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£ì* V VlTAstTELLA BEATA

MARIA MADDALENA DE PAZZI VERGILE/ 1

NOBILE FIORENTINA,

Monaca nel Venerando Muniftero di SANTA MARIA

DE GL'ANGIOLI in Borgo San Fridiano

( oggi in Pinti ) di Firenze,

DELL'ORDINE CARMELITANO OSSERVANTE.

RACCOLTA, E DESCRITTA

DAL SIC D. VINCENZO PVCCINI,

Confeflòre , e Gouernatore di detto Muniftero .

Ridotta in miglior' ordine , con aggiunta di molte asgioni virtuofe , e

mirai/ili , canate da i Troceffi formati per la fua

Canoni^a-zione ,

Et in quefta fettiroa Imprefsione migliorata , & accrefciuta .

VENETIA, PerilTurrini.MDCLXVI.

CON LICENZA, E PRIVILEGIO,

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JAN

111966 \

1038Ó1

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A DEVOTI

LETTORI.

Dell ordine tenuto net defcriuere la prefente V'tta > e d'alcuni frutti fpirituati y che da quefta fi denono trarre .

On tutto che la Vita della Beata Maria. Maddalena de' Pazzi, negli anni paffuti da- ta in luce dal molto Reuerendo Signor V ineenzo Puccini buo. mem fia (tata da iu* molto Icdeuoln «ente raccolta, e fia co- à grata alleperfònediuote , che perfette volte e ftata riftampata : tuttauia per efserfi dopò quella for. mati i Procefti per la fua Beatificazione, e Canonizazioney fon venute à luce molte fue azioni fante, e mirabili, note a' teftimoniefaminatiin quefta caufà, che in quel tempo fu- rono à detto Signor Vincenzo occulte : e molte altre , che pur da lui nelliftefsa Vita fon tocche, dagliftedi teftimoni fono (late con più chiarezza , e con altre notabili circon- ftanze; che più marauigliofè, & efemplan le rendono, tefti- ficate; onde fi è giudicato , che raggiungerle alla detta Vi- ta, fia per cedere in maggior gloria di Dio , per accrefcero ladmozionedi quefta Beata, e per arrecare maggior pro- fitto fpirituale a' fedeli : e per far quefto con maggior chia-

^ 2, rezza >

rezza , èftato necefiario variar lodile , e lordine tenuto da detto Signor Vincenzo ; e fi fpera, che non abbia da et ierfenzaparticolar gudo , e frutto di Voi diuoti Lettori . Poiché qui trouerete raccolto didimamente , nel primo luogo la vita, che queda Beata menò nel fecolo , con tutte leco(eoccorfeIe,e conlefante,evirtuofeazzioni efercita- te fino a che prefe l'abito della Religione : le quali beno pofiono ef$ere di edificazione à tutti , fpecialmente faran- no alle Vergini, che defiderano dedicarli à Dio nella fi- era Religione . Quedc , qui troueranno la norma delta, vita, chedeuon tenere nella Ca& paterna -, come de non portarfi co i genitori, e parenti , e come con la fèruitù V co- me nel ritiramento, e come nella conuerfazione -, come iti cafa , e come inChiefa, come nella Città , e come nella villa , come nel Muniitero doue danno in educazione j e come deuono difpreggiare , &abborrire la (bntuofità del- le vedi , la vanità de gli ornamenti, e sfuggire gli fpetta- coli del Mondo . Con Tefèmpio di queda intenderanno quali Muniden deuono eleggere per monacarli , e con quallume, e configlio dcuon fare tale elezione ; qual pre- parazione deuon fareal prender l'abito della Religione -, e con quaidiuotione, eientimentodi fpirito deuon riceuer- lo . Dipoi fi deferiue il tempo del Nouiziato , con le virtù quiui daleiefercitate, quali a tutte leNouizieReligiofc, , fono fpecchio della pei fczione , &efercizi ,che nel Noui- ziato deuono imparare . E perche nel Nouiziato le occor- sero quafi innumerabili edatf, ne' quali fu colmata di Ccle- iti doni, & ornata di (ingoiai ili ni fauonfpiriruali,ediui- ni, fono tutti infieme raccolti per ordine fuccc diuo de' tem- pi-, e dimodrano alle nouellcRcligiofc, come Dio accarez- zi quelle Verginelle, che ([>u zz.uk> il fecolo -, e calpedate le vanità, e le pompe di quello, fi dedicano à Sua Diuina Mae-r

nel-

flanella Tanta Religione . Ma perche à nulla feruonoi fa- noni Celelii fènza la vn m prouata, come loro, nella forna- ce delia tabulazione, feguono i crauagli e le tentazioni or- rende, che ella cominciò a patire nel Mouiziai , guitoronoper cinque anni continui. Douera^c ice ;aiu queftetentazionidalei patite con ordine diftinto r vna dall' altra, fi pone apprefso di ciafcuna tutti i rimedi,che ella vfa- ua per vincere il nemico, e le gloriofe vittorie, che riportò di ciafeuna : per mezzo di che pofson da vna parte reftare-, ammonite, 8i auuertite l'anime incipienti , nel feruizio di Dio, efpecialmente nella Religione , che fi preparino alla* tentatione-, e dall'altra parte iftruite come deuono valoro- fàmente combattere la perfezione alla quale fono chiama- te, e con l'efempio dellafua fortezza farfi animo , e feguitar la ftrada incominciata . E perche nell'ifteiso tempo del Nouiziato , come gloriofi trionfi delle Tue vittorie , guider- doni de' Tuoi meriti, cominciorno à rifplendere in lei lope- razioni de miracoli, lo fpirito di profezia, il vedere,& vdire le cofeaflenti, e lontane come le fufsero prefenti, il pene- trare i fegreti del cuore altrui , & il vedere lo (lato molte anime pafsate all'altra vita ; fi pongono ciafeuno di quefti pnuilegiDiuini diftintamente lvno dall'altro, per lordine de tempi, che feguirno . E bene quefti fono ammirabile non imitabili, può ciafeuno di qui imparar a, conofeere la li- beralità della Bontà diuiua, che non fi fdegna di comunica- re a Ile creature, che l'amano, perfezioni tant alte, e fopra- naturalijediquìaccenderfi maggiormente a fèruirequefto benigno Dio con puro cuore . Dopò di quefti s entra nel mare delle fùerare,e mirabili virtù , doue ciafeuna fi trat- ta diftinta dall'altre, con vn ordinata concatenazione } dal- la quale fi può vedere , come vna virtù fia parto dell'altra E per Tefèmpio formale di ciafeuna virtù , che nell'az-

zioni

zioni rifplende , come per i documenti > che ella daua per l'acquifto quelle, e per le molte intelligenze , che ella eb- be negli Eftafi circa le perfezioni , & acquifto di tali virtù , raccolte ciafeuna a' Cuoi luoghi, pofeono l'anime diuotcre- ftar illuminate della bellezza , e perfezione di e(se virtù > e di cidche deuon fare per lacquifto di quel le , e come le de- uono eftercitare . Ma fpecialmente le perfone Religiofe, e le Monache in particolare > qui potranno fpecchiarfi > qua! fia la perfezione deli ubbidienza > che deuono efèr- citare : qual fia la pouertà con che deuono viuere : qual fia la caftità, che deuono pofsedere y e la ritiratezza > & altri mezzi, che deuono ofieruare per mantenerla . Apprefso à quelli impareranno come deuono amare la loro Religio- ne -, come affaticarli per quella > come efèrcitare con amore infàtigabilmente la carità lvnaverfo dell'altra; come zela- re lofseruanza delle Regole, Coftituzioni , &c Ordini del Muniftero, come amare il rigore della difciplina Religio- ià*, e come le Maeftre deuono alleuare Iegiouanette, cho vengono alla Religione , e guidare perfettamente i Noui- ziati , & igiouanati; e finalmente come tutte quefte virtù hanno ad efser rette dall vmiltà. Defcritte tutte le virtù , che comprendono tutto il corfo di (uà vita , ne fegue l'infer- mità de gli viti mi anni fino alla morte, cfemplare di pazien- za vera ad ogni trauagliata , & afflitta per fona . E (e per il mirabile operare , che Dio fece iti quefta creatura, alcu- no dubitale della verità delle cofe notate inquefto libro > fàppia che non ci èco(a , che non fia efàminata ne pro- cc (li della fua Beatificazione , e Canonizizione ; e tutto fi è raccolto (èmplicemente à gloria di Dio , e di quefta fu;u Spofa , & à edificazione de Pro (fimi . Riceuete dunque, òdiuoti Lettori, quefta breuefàtiga , con quel fine che è fiata mcfsa inde me , &mgegnateui d approfittamene per

lavo-

la voftra làlute . E Voi in particolare , ò Reuer endc Rch- giofe,prendete per guida del voftro viuerel'efempio di que- lla (anta Madre y ftampatcui nel cuore le lue Rehgiofe , e lanteazzionijapprendeteifuoifalutifcriauucrtimenti 5 te- nete à mente iiùoilànti ricordi, che trouerete Ieri tti in quello libro; &acccndeteuiinfieme con lei nell'amore del- lo Spolo Celeftej vigilate con efsa nelle fante operazioni , acciò venendo egli non troui alla morte con le lucerne, eftinte > ma trouandoui accefe del lùo amore , e con l'olio delle virtuofeopcrazioni, infieme feco v'introduca nel fùo Regno Cclefle , a goderlo eternamente in compagnia di quella (ùa Beata Spola.

T \X

IMPRIMATUR, Si videbitur Reucrendifsimo P. Magiftro Sacri Palati) Apoftolici.

A. Epift.Bellicaftren, Vifceg.

Nos Fr.Nicolaus Rodulfius, Sacri Palatij Magifter,

ÓC Vicarius Apoftolicus Ordinis Prae-

dicatorum .

VTtam prorfusadniirabilem Beatse Mariae Magdalense de Pazzis , hoc voluminc deferiptam , rhagna curii animi volupeate perlcgimus . In eaenim, vti infpeculo , quicquid ad recte mformandos fidelium , & precipue San- ftimonialium, animos deferuic, abundè intueri licet . Qua- propter vt typis detur facultatem facimus . Hoc & boni publici caufa depofeit, & noftrum in tantam Matrem obfè- quium, quam,cùm in terris degeret, & probe nouimus , &C venerati fumus, Romas xx. Februan j . M.DC.XXZX.

Fr. l^icolaus Rodulfius , qui fupra .

VITA

Vita della beata

MARIA MADDALENA

DE PAZZI VERGINE,

NOBILE FIORENTINA,

Monaca nel Venerando Muniftem

DI S. MARIA DE GLI ANGIOLI

; DI FIRENZE,

te* Genitori, e della nafcita , & Infanga della Beata Maria Maddalena Cap9 J.

'Antichità , e Nobiltà delle Famiglie de' Pazzi , e Buon- delmonti Fiorentine , delle quali nacque la Beata Ma- ria Maddalena , è tanto per chiara, e nota à chiun- que ha cognizione della nazion Fiorentina» che fareb- be Superfluo il diftenderfi in raccontarla . Si congiunfe- ro infieme quefte due nobiliffime Famiglie l'Anno ài noftra falute 1 559- per mezo di vn'honoratiffimo , e le- gitimo fponfalizio , nella perfona del Signor Camillo di Geri de' Pazzi , e della Signora Maria di Lorenzo Buon- delmontij i quali, come erano pari di nobiltà di fangue, così anco erano corrifpondenti nella nobiltà dell'animo, e nell' affetto della pietà Chri- ftiana^,.

Videro quelli tutto il tempo di lor vita in cafìiffimo coniugio , con grande vnione d'animo , e fenza querela l'vn dell'altro . Era infra di loro fcambieuo- le f onore , e la riuerenza , che fi portauano ; conueniuano nel gouerno del- la cafa con grandiffima prudenza,* reggeuano , &alleuauano la lor famiglia^ con timore di Dio, e trattauano la feruitù con carità , e benignità . Per laìoro bontà, e nobiltà di coftumi , e per la fincerità del lor procedere , erano di efempio, non folo alla Famiglia propria, mavno fpecchio all'altre fami- glie. Dalla lor cafa erano lontani li giuochi, & ogni altro paffa tempo, che potefle dar cattiuo efempio al proffimo ; anzi tutti intenti alla diuozionc , fre- quentauano le Chiefe , conueniuano à vdire la parola di Dio , & efercitaua- •no i Santiffimi Sacramenti della Confeffione > e Comunione ogni Feda cc-

A manda-

-l Vita della B. Maria Maddalena deJ Pazzi.

mandata dalla fantaChiefa. Confumandola lorvitainqueftadiuota conuer- fazione , piacque à Dio da buon'albero di così cado matrimonio, far nasce- re viVottimo frutto , cioè la Beata Maria Maddalena, frutto degno del giardino iànta Chiefa , e d'efler podo (opra la m enfa dd Paraciifo

Hebbe occafione fua Madre di conoscere il preziofo frutto,che era per par- torire al mondo,fino dalla iua grauidanza, poiché confefsò non hauer mai fen- tito in quella alcune di quelle gramezze , emoledie, che fogliono apportar le grauidanze.Fù il parto felice in quella figliuolina a 2.d'Aprilie dell'anno i 5 66. Oc ì di i . feguente fìi partorita a Dio fpiritualmente nel fanto Battefimo , che Je fu conferito nell'Oratorio di S. Giouanbattiila della Città di Firenze , doue fi codumanobattezare, fecondo le facre cirimonie del Rituale -Romano.tutti i figliuoli , che nafeono in detta Città ; e la tennero à Battefimo il Signor Pan- dolfo Strozzi , eia Signora Fiammetta Minorbetti nobili Fiorentini. E forfè per Diuino giudizio le fu importo il nome di Caterina , allora fecreto indizio , che ella doueua efler fimile ne Diuini fauori, e nelle virtuofe azioni di S. Cate- rina da Siena, di cui nel corfo di fua vita ella fu diuotiffima , come à fuo luogo fi dirà . A pena partorita , cominciò la Madre fua à gridare della (Ingoiar crea- tura vfeitadei fuo ventre ; poiché nell'infanzia di quella non folonon (enti le rincrefceuoli fpiaceuolezze , che quafi tutti i figliuoli de gli huomini fogliono apportare à chi gli allatta , e nutrifee ; ma gudaua della fua quieti(iìma,5c age- tioliflrma naaira,che quafi le raffembraua vn'Angiolino in carne. E tutto que- llo elfa medefima fua Madre lo riferii à perfone parenti, & altre che di ciò haa fatto teftimonio»

Della buona indole , & inclinatone , che moflrò nella fua pueri^a alle co dittine y indico della fua futura fantità . Cap. I J.

SE fu femper (limato ficuro indizio dettimi fucceffi la buona indole de' far^ ciulli, quella nella noftra Beata fu rariflìma , e (ingoiare 5 imperochè come più copiofamente dalle azioni virtuofe della fua puerizia (che ne' Capitoli fe- guenci fi narreranno) fi potrà comprendere , ellafùdibelliiìimofpirito, & hebbe vna viuacità d'ingegno mirabile, la qual però non era con giunta, come per lo più fuole edere , con vna cerra fierezza di natura* che piglia fuo sfogo nellinfolenza de' codumi, ne gedi incompodi>e ne' continui moti del corpo; ma accompagnata da vna modedia, e manfuetudine ,che larendeua graue. e quafi maedofa , più di quello,che fufle capace la fua picciola perfona ; di mo- do che era à tutti d ammirazione , & alle fanciu liete fue pari , che talora fi tro- uauano con efìTa , defempio,e di riuerenza ; onde in fua prefenza quafi non ar- diuano dare incompode, e far baie puerili. Lagratia del luo volto attraeua femore di chi la miraua.fcorgendouifi l'Angelica purità del fuo cuore . Nella conuerfazione era piaceuole, ne' fatti amoreuole nelle parole benignale ge- tti quieta, e pofara, nell'efler cudodita, e gouei nata facile, e contentabile 5 ne mouimenticompoda, nelle azioni pronta, grata de gli oflequij, che Jeeran fatti; e verfo di tutti, etiamverfo della ieruitù ( che è cofaftraordinaria) rife- rente j obediente > e timoroÉt ,

hi*

Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi . 5

Ma quello» che (òpra ogn'altra cofa rifplendè nell'indole della Tua puerizia , fu T inclinazione che moftrò, quafi fino dalle fafee , alle cofe fpirituali , e diui- ne : onde non effendo ancor capace d'intenderle, guftaua di fentirne parlare: e perciò quando fua Madre trouandofi in compagnia di perfone diuote , aueua tali ragionamenti, non le leuaua d attorno , e mandata via , come cagnnolo afiimato,tofto tornaua, per guftar del pane della parola di Dio . Prima che fa- pe(Te,che cofa fuffe orazione , guftaua di ftar ritirata , e folitaria à far orazione : à pena fapeua i primi erudimenti della Dottrina chriftiana -, anzi à pena fapeua leggercene trouato neirvfiziuolo della Verginea! quarimparaua a leggere, il Simbolo di S. Atanafio, compendio de gli alti Mifteri j della noftra fede , e fpe- cìalmente del Mifterio della Santiflìma Trinità ; ancorché ella non intendeffe le parole non ("come ella poi difle ) per certo iftintodi fpirito,da cui fi fentiua attrarre l'affettojo leffe tutto con gran diuozione^e come auefiè trouato vna cofa di prezzo ineftimabile (come veramente è) con grand'allegrezza Io portò alla Madre > acciò lo leggeffe . Del che ammirata la Madrine potè far confe- guenza , che non da altri , che da Dio le ruffe fatto fentire gl'ineffabili mifteri, che iui fi conteneuano ; e fu vn manifefto indizio de' chiari lumi , e dell'alte in- telligenze delle cofe diuine, che Dio difponeua comunicarle . Da quefto fat- to fi può venire in cognizione di vna rara virtù di quella figliuolina , cioè , che ella in così tenera età, non operaua à cafo, maattendeua a quello che faceua, ò leggeua ; il che è tanto più degno d'ammirazione, quanto la figlinola era di minore età , nella quale fitibonda di fapere , e d'intendere le cofe fpirituali , e diuine , quando poteua accodarli à perfone religiofe , e fpirituali , faceua lo- ro interrogazione di fimili cofe , trafeendente la fliacapacità , in maniera, che all'ideila Madre» oc à chi la fentiua eradiftupore. Tanto fu intenta, &afiì- dua nelcercare d'intendere, e fapere i mifteri della fede Chriftiana, e perla fua bona difpofitione ne diuenne talmente poffeditrice, che in quella fua puerizia gli potè infegnar ad altri, come appreffo fi dirà. Oltre à quelli così chiari indi- zi di futura fantità , non mancorno ancora altri fegni dell'amore, che doueua portare all'abito , e flato Religiofo $ poiché in quella puerile età , il maggior gufto,che haueffe , era , quando fi poneua all'orazione , velarfi da Monaca il meglio, che fapeua , guftando fommarnente di vederli auanti à Dio in quella politura .

Delle virtù della fua puerizia , efpecialmente quanto fuffe deditaaUa

ritiratela , & ajjìdua nell'orazione .

Cap. III.

NOn volle permettere Dio , che quell'anima da lui , per tanti mdìn , (ve- tialmente eletta , deffe mai ricetto ad altro amore , che al fuo ; & acciò non fuffe peruenuta da altro amatore,fìno da'teneri anni le ingombrò la men- te di penfieri , e le accefe il cuore di defiderij fpirituali , e diuini . Di quì.ne nacque , che ellanon fi dilettana , ancorché fanciuliina delle baie , e tratteni- menti puerili; e fuori dell'inclinazione dei putti ( quali per natura tergono >#eiTer lafciati Coli) godeua di ftarfolitaria, e ritirata con Dio all'orazione

A z Onde

4 Vita della B.Marfa Maddalena deJ Pazzi l

Onde nell'età di circa fett anni, lenza alcun Maeftro , ma folo perinftinto dello Spirito Santo , ([ applicò à queflo diuoto efercizio E come auelTc faputo, che le conuerfazioni vmane fono di fuagamento , & impedimento all' vnione della mente con Dio , che nelf orazione s acquifta , sfuggiua à tutto fuo potere ogni conuerfazione , e cercaua i più fecreti luoghi , e ftanze della eafa per ftar folitaria , e ritirata ad orare . Onde taluolta doppo eflere fiata per buono fpazio cercata da quei di cafa , era trouata dietro à qualche vfeio, ò dietro al letto , ò in altri fimili luoghi afeofti genufleflà » e raccolta tutta in Dio. Seppe così ben guidarfi in quello fanto efercizio dell'orazione, che haueiTe hauuto il più eccellente Maeftro fpirituale , che tra gli huomini po- tette hauere, non mai potè meglio incaminarfi. Imperoche per quanto fu raccolto dal fuo parlare (in età più matura) di tale efercizio della fua fan- ciullezza , fi troua che nella fua orazione efercitaua le più efatte regole , che per farla bene infegnino i Maeflri della vita fpirituale . Poiché leuata ogni oc- cafione di diftrazione, e di fuagamento; icelto il più opportuno, ofeuro, e ritirato luogo ; e determinato il tempo , fi proponeua il fine della fua ora- zione, la quale (come ella dille ) era per cercar Dio puramente , & impara- re à far la fua diuina volontà. E quando non fapeua raccoglierli, òpatiua di- strazione alcuna, fenza faperla leuare dalla fua mente, entraiiainsèlìelTa per via d'vmiliazione : econofeendofi indegna di faper fare orazione, pian- geua , efidoleua della fua diftrazione, come di propria colpa $ enellaftef- vmiliazJone fi quietaua , e fi raflegnaua nel Diuino volere . Npn mancaua alla fua orazione la perfeueranza : imperoche per qualunque accidente non la trafandaua^ne Ila ftefTa aridità di fpiritofche fuol'efTer tentazione così faticofa à iuperarfi, etiam da quelli,che fono lungamente efercitati nella vita fpirituale ) era potente à ritirarla, non dico dall' orazione>ma pure da rade feorciare per vn tantino il tempo propoftofi per quella

Haueua quella diuota figliuolina perfeuerato in quefto fanto efercizio d' orazione fino all'età di 9. anni : nel qual tempo il Padre Andrea de Rolli, della Compagnia di Giesù, ConfelTore di fua Madre > hauendo trouata in lei losì eccellente difpofizione all'orazione , ledette à meditare laPaffionedi Giesù , e le aflegnò per lezioni fopra tal materia le meditazioni del Padre Gas- paro Loarte della medefima Compagnia.Conforme al configlio di quefto Pa- dre fi applicò Caterina alla meditazione della Paflìone ; e guidata, <Sc illumina- ta da Dio fi internaua . & accendeua talmente in quella meditazione , che vi rcftaua quafi immobile : & ancor che tal ora le bifognafle ftare à farla in luo- ghi feoperti, òdouefufTeftrepito, nonfidiftraeua,ma ftaua tutta raccolta in Dio, come nulla auclTe veduto, òfentito; (Scacciò meglio le riufcilTe que fto fanto efercizio di meditazione , elefie il farlo da mattina di buon ora > e io quella tenera età fileuaua di letto molto per tempo; epertimore cheaucua, che dalla Madre non lefufle vietato il leuarfiàtal'otta, (Scaccio- che non Je venifle impedito quefto lauto efercizio, pregaua con grande^ tnzialcfcrucj chcfcmprelavcdeanocosìiollecita, à non palelarlo al-

c. li così forte , e collante nella perfeueranza di quello fanto efercizio, che

nceuu-

Vita della B. Maria Maddalena de' Pazzi. 5

iiceuuto che ebbe l'ordine fopradetto dal fuo Padre fpiriruale > ogni mattina confumaua vn ora intera in effo > mai per tutto il tempo che flette fecola- re , lo tralafciò $ equandopercanfadi mala fanità le fu neceffario pigliare il medicamento dell'acciaio , non potendo fare la fuafolita ora d'orazione di buon'ora Ja differiua doppo,che era tornata , e ripofata dall'esercizio , che per cagione di tal medicamento faceua. Anzi non contenta quella affetata di Dio fanciullina di ltar vn ora al fonte delle diuine dolcezze in quelle meditazioni , fi ridurle à tale , che ancor fecolare confumaua per ordinario orando tre , e.. quattro ore del giorno- Et era tanto il guflo.e tale la coniòlazionexhe talora vi paffaua le notti intere, nelle quali quel poco di fonno , che dalla liracchez- za era neceilìtata di prendere ,lo prendeua inginocchiata , col capo appoggia- to al letto . Efempioraro > a confufione di quelli « che per ogni leggiera occa- fione.ò tralafciano in tutto le loro orazioni , ò le fanno con la maggior bren- ta, che poffono.

Del defiderio cìiellbebhe patire per amor di Dìo 3 e delle penitente ,che fece nella fua pueriiia^e fanciullezza , Cap, IV.

Sicuro teftimonio de gli affetti fpirituali , che per la meditazione della Paf- fione di Giesù fi accendeuano nel cuore di quefta pargoletta fu l'accefa brama >eldefiderioJche in quelli teneri anni ell'hebbedi patire per amor di Dio . Era cola di flupore veder' vna creaturina, così gentile, e delicata > quali forte guerriera contro la tenera carne , fapere così valorofamente foggettar* Ja al patire , tanto à quella nimico, e repugnante , che quafi fcherzo liimaua i patimenti del fenfo : e nell'iileffa maniera.che i fanciulli vanno inuentando li giuochi » e gli lcherzi per trattenimento di quell'età > così ella andaua inuen- tando modi d'affliggere le fue delicate membra . Onde non contenta di darli talora la dilciplina , (ordinario finimento di penitenza ) fi fabricauà corone > e cinte di gambi fpinqfi di melarancio , & à imitazione delPappaffionato Giesù fi cingeua con effe la te(ia,e di più i lombi; e così cintale coronata giaceua nel letto il tempo del ripofo,paffando le notti con acerbi dolori. Doue che i putti fogliono amaramente piangerete querelarli quando manca loro gli offequij, e le carezze di chi li gouer^a,ella per il incontrarioaion folo le ricufaua,ma $'• affliggeua dell'effer troppo accarezzata , e pregaua le ferue , che ancor ne maggiori (indori dellìnuerno non le fcaldaffero il letto: Dal quale per lief- ia talora leuaua le materafse, e dormiua fopra i nudi facconi di paglia : E pre- ualendo in leil'amore del patire al difgufto, che ne pigliaua la Madre , per timore ch'ella non diftruggefse la delicata compiendone , fu necefsario > che la Madre per impedirle limili penitenze* > la tirafse à dormire nel fuo pro- prio letto.

La temperanza che vfaua nel cibarfi , era così eccedente , che poteua più prefto chiamarfi vna rigorofà attinenza . Non mai chiedeua cofa alcuna , co- me fogliono i fanciullini , ma fi contentaua di quello > che l'era dato , e di quello ne prendeua tanto poco, che alla Madre , che l'offeruaua pa*eua im- poffibile*cheelIafipoteise fomentare . Sapeua tanto mortificar l'appetito

A ? della

6 Vita della B.Marfa Maddalena de* Pazzi.

della gola , folito dominator de fanciulli , che in quella tenera età chiamata à mangiar fra giorno ò fruttilo altro, non lo faceua non era aflretta dall'obe- dienza della Madre : E non fulTe fiata la continua vigilanza , che haueua la madre nel farle prendere la necefiìtà del cibo,arebbe dilìrutto coi digiuni , e penitenze la fua tenera compleflìone . Il che effettiuamente fi vede , quando ancor fecolare, lafciata da' fuoi genitori in ferbonel Mi\nifiero delle Mona- che de' Caualieri dell' Ordine Gero(òlimitano,detto S*Giouannino, di via S. Gallo di Firenze, fi ridufie per l'aftinenza à tanta debolezza , che non haueua forza* ò vigore appena di cucire .

Domandata in era più matura, perchè così trattalTe il fuo corpo -, in così te- nera età> rifpofe, che ciò non raceua per dilli uggete la compiendone, ma per renderfi più atta all'orazione ; documento* che non da altri, che da cclefte lu- me le era fiato infegnato .

Della carità , che moflrò verfo il proffimo nella fua puerizia e fanciullezza. Cap. V*

SI di buon'hora cominciò quella elletta creaturina à dar fàggio dclfamorce carità verfo il proflìmo fuo , che parcua che furie generata , e nutrita nelle vjfcere della pietà, e della mifericordia » e che quefte con lei tufferò vfeite dai corpo di fua Madre Jmperochè nel vedere la pouertà>e le miferie de'proflìmù ientiua commouerfi l'affetto della compafiione, e ftruggerfìdidefideriodi poter fouuenire tutti li pouerelli che vedeua. E come feauelTe faputo, che quella è più accetta à Diocarità,che è fatta con qualche noftro cofio,e priua- zione de' nofiri bifogni per fouuenire a gli altri ; mentre che dalla Madre l'era data, come fi coiìuma a fanciulli , la colizione, e la merenda, la daua a* poue- relli.-E particolarmente quando andaua alla fcuola per imparare a leggere.paf- iàndo dalle carceri, la daua per l'amor di Dio a* poueri prigioni. Onde veden- dola i fuor genirori guftar tanto dell'opere della pietà, quando bufiauanapo- ucri alla porta , faceuano porger loro la limofina per le lue mani .

C\ terinaua la fua carità nell'oggeto vifibile delle miferie corporali r ma penetrando allo fpirito era tale la pietà * e compafiione, che aueua all'anime altrui, die piangeua inconfolabilmente i peccati, che vedeua efièr commeflu e quellifpecialmente.che erano contro la carità del proflìmo . Onde auenda vna volta fra l'altre vdito alcune parole digraue ofteia del proffìmo> flette tut- ta la notte feguente in pianto,e dolote, fenza poter prendere ripofo . Eratan- to il defiderio dr giouare all' anime altrui, che non aueua maggior gufio in quella puerile età , che d'infegnare a'fanciullrniilPater, l'AueMaria> il Cre- do con gli altri primi principi; della Fede Chriftrana. tdoue gli altri fanciulli fogliono grillare dell'andar fuori della Città alle ville per diporto > e palTatem-. , ellaandaua volentieriffimoalla villa foloper comodità , che iuitrouaua di poter inlegriare quofie cole a figliuoletti de' contadrnu Quelli erano in, vil- la i Tuoi trattcnimenti,e palTatempijEt i giorni feftiuiin vece di ragunarclefan- ciulline lue pari per trattenerfi con effe in giuochi , e baie puerili, le ragunaua ver infegnar loro la Dottrina Chriftiana . E perche erano per lo più pouerellc»

della

della B.Maria Maddalena de* Pazzi" . 7

della mtdelima Occafione con cui efercitaua la carità fpirituale , ne feruiua per esercitare ancora la corporale : onde,e per renderle più anfiofe dell'impa- rare > e per fouuenirle ne'bifogni temporali, di confenfo della Madre, daua lo- ro delle coferelle per loro vfo ; e tanto fi trouaua affezionata a queft* opera di carità , che quando veniua il tempo di tornarfenealla Città, nefentiuatal dif- gudo, chenonporeua racconfolarfi. E dichiarando a' fuoi Genitori queda_> fua afflizione, come quei che teneramente l'amauano , e defiderauano fodis- fareasì pietofi affetti, per fuaconfolazioneconduffero a Firenze con leivna figliuolina d'vn lor contadino chiamata Giouanna, nutrendola nella propria cafa in compagnia di Caterina : Alla quale effa feguitò d'infegnare i rudimenti della fede Chridiana con molto fuo gudo. E perche il vero amore è comuni- cante , & operatiuo , e tale era quefto di Caterina ; però non contenta folo di infegnare a proffimi quel bene che perfeziona f intelleto, ma quello ancora , che fa perfetta la volontà, s ingegnaua di tirare all'orazione infieme feco non folo Giouanna, ma ancora l'altre ferue di cafa: e per indurle à quefto non guardaua alla fua nobiltà , non alla delicatezza della fua compleffione,non al- la picciolezza della fua perfona , ne alle poche forze del fuo corpo ; ma fatta forte , e vigorofa dal zelo , che aueua del bene dell'anime , fi metteua a far le facende di cafa con loro , le aiutaua à fpazzare le danze, rifare i letti , &ad al- tri bifogni della cafa ; acciò predo fpedite da tali occupazioni, potettero infie- me con lei confumare quel tempo in orazione : Nel che non folo fi vedde la fua carità , e zelo, ma fi feoprirno i principi j della fua grande vmiltà .

Del defiderio , che nella fua puerizia ebbe del Santijfimo Sagramento delimitare ,

e della riueren'^a, che gli portaua . Come di età di dieci anni fi comnntcò

la prima vòlta , e della diuotione , con che in tale età

fi comunicaua. Cap. V l.

IMprefle Iddio nel cuore di queftafanciulletta cosi alta ftima del fantiflimo Sagramento dell'Altare, che fenza eflerne vmanamente incitata ^'accefe in t vn ardente fere di quello . E mentre chedalla poca età le era impedito il pBtcì 11 accodare a quella facra menfa per cibarfi di Dio, non mancaua comu- nicarfi col defiderio , e con l'affetto , e fommamente guftaua di vedere altri comunicarti: E perciò quali importuna alla Madre , le chiedeua che la me- nade alla Chiefà de'Padri Gefuiti , doue fi frequentala quedo fantiftìmo Sa* gramento ; e menataui à fuaidanza, non folo le fede comandate, ma ancora lemezefede, daua queda fàuciullina con gran dinozione le mattine intere inginocchioni , tutta intenta rimirare con vna (anta inuidia quelle perfone che fi comunicauano: E tornado fua Madre à cafa comunicata; Caterina qua- fi odorando, nonconilfenfo , ma con lo fpirito,la fuauità,e fragranza fpiri- tuale di quel fantifllmo Sagramento , in quei giorni le daua più accodo del iblito , e quafi non fi poteua fiaccar da lei 5 in maniera , che accorgendofenc la Madre, le domandò perche in quei giorni le ftefle tanto attorno 5 &eiia ri Ipofe , perche voi fapete di Giesù . iSion è picciolo teftimonio della riuerenza , eh/ ella portaua a quefto Sagra

A a memo .

8 Vita della B.Maria Maddalena de* Pazzi.

mento,quello che iti quefta tenera età le occorfe in villa; Doue che vna mat- tina di feda comandata , per cagione della pioggia , elTendofi fatto tardi, e la Chiefa lontana > volendo i fuoi Genitori, che prima d'andare alla MelTa facef- fe colazione , e che per rifpetto della ftrada rangofa andafle à cauallo : da lei ciò vdito , proruppe in vn' amaro pianto* dicendo > che non fi conueniua,che eila andane à trouar Giesù in quefta maniera : Onde funeceifario per racche- tarla , che i fuoi Genitori condefeendeflero à lafciarla andar alla Chiefa digiu* na> piedi.

Efléndo nell'età di dieci anni non reftaua d5 importunate fua Madre,& il Pa- dre fpirituale d' efìèr' ammeflà alla facra Comunione : Onde il fopradetto Pa- dre vedendo quefto fuo accefo defiderio , e trouandola con moka capacità , e cognizione di quefto diuiniffimo Sagramento, le dette prometta di comuni- carla per la prima volta la proflìmaFeftadell'Annunziazione della Vergine. La qual prometta da lei con allegrezza ineftimabile accettata ( ben fi può dire , che tutti quei pochi anni di fua vita , così innocentemente pattati, fuflfe- ro (lati vna continoua preparazione ,* tuttauia , come nulla auefle fatto ) fi dette tutta à preparare l'anima fua à quefto facro conuito : e tutti quei giorni, che precedettero quefta Comunione, gli fpefe in penfare à quefto benefizio, & in fare orazioni,& efercizi di penitenze fi vedeua mai fazia di ragionarne.

Finalmente, giunto quefto tanto da lei defiderato giorno , fendo nell'età di diecianni, fi comunicò la prima volta nella detta Chiefa di S. Giouannino . Ne permettendo Iddio elTer fuperato d' amore dalla fua creatura, tanto quan- to fu accefa la brama, e la deuota perparazione di quefta animuccia, altrettan- to, e maggiore , fenza fallo, fu il gufto che di le diede Dio in quefta comu- nione : E fu tale,e tanta la fpiritual dolcezza ch'ella fentì in quefta iagramenta- Je vnione con Dio, che foleua dire non hauer mai prouato la maggiore in vita iiia. Auendo ella guftato cosi dolce, efuaue il fuo Signore in quefto Sagra- mento , le accefé vna fame , e defiderio maggiore di comunicarfi frequen- temente ; Perlochè , (e bene elfera di si poca età . piacque al fuo Padre fpiri- tude di compiacerla ; e giudicò per ben fatto ammetterla à quefta fa< nienfa ogn otto giorni . Onde efaudita da Dio in quefta fua brama , ftai ta la leniniana afpettando (come aflétato ceruq) il giorno .che doueua cù-ìà incarti $ e come giorno di nozze, e d'allegrezza del fuo cuore pareuale lungo ogni giorno , e ogn ora, che vi fi interponeua : Siche fpeftò contaua i giorni, e

l'ore che doueuano feorrere per giugnere à quel tempo-delia comunio- ne} E tanto era il gufto Ipirituale, e laconfolazione diuinanel comunicarfi, che fentiualiquefarfi d'amore: E ridondan- do quefta diuozione nellefterno, arrecaua a chiun- que Ja vedeua così compofta , deuota , e fitta al Sagramento, efempio, e marauiglia.

Vita della B.Maria Maddalena de» Pazzi . 9

Qttantò nella fleffa puerizia ellafuffe amatrice della purità , & innocenza : e come

d'età di anni dieci fece voto di verginità', e d'vn' e e ceffo d'amor di

Dio , che ebbe al colo Caf. VII.

NOn pare che potette vn'anima tanto pura , & innocente , quanto quefta , non amare la purità, oc innocenza : Ma conofccndo per lume fopra- naturale.che quefti eran gli odori di quelli vnguenti dello fpofo,con i quali ti- ra dietro à se l'anime pure , fi fentiua mirabilmente rapire il cuore daquefta purità , douunque la forgeffe 5 onde quando , fpecialmente in villa , con l'oc- cafione d'infegnar la Dottrina Chriftiana , le veniuano inanzi quei figliuoli™ , non fipoteua contenere d'accarezzargli: e domandata vna volta perche ciò facelTe, rifpofcche lo faceuapet la purità, che vedeua in loro , poiché non haueuano ancora commeflo peccato, ne macchiata la vede dell'innocenza battifmale , e perche le rapprefentauano Giesù fanciullino in quell'età . Per l'amore di quefta purità fi ientiua tirata all'amore dello ftato Monacale , del quale e&a tanto inuaghita, che non le cadde mai in volontà d'eleggere altro ftato, che quefto .

Era tanta la ftima che facena quefta figliuola della purità verginale , che ti- rata dall'alto fentimento , che in quella tenera età haueua di quefta virtù nel fuo cuore , lo ftimò dono degno d'effer fatto alla gran Maeftà di Dio Onde il Giouedì Santo del medefimo anno,decimo di Tua età , e di noftra falute 1 576. confiderando lo fuifeerato amore, che l'eterno Verbo aueua dimoftrato al ge- nere vmano , in lafciarce donare ftefìb,il fuo corpose fangue, la fua anima, e la fua diuinità in cibo dell'anime: Accefa di defiderio di moftrarfi grata di tan- to amore , pensò di rendere a Dio quel più degno contracambio,che poteua : e perciò in tal dì, doppo di efferfi comunicata , tutta accefa di diuino amore y li fece il dono della fua verginità, confecrandogliene con perpetuo voto: Nel quale atto dette la fede , e la parola al fuo amato , & amante Giesù di non vo- lere altro fpofo,che lui*

Fu da Giesù accettata f offerta , e la promeffa , e per regno di ciò le ia ditto vn pretiofiflimo anello , quale da lei per allora non fu ne vifto, fenti* tot ma ben poi in altro tempo da S.D.M. le fu moftro in vn tratto . Onde mai fi trouò il cuore di quefta Verginella infiammato dell'amore di Gesù, per mezo di quell'atto* s accefe in maggior fiammaja q uale non potendofi afeon- dere nel fuo feno , fu vn giorno neceffitata à dimostrarla nellefterno: E que- ftofùil giorno di Santo Andrea Apoftolo; nelqnal , trouandofi ella in_, villa con fua Madre , fu il fuo cuore foprafàtto talmente dall'abbondanza del diuino amore, che fentiua ftruggerfi , 6c auuamparfi le vifeerc ; e quafi fma- niando,non trouaua luogo,nè aueua virtù di proferire parolaie pareuaxhe per ogniverfofeoppiaffe. E bene dalla Madre l'erano applicati queirimedij, che giudicaua opportuni , {limandolo male corporale : nulladimeno ia figli noia non trouaua requie , pofa , meno dichiarò alla Madre quclloche aueffe ; Ma bene alcuni anni doppo , permelTe Dio , che fatta monaca di tìeflain vn'altro fimileaccidente,cheeb^;n frano.- -^hbraffe ch'era flato

i o Vita della B.Maria Maddalena de'Pazzi .

vn'ecccflb d'amor di Dio,con quefte prccife parole; 0 amore quello che mi fai ora prouare^é fimile a quello ^che mi communicajli ilgiorno di quello, che tanto amò la Croce , quando non ero ancora a te dedicata nella facra Religione >ela mia geni- trice fi penfaua, che fuffe male corporale . E così veramente fi pensò la Ma- dre nel principio di detto ecceflò,per non auer più veduto fimili accidenti nel- la figliuola ; ma però alla fine conobbe efler cofa fopranaturale , & effetto dell'amor diuino ; e come di cofa tale ne fece ella fletta teftimonio alla Ma- dre Suor Vangelifta del Giocondo , & ad altre Madri nel tempo che la Beata fi veftì Monaca

C onte la Beata dette gr and* efempio di tutte quejle virtù alle Monache di San G/0-

uannino de'Caualieri di Malta,doue flette in ferbo quindici

me fi. Cap. Vili.

DEH'anno 1 5 80. effendo flato dal Sereniffimo Gran Duca di Tofcana elet- to il Signor CamillodePazzi.Padre di Caterina,perCommeflario della Città di Cortona, (Vffizio folito darfi a'nobili Fiorentini ) e douendo per caufa di tal gouerno (lare attente per vn anno dalla Città di Firenze , condufle feco la fua famiglia : ma Caterina la lafciò in ferbo nel Muniftero detto di fopra di SGiouannino, in cuftodia d'vna fua cugina , chiamata Suor Seluaggia Mo- relli,Monaca molto efemplarce Religiofa, hoggi morta con molta opinione di bontà apprettò dette Monache. Si rallegrò molto Caterina di quefta rifo- luzione di fuo Padre, poiché (come quella , che lafciato da parte gli affetti vmani, poneua fempre la mira al maggior feruizio di Dio ) fperaua trouare in quel luogo maggior commodità d'attendere all'oratione , & à gli efercizij lpirituali . Fìi dalle Monache , ( maflìme per il concetto , e fama , che fi fpar- geua delle fue virtù ) riccuuta con molta allegrezza ; E fi come non fu vana la fperanza della Beata fanciulla, così s'accertorno le Monache della verità delle fue publicate virtù ; fi che ne poterno fare oculato teftimonio .

Entrata dunque in Muniftero,con prometta di poter frequentare la facra_, Comunione tutte le fefte comandate , feguitaua la detta frequenza con gran deuozione : E defiderando per la fua carità, che tutte f anime rutterò partecipi de* beni ch'efla godeua, e trouaua in quefta fagramentale vnione con Dio; & infieme sfuggendo per la fua vmilrà quellefler fingulare (poiché non era nel Muniftero tal frequenza di SagramentiJ con le fue clonazioni , &efempio induffe molte Monache à comunicarfi con ìd'^c da tale efempio ftabilitcan- cor oggi feguitano quefta frequenza di Sacrarrìenti da lei introdotta .

Trouandofi quefta figliupla fuori degli occhi della Madre , (che troppo gelofa del fuo bene corporale,aflìduamente rofleruauajnon fi feruì di quefta libertà per pigliarfi fpaftì , ò ricreazione nella conuerfazioncmia per darfi vie più all'orazioni^ penitenze .E quanto era maggior l'occafione di conuerfare che aucua nel Muniftero , più che nella ca paterna , tanto era maggiore la_. ìua ritiratezza : fi che in mezzo delia moltitudine trouò modo di vluer folita* 1 ui. Nella quale folitudine feiogliendo il freno al ra Arenato defiderio,che aue- iempre tenuto di continuamente orare; s anmerfe talmente in quello (àu- to eier-

Vita della B.Maria Maddalena dePazzi .

i r

ro cfercizio jche oltre a'tempi interrotti,(nc quali fpeflb fra giorno fi titirana in Corojfaceua fermamente ogni giorno tre ore d'oratione mentale , due la-» mattina,& vna la fera.Sichè tra queftce quei tempi interrotti .offerti auano le Monache che la maggior parte del giorno la fpendeua in orazione; con- tenta di quefto, ma come poco le fuffe così lungo fpazio del giorno.- ancor la notte bene fpeflb vfciua del letto , e fi prolira alianti à Dio in orazione. Oltre ài quefto faceua fpeflb iftanza alla fua cugina *e maeftra , che la lafciaf- fe andar la notte al Mattutino in Coro infieme con le Monache, ilche bene frequentemente fera conceduto , con tutto ciò quando l'era vietato > ad'ogni modo fi leuauaallbra di Mattutino , e fi fermaua à pie dd letto a far Orazio* ne 9 ftandoui fino che veniuano i Sacerdoti a celebrar la Meffa . Le fue medi- tazioni erano fpecialmente fopra i Vangeli correnti : Pigliaua ella feome re- ttificano le Monache) il Sabato fera il Vangelo della Domenicale cauandone alcuni punti,fopra di quelli efercitaua la fua meditazione nella (eguente fetti- mana . E talmente s'interna ne' diuini affetàche le Monache la viddero bene fpeflb alienata da' fenfi , con vn volto vermiglio come rofa , e con gli occhi rifplendenti come lucidifllm e ftelle > che raflembraua loro vn' Angiolo di Pa- ratifo , nèpoteuano faziarfi ài rimitarla . Tra l'altre cofe offeruorno che flaua talmente ferma5e ftabile, che ancorché ftefle l'ore intere inginocchioni, hon fi vedeua mai mouer'vn tantino , fiche pareua loro vna ftatua ; & in quelle-* attrazioni pur vedeuano vn batter d'occhiojcosì mentre che con effe ftaua nel Coro recitando i diuini vffizi , era tale la fua modeftia , e compofizione > che le Monache chi per ammirazione>e chi per gufto,e diuozione> che cagio- naua loro il vederla, non fapeuano ritirare gli occhi da rimirarla .

Per renderfi più atta a quefto fanto efercizio dell'orazone , feruendofi del- la medefimalibertàjfi come multiplicò l'orazione, così multiplicò peniten- ze. Imperochè oltre al poco rrpofoche prendeua > per rifpetto del molto tempo che confumana nella meditazione , dormiua frequentemente fu 1 nu- do faccone $ il che ben procuraua d'occultare alla fua cuftode > non fu pof- fibile che molte volte ella non n'accorgefle . Continuaua la fua attinenza > e raddoppiò i digiuni j e le difcipline in maniera , che fi riduffe in cattiuo ftat di .finità : e quel che è più,era tanto nemica d'ogni riftoro corporale, che mai la viddero le Monache contattata, non quando dalla diferezione della-* Maeftra era coft retta a prender qualche conforto più dell'ordinario fuo .

Si come nel fecolo aueua edificato molti con le fue virtù , così con Tiftefle diedeefempioàquefleReligiofe; le quali fpecialmente , oltre le cofepre- dette/anno teftimonio della fua ritiratezza^ modeftia: della carità,vbbidieza, & vmilità che feorfero in lei. Jmperoché , come elle riferifeono , non mai fi trouaua con l'altre fanciulle fecolari,che erano in ferbo,ò con la giouentù del Muniftero a ricreazioni^ paffatempi ; ma folo fi vedeua con l'altre in Coro,c luoghi di diuozione,ò daH'inferme;E taluolta con alcune conuerfazioni, del- ie quali le pareua più fpirituale, o con chi ella vedeua più difpofizione per in- durle alla diuozione , e ritiratezza. I fuoiragionamentierano di cofefpiri- tuali,e cercaua fempre d'inuogliare quelle con chi praticaua,deirofleruanza xcligiofa, e della frequenza de' Santiflyni Sagramene, ©fiauarono alcuno

Il

Vita della B.Maria Maddalena de'Pazzi .

che più dell'altre la conuerforno , che mai fentirno dalla fua bocca vfcir pa- rola oziofa , ò vana , ne giocola; mai fu veduta difturbara,ò alterata, ma_-» Tempre benigna,graue,e nanfueta. Non fu mai fentita mormorare d'alcuna ; & ancorché fi Tuo ritirato , e (ingoiar modo di viuere virtuofo, e fpecialmei> te per la frequenza de' Sagramenti, (da alcune non molto approuato ) fentitTe talora qualche contrarietà non pigliaua per quello cola alcuna in mala parte- ma Tempre feufaua gli altrui diffetti,e con molta fortezza tiraua innanzi i fuoi fanti el'ercizi .

Per la fua carità vifitaua fpelTo l'inferme del Muniftero > e liana aliai tempo inrorno à quelle , efortandoie con dolci, e caritatiue parole, leggeua loro de'- libri Ipiriruali , 1 elòrtaua alla partenza, & ad altre virai , e faceua loro gli oflfc- quij di carità che l'erano permeili : e come quelli fullèro ftati i fuci fpaili , in quello fpendeua il tempo della fua ricreazione . Onde chi voleua trouar Ca- terina, fé non la troiana in celiaco in Coro, la troiana al ficuro dall'inferme .

DeHvbbidienza,che olleruò in detto Muniftero, attefta la fua Maeftra,che mai ricalcitrò à cofa che le fulTe da lei comandatala con prontezza l'efegui* >& a tutte le Monache portaua grandjflìma riuerenza : e dall' vbbidienz a non futTe (tata impedita,per carità verfo l'inferme, e per fua vmiltà,fi farebbe efercitata in ogni abietto , evileeferciziodel Muniftero 5 e quando poteua , e l'era permeilo far qualche faccenda feruile , la faceta con molta prontezza . Per il ballo fentimento,che aueua di ftefla , e per la riuorenza,che portaua_* allo ftato Religiofo , fi riputata indegna di Ilare tra le Monache,e con quella talora feufaua la fua ritiratezza: dicendo: Voi fete fpofe di Giesù,per la profef* fione della Religione, oc io nò, e però non fon degna di llar tra voi.

Vedendo le Monache quelle fue rare qualità , e fingolari vir|ù , ne fecero concetto , che quella non futTe creatura ordinaria : ma che douelfe elTere vna anta Geltruda, ò vna Santa Caterina da Siena: poiché, come confetTano,mai viddeio vna fanciulla di virtù, e bontà fimile à lei ; perlochè le portauano tale riuerenza, che alcune non ratinano conuerfare con ella , altre non fi faziaua- no di vederla, e di parlarle ; e tutte defiderauano grandemente , ch'ella fi mo- «acjfle nel loro Muniftero: e tanto ardentemente (e con ragione lo bramata- no, che vedendola repugnante à quello loro defiderio) poiché Ci dichiaraua, che voleua feiegliere vn Muniftero , che viuefse in più perfetta comunità, le éauano intenzione di ridurfl à quell'ofseruanza e vita comune, che ella auef- voluto,ma ella come vmilexhe fempre di baiamente fentiua, fi reputa- inabile à tal'imprefa; e come prudente non voleua allìcurarfi dell'incer- to fuccefso di tali promelTe. Onde Hata in detto Muniftero per lo fpazio di qmn deci mefi , ne fu da' luoi Genitori (che di già ira, tornati cTvlrìzio) cauata ; lafciando quelle Monache da via parte grandemente confolate , & edificare della Ina conuerfazione ,& eiempio : ma dall'altra parte tanto fconfolate del- la fua partenza , che fino al prclentc fi dolgono , e lamentano di non eflere^ fiate degne d'aucrlain loro compagnia .

fi I

Vita della B .Maria Maddalena de3 Pazzi . g 3

Ve l defiderio 5 che ella ebbe d'effer Monaca 5 ecomefuperò le ddfficultà^che fc

leoppofero. Caf. IX.

IL defiderio che ebbe quefta Beata dello (lato Reiigiofo , non fa vn ordina- ria infpirazione , ma vn'affetto Angolare infufo da Dio nel fuo cuore verfo la Religione : Poiché > prima d'effer peruenuta à gli anni della difcrezione , e prima di fapere la differenza, che fuffe tra lo flato Religiofo,e fecolarcfi fentì talmente inuogliata della Religione, che nell'ifteffa puerizia non haueua altro gufto , che di accommodarfi , e velarli da Monaca : E fenza mai difmettero quefto fuo defiderio > lo nutrì nel cuore >& infieme con l'età andò fempro crefeendoj ma però come fauia>e giudiziofa, vedendoti in età puerile, e cono* feendo non conuenirfi à quella dare di fteffa , di moto proprio , affoluta ri- foluzionc, non l'aueua apertamente dichiarato a fuoi Genitori , bene da_, molte congetture poteuano auerlo comprefo : ma bene l'aueua aperto al fuo Padre fpiritualc&afpettaua dichiararfi a'Genitori à tempo opportuno^ qua- do da loro fufle interrogata dell'animo fuo . Ma non hauendo quelli tira lor fi- gliuoli altra femina che ìcUc vedendola così graziola d'aifcetto,graue, e nobi- le d animo, e di coftumi,amabile nella conuerfazioneprudente nel gouerno > e compita di tutte le virtù defiderabili in vna donna 5 Sceffendo commodi di facoltà,aueuano fatto difegno di maritarla, fperando che douefìe riufeire don* na di valore , & effer d'onore alla lor cafa , e famiglia 5 e per ciò ne pure le do- mandavano l'animo fuo. Ma cauatala del fopradetto Muniftero,per la mala di- fpofizione di fanità , in cui era caduta per l'afliduità dell'orazioni , e penitenze «farcitatela fecero medicare > conducendola per configlio de'Medici in villa , doue prefe il medicamento dell'acciaio; per mezo di Che racquiftò le forze , e la fanità.Indi tornorno à Fireze, co animo di trattenerla così fino à che fi por- geuaoccafione d'allogarla onoratameteconforme alia lor nobilràx facoltà Pcrilche la madre non la ftimolaua cTaltro, non che s'acconciaffe,& ornafie come l'altre fanciulle ricchee nobili lue pari,fenza però dichiarartele dei fine. La prudente fanciulla confiderando il procedere della Madre , e vedendo che già correua i fedicianni , e che andaua p affando l'età in cui fon folite mo* nacarfi lefanciulle,e che i fuoi Genitori ftauano così cheti , infofpettì grande- mente del loro difegno . E come quella , che nel fuo cuore aueua ftabilito , e fermato con Dio lo flato , in cui voJeua feruirlo ? fatta animofa dalzelo delia fua verginità, confegrara con votoà SD M. prefe occafione di feoprire a fuo Padre la risoluzione d'effer Monaca.E vedendo che egli più torto fi turbò,e fi moftrò lontano da quefto fuo penfiero,ella*ifolutamente gli diffeche depo- nefse l'animo d'allogarla al mondo , perche fi farebbe prima Jafciata tagliar la tefta, che acconfentire di prender'altro flato che di Monaca . Vdendo il Padre così viua rifoluzioncnon ardì replicare in contrario,e ne rimeffe la di(pofizio- ne alla Madre- Quefta che haueua meglio di lui in pratica la figliuola & auen- dovifte , & offeruate le fue rare qualità , e perciò icìc trouaua anco più affezionata » fu tanto più dura . <5c aliena dallacconfentire à farla Monaca . ita figliuola, che s'accorle della tentazione della Madre, e come era fon

data

1 4 Vita della B.Maria Maddalena de Pazzi .

dita ne il affetto naturale '.prima ricorfe all'orazione, pregando Dio* chedi- iponeffe il cuore della Madre , permetteffe ch'ella l'impediffe l'adempi- mento della Tua diuina volontà. Dipoi cominciò ad abbattere la radice dell'- affetto materno, e perciò vfaua ogni arte , e teneua ogni ftrada, che fcnza of- teià dell'onore ; e della douuta riuerenza poteua , acciò la Madre flaccaffe l'- affetto da lei. Perciò non folo non Ja contentaua ncll brnarfì,e vcftirfi,com'el- fa a rebbe voluto ,* ma fuggiua più che poteua lo ftare in Tua conuerfazione ; E quel poco , che era neceffitata di ftar con lei , non lo faceuacon quella beni- gnità,& allegrezza di primajma con vna artifizio fa ruuidezza : e Tempre fi di- moitraua afflitta , e malinconica . Non penetraua ancor la Madre donde pro- cedere quefta gran mutazione della figliuola , e perciò faceua tutto ciò , che poteua , per renderla affabile , e piaccuole come prima : onde più che mai 1'- accarezzaua yc(cìc moftraua amoreuole ; cercaua d'auer feco ragionamenti di cole (pirituali conforme al fuo gufto ; l'interrogaua delle fue meditazioni , e ficaia tutte l'altre diligenze poflìbili per rallegrarla. Ma l'accorta figliuola co- noicédo,che tutti quelli erano lacci per vie più intrigarla nel materno affetto; con virtuo rufticità moftraua di non gradire , pigliare alcun conforto di tutte quelle cofe. Nel che ( come ella poidiffe alle fue Monache,) patiua_» doppiamente : Prima perche quefto procedere era contro lafua naturarne poteua viario fenza far violenza à fteffa ; Secondo, perche amaua tenera- mente la Madrce fentiua difgufto di cosi difgulìarla : onde viueua in vn con- tinuo combattimento di fìeflà .

Oltre quefto l'affljgeua grandemente la gelofia della fua vocazione > ve- dendo così differirla, e ftaua in vn continuo timore, che non le fopraggiugnef- fe qualche rilòluzione de'fuoi Genitori contraria a'fuoi fanti propofiti , da cui aueffe à durar fatica àliberarfi Per quelìi continui contrafti,e timori, che alie- na in ftefla , léntendofi ftruggere continuamente il cuore d'afflizione , fi ri- duffe macilenta5e ftruttapoco meno di prima. Per mezo di quefto procedere, e per h mala (anità di Caterina toccò Iddio il cuore della Madre: & entrata in se ftefla conobbe , che tutto ciò procedeua dal loft acolo, ch'erta poneuaalf- npimento del de fi de rio della figliuola di farfi Religiofa . Onde ciò confe- rirò con il medefimo Padre fpirituale , e da effo confermatole effe r vero , & clonatala à fecondar la volontà della figliuola,depofe la durezza del fuo cuo- re, & il dileguo che aueua fatto d'allocarla al Mondo;e chiamatala à sè,le det- te la felice nuoua di volerla far Monaca , conforme al fuo defiderio ; che però penfaffe al Munifteroxhe voleua eleggerfi, perche ancora in quefto volerla-, contentarla. Si lenti à quelta nuoua Caterina quafi feiorte l'animo da vn duro nodo di maninconia , e le raflcrenò ad vn tratto il cuore,e la faccia infieme, e piena di giubilo ringraziò affettuoiàmente la Madre , come del maggior fa- uocCj che da eflà auefle mai potuto riceuere m vita fua;Nè meno le moftrò i per quefta niuluzionc fatta di compiacerla nel fuo defiderio della—» Religione > che per aueila generata . Onde come vittoriosa di tale difficoltà, nconoicendo principalmente l'aiuto diurno , con lagrime d'allegrezza ri- corica ringraziare Dio . Fu la nuoua datale dalla Madre, come tante legne_, polle fopra il ruoco del fuo accefo defiderio della Religione ; onde le pare-

Vita della B.Maria Maddalena de3Pazzi . 1 5

ogni ora mille > di veder giunta quell'ora di eflerveftita dell'abito delfèj Religione.

Come ella fi guidò nell'eledone del Muniflero in cui volle monacar fi \ e come , per

qualfine eleffe il Muniflero di Santa Maria degli angeli di

Borgo San Friano . Cap. X.

A Pena viddequefta figliuola auer'ottenuta la volontà della Madre , che lenza por tempo in mezo cominciò à penfareal luogo , che doueua eleggere per viuere confagrata à Dio. E fi come non per lufinghe de' parenti, per alcun affetto terreno vmano rrfpetto ; ma fponfaneamente per mag- gior gloria di Dio , e per ifpicazione diuina , appetiua lo fiato Religiofo ; cosi ancora dcfidcraua eleggere quel luogo , che fulTe fecondoii diuino volere . E perche non tanto bramò l'efser Monaca quanto l'efler vera Monaca »e vera Religiolàaueuaauto Tempre la mira ad elegger Muniflero , doue fi viuefle in vera offeruanza religiofo* e particolarmente doue ruffe ritiratezza > efioflTer- uaiì'e vita comune. Per intendere quefta volontà di Dio>ricorfe primieramen- te all'orazione , e multiplicò gli e iercizi fpirituali , quali ella faceua con mag- gior feruore, che mai > fupplicando continuamente la diuina bontà» che fi de- gnafse rade conofeerè qual luogo auefle eletto per la fua fallite E doppo di ^(Terfi diligentemente informata del viuere , e de gli ordini di più Munifteri della Città di Firenze > ricorfe per configlio al Tuo Padre fpirituale , al quale-» contea, come fi fentiua inclinata particolarmente à tre Munifteri di detta Città ; Vuo chiamato della Crocetta , dell'ordine di San Domenico, le Mona- che del qu ile mai veggono, ne mai fono vifte da' fecolari ,• L altro di Santa Chiara dell'Ordine di San Francefco, doue fi viue in molta ponertà & afprez- za di vita ; il terzo quefto di Santa Maria de gli Angioli , doue intefe , che s'at- tenderla alla perfezione interna cotiparticolare ftudio, e che vi fi frequentaci ogni giorno la fantiifima Comunione -

"" A quello della Crocetta fi fentiua inclinarefcome difle)per il defiderio,che haueua di ftar ritirata più che poteua dal mondo, per maggiormente ftar'vnita col cuore a Dio lènza impedimentirperche ftimaua che'1 non vedere, ne effer mai vifta dal feco.o , fu (le vn potente mezo per (laccarli in tutto , e per tutto dal mondo. A quello di Santa Chiara fi fentiua tirata per il defiderio, che aue- ua di patire per amor di Dio , e di viuere vita difprezzata , e vile al mondo . Quello di Santa Maria de gli Angioli fentiua defiderarlo per la fame .che aue- uadel SintiffimoSagramento dell'Altare e per l'inclinazione, e gufto , cho fentiua nell'attendere alla perfezione interna . Andaua quefta fauia fanciulla efaminandofecomedeiima le qualità di quelli Munifteri aggiuntandole alla ina vocazione >e defiderioie difeorrendone con il fuo Padre fpirituale! , le par- ile, che in quefto di Saura Maria de gli Angioli fi vnifsero.e concorra «fsero le_> qualità de gli altri due. Imperochè te bene le Monache di quello poifsono ve. dere«5celser vedute alle grate, con tutto ciò perefserMuniftero molto riti- rato , epochiilìmovifitatoda'fccolari , te parue poter viuere in e fio ritirata conforme al fuo.defiderio. E perche in elfo fi oflèrua vna perfetta 'vita comu-

ne

1 6 Vita della B. Maria Maddaléha de'Pazzi .

ne le parue di poterai viucrc in molta pouertà,e difprezzo di medefima , 8c infieme godere della frequenza del Santiffimo Sagramento, e fare acquifto della perfezione interna , da lei tanto bramata . Onde così illuminata da Dio, eleiTc, e (labili di farfi Monaca in detto Muniftero di Santa Maria degli An- gioli di Borgo San Friano .

Come entrò à prona nel Munì fiero di S Maria de gli angioli di Borgo S. Friano per

dieci giorni , e dette a quelle Madri ottimo faggio delle / ne qualità ye

virtù : e fu da effe accettata per Monaca +

Cap. XI.

INtefoda' Genitori di Caterina la fua rifoluzione circa il Muniftero di San- ta Maria de gli Angioli , operorno che ruffe cauata licenza dall'Ordinario per potemela introdurre per dieci giorni conferme à gliordini > e quella ottenuta con molto fuogufto , e con applaufo di quelle Madri vi fa intro- dotta . Doue conforme à gli ordini del Muniftero , fu data in cuftodia di quelle, cheaueuanopervihziodicuftodirele fecoJari, che entrano a prona io detto Muniftero , chiamate col nome di Forefteraie -7 fotta l'vbbidien za, ^$ guida delle quali ftanno le dette fanciulle fecolari . Cuftodiuano quelle Catar rina , non con darle fpa(fi,e trattenimenti di ricreazioni, e pafiatempi, per aiet- tarla à faruifr Monaca ; ma conforme al loro vffizio > e conforme allo ftile, & à gli ordini del Muniftero , diligentemente offeruauano le fue qualità, e natu- ra, le lue parole,e portamenti , per poterne ragguagliare i Superiori : e far giu- dizio fé la fanciulla era a proposito per la loro Religione, ò . E mentre Ita- liano così attendendola , reftorno talmente ammirate delle fue qualità , boti- le virtù che la conobbero per vnacreatura più, che ordinaria , e fecero tefti- ìnonio^al Padre fpirituale, & all'altre Monache,chenon folo era degna,e mo- riteuole dcfTer accettata 5 ma che elfera per tutte le parti defiderabile : E pet quel poco,che in quel tempo conuersò con faine; tutte feorfero in lei la mo- deftia del parlare , la grauitànel proceder,rvmiltà,e caftità nella conuerfazio- ne , la riuerenzi , & vbbidienza , che portaua a tutte , e l'eccefiìuo defidcrio > che aueua dell'eiTcr Religiofa;ma fpecialrnente ammirorno Talfiduità^e (labili* nell'orazione . Imperochè , conforme al fuo ordinario fi leaaua di buonif- 1? m'ora , & andana in Coro , doue faceua ogni mattina la fua lolita ora d'ora-» ne mentale , & anco fra'l giorno fpeflb fi ritiraua al medefimoefercizio. olferuato da alcunexhe ftaua in orazione con tanta fermezza, che pareua 2mmobile,& in tutta quell'ora non fi vedeua mai vìi minimo mouimento della iua perfona,ò d'alcuna parte di efla,cofa che denotaua 1 habito fatto nello da- re in orazione, e l'affilamento della fua mente in Dio . Scorerò ancora il lu- me , che Ila aueua della vita fpirituale, e laftimadegliefercizidella Religio- nejin quello modo.-Vcdendola la Madre Suor Vangelifta del Giocondo, tan- to affidila nell'orazione , ereftandonetantopiù marauigliara , quanto che la fanciulla e ragiouanetta di (edici anni , nella qual'ctà fuole la natura moftrac piùfierczz a ; per chiarirfi qua] fbflc il fuo fpinto , e quelValTiduità nell'ora- JclTe da propnetì di volere , òfufle attaccata a qualche vmancL* \ comi

Vita della B.Maria Maddalena de* Pazzi. 17

compiacenza,© proprio gufto,le di(Te,che s'ella fi faceua Monaca,non arebbe potuto far l'orazionUhe faceua fecolarerc che le farebbe bifognato lafciar l'- orazione^ far gli efercìzi, che faceuano l'altre nouizie nella Religione. Rifpo- fe prontamente Caterina: Madre quefto non mi faftidio alcuno , perche io so, che tutte le cofcche fi fanno per \ bbidienza nella Religione,fono orazio- ne . Non ebbe da replicare altro la Veneranda madre > ma conobbe di quiui il lume , che aueua la figliuola nella via di Dio,e l'attitudine alla Religione > poi- che non era attaccata al proprio volere,ma alla volontà di Dio .

Similmente conobbero la mortificazione^e poffedimento, eh' ellaueua de' fuoi fentimenti , e di tutta fletta , in vn'occafione particolare ; e fu , che vn giorno eflendo Caterina con le Monache nella fala del lauoro a lauorare>cad- dero improuifamente alcune cofe , che fecero vn gran fracaflò / alquale tut * te le monache fpauentate fi leuorno ; e quefta fanciulla feppe talmente mor- tificarfi,che pure alzò il capo > girò gli occhi per veder ciò che fufle fla- to. Onde per quefte virtù , e per la grazia , che fi manifeftaua in tutte le (uè az- zioni,gefti,e parole , reftorno le monache grandemente inuogliate d'auerla_# tra di loro,e ftimauano vn fingolar fauore di Dio,fatto al ior muniftero,che vi fi faceMe monaca , fperandoneviVottimafiufcita. E con tale fperanza tutte^ vnitamente > con le debite licenze dell'Ordinario , à fuo tempo laccettorno per monaca da velarli nel loro muniftero .

In quefti pochi giorni attefe Caterina diligentemente gli ordini , & il viuere del muniftero : leffc le regole, e le conflitti tioni (come fi coftumafare da tut- te le fanciulle > che vogliono efferui monache prima d'eflerui accettate^ ac- cortamente attefe come fi ofscruauano . Et informatali di tutti gli ordini , re- tto cofi fodisfetta , <5c appagata d'ogni coiài che non più fapeua defiderare $ o per il concetto , che fece di quefto muniftero , cddìc monache , fi reputaua indegna d'efser daloro riceuuta,e flimauagrandifTimo benefizio di Dio efTer- ammefsa nella loro conuerfazione . Et ebbe à dire per fua vmiltà, che per .ef- ferui monaca fi farebbe contentata efsere lo ftrofinacciolo del muniftero. In- uogliate così le monache di leu&efsa della loro conuerfazione, fenza vfeirne fi farebbe voluta monacare : ma per volontà de' fuoi Genitori vfcì del munì- ftero,e ritoxnofli à cafa,pcr dar'ordine al fuo veftimento.

Quanto lefuffero in dì/pregio gli ornamenti dei corpo, eie vanità del fecole ;

Cap. XIL

DEtte quefta fanciulla nella fua vita fecolarc à tutti quei , che la conobbe- ro, oltre all'odore dell'altre virtù , vn raro efempio del difpreggio ddlz^ vanità mondane. Jmperochè non folo non appetì mai vani ornamenti, ne ac- conciamenti di tefta, ò abbellimenti di voltolò preziofità di veftcconform^r allottato fuo>e fecondo che coftumauanokfanciulle Gentildonne fue pa- ri : ma le fchifàua , e rkufaua ; fùcofa in che fi dimoftrafse mai renitente., fleU'vbbidire alla Madrcife non nel non volerfi acconciare la tefta , eveftire da fua pari . Voleua ella la più femplice , e pura acconciatura , che fi vfafse ; aoirvoleua vefte di feta, ma di materia inferiore 5 fiche veftiua pi»aoftoda^

B Doue-

1 8 Vita della B.Maria Maddalena de' Pazzi.

pouera articra > che da ricca Gentildonna ; e rifplendeua talmente la fua fem- plicità tra l'altre fanciulle fue pari , che dall'altre madri di famiglia era alle fi- gliuole vane addotta perefempio Catarina de' Pazzi Nonguftaua d'andare^ attorno à veder fefte,ò gioftre, ò altri fpcttacoli del mondo j anzi talmente gli abborriua , che eflfendo la fua cafa fituata al canto chiamato de' Pazzi,per do- ue corrono i Caualli al Palio;mentre che tutta Ja Città per paflàtempo corre à vedere vn tale fpettacolo , e che la cafa fua perciò era piena di Gentildonne > ella feppe tanto mortificacene in tutto il tempo,che flette fecolarcnon mai s'affacciò vna volta alla firieftra per vedere il detto corfo di Caualli . Cofa ve- ramente degna d'ammirazione in vnagiouanetra .

Ma quel, che è più efemplare: Auendo introdotto fabufodel mondo, che quando le fanciulle fono per veftirfi Monache , efeano fuora come nouellc-» fpofe del fecolo, tutte adobbate, e più dei (olito ornate, e riccamente vcftite » quafi per vltimo godimento di quelle vanità ; e che per auerfi à rinchiudere per fempre » vadano prima vagando per tutti i luoghi curiofi.e fpafTeuoli,à ve- der gioftre,comedie,e fpettacoIi,quafi facendo vltimo sforzo di quefti fpaffi de'quali deuono priuarfi ; Non volle già Caterina feguitare tal'abufo ; anzi la ftimaua cofa molto difdiceuole,e danneuole à tali fanciulle^ graue difetto. E foleuadire , che non reftaua capace in che modo le Fanciulle poffano haucr defiderio d'efser Religiofe,e Spole di Chrifto,e guflare di vederfi,e d'effer vi- fte ornate vanamente - Onde auendole Tua Madre , fino quando la cauò del Muniftero di San Giouannino de' Caualieri , fatto vna vefte di feta bianca : an- core he fufse pura, e femplice , fenza oro,ò argento durò vna gran faticai far che s'accordafse à veftirfela , e tutto quel giorno, che perobedire la Madre fc Ja mefse , piante dirottamente . E domandata perche piangefse, rifpofe Per- che non fi conuiene,che vna fanciulla, che fi è dedicata a Dio,fi vefta talmen- te.che fia riguardeuole a gli occhi delle creature vmane ; e perciò non vojlo rinnouare alcuna vefte,nè vfeire di quefta fua femplicità . Di qui nacqucchc ad imitazione di quefta Beata , da tutte le fanciulle , che accettano in detto Muniftero fi oficrua, che il tempo,che (tanno fuori accettate auanti prendano l'abito Rcligiofo , vadano veftite pofitiuamente , e fenza ornamenti d'alcuna vanità, come già dedicate alla Reiigione;& il giorno del lor vestimento , com- parifeano auanti il Sacerdote , che l'ha da veftire , veftite d vna verte biancaiì- mile à quella della quale era veftita quefta Beata nel giorno » che riceuè l'abi- to della Religione.

Non folo aborri gli ornamenti,e vanità de' vestimenti , ma meno vollo- andar in alcun luogo curiolò ; ma folo à luoghi deuoti , & a vifitare perfono rchgiofcper raccomandarfi alle loro orazioni,e far da loro diuota dipartenza ; Anzi che lei fuoi Genitori nefuflerocòtentaticome fopraédetro.fe ne fa- rebbe reftata volentieri nel muniftero, fenza punto vfeir fuora^taJe era l'amo- re , che ella pcrtaua alla ritiratezza -, nella quale feguitana le file lolite orazio- ni , frequen/a deTanriffimi Sagramene . & altri eièrcizi fpirituali . E talmente era (laccata da ogni affetto terreno , e da ogni vmana pompa , e riputazione , che doue per ordinano le fanciulle lògliono eiTer'anfiofe'd'auer' abbondanti , e ben'accomodati fornimenti , ò per propria compiacenza, ò per non apparite

da me-

Vita della B.Mar fa Maddalena de'Pazzl . 19

da meno dell'altre nella Religione,elIa non folo non ebbe ftimolo d'alcuna di quefte cofe,ma pure fi curaua di vederle , e lafciò fare alla madre ogni co- la à fua iòdisràzione,6ome feella non ci auefieauto ìntereffe alcuno .

Come ella entrò in detto Muniftero perfempre , e del? apparecchio) e diuo^ione^cen che riceuèl abito delia Religione . Cap. XIII.

NOn reftaua quefta figliuola di follecitare continuamente i fuoi Genitori perla rpediziònedeliuoingrefro^i quali dopò di auerla trattenuta ili.- eafa tre meft con fcufa di metter'in ordine ilTorniniento,alla fine per conten- tarla ri folu e rno dismetterla nr Muniftero per lempre'; Perlòchè il Sabba:o auanti la prima Domenica dell' Auuento dell'anno r s 8z che in quell'anno fu il primo di Decembre , douendo ella vìe ire per Tvlfima volta di cafa Tua , con moka vmiltà inginocchiata auanti h fuoi Genitori.chiefe loro la benedizione, & il perdono in tutto ciò> che mai li aneli] offefi , òdifgUftati in tutto il tempo di fua vita ; e con quella benedizioricnori lènza lagrime di tenerezzavda loro concedutale » nVfcìdella cafa paterna tutta allegra > dicendo addio al mon- do . E cori gran giubilo del fuo cuore entrò nel detto Muniftero di Santa Ma- ria de gli Angioli di San Friano, per non più vfeirne Doue con pari contento fu dalle Monache riceuuta , e dalla Superiora confegnata alle medefime Ma- dri Forefteraie per infino al fuo veftimento , quale fi differì fino alla fine del Gennaio feguente . Andò Caterinain tutto quefto tempo preparandoli con molto affé tto,e pace del fuo cuore a riceuer l'abito della Religione : e mentre fi andaua così preparando » volle Iddio prouarla nel difpregio de! mondo, per feoprir maggiormente la fua virtù, e perche lafciafte Te maggior efempio, e perciò le permefTe vna tentazione di vanità terrena . E fu che i fuoi Genitori per Tamor,che le portauano ( da che per dìuin volere s'erano prmatldi lei^vo- Jeuàno almeno apprelTo di loto ir fuo ritratto; e re flati d'accordo con la Madre Priora mandorno il pittore, quale fi chiamaiia Sariti di Tito, à pigliar la fua ef^ figie . Uchedà lei vdifo , cominciò dirottamente a piangere ,e non voleua in modo alcuno. E domandata perchè faceua tanta refiftenza , dille : lo fono vlcita del mondo per non più tornami , e per non efferui più vifta in quefti panni. fu mai poffibile > che conferitilTe, fin che dalfvbbidienza della Su- periorave del Padre Confeflbre nonni còftretta: e mentreil Pittore la ritrafle non fece altro , che piangere ; nel che rrtoftrò l'odio , che póitàuà al mondo , -• poiché anche vi voleua ftarev efferui veduta dipinta .•' e perla fua vmil- tà lamentandoli quefto , diceua,* E poffibile,che d'vna creatura vile > co~> mefoaio; e che d'vrypòdi polUerehabbiaà reftar memoria nel mondo ? Seguitò nondimeno d'attendere alla fua preparazione^ fempre cercaria di re- flare vie più illuminata dello flato della Religione , per far q ueftaJ azione con-r ]?iù lume, e cognizione . E talmente apprefe quellòxh'importaua il farli Re- llgiofa,che doue Tallire fanciulle ne gli virimi giorni auanti il Jor veftimento i jfbgliono lafciarfi vedére, e goder piùdef folito da parenti , ella chiefe in gra- zmd'elTer lafciata ftare' ritirata' ; efpecialmenteilgiòrno precedente al Tuo Veftimento ottenne grazia dalla- Màeftra di non eflér chiamata alle grate , e di

B 2 ftar^

zo Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi.

ftarfene tutto il ritirata in orazione a meditare lazzione , chedoueuafarla mattina feguente . Onde venendo alle grate del muniftero parenti , & aJtre perfone per vifitarla,& à recare diuerfe cofe,fi partiuanoséza poterla vedere, e faceua rifponder loro dalla Madre Maeftra, ediceua, che quello non era giorno da confumarlo sii per le grate, in cicalamenti ,• ne volle vedere cofa alcuna , che le fu (se mandata.Similmente la mattina ftette iempre tutta inten- ta à quella facra cerimonia, che doueuafare,nè volle ammettere fuagazione alcuna,ma dopò efserfi diuoramente Communicata,continuò iempre in ora- zione fino ali ora del veftimento .

Cantata la Mefsa del Padre Confefsore del detto muniftero Mefscr Ago^ ftino Campi, fu dalfiftefso datole l'abito della fanta Religione dell Ordine Carmelitano , fotto la cui Regola viuono le dette monache con le folite ceri- monie,e folennità.che in detto luogo s'ofseruano: & il nome di Caterina le fu mutato in Suor Maria Maddalena: Non fi può efprimcre la prontezza>& alle- grezza,con che quefta figliuola rinunziò in queft'atto al mondo, & alle pom- pe di quello; e con qual fentimento fi fpogliò delle vedi fecolari , e riceuè \h vinile abito della Religione ; ne poterno di quello far teftimonio quelle pec- ione,che vi fitrouorno prefenti,lequaliperladiuozionedileififentirnocom- pugnere,& intenerire le vifeere. Etvna&nciullainpartieolare,che vi fi trouò prefente,fi feotì talmente inuogliare d'abbandonar il Mondo,e di prendere l'- abito della Religione , ch'allora allora arebbe voluto poterfi infieme feco ve- nire > ficome poi fece^ell'iftefso muniftero . In tutta quella lunga cerimonia del veftimento non iòlo non fii mai vifta girare gli occhi attorno , per mira* chi fi trouaua in Chiefa ; ma ftette talmente raccolta , e fifsa in fanti penfieri , che Tiftefse, che laiutorno à fpogliare de panni fecolari,e veftire l'abito dato- le dal Sacerdote, confefsorno, che pareua loro alienata da' fenfi, e che nonar- diuauo quafi toccarla, per non la difturbare da quella contemplazione tnclh quale giudicauano>che fufse.Et ella ftefta poi Monacata ebbe à dire ad alcune diuote compagne,che quando in tal'atto il Padre Confefsore le porfe in mano il Crocifisso, come fi coftuma, e le Monache in quel mentre cantauano le pa- iole di S. Paolo : Mibi abfttgloriariynifi in Cruee Domini noflri le fu Chrifii : lènti vnirfi 1 anima con Giesù per affetto d'amore con tanta dolcezza di (pirito, che non fi ricordauad'auer prouato mai tanto guftoipirituale; e che in quell'atto fi (enti attrarre talmente il cuore Giesù che protetto di non voler mai altro che lui , e la (ha volontà . Ne 'giorni ieguentià quello veftimento ftette con tanta allegrezza, e giubbilo di fpirito, che pareua vn Serafino^ accendeuaal- f amor di Dio chiunque la rimiraua .

Quanto fintamente efercitò il/no noui^ato; e (Tvnecceffb d'amore diDio^che ebbe nel pi ini anno della f probazione . Cap. XIV.

FV tale, e tanta h perfezione , e fantità, che rifpkndette in quefta Beata gio- uanetta net terfipo del l'uo nouiziato, che à tutte le Monache,& all'iftefso Padre fpiiirual^eradammirazjonce paicua più tofto vnaprouetta,e perfetta Religiol'axhc vna incipiente noiuzia. Onde, non (olo alle nouizie , ma à tutte •fc Monache era d'efempio; e lifteisa Maeftra delle nouizie chiamata Suo*

Vitto-

Vita della B. Maria Maddalena de'Pazz? . 1 1

Vittoria Contugi , Monaca di molta religiofità , ebbe à dire , che Suor Maria Maddalena farebbe (lata meglio Tua Maeftra, che Tua nouizia; e feorgeua in ìqì tanta virtù, che volentieri le farebbe foggettata per difcepola : e tanto fi pò- teua credere di lei fino dal principio del fuo nouiziato. Imperochè l'iftetTo giorno del fuo veftimento proli rata apiedi di quella fua Maeftra in atto vmiic* e con affetto fincero , fi raffegnò totalmente nella fua volontà > e le diffeichc Je daua per morta , e che però facefte di lei ciò che le piaceua, che era pron- ta ad vbbidirla in ogni cofa ; e la pregò , che non le auefse alcun rifpetto nell* vmiliarla > e mortificarla, come Dio la fpiraua , Quefto medefimo atto di raf- fegnazione fece ancora nelle mani delia Madre Suor Vangelifta del Giocon- do j che fuccedette à detta Suor Vittoria nell* vffizio di Maeftra di nouizie . Et effettiuamente ville così rafsegnata nella volontà di quelle maeftre , che mai contradifsc ad alcuna loro volontà,ma lemprevbbidìprontiffimàitrentead ogni lor cenno , e ftaua attentiflìma per indouinare per quanto poteua la loro volontà ; e tanto prontamente faceua ogni cofa,che da loro iera comandato che effe medefime non fapeuano difeernere quali fufsero le cofe che le repu- gnafsero > ò quali fufsero fecondo il fuogufto . E tantoera vaga , & amatricc deirvbbidienza,che per quanto poteua,non faceua mai cola alcuna, nella qua- le non cercalse l' vbbidienza, ò licenza della fua Maeftra .

lòlo moftrò quella rara vbbidienza nelle cofe à lei particolarmente ini- polle , ma ancora nellvbbidienzc comunià tutte l'altre nouizie. Era follecitif- fima per interuenire à tutti gli ordini della Religione , e la prima à metter ma- no à gli efercizi di fatica propri]' delle nouizie ; e quanto più erano faticofi,baf- fi, e vili , tanto gli faceua con maggior gullo, e prontezza. Perl' vbbidienza fi moftrò fempre pronta à lafciare ogni fuo gufto, e contento fpirituale, che pe- rò ancorché fuiTe tanto dedita all'orazione» con tutto ciò per fare gli efercizi della Religione e l'vbbidiezcfe ne priuaua,e fempre anteponeua rvbbidienzc» e gli ordini Religiofi alle fué priuate orazioni . Dandole talora la Madre Mae- ftra facoltà di ritirarli all'orazione in quei tempi , che le nouizie doueuano oc- cupar fi in qualche efercizio corporale, ella non accetaua tale licenza,ma diec- na,che ftaua più volontieri occupata in qualunque opera d'vbbk-ienza , ancor- ché faticofa,e ba(Ta,che in qualfiuoglia alta contemplazione . Domandata dal- la ragione , diceua : Nel fare gli efercizi della Religone , e V vbbidienze , io fon certa di fare la volontà di Dio, del che non fon ficura quando >'ò orazione, ò altri efercizi > ancorché buoni , e fanti , eletti di mia volontà : E foggiugneua » io facerìi bene orazione in quei tempi,che fono conceduti dalla Religione per tal efercizio, non làrebbe poco. Nel che moftrò non folo raffetto,chc aueua verfo l' vbbidienza, ma la grande ftima,che faceua degli ordini della Re- ligione, poiché in elfi non rifguardaua altro, che la volontà di Dio .

Con tutto che moftraffe maggiore ftima deirvbbidienza , non per quefto raffreddò punto lo ftimolodel ritiramento interiore . Sapeuacosì bene con- giugnere la vita attiua , eia contemplarla iafieme , che era cofa marauiglio- fa. Imperochè dopo efferfiefercitata negli efercizi e fteriori , comuni all' altre nouizie, fapeuatrouar tempo per far ancora orazione più di quclio# che ordi- na la Religione > onde tutti quei tempi > che fi lafciano in libertà delle nouizie

B i per

11

Vita della B.Maria Maddalena de Pazzi .

pei lor ricreazione» ella gli fpendeua in far'orazione . contenta di quefto fi toglieua il tempo al fonno ; e non hauendo licenza dalla Maeft ra di leuarfi la- notte à far'orazione , fi poneua inginocchioni fu'J letto , che cosi fu più volte trouata dentro alle tende del Tuo letticiuolore così lenza alcuna fingolarità fo- disfaceua , & all'obligo della Religione, & alla diuozione del Tuo affetto.

Oltre à quefto dette efempio,e faggio di molte altre virtù,e particolarmen- te d'vmilta,di carità.e d'affetto all'olferuanza Religiofa.L'vmiltà fi fcorgeua in quefto,che tra tutte le nouizie fi ftimaua la più vile,& abietta , e la più imper- fetta ,e mancheuole , e tutte l'altre riputata da più , e più atte ad ogni bene , che sé. Perciò fempre ftimaua eflèrle più conueneuoli i più baffi, e vili efercizi del nou«ziato,e con particolar'affetto , e prontezza li faceua > come cofa à lei pro- pria . Conuerfaua più volentieri con le nouizie minori, e più (empiici , e con-» qucilcche vedeua di manco talenti,che l'altre:e tra quelle fi riputaua l'infima, e come tale fempre s'eleggeua tra loro l'vltimo luogo . Da tutte cercaua d'- impararcdomandaua configlio; à tutte svmiliaua , e le pregaua,che l'auuifaf- ibro de tuoi difettane di qualfiuoglia cofa dettale , ò fattale , mai fi contrifta- uanna tutto pigliaua in bene,e con pace>& allegrezza: e così quiete ,& allegre defideraua di vedere ancora l'altre. Onde àccadeua,che alcuna nouizia fte f- fe talor afflitta, e meda , ella con gran carità cercaua di rallegrarla, le daua ani- mo,e le diceua parole di conforto . A tutte cercaua di torre le fatiche che po- teua ; perciò effendo ordine in detto Muniftero , che le nouizie conuerfe nel tempo del loro nouiziato ftiano fdtto la cura della medcfima Maeftra delle.* nouizie, eferuinofpecialmenteal nouiziato, e tali conuerfe, che ftettero in nouiziato à fuo tempo toglieua di nafcofto i panni,che toccauano a loro di la- uare,e gli lauaualehper loro fpazzaua,e raceua tutto ciòcche poteua,fichè pa- reua propriamente la ferua di tutte; e più arebbe fatto, più le ruffe ftato per- meilo , come per efperienza fi vedde quando poi fuori del nouiziato ebbe più libertà. Non (olo mai mormoraua d alcuna,ma fempre fcufaua giialtrui difetti, e grandemente gli compatiua:con tutte era benigna, affabile, e piaceuole.Per-» lochè la lua conuerfazione era talmente amabile, e delìderabile, che non iòlo Je (uè compagne nouizie , ma ancora le fanciulle, che veniuano per vedere il Muniftero ad eftetto di monacarfi, ancorché non l'aueffero mai conofciuta_,, reftauano talmente prefe dalla fua dolce conuerfazione, che fempre farebbo- no volute ftar con leirfempre i foci ragionamenti erano di cole fpiriruali, e ve- ramente aueua parole di vita eterna : e talmente attraeuano , & inuogliauano gli animi di quell'altre giouanette fuc compagne all'amore di Dio, &aU'ac- quifto della petfezione Religiofa , che accefe nel nouiziato in tutti quelli ani- mi virginali vn gran femore e defiderio di piacere à Dio ; onde tra di loro non il fentiua mai altri ragionamenti, che di Dio ; e per quelli ragionamenti, e per altre virtù, chcdairefempiodiquefta Beata nafceuano nell'altre nouizie, il nouiziato pareua diuenuto vn Paradifo d'Angioli ili terra .

E perche i nouiziati fono principalmente initituiti per imparare lofferuan- ze religiofcc gli ordini del Muni(tero,ella per non paffare , ne anco in quefta parte inutilmente il tempo del fuo nouiziato , fpeflb leggeua le regole, e con- ftitutioni del Muniftero ; e per timore di non le le feordare , pregaua le fuo

com-

Vita della B.Maria Maddalena de' Pazzi". % 5

compagne à tenergliene à mente, Se à correggerla quando la vedeuano man- carle d'ogni minimo difetto , che aueffe commeffo circa di effe, ne teneua_, gran conto; e con quello e Tempio , e diligenza eccitaua con fant'arte anco l'- altre alla (lima , & offeruanza delle regolce coftituzioni Onde moffe da que- lli rari efempi di perfezione>e iàntità,tutte le nouizie ricorreuano a lei per do- cumenti, e configli fpirituali,come ad vn'altra Maeftra,e lei à tutte con grand* vmiltà, e carità fodisfaceua .

A quelle,& à tutte l'altre virtù, ch'ella efercitònel tempo del fuo nouizia- to;non mancò la perfezione dell'amor di Dio: anzi chiaramente fi fcorfexho rutte non procedeuano da altra radice, che di q (la more; del che piacque à Sua Diuina Maeilà darne vneuidente contrafegno.e fu nel prim'anno del fuo nouiziato,nel tempo dell' Auento. Vna fera doppo l'orazione folitaa farfi dal- le nouizie in comune, la Beata Maria Maddalena rimalìafola nell'Oratorio del nouiziato diuenne così rubiconda , & ardente in taccia > che pareua lo fuffe accelo vna grandiflìma febbre , e quafi dando in fmania , non trouaua quiete , pofa , e per fuaporare 1 ardore, che fentiua di dentro,!! sfibbiaua, e con violenza fi (Trappaua i pannile pareua che neU'ifteffo tempo Ci disfaceffe , e con fu malie. Non erano le Monache (olite di veder in lei fimifi- eccedi, e pe- rò non conobbero à prima giunta, che accidente fufse quefto , ma ofseruan- do alcune parole , ch'ella interrottamente , e con lagrime proferiua, co- no bberoeffer'vn'ecceffo d'amore di Dio . Imperochè diceua , 0 amore guanto fei offefo ? à amore y non fei conofciuto y amato ? e così in quefto affanno amoro fo fi andana dolendo delfoffefe fatte à Sua Diuina Maeftà* E forzata dall' vbbidienza della Maeftraad entrare in letto , dicena ; Saràpof- fibileyche io babbia da entrare in quefto letto, e/fendo Dio tant'offefo ? 0 .Amore per Vvbbidienxa ci entrerai così vbbxdì,e (lette in quefto ecce fso d'amore* circa»» due ore,e poi ritornò al fuo effer naturale .

Ebbe gran defiderio di fare la profeJfione,e differitale Superiori prediffey€he la farebbe [ola. Cap. XV.

AVeua quella perfètta nouizia cosi gran defiderio di legarfi con Dio per mezzo dell'amorofo vincolo ne' fanti voti della profefione Religio. fa,che quafi impaziente dell'indugio non poteua afpettare, che finifle fanno della fua probazione . Onde occorrendo in capo àgli otto mefi doppo il fuo veftimento>che alcune nouizie di detto munrftero doueuano far la profef- fione , ella domandò con grand'inftanza d'effer'ammefsa à farla infieme con loro, e non fefsendo ciò conceduto,grandemente ne afflifse,penfando,per la fua vmiltà , e pel bafso fentimento , che haueua di ftefsa , che i Superiori non la volefsero difpenfare per trouarla indegna di quella grazia , e talmente s internò quefto concetto nel cuore , che rimanendo le dette nouizie ancora dopò la profeflìone in nouiziato,ella non ardiua,nè parlarcnè conuerfare mm cffe,e con affettuofa vmiltà diceua: Voi feteSpofe di Giesù,& io non Jomèti- tojdalche fi conofceua quanto gran concettose riuerenza ell'aueua dello fla- to Religiofo. Ne potè quietare l'afflizione del fuo cuore,nei trouauafi priua di

14 Vita della B.Marfa Maddalena deTazzi .

tanto bene , fin che non intefe,che i Superiori non poreuano in ciò difpenfar ia , e che non fi poteua fare non finito l'anno della probazione , al qual ter- mine giunta , fece nuoua mftanzaalle Madri , & al Padre Confeflòre d'effero ammefla à quella Tanta profeflìone; ma panie lor bene di differirgliene^ farle afpettarefinoàche certe altre nouizie aueflero compito il tempo di poterli profeflare .acciò la faceflero tutte infieme . Sentì la defiderofa nouizia ferirli il cuore dalla rifpofta,ch'ebbe di quefto indugio,e molTa dallo fpirito di Diori- te alla Madre Priora , & alla Madre Maeftra ; Io non farò la profeflìone alta- mente con l'altre.ma farete coftrette à farmela fare fola con voftro difpiacere. Nonattefero ledette Madri à quefta rifpofta, forfè (limandola eccedo di defi- derio 5 ma dal fucceffo conobbero poi eflere (tata vna certiftìma predizione* come poco appretto fi dirà .

jiyna grauijjtma infermità , che ebbe in quefto tempo -, e come in efiafi moftrà gran yirtu . Cap. XVI.

DOppo auere Dio differito a quefta fua diletta la fanta profeflìone per quel tempo da lui ordinato , per augmentare in lei il defiderio di que- fto bene, le piacque feruirfi per adempimento de H'iftefib defiderio dvnme- zo molto trauagliofo , ma però à lei vtiliflìmo > quale fu vna grauiflìma infer- mità. Circa due mefi fopra l'anno della fua probazione > che fu verfo il fine di Marzo 1 584. in Venerdì mattina fu fopraprefa da vna gran febbre con gran- diflìmo tremito , e con vn'accidente di tolte tanto grande , che pareua » che_, feoppiafle ; e le Monache dubitauano > che non le rompefle vna vena del petto>per timore del quale accidente chiamato di fubito metter Iacopo Tron- coni Fifico eccellentiflìmo di quei tempi » e da lui applicati quei rimedij di medicina > e fangue, che per ouuiare à detto pericolo della vena del petto , e_* della febbre giudicò gioueuoli; ne trouando in quelli miglioramento, feguitò ad altri rimedij; ma con tutto ciò andaua ogni più crefeendo la febbre, e la_> tolTe. In capo à gli otto giorni fi aggiunsero al detto male altri accidenti di do- lori , che fortemente la sbatteuanoie le ritoccauano due,c tre volte il giorno . Onde il medico fi ritolte à darle vn botton di fuoco nella nuca; quale in qual che parte rimediò à molti accidenti , ma non però alla to(Te.& al catarro, che» andaua crefeendo in maniera, che duraua grandiflìma fatica à prendere il cibo neceffario ; e dopò il cibo la mattina jcome la fera gli veniuan certi accidenti di catarro con tanto impeto,che la prouocauano à vomito,ma per ftretezzadi petto non poteua , e per la forza della tofle pareua li aprine il petto,il che le daua così acerbi dolori , che era forzata centra fua voglia à mettere ftrida > c_^ mugiti, che fi fentiuano di lontano, non fenza compaflìone ài chi la fentkia 11 detto medico »che più volte fi abbate d vederla in quefto termine.reftauaftu- pitccome non le rompefle la vena del petto,tanto più , che erano così fre- quenti quelli nodi di toffe,che ne aueua quattro,e cinque per ora. Penando in tal modo per molti giorni con vn continuo dolore di petto , e di reni; fi ridufle à non potete ftar'à giacere, perchè fubito» che ficollocaua le pareua feoppia- <e,e però giorno>e notte ftaua à federe fui letto vcftka fenza poter pigliare air

etra

Vita delia B .Mafia Maddalena de' Pazzi . 15

cimripofoj-nè anco poteua ftar leuata, perche non fi reggeuaje dando ritta più le crefceua la toffe.Durò in quefto termine quaranta giorni continuane' qua- li infieme col medico fudetto furori chiamati à quelìa cura tr e altri priadpali medici Fiorentini di quei tempi , i quali dopò auerle applicato i rimedij , che fecondo l'arte di comune confenfo giudicorno opportuni > e vedendo non la rifanare, fi perfero di fperanza,& ebbero à dircene non conofceuano quefto malese che la loro arte non ci arriuaua . Si andaua ella continuamente aggra* uando,& alli zo.di Maggio feguente le cominciò vn nuouo accidente.-& era-, che ogni volta , che pigliaua punto di cibo,etiam il bere , le veniua vn'affanno grandcche poco meno,che non fi fueniua;onde fi ridurle à tale,cbe non po- teua quafi pigliar punto di cibo:sì che da'medici fu difperata la fua vita ,e fi pé- iaua da ognuno,che poco potefle viuerccon tutto ciò fi andaua foftentando, e mantenendo in maniera, che i detti medici li ordinorno,che pigliafle l'acqua del Tettuccio; ella per vbbidire fi mede à pigliarla con grandiflìmo fuo patire per la tofle,& affanno che aueua ; onde dopò hauerla prefa in poca quantità per due mattine fole , fìi neceflario difmetterla , e lafciar fare à Dio , e così (e- guitò in quefta infermità fino al principio di Luglio feguente, che fumo in tut- to circa tre mefi continui . Con tutto che quella malattia fìilTc così tratiaglio- fa, e così lunga, piena di tanti dolori accompagnata da tanti accidenti , così ftrani, e penofi , tuttauia mai fi vede in lei alcuiVatto , e gefto , fi fentì mai proferire parole d'animo impaziente, ma fcm pre fi moftraua conformata con la Diuina volontà, e riceueua il tutto dalla mano di Dio con animo così forte* e coftante.che era à tutte vno fpecchio di patienza , e di ralTegnazione . E con tutto quefto trauagliofo patire , non folo non fi raffreddò,ò intepidì lofpirito, e'1 femore , come per lo più fuole accadere all'vmana fragilità noftra , ma fi augmentò grandemente ; fi che parue , che quefti accidenti replicati fallerò à guifadi tante legne porte al fuoco del fuo amore verfoDio: poiché nclliiteiTo colmo del male corporale daua in grandiffimi eccelli d'amor di Dio , corno più à balio fi è per notare . Ndi'iftetTa maniera fempre conferuò la folita pia- ceuolezza,e benignità , & ancorché da medicamenti nonfperafle falute, ad ogni modo fempre fu vbbidientiifima a Medici , & à chi la gouernaua .

Come per cagione di dette infermità i Superiori le fecero fare la profej- fionefola , come ella aueua predetto $ e con quan- to fpirito y e deuo^one la fece . Cap. XV IL

QVando il Padre fpirituale,e le Madri del Muniftero dopò vn mefe, e mez- zo di medicamenti viddero , che il male di quefta figliuola non pigliaua miglioramento , ma che andaua continuamente aggrauando , e fminuendofì le forze , e che fi era ridotta à non poter pigliare quafi più cibo > e che i medi- ci la dauano per difperata, come se detto : non volendo che ella moriffe fcn- za auer fatto la proferitone , rifolfero di fargliela fare nel termine , che fi trouaua, fenza allettare il tempo dell'altre fue compagne , comeaueuano difegnato. Si rallegrò grandemente la defiderofa nuouizia di quefta nuo-

ua,

z6 Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi .

uà, e ne fece grandiflìma feda ringraziando Dio, che gliauefleintalguifa abbreuiato il tempo della profetinone. Ma defiderando ella di farla con ogni riuerenza , e diuozione maggiore , conforme al concetto , e lume* che aueua della fua importanza , chiefe in grazia alle Madri ( da che non poteua farla al- te fineftrella della communione,comc 1 altre J ài farla in Coro auantiaU'x^lra- re delia fantiflìma Vergine : doue daile Monache accomodato vn letticciuolo vi fu condotta la mattina della fantillìma Trinità , che in quell'anno 1 584/11 a' 27 diMaggio:edopoe(rernquiuiconfeflata,ecommunicatadalP.Confel:- fore MeflT.Agoftino Campi,che a tal fine era entrato in Muniftero, in fua ma- no fece la fanta profeflìone in prefenza di tutte le Monache > con le folite fo- Jennità. Sarebbe imponìbile il raccontar l'effetto , & il fentimento di fpirito della Beata in quell'atto , ma ne fumo pale fatrici le lagrime, eia diuozione efterna, che dimoftrò, e molto più lo dichiarò quel, che dopò le fuccelfe; imperochè riportata dipoi al fuo folito letto nelfinfermeria , e dall'Infermiere chiufo le cortine,e lafciata foia,acciò fi ripofafte : ella inuogfiata più del ripofo del fpirito,che di quello del corpo, talmente fi afHfsò nella coiìfiderazione de l benefizio rieeuuto da Dio,e nella vnione fatta con Sua Diuina Maeftà,per me- zode'fuoi fanti voti, che rimale eftatica; e celandole la tofle, & ogni af- fanno corporale , reftò immobile , e fida con gli occhi ad vnCrocefiflò, eh* era ini vicino al letto, con vn volto così vermiglio , e colorito, e con gli occhi così chiari , e iucidi , che pareua vn'Angiolo del Paradifo 5 & in tal politura fu trouata dall'Infermiere, vn ora dopo che l'aueuano lafciata, ecosìfùveduta con molto gufto fpirituale da tutte l'altre Monache , le quali concorfero a ve- der cofa tanto infolita ; e reftando tutte marauigliate , & infieme edificate , e compunte , ringraziauano Dio, che operafìfe cosìmarauigliof'amente in quella loro cara Sorella ; e tanto più aporrò loromarauiglia quella nouità , quanta che per la fua infermità non poteua per fuo folito pigliare ripofo , Ilare fen- zatofiìre, e purelavedeuano fìare come non auelTe male alcuno: e (lata così circa due ore , ritornò a'fenfi con la fua lolita febre , tofle* dolori , e paU? Jida , e macilente come prima .

Come per quaranta giorni feguenti ogni mattina dopò la Comunione, fu rapita;

in eflafi per due ore , e come ebbevbbidien^a di riferire à due

Madri le intelligence x che aueua in detti ecceffi^ doue

ne notano alcune •« Cap. XV l 11 +

EBbe la profetinone in quella Nouizia il fuo proprio efTetro,qual' è la rinno- nazione della vita fpirituale : onde rinnouata di fpirito , fi vedeua in quei * letto tanto accefa d'amor di Dio, che pareua vn Serafino ; e non trouando Dio in lei alcun'impedimento all'vnione amorofa , che eglifà con l'anime giutte ognimattina dopòlafacra Comunione, permezodiquellaattraeuaàsè, & in si tutte le potenze dell'anima , e dello fpirito fuo, in modo , che fermaua i fenfì, e le loro operazioni ; & appanna immobile , e pei due ore continue non fi vedeua in lei pure vn batter d'occhi, ma li teneua aperti, e filli verfodel Cro- cififiò, che aueua vicino ai letto t con tanta pietà, e diuozione, che compu-

gncua

Vita della B.Maria Maddalena dePazz? . 17

gneua chi la rimiraua; e così feguìto per quaranta mattine fuiTequenti alla pro- reffione , e poi ritorna.ua a fenfi con rifletta infermità nel modo che fopra*

Siaccorfe iHPadre fpirituale in capo à pochi giorni di quelle attrazioni di niente , poiché ella à pena Comunicata , & in fua prefenza rimaneua così ema- tica > e dalle Monache gli veniua anco referto la durazione , e lefito di quelle : e temendo egli prudentemente di qualche diabolico inganno , per fcoprirlo , ci fulTe flato > le comandò , che dopo tali accidenti riferifle alla fudetta Ma- dre Maeftra delle nouizie , & alla Madre Suor Vangelilìa del Giocondo , tutto ciò.che in effi le fuccedeua > d'intelligenze, come d'affetti , & ogni altro par- ticolare ; & à quelle Madri diede ordine , che notafTero ciò che ella riferiua lo- ro ; acciò > tali cofe veniuano da Dio , non rimaneflero occulte , e fmarrite . Sentì quella vmile creatura grandiflìma afflizione nel vedere , che quelle lue cofe alletterò ad efferpalefi; e non folo note > manotate: e perciò quando ebbe quell'ordine dal fuo Padre Spirituale , pianfe dirottamente ; e pregò lui » e le Madri ; che non voleflero tener conto delle lue cofe , e folo fi quietò in fentire , che ciò non fi faceua per tenerne conto , ma per feoprire gl'inganni, che ci poteuano interuenire .

Per quella vbbidienza dopò il ratto,riferiua alle dette due Madri, & effe dili- gentemente notauano quanto le era accaduto in quello. E per dare qualche faggio di quello , che quell'anima intefe, e fentì in alcune di quelle attrazioni, per breuità ne noteranno qui folo due » che ell'ebbe circa l'vnione dell'ani- ma fua con Dio , con l'ifteffe parole , che da lei fumo à dette Madri riferite nel modo, chefegue.

Ts^onfapeuo ( dille ella ) io ero morta , ò viua,fe in corpo , ò in anima ,fe in Terra, òin Cielo j mafolovedeuo Dio tutto glorio fo in séflejfo, amare flejfo puramente , conoscere se flejfo interamente \ ejjèr capace di flefso infinitamen- te, amare tutte le creature puramente, e con vn amore infinito ejferevnvnione in Trinità ,vna Trinità indiuidua, & vn Dio d'amore infinito , di bontà fommo ^ & incomprenfihile , infcrutabile : Di modo,che io per efsere in Dio , nonfentiuo co- fa veruna di me , ma folo mi vedeuo in quello > non vedendo me, ma Viflefso Dio y quanto però è capace dey diuini mifleri vna creatura vefiita di carne mortale , quan- do bene è difpofla, & infiammata dell'amor Diuino * e fletti in quefla con fider anione circa vnora,fecondo che poi compre fi quando tomaia fentimenti. Quello che guflai in quefla attrazione , non farebbe mai poffibile,che io lopoteffi cfprimere, non auen- do per la mi* fragilità potuto capire quel che mi fu mofirato , e fatto intendere . In- te fi poi y che in quel determinato giorno del giudizio, voleua Dio aliare quefli noflri corpi à tanta altezza > che non farebbe mai poffìbile, che io lafapeffi raccontare , ne ancora iofleffa comprendere . Ter la qual cofa mi fenili dire nella mente quelle pa- role di san Taolo : Qua? oculus non vidit , nec auris audiuit , nec in cor ho- minis afeenderunt qua? prseparauit Dominus diligentibus le . Dimorai in que- fla e onfider anione alquanto Jpa^io di tempo , nel quale confiderai il grande amore y che Dio porta alle creature y le quali raccomandai tutte àGicsù^ e ritornai a* fen- timenti.

Vn'altra volta dopò vno de' medefimi ratti riferì la fèguente intelligenza

2.8 Vita della B. Maria Maddalena de* Pazzi.

Con quefte parole . Veddi che l'amore vnitiuo mi congiunfe , & vnì con Giesà , dandomi à conofeere la grandezza, e purità d'ejfo amore in quel modo , che io ero capace , benché allora mi face/Je vedere ma cofa tanto grande 5 che io non la capif- co del tutto > dicendomi Giesà , che mi voleua in tal maniera dar a conofeere sèflef fo , perche fempre lopoteffi amare , & amandolo, non mai mifa^iajjì damarlo . /«- tefi ancoraché mi voleua imprimere queflo talmente nel cuore, che ricordandomene fem ire Ìamaffi,e che mi daua quefie aflra^ionidi cuore , acciò meglio ì anima mia fi potefse vnire confila Diuina MaeflàSoggiunfemi poi,che voleua,che àguija di torto» rella fempre geme/fi, e mi condole fie , che egli è poco amato, e conofeiuto dalle crea- ture . lntefi ancoraché tutte quell'anime , che partecipano del j angue di Giesà,cioé, che pati/cono in queflo Mondo , fono leggiadre , e belle nel cofpetto di fua Diuina Maeflà-, e che vn anima potefse conofeere in quanta grandezza eli è mentre ama Dio , per dolceTgafi liquefarebbe ; così all'incontro , conofeeffe la fua deformità, quando èpriua deli amor diuino ^fi conuertirebbe in poluere, <& in cofa più vile, eh e poluere . Cosi al mio polito , dopò queflo raccomandai à Giesà tutte le creature . Quefte,e fimili intelligenze ebbe la nouella profefsa in quefte quaranta mat- tine dopo efserfi comunicata ; oltre alle quali le fu aperta la mente ad inten- dere il knfo fpiiituale d'alcune facre fcritture , alle quali diede cosi belle , e diuote efepof ìzioni, e co fondamento di tanta feienza, che faceua ftupire chi la fèntiua; nel che non da altri era ammaeftrata, che dalla Diuina Sapienza.

Come ve' med efimi quaranta giorni , dopo la medefima profeffione (inferma come

fopra ) ebbe altri ecce/fi d'amor Diuino m olto mirabili .

Cap. XIX,

DA gli eftafi fopradetti , rimaneua il cuore di quefta verginella così infiam- mato del cimino amore , che veniua in grandi eccedi , quali erano dine rfi -da gli eftafi della mattina in quello , che negli eftafi rimaneua immobile fenza lare \ n minimo fenfo , ne pure d'vn batter d'occhio , anzi gli occhi ftelfi rima- xieuano fidi di man era > che ancorché fteflero totalmente aperti non vede- ua cola alcuna , non vdiua , non pariaua ; e comeelladiceua > bene fentiua toccarfi, turtauiaperJaftretta vnione d'amore , con cui era legata al t'amato ino iuo desìi non poreua muouerfi in alcun modo , e tutte le (uè potenze rimaneuano attòrte in quello, che ella contemplaua. Ma in quefti eccelli l'a- more diuino alcune \ ojte , fpecialmente dopò Vefpero , le rauuiuaua gli (pinti quafi eflinti per tutte le membra del corpo, e imperata la debolezza corpora- le la nnuigoi iua di modo , che doue prima giaceua in letto languida, e fmorta» afflittale trauagliata da dolori di cosi grane e lunga infermità (òpra deferitta, e quàdo parcua,che ad ora ad ora douefie mancare di vita, fi vedeua ad vn tratto con matauigha di tutte, vfcre da se fteffa del letto con impeto, e gagliardia di ben lana f .nciulla , e velocemente caminaua per la camera , ne poteua ftar ferma Vdiua.enlj onJcua, i ai laua, e srogaua con affettuofe parole gl'incen- di] amorofi , che nel iuo cuore lemma verlò di fua Diuina Maeftà; e dall'vb- bidienza era coltrerà a ture m letto, daua in vn'amoroia fmania ,* onde ftrap-

paua *

Vita della B.Marìa Maddalena de' Pazzi . 19

paua,e getraua via ciò chele veniua à mano ; ma però con tal grazia,che fi co- nofceua efler'agitata dall'amor di Dio.Tra i'amorofe azioni che faceua,e paro- k,che diceua in quelli eccedi , fu notato dalle Madri , che fcendendo dal letto correua all'Altarino della ftanza > doue ella giaceua inferma , e prendendo vn Crocififlbjo fconficcaua di Croce , e caramente lo ftringeua al petto , e lo ba- ciaua,e con eflb Scorrendo or qua , & or per la camera , con tenerezza d' amorfe lagrime, efclamaua : Amore Amore, non amatole conófciuto. E pren- dendo qualche fua compagna per mano,diceua:^«/r^<? correte in mia compa- gnia chiamare ancor voi lamoreyaccompagnateui mecoyperchè non mai mi faterà di nominarlo . Cor meum, & caro mea exultauerunt ad Deum viuum . Altre Volte diceua : Deb Giesà mio dammi tanta voce^ che in tutte le parti del mondo fìa [entità y acciò quefio amore fi a da tutti amato y & apprezzato . Ma quelpeffimo ve- leno deìVamor proprio ci toglie quefl' alta cognizione y per effer contrario à quefio amore : E poi ripigliaua . Tefolo vogliose non altro amore : Altre volte diceua. Chi mai potrebbe peri fare y ò dire la tua grande?^ Amore f Tu [ci eterno y infinito 3 & incommutabile . E ftando con gli occhi finì al Croccfifso,ch€ tcneua in ma- no, fi voltaua alle Sorelle 5 e dimofìrando le piaghe diceua j Vedete voi con quanto amore il nojìro Giesà ci ha amato? 0 le creature poteffero conofeere quefio amore ^e quanto è da loro off e fo, fi elegger ebbono non vnoy ma mille inferni con mille più demoniche non vi fono . 0 Amore tu fei grande , e degno d'ogni lode ; ma chi è per bafleuole à lodarti j3 Se tutte le lingue degli huominiyinfieme con gli Angioli , tutte le fi elle del Cielo yle minutìjjìme arene del Mare,le piate della Terray le gocciole dcW acquaye glv cesili dell'Aria diuetaffero lingue per lodarti no farebbono bafieuóli. Pareua alle Monache imponibile, che ella in dando cosi leuata,& in quefta veemenza di gefti , e di parole non patifle grandemente per la fua infermità y e di ciò interrogandola ella rifpofe ' Come volete ch'io patifea , ò Sorelle mie , cflfendo io col mio amore Giesùxhe tanto bramo ? Non fapete voi,che l'amo- re non può fentir pena? Appreflb riuolta al CrocefifiTo, che teneua in mano , gli raccomandaua tutte le creature : e maflìmamente gli Eretici,Giudei , e gf Infedeli j con ardente carità» che pareua fi disface (Te. Onde vna volta trai' altrecominciò in quella guifa : 0 Amore, ò Amore 3 dày ti prego y tèfìeffoalle creature y & operayche altro non amino y che Amore . Opera Giesà mio y che con tanto defiderio fafpettano ( intendendo de Giudei ) non fiiano più in tal errore y poiché tu fei venuto vna volta . Fa 3 ti prego 0 Giesà mio y che ciò conofeano , ef- fendo vano , e fallace il loro afpettare . Ancora quelli^che da te fi fono partiti y dico gli H eretici yfa che à ricorrano come pecorelle fmarrit e 5 e che ti amino y e riuerif- chino come lorTafiore. Opera , che tutti quelli che in non credono, tornino àte Amore ; poiché ancor quelli fono tue creature . 0 Amore 5 vn anima poteffe ve- dere quello che eWè fendati y non da vna y ma da mille morti refier ebbe efiinta . Quefti, e fimili erano gli affetti amorofi, che sfogaua in queiìi eccelli, quali non erano per vn paflaggio , ma dimorauain eflì tre, e quattro ore > fenza che fi vedefle mai franca . Ceflato che era quel caldo d'amore , ritornaua languida , & inferma al fuo folito > fi che non appariua quella medefima ; onde pareua . . alle

$o Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi .

alle Monache di vedere vtr quotidiano miracolo, neper quefto fifaziauano mai di mirarla, e di ftarle prefente, fentiuano grandiflìmo gufto, e dhiozione : e reftauano dalle fueaftettuofe parole compunte, ótaccefe dell amor di Dio .

Come ella dimorò in rnodiquefli ecceffìfediciore continoue , meditan- do fempr e la Tajjìone di Giesù . Cap,. XX.

T*a quefli mirabili eccedi d'amor diinno v mirabiliflìmo fu vno nel quale ella dimorò per lo fpazio di più di ledici ore continue- Entrò ella in quefto' eccedo vn Giouedl fera circa* vn'ora,e meza di notte ;- e durò in eflb fino alle diciotto ore del Venerdì feguente , nel quale fpazio di tante ore feorfe con af- fettuofa meditazione tutta la Padìone di Giesù nella quale talmente s'internò» & aceefe che fecondo il folito di tali eccelli non poteua (lare in letto, ma con grandunpeto fi ieuò 5 e prefa dall'Altarino il folito Crocifidb , cominiciòà meditare, quando Giuda partitoli dalla Cena andò a tradire Giesù; efopra quefto parlò a lungadella perfidia di Giuda. Vedde appretto il Signore neli' Ortocon grandidìmo affanno fudar fangue;lo vedde poi tradito da Giuda con ilbacio di pace, e da' Giudei prefo r e legato ; nella qual contemplazione par- lò con grandiflìmo affetto de Ha mordi Giesù #■ e deteftò l'empietà delli Ebrei con tanto fpirito , che altro non fi poteua dire, non che lo Spirito Santo per bocca di lei fauellafle . Quando vedde ilfuoSpofo Giesù così legato efler con- dotto a' Pontefici de' Giudei, e crudèlmente ftraziato , tutta affannofa , e lagri - mante dlffe :: Oimè ! quanti flraig fanno al mio amore quei perfidi Giudei > mentre che lo conducono a Tontefici ? 0 Mariano Maddalena Je voi lo vedeffi in quello tem- po y credo ri farefli fimili à d'uefcrocijjime leonejje 3 quando priue de loro figliuoli corrono or qua; or infuriate y sbranando 3e diuorando chiunque trouano . Riuol- ta poi a' Pontefici, li riprendeua con tanta vehemenza di parole , chiamandoli Mietati, e citando Scritture Sacre àpropofito della loroempietà, che ben fi potea dire, che l'amore, che portaua al fuoSpofo, lafaceflèintalguifafauel- lare . Quanuo poi in quefta contemplazione \cddc il ilio Giesù legato alla co-- lonna , e da crudeli battiture percoftò, fi feorfe in lei vn gran patimento d' ani- mo , e parlò con gran tenerezza d'amore con Giesù , e con molto fdegno cori ì Giudei. Si accrebbe maggiormente in lei il dolore , e la compadrone verfo di Giesù quando' lo vedde coronato di fpine effer moftrato da Pilato al popo- b Ebreo con quelle parole : Fece Homo, E quando poi lo vidde portar la Cro- ce arCa!uario,& edere in e (fa crocifidò con tanto difpregio , fi cero gli oc- chi (lioiquafidue fonti di lagrime . Non comportorno le Monache adìftenti che ella fteflfe tutto quefto tempo leuata , ma la fecero tornarein letto , doue feguito detta contemplazione nel modo clic fopra , fino allo fpirare di Gesù vn Croce , e da ciafeuno di quelli mifteri cauò diuoti penfieri , e fallititeli do- cumenti ; Se il tutto profci iua con tanto aftetto.e fpirito di deuozioneche mo- nella le Monache iui concorle a vederla, a lagrime, ediuozione; ne lenza gran compadrone poteuano adìfterle ,. poiché vedeuano in lei tanto intentò dolo- re ih quercete ella meditaua de I patire di Gicsù,che parcua,chc tutto lo feri-

tirte

Vita della B .Maria Maddalena de' Pazzi. 3 1

tlflc in se > e che attualmente vcdefle il fuoamato'Giesù in *quei patimenti ; il che ella medefimadopò quello ecceffo lo eonfermòre diffe , come Giesù per fodisfare al defidetio , che ella aueuaauto di partecipare delle fue pene , le era moftrato nel medefimo modo, che egli patì . Fu tanto gagliarda Tappren- fiuaxh'ell'hebbedi quelle pene della Pafllone di Giesù / e tantolaffanno,che lenti il fuocuorein queiìa contemplazione , che le traffe da dotto tanto fudo- re , che penetrò le materafle fino al Taccone; e ritornata a fenfi fi trouò tanto (lanca, & afflitta, e così trauagliata , Oltre alla lolita infermità , che pareuado- uefle fra poco render lo fpirito à Dio .

J\ifana in modo mirabile dalla fudetta infermità per int er ce ffìone della Madre Suor Maria Bagnefi y la quale dipoi ella vèdde in Cielo glo- riola. Cap. XXI.

Q Vanto più fi andaua prolungando quella infermità , tanto più accrefce- alle Monache il timore della perdita di quella (anta Giouanetta , poi- che la vedeuano di giorno in giorno fminuir le forze , & aggrauare il male , e farfi di manoin mano più irremediabiie ; e tanto più premeua loro di perderla, guanto per mezo di quefti ratti , & eccedi d'amore erano venute in più chiara cognizione della fingolar creatura, che Dio haueuaior dato in compagnia > e vedendo, che non era più capace di rimedi jvmani, bene fempreaueua- no chieftoà Dio la Tua fanità,tutrauia di comune configlio multiplicorno vni- tamente l'orazioni. Era già prolungata fi l'infermità fino al principio di Lu- glio, quando die > oltre à quefte orazioni delle Monache , vna conuerfa di detto Muniftero chiamata Suor Dorotea , fapendoladiuozione, che la Beata Suor Maria Maddalena portaua alla venerabil Madre Suor Maria Bagnefi Fiorentina>{ìkorpo della quale fi conferua con molta diuozione in detto Mu- niftero in vn depofito di pietra) exome ellainfanità andaua fpeffo à vifitarlo; vn Venerdì fera fece voto, che quando Suor MariaMaddalenapoteua , do- uefie andare tre volte à vifitare il corpo di detta Madre Suor'Maria Bagnefi , e dire ogni volta trèPater nòfter,e tre Aue Maria>& ella Suor Dorotea auefleà digiunare tre Martedì , (poiché in giornodi Martedì la detta Suor Maria era_, pattata all'altra vita,) , e far dire tre Mefle ad onore della Santiffima Trinità . Non fu alcuno , che hauefle notizia di quefto voto,nè pure l'ifteffa Beatarcon tutto ciò il Padre ConfelTore MelTer Agoftino Campi, il Sabato feguente en- trato in Conuento peramminiftearei SagramentiallaBeatainfcrma, fenza fa- pere ancor lui cofaalcuna del voto fatto da Suor Dorprea^ìifle alla Beata, co- me egliarebbe voluto > che quando ella poteua, fufieandatain compagnia di Suor Dorotea'* e di Suor Veronica altra nouizia di detto muniltero , à vifitare il corpo della venerabile Madre Suor Maria Bagnefi .A quéiìe parole del Pa- dre ConfelTore fi fentì ( come poi riferì all'infei rniera) Suor Maria Maddalena in vn fubitoxéflare il catarro spartire la tolTeTafTanno , el dolore di petto , e di cortole, & ogni altro màle:e con preftezza,& allegrezza grande rifpofe al Pa- tire; Padre fi , che per grazia diDio potrò andare 5 manongli diffe di fentirfi ^guarita : ma partito il ConfelTore ella difleàirinfermiera 5 Tappiate > ch'io fon

*gua-

3 l Vita della B.Maria Maddalena dePazzi .'

guarita , e che io non harò più torte , ne affanno , e darete à vedere che il defi- liate non mi darà noia . Si marauigliò l'infermiera , e tanto più che non la fen- nua più toflìre , ma però non lo credette ,- ma in effetto vedde, che il definare non le diede noia alcuna , e che ella definò beniffimo . Inquefto mentre il Pa- dre Conf eflòre fece chiamare la detta Suor Dorotea , e le impofe , che condu- cete feco in compagnia di Suor Veronica Suor Maria Maddalena al Se polcro delia Madre Suor Maria Bagnefi . Allora Suor Dorotea reftando grandemen- te marauigliata , che il Padre aueffeauuto nel medefimo tempo rifletto pen- fiero di lei , gli conferì come la fera auanti auena fatto il fopradetto voto , e f iftefla mattina confermatolo ; e non fapendo ancora nulla della grazia ottenu- ta, vedendo queftomarauiglioforifcontro, con gran fiducia andò a trouare Suor Maria Maddalena in compagnia di Suor Veronica , per condurla al detto ièpolcro , e la trouò guarita : fi che allora fi leuò di letto , & infieme con le fu- dette andò coTuoi piedi à vifitare il detto corpo , ftandoui tre ore intere , dalle dioiotto fino alle vent'vna ; e ritornata all'infermiera fi riposò beniffimo tutta la notte » ne più le ritornò alcun male > con gran marauiglia di tutte le Mona- che ; poiché per tanto tempo fino all'ifteffa mattina laueuano veduta in così pericololò termine della vita , e poi ad vn tratto tanto inafpettatamente la ve- deuano fana E tanta quanta fu la marauiglia^altrettantofùil contento>e l'alle- grezza, che tutte ne fentirno, e fi congratulorno con quefta loro amata Sorella rifanata : & infieme con molte lagrime ne ringraziorno Dio , e quefta fua fci;- ua Suor Maria Bagnefi , per interceffion della quale* riconobbero grazia così miracolofa tanto da loro defiderata .

Non fu la rifanata Suor Maria Maddalena feonofeente del benefizio riceuu* to; ma come grata di quello , andaua frequentemente a vifitare quel fepol- cro , e vi flaua lungamente in orazione : onde non molti giorni dopò la fua fa- nazione , cioè à 1 1 . di Luglio del detto anno 1584. vi fu rapita in eftafb e vidde queft' anima Beata in Paradifo in molta gloria ; e per rvbbidienza,cheauelia di riferire l'intelligenze de fuoi ratti , riferì quella vifione con le feguenti parole: Ho veduto in 'Paradifo vn belliffimo trono di luce ine omprenfi bile , in cui era la Bea- ta Madre fuor Maria Bagnefi tutta rifplendente , piena di maefià grandi ffima\ & in- .tefìycbe quel trono era la fua verginità , e puritana quale le daua vrì ornamento gran- diffimo . Vedeuo ancora, che il detto trono era tutto adorno di gioie , e quefle erano tutte quclt anime ctiellaueua condotte al fermio di Dio , le quali cingendola intor- no intorno àguifa di corona le dauano maggior' ornamento , e belleyga .

Chi defidera auer notizia della fantiti di quefta Madre Suor Maria Bagnefi, legga la fua vita fcritta dal Padre Frat' AlleflTandro Capocchi Domenicano , lleligiofo di gran fantirà 5 dal Padre Abbate Don Siluano Razzi Camaldolen- fe, nella feconda parte delle vite de Santi Tofcanij e dal Padre Fra Serafino iuo fratello Domenicano , Keligiofo di molta bontà , e dottrina .

Sanata

Vita della B.Maria Maddalena de1 Pazzi. 3 $

Sanata dalla [addetta infermità , ritorna al noviziato doueviepià/i efercita nelU

mortificatone , e neW altre virtà *

Cap. XX IL.

DOpòauerla ritenuta la Superiora nell'infermeria, com e conuaIefcente,per alcuni giorni , di con figlio del Padre Spirituale del Muniftero non vole- ua rimetterla in nouiziato , ma afsegnarle qualche altro luogo, doue con più commodità potefse attendere alla contemplazione . Ma lVmile figliuola co- nofcendofi bifognofa d'imparare 1 annegatone del proprio volere , e la per- fetta fuggezione,chenel nouiziato sefercita fotto la cura delle rnaeftre, molto fi afflifse di quefto penfiero de'Superiori, & inftantemente gli pregò per amor di Dio , che non volefsero priuarla di quel bene che fperaua auer a confeguire nel. nouiziato.

Ónde inclinati i Superiori a'fuoidiuotidefiderij, & infieme a quel dell'al- tre nouizie, che inftantemente la chiedeuano , per il frutto, chedaleifpera- uano , la reftituirnoal nouiziato con molto fuo gufto,e con fpeciale allegrez- za dell'altre nouizie , e trouandofi ella auere sfuggito quefta fingolarità di (la- re fuori del nouiziato , ne ringraziò Dio,e come grata del benefizio , più ch<^ mai fi diede all'ofseruanza de gli efercizi del nouiziato, & ad imparare gli ordi- ni della Religione . Faceua ella tutti gli efercizi efteriori,con tanto gufto fpki- tuale,e cpsì ben'ordinari a Dioiche non l'erano d'impedimento alcuno al riti- ramento interiorcnè la diftraeuano punto da Diojonde à pena finito qualche efercizio corporale, ritiratafi all'orazione» fubito rimaneua alienata da fenfi, e rapita tutta in DiOjanzi quello che è più marauigliofo, bene fpefso negli ftefil efercizi,e fatiche efteriori rimaneua ineftafi.E quel che faceua maggiormen- te ftupir le monache, era,che ancorché quefti eftafi fufserofrequentiffimi , e dicofe altifilme , edinotalsefo fingolariffimi fauori fattigli da Sua Diuina \ Maeftà,ella non folo non ne traeua alcuna propria compiacenza,ò ftima; ma vfeita da quelli,come tali colè fofsero fiate in lei difetto, fi vmiliaua fino al- le minime nouizicancorchè conuerfe,e come quefti fauori nontoccafsero àlei,fi poneuacon l'altre a far gli efercizi del nouiziato; parlaua, econuerfaua con l'altre nouifcie con tanta vmiltà ; e carità , che era cofa ammirabile auerla veduta , e fentita poco prima parlare con la Maeftà di Dio in tanta altezza di concetti,e vederla fubito con profilmi tanto vmile,foggetta,e deprezzata . Se bene il patire delia fua infermità narrata fu così lungo , & eccefliuo, non folo noneftinfeinleiqueldefiderio, e quella lète , cheellebbe fempre del pati-- re per Dio , maparue , cheatiendolointal guifaguftato , vie più nin- uogliafse; poiché, mentre dalle caritatiue Superiore , ficercaua con parti- colar diligenza di prouedere alla conlèruazione della fua fanità , e perciò fi aueua l'occhio à far che non patifse , ella per il contrario cercaua ogni via , óunuentaua ogni modo più fegueto , che poteua per patire, fenza che nefsuna feneauedelse . Ondeauendo conofeiuroper molto femplice vna iiouizia conuerfa, le faceuaftr molte cofe,che tornauanoin fuo patimento; e particolarmente quando la maeftra comandauaà detta connerfa , che facete

C vna

34 Vita della B.Maria Maddalena de'Pazzi .

vna buona mincftra per Suor Maria Maddalena >el la la perfuadeua , che le fa- fcefie la fcodella co l'acqua bollita fenza fale^ che quella era meglio per lei;fì- nulmente Ja colazione, che l'era data > la faceua portare da detta conuerfa alle portinare , acciò la defiero a* poueri per amor dipio , & ella pigliaua per vn d'aflenzio » dicendo quello eflerle più fanoj e fienili altre cofe /nelle qua- li detta conuerfa per la fua femplicità l' vbbidiua 5 ardiua di coatradirle , o non lhà mai palefate,fe non dopò la morte della Beata .

Similmente inuentò nel nouiziato vn modo di patire , da lei chiamato oc- culto,quale poi profeguì tutto il tempo di fua vita:& era,che effendofi ella ac- cortale le Superiore defidcrauano,c cercauano fodisfàrle , e condefeender- le con vna mortificatiua , e virtuofa finzione 5 anzi più toftocon vna forte vit- toria di ftelTa>e dellefue inclinazioni, moftraua, che quello^che l'eradittoia, e di foftidio , & à che fentiua repugnanza naturale , le fulTe di gufto , e di fodis- disfazione ; e per contrario,quello che le farebbe llato diguito ,e conforme ai fuo appetito,raoftraua,chelefuffe noiofo,e molefto : dal chene fuccedeua» che frequentiffimamente l'erano fatte quelle cofeche le repugnauano*c vie- tate quelle,che le farebbono fiate conformi; onde per quello ella ftaua in vn continuo atto di mortificazione, e d'annegazione del proprio volere > e molte volte in vna continua pena , e trauaglio ancora corporale ; & era talmente oc- culta quefta fua ioduftriofa mortificazions,che nelTuna Madre n'accorte. E non folle, che le fue nouizie nelfinfegnar'ella à Joro quello fanto efercizio J'aueflero fottratto. farebbe queilagran virtù rimafta palefe folo à gli occhi di Dio;manon volle S DM. che rimanefle occulta , acciò ancora l'altre animo feguitando le fue veiligie poteffero arricchirli del capitale occulto de'meriti, de quali polliamo credercene fi troui ricca l'anima fua nel SParadifo.

Ter lojplendore della fua fantìtà^ancora in nominato è conofeiuta per fanta da chi

non la conofceua'.e fpecialmente come fa conofeiuta per me^o dvna mirabile

yifione* Caf. XXIII.

ERa talee tanta la perfezione , e fantità di quella Giouane , che non folo ri- fplendeua nella vita,e coftumi , ma etiam nell'iftefso fuo volto fi feorge- ua vn certo , che delio lpirito dr Dio, di modo , che col folo rimirarla in fàccia era conofeiuta per Monaca di fantirà fingolare 5 .e quefto interuenne a più fanciulle, le quali entrate in detto Muniftero à proua per Monacarfi, fenza fa- pere chi ella (1 fu(Te,fi fentiuano vn certo che d'affetto, e riuerenza particola- re verfo di lei.per la bontà che fpiraua la fua prefenza;e feoccorreua taluolta , f come pure occorfe ) che ci venifle alcuna non così rifoluta di monacaruifi : come cominciaua a conuerfarc con quefta Beata , fubito fi fentiua fermar la volontà di volerfi far Monaca in quello , e non in altro muniftero ; perche il Ilio parlare attraeua talmente il cuore , che chiunque vna volta le parlaua , le ìeiìaua inmodoaftettionata. che pareua non fi potette (laccare da lei; del che moke deH'iftcfie Monache hanno fatto teltimonio per efperienza fucceduta in loro.Tra l'altre fu cofa mirabile quella,che fuccedetead vna femplice con- tadinesche fi vedi per conuerfa in detto muniftero nel tempo, che la Beata

eia

Vita della B.Maria Maddalena de Pazzi . 5 5

era ancora in nouiziato . Efortaua fpeflo il Padre Confeffòre quefta conuerfa à praticare Suor Maria Maddalena dePazzi,acciò da lei imparala il viuere Rc- Iigiofo : e quefta conuerfa grandemente defideraua conoscerla ; ma per efter. mol to femplice > e rozza , tra tante Monache non tencua à mente il nome di Suor Maria Maddalena. E bene,com'ella confeffa, lafpetto di lei le moftra- \na fpeciale fantità : tuttauia non s'aflkuraua che fuftè quella > & andaua domandando all'altre monache qual fuffe quella monaca làuta 5 ma piglian- doli quelle gufto di quella fua femplicità , non gliela infegnauano . Ma vna mattina mentre ell'era in Coro ad vdir Mefsa con l'altre monache, dando ella in quefto penfiero di fapere, chi era tra quelle quella fanta j vidde ad vn tratta vna gran luce intorno à Suor Maria Maddalena > &in quella luce vidde vn belliffimo bambino,che accarezzaua quefta fanta Monaca : & imaginandofi, che quel bambino fofse Giesù , che così accarezzafse la fua diletta ,fifentì riempire di gran terrore , e fpauento, e quafi fuor di se vfcì di Coro molto fpa uentata , e s incontrò in due Monache, dalle quali interrogata ciòche le false accaduto, ri ed quanto aueua veduto, e così fi accertò chi era Suor Maria Maddalena. Ne è da marauigliarfi>che Dio con tale riuelazione manifeftafse à quefta femplice nouizia la Beata poiché tanta quanta era la femplicità di quel- Ia,altrettanra era la fua bontà; ondeancor'altre volte Iddio le fece fimili fauo ri;e fpecialmente quando la Beata feceua il pane con l'altre monache» detta conuerfa le vidde intorno Giesù nella medefima forma , che con il fuo fplen- dore le faceua lume quando ella per la fua vmiltà portaua il pane per porger- lo al fornaio . Vidde ancora quefta medefima vn'imagine rf vna Vergine di ri- Jieuo, che ftaua nel Coro di detto munift ero, alzareil braccio , e dar la bene- dizione alfa Beata ; per le quali vifte confermata nel concetto della fantità di lei, fempre le fu molto riuerente,e fidata.

De molti fauori, e priuìlegi fpirituali y che da Dìo ricevette nelteBafila Bea*

ta Maria Maddalena ; e prima , come da Sant *Agofl'mo le fu ftrit-

to nel cuore a lettere d'oro , e di /angue

Verbum caro fa&um ed.

Cap. X XI V.

SEguitò quefta Beata àftarin nouiziato fino a tutto il Mefe di Settembre 1 58 ó.nel qual tempo andando ella fempre crefeeado di virtù in virtù, e di perfezione, meritò di riceuere dalla diuina mano molte grazie, e fauori fingo- lari,fattidaSuaDiuina Maeftà ad altre anime fante squali in lei con {ingoiare priuiiegio,& abbondanza raccolfe .

Mentre che ella conforme al fuo folito delle folennità, la vigilia della fan- tiffìma Annunziazioncdi Maria Vergine, andaua contemplando il mifterio dell'Incarnazione del Verbo , fopra quelle parole di San Giouanm - Ver- bum carofaftumefl', fu rapita in eftafi, nel quale dimorò per lofpaziodi vn- dici ore continue cioè dalle a 2. fino alle noue ore della notte feguente ; nel ' qualeftafi dopò auer'ellà altamente parlato di quefto diuino mifterio , e fitto diuoto parallelo tra gli ofsequi), che fece la fantiffima Verginea Giesù , eoa

C z quelli

36 Vitadella R. Maria Maddalena de Pazzi.

queJli,che fpiritualmcritegli fanno le Vergini lue fpofe» e dopò vn profonda fiJenzio d'viralra contemplazione.lapparue Sant'Agoftino;dal quale riceuen- do particolar'intelligenza di quefto diurno miftcro,tutta infiammata d'amor di Dio > & accefa ói defiderio d'auervna continua memoria di quefto ineffabile benefizio fatto al genere humano,pregò il detto Santo,che volefse fcriuerle_> nel cuore quelle parole fteflè 5 Verbum carofatlum efl . Onde cos'i eftatica fi pofe à federe , e slargando modeftamente Je braccia s'accomodò in quella fitura , che fi richiedeua per lafciarfi fcriuere nel lato del cuore , e riuolta al Santo difkyllfangue cèyil calamaro è aperto,non tardate jigoflinoi e detto que- fto,diede legno che dal Santo le fufseroferitte nel cuore dette parole.E dopò d'efsere ftata alquanto in dolce filenzio, godédo in quefto fauorefi voltò alla fantifiìma Verginea parlò altamente della (uà putirà, come nel libro de' fuoi eftafi fi contiene ,e dopò il ratto ri'èrì alle due Monache ( come fopra depu- tate ) come aueua riceuuto il detto fauorce come il Santo haueua ferino nel cuore di lei la parola Verbum à cara ttere d'orche carofatlum eft,i caratteri di fangue> edifse,che mediante quefto fauorearebbe in auuenire auuto fem- pre nel cuore la memoria dell'incarnazione di Giesù, e quefto fi vidde in ef- fetto da chi la pratticaua,poiehc di quefto miftero ne parlaua frequentemente con particolare afretto>che veramente dimoftraua auerlo fcritto nel cuore.

E fatta partecipe da Giesù della patacche egli patì nello fpir are m Crocr* Cap.XXV-

ALli vndici del feguente mefe d'Aprile » che in quell'anno era il Giouedi di Pailìone, meditando ella la Pailìone di Giesù, e bramando di renderti più fimile .che poteua à lui, s'accefe di gran defiderio di prouare in le quell'af- fanno,e ftanchezza>ch'egli patì in Crocce fpecialmente quella penaxhe fen- tr la (uà fantiffima Vmanita nel fapararfi f anima dal corpo fuo . £ mentre fta- wa in quefto defiderio , fu alsalita da dolori così acerbi, & ecceffiui , che la fiia. faccia diuenne (colorita come dimorto,e cadde in tanta fiacchezza , che non* poteua reggerli $e perfeuerandoin quell'afflizione non folo il Giouedì,ma an- cora il Venerdì feguente is'intemò talmente con l'apprenfiua in quelli dolori > che rimafe in eftafi ,* nel qua'e viepiù creteendo il dolore, e l'affanno, ftillaua dalla faccia gran copia di (udore , e da gli occhi pioueuano lagrime in abbon- danza : e le ritenti vn prof luuio grande di catarro,che pareua ltefsenelF- agonia della morte, e le faceua gonfiare il petto di modo che le Monache te- xneuanoiche nonlcoppialscòreftaise foffocata;& in quefto affanno fi fenti- «ano con pictefa voce vfeire da lei quelle parole: 0 Giesu mio io tionpoffo par. tecìpare tanto dtlle tue peri e, Conc oi foro molte Maoti,c Sorelle à vedere que- fto accidentce non fa pendone la cagione, p re fero percfpedknte d'allentarle i panni , per vedere di mitigar la Hanno ; ma non giouando , (\ quie torno* fa- pendo per clperienza come Dio opera in lei (òpranaru talmente. Seguitò el* lancila medefimapena.e trauagho fino,che fi rilenrì dal ratto , dal quale fi ri*- fnegliò tato debole, e fiaccarne poteua leuaili. \ doppo riferì in virtù del* la fopradetta vbbidieraza,comc Giesù le lexa inoltrato ia quell'anguria quan- do

Vita della B.Maria Maddalena deTazz t 5 7

dòfpirò l'anima fuafantiffima inCocc; e come egliraueua fatta partecipe della ftanchezza > ch'egli ebbe nel tempo delia fua Paffione, e della pena del fuofpirare; e le diffe come volle fpirare per mandare il fuo fpi rito nelle crea- ture ; ma che vedendo eglùche pochi lo doueuano riceuere , lenti dolore cosi ecceffiuo > che fu molto maggiore di quello che prouò quando l'anima fi dif- giunfè dal corpo; e di quefta pena ancora laueua fatta partecipe . E foggiunfe che Giesù le aueua dato la participazionc di cjuefta ftanchezza , e pena del fuo fpirare in quefti due giorni,perche il Giouedì, é Venerdì Santo feguente la vo- leua far partecipe de gli altri dolori della fua fantiffima paffione , quali non fa- tebbe ftata capace di poter (offrire tutti in vn tempo ; e fuccedette il tutto có- me più à baffo fi dirà . Così andaua Giesù e fercitando la fua fpofa pe r renderla à se conforme , e per difporla à cofe maggiori *

Le fono imprejfeneir anima, da Giesù lefucfagrate Stimmate con raggi ilifplendidiffimo fuoco. Cap. XXV U

IL Lunedì Santo feguente, cioè a* 15. del medefimomefe di Aprile del det- to atii-101585. ftandotutta intentai gran mifteri della Paffione di Giesù * che in quei giorni la fanra Chiefa ci rapprefenta , fu rapita in eftafi nel modo che fi dice nel libro de fuoi eftafi : & apparendole Giesù , ella gli chiefe con grand'effetto deffer'ammeffa dentro le lue fagratiffime piaghe : e doppo aue- re collocato tutti li fuoi fentimenti in quelli di Giesù , cominciò à confiderar- lo pieno di fudore di fangue ; e doppo le rapprefentò battuto alla colonna » e poi coronato di fpine, e fentenziato à morte e per vltimo fc le moftrò nell' atto della Crocififfione . E vedendolo Crocififfo , per le parole che diffe, s'in- tefe,chcchiedeuad'effer confitta con lui in Croce : e mentre ella ftaua in que- lli fanti affetti , participando nel fuo interno de' dolori delle pene,che vedeua patirei Giesù in Croce, vidde vfeire dalle piaghe di Giesù cinque fplendidif- fimi raggi, al fuoco foirrigliànti , i quali s'imprimeuano *iel mezzo delle fuc mani, de'piedi,edelcoftato, iti modo", che vi lafciauanof impronto così doppo il ratto,riferì alle fuddette Madri efferle fucceduto , e tanto ancor'effe comprefero dalla pofitura in che flette, e dalle parolcche diffe >c dageftixhe fece in détto ratto, quali fon notati nel fuddetto libro. Così fegnata col figli- lo del fuo fpofo Giesù fi trouòqueft anima tanta, e tutta allegra ringraziaua Dio di gran benefizio , tanto più lo ringraziaua, quanto che aueua afeofo quefti fagrati fegni àgli occhi delle creature: ma bene erano vifibiJi a gli oc- chi della fua mente, eleferuiuanoper vna continua memoria della Paffione di Gie*ù,e per riconofeerfi ferua , e fchiaua fegnata col fegnodel fuo Signore.

In vn ratto di 26. ore continue partecipa con Giesà te pene della fua fantijjìma Vajjìone . Cap. XXV IL

SI come quell'anima > innambrata della Paffione di Giesù, non fi faziana mai di meditarla , mafempre teneua immerif la mente , e l'affetto nell'abiffo di quell'amore^ch' egli dimoftrò in quella verfo dei genere vmanoj così ali'ìn-

C 3 contro

5 8 Vita della B.Maria Maddalena de3 Pazzi.

contro la diuina bontà >che Tempre fi comunica » e diffonde vie più done troua maggior difpofizione,non fermò i fuoi diuini effetti verfo di quell'anima nella comunicazione delle piaghe della ftanchezza della fu a Pafiìonex della pena de Ilo fpirarc in Croce ; ma conforme al defiderio di lei la volle far partecipe di tutte l'altre pene della fua Pailione . Onde Gioucdl Santo del medefimo anno 1 5 8 5 . a 1 8. d'Aprile sii le i S ore rapì quell'anima fuori de' fenfi t e Ce le fece veder'in fpirito in tutti li dolori della fua PafTìone . Cominciò ella la fua conté- plazione dalla partenza ,chc Giesù fece dalla fuafantiflìmaMadrccpoilo feguitò al Cenacolo ; dal Cenacolo all'Orto * dall'Orto alle cafe de Pontefici* di Pilaro , e d'Erode ; e dalla cafa di Pilato al Caluario , variando per ciafeuna gita,ftanze , e luoghi del Conuento molto proporzionati al mifterio » che di mano in mano meditaua ; e tanto intenfamenre contemplaua il fuo Giesù. ap- pafionato , che tutta trasformata in lui lo rapprefentaua in fteflà in manie- ra , che pareuaxhe patiffe anco cfteriormente tutti quei tormenti , che vede- ua patire Giesù ; di modo , che fc bene nelle parole, che proferiua , faceua la parte dell'anima contemplatiua % tuttauiane'gefti faceua la parte del paziente Saluatòre. Imperochè nella contemplazione dell'orazione nell'Orto ven- ne in taf afflizione , & agonia , che più volte cadde con la faccia in terra ; nel- la contemplazione della cattura di Giesù vnì violentemente le mani di dietro , come da altri fu fiero fiate legate > & in tal pofitura andò con- templando le gire, che fece il Signore nella fua Pafiionc ; nelle quali fu cofa marauigliofa il vedere non folo le (tratte , che aueua talora , come da alt* i luffe furiofamente fpintarma molto più il vedere , che andando anco nell'ore della notte così alienata da'fcnfi,& al buio per le ftanze dei Muniftero» che le rapprefentauano i luoghi di quei mifteri ,e paffando per fcale » e per luoghi an- gufti non inciampaua, ne percoteua mai in cofa alcuna; & andaua con tal gra- uità mefcolata con tanta manfuctudinc, che alle Monache pareua di veder i'- ifteflò Giesù in quei mifteri . Nella contemplazione della flagellatane acco- ltoli! ancor lei ad vna colonna con le mani di dietro » col capo chino > e con la faccia volta verfo la terra,c per li feontorcimenti, che faceua della fua vita da- lia fegni euidenti di fopportare attroci percofle . Cosi nella contemplazione del portar Giesù la Croce , curuò la perfona , & accomodò le braccia , come reggette fu le fpalle vna pelante Croce ; e così curua andò per lo fpaziod'- vn'ora per varie ftanze , e luoghi del muniftero , fin che fi condufle al luogo > che le rapprefentaua il monte Caluario ;doue giunta , e ftata mezora ingi- nocchioni in atto d'offerta a Dio, contemplando l'oblazione , che Giesù fece di fteflbal Padre Eterno , diede manifeftilfimi fegni di patire la pena della Crocifirtìone ; poiché (\ dirtele in terra in forma di Crocce prima foprapofti i piedi, vedeuafi patirui acerbi dolori j così dipoi nella mano uniftra,dopò nella deftra.poichè fi vedeua ritirare i nerui di cialcun di detti membri» con l'ordine precetto ; e diuetiire intirizzate , e <iratft coaie corde , come eftettiuamente fuflc confitta ih Crqce.E dopò elfere ftata mez'ora in quefta pofitura in terra, invìi fubitola vidderolc Monache Tui affittenti con loro grandifiìmo ftupore efler leuata di terra màjìk iinjlfibile . e ritta con le braccia ftefe * e piedi (ò- prapofti,& intirizzati,fenza piegare le ginocchia > altra parte , ancorché mi- nima*.

Vita della B.Mana Maddalena de'Pazzi . 39

nima, della fua perfona.ma proprio come foffe confitta in vna Croce,- e co- sì (lette appoggiata al muro buono fpazio di tempore! quale interpoftamé- te difle le tette parole di Giesù in Croce $ e (lette in quefta politura con tale» e tanto affanno, e pcna,che il Tuo volto era diuentato incenerito^ le labbra li- uide , e le membra gelide come di morto, e pareua , che fufle per ifpirare allo- ra allora l'anima . Detta fvltima parola fi rifuegliò dal ratto , nel quale fenza mai rifentirfi era dimorata venti feiore ; nel quale fpazio fecce difse tutto ciò più pontualmente è notato nel libro de* fuoi ratti .

Ha vrìeflaftdi noue or e,nel quale èfpofata da Giesù alla preferita di Sani Ugolino >e di S .Caterina da Siena fuoi dinoti Cap. XX FI li.

TRa tintigli diuini fauori, che riceuè quell'anima: da'quali fi può congettu- rare quanto ella fofse grata à Dio; fpccialijlìmo fu l'anello col quale da Giesùfò ipofata: e queftofeguì nel medefimo anno 1585 a'28.delmefe d'- Aprile, Ja Vigilia di Santa Caterina da Siena, nel qual giorno rapita in eftafi , e fiata per lo fpazio di tre ore in gran cordoglio ,e pena cagionata dalla vifta del- ie molte , e graui offefe > che da Dio l'erano moftrare efserli fatte da gli huo- mini;c doppo aucrle piante amaramente , volendola il benigno Giesù confo- lare Tapparne cinto di gloria, e di fpiendore in mezo di S Agoftino 1 e di S.Ca- terina da Siena, & aueua le mani, & il coftato pieno di preziofiflìme anella , e moftraua di volerla fpofare . Sentì elìa tanto conforto di quefta vifta , che ad vn tratto rafserenò il voltoje gli occhi (uoi diuennero così fplendenti, che pa- reuano due delle ; & accefa di defiderio d'efsere da Giesù fpofata , gli chiefe vno de gli anelli, che egli haueua nel coftato, & inftamemente lo pregò , che Je fàcefse gratia.che quefto dono fufse afeofo à gli occhi delle creature. E do- pò cfserfi con gran fentimenrod vmilti confefsata indegna ài grazia tanto fin- golare , de auere offerto in fua preparationc il fangue delf iftcfso Signore, fte- fe il braccio deftro; e porgendo la mano , alzò il dito annullare, e diede chiarif- fimi fegni d efsere (pofata da Giesù; onde piena di giubbilo^ d'allegrezza difsc altiffime parole j e ritirata à la mano , la pofe fopra il petto,c voltò il fuo ra- gionamento S. Catarina da Siena. Dipoi fi moftrò accefa d'vn gran defiderio d efser grata à Giesù di gran benefizio,e con belliffimi penfieri fopra di que ilo anello, fi propofe di cauarne preziofiffimi frutti di perfezione regiftrati nel Jibro de' fuoi ratti . E (lata p er lo fpazio di none ore in tali amorofe contem- plazioni, tutta colma di gioia fi rifentì dal ratto-^per vbbidienza rifcrìalle ma- dri depurate efserlc fucceduco quanto (òpra è detto .

E coronata da Giesu di corona difpine , atfiftcnti la Santifs. V ergine S.Ugofiino y S. angelo Carmelitano, e S .Caterina da Siena. Cap* XXIX.

