allevato egli venne nel Seminario di Pado- va, nel quale poi copri la Cattedra di storia ecclesia- stica fino all'anno 1733. in cui passò all'uffizio di Bi- bliotecario (2). Uomo egli era di sapere fornito ma di non molto criterio al dir del Padre Zaccaria (3), di probi costumi e di ottima indole che gli guada- gnava il cuore di quanti lo conoscevano: varie ope- re latine egli lasciò ; le principali sono le disserta- zioni sulle vite dei Pontefici, le vite stesse, e la sto- ria della Sacra Famiglia ricavata dai documenti anti- chi. Dopo di avere pubblicate le prime cioè le dis- sertazioni intorno le vite dei Pontefici, vennero que- ste ristampate in Erbipoli ma aumentate dal suo Au- tore di otto dissertazioni e di una risposta agli eruditi i di Lipsia, i quali criticati avevano alcuni passi della terza opera che trovasi pure in questa edizione (4). So- (i) Tirahoschi Bibl. Mod. T. I. pag. 899. e seg. (2) Dizion. degli Uom. i]l. T. XVIII. pag. 88. (3) Stor. Lett. T. HI. LiL. HI. pag. yiS. (4) Le Vite dei Pontefici stampate nel 1739. a Padova si ripubblicaro- no a Ferrara itel 1748. in miglior forma e con molte giunte^ e il Landora- 196 Storia della Letteratura Ital, stenne il Sandini due contese letterarie una contro il Padre Giacinto Serry le cui esercitazioni critiche egli attaccò, ma il Serry non tacque e si difese con- tro il Sandini e contro i giornali di Venezia che eransi mostrati favorevoli al primo ; 1' altra questio- ne risguarda la Costituzione di Lodovico Pio a Pas- quale I. Il Walchio Professor di Jena stampò in Lip- sia una dissertazione contro la disputa del Sandini a ciò relativa e dedicolla al Muratori j mentre però il nostro Italiano aveva intrapreso di rispondere al critico oltramontano, la morte sopravvenutagli nel 1750. gli impedì la meditata difesa. La storia critica delle vite degli Eresiarchi pubblicata dal Chierico Regolare Teatino Gaetano Maria Travasa Bassanese ottenne l'approvazione dei Dotti, e fra questi ricor- deremo il Padre Contini che nella Prefazione al suo Dizionario delle Eresie non mancò di lodarla (i); co- me pure venne bene accolta nella Repubblica lette- raria la storia di Paolo IV. Pontefice Massimo data in luce dal 1748. al 1753. in due Volumi con particolar diligenza, con erudizione e con sana critica scritta dal Padre D. Bartolommeo Carrara nobile Bergamasco vis- suto parte in Ravenna e parte in Roma, dove si di- stinse per lo suo zelo e per la singolare sua pietà (2). Trombeiii Pa- XXXIX. La Tcologia polemica, la storia ecclesiastica dre Abate Gio. g l'antiquaria ebbero nel Padre Abate Gio. Crisostomo Grisostomo. ^ Trombeiii un illustre coltivatore. I Canonici Rcijo- lari Renani di S. Salvatore contarono fra i loro più dotti soggetti questo giovine che in età di anni 16. ne vestì l'abito nel 171 3. a Bologna sua Patria, dove ricevette sotto la direzione di un suo zio la prima vio di Hassia Darmstadt Vescovo d' Ausboiug le fece nello stesso anno ri- stampare col titolo Bush Historìae Eccleslasticae. (i) Gamba Bassanesi iDustri pag. 94. il P- Travasa luorl nel I774' (2) Dizion. degli Uom. ili. T. IV. pag. i54- I L I B R O II. 197 educazione (i). Dopo di avere insegnato per 12. an- ni la Teologia con gran profitto de' suoi uditori in I detta Città, venne nominato Abate nel 1737. e po- 1 scia avendo con lode e con onore coperto varie ca- riche, fu Fanno 1700. creato Abate Generale dell'Or- I din suo. La pubblicazione dei sermoni del Vescovo 1 S. Antipatro tratti da un antichissimo codice con- i tasi per la prima sua fatica letteraria, dopo la qua- le occupossi in un' opera classica quella cioè De cul- tu sanctorum piena di ecclesiastica erudizione, e in cui virilmente ma insiem con moderazione combat- te gli errori degli Eterodossi su questo articolo del- la Religione cattolica. L'immortale Benedetto XIV. stimava assai quest'opera del Padre Abate Trombel- li, e gli atti degli Eruditi di Lipsia sebbene stesi da Autori protestanti la ricordarono con lode. Levò tut- tavia essa grande rumore in Germania, e gli Eretici scelsero per combatterla il Kieslingio soggetto fra lo- ro di stabilita riputazione , il quale in Lipsia stessa comparir fece le Esercitazioni anti-Trombelliane dove con sarcasmi, con impudenza e con vili scurrilità pre- tese di sostenere la causa de' suoi compagni. Non voleva assolutamente rispondere a questo libello il nostro Padre Abate , pieno siccome era di umiltà e di Religione, ma eccitato dal Cardinal Quirini, dal sullodato Pontéfice, e più da una lettera scrittagli dal Keislingio stesso , che prometteva di non proseguir più oltre se egli non si difendeva , ruppe il Pa- dre Trombelli ogni ritegno , e sotto il finto nome di Filalete Afobo gli fece risposta piena di mo- destia e di urbanità, stimando cosa troppo vile il commettersi alla scoperta con un cosi sfacciato Av- versario. Questa condotta così savia gli procurò una ■ •» (i) S. Agata nel territorio Bolognase fu il luogo della sua nascita. 198 Storia della Letteratura Ital. nobil vittoria sul suo contradditore, il quale convinto del proprio errore depose ogni animosità , gli scrisse una cortese lettera con la quale rendeva giustizia alle sue virtù ed al suo talento, lo ricercò della sua ami- cizia, gli regalò alcune opere, ed ordinò che in Bo- logna ne fosse inciso il ritratto per averlo sempre presso di se. Lo studio degli antichi codici fu inoltre dal no- stro Abbate coltivato con tutto lo zelo, e frutto di esso sì fu la pubblicazione della raccolta 5, Veterum Patrum Latinorum Opuscula mnnquam yj ante-hoc edita. ,, e Feltra di un'opera assai impor- tante che ebbe molto esito e fu impressa più volte intitolata U arte di conoscere V età dei codici Latini e Italiani. Di questa se ne fece una edizione in Napoli l'anno 1780. senza saputa dell'Autore che la disappro- vò, sì perchè sparsa di errori, sì perchè sotto un titolo non conveniente e diverso, quello cioè di Diplomatica. Le memorie storiche delle due Canoniche di S. Ma- ria di Reno e di S. Salvatore sono altro suo lavoro, diretto ad onorare ed illustrare la sua Religione del- la quale era amantissimo , e procurava di eccitare vieppiù ne' suoi Religiosi l'amore dello studio coli accrescere la Biblioteca di S. Salvatore di Bologna ^i rari Codici, di libri liturgici, e formando un mu- seo di antiche medaglie e di molte altre d' Uomini illustri de' bassi tempi. Aggregato all'Accademia filosofica dell'Istituto, vi si distinse leggendo varie erudite dissertazioni sopra l'in- ventore della bussola nautica e su di alcune medaglie Francesi donate all'Istituto. Lungo sarebbe poi il vo- ler enumerare tutti gli opuscoli o di storia sacra o di antichità da lui pubblicati, ma non deve tacersi la sua grand' opera Tractatiis de Sacramentis divisa in tre- dici Volumi, la quale non compiè intieramente aven- Libro IL 199 do ommesso di trattare dei Sacramenti della Peni- tenza, dell'Eucaristia e dell' Ordine Sacro, dei quali però avevano parlato a lungo altri dotti Teologi. Questa fu l'ultima sua fatica, e sorpreso da dolori di un antica Idrocele nello spazio di 2,4. ore rese l'ani- ma al suo Creatore li 24. Gennajo del 1 784. in età d'an- ni 87. e settantuno di Religione. La sua morte quan- tunque di uomo già veccliio, fu oltre modo sensibile a tutti gli ordini di persone, e molto più alla sua Con- gregazione che in lui perdette un uomo assai dotto, edificante e di maniere umili, affabile con tutti e sti- mato non solo in Italia ma oltremonti, non che da varii dei più gran Principi come Benedetto XIV, e Maria Teresa Imperatrice , che gli mandò in dono il Catalogo del Museo Vindobonense, Vittorio Amedeo che lo invitò alla sua Università di Torino ed altri Sovrani . Il P. lettore D. Vincenzo Garofalo Canoni- co Regolare ne pubblicò in Bologna la vita l'anno 1788. e l'Ab. Mingarelli congiuntamente al Sig. Gui- do Zanetti gli fecero fondere una medaglia col suo ritratto e nel rovescio il motto Fertilis et varius; nam bene cultus aacr (i). XL. La questione tanto agitata sulla rinnovazio- Aitn Scrittori ne del Battesimo degli Eretici fu argomento di varie «'editori di^o"! dissertazioni critiche pubblicate nel 1733. dal Padre '^e ^^t"^»»- Raimondo Missorio Minor Conventuale di Barbarano nella Diocesi di Viterbo, uomo colto e di cui altro- ve si parlerà (2). \J opinione però da lui sostenuta incontrò varii oppositori fra i quali lo Sbaraglia e il Padre Rotigni. Ma un' opera di maggior pregio ave- va il Missorio intrapresa, la continuazione cioè de- gli Annali dell'Ordine Francescano del Padre Wad- (1) Fantuzzi Scrittori Bolognesi T. Vili. pag. i%%. e seg (a) Dizion. degli Uom ili. T. XI. pag. 35i. aoo Storia della Letteratura Ital. dingo, e ne aveva già preparato il primo volume per la stampa, quando un incendio glie lo involò, e non è a mia notizia che egli si applicasse poi più oltre a questo letterario lavoro. Benemerito della eccle- siastica Storia e Filologia dir devesi Monsignor Bal- dassar Maria Remondini Bassanese Vescovo di Zante mancato ai vivi in età avanzata nell'anno 1777. Ol- tre di aver egli illustrato le Antichità del Zante con un'opera nel 1756. stampata (1), die in luce i ser- moni del Monaco S. Marco che fiorì nel quinto se- colo dell'era nostra, con l'interpretazione latina e con note, come pure tradusse dal Siriaco in latino le ome- lie pregevolissime di S. Isacco Siro Vescovo di Ni- nive, delle quali conoscevasi soltanto una versione Greca stampata a Lipsia da Niceforo Teotokio (2). Contemporaneo al Prelato sunnominato visse il Padre Gianstefano Remondini Genovese della Congregazio- ne Somasca, del quale abbiamo la storia ecclesiasti- ca di Nola arrichita de' suoi diplomi, e la versione di tutte le opere di S. Paolino Vescovo di detta Cit- tà, lavoro al dir del Tiraboschi steso con diligenza ed erudizione singolare (3). La Biblioteca Santa di Si- sto da Siena (4) ebbe ad illustratore il Padre Maria Tommaso Milante Domenicano Vescovo di Castella- mare dove nel 1749- ^^^ ^^ ^^^ vita. Varie opere in parte teologiche e in parte di storia ecclesiastica egli scrisse oltre la succitata, e per le quali consultar puos- si la vita del Milante dall' Avvocato D. Francesco Maria Bisogni composta (5). Un ramo più esteso del- la medesima storia coltivò il Padre Antonio Baldas- (1) De fortuna et antiquitatihus Zacynthi. (2) Di?T6ii. degli Uom. iU. T. XVL pag. 295. (3) Dizion, sud. p. 296. (4) Opera nella quale si dà conto dei Commentatori della S. Scrittura. (5) Dizion. ec. T. XL p. 3ig. L I B R O II. 301 sarri di Recanati della Compagnia di Gesù, che fiorì sulla fine del secolo XVII. e sul cominciar del XVIII. , poiché ci diede egli una storia compendiosa dei Con- rilii ecumenici dell'oriente e dell' occidente, con la scelta di alcuni Concilii nazionali e provinciali ol- tre varii altri scritti da lui pubblicati, e che risguar- dano la Liturgia e la Biografia sacra (i). Dedicatosi alle scienze ecclesiastiche il Sacerdote Don Andrea Galland nato in Venezia da Genitori Francesi nel 1736. studiò alla scuola dei Padri Concina, Cunilia- ti e De-Rossi, ed entrò poscia nei Preti detti dell'Ora- torio dove figurò come savio e dotto Teologo, il qua- le al corredo delle scienze divine unir seppe una esatta logica ed una soda metafisica. Un suo prege- vol lavoro ei ci lasciò nella Bibliotheca Patrum et Veterum Scriptorum Ecclesiusticoi'uni disposta in XIII. Volumi, i quali comprendono in serie Cronologica gli Autori sacri sino al secolo VII. I prolegomeni da lui in testa di ciascun volume collocati, e le note qua e là distribuite comprovarono quale era la sua eru- dizione e dottrina, di cui ci diede un altro saggio in una raccolta di varie dissertazioni sui Collettori an- tichi dei Canoni stampata nel 1778. a Venezia; ed avrebbe fijrse con altre letterarie fiitiche accresciu- to il patrimonio delle scienze sacre, se non fi)sse sta- to da violenta colica tolto nel 1779. ai vivi (a). XLI. L'Ordine Gerolimitano contò fra i suoi Re- „ ^^\[. „ bajanelh ra- ligiosi il Padre Gio. Battista Sajanelli Cremonese na- ^>e gìo. Batti- 1 .1 T .>i-A 1 IT '^3» Massini D. to nei 1700. il quale ne tesse la stona. Avendo sebben Cario Ignazio. giovane insegnato la Filosofia e la Geometria nel Con- vento di Venezia, vi introdusse il buon gusto in que- (i) Màzzucchelli Scrittori ec. T. II. part. I. pag. 96. (a) Antologia Romana^ T. V. pag. 3o5. Aveva il Galland intrapresi una edizio» Francese delle opere di Bossu<;t, ma non potè proseguirla. 202, Storia della Letteratura Ital. sti studii, e mostrò quanta fosse l'acutezza della sua mente e la chiarezza delle sue idee. Incaricato da' suoi Superiori di raccogliere le notizie più esatte ri- sguardanti la Religione da lui professata, con ogni premura si accinse egli a questo lavoro, che dopo di avere nel 1738. pubblicati i monumenti storici dell' Ordine di S. Giiolamo dagli eruditi accolti con pia- cere, venne da lui rifuso e lo die alla luce in tre volumi dall'anno 1758, al 1761. Tal credito acqui- stogli quest' opera che la Religione sua in quell'an- no stesso lo acclamò Generale nel Capitolo tenutosi a Roma, investito della qual carica non intermise però li suoi studii, ed allorché con li sentimenti del- la più cristiana pietà venne a morte nel 1777. lasciò inedite varie opere, tra le quali rammenteremo sol- tanto La Cronica di tutti li Dogi e delle Famiglie Patrizie di Venezia colla loro origine e gli Uomini celebri dalle medesime usciti ( i ) . Un campo più va- sto percorse il Sacerdote dell' Oratorio Carlo Igna- zio Massini Cesenate di cui passo ora a dar noti- zia. Dedicatosi egli da principio alla Giurisprudenza sostenne in Bologna la carica di Uditore del Card. Legato Spinola, indi abbandonò d'anni 82. il .secolo, ed entrò nella Congregazione dell'Oratorio in Roma l'anno 1734., ed applicatosi alle scienze sacre, divenne in esse così profondo , che a lui ricorrevano coloro i quali rischiarar volevano i loro dubbii, ed i suoi giudizii in simili materie erano oltre modo apprez- zati. Sostenne questo dotto e pio Religioso con cri- stiana rassegnazione una penosa cecità di anni 26. e cessò di vivere nel 1 79 1 . dopo anni 57. di Congrega- zione. Raccolse e compose egli le Vite dei Santi per ciascun giorno dell' anno ., facendo a queste prece- (i) Giornale dei Letterati d' Italia T. XIV. pag. 66. Libro II. aoS dere quella di N. S. Gesù Cristo, e le Feste mobi- li, e pubblicò il tutto a Roma nel 1763. aggiungen- dovi poi un' appendice che nel 1767. vide la lu- le. Queste due raccolte riscossero meritamente P u- niversale applauso, e furono nel corso di pochi anni più volte ristampate a Roma, a Venezia ed altrove, e con queste può dirsi compita la storia Agiografa del Nuovo Testamento. In esse si è unito quanto di più certo di più autentico, e di più edificante abbiamo nella storia ecclesiastica; tutto è esposto con uno stile chiaro, semplice, purgato, e sparso di cristia- ne riflessioni piene di lumi e di massime evangeli- che. Il Ch, P. Andrea Micheli che aggiunse la Vita della B. Vergine all' appendice succitata del Massi- ni, pubblicò poi nel 1786. Le Vite dei Santi dell' antico Testamento e così rese compita questa parte tanto interessante di storia ecclesiastica (i). XLII. L' Ab. Zaccaria da noi più volte citato ci xlii. lasciò (2) un critico ed erudito estratto dell' opera di st"ria"ccies! del Canonico Niccolò Putignani Vicario generale del- particolare. la Chiesa di S. Niccolò de Bari , che con calore di- fese 1' autenticità degli Atti di detto Santo Vescovo contro i quali sorsero nel 1760. molti contrasti let- terarii ; e a questo prese parte anche il Chiar. Mon- signor Giuseppe Assemani per sostener F opinione del suddetto Vicario (3) . Il Monaco Benedettino Pietro Paolo Ginanni Ravennate vivente nel 1732. scrisse la storia della Canonica Portnense di Ravenna, e del culto che prestasi ad una sacra immagijie di M. Ver- gine detta la Greca, e la sua patria gli è debitrice delle memorie su gli suoi Scrittori da lui in due vo- (i) Dizion. degli Uotn. ili. T. XI. pag. ia6. (a) T. II. degli Annali Letter. d'Italia. Modena 1763. pag. 41^. (3) Di/ion. degli Uom. ili, T. XVI. pag. gS. ao4 Storia della Letteratura Ital. lumi raccolte e pubblicate, e di una collezione poe- tica di autori Ravennati dal i566. al 1730. (i). Chi bramasse distinte notizie del Senator Flaminio Cor- ner uomo dotto ed insieme delle più belle cristiane virtù adorno , potrà leggerne l' Elogio tessutogli dal Dottor Gio. Domenico Brustoloni (2) , il quale dà con- to esatto delle opere quasi tutte alla storia eccle- siastica della Città di Venezia e dell' isola di Creta appartenenti pubblicate dal Corner, che si meritò gli encomii di Benedetto XIV. ottimo giudice in ta- li argomenti. Il ricco Arcliivio dell' antichissima Chie- sa di Ravenna somministrò non pochi documenti all' Abate Luigi Amadesi Bolognese nato nel 1701. onde difendere quella Sede Arcivescovile in occasione del- le controversie insorte tra essa e quella di Ferrara, il che egli fece con varie dissertazioni da lui date in luce, fra le quali due sono intitolate De Metro- poli Ecclesia Ravennatensi ^ e che produssero ottimo effetto avendo riportato una compiuta vittoria. Allor- ché si istituì nel Palazzo del Marchese Rasponi in Ravenna, dove l' Amadesi condusse la sua vita, una letteraria adunanza, egli ne fu uno dei fondatori, e la diresse dopo la morte dell' Avvocato Gio. Batti- sta Gambi . Altri argomenti di sacra erudizione ed anche di vario genere trattò egli, fra i quali ricor- derò solo la difesa che fece di un Diploma di S. Gregorio Magno a favore della Chiesa di Ravenna , nel quale credeva il Muratori di aver scoperto alcuni errori e perciò lo giudicava apocrifo . (3). Un bel monumento di stile latino e di cognizioni biografi- che abbiamo nella continuazione delle Vite dei Som- (i) Armellini Biblioth. Bened. Gas. Pars altera pag. i3i. (2) Novelle Letter. di Firenze T. X. an. 1779. pag i85- (3) Mazzncclielli Scrittoifi ec. T. l. part. L pag. 56i. Libro II. aoS mi Pontefici per ordine di Benedetto XIV. composta da Monsig. Mario Guamacci Volterrano del quale più a lungo diremo allorché daremo la storia dell' Antiquaria (i). Sotto lo stesso grande Pontefice co- pri la carica di Consultore della Sacra Congregazione del S. Uffizio il Padre Abate D. Felice Maria Neri- ni Monaco Girolamino nato in Milano nel 1706. che figurò assai nella sua Religione , e fece in essa fio- rire le scienze fisiche e matematiche, al che giovò un'ampia suppellettile di macchine fisiche, di istro- menti matematici e di libri , dei quali arricchì la Bi- blioteca del suo Convento di S. Alessio in Roma, dove cessò di vivere nel 1787. da tutti compianto per il moltiplico suo sapere non solo, quanto per le qualità pregevoli che ne adornavano P animo (2) . Due sono le produzioni sue che alla storia ecclesia- stica particolare spettano, pubblicò egli nel 1754. i monumenti antichi dell'Ordine Gerolimitano al Car- . dinaie Quirini diretti, coi quali cercò di provare che a S. Girolamo rimonta P origine di questa Religio- ne e il fece con molta erudizione , prevalendosi spe- cialmente di una Cronaca dal Quirini mandatagli, in Firenze scopertasi dal Padre Abate Galletti; nella storia letteraria d'Italia poi (3) leggesi un giudizioso estratto e insieme onorifico dell' altr' opera del Padre Nerini intitolata De tempio et Coenobio SS. Bonifacii et Alexii Romae Historica monumenta^ in cui l'Autore illustrò ancora la Genealogia della rispettabile fami- glia Frangipani. XLIII. Con molto frutto coltivò la sacra Filologia ^.^^"^•. „ CI IJiancmni Ca= il Canonico Giuseppe Bianchini Prete della Congre- "onico Giusep- pe (i) Novelle Letter. di Firenze an. 1785. T. XVI. pag. 611. (a) Dizion. degli Uom. ili. T. XIII. pag. 8a. (3) Voi. VI. pag. 669. ( compilata da Zaccaria ). ao6 Storia della .Letteratura Ital. gazione di S. Filippo Neri. Verona Città sempre fe- conda d' uomini dotti il vide nascere nel dì 9. di Settembre dell' anno 1704. dal Conte Gio. Battista Bianchini fratello dell' illustre Monsig. Francesco di cui parleremo altrove, e dalla Contessa Chiara Gae- tani Bresciana. In Roma si applicò agli studii sotto la direzione dello zio nel collegio di Montefiascone, e restituitosi di poi alla Patria , per sette anni godet- te di un benefizio Canonicale e presiedette alla in- signe Biblioteca del Veronese Capitolo , dopo di che ritornò a Roma ed entrò l'anno i7 3a. nella Congre- gazione di S. Filippo Neri. Fattosi il Bianchini co- noscere al gran Pontefice Benedetto XIV. lo destinò questi a Segretario dell' Accademia da lui fondata , e incaricollo di continuare gli Annali ecclesiastici del Baronio. Il nostro Filologo però occupossi princi- palmente nel pubblicare gli scritti altrui, e ci die- de perciò alcune Lettere di Papa Gelasio, e il To- mo IV. delle Vite dei Pontefici di Anastasio Biblio- tecario , opera rimasta imperfetta per la morte del predetto suo zio, di cui egli tradusse pure in latino e fece splendidamente stampare l' erudita fatica Del Palazzo de' Cesari. Intraprese inoltre questo Religio- so un' opera scritturale applaudita assai per dimostra- re l'esattezza della Volgata della Sacra Bibbia (i); premise egli a questo lavoro una prefazione in cui trovasi la storia tntta delle Sante Scritture, e dei Codici di esse più rari che si conoscono congiunta- mente alle notizie delle antiche versioni; ma egli è a dolersi che un solo volume sia stato pubblicato dei sette che contener doveva tutta 1' opera. Ne meno interessante per assicurar bene il testo latino dei SS. (i) Il titolo di quest' opera è il seguente Vìndiciae Canonicamm Scìipturaruin Vulgatae latinae editionis. Libro II. 2,07 Evangeli si è 1' altra edizione che fece con somma magnificenza eseguire delF Evangeliario dell' antica versione Italica. Con molte altre edizioni poi di buo- ni libri ha egli arrichito la Repubblica letteraria, e fra le altre con quelle degli scritti di S. Ilario, di Facondo d' Ermiana, non che con P altra di alcune produzioni di suo zio o da lui compite o stampate, fra le quali ricorderò soltanto la continuazione del- la raccolta dei più insigni pezzi di sacra antichità maestrevolmente incisi da Antonio Giuseppe Barbaz- za e dai Bianchini con note illustrati (1). VT TX7 XLIV. L'ordine da tenersi nei sacri riti e nelle ce- Cattico Cano- rìmonie della Chiesa, formò Foccupazione più gradi- ^^^"^ ^^*°-^j**V^ ta del Padre Abbate Gio. Battista Gattico Novarese Francesco. Canonico Lateranense morto nell'età di 5o. anni nel 1754. si distinse egli da giovine ed ebbe il merito di introdurre per il primo in Lucca il buon gusto nello studio della Dogmatica ; passato indi a Roma per insegnarla, ottenne la pubblica stima e per la religiosa sua condotta, e per il saper suo che in mol- ti allievi diffuse i quali gli fecero singoiar onore. L'opera di lui su gli Oratorii domestici e sull'uso dell' aitar portatile incontrò il genio di Benedetto XIV. a segno, che egli seguì la massima del Gattico nell' ordinare che non si amministrasse il Sacramento del- la Santissima Eucaristia negli Oratorii privati senza la dipendenza dagli Ordinarii, e ciò quantunque si trovassero oppositori a questa sentenza . Più ampio lavoro aveva poi intrapreso il Canonico Gattico sui Riti e Ceremoniali sacri , al quale oggetto dalle Bi- (i) JMazzucchelli Scrittori ec. T. II. part. II. pag. l fSa. II titolo dell Opera (^ui ricordata è il seguente s Demonstratio liistoriae ecclesia- «ticae (juadripartitae comprobatae rnonumeiitis ad fidem temporum et ge- 8torum. Romae 1763. ^ ;2o8 Storia della Letteratura Ital. blioteche di Roma aveva raccolti moltissimi materia- li; ma dopo di avere non senza qualche contrasto dei Ceremonieri Pontificii pubblicato il primo Volu- me di questa erudita fatica, la morte gli impedì di dare in luce gli altri cinque o sei volumi già prepa- rati 5 e che per la suddetta opposizione non si po- terono in appresso stampare (i). La Storia e l'Anti- quaria sacra ebbero un distinto coltivatore nel Sa- cerdote Francesco Florio. Dal Conte Sebastiano e da Lavinia Antonini nobili di Udine sorti egli i nata- li alli 5. di Gennajo dell'anno 1705. ed udì in Pa- dova le lezioni del celebre Domenico Lazzarini, che lo diresse per anni quattro negli studii della civile e della canonica Giurisprudenza non che nella lin- gua Greca. Creato poi il Florio nel 1780. Canonico Teologo della Chiesa di Aquileja, venne da Monsig. Dionisio Delfini che ne era Vescovo, destinato a trat- tare affari della maggior importanza, alla qual scel- ta corrispose il Florio con tutto lo zelo come meri- tava per se la cosa e un così degno Prelato, che a persuasione del nostro Canonico istituì un' Accade- m.ia ecclesiastica, in cui lesse questi più volte erudite dissertazioni alcune delle quali si hanno alle stampe, fra queste merita specialmente di essere rammenta- ta quella sul sepolcro collocato nel gran tempio di S. Croce in Firenze di Gastone della Torre Patriar- ca di Aquileja (2). Zelante siccome egli era di illu- strare la storia interessantissima dell'antica Aquileja, i ed umile per vero principio di Religione, con fatica singolare raccolse i monumenti relativi, e li comu- nicò alli suoi amici Canonico Bertelli e Bernardino (i) Zaccaria Stor. Lett. ec. T. XL Lib. III. p. 409. (a) Questa dissertazione si inseri dal Gori nel a". Volume di quella della Società Colombaria a cui fu ascritto il Florio. Libro II. 209 De-Rossi i quali eransi impegnati a tessere questo la- voro. Lo studio della Erudizione e della Filologia poi a cui specialmente dedicossi il Florio, lo impegnò a comporre come fece , alcune dissertazioni o in dife- sa di varii punti di ecclesiastica storia, o a sostegno dei diritti della Diocesi di Aquileja, o di simile ar- gomento , e in particolar modo di sacra biografia , le quali fatiche il Pubblico favorevolmente accolse . Opera elaborata con sana critica e di scelta erudi- zione sparsa ci lasciò inoltre il nostro Autore nella illustrazione degli scritti di Bachiario Monaco di cui aveva già dato qualche cosa ne' suoi anecdoti il Mu- ratori, il quale scrisse al Canonico Florio Aver egli elegantemente vestito tjueW Autore da lui quasi ignu- do lasciato . Mentre dimostrò il Florio la dottrina del Monaco sunnominato sempre ortodossa, ne sepa- rò poi gli scritti veri dai falsi, e quelli pubblicò do- po di averli collazionati con ottimi Godici. Ad argo- mento di altro suo lavoro scelse poi la difesa di Rufino compagno di S. Girolamo, comprovando che quegli nelFinterpretare la sroria di Eusebio Gesariense, ave- va sempre avuto per norma i principii di vero Gat- tolico, nella quale impresa come pure nel trattare altre simili qnestioni si regolò ognora il nostro Ga- nonico con la prudenza e la moderazione dovuta, co- me fece pure nella confutazione degli errori di Vol- taire. Fornito siccome egli era di egregie doti d'ani- mo e delle più belle cristiane virtù, caro visse ed amato da' suoi concittadini che non volle abbandona- re , perlocchè ricusò il Vescovado di Rovigo dal Som- mo Pontefice offertogli, e morì universalmente com- pianto nell'anno 1791. alli i3. di marzo, onorato di funebre elogio al merito di così dotto e pio sacer- dote ben dovuto (i). (i) Fabbroni Vitae ec. T. XVI. pag. 77. Tomo 1. i^ aio Storia della Letteratura Ital. XLV. XLV. Il Padre Abate D. Benedetto Mittarelli Ve- Mittarelh Pa- -ut /-iiiini dre Abate D.Be-neziano, JVlonaco Camaldolese ebbe a compagno del- don!"adre Aba- ^® ^^^ fatiche ncllo Stendere gli Annali della Reli- te Anselmo. ^\q^ g^^a il Padre Anselmo Costadoni Veneziano na- to li 6. Ottobre 1714- ^ morto nell'anno 1785. (i); e però ragionando noi del Padre Abate Mittarelli, in- tenderemo di pagar contemporaneamente il debito tributo di lodi anche al P. Abate Costadoni. L'esempio delle virtù dei Genitori Antonio Mittarelli e Prudenza Glisenti determinarono il giovanetto lor figlio nato nel 1708. adì 3. di Settembre ad entrar come fece, nell'Ordine Camaldolese, dove dedicatosi alla pietà e agli studii sacri, divenne ben presto uno dei più pru- denti Teologi ed uno dei più savii Monaci. Diffuse egli la massima ed a suoi discepoli la inculcò, di unire cioè allo studio della Teologia quelli della erudizione , della sana critica e dei SS. Padri, non che di for- marsi un retto dettame nelP apprendere la morale Teologia. Io non ricorderò qui alcuni opuscoli di asce- tica e di sacra storia e biografia, coi quali cominciò a farsi conoscere il Padre Mittarelli, e mi tratterrò piuttosto alquanto nel riferire ciò che riguarda la grand' opera degli Annali Camaldolesi, da' suoi Su- periori che ben conoscevano la vastità delle sue co- gnizioni, a lui affidata e nella quale , come si disse, lavorò pure il Padre Abate Costadoni nella dottrina e nelle virtù emulo ben degno del Mittarelli. Dopo di aver essi raccolti tutti li materiali opportuni, per il che intrapresero diversi viaggi, e visitarono gli archi vii dei loro Monasterii (2), si accinsero in Vene- zia al lavoro faticoso anziché nò ; scegliendo il Pa- (i) Novelle Lettor, di Firenze an 1787. T. XVIIL pag. 582. dove citansi le Memorie sulla vita del Costadoni scritte dal Padre Mknddli. (a) n Mittarelli era Segretario del Generale dell' Ordine , il clie per- segli più facilmente il ccmodo di esaminare gli archivii stessi. L I B R O IL 211 dre Abate Mittarelli l'impegno di stendere gli Anna- li indicati in latino. Non può, è vero, lo stile dello Scrittor Camaldolese paragonarsi con quello degli an- tichi ; ma però si legge con piacere, e l'opera sua me- ritò lode per 1' ordine e per la chiarezza che vi si scorge, non che per la erudizione e per la critica con cui è lavorata. Oltre la storia dell'Ordine con- tiene essa copiose notizie, che giovano a meglio co- noscere il Medio Evo , e la genealogia di alcune famiglie regnanti d' Italia, ed è corredata di antichi monumenti che per la prima volta vider la luce , e fra i quali contansi varii opuscoli di Santi della Re- ligion sua. Otto volumi comprende questa insigne fa- tica, che si stampò dal 1754. al 1764. e la quale con- siderar puossi come un tesoro di carte e memorie an- tiche, in cui però corsero alcuni pochi sbagli, che il suo Autore zelante solo del vero ed umile insieme, indicò e corresse. Fra le distinzioni che meritò egli, quella vi fu di essere nominato nell'anno 1745. Ge- nerale dell'Ordine , per il quale operò molte cose e con saggezza ammirabile, come pure vennegli conia- ta nel 1755. una medaglia che lo rappresentava con l' iscrizione annalivm . gamaldvlen . conditori . et PATRI, svo. DECEMVIRI CAMALD. D. D. Un Supplemento alla gran Raccolta Script. Rer. Ital. del Muratori dobbiamo pure al Padre Ab. Mittarelli, il quale pas- sato a risiedere a Faenza die alla luce alcune Cro- nache del Tolesano e del Cantinello contenenti le vi- cende di quella Città nel Secolo XIII. per il qual lavoro i Faentini lo ringraziarono e lo rimuneraro- no. La Bibliografìa finalmente venne dal sullodato Padre Abbate arrichita del catalogo dei manoscritti esistenti nella Biblioteca del suo Monastero di S. Mi- chele in Venezia, al quale aggiunse una dissertazio- ne sui libri del Secolo XV, e mentre stampavasi que- ai3 Storia della Letteratura Ital. sto catalogo, rendette santamente l'anima al suo Crea- tore nel giorno i5. di Agosto dell'anno 1777. con l'assistenza continua dell' amico e collega Padre Go- stadoni; avendo poi scritto il suo elogio il Padre Gui- j do Ignazio Vio, elogio da lui ben meritato e come i distinto letterato, e come ottimo e pio Religioso (i). j Formrfatò. ^ " Allicvo dcl MittarcHi e del Gostadoni fu il Pa- \ dre Abate Fortunato Mandelli Veneziano Gamaldolese ì morto li 2,j. Febbrajo del 1797. in età d'anni 69. Do- j pò di esser stato lettore nel Monastero famoso della ( sua Religione in S. Michele di Murano, lo governò in i qualità di Abate, e indefessamente si applicò allo stu- dio. Alcune dissertazioni di argomento sacro egli les- j se nell'Accademia dei Concordi eretta in Venezia, con- tinuò gli Annali del suo Ordine cominciati già dai , sunnominati due suoi confratelli, aggiungendovi co- piose notizie letterarie , così che dir puossi una Bi- blioteca di Scrittori Gamaldolesi, e ci diede un esat- to catalogo della libreria del suo Monastero; ma tutti questi scritti restarono inediti, ne si hanno di lui alle stampe se non che le vite del Gostadoni e del Galo- gerà erudite quanto mai ma scritte trascuratamen- te, ed alcune dissertazioni inserite nella Raccolta Ga- logeriana da lui continuata (2,). XLVL Altri Scrittori XLVl. Quantuuquc occupato nel Governo di una pàrtVcokrre ^di vasta Dìoccsì , pure trovò Monsig. Gian Girolamo Gra- sacra Filologia. (Jejiigo Arcivescovo di Udine il tempo per applicarsi alla sacra erudizione, e per dare al Pubblico saggi non piccoli delle sue cognizioni in questo argomento. Ve- neziano di Patria abbracciò la Religione dei PP. Tea- tini, e fu contro ogni sua aspettazione promosso dal Senato Veneto all'Arcivescovado di Udine, nel qual (i) Fahhroni Vitae Ital. T. V. p. SyS. e seg. (a) MoscHini Della Letter. Venez. nel secolo XVIII. pag. 224. del T. II. Libro II. ai3 grado cessò di vivere Tanno 1786. nell'avanzata età di anni 78. Corrispose egli alle speranze di lui con- cepite, con la riforma e con Fampliazione del semi- nario della sua Diocesi, con Farrichire di ottimi libri la Biblioteca Arcivescovile, e col profondere somme ragguardevolissime nella erezione di uno spedale ed in altre opere pie. Chi bramasse di conoscere lana- tura e il numero delle sue dissertazioni che per lo più versano intorno argomenti di sacra filologia, veg- ga le Novelle letterarie di Firenze (i) dalle quali ho tratto le presenti notizie. Molte pur sono le operet- te di non dissimile argomento lasciateci dal Padre Benedetto Bonelli Minor Riformato Trentino, vivente nel 1756. e di cui il Mazzucchelli scrisse l'articolo (a). A questo unì 1' esatto elenco di quanto sino allo- ra si conosceva di così dotto Religioso amico del Marchese Scipione Mafìei quantunque disapprovasse alcune sue opere, e cooperatore col Mansi nella edi- zione del primo tomo dei Concilii. Fra i coltivatori Lazeri Padre della storia ecclesiastica e della sacra Filologia oc- cupa un distinto posto il Padre Pietro Lazeri della Compagnia di Gesù, nato nel territorio di Siena l'an- no I7IO. e vissuto per la maggior parte del tempo in Roma, dove si distinse co' suoi rari talenti, colla pro- fonda e molteplice sua erudizione, con le cognizioni delle lingue orientali e con le più belle virtù. Coprì egli la carica di Bibliotecario nel Collegio Romano . e di lettore per molti anni di storia ecclesiastica in quella rispettabile Università, ed ebbe mano nella com- pleta e splendida edizione delle opere del Gran Pon- tefice Benedetto XIV, il quale conoscendo i meriti (i) T. XVII. an.^1786. pag. 6co. (2) Scrittori ec. T. II. paite III. pag. 1587. 2i4 Storia della Letteratura Ital. del Padre Lazeri lo nominò Consultore deirindice e Correttore dei libri orientali. Il suo amabil carattere lo rese caro anche ai nemici della Società di Gesù, ed allorché questa si spense, egli conservò li suoi im- pieghi per due anni , dopo i quali passò in qualità di Teologo presso il dotto Cardinal De Zelada , che lo a- mava e lo stimava assai , e presso cui cessò di vivere nel Marzo dell'anno 1789. Godette il Padre Lazeri in Roma P amicizia dei più dotti uomini , e fra que- sti del Bottari, dello Stay , dell' Assemani , e scrisse un numero grande di opuscoli e di dissertazioni che risguardano P Antiquaria sacra e la critica , intorno alla quale ideato aveva un'opera vasta di cui legge- si il piano appresso il Padre Zaccaria (i). La storia ecclesiastica però formò la principale sua occupazio- ne , ed oltre P averne illustrati alcuni punti parti- colari , lasciò inediti ben diciotto volumi della me- desima, e nel Dizionario degli Uomini illustri (2) ve- der puossi il catalogo distinto degli scritti di que- sto dotto Gesuita. Molte ricerche istituì negli Archi- vii tutti di Bologna Gio. Battista Meloni della Pieve di Cento Prete dell'Oratorio, dai quali raccolse scelte notizie sui Santi e Beati Bolognesi, di cui die in lu- ce la vita, e poscia nel 1780 gli atti dei più illustri in Santità divisi in tre Volumi in 4-° (3). Tommaso Waldense antico Autore confutò già gli errori dell' Eresiarca Wiclefo ; su quest' opera lavorò il Padre Bonaventura Blanciotti Carmelitano di Pinerolo nato nel 171 3., la illustrò con note, e vi propose la vi- ta di detto Eresiarca ma non so se la stampasse ; raccolse poi egli non pochi monumenti spettanti al- (i) Voi. X. p. 5i2. della Stor. Lett. d'Italia. (2) T. IX. pag. 299. (3) Fantuzzi Scrittori Bolognesi T. VI. pag. 6. L I B R O II. 2l5 la storia dell'Ordine suo ed un ristretto delle vite dei Santi in essa fioriti, oltre varie altre cose a ciò rela- tive clie ci lasciò parte stampate e parte inedite (i). XLVII. La vastità della erudizione , la moltiplicità xLvir. delle cognizioni, la quantità delle opere in ogni g^-^^^^*^^^"^ ^^"^^^^ nere di sacra letteratura lasciateci dal Padre Fran-nio, Cesco Antonio Zaccaria Gesuita, e le guerre lettera- rie da lui sostenute richiedono che con tutta la pos- sibile accuratezza si parli di ciò che il riguarda, al che fare mi sarà guida l'elogio storico scrittone dall' Abate Luigi Cuccagni (3). 11 dì 27. di Marzo dell» anno 1714- vide nascere quest' Uomo singolare da Tancredi Zaccaria Giureconsulto Toscano, nativo di Poppi terra del Casentino, e da Teresa Ferretti Ve- neziana, cheche ne dica sulla sua origine l'Abate Ca- priata Autore del libro intitolato i Lupi Smaschera- ti uno dei molti nemici del Zaccaria. Rari talenti , memoria felice, avvenenza della persona, e robusto temperamento costituirono le doti di questo amabil giovane da suoi genitori coltivate come meritavano. Una prova di precoce sviluppo delle sue intellettuali facoltà diede egli nella età d'anni i3. ai 14. , allorché in una pubblica disputa sostenutasi in una Chiesa di Regolari a Venezia \m.%^ in sacco come suol dirsi, lo studente che difendeva la tesi e il Padre lettore ; e tale ammirazione destò in molti Dotti e Nobili Ve- neti al fatto presenti, che portarono via il Zaccaria come in trionfo. La Compagnia di Gesù lo accolse nel 1731. alli 17. di Ottobre, fece il suo noviziato a Vienna d'Austria, e si mostrò fin d'allora amante del- la fatica , poiché nel suo soggiorno a Gorizia prima di andare a Roma , tradusse dal Francese nell'idioma (i) Mazzucclielli Scritt. d'Italia T. II. part. II. p. i3oo. (a) Stampato a Roma nell' anno 1796. 21 6 Storia della Letteratura Ital. nostro la voluminosa storia Romana dei PP. Gatrou e Rouillè. Allorché sostenne in Roma quello che di- cesi Atto grande nella sua Religione , die prove del- la sua prodigiosa memoria . perchè essendogli stato dagli argomentanti ohhjettato qualche testo non to- talmente fedele, il Zaccaria ne avvertì subito Pop- , positore , citando il luogo e la pagina dove trovar potevasi quel tal passo (i). Aperta che egli ehbe nel 1740. corrispondenza col Cardinal Quirini Vescovo di Brescia , ebbe il coraggio di indirizzargli una let- j tera con alcune osservazioni critiche sopra la vita di Papa Paolo II. scritta dal Cardinale stesso , che im- parò poi a conoscere in Roma questo suo giovane avversario , e gli diede si allora che in appresso argo- menti replicati della sua stima. Con pari coraggio affrontossi il P. Zaccaria poco dopo con l' immortai Muratori, facendo stampare a Palermo nel 1741' tre lettere anonime contro il libro di lui intitolato De super stitione vitanda^ alle quali diede risposta il Mu- ratori. La prima opera alquanto voluminosa dal Zac- caria pubblicata contiene la Bd)Uotheca Pistoriensisì in cui descrisse i Codici esistenti in Pistoja e diede le notizie degli Scrittori Pistoiesi. E siccome per do- vere del suo ministero predicava ora in una Città ed ora in un' altra dell'Italia, così cominciò ben di buon' ora a raccogliere preziosi monumenti utili alla sto- ria letteraria e civile , e preparò i materiali per le tan- te opere che in appresso compilò. Mentre egli atten- deva a questi studii, non dimenticava la morale Teo- logia, e cominciò a scrivere in difesa del Gesuita P. Niccolò Ghezzi che era stato attaccato dal Domeni- cano Padre Concina. Ma una delle prime e delle più (i) Elogio sopra-mentovato pag. io. L I B R o IL 217 serie fra le contese avute dal Zaccaria con altri Let- terati , dir si deve qnella che appiccò col Fioren- tino Giovanni Lami, stampando in Venezia alcune lettere sotto il finto nome di Atromo Trasimaco Ca- labrese contro il libro dal Lami composto De erudì- tione Apostolorum. Che se al dir dell' Ah. Cuccagni il Zaccaria usò moderazione nello scrivere, ben di- verso trattamento provò egli per parte dell'avversa- rio, che gli si scatenò contro vomitando grossolane ingiurie, e il solo riflesso di non insultare alla me- moria del Lami in questo frattempo defunto, tratten- ne il nostro Gesuita dal rispondere a tali imperti- nenze. XLVIIL Ma suscitò più nemici allo stesso Firn- xlviii. ^ Contniua?ioiie presa del Giornale intitolato Storia Letteraria ^' 7/^«- delie noti ie dei /i«, che cambiò poi varie volte titolo forse per le vi- cende a cui soggiacque il suo Compilatore. Copioso corredo di scelte notizie per la Letteratura di quei tempi contiene quest' opera periodica, e generalmen- te parlando, gli articoli sono stesi con non ordinaria franchezza e libertà a difesa della Corte Romana, delia Chiesa, e dicasi pur anche degli Autori special- mente Gesuiti. Ma sortirono tali e tanti libercoli con- tro il P. Zaccaria negli anni non molti in cui atte- se a questo lavoro, e tali dicerie si sparsero, sino a darsi la nuova aver egli deposto 1' abito di Gesuita ed esser fuggito, che il General della Compagnia Pa- dre Ignazio Visconti ne sospese la stampa, e vi volle l' interposizione del nostro Duca di Modena Frances- co III. per ottenere il permesso di continuare questo Giornale, a condizione però che li manoscritti fos- sero riveduti ed approvati dal suddetto Padre Gene- rale. Mentre agitavasi questa guerra contro l'Auto- re , trovò egli nel Cardinal Quirini e nel sunnomi- nato Duca due efficaci Protettori , il primo dei quali 2i8 Storia della Letteratura Ital. onde sottrarlo alle vessazioni de' suoi emuli , gli of- frì la Prefettura della insigne sua BilDlioteca, offerta che non fu dal Zaccaria accettata , il quale poi ven- ne a Modena per succedere al gran Muratori in qua- lità di Bibliotecario Estense (i). E veramente mo- strossi egli degnissimo di questa carica, ed a lui va debitrice questa Biblioteca di avervi impiantato mol- to giudiziosamente tutti li nuovi indici, di averla or- dinata, ed accresciuta mercè la Sovrana munificenza, di ottimi libri e delle migliori edizioni, essendo egli un peritissimo Bibliografo , ed avendo avuto la sor- te di incontrare in Francesco III. un Principe ma- gnanimo e a grande e nobili imprese inclinato (2). Dopo di aver presieduto il nostro Religioso a que- sto Santuario delle scienze, che per opera sua a pub- blico vantaggio nel 1761. si aprì, dovette egli soc- combere a nuove disgustose vicende, e tale asse- dio misero li suoi avversarii alla costanza del Du- ca di Modena nel proteggerlo, che dovette , benché con suo dispiacere, ubbidir direi quasi, alle circostan- | ze, e farlo richiamar come fece, dal suo Generale, con tutto però il decoro ed il buon garbo, perloccliè abbandonò egli Modena e partì per Roma dove as- sunse la Prefettura della Biblioteca del Gesù . So- praggiunto il turbine fatale che rovesciò la Compa- gnia, erasi determinato sulle prime di chiuderlo in Castel S. Angelo perchè temevasi la sua penna ; ma poi la Congregazione dei Cardinali per gli affari Ge- suitici si limitò a vietargli di uscire dalla Città , il (i) La Biblioteca Estense fu consegnata con rogito del Cancellier Camerale a. Agosto 1756. al Padre Zaccaria. (a) Delibo io qui per obbligo di vera gratitudine ricordare 1' Abate D. Carlo Ciocchi Fiorentino , il quale ajutò non poco il Padre Zaccaria nei lavori della Biblioteca, dopo la morte di Tiraboschi divenne uno dei Bibliotecarii , e diresse i miei passi nella medesima carriera. Libro IL 219 die in seguito si ridusse anche ad una semplice for- malità, e il Cardinal Marefoschi gli prestò il comodo della copiosa sua Biblioteca, onde potesse in mancan- za di quelle dei Gesuiti continuare li suoi studii. Non è a dirsi quanto fosse sensibile al cuore del Padre Zaccaria il fiero colpo che disperse tanti suoi Con- fratelli, e che privò la Chiesa di Dio di così valoro- si operai; ma allorché nel 1775. ascese al Trono Pon- tificio Pio VL di sempre gloriosa ed insieme acerba ricordanza, può dirsi che sorgesse l'epoca più felice della vita del nostro Autore ; poiché ne prese il Ponte- fice una particolar protezione, all' ombra della quale potè egli attender con pace alle sacre scienze, e difen- dere come fece , con molti dotti libri i diritti della Santa Sede contro i Novatori , che a que' dì ognor più rigogliosi sollevaronsi contro di essa. Alla prote- zione dello stesso illustre Pontefice ascriver devesi pure l'esser stato l'Ab. Zaccaria destinato a dirigere gli studii di storia ecclesiastica nell' Accademia dei Nobili Ecclesiastici, e 1' aver egli conseguite molte altre beneficenze, fra le quali non fu piccola quella della giubilazione ottenuta con tutti gli appuntamen- ti nella Università della Sapienza. Il credito da lui acquistatosi con le numerose sue fatiche letterarie di cui daremo una breve idea, gli procurò l'onore di esse- re ascritto a ben diecinove Accademie Italiane dal l'joi. al 176?.. ed a qualcuna d' Oltremonti. Pieno di virtù, e di meriti morì il Zaccaria nel bacio del Signore alli IO. di Ottobre dell'anno 1790. contandone egli allora 81. mesi sei e tredici giorni , e venne sepolto nella Chiesa di S. Apollinare in Roma con iscrizione fat- tagli collocare da Monsignor Giovanni Castiglioni Pre- sidente del Collegio dei Nobili Ecclesiastici. Non'può negarsi che il Padre Zaccaria dalla natura sortito non avesse un carattere bilioso, ma era di cuore aper- 2 20 Storia della Letteratura Ital. to e sincero, né si alterava perchè altri tenesse sen- tenze teologiche dalle sue diverse, purché Cattoliche^ sdegnavasi hensì contro coloro, che ih tante diverse maniere attaccavano la Chiesa ed i Sacri suoi Dirit- ti; spiegava egli specialmente nella citata sua Storia Letteraria liberamente e forse un po' troppo il suo parere, ma non insultava alcuno , come fecero mol- ti di quelli che lo assalirono, forse per questa sua li- bertà di esprimersi , e fra questi si segnalarono il La- mi, il Lazzarini e il famoso Giovanni Bianchi di Rimini, tre uomini celebri ma molto caustici. Lo sti- le del Padre Zaccaria è più colto in latino che in Italiano; possedeva a fondo lo stile lapidario, ed ebbe poi estesissimo carteggio con i Dotti Italiani e d' Ol- tremonti, cosicché un bel monumento di Storia Let- teraria dir devesi il suo epistolario, il quale se fosse fatto di pubblico diritto, spargerebbe molti lumi su questa materia. XLix. XLIX. In quattro classi distinguer si possono le dre Zaccaria, produzioui Scientifiche di questo Gesuita. i.° Opere Teologiche. 2.° Simili risguardanti la Storia profana e Sacra. 3." Scritti di Antiquaria. 4.*^ Opere altrui, o per la prima volta pubblicate, o illustrate. Quelle che usci- rono dai torchii ascendono a più di cinquanta, come pure le manoscritte, molte delle quali meriterebbe- ro la luce. Rimandando io li miei lettori che desi- derassero su di ciò minute notizie, all'elenco di tut- te le suddette produzioni in fine della citata vita collocato, mi limiterò a porger loro una succinta idea delle più importanti fatiche letterarie del Padre Zac- caria (i). Somministrò egli molte notizie risguardan- (l) Fa maraviglia^ a dir vero, come un Uomo attender potesse a tan- ti e così disparati oggetti : ma ;:::; la penetrazione dell' ingegno , { sono pa- f, role dell' Ab. Cuccagni pag. 36. ) la velocità dell' occhio che nell' istan- L I B R O II. 221 ti i Santi Italiani e copiose correzioni ai Padri Bol- landisti, ai quali riuscirono oltre modo gradite, e ri- stampar dovevansi a Venezia le apologie Bollandiane con molte giunte del nostro Autore, se non lo aves- se vietato il Generale della Compagnia per non riac- cendere un fuoco ornai spento, al qual divieto pun- tualmente si sottomise il nostro Religioso, dal che si scorge, che quantunque egli per natura inclinato tos- se a questionare, aveva però docilità e si quietava. Con l'opportunità di viaggiare che gli procurò V esercizio della predicazione raccolse , come si disse , nelle varie Città monumenti di storia civile ed ec- clesiastica, e ne stampò una raccolta (i) giovevole assai per la illustrazione dei fatti dei bassi tempi . Ma più importante poi riconobhesi la storia polemi- ca del Celibato da lui nel 1774- edita; lavoro clas- sico, pieno di erudizione, e che tradotto leggesi an- che in lingua Tedesca, uscito a Bamberga; e quan- tunque incontrasse 1' Autor suo secondo il solito del- le opposizioni , egli non si avvilì e franco seppe ribatterle . Illustrò egli inoltre la Sacra Liturgia con un' opera a parte (2) , in cui trovasi tutto ciò che desiderar si può risguardante i riti delle due Chiese Latina e Greca. Le novità sparse dal Ve- scovo di Pistoja Monsignor Ricci e le massime del Professor Tamburini di Pavia , e di altri Novato- ri esercitarono la penna del nostro Autore , il qua- le dopo di aver dimostrato il Primato di S. Pietro e de' suoi Successori su tutti gli altri Vescovi nel „ te gli faceva correre le intere pagine dei libri ^ 1' agilità della mano in „ trascrivere, la felicità della memoria e prontezza in disporre le materie^ „ e altre belle doti di cui era stato da Dio arrichito lo resero abile ec iz: (i) Ecco il titolo di quest'opera. ,, Excursus Litt<;rarii per Italiam ab anno 1742 ad lySi. ,, (a) Bibliotheca ritualis lithurgica. 232 Storia della Letteratura Ital. suo A7ififehronio, non cessò finche visse di combatte- re a favore della Chiesa Romana. Questa confutazio- ne di cui parlò favorevolmente anche il foglio di Colonia nel 1760, fra le opere polemiche del P. Zac- caria può dirsi quella che più d' ogni altra stabilì veramente il suo nome, e deve a sua gloria dirsi che il Fabronio ( i ) dopo di aver per qualche tempo bat- tagliato, e dopo di non essersi il Zaccaria tenuto con le mani alla cintola, ebbe questi la consolazione di vedere quel Novatore convertito , avendo fatta la tanto celebre ritrattazione a tutti ben nota (2). _ ^- . L. Oltre la compilazione del Giornale di cui ab- Continuazione _ ^ de]ie notizie ris-biamo parlato, 6 che produsse al nostro Religioso co- puardanti le (>pe- x .p. -,, ,. . -, t.t re di Zaccaria. SI amari irutti, cbbe egli parte m alcune di tali ope- re a noi straniere, ed oltre modo copiose furono le produzioni altrui, o per sua cura pubblicate o da lui con ili astrazioni ristampate. Tra queste merita spe- ciale memoria la bella edizione sul cader del seco- lo XVIIT. fattasi in Roma del S. Isidoro di Siviglia per opera del Sig. Abate D. Faustino Arevalo, a cui il Zaccaria in età ormai avanzata consegnò un insigne lavoro da molto tempo già da lui preparato ; e per rendere più perfetto il quale, aveva fatto eseguire non poche ricerche in varie città della Spagna, dopo che il Protestante Salomone Semlerq Professor d' Hala per consiglio del Marchese Scipione Malfei avevagli di- retto un Commento sul glossario del sunnominato Santo. Fra le opere altrui che sotto la sua direzio- ne si stamparono, contansene molte di Teologia da Autori Ges-uiti scritte all' oggetto di combattere il Giansenismo , i rigoristi, e specialmente il Concilia , (i) Sotto questo finto nome nascondevasi Monsig. Hontii«im sufFraganeo del Vescovo di Treveri. (2) Per indurre il Fabronio a questo passo vi contribuì come altrove si vedrà, anche il Padre Mamachi Domenicano. Libro II. 228 contro i quali tutti contrastò fieramente il Padre Zac- caria. Scatenaronsi perciò contro lui i Parlamenti di Francia (i), e in seguito di una sanguinosa Verrina dell'Avvocato Malavet, condannarono essi alle fiam- me alcuni dei moralisti da lui pubblicati, sotto il pre- testo che attaccassero la fedeltà dai sudditi al Sovra- no dovuta, o clie insultassero alle libertà della Cbiesa Gallicana. Io non mi farò qui aindice in così delicato argomento , e soggiungerò soltanto che in Italia si spinse tant' oltre l'animosità contro questo Gesuita, che venne per fino accusato al celebre Ministro Im- periale Conte Cristiani di predicar dottrine pericolo- se alla tranquillità degli stati. Ma dopo di aver que- sto saggio Ministro udite le sue prediche, si persuase del contrario, acquistò stima singolare del Predicato- re, e dimostrogli la sua benevolenza, come fece anche il S. Pontefice Clemente XIII. , il quale oltre di aver- lo generosamente beneficato, ebbe premura di fargli notificare i sentimenti di stima che per lui nutriva. LI. Dopo questo luminare delle scienze sacre del li. quale finora abbiamo parlato , rammenteremo qui il sacr/." *^"**°" Barnabita Pietro Maria Brocchieri Lodigiano, che fio- riva alla metà del passato secolo, il quale professò Teologia nel Seminario di Bologna, nell'Accademia Ecclesiastica della qual Città fondata nel 174^- egli figurò leggendo in essa dal 1756. in avanti varie dis- sertazioni sopra alcuni punti di storia controversi con gli Eretici ; diede egli poi in luce varii saggi delle vaste sue cognizioni filosofiche e di amena letteratura, perlocchè meritossi gli elogi del Segretario Francesco Maria Zanetti, e del gran Pontefice Benedetto XIV. {2). Coltivarono con frutto la sacra filologia e l'an- (i) Elogio cit. pag. 86. (a) Mazzucchelli Scrittori ec. T. II. part. IV. pag. 2129. 2^4 Storia della Letteratura Ital. tiquaria i fratelli Giovan-Luigi, e Ferdinando Minga- relli amendue Monaci Camaldolesi , nati di comoda famiglia nel Comune di S. Michele di Grizana sul- la montagna Bolognese . Entrato Giovan-Luigi nel 1739. fra li Canonici Renani di S. Salvatore, la Con- gregazione dei quali era allora diretta dal celebre Padre Ab. Trombelli, si dedicò egli con molto fervore agli studii sacri, ai quali avendo atteso per tre anni in Bologna, passò poi a Roma dove alla istruzione nelle scienze sacre congiunse quella della lingua Ebraica sotto la direzione del Medico Ebreo Fano, e della lin- gua Greca senza ajuto altrui. Tal profitto ne trasse il Mingarelli, cbe venne aggregato alle Accademie Pon- tificie di ecclesiastica storia e dei Concili), nelle qua- li lesse più dissertazioni, e poscia nell' anno 1764- il Senato Bolognese lo elesse Professore di lingua Greca. Cospicue cariche coprì egli nella sua Religio- ne sino a quella di Generale , e si distinse ognora con la integrità de' suoi costumi, e con una regola- re condotta di vita distribuita fra le pratiche cristia- ne e lo studio, il che ne rendette più amara la per- dita accaduta nel lyqS. mentre contava anni 71. di età. Nella corruttela del secolo in cui visse, armato fin dalla gioventù dell'armatura dello zelo del Signore co- raggiosamente si oppose ai replicati sforzi dei moder- ni pensatori. L'autorità delle Sacre Carte, la dottri- na dei PP. più venerabili della Chiesa, la illustra- zione di scritti ortodossi di autori sapientissimi da lui pubblicati, come furono le annotazioni sui Salmi di Marco Marino, i libri De Trinitote di Didimo Ales- sandrino, e varii altri opuscoli di SS. Padri da lui renduti alla comune intelligenza con le opportune versioni e note , sono tutte testimonianze non dub- bie del suo sapere. La Bibliografia va debitrice all' Abate Gio. Luigi Mingarelli del catalogo dei Codici Libro II. aaS in lingue esotiche esistenti nella Biblioteca del Car- dinal Passioneij e a lui pur devesi la pubblicazione delle reliquie dei Codici Egizii della Biblioteca Na- niana di Venezia, lavoro di insigne fatica e che ac- colsero con molte lodi gli eruditi (i). Il Fratello Pa- dre Ferdinando godette credito non ordinario in Ro- ma, dove il Santo Padre lo destinò membro della Congregazione dell' Indice, e nel 17Ó5. poi passò let- tore di Teologia e di Lingua Greca a Firenze. Col- tivò egli la sacra erudizione, e diede in luce varie interpretazioni di antiche iscrizioni, ed altri opusco- li di simile argomento , ma specialmente difese una lezione del Vangelo di S. Matteo , che senza buoni fondamenti variar si voleva dall'antica sempre dalla Chiesa riconosciuta. Passato nell'anno 1770. Professore 1 nella Università di Malta nuovamente fondata, dopo tre anni ritornò in Religione dove morì di buona età nel 1777- compianto da suoi Confratelli, che sperava- no di posseder più a lungo un soggetto che onora- va l'ordin loro (a). LII. Sotto il nome di Padre Ildefonso da S. Luigi lii. celasi il Carmelitano Scalzo Ildefonso Frediani Fio- fonso ed altri rentino nato nel 1724. buon teologo e canonista , ^"'"'*"" non che storico sincero e diligente antiquario. Allor- ché il Marchese Teodoro Barzi stampò alcune lette- re sulla limosina, il Padre Ildefonso credè suo dove- re di confutarle, e diede alla luce nel 1770. un ec- cellente Trattato della Giustificazione e della Grazia. Le opere di S. Giovanni della Croce somministraron- gli pure argomento di non breve fatica, poiché egli le illustrò con erudite note, e le ripubblicò nell' anno (i) Fantuzzi Scritt. Bolog. T. IX. pag. 149. (2) Fantuzzi op. cit. T. VI. pag, ai. Tomo /. i5 226 Storia della Letteratura Ital. 1774. ; ma più lungo lavoro intraprese poi questo Re- j ligioso, allorché volle raccogliere, come fece, gli Scrit- i tori del buon secolo, e cominciò nel 1770. a farli conoscere al pubblico col titolo Deliùe degli eruditi j Tojca/zi, proseguendo sino al 1789., e compiendo P| opera in 3 5. Volumi in S.