» *< •t-eK'-t* V SUL SISTEMA VASCOLARE CONSIDERATO ©OSSI 31 (^H-flIlH DaSfElf ITO PER LA DETERMINAZIONE DELLE FILLITI DEL I DOTTOR GIUSEPPE BIANCONI MEMORIA ESTRATTA DAL 3.° FASC. DEI NUOVI ANNALI DELLE SCIENZE NATURALI UBRARY botahk BOLOGNA PEI TIPI DI JACOPO MARSIGLI 1858 BH-1 SUL SISTEMA VASCO LA UE DELLE FOCiLIE PER LA DETERMINAZIONE LIBRARY NEW YORK BOTANICA!* QARDEN. Folla elegantissima^ , naturalissimas diffirentias exhibent, Linn. Pliilos. hot. ca. 218. Le bolle opere di Schlothoim (1) di Sterenbcrg (2) di Adolfo Brongniart (3) e di altri , hanno grandemen- te illustrato la flora del mondo così detto primitivo , os- sia gli avanzi dei vegetabili che trovansi sepolti in diversi sfrati ond1 è formato il nostro globo . Si direbbe che per rispetto ad una parte di essi siansi portate le co- gnizioni a quel punto cui poteva arrivare una ricerca vertente sopra oggetti quasi sempre imperfetti ? e che il (1) Die Petrefactenkunde . Gotha 1820. Flora der Vorwelt. Gotha 1804. Systematisches Vcrzeichniss der Petrefacten Sammlung. Schlo- theiiu . Gotha i832. (a) Essai d' un Exposé geognoslico-bohinique de la Flore du monde primilif Ratisbonne 1820. fol. • Teritamen florae pfimordialis . (3) Histoire des véirét.uix fossiles . Paris 1828. Dictionnaire ]iolitlie>i , Phyllolites, Phyllites etc! parte di piante di questa immensa se/Jone . Colia se- conda di argomento geologico applicherò, per quanto si possa ì princìpi stabiliti nella prima parte alle impres- sioni od avanzi delle foglie l'ossili . §• * Sunto storico dell' uso fatto delle nervature per la determinazione delle foglie fossili. Non ci sarà qui d' uopo tessere per minuto la storia di quanto si è scritto per 1' addietro sulla determinazio- ne delle Filliti : essa ci viene esposta in poche parole nel Tom. 18. del Nuovo Dizionario di Storia Naturale applicata alle arti , impresso a Parigi nel 1 8 1 7 , alla voce Lithobiblion „ Non esiste alcun lavoro speciale ( così „ il Sig. Leman autore dell' articolo ) sopra questo ge- „ nere di fossili estremamente numerosi in ispecie, di .', cui la determinazione sarebbe sommamente importan- J5 te , e per la storia de' vegetabili , e per la Geologìa . „ Questo lavoro però è stato intrapreso da Schlotheim ^ .', ma egli è rimasto senza seguito „ etc. Diffatti questo celebre Geologo nelle diverse sue opere o dà figure sol- tanto di Felci e di qualche altro frammento di Vege-r tabili , non mai di foglie di Dicotiledonali , ovvero men- tre tesse il Catalogo , e dà la descrizione delle specie di fossili rinvenuti , quando arriva alle foglie ( come pure ai Legni , ed ai Frutti ) si contenta citare la località , ed accennare pochissime delle specie che nelle medesi- me posizioni dicesi rinvenire . Prendasi per es. 1' opera pivi recente , che è il Catalogo delle petrificazioni di Schlotheim pubblicato nel ''1 83 2 (1) : osservisi 1' articolo Phytotypoliten j e vedrassi specificato il Palmacites fa- bellatus , P. lanceolati^, P. hexagonalis etc. delle quali (1) Systematitsches etc. può dirsi senza errare che sopp state tali specie studiate e determinate. Invece nelP articolo delle Foglie l'ossili denominato Bibliolithen non sono che riferite le località , e il paragrafo mini, i j per es. così si traduce ,, Im- „ pronti di foglie sopra l'arenaria di Stradella, [\ pezzi „ o saggi „ . In altra opera (i) però mostra di avere qualche contezza della qualità di foglie rinvenutesi , men- tre cita „ Una foglia di Acer campestre sopra il Kalh- „ Stein di Oeningen „ : ma di essa non dà descrizio- ne , o figura veruna . Per parte adunque di Schlotheim il lavoro è ancora imperfetto . Alcuni autori lo han preceduto 3 ma ragion vuole che se qualcuno avesse portato più oltre la de- terminazione delle Filliti 5 egli se ne sarebbe prevalso , come ha fatto principalmente per la Zoologia fossile . Merita tuttavolta particolar menzione Scheuzero il quale sino nel 1723 pubblicò il suo Herbarium Diluvianwn (2) ove diede una copiosa raccolta di figure rappresentanti foglie fossili , le quali furono da lui nominate a seconda delle apparenze , come può vedersi nella descrizione del- la Tav. 2. fig. 4- così espressa „ Populus nigra figura „ subrotunda , circa marginem serrata , in acumen ab- „ eunte „ etc. } ne ho trovato altro caso in cui si valga della nervatura, che quello ove descrive la fig. 8. della tavola stessa , per riguardo alla quale si esprime così : „ Folium trinervium , videtur Plantagineum ,. . Si ricordi di passaggio e con compiacenza V illustre nostro Ulisse Àldrovandi , che sino nel i6/|0 o circa (3) effiggiando due foglie fossili da lui credute di Edera , vi appose questa nota „ Caeterum haec duo folia ab invi- „ ceni discrepare videntur, quoniam folium postremo loco j, pictum nervos crebriores habeat „ . Il barone di Sternberg pubblicò nel 1820 V opera (1) Die Pcfrcfiiclenkunde. Golha 1820 pn£. 3qo. (a) Lugrduoi li;itav. 17-3 fol. fig. (3; Minatimi uietullkutu , lib. 4 pag. S33. 7 intitolata „ Saggio di una disposizione geognostico-bota- nica della Flora del Mondo primitivo „ (i), in cui si han- no ed accuratissime tavole di foglie, e di altre parti di Dicotiledonali , le descrizioni e l1 elenco delle medesime col nome degli oggetti determinati. Disperando egli di poter con certezza determinare le foglie l'ossili per quello che furono allorché vissero, dà loro il nome generico PJMlitesi alcune le nomina a seconda della sua for- ma (2) Phyllitcs crcnulalus , Ph. ncrvulosits , Ph. trilo- batus : altre conforme alla rassomiglianza colle viventi Ph. juglandiformis ; altre infine con termini che indicano l'incertezza in cui era Ph. ambigims s Ph. dubius , Ph. indeterminatus . Ciò è quanto si legge nel Catalogo delle tavole , ma fra P opera tenta egli pure di ravvicinar le figure alle foglie viventi , e sceglierò per es. quelle della Tav. 34 descritte a pag. ^1. Quercus suberì , Tav. 35 fig. 1 . ( quella stessa che nel suddetto catalogo è chia- mata Ph. juglandiformis) Fraxinus juglandij oliai etc. La Tav. 25 fig. 1. e 2. viene descritta a pag. 33 in questo modo „ Platanus 3 Lyriodcndron ? senza accor- darsi perfettamente ad alcuna delle due specie „ . Si ve- drà a tempo e luogo quale e quanta distanza passi Ira la nervatura del Platano , e quella del Liriodendro . Così la Tav. 44 %• 3. si descrive a pag. 33 con questi ter- mini „ Si distingue per tre sorta di nervature , simili a „ quelle del genere Cornus . Per altro egli è impossi- „ bile di unirla ad alcuna specie conosciuta „ . Tralascio molti altri esempi che mostrerebbero sempre l1 incertezza de' suoi confronti. (V. a pag. 44 Tav. 44 %■ ~-i a pag. 47 Tav. 5o fig. 1. e 2. etc). Ma quello che sa- rebbe veramente scoraggiante per chiunque si accingesse a trattare delle foglie l'ossili , è la seguente espressione (1) Essai d'un exposé iieo^nostico-bolanique de la Flore du Mon- de primi lif. R.'iljsfoonne 1^2". fpl. 6g. (■j) Steruberg, Tentarnc-g llorae primordialis . Index ìcoujku . 8 colla quale chiude il suo quadro della Flora primor- diale (1). Phyllolìtes agmen cìaudunt \ qui nervis anasto- mosantibus Dycotiledones planlas olim ornabant .... In Seyllam et Charyhdbn inciditi si (jais Phylh/ites ad spe- cics rcjerre concitar. Sarebbe superllua ogni riflessione intesa a mostrare che Sternberg ci ha lasciato questo lavoro ben addietro nella sua carriera . Per assai meno disperato di quello faccia Sternberg, ci descrive il Sig. Adolfo Brongniart un tal genere di ricerche . Egli sino nel suo lavoro di questo argomento che vide la pubblica luce nel 1822 (2), ci avverte che le Filliti formano un genere immenso per la quantità di specie eh' esso racchiude , e di cui 1' esame offre da sé solo un lavoro considerevole. Per allora contentossi di stabilire alcune considerazioni generali . e non entrò né punto , né poco nella determinazione delle Foglie fossili . Più davvicino prese a considerarle nell' articolo sui ve- getabili fossili dei contorni di' Parigi , inserito nella cele- bre opera del barone Giorgio Guvier sulle Ossa fossili". Diede ivi figure ed accurate descrizioni e si valse linài- mente per primo delle Nervature qua! carattere di de- terminazione, associandolo per altro a quello del mar- gine , ed istituendo con ambedue alcuni confronti colle foglie viventi. Citerò per un esempio la frase della Phfl- lites Ncrioidcs (3) „ Foglia oblongo-lanceolata , o sem- „ plicemente lanceolata j sostenuta da un peziolo breve : „ nervo di mezzo ristretto poco inarcato : nervi secon- „ darj semplici , obliqui ravvicinati , molto prominenti „ . Indi soggiugne : „ questa Fillite ha qualche analogia , per „ la disposizione de' nervi , colle foglie del Nèrìum Olean- „ der L. Questo però ne differisce per le sue foglie (1) Tentamen. pag. xt.i. (2) Essai d'une classilicalion des "Vegetata fossiles . ( Mt'nioires du Mus. d' ilist. Kat. T. Vili." pag, 2o(5. Paris 1822). (3) Cuvier. Kecliorches sur les Ossera. foss. T. 3. pag. 3Go , et T. 2. 