FV tanto l'amore di Giesù verfo quefta Beata,che in vn certo modo di dire, pare che l'vnico fuo pen fiero non fufle altro che.come vero amantetras- formarla in se , e rendertela più finale che fofse poffibile : onde perciò gli pia-

G 4 eque

40 Vita della B.Maria Maddalena de' Pazzi.

cqueafopradetti fauori aggionger quell'altro di collocare incapo della fpo- la la fua corona di fpinc . Perciò a 4. di Maggio del medefimo anno 1 5 8 5 . ti- ratala à in attrazione di mente , l'apparite gloriofo , ma coronato di (pine ; e le dille come voleua fv:le dono della fua corona di (pine : ma che però gliene voleua concedere per allora lenza pena . Rellò marauigliata la Beata Maria.* Maddalena di tanto fauore, onde proruppe in quelle parole di marauiglia , Qual fu già mai> che fi caualfe di capo la fua propria corona>e la ponelTe in capo della fua fpofa per ùria Regina ? inuocòla fantilfiaia Vergine , Santa-* Caterina da Siena,Sant' Agoftino, e Sant'Angiolo Carmelitano,acciò fofle- roa(li(ienti,al riceuere di quello dono;<5e apparendole quefti;con molta vmil- li pregò . che per lei offende io à Dio il (angue di Giesù » acciò per mezo di quello fuflTe latta degna di tal dono . E dopò auer parlato con molto afletto di quella corona di fpine del fuo Signore , porfe la teda, Se alzò le mani al capo> naollrando di riceuerla , e dille ; Defcenàatfuper me corona, qu&fuit pofitafufer caput fponft mei in derifum, opprobrium, improf eriumy& dolorem . E fèguitando di fare altri gelli con le ma ni intorno al capo , & alla tetta , dimollraua ftria- gerfi , & accomodarti la detta corona, & in quello mentre diceua ,• Collocauit fuper caput fpon fa fua coronam fpineam Sponfus meus> qua pofita fuit fuper caput fuumpro regeneratione humana. Seguitò pai à parlare altamente di quefta co- rona fopra la qu afe efprefte bellùììmi concetti jregtftrati nel libro deTuoi ella- fi;e dopàeffère dimorata quattr'ore in queftafl razione di mente , ritornò a' fenfi colma di giubbilale d'allegrezza : e riferì alle fuddette Madri fecondo 1'- rbbidienza, come in quel ratto aueua riceuutada Giesù la detta corona di fpi- ne nel modo fudetto, alla prefenza de detti Santi; e come per contrafegno d'- auer riceuuto quello dono ,G-iesù leaueua fatta intendere» che per l'auuenire arebbe patito frequentinomi dolori di tella, e fpecialmente il Venerdì , in me- moria de ila fua coronazione ; e cosìin effetto feguì , come più fpecialmente altroue fi dirà .

Dimora in cjlafì tre notti alla fila , nelle quali éeleuata dalla Santifjima Trinità ad altìffime ye mirabili intelligence delle co diuine 1 & in ejfe efemta atti interni di gran perfezione * Cap.XXX.

HAuendo Iddio adornato quella fua diletta fpofa de celefti fauarr fopra-. narrati: le piacque conforme à che egli fuole , dalla contemplazione delia fua vmanità-» e dell'opere in quella operate inalzarla ad alte intelligenze della fua Diuinità. Onde a fette del medefimo Mefe di Maggio 1 5 85 la fera al tardi fenrì quell'anima interiormente chiamatfi da Dio ad intendere altamen- te delle tre diuine Perfone,& intefe come in quelle intelligenze doueua con- fumare tre notti fulTeguenti ; e come in quelle tre notti doueua effer prouata delle tre diuine Perfonce che in quella prima notte doueua prouarla lo Spiri- to Santo : il che fuccelfe in quello modo A quella vocazione rapita fubito in e(lafi,fvapprefentornoà gli occhi de Ila fua mente grandillnm e terribiliflìma moltitudine di Demoni , quali per lo fpaziod più d'vn-ora l.'affliffero nell>

ani-

Vita della R,Maria Maddalena de'Pazzf . 4 1

animo , enei corpo; nell'animo con la lor vifta mentale , e con orribili tenta- zionre nel corpo con pene , e patimenti fenfibili > quali fi intendeuano, e co- nofceuano perle parolcchc ella diceua,e per li gefti compaffioneuoli>ch'ella ifeceua . Paisato il detto fpazio d'ora in quella tempefta,fuanì 1 ornbil vifta, e fi vidde tutta rafserenare in volto,e le apprefentò lo Spirito Saro in quella far- ma,che allora vidde la faa mente;e da quefto diuino Spirito fu afsunra ad inten- dere , come à tutte l'opereche fece il Verbo Incarnato dall infrante della fua. incarnazione, fino allo fpirare in Croce , fìt affittente queftodiuino Spirito , e confpecialeinftintovinteruenne . Cominciò la fua intelligenza dall' incama- tione,e feorfe per tutta la fua vita conforme à che fcriuonoi Vangelisti, infino alla dia Refurrezione; e fopra ciafeun pafso 5 & azione principale della vita di Chrrfto fpiegò il modo.come ciafeuna era fatta per opera eh quefto diurno Spi- rito;circa di che difse belliifimi penfieri,e concernetti notati nel libro de'fuoì eftafi fottola prima notte 5 e da queft'eftafifi riferiti» appunto fu fora , che do- ueua comunicarli.

La fera feguente fu di nuouo rapita in eftafi , e nel principio intefe come i! Verbo diuino la voleua prouare per mezo dell' vmiliazione,& annichilazione^ di medefrma 5 onde entrò in coli chiara cognizione del fuo niente , e difso parole di si profonda vmiltà,e con vn fentimento bafso di ftefsa , che con ragione fi poteua dire annichilata in medefima. Sopra quefti profondiffimi atti d vmiltà cominciò l'eterno Verbo,come fopra faldiffimo fondamento, ad inalzare la fabbrica de' diurni concetti,e dell'alte intelligenze , che le volle co- municare . Le fumo propofte da Dio none proprietà dell'eterno Verbo , cioè la bellezza, le marauiglie,la fapienza,la fcienza,la potenza,l'eternità>rimpaffr- bilità,rvnione,e lacommunicazione di efso Verbose fopra ciafeuna di quefte proprietà ebbe così alte , e diuote intelligenze, e le fpiegó con tanta dottrina, e fcienza,che ben fi vedeua.che in leiparlaua il V«frbo diuino5come Ci può ve- dere nello ftefso libro de gli cftafi in quefta feconda notte, la quale coniamo tutta in quefti alti ragiona menti, nza mai rifentirfi fino alla mattina . « La fera del medefimo giorno fu di nuouo, conforme alle diuine promefse , rapita in eftafi ;■& intefe come doueua in quefta notte efser prouata dall'eter- no Padre nella relafsazrone , ò refignazione della propria volontà in quella di Sua Diuina.Maeftà,-onde elle ( come per le parole,che difse>s'intefe; fece atti di perfettiffima relafsazione di ftefsa nelle mani di Diomelle quali non folo relafsò l'anima fua, ma ciafeuna potenza di quella, e ciafeun fentimento del fuo corpo , proferendo in quefte relafsazioni fentenze latine di gran pondera- zione : & ancorché in quefti atti fentifse per diuina permìffione molte tenta- zioni contrarie;tuttauia vi perfeuerò fino à che fugata affatto la tentazione, fìt -dall'eterno Padre (olleuata ad altiifime intelligenze deil'equalità della Santif- fima Triniti , e delle fne comunicazioni all'anime noftre : fopra le quali feco vn belliifimo colloquio con l'eterno Padre Jmperoche ora parlaua m perfona fua propria domandando , & interrogando: ora in perfona del Padre eterno ri- fpondeua alle fue domande , & interrogazioni > con tanta fapienza , che vera- diente fi conofceua,che Dio parlaua in lei.Et era cofa di ftupoiccome dicono le Madache la viddero , e femkono in quefto eftafi} che mentre ella parlaua

in

4 * Vita della B.Maria Maddalena deTazzf.

in perfona fua propria interrogando, faceua vna voce vmifc>e piena di riueren- za, conforme al fuofolito ; ma le rifpoftcche proferiua in perfona del Padrc^ eterno, le proferiua con vna Maeilà , e grauità tale , e cob vn'enfafi , e tuono di voce cosi graue, efonoro, che non pareua quella medefima creatura . Si che le Madri reftauano grandemente ftupite , & infieme confolate > in vedere quanto mirabilmente Dio operaua in quella loro forella . Et in tutti tre li fo- pradettieftafi, mentre aueuaquefte intelligenze , ilfuo volto diuentaua co- me d'Angioli chiaro , e rubicondo ; gli occhi fplendeuano > che pa reuano due ftelle i e tale era il giubbilo , l'allegrezza, e la grazia, che fi vedeua in lei , nelle parole . nelle azioni , e nella perfona , che pareua vn anima beata, di modo che, etiam che quei ragionamenti fufsero così lunghi, e tanto alti, che fu- perauano in molte cofe lacapackàdiquelle,diekail]fteuano,tuttauianon folo non tediaua loro, ma per fentirla, e vederla non featiuauo disagio. Fug- giua iF fonno da' loro occhi , ne ftfaziauano di ftarle affilienti*, e quafi tutte fa- ceuano àgara, per £t are in fua compagnia a fentire , e vedere queffe diuinc operazioni: fi che quando ella tornaua a fenft, pareualorochefparifle, per così dire , il Paradifa, quale rimirauano net fuo volto-,, mentre dimorala in? quelli . Cosìpafsò quell'anima fanta quelle tre feliciffime notti , l'vltima delle quali con il fuocolk>quio èfimilmentercgiftrata nel medefimo libro de ratti lòtto la terza notte .

Dimora' in efla/l 40. ore in memoria d'elleno* ore che il corpo- di G ics à flette nel fé*

poterò ',, nel quale eftafcriceue da GiesuWj ho cuore ;. e dabTadre eterno

l è detto , chele cbiegga ciò ch'ella vuole: e dipoi vede Giesù

rifufeitato; y & ha diuote intelligence [opra

queflomìfteriv., Cap., XXXI.

PÀrue che non comportale Famore che lo ftafeerato Giesù portauaà quell'anima-, che ella reftaiTcpriuaddlaparticipazione d alcuno de' mi- seri della fua PafTIone . Poiché auendo terminato il ratto della Paffione al fuo fpiraie in Croce , reftaua che eliafufle fatta partecipe ancora del mifterio della fua fepol'tura, e poi del la refurrezione- fendo quello piacciuto à fua Diui- aa Maeilà comunicargliene nel medefimo tempo» gliene diffeiì a i 2. del me- defimo mefe di Maggio 1 5 85 nel qtial giorno rapirà in eftafi ie le rapprefen- à gli occhi della menre Gicsù morto , e depofio di Croce ; e dato fcgno , e dette parole dvadorazione , chiefe che nelle braccia le ruffe conceduto ; e per * aito che fece, moltrò di ottenerlo . Onde tutta attorta in diuoti, e lagrimeuo- Ti offèquij verfo di q Ifagrari (lìmo corpo , mofiraua afeiugare il fuo fangue, e le macchie » delle quali era imbrattato ; e mirando ad vna ad vna quell'amo- rofe piaghe , inuitaimutte l'anime ad entrare in.efie : & in per fona» de 11 a fantii- fima Vergine fece vn dinoto colloquio col morto Gesù & ampliarne offerte all'eterno Padre di quel preziofifììmo fangue fpsufo per il genere vmano . Mof ho dipoi di accompagnarlo ni la fcpolturain compagnia di San Gionanoi » e delle Marie ? e prima di vederlofeppellire , di nuouo mofòrù ne enei lo nelle braccia :c tatto djuouiliinoinuko àgli Angioli, & à tutte le creature , che ve-

nif&io

Vita della B.Maria Maddalena de'Pazzi . 4 $

piffero alla fepoltura del loro Creatore > cominciò vn diuoto colloquio , nel quale ora parlaua con la fantiflìma Vergine afflitta ; ora con il morto, e fepolr to Giesù 5 & ora con fifteffo fepolcro , con tanto affetto d'amore , e con tan- ta pietà, che compungerai cuori deJle Madri quiui affittenti. Dopò quello colloquio , ftata alquantoin fiknzio entrò con la contemplazione nelle gran- dezze di Dio , e da quella fcefe alla confiderazione della malizia delle creature; nella qual confiderazione grandemente fi affliffe per vedere Dio tanto offefo 1 e pagato da gli huomini di tanta ingratitudine. In premio di quefta afflizione, ch'ella fentì dell'offelè di Dio , intefe come Giesù le voleua dare il fuo cuore , come già ne lo dette à S Caterina da Siena .

Le apparue inquefto mentre Sant'Angelo, e Santa Caterina daSiena^ al- la venuta de quali grandemente fi rallegrò 5 <5cauendo ancora adir fa Com- pieta del Signore, lipregò che con lei voleflèro recitarla; e come dal modo del dirla , cdalfalmeggiarla fi corcprefe » coneffi la recitò , La qual finirà # pregò idetti Santi, che voleflèro affiderei, quello dono, che Giesù voleua farle del ino cuore; e dipiùinuocòlaiàntiflWaVcrgine^heraiutafTeàrice- uerlo degnamente . Vidde in quello ftante il fuo (polo Giesù venuto à lei per darle il Tuo cuore; onde piena d'vnafantaletitia, chetindondaua ancorane!- la faccia , aprile braccia? e foTleuandofi verfo di Giesù dette chiaro fegno di riceucre il fuo cuore ; & era tantoil contento , e la gioia, che fentì in quella contemplazione , chcpareua,che tutta fi ftruggeffe d'amore? e quali che non potendo per l'allegrezza refpirare , pareua che fuffe per mancare di vita .Stet- te in quefta guifa buono fpazio di tempo , sfogando amorofi affetti ve rio Dio# ne' quali fentì dirfi dall'eterno Padre quefte parole: Sponfa vnigenìti Verbi mei, quidquidvisà me, pete* Alle quali ella feordata d'ogni fuo diletto, chiefe grazie peri proflìmi fuoi * e per folo di patire pe* la falute delle crea- ture. Dipoi ftata alquanto in filenzio in affetti di ringraziamene à Dio* co- minciò à contemplare il mifteriodella Rifurrezione : e tutta accefa di defidc. rio di veder Giesù rifufeitato , l'inuitaua con le parole del fanto Dauid . Exur- gloria mea^ txurge , pjalterium-, &citbara0 Dalle quali parole eri trò «el defiderio,che ebbe la fantiffima Vergine della refurrezionc di Giesù ; alla qua- le accomodando le parole del mede/imo Dauid: inpfdteno decaebordo^ pfalUm tibi , &cm intefe come Chrifto^ra quefto fakerìo di dieci corde, con- tenute in diuerfe pene della fua Paifione.* e moftrò con a Iti, e bdliffimi con- cetti, come la fentiffima Vergine fónaua quefto faiterio. Stata per buond fpazio in quefto difeorfo, vidde Giesù rifufeitato, econ lui fece vn dolce col- loquio : ic intefe come prima Tche adognialtro , egli rifu&itatoa^parl à Ma- ria Vergine , e ne refe varie > e belle ragioni ,* Dopò di che fi riferiti dal ratto « nel quale era ftata per lo fpazio ài 40 ore $ nel qual tempo non fi era mai ri- fentita. non al tempo che recitò l'vfficio diuino , e che prefe vn di cibo ; Se in dette 40. ore gli occorfero tutte le (òpraferirte cofe , notate più didima- mente nel libro de' fuoi ratti .

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44 Vita della B. Maria Maddalena deJ Pazzi.

Il Signore Dio le fi intendere trevolte, come vuole , che ella fi cibi folodt pane > #

d'acqua y e dopò d"effer prouata da Superiori con la loro licenza.

l'ejfeguifce. Cap* XXX Ih

SI come Dio fi compiacque di operare in queft anima grazie ,e fauori Angola- ri per mezzo delli eilafi,& eleuazioni di mente, così ancora ricercò in lei vn ringoiare , eftraordinariomododiviuere. Onde àz\. dei medefimomefe di Maggio del 1585. in Martedì , ttouandofi Suor Maria Maddalena occupata ia efercizij delMuniftero, e fentendofi muouere il cuore da Dio, n'andò ^1 nouiziato, doue giunta,fu fubito gettata in terrai e (lette in quefto modo buo- no fpazio di tempo come morta; dipoi proferì quefte parole; Signoresche vuoi da me ; forfè Xeftenore per l'interiore t Et intefe ( come poi per la lolita vb- bidienza riferì alle Monache deputate ) come Dio voieua da lei»che ella in au- ùenire fi cibaffe folo di pane ,e d'acqua, eccetto i giorni feftiui , ne quali voie- ua, che fi cibaffe di cibi quadragefmiali re quefto in fodisfazione dell'offefd che fon fatte da' peccatori à SD M.Dipoi le moftrò il Sign. ìlpremio di quellh che per amor di Dio fi priuano delle confolazioni terrene s onde tutta ripiena d'ammirazione, nelfifteflò ratto cominciò à parlare con quefte efclamazioni* O come foauey& ameno è il luogo ? ma grandi fono V opere e hanno da far coloro yche quitti bramano condurfr,E parendole piccola opera quefto fuo continuo digiu-» no , in paragone del bene, che vedeua edere preparato all'anime, foggiunfe: Se quefto baftajfe , ó Dio mio per la falute delle creature y viuerei milVanni à queft 9 modo^ e mi parrebbe efìer glorio fa . Il tuo Verbo mifaceua chiedere di patire quaU che pena per le tue creature \ ti contenti di quefta -, queftafia . Seguitò poi à par- lare in quefta forma : T ufei pure potente , è Dio mio , poiché non mi aueffì così chiamata, & ancora gettata in terra y non farei ri fpofto: fa fempre fattala tua volontà ; bramo più tofto di morire 3 che d'offendere l'alta purità , Ma bene tutta mi voglio rilavare in te ^ poiché ft andò te cognita y so che niuna co fa midaràfaftidio . Fammi dunque quefta grafia Giesù mio , che io del continuo ftia relaffata nel tuo di- pino beneplacito . Il Giouedì fogliente a' 2 3 . del detto mele di Maggio, men- tre recitaua l'vffizio diuino con vn'altra forella , fu di nono gettata in terra , e fubito rapita in eftafi con gli occhi fìffi al Cielo,difTe Adfum , adfum, adfum . Et in perfona dell'eterno Padre foggiunfe . Ti chiamo acciò rifpondi alla voca- zione , e petizione mia , come già fhò moflro . Et in perfona propria fbggiunfè ; Tu fei pur grande , e potente t E ftata più di mez'ora in contemplazione con fi- lenzio j fi nfentì dal ratro .

[< imate fopra di quefto intendimento la Beata alquanto confo fa : poiché da vna parte defideraua di fare la \oionta di Dio , e dall'altra fentiua gran repu- gnanza in attera tenere nella comunità vira (ingoiare, e difiìmileall'altre;e per quefta fingolarità (tana in gran timore , quefta era da Dio , ò ; ne ardiua à farne inftanza a Superiori fapendoal ceito,che gliaurebbe trouatidi contra- rio parere : Ma Iddio, che voieua da quefta fua ferua queft opera , il feguente giomo,che fu Venerdì > ritrouaadofi ella con le nouizie , fu con grande impe»

Vita della B.Maria Maddalena dePazzi . .

to fimilmcnte gettata in terra , e ftata alquanto fenza formar parola , dm\ ^ in perfona dell'eterno Padre . Craftina die nikil guftabis nifipanem , & aquari, <& fi hoc non facies retraham absteoculos meos : Mafie far ai ciòcche thòmoflro , con adempire la volontà mia, e del mio Verbo y il quale con tanto amore dato , e fi àtei mi compiacerò in té, fi come ho fatto fino queflo tempo . E vuoi che V opera tua mi flagrata 3 fa che fia volontaria . Quefta operatone efteriore,che ricer- co da farà alla mente tua vnfpecchio : e non temere di quello, che farà contro di lauuerfario tuoypoiché non premetterebbe pofia preualere contro di te: darò gli An- gioli alla mente tua acciò la cuflodifcano: la Madre del mio Vnigenito farà cuft ode tua, acciò tu non perdi Vimpr e ffione della Taffione del Verbo , che ho f colpita nel cuore tuo \ eflà pur ficura7che i tuoi defideri non faranno conofciuti dal Demonio tuo nimico , & io adempirò tutto quello,cbe defideri. Doppo quefto ella flette al- quanto in filenzio , ma poi in perfona fua tutta raflègnata nella volontà di Dio,diiTe : Von monar,fid adimplebo opera tua . E doppo tali parole fi rifentì dal ratto , e fenza indugio alcuno riferì a'Supendri quanto Dio ie aueua fatto intenderecirca il cibarli di pane, & acqua. Temerono le Madri, & il Padre Spi- rituale , che in ciò non fufie me fcolata qualche doppiezza del Demonio : e però le rifpofero che non voleuano , che ninna tenelle vita particolare , e che però fi rimettente nell'vbbidienza, e fi cibafle diquello,che s'ordinaua nella vi- ta comune per l'altre. Sottomette ella il giudizio molto prontamente à que- fto parere dei Superiori 5 e fenza replicar'altro riceuè ubbidienza > afpettando che fulTe fiato volontà di Dio , egli arebbe dato ^Superiori il medefimo in- tendimento. Venuta Torà del definare del giorno feguente,le fu meflò innan- zi i cibi comuni, come all'altre forelle; & ella tenendo più conto>e più ficura 1 ' vbbidienza, che ogni fuo intendere 5 pervbbidire fimefle per mangiare i cibi portoli innanzi : ne mai fu poffibile* che ne potetTe inghiottire alcun boccone» che potette mandar giù itilla divino,- ma tutto ciò,che fi metteua in bocca era neceflìtata a mandar fuora : e per violenza, che ella ù faceua , mandaua giù per la gola cofa alcuna di quei cibi , lo vomitaua con tant'impeto » che ve- niua col cibo ancora il fangue ; e folo il pane > e l'acqua poteua mandar giù li- beramente . Intefe quello il Padre Spirituale del Muniftero , &a fuoi occhi veggenti volle farne proua$ e vifto in effetto , che ella non poteua far altra- mente , ftimòelTer volontà di Dio , e le diede licenza, che viueffe in quel mo- do, che Dio le aueua fatto intendere . Ella prefe Pvbbidienza con lieto animo» conofeendo di adempire il diuino volere,* mapervederfi apprelTo l'altre con quefta fingolarkà, ne fentiua afflizione 5 e quanto più poteua cercaua di coprire quefta fingolarità con atti vmili;e diceua, che Dio gliene permetteua per i fuoi peccati , per i quali non era degna di ci- barfi come l'altre ,* cominciò nel nome del Signore à ci* barfi di pane, & acqua il 2 5 di Maggio del 1 5 8 5 . effendo d'età d'anni 1 <?.e le Domeniche fi ciba- uadicibiquadragefimali, come Dio le aueua comandato,e così feguitò pei: molti anni, fin' che Dio le fece intendere altramente .

*- ir

* *

/ e Vita della B.Maria Maddalena de' Pazz u

Ztyienedata dall'eterno Vadre la regola del tempo del dormire y & altre regole dt

vitaffmtuate y le predice la pronazione y che vuol fare lei per cinque anni?

promettendo di infonderle auanti lo Spirito Santo nell'anima*

Cap., XXXI 1 1~

DOppo» auere Iddio dato à quefla creatura il modo di cibarli , volle anccy aflegnarl e il tempo del dormire , e darle altre regole di vita fpirituale, ac- ciò non reftaffe nellafuavita,azzione,nètempo,che non fofle da lei impiegato fecondo il diuino volere. Perciò il feguente, che fu li r<5.di Maggio , rapita ineftafi , le fu dall'eterno Padre confermato il modo di cibarti; e di più le diffe, che non voleua,che il ripofo,che prendeuanel dormire, pafiàfle cinque ore ; e che per fuoordinario dormifle fui Taccone- E poi le foggiunfe,che voleua,che Je fue parole foflero di manfuetudine ^di verità , e di giultitia ; che il fuo intek Jetto aueua da efler come morto , lenza andar già mai inueftigando cofa à » ò ad altri pertinente; la memoria voIeua,che d'ogni altra cofa fi dimenticaffej fuori che de* benefizi] riceuuti da lui : la volontà nulla dòueua defiderare di quefte cofe terrene , ma folò di far quello,che a lui fofle in piacimento ; final- mente voleua, che fi raifegnafie tutta nella prouidenzafua>> firimettefle nelle fue braccia come morta.

Le diffe ancora il Signore, che voleua ch'ella entrafle come vn Daniello nel lago de' leoni , cioè in vna moltitudine di orribiliffime tentazioni , le quali do- ueuano durare per cinque anni continui ; e che da nemici infernali aueua da eifere oltre modarrauagliata 5 e finalmente, che à guifa d'oro faria mefla nella fornace delle tabulazioni , e trauagli, di corpo, e d'animo, acciochè più purga- ta comparili^ nel cofpetto diuino j e che farebbe entrata in quello lago di ta- bulazioni, e trauagli nella proffima fòknnità dello Spirito Santo : e le promrfe che in detta fòlènnità arrebbeinfufo in lei lo Spirito Santo , acciò<la preparat- ile fortificafle in quefti trauagli,e tentazioni,* e che il Verbo eremo nell' iftef- £0 lago la voleua cuftodire ; e la Vergine fantrflìma , Sant' Agoftiino , Sant'An- gelo Carmelitano , e Santa Caterina da Siena, fuoiparticolari diuoti , le areb- bono portato il cibo de' conforti fpirituali , tratto dall' vmanità del Verbo , dal cui vigore riftorata , arebbe riportata gloriofa vittoria de nemici dell'anima fua . Per vltimole moftrò l'eterno Padre quefiolàgo di demoni;, e di tentano- ni, in cui la voleua mettere, evidde vngrandiffimoftuolodi demoni in for- madifpauentofiflìme beftie ; dalla qual vifta fpauentata,, s'impallidì nel vol- to, ediuenne tutta tremante ,* ma tuttauia s'offeiì all'eterno Padre àpatirc' qualfìuolglia tentazione^ pena. Dopò quelVa offerta fi rifentì dal ratto,in cui* aueua dimorato in filenzio per lo Ipazio di due ore, e riferì per la folitavbbi- dienza auere intefo* e villo quantofopia 5 il che dal fucceflb maggiormente fi verificò, come appiedo fi diri.

J^

Vita della B.Maria Maddalena deTazz i. 47

Rapita in eflafi nella Vigilia dell Ufcenftone vede Giesù afeendere glori ofo al CitU i

& in vn altro ratto baalcune intelligence fopra la purità , la quale in fornii

di vefiele viene da Ùio comunicata . Cap. XXX IV.

LA Vigilia dell' Afcenfionc , di quello medefioio anno 1585. che venne a* 30. del fudetto mefe di Maggio,mentreleggeua il Vangelodella corren- te iòlennità > fi Tenti chiamata da Dio alla contemplazione di quarto miilerio in compagnia di Maria Vergine , edegli Apolloli; e rapita in eftafi moli ròdi vedere quella Tanta adunanza degli Apoiloli , e Difcepoli * infieme con Ma- ria ,e Giesù . Dopò vidde vna grandiffima moltitudine d'Angioli , che dal Cie- lo feendeuano à fchiera à ferriera per accompagnare il loro Creatore trionfan- te al Paradifo ; Dal che entrò in vna deuota contemplazione del colloquio che Giesù fece con la fua fantiflìma Madre prima d'afeendere al Cielo,* doue ebbe dinoti penfieri verfo della fantiflìma Vergine, efpiegòmolte lodi della verginità . Vnì infieme il mifterio della Paffione con quello della Refurrezio- ne j e con quello dell'Afcenfione di Giesù , e necauò vtili documenti peri* anime:e ttopò auer fauellatodi quelli alti rnilleri;>fendo giunta 1 ora della Co- munione , fi riferiti dal ratto > & à pena comunicata fìi di nuouo rapita fuori de* fenfi alla lletTa contemplazione > nella quale vidde Giesù tutto fplendente, e gloriofo afeendere al Cielo, accompagnato dalle Gerarchie Angeliche,nel- la qual villa proruppe in varij affetti>e fpecialmente s'accefe in vn gran defide- rio di falire dietro à Giesù infieme con le fue Sorelle* e colma di letizia con fac- cia rivendente , ilauacon gliocchi filli al Cielo, e (tendendo le braccia , & al- zando le mani , pareua che fi fòileuaiTe da terra > e con parole di vn'amorofo rammarico fi doleua,che Giesù fi partifle dal mondo : fopra di chefece vn pie- tofo colloquio con gli Angioli , con Maria , e con Giesù ^inalzando l'amore, lafapienza, e la bontà di Dio . E finito quello colloquio fi nfentì dal ratto* come più ampiamente fi contiene neLlibrode'fuoieilafi .

Pochi giorni dopò , cioè al principio del mefe di Giugno feguente, fu di nuouo quell'anima eletta rapita allecelefti contemplazioni , e le fu da Dio xiuelatoquattrotnezipercoBferuare la purità delcuore; il primo de' quali in- tefeeflereil viuere mortai llefla: il fecondo la purità de' penfieri, edegli affetti; il terzo la verginità ,e catlità delcorpo ; il quarto rvmiltà rendendola ragione di ciafeuno . E dopò quella intelligienza folleuatafi in piedi , e dando con le mani giunte alletto, diede chiariffimo fegno' di riceuere il dono della Purità in forma di vefte , dicendo ; Trendo la purità da cbibàprefo me imi ve» fio di quella, e l'anima mia da efla non fi J eparer àgiàxnai: Ringraziò Dio di que- llo dono , e dille mólt altre cofecOOtateà fuo luogo nel fuddetto libro .

N

Stette in eftafi otto giorni, & otto notti* parlando di co altif]ìme\ & ogni

. mattina ad bora di Ter^a riceuèìn varie forme lo

Spirito Santo. ' Cap. XXXV.

Olì può ;non apportare gran marauigliaà chi legge ; il fentire quanto li- berale fi morirò Dio verfo la Beata Maria Maddalena , fpecialmente m

quello

48 Vita della B.Maria Maddalena de' Pazzi.

quefto principio dell'anno 1 5 8 5 nel darle eftafi così mirabili, e frequenti ; nel comunicarle intelligenze così altejnellornarla di grazie e fauori tanto fingo- iaiipiù che in ogni altro tempo di fua vita. Ma fendo che Dio non opera alcu- na cofa à cafo,e fenza fine : potrà chi legge di qui venire in cognizione quanto grande, e crudele auefte da eflfer la battaglia, alla quale Dio f ordinaua; poiché volle con quelli doni,e fingolari fauori,quafi,che con tant'arme prepararla, & armarla ; e quefto fi può chiaramente raccorre da gli eftafi fin qui narrati , molto più da quefto, che fegue , quali fra tutti i mirabili fu mirabiliffimo .

, La vigilia della Pafqua dello Spirito Santo di quell'anno 1585. à ore 1 7. fi lenti quell'anima chiamata dall'eterno Padre con quefte parole: Vieni fpofa, mia,ripofo,cfiimolo del miofpirito: alla cui voce rimafe eftatica;c diffè^Ecce ve- nio.venio^citòydtò venio . E dopò alquanto di filenzio intefe,e diflè,come Dio voleua tenerla vnita àsèin eftafi infino alla mattina della Santiffima Trinità feguentee farla partecipe de diuini tefori : il che non molta marauiglia vidde- ro le Monache del fuo Muniftero auuerarfi.Imperochè entrata in eftafi la det- ta vigilia all'ora fuddetta,perièuerò così eftatica tutti i giorni,e notte.che feor- iero da detta vigilia,fino alla mattina della Santiffima Trinità : nel qual tempo non fi ritenti dal ratto,fe non per tanto fpàzio del giorno,che recitò l'vfizio di- nino, fi comunicò, vdì Meflà,e prefe vn di pance d'acqua» e talora vn poco di ripofo, per lo fpazio di mez'ora. Fu in quefto eftafi ripiena di Spitito Santo » quale da lei con fegni efterioriJ& euidenti, co moltiffimi doni fu riceuuto ogni mattina nell'ora di Terza dalla prima mattina della Pentecofte , fino al Sabba- to feguente dell' ottaua.in varie forme /cioè di fuoco,di fiume, di colomba , di colonna, di nugola.di vento,e di lingue infocate; & in tutti quefti giornee not* riebbe altiffime intelligenze delle cofe diu ine ; e flette ripiena di tanta letizia fpiritualcche fi diffondeua anco nell'efterno;di modo,che la fua fàccia ( eccet- to che nell'intelligenze di terrore , e di fpauento ) era fempre vermigliale gio- conda come d'Angiolo; e fpecialmente in quell'ora , nella quale riceueua lo Spinto Santo , fi vedeua ardere del diurno amore in modo indicibile , e rappre- fentaua pia vnp fpirito celefte, che vna creatura terrena. E perchè neffuna Mo- naca reftaflepriua di quella confolazionce conforto fpirituale , che C\ riceue- ua di quellcche fi trouauano prefenti,quando ella riceueua neH'eftafi lo Spiri- to Santo; la Madre Priora faceua in quell'ora fonare vn campanello, che daua il legno; e tutte le Monache concorreuano à quefto diuoto fpettacolo . L* in- telligenze,che ella aueuaje proferirla con tanta grazia,& affetto di fpirito, che non folo apportaua marauiglia il fentire vna femplice verginella così altamen- te difeorrere ; maattraeua, e dilettaua in maniera, che bene fu così lungo ,e continuo l'eftafi,!e Monache non fi viddero mai franche d'vdirla,e di ftare affi- flenti à fcriuere quello che ella diceua.e faceua ; quale tutto è regiftrato à fuo luogo nel libro fopradetto de' ratti. Et acciò mai per tempo alcuno non fi per- da in quel Muniftero la memoria di cofa tanto marauigliofa, dadetto tempo in quà,fi coftuma in detto Muniftero ogn'anno,per tutta 1'ottaua dello Spinto Santo, fonare il campanello alla medesima ora , che la Beata riceueua lo Spi- rito Santole tutte le Monache fi ragunano in Corone cantano la feguenza del- lo Spirito Santo .

Eri-

Vita della B.Maria Maddalena de'Pazzi . 49

Epilogo di tutto ciò, che fece , e di tutte le intelligence . che ebbe la Beata Mari*

Maddalena in qtiefli eflaft di otto giorni, & otto notti

Caf. XXXV l.

POiche in quefte ematiche intelligenze auute dalla Beata Maddalena , fpe- cialmente in quelli otto giorni , rilplende mirabilmente la diurna làpienza communicatale: è parlo bene à maggior gloria di Dio, e di quella fua fpofa reftringerle in breue compendio , per tutti quelli , che non aueflero tempo da leggerle > ò capacità da intenderle nel loro fonte.

Trimo Giorno <.

Entrata-che fui quella diletta del Signore, neH'eftafi, la Vigilia dello Spirito Santo all'ora fuddetta; dopò auer' ititelo lacontinuanza di quello eftafi per otto giorni , le fu. da Dio confermato , come egli voleua , che ella per cinque anni fteffe in continui trauagli, tentazioni, e patimenti, priua delfentìmento,e gullo della grazia fua ; & intefe , che tal prouazione voleua Dio fare di lei per compiacimento di fua Diuina Maeftà,in letitia de gli Angioli, e di tutti i beati fpiriti j per efempio , delle creature mortali ,* per confusone de' demoni ; per refrigerio dell'anime del Purgatorio; e per confolatione di lei ftefla ; poiché voleua, che quella prouazione le folle vn ficuro contràfegno deTauori,e del- le grazie concedutele . Le predilTe quanto atroce doueua eiTer quella batta- glia coni demoniche come tanti ferociffimi leoni, doueuanoaffaltar la e tor- mentarla neH'animo,e nel corpo ; le promife l'aiuto dellallìftenza del Ja grazia fua ; la protezzione della fantilfima Vergine > e de Santi fuoi diuoti .

Le feoperfe ie tentazioni , che doueua patire , lnifegnò Tarmi , delle quali doueua feruirfi per vincerle , promettendo , che di tutte quefte tentazioni re- nerebbe vittoriofa . Di qui pafsò ad intendere alcune virtù,che fi richieggono nell'anima , per vincere le tentazioni , Se alcune altre per mantenere i doni di Dio . Vedendo poi la fpofa Chiefa nel coftato , e la fpolà Anima nella bocca diChrifto, fecebelliffimo paragone tra le grazie, che Dio comunica alia-* Chiefax tra quelle, che egli comunica all'anima ; doue feoperfe grandiffimi fauori, che Dio le voleua fare , non conceduti comunemente à molti fedeli . Dipoi l'Eterno Padre l'inlegnò » come ella doueua portarli nella fottrazione óc\ fentimento della fua grazia ; e per vltimo le riuelò le cagioni . per le quali egli fi mofle à mandar lo Spirito Santo fopra gli Apoftoli : E qui Ci rifentì dai ratto j che erano circale 24. ore > fi cibò di poco pane , e d'acqua > e fodisfecc ali Vtiìcio Diuino.

Trima Ts^otte +

Ritornata in ratto à vna mez'oia di notte , vidde lo S pirito Santo in Formai mirabile in fublime altezza di gloria ; fauellò à lungo deli'operazioni,che egli fa nell'anime, che lo riceuono $ moftrò la neceflìtà , che ha l'anima di quello diuino Spirito, & in quali anime egli fi fermi : doue entrò con il diicorfo nella difpofizione,che quello diuino Spirito ricercale del numero duodenario degli ApOitoii,fopra i quali egli difeefe * intefe con alto concetto , come quello di- nino Spirito per infonderli nella Chiefa , nell'anime , e nelle congregazioni

D teli-

5 o Vita della B. Maria Maddalena de* Pazzi .

religiofe , ricerca quefto numero duodenario, cioè dodici difpofizioni,ò qua- lità>chedalei fono dichiarate , quali deuono efTere in ciafeuna. Entrando poi con la contemplazione ne gli effetti dello Spinto Santo intefe altamente , co- me l'incarnato Verbo efaltò in quefto modo lo Spirito Sanro , e come lo Spirito Santo efa Ito l'ifteffo Verbo . Dipoi (òpra quelle parole di Chrifto : Qui credit in me,f lumina de ventre eius fluent aqux viu£, e fòpra quell'altre*, Fiet in eo fons aqus. falientis in vitant eternami con fottiliflìrna intelligenza tnoftrò, come l'anima , che riceue lo Spirito Santo diuenti fonte della grazia di Dio . Difcefe ad intender gl'impedimenti , che pone l'anima al riceuere lo Spirito Santo. Et oltre l'auer defedato 1 amor propriccome principaliffimo ; moftrò cinque impedimenti notabiliffimi,cioè la malizia , il proprio volere , il proprio giudiziosa tepidità>e la fuperbia,& a quelli aflegnòi rimedi j . Per vltimo inte- fe >come lo Spirito Santo nella Tua venuta fi diffufe nella lànriflìma Vergine; e fi nienti da! ratto,che erano le otto orejrecitò l'ore Canoniche, fi comunicò* &vdìMelTa.

Secondo Giorno, cioè la Mattina della Ventecoftc. Alle dieci ore>mentre,che vdiua Meffa » al leuare del Signore» fu di nuouo rapita in eftafi , e fopra quelle parole del corrente Vangelo, si <juis dilìgit me, fermonem meumferuabit,cominciò à dilcorrere,come la parola di Dio è com- pendio , e bafe d'ogni perfezione Spirituale , nutrimento , & arme dell'anima noftra . L'aflfomigliò alla fcala di Giacob j e contemplò come per quefta della parola di Dio (tendano & afeendano tre perfonaggi . E prima intefe come ne Ìcefe,&afcefe per efsa il Verbojper dichiarazione di che entrò con ammirabi- le intelligenza nella generazione eterna del Verbo., doue intefe le ragioni per- che più torto il Verbo.che altra perfona della Santillana Trinità venne à redi- mere il genere vmano . Secondo,comeper efsa fcala difeefe l'Arcangelo Ga- briello ad annunziare Maria. Terzo,come peretta di feendono continuamene te le Ichiere Angelichead inuitar l'attìnie à falire al Cielo. Viddc » che quattro lòrti di pedone lalruano per quefta fcala della parola di Dio; alcuni>che àgui- la di fanciullini > quafi non moueuano il pafso , altri , che lo moueuano lenta- mente; altroché caminauanòj & altri, che correuano Finito quefto difeorfo mutò ragionamento.-eprefo per thema della fua contemplazione quelle pa- role di Chi iftQ, Taccm rclinquo vobis,pacem meam do vobis: con ibttilÌfTìma,& altiiEma intelligenza diftinfe diuerfe forti di paci diuine ; cioè la pace fra le tre diuine Perfone nel trono della SantilfimaTnnira : Ja pace fra laDiuinirà , & Vmanità del Verbo ; fra il Verbose Maria ; fra Maria,& il Verbo ; fra il Verbo» e le creature : fra le creature, & il Veibo :e nel difeorrere della pace data fra il Verbo, e Maria intefe altamente come Maria concorfe con il Verbo > e eoo- peròdimodo che fu refarcita la rouina degli Angioli , e reftaurato il numero loro mediante 1 eiTervmano da lei dato al Verboxon che compirno l'afpiran- te defiderio , che tcneuano del dui ino honore >e così per fuo mezo fìi fatta pa- ce tra gli Angioli, egli huomim. Di qui icorfe in intelligenze fublimi dell'o- pera della Redenzione;5c intefe come ancorché Adamo non auelTe peccato » le il Verbo fi fufle incarnato , ad ogni modo non fi larebbe manifcftata grandemente la gloria di Dio, ne gli huominiarebbono tanta gloria nel Cie- lo,

Vita della B.Marfa Maddalena dePazzi. 5 r

lo,quanta confeguono per la Redenzione 5 e difle, come anco in quella vita molte anime hanno intefo pili de' diurni milteri.. che molti Angioli del Paradi- ib;e di tutto refe bellifiìme,e faldiffime ragioni : Dipoi nel difcorrere della pa- ce data fra il Verbo , e le creature , diede vna belhfiìma definizione alla pace fpiriruale ;e moftrò come Dio la pace a (boi ferui ne' trauagli ; e concilile, che la pace.che limonio deue rendere à Dio , confitte nella lode della bocca, e del cuore . Le fumo dipoi aperte varie figure dello Spirito Santo , onde l'af- fomigliò alla colomba , che vici dell'Arca di Noè: al roueto,che vidcie Moisè ardere, e non confumarfi ; alle tauole della Legge ; alla verga di Moisè i & al fonte legnato . E tutte quefte intelligenze l'ebbe dalle dieci alle quindeci ore; nella quale ora rifentita dal ratto , prefe vn di pane , e d'acqua , & vn brie- uilììmo ripotò; dopò il quale ritornata di nuouo in eftafi, diede manifelti legni d'entrare nel lago delle tentazioni , ede'trauagli , neiqualeper cinque anni doueua ciìer pronata per mezo de' demoni. Se le rapprefentò in queJl'inftante vna gran moltitudine di demoni , i quali con orribiliflìmo ftrepito cercauano d'àtterirJa , e come ferociilimi leoni faceuano forza di correrle addofTo per di- uorarla,e le fuggeriuano nell'animo attrociiììme tentazioni. Onde per tal vifta diuentò afflitta fuor di modo>e proftratafi in terra, proferì parole di affanno » e di duolo , e fece vn pietofo inulto à tutte te creature , che venifleroin fuo aiu- to ; ma però non fu da Diolafciatainqueftoiago fenza il fentimento della fua grazia , quale le promife , che arebbe continuato lèco fino alla mattina della Santilfima Trinità . Però dopò queftcftata alquanto in filenzio,comin- ciò à parlare delle varie operazioni,che fa lo SpiritoSanto nelgiardino di Santa ChielajpiantandOjC trapiantando l'anime di quella in varie guife: e lòtto fimi- litudine d'vn altra anima,vidde eiTer'attratta dallo Spi rito Santo j e fotto figura d'alcune lettere inrefe tutto ciò , che ella deue operare ne* tré fiati dell'anima fua fino alla morte :doppo la quale intelligenza (rnoltoofeura à chi legge ) fe- guitòà parlare dell'operazioni dello Spirito Santocircale piante dell'animo fedeli: Pervltimointefecon belliffimafimilitudine , come lo Spirito Santo venne fopra gli Apoftoli per edificare la nuoua Gierufalemme della fanta Chiefa ; doue tra Faltcc colè aflfomigliando i Sacerdoti à i muratori, e le Vergi- ni religio alla calcina , intefe come in quella fpiriruale edifizio ogni difetto veniua fpecialmente da quelìi due fiati per non corrifpondere li Sacerdoti > e le vergini al loro ftatoi&auendo cosiparlato.fi rifentì dal ratto,che erano fo- na te le z j. ore»

Seconda 1{ptte* La fera dello Spirito Santo à 24-ore ritornò la B.Maria Maddalena in ratto , e dopò alquanto di fiienzio cominciò a difcorrere fopra quelle parole di Chri- Ho: Lux venir in mundi4my& dilexerunt bomines magis tenebrasfluàm tu cerniteli' - amore , che Dio aueua porrata al mondo nel dare il fuo Vnigenito , e moftrò come egli con la grazia fua era la vera luce : e di qui feorfe ad intendere l'in- gratitudine de gli huomini,che dilexerunt magis tenebrasyquàm lucem. Ragio- nò altamente de gli erTetti,che fa la grazia nell'anima, e fpecialmente di varie^ forti di carità , che ella produce; refe la ragione donde nakono le tenebre dell' animale perche gli huomini amano più le tenebre del peccaro,che la luce del-

y t, Vita della B. Maria Maddalena deJ Pazzi.

la grazia Dipoi ebbe vna bellifììma vifione dell'eterno Verbo quale ella viri- de ietto varie fimilitudini; Prima fopra il monte della Sapienza, dopò nel prato della Mifericordia terzo al fonte deila Verità , quarto nell'alta fortezza della Giuftizia ; e come da ciafeuno di quefti luoghi egli attraeua à l'anime .^ ln~> quefto medefimoeftafividde l'anime de i Beati npolàrfi nell'Humanità del Verbo in varij membri di quello fecondo la qualità, e perfezione degli (tati ; i contéplathii negli occhii dottori nella bocca,i mifericordiofi nel feno,i giudi nelle mani,gli attiui ne"piedi,i paziéti nelle fpalle.e le vere fpofecioè le vergini confecratc à Dio nel coftato . Da quefte vltime entrò con l'intelligenza nella parabola delle vergini, e fopra quelle parole, Eccefponfus venit,exite obuiam eh trattò della preparazione alla morte,e moftrò con attiftìma fimiiitudine, co- me per prepararci à quella dobbiamo rendere il nomo cuore fimilc alia lan> pada, appropriando la forma , e le qualità di quella alle virtù , che fi ricercano in noi per quella preparazione . Doppo quefto con la fua mente v'uìde il Ver- bo vmanato , che con belliflìmo mifterio teneua in mano vn'alberocontre pomi , e con fette frombole , e dichiarò il mifterio ; e per vltimo difeorfe dei modo damare Dio , & il proiltmo. Si rifentì dal ratto , che erano circa lotto ore : dilTe l'vffizio diuino, vdi Meda , fi comunicò» e riposò per due terzi dora.

Ter^o Giorno idoè il Lunedì della Ventecofle »

Ritornò in ratto che erano circa vndici ore ; e ftata buono fpazio di tempo in filenzio , cominciò à parlare altamente delle comunicazioni tra le tre Diur- ne Perfone,e delle comunicazioni dello Spirito Santo all'anime ;e fopra quel- le parole. Ecce nouafacio omnia , ebbe intelligenze bellifìTme delle rinoua- zioni,che fa Dior.cioè come generando ab eterno,!! può anco dire, che di nuo- no generi se fteflb; e continuando di conferuar la creatura , di niiouo la crei; e nelliftefib modo di nuouo diala gloria à gli Angioli , l'vnionea' Santi, laco* municazione àgli eletti, la liberalità a confeiTori , la mifericordia a' peccatori, & vn nuouo nome alla fpofa . Dipoi le fumo da Dio comunicate diuotiffime intelligenze fopra la verità diuina , la quale ella con bellifììma proporzione af- fòmigliaalmare, dando à quella accutiflìmi epiteta lignificanti gli effetti di efTà verità nell'anime noftre , e tra quefti pone principalmente l'amore di Dio, e del prò (Timo , fopra delquale diftefe vn'alfabeto d'amorecauando da ciafeu- na littera vna proprietà, e qualità di quefto amore . AppreiToaflòmigliòl'etcr- no Verbo al medefimo mare , & intefe come in eflb fi nutrifeono, vertono, e purificano l'anime fedeli. E doppo quefte intelligenze fi rifentì dal ratto, che erano ventidue ore > e flette circa vn'ora , nella quale recitò parte del di- uino vffizio, eprefevnpòdipane , Sracqua.

Ter^iJ^otte.

Sonate le ventitré ore fu di nuouo rapirà iireftafi , nel quale fopra le parole del Vangelo corrente. Qui non intratperofìium in ouile omumjllefur cfl,& Imo* intefe come tre fono gli ouili di Chrifto; cioè il (èno dell'eterno Padre, la fama Chiefa'.e l\iiiim.i3Ccomeeglientri.& aduni le ìv.c pecorelle in cia&uiV dique-. li tele come le piaghe di Chrifto fono la porta di quefti ouili ; e con vn dolce fcherzo amorofo moftrò Chrifto dftifi fatto come ladro per noi.

Dipoi

Vita della B. Maria Maddalena de' Paz zi . 5 $

I>ipoi con la fimilitudine del buon pallore diicorfe della bontà di Chrifto ver- fo dell'anime noftrce poco appretto vidde Immanità di Chrifto (òtto fimili- tudine dvn'ameniffimo prato , nel quale fi vanno pafcoJando l'anime . e co- gliendo frutti , e fiori molto deliziofi ; nel qual prato dimoftrando ancor ella (etiam conatto eflerno,) d'entrare, inuitaua tutte le anime ad entrare in efìb ; e fpecialmente inuitaua le Spotè di Giesù ad inghirlandarfi de i fiori,e de ifrutti , che ella coglieuadalle fue piaghe 5 imperochèdiceualei, che ne mani di Giesù vi erano ifrutti, e ne piedi i fiori* de' quali faceua atto di raccoglier in gran copia . Entrata poi nel coftato dell'ifteub Signore , diffe , come vi trouaua frezze, e faette damore, dalle quali fi vidde amorfamente ferire in maniera , che ancora ne ll'efterno appariua,che languide damore . Di qui pafsò ad altre intelligenze fubhmi;e (opta quelle parole deli'ifkflo Vangelo,?**- meJìquU introierit , faluabitur , ingredìetur ,& egredietur; con altifliflia,e ibttiJilTuna^ Teologia intele per quefto pafcolo la diurna fapienza , ccomeella è pafcolo non folo dellanima 1 ma dello fletto Dio,degli Angioli, e di tutti gli Spiriti bea- ti . Dall'intendere così altamente della dinina fapienza entrò nella generazio- ne del Verbo cterno,e da quella nella creazione dell'vniuerfò , dalla creazio- ne feorfe nell'incarnazione dell'ifteno Verbo? e tnoftrò come tutta quefla fix opera della diuina fapienza, e conclufe il difeorfo come l'anima ha da entrare , & vfare in Dio. E fi rifentì dal ratto,che eranocirca le otto ore ; difse il diuino vflìzio, vdì Mefsa, fi comunicò ,e prefe vn:pò di ripofo .

Quarto Giorno^cioè il Martedì.. Poco dopò le diecrore ritornò in ratto > e fiata alquanto in fi lenzio , diedo principio à parlare de' modi, con i quali il Verbo diuino fi vnifee con le anime noftre;5c intefechecinque cagioni fono quelle, che muouono il Verbo dalla parte fuaà-quelìa vntone$ la prima /la fruizione di ftefso; la feconda,!' vnio- ncche ha 1 iftefso Verbo col Padre > e con lo Spirito Santo; la terza il fanguc, che egli ha fparfo persie anime; la quartana gloria della fua vmanttà; eia quin- ta,l'equalità che egli ha col Padre. E dalla parte dell'anima intefe,chetre fono le caule di quefta vnionejla prima,il mantenimento della grazia di Dio , cioè il conkruarfi l'anima in grazia; lafeconda,l'annichilazione,che per viad'vmilia- zione l'anima fa diie flefsa,doue rende le ragioni, perche Dio non s'vnrfce co i fuperbila terzal'amorcche l'anima porta alla verità;e di tutte queftecofe refe le ra.gioniDipoi vidde lo Spirito Santo in forma di lampo diiùocoin òderfinel- l'anime.ecó molti doni àtmfti dal Padre, dal Verbo,e dalle Gierarchie Ange- liche.Dopò di che fi rifentì dal ratto,che erano le quindici ore : flette circa vn - ora nella quale prefe vn di pance d'acqua, & vn diripofo . Dopò il qual ripofOìtornando di nuouo in eccefso di mente, fu rapita ad intendere le opera- zioni della fantiffimaTrinitàin Cielo,5unterra;e fpecialmente le operazioni, che Diofaceua.e voleua fare in lei nel tempo della pronazione fuddetta Nella quale contemplazione le (li fatto noto dall'eterno Padre , come egli per do- dici canali procedenti dall'eterno Verbo,manifefta all'anime l'operazioni che egli fa in Cielo , & in terra ; e come per mezo di quefticanali egli fa partecipi te anime die dilette, che fono in quefta vita,di quello ,che opera ne i Beati in Cielo :& imefe ^ che quefti canali fono 1 il primola paiola di Dio iil fecondo

D ? 1 ODC-

54 Vita delta B. Maria Maddalen&de'Pazz! .

l'opera 'ioni del Verbo incarnato nella puerizia , il terzo l'operazioni dell'» ifteffo Vcibonella giouentù.il quatto l'amore , che cg,ìi ne moftrò fopra il le^ gno della doce il quinto la fua Refurreziohe* il fefto la (uà Afcenfione il fet- timo più ofteite ratte dai Verbo incarnato di se (reflbal Padre eterno , lotra- ùo quella gloria, che rifteflb Verbo diede al Padre, il nono il de fi derio, ch'egli ebbe delia noftra glorificazione . il decimo la conferenza > e comunicazione > che hanno le Pedone della Santillana Trinità delleiTenza fra di loro , e delle perfezioni alle creature; l'vndecimo canale è il configlio eterno, che fece Dio dell' ncarnazìone del Verbo, della creazione, e glorificazione degli Angioli, e degli huomini della redenzione del genere vmano , e di comunicare ali anime graziee doni celefti , e della poteftàdata al Verbo incarnato di venir à giudi- care il Mondo ; il duodecimo, è la manifeftazione,che il Verbo incarnato ha lana per mezo dei fuo fangue.di quello , che il fuo Padre eterno opera in Cie- ]o,& in terra . E fopra di quefti canali fece belìiflìmi difcorfi;e poi fi rifentì dal tetto che erano ventidue óre ; lòdisfece airavffizio diuino > e prefe vn poco di pance d'acqua .

Quarta Ts^otte .' *

Alle venti tré ore ritornò al fuo eftafi, nel quale dimorò fino alle ott oro della notte feguente ; nel q'ual tempo fopra quelle parole di noltro Signore , Tfemopotefl venire ad me , nifi Vater meus traxèrit eum , ebbealtiflìma intelli- genza dèll'equalità del Padre*, e del Figliuolo , con vna belliiFima , e marauì- gliofiflìma vifione della gloria di Dio,fottofimilitudine d'vna mifteriofiffimà naue,dalla quale vidde come Dio attrae à l'anime noftre Quinto Giorno, cioè il Mercoledì .

Il Mercoledì infra l'ottaua , eiTendo (lata fuori di ratto circa due ore , nelle quali aueua recitato fvirizio diuino, vdito MelTa ,e comunicatafi , rientrò int efrafi alle dieci ore ; nel quale ftette fenza parlare fino alle ventitré , in vna_* contemplazione > per quanto apparfe > di molta me ftizia, e dolóre, eccetto in quel tempo>chericeuette lo Spirito Santo^nel quale al fuo folitò fi vidde gioi- re d'ineftunabile contento .

Quinta T^ptte .

Stata che ella tu vn ora fuori di ratto, nella quale fupplìallVfnYio diuino , e pre vn di cibo al fuo folito , rimafe di nuouo eftatica , che erano le venti- quattro ore, e dopò breue filenzioebbe vna miftetiofa vifione dell'animcche feguonoil Verbo ; dopò la quale ne fuccefle vn'altra della gloria dell'illeilb Verbo, ilquale ella vidde fotto fimilitudine dr vn fortifllmo gigante federe fo- pra vii manfuetiilìmo agnello , e ne dichiara il mifterio . Dipoi fopra quelita parole di Gicsù, Egofum Taflor bonus,mtck con belli/fimo fentimento di fpi- rito, come Chrilto è paftore.& agnello inficine : e con molta dolcezza,e fort- uita di concetti amorofi, dille, come Dio fi è fatto pecorella dell'anima , e co- me 1 anima diuenti pallore di D:o . E fopra di quefti punti difeorfe qual frutto deue rendere 1 anima pecorella al ilio paftore Dio , è come à guifa di paftore deue pafeere Dio fatto fua pecorella ; come l'anima difenda Dio in sè.ecomc l'introduca nell'ouile squali tutte fumo diuotillìme , & vtiliffime intelligenze ipirituali. Dopò quelle entrò con la contemplazione fopra quelle parole di

San

Vita della B.Mària Maddalena de'Pazzi . 5: 5

San Luca ; Conuocathlefusduodecim Apofiolis ydedit illispoteslatem, e*rr. E ra- gionò della potè ft a data da Chriftoa' fiioi Aportoii,efpecialmente del curare; gl'infermi : doue entrò nelle infermità fpirituali dell'anima > alle quali aflcgnò, per medicina la parola di Dio . Seguitòà di (correre fopra Je parole del Vange- lo : ${ibil tuleritis inviamy nequevirgam , ncque peram y nequepartem . E da quefta vltitm parola, panem , con vn mirabile fcherzo di diurno amore , entrò à di (correre come Chrifro è il vero pane, intri lo nel feno del Padre eterno im- pattato nell'vtero di ìvlaria Jieuitato nelle fa fce cotto nella Croce, riporto nel Sepolcro: porto in tauola nella Refurrezione nelle apparizioni e nell'Afcen- fione ; e mangiato nella venuta dello Spirito Santo. Dal che più altamente^ eleuandofi inrefe , come l'ifìeiTo Verbo è pane de Beati Poi fopra quelle pa- iole ,. Tacque duas tunica* babeatis ■<; difcorfe della pouertà volontaria ; & in- tefe come ella è il prezzo del Paradifo. Alle feguenti:£f in quacumque domum ihtraueritis ibi manetc, oppofè vn altra fcritturavCww antemperfequentur rositi éuitate ifta, fugite in aliam . E morti òcqnie nel Ter ui zio di Dio fi deue, e fug-' gire , e ftar fermo . Dipoi ftata alquanto in dolce filenzio ,• ime come Dio fi èfattQ grato alla creatura per cinque gradi di gratiauline; e dille, che il primo grado è l'amore , il fecondo l'auerci donato il Tuo Vnigenito , il terzo j'eflerfi Dio fattofuggettoallà creatura, il quarto il riconofcerfi Dio obligato a chi riceue i fuoidoni, il quinto la potertà, che egli a ehi fi rende grato a- Sua_> DiuinaMaertà . Efeguitandoildifcorfomofìròcome l'anima deue renderfi grata Dio per altri cinque gradi di gratitudine . E fono, il primo, donare fe_j ftelTa à Dio: fecondo, non volere altro,che la volontà di Dio: terzo, il morire à fe ftelTa : quarto, vno fiaccamente d&tutte le cofe create; e quinto, vnpuriffi* mo amore di Dio , e del proiTImo.e tanto fopra quefti,quanto fopra quelli, fe- ce vn belliiTImo difcorfo . Per vltimo paragonò 1 amore , che portane- gli An- gioli all'anime noftre , con quello che ci porta Dio doue difcorfe dell opera- zioni degli Angioli verfo l'anime noftre; e fpecialmenteinteie, come i Serafif ni infondono varie forti d'amori fantinelleSpofediChrirto' , e come tutti gli Angioli grandemente l'onorano . Doppoquefte intelligenze fi rifentì dal rat- to, che erano circa le dieci ore,e fi comunicè,diiTe Tore Canoniche^ prefe vn di ciba conforme al folito, tutto in termine d'vn'ora .

•; .'•■j^~- Stflo Giorno ,cbe fu il Giouedì,

Intorno allindici ore fentì chiamarli dall'eterno Padre, ad intendere fecce V lenze , e grandezze del Verbo incarnato : e rimafa eftatica al folito , le turno mortrati venti alberi belliffimi, ciafeuno de quali rapprefentaua le dette ec- cellenze. E dilTcche il primo era il Cielo empireo; il (econdò,le Gierarchie de gli Angioli ,- il terzoja machina del mondòvilquarro,tntro il genere vmano;il quinto,l'huomo creato di nuouo allo flato di graziaci feftoUa glòria deilVma- nità di Chriftojil fettimoif federe fvmanitàdi GhritloalJa delira del Padreilot. tauo,la potertà data aififtedo Verbo vmanarajil noncl'vnione, che ha fattola Diuimtàcon Immanità :il decimo^'eflorcomunicatmo , che il Padre eterno ha dato ail'vmanità del Verbo :Tvndecimo, la fapienza del Verbo vmanato,dal inondo riputata-fìoltitia'; il duodecimo,!' egualità , che hààl yeibocon l'eter- ne Padre , ìldecimoterzQjla verità del Verbo: il quartodecimo , l'vnità delia

D 4 San-

5 6 Vita della B. Maria Maddalena de* Pazzi.

Santiffima Trinità$e gli altri lei difle,che tutti fono contenuti in quella vnità,e con belliflìma proportione moftròquefti efferc tanti alberi , che fignificaua- no le grandezze di Dio vmanato . Similmente in quefto medefimo eftafi le fu moftrato da Dio fotto figura di due animedue diuerfi (iati dell'anima fua,e ]e diuer operazioni , che Do ricerca da lei in ciafeuno di quelli , fecondo k prouazioni>che voleuafarediki. Dopò quello intefe varie forti di amori diuini, che gli Spiriti beati impetrano all'anime noftrcquali fotto quelli nomi gli diftinfe,egli chiamò: Amore efercitatiuo.amore impaziente, amore peno- (o.amore rela(ranuo,amore ozio(ò,amore anfiofo,amore faziatiuo, & amore morto : e ne dichiarala e (lenza di ciafeuno diedi. Stata in quefte intelligenze fino alle ventidue ©re>ft rifentì dal ratto,e (lette così fuori di ratto vn*ora>nell& quale recitò i'vrfizio diuino, e prefe iifolito cibo di pane, & acqua .

SeflaT^otte :r

Ritornò in ratto dopò la detta ora > e (tata alquantain filenzio , fu leuata irv fpiritoà vedere l'eterno Verbo in vn trono di gloria molto mifteriofo ; per mezo della quale vifione in*efe , e (piegò» come l'eterno Verbo conduce le anime per la, via della perfezione alla gloria del Paradifo. Confumò gran parte di quefta notte in, filenzio, e fi rifentì dal ratto alle fette ore irecitò 1 vfizio di^ uinovfi communico,vdlMeflà, e prefe vnpòdìripofo. Settimo Giorno ychcfkil Venerdì.

Ritornata-inratto^alla ora folita > ebbe vna mirabile vifla Spirituale delle op erationi del Verbose con alta, e fattile intelligenza agguagliò mirabilmen- te le operazioni, che fece il Vecbavmanato in Croce* a quellexhe egli operò- nel ventre della fua fantiffiraa Madre,e che egli opera nelièno del Padre>& ia quefta contemplazione flette fino alle ventidue ore*

Settima 7^otte\

Recitato che ebbe ili diuino vfizio e prefoil folitocibodi pane,& acqua.riV forno nei fuo>eftafì,in cui dimorò-fenza rifenrirfi fino alle nouore;& in quefto ipaziodaempo fece vn belli(fimo paragone tra la creazione del mondo , e la rinouazione dell'anima ; doue conia-fimilitudine delle cofe create da Dio nel principio del mondo, intefe come egli crea di nuouo per grazia l'anima à guv ia di vn'altro mondo , & in efla crea (piritualm ente tutte cofe , che creò nel mondo materiale; & applicò mirabilmente tutte lecreaturc a cofe Spirituali .< Dipoi intefe , come Dio increare di nuouo l'anima , & in condurla alla perfe- zione Spirituale , tiene il medefimo ordine con che la creò . Seguitò poi à di' fcowere come Dio opera fpiritualmente nell'anima , tutto ciò , che egli ope- rò nel mondo dopò la creazione ; prima nello fiato della natura , dopò nello, ftarodella legge »^ipoi nello (tato-di grazia- ; Douefcorfe quafi tinta rido- na del vecchio*, e nuouo Teftainento ; applicando mirabilmente le operazio- ni di Dio , e de i ferui fuoi , e (peciaknente quelle del Verbo incarnato à quel- lo che Do opera nell'anima > che egli conduce alla perfezione per grazia , e per virtù fpiritualeje tutto con bell'ordine, e con tanta proporzione, che è coli da ftur>ire . E da quefto ratto ftrifentì quando appunto fonaua la Comunio-: ne delle Monacherei qual tempo applicandocene. fi come Chiifto fi diede ir* predai i rumici, l'anima per il contrario deuedarfi tutta in predi à Dio» e,

£uTl

Vita della B.Maria Maddalena dcy Pazzi. 57

ferii prigiona del filo amore^fòggiunfe \Vàil Verbo incontro al traditore, & io vogrire,àrìceuere l amore . E rilentitafi dal ratto fi comunicò , e recitò 1 ore Canoniche .

Ottano giorno jhc fu il Sabbato, Il Sabbato deUottaua dello Spinto iànto^mentre vdiua Mefla.rapita in eftafi, ritornò nella medefima contemplazione, che vnora fàaueualafciata;e fegui- d'appropriare l'azioni di Giesù Chrifto fino all' Afcenfioae Tua al Cielo, air- operazioni dell'anima > che tende alla perfezione, e nel medefìmo modo , ap- propriò molte altre cofe fuccedute.e che fuccederano della Chiefa di Dio fi- no alla fine del mondo . Dipoi entrò con la contemplazione nel mifterio del- la Santiffima Trinità, e tbpra quelle parole di San Paolo,o altìtudodiuitiarum fapienti£)& jcientU Dei,&c.pavlò altamente di quefto diuinifllmo mifterio : dalla quale intelligenza difeefe à dire» che le congregazioni de* fedeli , nelle quali è dilezione , & vnione , rapprefentano in terra quefto altiiììmo mifte- rio. E per fine fopra le feguenti parole . Et inuefiigabiles via eius , con bella oppofitione ititele come le vie di Dio fono , e inueftigabili , e note infie- me . Finì quefta contemplazione , che erano le ventidue ore , e fi nienti dai fatto.

Ottaua Votte . Dalie vcntkjue alle ventitré ore recitò 1 vffizio diuino , e prete vn di nu- trimento di pane,e dacqua>e dopò ritornò in eftafi,* nel quale elTendo ftata al- quanto in filenzio , vidde in fpirito il fuo amantiffimo Giesù, che gloriofo ve- niua con i carriaggi dello Spirito Santo alle fue fpofe anime, con molti donati- ui,& ornamenti ipirituali fopra i quali fece lungo difeorfp , dichiarando cho ornamenti fuflero Vidde poi due anime in diuerfa altezza di perfezione vna gloriofa,e l'altra di fp rezzata > & elTendole dato la elezione , eiefle lo ftato di quella vmilce dispregiata . Dipoi fiata in filenzio entrò conia intelligenza nel rniftero della Santiffima Trinità, e fece vn belliffimo paralello tra quella , e l'- anima , e tra le operazioni di quefta,e di quella. Dopò alquanto di filenzio co- minciò à parlare dello fpònfalizio fpirituafe,che Dio fa con }'anirr>a,e de gl'or- namenti>che deue auer l'anima , coirne nienti à quefto fponfali^o : e con tal- occafione difeorfe circa molte virtù fpirituali ; tra le quali dirle, e moftrò , che accettillìrm era à Dio la rinouazione della fanta profefiìone. Moftrò dipoi d'- cfler lafciata da Dio nel lago delie tentazioni , e de demoni fenza il fentimento della fua grazia ; E con quefto finì il ratto,che appunto erano le fette ore .

Entra nella pronazione -di cinque anni di trattagli 5 e di tentazioni > che Die :■ le aueua predetto : & è lafciata in quella fen^a alcun Jeniimen- to della grafia di Dio la Mattina della Santiffima % Trinità deW anno M.D.LXXXV.

Cap. XXXV II.

SE bene di fopra nell'epilogo delle intelligenze eftatichcdel fecondogiotno deH'eftafi antecedente > fi è toccato come la B.Maria Maddalena in detto

giorno

5 8 Vita della B.MariaMàddalenà de Pazzi .

giorno entrò nel lago delle tentazioni, nel quale doueua per mezo de* demo- ni effe rprouata: tuttauia per effer cofanotabile; èpaxfo giudo diftenderlo/ puntualmente>come nell'ifteffo ratto fuccedette . Il giorno dellaSpirito San- to da fera entrata in eftaft come fopra , viddead vn tratto comparirti auanti vna gran moltitudine di demoni > che coaorribilifTìmi rugiti cercauano atter- rirla , e con fierezza di ferociffimi animali moilrauano di alsalirla , e di volerla dinotare ; e nell'animo le fuggeriuano tentazioni empie, & atroci . Perla qual vifta dinenne pallida, e tremante , e piena dairlttione , e porta in ginocchioni prorTetiua parole tanto compafììoneuoli, che moueuano à lagrime chiunque le affiiieua . Ma perche fauellaua con veemenza llraordinaria, non fi potè no- tare fé non. vn di principio,quale fu quefto : inuito il cielo,la terrai gli abi* tutori di cffa,chc mi vengano à foc correre : E poco doppo3riiuolta:à Dio,foggiun- fe . Doue è yòmio Dio , il fole della tua grafia, à me pare ofeurato ila bontà tua mi pare del tutto a me fontana .Ora fino abbandonata,come vn corpo, che non auendo alcun membro ^non fi può aiutare ,, òxome vn tronco flerilel peroche vedendo, effer fottratta dame la graffa tua , non mi p off o aiutare . Doppo quefl:o,le fii detto da Dio-, che non potendo ella giouare a' proffimi in altra maniera , voleua,che ciò faceflè colibpportar per loro pene , emulagli . Onde fòggiunfe : Mi ca- gioneranno pena acerbifjima t. male detti Eretici , poichain tale atto non li pojfono- minare altrimenti , i quali bene vna volta hanno riccuuto lofpirito tuo , non han- nop ero e aminato in effo^Ancora tante fpofe fuperbe à ribelle pnrouoch eranno que* fii ferociffimi leoni à venire contro dime , per accrefeermi maggior pena , etraua- glio0 Ma almeno Verbose à tornaffero quefle anime infelici ,me ne terrei beata ; ben mille volte mi contenterei, che i. demoni mivemjfero à tormentare . Mi veggio d'ognintorno circondata da erudelvifta , che non mi pcjfo contenere , fentendo i loro fieri rugiti ,. di non aizzare ancor io la mia voce . E il fare ciò nelfeflerno mi farà vi etato y non potrò già effertenutaneW interno ^ che io non gridi tanto, che da. Diofia vdit a.. Vorrebbero 5 òGiesu mio , . quefli diabolici fpiriti mandare à terra la fede -, annullare fvmiltà.^ difprcggiare la purità : dr in vece della rifegna^ione in te*. mettere nel mio cuore vn peruerfo volere . Tv^e mi marauiglio , che non potendo ciò efeguire , ritornino àme con tanto impeto , e con tanta fierezza , e fi ingegnino di fare tanto grande flrepito,perchè io non oda ilfentimento,che viene di fopra dal mio Dio . Interuiene appunto à me ,. come advno, che afpettaU motte , il quale non ha minor pena , quandovede il coltello,che le dette troncare il capo, che quando le vien* datala morte . Veggo bene, ò Signor mio, che tu allent affi la potenza della tua ma- no , cffimipriuerebbono divita. . Vorrebbero veramente e auarrni \e vifeere , perciò corrono con tanta fi creila fopra. di me : ma ha collocato in me lofpofo mio lo Spiri- to, & il cuorfuo con tutti gli altri doni ,. e poi m'ha meffn in quefle pronazioni , e tentazioni : volendo ch'io patifeaper le creature , acciò fi conucrtino àliti . Mi ri- sordo pure,ò. Verbo-, d'alcune ombre, che mi furono date da te ,fotto lequalideuo fuggire per alquanto fpa%io di tempo : acciò non fenta così orribili rugiti , efpauen*- lettoli voci\ e non vegga tanto orribile vifìa de' demoni. 0 eterno Verbo , tu mi hai condotto in. vn Vago tanto grande y che non so in qual parte ritingermi , oue non.

Vita della B.Maria Maddalena de Pa^zì. j^

vegga , e non ferita tante feroci 'ffìme befiie, le quali con la bocca aperta corrono verfo di me per diuorarmL Chefgfò dunque? Sarà meglio eh io mi leni fopra dime,e me ne faccia onore, facendo della neceffitàv irpu>cioé gloriandomi della pena. Redimerne à calumniantibus me.Genetatia mea ablaca eft>& conuoluta eft à me.Opor- tet conti iftari in varijs téntationibus . Timor & tremor venerunt fuper me>> & contexerunt me tenebra . iEltimata fura , tamquam mortuus à corde . Difiendifopradi me la tua deftra, e dammi fonema . Ma intendo, ò Verbo , che la tua bontà ancora fi compiace -, che in fino ali auuehimenYo dell untone tua fpct cui intendeua la ftiraddla fantiflìma Trinila) non fa priuata del fentimento della grafia , ma che intenda la grandetta tua -, e del tuo fante Spìrito Seguitò dun- que quella benedett'anima con il fentimento della grazia di Dio per tutta V ottaua dello Spirito Santo , fino alla mattina ; della Santiflìma Trinitàiielle contemplazioni, & ertali cpme fopra.. M^ la detta mattina fu 1 fine dellefta- fifopradetto comincio ad efclamare.O amorofo Verbosi tempo in cui mancherà Uluce^ fi appreffa, e vengono le tenebre . Viene la luce sìyma ofeura \ vengono le tenebre sì, ma chiare. Vegga,chegli auuer fari con le loro tentazioni s* adunano ad vnoad vno . Oimè, quafi come pecchie intorno a fiori,pare chela circondinole pa- iono comefiori,che vogliano adornare lafpofa » Ma tu,ò Verbo ^aggravando alquan - io la mano non gli lafcif urgere, e mandi quei Santi da eletti ad introdurre l'anima fotto le foauiffime ombrégiàmàflre . Oimè è ben altro fent ir dire vnu co fa, provar- la . E ben doueré, ò Verbo, che in quel , nel quale noi celebriamo quefla fefla dell* vnìone , dico della fantiffìma Trinità, tu trouìper lafpofa tua -pn altra vnione in* folita , e non conofeiuta . Sufficit mihigratia tua . Intelè ancora in quénVeftafi, che oltre a trauagli intcrni,& ertemi ch'ella douea patire da' demoni;; Anco le Monache per vederla così dmerfa da quello,ch'era rtata fino aU'ora,non Cólo non Tarebbono compatitala arebbono perduto in gra parte il buon concet- to.che di lei aueuano;e fi farebbono fcandolizzate di lei,e abbandonatola ,comei fecero gì' Apoftoli à Giesù nella fua palìione ; e molte li farebbono "leuaté còntro>e datoli molto che patire- 11 che vdito vna delle principali monachb del Muniftero,la quale quiuìera prefente,rifpofe; tutte v abbandoneranno» è volteranno contro di voi ,io già mai v'abbandonerò : à cui rifpofeJii Bea- ta . Voi farete la prima : e non vi partirete di quefta ftanza > che vi farete tutta mutata,e riuolta feome appunto feguì JDoppo quefto (tette per buono fpa- zio fenza parlare ,con volromerto; poiaprendofi nelle braccia , lagrimando, melTe vn gran mugito, è moftrò fegno della fottrazione del fentimento della grazia ; e fi ritenti dal ratto con tale , e tanta aridità di fpirito , come nulla auelTe mai guidato delle fpirituali contemplazioni. E così defolara,fi ritròuò in mezo ad vna innumerabile moltitudine di demoni, e di tentazioni; in mezo della quale vifle cinque anni feguenti , nel modo,che fegue . Nel qual tempo vedendola le monache così tentata , e defolata di fpirito , fi dauano ad inten- dere che gleftafi > & i fauori , che da Dio erano appat fi in lei , tufferò fiati in- ganni , '& illufietoi diaboliche ,* e molte ( forfè credendofi,che quelle tentazio- ni, che lei patina fuiTero capricci, e mancamenti voloptanj) Cene fcandoliz- ^auano e ne la biafimauano : e tant'oltre ferpeggiorno quelle mormorazio-

* ni,

60 Vita della B. Maria Maddalena de' Paz zi.

nì, e mali concetti, (che tra ottanta monache , quali fono aflegnate. Per nu- mero à detto muniftero , due fole dettero fempre falde nella verità della di lei fantità,e li ftiron d'aiuto, e di conforto. Dai che fi può congetturare quanti di (- gufti , e mali incontri potette riceuer quefta Beata in vna congregazione così numerofain così lungo tempo.

Delle tentazioni, e trattagli interni , che patì per cinque anni : e/pecialmentc

della continua vifla mentale de* demoni, e dell'aridità di /pi*

rito : e come in effafi portò per fuperarla.

Cap. XXX V HI.

FVrono tante » e così grandi le tentazioni, dalle quali fu aflfaljta la Beata; così gagliardi gl'impeti , e le violenze, che pati da demoni j così lottili inganni , e le fuggeftioni , che parucchc contro di lei fi fcatenafle tutto Via- rèrno , che ella veramente fuflein vn lago di ferociflìrhi leoni di tentazioni . Onde ella ftefla ebbe a dire, che non crcdeua,che ruffe reftaro tentazione ncll" inferno , che non aueffe prouata . Ma fpecialmente fu terribilmente combat ■* tuta nella fede Chriftiana >con tentazioni d' incredulità 5 nella pazienza » con tentazioni attrociflìme di difperazione ; nella vocazione , con tentazione di iafeiar l'abito della Religione; nell'vmiltà, con gli ftimoli di fuperbia ; nell* aftinenza , con letentazioni dj.gola ; nellaoftità , con tentazioni , e (limoli impuri j e nell'vbbidienza , con farle fentir tedio , ripugnanza , e contradizio- ne , à gli ordini , allvbbidienza , & alla volontà de Superiori » e della Religio- ne - Le quali tentazioni tanto furono maggiori , quanto che ell'era diuenuta^j» così arida di fpirito, che le pareua deffer'abbandonata da Dio; e diceua che non fopeuafe ella fufle più creatura ragionevole , ò ; anziché le pareua di cflerdiuenuta come vna pietra , ò altra cofa infenfi bile quanto allo fpirito. Onde eflendo vna volta trouata da vna Monaca a fare orazione in vna ftanza di efercizi di cucina , à fincftre , e porte aperte, e in mezzo a' vafi , e ftouiglic di cucina ; le domandò la detta Monaca * perche ella faceua orazione in quei luogo: e fuor Maria Madda?ena con molta fornmillione , & amaritudine di animo le rifpofe . Tanto mi è fare orazione qui , che altrouc : perche in ogni modo io mi trouo fimile à quefti vafi di terra : poiché , come ella diceua, non poteua ne anco eleuar la mente in Dio per offcrirfele ; e diceua fpeflb.che era diuentata vna beftiola . Per quefta aridità di fpirito tutti gli efercizi della Reli- gione le rincrefceuano , e I attediauanodi modo , che duraua grandiftìma fa- tica a condurfi incoro,in refettorio,^ à tutti gli ordini della Religione ; &era nccefiàno > che fi facefle vna gran forza , e violenza ; e doue che prima faceua tutte le offeruanze , & efercizi Spirituali con tanto gufto , fi era ridotta à far- gli condiremo patire. Onde vedendofià tal termine- temeuache tutto pro- cedelTe per Ina colpa , e perciò non faceua altro, che piangere , e fofpirare ; e tanto più fentiua quefta anfitrione , quanto per qualunque rimedio,che vfal- fe , fi trouaua fempre nella medefima aridità , e dirfìcultà di operare ; e come fufle fua colpa voIonrariaJempre s'vmiliaua; e s'accufaua di quefta tepidez- za^ negligenza che fentiua. E perchè le tentazioni ch'ella patiua*erano molto

gagliar-

Vita della B .Maria Maddalena de Pazzi . 6 r

gagliarde , e le offufcauano in gran parte il difeorfo, & anco talora efterior- mente l'agitauano contro fua voglia . Ritrouandofi ella in quefta aridità di fpi- nto , Temendo di iaper far atti contrari}, vini, e feruenti contro le tentazio- nuche la tempeftauano, nonfapeuadifeernere gli atti della lua \olontà$ eie pareua d'acconfentireà tutte le tentazioni. Siche (limando di vinere in con* tinua off eia di Dio , non trouaua cofa alcuna, che la conlolaflè , e diceua : Io fon diuentata vn ricetto d'iniquità , cagione di tutti li mali, & offefe, che fi fan- no à Dio : fi che non so come Giesù>e le creature nli fopportino fopra la terra. Altra volta dille, che le pareua, che il ino interno fufleàguifa d'vnaftanza grande piena di tenebre , e d'ofeurità , nel mezo delle quali fuffe vn piccioJif- fimo lume di lucerna; perchè così ella fi fentiua tanto offufeata, ^ottene- brata dalle tentazioni , che le pareua di (lare in vna grandiffima cecità , e che folo le rimaneua nel cuore vn piccioliffimo lume di vna buona volontà di non voler mai offendere Dio: così effercitaua e rarrinaua Dio fvmiltà di queuV ani- ma fanta. Oltre di-quello volle Dio,che ella patiffe vn'affiduo , e gran traua- glio ; e quello fu vna continua villa mentale del demonio , la quale talmente l'aflrliggeua , che viueua in perpetuo terrore; e diceua che più tolerabile le farebbe (lata la pena della morte, che quefta 5 con tutto ciò con moka pa- zienza , e conformità la tolieraua . Non meno di quefta l'affliggeua vna fre- quente rapprefentazione , cheaueuaalla fua imaginatiua , deli offefe fatte à fua diuina Maeftà , predettale da Dio nel ratto delli otto giorni , il giorno dello Spirito Santo , quando ella entrò in quello lago d anguftie , Imperochè ora le rapprefentauano l'offefe , e l'ingiurie, che ranno à Dio gli Eretici : ora quel- le de' cattiui Chriftiani .-quando quelle degli Ebrei.* e quando quelle de gli al- tri Infedeli : ma fpecialmente quelle de Religiofi , e delle Religiofe , che vi- uono fuori deirofleruanza. Ora fentiua l'orrore delle beftemmie contro Dio » e contro i Santi ; ora il fetore dell'impurità , e lafciuie 5 ora l'abominazione del- le fuperbie de gli huomini; quando lo ftrepito delle riffe , e inimicizie; quan- do il clamore, e lo ftrido de Ifingiuftizie .' e quando il terrore, e lofpauento de facrilegij : e quefte , e fimili altre cofe fi rapprefentauano così viuamente alla fua imaginazione , che da quelle fi fentiua trafiggere, come attualmen- te, e corporalmente Ihaueffe vedute » efentite. Con quello patire di quefte vide mentali, volle Dio efercitar la fortezza conferitale da quella quafi con- tinua villa, che ne meli precedenti aueua auuta da fua Diuina Maeftà nelle diuine contemplazioni ; acciò non rimaneffe fenza efercizio , e fenza prona di virtù, alcuna grazia diuina concedutale

Delle tentazioni contro la fede , che eltehbe in queflì cinque anni; efpecialmentf

dell'arte vfata dal demonio per impedirle la frequenta della Santi fi.

Comunione delimitare , e de me^i con i quali fuperò

quefle tentazioni . Cap. x X x I X*

PEr atterrare il Demonio la gran fede di queft anima illuminata,faceua gran forza pervaderle, che non ci foffe Dio , ne altra vita , che la prefente ; e che però vano>e fìiperfluo era raflaticarfi, & il patire , che ella faceua : e tanto

viuamen-

fa Vita delia B. Maria Maddalena de'Pazzf .

vàiamente fentiua imprimerfi nella mente quello concetto , che le offufcaua l'intelletto di modo, che per Scacciarlo non poteua fapeua difeorrerc ra- gioni in contrario. E bene non accettaua quefto errore nell'intelletto, e teneua la volontà ferma di metter mille volte la vita perla confezione della fede ; tuttauia non fentendo di faper ributtare quelle tentazioni con quella vi uezza , che arebbe voluto, le pareua d'acconfentire , e n'affliggeua grande- mente. Cercaria appreftò il demonio particolarmente didiftruggerin lei la fe- de inuerfoil Santi (lìmo Sagramento. Eie dettaua non folo, che non l'ado- raflTcma Io difpreggiafie come fufiè cofa non vera . E le faceua fornire tanta repugnanza all'accoflarfi alla fagra Comunione , chedoue prima ella foleua trouareogni fuo conforto in quello diuiniflìmo cibo > findufTe, che fentiua pena di morte al riceuerlo;. perle tentazioni di fede, che in quei tempo mag- giormente la motellauanoisì perche non potendo il demonio vincerla in que- fta incrudelita , l^ffiggeua per l'altra parte > con il persuaderle, che fi coma- nicaua indifgraziadi Dio; del che tanto maggior timore aueua, quanto che per l'aridità di fpirito in riceuedo, non lèntiua affettarne gufìo alcuno , come erafolita. Con tutti quelli trauagliad ogni modo non potè confeguirel'au- uerfario crudele , che ella mai tralafciafle la frequenza. di quello Sagramento ~ Per renderfi ella più forte, e ficura contro quella tentazione, prcievn rime- dio , che ella aueua auuto dalla fantiffima Vergine : e fu , che andata alfa Ma- dre Priora- , la pregò , che le imponeffe in virtù d'vbidienza , che mai deliberaf- fedilafciar la fama Comunione $ il che dalla Superiora impoft ole, loriceuc con molta prontezza, edifle: M'ingegnerò con l'aiuto di Giesu di fare quan- to m'auete importo- Da quello atto d'vbidienza prele tanto animo contro que- fta tentazione, che ne reflò molto quieta. Ma il demonio vedendoli per tal via impedita quella vittoria > tentò viVaitro mezzo eiìeriore , per vedere al- meno per via di fpauento poteua ritirarla da' Sagramenti:e pieno di fdegno,e di- furore , come era contro di lei ; quando ella sandaua à comunicare , le fa- ceua vedere fopra la finellrella della Comunione con vna fpadaignuda in ma- no , minacciandole morte , (e fi accoliaua . La qual villa cosìlatrerriua , che quali le mancauano le forze di muouere il palfo; & era neceflario > che il Pa- dre fpirituak le facelTe animo , e la incitale ad accollarfi fenza timore ; e pro- le egli per rimedio il comunicarla fola » finche fufìe celiata quella tentazione . Se bene le Comunk)ni,che ella faceua , erano priue del grillo fpirituale , non erano pero-vuote del frutto ; poiché da quelle traeua vn grandifijmo animo , & vna gran collanza , nel combattere contro quelli fieri auuerfarij : & ancor- ché così lungamente combattuta , non fi vedeua mai fianca , diffidata deL diuino aiuto; il quale pure per mezzo del medefimo Sagramento fentiua tal- ora verfo di potente > e pronto. Poiché anco in quelli cinque anni, quan- do piaceua alla pietà di Dio, vi fentì qualche volta gufli ineffàbili , che come vn ri nfrefea mento di fpirito la rinuigoriuano & au ioi anano, eia faceuana efifer defiderofadi quella battaglia , per patire vie più per amor di Dio.

Cerne

Vitadella B. Maria Maddalena de Pazzi 6$

C*mc ne' predetti cinque anni fu atrocemente tentata ili hejlemmia 3 e del dìfpregi^ dette facre itaagini \ e de modi coni quali ne reftò vittoriofa « Cap. X L.

COn la fopradetta tentazione contro la fede nandaua vnita vn altra orribi- litTmia, dibeftemrnia; perchè nell'iftelTo tempo che il demonio le per- fuadeua il non oeder-e iti Dio, e ne' fuoi Santi » Tincitaua a beftemmiarlo E quefta non era tentazione ordinaria di femplice iuggeftione .ma tantofiera, e viua , chclefaceua rifonare ancor all' vditocorpotaleornbiliffime beftemmic contro di fua Diuina Maefti ; il che fpecialmente le occorreua quando recita- ua i diuinU'ffizi Nel qual tempo procurando ella con ogni ftudio d'attuare la fua mente , e l'affettoaile diuinelodi ; 1 inuidiolò nimico per impedirle quella attenzione, ioccupaual'vdito con le beftemmie di maniera , chenonfolole toglieua l'attenzione col neceffitarla à far atti contrari; in defecazione di quel- le ; ma la poneua in tal grado , che ella temeua grandemente in vece di profe- rire le parole dell' vffizio proferire parole di beftemmia : perchè così vaiamen- te fé le fentiuafcolpircnell orecchie, cheglitoglieuano le parole di bocca. Perlochècol cuore pieno d'afflizione» e con gli occhi pieni di lagrime riuol- gendofi talora alle lue compagne diceua con tutto il cuore : Deh forel le pre- gate etesii per me , che in vece di lodare Dio io non lo beftemmi ; & erano quelle parole dette con tanta pietà , che trafiggeuano il cuore delle ibrelle . e Je moueuano a pianto . Quanto fuflTe il trauaglio » e l'afflizione , che patiua quell'anima in tentazioni cosi orrende/fi può congetturare dall'amore ch'ella portaua al fuo Dio . imperochè non può l'amore patir pena maggiore , che fentir beftemmiare , e maledire , ancorché meriteuolmente la cola amata ; e qual coltello di dolore bifogna , che le fufseal cuorcnon folo il fentir beftem- miare- l'innocentilTimo Dio , vnico amore del fuo cuore ; ma quafi elTer co- ftretta, e vederfi proiiìmaà proferire le medefime parole di beftemmia ? S'aiu- taua ella contro quefta tentazione con fare atti contrari nell'interno , e con la- bocca raddoppiaua , e replicaua 1 orazioni , le lodi , e le benedizioni à Dio .

Accanto a quefta tentazione ne fentiua vrfaltra di difpregiare le fante ima- gini : la quale talmente le penctraua ne fentimenti , che non poteuaquafi ri- mirarle , Scerà neceffitataàfarfi gran forza per vederle. Ma purché reftaitc con tufo il demonio, non riljparmiaua-à fatica* e quanto più gagliarde erano quelle tentazioni , tanto tnaggiormente ella s'aiutati a in ade* are", e venerare «.- con l'interno>e coni efterno le fagreimagini . E non foloauanti di quelle ora- uà, ma più volte nell'operazione de'fuoi miracoli, di quelle fi ferui, cornea- fuo luogo fi dirà*

Quanto crudeli furono le tentazioni di dìfper anione > che patì in quefli cinque annix

■è come fu più volte tentata di laj ci ari abito della Religione ; e de rimedi

che fi ferui contro di quelle- Cap. X LI.

N

On potendo Tinuidiofo nimico forTerire di vedere con tanta fua confu- fione queft'anjma così favorita da Dio, & arrichita di tanti doni > pensò

di

64 Vita della B. Maria Maddalena d e Pazzi.

di fpogliarnela per mezo della difperazione , e diffidenza di Dio . Onde veden- do,che ella per (uà vmiltà vitieua in continuo timore di non efiere ingannata negli cftafi , e nelle riuelazioni ,fi femì di quefto timore > come d vna fortear- ma ; e con quefto animofamente affrontandola, le perfuadeua,che i doni , e le grazie s che a lei pareua d'auer riceuute da Dio , fuflcro ftate illufioni , finzio- ni , & apparenze diaboliche , e che in ogni cola fi era ingannata 5 e che quefto iuo viuere non piaceua à Dio , anzi che era contro Ja Tua diurna volontà ; e che perciò era fuori della diuina grazia 5 e che nulla di quelloche ellafaceua era^# accetto à (ita Diuina Maeftà ; e che però in ogni cofa perdeua il tempo, e prò- nocaua Dio a maggior ira, e fdegno contro di . E per dimoftrazione di que- fto fi fermila dell'aridità di lpirito,che ella patina ; per mezo della quale le per- fuadeua tutte quefte cole efler vere , e che era abbandonata da Dio ; e che fa- cefle quanto voleffe, maiarebbe trouato mifericordia , e che di già era dan- nata . Erano quefte tentationi come tante crudeiiilìme coltellate , che trafig- geuano in mille parti l'anima Tua-, poiché non poteua fentir maggior trauaglio, quanto penfare d efler fcparata dal fuo Dio per loffefe , e peccati fuoi. E tan- to più crudelmente le imprimeuano nel cuore quefte tentazioni, quanto che volendo ella vincerle con far atti di confidenza, e di raflegnazione nella diuina pietà , fi fentiua tanto arida , e priua d'ogni fentimento Spirituale , che non trouaua via di fare vn'atto feruente. Procedette tant'oltre quefta tentazio- ne , chegiunfe à porle in animeche fi delle la morte da delta : come parti- colarmente auenne la notte di S. Andrea Apoftolo , chedicendo con l'altre Suore il Matutino,fopragiunta da graniffima tentazione di farfe male da ftef- fà, n'andò in refettorio: doueprefovn coltello, e ritornata in Coro , pure in ratto , fall (opra l'altare della B Vergine , e nelle mani di lei il collocò , per ottener grazia di vincere tal tentazione. Doppo quefto lo calpeftò co'piedi per maggior difprezzo del tentatore. Altra volta fi fece per lo fteffo effetto le- gare in cella della Madre Priora ; onde per guiderdone di^ tanta vmiltà la chia- mò Iddio alle diuine intelligenze, e non poco la rinuigórì à nuoua pugna_>« Mentre che il demonio , come (òpra , le perfuadeua , che tutto ciò che ella face uà, era perduto , e gettato via, e che mai arebbe fatto bene alcuno; le fug- gèriua appreflò, che le (ferii lei fatta Religiofa,non era ftata volontà di Dio ; e crfe (e fuffe ftata al (ecolo , arebbe fatto più feruizto à fua Diuina Maeftà , e fi farebbe faiuata ; il che non le farebbe riufeito , viueua monaca ; e che però Jacialfe l'abito della Religione , & vfeifle di Muniftero , e ritornafie al fecolo. Della qual tentazione trauagliata, ricorfe vna volta alla Madre Priora, e con funi al collo, e con le mani legate di dietro, come (eauelfe commeflb qual- che gvautflimo delitto, inprefenza di molte forelle, domandò per l'amor di Dioì'abito della Religione . Altra volta moleftata dalla medefima tentazione di vfeire di claufura, à confufione del Demonio prete le chiaui del Muniftero» e le portò a'piedi di vn Crocifitto. Trouandofi quell'anima tribolata da quefte tentazióni , non (apeua trouare altro riparo , che piangere l'ofFde , che teme- uadi fare à Dio; e per quefto timore llimandofi la più peccatola di tutte le creature, à tutte s' vmiliaua , e fi ftimaua indegna delia compagnia dell'altre . Le pareua, che quefto le auefle ad aprir la Terra fotto 1 piedi , fpecialmentc.

quando

Vita della B.Maria Maddalena de' Pazzi . 6$

quando s'andauaà comunicare: e limili altri fentimenti d'vmiltd generaua_j dentro ftefla,i quali più diffufamente fi diranno doue fi tratta della fua v- miltà.

J^e cinque anni di quella protrazione fa tentata grandemente di Superbiate di Difu-

bidiem^a : e come con molti atti vmili 5 e virtuofi vinfe quefte tenta-

%ioni. Cap. XX XX II.

NOn mancò il fuperbo auuerfario d'vfare ogni arte per aunefcnate col Tuo peftifero veleno di fuperbia quella vmile anelila del Signore . Onde ve- dendo non poterla indure à difperazione per mezo del timore deflere ingan- nata ne'diuini fauori, riuolgeua Tarme à rouefcio,e dellifteiTHauori fi (eiuiua per tentarla profunzione, e di propria compiacenza , e ftima .Alla qual ten- tazione ella con il ballò conofeimentodi fretta faccua così forte refiftenza » che niente penetrauano quefte auuelenate faette nel fuo cuore 5 anzi diqut prendeua maggior'occafione d'vmiliarfije tanto più fi riputala abomineuole, quanto conolcendo la fua mi fèria, fentiuaà canto à quella gli ftimoft di fuper- bia . Vedendo rinimico non poter colpire con quefte ; prelè nuouc arme ,0 con peruerle ragioni le faceua apparire vile , & abietto lo flato della Religio- ne,e tutti gli elercizi di quella . Le poneua nell'animo defideri tfelle pompe , e vanità del iècolo : e fopra tutto le rendeua difficile rvbbidienza,e fuggezionc, onde doue prima fi efercitaua con tanto gufto ndl'vbbidienza , & in tutte T- opere della Religione, percaufa di quefte tentazioni fentiua grandillìma fati- cale le bifognaua farfi vna forzajndicibile per vbbidire. Di che poi ella ftelTa s' accufaua colpeuole;eiTendo foiita di direche in vncerto modo non fentiua d%- eiTer padrona di fare gli atti contrari , che arebbe voluto fare , lafciar di fare quelli, che arebbe voluto fuggire . Così in tutte l'altre tentazioni , cheefte- riormenteragitauano,ella faceua interiormente atti contrarie fi proteftaua à Dio voler mille volte morire,ch e mai offenderlo .

Con tutte quefte violenze, che le fece il demonio per renderla difubbidien- te , non ebbe mai forza di farla trasgredire volontariamente vbbidienza , ò or- dine alcuno, tanto regolarcquantoperfonale , ancorché minimene impedir- le,che prontamenteancorche con molta violenza non l'elTequifce.. Con tut- to ciò ella per renderfi più forte contro quefte tentazioni , e per fuperar coti più gloriola vittoria 1 auuerfario , in prefenza delle iorelle rinnouaua taiuolta il voto de 11' vbbidienza , nelle mani della Superiora ,* & altre volte fi faceua commettere in virtù d'vbbidienza.che non lafciaffe ordine alcuno>e voleua ef. fer aftretta (pecialmente in quelle vbbidienze , che più le repugnauano. contenta deli'vbbidienza della Superiora ,fi foggettaua anco a dell'altre; e per confondere la fuperbia,e propria ftima nella quale eratentata^pregaua inftan- temente la Superiora che f vmiliaiTce mortificane cornei lei piaceua. Perciò Ja Superiora le faceua taiuolta chieder perdono à tutte le Monache , quando ad vna ad vna, e quando à tutte in mezo del refettorio; quando con vna fune al collo , e con le mani legate di dietro , baciare a toste i piedi lotto le menlo ad refettorio > quando da per se fteiìa , e quando da altre la faceua percuoter

E con

66 Vita della B.Maria Maddalena dePazzi .'

con la difcipJina ? taluolta la faceua vfeire da menfa,e la mandaua attorno alle menfe à chiedere per amor di Dio vn di pane , quale le faceua poi mangia- re in terra in mezzo del refettorio ; e-conofcendo,che quefte mortificazioni le erano di gran giouamento, & aiuto fpirituale , le diceua parole dVmiliazione , edi-difprczzo, così in publico , come in priuato , Anzi commefse ad alcune Monache ,che quando la rifeontrauano per il Muniftero le dicessero qualche parola di mortificazione ; ilche elle per vbbidienza efeguendo,l'vmile Beata fi fermata a fentirle con molta quiete;e proftrandofi aloro piedi,fi vmiliaua,e s' aceti faua mancheuolc, e chiedeua perdono ; e diceua con gran fentimento cf- •vmilrà , Dio ve'l meriti . Se bene la Superiora fapeua, che l'impeto della ten- tazione faceua fare taluolta alla Beata Suor Maria Maddalena qualche appa- rente difetto contro fua volontà;tuttauia di quelli,ancorchè minimi,agramen- te la riprendete ki prefenza di tutte , eglienimponeuapubliche penitenze . Alcune volte la faceua diftendere in terra auanti la porta del Coro, ò del refet- torio » per doue aueuano da paflàre tutte le Monache , e comandaua loro che le pafsafsero (opra, acciò come terra fufsc calpeftata. Altre volte la fece lega- re con le mani di dietro in qualche luogo , doue aueuano à pafsare le Mona- diche da tutte le faceua dire qualche parola di mortificazione Oltre di quefto in tutti qucfti cinque anni di protezione la detta Madre priora , per prouare quefta Beata nel difpreggio di se ftefsa , e per tenerla in tanti priuilegi diuini vmile , e ba(Ta,la fece elercitare continuamente negli efercizi baffi della cuci- naci rigouernarcin portar brace,legne>attigner'acqua,lauare>fpazzare,cuci- nate , e fare ogn'altro più vile efercizio del Muniftero , come fu(se fiata la più abbietta conuerfa di quelle.'le quali cofe ella riceueua, e faceua con tanta prontezza che pareua , che in tutti li fuoi trauagii non auefse altro conforto % che l'elsere vmiliata,e difprezzita . Onde non contenta di q ietti auuilimenti % anco da per ftefsa talora.fi eleggeua (imiti mortificazioni;e particolarmen- te la vigilia di tutti i Santi del 1588. auendo in quel giorno patito gran tenta- zione di difubi Jienzi. da per (e ftefsa fibendò gli occhi, e da vna conuerfa fi fece legare con vna fune con le mani di dietro à certi legni vicino al Coro ; e venendo la Madre Priora e frollandola così legara, le domandò la cagione ; Se ella vifpofe,che aueua fatto quefto, perchè le pareua fatica vbbidire,e poiché la fua volontà voleua lafciarfi legare da'dolti legami deirvbbidienza>vole- ua,che il fuo corpo ftefse legato con Je funi.kcon molta vmilrà la pregò,che commettefse à tutte le monache, che quando entranano in Coro le dicelsero per fua confulìone ; Suor Maria Maddalena imparate à far à voftro modo ; al che tutte co molta loroconfufione vbbidirno: &ella riceuè quefta mortifica- zione con tanta vmikà,che cagionò in tutte gran compunzione. E doppoche tutte lebbero così vmiliata ella ftando in detto modo legatale bendata chiefe à tutte perdono con parole di profonda vmilrà : dopò la quale vmiliazione fciolra.e sbendata , fu rapita in eftafi, nel quale fu da Sua Diuina Maeftà gran- demente confolata come più à balso fi dirà Altra volta efsendofi nella ftefsa maniera fatta legare alle grate del Coro > per efser dalle monache fchernita, e beffata , pregò fa Madre Priora , che da ciafeuna monaca le facclTe dire que- lle parole di confufione. Suor Maria Maddalena, quefto vi auuicne, pc'vofìri

difetti.

Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi . 6y

difetti i e perchè troppo volete fare à voflro modo . Così voJle efser vmiliara quella , che tra tutte era lo Specchio dell vbbidienza > & in tal maniera trouaiia: contorto da Dio in quefte tentazioni j imperochè da quelle vmiliazioni la tira- Dio à gli eftafi,& ad alte contemplazioni . Altra volta dopò effere Hata per molto fpazioin eftafi contemplando la Paffione del Saiuatore>fi fenti accen- dere grandemente l'allatto all'immitazione di Gicsù; da cui intefe come le fa- rebbe fomtnamente (lato forato , che ella proftrara giacere à trauerfo la porta delCorOffifaceffecalpeihiedatutfele Monache , le quali eiTendo in Coro aueuano di quiui ncceflariainente à pattare; onde vfeita dalfeftafi fi pofe à gia- cere in detto luogo, auendo ardire alcuna Monaca di pattare per detta por- ta^ per vbbidienza della Superiora tutte le pafsornofopra . Con quelle armi vinceua > e confòndetia quetta valorofa combattente gli auuerfarij di modo , che le loro tentazioni non folo non l'erano cagione di perdita ì ma di maggior cumulo di meriti^ di più ftabihmento di virtù .

Ebbe ancora grauijffime tentazioni di Gola : e come di quelle ne riportò glorio/a vittoria . Cap. XLIII.

Q Vanto era maggiore l'attinenza > che faceua quefta Beata , tanto profe maggior occafionc il demonio di tentarla di Gola: e bene per attinen- za cominciata infino da' teneri anni aueua afsuefatta la compiendone à po- chifllmo cibo , e domato l'appetito in maniera , che per fuo ordinario le daua pochìffima moleftia ; tuttauia in quefte tentazioni le accendeua per opera del demonio così impetuofa voglia di cibi , che fpeflb per la fua mente fi ri- uoglieuano i penfieri di quello , che doueua mangiare > e l'appetito quafi che impaziente, e famelico, continuamente la ftimolauaal cibo. A quefta tenta- zione Ci aggiugneua anco la tentazione efteriore ; imperochè il demonio per farla preua ricare in quefto vizio , e farle rompere la regola da Dio riceuuta , di cibarfi di folo pane > & acqua: oltre al farle appetire altri cibi , le rappre- fentaua non folo all'immaginatiua preziofi cibi , e laute menfe , ma ancora mentre pafsaua per 1 luoghi della difpenfaje apriua gli armadi , e le cafse , do- ue nel Muniftero fi conferuauano i cibi comuni , «Se ella vedeua apriifi da ma- no inuifibile i detti armadi , che pure ftauano ferrati à chiaue, & altre volte an- cora fuori delle dette ftanze fi vedeua efser presentati auanti de' cibi,fenza ve- der da chi. Qiefta tentazione tanto le era piùmolefta quanto che oltre la vir- tù dell'attinenza tanto da lei efercitata . era contraria alla fua inclinazione ; o tanta noia le recaua , che ebbe à dire ad alcuna forella , che Dio in vn certo modononlaporeuafartrauagliare da' demoni in cola , chele recaffe tan- to rafttdio , quanto quefta ; perchè le pareua così feoncio , e brutto vi- zio , che non aueua trouato tentazione, che la facelse maggiormente vmilia- re ói quefta -Non potè con tutte quefte fue violenze il demonio farcene l'ap- petito della gola preualefse , e fuperafse la virtù dell'attinente , e mortificata Maria Maddalena ; ma facendo ella violenza à ftefsa , feppe contenerfi co- sì e (attamente dentro alla regola datale da Dio , che il demonio ne reftò con-1 iufo.e fuergognato > & elfi maggiormente efaltata appreflbà Sua DMJ

D 2 Tati

6 8 Vita della B. Maria Maddalena de' Pazzi.

Vati molte tentazioni ] impure- > e per vincerle fi gettò vna volta nuda tra le fpine: fe- ce molte penitente afflittine > &v so altri rimedi efficaci. Cap. XXX X I V.

COn tutto cheiddio aueffe dotato quella Tua diletta di tante grazice priui- legiata con tanti fauori ,• però, la fece efente in tutto dalla battaglia , che contro [angelica vii tu delia Caftità ne muoue il fenfo a'figliuoli degli huorni- : ma acciò k lue vittorie rudero compite, e non mancalse alla dia corona il trionfo diquello forte nemico , perrnefse Dio , che ella per due anni > cioè dal 1 5 S 5. al i 5 87. patifse llirnoli d'impura fenfualità nel corpo , & impure imagi- nazioni nella mente Ma però ftntriniecoamore.che ella portauaà : quella vir- tù , la refe tanto nemica di quello vizio , e tanto forte , che ancorché gli (li- moli fuflero gagliardiilìmi, e le imaginazioni importune , fi feppe così ben di- fendercene non folo non reftò in minima parte macchiata da quella lordura> ma ne pure apprefe conia fua mente,che eofa fi pretendere il demonio da lei con quelle tentazioni;trà le qualifche è cofa ammirabile ) conferuò talmente la fua Àngelicha femplicità, che ancora in età più prouetta: anzi vicina à mor- tcebbe à dire > die non fapeua che cofa furfe quella, che macchiate la cafti- tà: e per aflkurarft di non efierincorfa in qualche macchia di quella , ebbe à domandarne ad vna fua confidente difcepola . Dai che chiaramente fi racco- glie, ò che Iddio per fingolar feuore non volle,che così puro intelletto auuez - ::o à penetrare cofe altee diuine,re(lalre opprelTo da così vili,e brutti oggetti; ò vero che ella > aiutata però dalla diuina grazia , fufie tanto prella , e veemen- te nel ributtare l'imaginazioni, e faceffe tal forza al fuo intelletto nel diuertirlo dagli (limoli > che fentiua nel fenfo., e dall'imaginazioni della mente , che non le lalcialfe tare minimo difeorfo fopra di quelite che però ancorché li fentifle, li apprendere come cofa maJa, con tutto ciò, non intendelTe il- fine di quelli . Ma non contenta quella fpofa di Chrillofgelofa delia conuerfazione della lua callitàjdella fola forza, che contro à qneile tentazioni fàceua con l'intelletto, e con la volontà,fentendo,che quello era vizio del fenfo» e della carne, la pre- fe àperfeguitare feueramente. Onde oltre al cibarfi fcatfamente di folo pane: & acqua, e dormire fui nudo faccone per poco fpazio.- & oltre alle quotidiane fatiche della feruitù del Munillero , nelle quali giorno, e notte simpiegaua^ , fpeiTo fi difciplinaaa crudelmente condifciplina di ferro; portaua ilcilicio,e fo- cena al fuo corpo altri llrazi; ma fpecialmente fi formò vnacinta di chiodi in- caftratiin canouacciode punteceli capi de'quali vfeendo fuori del canou accio- veniuano a trafiggere la fua nuda carne, fopra la quale ellaportauaTnttoque- flo fù.pocoin paragone di quello , che ella fece à' 8. di Settembre dell'anno 15 87.nel qual giorno fentendo accefo nella carne vn grande incendio d'impu- ra fenfualità . potendolo ellinguere con alcuna forza inrerna ; andata nella ilanza delle legne > fcelfe le fpine , e gli llerpi che iui fi trouauano , e fattone vn falcio le lo portò in vna Ilanza rcmota;doue à porta chiufa fi fpogliù, & ad jimitazione di S.Benedetto > fopra quelle , diftde in terra , fi gettò Buda à gia- cere 5 e sìarditamente vi riuoJfeil fuo corpo , che reftò tutta ferita , e grartìata-

dalk

Vita della B.Marfa Maddalena de'Pazzi . 69

dalle punture in maniera, che non folo le fpine , ma il paramento ancora reftò bagnato del fuo fangue,*& cosi,e quelle,e quefto fumo veduti fanguinofi dalle Monache, & efla trouata quiui che fi riueftiua . E così reftò vittoriosa dell'ini-;, portuna tentazione.

In quefii cinque annidi pronazione fu la Beata Maria Maddalena moke volte eru»

delmente per coffa ^firaf rinata , percipitatagiuper le [cale , & in varie

guife tormentata , & afflitta corporalmente da' demoni*

Cap. XLV.

ACciòquefta eletta del Signore fufle più raffinata nella fornace della ten- tazione > e comparifle nella fama Chiefà più i Jluftre il fuo patire , più co- piofo il fuo merito>più gloriofa la fua vittoria , e più abbondante il faitto che Dio pretendeua; nonghbaftòilprouocarla folo con le tentazioni, e patimen- ti interni, ma volle efaminarla ancora per mezzo di pene,e di tormenti efterni» e corporali Onde auendola collocata in mezo de demonici vn lago di leoni, diede loro poterti di tormentarla , e trauagìiarla crudelmente in tutti li fenti- menti : ma fpecialmente nella vifta , nell'vdito , e nel tatto .

Nella vifta la tormentauano con frequemilfime apparizioni orribili > efpa- uentofe ; imperochè ora pigliauano forme corporali ài bruttinomi , e ferociffi- mimoftri, che come leoni,ò cani arrabiati, e famelici kcorreuano addoffo, moftrando volerla diuorare e fuifcerare ; e tantoarebbon fatto per f odio,che le portauano , da Dio non folte fiata foccorfa . Altre volte le appariuano in forma di ferpe, ò di altri fpauentofi animali ; & in fomma ora con vno fpauen- to, & ora con l'altro cercauano atterrirla : & erano cosìf requenti quefte appa- rizioni, che poco meno che non erano continue . Di quanto trauaglio le fuCTe- ro y fi può congetturare da quello che ella,vna volta parlando di quefta vifta* ditte ad voa fua confidente:Ó forella lafcio confiderare à voi quel che può ap- portare all'anima mia orribile villa di demoni . E chiaramente fi compren- derla dal vedere,cheà quefte apparizioni ella diueniua-liuida» efmorta,tutt* tremante^ giacciata,e piena di terrorce fpauento.Vna volta tra 1 altre veden- dofi comparire auantiil demonio in vna forma orribile , fentì tanto trauaglio » che oltre all' elter diuenuta liuida, come fi è detto > fudaua abbondantemente » e Ci diede à chiamare in fuo aiuto 1 Archangelo S; Michele ; e riuolta à Giesù cominciò ad e(clamare : 0 Verbo , ò Verbo : in te Domine fperauì, nonconfundar ìn&ternum. Poi riuolta al demonio 3 dille*, Che vuoi dame, ò befìia orribile ? 0 bone le fu , per la vifla dell'offe /atte À Tua Diuina Maeflà , er-quella de miei nunerfarif unipare digufiar £ Inferno $ ma voi demoni , ni inghiotti(fi,voi farete poi forcati a vomitarmi . Altre volte fendo fola in vna ftanza , fu fentita con- traffare con il demonio, e tirarli de' fatti , e li diceua : Vantiti da me beftiaccia , che vuoi,che vuoi da me <? E come fc egli tentaflè d oltraggiarla, e farle infulto» G. ritiraua ÌndÌetro,e diceua : Vaniti, e non mi ti appreffare .• Tidico , ci* ti partì nel nome di Giesù : e telo puffo comandare, telo cimando , cV inginocchiatafi , pregaua Dio , che le porgefte aiuto . £ ftette più di due ore in quefto contra- ilo . Dimandata dalla Superiora, che cofa le fufle f acceduta ; rilpoie , come il

E ? demo-

;'.-■

70 Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi,

demonio in forma d' vna fpauentofa beftia moftraua volerla diuorarc

Nell'vdito , oltre l'orrende bettemmic > che le faceuano Mentire, le poneua- novrla, gridi, eftndiacutiflìmi; elefeceuanofentiretali, e tanti ft repiti, e rumori , che Je occupauano l'vdito , e nonlelafciauanofentirc il parlar delle Monache . E quando era in Coro , con gli fteffi ftrepiti , vrla , e ftridi cercaua* no d'impedirle,che non fentiffe il falmeggiare dell* altre; che però talora fi rac- comandaua alle forelle, chepregaflero Dio per lei, acciò Jedeffe grazia > che ella potette fodisfare al diuino vficio -

Tutto quefto fi può dire che fuflepoco , rifpetto a quello che ella patì da gli fteffi demoni nelle membra del fuo corpo : imperochèlpeflò fi vedeua ef- fer gettata à forza in terta , fenza vedere da chi ; e mentre così gettata giaceua in terra > vedeuano le Monache agitarla in tutta la vita, e far gefti, e mouimenti ora col capo,ora con le braccia»ora co le gambe, & ora d'altre parti del corpo come Ce in quella ruffe percoffa . Nel qual mentre diueniua pallida , (colorita. e piena d'afflizione ; e dopò d'eflere fiata in tali agitazioni , quando per fpazio di tre i e quando per quattro , e quando per cinque ore continue , fi fermaua ; ma però fi trouaua tutta pefta,e fiacca. Et interrogata che cola aueffe, rifpon- deua.chc dàdemoni era così gettata à terra, e che ora in forme orribili la bat* teuano,e percoteuano con duriifime verghe, & ora in forma di veleno vipe- re , e ferpenti la mordeuano > e le dauano altri tormenti nelle membra fue,che pareua le fuffero tagliate a brano a brano,onde per la pena,che fentiua in quel- le , non poteua contenerfi di non fi agitare in quel modo . Non rifparmiaua il demonica tempo, e luogo alcuno, ma in tutti i tempi, & in tutti i luoghi à fua voglia in quefte guife l'affaliua; onde ancora mentre ell'era in Coro ad vdic Mefla , la vedeuano le Madri efler gettata in terra , e percofsa in detta maniera; & vna volta fra le altre la percoffero così crudelmente nel volto , che l'enfiò in guifa,che fu bifogno curarlo.

Più volte fìi da gli fteflì demoni precipitofamente gettata a terra delle fcale ddmuniftero; e quefto particolarmente quando andaua à comùnicarfi > ò à far qualche opera di carità . Nel che apparfe grande,e miracolofa la prouiden- za di Dio,ela protezione che egli teneua di lei; imperochèefsendocongrand' impeto gettata più folte à terra d'vna fcala di pietra di più di venticinque fcali- n i , e precipitando impetuofamente dalla cima alla fine, fi trouaua in terra fen- za cfserfi fatta male alcuno . E correndo le Monache à quefto ftrepito, e pen- landò trouarla sfracellata , la trouauano lana, e falua con loro gran marauiglia, & ella Cubito ritta , andaua con molta pace alla fua opera .

Non fazi i demoni di quefti ftrazi, ancora vforno più volte di ftrafcinarla per fi Coro , e per altre ftanze del muniftero; onde vedeuano le Monache la beata Maria Maddalena efler gettata à giacere in terra, & eflere ftrafeinata hor qua hor , fenza vedere da chi . Nel che da vna parte reftauano fpauentatc & attonite: ma dall'altra, mentre che U rimirauano in quefti franagli così manfueta.e paziente , fi moueuano à pietà, e compatitone , e vedendo non le poa r CfTere d aiuto alcuno , fi moueuano à lagrimare , & à pianto .

1 em o ancora il demonio di foffocarla , e priuarla di vita : e quefto feguì vna fera In camera della Madre Priora ; doue ritrouandofi la Beata , fu con grand'

4 impeto

Vita della B.Mària Maddalena de'Pazzi . 7 1

impeto gettata in terra al (uà folito , & ad vn tratto le vidde enfiare la gola, & il vifo , e cominciò à toffire come fulTe foffocata j e per l'affimnoche pa- t ma» fudana grandemente , e con voce foffocata > che à pena srvdiua , dicena : io muoìo-yiomiioìo^ io fono foffocata. (ii quefto accidente per paffaggio, ma durò in guefto tramaglio per io fpazio di tre ore ; e ceffata che Je fu , rima- fe col vifo così liuido,e pefto>che fu ncceffario di medicarla . Tutte quefte co- le le fuccedettero à occhi veggenti delie Monache. Ma oltre di quefte pati molti altitrauagli , che non ti viddero,* poiché la notte non la kfciauano i de- moni prendere ripofo , e neirifteiTe maniere frequentemente l'afialiuano , e tormentauano di modo , che fra il giorno , e la notte non auena quafi mai be- ne y ma ftaua fempre in vna continua battaglia . Onde ella ftelTa ebbe à dire > che tra le tenrationi interne , e combattimenti efterni era tanto occupata , che non le rimaneua tempo da offerirli à Dio .

Quanto^ volorofamente fi portò la Beata Maria Maddalena in quefla battaglia: co de»

moni. Cap. XLFÌ.

SrcomeFinuitto animo di quefta nobile Verginella non fi fgomentò al pri- mo afsalto di quei fieri leoni , che le comparfe io alianti, quando da Dio fu poftain^queftoiagodi tentazioni , ma appoggiata alla grazia dinina animo fa- mente vi entrò dicendo, sufficit mìhi grati* tua ; Cosifenza diuenire pufilla- riimepafiò cinque anni interi in quefte crudeli battaglie . E veramente era co- fa di ftupore il vedere vna tenera fanciulla debole di (efifo, di età grouenile, co- me vna pecorella in mezzo à tanti lupi > ftar così intrepida, e forte, mai fian- car fi, ò querelarfi,ò della grauezzactelk' tentazioni, ò deiFacerbità de'tormen- ti, ò della lunghezza della du razione » ò d'alerò finiftro accidente,che le occor» yefle: ma fempre conformata con ladiuina volontà armata dell' vmiltà,e prò- tetta dalla grazia di Dio,ftette fempre infteecatocorcqueftemoffruofc beftie infernali;nè mai da quelle fu vintale fnperata, Imperochè efléndeeome fopra è detto da'demoni,e nell'interno e neli'efterno travagliata, e tormenta ta,fop- portò il tutto con tal fortezza d'animo>che bene per ilpatimento del fenlo* alle vifte de gli fpanentofr demoni, allo ftrepito de gii orrendi gridi>& al dolore delle acerbe pex:ofse,e de' velenofi morfine le impallidiua il voko,e fi vedeua piena dafflizione>e trauagliojnò però & vidde maialterata,ò impazknte>far atti, ò dir parola d'animo appaflìonato,e foprafatto. iffuovo$to>a$rcorchèafrlit- to,perdémai quella gratia,e benignità,cherendeuailfuofembiante angelico, ma fempre conferuò la fua modeftia > e manfuetudine ; e dalla fua bocca non s'vdiuam quei tormenti vfeire altrepa*olefenorkqueffe,00»e/« a Giesu mio? Anziché vedendo che le Monache talora per iiia comparsone, in vederla così duramente trauagliata.>piangeiiano , ella le confoìaua*e drceua :; T^on vi ricordate voitche quefte cofe hanno da ejfere,è cheto deuoper dhuino volere pajfar per quefte tentazioni ? E fimilmente;quando vedendola in quei torménti còsi fie- ramente percome ftrafeinata per terra,cercai*ano difarle qualche offequio.- ella dkeua loro. Lafciate pur fare a "demoni So che il Signore non permetter etiche faccino più di quello, che poffono le miefor^e. E talora burlandoli de gli fieflltor- »l£lttij diceua al demonio : E quando tu m barai tormentato quanto defukr'hche

15 a haY/ti

72- Vita della B. Maria Maddalena de' Pazzi.

barai ottenuto $ ^4d ogni modo, Benedicam Dominion in omni tempore , femper laus eitisìn ore meo. Altra volta rimprouerandole la loro debolezza,doppo efìère fiata più volte nel medefimo contratto da loro gettata in terra , gli diffe^» . Voi non potete far e non quanto vi permette il mio Spofo m E riuolta ad vn de- monio diffe ilo non niego^che tu non fia forteto beflva horribile , e che io da mefia debole : ìyul è apprejfo di me il Signore , che infinitamente è pia potente di té. Ht in- ibita rìdo- à tutti diceria ; Tslon vi accorgete ò (tolti T& ignor antiche io fono col mio Ciesuxe cltf non mi potete nuocere ? T^pn vi accorgete ancora y che con tante voflrc battaglie mi farete rimanere più glorio/a vincitrice i Fatta animofa contro lo- ro gli prouocaua à battaglia ; vedendoli quando in Coro aftaticarfi in ibgge- lire penfieri vani alla mente delle Monache per diftrarle dalle diuine lodi ; quando nella danza > doue le monache fi comunicano , & odono la parola di Dio , per impedirle l'attenzione, e torle la diuozione ; quando- nel Refettorio , per farle commettere difetti nel cibarfi,e per dittrarle dalia lezione spirituale ; quando nella fala del lauoro, ò in altri luoghi defercizi, per farle tarde,e negli- genti, pigliana da vnamano la Croce » e dall'altra vna disciplina , e conquette. gli perfeguitaua ; e petcuotendo or qua or per quelle ftanze, il andana cac- ciando da quei luoghi 3 e diceua alle monache -, ^C?» vedete voi , che tutto il Muniflero è pieno di demoniche ci ajfiflono per tentarci ? E domandata vna volta perche non cacciaua mai i demoni di Capitolo, rifpofe, che in quel luogo non vi entrauano,per li atti di vmiliazione > e di mortificazione,che ini fi iàceuano . Se bene il demonio la perfeguitaua in tutti i luoghi > & in tutti i tempi , di giorno , e di notte ; non aueua però paura alcuna , & andaua per tutto edam di aieza norte;nè retto per quefto di far mai alcuna diuozione, ò opera di carità ,- ò altro bene per alcuno fpauento, ò terrore, che la poneilero i demoni . Onde confa fi, e ihergognati ,come codardie perdenti, fi partirono da lei vrlandò, e addendo, e costda lei più. volte furono feliciti : &ellailtutto riconofceuada Dio^nelf aiutodel. quale fi confidaua.

€ome i demoni per ritirarla dall' aufier ita delfuo viuere , le apparfero in forma di

Monacheie come per /ereditarla prefero più volte lafua effigie , e fecero

dey folleuamentinelMuniftero . Cap. XLVll..

NOn potendo l'infernal nimico tolèrare lauderò modo di viuere di quefta. Beatale vedendo non poterla con perfuafioni , ne con fpauenti,ò al- tr'arte da lui vfata ritirarla da quello , pofe mano agl'inganni; e vedendofi Sco- perti ^interni delle falfc periuafiue, volle tentare anco gli efterni . Perciò va giorno le apparuero due demoni in forma di due diuerfe monache jvna veftitx di negro e l'altra di bianco ; e moftrandofi l'vna, e l'altra molto zelanti del fuo- bene : con pictofo affetto le dilfero.che rimettefle alquanto il rigore della fila vita> perche, come fingolarcnon era accetto à Dio,anzi che perciò l'oftende- ua ; e che le auefiè perieuerato in tale oftinazione, farebbe caduta in difgraaia* - di Sua Diuina Maettà . Rimafe la beata giouan* per quetta vifione con qual-^ che timore,ma temendo più dell'inganno della vifione, che diquello delibo*

viuere-

Vita della B. Maria Maddalena de' Pazz? . 75

viuere » poiché era con f vbbidienza defuoi Superiori, ricor (e alForazione;neI- la quale rapita in eftafi il giorno de Satiri Simone, e Giuda, le fu due lato dal Si- gnore , che quefti era flato il demonio per ingannarla ,e rimuouerla dal diuino volere. Dal che prefo animo non lòlo non allentò il fuo rigore, ma con mag- giore aufterità l'andaua offe mando di modo , che eflendo ella in quefto tem- po della prouazione fopragiunta da vna febbre ardente con molti dolori e fpe- cialmente con ecceflìuo dolore di tefta;ad ogni modo non tralafciò il fuo Co- iitocibo di pane, & acqua , ne difmeffe l'altre penitenze del dormire, del vefti- re, dell'andare fcalza. e dell'altre fatiche >& efercizidel muniftero. E così feguì- per venti giorni , & arebbe feguitato fino alla morte , dall'vbbidienza del Padre ipirituale , e della Superiora non le fu (Te comandato, che piglia fle vn di riftoio, acciò riauefle alquanto le forze- Ma però il riftoro.che prefe, non tu altro ,che qualche cibo quadragefimale per pochi giorni > doppo li quali ri- tornò alla medefima aufterità .

Eflendo riufcito così vano al Demonio il fuo difegno , volle prouare vn'al- tr'arte : e fu di confondere per via ài infamia il concetto, e 1 odore , che della-, fantità di lei era appreflò le lue monache.Onde in quefto tempo,che ella fi ci- baua di pane , & acqua, vna mattina mentre fi trouaua in Capitolo alla fanta_» Comunione; il demonio prefe la fua effigie : e nel tempo,che dalla cucina del muniftero paffau a vna monaca , andò in detta forma alla pentola , che eraal fuoco,e ne trafle fuora della carne>moftrandpdi portarfela per mangiarla. Ve- dendo quefto la detta monaca , e penfando, che fufle Suor Maria Maddalena, reftò molto fcandalizata; e mormorandone dentro di Aefia,non feppe con* tenerfi di non lo dire à qualcheconfidente:& effendofi fparfa per il muniftero quefta voce, la Beata ne riportò vna gian confufione ; e non fuffe ftata giu- flificara da chi offeruò , che in detta ora ella fi ritrouaua in Capitolo con l'altre à comunicarli , farebbe fortito quello , che pretendena il demone . Vnaltra volta prefa dal demonio la medefima forma di lei, di notte tempo andò in vna flanza,e tolfe alcune cofe da mangiare; il che eflendo flato vifto , fu publicato per il muniftero,& imputato à ìei.La quale conofcendo,che tutte quefte erano perfecuzioni del demonio Je tollerò con pace , e non dilse parola in fua difefa. Si manifeftò con tutto ciòcche quefta era bugia; poiché vnanouizia fece tefti- monio , che la Beata era ftata tutta quella notte nell'oratorio dalle noui- zie in orazione infieme con eflò lei : & ella domandatane dal Padre Confeflore ratificò il medefimo, Onde forti tutto il contrario di queIlo,che pretendeua il demonio; poiché per mezzo di quefte infamie maggiormente rifplendeua la fua perfezione , e fantità nel tollerarle con animo quieto, fenza procurarne giuftificazio- ne ;& in vece di reftar confufa,rima- neua giuftificata da Dio , e confufo il demo- nio»

jtìeim

74 Vita delta RMariaMaddafenà dèPazziv

^Mcunlconforti fpirituali yche ebbe E "Maria? Maddalena in quefli cinque anni de

provatone , e fpecialmente come ella. riceuèdaGiesk ilfafcetto degli

Strumenti della, fua TaJJione , & altra voltaXifleffo Giesà nelle

braccia JE come fu confortata convnfoaue liquore da S.To-

mafo à Aquino ^flette quattro giorni ye quattro notti

continue in ejìafi0.Cap. XLVILL.

SE bene Iddioaueua lafciato queft anima in mezzo di tanti demoni , e tenta- ; ztonijfenz&ilgufto della fua graziale gu (bua di vederla così defolata com- battere tanto* virilmente ; nondimeno come pietofo Signore non le dàua il cuore'al noftro modo di dire ) di lafciar creatura tanto di lui amata totalmen- te lenza qualche guftoddlecofediuine.Onde di quando in quando per mag- . giormente inuigorirLvIe ftillauaneiranimiqualche dolcezza fpirituale; quan- di per mezzo d^lSantillimoSagramento ; quando col folleuarJ&in eftafi , e_> farla partecipe de'celfciti fegreri;equando con mirabili apparizioni.e dolce vi- fte.-ora.dalla.fua facratiffima vmanità , ora della Santiffima Vergine; oca, de gli Angioli , de'qnali vedéu& talora grandi fchiere per il muniftero in aiuto delìt^ iìie monache: & ora de'Santi fuor duoti Ma fpecialmente è da notare quello,, che le fuccefle circa la fine del medefimo anno 1 5 85.^5. di Febraio $ nel qual giornocorrcndo il Giouedì di CatneuaIe,chiatnato in Firenze Berlingaccio, fi. te ce nel fuo muniffero dalle Mònache, conforme alfolito>vna diuota procef- fione per placare l'ira di Dìo irritata: dairoftefe , che in quei:giorni in;particola- re fi Tanno da'mondàniallaDiuinaMaeftà. Dòueritrouandofi ancor ella > e confiderando con amaro animo quefteoffelcfu rapita in eftafi, e le apparile.^ GiesiYappaffìonato,in quella pofitura come quando da Pilato fu moftrato al popolo Ebreo dicendo , Ecce Homo , Per la qual vifta acceia di defiderio di patire, di(le:0 Giesà mioypercbenonpoffoeffere io quellayche patifca tanti affanni, tanti Jiberni,e villanie yquant io veggio cbequeiitradìtori ti fanno ymoflrandoti al po- polo? per che non poflo cauarti,diteftzqueUa,pungente coronaycbe tanto t'affligge , e mettsrla.in capo a me •-,. poiché per me la tieni y.e per me patifci queflepene 3 e tor- menti <? E mentre dimoraua in quelli amorofi affetti , intefe corne^Giesti per compiacerla in tal defiderio di patire per amor fuo > le voleua fare vn preziofo donatìuo pieno damorofo dolore; e quefto era concederle nelle braccia in vn fafeio gl'ilìrumenti della fua Pàllione , chiamato da S.Bernardo il fafeetto- delta mirra.Onderiuolta al detto Santo lo pregò con grande affettoxhe la vo- kfle purificare col làngne di Giesù, acciò dégnamente nccuelTe quefto dono; e vedendo nelle mani di Giesù gli linimenti della fua penofiiFima- Pàffione,. gli nominò ad vnoadvnoSc allargando le bracciale ftrinlèpoi /opra il petto, e moftrò d'abbracciare itdettofafcio,, dicendo >; Fafciculus mirrhx dtl&tlus meus mihi , inter vberamea commorabitur . Ma lo ricette con tanto lentimento di dolore> e con tale participazione delle pene di Giesù che cadde in terra tut- ta tremante;& alquanto dopò fi rifuegliòdal ratto piena di fpirito, e più forte & animo fa che mai contro i demoni.

Non molto dopò piacque àfuaDiuina Maeftàfarle yn altro fauore di «non,

tTvi nr»r

Vrta<Jella B.Maria Maddalena de1 Pazzi, 7 j

ìsninordolcezza.Haueua ella mólto tempo defiderato di vedere Giesù bam- bino in quella forma,e ftatura > che egli vfcì dall' vtero Verginale di Maria,on- de rapita vna volta in eftafiin queftoScfiderio > Jeapparue Ja Santiflìma Ver- gine con Giesùbambino in quella forma che la Beata lo defideraua,e la com- piacque non folo di inoltrarglielo, ma anco glielo diede nelle braccia : &ella teneramente ftringendolo al petto^per Scontento ,e giubilo , che fentiua , pa- reuarche tutta fi Jiquefacefie d'amore ; ne farebbe poffibile efprimere con pa- role le lagrimeie gliamorófiaffctti >chein tal contemplazione etìasfogò ver- fo di Giesu bambòiino .

Similmentea'7 .di Marzo, giorno ili S.Tomafod* Aquino > contemplando ella la gloriaci queftofuodiuoto , fu rapita in etìafi ,nel quale vidde il detto Santo cinto di gloriofa luceje da Sconfortata à ftarfalda in quella battaglia , l*auuisò,che doueua ancora xzrefeere in lei Taridicà di fpirito . Perloche racco- mandandofi ellacàldamenteairinteiceflione del Santo , vidde che prima di partirli da leile vnfeil lato delcuorce tutti i fenficon vn'odorifero» e prezio- so liquore ; dal quàteiCome dififcfifentì molto rinuigorire lo fpirito , e fortifi- care la volontà.

. Ancora nd giorno dell'Ànnunziazione della Santifs. Vergine > contem- plando l'akiflìmo mifterio dell'Incarnazione > flette fei ore continue in eftaiì . nel quale prefegrandiffimo riftorofpirituale ; poiché per mezo di qudfte in- telligenze fi vedeua illuminare l'intelletto, e rinnigorire la volontà, che neJf- pfeurità delle tentazioni le pareua d auer fepòlti ne'peccati.

Medcfimamente a'2,0 di Luglio dell'anno feguente 1 5 8<5.giornodi S.Mar- gherita , mentre ella fi rrouaua in Coro à recitare Tvffiziodiuino $ fu rapita in cftafi;nel quale intefe,come Iddiofi compiaceua di mitigate alquanto quefta battaglia fpiritualcfino al feguente mefe d'Ottobre. II che con effettofi vid- de;poiche in detto tcmpo,quietate alquanto le fiere tentazioni, e franagli dia- bolici,gu ftó più dello Spirito & ebbe più frequenti ratti .

Ma fpecialmentc del mele d' Agofto feguente* tra molti altri, ebbe vn efta- fi mirabile , nel quale dimorò quattro giorni, e quattro notti continue, e fufle- guenti , ritornando a' fenfi iòloper due ore ad giorno, per fodisfare all'vffizio diuino, e prendere vn poco di cibo di pane, &acqua . Entrò ella in quello eftafi il 1 i.deldejto mefe,e durò fino a'rs-nelqual tempo ebbe alte intelli- genze delle cole diùine , le quali fi godette frase, e Dio, poiché indetto eftafi parlò poco:ma bene fi vedeua dall'eflerno , chedl'era tutta afforta negli abif- fi de<liuini mifteri .Conquefte contemplazioni ,&altriefercizi ipiritualifian- daua vie più armando contro i nemici, afpcrtandodopò la quiete maggiori af- faltixome le fuccedettero *

Ebbe vn altro conforto [piritualein queflo tempo , e \fk <T e/fere a/Jìcurata con

vn mirabikìfègno , cbewefitoi ratti non era ingannata dal demonio

Cap. XLIX.

TRa tutte le tentazioni, che tormentauano queft anima nel tempo dei- fa fua pronazione , fu , come fopra è detto t la tentazione della & fra- zione:

jG Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi.

zione; quale veniua contro di lei armata dal timore, che perfua vmiltàella aueua continuamente di non elfere dal demonio ingannata negli eftafi . Onde il benigno Signore , che non permette , che gli vmili di cuore fieno nelf vmil- depreflì , ma per mezzo di quella gli efalta , foccorfe con vn mirabil fegna quefla fua diletta in tanta afflizione . Imperochè oltre a predetti , e molti altri rattichella ebbe nel detto mefe d'Agofto del 1 5 *6* n'ebbe due , vno de' quali feguì il 1 6. e l'altro il 1 5 . di detto ; ne* quali fpecialmente fu afficurata , e confortata da Dio, che quelli fuoi ratti, & intelligenze non erano illufioni del demonio, ma effetti dell'amore difua DiuinaMaeftàverfodilei, eperfegno di ciò le fece intendere , come voleua che ftetTequindeci giorni , in termine de' quali non fi cibarle non tre volte in quello modo 5 cioè li due Giouedì, e ] a Domenica , che correuano in mezo di detto termine ; e che ne* due Gioue- dì da fera pigliale folo vn di pane » e vino > e la Domenica cibi quadragefi- mali . Àuendo ella ciò conferito al Padre Spirituale, & alla Madre Priora (co- me quelli , che ancor erti defiderauano auer qualche ficurezza fopranaturale della verità di quefte fue intelligenze) le concedettero licenza. Onde eflendo, quando ella l'vltima volta intefe quello volere di Dio, in giorno di Domenica, cominciò quello digiuno il Lunedì feguente , e flette fenza punto di cibo dal- la detta Domenica fino alle 14. ore del Giouedì feguente , alla qualora prefe vn poco di pane , e vn di vino , & il Venerdì , e Sabbato feguente fino alla Domenica fera non prefe cofa alcuna ; ma la Domenica fera prefe alquanro ri- fioro di cibi quadragefimali . Dipoi pafsò tutta la fettimana lèguente fino alla Domenica come l'antecedente , conforme all'ordine fuddettoauutoda S. D. Maeftà ; & infra detti quindeci giorni , fuori di dette tre volte > non prefè ne pure vna gocciola d'acqua >ma folo il Santiffimo Sagramento dell'Altare ogni mattina 5 dal quale rinuigorita etiam corporalmente , fece in tutti i detti quin- dici giorni i foliti efercizi,e fatiche della Religione con tanta prontezza,e fran- chezza > che faceua flupire le Monache 5 mai fi vidde in lei flanchezza , ò mancanza veruna , ne pure pallidezza di volto , ma fu come aueffe in detto tempo dato al fuo corpo ogni riftoro . Per quefto fegno fentì alquanto alleg- gerirti quel gran timore, che aueua degl'inganni diabolici, Ci che potè in auue- nire far più gagliarda refiftenza alle tentazioni, con che (òpra ciò f inquietana il demonio ; & anco il Padre Confeffore, e le Monache, flimando quello fegno colà fopranaturale > viepiùficonfermorno, che quefte cofe follerò da Dio .

Le fono moflrate da Dio le pene del Tuì-gatorio, dotte vede l'anima dyvn fuo fratello . Cap. L.

ESfendo del mefe di Giugno 1 5 87. pafTato à miglior vita vn fratello carnale della Beata, ella conforme al ilio folito, nel pregare Dio per l'anima fua » fu rapita in eftafi , e le fu moftraro penare nel fuoco del Purgatorio. Si accefe ella per quella vifta àfupplicare con più femore la Diuina bontà per la fua li- berazione ; e dopò d'eflere ftara in quella orazione affettuolamente per buo- no fpazio d'ora , fi rifentì dal ratto tutta piena di terrore . E con gli occhi pie- ni di Jagnmarc n'andò alla Superiora , a' pie delia quale prollratafi , die

r\ A4

Vita della B.Maria Maddalena de'Pazzi . 77

0 Madre fon pur grande quelle pene y che in Purgatorio patifcono t anime \ TS[on mai larei credute tali , Dio non me naueffe dato vn di lume . La medefima villa ebbe il giorno feguente,alla quale furapita mentre andaua meditando quel- le pene ; e tanto tu il trauagho che le apportaua tal vifta , che riuolta à Dio ebbe à dire: t^o mi il cuore Dio mio di viuere in terra\e conuerfare tra le crea- ture con tal vifla . La fera poi del fegucnte ritrouandofì nell'orto con l'altre Monache, fu di nuouo rapirà in eftafi; e per quanto ficomprefe dalle azioni die fece , e paiole che dilTe, le tu moftrato da Dio il luogo ,x le pene del Pur- gatorio • Imperochè tutta piena d'afflizione , e d'ammirazione , con volto feo- ìorito, e mefto, circondò tutto 1 orto à palio lento ,* e fermandoli ora in quella parte , & ora in quella >moftraua di vedere pene atrociffimee diuerfe : e dalle parole, che proferiua in vn luogo , moftrò di vedere le pene de' Religiofi ; in vn'altro quelle degl'ippocriti ; appreffo quelle degl'ignoranti ; altroue quel- le de di (ubidienti ; doue quelle degl 'impazienti; e doue quelle de' bugiardi, an- cora quelle de fu perbù&ambiziofi, quelle deglauari,e per vltimo quelle de- gl'ingrati. Nella villa delle quali pene era tanto il terrore che patiua. e tanta la compaffione che fentiua verfo di quell'anime , che ora per pietà fi chinaua fi- no in terra , ora per compaiiìone fi ftringeua nelle fpalle , ora per marauiglia percoteua palma à palma , ora per flupore alzana gli occhi al Cielo , e porge - ua fouente affettuofe preghiere à Dio per quell'anime , & ora inuitaua il Cic- lo, elaterraàflupirficoniew Talora riuolta à .quell'anime , proferiua parole di compaffione verfo di loro ; quando le riprendeua de' peccati per i quali pa- tinano , e quando le confortaua con le fperanze de' beni die afpettauano $ & in quelli atti diffe tutto ciòcche è notato nel libro de' fuoi ertali a fuo luogo . E tanto viui erano gli atti che faceua , e le parole,che in quello eftafi ella diceua, che moueuanoà compaiiìone, e lagrime tutte le Monache affilienti àque- fto fpettacolo / perchè pareua che propriamente ella vederle quelle pene con gli occhi corporali : onde accefe in tutte molto femore nel pregare Dio per T anime del Purgatorio , Tra l'altre cofe notabili che ella dilTe di quelle pene,fìw che tutti i tormenti patiti da' fanti Martiri , fono vn' ameno giardino in parago- ne di quello, che patifcono le anime del Purgatorio; e poi fuori di ratto dilTe che erano tanto terribili ? che in tal vifta non auciTe auuta la compagnia del fuo Angelo Cuftode , e di Santo Agoftino, che in tutto quel luogo faccom- pagnorno, non l'arrebbe potuta foftenere . Non fu quella villa vana per l'anima fua : poiché come ella dille nel medefimo ratto, da qui im- parò à conofeere maggiormente la purità diuina >che non am- mette nel fuo regno non anime purificate, e monde da ogni , ancorché minimo debito di colpa , e fi accefe à maggior odio del peccato ,• e con quella co- gnizione , & odio fi fece più forte contro le tentazioni importune , che in tal tempo vie più la traua. gliauanor

% *

le

78 Vita della B.Marìa Maddalena de' Pazzi.

le tiene ordinato da Dio, che vadafcal%a , e veflita dvna yiliffma tonaca ; econvn

fegno marauigliofo confermò Dio quefla fua volontà > quale

fu da lei efeguita con licenza del ?adre Spirituale *

Cap. LI.

FVconce tto di S, Gregorio Papa fopra quelle parole di Giesìu Qui non re- nunciat omnibus,qu# poffidet , non potefl meus effe difeipuius ; che chiunque viene à battaglia col Diauolo , deponga i veftimenti delle cofe terrene . Qui contra diabolum ad tettarne* pr operai, ve fiimenta abuciat ne fuccumbat -Così ap- punto parue,chevolefle Dio da queft'anima combattente : imperochè aden- dola egli porta in queftabattaglia,quaficome a lotta con i demoni; non oitan- te,ehe ella fufie fpogliata dell'abito fecolarce d'ognicofa terrena;per rendetla più agile.e fpedita, volle, che fi fcalzaffè i piedi ,e che tra le vefti della Religione veftifle la più vile, che fi trouaua > & aueffe la più pouera cella, e letto, che nef- fun altra Monaca. Onde folleuata in eftafiil s.di Luglio 1 5 87. Ci fece inten- dere quefta fua volontà ; alla quale prontamente obbedendo nell'ideATo eftafi fi trafse le fcarpe,e le calze : & andata in cella, leuòogni cofa, benché minima, e vi lafciò folo vn Crocifififo all'Altarino, & al letto folo il faccone,<5c vn'afle in luogo di piumaccio . Dipoi andò nella danza , & à gli armadi della comunità delle tonache ; e fcelta la più vile>e rattopata, fi ritirò in vna ftanza , doue fpo- ghatafi di quella eh' aueua in doffo,ft riueftìdi quella abietta E fìi tanto il con- tento , & il giubilo del Tuo cuore in vederfi così vilmente veftkaperamordi Dio. che affìttati gli occhi al Cielo>ne ringraziò Dio , come di (ingoiare benefi- zio, e coagrandiuozione recita il Te Deum. Dopò il quale sfatto de* Tuoi abiti varinuolto, lo portò in camera della Madre Priora,- e prefo il calamaro, carta,e penna.di Ir fi trasferì al Coro, e fall fopra l'Altare della Beata Vergine a ginoc- chioni, & in grembo dvna dinota immagine di efsa Vergine enfiente fopra detto Altare , fcrifse in carta,e fece nuoua profèflìone eoa quefte parole : io* Suor Maria Maddalena fòprofefjìone > e prometto a Dio , alla fua pur iffima Madre Vergine Maui a, à Santa Caterina, & al Serafico Francefco, infime con tutta la Corte Celefiiale,vbbidim'%a,Cafìità)epauertàjiel modo che Dio in quefto punto mi fa intera dere,e conofeere; con propofito fermo di non mai lafciarlayfe non barò vero lume,che piaccia così à lui yfi come ora intendo ycbe egli e veramente quello, xbe vuole, eh e io of~ jèrui la pouertà . Verciò confidandomi nel fuo aiuto, e miferico*diafò<quefta pofejfio-

ne in manu puritatis Mari* . E mentre fcrifle quefte pai ole^tenne fempre la fi- aiftra mano nelle mani di detta imagine : e di poi diflei Se mi farà dettole /* trouo nona regola,rifponderò,chc non è nouitàjna vn far perfetta la mia $ggola,per~ tbe tutte arebbono à far cosi Fauellò poi della- fama pouertàcon tanto fpirito> che n'accefe gran defidcrio dofleruarla in tutte le forclle che l'vdirno. Riuni- ta poi di nuouoalla Beata Vergine, con parole molto affettuofe la pregò , che di lei tene(Fe continua protezione,e che l'aiutafle ad eseguire quanto il Signor re le aueua fatto intendere : e tutto quefto fecce diflè in eftafi. Dal quale ritoc- cata a fenfi, andò alla Madre Priora,e proftrataaTuoi piedi; la pregò con granX

affcti

Vita della B.Maria Maddalena dc'Pazzi. 79

affetteche per l'amor di Dio non l'impediffe quella vita>che da Dio le era (lata ordinata. Riipofe allora prudentemente la Superiora,che bifognaua palefare il tutto al Padre Confeffore,e conforme al Tuo configlio fi farebbe regolata. Pri- ma di permettere tal cofa volle il detto Padre far proua dell'vbbidienza di Suor Maria Maddalena > per chiarate anco in ciò faffeftato inganno diabolico; e perciò le comandò che fi calzafscc riueftiSè-delie fue vefti folite.Sentì la Bea- ta grandamaritudine introuare il fuo Padre Spirituale difeordante daquefta tiuelazionc penfando, che ciò dependefse dall'efsere (lata ingannata dal De- moniojnon le parendo poffibilcche quefto fuo intendimento fotte venuto da DiOjdi trouare ilPadre Spirituale contrarioie per quefto timore proruppe in gran piantoe con prontezza vbbidì al Padre Confefsore . Non reftò per que- fto il Signore di darle il medefimo fentimento, come quello.che voletia veni- re all'effettoje dopò hauerle fatto intendere due altre volte quefto medefimo del mefe d'Agofto feguente a' 2.ftando pure in eftafi , fi fentì oltre modo {li- molata dallo fpirito di Dio à fpogliarfi , e veftirfi come (opra . E non potendo fare refiftenza all'impulfo diuino,fi nudò i piedi come fopra , & andò per la to- naca vile > & abietta,che per vbbidienza sera cauata -, e menrre itaua per pren- derla riuolta à Dio, difse: Dio mio,quando io farò con te ubbidirò te, quando farà con lowjrbbidirò loro,danne lume giù . In quefto mentre vedendola la Madre Priora le difse : Suor Maria Maddalena per vbbidienza datemi cotefti panni, e non ve ne veftitce rimetteteui le calze e le fcarpe. A quella voce d\ bbidien- za fi rifentl la Beata dal ratto, e prontamente raffegnò alla Supcriora la tonaca domandatale^ fi rimefse le calzce le fcarpe : ma fu cofa mirabile , che fubito calzata le enfìrorno i piedi , e l'entrò tal dolore in effi , che non vi fi reggeua ritta,nè poteua mouerfi non carponi;fichè le bifognaua andar con le mani, e con le ginocchia per terra , & à comunicarfi bifognaua, che fufse portata i braccia dall'altre Sorelle . Dopò auerla lafciata ftare in quefti termini parecchi giorni,ftimò il Padre Confefsorcche quefto folte fufficiente fegno,per cono- scere che era volontà di Dio , che ella tenefse tal vita; onde di fua commeffio- ne la Madre Priora difse à Suor Maria Maddalena : Il Padre vi licenza , che voicredeteche quefta fia volontà di Dio , vi cauiate le calzce le (carpe, & andiate fcalza conforme che Dio vuole. Subito Suor Maria Maddalena fi fcal- zò,6c in quello iftante ( cofa non meno mirabile della precedente) fi fenri cef- fate ogni dolore de piedi , e fi vidde effettìuamente ancor dalla Madre Priora difenfiarle i piedi , e fubito cominciò à caminare fenza alcun 'impedimento , o dolore 5 & andata auanti all'Altare della Beata Vergine , refe grazie à Dio,che <:on tanta pietà aueua fatto conofeere a fuoi Superiori il fuo -diurno volere . tt ella fi pofeadefeguirlopuntualiftImamente,efi velli della tonaca rattoppata, e vile,e feguitò pertreanniconrinuid'andare fcalza, tanto J'inuerno » quanto la (late, con tanto fuo patire ,che era vna pietà il vederla. Imperochè eterei tan- <lofi ella in quei tempi nell'efercizio dzlh cucina, andaua cosi fcalza, e mal ve - dita per 1 giacere per le neufcper il che lenfiauano e feoppiauano i p kdue le gambe di manjera,chc da ed] fi vedeua (peftò vergare il (angue ; e per il freddo che patina >diuentauano Je carni liuide,e nere, e bene fpeflò tremaua così fatta- . e.che non poteua quafi proferir parola voieua nftoro,o confòrto al»

cimo.

So Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi.

amorfie pure permettercene le rotture della carne de' piedi,e delle gambe le fuffero fafeiate ; perchè così voleua adempire Ja diuina volontà , la quale ricer- caua da lei quefto patire per la conuerfione de* peccatori, e per gli altri fini che iòpra ; ma ipecialmente per confondere i demoni* quali (ommamente aueua- no in odio quefto ilio patire per amor di Dio . Perciò finiti li cinque anni della prouazione Ci rimette le (carpe. e le pianellcma non già le calze fino all'vltima infermità, e feguitò la medefima pouertà di cella.e di veftito fino à morte >co- me à iuo luogo fi dirà .

V ede U gloria di Sant'+Agoflino , e con effe recita lYfi^io Dittino . Cap. LI I.

SI come continuauano li patimenti quefta ferua di Dio , così di quando in quando continuaua Iddio à darle qualche conforto (pi rituale . Onde la Vi- gilia di S. Agoftino del medefimoanno 1 587. nel recitare alcuni Salmi in ono- re di detto Santo,eftendofi accefa à gran defiderio di vedere la fuagloriat ne fu da iua Diuina Maeftà compiaciuta . Imperochè la (era del medefimo giorno , mentre che Ci trouaua in Coro alla Compieta,fù rapita in eftafi,e vidde S. Ago- ftino in vna grandiffima gloria ; la quale come che in qualche parte ridondale ancora in lei, fi vedeua ripiena nel volto di vn certo che di bellezza , che aueua del diuino;e cominciò à fauellare col Santo con tal femore, e veemenza di (pi* rito,che non fu potàbile notarlo . Dipo i la notte feguente,mcntre ella Ci ritro- uaua à recitare il Mattutino in Coro con l'altre Monache, fri di nuouo rapita in eftafi ,e le apparile il detto Santo gloriofo, come l'aueua veduto la fera prece- dente.E ftata alquanto in quefta contemplazione, finì di dire l'vfizio con il San- to : e quefto Ci compre dal fentire, che lei recitaua vn verfo, e taceua l'altro, interponendo quello fpazio che bafta per recitare quello, che ella taceua ; nei qual tempo diede anco mamfefti legni di vdiie melodie angeliche: poiché (landò attentiflìma con l'vdito^difle ; Sono bene altri canti quefiiy che quelli che fi fanno qua giù in terra: Dopò ch'ebbe finito lJvfizio,rimafe in contemplazio- .-ftatica fino allora della Comunione -, e C\ comunicò in ratto con tanto àf - fetto , e dolcezza d'amore diuino,che pareua fufle per mancare di vita ; e ditte parole tanto affettuofe , che arebbe intenerito ogni duro cuore ; rifentitapoi dal ratto riferì per vbbidienza tutto quefto* Così contracambiaua Iddio le vide che ella patiua degli fpauentofi demoni, & il (iiono delle beftemmie infernali, che ne* fuoi orecchi rilònauano,come fopra è detto .