*' Molto volentieri accolse ' la Repubblica Letteraria una tale fatica , che giovò , non poco all' interpretazione dei passi oscuri, che in- contransi di sovente negli Scrittori dei bassi tempi, e per lo studio della Lingua Toscana. Aveva il Pa- ; dre Ildefonso ideato un altro grandioso lavoro col titolo 1 di Etruria -Stìrcra, corredata di un copioso Codice diplo-i matico canonico liturgico, ma non ne pubblicò che il primo Volume risguardante la Diocesi di Firenze (i). La Cattedrale di Catania contò fra li suoi Canonici, il Sacerdote D. Vito Coco ivi nato nel 1723., ed ivi pure defunto nel 1782. Raccolse egli e pubblicò il Codice diplomatico della Regia Università di Cata-I nia corredato di dotta prefazione e di erudite note, 1 ed una serie di documenti in difesa della detta Chie- sa, e negli Opuscoli di Autori Siciliani leggesene uno j assai erudito di lui sul metodo di celebrare la S. Mes-' sa, e di amministrar la Santissima Eucaristia nella 1 stessa Chiesa di Catania dai più remoti tempi fino al ! secolo XVII. Scriveva egli elegantemente e con mol-j ta purità la lingua latina, nel quale idioma ci lasciò: alle stampe alcuni elogi d' uomini illustri suoi con-; temporanei; molti poi sono gli altri suoi manoscritti! dei quali fece un legato all'Archivio della Cattedra- j le sunnominata, e fra questi ricorderò io quisoltan-' to siccome più interessanti, le giunte e correzioni al- la Sicilia Sacra del Pirri (2) . Impiegò lungo tempo (i) Novelle Letter. di Firenze an. 1792. T. XXIIL pag. ifii. (2) Biografia degli Uom. ili. della Sicilia T. III. Libro II. 227 nello svolgere le carte degli arcliivii dell'antico suo Or- dine il Padre D. Benedetto Tromhy Certosino di Mon- teleone nel Regno di Napoli , e dopo lunghe fatiche e ricerche pubblicò nel 1778. in Napoli la Storia Criti' co-Cronologica Diplorìiatica del Patriarca S. Bruno- ne e del suo Ordine Certosino . Ciò che rende pre- gevole cjuest' opera divisa in dieci volumi in foglio, sono le appendici nelle quali inserì il Tromby i do- cumenti d' ogni genere comprovanti i fatti descritti nella storia , e varie dissertazioni dirette ad illustra- re alcuni passi più importanti, come puve 1' apologia dì ([uesto vasto suo lavoro, che incont asi nel tomo X. per il divieto che il Padre Generale avevagli fat- to di stamparlo (i). Acquistossi con questa pubbli- cazione molto credito il nostro Certosino il quale ot- tenne perciò dal S. Pontefice Pio VI. tre onorifici Brevi, e nel 1779. nominato venne membro onorario della Reale Accademia delle scienze e belle lettere di Napoli nella classe di Storia del Medio evo (2,). LUI. Un difensor deciso della propria maniera di lui, pensare ebbe il Padre Concina nel suo Confratello Vincenzo Maria. il Padre Vincenzo Maria Fassini Domenicano , che nacque a Raconigi in Piemonte l' anno 1738. alli 19. di Agosto dal Giureconsulto Sebastiano Fassini, e da Teresa Rossetti . Dopo di essersi in Bologna istruito nella lingua Greca e nella storia, si sciolse egli quantunque già Religioso Regolare, dai lacci e da- gli impedimenti della Scolastica^ e passato ad inse- gnar Teologia nel Convento di Brescia pubblicò la vita latina del suddetto suo Correligioso di cui ab- biam già ragionato, e cercò di liberarlo dalla taccia di Giansenista , ma T edizione Italiana di quest' ope- (l) Biografia degli illustri Napoletani T. Vili, (a) Morì in età d'anni 78 nel 1788. aaS Storia della Letteratura Ital. ra incontrò le censure di Roma, e si obbligò l'Auto- ' re a rittrattarsi ; egli però scusossi dicendo clie la j versione Italiana del suo testo latino era opera di un ' tal Dionisio Sandelli, che aveva alterato il suo scrit- i to HQlla parte che risguardava il Giansenismo , ma \ pochi si persuasero di questa scusa. L' amicizia da lui i in appresso contratta con li Padri Maria De Rubeis e Casto Innocente Ansaldi Domenicani, gli giovò a ben conoscere l'Antiquaria Cristiana, e varii saggi egli stampò su gli antichi riti cristiani delle due Chiese j Greca e Latina, nel che fare spiegò il Padre Fassini ' molta dottrina e singolare erudizione. Nominato poi Professore di Sacra Scrittura a Pisa ebbe campo di segnalare colà il suo zelo per la Cattolica Religione, confutando i due Novatori Firmino Abauzizio Gine- vrino e il Francese Nicola Freret, che ardirono di mettere in dubbio 1' autenticità dell' Apocalisse , e di negare che S. Giovanni ne sia P Autore. Nessuno certamente al dir di Monsig. Fabbroni (i), che mi ha somministrato le notizie di questo scrittore,, più acremente di lui combattè contro il Freret , e lo op- presse con la copia della erudizione, e niuno più chiaramente dimostrò contro il citato Ginevrino che S. Giovanni è 1' Autore dell' Apocalisse , nel che fare scoprì poi molte frodi degli Eretici, contro i qua- li mostrossi sempre valoroso soldato. Ne queste sole opere compose il Padre Fassini, ma alcune altre sue produzioni rammenta il Fabbroni, e fra queste non devonsi tacere alcune dissertazioni sull'ingresso di Alessandro Magno in Gerosolima, prima di recarsi all' Oracolo di Ammone, nelle quali provò essere rappor- to a questo fatto storico fondate le osservazioni di Giuseppe Flavio, e dello Scrittore della storia de'Mac- (i) Vitae Ital. T. XV. p. lag. LIV. Libro II. 229 cabei. Quantunque avesse egli un carattere troppo impetuoso, e non fosse misurato il suo zelo nelF op- porsi ai Novatori , la sua conversazione però riusci- va molto gradita dotto ed erudito quale egli era, per- locchè godette la stima del Gran Duca Leopoldo di Toscana, che gli conferì anche la Cattedra di storia ecclesiastica, nell'insegnar la quale dimostrò una elo- quenza naturale poco dall'arte coltivata, per cui spie- gava le sue idee con chiarezza singolare e con mol- ta felicità sviluppava le questioni teologiche. Cessò e^li di vivere nel 1787. non contando che anni 49- di età, e in lui venne meno un dotto Religioso che se avesse avuto più lunga vita, e si fosse, come è a credere, temperato alquanto, avrebbe potuto rende- re importanti servigi alle scienze divine. LIV. Abbiamo già veduto che parecchi Italiani si AitrtVcrittoTi occuparono nella Filoloeia sacra, e nel procurarci buo- ° Editori deU» .... . . . opere altrui. ne edizioni dei SS. Padri e nella illustrazione delle loro opere; non devonsi però defraudare delle dovu- te lodi alcuni altri che dedicaronsi a queste utili ma sempre nojose imprese. Il Cardinale Niccolò Maria Antonelli che fioriva dopo la metà del secolo scorso, oltre l'avere lasciato alcune dissertazioni di sacra li- turgia, arrichì la Repubb. Letteraria con l'opera di S. Atanasio intitolata Interpretatio Psalmorum seu de titulis Psalmorum y pubblicandone nel 1746. il testo Greco tratto da un Codice della Barberina con la traduzione latina a fronte, corredata di alcune bre- vi annotazioni (i). Il Padre Antonio Domenico Bal- dassarri di Osimo Francescano stampò alcune disser- tazioni critiche ed una Apologia latina per li Padri del sesto sinodo, e se non fosse mancato di vita nell'an- no 1791. in buona età, aveva disposto un'opera a (i) Mazzucchelli Scrittori ec T. I. part. II. pag. 853, a,Bo Storia della Letteratura Ital. parte sul!' ardua dottrina della grazia giusta la men- te di S. Agostino, sul qual argomento come pure so- pra alcuni altri di sacra filologia lasciò varie disser- tazioni (i). Poche cose diede alle stampe F Ahate Giuseppe Zola di Conceslo villaggio nel territorio Bresciano, dotto Professore di storia ecclesiastica e Bibliotecario a Pavia negli ultimi anni che visse. La sua maniera però singoìar di pensare , e la costante amicizia col troppo celebre Professor Pietro Tambu- ' rini di Pavia gli fecero provar specialmente dopo il , reingresso dei Tedeschi in Italia, non piccole vessa- j zioni, che superò e morì poi nel i8c6. in età di an- j ni 67. a Concesio sunnominato. Gli scritti di storia ecclesiastica ma condotti soltanto sino ali' epoca di Costantino il grande, sono il lavoro più interessante che da lui siasi dato alla luce, avendo impiegato quasi P intiera sua vita nelP ammaestrare la gioventù , nel carteggio copioso con i Letterati Italiani, ed Oltra- montani, e nello studiar privatamente per se conoscen- do egli assai bene la Letteratura Italiana, le lingue stra- niere e le orientali, ed essendo in somma un uomo di cognizioni scientifiche e letterarie abbondevolmente fornito (2). Le opere di Lattanzio occuparono il Padre Carmelitano Scalzo Odoardo Franceschini del Castel- lo di Massa Diocesi di Fermo, onde procurarne una nuova edizione scevra dagli errori occorsi nelle an- tecedenti, e nel 1701. videsi un prodromo a questa sua letteraria fatica che poi nell' anno 1754. stam- j pò (3). Il Chiarissimo Cardinal Tommasi ebbe a di- (i) Vecchietti BibL Picena pag. 22. del T. IL (a) Perondoli Stanislai De Josepho Zola etc. Commentariolum BrU xìae 1807. Da un altro scritto IXAÌìano intitolato Notizie storiche dell'Aba- te Giuseppe Zola si deduce che questo Sacerdote fu nemico dei Gesuiti, i quali si opposero sempre alle sue dottrine , n^a questo scritto sembra det- tato con molto amore di partito e non è da fidarsene gran fatto. (3) Vecchietti ec. T. IV. pag. 202. L I B R O II. 23 1 rettore della edizione delle sue opere il Chierico rego- lare Teatino D. Anton Francesco Vezzosi, che pubbli- cò ancora dopo il Silos gli Scrittori Teatini in due Ta- mi in 4.°, e morì poi l'anno 1783. in età di anni 74. (i). LV. Quantunque debba dirsi Greco il Padre Tom- Mamlihi Padre maso Maria Mamachi Domenicano perchè nato a Scio Tomma»o Mari*. Isola deir Arcipelago, tuttavia siccome egli passò V intiera sua vita fra noi e dal Fabbroni è stato am- messo fra gli illustri Italiani (2), così io mi credo in diritto di far parola di Lui, che fu allievo del Convento di S. Marco in Firenze, dove prima dei quindici anni si trasferì per vestir l' abito religioso ed attendere alle scienze sacre . Poche sono le notizie risguardanti la sua vita, che ci ha lasciato il Fabbro- ni, da cui sappiamo che il Padre Mamachi visse quasi sempre in Roma dove lesse filosofia nel Collegio di Pro- paganda, indi passò Bibliotecario della Casanatense, e poi Segretario della Congregazione dell'Indice, fi- nalmente Maestro del sacro Palazzo nel 1781. che fu V ultima carica da lui sostenuta, essendo morto a Corneto l'anno 1792. alli 7. di Giugno, e sepolto a Cento Celle nel Convento dei PP. Domenicani.. Mostrossi questo Religioso zelante difensore della Cattolica Religione, ma oltrepassò più di una vol- ta i limiti di quella prudenza , che tanto giova al buon esito della causa che si tratta, perlocchè ebbe dei nemici anche fra gli Scrittori Cattolici. La difesa della Maestà e della Podestà dei Romani Pontefici for- mò uno dei primarii e ben degni oggetti de' suoi studii, per primo frutto dei quali ci diede la tradu- zione Italiana dell' opera del Cardinal Orsi a cui vis- se carissimo il Mamachi , intitolata De Romani Poti- (1) Antologia Romana T. X. paij. 41. (a) Vitae Ital. T. XVIII. pag. 55. 23 a Storia della Letteratura Ital. tìficis in Synodos oecumenicas Potestate . Dopo di aver atteso con V ajuto del Collega Dionisio Reme- delli a pubblicare una buona edizione delle ope- re di S. Antonino Arcivescovo di Firenze con molte correzioni ed illustrazioni, fatica lodata assai dal Papa Benedetto XIV, si accinse il Padre Mamacbi a scrive- re i venti libri delle origini e delle anticbità Cristiane, i quali procurarongli molto grido, e sono il più in- teressante lavoro uscito dalla sua penna. Monsig. Fab- broni nel darci r idea di quest'opera (i) veder ci fa, quanta erudizione abl)ia in essa spiegata il nostro Au- tore, quante cose nuove abbia egli scoperto, e quanto elegante Scrittore egli sia. Questi pregi però non ba- starono a flifenderlo dalle critiche del Padre Zac- caria, alle quali il focoso Domenicano vivamente rispo- se; ancbe Monsig. Mansi ebbe con il P. Mamacbi una seria questione per fissare le epoche dei Concilii tenuti in Sardegna, e quest'ultimo per ben due volte replicò al Mansi , che alla seconda scrittura nulla rispose : ge- neralmente parlando trovò egli sempre molti con- tradditori alla sua maniera di pensare, poiché si ri- prendeva in lui una troppa abbondanza di cose, ac- cusavasi, specialmente dai Giansenisti , di non tene- re in certe questioni le sentenze stabili e fondate , e si riprendeva l' eccessivo zelo nel difendere F opi- nione sostenuta, cosicché al dir di Fabbroni stesso al Mamacbi Fuit semper consuetudo ut in omni conten- tione rebus non modo veris sed etiani adumhratis lo- cum darei. Saranno sempre in questo genere memo- rabili le annotazioni critiche da lui fatte alla Storia della Letteratura Italiana del Cav. Ab. Girolamo Ti- raboschi , il quale con una Lettera al Reverendissimo Padre N. N. indirizzata sparse il più fino ridicolo (i) Vita cit. p. C8. alla 72. Libro IL a33 sulle note insulse e le non fondate accuse del Padre Domenicano . Del resto il suo biografo attesta di averlo conosciuto per uomo sommamente religioso, faticatore , diligente ai doveri del proprio istituto e caritatevole. Molti altri lavori egli lasciò parte ine- diti e parte stampati, per i quali può consultarsi la suddetta vita ; io rammenterò qui soltanto gli Anna- li Domenicani, opera da lui intrapresa in compagnia di altri suoi Religiosi, ma di cui non uscì che il pri- mo volume , perchè la morte del Padre Generale impedì questa società di proseguire così importante fatica. Ne tacer si deve che il Padre Mamachi ebbe molta parte congiuntamente al Padre Zaccaria nel procurare la ritrattazione del Fabronio già da noi ri- cordata, perchè lo attaccò vigorosamente e con valore difese una causa già per se stessa assai buona. LVI. Il Padre Meschini scrisse la vita dell' Abate i^vi. r^' -n • ry n* • ii* tr • •■» i^ t Gallicciolli Ab. Gio. Battista Gallicciolli nato a Venezia il di 17. di Giam-Battista ed Maggio dell'anno i733. e morto nel 1806. Insegnò* *" '*°"*^' ^*^^ egli lingua Greca ed Ebraica nelle scuole della sua pa- tria, ed alla somma perizia nelle lingue esotiche (1) accoppiò lo studio delle scienze sacre. Primo frutto delle sue fatiche furono le Memorie Venete antiche profane ed ecclesiastiche divise in otto volumi, nel- le quali riscontransi le origini di molti usi e di non poche cose relative a Venezia , si esaminano le que- stioni agitatesi tra il clero Veneto , e si rischiarano numerosi punti di antiche controversie . Ma quest' opera eccitò una seria controversia fra il Gallicciolli e 1' Abate Cristoforo Tentori ex-Gesuita Spagniiolo, il quale stampò un' Errata corrige alla medesima, for- (') Aveva egli procurato che si stabilisse a Venezia una fonderia e stamperia di caratteri orientali, ma la rivoluzione annullò ogni progetto ( ilKfo- icblni d«lla Letter, Ven. T. II. pag. a85. ). a34 Storia della Letteratura Ital. se a ciò spinto dal contegno dal Gallicciolli che ave- va trovato assai da che ridire nel Saggio delia sto- ria civile ec. della Repubblica Veneta messo in luce dallo Spagnuolo nel 1785. Né finì così presto la que- stione, poiché li due competitori scrissero a vicenda 1' un contro F altro , e procurarono ognuno di diten- dere le proprie opinioni (i). Altro lavoro interessan- te lasciò inedito FAhate Gallicciolli e nel quale im- piegò ben vent' anni di fatica, gio^ V Approssimazio- ne della Sinagoga in cui con vasta erudizione trat- ta dagli scritti RabLinici comprova, che la Sinagoga non è così lontana con la sua fede da quella della Chiesa Cattolica, quanto sei pensano gli Ebrei mo- derni (2,) ; ricorderemo qui per ultimo li suoi Pensie- ri sulle LXX. settimane di Daniele, che incontraro- no F approvazione dei Padri Pujati e Contin, e i dotti Ebrei non poterono a meno di non convenire che le conghietture dell' Abate Gallicciolli su questo argomento hanno somma verosimiglianza (3). Allorché Monsig. Nicolò Antonio Giustiniani No- bile Veneziano, già Vescovo di Torcello e poscia di Verona, passò a coprire nel 17721. la sede vescovile di Padova, ordinar volle la serie cronologica dei sa- cri pastori di quest' ultima Diocesi, e la pubblicò nel 1786. dedicandola al gran Pontefice Pio VI. In- contrò questo lavoro del Giustiniani alcune critiche e giuste per parte di Monsig. Francesco Dondi dell'O- rologio alle quali non rispose l'Autore e può, dice il Meschini (4), riflettersi soltanto a sua difesa, che egli non intese di darci un lavoro compito e perfet- to, ma bensì dì eccitar gli eruditi a compilar tale (i) Meschini della Letter. ec. T. IL pag. 276. e seg. (2) Meschini T. III. pag. 129. (3) Ivi pag. 157. (4) Op. cit. T. IL pag. 2:4, Libro II. 235 opera. Benemerito poi si rese inoltre Monsig. Giusti- niani degli studi sacri, allorché tradusse in buona lin- gua Italiana le opere del suo Santo Antenato Lo- I renzo Giustiniani, ed alcune di quelle del Cardinal j Agostino Valiero, pubblicando il tutto colle stampe ed aggiungendovi molte lettere inedite di S. Carlo j Borromeo (i). Da illustre famiglia di Cittadini Vene- j ziani sortì i natali nell'anno 1742. il Padre Vincen- 1 zo Contin Teatino, Professor di diritto canonico in Panna poscia di storia ecclesiastica a Padova. Il pri- 1 mo lavoro interessante da lui dato in luce furono le sue Riflessioni sulla Bolla in Coena Domini con- tro le cosi da lui chiamate declamazioni del Padre Ma- machi Domenicano relativamente al diritto della Chie- sa di acquistare e posseder beni; e se questa prima fatica del Contin trovò degli oppositori, ebbe anche un difensore nel Padre Pujati. Più utile riuscì per la storia ecclesiastica la traduzione dal Francese che ei pubblicò del Dizionario delle Eresie^ a cui fece delle giunte non tutte applaudite, e lo accrebbe di un tomo Sulle frodi ed i costumi degli Eretici. Ol- tre varie sue dissertazioni di diverso argomento inse- rite in alcuni giornali e nella Raccolta Calogerà, mol- ti articoli del Giornale dei Confini ec. furono da lui dettati per mettere in derisione gli Annali ecclesia- stici che stampavansi a Firenze. Questo Scrittore ha coltura e facilità di stile, ma troppo amante sicco- me egli era di pungere , incontrò degli avversarii non pochi anche perchè le sue mas&ime di diritto canonico non conface vansi con quelle della Corte Ro- mana (2). Il Padre Gian-illuminato Mazzncato Vene- (1) Ivi pag. 212. Il S. Pontefice Clemente XIV. a cui il Giustiniani dedicò la versio- ne del Valiero^ lo encomiò in un Breve speditoceli alli ao. di Luglio dell' anno 1770. (2) Meschini Della Lattar. Yen. T. III. pag. 238. Serittori BiBlici a36 Storia della Letteratura Ital. ziano Minor Osservante diresse la edizione delle opere di S. Bonaventura fatta a Venezia nel i-So., nel che fare seppe separare con sana critica le opere vere dalle supposte, e fece precedere questa edizione da un com- pendio della vita di quel S. Dottore. Allor quando poi si pubblicò nella stessa Città VOpus majus di Baco- ne nel 1750. il medesimo Religioso vi mise in fron- te il Prologo Galeato^ perloccbè riscosse gli applausi del Conte d' Oxford e del Bentlejo (i). LVii. LVII. Copiosa non v'ha dubbio , è la serie di Scrit- tori sacri Italiani da me in questo Capo rammenta- ti, quantunque ommessi ne abbia parecchi i quali non dieder saggi del lor sapere così importanti da doversi qui registrare. Tale non è però quella degli Scrittori bliblici dei quali debbo ora dar conto; quan- do non si volessero qui inserire tutti gli spositori della sacra Bibbia dalla Cattedra e dal pulpito , il nu- mero dei quali certamente è grande, e in modo par- ticolare di Scrittori della Compagnia di Gesù . Ma oltreché riuscirebbe sicuramente no] oso ai miei Let- tori, se schierar volessi loro innanzi tutti li sud- detti spositori, dei più rinomati fra essi mi riserbo a far parola nel Capo della eloquenza, e frattanto in questo ragionerò di varii scrittori , che o in qual- che maniera illustrarono i sacri Libri, o intorno ai medesimi ci lasciarono qualche interessante lavoro. Un' opera voluminosa intitolata Polygraphia sacra, seu Elucidarium bihlicum diede in luce sul cominciar del secolo scorso il Padre Pier Francesco Zagnoni Bolognese delle Scuole pie, la cui vita trovasi fra quelle degli Arcadi . Passò egli la maggior parte del tempo in Roma dove fece spiccare la sua dottrina, il suo zelo , e le virtù tutte al suo grado più con- (i) Meschini Della Letter. Ven. T. III. p^g- 160. Libro II. 287 venienti, perlocchè l'Ordin suo nominollo Generale ed egli ben corrispose alla stima de' suoi Correligiosi , che per opera sua videro crescere il numero dei loro Col- legi. Convien dire che la citata Poligrafia del Padre Zagnoni ottenesse F universale approvazione, poiché ne preparò egli dopo la prima una più copiosa edizione che nel 1726. stampossi in Augusta, anni cinque cioè dopo la morte dell'Autore (i). Nello illustrare mol- te questioni scientifiche tolte dalla Bibbia si distin- se il Padre Antonio Casini Fiorentino Gesuita mor- to d'anni 68. nel 1755. Insegnò egli la lingua Ebrai- ca e la S. Scrittura nel Collegio Romano, e versato siccome era oltre modo nella lettura de' SS. Padri, aveva ideato di continuar la grand' opera dei Dogmi Teologici del Padre Petavio^ ma da varie difficoltà impeditone rivolse i suoi studii alla Filosofia antica ed alla Sacra Scrittura, e fra le varie opere da lui date in luce , la più pregevole è la Encyclopedia S. Scripturae in cui , come dissi , sviluppò diverse que- stioni scientifiche tratte dal Sacro testo ; e sareb- ' be stato a desiderarsi che avesse 1' Autore potu- to compierla , poiché contiene non poche cose buo- ne ed ingegnosamente trattate, sebbene non vi si scorga molto ordine ; lasciò poi inedite diverse altre sue fatiche letterarie e fra queste il Plato Christlanus ^ nel quale trattansi in tanti dialoghi latini le più diffi- cili materie teologiche (a). LVIII. A facilitare l'intelligenza delle sacre Carte lviii. giovarono diverse utili e copiose notizie stampate nel A^xiTcTnolThl 1708. dal Padre Agostiniano Taddeo Caloschi Mila-^^'*^' nese (3) , che ci diede anche un Esame della Reli- (i) Fantuzzi Scrittori Bologn. T. Vili. pag. 261. (a) Zaccaria Stor. Lett. T. XIV. pag. 222. (3) Argelati Bibliott. Script. Medici. T. I. part. II. pag. 264. 238 Storia della Letteratura Ital. gion Protestante ; e per ordinar bene la cronologia sacra in ciò che spetta alle settanta settimane di Daniele, giovò assai V operetta del Padre Jacopo Ma- ria Airoli Gesuita che fioriva sul cominciar del se- colo XVIII j e quantunque un Anonimo Francese impugnasse 1' opinion sua, trovò tuttavia questa va- lidi difensori , e li Giornalisti Italiani e d' Oltremon- ti parlarono con lode del Padre Airoli, che è Au- tore di alcune altre opere bibliche ; a lui inoltre de- vesi il merito della ristampa più accurata e miglio- re eseguita in Roma Fanno 1706. della Grammatica Ebraica del Padre Slaugtero Gesuita Inglese ( i ) . Conobbe pure assai bene la medesima lingua l'altro Gesuita Pietro Curti Romano profondo metafisico mor- to nel 1763., che acquistossi credito singolare con alcune dissertazioni sopra varii punti più difficili del- le Sante Scritture, la spiegazione dei quali dipende- va dalla più intima cognizione di tal lingua (a). A questi due Padri della Compagnia di Gesù un altro ne aggiungerò, voglio dire il Padre Cesare Calini Bre- sciano di Patria, e morto in Bologna F anno 1748. in età d'anni 79., sessantacinque dei quali visse in Reli- gione. Copioso è il Catalogo delle opere da lui edite, e da Zaccaria annoverate (3): consistono esse in Predi- che e Panegirici , e in lezioni scritturali e morali sopra i varii libri della Sacra Scrittura. 11 suo Trattenimento storico cronologico sulla Storia, dell' antico Testamento si ristampò più volte, e diede motivo a qualche cri- tica contro il sistema cronologico da lui addottato. Abbiamo pure un Catechismo salmistico in dialogo, onde facilitare agli idioti F intelligenza dei Salmi com- (i) Mazzucchelli Scrittori ec. T. I. part. l. pag. aSa. (2) Dizion. degli Uotn. iU. T. IV. pag. 648. (3) Stor. Lett. d' Italia T. I. Lib. III. pag. SSg. Ediz. seconda. Libro II. 2,39 posto dal Sacerdote Fiorentino Antonio Maria Cassi e nel 1779. stampato , il quale ottenne i sufìVagi del Metastasio e di Saverio Mattei ottimi giudici in ta- li materie (i). Non meno pregevole riconoljbesi da- gli intelligenti 1' opera del Padre Domenicano Vin- cenzo Maria Avvocati o Avogadro dedicata a Bene- detto XIV. in cui dimostra la santità dei^ libri che compongono la Sacra Scrittura, in due volumi divi- sa, il primo dei quali è intitolato Praeparatio bibli- ca e il secondo Demonstratio biblica^ della qual' opera i Giornali parlarono con lode (2,). Il Nipote di Monsig. Bianchini ])rcte dell' Oratorio in Roma pub- blicò gli opuscoli inediti di suo zio, e si distinse negli studii biblici con li suoi dotti lavori sugli Evangeliarii e sul Daniele dei Settanta (3) come altrove si disse. LIX. A varie vicende soggiacque il Padre Casto lix. Innocente Ansaldi Domenicano Piacentino nato li 7.^ Ansaidi Padre ' Casto Innocente, Maggio dell'anno 17 io. da Pietro Ansaldi e da Cat-^orreaiePadreD. T- IT ITT- o. 1 Casimiro. terina Braceili amendue di condizione onorata. Sal- vata miracolosamente la vita in età giovanile allor che arrischiossi a guidare i proprii cavalli che sbri- gliati fuggirono , volle vestir l' abito dei Religiosi Ser- viti, ma per varie difficoltà incontrate si rivolse ai PP. Domenicani, che molto volontieri lo accolsero l'anno 172.6. in Religione. Ristabilitosi da una ma- lattia grave oltre modo , co itratta per far forza al proprio troppo vivace carattere mal sofferente le re- gole del Noviziato, passò per applicarsi agli studii fi- losofici e teologici a Milano, indi ad Alessandria, ed a Bologna dove pubblicamente sostenne una di- fesa in argementi agli studii filosofici relativi, e con plauso universale ma con poca soddisfazione di se (i) Novelle Letter. di Firenze aii. 1788. T. IX.pag. 705. (2) Ma/7ucclielli Scrittori ec T. I. part. II. pag. 11472, (3; Meschini Della Letter. Venez . T. IV. pag. 37. a4o Storia della Letteratura Ital. stesso, che avendo molto ingegno , ben si avvide del- lo stato infelice in cui allora giaceva la Filosofia dal metodo scolastico inceppata. L' amicizia che in Roma egli ottenne di stringere con il Padre poscia Cardinal Orsi, e il poter frequentare la Biblioteca Casanatense , gli agevolarono i mezzi per studiare la Teologia , che insegnata allora secondo il suddetto metodo non si confaceva al modo di veder dell' An- saldi, che se ne prendeva giuoco , e perciò trovò dei contradditori specialmente fra i Religiosi Spagnuoli. Compiti li suoi studii si trasferì a Napoli e procu- rossi colà credito non ordinario , perlocchè venne ascritto all' Accademia Ecclesiastica di Monsig. Ruf- fo nella quale si distinse leggendovi sovente alcun suo scritto, e nel 1757. con Reale dispaccio del i5. Dicembre gli fu conferita la Cattedra di Professor straordinario di Teologia nella Università di Napoli, quando tutto all' improvviso vennegli V ubbidienza da' suoi Superiori di trasferirsi a Bologna. Ignorossi il motivo di così istantaneo traslocamento in circo- stanza che il Padre Ansaldi stava per godere delle sovrane beneficenze ; temendo egli frattanto che que- sta chiamata produrgli potesse conseguenze disgusto- se , inaspettatamente partì senza passaporti da Napo- li il 19. Novembre dell'anno 1738. e dopo molti pe- ricoli rifuggiossi a Chieti, accolto colà e in erudita compagnia trattenuto dal Marchese Cipagatti uomo assai dotto. Errò questo Religioso in appresso per va- rii luoghi dello stato Veneto, finché con la media- zione del Cardinal Quirini e di Monsig. Giovanni Bottari si accomodò l'affare del Padre Ansaldi con sua soddisfazione, poiché il Sommo Pontefice Bene- detto XIV. che lo stimava, eleggere lo fece Lettor maggiore di Teologia nel Convento dell' Ordin suo in Brescia, dove nel 174S. cominciò le sue lezioni Libro IL 2^1 nel Settembre. Corrispose egli poi con la condotta più plausibile, e con li suoi studii alla espettazione del Pontefice a cui in segno di devota riconoscenza dedicò alcune delle sue opere . Sono esse di vario genere, filosofiche cioè , scritturali, polemiche ed an- tiquarie ^ fra le bibliche (i) due si giudicano le più importanti ; la prima quella in cui comprova la verità della strage degli Innocenti; la seconda quella inti- tolata De iiutìienticis Sacraruni Scripturaruni apud SS. Patres lectionibus e di esse come pure delle al- tre i nostri Giornali, generalmente parlando, die- dero favorevoli estratti (2) . Il Monastero Benedetti- no di S. Severino iu Napoli fece un ottimo allievo nella persona del Padre Don Casimiro Correale di Sorrento nel 1702. nato, il quale colà studiò le lingue Greca Ebraica e Caldea sotto la direzione dell'insigne maestro Alessandro Alessandri Napoletano. Con questo possente soccorso delle lingue orientali dedicatosi il Correale alla meditazione delle Sacre Scritture , ideò un' opera straordinaria in quattro parti divisa e in- titolata Lessiografia Ebreo-Caldeo- Biblica con un commentario perpetuo e chiave della Sacra Scrittu- ra, in cui impiegò trent' anni di lavoro senza essere da alcun altro ajutato. Le radici Ebree, e Caldee e tutte le forme e frasi che incontransi nel Sacro Testo, non che le voci primitive e derivate formano il sog- getto della prima parte, e nella seconda compren- donsi le versioni latine di 18600. versi Ebraici da lui fatte. Le altre due contengono le annotazioni che risguardano la lingua e gli idiotismi Ebraici, lo spi- (i) Altrove si parlerà delle opere dell' Ansaldi di diverso genere. (a) Mazzucchelli Scrittori ec. T. I. part. II. pag. 812. Questo Scrit- tore non è stato registrato nella Biografia che attualmente ( 1824 ) si jtam- pa iu Francia. Tomo I. 16 2,4a Storia della Letteratura Ital. rito dei versetti, e l'analisi ragionata grammaticale di tutte le voci alfabeticamente disposte . Allorché comparve il prodromo di questo insigne lavoro, riscos- se gli applausi degli eruditi tutti d'Italia e d' Oltre- monte, e alcuni di essi recaronsi a Monte Gasino per esaminare quest' opera, in cui trovarono ancora più entità di quello che il citato prodromo spiegava, e quelli che non poterono visitar l'opera, per mezzo di lettere si congratularono con l'Autore. L'Accademia d' Oxford nel 1772. spedì al P. Correale un'opera bi- blica per sentire su di essa il parere di lui prima di darla in luce, e a lui pur si diresse il Pontefice Be- nedetto XIV. per aver schiarimento sopra un punto controverso della Sacra Scrittura, ma mentre prepa- ravasi F Autore a stampare la suddetta sua grand' o- pera, fu colpito da morte nell'Ottobre del 1773. e rimasero li suoi manuscritti originali in novantanove volumi distribuiti nell' Archivio del monastero di Monte Gasino (i). LX . Ebrei Scrittori LX. Alcuni fra li Rabbini Ebrei si distinsero in di cose bibliche. quggj^Q sccolo fra noi nello studio delle Sacre pagine e ci lasciarono varii saggi del lor sapere . Abramo Sacerdote Rabbino Veneziano originario di Zante mor- to verso il 1739. pubblicò oltre la GZoria dei sapien- ti che sono tanti discorsi , il Sacerdozio di Abramo (2) diviso in cinque parti, nelle quali espone i Salmi Da- vidici ridotti in ritmi Ebraici che il Wolfio non du- bita di chiamare eleganti (3). Il Ghiarissimo Sig. Abate Professor Gio. Bernardo De Rossi, a cui devono tanti progressi in Italia gli studii biblici, ci dà notizia di due Ebrei cioè di Ba- (1) Biografia degli illustri Napoletani T. VI. (a) Venezia 17(9. (3) Biblioth, Hebraea Voi. III. pag. 42. N. 100. 6. Mazzucchelli Scrit- tori ec T. I. part. II. pag. 26. Libro IL 243 sìlea Aviad Rabbino di Mantova, e Basilea Rall'aele Chaiim suo figlio (1); il primo dei quali morto nel I 1743. Ila un' opera alle stampe in cui disputa con- I tro i Filosofi a favore delle dottrine Ebraiche, e fa un' apologia delle sentenze degli antichi Dottori di ! sua nazione. Più stimabile però ritiensi il Figlio Ba- 1 silea Chaiim, poiché diede egli saggio della profon- da sua perizia stampando l'anno 1742. in Mantova la famosa Bibbia Ebraica del Minchàd Scai. Non so- j lo ne corresse il testo livellandolo sulle migliori edi- j zioni , e sulle correzioni del Norzi che saviamente I vi introdusse, ma estese anche le sue cure al co- ! mento unito al testo opera di questo illustre criti- I co, corredandolo di utili note. Novecento e più va- j rianti infine dalle edizioni di Atia del Piantino, e j di altri più rinomati editori ricavate e raccolte già I dal Vander-Hooght sono dal Basilea esaminate e di i esse ne fissa la vera lezione . Di un altro Rabbino Veneziano , ma che finì i suoi giorni in Mantova r Aprile del 1782. ci dà pur notizia il suUodato Ab. De Rossi (3) facendoci sapere , che costui per nome Saraval Giacobbe difese la Religione e il giuramento degli Ebrei con una dissertazione contro V Avvoca- to Benedetti Ferrarese. Questo Rabbino che viaggiò in varie parti di Europa era fornito di non volgare erudizione e di un giusto criterio, di cui ci lasciò altro saggio in una lettera scritta al celebre Kenni- cott, nella quale confessa che le varianti dei Manu- scritti esser devono giudicate dal consenso con le antiche versioni, e ciò ei dice, quantunque siccome Ebreo professasse tutto 1' attaccamento alla Masora e al testo Masoretico. (i) Dizion. Stor. degli Autori ELrei T. I. pag. 6a (2) Op. cit. T. II. pag. lai. a44 Storia della Letteratura Ital. LIBRO IL CAPO IL Filosofia e Matematica. I. oe molti Italiani nel secolo XVIII. illustrarono coi loro scritti le scienze sacre, come abbiamo ve- duto nel Capo antecedente, non fu sicuramente mi- nore il numero di coloro che impiegaronsi negli stu- di! della Filosofia e della Matematica, o diffonden- do fra noi le scoperte degli Oltramontani, o corre- dando la scienza di iiuove utili invenzioni , o pre- scrivendo metodi migliori per insegnarla con frutto alla gioventù. Nel vasto campo che mi si offre da scor- rere in questo ramo dello scibile umano, dovrò per le ragioni già altre volte addotte seguire il metodo prati- cato nel favellare degli Autori Sacri_, omettendo tut- ti quelli che si limitarono a pubblicare corsi filoso- fici 5 nei quali il merito principale consiste d' ordi- nario nella disposizione regolare data alle materie, e nella chiarezza con cui si sviluppano; e dovrò pur far lo stesso riguardo ad altri che non ci lasciarono se non poche e brevi Memorie qua e là sparse ne- gli Atti di qualche Accademia , o inserite in qualcu- no dei molti Giornali fra noi nel passato secolo stam- pati. L'illustre storico della Italiana Letteratura ram- Gabrieiii Pirro mento sol di volo Pirro Maria Gabrielli (i) , sicco- gano. me fondatore dell'Accademia de' Fisiocritici di Sie- na, ma sembra che i meriti suoi esigano che di lui si faccia più distinta menzione. Ebbe egli per patria Siena dove nacque il di i. Aprile dell'anno 1643., (i) Stcr. d»Ha Letler. ìtal. T. Vili. Libro l. Gap. III. Libro IL a45 ed applicatosi ma tardi , a motivo della sua malferma salute , agli studii , supplì al difetto con- la vastità dell' ingegno e con la rapidità nel!' apprendere ; e dedicatosi alla Medicina ed alla Botanica^ ottenne benché giovane la pubblica lettura in questa facol- tà nello studio Sanese, accrebbe di piante e fece coltivar con premura l' orto dei semplici dello spe- dai maggiore di Siena, e compose un utile tratta- to in ben adattate lezioni distribuito, il che procu- rogli la stima e la corrispondenza dei più rinomati Dotti d' Europa. Fra questi Luca Scrokio Presidente dell' Accademia dei Curiosi della Natura in Germa- nia lo invitò ad unirsi a quell' Accademia col no- me di Stratone hampsaceno^ il che infatti seguì ed inserì poi il Gabrielli nella terza Deca delle Effe- meridi di essa molti suoi componimenti. Fondò que- sti come si disse nell'anno 169 1. in Siena l'Acca- demia Fisiocritica, a cui unì poi una Colonia d'Arca- di sotto la protezione del Principe e Cardinal di To- scana Leopoldo splendido Mecenate, ed aveva prepa- rato tutti i materiali per descrivere in un'opera da lui ideata le sperienze nelle radunanze accademiche ese- guite con la macchina pneumatica da lui fatta fab- bricare, ma la morte sopraggiuntagli nel 1705. gli impedi di condurre a termine questo ed altro lavo- ro astronomico a quell' epoca quanto mai interessan- te (i). Dal Gabrielli disgiunger non devesi il suo Successore nella Presidenza dell'Accademia, il Mar- chese Galgano Bichi Sanese nato nel 1662. da illu- stri genitori , Metello Bichi, e Vittoria Piccolomini d'Aragona. Coltivò egli in Roma le lingue e le scien- ze fisiche , si applicò a disegnare in rilievo 1' archi- tettura civile e militare , e lavorava macchine otti- (i) Notizie degli Arcadi T. II. pag. 33i. II. a46 Storia della Letteratura Ital. che. Dopo di aver in quella Città frequentata l'Ac- cademia di Monsig. Ciampini, ebbe la vice custo- dia della Colonia Arcadica Sanese, e in Roma stessa dove morì nel 1718. radunò nella propria casa una privata Accademia , cosa da pregiarsi assai specialmen- te in quei tempi in cui la buona fìsica era , può dir- si, anche in culla e duopo aveva di zelanti promo- tori de' suoi progressi (i). II. Il Muratori mostrò di avere straordinaria stima Trevisani Ber- (ji Bernardo Trevisani Filosofo nobile Veneziano na- natdo. Vico Gio- ^ • i > i • Tan Battista. to nel di 17. Marzo dell anno 1602, poiché a lui indirizzò i suoi primi disegni della famosa Repubbli- ca Letteraria da lui ideata, e lo annoverò fra gli Arconti. Diede infatti il Trevisani luminose prove di sapere pubblicando nel 1704. le sue meditazioni fi- losofiche, le quali ottennero la comune approvazione, e poscia nel 1713. dopo che lo scelse il Senato Vene- to a pubblico lettore in Venezia, die in luce un cor- so filosofico in lingua latina, in cui spiegò la vastità e la profondità di sua dottrina. Accolse l'Arcadia ben volontieri fra li suoi Pastori il Trevisani allorché nel 17 IO. si recò a Roma; egli ci lasciò poi altri suoi la- vori, e fra questi un Trattato sulla laguna di Vene- zia, e morì con dispiacere universale in una sua vil- la 1' anno 1720. adì 2,9. Gennajo (2). Più celebre e per la fertilità dell' ingegno , e per la singolarità di pensare, e per la qualità delle opere Giovan Battista Vico Napoletano stampò egli la propria vita da cui poi trasse Monsig. Fabbroni 1' altra da lui inserita fra quelle degli illustri Italiani (3) , la quale mi servirà di scorta nel ragionare del Vico suddetto. Vide egli (i) Notizie degli Arcadi T. IIL pag. ib\. Roma 1721. (2) Notizie suddette T. IIL jiag. 249, (3) T. XII. pag. 279. Libro II. 247 la luce l'anno 1670. ed applicatosi da giovanetto al- la Filosofia, ben presto se ne disgustò forse per il cattivo metodo allora in tali studii usato; ma dive- nuto più maturo di età compensò con assidua at- tenzione la passata trascuratezza , e quantunque la Metafisica molto gli piacesse, tuttavia essendosi do- vuto per comando del Padre applicare alla Giuris- prudenza, da Filosofo la meditò, e le opere del Ga- nisio e di Ermanno Vultejo furono i fonti a cui at- tinse il Vico. Andato egli in Ischia onde curare la sua salute per troppo studio indebolita , istruì co- là nella legge i Nipoti del Vescovo Monsig. Rocca , dedicossi specialmente alla Poesia ed alla Teologia con la scorta del gran Padre S. Agostino , e ver- sò attentamente sui Glassici Greci e Latini. Ritorna- to alla Patria con un buon corredo di scienza e di cognizioni, si fece vantaggiosamente conoscere al Pub- blico, specialmente con alcune orazioni sulla vita fe- lice composte e recitate in quegli anni nei quali in- segnò la rettorica. Ma allorcliè ei diede in luce la sua prima fatica letteraria , che gli piacque di in- titolare De Antiquissima Italorum sapientia ex lin- guae Intinae originlbus eruenda, mostrò qual fosse la sua maniera singoiar di vedere, e si scorse in questa, al dir di Monsig. Fabbroni più acume d'ingegno che verità. Poiché formossi il Vico un particolar suo si- stema a dimostrare diretto, che gli antichi conosciuto avevano le scienze deducendo le prove del suo assunto dalla formazione delle parole, ma si inviluppò in un labirinto di metafisica , perlocchè poco favorevoli e- stratti di quest'opera fecero i Giornali, e quantunque procurasse egli di rispondere alle obbiezioni mossegli contro, lo fece sempre in un modo involuto e direi quasi inintelligibile. Gon queste idee in capo prose- gui a comporre altre opere che levaron molto rumo- 248 Storia della Letteratura Ital. re 5 e che contengono nuovi e reconditi pensamenti , ma nella più astrusa metafisica ravvolti (i). In una di esse in due parti divisa vorrebbe l'Autore ad un sol principio e ad un solo fine ridurre il Gius , e in quella De constantia Philosophiac et Philologiae get- tò i fondamenti della chiamata da lui Scienza nuova che contasi per l'ultimo e più laborioso parto di quest'' acuto scrittore. Molti pareri e fra loro opposti sopra queste due opere proferirono i Dotti, ma quello delF eruditissimo Giovanni le Clerc (2) dal Fabbroni riit- rito sembra il più vero e il più giusto. Quando il let- tore non si assuefa alla maniera di vedere di chi scris- se 5 egli è difficile il comprendere la sua mente ; i giudizii da lui portati sono saggi, la dottrina e la eru- ^ dizione abbondano, e il Vico ad alcuno sicuramente non la cede nelle cognizioni della Filosofia e della Giurisprudenza. Si continua a ^^^- ^^^ scbbcnc Ic opcrc del Vico sinora da noi parlare Af^^ie O- QYm.meYaXQ lo carattcrizza sscro per un profondo Meta- pere del Vico. X T • ^ • 1 • fisico , peccante pero di oscurità , tuttavia ad acqui- ; starsi fama di Filosofo più di ogni altro lavoro contri- I buirono li suoi Principii di una scienza nuova intorno alla comune natura delle Nazioni. Neil' innalzare, di- 1 rem così, questo nuovo edifizio, faticò egli non poco, ne riuscì a suo parere perfetto se non nella terza edizione l'anno 1743. pubblicata. La Religione, i ma- trimonii ed i sepolcri sono li tre mezzi che , al dii- di lui, riunirono gli uomini in Società; e su questo principio fondò il suo sistema sull'origine delle So- cietà e del Gius delle genti, cominciando la sua sto- ria che abbraccia tutte le umane istituzioni, dai tem- (i) Il Gorniani chiama il Vico Dante della Filosofia ( Secoli della Let- 1 taratura T IX. pag. 6i. ). (jì) Biblioth. Vet. et recent. Voi. XIII. part. II, i Libro li. 249 [>i di poco al diluvio posteriori, e procedendo avan- ti fino al secolo scorso , di cui fa un parallelo con : gli antichi, pretendendo di trovare in ogni età una ! { certa forma di perfetta Repubblica. Dalla idea, quan- ■ I tunque breve data di quest'operandi Vico può ar- 1 1 guirsi 5 di€e Fabbroni , quanto abbia intemperante- ' i mente abusato 1' Autore dell' acume del proprio in- i gegno per seguitare le ombre e le immagini del ve- ' i ro ; negarglisi tuttavia non può la lode di aver ris- [ chiarato assai la storia delle più recenti fra le Na- ! zioni. La Patria da principio gli fu ingrata avendo- j gli negata la Cattedra di Giurisprudenza, ma in ap- presso ebbe il Vico motivo di consolarsi , perchè il Re Carlo III. lo nominò suo Storiografo con 1' onorario di 800. Ducati; sul finir de' suoi giorni perdette la memoria, a segno che molte volte mancavangli le pa- role e spiegavasi coi cenni. Religioso siccome egli era, soffrì pazientemente così grave incomodo , visse con semplicità , amò la diletta sua famiglia della moglie composta unitamente a due figli, il maggior dei qua- li professò eloquenza in Napoli. Nella sua morte av- I venuta il dì 20. Gennajo dell'anno 1744- tacque l'in- vidia che perseguitato avevalo in vita, e ottenne l'uni- versale compianto poiché in sostanza fornito egli era di singolare dottrina. IV. Benemerito della pubblica istruzione in modo Peggi pTerFran- particolare si rendette il Canonico Pier Francesco f^^"^*^^^*" ^^- Tì ' T) lOSOfi. reggi nato 1 anno 1688. in Doccia Castello del Ter- ritorio d' Imola , educato in Bologna alle scuole dei j Gesuiti e discepolo del famoso Professore Canonico i Lelio Trionfetti. Compiuto che ebbe il giovane Peg- '■ gi il corso teologico , sostenne con molto plauso una i pubblica disputa in questa facoltà, perlocchè nel 171 a. ottenne una Cattedra di Filosofia in quello studio. , Continuò egli per cinquanta e più anni ad insegnar 200 Storia della Letteratura Ital. logica 5 metafisica e fisica , e contansi più dì tremila discepoli che da lui istruiti corrisposero più o meno alle sue fatiche , e non pochi di essi riuscirono poi celebri o nelle arti o nelle scienze. Il suo metodo di insegnare con somma chiarezza allo sviluppo delle ma- terie per ogni lato considerate congiunto, e condito di erudizione e di massime cristiane e morali , at- traeva a lui copioso numero di scolari, cosicché può il Peggi considerarsi come uno dei più illustri e ri- nomati Professori della scuola Bolognese . Il gran Pontefice Benedetto XIV. lo distinse siccome meri- tava, assegnandogli un Canonicato in S. Petronio , e dichiarandolo in appresso suo Cameriere di onore ed Accademico Benedettino. Cessò questo degno Sog- getto di vivere nelP avanzata età di anni 93. nel 1780. , e la Patria sua onoroUo con sontuosi funerali con elogio, ed iscrizione collocatagli nel pubblico studio. Pochi scritti però ne di molta entità diede egli alle stampe, forse perchè il molto tempo nelP istruire altri da lui impiegato non gli permise mai di seriamen- te occuparsi in altri lavori (i). Quantunque dedicato per sua professione alla Giurisprudenza , tuttavia an- noverar si deve tra i Filosofi Gio. Francesco Pivati nato in Padova 1' anno 1689. e morto nel 1764. dopo di esser stato Custode dell' Archivio e dei libri della Padovana Università , e dopo di avere in Venezia so- stenuta la carica di Revisore di libri per il permes- so della stampa. L' Italia deve a lui la prima Enci- clopedia Italiana nel Nao^^o Dizionario scientifico e curioso sacro e profano l'anno 1750. pubblicato in die- ci tomi 5 arrichito di copiose tavole in rame fatte da lui con esattezza particolare incidere , e le quali ser- vono ad illustrare innumerabili osservazioni e speri- ci) Fantuzzi Scrittori Bolognesi T. VI. pag. SaS. L I B R o IL aSi menti intorno alle cose naturali ed artefatte (i). Il Padre Abate Mittarelli nella sua Opera De Literatu- ra Faventina (2) ci ha lasciate notizie di Cortese Ta- pini di Bagli acavallo morto nel 1765. il quale atte- ! se agli studii lilosofici specialmente , e ci diede più sag^ del suo sapere ( velando però sotto fìnto nome il loro Autore ) nei quali trattò della elettricità, del- la origine delle fontane, della calamita e del flusso e riflusso del mare (3). V. Fra i più illustri Filosofi che fiorirono nel se- 2ano«i Fran- colo XVIII, e le opere dei quali sia per lo stile , cesco Maria. sia per l'importanza degli argomenti ai loro Autori assicurarono la immortalità, tiene uno dei primi po- sti Francesco Maria Zanotti Bolognese. Versato egli in ogni ramo dì Filosofia e di bella Letteratura do- i vrebbe aver luogo in più capi di questa storia, tut-' tavia io ho giudicato opportuno di raccogliere sotto un sol punto di vista quant' egli operò nelle scien- ze e nelle lettere, e così meglio si comprenderà la vastità del suo genio e la profondità de' suoi talenti. Giovanni Andrea Zanotti celebre Attore largamen- te beneficato perciò da Luigi XIV. ebbe diciotto fi- gli r ultimo dei quali fu Francesco Maria, che sua moglie Margherita Enguerenz Francese gli partorì nel giorno 6. Gennajo dell'anno 1692. Istruito alle scuole dei Gesuiti abbondante frutto ricavò dai con- siglii del Ch. Ferdinando Ghedini, e d' anni tredici si applicò alla Filosofia, in tempo appunto che a scuo- tersi cominciava in Bologna il giogo servile degli Sco- lastici. Furono maravigliosi li suoi progressi e in una (i) Dizion. degli Uom. ili. T. XV. pag. 149. Fasti Gyiv.n. Patav. del Facciolati. (2) pag. i3a. (3) Dizior. degli Uom. ili. T, XIV. pag. isS. aSa Storia della Letteratura Ital. pubblica difesa di Filosofia segnalossi per modoj che fra i migliori giovani e più addottrinati fece la prima fi- gura, e colpì specialmente la sua venusta e chiara esposizione dei pensieri sublimi e difficili. Dedicato- si alla Giurisprudenza, la pratica ben presto lo an- nojò e tutto si rivolse alla nuova Filosofia, perloc- chè imparar volle la matematica con la scorta degli egregi Professori li due Manfredi, lo Stancari ed il | Rondelli. Predilesse Descartes e il suo discepolo Ma- lebranche , ma non abbandonò gli antichi , e cono- j scer volle le opere di Aristotele e di Platone, per il j che fare con frutto apprese la lingua Greca che non j solo intendeva, ma ben anche scriveva. Destinato a i leggere Filosofia procurò il Zanotti di far conoscere j a suoi allievi le grandi novità della scienza , di pre- dicar loro che non dovevano adottar sistemi, ma giu- dicar liberamente e senza prevenzione ; e quantun- que seguace di Descartes non ommise di sviluppare la Filosofia Newtoniana, e di conceder a quel grand' Uomo la superiorità nell' Ottica e nella Cosmologia. L'Università di Padova invitollo , ma egli preferì la sua Patria , e n' ebbe ben presto contrassegni di ri- conoscenza, perciocché nominato venne Bibliotecario dell' Istituto al quale già era aggregato , e tre anni dopo Segretario dello stesso. Formò egli il nuovo in- dice della Biblioteca di questo stabilimento ( i ) , e po- scia cominciò a stendere in elegante latinità i Cora- mentarii dell'Istituto in otto Volumi divisi, e nei qua- li egli ci lasciò un bel monumento non solo della sua perizia nella lingua latina da lai con somma maestria maneggiata, ma ben anche della vastità del- le sue cognizioni in ogni ramo della buona Filosofia. La storia dell' Accademia dalla sua fondazione fino (i) Tre giovani esperti ooadjuvarono in questa improba fatica lo Zanotti. Libro IL a53 air anno 1722. forma l'argomento del primo volume; gli altri contengono la storia degli anni successivi fi- I no al 1766. e gli opuscoli degli Accademici. Racco- ! glie egli sotto diverse classi le materie dagli Auto- i ri trattate, da in breve la storia delle questioni in- j sorte e la risoluzion loro , interponendo sovente il 1 proprio parere; e tuttociò con tale chiarezza elegan- za ed ordine, che alcuni tra i quali il Beccari por- tarono opinione, essere inutile la stampa degli Opu- I scoli e bastare gli estratti del Segretario Zanotti. I Emulò quindi egli il Fontenelle che volendo imitar- I lo nello scrivere latino, diede ai posteri un perico- loso esempio di imitazione per la troppa copia di sen- tenze e di arguzie con le quali infrasca il suo di- scorso. Ma il nostro Zanotti non solo scrisse la sto- ria dell' Istituto, poiché compose inoltre ed inserì ne- ; gli Atti dello stesso diverse memorie sulla quadratu- I ra di alcune lunule iperboliche , e sul teorema di ! Archimede risguardante la proporzione esistente tra I la solidità e la superfìcie del cilindro retto e della I sfera , teorema che il Zanotti con facilità e brevità somma dimostrò ed estese a tutte le figure circo- I scritte alla sfera. AlF Accademia di Montpellier a cui \ era egli stato ascritto, ed alla Reale Società di Londra ì mandò una memoria stesa in lingua Francese, in cui espose le suddescritte scoperte; e l'Accademia di Pari- gi avendo ricevuto da quella di Montpellier questo j scritto lo fece stampare ne' suoi Atti per l'anno 1708. ! Molte altre ricerche di Matematica pura ed applicata diedergli argomento per comporre altre dissertazio- ni; ma per brevità ricorderemo soltanto le sue os- servazioni sulla misura della intensità del suono, e r opera sulle Forze centrali. Dimostrò egli colle pri- me che erravano coloro i quali volevano l'intensità del suono al cpiadrato della densità dell'aria proporziona- 2 54 Storia della Letteratura Ital. le. Procurò con la seconda di allettare i giovani a ben apprendere i fondamenti del Newtoniano siste- ma, presentando loro brevi e chiare dimostrazioni dei più importanti teoremi , dei quali giovossi poi il Padre Frisi nella sua opera della gravità universale, VL VI. Agitavasi allora con calore la questione sulla Continuazione . in/- i • r-< • tieiiavoridiFran-misura della forza viva dei Corpi, e a questa prese Cesco Maria Za- p^^^^ il uostro Filosofo puLblicaudo su tale argo- mento tre dialoghi Quibus , dice il Fabhroni^ nihil ele- gantius excogitari potest, quibusque nihil illustrius ha- het Italica lingua in hoc scribendi genere. Tenne egli la sentenza di Cartesio, cioè che il momento di un corpo dovesse misurarsi dalla massa moltiplicata per la sola velocità, mentre Leibnitz voleva che si impie- gasse il quadrato della stessa. Quantunque i Fisici ab- biano in seguito conosciuto che prescinder si poteva da tal questione, semprecchè tra loro si convenisse qiial metodo adottar volessero nella misura degli ef- fetti, ciò nulla meno procacciò al Zanotti molta lo- de questo lavoro, perchè in esso lasciò un bell'esem- plare del modo non solo con cui schiarir si possono le controversie più intralciate, ma ben anche di ram- morbidire e di adornare lo stile, allorché trattar deb- bonsi argomenti metafisici ed ardui. Rivoltosi in ap- presso il Zanotti alla Filosofia morale;, ne compose un trattato elementare destinato ai giovani che applicar volevansi alla Eloquenza ed alla Poesia, e confutò la sentenza di Maupertuis, cercando di provare contro questo Filosofo, che i Dogmi degli Stoici non sono sempre contrarii alla verità ed alla Religione cristia- na. Ciò diede motivo al Padre Casto Innocente An- saldi, di cui altrove si è parlato, di prendere la di- fesa di Maupertuis, acremente riprendendo il nostro Autore, quasiché la sentenza da lui sostenuta offen- desse la Cattolica Religione. Punse al vivo questo Libro II. ^55 procedere dell' Ansaldi il Filosofo Bolognese, e con tre discorsi pieni di sale e di lepidezze difese il pro- prio parere e l'avversario suo combattè. Non tenne allora il Padre Domenicano misura alcuna, e più aspra- mente e severamente scrisse contro il Zanotti, che sommamente si afflisse nel vedersi dar la taccia di violatore della Religione, menti-e egli non credeva di aver co' suoi scritti nemmeno dato luogo a sospetti. Non si sgomenti però ed uscì a Lucca una serie di let- tere sotto il finto nome di Giuseppe Antonelli, il cui stile tuttavia conoscer le fece per opera del Zanotti, a sostegno della propria causa che venne anche dal La- mi appoggiata, e molto più dal Cardinal Quirini che in una lunghissima lettera (i) al nostro Bolognese indirizzata si mostrò suo acerrimo difensore . Messo frattanto in riflessione FAnsaldi, forse anche dal ve- dere quali illustri personaggi avevano preso a soste- ner l'opinione del nostro Filosofo, interrogò sulla qui- stione presente il Padre Pio Tommaso Schiara suo Confratello e Bibliotecario della Casanatense (2). Emi- se questi il suo Parere sopra le Vlndiciae Mauper- tuisianae dell'Ansaldi, e dopo di avere esaminato pro- fondamente quanto scritto avevano i due succenna- ti campioni sulla dottrina e felicità stoica e cristiana, e sui limiti della Religione e della ragione, spiegò sentenza favorevole al ragionamento di Zanotti con- tro Maupertuis(3).Il Sommo Pontefice Benedetto XIV. significò al Padre Schiara che non poteva avergli fatto cosa più gradita, standogli sommamente a cuo- (1) E dubbio se questa lettera sia scritta dal Cardinale o dal suo ami- co Antonio Sambuca. (2) Questo Religioso fu maestro del Sacro Palazzo e morì d'anni 90. nel 1781. ( Dizion degli Uomini ec. T. XVIII. pag. a63, ) (3) Dizion. sud. loc. cit. Nella B.nccolta di Trattati concernenti la Jieligtone naturale ec. si può leggere tutta la storia di questa letteraria contesa. 256 Storia della Letteratura Ital. re la fama e la tranquillità di un ottimo Cittadino quale era il Zanetti, ehe si confessò obbligatissimo allo Schiara , e nella ristampa fatta a Venezia della sua Filosofia morale inserì la storia di questa conte- sa, in modo che ne fu contento anche lo stesso An- saldi. ^ ^^^ . VII. Felice scrittore in prosa ed in versi special- CiOntinuazione . . _ di ciò che ris- mente latini, comparve inoltre quest'Uomo insigne, 'e con le orazioni sulle belle arti, nelle quali le lo- dò, le biasimò e le difese, mostrando cosi l'acutezza del suo ingegno, e con i discorsi sull'arte poetica al- la Marchesa Ratta rispettabil Da^ma Bolognese diret- ti, nei quali ammiransi i scelti precetti e l'amenità dello stile (i). Non sprezzò gli onori ma non li de- siderò né li chiedette j ed allorché dopo la morte del Beccari eletto venne Presidente dell' Istituto, gradì assai questa distinzione usatagli e la premura de' suoi Concittadini , e rinunziò l' impiego di Segretario all' egregio Professor Sebastiano Canterzani da lui e me- ritamente assai stimato. Allegro e faceto in conversazione quantunque di naturale melanconico, era nemico di quelli che pre- tendono che la virtù debba esser rigida e quasi di ferro ; amava di disputare e di contraddire , ma all' oggetto di scoprire la verità; era però sempre cor- tese e placido nel questionare, cosicché non disgustar va coloro ai quali anche giustamente opponevasi. Go- dè dell' amicizia dei dotti Bolognesi, e della intrin- sechezza del grande Eustachio Manfredi. Il Poleni, il Volpi, il Frugoni, e il Gesuita Bassano e U Morgagni poi più d'ogni altro, si distinsero nell'onorare il no- (i) Come Poeta latino può al dir di Fabbroiii considerarsi uno dei mi- gliori de' tempi suoi. Nella Raccolta del Gobbi inserironsi non pochi compo- nimenti Italiani del Zanotti , e si fece in seguito a Bologna una edizione completa delle sue Poesie tanto Latine che Italiane. Libro H. aSy stro Zanetti 1' ultimo dei quali dedicò la prima parte de' suoi opuscoli all' Haller, e la seconda al Zanet- ti. Il Voltaire lo stimava assai per la felicità e l'ele- ganza del suo stile ; e a dir vero pochi sono quelli ai quali sia conceduto di poter scrivere così Lene in materie tanto disparate fra loro, quali sono le belle lettere e le scienze esatte come fece il Zanetti. Fra gli antichi si può contare Aristotele , fra gli Oltramon- tani moderni si può annoverare il Leihnitz, il Fonte- nelle, l'Alembert, il Buffon, e fra gli Italiani moderni il Manfredi, il Zanetti e lo Spallanzani. Allorché il Pontefice Benedetto XIV. riseppe che egli voleva ab- bandonare la carica di Segretario dell' Istituto, scris- se a bella posta al Senato perchè lo impegnasse a continuare in questo impiego come fece il nostro Za- netti, testechè conobbe F intenzione e il desiderio del Pontefice . Morì compianto da tutti i Bolognesi nel dì 2Ó. di Maggie dell'anno 1777. e alli suoi fu- nerali magnifici intervenne ogni cete di persone più scelte, fra le quali devono ricordarsi li due Cardina- li Andrea Giovanetti Arcivescovo ed Ignazio Boncem- pagni Legato di Bologna, i quali assistettero a questa lugubre cerimonia con cui onorossi il vero merito di un uomo la morte del quale fu invidiabile , perchè la sua vita fu sempre regolata dalla più soda Reli- gione e pietà. Vili. La Metafisica e la Filosofia morale contane viii. un insigne coltivatore iu Giacomo Stellini Chierico ^fj*""'""^ ^'**^®" Regolare Semasco di Cividal del FriuH, deve sortì i natali da Mattia Stellini e dalla Signora Andriani nel dì 27. di Aprile dell'anno 1699. Dedicatosi da giovane allo studio mostrò fin d' allora di quanto ornamento riuscir doveva alla Patria ed alla Religione da lui ab- bracciata. Istruitesi profondamente nelle scienze fi- losofiche e teologiciie, ed acquistate che ebbe este- Tomo I. i-r 2,58 Storia della Letteratura Ital. se cognizioni delle lingue Latina, Greca ed Ebraica, insegnò rettorica nell'Accademia dei Nobili istituita in Venezia, e dopo tre anni passò ad educare i figli del Procurator Emo , due dei quali figurarono assai nella carriera politica e nella scienza navale, e dallo Stellini riconobbero principalmente la loro buona riu- scita. Ottenuta poi che ebbe in Padova l'anno 1739. la Cattedra di morale Filosofia resa vacante per la morte del Professor Giacometti, insegnò questa facol- tà fino al 1770. in cui improvvisamente morì, e ri- cevette onorevole sepoltura nella Chiesa di S, Croce SteiUnf ^^^^ con iscrizione alla sua tomba. Per uno dei primi frut- ti delle sue profonde meditazioni offrì al pubblico un'opera sull'origine ed i progressi dei costumi, nel- la quale veder fece quanto ben conoscesse 1' uomo non che le affezioni tutte che in lui sviluppansi, e trattò questa materia con estensione ed acutezza non ordinarie, chiamando ad esame le massime degli an- tichi Filosofi su questo argomento. Se però questa e le altre produzioni dello Stellini vanno adorne di molti pregi, e per la profondità con cui vi sono trat- tate le materie, e per lo stile robusto e la tersa la- tinità con cui sono scritte non sono tuttavia esen- ti da un difetto, voglio dire di essere oscure. Per questo motivo principale incontrò qualche censura una sua prelezione nel 1740. letta, nella quale ten- ta di spiegare il modo con cui la Provvidenza divi- na regola le umane vicende, e stabilir vuole i fon- damenti a ben conoscere i doveri dell' uomo , e re- golarne il loro adempimento. Vario parere portaro- no pure i Dotti sopra un altro scritto di questo Re- i ligioso in cui maneggiò 1' argomento Del retto uso j delle umane facoltà, perchè variamente interpreta- j rono i pensieri dell'Autore. Ciò nulla meno ottenne egli il vanto di uno dei più pregevoli Scrittori del 1 Libro II. 269 tempo suo in questo ramo di scienze naturali, e il cor- so di morale Filosofia die ordinato dopo la sua morte stampò Girolamo Barbadici, gli assicurò un posto emi- nente tra i Filosoli del passato secolo ; poiché spie- gò in esso corso dottrina ed erudizione copiosa, si mo- strò sottile disputatore sia nella facoltà teologica che nella filosofica, e figurò poi anche come dotto Ma- tematico, Medico prudente, e versato in somma qua- si in tutte le ottime discipline. Bello è il confron- to che il Fabhroni da cui ho attinto le notizie di cpiesto scienziato (1) , istituisce tra esso e Socrate che nulla pubblicò e pure si giudicò il più grande Filosofo dell'antichità. E grande stima godette pure lo Stellini presso i Dotti Italiani e stranieri, alcuni dei quali trasferironsi da lontano a Padova per co- noscerlo e favellar seco. Il silenzio da lui usato non per superbia ma per superiorità d'animo con li suoi accusatori li ammutolì, e invece di scapitare crebbe ognor più la sua fama. Una rettitudine singoiar di coscienza, una consumata prudenza a molta mode- stia congiunta formarono il corredo delle virtù di questo soggetto insigne, che si rendette così ai con- temporanei ed ai posteri anche più stimabile. IX. L' esame dell' uomo e delle sue affezioni ha „ , i^- ,,. • 1 • -v Barkovich Fran- per 1 importanza sua richiamato a se ognora più o cesco ed altri meno l'attenzione dei Dotti. Un Dalmatino di ori-so*fià"°" * *" gine ma nato in Venezia sul cominciar del secolo XVIII. il Chierico regolare Somasco Francesco Vin- cisJao Barkovich si dedicò a questi studii, gli pro- fessò nei Collegi più cospicui della Religion sua , e nel 17.30. diede in luce un'opera su gli attributi di Dio e sulla immaterialità e libertà dell' anima uma- na, come pure anni appresso pubblicò un Saggio sul- (0 Vitae Ital. T. XII. pag, ai{ 200 Storia della Letteratura Ital. la natura e suW origine delle passioni. Onorò egli fre- quentemente l' Accademia del Conte Mazzucclielli, e ne formò uno de' principali ornamenti; perloccliè non è a dubitarsi dei pregi delle produzioni dalla penna di questo Religioso uscite (i). A propagare la Filoso- fia Cartesiana, ed a difenderla dagli attacolii di Pao- lo Mattia Boria impegnossi Francesco Maria Spinelli Calabrese vivente ancbe nel 1753., il quale pubbli- cò inoltre alcune dissertp.zioni metafìsicbe sulF origi- ne del male, e sulle facoltà della nostra mente (2). Un altro Calabrese Religioso dell' Ordine dei Minimi, (3) il Padre Francesco Antonio Piro contemporaneo dello Spinelli ci lasciò un' opera eccellente sull'ori- gine delle passioni, e sulla economia della umana vo- lontà esaminata secondo i principii della natura e della grazia; discusse pure a fondo la questione suU' origine del male contro il sistema di Baile, ed i Teo- logi da Benedetto XIV. destinati a proferire il loro parere su questo argomento , e il Lami, il Genovesi , il Maffei, tutti stimarono assai questo lavoro del Padre Piro, cbe nel 1749. aveva preparato per la stampa altre opere di Metafisica e di Polemica. Utilmente impiegossi per istruire nella Fisica moderna e nella Matematica la gioventìi il Padre Federigo Sanvitali della Com.pagnia di Gesù nato nel 1704., e morto nel 1765. il quale deve esser qui da noi specialmen- te ricordato , come autore di una dissertazione prege- vole sul modo di insegnare a parlare ai muti, inseri- ta fra quelle stampate in Brescia in due Volumi, e che neir Accademia del Conte Mazzucchelli si reci- tavano. Così e;i;li contribuì a verificare sempre più (i) Mazzucclielli Scrittori ec. T. IL parte l. pag. 368 (2) Zavarroni Angeli Biblioth. Calabra. pag. ao4. (3) Ivi pag. 336. L I B R o II. a6i che gli Italiani gettano i semi delle scoperte più utili alla umanità, e gli Oltramontani li fanno fruttare ^ essendo a tutti ben nota la perfezione a cui special- mente i Francesi hanno portato questo ramo di pub- blica istruzione. Altre opere assai pregevoli diede al- la luce questo Religioso, delle quali può vedersi 1' elenco nel dizionario degli uomini illustri (i), e fra queste io nominerò qui la continuazione dei Com- mentarii delle cose spettanti all'illustre Cardinal Qui- rini, che lasciò imperfetta la raccolta delle lettere lei Cardinal Polo, la quale venne poi dal P. San vi- tali compita. La Platonica Filosofia e la Metafisica tro- varono un attento coltivatore in Gregorio Bressani Trevigiano venuto al mondo nel 1703. e vissuto lun- 50 tempo in Padova. Il suo saggio di morale filoso- fia sulla educazione dei figliuoli giudicasi uno dei mi- gliori libri che su tale argomento conoscasi, e per la profondità con cui è trattata la materia, e per lo sti- le terso e colto col quale è scritto , avendo su ciò fatto un particolare studio 1' Autore. Abbiamo pure di lui altro lavoro nel quale istituì un paralello tra la filosofica del Galilei e quella di Platone e di Ari- stotele , e procurò di richiamare verso i suoi prin- cipii la scienza , e di dimostrare il merito dei due citati filosofi (2). X. Uno Scrittore di vario genere, ma le cui prò- x. !