2iue parlie pian, vai f. 1. B. C. „ più larghe e più appuntite. La sua forma la rnvvi- „ cina altresì a più specie di Salci , ma se ne scosta „ per le sue nervature quasi trasversali :. . Dicasi altret- tanto di altre frasi, in ognuna delle quali fa giuncare be- nissimo il carattere de' nervi , e mostrando qualche dub- biezza per riguardo al paragone istituito fra le foglie fossili , e le viventi . li piano esposto nel lavoro da me ricordato in primo luogo ebbe un vistosissimo sviluppo fieli* articolo Vègé- iaux jòssiles del Dizionario delle Scienze naturali che sorti nell'anno 1828. Fu conseguentemente ampliata anche la parte che spetta alle Filliti , ma sgraziatamente dessa rimase sempre la meno elaborata. Diversi cenni sono per altro sparsi in questo articolo dai quali puossi raccogliere il suo pensiere . Nei Vegetabili fossili è forza, ei dice , abbandonare il carattere degli organi della gene- razione , che mancano quasi sempre , per attenersi a quelli della vegetazione . La struttura poi di questi e più particolarmente delle foglie j è legata in una maniera ben più intima , o per lo meno ben più apparente , a quella degli organi della generazione nelle criptogame, che nel- le monoeotiledonali, e nelle hlonocotiledonali , che nelle dicotiledonali • di tal maniera che la forma e la dispo- sizione delle nervature possono sovente nelle prime con- durci a riconoscere dei generi o delle specie : nelle seconde a distinguere qualche famiglia , nel mentre che nelle ultime esse non possono guidarci ai medesimi risultati che in casi rari. Kulladimeno egli è alla dispo- sizione dei fasci libro-vascolari che costituiscono la ner- vatura delle foglie . . . che conviene rivolgere una atten- zione la più particolare . E per questo mezzo si può sperare , mediante uno studio molto esteso dei caratteri di questi organi nelle diverse famiglie , di arrivare a de- terminare molle foglie fossili con abbastanza certezza: ma , prosiegue il Sig. Adolfo Brongniart , questa deter- minazione esii^c delle ricerche che io . non ho ancora IO potuto terminare , Ad onta di ciò pare che un grpn numero di Pilliti giaceranno forse per sempre indeter- minate etc. Sin qui egli . Se poi ci volgiamo alle deter- minazioni non troveremo in questo articolo veruna frase , o menzione de1 nervi , bensì quella esitanza ( tanto lode- vole ) che esternò in altre opere per riguardo alla ana- logia delle foglie fossili colle viventi . Per modo di e- sempio parlando della famiglia degli aceri così si esprime : J? Nei terreni di sedimento superiore si trovano molte foglie, che hanno la più grande analogia con quelle di molti aceri ... a Nidda le foglie più frequenti sono tri- lobate , a lobi acuti largamente dentati , che appar ten- gono verosimilmente ad una specie di acer „ etc. Risulta dal sin qui detto : i." Che il Sig. Adolfo Brongniart è stato il primo ad adottare per le Pilliti quel carattere che già sì bene ha messo in opera per le Felci fossili , le Nervature . 2." Che insiste su questo , quale principale carattere che possa supplire ai caratteri desunti dagli organi della generazione , e col quale vede la possibilità di determi- nare molte Filliti . 3." Che tal lavoro è tuttora incompleto non avendo Egli ancora potuto occuparsene , inteso a compiere al- tre parti della sua grand' Opera , che ben a ragione fece precedere a quella sulle foglie fossili. Un altro passo importante hanno fatto queste ricer- che nelle mani del Prof. Viviani . Nel descrivere alcune filliti della Stradella presso Pavia (ì) valutò il carattere della Nervatura , in forza del quale seppe rilevare che certa impressione di foglia munita di cinque nervi tutti derivatili dalla base, doveva appartenere al genere acer , in cui , dice , questa disposizione è la' più frequente . Nella maggior parte però delle frasi tace de1 nervi secondo (i) Lettre de M. Vivi;mi a M. Pareto (V. Mémoircs de la Sor. Gitolo^'iqtie de Frutice T. i. première partie . Paria i833 paf. i2<).) II il costume dei botanici , e fa uso del solo margine . Pare adunque che egli abbia traveduto che il carattere della nervatura si estenda , con un andamento uniforme . alle diverse specie che compongono un genere . Il territorio Sinigalliese ha fornito una ricca collezione di corpi organici, e specialmente di Pilliti al Sig. Vito Procaccini Ricci, il quale ne ha dato la descrizione e le figure colle stampe di Roma nell'anno 1828 (1) uni- tamente a molte interessanti osservazioni . Delle molte specie eh1 egli cita alcune vennero determinate da va- lenti botanici , altre per cura propria , servendosi del margine e tacendo delle nervature . E sul margine egli pure muove grandi dubbi (2) , e noi converremo seco Lui assai facilmente :, e poiché esso non fa parola delle distinzioni che possonsi ottenere dalle differenti ramifi- cazioni de' nervi sulle foglie , così io pure mi asterrò di parlare del suo lavoro il quale sotto questo aspetto non ha col mio argomento relazione veruna. Più altri scritti sarebbero forse da menzionarsi , ma stimo meglio passar oltre rimettendomi al silenzio os- servato dai più recenti celebri autori , e fra questi spe- cialmente dal più volte citato Sig. Adolfo Brongniart, il quale avrebbe certamente rifuso nel suo articolo , e nelle sue memorie , quanto nelle opere di quelli fosse 6tato detto di interessante sopra questo soggetto . Stimo pertanto non prematura quest' ultima conclu- sione : che sembra non essere stato sino ad ora abba- stanza conosciuto nella nervatura delle foglie fossili un carattere certo , invariabile , e tale , da potersi sul me- desimo istituire un piano per la ricognizione delle fo- glie fossili . Intanto per arrivare a conoscere se un tal carattere possa effettivamente servire ali1 uopo pel quale qui si propone , reputo necessario soprattutto il rivolgere (1) Osservazioni sulle Gessaie del territorio Sinigalliese. 8.1' fi». (2) J«a-. /,a. 12 la considera/ione alla Nervatura delle foglie viventi , pre- mettendo però una storia compendiata di quanto si è detto sui nervi considerati sotto questo punto di vista. §. II- Parte botanica. Per nervatura della foglia s' intende comunemente , e dai Botanici stessi, quella diramazione del sistema vasco- lare , che partendo dal peziolo , o direttamente dalla pianta, si espande sotto e per entro la foglia. Il siste- ma vascolare forma come lo scheletro , P ossatura della medesima : ed il tessuto cellulare riempie ogni vano , e compie la superficie . Sin dai primi tempi della Botanica fu presa in con- siderazione la nervatura delle foglie . Ma Linneo forse per primo se ne valse ( in pochi casi bensì ) come di buon carattere per designare delle specie come la Dlo- ckca trinervia , e triplinervìa ; Ch'ironìa trinervia $ Me- lastoma trinervium $ Rexia septemnervla etc. In questa parte però la Botanica fece piccoli progressi , e solo a nostri giorni si cominciò a studiarla . Non istarò a dire tutti i passi che si fecero , limitandomi a riferire quanto e' insegna un de' più celebri fra' Botanici de1 nostri tempi il Sig. Decandolle , che è andato assai avanti , e che avrà ( non può a meno ) compendiato nelle sue opere quanto sapevasi a questo proposito . Neil' opera intitolata Organographie vegetale. Paris 1827. Tom. 1. pag. 260, separa dapprima li nervi in primarj , secondar)' , e terziarj . I primi partono dal pe- ziolo . gli altri sono le successive ramificazioni . Consa- cra l'articolo terzo (Capo delle nervature) a pag. 280, à la dispnsition des ncrvurcs dans le limbe de lafcuille . Esclude da questo trattato le foglie crasse che non la- sciano vedere ramificazione alcuna. Forma due grandi i3 divisioni delle piante Fanerogame di cui una chiama An- gulinervi e corrisponde a quella delle Dicotiledonali^ V al- tra Curvinervi equivalente a quella delle Monocotiìcdonali . Suddivide le Angulinervi in cinque Classi . i.a Penninervi come il castagno, e nota con mira- bile esattezza che alcune foglie di questa classe hanno nervi secondarj molto distanti , altre ravvicinati :, talune grossi , tal' altre minuti : queste semplici , quelle più o meno ramosi • qualcuna perfettamente diritti , qualch' al- tre curvati al loro apice , seguendo coli' anastomosi , ( bel- lissima osservazione ! ) 1' andamento del margine della fo- glia . Una differenza , die' egli , che influisce assai sopra la forma generale delle foglie penninervi , è la propor- zione relativa della lunghezza delle nervature laterali cioè : a- Nervature laterali brevi ed uguali , foglia lineare . fi. Nervature di mezzo più lunghe di quelle del basso , e della cima , foglia elittica , ovale , o orbieolare . y. Ner- vature più lunghe al basso, foglia ovata. 0. Nervature della cima più lunghe , foglia obovata . Mette per ap- pendice a questa prima classe quelle foglie che sono dette triplinervi , e quintuplinervi , per mezzo delle quali si passa , per suo dire , alla seconda grande classe e cioè quella delle 2.a Palminervi. Partono dalla base più nervi ad mi tempo , e divergon fra loro . Sono il più sovente in nu- mero dispari , 5 nella vite , 3 nel giuggiolo etc. Riflette che è sovente difficile di distinguere rigorosamente le foglie trinervi , o quinquinervi , dalle triplinervi o quin- tuplinervi . E su questo farò alcune riflessioni più a bas- so . I numeri pari sono molto più rari dei dispari : Ba- huinia , Oxalis tètraph. etc. Dividesi questa classe pel grado di divergenza dei nervi primarj , per la loro, lun- ghezza relativa, e pel loro numero. 3.;i Peltincrvi . Ricino . f\ .'■' Pedaìincrvi. Hcllcborus Joetidus . Passa poi alle Curvinervi ', ossia alle Monocotiìcdonali , »4 di cui non farò parola , non entrando esse nel mio assunto . Ho dovuto trattenermi un po' al minuto sulle idee del Sig. Decandolle per due ragioni ^ 1 una , perchè una singolare combinazione ha portato che tali ad amussim sono i risultati delle mie osservazioni : onde quanto mi duole per P un canto di vedere frustrato il frutto di lun- ghe e indaginose mie fatiche , essendo stato prevenuto •, tanto per P altro ho di contento nel riscontrare questa per me sì onorevole coincidenza. La seconda perchè l' applicazione di questa classificazione servirà pel piano di distribuzione di alcuni vegetabili dicotiledonali a se- conda delle nervature , che unisco sul fine di questa parte . Aggiungerò quanto si dice dal Sig. Massey autore del- l' articolo Ncrvures del Diction. des Sciences Nat. stam- pato a Parigi nel 1825 , il quale ha conosciuto forse più d' ogni altro P importanza dei nervi , come carattere inserviente alla determinazione dei vegetabili dicotiledo- nali . 5? La disposizione delle nervature caratterizza qual- ?5 che volta assai nettamente delle specie ed ancora dei ?, generi tutti interi . I Melastomi per es. .. ec. Non si potrebbe senza mancare . tacere del botanico che onora la nostra Italia il chiarissimo Prof. Cav. Ant. Bertoloni ( cui son debitore per tanti ajuti e favori ) . il quale si serve assai precisamente del carattere delle nerva- ture nelle descrizioni delle specie che leggonsi nella rino- mata sua Flora Italica. Mossi principalmente dal suo esem- pio , son certo che anche altri botanici cominceranno ad usare un po' più di questo carattere che offre se non altro distinzioni fra specie 5 e specie le più belle e le più sicore. Questo è quanto ho potuto trovare sulle nervature . Ma non è tutto quanto può interessare le mie ricerche che infine vanno a ridursi ad uno studio delle foglie , mediante le quali riconoscere li vegetabili dicotiledonali . i5 IVeI Bullettaio del Barone Ferrusac Tom. 25. pag. 178, Viene enunciato un sistema che ha per titolo „ Intro- duzione facile alla cognizione degli Alberi , e degli Ar- busceiii dell' Austria presa dalle loro foglie „ del Sig. Hosz . Vienna i83o 8.