Confermò Iddio , che quefla proua^ion e veniua dafua Diuina Maeflà , con V opera- tori d'alcuni miracoli fatti in quejìo tempo della prouazione della Beata Ma- ria Maddalena . Cap. LI I /.

E prima : Come mh acolo f amente fanò vna Monaca r attratta , e vicina à morte .

PErchc , vedendo le Monache quefta loro forelJa , già tanto fauorita da Dio di donicelefti , & allora derelitta in tanta aridità di fpirito , agitata da tante

tenta-

Vita della B. Maria Maddalena de' Pazzi . 8 r

tentazioni , e quafi lafciata nelle mani di Satanaflò per fchcrmo, e berfaglio di ftrazi>e patimenti ; fofpettauano che ella non ftifse più grata à Dio come pri- ma , ò che i tuoi ertali > e nuelazioni rudero fiati inganneuoli , e che perciò Id- dio laueile lafciata in potere de'demoni 5 Volle nel mezo di tanti trauagli , & auuilimenti farla comparire adorna della fua onnipotenza > con farle operare alcuni miracoli; quali tutti da telìimoni di viltà fono flati ne procellì della fua Beatificazione telbficati ,e parte efaminati dalla Sacra Rota di Roma , e dalla Sacra Congregazione de' Riti fono flati approuati per ved,e certi miracoli .

Ritrouandofi dell'anno 1587. indetto muniftero vna monaca Conuerfa chiamata Suor Fede di Domenico da Legxiaia, tutta rattratta,& enfiata da capo a' piedi in rnaniera,che il lato finiftro era [cordato più del deliro vn palmo , poteua per tale rattrazipne di nerui muouere membro alcuno, ne anco le ma- ni 3nè il capo, e patiua per tutta la vita acerbiffimi dolori , quali non la lafciaua- no prendere ripofo > & elTendo fiata più mefi ferma in letto con quella infer- mità , lenza trouare alcun giouamenro da' medicamenti,!! era ridotta vicino à morte , e lafciata da medici per difperata ; quandoché vn giorno del mele di Luglio,ifpirata da Dio,fi lènti accendere gran confidanza ne* meriti della fan- tira della Madre Suor Maria Maddalena, e mandò a chiamarla . Ma la buona Madre per allora non voile andarui ; e quafi preuedendo, che il Signore le vo- leua far la grazia della fanità,rifpofe:Dite à Suor Fedcche oggi non è tempo, però, che abbia pazienza , e fi prepari per domani à óra di Vefpro , che andrò à vifitarla . Il di feguente su l'ora del Vefpro , la Beata Maria Maddalena flando nell'Oratorio delle nouizie in eflafi,genuflefla auanti ad vn'imagine della Ver- gine,fi leuò in piedi,e prefe la detta imagine , e con efTa andò al letto doue gia- ceua l'inferma, e posò la imagine su'l letto,c fi pofe à far'orazione . A pena eb- be Suor Maria Maddalena pofata quelfimagine fu 1 letto,che l'inferma,la qua- le per prima non poteua muouere le mani , prefe , e te nne la detta imagine ; Doppo auere Suor Maria Maddalena fatta vn poco d'orazione fi rizzò , & al- zati gli occhi al CielojdiffèjS/d/^ta la tua volontà ,6 signore; fece il légno del- la Croce fopra l'inferma con detta imagine , e lubito fi flefèro tutti i nerui del- le membra attrattele nell'iflefso frante fuanì l'enfiagione^ecelTomo i dolori, e reflò al tutto fana in maniera.che allora allora fi farebbe leuata,fe le monache glie l'auelTero permeilo; fi come fi leuò la mattina feguente : e quando daU'- vbbidienza le tu perme(]ò,tornò à gli efercizi del muniftero .

Liberò vna giouane indemoniata . «

D Eiranno 15 88. Cattarina figliuola del Signor Carlo Spini , fanciulla nobi- le Fiorentina, polfeduta da vn fpirito , maligno , andò vn giorno infieme con fua madre à vifitare la B, Maria Maddalena,quale era loro parente:e men- tre che ftauano infieme ragionando alle grate del parlatorio , la B. fu rapita in eftafi; alla qual villa il demnnio fubito cominciò à uguagliare grandemente Ja fanciulla,gettandola per terra , gonfiandole la gola , Irridendo , & vrlando > e facendole fare altri ftrauolgimenti fpauenteuoli . Allora la Beata piena di compailione verfo quella pouera creatura , mandò à chiamare il Padre

F Con-

8 % Vita della B. Maria Maddalena de' Pazzi.

Confeflbre, quale fi ritrouaua in Chiefa 5 e giunto che egli fu in parlatorio , lo pregò,che comandaffe à quello Ipirito, che fi partilTe da quel corpo ; ma egli che confidaua più nella fantità di Suor Maria Maddalena , che in , le repli- cò;Io comando à voi per lànta vbbidienza>che glielo comandiate voi . Allora Suor Maria Maddalena con maedofo imperio , piena di confidanza in Dio, difle allo fyìntoilo ti comando da parte di Diotc})etu ti parta di cote/i 9 corpo , e fe- ce il legno della Croce fopra l'indemoniata, e di (libito lo fpirito partì , eia fanciulla rimafe libera , e quieta , come non auefle mai auuto nulla 5 ne mai più in tempo di fua vita fu da quello fpirito trauagliata .

Colfegno della Croce fa ritornare buono il vinoguajlo dvna botte , e bcuendone vna

Monaca inferma viene rif anata .

DEI mefe d'Agofto dell'anno 1 5 8 S.eflendofi guado nella cantina del Mu- nidero il vino dvna bottega Madre Priora, che per la pouertà del Muni- dero non aueua commodità dipoterprouederealla mancanza di quello vi- no,comandò alla Madre Suor Maria Maddalena.che pregafle Giesu>(e le pia- ceua farle grazia,chc quel vino ritornafle buono . Allora la Beata Maria Mad- dalena confidata nell'vbbidienza , prefe vn'imagine di San Diego dipinta in vn quadretto , & andata con/fla alla cantina , fatta vn d'orazione , fegnò con detta imagine la botte dei vino guado . Doppo che attingendone la canouara» trouò> che era ritornato alla fua bontà ; e le Monache ne reiero grazie à Dio» che così marauigliofamente aueua proueduto a' loro bifogni .

Si trouaua malata in quel tempo grauemente di febbre con fluito Suor Maria Angiola Santucci, Monaca di detto Munidero, la quale (emendo que- fto miracolo chiefe à bere vn di quel vino , e beuutone fi lenti fubito alle- gerire il male, Raccendendoli per tal miglioramento à maggiore fperanza d'- auer per mezo di quello vino à ricuperare l'intera fanità ; fene fece porgere un'altro poco il feguente , e medefimamente nel lo defso dante, che lo bc- uè,fentì notabile miglioramento, & il terzo redo fana a fatto, con maraui- glia dell'altre forelle-

Lecca con la propria lingua vn male contagio fo d'una Monaca , e la rifana .

ERa data inferma per molti anni vna monaca del fuo Munidero chiamata Suor Barbera Ballala quale aueua vn male contagiofo.cagionato (come difsero i Medici ) perche la mafsa del (angue era infetta : e per cagione di que- flo male era piena di erode, e di fcabbia; la quale per procedere da vmore fai- fo, le rodeua la carne, e particolarmente pigliaua fuo sfogo nel collo , nelle mani, e nelle braccia ,• e nefsuno medicamento, per molti che ne auelse fatti » le aucuagiouato . Si era conquedo male contagiolo ridotta fino all'anno 1 5 89. nel qual tempo la Beata Maria Maddalena, doppo d'efserfi vna matti- na communicata , in andare per il munidero fi incontrò in luogo afsai ritirato in queda pouera inferma : e mofsa à compadrone, podefiamendueinginoc* chiotti , per ofsequio di quelfeccefilua carità , che aueua verfo il proflìmo , fi

naif-

Vita della B. Maria Maddalena de'Pazzi . 8 j

mifse à leccarle con la prop da lingua le mani,e le braccia,e tutte le parti infet- te da detto male; ediiseall'inferma,cheaueise fede ; e che fperafse in Dio , e nella Beatiiììma VcrginCiche guarirebbe.e così fuccefse. Imperochè in capo, à duco tre giorni > lenza auuederfene > fi trouò del tutto fana , e con le carni monde e nette come non vi auefse auuto male alcuno , ne mai più patì di tal male .

Col fogno della Croce riduce la vita nelle membra d*vna Conucrfa, che per infermità

erano come morte .

DEI medefimo anno 1589. cadde la gocciola à Suor Pace Colombini mo- naca conuerfa di detto Muniftero,e perde talmente il lato finiftro, cho non folo non lo poteua punto muouere, ma era come morto tanto che pro- uando i Medici à ficcarle nella carne di quel lato vno fpillettoafsai lungo non fentiua dolore alcuno , come carne al tutto morta . Ritrouandofi vn giorno la B.Maddalena à vifitare detta inferma, la Madre Priora la pregò>che ella facef- fe orazione per lei.e la fegnafse . Fece la Beata Madre per fua vmiltà alquanto refiftenza > ma vinta dalf ubbidienza , e dalla carità > fece fopra l'inferma il fé- gno della Croce, e fubiro linfoma fentì tornarfi qualche virtù vitale nel lato perdutole pregò la buona Maire che feguitafle à pregare Dio per lei,e la tor- nale à vifitare . Il feguente tornò Suor Maria Maddalena all'inferma , e di nuouo fece fopra di lei il legno della Croce , e medefimamente l'inferma, fentì fubito effetto di tal vigore naturale nelle già morte membra>che comin- ciò à poterle muouere . llrerzodìfùdinuouovifitata ? e fegnata dalla lìefsa Beatale fubito fi fentì rifanata; e difse,io fono guarita: e poco doppo fi leuò di letto con ftuporc di tutte le monache , e molto più del Mediconi quale cono* feendo la graue infermità i aueua al tutto dilperato la fua fanità, e non reftaua capace di vederla fana per la cafa fare gli elercizi,come ogn'altra Conuerfa,nè patì più di tal male.

In quella maniera vmiliaua, & efaltauainfieme Iddio quella fua ancilla; fi- che era cofa mirabile il vederla da vna parte vmiliata> & abballata in tante ten~. fazioni , & agitazioni de'demoni ; e dall'altra parte vederla operare marauiglie grandi: le quali però non terminorno qui, ma fi riferuanoà narrare àfuo luogo.

Come il Signore premiaua di quando in quando con Cete/li fauori gli atti vìrtuofi , e le vittorie ^che la B. Maria Maddalena riportaua dalle tentationi^fpecialmente, come doppo auer vinto le tentationi d'impurità ,fà dalla Santifjìma Vergine rico- perta con vn candido velo , per me%o della quale fu liberata per tutto il tempo di fua vita da ogni tentatone impura . Cap. LIV.

Piacque al largo rimuneratore de nollri beni Dio , fecondo il coftume àt\i~ immenfa fua liberalità.oltre la riporta corona digiuftizia, riferuata nel Cie- lo à quell'anima fanta, premiare di quando in quando con cekfti fauori gli atti fuoi vìrtuofi , e le vittorie>che ella riportaua delle tentazioni . Vna volta fra 1!-

F 2 al-

84 Vita della B. Maria Maddalena de' Pazzi.

altre auendo ella con vmiliffìmo atto , e con fune al collo baciato i piedi a tin- te le lue Monache ,piena di fpiritnale contento n'andò in Coro 5 doue rapita in eftafi le apparue Giesù gloriofo, e rifplendente ; ilquale in premio di quella variazione » caramente faccolfe nelle braccia ,e con vn bacio di diuino amo- re l'inebriò di (e , di modo,che fi vedeua dal fuoefterno , che non capiua in fé-» ftefla,equafi per amore fi diftruggeua. E nell'ifteflb ratto vidde S. Giouanni Euangehfta, e S.Caterina da Siena fuoi diuoti , che con iftrctte catene legata- rio 1 demoni da lei vintile fuperati.

Vn altra volta eflendofi fatta legare con le mani di dietro al feggio dd Coro per fuo Icherno, & vmiliazione, tu in tale atto rapita in eftafi , nel quale Giesvi le le fece vedere legato alla colonna , e flagellato : e da quella vifta fu mira- bilmente con folata ; & animata à iòfferire ogni trauaglio per amore del tran*. gliatw desìi.

Medefiinamentedoppoauere ella fatto quelfattodVmiJiazione.fopra nar- rato nel cap 4i.difirfi legare con occhi bendati alle grate efiftenti apprettò il Coto,dell Altare della Vergine;fciolta,e sbendata fi pofe inginocchioni auanti aldetroaltare, e fittati occhi ali imagine della Vergincfii rapita in eftafi; nel quale Dio le di (Te >che quell atto gli era (òttimamente piacciuro, e come era__* flato di gran confufione a demoui,quali ella . vdiua fortemente vrlare non po- tei! do loffi irlo .

Sopi*a tutti quefti fu mitabile^quello che leoccorfea' 17. di Settembre nel 1587. nel qual tempo ritrouandofi quefta Santa Verginella fieramente com- battuta nella caftità , nel modo che fopra nel capit^.è detto, & eflendole dal Padre Confe(Tore,e dalla madre Priora ftato vietato, che non più fi gettalTe fra ie fpine , viàlse certe altre crudeltà ftraordinarie vedo del fuo corpo , che per vincere quefte tentazioni v fa 11 a , ricorreua in quello (cambio più ardita- mente all'orazione ,e (penalmente allinterceffione della puriffima Madre di Dio.E fra l'altre il fopradetto giorno fi ritirò in vna ftanza rimota, doue con ab- bondanza di lagrime la pregò > che le volefte dar grazia di lupe rare quefte ini-- pure tcntaziouijfenza macchia alcuna della ina verginità . Furono così effica- ci quefte preghiere:che penetrorno il cuore della Madre delle grazieda quale in quello ftante le apparue gloriola,e fplendentce confortandola le diflè>che flette quieta, perche non aueua maiin quefte tentazioni offelo la Diuina Mae- ftàjanzi che per auer animofamente contefo con l'immondo fpirito , ne aue- ua riportata ampia vittoria : in premio di che la ricopi! con vn candidia- mo velo,e le dittè,che in autienire non aueria più fenrito alcuna ten- tazione,ò fentimento impuro. In quefto ftante Ci lènti la Bea- ta giouane ftringere interiormente , e quafi legare in mo- do ineffabile ogni ftimolo , oc appetito di concupi- feenza carnale : in modo, che per tutto il tem- po di fua vita non lènti , ne patì mai più moto di fenfo,ò tentazione, imar ginazione alcuna d'im- purità .

Dopò

Vita della B.Maria Maddalena de' Pazzi . 85

Vopò iauere rinta la tentatone di lafciar ? abito della Religione ; é da Giesà riuefti* flita d'vn abito religiofo inuifibile^ cdallofiefìo Giesà comunicata

€ap% L r.

IL 5. d'Agofto dell'anno 15S3. ritrouandofi grandemente tentata dila- feiar l'abito della Religione, doppo auer fatto à quella tentazione gagliar- diffima refiftenza per diuertirla da sè>fi pofe à leggere la vira di San Diego, fuo particolar diuoto . Mentre (lana leggendo, fu alienata da' fenfi, e vidde il detto Santo,che le moftraua vn bianchiamo abito , vfeito dal coftato di Dio. Inua- ghitafi la Beata di quello, s'accefe àgran defideriod'effer riueftita di fimilo abito;onde con gran feruore fupplicò il Celefte fpofo,che glielo concedeffeje che per i meriti di S.Alberto Carmelitano fuo auuocato>(di cui in tal giorno fi celebraua la fefta^ la volefie interiormente rrueftire , à fine che potette con maggior fpirito imitare il Santo, la vita del quale effa leggeua . Stando in que- ftodefiderioauantiadvn'imagine del Crocifitto ; & auendo fidi gli occhi à quella,vidde tofto vfeire dal coftato vna preziofiflìma tonaca;dalla man deftra vno icapuiare 5 dalla finiftra vna cintola ,* dal capo (pinato ; vn candido velo ; e dalla piaga del collo ( fatta quando portaua la Croce ) vn mantello luminofo . Dalla qual vifta rapita , non potè contenerfi di (àlire fopra l'Altare ,doue era il detto Crocifitto per prendere i detti abiti; e per gli atti,che fece,e le parole,che dille, moftrò di prendergli^ d'efferne riueftita ; imperoche fece tutti quegli at- tiche nel ricenere il fanto abito della Religione fogliono ftrfi.E dopò d'edere cosi inuifibilmenre veftita , diede fegno di riceuere dalla Regina de' Cieli la ghirlandaci lume,& il Crocifitto > che nell'atto del veftimento fi danno in ma- no alle nouelle Religiofe ; &iverfetti, che fogliono cantarfi dalle Monache del fuo Muniftero ne' veftimenti, gli fentì cantare dagli Angioli . mancò à qnefta facra eftatica cerimonia la Comunione :poiche dopò auere ella dato fi- ne a tutte le fopraderte azioni, moftrò effere da Giesù comunicata : impero- che diflè il Confiteor : Domine nonfum digna> &c. e fece atto di riceuere il San- tillìmo Sacramento . Poi colma di gioia, ditte con grande affetto quefte paro- le verfò del riceuuto GicsùjDiletlus meus candidus3& rubicundus. Speciofus for- ma pr a filìjs hominum . Elctlus ex millibus. Dijfufa efl gratta in labijs tuis . Colloca- titi fé in anima mea.Et accefa di defiderio d'indurre tutte l'anime à quefto Sa- gramento iàntilTìmo, diflè ; Dilata cor menm ,vt inducat ornnem creaturam ad communionem Corporis,& Sanguini* tui.E sfogando gti aifetti,chc fentiua den- tro di della diuina bontà, proruppe in quefta eiclamazione \ Quàrn bonus ifraelDeus ì Dipoi prefe f imagine del Crocifitto, da cui aucua veduto vfeire l'abito fopradetto,e lo diede a baciare à tutte le Monache prefenti. E dopò d'- auere raccomandato a Giesù la fallite dell'anime , e ringraziatolo di quefti doni , fi rifenrì dal ratto,in cui aueua dimorato per lo fpazio di tre ore ; e riferì per la foiita vbbidienza effere fiata riueftita del det ro abito, vfeito dalle piaghe di Giesìue da lui effere fiata comunicata>& efferle fuccediito in detta attrazio- ne de fenfi quanto fopra è detto .

F 3 Cm-

86 Vita della B.Maria Maddalena dePazzi.

Cinquanta giorni auanti alla {ine de cinque anni della fudett a pronazione , fa vrìaf-

pra penitenza di tutti i difetti , che in quei cinque anni haueffe com-

mejfo . Cap. IVI.

APpreflàndofi il fine de* cinque annidi quefta rigorofa proiezione di lei, fatta da Dio con tante tentazioni, a 2 2. d'Aprile dell'anno 1 5 oo.giorno della Rifurrezione del N.SaIuatore,ritrouandofi ella à far'orazione nell'orato- rio delle nouizie fdelle quali in quel tempo ell'era pedagoga) fìi rapita in efta- fi, «Scinte come Dio ricercaua da lei > che ella facefse vnaltra quarefima di cinquanta giorni , cioè fino alla Pemecofte , nel qual tempo finiuano 1 cinque anni della fua prouazione :e come quefto voleua da lei per fupplimento di tut- ti i difetti, che in quefti cinqne anni aueffe commetto ne fuoi patimenti,diftri» buendo,& afsegnando dieci giorni per ciafeun'anno de'cinque fuddetti. Onde con la debita licenza digiunò tutti quefti cinquanta giorni in pane,&acqua;cfe bene il fuo letto non era altro , che vn duro faccone ; non prete mai ripofo fo- pra di quello.fe vna volta la fettimana,cioè la Domenica notte; ma tutte l'- altre notti dormì fopra il nudo pauimento nell'oratorio delle nouizie per po- che ore : tenendo apprefso di vna tetta di morte , vna Croce , e l'oriuolo da poluere : & oltre à molte mortificazioni, efercizi fpirituali , & altre penitenze, che per fuo l'olito faceua,non palio quafi mai giorno di quefti cinquanta , ne'- qualinonbattefse afpramente le fue carni con vnapefante difciplina di ferro per lungo fpazio di tempo Così efeguì ella^mcenno della diuina volontà, in penitenza non de* peccati commeflì per diletto, ò per malizia , ma per piccio- liflìmi difetti commeflì nel patire per amor di Dio,e perla falure dell'anime; à conhifione di quelli, che grauati dagraui fonie d'iniquità) ogni picciola peni- tenza pare loroinlòpportabile .

Finiti li cinque anni di quefla pronazione, è canata dal lago de * demoni^ delle

tentazioni : e con giubilo di Varadifo è coronata da Diodi molte

grafie, Cap. LVll.

F

(fùtili cinque anni di fiera battaglia, volle Giesù conforme alle promef- fe,porle fine.e cauarla dal lago in cui l'aueua pofta à petto co'nemici infer- nali , Se infieme premiarla ancor viuentexon vn faggio delle corone, e de'be- ni celefti riferirteli nel Paradifo . Per quefto la notte della Pafqua dello Spiri- to Santo dell'anno 1590. che venne aio. di Giugno, mentre che con l'altre Monache ella fi ritrouaua ih Coro à celebrare l'vrfizio diuino, all'intonare del Cantico, Te Denm,&c.ùmik cftatica>& in tal guifa flette fenza fauellare fi- no à che fa finito l'vtfizio. Poi diuenne il fuo volto belliflìmo a marauiglia ; e per le parole che difse , fi conobbe apertamente , che Iddio la cauaua di detto lago,e le reftituiua il fentimento della fua grazia già fottrattole , e che lo Spiri- to Santo le comunicaua in abbondanza i fuoi celefti ardori 5 onde con diuozio- ne ecceffiua profeiì molte fentenze della Sagra Scrittura ; piene di fuauità di ipirko. Tra le quali fii notata quella jEripuitmedemanibus inimicorum meo- rum,

Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi . 87

rum,& ipfi con/ufi funt.Tranfui per ignem,& aquam,& eduxifli me in refrigerio. Vidde comparire apprefso i demoni con alcune note de'difeui da lei commef- fi in quelli cinque anni 5 & apprefso vidde li fuoi Santidiuori , che toltele ade- moni le ftracciauano, e che i demoni confufi fipartiuano , onde difso ; Hanno quelle feroci ffime befiie certi fi art a facci 3 co" quali penfauano ritornar fine al loro ^ran Demonio per raccontare qualche gran guadagno : ma i miei dinoti gli pren- dono ,e gli (tracciano perche già ogni cofii è purificata nelfangue del mio Giesù\ & in quello, che penfauano auer fatto acquiJìoydi quello fieffo fono maggiormente tormen- tati , e ne ritornano fenica vittoria alcuna . E chi farà capace , ò Signor mio , che quello ^che par eua ojfefa,non fia ojfefa , ma giubilo ,e gloria all'anima mia . A pena fornite quefte parole,!! voltò pure in eftafi alla Madre Priora, & alla Tua Mae- ftra che quiui erano prefentire ftringendo loro la mano > piena di letizia difse ; Venne^& èpaffat o:(voleua dire il tempo della f prouazione ) aiutatemi dun- que à ringraziare , e magnificare il mio Dio . Doppo quefto fi rifenti dal ratto , e fi communicò-Non molto doppo cibatafi d vn di pane,& acqua fu di nuo- uo rapita in eftafi , e vidde vna gran luce , nel mezo della quale fcorfe quali vna fchiera di Santi fuoi diuoti : che diuifati in fette copie , con marauigliofo modo faceuano vna gloriola procelfione, con il feguente ordine da lei addita- to; San Tomafod' Aquino. e S-Agncfa; SanGiouanni Vangelifta, eS Maria Maddalena? S.Giouanni Battifta,e S Caterina Verginee martire;San Stefano* e S.Caterina da Siena ; San Francefco , e S.Chiara ; S.Agoftino , e S Angiolo Carmelitano martire;S Michele Archangelo & il fuo Angelo Cuftode; quali tutti andauano dal Padre Eterno , e dal fuo feno diuino prefero doni ammira- bili > e veniuano verfodi leimandatid.il fuo SpofoGiesù, per ornarla con quelli in premio de i trauagli , e patimenti tollerati ne' cinque anni di fua prouazione. Ma come, che era vi isuta fempre, e fpecialmente in detto tempo, con gran timore dell'offela di Dio,e perciò temeua in molte cofe auerlo offe- fo, piena di marauiglia, e di gioia y dilTe ; Mi pare, ò Signor mio, che mi vogliate rimunerare ; in modo di dire , dell' ojfefefatteui , per oche ' à me non pare auer fatto altro : ma si sìa tèe noto ogni co/a .Appreflò diede indizio > che ifuoi diuoti Sai iti saccoftaffero à lei , e l'adornaisero di vari doni celefti ; vedeua da chi di loro vefthfi.e coprirfi di candidilTìma,e preziofiifima velie di purità,e d'inno- cenza : da chi coronai fi la teda ài luce diuina di grazia ; da altri ornarli il petto di e 'arme di iiuino amore ; da altri vedeua cingerli le mani di belle (maniglie di gionofi meriti : da altri porli in dito anella di pregio incomparabile d'opere virtuofe ; e da altri finalmente arrichirfi di preziofiffime gemme di grazie diui- ne . E mentre fi vedeua così adornata daSanti, dille loro : 0 miei aunocatiy quanto mìfietefauoreuoliiE contemplando con grand ammirazione (che an- co dal Tuo volto Ci fcorgeua^la lor bellezza fourana cingendola tutti dintorno intorno con vn gloriolo circolo-: fi volgeua ora da vna parte, & ora dall'altra, poteua laziarfi di rimirargli; edeiìderoià di vedergli tutti in vn'occhiata , diceua : Io vorrei vederui tutti ad vn tratto , e non pojfo : perche* fi mi volgo alla deflra , non veggo quei che fono allafmiflra : fi allafinifira , perdo di vifia quelli della deflra 3 e pure vorrei veder e la b clicca di ciafeheduno infieme . Dimoftrò

J? 4 poi

8 8 Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi.

poi di vedere gli fteffi Santi, che auefsero in mano diuerfi (frumenti da fonare, quali fuuono da lei nominati ad vnoad vno ; e difse come effi faccuano fefta » & allegrezza,con Tuoni balli,e canti delle vittorie,che eli haueua riportato del demonio ; e diuenuta in volto più gioconda , e fplendente che mai , per fini- menta allegrezza di cui fi trouaua ripiena, eccitata dalla vifta di quell anime beate>non potea contenerfi di non efultare con loro . Onde ancor'ella ftando in piedi, con graziola maniera ballatia > e faltaua , e faceua gefti che dimolha- uano la letizia del fuo cuore.ma però erano congiunti con modeftia tale , che non lolo non prouocauano à diisoluzione ^ ma muoueu3no à diuoziono chi la vedeua . Stata alquanto in quefìa efultatione, dille : io voglio andare in tutti quei luoghi, dotte il mio auuerfario ha cercato di volermi offendere , per con- fonderlo con tutte lefue doppiere . Perciò andò in molti luoghi del Munifte- ro, doue (penalmente era (tata trauagliata 5 e tormentata dal demonio -, e q uiui faceua gran fefta, ballando , & eiiiltando come Angiolo celefte ; & in vn luogo particolare , difTe a' demoni : io à vojìro difpctto farò fefla nel del mio Signore -, di voi mi riderò aitanti di lui>e mi getterò a piedi di effo . Et inginoc- chiatali auanti à Dio, poco doppo fi rizzò , (òggiungendo : Di quello , che mi éfucceduto auanti a Dio , per voflrapena miglorierò i e di quello vna corona in tefla mi porròy& auanti à lui mivmilierò. Non potendo i demoni foftencre quefta confufione, fentiua che mandauano fuori vrla , e (Iridi orribili, delli quali burlandofi ella , diceria : 0 moflruofe befiie infernali y vrlate , e gridate quanto vi pare , chef anima mia più d vna farfalla non vi vuole/limare , ma bene di quefto gran dono il mio Dio ringraziare : In altri luoghi del Conuento cantaua foaue-

mente le parole di S. Paolo . Quis nosfeparabit a carnate Chrifli f Tribulatio y. an anguflia3an fames <? Iberno poterit nos f eparar e à cantate Chrifli . Altroue fog- giungeua t Omnia arbitratus fum vtftercoray vt Chrifìum lucrifaciam . E facendo atti di confidenza , diceua col fanto Profeta : Dominus illuminalo mea , & fa- lus mea : quem timebo f Dipoi andata auanti all'Altare della beatiffima Ver- gine , difTe con gran diuotione , dando pure in ratto : 0 Maria puriffima y io mi ti offero>e donojjon folo con quella purità,& innocenza riceuuta^ quando a te mi eonfacrai^mafopra quella più adornatale purificata . Bjceuimi dunque Maria>& in

te confemami . Dipoi fi riferiti dal ratto : al quale per eflere fiato ftraordi-

nario,e di tanta letizia, vi erano concorfe à vederla quafi tutte le monache,,

facendo compagnia all'allegrezza di Maddalena; poteuano per

tenerezza d'affetto, e per il gufto, che (cntiuanodel bene , e delle

glorie di quefta loro forella , contenere le lagrime . E rifen-

tita,che ella fu dal ratto, fi congratulauano , & infieme

con lei ringraziauano Dio , che laucisc cauata di

unte tentazioni , e franagli, & ella con

grande umiltà le n'andò à gli

efercizi del Muni-

fiero .

t>ev

Vita della B.Mana Maddalena de'Pazzi. $9

Ter premio della continua vifta de* Demoni , patita da lei nel tempo della proua~

%ione , Giesìt le promette lafua continua preferita , e le fa vedere in

tre maniere,cioè nella infanti avella fan ciulle7ga>e nell'età

ch'egli morì per noi . Cap. LV III.

IL Lunedi feguente , feconda fefta dello Spirito Santo , doppo la fantiffi- ma Comunione, fu di nuouo rapica in efta(ì>e da Dio le fu promefTo,che per i'auuenire in premio dell'orribile vifta de5 demoni , che per cinque anni pafTati aueua patita , arebbe auuto Tempre auanti gli occhi della fua mente la prelenza di Sua Diuina MUeftà . Et apparendole Giesù, tu ripiena in vno ftanted'vna indicibile allegrezza; e fiffi gl'occhi verfo di quello, dille.' O fpofo mio febepureti c'}iamarò così ) non è tanto orrenda la vifta del demonio 9 quanto più incomparabile , e dilettatole è la tua -, perche fei > come difle il "Profeta , Speciofus forma pia? rìlijs hominum . E come per l addietro non era tempo s luogo , doue io non aurfp la fpauentofi vifta di quei maligni fpiriti ; così ora y an- dando y fi andò, affati e and orni \e parlando,fempre vedrò te diletto mio . E come quel- li , oltre alla villa mentale , mi fi moftrauano anco tal' ora in varie forme a gli occhi corporali , così tu ancor a,non foto nella mente mi farai pr e fonte , ma anco àgli occhi del mio corpo ti moflrerai, per farmi più giubilare, & efultare . Le dimandò il Si- gnore , in che fembian te lo bramafle vedere ,& ella rifpofè : Si come tu fei vno Dio in tre per fone, così io mi contenterò di vederti in tre modi : cioè , come tu eri nel tempo,che tu ftejfi in Egìtto,dico neW infanti a', dipoi come eri quando la tua Ma- dre ti per nel Tempio : intimamente nel tempo, quando tu patifti . A pena dette queite parole , reftò compiacciuta di quefto fuo ardence desiderio : poiché Giesù le dimoftrò appunto, come ella bramaua . E prima le fece ve- dere nell'infanzia . Laonde colma di gioia, volgendo gli occhi verfo di quel- lo, cominciò feco à fauellare , e dire : Ecco il mio pargoletto appunto nell'età di tre , 0 di quattro anni . 0 che mirabil cofa , tu fei picciolino y e pur fei Dio ; ma la. tua piccioleiga mi fa conofeere la tua grandezza . 0 grandezza y e picciolezga del mio Dio . K^m mi faterei già mai di ri/guardarti . 0 picciolo , e grande Dio tanto- bello, & attr attiuo . Vidde poco appreffo Giesiì nell'età della fua adolescen- za -, onde da maggior allegrezza fopraprefa , foggiunfe : o ecco il mio spofo , che ora mi fi moflraua piccolino y & al prefente lo veggo in queWetà appunto in dodici anni , con vn volto tanto bello , & ammirabile , che rifplende in quello vna manfueta grauità . 0 mio Dio,quantofei foaue3& amorofo à chi tigufla . Defìde- roia che tutte le lue forelle tufferò fatte partecipi delle grazie, e degufti>e fpi- rituali che Dio comunicaua a lei , nandò nell'Oratorio; doue protrata in-» terra auanti ali Altare della Santifs. Vergine , la piegò con intento affetto > che diffondefse nel cuore di ciafeuna Monaca del fuo Muniftero il fuo diuinoamo- re. Dipoi fi rifenrì dal ratto.e rillorato il fuo corpo co vn poco di cibo,di nuouo fu alienata da'séfiiSc accefa di defiderio di veder l'iftefso Giesù nel terzo modo che le aueua chkfto;ne fu efaudita. E vedendolo>cor> attento iguardcle difse;

0 Gie~

5>o Vita della B.iVIaria Maddalena òt Pazzi".

Q Giem mìa, in quefla fiorita età vi ri/guarderà or* Innovando , or lodandola , & or affaticandomi $ vi vedere dico in quefla tanto bella 3 egratiofa età , nella quale ci la- fciafle vo-ifiejjb, e patifle lafantiffima paffione . Mi compiacerò affai di rifguardar- ui y come ora mai ridimoflrate 5 cioè fedente in fui fonte dotte flaui interrogando^ <jr illuminando* (Intenderla fui pozzo di Sammaria, doueconuerù la Samari- tana. ) Molti altri ragionamenti ebbe col Tuo amato Giesìi, mentre lo vidde in quelle tre fuddette età, quaii per breuità Ci tralafciano.

Stette ella quelli tre giorni dello Spìrito Santola maggior parte del tempo in eflafi ; ne' qualUe furono comunicati molti fegreti celefti>e parlò aitamene te , fecondo il fuo (olito > delle cofe diuine .

De gli eflafi , qua fi innumerabili , che ebbe la B, Maria Maddalen a in tutto il

tempo difua vita ; e come in ogni aporie , & eferci^io fpirituale ,

atemporale , era rapita fpeffo in eflafi .

Cap. LIX.

Oltre a' nitide' quali fi è fatto menzione fino adeflb, ne ebbe moltifììnù altri , non folo in quelli tempi fin qui narrati, ma per tutto ihempo di (uà vita ; fi che il raccontarli tutti farebbe imponìbile : imperochò feorfero gli an- ni intieri , ne quali non paffaua mai giorno , che ella non ftefie alienata da'fen- fi nelle contemplazioni diuine. Poiché comunicandoli ogni mattina , fpefif- fime volte doppo la Comunione era rapita in eilafn così ancora quando 11 poneua in orazione , e quando affifteua a diuinivfizi . Oltre di quella era tan- to auuezza à conuerfare con la fua mente tra i diuini intendimenti , che an- co le azioni efterne , e faticofe la difiraeuano; e ne gl'iileiTì efercizi di mano * tanto di lauori d'ingegno , quanto di fatica di corpo , era rapita in ellafi . Così iucceiTe moltiflìme volte mentre che cucinaua,e mentre fpianaua il pane con lakre : talché vna volta > fonando la Comunione mentre ella così eilatica fa- ceua il pane , andò à comunicarli con la palla in mano . Similmente fu alcune volte rapita in Dio mentre fpazzaua la cala , & anco quando lauauail.bucato * & vna volta fra l'altre, lauando fu alienata dafenfi; & efìéndo dinuerno fi giac- cio Tacqua,nella quale aliena tuffàtte le braccia; <5ce(fèndo Hata così per buo- ì;o (pazio > fu neceffario , acciò poteffe fenza ofTcfa cauar le mani , flruggere T acqua giacciata . Di più le occorfe moltiflìme volte nell'ifteiTo cibai fi rimane- re eflatica la mano per aria , mentre porgeua il boccone , òil bicchiere alla bocca. Medefimamente al folo lentir nominare Dio, &ildolciflìmonomc diGiesù; nelfentire qualche ragionamento fpirituale; nel vedere qualche pianta , ò flore , ò pomo , ò altra cofa creata refi aua afTorra nella contempla- zione del Creatore . Onde le nouizie, e giouane che ebbe in cullodia , gufan- do di vederla in quelli ratti - à bella polla ragionauano di qualche cofa fpiritua- le, ò le mollrauano qualche pomo, ò fiore,* ò altra creatura, parlando della bellezza di quella, e fpeffo glifucccdeua il vederla rimanere fuori de'fenfi, conforme al lorodefiderio. Sopra ogni altra cola fi fentiua rapire il cuore quando vdiua- parlare della diuina volontà , dell'amore di Dio , e della puliti r i quali ragionamentierauQ doue fi trouaua lei fiequentiffimi ; e però anco fre-

querir

Vita della B* Maria Maddalena de'Pazzi. 9 1

quentiffimi gli eftafi che aueua in tal occafione. E bene ,corac poco appret- tò fi dirà, ella rinunziò à Dio Qgfti gufto fpirituale , per feruirlo piùfpropia- tamentee per maggiormente patire per amor fuojtuttauia feguitorno ad ogni modo gli eftafi , quafi fino allvltima Tua infermità ; ma però fenza dolcezza di fpirito , ma folo per corroborazione dell'anima fua . E fpecialmente,oltre alle caufe predette » fu quafi fempre rapita in eftafi nel pregar Dio per le Defontc del fuo Muniftero , ancora nel pregare perla conuerfione de gl'Infedeli , e de i peccatori,& in ogni altra orazione ; nelle quali, le era quafi fempre riuelato da Dio lo flato di quell'anime ,per le quali pregaua . E le maggiori folennità del- l'annone le fefte de' Santi fuoi diuoti,le paflaua la maggior parte in eftafi ; fiche pare, che con ragione fi polTa dire, che ella tutto il tempo > che viffe nella Re- limone, lo paflafle gran parte, ò forfè la maggiore in eftafi .

Di varij modi^e circofian^e marauigliofe di quejli Tattiche ebbe la Beata Maria Maddalena . Cap. L X.

SE bene è cofa difficile dar'ad intendere ì chi non vidde con gl'occhi proprij, le marauigliofe manierce modi degli eftafi, che ebbe quefta Beata Madre ; tuttauia non è parlò bene di tralafciare quel tanto, che fi può in qualche parte fpiegare , acciò fi conofeano i marauigliofi modi , con i quali Dio operaua in quefta fua diletta . Eran gii eftafi di quefta Beata diuerfi , fecondo le diuerfità delle materie,che contemplaua , e degli oggetti,che vedeua>& anco aueuano qualche diuerfità,fecondo,che più.ò meno era aflòrta nella contemplazione. Impcroche, quando era alienata da' fenfi nella contemplazione delie cofe ce- iefti, e Diuine , ò che godeua di vifte Angeliche, e Beate , il fuo volto, che per ordinario i per cagione dell'afprezza di vita,era magro, macilente,e pallidori- ueniua bianco , e vermiglio , pieno , e frefeo come rofa ; e gli occhi fi vedeua- no così belli , che pareuano ftelle brillanti j e fi vedeuano fifli fenza minimo moto , e fenza vedere , che oggetto ella rimirafle . In qnefte fimili aftrazioni , & intelligenze diuine talora era immobile, e taluolta agiliilìma ; per ordinario tanto era più immobile , quanto erano più alte , e quanto in elle era maggior- mente immerfa. Onde prouandofi taluolta più Monache a volerla muoue- re ,* per forza che faceffero non poteuano crollarla vn tantino . Il che partico- larmente fuccelTe quando ella intefe efler diuina volontà , che ella parlafle al Sig. Cardinale Arciuefcouo di Firenze, poiché non fu mai poftìbile alle Mo- nache rimuouerla da pie della grata, doue dopò la Comunione era rima- rla così rapita in eftafi Et altre volte prouando à volerle muouer le braccia , ò mani , ò altro membro ,durauano grandiffima fatica 5 & ella rifornita dal rat- to vi fcntiua gran pena , come le ruffe ftatotorteò sforzato : perchè mentre era in fimili aftrazioni, il fuo corpo diuentaua come vna ftatua. Altre volte pur nelle (tette intelligenze diuine foprabbondaua in lei tanta letizia, e tanto giu- bilo di cuore , che non poteua ftar ferma ; e con agilità miracolofa , che tale pareua alle Monache, fi moueua da vn luogo all'altro 5 e con gli occhi filli al Cielo,fenza veder doue poneffe i piedi,andaua,e caminaua velocementcnou fola per le ftanze del Muniftero fenza inciampare vii tantino , ma anco in luo-

ghi

9 2, Vita della B.Maria Maddalena de' Pazzi.

ghi eminenti , che difficiliflìmamente poteua giugneruifi fenza fcala , come fu più volte;fpecialmente (òpra vn cornicione del Coro,altoda terra moire brac- cia , e largo meno di vn rerzo di braccio fpiccato da ambe le bande della Tua larghezza, [òpra il quale così in ratto (alita mirabilmente, più mirabilmente vi camminaua fenza appogio alcuno, per andare ad abbracciare vna immagine di vn deuoto Crocififfo, che era in mezo di quello . Altre volte danzaua,e bal- lauacon graziola , e diuota maniera ; e fi leuaua in punta di piedi con tanta agi- lità , che pareua fi folleualTc da terra per volare verfo il Cielo ; fiche congiunta quella mirabile agilità con la maefteuole grazia , e con la bellezza del Tuo vol- to* e fplendore degli occhi, pareua alle Monache di vedere vnofpirito ange- lico in forma vmana . Quando poi edera rapita in edafi (opra materie , & intel- ligenze di meftizia, e di pena, come nella participazione de' dolori , e pene del- la paiììonediGiesìw òche ella aueua rapprefentazioni , e vide di trauaglio > come del Purgatorio; ò dell'Inferno; d'anime penanti , ò dannate ; vide di pec- cati , ò altre co limili , diueniua più pallida , e macilente l\i quel!o,che fofle per (uà condizione . E fi come negli eftafi di letizia fi feorgeua il contento del iuo cuore, così in quelli nell'iftefo fuo volto fi feorgeua l'afflizione del fuo animoje fi come in quelli eccitaua vna fpirituale allegrezza,e contento di cuo- re in chi le ftaua prefente j così in quefti non fi poteua darle preferite , fenza fentirfi muouere à pietà , e compadrone del fuo dolore, che in lei fi feorge- ua. Ancora quedi ratti medi, etrauagliofi, erano tra di loro differenti ; im- perochè in alcuni ftaua immobile , ferma , & attonita ; in altri fi muoueua, an- daua, camminaua , e faceua al tri gefti, «Stazioni, fecondo la qualità dèlli og- getti ne' quali era rapita . Ma tanto in quelli di letizia , quanto in quefti di me- stizia alcune volte parlaua , & altre in profondo filenzio taceua alTorta , & am- mirata; & il fuo parlare era diuerfo, fecondo chediuerfe erano leperfone,' con le quali ella parlaua nella fu a contemplatone . Imperochè ella era ra- pita nella contemplazione della fantiflìma Trinità, ò d'alcuna delle tre Diuine Perfone , e che da quelle le rudero comunicate diuine intelligenze , parlaua in perlona diciafeuna di quelle con tal didinzione , che benidìmo fi conofceua in pei fona di chi ella parlaiia . Se parlaua in pedona del Padre , faceua vna vo- ce tanto maedofe e (onora, che daua infieme,e timore, e conforto ; in per- fona del Verbo, con voce più mite,e benigna ; in perfona dello Spirito San- to , con voce più dolce , & amorofa . Talora parlaua ancora in perlona della Vergine , ò d'altri fanti fuoi diuoti , che in quedi edafile appariuano; coni quahauendoella difeorfi interiori, contendendo da quelli alcuna cola, nel medefimo modo,che delle tic Diuine Perfone, per volontà diuina la proferiua in loro perfona, fenza poterui fare alcuna refidenza . E quando parlaua in per- lona propria , faceua vna voce tanto volile , e bada , che à pena fi (emina : ora parlaua per modo di dialogo , & ora per modo di difeorfo ; quando per modo d'efortazione , quando per modo di precetto ; e quando per modo di preghie- ra j fecondo la diucrfirà de' concetti della fua mente, & affetti del cuore , & era cola mirabile fenrire dalla deda bocca tanta diuerfità di parlare . Ma quel che più faceua dupire le Monache , e chiunque la lentiua , fu che non auendo ella mai imparato lingua latina, ne malfatto ftudio per intendere libri d'alcuna

icienza,

Vita della B-Maria Maddalena de'Pazzi. 9 j

fcienza,nè efercitarfi in leggere altro libro,che quello de' Vangeli,& il Breuia- rio, quale anco non leggeua troppo correntemente; in quefti eftafi parlaua così altamente , e con tanto termine di fcienza, e fondamento di verità de* piìi alti mille della noftra fede,e de' più occulti Sagramenri delle co diuine,che faceua ftupire chiunque l'vdiua , e chiunque ha letto , e legge gli eftafi delle lue danne intelligenze. Ne'quali proferirla molte Temenze della Sacra Scrittu- ra in latino correttamentecome à mente l'aueffe imparate, con molto pro- polito de' difeorfij & intendimenti, che aueua j e fopra quelle formaua altiftt- mi,e diuoti concetti,e feioglieua diftìcultà fcrittnrali > e Teologiche con tanta facilità , come te fufse vn dottili! mo Teologo , & eloquente Predicatore. Et anco da se ftetfà formaua,e proferiua belhlfìme fentenze latine, piene di Spiri- to > e di làpienzi Diuina, come può ciafeuno vedere negli eftafi che furono icritti dalle Monache , mentre ella le proferiua ; il che tutto daua fegno eui- dentiffimo , che in lei parlaua lo Spirito Santo . Aueua di più nel fuo parlare eftatico vn'altra differenza ; & era, che qualche volta parlaua adagio > e pauia- roente; altre volte con diicoriò continuato , ma lento ; ma altre volte con tanta velocità, e veemenza di fpirito, e di parole, che non poteua notare, ne ritenere quello.che ella diceua; e quella velocità le interueniua fpecialmente, quanto maggiormente era infocata del Diuino amore , ò in qualche affetto jftraordinano di fpirito . Ancora mentre fi ritrouaua in eftafi , quafi-fempre le pareua effer lontaniifima da terra ; equafi che fi trouaffein Cielo con Dio > e con i Santi non vedeua colà alcuna ; e le alcuna le voleua parlare,accioche el- ja fentiffe,bifognaua dire molto forte, e con voce gagliarda, & anco talora non fentiua : e così ella rifpondeua ad alcuna, che linterrogaffe , ò per Diuino volere parlaua in eftafi ad alcuna, lo diceua con voce alta, come aueffe auuto à parlare à perfona lontaniffima ; e talora penlàndo di non effer feritila , riuolta al Signore diceua: Signore non mi monotono troppo lontani la giù $ ma la voce della Superiora, come voce d vbbidienza , la fentiua in qua lfiuoglia profondo eftafi,che ella fuffe . Finalmente fufferogli fuoi eftafi di qualfiuoglia forte, in tutti fpiraua diuozione, e fantità, &accendeua in chi le ftaua prefente, affetti puri,e fanti ; e come hanno con flato molte delle fteffe Monache,non pote- ua ftarle prefente > lenza confufione , e roffore , chi fi tcouaua macchiata di qualche colpa>e peccato. Ancorché gli eftafi fuffero così frequentile lunghi * che durauano i giorni >e le notti intiere* e bene fpeffo molti giorni , e notti fuf- fequenti, come fopra è detto > con tutto ciò le monache non fi vedeuano mai iazie , ne ftanche d'affiftere à quelli, e mirarla, e fentirla, ancorché con feo- modo, e dilàgio.

Del modo , che tennero le Monache del fuo Munì Iterò nello fcr in ere gli e [la fi y ci) ella ebbe . Cap. LX I.

IL modo , che tennero le Madri del fuo Muniftero nello fcriuere , e notare quello,che negli eftafi parlaua la Beata Madre , fu così bello , coordinato, che parue fuffe fpirato, &inuentato dallo Spirito Santo ; acciò non fi per- deffe vn si prezioiò teiòro di tante fpirituali intelligenze , commnnicate à

quelV

94 Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi.

quel! anima fanta ; à fin che Dio redatte maggiormente glorificato , e cono- feiuto nelle riuelazioni fatte ajrvmilancilla fua,& ella efahata,*e quei ch'erano per leggerle, edificati. Il Padre ConfeiTore del Muniffero quando vidde^e Ten- ti , che quella Tua figliuola Spirituale era cosi rapita in citali , dette ordine alle Aladri del Muniftero » che ieriujeflero,e notalfero ciò che ella faceua, e diceua in detti rattì,come fopra è detto;ma parlando ella aliai velocemente & à lun- go,nonpoteua vna fola Monaca fcriuere tanto veiocementei che pighaiìe ciò che ella diceua: onde afiìfteuano à fcriuere quando due, quando tre, e talora quatto Monacheje cialcuna di loro aueua vnaò due che ftauano attente à te- neramente quelkxche la Beata diceua ,pcr fuggerirlo a quella,che (criueua . Cominciaua vna à fcriuere la prima , e con l'aiuto di quelle che raffiileuano fcrmeua il primo periodo, e faceua fopra quella il numero primo ; la feconda cominciaua a fcriuere quello, che la Beata feguitaua di dire>e con l'aiuto fimil- mete della iua affilìéte,fcriueua vn altro pcriodoe lo fegnaua lòtto J numero due: nelqual mentre feguitaua a fcriuere la terzaj&ancor'elfa con la iato dell' affiliente pigliaua nota di quello,che la Beata lèguitaua,& al fuo periodo fcrjt- ro,facena il numero tre. In tanto la prima aueua finito di fcriuere il fuo perio- do, e ripigliaua a fcriuere dopò la terza queLche feguitaua fin doue col mede- fimo aiuto deUailìftente poteua tenere à mente, e Io fegnaua fotto numero quattro: la feconda feguitaua nel medefimo modo lòtto numero quinto , la terza il numero fello 5 e così andauano ripigIiando,e numerando fino alla fine del ratto, Cambiandoli quando bifognaua.Popòil ratto vniuano tutte infic- ine , e per ordine de* numeri notati diltendeuano il ragionamento continuato^ étto dalla Beata 5 e doue trouauano difficultà di parole lafciate, ò altro errore, ficorreuano alla ItefTa Beata > la quale auendo vbbidienza di riferire anco fuori di ratto ciò,che aueua intefo , correggeua gli errori,e replicaua le parole tra la- fciate , e dichìaraua quello.che oleuramente false flato notato. Et in quello modo raccolfero gli ertati che di lei (i trouano fcrittr , quali non tutti fono flampati; e moltillìmi anco non furono Icritti, perchè erano così frequenti 4 che non vi poteuano fempre affillere le Monache. Onde fono più di gran lun- ga le cole, che fi fono tralafciate , e perdute , che quelle che fi fono fcritte .

Che i ratti dtquefta Beatayancor viuent e ^furono eftminati da Teologi>& affermato

che non erano per iltufione diabolica , 0 co fa naturale y ma Diuina >

e di tanto fu ajficurato . Cap+ LXIT+

POteua la lantita di quelìa Verginella render ficuro reftimonio , che gli efla- fi e le riuelazioni che ella aueua, fòfsero da Dio; poiché in ki Ci ritrouaua- no tutte quelle condizioni ài perfezione , che da facri Teologi fono date per regola di conofeere quando gli elìaiì fono da Dio, ò quando per illufione dia- bolica ò per effetto di caufa naturale.E fpeciulmente iìtrouaua in lei vna prò- fondiffima vmiltàrper virtù della quale quato più moltiplicauano fopra di lei li doni & i fauori diuini,non foto non sinfuperbiua,nè fi pergiaua cofa alcuna di più ( nel die lìà il maggior pericolo di chi gli nceue, ) ma tanto più vile , &a- biettofi reputaua, conie à (uo luogo fi dirà . E le bene ancor eflà.per molte fi-

avrezze

Vita della B.Maria Maddalena deJ Pazzi. 95

ciuezze dicontrafegni mirabili auuti da Diodi non eflfer ingannata, poteua cjuietarfi ; tuttauia non reftaua di domandare! Padri fpirituali,ordmari>e ftraor- dinarùfecredeuano che ella ruffe ingannata ; <5canco i Padri fpirituali,febene aueuano la fieurezza dalla fua fantità,e de'contrafegni di perfezione, cjie in ta- li cofe fi defiderano,nonardiuanorifolutamente dare quella fentenza : e con ragione ; poiché nella vita fpirituale non ci è cola più difficile à jeónofcerfi , e di che fi debba temer maggiormente dinganno,che di reueiaz1oni,eftafi> e vi- fioni,particolarmente delle donne . Onde il Sig. Francefco Benuenuti , Teo- logo, Canonico » e Penitenziere della Metropolitana Fiorentina , che flette moki anni ConfeiTore ordinario di quefto muniftero , auendo inteiò da lei in conferenza fpirituale tutto il fucceffcdella fua vita , e letto ciò Cheiìno allora era flato ferino; bene le diede gran fieurezza che il tutto venifle da Dio.fen- za alcuna mescolanza d inganno tnttauia voile fentire il parere d altri Teologi, e particoJarmente mandò più volte per ConfeiTore ftraordinarioa detro Mu- niftero il Padre Nicolò Fabbrinì,che nell'anno x 5 9 2. e 93 era Rettore-dei Col- legio de Gefuiti in Firenze, Teologo di gran fapere , prudenza, e lume di vita fpirituale. Al qual Padre la Beata,di configlio del Padre ConfeiTore ordinario , & anco per riuelazione della diuina volontà,inteià in vn ratto,che ebbe in det- to tempo,conferì fimilrttente tutta la fua vita, e le cofe fucceffele . Et anco il medefimoSig.Francefcole diede à leggere iquatro volumi.deigiieftafne del- le intelligcnze,che ella aueua auuto : i quali darfudetto Padre letti, e diligen- temente ( come diffe ) confiderati ,& efaminati,gli approuò con molta ficurez- za,comc cofa diuina > & aflkurò la timorofa Madre , e Concerie con il parere del Padre Spirituale,chequiui non era inganno alcuno del demonio, ma che erano da Dio; e di tanto ne fece teftimonianza alla Madre Priora delMuni- ftero,dicendóIe, che neteneflero gran conto , perche erano tefori del Paradi- fo; e come tali, fi fono fempre dalie dette Monache conferuati . Reftò la Bea- ta Madre,per quefìa fieurezza datale da quefti Padri, molto confolata,e quie- ta; tanto più, che in quefto vidde auuerarfi quello , che Vanno 1585. in vn'e- flafi le aueua prometto Dio ; cioè , di mandarle due Padri, vnodella Compa- gnia di Gicsu, e l'altro d'altra profe Alone, che l'aueriano aflìcurata , e quietata intorno a' fuoi eftafi . £ quefti furono idetti,Padre Nicolò Fabbrini>& il Sig. Francefco Benuenuti, de' quali in vn altro ratto , che ebbe a 2 7. di Febr. dell' anno 1 $ 92. e 9 * intefeche erano quefti due Padri,che Sua Diuina Maeftà le aueua prometèi ; e di tutto ne refe grazie à Dio .

Za verità de ratti diuini di qucjla Beata , fu confermata da Die con vn frequente

miracolo ; quale fu , cheflando in eftafi ', dipingeua, e lauoraua d'ago

fen'^afemirfì di lume elementare*

Cap. LXIII.

TRa gli altri miracoli operati in vita da quefta Beata , approuati dalla Rota Romana,e da'Signori Cardinali della iacea Congregazione de* Riti è nu- merato quefto 5 che ,flando in eftafi con la mente alienata da' fenfi,e rapita in Dio, con gli occhi fiffial cickfccuciua, e faceua lauori d'ago, ragliana l'oro,di-

pingeua

9<£ Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi.

pingena su la carta imagi ili diuote , e faceua altre cole , che richiedeuano l'at- tenzione della mente, e degli occhi . Vedendo le Monache cofa tanto mara- uigliofa,nè parendo lor pollìbile ; per meglio chiarirli le ella veramente fi fer- uiua in tal' atto delia luce, le bendauano gl'occhi,e chiudeuano le finellre del- la danza doue lauoraua , e faceuanla (lare al buio ; .& ella così al buio , e con gl'occhi bendati, feguitaua il lauoro,ò la Pittura, cheaueua fra mano , con la fua lolita maeftriaje perfezionccome quando era nel fuo naturale . E così in ratto fece molti lauori,e pitture diuote, che come miracolofcfono fiate con- feriate .

IV 'anelato da Dio lo flato di molte Unirne paffate all'altra vita -, alcune ne vede in

Taradifo, altre nel Turgatorio , & altre nell'Inferno .

Cap. L x I V.

NElf ifteffa maniera che, fauorita dall' Aìtiffimo Dio, le fu più volte in que- lla vita mortale , date alcune occhiate , e vide della gloria de Santi fuoi dinoti , come fopra è narrato ; così fi compiacque fua Diuina Maellà di mo- ilrarle ancora lo (tato di molte anime pallate all'altra vita.e Ipecialmente delle Monache del fuo Muniflero . Imperochè quando moriua alcuna di quelle, ò altre pedone à-leinote,e congiunte,faceua per quelle orazione cosìferuente, che quafi fcmpre, in pregare per loro,era rapita in ella fi;e da Dio l'era moflra- to lo flato di quell'anima per cui pregaua.E quello ancora le fuccelTe nel pre- gare per altre anime da lei non conofciute,ma raccomandategli da altri; lo (la- to delle quali,à lei riuelato, fi confrontaua tanto puntualmente con la vita,che aueua tenuta quella pedona, cfae non ne auendo ella vmanamente cognizio- ne alcuna , ben Ci vede , che (blo da Dio l'era riuelato .

La prima anima , di cui Ci faccia mentione nella fua vita, che ella vedefle nel Purgatorio, fu quella d'vn fuo fratello, a 14.de! mefe di Giugno del m 87. per -il quale pregandogli rapita in e(lafi,e le furono moflrate le pene del Purgato- ■rio,come fopra nel Capitolo 50.0 narrato : alla qual'anima per le orazioni , e iuffragi della (Iella Beata , furono abbreuiate le pene . Onde il fecondo gior- no, doppola prima riuelatione, lo vidde molto alleggerito di pene; (Scin- tele,come preflodoueua edere da quelle libero . Perciò parlando feco, dille: Felice te,ò fratello diletto, poiché farai molto preflo chiamato all'eterna beatitudine', e bene grandi , & indicibili fono le tue pene , non però fono condegne alla futura inenarrabile ^& ine omprenfibile gloria, cheti è preparatami Cielo .

Vede l \Anima d\na Monaca del fuo Muniflero , che doppo fedìcì giorni di Turgatorio , vola glorio fa al Taradifo .

A' 5. di Febbraio dell'anno i.y88.cflcndo rapita in eftafi,lc fu concedu- to da Dio di veder 1 anima d'vna Torcila del fuo muniftero,che fedici giorni prima era pallata ali altra vita, andare gloriola al Cielo; & intcfe,che per tre cagioni particolari era (lata rkenuta,pcr quei lèdici giorni3nelle pene

del

Vita della B. Maria Maddalena de* Pazzi. 97

del Purgatorio . Primieramente, perche ne' giorni feftiui f per efler molto in- gegnoia ne lauori di mano) aueua fatto alcune cole lenza neceffirà . Seconda- riamente perche, come madre antica della Religione , aueua mancato alcuna volta per nfpetti vmani > d auuifare i Superiori di qualche colà , che fi fentiua inspirata , concernente il bene dello ftaro del Tuo immillerò. Finalmente peK efler troppo amatrice de'fuoi parenti. Et infieme le furono nudate tre fue vir- tù, per le quali intefe elTerle (late abbreuiate dette penerà prima,era la folleci- ta cura, che aueua fempre auuta di conferuarc la purità , e femplicità della fua ReIigione,la feconda,la gran carità che aueua moftrata con tutte le lòrelle; la terza , l'aiiere fempre tirato à buon fine ciò , che vedeua , ò fentiua Vedeua dunque , che queft'anima felice tutta ricca di meriti , n andana à godere il fornaio bene in mezzo del fuo Angiolo Cuftode , e di S. Miniato martire, che in quell'anno aueua tenuto per fuo dinoto conforme al coftume del mimiftc roOnde per tal vifta gioiua d'allegrezza , e fi accefe à gran defiderio di fegui- tarla per andare à godere il fuo amato (polo Giesù Crinito .

Fede andare in Taradifo l * anima di vn 'altra Monaca del fuo Mmifiero, chi foto 1 j .ore era fiata in Tttrgatorio .

0

ESfendo pattato à miglior vita a'cinquedel mefe di Giugno dell'anno 1 $89. vna monacatila quale la Beata Maria Maddalena aueua fatti continui of- fequij di carità,nel tempo che era ftata inferma; mentre che il fuo corpo era in Chiefa per fepellirdftaua la Beata Maria Maddalena alla grata di Chiefa; doue fu rapita in eftafi,e vidde l'anima di quella volarfcne al Paradifo Onde prorup- pe in quefte p^TOÌQZ^iddio fonila jiddio anima beata,voi ve ne andate in-Taradifo àguifa di pura colomba, laj dando tutte noi qua giù , 0 come fiete gloriofa,e bella : e chi potrebbe raccontare la vofira belle%%a? quanto poco fiate fiata in quelle fiamme, ^Ancora non è fepolto il vofiro corpose V anima voflrafe ne vola alla gloria beata.Ora tonofeete chiafò quello, che io e/fendo voi ancora quàgiùin terrari diccuo, cioè che non viparebbepoi auer patito co fa alcunajrifpetto alla gloria, che Giesù vi riferbaua in Taradifo. Intefè in quello mentre,che vna delle cagioni,perche così breue era (iato il fuo Purgatorio,™ perche aueua patito grandemente in qnefta vita* e fpecialmentegraue infermità con molta pazienza ; e perchè aueua auuto in gran prezzo >e ftima le fante indulgenze come meriti di Giesù Chrifto,per- ciò quindeci ore fole era ftata in Purgatorio. E mentre ù daua fepoltura al cor- po di detta morta, fi rifencì la Beata dal ratto, dicendo : ^(el mede fimo tempo , che é dato fepoltura al corpo in terra , l'anima è collocata per fempre nel Cielo .

Vede l anima dvna Monaca del fuo MunifierOj cinta di fiamme adorare ilSantiflimo Saeramente,e ne intende la cagione *

VN'altra volta del medefìmo anno 158?. mentre ella ftaua in Coro a fare orazione, vidde l'animaci vna monaca del ilio munifterodefonta , co-

98 Vita della B. Maria Maddalena dePazzi.

Serta d\7n ammanto di fuoco, e di lotto veflita d'vna candida vette 5 la quale.» aua adorando il Saiitiillmo Sagiamento con gran riuerenza . E domandando ]a Beata al Signore quelloiche ciò fignificaua.intefe che quella velie bianca j> era (tata concedutadaDio , in premio della verginità *che ellaauena confer- mata ; l'ammanto di fuocoxhe la copriua, l'era dato in pena d alcuni tuoi di et- ti; e lo ilare con dettaammanto auanti al Santiilìmo Sagramento,l'era dato in pena dell'auere più volte in. vita fua tralafciato per negligenza la Santa Comu- nione^ intefe che per quella negligenza doueua ilare ogni giorno per vn'ora in detto modo auanti ilSantiffimoSagramenta, fino che aueua purgata la pe- na di quel difletto, e poi volarfene al Paradifo. E cofi non molto tempo doppo la vidde andare gloriola a gli eterni ripofi *

Vede l%anima di fua Madre , doppo quindici giorni di Purgatorio ^andare al Cielo , e V anima di vn buon Sacerdote glorificata:.

DEI mefe di Settembre dell'anno 15 90. eflendo morta la Signora Maria»* Buondetmonti, madre della Beata Maria Maddalena; quindici giorni do- pò la fua morte,mentre ella ilauain ellafi > le apparue fua madre tutta cinta di gLoria -, e di fplendore *in compagnia d'alcuni Santi fuoi diuptie le diede quelli tre ricordi. Primo>che cercaffe il maggior grado di vmiJtà,che potette; fecon- do, che fu ile efatta ofieruatrice deU'vbbidienza : terzo , che adoperarle in ogni cofa la prudenza. E datole quelli tre falutiferi ricoivii , fi tolfe dalla fua villa» Non molto dopò in vn'altro ellafi le fu da Dio moflrata > ricca di gloria nel Cielo l'anima di vn buono Sacerdote, da lei conofciuto : quale in quella vita? seramoltoaf^ricatoperranimceviiTuto in fanti efercizi fpirituali

Ve de due anime da leiconofeiutein vitay condannate alt- eterne pene ..

L'Anno i$9-}alli 2.2. diDecembre vidde inecceiTo dimente l'anima di va peccatore^cne in quel punto paiTauadi quefta vita;e la vidde condannata z'A eterne pene. Intefe appretto, che qucll'huomo infelice, oltre che aueua te- nuta vita federata, era llato fentenziatodaDio all'eterne fiamme» particolar- mente per non auer auuto in pregio i tefori di Santa Chiefa > difprezzando* le Indulgenze , & ogni altra grazia > che ella comunica benignamente ai fuoi fedeli.

Intorno al detto tempo vidde Umilmente vnaltr'anima cinta d'ogn'intor- no di fiamme infernali , alle quali eternamente era condannata dalia diurna* Giuftizia . Per la qual villa diuenne in volto afflitta , e pallida fuor dtmodo , e poco ne mancòxhenon fi venne meno;e con Jagrime>e fofpiri voltata à quel- laf quale da lei in vita fu conofeiuta ) le dille >, tèfei diventato vn tifone dell* Infermare fio fi fon cangiati i paffatempi in pene acerbe >ye fempiteme 1 E riuolta al Cielo difle -, 0 Dio eterno , non penetrano quefie co gli Imomini del mondo . Per le quali parole , e per il modo con che le proferì , mede grande fpauento , e ti- more, in quelle che la viddero, e fentirno >& ella rimafe così sbattuta da que- fta villa.

Vita della B.Maria Maddalena de'Pazzi . 99

vìfta » che ctiam vfeita del ratto, non trouaua conforto,nè confolazione.E co- me ella riferì per la folita vbbidienza > queftevifioni le furono moftrate da Dio,acciò ella,e l'altre monache del fuomuniltero s'infiammaflero maggior- mente nel zelo della falute dell'anime, cercando di placare la Diuina giustizia con l'orazioni, e penitenze »

Vede moke anime rèligiofe dannate per tinofferuan%adel voto della pouertà,

e per altri peccati*

VN giorno di Domenica, mentre in Coro fi cantaua il Vefpro , fu rapita in ellafi; nel quale il Signore le moftrò gran numero d'anime, che à guifa di folgori fprofondauanoneirinfernoprecipitoiamente: e domandando al Si- gnore chi fallerò quelle > le fu rilpofto , che erano perfone Rèligiofe, le quali efTendo vifTuteinmunilterirelafsati neH'ofseruanza 3 per non auer'ofseruato i voti promeffi à Dio, e particolarmente quello della pouertà* erano Hate con- dannate all'eterno fppplizio ; & ancora perche fi erano fernite dell'abito Re- ligioso per vanità , e leggerezza ,fenza ofseruanza dimodeftia , e decoro re- ligioso . Onde tutta piena di compaffione proruppe in quelle parole . O quanto farebbe flato meglio , che quefle anime fusero fiate alfetolo, che effer fi fatte religio fé, e non auer ojferuato quello, che con votofolenne hanno promejfo a Dio-,poi- ebeper tal me^o fi fon fatte degne di cafligo,e di pena maggiorerò pouertà^d pouertà religiofa,quanto poco i conofeiuta, & ojferuataf Oh che ella fi conofceffeg? of- ferua/fe ynonfi terrebbono le celle piene adornamenti : s'abbonirebbe come veleno il tenere danari , e fpendergli fecondo il proprio volere ; e tante altre pompe , e vanità tanto difdiceuoli al vero r eligio fo , fi sbandir ebbono f agri chioflri . 0 come Giesà mio la bellex^a della pouertà tr •eligio fa è diuenuta diformata per la maledetta pro- prietà . 0 quante, ò quante anime rèligiofe àbbrucciano nell'inferno per non auer te- nuto in pregio, & offeruata lafantapouertà .

Altra volta medefimamente in e(lafi vidde gran moltitudine di anime reli- giofe,che nelle fiamme dell'inferno ardeuano dannate > e ricercando la cagio- ne,perche quelle tapine erano punite con attrocci tormenti ; intefeperche nel tempo,che alle Rèligiofe fi concede qualche ricreazioneacciò vie più tiri- uigorite fi diano alla diuozione , quelle in tutto feordate di Dio , fi eranoim- merfe in quelli paflatempi con molte offefe mortali di Sua Diuina Maeltà ; e particolarmente nel traueftirfi , e portare velli fecolarefche'» àueuano prefo tanto piacerce diletto difordinato,che àueuàno meritato quell'eterne pene . Onde ella perciò proruppe in Pepiamo amarilìimo, -t piena di doglia efclama- lia,Con gran VOCe5e diceua ; 0 mifere anime rèligiofe <? Oime mìferia grande ,che quel che è conceduto a Heììgiofiper ricreazione, abbi a da efìer cagione d'eterna dan- nazione , E non celiando in quella villa di piangerete lagrim&re diròttamen- teporgeua preci al Signore , che defle vero lume $i Religione à quelle anime religiofe>cheaueuano ancora Ipazio dipenitenza.

G 2 . Vede

D

i o o Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi*

Fede tanima di vna Monaca delfuo Muniflero , che doppù cinque ore puliamone della vifione beatificagodc gli eterni beni.

EJl'anno 1 5 pialla fine del mefe d'Ottobre, morì in detto Muniftero vna Monaca giouane di molta bonti , e perfezione , chiamata Suor Maria Benedetta Vettori ; al tranfito della quale affittendo, fecondo il ino folito, la Beata , vidde vna gran moltitudine di Angioli , quali le faccuano corona , & af- pettauano , che quell'anima fpirafle . Dipoi la mattina feguentementre il cor- po della defonta era in Chielà , e che fi canraua la Metta per le fue eflequie , al San&us, &c. la Beata Madre fu rapita in eflafi, e vidde quell'anima in Paradi- so in tanta gloria ,che fuperaua la gloria d'ogni altra monaca del Tuo muniftero» fino a quell'ora morta, e Spiegando gl'ornamenti, e gulli di quell'anima,diflo come in premio della fua ardente canta, ell'era vellita vn'ammanto dorato» e che per auer Tempre ragionato,e proceduto col proffimo con finceritàx be- nignità,dalla bocca di Giesù vfciua vn iuauiffimo liquore,che s'infondeua nel- la fua , e le arrecaua vn'immenfa dolcezza 5 e che con gran libertà fiflaua lo sguardo nell'vmanità,e diuinità del Verbo . Onde moffa la Beata dalla vifta di diletteuole Oggett0,comincio ad efclamare. 0 Colombina mia comefei bella? come jei gioiofa f So che non vai più col capo chino come fac cui tra noi . Intefe in-» quello mentre , come quell'anima non fubito fpirata era andata in Paradifo » ma che per cinque ore era (lata ritenuta nel Purgatorio ; ma però non aueua patito pena alcuna di fenfo di quelle, che vi patifeono l'anime , mafoloera ftatafequeftrata in vna parte di etto, doue era fiata per detto fpaziodi cinque ore piiua folamente della vifione di Dio . Dipoi contemplando l'accoglienze » e le carezze,che Giesù fàceua à quell'anima , diffe ; 0 Verboyfe tanto ti piace- va qut fi 'anima , e tanta voglia aueui di vnirla à nella gloria , che perciò te l'hai tolta cosìprefloyper qual cagione V hai poi lafciataflare cinque orepriua della tua vi*

fwneìEt intefè,che ciò ei*a (lato per vn difètto molto leggierorcaufato da vn d'amor propriojquale era,che ella,quando vedeua alcuna difguftata per fua caufa, ne affliggeua tanto, che l'afflizione la diftoglieuà dalla prefenza di Dio , che ella per dono (ingoiare aueua ottenuto dalla Diurna bontà Doppò auer'intefo quello , le raccomandò il fuo Muniftero , e (letta; e fparendo la dolce vfta ritornò a' fenfi.

Similmente vidde in Purgatorio l'anima d'vna gentildonna Fiorentina, che patiuaattrocipene; (Scintele, che tali pene patiua» per auere impedito» che vna ina figliuola non fi facefle monaca .

Impetra da Dio lafalute dell'anime di due , che furono gìuftifiati vicino al Muniflero : e li veicfaluati.

FVrono à quei tempi menati a giuftizia vicino à detto Muniftero due , che in detto luogo aueuano commetto vn omicidio à tradimento ; e prima , che ciò fi efeguiìTe, peruenne à notizia della madre Suor Maria Maddalena,al- 1 a quale fi accefe grandemente nel defiderio della falute di quelle due anime;

eia

Vita della B.Maria Maddalena de' Pazzi,

ior

e la notte precedente.e la mattina ftefifa fece frequenti orazioni per loro,infie me con ruttc le Monache del Muniftero , e le chicle inftantemente à Idkrj E ritrouandofi in eftaftln quell'ora , che fumo giudiziari , intele da pio, comedi erano tutti due faluati; e che vno di loro aueua abbracciata quefta morte con tanta prontezza in penitenza de* fuoi peccati > & era morto con tanta contri- zione , che (ubito era volato al Cielo . L'altro parimente era morto in buona difpofizione » ma non quanto il primo , e però era andato al Purgatorio . Ilche fi confrontò con quello , che difiero i iècolari , che fi trauarono preferiti alla loro morte , cioè che tutti due fi erano difpofti à ben morire > ma vno più che l'altro. E quelta loro difpofizione fi attribuì in gran parte allocazioni delle monache /e fpecialmente della Beata Madre,- la quale nello ffefToeftafifiV (entità fare caldiflìme offerte à Dio deik Paffione> e morte di Giesù in loro falute *

Vede, tra Santi del Taradifo , il Beato luigi Gonzaga della Compagnia di Giesu. Cap. LX V.

A Vendo fin qui defcritto per ordine de' tempi, le vifioni, che ebbe la B$%- ta Maria Maddalena dello (tato di molte Anime pafìate all'altra vita ? re- itàdi narrare quella ch'ella ebbe della gloria del Beato Luigi Gonzaga della Compagnia di Giesù > laquale , tra tutte l'altre » fu bellilfima > e feguì a quat- tro del mefe d'Aprile dell'Anno 1 600. Nel qual giorno efsendo ella,iecondo il fuo folito , rapita in eftafi , vidde ri detto Santo gloriofo nel Cielo ; e fopra- prefa dalla vifta di fourano oggetto , cominciò a parlare panatamente, in- terponendo fpaziotrar'vne, e l'altre parole , come denotano le linee fri tal guifa.

0 che gloria ha Luigi figliuolo d'ignatio ? non mai Ih arci creduto \ fc non me Taueffi moflro Giesù mio . Mi pare in vn certo modo , che non abbia da ejjer

tanta gloria in Cielo,quanta ne veggo auer Luigi # lo dico, che Luigi è vn gran

Santo. 'ligi abbiamo de Santi in Chiefa Citi temfcua delle Reliquie de'

Santi^) i quali non credo abbino tanta gloria. Io vorrei poter andare per tutto.

il Mondoye direbbe Luigi figliuolo d'ignaro è vngran Santole vorrei poter mofirare ad ogn'vno la gloria, per e he Dio fuffe glorificato. Ha tanta gloria , perche opera

con l* interno* Chi potrebbe mai narrare il valore, e la virtù dell opere interne i

non ci è comparation e alcuna dallintrinfeco all' eftrinfeco. Luigi,flando qua già

in terra>tenne la bocca aperta a* rifguardi del Verbo ( volle dircene quefto Bea- to amaua Tinfpirationi interiori,che il Verbo marìdaua al fuo cuore.e quan- to più poteua, cercaua d'efeguirle ) Luigi fu Martire incognito , perche chi ama te, Dio mio, ti conofee tanto grande, & infinitamente amabile ych e gran marti- fio Ve il vedere di non f amare, quanto de fiderà d'amarti , e che non sij agnato dalle creature,an^i offefo* Si fece ancora Martire da (ìejfo , O quanto amo*ig terra ? e però ora gode in Cielo in gran pienezza dyamore. Saettaua il cuore del Verbo,quando era mortale; ora clfèin Cielo, quelle faette fi ripofano nel fuo ^perche quelle comunic anioni, Qh e meriiaua contatti d'amore^ d*vnioìie,chefaceua(quzlÌ

G z erano

j o*k Vite della Boaria Maddalena dePazzi.

cranofictte) orai- intende y e gode .. Vedeua poi y che quefto Beato pre- gau&caldamente per quelli > che in? terra gli: aueuano dato aiuti fpirituali . Dal che accefa > dlfle : rincora io mi voglio ingegnare d'aiutar l 'anime > perche alcuna riandrà in Taradifa y preghi ; per me r come fa Luigi 'per chi in terra li diede aiuto. E qui forni.

Vedeua , efentiuaiinjpmt^lecofe lontanex &ajfenti> come lefojfero prefenti corporalmente.. Cap. LXV l..

T Ràgli altri fauori fopranaturali , di che Dio fi degnò > di pregiare quefta> fua fpofa, fù> chele faceua vedere , e fentire le eofe ilei attenti per lon- taniffima diftanza diluogoicomefele fuiTero (late prefenti, &auanti gli occhi corporali; e queftointcruenneiamolte occafioni . Ma particolarmente ,

Kedè infpiritmvnarifpofta3.che laMadreSuor Catterina de F^cci in San Vincent di Trato ydaua ad vna fua lettera .

fNEll^nno M 8&ritroiiandofi vn giorno foBeata' Maria Maddalena in ratto \J nella fala del nouiziato,dettòvna lettera indirizzaraalla madre Suor Ca- tarina de Ricci , monaca di gran bontà, e virtù nel munifterodiS Vincenzo di Pratp.oggi morta in gran concetto difantità>& efsendo ftaca feruta da vn altra monaca prefente àquelratto, efigillàta > fi mandò alla detta Madre Suor Ca- terina per il fattore del Muniftero , à Pirata, dittante dalla Città di Firenze per dieci miglia . Dilì a paiecchie ore, efsendo la Beata ancora nel medefimo rat- itoper lcparolexhe difse, moftrò di vedere , che il fattore porgeua la lettera ì Suor Caterina : e pocoapprefso tenendo gli occhi fiffi > fenza vedere douc gli teneuàomoftraua di vedcre.e leggere la riipofta che Suor Caterina le rimanda* e fi turbò alquanto involto,, perche non le rifgondéua conforme alfuode- fiderio ; e così-\ idde ancoraquandòella porfe detta rifpofta al fattore i che la iccafse.Jndi à quartr ore in circa tornò il fattore conia rifpofta ; e domandato dàlia Madre Priora dell'ora che aueua porto lettera» e riceuutane la rifpofta , •rouorno per l'appunto , che confronraua con l'ora che la Beata laueua vedu- to; 6caprendo,e leggendo larifpofta, rrouorno eflere in tutto,e per tutto con* formeàche la Beata aueua veduto in fpirito. La quale vfeita di ratto , confer- mò auer veduto quanto fopra , nel modo che enarrato..

StandaìuHefettoriO) vede in fpirito, che ma Monaca delfuo Muniftero in vnat fianca, remota moriua improuif amente .

VNa fera dell'anno 1 5^1. in Venerdì \ ftando la Beata Madre con l'altre7 monache in Refettotiaà far colizione, moka veloce fi leuò da men- fa; &accoftatafi alla madre Priora le diffé: Madre , quell'anima tranfifee. E fenza dir'altro , fi pani, &andò correndo in vna ftanza,*doue ftaua vnas Conucrlàinferm^chiamataSuor Mattea Focardi: la quale aueua vna piaga

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Vita della B. Maria Maddalena de'Pazzì. io j

in vnagamba,efiteneuain detta ftanza feparata dall'altre inferme, per il fettore della piaga.Ma però non era (limato male, che accenaflfe vicina morte, e ftaua leuata fuori di letto , e lauoraua,e fi elèrdtaua , fecondo che f infermità le permetteua j & il medefìmo era ftata fempre leuata,5c aueua lauorato al fuo folita;nè in talora vi era alcuna da ki . Seguitorno dietro alla Beata alcu- ne monache d'ordine della madre Priora ; e giunte à quella ftanza , trouorno la detta fuor Mattea , che moriua, aUa quale la Beata raccomandò l'anima, e Aettepocoàfpirare.

Di lontano /ente due nottue, ebeiù luogo ritirato mormorauano

del projfimo -*

IN quel tempo» che la Beata Maria Maddalena era Pedagoga «ielleNoai- zie in compagnia della madre Suor Vangelifta del Giocondo , ne ftaua vn giorno difeorrendocon la detta madre, &alhmprouifo , come auefte fèntito qualche Còfà, diffe : Madre , quelle due creature non "parlano bene , voglio

andare à correggerle \ e pamtafirandò in vna ftanza remota del muniftero 4o- ue trouò due nouizie,cheparIauaQo4el pro'ffimo con poca carità, e le ripre- . La madre Suor Vangelifia non intefe quello, che volere dire, la Beata , quando in fretta fi partì da lei ; ma poi le confefToino le ftéfie due nouizie, cotneftauano biafìmando il proffimo loro,e che dallaEeata èrano fiate tro- uaxe,e corrette . Dalche venne infogninone la buona madre, che tanto era lo ftimolo,che haueuaia Beata della perfezione dell'anime, che atteneuano alla fua cura^che Diote faceuafentire ogni difetto,checommetteuano, ac- ciò raiutafle à maggiormente perfezionarfi .

Dal fuo Muniftero vede, efente, quel che il Vadrc Rettore del Collegio de ' Gefuiti di Firenze , die eua vna fera a Tadri nel fuo Collegio .

D Eiranno 1600. ritrouaudofi vna fera , circa vn'ora di notte>Ia Beata in ratto , vidde in fpirito il Padre Rettore dd Collegio de' Gefuiti di Fi- renze, che ftaua parlando fpiritualmente con i Padri del fuo Collegio ; e fentì ciò,che egli diceua . E chiamata à vna nouizia de' Berti, che al feco- lo era ftata penitente di detto Padre, lediffe: che penfate, che faccia à queft*- ora ilVadre Rettore? rìfpdfè quella : Deue fare Orazione ; ^pn fa oratione , (diffe la Madre) ma flà fauellando con alcuni fuoiTadri delle tali cofe ( quali nominò) e lo Spirito Santo li forma tutte le parole, che proferifee . Reftò ftupita

la nouizia,nè ebbe,che replicare . Il feguente^ndò il detto Padre Retto-5 re à confeffarle Monache , chiamato per Confèffore ftraordinario ; e confe- rendoglieffa , quanto di lui haueua veduto , e fentito la notte precedente > con fuo grande ftapore , confèfsò, che il tutto confrontaua ,& era vero : e <osì ne accertò anco la detta nouizia *

G 4 sàia

1 04 Vita della B.Mària Maddàfetia de Pazzi.

Sa la Morte di vn GentiVhuomo Fiorentino y prima che ne vengala nuoua al Muniftero.

SEndo ammalato il Signor Pier'Francefco Santucci Genti l'huomQ. Fioren- tino , quale aueua vna figliuola Monaca in detto Muntfìera* fapendofi cola alcuna della Tua morte ; ritrouandòfila Beata Maria Maddalena in ratto in sii quell'ora,che egli fpirò,diflexomeeramortOjeche era faluo peri meriti di Chrilìo , e per l'interceflìone di San Francefco , del quale era grandemente diuoto . Mandorno fubito le Monache à cala detto Signor Pier'Francefco » e trouorno ,che era fpirato appunto in su quell'ora, che ia Beata auea detto; e la figliuola confermò, che era vero, eh egli era diuotiffimo di San Francefco $ e come era folito di raccomandarfegli ogni giorno .

Stando in luoghi del Munifiero remoti dalla Cbiefa, vidde in fpirito quando il Tadre Spirituale flaua in Cbiefa confermando .

J\ Venne molte volte,chc quefta Beata, ftando in eftafi in luoghi remò- jì\. tl> e lontani dalla Chiefa, clifTe : Io veggo accender dal Cielo il Sangue di Cbrifto fopra ? anime . Il Taire ftàin Cbiefa confejjando , ancor'io voglio andare à riceuere quèflo sangue: &andauaà confèffarfi; e mouendofi apprelTo di lei quelle che ftauano nella medefima ftanza (eco , trouorno efser vero : il che umanamente la Beata non poteua aucr fapuro. Altre volte ftandopureirì^. rattevedeua in fpirito>quando il Padre Confefiòre Ci partiua di cafa.ò da altro ruègtfsÒ quando era per ftrada, elodiceua; e di quiuià poco fi fentiuagiu- gnere al Munifiero . Et vna volta in particolare, auendo gran defiderio di par- lare al Padre Spirituale , mentre che ella ftaua à menfa , in atto di metterli il boccone alla bocca, fu rapita in cftafi con la mano,e co'l boccone folleuato ; e vidde in fpirito, che il Padre era giunto in Chiefa . E così eftatica in quell'at- to andò à parlare à detto Padre ; e feguitandola la Madre Priora,trouó efferui jl Padre, come la Beata aueua veduto in fpirito .

- Tu dotata da Dio di fpirito di profezia } e prediffe molte cofe future y

quali poi fi viddero feguire .

Cap. LXVIL

PEr compimento de' Diuini fauori comunicati à quell'anima eletta, la dotò ancora iddio del dono della profezia in modo (ingoiare ; che perciò quali di tutte le cofe, per le quali fi poneua à far'orazione,!' era da l'uà Diuina Maeftà molìrato quelIo,che doueua feguire . Onde auendo le monache,& altre per- fone, che aneuano fu a notizia 5 toccato con mano in più, e diuerfe occafioni > quanto fu (fero veraci , e ficuri i fuoi detti , ricorrenano à lei per l'orazione con grande auidità di fapere quello,che ella fentiua in delle cole raccomandate- Te ; e ftauano con grand'attenzione olTeruando le fue parole Ma ella elTendofi di ciò accorta , ftaua molto cauta : & ancorché preuedefle , & intendelTe pet

Diui-

Vita della B.Maria Maddalena de'Pazzi. i o %

Diuina riuelazione i futuri (uccelli di talicofe, non li palefaiia, ne Ji manifefta- ua ; e ne rimandaua particolarmente le petfone fecolan.con rifpofte generali, e di confidenza in Dio; ma bene alle Monache,& à quelle con chi più confida- ua, come più iègrete,riuelaua bene fpeflò il fuccefib di quelle cofe , chea gli altri occultaua.Et ancorché mai in queftecoie reftafle ingannata ,tu trama non preìupponeua niente di se fteffa.nè ftimaua punto quefto fuo fpirito;ma fi re- putaua facile deffer ingannata , come ogni altra creatura ; & era tanto aliena dalla curiofità del faperecoiè future.che non folo non fi poneua mai a chiede- re à Dioiche le riuelaflè tali cofema bene fpeffo fu fentita ne'ratti chiedere in- ftantementeàDio, che non gliene riuela (Te. Onde quando vedeuacheDio voleua nudarle qualcofa,diceua ; Ritieni in te signoreyritiem in te « Con tutto ciò le era tanto intrinfeco quefto fpirito di profezia, che ancor non volendo, e fpecialmentenc ratti, ne' quali, per efler agitata, e mofla dallo fpirito di Dio » al quale non poteua far refiftenza,prediceua,e proferiuale cofe future.E que- fto fuccefle in molte occafioni; fpecialmente vidde molte fanciulle che do- ueuano monacarfi nel fuo Muniftero , e Jo fpirito di che^loueuano efler dota- tele la riufeita, che doueuano fare $ preuidde molte cofe,che doueuano fucee- dere al detto fuo MunifteroJe quali fi fono vedute auuerate : e così molte al- tre , tra le quali fi fono raccolte Tinfrafcritte .

Tredice al Cardinale de'' Medici ^Arciuefcouo di Firenze , che egli farebbe Tapa , e che poco virerebbe in tale dignità* Cap. Z XV II I.

DOuendo il Signor Cardinale Alefiàndro Medici Arciuefcouo di Firenze 1* anno 1586. del mefe di Settembre venire al muniftero di Santa Maria de- gli Angioli, per l'elezione della nuoua Priora , ella in vn ratto , che ebbe in tal tempoJntefe come Dio voleua, che ella le parlaffe di alcune cofe concernen- ti al gouerno della Chiefa Fiarentina,e particolarmente per il gouerno del fuo muniftero. Circa il quale,cflendo detto Monf. Illuftrils. fiato male informato elei Padre Confeflbre , inclinaua à rimouerlo 5 il che la Beata intendeua efler contro la volontà di Dio , & in detrimento del fuo muniftero . Sentito dal Pa- dre Confeflbre ,e dalla Superiora quefta risoluzione, che aueua la Beata di par- lare di fimili cofe al Cardinale,temerno,che egli non fufle per pigliarle in buo- na parte ma fi penfaffeche le fu Aero fatte dire da altri,e che fi fufle per accen- der maggiormente contro il Padre Confefsore,maflìme per efler la Beata al- lora giouinetta di venti anni , <Sc ancora innouiziato; onde pen forno d im- pedirle quefta riloluzione , con rinchiuderla in quel giorno , che il Superio- re veniua à fare quefta elezione. Ma perchè nulla vale il configlio degli huomini contro il Diuino volere , e come tele di ragno fono i noftri difegni nel colpetto Diuino, ruppe Iddio il difegno del Padre Confefsore. Impero- che il giorno , che il Cardinale doueua venire à far quefta elezione , che fu il 2 9. di Settembre , fubito che Suor Maria Maddalena fu comunicata , fu ra- pita in eftafi : e così eftatica, fi fermò à pie della grata dd Capitolo risponden- te in Chiefa» doue.il Superiore doueua riceuere la voce delle Monache per iniezione della Superiora; e vi fu talmente (labilità %dallo Spirito Santo , che

bene

i oS Vita della B.Maria Maddalena de' Pazzi.

fc bene le Monache fecero ogni forza pofiìbile per leuarla di quiui » non po- ternomaicon violenza alcuna muouer la vn tantino.; e (lette in tal maniera immobile ,come pietra, vndici ore continue > cioè fmoairora,che arriuò il deN to Illullriffimo Arciucfcouo. Al quale fubito> che fu giunto >& accollato alla grata > ella con grande cmfafi>e viuezza di fpiritomaeftofo, cominciò àpatla- re con quelle parole ; Aleflandro , Aleflandro-, fi foggiunfe tutto ciò,che Dio le fece dire in rauore dd fuo muniflero , e conchiufe con quella Temenza, ca- uata dalla Sacra Scrittura > accomodatale in bocca dallo Spirito Santo apro* pofito dell'inclinazione* che aucua detto Superiore al rimuouerc ilPadro ConfèlTorer^o// tangere Chriflos meos,& in ancillismeis noli malignar i; E finito il fuo dire vfcì di ratto , e fi leuò di quiui . Reflò il Cardinale flupito, & ammi- rato di fentirfi così parlarcnè feppe dire altro, non che quella figliuola aue- parlato bene in perfona dello Spirito Santo. Nonmancorno alcuni di quel- lixhe erano con detto Monfignorc affilienti à quella elezioncche fofpettor- no , che quanto queftagiouanetta aueua detto, lefufTeilatofuggeritodagli huomini,enon da Dio. Ma il prudente Superiore» che forfè doueuaauer fenti- to dentro di le l'effetto dcllaccefe parole dello Spirito Santo » non cedette à quello fofpetto.anzi dopò di auer riceuuto tutte ie voci delle Monache, e fetta la nuoua ciezionefece chiamarci la Beata à folo.à fólo, e molto diligente- mente Tefaminò,non folofopra quanto ella le aueua detto > ma ancora fopra la fua vita ; e ne redo tanto edificato, che da lei fi partì tutto riuolto , e rimuta- to : e chiamata à la nuoua Superiora , che fu la Madre Suor Vangeliila del Giocondo, le commendò grandemente la fantità di quella figliuola ; eie dif- fe,come in quefto fegreto djfcorfo.ella le aueua predetto, ch'eifarebbe Papaj dd che domandata poi dalla lleflTa Superiora .confermò il medefimo.Qì]ando poi liilcfTo Cardinale andò in Francia Legato de Latere di Noftro Signor Pa- Clemente Ottauo, in parlando per Firenze dal detto Muniftero in vn tem- pore la Beata era in ratto?ella diflTe quefte parole; Queflo chriflo , (che con tal nome chiamaua i Prelati ) ha diprefente vn grande onore, & arriuerà anco ai jupremo j ma foco gli durerà^ quando vorrà abbracciare la J gloriagli /par irà . E quello medefimo confermò anco più volte fuori di ratto ; e tutto fi vidde auuerato Tanno 1605* quando per la morte di Clemente Ottauo fu egli elet- to Sommo Pontefice , e chiamato Leone Vndecimo , doue che viflenel Pontificato folo ventifei giorni .

Treuede alcune Fanciulle particolari, che doueuano Monacar/! in detto fuo Muniflero . Cap. L X I X.

P~r l'amore, che quella Beata portaua alla fua Religione , chiedeua fpeffo nell'orazione il mantenimento. & augumentodcH'ofTeruanza religiofa ; e perciò inftantemenre pregaua Dio , che eleggefse perii detto Muniflero ani- me , che fofsero dotate di quello fpinto , che bifognaua per tirarlo innanzi in perfetta ofseruanza,del che compiacciuta da fua Diuina Maeflà,le fu più volte fatto vedere in fpirito alcune fanciulle , che Dio difponeua di condurre à Mo- nacaruifi

Efpe-

Via delk B.Mar ia Maddalena dePazzi v i 07

Efpecialmenteranno 590. rifrouandoftellavn giorno in effafi , di(Tco> mt vedeua, che la fantitlìma Vergine conduceua dall'Indie vna fanciulla àfoc- fi Monaca tra loro .Le Monache preferaià quefto ratto, iertfita tàlcofa,fi tur- borno, perche mal volentieriammettorto foreftiere . Conosciuta dalla Beata cosi edafica , la loro turbazione, difTcche non dubitaffero, perche la Vergine la conduceua lei, e che (arebbe ftataamatnee della pouertà , e del difprezzo di ftelTa>e molto illuminata della5 vita Religiofa . Si auuerò quella profezia in- dia cinque anni $ quando tanno 1595* fendo venuta a Firenze Catterina figli- uola del Signor Roderigo Ximenez Portughefe , condòtta da' parenti per im- parentarli in qualche famiglia nobile della Città , ella ricalando ogni fponfalr- zio terreno, elefle di farft Monaca in detto muniftero : il che feguì in capo ad vn mefe del Tuoarriuo in Fiteazc , e fìt chiamata Suof Catterina Angelica ; & il giorno del fuo veftimento , iendo la Beata rapita in eftafi > le predifle molte cofeinterne > che le doneuano fuccedere nel rempodi fua vira ,- lequalielia medefima ha certificato eflerle fuccedute , come la Beatale aueua predetto*

Dell'anno 1 5 9%. yna fonciulia nobile Fiorentina della famiglia de' Berti,per fodìsrareadvria fua Zia > entrò per dicci giorni à vedere il detto muniftero; ina però fenza volontà di monacaruifi ; perche non vi aueua inclinazione > &aueuadi già fermato l'animo d'effer Monaca nel Muniftero di Santa Catte- rinadi Firenze, dell'Ordine di S Domenico,* anco perche ci arebbe auuto delle difficoltà •. Inqueftì dieci giorni frfenti la fanciulla alquanto inucJgliate di mutar penderò 5 mafapendole difficoltà, checiauerebbe auuto, nonci efette orecchio; ma ritrouandofi vngiorn-op efenteacfvn ratto, che ebbe la Beata, le dimandò , Credete voi Madre, che io abbia ad efler Monaca in que- fto Muniftero ? le rifpofè la Beata : lo non lo credo -y mi lo sàdi certo, che farete qui da noi : il che parendo impoflibile alla fanciulla , e difeorrendo dentro di fteflà le difficoltà > la Beata come le vedette i fuoi petifieri , le fòggiunfe ; Giesù i manderà della /karugiada ne cuori , e gli mollificherà \e voi fuper erete ogni difficoltà . Efsendo poi lafinciuBà vfeica del muniftero^ e battagliando que- fta fua vocaziòneper le c&fficolrà che trouaua.le pareuaimpoffibile che auef- à fortire ; e conferendo vn giorno alle grate conia Beata quefte Tue difficol^ tà,di nuouo l'accertò>che tutte fi farebbono fupite ; e che lo teneua tanto cer- to , che vn' Angiolo le aue fse dettoin contrario, farebbe tenuto per vn De- monio . Si adempì la profezia della Beata : fi fupirno le dirficultà , & ella fi monache in: detto muniftero di Santa Maria degli Angioli, e fu chfamata Suor Maria Maddalena .

Si trouaua in quefto tempo > nel fopradetto Muniftero di fama Catrerina Jirenze,inferbovna6nciulladeira nobile famiglia de Sommai, chiamata Francefca ; la qnale petfemplicità, e bontà era come vn' Angiolo idearne, & era grandemente amara dalla fopradetta de' Berti, perefsere ftara aioltianni infieme per educazionein detto Muniftero di Santa Catterina: e detta de* Ber- fiper ciò la defideraua grandemente monaca infieme fecoin quefto di Santa Maria degli Angioli , e fpefso la raccomandaua all'orazioni della Beata*. Vn giorno mentre la Beataerain rattale dimandò quefta de' Berti : Madre crede- te voi, che Francclca Sommai abbia adefsei; monaca da noi? rifpofe la B^ar*:

i o8 Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi.

Gres* melbàmofìrataconU nofiro abito in doffo . Altra volta pregata à far ora- zione per la medefima caufa della detta de' Berti , e da altre nouizie , difse : Io non dubito punto, chela Francefca Sommai farà Monaca in queflo Munifiero, ma lo so di certo . E quando la Beata predice quefto 3 non fi lapeua punto , Y animo della fanciulla , ce nera alcuno ragionamento . In capo a due anni vici Francefca del munì (le ro di Santa Caterina > & entrò a vedere quefto di Santa Maria degli Angioine non ottante jche di età di tre anni fino à quel tem- po fuise ftata fempre in detto muniftero di S. Caterina, e vi aue ise grandiffimo affetto,tuttauia per particolare infpirazione,che ebbe,elefse di farfi monaca in quefto di Santa Maria degli Angioli*

jld vna Madre di famiglia r, che impediuala Monacatone di vna fua figliuola, pre- dice la morte y in gajìigo della fua ofiina^jone + Cap* LXX.

QVantodifpiacciaàDio, e guittamente » che le madri , e padri di famiglia diftolgano,& impedivano li loro figliuoli od confecrarfi à Dio nella làu- ta Religione , fi può raccogliere dal feguente fuccefeo ^

Nell'anno 1 5S4. vna fanciulla nobile Fiorentina > defideraua grandemente d'efìér Monaca in quefto Muniftero , ma la madre le era contraria, voleua in modo alcuno confenrire. Si raccomaudaua la giouane all'orazione della Beata , acciò Dio difponelTe il cuore della madre à condelcendere , e lafciarle effettuare la lìia vocazione, ma rimanendo quella gentildonna dura,e pertina- ce nel fuo volere, difTe la Beata , che per quella fua oftinazione Dio fra poco ]e mandarebbe la morte > e la figliuola (\ farebbe Monaca in detto Muniftero ; così feguì . Morì in quell'anno medeiìmo la madre della fanciullate lafigliuO' la fi fece Monaca quiui . ^ -fa

Impetra con lefue orioni vna figliuola ad urna nobiliffima Signora 5 e predice^ che non farà confecrata à Dio in I{eligione >ela madre^ e la figliuola pati- ranno grantrauagli nel fecola; e l tutto f 'Accedette ^

JNquei tempi vna Signora Fiorentina principaliflìma,di titolone diStato>de-; fideraua grandemente hauer figliuoli > e perciò ricorfe con molta iftanza all'orazioni della Beata Maria Maddalena . fu vana la confidenza , che eb- be in lei; poiché gli fu da quella impetrato il fuodefiderio.Dataxhe fu lamio- ila alla Beata della grauidanza di 'quefta Signora, ditte : Diteàquefla signora ch'ella p.zrtcriràvna figliuola femina) macche fi rie ordì, eh e ella è figliuola impetrata dall orazione yC che per obi fogna la dedichi à Dio in fiera l^eligione, altrimenti faran- no grandi/fimi idifigufli^che aiteranno^ e lvna,e l' altra Succttih il parto conforme alla predizione $ma la madie, ò (dimètieata delle parole delia Beata. ò vinta dall' amor del Mondo, non tenne conto di quahtoSuor Maria Maddalena le alie- na minacciato^ fatta la figliuola in età nubile la mariròad vn nobile Marche- ie il quale non molto doppo, (coperto ribelle del fuo Prencipe>fù decapitare,.- tifearo iJ liioaucrc : dal che fi può fare hconfeguenza , quali, cquanii IoìIclo 1 tiauagli,e difgufti, che ne fuccedeuero,Ó: alla-figliuola /& alia madre, j

Vita della B.Maria Maddalena de Pazzi. 109

?r edice altri ca flight ad ma fanciulla , non efeguiua la vocazione d'effer Bgli* giofa y& alla madre ,fe limfediua , e {accedono

VN'altra fanciullatiobile Fiorentina >conofciuta dalia Beata,fi fentiua chia- mata da Dio allo Stato della Religione ; & anco entrò nel detto Muni- ero per vedere le piaceua 5 ma ritenuta da intereffi , e rifpetti vmani , non fi rifolueua»tanto più che la madre maluolentieri n accordaua . Nonmancò la Beata di fase ogni opera, acciò la fanciulla efeguifle la fua vocazione; ma ve- dendola fempre irrefoluta, le dific>che Dio l'aueua eletta per eflere Monaca ia detto Muniftero, e che ella non efeguiua quefta vocazione , arebbe patito nel fecolo molti trauagli; e che le fua madre raueffe di(Tua(à>& impeditale fa- rebbe caftigata da Dio. Non temette la madre le minaccie della Beata, e ritraf- la figliuola della faa vocazione ; e nella figliuola preualfe più l'amor del fé- colo che qucJlodi Dio,perchè lafciò la fua vocazione,allogandofi al Mondo; Succeffcche la figliuola maleallogata , viffe in moltrtrauagli,miiérabile.; e la madre non molto dopò fu punita daDio con vnacanchrena,la quale con acer- bi dolori priuò di vita .

Tredice ad ma Monaca grauemente inferma ìa ricuperazione della foniti?, & altri particolari , i quali fono fucceduti .

VNa Monacarci fuo Muniftero , chiamata Suor Maria Vincenzia Dati ., nobile Fiorentina, giouine di poca fanirà > dopòeffere viffutafeianniia detto Munifterocon mala difpofizione ,- dell'anno 1 5 pi. fu fopraprefa da feb- bre,che al giudizio de' Medici pendeua neiretica, e le durò diciotto mefi con- ti nui ; fiche i Medici ne faceuanocattiuo giudizio, e teneuano il fuo male irre- parabile. Onde vedendofi ella ridotta in tal termine , e refa inutile per la fua Religione , fi raccomandò inftantemente all'orazioni della Beata Suor Maria Maddalena , la quale caritatiuamente le promife di raccomandarla à Dio 5 & vna mattina doppo che ella fu comunicatala trouò,e diffusore Ila abbiate fe- de, che Giesu vi vuol rendere la finità ; e fatta Vn poco d'Orazione, ket fòpra di lei il fegno della Crocce leiòggiunfe.- ^0/ ' guarirete à poco àpoca, in modo, che parrà^ebe voi guari fchiatenaturalmente,che di tanto ho pregato Giesu. Di più vi di- co, che viuerete molti anni nella Religione fona , e potrete feguit or e tutti gli ordini. 9 & affaticami negli vffi^come tutte le akre& tutto efeguì come la Beata le aue- ua predetto : perchè in termine ditrè-mefi à poco à poco ricuperò 1 intera fa- nità;& ancora al tempo che fi fcriue la prefentcviueie fi efercita nella fua JRe- li«ione , conforme à tutte l'altre .

H

"Predice, che la Regina di Francia Maria Medici, arebbe figliuoli mafehi più d'vno . Cap, L X XI.

AuendolaPrencipeflà Maria , figliuola del ScrenifT. Gran Duca di Tof- cana Francefco,cognizione della Beata Maria Maddalena>(timaua gran- de mente

1 1 o Vita della B.Maria Maddalena de' Pazzi.

demente la fua fantità.e le portana (ingoiar diuozione, enei tempo,che flette in Firenze, perfonalmente la vifitò ; ma fpecialmente nell'anno 1600. doppo d'eflere (lata folennemente fpofata à nome del di Francia Enrico Quarto. Il giorno innanzi che ella fi partifle di Firenze per Francia,andòà vifitare que- lla beata Madre per raccomandarfi alle lue orazioni^ volle parlar con lei à fo- lo à folo : & in quello ragionamento % che ebbero infieme ( fecondo , che la Beata riferì alle (uè Monache ) la Regina raccomandò alla Beata tré fue peti- zioni principali , e molto importanti ; tra le quali la prima, degna della nobiltà dell'animo fuo,e del Tuo Chriftianiffimo affetto,fù quella: Che il Regno tem- porale non fufle caufa di farle perdere l'eterno; loggiungendolc >cheie di que- llo auelìe dubitato,aueria prima eletto d effere vna"pouera,che andafle pezen- do la iimofina à vfeio à vfeio, che accettato d'eflere Regina, e però pregaffe , che quella grandezza, nella quale Dìo la poneua ; non le fufle occafione , per non lapere feruirfene bene,di perdere la grazia di Dio-petizione veramente de- gna d'eflere fcritta à lettere d'oroj e polla come fpecchio innanzi à tutti i Prin- cipi ., e grandi dei Mondo . La feconda, che il fuo fpofo l'amaffe . La terza, d'auere figliuoli mafehi . Promife la Beata Madre di raccomandare à Dio que- lle cosi giufte petizioni ; e le domandò in contracambio tré altre grazie . La prima,che ella procurale con la Maeltà del fuo Rè,che rimettefle nel fuo Re- gno i Padri della Compagnia di Giesìx, dicendole , che quello era vno de' gran fcruizi,che ella potefle fare à Dio per bene di quel Regno . La feconda , che procurafle Jeflirpazione dell'erette, e di ridurre il Regno come era al tempo di S. Lodouico . La terza , che fufle amatrice de' poueri : e le foggiunfe , che ciò auefle fatto,teneua per certo,che arebbe dal Signore quanto defideraua,e particolarmente figliuoli mafehi , quali leforto ad alleuargli Chriltianamen- te ; e bene alla Regina non difle aflblutamente , che arebbe auuto figliuoli mafehi >lo difle poi alle Monache doppo che ella fu partita ; e più volte in quel primo anno difle >che quella Regina arebbe auuto figliuoli mafehi più d'vno ; e quando venne la nuoua della nafeita del primo figliuolo, fece dire alle Noui- zie il Te Deum, &c. in ringraziamento ; e foggimi le ; Quello non bada, bifo- ra chiedere il fecondo^ credo,che l'otterremo 5 eperildefiderio,cheaueua che quefto Regno non cadefle nelle mani degli £retici,porgeua à Dio caldiltì- me preghiere.per ottenere quelli figliuole particolarmente applicaua à que- lla petizione tutto il bene , che faceua nel giorno del Sabbato.

Tredice il tempo della morte di molte perfine in vari tempi. Cap. LXXll.

SVor Maria Grazia Gondi Monaca di detto muniflero fi trouana l'anno 1 5 90. pedagoga di nouizied intera fanità : quando vn giorno Ja Beata Ma- dre Suor Maria Maddalena vidde in fpirito, che detta Monaca doueua fra po- chi giorni infermarli, e morirei fi accollò alla Maeltra delle nouizie, e le dille ? Madre Maeftra ta vofìra pedagoga fi morrà fra pochi giorni 9 Rcllò la Macflra ammirata,e trauagliata inlìeme da tal nuoua:& attendendo il fucceflò,in man - co di quindici giorni fi verificò la profezia,* poiché fra pochi giorni dopò tal

pre-

Vita della B.Maria Maddalena de'Pazzi.

ì il

predizione Suor Maria Grazia s ammalò,& indi à fei, ò otto giorni morì .

Doppò Ja morte di D.Agoftino Campi, che per vent'otto anni era flato ConfelTore del muniftero, fu dal Cardinale de Medici Arciuefcouo diFiren- ze,afsegnato per Gouernatore alme^efimo luogo il Signor Francefco Ben- uenuri,Canonico,e Penitenziere del Duomo di Firenze; il quale accettò det- to carico , con animo di tenere il gouerno del muniftero , ma deputare vn Pa- dre fpirituale,che amminiftralTe i Sacramenti alle Monache. In quel tempo ri- trouandofi in eftafi la Beata Maria Maddalena, dille, che quefto Padre non arebbe altramente effettuato quefto fuo penderò , che da Dio gli faria rimuta- to il cuore, e che da per fteffo arebbe amminiftrato i Sacramenti alle Mona- che continuamente; e che aueria loro dato fempre per confeflbri ftraordinarij i Padri Gemiti; e che egli farebbe viifuto alla cura» e gouerno di detto muni- ftero la metà del tempo , che vi era vifluto il Campi ; quale ella vedeua in Pa- radifo, che le impetraua da Dio> & infonderla nel cuore di e(To Padre quell'af- fetto^ defiderio della perfezione di quelle anime con che s era affaticato lui. Si vidde il tutto auuerare . Imperoche detto Signor Francefco confefsò auer fentito accenderfi nel cuore gran defiderio d aiutar quefte anime : e per que- fto (ancorché aggrauato da altri carichi,) fi rifoluette confelTarce comunicare Jc monache da fteflb , e fempre diede loro per ftraordinarij i Padri delh-, Compagnia del Giesù : e doppo auer durato con grande affetto molte fatiche per il detto muniftero,il quattordicefimo anno di quefto fuo gouerno,ammi- niftrato con molta bontà, e prudenza finì i giorni tuoi in fanta pace .

Eirendo morta nell'anno i S94»in detto muniftero vna Monaca , la Beata», Madre nel pregare per l'anima fua. fu rapita in eftafi, conforme al (ìio foJito, e vidde quell anima in Paradifo;e poco appre(ìb,quafi in atto di merauiglia>diffe: Oh le colonne di quefto Muniftero crollano . E voltata alla Madre Suor VangC- lifta5quella, che era quiui preiente , diflè : la vofira colonna refterà . Vfcita la Beata del ratto, le domandò la Madre Suor Vangelifta, quello, che ella aueua voluto dire in quelle parole . Le colonne crollano, e la voftra rimarrà ; & ella rifpofe,che il Signore le aueua moftro , che le quattro Madri diferete dei Mu- nifteroxhe tutte erano ftate Priore > e che come colonne reggeuano col loro gouerno il muniftero,farebbono morte fra poco tépo; e che lei,cioè efta Ma- dre Suor Vangelifta del Giocondo, che pure era ftata Priora ancora leu fareb* be foprauilTuta à quelle molti anni,e così fuccefle ; quelle quattro doppo non molto tempo morirono dietro I vna ali altra, e la Madre Suor Vangelifta è fo- prauilTuta à quelle in circa trenta anni .

Vna giouinetta de' Gianfigliazzi , monaca in detto muniftero , chiamata»» Suor Maria Catterina,elTendoin tempo di fare la fua profeffione,e trouandoiì fana, la Beata preditfeche ella camperebbe poco doppo la fua profeftìorre; e quefto s'auuerò in capo à Tei mefi ; imperoche fei mefi doppo fatta la profef- fionc pafsò all'altra vita . Tre doppo,che fu morta detta Suor Maria Catre- rina,ritrouandofi la Beata in ratto,e facendo orazione per lei, vidde, che vfcita dalle pene del Purgatorio> andaua al Paradifo ; e nell'ifteffo tempo intele, che vnaltranouizia, che aueua nome Suor Maria Innocenzia Dati, morirebbe prefto . Staua quella nouizia allora di buona fanità , quando la Beata predille

i x z Vita della B.Maria Maddalena de' Pazzi.

quefto ; e non molto dopò fi ammalò > & in pochi giorni morì .

Trouandofi inferma vn'altra giouine di detto muniftero , per nome Suor Maria Benedetta Vettori, di non graue infermità,preuidde la Beatacene ella fa- rebbe aggrauata, e morta di detto male, e lo ditte ad vna forella. che Suor Ma- ria Benedetta aueua monaca in detto muniftero: con quefte parole.c^e dire- fle voi y la vqflra forella morifie t alle quali parole uguagliandoli la forella , ibggiunfe la Beata . ISfon vi trauagliate y ma accomodatela alla volontà di Dio ; E così fu neceffario,che fi accomodaire , perche iti capo ad vn'mefe Suor Maria Benedetta finì li giorni fuoi.

Predille ad vn'altra monaca del fuo muniftero , che la morirebbe fenza Sa- cramenti ; del che fpauentata la monaca , lo diffe alla Priora , la quale le log- giunfe,che peiò fteffe preparata . Succede il cafo che vn le ruppe vna ve* ria del petto ,e fu foffocara in poche ore dal! abbondanza del fangue > ne potè riceuere i Sacramenti della Chiefa .

Mentre la Beata ftaua inferma dell'vltima fua infermirà,Suor Marra Madda- lena Berti , altre volte fopranominata.Ia pregò ,che il Signore la tiraua à , veniffe doppo tre per lei perchè per affetto di carità > che le portaua, non le pareua dauere à poter viuere doppo di iti. Suor Leffandra dei Beccnto,che al- lora era infermiera,monaca di beli età. fana , e vigorofa, fentì quefte parole, e pigliandole in piaceuolezza. dille alla Beata: Madre di grazia contentatela>me- natela con effo voi in Paradiiò: allora la Beata forridendo>fi voltò à detta Ber- ti,e diffè : Io non verrò per voi , ma bene per Suor Leffandra. E COSÌ fuccefle : poiché circa vn'anno dopò quefta predizione morì la Beata Madre e due meli, e mezzo dopò la morte di leipafsò di quefta vita anco Suor Leffandra fudetta,

Ne gli virimi giorni della vita della Beata , fi trouaua inferma vna monaca del iuo m:miftero,chiamata Suor Maria Vittoria Ridolfi , giouine di buona ef- pettatiua . La madre Priora la raccomandò all'orationi della Beata , e le diffe > che pregaffe Dioche le piaceua,le reftituiffe la fanità . A cui rifpofe la Bea- ta,e uifie rifolutamente . Egli è volontà diDiotcbe la muoiale marra pochi giorni

doppo di me . Seguì fra poco la morte della Beata , e fei giorni doppodi lei , morì Suor Maria Vittoria.

Effendo raccomandati all'orationi della Beata due infermi, vno de' quali crail Signor Filippo del Caccia, ella diffe: II Signor Filippo morirà >elyédtr* guarirà. E così fuccedette .

Tr edice più volte il tempo della fua morte , & vna volta } quali delle fue nomate fi aueuano à trouare alla fua morte , e quali ; e s'auuera ,

NEI tempo, che la Beata Suor Maria Maddalena era macftra di nouizic , la prima volta, come à fuo luogo fi dirà,cioè fette anni prima, che moriffe, ragionando con le nouizie della Tua morte , diffe ad alcune , quali ella nomi- nò, Voi,e voi vi trouerete alla mia morte. Quelle che non fi (èntiino nomina- re , congetturornoauere à morire prima di lei ; e però vna di quelle chiamata SucrLilabetta Rabat ti > le diffe: madre maeftra,afiiftete alla mia murre «Sceffa XÌipoiè: io fnò viua quando voi moneterà non potrò afffUrui, Succede il tutto

pei:

Vita della B . Maria Maddalena de Pazzi. 1 1 5

per lappuntccorne ella aucua predetto . Tutte quelle nouizicche come Co- pra ella aueua tacciutemorirono innanzi à lei ;e la detta Suor Lifabetta morì in tempo,che la Beata ftaua talmente grauata della fua infermità, che non po- tè aflìftere alla fua morte .

Vnanno prima^ch'ella morifle, per la grauezza della fua infermità i Medici l'aucuano fatta fpedita , e ie dauano pochi giorni di vita , e dittero alla Madre* Priora, che le facefle dare l'Olio Santo. Diede la nuoua la madre Priora alla Beata di quello, che diceuano i Medici , & ella rifpofe : State ficura , Madre Triora,cbe io non morrò così preftotferche non evenutoti tempo mio* e COSÌ fegUÌ» poiché foprauiffe vrfanno .

L'anno 1 607.3^2 5 . d'Aprile , morì vna Monaca in detto Muniffiero ^chia- mata Suor Orfola Viuuoli : fubito, che ella fu fpirata, alcune Monache andor- no à darla nuoua alla Beata , che ftaua inietto grauemente malata , alle quali ella rifpofe; Oggi ad vn mefe morrò ancora io . Vna.di loro ricordandoli, che in quell'anno l'Àfcenfioneveniua a' 24. di Maggio, epenfando, che la Beata doueffe morire in detto giorno,rifpofe : Io non vorrei,che voi moriffi in quel dì^che farà TAfcenfione . Replicò la Beata: ilgiomo dell 'jLfcenfione io ci farò. ; e così faccette ,poiche morì il doppo TAfcenfione, cioè il dir 5. di Maggio» che appunto terminò il Mefe, dal di della morte di Suor Orfola, comeella aueua predetto .

Vede gli occulti pen fieri, e fecreti del cuore altrui» Cap. LXXIII.

MOlto proffima a fudetti fauori di veder lo flato dell'anime paffete all'al- tra vita, lecofe afTenti , e le future, fu la grazia, che le fece Dio,di pene- trare chiaramente gli occulti penfieri,e fegreti del cuore altruiàlche per mol- ti cafi occorfi fpecialmente alle nouizie >egiouani , che ella ebbe à fuacufto- -dia nel tempo,che vide in detto mnniftero,era così noto,ediuulgatotra loro, che molte Monachete fpecialmente quelle>che fletterò fotto la fua cuftodia, •quando le andauano innanzi, faceuano l'eflàme della cofeienza ; & in fua pre- senza cuftodiuano molto bene il lorcuorcper non vi lafciare entrar penfiero , di che aueflero ad arroffire nel cofpetto di quefta madre ; e nonTenza roflòre. e vergogna le ftauana innanzi, quando aueuano commetto qualche errore , ancorché interno ,'& occulto 5 e bene fpeflb non riufeiua vano il lor timore , poiché palefaua loro quello , che più cercauano occultare . Quello che oc- corfe à quefte , per ora lo lafcieremo , per raccontarlo poi à fuo luogo , doue fi tratterà degli vffici , che ella ebbe nella Religione , qui folo fi noteranno i feguenticafi.

Jid ma Gentildonita,cbe più volte venne a r accomandar e diuer fi ctfì occulti)

prima di fentirla gliene fcuoprey e le predice ifuccejfi , infieme

con altre co/e, quali feguirono .

*TPRa gli altri teftimoniefaminati nel Proceflò informatiuo per la Bcatifica- J tione di quefta Madre * fi efaminò innanzi à Monsignore Arciuefcouo

H diFi-

1 1 4 Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi.

in Firenze vna Gentildonna Modanefe , chiamata Lifabetta Migliorini , di vita molto efemplarc , d'età danni 64. molto deuota della Beata Maria Maddale- na;la quale rettificò con Tuo giuramento,come eflendo occorro nella Città di Firenze fegratamente vn omicidio tra perfone à lei moltocare,e confidenti : p rima,che il ferirò morilTcefla venne à vifirare Ja Beara madrcper raccoman- darle quello cafo,acciò pregafle Dio ; che dette fpazio di penirenza al pazien- te, e fulTe piacciuto à Dio, impetrafle da Sua Diuina Maeftà » che il cafo non fi manifeftafle al Magiftrato : e fattala chiamare , fubiro che la Beata ih giunta alle grate del Parlatorio.fu rapita m elìafi, e prima, che la detta Gentildonna le dicefle cofa alcuna , Suor Maria Maddalena vedendo in fpiritoquel cafo , &il fine per il quale Lifàbet ra era venuta à vifitarla, dilTe quefte parole i Lifabet- ta non dubitare^ che la Vergine fantiffima ha coperto con ilfuo manto queflo pecca* to : il Sangue di Giesù Chriflo l ha lattato, & è perdonato. Di loro (cioè a quelli, tra quali era feguito il cafo) che flieno in fede) in carità,& vmiltà , che il tutto è acco- modato: onde ella fi parti tutta contentai vidde che il tutto luccefle, come la Beata aueua detto,poiche il ferito ebbe fpazio di penitenza,diede la pace > e inori con i fantifiìmi Sacramenti della Chiefa , & il cafo relìò talmcnteoccul- tocche non fìi differito al Magiiìrato,& il tutto con pace s'accomodò . 1 Quella medefima Gentildonna teftifica nello fteflb efame, come effcndolc flato narrato in confidenza, e raccomandatole da alcune diuote perfone > vn cafo molto brutto,e deforme,che fuccedeua in vna diuota adunanza di perfo- ne fpirituali;fenza faperce poter penetrare da chi fufle commeflb;per poterui rimediare ; ricorfe per raccomandarlo alla Madre Suor Maria Maddalena, e fattala chiamare alle grate del munilìero ; fubito che ella vi fu giunta, fu fimil* mente rapita in eflafi:e prima,che da Lifabetta intendefle cofaalcuna,fi tutbò grandemcnte,& il fuo volto fi riempì di grande afflizione;e cominciò ad cfcla- marc, che vedeua bruttezze enormi, e cofe orrende 5 e che fentiua puz- za di peccati intollerabili ; e che Dio arebbe feoperto il tutto ; e che ancor lei» cioè Lifabetta, arebbe veduto, chi fufle Ja perfona,che commetteua tal pecca- to; e che al tutto fi farebbe rimediato. Refi ò marauigliata Lifabetta di tal cofa, ammirandolo fpirito di Dio, che era in quella fuaScrua,e ne Ib ringraziò, che così le manifeiìaua i fuoi fegreti ; ma molto più fi confermò in quella ammi- zione , & opinione della fantità di quella madre > mentre con effetto vidde in- di à poco con gl'indizi dati dalla Beata , feoprirfi il delinquente, e rimcdiarfi al turto con pace,come la Beata aueua predetto.

Qiiando era controuerfia fra il Duca di Ferrara, e la Chiefa, quella medefi- ma Gentildonna defìderofa di quella paccteltifica nelfiiìefsoproceflò,che fe- ce voto à Dio per impetrare quella pace , di vifitar la Madonna di Reggio di Lombardìa,e configliandofi di ciò con la madre Suor Maria Maddalena, ella ra- pita in eftafi5alle grate del Muniftero,le dille; M ritorno habbiateui cura perche ti demonio ( nominandolo fotto nome di Malatafca ) ve la vuol fare : e le fog- giunfe, che pigliafle feco 1 imagine di S. Giacinto fuo diuoto, e delle Reliquie Efcguì Lifabetta quanto la Beata le aueua detto ; e quando che ella,ritornan- do dalla vifita di detra Vergine di Reggio , era sii l'Alpi di Bologna , il caualloi che la portaua > fuori del fuo folito adombratofi , fenza che fi vedefle in che »

cominciò

Vita della B. Maria Maddalena de'Pazzi. 1 1 5

cominciò à correr di maniera > che non potette ritenerlo ; ma ftando à federe in fella calcò alfindietro , e rimale col pie nella ftaffa , fenza poterlo cauare ; onde il cauallo correndo velocemente la ftrafeinò molte braccia fopra le pie- tre, e (affi ; di modo che quelli , che Taccompagnauano , penforno di trouarla tutta fracaiTata, e forfè morta ; ma per grazia di Dio Jatrouorno fenza male alcuno; & ella fubito fermò il cauallo > fi ricordò di quello > che le aueua predettola Beata, e ringraziò Dio , e i Santi, le cui reliquie ad esortazione della Beata Madre aueua portato ièco, per mezzo delle quali riconobbe la fua liberazione .

Di più teftifica la ftefla > che douendofi vna volta partire di Firenze per tornariène à Modana fua patria , con animo di non ritornare pitia Firenze; andò à vifitare la Beata Maria Maddalena , per far fecodeuota dipartenza : e conferendole il fuo penderò di non ritornare più à Firenze, la Beata le ditte quefte parole ; Andrene tornerete . Si rimefle Lifabetta nella volontà del Si- gnore , non fapendo per qual caufa ci aueiTe à ritornare, e fi partì . Vn anno doppo fu richiamata à Firenze , per ordine della Sereniffima Madama Gran DucheiTa di Tolcana , dalla Signora Irenea Pica SaluiatUòreJIa del Duca del- la Mirandola, per afiìftere a detta Signora in vna infermità d'occhi che patiua. Tornò Lifabetta,e trouò che la Signora Irenea aueua perfo vn occhio affatto, e 1 altro era diuenuto nero come vn carbone » e feoppiato , fi che non vedeua punto,& era fenza alcuna fperanza di poterli racquiftare : e di commilitone di detta Signora andò à raccomandarla alla Beata Suor Maria Maddalena, la qua- le rifpofe a Liiàbetta>che dicelTe alla Signora Irenea.che firaccomandafle à S. Francefco,e vifitafle flmagine della Nunziata, e che fi veftifiero tutte due per vnanno di bigio a diuozione di SFrancefco, che il Signore le arebbe refo la vifta , e ifuoì occhi come prima . Riferì Lifabetta alla Signora Irenea quanto dalia Beata le era (iato rifpofto ; e riceuuto con fede dallvna , e l'altra il con- figlio della Beata , cominciò la Signora à migliorare in quell'ifteiTo gior- no* e fecondo che teftifica Lifabetta , in pochi giorni racquiìlò affatto il vede- re come prima nel modo,, che la Beata aueua predetto : & efeguirno quanto aueua elsa commelso loro Auconofcendo tal grazia dell'orazione di lei .

Scuopre ad vna fanciulla la fua vocazione alla Religione $ e dal fuo Muniflero vede i pen fieri del cuore della medefima , la quale accettata quiui per Monaca^ effendo in cafa del Tadre yper tentazione flaua per de- porre la fua vocazione > e con le fue orazioni la libera dalla tentazione . Cap. LXX1V.

FV cofa veramente, tra tutte f altre fìn'ora. narrate , marauigliofa in quefto genere, quellochefuccefseadvna figliuola del Signor Dottore Carlini Fiorentino , chiamata al fecolo Leonora; la quale effendo delmefe diNo- uembrei5 9i. entrata nel detto muniflero per dieci giorni, per vedere le piaceua ; ne auendo conferito ad alcuno i defideri , che aueua circa la fua mo- nacazione-méntre ;a prima fera ella fi trouaua in compagnia d'altre monache, tra le quali era ancora Suor Maria Maddalena, fu la Beata rapita in eftafi; e

H 2 mentre

i i6 Vita della R. Maria Maddalena de Pazzi.

mentre ftaua così rapita , con grandifllmo gufto della fanciulla , che non alie- na più vifto tal cofa , cominciò à fauellare, e diiTe, come vedeua l'Angelo Cu- ftode di Leonora, ilquale aueua vna fcala in mano, la cui forum irà atriuaua fi- no al Ciclo,echeegIilateneuafofpefa, quafi non fàpendo doue la pofare ;e mentre ella ftaua cosi mirando quell'Angiolo, vidde apprettò à quello San Franeefco,San Domenico,e Sant'Angelo Carmelitano , che tra di loro difeor- reuano, e quafi gareggiavano doue il detto Angiolo auefse à pofare la Scala , volendola ciascuno dfioro nella Tua Religione . Ammirando la Beata quefto pacifico comrafto>teneua dalla parte di Sant'Angelo, Protettore della fua Re- ligione, desiderando, che egli vincefle la lite; e mentre ftaua in quefto defide- rio , ientìxrhe Giesù comandò all'Angelo Cu ftode di Leonora , die rermaflc la Scala nel fuo Muniftero . Onde voltata alla fanciullate difte: // vofira an- gelo Cufiede hÀpofatola Scala in quefto Muniflero ; la volontà di Dio è>che voi fiate Monaca qui ■> efuperarete tutte le dtfficultùycbe ci avete . Reftò confortata Leo- nora in fentire così viuamenre > e chiaramente la volontà di Dio , per mezo di quella fua gran Serua ; e doue prima ftaua dentro di irrefoluta , (e entraua nell'Ordine di &FrancefcO;ò di S.Domenico,ò in quefto del Carmincveden- dofi così marauigliofamente feoperri i fuoi penfieri, fece rilbluzione ferma di Monacarli in detto Muniftero di Santa Maria degli Angioli . Doppolidieci giorni tornò à caia di ftio Padre , e gli aperfe la Tua rifoluzione ; alla quale non confentendo ne il Padre, nei Fratefli,ebbe con elfi tanti contrafthche vna fera écì Gennaio feguentefi era arrefa,e per pacificare i fuoi, fi rifoluette d'andare à dire à fuo Padre, che faceffe ciò, che di lei voleua, che fi rimetteua nella fua volontà . Ma mentre, con tal penfiero, volle vfeire di Camera , fi fentì ribut- tare in dietroXenza vedere da chi ; fi rimife , la feconda volta, per vfeire , e fu fimilmente ributtata ,* e così feguì fino alla terza volta; onde rauuiftafi del fuo errore,rkornò in se ,* e conofeendo non effer volontà di Dio,che ella fi rimet- tefse al volere de*parenti, riuocò quefta rifoluzione . Quefta medefima fera, e nella medefima ora, che fu circa vn'ora di notte, la Madre Suor Maria Mad- dalena fi ritrouaua in eftafi , e fu fentita da quelle , che erano quiui prefenti , dire; Quella Colomba vuole fcappare ,tienla Signore ,eper tre volte replicò in- terpoftamente quefte fteffe parole,T/>w/* 57£wo^.Vfcita5che ella fu di ratto> fu domandata dalle folite Madri, quello che ella aueua veduto, e ciò che aue- ua voluto inferire nelle parole , che aueua detto ; & ella riferì come vedeui_, quefta fanciulla lòtto forma di colomba,che ftaua per lafciare la fua vocazio- ne ; ma che Dio i'aueua aiutata , e non farebbe fucceduto. Mandorno le Mo- nache il feguentc per la fanciulla , per fapere ciò che l'era fucceduto la fe- ra ; & ella venuta alle grate del Muniftero, riferì elTerle fucceduto quanto fo * pra è detto; & effe allora (coprirne quanto la Beata aueua veduto di lei . On- de confermata maggiormente nella ina vocazione , tirò la volontà del Padre > e de' Fratelli à condefeenderie *$Ci lece Monaca indetto Muniftero.

Dell*

VkadeHaB.^lariaMaddalenade, Pazzi. 1 17

Della gran purità del fuo cuore , e candiderà deiUfuaconfciem^a # Cap. LXXV.

DOpò d'auer narrato quefti priuilegi diuini , «comunicati! queftanlma fan* ta, torna molto à propofito moftrare la purità , e candidezza del fuocuo- re : poiché ficuriffimamente fi può affermare , diedi queftediuine riuelazio- ni non poteua effer capace non vntnondiffimo cuore ; arebbono potu- to penetrare fecreti tant'alti, futuri , e lontani faccetti, e molto meno f interno altrui , non gli occhi d'vnamente puriflìmavecandidrffima, quale^ra la fua, come dalle fuc opere , e parole molto bene fi compre fé. Conferendo ella vna volta ad vn altra Monaca la tenerezza d'affetto , & il gufto , con che effendo fanciu Eletta abbracciaua , e ftringeua i piccoli figliuoletti de' fuoi Contadini , a'quali in villa infegnauai principi] della Fede Chriftiana; quefta quafi burlan- do , e perfentireche rifpofta le dauala Beata , le diffe : Potrebbe Madre effer ftato difetto in prendere tanto gufto in taleazione : ai che la buona Madre, piena di fanto timore di non ci auere oftefo Dio , la pregò chele diceffe il di- fcttOjchc ella poteua auere in ciò commeffo:le replicò la Monaca ; fecondo!0 intenzione, che in far ciòauefti. Etellacongrand'vmiltàrifpofe: Non per altro fine mi eompiaceuo in quei paruolini , Te non perla rapprefentazione , che mapportauano di Gicsù in tale età ; & anco per la purità , & innocenza , che in quelli fintroua. Simile al l'innocenza, e purità di quefti appariuaalle Monache la purità> & innocenza di Suor Maria Maddalena; imperoche nella fuaconuerfazione era come vn femplice fanciullo 5 fenza malizia, ma con fchiettezza ,e fincerità di cuore , accompagnata bene con prudenza,e grauirà , la quaie la rendeua amabile , & infieme rifpetteuolc . Il fuo operare era fenza jntereffe, ò attacco alcuno terreno,ma foìoindirizzatoalla gloria di Dio,& al- la virtù . Onde fu fèntita taluoltadire quefte parole : Seiopenfajfìconvnafola parola>ctiio dicejjìper altro fine^che per amor di Dio( benché non ci fujj'e fua off e fa) di poter diuentare vn ardente Serafino y non la direi giamai. O granièntimento di purità ? £ aocadeua taluolta,che aueflè cominciato qualche operazione per fine vmano , fubitoche n'accorgeua la lafciaua imperfetta, ne giatnai Taue- rebbe compita , prima non l'aueiTe ridotta à quel puro fine, chesera propo- fio . Era tanto auuezza ad operare ogni cofa puramente, che taluolta fi mara- uigliaua, che qualfiuoglia gefto , motiuo,<> alzar d'occhio di quell'anime che ù confacrano à Dio , non fia del tutto indirizzato all'alfa purità diuina . Seppe così bene cuftodire la purità del fuo cuore, che mai in tutto iltempo di fua vi- ta s'affezionò (cofa che parràforle incredibile a chi l'ode ) à cofa alcuna crea- ta, non in Dio : equefto non falofi potè molto ì^bene congetturare da chi la conuersò continuamente , che pure lo teftifkano moire -, ma ella medesi- ma ridotta alfeftremo della fua vira>ragionando domefticamente con le forel* le, diffe ; che bene aueua portato tanto grande amore alle creature, lìaueua iòlo amate j per fine del precetto di dilezione, lafciatoci daGiesù, eperche tanto l'aueua amate lui; ma, chefuori didetto amore, non aueuamai auuto •minimo attacco di creatura alcuna . Altra volta di(ic pur neirifteffa vltima iti- li 3 fermità>

1 1 8 Vita della B.Maria Maddalena de' Pazzi.

fermiti, con gran fentimento di gratitudine a Dio, che non fi ricordaua,che il fuo cuore aueffe maipreibgufto,e diletto, ancorché per breue fpazio, tenori in Dio; e foggiunfe , che effendo già vicina ali Vltimofuo fine nonritrouaua cofa in , che le apportaffe maggior quiete ,e conforto di quello . Dal chcìì può ficuramentc , non folo congetturare , ma con fondamento ftabile argo- mentate, e tener per certo, che quella Anima Beata coriferuaflè fino alla mo rte la candidi ffima vede deirinnocenza battifmale ; anzi fi confiderano le fue parole, pare che fi poffa paflarepiù oltre*e direche la fua purità fuffe più Angelica,che vmana; poiché à quelli folo cconcedutopcr natura quello,che à quefta è flato conceduto per grazia, di non pigliar maigufto, e diietto , an- corché per breue fpazio, in altro,che in Dio . Il che in creatura mortale è tan- to mirabile , che all'intelletto vmanocon qualche ragione può parere incredi- bile; ma però non è incredibile à quelle, che continuamente la conuerfor- no, e vidderoper efperienza la continua attuazione della fua mente in Dio. Per quefta gran purità di cuore feorgeua ogniminima macchia, eneo d'im- perfezione, che ruffe nell'anima fua , e ne teneua conto minutiflìmo ; onde fi vmiliaua , e rendeùa in colpa di cofe tali, che l'altre non vi fapeuano feorgere difetto alcuno ; e reftauano ammirate in vedere , che ella in mezoà gli atti di perfezione , ne* quali continuamente fi efercitaua ,trouaffc da incolparli , & accufarfi . Il che faceua con tanto lume di purità>che l'ifteffe fue azioni virtuo- fe le faceua con la fua vmiiiazione apparire difetti ; ma bene era così delica- ta , & efquifira di cofeienza , non però era fcrupolofa ; anzi per il lume che_> aueua, con molta facilità quictaua le cofeienze fcrupolofc di quelle Mona- che , chea lei ricorreuano.

Efamedi confcien?a , che fece à Dio in vn ratto , dal quale fi raccoglie la fua gran purità di cuore . Cap. LXXV l.

LA fera de' 6.dAprile del 1 552 .poftafi ginocchioni in terra per far Tela- rne di quel giorno , fu rapita in eftafi , nel quale cominciò à recitare il òulmo Domine quid multiplicatifunty&c. e dopò quello^diflè il Salmo, %/ ha- bitat : il quale finito che ebbe,cominciò à parlare con Giesiì in quefta guifa. 0 Giesu mio, qualfk il primo penfiero3che io ebbi in queflo dì? mene dolgo , che non fa di te, ma ebbi paura, che non fojfe Vora tarda per chiamare le tuefpofe à lodar te, fa differirmi a te,nè di onorarti . Dopò Gicsù mio, n'andai in Coro per offerirmi^ ti, ma non mi rimeffi in tutto, e per tutto nella volontà tua . 0 benigniamo Dio,e che mifericordia potrò io riceuer da te, perche non mi rilafiai tutta in te <? Fammi miferi- cordia,Signor mio, benché io non la meriti,poiche più preflo meriterei mille Inferni. Dopò quando io andai alle tue lodi mi prejì più pena di quelle , che io vedeua , che mancauano in qualche cofa di far le cerimonie , & inclinazioni debite , che non mi prefi cura d'onorar te, e d'offerirti le lodi mie in vnione di quelle de* Beati fpiriti Ti poffo ben chiedere mi fericordia,ò grande Dio,poiche in quello, che appartiene à te, che è la tua lode,hò commejfo tante imperfezioni .Toi quando venni à riceuere il corpo, e f angue tuo , che doueuo venire con tutto V affetto , che erapoffibile ; mi dolgo ^che non ebbi intensione di farlo in memoria della tua T?affione,comc hai detto; ne manco

prnfai

Vita della B-Maria Maddalena de'Pazzr. 1 19

penfai di viuerela mia anima con te yma penfai come io poteua fare à quietar il mia cuore . Vdu ben prima la parola diurna, ma più penfai era vero ,xhe noifoffimo y come tu cifaceui dire al tuo Chriflo ,. che non penfai alVamore,che mi portaui Vera Signor mignon tipoffo chiedere altro » chemiferuordia . Quando andai à- riceuere il Sangue tuo nel Sacramento della Vemten'za > pia confiderai quel cheiadoueua dire al tuo Chriflo per quietare il mio cuore, che il benefico y che mi fai lattando l'anima mia nel tuo Sangue \ e non mi confidai in te y che mi darefii grafia? che il mio cuore fi quieterebbe r O Signor mio* è quali fuma le mie par ole y che io proferii ? fumo di ri- prenfione. ( dice quefto perchè effendo pedagoga, s'era accufatadauerri- prefò vna nouizia ) Et il mio dire poco manfueto , e dolce, fu caufa , che il cuor di quella s inquietò \e quel che fu peggio, mancai di carità, poiché quando viddi y. che il fuo cuore era inquieto,non cercai di quietarloyacciòperqueflofivnifiecon te . Ecco Signor mio,quelche caua ditanta vnione,e dellume,che mi dai, che lode/fi ad vrì altra ere aturay te ne farebbe più grata : & iomifera ,& infelice non ne cauo frutte alcuno,poiche manco di carità ver fa lefpofe tue. Ver don ami per la tua Tafftone.Voi quando mandai a parlare a quella creatura ( dice quefto, perche andò à fàlielJarc; alle grate ad vna fua zia , e fu rapita quiuiin eftaf ì^ mi dolgo,che feci vna gran- de Ipocrifia facendomi tenere quella ch'io non fono: bene feci cenno alle tue crea- ture,nonmeritai, che elle rn intende ffero , ( vuole inferirete aueua dato com- miflìone alle Monache r che quando vedeuano , che ella ftaua per rimanere eftatica alle grate , la leuaflTero di quiui, acciò non fufTe vedutale di ciò aue- ua dato cenno } poiché moflrai di tenere * ì anima mia vnita con te ', e pure tu; far quante volti mi fona fùagata da te : moflrai dejfèr religio fa ,e pure tu fai quella , ch'io fona. Tidimando mifericordiayDio mio, di queflagrande ìpocrifia,e tiofferif co il tuo Sangue verfato per me con tanto amore. Se mi mandi neW Inferno Signor mio, come merita ,giuflamente mi potrai mandare fotta di Giuda, poiché tìm tanto offefo , jtndaipai à dare il neceffariociba al corpo mi o,ma che intenzione ebUia di onorar te ? poiché non mi ricordai d'offerirti tanti, e tanti poverelli y che forfè erano fiati malta tempa à buffarle porte per trouarevn boccon di pane ,, e forfè non erafia- to loro data j & a me mi fera mi fer abile y fen^a alcuna mìa fatica, e quel che è peggiOffeni^a alcuno mia merito? enfiato proueduto dalla Religione r quello diche do- uenajoslentare il carpa mio y e non filo ti feci quefia offefa,ma anco quell'altra, che feci dire tante parole à quella tuafpofa y epwrefapeuo, che in tal luogo non era leci- to parlare. Ecco Signor mio, che in tutte le mie operatori trouo , che ho offefo te* Come dunque potrò comparire auanti à t e ^ chiederti doni, e gra^e, & à raccoman- darti le tue creature , poiché t'ho tanto offefo , che non merito mi facci mifericordiaf Ma quell amore, che ti mofse àvenirein terra,e fpargere il tuo Jangue,fia quello,che ti muouaafar mi fericordia all'anima mia. Ùappo quando non andai a lodarti infiemp con l'altre fpo tue, fu filo per colpa mia -.perche quando quell anima mi diffe, che mn anda(fi,fubitaacconfintì di non andare * O Ciesu mia la mauefferichieflo di qualche caritày non tanta prefio arei detto di si. & Signor mio , come pofsiofperare dauer 1 venire douefempre t'bò à lodare y infieme con glifpiriti beati r poiché t'ha mancata di lodarti infieme con lefpofe tue* T'offerifcoil tua Sangue^ acciachè me-

W a di tinte

no Vita delia b, Maria Maddalena de razzi.

diante quello , mi facci mifericordia . EtinqneWopera che io feci , che intendo* e ebbi d 'onorarti Signor mio ì poiché pia mi dolfi del tempojhe tu donando mi togli, che non mi dolfi di quello, che io aueuo mancato d'offerire l'anima àte. ( voleua di- re del tempo quando il Signore la teneua alienata da'iènfi. ) Feci ben cenno di tenere Ujilen^io alle tue verginelle,ma non confiderai quant'ero più obligata a tene- re l'anima mia vnita con te , Toi quando ebbi ad inuocare lo Spirito Santo , era con la mente si lontana da te , che non mi veniua in memoria il moda ,■ che io aueuo à te- nere a tal che quelle che fono fiate manco tempo alla Religione , ebbero più pruden- za di me . Ecco,ò Giesà mio,che in tutte V operazioni ho mnncatoicome dunque potrò comparire auanti alla tua. bontà auendoti tanto off e fa* Di nuouo fofferifeo il tuo f an- guey chefolo mediante quello J pero perdono * E quanto mancai , o Dio, quando ebbi a far quell'altra opera , per non durare vn di fatica à muouere i paffi ? mancai dico, di quello, eìje ero obligata di fare ; richie fi altri, che mi face fiero la carità ; & in tanto mancai di farla ali anima mia . Ebbi più cura di non m affaticare vnpoco^che non eb~ hi,che tu ti allontana/fi da meJn tutte le mie opere trouo difetti,ò Dio mio.Ma tu non guardando à tante off e 5 per tua fola bontà di nuouo mi tirafii à te^doue mi dai tan- to lume,chefe lo deffi ad vn altra animay ne farebbe più frutto, che non nefòio mife- rabile * jindaipoi à dar rifioro col cibo al mio corpo, e non mi ricordai di tanti poue- relli , che non hanno ài che cibar fi, & à me,ò Signor mio , hai proueduto cosi larga* mente. Di nuouo ti offerifeo il tuofangue per tante offefe, cìye t'ho fatte , Ohimè, Si- gnor mio , chefiamo alle tenebre, & io non ho fatto opera alcuna fenya off e fa tua : che deuo dunque fare ? O Dio mioyio thò tanto offefo in quefio giorno,non voglio gi$ farti tvttima offe fa , che farebbe di non mi confidare in te , e nella tua mifericordia. So ben Signore, che non merito perdono -, ma ìlfangue , che haifparfo per me, mi fa* ràfperare in te, che tu mi abbi à perdonare . Fatto quefto efàme^pur tempre in_. ratto, fi ritirò in vn luogo fegreto del muniftero.doue con vnaattroce difcipli- na macerò le fue carni in penitenza di quefti fuoi leggeriffimi difetti . Così di- fcuteua queflanima pura la Tua candida cofeienza , e così la purgaua da ogni minimo impolueramento; à confufione di quell'anime, che beuono l'iniquità come l'acqua, ne Temono il pefo de i grauiffimi peccati , veggono la lordu- ra di fetide macchie della Jorocofcienza . punto meno deuono arroffire à quefto efempio quelle perfone , che focendoprofeifione di vita fpirituale , e religio(à,quafi vn niente (rimano le colpe veniali,e che cosìnegligentemente cfaminano la loro cofeienza .

Oltre di quefto quanto ella ftimaflfe ogni leggfer colpa, n'abbiamo nella fua vira vn'altro efempio,& è,che viuendoella con vn continuo timore dcll'offe- fadiDio,e parendole perciò in ogni fua operazione d'offendere la Diuina Maeftà; mentre ella vna volta ftaua in quefto penfiero, fùfopraprefa dadiuo zione ftraordinaria : onde per tenerezza cadde in terra auanti vna diuota_*- Imagine,e fterte rapita in eftaftper lo fpazio di due ore » nel quale Noftro Si- gnore fece veder tutte le fue colpe, & i difetti, che in vita fua auena commef- fi; & ancorché fuflero colpe molto leggieri, le piangeua dirottamente, e diceua nelliftcflò ratto : Volentieri andrei nell'inferno rfe h poteffi far dimeno-

a non tauer mai offefoyDio mio; perche come quella^he aueua vn'anima così

pura*

Vita della B.Maria Maddalena de Pazzi, i % r

pura , ogni picciola macchia le patreua molto brutta , e per l'amore che porta* a Dio ogni fua picciola offda le pareua grande , e metiteuole dell'Inferno.

Del grande amerebbe ella pori aua àquefta f >urìt adi cuor e, e dell odio,che aueiia al peccato . Cap. LXXVll.

NOn poca teftimonianza di quefta Tua gran purità di cuore (oltre alle cof© predette ) ne fa l'amore, che ella Tempre mai nelle fue parole , & azioni moftrò à quefta purità . Ofleruorno le monache , che quando per qualche occorrenza la Beata Maria Maddalena andaua alle grate le fi abbatteua à vede- re fanciullini in parlatorio,fermaua (opra quelli il Ino iguardo, e con gran con* tento gli rimiraua,e volentieri parlaua con loro , e fòfpirando diceua : Quelli non hanno mai offejò Dio -, e con quefte fimiji parole moftraua gran defiderio * che fi manteneffero in quella purità , & innocenza, che all'ora fi trouauano « Quando giungeua nella conuerfazione delle forelle,doue fi ragionaffedi que- fta purità delPanima,tutta fi rallegraua,e diceua.*/« queflo luogo ftarò volentieri, perche fi tratta della purità. Et ella ne parlaua con grandi/fimo gufto, e con vi- ue parole procuraua d'infiammare il cuore delle forelle all'acquifto di quella. In vneftafi, eh ella ebbe (opra il mifterio dell'Incarnazione , moftrò il gran concetto, e ftima > che ella aueua di quefta purità , con quefte parole^ ; La purità è vna co/a tanto grande^ & incomparabile , che la creatura non è capace y la può intendere . Et efclamando foggiunfe *, 0 purità inenarrabile^quanto hi- fogna effer mondo, e puro à poterti riceuere? 0 Verbo come rimiri gl'affetti, & ipro- poftti noflri auantì^che fi vm frano à quello fpìr ito di purità? Credono poi quefli mon- dani^ frnfualiycon le loro immonde fin fu alita, e malizie arriuare a queflo fpir ito di* uino,e purijfimo . Sono in maggior errore, che non era il Demonio quando fi volfe far vguale à Dio. Altre volte diceua: 0 purità quante gran marauiglie ci difeuopri neU l altra vita,dcl tutto occulte alle creature,ma no già à quelle, che ti cercano .Ver oche quiuifi vedranno perfine, che fono fiate al mondo di grande e ff empio, effer e inferiori à molte, chefolo à nominarle eccitano altrui à rifo : ma perche fumo ricche di qujefio pre^iofiffimo te foro, e quelle di effopouere, il Signore aggrandirà quelle, e quelle au- uilirà . Spellò ancora diceua ; A pefo di purità,ò forelle mie, ci vuol premiare Dio nell'altra vita, Sentiua gran dolore in vedere quefta purità poco ftimata,anzi calpeftata>& auuilita; onde taluolta,eftatica efclamaua : o purità,ò purità po- co conofriuta,e poco defiderata <? ò mio Spofo, ò mio Spofo, ora che fri neWvmanità tua nel Cielo, re fidente alla deflra del Tadre eterno, Cor mundum crea in me Deus. Alcune volte trouandofì con le forelle,diceua : ài manca d'operare con purità. Dimandandole vna volta vna iòrella, come hauerebbe potuto fare acquifto quefta VirtÙ,rÌ{pofe:5^ in ogni cofa cercherete di non efeguire lavoflra volontà, eleggendo più toflo il patire , che il godere , vi trouerete al fine auere operato pura- mente : perche nel vero non ci vanno interejfi proprij •> però laflrada di effb patire è fienra, e molto cara à Sua Diurna Maefià . Finalmente era tanto inuaghita , & àflètata di quefta purità, che foleua dire , che fi contentaua dalla parte fua- aucrei minimi gradi di tutte le virtù 3 ma della purità di mente, e di corpo bramaua d'auGine in colmo*, quantonepuòriceuere vmana creatura .

Tanto

nr

Vita della B.Maria Maddalena de'Pazzf.