•..>,., . , 1 ri r- 1 • Buonafede Pa- duzioni più stimate riguardano la lilosoria, adesso ri- dre Abate Appia- chiama r attenzion nostra, voglio dire il Monaco Ce-""" lestino Appiano Buonafede di Coinacchio dove nel 17 16. vide il giorno. Fin dall' età sua giovanile diede per mezzo delle stampe qualche saggio de' suoi pro- gressi nelle scienze, le quali dopo di avere in Bolo- gna l'anno 1784. vestito l'abito Benedettino, colti- (') T. XVIII. pag. ,44. (a) Mazzucchelli Scrittori uc. T. II. p. IV. paj. 2072. aóa Storia della Letteratura Ital. vò poi con fervore ivi ed in Roma. Insegnò egli per alcuni anni Teologia a Napoli, e copri nella sua Re- ligione le cariche più luminose fino a quella di Aba- te in varii monasterii (i). Le opere che egli pubbli- cò sempre o anonime , o sotto il nome tratto dal Greco, di Agatoplsto Cromaziano ce lo caratterizza- no al dir del Mazzuccbelli , per uno Scrittor fran- co , versato nelV antica e moderna erudizione nelle lingue non meno che nella cognizione delle qualità scientifiche pili profonde delle belle lettere^ della sto- ria della poesia^ e della critica (2). Quattro sono le opere più interessanti del Padre Buonafede iJ^ Ritratti poetici storici e critici: 2.^ La storia critica e filosofica del Suicidio ragionato: 3.^ Delle conquiste celebri esa- minate col naturai diritto delle genti: 4*^ -^«^ storia e V indole d"* ogni filosofia. Con ardito e sicuro pen- nello dipinge egli al vivo, dice il Sig. Cardella (3), nella prima di queste opere gli Uomini più celebri di questi ultimi secoli, e ciò fa in tanti sonetti di molte annotazioni corredati (4) • Lo stile di questo scrittore è rapido , vibrato e pieno di forza , causti- 00 però talvolta, come nel Bue pedagogo (5) partico- larmente , contro il Baretti che lo aveva vivamente e villanamente attaccato criticando nella sua famosa Fru- sta Letteraria il suo Saggio di Commedie Filosofiche, A. queste qualità del suo stile si aggiunge pur quella di essere ameno e festivo, ma però non bastantemente va- (i) Cardella Compendio della storia della bella letteratura T. IH. pag, 292. (a) Scrittori ec. T. IL parte IV. pag. aSpS. (3) Loco citato. (4) Le annotazioni sono migliori dei Sonetti al dir dell'Ugoni T. I, pag. 278. della letter. Ital. (5) Questa è un' aspra e pungentissima critica della Frusta del Baret- ti, il quale vi rispose con otto discorsi inseriti nella stessa Frusta letteraria riboccanti di vili insolenze 3 del più amaro fiele contro il Padre Buonafede. Libro II. a63 riato, cosicché un pò troppo di uniformità e di mo- notonìa scema alquanto il diletto, che produce la sempre piacevole varietà. E giacche parlato abbiamo dello stile del Padre Buonafede noterem qui ciò che ne dice l'Ugonijcioè che volle questo autore soven- te imitar la satira e l'ironia di Voltaire, ma sebbe- ne tal volta avesse grazia, rimase^ come ogni imitato- re, inferiore al modello [i). Molta erudizione e sana cri- tica spiegò il P. Buonafede ragionando del Suicidio, e con solide ragioni comprovò quanto sia contraria alle massime ed ai principii della Religione la dot- trina che lo approva^ ne meno pregevole viene sti- mata l'altra di lui opera in cui chiamando a severa disamina le operazioni dei grandi conquistatori, le colloca sulle bilance della giustizia , e ne appalesa i sommi difetti e la debolezza insieme dei fonda- menti, a cui d' ordinario appoggiansi i diritti di con- quista. Ma più d'ogni altra produzione di lui accol- se il Pubblico con approvazione La storia e Vindo- le d'ogni Filosofia. Varietà di notizie, diligenza nel- le ricerche, rigorosa critica, esattezza nei racconti , esposizione fedele delle dottrine , tutti questi pregi riscontransi nel lavoro del nostro Autore che seppe, come era suo debito, guardarsi da sostanziali errori in materia di Religione , i quali sovente in quella dell' eruditissimo Bruckero incontransi. Fuvvi però chi tro- vò da ridire assai contro questa storia come può ve- dersi dal citato Ugoni (2) ; ebbe quindi oltre il citato (i) Della Letteratura ec. T. I. pag. 276. L' Ugoni nel citato luogo ragiona a lungo delle opere del Padre Buo- nafedcj e possonsi ivi rilevar più minutamente i pregi ed i difetti delle me- desime , come pure conoscer puossi meglio il suo carattere ; non so però se debbasi prestar piena fede a tutto quanta ei ci narra intorno al Buonafe- de , poiché veggo che in alcuni punti con combina con quanto ne scrisse il Chiar. Conte Mazzucchelli. (a) Fa^;. 284. 2,64 Storia della. Letteratura Ital, Baretti altri avversarii il Padre Buonafede , come rilevasi da varii suoi scritti di cui ]. aria il Conte Mazzuccheili ( i ), e si interessò a favore dell'illustre Francesco Zanotti nella controversia che questi sostenne relativa alla morale definii antichi stoici col Canonico Guerrieri di Piacenza. Avanzato cria in età viveva questo Religioso in Roma allorché sdrucciolò sulla piazza Navona,e bat- tè l'anca destra sulle selci , perlocchè riportò tali con- tusioni che continuamente lo travagliarono , e lo con- dussero al sepolcro alli 17. Dicembre dell' anno 1793. T'^ p-A ^^' Singoiar riputazione godette tra i Metafisici il Andrea ed altri Padrc Andrea Spagui Fiorentino morto a Romandi' Soriltori di Me- . v ,. -, . -, .,. tafisira. auuo 1 788. TU cta di settautadue anni; produsse egli varie opere in questa facoltà e sui segni rappresen- tativi delle idee 5 e sulla causa efficiente, sul bene e il male , su i miracoli e finalmente sulF anima delle bestie (2). Illustrò e interpretò i sentimenti di S. Agostino intorno alla situazione, quantità e proprie- tà dell'anima nel corpo umano FAbate Giuseppe Ro- ta Bergamasco, ma sortito al mondo in Bassano nell anno 172,0. Difese egli il S. Padre dalle accuse da- tegli da Modesto Oìil)rio ne' suoi scritti , e confutò le opinioni del Padre Carlo Milesi sopra lo stesso ar- gomento. Dotato, siccome egli era di vivace ingegno e di assai felice memoria^ si distinse fra i suoi coe- tanei e divenne Parroco di Levate dove fece ammi- rare la sua eloquenza , la solidità del suo ragionare e la sincera sua pietà. Esercitò più volte la carica di Censore e Presidente dell'Accademia degli Eccita- ti in Bergamo , ed ivi recitò non poche leggiadre poe- sie latine e volgari , come pure eleganti prose , e ces- sò di vivere nel 1792. (3). Ma celebrità maggiore (i) Loc . cit. (a) Dizion. degli Uom. ili. T. XIX. pag. 139. (3) Dizion. ec, T. XVII. pag. 2i5. Libro II. aóS acqiiistossi negli ultimi anni del secolo decorso l'Aba- te Nicola Spedalieri, che ebbe per patria Bronte in Sicilia dove da onesta famiglia sortì nel 1740. ì na- tali, e venne poscia educato nel seminario di Mon- reale nel quale stabilimento insegnò mentre era an- cor giovane , filosofia e teologia : passò indi a Ro- ma, dove si fece conoscere per le sue morali virtù, e per il suo sapere 5 e nell'anno 1795. la morte in ?f nella città lo rapì adì 24. Novembre. Modesti fune- rali celebraronglisi nella cliiesa di S. Micliele in Va- ticano, ma accomagnati dalle lagrime dei Dotti e dei poverelli, e Monsig. Nicolai con scelto elogio lo ono- rò. Coltivò Io Spedalieri con successo 1' amena let- teratura e le arti belle, ma alle opere filosofiche de- ve egli specialmente la durevol fama acquistata, e Tessere riconosciuto come uno dei ristauratori della morale filosofia (i). Tra i lavori più pregevoli dalla sua penna usciti noveransi P opera sui diritti dell' uomo, l'analisi dell'esame critico sulle prove del Cristianesimo di Niccola Freret Francese, e la con- futazione dell'esame del cristianesimo nella storia del- la decadenza e mina dell' Impero Romano dell' In- glese Odoardo Gibbon. Si prefisse V autore nella pri- ma di queste sue fatiche per oggetto il far gustare i retti dettami della nuova Filosofia agli amici delle antiche opinioni, e riconciliar col Vangelo coloro i quali altro non respiravano che novità (2). L'anali- si dello spirito umano lo condusse a bene stabilire i principii fondamentali del naturale diritto, e quindi conciliando questi coi dettami delle Sacre carte, di- fese la divinità del Vangelo. Non deve però tacersi (i) Biografia degli Uom. ili, della Sicilia T. II. Napoli 1818. art. Spe- dalieri. {3J Biografia loc. cit. 266 Storia della Letteratura Ital. che uscì, non ha molto, una confutazione di alcuni capitoli di questo scritto dall' Abate Vincenzo Pal- mieri Genovese composta, confutazione, che sembra abbia fatto alquanto decadere il credito dell'Opera dello Spedalieri , la quale però sarà sempre in molte parti assai pregevole (i). La forza delle ragioni poi dal nostro Autore impiegate a distruggere i sofismi dei Novatori, e a confutare le false proposizioni da Freret e da Gibbon avanzate, lo ha collocato per sen- timento di tutti i Dotti fra i più robusti difensori della verità; al che aggiunger conviene, che la sem- plicità e la chiarezza dello stile rendono la lettura di queste confutazioni molto piacevole, e più profi- cua a chi desidera di istruirsi a fondo in materie che tanto interessano la pubblica e la privata felicità. Il Cardinal Gerdil ottimo giudice in simili argomenti, ne fece sommi elogi, e il grande Pontefice Pio VL rimunerò con generosa magnanimità lo Spedalieri, che ricusò Cattedre cospicue in Padova ed in Pavia offer- tegli, per non abbandonare il soggiorno di Roma a lui diletto , dove risplender fece le sue cristiane virtii , e sopra tutto una profusa carità verso i poveri (2). Soave Padre XIL Uuo dci più fclici istnittori della gioventù nelle filosofiche discipline ebbe V Italia nel Padre Francesco Soave di cui ora devesi ragionare. Quan- tunque rigorosamente parlando, appartenga egli alla Svizzera , perchè nato a Lugano , tuttavia , siccome studiò egli fra noi e qui sempre dimorò , io lo an- novero fra i nostri Scrittori. Chiara Teresa Herrik e Carlo Giuseppe Soave suoi genitori ebbero questo (i) Cardella Compendio ec. T. IIL pag. 828. {2) Fra le opere filosofiche dirette a sostegno delle buone massime an- noverar devesi quella contro i materialisti stampata dal Professor Giusep- pe Gaetano Moniglia a Lucca e poscia a Padova; questi cessò di vivere nel 1760. d'anni 62. (V. Zaccaria Stor. Lett. T. IL p. 568. lib. 3 ediz. a. ) Libro IL 267 figlio Panno 1743: frequentò egli le scuole dei Chie- rici Regolari Somaschi, nella qual Religione entrò dopo aver compito li primi studii sotto la direzione del Padre Giampietro Riva buon Poeta e Letterato, che lo amò come figlio, e secondò la naturai di lui inclinazione per il Chiostro. In Milano ed in Pavia attese il Soave alla Filosofia, indi passò a Roma nel Collegio dementino , e colà cominciò la sua carrie- ra con l'ammaestramento della gioventù, che nume- rosa interveniva a quelle scuole. Chiamato in appres- so a Parma vi si recò a coadiuvare il Chiar. Abate Francesco Venini suo Collega allora in Religione, nel- la esecuzione del piano degli studii stabilito per la Reale Paggeria, e poco dopo ottenne, mentre non contava che 24- anni di età, la Cattedra di Eloquèn- za nella nuova Università colà nel 1767. fi)ndata . Par- tito poi da Parma trasferissi a Milano, dove il Conte di Firmian protettor generoso degli uomini di lette- re gli affidò F istruzione di un suo nipote, e nomi- nollo Professore di Filosofia morale nel Liceo di Bre- ra. Allorché poi occuparono l' Italia le armate Fran- cesi nel j 796. , si ritirò il Padre Soave a Lugano, dì dove passò a Napoli per ammaestrare l'unico figlio del Duca d'Angri, ed aver contemporaneamente tut- to r agio per attendere ai favoriti suoi studii. Falli- te però le sue speranze , non già per parte del nuo- vo Mecenate , ma per li torbidi nel Regno di Napo- li suscitatisi nel 1799., tornò a Milano dove si stet- te finché il governo della Repubblica Italica destinol- lo a Direttore del Collegio di Modena, e Professor d' Analisi delle idee nell' in allora Liceo Modenese (i). Poco però dimorò il Soave fra noi, perchè es- (i) Modena perdette al tempo del Governo Italiano 1' Università resti- tuitale poi dall'Ottimo Regnante Sovrano Francesco IV. a68 Storia della Letteratura Ital. sendo venuta vacante la stessa Cattedra a Pavia , egli la ottenne e meritamente (i). Non erano scorsi an- cora tre anni dacché egli colà teneva con universa- le applauso e con molto concorso di gioventù le sue lezioni, quando venne attaccato da una febbre, che da prima creduta semplice, ma poscia manifestatasi d'indole perversa, nonostante l'assidua cura de^ suoi Colleghi lo portò in breve tempo al sepolcro nel gior- no 17. di Gennajo dell'anno iScó.^, avendo egli fino agli ultimi momenti di vita conservato una invidia- bile serenità di mente (2). La sua perdita venne uni- versalmente compianta, e fecero a gara i suoi allie- vi nelP onorare i funerali di un Uomo così beneme- rito della istruzione della gioventù, xin. XIII. Faticò egli incessantemente nel comporre e dre e^^ve.^ ^ ^^^ tradurre in nostra lingua Autori classici, e lun- go sarebbe il voler qui enumerare partitamente le produzioni uscite dalla sua penna; io perciò ricorde- rò soltanto le più interessanti, rimandando chi ne desideri minuta contezza all'Elogio fattogli dal Pro- fessor di Fisica Giambattista Savioli (3). Dopo di ave- re il Padre Soave data in luce nella fresca età d'an- ni 32. una versione della Bucolica e della Georgi- ca di Virgilio, pensò a riformare i libri della istru- zione elementare , e una grammatica ragionata della lingua Italiana congiuntamente ad una antologia la- tina offrì egli al pubblico per la prima sua fatica in questo genere. Incaricato poi dal Governo Imperiale di organizzare le scuole cosi dette Normali per istrui- re le classi inferiori della società, visitò quelle del Tirolo, e di colà tornato formò un piano a quello (i) La Società Italiana delle Scienze e 1' Istituto Nazionale pure Ital. lo aggregarono rispettivamente al loro corpo. (a) Savioli Gio. Battista. Elogio di Francesco Soave Milano 1806. (3) Elogio citato. Libro II. 269 della Germania somigliante, ma più adattato a noi, e si accinse a scrivere tutti i libri elementari, che per così importante oggetto all'Italia mancavano. Si occupò quindi a comporre gli elementi della cal- ligrafia, del ben leggere, della morale, della aritme- tica e di altre siinili operette per li fanciulli, pic- cole è vero, ma non cosi facili a bene architettarsi? come può a prima vista sembrare; a chi non conosce le difficoltà che in questa professione si incontrano. Chiarezza grande ed ordine mirabile regnano in tali produzioni dell'Autor nostro , perlocchè sono conti- nuamente usate nelle scuole, ed hanno avuto un feli- ce successo: lo stesso dicasi delle sue istituzioni di lo- gica e metafisica per le scuole superiori formate: tra- dusse egli e comentò il compendio dell'opera di Loke fatto dal Winne su questo argomento, e si prevalse op- portunamente delle idee di Gondillac, rettificando pe- rò in più luoghi i pensamenti di questi due Autori, e presentò un eorso elementare sì, ma bastevole per get- tare negli animi dei giovanetti i più solidi fondamenti dell'arte di ragionare. Ebbe egli pur molta parte nella compilazione degli opuscoli scelti che per il corso di varii anni sotto la direzione dell'amico suo l'Ab. Car- lo Amoretti Fisico distinto videro in Milano la luce. Questa raccolta in cui oltre gli estratti e le versioni di opuscoli stranieri inserivansi le produzioni degli Ita- liani, alcune ne contiene del Padre Soave e fra que- ste varie traduzioni dalle lingue straniere, di memorie risguardanti le scienze e le arti. Giovò tale impresa non poco a promuovere in Italia i progressi della Fisica e della Meccanica pratica, ed anche al presente è ricercata questa raccolta. La bella Letteratura poi va al nostro Religioso debitrice di molte versioni di opere ad essa spettanti , e fra queste alcune otten- nero plauso, come quella degli Idilii di Gessner dal 370 Storia della Letteratura. Ital. Tedesco originale , e 1' altra dall' Inglese del Poema di Young Sulla forza della Religione^ le quali ol- tre 1' esser fedeli , con piacere sempre si leggo- no^ e sembrano originalmente scritte nelP armonio- sa nostra lingua, (i). Non devesi qui per ultimo ta- cere che avendo il Padre Soave spedito all' Accade- mia di Berlino una Memoria sul quesito intorno AU la formazione del linguaggio , ottenne questa VAc cessiti e le sue Novelle presentate al concorso aper- to dal Conte Carlo Bettoni , se non sodisfecero pie- namente i Giudici, si riputarono però le migliori, e il favorevole accoglimento clie fece loro il Pubblico dal- le replicate edizioni comprovato clie di esse in poco tempo uscirono in luce, dimostrò quanto felice scrit- tore in tali argomenti fosse il loro Autore, e quanto benemerito per ogni riguardo debba perciò egli dirsi della società, per avergli somministrato mezzi miglio- ri di quelli che per 1' addietro avesse, onde ben di- rigere la gioventù nel cammino di questa vita. XIV. XIV. L'istruzion pubblica trovò nell'Abate Anto- Genovesi An- . j-, • l- r^ •!• 1T> TTVT T ionio nio Genovesi di Castiglione nel Kegno di Napoli un altro soggetto che ne promosse efficacemente i pro- gressi. Da Salvator Genovesi e da Antonia Alfenito onestissimi conjugi sortì egli i natali il giorno i. di Novembre dell'anno 171 2. A Giovanni Abamonte sa- cerdote suo parente presso cui collocossi il Genovesi in età d'anni 18. dovette la buona direzione negli stu- dii filosofici, perchè gli segnò un nuovo metodo sopra sodi principii fondato, e lo sottrasse ai volgari pre- giudizii e alla pedanteria regnante allor nelle scuo- le. Dopo di aver vestito nel 1736. l'abito sacerdo- tale in Salerno , si recò il Genovesi nel successivo (i) Porhe settimane dopo la sua morte si stampò la sua versione It«- liana dell' Odissea di Omero e delle opere di Esiodo. L I B R o II. a-j-i anno a Napoli , perchè essendo mancato di vita T Ar- civescovo Salernitano che assai lo stimava, e nomi- nato avevalo maestro di eloquenza nel suo Semina- rio, perde il miglior protettore che in quella Cit- tà avesse. Predilesse il Genovesi gli studii filosofici , ed emancipandosi dal giogo peripatetico si fece lar- fijOj introdusse nuovi principii nel metodo di ragio- nare, e nuove maniere onde applicarsi con ordine alle scienze , perlocchè risvegliò 1' ammirazione nei Dotti, e ne' suoi concittadini l'invidia. Ottenuta nel 1741. la Cattedra di Metafisica nella Università di Napoli straordinario concorso di Uditori egli ebbe , e molti nobili forestieri cercavano di conoscerlo in persona e di udirne le dotte lezioni ; lo stesso pure accadde , anzi più credito acquistossi allor quando nel 1744- dettò nella stessa Università la mora- le filosofia. A lui devesi il consiglio mandato ad ef- fetto in Napoli di istituire una Cattedra di com- mercio che egli coprì nel 1744-? e nella quale spie- gò tutta l'erudizione e l'ingegno, dimostrando con evidenza la verità di certi principii che o non cono- scevansi , o credevansi di nessuna pratica utilità, perlocchè si accrebbe la sua gloria; finalmente la suddetta Università dal Genovesi ricevette regola- menti e discipline che in particolar modo contribui- rono a procurare i vantaggi degli studenti e il lu- stro della medesima. Le massime da lui sparse nel- le sue lezioni di commercio rapporto ai beni eccle- siastici specialmente, gli attirarono dei nemici, e il Padre Mamachi ed altri lo attaccarono con le stam- pe, e lo tacciarono di scetticismo, e di irreligione. Io non mi erigerò in Giudice di questo Scrittore il quale al dir del suo Panegirista Soffrì con generosa T-ndìffcrmza le calunniose voci dell' invidia {i), e con (t) Biooratìa degli Uom. ili. del Regno di Napoli ( T. I. ivi 272, Storia della Letteratura Ital. somma moderazione rispose ai vili sarcasmi de' suoi j avversarii. Dirò bensì che la Corte di Roma non pò- ■ tè esser contenta del Genovesi, ed ultimamente re- gistrò neir Indice sino a die siano corrette le sud- I dette Lezioni di cui più a lungo si parlerà altrove. La troppo assidua applicazione agli studii , e varii disgusti di famiglia gli abbreviaron forse la vita, es- sendo egli defunto di anni 67. soltanto adi 28. di Settembre dell' anno 1769. Un suo allievo il Signor Giuseppe Galanti, ed altri ancora onorarono la me- moria di quest' uomo insigne , che molti monumen- ti onorevoli ci lasciò del suo profondo sapere nelle facoltà filosofiche ed economiche (i). Con il suo corso di metafisica aprì una nuova carriera fra noi a questa scienza , e perciò combatter dovette molti avversarii, le massime dei quali ei seppe acutamente deridere nelle sue lettere filosofiche ad un amico provinciale. Compì egli poi le sue Lezioni di Filosofia col pubblica- re la Diceosincij le Meditazioni filosofiche , e gli Ele- menti dell* arte Logico-critica ^ nella prima delle quali sviluppò con molta chiarezza ed estensione le idee del giusto e dell'onesto, e nella seconda quelle di un sano criterio, meritandosi perciò di essere per luni:;o tempo la guida dei Professori e degli alunni nelJ<' scuole (2). Ecco come si esprime Monsig. Fabbror.i rapporto alla Diceosina ( T. XV. pag. 278. delle vit ec. } „ Hominis naturam sic examinat , ut nullum sit „ tam sanctum et tam solenuie offìcium quod persol- 5j vere debet Deo, sibi ipsi, iisque qui])uscum vivit, 55 cui lucem auctor non afferat, omnia ex naturalis 181 3. ) dalla quale ho ricavato le notizie biografiche di questo soggetto. (i) Si consulti r Ugoni ( T. I. pag. 137. e seg. ) da chi vuol cono- scere gli estratti delle opere del Genovesi ed i varii giudizii su di esse proferiti. {■A Cardella Compendio della Stor. della Leila Letter. T. III. p. i53. Libro IL 273 „ legis principiis hauriens, et eelebriorum natioiium „ ac praesertim Romanorum exemplis institutisque ,, illustrans. Si hoc opus aureum , omniumque quae ,, ab eodem prodiere, maximum judicahìs, me quo- „ que tuae adscribito sententiae. ,, Il severo Baretti si estende molto in lodare le Meditazioni filosofiche del Genovesi per le sottigliezze delle indagini che conten- gono, e per la profondità con e ni sviluppa le più re- condite proprietà delle cose naturali, talché parago- na questo libro ai più celebri che si conoscano pub- blicati sopra cosi ardue materie ; ne confuta però alcune opinioni e ne riprende lo stile perchè in- tralciato e rigirato per modo che annoja (i). Varie altre opere diede in luce 1' x\])ate Genovesi di cui trovasi V elenco nella citata Biografia, ma le più stimate sono quelle di cui ho parlato ; combattè egli poi il paradosso di Gio. Giacomo Rousseau che so- steneva avere le scienze e le arti recato alla socie- tà danno anzi che vantaggio, 0, il fece con robuste ragioni, ma usando uno stile ora troppo servile imi- tatore dei trecentisti ed ora assai trascurato . Non deve però tacersi , che alcune sue massime filosofi- che e teologiche furono soggette a censura per par- te della S. Sede , e che rapporto alle prime il Ge- novesi le riformò in una seconda edizione della sua Filosofia metafisica fatta in Napoli nel 1756. Riguar- da poi alle opinioni teologiche egli seppe valorosa- mente difenderle, e nel 1771. due anni cioè dopo la sua morte stamparonsi a Venezia li suoi elemen- ti di Teologia (2). XV. Se la morte non avesse in fresca età invola- xv. to il nostro italiano Ab. Zorzi, potremmo pur noi dro. (i) Baretti Frusta Letter. N. ii. (a) Fabbroni Vitae Ital. T. XV. pag. 278. Tomo I. 18 274 Storia della Letteratura Ital. offrire alle altre Nazioni un' opera nel suo genere uni- ca e più sana di quella che uscì in Francia, una Enci- clopedia voglio dire Italiana; egli da solo concepì una così vasta idea e aveva già a così immenso lavoro mes- sa la mano. Naccpie P Abate Alessandro Zorzi Vene- ziano nel 1747- agli II. di Settembre da Leonardo Nobile Padovano , e da Carolina Trechmayr Tedesca , entrò nei Gesuiti, ma in una epoca troppo per quel- la Religione infausta, perchè poclii anni dopo accad- de r abolizione di essa. Dovette perciò il Zorzi re- stituirsi alla Patria, dove rimase tinche il Marche- se Gristino Bevilacqua Ferrarese colto Gavaliere e Me- cenate in propria casa lo accolse per istruire li suoi nipoti ; nel che riesciva egregiamente il giovane Re- ligioso , il ({uale allorché dimorò in Bologna , godet- te la stima dei più distinti fra que' Letterati, e spe- cialmente fu caro all' illustre Francesco Maria Za- notti che conobbe i pregi straordinarii sì intellettuali, che morali di cui era quella beli' anima adorna. Ometterò qui di annoverare alcune sue letterarie fa- tiche pregevoli bensì , ma non da reggere al con- fronto del progetto della nuova Enciclopedia, di cui stimo opportuno il presentar ai miei Lettori in bre- ve la storia. Versato siccome era il Zorzi profonda- mente nelle facoltà teologiche, e nella vera Filosoiia, e zelante al sommo della Religion nostra , non poteva che dispiacergli per una parte la grand' opera della Francese Enciclopedia, meritevole poi per tanti ri- guardi di encomio. La vasta sua mente perciò e il sentimento delle proprie forze lo determinarono al grande progetto di formare una Enciclopedia Italia- na, la quale da tutti legger si potesse con sicurezza di non succhiar massime perverse. Procurò egli pri- ma di ogni altra cosa , e sebben giovane vi riuscì , di ottenere l'amicizia dei più dotti e sa vii fra gli Ita- Libro II. avS liani, i quali contribuir dovevano gli articoli nei va- rii rami di scienze d' arti, e di lettere, e furon que- sti Francesco Malfatti Ferrarese, il Milanese Rosalez, Saliizzo e Lagrange Torinesi, il Padre Gregorio Fon- tana, il Conte Giordano Riccati, il Medico Borsieri, il Padre Martini , il Cav. Tiraboschi , e il Professor Canterzani che al nostro Zorzi ottenuto avea l'ono- re di membro dell' Istituto Bolognese. Li due Augu- sti Monarchi fratelli Giuseppe II. Imperatore e Pie- tro Leopoldo Gran Duca di Toscana supplicati pro- tessero così nobile impresa, e frattanto il Zorzi die in luce a Ferrara il Prospetto di una nuova Enciclo- pedia Italiana (i), nel quale discusse con moderazione sì , ma con molta evidenza di ragioni i difetti della Francese, e presentò il piano di quella da lui ideata, nella quale V albero delle umane cognizioni in mo- do assai diverso è formato da quello che leggesi in fronte alla Enciclopedia Parigina. A tutto ciò aggiun- se, come un saggio, alcuni articoli comunicatigli da varii cooperatori e due da lui Gomposti, uno sulla li- bertà, V altro sul peccato originale nei quali scorger si potè qual fosse 1' acutezza del suo ingegno, e co- me sanamente pensasse in materia di Religione. Sembrava che dovesse un' opera con principii così fausti cominciata procedere felicemente, ma l'Autore era già da gran tempo minacciato di una malattia che sviluppatasi con forza il trasse in età di soli Sa. anni al sepolcro alli 12. di Giugno del 1779; aven- do egli incontrata la morte con quella serenità di spirito e con quella confidenza in Dio che la cristia- na sua vita gli procurò. Irreparal)ile perdita fece l'I- talia, perchè mancato questo dotto ed attivo Sogget- to svanì ogni ulteriore idea di Enciclopedia Italiana, (i) Stampato a Siena in 4,° n«l 1779. ay^ Storia della Letteratura Ital. e così alla Nazione mancò un monumento cotanto glorioso del sapere de' figli suoi. Il suUodato Mar- chese Cristino Bevilacqua volle che avesse la tomba comune con li suoi antenati il defunto giovane, che lasciò alcuni altri letterarii lavori, di cui nelFelogio tessutogli dal Vannetti (i) si fa onorata menzione. Miceli Vinccn- XVI. Dotato d' ingegno singolare ed esteso Vin- ^°" ceuzo Miceli di Monreale in Sicilia, edncossi nel Se- minario Arcivescovile di quella Città, e colà sotto la disciplina del Canonico Vincenzo Flores si dedicò al Diritto naturale, civile, e canonico con suo sommo profitto, per modo che avendolo il Flores sperimen- tato sovente nelle più intralciate materie, riconobbe in lui una egre^a facoltà per inventare e comporre, e lo ammirò come un prodigio di dottrina. Occupò il Miceli la Cattedra suddetta e stese una confuta- zione della Ontologia di Wolfio, indi si applicò a for- mare un nuovo sistema risguardante tutte le scien- ze. Stabilisce egli dapprima il Principio della contrad- dizione come fondamento delle sue nuove idee, al quale congiunge quello della ragion sufficiente che egli dimostra necessariamente universale ed intrinseca. Dipendentemente da questi due principii sviluppa e tratta egli ogni altro ramo della Filosofia come pur ciò che riguarda P ordine soprannaturale , la cui in- vestigazione entro i dovuti limiti ritenuta spiana il sentiero alle verità rivelate. Sollevò la novità di que- sto argomento contro il Miceli non pochi avversarli, che lo accusarono di Novatore fanatico e di Spino- sismo, ma egli venne in campo con un saggio stori- co a propria difesa in cui le sue opinioni rischiara, e valorosam<^nte difende dalle accuse contro lui dis- seminate. Riscosse poi molti applausi il suo corso (i) Vannetti Clementini Cotnmentarin! d» Vita Alexandii Georgii. Libro II. 277 di Diritto naturale pubblicato a Napoli nel 1776. con metodo creometrico dimostrato, e sopra l'inconcusso principio della tendenza dell' Uomo alla felicità fon- dato 5 dal che poi ne trae l' importantissima conse- guenza che senza Relicione esister non può Diritto naturale. Mentre però questo sublime ingegno occu- pavasi in così profonde meditazioni, la morte il col- pì nel 1781. in età di soli anni 46. ed a' suoi am- miratori non solo misoi (iolorosa la sua perdita, ma a' suoi nemici ben anche, i quali negar non pote- rongli molta profondità d' ingegno ed estese cogni- zioni scientifiche (i). XVII. Un altro filosofo di grido io debbo qui ram- „ .^\^}.\n ^ ^ _ Grmialdi Fran- mentare, cioè il Marchese Francesco-Antonio Grimal- cesco Antonio ed ,. j.^. • /^ 1 1 ' -ì • • ■ altri Filosofi. di di oemmara in Calabria dove erasi traspiaiitato un ramo di questa illustre famiglia Genovese. Nato egli nel 1741» e dal proprio genitore Pio Grimaldi istituito nelle scienze si accinse sebben giovine a stendere al- cune Riflessioni sopra V ineguaglianza tra gli Uomi- ni. Aveva il Ginevrino Rousseau trattato eloquente- mente F argomento stesso , ma li suoi raziocinii ap- pagar il più delle volte non possono un Filosofo pen- satore e nemico dei paradossi, ai quali Gio. Giacomo inclinato sempre mostrossi. Analizzò profondamente una così importante questione il Grimaldi, ed atten- tamente esaminò le cause fisiche e morali che su questa inevitabile condizione dell'Uomo influiscono, e dopo di averne dedotta la conseguenza legittima, che senza la disuguaglianza non sussisterebbero le so- cietà, consacra gli ultimi capitoli di quest'opera a porgere le più giuste idee del Diritto civile e natu- rale 5 e ad insegnare quale esser debba la vera bi- (i) Biografia degli Uorn iU. della Sicilia T. II. Napoli 1818. 278 Storia della Letteratura Ital. lancia per giudicare le azioni morali dell' Uomo (i). Altro lavoro storico, Gli Annali cioè del Regno di Napoli cominciato aveva a scrivere il nostro Autore, ma sorpreso da morte in età di soli anni ó^i. non potè darne in luce che i primi volumi. Chi desi- derasse maggiori notizie sopra questo insigne lette- rato , consulti r elogio dal Cav. Melchiorre Delfico alla sua memoria consacrato e nel 1784. pubblica- to. Pietro Napoli Signorelli onorò pur di magnifi- che lodi TAbate Vincenzo De ?duro Filosofo Napo-^ letano che nella Terra di S. Arpiiio sortì nel 1762. i natali. Predilesse egli le lettere greche e latine e la Filosofia nelle quali facoltà progredì cosi rapida- mente, che prima di venti anni eletto venne mae- stro di belle lettere nel Seminario di Aversa , indi passò ad insegnare l'eloquenza nell'Accademia mi- litare di Napoli da lui poscia diretta. Compose egli le grammatiche ragionate Latina, Italiana e France- se sulle tracce di Condillac modellate, e un' altr' opera non meno importante, Varie cioè di scrivere in cui spiccar fece l'ordine esatto del più sodo ra- ziocinio, e la robusta sua ed insieme allettatrice e- loquenza. La traduzione di Longino e varie Orazioni panegiriche uscirono pur dalla penna dell' Ab. De Mu- ro Segretario perpetuo inoltre dell'Accademia Ponta- niana, negli Atti della quale sonovi alcune sue produ- zioni, e che avrebbe arrichito d^ altre opere la Rej^ub- blica letteraria, se avessegli il Cielo donato più lun- ga vita , poiché cessò egli di vivere in età di soli anni Sa. , e la sua morte compianta venne da tutti colo- ro che ammiravano e stimavano in lui la virtù ad una rara dottrina congiunta (2). (i) Biografia ec. del Regno di Napoli T. III. ivi i8i4- (a) Biogvafia degli Uom. ili. del Regno di Napoli ivi 1822. T. Vili. Libro IL 279 XVin. Molti Italiani applicaroiisi nel secolo di cui ^y.".!- scrivo la storia letteraria all'ameno studio della Fi- sica generale e particolare , ma io seguendo il meto- do già prefissomi, darò di quelli soltanto contezza, clie ottennero o con le loro scoperte , o con le ope- re in tale facoltà composte la stima particolare de' contemporanei e si acquistarono distinta lama . E siccome i primi che aprirono la strada alla buona Fisica con le osservazioni sperimentali un diritto sin- golare si procurarono alla riconoscenza dei posteri, così io ricorderò qui il Medico e Filosofo Veneziano Jacopo Brachi che fiorì sul finir del secolo XVII. perchè fin dal i685. stampò li suoi Pensieri, Fisico- Medici circa gli animali che miiojono ne'' recipienti vacui d' aria e ne' ri fieni d' arie fattizie; e il Man- geti inserì nella sua Biblioteca degli Scrittori medi- ci uno scritto dello stesso Brachi intitolato De ovis ostreorum^ come pure abbiamo di lui alcune altre dis- sertazioni d'argomento Fisico dal diligentissimo Maz- zucchelli registrate (i). La Città di Bologna a cui tanto devono le scienze naturali , ci offre tra i molti 10^60"' ^"^^' Soggetti che ad esse si dedicarono , e di cui parti- tamente ragioneremo , un Fisico illustre nella per- sona di Bartolommeo Beccari figlio di Romeo e di Flaminia Macarini venuto al mondo il dì 2 5. di Lu- glio nell' anno 1682,. Condiscepolo di Ferdinando Ghedini e di Eraclito Manfredi coltivò specialmente la Fisifica sperimentale , la Botanica , la Storia na- turale , le Matematiche , e la Medicina , nelle quali facoltà ebbe a maestri tutti gli uomini dotti che al- lora in Bologna fiorivano, e fra questi Giacomo San- dri e il Morgagni lo istruirono nell' arte salutare. L'Accademia denominata degli Inquieti , che in casa (i) Scrittori ec. T. II. parte IV. paj. 1967. 28o Storia della Letteratura Ital. del primo uni vasi, ben presto nel suo seno accolse il Beecari, e nella division fatta ira dodici Accademi- ci dei rami scientifici ai (juali incomber doveva cia- scun di essi, al Beecari toccò la storia naturale (i), che fu da lui di varie scoperte tosto arrichita, a com- provar specialmente dirette la catastrofe dell' uni- versale diluvio. Nominato egli a Professor di Fisica air epoca della fondazione dell' Istituto Bolognese , non tardò a formare con Fajuto di Domenico Gus- mano Galeazzi, e del Maccìiinista Francesco Vittua- rio il Gabinetto Fisico, e ad istruire con profitto in- signe la gioventù che ammirava in lui diligenza som- ma nello sperimentare , ed acume straordinario d'in- i gegno nel dedurre dalle sperienze le più giuste ed |' utili conseguenze. Da questa Cattedra trasferito nel 1712. a quella di medicina, in questa scienza pure acquistossi tal credito, che poteva egli appena sod- disfare al desideno di tutti coloro che sotto la sua direzione desideravano di studiarla. Estesa pratica dell' arte medica egli e])be tanto in Bologna che fuori, ed allorché pubblicò la storia delle malattie che nel 172,9. dominarono nel Contado Bolognese, venne questa inserita nel tomo terzo degli Atti dei Curiosi della Natura sì per la sana dottrina medica che vi si contiene , sì per 1' eleganza con cui è scritta in lingua latina. Crescendo ogni ora la fama del Bee- cari, dopo di esser stato Vice Presidente dell'Istituto ottenne nel 1733. epoca della morte del Valsalva, la carica di Presidente alla quale pure sebben vec- chio fu nuovamente nominato nel 1750. dopo la morte del Bazani (2). Frattanto l'impegno di istrui- (i) Questi Accademici abbandonarono nelle loro adunanze il metodo sil- logistico, e vi sostituirono il cosi vantaggioso delle esperienze e del raziocinio . (a) Il Beecari fece per questo corpo accademico molti regolamenti «h« si oiiervftiono ì\\ appresso per lungo tempo. Libro II. *8f re la gioventù non gli impediva di attendere alle snerienze , e molte sue osservazioni barometriclie e meteorologiche, altre sui fuochi fatui e sopra alcune macchie di varie pietre comunicò alla Società Reale di Londra, la quale nel 17^8. lo noverò ira i suoi Socii. Simili comunicazioni sull'Aurora Boreale straor- dinaria del 1726. e sopra varii oggetti di Chimica an- dava egli facendo alF Istituto , perlocchè godeva di sommo credito in Bologna ed allorché chiamato venne Professore a Padova, interposero i Bolognesi il valido mezzo del Pontefice Benedetto XIV. affinchè non par- tisse da loro al che essi riuscirono; dopo ciò a lui destinò il Pontefice stesso la nuova Cattedra di Chi- mica nella cjual facoltà ottenne fra noi il primato , ed aumentogli V onorario di quella di medicina. A ren- dere illustre il nome del Beccari contribuì soprattut- to l'opera da lui pubblicata sui Fosfori nella quale insegnò a conoscerli, li classificò, le circostanze più favorevoli ad accrescerne o diminuirne la luce dili- gentemente investigò , ed aprì direm così un nuovo ramo di ricerche ai Fisici. Il Wilsono che nel 1775. sullo stesso argomento versò, intraprese una serie vi- stosa di esperienze con le quali confermò le scoper- te del Beccari ( 1 ) , a cui il celebre Padre Beccaria di- resse alcune sue lettere sulla Elettricità naturale ed artificiale, dopoché era egli stato dal nostro Bologne- se eccitato a pubblicare le sue invenzioni in questa parte di Fisica. Quantunque di natura piuttosto in- clinato alla collera sapeva il Professor Beccari tem- perarsi, e continuò ad insegnare fino all'estrema vec- chiezza, e poche ore prima di morire volle osservare (1) Un accidente determinò, può dirsi , il Beccari allo studio sui Fos- fori, e fu ijiiesta una inferma abitante in luogo oscuro da lui visitata, ohe y}i chiese cosa gli splenclsva in mane ; ed ejjli «i avvide che era un di»- asante del »uo anello. 28 2 Storia della Letteratura Ital. le altezze de' suoi barometri e termometri, come fa- ceva ordinariamente tre volte al giorno. Gessò egli di vivere adì iiS. di Gennajo dell'anno 1766. e ven- ne onorato di solennissimi funerali con orazìon fii- nebre dal cognato Filippo Scarselli recitata, ed ebbe sepoltura nella chiesa di S. Maria al Baracano con analoga iscrizione (i). Bevfucd Gio. XIX. Quantunque nulla abbia alle stampe in Fisi- Battifta. ^^^ tuttavia passar non devesi sotto silenzio Gio. Bat- tista Bertucci di Cingoli nella Marca d'Ancona, dove il di IO. Novembre del ióqS. ebbe i natali da ono- rati genitori che coltivarono il raro suo talento e lo spedirono a studiare in detta Città. Disgustatosi del- la Filosofia Aristotelica alla poesia si rivolse, e in età d'Ianni i5. ebbe il coraggio di comporre un Poema latino intitolato Davidias di cui vider la luce i tre primi libri; ma lo allettarono sopra modo la Filoso- fia e la Matematica, perlocchè ad esse si rivolse ab- bandonando però la strada comunemente allora bat- tuta nello studiarle. Per frutto delle sue meditazioni ci diede due trattati nei quali tentò di ridurre la Fi- losofia a pura Geometria, al che fare se non riuscì, mostrò però giudizio e penetrazione non ordinaria e spiegò idee nuove ed originali. Allorché l'illustre Val- lisnieri pubblicò il suo sistema della generazione del- l' uomo, si mostrò il Bertucci uno de' suoi più va- lorosi difensori, perlocchè ebbero questi due Lettera- ti fra loro lungo ed erudito carteggio. Immaginò inol- tre il nostro Filosofo un' ipotesi particolare con cui tentò di spiegare le tante variazioni accadute nei pas- sati secoli alla Terra; ed avendo consultato per ciò i più riputati Filosofi de' tempi suoi, in conseguen- za delle riflessioni da essi suggeritegli modificò in (i) Fabbroni Vitae T. V. pajf. 228. L I B ft o II. 283 parte il suo lavoro, e in parte lo sostenne. Né si in- dusse e£;li giammai a stampar cpieste e varie altre opere di Medicina e di Matematica, quantunque a farlo eccitato venisse dai Dotti suoi corrispondenti fra i quali contavansi il Poleni , il Muratori, il Man- fredi ed altri insigni personaggi; poiché la sua mode- razione soverchia che vincer mai non seppe , e per cui non era mai delle cose proprie pienamente conten- to, vi pose un ostacolo insuperabile, quantunque realmente meritassero li suoi scritti Fonor della stam- pa, ammirandosi in essi una straordinaria chiarezza e facilità di esprimere le idee ad una singolare col- tura ed eleganza di stile congiunte. Cessò il Ber- tucci di vivere in Patria alli 32. di Luglio dell'anno 17 74' 5 e figurò come uomo di ottimo carattere e di sincera Religione e pietà fornito ( i ) . Lesse per più anni Filosofia in Prato il Padre Pier Maria Salomoni della Compagnia di Gesù , dove si distinse per le sue sco- perte, e per aver fra i primi contribuito ad introdurre in Italia la buona Fisica atterrando con gli esperimenti gli aerei sistemi che da lungo tempo tiranneggiavano le scuole. L'anno 1765. fu l'ultimo della sua vita, che giunse fino al settantesimo anno : lasciò egli varie dissertazioni di argomento fisico , fra le quali quella sui colori racchiude tutto ciò che la loro dottrina riguarda, e le loro proprietà sonovi con acutezza svi- luppate; i Giornali Italiani e quelli d' Oltremonte ricordarono frequentemente con lode il Padre Saio- moni di cui si hanno inoltre alcuni elogi di letterati suoi contemporanei (2). XX. La storia deve esporre anche gli errori degli Fromond Padra Uomini per istruzione dei posteri; quindi é che ades-^^^'^'^^®- (i) Antologia Romana T. III. pag. 85. ^ alla paj. gS. poi evvi il ca- talogo delle opere di questo Autore. (a) DisrioB. degli Uftm. ili. T. XVIII pag. 60. a84 Storia della Letteratura Ital. so parlare debbo di uno Scrittore che per le singo- lari sue opinioni trovò non pochi e robusti avversa- rii, quantunque però non avesse poi sempre il torto. Giovanni Claudio Fromond dalla Francia trasferitosi nel Secolo XVII. in Italia e Lucia Bindi ebbero a loro figlio in Cremona Claudio Fromond nato li 4- Febbrajo dell'anno 1708; il quale vestì poi l'abito Camaldolese, e dopo alcune vicende passato al Mo- nastero di Classe in Ravenna ebbe la sorte che lo reggesse allora il Padre Abate Pietro C aneti ; poiché avendo questi conosciuto il talento del Fromond lo mandò a studiare a Pisa sotto la direzione del Chiar. Padre D. Guido Grandi, della cui istruzione profittò al segno, che quando il Grandi era assente dalla Università, lo nominava suo sostituto nella Cat- tedra, e l'anno 1788. ebbe la incombenza di inse- gnare la Logica. Ma allorquando otto anni dopo de- stinato venne a leggere Filosofia naturale , comin- ciò a far conoscere il suo bizzarro cervello, preten- dendo di insegnarla escludendo la Geometria , e pre- valendosi soltanto della Logica, il che gli concitò dei nemici; ma egli ceder non volle, ed espose que- sto suo metodo di insegnamento nell' opera che in- titolò = Nova et generalis introductio ad Philoso- phiam con i principi! della quale allontanava dal buon sentiero , anziché facilitasse P istruzione della gio- ventù; ciò non ostante quando abbandonava certe ipo- tesi tutte sue e consultava 1' esperienza, si mostra- va buon Fisico: diede egli di ciò una prova luminosa, allorché difender dovette contro l' ironica ed insiem mordace critica del Dottor Gentili di Livorno la pro- pria opinione = che gli Oglii, cioè, da luoghi infet- 5, ti provenienti potessero essere alla salute pregiudi- cievoli = Spiegò il Padre Fromond in questa difesa tutta la sua dottrina fisica, estese le sue ricerche Libro IL a85 ad altri non pochi punti della scienza , e propose una spiegazione del fulmine e del tuono la quale , non conoscendosi allora per anche la teoria della Elettri- cità, accolta venne con plauso. Quanto lodevole riu- scì il suo modo di spiegare come infiammansi i cor- pi dalle sperienze delF Inglese Priestley poscia con- fermato, e quanto giusta si reputò la difesa che nell' anno 1741. stampò il Padre Fromond della teoria Newtoniana sulla luce contro varii attacchi del Pa- dre Castelli Gesuita , altrettanto non meritò il pub- blico suffragio una dissertazione sulla fluidità dei corpi l'anno 1754. data in luce, perchè errò nello spiegare i generali principii della gravitazione , e sparse altre erronee idee sulla fluidità , in una pa- rola, rovesciar volle tutti i principii ben conosciuti della meccanica, e sostituirvene dei nuovi giusta il suo modo di vedere, che immaginar face vagli le più strane ipotesi , e proporre eoa arditezza nuove opi- nioni. L'irritabile suo carattere e insieme sospetto- so provar gli fece non pochi disgusti, anche per par- te de' suoi Monaci, ma questi difetti compensati però venivano nel Padre Fromond che cessò di vivere d'anni 62, dalla pietà, dalla giustizia, dalla liberali- tà verso gli amici e da somma premura per l'istru- zione de' suoi discepoli (i). XXI. Coltivò la Fisica sperimentale il Padre Jaco- Belgrado" P.dr® pò Belgrado e in questo bello e vasto argomento ci la-^*'^^P*'- sciò varie opere pregevoli, specialmente ai tempi in cui visse, nei q^ali non conoscevansi tante proprie- tà dei corpi , e tante scoperte frutto dei più recen- ti sludii. Sortì Cf^li i natali in Udine dai Nobili Gi- rolamo, e Madilalena Belgrado P anno 1704. adì 16. di Novembre , e dedicatosi alla Chiesa nella Compa- (i) Fabbroni Vitae ec. T. XIV. p. 206. 3u6 Storia della Letteratura Ital. gnia di Gesù , studiò Matematica a Bologna sotto Lui- gi Marchanzio egregio discepolo del Varignon. In Par- ma condusse quasi sempre la sua vita il Padre Bel- grado sino all' epoca fatale della soppressione dell' Ordin suo , nella qual circostanza dopo di aver sof- ferto in Bologna a motivo del suo troppo fervido carattere gravi mortificazioni , si ricoverò in Mo- dena indi presso li suoi fratelli in Patria , dove cessò di vivere li 26. di Marzo del 1789. in età d' anni 84. dopo di avere negli ultimi tempi abban- donato gli studii, per attendere con più fervore alle opere di pietà e di Religione, che in lui mantennesi ognor ferma e viva. Quantunque si occupasse il no- stro Religioso nella poesia (i) , e nell' antiquaria, tut- tavia predilesse sempre la Fisica; e prima d' ogni altra cosa ci diede in varie dissertazioni una specie di storia della scienza allorché professò questa facol- tà nella Parmense Università, e tentò di spiegare in quest' opera secondo le cognizioni di quei tempi al- cuni dei più difficili fenomeni, come per es. le cau- se che producono li terremoti, le aurore boreali ed altre cose simili . Allorché istituiva esperimenti , lo faceva con molta attenzione , migliorò alcune mac- chine 5 altre ne inventò , ed adottò sempre per mas- sima , che nella spiegazione dei naturali fenomeni devesi aver per guida V esperienza e non le ipote- si . Lavoro più di ogni altro pregevole fra quel- li del Padre Belgrado abbiamo nelP opera intitolata De usu Aiialyseos in re physica: in quest'opera di- mostrò egli più ampiamente di qualunque altro pri- ma di lui , quanto sia esteso V uso del calcolo nella Fisica, e sciolse più di duecento problemi dinamici, nautici, idrostatici ec. , perlocchè egli ricevè molte (1) Il Frugoni lodò assai alcune composizioni pov'tiche del P, Bei-rado. Libro IL 287 lettere di congratulazione daClairaut, D'Alembert, Mairan e da altri Filosofi illustri, e fu ascritto all' Accademia di Parigi ed a varie altre Accademie Ita- liane . Spiegò inoltre la difficile teoria della coclea d' Archimede con V appoggio della esperienza, e coo- però ai progressi dell' Idraulica coli' incombere alla raccolta degli scrittori d'acque fattasi a Parma, nel- la quale la prefazione fu opera sua, ed uno scritto sul- la origine, sulla velocità, e sopra altre proprietà dei torrenti. Non deve (jui per ultimo tacersi che il Pa- dre Belgrado diede inoltre non equivoci saggi del suo sapere nell'antiquaria e particolarmente in ciò che riguarda le belle arti e 1' Architettura , fra li quali ricorderò l'illustrazione di un tempio di Net- tuno a Ravenna, e 1' opera suU' Architettura Egi- ziana splendidamente stampata a Parma , in cui di- ligentemente esaminò tutto quanto ha rapporto a questa scienza presso quei popoli , i quali egli dimo- stra come istruiti fossero nelle buone regole di Ar- chitettura, e quai bei modelli in questo genere ci abbiano lasciato (1). XXII. Fra li sostenitori delle nuove dottrine fisi- xxil. che e del metodo di insegnare accademicamente , annoverar si deve il Monaco Camaldolese Ambrogio Avignoni Milanese vivente ancora nel 1763; il quale più volte incontrò per questo suo modo di pensare degli avversarii ma seppe sempre con destrezza di- fenderai j egli è poi benemerito delle scienze anche per aver contribuito alla riforma dell'Accademia dei Trasformati di Milano, e per quanto operò in quella di storia ecclesiastica eretta in casa del Conte Don Ercole Solanella (2). Maggior celebrità però acqui- (1) Falibroni Vitae ec. T. XVII. part. II. pag. 3a6. (3) Mazzucchelli Scrittori ec T. I. parte II. p. laSS. Filici divarii. ii88 Storia della Letteratura Ital. stossi il Professor di Pisa Gio. Gualljerto De Soria originario delP Isola d'Elba, e nato in 'Livorno il dì IO. di Aprile dell'anno 1707. Allievo nelle Mate- matiche del Padre D. Guido Grandi, e nella Giu- risprudenza del non men dotto Professor Giuseppe Averani , corrispose alle premure loro per modo che il Gran-Duca Gio. Gastone lo destinò nel!' anno 1731. ventiquattresimo dell' età sua alla Cattedra di Filo- sofia razionale, mentre era contemporaneamente per un simile oggetto invitato alla Università di Torino. Pubblicò egli nel ii4-i- ad Ajnsterdam il suo corso di razionale Filosofia , ed ebbe il vanto di essere uno dei primi fra gli Italiani ad abbandonare le sotti- gliezze scolastiche, e ad unire alle regole della logi- gica quelle della critica che riguardano 1' interpre- tazione degli scrittori, perlocchò riscosse gli applau- si degli esteri Professori, ed una delle primarie Uni- versità d' Europa stabilì che il corso suddetto servis- se di testo per gli scolari. Promosso il De Soria in appresso alla Cattedra di Fisica in Pisa, introdusse in questa scienza la vera maniera di ragionare toglien- do le ipotesi 5 riuscì buon esperimentatore congiun- gendo poi anche ad una rara chiarezza di metodo una soi'prendente facilità di comunicare le proprie cogni- zioni, una nobile e scelta erudizione, ed una spon- tanea e giusta eloquenza. I Letterati forestieri non si partivano dalla Università di Pisa senza conoscere un Uomo di tanto merito , che oltre i pregi scientifici era adorno delle più belle cristiane e morali virtù , ed aveva un affabilissimo carattere , perlocchè gode- va la stima e F amicizia di molti ragguardevoli per- sonaggi, e fra questi dell'Imperiale Ministro in Firen- ze il Conte di Richecourt, e la sua perdita accadu- ta in Calci patria di sua madre li lò. Agosto delFan. no 1767. risvegliò 1' universale compianto. Ablùamo Libro IL 289 di lui oltre il corso filosofico la Cosmologia dopo la sua morte stampata , due dissertazioni che videro nel 1745. la luce le quali trattano della esistenza e de- gli attributi di Dio e della immaterialità ed immor- talità dell' anima, e che suscitarongli illustri contro- versie, finalmente una raccolta di Opuscoli filosofici e filologici e di opere filosofiche Italiane (i); tutto ciò uscì dalla sua penna e viemaggiormente compro- vò la fecondità e penetrazione del talento di Gio. Gualberto DeSoria. Maneggiò pur tdicemente le mac- chine il Padre Niccolò Arrighetti della Compagnia di Gesù Fiorentino e contemporaneo del sullodato Professore. La celebrità acquistata con l'esperienze di Fisica da lui in Siena all'occasione di una disputa isti- tuite, gli meritò di esser confermato a leggere in quel- la Università il secondo corso delle sue lezioni. La storia letteraria d'Italia poi diede un assai onorevo- le estratto della teoria del calore sopra osservazioni fondata e nel 1750. pubblicata dall' Arrighetti, il qua- le a queir epoca pronti aveva per la stampa altri trattati fisici e fra questi quello della luce (2). XXIII. Fra quelli che promossero gli avanzamen- xxiii. ti della vera Filosofia noverar si deve il Padre Gio. d. gìo^. BiLttut'. Battista Scarella nato in Brescia 1' anno 171 1. (3). Professò in Venezia l'Istituto dei Teatini l'anno 1728J fece i soliti studii in Firenze secondo il metodo del suo Ordine, e poscia ritornò alla patria di dove non partì più, nulla curando ne le cariche del suo Istitu- to, ne le onorifiche Cattedre a cui più volte venne invitato . Il celebre Card. Quirini lo volle lettore di filosofia in quel Seminario dove introdusse il Padre (1) Novelle Letter. di Firenze an. 1767. T. XXVIII. pag 676. (a) Mazzurchelli Scrittori ec T. I. parte II. pag. 1122. (3) Dizionario de-jli Uom. ili. Bassano 1796. T- XVIII. pag, 344. Tomo 1. IQ ago Storia della Letteratura Ital. Scarella il metodo moderno di filosofare, e l' insegna- mento dell'algebra sino allora colà sconosciuta. Non vi volle meno della protezione del Cardinale clie era gran promotore dei bnoni studii, per superare le con- traddizioni che lo Scarella ebbe a soffrire per parte d' alcuni zelanti Peripatetici nemici di tutte le no- vità : frutto delle sue quotidiane meditazioni e de' suoi scritti dettati per il corso di 3o. anni, furono le molte e profonde opere, che lungo tempo da lui ma- turate videro poi la pubblica luce e gli meritarono giustamente la stima e la universale approvazione. Al merito del saper filosofico e matematico congiunse ancora la perizia delle lingue orientali , la cogni- zione della Teologia e della storia sacra e profana, e il corredo più raro delle morali e cristiane virtù, in modo speciale di una religiosa e fervida carità. Fini egli di vivere in Brescia adi 2,6. Febbraio dell'anno 1779. onorato dal suo Ordine di enciclica encomia- stica, e del suo riti^atto con iscrizione corrisponden- te. Lo Scarella ha per lo più seguito nelle sue ope- re (i) le tracce dei filosofi celebri e classici, ma al- cuna volta ha avuto il coraggio di scostarsi dalla lo- ro autorità con tanta onestà e moderazione però, che ninno può a ragione dolersi di lui come Io rilevarono gli Atti degli Eruditi di Lipsia. Il dotto Signor Antonio Brognoli ci ha date le notizie di questo suo valoroso concittadino negli Elogi dei Bre- sciani per dottrina eccellenti del Sec. XVIII, ove si ha pure 1' elenco delle opere del Padre Scarella con molta erudizione analizzate dall' elogista; e il Padre Vezzosi ne stese pure egli la vita inserita nel- (1) Le Opere principali del Padre Scarella sono un corso intiero di Filosofia cominciando dalla Metafisica e andando sino alla Fisica general* e particolare, e varii commentarii intorno alle cose di storia naturale. L I B R o II. agi la Biblioteca degli scrittori Teatini e nella nuova rac- colta Calogeriana (i). XXIV. La Città di Boloena in cui fecero sul co- „ xxiv. ° , Bani Laura Ma- minciar del Secolo scorso tanti progressi le scienze ria. naturali, fra il copioso numero di Filosofi colà in quell epoca fiorenti vanta anclie una Donna, voglio dire Laura Maria Gatterina Bassi che sortì i natali nell' . anno 171 1. alli 29. di Ottobre e che ebbe a genitori il Dottor Giuseppe, e Rosa Maria Gesari (2). L'ottimo Sacerdote D. Lorenzo Stegani si accorse della felice disposizione di questa giovinetta per le scienze, e gli insegnò la grammatica che essa apprese con prontez- za di ingegno , e presto seppe scrivere latino e distin- guere il merito rispettivo degli scrittori di questa lin- gua. Il Dottor Gaetano Tacconi in seguito la istruì nella filosofia nella quale fece tali progressi che do- vette, benché suo malgrado a motivo della sua umiltà, sostenere il giorno 17. Aprile 1732. una pubblica dis- puta di filosofia nella quale argomentarono cinque Ghiar. Lettori claustrali, il Dott. Beccari, e il Dott. Gabriello Manfredi. Soddisfece la Bassi con sommo ap- plauso agli argomenti proposti, e Monsig. Lamberti- ni allora Arcivescovo di Bologna dopo di averla sen- tita , si portò il giorno appresso alla casa di lei per con- gratularsi seco, e per animarla a proseguire nello stu- dio. Il giorno 12. di Maggio dello stesso anno poi fu laureata in filosofia con tutta la pompa possibile, con l'intervento fra gli altri illustri personaggi, del Car- dinal di Polignac il quale desideroso di conoscere e trattare più dappresso questa egregia giovane, pran- (i) T. XL. pag. 35. (2) La famiglia da cui discende la Bassi era bexijjì stabilita a Bologna, ma proviene da Scandiano luogo situato nella Provincia di Reggio di Lom- bardi» ( Tiraboschi Biil. Moden. T- L pag. i8i. ). aga Storia della Letteratura Ital. zò con essa il giorno dopo la laurea in casa del Sig. Marchese Ferdinando Monti, e seco lei si trattenne in erudite questioni , alle quali essa prontamente e saviamente rispondendo fece crescere vieppiù la sti- ma che del suo sapere erasi concepita. Il Collegio de' Dottori di filosofia la a2:,e:regò al suo consesso i come pure l'Accademia dell'Istituto, e d'anni ao. j senza averla dimandata, conseguì la lettura di filo- j sofia dopo aver sostenuto con l'approvazione di tut- ti il solito esperimento di altra pubblica disputa, l Ma non si applicò essa alla sola filosofia presa in ri- j stretto senso, volle conoscere ancora l'Algebra, la Geo- | metria , la lingua Greca e le belle lettere , della sua perizia nelle quali diede più saggi con poetici componimenti inseriti in varie raccolte , perlocchè venne ascritta a diverse celebri Accademie Italiane. I Molti Principi nel loro passaggio per Bologna de- siderarono di conoscerla , e fra questi vi furono 1' Elettore di Baviera poscia Imperatore col nome di Carlo VII , 1' Elettor di Colonia , e 1' Imperator Giuseppe IL i quali assistettero agli esperimenti fi- sici da essa eseguiti nelle camere deli' Istituto. Eb- be per marito il Dottor Giuseppe Verati medico che fece padre di dodici figlii^ e fu brava ed attenta ma- dre di famiglia, il che è in lei tanto più da ammirarsi, perchè le Donne ordinariamente, se conoscono di sa- per qualche cosa , trascurano gli impieghi e gli utìi- zii di loro spettanza. Quanto fosse essa superiore al suo sesso, lo dimo- strò in tutto il corso della sua vita con le pubbli- che argomentazioni ogni anno nel teatro anatomico, recitando regolarmente nell'Istituto la sua disserta- zione ogni volta che le toccava , e quel che è più, aprendo in propria casa una scuola di fisica speri- mentale 3 in cui dando de' corsi compiti di questa Libro IL 298 scienza, instituì così in patria un privato tratteni- mento letterario, che prima non era stato tenuto da alcuno e lo coltivò per anni 28, finche nel 1776. il Senato la scelse alla Cattedra di Fisica invece del defunto Dott. Gio. Battista Balbi. Gli stranieri che la udirono ne fecero ne' loro scritti , o nelle private lettere molti elogi, fra i quali vedi specialm.ente il Brukero nella sua Bihliotheca scriptorum nostra ae- tate litteris illustrium ec. Giunta all' età di anni 67 cessò di vivere alli 20. Febbrajo del 1778. di un attac- co di petto, avendo la sera innanzi assistito alla radu- nanza dell' Istituto, e fu tumulata con solenni funera- li nella Chiesa delle ER. MM. del Corpus Ecmini essen- dosi al suo sepolcro collocato un lungo elogio Irpida- rio. Nel T. IV. dei Commentarii dell'Istituto di Bologna sonovi due sue dissertazioni, una De pr ohi t mai e quo- ti am Hydrometrico (i) Va\ìY2i De probi erriate qiiodam niechanico (2), ed i suoi esperimenti sulla compressione dell' aria sono esposti da Francesco Maria Zanotti con l'incomparabile suo stile (3). Poco altro si ha alle stam- pe di questa celebre Donna, la quale non ebbe cam- po di pubblicare molte opere a motivo delle domesti- che faccende , e dall' impegno della scuola a ciò fa- re impedita (4). XXV. Un buon allievo della scuola Bolognese ab- biamo nel Conte Francesco Alffa rotti Veneziano di ., ^^'^: „ O ^ Algarotti Con- cui debbo io adesso con qualche estensione ragionare, *« ^"nce«co. come richiedono le qualità di Fisico rispettabile non solo, ma di poeta, antiquario, e intelligente sommo di belle arti che in lui convennero. Questo soggetto pe- (i) p. 6i. (=»)p-74- (3) Istituto T. I. parte I. dei Comment. pag. 347. e (4) Fantuzzi Scrittori Rolognesi T. I. pag. 384- a94 Storia della Letteratura Ital. rò che mentre visse godette fama straordinaria, dopo morte si mantenne bensì in credito per alcune del- le sue opere, tuttavia non conservò quella celebrità che credevasi aver dovesse. Di nobile e ricca famiglia Veneziana nacque egli nel 1712. alli 11. di Dicem- bre, e mandato a Roma nel Collegio Nazareno dovet- te a motivo della perdita del Padre presto restituir- si a casa, dove suo fratello maggiore assunse la cura di farlo educare. Recatosi a studio in Bologna ebbe a suo istitutore nelle matematiche elementari e nel- la filosofia il celebre Eustachio Manfredi, e nella eru- dizione il iion men grande Francesco Maria Zanetti ? procurandosi frattanto il nostro giovane Cavaliere l'a- micizia degli altri insigni Filosofi e Letterati di cui abbondava allora quella fiorente Università. Coltivò poi l'Algarotti con molto successo l'Astronomia, co- sicché spiacque assai al Clairaut e al Maupertuis di non averlo compagno nel viaggio che intrapresero in Isvezia, all'oggetto di determinare la figura della Ter- ra. Allorché egli nella Bolognese Accademia espose i risultamenti ottenuti in alcune sperienze sulla luce, da lui istituite per rispondere alle obbiezioni dal Rizzetti contro il sistema Newtoniano della luce stes- sa dirette, ottenne l' onor singolare di essere ascritto all'Istituto, e il Qhiar. Fisico Guglielmo Derham giu- dicò questa produzione dell' Algarotti meritevole di essere trasmessa come lo fu, alla Real Società di Lon- dra di dove poi per tutta 1' Europa si diffuse. All'og- getto di acquistar maggior corredo di cognizioni scien- tifiche determinossi l' Algarotti di viaggiare , e andò prima a Parigi dove strinse amicizia con Fontenelle, Maupertuis e Voltaire , al primo dei quali dedicò l'o- pera sua intitolata Newtonianismo per le Dame con- sistente nelle suindicate esperienze, ma in ordine mi- gliore disposte ed elegantemente e con chiarezza de- Libro II. 29$ scritte, per mezzo delle quali spiegansi felicemente le idee dell'Inglese Filosofo (i). I giornali letterarii esal- tarono questa fatica dell' Algarotti che più volte ri- stampossi, e venne ma poco felicemente tradotta in Francese in Russo e in altre lingue viventi; mentre però ebbe per una parte l'Autore motivo di conso- larsi vedendo l'accoglimento universale fatto a que- sta sua operetta , per F altra provò dispiacer grande nelF osservare con le inesatte versioni alterati i pro- prii pensieri, e minorata perciò la riputazione del suo lavoro, che il suo Elogista il Conte Giovio confron- ta e vantaggiosamente con i Dialoghi di Fontenelle ma più con un' opera di Voltaire sullo stesso argo- mento. Da Parigi passò FAlgarotti a Londra dove tro- vò un' accoglienza molto lusinghiera, perchè la figlia di Newton gli regalò il prisma di cui suo Padre era- si servito a sperimentare, e la Real Società lo ascris- se fra suoi membri, dopo che essa avuto ebbe infor- mazioni del suo merito da Folk che aveva in Roma conosciuto il nostro Italiano. Ritornato egli benché con suo rincrescimento fra noi , 1' amor di viaggiare lo determinò ad intraprendere nuove peregrinazio- ni in varie parti d'Europa, e siccome era profondo conoscitore delle Belle arti, del che si parlerà altro- ve , così procurò di conoscere tutto ciò che di più scelto in questo genere esiste. Visitò egli la Polonia , la Russia e la Prussia, dove da Federico IL cotanta stima ottenne, che quando questi assunse la corona reale , al suo fianco il volle e lo incaricò di spar- ger denaro al popolo. Né qui si limitarono le distin- zioni usategli da questo Monarca, poiché conoscen- ti) L' Algarotti aveva arni ai. quando compose questo libro ( Elogio itW Alfjarotti scritto dal Conta Giovio inserito nelU Raccolta del Hutbi T, V. pag. IO. ). 