° £g. , e di esso si dà un breve estratto . JNon posso dispensarmi dal farne parola , come di cosa interessante per se e più per avvicinarsi cotanto al nostro argomento. Le Classi sono fondate principalmente sull' essere le toglie semplici o composte , sulla loro inserzione , e sul- r essere lobate o no . Gli ordini vengono fondati sopra la forma del contorno della foglia. Per es. Class. 2. Foglie semplici opposte e lobate. 1 . Ordine . Lobi ottusi . Acer campestris . 2. Ordine. Lobi acuti. Acer pseudoplatanus . Conviene render giustizia ai redattori del Bullettino per le lodi che tributano a questo piano , perchè effet- tivamente non poteva essere meglio inteso nò meglio ra- gionato . Tuttavia è pure forza convenire che cade nello scoglio di affidarsi al margine delle foglie , per 1' istitu- zione degli ordini , ed è poi da questo principio trasci- nato a dovere scomporre li generi , e come osserviamo da quanto è sott' occhio , il Genere Acer ha specie tanto nel primo quanto nel secondo ordine : oltreché i caratteri cavati dal margine presentano altre obbiezioni che cadrà in acconcio di rilevare sul principio del se- guente paragrafo . §. IH. Osservazioni sulle proprietà delle Nervature considerate come carattere distintivo delle Foglie vive. Onde arrivare a conoscere se P andamento dei Nervi sulle Foglie fosse una cosa irregolare e variabile da i6 individuo ad individuo , come disse taluno , ovvero se fosse uniforme e costante nelle rispettive specie : se in- fine la determinazione delle Foglie fossili avesse potuto trovare un appoggio fermo e sicuro nelle Nervature , meglio che nel Margine . mi rivolsi per prima cosa al- l' esame delle Foglie vive . proponendomi da sciogliere cinque problemi , cioè : i.° Di che valore è il carattere del margine nelle foglie ? a.0 Le disposizioni dei Nervi sono sempre uniformi in tutte le foglie della stessa specie ? 3." Presentano esse differenze valevoli a distinguere una specie dall' altra ? /j." In un Genere o in una Famiglia havvi un tipo che leghi assieme tutte le specie della medesima? 5.° È possibile istituire una distribuzione di questi Ge- neri o Famiglie a seconda dell' andamento dei Nervi , che guidi a riconoscere li Generi, e le specie già sta- bilite dai Botanici ì I. Il Margine si compone per sentimento de' Botanici della estremità de' vasi , legati assieme dal parenchima . Osserva il citato Sig. Massey che in una pianta in ra- gione del terreno , e della cultura il parenchima più o meno riempie gì' interstizj ultimi lasciati dai fascetti va- scolari . e mentre tal fiata il lembo della foglia è tutto continuato , tal' altra presenta seni i più profondi . E cosa facile rilevare ciò sulla vite in cui a seconda del terreno v' hanno foglie or tonde ed intere , or angolose ed eccessivamente frastagliate ( V. Tav. 4 •> e 5 ) . In tal caso , egli dice ciò provenire dal difetto del paren- chima, ma è pur certo che vengono a distruggersi an- cor de' vasi , i quali pur sempre serpeggiano per ogni lato della foglia . Ciò per altro avviene de' fascetti va- scolari ultimi , o minori , e raro è il caso che si rissen- tan di questa obliterazione i Nervi cosi detti secondar j : hassene però esempio nel Morus papyrifera etc. Mai però ( eh' io sappia ) avviene nei nervi prìmarj . In con- ferma della incostanza del margine , possonsi citare le foglie del Crataegm oxy^acantha , monogyna , azarolus > e lorminaìis, quelle di alcune Cucurbite, di Aceri, di Querce , de' Platani e di altre senza fine . Mancanmi però osservazioni per poter dire se ogni margine sia variabile come lo è generalmente il lobato , o se l' intero per es. il dentellato etc. facciano eccezione a questa regola . Stabiliscasi pertanto per prima conseguenza che il Mar- gine è carattere variabilissimo , e da non potersici con- tar sopra con alcuna sicurezza -, e notisi al tempo stesso quanto debbono far temere di sé le determinazioni delle foglie fossili fondate sopra il solo contorno , e sopra i lobi . II. Per l' opposto qualora rivolgasi a considerare la disposizione dei nervi sur una foglia, quantunque l'ap- parenza prima sia di una irregolarità , e disordine impos- sibili a ridursi a regole generali , pure facendovi attenzione si vedrà esservi un modo di distribuirsi sommamente costante . Affine per altro di potere con fondamento ciò asserire mi diedi la pena di esaminare una per una più centinaia di foglie prese da molte piante di una stessa specie . La coltivazione , le diversità di terre- no influiscono certamente anche sui nervi , come sui fiori e come su tutto il resto della pianta , per modochè rinvenni bensì alcune variazioni , ma tali però che po- tevano agevolmente ricondursi al tipo proprio di quella tale sorta di foglia-, adduco per esempio il Prunus do- mestica , il Pfrus malus , su cui l' arte mediante l' inne- sto e la cultura ha più d' influenza che nelle altre . Imperocché le piante che vivono nei terreni lor naturali , e sottraggonsi alla mano dell1 uomo , offrono la costan- za più rigorosa , e s' abbia per es. il carpine , il sanguine , il faggio etc. Ma v' ha di più . La disposizione delle nervature è costante ancor là ove il contorno e varia- bilissimo . La foglia di vile citata già qua!' esempio di i8 somma incostanza pel margine « esaminata su migliaia *y individui (attesa la comodità di incontrarla ad ogni passo per le nostre campagne) una sol volta mi ha presentato aberrazione, e questa altresì di assai poco momento . E ciò s' intenda tanto delle viti dei campi , che di quelle dei boschi , delle siepi , dei cespugli etc. che è quanto dire nelle più sproporzionate circostanze di terreno , di alimento < di atmosfera etc. • similmente le foglie dei platani , di molti crategi , cucurbite etc. etc. ad una somma variabilità di margine , oppongono una esattissima uniformità di andamento dei nervi . In oltre nell' Humulus lupulus , V individuo maschio , che solo ho potuto esaminare , ha foglie quinquelobe , trilobe e persino intere nella stessa pianta , e nello stesso ramo > mentre tre nervi si contano nelle quinquelobe k tre nelle trilobe , e tre ancora nelle intere k variando soltanto nella grandezza relativa . e nella direzione „ iSè forse molto in- teressava eh' io riportassi mie osservazioni , mentre siamo assicurati dalla positiva asserzione del Sig. Massey , già sopra citato (i) che la disposizione delle nervature est ioujours la mème. Né è gran fatto a maravigliare di tale costanza , trattandosi di un organo che costituisce l'orditura della foglia , di Un carattere anatomico per rispetto al quale il Sig. Adolfo Brongniart (2,) così si esprime „ ognuno „ ammetterà facilmente che i caratteri anatomici . quelli „ che appartengono alla organizzazione intima della pian- „ ta k hanno maggior valore che le forme esteriori „ etc. La notabilissima costanza che dico riscontrarsi nella nervatura delle foglie . risguarda principalmente li nervi primari . In quanto ai secondari havvi certamente co- stanza ancor in essi , ma men rigorosa 5 e mentre dei nervi primari può precisarsi il numero nei secondari è necessaria qualche latitudine come 5 a y, 8 a io; (1) Opera ed articolo citato . (2) Histoire des Végétaux t'ossiles pag. i3. Veggasi ancora l1 Ico- nografia del Sig. Berta , pag 72. '9 latitudine assai circoscritta , e che nulla detrae al valore e sicurezza del carattere da essi fornito . Le osservazioni sino ad ora da me istituite non han- no fatto che confermare maggiormente la costanza delle nervature : e le poche eccezioni che citerò in appresso non credo che potranno indebolire la verità di questa asserzione . III. Pel terzo quesito cioè se le foglie offrano tante disposizioni diverse di nervature da potere differenzia- re una specie dall' altra rimetto alla semplice osser- vazione e confronto delle impareggiabili figure del Sig. Tommaso Berta (i)\ delle tavole aggiunte al fine della presente memoria , e sopra tutto all' esame degli oggetti naturali . Non conosco quali difficoltà potranno insorgere coli' estendere le osservazioni : son persuaso che se ne avranno ad incontrare , specialmente nelle Penninervie , ma non sì presto però , mentre prima dovrannosi esaurire moltissimi caratteri esibiti dai nervuli anche più minuti ( mediante gP intrecci , le reti etc. ) e che per distinguere almeno le specie sono ben sufficienti . IV. Le foglie aggruppate a seconda delle nervature , saranno esse avvicinate come suol dirsi all' azzardo 5 ov- vero con quel legame , e quelle affinità che costituiscono li generi o le piccole famiglie naturali? (2) In alcuni casi direbbesi assolutamente di nò , in altri si esitereb- be , in molti perfine si conoscerebbe che effettivamente vi hanno , e ne presterebbero le prove più convincenti i Generi degli Aceri , degli Hclianthus dei Crataegus , (V. Tav. i, 2, e 3 fig. 1.) Quercus _, Cornus ? Pyrus (1) Iconografia del sistema vascolare delle foglie. Parma i833. 4-° (2) Per tal nome non intendo le Famiglie stabilite dai Botanici ; bensì quei eruppi più o meno grandi di esseri che si avvicinano per una uniformila complessiva di caratteri. Corrispondono molte volte (almeno in parte) ai Generi dei Botanici . Credo che si pos- sano dire a buon dritto Piccole famiglie naturali: in esse il fiore, il frutto , la foglia , l1 abito ec. seguono un tipo che è comune a tutte le specie . 