Tanto quanto era grande la purità del ilio cuore > altrettanto era l'odio, e T- aborrimeto, che aueiia del peccatole fu offeruato,cheal iblo fentir nominare

5' t peccato mortale,!! vedeua tutta uguagliare , & à gran pena fi poteua conte- iere di none fclamat contro di quello, con parole di viuo zelo : talmenteap- prendeua la deformità del peccato mortale ,e la (uà grauezza , che non le pa- reua potTìbile,che fi poteflfe trouarc vn Chriftiano ramo empio > che con deli- berato voliere offàndeffe Dio. E quindici giorni alianti, che partine di quefta vita,diilè quefte parole : Mi parto dal Mondo>con quefta folaincapacitàdi non fa- per intendere in qual modo poffa confentire ,,e deliberar fi la creatura a commettere colpa: mortale contro al Creatore. Parlaua de' vizile de'peccati con gran detefta- zionce fi accendieua coatro di efiì con grand'impeto, tale chearebbe voluto poter diftruggereognt peccato dal Mondo,e non potendo Ci doleua,e lamen- taua continuamente di tante off- fatte à Dio , 6c amaramente le piangeua * e fòfpiraua ; à confusione di quelli, chele commettono, e mai pedano à piangerle*

Quanto fujje grand* Ivnione della fu* mente con Dio.. Cap. LXXVllK

PArrà forfe à chi legge , che troppo à dentro fi voglia penetrare , mentre fi piglra à del criuer cola tantx> intima, quant e l'vnione della mente con Dio* Tuttauia quefta fteffàdirrlcultà, rende piùmirabile l'iftefla cofa, che fi tratta ; petche fatale , e tanta la vnione della mente di quell'anima con Dio , che fi fece palefe , e nota in modo à chi la CQnuersòxhe fi tocca con mano, e fi può effimere *& è ftaraatteftata come cofa chiafiilìma, che coni propri) occhi fi vedcQ& Senontediafle il replicare,farebbe molto a propofito Finlerir qui , quello che lopraèdetto degli eftafi » qua fi innumerabili, che queft'anima contempfotiua > ebbe in tutto il corfodifua vita ; i quali non foloper (ledi , ma ilniocto.ef occafionecon chegliaueua, manifeftano quefta grande vnio- ne, <Scal3iffamentodelIafua mente in Dio ; poiché non lo lo era rapita in efta- fi>mentre di propofito Ci poneua ali orazione» ò cheficomunicaua, ò raceua altro eferciziafpirituale ; ma tal'uolta in ogni azione, ancorché faticofa , e di- fìrattiuajin ogni penfierobuonoàn ogni parola diuota che diceuavò fèntiua: in coro , òin refettorio : in cucina, ò incella ? in fa la, ò meli orrore finalmente in ognitempo , 5cin ogni luogo doue lo fpirito di Dio l'afferraua , quiui reftaua rapita fenza diftinzione d'opera , di luogo, òdi tempo ; & ancora taluolta mentre fi' cibaua,come foprapiùdiffufamente è detto » Eflendo dunque tale , e tanta la frequenza di quefti eftafi-» che in efiì .confumò gran parte del tempo della fua vita in Religione , & eflendo tanta la facilità con cui reftaua alienata' da (enfi, e rapirà in Dio,fi può con gran fondamento di verità anco affermare; che non folo ella terrene la fua mente in Dio per -quel-tempo, che ella ftaua cosìeftatica, ma anco l'altro tempo*. Imperochc è regola commune,6cordi- uariache nonfi può da vrieftremo arriuare all'altro, fenza pafsare per i mezi ; e però non Ci può vna diftrazione , e vanità di penfieri , arriuare ad vn tratto ad ^meftatica contemplazione : ma bifogna prima auer leuato la diftrazione , e

poi

'■ Vita della B.Mària Maddalena dcPazzi. iij

poi accomodato la mente al penderò buono e che prima rintéllettolodifcor- raie col difcorfomouarafFetto,qualeàpocoàpoco fi vada internando inDio fin che ardui ad internarfi talmente , che feco ne tiri tutte le potenze dell'ani* ma. Onde la Beata Maria Maddalena con tanta facilità era rapita in Dio in ogni luogoàn ogni tempo,& inognioccafione di vedere,d vdire, ò di parlare» non fi può negareche la fua mente non fufle fempre vota d'ogni pernierò va- no,e terreno,e che il fuo intelletto, e la Tua mente ftefse fempre talmente oc- cupatainDio, che ogni poco d affètto di fpirito, che più dell'ordinario s'au- mentafse nel fuo cuorcla facefse rimanere così alienata da' fenfi>e fi può dire in vna parola, che ella ftaua talmente con la mente in Dio, che ella fempre in proffima difpdfitioneaireftafi . Ilche oltre à quella ragionerie fùpiù volte in ratto>promefso da Noftro Signore , dicendolcche ella arebbe auuto la mede- fima vnione di mente con lui quando era nel fuo naturale ,xhe-quando"Ja tira- ua in eftafi,e che folo le farebbe mancata quell'apparenza efteriore.L'attefta- noancora le fue Monachclequaliofseruàdocome ammirate il (uo ftraordina- rio modo d operare /vedeuano, che le fue opere efteriori , le faceuacon tale attrazione di mente > che come dicono , pareua che in quelle non<qperafse fe non il corpo , e l'anima fufle più doue ella amaua, che doueella animauay e lei ftefsa vedendo , che le Monache faceuano più (lima di qu elio iche ella diceua quando era in quelle attrazioni, che quando era nel fuo naturale,diceua loro . Stimate nel medéfimo modo quello , che vi dico fuori dell'attrazioni , perche Dio mi il medéfimo lume,& vnione.Fecero ancora altre efperienze di que- lla fua attrazione di mente in Dio . Imperoche la madre Priora, & anco quan- do era nouizia,ògiouane ,ie Maeftre,ò altre,(peiToTinterrogauano airimpro- uifo, che cofaellapenfafscò quel che interiormente ella operafsej& ella con prontezza, fenza auerbifogno dipenfare à quello che auefse à rifpondere, fu- bito>e con femplicità rifpondeua quel che penfaua, ócoperaua nel fuo cuore; e fempre la trouauano occupata in DioiQuando la trouauano che ftaua dige- rendo le fue opere àgloria di Dio , vnendole con quelle -, che il Verbo vma- natoaueua fatto in terra ; quandopenfaua all'amore che Dio ha portato alla creatura vmana,quando ftaua godendo delle diuine perfezioni, e quando del- la comunicazione, che Dio fa di fé, e de' fuoi attributi alle creature; quando ofteriua il fangue di Giesù per quelli: quando ftaua in atti di defiderij d'affati- carli per l'anime , ò di patire perla gloria di Dio, e quando in qualche mifterio della Paflìone di Giesù , e limili altri quafi infiniti penfìeri . Nèqualfiuoglia efercizioefterno gliele impediua * onde lei delia ebbe a dire vna volta fauel- lando confidentemente con vna fua nouizia quefte parole; ihnedefimo me f- efjermi detto andate all'orazione in Coro ? che à qualfiuoglia opera manuale^ e non ci di ferendo, alcuna: an^fe vi dicefsi3cbe taluolta trono più Dio in quello^che neW- oraTione^ crederei diruì il vero-. L'abito buono, ch'ella auea fatto in tenere la mente à Dio,eraarriuato à tale, che etiam dormendo , ò fognando , fi fentitra vlcire dalla fua bocca parole di vita : e quello fu più volte ofsemato dalle no- 'uizie nel tempo, che era loro Maeftra , le quali ancora di mezza notte fi leua- uano à ntirla parlare à Dio, così dormendo . Ofseruomo dipiù le monache, >he mentre ella fi cibaua in refettorio ,in quello -fpa^io di tempo,che perfor- ine

1 14 Vita della B. Maria Maddalena de' Pazzi.

me all'vfo di detto munifterofi fa vn poco di paufa alla lezione di menfa, el- la faceua alcune azioni diuoteche dauano indizio , che in quel tempo ella , auefie qualche diuoto penfiero.Vedeuano che alla prima pauià ella tencua le mani giunte infieme 5 alla feconda paufa le teneua diftanti 1 vna dall'altra , po- fate (opta la fommità della menfa ; alla terza paufa le teneua in coree . Onde le domandorno à che cofa ella penfaffe in quei tempi , & à che fine facefle quelle azioni . Et ella rifpofcche alla prima paufa adoraua Gicsù , à riuerenza diquell'onore,chcdettelafuafantiiììma VmanitàallaDiuinità, auann , che cominciatiti prendere il cibo dell'opere, cioèadaffaticarfi per la falute dell' anime ; & à riuerenza di quell'adorazioncche fece la Vergine Maria, quando lo vidde nato nella ftalla,e porto nel prefepio, e preciò teneua le mani giunte. Nella feconda paufa penfaua quato gufto prendeua Giesìi, quando predicaua di dare all'anima fua per cibo la Redenzione dell'anime noftre , poiché quello era il fuo cibo, e perciò teneua le mani in detto modo fopra la menfa . Nella terza paufa confideraua Giesù in fui legno della Croce , che finita l'opera del- la Redenzione, à guifa d'vno, che fazio , non appetifee più altri cibi ; così egli come fazio del cibo dell'anime noftre , e della noftra falute , ancorché auefsc creato nuoui Mondi, e fatto infinite altre opere mirabili , di nefluna però fi fa- rebbe tanto compiacciuto, e dilettato, quanto della Redenzione vmana > che aueua fatta , e perciò à quella paufa teneua le mani in Croce. Non finirebbe mai chi volefle deferiuere tutti i penfieri diuini; che aueua, quali dalle fue ope- razioni , e parole fi raccoglieuano , che faceuano chiara teftimonianza di que- lla fua continua vnione di mente con Dio .

Dell* affidati à,ch e eW aueua nelV oratone, ideila diuo^ione con che recitaua il Dittino Ffficio . Cap. LXXIX.

SE bene da quanto fi è detto nel precedente Capitolo, fi può con ragione conchiudere, e dircene tutta la fua vita Riffe vna coutinua orazione, e che ella perfettamente , quanto in quella vita è potàbile , adempiffe il precetto di San Paolo : oportet femper orare j tuttauia oltre a quello, che è detto, ci fono da notare nella fua vita alcuni altri particolari, che riguardano queft'clèrcizio dell orazionctra' quali fono la perfeueranza, e la (lima ch'ella n'aueua ; impe- rochè non mutaua ogni giorno nuoue diuozioni , lafciando l' vfate : ma quel- le, chepigliaualecontinuaua; maperòquafi tutte le fue orazioni erano più internee mentali , che efterne, e vocali ; e non era impedita dall'vbbidien- za ; ò da altra necefsaria occupazione di carità , non preteriua mai i tempi da lei deputati à tale eiercizio ; & oltre à gli eftafi fudetti , flaua molte ore dei giorno, e della notte inginocchioni, & ancorché taluolta, come fpecialmente le fuccefle nel tempo della pronazione, ella non trouaffe gufto nell'orazione ; non però la tralàndaua,nè mai fi moftraua attediata, ò annoiata datale eferci- zio ; ma fempre n'era affetata di maniera , che non foffero (late le continue occupazioni,che dall' vbbidienza.ò dalle Coftitutioni le erano impofte, e fac- celo ftimolo,che aueua defercitarfi nella carità verfo il proflj morrebbe con- fumato tutta la fua vita in orationi , e congiunto le notti con i giorni interi , e

conti-

Vita della B.Mana Maddalena de Pazzi. 115

continui > come fi vidde piìi volte ne gli anni del fuo nouiziato > doue aueua.» manco oblighi>& occupazioni efteriori>come fopra fi è narrato : e quelle fue orazioni le faceua con tanto affetto , e riuerenza^ verTo di Dio , che ancor che non ruffe rapita in eftafi, (come pure frequentiilìmamente fuccedeua) pare- ua Tempre immobile . Per la lete di quello fpirkuale efercizio , daua pochifli- mo ripolò al fuo corpo ; per fuo ordinario non dormiua mai più di cinque ore per notte , & il retto lo confumaua in orazione : anzi che moltiffime volte anco prendeua le dette ore di ripolò» ma le paffaua tutte in orazione , ouero dormiua vn poco à federe.ò ginocchioni , col capo appoggiato à qualche co- fa ; e Te aueua nella notte occupazione d'vbbidienza,ò carità che iimpediffero il ripolò , quell'ore che le reftauano libere da tali occupazioni , non le daua al ripolò del corpo,ma all'orazione, perche più tolto voleua,che reftaffe il corpo fenza il neceffario ripolò, che l'anima priua dell'alimento dell'orazione. O quante volte le fue Maeftre,mentre elTera in nouiziato, e le fue nouizicegio- uani , quando ella fu loro Maeftra , penfauano ch'ella luffe à ripofarfi,e la fen- tiuar^o pernotrare,neli'Oratork) in orazionun gemiti, e lòfpiri. Se le era racco- mandato la conuerfione de' peccatori,fe negozi importanti , e concernenti la gloria di Dio , e làlute dell'anime , ò il bene delle Religioni ; nel Muniftero s'aueua à profeffarcò vellire nouizie 5 vi era alcuna bifognofa più dell'ordi- nario d'aiuto diuino : fi toglieua ogni ripofo,e confumaua tutta lanotte in por- ger preci à Dio,& affligger l'anima fua,per ottenere dalla Diuina pietà il bene, che ella chiedeua.

Più volte in tempo di fua vita fece la Beata gli elercJzi fpirituali d'orazione » infegnati , e lafciati fcritti dal Santo Padre Ignazio Loiola , Fondatore della_# Compagnia di Giesù, ritirandofi per molti giorni, e confumandoli tutti in fan- te contemplazioni. Oltre alle diuozioni,& orazionLche da fteffa,e con con- figlio del Padte fpirituale ella fi prefcriueua ; aueua vn particolare ftimolo di ritrouarfi fempre alle diuozioni , & orazioni comuni della Religione , e parti- colarmente in Coro all' vffizio diuino.Onde quando fentiua fonare a' diuini vf- fizi , tutta fi rallegraua Tentendofi chiamare à lodar Dio , e prettamente iafcia- ua ogni opera , che aueffe fra mano j & ancorché luffe inferma , fi sforza- uailpiùchepotcua ± e fino che potè reggcrfi , volle Tempre ogni notte an- dar al Matutino>& à tutte l'altre Ore canoniche; e quando non potè più Jeuar- fi di letto.fi faceua recitar Tvffizio Diuino da alcuna delle forelle;& à recitarlo Iftaua con tanta modeftia, e diuozione, che pareua vn1 Angiolo pieno d ardo- re diuino ; imperochè nella fua faccia ridondaua quella letizia , e quel giubilo* con che lodaua S.D, Me quando per qualche neceffaria occupazione non po- teua interuenire in Coro con l'altre , procuraua ad ogni modo di dirlo accom- pagnataci perche le pareua dirlo meglio,sì anco perche per la fua vmiltà dice- ua; lo ho poco fpirito, e dicendolo con vna compagna, fono partecipe del fuo femore , e diuozione , Lorecitaua con tale , e tanta attenzione , che non rare volte occorTe , che in recitandolo fu rapita in eftafi, e fempre dalla fua faccia fi fcorgena l'attuazione della Tua mente in Dio , la quale era tale, e tanta > che vna volta all'inchinare della tetta , mentre diceuail Gloria Patri,&c. conforme al Tuo folito > udde la Torcila > che Teco lo recitaua> che la Beata diuenno

in

Tì6 Vita della B. Maria Maddalena de'PazzL

in volto pallida,c fcolorita , e piena di (udore , & affanno tale, che duraua fati- ca à recitar Je parole dell'Vfizio . Dimandandole , che cofaaueffe , le rifpofe , come aueua per diuozione quando recitaua il Gloria Patri, &c. fare vn offerta di al martirio per la gloria di Dio; echeauendo fatto allora quel! atto con vn poco piùaffiffamento del folito, le pareua porgere attualmente la tefta ai martirio ; e però la natura attenta dallo fpanento di tale apprenfione , le aueua cagionato affanno . Onde per poter fodisfare all'obligo , fera necelTario ratte- nere la mante , e raffetto,acciò non sinternaffe tanto ne penfieri diuini > che rimanefle alienata da'fenfi,e così aueffe à reftare di recitarlo. O dono ringoia- re , ma però acquiftato.>e guadagnato con l'abito, che fino dateneri anni aue- ua fatto di tenere la fua mente in Dio , per mezo deJl'aflìduità della fanta ora- zione, come nel principio della fua vita è narrato.

Vrepara7yóneych%ell4 fece'olla folennitàdèllo Spirito Santo : dalla quale fi raccoglie

la grande vnione della fua mente con Diay e lajfiduità nellorazione\

Cap. LXXX*

VNa volta , nel giorno dell' Afcenfione di Giesù , ritrouandofi la BeataJ Maria Maddalena à menfacon l'altre forelle nel Refettorio, ftando fida nel penderò della preparazione alla fòlennità dello Spirito Santo , da lei con particolare affetto fempre defiderata,e celebrata,fu eleuata in ìfpiri- to fuori de' fenfi y e cominciò à fàuellare in quefta guifà: o Santi upofioli , quando il Signore afeefein Cielo, infegnò a. voi quelloyche doueui fare per riceuere il Santo Spirito : Infegnate ora voi vn poco à me . 0 puro Giouanniy amoreuole Filip- pojion mifapretedifdire . Ditemi qual deue efiere il mio cenacolo £ quali operaio* ni interne y& efierney e quali eleua^ioni di mente in quefli pochi giorni £

Il Cenacolo farà bene fabricarlo in alto : Sarà Cenacolo il co/lato del Verbo y nel quale fi debbaflare in vnione d 'amore y qual debba e/fere il mio cibo y e beueraggio spirituale £ lo voi pigliar piacevole ad ogni dente : la confidera^one dell' operazioni grandì,& vmiliffxme %che fece il Verbo incarnato Jìando qua giù con ejjonoè ; il beue- raggio faràil Sangue , che efee da quelle quattro fontane delle fue fagrate mani , t piedi j e taluolt a fi potrà andare à quella font e yche ha tanti canali \ dclfuo veneran- do capo . 0 amoro fo Verbo > trentatre anni fieffi con noi, & io debbo fare trentine atti £ annichilatone , tra il giorno , eia notte > e quefla farà vna delle operazioni interne .

Otto giorni fitjjì à darci il Sangue doppoychefofie nato,& io debbo fare otto volte l'è fame della cofcien%ay tra il giorno y e la notte ; perche l'anima non è ben e fami- natale purgata da' fuoi difetti, non è atta à dare il f angue per te , cioè, ad offerirti fteffa in atte di martirio y & ogni volta che farò l efame di cofeien^a , vi aggiugnerà la rinoua^ione de" voti Rgligiofi .

Quaranta giorni fle/ìi in terra y dopò che fofli furto da morte : & io debbo infra il giorno ye la notte quatanta volte eleuare la mia mente in te .

Sette anniftefii in Egitto : & io debbo fra il giorno , e la notte offerirti fette volte

quelli,

Vita della B.Maria Maddalena de Pazzi, 1 2.7

quelli, che fono nelle tenebre del peccato.

Quaranta giorni (lefti dopoché foflinato>ad offerirti al Tempio-, & io deuo, tra il giorno* e la notte quaranta volte offerirmi à te in beneplacito della tua volontà .

il nutrimento Spirituale , farà la quotidiana Meditatone della tua santi/sima j>afsione,accompagnandolaconla Meditatione di quell'ardente amore >colqualeVin- carnafli ; delfvmiltàtfonla quale conuerfafli \ della manfuetudineycon la quale pre- dicafti y dell? allegrezza, con la quale efaudiflila Cananea , e la Samaritana -, quefia non ti chic fé, ma tu tinuitaflià chiedere . Mediterò ancora quelle parole : Hi e tft fi~ lius meus dileftusjn quo mihi bene complacui : Cibus meus eflyVtfaciam voluntatem Tatrìs mei : Difcite à me,quiamitisfum , & bumilisxorde .

Dodici anni 'flefti innante he dimoflrafti latuafapien%a: dodici atti interni d 'a- tnore debbo far everfo il profsimo>e dieci d'vmiltàyfimilmente interni . 0 quante oc* cafoni ci fi porgono di quefli atti interniyquanteaccat^t^oni^intellettoyevolon^ ta . Settevolte deuo adorare ilSantifsimo'Sagramentqf0r.qifell^chenon V adorano > fette il mio Chriflo, che porta la Croce col capo chino jper tutti glieletti.

Tre volte debbo dar lode particolare alla Vergine Sarttijfima,come Madre, e prò* tettrice particolare di tutte V anime religiofe ,percbeella:concorra particolarmente con r aiuto fuo al mantenimento de voti di Religione .

E quante pia volte potrò , debbo fare off equi di carità al mio proffimo , con tutto queìl amor e,e giocondità d'animo, che èpoffibiU . Staròfempre in atto di cuflodire i miei fenthnenti'y e per non effere riputata /ingoiare , debbo far ciò udore, e tempi , e modi debiti; perche io non rifguardafsi mai y alcuna potrebbe penfare , che io non auefsi qualche {degno con lei j e mai non refpondefsi, gli darei occafione difofpet- tare .

Tre volte il giorno ricordare alle for elle, con chi fi conuerfa, la dignità della voca- zione , alla quale fiamo chiamate, dicendo qualche lode di effa vocazione , & à flejfa ricordarla continuamente .

Ogni volta,che fi porge l occafione yconfolar e gli afflittiysì nell ' interior e ycome nelX efleriore : &inconclufione d'ogni cofa, debbo flarein continuo atto di carità,e cuflo- dire il cuore .

Con quefti concetti, & inuogliamenti d'operazioni interne , & efterne fi ri- fentì dal tatto ,e moifcpuntalmente procurò d'ofternarle .

Dal che fi raccoglie , che gli atti interni efpfeflì di diuozionce di virtti,che ella fece fra giorno , e notte in qa erti dieci giorni , fumo cento fettant'otto per ciafcnn giorno, fenza l'altre diuote corifiderazioni dell'amore > deH'vmiltà , e manfuetudine di Giesù, e fenza l'opere di carirà fpirituali > e corporali fènza la continua cuftodia del cuore , che come fopra fi propofe auere . Qui faccia rifleflìone il Lettore, e confideri quale è quell'anima veftira di carne mortale, chepoteffecfercitarin vngiornotanti , e tanti atti interni di virtù , fenonvn anima afluefatta , & abituata nella continua rimembranza di Dio ; certo, che pare più efercizio da Angioli, che da creatura vmana . Oltreché non folo in quefti dieci giorni,ma in tutti li giorni di fua vita fi prefcriiTe molti atti, & opc - razioni interne di virtù, e di diuozione; quali faccua ogni giorno .

Efer-

12.8 Vita della B. Maria Maddalena de* Pazzi.

Hferdzjo fpirituale, che ellafaceua ogni mattina con alcune offertele protefie a Die:

dal quale fi raccoglie l'iflefla anione difua mente con Dioy etajjìduità

nell'orazione . Cap. L X X X /.

TRa gli altri efercizi Ipirituali,che la Beata Maria Maddalena fi preferif- fe di fare ogni giorno per tutto il tempo della fua vita , fu in partico- lare vn'efercizio, che ella faceua con grande affetto ogni mattinai quale per non lo feordare, e per oflèruarlo puntalmente,lo icriflè in quefta for- ma , e tenore , che fègue .

Trina tre volte dirai : Benedica ftt Sanila Trinitas , &c. poi farai t efame del- la cofeienza tua offerendo ilfangue del Verbo, Dipoi adorerai la Santifjima Trinità : * prima adorando l'eterno Tadre, confeffandolo Dio , offerendoti per tal confezione à dar la vita, & ilfangue. Similmente poi adorando reterno Verbo, e diurno Spirito , farai il mede fimo ; pregando ciaf cuna di effe tre Diuine Terfone , che voglino adem- pire in te il lor dimno volere . Doppo adorerai Vvmanato Verbo , confeffandolo vero Dio, e vero Huomo, offerendoti à dar la vita, e'ifangue per tal confeJJione,e verità . Doppo adorerai Vvnità della SantiJJima Trinità con atto di riuerenza, facendo la me- desima offerta di tèfleffa . Doppo quefio rinouerai la tua profeffione con la maggior purità , efemplicità d'affetto pojjìbile , promettendo e fler perfette offeruatrice della, tua Bagola , e Cofìit unioni, Doppo ti confederai alla Santiffima Trinità , facendole vna perfetta oblazione, & olocauflo di tèfleffa , commettendo ogni tua intensione , pen fiero, parole, & opere interiori , & efieriori alla purità di Dio, pregandolo , che adempifea in perfettamente quelfuo dittino , & amorofo volere , per il quale ti creò , e ti chiamò al perfetto flato della Religione .

Doppo farai refteffo in fiefìa , conofeendoti effer niente ; & eleuando poi la tua. mente in Dio ti goderai delle fue infinite perfezioni , e che eglifolofia quello , che è ineferutabile, che nonpoffa effer intefo, ne capito da alcuna creatura, godendoti che tutte quelle creature, che fono in Cielo, in Terra, e tutto quello che è, gli dia gloria, lo laudi, e magnifichi : Godendoti difua infinità , che facendo effe creature quanto poffono , niente fanno in comparazione di fua grandetta : Godendoti quanto puoi* che egli fia Dio , quale egli è ; conofcendolo effer e ilfommo bene infinitamente ama- bile perfefleffo , defidererai amarlo con la perfezione , con la quale l'amano tutti i Beati , e con quella , che l'hanno amato, e l amano , & in eterno l ameranno tutte le creature, & i Beati infieme,e con tutta quella perfezione diuina,con la quale ama flefiojfi è amato , & in eterno fi è per amare : ringraziando S.D.M, che amando ella fcflefsa ,fupplifce al debito , che abbiamo con lei .

Di nuouo adorando vmilmcnte la Santiffima Trinità y le offerirai tutte le fue di- uine perfezioni ; dipoi la perfezione , pienezza di grazia, e meriti deWvmanato Verbo , quella di Maria Vergine^ e di tutti i Beati, & ancora di tutti gli eletti : de fi- derando poter patire^ operare tutto qucllo,chefi è patito,& operatoy& in eterno fi patirà, & opererà da tutte le creature , perfuo onore , e gloria . Defiderando an- cora in tutto il tempo di tua vita, e particolarmente in quefio , di poterlo efalta-

s re,

Vita della B.Maria Maddalena dePazzi. 1 19

re, lodar e, magnificar e , & onorare quanto l'cfakano , lodano, magnificano,& onora- no tutte le creature infìeme, e tutti li Beati , e tanto quanto fa da fleffoìn atto di /rotore .

Di nuouo facendo l 'adornatone alla Santijfima Trinità col più intenfo affetto di umore? che potrai, ringrazerai S.DM. del bene, che ella poffiede,, rallegrandotene , e compiacendoti in efso : & in tal modo la ringrazerai della gloria conferita aWvma- nità del inerbo, di quella conferita alla per fona di Maria , e di quella, che hanno tut- ti li Beati , e fono per ricevere tutti gli detti . E così lo ringrazerai di tutti ièenefi- V y&raVe > e comunicaZoni , che egli ha conceduto, & in eterno è per concedere Dopò lo ringrazerai, che t ha creato àfua imagine, efimilitudinezredenta^olfan- gue delfuo unigenito, fpa/ata, e con/egrata a sé, e che ogni giorno ti dàfefiejfo \ e di tutte legraZcy e comunicazioni , che egli ti ha fatto : del continuo reflettendole in lui j godendotene, non per vederti arricchita di taligraZc , e doni , ma perche con talibenefiZ aiterai maggior forze per feruirlo , & onorarlo: offerendo V emana- to Verbo , & il fio Sangue in ringraZ^mento di tante miferkordie all'eterno Tadre ^

Qui t'accenderai in femore difpirito, everrai in defiderio d'vnirticon queflo tuo amabiliffimo Diojlquale hai cono feiuto, e conofeieffer tanto grande }& immenfo ; e j apendo, e per viua fede credendo, che efloperfua infinita potenza, eliberalitàpuò, vuole vnirficon la creatura,? abbafser ai in teflefsa,conofcendola tua viltà. Dipoi ti volgerai all' eterno Tadre , e lo pregherai , che ti voglia donare ilfuo Verbo Diui- no, e quando te Ihà donatoci rinchiuderai nel feto cuore , e quitti ti rilafserai in lui,, in vnione di quella relafsaZone , che efso Verbo fece dell' anima fua in Croce , cioè quando efsofpirò: & inueflita di efso Verbo 5 rafsegnerai la volontà t nelle mani dell eterno Tadre, dicendo : Fiat voluntas tua in vnione della rafsegnaZone , che fece ti Verbo ttell'Orto : e poi lo pregherai , che ti concèda , e fermi in te ilfuo eterno volere , offerendoteli per figliuola . Dipoi al Verbo chiederai l'amore , offerendoteli perifpofa, e dopò al diurno Spirito offerendoteli per fttadifeepola , li chiederai Ivmiltà .

Tatto queflo, offerir ai il Verbose ìèfleffa in effo Verbo, ali eterno Tadre, con tutte le fue dittine perfeZoni, anima,& vmanità, pen fieri, parole, opere fue , infieme col fafeetto di mirra della fuaTaffione^ & ilpreziofo fangwefno: pretendendo di fare la detta offerta nel diumotemp'to del cuore di effo Vcrbo,in vnione delle offerte , che effo fece flando in terra con effo noi : e farai la detta offerta per tutta la trionfante , militante , e penante Chiefa, defidcrando offerire queffoflia, coyl maggior affetto dis- amore , che fa fiata offerta , ò fia mai per offerir fi da tutte le creature-, E perche V- eterno Tadre di efìa offerta prende con gran compiacimento, tipoferai in efso piaci- mento, e quiui prenderai la Croce infieme col Verbo , con propofito d'andarlo fegui - tando fino alla morte ;

Dipoi farai al tuo Dio, Spofo , e Maeflro i feguentì protefli. I . Trote fio Ì eleggere la più alta vmiltà..

•** *Tlv^+^

1 3 o Vita della B.Maria Maddalena de' Pazzi.

2 . Trote/lo d'adorare , e confejfare Ivnità della SantiJJìma Trinità, per quelli , che non l'adorano .

3 . tìefaltare ferapre la pouertà in tutte le co .

4. D'eJJ'ere lapiùfauorita de gli afflitti, e tribolati.

5 . D'edificare tutte l'opere interiori,& etteriori nelle piaghe di GIFSV .

6. D'zffcre refugio delle imperfezioni, che fi commettono nell* abitacolo di Maria .

7 . D'ejfer lontana dalle co del Mondo,e da me ftejfa,quanto è lontano il Cielo dalla Terra .

8. Di godermi del difpregio, e confufione, fi come Dio fi gode in sèfleffo .

9. Di godermi dell' efìer di Dio,e della pouertà difpirito, e patire più tofio qitalfiuoglia eflremo partito , che impedire il proffìmo , che non poffa godere Iddio ,

1 o. Di condolermi con Dio dell' offefe fatte a S.D.M.

Finito queflo e fenicio col tuo Dio , te banderai alla Vergine Santiffima , e l'a- dorerai di quella adorazione , che à lei fi conuiene . Doppo la pregherai , che tifac- ela e/fere infieme con lei madre , figliuola , efpofa del grande Dio ', Madre mediante la conformità, & vniformità , della tua volontà con quella dieffo Dio ; Figliuola per il puro , e retto amore -, Spofa per la fedeltà , e mantenimento delle promeffe fatte à lui .Li offerirai poi tutto l 'abitacolo fuo ( intendeua del Muniflero ) pregandola, che lo cuflodifea con quell'amore ch'ella cu/lodi il Verbo incarnato , e la fuafleffa purità, e verginità . Et in vlt imo gli farai queflo proteflo , dicendo : Vroteflo à te Madre pu- riffima , e Madre mia amabiliffima , d'e/fer più toflo vn Inferno , che non gelare femprc l'ofieruanza,e perfezione in meflejfa , & in tutto l'abitacolo tuo, cioè in tutte le figliuole tue , che ci fono di prefente , e per l auuenire empiranno ; e dirai tre volte la fai ut anione Angelica , in quel luogo , che ti piacerà . Dipoi t'offerirai al tuo An- giolo Cuflode , pregandolo , che ti cuflodifea fempr e , e gli farai queflo proteflo di cor- rifpondere ali interna ifpir azione , & illuminazioni diuine . jilli Santi tuoi dìuoti , & à tutta la celefle Gierufalemme farai quefi l'altro proteflo d'onorare , e riuerire le feflc , e reliquie vofl re , e fopra ogni cofa immitarui nelle vere , e fante virtù .

Inqueftoefercizio, fi confiderà bene , ci fono fette adorazioni , dieci offerte, vndici petizioni, Cci atti d'amor di Dio , cinque atti di defiderij fpiritua- li , altrettanti ringraziamenti, tredici protetti, e gli atti d'vmiliazione,promeiTej rinouazione di profetinone, e raffegnazione in Dio,fono in tutto cinque ; quali computati infieme con tuffigli atti fudetti, fanno il numero di feffanradue atti interni verfodi Dio; e quelli li faceuaogni mattina con gran fentimentodi (pi- rito, auanti Matutinojpercheefiendofuo vflzio chiamar le Monache à Matu- rino, fi leuaua di buoniffim'ora » econfumaua Tore maturine in quefti fanti eìcrcizij , e così non le vniuano da alcun'altra occupazione impediti .

Dell efficacia delle f ne orazioni , douefi raccontano alcuni cafi mirabili fuc ceduti per mez^o di quelle . Cap. L X X X 1 1.

ERano così efficaci ,& accette nel colpetto Dio l'orazioni di quefi; anima, che pare fi pofladire in certo modo,chemai ella fi poli: a chiedergrnzia à

Dio,

Vita della B.Maria Maddalena de Pazzi, i 3 r

Dio,delIa quale non fufie efaudita;e quando quello fi affermate afiblutamen- te , non farebbe iperbole, ò efagerazione , ma fondato in ragioni molto buo- ne .Tra le quali è molto confiderabile quella , che effendo ella nell'erta fi del- le quarant'ore (òpra defcritte nel Cap. $i. fentìdirfi dall'eterno Padre quefte parole : Sponfa vnigenitì Verbi mei > quidquid vis, à mepete : quali parole f urno da proferite in ratto in perfona dell'eterno Padre , comefopra èdeferitto; eperefperienza viddero le Monache, che quelle petizioni ("chea loro fumo note ) quali elfa faceua à Dio>fempre veniuano efaudite . E lafciate da parte le fanità miracolofe fopra defcritte , da lei impetrate nel tempo della fua proua- zione , le grazie fpirituali ch'ella impetrò da Dio , e per fé, e per altre , le quali fono innumerabili ; folo fi racconteranno alcune più mirabili , cha da telamo- ni in procedo fono Hate teftificate . E bene pare, che fotto quefto Capitolo cadano molto à propofito tutti gli altri miracoli approuati , da lei operati in vita > tuttauia perche i miracoli non folo fono parto dell'orazione > ma della fantità, fi narreranno in luogo più opportuna*

Impetra mirabilmente la fanità , e prolungamento di vita al Confef- fore del fua Muniftero vicino à. morte *

ESfendofi infermato à morte delmefedi Maggio dell'anno 1*91. il Con- felTore del Muniftero, D.Agoftino Campi, huomo d'età di fettantacin- que annijin quefto tempo, vn giorno la Beata Maria Maddalena intefe in efta- fi da Dio,come fopraftaua al fuo muniftero vn graue perico!o,cioè, che il Car- dinale de' Medici Arciuef cono di Firenze,aueua penlàto di dare il carico, e go uerno di quefto Muniftero ad vn Sacerdote, che non era fecondo il lorbifo- gno ; & auendo di già D. Agoftino f quando la Beata iiitefe quefto ) riceuuto la Comunione per viatico , e l'eftrema vnzione , ella fupplicò con tanto af- fetto^ femore la Diuina Bontà , che prolungale la vita al detto Padre , che ne fu elaudita , e le fu promeilò da Dioiche le prolungarebbe la vita , fin che paf: faffe l'occafione pericotofa; ecosìfeguì. imperochè pochi giorni doppo il detto Padre racquiftò la fanità, e tornò ad amminiflrrare i Sacramenti alle mo- nache , e vifle fino alprincipio di Luglio feguente : nel quai mentrcl'Arciuef- couo mutato di penderò , diede loro per Confelfore , e Gouernatore il Sigli. FrancefcoBenuenuti , Canonico > e Penitenziere della Cattedrale di Firenze ,, con molto gufto di tutto il Muniftero ..

Impetra mirabilmente la fanità d^vn occhio advna Monaca del fuo Munijlero ..

DEllanno 1 5 s>8.Suor Cherubina Rabattiaueuain vn occhio vna fìftola fa- crknofa, così chiamata da' Medici , iaqualeledaua gran dolori; gio- candole gli altri rimedi j ,. i Mediaaueuano rifoluto dargli fuoco . Comparala grandemente Maddalena alle pene di queftainferma, che con molta inftanza fi raccomandaua alle fue orazioni: e la fera precedente alla mattina nella qua- le i Medici aueuano determinato dare il fuoco àdetta piaga, tra le cinque , e le

1 2. (ci.

1 3 % Vita della B. Maria Maddalena de' Pazzi.

fei ore di notte fi pofa le Beata à pregare Dio per la fanità di quella inferma, h quale effendo nella medefima ora fopraprefa da acerbiflìmi dolori, fi raccom- mandaua alla Santils. Vergine > che l'impetrafle pazienza da potergli appor- tare j e mentre ftaua in quelli dolori così raccomandandoli alla Vergine , vid- de , ò ruffe vifione , ò pure in fogno , comparirfì auanti la Madre Suor Maria Maddalena con afpetto maeftofo , ebello, che con gli occhi riuolti al Ciclo faceua orazione . Mentre ftaua intenta à quefto oggetto , fi (enti ad vn tratta ftringere il volto , & aprirfi à forza quell'occhio intermo, che per molti gior- ni non aueua potuto aprire : e fu tanto il dolore, che fentì nel l'aprir fi queft'oc- chio , che fi venne meno ; e rinuenuta , che fu, fi trouò con l'occhio fenza al- cun dolore > & al tutto (ano . Andò la mattina feguente la Beata à vifitar l'in- ferma, e molto Ci rallegrò di trouarla lana : e domandandole l'inferma, la fe- ra precedente ell'era (tata da Jei.rifpofe la Beata che nò,ma che bene tra le cin- que^ le lei ore fece orazione à Giesìi per la fua fanità : allora Suor Cherubina le raccontò quanto l'era fucceduto; e ringraziorno Dio infieme di quella gra- zia , per i'auuenire fìipiù trauagliara di quefto male

Ottiene da Giesà, che lafteffa Monaca fia mirabilmente comu- nicata in vna fua infermità*

SI ritrouaua altra volta to mede fi ma Suor Cherubina Rabatti , per cagione d'vn'altra malattia inferma in letto , fi che non poteuaandarfi à comunica- re con l'altre . Et etTendo molto defiderofa di quefto Sa ntiffirno Sagrarne nto » fi condoleua vna mattina con la Beata di non poter andare à riceuerlo. Molta Maddalena à pietà del diuoto affetto di quefta forella, pregò Giesù,che Ja vo- lelTe confolare : e come fufle certa del faccetto, le diffe >che ftefle attenta à quell'ora che le Monache fi comunicauano , che Giesùauerebbe confolato ancor lei. Ebbe la deuota forella fede nelle parole della Beata, e fi preparò come auefle aunto à comunicarli : e mentre il Sacerdote comunicaua le al- tre Suore , andando ciafeuna à comunicarfi al fuo luogo, cioè per anzianità di profefiìone -, quando toccauaàSuor Cherubina, il Sacerdote vidde fparirlì l'Odia di mano : e dubitando non le ruffe caduta , ne cercò , e fece diligente- mente cercare,ma non Ci trouò mai,-fe non che andando la medefima mattina Suor Vangelifta del Giocondo à vifitare Suor Cherubina , la trouò molto al- legra, e contenta ; e raccontandole quello , che era fuccedutoal Capellano > che le aueua comunicare ; ella le confefsò come Giesìi aueua mandato à lei quelFOlìia-à preghi di Suor Maria Maddalena, à cui s'era raccomandata : e co- me in quella comunione aueua fentito vn granditfimo giubilo,c conforto fpi- rituale ; e con lagrime di tenerezza ringraziorno Dio di tanta fua pietà.

Impetra mirabilmente la fanità ad vna Monaca delfuoMìmiflcro y che patina di mal di pietra .

SVor Caterina Ginori patina grauiflìmi dolori cagionati da maidi pietraie pei eie anni eia ftata in gran pene , e trauagli ; fi che l'anno J $ ?2,. era ridona

iA

Vita della B.Maria Maddalena dePazzi. i j j

m termincche i medici aueuano difperata la fua vita , e le monache aflifteua- no la notte à vicenda alla fua guardia. Tra l'altre affiftendoui vna notte la Bea- ta Maria Maddalena : fentendofi linferma più fieramente del (olito trauaglìa- ta r(e le raccomandò, acciochè pregaffe Dio , che le mitigaffei dolori, òche ledeffe pazienza, perche erano tanto grandi- , che non le pareuaauer virtù da tollerargli. S'intenerirno te v licere di Maddalena alle lagrime dell'afflitta Torci- la : e poftafi in orazione per lei , fubrto 1 inferma s'addormentò , & indi à poco rifuegliatafi fi trouò lenza alcun dolore > e libera dai male , di modo che viffe molti anni lana, efipotèefercitar nell offeruanze , e negli ordini della Reli- gione r

Dio perle fue orazioni prouede mirabilmente al mancamento d'vna piatane per il M un fiero .

ESfendo il Muniftero in molta pouert:ì ; vna mattina di Quarefima non vi , era in Conuento da poter fare vna piatanza alle monache , non di cer- te poche aringhe , che ne meno erano à efficienza ; & il tempo era così Ura- no , e piouolb, che non fi poteua mandarne à comperare. Era in quel tempo in cucina la Beata Maria Maddalena : e chiamata à se vna conuerfa , che aiuta- la alla cucina , le diffe : Facciamo orazione all' Angiolo Cuftode di Lapo del Touaglia ( GentiihuomoFiorentino,e benefattore del muniftero ) che lo fpi ri àmandarcttante aringhe , che fi poffa fare vna piatanza alle monache . L' vna , e l'altra inficine fecero quella orazione. Et ecco , che in meno fpazio di vn'ora >non oftante latempeftofa pioggia, comparfealla porta del muniftero vno, mandato da detto Signor Lapo , con vn ceftino d'aringhe ; onde fi potè farla piatanza alle Monache, le quali ringraziorno Dio di quella dia proui- denza.

Con lejue oratori impetra y che il vinoguaflo di vna botte del Mtmifle-

ro ritorni buono.

DEH* anno 1 60 2 . fi guadò il vino di vna botte di tenuta di molti barili, fi che il muniftero per la pouertà veniua molto aggradato Onde la madre Suor Vangelifta del Giocondo, allora Priora , ricordandofi d'vna fimil grazia altra volta dell anno 1588. impetrata dall'orazioni della Beata , fimpofe , che pre- gaffe Dio » che quel vino ritornaffe buono . Non volle f vinile verginella effec fola ad orare: ma pregò 1 ifteffa MadrcSuor Vangelifta, chefacede quella orazione iafieme fcco,- onde andate amendue nella cantina , e fatta vn poco d'orazione , la Beata per 1* vbbidienza della Superiora fece il fegno della Croce fopra la botte del vino guafto $ e cariandone , il trouorno buono , e ne refero , grazie a Dio infieme con le altre monache .

Molte altre , e quafi fenza numero , fono le grazie > & i benefizi fpuituali > «temporali , che quefta Beata impetrò al Tuo muniftero , ór ad altre perfone fuori di quello ; Imperochc bene ella procuraua quanto poteua d'occultar- fial Mondo , & effere al tutto feonofeiuta dalle creature» con tutto ciò con-

I 3; tinua-

1 3 4 Vita della B. Maria Maddalena de' Pazzi.

tinnamente ricorreuano a lei perfone afflitte , e tribolate , chi a bocca, chi per Ietterei chi per terze perfone, cioè per mezo di monache, à raccomandarle i lorobifogni ,• chi conuerfione di peccatori , chi accomodamenti di pace, e di difcordie,echi vnacofa,e chi vn'altra; molti de'qualiveniuano poi à ringra- ziare le monache dell'orazioni fatte fare à Suor Maria Maddalena, (limando d'- auere per le preci di lei riceuuto le grazicche haueuano defiderato da Sua Di- urna Ma ella .

De Ila conformità della fua volontà,con quella di Dio* Cap. LXXXIIL

NOn è da marauigliarfi , così erano accette , & efficaci nel cofpettodf Dio l'orazioni di quell'anima $ poiché ella era conformatiflrma , & vm- tiflìma con la volontà di Dio: mai chiedena voleua altrove non quello, ch'era il fuo diuino volere ; che perciò diceua , che auerebbe (limato in di- fetto notabile,fe per (e (lefsa , ò per altri aueffe domandato al Signore alcuna grazia con maggior inftanza , che con (empiici preghiere ; e vfaua dire in tal propofito > lo mi godo y e mi glorio di fare la volontà di Dio , non che egli faccia la miai onde maggior vbligo tengo a Dio quando non mi efaudifee y che quando mi con- cede quanto gli chieggo . Ancor rifleiTa fantità ., e perfezione dell'anima iua^ defiderauaxhe fufié non fecondo il fuodefuleuo.ma fecondo il voler diuino^ onde fi troua (editto tra alcuni atti d amor di Dio , che ella fi era preferitta di fare quotidianamente quefto particolare , con quelle formate parole^ 5 Offerir fleffa à Dio , e voler tutta quella perfezione , che egli fi compiace , che fi abbia , come ei vuole . Il che quanto da lei fufiè perfèttamente efèrcitato , fi fentì nel fecondo giorno di quel grand'ellafi di otto giorni ; nel quale parlan-, do della venuta dello Spirito Santo, e del defiderio ,che aueua diriceuerlo , fi protefta à Dio ài non volerlo, defiderarlo,fe non fecondo il fuo diuin vole- reDcon quefte parole da lei in eftafi proferite-- lo con defiderio lo de fiderò, e non lo de fiderò ', e ben conofeo di douerlo, e non douerlo defiderare,e con queflo defiderio lo de fiderò, e per mefleffa, e per tutti. In che maniera queflo } fon pur cofe contrarie de fiderai e }e non defiderarc. Dico che non voglio defiderare da me fleffa , come da me fteffa, perche non voglio auer alcun defiderio . Et ardirò dirc,an^i dirò, che fc me lo deffijperche in ciò ft face la mìa volontà,e non la fua, come fua, e non come miaian- core he in queflo cifufie la fua volontà,ma non ci fufle ella primieramente, e dirò an- che totalmente lafuajn nefsun modo vorrei efserne contentaitanto m'importa ànon voler ripofsedere , e far mio quello , chegiàgli ho donato , e voglio che fia tutto fuo , perche dirpofsa con ogni veritàyin ogni cofa; Fiat voluntas tua. Dico iel%ìo volere 3 del mio defiderio ffi che" il bene , che non mi viene per quefla via , non mi par ben e,e più toflo eleggerci , e così bramo , non auer alcuno altro dono fuori ( che queflo è pur fuo ) di lafciare tutto il mio volere, e tutp> il mio defiderio in lui , che auer e qualun- que dono fi fia,folo per imo dcfiderio,e mio volere. In me f/nt Deus vota tua,& non votamea. Sino à quell'alta perfezione > arriuò la volontà di quell'anima nel confot-

marfi

Vita della B-Mària Maddalena deJ Pazzi . 135

marfi col diuino volere . Manonèdamarauigliarfi di ciò > perche queftafù la prima lezione infegnatale dallo Spirito Santo nella fua puerizia, e forfè nelf infanga ,* pokhè lei iteffa difle , che la prima grazia , ch'ella domandaffe al Si- gnore piùinftantemente, fu di adempir Tempre fino alla morte il diuino bene- placito . Onde volgendo fpeffogli occhi al Cielo,fù fentita più volte replicare: O Signor e, tu ben fai, che io in fino dalla mia fanciullezza ho defiderato di compiacer- ti* Arriuò a tale quelìo defiderio di compiacere à Dio , che più volte fu fentita dire con gran fentimento : Se io vedeffiquì l Inferno aperto, epenfaffi, che fu tua volontà, ò Signore, che io penaffi eternamente in quelle fiamme, da mefiefsa mi precipiterei, per effettuare il tuo diuino volere .

Difle ancora più volte, che non fi farebbe metta à far cofa alcuna , che non aueffe penfato,che fuffe conforme alla volontà di Dio; e che aueffe comin- ciato qualche azionce nel farla le fuffe venuto penfiero,che non fuffe confor- me alla volontà Diuina>inquel medefimoiftanterhauerebbelafciata,ancot- che il non profeguirla le coftaffe la vitale per il contrario non auerebbe lafcia- to di far cofa,benche minima,che aueffe penfato effer volontà di Dio.E quefta non era in lei vna volontà folo abituale,ma attuale quafi in ogni azionejimpe- rochè fu fentita più volte , ancor nel fare azioni minime, indifferenti i come farebbe d'andare d'vna ftanza in vn'altra,ò fimili, dire : Se io non credeffi , che fufse volontà di Dio , non anderei di qui à quitti . E quello che comunemente quafi à tutte le perfone fpirituali pare tanto diffìcile , cioè di faper indirizzare attualmente ciafcnna azione à Dio , l'era tanto facile,e familiare , che come più volte diffe , le pareua imponìbile che le perfone aueffero ad operare fenza confiderazione;e particolarmente tra l'altre confiderazioni, che ella defidera- ua,che s'aueffero neli'operarcera queftada volontà di Dio:onde parlando con leforelle diceua : Se desiderate diperuenire in breue àgran perfezione , ci bifogna che procuriate di fare tutte le voflre operazioni per adempire il voler di Dio, perche queflafanta intenzione ha forza difantificare l'opere^ quando fi accorgèlttjChe fi operaua fenzaquefta intenzione ne fentiua gran dilguftó: onde prorompe- in quefte parole di lamento; 0 for elle quanto perdiamo, perche non fi intende quefio traffico . Era tanto , e tale l'affetto , e la tenerezza dell'amore 5 -che ella portauaalfare la diuina volontà , che folo àfentirne parlare pareua, che fi ftruggefse di gufto , e fi rifoluefse in giubilo di fpirito -, e taluolta nel folo fen- tirla ricordare fu rapita in efrafi. Qiieilo particolarmente occorfe vna fera in tempojche le Monache quafi tutte eranoritirate alle celle per dormire , nel qual tempo efsendo la Beata per certa occafione per cafa , lenti dire, die vna forellaaueua gran defiderio di farla volontà di Dio. A quella parola, rifpofe €lla con gran giubilo : EW ha gran ragione, per che il far la volontà di Dio è cofa simabiliffima . E difle quefte parole con tanto fentimento di fpirito>che rima- alienata da' fenfi. E non potendo contenere in quella dolcezza di fpirito, che fapportauaquefta cognizione dell'amabilità nel diuino volere , così efta- tica andaua per il dormitorio efclamando , che la volontà di Dio è amabile ; e -chiamaua le forelie > che venifsero infieme con lei à confefsare > che la volon- di Dio è amabile . A quefto grido dello fpirito di Dioin lei , fi fentirno le fo-

I 4 relle

i j 6 Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi.

felle commuouere il cuore; potendofi contenere dentro alle celle,vfciron fuori; e fatte partecipi dello fpirito di quefta loro forella , vnite feco andorno invnaCapella delMuniftero, doue tutte infieme con lei, à viuavroce , non lenza lagrime di diuozione , confeflbrno la volontà di Dio edere amabile : e fi fece in tutte in quella fera vna gran commozione di fpirito>accendendofi i lor cuori in gran defiderio d'adempire quefta diuina volontà . Quefto medefimo affetto aueua tanta forza nel cuore di Maddalena , che foleua dire , come non penfaua, che non fi trouafle nel Mondo dura auuerfità . ne così gran tribola- zione, ch'ella non lauefle fopportata con allegrezza , foJocolperfuaderfi, che fuffe volontà di Dio : quefto modo animando le forelJe » diceua_,: ì\onfentite9cke foanità contiene quefta nuda par ola, Volontà di Dio ? Et in effetto eiperimentorno adempirfi in lei quello che diceua . Imperochè non era-» alcun trauaglio , e tribolazione così grande , & acerba ( come particolarmen- te quelle di cinque anni della fua pronazione ) ne penalo tormento così acer- bo,come furono quelli della fua vltima infermità , che non venifsero mitigati» Se addolciti,quando dalle forelle, le rkordaua , e diceuano ella è volontà di Dio , che voi patiate quelle cofe $ allora vedeui fubito rafserenare quel volto afflitto; e cefsare ogni rammarico » equafi pareua che fi riauefse da morte a vita .

Quefto fentimento di fare il diuino volere la fece così forte, e magnanima % che quando Giesìi le moftrò in fpiriro come vokua prouarla per cinque an- ni »e per detto tempo priuarla del gufto,e fapore della fua grazia diuina, e por- iain (leccato con 1 inferno , e che contro di lei doueuano vfeire molti Demo- ni come fieri leoni à batterla , e dargli pene neH'efterno , & affliggerla nell'in- terno^ con grand'impeto,e forza s ella non replicò altro , non sufficit miti

gratta tua .

Per quefta conformità col diuino volere > ella viueua come morta a ftef- fa, lenza proprio volerete fenza proprio intendimento , e tale la fece Iddio ve- dere fé ftefla , fotto fimilitudine d'vn'alrr anima (nel fello di quel grande eftafi d'otto giorni) la quale ella defcrifle con quefte pavolaEllavà caminan do die- tro al fuo fpofo, fen^ay >edere ,fen^a vdireyfen7^a intender -e ,fen%afapere3fen^a par- lare,fenizaguftare,efen%a (flò per dire ) operare^ del tutto come morta \folo atten- dendo ad andar dietro a* quell'intrinfeco tiro del V erbo per non l'offendere. Così appunto ville ella , rigettata nel diuino volere .

Le moflra Giesù quanto gli piaccia la totale raffegn anione, e quanto gli dif piaccia ogni minimo atto della propria volontà . Cap. LXXXiy.

COn tutto che tale.e tanta fufse la conformità del fuo volere con quello di Dio,temeua tuttauia ,come di gran nemico, della volontà propria- On- de faueliando vna volta con vna forella , le dille, che non bramaua altro dal Si- gnore > non che le togliefle la propria volontà ; poiché conofceua, che per viiiezza d'ingegno non s'auanzaua quanto defideraua in quelle virtù , che fan- no

Vita delia D.Mana Maddalena ae razzi. 1 37

no vn'anima grata à Dio : e ditte quelle parole con tanto fentimento d'vmikà, che à gran pena l'ebbe finite , che riuolri gli occhi al Cielo fu rapita in eftafi, e le fu moftro da Giesù quanto gran nocumentoapporti all'anime, e particolar- mente alle Religione , l'etter guidare dalla propria volontà: poiché mediante il voto di vbbidienza l'hanno di già confagrata àDio. Et auendo nell'iftetto tempo intero , che Giesù non voleua , che ella in cola alcuna fi lafciafle fopra- fare dal proprio volere : così eftatica prefe per mano la Superiora > che quiui con l'altre forelle fi trouaua prefente ; e feco la conduife in vn'Oratorio , doue ella porfe caldiffime preghiere alla fantiifirna Vergine , fupplicandola arden- temente, chela volefte illuminare ad efeguire il diuino volere, pregòcon molto affetto , e con molte lagrime , 1 iftefta Madre Priora , che ancor ella fi affaticarle per amor di Giesù à (pogliarla del proprio volere ; e per atto di raf- fegnazione fi proftrò tre volte in terra in modo di venia : e doppo fi rifentì dal ratto .

Il giorno feguente , ritrouandofi con l'altre forelle occupata in fanti eferci- tij , fu con violenza gettata in terra , e rapita in eftafi , vidde Giesù molto tur- bato : onde per lo fpauentodiuenne in volto pallida, e tremante ; e ricercando perchè Giesù così turbato le apparifTe: Intefè, che di ciò riera cagione , per- che auendòle-egli fatto intendere altre volte , come ei voleua inalzarla à mag- gior grado di perfezione religiofa; e che le fue operazioni folTero fingolari: ella ìòfpinta dal gran defiderio, ch'auea , che nelle fue azioni non apparirle fingo- larità alcuna, aueua fatto qualche refiftenza à qucfto fuo diuino volere>& era venuta in defiderio di patire più tofto qualfiuoglia trauaglio, che Telter tenuta appreffo l'altre di vita (ingoiare . Per quello l'era moftro il Signore turbato; e le foggiunlè effer fuo volere , che tanto interiormente quanto citeriormen- te > le apparifTe grata; e perciò non vifaceiTe refiftenza alcuna. Non molti giorni doppo , effendo in Coro , fu di nuouo rapita i n eftafi , e vidde Giesù.dhe dinuouofele moftro turbato: onde per il terrore cadde in terra con le brac- ciaincroce: e dubitando che quella turbazione non dependefie daqualche atto>che aueffe commelTo di propria volontà , non conforme al diuino volere, dilTe le parole di San Paolo: Signore, che vuoi da me? Dimmi quello di ebeti compiaci, che ogni cvfafarò , purché / tuoi rifplendenti vechi mi ri/guardino , e non fia più il tuo volto turbato [opra di me > e foggiunfe altre parole piene d'vmikà Auendo così alquantto dimorato 5 fileuòdaterra col volto tutto lieto , e fereno : e volta verfo vn 'immagine della Santi filma Vergine , difTe : o Ma- ria pur veggo i puriffimi -, e rifplendenti occhi del miofpofo , che in me ri/guardano , non più con volto turbato > ma benigno . Ma deh dimmi, ò Giesù mio , che co fa ho io operato in così breuefpaxjo di tempo, per la quale io abbia meritato così dolce,efoa- uefguardot elefìirifpofto: Conformità di volontà* Quefta dunque è quelk * che ci rende Giesù benigno , e propizio .

le

1 3 8 Vita della B. Maria Maddalena de' Pazzi.

Le fono date da Giesà venti regole perfezione fpirituale : e quanto %elo ella ebbe d'ofieruarle perfettamente , per viuere conforme al di- urno volere. Cap. LXXXV.

VNa mattina doppo d'efferfi comunicata, fi folti chiamare da Giesa con quefte parole ; Vieni, ù Spofa mia , che io fon quello, che ti traffi dalla mia mente , etimejji n eli' vt ero materno , doueìntèmi compiacqui . A quefta vocazione, ella filbito fi motte; e come ebria d'amore , con fàccia oltre modo infocata , fi diede à cercare per il Muniftero il fuoGiesiì: e mentre l'andauacosì cercando, fèntì di nuouo chiamarti dall'iftefla voce, con_, quefte parole -, Vieni , che io fon quello, che ti cacciai dallvtero materno ,emi vnij teco , compiacendomi in te ■> alla qual voce , accrefeendofi in lei il defideriodi trouarGiesù,conpiùanfietà,chemailandaua cercando. Nèceffandola diuina voce , fi fentì chiamare la terza volta , e dire : Vieni eletta mia , che io ti voglio dar regola ,epor termine alle tuepajfioni per tutto il tempo di tua vita, fi- noj che io ti conduca àgodere, e fruir me nella terra de viuenti . Sentite quefte pa- role, diuenne fubito immobile, e rimafè affortain eftafi-, nel quale dall'eter- no Verbo le furono date venti regole , che doueua oflferuare tutto il tempo di fua vita,per maggiormente perfezionarfi nelle fante virtù,e renderfi con- forme al Diuino volere, & in perfona del Verbo forno da lei proferite , e dalle Monache fcritte nella feguente forma .

lo Spofo dell'anima tua , e Verbo del mio eterno Tadre , ti regola in quel me» de fimo atto d amore , che io ti concedetti , e ti feci partecipe della grandezza della purità mia diletta, di me diletto, nota la mia , e tua regola', mia, perche te la'dò\ tua, perche la dt ui ojferuare .

1 . Ricerco da te , che in ogni tua anione interna,^ eterna, mirifempre à quel- la purità , che io ti feci intendere : e tutte l opere, e parole tue , imaginati che debba- no e/fere l'vltime .

2. Procurerai , conforme al tuo potere , & alla grafia , che ti darò , à'auer tanti occhi, quante anime ti concederò (imendeuaà gouerno , e cura , come Maeftra , che aueua da efiere di Nouizic , e di giouane nel fuo Muni- ftero.)

I . Mai darai con figlio , comandamento alcuno, ancorché tifujje concedutole prima a me pendente in Croce non lo farai noto .

4. TS(on noterai alcun diffetto di creatura mortale , ne lo riprenderai prima non auerai cono/cimento d'effer da meno di quella creatura .

5. Le tue parole fiano /incere , veraci , e grani , lontane da ogni adulatone : e fl-mpre addurrai me per eff empio all'opere , che debbonfare le creature .

6. l^on volere , con quelle , che a te fono eguali , che lapiaceuolc^a fupcri la granitale la grauità ecceda la manfuetudine , & vmiltà #

7. Siano tutte le tue opere fatte con tanta manfuetudine , e con atto tan- vmile , che fembrino vna calamita per tirare le creature à me, e con tanta

pru-

Vita della B. Maria Maddalena de' Pazzi. 1 3 9

prudenza, che fi ano regola a membri miei, cioè all'anime r eligio , & ai tuoi prof- fimi .

8. Sijfitibonda come il cerno dell'acque, giorno, e notte, cioè e fer citar e per ogni tempo la carità de i membri miei , facendo firma della debolezza , e fiancherà del corpo tuo,quanto della terraglie è calpefiata .

9. Ti sformerai tanto quanto ti darò talento , dìeffer cibo à gl'affetati , vefle de i nudi, giardino de imprigionatile refrigerio de gli afflitti .

io. Con quelli, che io lafcio nel Mare del Mondo, farai prudente come ilfcrpen- te : e con le mie elette ,femplice come colomba ; temendo quelli,come la faccia d'vn dragone^e quefie amando come tempio dello Spirito Santo .

il. Su domatrice delle tue paffiom ^chiedendo tal grafia a me , che fono domina- tore di tutte le creature .

12. Condefcenderai con le creature mie come io fiando in terra vfai con quelle fomma carità , attendo fempre nell'orecchie quella ftnten^a del mio *Apcflolo : Quis infirmatur, & ego non infirmor ?

1 3 . J^onpriuerai alcuno di cofa,che tifia data facoltà di poter dare , efiendone richiefia: nepriuerai alcuna creatura di cofa conceduta à lei,fe prima non hai in men- te , che io fono fcrntatore del cuor tuo , e che ti debbo giudicare con potenza , e maefià .

1 4. Stimerai la tua regola, e coFtitutioni di efìa, infieme coy roti , quanto voglio che tu filimi mefleffo : cercando difiolpire ancora nel cuore di ciafenna il zelo della vocazione, alla quale io l'ho chiamata , e della tua Religione .

1 5 . jLueraigran defideric d'ejferfoggetta a tutte , & in orrore l* e fier preferita alla minima .

1 6 T^on intenderai , che il tuo rifugio, ripofo , efolai^o,fia in altro , che nel di- fpregio,e nell'vmiltà .

1 7. Cefierai in queflo giorno di fare, che le creature conofehino i tuoi defiderij,e miei voleri '^eccettuate quelle eh io ti ho dato,ed il mio Chrifio .

1 8. Starai in continua oblazione d'ogni tuo defiderio}& operazione infieme con i membri miei in me .

19. Da quellora , che io mi partì dalla mia pura Madre , cioè dalle ventidue ore , fino che hai da riceuermi ,flarai in continua offerta della mia Tafjìone , di te fleffa , e delle creature mie , al mio eterno Tadre , e queflo ti farà in preparacene à riceuer me fagr amentalmente : e fra dì, e notte vifiterai il corpo, efangue mio tren- tanè volte .

2 o. L'vltima cofa farà, che in tutte V operazioni , che io ti permetterò , tanto in- terne, quanto efierne, fempr e sij trasformata in me .

Dopo quefto per alquanto fpazio di tempo , dimorò fenza parlare , e le- guendo poi in perfòna dell'ideilo Verbo^difle : Quefla èia regola che il Diletto dell'anima mia, in atto dimore t'ha data : perciò la prenderai ,ele co , che in efiafi contengono , le deui tenere nel cuore , e metterle tutte in efecu^ione , eccetto però quando la carìtà,e Vvbbidien^a ti toglieffc la vifitayionedel Corpo, e Sangue mio ; £

doppo quefteparolefi rifemì dal ratto .

Quan-

t4<> Vita della B. Maria Maddalena dePazzf.

Quantòquefte Regole fuffèi'ó da lei offerirne , ne fa teftimonianza non fo- lo iìprogeffo delia Tua vita, ma il zelo ch'ella ebbe d'offeruarle perfettamente. Jmperochè ogni mele vna volta » per vn giornointero > fi ritiraua in luogo fe« greto , e minutamente fi efaminaua come le auefse in quel mefe ofseruare ; e péridifetti,che trouaua auerui commetti > ancorché piccoliifimi , fidifcipli- naua altramente i per lo fpazia di vn'ora ; con vna difciplina di ferro, paren- dole d'auervfato negligenza nelj'adempire la diuina volontà . Cosìftimaua queftanimarenderfi. conforme in tutto , e per tutto al din ino- volere .

D eltardentiffimo amore ycon che amau* Dio i e dex grandi f fimi ecce/ fi et ella ebbe di quefiamore. Cap. LXXXV L

SE bene li continui erta fi-, il patire di cinque anni della prouazione , e tutte le altrecofe fin. qui narrare; mafpedalmentelvnione, econformità della iiia mente > e volontà con Dio ,come parte effenziale del diuino amore > fan- no chiara teftimoniaina , anzi dimoftranograudiilimo l'amore, chequefta in- nimorataanimaportauaal Tuo Dio, e fpofo Giesù Chrifto : tuttauia fono nel - iafua vita moire cole [pedali, che vie più lo manifeftano. Ne potendo noi penetrare con gli occhi corporalUl cuore fedia di queft'amorei ma foio com- prenderlo da gli effetti , che nell'azioni , e parole fi fcuoprono : mentre , che in lèi fi feorgono atti , e parole eccedenti ogni ordinario amore, portiamo di- re, che il Fuo amore verfo di Dio fufleftraordinark>,& ccceffiuo. Oltre al con- tinuo affetto, clic le ftruggeua il cuore.e che la faceua fempre penfaie à Dio, parlare di Dio , cooperare perDio >< e che così frequentemente la rapiua da' iènfi, e la poneua tutta in Dio: veniua tall'ora in tanto ardore» che non po- tendo racchiuderlo nel petto, fi diffòndeua nella faccia > e nell'azioni , e piglia- sfogo nelle parole ; Di modo , che effendo erta per tuo ordinario , e per f aurterirà della vitadebole , e (brutta, pallida *e macilente , fopraprefada que- lle vampe d'amore , tutta firinuigoriuà , e la fua faccia diueniua piena , fiam- meggiante ,glk>cchicome dae ftellé brillanti , & il volto fuofereno , e lieto come d Angiolo beato ne trouaua pofa, ò fermezza . Onde per sfogare quel- lardore che dentro non poteua contenere,era coftrettaà muouetfi,& agitarfi in maniera amabile . Perciò come ebriadi-queft amore (Tvedeuain quefti ec- celli correre velocemente da luogo à luogo , ftrappare ciò , che le daua fra mano 5 e quafi parendole feoppiare , fi slentaua il bufto > eftrappaua i panni : e come impazzita d'amore , andàua per il muniftero efclàmando con gran vo* ce : jLmoYeyAmQreyjLmoYe. Me potendo foffrire tanto incendio d'amore, di- ceua : OSignor mio non pi ì* amor e, non più amore : è troppo Giesù mio Vamoreycbe tu porti alla creatura : non già é troppo alia tua grandezza, ma troppo alla creatura vile, e bafa+ E riconclccndofi indegna di quefto amore/oggiungeua j Ter- chedaiàme tanto amore ,che fono così indegnaye vile t Altre volte dkcua : ODio d'amore, ò Dio d'amore -y ò Dio, che amile creature con amor puro ? eiìmili altro infocate parole . Pigliaua taluolta, in quefti eccelli amorofi>in mano vn Cro- cififlò > e con Tifleflà {raaaia d'amore^ correndo per i Imuniftero^efclamaua :

O*morf»

Vita delia ti.Maria Maddalena de razzi, 141

0 amore , ò amore , talora fi fermaua à rimirarlo dolcemente. Altra volta con indicibile tenerezza loftringeua al petto, e io baciaua, dicendo : 0 amore, ò amore : non reflerògiamai , ò Dio mio , di chiamarti amore : ò giubilo del mio cuo- re,fperan^a,e conforto dell anima mia.Evd di tanto gufto alle forelle,Ìl vederla in quelli eccelli d'amorexhe molte di loro la ieguitauano , Temendoli ancor effe infiammare dall'amorccne vedeuano in lei. Onde riuolta à quelle diceua: Tfonfapete voi,careforelle , che il mio Giesu altro non è che amore i an^ipa^p d'- amore. Ta^o d'amore dico, che fei,ò Ciesù mio,e fempre lo dirò , Tufei tutto ama-' bile, e giocondo ; tu ricreatiuo ; e confort atiuo: tu nutriti uo ,& vnitiuo :fei pena , e refrigerio, fatica, e npofo,morte,e vita infieme # Finalmente, che non à in te «? Tufei faggio, e giocondo , alto , & immenfo > ammir abile, & indicibile . Altre volte pu- re negli ftelli eccelli » ardendo di defiderio , che quello amorofo Dio fuffe co- nofciuto,e rimiratoda gli huomini,riuolta al Cielo5diceua ; 0 amore,à amore? dammi tanta voce, ò Signor mio,che chiamando te amore, fiaf entità dall'Oriente fi- no all'Occidente^ da tutte le parti del Mondo, fino ali Inferno: acciò tu sij ricono feiu- to,e riuerito come vero amore . 0 amore tu penetri , e trapaffi, fpei^i,. e leghi , reg- gi, egouerni tutte le cofe itufei Cielo , e Terra,fuoeo, & aria,fangue, & acqua ; tu fei Dio,& Huomo . E chi potrebbe maipenfare, e {piegarla tua grandezza , emendo tu infinito , & eterno ? In quefti eccelli paffàua i giorni intieri , fi che pareua vn'Àngiolo interracene fi pafcefle delle delizie del Cielo

Ver il grande ardore dell'amor diuino , nelmc^o dell' Inuerno fi ver fa* in feno> acqua fredda , & in modi mirabili inulta l'anime ti queflo amore ; & è mirabilmente pafeiuta dal Coflato dell' Imagine del Cro- ci(fifio. Cap. LXXXV I L

OLtre alle dette marauiglie d'amore , fuccedette più \olte >che e (Tendo el- la (lata molte ore in quefti eccelli , lenza trotiare requie 5 pofa* potendo fofììrire vn tanto ardore , n'andaua al pozzo ; & ancorché fuffe di freddiftìma ftagione* sbracciatali tuftaua Imbraccia nell'acqua, e prendendola fecchia,ne beueua gran copia , e Te ne v^rfaua in feno, dicendo , che fi fentiua ardere, e conlumare ; e riuolta al Cielo , con amorofo fguardo, replicaua fre- quente : J^on poffopiàfoffrire tanto granfiammo* Per Hfteflb accendimento di amore , non poteua bene fpeffo neUlnuerno tenere imbuiti di lana » ne (lare ftretta di buffo , parendole di Scoppiare .

Fra quefti eccelli d'amore , ne notorno le Monache vno molto mirabile» fuccedutoleilgiornodell'lnuenzione della Santa Croce dell'anno 1 5 92*. Nel qual giorno dopò d efferfi diuotamente comunicata , fu rapita in eftafi -, e di- uenuta immobile come ferma colonna , parlò-con molto femore dell'eccel- lenza , e grandezza delia Croce di Giesù . Poi fermatafi nella contemplazione dell'incarnato Verbo , che fopra quella fu confìtto , cominciò ad efclamare : 0 amore, ò amore, quanto fei poco conofciuto,& amato Se non troni doue tipo fare, vieni, ù amore tutto in me ,.che ben ti riceuerò . E querelando/i dell'anime > che con amano DiOjdiceua ; 0 anime create dall'amore, perche non amate l'amore i

JE che

1 41* Vita della B. Maria Maddalena de' Pazzf.

£ che cofa è [amore non Iddio £ Deus charitas eji .0 amoretti mi fai firuggere , e sonf umare 5 tu mi fai morir e, e pur vino : fento pena,facendomi tu cono f e ere quanto poco fei amatole conofeiuto . E mentre conofceua quanto poco Dio è cono fciuto,& amato,pcr il dolore faceuagefti molto petofi,ediuoti:Oraalzaua le mani al Cielo,ora slargaua le braccia,ora percoteua le palme con tanta pietà, che muoueua à diuozione, e compungeua quelJe,che erano prefenti: mai reftauadidire ; Venite anime ad amare il mio amore t Venite ad amare il voflro Dio. Ne potendo più per quefto defiderio ftar ferma, fi dette à feorrere con molta velocità per il Conuento , e per l'orto » qnafi parendole feorrere per il Mondo.per cercare >& inuitare anime ad amare Iddio. Onde così correndo re- plicati! fpefiò : Venite anime genite ad amare il voflro Iddio : Et incontrandoli alcuna Monacala pigliaua per mano , ftringendola force, e le diceua: 0 ani- ma, amate voi l'amore^ e penfando3che ogni altra ardeffe di queH'amore,che fèfltiualei, foggiungeua : Come fate à viuere <? T^onfentite confumarui,e morire per amore t Finalmente dopò d'auere per lungo fpazio girato il Conuento in quella amorofa fmania , potendo in altra maniera inuitar l'anime fuori del Muniftero à quefto amore, prefe la fune delle campane, cominciò à fo- oarle,efclamando in quel mentre con alta voce : Venite anime ad amare , ve- nite ad amare l'amore, dal quale fiate fiate tanto amate . In quefto medefimo ec- ce irò le n'andò al pozzo per refrigerare l'ardore , che fentiua nel fuo petto ; e tuffate le braccia nell'acqua fredda, ne versò in feno . Dopò con mirabile agilità > che alle Monache parue (òpranaturale , fenza fcala > e fenzaapppog- gio alcuno , quali volando,falì fopra vn cornicione , ch'era in Coro , rifpon- dente in Chieià,alto molte braccia da terra,Iargo meno d'vn terzo di braccio , sfafeiato da tutte due le bade, cioè del Coro,e della Chiefaie come fufle fo- pra d'vn largo,e (Tcuro pauimento,corfe ad abbracciare vn'lmagine d'vn Cro- cifitto di riiieuo, che ftaua fttuato in mezzo di quel cornicione r e leuatolo dal fuo luogo, con l'ifteflfa agilità fccCc dal cornicione, col Crocifitto in braccio ; co) quale fi ritirò nel Capitolo del muniftero ,douepoftainginocchioni,ftette tutto il giorno fino alla fera al tardi, abbracciata a pie del Crocifìtto, contem- plando l'amor di Giesù , e sfogando verfodi luigliaccefi , & amorofi affetti del Tuo cuore : e mentre ftaua così abbracciata allimagine del fuo amore Giesù , fìi veduta dall'altre Monache , porre più d'vna volta la bocca al facro Coftaro di quella Imagine ; e ftando quiui appiccata,come à dolce mammel- la , fucchiaua , & inghiottita con gran dolcezza di fpirito vnlbaue liquore* che indi traeua , dal quale , come poi dilfe fuor di ratto, fentiua reficiarfi, e rin- uigorirfr j e pienadi (pinto , e colma di contento fi rifueghò dal ratto .

In vno di quejli ecceffi rafe iuga ilfudore d'vn Imagine del Croci fi fio Et altra volta con vn Imagine di Giesù bambino, fa alcune diuote offerte all'eterno Tadre Cap. LXX XV I II.

NOn minore di quefte marauiglie fu quella , che le fuccedette altra voltar in vn fimile eccetto d'amore : Nel quale eflendo ella làlita con quell'- Ai)-

Vita dellaB.Maria Maddalena dePazzi . 145

Angelica agilità xhefopra > fui medefimo cornicione,à prender fifteffo Cro- cififfo , dopò d'auere sfogato verlo di quell'Imagine amorofi affetti di fpirito , ora flringendolo > ora abbracciandolo con gran tenerezza > e diuozione , lo feonficò di Croce, &inuitò tutte le Monache quiui prefenti , à baciarlo ,• 1<^ quali tutte acceledajìa fua diuozione, vnadopò l'altra s'accoftorno alla dino- ta Imagine > e fecero quell'atto di Chriftiana pietà . Dopò il quale atto , ella_, poftafi in grembo la Santa Imagine,e contemplando in elfa il fuo Giesù mor- to > e deporto di Croce > rimirando fifTamente le piaghe , le pareua di vederlo tuttodi fanguce di fudore afperfo. E defiderofa d'alciugare , e monejar quel- le membra dal fudore , e dal lingue ; non auendo altro lino , fi leuò i ve li dal capo , e con amorofo olTequio andaua con quelli toccando , e rafeiugando le piaghe , e le membra di Giesù in quell'Imagine . ÌSJon fu la fua diuozione , & amorofo olTequio fenza ricompenfa diuina; poiché fubito dopò vntalat- to pigliando la Superiora quei veli , gli trouò così vmidi , e bagnati , come con effi fulTe Hata rafeiugata vna perlòna fudata. Ilche filmando le Monache cola miracolofa, e fopranaturale > le diedero vn'altra velatura » e quella come reliquia la conferuorno , e la tengono con particolar diuozione in memoria d'vna tale azione : & auendola dopò la fua morte mandata à varij infermi * ne veduto effetti mirabili.

Vn'altra volta entrata in eccelTodel medefimo amore , n'andò in Coro alla Cappella della Beata Vergine del Prelepio ; & aperte le grate dall'Altare , con mirabile agilità ,falita , e genufletTa fopra il detto Altare (fopra il quale non fi celebra ) porfe affettuofi preghi alla Madre di Dio , che 3e concedeffe il fuo figliuolo Giesù , che infieme con elfa era fatto di rilieuo; e dato legno di auerne ottenutala grazia » prefe nelle fue braccia quella dinota Imagine , o fpogliandola d'alcuni ornamenti,dif7e \ rivoglio nudo^ò eie su mio, poiché non ti potrei foftenere con le tue infinite virtù, e perfezioni : voglio tatua vmanità, nuda nuda . Andò poi con la detta Imagine in diuerfi luoghi del Muniftero ; & in ciafeunodi quelli > in quella guifa appunto , che il Sacerdote offerifee l'oftia , folleuò ella à poco à poco condrali riuerenza , quella facra Imagine ali eter- no Padre, dicendo nel primo luogoi offero ubi fantlevater filium tuum,quem ab eterno genuifli , &mibi in terram mififli.ln vn'altro luogo foggiunfe : Vitto ego iam non ego,viuit vero in me Chrifins.Diletlus meus candidus,& rubicundus.E giunta doue voleua fece il medefimo atto , che poco dianzi al primo luogo aueua fàtto^dicendo : Offero ubi MerneTater Filium tuum>quemab Aterno in fi~ nu tenuifli,& infapientia tua generafli, & propter rniferiam meam,& mifericor- ,diam tuamin terram mififti . Dopò nel terzo Iuogo,vfandopure le medefime cerimonie510ggiunfe.0jffi?ro tibi Filium eterne Tatcr, quem poflrefurre&ionem eius ad te attraxifti,& ad dexteram tuam collocaci. Fornice che ebbe quelle of- ferte,fé ne ritornò in Coro,e falita riueientemente fopra detto Altare,diede à baciare la facra Imagine à tutte le forel le, chea dinoto fpertacolo erano concorfe;porgendo à chi il capo di quella,à chi il petrò,à chi le mani, & ad al- tre i piedi, fecondo , che lo fpirito di Dio la guidaua. Con quelle druote azioni talmente accefe gli animi delle Monache à diuozione, efÌ-upore>cheniunafi nono che per tenerezza non lagrimafle.

1 44 Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi.

jiltrì atti interni }concetti9e parole dyamor diuino ^che ella sfogaua verfo

Dio . Cap. LX XXIX.

*

FVrono gli eftefi fuoi così pieni d'affetti , e di parole d'amor diuino , che da quelli può chiunque defidera venire in chiara cognizione del gran- de amore con che queft'anima amaua il fuo Dio, e fpofò Giesù , molto più chequìnonfipuòefprimere con parole. Lungo farebbe il difteodere , ò epilogare qui gli alti concetti, ch'ella aueua del diuino amore . Ma fòlo fi confidereranno le parole d'amor di Dio, che fparfamente ne* ratti fuddetti furono da lei proferite , fi veggono piene di tanto affetto,che al folo fentire come ella parlaua di S.D.M. non fi può negare , che ella non ardeffe di que- fto amore. Lo chiamaua : Dio d'amore ; di bontà fommo : di potenza incredibile \ difapienxa ineffabile ,feruatore de* noflri cuori ifoflan^a del fuo cffere. Se nomi- naua il Verbo 5 ora lo chiamaua : Eterno Verbo , Sapienza infinita, Bontà fom- ma y dimore incarnato , Vmanato Verbo, Sapienza eterna , Verbo Spofo , ò mio fpofo : ora lo inuocaua : ò Verbo vni genito , ò grande Dio , ò puro Dio , Se par- laua della fua Vmanità , lo nominaua j Suenato agnello : ò profonda y & am- miranda vmanità del mio Verbo . Se rimiraua le fue facrate membra , le chia- maua: Umorofe ; il cuore > efclamaua ; 0 dolciffimoy e pietofiffimo , & amoro- fiffimo cuore del Verbo vmanato . Se rifguardaua la fua Diuina perfona , efcla- maua ; 0 Spofo mio , ò mio bello Spofo, ò amore , ò dolce^a 3 ò conforto dell'anima mia, o buon Giesù yòGiesà mio , Dio mio . Se nominaualo Spirito Santo 5 lo chiamaua , Soaue,& amorofo, con mille altri epitetti d'amore ; oltre alle qua- li5diceua infinite altre parole amorofè , come ; 'Hpn mi faterò giamai di no- minarlo .Amore . Te folo voglio amare y e non altro, dimore . Quanto più ti trouo , à Giesù mio , tanto più fono afsetata di ricercarti ; e fimili

Ma quefti fono vn niente , rifpetto à gli atti interni d'amor di Dio , che ella faceua, quali difficilmente fi farebbono potuti raccorre ella , per eC ferne piùricordeuole di efercirargli non gli auefiè ferirti : e fono i feguenti.

1 . bitter caro goder fi , e compiacer fi de' Diurni attributi , cioè y della fua poten- za yfapien^ay bontà , & amore infinito , col quale Dio ama séftefto , e tutte le crea" ture.

2 . Volere à Dio tutto quel bene , gloria, & onore >,che il mede fimo ha , & atte* in eterno .

3 . Goder fi di quelle fcambieuoli comunicazioni , che fanno infra di loro le tré Dittine perfine #

4. Goder fi che Dio fi a tanto grande y & infinito , che non pojfa ejfer capito dal- le creature .

5. Goderai di quell amore infinito , col quale Dio ama feflefio , amatoy & in eterno è per amar fi : compiacer fi , che tutte le creature , egli f piriti Beati 3 non fie- no fnfficicnti ad amarlo quanto egli è degno : e ringraziare S.D.M. che eli ami ft e f fa infinitamente

/l r.n-

Vita della B.Maria Maddalena de' Pazzi. 145

6. Goder fi di tutti quei te jori,e grafie infinite, che l'eterno Tadre donò, e comu* meo à quell'vmamtà del Verbo, come di quella gra%ia,che egliaueua di far miracoli , e di tirare afe i cuori delie creature .

7. Goderfi, che l'eterno Tadre abbia dato noi creature per eredità del Verbi vmanato \ e goder fi del contento, che egli prende di tale ereditale del compiacimento , che ha dell anime degiufli .

8. Goderfi di quell'amore, che il Verbo vmanato ha portato alla verginità,

9. Offerire k Dio l'iffeffo Dio,in ringraziamento di tutta lagloria,onore,e beatitu- dine, che egli pofftede , & in ringraziamento di tutti i doni , e grafie comunicate à tutte le creature.

I o. Dire al Signore; Se io in queflo punto vjfotejfji dare tutta quella gloriarono- re ,<? lode^che infieme vi danno alprefente tutti gli fpiriti Beati : e tutti igiufiidella terra,volontieri lo farei: ma poiché non poffo accettare in buon'animo, che ho verfa VoflraD*M+

11, Offerire flefia à Dio3e volere tutta quella perfezione , che egli fi compiace che s abbia,come ei vuole .

1 2 . Inchinare la volontà ad amar la creator a? folo perche Dio Xama,e goderfi di quell'amor e, e he leporta^ e della perfezione, chele comunica , E dato cafo ( che non può effere ) che lofìejfo Dio volefie concedere ad vna creator a,che ci offendere , e ne deffe difguflo , tuttauia defiderare,cVella abbia tutta la perfeyione,e gloria de* Sera- fini, ancor che Vaueffe àf pender e in nojìra uff e fa, accordandoci con Dio,còl non vole- re altro , che ciò che efso Dio vuole .

Et inqueftiatti d'amore s'efèrcitaua continuamente quell'anima inna- morata di Dio.

Della diuozjene ch'ella aueua alla Taffione , & al {angue di Giesù . E come ogni Venerdì fu lora, che Giesù fpirò in Croce j era fatta partecipe delfuofpirito,e ferfauore concedutole ,patiua in quel giorno dolori di tefla.in me- moria della fteffa Taffione . Cap. X C.

Esaminando il Profeta Dauid, quanto fuffe l'amore > che egli portauaaHa diuina Legger Quomodo diìexi legem tuam Domine , lo mifurenron quefta regola : Tota die meditatio mea efl: cioè 3 ell'è il continuo esercizio della mia-, mente .Così non pare>che per narrare quanto fufle l'amore, e diuozione che la B.Maria Maddalena aueua alla Paffione di Giesù , fi polla pigliare più certa miiùra di queftacioè,ch'ella era il fuo continuo penderò . Lo difle ella ftefla» che quefta era la Tua principale meditazione,e che quafi Tempre quando fi po- ncua à meditare,!! proponeua innanzi l'appaffionato Giesù . Non folo al tem- po dellorazioncma ancora in mezzo à gli efèrcizi , e fatiche della Religione # nutriuala fua mente ne' penfieri di quella : anzi non faceua opera alcuna» che non fufle edificata nelle piaghe di Giesù ^ che così fi proteftaua ella ogni mattina in quell'efercizio fopra notato. Di quefta continua memoria>che ella ce aueua) ne fanno teftimonio le continue offerte, che faceua eoi Sangue

K di

1 4* Vita delta B.Maria Maddalena de'Pàzzi.

di Giesù àlPadre eterno: imperochè ora glie n'offeriua per placarlo cohtr.0 de* peccatori ; ora per impetrar grazie per Te, ò per altri : ora per purificare l'a- nima fua ; ora per l'anim e del Purgatorio : <3c ora per vn'intenzione , & ora per vn'altra,- &infinone'piùaIti intendimenti delle cofe diuinei ene'ouftìdelle maggiori allegrezze fpiriruali del fuo cuore , vi fi vedeua mefcolata la memo- ria della Paffione del Sangue di Giesù. Ne fi troua quafi alcuno de' fnoi eftafi, nel quale nonfiapiù volte fatto menzione di quello Sangue , e Paffione $ e iòpra di quella ebbe più volte belliffime intelligenze , come negli fleffifuoi eftafi fi può vedere . Tanfo più credibile fi rende quella continua memoria in lei , quanto, che in vna delle venti regole auute da Giesù, notate (òpra .levi- ne ordinato daS. D. M che ogni giorno dalle ventidue ore fino all'ora della Comunione della mattina fegu€te,ftia in continua offerta al Padre eterno del- la fua Paffione , in preparazione alla fanra Comunione. Il che quanto ftretta- mente ella offeruaffe , ficaua daquell'efame di cofcienza da lei fatta in eftafi, e l'opra delcritto ; nel quale fi duole in modo particolare , d'effere quella mat- tina andata, à comunicarfi fenza auerlo fatto in memoria della Paffione di Gie- sù. Quello era il fuo refugio in tutti li trauagli, e tentazioni: la fua confolazio- ne nell'aridità di fpiritOj il fuo conforto nell'infermità ; e le fu e arme contro i Demoni . lòlo fu la più continua, ma ancora la più antica fua meditazione* Da qui cominciò ella ad efercitare la fua mente : con quella cominciò à fue- gliare il fuo affetto verfo Dio : da quella la inalzò Dio all'alte intelligenze dcU le die diuine perfezioni , e grandezze, come pure negli anni della fua puerizia, e fanciullezza fi è (òpra narrato. Onde per quello fondamento, già ne teneri anni principiato , e per tanto tempo continuato , venne à fare la fua mente vn abito tale nella confiderazione de mifteri di quella Paffione, che non è ma- rauiglia , che quello fuffe il fuo continuo penfiero , e meditazione . Di qui ne nacquero quelle grandi marauiglie fopra de.fcritte ; di Ilare vna volta ancor giouanetta , & inferma, fedici ore continue^ vn'altra volta vcntifeiore fimil- mente continucin quella meditazione , fenza mai ftancatfi Di qui fimilmen- te procedette iquellìnternarfi tanto nella contemplazione di quelli mifteri , die fu fatta degna di partecipare in quelle due volte di tutte le pene , e traua- gli , che Giesù patì in tutta la fua Paffione , fino allo fpirare in Croce , come iòpra à fuo luogo è narrato .

In oltre teftimonio di quefto grande affetto , e diuozione , che ella portaua 4 quelli (aerati mifteri della Paffione del lùo Spofo , ne fanno i fauori, e priui- legi delle facrate ftimmate imprefse fpiritualmente nell'anima fua , e le mara- uiglie fnccedutele nella fuddetta partecipazione delle pene della Paffione, comunicatele in quella dinota contemplazione : oltre alle quali nel primo giorno di quelli otto continui cheftette in eftafi, le fu promclTo dall'eterno Verbo, che ogni Venerei! (li l'ora,chc egli fpirò in Croce , la farebbe partecipe (kl fuo fp trito : con quelle parole : Ti dico , che in tutte lefefteferieyfejlarai at- trita y nell'ora che iofpirai in Croce , ricetterai di continuo ^articolar grafia dallo fpiritoyche io refi ali eterno Tadre: e cosi fuccedete. E quelle che più continua- mente la conuetforno ,offeruorno,clie alla detta ora del Venerdì , vedeuano quella Madre Ilare fopra di se > con particolare raccoglimento interno; ò di- cendo

Vita della B.Mana Maddalena 3de Pzzai. 1 47

ccndo qualche parola , ò fa tendo qualche azione di particolar diuozione, ver- lo la Paffione di Giesù ; dalla quale fi comprendeua, che erada Giesù fauorita conforme alla prometta : oltre, che per tutto il medefimo giorno patiua dolo- ri di tefta , in memoria della Paffione di Giesù , per partecipazione promettale dall'ifteffo Giesù , della pena ch'egli patì nella coronazione di fpine,della quale ( come (òpra è detto) egli adornò la tetta di quefta Tua fpofa:& i dolori,che efia patiua eran tali > che in detto giorno le daua pena di tetta infino il fentir parla- re . Parlaua poi di quefta Paffione facratiffima con tanto affetto , e tenerezza di fpirito, e così frequentemente, che dal folofentirla ragionare* fivedeua> che quiui era tutto l'affetto dd Tuo cuore *

Fn altra volta Sfatta partecipe mirabilmente dey dolori della Taffione di Ciesà y la

quale in lei viene rapprefentata il Giouedì , e Venerdì fanto

del 1592» Capé XCI.

NOn f\ fermornoi mirabili effetti, che cagionò in quett'anima la contem- plazione de dolorofi mifteri della Paffione nelle cofe fuddette , mali compiacque Iddio di rinouare in lei vn'altra volta le pene , e franagli della fua amariffima Paffione , come già aueua fatto il Giouedì, e Venerdì Santo dell'- anno 1 5 8 1 . e quefto feguì nell'anno 1 592 ne medefimi giorni . E prima,che ciòfeguiflTe, le fu dal fifteffo Signore fignificato in vn tatto, ch'ella ebbe la mattina del fudetetto Giouedì dopò che fu comunicata, quale parrà forfè fu- perfluoil narrarlo per effer molto fimile à quello fopra deferitto nel 1*85* t-uttauia per edere cola tanto mirabile, e che patentemente manifefta l'affetto fmi(ùrato>che portaua quett'anima alla Paffione delfuofpofo, fi farebbe gran- torto alla prefente Vita , il pattarlo in due parole .

Il Giouedì Santo del 1 5 9 2. tu le diciotto ore fu di nuouo rapita in eftafi , fo- pra la contemplazione della Dipartenza , che piamente (\ penfa,che Giesù fa* ceffe dalla fua fantiffima Madre per ì vltima volta , prima d'andare alla Pallio^ ne : fopra di che fece vn betìffimodifeorfo delle cofe>che paffbrno tra Maria , e Giesù in quefta dipartenza , nella quale dimorò per lo (pazio diquattr'ore; cioè infino a ventidue ore: alla qualora entrò nella contemplazione de' mifte-- ti feguenti nel cenacolo, cioè deil'vltima cena fatta da Giesù con gli ApoftoliV del lauar i loro piedi, e dell inftituzione del fantiffimo Sagrmento ; e fopra ciaf- cuno di quelli mifteri proferì diuote parole. e ftettein quefta contemplazione fino alle due ore di notte. A queft'oiacominciò contemplare la partenza di Giesù da' luoi Difcepoli,e l'orazione ch'egli fece nell Orto, nella quale confu- tre ore . Di qui entrò à contemplare la fìia cattura e rutto ciòcche in quel- la gli occorfe. con 1 ordincche la deferiuono i ianti Va nge l'itti. Col medelìma ordine legni di contemplare Giesù condotto prima ad Anna , quando erano ìt cinque ore, e meza : e ftataper meza ora in quefta Contemplazione , alle lei ocelocontemplò condotto à Caifas ; Dipoi condotto à Pilato , efuccéftìua- tntnre lo contemplò mandato ad Erode; e dopò ritornò con la fua meditazio- ne àeafa di Pilato, doue ftttte contemp landò cièche iuifeguì,f$uo alia flagel- la 2* lazionej,

1 Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi.

lazioncnella còtemplazione della quale entrata allindici ore>vi flette vn ora; dopò profeguì la còtemplazione della coronazione di fpine, dell' Ecce Homo, e della Tentenna data contro di Giesìi , e delportare la Croce al Caluano , ne quali mifteri confumò tre ore,e meza ronde alle quindeci,e meza, cominciò à contemplare la Crocifimone di Giesù, nella quale contemplazione, dimorata per lo fpazio di vna mez ora, alle ledici cótemplò il fùo Giesù eleuato in Cro- cce flette due ore contemplandolo iui pendente e proferente le fette parole : e dopò quella conteplazione fi rìfentì dal ratto , che erano le diciotto ore del Venerdì Santo. Doue è da notare,che quefta non fu vna femphce,& ordinaria conteplazione di difcorfo,e d'affetto, ma fu tanto intéfa,che come poi fuori di ratto ella diffcà gli occhi della fua mente fi rappresétaua ciafcuno di quei mi- fteruche di mano in mano ella contemplaua , così viuamente, come con gji occhi corporali auefle veduto Giesù in ciafcuno di quelli, infieme con tuttef quelle perfone che in quel mifterio interueniuano; e fimilméte come aiis^ fentito corporalmente le parole proferite da Giesù, da mifteri>ò dalla turbaTV ò da altroché in quel fatto interueilnero : le quali da lei erano proferite in per- fona diquelli, & accompagnate da altre fue parole propricdi grande affetto, e diuozione , concernenti quel mifterio. Ancorai luoghi doue fioperauano queftì mifteri , fi rapprefentauano alla fua knaginatiua nel medefimo modo » come li vede de ; anzi che quando da vn miftero faceua paflàggioall'altro * ancor corporalmente così eftatica fi muoucua , Se andaua in quei luoghi del Muniftero, che piùaucuano proporzione con quei , doue furono operati ta- li mifteri. Di più l'apprenfione di quello, che così contemplando con la fua mente vedeua , era tanto gagliarda , e con tale affetto d'amore , e di compaf- fione > che la trasformaua nell'ifteffo Giesù paziente ,* fi che l'iftcfla anima fa- ceua due parti , e laparte del contemplante , e quella del contemplato : quel- la dd contemplante la faceua col difeorrere , e compatire fopra quei mifteri : quella àcì contemplato la faceua con patire , e partecipare non folo fpiritual- méte, ma ancor corporalmente de gli ftefll tormenti, pene,e trauagli che patì : e con fare anco efteriormente riflette azioni che fecce col dire l'ifteffe parole che difse Giesù . Onde in tutto quefto ratto , la vedeuano le Monache andare così eftatica ne detti luoghi, efareqiufi tutte quelle azioni che in ciafcuno miftero occorfero à Giesù, come proprio ella le facefle in perfona di lui : fi che alle Monache, come hanno affermato, pareuadi vedere rifletto Giesù ne' mifteri della fua Pafiìonc Imperochc la dipartenza di Giesù dalla Madre la rapprefentò con tanto affetto , e grazia di parole, e di geftì, che pareua propria- mcnte,che iui fufse la fantiflmia Vergine con lei,e chi leifufse Giesù Dopò nel cenacolo rapprefentò folo Giesù nel Jauare i piedi à gli Apoftoli ; ma il re- ftepofta daparte lo contemplò , con tale apprenfiua però , come vi fi fùr- ie trouara prefente,& auefle veduto Giesù à menfa con i filoi Apoftoli , e ciò eh egli faceua i e fentito ciò che eglidiceua; emoftiòefser daluiconumicata infieme con gli Apoftoli .. Nella contemplazione dell'orazione nell'Orto , ef- prette intatto, e per tutto Giesù : imperochc iu perfona di lui laiciò gli Apo- ftoli , diuenne afflitta , e meda grandemente ; e per tre fiate fi leuò dall orazio- ncritornàdo à gli Apoftoli,coufòrme à che fece il Saluatoree mrlliftefla ora- zione

Vita della B. Maria Maddalena ddPazzi. 1 49

zionc fi proftrò in terra con la faccia , e patì tanto gran trauaglio , & afflizio- ne interna , che ancor nel volto impallidirla , giacciaua , e mancarla di forze. Nella contemplazione della cattura le fi vedde con violenza vnire le mani die- tro alle reni , come (e a forza le fufsero in tal gnifa legate . E nelle gite>che fe- ce dall'Orto alle cale de' Pontefici , e da Pilato ad Erode , e da Erode à Pilaro , edacafadiPilatoalCaluario, fi vedeua dare certe (tratte di palli così gagliar- di,e far arco della vita , come da altri rufse ftata con violenza fpinta, e tirata . In contemplare Giesù in cala d'Anna , moftrò di toccare vna fpietata guancia- ta . In cafa di Caifas ancora fece gefti . per i quali appariti*, che le fufse benda- to gli occhi , tirato i capelli, dati fchiaffi » e pugni, e fatti altri fcherzi , e villanie» cheiui furono fatte à Giesù . In contemplarlo in cafa di Erode, fece atto efser derifa, eveftitadella verte bianca perfehemo. Dopò in cafa di Pilato, mentre contemplaua le propofte fatte da Pilato a gli Ebrei , fi ritirò fotto vna (cala in luogo angufto , e feomodo , rapprefentando Chrifto meftoin tal tem- po in cafa di Pilato in vna cifterna , ò luogo fimile , come vn'akro Giuièppe , come lo contempla San Bonauentura : donde in capo à mez'ora vfeita , par- tecipò della pena della flagellatione in modo mirabile $ perochè ftette vn ora in filenzio ritta, e con le mani di dieU'o,appoggiata ad vna colonna,che iui era, con volto pallido , e mefto ; grauema vmile , e manfueto ; e per l'afflizione , chefentiua, non po.teua formar parola: e faceua ftorcimenti delia fua perfo- na, come fufse data crudelmente flagellata nel corpo, dando fegno, che trenta volte fimutafsero i miniftri,cheflagellauano Giesù à due per volta. Alla fine di quefta contemplazione cadde in terra come finita, e fenza forze , tutta affannofa , in modo, che non pareua potette riau ere il fiato . Medefima- mcnte nella contemplazione della coronazione di fpine, fi vidde porre à fe- dere, e patire grand'amaritudine, e pene , quali dal fuo afflitto volto , e parole fi congetturauano. Dopò dauere contemplato il miftero, Ecce Homo , e la fèntenza data da Pilato contro l'innocente Sa luatore , fece atto , egeftodi prender la Croce in fpalla : e con la perfona curua, come aueffe vna pefante Croce (opra le fpalle, col voJto pieno di meftizia,e di dolore,con gli occhi filli in terra , con fingulti , e fofpiri d'incredibile dolora , quali apportauano gran compailione à chi la vedeua ; andò per il Muniftero per lo fpaziodi mez'ora & arriuata in vna ftanza alta , che i lei rapprefentaua il Caluario,doppo d'aues fatto in perfona di Giesù oblazione di fteffa al Padre eterno , Se altriatti,che denotauano lo fpogiiamento delle vefti, fi diftefe in terra fupina ; e {tendendo li piedire le braccia con moto violento , come da altri le tufferò ftefe in for- ma ài Croce , fi vidde chiaramente , che partecipò la pena della Crocififfionc del fuo amato Giesù : imperoche fi vidde ribattere fortemente prima i piedi-, l'vno all'altro foprapofti , doppo la man finiflra , & in vitimo la deftra : Se of- feruornole Monache , che quelle membra , che di mano in mano patiuano quel tormento, le s'intirizzauano,& inrigidiuano come vn legno ,e fi vedeuano attualmente ritirate inerui con gran forza, e con gran fuo patire , in quefto at- to , mandando fuori fofpiri , e fremiti intenfi , pieni di gran doglia 5 e fi vedeua Scuotere terribilmente in tutta la perfona,ma però fempre con faccia manfue- la, epietola: e ftata circa vn quarto dora in quefta guifa in terra, fu mira- le 1 bilmea

1 50 Vita delia li.Mana Maddalena de3 Pazzi.

talmente fenza aiuto vmano i e fenza muouerfi da sèleuata in piedi in detta politura di Crocififla , & appoggiata al muro , come pur fuccedetre anco l'al- tra volta dellanno 1585. e rtette in detta forma di Croce appoggiata àquel muro per lo fpazio di due ore.come (òpra è detto.- nel qual mentre prokrìin perfona di Giesù le fette parole, con termine dittante ; e poi fi rifentì dal ratto, nel quale era dimorata ventiquattro ore continue, tutta fianca, e Jafla ; vol- le altro riftoro , che di vn poco di pane , & acqua ; e per la lolita vbbidienza ri- ferì alle Madri deputate ; efler paiTato nella fua mente tanto , quanto cfterior- mente dalle forelle s'era veduto in lei; il che è tutto diftefamente notato nel libro de' fuoi ratti. Dal che pare, che fi polla conchiudere, che come per virtù dell'amore ch'ella portaua al fuo Crocifiiso Giesù , l'anima fua era tutta trasformata in lui ; cosi egli per amore fi compiaque di farla partecipe non fo- le de lùoi patimenti , ma in vn certo modo trasformarla in se ancor corporal- mente, fichènullareiìaiTeinlei,chenon fu fse trasformato in lui; e ciò non d'altro potè eiser effetto dalla parte fua , non del grande amor eh ella porta- ua alla Paffione di Giesù , il quale la refe degna di vn tal fauore , e priuilegio .

* 5 Della gran dittOT^one , che ella aueua al Santijfimo Sagramento dell'altare : e come fi comunicaua ogni mattina con gran defiderio 5 e fame di queflo Santiffìmo Sagramento . Cap. XC II.

QEgno del grande amore , che quei! anima portaua al fuo fpofo Giesù , fu la iJ riuerenza , el defiderio accefo , che ella ebbe del Santiffìmo Sagramento dell'Altare. Imperochè lènza di quefto non le pareua poter viuere;& era ne 11' anima iua quello Sagramento , come vna calamita d'amore . Cominciò in lei quella ardente brama , e gran riuerenza , fino da' teneri anni , come fopra nel- la fua puerizia, ^fanciullezza è narrato; ctral'altre cauieperJe quali elefsc quello Muniftero di S. Maria degli Angioli , fu perche in eflb fi frequentaua ogni mattina la Sanriffima Comunione : Del quale inftitutoellafù così ofser- uante, che mai in tutto il tempo, che vifse in detto Muniftero lo lafciò, pure per vna fola mattinaci propria volontà : e per non ne priuarcne' tem- pi deiie fue infermità fi mefse à gran patire , come à fuo luogo f\ dirà . Oc- corfe vna vòlta nel tempo del Ilio nouiziato , die il Padre Confeflbre tardò 1' Ora della Comunione più del (olito : onde la Madre Maeftra delle Nouizie penfando , che egli non fufse per venire à comunicarle, coftrinfe Suor Maria Maddalena à far'vn di colizione ; fece ella alquanto di refiftenza , hauendo fperanza , che ancora doueise venire il Padre : ma vinta dall'vbbidienza ,prefc vn diefro . A pena ella ebbe mandato .giù il boccone , che giunfe il Padre , e fece fonare à Comunione . Sentì la buona Nouizia tanto cordoglio,& ama- ritudine d'efserfi priuatam quella mattina delia Comunione che proruppe in vn'amariflìmo pianto , e con parole -di tanto pelo del bene 1 che per quel poco di cibo ai-.ei .-a perduto , che morse à pianger con lei la Madre Maeftra, che n'era ftata cagione Pareuale lungo ogni tempo, die sinterponeua da vna Comunione all'altra; e fpefsc voke ita giorno conraua lore , chedoueuano icorrere fino alia Comunione della mattina feguente. Era tanto tra fportata

dal

Vita della B.Maria Maddalena de' Pazzi. 1 5 r

dal defiderio d* vnirfi con desìi per mezo di quello diUifliflSm© Sacramento , che quafi non poteua afpetrare à comunicarfi ai Tuo luogo , che per ordine di anzianità le toccaua ; ma bene fpeffo non (e n'accorgendo, preueniua , <5c an- daua innanzi à quelle à chi doueua andar doppo,e talora innanzi aillftefsa Su- periora. L ardore>e riucrenza con che s'accoftaua à quella facra menfa è cjua^ fi imponibile reprimerlo: peroche venuta quell'ora, giubilaua d'allegrezza; e tanto attentamente confideraua la grandezza di quello Sagramento, ei'a^ more , che Dio in efso ci ha dimoltrato , ò la Pàffione in memoria della quale fu iiìituiro.che per Tuo ordinano eraquafi Tempre innanzi,© doppola Comu- nione rapita in eftafi Tanto quanto era l'amore, altrettanta era l' vmiltà , e r^ uerenza conche fìcomunicaua .Imperoche opponendo ella la cognizione della Tua miferia, e bafsezza, alle perfezioni, e grandezze del Dioiche fi riceue in quello Sagramento, vi andaua con tanta riuerenza= e timore, che come ella confeflaua > le pareua, che per la fua indegnità douefle aprirfele la terra fotto i piedi 5 e fpefifo diceua parole di profondiffima vmiltà verfo di quello . Staua tanto attuata nella confiderazione di queflo Sagramento , che ella doueua ri* ceuere, che nefTu na azione la diftraeua dai quello; &ogniefèrcizio> che ella faceua , ancorché faticolò , le era preparazione alla Comunione . Anzi ne gli ileffi efercizi fìi raluolta rapirà in eftafi , e così eftatica andaua à comunicarli. Uche interuenne in particolare /na volta, che ella faceua il pane : Nelqual mentre fonandoil cenno della Comunione, dh sbracciata , e con due pani di pafta in mano, fenza accorgetene, andò a coniunicarfi . Staua tanto intenta a lentire quando fonauail cenno della Commuhione, che bene era in danze remote , donde difficilmente poteua fentirfi, non lo fentendo l'altre , erTa fola il fentiua, & andaua à comunicarfi,(èguitandola l'altre ,che non laueuano fei> tito. E ficomeal fentire quello cenno >.taluoita per lallegrezza, e confidera- zione del bene , al quale era chiamata, rimaneua rapita in eftafi; cosi altre vol- te , elTendo in eftafi quando fonaua , come ì voce di vbbìdiedza ; ritornaua fo- biro à i (enfi , & andaua à comunicarfi .

Perla rinerenza , che portauaà quello Sagramento, ancorché ficomuni- calse ogni giorno, e viuelse vita cosi (ànta,& innocente, tuttauia, come pafla- ua otto giorni, che non poteflè confeflàrfi , non ardiua di accoftarfi à rrceucr- lo ; & interrogata perche ciò faceua, non auendo rimorfo di cofcienzarifpon- deua : E troppo gran cofa riceuereDio.

Staua innanzi à quello Sagramento con tale riuerenza, &affetto, che pare- ua vn Angiolo affiliente alla Maeftà di Dio ■♦ E quando il Padre Confeflbre io efponeua fopra l'Altare, ne feiìtiua sìgrangiubiloiche non pareua , che capifle in se fteìTa : e lo fapeua innanzi ali altre, non fi poteuacontenere di dar que- lla nuoua, da lei (limata tanto felice , all'alrre, & andaua dicendo ; Voi non fa* pete ? Padre ci vuole tenere (coperto il Santiffimo Sagramento. Cosi quan- do con occafione di comunicare inferme allerto, il Padre Confèlìcre entra- ua in caia con la Santiffima Comunione > ella quafi tirata dalla fua calamita , non fapeua contenerli d'andare alarli riuerenza, Scaccolateli ilpiìtchepo- teua , in modo però che non fulTe confiderata , e nottatadi Angolarità .

N'era tanto dinota , che non hauendo impedimento vigente d'vbbidienza ,

K 4 òdi-

152, Vita della Maria Maddalena de1 Pazzi.

ò di carità > ò d'infermità , andaua à vifitarlo fra giorno, e notte trentatre volte ogni , conforme ali ordine , che ebbe da Giesù nelle venti regole foprafetit- te . Parlaua di quello Santiffimo Sagramento con gran tenerezza d'amore ; & il Giouedì , che fu quel giorno , in cui fu da Giesù iftituito , lo chiamaua^ il dell'amore > & aueua particolar defiderio > che in quello giorno le Sorel- le fi comunicaffero . Ne* tuoi eftafi ebbe altiffimi intendimenti di quello San- tiffimo Sagramento; e fpecialmentevn eftafi nel quale fìi dall'eterno Padre infegnato il modo di prepararfi alla Santiffima Comunione : EfprelTe altri de? uoti penfieri di quello medefimo Sagramento invn'altro eftafi , nel quale di- feorfe mirabilmente» come il Verbo vmanato fi ripofà nell'anima, e nella Chiefa. In due altri eftafi medefimamente trattò mirabilmente del compia- cimento di Dio nello (lare vnito con l'anima giufta, per la fimilitudine , che ha con lui, e di quel compiacimento, che ha l'anima nello Ilare vnitacon Dio.

Come più volte fu Comunicata eflatieamente da Giesù > e da Sant'Alberto

Carmelitano y e come taluolta ridde Giesù nel cuore delle

Sorelle , che fi comunicauano .

Cap. XCIII.

L'Ardente defiderio, eh' ella aueua della Comunioncfi imprimcua talmen- te in lei, che più volte effendo in eftafi, per gli atti che fece, e per le pa- role > che dille, naoftrò d'efser comunicata da Giesù . Quello fucceflè ne' due ratti fopra deferita, ne' quali partecipò delle pene della Paffione di Giesù. Doue, contemplando ciafeuna di quelle volte , l'iftituzionc di quello gran Sagramento , e rapprefentandofi viuamente à gli occhi della mente fua Gksù in quell'azione ,* faceua tutte quelle azioni , che fi fogliono fare nel comuni- carfi, come attualmente fu Ile comunicata da Giesù con gliApoftoIi; e tanto appariua à gli occhi delle Sorelle quiui prefenti , e tanto fi comprende- va dalle parole5che cosi eftatica diceua . Tra le quali furono quelle ; Diteti us meufcandiduSy& rubicundus , collocami in anima mea. Vn'altra volta fu nel giorno di S. Alberto Carmelitano , quando fu riueftita di quell'abito , che vfcì dalle piaghe Giesù, come à fuo luogo s'è detto --> nel qual ratto dHIè il Confiteor , &c. Domine nonfum digna \ tre volte : apri la bocca , come fuftè co- municata , e flette in raccolta, fecondo il fuo fol ito dopò la Comunione. Quello medefimo feguì vn'altra volta vna mattina , che il Padre Confetta- re non era potuto venire à comunicar k Monache. Nel qual cafo , fecondo 1' ordine ài detto MuniileroJe Monache fi comunicano fpkitalmente>& a que- lla duiozionc tutte fi ragunano infieme per mez'ora , nella ftefsa ftanza della Comunione . Stando dunque le Monache così ragnnate à quella Comunio- ne fpintua le > la Beata Maria Maddalena fu rapita ineftafi,e vidde venite S. Al- berto Carmelitano col Santiffimo Sagramento per comunicar le Monache : onde difse il Confiteor 5 & e. Domine nonfum digna , &c. e fece atto di riceueiC il Santiffimo Sagramento: e dopò il ratto riferì come aueua veduto , che il det- to Santo noniòlo aueua comunicato lei, ma ancora tutte l'altre Monache»

le

v ita uciia 13. iviui in mauuaicna ac raz,£i. i j j

le quali erano quiui concorfeà quefta Comunione fpirituale , in fegnadi quanto piaccfle à Dio vna tale azione .

Aueua ancora grazia da Dio di vedere Giesù nel cuore dicìlc Sorelle,doppo che erano comunicate : e talora diceua in che forma lo vcdeua in ciafcuna : in alcune lo vedeua bambino,in altre di dodeci & in altre di trentatrè anni ; In al- cune appaflionatox crocififlò , in altre rifufcitato, e gloriofo ; e quefta diuer- fità era iecondo la diùerfità delle meditazioni > che aueuano le Sorelle di Gie- sù , ò fecondo la capacità, e meriti di ciafcuna . E tra l'altre vna mattina di Pa- fqua di Rifurrezione.nel tempo>ch,ell,era Maeftra di Nouizie,ftando à menfa con vna giocondità , & allegrezza ftraordinaria , vna Nouizia , cha feruiua à menfa non potè contenerfi di dimandarle , che cofa ell'auefle , perche ftaua_* tanto allegra. Le rifpofe la Beata Madre : Perche veggo Giesù ripofarfinel petto di tutte le Sorelle, gloriofo, e rifufcitato, come ce lo apprefenta oggi la Santa Chiefa*e quefta diuina prefenza è quclla,che mi fa così giubilare^ dette quefte parole rimafe alienata da' fenfi,e fece vn bel colloquio con Giesù rifu- fcitato. Per queftola compagnia delie forelle l'era materia di tenere la prefen- za di Dio , e di maggior dilezione del proffimo fuo $ che però vna volta ritro- uandofi in compagnia dell'altre , dette vn'occhiata à tutte , e voltatafi ad vna fua compagna le difle : 0 che amore fento verfo di tutte quefte Sorelle , perche le veggo tutte y come tante cuflodie , e coffe del Santiffimo Sacramento > foichè così ffefso lo riceuono t

Haueua grandiffimo defider io,che le forelle del fuo Muniftero frequentafiero la

Santiffima Communione : & inftgnaua loro diuote preparatori,

e cercaua d'accenderle a quefta frequenta .

Caf. xciy.

Q Vanto era maggiore il bene ch'ella conofceua contenerfi, e di riceucre il Santiffimo Sagramento,tanto era maggiore il defiderio, che aueua, che le Sorelle participaffero di quefto bene, e che perciò fi accoftaflero frequen- temente à quefta: Diuina Menfa. Onde per accenderle à quefta frequenza» parlaua di quefto Sagramento con gran concetto conforme à che l'aueua nel cuore ; e con tanto affetto ne difeorreua , che talora in fimili occafioni rimafe rapita in eftafi . Quefto fuccefle particolarmente vna volta nel difeorrere fo- pra quella parola di Giesù detta in Croce > Confummatum efl : la quale appli- cando alPanima,che ha riceuuto il Santi/lìmo Sagraméto,diflejjQ«4«*fo l'ani- ma ha in riceuuto il Tane di yita nel Santiffimo Sagrameto dell \Alt are,per quella vnione fttett a \che effa ha fatta con Dio , può ancor ella dire: Confummatum eft . In quel celefte cibo tutti i beni fon raccolti y quiui tutti i defideri in Dio fono ademfiti : e che altro fuo l'anima volere yfe contiene in quello y che ogni cofa contiene <? ella de fiderà la carità y auendo in quello y che è la perfetta carità y viene ad auerè in la fer fedone della carità y Così della vera fede y della fperan%ay della purità 9 della partenza, della vmiltà, e della manfuetudine : perche Chriflo nell anima ^mer- cé di quefto cibo, produce tutte le virtù. E che più può volere > e defiderare ì! anima ,

fetut-

1 54 v ìcaaena tx maria iviaaaaienaae razzi.

tutte le vir turioni, e gra^er cucila pojfa dejìd erare r fono raccolte in quello ammi- rabile Dio , cbeflà -veramente j otto quelle fiacramentali fpecie ,. come in verità fìà fe- dendo, alla deftr a del Tadre in Taradifo. Oh, oh quanto bene adunque auendo, e pojfc- dendo l'anima queflo Dio in fé, può dire con verità Confummatum efl, filtro ella non yuole, altronon defiderajiltro non brama, che lui>ilquale allora tutto fidato, co- municandole con Sièftejjb tutti lifiuoi beni ^

Vn altra volta dando e Ila gli efercizi fpirituali di Sant'Ignazio ad vna fua No- uiziajqucfta nel riferire alla Beata Madre quello, chele era fucceduto nella meditazione dell'Inftituzione di quefto SantiffimoSagramento,le ditte, come s era fermata à confiderar l'amore , con che Giesù l'aueua inftituito,e che non era potuta pattar più oltre. Si Tentila Beata Madre da quefta parola ferire il cuor dimore , e più volte replicò ; Quando fi ferma nell'amore, non fi può andar più oltre yma bifogia fermarfi nell'amore : e qui rimate in eftafi . Vn'altra volta eilendoMaeftra diNouizfe» iipofeinginocchioni in mezodiforo, econ le braccia in Croce (opra il petto, difle quefte parole : 0 fior elle, fie noi penetra/fi- mo y che in quello frante xche durano in noi quelle fiacre fipczie ,fà in noi il Verbo Di* uino quelle operatori ,, che egli fa nel Jena del fua eterno Vadre > e /landò il Verbo nel fieno del Vadre > & il Tadre nel Verbo >e lo Spirito Santo neWvno > e neil altro in fiep arabilmente, noi nel riceuereil Verbo yriceuiamo tutta lafantiffima Trinità f O lo penetrammo i òfie lo canoficeffìmo? non ci andremmo a flampa, e tanto à cafio > e non laficieremmo ne anco di prenderloper sìpicciole occafioni-, e la penfieremmo molto beneyprima che lo laficiajfìmo. E difle quefte parole con tanto affetto, che cagionò nelle Nouizie vn grande accendimento di frequentare quefto San- tifitmo Sacramento.

Quando fapeua,che alcuna auefle lafciata di comunicar fi di propria volon- tà,ne fentiuataldifgufto>che più volte fu veduta piagnerei poteua,andaua à trouare quella talee le moftraua Ixrrrore, che aueua fatta,& il bene , che s'- era perfa a lafciare quella Comunione, e diceua : Voi non fapete forella di quantobene vi fiate priuata ; ò quanto bene auete perdutaquefta mattina ! è fefortauaà non lafciare la Comunione, con dimoftrarne i beni , che clTap? portaua all'anima ; & il torto.che Ci fa all'amore di GiesìUafciando di comuni- carfì quando (i può, Efsendo la mattina di Sant'Ago ftino per nonsò quale ac- cidente, reftare due Monachelle quali non s'erano comunicate, e ritrouandofi ella in eftafi,quandò intefe quefto,ritornò a'fenft ; e tutta accefa dicarità andò à chiamare il Padre, che ftaua per vfeire diChiefa , pregandolo , che per amor di Dio comunicarle quelle due lòrelie , come egli fece ; & impetrato loro tal carità , ne tornòin eftafi .

Pregauainftantemente Iddio, che facefse grazia di mantenere nel fuo Mir- nifteto,finoalla fine del Mondo, lafrequenza del Santiffimo Sagraméto.c che perciàdefle loro Padri fpirituafr, cheguftafseto di mantenerla , eche aueflero tal lume > che ammetteflero degnamente le forelle a quefta Menfa Mentre che vedeuaefier frequentata freddamente , econ poca diligenza , reftaua lo- prafatta da gran cordoglio, e diceua,* lo fon pur certa che vna Comunione fatta con vero iì>irito,e fentimento,e atta ìfar, che l'anima venga àgran perfezione

di

Vita della B.Maria Maddalena de Pazzi. 1 5 5

di vita . Altra volta chiamaua a qualche forella , e con molti fofpiri, e lagri- me diceua : Preghiamo il Signore> ò forella , che ci conceda lume à non effec tanto aggiacciate,efredde nelferuizio fuo ,e particolarmente nel frequentare il erbo di vita .

Tragli alttifrutti ch'ella diceua cauarfi dalla frequenza del fantiflìmo Sa- gramene à prò dell'vniuerfale del fuo Muniftero,era lo ftaccamenro, e ritira- tezza del commercio deYecolari, ch'ella vedeuaintuttele forelle; del che grandemente guftaua : e perciò anco tanto bramaua,chc fi mantenerle quefta frequenza , acciò > infieme con effa fi conferoafle la ritiratezza dal fecolo .

Quando vedeua alcune > che per pufillanimità » e per fouerchio timore di non iaperfi preparare à riceuere quefto Santiflìmo Sagramento, saftenc- nano da quello , daua loro animo , e diceua . Offerite à Dio per prepara- zione tutte fazioni , che rate * e fatele con intenzione di piacerei Sua Di- urna Maeftà ,• & andate con purità di cuore , con vmiltà , in memoria della fua Pallìoue * come egli ci ordinò. Ad altre diceua? Per preparazione pen- iate attentamente , e cercate di penetrare > che quello , che fi riccue > è Dio » che ci ha lafciato'fe fteflb per amore ; però ricerca > che fi vadaà riceuere con grandaftetto d'amore , e di gratitudine . Altre vòlte diceua , che per prepara- zione fi offerifle vna Comunione per Tal tra ; percheà chi fi comunica ipeflò* vna è preparazione all'altra : & infegna.ua > che dalla Comunione finoà Vcf- pero , fi (pendette tutto quel tempo in ringraziamento della Comunione rt- ceuuta ; dal Vefpero , fino alla mattina feguente , in preparazione , penfando alla Communione , che s'hà da fare : e tra gli altri penfieri , che infegnaua per quefta preparazione erano quelli: Tenfate Cdiccm ella) cheaueteàfar la mag- gior anione , che fi po/fa nel Mondo , che é il riceuere in voi il grande Dio . Confidc* rate, cheefiendo voi degne d'ejfer profondate nell'Inferno , Ciesu vi fa tanta gran tnifericordia ; perfua bontà , che vi séflefso nelSantiJfimo Sacramento : qual pu- rità douerebbe auere il voflro cuore , auendoà riceuere il fonte della puntai Sopra tutto fàceua gran conto , che non s'andafle à comunicai e, nonfolo con fde- gni,ma pure con il cuore arrancato con il proflSmo fuo:perche vn Sacra- mento di dilezione non iideuexiceuerefenzala dilezione del fuo proflìmo? onde diceua. Sevoiauete qualche cofa con alcuna for ella , aitanti dimandami à comunicare , procurate difentire in voi vn interna dolceT^a verfo tutte le forelle\ t quando non lafentites domandatela tanto à Giesù,che vela dia m Sepoifentite vna volotà pronta di dare lavita^lfangue per quella forella+quado fnjfe volontà di. Dio,, andate pure liberamente à comunicanti . Per Fifteflo elcrcizio di carita^eiòrtaua che in preparazione a quefto Sacramento vi fi andaiìecon defideriodigiouare à tutto il Mondo ; e che fi chiedefie à Dio fame di<qucft© facro cibo in tutte le anime fedeli Non vòleua che dopò di quefto facrocibo in tutte l'anime fe- deli . "Non voleua , che dopò la comunione s andatTecosì preftoi gli efercizi del Muniftero, ma che le fotelle fi fermartelo per qualche fpazio di tempo i goder della prefenza di quel diuin'Ofpite,che dentroal petto aueuanoriceuu- to : e diceua , che quello era il tempo più preziofo , che ahbiamoin quefta vita, & il più.opportuno per trattare con Dio, «dargli luogo perpuwficare,

iiiu-

1 5 6 Vita della B. Maria Maddalena de' Pazzi.

illuminare , e fantificare l'anime noftre ; e che però fi doueua fpendere in af- fetti amorofi* in lode, ringratiamenti, & offerte di fteflò à Dio ; e che non fi può trouare mezo più efficace per perfezionare vn'anima , quanto il confu- mare quefto tempo dopò la Comunione in quefti fanti efercizi ,* perche chi impara da Giesù, diceua ella , non ha bifogno d'altri libri , ò ammaeftramenti.

Della gran diuozione > che aueua alla Beati ffima Vergine , la quale fpeclalmentc fi

raccoglie da vna intelligenza , ch'ella hebbe la Vigilia deli"

•Affandone. Cap. XCV.

NOn poteua vn cuore tanto fuifcerato dell'amor di Giesù ( quale fi è ve- duto di quell'anima^ non amare fuifceratamente la Santiflima , e Bea- tifiìma Madre Maria . Di quefto amore , e diuozione ne dette ella chiariffimi legni in tutta la fua vita : perche fempre con particolare affetto , e diuozione recitaua l'orazioni indirizzate da Santa Chiefa à quefta gran Madre di Dio ; e fpecialmente quando per occupazioni d'altri efercizi religiofi, non poteua in- teruenirea DiuinivffiziinCorocon l'altre 3 procuranacon particolare dili- genza di trouarfi fempre , quando la fera doppo Compieta > fecondo l'vfo del Munijftero fi canta la Salue ; così ancora al recitare nella fala il Santo Rofario, & altre diuozioni della Vergine.La chiamaua lafuaSignora,e Tadrona^ talora ne gli eftafi fu fentita inuocarla con quefta dolce parola , Madre mia amabìlifi. fimaye con altre fimili5quali denotauano la tenerezza d'amore^ diuozione , che le portaua . Ma più che in altri tempi vedeuanfi i legni di quefta diuozio- ncquando s'auuicinauano le fefte , che fri l'anno fi celebrano da Santa Chie- in onore di quefta gran Regina ; poiché allora con grand'affetto, e diuozio- ne fi preparaua per molti giorni auanti a celebrarle con più fintiti , che pote- ua. Dipiùfagianteftimoniodiquefta fua diuozione i Maria , che quafi in tutriifauori,epriuilegifattida diesila quefta fua Spofa , come allo fponfali- zio,ai riceuere della corona,e del cuore di Giesù, alla comunicazione dell'in- telligenze fopraja purità, & vmiltà, fattele da Santo Ignazio, e da Sant'Ange- lo Carmelitano; & anto quando da Giesù le fu comunicata la purità in forma di giglio > cofe tutte occorfèle negli eftafi fopra narrati , vi fu fempre affinan- te la r ' riofa Vergine , da lei fpecialmente inuocata . Ebbe poi in molti eftafi belliflimc intelligenze delia verginità, vmiltà , fede , & altre virtù di Maria-,* fpiegate con grand'affetto di diuozione, come in quelli può leggerfi .

Ma fpecialmente a' 1 4. d'Agofto dei 159J giorno della Vigilia dell'Aflun- ta,ebbe vn'eftafi cosìdiuoto verfo della Vergine Santiffima , che èparfo be- ne inferirlo qui per maggior teftimonio di quefta diuozione . Mentre dunque ella contemplaua quefto gloriofo miftero , fu alienata da'fenfi ad ora^di Vef- pro,nel quale dimorò fino alle fette ore della mattina feguentc . Da principio dimorò buono fpazio di tempo contemplando in fiienzio le grandezze della Vergine : ma trouandofi poi nel progrefiò della contemplazione vie più illu- minata la mente , & accefo 1 affetto di diuozione , non potò contenerli di non mandar fuori i concetti del cuore; onde con faccia gioconda inafpcttatamen-

te

Vita della B.Maria Maddalena de'Pazzi. 1 57

tC Cominciò à parlare in quefta thrmd..Leggere^ra nel corpo,giocodità nel cuore, libertà nella volontà,nuditàneU 'intelletto ^continuatone de benefizi nella memoria, purità nell'intensione Semplicità nell operazione, ver ita nelle parole ,e mortificazione ne finimenti, conuiene,che abbia colui,che vuole ajeenderc à Maria, Volendo che il cuore riceua doni neceffario, che fia puro, rifplendente,eforte. Turo, nell'integri* tàdell offeruan^a de* commandamenti , e de* religio fi configli , ancorché minimi : ri* fplend ente per lapaceyche debbe auere in : rifplendente ancora per la rimembran- za delfangue, che riceuette nel finto Batte fimo . Sia forte in tal modiche non brami altro che Dio: e f uff ero mille volte pia demoni, che non fono, e mille Inferni,non lo pojfano rimuouere dal voler e altro,che foto Dio . In tal cuore dunque così puro , ri* Splendente, e forte, può infonder Maria li firn doni, e grafie % La purità, fi può acqui* flare con vmilc abb a ff amento nel cofpetto d'tDio,e delle creature,& ancora con vmi- le confezione. Lo fpiendore fi può configuire con la conforme volontà à quella di Dio, e de Superiori La fortezza con lafperanza, con la continuazione ,■ e confidenza in Dio . 0 quanti fono i doni , e grafie , che Maria vuol conferire alle creature \ E chi non douerebbeefferdi ogni virtù adorno ,per ricencr t ali doni y quali fon quelli di Ma* ria i Ma ahimè, che manca laperfeueranza nel domandargli . Ma òMaria,ehe ti pò* tràdare>& off erir e, che- ti fi a grato? Se t off eri fio la volontà,temo,che non ladìfpreT* Ziyperche non è conforme ife t off eri fio l'intelletto , non è illuminato affatto: fi ti of* feri fio dipoi la memoriale fior de noie de benefizi ìfi l'affetto, non epuro. Ti off eri* il cuore del tuo unigenito: e che ti potrà offerire maggior dono di quella? 0 Maria* dolci ffima, quanto fei pura, e bella -, Voiche colino riguardare rallegrigli Angioli, e conforti i peccatori , rendi liete » efefleggiantile creature ifìando in deh fai coltiva rifguardojchefi mitighi l ira Diuina co* peccatori , onde le creature s'ammirino del* la mifericordia di Dio : poiché per vìi* anima , che à lui ritorni, afpetta tanto tempo fenza caligarla* Isella bellezza :de gli occhi tuoi, ò Maria , s è compiacciuto tutto il Taradifo. Andando in Cielo^ò Maria,lafii il 'Par adi fi in terra,perche vi lafii quell* inaudita efempio di cafiità , che à comparazione de gli altri fiati , à vn Taradifo in, terra . Eficome in Cielo fi racchiuggono tutt eie per felloni ^grazie, e virtù, così nello fiato verginale confifie ogni per fedone di virtù, che fi fia auere in terrai ls[on per- che efia verginità fia la perfezione di tutte le virtù : ma perche ella è il più atto fini- mento ad acquiflarla.O Maria vai a godere il frutto deltuoventre. Adorna JPlfaria, i cuori delle creature, accioche fi poj fino offerire alla Santiffima Trinità infieme col tuo. 7{efia alcuno,cbe rifiuti tal ornamento : poiché non è dubbio , cìye effendo il no* flro cuore offerto alla Santiffima Trinità ,- eglipenfi, operi r eprefinfia parola , che npnfia in onore di Sua Diuina Maefià , e vtilità delproffimo . Deh ,■ come benigna Madre , infegìia alle tue figliuole , che conuerfando con la mente in Cielo, non faccino con negligenza V opere di terra , e particolarmente doue è il folle u amento del profu- mo. 0 Maria amoro fa Maria , ora fei affimta in Ciclo : Quanto fii Maria glorio- fa,ògloriofa Maria. Maria è quel fonte fegnato con quel figillo immacolato del Verbo, doue fi dichiara Vergine , e Madre ; Va irrigando1 quefio fonte tutto il Cielo , fruttificando nella terra, letificandogli Angeli , e refrigerando l'anime del purgatorio..

fi Ma-

1 58 Vita della B.Maria Maddalena de'Pazzf.

Q Maria tnfei quella porta > per la quale noi fiamo introdotti nella Celefle Ta- tuale per la quale Dio è difeefo in terra . Ma veggiamo Maria lafciare vn manto ca~ fiiffimo , per prendere vn rubicondo , per ripigliare poi amendua : la/eia il manto ca- ftiffimo del fuopuriffimo corpo ,. il quale gli ^ipofloli doueuano tanto abbracciare , e particolarmente il vergine Giouanni . Ts{e prendi vn rubicondo, ò Maria, cioéi meru ti di tutti i Martiri r che erano flati, e che doueuano e fiere : Ver che non e slata gia- mai per fona alcuna,che abbia patito tante gran martir io, quanto pati flit u nella Taf- ftone del tuo vnigemta Figliuolo tTeròfei vergine x e martire ,/pofa , e madre, figli- uola, & eletta', tortoraxe colomba* Q glorio fi ^Apofloli voi flaui cuflodendo il corpo di Maria,più che nonfaceui Immanità del Verbo 1 e queflofeguì,perchenon aueui vice- auto ancora la pienezza dello Spirito Santo . 0 che contento riceuè Maria negli ab» bracciamenti del fuo unigenito Figliuolo i 0 quante grafie , Maria , à noi fono ve- nute, mercé della tua jlffunyion e al Cielo ? Mà,ò Maria,à voler fi rendere atta ad ef- fer tecoaffunta in Cielo,bi fogna far come te: prima morirete non eficndo in no/ira po- teflàla morte, doniamo morire in tal modo,che operiamo come morteynon auendo ne vedere, ne vdire}ne gu flore . J^e ci doniamo, lafciar toccar efe non da dodici jlpo- fioli,comefacefii tu,cioe\ci doniamo reggere [opra i iodici frutti dello Spirito Santo-, e doniamo flendere la virtù noflra nel cataletto, cioè neflfrCrjoee di Chri(lo,e quiui ri- far ci\0 glorio fa Maria, e glorio fa chi ti feguit a. Ma à voler poi con fer uar e idoni,e grafie, come fece Maria,bi fogna auer quel che aueua Maria^ che doppo che fu affun- ta al Cielo,viue di vita durabile, ed eterna : così \deue far lanimayche è fiata morta ,e fiata nel cataletto con Maria jioè viuerepoi in con fer uar e r donile le gra'iie riceuute da Maria ,& attere vn perfetto vedere :. vn incredibile vdir e , vn perfetto , e non punto infermo tatto %, Debb e auer e vn perfetto vedere in rimirare folo Dio : vn in- credibile vdire, che faccia tutte le. operazioni, è glandi, ò min ime,t en end 0 fempre Dio aitanti. Dette auer di più vn faporofo guftoipoichefe fi incontra,ò in cofa dolce,ò ama- rai t<'ibula^ioni,o\.felicità,vada tutto àguflarenel Crocififfo.Deue auer e vn perfetto, e non punto debole.^ cj: infermo tatto,in faper difeernere il caldo dal freddo, e non s%- ingannare nel prendere il morto pel viuo,elviuo pelmorto-,e così qiteJF anima confer- irai doni, e le grafie, che ritener à nell 'affandone di Maria.Quàdo aueremo con fer- uati,i donile gra^je con Maria ^potremo fare quel che ella, cioè porger fupplich e à Dio per bifogni ^che fono in terra, econflringtrlo in vn certo modo col fuo f angue a far mifericordia all'anime porrei ancoraché vny anima, che hàrfatto quel che fa Maria , cioè,nelconferuarei donile le grafie da Dio concedutele ,fì rendefie ancor atta ad efi* fir coronata con Maria . Si rende atta l'anima ad effer coronata con Maria , la quale ha in difpregia tutta la gloria ,,ono>c , e ben e noli 117,0. delle creature ,. che fono folto Dio , che non fuffero però, ordinate da Dio. . Sarà incoronata Maria di q iteli anima fpmtudmcnte ,,che offerirà tutti li meriti di cfsa ,infien:e con tutte le Iodiche fona* fiate date allafua anima giovi y fa ,, co' mefiti di tutti 1 Santi , auendo-dcfidtrio d'ac- erifeerie gloria, ancorché glorio fi fia,tn tal modo verrà col V eibo à coronar Mar ia^ E chi potrebbe mai (limare quanto le farà grata tale offerta? 0 Maria quando verre- n.i volta à onorar tejion pia in parole, ma infatti ? non per vn ora, ma in eter^ no^kamntopoco cipajrà allora d*au£fi patitolo perche non ha fempre auantigh oc-*

dm

Vita della B.Maria Maddalena de Pa2zr. 1 59

chiyógnicreatura.ognifpofa confagrata à Cbrifto,ogni figliuola Maria il tempo fu* turo>& ilprefeuie tanto breue,percbe nomai offenderebbe Iddio in cofa verunà,an~ corebe minima . V elice V anima ycb e fi tr onera prefente alt incoronatone di Mariane conforme al fio potere farà talopcraJLt andando la Madre noflra in Cielo fin noi deb* fy rimanere auìdita>e defiderio ardete di feguirla.O gratiofiffima Mariajogli l'anima. mia,& il voler mio9e dammi il voler éuo.O gloriofiffima Maria madre noftrajion vo- ler fopportare d'andartene in Cielo > e lafciare i cuori in terra . Voglio>quefto tempo* che mi rimane di vita 3 godermi te -, rie voglio operar altro , non ammirarmi in te , Doppoquefto fi ritenti dal ratto, nel quale aueua dimorato più di dodici ore continue . Vn'àltra volta ebbe vna belliffima vitìone della fantiffiirva Vergine, mentre (taua in ratto , e diflecome vedeua Maria fedente Copra vna nauicelja > veli ita di abiti candidi , e lucenti .coperta di regale amanto , carico di gioie , e pietre preziofe- accompagnata da innumerabile drappello di Beati fpiriti: e per buono fpazio di tempo (lette in quella contemplazione , godendo di beato oggetto , e con gran veemenza di parole moftraua il giubilo , che teneua da dolce villa. Molte altre vifioni ebbe della fantiffima Vergine, & alte intelli- genze delle fue grandezze, & eccellenze .notate nel libro de* Tuoi eftafi, quali tutte denotano la gran riuerenza, e diuozione eh ella le teneua .

Delguftote %elo%cbe Maddalena aueua della gloria di Dio, e che gli yffiirj Ditóni fi rer citajfero con diuozione ffpecialm ente nel Coro . Cap. XCV I.

IL gufto , che aueua quella Beata della gloria di Dio , pare, che a baftanza_> venga (piegato ael Capitolo 89. doue fi è moftrato,che tanto fi compiace - dei lagloria,e perfezione di Sua Diuina Maeftà.di vederlo onorato, glorifi- catole lodatodalle creatute, chene formaua dentro il fuocuore gli atti di-go- durie nto di amore fopra deferitti . Ci refrano nondimeno altre cofe , che non meno lo mauifeftano : tra le quali,èilzelo,& il defiderio, che ella aueua di dar gloria à Dio in se itefTa , e ne proflimi fuoi , perciò tutte l'opere , che faceua , ancor minime, tutti li fuoi penfieri,intenzioni, e parole, le ordinaua à gloria ói Sua Diuina Maeftà ,* e fi può dire con ogni ficuresza , che la gloria di Dio era Jo feopo del fuo operare. -Ne mai rifparmiauaà fatica alcuna, dalla quale fperafle rifultar gloria à Sua Diuina Maeftà ; anzi (come ella diceua ) mille vol- te ilgiorno,fefutTeftatopoflìbile,auerebbedatola vita per la gloria di Dio . O quante volte fu fentita ne' fuoi ratti e fclamare con infocato defiderio; Beata , e felice me ,fefujfi fatta degna di dar la vita , èlfangue per lagloria voftra>à ùìo mio . E tanto ardentemente lo defideraua , che quando indhinaua la te- tta al recitare il Gloria Patri,&c.faceua vn'atto tanto intenfo di porgere la teda al Carnefice per la gloria di Dio , che vna volta, come (opra e detto, rima(è in tal penfieroeitatica ; Scaltre volte fu amie rtito dalle fue Nouizie , che in tale atto diueniua,per quefto penderò , palhda,e tremante,comc fuffe inatto di martirio . Ne potendo ciò confeguire,con tanto più accefo zelo, fi dana à fare quell'opere di religione, e d'aiuto de* fuoi profumi, che poteuano arrecare maggior gloria , & onor di Dio ; nonfoloiecitaua le Diuine lodi, e gli Virici

con

. 1 6o Vita della B. Maria Maddalena de' Pazzi.

con allegrezza, e diuozione, come fopra è narrato ; ma aucua ancora vn parti- colar zelo , che da tutte le creature , e fpecialmente nel fuo Munillcro dalle Monache, fi recitaffero in Coro iDiuiniVffici con ogni affetto, e riuerenza maggiore. Perciò quando fentiua il cenno della campanaxhe chiamaua al Co- ro , faceua conto,che fulTe la voce di Dio , e diceuaallaltre, che feco fi troua- uano : Ecco la voce di Dioiche ci chiama , non lafciamo d'vdirla , ne d'efequi- re quel che vuole da noi , andiamo à lodare Dio . E vedeua,che alcuna ruffe negligente nell'andarui, ò che per piccola occafione lolafciaffe, ne rentiua grande amaritudine; e quando le fi porgeua occafione, gliene daua lume.Me- defimamente le vedeua, che gli Vffizi s'affrettai fero, diceua : A me non il cuore di fpedire le diuinc lodi, come fi (pedifeono l'altre racende àtì Munille- ro . E però ancorché aueffe poca voce , ad ogni modo Ci sforzaua quanto po- teua di reggere il Coro quando vi era bifogno ; e quando vedeua per la troppa fbllecitudine di quelle , che aueuano miglior voce , non poter reggerete raf- frenare la prcllezza del recitare, ne fentiua tanta pena, che non potendo quafi ioffrire , ò per far rauuedere quelle che aueuano ranta prefeia nel dire , con li- cenza della Superiora ne partiua di Coro . Et vna volta partitali dal fuo luo- go, andò alla Superiora, e con vmiltà , e zelo.le àiffiz : Madre fi falmeggia così in fretta , quafi che fi abbia à fare qualche efercizio di più importanza di que- fto; e così fu caufa,che il Coro fi correggeffe. Vnaltra volta vedendo vna Ma- dre troppo affrettarfi nel falmeggiare, le dille : Madre, voi aueteà fare altra facenda , che più importi di quella ,vfcite di Coro, & andate à farla 5 e fienili al* tri aunifi fece à molte : fiche perii fuo zelo, ridiifle le Monache à recitare i Diurni Vffizi molto aggiullatamente 5 e teneua conto d'ogni minim o difetto . che Ci commetteua, non folo nel recitare , ma nel fare le riuerenze , gcnuflef- fìoni, & in tutto ciòcche vi fi aueua da fare : talché vna volta ebbe à renderli in colpa , d'auere più atre fo à zelare , che quelle cofe fi faceffero con i debiti modiche d'auere tenuto la mente à Dio . E quello zelo era così grande in lei , perilgran concetto e riuerenza eh ella aueua delle diuinelodi; perchè dop- i Sagramenti ellalollimaua il principale efercizio della Regligione, e lo chiamaua l'cfèrcizio degli Angioine però infegnaua,chc vi C\ doueua (rare con modeftia , e riuerenza Angelica , la quale cercaua d'imprimerla fpecialmente nelle fue Nouizie 5 onde quando andauano in Coro diceiia loro taluolta: Con- fiderate che andate à lodaréDio con gli Angioli ; che (tate alla prefenza della Santillana Trinità 5 e che fiate indegne di frarui ; e che ad ogni parola auere- fre per riuerenza à proflrarui in terra ; & altri documenti daua loro circa que- llo efercizio del Cero , come fi diràdoue fi tratta dell'educazione dell'anime , da lei cullodite . Le pareua ( e giustamente ) che quello defiderio , e zelo dell' onor di Dio aueffe da efler tale in tutti gli huomini, convella lo fentiua in sé; e non reftaua capace di vedere altramente 5 onde taluolta fu fentita dire : E' mi par gran cofa , e quanto à me confetto non la poter comprendere , che ci fia ranta teatina d'anime, che tengano in grandezza l'onordiDio: efoggiunge- uà. Deh foreJle colli inghiaino Giesù con l'orazioni à conceder fempre Pallo- re à quello luogo , che ria zelante delJ'onor di Dio .

Ebbe

Vita della B.Marfa Maddalena de Pazzi, i i

Ebbe gran defiderio del martirio >e della propagazione della Santa Fede* Caf. xCVIL

PEr Tifteffò affetto della gloria di Dio aueua quell'anima gran defiderio del- la conuerfione de gl'infedeli > e dell'eftirpazione dell'erdìc, onde portaua particolardiuozioneà quelle Religionirche fono per particolare istituto or- dinate alla dilatazione della gloriaci Dio,e dell'accrefcimento del Tuo Regno* con la propagazione-delia Santa Fede> e conuerfione deU'anirne,& à quei Re- ligiofixhe in ciò s'affaticano.Quando vdiua leggere à menfa qualche lezione » doue fi narraffe conuerfione d'anime alla Fede di Chrifto , fi vedeua ancora cfteriormente nel volto giubilare di gufto , e d'allegrezza , e( come diceua ) fi fentiua accendere vna particolar diuozione , :& affetto àqueifantiOperatori ditaliconuerfioni : e tutta smfiammaua neklefiderio di poter cooperare aa- coreffa alla -conuerfione di quell'anime , & infieme con quelli dare à Dio quella gloria. Eparticolarmente leggendofi taluolta la vita di S.Francefco Xa- uerio, e te lettere rChe veniuano dal Giappone , le quali narrauano la conuer- fione di quei Popoli »paretia che fi.ftmggetfe di defiderio d'effere in quelle parti i e cooperare alla conuerfione di quell'anime, edi fopportare il martirio per loro; e veniua in tanto ccceffo diquefto defiderio,che diceua auerinuidia, in vn certo modo à gli vccelli dell'aria, che portolo volare, & andare doue vo- gliono; e che così auerebbe voluto lei fenza pregiudizio della fua profeffione, poter'andare per tuttoil Mondo, per conuertire anime alla Fede. Altre volte diceua ; O chi mi concedette poter'andare fra gl'infedeli, e fino nell'Indie, j e pigliare quei paruolini Indiani ,& inftruirgli nella nóftra Fede, accioche Giesù auefse quell'anime , & effi aueflino Giesù . Vn altra volta effendo injeftafi , e parlando di tutti gli infedeli in generalcdilfe,; Scio potetti, tutti gli piglierei, e gli condurrei nel grembo di Santa Chiefa, e quiui vorrei,che ella col Ilio fiato gli purgaffe da tutta l'infedeltà loro,e gli rigenerafle: fi come la madre gli fuoi figliuolini , e poi gli ponelTe alte fue dolci, e foaui maiiimelle, Dilatandogli col fuo latte de' Santillìmi Sagramenti,5c efclamauaiQ come bene gli nutrirebbe, & allatterebbe al fuo petto ; e replicaua ; O io poterti > come lofàrei volon- tieri. Tanto s'imprimeuaqueft'affetto nel fuo cuore ,che ancor dormendo,fo- gnaua, e parlaua diquefta conuerfione de grinfedeli. Altre volte per l'affiffà- mentodiqueftopenfiero, così vaiamente s'imaginaua di trouarfì in quei luo- ghi, e dare la vita perla Fede di Chrifto ; che vna voltamentre ,che conforme ail'vfo del Muniftero le erano tofeti i capelli,s 'knaginòcon veemete appren. fione d'auer la tefta fotto la fpada del Carnefice , per darla per la Fede di Chri- ito,che genufletta co la tefta china,rapita in eftafi afpettaua il colpose diceua; O no riene ? ò eglifià tanto à venire $ ecco prontiffima la te/la.E così eflèndo priua bell'atto pafcQua in quello defiderio rimaginazione,eTaffetto. Per cooperare ancor elta in quel che poteua alla còuerfione di quell'anime faceua à Dio fpef- ,le offerte del Sangue di Giesù per loro; applicaua à quefta conuerfione l'opere .della Religione,rnolte Comunioni,e molte ddk peniteze affiittiue ch'ella fa- ceua.Ne cotéta d'auere in fola queflo zelo,per impetrare più abódatemen-

L te

1 6t Vita delia B Maria Maddalena de Pazzi.

requeffaconuerfione >procuraua d'imprimerlo nell'altre > e fpetialmente in quelle > che furon commette alla lua cura . Onde fpeffo la mattina quando le adunaua inficine» ò al lauoro, ò ad altri efercizi del Muniflerojntenta fpecial- mente à quella conuerfione de gl'Indiani ,diceua ; Offeriamo a Dio per quelli tutto ciò, che oggi faremo;ò vero : Dimandiamo à Dio tante di quelle anime, quanti paffi faremo per il Muniftero,ò vero diceua; Chiediamone tante,quan- te parole reciteremo nel Diuino vffizio. Se cuciuano, diceua -, Chieggiamone tante quanti punti metteremo con l'ago : Te lauauano il bucato ; fefocraua 4 chiederne tante quante volte tuffauano le mani nell'acqua $ & in fomma da_* ogni efercizio ne cauaua quelle petitionià Dio.

Patiua pena grandiflìma in fentire tanto moltiplicati gl'Ereticixontro i qua; Ji accefa di zelo,gli cbiamaua maladetti , e demoni incarnati ,■ lingue auuelena- teche con le loro auuelenate parole , & operazioni , s'ingegnano per quanto pollano di rompere , e fquarciare la vede di Chrillo , che è la Santa Ghie fa. E confiderando le loro peruerfe erefie, e la (tragedie fanno dell'anime proprie^ e dell'altrui , ne fentiua tanto dolore,e lappreudeua fattamente ,che diceua; Bifognerebbc, che l'anime noflre folTero come tortore , Tempre gementi , e piangenti la tanta loro cecità. Non meno fentiua il vedere ne'Cattolici raffred- data la Fede , e faceua feruenti orazioni per il raccendimene di quella ; e de- plorando in- vn ratto amaramente quello raffreddamento , fu fentita dire con grande affètto queffe parole . E à che gioita la Fede , à chi in quella per altnynon -profitta ? fpargila,fpargila,V erbo,viua,& ardente nel cuore de* tuoi fedeli ',rij calda- ta,& accefa nella fornace del tuo cuore , e dell* infinita Carità -, fi che la Fede de tuoi Fedeli fi conformi con l'opere loro,e V opere fi conformino con la fede -, Ohimè, ohimè, quanti naufragi della F ede ? 0 Chrifìianità tanto mancata per lerefia in tanti luo- ghi , contro la Fede? Ma perche il? er che prima erafpentà la Carità . La tua de fa il viaggio , che fa il-Sole : quinafee , e qui tramonta : qui forge , e quiceffa ; e chefegno danno,che quefìo Sole tramonta ? l'ombre de* peccatici) e fi veggono per tutto. Et ac- cefa vie più in quello defiderio foggiungeua : 0 chi mi toglieffe la vita, e mi fa- ci ff e ver far e tutto ilfangue , perche quefla Fede accefa nel tuo Sangue , e rauuiuata con la tua carità, fi fpargeffe per tutti quelli, che profetano la tua Fede. Con riftef- affetto raccomandaua à Dio frequentemente ogni giorno la Santa Chiefa . & il Sommo Pallore» e procurauaxhe le lue difcepole racefleroil medefimo ; e dimandando vna fera ad vna forella,fe in quel giorno aueua pregato Dio per la Santa Chiefa , e per il Sommo Pontefice ; e nfpondendo quella di , con grande (ìupore.e zelo, dille . O che fpofa, che non raccomanda ogni giorno la Chiefa a I)io*ir.o(lrando in quelle parole efler particolar obligo delle Mona- che>tenere ogni giorno nelle loro orazioni raccomàdata à Dio la Sàta Chiefa.

Ebbe grand iffimo defiderio, e gufo della conuerfione, e fallite de 'peccatori, e come e crcaua d'imprimerlo nel cuore d ( Ile f or elle. Cap. XCV 1 1 /.