296 Storia della Letteratura Ital. do egli quanto estesi fossero i meriti di questo Let- terato, lo nominò suo Ministro alla Corte di Torino, laonde rivide l'Italia, e ricevette dovunque un ac- coglimento pari alla fama da lui acquistata , e per- ciò varie Corti il desiderarono , ma la vinse quella di Prussia. Richiamato colà dal Re con lettere cor- tesissime, lo nominò Conte e Cavaliere di Corte , li- mitandosi a prescrivergli di attendere agli studii , e per tale oggetto, e specialmente per la istituzione deir Accademia di Berlino PAlgarotti famigliarmen- te trattenevasi col sullodato Sovrano. Uomo di varia letteratura e dottrina questo nostro Italiano molti disparati argomenti con la sua penna trattò, e fra que- sti coltivò con successo la poesia: mentre ci riserbia- mo a dar conto nelle rispettive classi di quelle fra le sue produzioni che alla Fisica non appartengono ne alla astronomia, nelle quali facoltà ci lasciò mol- te dissertazioni (i), compiremo qui in brevi tratti ciò che alla sua vita appartiene. Volgeva egli in mente il pensiero di scrivere la storia della guerra dei set- te anni per ergere un monumento perenne alla glo- ria di Federico II. a cui tanto doveva; ma non gliel permise la cagionevole sua salute; trasferitosi perciò a Pisa onde procurarsi da quell'aria sollievo, non ne provò alcuno , e con somma tranquillità e costanza d'animo cessò colà di vivere alli u. di Marzo dell' anno 1764. Riconoscere in lui dobbiamo un Dotto ec- cellente degno della stima dei posteri e per il suo sapere , e per le sue morali virtù , fra le quali ris- plender fece molta carità, amicizia sincera, ed una ra- ra affabilità e modestia, quantunque l'adito alle pri- marie Corti ottenuto avesse potuto farlo invanire. Il Re (i) Queste riscontrar si possono nella bella edizione di tutte 1» sue opr- rt fatta da] Palese in Venezia. Libro II. 297 Federico a cui nel suo testamento lasciò un quadro e con cui ebbe fino alla morte carteggio, gli fece eri- gere nel Camposanto di Pisa un monvmiento con semplice ma espressiva iscrizione (i). XXVI. Se r Akarotti si distinse nel promuovere ^^^l- , ^ . ^ . . . Becnana Padr» la teoria della luce, maggior celebrità poi acqiustossi gìo. Battisi*. il Padre Gio. Battista Beccaria delle Scuole pie con le sue scoperte intorno alla Elettricità. Era egli di Mondovì dove sorti nel 17 16. i natali, e dopo di aver studiato in patria le belle lettere, passò d'an- ni 16. a Roma per vestir l' abito religioso, e sino al 1748. si occupò a compiere li suoi studii e ad inse- gnare la Filosofia e le Matematiche nei Collegi di Roma e di Palermo dai suoi Confratelli diretti. No- minato in queir anno Professor di Fisica a Torino, quivi spiegò tutto il suo ingegno, e si fece un nome con le sue sperienze elettriche, cosicché i due suoi libri dell'Elettricismo naturale ed artificiale nel 1753. pubblicati fanno epoca nella storia della scienza, per- chè egli fra i primi spiegò i fenomeni del fulmine e del tuono per mezzo della Elettricità. L'esperienze $ulla Elettricità atmosferica vi si contengono in tal numero e con tanta varietà, che il Dott. Priestley nella sua storia di questo fluido disse, che il Padre Beccaria sorpassato aveva in questo ramo quanto pri- ma e dopo lui erasi fatto. Trovarono è vero , que- ste sue opinioni varii contradditori, ma egli seppe replicatamente difenderle, e il tempo poi e le suc- cessive scoperte hanno vieppiù comprovato la spie- gazione del Padre Beccaria che venne ascritto e ben (i) FabLroni Vitae Ital. T. V. pag. 3o4- Ecco la iscrizione citata. Francisco . Algarotto OviDii . Aemvlo NeWTONI . DlSCIPVLO Fridkkicvs.Magiìv-. a.gB Storia della Letteratura Ital. meritamente all'Istituto di Bologna ed alla Reale So- cietà di Londra (i). Negli Atti di questa dal 1766. al 1769. leggonsi inserite alcune memorie dello stesso Autore sulle sperienze elettriche di Symmer in In- ghilterra, e su quelle di Cigna a Torino, come pure sul- le atmosfere elettriche argomento nuovo a quei gior- ni ; e quantunque il nostro Religioso occupato venis- se nella grande operazione della misura di un gra- do del meridiano in Piemonte, tuttavia non abban- donò mai il prediletto suo studio dei fenomeni elet- trici. Dopo di essersi perciò impegnato in compagnia dell' Abate Canonica nell' anno 1760. e nei succes- sivi ad eseguire 1' indicata misura, il risultamento della quale non comparve che nel 1774- nell'opera intitolata Gradus Tauriensis (2), riprese il Padre Bec- caria in mano l'argomento fisico suddetto, e nel 1773. ci diede un trattato completo di Elettricità in cui raccolse tutte le cognizioni che sino allora su di essa avevansi ; e il celebre Franklin estimator sincero del nostro Italiano fece tradurre in lingua Inglese que- st' opera e la pubblicò a Londra. A compiere quan- to il Professor Beccaria espor voleva intorno a que- sto mirabile e insiem terribile fluido , stampò egli un opuscolo Dell' elettricità terrestre atmosferica a del sereno , in cui sviluppò in tutta l' estensione que- sta parte di Fisica, nella quale aveva già Lemmo- nier fin dal 1752,. versato, e si rendette così il Bec- caria sommamente benemerito della Fisica. Molti poi (i) Mazzucchelli Scrittori d'Italia T. II. part. II. p. 694. (a) Questa misura del grado trovò degli oppositori; perchè non poteva combinarli con quelle date da altri astronomi a quel grado di latitudine, «e non supponendo una deviazione del pendolo più forte di quella trovata da Bouguer al Chimboraco in America; ma il Padre Beccaria dimoitrò in al- cune Lettere di un Italiano ad un Parigino a Firenze stampate „ che la 5, posizione e la massa delle Alpi nostre potevano benissimo influir più eh» )i quelle del Chimboraco in America sopra detta misura. Libro IL agg sono gli scritti intorno varii argomenti fisici ed astro- nomici parte inediti , e parte in varie raccolte da lui inseriti; il suo stile tanto in latino che in Italiano apparisce colto anzi che no, perlocchè quest' uomo insigne era per ogni riguardo stimabile, e la sua per- dita accaduta il di 27. di Maggio delF anno 1781. fatale riuscì alle scienze ed alle buone lettere (i). Al Padre Beccaria congiungeremo il Medico For- BiancMni For- tunato Bianchini di Chieti nato nel 17 19; perchè ^""'*^*" egli pur contribuì a diffondere idee giuste sull' elet- tricismo. Allievo di Medicina in Napoli del famoso Cirillo, dopo di averla per anni quattro insegnata colà, andò a Venezia, propagò e sostenne la dottri- na dell'elettricismo atmosferico, e comunicò alla Rea- le Accademia di Parigi la spiegazione di un fenomeno di tal natura (2); come pure disingannò il Pubblico sulla pretesa virtù della Elettricità, di comunicare cioè al coi*]30 umano la forza delle medicine. Allorché nel 1750. andò protomedico in Udine, esercitò con molto credito l'arte sua, e diede il primo e principale impul- so air Accademia ed alla Società d' Agricoltura in quella Città istituite. L' Università di Padova final- mente lo accolse nel 1775. Professor di Medicina primaria, e poco dopo nominato venne Accademico pensionario; ma potè per breve tempo soltanto go- dere di questo onore, perchè nel 1779. mancò ai vi- vi e lasciò alcune dissertazioni sulla Elettricità, varie . operette di Medicina pratica, ed alcuni piccoli opu- scoli di diverso genere (3). XXVII. Mentre questi Uomini sommi dilatavano xxvii. Altri Fisici- (i) Biografia universale T. V. Venezia 1822. pag. lag. L'Abate Lan- di «tese le Memorie intorno alla vita ed agli itudii del Padre Beccaria, (a) Questa spiegazione fu inierita negli Atti accademici. (3) Saggi iciantif. dell' Accad. di Padova T. II. paj. IV- 5oo Storia della Letteratura Ital. in Italia le cognizioni della buona Fisica, non man- cavano altri soggetti di un ordine inferiore i quali però con buon successo la coltivavano. Tra i Mona- ci Olivetani di S. Michele in Bosco di Bologna ri- cevette la sua educazione D. Cesareo Giuseppe Pozzi di quella Città, il quale nel 1733. vestì l'abito di detto Ordine , e fece sotto la direzione dell' egregio Professore il Monaco D. Ramiro Rampinelli tali pro- gressi nella Matematica , che sebben giovane di 24. anni nel 1743, ottenne di essere Coadiutore del P. Revillias per questa facoltà nella Sapienza di Roma, e dopo la morte del suddetto la insegnò in qualità di Professore in quella celebre Università. Allorché le scuole fisiche d'Italia contende van tra loro sul nuo- vo sistema della irritabilità Halleriana, il Padre Poz- zi sostenne le parti del Professor Svizzero, avendo a questo oggetto istituite varie sperienze ed osserva- zioni dallo stesso Haller in più luoghi citate. Conobbe il nostro Religioso varie lingue straniere a fondo, cosic- ché le parlava e scriveva con franchezza ; come pure ben istruito siccome era negli altri studii di Teologia di Gius pubblico e di Antiquaria, si fece vantaggiosa- mente conoscere ai Letterati suoi contemporanei, ascritto venne a varie Accademie d'Europa, e go- dette la stima di molti Principi e specialmente dell' immortale Benedetto XIV. che lo impiegò in alcuni eruditi lavori. Dopo di avere il Padre Pozzi ottenu- to nel 1756. e meritamente il grado di Abate tito- lare neirOrdin suo, e dopo di aver presieduto dal 1763. per alcuni anni in avanti alla rinomata Biblioteca del Cardinal Imperiali intraprese diversi viaggi per commissioni politiche dei quali non è qui luogo di ragionare. Neil' ultimo di questi essendo passato 1' an- no 1778. alla Corte di Madrid accompagnandovi il Nunzio D. Niccolò Colonna Arcivescovo di Sebaste, L I B R o IL 5oi molti onori da prima ricevette il P. Pozzi ed una favorevole accoglienza; ma avendo dato in luce un' operetta intitolata Saggio di educazione claustrale^ cagionogli questa così gravi disturbi che gli altera- rono la salute , onde ripassato in Italia e ritiratosi al Monastero di S. Bernardo, ivi con edificante pietà cessò nel 178^1. di vivere alli 25. di Agosto. Di vario genere sono le sue operette, alcune stampate, altre inedite, e risguardano la Filologia, la Storia letteraria V Eloquenza e la Fisica, e nella Biblioteca di Bolo- gna poi conservasi il suo carteggio letterario (i). Il Conte Lodovico Barbieri Vicentino nato nel 17 19. allievo della Università di Padova, oltre alcune dis- sertazioni di Metafìsica sull'anima umana e quella delle bestie, ne scrisse alcune altre d'argomento fi- sico e specialmente sulla natura dei fulmini , nel!' assegnar la quale portò opinione a quella del Mar- chese MafFei contraria; ed è pur lavoro del Barbie- ri un trattato sulla origine delle sorgenti dei fiumi, in cui segue il parer di coloro che scaturir li fanno dal mare (2,). Mostrò ingegno vivace Girolamo Barba- rigo Chierico Regolare Somasco, nato di Veneta fami- glia nel 1723. Professor di Fisifica nella suddetta Uni- versità morto nel 1782. Impaziente egli di seguir la via della esperienza portò nello studio della Fisica l'a- more delle ipotesi ragionate , e non volle farsi ligio di alcun sistema, cosicché sostituito al Professor Patriar- chi nella classe della Filosofia razionale, diede sfogo al- la singoiar sua maniera di pensare, riducendo i ragio- namenti nella Fisica generale e particolare usati a no- zioni metafisiche, e al frasario della lingua comune (i) Fantu77Ì Scrittori Bolof;nesi T. VII. pag. 90. (») Mazzucchelli Scrittori ec T. II. part. I. pag. 3ii. Molte delle dis- sertazioni ed altre operette del Conte Barbieri sono inserite nella Raccolta Calogeriana. 3o2, Storia della Letteratura Ital. quantiique V utilità conoscesse della analisi matema- tica alla Fisica applicata (i). Sviluppò egli questo suo metodo negli elementi di detta scienza colle stam- pe pubblicati^ ed alcune lettere fisiche e varii sag- gi ci lasciò questo Religioso, il cui metodo di ragio- nare però non ha avuto seguaci nelle scuole . Pro- mosse un' Accademia di scienze e belle lettere in Perugia il Monaco Gasinese Andrea Bina di Milano, nato nel 1724. e Professore di Filosofia nel Monaste- ro di sua Religione di detta Città. Dichiarato Segre- tario perpetuo di tale Accademia se ne fece la so- lenne apertura nel 1751. alli 29. Dicembre; ma bi- sogna dire che non fosse di suo genio questo impe- gno, perchè vediamo il Padre Bina abbandonare nel 1754- il Segretariato e andar Professore di Teologia al Monastero di S. Benedetto di Polirone, dove tro- va vasi anche nel 1768. impegnato oltre gli studii teologici in quelli delle lingue esotiche. Godette egli la stima dei Letterati suoi contemporanei e special- mente poi dei Toscani, e ben meritò delle scienze naturali col far conoscere agli Italiani la fasica speri- mentale del Wolfio, traducendola egli il primo dal Tedesco in latino con varie giunte. Diede inoltre alla luce alcune memorie sMlla Elettricità ed un ragionamento sulla cagion dei terremoti , che ri- svegliò una contesa letteraria fra lui e il Padre Zac- caria (2). XXVTTT Corti Professor XXVIIL Uu attcuto spcrimcntatore e di utili ve- Eonaventura. j.^^^ felicc discopritorc cì sì prcscuta ncl Professor Don Bonaventura Gorti di Viano nelle vicinanze del- la terra di Scandiano situata negli Stati del Duca di Modena. Vide egli la luce nell'anno 1729; e dedi- (i) Saggi scientifici dell' Accad. di Padova T. IL pag. XVIL (a) Mazzucchtlli Scrittori ec. T. II. part. II. paj. laSi. Libro II. 3o3. catosi agli studii filosofici ottenne da Francesco III. Duca di Modena la Cattedra di Filosofia nel nuovo Collegio di educazione in Reggio apertosi l'anno 1764. ed ebbe a compagno l' illustre Professor Lazzaro Spal- lanzani di cui a lungo altrove si parlerà. Assai be- ne ideato ed utile per l' insegnamento della gioven- tù giudicossi il corso di Fisica dal Corti nel 1769, stampato ma questo non gli procurò il maggior gri- do . Le osservazioni sulla Tremella e li suoi movimen- ti, e quelle su gli animalucci microscopici viventi neir acqua accolte vennero, e meritamente, con mol- to piacere dai Fisici. Spinse egli più oltre di quello fatto avesse Adanson le sue scoperte sopra questa pianta acquatica, e non dubitò di riporla sul coU" fine estremo del regno animale, al vegetabile però più vicina che non i Polipi stessi, e quantunque il naturalista Olivi che su questo medesimo argomen- to posteriormente scrisse, alle Tremelle negasse la proprietà di sentire, tuttavia il lavoro del Professor Corti sulle Tremelle osciilatrici meriterà sempre la stima dei Dotti , perchè ci offre la storia esatta di questa produzione naturale. Incontrasi poi un' altra più importante scoperta in questa medesima opera stampata in Lucca, voglio dire La circolazione del succhio nelle piante ad occhio dimostrata e messa fuor d' ogni dubbio. In una certa specie di Cara pianticella sorgente da terra al fondo delle acque scuoprì il nostro Osservator diligente questo movi- mento, e ne determinò le leggi fino allora ai Bota- nici sconosciute , leggi che ha nuovamente rischiara- te ed anzi estese, scoprendo nuovi organi in questa pianta il Chiarissimo Signor Professor Gio. Battista Amici Modenese in una sua bella Memoria inserita nel T.« XVIII. di quelle della Società Italiana del- le Scienze , a cui egli appartiene in qualità di Socio 3o4 Storia della Letteratura Ital. ordinario (i): in questa ha egli descritte le sperien- ze da Ini fatte con un Microscopio catadiottrico di sua costruzione, la cui forza supera di molto quella di tali strumenti finora conosciuti. Altre osservazio- ni fece poi il Professor Corti, ed avendole ad al- tre piante estese vieppiù confermò il fatto ; esaminò inoltre varii insetti, e fra questi prese specialmen- te di mira quelli che rovinano i seminati , ne de- scrisse esattamente la storia e propose i mezzi ad estirparli più acconcii . Dehbono qui per ultimo ri- cordarsi le sue indagini intorno ai movimenti delle corde bagnate e secche (2), lavoro da lui diretto ad emendare la non vera legge da Wolfio e da altri intorno a simili movimenti stabilita. Son queste le principali fatiche del Professor Corti, il quale chia- mato nel 1777. dal Sovrano a riordinar il Collegio dei Nobili di Modena , abbandonò quasi intieramen- te i diletti suoi studii e al nuovo impiego intiera- mente si dedicò, nel quale felicemente riuscì, aven- do con le sagge sue disposizióni nelP economico e nel morale fatto rifiorire il Collegio , per modo che si noverò esso allora fra i primi d'Italia. Ritiratosi jDoi air epoca infausta della rivoluzione da detto sta- bilimento il Rettor Corti, si può dir che questo l'o- vinò e quasi affatto si spense; egli frattanto nel 1804. videsi destinato nella nostra Università a Professore di Agraria scienza da lui con molto pratico frutto coltivata; ma l'età sua ormai avanzata non gli per- mise di sostenere a lungo questa fatica, e si recò ad abitare a Reggio dove compì nel i8i3. alli 3. di Feb~ brajo la mortale sua carriera, dopo una vita esem- plare, attiva e sinceramente religiosa, perlocchè a (i) T. XVIIL Parte fisica pag. i86 (a) Inserite nel T. XL delle citate Memorie della Goc. Ital. Libro li. 3o5 modello proporsi egli può di un cristiano e vero fi- losofo (i). XXIX. Fra le Donne illustri Napoletane, o a me- . ,^^l\-^ fflio dir Fiorentine noverasi Maria Angela Ardinghel- r^i Anji^eiadaS. 1 TVT 1- 1 1 •! r • !• -n Martino Padre li nel i73o. nata a JNapoli da nobile lamiglia Fio- gì©. Batti.t». rentina. Nella fresca età d'anni 14. intendeva essa qualunque libro latino, e componeva in versi dei quali lasciò alcuni saggi felici ', ma predilesse poi gli smdii della Fisica e dell'Algebra, e dopo di aver da- to al pubblico luminose prove del suo sapere con esporsi ad una disputa in argomento fisico, tradusse in italiano il secondo Tomo della Statica degli ani- mali del Sig. Hales , che gli mandò in dono tutte le sue opere, e la pregò a voler trasportare nella no- stra lingua la sua Statica dei vegetabili. I Letterati Napoletani non solo, ma gli Oltramontani ancora de- sideravano di conoscerla; e 1' Abate Nollet tenne se- co continuo carteggio, e gli procurò molti elogj dal- l'Accademia delle Scienze (2). Con vantaggio non ordinario della agricoltura pratica, e con esito felice di parecchie applicazioni delle teorie fisiche ai biso- gni della vita si dedicò a qiiesta scienza il Padre Cappuccino Gio. Battista da S. Martino nativo di Lu- peri nella Marca Trivigiana, dove nel 1789. vide la luce del giorno. Ricevette egli l'educazione da un savio Religioso in Bassano ed entrato poi nell'Ordi- ne di S.Francesco, venne alla sua carità affidata la direzione dell' Ospitai pubblico di Vicenza, dacché non mostrò genio per gli studii sacri ma soltanto per la Fisica, quantunque la mancanza dei mezzi onde applicarvisi con successo, dovesse anzi disto- (i) Venturi Cav. Gio. Batt. Commentarli sopra la storia e le teoria dell' Ottica pag. I. (a) Mazzucchelli Scrittovi ec. T. I. parte II. {jag. 979. L'Ardinghelli mori il di 17. Fehbrajo iSaó. (V. il suo eloijio scritto dal March, di Villaroja ). Tomo I. 20 3o6 Storia della Letteratura Ital. glierlo da queste occupazioni. Gli suoi scritti agra- ri! specialmente sui prati artificiali, sulla coltivazio- ne del frumento, e sulla fabbrica migliorata dei no- stri vini, ottennergli onori e premii da varie Società agricole, e il suo pesa-liquori gareggia con quello di Beaumè 5 migliorò il microscopio, con cui arrichì la storia naturale di alcune scoperte, e tutti li stru- menti meteorologici da lui ideati incontrarono l'ap- provazione dei dotti, che ne usarono con vantaggio nelle loro osservazioni, anzi alcuni di tali macchi- nette ottennero la palma su quelle di Deluc e di Beccaria. Ascritto il Padre Gio. Battista alla Società Italiana delle Scienze inserì negli Atti di essa varie pregevoli Memorie sul peso dei liquori elettrizzati, suir origine del Carbonio nelle piante, e sopra altri simili argomenti. La fama di cui egli godeva, deter- minò il Re delle Due Sicilie a invitarlo per coprire la Cattedra di agricoltura in Catania, ma la Repub- blica di Venezia amò di trattenerlo per spedirlo, co- me fece, in Dalmazia a diriggere le nuove piantazio- ni di Tabacco che prosperarono nei littorali Illirici, e risanarono quelP atmosfera , come il nostro Religio- so aveva preveduto, al quale oggetto propose varii altri utili rimedii . Ritornato da questa onorevole mis- sione, si impiegò per disposizione de' suoi Superiori nell'istruzione dei giovani, e cessò poi di vivere nell'anno 1800. Delle sue produzioni se ne raccolse una parte, e si pubblicò a Venezia nel 1791. in tre volumi, altre stamparonsi negli Atti succitati e nel Giornale Enciclopedico di Vicenza, o uscirono alla luce per altro mezzo (i). j Gatt^ni^Cano- XXX. Uu ranio della Fisica, che non cono^cevasi ' nico Giulio Ce- XXX. sare ed altri Fi- ' sici» (i) Elogio del Padre Gio. Batt. scritto da Ippolito Pindemonte ed ii sento nel T. IX. delle BTem. della Società Ital. pa^. LXXI. Libro II, 807 molto alla metà dello scorso secolo , quello cioè del- la Elettricità, ai nostri Italiani deve in gran parte almeno, i maravigliosi progressi ch'esso fece. I primi saggi del Professor Cav. Alessandro Volta risveglia- rono nel Canonico Giulio Cesare Gattoni nobile Co- masco, una decida volontà di dedicarsi come fece si- no dal 1768. a questo studio = Non risparmiò egli spese per formar macchine , e per istituire lunghe e molteplici sperienze , onde potesse il Volta progredi- re nelle dotte sue ricerche ; e può quindi asserirsi che questo Principe degli Elettricisti nelle stanze del Gattoni gran parte acquistasse della sua fama . L' Elet- tricità atmosferica formò lo scopo più determinato delle indagini del nostro Canonico, al qual oggetto costrusse, direni così, una gran macchina Elettrica, inalberando sopra una torre del bastione di Como una spranga Elettrica, e facendola comunicare per mezzo di conduttori adatti con una stanza della sua casa. U Armonica Meteorologica , e l' idea di un nuo- vo Anemometro _, e la dimostrata possibilità dei cosi à^tti Fulmini di ritorno [i] ^ una Memoria su gli Eu- diometri che ottenne U Accessit dalla Società Reale Medica di Parigi , frutti si furono tutti delle pazien- ti osservazioni di questo Fisico, che da improvvisa morte colpito nel 1809. lasciò ^^^^ ^^^^ patria un bel museo di storia naturale e di antichità militari (2). Quantunque occupato seriamente nella Giurispruden- za e nella Filologia, pur coltivò in modo particolare l'agricoltura e la economia civile V Abate Luigi Ric- comanni di famiglia originaria di Sanginesio , terra nobile della Marca, ma uscito alla luce nella terra (j) Questi fulmini scoppiano dalla terra innalzandosi nell'atmosfera, (a) Giovio Gio. Batt. Articolo sul Gattoni inserito nel T. VI. del Giornale della Società di incoraggiamento delle scienze ed arti. Milano i8iO. 3o8 Storia della Letteratura Ital. di Scandriglio in Sabina il di io. Settembre del i74i« Bibliotecario del Cardinal Salviati in Roma diresse egli colà il giornale di agricoltura , di manifatture e di commercio , concorse a fondare un' Accademia georgica in Monteccliio nella Marca , e in qualità di Segretario assistette in Roma a quella fondata da Monsignor Ruffo, alla prosperità della quale contri- buì non poco l'Abate Riccomanni. Varie altre Ac- cademie di Agricoltura, fra le quali quella di Tori- no lo annoverarono fra i loro membri, ed ebbe let- teraria corrispondenza con molti uomini dotti del suo tempo, e fra questi contansi il Toaldo, il Lami, il Bandini ed altri. Gessò egli di vivere l'anno 1788. ed ebbe un eccellente carattere morale e religioso ; lasciò non poche operette , parte stampate e par- te inedite , il Catalogo delle quali riscontrar puossi alla fine dell'Elogio dal Dottor Telesforo Benigni tes- sutogli (1). L'Accademia da lui in Montecchio fondata lo udì più volte nelle sue radunanze a leggere dis- sertazioni di vario argomento , come pure compilò un volume di Memorie sopra tutte le manifatture dello Stato Pontificio, di utili calcoli corredate e dirette a conoscerne i vantaggi e gli svantaggi, ed a miglio- rarne alcune; finalmente ebbe il Riccomanni parte non poca nell'opera di storia naturale del Monte Ma- rio in compagnia del Padre Giovanni Benigni Mona- co Silvestrino pubblicata. In Monteccliio sunnomi- nato fondò quest'ultimo con l'ajuto de' suoi Con- cittadini la Società georgica , la storia di cui leggesi nel Giornale di Macerata per 1' anno 1780 : la for- nì di libri , le somministrò produzioni naturali , le procurò illustri Socii corrispondenti; e nel citato gior- nale trovansi raccolte le poche sne produzioni scien- (i) Antologia Romana T. XV. p.Tg. 3o5. Libro IL 309 tifiche sul Vesuvio, e sull' influsso della Luna nelP agricoltura da lui combattuto (i). Non deve defrau- darsi della dovuta onorevole rimembranza anche il Padre Don Francesco Maria Stella Barnabita nobile Friulano, che uno dei primi fra noi dettò le dottri- ne dei Chimici moderni , e costruì un pallone volan- te di 27. piedi di diametro, il quale col mezzo del- l' aria rarefatta innalzò benissimo nelF atmosfera ; co- me pure fu egli che applicò a molte fabbriche del- lo Stato Veneto i così detti fili di salute; ma impe- dito venne dalla morte, che nel 1800. lo colse in età di soli anni 55., a viemaggiormente distinguersi come sperar lo facevano i suoi talenti ed i saggi scien- tifici da lui lasciati (2). / ^ XXXI XXXI. Da illustre famiglia Genovese ma trapian- Torre ( delia ) tata in Roma sul cominciar dello scorso secolo, uscì ^^*^" Giamma- ria. un Fisico distinto, voglio dire il Chierico Regolare Somasco Giammaria della Torre. Allievo del Colle- gio Nazareno per la prima istruzione, sentì in appres- so una particolar inclinazione alla Filosofia congiun- ta alla Matematica, perlocchè felicemente riuscì in (juesti studii, nei quali ammaestrò poi la gioventù a Venezia ed a Roma nel Collegio dementino. Ma il teatro dove ebbe campo di spiegare i suoi talenti fu Napoli: colà ben presto il conobbe Carlo Borbo- ne Re delle due Sicilie, non solo per le osservazioni microscopiche alla sua presenza più volte da lui isti- tuite, ma anche per avere il Padre Torre, con buon esito adempiute molte incombenze nelle quali influi- vano assai la Fisica e la Matematica afiftdategli dallo stesso Monarca. Questi in seguito gli conferì la Pre- (i) Antologia Romana T. IX. pag. i3i. (a) Aglietti Memorie per servire alla stor, letter. an. 1799. semettre n. pag. 33. 3 IO Storia della Letteratura Ital. sidenza della sua Reale Biblioteca , del cospicuo mu- seo di Capo di monte , e lo elesse fra gli eruditi illu- stratori delle antichità di Ercolano e Pompeja. Quan- tunque divisa perciò la sua attenzione fra disparati oggetti , pure trovò questo Religioso tempo per oc- cuparsi nella puhlilicazionc del suo corso di Fisica latino ed italiano clie eJjbe gran credito, essendo- sene dovuto replicar le edizioni, e per lasciarci una storia del Vesuvio Italiana e Francese , non che un copioso numero di memorie e dissertazioni intorno a varii argomenti, e un Tomo in 4-° di osservazioni microscopiche. Arrichì egli inoltre di alcune scoperte la naturale Filosofia , e fra le altre cose migliorò gli oculari dei Cannocchiali, e sostituì alle lenti dei mi- croscopii semplici alcune pallottoline di vetro da lui con ogni pazienza lavorate ; giovarongli queste assai per ottenere un maggior ingrandimento degli oggetti, specialmente al fine nobilissimo da lui propostosi di scuoprire , se ciò fosse possibile , il moto insensibile delle parti costituenti un corpo . Le indefesse sue fatiche da così felici successi coronate , gli acquista- rono fama straordinaria non solo in Italia, ma ben anche fuori di essa , ed i forestieri colti , allorché an- davano a Napoli, facevansi un pregio di conoscerlo di persona e di trattarlo. Le Accademie di Berlino e di Parigi , e la Società Reale di Londra V onora- rono ascrivendolo fra i loro Socii corrispondenti , co- me fecero molte altre Accademie Italiane, fra le qua- li quella di scienze e lettere di Napoli , di cui for- mò uno dei precipui ornamenti . Ai pregi della dot- trina andarono unite nel Padre della Torre le più belle virtù cristiane che lo rendettero la delizia dei suoi contemporanei , i quali ne piansero la perdita accaduta il dì 5. di Marzo dell' anno 1783. mentre era egli in età molto avanzata. Il Padre D. Antonio L I B R O II. 3ll Bianchi della medesima Congregazione ne pubblicò in Napoli r elogio funebre recitatogli all' occasione dei solenni funerali con cui si onorò la memoria di un tant' uomo (i). XXXII. Se non avesse altro merito il Professor Gio. xxxn. Francesco Cigna, che quello di essere insieme col gìo ' r'^nce^o! Saluzzo e col Lagrange fondatore dell' Accademia ^^"^^'"^ ^"""' delle Scienze di Torino, ciò gli basterebbe onde a giu- sto diritto venir onorevolmente ricordato in que- sta istoria. Sortì egli i natali in Mondovi alli 2. di Luglio dell'anno 1734. da Filippo Cigna medico di Collegio e da Andretta Beccaria amendue di antica ed onorata famiglia, ed ottenuto nel 1750. per con- corso il posto di medico alunno nel Collegio Reale delle Provincie, volle la sorte cbe udisse le lezioni del celebre Padre Beccaria , che avendo in lui sco- perto non comuni talenti, si fece un vivo impegno di istruirlo anche perchè era suo parente, e lo di- stinse invitandolo ad assistere alle sue private espe- rienze alle quali interveniva l' immortale Lagrange, addestrandolo così a tentare nuove ed interessanti scoperte . Abbiam già veduto altrove quanta parte egli ebbe nella istituzione della Società Filosofico- matematica privata in Torino sorta , di cui ei fu pri- mo Segretario, e la quale poi crebbe a tanta gloria e divenne Reale Accademia delle Scienze . Ommet- tendo perciò di ragionar più a lungo di questa par- te della vita del Cigna, soggiungerò che egli coprì nella Università di Torino la Cattedra di Anatomia, nella qual facoltà lasciò un trattato perfettamente ordinato, chiaro, compito, ed elegantemente scritto (2), e dopo una vita attiva e consecrata ognora al- (i) Novelle letterarie di Firenze T. XIII. an. 1783. pag. 472. (2) Donino Biografia Medica Piemontese T. II. pag. Sog. 3ia Storia della Letteratura Ital. lo studio mancò ai vivi nel giorno i6. di Luglio del- l'anno 1790. La vastità delle sue cognizioni e le ope- re da lui stampate delle quali passiamo a dar conto , gli meritarono onori e distinzioni; ed il Padre Bec- caria gli indirizzò varii suoi opuscoli , il Fisico Ncì- let sedici lettere intorno alla elettricità, e il Re Car- lo Emanuele lo nominò nel 1784. Consigliere effet- tivo del Protomedicato . ■ Opere più in te- La Sensibilità ed irritabilità Halleriana e la elet- re«anti d*i Gi-tricità somministrarono al Professor Cigna argomento per due dissertazioni da lui pubblicate fin dal 1757. unitamente ad altre , allorché ottenne P aggregazio- ne al Collegio medico. Quella sulP elettricismo con- tiene quanto di più interessante scritto aveva il Bec- caria nel suo trattato dell' elettricismo artifiziale e naturale uscito nel 1753.5 a cui però il Cigna aggiun- se non pocbe nuove osservazioni comunicategli dal sullodato di lui maestro . Lo scritto poi sulla irrita- bilità ec. che contiene in beli' ordine disposte tut- te le scoperte che fino allora conoscevansi relative a tale materia, levò alto rumore, allorquando il Dot- tor Fabri lo ristampò nella raccolta da lui fatta su tale argomento, e F Hallero lo tradusse in France- se; ma crebbe ancora la fama del Cigna per questo lavoro, poiché avendolo alcuni criticato, egli rispon- der seppe con forza agli avversarii e mostrossi insi- gne Fisiologo. Destinato^ come si disse, a Segretario della nascente Società Torinese, ne descrisse in ele- gante e pura latinità la storia delle operazioni scien- tifiche, ed inserì nei cinque Volumi delle Miscella- nee dalla medesima pubblicate dal 1759. in avanti alcune interessanti Memorie, nelle quali sviluppò nuo- ve idee intorno alle arie , alla respirazione , al calor del sangue ec, idee che dicesi essergli nate in testa in conseguenza dell' assidua lettura che ei faceva L I B R o IT, 3i3 di libri d' ogni specie, il che praticando ebbe mez- zo di considerare un' opera intitolata Tractatus me- dico-physici ec, del Dottor Mayow stampata ad Ox- ford nel 1674. nella quale contenevansi i semi di queste idee. Altro merito il Professor Cigna si acqui- stò replicando e variando gli esperimenti elettrici del Symmer , dai quali questi deduce una nuova teorica di due fluidi elettrici che agiscono in opposizione r uno delF altro. Spinse al dir del Priestley , il Ci- gna e variò le sperienze assai più oltre di quel- lo fatto avesse il Symmer, e ciò che più importa, riuscì a spiegarle tutte secondo i principii della teo- ria Frankliniana ; il che però non andò molto a ge- nio del Padre Beccaria, e da ciò forse trasse origine, dice il Professor Vassalli Eandi, il piccolo disgusto nato tra il sullodato Padre e il suo discepolo Cigna unitamente agli altri due Saluzzo e Lagrange, disgu- sto però che non ebbe gran conseguenza, e in ap- presso si rappacificarono tutti quei Dotti fra loro . Progredendo poi il Professor Cigna nelle sue sperien= ze, scoprì la legge dell' accumulazione della elettri- cità ec, e forse avrebbe dato il suo nome all' elet- troforo, se la sua salute permesso gli avesse di con- tinuare le osservazioni su questo argomento (i). La Fisiologia comparata poi venne dal Cigna arrichita di una interessante scoperta ; poiché avendo egli esa- minato il metodo tenuto nella castrazione delle pol- lastre, ed avendo tentato i dovuti esperimenti, di- mostrò evidentemente la falsità delle ipotesi del Fa- brizio per spiegare la fecondazione dell'uovo ed am- (i) Donino. Biblioteca Medica Piemontese pag. 3ii. 3iS. In una nota a pie di pagina si esponjjono alcuni dubbi sulla invenzione dell' Elettro- foro che il celebre Professor Volta di Pavia diede come sua ; mentre pare che il Cigna 1' avesse già se non manifestamente, almeno in complesso ideato prima del Pvofs«jor di Pavia. 3i4 Storia della Letteratura Ital. mise piuttosto T osservazione del Lioiiet per svela- re questo fenomeno della natura. Oltre le memorie stampate questo insigne Naturalista e Fisico lasciò più scritti inediti , che meriterebbero la pubblica lu- ce e dei quali veder puossi il catalogo appresso F Ean- di e il Donino (i). ccsc" Giuseppe Giuscppc Franccsco Cardini nato nel 1 740. alli 22. ed altri Fiiiei. ^^ Geunajo a Vascagliana nella Provincia d' Asti in Piemonte promosse F uso della Elettricità in medici- na, e propagò le nuove teorie chimicbe. Allievo del Somis e del Carburi Professori nella Università di Torino esercitò egli con credito la sua professione, ed istruì per 3o. anni nella Fisica e nella Storia na- turale la gioventù d'Alba e d'Asti, finché restituitosi alla Patria con la sua giubilazione, poco dopo morì per un colpo di apoplessia nel dì i5. Maggio dell'an- no 18 16., e fu compianto specialmente dai poveri, che lo sperimentarono ognora medico caritatevole ed insigne benefattore nelle loro infermità. L' arte di conoscere i polsi ossia la Sfigmica, possedette egli per eccellenza avendola studiata a fondo nel Trattato del polso di Carlo Caudini stampato a Cenova nel 1769., e dovunque erano ricercati li suoi consulti non solo in Italia ma per tutta F Europa, perlocchè ebbe commercio letterario coi principali Letterati dei suoi tempi, e non poche Accademie Italiane ed al- cune estere lo annoverarono tra i loro collaborato- ri. Il Cardini non occupossi però soltanto nella me- » dicina pratica, ma coltivò con sommo zelo la Fisica, e specialmente il ramo della Elettricità nella quale ebbe a maestro il celebre Padre Beccaria , e quasi tutto ciò che ei diede alle stampe risguarda questo sorprendente ed attivo fluido. Indirizzò il nostro Pro- (a) Memorie dell'Accademia di Torino T. XXIV. Biblioteca ec. loc. cit. L I B R o IL 3i5 fessor nel 1774- una dissertazione al sullodato Dot- tor Carlo Candirli, nella quale insegnò V applica-' zione delle nuove scoperte del fluido elettrico agli usi della ragionevole medicina^ e poscia divise il premio con il Francese Bertliolon autore del Trattato della elettricità del corpo umano ec. ^ allorcliè presentaro- no essi all' Accademia di Lione le loro produzioni, delle quali quella del Cardini consisteva in una dis- sertazione Su gli effetti della Elettricità nelV Uomo scritta in latino, come lo sono parecchie delle sue opere. La divisione dei nervi in tre principali sfere , quella della vita in organica ed in animale, l'esame del modo con cui agisce l'Elettricità su di noi, so- no in succinto quanto contiene questa dissertazione in cui 1' Autore sviluppa pensieri originali e profon- di , alcuni dei quali vennero poi dal Fisiologo Bichat adottati. Io qui ommetterò per non dilungarmi trop- po, di dar conto di alcune altre dissertazioni del Car- dini sulla elettricità premiate dalle Accademie di Man- tova, di Berlino , di Lione , dei quali scritti può ve- dersi quanto diffusamente ne dice il <^Jiiar. Signor Dottor Donino nell'articolo del Cardini (i), e mi li- miterò a parlare di quello De natura ignis electrici premiato l'anno 1788. dall'Accademia di Mantova clic lo fece poi stampare nel 1792. L' illustre Bolo- gnese Calvani in una sua lettera scritta nel 1783. alli 19. di Ciugno al Cardini, nella quale lo ricolma di lodi per le sue importantissime ricerche intorno alla Elettricità (a), lo riconosce per uno dei Princi- pali scopritori ed illustratori dell' animale Elettrici- tà, così che si può senza timor di errare , asserire che fra questi due Italiani dividesi la gloria di una (i) Denino Biografia Medica Pifmontese T. IL pag. a83. e seg (3) Op. cit. pag. 3oo. > 3i6 Storia della Letteratura Ital. scoperta così feconrla poi di altre non men lumino- se dovute ad altri Italiani . Nella succennata disser- tazione pertanto contengonsi i semi, direm così, del- l'invenzione, perchè il Cardini ivi accenna Z/' -E/e^- tricità animale , ed esaminando egli i fenomeni che questo fluido presenta negli animali non solo, ma nei vegetabili, nell'aria, nell'acqua ec. , riduce il tut- to alle semplici leggi della Elettricità comune , tal- ché dir si deve che questa dissertazione fa epoca ne- gli annali della Fisica. 11 motivo per cui forse non si conosce molto il merito dei lavori del Cardini , sì è che mostravasi egli oltre modo riservato a comuni- care le proprie scoperte sulla Elettricità e il Calva- nismo , sebbene fosse avido oltre modo dei premii ac- cademici, così che non tralasciava occasione di scri- vere dissertazioni, qualora qualche Accademia pubbli- cava un programma relativo alle scienze naturali. xxxiii. XXXIII. Fin dal 1775. L'Abate Ciuseppe Simon Ma- Canini Ma- . ^ ,. . m. Corsi Conte ria Canini Veneziano stampo una dissertazione storica, Anton -wUrTa.' in cui pretende di stabilir 1' epoca nella quale egli scoprì il magnetismo artificiale, e nelF anno succes. sivo fece uscire un Ciornale medico storico che de- scriveva gli effetti ottenuti dal medico Mantovano Laudadio Gases Ebreo in Mantova, usando gli efflu- vii magnetici giusta il metodo insegnatogli dal Cani- ni. Ognun vede perciò che anche per questa se può pur chiamarsi scoperta, gli Italiani avrebbero prece- duto gli Oltramontani: e difatti questo Veneziano stampò nel 1785. una lettera apologetica a difesa dell'anteriorità a lui dovuta contro Mesmer allora medico a Parigi, che egli pretendeva avessegli usur- pato il secreto. A questo nostro Italiano perciò de- vesi se non altro V invenzione delle calamite artifi- ciali , e il Senato Veneto con decreto del 3o. Novem- bre del 1780. gli assegnò una pensione di dieci du- L I B 11 o II. 3i7 cati mensili per una Calamita artificiale, e per l'Ago inclinatorio donati alla Repubblica ; altre due poi ne presentò il Canini alla Società patriotica di Milano, una delle quali passò nel Gabinetto di Pavia, e que- ste procurarono all' autore due Medaglie una d'oro, l'altra d' argento, e la patente di Socio corrispon- dente 5 anche perchè aveva spedito alla stessa Socie- tà una dissertazione sull' arte di affinar l' acciaro , dissertazione che sebbene non premiata, ottenne lo- di straordinarie (i). Le colline dell' alto Monferrato offrirono al Conte Giulio Corsi di Viano in Piemonte alcune singolari petrificazioni di conchiglie e di testacei marini, che egli descrisse nel Giornale scientifico di Torino del 1289., del qual opuscolo favorevolmente parlò il Vas- salli . Alcuni fenomeni fisici formarono poi il soggetto di altre dissertazioni del Conte Corsi , il quale volle anche cimentarsi contro i celebri fisici Francesi Ber- thoUet e Lavoisier , che in quell' epoca arrichivano le scienze naturali di scoperte importanti ; ma di poco peso trovarono i medesimi le difficoltà da lui proposte (2). La Reale Accademia di Scienze di Torino perdette nel dì 5. Luglio dell'anno iSaS. il suo Segretario perpetuo Abate Anton-Maria Vassali-Eandi, e in lui mancò un egregio Fisico, che educato da suo zio il Professor Eandi ne ereditò la dottrina e le virtù, e volle per riconoscenza assumerne il cognome fin dal 1799. trentottesimo anno dell'età sua. Quantunque dotato di complession gracile, con perseveranza e co- raggio non ordinario attese allo studio delle scienze naturali, e cercò ogni mezzo pe alibreviare li suoi sonni onde trovar tempo di meditare sui libri. Co- (1) Meschini Della Vpn. Letter. T. III. ps{,'. 192. (2) Donino. Biografia Medica Piemontese T. II. pag. a85. 3i8 Storia della Letteratura Ital. minciò il Vassalli la scientifica sua carriera in Tor- tona , dove dopo di aver nel Real Collegio delle Pro- vincie sostenuto il grado di Ripetitore di Geometria, passò alla Cattedra di Filosofìa, ed approfittando de- gli ottimi strumenti fisici dalla generosità , del Gav. Abate Don Gio. Battista Ribrocchi avuti, istruì li suoi allievi nella Fisica, e per mostrar la sua gratitudine al munifico donatore gli dedicò una Memoria sopra un Bolide caduto nel 1784.5 e sopra ì globi dÀ fuoco in generale , primo suo lavoro che vedesse la luce . In questo diede la spiegazion di detti fenomeni giu- sta le nuove teorie della Elettricità fondate sulle os- servazioni dei celebri Franklin e Beccaria, nel cbe fare ha egli il merito come asserisce il Chiarissimo Sig. Professor Giacinto Carena ( i ) , di essere stato il primo . A lui pur devesi P Elettrometro assai sensi- bile a listerelle d' oro a tutti i Fisici ben noto, e che ha dei singolari pregi per le osservazioni deli- cate che possono con esso istituirsi. Argomento non meno di questo interessante per gli studii del Vas- sali, fu quello della Elettricità Galvanica^, e ben sei Memorie pubblicò nelle quali espose non poche spe- rienze da lui eseguite in varie fogge, onde scoprir la vera cagion del fenomeno,, e combinò se non piena- mente in gran parte almeno , con le idee di Volta . Copiosi scritti ci lasciò egli inoltre sulla meteorolo- gia, ramo di Fisica da lui prediletto, ed utili agli agricoltori riuscirono li suoi annali dell' Osservatorio dell' Accademia di Torino, nei quali congiunse alle osservazioni delle meteore le notizie statistiche sul- P agricoltura e la medicina (2) . Chiamato a Parigi (i) Memorie della R. Accademia di Torino T. XXX. pag. XXIV. No- tizie di Vassalli ee. (2) Ivi pag. XXIX. Tre soli .^nnl però comprendono ijneUi annali cioi-> il 1809. i8io. - li. L I B R O II. 319 fece parte della commissione per la nuova sistema- zione dei pesi e delle misure, e stampò colà una dot- ta sua memoria negli atti della Società Medica di emulazione, memoria che onorevolmente citò Ber- thoUet nella sua Statica chimica. Fra i lavori però del nostro Fisico che meritano una particolar men- zione, il più interessante vien da tutti riconosciuto il suo corso di Fisica sperimentale , che porta il ti- tolo PJiysicae experimentalis lineamenta ad Subalpi- nos pubblicato dal 1798. al 1794- allorché cominciò a dettare la Fisica nella R. Università di Torino, Cat- tedra a cui era stato nominato nel 1792. Ninna co- sa egli ommise che alla scienza anche meno diret- tamente appartenesse; gli argomenti tutti in questo libro sono esposti in bell'ordine, scritti concisamen- te in buona latinità, corredati di note copiose e pre- ceduti da una erudita storica prefazione a cui si ag- giunge una bibliografia fìsica ; ed avendo tenuto que- sto metodo soddisfece il Professor Vassalli al doppio oggetto che erasi prefisso, cioè di supplire all' inse- gnamento della Chimica e della Storia naturale, che a queir epoca non avevano Cattedra particolare in Torino, e di somministrare nelle Provincie una istru- zione più ampia ai Professori, ai quali ben sovente mancano colà i mezzi di procurarsela (i). Spiegava poi egli queste materie alli suoi discepoli con som- ma chiarezza ed urbanità insieme, per locchè si conci- liò il loro amore e riuscì a fare degli eccellenti alievi. Ascritto nel 1791. alla R. Accademia di Torino, co- pri da prima la carica di Segretario della Classe di Scienze fisiche e matematiche nel ioo4-5 enei 18 15. fu nominato Segretario perpetuo dell'Accademia stes- sa, ed ognun sa con quanto zelo e con quale atti- ri) Memorie cit. pag. XXXV. Sao Storia della Letteratura Ital. vita e capacità sostenesse fino alla morte questo ono- rifico imj)iego, e quanti scritti inserisse nelle memo- rie di un Corpo così illustre , e come si dilettasse specialmente di og^^etti risguardanti F agricoltura e la educazione dei bachi da seta. Questo insigne Fi- sico condusse infelici gli ultimi anni del viver suo , perchè tormentato da uno straordinario tremor del- le membra, al segno che aveva duopo ognora di chi lo ajutasse nelle azioni più comuni della vita; ma non intralasciò per questo i diletti suoi studii, e nel 18^4. eseguì, o per meglio dir fece sotto i suoi occhi eseguir delle sperienze sopra la condizione igrome- trica dei capelli di una Mummia Tebana, sperienze che dimostrarono essere i capelli suddetti suscetti- bili delle stesse variazioni igrometriche a cui soggiac- ciono i capelli delle persone viventi. Dotato di ot- timo carattere il P. Vassalli-Eandì e sinceramente religioso vide con tranquillità cristiana avvicinarsi 1' estremo de' suoi giorni, e meritò il breve ma si- gnificante elogio dell' illustre Presidente Conte Pros- pero Balbi, che gli applicò quel verso del Venosino. Multis ille flebiUs occidit. Aggiungendovi poi le seguenti Nulli flehiUor quarn mihi (i). xxxiv. XXXIV. Siccome considerar puossì come un ramo conomia civile, della Filosofia la scienza della Economia civile, che nel secolo passato contò fra gli Italiani Soggetti in- signi, i quali la illustrarono e con gli stranieri con- corsero a sollevarla al grado di scienza , così passe- rò adesso a parlare di quelli fra i nostri Economisti, che più degli altri si distinsero in questa difficile carriera , e ci lasciarono scritti pregevoli su tale ar- gomento . La bella raccolta degli Economisti Italiani (i) Isi pag, XLI. L I B R O II. 3-21 che anni sono vide la luce per opera del Chiar. Sig. Barone Custodi, mi sarà quasi sempre di scorta per dare a' miei Lettori le notizie più importanti dei sum- mentovati autori, poiché il raccoglitore ha avuto la saggia avvertenza di premettere gli elogi , o un sun- to biografico di quei personaggi dei quali ha pub- blicato gli scritti. Quantunque comunemente si repu- ti che la scienza della Economia civile sia stata da noi Italiani coltivata soltanto dopo la metà del se- colo trascorso, pure io debbo qui ricordare un Filo- sofo di cui non ha fatto parola il Sig. Custodi , e il quale assai prima di detta epoca occupossi intorno alla scienza suddetta , Gabriele Pascoli , cioè , Peru- gino nato nel 1670. e morto nel 17.50. circa. Il suo Testamento politico è diretto a presentare varii pro- getti per introdurre e stabilire un regolato commer- cio negli stati della Chiesa; si dedicò poi egli anco- ra ad altri studii idraulici e biografici specialmente, lasciandoci un' opera sulla navigazione del Tevere e sui mezzi di riparare alle sue innondazioni, e le vi- te dei Pittori ed Architetti moderni (i). Dopo il Pa- scoli ci si presenta Salustio Antonio Bandini nobile Sanese nato li io. di Aprile dell'anno 1677. Desti- nato da' suoi genitori al mestiere delF armi, passati alcuni anni potè abbandonare questo stato di vita a cui non era punto inclinato , e si dedicò agli studii sacri ed alla Giurisprudenza civile e canonica, nel- la qual facoltà ottenne d' anni 28. la laurea nella Università di Siena. Il dono da lui fatto alla sua Pa- tria della privata sua Biblioteca, mentre contribuì non poco a spargervi il buon gusto e P amor delle scienze , procurò a lui F onorevole distinzione del ritratto d' ordine del Cesareo Consiglio di Firenze (i) Dizion. degli Uom. ilhiitri T. XIV. pag. 174, Tomo I. 21 522, Storia della Letteratura Ital. collocato in una stanza di detta Biblioteca. Pubbli- cò il Bandini un discorso economico sulla maremma ; Sanese scritto con molta chiarezza e profondità, il quale fa inesausta fonte di verità importanti, e nel : medesimo tempo di insigni vantaggi a tutta la To- scana; poiché determinò esso T Imperator Francesco i I. e in appresso il Gran Duca Pietro Leopoldo a mi- , gliorare d' assai il fertile ma pestifero territorio Sa- nese . Nuove affatto sono le viste dal Bandini svi- luppate in questo discorso , e dimostrano che la scien- za economico-politica 5 che vanta per sua istitutrice una società di Letterati Francesi , era da alcuni an- ni prima conosciuta in Italia, e che il Bandini ne fu il precursore 5 ma avendo egli ritardato a pubbli- care il suo lavoro , non possono i Francesi essere ac- cusati di plagio (i). Soltanto dopo la morte del Ban- dini avvenuta nel 1 760. potè egli perciò riscuotere le lodi che meritava , e ne andò in parte debitore al Gesuita Ximenes, che avendo stampata un'opera sulla riduzione fisica della maremma Sanese , applicò alla pratica le massime da quello proposte. Valoro- so scrittore, al dir del Conte Mazzucchelli (2), in que- sta melesima scienza riuscì il Napoletano Carlo An- tonio Broggia vivente nel 1754. e varie opere egli ci lasciò sulle monete, sul catasto, sulle leggi sanitarie e sul commercio , alcune delle quali si hanno alle stampe, altre rimasero inedite, e in tutte procurò di applicare le teorie della Economia civile alla pratica. (i) 11 Bandirli non diede in luce il discorso suddetto, ma nel 1776. soltanto quindici anni cioè dopo la morte dell' Autore fu esso stampato. Francesco Ouesnay Scudiere Segretario dell' Accademia Reale di Chirur- gia di Francia Medico ordinario del Re gettò nel 1755. i primi fondamen- ti della Scien>a eroiiomicJ ( V. Race» Ita dei moderni economisti T. 1- pag. 3. dove trovasi 1' elo;j[io del Bandini scritto da Giuseppe Gerani ). (2) Scrittori d' Italia T. II. part. IV. pag. 3i3o. ( Libro II. 3fi3 Varie dissertazioni sulla Agricoltura e sulla scienza economica abbiamo pure del Conte Paride Palletta Maceratese, e specialmente due trattati P uno sui rami più confacenti al commercio attivo degli Stati Pontificii, e l'altro sui mezzi migliori per avvantaggia- re colà r agricoltura (i). L' Abate Giovanni Pannoc- chietti onorò con funebre elogio questo Scrittore ch^ morì nell'anno 1783. con dispiacer grande de' suoi Concittadini, che ne provarono più volte i beneficii. Utili progressi procurò alle arti , all'agricoltura, ed al commercio negli stati Veneti Antonio Zanoni Udir nese nato da civile ed agiata famiglia alli 18. di Giugno nel 1696. Dopo di aver egli propagata e mi- gliorata nel Friuli la coltivazione dei bachi da seta e quella delle viti , trasportò a Venezia il suo nego- zio e colà perfezionò il setificio , ed intraprese un commercio attivo con l'America Spagnuoìa, perlocchè si meritò da quella Repubblica gli onori più distin- ti che ad un commerciante convenir potessero. In Udine sua patria istituì sul modello di quella di Ber- na una società georgica, la quale servì poi di stimolo ad erigerne altre simili nello stato Veneto ; migliorò l' arte del Tintore , e per suo mezzo si apri una pubblica scuola del disegno ad uso del lavoro delle stoffe di seta dette ad opera ^ e per 1' introduzione di quello degli Arazzi detti d' alto Liscio. Né con- tento di aver così promosso le arti e 1' agricoltura , pubblicò su questi argomenti diverse opere l' elenco delle quali riscontrar puossi nel Dizion. storico de- gU Uomini illustri più volte da me citato (2) . Le principali società georgiche Italiane si fecero un pre- gio di ascriver il Zanoni ai loro corpi, e la Signo- (i) Dizion. degli Uom. ili. T, XIV. paj. 56. (a) T. XXII. pag. ,ia. iti. 3a4 Storia della Letteratura Ital. ila di Venezia lo onorò con una medaglia d' oro da grazioso decreto accompagnata. Oltre le esimie do- ti di ingegno spiccarono in lui le virtù più insi- gni ed una singolare integrità di costumi, che ama- ra oltremodo ne rendettero la perdita avvenuta li 4. Dicembre del 1770., ai suoi Concittadini ì quali con lugubri componimenti poetici ne infiorarono la tom- ba (i). Altri Economi- XXXV. Un ingegno stravagante, ma di profondi pensieri fecondo possedette Giammaria Ortes nato in Marzo del 171.3. da un ricco mercante Venezia- no di cristalli. Discepolo del Padre Don Guido Gran- di la cui vita egli pubblicò , si fece Giammaria Mo- naco Camaldolese, ma le cure della famiglia e le sollecitazioni della Madre lo richiamarono al secolo: dopo diversi viaggi da lui in alcune parti d'Europa intrapresi , si ridusse in povero stato alla Patria do- ve r anno 1790. morì in casa di Urbano Bottazzi Ministro della Posta di Ferrara a Venezia. Le Mate- matiche , la Metafisica e le belle lettere occuparono in sua gioventù 1' Ortes e con il sussidio delle pri- me acquistò quel rigor di raziocinio e di metodo, che ne' suoi scritti ognor si incontra e ne forma un carattere principale . Varie materie ei maneggiò , e nella citata raccolta (2) può vedersi l' elenco del- le sue opere . Fra queste io ricorderò qui da pri- ma le Riflessioni su gli oggetti apprensibili , e sul- le cognizioni umane per rapporto alle Lingue. Svi- luppa r Ortes in queste le astruse sue idee sulle leg- gi del tradurre da un idioma in un altro, e sulP at- tività e lo spirito delle lingue diverse, tutto ciò fa- cendo all'oggetto di determinare le condizioni che (1) Custodi Raccolta degli Economisti T- XVIIL p 5. (a) T. XXL pag. VI. Libro II. SaS aver deve una buona traduzione. Gli errori popolari intorno alla nazionale Economia, uno scritto su di essa ma rimasto imperfetto, perchè non si stampò se non che il trattato sulla popolazione, ed altri si- mili sulla Religione e sul governo dei popoli, tutto ciò devesi alle sue meditazioni. Il principio di poli- tica Economia da lui il primo sviluppato nelP Ope- ra sulla Economia nazionale, consiste nella Occupa- zione; principio nuovo e luminoso, che guida passo passo il Lettore a conoscer nelle più minute sue par- ti V anatomia dei corpi civili , e che come il primo anello della scienza economica riguardar si deve, sic- come ne è il secondo la teoria di Smith della Divi- sione del lavoro ; giacché quella ( l' Occupazione , ) dimostra F origine e la vera misura delle ricchezze , e questa palesa come moltiplicare si possano. In que- ste e in varie altre produzioni delF Ortes trovansi^ è vero, molte idee nuove, ma la oscura metafisica che sempre le accompagna, rende le sue opere poco intelligibili ; e non rade volte in esse incontransi per confessione dello stesso Custodi pensieri immagina- rii e quasi romanzeschi. Poco conobbero li suoi con- temporanei questo Soggetto , perchè amò di vivere ritirato e a pochi distribuì li suoi libri ; ed i Novel- listi di Firenze Autore il dichiararono oscuro ^ di strane idee e di ristrette viste. Io lascierò a' miei lettori il giudicare se meriti poi, almeno in tutta la sua estensione , una critica così severa un uomo, cui negar non puossi molto ingegno, molto studio e no- vità di vedute ; e passerò a dar qualche cenno di un altro Economista , cioè di Don Ferdinando Pao- leiti della Croce luogo da Firenze poco distante, nel quale ebbe i natali nel dì aS. Dicembre del 17 17. Diresse egli il Seminario Vescovile di S. Miniato in Toscana e in appresso la Parrocchia di Villa magna? 