20 parecchi dello Malvaccele , delle Cucurhitinae (i) e di fant1 nitro . Tuttavia anche nelle sucitale , ed in altri ge- neri liannovi eccezioni non poche. Per esempio l' Acer negando , Credaegus aria , il J^iburnwn tinus , e V. opujus 3 e molte altre specie sono assolutamente fuori tlel Genere ogni qualvolta stiasi al carattere della Nerva- tura. E questo, si dirà, è prova ben sufficiente per di- mostrare che la Nervatura non forma carattere di Fa- miglia . Al che primamente rispondo , che non sarebbe a ma- ravigliare se la Natura rifiutasse di assoggettarsi alle leggi che io tenterei stabilire , come già si rifiutò pel celebre sistema di Linneo in cui troviamo (2) il Salir monan- dra ^ S. triandra , S. pentandra nella classo Diandra : la Phitolacca octandra } Ph. icosandra collocate {'orzatamente nella classe Decandra etc. e come rifiutasi quasi ad ogni sistema formando per tal guisa il tormento de' naturalisti . Secondariamente ben osservando la obbiezione non è poi tanto decisiva quanto crederebbesi . Imperciocché tutte le sunnominate piante , anzi dirò di più tutte quelle che mi si sono finora presentate con delle eccezioni per le nervature , tutte offrono caratteri sistematici tali che hanno indotto li Botanici sia a dissentire sul posto in cui debbano collocarsi , sia a collocarle forzatamente nei posti in cui ora si trovano . Eccone alcuni esempi . L' Acer Negundo ha la foglia composta e sullo stesso gambo sonvi foglioline con un nervo dorsale . ed altre con tre nervi , 1' una e V altra forme eccessivamente lon- tane da quelle degli altri Aceri che hanno costantemente cinque nervi . Io quindi dubitai sulle prime . o che il (1) E degno soprattutto di rimarco come fratte cucurbilacee siano eccessivamente dissimili pel contorno della foglia la Cucurbita ci- trullus , e la Cucurbita Pepo, e come per contrario lo slesso nu- mero di nervi palmari , le slesse divisioni , in una parola lo stesso tipo sia in ambedue, e come scoria e si estenda egualmente alle Cuciunis , Momordicar ec. almeno a tutte quelle da me studiate. (2) Linnaei Syst. PSul ed. xm. Gmelin . carattere della Nervatura non l'osse costante nemmeno in una piccola famiglia ovvero che P A. Negando non fosse del Genere . In questa incertezza scorrendo varii autori trovai che è messo da molti fra gli aceri senza eccezione , ma il eh. Targioni Tozzetti nelle sue Isti- tuzioni Botaniche Firenze 1802 Tom. 3. pag. 4«9 cosl si esprime ,, 1' Acer negundo detto in Italia Acero fras- „ sino è un albero simile al Frassino . . . Egli ha come '. il Frassino i fiori dioici , e potrebbe essere separato ,, di genere „ . Questo non basta . Nel Tom. II. degli Annali delle Scienze Naturali di Parigi settembre 1 834 havvi una memoria del sig. Spach intitolata Revisio Ace- rum . in cui nullameno che sul principio così si espri- me ,. Gen. Acer Linnaei exclusa Negundo „ : indi ap- pone una nota espressa in questi termini : ., Negundo „ inter Malpighiaceas , et Sapindaceas quasi media vi- „ detur „ . Mònch infine , secondo riferisce Sprengel nel suo Syst. Veget. alla voce Acer Negundo , ha separato questa specie mettendola in un genere nuovo Negundo aceroides . Stimerei di recare offesa al nome di questi botanici se , supponendo che qualcuno dubitasse della ragionevolezza di questi cangiamenti , io qui mi fermassi a mostrare che sono stati da loro fatti per giusti , e ben fondati motivi . Del Crataegus aria seppi che si collocava da alcuni nel Genere Pyrus (1). La Nervatura lo avvicinava al- quanto al genere dei Crataegus e lo escludeva affatto da quello dei Pyrus : quindi come un semplice sospetto credei che potesse essere di un genere intermedio . In appresso rinvenni che lo Scopoli lo colloca frai Mespilus , Crantz nel gen. Sorbus e seco il Persoon che ne isti- tuisce una sezione cui dà nome Aria e della quale crede possa istituirsene un genere a parte . Il Vìburnum tinus similmente si scosta (stando alla (1) Wildinm e DeramloIIe . nervatura ) molto dagli altri Viburni lantana , dentatum etc. , ma Linneo stesso lo pose in questo genere tra- scurando il carattere del frutto , come si esprime egli stesso nella Philosophia Botanica , ove dice che stando al frutto il Tinus non esset f^iburnum (i). Trascuranza da lui assai sovente addottata per modo che confessò (2) M Raro observatur genus ? in quo pars aliqua fructi- „ ficationis non aberret „ cosa di cui frequentemente mi sono io pure accorto. Imperocché procurando di avere molte specie di un solo genere di piante onde vedere se tutte seguivano un tipo uniforme di nervatu- ra 5 e trovando alcune volte delle specie che notabilmente deviavano 5 cercai pure se eravi qualche indizio per du- bitare che legittimamente non appartenessero al genere in cui furono registrate , e sempre una aberrazione di qualche parte della fruttificazione accompagnava quella dei nervi , come può rilevarsi ancora dalle specie se- guenti . Il Viburnum opulus ha foglie trinervi, mentre quelle degli altri Viburni sono uninervi . Tale discrepanza è secondata similmente da una variazione di frutto in- dicata da Linneo nel suo Systema naturae (3) alla voce V. opulus. Il Rhamnus frangula ha foglie penninervi , quando altri Rh. le hanno trinervi . E pel Rh. frangula si no- tano eccezioni relative al frutto ( quantunque non con- sone ) e nella Philos. botanica e nel Syst. naturae . E così infine di altri esempi che ometto per brevità, e che converrebbero essi ancora a dare per conseguenza: i.° che effettivamente la nervatura segue un tipo co- mune in tutte le specie costituenti le piccole famiglie naturali • 2,.0 che le eccezioni che riscontrami per ri- guardo alla nervatura . delle specie spettanti ai generi (1) Philos. bot. Stockolm. 1 ^5 1 , pag. 127. (2) I. e. (3) Sysl. nal. Lugduni 179G. 8.° a3 od alle famiglie stabilite dai Botanici , sono accompa- gnate da deviazioni di qualche parte della fruttificazione-, deviazioni talvolta di tanto rimarco da obbligare i bo- tanici stessi ad escluderle dalle precedenti loro posi- zioni , Da ciò stesso altresì ne consegue esistere una rela- zione intima fra la disposizione de' nervi sulla foglia , e gli organi della fruttificazione : di maniera che modifì- tata l1 una modifichinsi ancor gli altri . Ma sopra tutto panni che questo fatto venga comprovato dalle grandi distinzioni riscontrate dal Sig. Decandolle , e da me già sopra esposte , Le piante che hanno seme munito di un solo cotiledone , poche eccettuate , hanno li nervi disposti pel lungo, Curvìnervi : e quelle che godono di due cotiledoni hanno le nervature disposte ad angolo , Angulìncrvì, Ora la differenza che passa fra le foglie curvinervi , ed angulinervi è rimarchevolissima , e la di- rei quasi altrettanto quanto è quella che passa fra semi monocotiledonali , e dicotiledonali , mentrechè amenduc distinguono assai bene due immense divisioni del regno vegetabile , L' accordo pertanto assai significante fra due organi in apparenza così distanti , conduce a credere che se a. grandi differenze del frutto rispondono grandi differenze della nervatura :, debbano similmente accompagnarsi pic- cole modificazioni del frutto e della nervatura . Infine per questo accordo , per questi rapporti , poiché dietro quanto ho potuto osservare, sono bene costanti, è necessario che siavi la cagion sufficiente che ci è sconosciuta , e di cui non possiamo render ragione . Dessa però ci scuopre il valore di cui gode la nervatura delle foglie nella economia vegetale , e come possa ser- vire sino a eerto segno per la determinazione di molti vegetabili dicotiledonali in mancanza degli organi della fruttificazione . V. Le quali cose così essendo concluderò che se 24 aliti forniti di maggiori mezzi , e di maggior tempo per questi studi . estenderanno le osservazioni , scuopriranno probabilmente ulteriori e più estese relazioni ed affinità delle piante fra loro , distribuendole a norma dell' an- damento dei nervi . Questo forse li metterebbe in istato di potere precisare famiglie , e di avvicinarle fra loro con una distribuzione cbe renda maggiormente servibile il carattere delle nervature per una ricognizione anche estesa di vegetabili dicotiledonali -, se ciò si potrà con- seguire , allora data una foglia ( sempre inteso fra certi limiti ) , si potrebbe probabilmente ravvisare la famiglia , il genere, la specie della pianta cui essa appartiene , e forse al segno di essere certo di non iscambiarla con altra ^ e conseguentemente data una foglia fossile si potrebbe o ricondurla alla rispettiva specie se tuttora vivesse , ovvero dichiararla con qualche sicurezza per ispecie perduta . Ma ognun vede che per giungere a questo secondo scopo sa- rebbe indispensabile nullameno la precisa cognizione di tutta quella parte dei vegetabili dicotiledonali che l'ossero necessari per questo genere di ricerche . In quanto a me , certamente ristarei dal progettare cosa alcuna } ma poiché la distribuzione da me ideata in seguito delle attente osservazioni istituite 7 trova un valido appoggio , almeno per le primarie divisioni , nel surriferito quadro del Sig. Decandolle , ardisco anch' io di esporlo . Senonchè conosco troppo bene che 3oo Specie studiate sono materiale invero assai piccolo per istabilire sulle medesime un piano qualsiasi . Tuttavolta non intendo che di esibire un semplice tentativo ed abbozzo , che come tale sottometto al giudizio delle persone dell' arte per tulle quelle modificazioni che si stimassero opportune . a5 Piano perJa distribuzione di vegetabili Dicotiledonali diretto dalla Nervatura delle Foglie . Folia angulinervia . Decand. a. Penninervia ( i ) nervus prìmarius unlcus . fi. Palminervia . Nervi primarii plures . Classis I. Penninervia. Ordo i . Ncrvis secundariis liberis . Sectio i . Nervis secundar. liberis simplicibus . Carpinus Ostrya , Ulmus campestris ( Tab. 6 fig. 2 ) , Castanea vesca, aesculus hippocastanum , fagus sylvatica ( Tab. 6 fig. 1 ) F. purpurea , Fragrarla vesca etc. Sectio 2. Nervis secundariis liberis bamosis , Quercus robur , esculns , (Tab. 3 fig. 2) cerris, suber, ilex , Banisteri . Crataegus fiorentina ( Tab. 1 fig. 1 ) , oxyacantha ( Tab. 1 fig. 2 ) , monogyna , azarolus (Tab. 1 fig. 1), coccinea (Tab. 2 fig. 2), pruni- folius , aria (Tab. 3 fig. 1), torminalis (Tab. 1 fig. 3 ) . Corylus avellana , colurna . Rubus Idacus , fruticosus , caesius . Betula alnus , lenta etc. Ordo 2. Nervis secundariis anastomosantibus . Sectio 1. Nervis secundariis slteris et iimfekis brevionbus. Evonimus europaeus ( Tab. 6 fig. 3 ) . Juglans regia , nigra . Fraxinus ornus , Richardi . Laurus nobilis . Ilex (1) Dissento dal parere del sig. Decandolle per riguardo alle foglie Triplinervi , e Quintuplinervi da lui collocate fralle Penninervie . A ben considerare la foglia triplinerve non differisce dalla trinerve che per una certa quantità di pagina fogliacea che si estende sotto l'inserzione dei nervi. Nel gen. Helianthus vi ha esempio d'ambe- due le forme, ed arguisco da questo modo di procedere della natura in un istesso gruppo, che non sia carattere distintivo di gran va- lore. Io pertanto passo le triplinervi , e quinluplinervi alla classe delle Palminervi negli ordini rispettivi , e ciò tanto più volonlien , quanlochè le difficoltà surriferite del sig. Decandolle a questo pro- posito, sembrano autorizzare questo traslocami into . 