SI come vanno infeparabilmente vhiti infieme la gloria di Dio, elafalurc dell anima, così ncll'idelTa maniera, che la B. Maria Maddalena fu zelolà

della

Vita della B.Maria Maddalena de'Pazzi . 1 6 j

della gloria del noftro Dio, altrettanto fu antìofa della conuerfrone de' pecca- tori > e falute dell'anime . Quefto defiderio fu: in lei così grande, Se eccellluo » che con molta ragione fi può dire , che fu(Te vno de' più principali doni infofi da S D. M. nel cuore di ki ; anzi più predo fi può dire , che Dio fauefle tut- ta immerfa in quefto defiderio, che di quello modo di parlare-fi lèrtiì lei ftefsa in vri ratto, parlando di quefto fuo defiderio della fallite dell'anime, edifici C olio e auit me Verbum in defiderio , quodipfebabuitinhumanrtatefua . Perlo quali parole moftrò ancora come Giesù lraueua fatta partecipe di quel zelo, che elfo ebbe mentre viffe tra gli huomini , della falute di quelli : oc in vero che il tuo non era zelo ordinario , ma ftraordi natio > e fopra ogni vmano penfiero . Quefto erail fuo conforto>& il Tuo martirio;il fuo eonforto,perche negli fteffi trauagli e tentazioni quefto defiderio la confolaua, e nel] aridità la rauuiuaua; onde ancorché patine grande aridità difpiriro , tutrauia nel defide- rio della falute delle anime fempre era inferuorita, & efficace, & erale arnie, e feudo contro le tentazioni . Ritrouandofi ella vna volta grandemente traua- gliara da vna grauiflìma tentazione di fede 5 & eftendo tanto gagliarda la ten- tazione < che per ributtarla le era neceffariograndiiTrma forza , e violenza , di niodoiche auendo durato buono fpazio di tempo, fi trouaua molto ftanca, Se affannata, col volto pieno di fudóre e parendole, quafi che d'efferabbadonata dal fuo fpofo Giesù,fe gli voltòDe d\SÌk:Ofpofomio Verboytufeipurein mey& io in te? 0 botte lefuyperche non m'aiuti? e replicando più volterà bonelefu^vìk cro- llando folleuamento alcuno datale tentazione, ricorica quefto defiderio della falute dellanimce difle sSurfum corda, habemus addefiderìumjalutis ani* marum omnium credentium ;c fubito fi dileguò ogni tentazione r e fi dichiarò la fua mente.e di mefta,& afflitta, che era.rìiuenne tutta allegra.Ma come le era dato conforto>così l'era dolce martirio,perche quefto defiderio giorno, e notte la confumaua>nè mai fi parriua dal Tuo cuore . Onde in vn ratto , ch'ella ebbe , parlando con Dio nofho Signore di quefto defiderio , fi feruì di^quelle parole, che difse ilSanto Profeta Dauid , del zelo.che ebbe Chrifto , dell'ono- re 5 del Padre .Dille ella \Defiderium animarum tuarum comedipme .Signore il defiderio della falute delle tue anime mi ha confiimato > e poco appreflò fòggiunfe quel! altre fimili parole . Congrua menomine ,quoniam in defiderio éyumarum confumpta ejì anima mea . E quelle, che più intrinfccamentela;con- uerfornojdicono, che quefto defiderio era in lei così continuo, che non paffa- ua.quafi mai ora, che ella con qualche parola, ò azzione non lo manifeftaffe : , clic per qualfiuoglia efercizio lo perdeua di memoria : anzi bene fpefìò accadeua , che trouandofi e! la in comune conaltre forelle, improuifàmente fi partiua diquiui;.e iène ritiraua in Coro, ò in altro Iuogo>e fi proftraua auanti à Dio à chiedere la eonnerfione depeccatori Frequentiffimameute fi leuatia di mezzanotte & andana auanti al Santiftìmo Sagramento, e quiui gettata àtei> IB.fi fenjtiua piangere dirottamente l'offefe fatte à Dio e chiedere la falute del- l'anime. Ma particolarmente ne tempi del Garneuale,nel quale la Diurna bon-v viene maggioimente offefa da mondani per la moltiplicazione de' peccari, Che m quei tempi fi fanno , ellaraddoppiauale penitenze » e le orazioni per i

L 2 pecca-

1 64 Vita della B.Marra Maddalena de Pazzi. '

peccatori , & ancoincitaua l'altre Monache a fare il medefimo . Vna volta fri l'altre per eccitare le Monache alla penitenza per i peccati de' popoli ; effónda folita fuegliare , e chiamar le Monache à Mattutino, vna notte delGiouedj grafia . chiamatain Firenze Berlingaccio , su l'ora , che doueua chiamare le Monache à Mattutino, ne chiamò alcune, che veniftero con lei a darli la difei- plina; & infienie con effe difciplinandofixandorno per tutti i dormentori à (ve- gliare i» tal modo le Monache al Mattutino & alla penitenza infieme.Mede- fimamente raceuaparticolariorazioniperle meretrici ne giorni di Quare fi- ma > quando fono camandate interuenire alla Predica : acciò Dio difponeiìe i lor cuori alla conuetfione. Si doleua grandemente di nonpoter cooperare al- la conuerfione e falute de' peccatori , come arebbe voluto : & ancorché con efficaci orazioni, e con moire penitenze gli aiutane , come ne feguenti capitoli fi narrerà,tuttauianonle paxeua far cofa alcuna. Onde vna volta in vn rattoàn atto di rammarico, dille > che non trouaua chi empiefìe il de fide rio dell'anima lua,nel porgerle occafione di cooperare alla falute dell'anime : e le Tue paiole fumo quetleiConfideraibMi ad dexteramy& videbaìn^ù* non erat,qui impleret de- fiderium animarne** Et vnavoka fu trouatainluoga ritirata , che pisngeua dkottamente ; e domandata perche così piangefle, rifpofè ; Piango perche mi pare di tiare oziofa, e non far nulla in feruizio di Dio,e per la falute dell'anime Effóndo vna volta fiata à vifitarla vn buon feruo di Dio , il quale nella Città di Firenze molto affiàticaua per la conuerfione der peccatori; e raccontandole molte fue fatiche » e trauaglixhe patiua nekondurre anime à Dio , ella da vna parte molto fi rallegrò di quello frutto s ma dall'altra parte dette in vn amara pianto,perche ilei non pareua d'operar nulla per la fallite dellanime,e fi ripu* tana a gran confufione il vedere vn fecolare tanto affaticarli per l'anime , e iti Religiofa non far cofa alcuna >come ella ftimaua . Onde fpeflb diceua alle So- relle > Non ci lafciamo vincere da' fecolari: e foggiugneua con gran fentimen- to di fpirito; Noi non abbiamo à render conto à Dio folo delle opere cattiuc, che aremo commette , maancora delle buone tralafciate , che aremapotuto fare ,• Dio non ci hi f eparato dal mondo, perche folò fiamo buone per noi,ma perche aiutiamo l'anime con l'orazioni , e penitenze , e Io plachiamo contro de' peccatori adirato: quefta eia noftra parte. E per acce rrder viepiù ftefsajC l'altre infieme nel femore di quefto defiderio. replicaua fpefso:CIìi sa che for- fè molte anime non fienoreftate di conuertirfr , perche noi non fiamo ftare feruenti in pregare Dio per loro ? Akre volte diceua, come Santa Caterina da Siena , che Dio fi lamentaua, che non aueua in quefto mondo chi sopponef- ie all'ira fua , e loplacafse ;e foggiungeua . Noi Sorelle habbiamo a render contaà Dio , elle tante anime oggi ardono nell'Inferno : che voi, & io funi- aio tote feruenti à fare orazione , &orrerire il iàngue eli Giesù per loro , e rac- comandarle con caldo affetto a Dio , egli Ci farebbe forfè placato ^ e non (à- rebbono in quelle pene . Perciò efortaua le Sorelle ad offerire fpefso àDioii (àngue di Giesù per ipeccatori, & à tollerare qualfiuoglia trauaglio per impe- trare la- lora conuerfione . E sì-come iPgufto,c h'clla aueua nel chiedere à Dia Ja falute dell'anime, la confòrtaua in ogni amaritudine d animo, così le ne fer- mila ancora pec ammire>e rallegrare le tiepide, e maninconiche lue difeepok >

onde

Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi. 1 6 $

onde quando vedeua alcuna di loro meda , & afflitta, diceua . Voi non auetc amordiDio, pere he date così; fàrelle il meglio àpenfareallafalute di qual- che anima,ed andarla à rubare dalle branche del demonio,& acquiflarla à Dio; & ìniègnaua qualche orazione da farfi per tal'intenzione, e diceua : Chiedete- la con tede à Dio , che ve la concederà : e talora per infiammarle in tale efer- ciziojfoggiungeua : O Nouizie voi potette vedere la bellezza d' vn'anima , che è in grazia di Dio , ve ne innamorarefte tanto , che non fareile altro > che chiedere anime à Dio ; e per il contrario vi fu (se moflrato vn'anima in pec- cato, odierefli il peccato più che il demonio ftelTo, e lempre pregareftiper la conuerfione de' peccatori *

Segue la mede finta materia : Dotte fi narra il gran defiderio y e gufilo che aueua pa- tire per la conuer jìone y efalute de peccatori y e come fi accendeua in queflo defiderio. Cap. X C 1 X.

INfallibile teflimonio del zelo , che aueua quell'anima della conuerfione > e falute de' peccatori, fu la brama, e defiderio grande, che aueua di patire, e fodisfare per i peccati loro , acciò Dio fi placafìe , e gliene perdonane : Perii qual defiderio , oltre a gli urani patimenti , e penitenze , con le quali volonta- riamente affliggeua il ìlio corpo per loro,*chiedeua ancora à Dio infermità.pe- ne , e franagli , & ogni male di pena da quelli meritata per le lor colpe, ancor- ché fulTerolutfe le pene del Purgatorio. E pattando più oltrcarriuò fino à efi- birfi à Dio di ftarefe fujfe fua volontà, nell'Inferno à penare perla falute delle anime, purché iuinon odia(Te,nè beftemmiafifeSua Diuina Maeftà ; & in con- fermazione di quello , dille vita volta in ratto , che l'anima s'acquiftafle l'In- ferno lenza offender Dio , per ridurre vn'anima à Dio, ne douerebbe gloria- re , fendo ciò fatto per puro onore di Dio , tanto era grande il concetto , che aueua della falute dell'anime. A quella anteponeua ogni fuo gufto, e conten- to , non folo temporale , ma anco fpirituale ; onde quando lei fi porgeua oc- cafione d'aiutare qualche anima bifognofa,nonguardaua à priuarfi non folo di ogni commodo , e bene (pedo delle ilefle neceffità corporali, ma ancora del- le orazioni, e d'altri efercizHpirituali; e fi efibiuaà Dio, fefutTe Hata fua vo- lontà , di rellar priua per la falute dell'anime di ogni fentimento, e gufto fpiri- tuale , e d'edere fpogliata d'ogni fauore, e grazia, purché le re£lafse,come ella diceua,la grazia principale dell'amicizia di Dio,e la buona volontà con la qua- le potette amare,e feruireSua D. Maeftà. Del che ne fu efaudita; non folo per lo fpazio di cinque anni della prouazione fopra narrata, ma ancora in molti al- tri tempi di fua vita ,come appretto fi narrerà : fi come anco fu più volte com- piaciuta da Dio>e tocca dalla fua mano con graui dolori , & infermità , che le durorno fertimane , e mefi, per la fallite de peccatori . per quello fi eftin- le in ki fete di patire per l'anime , ma quanto piùpatiua per tal fine , più gu- llaua patire; e come innamorata di quello, diceua, che quello patire le daua contento, e lo chiamaua pena gloriofa: ckvna volta eflendo in ratto, fu fenrita direinquefto propofito, che il non auer pena, le era gran pena; e volle dire, che più pena era all'anima fua il non auer che patire , per la con -

L i uer-

idb vicaaeuar>.iviana Maaaaienaae razzi.

uerfione dell'anime peccatrici,che lo lìefso patire j perche nel patire per quel- le , vi trouaua tanto conforto , che fuperaua la pena . E tanto bramaua quello patircene ad ognora, & ad ogni momento, ruffe flato poffibile, arebbe lok ferto il martirio per l'anime; così fu l'entità in vn ratto, nel quale raccoman- dando à Dio feruentemente la falute delPanime5diiTe.' ver le quali ad ogni ora, & ad ogni momento /offrirei volentieri il martirio y e fujje poffibile mille morti ancora , e foggiunie : 0 felice, & auuenturata mcyfe mifujie conceduta queiiagra- ^ia,che tanto bramo . Et vn'altra volta e/Tendo in quello medefìmodefiderio del martirio 5 diffe : Il martirio non mi farebbe martirio , ma Taradifo . Altre volte diffe > che arebbe voluto poter morire mille volte per potere tante volte tornando à viuere, dare tante vite perla falute dell'anime . Et^na volta in par- ticolare . acce fa in quello femore , prefe vn Crocififfo in mano , e dille con grand'ardore di carità quelle parole : Tu signore ,hai voluto morire in<:roce , e dottare tutto il tuo Sangue a1 peccatori -, Io ancora,Dio mio,vorrei donare il mio prò - priofangue,e reflar priua di vita, perche quelli fi conuertijfero . Et vna Volta mo- Arandotele Dio adirato contro de' peccatori,e defiderando ella di placarlo ; riuolta al Verbo Diuino proruppe inquelle parole :Overbo^erche non mi fai guflare T Inferno yC perdere la vita, accioche almeno in parte fi poffa placare Vira del Tadre tuo ? In fomma non aueuano mai fine quelli fuoi infocati defiderij : fi che à imitazione di S. Paolo Apoftolo,dando in eccello di carità,anteponeua la iàlute dell'anime altrui alla gloria dell'anima propria . Onde mentre vna volta, flando in ratto , chiedeua a Dio la conuerfione di alcune anime , dille à Dio : Signore, tu non mi farai grafia di darmi quefly anime , che ti chieggo, dirò ancor io di non voler venire àpofiedere lagloria,che tu mi hai preparata . Et vn'altra volta, dille, che le noftro Signore auefie domandato à lei,come domandò à San To- rnato d'Aquino, che mercede voleua delle fue fatiche, non gli arebbe chiedo altroxhe falute dell'anime . Quelli erano i fentimenti , che ella aueua della la- Iute altrui, à confufione fpecialmente di quelli, che hanno cura danime,e non i 'hanno ne d'altri, ne della propria .

Se benccome lòpra è detto, fiitale,e tanto quello zelo, che IT può lìimare vnofpecial donodiDioinleiinfufo,* tuttauia, ella per corrifpondere à quello benefizio Teccitaua in se ftelìacon tre confi derazioni. Prima, con confiderare frequentemente l'amore,che Dio ha portato, e porta all'anime, e quanto Gie- ha patito.e con quanto amore, per la falute dell'anime noltre, e checueile tòno l'eredità di Giesù datagli dall'eterno Padre : onde , come quella , che lui- lceratifiìmamenteamaua Dio, & ilfuo fpofo Giesù, non poteuanon amare , e non zelare fnifeeratamente quell'anime, che tanto ha amato.e zelato Dio.Se- eondo, confideraua quanto beila cofaè vn'anima ingrazia di Dio, e quanto Dio ne gufta , e quanto grande è il bene di quell'anima * Terzo , confideraua , quanto brutta , e deforme fia vn'animain peccato mortale , e quanto cattiuor (lato fia quello.E talmente s internaua in quelli penfieri, che meritò più volte ne' fuoi ellafi, di vedere anime nell" vno r e l'altro flato , e la bellezza di quelle ingrazia, eia orribilità di quelle in peccato .

Segue

Vita della B. Maria Maddalena deTazzu 1 67

Segtle della medefima materia,doue fi moflra di pia il dolorerei) ella aueua dell off e

fatte a S. D. M. e come fi doleua del poco 'telo , che hanno alcuni Supe*

riori dell' emendale conuerfione de peccatore Cap. C.

E Così abbondante la vita di quefta Beata de gli atti di quefta accefa ca- rità , e di zelo deila conuerfione de' peccatori , che non fi poteua fenza notabile lunghezza, reftringerli in vn folo Capitolo . Imperoche , oltre alle cofe fudettefi ftruggeua,e confumaua del continuo,in vedere tante otfefe, che fi fanno à Dio da peccatori, e non vi poter rimediare . Onde efTendole vna volta moftrato da Dio la malizia del cuore de peccatori , proroppe in quefte parole : Chi potrà mai Iettare tanta malizia dal cuore delle creature <? certo che non vi bifogna meno,che la carità,? bontà tua, ò Dio mio : e tutta accefa di de- fiderio d'eftinguere quefta malizia,foggiunfe : ofe io fuffi fatta degna di dar la vita mia per la falute delle tue creature, e leuar via tanta malica, quanto refrigerio mi farebbe § Gran co fa èviuere,e del continuo morire. 0 che gran pena è il vedere di poter giouare alle tue creature,con metter la vitale non lo poter fare i e fentendofi confumare3e ftruggere da quefto zelo,diceua: 0 carità,tufei vna lima,che con- fumi àpoco àpoco Vanima,& il corpose del continuo nutrijci efìa anima,& e/so cor- po: Deteftando poi quefta malizia , foggiungeua :Ohimé,quefiì tali huomini pieni di malica non mi paiono creature,ma demoni-, e che e ferrico fanno idemoni,fe non di malizia ì Istyn esercitano altroché mali%ia,per ingannare la verità. po- tendo ella (offrire di vedere tanta malizia nelle creature,diceua^Doae anderò, doue mi volterò,che io non veggano buono Dio,latua offefaì Ter tutto,,per tutto veg- go abbondare la malica-, e fupplicando Dio à conuertire le creature3replicaua: O Tadre, ò Verboso Spirito- Trino, & vno Dio ,fàsì che ad ogn'vnofia conferito il lume tuonacelo per me^o deffopofsa ciafeuno di loro conofcere,& in parte penetra- re la fua malica -, e tutta defiderofa dauer parte in quefta conuerfione de' peccatori , di nuouo replicaua^ me concedi grafia, che per loro io fsafodi fi- fare, con metter la vita quando bifognafseDtfidcra.ua ancora di non efTer lòia in quefta fanta operazione , ma che con lei fi vniffero i Semi di Dio , e pregaua caldamente il Signore , che ancor à quelli confcriflè il defiderio , che aueua conceduto à lei quefta falute dell'anime; e vedendo non lo trouare,afflit- ta dalla fiamma del fuo zelo , diceua : 0 perche non la pofso io conferire à tutti quejli , affinchè poi tutti , & io infieme con loro , poteffimo in qualche parte fodisfa- re all'off efe , che ti fi fanno * bene non può Jodisfare a teflefso , non la bontà di teflefso : ma pure auerei alquanto di sfogamento . E conofeendo , che cagio- ne di quefto poco zelo n'era l'ignoranza delPoffefa di Dio, efclamaua^». 0 malizia della creatura , quanto poco, e da pochi fei penetrata ? 0 Dio buono ., ella none penetrata : molti dicono -, che tu fei offefo , ma non fanno -, e non pene- trano , che cofafia offefa . Penetraua bene ella la grauezza dell'offefe di Dio* talmente, che nel vedere i peccati del Mondo , quali frequentemente da Sua Diuina Maeftà le erano moftrati , patiua grandi,& eftremi dolori . On- de auendo vna tal vifta in quel ratto a nel quale da Giesù fa fpofata : affa-

1 6 8- Vita della B.Maria Maddalena de'Pazzi.

lira da trauaglio,& afflizione grandi/lima, ad ora ad ora proferiua quefte pa- role > CircHmdederHìit me dolor es mortisi dolore s inferni circumdederunt me , Come" dit me dolor inferni , prò multitudine iniquitatum noftrarum . E per il dolore^ che fentiua,mandaua fuori atfannofi fofpiri, mefcolati con amaro pianto : fi get- taua per terra , freraeua in ftefla , e patiua trauaglio di morte , e diceua : o Signore yio nonpoffopiu> e non vogliono Iettare da loro i peccatori tanti peccati , lena da me ti prego , la vifta di quefte iniquità ; che non poffo più : e flette vnora 3 e meza in quefto gran trauaglio, nel quale diffe molte altre parole in detefta- zione, & odio deiringratitudine de gli huomini . Apportauale tanta amari- tudine quefta vifta de' peccati de gli huomini 5 che quefto le pareua il mag- gior di tutti i fiioi trauagli , che aueffe patito in vita fua : e non fuflè flato quefto , le farebbe parfo d'auer goduto in quefta vita vna caparra del Para- difo. Così diffe ella in eftafi3con quefte parole : ofefinifiero vna volta , ò mio Lio , l'offefe che ti fon fatte ì Ofe i?na voltanon aueffero i maladetti demoni occa- fione di trauagliarmi con la vifta de* peccati de gli huomini ? Ma che ? Troppo fareb- be : gufterei Vara del Taradifo j vuoi fempre, ò mio Dioiche col foaue mele della tua grafia vi fi mefcoli laffen%io della tentazione # Doue è da notare , che quefto trauaglio della vifta de' peccati fu à lei molto continuo ; poiché come fopra è dettole patì in tutti i cinque anni della fua prouazione , & i demoni ne ièruirno come di ftrumento principali/fimo per tormentarla nell'animo : e poi fuori del detto tempo ancora 5 Dio permife5che frequentemente auefle fìmili vifte : acciochecon quefta pena vcniflè à foddisfare in qualche par- te à i peccati altrui , come ella defideraua : si ancora per infiammarla mag- giormente à porger preghi àS.D.Me far penitenze per gli ftefifì peccatori : oltre che il dolerli dell'ofiefè fatte à S. D. M. era il fuo efei cizio quotidiano ; & ogni mattina fi proteftaua di volere in quel giorno condolerfi con Dio deli'offefe5che li fono fatte,come fopra nel Capitelo 8 1 . è notato .

Oltre al dolore dell'offese che fan no i peccatori à Dio fentiua grande af- flizione in vedere, che poco fi 2claffe da proflìm^e da alcuni Superiori que- fta fallite dell'anime , e la correzione de gli ftelfi peccatori : e diceua , che li Superiori douerebbono effer fitibondi , & anziofi dell'onore di Dio , e della falute dcll'anime,come il ceruo dell'acque •> riè douerebbono lafciarle perire per la loro parte nel baratro infernale3per cagione di no voler difguftarle per rifbetti vmani,con la zelante correzione.E piena di zelo rapita in eftatì>efcla- miua : 0 quanto è odio fa à Dio quefta diffimulaxjone \ Ver che bene egli vuole , che nell'intimo del cuore fi compatì fca àgli altrui man e amenti juttauia fi compiace, e vuole ancoraché quelli a" quali s a fpetta3 fieno Telanti, e rigorofi nel caftigar le col- pe > acciò venghino purgati i cuori dalla ^i^inia, e reftino frumento purgato , e degno d' effer introdotto nel granaio di Dio in vita eterna. E foggtungeua; Se co1 peccato- ri s 'e fercitafse in tal modo feuer a giufli^ia , ò quanto maggior aiuto fi darebbe alla Chiefa di Dio, che non fi <?

Altra volta fimilmente in ratto,eflendole da Dio fatto vedere la freddez- za di moki Superiori nel correggerle punire i peccatori, cominciò ad cfda-

Vita della B Maria Maddalena de' Pazizi . 1 69

Jfnare : 0 quanti veggo io,che /otto mantello di mifericordia lafciano andare impu- niti i diffetti proprif, e quei de* loro fuddìti , & inferiori ! e per queflo s*efpongono i gran pericolo d'andare alt Inferno . E riuolta à Dio foggiunfe > Ma che maggiore immifericordia può efiere , che auer mifericordia d* offe > che fon fatte afe 3fen^a -pfar me^i di far riconofeere la granella delle mede fime offe , e che ne forti fca in loro pentimento,& emendazione.

In vn'altro eftafi parlando in perfona dell'eterno Padre , fi doleua gran- demente del rilpetro vmano, che hanno i Sacerdoti nel riprenderle coreg- gerei diceua,che quefta era gran cagione >che tanta malizia fi trouaua negli huomini e queftelbno lefue parole : Jlncoraimiei Ckrifli non attendono àquel- lo, che fono obligati di farete non aprono gli occhi àveder e quello^ctì appartiene à lo- ro di correggere, e di emendar e Jaf dando feorr ere le pouereanime in difetti ^peccati?, e e e titàniche precipitano nel profondo d'ogni miferia}& infelicità.

Et ella per accendere fteiTa>e muouer altri à quello zelo della correzione del proffimo>ne daua quefta ragione . Se io amo la forelia/ono obbligata an- corché io fu ih alla laude di Dio , lafciarla, &andarlaà fouuenire ne fuoi bi(ò- gni ; e ho a far queflo nelle cofe efteriori , molto più fon tenuta à darle lu- me,& auuifarla del fuo difetto, che è vn bifogno interiore dell'anima , più im- portante a (Tai>che refteriore.E peraiutare il corpo ioflarei vna nottedue, e quante io aueffi bifogno ; mólto.più le io aueffi amore del proflimo mio, non {limerei già fatica à vegliare vna notte ,due , e con lagrime piangere vn difet- to,ancorchè minimo, della mia forella, ( come effettiuamente faceua. ) Onde ella, che fentiua accefo in quefto fanto zelo dell'onor di Dice della falute dei proilimo,non fi poteua quietare in vedere,checi fufletanta fcarfirà di chi zelafse la falute dellanimce l'emenda de i peccatori .

Le fa intendere Dio in vn ratto , quanto gli fa grato il pregare , & offerire il Sangue di Giesuper i peccatori . Et in vn altro ratto le mofìra tutti gli flati de* peccatori del Mondo3per i quali ella gli fa diuotiffime offerte del Sangue di Giesù. , & impe- tra la conuerfione di molti Cap. CI.

GVftando laDiuina Bontà,comedi fuo dono, del grande zelo,cheaueux_> quefta Beata Verginella della falute delle anime : come quegli, che per fua mifericordia, infinitamente più di ogni creatura la brama, <5cà talfine in- fonde quefto zelo nelle fue ancille : per maggiormente accie feergliene , più volte le fece intendere quanto gli era.gratoil piegare > e cercar di placarlo per li peccatori ; e più volte con lei fi dolfe della fcarfezza d'anime .in quefto Mondo.che cerchino di placare.J'ira fua ; infognandole infieme,come doueua placarlo con l'offerta del preziofe^S&ngue del fuo Figliuolo. Ma fpecialmènte in vn colloquio , che ella ebbe con l'eterno Padre circa la malizia de gli huo- mini,doue dopò d'auerle moftrato quefta gran malizia, e quanto guidamente lo prouocaua al gaftigoje dilTe: Off eri fc i Viglinola di continuo la mia verità à me flefso y e'ifno Sangue . Offerifci ancora alla mia verità il mede fimo fuo S angue 3acciò per quello venghiamo placati . E foggiunfe ; Fedi vedi Figliuola , come gì' huomini

per

170 Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi.

pert la loro maluagità flamio nelle mani del demonio . Guarda come il demonio tiene la bocca aperta per diuorargli : Onde i miei Eletti con le loro orazioni notigliene cauafiero dalle mani, far ebbono diuorati da quello,perocke da loro lo prono cano ta- le diuóra^ione.E poco appiedo foggiunfè : Io ho dato a miei Eletti, & a voi mie Elette,e preelette Spofe, la mia verità, come Città di rifuggio : acciò abbiate doue ri- correre per aiutar* le mie creature. Vero ricorrete,ricorrete in effa,ch è in voftrapote- flà: ini porgete aiuto alle mie creature, che perifconoynettete mettete la vita per effe. Da quefti lumi» e Diuinc efortazioni aceda, era così frequente nel] offerire à Dio il Sangue di Giesìi per i peccatocene l'offerir lo cinquanta volte il giorno* le pareua poco, e quello era i 1 ili o ordinario .

Ma tra quefte offerte, furono molto efficaci alcune, che ella fece in vn rat- to , nel quale Sua Diuina Maeftàle fece vedere lo ftato di tutti gl'huomini del Mondonel quale ella l'offerì perciafeuno ftato particolare; e con tale of- ferta ottenne la conuerfione di molte anime di ciafeuno ftato . Primieramen- te gli offerfe le Vergini dedicate al fuo feruizio , e le mette nel coftato , e nel cuore di Chrifto5dìcendo; Quefto è il luogo doue hanno àfare il nido, e la Cella do- ve fi hanno à r ipofare, e pigliare ogni conforto. Per quefte offerì il Sangue di Gie- fparfo nell'Orto 5 & in virtù di quefto, pregò Dio , che illuminale queft'ani- nie à conolcere lo ftato loro,e lobligoxhe hanno d'ofleruare le promette fat- te à Sua Diuina Maeftà; e per le parole,che diffe di letiziale di ringraziamento * moftrò di vedere infonder da Dio quefto lume in alcune di quelle .

Supplicò poi per lo ftato de'Sacerdoti di Sàta Chiefa, per i quali fece le mag- giori , e più inftanti offerte , e fuppliche à Dio , che per qual fi voglia altro fta- to ; e quefto, perche la buona vita di quefti è cagione della falute di molti de gli altri. E perche effe denotano vnozeio ftraordinario , bene in detto ratto fono deferitte , è parlò vtile difenderle anco qui di parola in parola , acciò da quefte poffa ciafeuno imparare come fi deuano raccomandare a Dio i pecca- tori^ quanta inftanza egli fi compiace, che gli faccia per la loro falute. Dop- po d'auer ella efaggerato con gran zelo i peccati, che di quefti tali li moftraua DiOjdifTè : 0 Verbo,non mi vuò partire di qui da tè, da loro,fin che non veggo il- luminare qualcuna di quefte anime. lS(pngià,ò V erbo,che io fa degna d'efier efaudi- ta. Ffaudifci,non me, che fono troppo profontuofa,ma il tuo Sangue. ISlon puoi man- care à te lìeffb : efaudifci,efaudifci dunque Verbo, il tuo Sangue. E riuolta al Padre ecerno5di(Iè : 0 Tadre eterno,muouati queWamore,che ti mojfe à moflrar la tua co- municatone, in creare quegli fpiriti ^Angelici ; E non ti muoue queflo , muouati qu eli amor e, che ti moffe à creare il genere vmano-.Muouati ancora,ò Tadre,quell%a- more , che ti moffe à mandare il tuo Verbo à ricreare la creatura con lo fpargimento del prc^iofij Sangue di quello -, egli lo fparfe pure per me ingrata , e feonofeente . Ritorno poi à fare offerte al Verbose ditte : lo offerifeo àte , ò Verbo, quel pro- fondo atto d'vmiltd , che faceti , difeendendo di Cielo in Terra nel ventre di Maria Vergine; e così ancora quella manfuctudine, che dimoftrafti in lafciarti allattare dal- la tua Madre V ergine, mojirando di ciò efser bifognofo^come noi altre pure creature. Dal Verbo ricorfe alla San tittnna Verginea cominciò à fupplicarla in que- lla guifà : 0 Maria, quelle anime non fon difpofle à riceuere il lume, fa tu, deb sì, che le fi difponghìHo,accioche il Verbo lo pofsa infondere in loro. Di nuouo ritornò

Vita della B.Maria Maddalena de'Pazzi. 1 7 r

à fare iftatiza al Verbo5COn dire ; 0 Verbo, io non mi vuò mai partire da te, e non t'offerirò l'altre creature, fc non mi fai grafia d'illuminare i tuoi Chrifii . Tunifci , ò Verbose colpe lorofopra di me: e bene la mia dolcezza non bafla à purgare la loro ignoranza? fammi tante volte morire, e riuiuere, ch'io foddisfaccia alla giuflitia tua . O Spofo mio,io vorrei ancora qualcuna di quefle anime illuminate ; moflrami,tipre- go,quel ch'io debbo far e, per ottenere quefio mio defiderio,che ciò,chyegli fi fia,lo farò voiontìcri . E quafi che aueflè inteiò,che molto gli piacciono l'offerte dell'o- pere, che egli fèce in quefta terra tra mortali,proruppe in quefte offerte : io tofferifeo tutto il Sangue, chefpargefli nella tua Cireoncifione , neltorare,chefacefli nell'Orto con tanta agonia, e quello chefpargefli alla Colonna ,& in tutta la tua Taf- fione, tutte l'opere, che face/li ne trentatre anni, che (ìejfi con noi, e tutto quello, che facefli,e patifli in tutta la tua Vita ,Taflìone , e Morte . Aggiunfe poi quell'altre offerte : Io tofferifeo àte, ò Verbo , quell'amore dolciffimo,e tenero, che portafli alla tua Santiffima Madre-, e V offerifeo ancora quello,che ella portò à tè,c tutti i meriti,e priuilegi di quella. Riuolta poi al Padre^.fece queft'altre offertelo offerifeo à te Tadre, tutto il Sangue de Mar tiri, invnione di quello, che (par il tuo Verbo ,t' offe- rifeo ancora, tutte le parole , & opere de Santi jlpofloli , in vnione del Sangue del Verbo : offerifeo ancora tutta lafapien^a , diligenza, le parole, e le fatiche tutte de i Santi Dottori in vnione del Sangue del Verbo m Io t offerifeo le vigilie, la penitenza, e la fortezza contro le tentazioni degli Eremitiyin vnione del Sangue del Verbo : Io t" offerifeo li defideri,le lacrime, le orazioni^ diuozioni de' Santi Confefsori, in vnio- ne del Sangue del Verbo. Io f offerifeo la purità, la bellezza, & vnione delle Ver* gi ni, in vnione del Sangue del Verbo ; & iufomma t offerifeo tutti i meriti , e t ope- razioni giufle, e Sante di tutte le creature, Ivmiltà, [ubbidienza, la carità, la miferi- cordia,e la virtù di tutti gli Eletti , in vnione del Sangue del Verbo . Dopò quefte offerte , le moftrò il Signore alcuna di quefte anime , illuminata a5 fuoi pre- ghi i onde piena di letizia,diffè: Oh tanto chiamai, tanto offerfi, che veggo illumi- nare qualche anima de' tuoi Chrifli . 0 Verbo, quanto è potente qu-eflo tuo Sangue ì E chi mai ti potrebbe ringraziare ? Io tofferifeo l'iflejìo tuo Sangue, ringrazi sàfief- fo il mede fimo Sangue \godifi,e fi glorij iufeflefso.Ma non mifazjerò mai,fìno a che non mi veggo tutta confumata in defideriodi condurre à te, Verbo, l anime fmarrite * Defiderium animarum tuarum eomedit me v

Dopò quefto le moftrò Iddio lo flato di tutto ilreftante dell'anime fedeli di Santa Chiefa ; e difponendofi ad offerire anco quefte,di(fe: offeram Verbo meo animas omnium ere dentium, qua requiefeuntin tabernaculofponfitì eius Eccle- fi& . E dopò d?auere deplorato la maliziala fupert>ia, l'ingratitudine^l'amor proprio,e l'ignoranza di molte di qjuefte anime , offerte per quelli il Sangue, che Gieeù fparfe alla Colonnare ditte :-Ter quefli,sì come fono quafi infiniti, of- ferifeo l infinite gocciole del Sangue, chefpargefli in tanta abbondanza , quando fufli battuto alla Colonna , e come lo Jpargefli da tutti i tuoi membriycosì io te l offerif- eo per tutti i membri di Santa Chiefa,deUa quale tufei il capo . Ma,ò Verbo amore io vorrei , che di tutti gli flati de credenti , qualche anima fuffe da te illuminata \ e dopò dauere rinouato quefte offerte con calde preghiere » moftrò che anco di quefte ne fallerò da Dìo illuminate . Nel

ijz Vita cfelFa BvMaria Maddalena de Pazzi.

Nel quarto luogo le fi rapprefentò lo (lato di tutti grinfedeli,per i quali ofc ferte il Sangue , che Giesù fparfe nell'Incoronazione di fpine; e dopò auer fupplicato. iddio per mezo di quefto Sangue con afTettuore preghiere , vidde d'efierecfaudita, e che molte di quell'anime veniuano alla Fede Chriftiana 5 onde piena di giubilo, riuolta à Dio , le dille : E tanto grande la tua bontà,ò Dio mio , che non manchi d adempire i defìderi delle tue creature , non riguardando alla pìcciole^ay& indegnità loro: & altre parole di ringraziamento . Offerte dopò per la conuerfione de gl'Eretici con grand'affètto il Sangue , che Giesù, fparfe neli'effere fpogliato iìrì Calciano, dolendoli grandemente dell'ingiurie, che quefti fanno al Sangue di Giesù>& alla Santa Chielà ; & anco d'alcuni di quelli moftrò di impetrare la conuerfione ,e con parole di letiziale di gratitudine rin- grazi Iddio, OrTerle per vlrimo il Sangue di Giesù, & il latte della Santifllma Vergine pei l'anime àc\ Purgatorio tanto affèttuolamente , che meritò di ve- derne liberare molte da quelle pene. Etinciafcuna delle foprafcritte offerte ebbe affettuofiflìmipenfieri, e proferì diuotiffimi concetti,e fopra il Sangue di desìi, e (òpra la falute dell'anime, quali per breuità, fi fono tralafciati , e fono notati nel libro de' Tuoi eftafi . Ma fu tale, e tanto il zelo , e l'ardore con che fe- ce ciafcuna di queffe offerte à Dio, che pareua, che fi ftruggefle, e confumaf- fe : e con tanta efficacia chiedeua à Dio la falute di quell'anime, che vedendo- fi i demoni rapire da quefte fue orazioni molt anime dalle mani, non potendo- foffìirlo , la trauagliorno in quefto eftafi grandiflìmamente con molte tenta- zioni , e vide terribili , e fpauentote >. come in quello Ci legge ; e con quefto efempio accete anco nelle forellcche fumo pretenti à. quefto ratto,gran defi- derio della.iaJute dell'anime..

Le viene mofirato da Dio il cattìuo fiato alcuni Sacerdoti particolarie le fono da pia

perfone raccomandati altri peccatori, la conuorftone de' quali con le fue

orazioni ?■■ , e penitente ella ottiene .. Cap. C 1 1.

SE bene il noftro Dio per fua bontà gufta fommamente di far mitericordia a peccatori, defidera però, che quefta li fia chiefta,e dimandata ; e perciò vo- lendo egli far mitericordia ad alcuni Sacerdoti , che non caminauano confor- me al loro flato gli fece vedere in ratto à quefta fua diletta , tutti immerfi ne' peccati . Per la qualvifta accendendofi ella grandemente à zelo della loro fa- llire,ne fece grande inftanza à Sua Diuina Maeftà ;& vna volta in particolare, rapita in eftafì/ù fentita parlare al Signore per loro, con quefte ragioni : Tu vedi,ò Signore, il bifogno,checè queH anime , poiché quelle, che fono la luce del Mondo, fianno nelle tenebre, quanto più ciflaranno £ altre creature ? Efc coloro,che fono tifale della terra, fono in fipidi , e feiocchì, come potranno, ò Giesu mio , condire gli altri? E come potranno in figliare ilfcntiero per condurci à te,fe per la ria contra- ria àte quegli fìeffi caminanoìE purché quefti tali vfeiflcio de,peccati5s'offeriua à Dio di patire tutte le pene^chc quelli mcrit;uiano,e diceria:/" fondi, in fondilo

Giesù nno,in fondi il tuo Sangue fopra di loro; pe::he io auejfi a patire tutte le pene del Vurgatorio, purché quelle fi fduaff ero, me ut coh:enterei0'Punifci^iprego,fopra:

di me

Vita della B.Maria Maddalena de' Pazzi. 17 j

di me, dammi pena interiore, & efìeriore, come ti piace, perche non poffo comporta-» re , ebefia tanta ignorane doue è tanta abbondane . E vedendoli prilla di non poter patire peri anime quello 5 chedeiìderaua jfoggiungeua: umifera, & infelice me; perche non puffo condurre fopra di me ogni penai Vutnfci,ò V erbo,fopra di me tanta ingratitudine , tanta cecità , & ignoranza . Intornino dunque a te come fmarrite pecorelle , poiché tutte £ anime felici, e beate affettano la fua venuta .

Doppo quefte parole, diede fegno di vedere quefte anime ritornate à Dio. Similmente auendogli Dio vn 'altra volta fatto vedere vn'altro in cattiuo flau- to, fi dette à pregar per quello con tanto femore, che meritò divederlo conuertìto . Onde tutta allegra3fendo pure in eftafi , proruppe in quefte pa- role : Mia fine , ò Verbo, hanno ottenuto le mie preci il loro fine , Altra volta et fendo in eftafi,e pregando caldamente per vn peccatore,fù vdita proprom- pere in quelli affettuoi! preghi. 0 Giesu mio conuertilo,conuertilo.O Verbo,il tuo Sangue efclama pure.O amore efaudifci il tuo Sangue, r adoppia $ì,che non importerà* (Intendeua che Dio radoppiaffe la pena di quello,per chi ella pregaua,fòpra di lei ) {{adoppia purché fi leni tanta ignorati1^ : infondi il tuo lume, manda vna fcintilla , urna filila del tuo Sangue , quale pur atto a penetrare mille cuori, non che vno . O quanto rolentieri , Verbo , patirei ogni forte di martirio , purché lovedefjì conuertito , ma non mi farebbe martirio , maTaradifo , 0 Verbo, deh infóndi fo- pra di lui queflo Sangue : deh difpofition tale nel cuor di lui , che egli fi renda atto- a riceuerlo. Efaudifci i preghi della tua cincillà-, E molti altri affettuofi preghi ne porfecome in detto ratto è notato. Quando l'era raccomandato qualche pec- catore particolare dalle Monache , ò da altre perfone fi pigliaua così à cuore^ la conuerfione di quello , che duraua i mefi interi à far penitenze , & orazioni per loro: & auendo ciò fatto vna volta per due peccatori , raccomandati dal Padre Confeflbre; il medefimo Padre indi à non morto tempo difle, che l'ora- zioni di Suor Maria Maddalena erano fiate efaudite , e che quei tali erano tor- nati à penitenza ; & il medefimo sinteie d altri, che le furono raccomandati -

le grandi penitente afflittine, e maceratine del fuo corpo, che faceuaper amor di Dio , e per la fallite dell' .Anime. Cap. CHI.

PErchè le macerazioni della carne, chiamate comunemente penitenze cor- porali, fono l'ordinario ftru mento per purgare i peccati, cioè le pene à quelli douute, col caligarle nella propria carne, ò per raffrenar gl'impeti della sfrenata concupifeenza carnale: però fi fogliono nelle vite de' Santi inferire doppó la conuerfioncò nel trattato della caftità di quelli. Ma poiché nella vi- ta di quefta Beata non ci furono mai colpe mortali, altre colpe graui, per le quali le fuffe neceflario caftigarfi così feuerameme : e dall'età di 2 1 . anno nel quale per fingolar priuilegio, e tauore, concedutole dalla BeatiiTìma Vergine, fopra narrato, non fu mai più per tutto il tempo di fua vita mokftata da impu- ri fentimenti , ò imaginazioni , pare che con molta ragione fi poffa attribuire le penitenze, che ella fece, à queflo zelo; edefiderio, che ell'ebbe della conuerfione dell'anime , e che ella nel proprio corpo caftigalTe non i peccati

prò-

1 74 Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi.

propri) , ma le colpe altrui > per placare col facrifizio della Tua pura carne Io* fctegnato Signore contro de' peccatori; quefto tanto più pare ragioneuole , quanto che già fono narrate nel principio della (ha vita quelle penitenze, che ella fece negli anni , che dallimpure tentazioni fìi moleftara : tra le quali fu il gettarli nuda tra le fpine,& altre, che ora farebbe fuperfluo replicare. E quan- doaltre ragioni non ci fallerò , dai fentireii zelo , e deiìderio, che aueua di pa- tire per la fallite. dell'anime , ne' precedenti capitoli deferitto , chiaramente fi può congei turare, che quefto fufleil principal fine delle lue afpre penitenze. Facendoci dunque a narrarle dall'anno 1 587. nel quale fu ricoperta dalla Bea- ta Vergine del candido velo , che da gli immondi (limoli della carne la liberò ; elTèndo fi dall'anno 1585. lino allora cibata folòdi pane , e d'àcqira, eccettoi giorni di Dominica, ne' quali pigliaua cibi quadragefimali, feguitò fino altari- no 159,0. ii medefimo Itile . Finito il detto anno, vltimodifuaprouazioncpec dkiino volere, làfciò il cibarfi le Domeniche de' cibi quadragefimali, e Ci ciba- ua de'comuniairaltre, & il Giouedìbeucua vn divino: ma gl'altri giorni feguitò di cibarfi folo di pane, e d acqua : & auendo cosi durato fino all'anno 1 5 22. vedendo i Superiori,che per così rigida vira ella più vn giorno,che l'altro Ice man a di forze >e temendo perciò di non perderla di vita,refqrtotno à pregai: Dio, che le concedente grazia di poterfi cibare conforme all'altre : fopra di che fatto da lei orazione , fùdaSuaDiuina.Màeftà.efaudita; e.firàiTegnònell'vb- bidienza , e volontà de Superiori, cominciandofi à cibare de' cibi comuni alle altre : e comeera Irata ammirabile nella Angolarità della vita , che per Diui- na volontà aueua fino allora tenuta; così fu efemplare nel cibarfi comune* mente con l'altre. Imperoche fu fempre parchifiìma,e modeftiflìma nel pren- dere le fue neceilìtà > e ricufare le viuandepiù:delicare,- es'appigliaua fempre alle più vili , e grolle > moftrando di guftare più di quelle, che dell'altre, e così feguitò fino alla morre . Dal medefimo anno 1587. fino al 1 $ 90. per ordine , come fopra1, datoleda noftro Signore, andò fempre fcalza, con le piante nu- de per rerra: fiche perla delicatezza delle fue carni , eperefercirarfi in quei tempi per fua mortificazione negli efercizi della cucina , andando perciò per l'orto super le'neni, e peri giacci, patiuagrandiiììmi freddi, tali.che faceuano creparle 1 piedi, e.da quei verfare il (angue 5 e le inliuidiuano le carni , elari- duceuano à tale , che per il tremito non poteua talora efprimer parola : e non contenta di quefto,vna volta frette tutto vn giorno così fcalza à fare-orazione in su la neue . Doppo i detti tre anni , cioè dell'anno 1 5 90. fino all'vltima (uà infermirà , fi rimefle le fcarpé -, e le pianelle per vbbidienza,ma non mai le cal- ze r e ramo ne' detti tre anni auanti al 1 590. quanto iYi poi fino à detta infermi- tà , non portò mai anco d'inuerno , a 1 rio che vite tdrtaca , e quella confuma- ta , e debole , fiche fempre nell'inuemo patina grandifiimi freddi . Dal detto anno 1 587. fino all'vltima infermiti, dormì fempre. (opra vn (Eccone di pa- gliare ve(tita>e fpefiffime volte fopra la nuda rena.. Il fuoripofo era per ordi- nario pochiiFimo; e quando ne prendeua affai , non palTaua le cinque ore , e molte volte anco non ne prendeua punto , ma confumatia tutta la notte hv orazione , òin ofìfequij di carità fpintuale, e corporale verfo le Sorelle fecon- do foccafiom, òin. rauche per la Religione : Ne quali esercizi talora, coiir-

ItrdfUk

Vita dellaB.Maria Maddalena de' Parai. 175

ftretta dalla necefiìtà . fi poneua à federe > e pigliaua mez'oradi ripofo conia tefta appoggiata à qualche cofa , e quelli erano i fuoi ripofi : e tanto poco fti- maua il lùo corpo > che propriamente ne faceua il conto, che della terra , che calpeftaua , e 1 affaticaua come vn'afino , lenza alcun ri (piarmo ,finoi che le forze le poteuano reggere . Oltre alla tonacella di lana > che fempre fino atf vinaio di Tua vita ella portò , conforme^airiftitutodel Muniltero -> portaua lò- pra le nude carni , quando vna cintaci ferro , quando il cilizio , e quando vna cinta di chiodi , che da se della s'era fabbricata. Si difciplinaua frequentifilma- mente con varie difcipline , ma fpecialmente con vna di catene di ferro molto grolla di pefo circa ne libbreje paflaua Tore intere in difcipjinarfi: fiche più vol- te Mentita da qualche Monaca, temendo, che non fi sfragellalTe con tanto bat- terfi, quelle che fi abbatteuanoà fentirla»andauano à chiamare la Madre Prio- ra , ò Maeftra , che veniffe à farla reftare 5 e la Madre Suor Vangelifta del Gio- condo > che più volte à tal fine fu chiamata ranella > che vna volta elTendofi fermata à contare le battiture , cheella fi daua con detta difeipiina di ferro , ne contò più di cinquecento , lènza quelle che sera date prima > che giugneffe à quella (lanza,doue ella fi difciplinaua ,* e la nouò fpeflb in quelle lue battiture fanguinofa , e liuida.e i'pauimento doue fi difciplinaua fu trouato più volte af- periodi fangue:auzi in quel tempo,che era Maeftra di Nouizie,perche le No- uizienon vedefseroil fangue, copriua il pauimento dell'oratorio con vna tela. Si faceua anco talora dare la dilciplina fu le fpalle da altre , quando da qualche Nouizia fua compagna, e quando da qualche Conuerfa: e quello lo face- ua , si per fua maggior mortificazione , (limandoli degna , e meriteuole def- fer percolla da altre, stanco perche non le pareua dipercuoterli con quella forza , che arebbe voluto patire , temendo che l'amor di se (leiTa non la facef- fe debole al batterfi : e mentre , che da altre era battuta, fpeflb replicaua ^Bat- tete forte . Non contenta di quelli crudeli parimenti,trouò ancora delfinuen - zioni per maggiormente tormentare la fua carne: trale quali fumo fpecial- mente veduti quelli > che accendendo vna<^ndela , verfaua fopra le fu e nude braccia > ò gambe , le cera ftrutta,che dalla fiaccola cadeua ; e più volte fumo trouate le fue tonacelle per talcaufa macchiate , e di fangue , e di cera, perche con quello pilottarfi veniua a Icorticarfi le membra ; e quello in modo > che taluolta per più giorni andauazoppicatulo. Altre volte fiilringeua le carnicon le tenaglie di ferro, Cm che n'vfciua il (angue . Fu più volte lènti tape rcuoter- fi duramente il petto con vn faflb, mentre llaua in orazioni . Altre volte fu vi- lla a bella polla llropiccarfi le carni con l'ortica , per patire quel brugiore, che cagiona quell'erba ,* e nel tempo che andò calzata,cioècon le fcarpe, e pianel- le, acciò non reftalTero i piedi lènza il fuo martirio, e patimento,fpezzaua del- le coccole lecche di cipreflò , e le le poneua nelle fcarpe , e fopra quelle con le piante nude andaua facendo i Tuoi efeicizij con gran patire . Così trattaua il i'uo delicato , & innocente corpo quella Verginella per placar l'ira di Dio , e foddifsfare alla Diuina giullizia , e per impetrare perdono de* peccati altrui, da lei (limati fuoi, e per ottenere la conuerfione de' peccatori, la liberazione àd( anime del Purgatorio* *& altre fimili grazie dalla DMàcQÀ in vtiiità de proffi- i&i fuoi .

Del

i y6 Vita della B.Maria Maddalena de Pazzi»

Beicelo y che aueua della falut e delt anime , particolarmente verfo le Monache del fuo Muniftero , e verfo le J^ouÌT^ie , e Ciouani 3 mentre fu lor$ Maeflra .

Cap. CIV.

TRouandofi quefta Verginella, e dal Ceffo , e dalla profeffione impedita di poter andare per il Mondo à conuertire anime à Dio, conforme all'acce- ca carità del fuo cuore ; oltre alle penitenze continue, e feuere, che per quelle faceua , riuolgeua tutta l'opera fua , e la fatica verfo le fue Madri , e Sorelle : e come fopra di lei fi pofafTe tutto il gouerno, e cura di queli anime , à tutte fe- condo i bifogni,procuraua di giouare, ora con l'orazione, ora con il configlio, quando con gli auuifi,e documenti , e quando con le riprenfioni , e correzio- ni 5 mafemprefpecialmenteconfcfempio. Ofteruaua ella così efattamente quei bifogni fpintuali di ciafeuna forella, a' quali credeua di poter porgere aiu- to , che fapeua beniffimo i bifogni di ciafeuna , come à tutte fuffe (lata Pa- dre fpirituale , & aueuano in ciò vna grazia, e talento tanto (ingoiare, che non v'era alcuna ignorante , che volendo riceuere il fuo aiuto , non reilaflc illumi- nata ; neffuna afflitta , che non reftaffe confolata 5 neiTuna tentata, che col fuo aiuto non s'auualoraffe, neffuna viziofa, ch'ella non corregeffe, & emendaffe; e neffuna defiderofa del bene ch'ella non la promoueffe : fiche di quelle , che videro à fuo tempo in detto Muniftero , non vi fu alcuna , che da lei non rice- ueffe qualche aiuto particolare, fenza i generali , e comuni dati al Muniftero f tutte in vniuerfale . Per quefto zelo non rifparmiaua fatica, òdifagio al- cuno: anzi quando era in fimili occupazioni ( il che fuccedeua frequentiìfima- mente,) fi feordaua il cibo, il ripofo, & ogni fuo commodo corporale : e ftaua non folo Tore, ma i giorni, e le notti intere intorno à qualche bifognofa d'aiu- to fpirituale , ò per confolarla, s'era afflitta ; ò per aiutarla , s'era tentata * ò per illuminarla , fi rendeua incapaccò era ignorante; ò per addolcirla,& vmi- Jiarla.fe era in qualche durezza di giudicio, ò di volontà ; Teneua in tanto pre- gio l'aiutar l'anime, che per cagion di queft'opere ftimaua degno lafciare l'ora- zione , & ogni gufto fpirituale : e più conto faceua di dare aiuto ad vn'anima > che di tutti gli eftafi , & eccedi di mente , ch'ella aue (Te potuto auere; e ren- dendo di ciò la ragionediceua : In quelli io fonoaiutata da Dio: ma fouucnen- do il profilino, io aiuto à Dio . Per auere piti comodità d'infegriare > & illumi- nar l'anime , conuerfaua più volentieri con le più femplici, come fono le No- nizie minori,e le Conuerfe . E quando da' fuoi parenti era mandata à vifitare , per mezo di ferue, e feruitori, ò contadine,ò che per altra occafione della Re- ligione le fi porgeua comodità d'auere à parlare à fimi! forte di perfone.ò fan- ciulli, fempre daua loro qualche falutifero ricordo , & ammaeftramento .

Conobbero le Madri del Muniftero , fino da principio quefto ftraordinario talento , e deliberorno porgerle occafione d'impiegarlo , fperando , che do- ueffe fuccedere con molto frutto della Religione . Onde appena ell'ebbe fini- to il tempo, che conforme all'iftitutodel Muniftero, doppo il Nouiziato fi ftà nel Giouanato fotto vnaltra Maeftra : che in vece di coftituirla fotto la Mae- lira delle (òpragiouane , come s'vfa per l'altre , fu fatta Pedagoga , cioè com- pagna

Vita dellaB, Maria Maddalena de' Pazzi . i jj

paglia della Maeftra delle Nouizie , che appunto era nell'età di ventitre anni. Fu da lei accettato quefto vfrìzio per vbbidienza con molta vmiltà,e con gran timore, parendole àeffer' inabile à cu ftodire le nouelle piante della Religio- ne , maflìme per non poterui attendere con quella diligenza , che defideraua * per effere ancora nella prouazione de i cinque anni ; per la quale effendo oc- cupata continuamente in attroci battaglie co' demoni , l'era neceffario ftat Tempre vigilando (opra di le , come (òpra se detto . Con tutto ciò non redo di fare compitiffimamente , e con molta vtilità delle Nouizie , l'obligo Tuo. Di modo che per il buon faggio , & edificazione>che dette al Muniftero ne i tre anni, che efercitò quefto carico; peruenuta all'età di trentatre anni, fu eletta iMaeftra delle Giouani , che efeano di Nouiziato , & infieme Forefteraia , cioè cuftode delle Giouani, che entrano indetto Muniftero àproua , ad effetto di monacaruifi.Edopodiaueramminiftratocon(òmma lode l'vno,e l'altro vffi- zio per tre anni,fù immediatamète eletta Maeftra di Nouizicnel quale vffizio doppo tre anni , fu confermata di comun confenfo dei Capitolo per altri tré anni . L\amore,e carità,che ella hebbe verfo di quelle anime à lei £ornme(Te , il zelo della loro falutc, e perfezione, i modi marauigliofi come ella fiftruì, & efercitò nella via di Dio,fono difficili à narrarli, per effer cofe, che difficilmen- te fi poffono dare ad intendere à chi non l'ha vifte; el'ifteffe Madri , che l'han- no teftificate di vifta>doppo auer detto molte cofe , non è parfo loro auer det- to nulla in paragone di quello,che hanno veduto; tuttauia fi deformeranno fe- condo la loro teftimonianza ne feguenti Capitoli.

Con quanto amore , e carità fi portale con le T^oui^ie, e Giouani à lei commefse* per affezionarle alla Bgligione \ e quello ebefaceua ne* tempi], che alcuna fanciulla fi aueua da vefiir Monaca , ò pro- fetare* cap. c r.

L'Amore ch'ella portauaà quelle, che tanto nel Nouiziato, quanto nel Giouanato,lefuronodateincuftodia,fùtaIc,etantOi che lefte(sehan- *io atteftato, che fuperaua l'amore d'ogni madre ; e che più fi trouorno amate ancora, quanto alle carità corporali da quella Beata ,che dall'iftefse madri,che l'aueuano generate : e ciò non è difficile à crederfi,mentre> che l'amore delle madri carnali, è mero amore vmano, e naturale,e quefto della Beata,virtuofo, e diuino ; onde ella ftefsa difse loro più volte , che l'amaua con vifeere damo- re più che di madre . Vigilaua (opra ciafeuna di loro con gran diligenza , & of- feruaua i bifogni , che aueuano , ò poteuano auere , e con gran'earirà gliene faceua prouedere dalla Superiora; e s alcuna era timida à chiedere, ò dire i fuoi bifogni , le daua animo, e più dell'altre l'ofseruaua,e la faceua anco dalle com- pagne ofseruare , acciò non le mancafse cofa alcuna : racconciaua, e puliua i loro panni, e faceua ognaltro ofsequio di carità, fecondo 1 bifogni di quella età. Alleggeriua loro le fatiche, e procurarla , che e fiero allegre , e chefen- za alcun difturbo pigliaffero quelle modelle *icreazioni,che la Religione con- cedeua loro . Se alcuna s'ammalaua , non fi può dire con quanta carità , e con guanto amore elk k ftefle dintorno àferuirla, à porgerle i cibi, e farle tutti

M gli

178 Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi.

gli oflequij poffibili ; medefimamente alcuna era afflitta , ò tentata , come bene fucceffe nel tempo del Noniziato , li voleua ogni parlare à folo à folo, e con grande amore le (lana dintorno confortandola , e trattando feco con piaceuolezza, e carità, ne la tediaua in tale vffizio lo (lare il giorno , e la notte. Non vedeua alcuna afflizione , òfpirituale, ò corporale, chefnffe in quelle figliuole, ch'ella non la feutiffe in se come propria, & auerebbe voluto poter- gliene in tntto , e per tutto leuare , e pigliarla (òpra di se : e quefto oltre ai di- molìrarlo con l'effetto , lo diffe anco vna volta ad vna di loro, che da graui do- lori era afflitta con quelle parole : O s'io poterti leuarui cotefti dolori, quanto volentieri lo farei ? Se talora , ancor nel cuore delia notte ripofandofi Jaffa, e fianca dalie fatiche fopra il fuo faccone,nè fentiua alcuna lamentarfì , ò fofpi- rarcfubito fi leuaua in piedi,e correua al letto di quella talcper vedere aue- ua bifogno alcuno ; & alTifteffe difcepole diceua , che non la rifparmiaffero in conto alcuno , che ad ogn ora che aueuano bifogno di lei , ancorché fuffe di mezza notteandaflero a deftarla,che prontamente 1 auerebbe fouuenute,*e co- sì in effetto faceua con tutte lenza alcuna parzialità. E ftandotaluoka intor- no ad alcuna in tempo di notte , era pregata dairifletTa,che andaffe à npofarfi > replicaua : figliuola , feauete bifogno ftarò in piedi fino à dimattina , e con- fido in Dio, che nonmifaràmalnefsuno. Rendendo vna volta la ragione di quefto fuifecrato amore , col quale ella le amaua più che le madri dille le ra- gione addotta vna volta da S Paoìo in fimile occasione; cioè, perche diceua effa : Le voftre madri vi partorirono vna fola volta al Mondo,& io mille , e mille à Dio,con pena; perche quanto fento effer'in voi di diigufto, e d afflizio- ne , più lo fento io,che voi medefime : & altre volte fi dichiarò > che fentiua quello particolar amore, perche quell'anime 1 erano date dalla Religione à cura, e conofceua eh efercitandofi per loro,era certa di fare la volontà di Dio . Oltre che le pareua neceffario , £he doueffero elfer trattate con quefto , e fc pollìbil fu (se. con maggiore amore , per bene dell anime loro, e della Religio- ne.acciòfi affeziona fsero a cuella. Onde diceua.: Vengono quelle figliuole dal Mondo, lafciano padre, e madre, e tutte le cominodità del fecolo : però è necefsario,che le trouino nella Religione chi con amore l'induca ad abbrac- ciare volentieri le fatiche di quella, & à loro diceua : Figliuole voi auete laica- to vna madrce neauete trouate molte : auete lalciato poche forelle,e ne aue- te trouate vn gran numero,che vi ameranno d'altra manieracene i parenti,per- che farà in carità, & in Dio,che (ùpera di gran lunga l'amore naturale, e carna- le,^ acciò fi feordaffero dei Mondo. del padrce della madreprocuraua di far- fele affezionare con le (udette cai irà, & amoi euolezze , coodefcendendoli , e comparendoli affli , (penalmente ne' principi) del Noniziato.

In oltre conofeendo ella, come illuminata ReJigiofa.che dalle buone quali- tà ,e perfezioni delle Keligiolcne nalce il bene,e la perfezione della fteffa Re- lÌ2ionc;pero quàdo entrala in Munifteroà prona alcuna fanciulla, liana mol- to attenta , e vigilante pei' conofeere le lue qualità ,inclinazione,e condizione» per vedere era à propolìto perla (ìia Religione : e fpecialmente offeruaua s'erano docili d'intelletto, epicrheuoli di volontà, eie aueuano vera vo- glia de ber ReSgioie \ e con prudenza , & accortezza le prouaua in vari modi.

Ne

Vita delia d. Maria Maddalena de razzi. 179

Ne per defiderio d auerlc , nafcondeua loro i rigori dell'oiTeruanza 5 ma gli fa- ceua noto , e manifefto tutti gl'ordini del Munfftero >egli proponeua tutte le difficuJtà, e fatiche delia Religione; e procuraua dargli il lume dello flato Re- Jigiofo, acciò aprifsero gli occhi à vedere quello,che eleggenano . E le troua- ua in efse qualche diftìcultà , diceua loro liberamente , e lenza alcun rifpetto vmano:fe non vi piace quefto modo di viuere,potete eleggere vn'altro luogo* perche qui vogliamo tirare innanzi in quefta manierarne vedete . E li lug- getti non le pareuano à propofito per la Religione, lo diceua liberamente alle Supcriore. Quando alcuna di quefteaueua à prendere l'abito della Religione! ò vero alcuna Noifizia aneua à far profeilione , per più giorni innanzi à tal vc- itimento,ò profefiìoncfaceua per quelle molte orazioni, penitenze, e comu- nioni, e la raccomandaua all'orazioni dell'altre; e la notte precedente al vefti- mento;non pigliaua punto di ripofo ma tutta la confumana vegliando in ora- zioneper la nouella Spofa di Giesù ; per impetrarle lume da Sua Diuina Mae- ftà da conofeer la dignità dello flato , al quale era chiamata, e grazia di corrif- pondere con la vita à tal vocazione . Doppo che erano veftite, procuraua con ogni diligenza di farle affezionare alla Religione, & à gli ordini del Muniftero 5 e però cercaua d'imprimergli nel cuore i\ benefizio , che Dio aueua fatto loro di chiamarle alla Religione, e l'efortaua ad e (Terne grate.non iòlo à Sua Diuina Maeftà^ma alle Monache ancorai diceua; Figliuole fiate grate principalmen- te à Dio,e poià tutte quefte Madri, e SorelIe,che vi hanno accettato : perche auete riceuuto per mezzo loro il più pregiato dono , che , doppo il Battefimo , Dio conferifea a'fuoi Eletti in quefta vita,qual e lingreflò nella Religionerfia- te obligate per gratitudine ad amarce feruir' tuttecon riputami indegne della loro compagnia :c così f auezzaua nelttftclTo tempo mierenti alle Madri> co- la oggi tanto neceflaria ne' Munjfteri .

Come ella iflrnifse le ^pui^ie y e gioitane alci commefse nella via di Dia, e

jpecialmente nella dilezione dell' vna con l'altra -, nell'orazione , e nel

recitare diuqt amente gli Vffici in Coro .

Cap. C V I.

SOpra gli altri beni, che procuraua la Beata MariaTviaddalena d'inferire nelle nouelle piante della Religione, era principalmente la dilezzione,e riueren- za 1 vna con l'altra . Onde vokua,che tutte samafiero tra di loioxome fof- Jero nare àvn medefimo padre , e madre ; e che non fu (Te tra di loro differen- za nefluna : e per ingenerare tra loro quefto amore , e riuerenza , diceua , che ciafcuna confideraiTe le lue compagne ,come figliuole dd. Padre Eterno, co- me Spole di Giesù Crinito , come tempio de Ho Spirito Santo , e come fòrelle de gli Angeli ;e quando erano infreme, ftimairero d'efTere in vn Coro d'Ange- li quali vengono ralTembrari nella virginità . padana quafi mai giorno, che non dicelTe loro più volte le parole di S. Giouanni à fuoi difcepoJi ; Figliuole amateti* l'vna l'altra , che quefto è precetto di Giesù : e voleua , che la loro di- lezione fafi'c tale , che ogni volta,ches'incontrauanoper la cafa , giubikflera «aikgrezzaneliosctioye, come furie k prima voka, che fi veddìero, e

M z fila-

i°o vita delia 15. Maria Maddalena de razzi.

fi falutaffero l'vna l'altra i con parole , che eccitaffero all'amor di Dio . Per {ra- dicare ancora da' lor cuori ogni radice d'inuidia fpirituale> ò per impedire, che in loro non entraffe quefto ipirito ,* infegnaua loro , che Tempre defideraffero maggior bene al proilìmo Tuo, che à loro fteflè,e diceua; Se voi figliuole defi- derate per voi vn grado di grazia , chiedetene à Dio dua per le voftre fòrelle : rendendole di ciò la ragione , foggiungeua ; perche auere à (limare quelle più meriteuoli di voi, & atte à far più frutto , e dar più gloria à Dio , che non farc- ite voi, & in quefto modo purificherete l'anime voftre dalla propria ftima, e da ogni interefle , e verrete à difporui maggiormente à riceuere f ifteffe grazie. L'auuezzauaàfarfi delle carità, e durare delle fatiche l'vna perl'altra, acciò con quefto operare s'ingcneraffe tra loro maggior'amore : lefortauaadeffer comunicatine de' lor beni fpirkuali l'vna con 1 altra ; e diceua.che non le piace- uano quelle perlòne,che folo erano buone per ; anzi foleua dire , che chic buono folo per , non è buono per fé, per altri j e per il contrario mol- to le guftauano le perfone comunicatiue del bene,che aueuano: e ne rendeua quefta ragione : Se voi non fate frutto delle grazie di Dio, vi fa con il comuni- carle all'altre ,può effere, che lo faccino effe . Voleuano vn giorno le fue Noui- zie far tra loro vna diuozione : vn'altra fanciulla , che era accettata, defideraua farla con effe , ma non- la vollero accettare . Seppe la Madre quefta colà , e fe- neramente le riprefe , dicendo , che quella loro non era diuozione , ma amor proprio , poiché non s'eftendeua alla carità del proffimo . Voleua , che l'vna l'altra Ci compatiffero ne' loro difetti , e mancamenti , e che la mormoratone 1 e gli fdegni, tutto, e per tutto fuffero sbanditi dal lor commercio ; onde tra gli altri difetti, de' quali ella fu rigorofa corretrice, in particolare fu della mormo- ratione Onde qualcheduna delle fue fuddite incorreua in quefto errorcan- corche leggiermente , non permetteua , che la fera ella entraffe nell'oratorio con l'altre , le prima non aueua fatto la penitenza di tal difetto : e la penitenza era quefta ,• che in prefenza di tutte le Nouizie , ne diceffe fua colpa ; e le la mormoratone era leggieri, imponeua , che faceffe vna croce conia lingua in terra ; e era più graue , la faceua proftrare in terra lupina, e da tutte le Noui- zie la faceua col pi calpeftare la bocca ; ò vero le faceua dare su la bocca tre difciplinate da ciaicuna Nouizia : e per farle venire in ftima di quefto erroredi- ceua,che ella aueffe conosciuto vnaJa quale in vita fua non aueffe mai det- to male del proftìmo , J'aueria ftimata meriteuoled'effer canonizatainvita. Tra rimedi j, che ella daua loro per non incorrere in tale errore,craquefto,che parlaffero pochiffimo od proflìmo , ancorché in bene : perche , diceua lei , Ci comincia in bene.e poi per ordinario fi finiice in male. E pure era neceffario parlarne, non fi diceffe colà inaffenza > che non fi diceffe anco in prefenza. Ne permetteua , che alcuna , che aueffe auuto difparere con l'altra, andafse à riporti J*e non fuise prima riconciliata. Anzi aueua ordinato , che due volte il Ci dimandafsero perdono tutte l'vna à l'altra del marefempiodatofi, e del poco amore, che s'erano portate ; il che eravn mezzo molto vtik per genera- re tra loro ve ra dilezione .

Perfuadeua ancora con molta efficacia alle fue fuddite fefercizio dell'orar zione, inoltrando loro l'importanza ,necefluà ,e frutto di quella : e tra l'altre:

coi.

Vita della 13. Maria Maddalena de l'azzi. 1 8 1

cofe, diceua , chcquefta era vnabreuc ftrada diperuenire alla perfezione ; perche in quella Chrifto inlegna ali anima.e per mezo di quelJaJanima fi fiac- ca dalle cole create , e Ci vnilce à Dio ,• e le fue parole eran quefte : Se defide- rate figliuole di pecuenire inbreue àgran perfezione» prendete per voftro Maeftro il Crocififfo,e tenete attente l'orecchie alle fue parole; perche di con- tinuo vi parla al cuore, e particolarmente > quando auete riceuuto il Santillì- nio Sagramento . Dateui all'orazione, perche il traffico con Dio nell'oratione, fa che la perfona non fi curi daltro,che di Dio ; baftiui folo Dio, e non vi cura- te de' parenti , ò d'altra cofa terrena, perche vi aificuro , che in lui trouarete ogni vero bene , & auerete vn perfetto appagamento de' voftri defideri . Da- ua loro ogni mattinai punti, chevokua, che meditaffero in quel giorno : e quelle , che non fapeuano meditare i per infegnar loro , & affuefarlc , fi met- teua ella à fare la meditazione con loro,dicendo intelligibilmente ciò che me- ditau a , acciò con la mente f^guitaffero le lue parole , e difeorfi ne quali be- ne (petto era rapita in eftafi, & aueua belliffimi fentimenti delle cofe diuine ; e tal volta chiamaua alcuna à ftar foco la notteà fare orazione ; e fpeflb f inter- rogaua delle meditationi , che faceuano,e quello che ne cauauano ; & in mol- ti altri modi facilitaua loro quefto Tanto efercizio . Quandofi approftìmauano le folennità, che fra l'anno celebra Santa Chiefa, otto, ò dieci giorni-aiianti co- minciaua a farle preparare con qualche di uoto efercizio d'orazione di mor- tificazione , e rimili , quali ancor effa infiemecon lorofaceua, per dargli ani- mo , come per infegnarli con l'efempio. v> iff->s \^*

Premeua affai , che aueffero (limolo di recitar bene il Diuino Vffizio,e che fi auezzaffero à (lare in Coro con riuerenza , e diuozione : e per fargliene loro apprendere,diceua,che quefto è vno de' principali oblighi, che abbino le Mo- nache , e che in quefto principalmente fi riconosce , onora, & adora la Diuina Maeftà . E taluolta prima,che andafferoin Coro , le chiamaua , e diceua loro. Figliuole confiderate , che finora auetefattoefercizi vmani, trattando con kxrreature, ora auete à fare efercizij Angelici . trattando con lo fteflb Dio. Altre volte diceua -, Confiderate ,che quefto efercizio è tanto importante,che gli fteflì Beati Spiriti , la purità de' quali è ammirabile , appena con timore , e tremore ardifcono farlo, hor-con quanta maggior riuerenza dobbiamo àffifter noi al Diuino cofpetto, che fiamo creature indigniffime ? Di più infegnaua lo- ro, che auanti di cominciare il Diuino Vffizio , faceffero atti d'vmiltà, efiri- putaffero indegne di lodare Dio con gli Angioli . Et acciò le loro laudi fuffero accette nel Diuino colpetto , inlegnaua. loro , che le offerifferoà Dio in vnio- nc di quelle>che nella celefte Patria gli porgono gli Spiriti Beati : Perche (dice- ua lei ) bene è impoffibile , che le noftre laudi arriuino alla purità di quelle , che danno à Sua Diuina Maeftà quei Beati Spiriti , non è però vietato a noi il defiderare d'arriuare ad vncosì alto modo d'onorare Dio. Inlegnaua anco- ra à quefte figliuole quell'affetto d'amor di Dìo , che nel recitare il Gloria Pa- tri, &c. ella haueua nel penderò di porgere latefta al martirio per la Fe- de di Chrifto, & altre Cauli diuozioni . Offeruaua poi attentiffimamente » come ftauano in Coro diuote, e modelle con gli occhi > compofte di per- fona > e faceuano le inchinazioni, e genufleffioni a' tempi , e ne' modi che

Al 5 dou$ :

i ò z v ita aeua r>. maria ivjaaciaicna ac razzi»

doueuano, e come falmeggiauano, e fi vniuano con i! Coro , ò fàceuano altro difetto , e mancamento ; e le vedeua in ciò mancheuoli , quando con carità T&amoreuolezza,e quando con feuerità,fecondo che bifognauaJe cor- regger . Et vna volta in particolare vedendo vna Nouizia , che non ftaua at- tenta all' Vffizio , auendoJe fatto cenno che ftefle altramente , vedendo , cho nons'emendaua, la chiamò in mezzo il Coro , damando via; e poi le dille come aueua vifto,che il demonio le ftaua d'intorno ballando , e (aitando, per- che ella ftaua diftratta, e non vbbidiua a cenni della Maeftra .

Medefimamenteccrcaua d'imprimere in loro la dima del recitare iDiuini Vffizi nel Coro con l'altre, e che gli preferiflero fempre ad ognaltra orazione, ò dmozione propria. E alcuna le chiedeua licenza di lafciare il Coro per fare orazione mentale, le rifpondeua : figliuola,mi parrebbe ingannami, tal licen- za vi concederti ; perche penfando voi d'onorare maggiormente Dio > e darli maggior gufto in quefta voftra orazione priuata , trouerefte poi dauer merita*? to poco ; perche à comparazione del recitatre in Coro con l'altre Monache i DiuiniVfHzi> ognaltra orazione , e diuozione priuata , ènelcofpetto di Dio poco meriteuole . Così le affezionarla al Coro, & a diuini Vffizij ,* a' quali vo- leua , che fempre fodero prontiffime , e follecitiilime .

Conte infegnaua alle /ite di/cepole ad operar con vua pura , e retta menzione ,

e tenere la mente vnitaà Dio > e ì cuore aperto alla Superiora:

e quanto conto tene , che ojjeruaffero ilfilen%io ne*

tempi y e luoghi douuti . Cap. CPU.

NOn fi trouaua in lei virtù veruna,ch'ella non procurante per quanto pote- ua, di piantarla nell'anime à lei commette : e perche l'intenzione conia quale fi operaie la radice dell'opere; e tale quale è fintenzionctali fono l'ope- re noftre ; però come ella nel fuo operare non aueua altra mira , che di pia- cere , e dar gloria à Dio, cosi infegnaua alle fue difcepole , e per accenderle a, quello , moftraua loro con va ri j difeorfi , e ragionamenti, quanto grata fi ren- dala à Dio quell'anima , che opera con quefta pura intenzione , e come que- fta auualora, e fa meriteuole ogni opera, ancorché picciola; e diceua , che chi facefle tutte l'opere fue con quefta pura intenzione di dar gloria a Dio, doppo la morte anderia in Paradifo fenza toccare il Purgatorio. Per renderle più affe- zionate à queftoefercizio, deteftaua loro come pefte dell'opere, l'operare à calo > e fenza confiderazione , ò per altro fincche di piacere a Dio . Et accio-^ chemettefleroinpratticaqueftoefercizicfpeflòimprouifamenteinterrogaua quando vna , e quando l'altra , con che intenzione aueflero fatto , e facellero l'opere, e gl'efercizi > che aueuano fra mano : e ttouaua alcuna, che non fa- pelfe rifponderle , congetturando di qui che aueua operato à calò , la ripren- dala, e le diceua : Non vedete, che perdete il merito di qucft'opera ? Iddio non fipafced'operefatteàcafo. Queftoftimolo d'auer à faperdire alla Maeftra con che intenzione fàceuano quefta , e quell'opera , le rendeua vigilanti , e le faceua praticare quefto fanto efercizio . ApprelTo infegnaua loroxhe per fare l'opere accette à Dio , le vniffero à quelle, che Giesù fece in terra : e diceua ■>

che

Vita della B. Maria Maddalena de'Pazzi. 1 8 3

che le noftre opere buone da fteffe fono come piombo di niun prezzo ; ma vnite à quelle di Giesù , diuentano come perfettimmooro .

Tra' mezzi , che ella infegnaua loro per lacquifto di quella purità d'inten- zione, come principalilfimo,infinuaua loro il tenere la mente vnita a Dio con iànti penfieri,& affetti : ne le baftaua folo finfègnare quello mezo, ma procu- raua , e teneua il medelìmo modo, che (òpra , per farle e reità re . Ondefpef- fo dimandaua à qualcuna ; A che cola peniate ì Doue Irà adeffo li voftro cuo- re? A qualcun'aìtra diceria : Quante volte oggi vi lète ricordata di Dio ? quale è (lato il primo penfiero, che auete auuto, quando vi fuegliafte ? Quante vol- te ariete ringraziato oggi Dio, che vi ha chiamato alla Religione i Che penfie- ri auete auuto mentre recitauirVrrìziodiuino? che auete cariato dalla lezione di menfa? Se aueuanovdno predica, òfentito eiòrtazione , le interrogauàdi quello che n'aueftero cariato , e così ricercaua anco, che affetti y che propofiti aueuano cauato dalla meditazione . Enei giorni , che quelle communica- uano,dimandaua loro : Che vi ha detto Giesù nel voftro cuore, quando l'atie- te riceuuto 5 quante volte l'ariete ringraziato in quello giorno > che vi e dato nel Santiffimo Sagramento ; Similmente il Giouedì , & il Venerdì, i quali gior- ni erano da lei confumati con particolare affetto di diuozione, fvno per me- moria deirillituzione del Santitlìmo Sagramento, che però lochiamauail giorno dell'amore , l'altro per memoria della PalTìone, da lei chiamato il gior- no dello, fponfalizio. Le dimandaua hauete confiderato quello che ha fatto Giesù per voi in quello giorno : e così fecondo i tempi , fecondo loccafìone le andaua interrogando di quel che paffaua per il loro cuore >& in tal giula non folo le faceua vigilanti e l'efercitaua nelì'operare confukratamente, e tener la mente vnita à Dio, ma ancora I'auuezzaua a tenerle (copreto , & aperto iljloro cuore,& i loro péfieri:cofa da lei lìimata grandemente per lacquifto della per- fezione Religiofa, e per aiììcurare l'anime da gl'inganni- dei demonio; per qùal fine aueua anco ordinato , che ogni andalfero à dirle i loro difetti ; e perche alcuna taluolta le diceua, che era imponibile lo ftar fempre con la mente vnita à Dio, ella rifpondeua : E vero , che è imponìbile penfar fempre attualmente di Dio ; efTendo che quello folamente in patria potrà farfi perfettamente ; ma ftar fempre vniticon Dio,con auer fempre h mira à quello. quello fi può fare: Peroche ci affatichiamo per le creature, si per vtilità dell'anima , come dei corpo >e non ad altro fihe,che per dare ònorce gloria à Dio, e le non falle Dio, non lo farelììmo : non fi può negare 1 che in tal modo non fi ftia fempre vnita à Dio : e le ci affatichiamo io benefizio della Religione, lo facciamo perche la Religione è di Dio, e quanto facciamo, è folo per piacergli, e per onorarlo, e glorificarlo, a quelle che così fanno , non fi può torre , che fieno vnite con Dio.

Stimaua mezo molto proporzionato, e fcala necefsaria per giungere à que- lla vnione di mente con DioTofferuanza dei fi lenzio regolare, poiché quello è ordinato, perche l'anima rientri in lleifa , e f\ raccolga con Dio : e diceua > che vna perfona religiofa ; che non guftadel filenzio , è impoflìbile , che polla gulhre delle cofe di DioJPeraò come ella efattiflìmamente Tolsemaua.così volcua, che dalle lue dilcepole fufse rigorofamenre offeruato : e le alcuna lo

M 4 ron>

1 8 4 Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi.

rompeua,oltre la penitenza,ch' ella le imponeva, lei fteffa ne tempi che fi può parlare, offeruaua il filenzio per la difcepola , che l'aucua rotto, dicendo : Vo- gliose la Religione abbia il fuo douuto.lnfegnaua ancora le confiderazioni, e penfieri,che fi doueuanoauere nd tempo del filenzio ,* tra quali eraqncfto > cioè: Che fi confiderafse l'opere che Giesu operò dalli dodici fino alli trenta anni , che vifse in quefta vita feonofeiuto , che da Santi Vangelifti fono palTa- te con filenzio : e (òggiungeua, che piacciono molto à Dio l'opere fatte in fi- lenzio : cioè,che non apparirono a gl'occhi de gli altri : e che più vtile,e fica- io fare opere grandi, che apparifeanominimeche far opere grandi in apparen- za . Ma però voleua , che fi operaffe con femore , e che ciafcuna cercafse la maggior perfezione , che fuffe possibile : e vedeua alcuna operare fredda- mente^ fenza affetto, la riprendeua, e cercaua di fuegliarla ,^ diceua, che chi nella Religione opera freddamente , è di pefo alla Religione > perche ha bifo* gno d'efser portato dalla Religione;il che è in contrario di quello.che douereb- bono fare , perche le Religione fono quelle>che deuono portare la Religione ; & acciò non sauuezzafsero infingarde > enegligenti, fempreleteneuaoccu* paté >ne permetteua , che fteffero oziofe *

Cerne efercitaxa le fue fitddite- nella fpr opriamone delle co terrene per loffer*

uan^a della pouertà {{eligiofa . E come infegnatta loro a cercar

Dio per la vìa della mortificatone , e non per mc^o

de' gufli fpirituali . Cap» CV II U

ANcorche nel Munifterodi Santa Maria degli Angioli, doue viueua Mad- dalena,fi viueffe in olferuanza d' vna perfetta, e totale comunità Religio- fa , tuttauia conofeendo effa molto bene , quanto facil cofa fia il preuaricare il tanto voto della pouertà, per il difordinato affetto, chel'vmana conditione porta alle cofe terrene , ancorché poche , e piccole fieno ; non mancò di dar lume alle nouelle Religiofe di quefto fanto voto>e della bellezza dell'offeruà- ^a di quello , inoltrandolo come bafe , e fondamento d'ogni perfezione Reli* giofa ; ballandole folo i'infegnar loro , come doueuano viuere (taccate da ogni affetto di proprietà , offeruaua diligentiflìmamente , e teneua buoniffime regole per conofeere à che fi trouauano attaccate ; & vfaua ottimi mezzi per efercitarle in quello fpropriamento . Perciòaueua loro ordinato , che ogni mefefiefaminaffero, aueffero affetto fouerchio à qualche cofa i òfeaue- uano alcuna cofa fuperfìua al lor bifogno, e trouandone,fe ne priuaffero : e di- cena loro,che aueffero più caro viuerfene in necelfità , che auere nulla fuper- fino, perche, tutto ciò che manca al Rehgiofo in quefta vita fdiceua lei,) gli farà relo con grand' vfura nell'altra . E perche quefto affetto nondeue portar- fi , ancoalle cofe neceflarie , le faceua cambiare l'vna con l'altra , fi clic tra loro fi cambiauano ancor le vefti, e gl'abiti che vfauano . Trono vna,che alie- na attacamento ad vn libretto d'efercizi fpirituali, che di fua mano aueua fcfft- ti , e glielo fece gettare in fui fuoco . Ad vn'altra,che teneua affetto ad vna co- ronagliela tolfcc dopò fei mefi gliela reftituì conordine,che ogni (era gliela, ripoitaffe , e durò fin. tanto che altutto fi diftaccò l'affetto , & imparò tenerli

come

Vita della a Maria Maddalena de razzi . 185

come predatale dalla Religione ; che cosHenono tenerfi dalle Religiofe le cofe concetTe à loro vfo, e fpeffo faceua fienili mortificazioni ; & in varij mo- di,e guife cercaua d'accenderle all'amore della pouertà Religiofa,& alla mor- tificazione di loro (tefèe .

Per illuminarle diqueflo, diceua loro, che s'inganna grandemente chi fi mette al feruizio di Dio per auer gufti, e confolazioni ; perche Dio non fi tro- ua ne' giudi , ma nella vera virtù , la quale ha il fuo luogo proprio ne gli affan- ni,ftenti,e trauagli;e che falò s'hannoda (limare quei gnfti,e dolcezzeje qua- li inanimirono al patir volentieri per amore , e gloria di Diae per adempire il fuo diuin volere . E foggiungeua ,che non era degna d'efser chiamata ferua di Dioquell'anima>chein quella feruitù non patifee, e non s'affatica $ perciò el- la non Ci fidaua molto della (labilità di quell anime , che moftrauano di auer acquiftata la loro perfezione nella pace,e nelle dolcezze fpiritualijperche (co- me effa diceua ) non è vera virtù quella > che non è pronata dal fuo contrario, cioè delle tentazioni, e tribulazionie rendendone la ragione diceua , che Dio ricerca dalle creatureche Io vogliono feruire, vna motte retta , fenza la quale non fi fa niente; e che chi entra nel feruizio di Dio,altronon $ , che per mille vie,e modi ad ognora, & ad ogni momento dar morte à (lefsa : E lo dichia- rarla in quefla manierala vita della noftra carne è il diletto , & il piacere della ienfualità Ja morte della carne è il torle ogni diletto, e piacere, e doirarlaxon digiuni, e vigilie,& altre afprezze . La vita del giudizio, e arbitrio proprio è>di* (porre di fe,e delle cofe proprie à fuomodojla morte fu a è,fottomettérlo ogni ora al parere, e voler d'altri per mezzo dell' vbbidienza , così fi morte alfap* petito della propria riputazione^ fuperbia , col fare continuamente atti di ve- ra vmiltà, e di difprezzo di fteffare con occultarti per non efser conofeiuta < E fimil morte deue dare à (lefsa » chi veramente vuol feruire à Dio ; e s'in- ganna , chi penfa poterfi dare quelìa morte col mele , e latte in bocca d'vna dolcezza interna, & efterna, perche non puòefsere, che nonfenta gran dolo- re , chi veramente muore, acciò Dio viua in lei . Onde quando vedeua alcuna Nouizia fempre quieta, e tranquilla, fenza alcuna difficultà, e trauaglio, ne temeuaafsake diceua; Temo che non habbiate pofto il voftro fine nellac- eomodarerefterno, e non attendere all'interno . E foggiungeua : Dokteui diauercindamo fpefo quel giorno , che non hauete mortificato voi mede- lima .

Come efercitaua lefue TtyniQe, e Giouani netto sbaff amento- della propria

riputazione , e ftima , nel renderle vmili.

Cap. C IX.

ESfendo che F vmiltà è il fondamento d'ogni perfezione fpirituale,fece grart conto la Beata Madre, di piantarla ne' cuori delle figliuole,che veniuano à feruire Dio nel fuo Muniftero , piùprofondamente , che poteua , accioche lòpra di quella potefsero ergere più alto edifizio di virtù Religiofa per tut- to il corfo di lor vita : e per fare quello fondamenta, fi dette con ogni dili- genza ad atterrare 7 e fcacciaxeda' loro cuori la fuperbia, e propria (lima,che

feco

1 86 Vita della B.Mana Maddalena de Pazzi.

feco ne porta l'vmana condizione.Perciò,fe tra loro Ci trouauano alcune dota- te più di talenti, cioè,di più giudizio,fapere, e prudenza, ò d'altra virtù ,che l'al- tre : ella per tenerle vmili.e balfcpoco ne feruiua, e moflraua difarne poco conto , e di (limarle manco dell'altre , vagliandole Tempre nelle loro azioni ; quefto parricolarmente il faceua con tutte quelle, che conofceua,che pigliaf- fero compiacenza del loro operare ; e lo faceua in modo , che non poteua lor cadere in mente , che ciò ella facelTe per vmiliare . Imperoche con quel gran lnmcche anena delle colè fpirituali , trouaua , e feopriua in quelle loro opere mille imperfezioni ; e con tali ragioni gliene feopriua, che quafi gliene faceua toccare con mano : onde neH'iftelTo tempo reftauano illuminate, & vmiliare j fiche quella , che prima fentiua vanagloria , ò compiacenza della tua opera * doppo C\ vergognarla d auerla fatta così male , come la Madre le moftraua . E quando le bitògnaua impiegare alcuna di quelle, ebeaueuano più talento io qualche cola, doue apparrffe il Tuo fapere, ò attitudine , ò altra virtù, gliene commettcua in tal maniera , e con parole , che tanto lvmiliauano , che rimo- ueua da quella ogni penfiero difuperbia: quelle àchi più dell'altre pareua fa- pere» le faceua ofercitare ne gli efercizi più badi , e vili , e taluolta per vmiliar- le le facetva andare in Refettorio à leggere forte l' Alrabetto , che imparano ì fanciulli ,* e quefto lo fece in particolare à due Giouanc d'età di più di venti an- ni, ad altre fimili faceua talora recitar forte 1* Aue Maria in publico; altre umil- mente faceua riprendere publicamente da qualche Madrccon parole che pa- rete lorod'eflere (limate di poco camello . Se vedeua alcuna , che le parefle che fuffe buona perla Religione , la chiamauain mezzo dell'altre > e diceuà : Quefta figliuola penfa , che noi abbiamo auutovna gran forte ad auerla nel noftroMuniftera, ma io vi dico, che ella hàauuto vnagran forte , chele Monache fi fiano contentate d'accettarla,& ammettercela .

Taluolta ad alcuna di quelle, che veniuano alla Religione, prima che pren- deflero l'abito, le faceua feruire a menfa , e baciare i piedi alle Monache con le loro vefti di feta , & ornamenti . Vna che molto fentiua l'efler riprefa, e no- tara di difetti la Beata Madre commefle à tutte le Nouizie,che ofìèruaflèro di- ligentemeiite tutti i difetti,che vedeuanoin lei , e gliene rifenlTero; e di quelli poi publicamente la riprenderle correggerla . Venne in quei tempi alla Reli- gione vna fanciulla nobile, d'età di dicianoue anni, con molto fpirito, e defide- i-io della perfezione Religiofa ->e prefumendo vn poco di ftefià , ò traporta- ta dal femore giouanile , difle, che fentiua qualche diffìcultà in prender l'abito in quefto Mumftero, perche non vi fi faceua penitenze,nè vieraoccafionedi patire per amor di Dio 5 & in altra occafione , dille , che veniua alla Religione per eifer Monaca di fatti , e non- di nome , e che non auerebbe voluto fare nel fuo vestimento certe cerimonieche fi cofhiman fare nelprender 1 abito No- tò la Madre J'vna, e 1 altra parola, ma però dilli mulo la prima- per fami lene i fuo tempo: ma di quella feconda la ripreiè , come detta da fpirito-di fmgu lati- ta e di iùpeibia , e con vna dura riprensione la fece riconofecre , replicando- le più volte: Quefte km quelle che il Mondo penfa,che abbino tanto lume, e U;noU'i;ro ; ie quali parole funx) dette da lei con tanto iènumento , eli. Si u-iulla{ :iena di confuficnc lenti grandemente compungerete d'vbbidien*

za

Vita della 13. Maria Maddalena de Fa2zi. 187

za della detta Madre ne chiefe petdonoà tutte le Nouizie,e fcufandola l'altre, ella non volle ammettere feufa nefluna : & ad ogni occafione , e difetto cho quella commetteua , la buona Madre fi feruiua di quelle parole per vmiliarla \ e per (radicare dal cuore della ftefla fanciulla quella prefunzione, che prima d1 prendere l'abito aueua auuto nel lentir difficoltà di eleggere quefto Munifte- romper non ci effere molta occafione di patirete di far gran penitenze ; la Bea- ta Madre , dopò che quefta fu veftita > cominciò à procedere feco con molta feuerità : e per ogni minima parola mal detta, e difetto che commetteua, la rir prendeua feueramente ,e talora la chiamaua all' improuifo,e le daua difcipline , e l'imponeua penitenze, e per alcuni mefi duròà proceder feco in maniera , che pareua che la fufle recata à noia, e non la potefle patire s e di più aueua dato ordine all'altre Nouizie,ancorche minori dilci,che d'ogni difetto,che ve- deuano farle , la riprendeffero,fenza che lei s'accorgete ,che aueffero tal'ordi- ne dalla Maeftra,e fimili altre mortificazioni , le quali alla Nouizia erano mol- to dure , e malageuoli ; talmente che vedendofi così sbattuta da tutte , non fi poteua contenere taluolta di piangere, & affliggerfi. Delche accorgendofi la Beata Madre, le diceua . Ricordateui forella, che voi durafte fatica ad elegge- re quefto Muniftero , perche non ci faceuano grandi penitenze 5 e così per quefta via la fece riconofeere, & vmiliare del fuo errore; ma però mentre che procedeua feco in tal modo , non comportando il fuo caritàtiuo affetto di la- rdarla in quelle afflizioni fenza qualche conforto > fpeflo le replicaua : Sorci* la bifogna , che chi vuole rifarfi à Dio , prima fi dislacciai ftefsa ; con dir- le di più , che era voler di Dio, che ella procedette feco in tal modo per fuo maggior bene.

Come le efercitaua nel? vhbidien%a con V annegatone del proprio volere, e del

proprio giudizio : e d'vn modo molto vtìle , che teneua per

fi molarle all'emenda de i doro di fretti .

Cap. C X.

PErche fenza 1 annegazione del proprio giudizio , e della propria volontà , non u può acquiftare perfetta vbbidienza: perciò la Beata Madrcche de- fideraua le fue.figliuole perfette in ogni virtù Religiofa , vsò grand'arte , edili- genza nel rompere iilor volere, & in cattiuare il lor proprio giudizio; &àtal fine ofseruaua diligentemente, quali fu fiero le loro inclinazioni.per fargli efer citare cofe contrarie , e le commetteuacoie contro il proprio giudizio . Onde" fc vedeua vna troppo inchinata all'orazione , la mandaua à dormire , ò à fare qualche efercizio efteriore , òdi fatica ,* vedeua altre inchinate ad efercizi efterni>grimponeua il fare orazione,ò altri efercizi interni; à chi era vaga,e vo- lonteroià di fare molte penitenze , e mortificazioni , le auerebbe importo vn Pater nofter, & vn'Aue Maria ; àxhi vi fentiua gran ripugnanza -, imponeua mortificazioni pefantir& vmiliatiue : e così rompeua le loro volontà, & incli- nazioni. Taluolta quando ftaua in Coro,ne chiamaua alcuna ; e per esercitarla nella cattiuazione del proprio giudizio , la faceua vfeir di Coro, e la mandaua à contare i correnti del palco di fala,ò di cella:altre volte le faceua attigner dell'- acqua*

1 8 8 Vita della B.Mana Maddalena de5 Pazzi.

acqua, e rigettarla nel pozzo ; ad alcun'altra le commetteua , che andafle nell'- orto à pigliare le formiche, ò le farfalle . Vna volta comandò ad vna, che fpo- gliara andafle in tonacella in refettorio : bene le badò vedere la prontezza di quella tale in quefta vbbidienza,e vedendola pronta la fece riueftire. Ad vn al- tra commefle > che andafle ogni giorno nell'orto , e cercafle d'imparare da», quelle piante il modo di far orazione , e che tenefle conto degliammaeftra- menthche ne cauaua. Se vedeua qualche difetto non fempre lo riprendeua al- lora , ma afpettaua taluolta, che vna fufle andata dormire , e poi la faceua chia- mare > <Sc vfeire del letto ; e chiamatala à fc , la faceua porre ingmocchioni , e la riprendeua , che fufle fiata ardita d andartene al letto , fenza prima renderli in colpa , & vmiliarfi di tal difetto .

Non le baftaua il correggerete riprendere i difetti , e mancamenti delle fud- dite, ina voleua il frutto della correzione , che è l'emenda ; e per aiutarle anco a quello ,* commetteua loro , che quando da lei erano auuifate di qualche di- fetto andaflèro dopoi ogni fera à dirle quante volte in quel vi fuflèro cadu- te , e taluolta arriuando da lei alcuna rutta vergognofa , perche più volte fufle caduta in quel difetto, ella la mandaua via, dicendo ; Non voglio perder tem- po con voi , che non v'approfittate de miei auuertimenti ; e poi quando quel- la non ci penfaua la faceua chiamare, e le faceua dire quei difetti che non aue- ua prima voluto afeokare; e poi voleua fape re * che penfierigl'erano pattati pe 1 cuore «per auerla così mandata via. Vna volta auendone così mandata vna> iafciò , che prima andafle à letto, e poi la fece leuare , e venirfi ad vmiliare . li fimile fece ad vn altra , la quale fenza vmiliarfi era andata à ripofarfi : andò la buona Madre ai letto della Nouizia, e la riprefe , e la fece leuare . & andare nel- l'Oratorio delle Nouizie , doue di nuouo la riprelè, e le commefle , che fteflc quella notte à dormire quiuiin terra : e con quefto ordine ve la Iafciò , per ve- dere quello.che la Nouizia faceua ; non molto doppotornò da lei,e l'efaminò che cola auefle detto , e penfato nel f uo cuore, per auere la Maeftra procedu- to leco in tal maniera; e doppo d auerla caritatiuamente auuilata, <5c ammoni- ta de' ftìoi difetti >la fece ritornare al letto . Vna fonciulla,che era entrata à pro- ua in detto Muniflero , vna mattina fi leuò di letto più a buon'ora del folito > con defiderio d'andare al Mattutino con le Monacherà vidde la Beata Madre* e le difle che bifognaua dimandarne licenza alla Madre Priora, & andò à chie- derla; e tornata Je difle,come raueua ottenuta, ma però, che tornafle à letto ; Vbbidì la fancmlla,e doppo,che fu entrata in lettoje difle;Vcftiteui,e venite in Coro coneflb noi;hò fatto quefto per prouare la voftra vbbidienza. Altra vol- ta imponeua vna penitenza , e poi vicinoal tempo di farla, la riuocaua, badan- dole di rompere quella volontà,^ vederle pronte all'vbbidicnza,la quale vole- ua, che da loro fu (Te fatra con volto allegro,e prontamente . Perciò infegnaua lorochencH'vbidirenon riguaidafserola pedona, checomandaua,machein quella riconofcelsero Dio.e come à Dio vbidifsero femplicemente,e renden- done la ragione , diceua : Voi nonauete dato la voftra volontà alla creatura * ma à Dio,e la creatura vi è in luogo di Dio; però foggiungeua loro,che vbidif- fero alle Superiori dategIi,ancorche fùfsero Conuerìe, ancora in cofe contra- rie al proprio giudizio, catuuandofi 9 e credcndojdie ciò che è comandato/a

vo-

Vita della B.Mana Maddalena de Pazzi* 189

volontà di Dio; e foggiungeua , che auelTero gran confidenza nelfvbbidieti- za , perche con quella fi operaua gran cole ; e fuccefle a molte con la fua vb- bidienza eiperimentare in ft effe cofe mirabili $ cVin particolare quella che come l'opra è detto, ella mandò ad imparate a far l'orazione dalle piante deli- orto , effendo difficiliffima nel faper orare , per coteflo mezzo trouò tanta fa- cilità, e gufto,che non auerebbe poi fatto altro che (tare in oratione. Ad vn al- tra che era grauemente tentatale diede il fuo cordiglio,e le diffe,che fi cignef- fe con quello,e fubitocintofclo,le cefsò la temanone. Et efortandole à quella vbbidienza,diceua. Fin che non vi date nelle mani dell' vbbidienza >come mor- te,non potrete mai guftare che cola fia lèruizio di Dio : Offerite la voftra vo- lontà in facrifizio à Dio , e ne fentirete vnfommo contento . E Te bramate adempire la Diuina volontà , gnardatiui di non tirare con perfuafionial voftro volere la volontà de i Superiori , ma cercate di efeguire femplicemente il lor volere , & in quella guilà arriuerete à gran perfezione . E fentite ripugnan- za in rompere la voftra volontà , poco amore moftrate à Dio ; poiché in vna_* cofa,nella quale lo potete onorare fommamente>come èquella^delfannega- re voi fteffe per amor fuo,non vi volete affaticare .

Nonfoloprocurauadifarlefuedifcepole vbbidienti , ma defiderofe della vbbidienza ; però ordinaua loro 1 che non facelTero mai cofa alcuna,ancorche minima,fenza fua licéza,e perche ella non fempre poteuaaffiftergli{J,affegna- à ciafeuna vna compagna , alla quale doueffero dimandare le licenze in fua affenza ; e quando ancor quella poteffero auere, dimandailero tale licenza ad vn altra , purché non facefTero mai cofa alcuna fenza qualche vbbidienza: perche auuezzandofi ad vbbidirein cofe minime, fi facilitauanoaiia vbbidien- za nelle cofe d'obbligo 5 e così confefsorono le llefse efser loro fucceduto.

Stimaua come beftemmia in bocca di vna Religiofa}quefta parola Voglio, e non voglio : onde quando alcuna ci cadeua»! imponcua rigorofa penitenza, facendole fare delle Croci con la lingua per terra, ò le faceua calpeftare la bocca dall'altre Nouizie » ò darle tre difciplinate sii la bocca da ria/cuna, e per tal via sbandì dal Nouiziato la propria volontà , rendendo le fue fuddite vbbi- dientiffime figliuole vere Reiigiofe.

De talenti, che aueua Maddalena nell'incaminare Vanirne alla per fedone Rglìgiofai e fpecialmente della prudenza , e del ^e lo nel far le ceneroni } & illuminare U menti, e muoueregli affetti : e come difeerneua ottimamente gli [piriti ,e le indi- nasoni delle figliuole . Cap. CXI,

DAI detto fin quì.pnò molto bene comprenderfi,quanto numerofi>& emi- nenti fu (fero i talenti che aueua quella Beata nel guidar l'anime alla per- fezione Religiolà; ma però rimarrebbono affai ofeuri,mentre che perouniare alla lunghezza, non potendofi narrare tutti i particolari, che circa quello ilio gouerno dell'anime le occorlero , fi Jafciaffe almeno ài accennarli , e re- ftringerli infornma, acciò da quelli poffa il lettore con breuità venirne ia_r cognizione, e non con lunghezza auerglià congetturare dai particolari . Tra l'altre cofe > che Dio dette per regola à quefta Beata nelle venti Regole

fo-

190 vita delta d. Maria Maddalena de Pazzi.

fopraferitte, fu quella: che ella anelTe tanti occhi quante anime egli le atie- rebbe date in cuftodia ; il che ella efeguì così perfettamente, che faceua (lupi- re le Madri , che la conuerfauano , e le ileue fue Nouizie ne reftauano ammi- rate. Imperochèconofcendo ella ottimamente col lume fopranarurale , e per ia diligenza,&olTeruanza,che faceua fopra le lue figliuole fpintuali, le loro na- turc,& inclinazioni , e di {cernendo gli fpiriti di tutte , fi accommodaua alla na- turai capacità di ciafcuna,couie quella fola aueflfe à guidare ; e tante quan- te anime ella guidaua, tanti diuerfi modi teneua. A chi più era capace , più im- poneua : à chi meno apprendeua , più campatala 5 chi più era animofa,e di più lapercpiù rigorofamente trattaua;chi era di manco talento,ò pufillanimcda- ua loroanimo>e mofìraua farne più (Hma,e più benignamente con quelle trat- taua . Onde vna riprendeua feueramente con parole pungenti , e per minimo difetto commeiTo la penitenziaua ; vn'altra per lo fieno difetto, & anche più graucdolcemente la correggeua,ò la tolleraua; con alcuna diffimuJaua>come le non vedefse quei difetti : con altre non lafciaua paisare vn minimo manca- mento; con alcune conuerfaua con molta carità, con altre raceua , e sfuggiti* il parlare : e quefti diuerfi trattamenti gli faceua con tanto lume , e prudenza , che non folo non le prouocaua à fdegno , ne nafceuan tra loro gelone, ò inui- die, ne fofpetti di parzialità,ma tutte confefsauano, che il modo di procedere* che ella, teneua con ciafeuna era loro profitteuole. Anzi(comeefse medefime dicono Jera loro colà mirabile il vederla nell'iftcfso tempo con vna feuera , e- maeflofa,e con vn altra,pietofa , e benrgna ; vna riguardarla con occhio feue- ?o, e farla arroffire in volto, & abbaisare gli ocelli : e vokandofi à vn'altra eoa volto benigno, di metta, e pufillanime rafserenarla : Verfo d?vna con gran ze- lo proferire parole di riprenfìonce di viìiiliazione,&ad vn'altra in vn- medefi- mo tempo parole di dolcezza^ di conforto: Ora vederla ritenere vna,che per troppa a llegrezza non defse nella difsoluzione, e nel medefimo tempo cercar di rallegrare, chi per fouerchia maninconia daua nell'afflizione : ora raffrenare vna daltroppo feruore.&ora fpronare vn'altra dal torpore;e così fecondo i di* fcttue bifogni di ciafcuna,fi rendeua à tutte gioueuole;nè mai perdeua vn ran- tino di tempo,mafcmpre era occupata, & impiegata, ora per fcruizio dellani- ma& ora per carità dei corpo verfo-deli' vna ,ò> falera, òdi tutte infieme.Nè le eccitazioni corporali mai la impediuano , che non attcndene a' bifogni fpiri- tuali,ma di tutte lbccafioni,che aueua;fe ne feruiua chi per riprenderei vmi- liarcchi per infegnare,& illuminare: chi per mortificare : e chi per inanimire , & accendere.

Se bene nell'imporre le penitenze , e mortificazioni, con alcune era più fé- aera.tuttauia le imponeua fempre con gran prudenza, e diferetionc : ne (em- pie , che egli erano chiede le concedeiu , ma le teneua in riuerenza, e (lima ^ Non fole mai rare correzione , ò riprenfione ad alcuna , che fotk in paolo- ae, ma quando quella aliena placato>e quietato l'animo: e alcuna le rifpon- deuaeon alterazione, ella la rimiraua finamente con benignità, e piaceuolcz- za , e non diceua nulla per allora, ma poi à Ino tempo la coi reggeua; e per più Kiefi tollerò. vna,che per tentazione dabolica aueua concepito pallìone d'ani- ma verlò diki, ne mai le dille colaaicuna , fin che non vidde difpofizione à

bri»

Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi. i 9 *

farla riconofeerc del fuocrrore.il tempo, ch'ella prendeua per correggere, & auuifare le fue fuddite,e nel quale daua publiche mortificazioni , difciplinc > e fimili.era per ilio ordinario , quando elle fi partivano dall'orazione , ò da altri eìercizi fpintuali; perche in quefto tempo l'anima è più raccolta , e difpofta à far frutto delia correzione , e mortificazione , anco, accio le ad alcuna pa- relTeauer fatto bene le orazioni , ò vi hauefle trouato gufto , col fentitfi dire i luoi difetti, fi riconofcelTe,ele vfcilTe del capo ogni propria compiacenza, che dalla fua orazione ,auefse concepito e diceua,che il frutto dell'orazione, e del- la diuozione,doueua effer m particolarcd'acquiftar virtù per foffrire la morti- ficazione; e alcuna auuilàta in quel tempo fi rifentiua, iariprendeuapiù fé- ucramentee diceua; Quando voi vi partire dall'orazione ,auete ad efser pron- te a riceuere ogni riprenfione , e mortificazione à torto, & ù ragione , e tanto auete ad efser ferme, e (labili in Dioiche niuna cofa vi pofsa perturbar la quie- te dell'animo .

Faceua le riprenfioni,&imponeua le penitenze con tanta carità,ezek>,che le fue fuddite non folo non fi contriftauano verfo di lei,mas'accendeuano più adamarla e riuerirlaj e chi erariprefa,diceua,quefta veramente mi è Madre:& i fuoi ammaeftramenti tanto 1 illuminauano , & infiammanano, che come di- cono alcune di loro, farebbono camminate su le fpine per fentirla, perche pa- reua loro di vedere , e fentire vn fpirito celefte . Imperoche ne gli occhi di lei vedeuano rifplendere vn non so che del diuino , che daua loro gran confola- zioncancor nella ftefsa riprenfione . Moftraua tal maeftà nel riprenderebbe faceua entrare nel cuore vn fanto timore : e nel medefimo tempo, che fi mo- fhauafeuera,fi feorgeua la fuacarità,e benignità :fi che fi vedeua nel medefi- mo iftante , zelante , e pietofa , maeftofa , & vmrle : in modo che fi vedeua , quafi,che tremarlei per l' vmiltà con che proferiua le parole di riprenfione, e faceua tremare altri per la maeftà,che fi feorgeua nel fuo volto .

Quefto mirabile accoppiamento di maeftà, & vmrltà, dizelo,e di pietà , lo dimoltrò particolarmente nel rompere la durezza di quelle, che fufsero (late renitenti ad efeguire le mortificazioni e penitenze impofte loro da ìqì . Impe- roche quando trouaua alcune di quefte ,che in ciò non l'vbbidifsero, ella me- tlefima in prefenza di quella tale, fi metteua à fare quella penitenza,e mortifi- cazione,con tanta*vmiltà, come lei fu (Te mancheuole , fi che con la Tua v- miità confondeua.e con la fu a grauità atterriua la fuperbia di quella renitente" e ciò non futìe ballato, alla prefenza di quella medefima , suiginocchiaua auanti à qualche Nouizia,pregandola che le volefle dire ciò che fi poteflè rare per dare aiuto à quell'anima ,* e ciò faceua con tante lagrime , che auerebbe fpezzato ogni duro cuore : e così fortiua , che per via ói quella vmiliazione riempala di con^ufione , e faceua vmiliare la difubbidiente. Auendo vna volta viàto in fimil'occafione quefto rimedio con vna Noulzia,e vifto,che non gio- uaua,conobbe che la durezza, &oftinazione della Nouizia,na(ceua da opera, e tentazione diabolica : onde acce fa di zelo,prefe vna difciplina,e con gran ri- gore cominciò à batterla , dicendo ; Voglio vedere chi ne ha da poter più ,• ò Dio, !a cui perlòna io tengo; ò il demonio, che ha prefo il cuore di quella Sorella: e voglio durare fintanto* che io vegga chi n'ha da porerpiù, ecosì

durò

192- Vita della B.Mana Maddalena de' Pazzi.

durò per buono fpazio ; fi che al fine quella Nonizia sarrefe > e con molte lagrime s'vmiliò,e chiefe perdono alla Santa Madre.

Conforme alle regole auute da Nollro Signore, fopra deferitte, non ripren- deua mai ditetto alcuno in altre ,che non mirafle prima tal difetto era in lei; e neli'illeiTo tempo,che correggeua altre ,faceua dentro di atti d'vmiltà, cono- fcendofi , (tome ella diceua) più impcrfetta,e di manco virtù di quella,che ella riprendeuaje moke volte dopò d'aucr riprefa alcuna,andaua alla Madre Priora ad vmiliaril , e renderli in colpa d'auer ratto quella riprenfione ; acculandoli più imperfetta di quella, che aueua riprefa ; e diceua, che l'aueua fatto per cari- tà^ per obligo dell' vfrìzio,e che le pareua,che auclTe ratto male à far quel- te riprenfioncle perdonalTe.e l'imponelTe lapenitenza.Similmente non impo- neua mai mortificazione , ò penitenza , che ella non PauelTe prima efercitata per fletta . Ne ordinaua mai cofa alcuna , che prima non fauelTe confultata con Giesù nell'orazione f documento molto notabile , per chi guida anime ) e però con grandiffimo frutto guidò l'anime datele incuflodia.

Come per diuina virtù penetranti i peti fieri delle f ne f addite . Cap. CX II.

A Tutti quelli così rari talenti fin qui narrati ,s'aggiungeua in lei quello di fopra in altra occafione accennato , che pcnetraua i fecreti penfieri del cuore altrui ; il che per reggerete guidare le fu e fuddite.ie fu di grande aiuto,c giouamento: e fenza replicar niente de'cafi circa quello talento, fopra narrati, fi noterà folo alcuni di quelli,che occorfero alle fue Giouani.e Nouizie, dall- ifleiTe terrificatine Proceffi.

Mentre vn giorno la Beata Maria Maddalena fi trouaua à lauorare con lo fue Nouizie, vidde,che nei cuore d'vna di loro fi trouaua vn difetto,che molto difpiaceua à Dio>del quale detta Nouizia non ne aueua lume , ne meno l'aue- ua conferito alla Beata Madre, ne ad altre ; e vidde, che quello difetto llaua ra- dicato in quella figliuola à gitila d'vn gineprofeosì lo figurò la Madre ,)e dilTe, che l'Angiolo Cu (lode di quella Nouizia fi sforzaua {piantarlo dal fuo cuore* ma non poteua, perche due demoni, ch'ella vedeua, impediuano che non pò- telTe (radicarlo . Onde accefa la Beara Madre di zelo , improuifamente fi leuò àa federe,e prefa la Nouizia per vn braccio, la condufle nell'Oratorio del No- uiziato,erapitainelìafi, cominciò à percuoterla con la difciplina , dicendo contro i demoni; Tartiteui negretti , e lafciate queff anima. La Nouizia, che non fapeua la hno. , cominciò a piangere per pailione , e la Madre farta- la vmiliare , le feoperfe il difetto, che quella aueua nel fuo interiore , e per tal via l'illuminò, & emendò .

Vn'altra Nouizia aueua tenuto cinque mefi nel fuo cuore afeofa vna tenta- zione , la voleua feoprire. La manireftò Dio à quella Beata fu a Maellra, la quale chiamata à le la Nouizia, le feoprì la fua tenrazionce la riprefe jauuilàn- dola , che per l'auueniue non le celalTe mai cofa veruna , ma le conferititi ciò , che patfaua per l'anima fua .

Ritrouandofi vn'altra fuadifcepola vna fera in Coro alla Compieta , ugua- gliata

Vita dellaB.Maria Maddalena deTazzi. 15 }

gliata da molte tentazioni contro il fuo flato : toccando alla Beata il dar l'acqua benedetta alle Monache , mentre fi canta la Salue alla Compieta , conforme all'vfodelMuniftero; quando ella giunfe à dar l'acqua benedetta à quefta Giouine , fubito tutte le tentazioni del fuo cuore fparimo,e rimafe ad vn tratto con gran tranquillità. Notò ella quefto effetto mirabile ; & imaginandofi,che la Beata aueffe vifto in fpirito le fu e tentazioni fuori ài Coro , le ne dimandò", riif ole Maddalena , che sì; e che Giesù Taueua moftrato il fuo cuore,e che nel benedirla comandò alle tentazioni , che fi partiflfero .

Mentre ch'ella era Maeftra di Nouizicla Maeftra ch'era allora delle Gioua- ni , aueua vna fua difcepola molto afflitta ; trouando via di quietarla , chia- mò vn giorno Maddalena, acciò facefle quefta carità: e mentre ,che la Beata ftaua impiegata in quefto vffizio , vna fua Nouizia defiderando parlarle, e non potendo , diffe dentro disc, con vnfpoco d'impazienza : A.coftei non bafta a- nere la fua Maeftra , che ci viene a torre la noftra$ ma però non diede alcun legno efteriore di quefta mormorazione ; quando la Beata vfcì di quel luogo, trouando alla porta quefta fua Nouizia , la riprefe della mormorazione , e le diffe ; Quando vi trouerete afflitta , ò tentata, io aiuterò anco voi,anco quan- do non farò voftra Madre, onde quefta tutta confbfa le dimandò per- dono .

Vn'altra Nouizia vna voltaaueua non so che inquietudine per fua fuperbia > quale ella diffimulaua.* & andando in Coro in quefto interiormente conturba- la, all'entrar del Coro la Beata rifpofe : Aue Maria ; come s'aueffe fentito ef- fer chiamata . La Nouizia , che l'era vicina, diffe : Madre Maeftra neffuna vi •chiama . Rifpofe la Beata : Venite meco , e la tirò in difparte, la riprefe di que- fto difetto occulto , e le difse , come Santa Caterina l'aueua detto , che non la Jafciafse entrar in Coro, fenza dargliene prima la penitenza Le così fece .

Stando vna fua Difcepola nouiziai recitare rVffizio (èco , fu interiormente iòpraprefa da ftrauaganti penfieri , e tentazioni , ma.però non nedettcalcun fegno eftenore : .con tutto ciò la Beata lo,conobbe,e fiffandole gl'occhi adof- fo, difse : Finito quefto Vitìzio bilognerà far Capitolo,e così doppo, che eb- .beto detto 1 Vftìzio , Ja fece vmiliare in prefenzadellaltrcNouizie , e de' pen- iìeri, che aueua tenuto nella mente, mentre recitaual'Vffizio.

Vna Nouizianel far fvbbidienza , che dalla Beata fera ftata importa d'attin- ger ogni giorno alcune fecchie d'acqua , e poi riuerlàrle nel pozzo ; vn giorno mentre face taf vbbidienza , le cadde in mente , che farebbe flato meglio verfare quell'acqua nel trogolce feruirfene per annaffiare l'orto : ma però re- gimò di fare l'vbbidienza.Tornata in NouiziatoJedimandò la Beata s'ella aue- ua fattoi' vbbidienza : e rifpondendo la Nouizia, che sì: foggiunfe la Beata: fa- rebbe ftato meglio verfar quell'acqua nel trogolo, non è vero ^ reftò la Noui- zia confufa , e s accusò del fuo difetto , eja Beata le diffe , che imparafse a far J' vbbidienza alla.cieca » fenza hauer prudenza vmana . Occorfe à quefta me- defima , ch'efsendofi per fuo capriccio cinta fopra Ja carne vna fune con mol- tinodi, fenza auerlo conferito ad alcuno, ócauendoJa tenuta alcuni giorni- mentre vna notte ella-ftaua dormendola Beata andòal fuo ktto,e fuegliando- Ja le diffe: Sorella guardate quel, che voi fate, perche non fate la volontà

N di

1 94 Vita della B.Maria Maddalena de Pazzi.

di Dio . Non intefe la Nouizia ciò che fi volefle dire la Maeftra i e rifpofe : di che cola ? Replicò la Madre : della fune che tenete cinta , e glie la fece catta- re > iettando la Nouizia con fu fa > e marauigliata come ciò potefse la Maeftra auer penetrato .

Vn'altra Nouizia di fprezzaua dentro di ftefla vna fua compagna , perche le pareua difettofa , e con qualche mancamento naturale > ma però non lo di* moftraua . Lo penetrò la Beata, e le difle inafpettatamente ; Suor Tale, la tal Nouizia non ha tutte le qualità efterne , che pare auer'à voi , ipfefedt nos> & non ìpfi nos . Cosìconfufe , correiTe la fuperbia di quefta .

Vna Monaca del fuo Muniftero aueua vna cofa interna>che le daua gran fa- lcidio, e non s'ardiuaà palefarla, ma bene faceua infrante orazione a Dio , che laliberafle daquefto trauaglio. Vn giorno eflendolaBeataineftafi, difle à quefta tale: Giesù vivuol far la graziarne voi defiderate ; pochi giorni dopò tiouatala percafa , e tiratala da banda , le difle : la cofa, che voi dimandate à Dio è quefta,e le difle ciò che era,e fogguinfe : Ma voi ci mettete il tale impe- dimento ; e quella confefsò, che il tutto era vero : leuò l'impedimento , e ri* ceuè la grazia

Per l'anguftia del Coro le Nouizie erano ncceflìrate à ftar fuori : & auendo vna di loro vn giorno vna gran voglia d'entrare in Coro à recitar T Vftìzio con Je Monache, non s'ardiua à dirlo . Vidde in fpirito la Beata il defiderio di que- lla figliuola : & eflendo in Coro , vfcì dal fuo luogo , & andò per lei , e la fece entrare in Coro , reftando quella molto ammirata, come la Madre auefle po- tuto penetrare ilfue defiderio.

Toccando à quefta medefima ad afììftcre vna notte alla Beata Madre in quegli vi ti mi giorni di fua vita , andaua mal volentieri, dentro del fuo cuore » perche aueua timore , che in quella notte la Beata morifle , e non vi farebbe voluta efser fola: ma per rifpetto vmano non ardiua dir quefto fuo timore. Lo conobbe in fpirito la Beata,e le difserSuor Angiola Caterina ( che falera il fuo nome ) venite pur allegramente , che quando morirò ci faranno prefenti tutte le Monache ; così feguì .

Ma tra l'altre cole ch'ella difeernea dell'interno altrui , era particolarmente» vna fi vmiliaua di cuore , ò : onde bene alcuna faceua quanto poteua permoftrarfele vmiliata , nondimeno non refraua mai la Madre ingannata , e le rimandaua lenza accettare tali vmiliazioni . Ad vna , che per vmano rifpet- to le chiedeua vna mortificazione , difse , che Dio non fi pregia di quelli facri- fizi , ma della purità del cuore, e dell'intenzione. Ad vn'altra, che fotfombr^ d\m illazione andaua à lei pergiuftificarfi con biafimod'vn altra, vedendola, difle : Suor Tale , voi tacete con la bocca , tacere anco col cuore , e quello > che voi peniate dirmi, tenetelo in voi.

Per quefta efperienza , cheaueuanolefueDifcepole del penetramento eh* ella aueua de' lor cuori , non ardiuano d'andarle innanzi , non vmiliate di cuore: & anco in fua prefenzi ft anano con gran timore,cuftodendo il lor cuo- re 5 e per quefto mezzo sauuezzauano vigilanti fopra di ftefsc : cofa tanto necefsaria per il profitto fpirituale .

- - Ter

Vita dellaB. Maria Maddalena de* Pazzi . 19 y.

Ter il grande amòre \ ch'ella portaua al fuo profjin\o yfi rallegraua del bene altrui

come del fuo proprio ; & ogni fuo bene de fiieraua grandemente

di comunicarlo ad altri * Cap^. C XI IIm

TRa gli altri atti ài Carità,che la Beata Maria Maddalena aueua notati di Tua mano, per efercitan*Ii frequentemente, fi trouaua quefto,cioè . In- chinare la volontà ad amare la creatura, folo perche Dio l'ama i e goderfi di quell'amore.che li porta, e della perfezione che lo comunica. Et aueua que- llo fentimento,e gufto del bene del proflìmo. con tanta perfezione di Carità, che loggiungeua : Dato cafo (che non può effere ) che lo frettò Dio voleflo concedere ad vnproffimo, che ci offendertele ne delle diigufto tuttauia de- siderare, ch'egli abbia tutta la perfezione, e gloria de' Serafmi,ancorchèl'auef- fe à fpender in noftra offe fa .

11 fondamento di quella profonda fua carità era l'amor di Dio^Sc il defiderio della fua gloria: perche nellamar il profumo, non cercaua il fuo interefle , ò il fuo gufto, ma folo la gIoria>& il gufto del Dìuino volere; e però diceua. Se Dioguftafife , e fufTe gloria fua, che io fuflì trauagliata da vna creatura , che auef*eitaIentide'Serafini,iolenedeuo,e voglio de fiderare, ancor che li do- uefle 1 pendere in mia offe fa per dar gufto,e gloria à Dio . Et anco fi potrebbe dire,che in ciò aueflè gran parte la fua vmiltà,mentre altre volre dilse : che fi deue defiderare maggior bene al prodìmo di quello,che fi chiegga per sé, fti- mando,che il proflìmo fia per e (Terne più grato à Dio , e rendergli maggior frutto, e gloria ài quello che non fappiamo far noi .

Contemplando ella vna volra la grazia ài Dio lòtto fimilitudine di fonte., , mentre ftaua rapita in quefta contemplazione , le panie di vedere molt'ani- nie intorno a quefto fonte , fotto fimilitudine ài pecorelle ; e defiderofa, che tutte gu (tallero e s'immerge fsero in quel fonte digrazia,andaua dicendo con fcolpite-parole : Porrei poter tu fami ad vna ad vna quell'anime . E moftraildo di vederne alcune , che (\ attufTaiTero : con gran giubilo diceua ; Gif su mio > elle fanno pur bene . Era così inuifeeratain lei quefta carità del proflìmo, che ne* cinque anni della fua prouazione,auendole Dio fottratto ognigufto fpi- rituale,non le rimale altro gufi o3che quello, ch'ella aueua del bene del prof- fimo Quefto lei ftefTa lo dille nell'vltimo diquegli otto giorni, che flette in eftafi , quando entrò in quefta prouazione fpirituale, con quefte paralo : Iofiarò in vn cantuccio àvedere tutte l altre fpofe mie compagne y non aucndoà gufiare co fa alcuna\ma farò tecoycterno Verbo>come fanno quei faneiidliniyche tu hai afsunti cofla su da te ( intendeua de* putti 3 che muoiono doppoil Battefimo ,

auanti gl'anni della difcrezioiK^) che bene non hanno quella pienezza digloriay che veggono battere molti altri Santi y fi contentano nondimeno di varilo y che hanno: ò vero farò contadauer anco io tutte quelle cofey che effi hanno \ e fi bene non negu-> fiero y la carità , che fa tutte le co/e comuni y mifaràguflare non gufando : guflando folodelguflo altrui .E chiunque laconuersò , non folo ne detti cinque anni, fiaa in tutto il tempo , che vifse nella Religione , * rendono tefumonio , che

N 2 nel

ijriS Visa della B. Maria Maddalena de Pazzi.

nel vedere l'anime fauorite da Dio di grazie, e doni celefti,giubilaua d'allegrez- za , come fufsero (lati (boi propri.

L'iftefsa carità , che la faceua guftare dell'altrui bene, gliene faccua anco fommamente defiderare ; elJaaueua bene alcuno in se , che non defideraf- iè, che Dio lo concedefse a proffimi, e che dal canto Tuo non facefse ciò, che poteua, per comunicarlo . Quefto fi viàde dalle (uè Monache in tutte Tocca- fioni ; ma (penalmente nel tempo ch'ebbe in cuftodia le Nouizie , e Giouani, e Sopragiouani del Muniftero . Imperoche non era virtùin lei,ch'ella non cer- caiTe di piantarla in quei cuori : Non ricercaua alcun lume fpirituale, fpettante alla fallite dell'anime, ch'ella non lo comunicafse . Il che.oltre moltopere fu- dette , raccoglieuafi dalle fue parole , e (pecialmenre da quelle, che proferi- in eftafi : ne' quali lo fpirito di Dio la sforzaua à pale fare i tefori del tuo cuo- re, più che di fua volontà non aucrebbe ratto, e particolarmente moftrò quefto fuo defiderio la terza notte dello Spirito Santo ne gli eftafi de gli otto giorni . Doue efsendo entrata con la contemplazione nel? Vmanità del Ver- bo, e contemplandola forto figura d'vn'amenidìmo giardino, difse, che ne piedi diGiesù vitrouaua fiori; nelle mani frutti, e gioie; e nel cuore faette d'amore in grande abbondanza ; e mentre confideraua quei facrati piedi , diceua l.Chi vuol legare molti mw^i di fiori ^e gigli, venga qui , perche nepojfon fare gran bacinate in quefii piedi del mio Spofo . E con gran d'affetto foggiunge- ua > lo vorrei con quefii fiori poter inghirlandare tutti i capi delle tue Spofe \ ma n& farò vnf afe etto , e gli darò à Maria >chegli conferui loro . Contemplando-la ma- no finiftra 5 diceua : Qutfii frutti, che io catto dalla mano finifira, ò Verbo, non gli vorrei folo per me , maafpiro comunicargli à tutto il Mondo . Poj alla man deftra foggiunle : Da quefia fua man deflra ,: Ò Verbo , raccorrò le pr elofita delle gioie , cheiovitrouo: le quali T anima mia de fiderà comunicare ad ogni creatura . Delle faette d'amore ,. che trouaua nel coftato y non le parendo d'effer capace di iòffrirle , non di/Te altro 5 non : 0 cuore , ò cofiato dell'eterno V erbo vmanato, non fi può corrifpofidere à tanta tua influenza : Saetti troppo -, non fi puòfoffrire, hi- jogna grande aiuto à comfpondere , e conferuare tante faette .

Nel fecondo giorno del medefimo eftafi, fpirò fuori vn'altro raggio di quefto defiderio di comunicare ogni bene all'anime -, mentre contemplan- do la grazia dello Spirito Santo3(btto fimilitudine d'acqua , diflfe : 0 acqua p-exiofa . 0 chi ne diuenìfie fonte per carità ? 0 chi la potè fise comunicare^ fparger e per tutto il Mondo ,e diuenifse fonte, e fiume tanto largo>e rapido jhe ne inuolgefsey e ne trac fise co y come al Mare tutte Vanirne in vita eurna \ E molte altrecofe foggiunle per le quali moftiò il gran defiderio,che auenaxhe lo Spirito Santo fi diflondefie con la fua grazia in tutte le creature.Quefto medefimo defiderio lo dimoftrò nel fuo contrario, cioè nel difguftó, che (ènti nel veder l'anime reftar priue della grazia di Dio . Onde in vn'eftafi ch'ella ebbeintendendo co- me il Diuino Spinto fi voleua partire dàll anime perla loro ingratitudine.fentr grandiftìmouftliggimento , come dalla pallidezza del fuo (embiante , e dalle parole di dolorcch'ella proferiti ritrafTe ; e rJ^Y placarlo , e muouerlo à pieta> formo alcune diuotiiTuiic preghiere fopnrquelle parole : vrotetlornofta

afpitc

Vita dclfo B.Maria Maddalena de Pazzi, i 97

afpice Deus , & refpice infaciem chrìfli tui -, fèruendofi come per interceflòrey della faccia fanguinofa,e fpinofa del Tuo Diletto,con\e in detto ratto è notato . finalmente tanto ftimaua ogni bene Spirituale del proffimo fuo > che ogni mattina fiproteftatiaàDiodivoler piùtofto foftenere qualfiuoglia eftremo patire » che impedire il proffimo , che non potette godere Dio . Punto molto notabile . O quanto poco fi (lima da molti l'impedire il bene Spirituale a' prof- fimi Suoi ì quanto poco ci fi bada ^

Quanto fujfe dedita ali opere di Carità -, e come Vefercitò verfo le Monache del fuo Muniftero con grandijfime fatiche y e difagi. Cap. CX IV.

E Sfendo la vira di quefta» Beata Madre piena di tanti eftafr, di così aire, e continue contemplazioni di frequenti orazioni, e tutta occupata in ce- kfti,e diuoti penfieri, come fin qui s enarrato ; con molta ragione , chiunque fin qui ha letto , potrebbe auer formato concetto, che il fuo viuere fulTe fla- to vna mera v.ra contemplatiua : poiché dal detto, fi vede tanto alTorra in Dia in ogni tempo , e luogo r che non pare, che vi reftaffe tempo, attitudine al- la vita attiua. Con tutto ciò ebbe tale attitudine fenaa diitrarfi dalle fue con- templazioni, feppe trouar tempoalì'impiegarfi nella vita attiua , con tanta af- fiduità , e con tante opere di carità , che tra le Monache ella era chiamata la Madre della Carità ; e la Carità del Muniftero. Imperoche oltre alle carità rpirituali di confolare l'afflitte , di rallegrare le mede , di confortare le tentate > e di animare lepufillanimi; non fi faceua opera nel Muniftero, che ella per quanto lepermetteua l'vbidienza non vi mettelTe le mani ; non fi duraua fati- ca tanto dalle Velate, quanto dalle Conuerfcnella quale ella non auefle gran> parte : faceua efercizio , ancorché ba(fo,e vilcche ella non vi fi impiegafle: e come dicono Tiftefte Monache , bifognaua , che le fi guardaflero in Xlia pre- lènza di non moftrar d auere alcun bifogno,ò d auer à durare alcuna fatica per la Religione > perche ad ogni fatica s'offeriua fenza rifparmio alcuno. Oltre ì gli Vftìzi, che fece per la Religione, aiutaua frequentemente alla cucina, & in quella s'impiegarla nel cucinare i cibi per le Monache ; nel portare > e fefcuico àmenfa; nello fpazzare , enelrigouernarecon leConuerfe; nell'attignere acqua,e lauare i bucati ; nel fare il pane,e portarlo al forno.e fìm-ili altri eferci- zi ; ne' quali non fi efercitaua per tranfito, ò per fupplimento.ma come fuf- fe ftata vna Conuerfa, e le toccaffe per vffizio . Imperoche aiutando per lei an- ni continui ad vna Conuerfa intridere il pane , era la prima à leuarfi : & accio- che la Conuerfa auefle manco fatica, prima, che quella fu (le leuata fcaidaua .racqua.ecominciaua à farlo : nel portarlo fopra i'afle al forno, s'auanzaua con piti follecitudine , che poteua, per portarne pi-ìraffe , che fhfìè poffibile. Se fi ancua à fare il bucato , fi lcuaua prima delle Connerfe, empieua le caldaie^ * portaua le tegne , accendeua il fuoco , ecominciaua à lauare ; fiche quando l'altre fi leuauano, etTaaueua faticato molte ore : e ftana talora cinque , e fei ore di notte lauando i panni ; per non efser vifta di giorno in quella -affidili-. tri di fatiche, anco per poterfi il giorno eferckare in akr opere.,, fecondo gli

N- 3 vffizi ,

198 Vita della B. Maria Maddalena de' Pazzi.

vffiaà , cheaneua . E quando era Pedagoga delle Nòuizie» le mandaua à cerca- re per il Conuento i panni (uccidi , e la notte poi gli lauaua, per leuare quella fatica alle Conuerfe : e di modo fi affaticò in quello e fercizio dellauare, che gl'era trauolto vn'offo del collo d' vna mano.Quando fi ftaua così affatican- do con le Gonuerfe 1 le efortaua talora per carità à ripofarfi, & ella fenza alcu- na intermelfione Tempre feguitaua ; e ne gli eiercizi, che faceua con e(fe>fem- pre-fi.-ckggcua.le cole di maggior fatica , cercando, Tempre di alleggerire > e igrauare le Gonuerfe dalle fatiche > il più che poteua . Domandata taluolta , perche ciò face fife, ri fpondeua: accioche quelle aueflero poi più tempo da po- teri! occupare nell'orazione , e diuozione ; e fu auuertito > che con particola- reSollecitudine fi impiegaua in quelle fatiche , in queigiorni ne quali Ci face- ua nella Religione qualche diuozione particolare, acciò le Conuerfe sbriga- te da tali occupazioni, poteffero-interuenirui con le Monache . Quando talo- ra qualche Gonuerfa , ò per riuerenza , ò per carità , ricufaua il fuo aiuto , el- la le faceua tantaiftanza , e he bifognaua che quella>cedefle , e l'accettatle 5 e: per conuincerla, diceua ?: Non mitogliete (biella il merito di quell'opera : la- feiate far quefto à me-, poi farete voi qualche cofa per me ; perche è meglio, che ci affatichiamo in fare le cole l'vna per l'altra , che (e ciafeuna racefie per. sèfìclTa: perche nel fare le cofe per se > vi e l'amor, proprio >e nel farle per l'al- tre, vrè la carità .. E finalmente duraua tali, e tante fatichcnella feruitù del Mu- niftero , che le fteiTe Monache affermano, che ella fola duraua più faticai fa- ceua più, che quattro Gonuerfe infieme. Il che non era fenza loro maraui* glia ; poiché ella era difangue nobile , di compie fiìone delicata , di poca fani* , e fi cibaua pochifiìmo , e quel poco, il più del tempo, pane, & acqua , co- me fopra è narrato : onde la ftimauano cofa fopranaturate . Oltre à ciò , quan- do perqualche occupazione, non poteua interuenire con le Conuerfe alle fatiche de loroefercizi , andaua , e rifaceua^loroi letti, e fpazzaua le loro dan- ze, e fimili altre carità 1 e diceria : Voglio , che quelle pouerelle. quando han- no finito, pollano ripofatfi . Eflendo vffiziod'vna Conuerfa il chiamare le Mo- nache à Mattutino , ella le chiefe in grazia ("però con licenza della Superiora ; di far feco à vicenda à fuegliar le Monache vna fettimana per vna : edopò di auer durato alquanto tempo , fendofi la Gonuerfa infermata , ella feguitò da se fola, edurò quindici anni continui à chiamare ogninotte le Monache à Mattutino. Quando nel Muniftero v'erabifogno di qualche arte, ò efercizio, per efierui poche , che lo fapelfin fare , ella con ogni diligenza cercaua d'im- parado, per aiutare quelle, chelofaceuano, acciò il Muniftero non re- ila Afe priiio di quell'aiuto. Non fumai richieda, porle occafione di, ftre alcuna canti , che ella potendo , non la facefie , ancorché con lùofcom- modo:e come diceua, fiimaua perduta quellrrgiornata, nella quale nonauefTe fatto qualche carità al ilio proifimo,nè.fù nel fuo Muniftero alcuna Monaca >.. la quale da lei nonriceueile qualche carità . Ancorché tulle tanto affaticata , non fi moftraua mai fianca , ma dopò lunga fatica fc.leporgeua occafione di altra opera , con prontezza fi ofteriua anco à quella come le alloracomin- ciafTc à faticarci talora pregata da qualche forclla à prender ripofo,òdomarv data , come tkccua à potere tante fatichciilpondcua : Io ho carne d'afino > e

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Vita dellaB. Maria Maddalenade' Pazzi,. 199

non patifco niente . Altre volte diceua : Queftocorpoèvn'afinello, edeuc portar la foma giorno, e nottenon bifogna tenerloin ripofo. £ maggiormen- te vmiliarfi,diceua,che non era buona à nulla e . he non fapetia fare orazione; e che per non fi rendere inutile alla Religione, le bifognauaaffaticarfi in que- lli efercizi efleriori. Ma il vero era» che ella faceua quelle co le per ofTer- uare quella Regola datale da Giesù,nella quale ricercarla da lei eh ella fuficfr- tibondacomeèilceruo dell'acque , d'efercitare per ogni tempo la cariti ver- fo i proffimi» e non facefTe (lima delia debolezza, e ftanchezza del fuo corpo, più di quello,che fi fa della terraglie fi ca lpefla:e tanto faceua ella con Je con- tinue fatiche & eiercizi di carità;ma fandaua ricoprendo con queiìe vmiliazio- ni: poiché chiarifiìmamentc fi vedeua dalle Sorelle i gran talenu,ch'ella aueua tirv3gniefetcizio,e particolarmente nell'orazione; e quello affermano le ftelTc Monache, efiere vna delle gran marauiglie della fua vita.cioè, il vederla attiua, e contemplatala , con tanta perfezione dell' vno , e l'altro (lato, come fuiTe tutta contemplatiua, ò tutta attiua : poiché l'attiua non f impediua la contem- platiua,nè la contemplatiua l'impediua f attiua ; perchè era tanto dedita, & af- fuefatta allbratione, che neH'illefle opere efteriori,iìaua con la mente in Dio , come foprà è motlrato: e nelf iftefse conremplazioni,& eflafi non fi feordaua de bifogni de proffimi ; anzi fu veduta molte volte ancor eiìatica , affaticare il corpo in opere di carità, e commettere ad altrequel,che per cagione deHefìa- fi era impedita lei di poter fare : così fuccefse più volte nel tempo , che aue- ua à giuda le Nouizie . Imperoche vedendo eliache quafi fempre le fuccede- ua nelle folennità principali , (Tare il più del tempo in eflafi , & efsendo Ja fua carità molto prudente, & accorta , preueniua quei tempi , e ne' giorni auanti à dette folennità » diflribuiua alla Pedagoga , ò alle maggiori Nouizicquegli efercizi di carità , che auerebbe fatto lei circa l'iflefse Nouizie , ò circa linfer- me, ò altre bifognofe . E quando poi veniua l'ora •> & i tempi di far quella ca- rità , ancor ch'ella fufse tutta rapita in Dio , fi ricordaua di quella carità, e co- sì ellattca commetteua à quelle ftefse,che facefsero quello ch'ella aueua loro ordinato . Dalche, e da altre ragioni fi può comprendere ('per chi defiderafse fapere qualche delle due virtù preualefsein lei,ò la contemplazione,ò la carità verlb il proffimo) che preualeua la carità delproffimoje<]ueftofi vidde chia- ramente , poiché per aiutare il proffimo ne' fuoi bilbgni , ò fpiriruali, ò corpo» rali , fu fempre pronta à lafciar Je lue orazioni , contemplazioni , & ogni fuo guflo fpirituale . Partiticolarmente aucndo vna volta determinato di fìare al- cuni giorni in ritiramento per fare gli efercizi fpiriruali di Sant'Ignazio : occor- rendo in quel medefimo tempoad vna Sorella alcuni trauagli , e faflidij d'ani- mo ; per aiutare quella Sorella , fi priuò di quel ritiramento , dicendo , che la- fciauaDioperDio. Documento molto vtilealle perfone Spirituali , per non far maiTopere di Dio con alcuno attaccamento d'ailetto proprio ,ma fempre con riguardo alla carità > &al volere di Dio.

N 4. Con

ioo Vita della B.Maria Maddalena de Pazzi.

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C$n quanta gran carità feruiua aW Inferme t & ajjìfieua alle moribonde: e come per f affetto di Carità , e per J maggior mortificazione , meffè la bocca ad vna piaga verminofad'vna Conuerfa^e con la propria lingua leccò altri malori delle Monache . Cap. C XX.

LA carità, ch'ebbe quefta Beata verfo dell'Inferme > fu tale , che la indufse à eccelli incredibili , come nel titolo è accennato . Quando alcuna s'infer- maua , era follecitiffima à vifirarla , e non pafsaua giorno , che non vifitafse l'inferma : e quando erano più bifognofe , ò più graui , le vifitaua più volte il giorno , e aueuanobifogno ài conforto, ò d'affìftenza , per cagione de do- lori, ò per grauezza de! male , ò per altra occorrenza , vi affifteua quanto bi- ibgnaua . Efsendo per fua condizione accorti! fi ma, antiuedeua, e preparaua i loro bifogni , & andaua alla Superiora , & all'Vffiziale , e le faceua prouedere quanto buognaua, e ciò ch'ella giudkraua , che potefle loro giouare ; ini con le lue proprie mani le feruiua, rifaceua i loro letti, fpazzaua le ftàze dell'Inferme- ria,e faceua tutti gli altri più vili,e ftomacofi vftìzi, che bifognano all'Inferme ancorché non fu fife fuo obligo ; & il tuto faceua con tanta allegrezza,e carità, ch'era all'Inferme vngran conforto auerìa apprettò . Non folo le feruiua cor- poralmente, ma anco fpiritualmente le confolaua , erano afflitte ; l'eforta- ua alla pazienza , leggeua loro de' libri fpintuali : le ricordaua la gloria del Pa- radifo , la Paffìone di Giesù , e tutto ciò che poteua apportar loro confolazio- ne : e quando per occupazione deli'Vffizio non poteua, mandaua à fare que- lli vffizi di carità , ò qualche fua Compagna , ò qualche Nouizia . Compatiua talmétei dolori dell'infermità corporale l'afflizioni d'animo altrui,che le pian- geua come fuflero lue proprie,e defideraua poterle Ieuare ad altri,e pigliar- le fopra di . Onde più volte fu feutita dire a qualcuna , che patiua gran dolo- ri . Vorrei poterui rubare quelli dolori : E rifpondendo l'inferma con fcambie- uole carità, che non non auerebbe voluto ch'ella patifle tali dolori : replicaua lei : Io fono di natura più rozzaxhe voi, e non gli fentirei tanto . Se alcuna per afflizione era digiuna , ò per naufea de' cibi cagionata da infermità duraua fati- ca à mangiare , ella per eccitarla à prendere il cibo , con eflò loro cominciaua à prendere degli ftetìì cibiJe imboccaua, e con dolci parole le folleuaua. Era tanto il gufto, ch'ella aueua in far quefta feruitù all'Inferme , chediceua,non eflere nella Religione vffizio , ch'ella defideraiTe, fc non quefto dell'Inferma- ria : talché folo à penfarui ne godeua 5 e difeorreua taluolta quello, che aue- rebbe fatto vedo 1 Inferme, fu (Te (tata infermiera ; e vedendo non lo poter fare : per auer vffizi incompatibili,ne fentiua pena, ma però non reftaua di fare tutto ciò che poteua . Se occorreua, che qualche Inferma per ordine de' Me- dici, auefle a pigliare fci loppi, ò medicine ad ore feommode, come innan- zi Mattutino, particolarmente nell'Inuerno; ella fi offeriua all'Infermiere.» acciò non auelTero quel difagio, e faceua lei quefta carità. Sefapeua, che ad alcuna mancaflfe , ò aueflfc defiderio di qual cofa , ch'ella auefse > per fodis- tarla fc ne priuaua, ò non l'auendola procuraua. E fpecialmente quando nelf infermeria erano conualefcenti , acciò non aucfsero follecitudine fouerchia

di

Vita della B.Maria Maddalena de'Pazzi.

io i

di loro fteffe, ella ne pigliaua il penficro, e cercaua di fargli auere quello di che aucrebbono potuto auergufto ;&aueua l'occhio finoà cofe minimiffi- me.<per feruizio, e gufto dell'inferme . Onde fi fiupiuano le Monache, di ve- derla tanto vnita , & afforta con la mente in Dio , e poi tanto accorta in ogni minima cola corporale per il proffimo: & alle volte appena vfeita di ratto, fi vedeua tutta pofta in quelle cofe , come non aueffe mai altro penfiero . Quefta fuacarità era vniuerfàle verfo di tutte, e fenza alcuno intereffe, ma fo- loper amordi Dio. Imperochè ben'ella feruiua il corpo, fempre rifguarda- ua ranima:&in quella rifguardauafimagince fimilitudine di Dio:e m£tre fer- uiua alle Monache s'imaginaua di feruire allo fteflò Dio : ó vero le confidera- ua come figliuole dell'eterno Padre , come fpofe del Verbo, ò come tempio dello Spinto Santo, ò come Sorelle de gli Angioli: ò vero confideraua l'amo- re con che Dio l'aueua amate: e con quefte confiderazioni fi accendeua a fa- re quefta carità con tanto affetto , chediceua : Io mi metterei à fopportare qualfiuoglia cofaper il proffimo mio, e fpecialmente per quietare, e con fola- re vn'anima; perchè il cuore inquieto , non vero ripofo à Dio in , & io non bramo altro, che poter darei Dio lefue creature: econl'ifteffe confide- razioni infegnaua alle fue Nouizicche feruiffero alle Monache , e Tvna all'al- tra; foggiungeua: Voi douerefte riputami indegne , eftimaregranfauore di iferuire ad anime , che fono facrario dello Spirito Santo . Quefto medefimo ftaccamento da ogni vmano intereffe nel fere la carirà,fi conobbe in Jei,quan- do che effendole mandato da' Parenti alcuna cofa che fuffe buona per l'infer - me, òConualefcenti,ella di licenza della Superiora gliene portaua loro,coine cofa della Religione, e non come cofa mandata à leij mai voieua apparire d'effer lei quella che faceffe tal carità,acciò quelle Sorelle non aueffero à te- nerle obligo alcuno, non volendo effere ringraziata .

Applicaua con tanto affetto à quefto efercizio di feruire gl'Infermi , che_, vna volta diffe, che bene ell'eracontentiffima dello Rato, in che Dio l'aue- ua pofta, tuttauia le farebbe parlò auere riceuuto vna gran grazia, Dio auef- fe voluto ch'ella fulfe ftata vna feruitrice d'vno Spedale . E foggiungeua : Io vorrei farei quegli Infermi tutti gli offe qui j poffibili,-perchè io vedo che io no so tirare, merito condurre le anime à conofeere l'amor di Dioxhe è quello di che maggiormente io mi fodisfarei: così almeno (bruirei a' corpi:Per quefto affetto, oltre alle feruitù, e carità vninerfali verfo di tutte, fin qui narrate ; fi prefe, come per vihzio, il feruire ad alcune inferme particolari, fra le quali fu- rono due Conuerfe,vna chiamata Suor Carità, e l'altra Suor Mattea . La det- ta Suor Carità era cieca i & inferma di febre etica,e flette vn'anno ferma in let- to; e per tutto queft'anno la Beata Madre la feruì come fuffe ftata vna fua fcrua: le rifaceua il letto, le fpazzaua la danza, e le lauaua i panni, e le faceua^ ogni altro efercizio, ancorché vikyC fchifo: e domandata dalla Superiora, per- chè con tanta affiduità fi pigliaua il feruizio di quefta inferma ,\le rifpofe , che Giesù le le era inoltrato in forma di pouerino, e l'aueua detto,che s ella voie- ua fargli cofa grata, loferuiffe in quella fuaSpofa.

Suor Mattea altra Conuerfa fudetta, aueùa vna piaga in vna gamba, la qua- le fcaturiua vermini > e putredine, con tal fetore , che eraneceffario tenerla^

in vna

iox Vita delia B.Marìa Maddalena de Pazzi.

in vna llanza feparata dall'altre . A quefta, oltre à molte carità , che la Beata le faceua, particolarmente le cuftodiua quella piaga, e la nettaua da'vermini , dalla marcia; e per affetto di carità, e di vmiltà , e per (uà maggior mortifica- zione, arduo à tale eccetto, che più voice vi mette la bocca.e quello non len- za lacrime di tenerezza , e di confufione lo riferì la itefla inferma alla Madre_> Priora Suor Vangelifta del Giocondo. Ancora à Suor Barbera Badi , & à Suor Maria Benigna Orlandini Monache velate di detto Muniftero , le quali patirono mali contagiofi, e fcabbiofi , fienili alla lebra ; oltre alle carità , che fece loro; come amoreuole caglinolo, non ebbe orrore, à leccare con la pro- pria lingua quei malori delle lor membrainfette : e quelle per tal via ricupe- ramo Ja uniti , come à lor luogo Ci dirà .

Quando poi l'inferme erano graui , e per la grauezza del male , ò per efler vicine à morte, bifognauaaffiiterealla lor ciuìodia ,* allora la Beata al tutto di- menticata di se della, drappazzaua più che mai il fuo corpo, e non ù partiua_» quali mai da quelle, e particolarmente la notte; e daua taluolta otto , dieci, e quindici notti fempre in piedi lenza colcarfi , ne pure fopra il fuo faccone, ma i 1 più pigiiauavn di xipofoà ledere. Così fece molte volte, ma fpecial- mentequando venne a morte la fudetta Suor Carità Conueriàe Suor Barbe- ra Balli, à quella dette aflìdente, e vigilante fenza prender upofo , quindici giorni, e notte continue , & à quefta dieci .

Sopra tutto procuraua fempre dùrouarfi prefenteal tranfito delle Sorelle ; e quanto era maggiore quello vltimo bifogno di tutti gii altri , tanto era più feruéte,&accefa la carità,e'l zelo col quale ailìdeua. Staua ella quiui intorno al letto della moribonda tutta anfiofa della fallite di quelf anima, ora facendo foménti orazioni, e raccomandazioni di quell anima à Dio;ora leggeua il Paf- fio, ora recitaua Salmi, ò altre diuote orazioni : &ora parlaua loro di Dio, e le faceua fare atti di contrizione, ò di Amore,ò di Speranza, ò di Fede;e fimilial- tri aiuti daua loro fino allo fpirarc: e con tanto fpirito,& affetto di carità , che era di gran conforto à tutte le moderni* fiche tutte le Monache defiderauano grandemente, che ella fi trouafle prefente al loro tranfito; e felici, e beate ftimauano quelle,che moriuano alle lue mani Morte che erano, con lo ftef- fo affetto di carità chiudeua loro gl'occhi , e faceua à i lor corpi altri oflequi di Ghridiana pietà : ne mai fi partiua d'intorno à quelli,finche non erano ieppel- liti, facendo Tempre orazione per quell'anime . In quefta orazione era quali tèmpre rapita in eftafi, e da Dio le era moftro lo dato di quell'anime , come altroue s'è narrato: e vedendole in Purgatorio, oltre all'orazioni comuni , di- giuni, difcipline, & altre penitenze,che faceua per la loro liberazione^ offeri- ua à Dio,e chiedeua di patire pene, e tormenti per loro nel fuo corpo ; del che più volte ne fu da Dio efaudita , e per cagione di quello , taluolra per molti giorni lenti grandinimi dolori nelle fue membra , come le le fiuterò lacerate da' cmi,ò morficate da ferpenti . E per tal via ottenne , che molte fu Aero in breue {carcerate da quelle pene , e condotte à godere gli eterni beni, e così gloriole le veniuano m jllrace dal Signore, come fopra è detto .

Dello,

Vita della B.Maria Maddalena de Pazzi, 2,0 $

Della riuerenza che port atta a' projJìmi>efpccialmente alle Monache >& à iSaccr* doti, e Superiori. Cap. CXVI*

PBr eflere (lata quefta Beata Madre ritiratiffima dal fecole , e per non auet conuerfatocon perfone fecolari , noa« ciò da notare circa quefta riueren- za vniuerfale de'proffimi cofa particolare , non che in tutte le perfone ella fi proponeuaauanti àgli occhi più io fpirito,che la carne , più l'anima, che il corpose tutte le creature ragioneuoli ella chiamaua con nome di Anime , e di ognuno parlauacon rifpetto , e riuerenza , e con gran carità ; mai fu feri- rò vfeire dalla fua bocca vna parola , ancorché minima, in offefa del proffimo Ìlio re fuori dell'atto delle correzioni, ò vmiiiazioni , che faceua alle fue fud* dite, femprefeufauaì diretti, e mancamenti altrui, e confìgliaua fempro Sragionare poco del proffimo : perche (diceria lei) fi come il vetro perca* tendofi, facilmente fi rompe , così il proffimo mettendolo in bocca, facil- mente s'offende . Se era chiamata allegrate per elTer vifitata da perfone di fuori, andana, e ftaua conglocchi baffi,e con volto riuerente, ne fi ponena à federe, prima quelle non fedeuano loro; e fempre parlaua con voce ba(Ta,c fommeira -. fiche chiunque da lei fi pattare* reftaua edificato della fua mode- ftia, e riuerenza.