3^6 Storia della Letteratura Ital. nella Pieve del qual contado tranquillamente visse sino all'anno 1801. in cui al i. di Dicembre morì. Die- de egli in luce nel lyóq. isnoi Pensieri sulV A^ricoltU' ra^ ed applicando alla pratica le massime in questi scritti insegnate fece cambiar faccia all' Agricoltura dei circostanti paesi, e triplicò il reddito dei fondi del- la sua Parrocchia. Il Gran Duca Leopoldo si preval- se di molti suggerimenti di questo Parroco nelle uti- li riforme agronomiche della Toscana , e l' Accade- mia dei Georgofìli si fece sollecita di nominarlo suo socio, al qual onore ben degnamente corrispose egli con le interessanti memorie nelle adunanze accade- miche lette 5 e nel 1789. stampate. Dilatossi la sua fama e oltre i confini d' Italia passò, allorché ri- pubblicò la prima citata sua opera, e stampò l'altra intitolata J veri mezzi per rendere felice la socie- tà , nella quale inserì le istruzioni di pratica Agri- coltura che a' suoi Parrocchiani egli dava nei gior- ni di festa, e sviluppò altre sue idee, a tutto ciò aggiungendo alcuni interessanti opuscoli : ebbe il Paoletti lungo carteggio col Marchese di Mirabaud Economista Francese , ed i forestieri desideravano di conoscere un uomo così distinto, di vivace tem- peramento dotato , alla lode non indifferente ma nemico dichiarato dell' ambizione (1) . Una prege- vole dissertazione sul commercio ci diede pure nel 1750. Girolamo Belloni Banchiere in Roma, e da Be- nedetto XIV. creato Marchese per onorare i rari di lui talenti. Gli Inglesi ed i Tedeschi lodarono assai questo opuscolo che più volte si ristampò, in varie lingue si tradusse, e di cui fece in una sua opera onorata menzione il Sig. Pompeo Neri buon giudice in tali materie (2). (i) Custodi Raccolta ec. T. XX. pag. 5. {») Mazzucelielli Scrittori ec. T. IL part. IL pag. 699. Biografia Unir Libro II. 327 XXXVI. Fra li più illustri coltivatori della scienza xxxvi. Carli Conte economica occupa un eminente posto il Conte Gio. Gio.Kinaldi. Rinaldo Carli, che a queste dottrine congiunse poi anche una vasta erudizione specialmente nelP Anti- quaria, e huon gusto nella amena Letteratura. Il . Conte Rinaldo di nobile ed antica famiglia di Ca- po d' Istria , e Cicilia Imberti ebbero nel 1720. que- sto figlio r II. di Aprile. Ricevette egli in Patria 1' istruzione elementare, e in età d' anni dodici die- de un saggio di non ordinario ingegno, componendo una specie di dramma, di cui anche in tempo di sua vecchiezza con piacer ricordavasi ; andò poscia a Flambro nel Friuli, dove studiò la Filosofìa sotto la direzione dell'Abate Bini, nel qual periodo di sua vita manifestossi in lui l'inclinazione alla ricerca dei monu- menti del Medio evo. Tali furono li suoi progressi in detta facoltà e iiell' amena Letteratura, che in età di soli anni 18. aveva il Conte Carli pubblicato alcune operette, ed ammesso, siccome fu, d' anni ao. nell'Accademia àe'' Ricovrati di Padova, entrò subito in discussioni letterarie col Muratori e col Fontanini in proposito del libro di quest'ultimo Z>e/- le Masnade. Acquistatosi con queste ed altre produ- zioni il nostro giovine Letterato un iicme, il Senato Veneto a lui affidò la Cattedra di marina e di nau- tica nella restaurata Università di Padova fondata, e sottopose alla sua direzione la scuola pratica che tenevasi nell'Arsenale di Venezia: perlocchè divenu- to egli moderatore di quegli alunni diede nuove istru- zioni, mercè le quali crebbe a maggior lustro la Ma- rina Veneta. Ammogliatosi poi nel 1747- fhu^ anni appresso perdette la Consorte che lasciogli un figlio, ( Voi. 5. pag. 240. ) in fui si trovano descritte le varie edizioni e le Ter- sioni di questa dissertazione del Belloni. 528 Storia, della Letteratura Ital. 1' educazione del quale lo richiamò alla Patria on- de abbandonò k Cattedra. Diversi viaggi egli fé-- ce per l'Italia e dovunque raccolse monumenti di antichità, e documenti dai quali trasse tutti i ma- teriali per le sue opere di antiquaria e di economia civile di cui daremo più abbasso un'idea, e special- mente per la grand' opera sulle monete e zecche d' I- talia. L' Imperatrice Maria Teresa non seppe a chi me- glio quanto al Conte Carli affidare la Presidenza del Consiglio Supremo di Commercio , di Economia pub- blica, e degli studii in Milano da lei nel 1765. cir- ca stabilito; ed allorché nel 1769. giunse in quella Città il Principe Ereditario d' Austria , che fu poi Imperator Giuseppe II. , ebbe il Carli opportunità di far risplendere il suo zelo e sapere specialmente nel- le sessioni tenutesi alla presenza di detto Principe, che allora lo decorò col titolo di Consiglier privato di Stato e gli aumentò V onorario. Le fatiche da lui sostenute e per il servigio della Imperatrice , e per le opere voluminose che pubblicò colle stampe, ro- vinarongli la salute , per modo che videsi costretto ad abbandonare i luminosi impieghi da lui coperti , e dopo di aver sofferto varie malattie dovette cede- re al comun fato in età d' anni 70. nel di 22. di Febbrajo del 1795. Fu alto e ben fatto nella perso- na, robusto e maestoso d'aspetto, con occhii vivaci, con piacevole guardatura, e venne per la vastità del- la sua erudizione da alcuni chiamato il Varrone de' tempi suoi e il Nestore della Italica Letteratura (i). XXXVII . Opere econo- XXXVII. A trc classi ridur si possono le opere di ^^^[^^ "^^^ ^*"'** quest' uomo insigne, di Economia civile cioè, di (i) Ugoni Della Letterat. Ital. della «econrla metà del »ec. XVIII. T. " II. pag. laS. Libro II. 329 Antiquaria, e di bella Letteratura. Limitandoci per ora a parlar delle prime , fra queste merita di essere particolarmente ricordata quella sul censimento di Milano e 1' altra sulle monete. Modello perfetto dei lavori di un pubblico catasto può dirsi la prima, e le sagge massime in essa fissate hanno dato norma alle posteriori operazioni di simil genere intraprese in altre Provincie Itabane , cosicché il Conte Carli ha la glo- ria di aver contribuito con i suoi lumi, e con le idee da lui sviluppate ed applicate alla pratica, a sistema- re nel modo più regolare questo principal ramo del- ie pubbliche imposte. L'istituzione prima delle Zec- che Italiane, l'antico e presente loro sistema, l'in- trinseco valore delle nostre monete , il rapporto del- le antiche con le presenti dopo la decadenza dell* Impero Romano, ecco i moltiplici oggetti dal Conte Carli trattati nel classico lavoro delle monete, che gli ha assicurato appresso i posteri la immortalità (i). Erudito a fondo siccome egli era, ha rintracciato, e sviluppato le più recondite notizie sopra questa in- teressante materia prima di lui poco studiata , ha messo in chiara luce sempre con la scorta dei docu- menti da lui o scoperti o esaminati, la storia delle nostre Zecche , ed ha illustrate moltissime mone- te di tutte le Nazioni Europee da Carlo Magno fi- no al secolo XVII., così che poco a desiderar rima- ne in tale materia, quando non si scuoprano nuovi documenti che vieppiù rischiarino le cose dal no- stro Autore per mancanza di fondamenti lasciate in- certe. Ma se V opera sua dir si deve pregevole con- siderata per la parte della erudizione , non merita (1) La prima edizione di quest' opera dal 1754- al 1760 uscita è con- tenuta in quattro tomi in 4.° ; la seconda poi in 8." fatta a Milano nel 1785. d divi*» in ««tt* volumi con note «d aggiunta dell' Autore. 33o Storia della Letteratura Ital. meno, ed anzi più assai stimabile io la giudico nel- la parte economica. La profondità delle sue viste, e V oggetto della pubblica utilità che saggiamente egli si prefisse, lo portarono a fare le più esatte indagi- ni per scuoprire i titoli di bontà delle monete da lui raccolte ed esaminate , e corredò P opera sua di copiose tavole, in cui offronsi al Lettore tutti i rap- porti di peso, di bontà, di lega ec. delle monete Italiane ed Europee, dalle quali tavole molte conse- guenze dedurne può il Filosofo osservatore, e special- mente rilevasi quanto danno cagionato abbiano co- loro, che peggiorando la bontà intrinseca dei metal- li misti usati nel batter moneta, hanno creduto che il popolo si contenti della esterior qualità dei pezzi e non ne esamini attentamente la bontà ; ed essen- do, come preveder dovevasi, accaduto il contrario, ne hanno notabilmente sofferto il commercio e la pub- blica cosa. Somma utilità poi ne ha provato da que- st' opera il sistema monetario universale ; perchè aven- do il Conte Carli con gli esami , e confronti da lui istituiti, determinati i giusti rapporti fra le varie mo- nete antiche e moderne , come pur quello fra il va- lore dell' oro e dell' argento , ed avendo fatto cono- scere le alterazioni avvenute in queste proporzioni dopo la scoperta delle miniere Americane, ha così fis- sato i canoni più giusti e più consentanei ai principii di civile Economia , affinchè la moneta sia di quel giusto peso e di quel titolo che esser deve , onde evitare il pericolo, che o sia asportata e fusa per esser troppo fina, o venga per la troppa lega dagli esteri ricusata , e così si salvi lo Stato da uno dei più fu- nesti danni , di perdere cioè il credito presso le al- tre Nazioni . E a meglio fissare questi rapporti dei valori monetarii, l'Autore trattò a lungo in quest'ope- ra dei varii prezzi dei generi nei tempi da noi remo- Libro II. 33i ti e nei vicini j cosicché nulla a desiderare egli lasciò onde illuminare i pubblici Magistrati sopra un così difficile e spinoso argomento. Nove anni di fatica gli costò questo insigne lavoro, e per raccogliere i materiali a formarlo necessarii gli convenne di visi- tare i gabinetti più ricchi di medaglie e di mone- te, gli archivii fra noi più rinomati, ed intraprende- re un estesissimo carteggio con gli Eruditi ed i Let- terati, i quali cortesi gli furono di notizie, di tipi, di monete, e di ragguagli, che non poco giovaron- gli in così vasta e faticosa impresa da lui felicemen- te condotta a termine. Se lo stile dal Conte Carli usato non è il più purgato, d' ordinario però è chia- ro il che richiedesi eertamente, come una delle qua- lità più essenziali in chi si accinge a trattar t'[ueste materie. Altre operette sulla Economia civile ci la- sciò egli, come il Parere sull'impiego del denaro , il ragionamento sui Bilanci economici, i riflessi sul li- bero commercio dei grani ; ma si omette di parlare di queste che come piccoli satelliti aggiransi intorno al maggiore Pianeta, e dalla sua luce sono intiera- mente offuscati. XXXVIII. Coadiutore ne' suoi studii ebbe il Con- v«^rf p!e"ro. te Carli 1' altro Economista Pietro Verri figlio di Ga- briele e di Barbara Dati nobili Milanesi , il quale sor- tì i natali nel 1728, alli 12. di Dicembre. Di men- te attiva e di acume d'ingegno fornito, non ebbe campo nella prima gioventù di esercitarsi in rilevan- ti lavori e poco mancò che non fosse distratto per sempre dagli studii, perchè nel 1758. militò in Ger- mania e vi restò due anni, ma restituitosi alla vita domestica ripigliò con maggior calore gli interrotti studii, e specialmente quello della pubblica Econo- mia applicata alla situazione della sua patria, nella quale i vincoli apposti al commercio, la disuguaglian- 33a Storia della Letteratura Ital. za dei tributi, e molti errori di pubblica amministra- zione impedivano il progresso della nazionale felici- tà. Si prefisse egli a scopo suo principale di combat- tere questi errori, e di migliorare cosi la sorte de' suoi concittadini, ed a compagno di questa sua nobi- le impresa ebbe il celebre Marchese Antonio Becca- ria con cui strinse una costante amicizia che durò fino alla tomba, e che giovò alla celebrità del Bec- caria, il quale dall' amico Verri fu con efficacia scosso dal torpore in cui la fisica sua costituzione lo riteneva, e fu eccitato a scrivere l'opera famosa Sui delitti e sul- le pene. Ad ottenere più facilmente l'intento prefis- sosi istituirono es 5Ì una piccola società cui diedero il nome di Società del Cajfè, che per due anni soli pe- rò, diede in luce un foglio periodico intitolato il Caf- fè, di letteratura e di scienze sul modello dello Spet- tatore Inglese , cui però al dir dei Custodi sot pas- sarono di molto nella varietà e scelta degli argomen- ti, nelV eleganza e nella profondità (i). Molti artico- li di questo giornale spettano a Pietro Verri, due dei quali uno sul commercio, e l'altro sul lusso sono mol- to interessanti , e prima di questi opuscoletti aveva già egli nel 1762, pubblicato un Dialogo sulle mone- te, e nel lyóS. un saggio sulla felicità. Queste prime sue fatiche diedero un buon prelu- dio per altra di maggior importanza, voglio dire le Considerazioni sul Commercio dello Stato di Milano spedite nel 1763 da lui al Principe di Kaunitz, opera per erudizione e dottrina superiore certamente alla sua età e ai tempi in cui la scrisse. Trattava in es- sa in tre distinte parti della grandezza e decadenza (i) n Verri cominciò la sua carriera letteraria con alcune traduzioni dal Francese e con la pubblicazione di alcuni spiritosi Almanacchi , nei qua- li prese a dile^^iare con garbo i costumi dei nobili ed i pregiudizii pope- lari ( V. Ugoni T. IL pag. 275. )• Libro IL 333 del commercio di Milano dal 1400 al lySc, dell' at- tuale suo stato e dei mezzi di ristorarlo. Rimase inedita quest' opera, ma se ne è pubblicata dopo la morte dell' Autore la 1 .* parte ampliata con nuo- ve interessanti notizie sotto il titolo di Memorie suìV economia pubblica dello Stato di Milano nel- la raccolta degli Economisti. Il credito acquistato- si con questo lavoro fu il motivo per cui venne eletto nel 17C4 con dispaccio . 24* Oennajo a Con- sigliere con voto deliberativo nella Giunta istituita per gli affari di finanza, e in appresso impiantata che fu la nuova finanza, nominossi il Verri Consigliere del Supremo Consiglio di Economia. Le leggi vincolanti il commercio dei grani formarono l'oggetto di altre sue meditazioni, e rìuscì a combattere gli errori di questo ramo di pubblica amministrazione, perlocchè il Governo di Milano adottò una ragionata libertà di circolazione, ma nel 1796. soltanto pubblicò colle stampe le sue riflessioni sull'argomento, cioè dopo che prodotto avevano il loro buon effetto. La retti- ficazione dell' amministrazione delle Regie Imperia- li finanze negli Stati Milanesi e Mantovani, anzi l'im- pianto del nuovo sistema di questa importante par- te della pubblica cosa è dovuto al Verri, che si se- gnalò in essa e con la grande attività dimostrata e con la perspicacia e intelligenza spiegata. Ebbe egli a suoi collaboratori in questa improba fatica il Conte Car- li, di cui si è già ragionato, il Conte Secchi e il Mar- chese Beccaria ; e la nuova tariffa daziaria fu il fina- le risultamento di tutte le indagini del Verri, tarif- fa che fece risorgere per la uniformità e regolarità delle massime l' industria e il commercio , Le Medi- tazioni poi sulla economia politica stampate nel 1771. contencjono le applicazioni dello studio pratico del Verri, il quale dalle sue osservazioni ricavò poi le più 334 Storia della Letteratura Ital. giuste teorie della scienza, e questo libro trovò sin- golare accoglimento in Italia e fuori ; molte edizioni se ne fecero, e si tradusse in Francese ed in Tede- sco; ma incontrò anche degli oppositori, e il Conte Gian Rinaldo Carli si novera fra li più forti; il Verri però seppe difendersi dagli attacchi piuttosto vivi di esso, e in appresso una stima reciproca riavvicinò gli animi di questi due competitori illustri. Eserci- tossi poi il Verri in altro genere di studii, e ci die- de per saggio del suo sapere un Discorso sull'indole del piacere e del dolore ornato di tutta la magia del- lo stile e dei colori tratti dalla immaginazione; il principio però che nella cessazione del dolore consi- sta il piacere non è forse applicabile a tutte le sen- sazioni umane. Il rispettabile Ministro Conte di Kaunitz pregiò sempre i talenti del Verri e gli procurò onori e ri- compense dalla Corte Austriaca, poiché nel 1780. il Verri ebbe la presidenza delle finanze, e nel 1788. la carica di Consigliere intimo attuale di Stato e poscia fu creato Cav. di S. Stefano. Allorché per disposizione del Governo si istituì nel 1777. la Società patriotica per l'avanzamento delle arti, dell'agricoltura e del com- mercio , egli ne fu destinato Conservatore anziano , e ognun sa quanti vantaggi procurò questa istituzio- ne. Scrisse con molta forza, insinuazione ed eleganza alcune Osservazioni sulla tortura onde promuovere 1' abolizione di essa nella Giurisprudenza criminale , ma per alcuni riguardi specialmente del Padre che era Presidente dei Giudici, non le pubblicò. Incomin- ciò anche la storia di Milano, e nel 1785. ne pubbli- cò un Volume che si estende sino all' ultimo Viscon- ti; il secondo vide la luce nel 1797-3 e l'ultimo dopo la morte dell'Autore che lo lasciò imperfetto e fu poi compito dal Canonico Teologo Frisi. Nel 1786. Libro II. 335 dopo di aver il Conte Verri lottato lungamente con- tro gli emuli e nemici suoi, de' quali ne aveva e per la superiorità de' suoi talenti, e per le novità in ma- teria di finanza da lui introdotte, chiese ed ottenne un onorato riposo ; in questo tempo scrisse le Me- morie sulla vita e su gli studii del suo amico il Pa- dre Frisi morto nel 1784. e gli fece erigere due mo- numenti, uno nella chiesa di S.Alessandro in Mila- no 5 e l'altro nella chiesa di Ornago sua villa. Egli poi mori quasi improvvisamente colpito di apoplessia nel- la sala della Municipalità di Milano la notte del 28. Giugno 1797. di anni 69. mesi 6. giorni 17. La se- conda sua moglie Vincenza Melzi (i) gli fece erige- re nella Cappella gentilizia della VUla di Ornago un decoroso monumento accanto al sepolcro che egli stes- so vivendo erasi preparato . Ebbe questo Filosofo carteggio con molti Letterati, il suo carattere fu buo- no, sensibile, costante nelle amicizie , e appassionato per il he uè de' suoi simili , non meno che bramoso di ottenere la pubblica stima (a). XXXIX. Abbiamo già in questo stesso capo espos- o'ire^df Ec». to i meriti dell'Abate Genovesi come Filosofo e Me-"°'^'«*='^»'*'*«'i' r. . ,. -. 1. , Abate Genovesi. tan.sico, ora diremo brevemente di quanto egli ope- rò a vantaggio delle scienze economiche. Alcune cose risguardanti l'agricoltura egli diede in luce, ed allorché il Ghiar. Bartolommeo Intieri suo intimo amico fondò con permesso del Re di Napoli una Cattedra di mec- canica e di commercio , egli venne scelto a Profes- sore di queste facoltà. La civile Economia va a lui debitrice di non pochi progressi , e a questo scopo (i) La sua prima sposa fu una sua Nipote^ cioè Maria Visconti figlia di una sua sorella (2) Custodi Pietro . Notizie ce. Bianchi Isidoro Vita di Pietr» Verri. r 336 Storia della Letteratura Ital. egli diresse la prefazione da lui composta e premes- sa alla traduzione che fece suo fratello Pietro dall' Inglese della storia del Commercio di Giovanni Ca- ry , r esame delle massime sul commercio al suo tempo vigenti negli stati di Napoli , di molte delle quali veder fece 1' assurdità , e finalmente T analisi di alcuni metodi commerciali che dimostrò bisogno- si di riforma. Una delle massime in fatto di commer- cio da lui più divulgata sì fu la libertà della con- trattazione, specialmente dei generi alla vita più ne- cessarii, e ciò al grande scopo di impedire le care- stie. A vantaggio dell' agricoltura pubblicò 1' anno 1764. l'egregio libro di Cosmo Trinci alla scienza suddetta relativo , a cui preceder fece una disserta- zione per dimostrare l'imperizia dei Napoletani nel- la coltivazione delle fertili loro terre, né cessava di spesso ritornar sull' argomento perchè ne vedeva il bisogno. Con queste ed altre consimili fatiche giovò l'Abate Genovesi al Regno di Napoli e procurò di migliorarne le leggi, il commercio, le arti, i costumi; e in parte almeno vi riuscì , quantunque però i gran- di ostacoli incontrati a motivo del singoiar carattere della Nazione , gli impedissero di ottener que' van- taggi che egli desiderato avrebbe ; laonde in patria non ebbe molta fortuna cosicché dir soleva Utili- tatibus meis possurn carere, dum pubhlicis commodis consulam . E a ciò contribuì fors' anche la censu- ra a cui come più sopra si disse , soggiacquero alcu- ne sue massime di Filosofia e di Teologia. Monsignor Fabbroni (i) non lo accusa e nemmeno lo assolve da questa taccia , riportandosi saggiamente per ciò che riguarda la Religione, all'Oracolo infallibile del (i) Vitae ec. T. XV. ttorl omia. Libro il. 33? la S. Sede, condanna soltanto Tacerbità di coloro che così spesso contro il Genovesi inveirono. XL. Allorché abbiamo parlato del Conte Carli, si è ricordato qnanto egli operò per impiantare il Cen- NeH^Pompe» so Milanese; ma in questa grandiosa operazione eb-^.*;' l''" '*'" he egli un eccellente Collega nella persona del Fio- rentino Pompeo Neri figlio dell'Auditore Gio. Bona- ventura Neri Badia. Dopo di aver questo giovane in- segnato nella Università di Pisa il Diritto pubblico, servì in qualità di Segretario la Reggenza della To- scana da Francesco I. Duca di Lorena formata ; e neir anno 1749- q'^iarantaduesimo dell'età sua l'Au- gusta Imperatrice Maria Teresa lo nominò Presiden- te della Giunta resi- T- VII. pag. 689. (2) Novelle Letter. di Firenze T. XX. an. 1789- P^g- 194- (3) Angelo Tavanti suo amico lo ajutò in questo lavoro. Libro IL 339 al secolo XVI. Contiene quest' Opera un profondo esame di tre importanti articoli assai ben discussi e messi in chiaro dall'Autore: i.°sui modi con i qua- li gli antichi Fiorentini sovvenivano ai bisogni del- la Città: 2.° quale valuta aveva la moneta con cui pagavano: 3.^ le sorgenti dalla quale la ricavavano. La libertà del commercio della Toscana fu inol- tre V oggetto de' suoi studii , ed a questo fine dires- se gli Opuscoli interessanti l'umanità e il pubblico e privato bene delle popolazioni e provincie agrarie. Questo lavoro uscì anonimo, e giovò assai a rischia- rare le idee sul vero interesse del Sovrano e dei sud- diti in allora confuse dalla lunga consuetudine dei regolamenti stabiliti dai nostri maggiori. Ma uscì ap- punto anonimo per non prendere di fronte la cosa, e fors' anche perchè altri ebbe parte nella compila- zione dì esso. L'ultimo de' suoi scritti consiste in una lettera georgica „ sopra il riposo dei terreni e i prin- cipii della vegetazione ,. 1780. Fu il Pagnini uomo di scelte massime, di sentimento costante, e mostrò squisito gusto nella scelta degli amici e nel suo mo- do di vivere. XLL La Provincia di Otranto nel Regno di Napo- presta gìovs li ricevette molto lustro da Giovanni Presta nato nel"'* 1720. a Gallipoli; studiò egli medicina e riusci buon medico, ma poi più specialmente dedicossi all' agri- coltura , e si rendette famoso a segno , che riscos- se molte lodi dal Cavalier Swinburne Inglese nel suo viaggio delle due Sicilie, e il Sig. Michele Torcia lo dichiarò il Columella dei tempi nostri. Promos- se egli in modo particolare, e perfezionò la coltiva- zione del tabacco e dell' olio nel!' Agro Salentino; giovò in fatti cotanto il suo metodo di allevare e di manipolar le foglie di questa pianta, che non solo in Italia ma in Francia e in Inghilterra ricercavasi il 34© Storta della Letteratura Ital. tabacco suddetto. Con pari successo si rivolse il Pre- sta a coltivare gli ulivi , e a migliorare i metodi per estrar V olio: dopo molti tentativi e non poche spe- se ottenne il suo intento , ed avendo mandato al- cuni saggi deir olio da lui lavorato all' Imperatrice delle Russie Gatterina IL, questa gli die un contras- segno non equivoco di sovrana munificenza tras- mettendogli in dono un medaglione d' oro con F ef- figie di Lei da una parte, e quella di Pietro il Gran- de dall' altra, unitamente a 5oo. Fiorini; e il Re di Napoli oltre un annuo assegno lo distinse con un altro medaglione d'oro. Né volle il Presta defrauda- re i posteri del frutto delle proprie fatiche, poiché diede in luce un' opera su questo argomento molto applaudita dovunque^ nella quale insegnò tutte le rego- le da seguirsi per estrarre dai semi l'olio in massima quantità, e della maggior perfezione possibile (i). „ v^^";,- XLII. Nacque in Ghieti il dì 2. Dicembre del Italiani Abate ^ ^ Ferdinando. 1728. da Mattco Galiaui gentiluomo distinto di Fog- gia Regio Uditore in Cliieti Siiddetto e da Anna Ma- j ria Giabulli dì Lucerà Ferdinando che ebbe per edu- j catore suo Zio Celestino Galiani Cappellano maggio- I re. I primi saggi che diede Ferdinando del suo raro i talento e del suo singoiar profitto negli studi, furo- no neir Accademia detta degli Ejìmìi, ove tra le al- tre dissertazioni recitò quella applauditissima sullo ' stato della moneta a' tempi della guerra Trojana, Questa poi gli risvegliò V idea di fare la grand' ope- ra della moneta , e di recare dall' Inglese nel Tosca- no idioma prima di intraprenderla , i trattati di Gio. i Locke Sìiir interesse del denaro e della moneta. Per j vendicarsi di un' Accademia di Napoli che lo esclu- i Se, allorché invece di suo fratello il Marchese Ber- ^ \ i (1) Bio^^rafia degli Uom. ili. del Kegno di Napoli T. I. Libro IL 341 nardo, che poi fu celebre per la bella traduzione di Vitruvio, recitare voleva una orazione panegirica sa- cra (i), compose Ferdinando in compagnia del suo amico Pasquale Garcani una raccolta che finsero fat- ta da queir Accademia in lode di un certo Domeni- co Jannacone Boja morto in quei giorni. Sorprese assai r imitazione dello stile dei varii Accademici, e questo libro stampalo di nascosto fece molto rumo- re in Napoli e fuori, né vi volle meno che la pro- tezione del Marchese Tanucci, e la natura dell'ope- ra per salvare 1' Autore dall' avere perciò disturbi molto scrii, perchè gli Accademici erano ricorsi a S. Maestà il Re (2.). Per meritare maggiori e più giusti encomii pubblicò il Galìani il trattato della moneta 3pera molto stimata, che contiene la storia di essa moneta, ed i precetti per ben regolarla adattati spe- zialmente al Regno di Napoli. E quantunque que- sta materia sia jDcr se arida e piena di metafisi- 3a , pure seppe egli variarla ed arrichirla di oppor- tune digressioni e di esempi , e scriverla con ele- fante stile così che riuscì fruttifera, ed insieme pia- cevole. Si disse esser maligni coloro, i quali asse- rirono, che il libro era in gran parte composto da Bartolommeo Intieri, poiché solamente qualche ajulo ricevette il Caliani in questo lavoro dall'amico Car- dani. Il Custodi nelle notizie del Galiani discute a lungo una tal questione e conchiude, rhe 1' Intieri s il Marchese Rinuccini abbozzassero il lib o dato da stendere ai tre giovani Galiani, Garcani e Tomasi , e che la maggior parte avuta dal Galiani probabilmen- te nel presente lavoro fosse il motivo che egli venis- se giudicato Autor dell'opera^ la quale però uscì ano- (1) Ugoni T. IT pag. 218. e seg. (2) Giornale dei Letterati di Pisa T. LXXXII. pag. 292. e aeg. 343 Storia della Letteratura Ital. nima. Sotto il finto nome del Cav. Zanobi si accinse egli poi contemporaneamente a comporre varie altre opere, come furono la storia di Cartagine dalla sua fondazione sino alla prima guerra Punica , la tradu- zione dell' Antilucrezio del Card, di Polignac , alcu- ne dissertazioni di vario argomento , e T esame per fino delle materie vulcaniche del Vesuvio, delle qua- I li fece una collezione copiosa. Ricco di dottrina viag- j giò per r Italia, ebbe onori e ricompense , e tornato | alla Patria fu ascritto alFAccademia Ercolanense fon- 1 data dal Re Carlo III. per illustrare le molte anti- ' chità, che si dissotterravano a quel tempo (i). Lodò con una bella Orazione il suo insigne protettore Be- j nedetto XIV. , scrisse un trattato degli Uomini di j statura, straordinaria e dei giganti, e preparava perj la stampa varie altre sue operette quando nel 1759.I andò Segretario d'Imbasciata in Francia. Parigi tut-j to ammirò i suoi talenti, e la prontezza del suo spirito massimamente in dir motti pieni di sali e di| grazie, e il Ministero Napolitano si mostrò soddis- fattissimo dell'opera sua per trattare affari, per iscri- vere relazioni e per dar consiglj . Rendutasi fami- gliare la lingua Francese cominciò a scrivere in es- „ sa certe sue osservazioni sopra Orazio, non limi- 5, tandosi già alle cose gramaticali, ma indagando in 5, ogni poesia la ragione per cui fu scritta , gli av- 3, venimenti particolari e le circostanze che le diedero „ motivo, e il tempo e il luogo in cui nacque Ora-i 5, zio, e facendo altre ricerche affatto nuove chel 5, spargevano sopra il maggior poeta lirico Latino, una maravigliosa luce (2) „ . (lì Era anclie Accailemico Colombario e della Crusca ( V. Ugoni op. e T. cit. pag. 22a. ). (2) Giornale citato. Libro II. 343 Questo lavoro del Galiani di cui Arnaud nella Gaz- zetta letteraria d'Europa diede un saggio, ma che non soddisfece F Autore, rimase inedito (i). Altra pro- duzione da lui pubblicata , e che ebbe molto incon- tro in Francia ed in Italia, riuscì quella sulla liber- tà del commercio interno dei grani scritta in France- se , e in forma di dialoghi vestiti ognora di grazie e di bizzarrie; le massime da lui spiegate in questi dia- loghi trovarono però molti contradditori nella clas- se di quelli, che sostenevano la libertà illimitata del- la esportazione del grano (2). Voleva egli piacere a costo di qualunque cosa, e perchè talvolta non si asteneva dal pungere e dal mordere, a segno che avrebbe piuttosto ritenuto un carbone acceso in boc- ca che un motto pungente , perde assai di quella stima, anzi di quell'entusiasmo che aveva da prin- cipio risvegliato in Parigi. Ritornato a Napoli otten- ne l'impiego di Segretario nel Tribunale di commer- cio, e ciò gli diede motivo di scrivere alcune memo- rie sulla pubblica Economia. Altra opera del Galia- ni lu un trattato degli istinti e delle abitudini dell' uomo , 0 sia principii del diritto di natura e delle genti cavati dalle poesie del suo diletto Orazio , ed una vita dello stesso piena di eleganza, di curiose notizie e di vedute filosofiche miste però al solito di facezie. All' oggetto principalmente di spargere il ridicolo sopra 1' Avvocato Saverio Mattei , pubblicò poi il Galiani una Commedia intitolata il Socrate (i) Ugoni ( pag. if[i. ) ci fa sapere cKe il giudizio delli viventi Si- gnori Franco Salfi e Marclieso Gargallo sopra questa fatica del Galiani scema 1* aspettativa grande, che della medesima eransi formata coloro che ne avevano sentito parlar finora con lode. (a) Ugoni ci dà un estratto di questi dialoghi interessantissimi che P Autore fece pubblicar in Francia nel J770, per mezzo di Diderot. 344 Storia della Letteratura Ital. immaginario [i)^ e non ostante questo suo non lode- vol contegno, ottenne impieghi luminosi, e quello in fine di Assessore di Economia nella sopraintendenza del fondo di separazione. Attivo siccome egli era . formò una bella Carta del Regno di Napoli, proget- tò la riedificazione delFantico Porto di Baja, pubbli- cò un libro intitolato <:/ez doveri de' Principi neutrali verso li Principi guerre ggianti (libro clie venne confu- tato dal Prof. Lampre li ), e scrisse sopra altre materie di Economia e di Politica . In mezzo a queste serie occupazioni per suo sollievo compose il libro del Dia- letto Napoletano.) sostenendo esser questo il più es- pressivo , il più armonioso e il più caro alle Muse, ne diede i precetti grammaticali, ne fece la storia e ne cominciò un lessico. Colpito di apoplessia nel me- se di Maggio del 1785. visse per due anni e più in questo stato in cui Dio non lo abbandonò, e com- pì la sua mortale carriera con sentimenti veramen- te cristiani ed esemplari il di Si. Ottobre dell' anno 1787. Se noi ci faremo a riscontrar il carattere mo- rale di Ferdinando Galiani su quanto ne dice il Giornal Francese intitolato V Ami de la Religion et du Poi (a), non potremo che formarcene una ben trista idea , poiché ci viene in esso rappresentato come un uomo pieno di vizii , e come autore di massime irreligiose e contro la cristiana morale, con- tenute specialmente poi nella sua corrispondenza con Madama d' Epinay . In aspetto meno brutto , ma però sempre assai difettoso ci viene il Galiani rap- presentato in un articolo dal Sig. Daunou inserito (i) Riuscì al Mattei di far sospendere la rappresentazione di questa j Commedia ossia opera buffa messa in musica da Paisiello ; ma allorché si | sentì l'eccfrllen'a della composizion musicale, si permise la recita e si rap- '■ presenta tuttora in Napoli questa Commedia. { V. Ugoni hwgo cit. ) (a) T. XVII. p. 145. an, 1818. T. XX. p. aSo an. J819. Libro II. 346 nel Journal des Scavans ( i ), ed il Sig. Ugoni se non eonvien pienamente con li suddetti scrittori, tuttavia confessa anch' egli trovarsi molte sentenze nella cor- rispondenza tra il Galiani e Madama d' Epinay, che per amore a (juell' illustre ingegno ben vorremmo che egli non avesse scritto (2); però cerca 1' Ugoni di provare che alla vanità di dipartirsi dal comune opinare e di allacciarsi la giornea nelle brigate, anzi- ché ad indole malvagia attribuir debhasi qucmto vi ha di riprensibile^ e certo vi ha molto, nelle sue mas- siine politicìie e nelle opinioni contenute nelle lettere del Galiani. Noi lascieremo che la posterità hilan. ciando con occhio giusto e disappassionato le azioni egli scritti di quest'uomo di tanti talenti fornito ^ ^ pronunzii intorno al suo morale carattere ; ci duole però il vedere come influisca nella penna degli scrit- tori biografi ai tempi nostri lo spirito di parte , che produce necessariamente una incertezza somma nel- la storia 5 e risveglia nei Lettori dubbii ben ragio- nevoli intorno alla verità storica. XLIIL Al Barone Vernazza Chiarissimo Letterato., /^y^'^- . . Altri Jiiconormsti. Torinese ed al Sig. Custodi va debitore 1' Abate Gio. Battista Guasco Piemontese, se il suo nome è stato tolto quasi dall' oblio in cui giaceva (3): sortì egli i natali da famiglia Patrizia del Mondo vi alli io. Ottobre del 1733., ed ebbe a suoi genitori in Torino Vasco Mag- giordomo della Casa Beale., e poscia Collaterale nella Regia Camera dei conti, e Cristina Angelica MisseHa dall' Alberti e dal Ranza registrata fra le illustri Donne Piemontesi. A varie vicende soggiacque Gio. Battista, perchè dopo la laurea in Giurisprudenza (i) Gennajo 1819. (a) Ugoni T. II. pag 2fi3. (3) Custodi op. cit. T. XXXTir. paj. V. 546 Storia della Letteratura Ital. si fece Religioso Domenicano, e insegnò nella Uni- versità di Cagliari Teologia e Storia Ecclesiastica , indi per Breve ottenuto il veggiamo nel 1774. s^^^^" plice Abate. In\olto nei turbamenti politici e mi- litari all' epoca della rivoluzion Francese spiegò mas- sime a lui fatali ; perloccliè „ desolato , infermo e 55 destituito quasi d'ogni mezzo di sussistenza si rico- 55 vrò presso il suo antico protettore ed amico il „ Marcliese Niccolò Incisa nella sua villa della Roc- „ clietta di Tanaro, dove cessò di vivere alli u. di „ Novembre dell'anno 1796.,, Così il Custodi, Pronto ingegno e molta coltura unita a grande vivacità dimo- strò il Vasco, ma insieme spiegò un impetuoso caratte- re; dedicossi alle scienze naturali , ed all'Economia po- litica nella quale lasciò varii opuscoli dal Sig. Custodi raccolti e pubblicati; fra questi ricorderò un saggio politico sulla moneta, non pochi interessanti arti- coli di Aritmetica politica sui vitalizii , e sui conti di finanza , e le tavole sulla probabilità della vita umana ; negli opuscoli scelti di Milano poi trovansi alcune sue memorie sopra argomenti alla naturale Fi- losofia appartenenti . In Parma sotto la direzione di Condillac studiò Gherardo Gio. Battista d' Arco Man- tovano nato ad Arco Feudo di sua Famiglia nel 1739., il quale in Verona ebbe poi la sorte di stringere a- micizia cogli illustri Pompei e Torelli. La sua dis- sertazione SuW Armonia politico -economica tra la Città ed il suo Territorio meritò la corona della Mantovana Accademia, che un tale argomento nel 1771. propose a soggetto delle ricerche dei Dotti, e il Re di Prussia Federico II. ne scrisse lettera di commendazione all' Autore. L' Imperator Giuseppe II. onorollo con la carica luminosa di Intendente politico della Provincia Mantovana , e gli conferì inoltre il grado di suo Consiglier intimo attuale di Libro IL 34? Stato; ma gli incomodi di salute non permiser al no- stro Letterato di poter a lungo servire, e ritira- tosi in una sua amena villa presso Coito ivi soC" comLer dovette nel 1791. alli 29. di Agosto alla dolorosa malattia di una fistola . L' Accademia di Mantova di cui fu Conservatore, e varie altre Acca- demie lo ascrissero al loro ceto , e fra queste contansi in Italia quella di Bologna e in Francia quella di Bordeau. Oltre la suddetta dissertazione, ed alcune altre operette politico-economiche da Custodi ram- mentate (i), il nostro Autore scrisse e pubblicò gli Elogi del Conte di Firmian , di CoUoredo , di Fran- cesco Maria Zanotti e di Giuseppe Torelli. XLIV. Allorché scriveremo la storia della bella Paradisi Conte Letteratura, veder faremo quanto valesse nella liri- cfr^Lo.'. 145. Libro II. 363 neziano nato nel 1720. Professore di Analisi nella Università di Padova. Intraprese egli il progetto di sbandire dal calcolo gli irrazionali, di dare una nuo- va teoria delle quantità negative e delle immagina- rie, ed estender volle oltre i confini dai più famosi Analisti allora segnati gli usi della scienza. Poca o niuna accoglienza trovarono presso i Matematici que- sti nuovi pensamenti dell'Autor nostro, a cui però negar non si può acutezza d'ingegno, che avrebbe assai più proficuamente potuto impiegare, senza per- dersi a promuovere novità in sostanza inutili (i). LI. Dopo il Padre Abate Grandi occupa fra i Sin- Toj^iJ^^j^^g _ tetici del Secolo XVIII. un distinto seggio il Vero-pe. nese Giuseppe Torelli, che alle cognizioni nelle scien- ze esatte unì quelle di bella Letteratura, e riuscì ele- gante scrittore latino ed italiano. Non ebbe questi la sorte di essere almeno nominato dal Montucla, sebbene certamente lo meritasse quant' altri di quel- li cbe lo Storico Francese ricordò nella sua Opera. Nacque egli in Verona il dì 3. di Novembre dell'an- no 1721., ed ebbe a Padre Luca Torelli marito d'An- gela Albertini donna colta, che rimasta vedova men- tre il figlio era in tenera età, lo educò alla Religio- ne ed alle Scienze . Un certo senso dell' ottimo in oL^ni cosa, fausto presagio del futuro, così il Cav. Pindemonti (a), svi- lupossi in questo giovinetto, e il rendette perciò ca- ro ai dotti Professori di Padova, così che il Morga- gni a lui leggeva in confidenza quelle orazioni che dalla Cattedra poi recitar doveva; e il Dandini a lui indirizzò un'opera, riputandolo già di erudizione e (') Saggi scientifici dell" Accademia di Padova T. III. pag. XXVI. (a) Elojjio di Torelli inserito nel T. II. delle Mein. della Società Ita- liajia delle Scienze. 364 Storia della Letteratura Ital. dottrina fornito in una età in cui gli altri a divenir tali si dispongono. Conoscitor profondo della Lingua Gre- ca comparve con una casta versione latina degli Apo- loghi E sopiani di note opportune fregiata, ed alcuni suoi Dialoghi sui gusto Lucianesco intorno ad argo- menti morali e medici riscossero il plauso pubblico , perchè conditi si riscontrarono di quella piccante e nobile giocondità che ne rende interessante la lettu- ra. Ma con più fervore coltivò egli le belle Lettere e le Matematiche pure , e in queste ultime si dilet- tò sempre del metodo sintetico degli antichi , nelle cui dimostrazioni la precisione ed il rigore con la eleganza e la semplicità vanno a maraviglia congiun- te. Varie sono le opere matematiche del Torelli, e presso il succitato suo panegirista puossene vedere la dotta analisi; io però ometter non debbo di ra- gionar qui dei suoi più pregevoli labori. Ci si pre- senta per il primo quello intitolato De nihiìo Geo- metrico in due libri diviso, nel primo dei quali es- pone la teorìa delle quantità differenziali, conside- randole come flaenti a poco a poco verso il nulla, mentre che nelF atto stesso esse verificar fanno cer- te condizioni fra altre quantità già esistenti ; il se- condo libro poi contiene P applicazione della teoria alla soluzione dei problemi . Questa idea però di Niente Geometrico incontrò presso i Geometri alcu- ne difficoltà, a toglier le quali diede l'Autore in un altro libro pure latino la soluzion^e di varii proble- mi tanto analitica quanto sintetica , nel che dimo- strò il sommo rigore di raziocinio con V esercizio deMa sintesi acquistato , e la speditezza della nuova analisi, che ha mezzi onde sottoporre a calcolo li più ardui quesiti . Regna in questi scritti con ele- ganza di stile distesi una fina critica, e nelP ultimo di essi il Torelli con l'ajuto di un Codice Vaticano Libro II. 365 da lui il primo esaminato, corresse quanto sulla qua- dratrice di Dinostrato nella collezione di Pappo si le^ge. Avvezzo egli a questi studii ne diede un lu- minoso sfiggio a lui oltremodo onorevole nella su- perba edizione di Archimede pubidieata però soltan- to dopo la sua morte coi tipi di Oxford . Esaminò diligentemente il Torelli il testo di questo Principe degli antichi Geometri, con 1' ajuto di varii Codici lo emendò intieramente , lo traslatò in tersa latini- tà, giacché troppo imperfette riscontrò le versioni antecedenti, e vi aggiunse i Conienti di Eutocio As- calonita su i libri della sfera e del cilindro da lui il primo emendati . All' opera precede una dotta ed erudita prefazione latina, in cui l'Autore discute al- cuni punti curiosi della storia della Matematica, e propone varie osservazioni sulla Lingua Greca. Di- versi scritti ci lasciò pure il Torelli d' amena Lette- ratura , pei quali consultar puossi il sullodato Pin- demonti; ma la sua difficoltà nell' accontentarsi di ciò che faceva , e quel senso dell' ottimo che era in lui grande , gli dieiìe forse motivo di non tentar cose maggiori specialmente in Matematica. Fu egli dolce, onesto, temperante, modesto, fermo ne' pro- positi buoni, ronriliatore degli anaiìi, e riuscì mira- bilmente da giovane a riconciliare in Padova i due Letterati Volpi e Facciolati, e jjoscia in Verona quei Nobili ; godè della costante amicizia dell' Ab. Sibi- liate, del Pindemonte, ed ebbe estimatori grandissi- mi in Italia e fivori. Ricusò luminosi impieghi a lui offerti dalla Repubblica di Venezia e da altri Gover- ni, e amò un po' troppo la solitudine letteraria e gli antichi ; perìocchè contro le cose moderne, pro- cedeva più oltre alquanto che non si volea; pure egli è meritevole di scusa in ciò , perchè conoscen- do a fondo le bellezze de^di antichi scrittori, e la prò- 366 Storia della Letteratura Ital. fondita loro di ragionare , difficilmente trovar poteva ne' moderni di che appagarsi; la compagnia del cel. March. Scipione Maffei poi fu quella che lo indispose specialmente contro la Letteratura Francese e gli al- tri Oltramontani. Morì il Torelli a Verona di anni 59. adì 18. Agosto del 1781., fu onorato con un monu- mento fattogli innalzare dal Sig. Alberto Albertini di lui parente in S. Anastasia, e il Capitolo dei Ca- nonici di Verona al quale lasciò i suoi libri, gli con- sacrò pure una bella memoria . Lii. LII. I progressi straordinarii che nel secolo XVIII. Aritmetica e Al-^ t» a i i r • i • /- • • i • i gehra. icce 1 Algebra tinita ed mnnitesimale, rivolsero a que- sto ramo delle Matematiche P attenzione particola- re dei nostri Italiani, e additar possiamo un copio- so numero di scrittori, che una parte o l'altra ne promossero, perlocchè dovrò fra la moltitudine loro scegliere i più rinomati onde non riuscir troppo pro- lisso , e quindi ommetterò di parlar di coloro che ci lasciaron soltanto dei corsi algebraici, perchè d'ordi- nario questi Autori, alcuni tuttavia eccettuatine, sono puri compilatori. Siccome però il Padre Paolino Che- lucci delle Scuole Pie, di cui parlerò fra i Sacri Ora- tori, contasi fra i primi che pubblicasse le sue isti- tuzioni aritmetiche ed analitiche le quali allora eb- bero gran credito , così defraudar non lo debbo del- la dovuta lode , che tanto più merita chi , siccome ei fece, apre agli altri la strada, anzi che quelli che si accingono a percorrer la via già aperta. Come la lanngjia dei famisUa dei BernouUi fra ffli esteri, così fra noi nel- Riccati. " . ^ n I . .-, • T»- la Matematica si distinse quella dei Conti Kiccati Trevigiani. Il Conte Montino Riccati di chiara ed antica stirpe , e Giustina Colonna Dama rispettabile per le qualità superiori dello spirito, ebbero a figlio Jacopo nato li 28. di Maggio nell' anno 1676. a Ve- nezia . Allevato al Sacro Fonte da suo zio Frances- Libro II. 367 co a nome del Duca di Parma Ranuccio Farnese > dopo di aver , essendo anche giovinetto , perduto il Padre, ricevette F educazione dai Gesuiti in Brescia; ma il cattivo metodo allora nelle scuole praticato an- zicchè sviluppasse , compresse il suo felice ingegno . Applicatosi egli per compiacere alla madre ed allo zio, alla Giurisprudenza non abbandonò la Geome- tria da se stesso già studiata (i), e con la direzione del celebre Stefano De Angeli il Riccati potè com- prendere i principii della Filosofia naturale di New- ton ; rendutosi cosi ben istruito nelF analisi , prero- gativa allora di pochi , e versato nelF antica geome- tria, fece fin dall'anno 17 io. alcune belle scoperte, e specialmente trovò la connessione esistente tra la costruzione delle Equazioni analitiche e la quadratu- ra delle curve, e sciolse un elegante Problema di- namico dal Verzaglia proposto (2) , Il metodo della separazione delle indeterminate nelle Equazioni dif- ferenziali , uno dei migliori sussLdii del Calcolo inte- grale j trattò il Riccati con molto suo onore , men- tre a difendere intraprese Giacomo Ermanno dalle accuse di Giovanni Bernonlli, come pure amplificò la teoria delle curve, che dai corpi moventisi con una eerta legge intorno ad un centro descrivonsi . Que- ste ed altre simili scoperte, e specialmente l'inte- grazione della formola dal suo nome detta Riccntia- na lo costituirono , al dir di Fabbroni,fra li sommi Matematici del suo tempo. E non solo l'analisi pu- ra, ma la Meccanica, la Diottrica, e 1' Astronomia formarono 1' oggetto delle sue dotte ricerche , e le comunicazioni perciò aperte con il celebre Eusta- (1) La vista di un compasso di proporzione del GaliJeo lo invogliò di questa scienza. (») Fabbroni Vitae ec. T. XVI. p. 336. e seg. Montucla T. III. p. 187. dove associa il Riccati ad altri inventori di Matsm. pure. ta 368 Storia della Letteratura Ital. chio Manfredi gli meritarono l' aggregazione al Bolo- gnese Istituto . Costante e sincero amor per la pa- tria nutrì il Riccati , e di eccellenti morali virtù adorno professò sempre con tutta la sincerità i do- veri dj Religione ; non cercò onori , ed anzi ricusò gli inviti di Pietro il Grande, che il voleva Presi- dente dell' Accademia da lui a Pietroburgo fonda- ta. Morì d'anni 77. adì i. Maggio del 1754., e de- gli otto figli avuti dalla sua consorte Elisabetta Oni- ga, li due Vincenzo e Giordano di cui or farem pa- rola, emularono e forse superarono il Padre. LUI. LUI. Membro della celebre Compagnia di Gesù il Riccati Padre . . x . x a Vincenzo Gesui-primo . cioè Viuccnzo sortì i natali a Trevigi nel 1707., e dopo di aver compito il corso dei primi stu- i dii, cominciò ad insegnare umane lettere in Pado- va dove, cosa maravigliosa, ottenne il suffragio del Lazzarini avverso anzi che nò ai Gesuiti. Consecra- tosi poi il Riccati quasi intieramente alla Matemati- ca l'insegnò per anni 35. in Bologna, dove ebbe sem- pre una fiorita corona di uditori , e dove pubblicò varie opere che gli acquistaron gran nome, sebbene il Montucla , o a meglio dire il suo continuatore ap- pena faccia parola della celebre formola da lui in- tegrata . Trattò egli la questione sulla maniera di misurare le forze vive dei corpi in varii dialoghi, in cui rischiarò alcuni punti fondamentali della Mec- canica , e fra gli altri vantaggi prodotti da quest'op j ra di Riccati, diede essa motivo al Zanotti di com- porre sullo stesso argomento i famosi suoi dialoghi, che alla eleganza dello stile tanti altri pregi unisco- no . Al Riccati ed al Canonico Saladini va F Algebra debitrice di un corso di istituzioni nelle quali tro- vasi tutto ciò che di più interessante conoscevasi a quei tempi nelle scienze, istituzioni che fra noi pro- mossero l'amore a tali, studii, come il d'Alembert ac- Libro II. 369 certo il Fabbroni Elogista del Pàccati (1). E seguen- do questi le orme dell'illustre suo genitore ci lasciò due volumi di opuscoli in cui contiensi un trattato completo 5 può dirsi , di Meccanica , e specialmente r applicazione del fecondo principio delle velocità virtuali, i limiti della regola del Guidino sul ceis- tro di gravità, e la rettificazione della teoria sull'iso- cronismo dei pendoli . Molti punti di analisi finita ed infinitesimale illustrò pure il Padre Ri^^cati, e ci diede un metodo di integrare le formole differenzia- li , che non ammettono la separazione delle indeter- minate, e quelle che per mezzo del circolo e dell' iperbola integrar non si possono . Queste ed altre dotte sue fatiche gli ottennero la stima dei sapienti, e specialmente dei Bolognesi, ed i Veneziani lo regala- rono di una Medaglia d' oro a bella posta coniata coir Iscrizione S. e. MDCCLXXIV. MVNVS REIPVBLICAE VINCENTIO GOMITI. AB. Rice ATI. Cliiamato dal Re di Portogallo per andare in com- pagnia di altri Matematici a formare la carta geo- grafica del Brasile si scusò , e allorché avvenne la fa- tal soppressione del suo Ordine a cui era attaccatis- simo, si ritirò oltremodo afflitto alla paterna ca- sa dove santamente morì il 18. Gennajo dell' anno 1775. (2), lasciando inedito il terzo tomo dei citati suoi opuscoli, che fu compito e pubblicato dal Con- te Giordano suo fratello di cui adesso daremo le notizie . LIV. Talento sodo e perspicace all' amor per le „. ^^^r. ^ , . , ^ Kiccati Conte scienze e per la verità congiunto, spiccò in Ini fin Giordano. (i) Vitae ec. T. XVI. pafif. 355. e seg. (a) Fabbroni nella cit. vita, Tomo I. 24 :^ 370 Storia della Letteratura Ital. dalla prima età : educato egli nel Collegio dì Bologna , e passato indi a studio in Padova a quella Università, mostrò buon gusto nelP amena Letteratura ed acu- me non ordinario nella Giurisprudenza ; ma consa- crossi specialmente alle matematiche discipline e in esse si avanzò a segno, clie il sullodato Conte Jaco- po suo Padre a lui fidava le risposte da farsi ai più celebri Letterati con cui aveva corrispondenza ( ed eran ben molti ), i quali tanta stima concepirono di questo giovane, che gli spedivano le proprie opere, affinchè da lui approvate e corrette sostener potes- sero gli occhi del Pubblico . Così ci fa sapere il Sig. Canonico Antonio Pellizzari nell'elogio fatto al Con- te Giordano Riccati , il qual scritto mi serve di gui- da a parlare di questo insigne personaggio (1). Mol-^ ti ed assai varii argomenti di Matematica pura ed applicata trattò egli ; e per dire alcuna cosa dei più rilevanti, dopo che per lungo tempo agitossi tra gli ana- listi la questione sulla natura dei logaritmi dei numeri negativi , stabilì egli la vera equazione della Logistica, che co' suoi rami dall'asintoto equidistanti sommini- stra i logaritmi richiesti. Ci diede egli inoltre un trat- tato completo delle figure isoperimetre e contenenti la massima superfìcie; e in questo con la semplicità ed eleganza inarrivabile delle sintetiche dimostrazio- ni comparve profondo geometra ; ne minor algebri- sta si mostrò con la pubblicazione di copioso nume- ro di memorie , a rischiarare dirette alcune parti del- la scienza oscure ed incerte, e fra queste ricorderò la dimostrazione della necessità del Caso irreducibi- le nella formala Cardanica^ la scoperta dell' errore di Waring, che si vantava di abbassare al terzo grado le Equazioni di quinto , e la soluzione di non po- (i) Elogio insento nel T. IX. delle Memorie della Società Italiana. L I B R o IL 371 olii problemi tanto sintetica che analitica , onde com provare la esattezza del metodo adoperato. In Mec- canica e in Idrostatica si distinse , e con somma acu- tezza ragionò dell' etfiiilibrio delle forze , determinò la figura del gorgo in certe circostanze , e maneg- giò non poclii altri argomenti di Matematica appli- cata . Ma V Opera die ha renduto immortale il nome del Conte Giordano, è quella sulla musica, lavoro di quaranta e più anni, sulle sperienze le più esatte fondato, e in cui la teoria da queste ricavata pog- gia sulle più solide dimostrazioni . Finché egli visse, questa impareggiabile fatica non vide la luce j ma li suoi schediasmi sulla stessa materia nel 1707. pub- blicati a Bologna accrebbero e fissarono presso i Dot- ti Europei la fama del loro Autore , e se sarà fatta di pubblico diritto la succitata opera , avremo in es- sa, a dir tutto in breve, il vero Codice delle leggi nuisicali. Quest'uomo insigne e per vastità di dot- trina, e per purità di costumi, e per la sincera sua Religione oltre modo stimabile, mancò nel dì 20. Lu- glio del 1790. agli amici, alle scienze ed alla patria, che ne pianse amaramente la perdita, quantunque ragionevolmente temuta , perchè avvenuta mentre contava già il Riccati 1' anno ottantunesimo oltre- passato . LV LV. Fratello del celebre Eustachio Manfredi di Manfredi Ga- cui più sotto ragionerò a lungo, nacque Gabriele da ^"''^*' Alfonso Manfredi e da Anna Fioreni Bolognesi adì 25. Marzo dell' anno 1681 (i) , e studiò medici- na sotto il Medico Domenico Guglielmini, ma V ab- bandonò perchè sveniva alla vista di certi mali. Do- po di essersi applicato alla Geografia ed alle lin- gue Europee si dedicò alle Matematiche, le quali (i) Falibroni Yitae ec. T. V. paj;. :tog. 3 72 Storia della Letteratura Ital. più d' ogni altra scienza gli piacquero , e vi fece co- sì maravigliosi progressi , che potè senza P ajuto al- trui intendere il calcolo infinitesimale, e d' anni 26. pubblicò la sua opera De constructione Aeqimtionum differentialiinn primi gradus già sei anni prima fini- ta. In essa raccolse ed ordinò tutto ciò che rappor- to a questo argomento sparso trovavasi negli Atti di Lipsia e dell' Accademia di Parigi, e fece avanzare la scienza estendendo le sue ricerche alle equazio- ni differenziali a due variabili che separar non si possono. Quantunque nominato Segretario del Sena- to e Popolo Bolognese nel 1708., continuò tuttavia le sue meditazioni algebriche, e pubblicò un nuovo metodo per separare nelle suddette Equazioni di i.^ grado le variabili (i) , insegnò a sciogliere col cal- colo differenziale i problemi di massimi e minimi, quando tali quantità sono costanti, e fece varie al- tre scoperte a ciò relative, le quali contribuirono a stabilire il suo credito; e perciò nel 1720. ottenne la Gattelra di Analisi in Bologna, al quale impe- gno egli soddisfece con plauso universale, e dalla sua scuola uscirono non pochi Matematici di grido. Coltivò poi anche V Astronomia e P Idraulica con successo tale, che giudicossi meritevole di succedere al defunto suo Fratello Eustachio nella Prefettura delle acque Bolognesi: visitò per ordine del Ponte- fice le Paludi Pontine, e ne approvò l'asciugamen- to, ed altri Principi il consultarono sopra i lavori delle acque. Il Manfredi ebbe un carattere affabile e cortese , pieno di spirito e di vezzi mostravasi in con- versazione al segno , che pochi il superavano; pra- ticò egli le più belle virtù, ma specialmente Fumil- (i) Alcuni gli contrastarono questa invenzione attribuendola a Gio- vanni Bernoullij ma egli provò che era sua. ( Fabbroni vita cit. Nota allo pag. 214. ) Libro II. 378 tà ed il disinteresse, e con cristiano coraggio incon- trò nel 1761. la morte il dì i3. di Ottobre ottenen- do il sepolcro nella Chiesa di S. Maria Maddalena in Bologna, dove sono raccolte le ceneri di tutti gli individui di questa dotta famiglia (i). LVI. Secondo il solito ])revissiniamente parla il _ ^^^-^ . i Fagnam (.onte Montucla del Conte Giulio Carlo Fagnani uno dei Giuho e «uo Fi- più distinti nostri Matematici (2), accontentandosi di riconoscere in lui fecondità di ingegno , clie non la- sciò intatto ramo alcuno della scienza. Da France- sco Fagnani di Sinigaglia e da Camilla Catterina Bar- toli suoi genitori nacque nel 1682. (3), e ricevette la più saggia educazione , che unita all' acuto e pene- trante suo ingegno lo fece mirabilmente avanzare negli studii, cosicché d'anni dieci soltanto fu capa- ce di compor qualche poesia. Coltivò sovra tutte le scienze Filosofia e la Matematica, ed entrato nel Collegio dementino in Roma , abbandonato avendo il metodo Peripatetico , formarono oggetto delle sue meditazioni i sistemi di Gassendo e di Cartesio, tra i seguaci del quale pregiò singolarmente Malebranche con cui ebbe carteggio j indi si applicò il Fagnani alla Filosofia Leibniziana e Newtoniana , e si impe- gnò talmente a sostenere le teorie di questi Filo- sofi, che, non ostante i gravi disgusti perciò in- contrati nel 1705., ne divenne sempre più difensor zelante. Il trattato sulla ricerca della verità di Ma- (i) Nella citata vita scritta da Fabbroni trovasi I" elenco delle produ- zioni di Gabriello Manfredi, il quale ricevette da Leibnitz una lettera a lui ed a tutti i Geometri Italiani molto onorevole, allorché gli mandò 1" Opera De ConatructìonP. Aequationuni ec. ( Fabbroni p. 223. ). (2) T. III. pag. i35. (3) Vecchietti Bibl. Picena T. IV. pag. 67. dove il Signor Vecchietti scrive che il Fagnani nacque li 26. Settembre ; ma nella iscrizione latina 'lai Santini riportata ne' suoi Matematici Piceni si dice nato VI. Kal. De- combris cioè li 26. Novembre. 