26 cassina . aquifolium . Salix babylonica , vlminalis , vi- tellina . Annona tripetala . Polygonum hydropiper . Cy- tisus laburnum . Sambucus uigra , racemosa , Rosa mul- tiilora , centifolia , etc. Sectio 2 . Nervìs secundariis superis tantumodo brevìoribus. Cornus mascula ( Tab. 3 fig, 3 ) , sanguinea , panicu- lata . Prunus domestica , armeniaca , cerasus , lusitani- ca . Pyrns communis , malus , cydonia , botriapium . Liriodendron tulipifera . Borago officinalis . Salvia of- fìcinalis . glutinosa , verbenaca . Berberis vulgaris , cu- neata. Calicantus praecox 5 ferax. Cucubalus fimbria- tus. Eleagnus angustifolia . JVlelia azederac . Parietaria off. Philadelphus coronarius. Rhamnus frangula. Phyl- liraea buxifolia . Olea europaea . Viburnum tinus , pru- nifolius. Arctium lappa. Halesia tetraptera. Ligustrum vulgare, japonicum . Robiniae, Siringae etc. Classis II. Palminervia. Ordo i . Trinervia . Cucurbita pepo , citrullus lagenaria . Cucumis sativa , melo . Helianthus annuus , multiflorus , tuberosus . Mo- rus papyrifera, nigra, cuculiata, japonica. Rhamnus paliurus (Tab. 3 fig. 4) ziziphus . Platanus orientalis , occidentalis, cuneata , acerifolia . Saponaria off. Celtis crassifolia , australis . Aristolochia maxima , sipho etc. Ordo 2. Quinquenervia. Acer campestre ( Tab. j fig. i ) , monspessulanum ? striatum , tataricum , neapolitanum , rubrum , saccha- rinum ; platanoides , pseudoplatanum . Populus nigra , pyramidalis var. angulata , alba ( Tab. j fig. 2 ) , tremula . Sterculia platanifolia . Vitis vinifera ( Tab. 4 fig. i et Tab. 5 fig. i ) laciniosa var. Plantago lan- ceolata , media . Ordo 3. Seplemnervia . (Jercis siliquastrum ( Tab. 5 fig. 2 ) . Alcea rosea . 27 Althaea officili. Malva officili. Hibìscus fieulnea. Sida mollissima . Acania mollis . Tilia europaea , rubra , multiflora etc. Ordo 4> Multinervia . Ricinus communis. Salisburia adiantifolia etc. Orcio 5. Enervici . ( Nervis occultis. ) Cuassulae etc. Egli è necessario far qui avvertire due anomalie , che quando non fossero conosciute potrebbero indurre in errore : i.a Li nervi primarj che partono dalla base della fo- glia di qua , e di là da quel di mezzo alcuna volta so- no semplici [Acer campestre , Alcea rosea) altre volte biforcati e triforcati (Platanus^ Cucurbita lagenaria , Vi- tis vinifera ) . Or succede ( rare volte però ) che in forza della cultura , e di soprabbondanza di alimento , la bi- forcazione , o triforcazione discende sì d' appresso alla base della foglia che li rami sembrano due e tre nervi primarj . Di questa anomalia però noi non faremo più caso di quello che si faccia della presenza di uno sta- me di più nei fiori delle prime classi , come ho io stesso riscontrato nella Vite , essendo dipendente in ambo i casi dallo stato abnorme e troppo rigoglioso della pianta (i). 2.a Nelle foglie sia a 3 , a 5 , n o più nervi primarj incontratisi due nervi sopranumcrarj ( che così chiame- remo essendo al di là del numero proprio della foglia , e sovente mancando ) posti immediatamente dopo i nervi laterali ultimi , che qualche volta per la direzione men- tiscono 1' aspetto di nervi primarj , e ne alterano per tal modo il numero . Nello stato normale della pianta se vi sono si distinguono agevolmente dagli altri stante la loro tenuità , mancanza di rami etc. Se poi la pianta sia or- gogliosa , acquisteranno essi bensì uno sviluppo assai no- (i) Esili è slato sulla medesima pianta di vite che ho osservato fumea anomalia sopra citata della fistia, e questa del fiore. 28 tabile : ma restauo sempre o tanto più piccoli . o con mille irregolari flessuosità , ovvero non pervengono al margine della foglia , in guisacliè rarissimo sarà il caso di poterli scambiare coi nervi primarj . Meritano in fine una particolare osservazione le foglie composte. Il modo migliore di considerarle emmi sem- brato quello di prendere le foglioline separatamente V una dall' altra : poiché riferendosi al fine della deter- minazione delle foglie fossili per ragioni che esporrò più avanti vedrassi che forse torna meglio considerarle in tal guisa . Per accertare li fatti superiormente esposti, e per le poche conclusioni dai medesimi discendenti , non ho cer- tamente risparmiato e diligenza e fatiche nel breve tempo consacrato a queste laboriose, benché amene, ricerche. Ad onta di ciò non so qual merito esse si avranno in faccia alla Scienza , e temo purtroppo che sarà forse assai tenue . Tuttavia al vedere che entrando ognor più addentro nella materia si appiana in certa guisa la strada , che si vedono alcuni tipi costanti ed estesi ancora a fa- miglie non piccole , che in fine specie per me scono- sciute entravano , direi quasi , spontaneamente nella sua classe , famiglia , e genere stando al solo carattere della Nervatura • il confesserò , ardirei lusingarmi che se una mano botanica prendesse a trattarlo , dovesse essere su- scettibile di innumerevoli miglioramenti , e dovesse scuo- prire una infinità di relazioni o differenze fin' ora inos- servate frai Vegetabili . Ommetto alcune riflessioni che cadrebbe in acconcio di trattare in questo luogo : riserbandomi a svilupparle nella seconda parte di questa mia memoria , in cui più dawicino mi occuperò della determinazione delle Foglie fossili . 29 Parte Geologica . Non intendesi qui per nome di Fillite , qualunque im- pressione od avanzo di Vegetabili dicotiledonali fossili che insiem colla foglia abbiano ancora altre parti , ma s' intende di quelle impronte o vestigj di Vegetabili di- cotiledonali che rappresentano soltanto le Foglie , vale a dire si riceve il vocabolo Phyllites nel senso suo ri- goroso . Vengono per conseguenza ad essere esclusi tutti gli avanzi di Vegetabili dicotiledonali che portano seco in tutto o in parte il fusto . il caule , la radice , gli or- gani della infiorescenza ec. , li quali anderebbero a rac- cogliersi in un gruppo distinto , gruppo per cui non è sempre necessario lo studio delle Nervature , che qui ci occupa , traendosi soventi volte buoni caratteri dal fu- sto , dal caule , dalla radice , e soprattutto dalla infio- rescenza : quandoché per contrario tale studio è assolu- tamente indispensabile per la determinazione delle Filliti . Precisato così il nostro soggetto passiamo a vedere paratamente : i.° i Terreni in cui si trovano le Filliti-, 2." alcune Congetture sul modo con cui queste pote- rono formarsi : 3.° qualche Riflessione per la determi- nazione delle medesime . §. I. Terreni in cui si trovano le Filliti. Scorriamo rapidamente alcune località più conosciu- te , o sulle quali hannosi dati più precisi . Aix in Pro- venza , Àrmissan presso Narbona , la Stradella presso Pavia , Rochesauve nel dipartimento dell' Arde'che ed al- tri hanno terreni racchiudenti Filliti riconosciuti per la- custri da celebri Geologi come Lyell , Murchison , Adolfo Brongniart j Faujas S.< Fond ec. , il giudizio dei quali 3o non saprebbesi revocar In dubbio . Altrove come a Noale , a Sinigallia , a Sarzana , e nel Bolognese , una prova dell' essere formazione d' acqua dolce quella che ivi con- tiene le foglie fossili , si è che traggonsi dallo stesso ter- reno Filliti asssociate ad avanzi di piante palustri . come Tife j Sparganj ec. , secondochè si raccoglie e dalla sta- tistica di Vicenza del sig. Luigi Forti , e meglio dai numerosi saggi delle citate località che costituiscono la collezione di questo Museo di Storia Naturale (i) . Que- sto stesso fatto notato dal cel. Scipione Breislac , fu da lui grandemente valutato , onde ebbe a dire che le im- pressioni di piante acquatiche farebbero le veci di con- chiglie d' acqua dolce e caratterizzerebbero per conse- guenza assai sicuramente il terreno in cui si trovassero. Fu per qualche tempo in questione se il Territorio di Oeningen presso il lago di Costanza , ricco esso pur di Filliti, fosse di origine marina. Oggidì questa opi- nione è affatto abbandonata ed ammettesi invece che i materiali che lo formarono , sieno sostanze depositate al fondo di un lago unitamente ad ossa di volpi , e forse di qualche altro animale , come riferirono Aless. Bron- gniart e più recentemente Murchison , il quale notò al- tresì che tutto questo deposito si è adunato in un am- pia depressione della Molasse . Finalmente vi hanno ancora Filliti nei terreni che da alcuni chiamami Marno-carbonosi , da altri della Lignite . In Isvizzera ed in Provenza , per modo di esem- pio ? hannosi tali sorta di depositi , la natura dei quali fu lungamente contrastata . Alcuni gli hanno riferiti , dice Omalius d' Allois (2) alla formazione del Iura , ed altri (1) Io debbo alla somma gentilezza di Monsignor Ranzani Pro- fessore e Diretlore di questo Museo di Storia ^Naturale la comodila di potere studiare le filliti che al medesimo appartengono . Infini- tamente più gli debbo per 1' uso concessomi delle rarissime opere dì cui è fornita a dovizia la sua biblioteca, e sopratutto per le tante istruzioni ed aiuti somministratimi nelle scienze naturali. (a) Eleni, de Geologie. Paris 1 83 1 , pag. i5(J. 3i persino a quella del Carbon fossile : ma la presenza di conchiglie d' acqua dolce dei generi Melania , Paladina , ec. negli strati che l'accompagnano, ha fatto sì che vengano registrati nei terreni Ninfeani, ossia d'acqua dolce . Vedesi qui chiaramente che gli ammassi di Lignite furono coadunati dalle acque dolci , entro le quali e vissero le citate conchiglie , e si formarono le impronte delle foglie . Ma un altra sorta di depositi di questi fos- sili merita una particolar attenzione , e sono di quelle Filliti che giacciono per entro a strati decisamente ma- rini: e che ve n'abbiano in terreni di tal fatta è fuor d' o^ni dubbio . Qual più palesemente marino del calcare grossolano (grossicr) dei contorni di Parigi? Qual ter- reno meglio studiato e più conosciuto di quello? Ep- pure nel suo bel mezzo sonvi foglie fossili , e Cuvier ci dice (i) che esse foglie trovansi in uno stratarello mar- noso verdastro frapposto a banchi di calcare marino , di cui i superiori racchiudono le stesse specie di con- chiglie che le inferiori , e quel che è più a Chatillon le Ceriti , le Ampullarie ed altre conchiglie marine sono confuse e mescolate colle stesse foglie . Questa riunione è un fatto assai rimarchevole prosiegue Cuvier e ripetesi in molti punti dell' agro parigino come a St. Noni, a Montrouge ec. Il Sig. Daubuisson nel riferire egli pure questo fatto quasi colle parole del Barone Cuvier , vi aggiunge la seguente riflessione : ,, La presenza di questi avanzi di vegetabili , risulta probabilmente dalle stesse cause che hanno condotto dei banchi di limo marnoso con conchiglie terrestri , e fluviatili che alternano sopratutlo negli strati superiori col calcare marino , vale a dire , gli sbocchi dei Torrenti „ . Ed in vero un miscuglio di (i) Recherces sur les ossemens fossiles. T. 2 secomlième parlie . Paris i8iia; pag. 2<ì8 e 091. 