Nel conuerfare con le Monache, oltre al confederarle come anitire, \vl> cui è l'imagine di Dio , per concepire maggior riuerenza, le eonfideraua con dinerfi titoli di.dignità, e grandezze fpirituali, come nel precedente Capitolo , iti altro propofito fi è detto ; & era tanta la riuerenza che portaua à tutte , che fi riputaua indegna disiare in loro compagnia ; e più volte fu veduta bacciare la terra doue le Monache teneiiano i piedi , fpecialmeme nella fala del lana- ro : & altri concetti,e fentimenti di -riuerenza aueua verfo di quelle , che Ci de- kriueranno nel Capitolo dellafua Vmiltà . Maifù veduta , ò fentita conten- dere, ò riiTare, ne fopraftarc con alcuna.* anzi con Tifteffè fue difcepole , al- cuna di loro,riprefa da lèi, le rifpondeua con durezza, e con fuperbia, ella non replicaua niente, ma guardandola con occhio amoreuole , Ci chetaua, appet- tando à correggerla in altro tempo. Le Superiore del Muniftero, e Madri maggiori, erano da-- lei trattate con grandiffima-riuerenza , & in loro prefenza ftaua- con gli occhi baffi-, e comporta comete fuiTevna Nouizia venuta di trefeo alla Religione . Non incontrarla mai neffuna Monaca,ò Conuerfa per il Muniftero, alla quale ella non faceiTe riuerenza con allegro volto , ma fpe* cialmente alle Madri maggiorile Maeftre ; e quando giugnena alla prefenza delle Superiore, fempre s'inginocchiarla» e con molta riuerenza,& vmilràscott volto, e voce fommefla efponeua -. e chiedeuaa'ilpondeua, ò accettaua.quello die le occorreua. I Sacerdoti, & i Prelati gli chiamaua Gerirti di Dio, e gli rine- nua come rapprefentanti la perforudi Dio . Pariaua di rutti ma fpechlmenre» de' Padri fpirituali, con gran riuerenza , & abborriua grandemente il lentirlo nominare dalle Mònache, per ogni piccola occafione, ò con leggerezza, e vanità, ò con poca riuerenza : & auanti à quelli fempre ftaua. mginocchioni , ttè fi rizzauaalla loro prefenza, pnma da, Ipro noal'era.comandato; e così

offwruò

x © 4 Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi.

offeruò tutto il tempo di Tua vita . Si potrebbono circa quella riuerenza de* Padrifpkimalì,eSuperioriaddurre altri fuoi notabili efempi , quali firilerba- no alla fua Vbbidienza .

Della grande flima ch'ella faceta della flato Rgligiofo, e dell'amore che portaua alla fua Religione , e Muniftero * Cap. C XV II»

LA (lima che aueua la Beata Maria Maddalena dello ftato Re ligiofo, molto bene fi comprende da' concetti,e fimilitudini con che ella ne parlaua.pes illuminare le Monachete fpecialmente le fue Nonizie,e Giouane)dclla eccel- lenza, e nobiltà di quello . Jmperochè ora aflòmigliandolo al Paradifo Ter- reftre, lochiamaua Paradifo di delizie , e giardino di Dio ,• ora comparandolo alla Patria celefte.moftraua effere in erto lordine che è nel Paradifo tra Dio, e gli Angioli: ora lo chiamaua pupilla de gl'occhi di Dio.e fopra di effoebbe ne' &oi ratti molte belle intelligenze > e forto belliflìme figure le fu moftro da_> Dio. Ma fpecialmente lo vidde vna volta fotto figura d' vna belliffima Vergi- ne.mifteriolamente veftìta con vari] ftromenti in mano, dalla quale intefe,co- me la Religione perfeziona, & adorna l'anime re ligiofe. Vn'altra volta lo vidde fotto figura di fonte, e TH^analicLv^ij liquori; e di quìintefe i guftifpi- I itualij che ne communica Dio à i veri Religiofi. Vnaltra volta lo vidde lotto figura di varie ftrade fcortatore ; & intefe come la vita Religiofa è vna breuo ftrada per arriuare al Cielo: e fimili altre, che lungo ferebbeil numerarle. E fempre, tanto in ratto,quanto fuori di ratto,pariaua della Religione con gran- dezza t e riuerenza . Stimaua tanto il benefizio della vocazione alla Religio- ne > che lanteponeua à tutte le grazie, chedopòil BattefimoDio faccia ad vn'anima . E più volte fìv vdita dire , che non auerebbe cambiato ilTuo ftato con qualfiuoglia Rè, ò Monarca del Mondo : e che non portaua inuidia à gli Angioine Serafini del Paradifo perchè(diceua lei) lo ftato Religiofoprofeflfa_> d'imitare il Verbo vmanato, mediante lofleruanza de tré voti,il che non poi- fon fare gli. Angioli del Paradifo; e cornetta diceua quando fofle douuta cfle- re lo ftrofinacciolo del Muniftero, lo reputaua à maggior fauore,che l'auere qualfiuos^lia grandezza deL Mondo, e fempre ne farebbe ftimata indegna * e però fi Teruiua fpeflb per orazione iaculatoria di quelle parole del Profeta Dauid; Elegi abieclus effe in domo Dei mei , magis quam habitare in tabernaculis* peccatomm . Per il bene, che cauano l'anime dallo ftatto Religiofo, fentiua grande allegrezza, quando fapeua che qualche perfona fi faceua Religiofa ,- uiatlimefe cleggeua Religione ofleruanre. Stimaua grandemente ogni or- dine della Religione, ancorché minimo,come cofa dettata,e voluta dallo Spi- lito Santo, et enena in pregio ogni cola- della Religione, ancorché pouera ». fcmplice, e vile $ ne poteua (bifore di lenti* biafimare alcuna cofa di quella ; che fotto l'abito religiofo fi foceife leggerezza veruna . Merauigliandofi vna volta vna Nouizia, come mangiando tèmpre le Monache cibigroiìi , <t^> Baal fani, auelTcro forza da portar le fatiche della Religione, le ri (poi è la Beata» Madre: Quefti cibi fono lànnficati dalla Religione, e Dio mette virai in loro* che ci foikmino, come buoni; e. quando Dio, vorrà altrimenti, ci proluderà;^

dilla

Vita della B.Maria Maddalena deTazzi, i a $

diflc quefteperchè per Ja pouertà del Muniftero , non poteua la Religione* precedergli migliori. Per quefta medefima (lima ,c riuerenza della Religione quandoalcunasammalaua,non voleua>che fi delle colpa a eibi,ò alle fatiche della Religione; ma che fi pigliaiTe dalla mano di Dio ; e quando alcuna per fiacchezza^ debolezza non poteua tare qualche fatica, & offeruanza della., Religione, inlègnaua che fi diceffe : Io per i miei peccati non merito di poter- mi affaticare nella Religione ; e così ella teneua, e coftumaua dire , quando s'ammalauax non poteua efercitarfr come defideraua. Similmente non vote- ua,che le Monache nelle fatiche della Religione mai ft moftraiTero (lanche, e foprafattecon vna certa dimoftrazione affettata, e quando vedeua alcune del- le fue fuddite,ò compagne, che faceffe tali dimoftrazioni>diceua: Che vi pare che la Religione vi habbia da effere obligata, perche vi fiate affaticata per lei ? Vi dico,che voi fiere obligata alla Religione, che fi ferue di voi, e quanto più filile con voftra faticatiti douerefte giubilare d'allegrezza.

Da quefta grande flima dello (lato Religiofone procedeua vn grande amo- re, ch'ella aueua alla fua Religione>e Muniftero; onde l'amauacome cara ma- dre, e ne padana con tanto affetto, chetaluolta ragionandone era rapita in eftafi . Chiamaua Ja Religione>fua; e fpefforéplicauaJa mia Religione ; e do- mandata da vna Nouizia,perche la chiamalTe (ua,rifpo(e : Perche Dio me n'ha fatto vn donatiuo.e vuoicene io la confetui , e però defidero cheapparifca_» bella,& immacolata nel colpetto di Dio . Ogni mattina fra l'altre orazioni of- feriua il Tuo Munillero alla Santiilima Vergine, pregandola, che lo cuftodifle , come cuftodiua Tvmanità del Verbo Incarnato , e la fua purità . Alle volto veniua in tanto eccedo d'amore , che Ci metteua fino à lodar le mura del Tuo Muniilero ; ancorché vecchie, e mezze rouinate , e diceua; Se bene quefte itanze fono mezze rouinate» ò quanto fono buone,e care ; poiché ci tengono feparate dal Mondo, ne ci lafciano veder cofa, che ci polla dàr'occafione di di- uertircidaDio.

Cercaua d'imprimere quanto poteua nel cuore dell'altre Monache quefta, ftima dello fiato Religiofo, e l'amore al fuo Muniftero ; e (pecialmentealle fue fuddite replicaua fpeflb :• Figliuole amate la Religione come cara madre •> e tanto era frequente in quefte parole, che vna di loro vna volta attediata le di- mandò, perche replicarle fpeiTo quello medefimo ; & ella rifpofe : Perche poco gioua auere vna gioia preziofa , e non conofeere il fuo valore , perche mentre non fi cono(ce> nonsama, fi ftima ; fignificandole , che replicaua loro fpeffo quefte parole, acciò veniffero in cognizione del benefizio , che Dio aueua lor fatto, e lo ftimaffero . Per quello medefimo fine dille tal vol- ta: Se noi penetraflìmo al viuo la dignità dell'anima noftra , per 1- vnione ftret- tiilìma,chehà fatto con Dio benedetto, mercè detre voti foknni ; àguìfa di ruftica Paftorella , che afTunta da potcntiffimo a (lato Regale , (Tfdegna quando alcuno le ricorda lo (lato di prima , aueremmo in difpregio il la Telar- ci da proprij penfieri tirare alla confiderazione delle cole mondane ; e cono- feendod'efler fatte fpofe del dell' Vniuerfo , per appagare le noftre vo- glie di cofe non terrene, corruttibili, e inalzeremo con (3nta fuperbia al- ia contemplazione delle fempiterne ricchezze del Cielo . Akre volte diceva

loro :

%pS Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi.

loro: Voi fendo chiamate alla Religione, fiere chiamate à feruir Dio > il cui feruire è vn regnare, & à communicarora in terra* ciò che auete a fare eter- namente in Cielo,cioè à Jodarlo,e benedirlo ; Et infegnando loro come auea- no à fare ad amar la Religione, diceua,che allora fi fa, quando fi vbbidifce, e Ci olTerua con amore.tutto quello ch'elJaordina nelle Regole, e Coftituzioni, e fi tien conto d'ogni cofa di quella* ancorché minima .

Della fama , eriueren^a, che aueua dc% fanti voti della Religione x e della loro rinoua'zjone . Cap, CXVIII+

rTHEneua quella vera Religiofa in gran di filma (lima, e riuerenzai voti della | Religione, come cofa diuina : gli riconofceuacome pnuilegi, e benefizi fingolari fatti da Dio all'anime, ch'egli chiama alla Religione:gh tlimaua telò- ri , e prezzo del Paradifoe gli amaua come legami d'vnione delle anime con Dio; come Iliade del Cielo, e come gloria di. Dio, e come di tali ne parlaua-, . Per quello gran concetto, e lume, che n'aueua,fentiua grandini mo gufto , di vederli Religioià, e legata con quelli legami; e percioogni giorno tra sè,e Dio gli rinouaua . Sopra la cui rinouazioncebbe vna volta in ratto quella bella iti* diligenza da lei proferita. Ogni volta che fìrinouano le promefìe fatte a Dio, fifa vua rinnovatone d'vnione co Dio,& acquifla [anima diletta vnione più,ò meno* fe- condo lo flato di perfezione, in che fi troua,e fecondo la carità, che ha in : e quefla rinnoua'rjone de'voti fatta dall'anima internamente , è di contento alla Santiffima Trinità, quanta è la r innovatori e del compiacimento interno^ che ha C anima m se fleffa ,e di se fieffa, con tale offerta fatta à Dio -, rinnovando fempre il primo diletto della prima offerta, con nuovo compiacimento, e nuovo diletto * Et a. Maria è tanto grata ,quanto ellafleffa rinnouaffe il voto della pvriià : E di gloria a gli ^Angioli , perche veggono adempire quelle fpir anioni, che da loro ci fono miniflrat e . E ancora Asfaltatone a Sant'iter che veggono effer feguitato il lor Creatore per loro vefligie. E di contentoal Coro delle Vergini, quali vanno rinnovando vncanto nuouo, veden- do augjnentare quello ch'elle con tanto affetto hanno e fer citato ; & ancora loro s'ac- cr e f ce gloria, perchè ogni volta che fi fa quefla rinnoua-rione , fi celebra per modo di dire, la lorofefla . E t anima riacqui fla grandi/fimo frutto, perochù in quella fi aug- menta la grafia, fi fortificano le preme ffe fatte y^nafee in leivna nuouapace,&vnio- ne\ il frutto della qual pace fi vede nella conuer fazione, e fuo operare . 0 di quanta dignità fono quefli voti, e prom effe fatte à Dio nella fauta prof effione ^poiché la lo- to rinnoua-rione fa tanti degni effetti, e l'anima ne riporta tanti frutti <? Terc non è da maravigliar fi, che chine ha lume, come fa, ò V erhoja , Bgligione del tuoSantiffi- mo V^me (inrendeua la Religione della Compagnia di Giesù) celebrila detta rinnoua'rjone, con talfolennità^ efefla-Jendo che h uomini del Mondo fanno tanto conto del giorno in cuinafeono, ò nel quale riceuono qualche dignità: Tanto maggior- mente noi dobbiamo celebrare il. in cui ci vniamo a Dio con gran vincolo > ( che non fi può maifcìorre)con fe(ìa,.e giubilo fpirituale . Quanto poi perfettamente

ella gliofleruafle* fi vedrida <jucl che fegue .

Quante

Vita della B.Mana Maddalena de Pazzi, xoy

Quanto ella fujfe perfetta neUvbbìdien^ayecomefi ridderò in lei tutte le perfezioni di quefla virtù. Cap. CXIX.

ESercitò così perfettamente , la Beata Maria Maddalena , la virtù dell' vbbi- dienza,che fu à tutte quelle,che la conuerforno, vno fpecchio di vera vb- bidienza; poiché in effa viddero riiplendere tutte le qualità defiderabili alla perfezione di queita virtù . Fu la fua vbbidienza volontaria,pura,pronta, alle- gra, intrinfeca, cicca ,e perfeuerante .

Fu volontaria, non folo per ragione del voto fatto fpontanea , e volontaria* mente , ma ancora perche per farla vbbidire non fu mai bifogno di fprone di penitenzcjò di timore ; ma così volontariamente^ con tanto gufto vbbidiua, come ubbidienze commeffele fuffero fuo proprio volere. Anzi che fendo ella grandemente defìderofa del merito dell'vbbidienza , ne parendole per la facilità, che trouaua nell'vbbidire , auer'à confeguire merito alcuno , cercaua quanto poteua di occultare i fuoi defiderij > e gufti > e moflraua di guilare di quell'opercche gli erano piùgrauce noiofce di reftar attediata da quellcche l'erano di foddisfazione ; acciò effendole quelle vietate, e quelle comandate , come frequentemente fuccedeua , aueffe occafione di fentire qualche pefo nell vbbidienza ; e quello effa lo chiamaua vn capitale afcofo.perche il patire, che ella faceua con quella fanta indu(lria,era afcofo à gli occhi delle creature, e paiefe folo à gli occhi di Dio. In oltre non fi contentaua dittar fuggetta folo alle Superiore » ma fi fuggettaua da fleffa alle fue compagne , «Sdegnali , e taluolta alle inferiori ,• Onde tra le fue compagne n'eleffe vna in particolare , chiamata Suor Maria Pacifica del Touaglia , alla quale fi fuggettò di ./laniera » che quafi di tutte le azioni, che voleua fare, ancorché fuffero neceffarie , e co- mandate dalla Regola , e Coftituzioni , le chiedeua licenza . E quello perche ftimaua tanto accetto à Dio l'operare con vbbidienza , che defideraua non far mai azione alcuna , che non ruffe attualmente facrificata à Dio per mezzo di quella vittù. Onde quando non poteua auer la detta compagna , faceua lo (leffo con altre; e non auendo comodità di altre, fi metteua talora a chiedere l' vbbidienza delle fteffe fue fuddite Nouizie . Quandofaceua la cucina con— le Conuerfe, ftaua così rimeffa, e rafiegnata alla loro vbbidienza , come fe-fcj. fuffero (late Maeftre, e Superiori . Medefimamente alle compagne, che ella hebbe ne gli uffizi, fempre fu vbbidientifiima fenza alcuna conti-adizione ; E tanto ftimaua Ì'vbbidienza, che chiamaua perfo quehgiorno , nel quale non rompeua la fua volontà, ò non la foggettaua à quakuna , Per quello ftima- ua più il viuere in congregazione, che nella folitudine^e diceua, che bene lo llato folitario è di gran perfezione, nondimeno ella arebbe fempre eletto il vi- uere in congregazioneperche continuamente v'è occafione di dar morte à fteffa, mediante Tannegazione della propria volontà .

Se Ì'vbbidienza pura fi chiama quella che è fatta fenza alcuno intereffe ter- reno» fenza rifpetto vmano,ò amor proprio, ma puramenteperamordi Dio, tale fu ì'vbbidienza di quella Beata. Poiché, mentre afeondeua àgli occhi ideile creature il patire nelle vbbidienze, acciò le fuffero impofte quelle che

più lag-

xo8 Vita della B, Maria Maddalena de Pazzi.

più l'aggrauano, come fopra è detto, chiaramente fi vede, che col Tuo vbbidi- re, cercauafolodi piacere à Dio, il quale (blo vedeua il fuo patire. Per vbbidi- re puramente, come Jei fteflfa diceua, e come infegnaua alle Tue Cuddite, non riiguardaua mai la peribna, che gli era Superiora, e che le comandaua , qua- lunque ella fi fu (Te, ma riconofceua in quella Dio; per altri rifpetti vbbidi- ua, te non perchè riputaua eflfer volontà Diuina ciò , che la Superiora impo- neua, e che con autorità diuina gliene imponeiTe . Per quello rifpetto tanto volentieri vbbidiua alla Conuerfa cuciniera, quando le era Superiora nella cu- cina, quanto alla Priora, perchè in elTarimiraua laperfona di Chrifto , per amor del quale ella vbbidiua loro,come à Tue Vicarie, che da luiaueuano l'au- tonta .

Stimaua tanto quefto modo d' vbbidire, che infegnandolo alle Tue fuddite , diceua, che quefto era vn modo di fare gran frutto nella Religione , e grande auanzo nelle fante virtù; e che quell'anima, che fa quefta impresone nel fuo cuore, che il fuo Superiore, e Superiora fia in luogo di Dio, e che quanto egli ordina.e dice,fia detto,& ordinato da Dio,per bocca di lui, arebbe confeguito da Dio quefte cinque grazie particolari .

I. Che mediante la tua Fede , Iddio fi comunicherebbe maggiormente à quel Superiore, & a quel fuddite che ha tale imaginazione viua .

II. Che turte l'vbbidienze gli làrebbono egualmente grateitanto le profpe- re, quanto Tauuerfe.

III. Che fempre fi trouerebbe nel fuo cuore quieta, e tranquilla , efenti- rebbe vn contento e dolcezza grande interiormente

IV. Che i\ renderebbe più atta ad aiutare la fanta Chiefa con l'orazione * perche <jiesù efaudifee l'orazioni de gli vbbidienti; & efìendo quelli vbbidien- t illuni: faranno elauditi di ciò che chiederanno .

V. Che di quell'anime Dio ne fa corona, perchè fi come la corona ma- nifefta la grandezza del , così elle onorano , e glorificano Dio in tutto l'opere loro .

Non era meno la fua vbbidienza mefcolata con alcuno amor proprio > anco nelle cofe fpirituali» poiché non folo raceua fempre più volontieri la vo- lontà d'altri, che la fua, ma era di più fempre difpofta à lafciare per l'vbbidien- za ogni opera ancorché buona, eletta di fua volontà, e di gufto,e di fodisfazio- ne ipirituale . Efiendo fuo (olito il dire, che è amor proprio il non voler vbbi- re, quando i Superiori vierano laufterità,penitenze,& orazioni : perciò ello_, > ancorché dedita alle penitenze,& aufterità, quando da' Superiori le erano per vbbidienza vietate, non voleua mai tirare la loro volontà alla fua. Così ancor- ché grandemente defiderofa di patire, non fece alcuna refiftenza a pregar Dio di poterfi cibare de' cibi comuni , come l'altre , quando doppo i fette anni di vitto in pane>& acqua dall vbbidienza le fu importo , come {òpra è narrato » che facefle orazione à Dio, che le concedelTe tal grazia, quale ottenne. E quando ftaua inferma , e che per riftoro del fuo corpo le ordinauano qualche obo cieiicato,òpreziolo medicamento, ricufando ella pigliarlo :quando le era detto, per vbbidienza pigliatelo, non batteua parola , ma Cubito diceua^ » dicìiis x>éw: e ]o pigliata. Per purità deirvbbidknza?ftimaua molto più

l'opere^

vita deua tì.Mana Maaaaiena aerazzi. 109

l'opere 5 ancorché vili, e piccole in fteffe, fatte per vbbidienza,che quelle di gran perfezione fatte di proprio volere .

£ù ancora la fua vbbidienza pronta* & allegra . A pena aueua intefo la vo- lontà deSuperiori, che fubitoe fenza indugio, ò replica alcuna l'efeguiua, la- feiando imperfetto ciò. che aueua fra mano : occorreua con lei comanda- menti, ò precetti, ma le baftaua ogni cenno della volontà de' fuoi Superiori : anziché in certo modo , per quanto ella poteua, s'ingegnaua cognetturare ? & antiuedere la volontà delle fue Superiore, per preuenire l'vbbidienze. Co- sì fanno teftimonio quelle, che fumo fue Maeftre nel Nouiziato, e Giouana- to, e le Priore, che furnoà fuo tempo del Muniftero . Ne mai nelfvbbidire fi vidde afflitta , ritrofa, ò fantaftica, ancorché molto fufle affaticata -, ma^ vbbidiua con voltoallegro , come le fufle importo fempre cole di grandtf- fimo gufto : anzi che talora per qualche tentazione , ò altro interno traua- glio , fi trouaua afflitta, con l'eflerle comandato qual colà, fubito Ci rallegra- la, e rifchiaraua il volto . Era tanto pronta all'vbbidienze , che ancora in_, ratto , dando rapita in Dio, vbbidiua alla voce della Superiora . Di quefto ne fece più volte efperienza la Madre Suor Vangelifta del Giocondo , che quali fempre fu fua Superiora; la quale per prouar l' vbbidienza di Maddalena > vfa- ua taluolta chiamarla, e comandarle, che andarle à (eruire à menfa > ò à fare-» qualche facenda,ò altra vbbidienza, mentr ella era in eftafi; e fubito à quel co- mandamento fi vedeua tornare a (enfi, & andaua ad efeguire quanto le veni- ua dalla Superiora Importo : & anco talora efeguiua l'vbbidienza, così eftatica com'era - E quando per vbbidire vfciua di ratto, fubito fornita l' vbbidienza.* ritornaua eftatica come prima ; anzi ofleruorno di più le Monache, che men- tre ell'era in eftafi, il più delle volte non fentiua, intendeva altra voce, che quella della Superiora .

Non fu f vbbidienza di Maddalena folo efteriore, & apparente, ma intrinfe- ca,e di cuore, cioè fatta con conformità di volerccon quello di chi le coman- daua,e con affetto: e quefto non folo fi raccoglie dalla prontezza, con che vb- bidiua, ma principalmente dal vedere, che mai contradiceua, daua minima dimoftrazione, che tal'vbbidienza le diipiaceiTe : ne mai procurò di nafeo- fto, palelàmenre , tirar la volontà de* Superiori alla fua : & aueua tanto à cuore ubbidienze, che ancora in ratto ne ricordaua, e 1 efeguiua: il che no- torno le Monache in due cafi particolari .

Vno fu» che auendo il Cardinale de' Medici Arciuefcouo di Firenze, che fu poi Papa Leone vndecimo,neH'efaminarla circa illuo viuere, intefo come el- l'era ftata quindeci giorni, ne'quali non Ci era cibata non tre volte, le vietò, che ella non paiTafle mai ventiquattro ore fenza prender cibo. Doppo, che ell'ebbeauu totale vbbidienza, auendo alcuni eftafi ne quali palsòii giorno, e la notte fenza rifuegliarfi da quelli, quando s'auuicnaua le ventiquattro ore, che ella non aueua prefo cibo, fi ritiiegliaua dal ratto: e fpecialmente quefia foccefle in quel ratto.che ella ebbe il Giouedì,e Venerdì sàto dell anno 1592. nel quale patticipò le pene della Paflìone di Gesù, doue su le 1 5 . hore del Ve- nerdì fanto approftimandofi le ventiquattro ore, che non aueua prefo cibo, Ci voltòà DÌ03C dìlTe:0 Verbo tnm 'abbreuij il tempo per l'vbbidìen^i e poco iti-

O nanzi

* 1 a Vita della B. Maria Maddalena dePazzi.

nànzi alle diciotto fi riferiti dal ratto, e fi cibò di vn poco di pane, & acqua , è così efeguì l'vbbidienza prima , che paiTaffc l'ore ventiquattro dal cibo prefo, il precedente. L'altro fu, cheauendo intefo ilConfeflbredel Muniftero, come ella in eftafi,faliua> e caminaua fopra quel cornicione del Coro, che rif- pondeua in Chiei3,per andare al Crocififlache era in mezzo di quello lenza.-, icala,e fenza appoggio , le comandò,che quando voleua andarui, pigliale la_> fcala. Eteflendovnavoltaineftafi* e volendo in quel femore andai- à quel Crocifìflò, quando fu giunta in Coro.alzando gli occhi àquello,fi ricordò del- lvbbidÌQnza> e difCeiBi fogna andar per lo ftrumento > e così eftatica andò per vna fcala à piuuoli, fopra la quale fa à detta imagine *

Ebbe ancora l'vbbidienza di quella Beata Madre quella qualità tanto loda- ta de* Maeftri della vita fpirituale,chiamata vbbidienza ciecaróc è quando l'vb- bidienteinfieme con la volontà, (òggetta anco il giudizio proprio alla volon- tà, e giudizio di chi li comanda» fenza inueftigare lìntenzioncò il fine, ò la ra- gione di tale vbbidienza, e fenza decorrere quel che fufle meglio,& in fomma fenza metterui niente del proprio intendere . Equeftocon molta perfezio- ne efeguiua la Beata Maria Maddalena, e lo diffe lei fteffa, conoccafione^ d infegnare alle fue difcepole il modo d'vbbidire : e foleua dire , che non Cr pa« teua vbbidire perfettamente , fenza cattiuare il proprio giudizio nella volon- tà, e giudizio del Superiore, e che à lei non pareua d'vbbidire , ancorché efe- guitte il comandamento, prima non cattiuaua il fuo giudizio, ancorché fuf- lero cofcalle quali ella auelfe ripugnanza: e perciò, quando le era comanda* «o qualche cofa,s'ingegnaua prima tener per bene, giudicareTe fentire, come la fua Superiora teneua, giudicaua,e fentiua , e poi inchinaua la fua volontà à: volere ciò, che la fua Superiora voleua . Di quefta fpropiazione di giudizio ne diede efempi mirabili , fpecialmente circa le cofe ordinatele da Dione' ratti $ le quali efla , ancorché le intendente da Dio in modo così mirabile,non l'efe- guiua fenza l'vbbidienza della fua Superiora , e del Padre fpiritualc ; e tro- uaua quelli di diuer/o fentire , & intendere dal fuo , deponeua il fuo intende- re, e feguiuala volontà di quelli. Quefto particolarmente fuccelTe, quan- do da Dio le fu ordinato , che fi cibalTè folo di pane & acqua , e che andalle icalza, e veftitad'vna fola tonica rattoppata, e vile :al chenonacconfentendo i Superiori, ella Ci metteua à mangiare per loro vbbidienza i cibi comuni , an- corché fuffe con gran trauaglio del fuo ftomaco, e fi rimile le calze* e le fcar* pe , e la tonica, che ineftafiffi era cauata > e così feguitò fin che Dio con eui- dente miracolo fece noto àgli iìefil Superiori quefta fua volontà, eche eflì confentirno , come fopra à fua luogo è narrata. E piò fi fidaua in ogni cofa del giudizio de' Superiori, che di ogni fuo intendimento,c riuelazioncanzi co- me ella dilfe alla morte, non trouaua cofa > che più la quietane, circa le cofe fuccedutele in tutto il tempo di fua vita, che l'elTer certa di non s'efler mai gui- data in colà alcuna di fua volontà, e giudizio, ma fempre con la volontà ,e giu- dizio delle fue Superiore^ de' Padri fpirituali ; e fìi talmente ralfegnatain que- fto modo d'vbbidire, che più prefto pare, che la fua vbbidienza in quefta parte fi porta chiamare morta, che cieca : poidie non folacattiuauafotto il giudi- zio^ volontà de'Superiori il fuo giudizio proprio,mà n'era tanto fpropriata , et

l'aueua.

V Ita ucnai3. iviana ìviuuuuici ia uc i ritz,^-i . zìi

Faueua così liberamétc rafTegnato ne Superiori.che in quefta parrei! fuogiu- dizio era morto, & era come fenon aueflfe proprio giudizio. Quefta era quel- la grazia tanto da lei desiderata, e chieda così frequentemente ne' tuoi eftafi pei*sè,eperrànimeReligiofe, di nulla volere, e nulla intendere, ma come morte lafciarfi guidare,& in quefto flato le moftrò Dio ftefia più volte, co- me ne detti eftafi fi legge. Da quefta perfezione cominciò la fua vbbidienza., Religiofa,quando che il medefimo giorno,che prefe l'abito della ReJigione.fi ratTegnò comemorta nelle mani della Maeftra delle Nouizie . Dal che fi può fare la cognettura, tale fu il principio dell' vbbidienza di cjueftanima, à qua! grado d* vbbidienza bifogna, che arriuaffexon f efercizio di tanti annùche in ef- perfèuerò fino alla morte ; e perche quefto difficilmente fi potrebbe efpri- mere , lo manifeftò Dio nella fua morte con vn azione di gran marauiglia ; mentre che ftando ella per fpirar l'anima , le fu comandato *che per ubbidien- za afpettalTe fin tanto, che il Padre Confefforeaueffe detto Meffa, e comu- nicatole Monache; ella riebbe la loquela, e quafirimtfe, &afpettòj cornei ilio luogo fi narrerà .

De Ha fua Caflità angelica : e come rifplendeua nel fuo volto, gefli^ e parole . Come

dalle fue carni fpiraua vn grato odore : e dell'affetto, e riueren'^a , che

ella por taua alla verginità. Cap0 CXX.

PErdimoftrare quanto mirabile fuffe la caftità della Beata Maria Maddalena de'Pazzùfa molto à propofito,come cofa eflenzialcil narrare come ella in età di dieci anni fece voto di perpetua verginità^ come per mantenere quefta promefTa;fatta à Dio,diffe rifolutamente a' fuoigenitori,quali erano còtrarij à quefto fuo sàtopropofito,che prima, che acconfentire à prendere altro ftatot che di verginità,arebbe permeflb,che le fuffe tagliata la tefta: e perciò volon- tariamete elefse d'efser Monaca>e fece folenne voto di caftità nella fanta pro- feffione. Ma per efser quefte cofe altra volta fopra narrate ,refta folo da dire » che quefta virtù fu in lei così fublime, e perfetta, che non folo non commefsc mai azione,nè ammefse nella fua mente penfiero, che macchiafse la fua cafti- tà virginakima ridotta àgli vltimi giorni di fua vita ditecene per grazia di Dio, non C\ ricordaua d'auer mai in vita fua prefo gufto, ò diletto alcuno, non in Dio folo; e che non trouaua cofa, che in queir vltimo pafso le de6e maggior quiete >e conforto di quefta.* e fi vidde per proua,che quefto le era anco di co- forto ne' fuoi maggiori dolori dell'infermità, che però mentre da quelli più del folito era fieramente trauagliata : fu fentitapiù volte voltarfi a Dio con quefte parole : Tu fai bene Signor mio, che il mio cuore non ha mai bramato altro , che tè. Non folo non macchiò mai la caftità, del corpo,nè della mente con alcuna azione,ò penfiero: ma quello, che è di maggior marauiglia, in quaran- tadue anni, che ella vifse in quefta carne mortale., non Teppe , che cofa fufse azione contro la caftità.e morì fenza faper che cofa la macchiale ^rquefto ne ringraziò ella Iddio pubicamente alla prefenza delle Sorelle negìi vltimi giorni di fua vita,dicendo con grande allegrezza, che moriua con quefto con- tento di non fapercnc auer mai faputo, che cofa fufse azioni contro la caftità,

O 2 nèco-

1 1 2, Vita della B.Maria Maddalena de Pazzi.

come fi perdefse: e quello tanto è più degno di ammirazione, quanto che ne due primi anni delia pronazione, che di lei fece Dio, cioè dall'anno 1 5 8 s . fino al 1 5 87.foftenne da* demoni grauiflìme tentazioni^ illufioni d'impurità. Poiché bene ella patiua tali tentazioni, tuttauia, come lei ftefsa in queft'vl- timo racconto, non aueua mai intefo ciò, che il demonio in quelle pretendef- fe da lei» e che combatteua con vn nemico da lei non conofciuto . Era tanto grande l'abborrimento, che fentiua d ogni minimo fentimento impuro , che prima fi trouaua auere difcacciato da il nemico , che la tentazione l'auefse afsalita . E bene fentiua il primo impulfo della tentazione» nondimeno, ef- fendo il fuo intelletto, e la fua volontà lontani da ogni terreno affetto , & oc- cupati in Dio, non apprendeua quali fufsero le tentazioni ; & anco da quefte dopò i detti due anni di pugna,ne fu liberata dalla Santiffima Vergine mentre da efsa fu in vna mirabile vifione, ricoperta con vn candido velo, come fopra è narrato : fiche à guifa di vn'altroSan Tomafo d'Aquino, mai più in tempo di fua vita patì moleftia alcuna di fenfo,nè corporalcnè mentale,& era diuenuta in quefta parte , come fufse vna (tatua .

Quella così alta purità di corpo, e di mente rifplendeua anco nel fuo efter- no . Imperoche nella fua feccia aueua vna grazia tanto mirabile , e rifplende- ua vn non so che di diuino,che pareua vn Angiolo di Paradifo. I fuoi (guardie fuoi gefti erano così graziofi,graui, modefti,e benigni, che cagionauano pen* fieri puri, buoni,e cafri in chi la vedeua , e la rendeuano fommamcnte amabi- le • Il fuo corpo fteflo, ancor viuo, fpirauavn certo inlolito foaue odore i qual'era dalle Monache chiamato odore di purità , ne aueua fimilitudinc di odore vmano, e grandemente ne guftauano^e pareua loro.che incitalTe adefi- derij di purità,& inuogliafle di Dio.In conformità di che teftificano le medefi- meche ne gli virimi anni , che quefta Beata ftette malata fenza leuarfi di Iet- to,abitò fempre in vna camera, la quale perse fteffa aueua cattiuo odore, per effere malfituata; Se in quei tre anni, ch'ella vi ftette, fenza vfare arte alcuna di odori, ò profumi, iempre vi fi fentì quel buon'odore, che vfciua da lei , quale fi comunicaua ancora à gl'abiti , ch'ella portaua. Le fue parole ancora fpira- uano purità, e quando ella padana di quefta virtù, ne parlaua con tanto affet- to, che ne inuogliaua grandemente gli animi, che l'vdiuano ; & ebbe fpecial- mentene'fuoieftafialtiffimi concetti, efpicgòbelliflìmipenfieridi quefta^ Angelica virtù : Specialmente in vno fa paralello tra gii offequij, che fece la Sanriflìma Vergine , à quei che fanno le Vergini à Giesù . In vn'altro difeor- re come la Beatiflìma Vergine prendeua particolar diletto nel l'intendere , che il fuo Figliuolo doueua elTer lo Spofo delle Vergini : doue moftra quanta glo- ria dà à Dio la verginità . Altroue intende i gran fauori, che fa lo Spirito San- to alle Vergini fpofe del Verbo . In altro luogo rratta degli amori diuini, che i Serafini comunicano, e dell'onore, che portano à quelle. In vn'eftafi ap- plicando alle Vergini le parole dette da desìi in Croce alla Vergine Santiflì- ma, San Giouanni.moftra come le Vergini diuengono Madri, e Sorelle di Chrifto. In vn'altro applica la fere , che Chrifto ebbe in Croce al defiderio > ch'egli aueua della purità nelle creature ragioneuoli, e d'elTer feguitato dalle* Vergini,& infomma.tamoin quefti> quanto in altri eftafi, di quei,che fono

ferirti ,

V Ila ucua Déiviaiia, iviauuai^iia iu> 1 a^^i. z* i j

fcritti,comc in altri dette moltiflìme lodi,e parlò con gran fentimento di fpiri- to.della Caftità,e Verginità: e fpecialmente in vncdoue rende la ragione,per- che la Beatiffima Vergine fufife la prima vifitata da Chrifto dopò la fua Refur- rezione,come piamente fi crede . Di più foleua dire , che il Signore le aueua conceffo fino da' teneri anni particolare amore,e defiderio della purità 5 e che ne defideraua in colmo quanto ne puòauere in quefta vita, e che per ac- crefeere in quefta virtù aurebbe tollerato ogni gran pena .

Per l'amorcche ella portaua alla verginità.teneua in grande onore , e riue- renza le Vergini; onde quando giungeua in luogo,doue fuflero altre Sorelle, à tutte facetia riuerenza>fichè vna fanciulia,ch'era entrata nel Munifteroà pro- per monacaruifi,vedendofi tanto onorare da quefta Beata Madre,reftò am- mirata : e fofpettando,che ciò non fuffe cerimonia fecolarefca, dimandò per- che ella le faceua tanta riuerenza ; & intefe , che così ella onoraua la vergi- nità .

Tanto quanto ella fentiua gufto nel trattarle conuerfare con quelle , che tengono quefta vita, altrctanto fentiua fatica nel trattare con perfone dittato contrario: e foleua dire, che fentiua maggior arTetto,e fimpatia vedo le perfo- ncche profelTano quefta purità, benché fuflero imperfette, che verfo le per- fone maritate, e vedoue , ancor che fuflero più fante . E finalmente tutte lo perfone, che la conobbero, e conuerforno,dicono,che nel fuo volto>comc ne' gefti,e parole appariua vna purità più Angelica, che vmana .

Con quanta diligenza Maddalena cuftodifie la caflità , ede'meTgj , ch'ella tenne per confermarla, e fpecialmente della ritiratezza dal fecola. Cap. CXXI.

COn tutto che quefta Beata fi troualTe tanto da Dio fauorita, dotata di tan- ti priuilegixosì accefa, & innamorata di Sua Diuina Maeftà, in tanta per- fezione di virtù.e con tanto aborrimento dell'impurità carnale: tuttauia,ancor dopò che per durino priuilegio fu dalla Santiflima Vergine 3flicurata ( me- diante quel candido velo) da ogni impurità di corpo, e di mente, vsò ogni dili- genza potàbile per cuftodire ,e conferuare la fua caftità verginale , come fo fafse ftata vna creatura ordinaria, e fpofta ad ogni pericolo. E bene fi potreb- be addurre in quefto propofiteche tutti gli efercizi fpirituali, & opere di cari- tà,e di Religione^ Piffero come tante armi per difenderfi,e cuftodirfi da que- fto nimico; nondimeno perche non mancano gl'efercizi , e mezzi particolari ordinati da lei à quefta cuftodia di ftefla, fi lafceranno i generali, & ordinari) all'arbitrio dichi legge . Ma quelli,che da lei erano ordinati à quefto fine, fu- rono particolarmente, la frequenza del Santiffìmo Sacramento dell'Altare; & il ricorfo all'orazione , e fpecialmente airintercefiione della Santiflima Vergi- ne, Taufterità della vitale le penitenze affiittiue, ch'ella fece; tra le quali come confiderabilifiima fi rammemora quella così generofa , di gettarfi nuda tra le fpinecome vn'altro San Benedettole quefte ancora per eflerfene fopra a* fuoi luoghi trattato, badi auerle accennate . Ma oltre à quefte>tenne fempre per potentiffimoj & efficacifllmo rimedio

O 3 di que*

Z14 viiaaeiiar>.iviana iviaaaaicna ae razzi.

di quelle tentazioni, il fuggire ogni occafione di vedere, fentire.di trattare > e ragionare di cole, che potettero fomminiftrarle, & accenderle :<5c à quella fu* ga (limò ottimo rimedio la ritiratezza da ogni mondana conuerfatione . La- onde vno de' gran benefizi , ch'ella riconofceua dalla Religione , era il ve- derfi ferrata in facro chioftro , & obligata à perpetua claufura, e ficura di non auer mai più in tutta l'eternità à tornare al xMondo , à conuerfare co* mon- dani . E nella confiderazione di quello benefizio , fi fentiua accendere à tan to amore verfo della Religione, che con grand' affetto la benediceua , e ba- ciaua le mura del Muniftero . E domandata perche ciò faceffe, rifpofe : Non vi pare,ò Sorelle mie> che io abbia gran cagione di ciò ? poiché, quelle fante mura mi Separano dall'infelice Mondo, emirendonoficuroil più pregiato tefòro, che io poffeggain terra (per il quale intendeua la Tua verginità. ) e tal- ora eiclamando con grande affetto,diceua ; O gl'huomini del Mondo ca- piffero quanto fieno grandi i gufti, che nella beata vita fono ripoili à quei che viuono fempre vergini, correrebbono come cerui affetatial fonte, à riferrarfi nelle più afpre Religioni , per conferuarfi intatti, e puri ; perche quanto più è circondata la vigna da fiepe, tanto più (là ficura . Et vna volta in ratto, dif- fe, che le Religiofe douerebbono edere con i fecolari faluatiche come il cer- uo, e che di ciò Giesù molto compiace . E quello fu da ki oflèrmto mol- to accuratamente non perche nel luo trattare, ancor con i fecolaii, fuffe ru- uida, e mal creata, poiché feppe beniflìmo congiungere la granita con la beni- gnità, & vmiltà religiofa: ma perche mai Ci addometticò, prete familiarità » intrinfecchezza con alcuna perfona di fuori del Muniftero, nefecolare ,nè Religiofa, ò huomo5ù donna che fuffe, ancor che fu Aero perfone fpiritua- li, e di fama di Santità, ne àbocca,nè per lettere, in altra maniera. Perciò andauatantomaluolentierialle Grate, che quando era chiamata, bifognaua-» fpingeruela , e conduruela per vbbidienza ; particolarmente quando taluolta era fatta chiamare da perfone di titolo, ò da altre che auelfero del mondano . Per tal cagione fu villa più volte piangere, e fentiua tanto tedio, efallidio à trattare con limili perfone, che dilfe più volte , che quel tempo che (lana in-» Parlatorio, farebbe Hata più volentieri nel fuoco del Purgatorio: e la ragiono era quella , perche llimaua che il Parlatorio fu (Te alle Spole di Cimilo vna grande occafione di detrazione ; e diceua che quiui le Monache non ne trae- uano altro (e non inquietudini, ditlurbi, fuagamenti , tentazioni, e pencoli di macchiare la purità; il che non può elìere nel Purgatorio . Onde aueua tal ab- bonimento del Parlatorio , che non poteua fentirio appena nominare, e fug- giua infine al palTarui; e quando vi doueua andare, pareua proprio, che aueffe d'andare alla morte : che però elfendo Maeftra di Nouizie, quando era chia- mata à parlare ad alcuno, diceua loro: Nju;zie pregate Dio per me, che fono chiamata alla Grata; e lafciaua loro ordine, che andalfero prello à chiamarla > con qualche feufa . Onde le Monache , che fapeuano quanta noia le appor- tane l'elTer chiamata alle Grate, quando veniuano loro parenti, ò altre perfo- ne, cheaueffero defiderato di vederla, e parlare,per racomandare alle fue ora- zioni i loro affari, e defidsri j , ò per qualche consìglio; pigliauano effe tali im- battiate, e fenza chiamarla alla Grata, le raccomandauano i defidenj di quelle

perfone

V ita uCiia£>. iviaiia iYiiiuuiiicija uw t a^za 2* i e

perfone, e così ella volentieri con la Tua carità abbracciaua tutte le cofe racco- mandatele dalle Monache; onde non era chiamata alla Grata , non per ne- ce(Tità,à perfone, alle quali non Ci potette difdire . Medefimamente fentiua^ <rran ripugnanza quando l'erano mandate lettere > e diceua, non conuenirfi à ììeligiofa lpofa di Giesù l'auer commercio fuori del Muniftcro,^ fcriuere , e riceuere lettere ; perche la lettura di quelle rinfrefea la memoria delle cofe del Mondo,* e li era fcritto,non riipondeua , dall' ubbidienza della Superiora » e dal Padre Confeflbre non l'era comandato , ancorché auefle à rifpondere a* parenti. Così fuccefle al Signor Lodouico Capponi fuo parentesi quale au£- do mandato à raccomandarle alcuni fuoi trauagli, volle rifpofta , bifognò che più volte la mandaffe à chiedere; l'ebbe mai, finche il Padre Confeflb- re non le comandò lui, che gli rifpondefle. Et il fuo fcriuere era breue, (empii- ce, e fpintuale,fenza cerimonie, e parole affettate. Per quefto difgufto ch'el- la aueua di riceuer lettere, e per la ripugnanza,che fentiua al rifpondere,quan- ào occorreua, che alcuna perfona le auede fcritto,la Madre Priora non fe pre- fentaua quafi mai tali lettere, ma ne'luoghi doue con l'altre Monache ella era prefente, raccomandaua loro in comune le petizioni di quelle perfone , che aueuano fcritto,e così era fìcura,cheanco la Beatafaceua orazione per quel- le ; e occorreua rifpondere .rifpondeua la medefima Madre Priora, & in que- lla maniera la Beata fi conferuaua lontana da' fecolari,e feonofeiuta dal Mon- do,e fenza alcun traffico terreno come ella defideraua,per attender folo a pia- cere à Dio, & aflkurare maggiormente la (uà caftità .

badandole quefta ritiratezza dal fecole prefe -vn altro mezzo di molto maggior perfezione; e fu che cuftodì il fuo cuore in maniera , che mai s'affe- zionò con affetto terreno à creatura alcuna>ancor alle fue Monaoheie quefto non folo fi conobbe molto bene da quelle,che la conuerlòrno, per manifefta euidenza del fuo modo di trattare con tuttemà ancoraella fteflà poco prima, che paflafse di quefta vita cagionando con le Sorelle della dilezione del proflì- mo,diffe,che aueua portato fempre grande amore alle creature ragioneuoli , folo per fine d'adempire il precetto della dilezione lafciato da Giesù, e perche Giesù l'aueua tantoamate lui; ma che fuori di quefto amore, ella non aueua-* mai auuto pure vn minimo attacco à creatura veruna .

Medefimamente per lo ftefso zelo della fua purità , non permefse mai che altre creature amafsero lei con amore difordinato. Onde ancor fecólare , ve- dendo fua madre efserle troppo affezionatale che da^quefta affezione ne prò- cedeua le difficultà, ch'ella le opponeua all'elezione dello ftato di verginità » vsò ogni arte podìbileper daccarnela . Poi nella Religione, vedeuache al- cuna, particolarmente delle fue Nouizie, troppo le affezionade,procedeua feco con tal feuerità, e la mortificaua fattamente , che con facilità depone- uano l'affetto, ch'ella non voleua .

In oltre,fenza neceffirà non toccaua mai altre, da-altre voleua efser toc- ca lei; e fuori de gli eccedi d'amor di Dio, ne'quali per eccefso di carità preti- deua talora per manoalcuna<perinuitarlaal Diuino amore,abborriua il pigliar per mano,ò toccare il volto altrui, ò fare altri Cimili atti, quali ella diceua else- re difdiceuoli à perfone Religiofcancor farti femplicemente : e nell'vltima in-

O 4 fermità

Lio v ucua u. iviai id. iviauuaiciia 1 a££i»

fcrmità effendo ridotta tanto male;che non poteua muouerfi da per se nel let- to; & effendo neceffario,che talora le Sorelle la riuoltaffero da vn lato all'altro» diffe più volte;Sorelle,fe voi credete» che il toccarmi in quefto modo pofla ef« fcr contro la purità,lafciatemi darcene volentieri (tarò in quefto tormento, e mi Jafcierò inuerminare sta quefto lato . Tale era l'affetto ch'ella portaua alla caftità

Per vkimo fece ella Tempre gran cafo,e ftima per cuftodia della purità ver- ginale.il non parlarcene penfar mai di cofe mondane» e fecolari , ancor de'pa- renti,fuori della carità per raccomandargli à Dio: ne parlaua mai d'altro , che ài Dio , ò di cofe fpirituali,ò della Religione , e ftimaua gran difetto , che vna perfonaconfegrata à Dio con (bienne voto di caftità, ammetteffe volontaria- mente nel fuo cuore vn minimo penfiero,e diceffe minima parola,che in qual- che parte ruffe deforme dalla profeffione Religiolà.

Ella era gelofiffima di quefta putità,non folo in sè,ma anco nelfaltrce fpe- cialmente nelle (ùe fudditte, e perciò l'infegnaua ad armarti con le medefime armi di quefti mezzi>che adoperaua per sè,& in ellì le illuminaua, & inftruiua» e fpecialmente procuraua,che amaflero la ritiratezza della conuerfazione del fecolo, e che abborriffero le vifitc delle perfone di fuori:tra l'altre cofe diccua loro; Ricordateui Sorellcche fiate confagrate à Dio, e che non vi douete cu- rare daJtri,che di Dio,e di piacere à lui folo; e per cagionare in loro abborrimé- to delle Grate, diceua,che le Grate fono di tale fuagamento, che non fi partirà mai vna Religiofa da quelle,che non le bifogni poi (pendere molto tempo per leuarfi della mente gli oggetti, e l'imagini delle cofe vifte,ò femitcegli effetti, che hanno cagionato , e per racquiftare la pace del cuore , e della mente .Al- tee volte diffe, che i ragionamenti de' fecolari impoluerano.e bene fpeffo om- breggiano il candido giglio della caftità :eC\ rallegraua grandemente à vedere che nel fuo Muniftero ci fuffe vniuerfalmente alienazione dalle Grate , e dal commercio de' fecolari; e quando vedeua alcuna Nouiziaandar volentieri,e con allegrezza alle Gratcdiceua: Si vede bene,ò Sorella, che voi non fiate an« cora diuenuta interamente noftra -> perche il proprio delle Monache di Santa Maria de gli Angioli, è d'attriftarfi,enon rallegrarfi quando fonochìamatc al- le Grate. Per quefto proibiua alle fue difcepole il ragionare delle cofe del fe- colo,e de' parenti: e aueffe fentito ragionare di maritaggio fpofedi parti,c fimili cofe,non gli auerebbe in modo alcuno tolleratila apprelso di lei fareb- feono (lati ragionamenti (candalofi : e così cuftodiua, <3c infegnaua cuftodirc* anco alle fue Difcepole quefto preziofo teforo della caftità .

Fu grande amatrice della fanta pouertà Heligi ofa, godendo patire le neceffìtà , e fentiua dijguflo d' e/seme fonu enuta . Cap, C X X II.

FV quefta Beata,non folo pouera volontaria, per la renunzia fattanella Tan- ta profeflìone di tutte le cofe terrene , ma fu innamorata talmente àelliu, fanta Pouertà, che ogni mattina proteftaua à Diod'efaltare fempre la pouer- tà in tutte le cofe ; «Scarriuòà tal grado d'amore vedo di quefta* chevnodc* grandifgufti,che aueffe nella Religioncewl'efferprouedutacó troppa carità;

&vno

VitadenaD.iviana jviaaaaienaac razzi. 1 17

&vno<Jc* maggiori gufti era, quando le mancaua qualche co fa neceffariai I fooi bifogni; e doue Je Religiofe imperfette foglionoquerelarfi delle Superio- re , quando non così prontamente fono fouuenute di tutte Je loro neceffità* òin quel mode-che vorebbono,- quella per il contrario, non aueua mai altra querela dalla Superiora, non che ella aueua troppo l'occhio di prouederla_* nelle fuc ncceffità . Onde per quello fpefTo piangeua ,e fi affiiggeua, che Jc auelTe tanta cura; il che veramente non era: perche bene la carità della-» Superiora aueua l'occhio à i bifogni di lei, come di tutte le Monache, non po- teuaperò prouederla,pcr lapouertà della Religione, non fcarfamente : mi per il defiderio, che aueua quelita Beata di patire glincommodi della pouertà * ogni poco le pareua troppo,e non le mancando cofa alcuna neceiTaria,rion le pareva d'offeruarequefla pouertà;onde molte volte fi doleua,con dire , cho auendoprofeflato pouertà, farebbe morta fenza auer prouato, che cofa ella^» fia : fiche le Superiore per non te dar difguflo fi riteneuano ^ì\c volte di farlo qualche amoreuolezza .

Talora più accefa di quefta virtù,riuolta al Cielo diceua : ò Dio mio,perche tanto mi dimoiate ad efler pouera per voi , poiché pur vedete . che me per- meflb l'andar mendicando à porta a porta il pane , il che tanto mi farebbe in- piacere i Anzi tra tutti icontenti>che iopoteffi auerein quetìa vita,quefto fa- rebbe il maggiore>cioè,che voi,ò Giesù mio,mi facefte grazia >che nudaio po- teffi morire (opra vna Croce, come voi mortile per me . Se fentiua qualche pouero andar mendicando, fi riempieua diconrufioneie diceua : Quelli noti-» hanno TobligOjchc ho io,o0eruar pouertàiepatifeono tanti incommodi della pouertà>& io non patifeo niente ; onde per defiderio di patir pouertà, accefa-, d'vnafantainuidia verfo di quelli, diceua : Q mi fuffe lecito l'andar mendi- cando, e quando io chiedefli la limofina per amor di Dio , mi fu fiero dette del- le parole ingiuriofe,5c in tempi piouofi,e ftrani, tutta laffa,e fianca me ne tor- narti à cafa fenza alcun conforto,ò che contento farebbe il mio ! ma non no fon degna. Altra volta e fortando le nouizice compagne all'amore diquefta pouertà, diceua: Allora Sorelle ci potremmo chiamare veramente Monache ài Santa Maria degli Angioli, quando efsendo noi affaticate, e (lanche, la fera in vece d'auere refrigerio, e ripofo, aueffimo chi ci rimprouerafse , ,e difcipli- nafse.

O che grazia , òche fauore farebbe il noftro, andando à menfe nonauef- firno, che mangiare : auendo biloguo di ripofo , non aueffimo letto da dor- mire ^volendo mutarci, ò veftirci, per la pouertà della Religione non cifuffe- ro vefti da darci ! io per me ne areigrandiffimo contente*, &àchimifacefse vn tal fauore , mi terrei obligata.à dargli ilpropriofangue . Onde per patire di quelle cofe , nafeondeua il più che poteua i fuoi bifogni : e accadeua , che talora lemancafse qualche neceffità, aueua tanta allegrezza, chenon po- teua fconderla. Quefto le fuccefse particolarmente vna mattina , che per inauuertenza della Canouaia , non le fìì polio pane à menfa > doue chefen- ^a chiederlo il pafsò il definare fenza auer auuto pane: e fentì tanto il con- cento , che dopò menfa non poteua contenere le rifa , cofa fuori d'ogni fuo iolito; e domandata dalla Superiora di xhcrideflfe , fucoftrettaacenfarfi ed

auer

auer fentito troppo gufto del non auer auuto pane à definare : così fi ralle* graua del patir freddo, &ogn'altra neceflltà. Taluolta ritirata ne3 luoghi più poueri del Muniftcro con vn Crocififlò in mano , e ftandofene ginoc- chioni in terra con gli occhi riuolti al Signore , e con lagrime , e fofpiri , di-, ceua ; O me beata , tutto quello,che ha bifogno quelto corpo gli mancaf- , & in vece d'effer ricreata patirfì oltraggi , e villanie per amor di voi , ò Gicsù mio ; allora che mi terrei in qualche parte pouera per amor voftro. Come innamorata di quefta pouertà à guifa d'vn'altro S.Francefco di Aflìfi, la chiama con titoli onoratiflimi , e di grande affetto: particolarmente la chiamaua la fpofa di Giesù, e diceua , che quefta doueua eflfere la mammel- la delle fue fpofe; & ebbe circa quella altiffimi concetti, e ne parlò con gran fentirnento. Particolarmente la quinta notte delTOttaua della Pentecofte dell'Anno i j 85. in quell'eftafi di otto giorni continui, parlando con Giesù, di(ìequefte parole; Felicitimi quelli, che puramente vanno feguit andò te fen^a poff edere co/a alcuna tranfitoria , fendo che auer anno per premio , chefei rie- cbevga d'ogni ricchezza , te foro d'ogni te foro , e la riccheTga infinita del Taradifo ; ma chi comprerà il Taradifo $ oue fi tr onera danaro , che quefio agguagli ? che fi può dare in pre^o di bene grande ? ò chi lo cr-ederbbe il nulla , il nulla : per amor di Dio non pofiedere nulla , non bramare nulla di quefio mondo ,non volere altro , che Dio . Dominus pars hareditatis mea . Dico di più j Av^i non voler Dio , non per Dio . 0 altiffima , e ricchiffima pouertà . quefia forte hanno previo in mano da. comperare il Cielo quelli , che fon poueri , perche quefii t efori fi comprano con vna fomma pouertà : e quanto più l'anima è pouera , tanto più Iddio infonde in lei ifuoi te fori , co i quali può comperare il Taradifo . Chi non amerà la pouertà , poiché è ca- gione,che Dìo ci dia tanti gran doni? Beati pauperes fpiritu,& c.Qua diletla tabema- cida tua Domine virtutum : Concupifcit & deficit anima mea-, dico del defiderio del- la poffeffione del Cielo , ò del defiderio d ella p offe filone della pouertà tua , che mi va- le quanto il Cielo , poiché con quella vuoi, che compri il Cielo , & è il prezzo baflc- uole per così gran Bggno . Vn'altl a volta ef clamò : 0 felici Heligiofi , che fono tan- to onorati da Dio , che la lor parte vuoleffer egli fleffb , poiché per amorfuo con vo- to folenne hanno lafciato tutte t altre co . 0 ricca pouertà , che ne faipofiefsori del fommo bene . Ma per il contrario , guai à quei T{eligiofi , che con atto proprietario fi ritengono alcuna co fa ; trafficando con quella , come chi non ha tale obligo -, ohimè, che in tal modo vengono à rifiutare la lor parte , che e Dio , volendo , e tenendo altre co/e fuori di lui, contro alle prom effe fattegli: Ma Dio voglia, che poi alla morte , quando fi verrà alla difcujfione , non fiano rifiutati dallo fieffo Iddio , efeparati da lui fommo bene, 0 poueri I\eli*iofi tanto ciechi dello flato loro, 0 femplicità , e pouertà tanto fcaduta nelle ì\cligioni , e tanto poco conofeiuta , & ofseruata da chi ti profefsa . Dio sa meriterà feufa tal cecità in quella d'ifcuffione diuina , doue nonfolo i difetti , ma ancora molte vofe^ che noi filmiamo virtù , appariranno difet- ti , e vi%i .

Seqae

Vita della tf.Mana Maddalena ac razzi. 1 19

Segue della mede finta pouertì di quefta Beata, come e ffat offerito nel vitto y

nel veflito , e nell'altre co/e neceff arie per [ito vfo .

Cap. C XX III.

QVcfto grande affetto, che la Beata Madre portana alla pouertà da lei pro- fetata, l'efercitò, e dimoltròcon l'opera in tutto il tempo, di Tua vita, in ogni occafione ; ma fpecialmente nel Tuo vitto, e veftito , & in ogni altra cofa> che feria per fuo vfo,* imperochè non contenta folo d'auere eletto Muniftero, nel quale fi viue in comunità Religiofa , e con offeruanza di vera pouertà , s* ingegnò fempre d'auanzarfi in quefta offeruanza più di quello! ali ringeffe la Regola , e voti . Onde non folo non tenne , ne ebbe mai cola fuperfiua ., ò va- na, malifteffe cofe neceffarie procurò fempre d'auede più icarfamente » e più pouerce vili, che ruffe potàbile . Teftimonio di queftone fanno quegli eftafi, che ebbe l'anno 1587 ne' quali in te come Dio voleua da effa vna po- uertà ftraordinaria , e (ingoiare ; e ne* quali così eftatica, andò a gli armadi de gli abiti vecchi , e prefe la più pouera, e rattoppata tonica , che vi Riffe , e (po- gliatafi di quei cheauena,e fcalzata , fi veftì di quella tonica vile» oc andò alla fua cella, e leuò la materaffa dal letto, lafciandoui (alo il leccone > e Hall altari- no leuò ogni , ancorché femplice ornamento , lafciandoui iolo il Crocififfo,& il libro de' Vangeli; & ottenuto licenza Superiori di viuere in quefta pouer- tà fegu ito il tempo di fua vita à tenere la fua cella , e 1 fuo ietto così fpoghati , & ad andare così vilmente veftita : volle mai veftn fi d'abiti nuoui, ma vfati, e vecchi 1 e quanto più erano vili , tanto più ne godeua : fiche tra le celle delle Monache , ancorché tutte tenute poueramente, la fu a era la più pouera , e tra tutte le iMonache.ella più vilmente di tutte era vellita,rifplendendo tra tutte la fua pouertà;& aueua tanto l'occhio à non tenere alcuna cola fuperflua,ancor- che minima , che fpeffofaceuarifleilione aueua cola alcuna non neceffaria: e t rouando vna volta nel fuo altarino vn poco di faia , che ella aueua chieda per racconciare il fuo abito , della quale non n'era poi feruita , la riportò alla Superiora , e con molto dolore della fua trafeuraggine nell'auerla tenuta ne -accusò > come di colà ìuperflua, e ringraziò il Signore, che laueffe conferuata in vita per poterne far penitenza /

Vn'altra volta fi trottò auere due dozzine di fpilletti, e parendole ,che anco cjuelli le fuffero in parte fuperf lui, ne diede via la metà . Ne folo ebbe la mira à contentarfi della fcarfa neceffità de5 fuoi bifogni , ma come fopra è detto , defìderaua, e cercaria di afeondere lefue necdfità , pernon effere in quelle fouuenuta, e patire ghneommodi della pouertà ; talmente, che non fi poteua prouederia di cofa alcuna fenza fuodifgufto , bifognando bene fpeffo , che la Superiora l'imponeffe per vbbidienat il pigliare qualche fua neceffità.-. Fra l'altre vna volta d Inuerno, e fu l'anno 15 88 Madre Suor Vangelifta del Giocondo , vedendo 1 che quella Beata per effer così malamente veftita, dif- ficilmente poteua paffare l'Inuerno , Ci rifoluette à farle veftire vna tonica mi- gliore; enonfapendocomefarfi ànon Jacontriftare, trouòquefta religiofa inuenzione . La notte di San Giouani Euangelifta a 2 7.di Decembre , dopo il

M attui-

xi © v ira ueiia o. man a maaaaiena ac razzi.

Mattutino, prefenti le Monache, chiamò Ja Beata in mezzo del Coro, e fat- tala quiui inginocchiare , le ditte > che per auuezzarla a prouare maggiormen- te la lànta pouertà , voleua , che fi fpoglialTe della tonica , che aueua indoflb ; e dopò i che f ù fpogliata , domandò le Monache fi contentauano di darle per amor di Dio vn altra tonica per riuellirla; e confentendo le Monache , chiamò quiui nel me2zo vn'altra Monacha , e fece cauare anco a quella la to- nica,e la dette à Suor Maria Maddalena,e le dille : Quella ve la la Religione per l'amor di Dio , veftiteuela f e tenetela fm tanto , che vi fia richieda : e così ella l'accettò , e feniì grandiflìmo gullo deflere così riueftita , come vn poue- rino per lamordi Dioi dicendo: Dio ve'l meriti. Fùquefto Ipettacolo , & efempio di fantità , cagione di molte lagtime, e commozione nelle Monache, & acce ndimento di grande amore alla pouertà Religiofa .

E perche non balla, chcleperfone Religiofe fi guardino dal tener cofe fu- perflucma fono anco obligate à tenere te cofe necetTarie fenza affetto di pro- prietà : nell'ifteffa maniera, che la Superiora le aueua conceduta la detta toni- ca , acciò la tenefle fino à che non l'era richieda ; così ella teneua tutte le co- fe , che per iuo vfo l'erano concerìe dalla Religione : & era tanto fpiccata da ogni affetto di cofa terrena , che per la pouertà Religiofa fi farebbe contenta di reftare anco priua di tenere nella fua Cella l'imagine del Crocififlb : de elTen- do vna volta in ratto parlando del Verbo Eterno , diffe à quello propofito le fcguenti parole : 0 vmanato Verbose io erede ffiycbe l'imagine tua m impedi fse vn minimo punto di gloria in Cielo , or ora me ne priuerei »

Oltre al cibarli parchiffimamente i guftaua auere cibi groffi, e di vii prezzo, e diceua, che quelli erano fecondo lo llato di pouertà , che le Monache pro- felTauano s e (e per mancanza di condimento erano infipidi.non fi doleua mai, ma diceua , che la pouertà Religiofa le condiua , e gliene faceua parer fapori- ti . Se taluolta fi dauano à menfa , per llraordinario, cibi delicati, gli lafciaua , e diceua , che non erano buoni per il fuo llomaco, e che non erano cofa da lei : medefima mente le erano mandati di fuori , gli raffegnaua alla Superiora .ac- ciò gli diftribuiffe all'altre , òdi fua licenza li dillribuiuaelTa : etantoguftaua dauer cofe da ppueri , che tra l'altre mortificazioni , che le daua la Superiora » le apportaua mólta confolazione,quandoera mandata in Refettorio alle men- à chiedere per l'amor di Dio vn poco di pane alle Sorelle , e poi mangiarlo in terra in mezzo del Refettorio r e da ftefla , molte volte quando non era potuta interuenire alla prima menfa con le xMonache , andaua alla cucina , e fi faceua fare vna fcodella di quello , che era auanzato nelle fcodellc dell'altre> dicendo, chela voleua per vna pouerina; e fattagliela, la portaua à man- giarla m Refettorio, e diceua, che la pouerina era lei : e fimili altre inuenzio- ni d'amore di pouertà inuentaua , per offeruarla più perfettamente , e renderli più fimile , che poteua , à Giesù Crocififfo *

ad"

V Ita ucua u.iviaiia iviauuai^ua ut a a^z.1. 2.2-1

Del de fidmo,che aueua, che nelfuo Muniflero fi mantenefse tofsernan^a della pouertà, e femf licita ^eligiofa m Cap. CXXIF.

COme quella, che penetraua l'importanza^'l bene delia pouertà Religio- fa,e come dall'offeruanza di quefta ne dipende ogni bene > e perfezione della Religione; nell'ifteffa maniera , che efla fuifeeratamente amaua Ja (ua^, Religione, e così defideraua>che in efla rifplendeffc perpetuamente la pouer- tà, e femplicità Religiofa, nel vitto, e veftito , come in tutte l'altre cofe_, » ancorché minime. Aueua vnafuaNouizia fatto ajcune figure più ornato, che non era folito, per donarle fuora a' parenti : Ja buona Madre Jariprefe , e non volle, che vfeiflero fuori, acciò non fuflero vedute . Vn'altra Monaca^ aueua fatto per la Sacreftia alcuni lauori , quali eccedeuano la folita femplici- tà; effendo la Beata Maria Maddalena vna volta in ratto , gli prefe, e gli ftrac- ciò. Così quando vedeua alcuna cofa, che tendefife ad allargare vn minimo che, quefta pouertà, e femplicità, ricorreua con gran zelo alle Superiore , & a Padri fpirituali, e gli auuifaua, acciò non fi la (caffè pullulare cola , che of- fendere quefta femplice pouertà:& in ratto,che ebbe,nel quale intefe quan- to piaceua à Dio quefta seplieità Religiofa, e come quefta à guifa di cagnuo- lo fcuopriua i ladri,e nimici della Religione, e teneua lontani ifecolari, e face- ua la Religione abitatione di Dio, alla fineconclufe: Guardifi ciafeuna, ^ ponga cura di non indurre fotto colore di compadrone , in la maledizione^, di qualche vanità.Guai,guai,e per mille volte guai à chi indurrà tal maledizio- ne di vanità nellaReligionce maflìmamete doue regna vn poco di lume di se- plieità. Et vn'alrra volta diffe : Chi non ama la pouertà, fia fchifata come leb- brofa,e come tate tenuta . Non poteua foffrire di fentir biafimare le co del- la Religione femplici, e pouere, nel vitto, come nel veftito, & in tutte l'al- tre co(è,e diceua,che quanto più le cofe della Religione fono pouere , &àb- biette.tanto fi debbonopiù ftimare, e cercare dalle Religiofe , perche hanno profeffato pouertà,& i poueri apprezzano ogni cofa, fapendo che non fi con- uiene loro ..cofe pregiatele di valore,e foleua dire, Chi ama l'vmiltà,e pouertà, non ifpende mai parole in dolerfi di colà alcuna. Altra volta diceua*Chi è pof- feffore della pouertà,fempre penfa al pouero Chrifto.e rantola ftima del cor- po fuo>quanto fa il della tela del ragno: e quello che ella diceua lo confer- inaua con l'efempio, perche ftimatia, & apprezzaua ogni cofa, che dalla Reli- gione le era data, ancorché minima; e quanto erano più pouere, più no gloriaua . Onde quando fèntiua alcuna,che Ci doleffe di auere aunto cibi mai' accomodati, ò non aueffe tenuto in prezzo le cofe pouere, e vili della Reli- gione , ne fentiua difgufto, e la riprendeua, dicendo : Ricordatela , che pro- fetiate pouettà.e li poueri.quan do accattano , ftimano affai il trouare vn toz- zo di pane, ancorché fecco, & auanzato . Diceua in oltre, che la pouertà de- lie effere il marchio di tutte l'opere religiofe; e che fi come gii huomini del Mondo, accioche l'opere loro fieno conofeiute per loro , v'improntano lo Joroarme,cosìà volercche l'opere delle perfone Religiofe,fieno conofeiute £>er Religiofcè neceflfario marchiarle con la pouertà. Petcià eUa defideraua *

che

che quefta pouertà rifplendeffe in ogni cofa tanto dentro al Muniftero, quan- to fuora, cioè> che tnttociò che vfciua dal Muniftero , fi conofQeffe da quella fimplicità , che vfciuai da cala di pouertà religiofa . Se bene perla fua carirà de- fìdecaua , che la Religione per fouuenire le Monache inferme , per cosi dire , fi fuifceraffe ; tuttauia voleua > che ancora nell'Infermeria, & in tutto ciò che doueua feruta per l'inferme,appariffe,e rifplendefse la pouertà, e che fi cono- fceffe differenza tra inferma Religiofa , e inferma fecolare.

Cercaua ella , non folo con le parole , ma con viuiflìmicfcmpi di far pene* txare alle Monache , quanto importi lofferuanza della fanta pouertà, e quan* ta bellezza» e decoro ella apporti alla Religione , e quanto vtile all'anime Re- ligiofe; ma fpecialmente vsògran diligenza nell'illuminare lefuedifcepole Nouizie , e Giouani ,e faceua loro praticare quefta pouertà in molti modi . E le bene per la fua carità, non permettcua,che alcuna patiffe delle cofe neceffa- rie, ftudiaua però > che non aueffero affetto à cofa veruna , ne teneffero cofa alcuna fuperflua : e perciò quando vedeua alcuna affezionata à qualche cofa concedutale per vfo , ne la priuaua. ò gliene fcambiaua ; & andaua fpeffo à ri- uedere i loro altarini , e vi trouaua alcuna cofa fuperflua , ò che non aueffe quella femplicità Religiofa , che ella voleua, latoglieua loro ,e diceua. che f ofleruanza della pouertà è incompatibile con la fuperfluità e vanità : & ad vna Nouizia leuò vn paro di Angioli di carta , che da se fteffa s'era dipinti, folo per- chè negli orli vi aueua poftì alcuni ornamenti .

Ad vn altra,che s'afteneua di portare vn velo nero,perche non era à fuogu- fto,fecevn'afprariprenfione , e di più le impofe » che per molti giorni andaffe ogni a chiederle per l'amor di Dio , vna delle più vili velature , che fuffe nel Nouiziato . Così ad altre , che efikxiéàc inclinate à vanità di abiti nuoui , fa- ceua dar loro de' più vecchi,acció per mezzo di quefti efercizi venifsero à im- parare lofferuanza della Tanta pouertà, per poterla poi, per così dire, piantar in quelle , che veninano doppo di lóro E quando vedeua alcuna Nouizia , che amaua, e cercaua le cofe ièmplici , e vili, ò che da per se fteffa fi priuaua delle fuperflue, nefentiua grandiffimo contento.

Quanto fiimaf se , efufse ofseruante di tutte le pegole , e degli ordini della gigione:

e come per fuo mc^o fi riformorno le Coflitu^ioni delfuo

Muniflero . Cap. CXXV.

"VTOn meno de fanti voti teneua in ftima , e riuerenza le Regolce Coftitu- J\| zioni, e tutti gli ordini , e confuetudini Religiofe de fuo Muniftero , an- corché minimi ; e tutti gli riputaua volontà di Dio , e dettati dallo Spirito San- to , efercitandofi in tutti con gran prontezza, ne mai tralafciando alcuno ordi- ne , da neceffitàd infermità, oda qualche altra vbbidienza, òeferciziodi carità non era impedita. Ilche quando le occorreua ,non reftauadinterueni- re col defiderio » e fpecialmente quando era impedita da infermità, ne fentiua particolare afflizione, dicendo, che ciò le permetteua Dio , perche non era de- gna d interuenire con l'altre all' vbbidienze della Religione ; e fino à che aue- ua forze ficonduceua,ancorchc con gran fatica , agl'ordini comuni . Quando

talora

V ita delia d. Maria Maaaaicna ae razzi. 1 1 5

talora era impedita > ò dalfvbbidienza , ò dalla carità del profljmo, non po- teua interuenire à quelli ordini interamente , cercana almeno dinteruenire ai principio, ò alla fine : come per efempio , su l'ora > che le Monache doueua- novfcire della fala del lauoro, fi fpediua da quel che faceua t e farebbe anda- ta in fala , e per quel poco di tempo , ancorché ruffe due Credi, fi poneua à fe- dere! e poi fi rizzaua con l'altre , e ritornaua all'opera lafciata, e fimili. E pa- rendo ad alcune , che non penetrauano il fuo fine , che quefta fufle vna ceri- monia 5 ò fatta da fanciulli 5 fu domandata, perche ciò faceua,erifpofe» che faceua quefto per auereinfieme con l'altre qualche parte in quell'ordine, & vbbidienza; e poiché non poteua auere il merito di tutta f vbbidienza con l'al- rre , che ftauano à tutto quell'ordine, voleua almeno partecipare di queir vb- bidienza , col rizzarfi da federe con l'altre per vbbidienza . Sollecitaua fempre il più che poteua gli akri efercizi , & vbbidienze , e le anticipaua , e faceua in tempi ftraordinari j, e fpecialmente quei, che poteua far di notte per poter poi interuenire con l'altre à gl'ordini : & ancorché fu (Te affaticata , & auefse bifo- gno di ripofo, tuttauia ftimaua più l'interuenire all'ordine, che il ripofo del fuo corpo . Anzi la Superiora vedendola taluoka affaticata grandemente, le dice- ua , che per quella volta lafciaffe lordine , & andafse à npofarfi ; ma ella non acertaua mai quefta licenza, dall'vbbidfenza non era affretta ; e purché non k auefse ad efsere vfato quefta difcrezione, cercaua fempre di occultare il più che poteua, la fua franchezza .

Teneua in grande ftimail filenzio, e (grettamente Fofseruaua, e diceua,non poter mai guftare le cofe del Cielo quell'anima religiofa, che non gufta il dol- ce filenzio , e foggiungeua ; Anzi viuerà fempre molto afflitta, e trauagliata > perche dal non faper raffrenare la lingua, ne fuccede , che molti mali fi com- mettono , cagione di molta inquietudine all'anima . Fuori de' tempi del filen- zio parlaua con voce bafsa , e lòmmefsa > e diceua, che così fi conuehiua par- lare alle perfone Religiofe; &abborriua grandemente, come cofa indegna di Monache, Io ftridere"& alzar di voce , e ftrepitareper la Religione, ancorché fufse fenza contefe . Teneua in rigore l'ofseruanza delle Coftituzioni , e le pe- nitenze , che quelle impongono; e quandofaceua alcun difetto, alqualefia nelle Coftituzioni del Muniftero afsegnata la penitenza, ancorché il difetto fufse minimo, ne faceua la penitenza dasèftelsa, fenza afpettare , che dalla Superiora le fufse importa , dicendo » che auerebbe foffèrto più tofto qualfi- uoglia tormento, che vedere annullata vna minima ordinazione della Religio- ne. Ogni mattina offeriua alla fantiffima Vergine il fuo Muniftero , e le prote- ftaua dfèfsere più tofto vn'inferno , che non zelare fempre la perfezione in ftefsa , & in tutto il Muniftero 5 tanto in quelle , che ci erano allora , qua nto in quelle , che doueuano efserci in auuenire * Il medefimozelo >che effa aucua dell'ofleruanza per se ftefsa, defideraua vederlo in altre , quefto e forraua con grande rftanza le fue compagne , e fuddite , e quando vedcua patire l'of- feruanzainqualfiuogliacofa, ancorché minima , e che fi tralafciafse alcun buon ordine > ricorreua alle Superiore > & alle Madri più venerande del Munir fiero , e la auuifaua , e pregaua caldamente , che fufsero vigilanti , e rimediai* fero à quei difordini > dicendo loro 3 che lafciandofi in dietro, ancorché piccia.

liffima

2,24 v ica aella D- Maria Maaaaiena ac razzi.

liffima cofa de gli ordini tanti, rellaua offefa non folo la Religione , ma la pu- pilla de gli occhi di Dio, che tale è la Religione,per l'amore, che Dio le porta . E perche le Tue compagne, ò fuddite potettero interuenire à gli ordini delk-r Religione , duraua per loro molte fatiche , e nel tempo della notte faceua_* quelli efercizi, che toccauanoà far loro, i quali facilmente l'arebbono impe- dite à ritrouarfi con l'altre: e daua loro quello auuertimento, che non ante- poneffero mai, non folo i propri j commodi, ma ne anche altre proprie, e pri- uate azioni> ancorché diuote, e fante, à qualfiuoglia minimo ordine comune della Religione: perche ('diceua ella) nel fare l'azione comune della Religio- ne, fiamo certe di fare la volontà di Dio, del che non ci polliamo afiicurare > mentre facciamo opere à nollra voglia,e capriccio, anzi ci eiponghiamo à gra pericolo di inganno, e di tentazione . E foggiungeua, che llauano in gran pe- ricolo d'ellere ingannate dal demonio quelle, che per llar ritiratele far orazio- ne à lor voglia, non fi curauano d interuenire à gl'ordini comuni» e che priue di quella lòdisrazione, fi conrrillano ; e che quelle fi rendeuano inutili all'ol- ieruanza, perche rofleruanza della Religione non può mantenerfi fenza, che le Monache fi efercitino m efla . Diceua ancora , che ciafeuna doueua inter- uenire à gl'ordinicon quella prontezza, e diligenza, come a lei (bla toccaf- fe à ofteruargli . Altre volte diceua loro , che doueuano elTer pronte à met- ter la vita e'i (àngue , prima che permeitele vn minimo allargamento della-* Regola,e Conllituzioni . Ne folo defideraua quella ofleruanza per il prelen- te, ma che fi perpetuarle in detto Munifteroi e perciò diceua, che quelle, che aueuano lume, e cognizione della perfezione dello llato Religiofo , doueua- no alla moite loro lalciar per tellamento all'altre, che rhnaneuarco, quella of- leruanza 5 e che così fi farebbe lempre mantenuta . E per allkurarfi quanto- più poteua i\cì mantenimento di quella > fece promettere da moltcche fa- rebbono Hate oflèruanti>& auerebbono mantenuta la difciplina religiofa.che non fi allargante . Per quello non arebbe volutocene nel Muniftero fiaccet- uife mai fanciullexhe per quanto fi poteua conofeere , non fufiero guidato alla Religione dello Spirito fanto : e faceua gran diligenza in efaminarle , per vedere da che fpirito erano molle . Cosìqnando le lue Nouizie erano vicine ararla Profellìone, ancorché per tutto il tempo del Nouiziato l'auefte illumi- nate, e con l'efempio, e con esortazioni , dell'importanza, e dignitàde'voti ; tuttauia per molti giorni, efettimaneauanti, con più diligenza, che mailer ifìruiua, & infegnaua loro quel che importafse la Profellìone Religiofa, e co- me la doueuano fare . Et vna volta in particolare auendo illruite tre, che do- ueuano lare la Profellìone infieme , llimando non anerle fapute illuminare^ quanto bifognaua circa l'ofscmanza de voti, e fpeciaJmente inquello della_-» PouertàJa l'era auanti della Profellìone , con grande vmikà s'inginocchiò a' lor piedi, e domandò loro perdono di non auer faputo dar loro quel lume , & aiuto che era obligata.

Con tutto che il fuo Munillero fufse in buona ofsertianza > e vi fi viuefso con molra difciplina Keligiofa, tutrauia per il gran lume, ch'ella aueua della^ bellezza deli'olseruanza H eljgiofa, e per il guìto, che intendeua dare a Dio viv Mun/itcro, che viuc con perletu oiscruan^a, defidetasa grandemente , che*

ftlfc

Vita della B.Maria Maddalena de' Pazzi. 115

gii ordini, che vi erano, maggiormente fi perfezionafsero ; e quei che vi mart- cauano, vi s'introduceflero,e fi riitringelTero , e riformatTero le Coitituzioni . Sopra di ciò fece molte orazioiùe trattò frequentemente con Dio qadto ilio defiderio; & intcfe efler diuina volontà , infieme ebbe da Sua Diulna Maeftà riuelazione di molte olTetuanze, che piaceua à Dio,chc vi fi inferiffero : quali da lei proferite in ratto, furono notate dalle Monache , & altre lei (teda notò di fua mano: & e (Tendo vicina à morte chiamato à il Padre Gouernatore , e ConfelTore il Signor Vincenzo Puccini , gli dette la nota di quelle cofe, che Dio ricercaua,che s'aggiungelTero alle Coftituzioni^e lo prego in(tantemente> che volefse riferiuere, e riformarle, conforme à quella . Il che da lui promef- fo,doppofaa morte fu efeguito con confenfodel Capitolo del Muniftero, e furono confermate con autorità Apoftolica , dalla felice memoria di Paolo Quinto per vn ilio Breue, l'anno 1009. E per grazia di Dio, così riformate sof- feruano con molto frutto fpirituale delle Monache > & apportano molto de- coro, e perfezione al Muniftero .

Defideraua, che tutte le Religioni fi riduce fiero a perfetta ofseruani(a , e fentiua

gran dijguflo net veder [e rilafsate , particolarmente nell'ofieruan^a

del voto della povertà, perla quale inofseruan^a y vede

molte anime {{eligiof e precipitate nelt Inferno .

Cap. CXXVI.

IL zelo , che aueua quefta Madre delf ofseruanza, non fi rrftringeua foto al fuo Mtrniftero, mi abbracciaua tutte le Religioni , e defideraua di vederle tutte in quel primo vigore, e purità lìi vera offeruanza , nel quale fumo infti- tuite da r toro fondatori; e fpefse volte ne' (noi ratti , con arTettoftraordinario pregaua Dio per effe, e C\ ofTeriua à patire qua! ftuoglia pena, che à Dio piacef- fe darle, pur che le facefse graziarne ìc Religioni fi riforn>afsero , e rkornaf- fero al primiero femore; e fu più volte fentica piangere, <5c affliggerfi della lar- ghezza,e rifa fsazione de Ila Religione, e dkeua, che nou^^^ curata d'ef- fer tenuta pazza , auefse potuto andar correndo per tutto il Mondo , e pei* aiutare à ridurre le Religioni alla prima forma e (tato d'offe manza: e più volte in rattodettò lettere indrizzate à diuerfì Prelati, piene di zelo , per accenderli alla riforma delle Religioni à loro fuggette j quali lettere forno faine dalle Monache qniui affi (tenti, ma però non furon mandate .

Tanto più saccefe in lei quefto zelo*quàtoche piacque à Noftro Signore , moftrark in quegFeftafi molte anime Religiofe $ che come folgori predpito- fameme profondauano,e moke che ardeuanoneirinfenx>,fpeciaInientc per auer ofleroato il voto della Pouertà,che così k fu riuelatoda Dio Onde in vna delie dette viftecominciò adefclamare:0 pouertàyàpouertà^eligiafa quoto* pO£ofeiconofciuta,& ofseruata\è che la fi conefcefsejZr ofs-eruafse nonfiterreh- bono le celle piene d%ornametiyfi aborrirebbe come velenoil tener danari > e fpledergli fecondo ilproprh voler -eie tante altre pompe ^ e vanità troppo dìfdiceuoli al vero ì{e* ligio fo y fimanderebbono in bando da* fiacri cbioflri . 0 come Giesù mio la beitela, della pouertà I\eligiofaédiuenuta diformataper la maledetta proprietà. 0 quante%e

P quante

il6 Vita della B. Maria Maddalena de3 Pazzi.

quante anime ^eligiofe abbrucciano nell'Inferno per non auer tenuto in pregio y & ojjeruata la [anta pouertà . Nell'altro edafi difie fimilmente altre parole di rammarico,e di fpauento per i R eligiofi inofleruanti, quali per elfer fopra no- tate in altro propoli to> non fi replicano .

Hauendo vna volta vdito da alcuni Religiofi , che fi vantauano d'ofleruarc la pouertà piti degli altri, per efTere fcarfamenteproueduti dalla Religione, e come fi gloriauano di auerfià prouedere il vitto, e vedito, & altre commodi- con le loro indudrie, e che però andauano vilmente vediti, dicendo , che-» non così fariano andati, dalia Religione rudero dati proueduti; proroppe in fofpiri, e fingulti, e cominciò ad efclamare . O cecità delle creature ! ò dato Religiofo, così poco conofeiuto! O miferia grande, che Tidedò male Ci voglia ricoprire col vero bene: rouina di molte anime . Penferanno quedi come in- gannati, ritrouare il merito delle loro operazioni , e troueranno l'eterna dan- nazione, perche negl'incommodi della pouertà , auerannoauuto la proprie- tà volontaria: & à quedo propofito foleua dire , che Ci quafi certa la falute al Religiofo ofleruante, che è prouido dalla Religione, e dal Superiore in tut- ti i bifogni, fiche non ha da penfàre à cofa alcuna ; e per il contrario, che è dil- perata la falute di quel Rejigiofo, che è volontariamente proprietario , e non fi fazia mai di mangiar bene, e vede mefehinamente, e con quedo fuo vedire poueramentepenfàcTadkurarelacofcienza ; e s'inganna; perche non ha animo di fpropriaifi di tutto , non vi farà Cielo per lui .

Altra volta parlando dell'ideila materia contro di quelli , che impugnano rofleruanza della comunità Religiofa,difle: Io non so intendere , capire^ » perche quei Religiofi , che per i tré voti folenni fi fono dedicati à Dio.non vo* glinoofieruare fra di loro le comunità, e procurino con la proprietà loro di guadare vnordine così bello di perfetta vita . O maladetta proprietà, che fe- co porta tante leufe, & inuenzioni, con le quali bene fpefiò fa apparire virtù , quelche è vizio5e difetto . Vnaltra volta parlando con le Sorelte,didé ; O So- relle, io non intendo come i Religiofi pollino con buona colcienza auere en- trate patticolari, e che gli vffizi del Munidero s'abbino à mantenere con ferir tratte lauori particolari; talché bene fpeflb forti fccche più fono attaccati alle cofe del Mondo i Religiofi, che i fccolari . E foggiunfè : O Gesù mio fatemi patire ogni pena, perche tante fpofe à voiconfegrate, fi dilponghino all'ofler- uanza dei viuer comune , perche voi mi fate vedere con mio gran trauaglio molte di quelle mefehine difeendere nell'Inferno .

Similmente le fu moftrato dal Signorein vnvaltro edafiche molto le dif- piaceuano quelle R eligiofe, e he continuamente danno occupate in traffichi lecoIarefchi>onde ella piena di fpirito, e di pietofò fdegno di quede parole ;

O quefli traffichi di cofe efleriori, che ha lafpoja di Giesà, e che le tolgono il tempo > é'I modo di poter fare il fuo vera traffico con Dio\ piaccia piaccia à Diox che no le tol- ghino alfine la diuinavifone \ e quede parole minacceuoli leproferiua con-, tanta grauità, e Maeftà, che metteua terrore^ fpauento in chi Fvdiua .

Ebbe ancora in vn'altro edafi,intendimeto,che oltre modo difpiaceuano àDio quei Religiofi 5 che non folonon vogliono ofTeruare i voti promeflt

àSua

Vita deliaD. Maria Maddalena de' razzi . -li,j

à Sua Diuina Maeftà,e le Regole,e Statuti della loro Religione , ma fono an- che d'impedimento à gl'altri, che non cammino neirolTeruanza. E perii con- trario intefe, che molto aggradiuanoà gl'occhi diuini quei Religione che vi- uendoin Religione pocoofferuante > procurano dalla patte loro,benche con grande incommodo, e patimento, di corrifpondere al vero, e perfetto viuero Religiofo. Onde di quelli con fomma comparitone diceua:0 quanto mi duo- le di non potere col proprio langue far sì,che quelt anime illuminatele quali abitanoin Religione larga,abbino quella facilitai quelloccafione, che ho io di poter corrifpondere al defiderio,e (limolo internoiche hanno ! E riuolta à fletta diceua: O quanto meglio di me feruirebbono à Dio ! ò quanto più grate farebbono di tanto dono, fi trouaflero doue io mi trotto !

Intendendo medefimamente difpiacere molto à Dio quelle Religiofe, che s occupano i lauori di cofe vane, come in fabricare nuoue foggic d'ornamenti di creature mondane, prorompeua in parole di molta afflizione,ediceua:Ohi~ , che quegli occhi , che pure douerebbono (lare intenti à rimirar Chrifto Crocifitto, e la fua diuina bellezza, s'occupano cosi infelicemente à rimirar le cofe vane,e miferabili: e quelle mani confegrate à Dio,s impiegano a fabricat lacci per pigliare anime,e mandarle all'Inferno . O miferia eflrema, ò infelici- tà miferabite, e lacrimeuole .

Mentre ch'ella vna volta rimiraua molto attentamente alcuni fiori, fatti con grand'arte da certe Monache, ellendole dimandato da alcune Sorelle, perche cosi fittamente gli rifguardaffe, rifpofe con quelle parole : O Sorelle mie , io confidente penfo , che Dio il sa , chi ha fatto quefti fiori abbia mai faputo pigliar tanto tempo per entrare dentro delta, e penfare allo (lato dell'anima fua,&aH'obligo,che ha con Dio, quanto n'ha fàputo pigliare perfar quelli fiori, e foggiunfe : O confiifionenollra 1 Dio sa ancor'io ho mai adattato il mio intelletto, in fare atti d'amor di Dio , come ella ha adattato il fuo ingegno in fare fimil'arte . O nobiltà dell'anima, e maflìme religiofa che tanto obligo hai di feruire Dio, in che ti vai diffondendo ? Opoueri Religiofi tanto ciechi dello flato loro 1 0 femplicità,e pouertà tanto fcaduta nelle Religioni^ tanto poco conofeiuta, & olteruata da chi ti profelta . Simili à quelle erano molto altre efclamazioni , ch'ella faceua frequentemente nella confidetazione del raffreddamento delle Religioni,

Auuifi> e documenti fpirituali, ch'ella daua per acquifiare la per fedone Religiofa . Cap. C XXV II.

SE bene quella Vita è fparfamente piena di documenti, e d'efempi di perfe- zione di vita religiofa,dati da quella Madre ,tutrauia efiendo, che molti non fi fono ne anco tocchi , è parfo molto vtile notargli in fommario nel modo » che dalle flette Monache, à cui in diuerfi tempi,& occafioni furon dati,e dalle fieli e raccolti : si perche da quelli fi venga in cognizione dei gran lume , che quella Beata aueua delia vita religiofa;sì anco acciò le pedone religiofe defi- derofe d'auere vn compendio della perfezione del iorviuere, l'abbiano con breuità compendiato dalla bocca di lei. Diceua ella dunaue .

P1 ì l Debbe

zx5 vita delia D.Maria Maddalena de razzi.

I. Debbe la Rehgiofa nelfvbbidienzacffer'aJIegra, vmile, femplicce vek> et, con perfeueranza, penlàndo, che è la voce ài Dio quelJa deiJa Superiora^, che le comanda; e riputandofi indegna, che Je fia importa queir vbbidienza, e di poterla efeguire, quando però non ci è dubitazione dell'offesa di Dio, della Regola, e dell'ifteflà anima lua .

II. Nelfoccafione del patire debbeeffere allegra, e forte penfando, che il patire è quella via Regia, per la quale fi cammina al Cielo, e che quefta vita e vn momento ; godendo nel penfare al guadagno,che è nel patire , e quanto è nobil cofa efercitarlo, effendo ad imitazione dei Verbo vmanato .

III. Nellvmiliazione, mortificazionce riprenfionedeue moftrarfi la Reli- giosa allegrai quieta ; non fi feufando mai, benché ella non auelTe fatto quel difetto di che ella fia riprefa, e penfando, che 1'vmiltà è la porta per entrare in Cielo, e che per efercizio di quella pagherà qualche poco di debito delle fuc tante iniquità .

IV. Nella carità moftrifi allegra, e pronta, penfando, che fife per quella oflfequio allo ftefso Dio ne fuoi membri, chefìamo noi altre creature vaia- ne, e che egli reputa quel che fi fa ad vna creatura per amor fuo, fatto à fteffo.

Nelf orazione fia vmile, feruente,rifegnata,e perfeuerante con riueren- 23 , penfando, che fi ftà alla diurna prefenza, auanti à cui tremano le Virtù del Cielo.

VI. Deue moftrarfi nella conuerfazione allegra, manfueta> vmile, pazien- te, prudente, e taciturna; penfando, che tutte quelle Madri fono terreftri An- gioli, adornate del l'imagine del grande Iddio.e che fono anche fuefpofe. Ri- cordandoli,^ Chrifto ftando in terra, dille." Mmdatum nouum do vobis > vt diligatisinuicem,fìcut dilexivos ,

VII. Nelle parole deue la Religiofa efser vmile,modefta,e quando bifogna allegra, ricordandoli di quelle parole, che diffe Giesù ; De omni verbo otiofo, &c. e che ancora è fcritto: Sermo virginisjanquam fermo Dei, rarus,& prudens. E deue ancora sforzarfi di non mai parlare , prima ella non ha auuto quelle tre confiderazioni; cioè, è per pura gloria di Dio,fe per vtilità del profilino, e egli è necefsario, che allora Ci parli .

Vili Nel filenzio fia ftrettiffima,perche tutto quello , che fi parla in quel tempo fuor della neceiììtà, rare volte è fenza difetto.

IX. Nell'opere fpirituali fia la Religiofa feruente , non cercando la propria riputazione , & abbia conformità con la volontà di Dio. Nell'efteriore non faccia conto del fuo corpo, fenza llimazione di fatica , con vmiltà, e rifegna- zione nella Superiora .

X. In tutti i mouimenti,& operazioni interne,& efterne , deue dare vn'oc- chinru intenfa, &amoto(à à Dio dimandandogli l'aiuto, anzi pregandolo, che egli ftefso operi, pari» . e penfi il tutto in lei > offerendo tutte le lue operazioni àgJorta di Sua Diuina Maeftà A in vnione di quello, che operò il Verbo vma- nato in terra.

XI. Deue la Religiofa confìderare, che la Religione e luogo facro, erap- piefenia il Collegio ApoIWlico .

XII. Deue

Vita della B.Mana Maddalena de'Pazzr. ri 9

XII. Deue confiderare in tutte le Sorelle 1 miagine di Dio:e vedendone al- cuna, che apparisca vile, & imperfetta, peniate , che ella abbia qualche dona interiore, per il quale il Signore fi compiaccia in eflà .

XIII. Nel diùribuire gli vffizi della Religione,non fi deue auer mai l'occhio à nobiltà di làngucò ad altra cola vana,mà folo allo fpiritce lume.che fi vede eflere nelle creature, corrifpondente al carico, che fi vuole dar loro .

XIV. Quando le Nouizie vengano alia Religione , fi deue cercare d'impri- mer loro bene nella mente quella confiderazione : Di quanta importanza fià il culto diiiino; e come fopra rntte l'altre cole , elle deuono efler follecite ali* opere appartenenti ad eflb ; e con quanta riuerenza fi deuono riceuere i San- ti/fimi Sacramenti della Confefiìone.e Comunione,& efiferne grate .

XV. Iftrukte, & ammaendarle circa gli efercizr fpirituali, & inanimarle con parole,& efempi all'acquili o delle vere,e reali virtù. Dar loro lume della gran- dezza, e dignità della vocazione, alla quale il Signore l'ha chiamate > e farle-» dotte nella Regola, e Coftituzioni della Religione .

XVI. Debba la Religiofa molto ben cercare d'elTere iftrutta , permettere in pratica tutto quello, che l'obliga la fu a Regola,e Coftituzioni,otTeruando> e facendo le penitenze, che ella comanda, fecondo i difetticene fi commetto- no: e Ci deue guardare di non pigliare vn'eftremità nel fuo viueremà- puntual- mente olTeruare la fua Regola, che è la via retta .

XVII. Debba conforme à gli vffizi, che ha, auer fempre rifguardo, che eia- feuna refti proueduta di tutte le cofe ne' fuoibifognineceffari, fenza altri ris- petti» e confiderazioni .

XVIII. Deue la Religiofa far conto d auer ella fola ad offe mar la Regola, e Coftituzioni non confiderando quelia,ò quell'altra lofferua puntualméte *

Altra volta diiTe,efser neceflarie alla vera Religiofa lei virtù.

I. In tutti li fuoi efercizi interni, & efterni non cerchi mai ftefla, ò il pro- prio eommodoj e ne' feruizi de' fuoi proUìmi non faccia dima alcuna del fuo corpo.

II. Abbia vna mente tanto buona, che da tutto quel che vede ne* fuoi prof- fimi, 5c eziamdio dali'ifrefib male, apprenda bene .

III. Stimi,e fauelli del fuo proffimo, come vorrebbe, che di lei fufle filma- to, e fauellato .

IV. Abbia vn intrinfeca dilezione^ carità con tutte le Sorelle :

V. Sia ritirata, confiderata, e circofpetta nel parlare .

VI. Abbia fempre vn'interna cognizione de'fuoi difettile de'benefizi , che Dio le ha fatto, giudicando farne poco frutto, e penfando fempre, che vn'al- tra ne farebbe più grata ,

Intende in vn'eflafì , che none regole funicolari fi deuono o/sentore nelle Religioni >

per confeguire da Dionoftegra^e molto importanti alCiflefse l\eligioni *

Cap. QXXV III*

R

Itrouando/T la Beata Madre in efiafì nella contemplazione dello (lato Religiofo, intefe dal Signore > che noue grazie particolari egli voleua^

P 3 conce-

ijo Vita della B. Maria Maddalena de'Pazzi.

concedere alle Religioni, feperòvififuffèroofTeruate noue regole, quali molto fi compiaceua, che iìcrouafiero nell'adunanze Religione > ediflfe.

/. Se le [acre adunante I{eligiofe perfeuereramo nelly eleggere i Superiori di tempo in tempo , fenza auer l'occhio à chi per età , & ordine della Religione tocca f- fe, meno alla volontà , e defiderio di alcuna creatura, màfolo alla pura illumina- zione, espirazione Diurna : il mio Celefle Spofo darà laffifienza dello Spirito Santo ù chi gouernerà .

//. Se in ogni diluuio di tribuhzione , alzeranno li Fgligiofi le mani à Dio , egli forgerà loro ilfuo aiuto, Come fece à ISfot .

III. Se eglino aranno in odio il Mondo, il noflro Signore gli cufiodirà come il Col- legio de fuoi jLpofloli , dopò che fu preuaricato Giuda . Effifurno lume di tutto il Mondo , mediante la predicazione del fanto V 'angelo : & i buoni Bgligio fi faranno in aiuto alle creature apprefio alla fantiffima Trinità con foratone , & interceffio- ne . Quelli fumo fornace ardente^ amor e, e carità, e però, ibantgaudentes à cofpe- ftu concili]: e i ì\eligiofi piglieranno per lor gloria il patire, e fejfer di/pregiati per amor di Giesù .

IV. S'eglino ameranno come diletta Spofa,cara,amica, e diletta f vr ella, la f anta pouertà, il mio Dio non lafcerà mancar loro alcuna cofa neceffaria. .

V . Se l'occhio de* I\eligiofi odierà ilfuo co ntrario,cioè agni m in ima coja, che p of- fe maculare il candore della purità , il mio Dìo con locclno interno farà lor vedere , guftare, e penetrare la fua grandezza, bontà, & amore, come ha fatto a" Santi, egli farà partecipi def uoìf egreti, la f dandoli ripofare fo-pra il fuo petto, come il puro Gio- uannr.

VI* Sei B^ligiofi internamente, inte/ame?ite,giufiamente,e fintamente ameran- no ilfuo prof/imo, il mio Verbo jlaràfempre con loro in vnione di grafia .

VII. Se eglino eleueranno se fleffi foprasè 'fleffì, e gli occhi loro, àfarlavolontà di lui, egli per modo di dir e farà quella del Bgligiofo, come fece quella del fuo Eterno Tadre, pellegrinando in terra .

VILI., Se eglino fi compiaceranno di camminare fopra V acqua delle tribolazio- ni, e calcare le [pine delle tentazioni, il mio dolce Spofo fi compiacerà di camminare,, difeorrere, e paffeggiare per lifagri abitacoli Heligiofi , come fa il diletto Spofo nella fua più amata camera ..

IX. E durerà egli à quefii doni, e grafie quanto dureranno le carni f opra terra . Se lafciando i Rgligiofi le carni, cioè, morendo , e pajfando aW altra vita, laveranno quafiper teflamenno à que* che rimangano, queflo lume d'ojferuare lefopradette re- gole, infieme con tutte l'altre, che appartengano alla perfezione dello fiato Heligiofo, facendo quanto fono dal canto loro^ che fempre fi troui nella fama adunanza, chi abbi tali defiderif, & afpiri à tal perfezione: opererà Dio, che in tali Religioni fi per^ petui lojjernanza della vita ^elìgiofa.

Cinqpet

Vita deiiaJD. Maria xviaaaaicnaae razzi %y\

Cinque petizioni , intefe che fi deuonfare à Dio per mantenimento della vera ojfernan^a nelle Religioni . Cap9 CXXIX+

IN vn altro eftafi intefe,che cinque petizioni fi doueuano fare à Dio in eia- feuna Religione;, acciò fempre fi mantenere in fiore la vera oflèruanza , e non fcadeffè la Religione del rigore del primo iftkuto : e cominciò in tal

guiia.

O desìi dolce Spofoy come veggo oggi auuilita, e deformata quell antica bellezza della I{eligiofa oflèruanza ! come vedo allentata quella firettezga de tre nodi di J^~ ligione, co quali fi vnifee tecoflrettamente V anima ^eligiofa \ jlh che mancata Vvb- bidien^a, abbonita lapouertà, non è tenuta in pregio la bella gemma della caflità . Benmifai intenderemo Dio mio, per tua bontà, cinque petizioni , chefidebbonfare a té, per mantenimento della vera offeruanza delle Religioni .

I. Che nella Religione fi mantenga fempre la Carità, & vnione teco> ò Dia mio, e (olprojfimo nofiro 9

II. Che fempre sojferui perfettamente il voto della fanta vbbidienza .

III. Che tu conceda fempre ò Dio mio in ciafeuna Religione Superiore tale , che fia come dijfe Dauid , fecondo il cuor tuo , accioche non habbia à mancare il viuere femplice della fanta oflèruanza .

IV . Che continuamente fi tenga in rigor o fa perfezione il voto della fanta pò- uertà .

V. Che del continuo ti fi chiegga quefla grafia , ò mio dolce Spofo,che tutti quei J\eltgiofi, chetidebbon venir àfer une, abbino lume, e perfetta cognizione di quanta importanza fia l'annegatone della propria volontà \ eiofleruareogni minima cofa della fanta pegola . E poi feguitò di parlar COSÌ: 0 quanto è nece/fario, che tifica fatte quefle petizioni, ò mio Signore. 0 come è necejfario, che conceda quefie gra- zie ne tuoi fanti abitacoli,acciò flia fempre in vigore il tuo diuinofemigioìMàfe non ti fono dimandate con puro affetto, e confpafimata anfietà,non le voi concedere no\ . Ti farò io quefle petiZ}oni,ò mio Dio in nome di tutti, perche tu comunichi quefli doni così pregiati ali anime tue. Ma ahimè, che ne" lor cuori non fi trouaua di/pofizione per riceuergli : anzi ogni dono troua l impedimento a comunicar fi .

Se tu voi infondere, ò Verbo,nelt anime Rgligiofc la carità,e Ìvnione:ah che vi re*na la propria volotà, el non rilaffarfi in tutto nellvbbidienza,che diflurba la comunica- zione di così gran dono. Se tu voi infondere Vvbbidienzatah che Umpedifce il rio credere, che Dio parli, & operi ne* Superiori . Il rifpetto vmano è quel che cagiona, chetaluolta no s'eleggano Superiori fecondo il cuor di D/o, e fecondo l'illuminazione dello Spirito Santo. La propria fcnfualità s oppone alfofferuanza della purità. Ofipenfafle, innanzi, che fi venga alla Religione 5 à quel che sobliga il I\eligiofo,e di quato momento fia l ofleruar e quel eh e promette :ah che bene ofseruar ebbe ì 'annega- ZJone di sèflefso,e laflrettezza àella pegola, .Tutte parolc3che denotano laccefo zelo>e defiderio, che ella aueua della perfètta, e vera oflèruanza Religiofa.

P 4 Ter

% j 2- Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi.

Terdefiderio di patire nudamente per amor di Dio , rinunciò à Sua Diurna Maeflà

ogni gufto fptrituale, che potefse avere; e patifce per molti anni fino alla

morte grande aridità di fpirito , con gran co/lan^a, eperfc-

ueran%4 nel bene . Cap. CXXX.

NOn fazia quefta innamorata di Dio Maria Maddalena del patire della po- uertàidelle fatiche della Religione, dell'occupazioni della carità verfo il profumo, de' di(àgi, e penitenze afflittine, ch'ella per amor di Dio prende- ua, e faceua: anzi quafi fcordata di tanti, e crudeli ftrazi, e tormenti (ottenu- ti da'demoni, e dell atroci battaglie fpirituali, nelle quali per cinque anni con- tinui, cioè dal 1 5 8 s . al 1 5 90. era ftata più affetara, che mai del patire per amor di Dio : fece vna rinunzia a Dio d'ogni gufto fpiritualc, che fufie piacciuto al- la Diuina Bontà di concederle > e ne fermò il patto con 1 ifteflò Dio il mede- fimo anno 1590. quando vfeita dal Iago delle tentazioni, e de'demoni, l'era fiato da Sua Diuina Maeftà redimito il gufto, econforto fpirituale della fua diuina grazia; e fu quefta rinunzia, e patto con Dio da lei fatto in eftafi , e pro- ferito con parole efprefle , e poi in alrre occafioni confermato fuori di ratto $ e fpecialmente, rallegrandofi (eco vna («a compagna del gioriofo fine , che», aueuano auuto le fue crudeli tentazioni , e combattimenti (pirituali , e che Giesù in luogo della vifta mentale de demoni , le aueua promeflò di farla go- dere della fua diurna prefenza , nel modo* che fopra è detto; rifpofe la Beata : Quefto farà sì, ma lenza gufto, folo per conforto, e corroborazione de'traua- gh paftati ; perche aueua fatta à Dio quefta rinunzia, e dimandata dall'ifte(Ta_, qual fufle ftato il fuo motiuo in fare quefta rinunzia, rifpofe : Defiderando io di poter dare, & offerire à Dio qualche cola, e rimanere per amor fuo fenza_* niente, e non trouando auer cofa alcuna, già che per i voti della faina Religio- ne ho rinunziato non folo ogni cofa creata fuori di iriè, ma anco me fteffa ,e la propria volontà: le ho fatto la rinunzia di tutto ciò,che egli a mè,non auen- do io altro, che dargli . E bene non letoìfe Iddio quelle aftrazioni enfati- che, ma continuorno di quando in quando quafi tutto il tempo di fua vita,tut- tauia (come ella diceua; erano quafi fempre lènza (ènfibilità di gufto fpiritua- le, mi folo per corroborazione dell'anima lira , e delle fue potenze . Ond^ vna volta ellendo ella rapita in eftafi, e comunicandole Iddio qualche dolcez- za di fpirko ftraordinaria,quaiì lamentandoli, diflè : Ahi perche Dio mio rom- pi il pattoyche meco facefii,auendo io ricujato ogniguflo per amor tuo l Onde fuori di uielte aftrazoni di mente fi trouaua bene (petto in grande aridità, e desola- zione di fpirito; e per acquiftare vn poco di diuozione. l'era neceflario pigliare de' mez! n^cc aii; àgi incipienti nel feruizio di Dio. Perciò fpeftb fi poneua auantial Santnììmo Sacramento con la corona òcon l'vifiziolo della Madon- na in mano, ò recitaua orazioni vocali, ò leggeua il Paflìo, ò altra cofa diuora: e talora fu fentita in luoghi ritirati legger forte quefte, ò fimili orazioni, ò par» lac forte nel fuo naturale con Dio , per cccitarfi à diuozione ; e taluolta nelle maggiori folennità i\ trouaua in maggior defolazione,& aridità di fpirito. On- tfe vna mattina diPafqua di Refurrczione dille ad vna fua compagna, che

fi tro-

Vita della B.Mana Maddalena de' Pazzi, x 3 5

fi trouaua in tanta aridità > che -dopò la Comunione pei* eccitarli à diuozione, andò à leggere la vita di alcuni Santi, e che non trouando affetto di fpitito nel mifterio , "che la Chiefa rapprefentaua s'era mefsaà meditare ia Paffione di <3iesù. Ediceuataluolta,cheinpenfaredi Dio era ridotta come vn pezzo di legno, ò pietra fenza fornimento' veruno. E bene s'era così volontariamen- te fpropriata d!ogni gufto fpirituale , & aueua eletta per amor di Dio quefta-* defolazione;tuttauia per la fua vmiltà,e timorevche aueua di ftefsa >dubitaua che ciò non le auuenifse per fua colpa>e che ciò meritafsero i Cuoi difetti e che per quelli Iddio Tauefse abbandonata : onde oltre allaffaticarfi per ritrouare vnpoco di fpirito coi mezi fuddetti,faceua ancoà quefto fine delle difcipline» & altre penitenze,le quali-tanto più le rendeuano afpre, quanto, che eran- fatte fenza gufto fpirituale. Con tuttociò feguitauaà farle nel modo , che fo- piaè detto,doue fi è trattato delie penitenze afflittiue.- E non folo quelle, ma con queftaaridità, feguitò fempre tutte l'altre fuefatiche» & opere di carità f gli efcrcizi,& ordini della Religione, tutti i Sacramenti, & orazioni : ne mai per tediO:Che fentitèe in quelli tralafciò vn minimo efercizio dell'opere^ virtù fin qui narrate,e lefaceua con f iftefsa prontezza, come/e vi auefse trouato ogni gufto fpirituale . Ma ben'è vero,che fentendo ella dentro di se quell'aridità,e quella ripugnanza del (enfo , non le pareua di farle con quella prontezza, che doueua,e fpefso n accufaua ad vna fua compagna,e le diceua: O Sorella ci vuol del buono,e bifogna bencche vn anima abbia guftato Dio da vero , e fi fia inuogliata del patircà voler ch'ella operi nel medefimo modo in tanta ari- dità di fpirito>come s'ella guftafse grandemente di Dio;e bcnedla à quefta perfezioneperia fua vmiìtà,e per fuo maggior patire,Dio non gliene lafciaua conofcere.In quefta aridità feguitò per fedici anni contimi i,.cioè dal ispo.fino al 1 6^7. che ella morì,con aggiunta di graue infermità >che ebbe nelli. cinque vltimi anni di fua vita, come più a baffo fi narrerà .

alcuni effetti mirabili della fua jantità., e f articolarmente dell'efficacia , evinti

della fua preferita : della virtù, che aite uano le e afe,, che J emiliano

per vfo /ho.. Cap. C XXX L

PEr quefte chiare virtù fin qui narrate, vnite con la fua profonda vmiltà, che pocoapprefso fi toccherà, arriuò quefta Beata à tanta fantità , che ancor nel fuo volto, gefti , e parole fi conofceua per fanta da chiunque non l'auefse mai conofeiuta . Imperoche oltre alla grazia diuina, che nel fuo volto rifplen- <leua, la quale congiunta con la benignità, e modeftia, la faceua apparire co- fa Angelica, come altroue è detto : aueua ancora tanta grazia , & efficacia ne' fuoifguardi, e parole, che con vii folo fguardo maeftolò atterriua lafuper- ibia, e con vn fguardo benigno attraeua il cuore altrui, à portarle vn puro , e_> cafto affetto: e tanto con li Iguardi, quanto con le fue viue , & efficaci parole «compungeua, «Se ammolliua la durezza de'cuori; cagionaua caftipenfieri, e defiderij di perfezione -, accenderla odio del vizio, in defecazione del quale -eliaparlaua : Inuogiiaua gli animi alle virtù, delle quali difeorreua: e talora^ <con vna fola parolaio fguardo caritatiuoconfolaua l'anime afflitte>eleuaua dal

cuore

^34 Vlta dcI,a tf-Mana Maddalena de1 Pazzi.

cuore altrui pefi, affanni, paflìoni, e tentazioni inuecchiate per lungo tempo l La fola fua prefenza daua gran confoiazione alle perfone afflitte , e tentate, e le confortaua, e fcacciaua da loro ogni timore, e fgombraua da'lor cuori ogni meftigia. Tutti quefti effetti confeflanoauerli fperimentati in se fteffe le Mo- nache dd fno Muniftero, e fpecialfnente le fue compagne, e quelle,che det- tero fotto la fua difciplina: alcune delle quali affermano, che fentendòfi mole- fiate da tentazioni , le fi accoftauano, e col folo toccare le fue vedi, fentiuano partirfi la tentazione; altre col folo (lare doue ellera 5 altre nel mirarla j altre ftando lontano da lei, col folo penfar di lei» fentiuano in loro fteffe effetti ma^ rauigliofiinpacce di tranquillità di cuore: e per contrario à chi fitrouauain qualche peccato , cagionaua la fola fua vifta, e prefenza, confufionc , e ver- gogna.

. Vn fimile effetto tra gl'altri lefperimentò vn giouine nobile Fiorentino, di vita licenziofaj il qualeffendo andato al de tto Muniftero à vifitare vna fua So- rella ; che in quel tempo, che la Beata era Maeftra di Nouizie , fi trouaua fot- to la fua cura in Nouiziatofeffendoconfuetoin detto Muniftero, che le Mae? ih e accompagnino le Npuizie alle Grate) quando ei vidde comparire alla_# Grata quefta Madrcfi fentì riempire di tanta confufione^ vergogna,che non potédo foftenere la prefenza,e la vifta di lei,voltò le fpalle all'vna e all'altra, e iènza pure auer falutato la Sorella n'andò. Reftò marauigJiata la Nouizia di quefta inciuiltà del fratello,no ne fapendo la cagione:mà venendoui poi à vifi- tar la fua madrec feufando il figliuolo della mala creanza vfata,diffe com'effo k aueua riferto , che s'era partito così all'improuifo fenza falutare ». perche R lenti tanto atterrire dalla vifta di quella Madre, ch'era feco , che non potò fo- ftenere di ftar quiui in fua prefenza, di dire vna parola .

Ancora lebeftieparuein vn certo modo, che temeffero la fua prefenza, e fi rendeffero à lei manfuete . Quefto feguì due volte in particolare . Vna fu. > ch'effendo ftato donato a dette Madri vn Caprio viuo: quefto introdotto, che fu nel fuo Muniftero, reftò tanto fpauentato , che correndo per tutti i luoghi con furia, fi temeua, che faceflè qualche dannose per molta diligenza , che_> \ (afferò le Monache, non poterno mai pig!iarlo:& entrato nella faladoue era- no àlauorare, con la fua ferocità meffe ànitre paura. Giunfe in fala in quel mentre la Beata Madre, & accoftatafegli,ftibito il Caprio le fi proftrò a piedi , e diuenne manfueto,e trattabile,lafciandofi pigliare, e condurre doue volfero le Monache.

L'altra fu, ch'effendo vna volta entrato in Muniftero, mentre le Monache erano a menfa, perinauuertenza delle Portinaie , vn cane groffo martino , e correndo molto infuriato in quà,e in per il Conuento,meffe à tutte le Mo- nache fpauento, fapendo come fi fare à cacciarlo fuora j la Beata fi leuò da inenfa,e lo prefe per vn orecchia, e come fuffe ftato vn agnellino , fi lafciò da lei menare alla porta della daufura* e lo mandò fuora .

Non folo la fua prefenza, ma anco le cofeche feruiuano per fuo vfo,parte- cipauano della virtù diuina,che era in lei . Onde alcune delle ftclfe Monache telhficano,chi col cingerfi il fuo cordiglio,chi col metterfi il fuo cilizio , e chi col toccare i fuoi abiti, effere ftate fubito libere da importune tentazioni .

Mirabile .

Vita della B.Mana Maddalena de Pazzi. 157

Mirabile ancora fu quello, che occorfe in quefto genere alla Madre Sue* Maria Maddalena de'Mori, Monaca in derto Muniftero •* la quale trouandofi il Venerdì fanto dell'anno 1592. trauagliata grandemente da' dolori di gotta,e iciatica, de quali neaueua patito per molto tempo: (emendo come la Beata^ Maria Maddalena fi trouaua in ratto, Tenti dirfi interiormente : Se tìi voi guari- refatti portare innanzi à Suor Maria Maddalena . Onde conceputo fiducia in quefta frazione, di confenfo della Superiora fi fece portare doue ftaua in rat- to la Beata, e fattafi accodare a quella, la toccò col lato infermo . Sentì fubi- toceflarfi ildolore,e da ftefifa fenza aiuto veruno ne tornò alla fua cella.

Vnaltra delle (lede Monache teftifica, che in quel tempo,che quefta Bea- ta era gràuemente malata, fi ritrouaua vn giorno trauagliata tanto crudelmen- te da' dolori di tettarne non lepareua di potergli fopportare . Ne trouandoui rimedio, fi rifoluetre andar à vifitare la Beata Madre , fperando col toccarla.» auere à reftar fana : & andata Te l'accodò , & appoggiata la teda ad vna (palla della Beata, fentì fubito ceffarfi ogni dolore .

OfiTeruorno ancora alcune Monache, fpeciafrnente quelle , che faceuano feco la cucina, che quando la Beata era in cucina , pareua loro, che fempre la robba le crefeeffe tra le mani; imperoche con manco robba che l'altre ,fàceua le piatanze più grandi, e più abbondanti . -Onde vna Conuerfa in particolare, auendoofferuato quefta multiplicazione: quando vedeua,che (per la pouertà ad Munifterojnon vera tanta robba, che ad vn pezzo fu (Te (ufficiente per tut- te le piatanzefi raccomandatia alla Beata Maddalena, acciò che pregaiTe Gie- sù, che crefceflfe la robba > che l'era (lata affegnata , perche non era'tanta per far tutte le piatanzeche bifognauano : e rifpondendole la Beata, ch'ella aueflfe fede,concepiua la Conuerfa buona fperanzadi receuer la grazia, e confelTa lei ftefla , che più volte te occorfe per quefto mezo muitiplicarfele la robba in snaniera,che faceua unte le parti molto piene,e che gliene auanzaua*

alcuni altri Miracoli operati da quefla Beata in vita . €ap9 C XXXII.

OLtrelefuddettecofemarauigliofe, & oltre à gl'altri miracoli operati da quefta Beata Madre,e regiftrati di foprain teftimonio della fua fantità > e perfezione: operò Iddio noftro Signore quefti feguenti, quali dalla Sacra Ro- ta efammati, e dalla Congregazione de* Riti fono ftati approuati per veri,e rea*- fi Miracoli, e fono i feguenti .

Leccando con la propria lingua la lebbra d'vna inferma, la monda, e rifan*..

SI trouaua nel detto Muniftero disanta Maria de gli Angioli l'anno 159 r. vna Monaca chiamata Suor Maria Benigna Orlandi™, inferma d'vn male contagiofo, e riputato lebbra, & aueua particolarmente infetto di tal male il capo, e la collottola^ da'Medici era giudicato incurabile ; al quale neffun me- dicamento, ancor che molti ne fuffero fatti, aueua giouato. Ricorfe quefta Monacatila Beata Madre , pregandola che da Giesù l'intercedeiTe la fanità ,. &erain fua faitue . Promeffe la Beata pregare Dioper ki : e la mattina di Sai*

Pietro

v x+ Vita della Jb.Maria Maddalena de Pazzi.

c^ Martire didettoanno, e(TendonTvna,e l'altra comunicata; fùlaBeav

la Comunione rapita in eftafi 5 e così eftatica andò all'Infermeria , e

& quiui l'Inferma , le leuò i veli di capo, e con la lingua le leccò il capo,

.chie,e la collottola , dou'era particolarmente il male, e Jecomandò, che .

non dicefle nulla di quanto ella le aueua fatto , ma ch'aueifè fperanza in Dio ,

che guarirebbe -. Covi fuccedette : in capo à pochi giorni rinfermafi trouò al

tutto lana,e monda da quello male .

Col fegno della Croce ri fana in vn fubito vna piaga crudele y che aueua

vna Monaca ..

NEI medefimoanno 1 591.fi trouaua inferma Suor Cherubina Rabatti^ Monaca di detto Muniftero , la quale aueua nel capo vna piaga crudele, che le daua febbre, e gran dolori, eia teneua ferma in letto. Occorfcche la mattina de 1 3 . di Decembre, dandola Beata in ratto , mentre , che l'altre Monache ficomunicorno , e non fi eflendo rifentita del ratto , per diuina pro- uidenza , non flcomunicò con loro , ma auendo il Padre Confeflbre à comu- nicare l'Inferme, le diffe,che andade in infermeria , che 1 auerebbe comunica* ta con l'inferme, e così fece . Doppo>che la Beata e detta Suor Cherubina fur- no comunicate , fu Maddalena* rapita in eftafi; e ftando cosi, difte all'Inferma. Sorella acordate ni meco a dimandare la fanità al Signore Dio: e doppo d'auer fàt* toper breue fpazio orazione , fece tre volte ilfegno della Croce fopra il capo dell'Inferma , e fubito in qnell'iftante fi faldò,e ferrò la piaga : cefsò il dolore, e fi partì la febbre, e Suor Cherubina reftò al tutto .-

La Mede [ima vicino à morte portata fui faccone doue dormiua quefta Beata y

m vn fubito rifana ..

LAmedefima Suor Cherubina Rabatti Tanno feguente 1592. giaceua in letto inferma, vicina à morte per febbre , e per due gran piaghe, che aue- ua nelle reni, e già per configlio de'Medici aueua nceuuto f eftrema Vnzio- ne . La Beata per aftìftere alia morte dell'Inferma, aueua pofto il fuo facce- ne, doue giaceua , nella ftanza medefima ; la quale mentre ftaua in quefti ter- mini , lenti dirfi interiormente ; Se vuoi guarire, entra nel letto di Suor Maria Maddalena . Dando ella orecchi à quella if pirazione, di licenza , & alla pre- lènza della Madre Priora, fi fece portare dall'Infermiere su quel faccone del- la Beata; e poftauifi fopra, fentinauerfi,e rifanar-fi: Ci che in capo ad vn'ortauo* di ora libera , e fana ne tornò co' fuoi piedi al fuo letto e la mattina feguen- te fileno -, & andò con l'altre Monache adir l'viSzio in Coro , e feguitò gir efercizi del Muniftero, come l'altre .

Befana vrì altra Monaca mir acolo f amente £ vna piaga crudele,

SVor Maria Caterina Cucili, Monaca profc(Ta nel medefimo Muniftero ,. aueua vna piaga nei braccio deliro , vicino al nodo della mano > & era fta*

tainì

Vita della B. Maria Maddalena de Pazzi, i j 7

ta in mano de' Medici due anni, e li medicamenti fatti non leaueuanomai gio- cato ; anzi era andata Tempre di male in peggio, e già Je aueuano canato dalla piaga vn pezzod'olso, onde i Medici diceuano , che ò non guarirebbe mai , ò le pure fuffe guarita , farebbe rimafta ftropiata . Ali* 1 5 di Maggio 1595. fen- tendo ivi quel braccio intenfiffimi dolori , fàpendo ,che rimedio trouarci , andò alla madre Suor Vangeiifta del Giocondo Prioia,pregandola,che l*aiutaf- fc&effaledifse: Sorellaandate da Suor Maria Maddalena, eraccomanda- teuiàlei, che auendo fatto delle grazicall altre, la farà ancorai voi . Andòl' Inferma, e trouatala, telecomando, dicendo, effer mandata dalia Supc- riora. Suor Maria Maddalena fentendoquefto, andò iubito à trouare la_* madre Priora, efecola menòin Coro in compagnia della ftclTa inferma: e poftefi tutte inginocchia™ auanti all'altare della Beata Vergine, prefe Madda- lena il braccio piagato di Suor Maria Cateriua , e lo sfefciò , e voltatafi alla madrePriota, iediffe: Volete voi che iocaui le taftedellapiaga : Rifpofela madre Priora, Se voiauetefede,chelaguarifca,cauatele. Allora Suor Ma- ria Maddalena fatto vn poco d'orazione > cauò le tafte,e rifafciò il braccio fen- ica rimetterai altro,e fnbito cefsò il dolore-, & in pochi giorni fi faldò la piaga-r fenza verun medicamento, e reftò fana affattocome fejìon vi.auefie mai auu- to male .

Della profonda vmikà delfitotuore , la quale fìraccoglie dalla bafsaflima , e

yil concetto, che aneua disèflefsa* e dell'opere fue*

Cap. CXXXIIl.

POiche tanto maggiore , e più perfetta ("fecondo il parere de Maeftri della-* vita (Spirituale) e 1' vmiltà»quanto ella è in fuggetto più alto , & eminente, e dotato di maggior virtù,e talenti; non farà (limato fuor.di propofito auer nel- JTvltimo luogo delle virtù religione di quella Beata, quella die nel fondamen- to della vita reiigiofa tiene il primo . Anzi in vn certo modo , è necelTario per manifeiìare la grandezza dell' vmiltà del fuo cuore Tauer prima defentto, l'al- tre fue virtù: poiché tutte aiutano à narrarefa perfezione di quefta fola,e mol- to fi farebbe detratto à tanto grande vmiltà, le non fi ruffe prima narrato la-» fua gran fantità . Onde dall'auer prima fentito l'altezza delle contemplazio- ni, la maraviglia decederti fauori,e priuilegi , la perfezione delle virtù, l'eccel- lenze della fantirà,e gli ftupendi miracoli da Dio operati in queft 'anima* e fen- tir poi la balTa<ftima,& il vile concetto. & il difpreggio, che aueua quella fauo- rita di Dio,di medefìma; potrà cia&uno venire in cognizione »quanto gran- de^ quanto profondamente radicata fuiTe nelcuore diJei quelfvmiltà, che è pieno con parole non fi può narrare .

Con tutta quefta fantità dell'anima fua, ella ad ogni modo, per la fuperbia , e per Tingratitudiue, che ftimauaauere in se, fi riputaua fienile a demoni : fi riputaua indegna di riceuere l'aureola della verginità, e di feruireà Dio pura- mente, fi riconofceua indegna,che le fa (Te importo in alcun tempo vbbidien- jza alcuna , e d'edere annouerata nel numero delle vere vbbidienti . Si ripu- iraua iodegna d'abitare in quel facro collegio di Vergini , e d vaire la lode fua^,

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i j 8 Vita della B". Maria Maddalena dePazzi.

con quella delle fpofe di Giesù, e d'aicolrarle volentieri , ancorché le diceffe* io parole ingiuriofee di vergogna. Si conofceua indegna d'ogni grazia, e do- no dal Ciclo , e di potere in terra aiutare il ilio proffimo con gli oÌTequij di ca- rità, ed efler partecipe de' beni di tutti icredenri : fi riputaua indegna d'effer pofleditrice della pouettà di fpnito, e d'ogni altra virtù. Indegniilìma poi fi ftimaua d'vnirfi col fuo Spoiò Giesù nel Santiffimo Sagramento dell'Altare . Indegna fi confeflaua di ogni lume celefte,e fpirazione Diuina ; e folo degna d'effer da Dio abbandonata, e lafciata nelle tenebre de peccati, e de gli errori . Finalmente fi ftimaua indegna d'effer conferuata, e tollerata da Dio fopra la_-> terra, (ènz'effe re (profondata nelle fiamme dell'Inferno : fra tutte le creature-* (ola (limaua indegna della Diuina cura,e prouidenza, e dell'amor, che egli porta à tutte le creature; & abborriua se fteffa , come la più fchifa, & abbomi- neuol cofa, che fi potefse trouare. E quefti in lei non erano folamente pen- fieri in attratto, e per imaginazione artifiziofa , ma efercitati con viuo fenti- mento dentro del fuo cuore ; & anco li manifeftaua nell'operazioni efteriori con finceta cognizione di se ftefsa; e per maggiormente imprimeteli, & efer- citarli frequentemente, gliaueua notati di Tua mano, quafi come vn'efercizio quotidiano, e diftinti in noue atti, in ordine à noue cori de gli Angioli, nel mo do,chefegue.

Trimo. Te riandrai al Coro de fanti Angioli,i quali pregherai, che off enfiano al Trono della Santiffima Trinità il /angue del V erbo emanato , chiedendo loro -vera vmiltà difpirito; e tu anima mia tanto ti vmilierai, che ti reputi effer fintile a demo- ni per la tuafuperbia, & ingratitudine .

Secondo. Te riandrai al Coro de gì' Ar cangi oli, e gli pregherai come di fopra ; e tu anima fidente di alta purità, chiedendola loro,t vmilierai in tal modo, che ti reputi indegna di riceuere l'Aureola della Verginità , e diferuirc à Dio puramente .

Ter^p . Al Coro de* Trincipati pregandoli , che offerifeano il fangue del Verbo vmanato all'Eterno Tadre-, e chiedendo loro perfettiffima vbbidien^a , e fogge^ione al Diuino volere, & à tutte le creature per amor del Creatore, ti sformerai di arrìuà- re à quefia vmilia,zjone,di conofeerti indegna , che ti fin impoflo in alcun tempo vb- bidien^a alcuna,e d effere annoueratafrà il numero delle vere vbbidienti.

Quarto. Anderai al Coro delle Totefià,e le pregbcrai,che offerifeano il fangue del Verbo vmanato, come di fopra: e tu anima fatta fchiaua de* tuoi fenfuali appetiti % chiederai grafia di poter raffrenare ogni tuofenfuale appetito, e verrai giuflo al tuo potere,à quefia vmilia^ione, di riputarti indegna d'abitare in quefiofanto collegio, e divnirelalode tua con quella delle fpofe di Giesù: e che più? dafcoltarle volontiert\ ancorché ti dicano parole ingiuriofe, e di vergogna .

Quinto. Al Coro delle Virtù, pregandole come fopra: e tu anima prìua di ogni vir- tù, chiederai loro fermerà, /labilità, e co fianca nel bene operare , e ti vmilierai in t al molo, che ti cono fchi indegna di ogni grafia, e dono del Cielo ,e di poter in terra aiutare il tuo proffimo con gli ofiequif di carità, e Ài effer partecipe de0 beni di tutti i credenti .

Sello Anderai al Coro delle Dominazioni, pregandole a far e la fopr adetta offer- ta: e

Vita della B.Mana Maddalena de Pazzi. 2.39

ta: e tu anima mia chiedendo loro perfetto dominio di ogìii tua paffione internale ter- reno effetto , ùvmilieraiintè [ìeffa , riputandoti indegna d'efierpoffeditrice dell' vmiltà difpirito^ e di ogni altra virtù .

Settimo . Te ne ricorrerai a' Troni , i quali s andranno alle braccia amorofe del Verbo vmanato,e quitti t'offeriranno; e tu anima mia tabbafferai tanto, che ti repu- terai indegna, come in verofei, deWvnione, che sìfpefj'ofai col tuofpofo,per il San- tiffimo Sagramento,il quale con tanto affetto Viene a federe nel me^o del tuo cuore.

Ottano . jinderai al Coro de Cherubini , & effi t offeriranno ne'purìfiimi occhi delivmanato Verbo: e tu anima mìa, anderaifeguitando le tue vmilia^ioni, chieden do ad off luce per cono f cere in te {teff a il Diuino volere, le grafie , che dal Signore ogni momento ricetti, e quanto male ad effe cornfponda, riputandoti indegna di ogni lutile* e di cclefle fpira%ione, e d'effer conferuata dalla Diurna misericordia, e digniffi- ma, per la tua poca corrifponden^a alla Diuina luce, effer da Dio abbandonata , e lafciata nelle tenebre, & errori .

Tfono. M Coro de' Serafini, che f offerivano al dolciffimo,pietofìffimo, & amo- ro fiffimo cuore del Verbo vman.ito: e tu anima mia, chiedendo loro la purità del Di- uino amore,e d'ardere in quelle fiamme di carità, nelle quali effi ardono eternamen- te, feguiterai il tuo eferci'zjo^ e ti sformerai £ arrìuar e à qùefla vmilia'^ione di cono- feerti indegna, che Iddio fino ad ora t'abbia conferuata,e tollerata fernet profondarti nelle fiamme dell Inferno per la tua fredde7^a,e gelo del tuo cuore, a tanti incendij di carità Diuina: e riflringendoti nel centro della tua viltà, e baffeiga, conofeerai , che tu fola per la tua ingratitudine fra tutte le creature fei indegna della Diuiua cura, e prouiden^a, e deltamore,che egli porta alle fue creature; & abbonendo téfiefia,co- me cofa oltre ogni credenza fichi fa, & abbomineuole, chiederai grafia per me^o di quei purìjfimi f piriti amanti à e ffer e con Ifaia purgata, e mondita,e che più* d' efiere in terra con la fiamma delle tribnla^ioni purgata, acciò fia tolta dall'anima tua ogni ruggine de' tuoi difetti, e non fia più indegna affatto di quel puriffimo amore .

Perqueftabafsa'Tlmadisèftefsa , concepirà per mezzo della frequenza di quefti atti di cognizione della fu a indegnità,e miferia,ne nafceuano molti altri viliffimùe baffiifimiconcetti,cheelIaaueuadisè: e per quefti, e per quelli fi rcndeua tanto vmile nel cofpettodi Dio,e delle creature, che quefta fna vmil- tà fi palefaua in tutte le fue opere. e parole, in tal maniera , che faceti a ftupue chiunque conofceua,parendo imponibile, che in vn anima tanto fauorita_# da Dìo, e di tanto lume, e virtù aueise ad efsere si bafso concetto , e vile (lima di . Imperoche tra tutte le creature ella fi ftimaua la più vile e per tale fem- pre fi confefsaua: ma fpecial mente in quell'erta fi di otto giorni, mostrandole Iddio la forza» e virtù , che le voleua comunicare contro i demoni, e le loro tentazioni,che per cinque anni doueua lòftenere. proruppe con gran fenrime- to in quefte parole . Confufione mia, che nella più bafsa, e vile creatura del Mon- do, quale fon io, vuoi mofirare la grandezza, & immenfità de te Jori della tua libe- ralità, e mifericordia . Si chiamaua la pouerina di Dio, vermicello, e bacoli- no della terra, e limili nomi abietti . Con tuttoché fufse tanto illuminata del- le cofe Diuine, fi ftimaua la più ignorante fra tutte: e perciò non fi vergogna-

uaà

%^o Vita della B.Maria Maddalena de Pazzi.

à domandar configlio anco di cote minime all'altre, ancora inferiori à se , e talora airifteflfe Nouizie > non fi fidando del fuo giudizio . Ciò che faceua le pareua fare imperfettamente, e che le fue opere non valeflero nulla. Onde nioftrandole vna volta il Signore in vn'eftafi il premio, che le aueua riporto in Paradifo per quelle mortificazioni, & attinenze della puerizia fua,grandemen- te ne marauiglia , come d'opere,che nulla valenero ; onde quando occor- reua,che facefle diceflfe quai cofa, foleua taluolta interrogarle : Vi par egli, ch'io abbia fatto,ò detto bene ? per amor di Dio auuifatemi (e ci ho fatto man* camento , e akuna fauuifaua di qualche mancamento , che vi aueflè corn- ine flb,fubkocedeua . e lo credeuafenza giù ftificarfi, ancorché quel manca- mento non vi fufle ; perche bene fpefiò, guftando le Sorelle di vedere quella vmiltà le diceuano de* mancamenti , che ella non faceua,e con tutto ciò ripu- taoa di fargli e non conofcergli ; e come colpeuole n'accufaaa.e ne chiede* wa perdono . Ancorché furie così eccellente Maeftra di vita Religiofa, quan- do trouaua qualche durezza, òdifficultà nel guidare qualcuna.clìiedeua aiuto, e configlio ad altre , anco talora à Nouizie, e con grande vmiltà diceua : Di- temi Sorella , che vi parerebbe , che io potetti fare per illuminar quell'anima ì Neirifteffe azioni manuali, ancorché fufle in tutte molto efquifka,fempre fti- maua , che altra facefie ogni cofa meglio di lei>& infino nell'efercizio della cu- cina Ci fometteua alle Conuerfe,nè mai preferiua alcuna fua cofa à quelle deli* altre. Tra tutte le Monache fi ftimaua la più imperfetta, e peccatora $ e tut- te le altre le teneua come fante, e molto accette à Dio ; <5c inalzaua, e lodaua fempre la virtù di tutte tanto di quelle, che viueuano aliora>quanto delle mor- rebbe ne foceua formare gran concetto,e riuerenza à chi la fentiua;e per que- llo concetto,e riuerenza , che aueua di loro;fii veduta baciare la terra doue le Sorelle teneuano i piedi : e vedeua alcun difetto di quelle, fempre lo feufa- ua , e diceua , io aurei fatto peggio . folo tra le fue Monache ma tra ratti i peccatori del Mondo fi ftimaua la maggiorerà più iniqua,e ria,onde talora di- ceua . Se Dio leuafle da me la fua mano.non farebbe peccato graue ; che io non facefii . Et ogni piccoliffimo difetto, che faceua , Io uimaua vna grandif- fima ingratitudine à Dio : e diceua, che ogni altra, che auefle riceuuto da Dio i benefizi], che aueua riceuuto lei,farebbe fiata à Dio più grata di lei. Si ftima- ua elTer cagione di tutti i diretti , che fi commettenano nel Muniftero,e di tut- ti i peccati del Mondo ; onde in vn ratto nel quale ebbe alcuneintelligenze della malizia de peccatori ; dopò auerh amaramente deplorata , Ci voltò con grandiraverfosèftelTa, prorompendo inquefte parole» Io fono cagione di ogni male: e però venga la giuftizia fopra di me, e h mifericordia fopra di loro; e fopra quefto fondaua quel così bado (entrmento di scucendo: che frmara- uigliaua, che Dio,e gl'Angioli, e i Santi, fa fopportafTero fopra la terra e che la terra non s'apriffee ringhiottiflTe vhia ,- tanto era impreffo nel fuo cuore que- fto concetto, che ritrouandofi talora con qualcuna diceua : Che dirette foref- ]a , voi vedefteoforaaprirfi laterra,& inghiottirmi? e quando nel ratto, e vifione, che ella ebbe delle pene del Purgatorio, vedeua quel! anime in quei- k pene, temendo per ftefTa 1 Inferno, diceua frequente con gran timore; Beatomèfertonandaffipiùgiù. Per quefto medefinioconcetto, cheaueuà

di

di sè,quando vedeua la Madre Priora, pareua che per paura quafi tremaffe : e domandata perche (leffe con tanto timore alla prefenza della Superiora , rif- pondeua, che temeua, come indegna di (lare in quel fanto luogo,dinon effec- ne da lei cacciata; e le pareua fentirfi dire : Partiti di quello fanto luogo,che tu. non fei de^na di Ilare in compagnia di quelle fante Spofe di Chrillo: e tanto riputaua indegna di Ilare in compagnia dell'altre» che fempre ne luoghi douc interueniuano le Monache, llaua con tanta riuerenza.che non ardiua à pena-» alzare gl'occhi in prefenza delle Sorelle, dicendo, che auendo viftiifuoi man- camenti fapeuano la fua indegnità .

Quando dalla Superiora era chiamata, fubito come colpeuole legettaua à'piedi con grande vmiltà , allettando fempre d'effer corretta , e penitenzia- ta j e mentre fi vedeua eflere nel numero dell'altre, e non effer da quelle fcac- ciatalollimaua pervn (ingoiar benefizio di Dio. Onde vna volta andando al Coro dille à vna fua Nouizia : O forella, che bene abbiamo fatto, e voi , & io à Dio.di tanto fuo feruizio, che abbiamo meritato d'effer ammeffe in com- pagnia di tante Madri, e Sorelle à lodarlo ? e per tal benefizio, che renderemo à Dio ì perciò fi conofceua grandemente obligata à tutte le Suore, che l'aue- uano accettatale per quello fi ilimaua effer ferua di rutte . Quello medefimo obiigo riconofceua tenere alla Religione : onde più volte fu veduta con gran- de affetto andar baciando le mura del Munillero,e dire: O benedette mura.Se io fuilì Hata al fecolo fuori di quelle mura, auerei commetto tante fceleraggi- ni, che farei morta per mano di giullizia, fiche ho ragione di baciami . Dallas ilima, che aueua della fua indegnità di Ilare in Coro con l'altre, nenafceua, che vi andaua con ogni timore, e tremore, e temeua, che i fuoi peccati non^ fuffero impedimento, che 1 orazioni dell'altre non tufferò accette à Dio ; onde taluolta diceua: Quello è vn gran mit acolo,che io abbia da comparire auanti à quella gran purità di Dio, e che da quella io Ila fopportata ; e come ella fog- giungeua, le pareua fentire taluolta vna voce che le dicette:Sia leuata l'iniqua dalla compagnia delle Sante, perche la fua iniquità impedifee, che l'orazioni dell'altre non entrino come incenfo nel cofpetto di Dio . Finalmente Ci Ilima- ua tanto peccatora, e con tal fentimento d vmiltà, che arriuò à dire (e fu po- chi giorni innanzi la fua morte) che teneua,che Dio la ieuaffe dal Mondo, per non auer da mandare qualche galligo per li fuoi peccati; & altra volta aueua_, detto, che non fi farebbe marauigliata diqualfi voglia gran gatligo , che Dio aueffe mandato al Mondo per li fuoi peccati .

Come faceua in mc^o a tanti fattori diurni ad auere vileflima di JìeJJa . E come in lei era e flint o ogni appetito di compiacene vmana . Cap. C XXX IV.

P Arcua alle Monache, chevedeuano in lei tanta virtù cofaimpoflibilo , ch'ella potette auere quelli Urani concetti , e fentimentidi se lleffa , con cognizione di verità,* onde fu da alcune di loro domandata vna volta, quan* do diceuaxhe temeua, che la terra linghiottiffe, ò limili colè, ella aueua in verità quel fentimento. Alcheellarifpofe : L'ho in verità, & ho cagiono

Q_ d'auer-

d'auerlo, perche non ho fatta peccati, che priuino della grazia di Dio, e (la- to,perche il Signore m'ha leuato loccafione, e ritenuta; e Te altri auefle auuto da Dio i benefizile le commodità di far bene » che ho auuto io, non lauereb* bono offefo quanto ho fatto iox l'auerebbono onorato più di me; orale per te mia ingratitudine, conofco, che merito ogni gran gaftigo: e detto , ch'ebbe quello, s'inginocchiò auanti à loro con grand vmilrà , e cominciò ad accufarfi delle fue pacate tentazioni xome fufsero (late colpe volontarie; e poi dice- ua: Vedete con ragione io deuoauere tal ientimento. Vnaltra volta in fimi- le occafione domandata da vna fuaNouizia > come ellafaceua ad auere così bafsaftima di sè,vedendo,che Dio le faceua tanti fauori,e doni fingolarijrifpo- fe con grand' vmiltà : Sappiate figliuola, che le Dio non m'auefse fauorito con doni particolari, e quafi ritenuta in qucftaguifa , iomifareiprecipitata nelle maggiori offefe, che Ci poffiu fare à Sua Diuina Maeftà : à voi altre non ha fat- to così, perche voi vbbiditealla fua fempliee voee,e lo feruire lenza quelli fa- uori particolari; e però io vengo ad efsere piti miferabile di tutte voi . In fom- madaognicoiàpigriauaoccafioned'vmiliarfi. Quando cauò fuori del Muni- flero quel cane grofsa, diche fopra se fatto menzione , e domandata come non auefse auuto paura à prenderlo per l'orecchio, e condurlo al la porta ; rif- pofe: Vna beftia menaua l'altra beftia. Dimandata da vn'altra Sorella, tan- te grazie riceuute da Dio l'auefsero mai dato occafione alcuna di vana com- piacenza,le rifpofe : Non fapete voi, che nefsunodeue prender gloria di quel- lo, che non è fuo* Perche dunque volete , che io ne' fauori concedutimi dx_* Dio mi compiaccia,e(Tendo tuttidi Dio ì Vn'altra volta leggendole vna fua_» compagna alcuni ratti5& intelligenze, ch'ella aueua fcritto di (uà pcrvedero fc vi rude errore^le dimandò in tali cofe ella fendile alcun mouimento va- nagloriai ella rifpofe: Tanto fentoio di quelloxhe mi auete letto,quanto miauefte letto di qual fi voglia altro libro : riconofcafolaauere auuto in me tali fentimenti, & intelligenze, che mi auete letta. Vn'altra volta fendole ve- nute alle mani alcuni quaderni, ne quali dalle Monache erano (late fcritte al- cune cofe della fua vita , ella gli abbruciò : & eflendo di ciò riprefa dalla Supe- riora^ dimandata ciò aueua fatto perche le Ei fiero (lati occafione di fuper- bia,difle di nò; miche non auendo obligo d'vbbidienza ,che in ciò la legaflè , le pareua, che fu (le obligo fuo TabbruciarIe,aliegando,che il fimife aueua fat- to vna volta vn feruo di Dio,mà vedendòfene riprefa n'vmi!iò,e chiefe per- dono; & efiendole importo per vbbidienza,che non più faceflfe fimil cofa, vb- bidì fenza (limolo alcuno . Dal che fi raccoglie, quanto ella fu (Te aliena e co- me in lei fufle eilinto ogni fpirito di compiacenza vmana,e vanagloria. Mede- fimamente dichiarò il modo come ella fi teneua, e riputaua d eflèr cagione di tutte l'imperfezioni, che fi commetteuano nella Religione quando talora nel- le fue eftatiche contemplazioni, piangendo l'altrui colpe, efclamaua ; O Te io» fiiffi (lata nell'orazione feruente ; io aueflì auuto raccoglimento in me (lef- fa,ò altre fi mili cofe aueflì fatto, certo che Dio mi auerebbe illuminata^alm- mente ,che non ha potuto fare per miei difetti ; onde io auerei tenuto qui me- zi per impetrar lume à quell'anime, che non farebbona in così mi fero (lato - Neli'iftefla manierali nputauaeffer cagione di tutti i peccati del Mondo, o.

della.

V ita della D. iviana iviaaaaiciia uc ra^i ju| 3

delladannazionedi molt'animc , perche non lepareua efler feruente quanto doueua nel pregareDio per i peccatori, e nel cercare di placar l'ira di Dio, co- me (opra nel Capitolo doue fi tratta del zelo>che ella aueua della conuerfione de'peccatori, è inoltrato <.

Del defiderio, egujìo, che aueua cfefser difpreggiata, e de modi, che renetta

per efser in difpreggio,e vii concetto defuoifrojjimi»

£ap, cxxxr.

TRa le vitCì che fi leggono de* Santi, ella {òttimamente guftaua la vita di quelli, che viuendo in congregazione, e conuerfazione, aueuanooccul- ato la loro virtù, e tattifi tenere per pazzi: e diceua,che auerebbe guftato gran- demente di poterli imitare, fuffe flato volontà di Dìo ; ma nQnl'auendo voluta Iddio per quella ftrada per aiuto dell'anime , cercaua almeno quanto poteua d'effer riputata vile,e {limata imperfetta » e peccatrice: e perdarfi a_, conofeere per vile, s'efercitaua con le Conuerfe nella cucina, e negli altri fer- uizi baffi di cafa, proprij di quelle; anzi tra quelli feieglieua mpre i più fchifi, &abietti,ediceua, che quei più conueniuano à lei,cheio {lare con le Mona- chein Coro -, e non folo non cercaua d'aucrvffizi nella Religione , ma ne riputaua indegna, grandemente fi affliggeua, e piangeua quando l'erano dati - Dimandò vna volta ad vna fua Nouizia , farebbe (lata volentieri Monaca-, fenzaauer voce in Capitolo: e rifpondendo quella di nò, perche aueua volu- to efler Monaca come l'altre; foggiunfe la Beata : Io sì,che ftarei volentieri in quel modo, vile, abietta ; e volentieri darei il mio luogo, e la mia voce ad va-, altra, che penfo neleruirebbe meglio di me . Per fide fio fi ne d'efler tenu- ta à vile,gufìaua di vederfi veflitapiù poueramentedeiraltrce fi ftimaua fera- pre meriteuolc delle più vìlicofe del Muniftero. Per quefto ftimaua à lei con- uenirfiilcibarfi di quel che auanzaua all'altre Monache, come benefpefib faceua : e per maggior auuilimento , e mortificazione di fletta , fi elefle di mangiare permoJto tempo la mineftra in vna feodelia , che feruiua per vfo d' ma Inferma piagata, e molto ftomacofa Oltre à quefto s'efercitaua frequen- tementein quelle mortificazioni , & atti efteriori d'vmiliazione , che più la_» rendeuanodifpreggiabile , come farfi bendare gl'occhi, legare le mani di die- tro > farfi calpeftarce percuotere, farfi dire parole di confufione , e limili, co- me fopraè notato neglianni della prouazione: &in quelli trattamenti godeua talmente di vederfi difprezzata per amor di Dio,che perii gufto, che fentiua_# nell'anima fua, fu molte volte > doppo taliazioni,fubito rapita in eftafi, come iui è notato*

Alcuna volta dimandaua de fuoi difettià qualche fua Nouizia, e poi s'ingi- nocchiauaàbacciarleipiedi,ela pregaua le calpeftafle la bocca, eie deffe la difciplina $ e quando faceuano refi (leza gliene comandaua per vbbidiéza>e poi leimponeua filenzio. Più volte fi fece difciplinare dalle ilefse fue Nouizie * cdalleConuerfe. Et vna volta efsendo MaeftradiGiouane , fiproftòinrerra in mezzo di loro fupina * e volle , che ciafcuna le defse con vna fcarpa nella sbocca. Erano quefte cofe di gran confufione » e mortificazione alle fteàe

Q_ 2 lue

2.44 v 1L* ucii«t u. ivi di la mauuuicua uc razzi,

iiie fuddite > & infierne di grande efempio , e cagione di compunzione . Onde bene fpeflò tutte in limili a/joni fi commoueuanoà pianto per indurre le Tue difcepole, e compagne à farle manco refiftenza nell'efeguire quelli atti di dilpregio verfo di lei, diceua d'effer molto tentata, à che aueua bifogno di quella vmiliazione, e che quelle ledauano grande aiuto; e perciò durò per noue anni continui à vmiliarfi ad vna fua compagna , alianti alla quale quali ogni dìgenufcfla Ci rendeua in colpa de' difetti , che le pareua commettere ; e doppo le chiedeua perdono, facendoli dar la penitenza.e taluolta la difciplinaj e fi faceua dire delle parole di mortificazione . Medefimamente durò molto tempo adire la colpa de' fuoi difetti ogni auanti ad vna luaNouizia, dalla cu de Ci faceua dar la penitenza : e fino à che ella vilTe (èmpie volle auere vna particolare, a cui ogni giorno ella s'vmilialTe de* luoi difetti quali però erano tanto minimi , che Tiftefle Sorelle > alle quali ella faceua quelli rendimenti di colpa, dicono non auer mai faputo conofeere in lei alcun difetto in quelle co- fe di che ella s'accufaua; & à tentala accu far fi, pareua che ella fulTe fiatala più piallata Monacarne fi potette trouare ; Imperoche ogni minimilfimo di- fetto , anzi quelle llefTe cole doue non era difetto , le accuiaua in modo , che le faceua apparire difetti notabili : come perefempio ; L'occorfe vna volta partire vn pinocchiato , e mangiò due pinocchi , che erano vfeìti da quello : e ci quello fi accusò , con dire , che era (lata golofa , & aueua mangiato fuor di menfa lenza licenza , contro le conllituzioni : e così ogni tantino , che.» le venifle trafgredito qualche cofa delle Coftituzioni , & Ordini della Reli- gione s'accufaua d'elTere traigretlbra della Regola , e de gli ordini : fenti- ua mai alcuna accufarfi di qualche mancamento > che ella in se non diceise auerlo in se molto maggiore ; e particolarmente fi leruiua di quello modo di fare, per renderfi vmile con le fue Nouizie , e dar loro animo. Onde quan- do alcuna di loro riprefa da lei s'vmiliaua , e riconofceua,ò s'accufaua con len- rimentodvmilrà, e con dolore di qualche difetto* fubito la buona Madre, confortandola diceua : Ancora io figliuola ho fatto quello difetto , ancòrio ho in me quello mancamento , ò vero diceua ; io auerei fatto peggio di voi , non vi sbigottite . Se vedeua , ò fontina , che alcuna aueflè fatto qualche atto \ irtuofo, diceua con gran confufione l'uà; Non l'auerei già faputo far io, e fimili altre parole d'vmiliazione. Spellò genuflefla auanti alle Sorelle chiedeua loro con grand illanza , che le dicelTero i fuoi mancamenti; del che le Mona- che durauano fatica àiodisfarla, per non ne conofeere.