374 Storia deIjla Letteratura Ital lebranche lo accese di un amor così vivo per la Ma- tematica 5 che pochi mesi dopo il suo matrimonio vi si consacrò intieramente , a segno che talvolta dal lungo meditare sembrava quasi privo dei sensi. Mol- te produzioni uscirono dalla dotta sua penna dal Vecchietti esattamente registrate ( i ) , le quali lo ren- dettero chiaro in Italia non solo, ma oltremonti, al che contribuì poi ancora la contesa avuta con Nic- colò Bernoulli; il Sommo Pontefice Benedetto XIV. lo volle a giudice dei pareri dei tre Matematici per provvedere al pericolo della cupola Vaticana ; e nel 1745. lo dichiarò unitamente a'suoi discendenti Mar- chese di Fagnano; Panno i745- poi il Re delle Due Sicilie il creò Marchese di S. Onorio, e lo decorò delle insegne dell'Ordine Costantiniano del quale due anni appresso fu Priore nel Piceno. Chiuse il Fagna- ni i suoi giorni in età quasi ottuagenaria con se- gni non ambigui di cristiana pietà, e fu sepolto nella Chiesa dei Minori Conventuali di Sinigaglia dove la pietà filiale collocar gli fece una onorifica iscrizione. Illustrò egli ne' suoi schediasmi la teoria delle curve , propose un nuovo metodo per risol- vere le equazioni sino al 4-^ grado ed altre parti- colari, estese le sue ricerche al calcolo integrale, e ci diede la ciclometria delle quantità immaginarie, sul quale argomento versò anche il figlio di lui Con- te Gio. Francesco Fagnani Archidiacono di Siniga- glia vivente ma in età avanzata nel 1795. (2). Ol- tre ciò questi pubblicò colle stampe varie dotte Me- morie sulla integrazione di alcune equazioni diffe- renziali, sulle funzioni trascendenti, e sciolse diversi problemi di massimi e di minimi , molti dei quali (i) Bihl. Picena loc. cit (a) Vecchietti Bibl. Pio. T. IV. pag. 72, e ie§. Libro II. 37$ scritti trovansi inseriti negli atti degli Eruditi di Lipsia. LVII. Fra i discepoli dell' illustre Eustachio Man- „ '"^";,. „ 1 /-M- r, • Kampinelh ra- fredi noverasi il Padre Olivetano Ramiro Rampinelli dre Ramiro, il quale se non avesse altro merito, se non quello di aver ammaestrato Gaetana Agnesi di cui parle- remo più avanti, basterebbe questo a dargli il dirit- to di venir qui ricordato come uno che si distinse nello studio delle matematiche discipline. Nato egli in Brescia l'anno 1697. dopo di aver, direm così, saggiato varii studii, senti una particolar inclinazio- ne alla Matematica. Incontrò egli da prima grandi ostacoli a soddisfare questo suo desiderio , poiché suo Padre arrivò per sino a bruciargli tutti i libri a questa scienza relativi, ed a proibirgli ogni com- mercio con Gio. Battista Mazini Geometra Bresciano suo maestro, e con Francesco Turriceno (i) che glie lo aveva procurato, dopo che erasegli una mattina presentato il giovane Rampinelli con una gran riga ed un cerchio di ferro, ed aveva cominciato a dise- gnare sul pavimento della sua camera. Non ostante tutte queste contrarietà persistè egli nel suo divisa- mento , ed ottenne finalmente dal Padre il desidera- to permesso , laonde recatosi a Bologna ivi si dedi- cò intieramente a questa facoltà sotto il Manfredi sullodato, che dopo tre anni disse Non saper più cosa insegnargli. Comunicò in appresso col Poleni in Padova l'anno 1727., e compose due trattati uno di Trigonometria, l'altro di Meccanica, i quali se fossero stati pubblicati, avrebbero tolta a molti la gloria di varie scoperte. Entrato 1' anno 1722. fra li Monaci Olivetani istruì con assai buon esito in Bo- (i) Questi scrisse la vita del Rampinelli che trovasi fra quelle dal Fah' broni T. Vili. pag. 143. 376 Storia della Letteratura Ital. lochila i giovani Religiosi suoi Confratelli , ed ebbe fra gli altri a discepoli il Pozzi ed il Sommariva , f'iie divennero poi Professori di grido. Mentre il Se- nato Bolognese destinava al Rampinelli in quella ri- nomata Università una Cattedra, venne questi cliia- mato improvvisamente, bencliè con suo rincrescimen- to Panno 1740. a Milano, per compiere P istruzio»- ne della Agnesi, la t[uale da lui diretta toccò ben presto P apice dell' Analisi sublime che allora face- va grandi progressi. Da Milano passò il nostro Reli- gioso Professore a Pavia dove spiegò il suo valore nelP Idraulica pratica, difése dalle rovine del Pò un villaggio, e propose un nuovo metodo di ripari contro questo fiume, i quali se fossero stati pratica- ti, avrebbero forse prodotto miglior effetto di tanti altri colà adoperati. La sua somma modestia non gli permise giammai di pubblicare le proprie produzio- ni 5 e qualora si decise a dare in luce un trattato di ottica, fu colpito da un' apoplessia, die P an- no 1759. tolse dal mondo questo Religioso di inte- gerrimi costumi e di affabili e gioviali maniere (i). Lviii. LVIII. Non deve in questa storia passarsi sotto silen- Ragani Paolo _ . ,. . . . ed altri. zio una qucstiouc di aritmetica promossa in Bologna da Pier Paolo Teodoro Ragani Zani ivi maestro di questa facoltà dal Pubblico stipendiato nel 1725., percbè una tal questione esercitò molte penne , alcune delle quali assai rispettabili. Propose il Ragani agli Aritmetici no- stri un quesito anclie piuttosto semplice da scioglier- si (2); ma questi sprovveduti la maggior parte dei princi- pii dell' Algebra, sono costretti a battere vie lunghe, (i) L' ottica del Rampinelli fu poi stampata per cura del Conte Som- mariva e del Padre Scarella ai quali e^U la raccomandò. (2) Ecco il quesito. Pertiche aooo di terreno che pagano annue lire aaSo di aggravio sono state veudute ,, 36ooo. si cerca quanto dovrann» vendersi Pertiche 1400. che pagano 2100. lire di annuo aggravio? L I B R O II. 377 sempre incerte, e diverse giusta la varietà dei que- siti, mentre l'Algebra con le sue equazioni abbrac- cia una infinità di casi. Considerarono in vario aspet- to il Problema molti dei nostri Aritmetici, e il Fan- tuzzi (t) registra sino a ventitre opuscoli dal Raga- ni e da altri sopra questo argomento stampati, e non crede di averli conosciuti tutti. Ne isoli Aritmetici, ma i Matematici ancora se ne occuparono, e il Rondel- li diede una savia risposta (2), a cui però non si ac- quietò il Ragani clie morì nel 1757. e lasciò inedi- ti altri scritti sulla scienza pratica dei numeri. Più utili all'avanzamento di questa riuscirono le fatiche di Giovanni Salvemini detto poscia Gastiglioni dal Castello di Castiglione situato tra Arezzo e Cortona, in cui egli nacque il i5. di Gennajo del 1708. dal Giureconsulto Giuseppe Salvemini e da Maddalena Bracci. Per vivere a suo capriccio abbandonò da gio- vane 1' Italia e andò nella Svizzera , dove pubblicò una versione poetica latina ed italiana accreditata del Poemetto di Pope sulF uomo, mentre insegnava la Rettorica nel Collegio del Comitato di Vaud. Ec- citato poi dal bisogno e dal desiderio di gloria, si applicò seriamente alla Fisica ed alla Matematica, e fece un commento all' aritmetica universale del Newton , che egli poi publdicò in appresso, e che riuscì per ogni riguardo molto utile alla intelligenza di quell' ope- ra originale , attenendosi però egli alla via della sin- tesi da lui prefej'ita al cnlrolo. Fece in seguito l'an- no 1744- ^ Losanna una edizione più corretta che le antecedenti degli opuscoli del Newton, e a lui pure dobbiamo la pubblicazione del commercio epistolare del Lcibnitz e di Giovanni Bernoulìi, lavoro che gli (i) Srrittori Bolognesi T. VII pag. 1/(7. (a) Egli disse ,, cJie la sua soluzione non potwa rìusrir utile. „ 378 Storia della Letteratura Ital. costò grande fatica sia per disporre , sia per illustrare opportunameute le lettere di que' due grand' uomini. Assistette inoltre il Salvemini alla edizione dell' In- troductioìn Anaìysìm infinitorum di Eulero il quale ben conoscendo la perizia del Gastiglìoni, gli raccomandò il Manoscritto. Gol crescere degli anni poi fece senno rapporto alla Religione, e professò sinceramente la Cattolica; e l'anno 17.5 1. andò Professore di Filosofia e di Matematica ad Utrecht. Ivi pubblicò una disserta- zione contro Rousseau per provare la necessità della disuguaglianza fra gli uomini impugnata dal Ginevri- no; tradusse in Francese l'opera di Donato sul mare Adriatico, come pure fece alcune altre versioni. L'an- no 1764- chiamato dal gran Federico di Prussia all'Ac- cademia di Berlino, venne incaricato di istruire i gio- vani destinati alla milizia, come pure fu a lui commes- so congiuntamente all'Eulero, al Mairan ed altri la direzione dell'Accademia, negli Atti della quale inse- rì diverse Memorie di Matematica tutte degne di es- sere lette; e quantunque avesse per P addietro ama- ta la sintesi , pure si occupò in appresso del calcolo analitico, e divenne sufficientemente franco nell'A- nalisi. Per comando di Federico tradusse in France- se la vita di Apollonio Tianeo scritta da Filostrato con li commentarii di Blount sui due primi libri , nel che fare dovette faticare assai per rettificare tut- te le falsificazioni dell' Autore, e per emendare la negligenza dello stesso nel citare i fonti da cui trasse le notizie. A tutte queste sue fatiche aggiun- ger devesi la versione delle questioni accademiche di Gicerone, la confutazione del Systeme de la Na- ture di Mirabeau, e la traduzione della vita dell' Algarotti e delle rivoluzioni d' Italia del Denina . Morì il Salvemini di anni 83. lasciando più opere matematiche imperfette, dalle quali si può conosce- Libro TI. 379 re, clie egli era versato in tutti li rami di questa scienza (i). j^^^ LIX. Fra le illustri Donne Italiane che nello scor- Agnesi Maria so secolo fiorirono ^ una delle più insigni per dot- trina e pietà dir si deve Maria Gaetana Agnesi Mi- lanese figlia di D. Pietro Agnesi Mariani Regio Feu- datario di Monte Veglia, e di Donna Anna Brivia. Nel giorno 16. Maggio dell' anno 17 18. venne al mondo questa fiinciulla singolare , che dotata di prodigiosa memoria si applicò per tempo alle lin- gue Latina, Francese, e Tedesca, e in appresso an- che air Ebraica ed alla Spagnuola con tale assidui- tà , che di nove anni non compiti sotto la direzio- ne dell' Abate Gemelli compose e recitò in una pub- blica Accademia nella casa paterna tenutasi una Orazione latina stampata nel 1727. sull'argomento: Che non disconviene alle Donne lo studio delle arti liberali. Ammaestrata contemporaneamente dall' Ab. Girolamo Tagliazucchi, e dall' Avvocato Voigbt nella lingua Greca, d' anni undici non solo traducèva in latino gli Autori Greci , ma parlava quell' idioma così francamente come 1' Italiano (2) . Eccellenti Pro- fessori la diressero nello studio della Fisica, e il Pa- dre di lei aprì nella propria casa un'Accademia, in cui la figlia sostenea valorosamente le tesi filosofiche , e nell'anno 1738. diede un pubblico saggio in lin- gua latina di cui stamparonsi in seguito le proposi- zioni, al quale intervennero i personaggi più rispet- tabili di Milano. Ebbe essa il Padre Ramiro Rampi- nelli , come già si disse, per istitutore nelle Mate- matiche, e a lui andò Maria del)itrice di molto per (i) Fabbroni Vitae ec. T. XV. pag. aio. (a) Si accostumò fin da quell" età a recitar 1' Uffizio della B. Verdine Greco { V. r elogio scrittone dal Canonico Frisi pag. i5. ). 38o Storia della Letteratura Ital. la fama che gli acquistarono le istituzioni analitiche da lei stampate nel i74''3., nelle quali essa la prima sviluppò il metodo di Leibnitz; e di esse l'Accade- mia di Parigi proferi \\n giudizio cosi favorevole, che dispensar non mi posso dall' offrirlo ai Lettori qui ap- piedi tradotto (i). Aggregata venne P Agnesi all' I- stituto di Bologna , e tutti li più distinti Letterati fecero a gara neli' encomiar questo suo corso analiti- co che nel 1775. l'Ab. Bossut tradusse in Francese, e che servi di testo alle nostre scuole Italiane. Men- tre Ella componeva queste lezioni , che gli costarono dieci anni di fatica, andava consultando li Matematici suoi contemporanei più accreditati , e specialmente li due Pdccati Jacopo e Giordano ; i quali risposero al Padre Rampinelli estendendosi nell' ammirare l'in- gegno grande d eli' Agnesi , 1' esattezza del metodo , e la chiarezza della dicitura di dette Istituzioni , e ad un tempo suggerirongli la maniera di semplificare la soluzione di alcuni problemi. Frattanto il grido e la fama di cui godeva F Agnesi, andava rapidamente crescendo così , che i dotti più distinti di quella età (i) 5, Contiene quest' opera tutta 1' Analisi del Cartesio, e quasi tut- .., te le scoperte che si sono fatte sino al presente ne' calcoli differenziale ,, ed integrale, e si confessa „ esserci stato duopo di molta arte e sagaci- ., tà per ridurre come si è fatto, a' metodi quasi sempre uniformi tante di- ,5 scoperte sparse nelle opere dei Geometri moderni , e sovente esposte con -, metodi differentissimi 1' uno dair altro .... . . .., L' ordine, la chiarezza e la precisione regnano in tutte le parti di quest* 5, opera . . . Non si sono per anche vedute comparire in alcuna lingua ,, istituzioni d' Analisi che possano condurre così presto e così lontano 5, quelli ch^ Terranno penetrare nelle scienze analitiche .... e si ,, risguarda come il trattato più completo e il meglio fatto che in cotal ge- nere si abbia. ,, L'Augusta Imperatrice Maria Teresa regalò all'Autrice che gli aveva umiliata quest' opera, una scatola di cristallo di Monte ornata con brillanti contenente un superbo anello di diamanti, accompagnata da una lettera del Ministro Imperiale Conte Cfian Luca Pallavicini ( V. T elogio dell' Agnesi scritto da Frisi pog. /}5. 46- )• Libro II. 38i a vicenda la consultavano. Eustarlào Zaiiotti per mezzo del Padre Giovanni Gravina le mandò le sue osservazioni sopra alcune ecclissi del Sole perchè le esaminasse; l'Abate D. Paolo Frisi sottopose alla sua critica il manoscritto originale da lai composto De ^- gura et magnitudine telluris'^ e il Beccari, e Vincenzo Riccati ed altri si prevalsero de' suoi consiglii nelle loro dublnezze scientifiche (i). Il Sommo Pontefice Be- nedetto XIV. a cui 1' Agnesi fece presentare le sullo- date sue istituzioni analitiche, oltre di averle man- dato in dono una ricca corona di pietre preziose legate in oro, la nominò di suo moto proprio Lettri- ce onoraria di Matematica nella Università di Bolo- gna , e li Senatori di Reggenza gli spedirono il Di- ploma di Lettrice in data del 5. Ottobre 1750., che Ella però a maggior onore ricevette dal Pontefice stesso per mezzo del Cardinal Valenti (2) . Altri Principi e personaggi distinti per nascita o per sapere, volle- ro per lettera significare a questa illustre Donna i sentimenti della loro ammirazione per quest'Opera^ che giovò oltre modo ad eccitar gli Italiani, e gli Oltramontani ancora allo studio della sublime Mate- matica e in modo speciale del calcolo differenziale, ed integrale (3). Ad una profonda dottrina andava poi del pari nelP Agnesi una rara modestia ed ima singolare pietà (4) che la fece vivere celibe , ritirata dal mondo_5 e la determinò a consacrarsi negli spe- dali al soccorso della sofferente umanità, anzi pas- sò gli ultimi quindici anni di sua vita nello speda- ci ) Frisi Canonico Antonio. Elogio storico dell' Agnesi pag 35. 36. Que- sta giovane studiava e scioglieva problemi anche dormendo ( V. p. 87. ). (2) Elogio citato pag. 49- e seg. (3) Ivi pag 56 (4) Neil ultima parte del citato elogio trovasi diffusamente descritta la religiosa e santa vita condotta dall' Agnesi nella sua età avanzata al <£ual metodo di vivere aspirò sempre. 382 Storia della Letteratura Ital. le Trivulzi, assistendo agli infermi, ed ivi cessò di vivere in età d'anni 8i. Oltre le istituzioni analitiche suenunciate coniente V opera del Sig. di P Hopital sulle sezioni coniche, comento che però non vide la luce ; e dopo la morte di suo Padre si applicò que- sta rara Donna, escluso ogni altro studio, a quello dei SS. Padri , ed acquistò nelle scienze sacre tal credito , che V Arcivescovo di Milano Cardinal Poz- • zobonelli la scelse a dare il suo giudizio sopra P o- pera del Marchese Giuseppe Gorini Corio intitolata. Politica, Diritto e Ragione per ben pensare e sce- gliere il vero dal falso a que' tempi stampata , il che essa fece con tanta sagacità e moderazione, che non j^^ fu compromessa la verità ne l'Autore (i). Altri AigebrJ. LK. Quantunque non ahhia lasciato il Padre Odoar- do Gherii Domenicano Modenese nato nel 1730. che un corso di Matematica, tuttavia essendo stato egli uno dei primi ad intraprendere un tal faticoso la- voro, ho creduto dovere di qui ricordarlo. Compren- de l'opera sua tanto la Matematica elementare che la sublime, e il Professor Canterzani, P immortale La Grange , e il Marchese di Condorcet onorarono l'Au- tore con le più lusinghiere espressioni. Dopo di ave- re egli insegnato nella Università di Modena la Teo- logia dogmatica, passò a leggere Matematica in quel- la di Parma l'anno 1778., e colà dopo due anni cessò di vivere in buona età (2). Discepolo di Fran- cesco Maria Zanetti, della celebre Laura Bassi e del Padre Riccati fu Gio. Francesco Malfatti nobile di Ala di Rovereto nato nel 1701. il quale, compito che ebbe il corso de' suoi studii sotto così eccellenti pre- (i) Milesi Bianca Vita dell' Agnesi inserita fra quelle di sessanta il- lustri Italiani di Bettoni. (2) Tiraboschi BiLl. Modenese T. IL p. 398. Libro II. 383 cettori, trovò in Ferrara valido appogg:io presso il Marchese Cristino Bevilacqua, che avendo a lui con- fidata la sua Biblioteca e il suo Gabinetto Fisico , gli fece una pensione vitalizia e gli lasciò tutto l'a- gio per consecrarsi agli studii severi. Corrispose il Malfatti alle intenzioni di così egregio Mecenate, ed associatosi con 1' esimio Idraulico Teodoro Bonati fe- cero amendue prosperare in Ferrara la naturale Fi- losofia , fin che nel 1771. il Malfatti passò nella Università dal Cardinal Riminaldi colà ristauratii, e cominciò a figurare fra li Matematici di quei tempi. Li suoi tentativi per la risoluzione delle equazioni di quinto grado, sebbene non coronati dal miglior successo, dimostrano, quanto egli era valente e pro- fondo, poiché giunse per una via tutta nuova e tut- ta sua a determinare 1' equazione di 6." grado a cui si abbassa quella di 24.*^, dalla quale dipende quella di 5." a sciogliersi proposta ; mentre La Grange non determinò che il primo coefficiente di quella di 6.^ grado; e procedendo il Malfatti più oltre, accenna come da questa ultima ne derivi un'altra di io.*' grado, e da questa una terza, e così di seguito. Com- battè ancora, benché con armi disuguali, con l'illustre Prof. Paolo Ruffini , allorché questi dimostrò impossi- bile la soluzione dell'enunciato Problema; ma l'urba- nità e la saviezza disgiunta non andò dalle rispettive Memorie che negli Atti della Società Italiana delle Scienze produssero questi valorosi ingegni. Godette il Malfatti 1' amicizia dell'Ex-Gesuita Zorzi, di cui si è altrove parlato, e nel Prodromo della Enciclopedia da questo ideata inserì la soluzione di un arduo pro- blema sulla partizione dei numeri, sul quale argo- mento meditò egli altre volte e con lode tanto ma- giore , in quanto che non conoscevasi allora il cal- colo delle differenze finite, che è il più proprio per 384 Storia della Letteratura Ital. attaccare simili quesiti , e superare le difficoltà che incontransi nella loro soluzione. Contasi il Malfatti fra i primi membri della Società Italiana delle Scien- ze dal celebre Cav. Lorgna Veronese fondata, e ne arrichì gli Atti con varie interessanti Memorie oltre le sopraindicate, per le quali si fece vieppiù conosce- re acuto ragionatore e insieme tanto nella Sintesi quanto nell' Analisi profondo. La Religione da lui sempre con sincerità di cuore venerata gli infuse quel coraggio di cui ebbe duopo nelle vicende che ji nella infausta epoca della rivoluzione sostenne, e lo racconsolò con la speranza di un migliore avvenire, allorché nel 1807. dovette soccombere il dì 9. di Ottobre al comun fato (i). LXL LXI. Principe dei Matematici del secolo XVIIL vie- Luiel"^^ ^ ' ne per comune consenso riputato il Piemontese Luigi La Grange, di cui ci ha tessuto un iuugo elogio il Pa- dre D. Pietro Cessali, nel quale ha enumerate ed analizzate tutte le produzioni di questo genio sovra- no , che generalizzando le idee ed i metodi della scienza, superiore ad Eulero, e in un certo aspetto anche a Newton, lasciò un nome immortale e per le insigni scoperte che fece , e per le nuove viste che presentò in tutti i rami delle Matematiche pure ed ap- 1 plicate, le quali perciò da lui maneggiate fecero gi- ! ganteschi progressi. Quanto è facile il descrivere la semplice e pacifica sua vita , altrettanto è difficile il poter compendiare , e con cert' ordine disporre ciò che egli scrisse; io accennerò da prima in breve le epoche principali della sua mortale carriera, e poi di- rò alcuna cosa soltanto di ciò che egli operò nelle | scienze, al citato Elogio rimettendo quei Lettori che (i) Elogio di Malfatti scritto dal Prof. Venturoli ed inserito nel T. XV. della Società Italiana^ parte 1- pag. XXVI. Libro IL 385 bramosi fossero di conoscere più intimamente le pro- duzioni di La Grange. Da una onorata famiglia ori- ginaria di Parigi, ma trasportata fin dal secolo XVIL a Torino sortì egli i natali nei 1786. adì a5. Gen- naro, e suo Padre Luigi Tesoriere della guerra aveva in moglie Teresa unica figlia di un facoltoso Medico di Cambiano. La prontezza del giovine La Grange nell' apprendere le Matematicbe, determinò il Re di Sar- degna a crearlo in età di soli anni 19. Professore di artiglieria, la qual Cattedra egli abbandonò soltan- to , allorché D' Alembert lo propose in propria vece per P Accademia di Berlino al Re di Prussia ; poiché La Grange col permesso del suo Principe naturale andò colà , e vi giunse li 2. di Ottobre dell' anno 1766. avendo egli allora compito il sesto lustro poco più; ivi superati tutti li riguardi, fu costituita stan- te il suo merito singolare, come P Eulero, Direttore della Classe di Matematica. Dopo 22. anni di dimo- ra in que' paesi settentrionali passò il nostro Italiano nel 1788. a Parigi, dove restò per tutto il tempo di sua vita ammaestrando gli alunni della scuola "^Poli- tecnica , continuamente componendo dotte Memo- rie inserite negli Atti delle primarie Accademie Eu- ropee alle quali era ascritto; e qualora si creò il nuovo Istituto di Francia, egli ne fu nominato mem- bro, come pure fece parte del Senato istituito dall Imperator Francese, ebbe altre incombenze lettera- rie e scientifiche, e cessò poi di vivere nel i8i3. alli IO. di Aprile (i). L'amabile sua indole lo portò ad amare per sentimento la verità, ad aborrire le quistioni, a cercar sempre la tranquillità, ed a fug- gire 1' arroganza e gli onori; in conversazione non parlava molto, e quando il faceva , precedeva sempre (i) Elogio cit. p. lag. Tomo f. 3 5 386 Storia della Letteratura Ital. la riflessione, la modestia, ma dignitosi però e fran- chi erano i suoi discorsi ; tale ce lo dipinge in pochi tratti il suo panegirista, che sviscerò poi ed espose diffusamente quanto contengono gli scritti sublimi di quest' aquila, la quale tant' alto levò il volo a pene- trare i reconditi arcani della scienza più difficile che si conosca. LXii. LXII. Il calcolo differenziale ed integrale, la teo- ri^^rJrLa'G^r^n- ^i^ delle cquazioui, la trigonometria, l'analisi inde- s«- terminata, la meccanica nel senso più generale consi- derata, e l'astronomia, tutti questi oggetti abbrac- ciò la vasta mente del nostro Matematico , e sovra tutti scrisse Disseriazioni e Memorie nelle quali ad ogni passo si incontrano, può dirsi, utili novità o scoperte importanti. Appena egli videsi destinato ad insegnar dalla CaLteara in lui ino, comincio a pub- blicare 1 frutti delie sue meditazioni, correggendo fEu- lero con l'additare un terzo criLerio di saa invenzio- ne per scoprire il massimo ed il mimmo di una fun- zione comune a due variabilij dopo di che presentò l'integrazione di una equazione a dillerenze tinite col secondo membro variajjile, e dimostrò rigorosamente che dovevansi ammettere in analisi ed in geometria oltre le funzioni regolari e continue anche ie irrego- lari e discontinue, i^aeste dimostrazioni non poterono a meno di non offendere alcun poco l'amor proprio di D' Alembert e di Eulero che a ciò fare ripugnava- no, tuttavia ben conoscendo essi fin d'allora la pro- fondità delle viste del giovine autore, introdussero con lui carteggio scientifico, ed egli fin dal 1705. diciannovesimo dell' età sua comunicò al Geometra Tedesco la mirabile scoperta del calcolo delle varia- zioni , che sola basterebbe a renderlo immortale. Con questa die La Grange fin d' allora un luminoso sag- gio della sua maniera di contemplare la scienza cer- Libro IL 587 cando cioè sempre di generalizzarne quanto mai po- teva i prineipij , e di piantare certe equazioni ge- nerali da cui poi con le opportune applicazioni ne discendevano alcune più ristrette, e finalmente si ve- niva alle applicazioni particolari (i). Dato questo pas- so gigantesco nella carriera scieniifica La Grange non si arrestò, ed altri a questo simili se non mag- giori ne fece. Una sua Memoria sopra di una nuova specie di calcolo alla differenziazione ed integrazio- ne delle quantità variabili relativo, contiene i primi lampi della nuova metafisica delle fimzioni primitive e derivate. Trascorsero è vero parecchi anni dalPiina all' altra di queste invenzioni , ma io procuro di le- garle insieme, onde si vegga in un sol quadro ciò che il Geometra Piemontese operò relativamente a cia- scun ramo della Matematica. Egli è perciò che io ri- corderò qui un' altra di lui Memoria sulle serie ri- correnti nella quale sviluppò in una maniera più di- retta, più semplice e più generale di quello che ave- va fatto La Place, lo stesso argomento, e finalmente negli ultimi anni della sua vita pubblicò il nuovo metodo delle funzioni derivate , con il quale libera 1' analisi dall' idea dell' infinito sempre difficile da comprendersi specialmente dai giovani . Se questa nuova maniera di considerare le quantità fluenti, ri- chiede sul principio qualche maggior sforzo dell' m- telletto per afferrare la dimostrazione del teorema fondamentale, che dipende dalla teoria delle serie ri- correnti e dal metodo dei limiti degli antichi, ha poi l'incomparabile vantaggio sul metodo dei differen- (i) Il calcolo delle variazioni non assoggetta a<\ alcuna legge partico- lare i differenziali delle quantità ; mentre nel calcolo ordinario questi han- tio fra loro un vincolo ; come se per es. l'ascissa di una curva varia con una certa legge ^ 1' ordinata varia anch'essa con una legge da quella dipen- dente , il che non avviene nelle variazioni ; Eule>o poi commentò e diffu- se questo nuovo calcolo. 388 Storia della LetteratufxA Ital. ziali, (li venire dimostrato con tutto il rigor Matemati- co, e di non lasciare perciò alcuna nebbia nella men- te ; al tempo stesso poi può conservarsi il modo di scrivere compendioso clie usavasi nel calcolo diffe- renzialcj il che rende il metOvdo Lagrangiano a soli- di fondamenti appoggiato, ed eccetto alcuni pochi ca- si , ugualmente spedito che l'antico. L'analisi indeter- minata va pur debitrice a La Grange di insigni pro- gressi 5 avendo egli esposto regole nuove e generali per sciogliere gli intricati problemi indeterminati di secondo grado; e le sue ricerche sulla trigonometria sferica vide egli coronate del miglior successo, poi- ché mentre Eulero impiegava tre equazioni per ab- bracciare tutti i casi in detta trigonometria con- templati , egli riuscì a farli dipendere da una equa- zione unica. LXiri. LXIIL Queste sono le principali fatiche del nostro Lavori di La m t • • ^ • • i i Grange sulle e- Gcomctra ali aualisi intinitesunale e trascendente re- nra/il"MVtema- lativc ; ma moltc altre qui ricordarsene potrebbero , ticamuta. gg ^^^ ^j richiamasse un ramo più importante d'Ana- lisi e non meno sublime, voglio dire la teoria generale delle equazioni sulla quale sparse egli una luce straor- dinaria, e la considerò nel suo vero aspetto e più gene- rale da ninno antecedentemente preveduto. Due pro- fonde Memorie su questo argomento da lui inserite negli Atti dell'Accademia di Berlino per l'anno 1771. contengono il famoso principio delle pemiutazionl fra le radici, col quale opportunamente applicato, determinansi i gradi delle trasformate e si scuopro- no non poche utili verità ; e con questi principii si di- resse in appresso il Professor Paolo Ruffini ultima- mente rapito alle Scienze ed alla Religione, per di- mostrare il suo famoso teorema della impossibilità della soluzione generale delle equazioni generali su- periori al 4-° grado. Oltre queste considerazioni di- Libro II. 389 mostrò La Grange non pochi elegantissimi teoremi in cui sviluppa le belle proprietà delle equazioni; e specialmente determina la così detta equazione dei quadrati delle differenze, che gli giovò assai per tro- vare approssimativamente le radici delle equazioni numeriche cgu un' esattezza molto maggiore di quel- la, che già praticavasi in tale brigosa operazione. Ci diede egli ancora la teoria delle frazioni continue così utili quando fa duopo di approssimazione, e ri- cavò le radici delle equazioni per mezzo di serie re- golari astrette ad una legge generale, e dei termini generali delle quali si può determinare la forma. Dopo di aver il La Grange giovine ancora, inserito Matematica mì- nelle miscellanee di Torino alcune Memorie di acusti- '^*' ca e di meccanica analitica , molte altre di simili ar- gomenti ne presentò alle Accademie di Berlino e di Parigi, cinque delle quali ottennero il premio, e con questi materiali si accinse poi alla grand' opera del- la Meccanica analitica pubblicata per la prima vol- ta nel 1788. e ristampata con molte variazioni e giunte nel 181 1. (i). Si prefisse l'Autore a scopo prin- cipale e l' ottenne , di ridurre la teoria della mec- canica e F arte di scioglierne i Problemi dipendenti, a formole generali più delle usate, il semplice svi- luppo delle quali porga le equazioni necessarie per la risoluzione dei relativi quesiti . Allorché egli die- de al Pubblico la seconda edizione di quest' opera , sostituì al principio di D'Alembert, che considerai 5, movimenti a più corpi impressi composti di moti 5, che prenderanno , e di moti che resteranno dis- „ trutti „ 1' altro più chiaro , e fecondo di utili con- seguenze, cioè „ dell'equilibrio tra le forze ed i mo- (i) Il solo primo Tomo di questa ristampa vide la luce vivente V Au- tore . ohe lasciò manosoritto di sua mano il secondo. 390 Storia della Letteratura Ital. YÌmenti generati presi in senso contrario , „ col qual „ fondamento si riduce la scienza del mofo a quella deir equilibrio , il che però aveva pur col suo prin- cipio ottenuto il D*" Alembert. L' equazion generale, che stabilisce La Grange sull'ideata base dell' equi- librio tra le forze ed i movimenti, viene dal Padre Cessali chiamata Equazione rnirahilissiina^ Equazione immensa! Giovò assai alla sublime astronomia teori- ca questa Dinamica , e con essa ben maneggiata dal- l' illustre inventore si determinarono con metodi a- nalitici diretti le irregolarità periodiche degli astri, le così dette Equazioni degli stessi, le orbite delle Cojnete, e molti altri difficili Problemi fra i cjuali, quello del calcolo delle perturbazioni dei Pianeti cagionate dalle Comete ottenne al nostro Autore nel 1778. il doppio premio dairAccademia di Parigi pro- posto. Lungo sarei se volessi qui enumerare anche soltanto le principali Memorie da La Grange scritte, e sulla rotazione dei Pianeti problema in nuova fog- gia da lui trattato, e sulle lamine elastiche , e su gli scappamenti degli orologi, e sulle corde vibranti, e sulla teoria del suono ; basterà perciò il dire che non vi fu ramo della scienza Matematica in tutta la sua estensione considerata, che egli non conoscesse e sul quale non producesse qualche scritto interessante ( 1 ). Bello è il confronto che il Cossali istituisce tra le scoperte dell' Eulero e quelle del nostro Autore: questi, dice egli, ha sempre generalizzato le idee tlel primo , ha penetrato più oltre d' assai nella dottrina tanto dell' analisi indeterminata quanto della infini- tesimale; e può asserirsi che le scoperte dell'Eule- ro erano come tanti stimoli agli studii di La Gran- (i) Elogio cit. p. i3c. dove leggesi 1' epilogo delle principali scoperte di La Granire. Libro II. 391 gè per cercare ulteriori verità, e per scuoprire i prin- cipii generali da cui dipendono molte altre verità non che la soluzione di una serie infinita di Proble- mi (j). LXIV. Un altro Piemontese inferiore sì a La Gran- LXiv. ,. , . , . P . . . Valperga di gè, ma pero di molti talenti lornito ci si presenta CaiuKOr^biom- uelF Abate Tommaso Valperga Masino Conte di Ga-^.^j^^^J^^J^if'*- luso. Riserbandomi a parlare altrove di lui siccome assai versato nelle lingue orientali, esporrò qui bre- vemente ciò che risguarda la sua vita e le sue co- gnizioni come Geometra. Nobile Torinese nato egli nel 1737. ed allievo del Collegio Nazareno in Roma, si applicò in Malta allo studio delia Nautica, e si sentì portato alla carriera militare nella Marina, ma cambiato in appresso pensiere , si restituì alla Patria, depose le insegne cavalleresche, e si aggregò alla milizia clericale in Napoli, professando in età di 24* anni nella Religione dei Chierici secolari Filippini. L' espulsione ordinata nel 1 769. dei forestieri dalle Congregazioni Religiose di quella Città, obbligò il Valperga a riveder Torino, dove passò quasi tutto il rimanente de' suoi giorni , viaggiando però frequen- temente in varie parti d' Italia , occupato sempre nello studio delle lingue esotiche, della erudizione e delle Matematiche . Il nome acquistatosi con le sue produzioni gli procurò V onore della Presidenza all' Accademia di Torino per la classe delle scienze , di Direttore dell' Osservatorio, e la carica di Magistra- to nelle Università di quel Regno. Aggregato alla Società Italiana delle Scienze somministrò agli Atti della stessa varie ingegnose Memorie di sublime Ma- («) Il Sig. Prof. Gio. Battista Magistrmi ci ha dato anch' egli un elo- gin Hi T ajrrange assai più conciso di quello di Cessali , ma scritto con assai miglor stile , e in cui ci ha presentato un Lei quadro delle scoperte di questo Autore. ' * Sg^ Storia della Letteìiatura Ital. tematica, e fu corrispondente dell' Istituto di Fran- cia. Dotato di ottimo carattere , e cultore sempre in- defesso della Relifi:ion nostra Santissima, placidamente spirò il dì I. Aprile delF anno i8i5. e meritò solenni esequie e sepolcral monumento a lui consecrato, co- me ad uomo per la \asta e varia sua dottrina insi- gne e per le belle qualità dell' animo sommamente stimabile (i). La Società Italiana ascrisse pure al ceto de' suoi socii attuali il Padre Don Pietro Cossali Chie- rico Regolare Teatino la cui patria fu Verona dove eb- be i natali il dì 29. di Giugno dell'anno 1748. da nobi- li genitori. Fece egli li suoi studii a Padova distin- guendosi nella sacra eloquenza, eritornato nel 1780. a Verona, istituì in compagnia di più altre dotte persone una privata Accademia scientifica, nella quale discute- re si dovevano i pensamenti altrui, e tentare delle spe- rienze. Nell'anno 1785. pubblicò le sue Lettere apolo- getiche dell'analisi algebraica, le quali vennero lodate assai in Parigi alla presenza dell'Ambasciatore del Du- ca di Parma , e meritarono al Cossali la Cattedra allora vacante in quella Città di Astronomia , Meteorologia ed Idraulica (a). Diede occasione a questo opuscolo che trovasi inserito nel Giornale dei Confini d'Italia per il 1783. ed anni seguenti, l'opinione spiegata dall'Aba- te Nicolai, di cui già si disse. Professore a Padova con- traria a quella ricevuta dai Matematici, e sostenuta dal Cossali, Esser cioè impossibile il liberare dagli im~ maginarii le radici delf equazione di 3.*^ grado quandi esse sono reali. Da questo difetto direm così dell'al- gebra il Nicolai ne traeva argomento per mettere in (i) Gattinara di Breme Lodovico Arborio. Cenni storici degli studii e delle virtii di Tommaso Valper^a . Questi strinse e conservò una costante amicizia col celebre Conte Vittorio Alfieri. (a) Saggi nuovi scientifici della Ce?. Regia Accad. di Padova T. I Ctnni Biogr. p. XLIIL Libro II. SqS dubbio i principii fondamentali della scienza , ai quali egli ne sostituiva altri come più giusti ed atti perciò a risolvere la questione. Si accinse il Padre Cessali a sostenere 1' edifizio della Matematica dal Nicolai minacciato nei fondamenti, e facendo precedere l'e- same di una Equazione del D' Alembert , dalla qua- le quantunque ritenuta per vera , sembravano deri- varne alcuni paradossi, mostrò cbe il suo Avversario non Faveva applicata convenientemente, e cbe da ciò dipendeva la falsità dei nuovi principii dal Nicolai sta- biliti, i quali poi caddero da se , e si continuò a calcolare secondo F algoritmo già ricevuto da tanto tempo, e ad usare i raziocinii già conosciuti (i). Il Duca di Parma stimò assai il nostro Religioso Ma- tematico e lo incoraggiò, come meritava un uomo di così vasto sapere ; ma al sopraggiunger della rivoluzio- ne seguirono nella Università di Parma alcune va- riazioni per cui egli restò bensì varii anni in detta Città, ma poi nel i8o5. si restituì nuovamente a Ve- rona, nel 1807. ottenne la Cattedra di calcolo subli- me in Padova , e in appresso fu nominato Ispettor ono- rario d'acque strade , membro del nostro Istituto na- zionale, della Società Italiana delle Scienze, e dell' Accademia di Padova. In questa Città cessò egli di vivere il dì 20. Dicembre dell' anno i8i5. e fu onora- to con orazione funebre recitata dal Sig. Dottor Gio- vanni Farini, e con il busto erettogli dalla Città di Verona nella Chiesa di S. Anastasia, accompagnato da elegante epigrafe latina. Non poche Memorie egli diede in luce negli Atti della sullodata Società ed altrove, o stampate a parte; e fra queste ricordere- mo una bella Dissertazione ^nW equilibrio interno ed (i) Avanzini Giuseppe . Elogio del P. Cesali inserito nel T. XIX. dell) Soo. Ital. delle Scienza. Part. Matera. p. CXIV. 394 Storia della Letteratura Ital. esterno delle Macchine aereo statiche, nella quale de- termina l'espressione algebrica di tali equilibrii, ag- giungendovi alcune sottili sperienze per render più esatti alcuni rapporti non ancor conosciuti , e che entrano nelle formole di equilibrio (i). Allorché il Cav. Lorgna pubblicò le sue indagini sul calcolo in- tegrale 5 si accese una viva contesa fra lui e il Gior- nalista di Pisa, che censurò due proposizioni del Lor- gna risguardanti l' integrazione delle equazioni linea- ri a coefficienti variabili e costanti. A sostegno del Giornalista sorse il Padre Cossali, e di carattere fo- coso siccome era , vivamente si attaccò col Matema- tico Veronese, il quale però ceder dovette il campo allorché il suo Concittadino pubblicò negli anni 1786. e 1787. due Opuscoli che decisamente sciolsero il dubbio. Altro lavoro del Cossali abbiamo, cioè le Ef- femeridi astronomiche stampate a Parma dal 1791. al i8o4' 5 alle quali unì egli alcuni discorsi diretti a spiegare in maniera a tutti intelligibile i fenomeni ce- lesti ; ma l'opera più voluminosa, e che costar gli dovette somma fatica , è la Storia sulla origine tra- sporto in Italia e primi progressi in essa dell' Al- gebra. ,, L' Istituto nazionale, così F Avanzini (2), 5, d' Italia e di Francia , eh' é quanto dire i Dotti „ più celebri delle due Nazioni, per la voce dei lo- ,3 ro Segretarii la dichiararono un' opera ^ in cui ri- 5, splende per tutto il grande sapere, la vasta eru- „ dizione, la critica luminosa, il giudizio severo, a „ talché per le notizie autentiche e pellegrine, e „ tratte dall' obblivione in cui giacevano sepolte, 1' „ Autore può aspirare al vanto dei discuopritori del „ vero „ Ai pregi intrinseci di quest' opera in cui (i) Elogio cit. pag. CXV. (a) Pag. CXXXV. Libro IL 895 i Matematici Italiani fanno assai bella figura, come meritano, non corrisponde lo stile, perchè l'Autore nel comunicare le proprie idee le ravvolge in un la- birinto di parole , e contorce la dicitura in mo- do che difficile riesce in più luoghi il poter com- prendere la sua mente. Questo difetto incontrasi in quasi tutti gli scritti del Padre Gossali, ma special- mente poi nella suindicata storia, e in cjuei compo- nimenti dove egli voleva far pompa di stile, come appunto nel citato elogio di La Grange pieno di co- gnizioni scientifiche e di erudizione , ma al tempo stesso oscuro ed intralciato nella maniera con cui è scritto. LXV. In Castagneto villa giacente sotto il Castello lxv. di Bergamo trasse i natali nel iróo. adì 1^. di Mag- Lorenzo, gio il profontlo Geometra Lorenzo Mascheroni da Pao- lo e da Maria Oribelli . Nel Seminario di essa Città ricevette egli la educazione , vestì 1' abito ecclesia- stico , e giovane di circa 20. anni insegnò ivi la bel- la Letteratura ; ma giunto all' età d'anni 3o. si rivol- se alle matematiche e filosofiche discipline, e sebben privo di sussidii sia riguardo ai libri, sia riguardo ai maestri, giunse dopo due anni di intenso studio da se solo fatto, ad esser capace di insegnar la Filoso- fia, e quindi cambiò la scuola di eloquenza in quel- la della Fisica e della Matematica. L'opera sull'equi- librio delle Volte lo dimostrò ben tosto per dotto Analista, e l' ingegnoso metodo di considerar la cur- va di equilibrio non già nel sottarco , come aveva- no fatto gli antecedenti scrittori , ma bensì passan- te per li centri di gravità dei cunei componenti la Volta, fece cambiar faccia alla maniera di trattare i difficili problemi di questa specie , e di nuova lu- ce rischiarò questa parte d' architettura. Allorché il sommo Geometra Pietro Paoli Fiorentino abbandonò 3q6 Storia della Letteratura Ital. la Cattedra di geometria e d' algebra in Pavia, pas- sò l'Abate Mascheroni a quella celebre Università, e spiegò nell' ammaestramento della gioventù una somma chiarezza di idee , e una forza di raziocinio, perlocchè riuscirono a' suoi Uditori oltre modo pro- ficue le lezioni di questo nuovo Professore . Le an- notazioni da lui fatte al calcolo integrale di Eule- ro, chiamar possonsi brevi ma profonde memorie nel- le quali sviluppò varie formole, sciolse difficili que- stioni 5 e se non riuscì a toglier di mezzo certa dif- ficoltà dal D'Alembert proposta, ciò non detrae alla celebrità dell'Autor nostro, che ingenuamente con- fessando il proprio errore , diede una prova novella, che gli uomini veramente grandi cercano soltanto il vero e di esso si appagano, qualunque sacrifizio possa loro costare . Il sullodato P. Paoli pregiò assai queste annotazioni, e La Groix ne inserì molti lun- ghi squarci nella sua opera del calcolo sublime, nel che adoperare, avesse poi almeno qualche volta no- minata la fonte a cui attinse ; non potè quindi il Mascheroni, sebbene di carattere sommamente paci- fico , non risentirsene alquanto , del che fatto con- sapevole l'Algebrista Francese, nominò l' Italiano in fine dell'opera; trista sorte per l'ordinario ai nostri scrittori riservata, di vedersi per lo più con occhio di indifferenza, per non dir di sprezzo, riguardati da quelli delle altre Nazioni , i quali non mancano di profittare delle nostre fatiche, e di vestirsi delle al- trui penne. Ommetterò io qui per brevità, di anno- verare altri lavori del Mascheroni per i quali veder si possono gli Elogi a lui tessuti dai valenti Signori Cav. Ferdinando Laudi (i),e Professor Giuseppe Man- (i) Inserito nel T. XI. delle Mem. della Società Ital. dplle Scienze, Libro II. 397 gili (1)36 mi accontenterò di far alcune parole del- la sua Geometria del Compasso . In questa operetta affatto nuova, tradotta poscia anche in Francese l'il- lustre Autore insegna , come adoperando il solo com- passo, divider si possa il cerchio in quante voglion- si parti, ne applicagli eleganti risultam enti ottenu- ti alla pratica fabbricazione degli strumenti astrono- mici, e scioglie molti altri relativi problemi. Mon- tucla (2) loda questo lavoro come ingegnoso, il che vai molto in bocca di lui sempre parco encomiatore degli Italiani , e che non so se per errore o per qual altro motivo, fece nella sua Storia menzione di una Poligonometria Oltremonti stampata da stranie- ro autore, il quale quantunque ricopiasse intieramen- te il Mascheroni non si degnò nemmeno di nominar- lo (3). Se r imparzialità della storia esige queste ri- flessioni sul coQtegno tenuto da Montucla rapporto a questo lavoro di Mascheroni , la stessa mi obbliga ad avvertire i miei lettori, che il Padre Mariano Fon- tana matematico rispettabile scoprì doversi a G. B. de Benedetti vivente nel secolo XVI. , molti de me- todi pubblicati come nuovi dal Mascheroni nella suc- citata sua Geometria del Compasso (4), il che però, se neir opinione di molti scemar potesse la gloria di quest' ultimo , si può a sua difesa far riflettere esse- re assai probabile, che non avesse egli cognizione dell' opera del Benedetti, perchè antica, essendo sta- (i) Stampato nel 1812. e recitato nella grand' Aula della Università di Pavia. (a) Stor della Matem. T. III. pag 16. e seg. (3) Elogio citato del Landi pag. XLVI Avvertasi che il Sig. Cavalier Landi dice semplicemente che Montucla è stato tratto in errore; io ho messa 1 alternativa o per errore o per qual' altro motioo. Dichiaro però che qua- lunque volta mi costasse che Montucla sicuramente fosse stato semplicemen- te tratto in errore , toglierci questa alternativa. (4) Biografia univ. T. XXI. pag. 3as. 398 Storia della Letteratura Ital. ta pubblicata nel i553. a Venezia, e perciò da po- clii conosciuta. Sembra che fra le Matematiche e la Poesia esista poco o niun legame, pure vidersi in Mascheroni queste due facoltà mirabilmente congiunte. Pochi parti della sua penna poetica egli ci lasciò, ma tali che bastano a farcelo conoscere per un eccellente Poeta. Un sermo- ne di lui sulla falsa eloquenza del pulpito dal Dottor Mazzoleni pubblicato, ci presenta un vero modello di poesia didascalica, che unisce felicemente l'istruzione al diletto; e V Invito di Dafni Orobiano a Lesbia Cido- nia in cui descrive con tutta la grazia dell'arte il Ga- binetto della Università di Pavia, ci fa desiderare che il nostro Matematico avesse dato frutti maggiori del- la sua vena poetica . Tale è la maestria con cui egli maneggiò questo argomento che decider non puos- si, se sia in lui maggiore la profondità di cognizioni fìsiche , oppure la facoltà di verseggiare eccellente- mente, e il Pindemonti fa un quadro di questo poe- metto, che ben mostra quanto egli buon conoscitore al certo in tale materia, lo stimi. Riusci fatale al no- stro Matematico la commissione avuta di recarsi a Parigi qual membro della Deputazione per determi- nare li nuovi pesi e misure , poiché rovesciatasi nel- r anno 1799. la nascente Repubblica Cisalpina, e in- terrottasi perciò la comunicazione tra noi e la Fran- cia, restò il Mascheroni privo dei dovuti assegni, e andò debitore agli impegni del Collega La Grange che lo stimava assai ;, di essere provveduto di una Catte- dra di Fisica e di Matematica in un Collegio parti- colare, onde supplire alla ristrettezza à cui erasi ri- dotto anche per la generosità, con la quale soccor- reva gli Italiani esuli dalla patria. Ma poco si potè reggere in questo nuovo impiego, perchè i guai sof- ferti, i timori dell' avvenire, e li patemi d'animo Libro II. 399 gli fecero contrarre una ostinata malattia di petto, elio lo condusse al sepolcro il dì 14. Luglio dell'an- no 1800. in Parigi. Quattro individui dell'Istituto di Francia per disposizione di esso Corpo Scientifico, cioè la Place, Delambre, Prony e La Grange unitamente a molti Italiani accompagnarono alla tomba il cadavere di Mascheroni, e il Rettore del suddetto Collegio lo onorò con breve ma eloquente funebre elogio (i). LXVI. Il Chiar. Sig. Marchese Ferdinando Laudi Lxvi. ha pubblicato nel Tomo XIX. delle Memorie della ba«tianot Società Italiana delle Scienze 1' elogio dell' illustre Cav. Sebastiano Canterzani Bolognese , e da questo io trarrò le notizie di un così insigne Soggetto. Figlio di Giuseppe Aritmetico di grido in Bologna, e di Barbara Pertucci, nacque egli il 2,5. di Agosto 1734.5 e dopo di aver fatto i primi studii alle scuo- le dei Gesuiti si applicò alla Filosofia sotto Ercole Corsini rinomato Professore, e rapidamente avanzando nella carriera scientifica occupò nell'anno 1760, ven- tesimo sesto dell' età sua , una Cattedra di Matema- tica nella patria Università . Ma in più luminoso tea- tro ebbe ben presto campo di mostrarsi il giovine Canterzani , poiché allorquando il celebre Francesco Maria Zanotti Segretario del Bolognese Istituto ne divenne per la morte del Beccari Presidente, propo- se ai Senatori per Segretario il Canterzani, e quan- tunque essi desiderassero che il nuovo Presidente continuasse a stendere con l'aurea sua penna i Com- mentarii dell' Istituto stesso, pure ben volentie- ri piegaronsi alle insinuazioni di un tant' uomo, ed elessero a nuovo Segretario il nostro Matematico. Né si ingannò il Zanotti nella proposizione fatta; poi- ché se leggansi i Commentarii nei due ultimi Tomi (i) Mangili nel fine del citato elogio. 4oo Storia della Letteratura Ital. di questa Accademia contenuti e dal Canterzani ste- si in lingua latina, vedrassi die gareggiar possono- e forse per alcuni riguardi superar quelli dell' illu- stre suo antecessore (i). Alcuni interessanti opuscoli sopra varie proposizioni di Fisica e di Meccanica di- mostrate rigorosamente col metodo sintetico di cui si occupò il Canterzani con successo , sono i primi frutti de' suoi studii , e corrisposero essi al fine pro- postosi, poiché vi si ammira in tutti la chiarezza e il rigor geometrico. Varii argomenti di Analisi subli- me in appresso egli trattò, ed aveva ideato una grand' opera sulla teoria delle equazioni, ma questa restò imperfetta, e pubblicò soltanto alcune utili Memorie su gli immaginarli , sul caso irreducibile, di cui dimo- strò la necessità , e sul così detto ritorno delle se- rie; come pure scrisse alcune Memorie inserite per la maggior parte negli Atti della Società Italiana del- le Scienze di cui era Socio, sul calcolo integrale, sui massimi e minimi, e specialm.ente estese il me- todo dell' Eulero sull' integrazione delle Equazioni lineari di second' ordine a quelle congeneri di un ordine qualunque (2). Sebbene non si dedicasse il Canterzani particolarmente all' astronomia , però la conosceva assai , ed allorché tutti gli Astronomi Eu- ropei si misero in moto per osservare il passaggio di Venere nel 1761., il Canterzani osservò il fenomeno in compagnia degli altri Astronomi Bolognesi nella patria specola ; e raffrontando poi le fatte osserva- zioni trasse una grafica rappresentazione del passag- gio di quest'astro sul disco solare, la quale giustificò 1' esattezza con cui i varii osservatori avevano ope- rato; e quantunque il Pingrè Astronomo Francese (i) Elogio cit. pag. CXLIIL (a) Elogio cit. pag. GLI. Libro IL 401 di vaglia da prima sospettasse errore nelle osserva- zioni della specola Bolognese , in appresso le rico- nobbe giuste , al che forse lo determinò ancora una lettera del Canterzani in cui discute profondamente ìa controversia, e difende gli Astronomi suoi coope- ratori (i). A più Accademie ascritto il Professor Can- terzani e fra queste a quella di Cassel , godette la stima dei Dotti suoi contemporanei, ebbe in Bologna commissioni onorificbe , e 1' Università di Napoli il desiderò , ma vinse in lui la gratitudine della Pa- tria , come dice il Sig. Marchese Laudi , il quale ci forma un bel quadro del carattere morale e religio- so del Matematico Bolognese. All'epoca infausta del- l' invasione Francese , anziché prestarsi al voluto giu- ramento civico a cui ripugnava la sua coscienza, amò meglio di perdere il frutto de' suoi lunghi su- dori e videsi spogliato di tutte le cariche ed onori j ma allorquando gli uomini volsero a più miti consi- gli , riacquistò le perdute Cattedre, ed anzi nominato venne membro pensionario del nuovo Istituto Italiano, nò mancarongli le distinzioni delle insegne onorifiche che il Governo Francese ed Italiano allora distri- buiva ai Dotti di prima sfera; e nel 18 17. fu fatto Presidente dell' Istituto Pontificio ristabilito. Finché ei visse , quantunque in età piucchè avanzata (2), non intralasciò mai di compor Memorie di Matema- tica sublime, e di occuparsi dei calcoli e di Religio- ne; ed allorché mancò ai vivi ottenne il comune compianto , e le ben meritate lodi di uomo insigne per la dottrina e per le virtù civili e religiose che in tutta la sua vita esercitò. LXVII. L' Italia perdette un medico insigne , uno ^ ^^^p' r _ sor P«»lo, (i) Elegie cit. pag. CLV. (a) Morì à' anni 8i. alli ig. di Msuf^o dell' anno iSig.. Tomo I. 26 4oa Storia della Letteratura Ital. dei più celebri Matematici e profondi Metafisici clie possedesse , nella persona del Professore Paolo RufiEì- m Rettore della Regia Università di Modena, Presi- dente della Società Italiana delle Scienze , ed ascrit- to a molte Accademie. Basilio Ruffini Reg£;iano Dot- tore in medicina, e Maria Francesca Ippoliti Roma- na, conjugi d'intemerati costumi, furono li suoi ge- nitori, dai quali nacque addì a 3. Settembre dell'an- no 1765. in Valentano Ducato di Castro, Diocesi di Montefiascone , dove il padre esercitava la pro- fessione di medico. Ricondottasi la famiglia in Lom- bardia mentre, Paolo era ancor fanciullo, dopo di aver egli appreso i primi rudimenti in Reggio, ven- ne a Modena, dove passò quasi tutta l'operosa ma troppo breve sua vita. Neil' età d' anni tre circa fu attaccato da una grave malattia , dalla quale si rieb- be , è vero , ma perdette affatto la reminiscenza del- le cose passate , e si temeva che non potesse più at- tendere allo studio; la sua attività però e la sua penetrazione ripararono presto all'accaduta disgrazia. Congiunto ad una ardente brama di istruirsi fu sem- pr • in lui un amor singolare per la Religione nostra santìssima , e può dirsi senza timor di errare, che egli divideva tutto il suo tempo fra 1' orazione e lo studio. Liizìato nella via del sacerdozio ma forse te- mendo di non poter conseguire la perfezione richie- sta dalla santità dello stato religioso , non procede oltre, e si applicò alla Matematica , alla Medici- iia, e Chirurgia, nelle quali ultime facoltà, dopo di aver sostenuto con molto plauso il solito esame in cui venne acclamato, gli fu conferita l'anno 1788. a dì q. Giugno la laurea nella nostra Università. Quan- tunque la medicina fosse quella professione alla quale egli specialmente si consacrò , pure attese con pari ardore alle Matematiche, nelle quali gli fu scor- Libro IL 4^3 ta 1' illustre Professore Paolo Gassiani, nome caro qiiant' altri mai alla patria nostra e per il saper emi- nente che lo distinse , e per F aureo carattere del- l' animo. I progressi che sotto così eccellente mae- stro fece il Ruffini tali furono, che venne da quel- lo giudicato ben presto capace di essere suo sostitu- to nella cattedra di sublime analisi, e poscia di suc- cedergli nella medesima , come seguì nell'anno 1788. alli i5. di Ottobre. A questa incombenza si aggiun- se tre anni appresso, cioè nel 1791. quella di Pro- fessore di elementi di Matematica; e mentre soddisfa- ceva a queste due scuole, applicava contemporanea- mente con tutta r assiduità e premura alla pratica medica, nel quale esercizio acquistò dopo non molti anni un credito grande a segno, che dovette molte volte ricusare d'intraprendere nuove cure, perchè sebbene fosse egli economo al sommo del tempo , non avrebbe potuto compiere a tanti impegni con quello zelo che era tutto suo proprio. Giunta 1' epoca infausta della rivoluzione, fu no- minato sul cader del 1797. a sedere nel Gonsiglio dei Juniori del Gorpo Legislativo , carica da suoi studii troppo disparata , e per la difficoltà dei tempi assai brigosa, specialmente per chi nutriva principii ben di- versi da quelli che allora da molti professavansi. Es- sendogli, però non senza fatica, riuscito di sottrarsi a questo scabroso impegno, fu nel successivo anno chia- mato come pubblica funzionario a prestare il giura- mento civico; ma avendo egli pubblicamente, e con animo costante ricusato di compiere un tale atto che avrebbe turbata la sua coscienza, soffrì in pace la perdita delle due cattedre , le quali però furongli nell' anno 1 799. col ritorno delle armi Austriache , re- stituite, e continuò a coprirle fin tanto che nel j8o6. destinato venne dal Governo Italiano a Pro- 4o4 Storia della Letteratura Ital. fessore di Matematica applicata nella scuola mili- tare di Modena (i). Né aspettò allora il suddetto Governo a dargli attestati dell' alta stima in cui lo teneva, poiché sino dal 1802,. cliiamollo con lettera molto onorifica a Pavia, per insegnare in quella ri- nomata Università la introduzione al calcolo subli- me ; ma i vincoli che lo legavano a Modena sua se- conda patria , può dirsi , lo determinarono a restare fra noi, e nel 1804. P Imperator Francese Re d'I- talia lo nominò Cavaliere della Legion d'onore. Teoria delle E- Primo SUO lavoro clic vidc la luce nel 1708., fu quazioni del Ruf- . 7777 n ii- fini. la Teoria generale aeile equazioni, nella quale dimo- strò impossibile la soluzione delle equazioni alge- braiche generali di grado superiori al 4-^ L' esten- sione dei raziocinii da lui. istituiti sulle tracce dell' immortale La Grange per la dimostrazione di un teo- rema così interessante, fece sin d'allora conoscere, quale fosse la profondità dei talenti del Professor Rufiini, qual catena di idee era contemporaneamen- te schierata davanti alla sua vasta mente , e lo ca- ratterizzò per uno dei più eccellenti Matematici del secolo. Non abbandonò poi egli mai questo bel ra- mo di analisi, e giunse a dare un'altra dimostrazio- ne dello stesso teorema molto più semplice della pri- ma, e chiara in modo che intender si può ancora da quelli, che non conoscono a fondo il metodo del- le permutazioni di La Grange, su cui, come sopra un perno , si aggira tutta la serie del discorso ne- cessario a questo oggetto (2). Molti poi sono gli scrit- (i) Quantunque egli avesse fino allora insegnato la Matematica subli- me, pure si prestò di buon grado a cambiare la cattedra suddetta in quella di Matematica applicata , tale e tanta era la cognizion sua della scienza con- siderata in tvitta la estensione. (2) In seguito di alcune riflessioni fatte dal Signor Conte Pietro Abati sopra la dimostrazione suddetta inserita nella teoria delle equazioni^ il Pro- Libro IL 4o5 ti sopra questo ed altri argomenti di Matematica pu- ra da lui pubblicati, dei quali si può vedere il ca- talogo in fine delle Notizie sulla sua vita da me pub- blicate in Modena nel 1824. LXVIIL Allorcliè la pace generale ricondusse, la lviii, .^. . , • j. • T^ T ^-4. ^ • r> • • • Continuazione Dio merce, la quiete m Italia , e restituì 1 rrincipi di quanto riguar- Austriaco-Estensi all' antica loro sede , V ottimo no- Jp^^.^ dèrproti stro Sovrano Francesco IV. conobbe i meriti del Pro- «^r Huffini, fessor Rnffini, lo onorò della sua confidenza, lo no- minò Rettore della Reale Università di Modena ri- stabilita nell'antico lustro, e gli conferì le cattedre di clinica, medica, medicina pratica, e di matematica applicata. Questi onori, e queste distinzioni però non esaltarono in conto alcuno l'animo suo, che anzi vie- più umile si mostrò , e questa virtù in alto grado sempre esercitò. Tutte le suddette occupazioni con- giunte ad un tenor di vita troppo attiva, perchè con- tinuamente, impiegata o al letto degli ammalati , o nello studio, o nella lettura di libri di ecclesiastica scienza, nella quale era pur molto versato, o nell'o- razione , tutto ciò concorse a indebolire la sua co- stituzione 5 e li suoi parenti ed amici restavano ma- ravigliati, come potesse specialmente negli ultimi an- ni reggere al péso di tali fatiche di corpo e di spi- rito. Frattanto essendo compito il sessennio della pre- sidenza alla Società Italiana delle Scienze dell'illu- stre cavaliere Antonio Gagnoli, che poi mancò poco fessor Ruffinì stampò una Memoria nel tomo X. degli Atti della Società Ita- liana, con la quale rettificò alcuni punti della prima dimostrazione, e la rese più semplice. Nel i8i3. poi pubblicò a parte un opuscolo col titolo Ri- flessioni intorno alla soluzione dell'; equazioni algebraiche generali ; e in questo semplificò maggiormente, e rese più facile l'intelligenza del suindi- cato teorema^ specialmente confrontando i varii metodi delle soluzioni del- le equazioni del 3." e 4-" grado con quello , che sarebbe pur forza di se- guirsi da chi accinger si volesse alla soluzione delle equazioni di grado «u- periore, qualunque via egli batter volesse. 