32 conchiglie marine e cP acqua dolce confessa lo stesso Cu- vier trovarsi a Beauchamp ed altrove , cosa che egli considera come un passaggio da una formazione ad un altra (i) . Questa associazione di avanzi di vegetabili terrestri e di conchiglie marine, ovvero di vegetabili terrestri e ma- rini come incontrasi a M. Bolca (2) qualunque delle suddette opinioni voglia seguirsi o lo sbocco dei Tor- renti 3 o il passaggio di una formazione ad un altra , indica a mio credere non una accidentale intrusione delle Foglie , bensì una vera associazione delle due di- verse formazioni le quali si mescolano e si confondono per quel che risguarda gli elementi terrosi , per dir così , onde ciascuna è composta :, ma si presentano separate e singole per ciò che concerne le caratteristiche distin- tive d1 ognuna , cioè i fossili . Dimodoché ognuna presen- terebbesi altresì come una vera formazione ex se . ogni- qualvolta la sua contraria non fosse venuta a disturbarla . Quindi è che in una tal duplice deposizione le Filliti , e le Conchiglie di acqua dolce spetterebbero alla parte lacustre , li vegetabili e le Conchiglie marine alla for- mazione di mare (3) . (1) Cuvier I. e. pag. 272 e seg. , reggasi ancora Brongniart Aless. Tableau des terrains . Paris 1829, pag. 170. (a) Dicesi che nelle cave di M. Bolca siano unite insieme piante marine e terrestri. Non so di qual punto precisamente si parli, ma a Noale havvi certamente questa unione in una stessa cava poiché nella collezione di questo Museo, veggonsi molti saggi con Fucoidi, e molti altri con Filliti tutti di Noale. Debbo però far notare che la roccia su cui stanno impressi è alquanto diversa nei primi da quella delle seconde . Ciò mi fa credere che possano ap- partenere a due strati affatto diversi, benché forse vicini e sopra- posti , e dietro questo che fossero anche di formazione differente ; sospetto tanto più ragionevole quanto che alle Filliti, come altrove si è detto , si associano le Tife li Sparganj ec. Egli è desiderabile che siano istituite attente indàgini affine di scuoprire il vero . Co) Non s1 intende con ciò di negare che Filliti non si abbiano forse da trovare anche in terreni marini sui quali non possa cade- re il sospetto che v' abbia avuto parte una formazione di acqua dolce: rna giova però riflettere che in tal caso difficilmente si avreb- 33 Per rendere meno imperfetta che mi è possibile que- sta perlustrazione dei diversi depositi di foglie (ossili , non debbo tacere di due località a noi vicine , quali sono le Gessaie di Forlì . e di Sinigallia . Sono le belle impressioni di queste cave sopra un gesso or lamellare , or granulare ed or marnoso ? simili tanto a quelle della Stradella che non saprei come esitare ad averle tutte per analoghe , e per corrispondentisi entro la stessa formazione . In conseguenza di che , quanto sono per dire , benché si riferisca a quest1 ultima posizione come più conosciuta , intendo però che s1 abbia ad applicare ancora all' altre due di Sinigallia , e di Forlì . II citato Sig. Breislack , forse per primo , si mostra persuaso che tal Gesso fosse un terreno di acqua dol- ce . Egli insiste sulla perfetta orizzontalità degli strati , sul non esservi alcuna conchiglia marina , sulle impronte della Typha latifolia } e per quanto pare sulla presenza di qualche conchiglia d' acqua dolce . Sono questi fatti certamente di qualche peso , tuttavia il Prof. Viviani da me sopra onorevolmente ricordato sapendo che il Gesso si trova sovente circondato e coperto da depositi ma- rini , si mostra poco soddisfatto degli argomenti di Breislack, e quindi inclina a crederlo di origine marina . Tuttavia siami permesso il dire che Breislack colse nel segno , ed ebbe il voto di molti Geologi moderni , ma che prese un abbaglio nello estendere questa sua teoria a tutte indistintamente le Gessaie che fiancheggiano il lato Settentrionale degli Apennini . Egli avvertì ma non seppe bastantemente valutare la grande differenza che passa fra due sorta di Gessi . Gli uni sempre in massa , dividonsi in grandi poliedri , di struttura squamosa o be quella moltitudine ed unione di Foglie t'ossili che costituisce un vero deposito di Filliti , od , in altri termini , un vero Terreno a Filliti de' quali soli qui si ragiona : poiché è naturale che foglie cadute sul mare vadano disperse e si depongano separatamente l' una dall' altre . 3 34 laminare, privi di fossili organici (i): gli altri disposti in istrati perfettamente orizzontali , lamellari i granulari ec. alternanti con marne e contenenti Filliti , Tife , e qualche rara conchiglia di acqua dolce . Sui primi non azzardo per ora alcuna ipotesi , porto bensì opinione che non siano di origine marina né d' acqua dolce • degli altri penso che a buon diritto possa credersi de- rivare essi dalle acque pluviali o di sorgente , che dila- vata e sciolta la superficie o l' interno dei monti gessosi in massa (forse coli' aiuto di qualche agente chimico) andassero a raccogliersi nei fiumi , e quindi in un ba- cino , ove deponessero o lasciassero placidamente cri- stallizzare il Gesso attorno ai corpi . Né fa ostacolo a questa opinione V aversi filliti delle gessaie di Sinigallia ec. ornate di piccoli fiori di zolfo : poiché è assai pro- babile che in questi luoghi sia avvenuto quello che ac- cade tuttogiorno a Basch in Russia , ove da un masso di Gesso esce fuori una vena d' acqua sulfurea che va deponendo riti leggero sedimento bianco , e delicatissimi fiori di zolfo sulle foglie che trova all' intorno (2) . Il fenomeno della soluzione della calce solfata non deve certamente riuscire inatteso : esso si va rinnovando tutto giorno . e così pur non fosse che non avremmo da la- gnarci della cattiva qualità dell' acqua dei nostri pozzi , deturpata da questa sostanza in quantità sommamente grande . Ma di ciò basti per ora . Il mio amico Dott. Domenico Santagata ha già trattato di questo argomento nelle sue memorie sui serpentini dell' Apennino Bolognese , che quanto prima pubblicherà , ed io stesso forse vi tornerò sopra allorché in altro lavoro parlerò di alcuni terreni dei nostri contorni . (1) Unica eccezione a ciò ( che sia a mia notizia ) è un frammento di ramo d' albero pubblicato dal Prof. Giuseppe Bertoloni nel fa- scie. 1. di questi Annali, che fu trovato in gessi di tal sorta. (2) Encyolopédie méthodique , géographie physique, artic. Bai- tagetn. 35 Da quanto si è sin qui riferito intorno ai terreni a Filliti ^ sembra potersi dedurre ehe questi appartengono alla formazione lacustre o d' acqua dolce . La quale os- servazione quando si verificasse sul generale presterebbe probabilmente tanto in mano , come suol dirsi , da po- tere senza imprudenza concludere che , le Filliti dareb- bero un idea della Flora locale del distretto in cui son ritrovate ^ poiché le foglie di cui si hanno le impressio- ni 3 avrebbero appartenuto a piante vissute o sulle rive dello stagno , o lungo li torrenti che sboccavano in esso . Certamente poi apparterebbero alla Flora del circonda- rio , non mai derivanti da regioni lontanissime , e di zone diverse . Ciò posto pare non inverosimile ( massime trat- tandosi di terreni terziari , come sembrano essere quelli a Filliti) che gli analoghi viventi s' abbiano a cercare sul luogo stesso delle filliti (i). Potrebbersi è vero tro- vare specie che più non abitassero quella ma altra re- gione , per esser perite in forza delle violenti catastrofe cui pare sia andata soggetta la superficie del Globo an- che nelP Epoca , così detta terziaria , perchè siansi can- giate le circostanze locali , e particolarmente per la guer- ra continua che si fanno reciprocamente i vegetabili . Potrebbersi anche ( come vorrebbesi da alcuni ) trovare Filliti i di cui analoghi viventi più non esistessero sulla terra :, ciò è possibile , ma è ben lungi il momento di poter parlare di specie perdute . Entro a questi terreni trovansi le Filliti per quanto è a mia notizia , isolate , conservatissime per ciò che riguarda i nervi , giammai rotte , adagiate senza alcun travolgi- mento , o se curvate in qualche guisa, mosse di quelle (i) Non è in opposizione a questo il trovarsi foglie di Fiatano nelle Gessaie di Sinigallia , u di Forlì come riferisce il Sig. Pro- caccini Ricci, poiché da alcuni saggi , benché imperfetti , di questa Fillile che ho potuto esaminare hannosi dati non pochi per credere che appartenga al Platauus cuncata Wild, che è indigeno del suolo d' Italia . trovandosi in Calabria . 36 flessuosità che sono a loro naturali nello stato ili vita. Questo si avvera senza eccezione di quelle che appar- tengono a questo Museo di Storia Naturale che sono delle cave di Forlì , di Sinigallia , di Salcedo , di Noa- le , ec. Ed un simile stato è quello ancora delle Filliti di altri paesi , giacché le poche cose che delle mede- sime ci dicono gli autori , indicano abbastanza la loro conservazione . Il sig. Faujas S.1 Fond parlando di quelle di Rochesauve dice essere „ perfettamente conservate . . . e delle quali si può distinguere ogni più minuta nerva- tura . Il sig. Vito Procaccini Ricci , che possiede una delle più ricche collezioni di Filliti afferma che ,, la più delicata tagliuzza comparisce sempre a meraviglia diste- sa . Avviene che gli orli siano logori , o alcune parti- celle della medesima :, ma non mai mi è riuscito , pro- segue , averne solo una attortigliata , pesta , e come se a forza fosse stata colà dentro racchiusa „ . Per fine il prof. Viviani chiarissimamente ci fa notare questo stato di conservazione , parlando delle Filliti della Stradella in una Memoria già da me altra volta citata (i). „ Queste foglie, ei dice, sono talmente conservate, che si può credere che al loro passaggio allo stato fossile , esse non abbiano subito alcuno sconcerto rimarchevole . . . anzi a volerne giudicare da certe inflessioni, che appartengono alle foglie fresche , si può assicurare eh' esse non hanno sofferto stiramento , o compressione che non fosse uni- forme , ma che sono state inviluppate nel liquido che se gli è cristallizzato tutto all' intorno , essendo a un di presso nello stato in cui esse si trovano al presente „ . Così ci dicono ancora altri scrittori che lungo sarebbe qui riferire . (1) Op. e. pag. 129. 