Ma lòpra tutto quando s'accorgeua » che alcuna auefìe concetto della fua fantità,e perfezioncallora vlàua ogniarte,& ogni diligenza,che poteua fenza offeladi Dio, per fare, che quella tale mutaiTeconcetto,epenfiero.Sauuidde in particolare \ che vna Giouane fua Nouizia venuta alla Religione d'età di r 9. anni , chiamata Suor Maria Sommai, molto illuminata da Dio, ripiena di mol- te virtù Religiofe , aueua fatto gran concetto di lei, e ne feceua grande llima; onde ^enbò al mudo di farle perdere quello concetto, e farfi tenere imperfet- r t, e v^catora.: e perciò ottenne licenza dal Padre fpiritualcdi poter manife- ftaie a quella Nouizia le lue tantazionixhe patì ne' cinque anni della fua pro- nazione Et vn g;orno ritirata con lei à folo à lòloje fi gettò a' piedi,e prorom- pendo

pendo in amaro pianto con fingulti, e f ofpiri , cominciò à parlare in quefla»* guifa: Sorella voglio,che voiconofciate,che Maeftra voi auete, acciò abbiate più merito nelfvbbidirmi, come fiete tenuta per l'vffizio, che io tengo , fia io qual'io fono; e vi prego a farlo,non auendo l'occhio à quanto vi fon per dire : Sappiate, che io fono Hata lo fcandolo , & i! difturbo di quefta Tanta Religio- ne: e facendofi da vn capo delle fu e tentazioni,di tutte ne accufaua come di granulimi peccati : e perche era ftata tentata digola> s accufaua d'eiière ftata.., goloià; per efler ftata tentata di torre qual cofa da mangiare, s'accufaua d'efle- re ftataladra,di auere diilìpato di quello della Religione , per auer auuto fi- mili tentazioni in quei tempi> che digkinaua in pane, & acqua, diceua effero ftata vna ìpocritaj per auer patito tentazioni di iliperbia , e iènfualità , fi accu- faua d'effere ftata vna Monaca fuperba, e fenfuale: per auere in qualche occa- fione taciuto la verità prudentemente, e per il meglio , s'accufaua d'effere fta- ta bugiarda, e mentitrice ; e per eflere ftata agitata dalle tentazioni ài difpera- zione, e di vfeire della Religione: leaccusò, come aueise à tutte accon- fentito, tempre piangendo dirottamente, come (e quelle non fufferò flato tentazioni, ma peccati commetti; e foggìunfe : Se io fuffi ftata al fecoJo , al certo, che auerei finito la mia vita per mano di Giuftizia, per tante fceleratez- ze, che ho commeflò : e tuffi ftata in vn altro Muniftero , doue non regnaf- fe tanta carità, in vna prigione à vita farei ftata rinchiufa , e quefte fante Ma- dri, e Sorelle con tanta pazienza m'hanno tollerato, e compatito . O quanto obligo tengo à ciafeuna : ò che mifericordia ho io riceuuto ! e mentre s'accu- faua di quefte colpe, fpeflòreplicaua : Ecco Sorella, che Maeftra voi aueto, pregate Dio per mè.acciò mi faccia mifericordia di non mandarmi all'inferno > come io meriterei : e mentre s'accufaua di quefte cole, ftaua tutta tremante , e tanto fommeflà , che venne in penfiero à quella Nouizia, che ella aueffe commetto le maggiori fceleratezze del Mondo , Iddio per fua mifericordia , per quefto nobilatto , di gran peccatrice l'auerebbe fatta vna gran lànta- Et era tanta la fua compunzione , checommofle à pianto ancora la Nouizia ; la quale come elsa teftifica, in quel primo fi conturbò alquanto : perdio fentendofi porgere tanto al viuo per graui colpe le cole fudette , le cadde in_* niente, e quafi credette, che da quelle graui colpe, che s'accufaua, fuffo poi venuta à quella gran fatuità nella quale la conofceua edere allora : & ef- fendoreftata con grande inquietudine di quefto concetto , che fentiuafor- marfi nella fua mente verfo di quefta Madre ; s'andò in Coroauanti al Santif- fimo Sagramento , e diffe : Signore , fia quel che fi vuole , ai prefente clì'b vna gran ferua di voftra Diuina Maeftà, & io fempre la terrò , e riueiiròper ta- le : & in dir quefto , lenti partirfi via ogni perturbazione $ e come le tuffo fuelata la mente, compre fé, che quefto era ftato vn'eccefsodi vmiltà ; e cho la fu^maeftra le era in tal modo vmiliata , à fine d'efser da lei tenuta vna_* grarì peccatrice : e parlandone poi con l'altre Madri dpi Muniftero le fu da»» quelle raccontato come quefta Beata era ftata grauemente tentata in tutto quefte cofe, di che fi era acculata » ma che però ne aueua riportato gloriofa-, vittoria : che tanto più crebbe poi in lei il concetto , e la riuerenza verfo di tal Madre : la quale poi fpe fso diceua alla Nouizia : Sorella ricordateti! di me ,-

Q_3 voi

voipurfapetelemieneceffità : e quando leveniuain mente alcuna cofadì quelle fue tentazioni > ò difetti, che non leauefTe detto* andaua a dirgliela in atto d'vmiliazionere fpeflò quando lellaua appretto à lauorare , tocca da vee- mente dolore delle fue colpe,c diceua: Oiòrella, io ho commetto pure tanti graui peccati, pregate Dio, che mi fàccia mifericordia , fatemi quella carità . HaueiKi la prudente Nouizia diilìmulato > come il tutto auefTe creduto, on- de la Beata ne (bua molto contenta - Ma la Nouizia volendo vna volta con- uinccila, quando la Madre le diceua di auer ranto offefo Dio» le replicò : Ma- dre per offendere Dio bifogna auer mala;Volontà . Al chefubito la Beata rif- pofe: Quella per grazia di Dio, non ho iamai auuta : io ho fempre auuto vn cuore , che hàdeiiderato dbnorare Dio, bene io trono dauerlo fempre fèfo. lo ho fempre amato Giesù, perche mi hàfarto ogni bene . Cosìreilò conninta che in quelle cofe> che lepareua-auer; tatto tanti peccati} non erano peccaci, ma tentazioni .

Cercanti d'occultare ognifuavirtu^ediviuereafcofa y efeonofeiuta fentendo grai* difguflad 'efere filmata.- Cap.. CXXXV I-

PEr il defiderio, che elfaueua d'efler difpregiata, e tenuta per creatura vile »> e peccatrice, non folò manifeftaua, e s"?àccufaua pubicamente di ogni fuo difetto, con ingrandire ogni fua minima colpa, ma cercaua ancora quanto po- ttua d'afeondere le fue. virtù, & operazioni fante* e non potendo, ne douendo talora afconderle, le fminuiua il panche poteua »> e Jedimoftrauaefler pieno di difetti, emancamentb e cosifottilmente landaua eliminando , che qualfi- uoglia opera fua buona la. faceua apparire dégna di riprenfionce quando con- uinta non poteua afeondere nè;l'opera,nè la perfezione di quella ,> diceua che in lèi non era virtù, ma cofa naturale ; e chela natura così finclinaua . Quan- do facetia qualche atto d'vmiliazione , od altra virtù con le fue Nouizie, quafi fempre imponeua loro, che non lo dicefiero : così ancora à quelle dalle quali fi faceua talùolta difciplinare : fiche quelle , e fimilicofe Ci fono fapute folo doppo la morte fua - Nei tempo, che andaua fcalza , quando entrauano fan- ciulle a vedere il Muniitero per proua, elià per non e (Ter notata da loro, fi met- teua in piedi vn paro difearpe fenza fuola . Non parlaua mai de' doni, che Dio; le aueua fatti, anzi cercaua d'occultarli il piùche-pote-ua, e fi doleua ne gi'iftef- ratti , che Giesù gli manifeflafle . Onde quando fu fpoiàta da Giesù, come (opra è deferitto j quafi lamentandofi,diiTe :. mi bai pure- promeffo , ò Giesù mio,,chefi come tùfufli nafeofo , cosYdebbo ejjer io: ma con tutto ciò fia pur fatto il ' tuo diuìno volere . Altravolta dolendoli , perche Giesù la faceua parlare ì/l, . sitali, e direciò, che egli le faceua intendere, dille : Deb amorofy Verbo, deb' dimmi tipregorferebe mi bai conferito tante cofe tra folo, e me, & ora vuoi , che ' iole mani feflif. Et altre voice fùfentka ne' ratti chiedere à Dio iftantemen- te quella grazia; medefimamente nel pregare Dio per qualchcmegozio rac- comandato alle lue orazioni, inoltrandole il Signore il iucceflev, che doue- auere ; & altre volte inoltrando di volerle manifcftare cofe future, fii più, yolte lèntitadirc > Ritieni in té. Signore r ritieni in i tuoifègreti . Et eflendo le

periooe:

Vita delia D.iviana iviaaaaiena ae razzi . 347

perfone, che le inandauanoà raccomandare , molto defiderofedi fàper£ quel che ella fentiua delle cofe raccomandatele: ella ancoreheauèfle qualche intendimento particolare, fenzanecertìtà , e fenza vbbidienza non lo manire- ilaua , ma rifpontkua parole generali , come arebbe fatto ogni altra perfona ordinaria . E le Monache che la conuerforno, fcorfero in lei tanta fegretezza de' Dinini fauori riceuuti da Sua Diuina Maeftà , che dicono» che:fe!Dio noa l'aueffe manifedata col farle parlare ciò, che in ratto le fuccedeua,; per la par- te fua non fi farebbe faputo nulla delle fue Diuineintelligenze, non quan- to ivbbidienzalauefle forzata; che anco quando le fu datOA'bbidienza dal iPa- dreConfèfTore, che ella riferfde ciò ,che ne gli edafi le occorreua,pianie ama- ramente, come fopra è narrato:: e nel riferire quede cofe fentiuatanta amari- tudine, che più volte fu veduta piangere, e pregaua anco Dio, .che non?le defife quelle intelligenze . Onde particolarmente in vn ratto , nel quale Iddio le fa- ceua intendere i compiacimenti,eheegli fcambieudlmente ha nell'anima , e l'anima inedò^fu fentitadire quefte parole: 0 Dio mio tenete pure in voi quefla grandezza, non fiù ne date tanta participa^ione à quella viliffima creatura ,, qual fon io, incapaciflìma di qual fi voglia bene . Tenetela, tenetela, ò Dio grand?, in voi fleffb,e compiaceteui in quella „. UncV io ne trarrò compiacenza, ma altro notimi curo intendere per la mia dèbole^a* Le difpiaceua ancora eflèr veduta intat- to; onde quando daua per ritornare a fenfi/la Madre Priora fa ceua Jean faro quelle cheerano prefenti , acciò non auefle à fentir dilgu do d'effe re data ve- duta. Quando era richiedalo comandatole dalla Superiora , difare ilfegno della Croce fopra qualche inferma, òdi fare orazione per qualche grazia, che fi defideraua da Dio,quafi fempre chiamarla qualcun altra in fu a compagnia^ à rare quellazioncò orazione, affine he-ottenendofi la grazia>nonfi attrlbuiflc à lei . E più volte intimili cafi occorfe , che riportando le fue orazioni le do- mandate grazie, ella diceua: fono fiate l'orazioni di Suor tale , che era in rnia^ compagnia.

fabricandofi ancora in vita fua il procedo per la Beatificazione ad Beato Luigi Gonzaga, i PadridellaCompagniadiGiesìiauendo auuto notizia àc\iv eftafi fopraferitto , nel quale Dio le aueuamoftrato l'altezza della gloria di quefto fuo Seruo, vollero farla efaminare fopra quella reuelazione,e per com- midìone della Sacra Rota , entrò ad efaminarla Monfignor Alédandro Marzi Medici Ardue feouo di Firenze ?con il Notaro,e tedinióni ; ritrouandofi eila^, inferma, non volle mai acconfentired'efaminarfi , fedairvbbidienzanonfù adretta;edoppo d'edere data efaminata,proroppe in gran pianto , che non poteuaeonfolarfi.e lamentandofi,diceua;è poffibile che io creatura vile ab- bia da edere ferina su i libri , e menzionata per le bocche de gHiuomini per quede cofe ? iolo la quietò l'auerlo fatto forzata dall' ubbidienza .

Se di tutte le perfone fecòlari sfuggiua la conuerfazione,e conolcenza, co- me fopra è detto,(pecialmente fentiua grande afflizione dell eder chiamata à perfonaggi grandi; sìperche vedeua il pencolo, che era in quede vifite ; per defiderio, che aueuadi viuere in quedo Mondo feonofeiuta, e per la fua vmil- : per la quale fi conofceua, e diceua edere indegna d'edere nominata fopra U terra anon che d'eder conofeiuta da fimiliperfon3ggi- E bene le Monache

Q^ 4 del

140 v iiaacna jD.iviaijaMaauaicna ae razzi*

del fuo Muniftero, come ritirate, aucuano procurato di tener più celata , ch<£ poteuano la fama della fatuità di quefta lor Sorella , per ouuiare al concorfo delle gemi; tuttauia non potè fàrfi,che per qualche (piraglio non fi manifeftaf- fe lo f plendore di quella: per il che fu neceffario alcune volte, che parlaffe alla Sereniffima Prencipeffa Maria Medici, poi Regina di Francia, e alle Ducheffe di Mantoa,e di Bracciano, che vennero al Muniftero - E quando fu chiamata à quella di Bracciano,rifpofe: O la Signora DuchelTa di Bracciano fapefso , che Suor Maria Maddalena è l'abbominazìone di quefto Muniffero, fi guarde- rebbe di nominarla > non che di farla chiamare . Quando l'altra volta fu chia- mata à quella di Mantoua,fi pofe à piangere dirottamente,e diccua: Io non so per quel che io m'abbia andare à parlare con fimili perfonaggi , che fono vna Monaca come l'altre,e non fi poteua confolare. Medefimamente auendolo la fuddetta Sereniffima Prencipeffa fcritto vna lettera , per la quale le chiede- ua alcuni configli, e documenti fpirituali, e diceua di volerla andare à vifitare , fi amili ò grandemente, e pianfe in vederli così onorata da quefta gran Princi- peffa, & imponendole la Superiora > eh ella le riìpondeffe, e deffe lòdisfazione di quanto la richiedeua, Suor Maria Maddalena le diffe : Madre Priora voi vo- lete, che io fiaftimata quella, che io non fono, e che io vada all'Inferno per la mia fuperbia : quando io farò nell'Inferno! quelle genti grandi non me ne caueranno . E nella rifpofta,che diede, pregò detta Sereniffima, che non an- daffe à vifitarla, dicendole, che ad ogni modo auerebbe pregato Dio per lei . Quando poi la Prencipeffa fu fatta Regina di Francia, le fece intendere come-, prima di partirli di Firenze per Francia, voleua andarla à vifitare ; e non poten- do la Beata sfuggire quefta vifita, mandò à pregarla, che veniffe foIa,e quefto non per altrove non per effer manco conofciuta,e villa, che fuffe poffibile -, e così fu compiacciuta da quella Sereniffima Regina, laquale l'andò à vifitare il innanzi, che partiffe per Francia>& entrò fola in Muniftero,riceuendo mol- ta confolatione, e conforto fpirituale da quefta Beata Madre .

Con quanto Jfentimento % e gran concetto ella parlaua di quefla /anta virtù dell' vmi Ita . Cap. C XXXV IL

SArebbe lungo il conteffere infieme tutti i concetti, e fentimenti , che ebbe quefta vmile ancilla del Signore intorno à quefta virtù dell'vmiltà: poiché ebbe lunghiflunj ratti tutti pieni d'alte intelligenze circa di eilà, quali da chi li defidera fi poffono leggere ne' libri de' fuoi ratti : ma fi fono raccolte fola- mente alcune fcntenze,e detti fparfamente, notati in tali eftafi , per inoltra- re l'affetto, e la ftirna,che ella aucua di quefta virtù , anco perche fi giudica- uaóó molto vtili, e profitteuoli à' Lettori, per accenderfi al defiderio di quefta fama virtù . E tra l'altre cole belliilìma fu la definizioncch'ella dette all'vmil- tà,quando in vn ratto dille ,c he l'vmiltà non è altro che : Vna continua cogni- zione del fuo non efferc>& vn continuo godimento in tutte quelle cofe>cbe pojjono in- durre al d'fpreggto disc fteffa .

Vnaltra volta parlando in eftafi delle cagioni, che prouocano Dio ad vnirlì con 1 anima noftra, dtfsc, che tra quelle è l'vmiltà , la quale à guifa di cala- mita

V ha Libila u.ivKiijia ìviauuatv/iia <.iv* i u/.£,.'« ^^w.y

tnitatiraDio in qtieH'anima.che la poffiede: e ne .refe belliifime ragioni, nelle quali inoltrò il modo, come Dio fi vnifce con l'anima vmile, e come operai in quella. E perche quelle vengono a (coprite quale, e quanto perfetta tulle la àia vmiltà, e come Dio per mezzo di quefla, operaua in lei, molto meglio , che non fi è potuto dichiarare col narrare folo le lue vmiliazioni, e per il gran lumcchelle contengono in se diquefta virtùjfono degne d'elTere notate nel modo,ch ella le proferì : Riguardando Iddio ( dille ella ) la fattura fraghe per ymiltà,conofcimento, & annichilatone ha perduto, per cqsì dir e, ilfuo effere,efolo vede ilfuo non e fiere, le dona DÌ9 vrì ejfere nobiliffimo, e perfettiffimo,flò per dire vn effcrfenza principio^ Jen^a fine- vn efiere (come lo dicefte voi,ò Signoresche ex pro- prio voflro,vn ejfere diurno. Qui adh&ret Deo, vnus fpiritus fit cum ilio : non già per comunicatone di natura,màpcrvnionc di volontà^ fi che parea che non habbia vole- rete intendere altroché il vofiro \ e così opera con voi,in modo, ch'ella non conofce operare infefleffa,e da fiefia: epare.che tutto quanto ella opera, fia operatone voflra,e nonfua,mà è più voflra,che fualperche bene ella concorre, come creatura da voi moj]a,all operazione , ad ogni modo! operare è più voflro,che fuo:. che fiate il principio, il mezzp,& il fine di tale operazione,e che il tutto con la voflra grazia, <&• amore mouete:& operate in lei nonfenza lei. Quando V anima giunge à queflofegno d 'vmiltà, tanto fi compiace Iddio in quefla f annichilazione, che tggrandifce ilfuo non effere,e quiui fa lafua abitazione* E rendendo la ragione;perche Dio non s'vnifce con l'anime ìiiperbe, foggiunfe : *Hon vuole Iddio vnhfi à quell'anima » *he è priua di quefla annichilazione, perche fetido egli infefleffb , e per fl e fio glo- rio fo, auendobifogno d'alcuno, s*vnifsead vn' anima, che non auefse quefla an- nichilatone di sèflefsa,parrebbc, che auefse hi fogno di quella, e non fuf se come egli è in flefso gloriofo . E come nella creazione deWrniuerfo, il nulla precedette (fé fi può dire precedere quel che non è) à quanto in queflo Mondo fece il Creatore , & alìvnione, che egli fece di flefso, dando Vefsere , e la particip azione di à tutte le creature, fecondo la capacita della natura di ciafcheduna, per la quale particip a- Zione ogni creatura viene ad efsere vnita , e dependenteda Dio : così per fare quefl% altra vnione con lanima,e riceuere vn Mondo di grafie, bi fogna, che rkrouineU ani- ma quefla annichilazione. E come nella ricreazione (per mezzp della grazia)del pic- chi Mondo,che è ragioneuole creatura,e nell vnione del Verbo confvmanità, volle, , cheprecedefse prima vn annichilazione in quella^ che doueua efscrfua Madre. Ec- ce anelila DominL acciò contale atto fi rendefsepià degna, e capace di tanta glo- ria^grandezza \che ella,né veruno Spirito Beato,ò pura creatura à pieno può ri- prendere (cfsendo la dignità di tal Madre grazi* infinita) così per vnirfi con V anima queflo diuino Verbo, bifogna^che preceda quefla annichilazione^ per mezzp di que- fta,ò precedendo quefla, viene Iddio àfar cofe marauiglwfe in quella ., e può dirfi di lei: Quia fecit mihi magna qui potens eft : quia refpexit humilitarem andi- to fu£ . Mane anche quefla annichilazione conofce ,fentir conofeere in fe,mà folo . annichilando fi pafsa poi alla grandezza ài Dio ; /'/ quale vnendofi à quell anima ., xhe ha tale annichilazione, lo viene ella per modo di dire à far gloriofo in flefso , attribuendo à lui ogni gloria t & onore 3 enonàfeflefsa. Onde lo flefso Dio fi

CQW-

compiace in tale anima ^talmente, cheflà del continuo vnitoà lei . E conquefla anio- ne viene etlaàpa; ticipare in quella maniera , che può ( reflando nelfuo ejjere quan- to alla natura ) le diurne perfezioni..

In vn altro ertali ammirando . l' vmiltà di Giesù quando lauò ipiediàiDi- fcepoli, pioroppe in quedi encojnij deirVmiltà, e dille : o Vmiltàythe sfolti quella cofa, che non è,& abbaffì quella, che è , e però efalti Chuomo,che è vn niente, & abbaffì Iddioycbe é il tutto . 0 Vmiltà,che fei Vittorio fa , e folleuandoti arriui fi- no al Trono della Santiffima Trinità . 0 Vmiltà come produci '., enutrifei dalle tue mammelle la purità \ Tu come Madre allatti i poueri di fpirito,egli conduci fotto V ombra del Verbo \ abbracci gli ignoranti , elì.jconàuciallafpofaChiefa\ nutnjcii puftllammi , incoroni le Vergini , dai la'Pdma ai Martiri 5 indiademi in Cielo i tuoi Còrifiiy dai la faceta della vi/ione tua àgi Eremiti , & infomma à tutti i Santi, e nei pellegrinaggio di qurfia vita ci rendi pazienti, e collanti .

Akra volta facendo paralello tra la purità , e ! vmiltà , preferì in vn certo modo quella à quella : e inoltrando , che la purità non è accetta à Dio fen- zalvmiltàj dijle quella bella ièntenza. 'bell'inferno vi faranno molte Vergi- ni ì ma non potranno già efferui condotte l'anime vmili , che auranno quefla purità Onde diceuaeffernecedaria quella virtù, (pepa iment e alle pedóne Religiofe; e che quelle perfone *che hanno à gouerno, e cura talianime,deuono eferci- tarle neUvmjltà fin dai principio dei lo.ro nouiziato , e feguitare fino , che vi- uono : le Tue parole fon quelle . I-' Vmiltà fi deue infondere come oglio in lu- cerna nelle .nonelle piante della Religione : E come lo doppino non può ardere lenza loglio , così le nouelle piante non daranno nella Religione fplen- dore di fantità , e perfezione , ad ogni momento non è dato loro notizia » e non fono prouate in effa vmiltà: E foggiungeua.Mai fino alla morte fi quie- ti alcuna neireferciziodeirvnultà . Echi ha cura d'anime non fi aflìcuri di non efercirarle in quella virtù , fino che la carne, e l'offa danno vnite con la vita ; perche l'viniltà è vna fcala con tanti fcalmi , che mai fi fornirà di falire Il che-» ella nel tempo , che fu Maedra, praticò efquifitamente verfo le fuddite , & in sèdeffa fempre, poiché fino alla morte non redo mai d'vmiliarfi con atti di profonda vmiltà, come nell'infermità fua fi narrerà.

Come ella saccefe àgran defìderio di patire nudamente , e l ottenne per tne^pp

(Cvna infermità , che le cominciò fanno 1 60 2 . nel quale le ruppe

vna vena del petto, e flette per due anni conualefcente

fe?rra allentar punto il rigore della fua vita .

Cap. CX XXV ///.

SI come il moto naturale, quanto più s anuicina al centro , tanto è più preci- pitolo; e veloce : così, quanto più queda benedetta Madre s'auuicinaua al fine della fua vita, & al ino centro Iddio , tanto più fi mofiraua ardente, & affé* tata del patire per amore di Sua Diuina Maedà . Soleua ella dire , che defide- rauadiviuerciòloper patire per amor di Dio , poiché nell'altra vita non vera luogo à quello gloriofo paniere però vededofi auuicinare il termine de gl'anni

della

della fua vita ( non ottante, che auefle menato vira di tanti itenti trauag];,e pa-' timenti-e che fufferimafta in gran deflazione di fpii ito :) tutràuia perche non' aueua mancato il benigno Signore di quando in quando darle qualche confor- to interiore ,non le pareuaauer mai premuto (iuv.1 nudo patire, che ella defide- raua, e piùaccefamente, che mai loch-cdeua, (e era maggior gloria di Dìo. Onde dell'anno i6oz. Sentendo vna mattina leggere armeni a" vn trattato del patir nudamente per amor di Dio , e (e le accelé talmente il cuore nel defide- rio di quefto nudo patire ; che nonpotendovrefiftere airimpulfo Diurno , file- da menfa*, & andò à trouare la MadreSuor Vangelifta del Giocondo, alli- gnatale (Ino nel principio pei guida , eMaeftra" e le diflé , còme fenriua in se » che Dio le voleua far grazia di concederle vn vero > e nudo patire ; e la pregò ,;. che non glielo volelTe impedire : e come aucfie auttò la-più felice nuoua ■» che potette defiderare , ripiena di contento > e d'allegrezza -, n'andò in Coro à ringraziare Diodi quella grazia, chele voletia concedere . Non molto do- pò , del medefimo anno 1 6oi. effendo ancora la detta Beata .-, Maeftra di No- uizicfù fopraprefa da vn gran catarro,quale le cagionana vna continua to(Te> e talmente tranagliò, che ella rimafequafialtnttopriua di fòrze. Con tut- to ciò non aménto punto il fuo rigore di vita , pigliò fòlleuamenro -, ò ripo- fa alcuno : ma ;• frequentarla il Coròy e notte.e giorno . Seguitò a fuegliar le Monache , e fonare ogni notte al Maturino > e faceua tutti gli efercizi, &o§d£ ni della Religione , & altre penitenzccome era lolita :■ fiche taluolta per vio- lenza' * che faceua à ftefla , era fopra prefa da febre , e rimaneua tanto debili- tata, chenofrpoteualavita, edurauafaticaàfalirlefcàle. Temendo ella»» dell'amor proprio, cche queftonon le facefie parere dauer più niale, di quel che ci fu (Te ; anzi {rimando , ch&q&efta fiacchezza -fa fife pigrizia, e fonnolenza del fenfo ; non voleua prendere alcuno conforto corporale di cibi , ò medica- mentinutritali > e ftimaua fenfualità fino a Tpigliarevn poco di zucchero rófa- to; e taluolta diceua: O quanto fa di bifognoftarfopra-disè,perefrer quello fenfo tanto pigro, e codardo ! Vorrebbcche quellòìche è fonnolénzanel fer- uizio di Dio iolo ftlmaffidebolezza,& infermità, per potere prendere ripofo . E riuolta à ftefla, diceua al fuo corpo: Io ti conofco bene, non farò giamai a tua voglia,ma fi bene di Dio . Seguitò in quello termine fino al mele d'Aprik deirannoi6o"3. nelquaimefe, mentre ella ftaua feruendo vna Nòuizia infer- ma , le ruppe vna vena-dei petto , e gettò per bocca molto fangue, ma non lo palesò, acciò non fulTe fatta ftare in riguardo: e fenzatenerne conto , tirò innanzi la fua opera . Il dì'feguente accompagnando vna Nouizia alta Grata tornò a fputarne dell'altro ; auendo potuto occultarlo , per efTere fiata ve- duta, fu affretta daU'vbbidienza à poiàrfi nel letto, e far qualche rimedio . Ef- fondo ftatainripofoalcuni giorni , ritornò a fuoi folrti efercizi , & alviuere di prima:' e fentendo più vn giorno, che l'altro mancarfi di forze •. fi affiggeua,- e piangeua per timore, che non fufleijStonno del demonioiper allargare Ti kio viuere, e diceua tal volta : Io ftò à coniiderare ,(c io fon quella , che ioera pri- ma, perchégiàconvnarifoluzione, io fuperaua ogni gran diificultà, &ora guanto piùmisforzo,reflo maggiormente indebolita . Nelmefe di Luglio fe- dente di nuouo gettò per bocca gran copia di faagpe; Onde i Superiori, che

per

perhauervedutoinleitantemarauiglie, eche Dio la guidaua con modi lira-, ©rdinatij, non aueuano fino allora auutoardire di comandarle, che fi fermarle in letto, &coftrinferoàpofarfi; doue che vie più peggiorando, del mele di Agofto, tornò àfputar fangue in tanta abbondanza/ che i Medici la fecero fpacciata,e per tale la giudicauano anco le Monache: anzi temeuano,che non rellafie morta nell'abbondanza del fangue, che ella fputaua . Onde le lue No- uizie infieme con falrre la piangeuano per morta : ma ella con tutto, che fuf- fe à tal termine ridotta , diceua alle Nouizie, che {reitero di buon cuore , per- che ficuramente non farebbe morta di quel male , perche era volontà di Dio > che ella fini(Te il Tuo vtfizio di Maeftra di Nouizie , e così feguì : Imperoche à poco à poco fi riebbe in modo, che nella feda di tutti i Santi del Nouembre fe- guente ripigliò il gouerno delle Nouizie con molta allegrezza di tutte, e ritor- nò alla vita comune, & à tutti gli ordini del Muniflero . Le ritoccaua di quan- do in quando lo fputo del fangue, ma però non ne teneua conto ; & affligen- dofi di ciò le fue Nouizie , diceua loro, che confidaflero in Dio,e non dubitaf- fero , ancorché ella n'aueiTe fputato vn barile al , perche fapeua certo efiec volontà di Dio , che ella finille l' vffizio , che teneua fopra di loro . Ancorché ella fulle così mal condotta,ottenne da' Superiori di cominciare la Quarefima del feguente anno 1604. e laprofeguì fino al Sa bbato innanzi la Domenica di Patììone, nel quale fopragiunta da vnaccidente di fputo di fangue , per vbbi- dienza la guadò ; ma piangendo, diceua,che per i fuoi peccati non aueua me- ritato di poterla condurre ,fe bene poi incapo àgli otto la ripigliò, eia finì con l'altre .

T^ellvltimo eftafì , che ella ebbe y di nuouo le fu mofiro, e promefio da Dio vn nudo patire d'vna maggiore infermità : e come ella fu elexta Supcriora del Munifte- ro, e doppo fi fermò in letto , doue flette i tre vltimi anni di fua vita * Et i grandinimi dolori y che con gran patien^ fopportè inquefla infermità. Cap. CXXXIX.

ACcioche il Tuo patire fulTc più nudo , conforme al fuo defiderio , aueua Iddio (buratto à quefì'anima quell ardore di fpirito , che così frequen- temente la rapina da' fenfi, ma non però l'aueua lafciata in tutto , e per tutto , nia di quando in quando le comunicaua . Ma alli 24 di Giugno del 1 604. fu rapita in eftafi per Y vkima volta,& intefe,c dilTccome quella doueua eflere la vlrima aerazione che douefle auere in vita fua. Et in quella le moftrò il Signo- re il nudo patire, che egli le volcua dare d'vnagrauilTima infermità, con gran defolazione di fpirito: nel quale intendimento proruppe in quelle parole^ : 0 desìi mio , voi volete , che io diuenti vna piccola fanciullina y an^i volete , che io vinajca . 0 quanto piccola deuo ritornare , per la quale piccolezza qnefie mie anime non mi ri conofe eranno \ e tutta accefa ckìdefiderio di quello patire , cominciò nello ileflb ratto ad efortare ciafeuna di quelle , che erano prelenti , ad abbra- ciare il nudo patire , moftrando loro quanto fufle vàie per lapeilezione > &in quello eftafì dimorò otto ore continue Doucdofi l'Ottobre fogliente far l' elezione della nuoua Superiora del Mu-

mftero,

V Ita ucua £>. iviai la tviauuaici la uc r az,zi. z j 5

nifteto, afpirauanole Monache ad elegger lei, con animo di ottenere la dif- penfa dell'età, che le mancaua. Peruenne à i Tuoi orecchi quefto penderò del- le Monache e per fottrarfi da quefto carico , al quale per fu a vmiltà fi ftima- ua infufticiente, fi feruì della feufa deli infermità, dicendo, che per cagione di quella aueua bifogno di ripofo, & ancone porle affertuolè preghiere à Dio , che non permettere tal colà - Sacquietorno le Monache di quefto loro de- fiderio. ma però non vollero lafciarla fenza impiego. Eletta dunque chefù la nuoua Priora, e refo,che ella ebbe il fuo vtìizio di Maeftra di Nouizie,e J'elef- fero immediatamente Soppriora . Fu quefto carico da lei accettato con mol- ta vmiltà, e fommeffione, e cominciò efercitarlo con molto zelo , particolar- mente nella cura delie fopragiouani. che in quel Muniftero ftannofottolacu- ftodia della Madre Soppriora, e riordinò varie cofe in riguardo di-maggiore ofseruanza.In capoad otto le mandòil Signore vna graue infermità di febre, quale la pnuò al tutto di forze, e la posò in letto, doue flette trenta meli con- tinui, cioè fino alla morte.

Imali, coni quali Dio l'efercitò* e le fece in quefti trenta mefi guftare^ il nudo patire, furono parte nel corpo, e parte nell'animo- Nel corpo fu sbattuta da ardentiffime febri continue con catarro, e toflfe , quale per tutti quefti cinque anni la trauagliò con fpeffo vomito di fangue : patì acerbifll- mi , e continui dolori di capo, tanto che ogni piccolo romore , anco il parla- re dell'altre, l'offendcua . Ne gl'vltimi due anni, à i fopradetti mali s'aggiunfe vn'acuto, e quafi continuo dolore di tutti identi, che non la Jafciauano ri- pofare ne giorno , notte ,\& era dolore così acerbo , che non poteua chiu- dere la bocca , fare, che quei di fopra toccafferoquei di (òtto, ftringer- ]i, mafticare : e per la pena intenfa , che fentiua quando prendeua il cibo , era sforzata a piangere, fu così crudele quefto dolore , che le confumò lo barbe, e radici de denti in maniera, che quafi tutti le cafeorno: Scalcimi, che l'erano rimarti, tanto fieramente la tormentarono , die fu neceflario farglie jj cauare per mano di certifico: e reftò quafi fenza neffun dente . Da quefta do- glia era crudelmente trauagliata che talora fenza poter refiftere alia violen - za della natura, era coftretta , anco non volendo à prorompere in parole di duolo, e di rammarico : e doppo defler lamentata ,1'aflTaliua il timore di auerc offefoDio in quelle parole . Onde piangendo fi riuoltaua alle Sorelle, dicen- dole pregaftero Dio per lei , acciò le defle forza di (offrire quei dolori fenza offefa di Sua Diuina Maeftà.

Oltre à i fopradetti mali patiua in tutto il corpo,& in tutte le membra acerbi dolori ; ora fentiua comeda vn rafoio trinciar fi il petto, ora nel capo percofle come di martelli , & ora in quefta , ò quella parte fentiua quafi ftaccarfi fvn membro dall'altro; e tanto erano addolorate tutte le fu e membra, che ebbe à dire vna voltaiche le pareua quafi efser fritta nella padella Si ridufle per quefte infermità il. fuo corpo tanto confumato, che le reftana folo le pelle, i nerui,e l'oflaJe quali la feorticauano, e piagauano, e anco da per ftefsa non poteiia muouerfi; e quàdo la voleuano muouere da vn lato all'altro patiua acerbi do- lori; in modiche era vna pietà à vederla : tanto che alcune s'afteneuano d'an- dare à vifitarla,non potendo/offrire di vedere vn tale fpettacolo fenza lacrime.

I Medici

2- ) 4 v ilfi UC1UI u.iviai lei muuuaicuu uc r az,z,i.

1 Medici fteffidupiuano, e dicenano di non faperc come fu fse potàbile natu- ralmente* che vn corpo tanto edenuato>c con tante forti di tormenti giorno $ e notte martirizato, per tanto lungo tempo potefse mantenerfi in vita , e fòp- portare cosi atroci pene ; e bene fpefso diceuano non efser poflìbile , che ella campafse vna fettimana intiera: e pur campaua le fettimanci mefi , e gli anni : il che è da credere , che non feguifse per altro , che per Diuina virtù , perche Dio voleua compiacerla del defiderio, che ella aueua del nudo patire -, eia xnantcneuain vita per faziaria di pene. Acciò il fuo calice fufse più puro, 6c il (ùo patire più nudo Ja priuò Iddio di ogni conforto fpirituale, e di ogni fodis- fazione d'animo, e folleuamento di corpo . Imperoche oltre al dolore de den- ti , che nel cibarfi le daua tormento, prefe di maniera il gudo,che di niun cibo ella guftaua ; &era tanta l'afflizione del fuo cuore , che nelTunoofsequio , ne alcuna altra cofa , che le facefle, le recaua conforto : anzi ella defla diceua, che tutte quelle cofe , che prima le apportauano refrigerio , e confolazione , le l'erano cangiate in penale dolore, e che il fuo cuore non era più capace di altro , che d aftanni , e d afflizione . Onde alcune volte riuolta al Crocifilso di- ceua , ma però con gran pace, e raisegnazione : Signor mio voi non mi da- te aiuto , e vigore , non può il mio corpo foffrire tante paffioni . Ma quello , che più di tutte 1 altre afflizioni la tormentaua , era la grande aridità di fpirito , Ja quale tanto à lei era maggiore, quanto, che era anuezza à guftar Dio alta- mente ,& in modi cosi mirabili d'intelligenze , e d'affetti fpiritualfediuini, & oc ora pareua , che i Cieli per lei falserò diuentatidi bronzo , e che le fue pre- ghiere non arriuafsero più all'orecchie di Dio ; ne più didillaua (opra di lei dol- cezza veruna : anzi era tanto derelitta , che temeua della (uà falutc , e C\ rac- comandaua alle Sorelle , che pregaisero Dio , che le facefse mifericordia . E bene quello patire era da lei (iato tanto defiderato , tuttauia temeua fufse da' fuoi peccati meritato ;e fpefse volte dimandaua al Padre (Spirituale con gran ientimento di dolore : Padre credete voi > che io m'abbia à faluare ; e dopò aaerle per più volte il detto Padre dato conforto , vna volta le domandò : Per- che mi dite voi quello ì & ella rifpofequede parole: Padre, eglièvnagran cofa : Vna creatura, come me,che non ho mai fatto bene alcuno,auer à com- parire auantià Dio ; e tali erano i fuoi fentimenti , perche s'era (cordata tutti i beni,che ella aueua fatto ; e lolo aueua innanzi à gli occhi i fuoi peccati, qua- li ancorché leggieri falserò, da lei erano (limati grandemente : onde diceua al- cune volte , che credeua , che Dio la voleiTe pretto leuare dal mondo per non auer' occafione di mandar al Mondo qualche gadigo per i fuoi peccati . Altre volte diceua : So ben Signore , che fono tali , e tante le mie colpe , che meri- terebbono altro gattigo7che quello . In iomma fi ridufle in maniera , che le Monache delle diceuano , che pareua loro tanto abbandonata da Dio , che^ raircmbraua Chrifto in Croce , quando elide : Deus meus, Deus meus , vt quid dereltquifli me t Oltre di quello fa ffiiggeua grandemente lo dare continua- mente in letto, per elìer ella di natura attiua, e viuace : e fentiua tanta fatica in qnedo , che foleua dire , che non le pareua , che Dio potefle mandarle pena nella quale fentifle maggior ripugnanza che in queda. Con tutto quedogra- ue patire fi feorfe in lehcropre vna granciflima pazienza , e conformità col di- urno

uino volere . Onde non folo non fi vedena , fi fèntiua vfcir da lei atti, ò pa-! role d'impazienza , ma bene fpefiò fi vedeua alzargli occhi al Cielo, e ringra- ziare Dioiche le auefie allungata la vita per darle à guftare quefto nudo patirei e s'offeriua a Sua Diuina Maeftà con molta ralTegnazioncdicendo: Signore (e ti piace > che io dia in quefto letto penando fino al del Giudizio , fia fatta la tua volontà.

Vedendola vna delle fue Difcepole in gran patire , e tanto continuo > che à pena era pattata vn afflizione, e dolore, che ne fopragiungeua vn'altra, le dif- : O Madre Maeftra, è pur gran cofa , che il Signore fempre vi dia occafioni nuone di patire ; Al che rifpofe , che quefto era (lato il (ùo defiderio fino dalla fua giouenm , di patire per amor di Dio , hauendo Tempre con tutto il fuo af- fetto dimandato à Dio quefta grazia di patire per amor fuo, e particolarmente nell'atto della Comunione, e che però la ftimaua grazia, e fauore Diuinoj on- de iòggiunfe : Sorella l'efercizio del patire è cofa tanto pregiara.e nobile,chc il Verbo trouandofi nel feno del fuo eterno Padre, abbondeuole di tutte le ricchezze, e delìzie del Paradifo , perche non era ornato della ftola del patire » venne in terra per quefto ornamento, e quefto era Dio, che non fi poteua in- gannare ; & ella ftimando non auere mai patito cofa nefflina in vita fua $ fog- giunfe . Io non ho mai in vita mia meritato d'auere occafione alcuna di patire» perche ho fempre riceuuto bene da Dio,e dalle Creature . E riducendole que- fta alla memoria alcuni patimenti , che aneua veduti in lei , &ancora quelli di cinque anni continui della fua prouazione ; ella rifpofe , che il tutto era ftato vn niente, e che non poteua ammettere tal tempo à nudo patire , poiché in quello aueua guftato bene fpefiò varie fuauirà di fpirito , che le aueuano ad- dolcito ogni amarezza di pene,e foggiunfe : Quello, che ora io ricerco da Dio è i che mi conceda il poter efprimentare vn nudo patire , che non fia mescola- to con gufto veruno ; e per la confidenza , che io ho nella Diuina bontà , fpe- ro , che mi farà quefta grazia , prima , che io muoia .

Vn'altra Sorella le difìfe vna volta : Madre à me non più il cuore di foffri- re , che Dio vi faccia patir tanto. Si turbò la buona Madre , vedendo in quefta forella rinconformità col diuino voletce moftrò di fentir più dolore ài quefto difetto , che dal fuo proprio male 5 e per farla rauuedere le diede quefto ricor- do: Sorella, fempre, che fiate opprefTa dalle tabulazioni, procurate di ftar molto vigilante di non cauarle dal fonte Ioro.che è la volontà di Dio;altrimen- ti vi faranno pefo graue,& infopportabile: Ricordo veramete diuino,vtiJifimio à tutte le perfone tribolate . Vna volta in quell'vltimo domandata dal Con- feiTore,comefu(Teda'doIoritrauagliata,rifpofe .-Sappiate Padre, che non ho parte nel corpo mio , che non fia piena di dolori , ma fento gran pace , e quie- te di cuore nella volontà di Dio : e foggiungendole il Padre , che fpcraua che il Signore prima, che ella fu fi e morta, farebbe confolata, rifpofe fubito : Qjie- fto non domando io , ma folo chieggo pazienza,e forza per iòpportare quelle pene. Eie fopportauacon tanta ilarità, e fortezza d'animo , che quando tra- fitta da gli intenfi dolori , era neceffitata à lagrimare ; nelliftelTo tempo , che lagrimaua fi sf orzaua di ridere , e moftrarfi allegra nella conuerfazione . Vna volta mentre le Monache ftauano à vdir la predica , cflendo quefta Madre re-

ftata

fiata fola , cominciò in mezzo à quei dolori à cantare de* Salmi , & alla fine di xiafcun Salmo , diceua cantando le parole di S.Francefco. TantèHbene, ctìio ri affetto y ch'ogni pena m'è diletto : e le cantaua con voce foaue,che vna Monaca , che per altro paffaua di quiui , fi fermò à i entirla era lei , parendo- le impoffibile > che aueffe tanto fiato , che poteffe tra tanti dolori cantare con tanta fuauità . Ma quello che faceua più marauigliare le Monache era , che bene ella era tanto afflitta > e d'animoper l'aridità , e defoJazione fpirituale, e di corpo , per l'infermitàc dolori ; ad ogni modo il fuo volto non fi vedeua mai turbato , ò alterato , ma fempre vi fi feorgeua quella grazia Angelica , e quel- la pace, che aueua nel cuore : Siche bene apportaua compaffione il veder- la in queft'eftremo patire , dall'altra parte la fua vifta confortaua , e confolaua, etiam l'afflitte ; e così f\ mantenne fino all'vltimo fiato .

& alcuni atti di V irta fpecialì , che ella fece in quefla Infermità y e particolarmente

dei defiderio y che ebbe della SantiJJìma Comunione , del telo di recitare Vvf-

fi^io diurno y E'dell'aufterità della vita , & atti d'vmiltà , e carità .

Cap. CXI.

OLtre alla pazienza da lei con tanta fortezza efercitata in quefta lunga , e giau e infermità, fegu ito fino all'vltimo fiato à dare efempio di tutte le vir- tù iopra narratemia fpecialmente s'efperimentò grandemente il defiderio,che ell'aucua della fanta Comunione, e del patire per amor di Dio . Imperoche ef- fondo ella circa i venti d'Ottobre i <5o4-.fopragiunta da grane febre, ( come fo- pra è detto ) che lacoftrinfe à pofarfi nel ietto, tuttauia fin che potè > fi sforzò ogni mattina di;Jeuarfi per andarli à comunicare con l'altre, ancorché con gra> diflìmo fuo patire : poiché per la debolezza à pena fi reggeua ritta, & era ne- ceilìtara à fermarli più volte per la ftrada, anzi molte volte bifognaua condur- la a braccia : e fpeffo occorfe , che per cagione della febre , che la piglraua in su quell'ora, patiffe per via Urani accidenti , che pareua douelfe fpirare .

Vedendo il Padre Confeffore , il Sign. Francefco Benuenuti , come quefta Madre per defiderio della Santiffima Comunione fi metteua à co^ì gran pati- re j ù riiolfe di comunicarla al letto ogni mattina ; e così fece ; ma non per quefto rimediò al fuo patire , poiché in pochi giorni fi ridufle à tale debolez- za di ftomaco , che non potendo (offrire tanta quantità dicibo , che la fofterv- ?affc da vn pafto all'altro , era neceffario , che fi cibalTc di tre in tre ore , onde per poterfi comunicare le era necelTario pattar le notti fenzì cibo : fiche fen- tiua mancarfi con molto patire, oc ad ogni modo per defiderio di comunicarti voleua (offerirlo. Perloche le ìò'relfe, che vedeuauo il fuo gran patimento, per, compaffione reforrauano taluolta , che per fonuenireallaneceilità del corpo, Jafciafse la Comunione : & ella rifpondeua loro: Sorelle, le vi pare. che k) non debba comunicarmi per la mia indegnità, volentieri me ne prillerò: ma vi mouete per compaffione di vedermi patire , lappiate, chele lalpettare micoftaffelavita, non lafcierò di comunicarmi : perche bene io non len- to gulto di queftoSagramento i che io riceuo , nondimeno fento da quello i inuigorknu à [offerire quello male con pazienza ; e quando ne refto priua_>.,

lento

V Ita acuii JL>. mai i<t iviauu«ut i ia u^ 1 <*^za, ** J /

fento mancarmi vn grand aiuto nell'anima mia , & io ho bifogno di forze pec iopportare quello male , come fi deue . Et il Padre Signor Vincenzo Pucci- ni, che fuccedette al Signor Francefco, quando andaua à comunicarla, la tro- uau^ tanto finita di forze>che à pena vedeua in lei tanta lena d'aprir la bocca; e ftaua taluolra iòfpefo la comunicaua, ò nò, dubitando, che non fofle in lei tanta virtù di potere inghiottire il Santiifìmo Sagramento ; ma bene feorgeua dopò 1 effetto>che ella diceua ; poiché fubito comunicata, fi vedeua nauere li fpinri.e nnuigorirfbin modo,che anco nella faccia appariua quella forza e vir- tù, che le comunicaua quefto diuino Sagramento, fiche in vn certo modo non pareua quel lift ella di prima .

Sino à che potette recitare Y vffizio diuino, non volle mai lafciarlo ; e quan- do non poteua più dirlo, lo faceua recitare ogni giorno da qualche lorella,e così durò fino alla morte, etiam che fufle con fuo gran patire, poiché per hn- tenfo dolore diteftache patiua continuamente, non poteua fenza graue mo« kftia fentir fanellare; e tuttauia l'afcoltaua con molta attenzione^ talora re- plicata da se ftefla qualche verdétto , e poi alla fine dell vrfizio con grande-* vmiltà fi percoteua il petto^dicendo: Veccaui Domine mifenre mci\ e foggiun- geua, quefta è la mia parte .

Ancorché così grauemente inferma, dorò per molti mefi à giacere fopra il fuo duro iàccone di paglia con le Jenzuolae tonacela lane^nè vole pofarfi fo- pra la materaffa di lana,nè vfare tonacella,e lenzuola line, fino à che dall' vbbi- cjienza non fu affretta . Se le veniua penfiero , che qualche cibo, ò altra cofa le farebbe guftata,ftimaua difetto il diahiararfi,ò chiederlo; & effendole man- dati fpefiò per carità da vna Gentildonna,molto affezionata a tei , ck al Muni- ftero,alcuni cibi delicati,e gufteuoli : ella ancorché non fi trouafiepiiicofa_, , che le deffe conforto.e foftentamento,fentì ferii polo à pigliarne, parendole , che non fuffero cibi da pouere Religiofe: onde il Padre Confeffore ebbe a co- mandarle, che ne mangiafse, altrimenti non ne arebbe mangiati.

I dolori del fuo corpo, e l'afflizioni del foo animo, non folo non eftinfero quella gran carità, che ella aneua inuerfo i proflìmi * ma fi manteneua in lei così grande, che quefta fola in vn certo modo eftingueua , ò addolcii» i fuoi dolori. Onde ancorché trauagliata grandemente da quefta infermità, quan- do vedeua, ò fentiua> che alcuna fufle afflitta , ò trauagliata da infermità , da tentazioni, ò da altri trauagli quafi feordatafi di ftefla,e come non fentilfe i fuoi affanni, tutta fi voltaua à confolare,e rimediare à quell'afflitta : e piena-» ài compaflìone , tutti i mali de gli altri le pareuan più grani de' fuoi ; Onde di- cono le fteffe Madri , che in quefta così acerba infermità, nonfitrouò mai altro rimedio per fare , che ella non fentiflTe i fuoi propri j dolori, quanto rap- prefentarie l'altrui afflizioni . Di modo che, ancorché fufle immerfa in graui dolori, e con le lagrime àgli occhi , vedeua alcuna afflitta, fubito rafeiu- gaua il fuo pianto , e quella , che più d'ogn altra aueua bi fogno di conforto , fi poneuaà confolare> e quietarci cuori afflitti : fiche ell'era il refugio di tutte le tentate , e trauagliate del Muniftero . Per quefta ftefla carità,ancor- che per fteffa fufle così bilògnofa di riftoro Je era portato qualche cibo più delicato 5 e migliore Me fapeua, che in Muniftero fufle qualche altra^

R infet-

z 5 s V ita delia iàMaria Maddalena de yxzll

inferma, ne priuaua,e lo mandaua à quella, (limandola più bifognofa di ; e penfoua più à i bifogni dell'altre, che ài fuoi propri j . Erano tanto auuezzo le Monache à quefta fua cantiche vna volta vna Conuerià ad Munirtelo in- ferma, auendo voglia di non so che cibo, fenzapalefarioad alcuna , penfaua tra fte(Ta,che Suor Maria Maddalena nauefle auuro,glie naurebbe man- dato, <5c inquello ftefsopenfiero venne vna foreila da parte della Beata, eie portò quel cibo, che ella defideraua . Efsendoper quefta graue infermità impedita di poter'andare alle moribonde , come era fuo collume, Ci fòceusc» portare per poterle aiutare inquell'edremo palso, e diceua ; Da che lo fpofo non viene per mè.voglio trouarmi dall'altre quandoviene per loro. Efercitò ancora il zelo della falu te dell'anime con grande affetto ; poiché auendo per cagione di quefta infermità rinunziato lAffizio di Soppriora, fi ritenne la cura > e cuftodia delle Sopragiouani, fpettante à detto vifizio: e con molta, carità , e zelo sefercitò, ancorché inferma in letto, nell iftruirle, corregerle, emendar- Je,& illuminarle . Similmente non cefsò mai di fare offerte del Sangue di Gìe- sù,e di pregare Sua -Diurna Maeftà per la conuerfione de peccatori, per l'ani- me del Purgatorio^ per le perfone afftìtre>e per altri bifogni,che le erano rac- comadati . Qiefta fua gran carità la moftrò fpecialmente pochi giorni man- zi alla fua morte in vnoccafione , nella quale riceuè da vna perfona vn'ingiu- ria, e difgufto molto notabile > & auendola (offèrta con animo intrepido , gli refe molta gratitudine > e détte legni di particolare amoreuolezza , e carità ; ilche e (fendo ammirato vna fuadifcepolaJe difle: Sorella mia ho fatto que- llo per dimoftrar gratitudine del benefizio, che ho riceuuto ( chiamando be- nefizio l'ingiuria) e foggiunfe,& ho caro di non efter morta prima , per auer oc- cafione di guftare quello patire .

Non mancorno ancora gli atti dell'altre fue virtù, e fpecialmente dcH-vmil- tà,da lei efereitati in quefta infermità: tra quali ne nororno vno le Monachete fu che facendoci in detto Muniftero vna certa diuozione, nella quale tutte le^ Monache nei Coro auenti il Santitfìmo Sagramento, vna doppo l'altra per or- dine.in prefenza di tutto il Muniftero chiedeuano perdono à Dio delle iòr col- pe: Volle interuenire à queft'atto ancora la Beata Madre Suor Maria Maddale- na, & à tal fine fi fece porrare in vn cataletto in mezo del Coro : e quando toc- cò per ordine à lei,fi gettò dal cataletto in terra, e pofta inginocchio™ tutta_> tremante, con gran fentimento, e con parole di profonda vmiltà, domandò perdono à Dioxhiedendoli , che le facedè mifericordia su l'ora della morte-. . Poi riuoltafi alle Monache, dando pure ginocchioni, domandò perdono à tut- re de gli fcandali.e mali efempi, che aueife dato loro in vita fua: e fece quell'at- eo con tantavmiltà, e fommiflìone, che moffe tutte à pianto .

€ongran diuozione, & vmiltà riceuè gli ritimi Sagramenti : religiofi ricordi alle

fue Monachelle occorrono ncWvltimo di fua vita altre co mirabili:

e rende fintamente lo fpirito à Dio ^ Capi CXLI,-

jOppod'aueri Medici più volre in quefti treanni della fua grauc malattia ordinato, che le fi defle l'eftrema Vnzioncparendoloro fpefiò >che fuife

pct

D

f>er campare poche ore . Alla finca 2 ^di Maggiori 1607.il PadreConfof- iore doppoauerla lifteiTa mattina comunicata per diuozione, fecondo il (oli- to , effendofi notabilmente agrauata, fi rifoluettea darle Teftrenia Vnzione? alcheella .con molta pace oc allegrezza fpiritualeacconfentì ; epreparatati cpn molta diuozione, pregòla Madre Priora , che faceffe ragunaretutte I<l# Monache nellaftanza doue ella giaceua.e radunatecene finno, in prefenza del Padre ConfeÌTore,il Signor Vincenzo Puccini» chiefe perdono! tutte de'fboi difetti, e mali efempijion parole di profonda vmiltà, e contai fentimento di fpiriro , che mofle tutte a lagrimare: e tra 1* altre cofe , che di(Te, le ringraziò , che Jaueflero comportata nella loroxonuerfazione, dicendole era ftata in- degna di quel fanto luogo , e che perii meriti delle buone Sorelle paùate air altra vita, che Taueuano accattata nel loronumero , fperauadauere a ottene- re il perdono de fuoi peccati . Dipoi fi vmiliò molto in particolare alla Ma- dre Suor Vangèlifta del Giocondo,fotto la cura della qtiale era fempre vHTuta, ringraziandola delle fatiche durate per lei , e chiedendole ^perdono in tutto quello, che vetfo di lei aueua mancato ; e tantoà lei,quanto al Padre Confef- forcraccomandò il Mumftero,promettendo di pregare'Dio per loro, acciòfi riuedefleroin Paradifo: e particolarmente promette, andaua in GieIo,di pre- gare Dio, che dette lunga vita alla Madre Suor Vangèlifta , e che per benefi- zio del Munirtelo la faceffe viuere fino ali età di SanGiouanni Euangélifta ; & elTendo ella allora d'età di 7$ . anni;è poi vifluta finoà notiantadua,e morì an- cor'ellafantamentc l'anno i <5a6. lafciando molti efempi diùntità,e perfezio- ne Réligiofa.

Doppo lafciò tre ricordi molto falutiferi alle fue Monache, e furono ; Il prw mo , che feffero zelanti dell-ofieruanza della'Regolave Conftituzioni loro, e prima fi efponefiero.i patire quàlfiuoglia cofaietiamdio à fopportar la morte , che permettere vn minimo allargamentotiel rigore deirofleiuanza e che pet mantenerla eleggefsero fempre Superiori, che ne fuuero zelanti . Secondo , che in tutte le cofe cercaflero, & amatfero la fanta pouertà , e fempliciti Re- ligiofa,e che in quello élla aueua dato loro qualche difgufto, e per auer te- nuto nel veftirce nel cibarfi vita Angolare, le perdonaffero, cene teneua, che tiifse ftata volontà di Dio . Terzcche fi amafsero,e ftefsero vnite in carità, e fufseio tutte vn cuore, & vna volontà . E che tale doueua efsere il lor amore , l'vna verfo 1 altra; che fi rallegrafsero^iù ciafeuna del bene, e virrù, che vede- ua nell'altra, che in ftefsa , (limando l'altre linimenti più attua onorare Dio con quelle virtù . Doppo auer fatto quelli atti di vmiliazione ; e dato quefti fanti, ricordi, riceuè lòglio Santo con molta diuozione , rifpondendoda pec ftefsa a verfetti, alle Letanie,& à tutto ciò Che il Padre. diceua . Per laffet- to,c diuozione >che ella aueua a' mifteri della noftra fama Fede,pregò le Sorel- le, che mentre ella riceueua l'Oglio Santocantàfsero il Oedo,che fi canta al- ia Mefsa,&ilPrefatio della Santiflìma Trinità, echerecitafseroil^inlbolodi Santo Atanafio : eftetteà fentirli fempre con gli occhi fiftì , conamorofo fguardo al Crocififso,che ella teneua in mano , con tanto gufto, che pareua^ ,giubilafse, e fi ftruggefse d'allegrezza, e rimafe così rinuigorita, e rauuiuatada *juefto Santo Sagramento > che-pareua , >che il malefeJe fufse in gran part^

R 2, ,alleg-

i6o vitaaeua D.rvianaiviaaciaicna de razzi.

alleggerito; ma tutto era affetto d'accendimento di fpirito, e non migliora- mento d\ fanità di corpo -

Aueua il tktto Padre Signor Vicenzo Puccini alcuni giorni auanti determi- nato di anelare per tue occorenze lino all'eremo de'Padri di Monte Senario , e voleua partirti la mattina feguente: md vedendo quefta Madre in tal termine , defiderofo di trouarfi prefente alla fua morte, aueua depoftone il penfiero : <5c efsendo ciò j>cruenutoà gli orecchi della Beata Madre , gli difse Padre vi dico, che andiate ficuramente, e vi prego à raccomandarmi all'orazioni di que Pa- dri confidandomi in quelle, acciò il Signore mi conceda grazia, ch'io mi pof- ia ialuare; e rnpondendo il Padre che non fi artkuraua,ella le replicò: Andate deliramente perche mi trouarete viua . Credette il Padre à quefte parole, & andò a detto Eremo, e doppo tré giorni tornò , e trouò viua, ma però in tan- ti, e graui dolori, che pareua , che il Signore la mantenefse in vita folo per darle il merito di più lungo, e maggior patire : poiché in dodici giorni, che ella foprauifse al dellOglio Santo, patì così acerbi dolori , che lei ftefsa temeua di non cadere in impazienza ; e perciò con molto affatto fi raccomandaua air orazioni delle forelle; le quali in quelli dodici giorni vedendola auuicinarfi al finej non reftauano quando l'vna quando l'altra, d'andare à fare feco la dipar- tenza, e raccomandarle ftefse,il ior deuoti defiderij, & il lor Muniftero , <5c à chiederle chi vna grazia, e chi vn'altra: fiche come dicono alcune di loro che più attentamente confiderauano quefta continua lète , che aueuano le tòrci- le d'andare giorno, e notte da lei à raccomandar fele, ralTembraua loro quefta ferua di Dio in quella pouera camera vna gran Regina , che fra poco tempo doueflè partii fi da loro per andare al Regno del fuo Spofo ; & ella à tutte pro- metteua di dar maggiore aiuto inParadifo ,di quelJo,che aueua fatto qua giù in terra,e diceua $ Se 10 mentre fono fiata con voi,arei meflo la vita, perche cia- feuna fulTe diuentata perfetta , folo per l'amore, che Giesù vi ha portato,quan- to maggiormento lo farò,fe Dio mi farà mifericordia di condurmi in Paradifo ? Molte proftrandofi a fuoi piedi le chiedeuano perdono de di fgufti datili, o tutte piangeuano, e C\ doleuano della fua mancanza : fiche in quella camera » non fi fentiua à tutte Tore altro che pianri,e fofpiri . Altre andauano per chie- derle lume.e configli>& ella à tutte lenza mai moftrarfi ftanca,ò attediata, be- nignamente rifpondeua; à tutte s\< miiiaua; tutte confolaua; à tutte daua auuifi di Ialine, e di perfezione Religiofa ; e tutte efortaua all'amore della Religio- ne, alla dilezione del profilino , ezelodellofleruanza. Quiui non fi (enti- ragionare d'altro, che di Dio,della morte, e del Paradifo; della perfeziono Euangelica, de gli ordini della Religione, e de'bifogni fpirituali dell'anime ; e fpecialmente con la Madre Priora'ragionò à lungo di quefte cofe, e de gli or- dini, che defideraua, che (\ aggiungelTero alle Coftitutioni : Et alle Sopragio- uani del Muniftero, che ancora erano fotto la fua difciplina , chiamatole à due giorni prima, che morifle dette loro alcuni auuifi di dilezione,e carità fra- terna, particolarmente quello, che dette Giesù a' fuoi Difcepoli , cioè che Ci amaflèro l'vna con l'altra come Giesù aueua amato loro .

AncorcheeJlaauefièauuto molta certezza, e probabilità della verità de fuoi ratti, e reuelazioni,come fopra nella vita fi è inoltrato , tuttauia per fua_,

vmiltà,

vita aeiia £>, Maria Maaaaienaac razzi. i& r

vmiltà, mantenne fino à queft'vltimo il timore, che aueua di non effere (lata illufa, & incannata dal demonio : & in quefti virimi giorni domandò il Padro Confeffote, egli credetti che ella fuffe fiata ingannata: e rifondendo egli ; Se voi vi fere guidata con ubbidienza, fiate ficura > che non ci può effere fla- to inganno; Replicòella,ediffe: lo non mi ricordo mai auer fatto nulla lenza vbbidienza , ma fempre mi fon lafciata guidare femplicemente dall' vbbidien- za de'tniei Superiori & in tutte le mie cofe non ho auuto altro nella mente^fc non la prefenza di Dio .

Era lontano da lei ogni orrore ; e fpanento della morte , fi che le Sorelle ra- gionauano con lei del fuo morire liberamente come d'ogn'altra cofa ; anzi fi vedeua,che guftaua di trattarne, e pareua , che fi ftruggeffe di defideriodi ve-> derfì fciolta da) corpo per vnirfi quanto prima à Dio;e quelle, che in queir vi- tima notte affìfterno da lei, affermano, che vedeuano in lei tanta pace, e tran- quillità d'animo, e lentiuano , che ragionaua dell'altra vita con tanta fodisfa- zionce che con tanta brama afpettaua deffer chiamata dal diuino Spofo alle,, celefti nozzeche non pareua loro d'effer in camera di vna moribonda ; ma,!! beneper la parte di lei,ki luogo di giubilo,e di allegrezzaimà per laparte delle; Monache akronon fi fentiua,chegemiti,e fofpirne facendo quaft tempre vna gran parte corona al fuo letto, fentiuano da vna parte molta dolcezza di (piri- co in vedere quefta loro Sorella già ficura auuicinarfi al porto con tanta alle- grezza ; e dall'altra parte le trarfiggeua il cuore il reftar priue della fua fanta^ conuerfazione; onde fi mefcolauano le lagrime dell'allegrezza, e del dolore § ne fi faziauano di ftar da lei .

In quefti vltimi giorni, ancorché fuffe più che mai uguagliata da aeerbHfimi dolori in tutta la vita, re e ufau a ogni conforto corporale .ancorché ordinato da' Medicee diceua , Giesù. in croce non ebbe alcun conforto : e così ella à fua_, imitatione, voleua morire lenza conforto,c sii la nuda croce del patire , e l'ot- tenne: Poiché non lòlo quanto al corpo,mà anco quanto alio J piato , poche ore innanzi, che ella paffaife all'altra vita, diffe alla Madre Suor Maria Pacifica del Touaglia, ma però con gran pace,e quiete d'animo ; che fino à quel può-, to fi trouaua ancora de folata di fpirito,e lènza gufro rteffuno di Dio; e ne rin-> graziò Iddio con vn'atto di raflTegnazione, dicendo ; io mi contento tutto* quello }che eglifi compiacele lo ringra7^ioye gli offerifeo di nuouo ogni contento, egli-- ftofpirituale pur che iomifalui. Onde la detta Madre infieine con le altre, che erano prefenti,vedendo viVanima già tato fauonra da Dio,có doiùe gufti così Angolari, derelitta,& abbandonataTino alf vltimo fpirito, tra tanti dolori fenza alcun conforto non poterono contenerle lagrime . Ritrouandofi la B.Madre in talearidità,inquefte vltime notti per trouare vn pòdi deuozrone , fi faceua leggere dalle Sorelle il Paffio.e recitare i Salmi Penitentiali, le Letanicil Sim- bolo di S. Atanafio,& altre orazioni, ftando à vdirle con grande attenzione .

Eflèndo foprauiffuta all'Oglio Santo, non voi in quefti giorni reftar priuc* àcì cibo , e mantenimento fpirituale; onde feguì à comunicarfi ogni mattinai & il giorno deU'Àfcenfione , che fu in quell'anno ìzu di Maggio, volendola il Padre comunicare per viatico, ella gli dille, che la comunicarle per deuozio- ne fecondo il lòlito > che farebbe flato à tempo à«comunicarla per viatico.

R 3 iaiiiar-

i6l Vica della i&Maria Maddalena de Pazzi.

la mattina feguente: e cosi fuccedette. Ma temendo ella, che l'indugiare à ie- t^adi Sole àcomunicarfi per viatico* non fudepereder tardi, fece r chiede- re il Padre*che la comunicade auanti giorno : e cosila comunicò alle fette ore del giorno feguente , &ella riceuè quello Santifilmo Sagramento per f viti- ma volta con gran raccoglimento > & affetto di diuozione ; e comecché auefc ottenuto tutto ciò che in quella vita potede defiderare , ne fece molta fe- lla, & allegrezza: e doppod'eder comunicata dille al Padre , che andàffe à ri- pofarfi per cinque ore, e poi cornafle da lei per poterfi trouar prelente alla fua morte.

Tomòil Padrcalle dodici ore,e la trouò, che non parlaua più: & auendolc. data la raccomandazione dell'anima, fi tratttnneckca tre ore da lei à recitare orazioni, e Salmi 5, S erano tutte le Monache ragunate quiui per trouarfi pre- fentialla fua morte, afpettando>che punto in punto ella fpiraffe , poiché da vnrefpiro all'altro interponeua tanto fpazio, che fi farebbe detto vn'Aue Ma» ria ma paflandò il tempo didir la Meffa,e di comunicar le Monache , fi parti il Confedbre : e mentre egliera in Sagrellia parato per vdir Meda, fu. chiama- rcene ritornaffe dentro, perche la Beata fpiraua :: ma non gli parendo tempo da differir Meda, mandàper mezzo della Sagreftana del Muniftero alla Ma- dre Priora quella imbasciata . Dite a Suor Maria Maddalena, che slcome el- le (lata ubbidiente in vita, così ancora fia in morte, e che m'afpetti tanto, che io habbia detto Meda, e comunicato le Monache . Fece la Madre Priora fu- bito l'imbafciata alia Madre Suor Maria Maddalena, la quale (laua per fpirarej & ella à quelle parole fubito fi riebbe, come da vn profondo fonno fi fue- glialfe . Et edèndo data più di tre ore fino ali ora fenza parlare, con' volto al- legro forridendo,di(Te: Bènediftus Deus, e chiefe vn di ftillato* , dal quale alquanto refìciata fi mantenne fino à che il Padre ebbe detto la Meda » e co- municatole Monache . Tornò il Padre fubito fpedito, e la trouò nelterminc di prima»e dòppo vn'ora, e mezza ellafpirò .* nel qualrempo recitando egli de Salmi,& altre diuote orazioni,e cantandoli dalle Madrùe Sorelle,Inni. e Laudi diuine, cornea fua iftanza s'era fatto il giornee la notte precedente -, siile di- eiottoore fra quefte diuine lodi» da lèi tanto amate , e frale lagrime delle Ma- dri>eSorelle,che tutte irnornaal fuo letto adunate piangeuano , e fofpiraua- no lafuafeparazione, refe con gran quiete il fuo beato (pirito al Creatore in_. giorno di Venerdbsù le i s. ore à' 2 5 .di Maggio 1007. di dia età d'annixjuaran* tauno, mefi due, e ventiquattro giorni > ellendo viduta in Religione 24. anni** ore mefi, e venticinque giorni .

Bell'effe quie fatte al fuo Corpo t, della deuo^ione r e concorfo del popolo > e' della fua Sepoltura. Cap. CXLII*.

SPirata, che fu quella anima felice , fi fentirrro tutte le Monache riempirò- d'#no ftraordinario gaudio, e contentezza fpiriruale , con grande accendi- rwentD al defiderio della virtù, e perfezione Rcligiofa.: Onde il dolore, che per- la perditadital Madre (entiuano, era accompagnato da tanto giubilo, e gu (la» fpirituale,che le lagrime del dolore fi melcolauano con le lagrime di dolcezza*,

e quello

V ita della i5. Maria JYiaGaaienaaei'az^i . 3.65

e quello fenza fapere l'vna dell altra, conferendolo infieme fi trouauano efler ^uttedvnilleffoientire. Si chepareua Jorodeffer più torto (late preferiti à vna feda di deuozione,chealtranfitod' vna creatura : e quel che è più mirabi- le,quelle ftefse, che mentre ella viffe, non ebbero intera credenza alle fue co- fe,e che in qualche cola le fumo auuerfe , in quell'idante fentirno gran muta- zione di cuore te certezza della fua fantirà predicandola à viua voce perSanta, e Beata*, il èhetantof ù da loro {limato caparra»6c indizio di quella gloria, cho era andata a godere in Cielo queda lor Sorella . II fuo volto,e le fue carni, che per lungo patire di penitenze, e d'infermità erano pallide ,e macilenti diuen- nerocandide,eluftre come vnauorio.ò madre perla ; e fpecialmente il vokó aueua vna chiarezza^ grazia,che fpiraua diuozione, e fantità, e pareua vn An- giolo: onde in vece d'apportar orrore, e fpauento, come per ordinario foglio- no apportare i corpi morti , daua conforto, e giubilo al cuore come fogliono fare le Reliquie de Santi alle perfone pie : e fpiraua tale odore, che le Mona- che non fi faziauano di darle intorno à rimirarlo,& odorarlo, traendo gran de- iezione dalla pre(ènza,evida di quello;fidìcfattodalle Madri deputate à det- to Corpo i foliti ofsequij fecondo f vfo Religiofo , <5c afperfo di fiori , fu da-, quelle collocato nel Capitolo del Munidero àpiè della Grata rifpondente in Chiefa,in vna bara, doue dette tutto ikletto 1 5 . e la notte feguente dando continuamente fempreintornoadedàlefue Monache falmeggiando, e reci- tando Inni*e Salmi ; & alcune vi dettero fino à mezzanotte, Scalrretutta Iti notte,nonfapendo partirtene, parendo loro in vn certo modo, che la gloria^ dell'anima già rifplendefse in quel corpo . Mentre ftaua in detto luogo, il Pa- dre Confessore Signor Vincenzo Puccini fatteadunare tutte le Monachejfecc loro vn fermone in lode di queda Beata Madre, accendendole vie più col fuo efempio al defiderio della fua imitazione .

La mattina feguentechefù il 26. di Maggiori portatoli Corpo in Ghie- faxonforme all' vfo del Munidero, doue dette tutto quél giorno. Et efsendofi fparfo per la Città la fama di queda Beata , viconcorfeà vifitarlo tanta gran moltitudine di popolo, che fu cofa da dupire, non fi eiTendo in ciò fatto ope- rai diligenza alcuna; efù tantoil concorfo, che à pena fi porerno finire i (acri vifizi : & accodandoli ciafeu no à quella bara , con riuerenzabaciauano hor quella, & ora il manto, e le vedi di ieixhiamandoia Beata, e fi raccomandaua- no alle fue intercedìoni, cercando ognvnoà gara di leuare de* fiori, che erano fparfi (opra le fue vedi : onde per fodisfare a queda diuozione del popolo , fu necèflario più volte ricoprirla di fiori: e per terna, che non fu d'ero diacciati gli abitilo daccato qualche parte del corpo,vi fi pofe le guardie; & eflendofi dop- po gì' vfrìzij ferrata la porta , ilaua la gente fuori picchiando , e percuotendo , per entrar a vederequel facroCorpo:onde fu neceflario per fodisfare al popo- lo riaprirelaChiefa, la quale à tal fine fi tenne aperta fino al tramontar del So* le, fempre con vn continuo concorfo; e molti non fazijdi vederla vna voltai, ritornauano più volte; altri fi fermauano à contemplare quel volto Anglico, fapeuanopartirfidiquiui. Chiufache fùlaiChiefadafcra, fi vedi il detto Oorpo d'abiti di feta,del colore però, che vfaquedo Munidero; e così vedito lenza efsere (parato, ne in minima parte euacuato, imbalfimato, e lenza al-

R 4 tra

2.04 v aena D.iviana maaaaiena ae razzr.

fra arte, fi accomodò in vna cafsa di legno > Ja quale fi coiiocò fotto terra dicr tro ali aitar maggiore della Chiefa

Cafo mirabile occorfo il giorno della fua fepoltura ; e fu , che il fuo corpo morto f

alla preferita <Tvn donane lafciuo fi voltò da per sèfiejfo.in alt?*

parte, Cap. CXLlll.

IL fopeadetto giorno i6.di Maggio 1 607. méntre il Corpo della Beata era in Chiefa, & in quell'ora appunto, che per ouuiare al tumulto del popoloera- chiufa Ja porta -, elTendo rimallo in Chiefa vn Padre della Con ìpagnia diGie* su, chiamato per nome il Padre Claudio Siripandi , con pochiflìme altre per* ione, mentre eflò Padre attratto ; come egli diffe, alla villa del facro Corpo , lo ftaua attentamente, e con molta diuozione rimirando , lo viddein vn fubi- ro muouer la tefta, e voltar la faccia dall'altra banda , lenza che da alcuno ruf- fe tocco, il Corpo,nè il Cataletto , ò altra cofa, che poterle auer cagionato ta l'effetto . Onde reftò llupito, e pieno, d'ammirazione : e ricercando diligcn - temente, quefto moto delia tefta, fuffe potuto proceder dal cataletto, ò dal cufeino fu'} quale pofaua la tefta, non ritrouò caufa neffuna: ma vedendoli a canto vn Gicuine,quale egli fapeua efier ài vita iicenziofa e dilToluta,gli cad- de in mente , che elTendo quella purirlrma vergine tanto piacciuta à Dio nel- Ja fua purità verginale, Sua D. Maeftà non voleffe, permetterle, che il fuo Angelico vojto fulTe rimirato da gl'occhi lafciui di quell'impudico Giouine; e perciò in fua prefenza aueffe operato quel miracolo. Però accollatoli alGio- uine gli dille: Guarda quel che ha fatto quella fanta vergine, credo che l'abbia fatto pertè. Il Giouine, chea veder tal cola fi era tutto atterrito, e confufo, rifpofe tutto compunto, così penfo ancorio; e pentito della fua pallata vita-. > fece propofito d'emendarli.

Come il fuo corpo s èconferuatp miracolofamente incorrotto -, & ha fcaturito per molti anni vn fuauiffimo, e miracolofo liquore, rendendo continuamente vnod.or mirabile . Cap. CXLIV,

IL Signor Vincenzo Puccini ConfeiToice G ou e ina tore del Muniftero3au5- do per vn'anno intero veduto la diuozione del popolo e la frequenza dello vifite fatte à detta Chiefa à diuozione di quella Beata.e fentito per la Città il grido de miracoli operati à fua interceifione; e conoiicndo,che il luogo doue' era collocato detto corpo, era vmidiffimo, poiché dietro al muro,à latoalqua- le era fotterrato, vi cadeua l'acqua dalla gronde del tetto della Chiefa ; e vi era vicino à due braccia vn pozzo d acqua: Q l'enti infpiratoà cauarlo,e collocarlo in luogo più decente, <Sc afeiutto. Ottenutane dunque licenza dai Signor Arci- uefeouo di Fircnze,a; 27. di Maggio i6cg . che appunto era feorfo vn'anno dal deila fua iepolrura, lo fece diflotterrare ; e cauata , & aperta la calla nella-, quale/ì ritronauajo trouò intero,& incorrotto,con molto llupore fuo,e delle M - nachc;poiche,come fopra è dòtto,nó era flato fparato,nè cauato alcuilin- teftino, condito con bailàmi,né aromati , fattaui altra diligenza per la fua conleruazione; e di più la calla piena d' vmidità;& vn panno lino incerato , che

copriua

copriuaìl corpoipofto foprai veftimentùera fradicioin maniera, che fi leua- fuain pezzi>e gli fteffi abiti erano pieni d'vmidità, e con tutto ciò il corpo era^ incorrotto^ fpiraua odore; folo aueua annegrita la faccia* e li piedi, <5c incene- rita leftremità delnafo,e del labro inferiore . C)oncorfero4:utte le Monache froceffionalmente alla porta della Claufuta a riceuerlo.; e nella detta cafla, e con molta diuozioneWintrodu fiero dentro al Muniftero: e trouatolo intero, e maneggiabile* come fufle morta alloca , lo (pogliorno , e riueftirno d altri abiti nuoui di fetale lo collocorno in vn altea caffa più decente, fino à che fufr fe fatto vndepofitoà lorgufto.

Otto giorni doppo, che il corpo fu canato della prima ca(&,e pofto in quel- l'altra fudetta, cominciò à gemere dalle ginocchia ingiù vnJiquore fimilealT oglio,di fuauiffimo odore , che macchiaua i drappi à guifa dell'oglio , i quali con le macchie riteneuanoi! medefimo odore ; ne potendo le Monache in al- tra maniera raccorlo, poneuano fotto de drappi, i quali da quefto liquore ba- gnatici dKlribuiuano alle perfone diuote , che veniuano à chiedere delle fuo Reliquie; e durò gemere quefto liquore dodici anni, cioè dal ióo«. fino al 1620. e poi è ceflàto,reftando il Corpo nella medefima integrità,e conferuan - do il medefimo fuauiffimo odore per tutte le membra ; ma fp^ecialmente più acutamente, che in altta parte, su la bocca dello ftomaco » &; è vn odore così fuaue>che non ha fimilitudine tra gli altri odori vmani : e così affermano dieci Medici,quali nella formazione de' Proceffi tanto informatiui, quanto remiflb riali, l'hanno vifitato in più voltcin diuerfi tempi > cioè Tanno 1612. quando detto liquore fcaturiua*e poi Tanno 1 62 5 . e diligentemente vifto , e confide- ratolo, con lor giuramento hanno affermato efler integro, & incorrotto lènza alcun fegno dapertura;e che tanto l'incorruzione < quanto il liquore fcaturito, e l'odore , che continuamente fpita , non è, può effere.cofa naturale, vmanat mi fopranaturale, e miracoloni ; e per tale è fiata approuata doppo di- ligente difeuitìone dalla facra Rota, e da gfllluftriffimi Signpj:i Cardinali della facra Congregazioni de'Riti .

alcuni altri miracoli fucceduti per interceJJÌQne di quefla Beata doppo lafiiamoftCt approuati della facra }{ota Romana , e dalla Congregazione de* Bjti, Cap. C.XLF.

TRa molti miracoli feguiti per interceffionc di quefta Beata Madre doppo la fua morte, teftificati ne'^roceffi mformatiui e remi(Toriali,fatti per la__, Beatificazione di lei, fono (tati dalla Rota Romana,e dalia Congregazione de Riti elaminati. & approuati glinfrafcritti .

Madonna Maria Rouai delloffi , gentildonna Fiorentina vedoua, era fiata per lo fpazio di fedici mefi continui ferma in letto con graue infermità di feb- bre ,& altriaccidcnti ; e per molti medicamenti fatti per ordine de'Medici, non folo non aueua mai trouato meglioramento alcuno, ma Tempre era andata^ di male in peggio; & era ridotta a tal termine , che per la debolezza grande^ non poteua pure nel letto muouerfi da fteffa, ne poteua veder la luce,nè .anco le pareti bianche della qamera,& ad,ogni poco fi iiieniua . Mentre ella

.trouaua

xob v ita aeiia d. Maria iviaaaaicna ae razzi.

trouaua in quefto cattiuo termine di fanità » a" ? o. di Maggio i6o?. fìi vifitatt da D. Giorgio Ciari , Curato della Parodia di S. Simone di Firenze» neJU qua- le effa abitaua , il quale le portò alcuni fiori,cheaueuano toccato il corpo del- Ja Beata Maddalena de' Pazzi , che cinque innanzi era morta . Prefi da ki quei fiori con fede , e diuozione verfo la Beata, (e li posò fopra lo ftomaco , e Cubito fi addormentò ; & indi à poco fuegliata fi trouò al tutto lana ,c fi leuò diletto con ftupore di tutti quei di cafa, e di chiunque l'aucua veduta in quello flato miferabilc-

Quattro anni doppo > cioè 1 anno 16 1 1 . la medefima madonna Maria fi in- fermò del mefe di Maggio» e (lette rutta la notte con febbre, & altri canini ac- cidenti , quali la rendeuano tanto debole , e fiacca, che i Medici non ardiuano applicarle medicamento alcuno : onde era ridotta in gran pericolo della vita . Stando ella ancora in quefto medefimo (iato il zj. di Ottobre fenza fperan- za di vitajl fopradetto D Giorgio Ciari le portò vn gnancialinodi piuma , che la Beata foleua tenere sii lo lìomacone i dolori della fua infermità ; e fubi- to , che élla fi fìi pofta detto guancialino sii lo ftomaco , fi fentì fpargere per la vita vn calore confortatiuo,qual le confortò grandemente la tefta>& in queir iftante la rinuigorìdi modo , che lubito fi fentì partir lafebbre , & ogni male ; e leuatafi diletto in quella medefima ora, chiamò la fua famiglia » <5c in ringra- ziamento cantarono tutti il Te Deum, &c. reftando tutti ftupiti del miracolo; eia mattina feguente andò alla Chiefa a' fuoi piedi.

Auendo la fudetta madonna Maria Rouai ottenuto dalle Monache del Muniftero di quefta Beataxhe accettaffero per Monaca vna fua figliuola dop- po alquanto tempo fi ammalò vnaltra volta di febbre ; fi che non potena le- uarfi punto di letto , e per cagione di quefta infermità fi differiua il veftimen- to della fua figliuola conmojtofuodilgufto. Dopòdeficre (lata la figliuola circa due mefi afpettando la fanità della madre , le mandò à dire , che farebbe voluta veftjrfi , e la madre le repijcòxhe vokua vellirfi , pregaffe la Beata Maria Maddalena , che la guariffe . Ciò vdito dalla figliuola, le mandò vna to- nacela di taffettà , della quale era (lato veftito per alcun tempo il corpo mor- to della Beata : ricaiè con fede la detta madonna Maria quefta tonacella, e la medefima fera la mefse in dofso , e (libito redo lana : e la mattina feguente andò alla Chiefa, & il doppo andò al muniftero à piedi, e (òdisfece al defi- de rio della fua figliuola, ringraziando l'vna , e l'altra la Beata di quefta fanità miracolofa.

Vn'anno dopò,effendola medefima madonna Maria fopragiunta da' mede- fimi mali,e ftata così per due, ò tre mefi ferma in letto, le fu mandato vn velo, che eraferuitoper vio di detta Beata mentre vide, efacendofi l'inferma fare con il detto velo il fegno della fanta Croce fopra il fuo petto dal Parochiano , che vieraprefènte quando le fu recato, fubiro redo lana.

Maddalena di Piero Rondoni, fanciulla dell'Abbandonate del Ceppo di Fi- renze , era ftat3 per fpazio di fei anni ammalata di febbre con dolore di doma- co tanto trauagliato , e con tanta naufea del cibo, che non poteua fenza gran- didimo trauaglio mangiare bere , e folo al fentire l'odore , anco del vi- no, fi fentiua prouocare con gran forza à vomitare » fi che era ridotta in malif-

fimo

fimo termine ,& ancorché te le fuffero applicati molti medicamenti, nulla le. aueuano giouato . Quando, che eflendole dato vn poco dell'abito di quefta Beata Madre , ella lo pote addoflb con gran fede ne' di leimeriti, & intercef- fione , con far voto di vififar la Chiefa delia Beatale conteflfarfi,e comunicarfi, efare alcuni digiuni inonorefuo; fubito tenti ceflarfi ogni dolore, epartk ogni male ,e poi è mangiare > e bere fenza difficultà , e redo lana .

Caterina d'Antonio Tori , fanciulla dell'abbandonate di Santa Caterina di Firenze, effendo (tata per dodici annicontinui trauagliata da ecceffiui dolori di ftomaco, quali bene fpeflònori la lafciauanomai ripofare ne dtnè notte, e le dauano tanta pena , che come ella teftifica > la induceuano quafi à difperazio- ne , e h faceuano piangere amaramente : fi era ridotta tanto (trutta , e confu- mata, che era folo pelle, &' o(Ta , & era neceffitata quafi tempre (iar nel letto . Le fu dato vn poco dell'abito della Beata Madre Maria Maddalena de Pazzi * quale ella ponendotelo addoflb con fede,e diuòzione,fubito fi addormentò;e ài quiui à poco fuegliata>fi trouòal tuttalana > nèmai più ha patito di tal male.

.Altre gra^e marauigliofe ottenute per interceffione di quefla Beata f notate nell'al- tre impreffioni della prefente Vita dal Sig.VincentzorPuccmi>molte delle qua- li fono teflifi catene Troceffi, ma perù non approuate per miracoli dalla [agra t{ota .> Cap. CXLV L

MArgherità di Lorenzo Cafati aueua tenuto diciotto anni vnai dòglia? nel lato finifìro > fenza mai trouarui rimedio alcuno; & abbandonata da' Medici, era ridotta all'eftremo di vita, & aueua riceuutorOgliofanto Doppo» efeflere (tata in rranfito otto giorni, e (lati lo giudicata còme mort&le fu pollo su 1 lato dellapena vn poco dell'abito della Beata Maria Maddàleaa, fi partì to- fio il ma le, e rimate interamente libera, efana, come di tutto ne fece fede madonna Cofa tua Madre .

Il Signor Giouanni del Sig Pier'Francefco Rinuccini,fanciullo di dieci anni,fi trouaua in letto graue mente malato, & in pericolo della vita. La Signor* Verginia Ridoifi fua Madre ricorte con viua fede ali interceflìone di quella Beata Madre , di cui in viri ellera (lata diuotiffima,parendòle fentirfi dite nell' animo,cheà fuaintercefiione farebbe ftatoliberato il figliuolo:Perciò le mela- te àdoffòvn poco de lìiio abito ^ facendo voto, te egli otteneua la fallite , di mandarlo vellitoper vn annodelf abito Carmelitano , e di portare vn voto al fuo tepolcro . Fatto la fera quello voto,la mattina i Medici lo trouarono fuo- ri di ogni pericolo , e ffupitidiciòi affermarono non douerfi quello attribuire adaltro,che a grazia Diuina. Sodisfece la madre il voto,& infieme con altri te- ftimoni ha affermato in tuttrduei Proceffi la veritàdi quello fatto'.

Il Padre Antonio Menefio Sacerdote della Compagnia del Giesù , e Predi- catore famofo , Ci ammalò ira Firenze d'vna pericolofa febre, & era molto af- flitto da intenfi dolori di teda; fiche non potette trouarripofo alcuno. Fu^lr mandato da vna Gentildonna vna cuffia>feruita in vita per vfo della Beata Ma- ria Maddalena , & egli con fede , e diuozione verfo di quellapoftafela in teda; fcntì fubito ceflarfi ogni dolore , & alleggerì della febre talmente > che in pò.

chi

165 vita aena ruviana Maddalena ae razzi.

chi giorni ricuperò la fanità, & egli fteffo ne fece fede > e poi fu testificata taf grazia nel Proceffo informatiuo da più te ftimoni.

Suor Maria Maddalena Berti, Monaca nel medefimo Muniftero della Bea- ta > era trauagliata da ardentiflìmafebre , & aueua fputato molto fangue dalla vena del petto , fiche i Medici , eie Monache credeuano > che pretto ella do- uelTe pattare all'altra vita , e di già il-Padre fpirituale del Muniftero dopò auerla vna mattina comunicata al letto , le aueua fatto fare alcuni atti d vnuliazione , e refignazione , conforme al diuoto vfo del Muniftero. per le moribonde ioli- ti farfi : quando, che dopò dauere ella fatto quefti atti diuoti, pregò il Padro* chevoleffe &r fopra di lei il fegno della coree , con vna reliquia della Beata , Iterando d'auer à guarire per i meriti di quella . Il che fatto dal Padre,ella co- minciò fubito à migliorare , & in breue tempo ritanò affatto , con ftupore di tutte le Monache , molte delle qua lbinfieme con effa,teftificorno queftagta- zia nel primo Proceffo.

Tomafo Fiafchi Cittadino Fiorentino aueua male al ginocchio dritto,& ef- fèndoui concorfo vmore , gli sera enfiato, con grandiiììmo dolorifiche non trouaua ripofo ,nè giorno , ne notte , & il medico gli diceua , che farebbe fta^ to con quefto dolore parecchi giorni, fin che l'vmore non fi maturaua . FìY vi- fitato da vn amico, il quale gli portò alcune foglie di gelfomino , che aueuano tocco il corpo di quefta Beata Madre : & eglipoftele con fede fui ginocchio infermo , tenti iubito ceffarfi il dolore , el enfiato , che doueua ftare à matu- ràrfi parecchi giorni , fi aperfe m quello ftanre, e Ci rifoluette lvmore>con ftu- pore del Medico ,e delCerufico>che venuti per curarlo lo trouorno aperto: e f vno , e l'altro fi efaminorno nel primo Proceffo .

La Signora Maria de' Bardi negli Arrighi , Gentildonna Fiorentina , fàfo- praprefa vn&notte da terribili doglie di corpo » le quali per raiTanno,che le ap- portauanoJe cagionauanopee tutta la vita l'udore in gran copia . Si mandorno fubito à chiamare i Medici > i quali ancorché vfaflero molti rimedi»nulla le gio- uarono, fiche dubitauano mokoxhe in termine di poche ore ella ftiflè per pa^ fare all'altra vita '. giudicando , che quefti fuffero dolori- colici, mefcolati con renella. Ritrouauafi quiui prefente vna Gentildonna, che aueua vn poco di abito della Beata Maria Maddalena,& vn fiore, che aueua tocco il fuo Corpo; & auuifatane rinferma,le fece far voto , (e otteneua la fanità,di portare vn Bo- ro d'argento , e due candele di cera al Sepolcro della Beata ; e con fede le pofe lui pettodetta Reliquia Indi à poco fentì l'inferma ceffare i dolorile fi addor- mentò,e fuegliata fi trono al tutto libera con gran merauiglia de Medici , e di chiunque v era prefente . Et ella fodisfece al voto , e narrò il tutto alle Mona- che.

Orazio di Giouan'Battifta Perfiani.» fanciullino d'età di tre anni , era ftato ammalato quattro mefi continui di febre a: dentiffima con -Idropifia , la quale l?aueua con (lì maro di modo , che non gl'era rimafto le non la pelle in fu fot- fa ; e s'era ridotto à tal termine, che non poreua piìi inghiottire, fiche era ftato tre giornee quattro notti, che non s'era cibato le non di vn di ftiJlato : onde safpcttaua,che dora in ora egli mancaffe di vita . Confidati i-fuoi Genitori ne' menti della Beata Maria Maddalena ,,procmoi;nod:auerne qualche ina ftclit

quia

v ita acua D.iviana iviaaaaicna ac razzi, iocjf

qiria;& ottenutala , iiibito che detta Reliquia arriuò nella ftanza doue il mori- bondo fanciullo giaceua in vna zana,di(Te alla madre con volto allegro: Mam- ma io fon guarito . La Madre allora pigliando con maggior fiducia quella Re- liquia,e ponendogliela adoffo,vidde con merauiglia reftar fubito il figliuolo li- bero dalla f ebree pigliar vigore,di modo, che all'ora allora fi leuò della zana » e cominciò andar per la cafa , e reftò al tutto fano . Qjjefto fu teftificaf o dal Padre ,e dalla Madre dei fanciullo nel primo Procedo: ma nel Procedo remif- ioriale non s'è potuto pronare pienamente , pereffer morto il Padre in Paefi lontani, che non ne potuto hauer fede .

Il Padra Maeftro Simone Cifti,Frate Conuentuale dell'Ordine de'MInori di San Francesco nel Conuento di Santa Croce di Firenze, auendo mangiatoie* funghi velenofi,& andatoli a ripofare, vfcì di fentimento,e fòpra il capo li ven- nero due enfiati, e due altri nelle natiche , e per la bocca gettaua gran quanti- tà di fchiuma, & aueua impedito la fauel-la,e miferamente fi moriua . S'abbat- tè à trouarlo in quello termine vn'altro Padre fuo diicepolo , chiamato Mae- ftro Lionardo della Vacchia ; quale trouatolo moribondo vsò quei rimedi] , che potette ; ma nongligiouando, il moribondo ricorfe airinterceflìone di quefta Beata tyladre , e mandò per alcune fue Reliquie; quali poftefi addotte* fece voto di vifitare vna volta H Sepolcro della Beata, e celebrare vna MetTa_, nella fuaChiefa. Subito prefe miglioramento , & in breue reftò del tutto li- bero^ egli fteflo fece teftiraonianza di quefta g^ epoifù rettificata nel Procedo informatalo .

Suor' Vmiltà Cini,Conuerfa nel Muniftero di San Clemente di Firenzcaue- tenuto trenta anni vna poftema fu'l corpo, & era ridotta in termine , che à pena fi poteua muouere . Si meffe addotto vn dell'abito della Beata Ma- ria Maddaleua, e le raccomandò più volte con calde preghiere . Indi à po- chi giorni, auendo tuttauia addodb quella Santa Reliquiari cui aueua gran fe- de, fentì in vn fubito à guifa di pietra cadere, e fuanire queir vmore, che le ha- tieua cagionato la poftema : e riconobbe tal grazia da quefta Beata, enefece teftimonianza .

Signor Fabio Serragli Gentirhuomo Fiorentino, per vna graue infermiti di mal di pondi con febre continuale continuo flutto di fangue , con eccedila dolori, fi riduffe vicino à morte : & edendofi comunicato per viatico, e prepa- randoci per riceuere leftrema vnzione , prefo in mano, e baciato il Breuiario, del quale C\ feruìla Beata Madre-Suor Maria Maddalena mentre videe racco- mandatofi alla fua intercedi one,có far voto.fe riceueua la fanità>di vifitare per vn'anno intero ogni giorno laChiefa della Beata.fubito prele miglioramento, e reftò fuori del pericolo di morte: di tutto quefto nefece fede Don Saluado- le Taddei Sacerdote Fiorentino, quale gli portò il Breuiario della Beata .

Agnolo di Domenico dal Piano , lauoratore fopra i beniall'ora del Signor Cardinale Barberini, oggiBearidìmo Papa Vrbano Ottano, per cagione d' vri^ graue trauaglio impazzo,di manieraxhe pure conofceua i fuoi di cafa, e fu bifognofo legarlo . Effendo flato così pazzo tredici giorni , la fua moglie gli $>ofe addodò vn dell'abito della Beata Madre, tacendo voto, egli guariua, idi mandare al fuo Sepolcro vaboto d'argento; eiuhito prete miglioramento,

170 vita della B. Maria Maddalena de Pazzi.

&in tre giorni ritornò affatto in ceruello, ,e di ciòne fece fede Ja Signora Ca* teiina Bufini Gentildonna Fiorentina .

11 bi£. Antonio figliuolo delSig Bernardo A4 inutoli, Ambafdadore della Repubblica di Lucca 'appiedo Ja Maeftà del RèCattoJico, fàncmllodijquindici anni,* infermò jn Madrid di febre maligna e da'Medici fu quali di fperata Ja fua vita . Gli pofe adofib il Padre vn poco del velo >che aueua appretto di sède! la Beata; e fece voto, leguariua, di condurlo a vifitare Je Reliquie di quella . Su- bito il Fanciu Ho prefe miglioramento notabile, & in pochi giorni guarì ? & in ritornartene alla patria con detto iuoiìgliuolo pafsò per Firenze , & adempì il voto > & à booca riferì la detta grazia alle monache dei muniftero della Beata.

Madonna Maria di R aifaeljo Pera jLucchefe inferma di punta,e febriconi dis- perata da Medici,elTendofi comunicata per \iatico,6c auendo ricevuta feftie- ma Vnzione. fu raccomandata dalle monache del muniftero di San Domeni- co di detta Città alla. Beara Maria Maddalena; e riceuuto>che ebbe alcuni fiori, che auueuano rocco il corpo della Beata , mandatili da quelle Madri , fubito prefe tal miglioramento , che in tre giorni reftò fanale gagliarda, come non aueffe auuto male alcuno, con ftupore di tutti , e ne fu fatta teftimonianza in fcritto,e mandata alle monache del ino muniftero.

Suor* Anna Lippi, monaca nel muniftero di S. Domenicodi Lucca,auendo portato per lo fpazio di venti meli continui quattro febri quartane con enfia- gione» & altri malica mattila della fefta di detta Beata Madre le raccoman- dò : e pigliando alcuni fiori , che aueueuano tocco il fuo corpo , fubito reftò fana: e teftificò con altri teftimoni il fticceflò,nel Proceffo fatto in Lucca .

Nel Muniftero di S.Domenico di Lucca fi era guafto il vino d' vna botte , nella quale le dette Madri meflero alcuni fiori , che aueuano tocco il corpo di quefta Beata ; e fubito il vino ritornò buono ,conie mai auefle patito .

Eflfendo dopò alquanto tempo vota la botte > & effendoui rimafto vn poco di fondigUuoJo di quei vino, inforcò, e diuenne aceto. Vna donna Lucchefe inferma di petecchie , e che patiua di febriconi , effendo vicina à morte ti ba* gnò con vn poco di quell'aceto , e fubito prefe mig!ioramento,& in breue re- ftò del tutto fana.

La medefima vn'alrra volta tronandofi con ecceflìui dolori ài tefta , bagna- ta fi coni i mede fimo aceto, fubito lenti alleggerirli , &in fpazio dvn'ora ne reftò al tutto libera .

Vn'altro nella medefima Città,eflendo grauemente trauagliato da dolori di gotte , e bagnatoli col medefimo aceto, fubito ne reftò libero.

Vna fanciulla della medefima Città,per cagione d'vn catarro cadutole negli occhi era rimafta cieca, e bagnaroli con detto aceto riebbe la vifta .

Di tutte quattro le dette grazie ne fii fatto fede diuerfe perfone Lucchefi* in fentto alle monache di Santa Maria degli Angioli .

La Sorella Virginia Magnani Parmigiana , della Compagnia di S. Orfola Panna , ridotta aH'eftremcTdi fua vita, egià comunicata per viatico, e riceuuta Jc iberna Vnzione con nimfeftiftimi fegni di vicina morte , fu raccomandata da! Li kre Sorelle di detta Compagnia ali interceflione della Beata Maria Mad- dalena ; e fubito fentì in se miglioramento; di maniera , che dille eflerle parfo

di

cfi ritornare da morte à vita ; come in effetto fi vidde,poiche fubito cominciò à migliorare,& in quattrogiorni fi leuò di Ietto fana,e ne fu fatto fede in fcritto *

Domenico figliuolo di Bafliano Fabro nel pianodi Scò,per vna grane infer- mità, quale fu giudicata vna malia, era: ridòtto a tal termine, che non aueua al- tro, che la pelle, e 1'oflò , poteua mangiare fenza grandiffima fatica . Il pa- dre dopòmoltì voti,e preghiere fatte à 'più -Santi; edc>pò molti rimedi, fece votoalla Beata, feegli guadua, di mandarlo à vifirare la Santa Cafa di Loreto: dipoi dette à mangiare al fuo figliuolo due fiori, che aueuano tocca ilcorpo della Beata, e fubito ritornò (ano > & indi àquattro giorni andò a Loreto con- forme al voto:e 1 vno,e l'altro hanno teftificato in voce alle monache del fuo muniftero tal grazia , & è teftificata nel Procedo remilToriale da più teftimoni.

Alcune monache della Città di Brufelles in Fiandra, e leggendo il libro del- la vita della Beata,tradotto in lingua Ihglelè dàfSign. Tobia Mattci Gaualiere Inglefe Cattolico , fiinuoglioino deirofleruanza Religiofa ; còntradicéndo alla riforma d'alcune cofevn'altra parte Monache dell'ifteifoMùnifferOjri- corferoairinterteffione di queiìà Beata; e fecero voto d'erigere in quel mu* niftero visitare a lei dedicato, la detta parte di Monache repugnanti fi ac- cdrdaua a quefta riforma. Subito fàttaqìTefto votoitrouarono le monache re- pngnanti concordi alla riformarne defìderauano&ereflero detto Altare : di quello ne fu fatto fede inscritto dall'ifteflb Sig. Tobia-Mattei per fualettera .

IÌSerenifs* Don Ferdinando Duca di Mantoua, fi t'rouauatàmmalàtadi fe- bre, e palpitazione di cuore , quale gllapportaua tal faftidio , chetion poteua prendere punto di ripofo . Fece voto alla Beata , guariua > mandateal Tuo Sepolcro vn cuore d'oro, e fatto dettò voto , reftò fano, e della febbree dèlia palpitazione, e mandò vn cuore d'oro al fuo Sepolcro con quefta infcrittione. Signum Cordts Ferdinandi Ducis Mantu£SeXtì,& Montis ferrati Quarti Beate Ma- rti Magdalenóde Taccisdicatnm.

Madonna Verginia Giocondi , moglie di Benedetto Serbaldefi, Cittadini Fiorentini , trouandofi di parto , con eftremo, e qiiafi infopportabil dolore di retta, quale per buono fpazio di tempo le aueua durato , frpofe fopra teda alcuni fiori, che aueuano tocco ilcorpo della Beata, e fubito reftò in tutto s< e per tutto libera.

A Bàffiano di Domenico Fabbroalla PìeueàScò fopratiominato, fi guadò il vino d'vna botte : e fapendocome la Beata Maria Maddalena in vita fuaaue- ua due volte reftituito ilvino gnafio nel-fuomu ni fiero alla pi iftina bontà,pre- fe il libro della fua Vita,e con elfo fece orazione nello ft'eiTo luogo alla Beata , e poi ritrouò il vino tornato buono : & egli ftefso ne kcc reftimonio, <5cin le- gno di gratitudine ne portò alle monache delfuo munifiero;& è teftificato nel Procedo remifsoriale da più teftimoni .

Antonio di Domenico Pàrrigliani Lucchefe, malato di bre con ffufso, era dai Medici fatto fpacciato, & aueuano dato ordine, che riceuefse feftrema Vn- zione . Si raccomandò alla Beata Maria Maddalena , e pregò , che come aueua fatto molte grazie à fuoi compatriotti così volefte impetrare à lui la fa- nità In quefta orazione s'addormentò , egliapparuelàBeata eglrditse: Se *uoi guarite, beui dell'acqua del mio fonte . Suegliarol:infermo> con gran fe- de

%yiL Vita della D.Maria Maddalena de Pazzi.

de la mattina di buoniffima ora mandò al Muniftero della Beata à chiedere di quelìa acqua : ne fapendo le Monache, che fonte fi volefse dire , gli mandor- jìo dell'acqua del pozzo , la quale la Beata viuendo ioleua bagnar le braccia » quando era in quegli eccedi d amore diuino , regiftrati di fopra : e riceuuta, e bcuutactallinfermo, lenti alleggerirò il male , <5c in pochi giorni fileuòfanos & ha certificato tal grazia nel Procedo remiiTonaie con altri teftimoni .

Per caute di quefta grazia, fi fparie la voce di quell'acqua , e cominciò à concorrere al muniftero molta gente à damandarne per infermi , e così fegui- tano fino al prefente $ e se vdito da molti dinerfe grazie di iànirà ottenute per mezzo di quella : e non folo di Firenze : ma anco di Lucca * e d'altri luoghi è flato mandato à chiedere di quell'acqua ; e di Lucca fu fcritto alle Monache le due feguenri grazie.

Vna Monaca dei muniftero di S. Domenico ài Lucca > fendo (tata ammala- ta fei meli di febre con vmore maninconico tanto grande, che la rendeua qua- fi infentàta , lenza poterfi leuare di letto, prefe con deuozione à bere vn poco della detta acqua, e reftò fana di maniera, che il feguentc, fi leuò di letto , e fi dette a fare egliefercizi , & offeruanze della Religione 1 come non auefle mai auiito male alcuno.

Vn'akra Monaca della medefima Città dell'Ordine de' Gefuati, era fiata quattro giorni con dolori acerbiffimi di mal di pietrà,quali le cagionauano vo- mito j fiche non poteua ritenere niente , ne n trouaua alcun rimedio per far celiare i detti dolori, e vomiti ; prefe vn poco della medefima acqua , e fubito le ce fsorno i dolori , e vomiti : e fenza altri medicamenti guarì .

Della Città di Palermo venne fcritto dell'anno 16 19 alle monache del mu- niftero della Beata, come in quella Città nella Badia di Santa Maria la Mar- torana , vna Monaca chiamata Suor Lilabetta Crifpo , ftaua in gran pericolo della vita per male di idropifia , che aueuano portato molto tempo : fece vo- to , ricuperaua la fanità, di mandare al Sepolcro della Beata vn voto d'argen- to: e fubito ratto il voto riebbe la fanità, calandofene il corpo, e pacandole tutte le fincope. Ma perche detta Monaca aueua comodità di mandare il Bo- to, pensò di commutarlo, e nell'ifteiTo penfierodi nuouo fi infermò del me- defimo male : onde rinnouato,e confermato il voto di mandare detto Boto di argento, di nuouo (ubitamente raquiftò la fanità .

Suor Cecilia Crifpo , forella della fopradetta, correttrice del muniftero dek k Educanti di detta Città di Palermo aueua tenuto quatti anni vn male d' Me- dici nonconofeiuto ; màgiudicato canchero, al quale non fi trouaua alcun ri- medio vmano , fu botato dalla fopradetta Suor Lifabetta fua forella , che lo riaueua la fanità , arebbe mandato vn'aitro Boto d'argento al Sepolcro della Beata , e fubito riceuette la fanità .

Don Francefco Gelulo Confcfibre del detto muniftero della Martorana, foeifopariua grandtflìmo dolore, e fpafimo di teda : fu botato dalla medefima Suor Lilabetta Crifpo di mandare al Sepolcro della Beata vn Boto d'argcnro,e fubito fi fentì libero da detti dolori, e mai più ne ha patito .

NellifteiTo muniftero tklia Martorana di Palermo, vna Monaca chiamata StìorAegclica Maria 3 eragrauiflìmamenre ammalata di lebre con dolori di

doma-

Vita della B. Maria Maddalena de Fazzi. 2,7 $

ftomaco, efincopedicuore: ne trouandofi rimedio al fuo male, firiduffeà termine di morte . Mentre ftaua in tranfito, fece voto alla Beata di mandato vn Boto d'argento di tari quindici, e fubito fi fentì migliorare, & vici del peri- colo de Ha fopraftante morte .

Nella fteffa Città di Palermo , vna monaca del muniftero di Santa Maria_» della Pietà,eraacciecata totalmente, per molti rimedi vmani, e voti fatti à molti Santi,potè mai ricuperare Ja perduta vifta: & auendo gran fede alfinter- ceffione della Beata, fi mandò a raccomandare alla fudetta Suor Lifabetta Crif- po.che faceffe orazione per lei alla Beata : promettendo di mandare al fuo Se- polcro vn boto di tari quindici, riceuena la fanità ; e la medefima fera , che £uor Lifabetta botò la detta cieca alla Beata, ella riebbe,e ricuperò la vifta.

E tutti li fudetti cinque voti fumo mandati al Sepolcro della Beata da Paler- mo, infieme con la fede delle fudette grazie .

Pafitea di Matteo Lucchefe, fattorelTa delle monache di San Domenico di Lucca , effendo fiata quattro mefi in letto con dolori grandiffimi nelle gam- be, e tali , che non poteua pofare i piedi in terra fenza eftremo dolore , non auendo trouato alcun rimedio, che le giouaffe $ fece voto alla Beata di porrà- re al fuo Sepolcro vn boto di due gambe d'argento, riceueua la fanità , e fu- bito fé li partirono i dolori; ma ftando poi perpleffa d'efeguire il voto, per la_» difficultà, che aueua d'andare à Firenze, le tornorno i dolori nelle gambe co- me prima; onde rinnouato; confirmato rifolutamente il detto voto , di fubito redo di nuouo fanata, e venne à Firenze à efeguire il voto,e lei fteffa in perfò- na fece fede di quanto è detto .

oiltr e grafie marauigliofe > che oltre all' approuat e per miracoli dalla Sacralità,

fi trouano teflificate nei Troceffi formati in Firenze per la Beatificatio-

ne di quefta Madr esprima per V Ordinario^ poi per auttontà

Upojìohca . Cap. CXLV II.

ANdrea Bindi Sacerdote Fiorentino , Curato della Collegiata di San Fria- no di Firenze, auendo portato per molti anni contagiofo maleinvna_» gamba, chiamato il male della formica; mai per molti rimedi j fatti auen- do trouato fanità, anzi peggiorando di giorno in giorno ; fu. chiamato con al- tri Sacerdoti à portare il di della Sepoltura , il corpo della Beata Madre : e nel portarlo , raccomandandofele con gran fede, lenti fubito miglioramento, & in breue reftòal tutto fano ; e tanto teftificò con giuramento nel primo Pro- ceffo auanti all'Ordinario .

Il Signor Antonio Valderama Spagnuolo , abitante in Firenze , ritrouan- dofi ammalato grauemente di febre § & altri accidenti , con grandiffimo do- lore di gambe, fi fece legare le gambe con alcune fafeie fatte d'vno feiuga- toio , che era feruito in vita per vfo della Beata: ; fubito Tenti ceffarfi il dolore delle gambe, & in breue ricuperò l'intera fanità,e teftificò la grazia nel primo Proceffo.

Bernardino Cerboni da Colle, Cittadino Fiorentino, auendo patito per die - ci annj di niale di pietra/e renella ; & effendo fpeflìffimo trauagliato da gran-

S diffimi

Z74 Vita della B.Maria Maddalena de Pazzi.

biffimi dolori i fiera ridotta vna volta in molto pericolo della vita. Mentre egli ritrouaua in quefti dolori , li fu porto addoffo vn poco dell'abito della_, Beata; alla quale raccomandofi di cuore, fentì in vn fubito mitigarfi il dolore , & in capo ad vnrora le trono al tutto libero, ne mai più ha patito : & egli fteflfo con giuramento, inficine con altri teftimoni , ha affermato quefta gra- zia nel pruno Procedo .

Antonio Mattei Lucchefe, feruidore del Signor Alefiandro Lamberti, Am- bafeiadore della Republica di Lucca apprettò il Gran Duca di Tofcana, venu- roàcontefe con vn'altro feruidore di caia, reftò ferita nelpefcedel braccio deflme nel fiancoja quale ferita del fianco, à guifà di mantice sfiataua , e fe- condo il parere del cerufico aueua ferito anco ìnreftini, e più volte per boc- ca vomitò del fangue: onde i medicee certifichi chiamati a curarlo,dubitando, che nongli inorine tra le mani non vollero applicargli rimedio alcuna, egli non fu prima confenato . Furono dalla Signora Ambafciatrice, tra le fila ordi- nate per le tafte del ferito, me (colate alcune fila del lenzuolo della Beata Ma- ria Maddalena de'Pazzi;e per la fede di quella Signora ne meriti & interceffio- ne della Beata,il ferito non fola non morì, mìnanfentr maidolore alcuno in dette ferite, fu aflalito da febre; <5cin pochi giorni guarì, e 1'iftefla feruidore infieme co' detti Signori Ambafciadore , & Ambafciatrice hanno teftificato tutto queftanel primo, e fecondo Procefìo .

mede fimo Signor Ambafciadore, con la Signora Ambafciatrice teftifica nelJirtefiì Procedi di fieno, comeauendo tenuto per parecchi giorni vn grandifiimo dolore nel braccio deftro, cagionata da vna piccoliffima puntuta negra, lenza fapere da che fufse cagionata, trouandoui alleggerimento,fen- tiua conuertirfi in dolore di fpafimo ; ma la Signora Ambafciatrice fua Con- forte sfafciandoli ilbraccio offe fo> lenza di lui faputa, pofe su la puntura vn po- co del lenzuolo della Beata Maria Maddalena » raccomandandofele con_> gran fede ; e nelliftefso iftante fentìil detto Signore ccfsar'ogni dolore re ftu- pito di ciò domandò- la Signora, che colavi auelse mefso, che non fenriua più punto-di dolore; rifpofeella. che vi aueua mefso fopra vn poco-dei lenzuola della Beata Maria Maddalena. Onde egli fi voltò à ringraziarla con grande^ affetto, che da così gran dolore l'aueua liberato>e non fentìmai più altro dolo- re in quel braccio.

Terrificato ancora gliftefil Signori, come laSignora Lucrezia Cenami ne Lamberti, Madre di detto Signore Ambafciadore, di anni otta'nta,aueua pa- tito, e patina continuamente et afma»cosìgrauemente , che fi dubitaua , cho refiafiè foffocata: le diedero à bere vn poco d'acqua , dentroui della poluero de'fìori, che aneuano tocca il corpo di quefta Beata, e reftò (libito libera , o lana da detto male.

Alefiandra figliuola del Capitan Francefco Puccini, e moglie di Aradrea Sa- piti, fi trouaua con petecchie vicina à morte, & abbandonata da Medici aueua riceuutarOgliaSantO;e non poteua più pigliar cibonifpettandofi d'ora inora, che fpiraffe . Mentre fi trouaua in quefto termine, le fu pofto al collo dal Si- gnor Aleffandro Puccini ilio parente, vn bieue ne! quale era vn di Reliquia «iella Beata Maria Maddalena: e non potendo dia -più parlare , per auer quali

affatto-

Vita della U. Maria Maddalena de v zzili . zj $

affatto perduti i fentimenti, la Fece raccomandare alia Beata dalle perfone cir- coflanti, che erano venute per trouarfi al fuotranfito : &e]Ja per mezzo detta Reliquia cominciò à riauerfi à poco à poco , & incapo à pochi giorni vfcì del letto fana : & efla co'l Signor Aleiìandro,3c altri hanno teftificato nel primo, e fecondo Proceffo la verità di quanto fopra .

Stella vedoua,donna fu di Taddeo Curradi,di anni 70. in. circa,aueua pat ito per molti giorni grandiffimi dolori di fianco , da rimedi), e medicamenti vmani aueua trouato alleggerimento alcuna ; onde afpettando di morite sera comunicata per viaticorquando che poftafi con fede numeriti della Beata Ma- ria Maddalena, fopra il lato doue era il dolore vn guancialino, che ne fuoi do- lori teneua la Beata fopra il fuo ftomaco, lenti fubito alleggerirà il dolore, e Ci addormentò ,& indi à poco fuegliatafi, fi trouò del tutto fana.*e teftifica in tut- ti due i Proceffi quella grazia da lei riceuuta. con altri teftimonij .

Agoftinodi Francefco Cortellini , puttino di anni due fi trouaua infermodi febre ardentcin gran pericolo della vita > ne gli poteua applicar rimedio al- cuno: & elTendo ftatoalcuni giorniin quefta guifa, Lifabetta fua Madre ricor- alfinterceffione di quefta Beata, & ottenuto dalle monache di Santa Maria de gli Angioli il fuo velo, (ubito, che glie lo pofeà doffo,fi partì la febre ; o f ideilo fanciullino diffe, Mamma io fon guarito,e non ebbe più male : e que- llo nell'vno, e l'altro Proceffo,é da più teftimoni affermato .

Il PadreDon Vicenzo Maccanti Sacerdote Teatino : ritrouandofi in Mode- na grauemente infermo di febre terzana , laquale gli aueua durato quindici giorni, trouando rimedio da medicamenti, fi rajccomandò all'interceflione diqueftaBeata* epreffo all'ora, che le doueua ripigliare la febre, fimefle à meditare la gloriadi lei, nella qual meditazione^ addormentò, e gli parue di veder comparire quiui la Beata Maria Maddalena,con San Nicolò Vefcouo , fuo particoiar diuoto: e mentre ftaua in quefta vifta , gli panie fentircche -la-» Beata diceflè quefte formate parole: Facciamoli la grafia compitamente 5 e Io ricoperfe con ilfuo manto. Onde egli fi fuegliò tutto pieno di giubilo, edi contento , più gli tornò la febre, e fenza altri medicamenti reftò fanone tanto afferma egli fteffo nel primo Procefifo.

Il Sig. Pietro Alli Gentilhuomo Romano , abitante in Firenze , fi trouaua in letto grauemente ammalato di febre con dolori, e da'Medici fi temeua grandemente della fua vita onde ordinorno, che fi facefTe comunicare per via- tico ; & efléndo venuto il Curato dellaTarochia^pcr rimanere in appuntamen- to dell'ora , che lo doueuano comunicare » fu pregato dalla Signora Lucrezia Ghizziani conforte dell'Infermo, che volefse applicarli il velo della Beata Ma- ria Maddalena, che ella aueua ottenuto . Subito, che ilCuratoebbe porto fo- pra l'Infermo quel velo, e raccomandatolo alla Beata, gli ceflbrno i dolorile fi partì la febre , con ftupor grande de medici : & egliftefso con altri teftimoni afferma effer vero , nell'vno, e l'altro procedo.

La Sig. Maria del Garbo de' Roffi . Gentildonna Fiorentina , vedoua,aueua patito per molti anni gran dolori di tefta 5 auendo trouato mai alcun rime- dio da molti medicamenti fatti, fi votò à quefta Beatale fubito fi partì il dolo- Te, mai più n'è ftata trauagliata*

S ^ Alla

ijb Vita della 13. Maria Maddalena de Pazzi.

Alla meckfmia altra volta venne in vn dito il male chiamato del pino,e tro^ uandofi per più giorni in dolori quafi di fpafimo , fenza trouar rimedio, che lo mitiga(Te , fece vn'altro voto à quella Beata , e fubito le cefsò il dolore , & il male tutto ti partì ; e Fvna e l'altra grazia , efsa con altri teftimoni le depongo- no con giuramento nel Procefso remilToriale

Antonia di Iacobo Giulianetti da Scarperia; fanciulla dell'Abbandonate del ceppo di Firenze , ebbe vn grauiffimo male , per il quale fi ridufle in eftremis , e riceuè l'Oglio fanto .* ma non piacendo à Dio tirarla all'altra vita, flette più di vn mele doppo con accidenti di mal caduco , così faftidiofi, che non folo non potena riauerfi , ma ne pure alzare la tefta, che fubito, che tentaua di rizzarti à federe fui letto era fopraprefa da quel brutto male, con tremiti tali , che ftra- uolgeua la bocca , ftralunaua gl'occhi »faceua fchiuma, e baua dalla bocca ; e r.nuenuta, che era, ftaua vn pezzo fuori di se . Portole adoflò dalla Priora del luogo vn poco di reliquia della Beata Maria Maddalena, fubito cominciò à ria- uerfi, e rizzarli, & il feguente fi leuò di letto fenza patire più di detti acci- denti: erta medefima con altre fanciulle di detto luogo testificano Ja grazia nel Procedo remifsoriale .

Aleflandra Vedoua , Priora delle fanciulle Abbandonate di S. Caterina , fi trouaua all'ertremo della fua vita 5 e dalle fanciulle fi piangeua per morta , che per tale faueua data il Medico , per mal di petto . Mentre era per riceuere le- ftremaVnziorve,vna di quelle fanciulle fece vn voto alla Beata Maria Maddale- na , detta inferma guariua , e nello fteflb tempo le potè addoffo vn poco di reliquia della Beata ; e fubito portale adoflò detta reliquia, l'inferma fi leuò di Ietto , le cefsò la febbre , & in due , ò tre giorni al tutto ti riebbe ; & è teftifi- cato da più tertimoni nel medefimo Procefso remifsoriale .

11 Signor Giouanbattifta RofTì , Nobile Fiorentino , durò per due mefi con- tinui à patire di palpitazione di cuore , per la quale ad ogni poco fi mancaua * con accidenti di fudor ghiacciato , fi che le pareua di morire>& aueua vn con- tinuo dolore al cuore , fenza mai ceflargli,nè auendoli giouato i medicamenti, che fece , fi rifoluette dire ogni giorno alcune diuozioni ad onore di quefta_* Beata, e portare vnvoto d'argento al fuofepolcro: e fubito fatto il voto gli cefsò il dolor di cuore & accidenti.e palpitazione, e mai più ne patito: e così ha teftifìcato infieme con altri teftimoni efanrinati nel Procedo remifsoriale .

La fopranominata Maria Rouai del Roffo,oltre a'miracoli (opra deferitti fe- guiti nella fua pedona, teftifica nel Procedo remifsoriale, che ritrouandofi in- ferma vn'altra volta di febre in Villa del mefe d'Ottobre, e defiderando la mat- tina d'ogni Santi,aliora profììmajdi comunicarti e facendo refiftenza il Curato d'andare à comunicarla à caia ,per edere aliai lontano dalla Chiefa ; ella la fera di S.Simone Apoitolo il pofe addoffo con fede alcune Reliquicchaueua del- la Beata Maria Maddalena, e fubito fi fentìcertàr la febre, la quale le aueua durato continuamente dalla mattina di S. Francefco fino à quel punto , e ti. lenti 1 tornate in quell'iitante le forze in maniera , che ti leuò allora allora di letto, e la mattina feguente a* fuoi piedi andò alla Chiefa , dittante più d'vn mi- glio di ftrada erta , e cattiua .

Lorézo figliuolo di Paolo del Rofso> e della fudetta Mariani tre anni aueua

comin-

Vita delia d. Maria Maddalena de Pazzi. 177

cominciato à patire di fpine vetofe, le quali gii aucuano piagato vn braccio,& vn piede in maniera che aueuano fatto cinque ò lei bocche per iato, e Scaglia- to dell'olio: & e (sédogli (lati fatti molti rimedi,nè trouàdofi medicameto.chc io guarire > (lette quattro,ò cinque anni con quefto male, e fi trattò infino di tagliargli il piede . Ma ricorrédola madre ail ineerceilìone diquefta Beata, gli pofeaddoffo alcuni fiori>che aueuano tocco il fuocorpo,e da indi in poi quel- le piaghe andorno chiudendofi in pochi giorni: & è teftificato come (opra .

Oltre alle preddette , fi contengono ancora ne' detti Proceffi molte altro grazie di fanità , e particolarmente di Donne in pencoli di parto , liberate per mezzo delle Reliquie, & inuocazione di quefta Beata , le quali per breuità fi tralafciano.

Et oltre à quefte teftificate ne' ProceiìLce ne fono moltiffime altreje qua- li dalle monache del detto muniftero fono (late raccolte di giorno in giorno da varie perlòncche fon venute alle Grate à raccontarle>& a portar voti al Se- polcro della Beata per gratitudine > e riconofcimento delle grazie nceuute à (uà interceffione , e Ihanno notare in vn libro à\ ricordi à tale effetto da loro tenuto ; e quando nel Procedo remifforiale fu fatta la vifita al fuo Corpo » fi numerorno intorno al fuo Sepolcro , feicento, e ventifei voti, che erano cin- quecento, e feffanfette d'argento, e cinquantanoue in tauoletta, e carta .

jlltre grafie feguite ad interceffione di quefta Beata nella Città di Lucca, efaminate in vn Vroceffo remi/foriate formato in quella Città ad iftan%a delle Monache di S. Maria de* gli Angioli>il quale per non effer fatto con legitima auttorità ?non è fiato approuato.Màperò vi fi trouano depofle con giuramento da molti teflimoni^ l'infrafcritte grafie; la fede delle quali fi rimette a Lettori. Caf. CXLV11I.

IL Reu D.GiouannrPierotti, Sacerdote Lucchefe» fi trouaua in vna grandif- fima indifpofitione di mente, che come egli fteffo teftifica, giorno , ne notte lo lafciaua quietare;&aueua vnapaflìone al cuore>& in tutta la vita,che non poteua fare azione alcuna con pace, e perdeua la memoria di ciò che face- ua dora in ora: fiche qualche volta nel recitar l' Vfrìzio diuino arebbe detto vn Salmo dieci, ò dodeci volte, e dipoi non fi ricordaua laueua dettolo ; tampoco poteua inghiottircene pareua d'affogare.di modo, che era tribolato in maniera,che nonfapeua come farfi à viuere,conofcendo,che quefte erano illufioni deipiauok)- Dopò molti digiuni,orazioni,e voti,non trottando rime- dio a Icuno,fi fentì i(pirato vna mattina,mentre diceua Me(Ta,di raccomandarli alla Beata Maria Maddalena de' Pazzi, e fece voto di vifitare il ilio Corpo » z_, prelèntare alla fua Chiefa vn Calice dargento v e Cubito gli parue effer lauato da vn riuolo d'acqua , e fentì partirli ogniillufione, e fantafia> e reftar la fua-. mentee tutta la fua vita libera ; & e (èqui il voto in perfona,e prefentòil Cali- ce d'argento al fuo Sepolcro; & in Proceffo teftifica il miTacolo

Suor .Maria Fanucci, monaca dei muniftero di Santa Chiara di Lucca efTen-

xio (lata inferma per lo fpazio d'vn'anno di varie infermità, e ritrouandofi con

' febre continua,debolezza>e relaffazione di teda, e di ftomaco notabiljffima, e

tanto abbandonata di forze f che non poteua muouere non le mani, e cos;

$ S j era ^

17» Vita della B.Maria Maddalena de Pazzi.

«aliata giudicata in lettoper molto tempo; ne trouandòfi alcun rimedia, che lafanaflè,erada' Medici (limata infermità incurabile, &afpettauano, che in breue douefTe morire . Mentre ella fi rrouaua in quefto termine r fu toccai dalla Badefla del fuo Munifterocor* Reliquia ài vn poco di vello della Beata_, Maria Maddalena,efubito fi lenti partire ogni male,ejpinuigorire in modoxhc allora allora Ieuata di letto, àfuoi piedi andòdietro alla BadefTa,quale rrporra- ua quella Reliquiaal Prioredi Sarv Giouanni di Lucca, che glielaueua porta- ta,acciò corcefla toccafle l'inferma; reftandoftupite,& attonite tutte le Mona- che che la vedeuano, per la nouità di tal miracolo : e per l'allegrezza tutte-, concortèroircCoroJnffemc con l'inferma risanata, e dato nelle campane, can- torno in ringraziamento il Te Deum. Quefto miracolo non folo è rettificato dalla ftefla, e da aftre Monache, ma ancora dal VicariodiMonfignorVefco- uo di Lucca, e dal Priore diSan Giouannt quali in tal tempo per altre loro oc- correnze fi trouauano alte Grate didettoMuniftero, e dal mediacene curaua l'inferma .

Suor Anna Lippi > Monaca nel Venerando Muniftero di San Domenico «RLucca,. era (lata pervnamiointero férma in letto con febre continua dop- piatori dolori di tutte membra.e continuo fudore 5 aueuarrouaro rime- dìo da alcunomedicamentot anzi era tanto aggrauata, che non fi poreua più Jeuar. di Ietto in modoalcuno.e none/era più fperanza della fua vita. Vna mat- lina dopòeflétfrcomunicataaf letto,fi fece dare dal Padre Confeflòre àbero vnpoco d'acquarella quale era (lata meflfa dellapoFuerede i fiori, che haue- uano toecoil Corpo della Beata Maria Maddalena^ cui di cuore fi raccoman- daua. Subito prela quell'acqua le parue,comeefla rettifica» eflcr porta in vn bagno di pene intollerabile nelle quali continuando fino à mezzo di, con rac- comandare continuamente alla Beata, in su la detta ora fi lenti ad vn'tratto partir la bre, ce fiamme le pene, e rinuigorirfi in maniera, che fubito vfcì dal ktto,e fenza alcuno appoggio, l'enti che fi reggeua beniffimo;e la mattina fe- gtrentecon ftupore delle Monache andò in Coro , doue tutte radunare per l'allegrezza canrorno il Te Deum in ringrazi a menro : e più Monache infieme con ella, & il Medico* che la curaua,hanno rettificato con giuramento quefto miracolo.

Mentre fi cantaua il Te Deum irr ringraziamento delfa grazia mrracolofa^ ottenuta da Suor Anna Lippi,comefopra> la Madre Suor Maria Benigna Lam- berti* Monaca del medefimo Muniftero,trouandofi per quattro anni ftotpiata dal fianco deliro, nel quale fenriuavn continuo confumamento comedi li- matura, &auea vn continuo tremito, fiche non poteua andare non con le-r groccie, nèfenza appoggio poreua punto agitarli, e come male incurabile era ftata da Medici già molto tempo falciata fenza fami più medicamenti , auen- dòne fattimolti fenza alcun miglioramento; fi accefeà fperanza dauer ancor fci à riceuere la fanità per mezzo dell'iiKcrceflìone di quella Beata, e ptegò le fuc Monache, che raceflfero orazione per lei. In-quel mentre, che fi facena_r quefta orazione, ella da perse fteffa, pofefopra il fianco infermo alcune Reli- quie, che aueua di quella Beata, & in vn fubito fentr pigliai fi in tutra la vita da vntremito,e terrore cosìg^gkardo, che l'otta faceuano vn tremore, che pare*

uà, che

\ ita uc ila u. ivxanaxviaumiiciuiu^ 1 ±ll,\ . X/9

uà, che.tutto quel lato fi diflorfuefle . iVr il trauagJio, the fentì. fi fuenne , o doppo mezz hora rinuenutafì/i trouò lanata del fianco, e da se 11 ella fi rizzò » ma quafi fuori di se > & andò a' Cuoi piedi lenza appoggio alcuno ; mi però fi featiua così pefta,efiacca, che non fi rinueniua ronde tu dalte Monache con- dotta al fuo'lettOtC (lette tutto quel giornocome fuor di ; ma rinuenuta af- fatto^ leuò 1 iflelYe giorno, e. lenza groccie , ò appoggio alcuno,andò il luai efercizi» e nftefl'acon altri tellimoni afferma con giuramento l'vno , e l'altro miracolo,^ dellafteffo ne fa tetlimonio ancora il Medico del muniftero .

Suor Leonilda Trenta » Monaca profoffa del muniftero di Santa Chiara ,di Lucca,pertrentaanniincircaaueua patito, e patiua^continuanvente di piaghe» in diuerfe parti della/ua pedona, cagionate da vn'vuiore falfo , quale douun que calauadc rodcua.e (cotticaua -quelle parti: ne permeiti medicamenti tar- ti,mai fi era potuta liberare da detto male; onde fi giudicaua incurabile: e li eia ridotta,che nonpoteua quafi più mangiare, meno dormircper il confuma- mentOiChefentiua in tutta la (uà vita per cagione di detto vmorc, & era quafi in vn continuo martirio; perche i panni di doflòicome le lenzuoladouc gia- ceua,feleattaccauanoalle carni, e la feotticauano : e di più teiera aggiunto al braccio finiftro vnmalorcche le dauagran faftidio .;Queita pouera inferma eflendofi trouata prefente al miracolo, che fucceflc nella pedona ,di Suor Illa- ria Fanucci , per mezzo della Reliquia della Beata Maria Maddalena, ancor el- la per diuozione volle baciare la detta Reliquia; ma efsendo quafi fuori di per lo ftupore, che del miracolo , che vedeuain Suor Ularia , non fentì in se V operazione della fletta Reliquia . Ma la fera quandoandòà letto, volendoli medicare le dette piaghe , e malore , come era lolita ogni icra< letrouò tutte rifaldate , e le lue caraipulite,, e nette da ogni male» come icmaiaueiseauutQ piaghe , ne malorcnè più le fono ritornate je così ha tcltificato con giura- mento .con altri teftimoni .

A Suor Maddalena Franciotti,monaca,profcfsa nel muniftero di SCiorgio di Lucca, per vna caduta, reftòtalmcnte offelo il pie finiftro. che non poteua punto muouerlo, e vi aueua grandinimi dolori : & eiscndo fiata venti giorni ferma inietto , fenzaauerriceuutoalcunniiglioramentoda'medicanicnn ap- plicati, ricorfe allinterceflìone di quella Beata Madre . Vna mattina doppo ef- ferfi comunicata alletto, dandole intorno.le Nouizie , fecero voto tutte con- cordemente , detta lor Sorella guariua , di recitar iivonorc di quefla Beata tanti Salteri, quanteiettere fi contengono nel nome di Maria Maddalena , o tenere tante ore di filenzio . Mentre le Nouizic fecero quello voto, ella fi fe- ce fare il légno della Croce (opra il piede infermo dal Padre Con flore , con vn pocodi" Reliquia di Jeozuolordella Beata : al che (ubito fentì entrare in quel piede , & in tutta quella parte vngran tremito, con maggior dolore del loJito, e cefsatoindi a vnottauodbra il tremito , e dolore, fi riti ouò lanata del piede» e fi leuò di letto , & andò afuoieiércizi , lenza alcuno impedimento : & infic- ine con tutte le Nouizie, e Monache refe grazie a Dio, &allaBeata Maria Maddalena ; e lei ftefsa con molte altre, & il detto Confefsore A il medico>cc- iìificano quello miracolo con lor giuramento .

Suor Giorgia diMauano di Marchio da Cafoli , Conuerfa, nel medefima

S 4 mu-

i5o vita delia D.iviariarAlaaaaiena ae razzi.

muniftero di San Giorgio , per vna fimil caduta Je era entrato dolore di fpafi- mo in vn piede ftorto, e fatto voto à quefta Beata, reftò Tana, e lo teftifìca co- me fopra.

Suor Flauia A rnolfini monaca Profeffadel numiftero di Santa Giuftina^, di Lucca, per vna caduta precipitofa , le reftò talmente offefo il lato finiftro » che le ritiromo i nerui di quel latcche vi (èntiua tanto dolore, che non po- teua foffrire, che cofa alcuna glielo toccaffe , ne poteua punto muouerfi del Ietto,& i medicamenti applicati dal Medico» non folo non le haueuano gioua- to ; ma gl'era andato augii mentando il dolore, in modo , che daua in fpafi- mo . Onde non potendo fòffrirlo, efortata à ricorrere all'interceflìone della.* Beata Maria Maddalena, richiefe vna monacarne le recaffe vna Reliquia,che ella aueua di fuo : e mentre la detta monaca le recaua la Reliquia, quanto più s'auuicihauaall'inferma,fi fentiua ella vie più. alleggerirli il dolore: e portatale Ja Reliquia, fentì celTare affatto il dolche, e fiibitopotè muouerfi, leuandofi di letto lana : e poftafi ginocchioni con tutte quelle , che fi trouorno prefenti , con grande allegrezza cantorno in ringratiamento il Te Deum Jaudamus,<5co e fu il miracolp da lei,& da altre,& anco dal Cerufico, che la curaua, teftifìca- to come fopra .

Suor Lodouica Franciotti , monaca nel muniftero di San Giufeppe di Luc- ca,aueua portato ventun'anno vn catarro ne fianchi,nelle gambcc nelle mani con gran dolorane potea lenza buon'appoggio inginocchiarli, ne chinarfi, rizzarfi,e fempre aueua le mani,€ le ginocchia enfiate . Subitoxhe coirvna_* Reliquia d'vn poco di velo della Beata fu tocca, fentiilì adoftb tanto gran ter- roreche quafi vfcì fuori di sè,e fi fuenne ; e rinuenutafi trouoffi al tutto fana lenza dolorLfenza enfiagione,^ fenza impedimento alcuno, fi che liberamen- te fi agitaua,come (e non auefle mai auuto male alcuno;e per miracolo è testi- ficato con giuramento da lei,e da altre monache,fi trouorno prefenti,& anco- ra daLmedico, che la curaua .

Suor Maria Eletta Orfucci , monaca nel muniftero medefimo di San Giu- feppe di Lucca,ritrouandofi per molti anni ài maladifpofizione , alivltimo fi fermò in letto con grandiilime penexagionatele da vnji poftema nel lato drit- to, con bri acuti (lì me, lenza poter pigliare punto di ripofo, poiché ne anco potea giacere : ma per cagione della pena le bilògnaua (lare giorno, e notte à federe su 1 letto, & aueua due febri il giorno : e le bene i medici faceuano con- tinui rimedi, il male tuttauia andaua augumentando, iti maniera . che era ridot- ta vicino a morte . Ricorfe in quefti termini ali interceftìone della Beata Ma- ria Maddalena,& vna mattina dopò eflerfi comunicata ai letto, fi pofe addoftb con gran fede d'auerà guarire, vna Reliquia che aueua della Beata; e lìibito le venne vno fuenimento con tremito > e gran trauaglio , che le durò vn quarto d'ora, e celiatole quel tremito fi fentì tutta rinuigorire: onde da perse ftefla fi kuò del letto. e flette vn'ora all'altarino mginocchioni , con grande ftuporo delle monache, ringraziando Dio delia ìanità riccuuta . Eflendo ftata così fa- na due giorni per cala, le fu detto da pedona da lei (limata prudentexhe non fi fidaffe di quefta fanità repentina,perche poteua non eflere finità reale, e vera» e che però ne fteffe con timore, e non ialcialfe i medicamenti . Diede tede la

monaca

V ilei ciglia jL^.i-Yiaiia i¥iauua*v.iw uw i a^^u x.cj *

monaca à quella perfona, e cominciò à fgomentarfi , dubitando d auer à ri- tornare come prima : onde per quefla poca fede permeile Dio, che le tornaf- fero le due febri, che aueua prima & anco le ritornò la pena . Ma illuminando- la Dio, e facendole fentire interiormente , che quello era affetto della iuapo- ca fede > di nuouo ricorfe ali interceffione della Beata Madre : e dopò deflerfi vna mattina communicata, fi fece fegnar di nuouo con la delia reliquia , e fu bito fi partì !a pena e Ja febre, e fi leuò di letto , & andò a gli efercizi della Re- ligione, ringraziando Dio. Tutto quello lùccelso è teilificato dalei,edaai- tri teftimoni cóme fopra » e fpecialmente, dal Medico

La Signora LifabettaBuonuifi ne Nobili di Lucca , era (lata inferma otto mefi di rebre> con grandiffimo dolore di fella ,e con inappetenza tale, che non poteua mangiare alcuna cofa,fe non contro loftomaco « Sentendo leggere la vita di quella Beata* s'accefe à gran deuozione verfo di lei > procurando d'aue- re qualche fua reliquia , & ottenne vn poco del fuo lenzuolo : e non trouan- do in tanta lunghezza di tempo da mdlti medicamenti , che aueua fatto , al- cun rimedio , che la lanatTe , ricoricai linterceffione di quella Beatale polla- fi con fede adoffo quella reliquia»fubfto redo lana. La medefima grazia otten- ne vn'altra volta d'vn altra infermità per mezzo del l'i (le fsa reliquia Di più. Vn fuo figliuolo chiamato Celare j per cagione del vaiuolo aueua impedito vn- occhio da vna maglia, & era rocchio rappiccolito più dell'altro : ròtrouando alcun rimedio da medicamenti vmani , ìi feceilfegno della Croce ^on quella reliquia, e fece voto di mandarlo per vn'anno vellito dell'abito Carmelitano à onore di quella Beata . Subito fatto il voto , & applicatoli la reliquia, comin- ciò à migliorare, &àpocoa poco ritornò locchio fanocomeauanti : e que- lle grazie non iolo fono teftrficate da efsa Sig. Lifabetta , ina anco da Medici che Jacurauano^

Suor liabella Gianpaolo monaca nel munillerodi S. Chiara di Lucca, tedi- fica, che auendo auuto alcuni termini di febre quartana , £o'l meterfi addofso vna delle reliquie della Beata , fu bito -ne reilò libera . 4

Suor Perpetua Collodi , t edifica , che aueua portato fei mefi vna indifpofi- zione di ftomaco, che le daua continuo dolore : vn giorno le accrebbe tan- to , che dubitaua morirneperche era tanto ecceffiuo, che ella fi venne meno* Mentre ella llaua in quello termine , le f ù pofto addofso da vn altra monaca vn poco di reliquia di quella Beata Madre , e fubito il dolore cefsò . Le riprefe il medefimo dolore la ilefsa fera: e fattofi porre addofso la medefima reliquia dinuouo, iubitocefsò, ne mai più ha patito di tale indifpofitione > epenadi ftomaco.

Suor Appollonia Mafsorofa, monaca nel medefimo mimiftero , per cagio- ne d'vna fcefa aueua vn'occhio tutto coperto di (angue , che leimpediua Ja vi- lla. Si fece toccare il detto occhio , con vna Reliquia della Beata , e (libito il langue fi partì,e l'occhio rhnafe netto ,e riebbe la villa : e tutte tre tellificano con giuramento quelle grazie riceuuteà inteteeifione di quella Beata .

Suor Francefca Bariotti , Conuerfa nel medefimo munillero di S. Chiara di Lucca, aueua vn braccio nel quale vi era concorfo materia , fiche fempre era enfiato , e particolarmente nel gomito i bafso * inuerfo Ja mano aueua fatto

vn

tttz v^rauciia u.iviui ih iviauuiiicua ac razzi»

vn gonfio quanto vn graffo pane; onde non aueua in detto braccio punto di forza , poteua fenza grandiflima diftkultà muouerlo,& aueua portato que- llo male lèi mefi continui fenza trouare rimedio alcuno da'medicamenti, ari- corche molti ne aueffe ratti. Quella auendo veduto le tante grazie ottenute dall altre monache delfuomunifteroperinterceffione, e mediante le Reli- quie ài quella Beata Madre, dopòdefferfi per molti giorni raccomandata à lei , con gran fede d'auer à guarire per i fuoi meriti, fi fece toccare con vna fua reliquia il detto braccio , e fubito reftò fana , e potè adoperarlo fenza alcuno impedimento i e così ha giurato effer la verità, con altre monache del fuo muniflero .

Oltre alle predette grazie miracólofe efaminate>c teftificate tutte nel fopra- detto Proccffo,ne fono lèguite molriflìme altre in detta Città di Lucca , quali per lettere , & à bocca fono (late fcritte , e riferire da diuerfe pcriòne alle mo- nache del munillero di quella Beata

Della fama della Santità , e diuozione de' popoli verfo di quefla Beata , aitanti che fuffe Beatificata , Cap. CXLIX

IL primo giorno dopò la fepoltura del corpo di qnefla Beata Madrccomin- ciò laChiefadelfuo Munifteroà effer frequentata à fua diuozionc da Fio- rentini, e molti veniuanoà domandare alle Madri doue eli era fepolta , &alla fua Sepoltura faceuano orazione, e le raccomandauano come à Santa, o Beata \ e rièll'iftcffo tempo cominciorno à effer chiefte da molte perfone a». <\tttc Madri delle Reliquie, delle cofe feruite in vita per fuo vfo:e così fempre dapoi in qua ha feguitato la detta Chiefa à effer vifitata da molte perfone à di- uozione di lei, e non folo da Fiorentini, ma anco dalle perfone de luoghi , e_» Città circonducine ; e fpecialmente è (lata , & è in grandifiìma diuozione ap- preffoiLucchefbper le molte giazice miracoli, che erti riferirono auere ot- tenuta e riceuere continuamente à fua interceffione, e mediante le lue Reli- quie . Onde molti di loro per diuozione di quella Madre fono venuti tal vol- ta à fchiere à vifitate la fua Chiefa ; tra quali vi fono di quelli ancora , che per maggior diuozione fon venuti dalla porta della Città di Firenze, fino alia detta Chiefa à piedi fcatei: e tanto quei, che fon venuti, quanto akri,fono (lati fem- pre auidiflìmi dauere delie Reliquie fue'e con grande illanza hanno mandato, e venuti à chiederne, e molti hanno mandato, e portato gran quantità di Ro- farij,e Corone, per far toccare con effe il Corpo di quella Beata: e come han- no referto alcuni di loro, credono efferui poche cale, che non abbino l'effigie di quella Beata . Vedendo le Monache del fuo muniftero tanto gran femore de popoleranno 160. cominciorno ad onorare con particolar diuozione il giorno del fuo tranfito con molto concorfo di popolo, che poi è andato fem pre crefeendo anco con linremento de Screniflìmi Principi , i quali non folo in tal giorno, ma altre volte fono venuti per occafione di vedere , e riueriro quel Santo Corpo: come anco ha fatto,paffando di Firenze, Ferdinando Duca di Mantoua, che non contento d' vna fola villa , tornò la feconda volta à riue- rirlo . Medcfimamente in alcuni altri Munilìerij, come in San Domenico di

Lucca,

Vita della IJ.Mana Maddalena de razzi, j

Lucca, & in vno di Monache Carmelitane nel Monferrato, è (lata in taf divo- zione, che molti anni auanti la fua Beatificazione aueuana in particola* onore ilgiomodel iuo tranfito. E circa ihiìedeftmo tempo deliberorno deregger- le vn'altare,alcune dioote Monache in Brufelles; & airifteflòs -obligòcon vo- to Giouanbattifta Magnani Scultore in Parma l'anno x 6 io.

L anno antecedente 1 609. fi diede in luce la Vita di quefta Madre (rampa- ta in Firenze : & eflendofi per fa diuotione de popoli fpacciata iti pocrrifiimo tempo, de Uaniio ioli. di nuouoriftampara con l'aggiunta de'ratti , e poi nel i5 2 o. la terza volta, Tempre con grandifiìmo fpazio . Per mezo della qual vita fi è vie più dilatata la rama della fua Santirà,e la divozione de* popoli, e del- le nazioni verfo ài lei, onde è fiata poi rifiampan in Pania , e dal Signor Caua- lier Tobbia Mattei Ingle fc Cattolico,tradotta m lingua Irigfcefe, è fiata ftampa- ta in Fiandra; & anco è fiata tradotta in lingua Spagnuola dal Padre Fra Marco di Guada lazara, facerdote Carmelitano Scalzo di Saragozza nel Regno d'Ara- gona, Cronifta della Maeftà del . Così ha Dio publicato, e manifeftato la- Santità della lua vmile ancilla, che tanto cercò d'occultarff , e di viuere afeofa àgliocchidelfe Creature. Siche altro noufi può conchiudere, non con la verkà della temenza del Saluatore :• S&jc burmliat^exaltabitur *

Della. Beatificatone di Suor Maria Maddalena, fatta da T^pflrù Signore Tapa Vìbano Ottano . Cap. C L .

VEdendòfi cosi dilatata nel Mondo la fama della Santità, C de'imracoli di quefta Madre ,e crefeendo continuamente la diuozione, ci concorfo de popoli, come fopra è narrato, furono le monache deHìio muniftero perfuafe , e fiimolate da molti Prencipi,e da altre perfone, efpecialmente dalle Serenif- fime Altezze di Tofcana, à procurar da Noftro Signor Papa Paolo Quinto la Beatificazione: onde 1 anna 6 1 o rjcorfero al Setenitfimo Duca di Mantoua Ferdinando Gonzaga, all'ora Cardinale di Santa Chielà>fupplicandolo à voler* impetrare dal Sommo Pontefice facoltà di formareif Procedo fopra la fua vi- ta,e miracoli Fu da fua Beatitudine vdita molro» volentieri la pia iftanza , che fopra di ciò le fu fatta dal detto Signor Cardinale, e mofirò inclinazione à que- llo negozio', e difle > che il primo Proeeffo informatiuo poteua farfir dall'Or* dinario di fua propria auttorità t oiKle il Signor Cardinale n'auisò l'Arciue- feouo di Firenze r Monsignor AfefTandro Marzi Medici , e lo pregò inftante- mente a voler metter mano quanto prima a quello negozio . La medefima iftanza le fii fatta da altri Cardinale dalle Serenifiime Altezze di Tofcana;otv del anno 161 1. il detto Monfignor Arciuefcouo fece vn compito Procedo , nel quale efaminò in Firenze for>ra la Santità,e miracolidi quefta Madre, cen- tone otto teftimoni,' <5c vn'altro le ne formò in Lucca fanno Tegnente^ fopra-, belliilìmimiracoli (eguiti per interce filone di quefta Beata nellifteffa Città , nel quale fumo eliminati altri trenratre teftimoni ; & vn'altro ne formò in Parma fopra altre grazie iui feguite: i quali tutti fumo mandati à Roma alla Sa- cra Congregazione de Riti; dalla quale fu commettala reuifione de' detti Pro- ceffi al Signor Cardinale Oifino. Ma per effèr egli dipoi andato Legato del

Sommo

i54 Vita delia B. Maria Maddalena de Pazzi.

Sommo Pontefice a Rauenna, dormì quefta caufa per diurna prouidenza fino all'anno 162». nel quale anno auendo detto Sig. Cardinale Orfino riuedutii Proceffi, a o. di Febraio riferì alla Sacra Congregazione de' Riri , che la cau- fa della Beatificazione di quefta Madre era degna , e meriteuole deifer tirata auanti ; e la Sacra Congregazione fece la medeiìma relazione à N S Papa Vr- bano Ottauo : il quale efifendo Supplicato , e dalle Monache di S. Maria degli Angeli. e dalle Serenifs. Altezze di Tofcana per la Beatificazione d'i quefta ma- dre , fi moftrò pronto .* ma fi dichiarò volere > che fi pfleruaiTero tutti li ter- mini delle Beatificazioni , che il tutto palTaffe con rigore fecondo gli ordini , e Ritti della S. Madre Chiefa infimili caufe confueti . Commiflè perciò per Chirografo particolare quefta caufa a tre Auditori di Rota , che furono Mon- fig. Giouan Battifta Coccino Decano , Monfign. Alfònfo Manzanedo Qui- nones Patriarca Gerololimitano, e Monfign. Filippo Pirouano , i quali fpédk- no le Remiffione à Monfign. Arciuefcouo ó\ Firenze , & à due Signori Cano- nici della Cattedralexioè al Sign. Andrea del Touaglia Cavaliere di S.Stefano, ckalSig. Alefìàndro Strozzi oggi Vefcouo diS.Miniato alTodefco; iquali vnitamente con molta follecitudine comprino il ProcelTo con tutti i termini iuridici . e con molta di ligenza.e lo mandorno à Roma: doue prefentato a' me- defimi Signori Giudici di Rota , fu da effi aperto , e diligentemente efamina- to . E dopò auer difcufTo, e ventilato con rigore la validità di elio, e poi la fan- tità della vita, òki miracoli di quefta Madre, tanto quelli operati in vita, quanto dopò morte ; e dopò d auer nuouamcnte commefìò per lettere remifforali a medefimi Giudici in Firenze , che faceiTero nuoua vifita del Corpo di quefta Madre, e con altri più Medici di quei, che s'erano chiamati nell'altre vifite ,per prouare con più ficurezza l'incorruzzione» l'odore , e liquore di quel Corpo : & efeguita quefta noua vifita con la prefenza, & efame di fei Medici, e riccuu- tone da e (li Signori Auditori il Procedo: apertolo, & efaminatoto, fenten- ziorno , che quefta Sema di Dio era degna d'eflere non folo Beatificata , ma annouerata nel numero de Sanri canonizati : e Monfignor CoccinoDecano ftefe la Relazione .quale fottoferitta da tutti tre , la prefentò al Papa . Allora S. Santità rimife la Relazione alla Congregazione de' Riti , a'quah prefentarada' medefimi Auditori il ^ 8 .di Marzo 1 616. detti llluftriffimi deputorno à rife- rire quefta Caufa , il Sign. Cardinale Pio , facendo citare il Sig. Antonio Cerro Procurator fifcale à contradire >fe aueffe cola da opporre . Si fece fopra di que- fta Caufa tre congregazioni ; e nella prima fu difcufTo , & approuaro la validi- tà de* Proceffi fatti in Firenze, nella feconda la (àntità della vita , e nella terza i miracoli operati in vita & in motte . Onde la detta Sacra Congregazione rifoì* uetteche le à Sua Santità folle piaciuto, poteua Canonizarla e finche ciò fi fin celie , Beatificarla ; e tanto le riferì . Sua Santità ftante quelle relazioni , per vnfuoBreuefotroildÌ8.diMaggio 6 6. la dichiarò Beata , e conce fle, che le ne faceffe l'Vffizio , e la Melfa in Roma, & in Firenze : in Roma per il primo anno nella Chiefa di San Giouanni de' Fiorentini, & in Firenze in perpetuo» come in detto Breue ; e da Monfign. Arciuefcouo di Firenze fu ordinato f Vi- fuio , che in Firenze fi facelTe Doppio . Dipoi ad ìftanza della Religione Car- melitana > delcuiOrdine ell'era AatodalmcdefimoN.S. VrbanoOttauo,

con-

v il a urlici u. iviai la iviauuait,i in uc a az, ai. z ò 5

conceduto, che tutto l'ordine Carmelitano per tutto il inondo pofla celebrar- ne la Meffa, e l' Vffizio * e che anco gli altri Sacerdoti nelle Chiefè de' Carme- litani di Roma, portino celebrare la Meflà del Comune delle Vergini non martiri , come per va altro Breue lòtto li di 23. d'Aprile 16x7.