4o6 Storia della Letteratura Ital. dopo ai vivi, fu dai chiarissimi Socii scelto a novel-' lo Presidente con grande maggiorità di voti il no-, stro Ruffinij il quale ha pure il merito singolare di essere riuscito nel conservare a €|uesto Corpo scien- titico frammezzo le vicende del cambiamento del Go- verno la sua esistenza, e quella fama a cui le pre- mure e l'attività del Gagnoli innalzato lo avevano. Pieno siccome era, il nostro Ruffini di zelo per la istruzione dei discepoli, che frequentavano le scuole a lui affidate, allorché infierì in Modena la malattia contagiosa del tifo, l'assistenza singolare che prestò ad alcuni degli infermi di tal male trasportati nella sala della Glinica, gli fece contrarre la malattia da cui attaccato nel 1818. si ridusse agli estremi, ma pur ne campò. Egli è difficile il descrivere adequa- tamente la commozione risvegliatasi per questa ri- guardata, direi quasi, come pubblica disgrazia, in ogni ordine di persone , e l' interessamento partico- lare dai Sovrani, e dagli altri Principi della Real Casa in questa circostanza dimostrato. Sembrerà for-^ se a taluno strano ciocche io qui ho detto; ma buon testimonio mi siano i miei concittadini, se io ho esa- gerato il fatto. Dopo così grave infermità riprese egli la consueta regola di vita ; e quantunque fosse pu- i*e neir estate dell' anno seguente soggetto ad una pleuritide, che si presentò con sintomi minacciosi ma che fu pur vinta , nuli' ostante soddisfece egli negli ultimi quattro anni del viver suo a tutti gli assunti impegni con la stessa attività, e con quella precisione propria di lui solo , sebbene i replicati colpi sostenuti indebolita assai ne avessero la non per se troppo robusta complessione. Oltre le diverse Memorie pubblicate , come si dis- se, fra quelle della Società Italiana , una pur ne in- serì sul]' argomento sempre a lui gradito della solu- Libro II. 407 zione delle equazioni negli Atti dell' Istituto Nazio- nale Italiano, di cui all' epoca della sua fondazio- ne fu eletto il Ruffini membro pensionano, e per due volte conseguì il premio della sullodata Società: la prima per uno scritto intitolato Soluzione delle equazioni algebraiche determinate particolari di gra- do superiore al 4.^, che venne giudicato il più uti- le fra quelli di Matematica stampati nel nouo volu- me impresso nel 1802. La determinazione poi delle radici nelle equazioni numericlie di qualunque gra- do, argomento proposto al concorso aperto dalla So- cietà nel i8o3. 5 fu quello su cui versò egli, e col- se la corona proposta; perlocchè la relativa Memo- ria è a parte stampata fra le premiate da questa Accademia. La Scuola militare eretta in Modena aveva, come già dissi, scelto a Professor di Matematica applicata il Professore Ruffini , il quale possedendo nella in- tiera estension sua la dottrina del calcolo , ed avez- zo già da molti anni ad istruire con esito felice la gioventù , ben conosceva quali vie tener doveansi per dirigere il loro insegnamento, quali erano le mate- rie più necessarie su cui versar doveasi , e con qual ordine distribuir queste era duopo per ottenere il maggior profitto degli alunni. E siccome sono molte le scoperte che a nostri dì hanno arricchita la Ma- tematica, così vedeva egli la necessità di riformare in non poche parti i corsi ordinarii di elementi, che collocar devonsi fra le mani di coloro i quali ai più sublimi arcani della scienza si incamminano; assun- se perciò 1' incombenza di stendere un'Algebra ele- mentare per gli aspiranti alla scuola suddetta , e negli anni 1807. e 1808. uscì questo suo lavoro in due vo- lumi diviso, nel primo dei quali si espongono le nozio- ni algebriche sino alla risoluzione delle Equazioni 4o8 Storia della Letteratura Ital, di 4«^ grado, e nel secondo l'Autore applica il cal- colo alla Geometria, dà la teoria delle serie, e l'altra delle quantità logaritmiche. L'ordine che regna in que- sti elementi, e il rigore nella esposizione dei prin- cipii fondamentali e nella dimostrazione dei rispetti- vi teoremi, rendono quest'opera oltre modo prege- vole , ed i giovani che con questa scorta cominciano i loro studii , se dotati siano di sufficiente talento , possono direi quasi , da se soli avanzarsi nel cammino, perchè il Professor Ruffini ha procurato di non om- mettere (come di ordinario si pratica nei libri di cal- colo ) molte idee intermedie , avvertenza che giova non poco a rendere intelligibile qualunque anche più ardua teoria. Ma un' altra proprietà di questo libro che dallo srudente valutar non poco si deve, è quella , che il Professor nostro giusta il metodo di Clairaut ha procurato di rendere per quanto puossi ameno questo studio, offrendo esempii moltiplici, dai quali si deduce la necessità delle operazioni algebrai- che, e mescolando la soluzione dei problemi ai precetti, si addestra l' ingegno giovanile alla ricerca della ve- rità, e si avvezza per tempo a quello spirito di dot- ta curiosità, che risveglia il desiderio più vivo di imparare , ed apre la via alle invenzioni di cui tan- to si compiace V uomo. La fecondità poi dell' inge- gno del nostro Autore non gli permise di limitarsi a esporre in questo corso elementare le cose già no- te, di ordinarle meglio di quanto erasi fino allora praticato , e di insegnarle con metodi più chiari e più esatti j ma volle egli arricchirlo di alcune nuove scoperte; e tali furono un metodo generale per estrar- re le radici numeriche di qualunque grado, che sem- plificato dall' Autore in una sua posteriore Memoriaj^ (i) riesce in pratica più sicuro e spedito degli ante- (i) Ir!.?prita nel T. XYL pai t. l, delle Mem. della Soc. Ital. Libro II. 4<^9 cedenti , ai quali li Algebristi lo hanno già sostituito ; la determinazione di alcune proprietà dei numeri, che non erano agli aritmetici note , colle quali si agevola in molti casi la loro divisione , la soluzione delle equazioni indeterminate di primo grado aven- ti più di due incognite , renduta più facile nella pratica, e finalmente alcuni spedienti per eseguire con minor fatica diverse operazioni algebraiche. Se a tutto ciò si unisca P interesse grande che risve- gliano gli eleganti e quasi tatti non comuni proble- mi dall' Autore scelti a bella posta onde render meno arida la materia, ognuno comprenderà quanto pre- gevoli siano questi elementi. Né meno di questi riesce a parer mio vantaggiosa per avviare i giovani nello studio della sublime ana- lisi V Applicazione delV algebra alla Geometria pub- blicata dal Professor Ruffini V anno seguente alla stampa delli indicati elementi. Tutto ciò che su que- sto soggetto saper debbono gli alunni vi è ordinata- mente disposto, ed ogni nozione è rigorosamente ap- poggiata alle antecedenti ; vi sono esaminati tutti i varii accidenti dei pro])lemi geometrici che l'Autore propone a esercizio degli studiosi , e specialmente vi è dimostrato 1' uso delle radici varie d' un' Equazio- ne di grado al primo superiore nella costruzione dei problemi , al che da pochi Algebristi erasi per 1' ad- dietro posto mente 5 facendo così il Ruffini vieppiù conoscere la bella proprietà dell' analisi , di al^brac- ciare, cioè molte volte in una sola formola casi da noi non contemplati, poiché succede talora, che mentre essa ci offre la soluzione del quesito geometrico pro- postoci^ contemporaneamente ci somministra i mez- zi per scioglierne qualche altro da quello ben diver- so. La teoria delle serie algebraiche è trattata con molta estensione , perchè alla pratica dell' arte mili- 4io Storia della Letteratura Ital. tare necessaria, e pochi sono i corsi elementari, in cui rinvengansi sciolti quei problemi che il Profes- sor Ruffini con molta eleganza e facilità insieme ri- solve , dopo «li aver colle notizie opportune sulle se- rie gettati i fondamenti a ciò necessarii ; e fra le di- verse proprietà di esse merita speciale attenzione tut- to ciò che riguarda le serie continuate, le così det" te interpolate , e le belle applicazioni che il Ruffini ne deduce. Lxrx. LXIX. A^firreirato , siccome egli era , a diversi Gor- Altre opere del . . . "- • t h i- r» i l*rofess or Ruffini. pi Scientifici Italiani, diresse a quello di Religion Cat- tolica in Roma di cui faceva parte , l' importante o- puscolo nel quale matematicamente dimostrò V im- materialità deir anima umana; e vi unì la confuta- zione del sistema metafìsico di Erasmo Darwin. Ac- colse con molta clemenza il Sommo Pontefice l'im- mortale Pio VII. la dedica a lui umiliata dal Profes- sor Ruffini dell'opera, e ne rimunerò l'Autore con medaglia d'oro da Breve onorevolissimo accompagnata. Una nuova prova della stima che di lui facevano i nostri Principi, ricevette egli allorché la Reale Sovrana Maria Beatrice Vittoria lo scelse a suo Me- dico, perlocchè ^si vide da sempre più forti obbliga- zioni stretto alla Real Gasa, e da non lievi cure vieppiù occupato. Mentre però con universale sod- disfazione compiva il Professor Ruffini a quanto esi- geva la sua professione di Medico , 1' ammaestra- mento pubblico in diverse facoltà , il reggimento del- la Modenese Università, e insieme i doveri di chi alla cristiana perfezione ardentemente aspira con ogni scrupolo esercitava , non ommetteva di continua- re ad arricchire le scienze con nuovi e laboriosissi- mi scritti. Fra li più importanti annoverar si debbo- no i due opuscoli sulla classificazione delle curve algebraiche a semplice curvatjira, stampati uel tomo L 1 B R O II. 4ll XVIII. della Società suddetta, ai quali doveva suc- cederne un terzo ; ma la morte privò la Matematica del compimento di un' opera, in cui V Autore chia- mando ad esame quanto su questo argomento scris- sero Eulero e Cramer, avrebbe, rettificando le loro idee e correggendo alcuni sbagli di quei sommi uo- mini, perfezionato uno dei rami più astrusi di su- blime analisi. Ultima sua fatica furono le Riflessioni critiche sopra il saggio filosofico intorno alle proba- bilità del Signor conte La Place . Molto favorevol- mente accolse il pubblico questo lavoro del nostro Autore, clie in esso stringe il Francese geometra con le armi della ragion più convincente, e ne mette in chiaro gli errori, mostrandosi sempre profondo me- tafisico e ragionatore , qualità che a parer mio spic- cano principalmente in tutte le sue produzioni. Pochi mesi dopo ch'egli ebbe pubblicato questa con- futazione, fu assalito da una febbre, che nei primi gior- ni presentò il carattere di una pneumonite la qua- le fu vinta; ma li rispettabili Medici curanti non si mostravano mai tranquilli, perchè i polsi dell' infer- mo erano sempre oltre modo deboli ed oscillanti. L'esito infatti verificò purtroppo i giusti timori con- cepiti da essi e dall'ammalato, che dopo di aver com- battuto per diciotto giorni continui col male, ora svenendo sino a far temere di mancar sul momento, ora risorgendo da questi abbattimenti, e porgendo ai desolati parenti , agli amici , ed alla città tutta spe- ranze lusinghiere di superare anche questa burrasca, dovè alla perfine sull' entrar del giorno i o. di Mag- gio dell'anno 1822. soccombere alla violenza del mor- bo, e morì nel bacio del Signore. La sua malattia fu una continua edificazione, perchè sempre rassegnato ai supremi divini voleri non uscì mai dal suo labbro importuno lamento: quantunque gravemente oppre?- 4ia Storia della Letteratura Ital. so non cessò di assistere sino all' ultimo giorno di sua vita al divino sacrifizio , che nella privata cappella di casa si offriva, e più volte accolse nel suo seno Gesù sacramentato che fu il suo conforto , e la sua guida in questo sempre tremendo passo, anche per quelli che la . via della giustizia e della verità calcarono. Se Modena fu afflitta air annunzio della malattia di quest' uo- mo per sapere e per virtù eminente, la sua perdita quantunque temuta, riuscì gravissima ad ogni ordine di persone, ed in modo speciale ai poveri da lui in ogni tempo con insigni carità soccorsi, e nelle loro infermità amorosamente assistiti, e hen sovente di medicine forniti. Decorosi furono i suoi funerali , a cui intervennero con tutta la formalità i Signori Professori , e gli Scolari della Regia Università , e per Sovrano grazioso Chirografo il chiarissimo de- funto ebbe tomba nella Chiesa di S. Maria Pompo- sa parrocchiale di S. Michele in Modena , dove ri- posano le ceneri del Sigonio, del Torti, e del Mu- ratori. Nel giorno 17. Maggio poi gli fu celebrata nella Chiesa di S. Carlo per disposizione di S. E. il Signor Marchese Luigi Rangoni Ministro di pubbli- ca istruzione, approvata da S. A, R. una solenne messa di requie, a cui assistette la prefata E. S. e il Corpo dei Signori Professori ; dopo la quale il Sig. D. Giuseppe Baraldi Professore di etica speciale, e Bibliotecario Reale recitò una eloquentissima ed in- sieme affettuosa orazione funebre , che poi vide la pubblica luce. Nello stesso dì gli studenti del Con- vitto Legale della Mirandola assistettero colà ad una simile funzione, nella quale il Chiar. Signor Avvo- cato Professore Marc -Antonio Parenti Direttore del Convitto celebrò le lodi del defunto. La Società Italiana delle Scienze , a cui presiedet- te per anni cinque e più, inserì nelle sue Memorie L I B R o IL 4i3 r elogio del Professor Ruffini che già recitò il Sig. Dottore Giuseppe Bianchi Professore di Astronomia in questa Univessità al ricorrere dell'annua solenni- tà della inaugurazione dell'anno scolastico iSaa. al i8a3., e diversi Modenesi dai più vivi sentimenti di riconoscenza verso tant'uomo animati , e delle Scien- ze e lettere proteggitori , erigere gli fanno un nobi- le sepolcrale monumento che ai posteri ne ricordi le virtù e la dottrina. Ahbencìiè la semplice narrazione delle principali azioni di così distinto personaggio bastar potesse ad offrire una giusta idea dell' aureo di lui carattere , ciò nulla meno siami permesso prima di toglier la penna da questo argomento , di presentare in suc- cinto quadro le doti singolari che lo adornavano. De- dicatosi egli fin da fanciullo alla soda e vera pietà e allo studio più intenso , fra gli esercizj di Religio- ne ed i libri divideva il Ruffini tutto il suo tempo, e anche da giovinetto pochi divertimenti e sollievi a se stesso accordò, ed allorché gli altri suoi coetanei si ricreavano, egli se la passava coi libri. Esercitò le virtù ma con lo spirito del Cristiano 5 e la cari- tà verso il prossimo fu in lui singolare, così che in- signi erano le limosine che spargeva , se voglia spe- cialmente considerarsi che limitati erano i suoi mez- zi, ma la Provvidenza verificò in lui il detto del Vangelo. Con ugual premura medicava i ricchi ed i poveri, i quali molto volentieri il desideravano, per- chè oltre la cura amorevole apprestava loro soven- te e medicina e denari. E a questa carità corporale univa pure la spirituale, cosicché mai non si sen- tì dal suo labbro proferir accento che qualche azio- jie men che onesta del suo prossimo ricordasse, e coloro che lo praticavano, ben sovente accorgevansi che sommo dispiacere recavagli F udire anche la più 4i4 Storia della Letteratura Ital. leggiera mormorazione. Se talora fra suoi compagni di studio alcuno dalla retta via del pensare e dell' operare traviò, egli cercò di rimetterlo sul buon sen- tiero, le più accorte e dolci maniere usando, e vi riuscì. La prudenza la più occulata regolò sempre le azioni di lui , e portato , suo malgrado in mezzo agli affari, seppe con onore e con buon esito delle ope- razioni a lui affidate regolarsi. Esimia fu la sua umil- tà , e sentiva tanto bassamente di se stesso , che an- che allor quando dovuto avrebbe e potuto farsi co- noscere per quel che egli era, amò meglio il non prodursi e si nascose agli occhi del Pubblico. Ta- lento profondo ma non il più pronto ebbe il Pro- fessor RufEni , perlocchè meditar doveva qualche po- co , onde apprendere ed afferrar bene le idee e svi- luppar le loro relazioni; ma quando la sua mente comprese le aveva , la forza di memoria di cui era dotato e la chiarezza con cui scolpite le aveva, ri- tener facevagli a fondo quanto studiava e all'uo- po facilmente sovvenivasi di ciò che occorrevagli. Sommo ordine dava ai suoi pensieri ed era acuta la sua metafisica, per cui in tutta l'ampiezza loro analiz- zava le questioni , le considerava in ogni aspetto e ne ritraeva così per la via più spedita la soluzione. Se- guendo sempre le tracce dei primi Geometri quali furono Eulero e LaGrange, cercò ognora nelle sue opere di generalizzar i metodi e di estenderli _, pro- curando ad un tempo le più vantaggiose applicazio- ni alla pratica. D' indole pacifico per natura, ed al- levato alla scuola della virtù fuggì le gare lettera- rie, ed allorché rispose al Malfatti (i), con tal mo- derazione e con termini così sommessi ed urbani lo fece che bastano a caratterizzarlo j e in altra simile (i) Notizie citate pag. a2. L I B R o II. 41 5 circostanza a me ben nt)ta, quantunque con modi men che civili fosse trattato da ehi per superiorità di dottrina con lui certamente poter non veniva a confronto, tuttavia per amor della pace cedette il campo air avversario, il quale se avesse avuto a con- tendere con altro Letterato dal Ruffini diverso , a- vrebbe forse dovuto pentirsi del suo contegno. LXX. In Lucca nacque verso l'anno 1781. Giro- Lxx. 1-,,-,. ., . .,^ 1. ..,-■... Saladini Canoi amo Paladini che pnmeggio tra li nostri più distinti nico Girolamo. Matematici coltivando l'analisi pura e 1' applicata ; ^;;^^^|°''' ^^^-" così sicuro poi e severo giudizio ei possedeva, che venne di comune consenso non poche volte consul- tato nelle più intricate questioni, e trascelto fu altre- sì qual giudice a comporre le controversie che an- che nella scienza esatta insorgono. Pubblicò egli nel 1775. mentre era Professor d' analisi in Bologna, il suo compendio d' analisi finita ed infinitesimale che fu adottato per testo nelle scuole, e diede alla luce più Memorie ed opuscoli in cui trattò le controver- sie matematiche le quali allora agitavansi, ed occu- possi a rischiarare alcuni punti parziali della scien- za, e per questo motivo forse non ebbe egli campo di attendere ad opere grandiose, che gli avrebbero pro- curato maggior fama. Membro dell' Istituto naziona- le Italiano, e di altre rinomate Accademie, vidersi in lui a somma dottrina congiunte le morali e cristia- ne virtù al suo grado di Sacerdote e Canonico più convenienti e per le quali tutti lo amavano; laonde rincrebbe la sua perdita quantunque avvenuta men- tre egli contava più di 80, anni nel i8i3. al i. di Giugno (i). Fra i pochi Scrittori di artiglieria fioriti nel seco- lo XVIII. si distinse il Commendator Vittorio Ales- (i) Memorie dell' Imp. I^egio Istituto T. III. Milano 1826. pag. 74. 4i6 Storia della Letteratura Ital. Sandro Papacino De Antoni, il qual ultimo cognome è quel della madre, e con questo più comunemente venne chiamato. Il Chiaris. Sig. Conte Prospero Bal- bo che ne scrisse una beila vita (i), fa saperci che il De Antoni cominciò nell'anno 1731. diciottesimo dell' età sua la carriera militare, e rapidamente avan- zandosi ottenne nel i745- il grado di Capitano di artiglieria, ed eseguì importanti commissioni milita- ri, specialmente all' occasione della pace generale segnata nel 1749- Il Modenese Tagliazucchi istruì il De Antoni nelle Matematiche, e il Sig. Balbo con- gettura che il trattato di fortificazione opera smar- rita del Tagliazucchi, fosse composto a questo ogget- ' to (2). Allorquando poi T Abate NoUet Francese ven- ne a Torino per insegnar la Fisica al Duca di Sa- voia, il De Antoni che conosceva qualche poco que- sta scienza , intervenne alle sperienze che facevan- si nel Convento di S. Francesco di Paola, dove si fissò in appresso un laboratorio chimico metallurgi- co ; enei 1750. venne egli scelto con alcuni altri dotti artiglieri a conferire sopra la proporzione de' metalli da fondersi per la fabbricazione delle armi, e sopra altri simili argomenti ; nel che fare si acqui- stò ben presto merito tale che nel 1755. ebbe il po- sto di Direttore delle scuole teoriche col grado di Maggiore. Allora egli vide la necessità di formare un corso di libri elementari adattati alla scuola degli arti- glieri , e vi si accinse coadiuvato però da alcuni altri ufficiali del genio , e specialmente dall' intimo ami- co suo il Tignola. Si pubblicò in varj anni questo corso nel quale tutte le parti che riguardano la Ma- (i) Questa vita è inserita nelle Mem. dell' Accad. di Torino per gli anni Repub. XIL XIII. Classe di Letteratura e lesile arti Torino i8c5, pag. 283. (2) Vita cit. psg-. 288. Nota. L I B 11 o IL 417 tematica applicata usciron dalla penna del De Anto- ni, e il terzo libro AeW Architettura militare stam- pato nel 1759. venne ristampato in Francese come opera originale; l'altro libro intitolato V Esame del- la polvere pubblicato sei anni appresso fu tradot- to in varie lingue, e il Tempelhof nella sua ope- ra il Bombardiere Prussiano ne fa elogi singolari; come anche praticò il Marchese di S. Auban allor- ché tradusse in Francese l'altro libro del De Anto- ni, che ha per titolo V Uso delle armi da fuoco. Le istituzioni fisico-meccaniche poi e V Artiglieria prati- ca servirono di norma agli artiglieri francesi per de- cidere varii dispareri fra essi insorti sopra argomenti della scienza, e si tradussero ben tosto in quella lingua. La Corte di Spagna nell'anno 1776. doman- dò i libri dell' architettura militare non anche pub- blicati, e r altr' opera sull' uso delle armi da fuoco con un supplemento all' esame della polvere fu tra- dotta anche in lingua Inglese ; in somma tal credito si procurò l'Autore con questi trattati, che venne- ro essi scelti per testo delle lezioni delle scuole di artiglieria in quasi tutta 1' Europa. Il Ghiar. Signor Conte Balbo ci presenta nella vita del Commendator De Antoni una storia concisa sì ma erudita di quan- to si operò in Piemonte dai tempi più remoti fin verso la metà del secolo passato, per far progredire la scienza della fortificazione e dell' artiglieria, e quindi ci mostra quanto giovarono gli studii e le scoperte del sullodato Commendatore a migliorare di molto la teoria e la pratica di questo ramo di Ma- tematica mista (i). Il Sovrano del Piemonte valutando i meriti perso- nali e letterarii del De Antoni, lo scelse nel 1 763. per (i) Citata vita dalla pag. 3oo. alla 33o. Tomo I, a 7 4i8 Storta della Letteratura Ital. istruire nelle scienze militari il Duca del Ciablese al quale vi si aggiunse in appresso il Principe del Piemon- te ed altri della Reale Famigliale con questa opportu- nità ebbe mezzo viaggiando con que' giovani Prin- cipi il loro istruttore, di visitare tutte le posizioni mili- tari delle montuose Provincie di quel Regno , e di conoscerne la mineralogia, delle quali cose tenne esatto registro. Versato a fondo ancbe nella patria storia raccolse Le notizie per guerreggiare in Lom- bardia con riflessioni militari e politiche sopra la guerra del 1733. e vi aggiunse il racconto della guer- ra a questa posteriore , ma tali scritti unitamente a varii altri rimasero inediti. Non mancò in qualun- que tempo il Principe e la patria di premiare il me- rito e la dottrina del nostro Matematico, il quale esercitò sempre con fervor vero i doveri della Reli- gione, gli esercizii di una sincera pietà, e mostros- si splendidamente caritatevole verso i poveri ; cosi- chè allor quando nel 1786. mancò egli di vita alli 7. di Dicembre, lasciò per ogni titolo lungo deside- rio di se ai suoi Concittadini, non meno che ai Dot- ti suoi amici e contemporanei. Fontana Padre jl Padre Mariano Fontana Barnabita, di Gasalmag- giore morto d anni 6a. a Milano nel 1808. pubblico nel 1790. a Pavia, dove era Professore un corso di Dinamica in tre volumi che ebbe credito e che ser- viva per testo alle pubbliche lezioni. Aggregato egli a varie Accademie ed alF Istituto nazionale Italiano inserì negli Atti di esso una confutazione del Trat- tato analitico della resistenza dei solidi ec. dell' Inge- gnere Girard, ed alcune osservazioni sulP aritmetica di Francesco Maurolico che il P. Fontana dimostrò aver nelP algebra introdotto , allorché viveva nel se- colo XVI. 5 invece delle cifre segni pili generali e le lettere dell' alfabeto^ e quindi non aver lo Storico del- Libro II. 419 ' le Matematiche parlato abbastanza difFusamente dei meriti di questo ingegno Messinese. Rivendicò egli pure air antico Matematico G. B. De Benedetti molti dei metodi come nuovi pubblicati dal Mascheroni nella sua Geometria del Compasso, i quali trovansi esposti in un' opera del primo stampata a Venezia nel i553. da Bartolommeo Cesano (i). Si dilettò poi il Padre Fontana delle belle arti, ed erasi formata una preziosa biblioteca, e possedeva un gran numero di cartoni di grandi pittori, le maniere dei quali ei co- nosceva a fondo così che gli artisti lo consultavano nelle loro dubbiezze , e fissava le loro incertezze con buone ragioni, anche perchè conosceva a fondo la storia dell' arte e 1' anatomia (2). Il celebre Medico Leopoldo Marc-Antonio Calda- Caldani Petro.- ni ebbe un fratello per nome Petronio ^ che si occu- "'*'" pò con frutto sotto la direzione del Padre Riccati nelle discipline matematiche le quali insegnò con grido nella Università di Bologna sua patria, dopo di che passò a Roma Segretario di ambasciata per il Senato di quella Città presso la Santa Sede ; ed otte- nuta in seguito una onorata giubilazione cessò di vive- re pieno di meriti nel 1808,, contando egli allora 75. anni di età. Allorché D'Alembert lesse una Me- moria del Caldani sulla proporzione fra il diametro e la circonferenza del cerchio stampata nel 1782., lo onorò col titolo di Primo geometra ed algebrista d' Italia. Altri scritti risguardanti alcuni punti del- la scienza da lui coltivata egli pubblicò , ed inseri non pochi articoli dal 1788. al 1787. nell' Antolo- gia Romana j e mentre attendeva a questi severi (i) Biog Univ. T. XXI. pag. Saa. Veggasi in questa storia l'articolo di Mascheroni poco sopra. (2) Ivi pag. 3a3. 42 0 Storia della Letteratura Ital. studii non fu straniero alle Muse , poiché hannosi alle stampe le sue rime in morte della poetessa Ar- cade Ruffina Battoni Romana nelle quali mostrossi elegante imitatore del Petrarca, e la versione dell' inno di S. Pietro assai lodata dallo Stay (i). Canovai Padre Fircnzc cbbc nel Padre Stanislao Canovai delle scuole pie di cui parleremo anche in altro luogo, un eccellente Professore di Matematica e di Fisica, il quale per lungo tempo fece nel Convento di San Giovannino di detta Città dei buoni allievi nelle scienze naturali. A lui devesi la traduzione Italiana delle Lezioni elementari di Matematica di La, Caille rivedute da Marie , ed alle quali egli unitamente al suo discepolo e compagno Padre Gaetano Del Ric- co fece non poche giunte, e queste lezioni furono altrove adottate per testo nelle scuole, cosi che se ne videro replicate edizioni, come seguì ancora degli elementi di Fisica matematica dai suddetti Religiosi compilati e pubblicati nel 1788. Non meno utili alle scuole Italiane dir si devono le tavole logaritmiche di Gardiner per opera dei medesimi uscite nel 1783. a Firenze , si percliè più copiose di quelle di Toal- do, e sì ancora perchè corredate di una chiara istru- zione pei giovani che majieggiar le devono (2). lxxl LXXI. Le Nazioni oltramontane col fondare am- Astronomia. ., -i-z-v •• ipii- pn e ricchi Osservatorii, e col tabbricare istrumen- ti ingegnosi e molto esatti, e colle opere di insigni Astronomi tanto pratici che teorici, hanno è vero, ' nel secolo scorso portato ad un eminente grado di I perfezione l'Astronomia, ma non hanno mancato in questa stessa epoca i nostri Italiani di promuovere j pur essi questa bella parte di Matematica applicata. (i) BiogT. univ. T. IX. pag. 85. (2) Biogr. univ. T. IX. pag. 3oi. 3o2. L I B R O II. 421 contribuendo così non poco a darle nuova vita , e se contansi fra gli stranieri negli ultimi periodi del secolo Astronomi sommi , noi potremo additarne lo- ro nel suo principio alcuni che avuto riguardo ai tempi in cui vissero , non furono meno di quelli ec- cellenti se li non superarono, ed anche al presente alcuni pur ne contiamo che levaron di se alto grido . -, MI •(••in 1 ^ ' EianrViini Fran- Un nome illustre nei tasti della nostra letteratu-cespo.Oompendio ra lasciò Francesco Bianchini Veronese Filologo, As- '^^"**"* '*'''• tronomo ed Antiquario , e che in ordine di tempo registrar devesi fra i primi che nelP epoca di cui trattiamo , si dedicassero alla astronomia, giacche vis- se in gran parte nel secolo XVII. , ma siccome il Gav. Tirahoschi non ne ha fatto parola nella sua Storia , così è duopo che io partitamente ne ragioni, il che mi riescirà con la scorta di Monsignor Fahbroni age- vole (i). L'anno 1662. vide nascere in Verona nel dì i3. Dicembre questo insigne Soggetto da Gaspa- re Bianchini e da Teresa Vecchietti nobile Bergama- sca. Educato nel Gollegio di S. Luigi a Bologna dove studiò anche le belle arti, passò nel i6(So. a Pado- va , e colà per sua buona ventura ebbe comune F abitazione col Matematico Geminiano Montanari Mo- denese , il quale conosciutane F indole felice e lo squisito talento, gli si affezionò come ad un figlio, e gli procurò F amicizia del Coreri uomo dotto e nelF Antiquaria molto istruito ; e allorché morì il Montanari, lasciò al Bianchini tutti li suoi strumen- ti matematici. Grato questi alle premure a lui da così illustre Filosofo dimostrate, ne scrisse la vi- ta e ne compì F opera Su gli effetti dei Vortici . Istruito così nella Filosofia tutta , nella Botanica ed anche in Teologia, passò a Roma dove ebbe a suo (i) Vitae Ital. T. VI. p. 284. 422, Storia della Letteratura Ital. protettore il Cardinal Oitoboni che lo nominò Pre- fetto della sua Biblioteca, ed in quella Città si ap- plicò con non molto fervore alla Giurisprudenza, e con assiduità alla Fisica ed alla Matematica, per mo- do che ascritto alla Accademia di Giovanni Giampi- ni, fece in essa ammirar la sna dottrina, e il Padre Mabillon che lo udì, molto onorevolmente di lui par- lò e scrisse. Dopo di avere il nostro giovane rivedu- ta la patria, dove fece risorgere l'Accademia degli Aletofìli^ si restituì a Roma invitatovi dal Ciampini, e la promozione al Supremo Pontificato del suo Me- cenate l'Ottoboni, gli procurò molti vantaggi , men- tre presso i Romani gli accrebbe la stima il veder- lo ogni giorno chiamato dal nuovo Pontefice per se- co trattenersi in eruditi discorsi. Né a questi onori si limitarono le Sovrane beneficenze , poiché oltre la nomina di camerier secreto di S. Santità gli venne conferito un Canonicato nella Basilica Liberiana, e provò altri copiosi effetti della Pontificia liberalità. Per ordine di questo Papa intraprese il Bianchini un viaggio in varie parti d'Europa, ed allorché giun- se a Parigi, ricevette da que' Principi dimostrazioni non equivoche di stima, come pure dai dotti Fran- cesi e specialmente dai PP. Maurini, ma più d'ogni altra cosa il consolò 1' essere ascritto all' Accademia di Parigi , Visitò in seguito V Alsazia , 1' Olanda e l'Inghilterra, strinse amicizia col New^ton, col Mar- lene, col Papebrochio e col Clero , e nel 1713. ri- tornò a Roma dove riprese li suoi studii . Amante siccome era il Bianchini delle antichità, osservar vol- le attentamente gli avanzi del Palazzo dei Cesari , sul quale scrisse un' opera di cui daremo conto al- trove , e per una caduta fatta in questa visita ed esa- me si ruppe una coscia perlocché restò zoppo. Umile ^anto mai., egli non ambì gli onori né li cercò, ma Libro II. 4a3 se ne rendette meritevole. Lo studio dell'astronomia sempre il portava a pensare alla vita futura 5 perloc- chè si mostrò osservantissimo degli ecclesiastici do- veri del suo ministero, procurò col suo esempio e con le sue ammonizioni di ricondurre al buon sentiero quelli che se ne allontanavano, e ci lasciò un aureo libretto sul modo di eseguir bene i doveri del Pon- tificato , libretto che dir puossi il risultamento dei consigliip che a lui chiedeva il S. Pontefice Clemen- te XI. (1). Zelante dell'amor patrio scrisse la vita del Cardinale Arrigo Noris, e procurò a lui ed al Pan- vinio monumenti e statue in Verona loro patria, al Capitolo della quale lasciò il nostro Canonico in le- gato la massima parte de' suoi libri, ed i più scelti monumenti di cristiane antichità. Per questo dono singolare gli si eresse con pubblico decreto nella Cat- tedrale Veronese un magnifico mausoleo con iscri- zione, e io stesso onore ben meritamente gli tribu- tarono i Capitoli di Verona e della Basilica Liberia- na, allorché nel 1729. la Religione e le buone let- tere perderono in lui un così utile coltivatore. LXXIÌ. Riserbandomi a dar conto a suo luogo del- LXXii. 1 T • T • -11 TT 1--T1 Op''>'«' e lavori le opere di stona e di antiquaria del mancmni, deb- astronc mici dei bo ora considerarlo semplicemente come astronomo insigne. Le prime prove che diede della sua abili- tà in questa scienza le abbiamo nelle osservazioni da lui fatte e comunicate alla Regina Cristina di Sve- zia suir orbita di una cometa che egli scuoprì , ed in una dissertazione in cui provò la necessità del- la Matematica nelle scienze naturali. Nominato poi dal S. Pontefice membro della Congregazione inca- (i) La sua umiltà non gli permise di ascendere al grado di Sacerdote, ma si restò a quello di Diacono ; godette 1' amicizia di alcuni Principi e fra questi dejjli Stuardi. 4a4 Storia della Letteratura Ital. ricata 3ella correzione del Calendario Romano, pub- blicò il suo lavoro sul Problema Pasquale , in cui propose un metodo affatto nuovo per regolare il Ci- clo delle Pasque, e dopo di aver consultato il Cassi- ni sul periodo da lui ideato e dementino denomina- to, formò un Ciclo ottogrammo. Quantunque molti Matematici ed Astronomi convenissero allora che il Calendario Gregoriano aveva bisogno di riforma, tut- tavia questa non seguì, né furono abbracciate le idee del Bianchini, ma prevalse, al dir di Eustachio Man- fredi, F opinione dei Gesuiti , e fra questi del Cla- vio che sostenne il Ciclo Gregoriano (i). Molta lode poi meritò il Bianchini per avere con Tajuto del Maraldi fatto costruire nella chiesa di S. Maria de- gli Angeli una meridiana in bronzo lunga piedi 7 5. Parigini, il cui gnomone era alto piedi 62.. |^ , sul- la quale erano incastrati i segni del Zodiaco in mar- mo a varii colori elegantemente dipinti. Una fine- stra praticata in vicinanza del gnomone per le os- servazioni astronomiche rendeva più pregevole e real- mente vantaggiosa questa piccola specola, di cui deter- minò la posizione rap])orto al polo, l'altezza del quale trovò di gradi \o.^ 54.' 27." per quel luogo; e ciò egli fece con una elisse polare da lui inventata (2). Mol- te osservazioni astronomiche egli istituì con tale ac- curatezza che sembrava eccessiva ai più diligenti ; e queste egli comunicò al Manfredi , al Mazzavacca e al Maraldi che gradi assaissimo quelle sul quarto sa- tellite di Giove, dalle quali sembrogli di poter con- cludere che abbia pur questo Pianeta le sue mac- clùe; molte di tali osservazioni ne inserirono nei lo- (i) Fabbroni nel citato Elogio. (a) Questa meridiana fu poi renduta quasi inutile dai Monaci della C•rt^saper avere alzato il pavimento sul quale era disegnata e condotta. Libro IL /^.nS ro Atti gli Eruditi di Lipsia, P Accademia di Parigi, e il Wiston nelle sue prelezioni astronomiche. Il sullodato Manfredi clie ne pubblicò le più scelte in libro a parte, giudicava che le osservazioni del Bian- chini potessero stare a confronto di quelle di Bra- dley, perlocchè il nostro Italiano era riputato il pri- mo Astronomo d' Italia. E se la morte non lo avesse immaturamente rapito, aveva già cominciata la gran- de operazione della misura di due archi del Meri- diano da lui ideata , e che da Boscovick e Meyer fu- rono poi misurati , nel che fare giovaron loro assai le fatiche di lui . I fenomeni del Pianeta Venere di cui egli il primo scuopri le macchie, dal Cassini e dal De la Hire sospettate soltanto, somministrarono al Bianchini argomento per un libro dal Manfredi chiamato immortale , in cui riscontransi invenzioni così pregevoli che regger possono al confronto di quelle di Galileo , Ugenio e Cassini. LXXIII. Contemporaneo al Bianchini visse il cele- lxxiii. bre Astronomo Giacomo Filippo Maraldi Nizzardo na-^/p^i^j^^^'^'^*' to il I. Settembre dell'anno i665. in Perinaldo pic- colo Castello della Contea di Nizza. Li suoi genito- ri Francesco e Catterina Cassini sorella dell' illustre Gio. Domenico cedettero alle dimande di questo il figlio, che perciò in età di 2,2. anni andò a Parigi, e sotto la scorta dell' ottimo zio fece tali progressi nell' astronomia, che egli non lo considerò più come discepolo, ma qual compagno nella osservazione degli astri, e il Chiar. Sig. Barone di Zach dice (i) che Cas- sini e Maraldi chiamati vennero in Francia per intro- durvi, come fecero, la buona astronomia. Molti im- portanti lavori contansi del Maraldi a prò della scien- (i) Corresponclence Astronomiq^ue Mai i8iq. p. 4 '!••• 4.2.6 Storia della Letteratura Ital. za, e per dir dei principali soltanto , si accinse egli a rifondere in compagnia dello zio le tavole astrono- miche 5 le quali dopo l' invenzione dei nuovi stru- menti e le scoperte del Newton non erano più ser- vibili; osservò tutto Fanno 17 14. Saturno, e confer- mò mirabilmente la teoria delF Ugenio , come pure riformò le tavole Kepleriane di detto Pìane;ta e quel- le dei satelliti di Giove. L'Accademia di Parigi a cui presentò queste sue fatiche nelle ultime delle cpiali lo ajutò Gio. Domenico Maraldi suo nipote, ebbe mo- tivo di ammirare i talenti del nostro Astronomo, che risvegliò poi la meraviglia, allorché comunicò a quel rispettabile corpo scientifico una singoiar sua osser- vazione; cioè che le Ecclissi dei satelliti non hanno uguale durata, quantunque la distanza dei nodi sia la stessa. Tale assiduità adoprò il Maraldi nell' osser- vare , specialmente per formare come fece , il catalogo delle stelle fisse, che ne patì la sua salute ; fornito di ottimo carattere comunicava facilmente altrui i risultamenti delle sue operazioni, e il Manfredi , Be- lile, e Brukero se ne approfittarono per formare le effemeridi, ed ebbero campo di conoscere qual fos- se l'estensione delle sue cognizioni, così che molti lo chiamavano VAbitator Celeste. Finalmente si occupò egli per più anni sotto la direzione di Gian Domenico Cassini sopranominato nel tracciare la linea meridia- na che da Parigi va ai Pirenei, finito il qual lavoro rivide nel 1701. l'Italia^ dove promosse l'astrono- mia, perchè dovunque trovò astronomi , li diresse sul metodo di ben osservare ed aprì loro la strada. Ab- biamo già di sopra veduto quanto a lui dovesse il Bianchini per l'opera prestatagli nel segnare la me- ridiana della chiesa degli Angeli in Roma; e un' al- tra pure ne costruirono essi nelle Terme di Diocle- ziano 5 perlocchè il Maraldi ottenne dal Pontefice Libro II. 42'? generose rimunerazioni. Si applicò egli inoltre con frutto alla Fisica, e studiò a fondo la storia delle api di cui descrisse i mirahili lavori, ed inserì pa- recchie dotte Memorie fisiche ed astronomiche fra quelle dell'Accademia di Parigi. Osservò sempre con ogni premura i doveri della Religione, sfuggì le con- tese , e facilmente comunicò altrui, come si disse, le proprie scoperte ed i risultamenti delle sue lettera- rie fatiche; tenne sempre cura amorosa del vecchio e cieco suo zio Cassini, e ne pianse amaramente la morte, che poi colpì anche lui nel dì i. Dicembre del 172,9. mentre era occupato a far collocare un qua- drante murale (i). LXXIV. Coltivò con assiduità straordinaria P astro- lxxiv. Tt/r • • TTi- 1 Marinoni Ja- nomia pratica Jacopo Marinoni Udinese nato nel copo ed aitii a- 1676. e mancato ai vivi nel 1755. A Vienna si fé- ^*'^""°'^'" ce egli conoscere al Conte Anguisciola professor di Matematica a cui era stato raccomandato , e si ac- quistò credito tale che nel 171 8. fra molti concor- renti ottenne la direzione dell' Accademia di Geo- metria e di Fortificazione colà eretta per li ]>^obi- li della Provincia; e Plmperator Carlo VI. lo onorò del titolo di Matematico Cesareo, gli affidò Pistru- zione dei Paggi di Corte, e lo fece nel 1719. suc- cedere all' Anguisciola. L' Icnografia va a lui debi- trice di molti bei lavori; nelle varie onorevoli com- missioni matematiche avute per P Italia dalla Corte Imperiale sempre si distinse , e la Real Giunta Mila- nese volle che le mappe del nuovo censimento si levassero giusta il metodo dal Marinoni proposto . Invogliatosi poi egli dell'Astronomia, eresse con Paju- to della munificenza Imperiale su di un bastione del- la Città di Vienna una specola, la corredò di istru- (j) FabLroni Yitae ec. T. Vili. pag. 295. e s^j. 428 Storia della Letteratura Ital. nienti sotto la sua direzione lavorati, ed ivi esegui le sue osservazioni astronomiche in varie raccolte scientifiche pubblicate. Non men generosa verso di lui si mostrò l'Augusta Maria Teresa, che gli au- mentò di mille Fiorini la pensione , e lo impiegò nella riforma delle pubbliche scuole; il che facen- do, essa degnamente premiò un soggetto per sape- re, per candidezza di costumi, e per sincerità di cuore veramente meritevole di ogni distinzione , e che volle alla magnanima benefattrice mostrar grati- tudine , lasciandola erede de' suoi scritti e de*" suoi istrumenti astronomici. Varie furono le sue produ- zioni che gli meritarono la stima dei Dotti, perloc- chè venne aggregato alle più ragguardevoli Accade- mie d' Europa ; ed oltre le citate osservazioni astro- nomiche diede egli in luce le lettere di Keplero e de' suoi corrispondenti , non che l' Icnografia che è la più importante fra le sue opere (i). Per disposi- zione della suUodata Imperatrice li manoscritti del Marinoni che eran molti, passarono in mano del Ge- suita Padre Franz affinchè li pubblicasse ^ il che non è a mia notizia se sia o no seguito. Non molti sono gli Italiani che nel secolo XVIII. si applicaron di proposito alla Geografia, la quale consi- derar puossi come un ramo dell'astronomia; fra quelli però che in ciò si distinsero , merita singolarmente di essere annoverato Antonio Chiusole Roveretano figlio di Antonio e di Paola Zanini , che il partorì nella terra di Villa di Lagano il 18. Ottobre dell' anno 1679. Mandato di i3. anni dal Padre a studiare in Salisburgo, fece tali progressi nelle scienze, che ap- pena terminato il corso de' suoi studii ebbe 1' inca- rico di leggere pubblicamente Matematica nella det- (i) Zaccaria Stov. Lett. d'Italia T- XIV. paj. 214. Libro II. 429 ta Città, il che fece per un anno solo, distrattone dal suo amore per viaggiare, e dai servigi che so- stenne presso diversi illustri Personaggi che deside- ravano di averlo seco, irai quali contasi il Principe Ercolani, che egli accompagnò in qualità di Maggior- domo alla Repubblica di Venezia, dove questi si portò Ambasciatore per Tlmperator Carlo VI. Ritornato do- po questo viaggio il Chiusole alla patria pubblicò per la prima volta il suo Trattato di Geografia, il quale ri- scosse dal Pubblico molti applausi, e gli conciliò quel credito che ognuno sa, del che una prova chiara ne sono le ristampe per ben quattro volte ripetute. Stabilitosi poi dopo alcuni altri viaggi di nuovo in patria, ivi attese a pubblicare le altre sue opere e ad istruire la gioventù nella Matematica e in varie lin- gue che possedeva. Era egli ascritto all'Accade- mia degli Accesi di Trento, e a quella degli Agiati di Roveredo, la quale pianse la sua morte avvenuta li i3. Marzo del (755. mentre egli ne avea 76. d'età, e quella del Marchese MafFei con numero copioso di leggiadri componimenti (i). Sebbene il Padre Orazio Borgondio Bresciano della Compagnia di Gesù si se- gnalasse in altre facoltà, pure si dilettò molto di astro- nomia, insegnò con onore nel Collegio Romano le Matematiche per trent' anni circa , i Giornalisti di Trevoux riferirono le esatte di lui osservazioni astro- nomiche , e r Accademia di Parigi lodò V operetta dallo stesso inviatale sul sistema Cartesiano (2). LXXV. Bologna gode il vanto di aver forse sovra ogni Lxxv. altra Città d'Italia fatto avanzare nello scorso secolo glirio Francesco, studii filosofici e in modo particolare l'astronomia. Il primo di cui debbo far qui parola, è un giovine che nel (1) Zaccaria Stor. Lettor, d' Italia. T. XIV. p. 33i. fs) Mazzucchelli Scrittori ec. T. II. parte ili. pag. 1770 43o Storia della Letteratura Ital. breve giro di trent'anni operò tante cose a vantaggio delle scienze naturali , cosicché sembrerebbero diffici- li a credersi, se non ne avessimo dai contemporanei ri- cevute le più sicure notizie (i). Vittorio Francesco Stancari figlio di Domenico e di Gatterina Gorni , nato in Bologna il dì 29. Luglio dell'anno 1678. stu- diò Filosofia alla scuola del celebre Professore Lelio Trionfetti , e godette 1' intrinseca amicizia dei Man- fredi, nomi chiarissimi nei fasti scientifici delF Italia nostra. Dotato lo Stancari di acuto ingegno si consa- crò alle Matematiche pure ed applicate , nelle quali fece rapidi progressi con la scorta di Eustachio Man- fredi e dell' illustre Dottor Guglielmini. A questi lo Stancari cominciò a porgere ajuto nelle osservazioni astronomiche, al quale oggetto si formò da se stes- so alcuni strumenti in legno ben divisi, e costruì dei Telescopii e varie lenti ; con tali mezzi ajuta- to dai sullodati Manfredi determinò le distanze di molte stelle, eseguendo anclie in casa propria le os- servazioni. Prestò inoltre il nostro Vittorio la sua as- sistenza alla fabbrica della Specola del Marsili, nella quale fece copiose osservazioni astronomiche , e spe- cialmente quelle della Gometa apparsa nel 1707. al- li 25. di Novembre, F altra della congiunzione di Venere col Sole , e a rendere più utili questi studii intraprese un commercio letterario con gli Astrono- mi più accreditati. Oltre l'Astronomia si occupò egli con indefessa assiduità nell' Analisi e nella Fisica, e allorquando Gabriello Manfredi cominciò il primo a diffondere fra noi il gusto dell'Analisi infinitesimale, vi si dedicò pur lo Stancari in compagnia di Giu- seppe Verzaglia Cesenate, ed applicando il nuovo (i) Fabbroni Vitae ec- T. V. pag. il 5. noi quale fu inserita la vita llcllo Stancali scritta da Eustachio Manfredi. Libro II. 4^1 calcolo alla soluzione de' problemi meccanici negli Atti di Lipsia proposti , gli riuscì di ottenere la so- luzione di quello della curva Brachistocrona ossia del- la più celere discesa. Scuoprì inoltre non pochi teo- remi sulle forze e le velocità dei coi-pi , ed illustrò altre parti della meccanica, ma il ritardo da lui frap- posto a pubblicare le sue scoperte, lo defraudò di quelle lodi che altri più di lui solleciti ottennero . Compagni nello studio della Storia naturale oltre il Manfredi egli ebbe il Beccari , il Ghedini , e lo Sviz- zero Scheuehzero andato a Bologna per disporre il Museo del Marsili, e che alloggiò in casa del no- stro giovane Naturalista, il quale raccolse molte os- servazioni sulle argille e sui testacei dell'Agro Bo- lognese , ma non ne tenne quel conto che merita- vano. Laureatosi egli nell' anno 26. di sua età, ven- ne di unanime consentimento eletto Segretario del- l' Accademia Filosofica in propria casa istituita dal Dottor Giacomo Sandri, e presieduta dal Morgagni che alle sottigliezze peripatetiche sostituì 1' ottimo m<'todo di sperimentare. Molte fisiche osservazioni fecr; il Segretario Stancari sotto la direzione del qua- le fiorì questa Accademia da cui poi nacque V Isti- tuii», e le quali possonsi riscontrare nella citata vi- ta; io mi limiterò qui per brevità a ricordare il suo metodo di cost'iiire i termometri che incontrò le critiche di Nugiiet, ma l'Autore Italiano seppe va- lorosamente difendersi, e l'Accademia di Parigi con r approvazione data a questa difesa, dagli esperimen- ti di De la Hire poscia confermata, concedette la palma della vittoiia allo Stancari. Nominato egli nel 1708. dal Senato Bolognese a Professor di Analisi, Cattedra afìiìtio nuova , non ebbe tempo di mostrare il proprio «al ore nella Matematica sublime, perchè attaccato da una tisi polmonare cessò di vivere Fan- 43 a Storia della Letteratura Ital. no susseguente adi 2,8. Marzo con universale dispia- cere 5 perchè i saggi da lui fino a quell' epoca dati promettevano un Professore eccellente. Poche sono le produzioni sue che han veduta la pubblica luce, e trovansi compendiate negli Atti delPIstituto di Bo- logna, ma tuttavia ho creduto bene il diffondermi alquanto nel parlare di questo giovane, perchè co- me si è di sopra veduto , annoverar si deve egli fra quelli che in Italia contribuirono efficacemente a in- trodurre la buona Filosofia. Manfredi Eusta- LXXVJ. Pcr più titoli Eustacliìo Manfredi ha di- *''"'*■ ritto alla immortalità: io darò qui frattanto alcuni cenni sulla sua vita, ragionerò delle sue produ- zioni astronomiche, ed esporrò poi in altro luogo le gloriose fatiche da lui a vantaggio delle altre scien- ze e delle lettere impiegate. Figlio di Alfonso Man- fredi Notaro di Lugo e di Anna Fioreni , venne al mondo Eustachio in Bologna l'anno 1674. nel dì 20. Settembre (1), e per secondare il desiderio del Padre si applicò alla Giurisprudenza nella qual fa- coltà si laureò in età d' anni aa., ma egli sentivasi inclinato allo studio della Filosofia. Fattosi perciò un buon fondamento con le Matematiche, dedicossi intieramente alle scienze naturali, e per qualche tempo si occupò ancora dell'Astrologia giudiziaria, ma ne comprese ben presto la falsità e la sciocchez- za , onde 1' abbandonò , sommamente la derise , e rivoltosi all'amena letteratura divenne eccellente Poeta. A promuovere gli studii filosofici eresse in sua casa l'anno 1691. un'Accademia detta degli //i- qiiieti^ nella quale figurò il Padre Carlo Maria Ga- brielli Bolognese sostenendo od impugnando conclu- sioni nei varii rami dello scibile ; ed allorché ne fu (i) Fabhroni Vitae ec. VoL V. pag. i44' Libro li. 43S eletto Principe, aprì e chiuse il suo Principato con due orazioni latine molto applaudite (i). Il Dottor Domenico Guglielmini diresse il Man- fredi nella Matematica e lo ebbe carissimo, e per la virtuosa indole e pei rari suoi talenti , così che nel- la fresca età di anni 26. ottenne la Cattedra di Ma- tematica nel patrio Liceo. La generosità poi del Mar- chese Gio. Giuseppe Orsi Chiarissimo Letterato forni all' indigenza del Manfredi tali soccorsi, che potè , al- lor quando si invaghì dell' astronomia, innalzare una privata specola, ed ivi cominciò ad osservar gli astd proseguendo a far ciò sino all' anno 1 708. La bella Meridiana di S. Petronio dal Cassini nel i665. for- mata e che giaceva trascurata, eccitò nel nostro gio- vane Astronomo il desiderio di promuovere questo studio, vi si accinse perciò con l'amico Stancari di sopra ricordato, e congiuntamente a lui si procurò alcuni strumenti ed un orologio a Cicloide, il primo in Italia usato j allorché poi si eresse la nuova spe- cola del Marsili, colà si ti'asportò il Manfredi per continuare le sue osservazioni . Per primo frutto di esse, diede F opera sulle macchie solari da lui pub- blicata nel citato anno 1703, la quale risvegliò la curiosità degli Astronomi ; in essa dimostrò quale era la direzione di queste macchie , quale la loro velo- cità, e combinò nei risultamenti con quelli ottenuti dagli Astronomi Francesi sullo stesso fenomeno. L' estesa corrispondenza da lui aperta coi più illustri Matematici d'Europa che valutavano assai il parere (i) Fantuzzi Scrittori Bolognesi T. IV. pag. 3. Il Beligioso Gabrielli compose anche alcuni trattati filosofici per la dottrina e per lo stile assai pregevoli , e fu poi dotto ascetico e perito nel- le leggij an/.i a lui siam debitori della pubblicazione dell'opera del Conte Agostino Fontana intitolata tr Aniphiteatrum Legale. Parmae 1698. 3 alla quale lece precedere una sua lunga ed erudita prefazione. Tomo f. 28 434 Storia della Letteratura Ital. del Manfredi, ed i materiali già raccolti lo misero in istato di stampare due tomi di Effemeridi che fu- ron le prime, le quali meritassero di essere consul- tate, avendo l'Autore sbandito dalle medesime tut- to ciò die risguarda 1' astrologia , e fissato sopra le sicure basi del calcolo le predizioni dei movimenti degli astri. Queste Effemeridi di cui si valsero i Mis- sionarii alla China , vennero dal compilatore dedica- te a Clemente XI. il quale gradì oltre modo una ta- le offerta, e incaricò Monsignor Lancisi ad esprime- re al Manfredi tali suoi sentimenti. Succeduto que- sto Fanno 1704- all'illustre Guglielmini nella Pre- fettura delle acque Bolognesi , andò più volte a Ro- ma per la famosa controversia del Reno, strinse co- là amicizia con il Fontanini, il Fortiguerra, il Bian- chini ed altri Dotti ; e restituitosi poi a Bologna con- tinuò le sue osservazioni, specialmente per rettifica- re le longitudini di più luoghi, con un metodo di sua invenzione, e nel 1733. fece F osservazione del- la congiunzione di Venere col Sole, la prima che venisse eseguita nell' edilizio della nuova specola. ConnifuIJfóne LXXVII. Aggregato alle Accademie di Parigi e di diciòcbe riguar-LQj^(jj.a, iuscrì ucffli Atti della prima due scritti astro- da il Manfredi. ,,' *=". ,.,. nomici sulla maniera di determinar la figura della terra, e sul metodo di trovare il punto solstiziale per mezzo delle stelle (i), il fenomeno della aberrazio- ne delle quali gli prestò poi ampio argomento per un' opera che egli nel 1719. dedicò al Cardinal De- Vio, e di cui fece pur qualche menzione il Montu- cla (a), che appena ricorda le fatiche degli Astrono- mi Italiani. Importante assai era questo fenomeno? la giusta spiegazione del quale appoggiava validamen- (i) Hist. de 1' Accad. des sciences an. 1734. 1738. (2) Hist. des Mathem. T. IV. pag^. 21^ Libro IL 435 te il sistema Copernicano j il Manfredi perciò dopo molte meditazioni riuscì a determinare, se però esi- steva, Faberrazione delle stelle, osservando con ogni pazienza ed accuratezza il passaggio di Arturo , di Sirio, della Lira e di altre principali stelle per il me- ridiano, il qual momento è il più opportuno per scuo- prire la ricercata aberrazione , e fu per lui somma- mente onorevole che le sue osservazioni combinarono con quelle dell'illustre Bradley, con cui perciò l'Ita- liano ha comune l'osservazione dei fatti per spiegare il fenomeno , ma non la teoria nella quale essi difìeriva- no. La cronologia per fissare il giorno della celebrazio- ne della Pasqua richiamò pur 1' attenzione del Man- fredi, e per comando del S. Pontefice Clemente XII. esaminò questa tanto dibattuta quistione, e si determi- nò in uno scritto su tale argomento stampato, ad opi- nare come il Gesuita Padre Jacquier , che non occor' reva^, cioè, alcuna correzione. Anche la Meridiana di Bologna venne da lui illustrata, poiché ne tessè la storia, e ne rettificò alcuni errori, ed a lui pur de- vesi la pubblicazione delle fatiche astronomiche del Bianchini, per il che fare impiegar dovette tutto l'in- gegno, tempo assai e fatica, perchè gli fu duopo di raccogliere da carte informi sparse qua e là le ne- cessarie notizie. Un tormentosissimo male di pietra rapì nel dìiS. Morte d«l Man- Febbrajo dell'anno 1739. questo grand' Uomo , che''*'* accortosi del pericolo imminente „ Non est credi- „ bile { dice il Fabbroni ) quanta animi fortitudine ,5 hanc calamitatem pertulerit, quantaque constan- „ tia mortis aspectum sustinuerit, ut non ex vita 5 „ sed ex domo in domum migrare videretur„(i). So- lenissime furono le sue esequie , e il Cardinale Lam- (i) Nella vita citata. 436 Storia della Letteratura Ital. bertini Arcivescovo di Bologna che sempre aveva ama- to il Manfredi, andò alla Chiesa di S. Maria Maddale- na a celebrare la S. Messa in suffragio di quelf anima. Alla vantaggiosa figura della persona congiunse egli una affabilità di discorso e costumi tali che niu- no fuvvi di lui più moderato , più giocondo, più fa- cile in società, per cui tutti i forestieri special- mente che lo visitavano , rimanevano soddisfatti assai della sua conversazione . Mostrossi sempre nemico delle contese ed assai umile n eli' esporre le cose pro- prie , liberale nelP esaltare i meriti altrui, genero- so e premuroso di comunicar ai giovani le notizie scientifiche , e fra li suoi scolari si annoverano i ce- lebri Francesco Maria ed Eustachio Zanotti, e U Conte Francesco A.lgarotti . Di cuor tenero e com- passionevole, amante della Patria a segno di ricusa- re luminosi impieghi offertigli fuori di essa, amava la compagnia e invitava alla sua tavola gli amici, coi quali si tratteneva volentieri in gioconda con- versazione. Il suo stile si piegò a tutte le materie, e Monsignor Bottari lo ammirò pur egli , perlocchè salì da giovane in tanta fama, che fin d'allora fu ascritto agli Accademici della Crusca, e ^ n^^y^M LXXVIII. Oltre lo Stancari, ebbe il Manfredi per Sorelle del Man- -' i fredi ed ditri A- ajuto nc' suoi calcoH astronomici le sue sorelle Teresa e Maddalena ( i ) le quali stesero in gran par- te i computi dei primi due tomi delle Effemeri- di, e negli Autori latini andavano rintracciando i passi che al fratello occorrevano per la compilazio- ne de' suoi scritti . Amico di Eustachio e suo sosti- tuto nelP impiego di Astronomo fu il Sacerdote Gian-Antonio Andrea Castelvetro Bolognese , che seb- bene eletto nel 17 19. Parroco e Confessore di Mo- ^l) Fantuzzi Scriltori ec T. V. peg. sci. stronomi. Libro II. 437 nache, non abbandonò l'Istituto, nelle radunanze del quale produsse varie Memorie di Matematica pura ed applicata (i). E giacché siamo a parlare dei Bo- lognesi, rammenteremo anche Giovanni Lodovico Quadri defunto nel 1748., che ci lasciò delle buone tavole gnomoniche ed altri scritti astronomici per quei tempi assai pregevoli; si dedicò poi anche al- l' architettura , dandoci una buona edizione degli ordini di Architettura di Jacopo Barozzi da Vigno- la corredati di utili spiegazioni (2,). Gio. Paolo Gu- glienzi Veronese morto nel 1760. costruì in casa pro- pria una meridiana fornita di ottimi istrumenti, e fece varie osservazioni sulla Cometa dell'anno i744' e sopra alcuni altri fenomeni celesti, da lui pubbli- cate con altre Memorie relative alla scienza (3). La questione tanto agitata sulla correzione del Calenda- rio Gregoriano, esercitò l'ingegno del Piovano Ja- copo Bettazzi di Prato, dove nacque il dì 19. No- vembre del 1684: stese egli un'opera voluminosa su questo argomento la quale per commissione del Pontefice Clemente XII. fu esaminata da Eustachio Manfredi e dal Padre Grandi che la lodarono , e la approvarono. Proponeva il Bettazzi un modo facile per emendare la correzione Gregoriana senza varia- re il Calendario ed il Martirologio , come pure per correggere le Epatte attuali, e discuteva la questio- ne cronologica suU' anno vero della nascita di N. S. Gesù Cristo : le Novelle Letterarie di Firenze (4) dan- no la storia della lunga controversia eccitatasi per quest' opera che vivamente attaccata, trovò poi nel- (i) Fantuzzi op. cit. T. III. pag. i5i. Questo Sacerdote morì aliai vecchio nell'anno 1766. (a) T. VII. Fantuzzi pag. i4a. (3) Dizion. degli Uom. ili. T. Vili. pag. i5a. (4) Anno 1761. e euccessiyi 438 Storia della Letteratura Ital. l'Autor suo un valoroso difensore (i). A tutti questi Astronomi fìnor rammentati aggiunger puossi Ange- lo Cappelli Parmigiano che nel 1732,. diede in luce le sue tavole astronomiche con lode ricordate dal Weidlero {2). Lxxix. LXXIX. Alla scuola di Eustachio Manfredi si oc- Zanotti Eu»ta- *Wo. cupo nell' Astronomia Eustachio Zanetti Bolognese nato li 2,7. Novembre del 1709., nipote del celebre Francesco Maria, ed ebbe a compagno il Conte Al- garotti : allorché il suo Maestro abbandonar dovette la Cattedra astronomica, il Zanetti che aveva già dati saggi luminosi della sua abilità, fu destinato a coprirla. Continuò egli le Effemeridi per il meri- diano di Bologna dal 1755. dove le aveva lasciate il Manfredi, in avanti, compilandole con tutta F esat- tezza poiché non ammetteva nuove tavole se non le vedeva ben corrette. Altro suo lavoro abbiamo più importante nella descrizione delle stelle fisse, diretto specialmente a conoscere bene a fondo la scienza, an- ziché a far pompa di novità, giacché altri F avevano già preceduto ; a lui però devesi V osservazione che alcune stelle fisse alle volte hanno molta luce che a poco a poco si sminuisce, e poi affatto si estingue. Si rese egli stimabile con queste ed altre osservazioni astronomiche ai sommi Astronomi suoi contempora- nei, e la Caille commise al Zanetti e ad altri celebri osservatori di tener dietro ai movimenti ed alle con- versioni delle stelle più cospicue, mentre egli andò al Polo australe per osservare e registrar quelle che possono colà soltanto vedersi. Aveva già l'illustre Eustachio Manfredi a lungo desiderato di veder ri- staurato il grande Gnomone del Cassini nel tempio (1) Mazzucchelli Scrittori ee. T. IL parte II. pag. 1088. (a) Storia dell' Astronomia unita all' Astrosofia ( Montiicla T. IV. pag. 307. ). Libro IL 439 di S. Petronio, ma non potè mai veder compiuta questa sua brama , e toccò una tal sorte al suo di- scepolo Zanetti a cui si commise l'esecuzion del la- voro. Accomodato che fu detto Gnomone, se ne preval- se egli molto utilmente per osservar specialmente P al- tezza del Polo, e per fissare la lunghezza dell'anno. Ma non coltivò egli soltanto l'Astronomia pratica j si occupò ancora della teoria della scienza , e pro- pose un nuovo metodo appoggiato alla Trigonome- tria ed alle false posizioni soltanto, per determinar speditamente l'orbita delle Comete; pubblicò poi al- cuni discorsi sulla forma del nostro globo, e sul modo di determinarla dalla posizione dell' angolo, discorsi dal Boscovich buon giudice in simili materie molto lodati, non già per il merito della novità, ma per l'utilità di cui erano agli studenti di Astronomia. La Prospettiva inoltre, la Meccanica, e l'Idraulica eser- citarono i talenti di Eustachio Zanetti a cui recò molto onore specialmente 1' opera sul primo di que- sti argomenti, rapporto alla quale così si esprime il Biancani (i). „ Omnem enim cum ichnographiam tum scenogra- 5, phiam,quod a nemine antefactum legimus,uno bre- „ vissimoque praecepto complectuntur. Ncque enim „ quisquam est qui ignoret quam multas in partes 5, diducta initio fuerit perspectiva , quamqne varias „ praeceptiones numquam non habuerit. Quas omnes „ Zanottus, cum in unum theorema contraheret, non „ tam veterem artem excolere visus est , quam novam 5, prope modum decere. Quocirca non est mirandum n 5, Zanetti scripta vix dum edita omnes fere Italorum „ Scholas pervaserint , ncque defuerunt, qui illa non (i) Biancani Giacomo Elogio di Zanetti inserito nelle Vit4« Ital, di Fatbroni ( T. III. pag. 341. ) da cui ho tratto que*to articolo 44o Storia della Letteratura Ital. „ solum veterum libris antepoiierent, qui plerumque „ exiles sunt et aridi, sed vel Tayloro ipsi qui ma- 5, gnus habebatur eratque in omnium fere manibus „. La questione delle forze vive a quei tempi cosi agi- tata esercitò pure l' ingegno del nostro Autore , il quale non mancò poi di soccorrer la patria co' suoi scritti idraulici intorno alla tanto dibattuta inalvea- zione di Reno in Pò, ed egli il primo dopo V illu- stre Guglielmini dimostrò chiaramente , che i fiumi hanno al loro sbocco F alveo acclive, e si scaricano nel mare, o in altri fiumi come da una specie di cateratta. Ingegno e diligenza non comune riscon- transi nelle opere del Zanotti scritte con uno stile uguale e posato, che giova ad ottener la persuasio- ne; la sensatezza poi de' suoi cousigli, la sua inte- grità e premura nel!' eseguire quanto veni vagli af- fidato, lo rendettero caro ai suoi Concittadini e sti- mabile agli esteri , che il chiamarono con larghe of- ferte, ma egli abbandonar non volle mai la sua pa»- tria 5 ed il suo Principe. La dottrina della quale era fornito, gli meritò la Presidenza dell' Istituto e F ag- gregazione a più Accademie ^ non che onori singola- ri e doni dal Senato Bolognese , che perdette que- sto egregio soggetto nel Maggio dell'anno 1782. ed a cui celebraronsi solenni esequie , e la sua effigie vedesi scolpita in molte medaglie d' argento e di bronzo. Lxxx. LXXX. Quantunque nato a Ragusi il Padre Rug- Boscovich Pa- . f^. _ . - . 