37 §• ». Congetture sopra il modo con cui formami le Filliti. Le due circostanze che ho fatto notare . del trovarsi cioè le Filliti in terreni di acqua dolce , e dell' essere sì ben conservate e distese nel tempo stesso che sono isolate : farebbero nascere fra gli altri sospetti quello ancora che le Filliti ( quali si definirono ) avessero ap- partenuto ad alberi e ad arbusti non ad erbe . Alla quale opinione , semprechè i fatti venissero ad appog- giarla 5 potrebbesi forse dare la seguente spiegazione se non la migliore , almen la più semplice , e non del tutto inverosimile . Onde sviluppare questo conghietturale soggetto ci è mestieri incominciare alquanto dall' alto , e seguire passo passo le diverse fasi della vegetazione delle piante Dico- tiledonali . Coli' arrivare di Primavera si adorna la campagna di una vaga verzura prodotta o da erbe che sorgon no- vellamente dal suolo 5 ovvero da alberi che si riveston di foglie. Durante i primi mesi sono sì l'erbe che le frondi di una eguale struttura , molli , succose , flaccide , e con un vocabolo che meglio esprime , tutto è erba- ceo . Da questo stato passano alla putrefazione prestis- simo se separate dalla pianta trovinsi fra P umidità ; o corrugansi in mille guise se stiano al caldo ed all' a- sciutto . All' avanzarsi però della stagione cangian le co- se . L' erbe maturano il seme e le loro foglie perdendo il succo avvizziscono e seccansi in un colla pianta e muo- iono unite ad essa (i). Negli alberi invece le foglie (i) Ciò è confermato da Mirbel » Les feuillos des herbes ne se séparant point de la tige ; elles meurent en ménie tcmps qu' elles « Dict. des Sciences Natur. Art. Fcuille . 38 L « -™ wm w s\st.\ ..Mimi ^itt II' nolnfn acquistano più corpo e consistenza col calar dell' estate ingrossano i nervi e perdono dell' umor che aveano . Sopraggiugne l' autunno . Abbondanti deposizioni di si- lice (i) investono la foglia e ne ostruiscono i vasi, e dietro nuovi processi chimici cambiasi grado grado il verde nel color giallo , nel bianco , nel rosso ed in quel più comune che meritò il nome proprio di color di fo- glia secca. Pervengono a questo stato per operazioni vegeto-vitali , più che mortificate dall' azione del freddo , dalle brine dalla umidità autunnale . E che ciò sia vero basta osservare il mandorlo , il pruno , il pero ec. che per primi metton le foglie j le perdono altresì li primi , e le perdono nel settembre mentre fra noi tante volte si gode un vero estate . Così un pioppo che per un ta- glio fattogli in qualche parte in agosto , o in settembre , metta rami novelli , ritiene le foglie ancor fresche e molli in questo lato ad onta delle brine , della umidità , e di tutte le intemperie autunnali , mentre le vecchie ben presto gli cadono. E viceversa le querce originarie dei nostri climi trasportate al Capo di Buona Speranza si spogliano egualmente che le querce esposte ai rigori dei nostri inverni (2) . Alcuni autori hanno creduto (3) che la caduta delle foglie dipenda semplicemente dalla obli- terazione dei vasi della base del gambo , ovvero dal sec- carsi nell' autunno quel vincolo che le teneva legate alla pianta -, ma può credersi ancora che la silice che si ac- cumula nelle foglie , e che per es. in quelle di quercia è 1 4 5 5 sopra cento parti di cenere , sia una delle ca- gioni che ne determini la morte , e la caduta (4) . Comunque siasi la cosa , che lascierò esaminare a chi (1) Decandolle . Physiologie vegetale. Paris i832 pag. 3g8. (2) Diclion. des Sciences Nat. Art. Feuille . (3) Vaucher sur la chute des Feuilles. V '. Ferussac Bull. T. 8. pag. 54. John Murray . Remarques sur les phénomènes de la oliutc des feuilles. Feruss. Bull. T. 1. pag. 32. (4) Decandolle J. e. 39 è di sua messe, egli è però certo che hawi un epoca in cui la foglia , compiuto 1' uffizio pel quale venne isti- tuita j non è più necessaria all' albero sul quale visse ? e che ricca di princìpi incorruttibili si stacca e cade. Ecco lo stato in cui merita da noi maggiore attenzione . Per debole e flaccida che fosse in tempo di vita . tutte alla loro caduta hanno una consistenza legnosa . coriacea , e direbbersi propriamente con termine latino exsucca^ ari- de . Rilevatissime le nervature , saldo ed unito il tessuto cellulare . Robuste , quasi inflessibili conservano quelle ondulazioni che gli eran proprie viventi , ed eccole in fine nello stato il più adatto per dare una nitidissima impronta . Suppongasi intanto che vadano a cadere sopra uno stagno d' acqua . Che avverrà ? Le modificazioni che su- bisce una foglia caduta da sé nell' acqua ciascuno può riscontrarla nell' inverno per le nostre campagne . Una tal foglia galleggia dapprima per qualche giorno , indi cala al fondo ^ imbrunisce di colore 5 si fa nerastra e prende ognor più di consistenza . Si mantiene in questo modo per mesi interi 5 senza punto scomporsi . Or se in tale stato gli sopravvenga una quieta deposizione di melma , o di altra sostanza non avrem noi le belle im- pronte che si han dalle cave ? Chiaro apparirà al presente come trattandosi di filliti isolate ( che , come dissi , sono quelle sole di cui inten- do parlare ) si possa con qualche probabilità opinare che debbano appartenere soltanto a piante cui cadano spon- taneamente le foglie j cioè a soli alberi . ed arbusti : e come al tempo stesso sia verosimile il credere che non potrebbero essere di piante erbacee , che non sarebbero separate dal caule , o se pure lo fossero per via di qual- che rovescio di venti o di acque , ne porterebbero il segno nelle lacerazioni o stiramenti che in esse si pro- durrebbero } o che per ultimo dimorando nell' acqua sa- rebbero putrefatte e scomposte . 4o . Se questa opinione , mediante nuovi tatti e nuove pro- ve , arrivasse a meritare di essere tenuta vera , e di es- sere adottata , offrirebbe un doppio vantaggio a ehi si occupasse delle foglie fossili : cioè che il numero delle specie limitato ai soli alberi ed arbusti è assai ristretto a fronte delle piante erbacee , e che V andamento delle nervature è ordinariamente più chiaro , più marcato , più deciso in quelle , né havvi caso , eh' io conosca , che s1 abbia ad incontrare quella ambiguità in che forse trop- po frequentemente s' imbatterebbe chi si fermasse nel- 1' esame di foglie erbacee . §. III. Riflessioni concernenti la determinazione delle Filliti. Unitamente alla impressione alcune volte si trova tutta, o parte sol della sostanza della foglia. Sovente manca , ed allora P impronta viene rappresentata sopra le due superficie della pietra . Di queste quella che corrisponde alla pagina inferiore è ordinariamente quella che porta il carattere della Nervatura con tal fedeltà che facile è conoscere persino la forma dei nervi se furono rotondi , angolosi , o altrimenti , non che le loro più minute ramificazioni . La porzione di mezzo del disco è sempre conservatissima , quanto suol essere im- perfetto il contorno . Ed appunto nel disco consiste tutta P importanza della conservazione giacche in esso si veggon li nervi palmari, in esso il nervo dorsale, in esso le radici dei nervi secondar) , e la miglior parte delle reti formate dal mutuo intrecciarsi dei nervuli. E tanto è vero che è la parte più interessante , che su di questa sola può istituirsi la determinazione con si- curezza , al modo stesso che si potrebbe benissimo di- stinguere una foglia viva cui fosse reciso attorno attorno 4* tutto il margine . Anzi queste due particolarità osservate nelle falliti , vale a dire, la costante conservazione delle impronte della parte centrale , e la sufficienza delle medesime nel più de' casi per riconoscere la foglia , furono quelle che m' incoraggirono a durare in queste minute fatiche . La controparte ossia P impressione della pagina su- periore può in alcuni casi servire di grande aiuto of- frendo alcuni caratteri importantissimi . Certe foglie , per modo di esempio, hanno i lor nervi espressi meglio su- periormente che inferiormente : tali sono P Ulivo , le Fil- liree ec. , altre hanno dei solchi corrispondenti ai pervi come P Olmo ec. Se il margine delle foglie è cosa da farne poco conto nelle vive , come vedemmo , di niuno è poi nelle fos- sili . Imperocché mentre spaccando la pietra si sepa- rano parte e controparte, o resta porzione di pietra a cuoprire il vero margine , ovvero venendone asportata fa nascere dentature e lobi falsi che imitano talora i veri. Il gambo che presterebbe caratteri distintivi forse di qualche interesse, trattandosi di foglie fossili convien dimenticarlo essendo rarissime volte scoperto ed intero . Le foglie composte dissi altrove che era meglio con- siderarle ciascuna isolatamente : eccone la ragione , Am- messa P origine suesposta delle Filliti dalla caduta spon- tanea delle foglie è da riflettere che le composte collo staccarsi dalla pianta si separano tutte P une dall' altra :y P impressione per conseguenza non potrebbe essere che di ognuna separatamente , dunque in questo modo bi- sogna conoscerle vive per riconoscerle fossili . Quegli frattanto il quale vogliasi occupare della de- terminazione delle Filliti, conviene che incominci dallo studiare estesissimamente e profondamente le foglie vi- venti , e al tempo stesso farne una esattissima de- scrizione . In ciò fare però non può a meno di non 3 * 4* incontrarsi in due scogli che dovranno probabilmente imbarazzarlo . L' uno è l' imbattersi in alcuni anomali , cioè in foglie che per iscarsezza , o per soprabbondanza di nutrimento saranno o mancanti o lussureggianti nelle loro parti , e che per questo si allontaneranno in qualche cosa dalle forme ordinarie della specie cui appartengono . Questo accidente potrebbe dar luogo ad un' obbiezione contro il mio progetto , dicendo che queste anomalie confonderebbero nel determinare oggetti fossili . Ma fac- cio notare che in istoria Naturale si considerano gli es- seri perfetti : e che gli anomali con uno studio attento e profondo si riconducono non difficilmente ai rispettivi loro tipi . L' altra difficoltà è di potere formare descrizioni sod- disfacenti . Egli è ben raro che una descrizione quan- tunque accurata possa «lare un idea esatta e precisa dell'andamento dei nervi sopra una foglia, in modo che questa la si venga a distinguere da ogni altra . L'occhio un poco avvezzo fissa di primo colpo certe differenze , un certo complesso di disposizioni , un andamento 3 un abito in somma che la mente non è poi in grado di esporre se non se forse dopo lungo studio , e molte cognizioni acquisite . Io ho avuto campo di persuadermi di questa verità più e più volte nel decorso di questi studi. Stimo perciò indispensabile l'uso delle figure che si richiedono fedelissime , e se fosse possibile , tutte secondo il metodo ammirabile del Sig. Tommaso Berta . Una Iconografia del sistema vascolare delle foglie di piante arborescenti . elette per la perfezione , e per la chiarezza dei nervi , sarebbe a mio avviso il primo passo da farsi , ed il principio dal quale dovrebbero partire notabilissi- mi avanzamenti di questa parte della Botanica fossile . Nel confessare le difficoltà da me incontrate quando tentai di stendere le descrizioni , son già venuto a far conoscere al tempo stesso che io ben m' avveggo essere ufi ahozzo informe anche quelle che unisco alla presente 44 memoria , e che il numero de' caratteri addottali , e le espressioni dei medesimi sono assai pochi ed impre- cisi . Ma questo era quel solo che per me si poteva : altri cui le proprie occupazioni permettano di dedicar- si di proposito a questo genere di ricerche , potrà age- volmente accrescerlo e perfezionarlo . Unisco ancora un breve saggio del lavoro che sarebbe a farsi sui caratteri ricavabili dai nervi . nel qual saggio si contiene altresì il povero linguaggio tecnico di cui mi son servito nelle frasi di cinque specie di Filliti che passo a descrivere , e che mi sono indotto ad esporre onde siano intese le frasi medesime. Mi persuado che fralle mani di un illustre geologo qual1 è il Sig. Adolfo Brongniart sia per fare quan- to prima grandi progressi questo genere di stridii , che io credo suscettibile di notabilissimi avanzamenti , e che come disse già un celebre Naturalista „ dipenda _. dal non essere stato seguito con abbastanza di co- „ stanza e di fervore un tal lavoro che potrebbe aprire „ nuove strade alla Geologia il trovarsi questa parte ., delle Scienze naturali così poco avanzata, e piuttosto „ l'essere assolutamente ancor nell'infanzia n (i). CH ARACTERES AD DESCRIPTIONEM FOLIORUM PLANTARUM DICOTILEDONEARUM INSTITUENDAM , EX DISPOSITIONE NERVORUM DESUMPTI. Nervus , hoc nomine consuetudine commune intelli- gimus vasorum fasciculos , qui e peliolo folii pro- cedunt , et in ipsius superficie expanduntur mira va- rietale : inter quos autem alii sunt . I. Nervi primarii^ quorum alter. (i) Faujas S.t-Fond. Sur qnnlques plantes qu1 on troav'e dans tes couches calcaires de M. Botta etc. Mémoires da naaséum d' Hisl. Natur. T. 3. 43 A dorsualìs , is qui unicus e pctiolo l'olii assurgit 5 rt ad hujus vcrticem procedit , expandens ad la- tera nervos minores, uti Quercus, Ulmi , Casta- neac etc. :; dicitur a. rectus . b. flexuosus . e. crassus. .... rationc longitudini* . .... rationc folii mole. d. tenuis . e. apice evanescens . f. cylindraceus . g. compressus . h. depressus . il angulatus . k. trigonus . /. obtusus . B palmares nervi , qui omnes e basi folii oriuntur communi origine , uti Vitis , Acer etc. 7 inter quos dicitur t Mediu? qui variai , rectus , flexuosus etc. uti dorsualis , additis characteribus ex compara- tione lateralium ? nempe a. longior duplo , triplo etc. b. crassior etc. e. ramosus . f t Laterales primi 5 qui medium proxime circum- stant. Distinguuntur horum varietates uti in dorsuali 5 additis comparativis characteribus , et insuper a. ramosi . .... extrorsum . .... utrinque . .... impares , cum introrsum numero minores habentur rami , quam extra vel contra . 45 b. partiti , bipartiti . e. antrorsum conversi . d. aperti . e. transversi : si cum medio angulum circi- ter rectum efficiant . f. retroversi. tff Laterales secundi } tertii etc. II. Nervi secundarii qui ortum ducunt e nervo dorsua- li , sive ex nervis palniaribus , in quibus ad ambi- guitatem tollendam aptius rami dicuntur: sunt autem a. i liberi . b. \ anastomosantes . e. i simplices . d. i ramosi ( rami exiliores nervo dorsuali sive palmari ) . . . extrorsum . . . utrinque . . . e basi . . . e medio . . . apice . partiti (rami crassitie acquales nervo ^ hinc bi-tripartiti ) . dichotomi . >breves, longi , ratione primarii et aliorum . ( recti , flexuosi . curvati . ' apicales . medii . inferi . uidistantes . naequidistantes . / g- h. i. k. I m. n. o. P- 9- r. s. t. ì (aeqi ' inae ì appropinquati ' ppmnti Invi remoti , laxi , distantes antrorsum conversi . aperti . divaricati . transversi . 46 u. convexi 5 idcst ita curvati ut pars concava ner- vum primarium respiciat . v. crassi , tenues . y. prominentes , prominuli . z. occulti . x. binati . ( scilicet in tot paria approximantur : propria Acerum dispositio ) . III. Nervuli qui e secundariis nervis oriuntur , et rete nervorum interstitia complent :; plurimis ludunt di- spositionibus inter quas juvat recensere . a. reticulati . ( Ad. Bron. b. areolati . (A. Br. e. clathrati . ( A. Br. d. transversi , cuni ex uno ad alium nervum trans- grediuntur ex . Morus papyr. e. crebrerrimi . / laxi . g. prominentes . h. tenues . j". occulti . SPECIMEN NEUROGRAPHIAE Class. I. Penninervia Ordo i . Nervis secundariis liberis . Sect. i . N. secund. liberis simplicibus . Fagus sylvatica . Nervus dorsualis depressus . subflexuosus , basi cras- sus 5 apice tenuis . Nervi secundarii 6-8 recti , sub- tenues . simplicissimi , aequidistantes , aperti , inferis paulo retrorsum curvatis . unde laxiores fiunt propc marginera folii , quam prope nervum dorsualem . 47 Nervuli minimi , transversi , et reticolati . Icon 1 . Tabulae VI. Fossile folium in Gypso margaceo Sinigalliae et Fori- livii. Tab. VI. fig. i. Nota. Nervi secundarii: tertius et quartus longiores . 2. Ulmus campestris . Nervus dorsualis rectus subcrassus , apice tenuis . Nervi secundarii 10-12 subrecti inaequidistantes , apice plures partiti aut bipartiti : inferis quibusdani ex- trorsum ramosis . Nervuli prominuli exigui reticulati . N. Facie superna tot canaliculi nervis respondent. Mitto differentias quibus distinguitur a Carpino ostrya , uli inaequidistantia inaequidistanti , nervorum se- cund. etc. Fossile in marga calcarea arenosa Montis S. Joannis , et Montis Pragatto in agro Bononiensi. Tab. VI. fig. 2. Ordo 2. Nervis secundariis anastomosantibus . Sect. 1. Superis et inferis brevioribus. 3. Evonymus europaeus . Nervus dorsualis basi valde crassus , subcylindraceus , medio subtenuis, apice evanescens subrectus. Ner- vi secundarii 6-9 tenues , flexuosi , ramulosi , breves , laxi , inaequidistantes , minoribus quibusdam inter- positis . Nervuli prominuli clatbrati ? N. Anastomosis satis clara , distans non parum a margine . Folium undulatum . Fossile f. in Gypso margaceo Fori-livii. Tab. VI. fig. 3. Class. II. Palminervia Ordo 2. Quinquenervia. 4 . Acer campestre . Nervus medius lateralibus primis longior , vix crassior , tenuis , compressus , ramosus , ramis 2-4 48 binatis, flexuosis, ramulosis. Lalerales primi aperti utrinque ramosi , ramis 2-4 binatis , flexuosis , ra- mulosis . Laterales secundi caeteris breviores , paulo tenuiores , transversi , extrorsum ramulosi , ramulis 3-4- Nervuli tenuissimi (quidam majores ) crebrer- rimi reticulati . Berta . Iconogr. Nota . Nervi medii ramus primus utrinque per ana- stomosim in folii pagina evanescit: secundus vero, marginem folii persaepe attingit , qui et longior . Haud raro ramuli quidam valde minores , ramis interponuntur . Folium lobis summopere varium . Fossile f. in Gypso margaceo Sinigalliae. Tab. VII. fig. i. Populus alba . Nervi palmares longitudine et erassitie longe inae- quales . Medius longior , crassior , basi valde cras- sus, obtusus, apice depressus, suboccultus, ramosus. ramis ^-5 inaequidistantibus flexuosis , ramulosis . Laterales primi aperti , paulo curvati , impari-ramosi , ramis externis ^-5 irregtilariter flexuosis , ramulosis . Laterales secundi minimi vix antrorsum conversi , ramulis suboccultis 3~4- Nervulis occultis . Fossile f. in argilla Sinigalliae . Tab. VII. fig. 2. INDICE DELLE FIGURE Per saggio delle piccole famiglie naturali. Tav. I. fig. i . Crataegus azarolus . „ fig. 2. . . ^ . . . . oxyacantha . „ fig. 3 torminalis . Tav. II. fig. i fiorentina . ,, fig. 2 coccinea . Tav. III. fig. i aria . 49 Per saggio di variabilità del margine , e costanza di nervatura . Tav. IV. Vitis vinifera . Tav. V. fig. 1 . Idem . Per saggio della distribuzione a norma della nervatura . Class. I. Penninervia Ordo i . Nervis secundariis liberis . Sect. i. Nervis secundariis liberis simplicibus Tav. VI. fig. i . Fagus sylvatica . Sect. 2. Nervis secundariis liberis ramósis . Tav. VI. fig. 2. Ulmus campestris. Tav. I. fig. i. Crataegus azarolus . fig. 2 oxyacantha. ficr. 3 torminalis. Tav. II. fig. i fiorentina. fig. 2 coccinea . Tav. III. fig. i aria. fig. 2. Quercus esculus . Ordo 2. Nervis secundariis anastomosantibus Sect. i. Superis , et inferis brevioribus . Tav. VI. fig. 3. Evonymus europaeus . 5o Sect. 2. Superis tantum lóngioribus lab. III. fig. 3. Cornus inascu'a . Class. II. Palminervia Ordo i . Trinervia . Tal). III. fig. 4- Rhamnus pallurus. Ordo i. Quinquenervia . Tab. VII. fig. i. Acer campestre. „ fig. 2. Populus alba. Tab. IV. Vitis vinifera. Tab. III. fig. i . Idem . Ordo 3. Septemnervia . Tav. V. fig. 2. Cercis siliquastrum . E MUTA Corrige pag- lui. 25 9 fig. 2. iìg. 3 ivi ivi Idacus I