Come giorni ycbe fi celebrò nella Chiefa àelfuo Muniftero la fefta della fua Beati- ficatone , multiplicò miracolofameate toglie (tvn Orcio * £aj>. CLL

SPedito il Breue di quefta Beatificazione ,• con fommo applaufo , e giubilo di tutti i diuoti di quefta Beata > e fpecialmente de' Fiorentini, le Madri del fuo Muniftero , inficme con il lor Padre Gouernatore , e ConfetTore > il Sig. Vincenzo Puccini , deliberorno , per fodisfare alla diuozione de Popoli fare vna fplendidiffima feda di quefta Beatificazione per otto giorni continui 5 & efporre per tutto quel tempo d Corpo di quefta Beata in Chiefa à vifta di tu t- ti: e per collocarlo più g!orio(àmente,che fuffe poffibileaiella Cappella mag- giore di detta Chiefa , fu con bellitfimo difegno accomodato nella volta éi quella , vn Paradifo, dipinto d'Angioli fopra nugole, e fplendori; in mezo de', quali fopra il corpo efiftentein vna cafta di vetro era Timagine di quefta Beata; e per far rilplenctere quefte nugole,e fplendori per via de refleffi de' lumi > Ci erano accomodateglielo à quegli Angioli fino al numero di feffanta lucerne. Edouendofi cominciare à celebrare la detta Fefta il ,24 di Maggio à ora di Vefpero, che fono i primi Vefperi della fefta di quefta Beatali! giorno antece- dente,cioè a' 23. di detto mele» volendo le due Conuerfe » deputare fopra ta- le Vffizio , preparar foglio per le lucerne > andorno nella ftanza doue fi con- ferua.(5c accoftatafi vna di quelle per finir di votare vn orcio doglio morchio- fo , che fino allora era feruito per le lucerne del Conuento, nel quale vi era ri- mafto fette,ò otto fiafehi d oglio : leuato, che ebbe il coperchio,lo trouò pie- no fino alla lòmmità,che quafi ftaua per traboccare . Siatterrì,e quafi fentiftt arriciare i capelli la Conuerfa in vedere vna cofa cosìinafpcttataje chiamata la Compagna, con loro ftupore non feppero fare altra congettura, non, cho la Beata lauefle miracolofamenteaccrefciuto . Imperoche effe fole maneg- giauanol'oglio dd Conuento , e fapeuano , che non vi era in Conuento altro oglio , che quello, che fi trouaua in quella ftanza ; e tutti gli altri orci eran pie- ni come prima, in Conuento vi eia venuto oglio con cui fi fufie potuto riempire detto orcio quale era di tenuta di tre barili;fiche congetturauano non poterui eflere le non miracololamente : e cauatone fette , ò otto fiafehi fpar- lero la voce di quefto fatto per il muniftero, ma non fu dato loro audienza , credenza. Ma feguitando poi quelle dueConuerfe per parecchi giorni à caua- re dal medefimo orcio più fiafehi il giorno , per confumo delle lucerne^ di dette nogole > come per le lucerne del Muniftero , e per le lampade di Chiefa, nell'ifteflb tempo , che l'attigneuano vedeuano attualmente* cbe^. nonfcemaua, mafemprerimaneua alla medefima milura, che era reftato quando il primo giorno ne cauorno quei fette,ò otto fiafehi ; e così fi con- gruo a quefta miiura per quattro , òcinque giorni, con marauiglia > e ftu- pore

tot vicaueuaD. maria iviaaaaienaac razzi.

quantità, che ne cauauano volta per volta. Peruenuta quella cofa a notizia-» del Padre Confeflbre, econofeiuto per diligente efame fatto à dette con- tiene» alla Superiora, «ScallaltreVifizialidelMiiniftero, die ciò non potc- uaeffer non per virtù Diuina, dette ordine , chequell'ogliofì confemafle, come miracolofo : e fatto mifurare quanto ve n'era rimafto, trouò ,che ve ri erafedicifiafehi : e fatto calculare quanto n'era cauato, trouò, che nera cauato cinquanta fiafehi, che con detti fedici fanno il numero di feflantafei fiafchirC l'orcio non teneua più, che quarantacinque ; fiche prouò euidentiffi- mamente il miracolo: e fatto efaminare con giuramento per ordine di Monfì- gnor Arciuefcouo , per mano di Notaro publico le dette due Conuerfe , con tre altre Monache, affermomo effer vero quanto fopra è fcritto . Dipoi fatto dalmedefimo Monfignorc Arciuefcouo vna congregazione di nouiTeologi fopra quello fatto, tutti con beliffime, e fottiliffime ragioni afFermorno effe- re vneuidentiffimo miracolo, e de maggiori , che Dio noftro Signore operi à gloria delfuofantiffimo nome. Dal, chenonpare,che fi poffa concludere al- tro, fé non, che è piaciuto tanto a Dio l'efaltazione, che ha fatta il fommo Pa- llore di quella Spofa di Chrifto col dichiararla Beata , e l'onore datole da'fuoi fedeli; ipeciaimente nel gran concorfo, frequenza , e diuozione, con la qua- le in quegli otto giorni fu vifitata, che ha voluto con la fua Diuina onnipoten- za corroborare quello , che ha fatto il fommo Pa flore , e con efla concor- rere all'onoteche à quefta Beata hanno dato i fuoi fedeli . E per l'autenticazio- ne di quefto miracolo, fi è mandato à Roma in autentica forma l'efamina del- le dette Monachcinfieme con il parere , & approuazione della detta Congre- gazione de' Teologi e di Monfignore Arciuefcouo di Firenze

IL FINE.

L'ODIO

t%7

L'ODIO AMANTE

O V E R O

LAMORE SDEGNOSO

Gradone in Lode della Beata

MARIA MADDALENA

DE PAZZI CARMELITANA OSSERVANTE.

Recitata in Trapali nel giorno della Tentecofie y nella Gbiefa de Santa Maria della Vita de Tadri Carmelitani Offeritami.

i "W^VÀL Sagro Monte Carmelo fpunta hoj>gi Iapiùlncente \ StelJa> che nel fereoo Cielo di quella antica Religio- \ J ne, il cui Fondatore trionfando della Natura, e de'Seco- Ji, viue ancora impaffibile in carne mortale, rifplender giammai fi vedeffe . Hoggi» quando l'Amor increato di Dio , per far pompofa moftra delle lue glorie, aperte le cataratte del Cielo , e dilu- uiandoamorofo fuoco lopra gli Apoftoli , riempie delle diuine gratie rVniuerfità della Terra: Spintus Domini repleait Orbemterrarum a : Il s^i. 7 creato Amore drna puritfìma Verginella , per ifpiegardel fuo potere le pompe, fciolti di fragii corpo i legami , foruolandogloriofatòwra_, A'immenfuà delle Sfere ^accrefce allegrezza a' Beati,marauiglia all'Em- pireo. Hoggi, non credo lenza fpeciale artificio diquell'eterna Sa- pienza> che al jferer di Salomone* efl omnium artifex by fi fono ac- s*p.7*u copriate due Feltiuità folenni,e della Sagratiffima Pentecofte, qua- rto lo Spirito Santo diicefe (oura gli Apoftoli : e della Beata Maria_» Maddalena de Pazzi , quando il fuo Spinto n'afcefe fra gli Angioli.

2 E quando con più proportionato difcontro, poteuanfi celebrar le glorie di colei, che fìi tanto innamorata di Dio che nel follenniflìmo giorno dell'Amor di Dio ì Quando meglio poteuan comparir le fiam. me * che le brucciaron dolcemente le vifcere , che in compagnia di quello foauiilìmo Fuoco,che hoggi cade dal Cielo ì Quando mai la_* gloriofa vita della Vergine Maddalena, per efler lodata , douea confe- gnarfi alle lingue de Dicitori Euangelici , che quando quello Spirito , eh e l'Imeneo delle Vergini, in forma di lingue compartite fopra i Capi Apollolicté Quando mai 1 Eroiche attioni della noftra Santa Donzella,

che

% 8 8 Granone Recitata

che fanno ftupir la Maraviglia, poteano più acconcianìentecoftitairfì foggettoalla Fama,che in quello giorno,quando per dar vigorofo fia- to alla Tromba, lo Spirito Santo fi fa sétire come vn gagliardiflìmo ve- to i Quando mai poteua meglio ammirarci dall' Vniueriò la fapientitfì- ma pazda di Maddalena de Pazzi, che quando gli Apoftoli ripieni del- lo Spinto Santo , erano fcioccamente ilimati dagli Hebrei, che navi- gando per vn mar di Vino,con la Barca d'vna Tazza,haueffer fatto nau- Ecei. i. in fragio del dilcorib^ Muflo madere deputarti, quos Sphitus repleuerat e ^mn' Quando mai doueano comparir nelle Scene de' Pergami le Profetie r l'Eitafi,e le vifioni innumerabili di quella Spofa di Chti(ìo,che in que- llo giorno dello Spirito Santo , di cui fìi detto ; Effimdam de spirim heu. zs. me o, & prophetabuntfilij veftri, £r iuuenes veftri vifìones videbunt d ?

3 O che bella intrecciatura di (agre follennitadi,e dello Spirito fan- tificatore, & d'vno Spirito fantificato; e della Chieia , che riceue Dio nel Cenacolo: & d'vna Donna, eh e riceuuta da Dio nell' Empireo : e d'vn diluuio di fuoco , che manda Iddio dal Paradifo per impofleflàrfi del cuor'humano; e d'vn diluuiodacqua,che verfa dagli occhi vn cuo- r'humano per impofieiTarfi di Dio: e d'vna Fiamma, che feende interra per ritrouar la (uà Sfera nellhuomo ; e d'vna Terra, che faglie in Cielo per ritrouar il fuo centro in Dio; e d'vna Lingua eloquente,alJe cui pa,-

cw.i.j. role fanno fònora Echo le più rimote parti del Mondo iinomnem-j Terram exiuitfonus eorum e ; e, d' vna lingua si muta>che non ftfciol- fe mai ad vn'otiofà parola : e d'vno Spirito della Sapienza, che per ac- quiftar Sapienza,perluade pazzia; Stultus fiat3vt fit Sapiens f; e dVna.» Donna, ch'effe ndo (lata Di (cepola della Santifllma Trinità , per otte- ner il grado di celebre Dottore fsa , con eterni applaufì degli Angioli,

p/tf. S' conformandofialnomedeifuonobilCafato,riulcìvna follennffliim Pazza : S tutta fatta eft, vtftt Sapiens .

4 Ma fra tanti nobiliilìrni rifcontri.e delia Pentecofte, e della no- ftra Beata, per accennar in qualche modo le gloriofe attieni di quella fagratiflìma Verginella, à due particolari mi appliglio ; che come fu- rono i principali, che in quello giorno faccetterò , così Lr.o i più rag- guardeuoli.nel corfo della vita di Maddalena rifplendano. Vento, e

^a. 1. 1. Fuoco,nella Pentecofte fi ammirano: Faftus eftfonus tamquam fphitus vehementis: Apparuemnt illis difpertitx lingua tamquam ignis. e E Vento di patire , e Fuoco d'Amore in Maddalena vederemo Vento ga- gliardi/inno, tamquam fpirit us vehementis-, perche fu vn patire, che 1 II- peraua le forze: Fuoco ardentiiFuno perche fu vn Amore, che le bru- ciaua anche le carni . Vento d'vn patire» che pareua effetto d'vn'odio crudele: Fuoco d'vn languire > ch'era cagionato da vn amore irruen- te. Siche con vn bellulìmo paradoffo vederemo in Maddalena vn* ODIO AMANTE, edvn'AMORE SD l GNOSO: v n'Odio, che ama,& vn' Amore, che odia . Spero, che da tante lingue infocate, che hoggicadon dal Cielo, apprenderà lamia lingua deiser faconda : hu>

mia

Nella Fefta della B.M. Maddalena de Pazzi. % %$

mia debole voce,, firà rinuigorita da quel gagliardo Fiato, che hoggrli (ente : non mancheranno alla mia Oratione difiorite parole le Rofo » mentre mi corniteli ragionami nel giorno di Pafqua Rofata : ne potrò temercene 1 miei concetti riabbiano fentkiiento di freddo , mentre raggireranno fràgttauuenimenti di Fuoco. Piaccìaui fra tantd&Nobilif- fimi Vditorùdi far l'vfficio degli Apoftoli, i quali fi come, Erant pari- ter fedente s in eodem loco, h & attendeuan diuoti gli effetti del Vento , Aid.. e dei Fuoco dello Spirito Santorcosi ancor voi, Tariterfedentes in eo- dem loco, attendete con vn eortefe fiIentio,quanto del Vento del Pa- tire, e del Fuoco dell' Amorcd'vn ODIO AMANTE, e rfvn'A MO- RE SDEGNOSO della Beata Maria Maddalena de Pazzi , io fon per dirui : e cominciamo .

5 Non vi paia ftrano, Vdirorr, quello amicheuole congiungimen- to d'Amore , e d'Odio, che per ordir la tela delle lodi di Maddalena»^ , quafi due artificiofe fila io vi propongo . Poiché, oltre che 1 Amore , come con l'Angelico infegna il lottile , * è propriamente cauli dell' D.m.i,. Odio:nè mai fi vederebbe comparir odio nel Modo, non vi compa- *;,f;z£. ride prima rAmore;perche giamai fiabborrirebbe il. male, che s odia, scoiti, *. non perche è contrario al bene, che s'ama . poi diremi,per cortefia, ^;6*j^° oiTeruafte mai le diuife dell'Amore, come in tutto fono fomiglieuoli à 2' "' quelle dell'Odio? Arco,faette, fuoco, ghiaccio, catene,carceri, pouer- tà, vigilie ,digiuni,difagi,pericoii,flagelli,pene, tormenti, di fpregi, lagri- me, (bfpiri,piaghe,morti,rouine,e{rerminij, e quanto à danni altruipuò efiere machinato dall'Odio, tutto l'vfurpa per fauonre i fuoi f èguaci F Amore. Anzi non mai con maggior gloria difpiega le fuepiù ricche pòpe l'Amore, non quando fra tormentofe mi ferie menai fuoigior- ni:ne in più tranquillo Mare (lima di nauigar più felice\che quando con tempeftadifofpiri , e pioggia di lagrime fi vede fommerfo dentro vn* abiflb ài fangue Che però quel Corifeo degli Amati Paolo Apoftolo , come non perfetti nell'Amore rampognagli Hebrej,che non doueua- no vantarfi feruidi amanti, mentre non ancora s'erano imporporati col fangue: T<{ondum vfque adfanguinem re/ìitiftir. k Et il medefimo Paolo a «**!*;♦ dopò che fra i vezzi dell' Amore fu nel terzo Cielo rapito , torto fa vn dolorofoca alogo degli effetti deli Odio, à che rifletto Amore il con- duflc: In Uboribus plurimisym carceribus. abmdantiusy in plagis fupramo- dum,in mortibm frequentar: à Iuddis quinquies quadragenas vna minus ac- cepiy ter virgis cafusfu?ny fernet lapidatusfum, ter naufragiumfecr,nacley& die in profondo marisfui: in itineribusfapè; pericuiis latronmn, pericuiis in Ciuitateypericulis in folitudiney periculis, infalfis fratribus ; in labore y & arumnaxin vigilus multisy in fame y & fitiyin leiunijs mukisywfrigorey& nu- ditate : ' che so io ? poteua far più al Dottor delle Genti l'Odio più \^9' X1- crudele, di quel che gli il più piaceuole Amore ?

6 In fatti,Signori, non fi dichiari amante, chi non foggiaee a'tor- menti : nèpuòhauer nel cuore tenerezza d'amare, chi non ha nel

T petto

X9° Granone Recitata

petto fortezza di patire . Le Rofe de contenti non fi prendono, che fri le fpine de' tormenti : e le perle delle coniblationi , nel falfo Mar degli affanni fi pefeano . Chi porta amore nel cuore, ha da portar nelle ma- ^"^niillibrod'Ezzechiello, m nelquale erano fentte canzoni, e lamenti. Ha da imitar quel fimulacro dell' Apocaiiilì, n c'hauea la Spada» eie £/"-«c Stelle. Ha da raflbmigliarfi alla Mano del Facitore (upremo, ° ftrin- /Ao.h. ger col pugno l'acque de' rrauagli, e mi furar à palmi il Cielode'gufti. iudu i4 Ha d'haucrJa forte dei Leon di Sanione , * & eflere sbranato da cre- pacuori, ed afìTaporar il mele delle dolcezze . Ha da idearfi dal trono di Salomone, 1 atterrir con l'effigie de Leoni,e lufingar con la candidezza ^.17" * dell' Auorio.Hà da eflere come la pietra di Mosè, x & efferpercoflu con ex*.i7.6 laVerga,e featturire il refrigerio dell'acque-In (omnia ha da diuenirevn Paradifo Terreftre, f racchiudere infieme con le delitie il Serpète. Che Gentf>.z però è coftume ordinario dell' Amorcarder nell'acquea foipirar cata- do. Ridde nelle pene, e fra timori fpera. Sempre combatte»ed offerifee la pace Sta in continua perdita, perche ha perduto irefifore pur vince ogni cofa,perche d'ogni impedimento trionfa . Camina fra tormenti > perche l'amare è vn martirio : & il fuo fenderò è di gioia perche ogni tormento egli è dolce. Serucperche ha perduta la libertà & e R è per- che ogni dirficulrà gli vbbidifee Non mai Ci parte ,perche ftà radicato nel cuore:e fempre voIa>perche fiegue l'Amato E tanto pouero.che va nudo : & è tanto ricco,che fempre dona . E vn ladro così rapace, che .* ruba infino il cuore,e non fi fatia:ed è vn Donator così profufo, che ha ìnfinlevifcere, egliparnuJla. Minaccia con le lunfighe, elufingan- do impiaga . Parla tacendo , e negando con le parole , conrefla con l'opere. inognipunto la morte.e con la morte mantiene la vita. Le fue ignominie vuol che fianoglorieà fuoi dolori confortale fue ca- tene corone \ le fue carceri libertàri fuoi difeacciamenti raccoglimen- ti> & vn veleno d'Infèrno comanda , che fia vn nettare di Parodilo . In fomma trouafi in vn cuore Fuoco d'Amore ? Dunque fa di meftieri » che vi fia il Vento del Patire > e dell'Odio : e fempre la mia propofi- tione fi auuera , che in vn cuore > che ama , ha da fpiegar la lua bal- danzosa bandiera vn'ODIO ARMANTE.

7 Eccone chiara l'ifperienza nella gran Maddalena de Pazzi, nel cui

fteflò cognome porta fcolpita la finezza dell' Amoré:mentre con tanta

perfettione amò quel fommo Bene Increato, che dimoftratafi fapicn-

tiflìma Amàtcfi dichiarò paz?a d'Amore, perche come dice Climaco:

tfhns de Jimory({H&àam infama efi. l Ma di chi credete>Signori, che Maddalena

grZ* e fofteneffe 1 Odio,e foffriffe io Sdegno*? Di ftefla . Ella con vn'animo

pietofamente crudele, e con vn cuore lautamente homicida, diuemita

di medefima,eTiranna,eCainefice, per conformarli à quella fciìtc-

Za Euangelìca : Qui odit animamfuam in hoc Mundoy in vitam Atcrttm

15,15 cuJìodueam:llapipYd<: nella Scuola delDiuino Amore la Dottrina di

u«t » vn'ODIO AMANTE, e con più lòdeuóle pciificro di Ariflippo Filo-

mmvitT. loto, x che lommerle tutte le iiie ricchezze nel Mare>pet liberai te fteÉ

Nella Fefta della B. M. Maddalena de Pazzi. 19 1

fo dal naufragio ; con vna oftinata rifolu rione deliberò di perder ftef- fa, per guadagnar medefima .

8 Appena quafi fi erano dalle Tue membra difuincolate le fafcie^ , che le tenea ftrettamente falciate dentro i cilici] . Appena s'era difuez- zata di lucchiar poche (lille di latte, che con mano di pargoletta, e con vn cuor di Gigante ,fape dalle fue vene (parger fiumi di fangue- Non fi poteua contar più nella fua vita d'vn luftro;e già nell'acquifto de'me- rìti numerauanfii Secoli . Non ancora hauea trafcorfa l'età di Fanciul- late nell'afprezza dd viuere hauea trapaflati i più inuecchiati Romiti. Non ancora prouaua il fenfo alla ragione ribelio -, e giacerne reo il con dannaua alle pene. Non ancora la Carne ricalcitraua allo Spirito; e già con vna Tanta ingiufritia la fententiaua stormenti. Non haueano. ancora i Lombi penfato di rubar nulla alla purità della mente;e già, co-1 ' me conuinti di furto, fra catene di ferro gli teneua riftretti , Non anco* ra il fuo Corpo fapeua contro l'Anima machinar tradimenti ; e di già il lbggettaua feueramente à flaggelli . Non fi poteua in quella tenera^ età difeernere altro, che innocenza; & ella con vna lodeuoie fintione^» riputandofi colpeuole, n'eflìggeua a fpriffima penitenza . Sii i primi al- bori del fuo candorpuerile, foiferiua le cocenti sferze del Meriggio , cioè le sferzate d'afpriiTìme difcipline Non ardiua ancora la colpa d'ac- coftarfi à fchiccherarle l'interno j e di già ella nefacea le vendette con iòftenerne le pene. Elia,comeche Fanciulla, per non effer ingannata^ dall'aftuto Nemico, ingannaua fantamente ftefla;e per guardar ficu- ra la fortezza del cuore, quafi foltenefle de Nemici ialTalto ,ftà su la_* fentinella d' vna continua vigilia, fi prouede di abbondante vittouaglie* di rigorofi digiuni; fi inondare all'intorno il Fiume di copiofiffime la* grime^piegailrolTeggianteftendardod'inlanguinati flagelli,aìTegnai pofti allacuftodia de1 fenfi,caua profondiamo il folTod'vna vii cogni- tion di fteiTaXpiana la campagna della mente con vn totale diftacca- mento dal Mondo, feocca le faette di feruenti orationi, fa rifuonar non i bronzi, ma i ferri di ferrate carene, e con accefi globi di varij ftrumen- ti di mortificatione, quafi ordigni di guerra, procura di metter in fuga il Nemico, prima, che fi accodi a combattere . Qdiaua più ella fola fé-, ftelTa, che non odiaua vn certo Timone Ateniefe tutto il Genere Hu- mano. y E fi come de Giganti fauoleggiaron gli Antichi, z che in vn Fiutar. medefimogiornofivedeuanonati,adtilti,eguerreggiantico'Dei:co- ^"?* Maddalena nell'ifteffo tempo, che frmirauà Fanciulla , fembraua^ T"

Ouid.Mct,

adulta nelle pene,che con le fue afprezze muoueua guerra all'Inferno. 9 Ma le difciplineJe vigilie,e i digiuiùbenche fuperiori aU'età,pareua nondimeno,che fuffero eiTercitijcommunali de'Sàti.Quelloxhe rifue- glia lo ftupore è,il veder vna Fanciulla appena di fette anni , che nel ri- gor della vita,non contenta di préder lemoffcoue altri hauean felice- mente terminate le metecon folleuati penfieri machina nuoui ordigni di pene,e co più felice auueniméto di Perillo, a inueina nuoue maniere pim, J4,c. per tormétar medefima. Aduna gran quàtità di pungentidlme fpine, *• 8-

T 2 d'alcune

2.9 l Oratione Recitata

d'alcune fabbrica tafene vna Corona, ne cinge le tempie;e d'altre for- matotene vn Cintole ne falcia i lombi : e per radicacele pianelle me- bra>cosk cinta e coronata fi adagia per ripofarfi nel letto. Siricordaua_, Maddalena,che vnf Anima non ritrouo nel fuo letto lo Spofo : in le- c*»*.j.i. guio meo qU&jìuì>que diligic jinima mea^qu^fìui illum9& non inueni: b e la cagione fù,perche era vn letto afperfo di Rok^Le tlulus mfler floridus: onde addottrinata Maddalena alle fpefe altmi,pcr ritrouar'il fuo Spofo, ne va ad vn tetrodi fpine. Voleua dare ad intédere ch'ella era vna fe- menza,diuei fa da quella di quell'Agricoltore Euangelico,c poiché non *"8.7- f0iamente non era foffogatadalte {pinc>mà in mezzo delle fpine mag- giormente crefee ,e fi auanza Già col continuo guerreggiar contro fo fte(Ta,fi hauea cóquiftato il Regno della Patiéza; e perciò diucta Reina dellafprezzcnon douea con altra Corona cingerli il capo, che con vn Diadema di fpine. Era la fua méte vn delitiofo Giardino di conteplatio- ni diuinc'onde per ailkurario dell'inuafione deladri,vi fa intorno vna-* fiepe di fpine : Era rifoluta di regnar sépre fra pene,& acciò quefto fuo Regno fia ftabilce fermo,vuol, che le fpine le fian radicate nel Capo . Penfaua, in tutta la fua vita di fagrificarfi à 'torménte perciò come vitti- rettili, i. ma coronata! d s'incorona di fpina. Giua penfando,che Iddio cóparue à MdiTs** Mosè in vn ricinto di fpine,c e perche bramaua ancor ella.che le ma* Bxod.yz. nifeflafle alla meteforma del fuo Capo vn roueto di fpine. Nel Giardi- ^phton.in nodi venere le fpine pugono il piede /perche fandiuenire zoppo il pe- frogimnaf. faxo p£f j0 camino del Cielo: onde dille colui: Fxoreduxi,& ideò non lucido fsu venire;^ Ma nel Giardino di Chrifto le (pine trafiggono il Capo, perche aprono il varco alla mente per volartene à Dioiche però diceua pf.i*. jz. il Real Profeta: Viam mandatorum tuorum cucnrri>càm dilataci cor meù: h Ma quando quefto gli auuenne? quando fìi trafitto dalle fpine dello p/. 4. 1. tribulationi, in tribnUtione dilatafli mìhi. DifTe Cameade* che la bel- lezza del Corpo è vn Regno fenza fatelliti:mà la bellezza dell'anima è Latrt. m vn Regno, l à cui per guardarlo fan meftiero i Soldati : che però dillo ems vita. Salomone: l Omnis cuftodia ferua cor tuum,quomam ab ipfo vita procedit : re» .4.1, ^ j. qUgy,^njraa fanta fu Jetto : En lettitlum Salomonis fexagintafortes ambinntyomnes tenentesgladios,& ad bella dotti ffimi : m E perciò Madda- ant'1 7 lena alla Metropoli di quefto Regno,cheil Capo, mette la guardia del- le fpine. Quel Terren fortunato.che fecondo germogliaua fenza fpine 14W b+s. le Rofe, n dopò la primiera maledizione fi vide fterilito produr fenzsu, htxa. K0fe ]e fpjnc spinas , & tribulos germinabit tibi: ° ma nel Terreno dei Ctn,yi ' CUor di Maddalena.mérrc le fpine fanno verfare (lille di l'angue, produ- cono,in cópagnia delle Rofe, Rubiniln quefto M5do,chi ha nel Capa le Rofe ,hà neì cuore le fpine ; che però quei, che n'hauean fatto 1 ifpe- s*p.*.s. iie:nz^diccUàno:CoronemMS nos 1\pfn> antequam marcefeant: p e poi pen- $4^4. 8. titi fi doleuano: Diuitiamm iattantiayquid contulit nobis? i Ma nella Cala di Dicchi s'incorona di fpine di trauaglUoglie le Rofe d'vna tranquilla i cfcr.i. cofcienzaionde diceua PApoflolo,/"/»** modum grauati fnmus , r ecco ucij0.u1 ]e fpine i ma, gloria noflrabac efl , teHimonium confeicntia nojlra , *

ceco

Nella Fella della B, M. Maddalena de Pazzi. 19 j

ecco le Rofè . E vero , che per detto del Saluatore,le fpine non pro- ducono l'vue:^»?»/^//^^^ l Ma quelto fi auuera^. Mattb.y delle fpine nate in vn campo ; ma le fpine per amor di Dio radicate l6- sul capo 5 germogliano grappoli d'vua , d'onde fifpremeilvinodi gioconda allegrezza;onde diceua l'Apertolo, "Gloriamur in tribulatio- R6m-s-i< nibus: Et , Superabnndo gaudio in omni trilmlatione x Hora SÌ, che con- ueniua à Maddalena quell'attributo della Spofa: sicutlilnminter fpi-2-ck°-7^ nas. y poiché efTendo ella vn eandidrfìinio Giglio , nonfoloperla; purità verginale ; ma anche per fa fanciuHelca innocenza , fi cingeuail Cant,i' u Capo, &i fianchi di ptingentifsime fpine

10 Spine crudeli , fpine fpietate : e come foftesì ardire di entrar irr quel Capo, oue non ancora era entrato pender funefto di colpa ? Co- me non vi confondere confbnderuicon quefle chiome , che al co- lor doro fimboleggrando gli amorofi penfieri , dinorauano l'ordinata carità verfo di Dio ? Come non vi fpezzafre per renerezza , vedendo? aprir tante ferite fui Capo àcolei , che per la tenerezza deglianni, ap- pena tàpeua aprir ìa bocca à parlare? Mà.che colpa han le fprne>metre fecero I'vbbidicnza d'Amore ? O Amor tiranno.che non la perdoni anche alle Facrulled'vnluflrol' Anzio dolciffimo *^more,che comu- nicatoti alle fanciulle d'\Tilu (frode rendi trionfami l'incoroni di fpine! Sono quelle proddezze d* Amorcchc amado odia, mentre tormèta:& odiando ama,mentre fa dolci i tormenti;& à fomi- glianza di quel Pefce>nomato>Stella * m mezzo cf vn Mar ài tra Bagli, far m m che i fuoi legnaci ardan d'Amore. Oche gradito fpettacolo, métre dal* *. 6o.'j£ la Neue d'vna Verginità innocétczimpriiar vagamente mirauanfi Ru- tf- Rhc~ cellettipurpuen! Mentre con tate (pine Maddalena inlanguinaua il ca- $™m. 3. dor d'vna purità fanciuHelca > sébraua dimllarfnn vna vermiglia rugia- da, che pioueua fopra de' Gigli . Onero hi vn picciolo Fantìcello di li- quefatti Rubini^he dolcemente feorrea foprar Diamanti. Ouero in vn diftillato Corallo fopra d'vn vago Jaftrieato di Perle . Ouero in vn bel Cinabro eletto , che con Tartificiofa mano d'Amore minianal' Ano- rio. Ouero in vn Oftro pretiofiu*ìmo,per colorir la porpora ad' Amore, Con quefta pioggia di fangne , che cadeua dal Cielo od fuo Capo> mi- nacciaua Maddalena all'Inferno caideliffima ftragc. Quanto fangue Maddalena verfa dal capo , tanta forza al Demonio toglie daloiore » Refta ella ferita, è vero 5 ma rimanagli languente . Per impiagar il Ne- mico , rieeue ella le piaghe : per metter in fuga , fi mette ella lui Ca- po l'afsedio delle fpine : e per fommerger il fuo Faraone , forma c\h il rolso Mar del fuo fangue .

1 z Io non faprei ogni (lilla di fangue, che le cadeua dal Capo, iiiife come vn di quei denti diCadmo.che partoriua efferati armati per guerreggiar coni Inferno: ouerofufle vn feme di vn fiore, per for- marne ghirlanda à coronarfene il Capo. Se quei forami fu (Fero porte ? onde il dolore faceffevfcir dal Capoilille di fangue: ouero T Amoro facefle entrar nel petto torrenti digufti. $* qudk punte aprifiero

T 5 più

tAff.l

Butti k

mut vita.

194 Orationc Recitata

più ferire alle tempie per auuiuar le Tue pene: ò più bocche alla Fama^ per celebrarle fue glorie . Se quelle (pine fuiTero lancic per tener lon- tani i Demoni: oueroamorofe faette per impiagare il cuore al fuo dol- cirtimo Spofo . Se fuuero chiodi > con cui s nichiodafle col fuo Amor CrocifilTo : ouero temperate penne , con cui su la carta bianca della»* tua carne verginale, con ttncnioiiro del fangue, co* caratteri ódk feri- te» co' pericoli de' gambi, con leparentefi dell'intrecciature , co' punti delle punte, con le virgole delle fpine, per tramandarlo a poderi , pet marauigliade' fecoli, (criueua ella medefima in compendio il Trattato fango d'Amore . Se pur non volellìmo dire, che le (pine fallerò pen- nelli, con cui su la tela della Teda, con l'ombre del dolore, co' lumi dello Spirito, col bianco dell'innocenza, col vermiglio del (angue , col minio dell'affetto , coal'azurrode'celeiìipenfieri , dipingeffe iole-» ftefla vn'animato ritrattoci' vn cuore innamorato di Dio ; e sforzalTe al- fe (tupore l'Empireo > che anche in terra fra le fanciulle d'vn luftro fi ritrouano Serafini .

1 3 Ma Maddalena, nel girar d'vn luftro , così fiero fperimentò IODIO AMANTE, mentre per Amore fi condannò à foftener così acerbi tormenti, quali credete , che fuiTero fiate le pene, e l'àfprezze , con cui auanzandofi ella negli anni, fi auanzò ne' martiri ì Piacefleal Cielo-, Vditori, che atringrandirfrdi Maddalena nell'età > s'ingrandifle in vn'artifìciofa eloquenza la mia dozzinale Oratione ; ma (e pur non-»- poterti per mia fuentura affegu irlo, confido, che faran così grandi lo prodezze, ch'io fon per racconrarui di quella, che attoniti dallo (lupo.* re* lafciarete di penfare alla mia battezza del dire.

14 Già fatta adulta Maddalena, (limando vn bamboleggiar da Fan- ciulla, quanto hauea fofferto fin hora, cominciò>come grande fofte- ner più crudele rODIO^d'i\more,efperimentar più gagliardo il Vento

j del patire.- Onde poteuaft veramente affermare, che , Fafttis efiin ea fonus-tamquamSpiritHsvebementis . a Infino ad hora Maddalena ha fcherzato con le pene, perche è fiata Fanciulla: & ancorché i tormen- ti fufiero (tati grandi, che haurebberoatterriti anche i Giganti, gli (li- maua ella piccoli > perche fi fcaricauauo fopra del fuo piccolo corpic- ciuolo . Ma quando nell'età era ell&diuenuta già grandejftimaua man- camento, non ingrandirfi ancor nelfafprezzc : Ana(Tagora: b ftimaua

*" delitie il foffrir grinfortunij della più fortunofa Fortuna, purché poref- fe beatificarfi col rimirar (blamente il Solete Maddalena riputaua gioie tutte le pene, ch'ella, diuenuta di (Iella afpra Fortuna. poreua cagio- narne purché merftaiTe folo di auanzarfi in vn grado di Amore . Cho però non fatiadi tonnentarfi conquei dolori, ch'ella potea cagionar à feftefsa, chiamauainfuacompagnia vn più potente perfecutor per af- fliggerli. E chi credete, Signori.che fufie ftatoeoftutf Iddio: Iddio me- defimo, le tré Perfone Diurne^ quafi accinti alla guerra, s'armaronoà berfagliare, à battagliar Maddalena . Ne vi offenda l'orecchio , ch£-» iddio perfeguitaffe lanoftra Beata , perche qui fi tratta d'vn'ODlO

AMÀÌSU

Nella Fella della B. m. Maddalena de Pazzi; 1-9 j

AMANTE,- e già fapete, che fra colpi di flagelli fi matricolala Figlio- lanza di Dio. G £1 grande Infegnator delle Genti promulga ■irreffagjh".aji bil fentenza » che le nel camino della pietà ti rifolui à prender le mof- ,rofto diuerrai dalle perfecutioni vn berfaglio . d E quella lingua ca- nonizzata di quel cuore di acciaio, congiure querele fi Jamentaua de *" tm*% fuoi amici, che mentre il vedeuano perfeguitato da Dio , non doueua- no eglino con nuoue perfecutioni ag°vauMlo:Q4<zreperfeiHimimime leb,l9^ ftcut Deu$\& carnibus meis faturamini e ì

15 Richiamate alla memoria, s'Iddio vi falui, Signori , in che ma- niera Iddio perfeguitaffe il patientiflìmo Giobbe ; e così vi fi fchiari- ri l'intelletto à confiderar le perfecutioni, alla noftra Maddalena^ mandate. Dalle contrade dell' AbilTo chiama l'Onnipotenza vn De- monio ; e come à Bargello del fuo rigore>^H fpedifee ampiapatente_* di tormentar àfua voglia vn più giudo fra giihuomini . Col Fuoco, e col Vento , quafi con Miniftri di crudeltà, gli brucia gli armenti , t con vn gaghardiflSmofcuotimento, rouinandola danza , oue raduna- ti banchettauanoi Figli , fopra di quelle roume, ergendo i trofei del iuo furore > gli fa comparire prima fepélliti , che morti . Penfaua^ faftiofoNemico, col Fuoco di far anckrinfumof innocenza di Giob- be, e di ridurre in cenere la maHìccia fantità di coftui : e coibenta fmantellargli dal cuore la coftanza dell'animo . Mànons'accorgeìL* l'infelice, che in mezzo di quelle fiamme, rilplendc più pretiofo f Oro delle Virtù ;e come^annofa Quercia , à grimpetuofrfiaridi que. floBorea, abbarbicaua più al profondo le radici della pazienza. Ro- uerfeia in vn tratto fopra di quefto Atlante vn Mondo di calamità, ac- ciò ,oppre(To dal pefo, gli fuflTero Calamita dellatiifperarione : e quan- do credeua con vn tal Mondo foura il di lui Capo d'opprime rlo,trouò, e he fe'I metteua fotto a pie per calpeftarlo: per non dire, che fc ne for- mauavn gradino per falidène à Dio . Er ancorché in tal maniera fa- ceTe crudeliffima ftrage, ftimaua egli, che fliflè folamente vn vibrar ia srh la Spada, mentre fi feruiua del Fuoco^e del Vento .

1 6 Ecco, che da vicino l'affale, e con terribil colpo gittatolo , non interra, acciò, come Anteo noe ripigliale le forze 5 f ma fopra vn vii ****> e*. letamaio, acciò come Antiococonfumato nel puzzo, gl'infracidaiTe Ti.1'7*' infieme con le carni lo Spirito- ma a fuo difpetto il rimirò fempre in ^?« }iè nella fortezza: e quando penfaua nel proprio ma rcidu me affogar- jo, vedeua , che con l'aura dello Spirito nauigaua felice v per approdar nel porto della Gloria. Gli trafrìffe con mille piaghe le membra ; ma nonarriuògiammaià pungergli il cuore . Gli aprì ben mille ferite ne! corpo, nousò perfarne vfeire più tormentata l'Anima; ò per far en- •trar nell'Anima più arrabbiata l'impatienza. Glifchierò nelfeno vno -efercito di vermini, acciò pafeiuti alle fpefè » anzi con le carni dell'

affediato, fi rifoluefle, òdi abbandonar il porto della Virtù, ò fulTo *coftrettoà confumar le foftanze delle fue membra , per nutrimento «diqnella verminofa sbirraglia rmàinmezzo di tanti rimordimenti »

T 4. non

AG*

i$ré Granone Recitata

non fi fehtì giammai rimorderla cofeienza di colpa. In fomma machi- nate dal Demoniotutte le pene, praticati tutti i tormenti,sfogataturta_r la rabbia : dopò dauer ìfpogJiato H patiétiffimo Giobbe delle robbe»de* Figli,difemedefimo:pernondire , chelhauea veftiro cl'vn pretiofo manto di Gloria. Dopò hauergiì Jafciato altrove la mano>per darti disperato la morte; e Ja lingua, per biaftcmare il tuo Dio : per non dire* che il lafciaua pien di trofei, per effer ammirato con eterni applaufi da- gli Angioli . Dopò hauerlo inchiodato in vn letto di fuccidume, e fat- tolo vjuo fèpolcro di fteffo: per non dircene l'hauea fublimato in vn Trono, pereffere lo ftupore de' Secoli. Dopò hauerlo vecifo mille volte, lenza mai finire dargli la morte : per non dire, che l'hauea confi- guato nelle bocche d'vna Fama immortale Dopò hauerlo fatto vn vo- mito delle difgratie, vn Moftro dihorrore,& vn horrore He'Moftri: per non dire .che l'hauea ratto vn Trofeo della grada, vn Moftro di fantità » & vn ornamento de Santi . Finalmente confuto per vederfi vinto da vn'impiagato languente, fi precipitò negli abiffi, per non veder i trionfi, che al fuo competitore apparecchiaua l'Empireo . . %f Ma credetemi, Vditori, che tutti i patiménti ài Giobbe Ci ponno chiamar delitie, rifpettoi quello , che per amor di Dio Maddalena fo- ftenne . Gareggiauano le Tre Perfone Diuine ad affliggerla . II Padre Eterno dopò hauerJe importo, che per molti anni, folo con pane , & acqua coftringefle la fua vka à non dipartirfi dal Corpo, che in breuif- fime hore, anche fui nudo terreno, ammetteffe il fonno sii gli occhi : che con le nude piante premeflc i più gelati rigori del verno:che le Po- tenze, & i Senfi lofpefi in aria, per lo diftaccamento dògni affetto ter- reno^ (lederò inchiodati ncll'erfècutione àcì Diuino Volere : con vn Aflalto di fpiritogittatala in terra, quafi al primo colpo abbattutala , le fulmina contro rigoro fa fentenza,che per cinque anni continui debba giacerfene, non in vn letamaio , come Giobbe ; ma in vn'horribile for- nace di trauagli acce- -biffimi: e foftener, non già il mordicar di piccioli vermiciuoli; ma l'arrabbiate Zanne degl'infernali Leoni . Ecco, che il Padre Eterno fcatena dallabiflo, non già (òlo vn Demonio 5 ma rtuoli intieri delle più (pauenteuoli Bertie, che in quelle infernali grotte fi an- nidino; & per dar loro libera poteftà di tormenrar in tutti i modi la Ver- gane, fi allontana egli con la condolanone dello Spirito .

18 Dioirnmorrale, chi potrebbe laccontargli l'pauenti , le tenta- doni, gli horror j, le percofse, gli ftrafeinamenti, i precipiti], gli (Irati j , che da Demonij in quefto tempo Maddalena foftenne? a' quali per re- fiftere, mentre trouaua chiufa la porta del diuino ioccorfo , n'aprjusL* nel fuo corpo ben mille , mentre m mille modi s'impiagaua le carni . Hora per difeacciar quei Martini , fi sferzaua con discipline di ferro -• bora per tener lontani qiieimoleftipenfieri, che alla fua viua fede, ed all'angelica lua purità tendeuan Tinfidie, cingeua il fuo Capo, come fuocortumatoprefidio,connumerofefquadre di fpine: hora per ifpe- dir ambafeiadrici le fae vigilie nel Gclo,mendicaua vn difagiato ripofo

dalla

Nella Fella della B.M. Maddalena de Faz zi. 1 97

dalla nudità della Terra . E benché in quefto tempo , in così diuerfe maniere daile diabolice Furie fofleaflalira fempre nondimeno potea in lei prefagirfi gloriola vktoria;poiclie co'* iuoi rigorofi digiuni indeboli- ua a* Tuoi nemici ic forze: andana icalza,acciò con la nudità del iuo pie- de IchiacciaflTe il capo à quei Serpenti infernali : fi cingeua di catene le niembra,per incatenar le forze a Demoni : fi sferzaua con di (cipline di ferro,perdifcacciardal dio cuore à colpi di flagelli quegli fpauenteuoli Moftri.prendea su la nuda terra vn trauagliate ripolò , peraddormen- tareil fuofuroreall' inferno- Verfaoa fra martiri.ch'lladauaà fefteflà, prodiga iJfaugucnò so le per tingerfiambitiofa la porporato per foni- rnergerein quello rollò Mare il Nemico : s'incoronaua di bel nuouo il Capodifpine.no so per dichiarirfinionfatricegloriofa,ò per trafig- gere il cuore à' fuoi perfecutori tartarei : & in fomma s incaminaua per lo fentiero di morteich'era il Dolore, per rintracciare il camino di vita, ch'era T Amore.

19 Che le noi parliamo delle pencche le die laSecóda Perfonare che altro potcua darle,fè no quello ,di che egli abbondaua^Era egli huomo di dolori,come regiftrò il Profetta; s& vn Falcetto di mirra,come il de * Ifa'^ ** fcrifle Spofa; h e però non fapea diftribuirecon maggior gufto , che c^t i. u.. amarezze^ dolori, lo non mi dicendo troppo à dichiararui i torméti>di che fu partecipata dal Verbo; bada, che le fu comunicato vn viuaciffi- mo fentimento di tutti i dolori,che il Figliuol di Dio in tutta la Tua ama- riiììma paflìone foftenne . E fi come quefti, fecondo il parer di S. To- maio, 1 auanzarono di gran lunga tutt'itormentide'xMartinfper con- d.tu. k fequenza le pene da Maddalena fofferte, non bifogna dubitare, che ■**£ 4ó;"' non rullerò le maggiori del Mondo-

j 20 Finalmente la terza Perfonadiè lvJtimo compimento a marti- rizzar Maddalenajpoiche non folo nel giorno dello Spirito Santo^uali per celebrar più follennemente la Fefta, volle, clVennaffeneH'horribi- liffimo lago delle tentationi infernali; ma le fottrafleil dolce fentimen- to della gratia , & delle interne confolatioiù Onde il Verbo le fen- tire i più attroci tormenti del Mondo Jo Spirito Santo in quefto abban- donamelo le fèfperimentar le pene d'Inferno* Poueta Maddalena* che fai? che dici? che penfi? che ti rilòlui? Se alzigli.occhi nelCiclo,per te è fatto di bronzo : gli riuolgi in terra , la truouigià diuenuta di fer- ro : ricorri al Padre , & egli ti prefciiue trauagli : ne vai al Figlk)>& ci ti prelenta fpince f laggelli: Fuggi allo Spirito Santo>& ei fi nalconde; chiedi il foccorfo de Santi, eniuntirifponde : abballi Je luci, emiri à danni tuoiarrabbiato l'Inferno: ti giri intorno, e vedi contro di te fcate- natii Demoni. Pruoui l'intelletto ofeurato, la volontà raffreddata, e memoria confufa , le potenze abbattute, ifenfì afta liti, il Corpo tor- mentato, l'Anima afflitta. Che Giona, K fepellito vino in quel lepoi. /^„.t, ^ chro animato^ Che Giobbe, l che bramaua di ticouiarfi nell'In- ferno per sfuggir l'ira di Dio? Che Daniello, m deftinatoad effetti ^Xlt sfoganiento ài rabbiofà fame a' Leoni ? Si può Jmaginareitatopiù mi-

férabile.

19»

Oratione Recitata

ferabile, miferia più cornpaffioneuole di querta ? Vna pouera Donzel- la fatta beriàglio a] furor dell'Inferno , diuenuta fcopo alle faette di vn Dio Se l'Odio haueflè bramato di far delle lue crudeltà l' vi timo sforzo, non haurebbc potutoergere più gloriofo trofeo , che Maddalena ten- tata . Ben poffiam dire , che ruffe fiato gagliardiffimo il Vento de' pa- timenti (òftcrti3e che5F##Kj efl in ea fonusjamquamfpiritus yehementis*

21 Ma ricordateci. Signori, che il Vento hoggi fi accompagna col Fuoco , e le pene fon rammefcolate co'gufti . L'Odionon sa far male> quando vien guidato d'Amore. Vn'ODIO AMANTE è vn Artefice de' più faporiu contenti: Scvn'AMOKE SDEGNOSO è vn Fabbro delle più inzuccherate dolcezze . Maddalena non haurebbe potuto fof- ftir tante pene , non amaua : farebbe (lata nel patir collante, non filile (lata nell'amar feruenre.Ben conueniua,che hoggi in com- pagnia del Fuoco pioueflero lingue dal Cielo , poiché peri (piegar f amorofo fuoco di Maddalena, vi bifognano lingue infocate . Ninna co(a è più inuifibile, chel Fuoco nella (uà Sfera : e niuna cofa è più in- efplicabile , che l'Amore nel cuor di Maddalena . Ho errato , Signori ; Maddalena non haueua cuore , perche Thaueua dato à Giesù: e Giesù haueua dato il fuo cuore i Maddalena . Vditc Iddio vi falui, il fuccef-

G .n i8#I2 fo . Si haueua ella con diuerfi fanti penfieri,quafi con diuerfi gradini, à fomiglianza di Giacob n » formato vna (cala : & hora con la contempla- zione delie diuine grandezze , le ne faliua nel Cielo : hora confidcran- do 1 humana malitia, ne feendea nella Terra . E mentre rapita fuor di , era in (letta tutta raccolta , per inflar vnita con Dio ; vn giorno dopò hauer recitato la Compieta in compagnia d'Angelo Santo Car? inclita , e della gran Vergine Cattarina da Siena, vide il fuo dolce Spo- fo Giesù , che alla prefenza di quelli Santi, e defia Reina de Santi, le fu vn cortefirtìmo dono del luo cuore Diuino .

22 Qui vorrei , Vditori , che con la folleuatezza de voftri indegni mi aiutafte à decidere, Maddalena in quefto auuenimento morifle, ò per miracolo d'amore redatte viua . Se non hauea il fuocuorecom'era viua ? Efe nel fuo petto hauea la vita , com'era morta f Senza cuore^» non fi può viuere : e con vn cuor che vita non può altri morire . Al dipartirfi del cuore da vn petrose ne fugge la vita: & all'introduruifi vn cuore , eh e vita , (e n'allontana la morte . Diciam così, che Maddale- na mentre era amante , era morra , perche viuea nell'amato : e mentre era amata,era viua j perche hauendo l'amato , ricuperaua la (uà vita_> t ch'auea nell'amato riporta . Mentre amaua, hauea tramandato il fuo cuore all'amato; dunque era morta: e mentre era amata, hauea riceuu to nel fiK) petto il cuor dell'amato; dunque era viua. Maddalena non era in fìefra,perche era in Giesù ; dunque era morta : e Giesù hauea dato il (uocuor à Maddalena, perche l'amaua ; dunque era viua.. Vede- rte mai vn petto lènza cuore, e non morire ? Mirafte mai vn petto col cuor di Giesù , che tutto vita , e non viuere ? Sono quefte del Diuino Amor le prodezze , che con la vita motte , e con la morte vita^» .

Chi

Nella Feda della B. M. Maddalena de Pazzi. 19$

Chiama , muore : e chi muore amando , viue . Non fi ponno fcom- pagnar Morte, & amore: e quando la Morte diuien compagna di Amore, s'incatena ancora in- dolce vniòn con la Vita . Chi ama , viue ; perche vn mortononama. Echiama,muore; perche vn'Amante non ha cuore da viuere,màd'amare. Dunque Maddalena era doppiamen- te mortale perche eraamame; e perche non haueailfuo cuore; e dop- piamente viua ; e perche era amata y e perche lìauea il cuor di Giesù y che la Fontana di Vita .

£$ O feliciffimi pafTaggi di cuori ; altroché le trafmigrationi di Pi- tagora , Odolciffimi cambiamenti di vite : altro , che le trasformatio- nicfe' Potei . Io non dubito , Signori, che il Fuoco, che in quefti fagra- titfìmi giorni cade dal Cielo , di cui 1 Amor di Maddalena è viVanimato ritrattOjnon femori a chi bene il confiderà vn diluuio ài fiamme.Quan* do radunati nel Cenacolo di Sion , quafi in vn' Arca , non già i figliuoli di Noè , ma quei della famigliola di Chnfto : non fi rompeuano i fon- ùdelì Abiflb, ma inondauano i fiumi dello Spirito Santo : non s'apri- uano le cateratte del Cielo, ma fi differrauano del Paradifo le Porte : non s'ingrombraua 1 Aria tenebrofe caligni , ma s'illuftraua di lumi- nofi fplendonmon rouinauanoin terra precipitofe le pioggìe,mà com-

{>ariuanosùi Fedili mifteriofe le fiamme : non fi vedeuano minacciai: epoltura a' più alti Monti infuperbiti gli Oceani , ma per inalzar fopra le Sfere l'Anime humili, abballati dal Cielo fi mirauan gl'incendi j; non vomitavano i Mari ad ogni flutto imperuerfati la morte, ma prommet- teuatioi Fuochi adognifauillaimpietofitila vita,- non fi deplorava c- flinto l'Vniuerfo tumulato nell'Onde, ma giubilaua generata la Chiefa dentro gli ardormon fi vedeua fdègnata la Giuftitia fommerger la Na- tura dentro dell'acque , ma pietofa la Mifericòrdia promulgar il Van- gelo in mezzo del Fuoco . Cadeuan Tefcintille, e fcintiHàuan gli affet- ti : pioueuan le fiamme, e fiammeggiauano i cuori: inondauano i Fuo- chi, ócsinfocauan le voglie •• fiauuanzauan gli ardori,& ardèuanoi pet- ti : diluuiauan grincendi]>e fi confumauan gli (piriti: veniua dal Cielo lo Spirito', fuggiua dalla Terra <*gni Carne . Si vedeua Fuocosìi i capi lin- gue di fuoco nelle bocche , parole di fucco nelle lingue , legge di fuo-, co nelle menti amorofo fuoco ne' cuori, operationi di fuoco nelle ma- ni, velocità' di fuoco -ne: piedi . In fomma vrt diluuio di filoso* che in- ceneri la Sinagoga, che generò la Chiefa .

24 Ben conueniua , Signori, che in tempo , che dal Cielo cade vrì diluuio di fuoco, comparifle in Terra vn diluuio animato di amorofo Fuoco diuino . Confidente mai Maddalena, che non fi védefle in tut- te le fue anioni , in tutte le parole mandar fuoco, fpirar fiamme, fco- prir ardori, manifestar incendi j d'amor di Dio <* Se per vna volta , che riceuerono gliApoftoli lo Spirito Santo > fentirono tanto fuoco nel. cuore, che, come diflfe Gregoriail Grande > °Fortis apparentiòus Un- Gr*^£' guis igneisy intus fatta fmt corda ftammamia : che incendi) poffiam direy *°* «he Maddalena fentifle , mentre per fette giorni , Cotto nuoue forme

riceueua

joot Orationè Recitata

riceuetva ogni di lo Spirito Santo? Ella hauea fuoco nei piedi; polche rapita in eftafi > con miracolosa agilità caminaua ne' luoghi eminenti » oue appena con l'aiuto delle fcale vi fi poteua ficuro fèrmaruifi il pie- de . Hauea fuoco nelle mani,mentre trafportata dall'impeto dell'amo- re,tutta accefa correria a tuonar le Campane,& al rimbombo di quel- le Ecclefiaftiche Squille, accordandogli accenti, che le fuggeriua l'af- fetto , con dolce melodia inuitaua i popoli , dicendo : ; v enite tutti ad amar remore . Hauea fuoco nel petto, mentre non potendo (espor- tarne gli ardori , che le meeneriuan le vifcere , fi (quarciaua fmaiaiofa- merrte le velti . Hauea fuoco nel cuore , mentre da quell'innamorato' di Dio Aguftino le fu fcritto nel Cuore à lettere d'oro , Verbum -, & con caratteri di imgas^ aro fati urn cfl. Hauea fuoco nel la voce5men- tre bramaua di hauerla per amor si (onora , che fentita dalle più rimote parti del Mondo,accendefleogni cuore ad amar il fuo Dio. Hauea fuo- co nelle parole , mentre non ilcioglieua in altre note la lingua > che in- torno à qacì foggetto,che le teneua fegato il penfierore diuenuta Bac- cante del ParadOfo, fenza connetter leparole,giua gridando^wo/T, Umore y Hauea fuoco nel volto, mentre racchiudendo nell'interno vn ivlongibello continuo , fuaporaua dconceputo ardor per la faccia ; onde la dimoftraua (empre fpiratrice di fiamme. Hauea fuoco nelle ìnembra , mentre non potendo fofTrir 1 inceudio,che le brucciaua le vr- feere , hor fi sbracciaua neHacqua,hor ne beueua in gran copia,, & hor le la riuerfaua nel feno . Hauetu fuoco nel moto > mentre à Somiglian- za di mobililfima fiamma , hor qua. hor caminando giua , rirornaua* iàltaua > correua,e non poteua troiiar in niuu fno ri polo , perche non poreua fermar ir fuo penfrero in altro, che in Dio . Hauea fuoco in tut- te lattioni ; porche mangiaua , ella fi fottenaua à banchettar col fuo Spofo :fe dormiua, nonfolamente con la Spola vigilaua nercuore,mà con la bocca ancora fi fentiua locfer il fno Dio : in baffi minifterij im- piegarla ella le mani , inaltiffimecontemplationi fubhmaua i penfieri i trapungea con piccot ferro le relè faceua di tutta ftefla vno (frale > meglio» che Anacteonte non firrfe. per volarfene al Gelo : e finalnren- te fempre fi vedeua inalzata in rapimenti , e folleuata neHeftali , quali inquieftiflìmo fuoco , che volando cercaria , per ripofar , fua Sfera . 2.5 Chi fi trasferifee da vn habitatione in vn'altra , iui trasporta ttip- ta la fua fuppellettile, oue per habitaTui ha eletta la danzar hor mentre Maddalena haueua eletto di habitarinDio per amore, in Dio hauea tra (portati tutti i fuoi penfieri, e'1 luo Cuore : e perciò in efrafi fempre iòìlcuata muauafi. Vn moribondo difpenfai luoi beni , lafciai legati >Óc infiituifee J'hercde , che debba hauer delle (ùerobbe il domrmo- Così appunto , chi ama , perche muore in re ItelTb , per viuere nel! oggetto* che ama , lafcia herede di fieflò l'amato . Hor mentre Maddalena amaua Chriito , hauerrdolo fatto di medefima herede, gli hauea da- to di rutta la fua vita irpoffeflò : dunque non potendo più viuere in le » eflaivioii per amore fpoffeflàta del viuere , ne ftaua in Chàfto , pce

poter;

Nella Feda della B. M. Maddalena de Pazsu j o i

poter mantenerti la vitale perciò era Tempre rapita nelKeftali ; Oeh^ Fuoco , ò che Amore .

26 Hor mentre in così ardenti fiamme la vita di Maddalena confi- derò , non po(To,con molta ragioncnon chiamarla prodigioià Fenice. E pur troppo noto , Vditori , quelfvnico prinilegio , chea quell'vnico vccello , che Fenice communemente fi appella, non so concedette Natura, opurl'humano dtrouamento aferiueflè . Ella non potendo più lopportar ii pefo degli anni, e (tanca già deJla vita, ricenutain dono da'Secoli, foura aromatica .pira , quafi apparecchiando profuma- to per ripofaruifi il letto ; con vna lodeuole viura, accendendo le ifiam- me , quafi lumiere necetiTane , per celebrar nella notte della morte il contratto : depofita vna moietta vecchiaia* e ne riceue vna giouinezza fiorita . Ella è (limolata , edall Inuidia^r vederfi fola fra le fchiere de volatili fterile ; e dali'Auaritia , non le fopportando il cuore di parte- cipar ad altri la Angolarità del fuo efsere . Che^peròjcon marauigliofo artificio , apprefso inmoite centinaia d'annkiella fcuoladella Natura 1 truonaua in vn medefimo tempo eipedicnte ,.e peri vna , e per l'altra S Si toglie dall Inuidia , perche diuiene di feilefsa feconda : e fi rifeuote daUAuarita , mentre prodiga dona tutto il friohauere , communkran- do à medefima di ftefsa la fpecie . Ella mi fembra vn'imbrogliatri- ce Negotiante , poiché finge di morire , e di lafciarherededei fuo ef- ière vn Verme : e poi efigge dall'iftefso Vermeil fuo efsere, di miglior conditione di prima . Ella mi pare vna più fina Maga di Circe , poiché riducendofi non fottoi nascondigli degli antri,masù l'altezza de Mon- ti : non cercando luoghi ricoperti dalfombre^ma efpofta a più (p ten- denti raggi del Sole : non raggirando la verga, ma dibattendo l'ale .* non fufurrando magichenote ,niaaccendendo.lucidefemme ; trasforma in vn tratto , non già gli huomini in Bruti, ma medefimain ftefsa. Poiché di vecchia fi cambia infanciulla , di Vccello in Verme , poi di Verme in Vccello: fenza lafciar defser l'iftefsa , fi trafmuta in vn'altra : iafeia herede del fuo efsere il Fuoco , e pur dal Fuoco ripiglia Fheredi- tàdel fuo efsere : non è più d' vna *e pur fi addirà la Madre , e la Figlia ; fi conofee decrepita, e pur comparifee Bambina : fi vede pur,morta,e giammai perde la vita : s'incenerifee nel fuoco, e pur dalfuoco riforge: par che fia vinta dal tempo , e pur del Tempo trionfa : non più le fom» miniftra vita il calore , e pur fra gli ardori troua la vita : par chele fiano vltrici le fiamme , e pur genitrici le pruoua ; penfa di giungere de fuoi giorni all'Occafo , e pur fi ritruoua nell'Oriente degli anni ; crede al- tri , che fia diuenuta cibo di morte , e pur dalla morte le vien fommini- ftrato alimento di vita. Ma ditemi.per cortefia,in qualcampo JaFenice adopera marauigiofe prodezze ^ nel Fuoco.In quel vorace Eleméto, oue ogni animai truoua la morte , sa ella rintracciar il fentiero di vita ,5 quelle fiammeche ad altri fono producitrici dell'ombre in lei fono ge- -nitrici di lncijquelle ceneri fon per lei vn terren fecondo. che mina- céouil età decrepitarne raccoglie in vnmometo vna giouinezza felice :

qud

3 o l Orationc Recitata nella Feda della B. M Mad.

quel rogo è per lei vn deiitiofo giardino i oue ne va à diporto , quando è moleftata dagli anni . In fomma,non sa viuete- non sa gioir la Fenice» che brucciata nel fuoco ,e nelle fiamme fepolta .

z-j Ma , ò llupenda Fenice , ò Maddalena amante ! Ella radunati gli aromatici legni delle profumate virtù: compolla la pira d'vna fanti!- fima vita : efpoil a al Sol deli Empireo, mentre il contemplaua (empie fuor di delta rapita : dibattendo l'ale degli affetti , accelè così arden- ti del Diuino Amore le fiamme, che brucdato ogni fentimentodi ter-: ra > non fapeua farcino , che ardere » che amare . Ella era vna Fenice , morta , e viua nel Fuoco ; poiché ad ogni cofa, che non era amore,era motta ; & in tutto quello > che hauea veftigio d'amore , era viua : Nel Fuoco dell'amore truoua la vita,in quelli ardori rèfpira,in quelìe fiam- me fi pafce>in quelli incendij fi delitia . Mentre viue, ama : perche non sa viuere fenz'amore : e mentre ama, muore; perche non viue più in ftefia,ma nel fuo Dio Onde neU'iilelTo tempo>e vince muore : viue nell'amore , che ama : e muore nella vita , che tiene . Che però qual Fenice di Paradifo , e viua^ e morta nelle fiamme d'Amore , in vn me- defimo tempo marauigliofamente fi ammira .

2 8 ConfeiTo il vero , Signori, che e troppo cocente queiìo Fuoco di Maddalena ; fon troppo ardenti del fuo Diuino Amore le fiamme . E però non è marauiglia,che eflendomi auuicinato per ifpiegarlcqua- fi feottato nella lingua, arfo nello llile, ritruoui morte le parole , ince- neriti i concetti . Voi Religiofi , che meritafte di quella Gran Beata ef- ferGIoriofi Padri, e fomiglianti Fratelli . à fomiglianza di quella Fe- nice del Cielo fapete in quello Fuoco del Cielo diuenire immortali. Voi , che morti in voi fteffi , ne He fiamme di Maddalena , fapete con praticata fperienza ritrouar celefte la vita ; che però i Padri della Vita il Mondo con giuda ragione , vi appella. Voi» dico, che fiete morti, e viui, potrete molto meglio ammirar Maddalena, morta al Mondo, viua all'Amore. E Voi Nobilillìmi Vditori , apprendete dalla Santità di cotelli Religiofi , quanto in vn degno Pjnegirico per compimento bramate; e fcorgeridoinefli effigiata al viuo di Maddalena la vita , po- trete co' fregi dell'opere loro fupplire a gli ornamentici che hauete of- feruato le mie parole mancheuoli . In effi appieno ammirarete il Ven- to d'vna riaidiffima afprezza, accoppiato col Fuoco d'vn feruentiffimo Amore; è quanto dell' ODIO AMANTE, e dell' AMORE SDE- GNOSO della Beata Maria Maddalena de Pazzi in fino ad horavi ho detto.

L A

LA SAGGIA PAZZIA

ORATIONE SECONDA In Lode della Beata

MARIA MADDALENA

DE PAZZI CARMELITANA OSSERVANTE.

Recitata in Tsfapoli nel giorno della. Tentecofle , nella Chiefa di

Santa Maria della Vita de Vadri Carmelitani

Offeritami -

s

, i £~*\ ONO così fublimi i Mifteri , e così profondi gli arcani , che in quefta Sagratiiììma Solennità della Pentecofte lo Spiri- to Santo ci fcuopre , che chiunque attentamente gli olTer- ua, non può con giudo titolo, non chiamargli Paradofll Diuini. E forfè ftupendo ParadolTononfembra, che vna Colomba > ch'è lo Spinto Santo , a guifa di rante Aquile partorifea gli Apoiloli. ^iffument pennas vt Aquila , volabnnt, & non deficient a f Che il Fuoco, ^»-4o.ji che hoggi cade dal Cielo . Tamquam ignis , fia vn'acqua , che laua le macchie : Effundamfuper vos aquam mundam , j^» mundabimini ab omni- bus inquinamentis veflns b. Che all'empito d'vn gàlgiardiflimo Vento, e^c. 3<j. tamquam spìritus vebementis 3 non fi fmantelli5come la Cafa di Giob- i5, becj ma fi edifichi la Città della Chiefa, lerufalem, qua adificaturvt *ti.. 19. Citihas d. Che al comparir di poche lingue , Appamerunt illis difpertit* pflz1'^ lingua , fi ammutolita ftupita tutta l'Eloquenza del Mondo , Stupe- ^ barn autem omnes , & mirabantur e. Che fi vegga lo Spirito della beni- gnità 5 Eenignus ejl enim spirìtus Sapienti** fj armarfi di terrore, per de- Sa'- l' 6- bellar 1J Vniuerfb : Cum venerit Taraclitus9 arguet Mundum s. Che fia u* 16. 8. vna perenne Fonte di vita , Vons yiuus -, e pur non perfuada altro, che morte , Si Spiritu fatta carnis mortificaueritis , viuetts h. Che fia egli di *»<8. ij. ogni corifolation la forgente , Confolator optime \ e pur fi vanti d'efler il Maeftrodel pianto: Ipfe enim Spirituspofiulat prò nobis gemitìbus ine- narrabilibus \ Che fia il primo Autor d'ogni dono, che perciò il chia- R9yn.z.26 tna.yTatermunerum: anzi egli pedonalmente è il dono del Padre , e del Figliuolo 3 Donum Tatris , & Fili) : e pur fi confcflì mendico del cuorhumano, Filiprabe mibi cortuumKE che finalmente eilendo [r°H- 2*- egli il medefimo Spirito della Sapienza , spìritus Sapienti^ , & imelle- ftus : all'hora a' fuoi Difcirpoli dia il Priukgio di concimati Maeftri 5

quan-

3 04 Granone Seconda

quando gli dichiara per follenniflìmi Pazzi y Si quis voluerit mter vir Sapiens efie yflultusfiAt , vtfit Sapiens'1 .

2 Ben conueniua , ò Signori , che in tempo di quefte mifteriofe contrapofitioni > e Paradoffi Diuini , fi celebraffero le glorie di quella Gran Maddalena de Pazzi , la cui ammirabile Vira, d'altro non fu dallo fpirito Santo inteffuta > che di celefti Antitefi>e Pardoffi ftupendi.Heb- be egli in piacere» che nel Teatro di quefto Mondo, tal volta ella com- pariffe. Fanciulla negli anni. e Giganteffa ne' meriti: bisogno fa di fugge- re il latte , e bramofa per Chriftodi fpargere il (angue : non habile an- cor per l'età ad articolar le parole, e parlar lungo tempo nell'Oratione con Dio : (colar con aura ieconda vn Mar di contenti, e ricettar nel fe- no vn'abiffo di pene : effer dello Spirito Santo vn'albergo felicce nella fefta dello Spinto Santo albergar fra Demoni : effer da Dio (limata de-* gna della conuerfatione degli Angioli , e riputarfi ella indegna di con- ueriar fra le Monache : effer compagna in vn Lago de' Leoni infernali, e recitar le Diuine lodi in compagnia de' Beati : rapprelèntar nelle fue attioni dell Innocenza vn ritratto, e far comparir nella tua Vita d' vn* afpra panitenza i trofei.Quefth& altri nobliffimi contrapofti,ne' gloria- fi gefti della noftra Maddalena campeggiar Ci vagheggiano.

? Ma quello, che quafi Sol fra le Stelle, maggiormente rifplende, è il mille riofofignificato del Nome, in cui racchitilò vn gentil Paradof- fomarauigliofamente fi offerua. Maria > voi dir'Illuminata: e Madda- lena vien interpretata Magnifica . Et in buon linguaggio , vn'Illumina- ta Magnifica dinota la più iaggia Donna , che fotto il Gel compariffo giammai* Al che (e vi fi aggiunge il cognome de Pazzi» viene à for- marli nella noftra Bea^vnParadoflo gtatiofo, di vna SAGGIA PAZ- ZIA. ?

4 Non potea veramente feoprirfi più al vino l'ammirabile Santità della noftra Maria Maddalena de Pazzi , che con quefto Paradoffo in- gegnolò , mentre in tutta la (iva Vita altronon fi vede , che di fotto le i embianze di vna celefte PAZZIA , folgorar gli fplendori di vna Sa- pienza Diuina. Di grafia, Signori, non pen(àte di defraudarmi della vo- ftra lolita cortefe attentione , perche mi fentirete ragionar Pazzia:an- ziadeffopiù , che maidourete attenti afcoltarnùmentred' vna tal paz- zia mi conuiene inteffere il Dire ,chenafcondendo vna vera Sapienza , condannerà per Pazza tutta la Sapienza del Mondo. Hor cominciamo.

5 Mentre coniìantemenre afferifeo , che la Beata Maddalena de Pazzi , conforme al nome fuffe ftata veramente vnammhabrle Pazza, non vorrei Vdirori, che à quella Pazzia riuolgefte del péfiero lo (guar- do, che daeccedenti qualità alterate le Potenze , pervnofconuolgi- mento di fpecie , fa traballar l'intelletto ; che in vn laberinto di feioc- cherie fàcomparir inuiluppata la Mente * che nella nauigarion della vi- ta , per la tempefta della perturbation degli humori r perduto il Timon della Ragione , e fatto il gitto delle pretiofe merci de' regolati concet- ti > iòmmerge il JSIauilio delusori© >cheiconcerrando l'ordinato Ho*

riuolà

in Loac delia r>. ivi. Maaaaiena eie razzi. 305

liuolo dell'animo, riduce quell'huomo, che gareggiaua con gli Angio- li , ad effere di peggior conditione de Bruri: che in vn'ifcompofta con- gerie di tumultuanti Fantafmi , rende miferabilmente imprigionato 1*. arbitrio:che con captici d'vn'hnaginatiua gagliarda difordina della Pru- denza hamana le leggi Che non teme i pericoli,perche non gli appren- de: non cura i rimproueri , perche non gli (lima: non pauenta le mi- nacce, perche le ne ride : non gradifee gli honori , perche non gli ap- prezza : non gli cale la vita, perche non riflette viue : non gli dilpiace il morire, perche non sa che fia morte. Ride» e non sa perche. Piange , e non sa la caufa : chiede,e non sa che: minaccia.e non sa chi* camina, e non sa dpue 5 fi arreita.e non sa il fine,- parla>e non sa quando 5 man- gia, e non sa quanto. Peuià di ftarfano, e tutto è infermo; fiquere- la de torti, e niun l'offende ; fi vanta d'effer vn Grande, & è vn Mefchi- no ; fi crede hauer gran fenno , e l'ha perduto; (lima ogn'vn che non vegga, & egli è cieco ; difegna di reggere il Mondo con vn feettro alle mani, egli vien aggiuftato ilceruelloconvnbaftonsàle fpalle; & in fomma con decifiua fentenza condanna ciafeheduno per Pazzo , 6c egli ne viue fra tanto fuor di le fteffo.

6 Di gratia, Signori,non abbalTate il penfiero à così indegne mife- rie , quando della noftra gran Maddalena vditeche fuffe (lata vna Paz- za, Ergete gli animi , foikuategfintellettia'piùfublimipenfierbquan- doà cotefta Sapientiflìma Verginella l'attributo di Pazzia le aferiue. Ella , fi come fu perfetta imitatrice delle Virtù dell' Apofiolo, così de diluiinfegnamentimoftiandofi follecita eflecittrice ; Stulta fatta eftt vtfit sapiens : e nella fcuola del Dottor delle Genti apprefe le regole d'effer Pazza , perdiuenire vn'ammirabile Saggia.

7 Qual maggior Pazzia , che appena di fette anni (tracciarli con flaggelli le carni $ ma qual Sapienza maggiore , che in quell'età fan- ciulle fca faper foggetrar la Carne allo Spirito ? Qual maggior Pazzia , che diuenutadi feììeffain vn medefimo tempo, e Reina, e Carnefice $ Incoronarfi di (pine $ ma qual Sapienza maggiore* che trasformar 1^ fpine terreftri in immarcefcibili fiori di Gloria i Qual maggior Pazzia* che cercar il fonno fra crudeliiììme punte ? ma qual Sapienza maggio- re, che da vn letto fpinofo rintracciar il fentiero per lo camino del Cie- lo i Qual maggior Pazzia . che cibarli volontariamente bene fpeffo di affentio ? ma qual Sapienza maggiore, che d'effer communicata da Chrifto ? Qual maggior Pazzia , che con auida lingua fugger le fchifez- ze da vno fpirante cadauero ? ma qual Sapienza maggiore Tche con vn tocco di lingua recar'in vn tratto ad vn mal contagiofo fallite ? Qual maggior Pazzia , £he chieder gratie per tutti, e per (teffa elegger le pene ì ma qual Sapienza maggiore, che adattarti di pene , per volarfe- »e a Dio ì Qual maggior Pazzia,che gir caminando su gli orli , & eftre- mirà ddk fabriche , e su i confini de' precipiti), e dirupi ? ma qual Sa^ pienza maggiore, checaminarper le cime della perfettione Euan- gelica ? Qual maggior Pazzia , che à fomiglianza de Pazzi (frapparti >

V pan-

3 uratione seconda

panni d'adoflb ? ma qual Sapienza maggiore , che 1 diftaccarfi da ogni* affetto terreno i Qual maggior Pazzia , che fmaniar nelle parole, e ne' gefti ? ma qual Sapienza maggiore , che ripiena dello Spirito Santo,ha- uerio nelle fue atuoni per guida i Qual maggior Pazzia , che ftar quafi fempre fuor di ftefla f ma qual Sapienza maggiore , che ftar quafi fempre in eftafi amoro vnita con Dio .

8 O che auueduta fciocchezza,ò che SAGGIA PAZZIA > la qua- le fa perder il fenno, per far guadagno d' v n intelletto purgato ; priua al- trui dell humano difeorfaper farlo contemplar à fomiglianza dAn An- gelo : difordina le Potenze , per metterui lordine della Carità : peruer- te le regole éc\ giudicio , purcherefti regoIatorAmore : rende inogni attione cieca la mente, per meglio nobilitarla à farle feorgere Dio: par che^ad vn certo modo tenga inuiiuppato l'arbitrio, mafciogliela Volontà à volarfene al Cielo : non conofee piai termini dell'humana Prudenza, perche ha di già fiflaro lofguardo nella Sapienza Diuina : quanto più fi ftrappa le vedi , tanta più comparifee (àna nell'Anima : quantapiù. prorompe in ifmanie , tanto più fi vede operar maraniglie : quanto più efee fuori di fé, tanto più entra dentro fteffa: quanto più è cieca in quello, che fa, tanto»'piùvedequello»chedeue ; quan- to è più lungi dal penfar in fteffi, tanto fi truoua arSommo Bene vi- cina : quanto è più riputata degna dirifo dagli huominr, tanto più è (li- mata degna di marauiglia dagli Angioli: & infomma quante più Paz- za perche non le cale nientedel Mondo; tanto è più Saggia , perche^ ftà fol'intentaad abbracciarfi con Dio *

9 Si, si, Pazza Maddalena , percheraamante ; e Saggia, perch'era amante di Dio . La Sapienza fi acquifta con lacognition degli oggetti,! qualralì'hora s'intendono^quando all'intelletto fi- vnil cono. Ma l'Amo- re fi genera con la propenfione àgli oggetti,» i quali all'ho ras amano , quando la volontà à loro fteiìì rapifeono . Di maniera , che Elntellet- ro, conoscendo, afe tira gli oggetti. Mala volontà, amando, tàen dagli oggetti rirata, L'Intelkttotionpuòintendercfenonftàfiiroin fteflò ; la volontà ncn può amare, non efee fuor di ftefla . Que- fte due potenze fono i due gambi del compaflb dell'Anima : con vna_, ftà ferma ad apprendere il vero ; con falera fi raggia p|r abbracciai f\ col Bello. Vno, quafi vn , dal fuo Solio non qf-ej'altro , quafi Cacciatore, allafua preda fen vola. L'Intelletto cwSauìo"; quafi no- bile Cittadino, habita fempre quieto nel Pakpio dell'Anima; la Vo- lontà dell- Amante, quafi gentil PellegrinaVfoffòcira fempre va cercan- do il fuo bene . L'Intelletto non puòfpecular,fe nonraccolto in ftef- ; la'yolontà non puàamar, non fi trafporta fuor di ftefsa . L'in- tellettó'intendendo fi mantiene lavita ; la Volontà amando fi acqui- fta la morte. Dunque ogni Amante, ò pur è Pazzo , perch'efee fuor di ftefso ; ò pur e morta, perche à ftcfso non vine.

io- Ma (e Maddalena de Pazzi era vna feruentiffima Amai te , era dunque eila^nafòlkoniffima Pazza, perche ftaua fuor di fteffa ;giàt

che.

ìNciia rcuaucua u. ivi. iviauuaicnauc y&l&u jxr/

«die come lafciò fcritto Seneca: m jitrtaregr fapere vixDtoconcedhHr.» Amare,&hauerfenno,èvnpriuilegio , che appena fi può concedere pTm.Z à Dio . Ma s'è pur vero, che, Omnefìmile appetti fibifìmile: Madda- lena, perche per amore era diuenutagià Pazza, hanea diuotione parti- colarmente à quei Santi , che con artificiofe inuentioniocultandolaj, lor Santità, fi facean tenere per Pazzi . Ma auuertite, Signori, che fe^ ben'èfuordi Maddalena ,(ì:à tutta nondimeno nel fòmmoBene rac- colta : non penfa niente di fé, perche il fuo penfiero fempre in Dio fi raggira: e non hauendo intelletto, che delle cofe proprie difeorra ; e* perciò fembra vna Pazza: ha nondimeno vn Cuore , oue Interna Sa- pienza ftà ferina, e però è veramente vna Saggia. Vditene,s'Iddio vi fai- ui,della fua SAGGIA PAZZI A vn auuenimento ftupendo .

1 1 In quel giorno felice, che'i Paraninfo ce lette ipiegò al la Corifea delle Vergini, come douea diuenir Madre di Dio, impennò Maddalena al fuo penfiero le piume , per vagheggiar fra gli fplendori del Paradifo l'Incarnatione del Verbo . Confideraua,come l'Onnipotenza Diurna-» raccolfe dentro d'vn puntodi carnei' immenfa Circonferenza del Ver- bo: come con vn velo di fragile fpoglia , velli vn fempliciffimo Spiri- to; come fra vn vii cencio di morte l'Immortale rauuolfe; come con- federò il Temporale^ l'Eterno $ come di membra hutnane fi videia^ Maeftà ricoperta d'vn Dio : come vno fmifurato Gigante trasformò in vn Pargoletto fanciulIo,e come quegli , che à gli Angioli nell'Empireo cópartiua fplendori drgloria,à giacercene frale tenetxe cfvn'vtero Ver- ginale, l'hauea finalmente ridotto . Meditaua,Diuota,come kSapien- za Eterna, vollesù gli occhi deirVniuerfo fpiegar de'fuoi teforiio pompe, e quella cognition della Diuinità,che non feppe apprender il Mondo dalf armonia delle Sfere, dalla difpofition delleStdle , e dalle^ voci di tutte le creature * l'apprendere perfettamente da vn Dio infan- ciullito , che nel ventre della Madre, non può formar neanche vn ref- j>iro ; e con la mortalità d'vna Carne, s'apparecchiauaà trargli humani ipiriti dall'Inferno all'immortalità della Gloria . Riandaua Maddalena col penfiero , come quella Bontà , che non hàfine , non le badando piùilìGuoredi veder fHumano legnaggio foipirar negli abifiì , con gli ftimdli dell'Amore follecitando la Diuina Natura , laridufTe già final- mente ad efeguir ; l'eterno Decreto con la Redentione del Mondo . Et ecco il Sole hormai ricoperto di Nube , ecco il Cielo mefcolato col fango, ecco il Fuoco arder nell'acque, ecco laiuamma in feno al Ro- ueto, ecco demro vna lantemalatìceieccp la faliua intrifa nel lotOiec- >co Elifeoincuruato fulrnorto,;ec<;o a Dailida in grembo Sanfoncecco la Spada nafeòfta nelfodcro , ecco il Teforo rinchiufo nel facco, ecco Ja Manna rinferrataneirArca,iecco l'Arca di cilicio coperta,ecco lìm- menfo diuenuto! Bambino , icccola Luce velata da vn ombra, ecco la Maeftà rauudlta in viltà,ecco la verità di vanità mafcherata,ecco il tut- to traueftito d'vn niente,ecco Iddio fatto già Huomo, & ecco il Vetbo < diuenuto già Carne : Et VcrbumcaYQfaftumeft .

V 2 ii Hor

308 uracione seconda

1 2 Hor mentre in quefte , e più folJenate conremplationi delitia- il fuo Spirito.fuor di Maddalena rapita , ecco feender dal Cielo il Gran Dottor della Chiefà Agoftino, il quale fatto homai Vangelifta- con vna Penna,fuelta dall'ale del Serafino più ardente , fcrilTe nel cuor di Maddalena il compendio di tutto il Vangelo, che furono quefte po- che parole : Et Verbum carofattum eft . Ma con tal mifteriofo artifi- cio 5 che la parola, Verbum, à caratteri d'oro: e, Caro factum eft , à ca- ratteri di fangue marauigliofàmente regiftra . E veramente la Diuini- e*nt. f. del Verbo, ch'è tutta Oro, Caput eiusaurum optimum : n Et, Caput J.or.uj. ckrìfliDeus, Nondouea con altro inchioftro, che con oro,notarfi: e la Carne, che fu da punitimi (angui d'vna Verginella formata,non do- ueafcriuerfi, che col fangue . L'Oro vien detto vnaltro fangue deli* huomo; e però Agoftino, mentre adopera l'Oro col Sangue, accoppia quafi fangue con fangue in quefta mifteriofa fcrittura. Se Maddale- na non hauea altro teforo, che Dio, era ben douere, che anche fcritto ^ nel fuo cuor fe'l portalTe; perche, vbiefltbefaurus tuus,ibieft , <<tcoy *"' ll tuum . p Peniate voi , quanto Sauia fulTe diuenuta la noftra Beata., , mentre porta fcritto nel Cuore 1 Eterno Verbo , che la Sapienza ftefla del Padre- Anzi quinci fi fcuopre Maddalena in vn medefimo tempo, e Pazza,e Sauia: perche tien regiftrato nel Cuore Dio fatto Huomo; che al dir di Paolo> benché fulTe IifteiTa Sapienza , era ftimato dal Mondo Vlia Pazzia : Vradicamus Cbriftum, Gentibusftultitiam , nobis autem Sa- cor. l,l.pientìamf i Nonfipuòàuuèrardileiquell^ntico , e trito Prouerbio 57 carta caàit , tota feientìa vadit : perche ella non tiene la Sapien- za ferirti . con Imchioftro jnvn foglio > màregiftrata col fangue nel Cuore .

i? Oche ftupenda Scrittura > ammirabile per chi la fcriue , per quello, che vi fi fcriue, e per doue fi fcriue . Lo bcrittore/è quel!' Ago- ftino, eh e il cuore della Teologia) il Maeftro de Dotti, rinfegnatore_* degli Angioli , mentre l'Angelo del grande Aquino d'elTer fuo Difce- polofi vanta: e quel!' Agoftino , che non fu l'ufficiente à fpiegare dell' incomprenfibile Trinità il miftero à fomiglianza di quel fanciullo, che non poteua ih piccola folTeta ftrignere il Mare ; hora nel piccioliffimo foglio d'vn cuor humano , fcriue in tre parole il miftero dell'Incarna- zione del Verbo; Et Verbum Carofattum eft . Miftero così ineffabile , doue l'Onnipotenza piantò le Colonne del T^on plus vltra : doue la- Sapienza vide tutti fuoi i tefori già efaufti: doue l'Amore confumò tut- te le fue fiamme: doue la Liberalità fi conobbe per prodiga : doue la- Fortezza diuenne già fiacca:doue piccola fi mirò la Grandezza,doue la Vita pagò il tributo alla Morte t e doue il Verbo fi vide fatto huomo > : £t Verbum Carofattum eft . E doue meglio fi poteua fcriuere vn mi- ftero d'Amore, eh e nel pcrgamenodVnCuore^doue meglio fi poteua collocar quefto Sole,che in quefto Cielo? doue meglio Ci poteua ripor quello Spofo,che in quefto Letto nuttiale^ doue meglio poteua cam- peggiar

»i

pcggiar quefto Guerriero, che in quefto fteceato , doue meglio potesi adattarti quefto Fermaglio di Diamanti, cioè di Dio amante , che in-* quefto feno^doue meglio porea vagheggiai vn bel Fiore , che in quefto Giardino ? e finalmente doue meglio potea regiftrar vnDio fatto huomo , che nell'amante cuore di Maddalena- de Pazzi ? Et Ver* hum Caro faftum efi .

14 Quando Agoftino fcriffe quefte parole, parue , che fchieraflc nel cuor di Maddalena vn'effcrcito d'amorofi pen fieri, che attediatolo d'ogni intorno, il foggettarono ad Amore: onde poteua ella ben dire : Ordinanti in me caritatem. x Quella dotta Penna vna tagliente Spa~ Cant-%- 2* da, con la quale quanti-caratteri fcriffe, fante nel cuor di Maddalena-, impreffe amorofe ferite . Fu vrfarf ificiofo Pennello , col quale co' lu. mi deH'Oro,e con l'ombre del Sangue , dipinte à chiaro ofcuro rincar- nationc del Verbo. Fùvna Lingua eloquente, la qua con tré paro- le fpiegò à baftanza quanto Iddio haueflfe amato Ihuomo, mentre per amor di lui, s'era di paffibil carne veftito . Fui fa Mano di Prometeo > , con la quale traile il fuoco dal Cielo,nó per dar vita mortale ad vn'huo- ino: ma per recare ad vna Donna vna morte vitale . Fn in fomma vna magica Verga, la quale , non come quella di Circe, togliendo loro il fenno, trasforrnaua gli huomini in Bruti ; ma trafportando fuor di fo Maddalena, la trafmutaua in vn' Angelo.

1 5 Che marauiglia dunque,che Maddalena fuffe vna Saggia,men- tre hauea ftampata nel cuore la Sapienza incarnata ì Che marauiglia , ch'ella ancora fuffe vna Pa?za> mentre più veracemente ài quello, che

fu detto di Paolo, f le molte lettereccia profondità della Sapienza^, ^f* *** l'bauea fatta impazzire ? Non mi bia(mate,per coi te fi a editori, così francamente io affermi , che la noftra Maddalena fia Pazza . Non vo- glio altro teftimonio più vero, cheleifteffa. Non voglio altri Giudi- ci, piùrigorofi, chevoimedefimi, nelle di lei attioni Afferete lo fguardo .

1 6 Era attediato il Mondo con rrgorofi freddi dal Verno , & effen- do infino i Fumi imprigionati fra catene di ghiaccio, fioccaua à tatti in- fieme con la neue vn tremor nelle membra: folo Maddalena, come fuffe nella Canicola il Sole* tutta slacciata, tutta sbraccila, n andana ad vn pozzo, fi tuffaua nell'acqua ; la riuerfaua nel feno, ne beueua fenza mifura3e quafi inquieta febrickame dieeua: l^on poffo più/offrir 'pria tal fiamma: io ardo: Non è fbrfi quefta Pazzia ì Prendeua alcune peiuie di quell'Ale, che Amor le hauea ripofte nel cuore > & attacca- tele alle piante, non correria, ma volaua, horquà,horlà. perlo.Mo- niftero, e per lo Giardino, fuor di rapita, dicendo, fenza formar altro fenfò: 0 Amore ^ à Amore : Non èfori! quefta Pazzia ì Veniua à tal fegno talhora , che agitata, non già dal cattino fpirìto , come Saul s 1 ma dal Diuino Spirito, come d'alcuni dieeua San Paolo, Qui fpi- ntu Dei aguntur , u fi laceraua le vefti 5 e ftrappaua ciò che le veniua *•• 8- u.r alle mani; Non è forfi quella Pazzia ? Spinta tal volta dallamorofo

V 3 Fuoco,

l-Eej, 16.

«4.

3 io Uracione feconda

Fuoco, ne ghia velocemente àfuonar le Campane; e con voci più iònore deirifteffo fuon delle Squille,gridando,diceuai^^«/>e tutti ad amar remore: Non è forfi quella Pazzia? AmauaDio fenza maifà- tiarfi damarlo : e poi , quali non potendo foftencrel-amorofe violen- ze , diceua : 7fonpiu\Amore, non più amore . Non è forfì quefta Paz- zia^

17 Ma quel che fembra vna follenna Pazzia, è, che prendeua tal yoltavn CrocifiiToallemani,& hor lo difchiodaua dalla Croce , hor Io ftringeua nel petto, hor caramente il baciau3, hor riuolta alle Sorel- le diceua: K(onfapet e voi y che t mio- Ciesknon éaltro,che\Amore ? An^ Va^o d^more.Ta^od'UmoreydicOychefeiyèmio desùme fempre Io dire. Piano Maddalena,che dici f in quale parole prorompi? auerti>che fem- brano parole da foggetfarti da Sagri Tribunali all'efsame . Eh, ché^ non intendiamo, Signori, ladiftillata Teologia , e la profonda Sapièn- za, che in quelle poche note Maddalena ci fcuopre . La Pazzia , già lofapete,nonèahro,che vn^fcirfuordifeftelTore Giesù, amandò

i>.Th> r. 1 huomcfpefle volteefce fuor di(c fteflb . E però il Dottor Angelico

iMch*r. infogna, che, amor ejiextafimfacìens:*l Amore è 1 Architetto dell' Eftaii , & è vn Maeftro>cheinfegnailmodoad vfcirfuor di fteflò. E perciò l'Eterno Verbo addottrinato da quefto Maeftio dell'Amore » colà nel principio de' Secoli, nella creatione del Mondo, per benefi- cio dell huomo , infierne col Padre, e con lo Spinto Santo , vfcì fuori di fe,communicandofì ad extra ., Vfcì fuori di , quando nella pie- nezza, de' tempi comparue d'humanafpogliaveftito ; óceglifteflo il

lé.i*. confè(Ta:£A:/«/ à Tatre^ veni in Mimdum >'. Vfcì fuori di fe , mentro con tanta vehemenza era intento alla predication del Vangelo , cho come dice San Marco »■ lo ftimauanovnvIndemoniato,&vn Pazzo:

Utra.u Dicebam,qitoniam Beel\ebub habet.Ft quoniam in furor em verfus efi z.Vfcì finalmente fuori di nella Croce, poiché efìendo egli la Vita fte(fa>e'l delJaGlotia, volle per amor dell'huamo, comevn Capo* de' ladri perder la vita . Onde fu ofseruatoda Paolo, che quefto era (limato da' Gentili Pazzia Tradieamus Chrrfìum Crucifixum , Iud&is qitidem Scanda-

**• * '• tum, Gentibusveràflultitiam. * Che però Maddalena, vedendo il fuo amante Giesù per amor Crocififfo per Fhuomo , con vn'amorofa con- fidenza il chiama Pazzo d'Amore. Pazzia bensì, ma che fcuopre vna incomprenfibil Sapienza di Dio , come à tal propofiro Jafciò regiftrato

*'• lApoftolo^pai landò della Croce di Chrifto : Quodjiultnm efi Dei , fa- pientius vft b&minibus- b .

1 8 Ma mentre confiderò Maddalena, tanto fagjiiamento del Diui- wo Amore diuenuta già Pazza, mi fi rapprefenta nell'animo di raflbmi- gliarla à quell'antica indigena mole del Caos. Alptimo cennoclel Di- nino Volere, nacque vna Malfa informe, da cuidoueannaicere forma- te tutte le cofe. Io non (aprei come più rodo chiamarla , bella, ò deforme ; Pouera; ò Ricca: Tcnebro-ìà, ò Splendente :Guerrkra,ò Po^

cifica :

Ili Luut utiia t;. ivi, ivi<iuu4n,iid m, i d>LL,\. j i i

tifica ^ortìata* òfcompofta : Celefte, ò Terrena : poiché in vn medéfi- mo tempo racchiudeua, e le più fiorite bellezze della Primaueia, e te_* piùfquallidehorridezze del Verno: eie piùpretiofe gemme del Ma- re, e'1 più fprcgiato fango della Terra , copriua col Tuo immotimi i raggi del Sole, e tutte le caligini della Notte: ricettaua nel feno gli odij più inteftini degli Elementi, e de. Mifti,Scalbergaua confederati l'Ac- qua col Fuoco. Vedete poteuaeTTer ornata, mentre hauea in fua balia tuttcleStelte : e mentre quanto douea ^comparire fcompofta , mentre in fenafcondeua il difordine dell' Vniuerfo . Si potea dir ceie- ftcmentretutti i Cieli gli riftringeua nel j*rernbo: e potea nomarfi ter- rena>roentre tutta di terra fi rimiraua coperta . Si vedeuano affratellati il Caldo còl Freddo, rhumido col Secco . Si haurebbe potuto nauigar neBa Terra, efeminar nel Mare, perche fra di loro hauean fatte com- muni, e l'Onde, e le Glebe. IlCielo,e la Terra habitauan fotto d'vn Tetto:£he perciò fi vedeuano le Stelle incauernate negli Antri ; e le Fiere appiattate fra le fratte di Stelle . Era vna congerie di tutti i corpi, contufamente ammaliata: vn aggregato di tutti gli Enti materiali ,fen- za conaeffione connetto : vn Terreno grauido di tutti i femi ài tutte le creature vifìbili: vn mifcuglio,impaftato di Cielo, e di Terra; d'Acqua, edi Fuoco . .In fomma baftail dire, ch'era vnCaos pieno di confuso- ne, e d'horrore .

1 9 Ma la Diuina Onnipotenza feppeprodurre vn Caos nel princi- piodei Mondchà potuto l'Amor diDio , in perfona di Maddalena de Pazzi,vn'a Itro più marauigliofoCaos formare. Non fi vedeua forfè in lei mefcolato il Gel con la Terra mentre con le continue eftafi eflen- do rapita nel Cielo» era nondimeno tanto humilcche fi ripmaua la più indegna peccatrice del Mondo ì Non fi vedeuanoiufieme gli Elemen- ti fra di ieraammalTati, mentre in vn medefimo tempo hauea il Fuoco dell'Amore nel cuore, fx\ria defofpiri nella bocca , il Mar del pianto negli occhi, e la Terra deli'humilti nelpenfiero ? Non fi vedeua in vn JftelTo tempo bella, per le ftupende graticchericeueua da Dio : e de- forme per le crudeli mortificationi ,xon cui deformaua ftefla ? : Po. uera,che appena hauea brieuefpatio di terra per ripofarfi: e Ricca,me- tre Giesù le fa il pretiofo donatiuo del fuo cuore medefimo? Tenebrò - là, mentredallo Spirito Santo è ripofta in vn profondo lago di tentalo- niinfernali , con vna tenebrala ofcuritàddh mente 5 e rifplcndente , mentre fotto fembianza di cinqua fpiendentiffimi raggi di fuoco , rice- ue dalfuocelefteSpofo leirimmate? Guerriera .mentre combatte con Jatentatione carnale, onde per vincer il Nemico , armata fi mirandi ferrate catene, e rauuolta fra pungentiflìme fpine; e Pacifica , mentre il Fanciiillino Giesù, crfè la Pace del Mondo, frale fue braccia riceue ì Ornata , mentre viene abbellita con .gli finimenti della Paflìone di Chriftoje fcompofta , mentre agitata d'Amore J5 laceraua le vefti , e rfeompofiamente pe'l Giardino, come fuorfennara correua ? CeJefte, \ mentre per le frequenti appariticmi de'Santi conueifaua co' Cittadini

V 4 del

3 1 l Orauone Seconda

del Cielo: e Terrena, mentre era condotta nei centro della Terra , o l'erano additate dei Purgatorio le pene? In fornma, chi hauefle mirato Maddalena, haurebbe in lei offeruatoftupende contrarietà , e ftraua- gaze mirabili: e tutta inquieta agitarli nel moto,e tutta immobile à cò- te mp lari! ilio CrocifirTo diletto, etutta Fuoco ad amar il (uo Dio, e tutt' Acqua à piangeri peccati dd Mondo, e tutta eloquenza à ragio- nar d'Amore, e tutta filentio à marauigliarfi d' Amore> e tutta famelica di Dio, mentre diceua di non mai fatiarfi d'amarlo^ tutta fatia d'Amo- re,mentre diccua, 0 Signore, non più .Amore , non pi* untore : e tutta.* vnita con Dio, mentre fu fpofata con Chrifto,e tutta fcompagnata da Dio. mentre fu gittata nel lago dhorribiliffimi affalti Diabolici, e tutta nel Paradilò , mentre recitaua l'Hore Canoniche accompagnata da* Santi, e tutta nell'Inferno, mentre da Demoni era (pauentata , ftra- lanata, e percofla, e tutta Pazza , perche peramore ftaua fuori di fé, e tutta Sauia, perche cosi perfettamente fapcaconofcere, & im- pazzar d'amore per Dio. Finiamla, era ella vnfcaos della Gratia, ouc fi vedeuano rammefcolatc tante contrarietà marauigliofe,oue fi am- maflauano tanxe ftrauaganze di Virtù, oue fi vedetta vna ftupenda con- gerie di marauiglie, oue Ci ammirauano tanti difufati effetti d Amore . Più ammirabile del Caos, della Natura, che oue in quello la confusio- ne è diffetto,in quello è perfettione:in quefto il difordine è caufa d'hor- rore, in quello cagiona ftupore: in quefto, mentr e confato, eflendo il tutto, non ve cofa ninna; in quello, in tanto tutte le Vittù vi fi veggon perfette, in quanto fi mira per amorofo eccedo confufo .

20 Ma perche, Vditori , chiamo quefto Caos della Diuina Gratia confufo? E veramenre Caos, perche racchiude ftrauaganze contrarie : ma non è confufo , perch'è fabbricato con 1 archipenfolo d ' Amort_, Mentre y'è l'ecceffo d'Amore, fa di meftier, che fi prorompi alle fma- nie,& alle Pazzie: Perche San Bernardo è di parercene l'Amorcnon è Bcrn.1. de aitro ,che vna Pazzia: Wmoryfantta quidam infama e/I: c e mentre ve vn Amor e£ceiiuio,il tutto e d huopo che n rimiri ordinato ; che cosi <4„m.4. J>afl[erma vna perfèttiffima zmmtClOrdinauit in me Charitatem. d Iddio, j,/«.:.?. è il primole vero Amore: DeusCbaritaseJì:c & Iddio medefimo èia primate vera Regola,e di tutte le cofe ordinate l'origine : Qu^cumque *• 13- 1 funt,à Deo ordinata funtJE però Maddalena fèmbraua vn Caos,perche tutta con fu fa fmaniaua dimore : & era ordinata, perche con certe re- gole eia guidata d'Amore, & era Pazza , perche per amore era fuor di fteffa: <5c era Sapientiflima, perche hauea vn fubJime conofeimentò di Dio .

2 1 Ma quelle forfè vi fembreranno eccefllue tenerezzee foauiflì- me confolationi d'Amore, dalle qnali trafportato il (uo Spirito, proró- peuacon tali confidenze a ragionar col fuoSpofo. Confederiamo i fat- ti,! quali fono i veri, e legirimi contraiegni d'Amore. Ella teneua così impretTo nel cuore il zelo della falute dell'Anime , che fi lafciò vfeir di

bocca

bocca in vn ratto, d'effer fatta partecipe quel triedefimozelo.cheb- fce l'Incarnato Verbo , mentre vifTe nel Mondo > e però diceua : CoU locauit me Verbum in defiderio , auod ipfe habuit in humanitate fua . E sa come nel zelo dell'honor del Padre , fu di Chrifto dal Real Profeta predetto : zelus dvmus tua comedit me s + Cos ì per falute dell'Anime » p/^^ di ftefTa Maddalena affermaua: Defider'mm jinimarum tuammeome- ditme. Lzfcio la continua anffetà, cheperqueftofentiua: epoteua dir con San Paolo Continuus dofor cordi meo \ Lalciol'inferuorateora* Rom.9.1. tioni > con le quali follecrtaua l'Empireo, l'infocati fofpiri , i diluuij del- le lagrime , i fiumi di fangue , la crudeltà de' fiaggelli, le continue difei- plinè , fafprezze delle mortificationi , lacerbirà de* martirij , chella>di- uenuta Carnefice difemedefima ,dauaàfeftelfa. Lafcioidefiderij, le parole , l'opere , le diligenze , l'inuentioni ? in che di continuo s'impie- gaua per la falute dell'Anime. Quelloiche femirà per compendio del tutto , e per efficace argomento d'vna SAGGIA PAZZIA , è il confi- derar quel , che difle vna volta intorno àqucfto Zelo dell'Anime./: Io , dicea Maddalena , ad orni bora , & ad ogni momento/offrirei volen- tieri il martirio: e fufie poffibtlejnille morti ancora; perche il martirio non mi farebbe martìrio , màvn varadifo digufli : &era in tal maniera traf- portata da quello defiderio Diuino, che non folamente chiedeua à Dio tutte l'acerbe pene del Purgatorio ; ma fi efibiua à penarnelHn- ferno , purché ridondafle adhonor di Dio , e conuerfion de* Peccatori.

2X Per quanto vi è carila voftra Gentilezza , confefsate il vero,Si- gnori 5 non vi fembra cotefta à prima fronte vna fólenne Pazzia? Chie- der ogni ben per altrui , e per ftelTa ogni male? Bramar ad altri il go- dere , e per le ftefla ritener il penare ? Giouari tutti , e danneggiar raedefima? Starnuta intenta à beneficio altrui, e dimenticar Te ftefla fra' tormenti ? Eller per tutti vna Madre, e per ftefla vn Carnefice^ ? Compartir à tutti le Rofe , e trafigger con le Spine il cuore A ftelTa ? Dar altrui la Corona, & elegger per folamente il martirio? Bramar J 'Inferno per fé, purché fi conceda è Peccatori T Empireo? Voler pri- juarfi di Dio , purché i Peccatori godano Dio ?

zi Ma quel che l'occhio del Mondo crede Pazzia , il giudicio del Paradifo dichiara Sapienza . E qua] pia cele'fte Sapienza,che veftirfi de' penfieri di Dio ?di fomigliarfi alla Sapienza increata? conofeerequan- to pela la perdita , ò la faluezza di vn Anima ? priuarfi del Sommo Be- ne ,& in tal modo viepiù nel Sommo Bene internarfi ? voler dimorar x\t tormenti* & lai ritrouar d'eternigodimenti il fentiero ? elegger per ftefla l'Inferno, e da quefto Inferno faperfi tragittar'air Empireo per- der (e ftefia , e ritrouar le medefima * allontanarli da Dio , & abbrac- ciar fi più ftrettamente con Dio ? Non è vero , Vditori , che J patir vo- lentieri 1* Inferno ,è' 1 priuar(ì,fenza coIpa.diDio.per beneficio deli' Ani- me, fia la cima della perfettione Euangelica , e'1 più fino diftillato della Carità Chriftiana? e fi può trouar giàmai perfetta Carkà>fenza perfetta

Sa-

}J4 wiauuiic jctuiiua

Sapiènza ì dunque Maddalena d'vna tal Carità era inferuoraia verfd del profluvio , era dotata della più fublime Sapienza, che fi ritruouaf Éel Cielo. :

; 24. Datemi licenza , Signori, che à tal propofito vn degno auueni* piento io qui vi apprefenti ; acciò con vna bella fomiglianza, quafi da vnombra , la verità della mia propofitione maggiormente rifplenda N;el tempo , che quei valorofi Soldati de Quaranta Martiri , cimenta- rono il calor della Fede con la freddezza del ghiaccio ; & hi vn gelato ftagno feppéro etlinguere del tirannico fdegno le fiamme, fi ritrouaua io quella felice adunanza vn di loro pia giouine , à cui per lo vigor del- ie forze , e per le forze dell'animo , non ancora hauea potuto la Morte (cacciargli dalla bocca totalmente il refpiro : onde fperaua l'Empietà 1 che ie pur glifufse al Corpo conferuata la Vita , gli haurcbbe ficura- mente dal cuore toltala Fede . Non permife la Madre, che ad vn tal di- fegno fi concedette dimora > ma troncando in vn tratto a Carnefici le , benché non fondale » fperanze , prende fra lebraccia l'ancorboccheg- giante Fanciullo, e con pie frettoiofo giungendo i Carri, ou'erano i fa - gri pegni de Martin > percfser dati alle fiamme , con animo generofo il Juo Figliuolo > già nel tuo feno fpirato , vigitta. Chi vole (se giudicar quefta Madre con occhio fòlamenredi carne , darebbe la féntenza ò che fufse (lata più d'vnaTigre crudele , ò pur'vna Pazza. Veder morire il fuo Figliuolo nel ghiaccio, cnonfentirfi rifcaldare d'amore f eflet conceputa pe'l Figlio fperanza di vita , & ella. Parca crudcl,accelerargli la moire f etTer impietofitii Carnefici nel tormentar jl fuo Figlio,&eìla oftinata non rifinar giammai, finche non lo vegga già morto?

2 5 Chi hauefle veduta vna Madre prender fra ie braccia vn mori- bondo fuo Figlio, non haurebbe creduto , co* fuoi caldi baci, & ardenti fofpiri doueiTe rinuigorirgli il di lui freddo refpiro } che con le fue calde Jagrime , fi come prima col latte,douciTe inftillargli vitali gli fpiriti ? e diftemperarafi nel fuoco d'amore in vn'elettuario di vita*douefse , per quanto le fora fiato pofllbile , tener lontana dal fuo caro Figlio la mor- te ? Chi fénte vna Madre prefente al Tuo Fig!iuolQ,che fpira, e non fen- teper tenerezza fpezzarfegli il cuore ? Chi fente vna Madre Spettatrice dva Figlio in mezzo a tormenti, e non Ci raffigura il cuor di Iti da mille ipade traffitto? E pur cotefta Madre fi fcorge.à cui con occhio afeiut- to le bada l'animo , di mirar fra crude pene il fuo Figlio : e vedendolo morir di freddo fepellito in vn ghiaccio , ella infegna le fue vifeere à di- venir parimente di ghiaccio . ìì prende fra le braccia , non per dargli in 2uelf vitimo reipiro l'agiato letto del cuore ; ma per gittarlo fopra d'vn )arro, ch'era vn commun cataletto di Morti. Se ne ftauaanfiofa, & afflitta, non perche moriua il fuo Figlio,* ma perche duhitaua , che non reftafle vino . Vlifle {limato Pazzo , come Sauio nondimeno foJ- 'Mf'dlT ^euando l'aratro , sfuggì di dar la morte al fuo Figlio'; ma cortei ere - k*c.u dura Sauia , come vna Pazza, fi moftra di goder nella mrote del Figlio- la v Hor chi non ditebbe* Signori, quefta Madre vna Pazza ^atten- der

in luuc ucna u. ivi. iviauuaicua uc raz.z.i, j i j

der defiderofa la morte del Figilo ? prenderlo nel fério , per darlo ir* grembo alla Morte ? non perdonar al Figlio , à cui hauean perdonato* Carnefici ? far il meftiero di Boia, corichi tanti anni hauea fatto i'vrrlzio di Madre, & elTer Miniiìra di mortelo chi era (lata principafiftrumen- to di vita i Ma fuorfenato è colui , che battezza vna tal Madre per Paz- za: poich'ella è la più faggia Donna,e la più amante Madrcche fapefle fabricar la Natura. E chi mai vide vna Madre > che dal fenod'vn ghiac- cio fapelTe far nafcere fplendori , per render in tutto il Mondo illuftre il fuo Figlio l quando il tragittò dalle braccia fui Carro, fu vn collocarlo fopra d' vn Carro , per farlo entrar trionfante nei Campidoglio del Cie- lo : quando bramaua > che ardeffe nel Rogo , era vn bramar di veder il fuo Figlio sfauillar nel Paradifo di gioia : con vederlo incenerito^ con- fidaua con quelle ceneri intelTergli vn manto di Stelle : e defiderando- io morto per Chrifto , gli defideraua vn'eterna vita felice . Quefti era- no i drfegni di cotcfta Sapientiffima Donna > (limata dal Pazzo Monda pazzamente per Pazza .

27 M à ceda pur la Pazzia di cotefta Sapientiffima Donna alla SAG- GIA PAZZIA di Maddalena de Pazzi : perche fa quella per la hdc di Chrifto incrudeliua contro del Figlio;quefta per l'amor di Chrifto fma- niaua contro fc ftefsa. Se quella nel ghiaccio del Tiranno vide poco men ,ch eftinto il fuo Figlio : quefta nel Fuoco d'amore fcorge poca roen.che morto , del fuo intelletto il Difcorfo . Se quella per virtù del- la Fede ftà quafi fuori di sè,mentre non fi cura della morte d'vn Fjglio: perquefta forza dell* Amore è tutta fuor di fteiTa, mentre no gli cale di reftar priua di no. Se quella con le proprie mani per amor Chri- fto conduce il Figlio alla morte : quefta per amor del Proffimo con la- propria bocca fi efibifce à penar nell'Inferno . Se quellàper mantener viua la Fedcvolentieri perde il fuo Figlio.-quefta per la falute dell'Ann me , volentieri perde ftefsa . In fomma l'vna, e l'altra potììam diro con ragione , che fia Pazza : quella per còmpiacerfi nella morte d'vnr Figlio , e poi confignarlo alle fiamme : quefta per defiderar mille mor- ti il momento , & alla fine l'Inferno . L'vna, e raltrà-poffiam celebrar- la meriteuolmenteper Saggia : quella, perche con la morte non per-> delia-» ma racquiftaua in vna gloriofa vita il fuo Figlio : quefta > perche* dall'Inferno s'inalzaua al più fublime Trono del Cielo

x8 Oche altezza > ò che profondità di Sapienza : Gli Antichi Filo- fofi , vfcindalpatrio iùolo , e da'natiui alberghi , fotto Cielo foreftiero n'andauan raminghi per ritrouarla Sapienza : ma lanoftra Maddale- { na , perritrouarla « vfcì fuor di ftefsa .Salomone k apprefe la Diuina h '*'*'* Sapienza in vna vifione dormendo : Hor penfate voi, quanto Maddale-* na fufle (lata più Saggia , mentre hebbe tante vifioni , quante attioni operaua: poiché (e mangiaua , laùoraua, ò'simpiegaua anche in efser- citij più baffi, fempre erain eftafi rapita a contemplari Diuini Mifteri, Gli Apoftoli in vn fol giorno > vna fol volta>fotto tre forme , di Vento, di Fuoco,e di Lingue rkeuetrero lo Spirito Santo *>e per quefto diueiv ^c1-1- s*

nero

3 1 6 Urationc feconda

nero Dottori del Mondo* . Ma a Maddalena in fette giorni , in (ette vol- te , in fette fembianze difcende lo Spirito Santo , di Fuoco , di Fiume » di Colomba , di Colonna , di Nuuola,di Vento, e di Lingua . Hor pen- iate voi , come quefto Fuoco -l'illuminò l'intelletto, come quefto Fiu- me le inondò la Sapienza , come quefta Colomba le dit le piume per volar a conoscete i Mjfteri Diuini, come quefta Colonna la (labili ad efser capace de' fegreti del Cielo, come quefta Nuuola la fecondò di ruggiada dell' intelligenza fourana , come quefto Vento la fpinfe a pe- netrar i configli dell'increato Monarca , come quefta Lingua le fpiegò à chiare note i (agri Arcani più. occulti , e come lo Spirito Santaia col- mò di marauigliota Sapienza.

i 9 Confederate, Vditori,à qual' altezza di Sapienza (I folleuò Mad- dalena y mentre fu Di (cepola ideila me de fi ma Trinità, enellafcuola delle Tre Pedone Diuinc ellaftudiòtfefser Pazza , per diuenit Sapien- tiflìma . Il Padre Eterno l'infegnò, come douea illuminarfi l'intelletto» infiammarli la Volontà, eie rotar la Memoria, regolar le Potenze ; e le preferire infin le regole del mangiar, e dormire . Il Figliuolole die per- fetta iftruttione di rutti i fuoi acerbi tormenti , mentre dandole tutti gii ftru menti della fua (agra Paisione , la partecipe di tutti ifuoi dolori, e di quanto in Croce foirenne.Lo Spirito Santo lecommunicù il dono di eminente Profetia, e riuelò vn'akiilìmo cono (cimenu> de più foura- ni Mifteri .

3 o Ma benché Maddalena di così alta Sapienza fi conofeefle do- tata , nel punto nondimeno della morte , quando più che mai la pura_» verità fi confetta , fi riconobbe d'vn folo punto ingnorante , dicendo , che fi partiua dal Mondo fenzafaper intendere , come vnaCreatura_# pofsa commettere vn peccato mortale. O non faper , d'eterna lode-» ben degno ! O iapientiffima Ignoranza ! Queli'intelletto,illuftrato con gli ecceffiui iplendon dello Spirito Santo>che per quanto viatrice crea- tura ne cappia, lefùriuelato il mifteriofublime della Trinità Sagro* fènta : che ne 1 foglio del luo cuore>(critta per mano d'vn habitator dell' Empireo , vi ftudiaua l'Inearnatione del Verbo : che aflforta nelle con- templationi celefti , non fentiuai dolori, co quali da crudeli infermità era lacerato il fuo corpo : auczzo à difeorrere co' Cittadini del Cielo , mentre foleua recitar il Diuino Vlrkiocò Santa : habituato à fpecolac tempre mar, col pmlolleuato modo, in quefta vira pofllbik, Jeper- fcttioru Dittine : in maniera che, anche dormendo , per la pienezza del cuore , fi fentiuano vicir dalla bocca parole di Dio : quefto, quefto In- telletto , cosr (cienciato, così illuminato , cosìperfpkraee, non Ci con- fida di capire , non gli bafta l'animo di, penetrare , non si, non intende, come vna Creatura polsa mortalmente offender Dio .

1 i Che vn tenue foftìo penfi di render (eco l'Oceano r che vna^ menoma (lilla tariti nclk ùia sfera d,eftinguere il l-uoco : che vn pico- lo vapor prefuma di fepellire ih tenebre il Solef che vn pizzico dj kngo ardiUa di diftttiggere il Cielo $ che vn viliffimo verme fi m*:r>

ta in punto per guerreggiare col Signor degli Efferati ; che<vn difutilo Seruoofi di toglier la Cotona di Capo all'increato Monarca ; che va Piglio, allatatto col fangue del Padre , penfi d vcciderIo;che vna Vani- tà penfididarlaniorte all'Eterno ; che vn Niente difegni di ridur in Niente in vn fubitoil Tutto ; che -la Creatura contro il fuo Creatore fi libelli ; e che vn'huomo poffa mortalmente offendere Dip, non può la noftra Maddalena capirlo .

31 Come Cj diftjnguano le tré Perfone Diuine in vna Effenza : co- me s'incarni il Figliuolo, e non il Padre, lo Spirito Santo ; mentre il Padre,elo Spirito Santo hanno fifteffa natura col Figlio:come l'Incar- nato Verbo fia nella Croce derelitto dal Padre , e pur non poffi giam- mai fepararfi dal Padre : come fopporti acerbi tormenti , £>nell'ifteffo tempo fia Beato col veder l'Effenza Diuina : come nell' Eucariftia , ef- fendo corpo, fia nondimeno à fomiglianza di Spirito : come inChri- fto Crocififfo fi ritrouiognicontento:come vn' Anima con tanto prez- zo fi compri, quanto vai Dio : come gli Spiriti nel Purgatorio fian tor- mentati dal fuoco corporeo; come fi difpongano le Volontà ad acqui- etar le Virtù. Quelle, & altre più delicate fottigliezze sa beniffimo Maddalena, e perfettamente le capifce.; ma come vn'huomo poffa of- fendere Dio, in niun modo l'intende .

33 Quefta Verità lagrimeuole , infegnata primieramente davn Angelo,hereditata da Adamo, pratticata da vn Dauid, effercitara da vn Salomone, fperimentata dagli Apoftoli, intefa fin da moltifiìmi Santi , conofciuta da tutti gli huomini; capita fin da Fanciufii,comparfa in tut- ti i Secoli, offeruata (ahi ragrimeuole conditionej in tutti gli Stati, cioè* che vna Creatura offenda mortalmente il fuo Dio : Solamente Madda- lena quefta Verità non intende. Dunque poflìbil fia che quell'huo- nx>,per amor di cui Iddio fa rifplendere il Sole, ha regolati i moti alle,» Sfere, ha ricamato il Cielo di Stelle, ha trapunto alla Terra il manto di fiori, ha in vn bel giro le Stagioni legate : e he al di lui mantenimento fpirano i Venti,fi agita il Marctidono i Prati, fi feconda no i Campi,par- torifeon le Piante, miniftrano gli Angioli,s'impiegan©i Diuini Attribu- ti,sincarna paffibile il Verbo; che per veftirlo di gloria, fi ricuopr'egli di piaghe : per fatiarlo d'Ambrofia Diuina, fi ciba egli di pene : per trarlo dall'Inferno, su la Croce ne faglie : per dargli vn'eterno ripofo , verfa egli fudori di (àngue : e per dargli vna Vita beata, vuol foffrire ignomi- nioiàmente la morte : e che dopò tanti ineffabili benefici , fi ritroui vn cuor humano, che poffa mortalmente offendere Dio; hor quello sì, dice Maddalena, io non l'intendo.

34 Felice te,Maddalena: auuenturata te, ò Verginella Beata , che hauefti quefta Sapientiftima Ignoranza, che nel tuo intelletto non po- tè penetrar quefta , pur troppo infelicemente faputa , Verità , di faper offendere mortalmente Dio . Quefta, quefta è la vera fapienza > que- lla è la cima della celefte dottrina, quefta ti rende più marauigliofa de gli Angioli, perche gli Angioli, benché fappiano, nonponno ; ma

tu pò-

3 1 e granone u. in Loac aeiia r>. m. xviaaaai.

tu potendo per natura, per fegnàlato priuìlegio della Gratia non fa mortalmenteoffendere Dio . La gratia ti ha illuminato rintelletto,per altamente conofeere Dio: e lifteflà Gratia ti ha ofeurata la mente , ac- ciò non fappi offenderlo mortalmente . Quefta Gratia Diuina,hauen- dotiriuelate le perfettionidiDio> ha fatto, che col domito modo J'amaflS,<ioè fenza termine, ò modo; Scarnandolo fenza modo ,diue- nifli faggiamente Pazza in amarlo . Deh, Gjpriofiffima Verginella-» * impetraci gualche raggio di quefta luce, qualche fcintilla di quefto in- cendio 3 acciò conofeiamonon faper offenderlo mortalmente , acciò meritiamo diuenir Pazzi d'amore ; e di prouar con lifperienza in noi medefimi, quanto della voftragloriofa ignoranza, e della voftrà SAG- GIA PAZZIA, à quelli j ;chemiafcoltano. Ho detto.

I L P I N E.

T A-

* Ly

TAVOLA

DE CAPITOLI

Della preferite Vita *

Cap. I * W *^EV Genitori) e delia nafcitay &' Infanzia della Beata Maria Mad* dalena. f<zg*i*

Cap.2 ft J Della buona indoley &: inclinazione* chemoflrò nella f pueri- zia alle coj e D iuin e , indivie della fua i futura fantit 2 Cap. 3 . De Ila virtà della/ita puerizia, e fpecialmente quanta fujfe dedita alla riti-' Yatezz*,& affidua nell'Orazione * 3 Q&^.^DelDcfiderio ch'ella ebbe di patire per amor di Dio, e delle penitente , che fece nella fua puerizia y e fanciullezza . 5; Cap» J. Della carità y che moflròverfo il prof/imo nella fua puerizia ,. e fanciulle^-

Cap.6. l>eldefideriù,che nella fua puerizia ebbe del Santi fr- Sacramento delimita- re^ della riueren^a yche gli pàrtaua . Come di età di diecianni fi comunicò la prima volta*? e della diuozione,con che in tale età fi comnnicaua. 7

Cap. 7. Quanto nella flejfa puerizia ella fujji amatrice , della purità , & innocen- za;? come dieta di anni dieci fece vota di verginità^ d'vneccejfo d'amore di Dio, che ebbeal fecola. 9

C%$.%*C*mela Beata dette grande efempio di tu tte qnefle virtù alle Monache di S. Ciouan nin 0 de* Cavalieri di Malta, doue flette in ferbo quindici me fi . io

Cap.o. Del defidtrio,ctieUa ebbe dteffer Monaca, e com* fuperò le diffcultà, che le oppofero \ Ij

Cap \lo\Come ella fi guidò nell * elezione 'del Muniflera in cui volle Monacar fi : e come per qualfineelefie il Murirflera di Santa Maria de gli ^Angioli di Bor- go S. F ridiano . 15;

Cap. 1 I* Come entrò à prona nel Munifiero di S* Maria de gli\Angioli di Borgo San Fridiana per dieci : giorni ,■ e dette à quelle Madri ottimo fàggio delle fue qualità, e virtù ; e fèda efìe accettata per Monaca . 1 6

Cap.I2; Quanto lefujfero in difpregio tutti gli ornamenti del corpo, e le vanità del fecolo, 17

Cap. 1 3 . Come ella entrò in detto Munifierc rper fempre ; e deWapparecchio , e di- nozione, con che riceuèV abita della Bgligfane . Ip

Cap. 14. Quanto fantamente efercitò il T^ouizjato y e d'vn'cccejfo d'amore di Dio ,'

ch'ebbe

310 1 A V U L A.

eh* ebbe nei fYirrì anno della pronazione . 2cr

Cap. 1$. Ebbe gran àefiderio di fare la profejfiene , e differitale da* Superiori, pre- dijfe, che la farebbe fola. 23

Cap. 16. Jfvnagrauiffima infermità , f&e ebbe in quefto tempo -, e come in effa mo- ftrò gran virtù. 24

Cap.l 7. Come per cagione di dette infermità i Superiori le f ecera far e la pfrofejfwne fola y come ella aueua predetto^ e con quanto fphito, e diuo^ione la fece .2 j Op. 18. Come per quaranta giorni feguenti ogni mattina, doppola Comunióne ,fk rapita in efiafi per due ore : e come ebbe vbbidien^a di riferire à due Maa- fire la intelligenza , che aueua in detti ecceffi > douefe ne notano alcune. 2 1 Cap .157* Come ne* mede fimi quaranta giorni , doppo lamedefima profeffione (in- ferma comefopra ) ebbe altri ecceffi d'amor Dittino molto mirabili . *& Cap. 20. Come ella dimorò invno di quefliecceffi fediti ore continue , meditando fempre la Vaffìone di Giesù . 3 o

Cap.2l. Befana in modo mirabile dalla fudetta infermità per intere effione della Madre Suor Maria Bagnefi > la quale dipoi ella vede in Cielo glorio fa . 3 L Cap.22. Sanata dalla fudetta infermità, ritorna al ISlouiziato', doue viepiù fi eser- cita nella mortificazione , enelValtre virtù. 35. (JXJ).2 ^ Ver lo fplendore della f font ita, ancora in T^auizjato è conafeiuta per Santa da chi non la conofceuaie fpecialmentc come fu conofeiutaper me^o* d'vna mirabile vi/ione. 34 Cap >2 4. De* molti fauon , e primlegi fpirituali J che da Dìo riteuette neW eflafi la: Beata Maria Maddalenaye prima carne da 5". Agoflino le jùferitta nel cuo- re à lettere d*oro , e di fangue : Verbum caro ià&lim efì . 35 Càp.2 5. E fatta partecipe da Giesù della pena, che egli pati ì fiello fpirare in Cro- ce . 36 Cap. 36' Le fono impreffe nell'anima da Giesù lefuefagrate Stimmate con raggi di fplendidijfima fuoco . 37 Cap. 2 7. In va ratto di 2 6. ore continue partecipa con Giesù le pene della fua fan- ti ffima Vaffìone . 37 Cap. 2 8. Ha vny eflafi di 9. ore , net quale èfpofata da Ciesù alla prefen^a di Sani Agoflino, e di S.Caterina da Siena fuoi dinoti . 39 Cap. 25?-. E coronata da Giesù die srona di fpine, affluenti la fanti f firn a Vergine , S. Agoflino , S. Aggelo Carmelitano , e S. Caterina da Siena . 39 Cap.30. Dimora in efiafi tre notti alla fila , nelle quali e eleuata dalla fanti f sima Trinità ad ahiffime,e mirabili intelligence delle co diuine ; & iuefie efer- cita atti interni di gran perfezione . 40 Cap. 3 I . Dimora in efiafi 40. are in memoria delle 40. areiche il corpo di Giesù flet- te nelfepolcro \ nel quale eflafi riccuc da Giesù ilfuo cuore , e dal Tad>e nenia L'è detto y che le chieggo. ciò cìntila vuole re dipoi vede Giesù rifu- fatato , & ha draote intelligence fopi a quvflo mifleno . 42 p. $z. Il Signore Dio le fa intendere tre volte 3 wme vuole, che e Ih fi e ibi fola dt>

PJ'ie >

1 AVOLA. 519

pane 5 e d'acqua : doppo dyeffer prouata da Superiori, con la loro licenza l'- effeguifce. ^ 44

Cap.J 3 Le viene data dall'eterno Tadre la regola del tempo del dormire , & altre regole di vita fpirituale -, le predicela prom^ione , che vuol far e di lei per cinque anni, promettendo di infonderle auanti lo Spirito Sato nell'anima, 46

Cap.$4« Rapita in eftaft nella vigilia dell' Jlfcenfione vede Giesù afcenderegloriofo al Cielo ; & in vn altro ratto ha alcune intelligenze f opra la purità , la quale in forma di vefle le viene da Dio comunicata . 47

Cap.3 5 Stette in eftaft otto giorni , & otto notti, par landò di co altìffìmt; & ogni mattina ad bora di Ternari ceue in varie forme lo Spirito fanto. 47

Cap.3 6. Epilogo di tutto ciò , che fece , e di tutte le intelligence f che ebbe la B Ma- ria Maddalena in quefti eftafi di otto giorni , & otto notti . 49

Cap 1 7. Entra nella prouazione di cinque anni di trattagli, e di tentazioni, che Dio leaueua predetto', & élafciata con quelli fen^a alcun ferimento della gra- zia di Dio la mattina della fantijjima Trin ita dell 'ami 01585. 57

Cap.$8. Delle tentazioni, e trauagli interni, eh e patì per cinque anni ; efpecialmen- te della continua vifta mentale de Demoni, e dell'aridità difpùito ; e come in effa fi portò per fuperarla . N 60

Cap.$9« Delle tentazioni contro lafede,che elVebbe in quefti cinque anni-, e fpecial- mente dell'arte tp fata dal demonio per impedirle la frequenta della Santifft- ma Comunione dell' altare, e de* mez%i co i quali fuperò quefte tetazJonLói

Cap.40. Come ne predetti cinque anni fu atrocemente tentata di beftemmia , e del difpr egio delle f acre ìmagini ; e de modi con i quali ne refiò vittoriofa. 6$

Cap.41. Quanto crudeli furono le tentazioni di di fper azione , che patì in quefti cin- que anni-, e come fu più volte tenta ta di lafciar l'abito della Religione ; e de' rimedi) , cheftferuì contro di quefte . 6$

Q&Q.{LlSÌ>(e cinque anni di quefta pronazione fu tentata grandemente di Si4peybia,e di difubidieza\e come co molti atti vmili,e virtuoft vinfe quefte t et azioni. 6 5

Cap.43. Ebbe ancora gmuiffime tentazioni di Gola:, e come di quelle ne riportò glo- riofa vittoria. 6j

Cap.44- Tati mólte tentazioni impure , e per vincerle fi gettò vna volta nuda tra le fpine ifece molte penitenze afflittiue , & vsò altri rimedi efficaci . 68

C3p.45.Zw quefti cinque anni di pronazione fa la Beata Maria Maddalena molte volte crudelmente per coffa ,ftrafcinata , precipitata giù per le f e ale , & i* varie guife tormentata , & afflitta corporalmente da demoni, 69

Cap.46. Quanto valorofamente fi portò la Beata Maria Maddalena in quefta bat- taglia co* demoni. 71 ^ap.47. Come i demoni per ritirarla dall' aufler ita del fuo viuere, le apparsero in forma di Monache : e come per fcreditarla prefero pia volte la fua effigie , e fecero de folleuamenti nel Muniftero . 75 ^. .Alcuni conforti fpintuali ., che ebbe la Beata Maria Maddalena in quefti cinque anni diprouazjone \ e fpccialmente come ella riceuè da Giesù ilfa-

X f e et t,o

3 io T A V O L A. "

fcette de gli finimenti de Ila f TaJJìone , & altra volta VìfieffoOiesù nelle braccia. E come fk confortata con vnfoaue liquore da San Tomafo acqui- no , e flette quattro giorni , e quattro notti continue in eflafì . 74 Op-45?' Ebbe vn altro conforto fpirituale in qutfio tempo , e fu defsere afficurata con vn'mirabil fegno , che ne fuoi ratti non era ingannata dal demonio, 75 Cap.50.Le fono moflrate da Dio le pene delVnrgatorio, don e vede l'anima d'vn f no fratello. j6 Op.J I . Le viene ordinato da D/o, che vada fcalza,c vefiita d'vna vilifsima tonaca, e con vn fegno marauigliofo confermò Dio quefiafua volontà , quale fu da lei efeguita con licenza del Tadrefpirùuale. 7 8 Cap.y 2, Vede la gloria di S. ^Agofiino , e con efjò recita VVffixio Diuino. \ , 8 o Cap.y 3 . Confermò Iddio , che quefla pronazione venitta da fua Diurna MaeHàjcon V operatone d'alcuni miracoli fatti in queflo tempo della pronazione della Beata Maria Maddalena . 80 Qap.$4*Come il Signore premiaua di quando in quando conceleftifauorìgli atti vir* tuo fi , eie vittorie , che la Beata Maria Maddalena riportaua dalle tenta* Zjoni; e fpecialmente come doppoauer vinto le tentazioni d'impurità fu dalla fantiffima Vergine ricoperta con vn candido velo , per mezz° della quale fu liberata per tutto il tepo di fua vita da ogni tentazione impura.Sj Gap. yy. D oppo d'auer vinta la tentazione di la feiar V abito della Religione , à da Giesù riueftita divn' abito religiofo inuifibile , edallofiejjo desi* comuni- cata* 8y Cap.5 6. Cinquanta giorni auanti alla fine de* cinque anni della fudetta pronazione^ fa vnafpra penitenza di tutti i difetti , che in quei cinque anni aueffe com- mefìo . 86 Cap.y 7. finiti li cinque anni di quefla pronazione , è canata dal luogo de* demoni, e dille tentazioni ', e con giubilo diT aradi fo è coronata da Dio di molte gr a- Zje9 26 Cap. y 8. Ter premio della continua vifia de* demoni , patita da lei nel tempo della pronazione fi it su le promette la fua continua prefenz* : e le fa vedere in tre maniere fioè neW infanzia , nella fanciullezza, e nell'età che egli morì per noi . 89 Cap.y Degli efiafi quaft innumerabili, che ebbe la Beata Maria Maddalena in tut- to i l tempo di fua vita:e come in ogni azione, & efercizjo fpirituale,ò tem- porale , era rapita fpe fio in efiafi . 90 Cap. 60. Di vari modi ; e circofianze marauigliofc di qnefii ratti , che ebbe la Beata Maria Maddalena. 91 Cap 61. Del modo , che tennero le Monache del fuo Mnniflero nello fcriucre gli efiafi, che eU ebbe. 93 Cap.62. Che i ratti di quefla Beata ancor vinerte, furono e f aminati da Teologi, & affermato , che non erano perillnfione diabolica , ò cofa naturale, ma dini- na ; e di tanto fu afficurat*. 94

Cap.

C#pr63 . La verità- de* ratti diurni di quefia Beata fu confermata da Dio con vnfer~ unite mi acolo : quale fu, cbeflando in efiafiydipingeua, e lauoraua d'ago , fen?aferuitfi del lume elementare . g*

Cap. £4. Vèr melato da Dio lo flato di molte anime paffate all'altra vita > alcune ne vede in 'Paradifo y altre nel Vurgatorio , & altre nell'inferno + 96

Ca^.6j* Vede trai Santi del Taradifò il Beato Luigi Gonzaga della Compagnia di Giesù* Ioi

Cap. 66. Vedetta , efentiua infpirito le co lontane > & efientixcomefe le foffero pr e fenti corporalmente \ I02

Cap. 6j* Fu dotata da Dio dtfpirito di profeta, e prediffe molte co future f quali poi fi ridderò feguir e. 104

Cap.68. V redice al Cardinale de* Medici jirciuefcouo di Firenze * che egli farebbe Vapa, e che poco viuerebbe in tale dignità . Io£

Cap.69. Treuede alcune Fanciulle particolari* che doueuano1 monacar/i in detto fuo Munifiero\ 106

Cap.y o 0 ^id vna madre di famiglia, cheimpediua la monacatone di vnafua fi- gliuola , predice la morte , in cafligo della fua oflmazione * 1 08 Cap.7 1 . Vredice , che la Bigina di Francia Maria Medici f arebbe figliuoli ma fichi più d^rno* Iop Cap»72 . Tredice il tempo della morte di molte perfone in vari tempi. no Cap.7 3 Vede8}i occulti peri feri , e f egreti del cuore altrui * 1 1 j Cap.74. SCH0Pre a(l vna fanciulla la fua vocazfoue alla Religione -y e dal fuo Munh fiera vedeipenfieri del cuore della mede fima ,, laqual accettata quiui per Monaca j effendo in 1 afa del Tadre , per tentazione fiaua per deporre la fua vocazione, e con lefue orazioni la libera dalla tentazione . 1 1 j Cap.7 J. Della gran purità del fuo cuore , e candidezza della fua co faenza . 1 1 7 Cap.76. Efame dicofcienzaTchefece àDio invn ratto : dal quale fi raccoglie la fua gran purità di cuore . 1 1 8 Cap-77r Del grande amore 9 che ellaportauaà que°,a, purità di cuore , e deWodio y che aite al peccato, 121 Cap'7$ Quanto foffe grand* unione della fua mente con Dio . 122 Càp.7 9 'Dell'afsiduità , che ellaueua nell * orazione , e della dcuozione con che re- citaua il Dittiti 0 uffizio. 1 2 4 ,$0. Tre par anione ,. che ella fece alla folennità dello Spirito fanto : dalla quale fi raccoglie la grande unione della fua mente con Dio , e Vaffiduità nell'ora- zione* 126 ,8 I. Ffercizio fpirituale , che ellafaceua ogni mattina con alcune offerte >e prò- tefle à Dio , dal qualfi raccoglie UfieJJa unione di fua mente con Dio, e l af- fiduità nell orazione, 1 2.8 3 2. Dell efficacia delle fue orazioni ,doue fi raccontano alcuni ca fi mirabili fuc* cedu ti per mezzp di quelle . 1 3 & 8 j. Della conformità della fua volontà con quella di Dio , 134

X 2 Cap.

3X2, 1 A V U L A.

Cap.84. Le mofira Giesù quanto gli piaccia la totale raf segnatone, e quanto gli dif- piaccia ogni minimo atto della propria volontà. 136

Cap.85. Le fono date da Giesù venti regole di perfezione fpirituale : e quanto ^elo ella ebbe cTofieruarle perfettamete,per viner co/orme al diuino volere. 138 Cap«86. Dell' ardentiffimo amore con che amaua Dio : e degrandiffimi ecceffi che el- la ebbe di quefi amore . 1 40 Cap. 87. Ver il grande ardore dell amor diuino, nelmez^o delflnuerno , fiverfa in /eno acqua fredda : & in modi mirabili inuita Vanirne a questo amore ; & è mirabilmente pafciuta dal co/iato dell' Imagine dei Crocififfb . 141 Gap.ZS.Invnodi quefli ecceffi rafciuga ilfuiore d'vn Imagine del Crocififfb Et altra volta con vn' Imagine di Giesù bambino fa alcune diuote offerte all'è* terno Tadre. 124 Cap.89. Altri atti interni , concetti , e parole d'amor diuino, che ella sfogaua verfo Dio. 144 Cap 90. De Ut dìuoxione eh ella aueua alla Taf/Ione , & alfangue di Giesù . E co- me ogni Venerdì su l'ora , che Giesù fpirò in Croce , era fatta partecipe del fuofpirito , eperfauore concedutole, patina in quel giorno dolori di tefla in memoria della Taffìone . 1 4 5 Cap 91. Vn' altra volta è fatta partecipe mirabilmente de' dolori della Taffione di Giesù y la quale in lei viene rapprefentata il Giovedì, e Venerdì fanto del 1592. 147 Cap.92. Della gran deuo^ione^che ella aueua al fanti/fimo Sagr amento dell'Altare; e come fi comunicati* ogni mattina con gran defiderio, e fame di queflofan- tiffìmo Sagr amento . 150 Cap, 93. Come più volte fu comunicata efiaticamente da Giesù,e da S.Alberto Car- melitano ; e come taluolta vidde Giesù nel cuore delle Sorelle , che fi com- municauano . 152» Cap.94. H aueua grandiffimo defiderio , chele Sorelle del fuo M uni fi ero frequenta f- fero la fanti ffìma 'Comunione, & infegnaua loro diuote preparazioni, e cor- eana d'accenderle àquefla frequenta . 15 3 Cap«95« Della gr<M diuo^one , che aueua alla Beatifflma Vergine , la quale fpecial- metefi raccoglie da vnintellige'^a ci) eli' ebbe la vigilia dell' Afsutione.i 5 6- Cap.96. Delguflo,e %elo,che Maddalena aueua dellagloria di Dh,e che gli Vffi?i di* uini fi recit afferò con diuo^ione fpec talmente nel Coro . 159 Cap.9 7. Ebbe gran defiderio del martirio, e della propagatone della S.Fede . 161 Cap.98. Ebbe grandijfimo defiderio,eguflo della conuer fazione 5 efalute de' pecca" tori , e come cercaua d imprimerlo nel cuore delle Sorelle . l^z Cap.99. Segue la medefima materia: Doue fi narra il gran defiderio, e gnflo, che di patire per la conuerfione,e fedute de' peccatori , e come fi accendeu. quello defiderio. Cap. 1 00 Segue della medefima materia, doue fi mofira di più il dolore \fbt ella ara- na dell off efe fatte à Sua Diuina Maeflà, e come fi doleva del poco %clo , cÌk

hanno.

hanno i Superiori dell9 emendale conuerfione de peccatori . 1 67

CaD iol Lefàmtender Dio in vn ratto , quanto gli flagrato il pregare , & offerire il /angue d i Giesù per ì peccatori . Et in vn altro ratto le moflra tutti gli fia- ti de* peccatori del mondo, per i quali ella gli fa diuotifsime offerte del San- ane di Giesù, & impetrala conuerfione di molti . 169

Cao 102 Le viene mofìrato da Dio il cattino flato d alcuni Sacerdoti particolari, e le fono da pia perfine raccomandati altri peccatori,la conuerfione de quali con lefue orazioni,e penitente ella ottiene . 1 72

Cap. I03. Le grandi penitente afflittine , e maceratine del fio corpose faceua per amor di Dio, e per la filute dell 'anime. *1Z

CaP I OA Del 7elo che aueua della filute dell'anime particolarmente ver fi le Mo- nache del fio Muniftero,e ver fi le ^oui^iey e Giouani, mentre fu loro Mae-

(Ira I7

CaD 10%'con qnanto amore,e carità fi portaffe con leJiouiye,e Giouani àtei com- ' meffe,per affezionarle alla Religione', e quello^ he faceua ne tempi, che al- cuna fanciulla fi aueua da vefiir Monaca, òprofeflar e . 177

Cap. 1 06. Come ella iflruiffe le ^ouiKie,e Giouani a lei commefie nella via di Dio, e /penalmente nella dilezione deWvna con Ultra , nell oratone, e nel reci- tar diuotamente gli vffiz} in Coro . } 79

Cap 1 07 Come infegnaua alle fine di fi epoU ad operare con pura,e retta intensione, e tener la mente vnita à Dio.el cuore aperto alla Superiora 5 e quanto con- to tenena y che offeruafiero il fienaio ne tempi,e luoghi douuti . 182

Cap 1 08 Come efircitaualefuefuddite nella f propri anione delle cofe terrene per l> offeruan^a della pouertà Bgligiofa . E come infegnaua loro a cercar Dio per U via della mortificatone^ non per me^o de'gufìifpirìtnali . 1 84

Cap.1 09. Come efercitana le fie ^ouìye , e Giouani nello sbajfamento della pro- pria riputatone , eflima,per renderle vmili . 1 85

Cap 1 1 o. Come le efercitana nell vbbidien^a con l annegatone del proprio ^lere,e del proprio giudico , e d*vn modo molto vtile,che tenena per {limolarle aW emenda de loro difetti . ' lh7

Cap ili. De talenti, che aueua Maddalena nell incaminar Vanirne alla perfezio- ne I^ligiofa, e fpecialmente della prudenza, e del ^elo nel fare le correzio- ni, & illuminare le menti , e muoueregli affetti^ come difeerneua ottima- mente gli [pinti , e le inclinazioni delle figliuole . 1 89

Cap.l 12. Come per diurna virtù penetraua i penfieri delle fine fiddit e . 192

Cap. il 3. Ver il grande amore ch'ella portaua al fio proffimo ,fi rallegraua del be- ne altrui , come delfino proprio > & ogni fio bene defideraua grandemente di comunicarlo ad altri . J9$

Cap.114. Quanto fuffe dedita ali opere di canta, e cornei e fercitò verfi leMonache

delfino Muniflero con grandiffme fatichete difigi . . 197

Cap. 1 1 5 . C on quanta tran carità feruma all'inferme, & affifleua alle moribonde; e

come per affetto di carità , eper/ua maggior mortificazione mcfielaboc-

ca ad una piaga verminofa d'una Conuerfay e con la propria lingua leccò aU tri malori delle Monache . 20Q?

Cip.ll6.BelUrÌ!tcren?a; cheportauaa proffimi, e fpecialmente alle Monache y & d Sacerdoti y e Superiori # 2oi

Cap.1 17. Della grande flima ch'ella faceua delloflato I\eligìofoy e deWamore y che portaua alla fua T{eligioney e Munì fl ero . 2 04

Cap. 1 1 8, Della flima , e riverenza* che aueua dey fanti voti della gigione y e del- la lo r rimi oua^ion e . 2 o 6

Cap.I Ip. Quanto elU ifufie perfetta nell'ubbidienza, e come fi uiddero in lei tutte le perfezioni di quefla uirtù .- 2o7

Cap.I 2 o. Della fua Caflità angelica te come rifplendeua nelfuo mito yygcfliye pa- role. Come dalle fue carni fpiraua un grato odore-, e dell affetto ye riueren^a che ella portaua alla Verginità^ 211

Cap, 121. Con quanta diligenza Maddalena cuflodifle la caflità y e de' me^i y chz^> ella tenne per confermarla, e fpecialmente della ritiratela dalfecolo. 21$

Cap.122. Fu 'grande amatrice della f anta pouertàì{eligiofay godendo di patire k neceffità y efentiua difguflo d'eterne fouucnuta.. 2 1 6

Cap,i 2 S . Segue dellamcdefima pouertàdi quefla Beataye come efia lofferuò nel uit- tojiel ucflito, e nelt altre cofe necejfarie per fuo ufo 219

Cap.li^Deldefiderio y che aueua y che nelfuo Munifiero fimantencfsel offtr- uan^a della pouertà , e femplicità ì{eligiofa 2 21

Cap. 1 2 y. Quanto flimajfe, efujfe ofseruante di tutte le Tegole y e degli ordini della Religione le come per fuame^o firiformorno le Coft imponi delfuoMuni* fiero. 222:

Cap. 126. Defideraua y che tutte le Religioni fi 'riduce fiero a perfetta ofseruan^a y e fentìuagran difguflo nel uederle rilafsat e y particolarmente nell'ofseruan^a del uoto della pouertàjper la quale inofseruan^a uede molte anime litigio- precipitare n eli Infern 0. 2 2 jT

Cap. 1 2 J* JLuwfi y e documenti fpirituali , ch'ella dauaper acquiflare la perfetto - ne Kg ligio fa * 22J

Cap. 12 8. Intende inuneflafi, che nuoue pegole particolari fi deunno ofseruare nelle Religioni, per configutre da Dio noue grafie molto importanti alliflef- J\eligioni . 229

Cap. 129. Cinque petizioni y intefe che fi deupn fare à Dìo per mantenimento del- la ver -a o/eruan^a nelle Religioni. 23 I

Cap. 150. Ver defiderio di patire nudamente per amor di Dio y rinmi^iò a Sua Dini* na Matflà ogni guflo fpirituale , che potè auere \ e pati fee per molti, ,:nni fino alla morte grande aridit adi fpirito y con gran coflan%a ,eperfeueran ^a nel bene . 2 ? 2

Cap.I 3 1 ^Alcuni effetti mirabili della fua fantità, e particolarmente dell efficacia^ -virtù della fua prefen^a : della virtù y che aueuano le cofe 3 che fer lituano- per -vfofiio,. 25 £

Cap-

TAVOLA. nj

Capei ? alcuni altri miracoli operati da quefla Beata in vita . 2 j j

Cap.i j ?• Della profonda Vmiltà del fuo cuore , /<* quale fi raccoglie dalla bajsafti-

> md,e ni. concetto , che aueua di sèfleffa^e dell'opere fue . 2^7

Cap.i34 Come faceta in me^o à tanti f onori diurni ad auev vHeflima disèflefsa. E come in lei era eftmto ogni appetita di compiacene vmana* 241

Cap. 135. Del dcfiderio , e guflo , the aueua d'efser difpreggiata , e de modi , che te neua per efset in difpregio , e vii concetto de f noi proffimi . 24$

Cap.i ?<5. Cercaua d'occultare ogni fua virtù , e di viuere afcofa ; òfconofciuta,fcn- tendo gran dij'guflod* ej sere flimata. 246

Cap.i57* C on quanto jentimento , e gran concettatila parlaua di quefla fantavirtà dell'umiltà. 248

Cap.i?8. Come ella s'accefe àgran defider io di patire nudamente , £ l'ottenne per me^^o d'vna infermità, che le cominciò Vanno 1602, nel quale Le ruppe vna vena del petto , e flette per due anni conualefcente fen^a allentar punte il rigore della fua vita . 250

Cap.iiP» Neirvltimo eftafi, che ella ebbej di nuouo le fu mofiro,epromefio da Dio vn nudo patire d! vna maggior e infermità : e come ella fu eletta Suppriora del Muniftero,e dopò fi fermò in letto, doue flette i tre vltimi annidi fua vi- ta. Et 1 grandinimi dolori, che con gran pa^ien^a fopportò in quefla infer- mità. 25*

•:Cap.i40> D'alcuni atti di virtù fpeciali, cheella fece in quefla infermità , e parti- colarmente del defider io, che ebbe della fantifs. C omunione, del %elo di reci- tare l' vffi^io diurno; E dell 'aufterità della vita , & atti, dTmiìtà,e Carità.

25<S

Cap.141. Con gran diuo^ione ,dr vmiltà riceise gli vltimiSagr tmenti: dàreligìofi ricordi allefue Monache : le QccorronbneWvltimodifua vita altre cofe mi* . r abili , e rende fantamente lofpiritoÀ Dio . * S 8

Cap.\42. Dell'esequie fatte al fuo Corpo , della diuo^ione , e concorfo del popolo : 9 della fua Sepoltura . 262

Cap. 143. Cajo mirabile occorfo il giorno dalla fua ftpoltura : e fu, che il fuo corpo morto, allaprefen^advnGiouane lafciuo fi voltò da per sèflejfoinaltra parte. 2.6^

Gap» 144. Come il fuo corpose confa uato mir acolof amente ine or r otto, <& hàfcaturi- toper motti anni vnfaauifflmo, e miracUofo liquor e, rendendo continuamen- te vrfodor mirabile . 254

Cap.145. Mcuni altri miracoli fuc ceduti per tnterceffione di quefla Beata doppo la fua morte, appromti dalla f aera Bgta Bimana, e dalla Congregazione de* B^ti* ' 2(5'5

Cap.ì 46. Mire grafie marauigliofe ottenute fer inter ceffone di quefla Beata , no- tate nell'altre imprejfioni della preferite Vitadal Signor Vince?i%pTuccini, molte delle quali fono teftificate ne*J?roccffi , ma però non approuate per mi- racoli dalla f aera B^ota» 16 7

Jap.147. Mtr e grafie marauigliofe } cb; oltre ali1 apprettate per miracoli dalla Sa- cra Bgta , fi trouano teftificate ne'Trocejfi formati in Firenze per la Beati- ficatone

5x6 T A V O L A.

fic anione di quejla Madre, prima per l'Ordinano , e poi per autorità jlpofio* He a . 27 ?

Cap. 1 48. Mtre grafie feguite ad interceffione di quejla Beata nella Città di Lucca, ef aminate in vn Trocefiò remi fiori ale formato in quella Città ad iflan^a del» le Monache di S. Maria de gli *Angiolt il quale per no effer fatto io kgitima auttorità,non è flato approuato Ma però vi fi trouano depofie con giuramen- to da molti teflimoni Nnfrafcritte grafie: la fede delle quali fi rimette a* Let- tori* ( zyj

Cap.I4P- Della fama della fantità,c diuo^ione de* popoli verfodi quefla Beata,auan* ti, chcfujje beatificata 232

Cap. 150. Della Beatificazione di Suor Maria Maddalena , fatta da Hoflro Signore Tapa orbano Ottano. 28$

pap.l J !• Come ne* giorni , che fi celebrò nella Cbiefa delfuo Muniftero lafefia della fua Beatificazione > multipltcò miracolofamente foglio d'vrì Orcio il 5

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IL FINE

BINDING C^r, FEB 1 7

9BL

BX Puccini, Vincenzo, D. Sic,

4700 Del *

M37P84 Marie Maddelene 1666

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