1 T . dreRiiggieioGiu-giero Giuscppc lioscovich, tuttavia avendo egli rice- '«ppe- vuta r educazione ed avendo figurato in Italia , co- ' sì registrar si può senza difficoltà fra gli Italiani Scrittori e di molta fama nelle Matematiche appli- cate , le quali con la vastità della sua mente tutte o quasi tutte abbracciò ; ma siccome si distinse par- ticolarmente nell' Astronomia , così in questa classe Libro IL 44i io riio collocato. Nella sunnominata Città ebbe egli i natali da Niccolò Boscovich, e da Favola Beter- ra i quali per sottrarsi al giogo dei vicini Ottoma- ni erano colà fuggiti ; il Gesuita Padre Scapecchi istruì nella peripatetica Filosofìa questo giovane che nel 1725. abbracciò in Roma l'Istituto di S. Ignazio j ma la sua mente fatta precisamente per cercare la verità, mal si accomodava alla foggia di questi stu- di!, e si sollevò soltanto quando ebbe a precettore il Padre Carlo Noceti Autore dei rinomati poemetti sulF Iride e sulF x^urora Boreale , i quali egli in appres- so riformò e ristampò, allorché il suo discepolo mi- gliori cognizioni gli somministrò sulla nuova Fisica. Dedicatosi questi alia Matematica sotto la direzio- ne del Padre Orazio Borgondio, superò ben pre- sto il Maestro, e fra le altre cose narrasi che scuo- prisse da se la dimostrazione della 47** proposi- zione di Euclide , onde esclamò come Archime- de inveni, inveni wp::y.u • Compiti poi i soliti corsi di Filosofìa e . Teologia cominciò ad insegnar Matema- tica , e si trovò come nel proprio centro; infatti stampato avendo il Boscovich nelFanno 1752,. il suo corso completo di Geometria , Trigonometria ed Al- gebra, e due anni appresso un trattato sulle sezio- ni coniche , ottennero queste opere il suffragio de- gli Scienziati, e la maniera con cui espose le pro- prietà di queste curve tanto nel piano quanto nel solido considerate , fu veramente sing olare , perchè le dedusse da un solo principio che nelle sue ma- ni quasi grand' albero crebbe , e in un ben ragio- nato quadro tutte le affezioni offrì di queste cur- ve. Quantunque l'Autor nostro conoscere si facesse be- ne istruito nella Meccanica, nella Fisica e in altri rami delle scienze naturali, come riscontrar puossi 4421 Storia della Letteratura Ital. nella vita scrittane dal Fabbroni (i) che mi serve di guida nel ragionare di lui, tuttavia sopra ogni altra richiamò P attenzion sua V Astronomia. Dopo di ave- re, il Boscovich fatte di pubblico diritto alcune dis- sertazioni sulle macchie del sole , sul transito di Mer- curio , sulla figura della terra, e sopra varii altri ar- gomenti fisici ed astronomici , con le quali produ- zioni comprovò la vastità ed acutezza del suo inge- ^ gno , trattò in generale la scienza astronomica , e 1' ottica pratica va a lui debitrice di molte regole onde ottenere esattezza nella fabbricazione degli stru- menti; e tutti questi varii scritti in cinque volumi raccolti formano per gli Astronomi una collezione assai utile. Il bel poemetto suU' aurora Boreale, ope- ra come si disse del Padre Noceti, trovò in Boscovich un commentatore che in cinque dialoghi lo illustrò, i quali con V interposizione del Mairan (2) procura- rongli r onore di Socio corrispondente delF Accade- mia di Parigi. Approvò essa tutti gli scritti dell'Autor nostro li quale alla stessa inviò una dissertazione sulle aberrazioni di Giove e di Saturno, argomento propo- sto per un premio. Toccò questo , è vero , all' illu- stre Eulero, ma se ne giudicò ugualmente degno il Boscovich per avere egli soddisfatto al quesito come il Matematico Tedesco , il quale per non essere con- templato il caso della parità di merito, ebbe fortu- na più propizia dell' Italiano , che perciò si afflisse grandemente per non aver potuto dividere con l'Eu- lero la gloria di essere coronato da una delle più insigni Accademie d' Europa. LiXXXI . . Altri lavori del LXXXI. Mcutrc cgli dispoucvasi a passare al Bra- Padre Boscovich e suoi viaggi. _^____^___^______________^_____^_____________^______ (i) Vitae ec. T. XIV. pag. 214. (a) Questo Astronomo nella edizione a»<* del suo Trattato sali' aurora ìioraale si diffuse nel lodare i dialoghi citati Libro IL 44S sile per formare in compagnia degli altri Matemati- ci Gesuiti una Carta geografica dei Paesi, che il Re di Portogallo Giovanni V. cambiar doveva con la Spagna, il gran Pontefice Benedetto XIV. lo trattenne in Roma offrendogli per mezzo del Cardinal Silvio Valenti l'operazione di misurare un grado del meri- diano nella Romagna, oggetto principale del viaggio che intraprender voleva in America il Boscovich, a cui non sodisfacevano le misure precedenti, e che definir pur voleva la famosa questione sulla forma della terra . Egli è difficile lo immaginarsi quan- to volontieri accettasse questa onorevole missione, a cui con ogni premura sodisfece unitamente al Pa- dre Cristoforo Majer Inglese, misurando 1' arco del Meridiano tra Roma e Rimini con tale esattezza, che superarono o almeno uguagliarono le fatiche di tut- ti i loro predecessori , con pericolo in varie circostan- ze anche della propria vita, rettificando essi contem- poraneamente la posizione di molti luoghi situati di qua e di là dalla suddetta linea meridiana. L'opera in cui essi diedero conto di così insigne lavoro, por- ta il titolo De Litteraria expeditione per Pontijì- ciani Regionein ed è stimata assai tanto per la parte teorica, quanto per la pratica ( i ): riuscì è ve- ro il grado misurato in Italia minore di quello da la Caille misurato in Francia; mentre secondo la teo- ria e la ipotesi sulla forma del globo assunta, la dif- ferenza esser doveva di soli otto piedi ; ma di ciò non si meraviglierà chi conosce la complicazione di tale lavoro, e la quantità degli elementi che influiscono in tale determinazione; così che la dillerenza di 69. pie- (lì A quest'Opera si a/jgiunga un altro scritto del Boscovich sul me- todo di valutare gli strumenti astronomici e gli errori che nell' usarli com metter si possono. 444 Storia, della Letteratura Ital. di fa anzi, a mio credere, vedere quanta sia T appros- simazione a cui giunsero in questo lavoro i Matema- tici dei giorni nostri, quanto essi abbiano saputo mettere a profitto le nuove relative scoperte , e al tempo stesso dimostra clie non hanno eglino fatto ser- vir r ipotesi per rettificare le misure, ma hanno sin- ceramente esposto i risultamenti delle loro operazio- ni. Recatosi il Padre Boscovich a Vienna per tratta- re affari d' acque in nome della Repubblica di Luc- ca, vi riuscì felicemente, e con l'ajuto del suo Con- fratello il Padre Carlo ScheifFer pubblicò la sua nuo- va teoria dei corpi ridotta ad una sola legge di forze in natura esistenti, lavoro ingegnosissimo, ma siccome fondato sopra ipotesi che 1' esperienza non può verificare, cosi non si deve in questo ammira- re che P acutezza delP ingegno dell'Autore, il qua- le intraprese una più utile fatica , allor quando cor- redò di note il bel poema di Benedetto Stay sulla Newtoniana Filosofia, poema che stabilì la fama dell' Autore, al che però contribuì anche il Boscovich e con le suddette note, e con l'aver eccitato io Stay a comporlo. Dopo il ritorno da Vienna, dove quei Letterati gli diedero non equivoci contrassegni della loro stima ( i ) , si recò a Parigi ed a Londra , ed ot- tenne Faggregazione a quella Real Società a cui de- dicò il suo Poema De Solis ac Lunae defectibus a lui molto caro, e che da Barruel tradotto in Fran- cese si ristampò per la terza volta nelP anno 1779. 55 È questa ( così V Ugoni (2) ) una delle principa- 5, li opere dell' Autore nella quale la Musa di Vir- j, gilio a vicenda e quella di Lucrezio vestirono del- „ le più vaghe forme latine e dei versi più armo- (i) Avendo egli vinta la causa del lago di Bientina contio il Gover- natore della Toscana Conte di Richecourt , la RepuWilica di lincea si mo- strò verso di lui generosa di regali e di onori. {2) Ugoni Letteratura ec. T. L pag-. 89 Libro II. 445 „ nici profonde dottrine astronomiche, e la Newto- „ niana teoria intorno alla luce e molte altre cose alla „ Fisica appartenenti „ . Ai meriti di Boscovich verso l'Astronomia si aggiunge pur quello di aver eccita- to gli Astronomi Europei ad osservare il passaggio di Venere sul sole, e mentre P Accademia di Parigi spediva a S. Elena ed a Sumatra li suoi Osservato- ri, egli si dirigeva a Costantinopoli per lo stesso oggetto ; ma essendo partito troppo tardi dovette in Venezia eseguire alla meglio che potè, 1' osservazio- ne suindicata. L" invenzione inoltre dei vetri acro- matici fatta da Dollond e quella di Clairaut sui ve- tri di doppia diffrazione, porsero al Padre Boscovich argomento di nuove indagini che lo portarono ad inventare il suo Vitrometro per misurare la diversa forza, che ha il vetro di rifrangere e distrarre i rag- gi luminosi. Descrisse egli questo istrumento in una Memoria inserita nei Commentarli dell' Istituto di Bologna (i), e molte altre dissertazioni egli pubbli- cò suir Ottica e la Diottrica universalmente stimate, e delle quali mi conviene, per 1' abbondanza delle materie, di non far parola rimandando il Lettore alla citata vita da Monsig. Fabbroni scritta. LXXXII. Non avendo egli potuto, come si è detto, compiere il viaggio di Costantinopoli nelP epoca sud- Lxxxn. 111 • T T7- 1 • IT Continuazione detta del passaggio di Venere, lo intraprese col Legatodei viaggi deiBo= Veneto Pietro Corner, e così ebbe mezzo di visitare ^'^ ^ l'antica Tenedo, e il luogo dove esistette Troja, delle quali Città descrisse con molta perizia le antichità che egli giudicò appartenere alla seconda Troja da Augusto fabbricata (2). Soffri il Boscovich una grave malattia a (i) T. V. parte I. (a) Al suo ritorno in Italia stamjiò il Giornale di questo suo viaggio che si estese fino in Polonia^ Giornale di cui poco vantaggiosamente parla Ugoni nel luogo citato. 44t> Storia della Letteratura Ital. Costantinopoli, e nel ritorno si ammalò di nuovo iu Polonia così phe dovette per due mesi restare a Var- savia, dove ebbe la sorte di rivedere Adamo Gzarto- rinski che era stato suo scolare a Roma, e dal quale , come pure da molti altri nobili Polacchi ricolmato ven- ne di onori e di benefìcii ; e lo stesso contegno ten- nero con lui il Legato di Francia Conte Vergennes , e quello di Inghilterra M. Porter a Costantinopoli. Da Varsavia passò nel Dicembre del i663.a Vienna, e dopo quattro mesi ritornò col Principe di Lichten- stein a Roma, dove ebbe luogo di mostrare la sua perizia nella Idraulica, allorché venne consultato dal Cardinal Bonaccorsi sul metodo di asciugare le paludi Pontine dal Manfredi e dal Bertaglia proposto. Pubbli' co egli il suo parere , e andò molto cauto nelP esporlo , amando che in questi affari si consultasse piuttosto la esperienza, anziché fidarsi alle teorie ed ai calcoli. Chiamato nell'anno 1 764. Prof, di Matematica a Pavia, passò colà benché il Pontefice con grande rincresci- mento lo lasciasse partire da Roma (i), e dopo tre anni stampò ivi cinque dissertazioni sulle recenti inven- zioni diottriche, le quali sono uno dei suoi più perfetti lavori, e che confermarono sempre più la sua fama, che aveva eccitato a Pavia P invidia di alcuni de' suoi Colleghi j all'oggetto poi di rendere quest'opera utile per la pratica pubblicò in lingua Italiana la dottrina dei Telescopii diottrici, che poggia sopra quanto nelle dissertazioni suddette contiensi. L'Accademia di Lon- dra aveva con lui trattato per spedirlo in California ad (i) Nella a." P^rte del T. V. degli Atti dell'Istituto di Bologna il Bo- scovich pubblicò un opuscolo assai pregevole De unione coìorurti alioium post alios per blnas substantìas , ac unione multo majore per tres , e gli esperimenti da lui istituiti con opportuno istrumento gli fecero scoprire varii bei fenomeni, che sottopose agli occhi dei Dotti e del Duca di York il quale allora lrovava?i in Italia. Libro II. 44^ osservare il passaggio di Venere sul Sole Fanno 1768., ma r espulsione dei Gesuiti dall' America avendogli impedito il viaggio, ritornò in Francia e in Fiandra per togliersi da Pavia dove aveva incontrato molte molestie, e restituitosi in Italia fa destinato con sin- goiar suo piacere alle scuole Palatine di Milano; dove sperava di trovare la sua quiete , ma F invidia altrui gli mosse anche qui aspra guerra e fu allontanato dalla Specola. Partito quindi da Milano passò ad Aba- no con Francesco III. Duca di Modena, e poscia a Venezia, dove sentì con sommo dispiacere la sop- pressione della Società sua; e mentre deliberava a qual partito appigliarsi, ricevette da Monsig. Fab- broni per ordine del G. Duca di Toscana F invi- to di portarsi all' Università di Pisa in qualità di Professore di Ottica; ma gli giunse troppo tardi la lettera , perchè aveva già preso partito come Direttor d' Ottica al servigio della Marina in Francia con F onorario di mille cinquecento scudi. Sperava il Bo- scovich di vivere colà lieto e tranquillo; ma all' incon- tro ivi trovò mille disturbi cagionatigli dall' invidia altrui e dal proprio naturale mancante di una certa prudenza, insofferente , e portato a lodare a cielo le proprie produzioni e ad avvilire di troppo le altrui. Abitava egli in Parigi presso Mirabaud e coltivava F Astronomia con La Lande e Messier ; ma gli Enci- clopedisti nemici giurati dei Gesuiti non potevano soffrirlo 5 e gli impedirono di essere ascritto all' Ac- cademia delle scienze come sperava. Molte furono le produzioni da lui date in luce allorché si trattenne a Parigi, le quali riunì poi in cinque volumi stam- pati a Bassano sotto il titolo di Opera ad Opticam et Astronomiam spectantia 1785. nei quali scritti co- me in tutti gli altri, ebbe egli sempre in mira di facilitare le operazioni Astronomiche ed i lavori 448 Storia della Letteratura Ital. ottici 5 cercando sempre le vie più spedite dai cai-' coli e vi riuscì molte volte assai felicemente; cosi- chè V Ottica e P Astronomia sono a lui debitrici di insigni progressi. Dedicò egli questi cinque volumi al Re Luigi XVL dal quale ottenne il permesso di ritornare in Italia per compiere questi suoi lettera- rii lavori ; passò poi in Toscana presso i Monaci Val- lombrosani , ed indi a Milano per compiere i comen- ti del poema filosofico di Stay ; ma pochi mesi dopo il suo arrivo in quella Città venne colpito da una pazzia la più terribile, per cui faceva compassione a tutti. Morì questo dotto Religioso poi di una perip- neumonia l'anno 1787. alli i3. Febbrajo, e fu se- polto con pompa funebre; l'Abate Bernardo Zamagna ne fece 1' elogio a Ragusi , e il Morcelli e il Padre Guido Ferrari gli avevano preparato le iscrizioni per il monumento che l' ingrata posterità non gli eres- se (i). Lxxxm. LXXXIII, Mentre il Padre Boscovich ha avuto la Altri Astrono- wj- disgrazia di essere appena nominato , e in modo piut- tosto svantaggioso nella storia delle Matematiche (2), il Padre Giuseppe Asclepi pur Gesuita ha incontra- to miglior sorte, perchè il continuatore di Montucla ha consacrato alcuni periodi a ricordare i meriti suoi verso la scienza astronomica (3). Se mai a produrre questa dimenticanza influito avessero le questioni agitatesi tra il Boscovich ed i Matematici Francesi, delle quali abbiamo di sopra fatto cenno, tornerebbe ciò a poco onore dello storico Francese che a un (i) Io mi sono diffuso non poco nel ragionare di questo insigne Astro- nomo, e pure non ho detto quanto bastava ; poiché nella citata vita può ve- dersi quale fosse la sua abilità anche nella meccanica, nella sintesi e per fi- no nella poesia. Il Sig. Ugoiii ci ha dato nel T. I. della Letterat. Ital. pag 37. e seg. un lungo estratto di quasi tutte le opere de;l P. Boscovich. (2) T. IV. pag. 288. r^) T. TV. pag. 44. Libro II. 449 privato risentimento avesse voluto sacrificare il dovere di scrittore imparziale. L'Asclepi Maceratese di Patria succedette nel 1759. al sullodato Padre Boscovich nella Cattedra di Matematica al Collegio Romano, dopo di avere insegnato la Fisica nel Collegio Tolomei di Siena. I Giornalisti di Parigi, di Lipsia, ed altri ri- cordarono più volte le sue Memorie di Fisica con lode 5 (i) e il Montucla ci fa sapere (2) clie il Padre Asclepi fece dal 1764' in avanti più di cento osser- vazioni a Siena per lo spazio di anni sei, dirette a fissare il valore della equazione solare , e con mol- ta destrezza e fatica le confrontò insieme , in con- seguenza di che determinò la parallasse ■ solare me- strua in 8". Allorché l'Astronomo La Lande si por- tò a Roma , il suddetto Religioso fece in sua compa- gnia diverse osservazioni astronomiche , e ci lasciò poi molte Memorie d' Astronomia e di Fisica, le qua- li possonsi vedere dal Vecchietti registrate (3). Acca- duta la soppressione della Compagnia di Gesù poco sopravvisse il Padre Asclepi a questa sventura, e mo- rì a Roma li 21. Luglio del 1776. in età di 70. an- ni. Non devesi poi passar sotto silenzio una commis- sione onorevole avuta da due Gesuiti Italiani per parte della Real Corte di Portogallo. Furono questi il Padre Stefano Bramieri Piacentino Confessore del- la Principessa Elisabetta Farnese alla Corte di Ma- drid morto nel i794'5 ^ il Padre Bartolommeo Pa- nigai Friulano i quali vennero destinati invece dei loro Confratelli Boscovich e Riccati, a terminar le vertenze insorte tra la suddetta Corte e quella di Spagna riguardo alle linee di divisione fra queste (i) Vecchietti Bihl. Picena T. I. pag. 226. (a) Tom. cit. p. 44. (3) Loc. cit. Tomo I. 2,9 45 o Storia della Letteratura Ital. due Potenze nelle Indie occidentali. A' detti luo- ghi si portarono, facendo vela da Lisbona, essi Re- ligiosi , in poco meno di quattro anni compierono le dovute operazioni, e le due Corti accettarono re- ' ciprocamente il piano da questi Gesuiti fissato per la confinazione contrastata. In tale circostanza poi i prefati due Matematici dopo di avere istituite le os- servazioni astronomiche necessarie , stesero una esat- ta Carta geografica di tutto il vasto Paese d'Ameri- ca soggetto alla Corona di Portogallo (i). A questi Gesuiti un altro ne aggiungeremo , cioè il Padre Melchiorre Briga nobile Cesenate versato al dir del Zaccaria (2) in molte facoltà, ma specialmente nelP Antiquaria e nelP Astronomia ; cessò egli di vivere nel 1749- contando allora anni 63. e lasciò diverse opere da vari Scrittori ricordate con lode, e con la solita sua diligenza enumerate dal Conte Mazzuc- chelli (3). Risguardano esse la Filosofia, la Teologia l'Antiquaria; quella d' Astronomia poi è assai inte- ressante, ed ha per titolo = Scientia Eclipsium in Im- perio et commercio Sinarum illustratali: 1744-174^ • La prima parte di essa contiene la teoria delle Ecclis- si data dal Padre Simonetti e dal Padre Briga illu- strata; le osservazioni delle Eclissi dal Padre Kegler fatte a Pekino veggonsi raccolte nella seconda par- te, e le altre due contengono varie ricerche sull'or- dine ec. con cui accadono questi fenomeni. Ristam- pò inoltre il Padre Briga la Filosofia del suo Confra- tello Padre Tommaso Ceva, alla quale preceder fe- ce una prefazione che gli suscitò in Toscana dei ne- mici , perchè si pretese che egli avesse in questo (1) Aglietti Mem, per servire alla Storia letter. 1795. Novembre p.4'' (2) Stor. Letter. d'Italia T. I. pag. 3ai. (3) Scrittori ec. T. II. parte IV. pag. 2091. L 1 B R O II. 45 1 componimento tolto di mira li Professori di Filosofia e Medicina della Pisana Università. Uscirono perciò varie scritture su questa contesa letteraria, e il Pa- dre dalla Briga aveva preparata a sua difesa una lunga risposta in versi , la quale non si stampò per divieto fattone dai Superiori della Compagnia di Ge- sù, lasciò poi egli ancora diverse opere manoscritte risguardanti le antichità e specialmente le Egiziane. LXXXIV. Quanto furono sempre biasimevoli colo- lxxxiv. ro che si occuparono dell'Astrologia giudiziaria, al-Q^^^^g"*** ''^^*** trettanto sono commendabili quelli che esatti osserva- tori dei fenomeni dell' Atmosfera li raccolgono con premura, e cercano di farne capitale per l' avvenire , onde i posteri possano un giorno su di essi ma in gran numero raccolti, e da ogni parte del nostro Globo, erigere il nobile edifizio della scienza meteorologica agli usi ed ai vantaggi della civil società applicata. La prima pietra di esso può dirsi, senza timor di errare, collocata dall' Abate Giuseppe Toaldo Astronomo nativo di Pianezze nei colli Vicentini dove alli 11. Luglio del 1719' vide la luce del giorno. Discepolo dell' Abate Suzzi in Matematica imparò sotto di lui specialmente il calcolo differenziale ed integrale , che poco a quei giorni conoscevasi, e in appresso pubblicamente lo insegnò; ma la parte delle Mate- matiche applicate più dal Toaldo coltivata, fu l'Astro- nomia congiuntamente alla Geografia ed alla Meteo- rologia , le quali facoltà egli insegnò nella Univer- sità di Padova. Propose prima di tutto ed ottenne che il Senato Veneto fabbricasse una specola e la fornisse dei necessarii strumenti, il che cominciossi a fare nel 1767. e si compiè nel 1774- (i)? allora il (j) La Lande nella sua Bibliografia Astronomica stampata a Parigi nel i8o3. dà conto della erezione di varie specole in Italia _, ma npn nomino 45 a Storia della Letteratura Ital. Toaldo intraprese le sue osservazioni astronomiche e meteorologielie ; ed ebbe molto incontro , può dir- si in tutto il mondo scientifico , il primo lavoro me- teorologico del Toaldo intitolato = Trattato della ve- ra influenza degli astri sulle stagioni e mutazioni di tempo =, opera che più volte si ristampò con no- tabili accrescimenti, e si tradusse in lingua France- se e in altre. Abbandonò in essa l'Autore i vecchii errori e le volgari strane opinioni, e vi inserì nuo- ve osservazioni e sperienze che eccitarono i Fisici ad esaminarle, e promossero così lo studio della Meteo- rologia per F addietro troppo trascurato . Si dilatò allora Fuso delle tavole barometriche e termometri- che 5 le quali il Toaldo cominciò a compilare, come pwr quello degli altri strumenti meteorologici, dei qua- li al presente non v' ha Gabinetto fisico né Osser- vatorio che non sia fornito. L' Accademia di Mont- pellier nel 1774- coronò una dissertazione del nostro Autore sulla applicazione della Meteorologia alla medicina , alla navigazione ed all' agricoltura scritta in Francese , ed inserita subito nel Giornale di Fisi- ca di Rozier. Uno dei punti su cui più d'ogni altro insistette, quello sì fu dell' influsso che egli vuole abbia la luna sulle stagioni, e immaginò un periodo di aa3. lune da lui chiamato To al dino , eà un Saros^ che tre di questi periodi comprende, fondato sopra una serie di osservazioni per 07. anni proseguite, dal quale trasse le sue predizioni prudenti però, perchè limitate a indicare gli anni piovosi ed asciutti . La Baviera, P Olanda, ed altre Provincie in Germania si fecero sollecite di istituire osservazioni simili , e pubblicarono i risultamenti delle medesime a com- quella di Padova ; ciò deve attribuirsi alla conosciuta poca premura degli Oltramontani nell' informarsi d^i nostri stndii Libro II. 453 provare il citato influsso . Ma non deve tacersi che se il Toaldo ebbe dei seguaci della sua opinione, trovò anche molti contradditori a questa sua teoria, e chi sa quando sarà decisa questa oscura questione meteo- rologica. Non può credersi quanto grande fosse il nu- mero delle Memorie da lui inserite nei diversi Giornali Italiani o stampate a parte per richiamare l'attenzione dei Dotti a questo suo prediletto studio, e per tacere di molte di esse, ricorderò soltanto il suo Giornale Astro-Meteorologico cominciato nel 1773. e prodotto sino al 1798., e la dissertazione sopra un Igrometro comparabile chiesto dall' Accademia di Manheim , la quale fra lui e suo Nipote l'Abate Vincenzo Chiminel- lo divise il premio a questo oggetto proposto (i). La sua qualità di Professore di Astronomia 1' obbligò di pro- curare agli Italiani un buon corso di questa scienza, perlocchè tradusse in Italiano il compendio dell' A- stronomia di La Lande, e vi uni la trigonometria da lui compilata che riuscì la più chiara e la meglio cor- redata di esempii fra quelle che allora si conoscevano. La Reale Società di Londra stampò ne'proprii volumi la dissertazione dal Toaldo inviatale de aestu reci- proco maris Adriatici^ ed approvò il metodo da lui proposto per determinare con 1' osservazione del pas- saggio della luna per il meridiano le longitudini. L' Astronomo Maskeline ebbe con lui lunga cor- rispondenza per comunicarsi reciprocamente i risul- tamenti delle loro fatiche, e varie Accademie Ita- liane , ed Oltramontane l' annoverarono fra i loro membri (2). Chi desiderasse poi di conoscere le altre (i) Promosse egli con calore nello Stato Veneto 1' applicazione dei Pa- raiulmini ^ e portò la sua confidenza in questo preservativo al segno di ar- marsene egli stesso e di consigliarlo agli amici. (2) La Società Italiana delle Scienze, l'Accademia di Padova di cui IW Accademico pensionario e varie altre. 454 Storia della Letteratura Ital. produzioni di vario genere del Toaldo , può consul- tare l'elogio scrittone da Fabbroni (i), e da queste vedrassi, che oltre le scienze naturali era egli ver- sato assai nella Bibliografia e nella erudizione, il che fece palese specialmente , allorché interpretò un glo- bo celeste Cufico dall' eruditissimo Cardinal Borgia mandatogli (2). Dall' Arcipretura di Montegaldo pas- sò il Toaldo nel 1766. Proposto della Chiesa del- la Santissima Trinità in Padova , soddisfece in ogni tempo ai proprii doveri con tutto lo zelo, ed esem- plarità e riuscì perciò un uomo virtuoso, utile, e dei più amabili dell' età sua ^ coronò poi egli la sua irre- prensibil vita con una morte tranquilla che lo col- se il dì II. di Novembre del 1798. nell'avanzata età di 78. anni, avendo sempre goduto di quella interna soddisfazione che la rettitudine del cuore e della mente produce. Chim^enoA- LXXXV. Non disgiungeremo dallo zio il nipote bate Vincenzo. Abatc Viuccnzo Chimìnello disopra nominato, figlio di Bartolommeo e di Elena Toaldo nato l'anno 1741- adì 3o. Giugno in Marostica Castello del Vicentino, e allievo del Seminario di Padova. Sacerdote e lau- reato in ambe le Leggi dopo di aver onoratamente percorsa l'incominciata carriera, l'inclinazione alle discipline matematiche già per lo avanti dimostrata gli fece abbandonare gli altri studii , ed occuparsi soltanto di quelle. Dopo di essere stato istruito dal celebre Sig. Rizzi-Zannoni nell' Astronomia pratica , ottenne nel 1779. la canea di Astronomo aggiunto (i) E inserito nel T. VIIL delle Mem. doUa Società Ital. delle Scien- ze pag. XXIX. (a) Coadjiivò da giovane alla edizione delle Opcve del Galilei fattasi in Padova che è la più completa clie si conosca ( eccettuata quella dei Clas- sici Ital. ) e ci diede pure la vita del Filosofo ed erudito Atate Conti, a cui egli do'. èva in gran paite la sua istruzione. Libro II. 455 al Toaldo nella nuova specola di Padova, e nel 1 798. epoca della morte di questo, come si disse , egli a lui succedette. Riuscì diligente ed instancabile osser- vatore tanto del corso degli astri quanto delle me- teore , come può vedersi dalle copiose sue Memorie inserite fra quelle delle Accademie di Padova, di Manheim, della Società Italiana, alle quali era ascrit- to, e nei Giornali Astro -Meteorologici che allora pubblicavansi. Fra queste una riportò la corona dall' Accademia di Siena, e 1' altra da quella di Manheim, come si disse ; meritano poi specialmente di esser lette quella Di un doppio flusso e riflus&o cotidiano dell' Atmosfera , e l' altra sulla differenza di obbliqui- tà della Eclittica dall' estate all' inverno. Privato de' suoi emolumenti per le funeste vicende della rivolu- zione visse nella indigenza gli ultimi anni della sua vita, ma rassegnato ai divini voleri, e religiosamen- te morì come aveva vissuto, nel dì 16. di Febbrajo dell'anno 181 5. (i). LXXXVI. Imitatore del Ghiminello nell' applicarsi lxxxvi. all' Astronomia in età piuttosto avanzata ma supe- aSìo.^*^' riore a lui in cognizioni riuscì il Cav. Antonio Gagnoli Presidente della Società Italiana delle Scienze. Verona Città feconda d' uomini dotti fu la sua Patria, Otta- vio Gagnoli ed Elena Terzi li suoi genitori dai qua- li ei nacque il di 2.9. di Settembre dell'anno 1743. nelP Isola del Zante dove trovavasi per cagion d'uf- fizio suo padre. Percorsi avendo il giovinetto in va- rie Gittà dello Stato Veneto gli elementi delle scien- ze e delle lingue , accompagnò poi alla Gorte di Spa. gna in qualità di Segretario 1' Ambasciator Veneto Marco Zeno, il quale nel 1776. passò col Gagnoli (i) Bertivossi Busata Abate. Della vita e degli studii del Ghiminello T. XYIII. Mera, della Società Ital. delle Scienze pag. LVII. 456 Stòria della Letteratura Ital. nello stesso posto a quella di Francia. L'osservazio- ne dell'anello di Saturno, che questi fece in Pari- gi Io sorprese, e lo accese di un ardentissimo desi- derio di studiare l' Astronomia ; e sebben toccasse già il trentesimosettimo anno, pur tuttavia ebbe il coragi!:io di ricominciare dall' Aritmetica e ripassare tutto il corso di Matematica per mettersi a portata di fare 1' Astronomo. Con tale assiduità dedicossi egli a questa scienza , e tale profondità di mente dimo- strò, che riuscì nel 1785. a stendere una Memoria in lingua Francese sul modo di trovare la situazione delVEquatore di un Pianeta^ la quale venne inserita fra quelle dei Dotti stranieri (i), e l'anno dopo pub- blicò la sua Trigonometria piana e sferica lavoro clas- sico nel suo genere, e che dall'Autore poscia ristam- pato con utili giunte è agli Astronomi indispensabi- le. Il giudizio pronunziato dall' Accademia di Parigi riconosce in essa un trattato nuovo in gran parte nelle cose che contiene :, interamente nuovo nel modo di porgerle e di legarle fra loro (a). Ordine e chia- rezza inoltre regnano in quest' Opera, nella quale 1' Autore si è unicamente prefìsso a scopo 1' utilità dei Lettori , che hanno in tanti ben distinti quadri tutte le formole trigonometriche necessarie per i cal- coli astronomici, e posson in essa rinvenire molte applicazioni ai problemi analoghi, specialmeute poi a quelli che risguardano le carte marine ed i planis- feri. Un' altra felice applicazione fece poi il Gav. Gagnoli impiegando il calcolo infinitesimale alla va- lutazione degli errori nelle Matematiche miste, esten- dendo il teorema di Gotes e ricavandone nuovi e (i) T. X. Parigi 1785. (a) Carlini Francesco. Notizie degli studii ec. di Gagnoli, ( Società Ital. T. XVIII. pag-. I. ) clie mi servono di guida in (juesto articolo. Libro II. 457 singolari verità . e non pochi utili usi specialmente , Continuazione ^ , ■'^ . del lavori ilei per l' Astronomia che continuamente ha duopo dicav. Cagnch. conoscere simili errori (i). Se tali fatiche onorarono questo Astronomo Verone- se, un ulterior diritto alla riconoscenza dei posteri egli si acquistò con 1' avere avuto il coraggio di erigere a proprie spese in Parigi un Osservatorio nella sua ahita- zione . e di fornirlo con scelti strumenti , fra i quali contavansi un quadrante mobile di tre piedi di raggio, un cannocchiale meridiano, ed una parallatica. Ritor- nato poi alla patria ivi stabilì un nuovo Osservatorio più insigne, e vi proseguì le osservazioni astronomi- che molte delle quali da lui fatte inserì negli iV.tti della Società Italiana delle Scienze, di cui fu dopo la morte delF illustre Cavalier Lorgna per un lungo corso di anni Presidente, e la quale a lui va in gran parte debitrice di quel lustro a cui salì in Italia. Fra le pili vantaggiose osservazioni da lui eseguite, meri- tano special ricordanza quelle dirette alla determi- nazione della geografica posizione di Verona, e del- le rifrazioni a quel clima inerenti, le altre per fis- sare 1' obliquità della Eclittica , e per formare un nuovo catalogo di stelle fisse. La ricerca del miglior metodo per computare le longitudini geografiche gli diede argomento per una dissertazione , che P Acca- demia delle Scienze di Copenaghen onorò di coro- na , e le osservazioni meteorologiche per anni parec- chi da lui continuate porsero a questa scienza ancor bambina nuovi lumi e soccorsi. Ma sarei troppo pro- lisso se qui descriver volessi quanto operò e scrisse (1) Gagnoli scrisse la trigonometria in lingua Italiana ; il Sig. Chom- prè la tradusse in Francese, e il Sig. Gottwill di Eillek erasi accinto a darne una versione Tedesca . La Lalande riconosce questo trattato di tri- gonometria per il più completo , il più dotto , e il più utile all' Astrono- mia ( Bi]jli<0{jraiia Astronomica Parigi i8o3. p. 669. ). 458 Storia della Letteratura Ital. il Cav. Gagnoli, e mi è forza di rimandar il lettore desideroso di più ampio ragguaglio al citato elogio j non deve però passarsi sotto silenzio un' altra prege- vole operetta del nostro Matematico , Le notizie a- stronomiche , voglio dire , adattate all' uso comune , nella quale emulando La Place e l'Algarotti, raccolse ed espose in chiaro stile e conciso ma intelligibile, al- quanto però arido le principali cognizioni di Astro- nomia , e formò così un libro dilettevole ed' utile ad un tempo per coloro che non volendo conoscere a fondo la scienza , non devono però esserne digiuni onde non sfigurare in società (i). Il turbine della rivoluzione che tanti danni cagionò a Verona , in- volse anche il Gagnoli che fu, direm così, svelto da quella Gittà, e trasportato per comando dell'irritato Conquistatore alla specola di Milano, onde indenniz- zarlo delle gravi perdite a cui soggiacque in quella luttuosa catastrofe. Onorifico riuscì per lui cpiesto traslocamento ma insieme doloroso oltre modo, per dovere abbandonare la Patria in così miserando sta- to ridotta, e molto più per vedersi rovinato da una bomba del calibro di 5oo. la casa e 1' Osservatorio- Seppe egli però con cristiana Filosofia sopportar que- sto disastro, e allorché Modena poi lo accolse nella scuola militare del Regno Italico , ricompose F ani- mo suo alla solita quiete e riprese i prediletti suoi studii. Mentre soggiornò fra noi, compilò un trat- tato sintetico delle coniche sezioni e un compen- dio di trigonometria per uso degli alunni di detta scuola , corredato delle tavole logaritmiche , come pure condusse a termine il suo catalogo delle stelle fisse, che per alcune ragioni limitò a sole 5oo., la (i) Queste notizie sono state ristampate nella Biblioteca di opere Italiane pubblicata dal Silvestri in Milano, e attualmente si ristampano a Reggio. Libro IL 4^9 posizione delle quali confrontata poi con quella del vasto catalogo dell' immortale Padre Piazzi uscito po- co dopo alla luce, ebbe il Gagnoli la consolazione di veder comprovata; e fa ben maraviglia [qo%\s,ì espri- me il suo encomiatore ) coinè con istrumenti di gran- dezza mediocre abbia potuto ottenere . ... un così lodevol consenso dovuto alla somma sua perizia nel maneggio dei Telescopii e Cannocchiali. Restituitosi in poca ferma salute Fanno 1807. a Verona, continuò a dirigere ed a far prosperare per alcuni anni la Socie- tà Italiana delle Scienze, ma attaccato negli ultimi tempi da una paralisi quasi universale ,-• dovette ridur- si affatto inoperoso continuamente seduto, fincbè un colpo di Apoplessia lo tolse nell'anno 18 16. adì 6. Agosto a questa vita mortale, e ci lasciò lungo de- siderio di un uomo di retta coscienza, di costumi in- genui , di soda Religione e di molta dottrina fornito. LXXXVII. Fra i più rari inaregni che onorarono lxxxvil ^ , ^ ^ , Frisi Padre Pao- la propria Nazione e il secolo XVIII. a cui appar- io. tennero, contasi il Padre Paolo Frisi Milanese figlio di Giovanni e di Francesca Magnetti. Venne egli al mondo nel giorno i3. di Aprile del 1727. ed allevato alle Scuole dei PP. Barnabiti entrò nell' anno ló.*' del- l'età sua in quella Gongregazione che ha dato tan- ti uomini di santa vita e di somma dottrinali). Niu- no sarebbesi immaginato che egli riuscir dovesse un insigne Matematico e il caso soltanto lo manifestò . Mentre studiava Filosofia, gli venne in mano non so qual libro di Matematica , sentissi tosto acceso di un vivissimo desiderio di penetrarne i sensi , cercò un ajuto, che trovò nel Padre D. Francesco de Regis, ed i rapidi progressi che il Frisi fece in questa scien- za lo persuasero, che la natura lo aveva destinato (i) Fabbroni. Elogi di illustri Italiani ( T. I. pag^. 341 .) da cui ho trat- to quanto ijui scrivo. 46o Storia della Letteratura Ital. ad essere Filosofo, e con tale fermezza si dedicò a questo studio, che non potè esser vinta ne dalle con- venienze della professione né dalla sommissione re- ligiosa . Istruito poi nelle Matematiche sublimi con egregio metodo in Pavia dal celebre Professore D. Ramiro Rampinelli Oliveta no, offrì, forse per suo con- siglio, ben presto al Pubblico cioè nel lySi. un la- voro originale e sublime sulla figura e grandezza della terra , che gli procurò 1' onore di essere eletto Corrispondente della R(;ale Accademia delle Scienze di Parigi , onore tanto più da valutarsi , in quanto che erano usciti molti scritti sull'argomento stesso, ai quali se un giovane Italiano di soli 24. anni nul- la o poco aggiunto avesse , niun conto se ne sareb- be fatto. L' accordo che egli il primo osservar fece della teoria Newtoniana con le misure degli archi del meridiano prese in vicinanza dell' Equatore , e sotto il cerchio polare quando abbiasi riguardo agli errori benché piccoli delle osservazioni, costituì uno dei principali pregi della Dissertazione del P. Frisi, la quale stampossi a spese del Conte Donato Silva, che perciò e per tanti altri titoli si meritò il titolo di Mecenate de' buoni studj. Lxxxviii. LXXXVIII. La fama acquistata dal Frisi determi- Continuazione ^. «O •• TI dei lavori del Pa- no 1 SUOI ouperiori a sceglierlo, anche prima che fosse Sacerdote, a Lettore di Filosofia in Lodi, e do- po fu trasferito alle Regie scuole di Casale di Mon- ferrato, dove successe al cel. Padre Gerdil a cui se era superiore nelle scienze fisiche e matematiche, non ne uguagliava il merito nella condotta. Esacer- batosi perciò 1' animo di un Superiore contro il Pa- dre Frisi, videsi egli obbligato ad abbandonar quel- le scuole, staccarsi dall'intima familiarità del Con- te Radicati di Coconato egregio Matematico, e passa- re a Novara ad esercitare benché suo malgrado la L I B R O II. 461 predicazione. Determinatosi però egli di soddisfare con tutta r esattezza ai doveri del suo stato religio- so, si comportò in modo clie fece anche di più di quello che doveva, e ottenne la liberazione da quel- la per lui specie di esiglio, venendo nominato ad una Cattedra di Filosofia nel Collegio di S. Ales- sandro del suo Ordine in Milano, e rispose allora e con vivezza alla critica fatta alla dissertatone di cui parlammo di sopra, critica inserita dal Padre Zaccaria nella storia letteraria d' Italia. L' Accademia di Pie- troburgo a cui egli spedì una dissertazione sulle cau- se e la teoria della elettricità, gli fece 1' onore di stamparla ne' suoi Atti, ma non potè premiarla per- chè l'Autore aveva palesato il proprio nome. Questo lavoro del Frisi in cui riduce ad una general teoria i fenomeni elettrici e confuta le ipotesi mal fondate da altri, fu spedita dal Segretario della Real Socie- tà di Londra al Franklin in Pensilvania per mostrargli quanto fosse applaudita in Italia la sua teoria dell' E- lettricismo. Il premio che non potè ottenere il no- stro Religioso a Pietroburgo , lo ottenne dall' Acca- demia di Berlino la quale coronò l'anno 1756. un altra sua dissertazione sul moto diurno della terra , in cui prevalendosi dell'analisi geometrica di Nev\^ton, dimostrò che il moto diurno della terra non poteva essere impedito sensibilmente dai venti, dalle maree, ec. , come aveva chiesto il programma dell'Accademia, e trattò altri argomenti fisici analoghi alla questione. Passato il Frisi a Pisa Professore d'Etica e Matema- tica, continuò li suoi studii in compagnia del celebre Tommaso Perelli, e l'anno 1758. riportò la corona dal- l' Accademia di Parigi la sua dissertazione de atmos- pliaera corporurn coelestium, e 1' altra de inaequali" tate motus planetarum omnium ottenne P accessit. Queste ed altre dissertazioni di argomento fisico-astro- 462 Storia della Letteratura Ital. nomico furono da lui in un tomo pubblicate, e fra le molte osservazioni ed i molti calcoli oh' ei fece , merita di essere specialmente ricordata quella della diminuzione d'obbliquità della Eclittica, della qual diminuzione assegnò i limiti ed il periodo di aumen- to e di diminuzione ; scoperta clie egli procurò sem- pre di confermare nelle opere posteriori. Nove anni dimorò in Pisa onorato e stimato dai suoi Colleghi e dai forestieri che ivi capitavano, fra i quali lo Svez- zese Benedetto Ferner volle passare con lui tre me- si intieri per comunicargli alcune sue opere \ avendo poi ricusato il Frisi con buona maniera le inchieste replicate del Conte di Woronzow che lo voleva con- dur seco in Moscovia, passò a Milano Professore di Matematica nelle scuole Palatine. AlF oggetto frat- tanto di estendere la sfera delle proprie cognizioni, intraprese il viaggio di Parigi e di Londra, e conob- be D'Alembert , Condorcet, Cassini, Monier, Sejeur, ed altri grand' uomini, e molti lumi e nuove idee trasse dalla loro conversazione. La difesa di D'Alem- bert contro le opposizioni del P. Scarella nella sua opera de rebus ad scientiam naturalem pertinenti- bus offrì argomento al P. Frisi di una dissertazione, in cui difese anche se stesso dalle difficoltà fattegli per avere spiegato i fenomeni tutti della luce col moto vibratorio dell' etere, e tutti i differenti feno- meni della elettricità con un moto di traslazione , di condensazione e di refrazione dell' etere medesi- mo. Li Professori Cheperin e Varing di Cambridge ebbero seco lui lunghissime conferenze sui comuni studii , e la sua dottrina fu conosciuta anche in Olan- da ed in Inghilterra. Lxxxix. LXXXIX. Ritornato in Italia, vide da se alienati ]■ risTai suo H- gU animi di quelli che da prima accolto lo avevano ^*''^'''- con bontà e con desiderio di possederlo, e fra questi torno ili Libro IL 463 di quegli che aveva la principal parte nel governo di Milano. Varii furono i motivi di ciò , ed alcuni derivanti dalla condotta del Frisi, il quale volle ap- partenere alla società detta del Caffè composta del- le persone di maggior talento-, e che pubblicava un foglio settimanale satirico. Come Regio Censore, ap- provò e difese ancora un Almanacco intitolato La Lanterna curiosa che si credeva essere uscito dalC^^è, Almanacco che fu dalla pubblica autorità condannato come contenente cose alla Religione contrarie: final- mente riprese il Frisi acremente in voce ed in iscrit- to il parere degli Operai del Duomo ( Signori del primo ordine di Milano ) , che vollero erigere una guglia sulla cupola di quel tempio. Colpito da que- sta avversità il Frisi, si concentrò ne' suoi studii ed attese a compiere e perfezicnare la sua grand'Opera della Cosmografia che nella prima edizione uscì col titolo De gravitate universali corjJorum,\sL quale stabilì la sua fama. Basti per tutti l'elogio fattogli daBailly (i). „ Il Sig. Ab. Frisi Geometra Italiano ha percorso ., tutti gli argomenti, ha trattato tutte le questio- 5, ni; la raccolta delle sue opere è un trattato lu- „ minoso e completo dei fenomeni celesti; la sua ,5 opera sulla gravitazione è la sola nella quale il si- ,. stema del mondo sia stato sviluppato in tutte le 5, sue parti „. La composizione dei moti di rotazione secondo diversi assi che si riducono ad una rotazio- ne sola secondo una data legge, è uno dei più bei teoremi dal Frisi scoperto ; come pure egli ha il me- rito di a\er resa più piana la teoria del moto luna- re, il che pareva riserbato ai soli Matematici di primo ordifie. In quest'opera poi trovasi raccolto tutto ciò che X più gran genii avevano scritto sulla teoria del (l) Storia dell'Astronomia T. III. pag. ac8. 464 Storia della Letteratura Ital. mondo , e cementato , e rischiarato e amplificato dal- le nuove scoperte del P. Frisi. L' Idraulica pratica occupò inoltre il nostro Matematico, il quale anda- to a Bologna, per superiore comando dovette scrive- re sulla gran questione del recapito di Reno ; fe- ce diffatti la sua proposizione di prevalersi cioè del Cavo Benedettino con varie modificazioni ed aggiun- te ; e sebbene non si seguisse in allora il suo pare- re, tuttavia qualche tempo dopo si addottarono mol- te delle sue idee con evidente utilità della Provin- cia Bolognese. Nella sua Meccanica poi universale applicata alle teorie dei fiumi spiegò ampiamente ciò che riguarda questa materia, e diede un buon corso di questa scienza non scevra però dalli suoi nei come può vedersi nell'elogio citato (i). Li Venezia- ni consultarono il Frisi sul progetto del Gav.Lorgna onde rimediare ai danni del fiume Brenta ; la Reg- genza deir Austria superiore volle il suo parere sul- la costruzione di un filato] o in un Canale di Rove- redo onde non pregiudicasse al superiore ; fece il progetto di un canale da Milano a Pavia, che en- trasse nel Tesino , progetto che si è poi compito nel- l'anno 1819. e si è aperto il canale. Questi e mol- ti altri lavori Idraulici occuparono la penna del no- stro Matematico, il quale in alcuni di tali proget- ti o lavori provar dovette amarissimi disgusti, quan- tunque egli avesse sempre in mira il solo ben pubbli- co. Il suo carattere e la sua naturai maniera di es- porre il proprio sentimento in modo , che sembrava volesse strappar con violenza l'approvazione di tutti , gli procurarono è vero molti nemici , ciò nulla meno ebbe anche dei validi protettori, fra i quali contò il primo Ministro (Kaunitz) dell'Imperatrice Maria Tere- (0 P^g- 377- Libro II. ^6S sa, allorché il Frisi fece il viaggio di Vienna nel 1768. , e da queir epoca in avanti quasi tutti i momenti del- la vita di Lui furono segnati dalle beneficenze del suddetto Ministro splendido protettore delle lettere. Per servire al desiderio di chi reggeva l' Impero Au- striaco prese quegli a scrivere sui diritti dei Sovrani nelle cose religiose, e di quel che essi debbono alla Religione ed alla Chiesa. Niun forse meglio di lui co- nosceva il vantaggio che i Sovrani trar possono da- gli uomini di lettere per ispirare coi loro scritti nei popoli P amore delle leggi, e il rispetto alla Sovra- nità, queste idee però congiunte alla vera smania di essere consultato in molti affari ed al sentimen- to della propria dottrina , gli produssero molti distur- bi allorché furongli chiesti pareri or sopra una cosa , or sopra F altra. XC. Ebbe questioni di precedenza per le catte- contM^ka f«. dre di Matematica pura e mista col Padre Boscovich ^^* ^'ì"- e coir altro Ex-Gesuita Francesco Luini ; conservati per suo consiglio gli Astronomi Gesuiti nell' Osservato- rio di Brera all'occasione della soppressione della Com- pagnia^ amaramente si dolse il Frisi perchè nelle Effe- meridi da essi poscia stampate non lo nominarono in conto alcuno, come credeva di meritarlo, quale Astronomo teorico di primo ordine, e cercò di rilevare degli errori nelle suddette Effemeridi , e di pesar con franchezza il merito degli Autori, i quali si di- fesero; mentre in appoggio del Frisi sorse il suo co- stante amico il Conte Presidente Verri a sostenerlo con un opuscolo, in cui si mostra fra le altre cose q ^al conto facessero gli Astronomi di primo ordine delle scoperte e degli scritti del Frisi. Non contento però questi della premura dell'amico a suo vantag- gio, non lasciò in appresso di deprimere negli scrit- ti che pubblicò il merito dei Gesuiti, specialmente Tomo I. 3o 466 Storia della Letteratura Ital. in Matematica; e nell' elogio del Galileo descrisse gli impegni dei medesimi contro questo felice indagato- re della natura; in quello del Cavalieri le opposi- zioni del Tacquet, del Bettini, del Guidino al suo me- todo degli indivisibili, ed entrò in cose affatto estra- nee all' argomento, le quali servirono a mostrare quanto ei fosse incapace di freno , allorché era preoc~ cupato da qualche passione. Questi due elogi nel ri- manente formano un bel quadro della storia fisica e matematica di quei tempi, e presentano una giu- sta analisi delle opere di que' due sommi Uomini , e lo stesso dicasi delF elogio del Newton , opera del Padre Frisi il quale ne scrisse anche degli altri , ma riuscì bene soltanto in quelli in cui descrisse la sto- ria dei progressi dello spirito umano , e non in quelli dove richiedevasi eloquenza e condotta di stile. Rare volte un gran Geometra diviene un eccellente Fisi- co; ciò si avverò anche del Frisi il quale pubblicò nel 1781. li suoi opuscoli filosofici, che senza le al- tre di lui opere non avrebbero esteso di molto la sua fama. Una seria questione si appiccò fra lui ed il Toaldo sulF influenza della Luna da questo estesa ai Barometri ed ai cambiamenti del tempo, e da quel- lo limitata alle sole cose astronomiche; e questa for- ma F argomento del primo opuscolo , trattandosi ne- gli altri alcuni argomenti di Fisica particolare, uitimf ^ eriodi XGL Riordinò poi tutti li suoi scritti in tre volu- deiia viu deip. jnij yl^io dei quali contiene F Algebra, F altro la Mec- canica ed il terzo la Cosmografia ; e cercò sempre di unire la sintesi al calcolo conciliando così ai me- todi tutta la possibile evidenza, ed avvezzando così gli studenti a diffidare dei risultamenti del calcolo quando non siano esaminati col lume della sintesi. Mentre stampavasi il 3.*^ volume , fu F Autore attac- cato da una fistola che dovette tagliarsi, ma inu- Libro II. 467 tilmente perchè sopravvenne F infiammazione, nella quale dolorosa infermità ebbe egli il conforto dell' assistenza de' suoi fratelli, degli amici e di que' Re- ligiosi la Compagnia dei quali egli aveva con Breve Pontificio abbandonata , ma per la quale nutrì sem- pre i sentimenti di vera gratitudine, siccome a sua educatrice, e alla quale era debitore della celebrità del proprio nome „ Sarebbe { così Fabbroni ) un to- ,5 gliere al Frisi una gran parte della sua gloria il 5, non lodare in lui la bontà e sincerità di cuore, 5, e se ebbe qualche volta la disgrazia di prestare 5, orecchio alle voci del suo amor proprio, e sod- 5, disfacendolo, di mostrare un carattere in appa- 5, renza contrario a quel che lodiamo , dovranno pe- „ rò confessare i suoi nemici medesimi, che egli si „ arrendeva ai più piccoli omaggi che credeva davu- 5, ti alla superiorità del suo merito „ . I più illustri Matematici della Europa furono suoi amici e ninno si pentì mai di esserlo. Professò sin- cerissimo il suo rispetto per la Religione , e de- vesi col suo nome accrescere il catalogo di que' veri Filosofi che P hanno riguardata, come 1' opera di Dio , e come 1' unico strumento della umana fe- licità. Fu ascritto alle Accademie di Londra, di Pie- troburgo, di Berlino , di Stokolm , di Goppenaghen , di Berna, di Harlem, d'Upsal, di Siena, di Padova ed alla Società patriotica di Milano, ebbe distinzio- ni dai Monarchi , ma la patria mostrossi poco ricono- scente verso un uomo così illustre, il che però derivò dalla singolarità del suo carattere; morì egli in Milano li 22. Novembre del 1 784. , ed i suoi Religiosi lo ono- rarono di solenni esequie nel loro Collegio di S. Alessandro, e il suo amico Verri gli fece erigere nella stessa Chiesa un bel monumento con iscri- zione. 468 Storia della Letteratura Ital. xcir. XGII. Giovò ai progressi dell' Astronomia in Ita- SCO. Siziti^Zanno- iia 11 Gesuita 1* ranccsco Reggio da lamiglia patrizia ni Antonio. Gcnovese sortito nel 17^3. ed in Milano educalo al- le scuole della Compagnia di Gesù. Nella Filosofia lo diresse il suo Confratello Domenico Gerra uom dotto, il quale dedicatosi ancjie alF Astronomia, fabbri- cò uno smisurato Cannocchiale clie aveva un obbiet- tivo di più di 40' piedi di fuoco, si procurò una grande sfera, un orologio a pendolo, ed un sestan- te del diametro di ic. piedi. Con questi strumenti cominciò il Gerra ad osservare, e coadiuvato dall' altro Gesuita Pasquale Bovio riuscì a scuoprire una Cometa, e questi furono i primi principii dell' Os- servatorio di Milano che salì poi a tanta celebrità. Incamminatosi il Padre Reggio perciò nello studio dall' Astronomia, fu egli il primo alunno dell'Astro- nomo Padre La Grange alla stessa Religione addetto, da Marsiglia chiamato a Milano nel 1763. dal Rettore del Collegio di Brera. Ma povero come era allora di mac- chine il nuovo Osservatorio, questa penuria esercitò vieppiù 1' ingegno del giovine Reggio , che moltipli- cò e ripetè le osservazioni onde assicurarsi della lo- ro esattezza, acquistando così una pratica somma di osservare, e l'eclissi del sole avvenuto nel 1764' in Marzo diligentemente osservato dal Reggio, sommini- strò il fondam^to per determinar la longitudine di Milano. Cominciata con auspicii così fausti la sua carriera, approfittò egli poi degli insegnamenti del- l' illustre Padre Boscovich e continuò , benché per qualche anno interrottamente, ad occuparsi della scien- za finché nel 1773. venne eletto Astronomo, allor- ché appunto fu soppressa la sua Religione. Conosce- vasi già dopo Newton il fenomeno della corona di nherrazione , che ingrandisce le immagini degli astri osservate nei Telescopii; ma il Reggio penetrò più Libro II. 4^9 oltre, ed in una dissertazione da lui pubblicata espo- se con maggior chiarezza cjuesta ottica illusione, e con gli esempi delle eclissi delle stelle cagionati dalla Luna ne fece meglio comprendere la spiegazio- ne ; altro suo lavoro abbiamo di que' tempi , 1' espo- sizione cioè e la spiegazione sintetica dei fenomeni dell'anello di Saturno, che in quell'anno presentò varie curiosissime fasi. Allorché il celebre Cassini es- tender voleva in Italia la misura del parallelo di 45-^, il Padre Reggio con un solo quadrante di poli. i8. riuscì a determinar con tanta esattezza la latitudi- ne e longitudine di Pavia, che questa determinazio- ne resse alle prove fattesi dappoi , allor quando l'Os- servatorio acquistò un cerchio moltiplicatore di Bor- da. Infaticabile osservatore continuò egli per anni 3o. a lavorare di ottima intelligenza in compagnia dei nuovi Astronomi venuti dopo la partenza del Pa- dre La Grange , e dedicossi specialmente ad accertar con le osservazioni i pregi ed i difetti delle macchi- ne , sul qual argomento scrisse un dotto commenta- rio in cui rinvengonsi i metodi, e le formole a cor- reggerne gli errori più adattate. Oltre le moltiplici osservazioni degli astri da lui in tutte le diverse ma- niere eseguite (i) coltivò con assiduità la meteorolo- gia , contribuì alla costruzione della insigne meridia- na del Duomo di Milano, e della mappa get)grafica delPInsubria fondata sulle osservazioni geometriche ed astronomiche; per il che egli quantunque avan- zato in età ed infermiccio, percorse e valli e monti animando più coli' esempio che colle parole i giova- ni alunni a sostener le fatiche indispensabili per compiere queste grandiose operazioni. Le Accademie di Torino , di Mantova e l' Istituto nazionale si fe- (i) Egli trovò ben presto dopo Ravviso di Herschel il pianeta Urano e ne calcolò gli elementi delF orbita. 470 Storia della Letteratura Ital. cero un pregio di aggregare al loro ceto questo de- gno Religioso, ed insigne astronomo che -visse a tutti caro perchè veramente virtuoso, e che mancò ai vivi d'anni 62. in Milano nel i8o4- lasciando sommo de- siderio di se presso a quelli tutti che il conobbero (i). Incerta è 1' epoca della nascita dell' insigne Geo- grafo Antonio Rizzi-Zannoni Padovano , ma questa viene dal Sig. Gamba fissata all'anno ivSo. in cir- ca. Dotato il Zannoni di vivace ingegno partì giova- netto da casa , e colla matita in mano scorse la Fran- cia, la Spagna, e la Germania delineando or questo or quel paese; ed essendo entrato al servigio milita- re in Prussia cadde prigioniero dei Fji'ancesi, che lo condussero a Parigi. Cominciò allora egli direm co- sì, la sua carriera scientifica ; poiché diretto dal ce- lebre geografo Delisle conobbe a fondo la Matema- tica e F Astronomia applicata alla Geografia , per modo che il Governo Francese lo spedì al Canada per fissare i confini dei possessi suoi con gli Ingle- si. Ritornato in Francia venne nominato Geografo della marina , e non mancò gran cosa che avesse un posto nelF Accademia delle scienze ; ma avendo de- siderato di rivedere l'Italia ritornò a Padova, e l'Ac- cademia di scienze colà istituita lo annoverò tosto fra li suoi membri pensionarii; breve però fu la sua dimora in Patria , poiché il Senato Veneto lo cedet- te alla Corte di Napoli che lo aveva chiesto per Geografo, e colà cessò di vivere nel i8i4- insignito del posto di Direttore del Gabinetto geografico. Pub- blicò egli una parte del territorio Padovano in quat- tro fogli, la pianta della Città di Napoli, e la car- ta di tutto il Regno in tre foghi , come pure quella di tutta l' Italia, lavori generalmente accreditati ; il (i) Memorie dell' Lnp. R. Istituto di Milano T. III. pag. 55. Libro IL 471 piccolo Atlante poi da tasca stampato da lui a Pari- gi, ha il pregio dell'esattezza congiunto a quello di mostrar gli oggetti diversi distintamente contrasse- gnati, così che facilmente si rilevano (i). xeni. Riscosse gli applausi dei Dotti, come stori- xniii. co il Conte Jacopo Filiasi di cui parleremo a suo jacòpo"ed altri luogo ; ma non si limitò egli a questi studii, poiché Aiuonomi. applicossi inoltre a conoscere la Fisica, e specialmen- te la Meteorologia e la Botanica pratica. NelF Acca- demia di Mantova alla quale egli apparteneva, e che a lui deve assai, lesse una Memoria delle Procelle che attualmente regnar sogliono nelle Maremme Venezia' «